EVIL LOVES ANGEL :un diavolo e un angelo possono innamorarsi?

di iride
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** cattive compagnie ***
Capitolo 2: *** L'INFERNO ***
Capitolo 3: *** sei troppo differente da me! oppure no (titolo ke nn c'entra x niente) ***
Capitolo 4: *** non hai sentimenti (qui Inu è abbastanza violento!) ***
Capitolo 5: *** Tu riesci a catturare la mia mente ***
Capitolo 6: *** orizzonti nuvolosi ***



Capitolo 1
*** cattive compagnie ***


Allora questa ff nn è mia anke xkè nn è nel mio stile ma è di 1 mia amica ke nn è registrata e quindi la posto io.

Commetate lo stesso please!!!! J

 

Storia di un diavolo…

            … e un angelo

 

La penna scorreva veloce sul foglio bianco.

Si fermò un attimo esitante, poi proseguì decisa.

 

…nonostante le più che evidenti prove che il poeta Yoshi Xure fosse cieco, molti studiosi lo ritengono oltre che non cieco, anche d’animo comico per l’invenzione della sua (falsa) cecità.

Questo importante esponente della cultura giapponese è in ogni caso…

 

La ragazza rifletté annodando una ciocca di capelli corvini attorno al dito.

Guardò l’orologio al polso: mancavano appena dieci minuti alla fine del compito di Giapponese antico.

La consegna era: “commento sul poeta Yoshi Xure”.

E non era un tema facile!

Guardò dietro di sé e vide la sua amica Sango.

La moretta stava litigando con la stilo che pareva non volersi chiudere.

Sorrise e pose il suo sguardo sul ragazzo della fila di fianco.

I capelli castani rilucevano sotto il sole.

Hojo era proprio un ragazzo carino! Anche se però forse Sango ne era troppo innamorata per essere un giudice corretto!

La professoressa Kaede alzando lo sguardo notò che Kagome non era concentrata sulla verifica.

 

PROF: Higurashi! Più attenzione nel compito di grazia, o intende guardare per aria anche nei prossimi minuti?

 

La ragazza arrossì per il rimprovero e abbassò gli occhi sul figlio mentre l’insegnante la fissava con uno sguardo imperioso.

Un ragazzo dietro a Hojo Kanezu (nn so il cognome di Hojo e quindi ne invento 1) si alzò senza permesso e sbottò.

 

-lei pretende che ce ne stiamo qui a morir di noia forse?-

 

PROF: signorino Yoro Kouga, le dispiace pensare al suo compito visto che deve rimediare quello precendente?

 

KOU: intende forse quella schifezza di compito sullo scrittore Kidunou ?

 

PROF: sì, intendo quello!

 

KUO:non si preoccupi, tanto di qui non schiodo come spera lei, il suo stipendio lo prende grazie a me e ai soldi di mio padre, di che si lamenta?!

 

PROF: basta, domani fili dal preside!

 

KOU: non per essere sgarbato, ma me l’ha già detto tre volte oggi!

 

PROF: allora questa è la terza.

 

KUO: no scusi, è la quarta se contiamo quella della prima ora…anche se in fondo ha ragione lei, era il professor Carciofo ad avermi rimproverato non lei.

 

La classe si trattenne a stento dal ridere per il soprannome dato al prof. di matematica dagli alunni.

“carciofo” stava a indicare il colore particolare della sua pelle che, a detta degli studenti, era opera di un incrocio venuto male tra un uomo e appunto l’ortaggio in questione.

 

PROF: non parli in questo modo del professor Minokish!

 

KOU: come vuole, ma resta un carciofo lo stesso.

 

La professoressa fece per ribattere quando la campanella suonò e i ragazzi consegnarono i compiti.

Kagome finì la frase interrotta.

 

 

…è in ogni caso rilevante e significativo come esponente del movimento del Pensiero Fidoshy no Uzodho.

 

 

Ripose la penna e consegnò il foglio all’insegnante.

Dopo aver sistemato ogni cosa nello zaino aspettò Sango che non aveva invece ancora finito perché non trovava una gomma.

 

KAG: dai Sango muoviti che facciamo tardi!

 

SAN; adesso, aspetta che non muori mica!

 

KOU: Sango ha ragione! Devi essere paziente Higurashi!

 

KAG: ciao Kuoga.

 

SAN: oggi ne hai dette quattro alla prof., sei stato grande!

 

KOU: bhe, non perde mai occasione di prenderti di mira Kagome!

 

KAG: lo so purtroppo!

 

SAN: tu dove vai adesso?

 

KOU: al Club con degli amici miei e voi?

 

KAG: a casa.

 

Sango invece non rispose subito e rifletté. Il suo umore non era dei migliori perché aveva cercato di attirare l’attenzione di Hojo nell’intervallo, senza però riuscirci e quindi voleva tirarsi su di morale in qualche modo.  

Poi esclamò.

 

SAN: non è che potremmo venire pure noi?

 

Kuoga si illuminò perché aveva una cotta per Kagome e l’idea di uscire con lei non gli dispiaceva affatto.

Si tormentò la collana di borchie argentate per qualche secondo di falso ragionamento e poi rispose.

 

KOU: perché no? Ma non penso che i vostri vi lascino!

 

KAG: i miei no di sicuro!

 

SAN: e se gli dicessimo che vieni da me?

 

La moretta sorrise a Kagome con una smorfietta per niente rassicurante.

Prima di mettersi a balbettare si fissò insistentemente la punta delle scarpe da ginnastica cercando al posto della scritta “nike” una risposta ai suoi problemi.

 

KAG: ma no… io non…

 

SAN: facciamo così dai!

 

Quando la ragazza si impuntava era testarda e ora si era impuntata. Il altro motivo per andarci era che aveva sentito parlare riguardo a dei ragazzi magnifici di quel locale e siccome Hojo non la guardava neanche di striscio aveva deciso di vendicarsi.

Kagome non voleva, ma una telefonata a casa Higurashi e ormai la frittata era fatta.

Ad un tratto Kuoga rifletté su una cosa.

 

KOU: ma mi sa che non vi lasciano entrare vestite così.

 

KAG: cosa?!

 

Si fissarono entrambe: cosa c’era che non andava?

Avevano un paio di normalissimi jeans e Sango un maglione a righe, lei una felpa blu, erano più che presentabili.

Il ragazzo le squadrò con aria critica.

 

KOU: “non possno entrare così, ne và della mia reputazione al locale! Che faccio?”

 

SAN: e dove li prenderemmo dei nuovi vestiti scusa?

 

A Kouga in quel momento venne un’idea.

 

KUO: conosco da chi cercare. I soldi ve li do io.

 

KAG: fanno pagare solo per avere in prestito dei vestiti?

 

KOU: sì, ma a me li danno con lo sconto.

 

SAN: perché?

 

KOU: diciamo che alla proprietaria ho fatto dei favori.

 

Kagome pensò di sapere che “favori “ intendesse Kouga ma non indagò.

Si sentì però molto preoccupata: aveva mentito ai suoi e stava andando in un posto dove non poteva incontrare che delle cattive compagnie.

Maledisse sia Sango che l’aveva costretta solo per ripicca, sia lei che non si era opposta a sufficienza.

Ma ormai era andata.

 

&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&

La musica si sentiva appena, prova che i muri erano molto spessi.

Una lampada illuminava a malapena due persone vicino al letto.

Nella stanza una ragazza si stava rivestendo.

Il viso era truccato pesantemente.

Si rimise il reggiseno e le calze a rete.

 

-sono 5000 yen-

 

Il ragazzo sdraiato sul letto la guardò male.

 

-l’ultima volta erano di meno-

 

Lei fece una smorfia.

 

-l’altra volta non era una notte intera-

 

Lui si alzò.

 

-cazzate-

 

La prostituta non fu d’accordo.

 

-è una faticaccia lo sai?-

 

Il ragazzo si infilò una maglietta aderente nera e i jeans strappati.

I capelli neri ricaddero fluenti, anche se scompigliati.

 

-tutte balle-

 

Dopo una sistemata ai capelli tinti di rosso e un ritocco al rossetto viola scuro quella continuò.

 

-voi Hanyou fate sudare sette camice a noi poverette-

 

Il mezzodemone concordò con un cenno del capo e le diede i soldi.

Quando fu uscita si sistemò i lunghi capelli dai riflessi d’argento.

 

INU:” brutta stronza, la prima volta era solo 4000 yen. Hai aumentato il prezzo, non mi bevo le tue scuse”

 

Guardò oltre la finestra dai vetri rotti.

C’era un giardino dove di giorno venivano i bambini e di notte le puttane.

Cercò un pacchetto di sigarette sul tavolo, ma non ne trovò.

 

INU: dannazione! Le ho finite.

 

La porta si aprì e ne entro uno vestito di un giubbotto stracciato e ricoperto di tatuaggi.

 

-ti aspettano, tra quanto scendi?-

 

Il mezzodemone si mise una mano nella tasca dei pantaloni.

 

INU: arrivo subito.

 

Quello annuì e uscì quasi con reverenza.

Inuyasha sbuffò e si affacciò alla finestra.

Sporgendosi vide una coda di persone dall’aria poco raccomandabile in fila per entrare nel locale :”l’inferno” sia di nome che di fatto.

 

INU: “stasera ce né sarà di lavoro!”

 

Volse un ultimo sguardo al boschetto dove era appena tornata la sua amichetta di prima.

 

INU: “cambierò ragazza, quella stà facendo troppo la difficile coi prezzi!”

 

Ma questo per lui non era un problema visto che poteva averne quante ne voleva.

 

INU: “potrei anche farmene una del pub tanto per cambiare, vedrò chi c’è stasera! Ora però vado a provare.”

 

Uscì dalla stanza chiudendo la luce e lasciando il buio.

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Capitolo 2
*** L'INFERNO ***


Allora… rispondo velocemente ad alcune cosine:

1)     ringrazio Moon89 x aver fatto 1 eccezione leggendo qst ff

2)     a Sango 86 dont’worry “CAN I LOVE A STAR?”continuerà

3)     Lilù hai fatto centro, è vero ke 1 po’ io e la mia amica collaboriamo quindi è quasi 1 ff a 4 mani anke se nn del ttt

 

 

Storia di un diavolo…

            … e un angelo

 

 

-chi è?-

Dall’interno della porta chiusa giunse una voce scocciata.

Il ragazzo fuori rispose con altrettanto tono.

 

KOU: sono Kouga, aprimi Akiro!

 

Si aprì un pochino la porta e comparve una donna mezza svestita.

Dall’interno provenivano urla e gemiti quasi animaleschi.

Quella sulla soglia era seccata.

 

AKI: senti te ti faccio domani, oggi ho altri clienti!

 

Una ragazza mora ancora sul pianerottolo arrossì per l’affermazione, ma si limitò a nascondersi dietro il ragazzo.

Lui scosse il capo.

 

KOU: non ti devi togliere le mutande per me oggi, ho bisogno di un altro favore.

 

La donna sembrò sorpresa.

Aprì la porta e li fece entrare.

Vide che c’erano anche delle ragazzine giovani e quindi le fece aspettare.

 

AKI: voi è meglio che aspettiate qui.

 

Entro nella camera vicina e urlò.

 

AKI:oh, per oggi basta, il bordello chiude.

 

-che c’è, non c’hai più voglia?-

 

AKI: ho ospiti

 

-anche noi siamo ospiti!-

 

AKI: fuori!tornate dalla vostre adorate mogliettine a parlagli del vostro turno di notte inesistente!

 

-brutta puttana, e i nostri soldi?-

 

AKI: adesso ve li ridò!

 

Uscì seguita da due uomini, che si chiusero la toppa dei pantaloni, e tre ragazze, che si stavano rimettendo le mutande.

 

Dopo aver ridato i soldi a quelli si dedicò ai ragazzi.

 

AKI: allora, che favore vuoi?

 

KOU: vestiti.

 

AKI: cosa? Noi ce li togliamo mica li diamo!

 

KOU: allora secondo te loro due possono entrare all’ “INFERNO” vestite così?

 

AKI: ho capito, aspetta che ci penso io.

 

Tornò con alcuni indumenti e li fece provare alle ragazze.

 

AKI: come ti chiami?

 

La brunetta pensò se dire il nome vero o no, ma poi per non sembrare falsa fu sincera.

 

SAN: il mio nome è Sango.

 

AKI: e tu?

 

Kagome arrossì.

 

KAG: ecco io…

 

AKI: ti hanno mangiato la lingua?

 

KAG: no no! Io … mi chiamo Kagome.

 

AKI: bel nome! E bel corpo! Potresti farci tanti soldi sai? Sei messa davvero bene!

 

Il ragazzo frenò l’entusiasmo.

 

KOU: non siamo qui per questo.

 

AKI: ok, non te la prendere!

 

Le due amiche entrarono il uno sgabuzzino e ne uscirono con i vestiti nuovi.

Sango indossava dei pantaloncini viola aderenti e corti più una maglietta nera trasparente attraverso la quale le si poteva vedere il reggiseno.

Alle orecchie aveva due orecchini rossi a forma di triangolo grandi da farle un pochino male, visto che non ci era abituata.

Era poi truccata parecchio.

Kagome aveva invece lo era di meno perché aveva insistito a ricevere il minimo indispensabile in fatto di trucco.

Lei aveva una minigonna di pelle nera cortissima e un top dello stesso colore.

Al contrario dell’amica non aveva voluto farsi fare la coda alta.

Poi non aveva né orecchini né bracciali.

 

Quando uscirono Kouga rimase estasiato alla vista di Kagome e non trovò la forza di parlare, Akiro invece era soddisfatta del suo lavoro.

 

AKI: non vi riconoscerebbe nemmeno vostra madre!

 

I vestiti li misero in un sacchetto che prese Kouga e uscirono.

 

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Le luci colorate ruotavano senza sosta.

Illuminavano il palco a scatti.

Cinque ragazzi cantavano sotto i riflettori.

La gente tutt’intorno urlava e uno stormo di ragazze fissava i ragazzi.

 

-dai Inuyasha! Facci sognare!-

 

In quella la canzone finì e i ragazzi scesero dal palco.

Una ragazzina con i capelli rossi si avvicino al mezzodemone.

 

-c…ciao I…Inuyasha-

 

Lui la guardò appena e le diede un bacio.

Poi se ne andò pulendosi le labbra con il dorso della mano.

La ragazza, che doveva essere nuova, rimase lì impalata.

 

INU:”bleah, che saporaccio! Questa non me la posso proprio scopare!”

 

Uno di quelli che suonava prima gli si avvicinò.

 

-hai deciso di provare con quelle del pub oggi?-

 

INU: bhè, non che mi aspetti molto, ma Azumi stà facendo la difficile! Tu mi puoi capire Miroku!

 

MIR: ti capisco, ma non me ne faccio una quasi ogni notte! Dove la trovi stà resistenza?!

 

INU: non lo so

 

MIR: e che dirà Kikio?

 

INU: per quel che me ne frega, in fondo sono sue colleghe.

 

MIR: non mi sembra che Kikio faccia quel lavoro lì, non era segretaria di NonMiRicordoChi ?

 

INU: sì,ma anche se non lavora ufficialmente è lo stesso una puttana, se la fa con tutti! Non deve far la predica a me! non è comunque il tipo!

 

MIR: fabbè, ci si vede!

 

INU: affermativo!

 

Il moretto se ne andò verso alcune ragazze che facevano Lap Dance (si scrive così?).

L’altro invece si diresse verso una porta quando si imbatté in una sua conoscenza.

 

INU: Kikio! Che fai qui?

 

La ragazza tirò indietro con la mano i lunghi capelli scuri e si mise una mano sul fianco.

La gonna alla marinara (cm ql delle uniformi x intenderci!) era così corta che le si poteva benissimo vedere il perizoma nero sotto.

Sopra indossava una parte di un bikini.

Fece muovere i bracciali sul polso e guardò il suo ragazzo.

 

KIK: ciao Inuyasha! Hai già finito le prove?

 

INU: già fatte.

 

KIK: ho sentito che oggi è venuta Azumi.

 

INU: …e allora?

 

KIK: non foglio romperti le palle quindi ti dico subito che non me ne frega.

 

INU: tanto oggi cambio ragazza.

 

KIK: davvero, perché?

 

INU: quella stronza ha alzato il prezzo!

 

KIK: è una morta di fame.

 

INU: già.

 

KIK: senti…se vuoi io stasera sono libera… se ti va…

 

INU: no, voglio farmi una del pub stasera, giusto per cambiare.

 

KIK: hai già in mente qualcuno?

 

INU: no, vedrò, di sicuro non quella rossa di prima!

 

KIK: quella? È una nuova ed è stupida e brutta come il demonio!

 

INU: concordo, senti … io adesso vado, ci si vede!

 

KIK: certo, chiamami tanto il mio numero ce l’hai!

 

Il mazzodemone scomparve inghiottito dalla folla impazzita.

Lui andò a prendersi da bere un superalcolico e sparì con il bicchiere in mano.

La ragazza rimase e fissare il punto dove era sparito.

 

KIK: “stupido! Non è vero che non mi importa se te le fai tutte! Io ci stò male perché tu non lo capisci, ma del resto posso comprenderti visto che anche non sono un esempio di castità! Però…non vorrei che mi lasciassi...”

 

Poi però pensandoci non era una cosa possibile visto che ormai erano una coppia fissa.

Ma le cose cambiano e le non se ne rendeva conto purtroppo.

 

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Lungo la fila fuori dal pub tre persone stavano discutendo.

 

KOU: allora… nel pub ci sono i tipi poco raccomandabili che sono il 80%, quelli nuovi che alzano la cresta che sono circa 10% , quelli che vengono solo a divertirsi e non spacciano niente che sono il 9% e quelli inarrivabili che fanno parte del rimanente 1%.

 

KAG: e chi sono?

 

KOU: sono i “Jailer’s Hell” chiamati però semplicemente “gli Hell”

 

SAN: e che vuol dire?

 

KOU: i custodi dell’inferno.

 

KAG: allegro il gruppetto!

 

KOU: comunque non li conoscerete, perché sono inarrivabili. Io li ho visti una volta sola perché Midozushu, uno della band, mi ha chiesto di aiutarli a provare.

 

In quel momento uno muscoloso con gli occhiali da sole si parò davanti?

 

-voi ce l’avete il lasciapassare?

 

L’altro fece una smorfia.

 

KOU: eccolo, cosa credi? Mica entro a sbafo io! (sbafo = senza permesso)

 

Il balestrato grugnì e li fece entrare.

Dentro si soffocava e le ragazze erano un po’ intimorite.

Kouga disse che aveva da fare e di divertirsi.

Kagome non era per niente a suo agio!

 

KAG: Sango stammi vicina!

 

Ma l’amica era già sulla pista da ballo e si scatenava per dimenticare Hojo.

 

KAG: “ma guarda te! È tutta colpa sua se mi trovo qui!”

 

Si fece largo a spintoni per andare ad un bancone e chiedere da bere visto che stava soffocando.

Uno tutto butterato le si presentò davanti, doveva essere il barista.

 

KAG: un bicchiere d’acqua per favore.

 

Quello la guardò stranito, poi le diede il picchiere e le parlò.

 

-ehi, quanto vuoi per una notte intera?-

 

Lei lo guardò con gli occhi fuori dalle orbite.

Mollò il bicchiere mezzo pieno e se ne andò lasciandolo da solo.

 

KAG: “quello mi ha presa per una puttana!!! Stò posto non mi piace per niente! LO SAPEVO CHE NON CI DOVEVO VENIRE!!!”

 

Si voltò per cercare Sango ma lei era sulla pista da ballo con un ragazzo con un codino e sembrava tutta presa nelle conversazione.

Allora corse verso la porta del retro spintonando tutti.

 

-ma che fai?!?!?!-

 

KAG: scusate…PERMESSO!!!!

 

-stai attenta porco cane!-

 

KAG: scusa…scusa!

 

-ehi tu, mi hai fatto cadere il bicchiere!!! E sulla maglietta porco dio!!!-

 

La ragazza si voltò a chiedere l’ennesimo scusa quando rimase fulminata dalla vista del ragazzo.

 

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Inuyasha si faceva largo tra la folla quando fu spintonato e sbattuto contro il muro del corridoio per l’uscita del retro.

 

INU: “chi cazzo è stato?!?!?!”   ehi tu, mi hai fatto cadere il bicchiere!!! E sulla maglietta porco dio!!!

 

Si voltò deciso a prendere a botte il responsabile ma quando si girò si trovò di fronte la più bella ragazza che avesse mai visto!

 

 

Ecco la fine di 1 altro chappy! Kiedo perdono x il lessico violento di Inu, ma serviva a rendere il personaggio + realistico!!!

Commentate e ci farete felici.

 

 

                                                                     IRIDE    AND   VALE

 

 

PS: la mia amica si kiama Valeria.

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Capitolo 3
*** sei troppo differente da me! oppure no (titolo ke nn c'entra x niente) ***


Avete visto la mia nuova ff ?  spero vi sia piaciuta!!!

Cmq ecco il chappy nuovo!

E ora devo rispondere a Lila.

La mia amica Vale non è la VaLe_chAn di “guerra & amore” (ke x altro adoro J )

Cmq la saluto e la ringrazio x aver avuto il coraggio di recensire!

Ma ovviamente grazie anke a ttt gli altri!!!

 

Storia di un diavolo…

            … e un angelo

 

 

Kouga stava nervosamente aspettando fuori dalla porta chiusa.

Non era per niente contento e questo non era di difficile comprensione visto ciò che gli era capitato.

 

KOU: “ VAFFANCULO YOKU !!! ma proprio oggi che Kagome è con me lui ha bisogno di qualcuno che lo aiuti con il sonoro della band?!?!?! Che sfiga, poteva stare da solo con lei e invece starò con quell’idiota!!! E non si sbriga nemmeno, così poi facciamo pure la figura dei ritardatari e quell’inflessibile di Sesshomaru se la prende con me!!!”

 

In quel momento la porta si aprì e un ragazzo con una bandana e tre orecchini per orecchio uscì.

 

YOK: ehilà Kouga, che faccia da funerale!

 

L’altro si fece nero in viso.

 

KOU: senti, evita di fare lo sbruffone con me e muoviti!!! Sessho poi lo senti tu altrimenti!!!

 

YOK: ma dai! Non prendertela e andiamo! Scusami per la richiesta, ma non è colpa mia se eri in “dolce” compagnia!

 

KOU: se è per questo non è nemmeno colpa mia se quel demente del tuo compare si è fratturato il braccio e nemmeno se tu non hai cercato un altro sostituto!!! Ora andiamo prima che perda la pazienza!!!

 

L’amico non fiatò e si incamminò verso un corridoio.

 

 

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La band aspettava in silenzio sotto i riflettori accesi.

Uno dai capelli argentati e gli occhi dorati stava seduto su una sedia.

Un piccoletto si avvicinò timoroso e balbettò.

 

- s..sesshomaru…io…vostro fratello non è ancora arrivato…l’aiuto per il sonoro nemmeno…ecco io…-

 

Quello sbuffò scocciato.

Un ragazzo con i capelli castani entrò ridendo e canticchiando.

 

SESS: come mai oggi sei particolarmente stupido Miroku?

 

Lui fece sorriso.

 

MIR: ho incontrato una tipa troppo bella: si chiama Sango, sedici anni, capelli castani e occhi bellissimi, forse un po’ brusca ma di buona famiglia.

 

Il piccoletto era contrariato.

 

-non infastidite Sesshomaru!!!-

 

MIR: finiscila Jaken!

 

Allora la porta si aprì ed entrò una ragazzina dai capelli neri e il viso innicente.

Portava un vestito lungo azzurro e in mano teneva un vassoio con delle bibite.

 

MIR: ehilà Rin!

 

JAK: che ci fai qui?!

 

SESS: …

 

Rin oltrepassò noncurante Jaken e lasciò il vassoio su di un tavolo.

Arrossì e guardò le bollicine nei bicchieri.

 

RIN: sesshomaru…

 

SESS: mh?

 

RIN: o..oggi provate ancora o avete finito?

 

SESS: finito…

 

RIN: ok..ci vediamo…allora…

 

SESS: può darsi

 

JAK: non infastidire Sesshomaru con le tue stupidaggini Rin!!!!

 

Lei si voltò.

 

RIN: ma piantala stupido!!!!

 

Miroku si mise tra i due.

 

MIR: calmatevi!!! Jaken non fare il rompi, Rin cerca di compatirlo.

 

JAK: e così sarei un rompi?!?!

 

La ragazzina però si era già diretta verso la porta.

 

RIN: io vado

 

JAK: brava vatt…

 

Miroku si fiondò su Jaken o lo imbavagliò.

 

MIR: alla prossima Rin.

 

SESS: …

 

Una volta uscita Rin si scrollò le spalle sconsolata.

 

RIN: “come faccio a dire a Sesshomaru quello che provo? Io…non ne ho il coraggio!!! Lui è il migliore, il capo, io solo una stupida aiutante di riserva!!”

 

Salì le scale che riportavano nelle sale principali.

Doveva parlare con Kagura, lei avrebbe capito.

Era sua amica e più volte aveva cercato di convincerla a dichiararsi a Sesshomaru, ma era tutto inutile: lui era troppo e lei troppo poco.  

 

 

 &&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&

 

 

Il ragazzo sgranò gli occhi.

Non aveva mia visto quella ragazza prima d’ora, altrimenti l’avrebbe notata.

Lei invece lo stava osservando e sembrava esterrefatta.

 

KAG: “cavoli, QUANTO E’ BELLO!!!!”

 

Il ragazzo aveva lunghi capelli scuri che ricadevano sul corpo.

Aveva un fisico bello da mozzare il fiato, tanto che Kagome rimase muta davanti alla sua bellezza.

La maglietta era grigiastra e senza maniche, i jeans erano strappati e dall’aria molto vissuta.

Voltò lo sguardo verso di lei e la fissò con due occhi neri dai riflessi dorati.

Non aveva mai visto un ragazzo così bello in vita sua!

Lui dal canto suo stava osservando la strana ragazza che gli aveva rovesciato il superalcolico sulla maglietta.

Era una moretta dai capelli lunghi e dagli occhi dolci come il cioccolato (scusate il paragone penoso L ).

I suoi vestiti erano corti, ma da come si muoveva si capiva che non era abituata a portarli.

Ma il suo abbigliamento, ridotto al minimo indispensabile, non gli dispiaceva affatto.

Fu lui a parlare per primo.

 

INU: ehi tu, ma guardi dove cammini o no?!?!

 

Kagome abbassò gli occhi a terra.

 

KAG: e..ecco io…ti chiedo scusa…

 

Inuyasha rimase sconvolto: il suono della sua voce era bellissimo, quasi melodioso.

Cercando di non lasciarsi sopraffare da questi ragionamenti tentò di fare lo sbruffone.

 

INU: senti stà attenta che ti muovi come un elefante!

 

Kagome arrossì e si scaldò.

 

KAG: senti! Ti ho chiesto scusa, cosa vuoi di più?!?!

 

Lui allora sorrise maliziosamente.

 

INU: non lo so, tu cosa dici che potrei volere?

 

KAG: bhe…io..

 

La interruppe a metà.

 

INU: quanto fai a notte?

 

Kagome spalancò gli occhi.

Era la seconda volta che qualcuno la scambiava per una puttana e la cosa non le piaceva, anzi la faceva stare male.

Gli occhi le pizzicavano e aveva una gran voglia di piangere.

Ma non poteva dare soddisfazione quello lì che le stava davanti.

 

KAG: “non posso mettermi a frignare come una bambina davanti a questo cafone!!! Non posso!!! Devo riuscire a non piangere! Io..DEVO…”

 

Inuyasha non vedendo una reazione da parte sua incalzò nella questione.

 

INU: avanti che non ho tempo da perdere! E bada di non chiedere tanto, per qualche infilata non puoi volere l’impossibile!

 

Lei allora non ce la fece più, l’aveva trattata troppo male, TROPPO!

Due gocce scivolarono sulle guance rosate.

 

KAG: “non posso piangere qui davanti a lui! Voglio andare via, adesso”

 

Quindi si voltò e urtando di nuovo tutti corse via, verso l’uscita.

 

 

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Un ragazzo stava addosso ad una ragazza contro un muro.

La musica ruotava attorno a loro e anche tante persone, ma non se ne curavano.

Lui le stava mordendo il collo e lei stava al gioco.

 

Ad un certo punto la ragazza scostò i lunghi capelli neri dal volto e vide un ragazzo dall’altra parte.

Stava parlando con una moretta e aveva la camicia sporca.

Probabilmente era stava lei ad urtarlo.

L’amichetto che le stava “accanto” cominciò a leccarle l’orecchio, ma lei non si mosse.

 

-che hai Kikio?-

 

KIK: niente…

 

I due ragazzi in fondo stavano ancora parlando.

 

KIK: “di cosa starà discutendo Inuyasha? E chi è l’altra ragazzina?”

 

L’altro le stava mettendo la mano sotto la sua gonna per toccarle la coscia.

Kikio mise le mani nei suoi capelli e rivolse lo sguardo in fondo.

Strano, quella ragazza stava piangendo.

La vide scappare via.

Fece per distogliere lo sguardo quando vide che Inuyasha era uscito per rincorrerla.

Gli occhi di Kikio si rabbuiarono: perché le era corso dietro?

 

 

Fine chappy.

Eh eh eh, mi dispiace Kikio ma Inu ha già adokkiato Kaggy!

Non so se fare anticipazioni…

 

VOI: grrrr

 

Ok ok, ma nn so…

 

VOI: grrr!!!!!

 

Nn saprei…

 

VOI: GRRR

 

E va bene!!!

Le volete vaghe o precise le informazioni?

 

VOI: precisissime!!!

 

Mi dispiace ma nn ho le idee chiare, vi dico sl ke i rapporti Inu/Kaggy miglioreranno e ke parlerò pure di qll Miroku/Sango!!!

E ci sarà anke 1 Rin/Sessho e ke Kikio…bhe…ve lo lascio sl immaginare!

Alla prox e recensite se ve la sentite.

 

                                                                             Bye bye

 

 

 

 

                                                                     IRIDE    AND   VALE

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Capitolo 4
*** non hai sentimenti (qui Inu è abbastanza violento!) ***


Eccomi qui!

La mai ff continua e devo ringraziare tutti dei commenti fatti!

Il seguito è ambientato nello stesso postaccio, quindi i personaggi parlano in modo MOLTO poco raffinato, ma poi le cose cambieranno…

Ora vi saluto e buona lettura! J

PS: il chappy è lunghetto…

 

 

 

Storia di un diavolo…

            … e un angelo

 

La musica risuonava tra le pareti.

Una ragazzina camminava con aria abbattuta tenendosi al corrimano come se non avesse la forza di rimanere in piedi.

Ad un tratto le passarono di fianco due omaccioni pieni di tatuaggi e cicatrici che stavano spintonando un altro tizio dall’aria poco raccomandabile.

Mentre passarono la spintonarono di lato e non si voltarono nemmeno a chiederle scusa, ma lei parve non farci caso.

Sentì però quello che dicevano.

 

-adesso te la diamo noi un’aggiustatina, così impari a voler entrare a tutti i costi, tu e la tua accozzaglia di amichetti stronzi!-

 

L’altro aveva una faccia di sfida.

 

-e sentiamo…come vorreste farmela pagare?-

 

Loro due ridacchiarono malignamente.

 

-adesso vedrai-

 

Rin li osservò mentre andavano nella stanza della sua amica Kagura, dove per altro anche lei era diretta.

Sbatterono la porta ed entrarono.

 

RIN: “Kagura avrà visite e non penso ne sarà contenta”

 

Infatti si sentì una voce femminile.

 

-chi cazzo vi ha dato il permesso di entrare?!-

 

-c’è uno che deve essere sistemato-

 

-sistemato? Io? Da questa puttana?-

 

Poi si sentì una rumore di qualcosa che si spezza.

Poi ancora la voce femminile.

 

-così impari a chiamarmi in quel modo! E ora levatevi dalle palle! Non ho tempo per degli idioti come voi!-

 

I due uscirono e questa volta stavano trascinando,  non spingendo, il ragazzo di prima.

Quest’ultimo aveva una faccia che faceva pena, era ridotto proprio male!

Rin bussò.

 

-vai a farti fottere chiunque tu sia!-

 

Lei allora rispose timidamente.

 

RIN: ecco..s-sono Rin…

 

Allora si presentò davanti a Rin una ragazza vestita in abiti in pelle nera e fasciata da cinture di metallo.

 

KAG: ciao Rin, scusa pensavo fosse qualcun’ altro di quei dementi!-

 

La ragazzina le sorrise.

 

RIN: sei un’ottima buttafuori, anche se veramente ora non ero in servizio.

 

KAG: faccio quello che devo, tu piuttosto non dovresti essere giù ad aiutare la band con il sonoro?

 

Il viso di Rin si rabbuiò.

 

RIN: veramente…hanno già un sostituto…e poi Jaken mica me lo permetterebbe, figurati…e comunque hanno detto che per adesso hanno finito…

 

Kagura si sedette su di un letto sfatto e dalle coperte stracciate.

 

KAG: e…con Sesshomaru?

 

L’altra la guardò dritta negli occhi.

 

RIN: è per questo che…insomma io…lui non…sono venuta per…è migliore…un consiglio tuo…è il massimo…

 

L’altra le mise le mani sulle spalle.

 

KAG: frena, riavvolgi e ricomincia daccapo.

 

RIN: è per questo che sono venuta, vorrei un tuo consiglio.

 

KAG: io ti ho già detto come la penso…

 

RIN: ma io non posso dichiararmi, lui non è come me, lui è il capo, il migliore, il massimo: cosa sono io al confronto?

 

KAG: ho capito, quindi intendi tenerti tutto per te?

 

RIN: no…cioè sì…forse…più o meno, nel senso che non voglio dirglielo!

 

KAG: allora sonda il terreno e vedi se hai qualche possibilità.

 

RIN: ma lo so già che non ne ho, e poi non voglio illudermi!

 

KAG: facendo così non ti illudi, diciamo…che guardi a tutte le vie da percorrere !allora, farai così?

 

Rin sbuffò, ma sorrise.

 

RIN: d’accordo.

 

KAG: brava, e adesso scendi e vai dal tuo Sesshomaru.

 

La ragazzina arrossì fino ala punta dei capelli.

Però uscì dalla stanza sorridente.

 

KAG: “vedrai Rin, che hai molte più speranze di quante credi.”

 

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La luna illuminava il parco.

Una ragazza correva bagnando la strada dietro di sé di lacrime.

Ma qualcuno la seguiva.

Le si avvicinò, le afferrò un braccio saldamente e la tirò verso di sé mentre quella faceva resistenza.

Kagome si era spaventata quando aveva sentito afferrare il suo braccio da uno sconosciuto e lo fù ancora di più quando capì che quello purtroppo non era uno sconosciuto, ma il ragazzo di prima.

La ghiaia strusciava contro la suola che faceva resistenza.

 

KAG: che vuoi?! Lasciami1! Lasciami subito!!

 

Ma Inuyasha non mollava la presa.

 

INU: adesso mi spieghi perché sei scappata!

 

Ma lei non aveva nessuna voglia di spiegarglielo.

 

KAG: mollami cretino!!! Mollami!!

 

Appena sentì l’insulto il ragazzo aumentò le presa.

Sul braccio si stavano formando segni rossi.

 

INU: non chiamarmi così brutta stronza!!!

 

Lei ora più che rabbia provava paura.

Lui le faceva molta paura.

Le lacrime le riaffiorarono tra le ciglia.

 

KAG: mollami mollami!!!!! MI FAI MALE!!!!!!!

 

Solo allora le lasciò il braccio.

Lei si ritrovò il polso dolorante, le faceva un male cane.

Ma lui sembrò non farci caso.

 

INU: spiegami perché sei scappata!

 

Lei lo fissò con occhi arrabbiati e doloranti.

Lui incalzò.

 

INU: rispondimi!

 

Lei allora si infuriò.

 

KAG: perché tu …mi hai ferita, ecco perché!

 

Lui all’inizio non capì.

 

INU: ferita? Ma no…io…

 

Vedendo che lui non capiva Kagome si incavolò sul serio.

 

KAG: ma certo che sei proprio un cretino! Non capisci nemmeno quando fai male alle persone! Hai pensato che magari non mi facesse piacere essere considerata una “puttana”?!?! te lo sei chiesto?!?!?! Sei un idiota, un deficiente, uno senza sentimenti!!! Mi fai schifo!!!

 

E lui ci rimase male.

Non voleva rimanerci male, era l’ultima cosa che voleva, l’ultima che pensava possibile, ma ci rimase veramente male!

Ma non doveva ammetterlo.

 

INU: “ ma che cazzo! Io stò a dare retta a questa qui?!?!?! Non è da me!! ...bhe veramente nemmeno seguirla è da me… Stò diventando scemo! Però in ogni caso non si deve permettersi di parlarmi così!!”

 

Quindi le si avvicinò guardandola come si guarda uno scarafaggio spiaccicato, cioè con schifo.

Si mise le mani in tasca e fece per voltarsi.

 

INU: lo sai che mi fai proprio pena?!

 

Kagome lo fissò con odio.

 

INU: io me ne torno dentro e spero di non incontrare altre poppanti come te! Bhe, dispiacere di averti conosciuta.

 

Lei allora perse il controllo.

Come si permetteva di giudicarla?!?! come se lui poi potesse essere un esempio da seguire!

Si avvicinò al ragazzo e gli tirò uno schiaffo, ma di quelli forti.

Lui si voltò immediatamente.

Afferrandole un polso la spinse contro un albero lì vicino.

Si trovarono a una distanza molto ravvicinata.

 

INU: senti cretina ci sono un paio di cosette che devi capire! Primo, tu non osare più darmi uno schiaffo o te ne farò pentire amaramente!

 

Dicendo questo le strinse ulteriormente il polso.

 

INU: secondo, tu non puoi dire niente su cosa sono o non sono visto che non mi conosci!

 

Lei allora sentì il dovere di ribattere.

 

KAG: se è per questo anche tu mi…

 

Lui la interruppe.

 

INU: terzo, non interrompermi!!!

 

Il polso fù stretto tanto da sentire le ossa far male.

 

INU: e quarto, se mi insulti di nuovo ti tiro uno schiaffo che quello tuo al confronto è una carezza!

 

Detto questo si avvicinò tanto da sfiorarle le labbra.

Kagome lo spinse.

Lui allora la buttò a terra e si allontanò di pochi passi.

Si girò e la guardò, era ancora a terra che si teneva il braccio arrossato.

Inuyasha allora si disse mentalmente che non era il caso di avere dei sensi di colpa, ma qualcosa in lui la pensava diversamente.

Ciononostante non si mosse per aiutarla.

 

INU: a mai più rivederci.

 

Lui non sapeva che l’avrebbe rivista e non intuiva nemmeno il legame sottile che li legava. 

Noncurante del destino si avviò verso il locale.

Kagome rimase lì ferma, con le lacrime che le scendevano dalle guance.

Fissò il punto da dove era sparito.

 

KAG: “brutto idiota!! io ti odio, ti odio dal più profondo del mio cuore!”

 

Ma il suo cuore avrebbe presto detto la sua.

 

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Sango stava cercando Kagome e uscendo la trovò in una per terra, piangente e con il polso contuso e segnato dal rossore.

Allora le si avvicinò preoccupata.

 

SAN: cosa ti è successo?

 

Kagome si alzò.

 

KAG: niente.

 

L’amica la fissò per niente convinta.

 

SAN: “ Il Niente” non provoca male al polso, cosa è successo?

 

Tenendosi il polso la ragazza si avviò verso il locale.

 

SAN: rispondimi Kagome!

 

KAG: ho incontrato un deficiente.

 

SAN: chi era? Lo devi denunciare!

 

KAG: non so chi fosse e nemmeno mi interessa! Adesso voglio solo andare a casa!

 

SAN: senti, stasera i miei sono fuori, puoi venire da me! E domani andiamo a scuola insieme, ti và?

 

Kagome annuì.

 

KAG: ok, ma adesso voglio andare via.

 

Entrarono all’ “Inferno”, tra la puzza di fumo e di alcool.

Mentre le urla riempivano l’aria, un ragazzo si avvicinò alle due amiche.

 

-finalmente vi ho trovate, dove eravate finite?-

 

SAN: ciao Kouga, eravamo fuori. Tu piuttosto dev’eri?

 

KOU: ero a provare il sonoro per la band del locale, rimanete che adesso suonano!

 

KAG: veramente noi…

 

L’amica la interruppe.

 

SAN: …saremmo felicissime di restare!

 

Sottovoce Kagome  bisbigliò a Sango.

 

KAG: (sottovoce) ma io voglio andare a casa!!!

 

SAN: (sottovoce) che ti costa aspettare due minuti?!?! Dicono che i cantanti siano veramente strabelli!!!

 

KAG: ma Sango…

 

SAN: senti aspetta solo pochi minuti,lasciameli solo vedere.

 

Kagome sospirò sconsolata.

 

KAG: d’accordo, ora scrivo un messaggio a mia mamma e le dico che sto da te a dormire.

 

Tirò fuori il cellulare.

 

 

Ciao ma’ posso stare a dormire da Sango? Domani ti chiamo prima di andare a scuola! Posso?  Tua Kaggy

 

 

                                                       Messaggio inviato.

 

 

 

poco dopo ci fu la risposta.

 

 

 

Permesso accordato, ma chiamami !!! divertiti un bacio mamma

 

 

 

                                                      Cancellare messaggio?

                                                                             No

 

 

 

KAG: mia madre ha detto che posso.

 

SAN: ottimo!

 

Kouga indicò il palco.

 

KOU: quello è Jaken, si occupa della band perché prepara i loro spettacoli. Quello è il mio amico che mi ha chiesto prima un aiuto … e quello è Miroku.

 

Sango si paralizzò vedendo il ragazzo con il quale aveva ballato prima.

Per giunta il ragazzo si voltò e dal palco le fece un saluto.

Lei sprofondò.

 

KAG: poi mi spieghi come fai a conoscerlo!

 

SAN: ecco io…

 

La poveretta non sapeva cosa dire.

 

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Sesshomaru sistemò alcuni strumenti su di un ripiano.

 

- Shessomaru…-

 

Lui si girò.

 

SESS: ah, sei tu Rin-

 

La ragazzina arrossì.

 

RIN: già sono io…senti…io…in bocca al lupo per lo spettacolo.

 

SESS: grazie.

 

Rin allora sgattaiolò (?) fuori dalla stanza con un fiatone come se avesse fatto la maratona.

 

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I tacchi a spillo si muovevano in fretta.

Una mano bianca spinse la porta.

Lei entrò nella camera di Inuyasha.

Il ragazzo era sul letto con solo addosso un paio di jeans.

La ragazza non potè non notare questo particolare.

 

KIK: ciao Inuyasha.

 

Lui non si voltò nemmeno.

 

INU: ciao.

 

Kikio allora si sedette vicino a lui accavallando e mostrando volutamente le gambe.

 

KIK: dov’eri?

 

Lui si alzò arrabbiato.

 

INU: non sono affari che ti riguardano!

 

Kikio lo abbracciò.

 

KIK: sì visto che sono la tua ragazza.

 

Inuyasha si scostò da lei.

 

KIK: dove vai adesso?

 

INU: a suonare con la band.

 

Mentre apriva la maniglia Kikio fece la domanda che le stava a cuore.

 

KIK: chi era la ragazzina che ti ha rovesciato la bibita addosso?

 

Il ragazzo si fermò.

Già, chi era quella ragazzina?

Non se lo era chiesto.

L’aveva seguita fuori e non sapeva nemmeno chi fosse!

Perché non le aveva chiesto come si chiamava?

Adesso che lo voleva sapere, e nemmeno lui capiva il perché, non poteva avere la nozione che voleva: il nome della ragazza che aveva gli occhi più belli che avesse mai visto.

 

KIK: inuyasha…

 

INU: che vuoi?

 

KIK: è lei quella con cui hai deciso di andare a letto?

 

E lui non seppe cosa rispondere.

 

INU; “magari potessi!!”

 

Restò fermo sulla soglia.

Cosa poteva risponderle?

 

INU: più meno, non ne sono sicuro.

 

Mise un piede fuori dalla stanza quando fu richiamato.

 

KIK: perché l’hai seguita?

 

INU: “già, perché? Quando l’ho vista è stato come se fossi stato preso dalla voglia di …di…di averla! Ma come glielo spiego?! Non me lo spiegare nemmeno io!! So solo che mi è rimasta in testa, come un pensiero fisso, incancellabile…”

 

KIK: mi rispondi? Perché l’hai seguita?

 

Inuyasha non rispose e uscì.

Senza salutarla.

 

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Sesshomaru rimase a fissare la porta dove era sparita Rin.

Poi uscì sperando che ci fosse ancora, ma di lei nessuna traccia.

Incontrò solo un Inuyasha completamente spaesato, immerso in strane riflessioni.

 

SESS: ehi Inuyasha!

 

Lui non rispose.

 

SESS: Inuyasha!!!

 

INU: eh, che vuoi?

 

SESS: a cosa pensavi?

 

INU: no, io non stavo pensando a nessuna ragazza!!!

 

Il fratello lo guardò stranito.

 

SESS: ma io non ti ho chiesto questo.

 

INU: bhe ecco…fatti i cazzi tuoi !!!

 

Sesshomaru si limitò a guardarlo come se fosse un pazzo.

In quel momento arrivò Jaken.

 

JAK: sbrigatevi, dovete esibirvi!!!

 

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Tra il pubblico Kouga stava indicando i cantanti.

 

KOU: …e quello che esce è Sesshomaru …con il fratello Inuyasha.

 

Kagome riconobbe il ragazzo di prima .

 

KAG: “quindi si chiama Inuyasha …”

 

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Il ragazzo vide davanti tutto il pubblico che urlava.

Risistemò per iniziare il pezzo.

Miroku gli strizzò l’occhio.

 

MIR: (sottovoce) vedrai Inuyasha, sarà un successo.

 

La musica partì.

Inuyasha rivolse lo sguardo a sotto il palco.

E la vide.

La ragazza dagli occhi bellissimi era lì.

Ma quanto era bella?!?!

Lui la fissò.

Lei lo fissò.

Lui si chiese perché Dio avesse creato una ragazza così stupenda.

Lei si chiese perché Dio avesse creato un ragazzo così stupendo.

Lui cercò di fissarla nella mente.

Lei cercò di cancellarlo.

Lui voleva prenderla.

Lei voleva scappare e scappò.

 

 

 

Vi è piaciuto il chappy? Voglio spiegare il carattere di Inu, lui è così violento x abitudine, ma poi state tranquilli, cambierà!

Un bacio

 

 

                                                                     IRIDE    AND   VALE

 

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Capitolo 5
*** Tu riesci a catturare la mia mente ***


Sn felice ke abbiate recensito in molti!!!

Vi ringrazio x sopportarmi (me e le mie ff)

Spero ke anche il nuovo chappy vi piaccia, buona lettura! J  

 

 

 

Storia di un diavolo…

            … e un angelo

 

 

 

 

Inuyasha fece per muoversi per scendere dal palco quando fu fermato da Miroku.

 

MIR: (sottovoce) ma che diavolo fai?!?!

 

INU: (sottovoce) devo andare

 

MIR: (sottovoce) ma dove?!?! E la canzone?!?!

 

INU: (sottovoce) continuate da soli

 

E detto questo scese tra gli sguardi attoniti degli spettatori.

Miroku stava ancora guardando verso di lui quando sentì alle spalle la voce di Sesshomaru.

 

SESS: (sottovoce) ma che fa quel cretino?!?!

 

MIR: (sottovoce) che vuoi che ne sappia io?!?! Piuttosto che facciamo per la il pezzo che doveva cantare lui?!

 

SESS: (sottovoce) lo canti tu!!!

 

MIR: (sottovoce) cosa?!?!?!?!

 

SESS: (sottovoce) niente discussioni e fai come ti dico! Ad Inuyasha ci penso io quando torna!!!

 

Quindi Miroku si apprestò a cantare, anche se era consapevole di non essere bravo come Inuyasha.

Ma perché quello stupido del suo amico si comportava in quel modo?!?!?!

 

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Due figure stavano nella penombra del locale.

Rin era sconvolta.

 

RIN: ma cosa gli è preso a Inuyasha?!

 

KAGU: me lo chiedo anch’io! Non vorrei essere nei suoi panni quando il suo fratellino Sesshomaru gli farà la predica!

 

RIN: chissà quanto sarà arrabbiato adesso Sesshomaru…mi dispiace molto per quello che è successo…pensi che se gli parlassi riuscirei a calmarlo?

 

KAGU: nessuno è in grado di calmare Sesshomaru, conviene aspettare che la rabbia vada via da sola!

 

RIN: ma nel frattempo lui sarà triste come non mai e…

 

KAGU: non ti devi preoccupare eccessivamente per lui Rin, tu sei troppo dolce!

 

La giovane arrossì.

Kagura aveva ragione ma lei no poteva farci niente se era fatta così.

Dopo avrebbe cercato di calmare Sesshomaru anche se non si aspettava di riuscirci.

 

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Qualcuno correva sul marciapiede sotto i lampioni.

E qualcun altro gli correva dietro.

Kagome si accorse di essere seguita e accelerò ma era stata raggiunta.

 

INU: aspetta, fermati!!!

 

E così dicendo le afferrò la maglietta.

La ragazza allora si voltò per colpirlo, ma lo mancò.

 

INU: ehi!! Ti vuoi dare una calmata!!

 

KAG: senti, tu mi afferri e poi sarei io quella che si deve dare una calmata?!?!

 

INU: era il solo modo per fermarti! Non è colpa mia se tu non ti fermi!

 

KAG: e tu perché mi hai seguita?!?!

 

Il ragazzo rimase in silenzio per qualche secondo prima di parlare.

 

INU: ecco…io... “ma che ci vuole a chiederglielo?! Mi sento un perfetto idiota! Devo solo dire  -C-O-M-E-T-I-C-H-I-A-M-I- !! non è difficile!!!”

 

Kagome nel frattempo aspettava cercando qualcuno da chiamare per farsi tirare fuori da questa situazione, ma la strada era deserta.

 

INU: vuoi venire a letto con me?     “ Cretinooooooooooo, ma che cazzo dici?!?!?! ”

 

Lei rimase senza parole.

Non capiva il cosa stesse succedendo.

 

KAG: ma cosa stai dicendo!!!!!

 

Proprio allora notò una figura.

 

KAG: ehi tu !!!

 

La figura si voltò.

 

KIK: ecco dove eri finito Inuyasha!

 

Poi notò Kagome.

 

KIK: e questa chi è ?!

 

Inuyasha allora le fece un sorriso malizioso.

 

INU: quella che mi faccio stasera

 

A quelle parole la ragazzina cercò di andarsene ma lui la bloccò.

Kikio la guardò in malo modo.

 

KIK: non mi sembra che lei ci stia

 

L’altro teneva Kagome per un braccio.

 

INU: tu dici?

 

E quindi vece voltare la ragazzina e la baciò.

Kagome rimase senza fiato.

Cercava invano di staccarsi dalle labbra di lui, ma la forza di Inuyasha era molto superiore alla sua.

Sentii le forze abbandonarla e la prepotenza del ragazzo che la stava schiacciando.

Quando riuscì a staccarsi da lui dovette prendere aria.

La nuova arrivata mise le braccia attorno al collo del ragazzo, che si scostò.

 

KIK: “ma perché lui non vuole stare con me?! Addirittura sembra che questa poppante sia preferibile a me!!! Devo riuscire a capire perché Inuyasha è fissato con questa ragazzina!”

 

Kagome intanto indietreggiò e corse via per l’ennesima volta.

E ancora il ragazzo si voltò per seguirla quando Kikio lo fermò con le braccia.

 

KIK: senti…io sono libera per stanotte…magari…

 

Il viso del giovane perse ogni espressione.

 

INU: no, mi è passata la voglia!

 

E detto questo ritornò verso l’ INFERNO.

 

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Alcuni stavano uscendo, altre stavano ancora discutendo sulla fuga del cantante dei“Jailer’s Hell”.

Ma in una stanzetta Sesshomaru stava sbattendo la porta d’entrata.

 

SESS: appena quello stronzo torna se la vedrà con me!!! Me la pagherà cara per la sua idiozia!!!

 

Un piccoletto si avvicinò.

 

JAK: certamente la pagherà!!! Come si è permesso di fare questo affronto al grande Sesshomaru!!!

 

Miroku invece cercava di scusare Inuyasha perché non voleva che il suo amico facesse una brutta fine.

 

MIR: ma Sesshomaru, non è andata poi così male…e poi sono sicuro che ci sarà una spiegazione!

 

Jaken gli si avvicinò puntandogli il dito contro.

 

JAK: nessuna scusa sarà soddisfacente!!

 

Miroku alzò gli occhi al cielo.

Jaken era sempre pronto ad assecondare Sesshomaru, ma con gli altri non voleva sentire ragioni.

La porta intanto si aprì e Rin si fece avanti.

 

RIN: ciao…io…volevo…

 

JAK: …tu volevi scusarti per essere entrata nella stanza di Sesshomaru senza il suo permesso vero!?!?!

 

La ragazzina fece per ribattere, ma Jaken non aveva finito.

 

JAK: ed ora fai il piacere ti toglierti di mezzo senza protestare!

 

Ma Rin non era di questo avviso, era decisa a parlare con Sesshomaru e non sarebbe certo stato quel deficiente di Jaken ad impedirglielo.

Quindi parlò tutto di un fiato.

 

RIN: iovorreiparlareconsesshomaru

 

Gli occhi di Jaken erano usciti dalle orbite.

 

JAK: tu insinui forse di essere all’altezza di poter parlare con Sesshomaru in privato?!?! Ma si può sapere che hai al posto del cervello brutt …

 

SESS: uscite

 

Il mostriciattolo era sconvolto.

 

JAK: voi quindi accettate alla sua richiest…

 

Seccato Sesshomaru diede una manata alla mensola in metallo lì vicino, che cadde a terra spezzata con un tonfo.

Miroku si dissolse per non avere a che fare con l’ira di Sesshomaru e Jaken fece altrettanto.

Quando furono usciti tutti lui la guardò.

 

RIN: io volevo sapere…se riguardo ad Inuyasha si potesse essere più clementi e…

 

SESS: Inuyasha si è comportato da idiota e deve pagare le conseguenze

 

RIN: ma io…

 

Lui s le si avvicinò per poterla vedere più da vicino.

 

SESS: tu cosa?

 

RIN: io non vorrei che ti arrabbiassi tanto

 

Il volto del ragazzo diventò apparentemente inespressivo.

Perché Rin era capace di lasciarlo così sconcertato?

Perché con lei non era come con gli con gli altri?

E soprattutto: perché era così bella?

 

RIN: io vorrei per una volta che…che tu fossi per una volta più dolce  “Ma sono impazzita del tutto?!?!?! Scemascemascemascemascema!!!!!!!!!!”

 

Era calato un silenzio.

 

SESS: e così tu apprezzi la dolcezza

 

RIN: ecco io…

 

SESS: mi spieghi il perché?

 

La ragazzina fu presa dal panico.

Perché era stata così stupida?!

Non sapeva come tirarsi fuori da questo pasticcio.

Ad un certo punto decise di affrontarlo, ma quando si trovò faccia a faccia con la bellezza di Sesshomaru si sentì spaesata.

 

RIN: sesshomaru…la dolcezza…

 

Non poteva far altro che dire la verità.

 

RIN: …la dolcezza è una prova d’amore

 

Lui storse la bocca.

 

SESS: e tu “ d’amore ” te ne intendi, non è forse così?

 

Lei arrossì vistosamente.

 

RIN: no, non me ne intendo per niente…

 

Strinse i pugni decisa.

 

RIN: non sono mai stata amata da nessuno, ma ciò non mi ha impedito di sognare di amare ed essere amata!

 

Sentiva una forza dentro di lei.

 

RIN: forse non avrò avuto tante esperienze come voi, ma a volte per provare amore queste non servono!!! A me basta sognare e inoltre così mi risparmio anche le delusioni d’amore!

 

Sesshomaru rimase in silenzio.

 

RIN: voi siete stato amato da molte, ma probabilmente non avete mai amato nessuno!!! Ne è la prova che ora non volete perdonare vostro fratello!!! VOI NON SAPETE NEMMENO LONTANAMENTE LA DOLCEZZA QUINDI NON PRENDETEVI GIOCO DI ME CHE ALMENO SONO IN GRADO DI PROVARLA NEI CONFRONTI DELLE PERSONE!!!!

 

SESS: così è questo quello che pensi

 

Rin capì quello che aveva appena detto a Sesshomaru ed era stordita da ciò che gli aveva appena detto.

 

RIN: Sesshomaru…io…ho da fare!!!Buon giorn…cioè buona notte…cioè salve…cioè…insomma CIAO!!!

 

E sparì con il viso in fiamme per l’imbarazzo.

Si sentiva una cretina, anzi era una cretina!

Voleva solo sprofondare sotto terra.

 

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Sesshomaru sospirò.

Rin era una ragazza strana e dolcissima.

Non era vero quello che lei aveva detto di lui!

Sesshomaru sapeva amare e ne era la prova quello che provava per ragazzina.

Ma per lui ammetterlo non era facile, dimostrava che anche il freddo Sesshomaru aveva qualche cosa di umano.

La porta si aprì ed entrò Jaken.

 

JAK: scusate, ma ho visto che quella sciocca di Rin era uscita e volevo assicurarvi che non le permetterò più di parlarvi in privato e …

 

SESS: non si bussa?

 

JAK: ma…io…scusatemi, ma pensavo di avere il permesso di entrare anche senza…

 

SESS: a lei hai detto che doveva avere il permesso, perché tu puoi entrare quando vuoi?

 

JAK: vi riferite a Rin, ma lei è solo un’aiutante!! Io invece sono il vostro più fedele …

 

SESS: devi bussare

 

Il mostriciattolo strabuzzò gli occhi.

 

JAK: ma certo, come volete! Io…

 

SESS: ‘notte Jaken

 

JAK: ma …

 

SESS: ‘notte Jaken!

 

JAK: io auguro una buona not…

 

SESS: ‘notte Jaken !!!

 

JAK: allora spero che doma…

 

SESS: ‘notte Jaken !!!!!!!

 

Jaken uscì e si chiuse dietro la porta, ma poi la sua testa sbucò di nuovo.

 

JAK: per quanto riguarda Rin state certo che le impedirò di rivedervi in privat…

 

SESS: notte Jaken !!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

 

Questa volta la porta si chiuse definitamene.

Sesshomaru rimase solo e si sedette sul letto.

Non sapeva bene come si sentiva dopo quell’incontro con Rin, ma una cosa era certa: rimproverare Inuyasha era l’ultima cosa a cui pensava.

 

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La luce della luna entrava dalla finestra.

Kikio si trovava sul letto ed osservava Inuyasha che guardava dalla finestra.

La ragazza si distese sopra le coperte.

 

KIK: perché te ne stai lì alla finestra?

 

Il ragazzo sospirò.

 

INU: ma tu non dovevi andartene?!

 

L’altra sistemò meglio un lenzuolo.

 

KIK: pensavo che per stasera potremmo…fare qualcosa

 

Il ragazzo fissò la luna ripensando a LEI.

 

INIZIO FLASH BACK

 

 

 

INU: ehi tu, ma guardi dove cammini o no?!?!

 

KAG: e..ecco io…ti chiedo scusa…

 

INU: senti stà attenta che ti muovi come un elefante!

 

KAG: senti! Ti ho chiesto scusa, cosa vuoi di più?!?!

 

INU: non lo so, tu cosa dici che potrei volere?

 

KAG: bhe…io..

 

INU: quanto fai a notte? Avanti che non ho tempo da perdere! E bada di non chiedere tanto, per qualche infilata non puoi volere l’impossibile!

 

 

 

 

 

 

 

KAG: che vuoi?! Lasciami1! Lasciami subito!!

 

INU: adesso mi spieghi perché sei scappata!

 

KAG: mollami cretino!!! Mollami!!

 

INU: non chiamarmi così brutta stronza!!!

 

KAG: mollami mollami!!!!! MI FAI MALE!!!!!!!

 

INU: spiegami perché sei scappata!

 

INU: rispondimi!

 

KAG: perché tu …mi hai ferita, ecco perché!

 

INU: ferita? Ma no…io…

 

KAG: ma certo che sei proprio un cretino! Non capisci nemmeno quando fai male alle persone! Hai pensato che magari non mi facesse piacere essere considerata una “puttana”?!?! te lo sei chiesto?!?!?! Sei un idiota, un deficiente, uno senza sentimenti!!! Mi fai schifo!!!

 

INU: lo sai che mi fai proprio pena?! Io me ne torno dentro e spero di non incontrare altre poppanti come te! Bhe, dispiacere di averti conosciuta.

 

 

 

 

 

 

 

 

INU: senti cretina ci sono un paio di cosette che devi capire! Primo, tu non osare più darmi uno schiaffo o te ne farò pentire amaramente!

 

INU: secondo, tu non puoi dire niente su cosa sono o non sono visto che non mi conosci!

 

KAG: se è per questo anche tu mi…

 

INU: terzo, non interrompermi!!!

 

INU: e quarto, se mi insulti di nuovo ti tiro uno schiaffo che quello tuo al confronto è una carezza! A mai più rivederci.

 

 

 

 

 

 

 

INU: aspetta, fermati!!!

 

INU: ehi!! Ti vuoi dare una calmata!!

 

KAG: senti, tu mi afferri e poi sarei io quella che si deve dare una calmata?!?!

 

INU: era il solo modo per fermarti! Non è colpa mia se tu non ti fermi!

 

KAG: e tu perché mi hai seguita?!?!

 

INU: ecco…io... vuoi venire a letto con me?    

                                                                                                                                      

KAG: ma cosa stai dicendo!!!!!

 

 

 

FINE FLASH BACK

 

La ragazza lo prese per un braccio.

 

KIK: Inuyasha? Allora che ne dici?

 

INU: che stavi dicendo?

 

Lei si alzò e prendendolo per le spalle lo guidò verso il letto.

Poi lei si staccò e si appoggiò sul materasso seguita da lui.

Si tolse i pochi indumenti che aveva addosso e spogliò anche Inuaysha.

Lentamente lo tirò verso di sé e lo baciò sensualmente.

In quel momento Kikio sperava di occupare interamente la mente di Inuyasha, ma era un’altra la ragazza a cui lui stava pensando e della quale non conosceva nemmeno il nome.

 

 

 

Ogni vostro commento sarà + ke bene accetto!!! Al prox capitolo!!!

 

 

                                                                     IRIDE    AND   VALE

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 6
*** orizzonti nuvolosi ***


Ecco qui il new chappy !!!

 

Storia di un diavolo…

            … e un angelo

 

 

 

Il cielo era particolarmente scuro.

In strada era possibile vedere solo grazie ai lampioni e quella notte una ragazza stava cercando l’amica per le strade di quel malfamato quartiere di Tokyo.

Poi la vide seduta su una panchina, che rabbrividiva.

I suoi vestiti corti e leggeri non erano certo d’aiuto.

 

SAN: Kagome!

 

L’altra si voltò per un attimo e tornò a fissare con attenzione il marciapiede, c’era un mozzicone di sigaretta.

 

SAN: ma che ci fai qui?! Perché sei sparita?

 

Kagome diede segno di non aver sentito, perché continuava a rivoltare i resti di una Malboro sul selciato.

A farci attenzione sotto la scarpa destra c’era incrostata una cicca.

Sango si sedette vicino all’amica.

 

SAN: senti, che ne dici se andiamo a casa mia?

 

KAG: ma mia madre…

 

SAN: le ho detto che avresti dormito da me, no?!

 

KAG: e i tuoi?

 

SAN: papà e mamma stasera non ci sono e abbiamo la casa tutta per noi! In quanto a Kohaku, oggi è uscito con la scuola per una gita e tornerà solo domani sera!

 

Kagome sorrise.

 

KAG: allora andiamo a casa tua!

 

Una macchina passò veloce.

Le prime gocce di pioggia stavano scendendo sul cofano della volkswagen.

 

SAN: però prima dobbiamo recuperare i nostri vestiti.

 

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Coloro che frequentavano l’INFERNO stavano appena cominciando a riscaldarsi per la serata, che più che serata era nottata.

Nelle stanze principali gli ospiti paganti si scatenavano, ma nei locali privati si sentiva a malapena il sottofondo musicale.

Su di un materasso dai panni cenciosi Jaken pensava e ripensava al colloquio tra Rin e Sesshomaru.

 

JAK: “ma perché diavolo accetta di parlare con una come lei?!?! Non riesco a capire! Quella stupida ragazzina non ha nulla di interessante, perché può prendersi tanta libertà con Sesshomaru?!”

 

Tende scure occupavano la finestra ed oscuravano la luce della luna.

Jaken provava un sentimento che ristagnava nel suo animo e non gli faceva tollerare Rin.

Così come ammirava Sesshomaru disprezzava lei.

La giovane gli era stata antipatica fin dal giorno in cui era arrivata.

Viaggiava su di un treno e si era fermata nella capitale nipponica nella speranza di trovare un qualsiasi lavoro.

Così era giunta nella loro discoteca.

Lui aveva cercato di scacciarla ma quella stupida di Kagura aveva preso in simpatia la straniera e l’aveva fatta assumere come sua aiutante, non che ne avesse poi realmente bisogno ma era un modo come un altro per non far protestare Jaken.

Lui infatti non aveva osato inimicarsi la buttafuori del locale.

Da allora Rin aveva sempre dormito in stanza con Kagura ed era rimasta sotto la sua protezione, ciò gli impediva però di tormentarla quando poteva!

Ma l’eccessivo interessarsi a lei di Sesshomaru lo infastidiva.

Il mostriciattolo infatti adorava quest’ultimo, anche se ne odiava il fratello Inuyasha.

Ma nella gerarchia doveva stare al suo posto.

In effetti, come Jaken ben sapeva, lui aveva poca autorità nell’ INFERNO.

Ai vertici c’erano i due fratelli, che sembrava appartenessero ad una ricca famiglia che li aveva ripudiati come “degeneri” ma che inviava il denaro necessario in cambio di non intralciare la facciata di perbenismo famigliare.

Mentre Sesshomaru adoperava i soldi per gestire la discoteca il fratello li usava per i suoi capricci.

Procedendo in ordine venivano Kagura, lui e i componenti della band locale.

Non bisognava però tralasciare Miroku e Kikio.

Il primo essendo amico di Inuyasha poteva avere un peso influente nelle decisioni, anche se lui non se ne curava.

La seconda era la fidanzata “ufficiale” e , nonostante sia Inuyasha che lei avessero tutte le storie che volevano, poteva avere un certo peso.

Jaken però non era molto considerato e lo sapeva bene.

Ora quindi non voleva che quella poca importanza che aveva ed il “supporto” di Sesshomaru gli fossero tolti da una ragazza di minor rilievo.

Per sua fortuna un informatore gli poteva dare certe notizie che avrebbero fatto non troppo piacere a Rin.

 

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Tra il movimento impazzito dei corpi tra la folla Kouga si faceva largo cercando di ritrovare Kagome e Sango.

Mentre le luci allucinavano con lo sguardo vide uscire l’amico di Miroku, seguito da una ragazza.

Lui sembrava infastidito dal fatto di essere seguito, ignorò i suoi richiami per un paio di volte poi si voltò.

 

KIK: fermati Inuyasha!!!! Ti vuoi fermare un attimo?!?!

 

INU: che c’è?

 

Lei lo fissò con occhi feroci.

 

KIK: mi chiedi cosa c’è?!?!?! Dopo quello che hai fatto stanotte davvero non pensavo che me lo domandassi!!!!!!

 

Lui la fissò malizioso.

 

INU: non mi sembra di aver fatto niente che ti potesse dar fastidio, anzi mi sembravi MOLTO soddisfatta!

 

KIK: io intendo quando te ne sei andato via lasciandomi così nel letto come una cretina!!!! Mi spieghi perché l’hai fatto?!?!?!

 

INU: mi era passata la voglia

 

KIK: non è vero!!! È che pensavi ad un’altra!!!

 

INU: che ne sai tu?

 

KIK: ne so che hai detto “quanto vorrei sapere il tuo nome”!!!! mi sembrava che tu lo sapessi come mi chiamo!!!

 

INU: sei tu che hai capito male

 

KIK: non cercare di farmi fessa!!!! So benissimo che pensavi a lei, NON NEGARLO!!!!!!!

 

Tutt’intorno regnava il silenzio, la conversazione aveva attirato l’attenzione di tutti i presenti.

Non avevano mai visto Inuyasha e Kikio litigare prima d’ora, al massimo lui si scostava da lei e se ne andava.

Di sicuro non erano mai stati molto fedeli l’uno all’altra, ma la loro storia durava da molto e non sarebbe valsa la pena buttarla via per una sciocchezza quindi si trattava di qualcosa di serio.

Kouga tendeva le orecchie per carpire il resto del discorso.

Kikio non pareva essersi ancora accorta di essere osservata, ma Inuyasha ne era ben conscio, tanto che fece quel che fece.

Rise.

 

INU: non ti amo

 

Lei rimase paralizzata, il corpo sembrava non volerle rispondere.

La lingua dopo qualche minuto si staccò dal palato.

 

KIK: cosa?

 

Lui le rispose di nuovo con un bellissimo sorriso stampato sulle labbra.

 

INU: non ti amo

 

Lei raccolse aria nella bocca, ma le parole non uscirono.

 

INU: se non hai capito te lo posso ripetere un’altra volta

 

Kikio lo fissò con gli occhi sbarrati.

 

KIK: perché non mi ami?

 

INU: perché amo un’altra

 

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Rientrando le due ragazze furono attraversate da un calore intenso che le fece sentire subito accaldate.

Sango notò che stranamente c’era più silenzio, nonostante la musica.

La gente stava facendo capannello in un angolo.

Poi la folla si aprì per far uscire un ragazzo.

 

Kag: “ma quello è…”

 

Dopo un po’ tutti i presenti se ne andarono mormorando in modo concitato.

Allora Kagome vide la ragazza della strada.

Lo sguardo era perso nel vuoto.

Kagome avanzò e quella anche così che i loro occhi s incontrarono.

Nelle iridi amare brillava l’odio.

 

KIK: “stupida ragazzina! Dal primo momento che ti ho visto ho capito che saresti stato un ostacolo ed ora ne ho avuto la conferma! Ma non cantar vittoria! Sì è vero, mi hai portato via Inuyasha, ma se pensi di poterlo tenere tutto per te ti sbagli di grosso!”

 

Kikio trafisse Kagome con lo sguardo prima di disperdersi tra la folla.

 

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Da una grondaia colava del succo viscido dal disgustoso sapore di pesce.

Una figura minuto trotterellava sotto la pioggia avvolta da un pesante cappotto.

Fu presto raggiunto da un uomo anziano che vestiva in modo raffinato.

 

- signor Jaken, siete sicuro che proprio il signorino Sesshomaru vi abbia mandato per avere queste informazioni? Quando ero di servizio per la famiglia Youkai né il signorino né il fratello Inuyasha sono mai venuti a conoscenza del fatto! Come mai ora ne sono consapevoli? -

 

JAK: non sono tenuto a darvi le risposte che cercate, consegnatemi quello che vi è stato richiesto!

 

L’ ex maggiordomo della ricca famiglia Youkai diede dei fogli a Jaken e se ne andò.

Il mostriciattolo scrutò avidamente i documenti dei quali Sesshomaru era completamente all’oscuro.

Sulla carta vi era l’intero albero genealogico della famiglia Youkai.

Con l’indice paffuto seguì le linee.

Tutti gli appartenenti a quella famiglia erano nobili.

Una riga univa i nonni materni e paterni tra loro e l’indice scendeva agli attuali signori Youkai fino ad arrivare ai figli: Inuyasha Youkai, Sesshomaru Youkai e Rin Youkai.

 

Nel prox chappy spiegherò qll ke ha scoperto Jaken e vi illustrerò il piano diabolico di Kikio J  

 

 

                                                                     IRIDE    AND   VALE

 

 

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