Eccomi qui!
La mai ff continua e devo ringraziare tutti dei commenti fatti!
Il seguito è ambientato nello stesso postaccio, quindi i personaggi parlano in modo MOLTO poco raffinato, ma poi le cose cambieranno…
Ora vi saluto e buona lettura! J
PS: il chappy è lunghetto…
Storia di un diavolo…
… e un angelo
La musica risuonava tra le pareti.
Una ragazzina camminava con aria abbattuta tenendosi al corrimano come se non avesse la forza di rimanere in piedi.
Ad un tratto le passarono di fianco due omaccioni pieni di tatuaggi e cicatrici che stavano spintonando un altro tizio dall’aria poco raccomandabile.
Mentre passarono la spintonarono di lato e non si voltarono nemmeno a chiederle scusa, ma lei parve non farci caso.
Sentì però quello che dicevano.
-adesso te la diamo noi un’aggiustatina, così impari a voler entrare a tutti i costi, tu e la tua accozzaglia di amichetti stronzi!-
L’altro aveva una faccia di sfida.
-e sentiamo…come vorreste farmela pagare?-
Loro due ridacchiarono malignamente.
-adesso vedrai-
Rin li osservò mentre andavano nella stanza della sua amica Kagura, dove per altro anche lei era diretta.
Sbatterono la porta ed entrarono.
RIN: “Kagura avrà visite e non penso ne sarà contenta”
Infatti si sentì una voce femminile.
-chi cazzo vi ha dato il permesso di entrare?!-
-c’è uno che deve essere sistemato-
-sistemato? Io? Da questa puttana?-
Poi si sentì una rumore di qualcosa che si spezza.
Poi ancora la voce femminile.
-così impari a chiamarmi in quel modo! E ora levatevi dalle palle! Non ho tempo per degli idioti come voi!-
I due uscirono e questa volta stavano trascinando, non spingendo, il ragazzo di prima.
Quest’ultimo aveva una faccia che faceva pena, era ridotto proprio male!
Rin bussò.
-vai a farti fottere chiunque tu sia!-
Lei allora rispose timidamente.
RIN: ecco..s-sono Rin…
Allora si presentò davanti a Rin una ragazza vestita in abiti in pelle nera e fasciata da cinture di metallo.
KAG: ciao Rin, scusa pensavo fosse qualcun’ altro di quei dementi!-
La ragazzina le sorrise.
RIN: sei un’ottima buttafuori, anche se veramente ora non ero in servizio.
KAG: faccio quello che devo, tu piuttosto non dovresti essere giù ad aiutare la band con il sonoro?
Il viso di Rin si rabbuiò.
RIN: veramente…hanno già un sostituto…e poi Jaken mica me lo permetterebbe, figurati…e comunque hanno detto che per adesso hanno finito…
Kagura si sedette su di un letto sfatto e dalle coperte stracciate.
KAG: e…con Sesshomaru?
L’altra la guardò dritta negli occhi.
RIN: è per questo che…insomma io…lui non…sono venuta per…è migliore…un consiglio tuo…è il massimo…
L’altra le mise le mani sulle spalle.
KAG: frena, riavvolgi e ricomincia daccapo.
RIN: è per questo che sono venuta, vorrei un tuo consiglio.
KAG: io ti ho già detto come la penso…
RIN: ma io non posso dichiararmi, lui non è come me, lui è il capo, il migliore, il massimo: cosa sono io al confronto?
KAG: ho capito, quindi intendi tenerti tutto per te?
RIN: no…cioè sì…forse…più o meno, nel senso che non voglio dirglielo!
KAG: allora sonda il terreno e vedi se hai qualche possibilità.
RIN: ma lo so già che non ne ho, e poi non voglio illudermi!
KAG: facendo così non ti illudi, diciamo…che guardi a tutte le vie da percorrere !allora, farai così?
Rin sbuffò, ma sorrise.
RIN: d’accordo.
KAG: brava, e adesso scendi e vai dal tuo Sesshomaru.
La ragazzina arrossì fino ala punta dei capelli.
Però uscì dalla stanza sorridente.
KAG: “vedrai Rin, che hai molte più speranze di quante credi.”
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La luna illuminava il parco.
Una ragazza correva bagnando la strada dietro di sé di lacrime.
Ma qualcuno la seguiva.
Le si avvicinò, le afferrò un braccio saldamente e la tirò verso di sé mentre quella faceva resistenza.
Kagome si era spaventata quando aveva sentito afferrare il suo braccio da uno sconosciuto e lo fù ancora di più quando capì che quello purtroppo non era uno sconosciuto, ma il ragazzo di prima.
La ghiaia strusciava contro la suola che faceva resistenza.
KAG: che vuoi?! Lasciami1! Lasciami subito!!
Ma Inuyasha non mollava la presa.
INU: adesso mi spieghi perché sei scappata!
Ma lei non aveva nessuna voglia di spiegarglielo.
KAG: mollami cretino!!! Mollami!!
Appena sentì l’insulto il ragazzo aumentò le presa.
Sul braccio si stavano formando segni rossi.
INU: non chiamarmi così brutta stronza!!!
Lei ora più che rabbia provava paura.
Lui le faceva molta paura.
Le lacrime le riaffiorarono tra le ciglia.
KAG: mollami mollami!!!!! MI FAI MALE!!!!!!!
Solo allora le lasciò il braccio.
Lei si ritrovò il polso dolorante, le faceva un male cane.
Ma lui sembrò non farci caso.
INU: spiegami perché sei scappata!
Lei lo fissò con occhi arrabbiati e doloranti.
Lui incalzò.
INU: rispondimi!
Lei allora si infuriò.
KAG: perché tu …mi hai ferita, ecco perché!
Lui all’inizio non capì.
INU: ferita? Ma no…io…
Vedendo che lui non capiva Kagome si incavolò sul serio.
KAG: ma certo che sei proprio un cretino! Non capisci nemmeno quando fai male alle persone! Hai pensato che magari non mi facesse piacere essere considerata una “puttana”?!?! te lo sei chiesto?!?!?! Sei un idiota, un deficiente, uno senza sentimenti!!! Mi fai schifo!!!
E lui ci rimase male.
Non voleva rimanerci male, era l’ultima cosa che voleva, l’ultima che pensava possibile, ma ci rimase veramente male!
Ma non doveva ammetterlo.
INU: “ ma che cazzo! Io stò a dare retta a questa qui?!?!?! Non è da me!! ...bhe veramente nemmeno seguirla è da me… Stò diventando scemo! Però in ogni caso non si deve permettersi di parlarmi così!!”
Quindi le si avvicinò guardandola come si guarda uno scarafaggio spiaccicato, cioè con schifo.
Si mise le mani in tasca e fece per voltarsi.
INU: lo sai che mi fai proprio pena?!
Kagome lo fissò con odio.
INU: io me ne torno dentro e spero di non incontrare altre poppanti come te! Bhe, dispiacere di averti conosciuta.
Lei allora perse il controllo.
Come si permetteva di giudicarla?!?! come se lui poi potesse essere un esempio da seguire!
Si avvicinò al ragazzo e gli tirò uno schiaffo, ma di quelli forti.
Lui si voltò immediatamente.
Afferrandole un polso la spinse contro un albero lì vicino.
Si trovarono a una distanza molto ravvicinata.
INU: senti cretina ci sono un paio di cosette che devi capire! Primo, tu non osare più darmi uno schiaffo o te ne farò pentire amaramente!
Dicendo questo le strinse ulteriormente il polso.
INU: secondo, tu non puoi dire niente su cosa sono o non sono visto che non mi conosci!
Lei allora sentì il dovere di ribattere.
KAG: se è per questo anche tu mi…
Lui la interruppe.
INU: terzo, non interrompermi!!!
Il polso fù stretto tanto da sentire le ossa far male.
INU: e quarto, se mi insulti di nuovo ti tiro uno schiaffo che quello tuo al confronto è una carezza!
Detto questo si avvicinò tanto da sfiorarle le labbra.
Kagome lo spinse.
Lui allora la buttò a terra e si allontanò di pochi passi.
Si girò e la guardò, era ancora a terra che si teneva il braccio arrossato.
Inuyasha allora si disse mentalmente che non era il caso di avere dei sensi di colpa, ma qualcosa in lui la pensava diversamente.
Ciononostante non si mosse per aiutarla.
INU: a mai più rivederci.
Lui non sapeva che l’avrebbe rivista e non intuiva nemmeno il legame sottile che li legava.
Noncurante del destino si avviò verso il locale.
Kagome rimase lì ferma, con le lacrime che le scendevano dalle guance.
Fissò il punto da dove era sparito.
KAG: “brutto idiota!! io ti odio, ti odio dal più profondo del mio cuore!”
Ma il suo cuore avrebbe presto detto la sua.
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Sango stava cercando Kagome e uscendo la trovò in una per terra, piangente e con il polso contuso e segnato dal rossore.
Allora le si avvicinò preoccupata.
SAN: cosa ti è successo?
Kagome si alzò.
KAG: niente.
L’amica la fissò per niente convinta.
SAN: “ Il Niente” non provoca male al polso, cosa è successo?
Tenendosi il polso la ragazza si avviò verso il locale.
SAN: rispondimi Kagome!
KAG: ho incontrato un deficiente.
SAN: chi era? Lo devi denunciare!
KAG: non so chi fosse e nemmeno mi interessa! Adesso voglio solo andare a casa!
SAN: senti, stasera i miei sono fuori, puoi venire da me! E domani andiamo a scuola insieme, ti và?
Kagome annuì.
KAG: ok, ma adesso voglio andare via.
Entrarono all’ “Inferno”, tra la puzza di fumo e di alcool.
Mentre le urla riempivano l’aria, un ragazzo si avvicinò alle due amiche.
-finalmente vi ho trovate, dove eravate finite?-
SAN: ciao Kouga, eravamo fuori. Tu piuttosto dev’eri?
KOU: ero a provare il sonoro per la band del locale, rimanete che adesso suonano!
KAG: veramente noi…
L’amica la interruppe.
SAN: …saremmo felicissime di restare!
Sottovoce Kagome bisbigliò a Sango.
KAG: (sottovoce) ma io voglio andare a casa!!!
SAN: (sottovoce) che ti costa aspettare due minuti?!?! Dicono che i cantanti siano veramente strabelli!!!
KAG: ma Sango…
SAN: senti aspetta solo pochi minuti,lasciameli solo vedere.
Kagome sospirò sconsolata.
KAG: d’accordo, ora scrivo un messaggio a mia mamma e le dico che sto da te a dormire.
Tirò fuori il cellulare.
Ciao ma’ posso stare a dormire da Sango? Domani ti chiamo prima di andare a scuola! Posso? Tua Kaggy
Messaggio inviato.
poco dopo ci fu la risposta.
Permesso accordato, ma chiamami !!! divertiti un bacio mamma
Cancellare messaggio?
No
KAG: mia madre ha detto che posso.
SAN: ottimo!
Kouga indicò il palco.
KOU: quello è Jaken, si occupa della band perché prepara i loro spettacoli. Quello è il mio amico che mi ha chiesto prima un aiuto … e quello è Miroku.
Sango si paralizzò vedendo il ragazzo con il quale aveva ballato prima.
Per giunta il ragazzo si voltò e dal palco le fece un saluto.
Lei sprofondò.
KAG: poi mi spieghi come fai a conoscerlo!
SAN: ecco io…
La poveretta non sapeva cosa dire.
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Sesshomaru sistemò alcuni strumenti su di un ripiano.
- Shessomaru…-
Lui si girò.
SESS: ah, sei tu Rin-
La ragazzina arrossì.
RIN: già sono io…senti…io…in bocca al lupo per lo spettacolo.
SESS: grazie.
Rin allora sgattaiolò (?) fuori dalla stanza con un fiatone come se avesse fatto la maratona.
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I tacchi a spillo si muovevano in fretta.
Una mano bianca spinse la porta.
Lei entrò nella camera di Inuyasha.
Il ragazzo era sul letto con solo addosso un paio di jeans.
La ragazza non potè non notare questo particolare.
KIK: ciao Inuyasha.
Lui non si voltò nemmeno.
INU: ciao.
Kikio allora si sedette vicino a lui accavallando e mostrando volutamente le gambe.
KIK: dov’eri?
Lui si alzò arrabbiato.
INU: non sono affari che ti riguardano!
Kikio lo abbracciò.
KIK: sì visto che sono la tua ragazza.
Inuyasha si scostò da lei.
KIK: dove vai adesso?
INU: a suonare con la band.
Mentre apriva la maniglia Kikio fece la domanda che le stava a cuore.
KIK: chi era la ragazzina che ti ha rovesciato la bibita addosso?
Il ragazzo si fermò.
Già, chi era quella ragazzina?
Non se lo era chiesto.
L’aveva seguita fuori e non sapeva nemmeno chi fosse!
Perché non le aveva chiesto come si chiamava?
Adesso che lo voleva sapere, e nemmeno lui capiva il perché, non poteva avere la nozione che voleva: il nome della ragazza che aveva gli occhi più belli che avesse mai visto.
KIK: inuyasha…
INU: che vuoi?
KIK: è lei quella con cui hai deciso di andare a letto?
E lui non seppe cosa rispondere.
INU; “magari potessi!!”
Restò fermo sulla soglia.
Cosa poteva risponderle?
INU: più meno, non ne sono sicuro.
Mise un piede fuori dalla stanza quando fu richiamato.
KIK: perché l’hai seguita?
INU: “già, perché? Quando l’ho vista è stato come se fossi stato preso dalla voglia di …di…di averla! Ma come glielo spiego?! Non me lo spiegare nemmeno io!! So solo che mi è rimasta in testa, come un pensiero fisso, incancellabile…”
KIK: mi rispondi? Perché l’hai seguita?
Inuyasha non rispose e uscì.
Senza salutarla.
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Sesshomaru rimase a fissare la porta dove era sparita Rin.
Poi uscì sperando che ci fosse ancora, ma di lei nessuna traccia.
Incontrò solo un Inuyasha completamente spaesato, immerso in strane riflessioni.
SESS: ehi Inuyasha!
Lui non rispose.
SESS: Inuyasha!!!
INU: eh, che vuoi?
SESS: a cosa pensavi?
INU: no, io non stavo pensando a nessuna ragazza!!!
Il fratello lo guardò stranito.
SESS: ma io non ti ho chiesto questo.
INU: bhe ecco…fatti i cazzi tuoi !!!
Sesshomaru si limitò a guardarlo come se fosse un pazzo.
In quel momento arrivò Jaken.
JAK: sbrigatevi, dovete esibirvi!!!
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Tra il pubblico Kouga stava indicando i cantanti.
KOU: …e quello che esce è Sesshomaru …con il fratello Inuyasha.
Kagome riconobbe il ragazzo di prima .
KAG: “quindi si chiama Inuyasha …”
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Il ragazzo vide davanti tutto il pubblico che urlava.
Risistemò per iniziare il pezzo.
Miroku gli strizzò l’occhio.
MIR: (sottovoce) vedrai Inuyasha, sarà un successo.
La musica partì.
Inuyasha rivolse lo sguardo a sotto il palco.
E la vide.
La ragazza dagli occhi bellissimi era lì.
Ma quanto era bella?!?!
Lui la fissò.
Lei lo fissò.
Lui si chiese perché Dio avesse creato una ragazza così stupenda.
Lei si chiese perché Dio avesse creato un ragazzo così stupendo.
Lui cercò di fissarla nella mente.
Lei cercò di cancellarlo.
Lui voleva prenderla.
Lei voleva scappare e scappò.
Vi è piaciuto il chappy? Voglio spiegare il carattere di Inu, lui è così violento x abitudine, ma poi state tranquilli, cambierà!
Un bacio
IRIDE AND VALE
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