Innamorata di una Stella.

di LaUrA43587
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Incontri Bruschi. ***
Capitolo 3: *** Presentazioni. ***
Capitolo 4: *** Nuove Amicizie ***
Capitolo 5: *** Voci ***
Capitolo 6: *** Sogni ***
Capitolo 7: *** In Pista ***
Capitolo 8: *** Chiarimenti ***
Capitolo 9: *** Ricatti. ***
Capitolo 10: *** Resta al mio fianco. ***
Capitolo 11: *** Ciò che realmente desidero. ***
Capitolo 12: *** Dichiarazione ***
Capitolo 13: *** Pazzia ***
Capitolo 14: *** Amore e Ricatti ***
Capitolo 15: *** Illegale ***
Capitolo 16: *** Innamorato di una Stella ***
Capitolo 17: *** Sorpresa Inaspettata ***
Capitolo 18: *** Svolte ***
Capitolo 19: *** Una Nuova Vita Con Te. ***
Capitolo 20: *** Un Finale Felice. ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


PROLOGO


 

Quel pomeriggio il quintetto di giovani ragazzi erano particolarmente agitati su quel jet privato in volo da ormai un’ora.  

< Non ci credo che stiamo andando in Italia e che ci resteremo per tre mesi! > pronunciò ansimante Onew mentre guardava le candide nuvole fuori dal finestrino.  

< E’ vero. Dalle foto sembra davvero un bel posto e nel paese in cui andremo non c’è molta gente. Non penso proprio che ci saranno persone che ci conoscano. > disse Key sfogliando alcune foto del luogo.  

< Ma che dici! Sono convinto che qualcuno ci conoscerà. > protestò Jong

< Sarebbe meglio di no. In fondo andiamo lì per una vacanza! Solo fino alla fine dell’estate> concluse Minho.

< Tu che ne pensi di questo viaggio Taemin? > chiese poi Onew interessandosi al più piccolo del gruppo 

Il biondo esitò un po’ per poi rispondere:

< Non saprei proprio. Credo che sarà una vacanza piuttosto interessante >

 

E lui ancora non sapeva quanto avesse ragione.

 

 

Note dell’autrice:

ciao a tutti! Questa è la prima fiction che scrivo in questa sezione (la passione per questi ragazzi è davvero recente, ma li adoro tutti e cinque!).

L'inizio è molto breve, ma mi occorreva per far capire che i nostri puffetti preferiti sono in viaggio e prometto che il secondo capitolo sarà molto più lungo!

Baci!!! Recensite!!!

 

Ps: I LOVE SHINee!!!!

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Capitolo 2
*** Incontri Bruschi. ***


Incontri Bruschi.

 

 

 

 

 

Passarono svariate ore. Il viaggio fu stancante e arrivarono in Italia precisamente alle nove e mezza di sera.

L’hotel in cui gli SHINee dovevano alloggiare non era molto distante e durante il breve viaggio Jong approfittò per farsi una bella dormita mentre gli altri quattro guardavano costantemente fuori dal finestrino rimanendo letteralmente meravigliati dalla bellezza del paese.

Per strada non c’era molta gente e in più il quintetto viaggiava in una macchina che non dava troppo nell’occhio (durante la vacanza volevano rilassarsi e non essere assillati costantemente da delle fan urlanti).

La cosa che più colpì i ragazzi non fu né la strada quasi deserta, né le mille e mille luci che illuminavano la città ma fu il mare. Passarono proprio davanti a quest’ultimo che brillava sotto la magnetica luce della luna piena.

< Whooo! Guarda che bello il mare di sera Minho! Dio mi ci butterei anche adesso! > disse Taemin attaccato al finestrino.

< Qualcuno svegli quel dormiglione di Jong! Si sta perdendo tutto! > urlò felice Key che già si stava avvicinando per scuotere il ragazzo ma non ce ne fu bisogno poiché questo aprì da solo gli occhi.

< Tanto domani pomeriggio ce lo godremo tutto e poi se mi muovo adesso dal sedile potrei rimettere sui capelli di uno di voi. > in effetti Jong aveva proprio una brutta cera ma come biasimarlo dopo otto ore e passa di volo?

Onew rise dando una pacca sulla spalla all’amico come per dire “tieni duro. Ci siamo quasi”.

D’un tratto però l’autista che era rimasto muto per tutto il tempo mugugnò inizialmente delle parole a bassa voce per poi chiedere: < Ragazzi, qui vicino c’è un ristorante. Non avete mangiato da quando siamo partiti dalla Corea. Mi fermo? > intanto l’autista interamente vestito di nero rallentò proprio davanti all’insegna di un ristorante. < E’ questo qui. Volete assaggiare la famosa cucina italiana? > domandò voltandosi verso le star.

Era difficile capire se volessero andare o meno perche Jong sembrava mezzo morto sul sedile e aveva lanciato una debole occhiata all’insegna luminosa con scritto “Ristorante Parodi!”, Minho, Key e Onew sembrava pensassero che fosse una buona idea cenare lì dentro, mentre Taemin aveva ancora lo sguardo incatenato al mare.

< Mmmh bhè….. io un po’ di fame l’avrei. Ma sì dai, andiamoci! > concluse da solo Onew.

< Onew guarda che il pollo lo vendono anche in Corea > ironizzò Jong scoprendo finalmente i denti lustri. < Ahaha! Bella questa. Però m’ispira l’idea di mangiare qui. > commentò Minho.

< Taemin? Hai fame? > chiese Key notando che il più piccolo non stava dando nessun commento in proposito.

< Letteralmente > sussurrò.

Allora era deciso: si sarebbero fermati a cenare in un grande ristorante del posto che tra le altre cose era assai vicino all’hotel a cinque stelle.

Appena entrarono notarono immediatamente le sgargianti pareti gialle, il lampadario al centro della sala ricoperto da molta, molta gente. Rimasero quasi stupiti dal cambiamento: fuori era deserto e dentro si veniva letteralmente investiti dalle persone, ma una cosa positiva c’era e cioè che nessuno sembrava riconoscerli.

Un uomo alto sulla trentina partì dalla cassa e si avvicinò a loro. Indossava il solito abito da cameriere nero e bianco, donò ai cinque un falso sorriso e li fece accomodare in un tavolo da sei.

< Ecco a voi il menù > disse lasciandoli con un sorriso da Monna Lisa.

Qui per loro partì la scelta cruciale. Fortunatamente però accanto ai piatti c'era la traduzione inglese e spagnola. Un ristorante ben preparato senza dubbio.  I cinque lessero per la prima volta piatti a loro completamente estranei del tipo:

 

 

Lasagne al forno (pesto o ragù)  

 

Spaghetti coi frutti di mare

 

Riso nero di seppia

 

Pasta pomodoro

 

Ravioli

 

Grigliata di carne

 

Okey. Lo sguardo dei cinque era un misto tra indecisione e sorpresa. Non avevano mai assaggiato nulla di tutto ciò.

Gli occhi di Onew s’illuminarono quando lesse “Pollo al forno con patatine fritte”, ma era molto indeciso anche lui.

< Magari io mi butto con la pizza. > disse Minho leggendo attentamente il menù come fosse sacro. Jong invece ancora doveva prenderlo in mano e rispose allo sguardo degli amici con un < Io prendo quello che prende Key. Abbiamo gli stessi gusti in fatto di cibo >.

Taemin aveva puntato il dito su “ Lasagne al forno con ragù” anche se non aveva la minima idea di cosa si trattasse ma sapeva che non era affatto schizzinoso in fatto di cibo.

Dopo un po’ tornò il cameriere con un block notes ed una penna nera pronto a scrivere le richieste dei clienti.

< Avete deciso? > chiese cortese.

< Si, io prendo il pollo al forno > esclamò Onew < Non avevamo dubbi > dissero gli altri all’unisono, ma il cameriere scrisse senza badare al commento dei ragazzi.

< Per me una pizza… ehm.. Margherita > riferì Minho < Riso nero > per Key e successivamente anche Jong optò per quel piatto. Credo che penderono quello perche ricordava loro il riso della Corea.

< Io invece lasagne col ragù > concluse Taemin richiudendo il menù.

Il cameriere scrisse facendo segno anche all’autista che rispose facendo un cenno negativo con la testa.

Sicuramente aveva già mangiato prima di andare a prendere gli SHINee all’aeroporto.

< Da bere invece? > - < Acqua > risposero tutti e cinque.

Così il cameriere entrò in cucina agitando le ordinazioni con la mano alta. Un cuoco lo afferrò, leggendolo e si mise subito a lavorare.

Nessuno del gruppo aveva mai mangiato cibo italiano prima d’ora e non erano neanche mai stati in Italia. Riuscivano ad intendersi con le persone grazie alla lingua inglese (che sembrava parlassero tutti perfettamente. Italiani compresi).

Poco dopo la porta del ristorante si aprì e vi entrò una ragazza non molto alta, occhi color nocciola, pelle chiara, capelli castani chiari mossi fino ai gomiti che finivano benissimo con dei graziosi boccoli color oro.

Una ragazza molto bella senza ombra di dubbio, che indossava jeans blu attillati ed una maglia bianca con scritta una celebre frase di Audrey Hepburn.

Nonostante l’abbigliamento indicato per un’uscita serale, la giovane entrò in cucina lanciando uno sguardo distratto alla band.

I ragazzi la guardarono per un po’ ma distolsero tutti quanti lo sguardo da lei quando si accorsero che li stava guardando. Il solo invece che continuò a fissarla fu Jong che sembrava ne fosse rimasto letteralmente affascinato.

< Ehi Jong. Sta male fissare la gente > lo scosse Taemin facendogli passare una mano davanti agli occhi.

< Ehm si, si. Hai ragione, ma era davvero bella > si riprese Jong continuando tuttavia a tenere gli occhi puntati sull’entrata della cucina.

 

 

 

 

Quella sera la cucina era davvero molto affollata. C’erano cuochi e camerieri che camminavano da una parte all’altra e la ragazza castana era letteralmente fuori luogo lì dentro.

< Mi scusi, Ania dov’è? > domandò cortesemente ad un cuoco.

< Sta finendo di servire un gruppo di vecchietti al piano di sopra > rispose l’uomo calvo scocciato.

Senza esitare troppo, la ragazza salì le scale di legno e arrivò al secondo piano dove sembrava di stare in tutt’altro posto. Il pavimento era di grandi piastrelle arancioni (al pian terreno erano grigie) mentre le pareti rimasero invariate.

Se al primo piano c’era caos al secondo non si riusciva neanche a respirare. C’erano tavoli praticamente ovunque e la gente che rideva e parlava faceva un rumore infernale, ma poi la ragazza riuscì a trovare la ragione della sua visita.

Un’altra ragazza mora, alta, abbronzata (ma non troppo) con gli occhi castani e capelli legati in una coda da cavallo si avvicinò. Anche lei come l’amica aveva capelli lunghi mossi fino alle braccia.

< Jennifer! Che ci fai qui? Finisco tra un’ora! > disse Ania superando agilmente due tavoli.

< Si, lo so… ma mi annoiavo! Hai finito con quei vecchi decrepiti laggiù? > chiese indicando un tavolo in fondo alla sala.

< Si. Ho appena portato loro il conto. > confermò la mora pulendosi le mani sulla divisa da cameriera.

< Guarda quella donna seduta laggiù sta cercando di ordinare > Jennifer indicò un tavolo poco distante da loro con una donna sola che si guardava intorno alla ricerca di un cameriere.

< Sì, l’ho vista. Se ne occuperò Lilli. Carlos mi ha chiesto di servire i piatti a degli asiatici al piano di sotto > neanche il tempo di finire la frase che già si dirigevano al pian terreno.

< Uhuh! Si ci sono passata prima. C’è un ragazzo con la frangetta bionda davvero figo… però li ho già visti da qualche parte…. Mmmhh Si son sicura di averli già visti ma non saprei dove. > disse Jennifer parlando più a sé stessa che ad Ania.

< Dici? Allora aspettami in cucina. Servo ancora loro poi chiedo a mio padre di farmi uscire prima! E’ tutto i giorno che sono rinchiusa qui dentro >.

Arrivate alla cucina, Ania fece sedere l’amica su una vecchia sedia e la pregò di aspettare la fine del suo turno lavorativo. Poi sarebbero uscite.

< Il piatto è questo? > s’informò la mora.

< Si, è questo. Gli altri già li ho serviti > rispose l’uomo che aveva precedentemente preso l’ordinazione agli SHINee.

Ania afferrò il piatto di lasagne, uscì dalla cucina e si diresse verso il tavolo. Inizialmente la ragazza notò il ragazzo –che ancora non sapevo si chiamasse Onew- che mangiava il piatto di pollo con una velocità quasi impressionante.

Si mise dietro un ragazzo dai capelli biondo ramati che non aveva assolutamente fatto caso alla cameriera che si avvicinava e si alzò bruscamente urlando < Io vado al bagno > ma appena si alzò fece inciampare Ania sui piedi della sedia e per non cadere per terra dovette mollare il piatto di lasagne che cadde accidentalmente sulla maglietta pulita di Taemin.

Il cantante ebbe però dei buoni riflessi perche riuscì ad afferrare Ania che rischiò di cadere.

< Cazzo, scusa! Non mi reggo più neanche in piedi > disse la mora tenendo lo sguardo verso il pavimento guardando il piatto rotto e le lasagne sparse a terra ancora fumanti.

< No, scusami tu. Mi sono alzato di scatto senza guardarmi attorno > Taemin intanto continuava a tenere la ragazza.

Quando Ania alzò lo sguardo e vide gli occhi di Taemin ne rimase particolarmente colpita. Non aveva mai visto un simile viso angelico in tutta la vita, la pelle le sembrava liscia e morbida e i capelli gli cadevano disordinati sulla fronte.

Rimase a guardarlo per qualche secondo. A lei le parvero ore, ma era certa di una cosa: sì, l’aveva già visto.

 

 

Note dell’autrice: Ehi ciao!!!

Ho continuato! Ho iniziato a scrivere alle dieci ed ho finito alle undici e mezza! WoW!

Spero vi piacci!!! ;)

 

Ps: ringrazio le sei persone che hanno già messo la storia tra le seguite ^.^

 

 


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Capitolo 3
*** Presentazioni. ***


Presentazioni.

 

 

 

 

 

Chissà quante persone avrebbero pensato che quegli occhi, quei suoi occhi, sarebbero semplicemente appartenuti ad un normale ragazzo asiatico. Quante persone avrebbero pensato che fossero dei normali occhi marroni?

Bhè, probabilmente molte ma non era quello che pensava Ania. Quegli occhi e specialmente quello sguardo premuroso l’avevano completamente stregata e per diversi secondi fu completamente incapace di muoversi.

Quando però il buonsenso tornò in lei, chiese immediatamente scusa vergognandosi di aver fatto una brutta figura non solo davanti a lui, ma anche davanti agli altri quattro ragazzi e perciò la mora non potette non arrossire.

Dopo aver raccolto il piatto frantumato e le lasagne ora immangiabili, si precipitò in cucina a buttare i rifiuti.

< Che è successo? > una voce maschile le giunse da dietro le spalle.

Si voltò e vide un uomo alto, castano scuro (con diversi capelli bianchi), denti verdiccioli e diciamo una pancia abbastanza visibile.

< Papà…. Si… bhè… sono andata contro un cliente e gli ho rovesciato il piatto addosso. Mi spiace > pronunciò lei abbassando lo sguardo.

< Tesoro, non era mai successo prima. Sei stanca non è vero? Vai a casa, qui ci penso io. > si preoccupò il padre poggiandole una mano sulla spalla.

< No. Prima voglio dare dei fazzoletti a quel ragazzo e servirgli decentemente queste lasagne. > - < E va bene. Sei proprio una testona > l’uomo –Francesco- accarezzò la guancia della figlia e poi si congedò a cucinare il piatto.

Francesco era molto affezionato alla sua unica e sola figlia e non l’avrebbe persa per nulla al mondo perche quando non c’era nessuno ad aiutarlo, quando nessuno era al suo fianco Ania l’aveva aiutato in ogni modo umanamente possibile.

Era andata a lavorare per portare soldi a casa che mancavano fino a pochi mesi prima: quel lavoro seppur non molto umile era la loro ancora di salvezza.

< Ania! Hai servito il tavolo di quelli là? > ecco la sua migliore amica che si avvicinava allegra e pimpante come sempre.

< Magari. Ho sporcato uno di quei ragazzi. Che stupida che sono e non mi sono solo limitata a rovinargli la maglietta –che dubito fortemente che possa tornare bianca- ma ho fatto una figuraccia davanti a tutti Jenny! > Dio che brutta cosa.

Era un anno che faceva la cameriera e non era mai successo nulla di simile!

< Spiegati meglio >

< Si, Ania spiegati meglio > ecco un’altra voce maschile provenire da dietro di lei. Questa volta però non era il suo caloroso padre, ma bensì il suo capo…. Forse la persona che più odiava.

Un uomo sempre vestito elegante, la cravatta non mancava mai ovviamente, ma si abbinava orribilmente con le scarpe. Per non parlare poi delle sue numerosissime rughe! E i capelli grigi che somigliavano in un modo pazzesco ad un manico di scopa!

< Hai investito un cliente? Ragazza cara, se lo sento ancora tu qui non ci metti più piede, sono stato chiaro? > chiese con voce arrogante < Limpido > fu la risposta.

< Vedo che ci capiamo. Io non ho tempo da perdere coi principianti. Ti ho già detto una varcata infinita di volte che ti ho presa perche mi facevi pena. Anche io ho un cuore che credi? Ora scusati con quel cliente e servigli un piatto in modo decente e per quel che riguarda le continue visite di questa ragazza, la pregherei di aspettare Ania fuori dal ristorante. > ordinò Paolo. Anzi, il Signor Paolo ecco come desiderava essere chiamato.

< Capisco signore. Farò come ha chiesto > Jennifer fece qualche passetto indietro fino a nascondersi completamente dietro Ania.

< Bene. Ora se volete scusarmi. > neanche il tempo che le ragazze potessero rispondere che l’uomo se ne andò immerso dai suoi incarichi.

< Che rompi palle. Come fai a sopportarlo Ania? > - < Pensando allo stipendio cara! >

Pochi minuti dopo apparve Francesco con un nuovo piatto di lasagne in mano. < Tentativo numero due? > ironizzò.

Lei si soffermò a sorridere, per poi afferrare il piatto e tornare nella sala in cui erano già stati rimossi i piatti degli altri quattro ragazzi mentre Taemin ancora doveva cenare.

Questa volta il biondo non si alzò di scatto così che lei potesse tranquillamente poggiare il piatto davanti a lui. < Scusa ancora per prima. Ho davvero la testa tra le nuvole… Se c’è qualcosa che posso fare per sdebitarmi… > Ania non aveva il coraggio di guardarlo negli occhi anche perche non sapeva che effetto le avrebbero fatto.

Non sapeva come avrebbe reagito nel rivedere quel volto angelico.

< Bhè, potresti consigliarmi una spiaggia tranquilla? Noi cinque non ci orientiamo affatto qui e domani vorremmo fare un rilassante bagno in mare. > Taemin invece la fissava e la squadrava da capo a piedi come se per lui fosse una cosa del tutto nuova.

Ma in pratica le stava chiedendo di fare loro da “guida turistica”? O una cosa del genere almeno.

< Non ascoltare troppo questo ragazzo, non ha tutte le rotelle che funzionano. Se non hai voglia non ti preoccupare che ce la caveremo! > il ragazzo vicino a Taemin reagì al silenzio di Ania credendo che quest’ultima non avesse alcuna voglia di fare da baby-sitter ad un gruppo di stranieri.

< No. Voi dove alloggiate? Cioè… Così domani pomeriggio passo e …. Perché.. > Dio com’era impacciata ma era un difetto che aveva avuto da sempre.

< Noi stiamo all’hotel qui vicino. E’ un hotel a cinque stelle, non dovresti confonderti. > rispose Minho.

“Un hotel a cinque stelle”? pensò Ania. Wow ne avevano soldi in tasca.

< Si, ho capito. Passerò domani alle undici… se per voi va bene. V..vi dispiace se porto con me quella ragazza laggiù? > indicò Jennifer che si stava guardando tutta la scena davanti all’uscita del ristorante.

A questo punto gli occhi di Jong sembravano essersi illuminati e forse leggermente dilatati. Sembrava ovvio che la risposta fosse si.

< Nessun disturbo!!! Non temere! Siamo molto sociali noi cinque. > disse Onew sorridendo.

Cinque ragazzi semplicemente allegri e vivaci. Avevano tutti un sorriso davvero affascinante!

< Ok. Benissimo. Posso portarti qualcosa per pulirti meglio… ? > non finì la frase con Jong la interruppe < Taemin è il suo nome. I sono Jonghyun, lui è Minho, Key e Onew. Piacere! La ragazza laggiù invece è… > - < Jennifer. > questa volta lo interruppe lei.

Guardai tutti i cinque ragazzi: okey Taemin quello a cui aveva fatto cadere le lasagne addosso, Jong dai capelli castani con la frangia bionda ed il più muscoloso del gruppo, Onew castano più grande rispetto agli altri, Key moro ed anche colui col quale ancora non aveva conversato ed infine Minho anche lui moro coi capelli però più lunghi.

Lei era sempre stata una frana coi nomi italiani figurarsi con gli straniere, ma valeva la pena fare un tentativo.

< Capito. Ta…Taemin ti dovrei portare qualcosa con cui pulirti? > chiese Ania.

< Non preoccuparti, l’autista ha già pensato a tutto. > e solo ora la cameriera si accorse dell’uomo in nero seduto lì accanto a…. ehm Key.

Ma… Autista? Hotel a cinque stelle? Vuoi vedere che stava parlando con delle persone di un certo rango?

< Ah, okey. Ora scusatemi, ma devo proprio andare. Ci vediamo domani pomeriggio. Buona serata.>

 

Quella infatti per gli SHINee fu una buona serata almeno per tre di loro. Si, perche arrivati in hotel vennero a sapere che i posti erano quasi tutti al completo e che perciò due di loro dovevano dormire in una stanza matrimoniale.

Visto che nessuno voleva condividere la stanza con una persona disordinata come potevano essere Taemin e Jong si decise che questi ultimi avrebbero dormito assieme.

Le camere erano davvero belle, grandi, spaziose e luminose.

Il primo ad addormentarsi fu Jong nonostante la presenza del più piccolo che si addormentò subito dopo di lui.

Erano davvero stremati dopo quella lunga giornata ma la mattina non tardò ad arrivare. Quando la luce illuminò la camera di Minho questo si svegliò immediatamente, aprì le finestre, si lavò e si vestì controllando poi l’orologio. Erano solo le 10,45…. Di solito si svegliava più tardi e questa volta addebitò la colpa a fuso orario.

Ma aspetta un attimo… Le 10,45? Fra un quarto d’ora sarebbero arrivate le ragazze e che figura ci avrebbero fatto se mentre loro li attendevano, la band ancora dormiva?

Corse immediatamente nella stanza di Key che si svegliò dopo diversi minuti.

< Cosa? E’ così tardi!? Non ho sentito la sveglia diamine! > corse a vestirsi e poi insieme a Minho bussarono alla stanza del loro leader. Il mitico Onew che a quanto sembrava era già sveglio ma aveva completamente rimosso il fatto che alle undici sarebbero arrivate Jennifer e Ania.

Tutti e tre insieme andarono poi davanti alla camera di Jong e di Taemin senza riuscire a trattenere le risate.

< Ahah! La faccia di Jong ieri sera! Puhah! Non dimenticherò mai come ha guardato Taemin! Haha! > Onew sembrava davvero divertirsi, ma anche Key e Minho non erano certo da meno.

< Già! Nel letto matrimoniale! Ma ce li vedete? >

Senza che se accorgessero stavano parlando ad alta voce. In effetti la situazione la si poteva classificare come comica.

D’un tratto però la porta si aprì e ne uscì Taemin che indossava solamente la canottiera ed i boxer. I capelli scompigliati ed i viso ancora disabituato alla luce.

< Non siete divertenti. > commentò a fil di voce.

< Dì a Jong che le ragazze saranno qui a momenti > disse Onew.

Ed ecco che gli occhi del ragazzo si ingrandirono improvvisamente. Si era dimenticato pure lui?

< Jong svegliati cialtrone! Jennifer ti aspetta! > urlò ironizzando ed accendendo la luce che illuminò la camera.

Jong da parte sua si svegliò di colpo e cadde dal letto rianimandosi immediatamente < Sono già qui!? > si guardò attorno alla ricerca di un orologio poi si ricordò di avere il suo al polso.

< Le 11.00! Merda! Taemin dove sono i jeans!? > gridò.

Ecco… Mettere due persone così disordinate nella stessa stanza forse non era poi stata una buona idea.

< Jong sono in quella specie di lavandino in miniatura! Le scarpe invece!? > chiese Taemin mentre si vestiva.

< Sotto al letto. >

 

Intanto che i due si vestivano Key, Minho e Onew guardavano divertiti la scena davanti a loro. La prima mattina lì e già si divertivano.

Nessuno dei cinque ancora sapeva cosa sarebbe accaduto in quei tre mesi che li attendevano ma di una cosa erano certi: Ania e Jennifer erano sicuramente giù fuori ad aspettarli.

 

 

 

Note dell’autrice: ciao!!!

Spero vi piaccia questo capitolo (forse un po’ sbrigativo, ma spero non troppo).

Grazie per tutte le recensioni ricevute.

Eh wow, siamo già a 8 persone che hanno aggiunto tra le seguite e la storia ha già superato le 100 visualizzazioni.

Grazie davvero!


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Capitolo 4
*** Nuove Amicizie ***


Nuove Amicizie

 

 

 

Sinceramente sono nervoso per come mi guardi

Non so se hai una buona immagine di me

Posso solo essere nervoso, non posso voltarmi indietro.

Testo Ring Ding Dong

 

 

 

 

Era un pomeriggio molto caldo e afoso. Quando gli SHINee uscirono fuori dall’hotel si resero conot di aver fatto un errore a mettersi tutti e cinque i jeans lunghi.

Ci saranno stati minimo 28° gradi e l’autista con il solito giacchino che riusciva a fargli mantenere quell’aria professionale, lo stava sicuramente distruggendo dal caldo.

< Non è necessario che lei stia tutto il giorno con noi. Può farsi un giro per il paese! > disse Onew all’autista mentre uscivano fuori dai grandi cancelli che delimitavano il confine del giardino dell’hotel.

< Già! Scommetto che c’è sicuramente qualcuno che conosce qui. > aggiunse Minho dando una pacca sulla spalla all’uomo che però scosse la testa.

< Non mi hanno incaricato di farvi solamente da autista, ma anche da guardia del corpo. > rispose freddamente mettendosi gli occhiali da sole.

< Non credo proprio che le ragazze abbiano dei coltellini o roba simile nella borsa. > pronunciò Key ridendo ed immaginandosi la scena dell’uomo che li difendeva da due ragazzine.

Ma ripensandoci i ragazzi in quegli ultimi anni si erano spesso ritrovati spalmati sul pavimento a causa di centinaia di ragazzine urlanti che approfittavano di un momento di distrazione da parte delle guardie del corpo per sotterrarli di abbracci e baci.

In quel caso però era diverso: né Ania né Jennifer non sapeva chi fossero realmente Taemin, Jong, Minho, Key e Onew.

< Non si può mai sapere. E comunque non vi assillerò tutta l’estate. Potete stare tranquilli su questo e poi non sono certo solo a badare a cinque ragazzi spericolati come voi! Ho almeno altri nove colleghi in questa città. > disse l’uomo mostrando leggermente i denti.

Fantastico. Altri nove colleghi. Questa notizia non rese certo gli SHINee di buon umore, ma anzi s’incupirono leggermente capendo che nessuno dei cinque avrebbe potuto avere completa libertà.

Quando furono completamente fuori dall’hotel, tutti s’iniziarono a guardare attorno senza riuscire a trovare né Ania né Jessica. Dov’erano?

Il marciapiede era carico di gente, ma nessuna di queste sembrava somigliare minimamente alle due ragazze: e se si erano dimenticate?

Jong diede un’occhiata fugace all’orologio che segnalava le 11.10. In fondo erano solo dieci minuto, no? Potevano aver avuto un piccolo imprevisto, ma tutta quella situazione sembrò loro così strana e nuova.

Solitamente erano le ragazze ad aspettarli e non viceversa, ma c’è una prima volta a tutto.

Taemin appoggiò la schiena ad un muretto sbiadito e si iniziò a sventolare il viso con la mano destra mentre Key si sedette sul marciapiede ad attendere.

< Non voglio portare male ma credo che vi abbiano dato buca, cari! > disse l’autista.

Nessuno dei cinque gli rispose. Non sapevano neanche il nome dell’uomo perche nessuno si era preoccupato di chiederglielo.

Passarono almeno altri dieci minuti; il sole diventava via via più caldo e restare con gli abiti pesanti era una tortura!

Proprio quando Key si alzò deciso a dire che ormai non sarebbero più venute, si udì una voce femminile ed un forte suono di passi che scavalcò il rumore delle altre voci.

< Ohiiii!!! >

Una ragazza mora si avvicinò a loro correndo e fermandosi proprio dove, fino a pochi secondi prima era seduto Key.

Ania era accaldata e ansimava a causa della corsa appena fatta. Non ci volle più di tanto perché Jennifer la raggiungesse ridotta nelle stesse identiche condizioni dell’amica.

Però al contrario degli SHINee, le ragazze erano vestite molto più leggere: Ania coi jeans corti ed una canottiera nera. I capelli li teneva sciolti così che potessero muoversi liberamente ad ogni passo della ragazza.

Jennifer invece, indossava dei jeans corti strappati, ed una maglia bianca a maniche corte. I capelli legati in una coda da cavallo.

< Scusate il ritardo! Eravamo già a metà strada quando questa qua si era accorta di aver dimenticato il costume e allora siamo dovute tornare indietro. > disse Jennifer cercando di riprendersi e indicando Ania.

< Non preoccupatevi. L’importante è che siate venute. Non siamo poi qui da molto e poi c’è più  gusto ad avere certe cose se devi aspettare per averle. > pronunciò sensuale Taemin staccandosi dal muro ed avvicinandosi ad Ania che ricambiò lo sguardo fisso del ragazzo arrossendo leggermente.

Le parole di Taemin avevano sbalordito tutti gli altri quattro componenti: probabilmente se l’era preparata nell’attesa quella frase.

Ci furono diversi secondi di silenzio che venne però interrotto da Minho < Ehm.. si, credo che prima di andare in spiaggia però sia il caso di pranzare. >

Non aveva tutti i torti: se avessero mangiato adesso, avrebbero evitato la valanga di gente che si sarebbe presentata a mezzogiorno.

< Ottima idea Minho! Ieri sera da queste parti ho visto anche un ristorante cinese. Possiamo andare lì? > chiese Jong animandosi improvvisamente.

Ma, aspetta un attimo: cibo cinese? Certo, magari per gli SHINee non c’era problema, ma per le ragazze poteva risultare assai difficile mangiare con delle bacchette.

< Ehm. Okey. Ma non prendeteci in giro se ci cade il pesce addosso! > disse Ania afferrando l’amica per il braccio e camminando verso il ristorante.

A dire il vero non ci andava volentieri lì dentro, anche perche non avevano mai mangiato cinese e poi quel ristorante faceva molta concorrenza al ristorante Parodi.

< Non potremmo mai! Anche perché nessuno si è messo a ridere quando Taemin si è ritrovato cosparso di lasagne > ironizzò Onew seguendo le ragazze.

Tutto il gruppo si mise a ridere (autista compreso) e solo adesso Jong si accorse dei tatuaggi che sia Ania che Jennifer avevano sulla schiena.

Non sembravano molto grandi, anche se parte del tatuaggio di Ania era coperto dai capelli e dalla maglietta e restava quindi impossibile capirne la forma, mentre Jennifer aveva chiaramente la scritta “JL” sotto al collo.

< Se non sono troppo indiscreto posso chiedere per cosa sta “JL”? > chiese Jong curioso.

A questo punto Jennifer si mise più vicina al ragazzo che ricambiò all’istante l’improvvisa vicinanza. < Sta per Jennifer e Luke. > - < Luke? E chi è questo qua? > domandò Jong con una nota di gelosia nella voce.

A questo punto Ania si mise a ridere, ma visto che nessun’altro rideva, smise subito coprendosi la bocca con la mano.

< Luke è mio fratello minore. >

Eccola la figuraccia del giorno. Ovviamente non poteva mancare!

< Oh… Ehm… E’ strano però… voglio dire… Jennifer e Luke sono nomi inglesi eppure.. > - < Padre inglese, madre italiana > lo interruppe Jennifer.

< E tu invece? Hai fratelli o sorelle? > domandò Key ad Ania

< No. Sono figlia unica. > Ania non amava parlare della sua famiglia, anzi si poteva liberamente dire che era una cosa che odiava, infatti non aggiunse altro.

< E invece cos’è il tuo tatuaggio? > s’informò Taemin cercando di rompere il ghiaccio.

< E’ una rondine. Simboleggiano la libertà >

Andarono per un po’ avanti con la conversazione, finche non arrivarono al ristorante.

Entrarono uno alla volta avvolti dall’aria condizionata e dal forte odore di pesce. Il posto non sembrava molto grande, anzi, sembrava avesse una sola stanza, con un solo piano.

Si sedettero su un tavolo da dieci e pochi minuti dopo li raggiunse un cameriere che domandò in italiano: < Cosa prendete? >

Gli SHINee guardarono le ragazze con una faccia assai confusa e queste non poterono non ridere. A quanto pare il cameriere non aveva capito che in quel tavolo la lingua dominante era l’inglese.

< Certo che l’italiano è una lingua strana. > affermò Key.

Fu a questo punto che il cameriere (cinese) si corresse e rifece la domanda in inglese. Adesso per tutti fu chiaro anche per i cinque o meglio per i sei coreani (l’autista non li mollava neanche per un attimo dannazione!), perciò tutti ordinarono lo stesso piatto, ovvero del riso alla Thailandese.

< Hai detto che l’italiano è una lingua strana? Non so quale sia più semplice se coreano o italiano. > schernì Ania bevendo un po’ d’acqua. 

< Bhè, sai non me intendo ma credo che l’italiano sia più difficile. Basta sentire come parla la gente per strada. E’ tutto un intreccio strano di parole tutte diverse. > assicurò Key.

< Dici? Mmmmh… Come si dice in coreano “Dog”? > chiese Jennifer divertita.

< “Kè”. In italiano invece? > pronunciò Minho.

< “Cane”. Invece “dad”? > si intromise Ania ridendo dalla pronuncia coreana.

Prima che gli SHINee rispondessero, i cinque si guardarono e risero ricordandosi della loro “esperienza” avuta facendo i padri del piccolo Yoogeun.

< Si dice “Appa” > disse Taemin senza riuscire a smettere di ridere mentre una valanga di ricordi divertenti d’intromise nella sua mente.

< Perche ridete? > chiesero le ragazze all’unisono.

A questo punto Onew tirò fuori dalla tasca il portafoglio e ne estrasse una piccola foto che mise al centro del tavolo per renderla a tutti ben visibile.

 


< Vedete questo bimbo? Noi eravamo e ancora siamo tutt’ora i suoi “Appa” > pronunciò ridendo, ma le ragazze ancora non capivano.

< I suoi “Appa”? Quest’adorabile bambino è il fratello di uno di voi? Mmmh secondo me è il tuo > constatò Ania indicando Minho che si appoggiò immediatamente allo schienale della sedia ridendo sonoramente.

< Si, vi somigliate! > continuò Jennifer.

< Ahaha! Lo dicono tutti che si somigliano. Ma questo bambino non è in alcun modo imparentato con noi. Ve lo spiegheremo più avanti come mai ci chiamava “Appa” > disse Jong.

Poco dopo arrivarono i piatti.

Okey, dai non poteva essere tanto difficile: si doveva prendere le bacchettine di legno e afferrare con esse il riso.

Jennifer cercò di portarsi il riso alla bocca ma fallì facendoselo cadere sulle gambe: 1 a 0 per le bacchettine.

< Ehm… Facciamo che magari chiedo un cucchiaio. > costatò Jenn mentre rideva sotto i baffi guardando l’amica che fissava i bastoncini con aria di sfida.

< Dai ragazze non è difficile! Basta fare così > Key riuscì a mangiare diversi chicchi in una volta sola senza farne cadere neanche uno. < Buono! > disse poi.

Lo imitarono dopo Onew, Minho e Jong, seguiti da Taemin che affermò che era proprio il riso il suo piatto preferito.

Ci vollero diversi tentativi, ma alla fine le ragazze riuscirono a capire come funzionavano le bacchettine (anche se quando non riuscivano per far prima ne afferravano un po’ con le mani).

 

Quando uscirono dal ristorante, la temperatura era certamente aumentata e decisero così di andare spediti verso la spiaggia.

Arrivarono dopo dieci minuti e occuparono immediatamente diversi posti al sole con gli asciugamani: a quanto pare tutti i componenti della band avevano il costume sotto i vestiti perche decisero proprio di togliersi gli altri indumenti lì e quando rimasero in costume, Ania e Jennifer rimasero affascinate dal fisico che si era fin’ora nascosto sotto gli abiti.

Tutti e cinque avevano un fisico scolpito, fantastico e molte altre ragazze nei dintorni fissarono il gruppo interessate.

< Cosa c’è? Avremmo dovuto cambiarci in cabina? > chiese Jong notando gli sguardi delle ragazze.

< Ehm… n..no si può fare anche così. > si riprese Jennifer cercando di non guardarli troppo.

Poi toccò ad Ania togliersi gli abiti e rimase con un costume nero che si abbinava benissimo coi capelli e col colore della sua pelle. Questa volta fu Taemin che fissò la ragazza in maniera inopportuna, ma doveva ammettere che anche lei non era male in quanto riguardava l’aspetto fisico.

Ania fu seguita successivamente da Jenn che rimase in costume in un batter d’occhio accolta da un sonoro fischio da parte di Jong che la fece arrossire.

Gettarono tutti i vestiti dentro le rispettive borse o sacche e poi si tuffarono tutti in acqua (meno l’autista che si accomodò sotto un ombrellone a leggere una rivista).

 

 

 

 

 

Note dell’autrice: Ciao a tutti!!!!

Questo capitolo l’ho fatto finire un po’ diversamente ma posso assicurarmi che dal prossimo in poi ne vedremo delle belle XD

Se tutto va bene il quinto capitolo lo dovrei pubblicare venerdì prossimo!!!

 

Già che ci siamo:

TANTI AUGURI DI BUON COMPLEANNO KEY!!!!!!!!!!!!!!

20 ANNI FA E’ NATA UNA DELLE CINQUE STELLE CHE ILLUMINANO TUTTA QUANTA L’ASIA!

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Capitolo 5
*** Voci ***


 

 

 

Voci.

 

 

 

 

 

 

 

Così quel giorno ci siamo incontrati
Hai ancora l’aria innocente,
non posso dimenticare il momento in cui ti ho vista

Cit. Kiss Kiss Kiss

 

 

 

L’acqua salata del mare ancora fredda era semplicemente un sollievo per la pelle accaldata e focosa degli SHINee. 
Il primo a tuffarsi fu proprio il leader Onew. Era stupendo vederlo così felice tra le spume delle onde che andavano agitandosi sempre di più. Fu seguito poi da Minho e Taemin che si esibirono facendo una corsa lunga pochi metri per poi tuffarsi di testa. Key e Jongh restarono esitanti per qualche secondo, ma poi si dissero qualcosa in coreano incomprensibile per le ragazze e fecero un bellissimo tuffo a bomba che fece schizzare molte gocce d’acqua a destra e a sinistra. 
< Forza! L’acqua è stupenda!! > urlò Taemin agitando il braccio sopra la sua testa. 
Ania non si fece pregare una seconda volta, quindi si tuffò poco distante dal maknae che applaudì rumorosamente dopo la piccola “acrobazia” della ragazza. 
< Vieni Jennifer! > disse Ania usando la sua lingua madre, ma l’amica era sul lungo mare indecisa sul da farsi: come minimo stava gelando dal freddo. 
Con grande sorpresa di tutti Jongh uscì dall’acqua dirigendosi proprio verso Jenn la quale intuì immediatamente le intenzioni del ragazzo. 
< No, no! Mi tuffo da sola! > disse ridendo, ma le sue preghiere furono inutili perche Jongh la prese in braccio –come si prendono le principesse- e la gettò in mare scoppiando poi a ridere. 
< E’ davvero bello! E’ proprio vero che le cose più semplici sono anche le più belle > pronunciò poetico Minho mettendosi a pancia in su.

< Già! Ehi volete andare sulla boa? Certo non è un gran che, ma almeno facciamo qualcosa! > propose Ania guardando esclusivamente Tae, come se stesse parlando solo con lui.

< Bhè, si, però non so se sia sicuro lasciare le borse coi cellulari sulla riva…. Ehi!? > le parole di Jennifer non furono ascoltate perche gli SHINee si misero a fare una gara per vedere chi dei cinque fosse il più veloce.

Il primo fu Minho che arrivò con poco anticipo rispetto agli altri: in effetti era lui il più sportivo del gruppo. Salirono sulla piattaforma giallognola e solo cinque minuti dopo sopraggiunsero le ragazze che arrivarono con una calma impressionante mentre discutevano in italiano di quanto fossero simpatici e carini i ragazzi con cui avevano deciso di passare la giornata.

< Di che parlate? > chiese curiosissimo Key

< Mha! Niente di che…. > pronunciò Jennifer salendo sulla boa aiutata da Jongh (possibile che quel ragazzo guardasse solo i movimenti di Jenn?)

Poi toccò ad Ania salire, ma nel fare ciò il suo bracciale dorato s’impigliò sulla catena della boa emettendo un piccolo suono metallico.

< Ti serve una mano? > chiese premuroso il maknae

< No, no. > sorrise e poco dopo salì pure lei.

Restarono lì a conversare per un bel po’ finche Onew si alzò e si tuffò facendo una stupenda capriola all’indietro per poi tornare armoniosamente a galla.

< Wooo! Bravissimo leader! > urlò Jongh.

Le due ragazze corrugarono la fronte e lo guardarono con sguardo interrogativo: leader?

< Perché l’hai chiamato così? > domandarono all’unisono.

Ops.

Che avrebbe dovuto rispondere adesso? “Ehm, oh si ci siamo dimenticati di dirvi che noi siamo una delle band più acclamate in tutta l’Asia! Ma sono dettagli!” no…. Non era molto saggio rispondere così.

< Ah, come ve lo posso spiegare…. Forse avremmo dovuto dirvelo prima ma noi siamo > - < Molto legati! E per questo ci diamo questi … soprannomi! > s’inventò Key interrompendo Minho.

Ania e Jenn li guardarono tutti uno ad uno per qualche secondo non sembrando troppo convinte, ma decisero di non indagare più di tanto.

< Fateci vedere un tuffo > disse Taemin cercando di cambiare discorso

Controvoglia Ania si alzò e solo ora si rese conto che le mancava qualcosa: il braccialetto non era più al suo polso.

< Oh no! Dov’è il bracciale? > guardò lungo tutta la piattaforma, ma non c’era traccia dell’oggetto in questione.

< Credo che tu l’abbia perso mentre salivi > ipotizzò Onew.

Non diede neanche una risposta e subito si tuffò a cercare tra il fondale marino quel piccolo oggetto invisibile da vedere a occhio scoperto sott’acqua e poi la sua apnea non era sufficientemente lunga, perciò riemerse facendo un lungo respiro per poi tornare giù, ma a anche questa volta, fallì.

Tornando a galla, Ania si rese conto di aver esaurito il fiato e si appoggiò ansimando al bordo della boa.

< Era “quel” bracciale? > chiese Jennifer preoccupata.

Prima di rispondere Ania inspirò ed espirò ancora per ben due o tre volte < Si >.

Senza dire nulla Taemin si tuffò prontamente fino ad arrivare al fondale: l’acqua era profonda almeno quattro metri buoni, difatti il ragazzo ci arrivò con una certa fatica ed iniziò a guardarsi attorno e a cercare, finche non vide un qualcosa che scintillava in mezzo alla morbida sabbia. Si avvicinò, l’afferrò per poi tornare subito a galla a riprendere fiato.

< Dio Taemin! Sei ancora vivo!? Sei stato giù per almeno quaranta secondi > parlò Key.

Difatti il maknae non disse nulla, ancora troppo impegnato nel riprendere la respirazione.

< E’…Questo? > Taemin mostrò il braccialetto scuotendolo davanti agli occhi nocciolati di Ania che cambiò subito espressione diventando immediatamente sorridente e raggiante.

< Si! Grazie mille Tae! >

< Figurati. Te lo dovevo dopo averti fatto cadere il piatto ieri sera e poi da quel che ho capito per te è importante quest’oggetto: conservalo con cura > si preoccupò lui.

Dire che Taemin era un ragazzo bravissimo, gentilissimo, carinissimo, sarebbe stato poco in quel momento. Nessun complimento sarebbe bastato per ringraziarlo secondo Ania e poi Tae aveva profondamente ragione; il bracciale aveva davvero un’importanza unica e non per il valore dell’oro, ma per la persona che gliel’aveva donato.

Dopo quel fatto, tornarono tutti e sette a riva dove si asciugarono, si abbronzarono e si ripresero dalla nuotata.

Passarono almeno due ore e sembrava che la guardia del corpo fosse sparita, almeno non era più alla sua solita postazione di guardia e ciò parve strano agli SHINee visto che quello non li aveva mollati neanche per andare al bagno da quando erano arrivati in Italia.

I capelli dei ragazzi erano ormai asciutti e liscissimi, come seta, mentre Ania e Jenn avevano ancora le punte dei capelli bagnati e mossi al contrario della band.

< Ehi, avete voglia di un gelato? > propose Jenn.

< Ma certo! Forza scansafatiche, in piedi! > pronunciò Jongh alzandosi subito.

Presero i portafogli ed i cellulari e si diressero verso il “Bar Roma” dove trovarono la fila che iniziava dalla gelateria e finiva fuori da essa, a vederlo sembrava dovesse essere una coda piuttosto lunga.

< Perche tanta gente qui? > chiese Onew

< Bhè, questa è la gelateria migliore del paese. Qui la roba è tutta artigianale e non mettono coloranti o schifezze varie nei prodotti > rispose precisa Jenn.

Rimasero tutti in silenzio per un po’, stando in coda, pensando al gusto di gelato da prendere, riflettendo sulla dolcezza di quella splendida giornata estiva.

Nessuno dei cinque ragazzi credeva di essersi mai divertito tanto in così poco tempo con due ragazze per così dire “normali”. Di solito in Corea partecipavano a programmi televisivi in cui DOVEVANO  ridere alle pessime battute dei paparazzi o dei giornalisti. Ma con quelle due non c’era bisogno di fingere, non era necessario mentire e per la prima volta dopo anni sentivano la mancanza di una vita comune.

< Jenn, Ania! E’ tutto il giorno che vi chiamo! Ma dov’eravate? > il silenzio fu interrotto da un ragazzo alto, castano, dagli occhi azzurri e fisico scolpito.

< In spiaggia furbo! Pensavi fossimo rimaste segregate a casa? > rispose Ania italiano rendendo il dialogo incomprensibile per gli SHINee che restarono in silenzio ad osservare.

Senza che questo rispondesse, si avvicinò dando un bacio a stampo a Jennifer, che però non chiuse neanche gli occhi per godersi il momento: non appariva molto convinta di quel gesto.

< La mia Jennifer bellissima come sempre > disse accarezzandole i capelli

< Grazie Marco. >

Okey i ragazzi sicuramente non erano riusciti a comprendere una sola parola, ma il bacio lo avevano visto tutti ed era un gesto universale. Jenn era fidanzata e per Jongh non fu proprio la notizia più bella della giornata, infatti non distolse gli occhi da Marco fulminandolo con lo sguardo.

< Ora scusa, devo andarmene! Ale e Fede mi aspettano dal beatch! > costatò Marco prima di andarsene e sparire in mezzo alle persone.

< Non voglio farmi gli affari tuoi, ma….. Chi era quello? Il tuo fidanzato? > chiese subito Jongh approfittando della piacevole assenza dell’estraneo.

< Bhè… si. >

Man mano, la fila diminuiva ed ora se non altro erano dentro la gelateria pronti a scegliere i gusti dei rispettivi gelati. Il posto era piuttosto piccolino, con le piastrelle azzurre ed i muri color lilla. Appeso alla parete un disegno di Winnie The Pooh che mangiava il gelato e vicino ad esso una grande televisione che trasmetteva canali di musica.

< Da quant’è che siamo in coda? > domandò Key

< All’incirca da dieci minuti. > rispose Minho controllando l’orologio da polso.

Finalmente toccò a loro. Presero il gelato ed uscirono con la merenda tanto agognata tra le mani, ma proprio mentre uscivano, dalla tv partì una canzone a tutti loro conosciuta “Just Dance” di Lady Gaga.

La voce uscì in modo naturale dalla bocca di Jongh che iniziò a cantare e a muovere le gambe attirando così l’attenzione di diverse ragazzine.

< Cavolo! Canti benissimo! Hai fatto qualche corso? > chiese curiosa Ania rimasta a bocca asciutta.

< Non lo chiamerei proprio un corso di canto. Diciamo che il canto è come un… passatempo. > improvvisò lui.

Le ragazze non ebbero neanche il tempo di dare un commento che suonò il cellulare di Taemin facendo partire una canzone coreana piuttosto strana, ma assai orecchiabile che iniziava con un “Baby… Negae banhae beorin neagae wae irae…. Ring Ding Ding….” e poi proseguiva con altre parole difficili da pronunciare per uno che non ha mai sentito il coreano, ma la cosa che incuriosì e attirò l’attenzione di Jenn e Ania non fu la musica, ma il fatto che la voce del tale che stava cantando era esattamente identica a quella di Jonghyun.

 

 

 

Note dell’autrice: scusate il ritarduccio!

Vi avevo promesso questo capitolo la settimana scorsa! Scusate tanto!

Bhè, spero vi piaccia e spero anche di non farvi attendere più di tanto per il prossimo capitolo!

Fatemi sapere che ne pensate con una recensione!!!

 

PS: Per “Kesha”, sì l’idea di mettere le frasi delle loro canzoni all’inizio è davvero carina!

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Capitolo 6
*** Sogni ***


Sogni

 

 

 

 

 

 

 

Incontrandola t’innamori.

Io mi sono innamorato.

Non la conosco ma la voglio comunque.

Per tanta bellezza vale tutta la fatica; sei tu quella che merita il mio amore.

 

Cit “Amigo”

 

 

 

Corri, corri, corri.

Scappa più veloce che puoi da lui. Si da lui che ti sta inseguendo pazzamente con quel dannato coltello in mano che attende solo d’immergersi nella tua calda e morbida carne.

Corri in quello spazio nero, completamente deserto, buio e nero. Non c’è nessuna luce, nessuna via di fuga, nessuna minima candela accesa.

Corri ansimante fino ad inciampare in qualcosa che non sei riuscita a vedere, non riesci più ad alzarti; “l’uomo nero” è così vicino a te ora… Riesci a sentire il suono dei suoi passi fino a che la lama ghiacciata ti perfora la spalla sinistra liberando una quantità infinita di sangue. Gli occhi sembrano spegnersi lentamente, sembra tutto finito, tutto perso.

Proprio ora, c’è una luce, si…. Due grandi fari che t’illuminano il volto ed un ragazzo ti sta correndo in contro. Non riesci a vedergli il viso a causa delle lacrime che ti appannano la vista, ma tu sai perfettamente di chi si tratta. Sai chi è.

< Salvami > sussurri mentre l’inseguitore alza in aria il coltello per darti il colpo di grazia.

 

 

 

Ania si svegliò da quello che apparentemente sembrava un incubo. Era tutta sudata dalla testa ai piedi ed aveva il respiro molto affannato: sembrava avesse appena affrontato una lunga, lunghissima corsa.

Restò svariati secondi seduta sul letto a pensare, a cercare di capire… era stato così vero, così limpido e chiaro.

Si portò una mano al petto e l’altra ad asciugarsi il sudore della fronte e restò sorpresa a sentire il proprio cuore che battere così rapidamente.

< Calmati… era solo… solo un sogno > si tirò da sola una piccola pacca sulla testa per riprendersi, poi sospirò.  Si, perche non era la prima volta che faceva quel sogno; era già successo due sere precedenti, quando aveva visto per la prima volta lo sguardo di Taemin.

Cercò di non pensarci più, si alzò dal letto barcollante e si diresse subito nella camera –un tempo matrimoniale- del padre, ma non vi trovò nessuno a parte un letto tutto disfatto.

Non erano solo i letti che si trovavano in condizioni disastrose, ma anche tutto il resto della casa: abiti ovunque, biancheria sulla sedia, un odoraccio mai sentito prima, il divano carico di graffi fatti da Roxy, i piatti sul lavandino tutti sporchi da lavare e tornando ai letti… bhè non era neanche il caso di rifarli se la sera poi si sarebbero disfatti nuovamente, no?

Ania andò in sala non badando troppo al solito caos , accese le luci e aprì le finestre per poi andare a guardare l’orologio: le dieci del mattino.

< E’ al ristorante > pensò Ania ad alta voce tirando fuori uno yogurt dal frigo.

Si sedette, iniziando a mangiare accendendo nel contempo in cellulare –che ormai aveva più di tre anni-. Subito arrivò un messaggio:

TAEMIN: “Ehi Ania! Dovrei chiederti un piccolo favore. Non è che potresti passare dall’hotel alle tre? Key ha bisogno di un centro commerciale e … anche noi, ma non abbiamo la minima idea di dove possa trovarsi. Ci aiuteresti? Scusa il disturbo!” c’era scritto.

Era fin troppo ovvio che non avrebbe detto di no. Sorrise e si affrettò a rispondere “Nessun disturbo. Ci vediamo dopo!”.

Riaffiorarono subito nella mente i ricordi della giornata precedente. Era stato semplicemente magnifico stare con Taemin, Jonghyun, Key, Minho e Onew.

Non si ricordava di essersi mai divertita tanto in un giorno solo e specialmente non in quel periodo.

L’unica cosa che l’aveva lasciata perplessa era la faccenda della voce di Jongh che era assolutamente identica a quella della suoneria di Tae. Di questo ne era certa.

Ma loro avevano negato che le due voci combaciassero e non avevano neanche detto quale fosse il titolo della canzone, coreana senza ombra di dubbio.

Ania tornò a guardare l’orologio. Ora erano le dieci e dieci; alle undici doveva essere al ristorante, ma c’era abbastanza tempo per cercare su internet il nome della canzone.

Così accese il portatile –vinto due anni prima ad un torneo di tennis- e iniziò a digitare i pulsati sulla tastiera: “Band coreane” scrisse.

Sul motore di circa apparvero subito varie band: Bing Bang, SHINee, Super Junior, 2ne1, SNSD, B2st.

< Wow. Nomi piuttosto strani da dare a dei gruppi musicali > si disse.

Decise di guardarli tutti a partire dai Big Bang e ne ascoltò la canzone “Stupid Liar”, pensò che non erano affatto male: testo carino, musica orecchiabile, cantanti carini.

Affianco al video della canzone, apparve un’altra fila di canzone coreane tra cui “Lucifer” degli SHINee. Bhè… erano i prossimi della lista e tanto valeva dare un’occhiata.

Così cliccò sul video e …..

 

 

La mattinata lavorativa passò molto lentamente per Ania, che non riusciva a pensare ad altro se non a quel video.

< Forse sto ancora dormendo > pensò servendo un tavolo.

In teoria il suo turno di lavoro doveva terminare alle tre e mezzo, ma visto e considerato che il giorno prima aveva fatto un’ora in più di sera, suo padre le diede il permesso di uscire un’ora prima cosi che potesse andare all’hotel per accompagnare i ragazzi o meglio… gli SHINee.

Uscì dal ristorante dirigendosi verso il luogo d’incontro pensando a cosa: avrebbe dovuto dire loro che sapeva tutto? Che sapeva chi erano realmente?

No… non avrebbe dovuto forse. O forse si?

Se gliel’avesse detto probabilmente sarebbe sembrato che lei preferiva la loro compagnia solo perche stava con persone molto celebri in Asia, ma se invece fosse stata zitta sarebbe sembrata … falsa?

In una decina di minuti arrivò e trovò i ragazzi già fuori che parlavano in coreano. Sembravano piuttosto sorridenti.

< Ania! > urlò calorosamente Taemin andandole incontro.

< Taemin. > lo salutò lei freddamente alzano una mano.

< Qualcosa non va? > si precipitò a chiederle.

Ovvio che c’era qualcosa che non andava! Insomma…. Ania, una ragazzina, una cameriera, stava parlano con i ragazzi più celebri e dell’Asia! Aveva passato la giornata precedente con dei cantanti e ballerini professionisti e neanche lo sapeva.

< Nulla > cercò di sorridere ma non le riuscì molto bene. Ma doveva cercare di comportarsi in modo normale.

< E Jennifer? > intervenne Jongh ridendo.

< Bhè… Lei finisce di lavorare alle cinque oggi. Magari la chiamo dopo? > propose lei iniziando a camminare verso il negozio di vestiti.

< Che lavoro fa? > s’intromise Onew interessato.

< La baby-sitter da un anno ormai. > rispose lei.

< Davvero?! Che bello! Io amo i bambini. Sono bellissimi… Far ridere un bambino secondo me è una delle cose più belle che una persona possa fare > pronunciò Minho.

< Si, anche lei, ma non sempre riesce a “tenerli a bada”! Uno vuole andare a fare una gioco, un altro vuole saltare la corda. Non è mai troppo facile >

< Potremmo darle una mano noi! > disse Key.

< Si, è una bella idea. Per te Ania si potrebbe fare? > chiese Taemin

< Bhè…  per me non sarebbe male, bisogna vedere che ne pensa Jennifer, ma credo proprio che accetterà > sorrise.

Arrivarono poi ad un negozio chiamato “di tutto e di più”. Entrarono e subito Key iniziò a guardarsi attorno alla ricerca di una camicia, di un paio di jeans strappati e di un paio di occhiali.

< Si.. se non si vede lui è un patito dello shopping > ironizzò Onew.

< Ahaha! Si vede solo un pochino! >

< Ehi, ehi ehi! Io compro solo quello che ritengo utile! > cercò di discolparsi Key

< Si, perché è risaputo che gli occhiali luminosi siano di vitale importanza > commentò Jongh

< Bhè, quelli però erano troppo carini. Tu Ania non compi niente? > Key cercò di cambiare discorso.

< Ehm… no. Per ora passo > rispose.

< Ehi, ma quello non è il… fidanzato di Jennifer? > chiese Jonghyun marcando in un modo strano la parola “fidanzato”

Non ci fu neanche il tempo per rispondere che subito le braccia di Marco avvolsero la vita di Ania, la quale si voltò di scatto guardando il ragazzo non troppo bene.

< Ehi moretta, ce l’hai una sigaretta? > domandò facendo una rima che gli SHINee non capirono.

< Non chiamarmi moretta. E comunque si, la sigaretta ce l’ho sempre, lo sai. > Aprì la borsa ed estrasse da essa un pacchetto di diana blu donandone una al ragazzo.

< Grazie. Ehi, senti devo chiederti una cosa > - < Un’altra? > - < Non fare l’acida. Se ti dicessi di venire in discoteca questo martedì sera con Jennifer? > chiese aggiustandosi i capelli.

< Ti risponderei che ci saremo sicuramente. Sono tre mesi che non mettiamo piede in una discoteca. Ora sparisci che sono con altre persone e senza offesa non penso che tu stia loro troppo simpatico > disse lei indicando i cinque ragazzi ancora leggermente scossi dal pacchetto di sigarette che ancora teneva Ania in mano.

< Dici? Mmh… Mi è venuta un’idea. Fai venire anche quei cinque martedì. Hanno l’aria di saper ballare. > pronunciò portandosi la sigaretta alla bocca.

 

 

 

 

 

 

 

Note dell’autrice: e rieccomi!!!

Come butta? XD

Okey, basta dire cavolate, eheh! Bhè spero vi piaccia questo capitolo e tornerò presto col prossimo dove vedremo gli SHINee in una discoteca! Baci!

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Capitolo 7
*** In Pista ***


InPista.

 

Questo sentimento misterioso sta diventando incontrollabile.

Il mio amore si è svegliato.

Non paragonarmi agli altri ragazzi perche sono io la tua perfetta attrazione!

 

CIT. “Electric Heart” 

 

 

 

E così passarono i giorni…. Giorni meravigliosi, fantastici, memorabili in cui Minho aveva aiutato Jennifer coi bambini diverse volte, in cui Jonghyun e Taemin si stavano innamorando senza neanche rendersene conto.

Arrivò così, il tanto atteso martedì sera in cui gli SHINee avrebbero dovuto essere alla discoteca alle 11.00 in punto. Jennifer e Ania avevano mostrato loro la strada più corta per arrivarvi a piedi, ma c’era solo un piccolo insignificante problema di cui la band stava giusto giusto discutendo in quel momento:

< Come evitiamo la guardia del corpo!? > chiese Taemin tirando fuori delle scarpe da sotto il letto.

< Gli diciamo che andiamo a prendere una boccata d’aria Tae. > rispose Jongh calmo mentre cercava il cellulare tra le pieghe del letto ancora disfatto.

< Si, secondo te è normale andare tutti e cinque a prendere una boccata d’aria alle undici di notte per tornare alle tre del mattino? > costatò il più piccolo alzandosi in piedi e attendendo che gli altri tre bussassero alla porta della loro stanza.

< Dove cazzo è il cellulare? > si domandò Jonghyun. A quanto pare la sua preoccupazione di base non era affatto la guardia del corpo.

< E’ un piacere parlare con te Jongh. Il cellulare l’hai lasciato in bagno > lo aiutò Taemin.

< E perche non me l’hai detto prima!? E’ da mezz’ora che lo cerco qui! > - < E’ divertente guardarti mentre cerchi qualcosa > rispose.

< Grazie…..  >

Pochi secondi dopo si sentì finalmente il suono di qualcuno che bussava alla porta in un acuto “toc toc”.

< Aprite. Siamo noi > pronunciò la voce oltre la soglia.

Taemin aprì e vide subito il volto entusiasmato di Onew seguito da Key e Minho. Tutti e tre vestiti in modo estremamente casual.

Key indossava jeans neri attillati ed una t-shirt grigia sempre attillata. Minho una giacca di pelle nera, jeans blu scuri. Onew una camicia bianca accompagnata da un giacchino scuro e dei pantaloni neri.

< Wow come vi siete fighettati. > commentò Jonghyun. Anche lui però non era da meno! Si era tirato i capelli su col gel. Coi jeans neri attillati ed la canottiera grigia stava d’incanto mentre Tae indossava jeans blu strappati e una giacca di pelle.

< Dovreste fighettare un po’ la vostra camera! Sembra ci sia passato un trattore! > criticò Minho.

In effetti la stanza era in condizioni disastrose: vestiti ovunque, per terra, sopra e sotto i letti, le scarpe buttate negli angoli, le coperte per terra….

< I vestiti vanno dentro l’armadio ragazzi, non per terra. > notò Key.

< Si, si, come dite voi. Ora però andiamo! > l’interruppe Jonghyun spingendoli fuori dalla camera.

< Dov’è la guardia del corpo? > chiese Taemin scendendo le scale dirigendosi verso la hole, ma la risposta gli si parò proprio davanti agli occhi: il tipo era lì, seduto sulla poltrona rossa della hole mentre si leggeva un giornale italiano. A pochi passi da lui c’era la porta per uscire.

< Ora spiegatemi come facciamo ad uscire! > disse Onew.

< Ho un piano ragazzi! Io distrarrò la guardia mentre voi uscite. Aspettatemi fuori dall’hotel > propose Key.

Nessuno ebbe nulla da controbattere così Key si avvicinò alla guardia richiamando la sua attenzione.

< C’è qualcuno in camera mia! > lo avvisò.

L’uomo non ci pensò due volte: si alzò di scatto e si diresse al piano di sopra accompagnato da Key che prima di fare le scale, lanciò un occhiolino ai suoi compagni che uscirono di corsa dall’edificio e attesero poi l’amico che li raggiunse dopo pochi minuti.

< Cosa gli hai fatto? > chiese curioso Minho.

< Diciamo che rimarrà bloccato dentro l’armadio di Taemin e Jongh per un po’. Visto che loro non lo usano, l’ho preso in prestito io. > rispose ghignando.

< Sei proprio una volpe! Ora andiamo! Rischiamo di fare tardi! > disse Minho.

 

 

 

 

< Ehi barman! Un altro bicchiere di vodka alla menta! Mi raccomando riempilo per bene! > urlò Ania barcollando sulla sedia.

< Quand’è che mi paghi!? > domandò il cameriere accontentandola.

< Aaha! E che ne so? Quando mi capitano dei soldi in tasca. > rispose bevendo tutto d’un fiato l’alcolico.

< Ricorda che ti concedo tutte queste bibite solo perche sei amica Marco. Altrimenti saresti già in bancarotta. > - < Si, si! >

Le luci della discoteca si accendevano e si spegnevano a tempi regolari. La valanga di gente che ballava in pista e le coppie sedute nelle poltrone che si scambiavano varie smancerie.

< Adesso un po’ di limoncello! Grazie! > comandò la mora.

< E una bella fetta di culo? > fece acido il barman ubbidendo comunque ai voleri della ragazza.

Ania neanche se ne rese conto, ma Jennifer si era seduta accanto a lei con lo sguardo preoccupato.

< Ania dovresti smetterla o quando arriveranno i ragazzi tu potresti vomitare loro addosso! > urlò per scavalcare il forte suono della musica.

< Ancora questo e poi smetto ahahah! Si si.,. > rispose portandosi il drink alla bocca.

< Dovrebbero essere qui a momenti! Ho detto di aspettarci fuori dalla discoteca! Usciamo un attimo, andiamo a vedere se sono qui fuori. > disse.

Ma Ania sembrava essere già ubriaca persa e questo lo si capì ancora meglio quando si alzò per andare a ballare: sbandava tantissimo.

< Amore mio, vai tu a prendere quei cinque. Mi occupo io di Ania > le sussurrò Marco all’orecchio.

Jennifer non rispose e uscì dal locale trovando immediatamente la band fuori.

< Ciao ragazzi > li salutò gentile.

< Ciao Jenn! Ania dov’è? > domandò immediatamente Tae.

< E’ dentro con Marco ma….. Come dire….. E’ già partita per la tangenziale da un po’ > pronunciò guardando i ragazzi che corrugarono la fronte senza capire.

< Voglio dire che si sarà già scolata almeno nove bicchieroni di superalcolici. Non riesco più a farla ragionare > disse andando poi a guardare Jongh.

Senza dare spiegazioni a nessuno, Taemin corse dentro al locare e venne subito assalito dalla musica, dalla marea di persone che ballavano, dalle mille e mille luci.

Ma vide subito una figura femminile seduta su una sedia barcollante che beveva avidamente un liquido giallo chiaro. Si avvicinò a quest’ultima capendo immediatamente che si trattava di lei.

Si, di lei che già aveva capito di essersi innamorato. Di lei gli aveva fatto passare quattordici bellissimi giorni, di lei che era in grado di farlo ridere e di farlo stare bene come nessun’altro era capace.

< Ania? > mormorò al suo orecchio.

Al sentire il suono di quella piacevolissima voce la ragazza si voltò immediatamente per incrociare lo sguardo di Taemin.

Quegli occhi che sembravano essere così pieni di vita, pieni di felicità, della gioia che invece a lei era stata strappata da anni ormai.

< Tae… Ti stavo aspettando. > disse finendo di bere il limoncello.

< Basta con questa robaccia. Ti fa solo male. > disse ad alta voce togliendo la bibita dalle mani della ragazza.

< E lei non dovrebbe non servire alcolici ai minorenni!? > si girò verso il barman che li guardava con disinteresse mentre con uno straccetto asciugava l’interno di un bicchiere di birra.

< Si certo. Qui vengono più minorenni che adulti ragazzino. Se non dessi da bere ai minori io qui sarei già in banca rotta da un bel po’ > si discolpò l’uomo.

< Dai Tae non prendertela col fratello di Marco… > sussurrò lei sensualmente al suo orecchio.

Quella voce fece tremare la schiena del ragazzo che non si ricordava di aver mai udito una persona parlare con un tono  così…. Strano e melodico allo stesso tempo.

Taemin si voltò verso Ania ed ora le loro labbra erano così vicine che lei poteva benissimo sentire il suono del suo respiro…. Riusciva a sentire il suo buonissimo odore invaderle le narici.

< Ania… io… > borbottò lui.

< Shh. Non interrompere questo momento. >  e così lentamente le loro labbra si unirono generando in entrambi una sensazione nuova, meravigliosamente piacevole. Successivamente lui aprì la bocca ed intrufolò la lingua in quella di Ania che la accolse e giocò con quest’ultima.

Il suo sapore era così bello…. Non si sarebbe mai saziata di lui…. MAI.

Quando si staccarono per riprendere fiato, lei si alzò dallo sgabello, ma le gambe cedettero subito. Per fortuna il ragazzo l’afferrò esattamente come fece la prima volta che l’aveva guardata quella sera al ristorante.

< Sei ubriaca Ania. Non ti rendi conto di quello che sta succedendo…. > le disse.

E in effetti ora Taemin iniziava ad avere paura. Paura che Ania non avrebbe ricordato quel bacio il giorno dopo. Paura che quel gesto sarebbe rimasto incastrato solo dentro la sua memoria.

< Invece si… > disse per poi ribaciarlo con foga e passione.

Continuarono così per un po’ finche le mani di lei non s’intromisero dentro i jeans di Taemin che si scostò immediatamente.

< No Ania…. Non così…. >

 

 

 

 

 

Minho, Key e Onew iniziarono a ballare in pista attirando l’attenzione di molte persone che fermarono i loro movimenti per guardare i tre ballerini.

< Sono davvero bravi > disse uno < Strabilianti > si sentì dire da un altro.

E mentre loro erano catturati dalla musica, Jongh si chiedeva dove fosse finito Taemin. Era un quarto d’ora che l’aveva perso di vista.

Smise di cercarlo solo quando vide qualcosa che catturò maggiormente il suo sguardo: Marco che parlava, o meglio, che litigava con Jennifer vicino all’uscita.

Sembrava che Marco fosse davvero molto arrabbiato. Jonghyun restò immobile a guardare la scena per un po’ finche non vide Marco lanciare una forte sberla sulle candide guance di Jennifer che cadde a terra col labbro insanguinato a causa della botta.

A quel punto qualcosa si accese in Jongh, qualcosa di così forte che non fu più in grado di controllarsi e così corse verso Marco e quando lo raggiunse gli tirò un pugno talmente forte sul naso che per un attimo credette di averglielo fratturato.

 

 

 

 

 

Note dell’autrice: ciao a tutti!

Il fatto di aver ricevuto ben 6 recensioni nell’ultimo capitolo è stata una cosa che mi ha riempita di gioia!

Grazie mille a tutti quelli che mi seguono!!!

Un bacione!!!

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Capitolo 8
*** Chiarimenti ***


Chiarimenti

Anche se mi arrendo e dimentico tutto per un attimo,

i nostri ricordi più nascosti rimangono sempre perché sei ancora qui…
nella mia stanza.

 

Cit. “In My Room”

 

 

 

< Com’è saltato in mente a Jongh di tirare un pugno a Marco? > si chiese Jennifer entrando nel bagno di casa sua dove vi trovò l’amica inginocchiata davanti al gabinetto mentre vomitava. 
Jenn corse immediatamente incontro alla mora per tenerle i capelli che altrimenti si sarebbero sporcati.
< E’ già da mezz’ora che rimetti Ania! > disse ad alta voce. 
< Coff, coff. Con tutto quello che ho bevuto è strano che non abbia ancora vomitato i polmoni! Coff, coff! > si giustificò tirando la catena. 
< Dai mettiti nel letto. Io e te dobbiamo parlare. Innanzi tutto: che hai fatto con Taemin? Aveva un aspetto strano > giudicò Jennifer sdraiandosi nel letto matrimoniale dei suoi genitori, che in quel momento erano fuori città, per fortuna. 
< Ma…… niente! Gli ho semplicemente rubato un bacio o due. O almeno così mi sembra di ricordare. Hai una sigaretta? > domandò 
< Si, Ania. Ma credo che per stasera possa bastare. Continua a raccontare. > propose Jennier.
< Continuo a raccontare sul terrazzo con la mia bella sigaretta. > disse dirigendosi verso il terrazzo, afferrando la borsa dell’amica ed estraendone un pacchetto di camel light.
< Sei proprio una testona Ania. > commentò Jennifer mettendosi accanto alla ragazza che già aveva acceso la sigaretta. Jennifer la imitò subito dopo. 
< Jennifer….. ora chiamami stupida, ma…. Credo di essermi innamorata di Taemin. > disse espirando il fumo. 
< Ah okey. Mi sa che la sbornia non è passata > pensò Jennifer. 
< Jenn…… Sono seria. E la cosa brutta si qual è? Che non potrà mai essere mio. > - < Perche dici questo? > chiese.
Jennifer ancora non conosceva la vera identità dei cinque ragazzi: Ania era una semplice cameriera piena di debiti e Taemin un cantante sud coreano famoso in tutta l’Asia. La differenza era quasi abissale. 
< Accendi il pc > disse Ania rientrando in casa dopo aver spento la sigaretta. 
Jennifer tirò fuori il portatile, lo accese e la mora scrisse subito sul motore di ricerca “SHINee”. Apparvero immediatamente immagini, video di interviste e di concerti, fans, balletti e canzoni. 
< Ma questo è Jonghyun! Che ci fa su un palco!? Guarda! Tae e Minho! Key…. Onew……. > li indico sullo schermo quasi volesse romperlo. 
< E’ da un po’ che so che i ragazzi che noi abbiamo iniziato a frequentare normalmente, sono dei cantanti famosissimi. Sono qui per una vacanza Jennifer….. > 
Ania guardò Jennifer che rimase in silenzio per qualche secondo per poi esordire con una sonora bestemmia. 
< Anche se non richiami tutti i santi Jennifer! > disse Ania ad alta voce
< Si, ma ora che cazzo facciamo!? > - < Non lo so Jenn…. Davvero non lo so. > rispose triste chiudendo il computer.

 

 

 

 

< Come diavolo vi è saltato in mente di chiudermi per tre ore dentro quell’armadio!? > urlò la guardia del corpo completamente sudato della testa ai piedi che sgridava i cinque ragazzi ora seduti a testa bassa sul letto di Taemin.

< Non avevamo altra scelta! Lei non ci avrebbe mai permesso di uscire! > cercò di spiegare Jonghyun.

< Infatti guardati! Hai fatto a pugni con qualcuno ragazzo!? Quel labbro non era così tre ore fa! > disse l’uomo indicando Jonghyun.

In effetti Marco, dopo aver ricevuto il pugno dal cantante, si era immediatamente rialzato e avevano così iniziato a picchiarsi. Fortunatamente Jennifer era riuscita a dividerli con l’aiuto di Minho, Onew e Key.

< Sono solo inciampato! Non è niente. > si difese lui andando a toccarsi la parte dolorante.

< Ora, se non le dispiace, potrebbe andare? Dovrei fare una chiamata piuttosto importante. > s’intromise scocciato Taemin. Quell’uomo lo infastidiva assai e specialmente ora che voleva sapere se Ania stava bene e se Jennifer era riuscita a portarla in casa sua col motorino senza fare nessun tipo d’incidente.

< Senti un po’ ragazzino, mi pagano per fare da balia a voi, chiaro!? > dicendo ciò l’uomo alzò ancora di più la voce e questo fece innervosire particolarmente il maknae, già messo k.o da un fortissimo mal di testa.

< Possiamo licenziarti in qualunque momento, hai capito!? Ora porta il tuo grasso culone fuori dalla mia stanza ! > urlò alzandosi dal letto e aprendo la porta facendo segno all’uomo di uscire.

Questo nuovo atteggiamento del ragazzo stupì tutti gli altri quattro componenti, che di solito erano abituati a vedere Taemin come un ragazzo tranquillo.

< Tae ha ragione. Esca di qui e se può, perdoni il nostro comportamento: siamo stanchi e vorremmo farci una bella dormita. Ne riparliamo domani. > disse il leader cercando di calmare la situazione.

Così la guardia del corpo lasciò la stanza fulminando con lo sguardo il più piccolo del gruppo che lo fissò con gli occhi carichi di odio.

< Ora Taemin spiegaci cos’hai > chiese Minho premuroso.

< Ma niente. Sarebbe rimasto qui dentro a farci la predica per un’ora se non fossi intervenuto. E poi voglio sapere come sta Ania > si spiegò componendo il numero e portandosi il cellulare all’orecchio.

Dall’altra parte del telefono si sentì pronunciare un sonoro saluto, ma Tae non fece in tempo a proferire parola perche Key gli rubò il cellulare dalle mani.

< Pronto! Volevamo sapere se andava tutto bene > disse Key.

< Si, si tutto bene. Stavamo per metterci a dormire! Salutami tutti! Domani verrò lì con Jennifer. Vi dobbiamo parlare > rispose Ania con voce stanca.

Il ragazzo chiuse la conversazione e restituì il cellulare a Taemin.

< Perche non hai fatto parlare me? > domandò alzando un sopracciglio

< Perche se fosse stato per te, avresti parlato con lei per tutta la notte. > rispose di botto.

A questo Taemin non seppe dare una risposta. Non seppe come dire che non era vero. Cosa gli stava succedendo? Da quando era diventato così diverso? Prima di quella vacanza non si sarebbe mai permesso di parlare male ad una guardia del corpo, non si sarebbe mai preoccupato di una ragazza tanto diversa da lui.

< Taemin, ti sei innamorato di Ania? > chiese d’un tratto Onew che era rimasto zitto fin’ora.

Il ragazzo strinse i pugni quasi fino a non far più arrivare sangue alla punta delle dita e rivolse lo sguardo verso il basso. Gli tornò in mente il bacio di quella sera, la sensazione che questo gli aveva provocato, il volto di lei, il suo odore, la sua voce….

< Io…. Io forse sono solo un po’ stanco. > queste furono le sole parole che riuscì a dire.

< Si, lo siamo tutti. E’ meglio andare a dormire. > constatò Minho uscendo poi dalla stanza seguito da Onew e Key.

Così rimasero solo Tae e Jongh in camera: passarono diversi minuti ma nessuno dei due sapeva che dire.

< Chi ti ha ridotto il labbro così? > chiese poi Tae dopo innumerevoli minuti

< Quello stronzo di Marco, chi sennò? A te invece che è successo piccolo? Non ti ho mai visto così. > si preoccupò Jonghyun infilandosi dentro al letto matrimoniale.

< Ho baciato Ania ecco cos’è successo …. > spiegò semplicemente sdraiandosi e portandosi una mano sulla fronte.

< Tu... cosa?! > disse il Bling ad alta voce.

< Shhh! Non urlare! Questo mal di testa mi sta distruggendo…. Ti spiego meglio domani, che magari sarò un po’ più tranquillo. >

Infatti i due si addormentarono dopo pochissimi minuti ed entrambi vennero avvolti subito dagli innumerevoli sogni.

 

Il sole non tardò a sorgere illuminando il candido volto di Jonghyun che si svegliò subito a causa della luce che filtrava dalla finestra che la sera prima si erano dimenticati di chiudere.

< Mmmh.. Tae…. Vai a tirare le tende.. > mugugnò il ragazzo girandosi nel letto, senza avere nessuna risposta da parte dell’altro.

< Tae….? > lo richiamò aprendo gli occhi, senza però trovare il ragazzo.

Jonghyun si guardò intorno cercandolo, andò a controllare in bagno, ma non era neanche lì: dove si era cacciato dannazione?!

Dopo un po’, trovò un biglietto attaccato allo specchio del bagno. C’era scritto: “Se leggi questo messaggio molto probabilmente è perche ti sei alzato stranamente presto. Sono andato a fare una camminata sul lungo mare. Non preoccuparti e torna a dormire. Tornerò verso l’ora di pranzo. Taemin.” Lesse Jonghyun sospirando.

< A fare una camminata sul lungo mare? > si chiese tra sé e sé.

Accese il cellulare per guardare l’ora ed erano esattamente le undici e mezzo. Chissà a che razza di ora era uscito Taemin e specialmente perche.

Non passarono neanche due minuti che qualcuno bussò alla porta di Jongh. Il primo pensiero del ragazzo fu che si trattasse di Tae, di ritorno dalla camminata, perciò non si preoccupò di andare ad aprire la porta nonostante indossasse solamente dei boxer azzurri.

Tirò la maniglia e disse < Taemin ma dove….? > si bloccò subito stupendosi del fatto che la figura davanti a sé non era né Taemin né un altro componente della band, ma bensì si era trovato davanti Jennifer.

< Che ci fai qui!? > domandò corrugando la fronte.

< Ma come? Ieri sera Ania aveva detto a Key che saremo venute. > disse lei con aria innocente.

Jonghyun allungò il collo per vedere se dietro Jenn ci fosse Ania, ma la mora non c’era.

< Si, ma Ania? > chiese

< E’ al ristorante. Verrà questo pomeriggio > rispose entrando nella stanza sorprendendosi delle condizioni di quest’ultima.

< Puah! Cos’è quest’odore?! > chiese lei tappandosi il naso.

Come definire il cattivo odore? Era un misto tra umidità e fetore che la guardia del corpo aveva emanato la sera prima quand’era stato rinchiuso dentro l’armadio.

< Bhè…. Non ci crederesti mai se te lo dicessi. Meglio non dirtelo > ironizzò Jongh.

< Si, sono tante le cose che tu non dici. > commentò acida Jennifer.

< Che vuoi dire? > - < Jongh, tu… chi sei in realtà!? Quando parlo con te, con chi sto parlando? Chi siete voi!? Perche ieri sera hai picchiato Marco? > disse tutto d’un fiato la ragazza.

Jonghyun non capì cosa intendesse Jennifer con “Chi siete voi?”, ma quando nominò Marco fu come se un cattivo ricordo si riaprisse.

< Perche ho picchiato Marco, mi chiedi!? Secondo te? Quello non deve toccarti Jennifer! Non puoi soccombere a lui! > disse alzando di molto la voce.

< Lui è il mio ragazzo e… può farmi quello che vuole. Jonghyun ora però smettiamola! Voglio sentirla da te la verità, voglio che esca dalla tua bocca! > urlò lei.

< Cosa vuoi sapere!? Cosa!? Non ho niente da nascondere! >

< Ah no!? Se ti dico “Lucifer”, a cosa pensi? Se ti dico SHINee cosa ti viene in mente? Eh? > gridò Jenn.

Jonghyun si bloccò di colpo… Non pensava che Jennifer stesse parlando degli SHINee. Che stupido era stato a non capire prima.

Per un lampo era stato come se avesse completamente rimosso il ricordo della band. Come gli era potuto accadere!?

< Jennifer… io… > Jongh tentò d’inventarsi qualcosa, ma non gli venne in mente nulla.

< Cosa?! Tu, cosa? Perche non l’avete detto subito..? Avete aspettato che Ania s’innamorasse per dirlo, eh? Avete aspettato che io…. > non riuscì a finire la frase che gli occhi si riempirono di lacrime salate che non potevano più essere trattenute.

< Jennifer… ti supplico non piangere. > la implorò lui.

< Come posso non farlo. Per la prima volta nella mia vita ho avuto l’impressione che qualcosa finalmente andasse bene e invece vengo a scoprire che …. Che tu… >

Ancora non finì di parlare, ma questa volta non furono le lacrime a impedirglielo. Furono le labbra di Jonghyun che si posarono su quelle di Jennifer che le accolsero calde. La ragazza ricambiò il gesto di Jongh che avvolse subito le braccia intorno alla vita di lei che chiuse gli occhi godendosi il più possibile quel momento.

 

 

 

Note dell’autrice: scusate il ritarduccio ma ho avuto da fare! XD

Non facevo compiti (per carità quelli mai!), ma ero mezza intenzionata a iniziare a scrivere una nuova ff, ma poi mi sono bloccata visto che devo finirne molte altre!

Spero che questo capitolo vi piaccia!

Un bacio! 

PS: scusate se la prima parte è scritta in modo "diverso" dalla secondo ma questo capitolo l'ho scritto su 2 diversi pc! ^.^

 

 

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Capitolo 9
*** Ricatti. ***


Ricatti.

 

Ad essere onesti, tu non sei la prima.

Ho provato l’amore e ho anche rotto.

Ma tu sei diversa, stavolta metterò tutto me stesso in gioco.

Non posso esprimere quanto vali per me.

Cit. “Hello”

 

 

 

Ormai era già mezzogiorno passato e a quell’orario il ristorante Parodi era pieno zeppo di persone. Non a caso Ania aveva iniziato a servire i clienti con un ritmo quasi impressionante per una ragazza così giovane e che per di più la sera prima era stata ubriaca marcia.

< Scusa ! Ho ordinato una lattina di cola dieci minuti fa e non mi è ancora arrivata. > disse un ragazzo ad alta voce.

< Si, ehm… la vado a prendere ora > si scusò Ania portandogli ciò che aveva chiesto.

Mentre lei lavorava, il suo capo di lavoro non faceva altro che fissarla e tenerla d’occhio pronto a rimproverarla anche per il minimo errore o per una piccola distrazione.

Era chiaro che durante l’anno Ania aveva fatto progressi: il suo equilibro stava migliorando sempre di più e ora riusciva a portare anche più di quattro piatti di porzioni alla volta.

< Volete ordinare? > la mora si avvicinò ad una coppia di anziani che avevano il menù davanti agli occhi da un quarto d’ora ormai.

< Oh, certo… vediamo un po’… da bere vorrei… ehm… Un attimo… > il vecchio era ancora indeciso. Fare quel lavoro non solo richiedeva un certo dispendio di energie, ma anche molta, moltissima pazienza.

Intanto che Ania attendeva una qualche risposta da parte del cliente, questa non si rese conto che Taemin entrò dentro al ristorante e fu immediatamente accolto dalla voce del Signor Paolo.

< Salve! Mi dispiace molte, ma al momento siamo al completo. Ma se vuole può sempre prenotare! > l’uomo finse un sorriso e si alzò davanti a quello che lui probabilmente definiva “un pollo da spennare”.

< Non sono qui per mangiare. Vorrei parlare con Ania. > rispose il maknae serio.

< Mi dispiace molto, ma la ragazza sta lavorando e finirà tra tre ore. >

< Si, ma è piuttosto urgente. Non ci metterò molto, solo pochi minuti. > si giustificò Tae.

< Non so come si dice da voi, ma qui dentro il tempo è denaro. Ha capito che intendo, vero? >

Certo che aveva capito.

Che uomo spregevole e viscido.

< Non ho intenzione di pagarla per parlare con Ania. > e detto ciò il ragazzo superò il l’uomo e si diresse verso la mora che stava portando una porzione di pasta a dei signori.

< Tae! Che ci fai qui? > chiese lei contenta di vederlo.

< Ho poco tempo, quello stronzo del tuo capo di lavoro mi prenderà a calci in culo per cacciarmi fuori. Alle 6 vediamoci davanti alla spiaggia: devo parlarti. >

Lei non fece in tempo a rispondere che subito Paolo afferrò Taemin per la manica della t-shirt.

< Sei una testa dura ragazzino. FUORI DAL MIO RISTORANTE > gli urlò nell’orecchio destro.

A questo dire Tae guardò per un ultima volta Ania e poi uscì come gli era stato chiesto e si diresse verso l’hotel.

 

 

 

Jennifer non ricordava di essere mai stata meglio tra le braccia di un ragazzo. Jonghyun le stava regalando infiniti secondi di tenerezza e anche se per poco Jennifer riuscì a dimenticarsi di tutto ciò che la circondava. Era come se tutto d’un tratto i problemi e il nervosismo fossero spariti e fossero rimasti solo loro due all’interno dell’hotel come all’interno del mondo.

Poi però lei si staccò risvegliandosi da quel momento di piacere.

< Jongh.. no… non posso > disse Jenn facendo qualche passo indietro avvicinandosi sempre di più alla porta.

< Scusa, non ho saputo trattenermi. Sei… stupenda. > pronunciò guardandola incantato credendo quasi impossibile che al mondo potesse esserci una creatura così meravigliosa.

< Fregatene di Marco! Fregatene di tutto e di tutti! Io voglio stare con te e non immagini nemmeno quante botte sarei disposto ad incassare per farti felice Jenn. > continuò poi notando che lei era rimasta in completo silenzio.

< Ma perche non capisci? Non posso lasciarlo altrimenti…. Lui… > non ce la faceva a continuare e non sapeva come avrebbe reagito Jongh se avesse finito la frase, così aprì la porta alle sue spalle ed uscì di corsa dalla stanza.

Il ragazzo la seguì scendendo le scale e arrivando nella hole dove non vi erano già più tracce di Jenn, ma vi trovò Key che lo fissava a bocca asciutta e non solo lui, ma anche tutte le persone lì presenti.  

< Jongh! I vestiti! > gli urlò il ragazzo in coreano.

Solo ora il ragazzo si ricordò che indossava solamente i boxer perciò si scusò coi presenti e ritornò in camera seguito da Key.

< Ora spiegami che cos’è successo. Perche Jennifer correva e cosa più importante, perche tu la stavi seguendo mezzo nudo? > a raccontarla così in effetti si poteva facilmente fraintendere.

< Non è come pensi Key! Non sono un maniaco. Lei ha bussato ed io ero già così perche sai che io d’estate non metto mai il pigiama. Poi mi ha rinfacciato che noi non avevamo mai accennato minimamente al fatto che noi siamo dei cantati famosi e mentre lei piangeva…. L’ho baciata > raccontò sintetizzando il più possibile.

< Tu hai fatto cosa? > chiese ad alta voce spalancando gli occhi.

< L’ho baciata e lei è scappata. > rispose mettendosi un paio di pantaloni a caso che non sapeva neanche se appartenessero a lui o a Taemin.

< Bella mossa casanova. Ma Tae dove l’hai messo? > domandò guardandosi attorno.

Subito la porta della stanza si aprì e comparve il maknae piuttosto sorridente che guardò i due ragazzi prima di cadere in una sonora risata.

< Ahaha!!! Ragazzi non potete neanche immaginare! Al piano di sotto ho visto una ragazza che aveva come sfondo del cellulare la tua foto di te in boxer! La guardia del corpo che la pregava in tutti i modi di cancellare l’immagine, ma questa qua non capiva niente di inglese! Avrà avuto tredici anni! > disse piegandosi in due dalle risate.

Jonghyun non rispose, prese un cuscino a caso e lo lanciò all’amico il quale reagì afferrandone un altro e salendo sul letto.

< Fatti avanti nudista! > lo provocò Tae.

< Con piacere ! > lo raggiunse sopra al letto iniziando quella che sembrava una battaglia di cuscini.

Non ci volle molto prima che anche Key si fece trascinare e perciò afferrò le coperte e le mise in testa a Jongh che cadde sul letto perdendo l’equilibrio.

Non si resero neanche conto che Onew e Minho entrarono rimanendo stupiti nel vedere i tre amici che facevano la lotta sul letto matrimoniale.

< Ehi branco! Questa ragazzo ha fame quindi giù dal letto e andiamo a nutrirci ! > urlò Minho interrompendo Key, Tae e Jongh che scesero dal letto solo per fare il solletico al rapper che cadde a terra dal ridere.

< Tae, Jongh siete due animali ! Guardate la stanza in che condizioni sta ! > esordì Onew notando che ormai tutte le coperte del letto erano a terra.

< E tu sei una bestia! > ironizzò Jonghyun prendendo in braccio il leader e buttandolo a peso morto nel letto.

Dopo almeno mezz’ora di “lotta” i cinque si decisero a scendere al piano di sotto dove mangiarono ingozzandosi di patatine fritte e pizza.

< Ehi ragazzi non è che poi il sottoscritto diventa obeso, vero? > si preoccupò immediatamente Key pentendosi di aver mangiato tante patatine.

< Ma che dici!? Siamo una banda di anoressici e tu credi di ingrassare? Ti preoccupi troppo mio caro > rispose tranquillo Minho.

< Che ne dite se dopo andiamo a correre e a provare i passi dei balletti alla spiaggia libera? Le canzoni le abbiamo nel cellulare, quindi il problema non esiste > propose Onew.

< Finche si corre va bene, ma credo che sia meglio provare al chiuso: meglio non attirare l’attenzione della gente > disse Jonghyun portandosi alla bocca del salame.

< Il Bling qua c’ha ragione. Meglio limitarci alla corsa. > disse Taemin.

 

Così quel pomeriggio passò tra la corsa, le chiacchiere e le risate.

Taemin raccontò di aver baciato Ania e di essere stato al ristorante quella mattina, mentre Jongh chiese consigli sul da farsi con Jennifer e specialmente che fare se mai avessero rivisto Marco.

Verso le cinque e cinquanta, Tae lasciò gli amici per dirigersi verso la spiaggia dove vi trovò Ania seduta sulla sabbia.

Ma c’era qualcosa che non andava perche Ania non era sola. Da lontano Taemin non riusciva a vedere chi fosse la persona in piedi davanti a lei che sembrava parlarle piuttosto arrabbiato.

 

 

< Tommy ti ho già detto di lasciarmi in pace! Da me non avrai più niente, capito?! > disse Ania ad alta voce.

< Sono io qui quello che dà ordini piccola. Quindi o fai tutto quello che ti dico oppure vado seduta stante dalla polizia a raccontare TUTTO quello che ho visto, intesi? > la manipolò un ragazzo alto, visibilmente in sovrappeso dai capelli castani e occhi azzurri.

< Quando finirà tutto questo? >

< Più dura e meglio è dal mio punto di vista. Ora dammi quello per cui sono venuto >

 

 

 

 

 

Note dell’autrice: ciao!!!

Scusate il ritarduccio, ma ho iniziato a guardare una telenovela asiatica chiamata “Mars” e quindi ho dedicato molto tempo libero a quest’ultima e ho un po’ trascurato efp.

Chiedo umilmente perdono!!! XD

Spero vi piaccia il nuovo capitolo! Bacioni!

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Capitolo 10
*** Resta al mio fianco. ***


Resta al mio fianco.

 

Resta al mio fianco, guardami, anche se

Non conosco ancora l’amore.

Resta al mio fianco, veglia su di me.

Creando l’amore insieme e facendoti sorridere per sempre.

Ora stringi le mie mani.

Cit: “Stand by me”

 

    

 

 

 

Il suono delle onde che s’infrangevano sulla riva era forte abbastanza per far sì che Taemin non potesse sentire assolutamente nulla di quello che stava dicendo Ania ad un completo sconosciuto là, sulla spiaggia.

Non sentiva nulla, ma vide chiaramente Ania tirare fuori dalla tasca molti soldi che diede a malincuore all’estraneo che li afferrò avido mettendosi poi contarli.

 

< Questi sono gli ultimi … Ora non cercarmi più > lo pregò la ragazza quasi sul punto di piangere.

< Sentimi un po’ troietta qui sono io che decido, chiaro? Ci rivediamo tra due settimane dal beatch alla solita ora. Intesi? Se non vuoi pagarmi in denaro puoi sempre offrirmi altro….> disse lui viscido.

La mora restò a testa bassa capendo che non aveva altra scelta se non ubbidirgli.

Doveva fare esattamente come diceva, altrimenti non osava immaginare cosa sarebbe accaduto.

< Ho capito…. Farò quello che dici…. > disse con la voce spezzata dalle lacrime che stavano iniziando a rigarle le guance.

< Brava. Ci vediamo > e dopo questo dire, il “viscido” (è così che lo chiamava Ania) si congedò lasciandola completamente sola.

Le gambe non ressero, e Ania si ritrovò in ginocchio con le mani che andavano a coprirle il volto. Stava piangendo e allo stesso tempo pregando che tutta quella situazione potesse finire il prima possibile.

Non ci volle molto prima che Taemin la raggiunse di corsa per poi inginocchiarsi accanto a lei mettendole una mano dietro la schiena per farle sentire che non era più sola.

< Ania, che ti prende? Chi era quello?! > chiese ad alta voce cercando con lo sguardo il “viscido” che ora sembrava sparito nel nulla.

Ania alzò gli occhi, incontrando quelli preoccupati di Tae: lui non doveva sapere nulla o l’avrebbe cacciato sicuramente nei guai.

< Non era nessuno…. Non preoccuparti… E’ tutto okey. Semplicemente gli dovevo dei soldi, tutto qui. > rispose singhiozzando.

< Allora perche stai piangendo? Ti prego parlami, voglio aiutarti >

Era facile da dire per lui: Taemin non aveva mai conosciuto la povertà, non sapeva assolutamente niente del crudo passato di Ania.

Lei non voleva in nessuno modo rovinare la vita di Taemin; sapeva ormai che per lei c’era ben poco da fare, ma lui doveva restarne fuori, perche la sua vita era bella per davvero e valeva la pena di viverla.

< Taemin vattene. Non sai niente di me! Non puoi aiutarmi… nessuno può. > disse freddamente rimettendosi in piedi.

< Non me andrò finche non ti dirò tutto quello per cui sono venuto. > affermò prendendole le mani per poi proseguire il discorso.

< E’ vero che non so niente di te. E’ vero che ti conosco da poco, ed è sempre vero che veniamo da mondi diversi. Ma non m’importa! Tu sei la prima ragazza che riesce a farmi sorridere con poco. Sei l’unica che non vorrei mai vedere piangere. Ti prego non tenerti tutto dentro…. > disse Taemin serio guardando quella ragazza che in poco, pochissimo tempo era forse diventata una delle persone più importanti della sua vita.

< E’ questo il punto. Taemin io so chi sei: so che sei una…. Stella. Non posso chiederti di rinunciare ad essere quello che sei per una persona come me. Tu hai un talento che pochi hanno e gettarlo via per niente sarebbe un errore. Non puoi rinunciare a tanto! > disse lei ad alta voce con gli occhi lucidi.

Dire quelle parole le costava davvero tanto, anche perche lei stessa era la prima a volere che lui  restasse, voleva averlo con sé sempre.

< Io non posso rinunciare a te! Cosa vuoi che m’importi di vivere in un mondo stupendo se tu non ci sei? Perche continuare a scrivere tutte queste canzoni d’amore e poi non sapere a chi dedicarle! > urlò il maknae.

Ania lo guardò per diversi secondi, poi corse verso di lui abbracciandolo come non si ricordava di aver mai fatto con nessuno.

Era la prima volta che qualcuno le diceva frasi così profonde. E non ricordava neanche più quand’era stata l’ultima volta che si era sentita così al sicuro tra le braccia di una persona.

Riusciva a sentire i battiti del suo cuore. Percepiva ogni suo respiro, avvertiva le sue braccia che la stringevano ed era così che avrebbe voluto restare: solo loro due, in quella spiaggia deserta davanti al mare e ad un tramonto che l’illuminava avvolti dalle leggere brezza marine.

< Resta con me…. Solo per questa notte >

 

 

Ania aprì la porta di casa sua con il solito calcio (visto che la porta era arrugginita da un bel po’ veniva difficile aprirla solo spingendola), facendo entrare prima il nuovo ospite che iniziò immediatamente a guardarsi attorno.

Le piastrelle sotto di sé erano –o almeno dovevano essere- bianche, i muri bianchi (più o meno) ed i vari mobili arredavano la piccola sala.

< I tuoi genitori dove sono? > chiese lui.

< Mio padre ha conosciuto da poco una bella bionda e molte sere si ferma da lei. Mia madre …. Non viene mai > rispose facendolo sedere su una sedia.

< I tuoi sono divorziati? > domandò nuovamente.

< No…. Mia madre è morta quando io ero molto piccola. Ho pochi ricordi di lei. > disse aprendo il frigo e cercando qualcosa da mettere sotto i denti.

< Ah.. Mi dispiace… non volevo. >

< Non ti preoccupare. Non lo potevi sapere. Allora, cosa posso offrirti? Ho una mela con la muffa, latte scaduto da un mese, un pezzo di piazza che non ricordavo neanche di avere o una birra presa oggi? > certo, non era proprio la cena perfetta e romantica dei film d’amore, ma almeno la birra era buona.

Taemin si alzò andando ad abbracciare Ania che intanto aveva già tirato fuori la birra pronta a berla direttamente “a canna”.

< Direi che per questa sera sono apposto così. > disse lui mostrandole uno dei suoi perfetti sorrisi.

< Si, ma mi dispiace: ti fermi a dormire qui e non posso neanche offrirti niente. > affermò Ania dispiaciuta.

Senza dire nulla, Taemin la baciò esattamente come avevano fatto la sera prima, con la differenza che questa volta lei non era ubriaca marcia. Il bacio durò diversi secondi e quando si staccarono per riprendere fiato lui disse < Ora siamo pari. >

Ania si mise a ridere per poi dagli un tenero bacio a stampo, dopodiché aprì la finestra e si accese la solita diana rossa.

< Cosa ci trovi di bello nel fumare? Ti fa solo male. > commentò Tae.

< Hai ragione, ma è il mio calmante. Quando sono nervosa, arrabbiata, contenta o in qualsiasi altra situazione è bello fumare. Certo…. Ho una resistenza che fa schifo però non importa.  Vuoi provare? > chiese aspirando.

< No, grazie. Sai, per un ballerino è abbastanza importante la resistenza. > rispose baciandole la testa.

Ania spense la sigaretta e la lanciò da qualche parte fuori, poi si voltò verso il ragazzo che la guardava felice e si ritrovarono nuovamente sul punto di baciarsi, ma il cellulare di Ania squillò ed interruppe il momento.

Tirò fuori il cellulare dalla tasca, lesse il messaggio e rispose per poi spegnerlo, così che non potesse più interromperli.

< Chi era? > chiese Tae

< Il tuo amico: Jonghyun. Mi ha chiesto se Jennifer domani lavora e io gli ho risposto che domani mattina la può trovare al parco. >

Detto ciò Taemin tornò a guardarla, ma questa volta con uno sguardo abbastanza preoccupato e senza preavviso, la prese in braccio iniziando a camminare alla ricerca della camera.

< Tae!!!! Mettimi giù! Ti viene mal di schiena poi e le tue fans mi uccidono perche poi non balli bene ! Mettimi giù! > strillò ridendo.

Taemin la lasciò solamente quando raggiunsero la camera di lei facendola cadere a peso morto sul letto.

< Hai gli occhi stanchi mia cara ! Forza, sotto le coperte! > ordinò ridendo e mettendosi a cavalcioni sopra di lei che lo baciò nuovamente.

< Si, però tu dormi con me. E ti avviso che io d’estate dormo solo con le mutande. > disse lei vergognandosi abbastanza e pentendosi di quanto aveva appena detto.

< Ah, si?? Una ragione in più per dormire assieme a te >

Così quella sera passò tra baci, abbracci e coccole di vario genere finche i due non si addormentarono per poi svegliarsi la mattina seguente l’uno abbracciato all’altra.

 

 

Il giorno dopo, Jonghyun si svegliò completamente solo chiedendosi che fine avesse fatto il suo compagno di stanza. Non se ne preoccupò molto e pensò che, come il giorno precedente, fosse andato a fare una camminata.

Perciò il ragazzo, si vestì ed uscì dall’hotel all’insaputa degli altri membri del gruppo.

Si diresse verso il parco dove vi trovò in poco tempo, la ragazza che giocava con le bolle assieme a delle bambine che non avevano più di quattro anni.

Decise di avvicinarsi e Jennifer, sorpresa, lo guardò preoccupata.

< Jongh! Che ci fai qui? >

< Passavo per caso, quando ho visto una fata incantevole che giocava con le bolle e quindi ho deciso de fermarmi con lei. Spero che la fata non scappi di nuovo questa volta. >

 

 

 

 

Note dell’autrice: ciao a tutti!!! In questo capitolo ho lasciato molto spazio per Ania e Tae ma nel prossimo vi assicuro che le cose si chiariranno anche con Jenn e Jongh.

Un bacio e al prossimo capitolo!

 

 

 

 

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Capitolo 11
*** Ciò che realmente desidero. ***


Ciò che realmente desidero.

 

Appena apro gli occhi ricordo…
I ricordi di ieri tornano da me.
Maledette lacrime di ieri.

L’amore è così, si cresce e si ci sostiene a vicenda.  

CIT. “Hit Me”

 

 

 

L’atmosfera regnante all’interno del parco era semplicemente perfetta. Il suono delle foglie mosse dal lieve venticello, i moltissimi fiori bianchi presenti nel prato rendevano il luogo molto luminoso e allegro, le risate dei bambini sull’altalena, il sole del mattino ed infine due adolescenti innamorati. Una di questi era Jennfer, rimasta a sorpresa dal sentirsi essere paragonata ad una fata e Jonghyun in attesa di una qualche reazione da parte di lei. 
Restarono a fissarsi intensamente diversi secondi, quando un’adorabile bambina richiamò l’attenzione della ragazza che, per un attimo, aveva completamente rimosso il fatto che stesse lavorando.

< Lui gioca con noi? > chiese la bimba vergognandosi e nascondendosi dietro le gambe di Jenn. 
Lei, chinandosi verso la più piccola rispose < Ehm, veramente lui non può giocare con noi. Parla un’altra lingua e ora non capisce quello che ci stiamo dicendo io e te. Gli dico solo una cosa poi ti faccio andare sullo scivolo, va bene? > 
La bambina, rimase visibilmente offesa, poi tornò a guardare il ragazzo e continuò: < Ma allora viene da un altro pianeta? > 
< Volete fare capire qualcosa anche a me?! > intervenne Jongh scocciato. 
< Non ti preoccupare. Ti ha appena dato dell’alieno, niente di che. > 
Il Bling finse un sorrisetto e mentì: < Simpatica la bambina. >

Dopo che finalmente la piccola intrusa si rimise a giocare con un’altra bimba, Jongh potè parlare liberamente con Jennifer che comunque continuava a tenere d’occhio i piccoli, proprio come farebbe una madre premurosa e attenta.

I due si sedettero su una panchina sotto un’incantevole albero che li copriva dalla forte luce solare.

< Jennifer, mi dispiace per l’altro giorno all’hotel. Non volevo ingannarti non dicendoti chi sono io  veramente….. Tu mi hai fatto sentire per la prima volta dopo tanto tempo come una persona normale. Di solito nella nostra vita non c’è mai niente di concreto se non il bene che ci unisce, ma grazie a te ora io finalmente so cosa significa vivere senza avere costantemente qualcuno che debba commentare tutto quello che faccio o dico. > disse piano Jongh guardando la ragazza che lo stava ascoltando attentamente.

< Sai cosa vorrei veramente, Jennifer? Questo > continuò indicando le due bambine che giocavano rincorrendosi. Lei corrugò la fronte non capendo inizialmente le sue parole < Un giorno vorrei avere dei figli e sedermi al fianco di mia moglie per vederli giocare…. Crescere. > pronunciò sereno.

< Si, sarebbe anche il mio sogno. Ma.. vedi Jongh io sono scappata da te perche in quel momento avevo paura e ora ne ho anche di più. Tu sei un ragazzo meraviglioso e non sono io quella che merita di stare al tuo fianco. >

< Paura di cosa? > chiese lui, ma appena fece ciò gli si parò alle spalle quella scocciatura della sua guardia del corpo che lo afferrò per la maglietta facendolo alzare.

< Kim Jonghyun! Meno male che ho trovato almeno te! > disse in coreano

< Ora togliti che sto parlando. Ah, un’altra cosa… sei licenziato > rispose crudele Jongh. Non ce la faceva più ad avere quell’omaccione sempre intorno.

< Ma ero venuto qui per dirti che… >

< Non m’interessa perche sei venuto qui. Ti voglio fuori dalle palle per almeno una settimana. >

< Taemin è sparito! > urlò l’uomo.

< Ti ho detto…! Come scusa?! >

 

 

In quel momento a casa di Ania….

Taemin era già sveglio da almeno mezz’ora, ma nonostante ciò aveva deciso di non alzarsi dal letto e di continuare a guardarla. A guardare lei che ora se ne stava a pancia in giù, senza maglietta con la schiena completamente nuda. A guardare quell’incanto di volto ora illuminato dalla luce solare filtrata dalla finestra e nel mentre ad accarezzarle i capelli così morbidi e allo stesso tempo strani per lui: erano mossi come non li aveva mai visti dalle sue parti, almeno non al naturale.

Dopo un po’ Ania si svegliò sentendo la mano di Tae accarezzarle i capelli, la schiena ed il viso.

< mmmh, allora non era un sogno > disse guardando il ragazzo rimasto solo in boxer.

< No, era realtà. La realtà più bella del mondo. > sorrise guardandola.

< Tae, ce la fai a sporgerti un attimo per guardare l’ora? > chiese sapendo che l’orologio era appeso alla parete, ma lei in quel momento non aveva neanche voglia di muoversi.

< Si. Sono le undici e mezzo. >

< COOOSA!? > urlò alzandosi frettolosamente dal letto ed iniziando a vestirsi.

< Mi ero completamente dimenticata di andare al ristorante! > disse lanciando gli indumenti a Taemin.

Si vestirono di corsa ed uscirono di casa (nel mentre Ania tirò fuori dalla borsa la prima sigaretta della giornata).

Fecero la strada insieme e quando lei dovette entrare si ripromisero che si sarebbero rivisti quel pomeriggio alla spiaggia tutti insieme e si salutarono con un dolcissimo bacio a stampo.

Quando Taemin rientrò in hotel, trovò tutti e quattro gli amici nella hall preoccupati e in pensiero.

< Ragazzi cosa sono quelle facce da funerale? > chiese alla band.

< TAEEEEE! > strillò Minho correndogli incontro < Non sono mai stato così contento di vederti! > e tutti gli altri seguirono il rapper e l’andarono ad abbracciare.

< Cos’è quest’accoglienza? > domandò contento, ma allo stesso tempo abbastanza confuso il maknae

< Sei stato fuori tutta la notte. Non rispondevi ai messaggi e ci siamo preoccupati tantissimo! > disse Key.

< Ahhh! Non c’era bisogno di stare in pensiero! Ho passato la notte da Ania…. > si giustificò il cantante.

< Eh bravo il nostro maknae! Ho dovuto abbandonare Jennifer per venire a cercare te e poi scopro che te la sei spassata alla grande. Meno male che l’ho invitata oggi alla spiaggia! > ironizzò Jongh.

< Verrà anche Ania. Ci sarà da divertirsi. >

 

 

Quando si rincontrarono, il pomeriggio, si diressero subito in spiaggia dove si tolsero gli abiti rimanendo con il solito costume. Iniziarono a scattarsi diverse foto ricordo dopodiché si fecero un altro piacevolissimo bagno per rilassarsi e poi uscirono dall’acqua con l’intenzione di abbronzarsi per il pomeriggio e così fu… almeno finche non si presentò Marco assieme al resto della sua beata combriccola. Questo, si mise davanti a Jennifer che si preoccupò all’istante appena lo vide.

< Jennifer io e te dobbiamo parlare. > disse arrabbiato non preoccupandosi degli altri. Sapeva che gli SHINee non riuscivano a capirlo se parlava in italiano.

< No, non dobbiamo dirci proprio niente. > rispose tranquilla cercando di far capire a Jongh che non si doveva preoccupare.

< Invece si! Alzati! > urlò, ma lei non aveva intenzione di farlo. Chi era lui per dirle quello che doveva o non doveva fare?!

Jennifer non si mosse minimante, ma al contrario Ania si mise in piedi e mollò una forte sberla al biondino.

Jennifer allora si alzò all’istante tirando indietro la mora, ancora incosciente di un grande segreto riguardante il ragazzo che aveva appena picchiato, ma Ania non se ne preoccupò ed iniziò a provocarlo.

< Ora apri bene le orecchie. Questa ragazza qua è la mia migliore amica e tu non sei nessuno per venire qua a darle ordini, mi sono spiegata? >

Già… Ania non sapeva che cos’era capace di fare Marco e non sapeva neanche che diverse sere prima il ragazzo davanti a lei era stato in grado di alzare le mani su una ragazza senza problemi.

Di conseguenza Marco spinse con tutta la sua forza la mora che cadde sulla calda sabbia graffiandosi le gambe con le pietre.  

< Puttana! Non ti ho chiesto un’opinione! > le gridò

Non ci fu bisogno di vedere altro che Taemin scattò immediatamente in soccorso di Ania ancora leggermente stordita.

< Come hai osato…! > disse il maknae assalendo Marco seguito successivamente da Jongh che collaborò aiutando l’amico.

< Ragazzi, vi prego smettetela! Non vi picchiate! Per favore basta! > urlò Jennifer piangendo.

E mentre succedeva tutto ciò, nessuno si rese conto di una cosa piuttosto importante….

 

 

 

 

 

Note dell’autrice: ok!!!! Forse questo capitolo è un po’ menoso e con un po’ troppi conflitti alla fine, ma che ci posso fare!? Adoro partecipare/guardare le risse XD

Spero che il capitolo vi piaccia!!!! ;)

Un bacione e fatemi sapere cosa ne pensate, mi raccomando!

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Capitolo 12
*** Dichiarazione ***


Dichiarazione

Non permetto di donarmi facilmente.

Abbracciami e fammi diventare il tuo amante.

Questa notte io e te diventeremo una cosa sola.

CIT. “Get it”

 

 

 

 

 

A quella che ormai si stava trasformando in una rissa, si resero partecipi pure Onew, Minho e Key, intervenuti sola quando un compagno di Marco aveva sganciato un forte pugno nello stomaco di Taemin.

< Marco smettila! > urlò Jennifer mettendosi in mezzo tra Jonghyun e Marco.

< Levati! Ora io e questo risolviamo le cose una volta per tutte > disse freddo Jongh tastandosi il labbro sanguinante.

< No! Tu non centri niente Jongh! E’ una cosa tra me e lui, non t’impicciare! > rispose lei rendendosi conto solo dopo che la frase appena pronunciata avrebbe potuto offendere il ragazzo, che difatti fissò Jenn con aria furiosa, mentre faceva per scostarla riavvicinandosi al rivale.

Sembrava che né Jonghyun né Marco la stessero ad ascoltare, perciò Jenn si voltò per osservare il resto della situazione e notò Key in difficoltà, aiutato però da Onew, mentre Minho alzava le mani contro due ragazzi contemporaneamente. Taemin invece stava cercando di far rialzare Ania, che sembrava essersi fatta male alla caviglia durante la caduta.

Quando Jenn si accorse che Minho stava iniziando a perdere colpi, decise di avvicinarsi al ragazzo che però le fece segno di non intervenire.

< Claudio! Lascialo in pace! Non ti ha fatto niente, perche te la devi prendere con lui? > gli gridò rendendo incomprensibile a Minho la frase.

< Hai ragione! Meglio prendermela con te che invece sai ogni cosa! > imprecò lui lasciando Minho a sfidare l’altro ragazzo. Claudio si scagliò contro Jennifer, sollevandola dalla sabbia e trascinandola faticosamente verso l’acqua.

Quest’ultima si agitava costantemente e cercava di sfuggire dalle grinfie di Claudio, che però le impediva di scappare in qualunque modo facendola avvicinare sempre di più al mare finchè, quando immersero i piedi sulla riva, non la spinse nell’acqua salata.

Lei urlava, ma in quella spiaggia sapeva che non c’era nessuno che li avrebbe aiutati… Erano in una spiaggia libera e poco distante di lì c’erano proprio le fogne: nessuno sano di mente avrebbe mai osato immergersi lì dentro e perciò non c’era nessun bagnino, solo poche persone che si divertivano a guardare la scena.

Claudio l’afferrò per il collo, facendo si che non potesse muoversi e le immerse la testa sotto l’acqua.

< Ahaha! Ora non urla più. > disse Claudio.

Quando Taemin vide la scena s’immerse immediatamente in mare spingendo via Claudio da sopra Jennifer che finalmente potè riemergere dal mare emettendo una forte tosse e riprendendo ossigeno.

< Jenn! > le corse incontro Ania zoppicando leggermente.

D’un tratto si udì un fortissimo sparo e Jonghyun, che si trovava proprio lì affianco, si sentì rimbombare il cervello ed esordì con una bestemmia coreana.

Tutti si voltarono nella direzione del suono interrompendosi ed intravedendo un uomo vestito interamente di nero che li fissava con sguardo serio, con la pistola nella mano destra ed una telecamera nella sinistra. Era la guardia del corpo degli SHINee e non era sola, ma accompagnato da altri tre uomini.

Dopo pochi secondi passati dal forte suono, molte persone si avvicinarono per vedere cosa stesse accadendo in quella che era sempre stata considerata una spiaggia tranquilla.

< Che sta succedendo qui? > chiese ad alta voce l’unica guardi di colore.

I rivali si allontanarono dai ragazzi guardandoli però con aria di sfida che fece venire voglia a Taemin di riempire loro la faccia di pugni, ma si trattenne.

 

Le guardie non vollero sentire storie e obbligarono si gli SHINee che le ragazze a seguirli in hotel per raccontare loro quanto fosse accaduto.

< Non abbiamo iniziato noi! > protestò Key seduto sul letto.

Sembrava un dejà vu per gli SHINee visto che avevano già dovuto discolparsi quella sera che erano andati in discoteca e che Jonghyun era tornato con un labbro gonfio.

Si trovavano tutti nella stanza del leader, ritenuta la più ordinata di tutte.

< Oh invece si miei cari. Voi non ve ne siete neanche resi conto, ma è già da un mese e mezzo che vi stiamo pedinando. > disse un’altra guardia in inglese.

L’uomo tirò fuori una piccola telecamera dalla tasca e mostrò i diversi filmati di quella giornata e di quelle ancora precedenti.

Guardarono di quando Jongh si era fermato al parco per parlare con Jennifer, di quando Taemin era andato a recuperare il braccialetto ad Ania, di quando ballavano in discoteca e il video più recente, di quando Ania aveva tirato una sberla a Marco: la prova che avevano iniziato loro ad alzare le mani.

< Com’è possibile che non ce ne siamo accorti!? Cosa siete stalker? > chiese Minho osservando i video.

< Vi avevo detto che non ero solo > pronunciò superiore la guardia da loro reputata la più odiosa.

< Ragazze, possiamo chiedervi gentilmente di uscire? Vorremmo parlarvi in privato > disse la guardia di colore.

Taemin battè fortemente la mano contro un mobile per poi affermare < Loro restano qui! >

< Non preoccuparti Tae. Ci vediamo domani…. > disse debolmente Ania voltandosi verso la porta, ma fu subito bloccata perche Taemin l’afferrò per il braccio e la strinse in un caloroso abbraccio.

< Se hai bisogno di qualunque cosa io sono qui. > sussurrò lui al suo orecchio.

Lei lo ringraziò per poi uscire dalla stanza con Jennifer e con la guardia di colore che le accompagno gentilmente fino alla hall.

< Vorrei chiedervi un favore molto grande > disse l’uomo una volta arrivati davanti all’entrata.

< Fare il mio lavoro è molto complicato e… da quando gli SHINee sono qui la causa di tutti i loro problemi siete state voi due > constatò l’uomo dispiaciuto.

< Lo sappiamo e ci dispiace. Faremo di tutto affinchè non accada più nulla del genere > rispose Jennifer.

< Per favore… state il più lontano possibile da Onew, Key, Jongh, Taemin e Minho. Ve lo chiedo per il loro bene > disse

< Ma…. Lei non capisce! > si ribellò Ania.

< Capisco perfettamente invece! Sono anni che faccio questo mestiere. Vi credete innamorate di quei ragazzi, ma non siete diverse dalle altre fan! Se non fossero famosi li amereste ugualmente? > chiese

< Si! In principio non sapevamo che fossero una band e ora che lo sappiamo non è cambiato niente tra noi! > disse sicura Ania.

< Anche se fosse, una volta finita l’estate verranno nuovamente inondati di concerti e di nuovi impegni. Saranno troppo indaffarati per ricordarsi di voi! E ora sparite! Non vi voglio più vedere. > si arrabbiò l’uomo.

Le ragazze non contestarono. Ania filò a lavoro per iniziare la serata e Jennifer tornò a casa sorprendendosi di trovarla vuota.

Si infilò il pigiama e si distese nel letto a pensare a quanto accaduto in quasi due mesi d’estate: dalla prima volta che aveva visto Jonghyun, incrociando il suo sguardo al ristorante oppure in spiaggia, quando l’aveva presa in braccio, quando si erano scambiati quel bacio in hotel. Ripensò ai suoi bellissimi occhi, alle sue labbra carnose e perfette, a quei capelli….

Lo voleva vedere. Ora e subito.

Stava per prendere in mano il cellulare quando le tornarono alla memoria le parole della guardia del corpo: “state il più lontano possibile da Onew, Key, Jongh, Taemin e Minho”.

Ma in quel momento non le importava. Gli scrisse dove si trovava casa sua, gli diede tutte le informazioni possibili per arrivarci e gli inviò il messaggio.

Non passò molto tempo prima che Jennifer sentisse una voce maschile chiamarla da fuori dalla finestra. Aprì la porta accogliendolo in quella casa assai più grande di una piccola stanza di hotel.

La casa aveva due piani: al pian terreno c’era la sala, la cucina ed un bagno, mentre al piano superiore si trovavano le varie camere da letto ed un altro bagno.

< Sono contenta che tu sia potuto venire > disse lei portandolo al piano di sopra.

< Non sarei mai potuto mancare. Superare le guardie è stato difficile, ma in questo momento credono che io stia dormendo come un agnellino > rispose felice.

Una volta arrivati nella camera di lei, le venne spontaneo chiudere la porta a chiave.

< Che vi ha detto quella guardia oggi? >

< La verità…. Ci ha chiesto di starvi il più lontani possibili. Jongh… io sono la fonte di tutti i tuoi problemi. E’ meglio che tu stia lontano da me. > disse a bassa voce.

Jonghyun si avvicinò lentamente a Jennifer afferrandole il mento con la mano facendole alzare lo sguardo.

< Io non voglio stare lontano da te. Io ti amo > le sussurrò.

Jennifer si staccò da lui tirandogli un pugnetto sulla spalla destra mentre Jonghyun la guardava con aria interrogativa.

< Perche me lo hai detto? Ti amo anche io, ma se sapevo che tu non provavi lo stesso, una volta finita l’estate me ne sarei fatta una ragione e invece…. >

< Voglio stare con te Jenn > le disse dandole un dolce bacio sulla fronte.

Lei scosse la testa < Io non faccio parte del tuo mondo >

< Forse no, ma ormai fai parte della mia vita! Cosa devo fare per fartelo capire? Ti amo e voglio stare con te a costo di perdere tutto quello che ho creato in questo anni! > pronunciò ad alta voce per poi baciarla passionalmente.

In modo istintivo, si sdraiò nel letto lasciando che Jonghyun si posizionasse a cavalcioni sopra di lei, iniziando a baciarle il collo, a morderle le labbra.

Le slacciò il reggiseno massaggiandole le tette. Questo gesto fece ansimare Jennifer che si stava iniziando ad agitare: aveva paura.

< Jennifer… stai… stai tremando > notò Jonghyun preoccupato.

< Non è nulla… > disse lei togliendo la maglietta al ragazzo.

Lo voleva. Voleva che lei Jonghyun diventassero una cosa sola, almeno per quella sera.

Lui continuò togliendole i pantaloni e lanciandoli in un punto indefinito della stanza per poi infilare la propria mano all’interno delle mutande di lei.

< Argh! >

< Jennifer, avresti potuto dirmelo >

< C… Cosa? >

< Che sei vergine >

Non ci voleva uno scienziato per capirlo: Jennifer era impacciata coi movimenti e quando lui fece entrare anche solo un dito lei si agitò terribilmente.

< Non volevo che ti preoccupassi > disse spogliando poi Jonghyun dei suoi pantaloni.

Jongh non rispose e riprese i suoi movimenti mentre Jennifer, ansimante gli toglieva i boxer tastando l’erezione del ragazzo.

Quando Jongh percepì che Jennifer era pronta, s’intrufolò il più delicatamente possibile dentro di lei.

< Ti…. Ti faccio male? >

< Mmmh! Stai… stai fermo così ancora per qualche secondo >

E lui ubbidì per poi riprende dando delle spinte inizialmente leggere, poi sempre più profonde e forti.

< Ti amo Jongh! > disse lei tra gli ansimi

< Anche io Jenn! >

Avrebbero voluto far l’amore per tutta la notte, ma quando Jonghyun arrivò al limite, si accasciò stanco di fianco a Jennifer e i due si addormentarono lasciando che il sonno facesse fare loro i sogni più meravigliosi.

Note dell'autrice: e finalmente Jonghyun e Jennifer <3 ;) 

Spero che questo capitolo vi piaccia ! Fatemi sapere cosa ne pensate ! Un bacione a tutti!!!

 

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Capitolo 13
*** Pazzia ***


Pazzia

 

I miei incredibili sentimenti verso questa ragazza che ha rubato il mio cuore

Non farti del male, apri il tuo cuore anche solo per un momento.

Cit. "Talk To You"

 

 

 

< JENNIFER!!!! APRI LA PORTA! > urlò qualcuno che bussava disperatamente fuori dalla camera della ragazza.

Jonghyun aprì immediatamente gli occhi scuotendo Jenn che ancora dormiva. I due erano abbracciati sotto il lenzuolo ed entrambi erano completamente nudi.

< Jennifer, ma ci sei?! > urlò nuovamente.

La ragazza si alzò dal letto coprendosi con un paio di mutande e la maglia del pigiama senza lasciare tempo a Jonghyun di poter finire di mettersi i pantaloni.

Quanda Jennifer aprì la porta si ritrovò davanti quella piattola fastidiosa di suo fratello minore Luke. Era un ragazzino alto e slanciato dai capelli castani e occhi verdi e fissava la sorella con una faccia da cane bastonato.

< Luke!! Ma sei tu! Cosa vuoi? >

< Ahh!!!! Sorellona perche non mi hai mai parlato di lui? Ora capisco perche non mi sentivi… Eh brava Jennifer! > disse sorridente il fratello salutando con la mano Jongh che non seppe se ricambiare il saluto oppure sparire il prima possibile dalla circolazione.

Lei lo guardò prima leggermente imbarazzata ripensando alla sera prima poi tornò seria e domandò nuovamente al fratello il motivo della sua indesiderata visita.

< Jenn… Mi sono finite le sigarette…. Non è che … >

< No, non te ne do. Ma non hai altro da fare?Non puoi uscire con gli amici!? I tuoi 15 anni li hai….>

< Mi tolgo dai piedi se mi dai tre sigarette oppure dico a mamma e papà che un extracomunitario ha dormito nel tuo letto! > la ricattò

< Brutto…..! Sgorbio! > ma non si oppose più di tanto perche sapeva che avrebbe avuto il coraggio di farlo per davvero, prese tre diana rosse e le porse al fratello.

< Ora sparisci! Non voglio vederti per tutto il giorno > disse con un cenno di felicità nella voce

< Sempre bello fare affari con te ! > e detto questo prese le chiavi ed uscì di casa.

< Sembra simpatico tuo fratello > commentò Jonghyun ed una volta vestito diede un dolce bacio a stampo a Jenn.

< Una roba guarda. Vuoi fare colazione? > domandò notando che erano le dieci e mezzo.

Jonghyun non rispose, le afferrò le mani e la andò a guardare negli occhi. In quei suoi grandi occhi marroni in cui riusciva a vedere il riflesso di sé stesso che proprio ora appariva così felice e premuroso. Cercava di dirle quanto lei valeva per lui, quanto fosse diventata così indispensabile in poco tempo, quanto l’amasse.

< Jenn… Quello che è accaduto ieri notte è stata una delle cose più belle di tutta la mia vita, se non forse la migliore > si, ma questa frase non bastava e lui lo sapeva benissimo perciò proseguì < Quello che voglio dire è che tu sei la prima ragazza in tutta la vita che mi apprezza per quello che sono come persona, non per quello che guadagno. La notte passata con te è stata la più magica, stupenda e indimenticabile di tutte. Vorrei non andarmene mai più via da qui…. Jennifer io ti amo > disse tutto d’un fiato.

< Anche io. Vorrei tanto poter venire in Corea con te alla fine dell’estate…. > disse immaginando quanto sarebbe stato bello.

< Allora parti con noi. Prendiamo l’aereo e voleremo fino alla Corea insieme, ti farò conoscere il mio mondo, la mia vita! Si, perche il resto della mia vita la voglio condividere con te > pronunciò sognando ad occhi aperti ed entusiasmandosi.

< Jongh non è così facile come la racconti…. Devo ancora finire il liceo e non posso abbandonare qui la mia famiglia >

< Finirai le scuole in Corea e verremo a trovare i tuoi genitori ogni volta che vuoi! > propose lui.

A questo punto Jennifer sembrava essere quasi convinta, ma avrebbe preferito trattare bene l’argomento anche con Ania visto che era ovvio che sarebbe dovuta partire pure lei.

Però Jennifer stava pensando ad un altro problema… Lei era pazzamente innamorata di Jonghyun e dopo il giorno prima doveva cercare in tutti i modi di sbarazzarsi di Marco il prima possibile, ma sapeva benissimo che non era affatto facile e si sentiva il dovere di parlare con Jongh della situazione il più dettagliatamente possibile.

< Sarebbe bellissimo, ma prima di fare ogni cosa voglio parlare con Marco. Deve sapere che provo per te quello che non ho mai provato per lui > commentò pensando già a come dire a Marco la verità.

< Chiariremo le cose con lui questo pomeriggio. Verrò con te, non ti lascio sola con quell’individuo >

 

E infatti così fu. Jonghyun e Jennifer andarono a mangiare al ristorante dove lavorava Ania che li accolse con un caloroso saluto intuendo quanto fosse accaduto tra i due la notte precedente, dopodiché i due si diressero verso la spiaggia libera dove il giorno prima se le erano date di santa ragione. Era lì che Marco aveva chiesto a Jenn di presentarsi e lui difatti non ritardò ad arrivare, ma quando vide Jenn accompagnata da Jongh la sua espressione si fece subito cupa.

< Perche volevi vedermi? > le chiese scocciato con le mani in tasca.

< Volevo parlarti Marco…. Volevo dirti che non vedo il motivo per cui si debba continuare la nostra storia. Non mi hai mai trattata come la tua ragazza, ma solo come un oggetto da mettere in mostra davanti ai tuoi amici. > disse arrabbiandosi e tirando un calcio alla sabbia calda.

< Ahah!!! Questa è buona Jenn! Ahah! Tu non puoi lasciarmi! > disse ridendo in principio per poi tornare serio.

< Invece si che posso, lo sto facendo. Ho incontrato qualcuno che mi ama per davvero > e detto ciò prese a braccetto Jonghyun che guardò Marco come per dire “E se provi a contestare ti strappo l’uccello”.

< Jennifer non osare! > ribattè Marco mentre guardava i due andarsene dalla spiaggia.

< Te ne pentirai Jenn! > urlò per poi andarsene pure lui.

Quelle parole intimorirono moltissimo la ragazza che strinse il più forte possibile la mano di Jongh che iniziava a voler sapere qual’era il problema con quel ragazzo…. Cos’avesse che non andava.

Il Bling e Jenn camminarono sul lungomare per almeno un’oretta durante la quale non ci fu poi molta conversazione…. Jennifer sembrava spaventata e intimorita da quanto accaduto sulla spiaggia.

D’un tratto Jongh si sedette su una panchina facendo segno alla ragazza di imitare il suo gesto e questa difatti si sedette appoggiando la propria testa alla forte spalla di Jonghyun contemplando il mare e facendosi cullare dal suono del respiri del ragazzo.

< Jennifer…. Ti va di raccontarmi cos’è successo con Marco? > chiese il cantante accarezzandole i capelli.

Lei fece un lungo sospiro cercando di ricordare come fosse cominciata tutta quella lunga agonia.

< Lo conosco da…. Sempre. Eravamo alle elementari insieme e ricordo benissimo che era un bambino normale, come tutti gli altri. Aveva un bellissimo sorriso ed era molto socievole… giocavamo sempre insieme io lui ed Ania. > e qui s’interruppe dando spazio ad una piccola smorfia delusa.

< Nelle medie invece non era nella nostra classe e l’abbiamo rincontrato al liceo, ma era più lo stesso. Suo fratello –il ragazzo che lavora come barman nella discoteca- mi ha raccontato che in terza media l’aveva minacciato di morte ed il giorno stesso aveva tagliato i capelli ad una bambina. Dopo vari esami si resero conto che Marco aveva dei seri problemi mentali e diventava giorno dopo giorno più aggressivo, ma quando Marco mi rivide in prima liceo cambiò radicalmente: se io gli chiedevo di non fare determinate cose lui mi dava ascolto >  raccontò Jenn guardando un punto indeterminato della sabbia.

< Così i genitori di Marco mi hanno pregata di stargli accanto il maggior tempo possibile e così ho fatto fino ad oggi > concluse andando a cercare il volto di Jongh che aveva ascoltato con tutta l’attenzione possibile.

Solo ora Jongh si rese conto di quanta bontà custodisse Jenn. Aveva avuto la pazienza e la forza di aiutare un ragazzo di cui aveva paura.

< Perche non me ne hai parlato prima? > le chiese

< Perche tu, Ania ed i genitori di Marco siete i soli a saperlo. Persino Marco stesso non è consapevole di avere dei problemi > rispose triste.

A questo punto Jonghyun accarezzò la guancia di Jenn la quale sorrise leggermente guardando Jongh, guardando quel ragazzo così bello, protettivo, comprensivo e buono.

Alle otto però Jonghyun dovette tornare in hotel mentre Jennifer rincasò costretta a dover dare delle spiegazioni al fratello minore.

 

 

 

< JONGH!!!! TI PREGO SOLO PER QUESTA SERAAA! >  lo pregò Taemin a mani unite.

< Ti ho detto di no e poi no! Non dormirò in un letto singolo con Onew solo perche tu vuoi far venire qui Ania. > rispose cattivo.

< Se non esci urlo a tutto l’hotel che ti sei fatto Jenn! > lo minacciò

< E urla a tutto l’hotel, come se di figure di merda non ne avessimo ancora fatte da quando siamo qui. > rispose più che tranquillo.

< Ok, se non vai tu via vado da Onew e lo caccio dalla sua stanza. In parole povere stasera Onew dorme qua. > disse uscendo dalla stanza e portandosi dietro un cuscino.

< mi raccomando Tae! E’ la tua prima volta quindi vedi di non deluderla, ok? >

< farò del mio meglio >

 

 

 

 

Note dell’autrice: qui si scopre il passato di Marco: finalmente XD

Ringrazio tutti quanti :D La storia ha superato le 500 visite e per questo sono molto felice.

Poi non so se voi lo sapevate ma……

TANTI AUGURI A TE, TANTI AUGURU A TE, TANTI AUGURI A MINHO, TANTI AUGURI A TEEEE!!!! :D!!!

 

Il nostro rapper preferito oggi fa gli anni!!!! Yuppi!!!!!

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Capitolo 14
*** Amore e Ricatti ***


Amore e Ricatti

 

 

 

 

 

Quella sera Taemin era particolarmente agitato e nervoso. Aveva convinto Onew a cedergli la stanza ed ora era solo in una camera così ordinata a fare avanti e indietro mentre si mangiava le unghie.

Era mezz’ora ormai che andava avanti così e che aspettava sempre più impaziente che Ania bussasse alla porta.

< E se ci ha ripensato? E se non le piacessi? E se faccio una brutta figura? > Taemin continuava a torturarsi di domande e quando pensò di essere arrivato al limite della sopportazione aprì la porta e scese nella hall dove vide Ania seduta su una poltrona. Ma c’era qualcosa di diverso in lei, o meglio nel suo sguardo: era spento, vuoto….

Taemin le si avvicinò poggiandole una mano nella spalla. Questo gesto fece sobbalzare la ragazza rimasta immersa fino a quel momento nei propri pensieri.

< Ehi… Che stai facendo qui? > le domandò Tae

< Io… non mi ricordavo più il numero della tua stanza e non volevo essere di disturbo per gli altri > improvvisò lei.

Non appena Ania si alzò dalla poltrona il maknae notò tre cose: i suoi pantaloni erano sporchi di terra e nella spalla, proprio accanto al tatuaggio, c’era un graffio apparentemente appena fatto e un livido nel gomito.

< Dove sei stata? E questa ferita? > chiese lui.

< Ah…. Non ti preoccupare. Al ristorante un collega mi ha tagliata per sbaglio. Non l’ha fatto apposta. Ora posso chiederti io una cosa? Perche…. Mi hai chiesto di venire qui stanotte? > domandò sorridendogli e, nonostante già sapesse qual era la ragione dell’invito, voleva che lui glielo dicesse apertamente.

Taemin non le rispose, ma la prese per mano portandola fino alla camera di Onew e una volta accertato di aver chiuso la porta a chiave prese a baciare Ania, prima piano poi sempre con più foga e passione. L’abbracciò dandole dei teneri baci sul collo per poi passare a mordicchiarle l’orecchio.

Arrivati a questo punto Ania diede una piccola spianta a Tae che cadde sul letto accompagnato successivamente dalla ragazza che si posizionò a cavalcioni sopra il cantante.

Mentre lei pensava a togliergli la maglietta lui la fissava concependo che era davvero quella la ragazza per la quale aveva perso la testa, tutte quelle canzoni d’amore scritte erano rivolte a lei. Era Ania la sua Juliet, la sua Jojo, la persona con cui avrebbe voluto condividere la vita.

Taemin le afferrò i fianchi andando a rimuoverle la t-shirt e i pantaloni sporchi e così lei rimase col solo completo intimo nero. Man mano che i vestiti diminuivano, la tensione di Tae saliva e quando Ania gli tolse i jeans andando a posizionare la propria mano sull’erezione del maknae, questo la fermò.

< Che hai? > gli chiese la ragazza con una nota di dolcezza che fece pentire Tae di averla bloccata.

< Ania…. Io non mi sono mai spinto così oltre con una ragazza. Tu sei la prima > disse il maknae ora spaventato dal giudizio che gli avrebbe potuto dare la mora.

Ma lei sembrava essere sollevata a tale dichiarazione e difatti gli sorrise dandogli un tenero bacio in fronte.

< Non devi avere paura, altrimenti rovini tutto. Lasciami fare…. Ci penso io. > sussurrò Ania sensualmente infilando la mano all’interno dei boxer di Taemin iniziando a masturbarlo.

Fece passare la propria mano su e giù per l’erezione del ragazzo finche non decise di togliergli i boxer andando a baciargli la punta del pene.

< A…. Ania… Non devi farlo per forza se non vuoi > pronunciò ansimante e sempre più eccitato.

< E invece è proprio quello che voglio > rispose lussuriosa.

Così glielo prese tutto interamente in bocca iniziando a succhiare avidamente lasciando che Taemin emettesse gemiti di piacere che riuscivano ad estasiarla sempre di più e quando lei si accorse che il ragazzo era al limite, si fermò prima del suo orgasmo.

Tae boccheggiò un po’ per poi unire la propria bocca con quella di Ania slacciandole il reggiseno e massaggiandole le tette.

Taemin…. Tutto di lui la faceva impazzire. Era la sua perfetta attrazione, il suo amante, la sua passione. Era dall’inizio dell’estate che non faceva altro che pensare a Tae tutto il giorno e tutta la notte e ora che poteva accarezzarlo, toccarlo, sentiva che nessun ragazzo con cui era stata precedentemente era come lui. Nessuno aveva quell’odore, quel corpo e quegli occhi di cui subito si era innamorata.

Quando Ania percepì che entrambi erano pronti per la parte migliore, fece sdraiare Taemin accarezzandogli piano prima i pettorali, poi scese sempre più giù afferrandogli il membro. La ragazza si posizionò a cavalcioni sopra di lui ed iniziò a muoversi emettendo forti ansimi di piacere.

< Ahhh! A…nia!! >

Tutta la stanza venne preso invasa dai loro versi e dopo un po’ Taemin decise di invertire le posizioni e lasciò che Ania restasse sotto di lui il quale prese a muoversi più velocemente.

< Ania… Ti amo > le disse.

< No… mmmh! Così non vale > gli rispose baciandolo.

Non voleva che lui le si dichiarasse mentre facevano l’amore, non era quello che desiderava perche a dire “ti amo” in quella situazione tutti erano capaci.

Quando Taemin raggiunse l’orgasmo si mise affianco alla compagna che iniziò ad accarezzargli i capelli.

Lui sorrise esausto chiudendo gli occhi e dicendole < Sei splendida >

< Ma se non mi stai neanche guardando > rispose apprezzando il complimento.

< Non c’è bisogno di guardarti. Sei sempre bellissima >

 

 

La mattina seguente, quando Taemin si svegliò non riuscì a trovare Ania da nessuno parte e quando accese il cellulare lesse “Grazie per l’incantevole serata. Ci vediamo oggi pomeriggio con Jenn e gli altri!”.

Lui le rispose con un “ok” per poi rimettersi nudo sotto il lenzuolo dove vi trovò un bigliettino che prima non aveva notato.

L’afferrò, ma non riusciva a capirne il contenuto poiche era scritto in italiano e questo non lasciò dubbi al maknae: Ania l’aveva perso da qualche tasca la sera prima e ora era curioso di sapere cosa significasse, ma doveva trovare qualcuno che glielo traducesse.

Si vestì e scese al piano inferiore dove trovò Key, Onew, Jongh e Minho che facevano colazione.

< Tae!!! Vieni qua peste! > lo chiamò Onew.

Taemin lo salutò, ma non li raggiunse, andò anzi dalla guardia del corpo seduto come tutte la mattine a leggere un giornale italiano.

< Mi scusi, avrei bisogno di un favore > disse Taemin richiamando l’attenzione dell’uomo.

< Di cos’hai bisogno? >

< Riuscirebbe a dirmi cosa c’è scritto qui? > chiese consegnandogli il biglietto.

L’uomo lesse il tutto per poi pronunciare < Dove hai preso questo biglietto? >

< Non ha importanza, mi dica che significa. > rispose cercando di non alzare la voce.

< E’ come una lettera di ricatto. Cito testualmente “Domani mattina dal beach con quello che ti ho chiesto. Vieni da sola. Quello di stanotte non è stato nulla in confronto a quello che sono capace di farti” > disse la guardia.

Taemin non esitò ed uscì dall’hotel di corsa dirigendosi verso il ristorante.

< Il graffio, il livido…. Dio come ho potuto essere così cieco!? >

 

 

 

Note dell’autrice: mi dispiace di aver scritto un capitolo così corto!

Spero vi piaccia ugualmente!!!!! Bacioni!

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Capitolo 15
*** Illegale ***


Illegale

 

 

L’amore deve solo andare avanti.
Mentre mi avvicino tu vai anche più lontano
Con la fiducia che ho in te, sopporterò di nuovo.

CIT.”Love Stll Goes On”

 

 

 

 

Correva, correva, superando adulti e bambini che guardavano con sorpresa il ragazzo che si muoveva agilmente tra le strade del paese.

Entrò in un vicolo percorrendo un piccolo tratto di salita e finalmente arrivò al ristorante dove trovò subito il capo di lavoro di Ania che già sgridava un cameriere.

Taemin si fece avanti, stanco dalla corsa appena fatta e attirò l’attenzione di Paolo con un colpetto alla spalla.

< Mi scusi, Ania è già entrata? > gli domandò

< Tu! Sei lo sgorbio dell’altro giorno! Esci immediatamente da qui! > gli urlò contro Paolo.

< No, no! La prego mi ascolti. Ho solo bisogno di sapere se Ania è qui o meno… mi deve aiutare…. La supplico > pronunciò sperando che l’uomo gli rispondesse, ma ciò non accadde poiché Paolo lo afferrò per il colletto della maglia e lo condusse fuori.

< Tu qui non sei più il benvenuto. >

< La comprendo, ma la imploro! Vorrei solo…… > non finì la frase.

I suoi occhi erano stati attirati da un qualcosa di più singolare che pian piano si avvicinava a loro: si trattava di un uomo che superava la quarantina, dai capelli neri (e in parte bianchi), la pelle piuttosto abbronzata e quegli occhi così uguali a quelli di Ania.

< Che succede? > chiese una volta arrivato davanti alla porta del ristorante.

< Questo ragazzino non vuole andarsene! Non fa altro che chiedere di tua figlia > rispose in italiano.

Taemin non li stava neanche ad ascoltare: quell’uomo somigliava davvero molto ad Ania… gli occhi in modo particolare.

< Di Ania? > ripetè sorpreso voltandosi verso il biondo che ancora lo stava fissando.

< Parla in inglese. Digli tu che non deve mettere piede qui dentro, magari a te dà più ascolto! > disse ad alta voce rientrando nel ristorante.

< Qual è il tuo nome? >

< Taemin…. Lei…. Lavora qui? > chiese il cantante.

< Si. Perche cerchi mia figlia? >

Tae spalancò gli occhi stupito. Padre e figlia che lavoravano nello stesso luogo! Era la prima volta che lo vedeva e capì che non c’erano dubbi: la somiglianza diceva tutto.

< Sua figlia è qui!? Devo saperlo e non mi cacci via pure lei. Non saprei a chi altro chiedere >

< Ania non è qui. Ieri sera mi ha telefonato dicendomi che si era presa il giorno libero. > rispose al ragazzo.

< Cazzo! Sa dirmi allora dove si trova il beach?! > non avrebbe saputo dove altro andare a cercarla se non lì. Sul biglietto c’era riferimento a questo beach, ma Tae non aveva idea di dove si trovasse e sperava che non fosse troppo lontano.

< E’ vicino ad un campo da calcio azzurro. Sai dove va Ania a fare il bagno? >

< Si >

< Ecco. Se arrivi lì e continui e camminare dritto, dopo un po’ trovi questo campo da calcio di cemento e a due passi di lì c’è questo beach. >

Taemin memorizzò tutto quello che gli stava venendo detto e appena l’uomo terminò la frase lo ringraziò rimettendosi a correre verso la spiaggia.

< Ania sto arrivando >

 

 

Ania era arrivata al beach da un po’ ormai, ma non vedeva nessuno…. Sembrava quasi fosse tutto completamente deserto. La sabbia le bruciava i piedi ora privi delle scarpe, ma non le importava.

Il suono delle onde la rilassavano e il lieve venticello sembrava dirle di non avere paura e che prima o poi quel momento sarebbe dovuto arrivare.

Riusciva a vedere il sole e avrebbe tanto desiderato che si potesse spegnere in quel momento… Voleva tornare da Taemin….Non desiderava altro se non lui, lo voleva accanto a sé ora e per sempre.

< Ania. > la chiamò qualcuno, ma quel qualcuno non era affatto Taemin.

Lei si voltò nella direzione del suono e vide il “viscido”. < Tommy > disse lei ferma.

< Hai portato i soldi? > le domandò avvicinandosi a lei.

< No. E ho intenzione di non portarteli mai più. Avevamo detto ancora fino all’inizio dell’estate e ormai l’estate è quasi finita! > pronunciò furiosa.

< Credo che tu non abbia capito bene. >

< Ho capito perfettamente! Non puoi condannarmi! Lo sai meglio di me,no? Lo sai quante persone finirebbero dietro le sbarre > disse lei.

< La prima saresti tu! Subito dopo Jennifer, Marco e tutti i suoi amichetti. > disse Tommy calmo.

< Anche tu ! Ti credi innocente? Ti sbagli! Io non pagherò mai più per il tuo silenzio. > disse lei con le lacrime agli occhi.

Non ce la faceva più…. Voleva solo uscire da quella situazione. Tutto per uno sbaglio del passato! Avrebbe voluto solo dimenticare e vivere un nuovo domani solo lei e Taemin…. Solo loro due, senza nessun problema al mondo.

< Piccola… Se tu non fossi stata tanto ingenua tutto questo casino non sarebbe successo. > disse accarezzandole una guancia.

< Ti prego lasciami in pace. > lo supplicò lei tenendo lo sguardo basso.

< Ti faccio una proposta: il mio silenzio in cambio del tuo corpo > propose Tommy.

Ania si allontanò dal ragazzo facendo qualche passo indietro < No, mai. >

< Pensaci bene. Non sarebbe tanto male. Basta un solo rapporto adesso e io sparirò per sempre dalla tua vita. Non mi rivedrai mai più. > pronunciò lussurioso abbassandole già una spallina della maglietta.

< Non toccarmi! > gridò spingendolo via.

< Non dovresti fare così. Ti sto solo facendo un favore. > disse Tommy innervosito dall’atteggiamento della ragazza.

Ania non voleva assolutamente consumare un rapporto con quell’individuo: avrebbe piuttosto preferito la galera.

< Stammi lontano! Non ti avvicinare. > si voltò e fece per scappare, ma Tommy le fece uno sgambetto che la fece cadere a pancia in giù lasciando che la sabbia le bruciasse la morbida pelle.

Tommy approfittò della situazione mettendosi a cavalcioni sopra di lei che faceva di tutto per togliersi il viscido di dosso.

< AIUTO! > urlò Ania con tutto il fiato che aveva in gola.

< Shhh! Non gridare tesoro mio! > la zittì con un bacio che Ania non gradì per nulla e difatti gli morse il labbro inferiore ferendolo.

< Ahia! Ti piace col sangue!? > le chiese cattivo tirando fuori un coltello dalla tasca e puntacelo al collo < E ora vedi di tacere…… vedrai che non durerà molto >

< Sei un verme, infame! >

Tommy non la stava neanche ad ascoltare poiché le stava togliendo la maglietta e proprio in quel momento si sentì essere spinto via con forza e il viscido si ritrovò in un lampo sdraiato sulla sabbia con Taemin posizionato sopra di lui.

Il cantante l’aveva preso per il colletto e gli stava tirando parecchi pugni sul viso.

< Non la devi toccare! > disse Tae furioso come nessuno l’aveva mai visto.

Intanto che Tommy subiva i pugni del ragazzo cercava di afferrare con la mano il coltello che gli era caduto prima, quando Tae gli era saltato addosso come una furia.

Tommy riuscì ad afferrare l’impugnatura del coltello e fece per colpire Tae che però riuscì a vedere in tempo il luccichio della lama e potè, per fortuna schivare il colpo mettendosi in piedi davanti ad Ania.

< Ania chiama la polizia! > le disse, ma lei non ubbidì.

< Non posso > rispose solo.

< Ahaah! Certo che non può! Ania, non ti facevo così bugiarda. Perche non dici al biondino il motivo per cui ora siamo in questa situazione? Digli cos’hai fatto! >

Taemin si voltò per guardare Ania, che però non faceva altro che stare con lo sguardo puntato sulla sabbia… Non voleva che Tae sapesse, non ora che aveva capito da amarlo.

< Di cosa sta parlando? >

< Taemin io… ti amo …. Ti prego perdonami, perdonami, perdonami. > sussurrò lei ad un fil di voce mettendosi in ginocchio.

< Se non glielo dici tu, lo farò io ! > la minacciò ancora Tommy divertito da quella situazione.

< Ania! Dimmi che cosa sta succedendo. > la implorò Tae mettendosi in ginocchio accanto a lei.

< Succede che la ragazza accanto a te, l’anno scorso, è stata scoperta dal sottoscritto intenta a spacciare e a fare uso di droghe ovviamente illegali. Entro breve Ania compierà 18 anni e allora potrà essere arrestata senza problemi con la sua amichetta. A meno che non decidano di farmi tenere la bocca chiusa in cambio di parecchio denaro > disse Tommy tutto d’un fiato.

Taemin, si staccò leggermente dalla mora che ora aveva preso a piangere. Non sapeva cosa fare: da un lato avrebbe dovuto essere furioso con lei perche gli aveva tenuto segreto una cosa così importante e pericolosa, ma dall’altra parte sentiva ora più che mai il bisogno di proteggerla e di starle accanto scacciando via quel ragazzo fastidioso.

< Perche l’hai fatto? > non voleva sapere altro…. Solo il motivo di quel gesto.

< Non avevo scelta. >

 

 

 

Note dell’autrice: ciao a tutti!!!! :D !
Questo è un capitolo che non dice tanto dì per sé, ma mi occorreva un capitolo intero per far scoprire cos’era Ania prima.

Spero vi piaccia!

 

BUON NATALE!!!!!!! :D !!!!

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Capitolo 16
*** Innamorato di una Stella ***


Innamorato di una Stella

Non voglio crederci

Ehi, ti amo Jojo

Resta! Ho coperto entrambi gli occhi, ero cieco.

Tutto andrà bene, quindi Jojo dimmi solo perche

 

 

Avrebbe dovuto essere una mattinata piena di gioia: si sarebbero dovuti svegliare l’uno abbracciato all’altra, avrebbero ricordato con allegria la sera precedente per poi andare in sala da pranzo a fare colazione col resto del gruppo. Era questo quello che si era immaginato Taemin e mai avrebbe immaginato che invece si sarebbero trovati lì sulla riva della spiaggia a discutere sul passato di Ania.

Tommy li aveva lasciati da un pezzo ed era forse passata più di un’ora da quando Taemin era arrivato al beatch, ma nonostante ciò la ragazza non voleva, o meglio non riusciva a rivelargli la motivazione di quel suo gesto.

< Perche non mi hai detto niente? Perche l’hai fatto!? > continuava a chiederle sperando in una risposta.

< Non pensavo che…. Non volevo coinvolgerti…. Volevo solo rendere tutto migliore… non potevo fare altro. > farfugliava lei senza lasciare la mano del cantante che avrebbe solo desiderato conoscere meglio i pensieri di Ania.

< Ti prego parla. >

< Io…non ci riesco > disse solo la ragazza in lacrime lasciando la mano del ragazzo e mettendosi a correre verso casa.

Taemin, sia per la rabbia, la tristezza e l’indecisione sul da farsi decise di lasciarla andare. Semplicemente la guardò mentre spariva tra le persone. Iniziava a pensare che forse era stato un errore passare una vacanza in Italia, innamorarsi perdutamente di lei e voler perdere tutto pur di farla felice. Tornò lentamente in hotel invaso da mille e mille pensieri che gli tormentavano la mente e la prima persona che vide nella hall fu Jonghyun che sorrise al più piccolo andandogli incontro e abbracciandolo come si abbraccia un fratello.

< Ehi fungo! Avete fatto un casino ieri notte….! Wow! Dai raccontami tutto: com’è andata? > chiese il Bling preso dalla curiosità di sapere.

< Jongh…. Ho sbagliato tutto. Mi sono innamorato della persona sbagliata. > sussurrò tenendo lo sguardo basso e ricordando della prima volta che aveva visto Ania: se la ricordava così bella, fragile. Lei, i suoi occhi, il loro scontro al ristorante, le sue mani così premurose di volerlo far star bene, i suoi capelli che tanto aveva accarezzato con dolcezza e le sue labbra così morbide, che sembravano fatte apposta per lui.

< Che cosa? >

< Io l’amavo e lei…. Lei non mi parla! > urlò indiavolato tirando un forte pugno al muro. Tutte le persone lì presenti si voltarono a fissarlo e a questo punto Jongh decise di farlo salire al piano di sopra per capire meglio cosa fosse successo di tanto grave.

Ritornarono nella loro camera da letto (in disordine come al solito, ma ormai sembrava fossero abituati a quel casino).

Jongh si sedette sul letto a gambe incrociate e incitò Tae a sedersi accanto a sé, ma questo rifiiutò l’offerta facendo avanti e indietro per la stanza.

< Allora? Vuoi fare ancora qualche chilometro per la camera oppure mi dici che hai? > disse Jongh cercando di sdrammatizzare.

Il maknae si bloccò tenendo i pugni saldi, quasi come se non volesse fare arrivare sangue alla punta delle dita.

< Ania… Mi ha tenuto segreto una parte di lei troppo importante…. Ha detto che l’ha fatto per non coinvolgermi > pronunciò lui guardando verso l’alto.

< Cioè? Ora non venirmi a dire che è una prostituta! > disse il più grande provando a far sorridere Tae.

< Jongh sono serio. >

< Ok, ok… Ti chiedo solo di sbrigarti a dirmelo perche dovrebbe arrivare Jennifer da un momento all’altro. >

Jennifer! Ma certo! Lei sapeva di sicuro il perche Ania aveva deciso di spacciare droga, doveva saperlo per forza.

Non ci fu il tempo per commentare che qualcuno bussò alla porta con un sonoro “Jongh, sono Jenn! Apri!”.

Fu Taemin ad aprire la porta, ma non fece entrare la ragazza, bensì fu lui ad uscire dalla stanza dicendo all’amico < Te la rubo per dieci minuti. Devo chiederle una cosa >

< Ehi Tae! Com’è andata con Ania? > domandò Jenn sorridendo al maknae.

< Usciamo un attimo Jennifer, poi ti lascio con Jongh > rispose senza considerare la domanda di lei che si limitò a seguirlo giù per le scale fino all’uscita dell’hotel.

< Cosa mi devi chiedere? > chiese sempre con quel bellissimo sorriso stampatole sul volto.

< Ania era una spacciatrice? Se si ti prego dimmi perche. > disse lui tutto d’un fiato.

A questa domanda Jennifer s’impallidì ed il sorriso che aveva fino a qualche secondo prima sparì sostituito da un’espressione preoccupata.

< Come fai a… >

< Lo so e basta. Voglio una risposta. > disse serio

< E’ meglio se te lo dice lei… Io non posso >

< Lei non me lo dirà mai Jennifer. Aiutami almeno tu! Tu prego, non so più come comportarmi con lei. Ho paura che dovrò lasciarla andare… >

< No! Ok… La vita di Ania non è mai stata facile. Lei e la sua famiglia hanno sempre dovuto combattere contro la povertà. Sono sempre stati ad un passo dal baratro e quando la madre di Ania è morta…. >

< La madre di Ania è morta quando era molto piccola. Me l’ha detto lei >

< Era una bugia Tae… La madre di Ania è morta poco più di un anno fa! Suo padre non ha retto il colpo e per un lungo periodo ha lasciato il lavoro. Ania non poteva lavorare, non aveva ancora compiuto i sedici anni e non aveva neanche un lavoro part-time. Io ho provato ad aiutarla, ma non bastava. Finche un giorno Marco non le ha proposto quella soluzione e in quel momento sembrava pure essere una buona idea. Lei non voleva farlo, ma non voleva neppure morire di fame, lo capisci!? > disse Jennifer rimembrando alle condizioni dell’amica un anno prima.

Taemin rimase muto, scioccato da tale storia. Come aveva potuto trattarla così? Aver pensato anche solo per un istante che Ania avesse fatto tutto ciò di sua spontanea volontà.

< Da quando sei apparso tu nella sua vita lei è diversa. Tu l’hai cambiata, tu l’hai riportata sulla retta via, tu l’hai fatta innamorare! Lei ti ama, non l’ho mai vista così felice. >

< Perche non mi ha detto niente? > domandò Taemin portandosi una mano davanti agli occhi cercando di nascondere gli occhi lucidi.

< Voleva tenerti lontano da tutto questo…. > disse Jenn a bassa voce.

 

Taemin si rinchiuse tutto il pomeriggio nella propria stanza approfittando del fatto che Jongh fosse uscito con Jennifer per andare al bar a prendersi un gelato.

Era da solo, sul letto a fissare ininterrottamente il soffitto. Immaginava Ania, la sua Ania tra le mura di casa in lacrime. Desiderava parlarle al più presto per chiederle perdono per essere stato così cieco, per averla lasciata andare senza dire nulla e per non averla compresa.

Piano piano arrivò la sera e quando Jonghyun tornò in stanza vide Taemin disteso a pancia in su sul letto matrimoniale: non si era mosso da quella posizione per tutto il giorno.

< Ehi piccolo è da molto che sei lì? >

Il biondo si voltò guardando l’orologio. Erano le 9 di sera.

< Più o meno da 5 ore. >

< Wow….Sei in pausa di riflessione? >

< Esatto. Visto che sei in piedi puoi prendermi il cellulare? E’ sul comodino. >

Il comodino era proprio attaccato al letto e a Taemin sarebbe bastato allungarsi per afferrarlo, ma proprio non ne aveva voglia di muoversi di lì.

< Guai a fare troppi sforzi. > disse Jongh lanciandogli l’oggetto.

< Hai mangiato qualcosa almeno? > chiese il Bling infilandosi il pigiama.

Taemin quel giorno non aveva mangiato nulla se non le sue unghie. Aveva giusto bevuto un po’ d’acqua prima di mettersi nel letto.

< Certo >

Detto ciò inviò un messaggio ad Ania con scritto “Ho bisogno di parlarti. Ci vediamo tra dieci minuti sul lungomare. Non mancare”

< Jongh mi passi le scarpe? >

< Ma lo sai che alla fine delle braccia hai ben due mani per prenderti le cose da solo? > ironizzò lui afferrandogli ugualmente un paio di all stars nere che il maknae s’infilò ai piedi prima di uscire dalla stanza.

< Grazie mille. Ci vediamo dopo > disse prima di chiudere la porta dietro di sé.

< Vedi di non tornare domani mattina! > gli urlò Jongh da dentro la camera.

 

Una volta che Tae raggiunse il lungomare si sedette sulla sabbia portandosi le gambe al petto e mettendosi a fissare la luna. Era uno spettacolo mozzafiato vedere la luce lunare così chiara riflettersi sull’acqua salata….

D’un tratto qualcuno si sedette proprio affianco al ragazzo e non volle molto per capire chi fosse. Non si dissero nulla per i primi minuti e rimasero entrambi muti a fissare il mare, apparentemente interminabile.

< Mi dispiace. > disse ad un certo punto il cantante.

< Sono un’idiota. > rispose Ania posando il proprio sguardo sul profilo segnato di Taemin che si alzò improvvisamente guardando le stelle.

< Guarda: sono così tante, così belle e luminose. > sussurrò lui porgendole la mano a facendola alzare.

C’era una stella in particolare più brillante delle altre, più grande e ben più visibile.

< La vedi quella? Tu per me sei quella stella… Sei così raggiante, così solare, bella. Tutte le altre per me sono irrilevanti. Ania io mi sono innamorato di quella stella, sono innamorato di te e non m’importa dei tuoi atti impuri, non m’importa di cosa ti sei macchiata. Ti amo all’infinito e non voglio mai più vederti piangere. > pronunciò accarezzandole una guancia e baciandola passionalmente. Non c’era niente di più bello: solo loro due visti dalle stelle, davanti al mare che rispecchiava la loro immagine.

 

 

 

 

Note dell’autrice: ciauzzz!!!

Non so mai cosa dire qui se non che spero che vi piaccia il mio stupido capitolo. Grazie mille a tutti!!!! :D Un bacione grande!

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Capitolo 17
*** Sorpresa Inaspettata ***


Sorpresa inaspettata

Non lasciare andare queste mani.

Fino alla fine io sarò felice se potrò correre da te.

Se pensi di riuscire a decollare allora vai avanti, vola e vivi.

Cit: “Better”

 

 

Taemin perdonò Ania e da quella sera vissero felici vedendosi tutti i giorni senza nominare nuovamente la droga, ma scambiandosi opinioni, baci e quant’altro. Jennifer li chiamava “la coppia del cuore” perche sembravano inseparabili dopo quanto accaduto. Anche Jennifer e Jonghyun non se la passavano male, al contrario questi ultimi avevano ultimamente preso l’abitudine di fare l’amore quasi ogni sera in hotel, mentre Tae e Ania in quanto attrazione fisica ci andavano più alla leggera e facendo comunque molta più attenzione.

Ora Jennifer e Ania avevano preso più seriamente l’idea di partire per la Corea assieme agli SHINee e difatti avevano già iniziato a pensare a tutto: la lingua, il posto dove stare, la scuola….

L’estate era ormai agli sgoccioli ed era difatti il primo giorno di settembre quando Ania e Jenn furono invitate in hotel per discutere sulla loro partenza.

< Io in pratica dovrei smettere di lavorare come cameriera e la cosa mi riempie di gioia, però allo stesso tempo devo dire a mio padre che andrò a vivere dall’altra parte del mondo con persone a lui sconosciute. > pensò Ania ad alta voce stando seduta a gambe incrociate sul letto matrimoniale di Jongh e Taemin.

< Proverò a parlare io con tuo padre, ma mi è sembrato un tipo piuttosto calmo e ragionevole. E poi non starai via per sempre: ho intenzione di fare molte vacanze qua in Italia > le disse calmo il maknae seduto su una sedia.

< Ok ora passiamo ad un altro problema: loro vivranno con noi cinque? > domandò Key già eccitato all’idea di condividere la casa con quelle che erano diventate buone amiche di shopping.

< Casa nostra è grande e quindi ci stanno senza troppi problemi > rispose Onew < Siiiii!!!! SHOPPING TUTTI I GIORNI! > esultò Kibum.

< Ahaha! Almeno ora ho qualcuno che venga a correre con me al mattino visto che a Jenn piace la corsa > pronunciò Minho esaltato.

< Si, mi piace correre, ma diciamo pure che non sono una lepre. >

< Altro problema! Scuola! > s’intromise nuovamente Ania alzando una mano come per chiedere il permesso di parola.

< Neanche questo ci ostacola mia cara. Visto che non avete nessuna materia da recuperare starete un anno intero senza scuola per imparare il coreano, poi v’iscriverete in una scuola, farete gli esami ed è fatto. > rispose Taemin facendolo sembrare quasi un gioco.

< Non vedo l’ora di fare lezioni di coreano ! Iniziamo con saranghae Jennifer! > parlò ora Joghyun che era rimasto zitto ad ascoltare per tutto il tempo.

La ragazza guardò il partner con sguardo interrogativo per poi chiedere a Minho se l’avesse appena mandata a fanculo.

< Ahaha! No ! Vuol dire “ti amo” > la corresse il rapper.

< Ohh!! Ti amo anch’io Bling! > disse Jenn dando un tenero bacio a stampo a Jongh.

< IDEA! > urlò ad un tratto Ania facendo sobbalzare Onew.

< Tae la tua tipa ha la voce più squillante che abbia mai sentito > commentò proprio Jinki mentre si massaggiava l’orecchio < Lo so. Il bello è che a volte urla anche quando parla pensa un po’ te. >

< Qual è la tua idea? > le chiese Jonghyun curioso.

< Stasera andiamo tutti e sette a cena da dove lavoro io. Tanto oggi sono in pausa perche ho già fatto il turno ieri sera e così lo diciamo a mio padre: che ne dite? >

< L’idea è buona, ma ho paura che quello stronzo di Paolo mi cacci appena mi vede. > le ricordò Taemin.

< Fidati che se mangi e quindi paghi lui non ti caccia. Allora? Vi va di cenare da Parodi? > lo rassicurò lei mettendosi poi in piedi sul letto agitando le mani imitando i cantanti durante i concerti.

< SIII!!! > urlarono tutti all’unisono.

< Non vi ho sentiti!!!! Più forte! >

< SIIIIIIIIII!!!!! > - < E’ così che vi voglio ! >

Taemin afferrò poi Ania come se fosse un sacco di patate facendola scendere dal letto e lasciandola accanto a Jennifer la quale saltò sulle spalle di quest’ultima urlando < Al galoppo! >

< Jennifer sei tanto dolce e tanto bella, ma mi si spezza la schiena. > commentò Ania.

< Ehi!!!! Ci fate un mini concerto davanti? Vi prego cantateci qualcosa! > supplicò Jenn scendendo dalla schiena dell’amica.

< Ahaha! Ma si dai. Così tanto ci alleniamo! Jongh metti “Lucifer” nel cellulare > disse Key prendendo già posizione.

Così Ania e Jennifer si sedettero sul letto ad osservare gli SHINee ballare quella canzone così bella, veloce… Vederli ballare e cantare così da vicino era un qualcosa di meraviglioso: sembrava stessero volando e le loro voci apparivano così melodiose e angeliche.

Quando Jonghyun emanò il suo altissimo acuto qualcuno bussò alla porta urlando < L’abbiamo ancora finita con questo casino!? > era un uomo anziano, lo si sentiva benissimo dalla voce.

A questo punto tutti e sette si misero a ridere sonoramente fermando sia musica che balletto.

< Magari stava pure dormendo ! > disse Onew ridendo ed immaginando la scena del vecchio che dormiva e che veniva svegliato bruscamente dalle loro urla.

< Guarda visto che ha interrotto il mio meraviglioso acuto e l’ha pure chiamato “casino” ci godrei se l’avessimo svegliato > disse Jonghyun.

< Jongh sei il solito > gli disse Jennifer andando ad aprire la porta, ma quando fece per afferrare la maniglia le si appannò la vista e perse l’equilibrio. Fortunatamente accanto a lei c’era Minho che l’afferrò prima che potesse cadere.

< Ohi! Tutto bene? > le domandò il rapper raggiunto in un velocità spaventosa da Ania e Jonghyun.

< Ehm… si, si, ho solo perso l’equilibrio > si giustificò lei sedendosi sul letto.

< Sicura? > chiese Ania preoccupata < Si > fu la risposta.

< Forse è meglio rimandare la cena di stasera a un altro giorno … > propose Jonghyun sedendosi accanto a lei.

< No, non occorre. Ora sai cosa faccio amore mio? Vado a casa mia con Ania e ci facciamo belle per stasera. Ci vediamo più tardi dal ristorante. > disse Jenn dandogli un altro bacio, ma lasciandolo lo stesso perplesso.

Così le due ragazze uscirono dall’hotel dirigendosi verso casa di Jennifer ovviamente spopolata ed iniziarono a truccarsi, ad acconciarsi i capelli e a scegliere abiti adatti.

< Ehi che dici magari alla fine di stasera invito Tae a casa mia. >

< Wooo si ! Ti ci vuole un completino sexy! >

< Che ovviamente mi presterai tu! >

< Hai le tette troppo piccole Ania ! Ahaha! > rise Jenn mettendosi la matita nera.

< Ah Ah! Che ridere…. Ma sei sicura tu piuttosto di stare bene? > si preoccupò nuovamente la mora.

< Si. E sai una cosa? Ultimamente faccio dei sogni strani…. L’altra sera ho sognato di essere vestita con dei fiori e che fossi circondata dalla natura. > raccontò Jenn lasciando l’altra sbigottita.

< Tu sei strana > canticchiò difatti Ania.

< Sarà…. C’ho una fame da lupi! Mi mangerei qualsiasi cosa. > affermò andando in cucina e prendendo un pacchetto di grissini che iniziò a mangiare velocemente.

Ania seguì l’amica in cucina con un dubbio in testa e mentre la guardava mangiare le venne in mente una cosa che forse l’avrebbe potuta benissimo intimorire.

< In questi giorni ti è capitato di vomitare? > domandò la mora avvicinandosi lentamente.

< Vomitare no, ma la nausea si. Perche? >

< E da quant’è che non hai il ciclo? >  chiese staccando il calendario dal muro e porgendolo a Jenn che rabbrividì intuendo a dove Ania volesse andare a parare.

< Da…un mese… Non starai forse dicendo che… >

< Credo che il signor Jongh dovrebbe comprare profilattici più resistenti. > le disse con la schiena appoggiata al muro.

< Oddio! Ania ti rendi conto!? Come fai a startene lì tranquilla! Forse sono incinta e ho solo diciassette anni! Non so se ci arrivi >

< Non vedo il problema Jenn! Hai solo da essere felice. Pensaci un attimo: avete i soldi per mantenerlo e vi amate. Meglio di così! >

< Si, ma diventare madre quando io stessa sono ancora una bambina non mi attira molto….magari poi sono solo coincidenze Ania. > disse Jenn toccandosi la pancia con la mano e mordendosi il labbro inferiore.

< Per toglierci ogni dubbio ora io e te usciamo e compriamo il test di gravidanza. Forza! Prendi le chiavi e la borsa. > disse la ragazza cercando di mantenere la calma.

Uscirono di casa e si diressero in farmacia dove comprarono ben due test per essere sicure di quanto Ania affermasse. Andarono al ristorante usando subito la toilette dove Jennifer provò il primo test.

< Tra due minuti mi compare il risultato! Sto in ansia. > pronunciò la diretta interessata facendo avanti e indietro per il bagno.

< Stai calma! E se fosse positivo questa è la serata giusta per dirlo a Jonghyun! >

Attesero pochi minuti prima di leggere che il risultato del test fosse….. positivo

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Capitolo 18
*** Svolte ***


Svolte

Il motivo che mi spinge a respirare sei TU

Il motivo per il quale canto sei TU

Il motivo che mi spinge a correre sei TU

Il motivo per il quale io ballo sei TU

Il motivo per cui vivo sei TU

"CIT. Y.O.U"

 

 

Ania e Jennifer rimasero in bagno per quasi un’ora, finche non decisero che era giunto il momento di incontrare gli SHINee all’entrata del locale per poi consumare insieme la cena.

Mentre le due ragazze scendevano le scale, Jenn potè chiaramente vedere il suo ragazzo con la schiena appoggiata alla porta d’ingresso che le stava aspettando accompagnato dagli altri quattro compagni.

< Ania… Ho paura… > le disse prendendole il braccio.

< Jenn ! Di cos’hai paura? Preferisci stare appollaiata in bagno e aspettare l’illuminazione oppure mangiare e dire a Jongh la verità? > domandò la mora.

< Mmmmh… Appollaiata in bagno! >

< Non fare la stupida. Guarda! Ci hanno viste. Fai ciao con la manina e sforzati di sorridere. > pronunciò Ania sorridendo a Taemin che ricambiò il gesto avvicinandosi alle due.

Il maknae fu il primo ad andare loro incontro seguito successivamente da Jonghyun, Minho, Key e Onew.

< Buonasera amore mio bello. > disse Taemin baciando a stampo Ania che lasciò il braccio dell’amica per afferrare la mano del partner.

< Ciao Jenn > salutò Jonghyun cercando di imitare l’altra coppia, ma Jennifer si limitò a sorridergli e a donargli un breve abbraccio.

< Ciao ragazze! Siete splendide! Dove ci sediamo? > chiese Key.

< Ho prenotato quel tavolo laggiù. Dai mangiamo che Jennifer sta morendo di fame > rispose Ania conducendoli al tavolo da lei indicato.

Mentre gli altri si sedevano Minho notò che Jennifer aveva l’ombelico scoperto. < Jenn, hai la pancia scoperta. > disse difatti.

< Stai dicendo che sto ingrassando? Che sto diventando più grassa di una balena!? Bè scusa se la mia ciccia straripa da ogni dove! Anche io vorrei essere magra come voi cinque, ma invece sono una palla di lardo che rotola invece di camminare. > rispose la ragazza stizzita.

Tutti la guardarono con aria interrogativa, in modo particolare Jonghyun, mentre Ania si mise a ridere sonoramente.

< Er… non dicevo quello… volevo solo farti notare che hai la maglietta corta…. > disse Minho non capendo cos’aveva detto di sbagliato.

< Si…. Ordiniamo? > propose Onew interrompendo quell’atmosfera.

Così tutti e sette mangiarono la loro porzione di cibo, solo che Jennifer mangiò pure buona parte del piatto di Jonghyun che ancora pensava alla reazione precedente della sua ragazza.

Jennifer decise di mangiare pure un dolce, ovvero due grandi palle di profitterol al cioccolato e ripiene di panna.

< Quindi domani all’aeroporto facciamo sette biglietti e non solo cinque? > domandò Onew.

< Si. Questa sera ne parlerò con mio padre, ma mi ha sempre ripetuto di dover seguire i miei sogni ed il mio sogno è Taemin. Non ci posso rinunciare. > disse Ania guardando il maknae.

< Ohhhh! Che teneri che siete assieme! Tu Jenn? > chiese Key notando che però l’altra ragazza sembrava essere completamente assorta dalla conversazione. Jennifer difatti aveva lo sguardo fisso sul tavolo e la mano destra appoggiata alla pancia.

< Jenn? > la richiamò Minho, ma ancora nessuna risposta.

< Amore ti senti bene? > intervenne Jongh e solo a quel punto Jennifer si alzò bruscamente dalla sedia correndo verso il bagno con una mano davanti alla bocca.

Jonghyun non ci pensò due volte e la seguì fino alla toilette dove la vide rimettere sul lavandino tutto quello che aveva mangiato durante la cena. Si avvicinò a lei prendendole i capelli facendo si che questi non si sporcassero e appoggiò una mano alla sua schiena per rassicurarla, ma nel profondo iniziava ad essere davvero preoccupato.

< Jenn… Non è che hai la febbre? >

< …. N-no… Ho mangiato troppe cose stasera…. > rispose sciacquando il lavandino con l’acqua.

< Sicura di stare bene? Vuoi che ti accompagni a casa? >

Quella sarebbe stata l’occasione perfetta per parlare con Jonghyun e perciò acconsentì. La coppia salutò tutti, uscì dal ristorante e s’incamminarono a piedi verso la villa della ragazza.

Rimasero entrambi in silenzio per tutto il tragitto e si decisero a parlare solo quando arrivarono davanti alla villa.

< Bhè…. Ti senti meglio? > chiese il Bling guardandola ancora preoccupato.

< Si. Vieni, entra in casa: dobbiamo parlare > disse Jennifer facendolo poi accomodare in salotto.

< Mi vuoi scaricare? > domandò Jongh già preoccupato: di solito quando le ragazze dicono “ti devo parlare” le loro intenzioni sono abbastanza ovvie.

< No, ma che dici? Spero che sia tu a non scaricare me quando ti dirò quello che ti devo dire… > rispose Jenn sedendosi accanto a lui.

La casa era deserta fortunatamente: Luke era fuori con gli amici, mentre i genitori erano come al solito fuori città per lavoro.

< Che succede? >

< Ricordi quando siamo stati al parco a guardare i bambini giocare? T-tu dicesti queste esatte parole “Un giorno vorrei avere dei figli e sedermi al fianco di mia moglie per vederli giocare…. Crescere.” > recitò Jennifer socchiudendo gli occhi e ricordando il tono di voce con il quale Jonghyun era riuscito a pronunciare quelle parole.

< Si che me lo ricordo. Dove vuoi arrivare? >

< Jongh…. Se quel momento arrivasse un po’ prima del previsto? Se potessi vedere tuo figlio tra nove mesi? > Jonghyun spalancò gli occhi in modo esagerato, si alzò di scatto in piedi e guardò Jenn sorpreso.

< N-non dirmi che… > balbettò lui.

< Sono incinta. Lo so che questo ora può sembrare un ostacolo o un intralcio per la nostra relazione, ma … è successo e non voglio abortire…. > pronunciò la ragazza alzandosi a sua volta e afferrando la mano del cantante che ora si era messo a fissare il pavimento con aria incredula.

< Non scappare… > lo supplicò.

Jonghyun si voltò lentamente verso la ragazza e con una mano le accarezzò la guancia asciugando una sua lacrima. < Ricordi che altro ti dissi quel giorno? “Spero che la fata non scappi di nuovo questa volta” e tu non rimasi con me per tutta la mattina. Non ti lascerò mai Jennifer. MAI. Ma ora ho solo un po’ di paura… > disse Jonghyun abbracciandola affettuosamente.

< Di cosa? >

< Di non riuscire a fare il padre quando io stesso sono ancora un bambino… paura che tu dovrai sopportare i dolori del parto a soli 17 anni. > rispose lui.

< Bè… ne compio 18 tra un mesetto perciò… > cercò di sdrammatizzare la ragazza.

Jonghyun le sorrise a la baciò afferrandola per i fianchi e successivamente insinuò la propria mano sotto l’abito di lei andando a toccarle i seni.

< J-Jongh… Non qui. > gli sussurrò lei all’orecchio conducendolo nella camera matrimoniale dove entrambi si spogliarono lasciando cadere gli abiti disordinatamente a terra.

Jonghyun si posizionò a cavalcioni sopra di lei iniziando a masturbarla prima con un dito, poi con due ed infine con tre, mentre lei gemeva facendo scorrere la propria mano sull’erezione del cantante.

< Sei pronta? > le domandò stando ben attento a non urtarle in nessun modo la pancia.

< Si >

Lui la penetrò prima delicatamente, poi sempre con più velocità finche la stanza non fu invasa solo dai loro gemiti di piacere.

Dopo qualche minuto Jonghyun raggiunse l’orgasmo e si accasciò stanco accanto a Jennifer che lo coccolò accarezzandogli i capelli e lasciandogli dei lievi baci sul viso.

< Domani voglio venire con te in aeroporto e dirò ai miei che ho intenzione di starti accanto per sempre > pronunciò Jenn dolcemente.

< Come farai a dire loro che sei incinta? Mi ammazzeranno… >

< Non glielo dirò infatti. Almeno non prima di partire. >

 

 

La mattina dopo in hotel

 

Taemin e Ania erano nudi, abbracciati sotto le coperte del letto matrimoniale mentre lui portava la mano sui fianchi di lei, sui seni e sulle chiappe belle sode.

< Mmmh… eh dai Tae ieri sera ci abbiamo già dato abbastanza, non credi? >

< Si, ma lo sai che io sono insaziabile, vero? > disse baciandola a stampo, ma lei si alzò dal letto vestendosi lasciando il maknae coricato sul letto col broncio.

< Vado al ristorante: devo parlare con mio padre della mia partenza. Glielo dovevo già dire ieri sera, ma quando ti sei messo la cravatta di Minho non ho saputo resistere. Adoro gli uomini sexy in giacca e cravatta > pronunciò aprendo la porta della stanza.

< Poi fammi sapere ! Ci vediamo dopo amore. >

< Ti amo! > disse lei ad alta voce prima di uscire dirigendosi al ristorante dove subito vide Paolo adirato come tutte le mattine.

< Sei in ritardo! Ancora! Sarà la quindicesima volta in un mese che arrivi in ritardo ! > gridò l’uomo alla ragazza che però non lo degnò neanche di uno sguardo e si diresse subito in cucina trovando suo padre intento a preparare la sfoglia delle pizze.

< Ania! Che fine hai fatto ieri sera teppistella? > la salutò il padre caloroso.

< Ho dormito da Jennifer. > mentì lei < Papà io me ne vado…. >

< Mi raccomando guardate bene gli orari del treno e torna a casa presto che vorrei mangiare ad un orario decente. > disse finendo una sfoglia ed iniziando subito a prepararne una nuova.

< No, non hai capito. Me ne vado via dall’Italia. Vado a vivere in Corea con Taemin, il ragazzo di cui mi sono innamorata. > comunicò tutto d’un fiato.

< C-come? Parli di quel ragazzo che qualche settimana fa è venuto a chiedermi dove ti trovassi? >

< Si, è lui. E sappi che non ti ho chiesto SE posso partire, io ti ho INFORMATO che tra qualche giorno me ne andrò. > rispose fredda.

Lui lo guardò tristemente lasciando il lavoro con le sfoglie e abbracciando la ragazza che ricambiò il gesto avvolgendo le proprie braccia attorno alla sua schiena.

< Voglio solo che tu torni a trovarmi di tanto in tanto… > disse il padre stringendola.

< Non ti preoccupare. Verrò ogni volta che mi è possibile. Ora scusa, devo fare una cosa che ho sempre sognato > pronunciò Ania staccandosi e tornando verso l’entrata dove c’era ancora Paolo che accoglieva ogni cliente con sorriso falso.

< Ania! Perche ancora non hai la divisa? Sono stufo di doverti ripetere sempre le stesse cose! > le urlò contro.

< Non ce ne sarà più bisogno, perche io mi licenzio! Me ne vado via da questo paese di merda! MI LICENZIO! > gridò la mora facendo voltare tutti i presenti.

< Ma come ti permetti? >

< Ma come ti permetti te a rompere le balle alle persone e a trattarle come delle bestie! Io me ne vado! > disse facendo per uscire, ma le venne in mente un’altra cosa da fare, perciò tornò indietro, afferrò un bicchiere di vino e lo versò in testa a Paolo che s’indiavolò guardando la ragazza con disprezzo.

< Questo è per aver cacciato il mio ragazzo > e ora sì che potè uscire soddisfatta dal ristorante.

 

 

Note dell’autrice: mancano ancora due capitoli alla fine di questa fan fiction :D !!!!

Mi sono divertita tantissimo a scrivere questo capitolo e ringrazio tutti quanti J! Un bacione!

 

 

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Capitolo 19
*** Una Nuova Vita Con Te. ***


 

Una Nuova Vita Con Te.

Grazie a te so cos’è l’amore.

Sei la mia M.V.P. Sei così bella, guardandoti divento matto.

Anche se è un vero peccato, io ti ho dato un vero amore in questa giovane età.

Cit “Replay”

 

 

 

 

 

Dopo essersi licenziata in uno dei modi migliori del mondo, Ania telefonò a Taemin per dirgli che era andato tutto bene e che si sarebbero rincontrati nel pomeriggio per stabilire il giorno della partenza assieme a tutti gli altri.

Tornò nell’appartamento in cui viveva per iniziare a racimolare un po’ di roba in valigia, tra cui documenti, passaporto e carta d’identità. Si rese conto però che non aveva neppure la valigia, così radunò tutti i propri vestiti sul letto del padre per poi chiamare Jennifer proponendole di vedersi tra dieci minuti dal tabaccaio di fronte casa e difatti le due si incontrarono serene e felici dopo pochi minuti.

< Perche mi hai chiesto di venire qui? > domandò Jennifer sorridente.

< Ho pensato che sarebbe stato furbo comprare un po’ di roba prima di partire. Poi magari ci mangiamo qualcosa fuori, dopodiché andremo in aeroporto con i ragazzi. > rispose Ania afferrando un elastico e legandosi in capelli in una coda da cavallo.

< Mi sembra buona come idea. Cosa volevi comprare? >

< Quattro pacchetti di sigarette, più tabacco, cartine e filtri. Non ho idea di che cosa fumino in Corea e io non voglio stare in astinenza. > pronunciò la mora entrando dentro il tabacchino e uscendo qualche secondo dopo con la borsa piena di pacchetti.

< Tu hai smesso? > chiese estraendo una Black Devil dal primo pacchetto.

< Non credo sia molto salutare per il bambino. > disse Jenn anche se comunque era tentata pure lei di entrare dentro e comprarsi un pacchetto.

< Ah già ! A proposito: come l’ha presa Jonghyun? > domandò mentre s’incamminavano verso un negozio d’abbigliamento per poi passare subito dopo a comprare più valige possibili.

< Subito non ci poteva credere, mi sembrava piuttosto scosso. Ma poi…. Si tutto è andato per il verso giusto insomma. > Jennifer ricordò la sera prima di quando il fidanzato l’aveva baciata, accarezzata, calmata….

< Capito. Avete già pensato a un nome? >

< Eh? N-no…. Cioè… non ne abbiamo neanche parlato. >

< A te piacciono i nomi giapponesi, no? Perche non ne proponi uno al Bling? Pensa se è un maschio figo come il padre ! Sarà pieno di ragazzine che gli corrono dietro > s’immaginò Ania fumando.

 

Le due acquistarono diversi oggetti importanti per la iniziare una nuova vita tutta diversa, lontane da tutto quello in cui erano cresciute durante quei 17 anni. Ania decise di prendere tre grosse valigie per essere sicuri che ci stesse tutto.

< Come l’hanno presa i tuoi quando hai detto che partivi? > chiese la mora bevendo una bottiglietta d’acqua minerale.

< Gliel’ho detto stamattina e ho anche presentato Jonghyun. Mio padre era leggermente adirato e guardava Jongh come se fosse un mostro. Mia madre era “neutra” mentre mio fratello si è messo a piangere. Ma sapevamo che prima o poi questo giorno sarebbe arrivato. > rispese Jennifer con un velo di tristezza osservando l’amica intenta a prepararsi la prima valigia.

Al contrario di Ania, Jennifer non sapeva proprio casa pensare della loro scelta. Era stato tutto così improvviso, così veloce che credeva di vivere dentro un sogno e che prima o poi si sarebbe dovuta svegliare. Il problema era che neanche lei sapeva definire tutto ciò il sogno più bello del mondo, oppure un immenso incubo.

< A che pensi? >

< E…se stessimo sbagliando? Se poi ce ne pentiremo? Se poi quando arriviamo in Corea, Jonghyun avrà altre cose da fare invece che stare con me? Se poi lui viene preso male a causa del bambino? Se succedesse qualcosa di grave nella nostra assenza? > disse tutto d’un fiato la ragazza sedendosi sul divano.

Ania rispose a tutta quella miriade di domande con una leggera smorfia, ma poi le sorrise accarezzandole una guancia per calmarla.

< E se… e se…. E se… ! Queste sono le cose negative che ci potrebbero accadere. Perche non metti in luce quelle positive? >

< E quali sarebbero? > domandò mostrando un bellissimo sorriso.

< Ma me lo chiedi anche!? Vivere in un paese diverso, abbandonare tutta la merda da cui siamo state ricoperte per anni, abitare con Taemin, Jonghyun, Minho, Key e Onew, imparare una nuova lingua, continuare gli studi a Seoul e diventare qualcuno. Avrai un figlio da Jonghyun! Sarete la famiglia più felice del mondo Jennifer! > pronunciò Ania contenta al solo pensiero di poter vivere diversamente fuori dall’Italia.

Jenn non ebbe il tempo di commentare perche fu interrotta dallo squillare del cellulare di Ania che rispose felice a quello dall’altra parte.

< Amore! Novità? …. Mmmh… ok…. Siete stati cattivi però ! A quando il volo? …. Va benissimo! Si… ora lo dico a Jennifer. Ci vediamo stasera in hotel e ti racconto tutto. Ciao Tae!! > e riattaccò tornando a guardare l’amica ansiosa di sapere quanto si fossero appena detti i due fidanzati.

Dopo diversi secondo di silenzio, un nuovo sorriso si fece spazio nel volto di Ania mentre Jennifer era ancora seduta sul divano in attesa di notizie.

< Allora!? Che ti ha detto!? >

< SI PARTE TRA DUE GIORNI! Sabato mattina alle sei c’è il nostro aereo! Sono andati in aeroporto senza di noi quei cattivoni perche si erano dimenticati che volevamo venire anche noi. Ma poco importa! Hai mica visto il mio passaporto da qualche parte per terra? > disse Ania raggiante lasciando Jennifer senza parole.

Sarebbero partiti così presto?

Tanto meglio, almeno si sarebbero tolte l’ansia che sicuramente le avrebbe tormentate per quei due giorni di attesa.

< Non sei contenta? >

< Contenta? Non ci sono parole per esprimermi ! Mi sembra di poter toccare il cielo con un dito ! ANIA SONO STO PER PIANGERE DI GIOIA ! > urlò alzandosi di colpo.

< Ahaha!! Si Jennier! E’ così che ti voglio!!!! Ma…. Dov’è il passaporto !? > chiese nuovamente Ania fingendo di piangere.

< Ora lo cerchiamo, ma certo che sarà un disastro >

< Cosa? >

< Sia te che Taemin riuscite a perdere di tutto nell’arco di due minuti. Credo che nella nostra futura casetta ci sarà un caos pazzesco. >

< Ahaha! Speriamo di no! > risero entrambe iniziando così la ricerca del tanto agognato passaporto.

 

 

2 giorni dopo in aeroporto…

 

 

Erano precisamente le 5.15 del mattino quando gli SHINee e le ragazze si presentarono in aeroporto con una faccia a dir poco sconvolta. La sera prima erano andati a letto alle 3 ,poiché si erano tutti messi a fare baldoria in una discoteca e verso le quattro Ania era passata a prendere tutte le valigie per portarle nell’hotel in cui alloggiavano i ragazzi. Aveva passato il resto della nottata nella camera da letto del partner a fare l’amore fino a quando Onew non li aveva chiamati per vestirsi dicendo loro che di lì a poco avrebbero avuto l’aereo. Perciò sia Ania che Taemin erano visibilmente “distrutti”.

Ma ciò che più sorprese Jennifer e Ania fu la presenza di centinaia di ragazze urlanti in aeroporto che continuavano a scattare miriade di foto alla band che si sforzava il più possibile di donare alla folla un sorriso decente.

Jenn afferrò istintivamente la mano di Jonghyun che camminava rapidamente cercando di far stare il meno possibile la propria ragazza sotto lo sguardo delle fans che già si bisbigliavano e si facevano domande sul perche sia Taemin che Jonghyun camminassero con quella nuova compagnia.

< Dici che le vostre fan ci odieranno? > chiese Jennifer a Minho che passava con la mano alzata per salutare le ragazze.

< Solo un pochino > rispose scherzoso.

< Come minimo siete già su internet. > intervenne Key che procedeva con le mani in tasca.

< Wow. Ora si che mi posso iniziare a preoccupare. Ma come facevano a sapere che avremmo preso quest’aereo? > domandò la ragazza curiosa.

< Senza dubbio sono andate sul sito ufficiale della band per vedere. E’ bello sapere che nonostante l’orario ci siano tante persone disposte a vederci, anche se per pochi secondi. > pronunciò Onew allegro.

Così salirono sull’aereo e partirono precisamente alle 6.oo come già stabilito precedentemente. Era la prima volta che Ania prendeva l’aereo, e nonostante la stanchezza, passò molto tempo a tenere lo sguardo posato fuori dal finestrino per guardare il cielo, le nuvole. Si addormentò sulla spalla di Taemin solo dopo tre ore di viaggio e fu costretta a risvegliarsi circa sei ore dopo, quando l’aereo si posò sulla pista d’atterraggio.

Ovviamente pure lì le fans si erano precipitate per guardarli, per scattare loro diverse foto o video e si sentivano ragazze che urlavano frasi intraducibili per Jennifer e Ania.

< Che stanno dicendo? > chiese Ania a Key, il quale si guardava attorno con aria visibilmente stanca.

< Cosa del tipo “ci siete mancati”. Quella laggiù ha appena chiesto a Minho cosa ci facciate tu e Jenn con noi. > rispose Kibum indicando una ragazza davanti alla folla.

< Ah! Mi fa strano vedere che fuori è già buio  > commentò guardando la vetrata fuori che mostrava chiaramente la visuale notturna.

< Qui siamo avanti di un bel po’ di ore rispetto all’Italia perciò è più che normale. Quella laggiù ti sta chiamando > disse Key facendole notare una ragazza non molto alta, dai capelli castani e gli occhiali da vista. Era senz’altro una giovane molto carina, ma Ania non si spiegava di come sapesse il suo nome. Continuava ad urlare Ania, poi parole incomprese e poi di nuovo Ania.

< Che sta dicendo? >

< Ehm…. Meglio non dirtelo > rispose la diva portandosi una mano davanti alla bocca per coprire un sorrisetto.

Fuori dall’aeroporto c’era una grande macchina nera parcheggiata e che attendeva solo gli SHINee con le due nuove arrivate. Vi salirono salutando le fans e dirigendosi verso la villa della band che si trovava poco fuori dalla città.

< Vi prometto che domani vi facciamo fare un giretto turistico per Seoul, ma ora sono troppo stanco > disse Taemin prendendo la mano di Ania ora intenta a guardare le mille e mille luci che illuminavano le vie, i palazzi, le case e i grattacieli.

< E’…. bellissimo . > dissero Ania e Jennifer all’unisono.

Il maknae sorrise donando un dolce bacio sulla guancia alla mora per poi appoggiarsi allo schienale e ripensare a quanto accaduto negli ultimi tre mesi.

Credo che sarà una vacanza interessante” aveva detto quando avevano preso il volo per l’Italia. Quella vacanza gli aveva cambiato la vita, gli aveva regalato esperienze bellissime, aveva potuto incontrare nuove persone, si era innamorato per davvero. Non avrebbe potuto essere più contento.

< Ania…? >

< Dimmi Tae. >

< Ti amo. Non scordarlo mai. >

< Non dimenticherò nulla di ciò che riguarda te. Ti amo anche io. >

 

 

 

Note dell’autrice: scusate per l’attesa, ma ultimamente avevo un sacco di cose da fare :D !!! Manca solo un capitolo alla fine ragazze care J !!!!!

Grazie mille a tutte !!

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Capitolo 20
*** Un Finale Felice. ***


Un Finale Felice.

 

 

 

 

Quando si ama, non vi è nulla di meglio che dare sempre tutto :

 la propria vita , il proprio pensiero , il proprio corpo e tutto quel che si possiede.

Bisogna mettere tutto in gioco e poter dare sempre di più.

[ Cit. Maupassant ]

   Ama chi ti ama. Non amare chi ti sfugge. Ama la persona che per te si distrugge. 

7 Anni Dopo . . .

 

< Tae ! Sbrigati a vestirti o faremo tardi ! > urlò Ania dalla camera da letto di Onew mentre si finiva di fare una coda da cavallo. In quegli ultimi anni aveva deciso di lasciarsi crescere i capelli ,che ora le arrivavano fino al fondoschiena e anche se Taemin spesso la pregava di dare una spuntatina, questa rispondeva sempre affermando che era sempre meglio lasciarli crescere all’infinito, piuttosto che rovinarli passandoci frequentemente nuove tinte sopra.

< Ho quasi fatto. > rispose salendo le scale e raggiungendola al piano superiore < Ehi amore, dov’è Serena? > domandò guardando all’interno della stanza.

< Minho ha detto di raggiungerli al parco. Ci siamo solo noi in casa adesso. Meglio andare altrimenti ci danno per dispersi > disse chiudendo la finestra per poi dirigersi nelle altre camere e fare lo stesso.

Taemin l’afferrò per un polso facendola voltare per baciarla con foga < Quando ci ricapita di essere da soli in casa? > chiese guardando la ragazza fisso negli occhi con sguardo voglioso.

< Dai che ci aspettano. E poi mi sembra che tu non ti faccia troppi problemi, anche se ci sono tutti in casa. > rispose sorridendogli e andando a prendere le chiavi in salotto.

< Su piccola, facciamo una sveltina e poi andiamo. >

< Tae, non siamo più dei ragazzini alle prime armi che trombano sul tavolo della cucina. Stasera faccio quello che vuoi, adesso è meglio andare >

< Ok. Per stasera non prendere appuntamenti perche sei tutta mia > e la baciò a stampo.

Anche se erano già sposati da tre anni i due si amavano come il primo giorno che si erano visti e non avrebbero mai dimenticato quell’estate di sette anni prima, quei problemi che avevano passato e vissuto assieme, quelle risate, quei ricordi allegri che erano riusciti a creare, quelle notti magiche …

 

Era una giornata meravigliosa, il sole brillava e splendeva sulla magnifica città di Seoul, impestata di persone apparentemente così solari e allegre. Avevano scelto un momento stupendo per andare a fare un picnik al parco. C’era quella lieve venticello estivo sempre gradito che ricordava ad Ania l’Italia, anche se non sapeva bene il perche. Da quando era partita aveva rivisto il suo paese solo altre due o tre volte, anche a causa del suo nuovo lavoro che la teneva spesso occupata: era diventata psichiatra e doveva frequentemente aiutare ragazzi con problemi con la droga, con la famiglia, con la loro psiche… Taemin l’aveva ritenuto più volte un lavoro “pericoloso” visto che alle volte Ania si trovava faccia a faccia con dei carcerati, ma quest’ultima aveva detto più volte di non preoccuparsi.

< Guarda ! Eccoli laggiù. > pronunciò Taemin indicando un gruppo composto da sei persone.

Erano seduti su una lunga distesa d’erba e appena la mora notò Minho venirle incontro con un qualcosa tra le braccia, non ci pensò due volte e corse verso di lui con un bellissimo sorriso stampato sul volto.

< E’ proprio una dormigliona! > affermò porgendole delicatamente la creatura che teneva fino a poco prima.

< Grazie mille Minho per averci pensato tu. >

< Figurati. E’ davvero bellissima > rispose riferendosi a quella bambina così piccola e apparentemente fragile che riposava tra le braccia di sua madre.

Quei pochi capelli che le rivestivano la nuca erano neri, gli occhietti marroncini e leggermente allungati e quelle manine ora poggiate sul petto di Ania. Ci volle ben poco prima che i due fossero raggiunti da Taemin.

< Quant’è bella tua figlia, maknae? >

< Ahaha! E ti stupisci? Guarda che bel tronco di figo che ha come padre ! > ironizzò dando un tenero bacino sulla guancia alla sua piccola Serena.

< Andiamo a mangiare va, che è meglio > disse Ania ridendo ancora per la battuta fatta dal proprio partner.

Così i tre, o meglio, i quattro raggiunsero il resto del gruppo che già stava mangiando amabilmente.

< Grazie per averci aspettati . > disse Taemin sedendosi accanto a Onew. Non c’è neanche bisogno di dire cosa stesse mangiando il leader in quel momento.

< Figurati, è stato un piacere. > parlò Jonghyun mentre mordeva un panino al tonno. Seduta tra le sue gambe, c’era una graziosa bambina di sei anni che lo guardava con aria quasi severa.

< Papà! Avevi detto che avresti aspettato lo zio Taemin prima di mangiare. > disse con quella voce adorabile che hanno tutti i bambini a quell’età. La piccola aveva i capelli castani, lunghi e mossi, gli occhi chiari con un taglio stupendo, ma non troppo allungati e una pelle chiara.

< Misaki, ormai lo dovresti conoscere tuo padre. > intervenne Jennifer che porse un panino al prosciutto alla bambina.

Si, avevano deciso di chiamarla Misaki poiche quel nome stava a significare “bellezza che sboccia” o qualcosa di simile e per di più Jenn aveva sempre avuto un debole per i nomi giapponesi.

< Ahah! Ho come l’impressione che sia Misaki a dover insegnare a Jonghyun le buone maniere > disse Kibum scherzoso andando poi a posare lo sguardo sulla piccola Serena.

< E io ho come l’impressione che se continuerai a difenderla, questa ogni notte viene a dormire in camera tua > rispose Jonghyun.

Effettivamente Misaki, la notte diceva che avrebbe dormito assieme a Jennifer e Jongh, ma verso le tre del mattino si alzava e si rintanava tra le braccia di Key dove riposava sonni tranquilli.

< A me non dà fastidio. Poi col pigiama che le ho comprato è proprio una meraviglia > si, peccato che il pigiama fosse fuxia col leopardato nero.

< Non è vostra figlia quella che dà fastidio, ma siete voi che fate un casino assurdo appena questa cambia stanza e và da Key > disse Onew facendo andare di traverso a Jennifer un pezzo di pane.

< Coff, coff ! Te l’avevo detto Jongh che ci sentivano > affermò Jenn

< Cosa sentivano, mamma? >

< Niente, amore…. Ehm… Ania, ieri sera eri tu quella che è rotolata dalle scale ? > chiese Jennifer per cambiare discorso.

< Veramente ero io. Quando Serena si è messa a piangere, sono sceso in salotto per cercare il ciuccio, ma non ho visto uno scalino e sono caduto. > spiegò Taemin sorridendo a Misaki.

< Agility è il tuo secondo nome, eh Tae ? > ironizzò Kibum.

< Ehi Jongh, quand’è che vi sposate tu e Jennifer? > chiese Onew.

In tutto quel tempo ancora non si erano sposati, ma c’era un valido motivo per cui non l’avevano fatto : Jennifer avrebbe voluto che al matrimonio fossero presenti i suoi genitori e visto che gli anni prima non potevano andare in Corea, si era sempre rimandato, ma ora mancava davvero poco prima delle nozze.

< Tra circa tre mesi. Finalmente > rispose Jonghyun baciando a stampo Jenn.

< Bleaah ! > disse Misaki ad alta voce alzandosi e sedendosi sulle gambe di Onew.

< Traditrice > scherzò Jonghyun facendo una pernacchia alla figlia.

< Dopo pranzo chi vuole andare al parco giochi ? > chiese ad alta voce Minho.

< IO ! > risposero tutti all’unisono.

 

Erano davvero una grande e numerosa famiglia, forse anche la più strana che ci fosse. Ma dopo tutto a loro che importava? Avevano tutto quello che potevano desiderare, ogni giorno per loro splendeva e anche se Kibum, Jonghyun, Taemin, Onew e Minho non sempre potevano essere presenti, Jennifer e Ania era più che felici poiché quella vita, la LORO vita era diventata meravigliosa grazie a quei due ragazzi.

Ania era stata salvata da Taemin, il quale le aveva donato un’altra chance, una figlia, un matrimonio ed una vita che valeva la pena essere vissuta.

Jennifer poteva vivere con l’uomo che amava, senza essere più obbligata a fare niente, senza essere forzata a fare l’amore con chi non ama.

Entrambe erano ancora follemente innamorate e quelle due stupende bambine non erano altro che la prova di quell’amore così forte che nulla avrebbe potuto rompere.

Entrambe vivevano senza avere paura del domani.

Entrambe potevano liberamente dire di essere innamorate di una stella.

 

 

“ La luce del giorno è come te: potrebbe essere un po’ infantile, ma mi piace.

Se sono al tuo fianco quando mi sveglio, non ho niente di più da desiderare.

Voglio vederti.

Non pensare che non possiamo amarci perche siamo troppo giovani.

Prima che sia troppo tardi, prima che io invecchi, puoi stringermi.

Amo solo te, tanto quanto il cielo.

Sei veramente la ragione per cui vivo.

Veramente, veramente, voglio abbracciarti da impazzire.

Stiamo andando troppo veloci, non è vero?

Ogni volta che i i nostri cuori s’incontrano, mi chiedo se il sorriso che cresce sul mio viso potrà mai raggiungere un angolo del tuo cuore.

Sussurro dentro il tuo bell’orecchio, dentro il tuo cuore incerto, i sentimenti d’amore che provo per te.

Ti prenderò ragazza, lo so senza di te mi mancheresti.

Ti vorrò per sempre.

I miei sentimenti di desiderio e speranza, il mio amore profondo cresce ancora… Non posso nasconderli a lungo.

Tu sei la mia ragazza.

Il mio cuore ti afferrerà e non ti lascerà andare via.

Lo senti bene?

Prima che sia troppo tardi, prima che io invecchi, stringimi.

Posso dirti che per me sei unica?

Andiamo tutti insieme : uno, due e tre , iniziamo.

Tu sei l’unica, tu sei il mio tutto.

Davvero, davvero, voglio il tuo amore come un pazzo.

Posso averlo adesso, giusto ?”

 

[ Canzone : “ One ,, ]

 

 

 

 

NOTE FINALI DELL’AUTRICE : e così siamo arrivati alla fine di questa storia che spero abbiate gradito J

E’ dall’estate scorsa che ci lavoro e non ci posso ancora credere che l’abbia finalmente terminata ! ^.^

Voglio ringraziare :

-chi ha aggiunto la storia tra le preferite e tra questi c’è

1 - adela97

2 - Aicchi

3 - FranChan

4 - KesHaMaRaKesha 97 

5 - kikkylove95 

6 - Kore_chan00 

7 - RISAhottest

8 - Sissi_94

9 - _FedeFreaxx

10 - _Zaynseyes

 

-chi ha aggiunto la storia tra le seguite

1 - adela97 
2 - 
Aicchi 
3 - 
Chrome_th 
4 - 
Federica_25 
5 - 
HyeSoo 
6 - 
katy95 
7 - 
KesHaMaRaKesha 97
8 - KeyKey_Chan 
9 - 
Lollipop In Danger 
10 - 
MikiMallow 
11 - 
MimiFci 
12 - 
MonaBerr 
13 - 
sam_91 
14 - 
shekkosa 
15 - 
Shinee 
16 - 
SHINee Girl 
17 - 
TomlinsonCarrots 
18 - 
Zocky 

 

-chi ha recensito

 

adela97

 KesHaMaRaKesha 97 

Aicchi 

MikiMallow

 SHINee Girl 

Chrome_th

Denji Lee 

 Shinee

Rowoonie 

Sissi_94

Kimmie

 Minny17

 RydenSH

 karlek_ 

shekkosa 

 HyeSoo

 LoveJoker

 kikkylove95 

sarettablack 

 

 

 

Grazie mille !   

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