Sunset Curse

di LoryFoxie
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** « Chapter 1. The escape » ***
Capitolo 2: *** « Chapter 2. Together Again » ***
Capitolo 3: *** « Chapter 3. Cursed » ***
Capitolo 4: *** « Chapter 4. The Path » ***
Capitolo 5: *** « Chapter 5. Ship Trip » ***
Capitolo 6: *** « Chapter 6. Day and Night » ***
Capitolo 7: *** « Chapter 7. Tragedy » ***
Capitolo 8: *** « Chapter 8. The Truth » ***
Capitolo 9: *** « Chapter 9. Damen » ***
Capitolo 10: *** « Chapter 10. Lost » ***
Capitolo 11: *** « Chapter 11. Wicked Fairy » ***
Capitolo 12: *** « Chapter 12. Get Ready » ***
Capitolo 13: *** « Chapter 13. Confusion » ***
Capitolo 14: *** « Chapter 14. Selah Caves » ***
Capitolo 15: *** « Chapter 15. Life Debt » ***
Capitolo 16: *** « Chapter 16. Flight into the Nothing » ***
Capitolo 17: *** « Chapter 17. The Begin of the End » ***
Capitolo 18: *** « Chapter 18. Battle » ***
Capitolo 19: *** « Chapter 19. Stardust » ***
Capitolo 20: *** « Chapter 20. Happy Ever After » ***
Capitolo 21: *** « Epilogue » ***



Capitolo 1
*** « Chapter 1. The escape » ***




« Sveglia. »
Precisa, insistente, testarda... semplicemente tu.
« Svegliati ho detto. »
Perchè insisti così tanto? E' finita, lo sai.
« Maledizione, Ether, svegliati! »
Apro gli occhi lentamente e cerco di mettere a fuoco ciò che ci circonda.
« Dove siamo? »
Chiedo confusa, provando a mettermi seduta. Ancora non vedo nulla, solo il buio e qualche sprazzo di luce.
« Non ne ho idea, ma non siamo più all'interno del castello. »
Sembri in qualche modo sollevata, e pian piano riesco a distinguere i tuoi lineamenti.
Mi sei accanto, con una mano sulla mia fronte per assicurarti che io stia bene. Certo, sono troppo importante per te.
Ancora non capisco per quale motivo sono fuggita insieme a te, visto ciò che mi aspetta.
Forse penso che non dici sul serio?
Forse mi aspetto che tu cambi idea e che ritorneremo insieme a casa?
Forse spero che tu mi voglia bene, sorella?
« Riesci a camminare? »
Fredda la tua voce mi arriva in un sussurro all'orecchio. Tu sei già in piedi.
« Credo di si. »
Con un pò di fatica mi rimetto in piedi, trattenendo un conato di vomito.
Ora distinguo bene il luogo dove ci troviamo.
Le fogne del castello non sono mai state la mia priorità in quanto ad esplorazioni, ma so che da qui c'è una via di fuga.
« Riesci davvero a camminare? »
Chiedi di nuovo mentre fai qualche passo in direzione di un fioco bagliore che si vede in lontananza.
« Si. Vai avanti, ti seguo. »
Rispondo mentre prendo a camminare lentamente, per assicurarmi che sia tutto apposto.
Siamo scivolate nel tunnel per fuggire alle guardie, devo aver preso una botta alla testa con la caduta. Ma sto bene.
« Appena saremo fuori di qui prenderemo il primo idrovolante che passa e lasceremo Ezriel. »
Davvero non ti importa più nulla della nostra vecchia vita?
Davvero riesci così facilmente a dimenticare i nostri doveri, i nostri amici, il lusso in cui vivevamo?
Davvero il potere ti ha cambiata così tanto?
« D'accordo. »
Silenzio. Non abbiamo più veramente parlato da quando me l'hai chiesto. Credevi che io ti dicessi di no?
Invece sorella, ti voglio troppo bene per non assecondarti.
E poi, una parte di me spera che tu ripensi a questa sciocca idea.
Vada come vada.
Quello che prima era solo una fiaccola lontana, adesso è chiaramente l'uscita delle fogne.
Fuori il sole brucia per segnare mezzogiorno.
Incredibile che tutto questo sia iniziato solo qualche ora fa.
Finalmente respiriamo aria pulita, e guardando indietro possiamo ben vedere le mura del castello. Siamo lontane ormai.
Guardandoti quasi non ti riconosco.
Sei mancata da casa per tre anni, dove sei stata tutto questo tempo?
« Andiamo, il prossimo idro è tra dieci minuti circa. »
Perchè non sei più tu? Dov'è mia sorella?
Riprendiamo a camminare in silenzio, tu d'avanti ed io ti seguo.
Mi fa un pò male la schiena, ma dubito ti interessi. Vero?
Raggiungiamo la stazione dell'idrovolante in cinque minuti, e corri subito a fare i biglietti.
L'idro arriva praticamente appena ritorni e saliamo a bordo senza scambiarci una parola.
Le persone ci guardano... ma con tutto quello che abbiamo addosso dubito ci abbiano riconosciute.
Quella caduta nelle fogne ci voleva...
« Siediti e non parlare con nessuno. »
Sei stata lapidaria, non posso che annuire ed eseguire, mentre tu vai a sederti lontana da me.
Dove stiamo andando?
Mi perdo nei miei pensieri, e senza nemmeno accorgermene mi assopisco.
La mia mente torna indietro... a tempi passati...

« Ether! »
La tua voce allegra da ragazzina mi raggiunge ed alzo lo sguardo dai miei amati libri.
« Hey sorellona, che succede? »
Hai un sorriso stampato in faccia, si e no dieci anni, mentre io ne ho otto.
« Guarda! Ho catturato una lepre! Secondo te papà sarà contento? »
Mi chiedi tranquilla facendomi vedere il tuo trofeo.
Io sorrido ed annuisco. Papà stravede per lei, anche se avesse catturato solo un ragno sarebbe stato contento.
A me non pesa, so che mi vuole bene anche se non lo dimostra come con lei.
Corri via, vai da papà, a mostrargli l'ennesimo successo...
La scena cambia. Ora siamo nella sala del Consiglio.
Più grandi di circa quattro anni. La verità ci piomba addosso come un macigno.
« Il regno sta entrando in guerra. Partirò per combattere. Voi due, non combinate guai, okay? »
Chiede papà preoccupato. Ma io lo so che è per te.
Sei tu quella che agisce senza riflettere.
Infatti fuggi via subito, rifiutandoti di credere alle sue parole.
« Tornerete presto, padre? »
Chiedo educata, mentre la voglia di urlare di non lasciarci mi muore in gola.
« Sta tranquilla Ether. Pensa a tua sorella, d'accordo? Fate le brave. »
Gli sorrido, mentre so con certezza che non lo rivedrò mai più.
Lascio la stanza e vengo a cercarti.
Come al solito ti trovi nel prato, accanto alla tomba di nostra madre.
« E' il suo dovere... ma anche io non voglio vederlo partire. »
Ti dico, anche se so che non mi ascolterai.
« Tu non capisci. Avrebbe potuto portarmi con sè... io so usare un'arma! »
Rimango in silenzio e ti abbraccio. Non mi scansi, perchè sai di averne bisogno.
Ci circonda il canto degli uccelli, e un leggero filo di vento scompiglia i nostri capelli... forse c'era una speranza a quel tempo.
Sei anni dopo la guerra è finita. Senza vincitori nè vinti, anche se ufficialmente è stato Ezriel a sconfiggere l'impero di Darekat.
Ma nostro padre non ce l'ha fatta.
E' da un pò di tempo che tu sei assente.
Sempre china sui libri di magia oscura, sempre in cerca di un modo di diventare più forte....
Dicevi che volevi diventare abbastanza forte da aiutare papà.
« Ora che farai? Ora che non serve più a nulla? »
Ti chiedo cercando di non far trapelare la mia preoccupazione.
Senza dubbio chi delle due ha preso peggio la notizia della morte di nostro padre, sei tu.
E il fatto che non lo dai a vedere non ti aiuta.
« Non sono affari che ti riguardano. »
Mi rispondi fredda.
« Ma non puoi andare avanti così! Devi smetterla di studiare quella roba! E' pericolosa... »
Mi avvicino a te per abbracciarti, ma mi spingi via con violenza e mi guardi come se mi odiassi davvero.
« E' giusto che tu sappia che sto per partire. Non cercarmi. »
Non voglio crederci, e rimango pietrificata mentre te ne vai.
Vorrei dirti di fermarti, di non lasciarmi.
Non lasciarmi. Ho bisogno di te.


« Helen! »
Urlo spaventata svegliandomi all'improvviso.
Ma tu sei già vicino a me, ad imprecare per aver urlato.
« Sei matta? Vuoi farci scoprire? »
Mi rimproveri lanciandomi un'asciugamano che hai sicuramente preso dal bagno.
« Pulisciti quanto puoi. Siamo quasi arrivati a Teleme, dove prenderemo una stanza e potremo comprare degli abiti puliti. »
Mi annunci, prima di tornare a sederti lontana da me.
Cosa devo fare per riavere mia sorella e rompere questo guscio di oscurità?



Personaggi: Ether | Helen
Spero vi sia piaciuto come inizio. Io non sono per niente brava, e spero che come sempre, la mia ispirazione non mi abbandoni nel bel mezzo della scrittura. Al momento sono arrivata a scrivere l'ottavo capitolo e la storia non dovrebbe essere eccessivamente lunga (forse una 15ina di capitoli, ma non saprei).
Direi che ho scritto troppo grande? XD Però i capitoli cosi' sembrano più lunghi :P. Ho contato le parole, e dovrebbero essere in media 1300-1500 parole a capitolo. Va beh questo non aveva importanza...
Per favore commentate, ci tengo molto.

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Capitolo 2
*** « Chapter 2. Together Again » ***



Teleme.
In assoluto la più bella città del nostro continente, seconda solo ad Ezriel stessa.
Qui ci siamo venute solo una volta, molti anni fa, senza aver la possibilità di visitarla.
Ma questo già lo sai, e capisco che non ti interessa.
Prosegui spedita, pretendendo che io ti segua senza far storie.
« Mi fa male la caviglia... »
Mi lamento rallentando.
Ti giri lentamente e mi fulmini con lo sguardo.
« Stringi i denti, siamo quasi alla locanda. »
Dici semplicemente, riprendendo a marciare.
Non mi resta che seguirti senza dire una parola.
Poco dopo siamo arrivate a destinazione: un bell'edificio si trova davanti a noi, con l'insegna « GoldenBell ».
Locanda a cinque stelle?
Entriamo senza scambiarci una parola e tu ti dirigi al bancone mentre io aspetto all'entrata.
Potrei fuggire, non te ne accorgeresti.
Ma sai che non lo farò.
Torni dopo qualche minuto, con in mano una chiave.
« Andiamo. »
Dici semplicemente riprendendo a camminare.
Questa volta arriviamo subito, la stanza si trova al primo piano.
Entriamo velocemente e ti rilassi solo quando hai chiuso la porta.
Ti rilassi, ma il tuo sguardo vuoto e serio non va via.
« Fa prima tu la doccia, io vado a comprare qualcosa da mangiare e degli abiti. »
Mi annunci, e senza darmi il tempo di rispondere sei già fuori dalla stanza.
Sento la serratura scattare, e so che mi hai chiusa a chiave nella stanza.
Mi siedo un attimo in uno dei due letti più vicini alla finestra.
Non sono stanca, ho solo un dolore forte alla caviglia, mentre quello alla schiena è passato del tutto.
Mi alzo e vado nel bagno, dove riempio la vasca con dell'acqua calda.
Dopo essermi spogliata ed immersa, per un attimo riesco davvero a rilassarmi.
L'acqua lava via ogni problema certe volte. Peccato sia solo un'illusione destinata a non durare.
Non so quanto tempo passa, quando sento la porta del bagno aprirsi e tu appari dal nulla.
« Ecco, ti lascio qui gli abiti. »
Dici frettolosa, uscendo dal bagno. Da quando sei così pudica?
Da piccole facevamo sempre il bagno insieme, e non c'era nulla di sbagliato.
Siamo sorelle in fondo.
Esco dalla vasca, svuotandola e riempiendola di nuovo per te, mi avvolgo nell'accappatoio, prendo gli abiti, e torno in camera.
Tu sei sdraiata nel tuo letto, sembri addormentata.
Così preferisco non disturbarti, e mi vesto silenziosa.
Sono si e no le due del pomeriggio. Ho un pò fame.
« Se hai fame c'è del cibo nello zaino. »
Mi dici quasi leggendomi nella mente.
Annuisco silenziosa e prendo un pezzo di pane morbido e un pomodoro dalla tua borsa.
Gli occhi mi cadono su due pugnali, e mi immergo così tanto nei miei pensieri da non vederti arrivare e sottrarre la borsa dal mio sguardo.
« Comprerò altre provviste domani, prima di partire. »
Dici semplicemente, chiudendoti in bagno.
Mangio in silenzio e poi mi guardo allo specchio.
Noi siamo sorelle, ma siamo anche diverse.
Io ho lunghi capelli castani ondulati ed occhi viola, tu hai lunghissimi capelli lisci viola ed occhi dello stesso colore dei miei. Sei più alta di me.
Continuo a guardarmi allo specchio... non sembro avere ventunanni. E tu? Ne dimostri ventitre?
Dopo aver mangiato mi siedo nel mio letto e provo a rilassarmi.
Cos'accadrà quando saremo alle Grotte?
Tornerà davvero tutto come prima, Helen?
Me l'hai promesso, ma so che non sarà come dici.
Eppure ti ho seguita.
Eppure sono qui.

Il mio pensiero torna al passato.
Ma non un passato lontano, anzi. Uno molto vicino.
E' successo questa notte, quando finalmente sei tornata.
Sai cos'ho dovuto passare da sola durante la tua assenza?
Sono seduta sul davanzale, passando un'ennesima notte in bianco.
Ed eccoti lì, dietro la tenda, che mi aspetti.
« Helen? »
Chiesi sopresa, mentre le lacrime affioravano dai miei occhi.
« Ciao Ether. »
Rispondi. Ma so che quello non era il tuo tono di voce.
« Finalmente sei tornata! »
Esclamo felice correndoti in contro e saltandoti al collo.
Hai provato almeno un pizzico della felicità che ho provato io?
Mi allontani piano, come se stessi controllando ogni mia reazione.
« Dove sei stata per tutto questo tempo? »
Ti chiedo ancora con le lacrime agli occhi.
« Ho viaggiato molto. Ho capito cosa voglio e so chi sono. »
Mi rispondi enigmatica, prendendo una mia mano e portandomi nel divanetto che c'è in camera mia, in modo da sederci e parlare a quattr'occhi.
« Ho un piano da realizzare. Ma ho bisogno del tuo aiuto... »
Cominci, incerta su come esprimerti.
« Un piano? Per cosa? »
Ti chiedo confusa.
« Ether. Sai qual'è il mio obbiettivo. Io voglio diventare forte... »
Ti fisso allibita, scansando la mano e voltandomi dall'altra parte.
Non ci posso credere, non sei cambiata per niente.
L'oscurità ti ha divorata, lasciando di te solo un guscio vuoto... non è forse così?
« Ether ti prego. Se mi vuoi bene... ti prometto che dopo questo, smetterò tutto. Mi accontenterò del potere che ho accumulato... tornerò a vivere con te, sorella. »
Mi volto di scatto, cercando incertezze nel tuo volto, cercando bugie, o qualsiasi segno che mi dica che stai scherzando.
Ma tu sei seria. Non scherzeresti mai su una cosa del genere.
Sono stanca. Tre anni di solitudine ci hanno cambiate.
« D'accordo. »
Rispondo sospirando.
Sia quel che sia, vada come vada.
Ho scelto il mio destino, sebbene non so cosa dovrò fare per assecondare il tuo desiderio, il fatto che ci sia in ballo Magia Oscura non è nulla di buono.
Ma io voglio che tutto torni alla normalità.
Rivoglio te, Helen.


Il rumore della porta del bagno che si apre mi fa ridestare dai miei pensieri.
Ti sorrido, anche se so che non ricambierai.
Sembri un pò nervosa. Perchè?
« Al tramonto lascia che ti spieghi prima di dir qualsiasi cosa. Okay? »
Annuisco un pò confusa.
Perchè non posso sapere prima le cose?
Forse semplicemente perchè tu sei tu, enigmatica e sfuggente.
Ma va bene così.
Va bene finchè siamo insieme.

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Capitolo 3
*** « Chapter 3. Cursed » ***



Potevo immaginare anche solo lontanamente quello che sarebbe successo?
Ti guardo sorpresa, è il tramonto, ed una strana luce inizia a circondarti.
« E' importante che tu lo veda, altriementi non mi crederesti mai. »
Dici semplicemente, mentre la luce adesso è alle braccia.
Sono preoccupata, che ti sta succedendo?
« Helen... »
Sbuffi, la luce è al mento.
E' doloroso? Oppure non senti nulla?
« Va tutto bene. »
La tua voce è diversa, più bassa, più... maschile?
Ora sei completamente avvolta, non riesco più a distinguere il tuo corpo.
Inizi a cambiare, lo vedo dalla sagoma.
E quando la luce svanisce, porto le mani alla bocca per trattenere un urlo di sorpresa.
Chi sei? Non sei mia sorella.
« Heila... finalmente posso fare la tua conoscenza. »
Chi sei? Dov'è mia sorella?
Possibile che sia ancora lì, da qualche parte, in quel corpo che adesso sento così estraneo a lei?
« C..chi sei tu? »
Chiedo confusa, mentre la sete di conoscenza si fa forte in me.
Sono spaventata, indietreggio e vado alla finestra.
L'essere che ho davanti non ha nulla di umano, se non una leggera parvenza.
Prima di tutto, ha le ali: grandi ali angeliche ma dal piumaggio nero.
Ho sempre creduto alla magia. Mia sorella ne era una dimostrazione vivente, visto che studiava magia oscura effettivamente funzionante giorno e notte.
Ma non ho mai creduto all'esistenza di creature mitologiche, spiriti, o comunque si voglia chiamarli.
Hai capito che sono spaventata.
« Tua sorella tornerà domani mattina.
Condividiamo lo stesso corpo da un anno ormai, ovvero da quando una maledizione ci ha colpito entrambi.
Di notte sono io a possedere il mio corpo, mentre lei è rilegata in un angolo della mente.
Di giorno le cose cambiano.
»
Sembri tranquillo, come pretendi che io possa capire così facilmente?
Per me è tutto troppo confuso.
Non so cosa stia succedendo.
« Com'è possibile...? »
Chiedo ancor più confusa di prima.
Sorridi. Sapevi che non sarebbe stato facile.
Ti avvicini ed allunghi una mano, mentre io sussulto spaventata.
« Hey, non mordo mica. Il mio nome è Aeth. Sono uno spirito delle Grotte di Selah. »
Le Grotte di Selah. In assoluto il luogo di tutta Leanor in cui meno persone si avventurano, meglio è.
Forse è effettivamente un luogo popolato da creature oscure e pericolose.
Forse. O forse è solo una leggenda.
« Mi dispiace averti spaventata. Ma è giusto così. Quando viaggeremo di notte, dovrai abituarti alla mia presenza... »
Viaggiare di notte? Dobbiamo andare così spediti?
« Puoi dirmi... dove stiamo andando? »
Chiedo nella speranza che almeno tu mi risponda.
Ti siedi nel letto di Helen e mi guardi pensieroso.
« Helen non te l'ha detto? »
Sembri riflettere se rispondermi o meno.
Oppure là dentro, nella tua mente, stai parlando a mia sorella?
« Cosa ti ha detto esattamente Helen? »
Possibile che tu non lo sappia?
Possibile che pur possedendo lo stesso corpo, le vostre menti sono del tutto estranee fra di voi?
Che quando una è attiva, l'altra "dorma"?
« Mi... mi ha solo detto che ha in mente un piano per diventare più forte... e che per realizzarlo ha bisogno del mio aiuto.
Non so altro.
»
Mi guardi sorpreso.
Forse ti stupisci del fatto che io sappia così poco, eppure l'abbia comunque seguita?
Beh, anche io mi stupisco di me stessa, ma non voglio perdere nuovamente Helen.
« Bene... diciamo che le cose non stanno esattamente così. »
Rispondi all'improvviso, voltandoti su un fianco e dandomi le spalle.
« Che significa? »
Chiedo ancora confusa.
Perchè nessuno può semplicemente spiegarmi cosa sta succedendo?
Forse cambierei idea?
« Hai paura di morire? »
Chiedi tornando a voltarti verso di me, ma mettendoti seduto questa volta.
Pian piano mi avvicino, sedendomi nel mio letto, che si trova davanti al tuo, divisi solo da un comodino.
Ora che siamo vicini, posso distinguere bene il colore dei tuoi occhi celesti, coperti da alcuni ciuffi ribelli dei tuoi corti capelli castani.
« Helen non mi farà del male. »
Rispondo, anche se mi sento ancora un pò spaventata.
Con uno scatto ti ritrovo sopra di me, una tua mano attorno al mio collo, come se volessi soffocarmi.
Ma in realtà non stai stringendo.
« Ether, come fai a saperlo? Sai dove stiamo andando? Sai che cosa sono io? E se ti uccidessi adesso, credi che Helen farebbe qualcosa per fermarmi? »
Mi lasci andare e vai alla finestra, sedendoti sul davanzale.
Mi metto lentamente seduta, mentre sento il mio cuore battere alla velocità della luce, per lo spavento provato.
Pian piano mi rimetto in piedi. Le gambe mi tremano, ma non voglio farlo vedere.
« Forse dovresti andartene. Sei ancora in tempo, io non ti fermerò. »
Dici semplicemente, osservandomi con attenzione.
« Non ho intenzione di lasciare mia sorella. »
Rispondo prendendo coraggio.
Perchè è la verità. Perchè non voglio perderla di nuovo.
Non adesso, non ora che ci siamo ritrovate.
Forse non mi ha cercato per puro affetto, forse mi sto mettendo in pericolo da sola.
Ma non voglio lasciarla.
« Fa come credi. »
Rispondi semplicemente, tornando a guardare fuori dalla finestra, dove il sole è tramontato del tutto e si intravedono molte più stelle rispetto a prima.
Sento un brontolio allo stomaco... e ti vedo sorridere mentre torni a guardarmi.
« Vado a prendere qualcosa per cenare. »
Dici semplicemente, saltando dalla finestra.
« Aeth! »
Urlo spaventata, ma tu sei già lì, mentre pigramente sbatti le ali, guardandomi con un misto fra il sorpreso ed il curioso.
« Si? »
Arrossisco dandomi della stupida. Ovvio che quelle ali non sono solo una mera decorazione.
« N-no... niente... »
Rispondo semplicemente, gurdnadoti mentre voli via in direzione della città.
Non sei preoccupato che possano vederti? E perchè io mi ritrovo ad essere preoccupata per te?
Forse perchè condividi il corpo di mia sorella?



Personaggi: Aeth.
Commentate mi raccomando! ^^

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Capitolo 4
*** « Chapter 4. The Path » ***



Mi sembra così strano mangiare questo cibo.
Forse perchè non è il cibo alla quale sono abituata, o forse perchè mi sembra strano non mangiare in compagnia.
Tu sei semplicemente seduto sul davanzale, sin da quando sei tornato, e non abbiamo spiccicato parola.
« Non mangi? »
Ti chiedo cercando di farmi forza.
Non so se riuscirò mai ad abituarmi a te, strana creatura.
« Ho già mangiato. »
Rispondi semplicemente, mentre io riprendo silenziosa a finire il mio panino con una strana verdura che non avevo mai assaggiato prima.
E' buona, nonostante l'aspetto non sia dei migliori.
Ed è nutriente, anche se non lo sembra. Mi sento piena già dal secondo morso.
Quando ho finito butto via il tovagliolo e mi stendo nel letto.
Saranno si e no le dieci, e mi sento già stanca. Non sono abituata a camminare così tanto, purtroppo.
A differenza di te... di voi.
« Stanca? »
Chiedi improvvisamente, mentre sento che ti sdrai a tua volta nel letto accanto al mio.
Sento i tuoi occhi su di me, ma decido di non voltarmi.
« Abbastanza. Non sono abituata. »
Rispondo semplicemente, chiudendo gli occhi.
« Dormi. Domani mattina Helen ti chiamerà sicuramente molto presto. »
Dici in un sussurro, mentre sento che stai armeggiando con qualcosa.
Decido di sbirciare e vedo che hai tolto la maglia, ma non è questo che attira la mia attenzione.
E' una lunga cicatrice che ti parte dalla spalla sinistra e finisce nel fianco destro.
« Come te la sei fatta? »
Chiedo curiosa, ed intercettando il mio sguardo ti vedo sbuffare.
« Diciamo che... voi umani non siete esattamente amichevoli a volte. »
Rispondi tranquillo, tornando a sdraiarti e chiudendo gli occhi.
I miei invece restano incollati a te, continuando a guardare la cicatrice, domandandomi quanto abbia fatto male. Chi è stato?
Poi ti volti, dandomi le spalle. Probabilmente ti da fastidio essere osservato così?
Ma ora ho un motivo in più per farlo, visto che posso benissimo vedere l'attaccatura delle ali nella tua schiena.
Esattamente come le immaginavo, crescono proprio dalla pelle.
Allungo una mano e sfioro una delle tue piume, quasi automaticamente, senza pensare.
« Ether, dormi. »
Mi rimproveri, scuotendo le ali in modo da allontanare la mia mano, che prontamente torna lungo il mio fianco, come se si fosse scottata.
Decido di dormire per davvero, lasciando che la mia mente a vagare su tutto quello che è successo nella giornata.
Una giornata che mi è sembrata infinita.
Stai dormendo? Non credo.
Mi volto nuovamente, guardando il soffitto sopra di me.
Pian piano gli occhi si chiudono, e sprofondo nel sonno.
Un sonno senza sogni questa volta, anche se mi sento inquieta.
Sto davvero dormendo, o sono semplicemente in uno stato di dormiveglia?
Ti sento, mi stai osservando.
Uno spirito dorme? Uno spirito mangia?
Ho tante domande, ma sono sicura che non risponderesti.
Finalmente mi addormento del tutto, e quando il sole sfiora il mio viso, sento una voce familiare accanto a me.
« Ether, svegliati. Andiamo. »
Apro gli occhi lentamente, e ritrovo gli occhi viola di mia sorella davanti a me.
Ho sognato tutto?
« E' l'alba, rimettiamoci in marcia. »
Mi metto seduta e mi guardo attorno. Non c'è nulla che mi riporti all'esistenza di Aeth.
Mi alzo e mi preparo. Tu invece sei già pronta e mi aspetti.
Ti sto rallentando?
Cerco di far il più veloce possibile, ed in dieci minuti sono pronta anche io.
« Aspettami fuori dalla locanda mentre consegno le chiavi alla reception. »
Dici semplicemente, allontanandoti.
Vado per chiudere la porta della camera ed un particolare attrae i miei occhi: è una piuma nera, caduta al lato del tuo letto. Come ho fatto a non vederla prima?
La prendo e la metto dentro il mio piccolo e semivuoto zaino.
Aeth non era una mia immaginazione allora.
Scendo le scale, esco dalla locanda e mi guardo attorno: ancora non c'è nessuno in giro, se non qualche contadino che va a fare il proprio lavoro.
Attendo pazientemente e dopo dieci minuti esci anche tu dalla locanda.
« Andiamo. »
Dici riprendendo il tuo solito ritmo di marcia.
Non so se è il caso... ma devo sapere.
« Dove stiamo andando? Chi è Aeth? »
Ti chiedo tutto d'un fiato, per colpa di una paura che non capisco da dove provenga.
Ti fermi di scatto, voltandoti lentamente verso di me, che quasi senza accorgermene vengo a sbatterti contro.
« Aeth non sono affari che ti riguardano, e soprattutto non ascoltarlo. Okay? »
Dici semplicemente, guardando il cielo e riprendendo a camminare.
« Siamo dirette alle Grotte di Selah, dove tutto questo è iniziato. »
Rispondi come se stessi dicendo qualcosa di normale, una meta come un'altra.
Ma lo sai che quella non è una meta come un'altra, e quindi sai anche qual'è la mia prossima domanda.
« Perchè? »
Semplice, concisa, non devi far altro che rispondere.
« Prima di tutto per dividere il mio corpo da quello di Aeth, e per questo mi servi tu, e secondo poi per riuscire ad ottenere più potere. »
Ed anche per questo ti servo io. Non so ancora esattamente come, ma sono sicura che la frase sarebbe dovuta terminare in quel modo.
Cosa mi nascondi? E' così terribile?
Riprendiamo la marcia, tu ritorni silenziosa, lasciandomi persa nel mio mare di domande.
« Raggiungeremo le Grotte in una settimana. Per adesso raggiungeremo il porto di Majin a piedi con una giornata di cammino, poi prenderemo una nave che in due giorni ci porterà nel continente Lakec. »
Prendi fiato, sei sicura che io possa capire. E non hai torto: conosco la mappa di Leanor quasi a memoria, e so esattamente dove sono collocati tutti i luoghi di cui stai parlando.
« Una volta là, prenderemo in affitto due Kaybird, ed arriveremo a Guinevae in un giorno. »
I Kaybird non sono esattamente il mio mezzo preferito di spostamento. Li ho montati solo una volta da bambina e non ne ero rimasta entusiasmata. Quei grossi pennuti colorati sembrano altamente instabili nel volo.
Ma sono sicura che ne sei a conoscenza, ovviamente.
« Da Guinevae ci sposteremo subito a Damen, l'antica biblioteca. Rimarremo lì per un giorno, ho delle commissioni da sbrigare. »
Concludi, sebbene so che non hai finito di dare indicazioni.
Forse vuoi addolcirmi la pillola non nominando subito le Grotte.
Damen, quante volte ho sognato di visitarla!
Non è proprio una città, ma più che altro un'immenso edificio al cui interno sono presenti due locande, due ristoranti, ed il resto è un'immensa biblioteca, piena di libri di qualsiasi tipo.
Sono entusiasta.
La marcia riprende silenziosamente, e dialoghiamo più. Nemmeno durante il pranzo, nè la cena.
Solo qualche parola da parte tua per assicurarti che io stia bene.
E' strano Helen, di solito stavamo giornate intere a parlare, sebbene non avessimo molto da dirci, ed ora che ne avremmo per giorni nessuna delle due si azzarda ad aprir bocca.
Alla fine, poco prima del tramonto, sono esausta ma non voglio fermarmi. Non voglio rallentarti.
« Segui Aeth, lui sa dove andare. »
Dici semplicemente, continuando però a camminare.
« E' dolorosa la trasformazione? »
Ti chiedo avvicinandomi a te, ignorando il dolore alle gambe.
Per fortuna gli abiti che mi hai comprato sono comodi, e non mi fanno sentire eccessivamente caldo.
« No. Non sento nulla, e' come se mi addormentassi. »
Rispondi semplicemente, sfuggendo il mio sguardo.
Ed ecco che la trasformazione ha inizio, mentre la solita luce inizia ad avvolgerti.
Mi allontano un pò, vedendoti sparire, sostituita da una figura che ancora stento a credere vera.
« Hey Ether. »
Aeth, sembra quasi che tu non abbia mai lasciato quella stanza della locanda.
Rimani a guardarti attorno per un pò, sembra che controlli il cielo, le stelle, il vento... ti stai orientando per riprendere la marcia.



Creature: Kaybird.

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Capitolo 5
*** « Chapter 5. Ship Trip » ***



« Fermiamoci a cenare, immagino tu sia stanca. »
Non me lo faccio ripetere due volte e mi siedo su un masso poco distante da noi, mentre tu inizi ad accendere un fuoco e prepari la cena per me.
« Tu non mangi? »
Chiedo confusa, vedendo le porzioni delle provviste che hai preso. Bastano si e no per una persona.
« Mangerò a Majin. »
Dici semplicemente, mettendo sul fuoco un pezzo di carne e passandomi del pane.
« Mancano si e no un paio d'ore e saremo là. »
Scende il silenzio fra noi, mentre guardo la carne cuocersi lentamente ed il solito brontolio mi invade.
Inizio a mordere il pane, con lentezza per assaporarlo.
« Come farai con le ali? »
Chiedo improvvisamente, osservandoti.
Mi guardi come se avessi detto la cosa più stupida di questo mondo, prima di sorridermi comprensivo.
Io non ti conosco, non so come funzioni.
Mi passi la carne in un tovagliolo (la mangio con le mani?) e scatti in piedi.
Inizi a sbattere le ali e concentrarti, e come per magia poco dopo sono scomparse, facendoti apparire come un comune umano.
Ti guardo stupefatta, alzandomi a mia volta e facendo un giro intorno a te, per assicurarmi che effettivamente sono scomparse.
« E' incredibile! »
Esclamo alla fine, tornando a sedermi e mangiando la carne come fosse un panino, avvolgendola nel tovagliolo per non sporcarmi le mani.
Non rispondi, e ti siedi poco distante, aspettando con pazienza che io mangi, guardando il fuoco scoppiettare fra di noi.
Sembri immerso nei tuoi pensieri come sempre, e non fai caso al fatto che io ti stia osservando... (a mia volta) come sempre.
Mezz'ora dopo riprendiamo il cammino verso Majin.
Nessuno dei due parla, tu concentrato a raggiungere il porto, io ad osservarti.
Non riesco a convincermi che sei reale, eppure sei qui, davanti a me. Come faccio a non crederci?
Quando arriviamo a Majin riesco a smettere di pensare a te per concedermi un "wow" verso il porto.
Majin di sera è uno spettacolo magnifico. Un miscuglio di luci colorate che si riflette sull'acqua scura del mare.
Negozi ancora aperti, pub, locande, tanta gente in giro...
« Non distrarti, seguimi, non allontanarti. »
La tua voce arriva come uno schizzo d'acqua fredda, che mi sveglia dall'ipnosi che Majin aveva esercitato su di me.
Peccato non porterla visitare.
Peccato che ora la mia mente è nuovamente presa da te.
Ti sei avvicinato e mi hai circondata con un braccio attorno alle mie spalle.
Sembriamo due fidanzati, perchè lo fai?
Forse perchè dei ragazzi poco più in là hanno preso a guardarmi con insistenza e semplicemente non vuoi problemi?
Arriviamo al porto vero e proprio in un quarto d'ora, e lì mi lasci finalmente andare, ma tenendomi comunque sotto controllo.
« Due biglietti per il continente Lakec, porto di Yule. »
Dici sicuro alla biglietteria, alla signora che ti sorpresa.
« Cabina matrimoniale? »
Chiede tranquilla, già prendendo in mano due biglietti che ti porge.
Vorrei fermarla, dirle che c'è un malinteso, ed apro la bocca per farlo ma mi fulmini con lo sguardo.
« Grazie mille. »
Dico per non contraddirti ma al tempo stesso per non sembrare una che apre bocca giusto per dargli aria. Sto migliorando?
Ci allontaniamo, dirigendoci verso la nave più grande presente nel porto: quella che ci porterà a Lakec.
« Perchè non hai detto che non siamo sposati? »
Gli chiedo dopo un pò, sentendo l'agitazione crescere.
« E quindi? Cosa avrei detto? Che siamo fratello e sorella? A quel punto cosa sarebbe cambiato? Avremmo comunque preso la camera matrimoniale, costa meno e si sta meglio.
Ma non preoccuparti, non dormirò con te.
»
Rispondi secco, come se ti desse fastidio la sola idea.
Una parte di me è sollevata, l'altra è delusa.
Ma non capisco il perchè.
Saliamo sulla nave, insieme alle altre persone, e dopo aver mostrato i biglietti ci viene data una chiave.
« Camera 10/A. »
Mi annunci semplicemente, riprendendo a camminare, scendendo gli calini e districandoti nel labirinto di corridoi pieni di camere che si susseguono una uguale alle altre.
Mi sento un pò in soggezione, un pò nervosa, all'idea di stare su una nave per due giorni.
E se becchiamo una tempesta?
Ma forse sono io troppo pessimista.
« Eccola. »
Annunci aprendo la porta, ed entrando.
All'interno c'è una stanza quadrata e piccola, senza finestre. Ai due angoli ci sono due fiaccole chiuse in due campane di vetro per non far prendere fuoco alla nave, il fumo va verso l'alto dov'è presente una griglia che gli permette di uscire.
E' progettata bene.
Il resto della stanza è molto semplice.
Un letto al centro, un armadio a destra, e a sinistra una piccola scrivania ed una porticina che porta ad un bagno con una doccia.
« Dormi, okay? »
Mi dici uscendo dalla camera, lasciandomi la chiave.
Chiudo a chiave e vado a farmi una doccia, tanto so che non tornerai subito.
Sento la nave partire, e provo a rilassarmi sotto l'effetto dell'acqua tiepida.
Quando esco mi rivesto ed apro la porta. Sembra che tu fossi lì in attesa, infatti rientri poco dopo, andando a sederti nella scrivania e tirando fuori dal tuo zaino, dallo zaino di Helen, quel che sembra un diario.
Asciugo i capelli con un'asciugamano e li pettino, prima di raccoglierli in una coda e mettendomi sotto le coperte.
Vorrei sapere che ora è, ma non voglio disturbarti. E' sicuramente tardi comunque.
Chiudo gli occhi e mi addormento sfinita, quella si che è stata una giornata pesante.
Ma forse con il tempo il mio corpo si abituerà a camminare così tanto.
Mi sveglio nel bel mezzo della notte. Mi guardo intorno ma non ci sei.
Mi alzo, prendo il mantello che tenevo nello zaino, ed esco dalla stanza, chiudendola a chiave.
Salgo sul ponte e ti vedo seduto sulla punta.
In giro c'è solo qualche marinaio annoiato che aspetta con ansia la fine del proprio turno per andare a dormire.
Ti raggiungo silenziosa anche se so che mi hai già sentita.
« Non riesci a dormire? Manca un'oretta all'alba... »
Il sole infatti non è ancora sbucato, ma già il cielo si è schiarito.
« No.. sono nervosa, non ho mai viaggiato così a lungo su una nave... »
Rispondo avvicinandomi ancora un pò, ma rimanendo comunque dietro le travi di legno per paura di cadere di sotto. Tu hai le ali, non corri questo rischio.
« Perchè non vieni qui? Si vede benissimo l'acqua cristallina... dai sei al sicuro! »
Mi dici allungando una mano affinchè io la prenda e ti raggiunga.
Mi domando però se tu sia matto, o meno, mentre la paura mi invade.
« N-non credo sia il caso... »
Rispondo titubante.
Come non detto, ti alzi e mi prendi per mano contro la mia volontà, portandomi a sedere dov'eri tu prima, ovvero nell'asse di legno che sporge da solo sul mare, come ad indicare la direzione in cui stiamo andando.
« Aeth! »
Urlo spaventata aggrappandomi a te e serrando gli occhi, pregando di tornare con i piedi sopra il legno della robusta nave dietro di noi.
Adesso invece sono seduta, mentre il resto del corpo è nel vuoto.
« Apri gli occhi. »
Dici semplicemente, facendomi forza con un abbraccio.
Così piano piano prendo coraggio: non posso stare per un'ora ad occhi chiusi, tanto so che non funzionerebbe.
Davanti a noi solo l'orizzonte, come se stessimo volando, con il leggerissimo vento che mi scompiglia i capelli.
Pian piano abbasso lo sguardo e vedo sotto di noi l'acqua verde così cristallina che si possono intravedere i coralli ed i pesci sotto di noi (sebbene in realtà è molto più profonda).
« Vedi? Non è stato difficile! »
Dici allegramente.
Sento gli occhi dei marinai annoiati su di noi, e non posso far a meno di arrossire violentemente.
« S-si ma forse è il caso che io torni in camera... non mi sento sicura qui.. su questa trave. »
Io ci provo a tirarmi fuori da situazioni che mi mettono a disagio, con tutte le mie forze.
Ma ormai ho capito che con te, Aeth, e con mia sorella Helen, è al quanto inutile.
Sorridi, facendomi capire che se voglio andarmene sono libera di farlo, ma non mi aiuterai nell'impresa.
Guardo dietro di me per vedere quanto sono distante dalla ponte, e con un tuffo al cuore mi accorgo che siamo davvero lontani.
Non ce la farò mai ad alzarmi e raggiungerlo!
Impreco sottovoce e mi metto all'opera.
Tu ti sei fatto più distante in modo da lasciare che mi muova liberamente: questo però mi fa perdere sicurezza, perchè ora sono davvero da sola sulla trave.
Provo a mettermi in ginocchio su di essa, e dopo qualche tentativo ci riesco. Sembra che la nave traballi ed ogni piccolo movimento mi fa girare la testa.
Davvero non mi vuoi aiutare?
Mi mordo un labbro per il nervoso e continuo ad andare avanti. Il ponte si fa più vicino e la trave più larga, permettendomi di muovermi meglio.
Però quando sono quasi arrivata è un attimo: un filo di vento più forte e perdo l'equilibrio ritrovandomi attaccata alla trave solo con le mani.
Ho una paura incredibile e sono sicura di svenire o di mettermi ad urlare... ma non serve.
Sei già davanti a me, mi hai già sollevata e riportata al sicuro nel ponte della nave.
Ti resto incollata per paura che possa ancora cadere.
« Sta tranquilla, sei al sicuro. »
Mi dici semplicemente, forzandomi a guardarmi intorno per vedere il resto della nave attorno a noi.
Possibile che io sia così fifona?
Possibile che debbano tremarmi le gambe così?
Mi accompagni in camera, e mi fai sdraiare nel letto.
« Ci vediamo stasera, Ether. »
Dici semplicemente, mentre la luce ti avvolge e davanti a me ritrovo Helen, che subito corre a chiudere a chiave la porta.

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Capitolo 6
*** « Chapter 6. Day and Night » ***



« Com'è andata la nottata? Avete avuto dei problemi a salire a bordo? Qualcuno ti ha riconosciuta? »
Mi chiedi dopo aver chiuso la porta della stanza.
Scuoto la testa e sorrido per farti capire che no, non è successo niente del genere, mentre la mia mente vola di nuovo all'episodio avvenuto sul ponte, con Aeth.
Mi sorridi a tua volta, un pò a disagio, e vai allo zaino, dal quale tiri fuori un abito pulito.
« Vado a farmi una doccia. »
Dici semplicemente, prima di chiuderti in bagno.
Io rimango distesa sul letto, completamente persa nei miei pensieri... già pensando a cosa faremo durante la mattinata: è il primo vero momento in cui staremo da sole con la possibilità di parlare.
Il resto della mattinata scorre piuttosto tranquillo: non puoi uscire dalla stanza visto che i biglietti non sono per due ragazze ma per una coppia sposata.
Sarebbe un pò strano dover spiegare la faccenda della trasformazione.
Abbiamo finalmente parlato del più e del meno, anche se ho dovuto tirarti fuori con le pinze le risposte, tutto ci ha tenuto impegnate come ai vecchi tempi, quando parlavamo per ore ed ore senza sosta.
Ho capito anche a cosa serve il diario.
Lo usate per comunicare fra voi, per sapere dove andare e cosa fare.
Forse parlate anche di altro ma non mi è dato saperlo.
...Ma perchè non capisci?
Perchè mi tocca discutere così tanto con te ora che siamo di nuovo insieme, ora che stava andando tutto bene? Mi sembra assurdo.
« Non capisco perchè tu non me ne voglia parlare. Come pretendi che io decida di aiutarti se non mi dici esattamente in cosa consiste questo rito per dividere i corpi? »
Ti chiedo esausta mentre finiamo di pranzare.
Metto via i resti del cibo e torno a guardarti mentre fai altrettanto.
« Non puoi tornare indietro. E ti dirò in cosa consiste quando saremo arrivate a destinazione. »
Da quando sei così fredda?
Perchè mi ostino a non vedere che sei cambiata?
Perchè non sono rimasta a casa invece di mettermi in quest'avventura che, sono sicura, non mi porterà ad un lieto fine?
Annuisco, con rabbia, e mi stendo dandoti le spalle.
Mi sento così sola in questo momento.
Com'è possibile che tu sia cambiata così tanto?
« Mi dispiace Ether. »
Tre semplici parole che riescono a sciogliermi in lacrime silenziose.
Ti dispiace davvero? Allora perchè semplicemente non mi spieghi cosa sta succedendo?
« Risparmia le tue scuse. »
Ti rispondo con una freddezza di cui non mi credevo capace, alzandomi ed allontanandomi verso la porta, che apro per andarmene.
Ma tu sei già dietro di me.
Mi afferri per un braccio e mi costringi a girarmi verso di te, per guardarti negli occhi.
« Mi sembra di averti fatto una promessa. Tornerò a vivere con te. Ma non farmi domande alla quale non voglio rispondere.
Si, ti coinvolgono direttamente e hai il diritto di conoscere il rito per entrambi gli incantesimi. Ma se uno è piuttosto semplice da eseguire, l'altro non lo è. E non ne voglio parlare.
Non sono sicura di volerlo fare ancora.
»
Sembri confusa, sembra che nei tuoi occhi a sprazzi appaia una luce lontana, e che poi sparisca nel giro di qualche secondo.
Cosa ti è successo in questi anni?
Sei davvero mia sorella o è un'illusione a cui mi sto attaccando?
Lentamente, per paura che tu ti allontani, allungo le braccia verso di te e ti abbraccio.
Perchè mi sei mancata, Helen.
Perchè ho passato tre anni di solitudine, immersa nei doveri di una regina, sebbene non lo fossi del tutto.
Perchè avevo paura di averti persa per sempre.
Le lacrime riprendono a scendere dai miei occhi silenziose, come delle cascate che non riesco a fermare.
Piano piano sento le tue braccia circondarmi, mentre mi porti di nuovo nel letto, forse per paura che l'emozioni che sto provando mi facciano svenire.
Lo sai, mi è già successo una volta. Quando morì mamma.
Ricambi il mio abbraccio, e questo mi rende così felice!
Forse ci sei ancora sommersa da qualche parte dentro te stessa, forse nascosta da un guscio di magia oscura.
Ho intenzione di rompere quel guscio e di liberarti una volta e per tutte.
« Va bene, mi fido di te... »
Ti dico in un sussurro, mentre sento un sospiro di sollievo uscire dalle tue labbra, mentre l'abbraccio si scioglie lentamente.
Ci guardiamo negli occhi, entrambe con qualche filo di lacrima che ancora esce insistentemente.
Sono stata una stupida a credere che tu non provassi nulla, vero?
Tuttavia sento una strana sensazione dentro di me, come se una vocina mi dicesse di non abbassare la guardia, specchiandomi nei tuoi occhi.
Ma sono sicura che è solo un'impressione. Siamo ancora in mare, forse è quello che mi rende così nervosa.
Torno ad abbracciarti istintivamente, come per paura che tu possa fuggire da me.
Ricambi e mi abbracci, ancora una volta.
« Ti voglio bene. »
Mi sussurri, stringendo la presa.
Sento improvvisamente un pò calore ma non altro, sarà sicuramente una vampata dovuta alle tue parole, che sembra mi abbiano ringiovanita di qualche anno. Oppure no?
« Ehm Ether... »
Perchè sento la voce di Aeth adesso?
Mi scosto un pò, così sorpresa da rimanere senza parole.
Non c'è più Helen, adesso ci sei tu. Sto per allontanarmi da te quando la porta si apre di scatto e vediamo entrambi il controllore.
« Oh, scusatemi tantissimo! »
Ci dice arrossendo leggermente mentre io con un salto mi stacco da te.
E' ovvio cos'ha pensato vedendoci.
« Non preoccupatevi. »
Ti invidio tantissimo, come fai ad essere così disinvolto?
Ti alzi e prendi i biglietti, mostrandoglieli.
Il controllore se ne va cinque minuti dopo, forse per la fretta di lasciarci continuare quello che secondo lui aveva interrotto.
Io invece sono ancora rossa come un peperone, in piedi in un angolo della stanza.
Richiudi la porta e torni vicino alla scrivania, dalla quale prendi il diario e controlli quello che Helen ti ha scritto.
Ma deve essere poco, perchè lo metti via subito e torni a guardarmi.
« Oh su dai, non è successo niente. »
Dici tranquillo.
« Com'è possibile che sia già il tramonto? »
Chiedo confusa, sperando che non ti offenda.
Mi guardi come se avessi effettivamente fatto una domanda poco adatta al momento.
« Beh si avvicina la fine dell'autunno, adesso le giornate si accorciano, e quindi io posso stare di più, a differenza di tua sorella. In estate è il contrario. »
Mi spieghi con calma, come se stessi parlando con una bambina, e le stessi spiegando il ciclo delle stagioni.
In effetti mi sento davvero così, non avevo pensato al semplice fatto che in inverno le ore di luce sono minori rispetto alle ore notturne, a differenza dell'estate.
« E' ancora pomeriggio inoltrato, sono si e no le sei e mezza credo... »
Ti dico in caso ti interessasse, forse per rompere quel velo di ghiaccio che si è creato. Che ho creato con il mio imbarazzo.
« Ah, grazie. »
Rispondi distratto, prendendo ad armeggiare con un'ala, provando a pulirla con il pettine di Helen.
Mi viene da sorridere, e mi avvicino, prendendoti il pettine dalle mani ed aiutandoti dove non arrivi.
Ti sento sbuffare, ma non mi allontani, lasciandomi fare.
Come devo fare? Di giorno con lei, di notte con te.
Un ciclo continuo al quale una parte di me sente di non poter più rinunciare.
« Ti va di cenare sul ponte? Abbiamo il servizio del ristorante incluso. »
Mi chiedi sorridendomi, facendo sparire le ali dopo che ti porgo il pettine.
« Volentieri! »
Esclamo, sorridente.
Giorno e notte, ancora per qualche giorno prima di arrivare alla nostra meta.
Non mi resta che assecondare quello che il destino ha deciso per me.

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Capitolo 7
*** « Chapter 7. Tragedy » ***



La notte passò troppo in fretta, dormii si e no qualche ora, prima di svegliarmi e ritrovarti accanto a me, sorella.
Ho parlato troppo con Aeth e ho ridotto le mie ore di sonno.
Per fortuna hai capito ed hai preferito farmi dormire fino a tarda mattinata.
Ti saluto con un sorriso assonnato, prima di alzarmi ed andare in bagno dove riesco a svegliarmi con una doccia fredda.
Questa notte dovremmo arrivare a Yule, e finalmente potrò mettere piede di nuovo sulla terra ferma.
Ammetto che alla fine mi stavo abituando alla vita sulla nave, ma la terra mi manca.
E poi c'è sempre questo filo di nausea che mi accompagna, dandomi fastidio.
Esco dal bagno e vedo che sei impegnata a scrivere nel diario, quindi non ti disturbo.
Sebbene tu non sembri poi così taciturna, non dai nemmeno l'impressione di voler proprio parlare.
Preferisco non sapere cosa ti passa per la testa, per oggi.
« Posso andare a fare un giro sul ponte? »
Ti chiedo un pò timorosa, visto che non vorrei dover sentire un rifiuto.
Ma tu annuisci distrattamente, e quindi esco, lasciando che sia tu a chiudere a chiave dall'interno.
Prendendo un respiro profondo provo a non perdermi nel labirinto di corridoi, e per fortuna ci riesco.
Salgo sul ponte, pieno di vita durante il giorno, e mi guardo attorno stupefatta.
Ho visto il mare di notte, ma durante il giorno è tutta un'altra cosa.
L'acqua cristallina ma scura di notte, ora è come se fosse un vetro che ricopre un profondissimo mondo sommerso ed incantato.
Persone, bambini, ed anziani chiaccherano qua e là, divisi a gruppetti di famiglie, mentre i marinai con il turno giornaliero lavorano per far si che tutto vada per il meglio.
C'è anche il capitano: un tipo sulla cinquantina, dai corti capelli argentati ed un grande cappello da pirata in testa.
Mi vede e si avvicina, con un gran sorriso.
« Buongiorno signorina! Mi hanno detto che a bordo abbiamo una coppia di neo-sposi! Siamo entusiasti del fatto che abbiate scelto la nostra nave come piccola luna di miele! »
Dice allegramente, prendendo il mio arrossimento come una conferma a ciò che ha sentito raccontare dai suoi marinai.
« In più mi hanno detto che ieri non siete usciti per niente dalla stanza fino a pomeriggio inoltrato... ci date sotto eh? »
A questa esclamazione non so chi fosse più rosso fra me ed il fuoco o la lava.
Di nuovo il capitano prende la mia reazione come una conferma a ciò che pensa e si mette a ridere.
« Suuu! Non c'è niente di male! I primi tempi è sempre così! Sapessi cosa facevamo io e mia moglie durante i primi mesi... ahahahah! »
Preferisco non rispondere e lascio che si allontani per tornare a svolgere i propri doveri, mentre io zitta zitta mi allontano a mia volta e mi siedo su una panchina di legno.
Fra me ed Aeth non c'è niente.
Non può esserci niente, tu sei uno spirito.
E fra te ed Helen cosa c'è? Come vi siete conosciuti?
Possibile che l'incidente sia accaduto senza che abbiate minimamente parlato come mi ha spiegato Helen ieri mattina?
Quindi voi non vi conoscete?
Forse Helen ha iniziato il diario per puro caso, per cercare di capire cosa succede quando si "addormenta"?
Potrebbe essere così, lo so.
Persa nei miei pensieri non mi rendo conto che il sole inizia a bruciare più forte, segnando le due del pomeriggio.
Nello stesso tempo però un forte vento prende a soffiare, costringendo molte persone a rientrare, ed i marinai a lavorare più duramente per assicurare meglio le vele.
Sono preoccupata, siamo al sicuro con questo vento?
Torno in cabina, ancora una volta sorpresa di esser riuscita a trovare la strada, e ti trovo intenta a studiare la mappa, mentre un unico riccio ribelle si è sciolto dalla tua coda alta e ti ricade davanti al volto.
Nostro padre era come stregato da te, forse perchè sei fra le due quella che più somiglia a nostra madre.
« Tutto bene? Fra sei ore arriviamo a Yule. »
Mi dici tranquilla, indicandomi un puntino nella mappa. Annuisco.
« Fuori si è messo a soffiare un forte vento... sono un pò agitata. »
Dico semplicemente, sedendomi accanto a te e controllando la mappa a mia volta.
« Capisco. »
Rispondi rimettendoti a controllare la mappa.
Ci mettiamo di nuovo a parlare del più e del meno, più che altro concentrandoci sul viaggio, sulle mete, sui kaybird.
E' come un ripasso, visto che abbiamo quasi raggiunto una delle prime tappe.
« Va bene, ascoltami. Quando Sarete a Yule dii a Aeth di affittare due kaybird anche se gli sembrerà inutile.
Prendilo per me altrimenti ci toccherebbe camminare e non mi va... ci rallenterebbe.
»
Dici semplicemente, iniziando a piegare la pergamena.
C'è un dettaglio, fra la moltitudine di dettagli, che non mi torna.
« Perchè tutta questa fretta Helen? »
Chiedo, anche se so che molto probabilmente non mi risponderai.
Infatti mi guardi a lungo, in silenzio, come se stessi pensando tantissime cose.
« Sono passati undici mesi e venti giorni. La maledizione può essere rotta soltando entro l'anno. Per undici mesi abbiamo cercato di capire come fare, e per fortuna ci siamo arrivati prima che fosse troppo tardi. »
Sgrano gli occhi, forse per la sorpresa di aver ricevuto una risposta concreta, ed annuisco.
« Resta poco tempo, non ho intenzione di condividere il mio corpo con qualsiasi cosa Aeth sia per il resto della mia vita. »
Dici fredda. La mia teoria che voi non vi conoscete è stata appena confermata.
Non credo parleresti così di Aeth.
« Cosa accadrà ad Aeth dopo la divisione? »
Chiedo improvvisamente.
« Non ne ho idea, mi basta ritornare padrona del mio corpo. »
Concludi scrollando le spalle. Il dubbio si insinua dentro di me.
Aeth è uno spirito delle grotte.
Uno spirito, non una creatura in carne ed ossa.
E se dopo la divisione tornasse ad essere solo spirito? Se non potessimo più parlare?
« Andrà tutto bene, d'accordo? »
Ed ecco che la solita luce ti avvolge, ed il solito sorriso appare sul tuo viso ora mutato.
« Hey Ether. Come va oggi? »
Mi chiedi, come ogni sera da quando ci conosciamo.
Solo qualche giorno, eppure mi sembra una vita.
Non so se comunicarti il mio dubbio.
Ma perchè dovresti voler tornare uno spirito?
« Va bene direi... »
Inizio incerta.
So che sai che voglio aggiungere altro, quindi resti in attesa.
Ma appena sto per parlare un fortissimo rumore rimbomba in tutta la nave, prima che forti urla prendano a sentirsi.
Che sta succedendo?
« Prendi lo zaino, andiamo. »
Mi dici in apparenza tranquillo, prendendo il tuo zaino, facendo sparire le ali ed aprendo la porta.
Uscendo dalla stanza non posso non notare l'acqua che già è alta qualche centimetro.
« Che succede? »
Chiedo spaventata, seguendoti.
« Non lo so. C'è odore di tempesta. »
Rispondi semplicemente, continuando a camminare fino a che raggiungiamo le scale che portano al ponte.
In giro tutti i passeggeri urlano, mentre i marinai provano inutilmente a rassicurare tutti.
Uscendo sul ponte, sembra un incubo.
Pioggia, vento, e altissime onde scure che si abbattono sulla nave, quasi come un polipo immenso che prova ad inghiottirla.
Ma è solo acqua. Dall'effetto divastante.
« Non c'è scampo. E' il Kraken. »
Mi dici come fosse la cosa più naturale di questo mondo, mentre io ti guardo allibita.
« Di che stai parlando? E' solo una leggenda! »
Mi guardi con un mezzo sorriso, mentre io stessa mi dò dell'idiota.
« Pensavo ci credessi nelle leggende ormai. »
Senza nemmeno chiedermi il permesso, mi prendi in braccio ed istintivamente porto una mano attorno al tuo collo per aggrapparmi meglio.
Ecco che le tue ali spuntano e spicchi il volo verso il cielo nuvoloso, proprio prima che un'ennesima onda-tentacolo si abbatte dove prima eravamo noi.
Dall'alto la scena cambia.
Le onde non hanno più parvenze d'onde ma di quel che effettivamente sono: tanti tentacoli giganteschi fatti d'acqua.
Se prima credevo che il Kraken fosse una creatura in pelle ed ossa ora ho capito di essermi sbagliata.
Il Kraken è un polipo d'acqua.
Una gigantesca e mostruosa creatura fatta d'acqua.
Per questo i pochi sopravvissuti alle tempeste più forti dei viaggi fra i due continenti non ricordavano un mostro ma gigantesche onde d'acqua.
« Non ce la faranno! »
Urlo disperata, guardando la nave che, lentamente, viene risucchiata in un vortice creato dal Kraken stesso.
« Non possiamo fare nulla per loro. »
Dici stringendomi per evitare di farmi cadere.
Fra la pioggia, sento le mie stesse lacrime scendere a bagnarmi il viso.
Ormai siamo zuppi, e tu prendi a volare verso la terra ferma.
Non possiamo fare niente per quelle persone.
Non possiamo aiutare il controllore ed il capitano.
Non possiamo aiutare i marinai ed i passeggeri.
Mi sento così inutile.
Forse Helen con la sua magia sarebbe riuscita a sconfiggere il Kraken?
Ma se non ci fosse riuscita, nessuno ci avrebbe salvate.

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Capitolo 8
*** « Chapter 8. The Truth » ***



Dopo quella che sembra un'eternità, intravediamo in lontananza la terra ferma. Mi domando se tu sia stanco, visto che mi sento improvvisamente stanca io che non sto facendo nulla.
Ma la frenesia del momento ha bruciato tutte le mie energie, e sento già un filo di febbre pervadermi.
Atterri in un luogo isolato e fai sparire le ali.
Provo a scendere dalle tue braccia ma me lo impedisci nello stesso istante.
« Stai male, non è il caso. »
Dici semplicemente, riprendendo a camminare verso la vicina Yule.
Un piccolissimo porto, composto per lo più da una locanda, qualche casa e la biglietteria.
Entri nella locanda e subito la proprietaria capisce che io non sto benissimo.
« Cos'è successo? »
Chiede preoccupata.
« Una tempesta. La nave è stata ribaltata... non so come abbiamo fatto a sopravvivere, è un miracolo. Forse ce ne sono altri. »
Spieghi nel tono più vero che io ti abbia mai sentito usare.
Pur sapendo la verità, mi convinco che quella è più vera dell'altra che ho vissuto direttamente.
E' una magia? Un tuo potere?
La locandiera annuisce, indicandoci subito una stanza.
« E' una disgrazia. Andrò a parlare con il sindaco. Voi rimanete pure qui, avete alloggio gratuito. »
Ci comunica prima di sparire.
Mi metti sul letto, e vai a chiudere la porta.
Mi sento così stordita.
Ho freddo, però mi sento bollente.
« Devi aver beccato una bolla del veleno del Kraken. »
Mi dici preoccupato.
« Tranquilla ti riprenderai... ma, ehm. E' necessario toglierti questi di dosso, sono ancora zuppi del veleno. »
Se potessi solo ribellarmi, o arrossire, lo farei.
Ma non sto bene, per niente. Mi gira la testa.
Velocemente mi togli gli abiti zuppi e mi copri con la coperta.
« Vado a prendere delle erbe medicinali, non provare ad alzarti per nessun motivo. »
Annuisco senza saper se l'ho effettivamente fatto, ma hai comunque capito che ho capito.
Cado in uno stato di dormiveglia.
Ti vedo tornare ma non ho la forza e la volontà di riuscire a "svegliarmi".
Quindi ti lascio curarmi, facendomi bere uno strana zuppa d'erbe dall'odore disgustoso, ma dal sapore delizioso.
Mi sento subito un pò meglio, e mi addormento.
Quando mi risveglio sono ancora nello stesso stato, anche se riesco un pò a muovere il collo per individuarti nell'ombra.
Stai scrivendo nel diario e sei così preso da non accorgerti che mi sono svegliata.
Non riesco ancora a parlare, mi sento ancora debolissima.
Mi riaddormento di nuovo.
Al mio risveglio ci sei tu invece, Helen.
Stai leggendo molto attentamente il diario, ovviamente confusa da ciò che ti circonda.
Per causa mia abbiamo rallentato il viaggio di un giorno.
Ti accorgi che sono sveglia e ti avvicini a me.
« Va tutto bene, riposa. Dovresti riprenderti fra poco. E non preoccuparti, abbiamo ancora qualche giorno. Okay? Non mi stai rallentando, so che lo pensi. »
Mi dici con un sorriso.
Un sorriso che finalmente riesco a riconoscere come quello di mia sorella.
Forse la vicinanza a me sta scacciando le ombre della Magia Oscura che ti hanno stregata.
Forse non ci sarà bisogno di alcun sacrificio.
Perchè ho letto, sai?
Ho letto il diario durante la notte di ieri, Aeth mi ha permesso di farlo.
Ho letto come funzionano i due riti alla quale vuoi sottopormi.
Ma ora non è il momento di pensarci, quindi ti sorrido e ricado in un sonno apparentemente leggero.
In realtà dormo tantissimo, ed al mio risveglio il sole sta nuovamente tramontando.
Però ora riesco a muovermi, e mi metto seduta guardandomi intorno.
Non ci sei nella stanza, quindi mi alzo e, con cautela, mi avvio in bagno.
Ho bisogno di lavarmi la faccia, per togliere gli ultimi segni di intorpedimento che mi hanno fermato il collo. Funziona.
Esco dal bagno e mi ritrovo te, Aeth, davanti.
« Ether, come stai? »
Mi chiedi guardandomi in faccia.
Perchè ho dimenticato che ero in intimo dalla sera precendente?
Corro a mettermi sotto le coperte, con la voglia di seppellirmici sotto.
Ma tu non sembri scandalizzato, e ti avvicini tranquillo per controllare la febbre.
Riesci a distinguere il calore del veleno dall'imbarazzo?
« Bene, direi che il peggio è passato. Possiamo riprendere il cammino fra un'ora, giusto il tempo di prepararci... »
Annunci allegro, sorridendomi.
« Aeth. »
La mia voce è ferma per la prima volta da quando ci conosciamo.
Non è il momento, ma questa domanda continua ad aleggiarmi nella mente da quando l'ho formulata.
Mi guardi in attesa che la ponga, forse non immagini cosa voglio dirti o forse lo sai bene.
« Cosa accadrà quando i vostri corpi saranno divisi? Tornerai ad essere uno spirito senza corpo? »
Chiedo seria, non ammettendo una falsa risposta questa volta.
Nessun cambiamento di discorso: voglio la verità.
« Non lo so. Nessuna delle due ipotesi mi dispiace. Ho vissuto come spirito per tanti secoli, sono sicuro che potrei continuare a farlo.
E come umano ho anche io un'età, anche io invecchio. Però nemmeno questo mi dispiace.
»
Rispondi semplicemente, dicendo la verità così come la pensi.
Non mi basta, però so che sarebbe inutile insistere oltre se davvero non sai ciò che ti aspetta.
« Tu invece sei sicura di volerlo fare? Il rito intendo. »
Mi chiedi inaspettatamente, sedendoti accanto a me.
« Se è per Helen si. Se non si fermerà nemmeno davanti al probabile sacrificio di sua sorella, significa che l'ho persa per sempre, che è stata divorata dalla magia oscura che è in lei. Ma ho fiducia in Helen. »
Rispondo tranquilla, sorridendo mentre mi guardo le mani.
Improvvisamente sento una tua mano sotto il mio mento, prima che alzi lo sguardo verso di te.
Sei improvvisamente così vicino.
Buffo, non ho mai creduto nell'amore, quello vero, figuriamoci i colpi di fulmine.
E' vero che ci conosciamo da qualche giorno, ma non è poi così tanto tempo.
Eppure sembra che quel giorno sia scritto nella mia vita da sempre, come se fossi sempre stata in attesa di quel bacio così leggero.
Ti stacchi da me, rimanendo comunque ad un soffio di distanza.
« Questo complicherà le cose. »
Sussurri con un sorriso, prima di alzarti ed uscire dalla stanza.
Mi alzo e mi vesto, preparando lo zaino per quando partiremo.
Rifaccio il letto ed esco dalla stanza, recandomi alla reception.
Non c'è nessuno, quindi esco lasciando la chiave sul bancone.
Fuori è appena diventato buio, e la luna splende nella sua pienezza sopra la mia testa, mentre la guardo affascinata.
In città non c'è nessuno, strano, dove saranno tutti?
Probabilmente saranno andati da qualche parte a riunirsi per l'incredibile tragedia avvenuta sotto i nostri occhi.
Nessuno sospetta del Kraken, tutti pensano ad una furiosa tempesta.
Ti avvicini a me portando con le redini due grossi pennuti colorati.
« Odio doverne usare uno. Ma è per Helen giusto? Quindi andiamo, vi seguo in volo... »
Salgo in groppa ad un Kaybird dal piumaggio bianco con sfumature viola.
Dal volto sembra un pulcino, eppure è grosso quanto un San Bernardo di due anni.
Gli uccelli spiccano subito il volo e mi aggrappo alle redini per non perdere l'equilibrio, l'altro, senza un cavaliere, ci segue e basta mentre tu hai deciso di usare le tue stesse ali.
Vorrei avere delle ali anche io.
« Se siamo fortunati conosco una scorciatoia che ci farà essere a Guinevae in una notte. »
Annunci sorridente. Quando pensavi di dirmelo?
Annuisco semplicemente, lasciando che sia il Kaybird a seguirti con lo sguardo, mentre io, ancora un pò debole, mi aggrappo con tutte le mie forze a lui e provo a non piombare di nuovo nell'oblio.
Poco dopo rallentiamo, sebbene siamo ancora in volo, e ti avvicini prendendo delle corde dallo zaino.
Un pò spaventata mi raddrizzo di scatto, non capendo cosa tu voglia fare.
« Fidati. »
Dici semplicemente, iniziando a legarmi all'uccello in modo che anche se dormo non cado.
Certo, mi sento intrappolata all'animale, ma devo ammettere che è stata comunque una buona idea.
« Ora riposa, d'accordo? Domani sarà Helen a svegliarti e slegarti. Dovresti stare molto meglio rispetto ad ora. »
Mi dici sorridendo.
Non c'è traccia del bacio che ci siamo scambiati poco fa, come se non ci fosse mai stato.
Eppure il tuo sorriso è diverso.
E' caldo.
Lentamente scivolo di nuovo nell'oblio.

Mi vedo legata ad un'altare, senza via di fuga.
Tu, Aeth, sei uno spirito, non hai un corpo e guardi la scena impotente, mentre la rabbia ti divora.
Helen invece, con gli occhi ed i capelli completamente neri, avvolta in una tunica nera, è davanti a me con un lungo pugnale d'argento, pronta ad colpire.
A mettere la parola fine a tutto.
Non posso fermarla, non posso nemmeno parlare.
Non so dove mi trovo, sebbene l'ambiente assomigli ad una grotta.
Occhi malvagi ci spiano dall'ombra, in attesa di un segnale per partire all'attacco.
« Grazie Ether, ora tua sorella è mia. »
Dice Helen con una voce leggermente metallica, una voce che non conosco.
Non è lei, è qualcosa di malvagio allo stato puro.
Le lacrime presero a scendere dai miei occhi, mentre il pugnale calava su di me e sentivo un urlo in lontananza.


Mi svegliai con nelle orecchie ancora l'urlo, e mi guardai attorno terrorizzata.
Ma Helen, sei già accanto a me preoccupata per la mia salute.
E solo così scopro di essere già slegata, seduta accanto ad un masso con i tuoi cchi su di me.
« Tutto bene? »
Mi chiedi preoccupata.
« S-si... era solo un incubo... »
Rispondo. Ma era davvero solo un incubo? Oppure era la previsione di ciò che sarebbe successo nelle Grotte?

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Capitolo 9
*** « Chapter 9. Damen » ***



Mi alzo in piedi e mi guardo attorno.
Guinevae è semplicemente un villaggio sperduto in mezzo al nulla.
Lo sai, quindi non perdi tempo e ti metti in marcia.
« Ed i Kaybird? Non possiamo usarli? »
Chiedo confusa raggiungendoti e guardando i pennuti dietro di noi che stanno riprendendo il volo per tornare a Yule.
« No, lasciali andare. Damen non è lontana. Forse una o due ore di cammino.
Sono ferma da tre giorni, ho bisogno di sgranchire le gambe.
»
Mi dici tranquilla, come fosse la cosa più naturale di questo mondo.
« Ma... d'accordo... »
Concludo sbuffando e mettendomi in posizione di marcia anche io.
Tanto è inutile farti capire che IO non sono abituata ad una vita del genere e che sono guarita da poco.
« Se ti stanchi, semplicemente ci siederemo. »
Mi dici improvvisamente, rallentando un pò il passo.
Sbuffo di nuovo, annuendo, rassegnata a dover camminare.
Silenzio, è piombato di nuovo il silenzio fra noi.
Ma vedo che ogni tanto sbirci nella mia direzione, forse per assicurarti che io ce la faccia?
« Pranziamo? »
Chiedo improvvisamente, raggiungendoti.
« Pranzeremo a Damen. Fidati, ho un amico là che ci ospiterà nel suo ristorante che è la fine del mondo... »
Mi dici con un sorrisetto già carico di aspettative, mentre forse sogni qualche buon piatto che non sia pane e verdura.
Annuisco, un pò titubante.
Damen, finalmente potrò visitarla.
Damen, la biblioteca più antica di tutta Leanor.
Non vedo proprio l'ora di arrivare!
« Quanto manca? »
Chiedo, sentento l'eccitazione crescere in me.
« Credo un quarto d'ora... oh eccola! »
In lontananza, davanti a noi, una specie di torre che vista da dove siamo sembra non essere poi così alta.
Ma man mano che ci avviciniamo si fa sempre più grande, mentre la vegetazione attorno a noi si fa sempre più rada, lasciando spazio al deserto.
Non fa però caldo, forse dovuto alla stagione in cui ci troviamo.
Arriviamo alle porte di Damen esattamente venti minuti dopo, mentre un'immensa torre si staglia davanti a noi.
« Chi va là? »
Chiede la guardia dell'edificio.
« Helen. »
Rispondi sicura di te. Ed infatti la guardia sembra sorpresa, e ti lascia passare subito, salutandoti calorosamente.
« Siete venuta a trovare Tarek? »
Chiede semplicemente, ma non attende risposta e si fa di lato in modo che possiamo entrare.
Mi squadra incuriosito, ma non dice una parola.
Ti seguo, sperando di non perderti.
Se la nave sembrava un labirinto, ma alla fine mi ero abituata, questo era più confusionale.
Divisa in una decina di piani, la biblioteca partiva dal secondo fino all'ottavo.
Lasciando al primo i ristoranti, bar, e altri negozi di viveri, al nono le locande, ed al decimo le abitazioni degli abitanti di Damen.
Per spostarsi da un piano all'altro si usavano dei tappeti volanti giganteschi che potevano portare dieci persone alla volta.
Sgranai gli occhi, immagazzinando più informazioni possibili, già adoravo quel luogo.
« Andiamo, il ristorante di Tarek è da questa parte... »
Mi dici provando a scostarmi dal mio "sogno" ad occhi aperti.
Ma lo sai che è inutile, sebbene io ti stia seguendo, non ti ho davvero sentita.
Arriviamo ad una vetrina tutta colorata.
All'interno ci sono diversi pouf, divisi a gruppi di quattro con un tavolino basso al centro.
« Siediti pure mentre io ordino da mangiare. »
Mi dici prima di sparire dietro il bancone.
A quest'ora non c'è nessuno nel ristorante, quindi mi siedo il più vicino possibile all'entrata, in modo da continuare a sbirciare fuori.
Torni un quarto d'ora più tardi, accompagnata da un ometto sulla sessantina, dai corti capelli bianchi ed un paio di baffi da mercante del medesimo colore.
« Oh, chi abbiamo qui! La bellissima sorella di Helen. E' un piacere fare la vostra conoscenza madame. »
Mi dice con uno strano accento, facendo un semi inchino.
Poggia quindi un vassoio sul tavolino.
Nel vassoio c'è di tutto: dalla frutta alla verdura, fino al pesce e alla carne.
Mi stupisco di come tutta questa roba riesca a stare in un vassoio.
Ma tu no Helen, quindi ti servi e lasci che io faccia altrettanto.
Non me lo faccio ripetere e riempio il mio piatto di un pò tutto.
Mi domando se dovremmo lasciare qualcosa ad Aeth, oppure no.
Inizio a mangiare mentre tu continui a parlare con Tarek di cose che non capisco.
Ma non mi interessa, io voglio visitare la biblioteca..
Dopo aver pranzato per fortuna saluti subito l'anziano signore ed usciamo dal ristorante, dirigendoci al nono piano.
« Prendiamo una stanza, e poi potrai visitare tutti i piani della biblioteca in lungo e largo.
Devo sbrigare le mie commissioni prima del tramonto, okay?
»
Chiedi sebbene sia una domanda retorica, alla quale io annuisco senza nemmeno convinzione.
Saliamo su uno dei tappeti volanti, e in meno di qualche minuto siamo già al nono piano della torre, altissima.
Sembra che al centro ci sia un "vuoto bianco" senza fine, mentre gli archi ci permettono di vedere tutti gli altri piani.
« Una stanza per due. »
Dici ad una signora, che, sorridendo, ci accompagna davanti ad una porta.
« Purtroppo abbiamo finito le camere singole. Ma siete due donne quindi non credo ci siano problemi a darvene una matrimoniale, giusto? »
D'accordo.
Adesso sto davvero pensando che questo sia uno scherzo.
Com'è possibile che in tre camere abbiamo sempre preso quella matrimoniale?
La donna si allontana dopo averci lasciato la chiave.
Ovviamente so che stai osservando con curiosità la mia reazione, ma decido di mascherare lo sconforto con un sorriso.
« Aeth non dormirà, come sempre, non preoccuparti. »
Mi dici leggendomi nella mente.
« Adesso vado, ci vediamo domani. »
Dici salutandomi con una mano, oltrepassandomi e allontanandoti.
Non mi dai mai nemmeno il tempo di rispondere.
Ma non importa.
Entro nella stanza, guardando il letto con uno sguardo assassino e lanciandoci lo zaino.
Mi siedo su una sedia e massaggio le tempie.
Possibile che da quando sono partita, fuggendo, siano passati solo pochi giorni?
Sembra essere passata una vita.
Dopo aver fatto una doccia veloce esco dalla stanza e mi dirigo ai negozi al primo piano: ho davvero bisogno di un paio d'abiti nuovi.
Ed infatti trovo il negozio che fa per me, e mi fiondo dentro, uscendo solo dopo aver comprato tre nuovi stupendi abiti da viaggio.
Ora che ho risolto l'urgenza, posso tranquillamente concedermi un giro attorno al primo piano della biblioteca, secondo della torre.
In questo piano ci sono tantissimi libri legati alla natura.
Preparazione di pozioni e filtri, piante velenose, piante curatrici, piante e frutti commestibili, e chi più ne ha più ne metta.
Non so quanto tempo passo a girovagare in questo piano quando decido di passare a quello superiore.
La storia va avanti così finchè mi ritrovo al quinto piano.
Forse sono passate tre o quattro ore, ma adoro i libri e posso stare anche giornate senza accorgermi del tempo che vola.
Nel quinto piano ci sono libri che, con mia sorpresa, contengono ogni tipo di romanzo.
Alcuni antichi, altri moderni.
Alcuni incompiuti, altri competi.
Alcuni fantastici, altri leggendari, altri horror e altri ancora romantci.
Mi perdo a leggerne uno che narra di uno spirito innamorato di un'umana, che però non ricambiava.
Lo spirito divenne così pazzo da inventare un incantesimo con l'aiuto di uno stregone, che gli permise di diventare umano per un paio d'ore.
Ovviamente lo spirito usò quelle ore per stare con la donna, che sotto un filtro d'amore, non capì cosa faceva.
Dalla relazione nacque un mezzo spirito, destinato alla forma di spirito finchè non avesse ricevuto da una donna che lo amava davvero un bacio d'amore eterno.
Leggenda o Realtà?
Un bacio sul collo mi desta dai miei pensieri, facendomi cadere il libro dalle mani.
Mi girno e mi ritrovo te davanti, Aeth.
« Che leggevi? »
Chiedi disinvolto chinandoti a prendere il libro.
« Ah la leggenda del mezzospirito. »
Dici con una strana nota nella voce.
« Fortunato lui, non credi? I miei genitori erano entrambi degli spiriti, quindi non ho la sua fortuna. »
Aggiungi con un sorriso amaro, mentre io riprendo il libro e lo metto a posto.
« Non ha importanza.. »
Dico cambiando argomento.
« Hey, comunque, come va oggi Ether? »
Chiedi improvvisamente, mentre un sorriso affiora sul mio viso.
Aspettavo con anzia questa frase.
Sebbene io non risponda mai.
« Hai visto la camera? »
Chiedo subito, per informarmi.
Tu annuisci a scrolli le spalle.
« Dormirò a terra, non preoccuparti. »
Dici semplicemente, prima di diventare improvvisamente serio.
« Domani saremo nelle grotte. »
Sento il disagio crescere nel profondo del mio stomaco.
Non sono più sicura di volerlo fare veramente, ho un pò di paura.
Ma ormai sono arrivata a questo punto,e non vedo perchè dovrei fermarmi.
« Hai cenato? »
Mi chiedi provando a cambiare discorso, vista la mia reazione.
« Non ho fame, anzi forse preferirei andare a riposare. »
Dico semplicemente, dirigendomi al tappeto.
Mi segui silenziosamente, fin quando non siamo di nuovo soli nella camera.
« Non sei costretta a farlo. Dico l'altro rito. Puoi sempre fuggire in qualche modo, dopo il primo. Non capisco perchè tua sorella voglia te e non qualcun altro come sacrificio. »
Mi dici piano, avvicinandoti lentamente.
Non ho la forza di allontanarti, non voglio nemmeno farlo.
« Non lo so, ma farò ciò che mi chiede. Se tu tornerai spirito, non avrò motivo di continuar ad andare avanti, davvero... »
Dico in un sussurro, sentendo le tue labbra di nuovo vicine alle mie.
« Non so cosa accadrà. »
Ripeti, stanco, forse sei il primo a volerlo sapere. Dopo un breve bacio ti stacchi da me, e mi sorridi.
« Forse è meglio che vada, magari posso prenderti qualcosa per cenare... »
Dici facendo un passo indietro, prima che io ti blocchi e mi faccia forza cercando di non arrossire più di tanto.
« Non ce n'è bisogno... resta con me. »
Dico con un filo di voce, forse troppo confusa per credere che sono stata effettivamente io a chiedere una cosa del genere.
Sento le tue braccia tornare ad abbracciarmi, mentre il tuo sorriso torna a posarsi sul mio broncio.
Uno spirito ed un'umana.
E se nascesse un mezzospirito dalla nostra relazione? Sarebbe costretto a trovare qualcuno di cui innamorarsi pur di avere un corpo?
Ma che importanza ha?
Forse non sopravviverò nemmeno abbastanza per scoprirlo.
« Aeth. »
Ho bisogno di sentirti vicino, qualsiasi cosa accada.
Non l'avrei creduto possibile eppure...
« Credo di essermi innamorata di te. »
Dico sempre più sorpresa da me stessa.
« Sai... credo che siamo in due. »
E questo mi basta, qualsiasi cosa accada.

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Capitolo 10
*** « Chapter 10. Lost » ***



Mi sveglio un pò confusa, anche se il ricordo della notte passata ancora mi rimbomba nella mente.
Accanto a me, Helen, sembri pallida e sull'orlo di una crisi isterica.
Mi metto seduta, stringendo su di me il lenzuolo.
« Hey, che succede? »
Ti chiedo confusa.
Tu mi mandi uno sguardo assassino, alzandoti.
« Cosa diavolo avete fatto? »
Io istintivamente arrossisco, mordendomi un labbro.
« Non credo abbia importanza... »
Rispondo in imbarazzo.
Ma tu non sei dello stesso avviso: infatti mi prendi per un polso e mi strattoni verso di te.
« Maledizione Ether, sei un'idiota! Certo che ha importanza, questo è ancora il mio corpo. »
Dici in un sibilo.
Pian piano riesco a capire cosa hai che non va.
E nonostante parlarne mi crei un'imbarazzo incredibile, capisco che è il caso di sforzarmi.
« Ma no Helen, era il corpo di Aeth. »
Provo a scusarmi, mentre la stretta al polso comincia a fare male.
« Stai scherzando vero? Forse avevo le sembianze di quello stupido spirito, ma il corpo resta comunque il mio! Il mio corpo, capisci? »
Mi chiede furiosa.
Ma io ovviamente non ti capisco.
Sono più che sicura che voi due non avete niente a che vedere l'uno con l'altra.
Eppure tu sembri così radicata nelle tue idee, che dubito basterà questa mia convinzione a convincerti.
« Helen... »
Lasci andare il mio polso con stizza e ti precipiti in bagno.
Decido di vestirmi ed uscire.
Aeth è stato chiaro: sebbene lui in precedenza non avesse un corpo, da quando è stato colpito dalla maledizione, il corpo nella quale si tramuta dopo il tramonto è a tutti gli effetti suo.
E' come l'incantesimo che il mago fece su quello spirito nella leggenda che ho letto ieri. Solo che Aeth ha il corpo dal tramonto in poi, e non solo per due ore.
Non può avermi mentito su una cosa del genere, e vorrei che anche tu lo capissi.
Esco dalla stanza, ma solo dopo aver scritto una lunga lettera in cui ti spiego tutto: forse quando ti sarai calmata e la leggerai, capirai ciò che intendo, ne sono sicura.
Decido quindi di continuare l'esplorazione della biblioteca, almeno un pò prima di ripartire.
Tanto è presto, abbiamo tutto il tempo di riprenderci prima di partire verso le Grotte di Selah.
Ma ora che ci penso, io non so quanto siano distanti le Grotte, hai lasciato il discorso a metà.
All'una decido di tornare in camera, ma non ti trovo, e quindi scendo al primo piano per vedere se sei al ristorante di Tarek.
Non sei nemmeno qui, però Tarek mi invita a pranzo e mi fermo di buon grado.
« Sapresti dirmi dove posso trovarla? »
Chiedo speranzosa, mentre l'anziano signore prende un cipiglio pensieroso e silenzioso.
« Non ne ho idea, sarà lei a farsi trovare se vuole. »
Risponde alla fine, con un sorriso dispiaciuto.
Annuisco e finisco il mio pasto, salutandolo con la mano e rimettendomi a cercarti.
Dove sei finita?
Provo un pò a girare velocemente tutti i piani della torre, ma alla fine, senza aver avuto successo, torno in camera.
Mi siedo sul letto sbuffando, notando quasi per caso il piccolo biglietto che si trova sulla coperta.
Essendo di fretta, prima non l'avevo visto.
Nel bigliettino c'è scritto che mi aspetti alle tre davanti all'entrata della torre, e visto che sono le due e mezza, prendo lo zaino e corro per raggiungerti.
« Eccoti finalmente. »
Dici sbuffando quando mi vedi.
« Helen mi dispiace tantissimo per... »
« Non importa. Fammi solo un favore: frena gli istinti fino a che non saremo divisi. D'accordo? »
Annuisco convinta, e sorrido allegramente.
« Direi che è il caso di metterti al corrente dell'ultima tappa prima di raggiungere le Grotte. »
Mi dici all'improvviso, tirando fuori una mappa.
« Purtroppo, si tratta della Foresta di Cristallo, ma sta tranquilla, se seguiremo il sentiero principale non ci accadrà nulla...
Incredibile ma è così.
»
Aggiungi, dopo aver visto la mia faccia allibita.
« Il sentiero principale ha delle barriere magiche che lo proteggono.
Probabilmente vedremo tutte le creature al di là di esso, ma nessuna può farci del male.
»
Inizi a camminare, riarrotolando la mappa e mettendola nello zaino.
« Ci metteremo poco a raggiungere le Grotte: un paio d'ore senza sosta, non lamentarti, e saremo all'entrata della Foresta, e poi un'oretta per oltrepassarla ed arrivare all'entrata della caverna. Una voltà là, accampatevi fuori ed aspettate l'alba. »
Dici semplicemente, riprendendo il tuo veloce ritmo di marcia.
Annuisco poco convinta, sentendomi a disagio al pensiero di essere così vicina alla fine..
Ma tu non sai che io ho letto il diario e mi sono informata riguardo agli incantesimi.
Forse andresti ancora di più su tutte le furie.
« Quindi sei sicura di volerlo fare, l'incantesimo per ottenere più potere? »
Ti chiedo, rimanendo vaga.
Ma tu non rispondi, sembri non aver sentito.
O molto più semplicemente, stai pensando ad una risposta.
« Non è il momento di parlarne. »
Mi dici improvvisamente, bloccandoti e guardando fissa davanti a te.
« Che succede? »
Chiedo confusa, non vedendo nulla se non un'immensa distesa di sabbia.
« Zitta. Ascolta. »
Dici prima che cali il silenzio più assoluto nella valle di sabbia.
Improvvisamente sento come un ticchettio provenire da sotto la sabbia stessa, e sussulto confusa.
Poi un leggero tremolio, fino a che dalla terra non sbuca un'immensa creatura, che mi fa urlare dalla paura.
La "creatura" non è altro che un gigantesco "verme", con la testa ed il dorso corazzato. Nella cavità della bocca sono presenti, a cerchio, tanti "piccoli" denti aguzzi.
« Corri! Lo distraggo! »
Mi urli, creando una sfera di fuoco e lanciandola contro il mostro.
Ti guardo per un attimo, affascinata: non ti avevo mai vista usare una magia, escludendo i soliti tentativi falliti di quando eri una ragazzina poco esperta.
« MUOVITI! »
Urli visto che io mi sono praticamente bloccata per un attimo.
Così prendo a correre, nella direzione in cui eravamo dirette.
Il verme si volta verso di me, chiaramente intenzionato a non farmi fuggire, ma con un'altra palla di fuoco riesci ad attirare la sua attenzione su di te.
Sono preoccupata in maniera incredibile, ma cosa posso fare io, comune umana, contro una creatura del genere?
Quindi corro, con tutto la velocità che ci posso mettere, in modo da non doverti preoccupare per me e pensare un pò più a te.
Seguo la direzione dove stavamo andando, sperando di non sbagliare.
Rallento solo quando vi vedo sparire all'orizzonte, e mi fermo per prendere fiato.
Sento il cuore battere come se volesse esplodere, e mi gira un pò la testa.
Non sono abituata a correre così tanto, ma sono ancora viva e spero lo stesso valga per te.
Cosa faccio ora? Mi fermo?
Decido di no, e riprendo a camminare piano in direzione della foresta, ora un puntino lontano.
Pian piano le fronde degli alberi si fanno più grandi, fino ad arrivare all'entrata vera e propria della foresta, fatta da un arco di rami intrecciati creati dagli alberi stessi.
Sento subito una forte aura negativa provenire da quel luogo.
Ma mi hai detto che rimanendo nel sentiero principale non c'è pericolo, quindi entro.
Una parte di me continua a dirmi che se aspetto fuori è meglio, ma l'altra preferisce entrare per mettere una distanza di sicurezza fra me e il mostro.
Così vado avanti, nonostante continuo a sentirmi osservata.
Forse è solo una sensazione dovuta alla paura, eppure sento come se qualcosa mi stesse seguendo.
Io non vedo nessuna barriera fra sentiero e il resto della foresta, possible che tu ti sia sbagliata?
Incrocio le braccia per darmi forza e a sguardo basso vado avanti.
All'improvviso sento un ruggito.
Mi volto di scatto e vedo uno strano essere, grande si e no come un pitbull, con due canini affilati e lunghissimi che gli escono dalla bocca assieme ad una lingua biforcuta. A parte questo, il resto non è meglio: la pelle è liscia e di un verdastro scuro, mentre gli occhi sono come quelli di un pitone.
Lancio un urlo così forte che mi stupisco del fiato che ancora possiedo dopo la corsa.
La creatura inizia a correre e si lancia contro di me...
Ma per fortuna alla fine sbatte contro una barriera invisibile che divide il sentiero dal resto della foresta; la barriera disintegra l'essere, lasciando solo un mucchietto di polvere al suo posto.
Sento le lacrime iniziare a scendere dai miei occhi, e decido che ne ho abbastanza di quel posto, quindi mi fermo lì, nella speranza che tu mi raggiunga al più presto.
Abbraccio le ginocchia con le braccia, ed affondo il viso raggomitolandomi su me stessa.
Sento ancora gli strani ruggiti provenire dalla foresta, ma nessuna creatura si azzarda ad avvicinarsi dopo aver visto la fine che ha fatto il loro compagno.
Continuo a piangere silenziosamente, fino a perdere la cognizione del tempo.
Sopra le cime degli alberi, il cielo si oscura ed arriva la notte.
Dove sei Aeth? Siete ancora vivi?
Possibile che sia finita così, dopo tutta la strada che abbiamo fatto?
Mi alzo, malgrado in realtà non credo di averne le forze, e mi rimetto a camminare.
Prima o poi arriverò davanti all'entrata delle Grotte, giusto?
Seguo il sentiero, ignorando con tutta me stessa quelle strane creature che ringhiano al di là della barriera.
Chissà chi ha creato la barriera? Sicuramente un mago potente.
Ad un certo punto mi sento davvero smarrita.
Non so dove sono, non so perchè sto andando nelle Grotte se voi non ci siete, nella corsa ho perso lo zaino e di certo non sono tornata indietro a prenderlo, ho sete e fame, ho paura.
Voglio tornare al castello, dimenticare tutta questa faccenda.
Vedo in lontananza una parete rocciosa con una crepatura: l'entrata delle Grotte.
Piano piano mi avvicino, mentre la crepatura diventa via via più grande ed alla fine davanti ai miei occhi sorpresi c'è un'entrata così larga da poterci entrare un gigante.
Sorrido, sentendomi ancora più sola.
Che ci sono venuta a fare qui se non mi raggiungerai?
Crollo a terra, esausta, e mi sento svenire.



Creature: Sandworm | Insaziabile.

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Capitolo 11
*** « Chapter 11. Wicked Fairy » ***




« Si sveglierà a momenti. »
Strano come ultimamente sono sempre io quella da assistere.
A volte mi chiedo se, in fin dei conti, il mio ruolo nel mondo sia semplicemente quello di far la vittima.
E' così che con uno sforzo a me incredibile, decido di aprire gli occhi e guardarmi attorno.
La stanza è illuminata da una candela, ed all'inizio riesco a distinguere solo due ombre.
Via via che i miei occhi si abituano alla penombra della stanza, riesco a capire chi, o meglio, cosa stava parlando.
Due strani esseri, bassi, con lunghe barbe rossastre, un nasone enorme, mi guardano curiosi.
Mai avrei creduto nell'esistenza di nani, ma visto che me li ritrovavo davanti non potevo fare altrimenti.
« Vi siete ripresa, come state? »
Mi chiede uno dei due, gentilmente.
Io però resto silenziosa, ancora colpita dagli esseri che mi trovo davanti.
Però, se ho creduto all'esistenza di Aeth, non vedo come non posso credere nell'esistenza di altre creature del genere.
« Voi siete... dei nani? »
Chiedo sorpresa, vedendo subito l'espressione dei due passare da gentili a scocciati.
« Beh signorina, nemmeno tu sei così carina ma non ti abbiamo definita brutta! »
Dice quello che prima non aveva parlato, senza tono di gentilezza nella sua voce.
Non capisco però perchè se la siano presa e dal mio sguardo confuso capiscono che non c'era cattiveria nella mia affermazione.
« Noi siamo gnomi. Gentiluomini per natura, votati alle belle arti e di sicuro, meno brutti dei nostri lontani cugini, i nani. »
Mi spiega il primo gnomo che aveva parlato.
« Oh, mi dispiace... io... non sapevo che.. »
Mordo un labbro per evitare di dire qualcosa di stupido e peggiorare così la mia situazione.
« Capita! Piuttosto, perdona la nostra scortesia! Io mi chiamo Jack, e il mio amico qui è William. »
Dice allegramente il primo, allungando una mano per stringere la mia.
« Dove mi trovo? »
Chiedo subito, con l'urgenza di sapere se mi hanno portata lontana dalle grotte.
« Oh beh, siamo in una piccola rientranza delle Grotte di Selah, noi gnomi abitiamo qui... o meglio, qui si trova la capitale, Jerela.
Unica, vasta città, che si snoda per tutte le profondità delle Grotte. Mettila come preferisci...
»
Risponde William, forse disposto ad accantonare il mio insulto sul suo essere "nano" e non gnomo!
Annuisco, sebbene io non abbia esattamente capito dove mi trovo.
Nei libri che leggevo, non c'era nessuna città di nome Jerela, ovviamente è segretamente nascosta al resto del mondo.
« Quanto tempo è passato da quando mi avete ritrovata alle grotte? »
I due assumono un'aria pensierosa ed il primo a rispondere è di nuovo William.
« Uhm beh adesso è giorno, le tre del pomeriggio per l'esattezza. Noi ti abbiamo trovata ieri sera, era molto tardi, e non sappiamo da quanto tempo eri svenuta. Che ci facevi lì? »
Come posso spiegar loro tutta la faccenda di Aeth ed Helen? Non capirebbero, e se capissero, probabilmente mi impedirebbero di sacrificarmi.
Ed io? Perchè semplicemente non faccio in modo da farmi impedire di sacrificarmi? Helen non lo verrebbe mai a sapere.
« Tutto bene? »
Mi chiede Jack, che per tutto il tempo è rimasto in silenzio.
« Facciamo così: noi andiamo a prenderti del cibo e degli abiti, sperando di trovarne della tua misura, e tu intanto fai un bagno... ehm... una doccia! »
Mi propone, tirando William per una manica fuori dalla stanza, senza darmi il tempo di rispondere.
Dove sei Helen? Stai bene?
Mi alzo, dopo essermi accertata di star bene, e vado in bagno.
In realtà la vasca c'è, ma le dimensioni sono un pò ridotte e quindi devo fare la doccia.
Ricapitolando: sono svenuta all'entrata delle Grotte, senza saper che fine abbia fatto mia sorella, e mi sono svegliata a Jerela, capitale degli gnomi.
Sospiro, tornando alla realtà, e mi avvolgo in un'accappatoio che mi copre fin poco sotto il ginocchio, e non fino ai piedi.
Dieci minuti dopo sento bussare alla porta della mia camera e corro ad aprire.
Non sono Jack e William, ma una carinissima gnometta che mi sorride e mi porge degli abiti.
« Io sono Marie, abito nella porta accanto, se ti serve qualsiasi cosa chiedi pure. Sono stati Jack e Will a dirmi che eri qui. »
Mi dice allegramente, porgendomi la mano che prontamente stringo e ricambio con un sorriso.
« Grazie mille... »
Proprio in quel momento un brontolio mi assale allo stomaco ed arrossisco imbarazzata, mentre Marie si mette a battere le mani.
« Direi che ti aspetto qui, dopo che ti sarai vestita andiamo a pranzo! »
Annuisco, sapendo di non poter fare altrimenti, e rientro in camera dove mi vesto velocemente.
Lascio i capelli sciolti e corro fuori dalla stanza, dove Marie mi sta pazientemente aspettando.
Dopo aver percorso qualche corridoio un pò intricato, davanti a noi c'è una grandissima "stanza" della quale in reltà non riesco a vedere i muri, se non quello dietro a noi, costellato da porte che sicuramente conducono alle abitazioni, e dal tetto così alto che non riesco a vederne la fine.
« Benvenuta a Jerela. »
Mi dice allegramente Marie, indicandomi con una mano quella che sembra una bellissima fata cristallizzata in un'enorme frammento di ghiaccio incastrato nel pavimento.
Riesco a vedere la fata non perchè sia a sua volta gigantesca, ma perchè si trova proprio al centro del cristallo e sembra ingrandita dalle sfaccettature del suo "vetro".
« Chi è? »
Chiedo stupefatta, domandandomi perchè gli gnomi tengano una creatura del genere nel cristallo.
« E' Jerela. La città ha preso il nome da lei. Vieni, ti racconto la storia mentre magiamo. »
Dice Marie incamminandosi verso una direzione a me sconosciuta.
« Quello che devi sapere è che non tutte le fate sono buone. Anzi, la maggior parte di loro sono malvagie come non ne hai idea. »
Inizia quindi, mentre ci avviciniamo al cristallo.
« Jerela non era da meno. Con la sua malvagità sedusse centinaia di guerrieri, di ogni razza, conducendoli alla follia e formando un'esercito.
C'è chi dice che uccise la sua stessa famiglia, divorata dalla sete di potere.
Sai come nasce una fata? Bene. Non nascono dai fiori.
Nascono dalla natura si, ma dalle interferenze fra onde magnetiche positive o negative ed un elemento.
Jerela nacque ai piedi del vulcano Furos, dove un mago effettuò un incantesimo malvagio per uno scopo a noi ignoto, provocando un'interferenza fra la lava e l'incantesimo stesso.
Alla nascita Jerela era solo una neonata, ed il mago decise di portarla con sè, evidentemente già affascinato dalla bambina fatata.
A quei tempi nessuno si stupiva di veder creature strane in giro, tutte le razze abitavano insieme.
L'affidò ad una famiglia umana, nobili sia di ricchezze che di cuore.
I due crebbero la bambina come fosse figlia loro, non facendole mancare nulla.
Ma non era mai abbastanza per Jerela, che forse guidata dalla sua natura malvagia, iniziò a praticare la magia oscura.
Con i poteri riuscì a conquistare quasi tutta Leanor, ma per fortuna un gruppo di ribelli, formato anch'esso da varie specie, riuscì a porre un sigillo su di lei e imprigionarla nel cristallo che vedi, affidandone la supervisione a noi gnomi.
»
Arriviamo così ai piedi del cristallo e ci fermiamo un attimo ad osservarlo.
Jerela sembra aver più o meno la mia età, lunghi capelli rossi ondulati le fluttuano attorno, in un perpetuo sonno che non avrà fine, mentre le due grandi ali rosse sembrano ferite in più punti.
« Ignora questa storia, la teniamo sott'occhio e niente al mondo la sveglierà. Andiamo a pranzo? »
Mi chiede Marie sorridendomi e rimettendosi in marcia.
Continuo a pensare a Jerela, domandandomi come mai nei libri umani tutto ciò sia nascosto.
Non mi sembra giusto che le gesta eroiche di varie creature non debbano essere narrate... ma forse è meglio così.
Almeno nessuno tenterà di riportarla in vita.
Alla fine arriviamo all'entrata di quel che sembra un ristorante ed entriamo subito sedendoci in un angolo del locale.
Sento una miriade d'occhi addosso a me, mettendomi un pò a disagio.
« Devi scusarci, non vediamo un'essere umano da tanto tempo, e ritrovarcene due in così poche ore fa uno strano effetto... »
Il mio cuore prende a battere velocemente.
« Due? »
Chiedo, mentre la speranza si accende in me.
« Si, ieri pomeriggio... o l'altro ieri, non ricordo... comunque! Abbiamo trovato una signorina dai capelli viola persa nel deserto. Sembrava gravemente ferita, così l'abbiamo portata qui... dev'essersela vista con il SandWorm. Sono stupita che non sia morta! »
Disse Marie, mentre io balzavo in piedi subito, prendendola per le spalle.
« E' dov'è? Ti prego portami da lei! »
Marie mi guarda confusa per un pò.
« La conoscete? Comunque adesso sta riposando, sotto la visione di alcuni medici. Si dice in giro che la notte assuma la forma di uno spirito... »
Helen! Puoi essere solo tu!
E pensare che stavo già immaginando il peggio..
« Si ma io ho bisogno di vederla, è mia sorella. »
Insisto. Non mi darò per vinta finchè non mi avrà portata da lei.
« Oh! Tua sorella? Bene facciamo che prima mangiamo e subito dopo ti porterò da lei. Tu sei debole, hai bisogno di nutrirti, e tua sorella è in buone mani. Fidati. »
Non mi resta che annuire e mettermi a mangiare silenziosamente una minestra dall'odore insolito ma dal sapore buonissimo.
« E' di tuo gradimento? »
Chiede Marie iniziando a mangiare la sua.
Io annuisco, riuscendo a gustarla come si deve.
Ti rivedrò presto, e potremo portare a termine questa missione suicida.



Personaggi: Jerela
Commentate se leggete vi prego! Grazie!

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Capitolo 12
*** « Chapter 12. Get Ready » ***




Arriviamo così davanti ad una grande porta in legno massiccio, particolare che stona un pò con il resto, tutto di roccia durissima.
Marie apre la porta, mentre mi spiega che quella è l'infermeria, dove portano tutti i malati.
« Ne abbiamo una comune, un pò come un piccolo ospedale... ma in realtà è solo una grande stanza. »
Entriamo così nella "grande" stanza.
Grande è in realtà era un termine riduttivo viste le dimensioni gigantesche del luogo.
Però era in tutto e per tutto uguale ad un infermeria: tanti letti con lenzuola bianche allineati uno accanto agli altri, mentre vari gnomi con camici bianchi gironzolano per la stanza, controllando i pochi pazienti che hanno.
Fra gli altri, spicchi subito per il colore dei tuoi capelli.
« Helen! »
Urlo correndoti incontro, tu volti la testa un pò confusa, e poi la sorpresa affiora sul tuo volto, nonchè un sorriso caloroso. Ti metti seduta e allarghi le braccia poco prima che io mi fiondi su di te.
« Credevo di averti persa! »
Dico sentendo scendere le lacrime di gioia.
« Anche io... »
Rispondi in un sussurro, con la voce leggermente incrinata, anche se so che non stai piangendo.
« Come stai? Cos'è successo? »
Mi chiedi quando io finalmente mi stacco e mi metto seduta accanto a te.
« Sono arrivata all'entrata delle Grotte, ma poi sono svenuta perchè ero troppo esausta... gli gnomi mi hanno salvata. »
Spiego, continuando a tenerti le mani, come per paura che tu possa sparire da un momento all'altro.
« Tu? »
Chiedo, ottenendo come risposta uno scrollo di spalle.
« Ehm in realtà non sono riuscita a sconfiggere del tutto il SandWorm, anche se però sono riuscita a metterlo al tappeto quel che bastava per fuggire... solo che non ce l'ho fatta, ho usato troppe energie e dopo essere arrivata in un luogo sicuro sono svenuta... è stata pura fortuna se gli gnomi mi hanno trovata... davvero. »
Rispose tristemente, stringendo le mie mani.
« Adesso come ti senti? »
« Meglio grazie... anche se non ho scritto ad Aeth per un paio di giorni, immagino non sia stato piacevole per lui ritrovarsi completamente indebolito e circondato da gnomi... »
Mi rispondi con un mezzo sorriso, prendendo il diario ma non aprendolo davanti a me.
« Bene... quanto manca per l'incantesimo? Prima che sia irreversibile... »
Chiedo mordendomi un labbro.
« Credo sia indifferente un giorno in più o uno in meno, davvero.... ma credo domani. »
Rispondi un pò incerta, mentre io annuisco e sospiro.
« Allora dobbiamo proprio metterci in marcia! »
« Hm... lasciami riposare ancora un pò... e poi sai, non sono sicura di voler fare l'altro incantesimo... »
Mi dici, per la prima volta, mostrandoti confusa e davvero insicura.
Ciò mi sorprende, allora non mi sbagliavo!
Forse non vuoi davvero farmi del male, a differenza di ciò che Aeth diceva!
Improvvisamente porti una mano alle tempie, e mi preoccupo chiedendoti cos'hai.
« Solo un pò di mal di testa, passerà non preoccuparti.
Fate così: partite stasera, per domani mattina sarete nuovamente all'entrata delle Grotte, e potremo parlarne con calma...
»
Dici tornando a stenderti e chiudendo gli occhi.
« D'accordo. »
Rispondo rimanendoti accanto, guardandoti con serenità.
Marie si avvicina un pò titubante.
« Signorina, mi scusi? »
Mi fa un cenno come ad indicare di seguirla, e quindi acconsento, tornando all'entrata dell'infermeria.
« Mi dispiace, non ho potuto far a meno di sentire la vostra discussione... e se non sono troppo indiscreta, cosa dovete fare alle Grotte? »
Al che non so cosa rispondere... forse è meglio tacere dell'incantesimo per far ottenere più potere a mia sorella.
« Abbiamo intenzione di annullare la maledizione che ha colpito lei e lo spirito, dividendo i loro corpi... »
Marie annuisce, anche se non sembra molto convinta.
« Oh capisco, va bene, se è per questo allora posso consigliarvi una strada da seguire, connette Jerela all'entrata delle Grotte, poche ore di cammino e sarete là. »
Mi dice con un sorriso, ricambiato dal mio.
Non posso credere di essere per una volta così fortunata!
« Partiremo fra poche ore, quando Aeth sostituirà Helen... intanto c'è un negozio dove posso comprare delle provviste e magari uno zaino? Ho perso il mio... »
Spiego storcendo il naso.
Marie annuisce e mi fa cenno nuovamente di seguirla.
Torniamo alla stanza principale, quella con il cristallo, e da li ci dirigiamo dentro un negozio con una vetrina in vetro.
L'avevo notato prima ma non riuscivo a vedere cosa c'era al di là della vetrata, ora invece potevo benissimo vedere che era esposto il "perfetto kit del piccolo viaggiatore" per alcune monete...
« Ehm Marie, aspetta.. non ho monete con me. »
Inizio, imbarazzata.
Se fossi stata a casa, sarei stata piena d'oro, ma con me non avevo nulla, soprattutto dopo aver perso lo zaino!
« Non preoccuparti, Lucas te lo regalerà dopo che gli avrai raccontato la tua storia... a proposito, da dove vieni? Non me l'hai ancora detto. »
« Io... »
Veniamo interrotte da uno "gnomone" dai lunghi baffi da mercante neri, e pochi capelli sulla testa rotonda.
« Marie! Bonjour! »
Dice con tono aristocratico, che però mi fa venire voglia di ridere. Mi sembra di essere al cospetto di Sir Fleur, un conte squattrinato che fa delle battute assurdamente stupide ogni volta che mi vede.
« Oh, e chi è codesta mademoiselle? »
Chiede rivolto a me, prendendomi una mano e depositando un bacio, prima di lasciarmi andare, come un vero gentiluomo.
« Il mio nome è Lucas Xan De Ros XXI »
Si presenta con un lungo inchino.
« Oh, molto piacere... il mio nome è Ether Kitahime. »
Rispondo con un sorriso, mentre sia Marie che Lucas fanno una faccia incredibilmente buffa, che dovrebbe in realtà essere sorpresa.
« Per tutte le Fate di questa terra! La principessa Kitahime!? »
Chiede sorpreso, ovviamnete io sono a mia volta sorpresa del fatto che ci conoscano, visto che si trovano completamente isolati...
« Ehm.. io.. ecco.. si... »
Rispondo incerta, mentre Marie mi fissa allibita.
« E vostra sorella! Helen Kitahime!? Per tutti i troll, due principesse umane a Jerela! »
Non so che cosa rispondere, sentendomi un pò impacciata.
Forse non avrei dovuto rivelare la mia identità...
« Ma cosa porta sua maestà qui nella mia umile bottega? »
Chiede Lucas, forse per cambiare argomento dopo aver notato il mio imbarazzo.
« Vi prego, non chiamatemi così, solo Ether può andare bene... »
Dico in un sospiro.
« Comunque mi serviva un piccolo zaino e qualche provvista... però purtroppo ho perso i pochi soldi che avevo ed il resto sono a palazzo.. »
Concludo mentre la mia voce sfuma in un sussurro udibile a malappena da me stessa.
« Ma non c'è problema mademoiselle! Le regalo il mio zaino migliore! »
Mi dice subito Lucas sparendo dalla nostra vista, correndo dietro il bancone ed attraversando una piccola porta che probabilmente conduce al magazzino.
« Potevate subito dirci che siete la principessa Kitahime, avremmo offerto tutto il nostro meglio del meglio! »
Mi dice intanto Marie, che appare imbarazzata. Io le sorrido e scuoto la testa.
« Mi avete offerto abbastanza, e ve ne sono molto grata Avete salvato anche mia sorella... »
Dico con tutta la gratitudine che riesco a esprimere a voce.
Mezz'ora dopo Lucas torna con un piccolo zaino, che prendo subito ringraziandolo calorosamente e promettendogli che lo ricompenserò quando sarò tornata a palazzo.
Anche se in effetti non sono sicura che lo farò...
« Non preoccupatevi! »
Mi dice lui, prima di salutarci.
« Oh Ether.. mi dispiace ora devo proprio andare. Ricordate la strada per l'infermeria e quella per il sentiero? »
Mi chiede Marie fermandosi ancora una volta di fronte al cristallo.
« Si. E' stato un piacere conoscerti Marie, non so come avrei fatto senza voi gnomi... »
Le dico sorridente, prima di scambiarci un abbraccio.
Non so se la rivedrò mai più, ma devo tornare da te. Però non so se sei stata già sostituita da Aeth o meno. Non so l'ora...
Entro piano in infermeria per disturbare il meno possibile, e vedo che ancora stai dormendo tranquilla.
Mi avvicino e mi siedo lentamente, per non svegliarti.
Quanto mancherà alla trasformazione? Un paio d'ore?
Uno gnomo mi si avvicina.
« Buongiorno, si sente meglio? Io sono il dottor Juske, sono stato io a guarirla, ma siccome non sembravate grave vi abbiamo portata in una stanza invece che qui. »
Mi dice sorridendo cordiale.
« Oh, si grazie molto meglio. Sto solo aspettando che mia sorella si svegli... o lo spirito... »
Il dottore sembra sorpreso, ma non mi fa alcuna domanda.
« Capisco. Più o meno due/tre ore e si trasformerà, quindi. Volete intanto riposare? Potete usare il letto accanto, nessuno vi disturberà.. »
Mi dice semplicemente, e dopo aver ottenuto una mia conferma positiva, mi saluta e se ne va.
Mi serve riposare, sono ancora un pò stanca e mi fanno male le gambe anche se cerco di non pensarci.
Non me ne accorgo nemmeno quando sprofondo nel sonno, pensavo di essere meno stanca.
All'improvviso sento qualcuno sfiorarmi una guancia e seguire tutto il profilo del mio volto fino al mento e al collo.
Apro gli occhi un pò confusa, e vedo il tuo sorriso radioso a darmi il "buon pomeriggio"
Mi metto seduta e ti salto al collo.
« Hey! Anche io sono felice di rivederti ma così mi strangoli... »
Dici un pò impacciato, mentre io allento la presa e ti do un bacio sulle labbra.
Ci stacchiamo poco dopo, quando sentiamo alcuni sguardi su di noi.
« Eh si ehm, hai ragione.. meglio non adesso... »
Dico avvampando e staccandomi da te.
« Come ti senti? Cosa diavolo ci facciamo a Jerela? Cos'è successo? »
Mi chiedi a raffica, prima che io con calma inizi a spiegarti tutto.

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Capitolo 13
*** « Chapter 13. Confusion » ***




E' un pò come fare un ripasso anche per me stessa, e togliere del tutto quella leggera confusione nella mia mente che ho da quando mi sono svegliata.
« Capito. Quindi ora dobbiamo tornare alle grotte... davvero Helen dice che non è sicura di voler fare l'altro incantesimo? Mi sorprende, pensavo che la magia oscura l'avesse divorata... »
Dici pensieroso mentre io ti guardo confusa.
« Sai com'è, a praticar la magia nera si diventa malvagi... »
Mi allontano un pò, sentendomi a disagio, l'idea non mi piace, me l'hai già ripetuta un paio di volte ma io non posso, non voglio crederci.
Chi potrebbe ammettere una cosa del genere rivolta ai propri cari?
« Helen non è stata divorata, l'ho sempre saputo e questo lo dimostra una volta e per tutte. »
Dico sentendomi un pò irritata dalle tue parole.
« Ancora non lo puoi sapere. »
Insisti, alzandoti e sgranchendo braccia e gambe.
« Ne sono sicura! Non mi farà del male! »
Insisto a mia volta, scattando in piedi, prendendo lo zaino e lasciando la stanza.
Sento che mi segui, e ad un certo punto mi afferri per un gomito facendomi voltare.
« Ether. »
I tuoi occhi si rispecchiano nei miei ma non riesco a sostenere lo sguardo e lo distolgo poco dopo.
« Capisco che è tua sorella, ma se ha praticato da poco la magia nera, come dici tu, mi sembra strano che improvvisamente cambi idea sull'incantesimo. Non è così che funziona, la magia nera ti divora. »
Provi a spiegarmi con calma, prima che io torni a guardarti.
« A che scopo mentirmi allora? »
« Forse per far sì che tu non cambi idea proprio all'ultimo minuto. Non credi? »
Non so davvero cosa rispondere, e strattono il braccio, voltandomi e dirigendomi nella direzione del tunnel indicatomi da Marie.
Mia sorella non mi farà del male, anche se a volte sento una strana presenza, anche se a volte mi guarda come se non fosse lei, so che c'è dentro quel corpo, e sono sicura che non mi ucciderà.
« Andiamo, dobbiamo raggiungere le grotte. »
Dico rivolta a te, che mi sorpassi poco dopo e mi blocchi il cammino.
« Non capisci? Preferisco restare bloccato in questa maledizione per sempre piuttosto che farti rischiare la vita, ma se aspetti che Helen ritorni prima di deciderti a fuggire sarà troppo tardi! Scappa ora, maledizione! »
Mi dici prendendomi per le braccia e costringendomi a guardarti.
« E' inutile che ti preoccupi tanto per me, quando sarai tornato spirito non potremo comunque stare insieme. E se la magia oscura ha davvero divorato Helen, non vedo per quale motivo continuare a vivere... avrei perso definitivamente tutta la mia famiglia, mentre l'unica cosa che mi ha fatto andare avanti in questi anni è stata la speranza di rivedere mia sorella... non ho intenzione di perderla. »
Mi guardi silenzioso, ma non allentando la presa su di me.
« Quindi regaleresti al male che c'è dentro di lei tutta la forza che vuole, permettendole di distruggere il mondo? Perchè credimi, non sono solo leggende tutte quelle storie che hai sicuramente letto nei libri. Il male è il Male, non vuole potere per non farci niente, forse distruggerà davvero il mondo. Non ti interessa? »
Mi chiedi freddo, un tono che davvero non conosco.
Non so che rispondere.
La risposta più ovvia è "si, mi interessa".
Ma mi interessa?
Perdere Helen mi interessa più della fine del mondo?
Sarei capace di fuggire e non farmi più ritrovare in qualche modo, anche a costo di cambiare nome e città?
Sento le lacrime salire agli occhi, e lotto per non farle uscire, mentre invece riesco a districarmi dalla presa di Aeth e correre via.
La notte è lunga, non so cosa fare.
Non sento i tuoi passi venirmi dietro, anzi forse sono sicura che non mi seguirai.
Probabilmente hai preso la mia fuga verso le grotte come un menefreghismo nei confronti del mondo intero, ma non è così.
Mi interessa, mi interessa tantissimo.
Non voglio perdere Helen, non voglio essere la causa dell'uccisione di milioni di innocenti.
Perchè per il rito è proprio necessaria la mia vita?
Perchè non quella di qualsiasi altra persona in questo mondo?
Sono pensieri orrendi, ma con il mio stato mentale non riesco davvero a pensare ad altro.
Non voglio morire.
E al tempo stesso non voglio dover soffrire.
Perchè io?
Perchè Helen?
Perchè sono così egoista in tutti i sensi?
Se non voglio morire, la soluzione più facile non è quella di scappare?
Ma se scappo significa che davvero non credo più in Helen, che davvero l'oscurità l'ha divorata.
Sarebbe come perderla.
Sarebbe come rimanere da sola.
Rallento improvvisamente il passo, guardandomi attorno.
Il tunnel è finito, sono di nuovo all'aria aperta.
Il sentiero davanti a me è lungo, si snoda ai piedi di altissime montagne che mi circondano.
Devo comunque proseguire per quel sentiero, qualsiasi cosa io decida alla fine.
Il sole è sparito, sebbene ancora il cielo sia chiaro e la luna stia sorgendo, rendendo tutto facilmente distinguibile.
Continuo a camminare, ma quasi senza accorgermene, mentre la mia testa è piena di pensieri che continuano a ripetersi, senza trovar pace.
A un certo punto decido di sedermi e bere, in modo da prendere fiato, visto che inizia a girarmi la testa.
Così apro lo zaino e rimango un attimo sorpresa dall'incredibile quantità di cose che esso contiene nonostante le dimensioni.
Ne estraggo addirittura un pacchetto contenente una stoffa blu che mi domando cosa sia, e quando l'ho completamente tirato fuori dal pacco essa si srotola automaticamente prendendo la forma di una tenda!
Resto allibita a fissarla prima di rendermi conto che non sto sognando.
Entro nella tenda: non è grande, ma da sola ci sto comodissima.
Bevo quindi un bel sorso d'acqua, mentre fuori sento il vento iniziare a soffiare all'inizio lentamente, poi sempre più forte.
Forse è meglio passare la notte dove mi trovo, aspettando l'alba.
E poi si sa, la notte porta consiglio, e magari capirò cosa farne della mia vita.
Riesco ad addormentarmi difficilmente, e quando lo faccio nessun sogno viene in mio aiuto.
Non so quanto tempo dopo, ma sento qualcuno che mi sveglia.
« Hey principessa... »
Sussurri piano al mio orecchio, con un tono di voce stranamente cantilenoso.
Oppure molto semplicemente mi sei mancato da morire, nonostante sia stata solo qualche ora.
« Aeth! »
Esclamo sorpresa, sentendo le lacrime salire agli occhi mentre ti salto al collo.
« Aeth... »
Ripeto, visto che il tuo nome mi da un briciolo di sicurezza della quale so di non poter fare a meno.
« Pensavo fossi fuggito. »
Dico guardandoti.
Tu mi sorridi tristemente.
« Ci ho provato, ma non avevo idea di dove andare... Helen troverebbe comunque la strada per le Grotte durante il giorno, e forse riuscirebbe con la magia ad arrivarci velocemente, viaggiando da sola. Dai non piangere... »
Dici in un sussurro asciugandomi le lacrime con una mano, accarezzando la mia guancia.
Provo a sorridere, ma è inutile.
« Aiutami ti prego, io non so davvero cosa fare... tutta questa storia è così complicata... mi sento così confusa... »
Sospiri, stringendomi a te.
« Tu sai cosa penso sia meglio per tutti... e non voglio vederti morire... ma sei così testarda. »
Dici sottovoce, cullandomi.
« Lascerò che sia il destino a decidere. »
Dico piano, chiudendo gli occhi e lasciandomi andare pian piano.
« Davvero ci credi? »
Chiedi leggermente sorpreso.
« Ho creduto all'esistenza di uno spirito, creature mostruose, gnomi e nani... perchè non credere nel destino? Sarà lui a decidere cos'è giusto per tutti... »
Dico mentre il mio corpo si bea del calore del tuo, in mezzo a quell'improvvisa piccola bufera di neve.
« D'accordo, vada come vada. »
Dici rassegnato, portando una mano a giocare con i miei capelli.
Mi rimetto seduta, impedendo al sonno di portarmi le mie ultime ore via da te, e prendo a baciarti quasi con foga.
« Tua sorella mi odierà dopo quel che farò di nuovo... »
Mi stacco e sorrido tristemente.
« No, se non lo saprà. »
« Hey! Da quando sei diventata così... subdola? »
« Non ne ho idea, ma possiamo smet- »
« Non ho detto questo. »
Mi blocchi, tornando a baciarmi, e facendomi sdraiare.
Ci guardiamo per un attimo e sono sicura che stai pensando quel che penso io: è l'ultima volta?
Il pensiero continua a rimbombare fra le nostre menti mentre le ore passano senza accorgercene.
E' davvero l'ultima volta?
Che ci sorridiamo, ci guardiamo, ci tocchiamo, litighiamo, ridiamo, parliamo, mangiamo insieme...
E' l'ultima volta?
Le lacrime stanno combattendo con tutta la loro forza per uscire, ma non ho intenzione di lasciarle fare.
Il tempo passa, e il cielo inizia a schiarire.
« Meglio se ci vestiamo prima che Helen arrivi. »
Dici, prima iniziare silenziosamente a rivestirti.
Io lascio indugiare il mio sguardo su di te, per imprimermi a fuoco nella mente ogni tua cicatrice, ogni difetto, ogni particolare del tuo corpo.
Poi piano inizio a rivestirmi, e finisco in tempo per vedere un tuo ultimo sorriso, prima che il sole sorga e Helen prenda il tuo posto lentamente, con la solita trasformazione.
Sento le lacrime iniziare ad uscire dai miei occhi, e non sto nemmeno provando a fermarle, mentre sento il mio corpo crollare, e mi ritrovo atterra.
Mi abbraccio le ginocchia con le braccia e rimango seduta a piangere silenziosamente.
Addio Aeth.

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Capitolo 14
*** « Chapter 14. Selah Caves » ***


Mi guardi un pò in silenzio.
Avvicinandoti lentamente a me e inginocchiandoti accanto, mettendomi una mano sulla spalla.
« Ether? Cos'è successo? »
Mi chiedi confusa guardandoti attorno.
Alzo la testa ed asciugo le lacrime, decisa a non farti capire nulla di tutto quello che mi tormenta.
« Scusami! Mi manca Ezriel, tutto qui... ma adesso non ci penso più. Andiamo. »
Rispondo con una calma della quale non mi sarei creduta capace, sorridendoti ed alzandomi.
Inizio ad incamminarmi nuovamente verso le grotte.
« Ed Aeth? Non è successo nulla? »
Mi fermo e mi volto, regalandoti un sorriso più che falso, ma molto realistico.
So perfettamente che dirti che non è successo nulla ti farebbe sospettare.
« In realtà si, abbiamo parlato. Dividere i vostri corpi è la soluzione migliore, si è vero che fra noi c'è stato qualcosa, ma a lui manca l'essere spirito e a me manca il nostro regno.
Ricordati della promessa, torneremo insieme a casa dopo i due riti.
»
Dico calma, guardandoti attentamente per cogliere ogni minimo dettaglio delle tue reazioni.
Semplicemente ti avvicini a me e mi abbracci, parlandomi all'orecchio.
« Oh sorella! Sono così felice che tu abbia finalmente capito. Torneremo ad Ezriel insieme, l'ho promesso. »
Tornerai ad Ezriel con il mio cadavere?
Sei davvero tu Helen oppure ciò che Aeth mi ha detto è vero?
Sei stata divorata dalla magia nera?
Camminiamo, parlando del più o del meno, man mano che vedo le montagne attorno a noi diminuire, e poi le fronde degli alberi appaiono davanti a noi.
Siamo di nuovo all'entrata.
« Bene, non resta che entrare. Non dobbiamo andare molto in profondità per trovare l'altare... »
Continuo a seguirti in silenzio, entrando nella penombra delle grotte.
Sento un rumore e mi volto di scatto.
« C'è qualcuno? »
Chiedo sentendo il mio cuore iniziare a battere velocemente.
Rimani in silenzio, voltandoti, e scuoti la testa.
« Sarà stato un sasso che si è staccato dalla parete, niente di cui preoccuparsi, credimi. »
Mi rassicuri, tornando a voltarti e riprendendo il cammino.
Ma non mi sento al sicuro, questo luogo è impregnato da qualcosa di oscuro.
Il lungo tunnel continua davanti a noi, diventando man mano sempre più buio, via via che ci allontaniamo dall'entrata, che diventa un piccolo punto di luce lontano.
« Aspetta accendo una luce... »
Dici recitando una formula e facendo apparire una torcia.
Ora vediamo ciò che ci circonda, ed in realtà non c'è nulla.
Semplici, lisce pareti rocciose ed un tunnel apparentemente infinito davanti a noi.
« Sei sicura che sia questo il luogo? »
Chiedo un pò confusa.
Non vedo nè altari nè altro.
« Si, fidati. »
Continuiamo a camminare per un'altra mezz'ora e ormai l'entrata non si vede più da un pezzo.
La sensazione di qualcosa d'oscuro aleggia ancora nel tunnel, e mi sento spaventata ma non ho intenzione di dimostrarlo.
Improvvisamente intravediamo una luce lontana, come se fossimo tornate indietro all'entrata.
Appena arriviamo ad essa però non ci troviamo fuori, ma in un'immensa sala circolare, fatta però non di roccia, ma da pareti cristalline che riflettono la luce di un raggio solare, che passa attraverso un piccolo buco nel tetto.
In fondo alla stanza intravedo diverse aperture che conducono sicuramente più in profondità nelle grotte, forse arrivando dove abitano gli spiriti, e altre creature, forse che terminano in vicoli cechi...
La sensazione di qualcosa di "oscuro" che ci circonda è sparita, lasciando in me solo un gran senso di serenità e pace.
Al centro della stanza vi è un piedistallo di pietra bianca, un altare rettangolare spoglio e senza decorazioni.
« Eccoci... »
Dici semplicemente, voltandoti verso di me.
« Già... i-iniziamo? »
Chiedo nascondendo con tutta me stessa la preoccupazione; ma so che adesso te ne sei accorta.
Sembri guardarmi un pò confusa e porti una mano alla tempia, mugugnando qualcosa.
« Stai bene? »
Chiedo preoccupata avvicinandomi a te.
In quel momento sembri riprenderti.
« Si, iniziamo magari con il rito della divisione okay? Ti do il pugnale, devi semplicemente tagliarti un dito o qualcosa del genere, serve poco sangue... »
Annuisco, prendendo il pugnale che mi porti e rigirandomelo fra le dita, osservandolo attentamente.
Intanto tu ti sei avvicinata all'altare e ci hai poggiato sopra lo zaino, estraendone la boccetta con l'inchiostro che usi per scrivere nel diario, e delle erbe.
« Mi spieghi perchè serve il mio sangue adesso? »
Chiedo sapendo che finalmente avrò una risposta.
« Oh è semplice: affinchè l'incantesimo funzioni, il mio spirito, quando sarà diviso da quello di Aeth, avrà bisogno di un forte legame con qualcuno per rimanere in vita e tornare nel mio corpo. Per questo per l'incantesimo non basta il proprio sangue ma anche quello di "qualcun altro".
E cosa c'è di più forte del legame fra due sorelle?
»
Mi rispondi, sorridendomi e allungando una mano come ad invitarmi a raggiungerti.
Sorrido di rimando, anche se mi sento un pò a disagio, e ti raggiungo, sedendomi sul piedistallo.
Finisci di preparare il misto di erbe e disegni sul marmo accanto a me un piccolo cerchio, decorandolo con strani segni.
« Devo fondere le erbe. »
Mi spieghi tranquilla, travasando le erbe in un piccolo calice di ferro, dal manico in legno, e mettendolo al centro del cerchio.
Detto questo con un altra formula "accendi" il fuoco, come fosse un fornello, e le erbe al suo interno prendono a squagliarsi fino a che non ne resta una poltiglia uniforme e dall'odore disgustoso, mentre il legno al contrario non brucia.
« Questa la dovrò bere prima di iniziare il rito.. sei pronta? Non devi preoccuparti, ti basta far cadere una goccia del tuo sangue nel calice quando te lo dirò.. »
Mi spieghi, cancellando il cerchio con la magia e sedendoti accanto a me, incrociando le gambe, mettendoti rivolta verso me e tenendo il calice in mano.
Faccio altrettanto, tenendo il pugnale in mano, e ti guardo in attesa di un tuo segnale.
Mille emozioni scorrono in me: paura, tristezza, curiosità, rabbia, comprensione... Aeth.
Lui è un mio pensiero fisso.
« Iniziamo. »
Dici semplicemente, chiudendo gli occhi, e dopo qualche secondo inizi a pronunciare una formula.
Usi una cantilena che non riconosco,molto complessa, pronunciandola sottovoce e man mano andando in crescendo.
Attorno all'altare prende a formarsi un "vortice" dai "filamenti" bianchi, che diventano via via più fitti fino a coprirci completamente ed isolarci dal resto della stanza.
La cantilena finisce, ed apri gli occhi lentamente verso di me.
« Il sangue. »
Dici semplicemente, prima di tornare a chiudere gli occhi e prendere a recitare un diverso tipo di cantilena.
Eseguo subito, tagliandomi un dito e facendo cadere una piccola goccia del mio sangue nel calice.
Porti il bicchiere alle labbra dopo averlo fatto oscillare un pò, mentre continui a ripetere la cantilena, e poi bevi il contenuto.
Tutto, mentre improvvisamente il "tornado" attorno a noi si ferma, come cristallizzato.
Per qualche secondo tutto è assolutamente silenzioso, così tanto che posso sentire il mio cuore battere e le mie lacrime scendere dalle guance, mentre ti guardo.
Il tornado cade, abbattendo le sue gigantesche onde attorno a noi ed evaporando nello stesso istante.
Inizi a fluttuare, ad occhi chiusi, facendo cadere il calice, ma non ci faccio caso, i miei occhi sono concentrati su di te.
Mi alzo in piedi e incrocio le mani come in una muta preghiera.
« Ti prego. »
Imploro, nemmeno io so cosa o per cosa.
Dal centro del tuo petto escono tre fasci luminosi.
Uno bianco, uno blu ed uno rosso.
Due di essi si fermano atterra, alla mia destra quello rosso e alla sinistra quello blu.
Quello bianco invece continua a fluttuare su di te, senza trovare pace per un pò di tempo.
Poi piano, inizia a rientrare nel tuo corpo, che intanto era diventato pallido come un cadavere.
Quando però la luce entra, piano piano smetti di fluttuare e vieni "adagiata" sull'altare.
Il fascio blu invece inizia a prendere forma e sotto il mio sguardo sorpreso, Aeth appare in carne ed ossa davanti a me.
Si guarda le mani confuso, e gli sorrido sentendo grosse lacrime di gioia scendere dai miei occhi, mentre anche tu, Helen, inizi a mugugnare prima di svegliarti e metterti seduta confusa.
Corro ad abbracciare prima te, e dopo averti aiutata a sedere, guardo Aeth che si avvicina a noi.
« Com'è possibile? »
Chiedo felice, e sorpresa, venendo contraccambiata da un suo sorriso.
« Deve aver avuto lo stesso effetto che ha avuto su Helen. Il legame fra noi, e quello con la mia maledizione, mi ha concesso di rimanere nella mia forma materiale. Non so come spiegarlo meglio... »
In quel momento però il fascio rosso, che ancora non aveva assunto una forma, iniziò a saettare ovunque, sbattendo contro le pareti e colpendole come fossero dei tuoni.
« Cos'è? Che succede? »
Chiedo preoccupata mentre tutto inizia a tremare.
« Io... io lo so... ma dobbiamo scappare! »
Dici improvvisamente, guardando me ed Aeth ancora confusa e debole.
Non ce lo facciamo dire due volte visto che anche noi abbiamo una strana sensazione, e corriamo via, mentre il fascio rosso esce dal foro nel tetto.
Uscire sembra più veloce che entrare dalle Grotte, e quando siamo fuori possiamo benissimo vedere il raggio rosso fluttuare sulla cima delle montagne prima di partire a saetta verso Jerela.
« Helen! Devi dirci cosa sta succedendo! »
Ti dico scuotendoti per farti riprendere.
So che sei debole, ma la faccenda non mi piace.
Annuisci e ti metti seduta, iniziando a piangere.
« Ero stata stregata al suo volere, Ether! »
Mi preoccupo e mi inginocchio accanto a te.
« Di che stai parlando? »
Ti chiedo lentamente, confusa.
Aeth a sua volta ti guarda perso, ma non dice una parola.
« Lei.. lei.. mi ha detto che mi avrebbe resa in grado di riportare in vita mamma e papà... »
Continui, fra i singhiozzi mentre io ti abbraccio.
« Helen, chi? Chi ti ha fatto cosa? »
Insisto, anche se so che ti fa male rispondere, ma dobbiamo sapere cosa sta accadendo.
Lentamente, l'entrata delle Grotte davanti a noi inizia a franare, finchè tutta le montagne iniziano a frantumarsi e collidere l'una con l'altra, formando un'immensa serie di macerie che formano nuove montagne.
Inutile descrivere il gigantesco terremoto che si scatena da questo disastro.
« JERELA! »
Urlo spaventata saltando in piedi.
« Dobbiamo salvare gli gnomi! »
Aeth mi corre accanto.
« Sta tranquilla, Jerela è ben protetta da un incantesimo, lo stesso che protegge la foresta. Facciamo finire Helen e poi andremo a controllare! »
Mi rassicura, tornando da Helen ed aiutandola ad alzarsi.
« Io le ho creduto... le ho creduto... per tutti questi anni ha continuato a vivere dentro di me, a usarmi per i suoi scopi... ma non le bastava, voleva più potere... e invece alla fine l'incantesimo l'ha staccata dal mio corpo, mi ha liberata... ma ha preso abbastanza potere... è furiosa... ha potere... »
Continua fra le lacrime Helen.
Non so come consolarla, però ci devo provare.
Devo riuscire a far capire a mia sorella che io sono lì con lei.
« Ether, Helen ha bisogno di riposo. »
Dice Aeth.
Una nuova scossa inizia a far tremare il pavimento.
« Un'ultima cosa Helen, CHI ti ha fatto questo? Chi ha "potere" adesso e per fare cosa? Ti prego un piccolo sforzo... »
Le chiedo accarezzandole i capelli, ignorando con tutta me stessa le scosse e ciò che sta succedendo attorno a noi.
« Jerela... liberarerà il suo corpo. »
Silenzio.
Improvvisamente, i terremoti finiscono, le montagne si assestano, non un rumore si percepisce attorno a noi.
E da lontano, si sente un gigantesco boato.

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Capitolo 15
*** « Chapter 15. Life Debt » ***




Sussulto e mi volto in direzione di Jerela, la città.
« Dobbiamo fare qualcosa! »
Urlo verso Aeth che mi trattiene.
« Non possiamo fare nulla! E' tardi! »
Mi dice, mentre Helen dietro di noi, è seduta, pallida, ma pian piano sta tornando in se.
« NO! Lasciami! »
Riesco a districarmi e corro via, ritrovando la strada che conduce a Jerela in poco tempo, e riuscendo a scavalcare le varie macerie che intrappolano il cammino.
So che Aeth mi seguirà, probabilmente sta solo aiutando Helen a camminare, quindi non mi fermo.
Corro come ormai mi sono abituata a fare, anche se sento la stanchezza.
In mezz'ora o poco più sono a Jerela, o meglio, presso ciò che ne resta.
L'intera montagna, dentro la quale si collocava la città, è ora spaccata a metà, e si può benissimo vedere il suo interno senza dover percorrere alcun tunnel.
Entro a Jerela con il cuore in gola: come starà Marie? E Lucas? E gli altri gnomi?
Mi precipito veloce al centro, dove ora i resti del cristallo che conteneva il corpo di Jerela, sono sparsi.
Molti gnomi ancora non hanno capito l'immenso disastro che li circonda, altri cercano disperatamente i propri cari, altri si domandano come abbia fatto Jerela a liberarsi.
L'immagine di Helen singhiozzante mi ritorna alla mente.
Saranno capaci di perdonarla? Perchè conoscendo Helen, appena metterà piede a Jerela non riuscirà a mantenere il segreto sulla fata oscura.
Ma prima devo ritrovare le persone che cerco, coloro che mi hanno aiutata, e vedere se riesco a dare una mano.
Mi dirigo al negozio di Lucas, trovandolo distrutto, ma con gioia vedo proprio il vecchio gnomo al suo interno vivo e vegeto e mi precipito da lui.
« Lucas! »
Urlo per attirare la sua attenzione, e lo gnomo si volta veloce verso di me correndomi incontro.
« Principessa Ether! Fortuna che state bene! Pensavamo che ve ne foste andata e che non vi avremo più rivista, poi è successo questo casino, e... »
Interrompo lo gnomo per chiedergli dove si trova Marie, visto che non l'ho vista da nessuna parte in giro per la sala principale.
« Mi dispiace, io... »
Lo gnomo abbassa lo sguardo, e sospira.
« Tu cosa? Dov'è? »
Chiedo aspra sentendo le lacrime iniziare a scendere dai miei occhi.
« E' stata maledetta.. »
Visto che non capisco, Lucas inizia a raccontarmi ciò che accadde poco dopo che il fascio di luce si diresse a Jerela.

Gli gnomi stavano serenamente trascorrendo il pomeriggio, Lucas e Marie stavano chiaccherando su Ether e sua sorella.
« Secondo te hanno in mente qualcosa? »
Chiese Lucas a Marie.
« Ether ama sua sorella, vuole aiutarla, ed io non credo che quest'ultima sia malvagia, ma ho una brutta sensazione. »
Proprio in quel momento un forte terremoto sorprese gli gnomi e i due uscirono dal negozio dirigendosi nella sala principale, come sempre quando bisognava effettuare un'evacuazione.
Certo non potevano vedere che fuori dalla città, le Grotte di Selah avevano preso a sgretolarsi, ma videro con chiarezza il lampo di luce rosso che andò a colpire il cristallo dove Jerela dormiva.
Il cristallo venne frantumato istantaneamente, mentre tutti urlavano sorpresi e spaventati.
Da esso, Jerela, fluttuando, ne uscì lenta, con un sorriso malvagio stampato in volto.
« Era da tanto che non mi sentivo così. »
Disse stringendo e guardandosi i palmi delle mani.
Nessuno gnomo poteva sapere cosa fare, ma tutti sapevano che era l'ora di scappare.
Infatti Jerela iniziò a lanciare incantesimi a destra e sinistra, colpendo e distruggendo a caso tutto ciò che i suoi "fulmini" incontravano.
Molti gnomi provarono a fuggire dalla via principale, ma la fata malvagia aveva qualcosa di terribile in mente per loro prima di andarsene.
« Non illudetevi di poter fuggire così! »
Lucas aveva perso di vista Marie, mentre correva a cercare riparo nel suo negozio, da dove riuscì a vedere tutta la scena che gli si presentò agli occhi.
Grosse stalattiti caddero dal soffitto, inglobando tutti gli gnomi vicini all'entrata e bloccandoli dentro di essi.
« Ciò che avete fatto a me, ora io farò a voi! »
Diceva intanto Jerela, ridendo come una folle.
Le stalattiti rifluttuarono nel tetto, dove si fusero come se non fossero mai cadute.
Quando terminò il lavoro, la fata non perse altro tempo con gli altri gnomi e volò via, nessuno sapeva dove.


« Non posso crederci... »
Dico, bianca in volto e sentendomi mancare l'aria, mentre esco dal negozio.
« Ether! »
Nel soffitto, centinaia di gnomi si trovano dentro varie stalattiti, come congelati ed addormentati.
Con orrore fra di loro noto sia i due gnometti che avevo incontrato al mio risveglio in città, sia Marie.
Sento le lacrime che iniziavano a scendermi lungo le guance, mentre portavo le mani alla bocca per trattenere un urlo e crollavo in ginocchio.
In quel momento arriva Aeth con Helen al suo fianco, che sembra essersi ripresa dallo shock, anche se la visione di ciò che l'essere dentro di lei ha fatto di sicuro non l'aiuta.
Entrambi mi circondano in un abbraccio, mentre Lucas guarda la scena.
« Vedo con piacere che almeno il vostro incantesimo è stato portato a termine con successo. »
Dice avvicinandosi a noi, mentre Helen trattiene a malappena le lacrime e abbassa lo sguardo.
« Dobbiamo fare qualcosa... »
Dico improvvisamente asciugando le lacrime.
« Cosa credi di poter fare contro quell'essere? Vi ucciderà. »
Dice Lucas scuotendo la testa.
« Dobbiamo provare, o saremo comunque morti. Non credere che Jerela si fermerà mai dal distruggere ciò che incontra... »
Mi viene incontro Aeth, parlando con Lucas.
« Devo fare qualcosa, devo riuscire a fare qualcosa dopo ciò che ho combinato... »
Dice piano Helen, riprendendo forza e colore.
Lucas la guarda confuso e lei si morde un labbro.
So cosa prova, è indecisa se raccontare o meno ciò che è accaduto.
So anche come andrà a finire.
La conosco troppo bene, è mia sorella.
« Possiamo convocare gli gnomi sopravvissuti? Devo assumermi le mie responsabilità.. »
Dice alzandosi e andando al centro della stanza, attirando l'attenzione di tutti.
Inizia così a raccontare ciò che le è accaduto da quando ha lasciato Ezriel.
Anch'io ascolto con attenzione, conoscendo già in parte la storia.

Helen incontrò Jerela, o meglio il suo spirito, nelle Grotte di Selah.
Da tempo cercava qualcosa che l'aiutasse a capire meglio come usare i suoi poteri, ed a Damen aveva trovato un libro molto interessante che insegnava come contattare gli spiriti più potenti e parlare con loro.
Ovviamente, aveva pensato, se fosse riuscita a contattare lo spirito della fata più potente al mondo, le avrebbe potuto chiedere ciò che voleva... non aveva davvero pensato alle conseguenze.
Jerela le aveva promesso di insegnarle gli incantesimi più potenti, compreso quello di resuscitare i morti, ma in cambio voleva essere "ospitata" nel suo corpo.
Le due avevano stretto il patto, ma nel processo qualcosa era andato storto e da lì anche Aeth era stato coinvolto.
All'inizio doveva essere la fata a prendere il posto di Helen ad ogni tramonto, ma con l'interferenza ciò non era stato possibile.
Quindi Jerela, trovandosi in una situazione scomoda, aveva deciso di iniziare ad accumulare potere, insinuandosi sempre di più nel cuore di Helen e facendola sua.
Quando capì di averne abbastanza, le spiegò l'incantesimo per dividere il suo corpo da quello di Aeth, lo spirito che l'occupava dopo il tramonto.
Il secondo incantesimo non era mai esistito, era una specie di piano "B" se qualcosa fosse andato storto con il primo, costringendo Helen a fare un gesto così crudele e malvagio da impossessarsi completamente di lei, una volta uccisa la sorella.
Una volta che avesse avuto completo controllo sul corpo di Helen, avrebbe in qualche modo scacciato Aeth dal suo corpo.

« Adesso potete anche punirmi, so di meritarlo! »
Helen prende fiato e prova con tutta se stessa a non lasciarsi andare alle lacrime, ma alla fine cede e nasconde con le mani la faccia.
Corro ad abbracciarla e a rassicurarla come meglio posso, mentre gli gnomi la fissano con gli occhi spalancati ed iniziano a mormorare fra loro.
Stanno decidendo cosa fare, ma io sono pronta a lottare per difendere mia sorella.
Si ha sbagliato, ma mai permetterò che le capiti qualcosa.
« Va bene. »
Interviene uno degli gnomi che sembra il più anziano, gli altri semplicemente lo ascoltano in silenzio, già concordi con ciò che sta per dire.
« E' inutile piangere sul latte versato principessa Helen, e anche voi siete stata in parte ingannata da quell'essere malvagio. »
Inizia, tenendo lo sguardo dritto in quello di mia sorella, severo ma non accusatorio.
« E' comunque vero che dovete pagare il debito che avete con l'intera umanità, anche per alleggerire il vostro senso di colpa che immagino sia immenso in questo momento. »
Continua, passando lo sguardo da lei a me, mentre sento Helen annuire e tremare al tempo stesso.
« E' per questo che abbiamo deciso ciò che dovrai fare: sconfiggere Jerela o morire nel tentativo. »
Divento bianca ed inizio a boccheggiare.
« Ma non può farcela da sola! »
Mi oppongo, stringendo Helen fra le mie braccia.
Con mia sorpresa, mia sorella smette di tremare ed annuisce.
Mi volto per guardarla, ma non vedo più paura in lei, solo una nuova forte determinazione.
« E' in parte colpa mia, farò del mio meglio per risolvere questa situazione. »
Risponde ricambiando lo sguardo dello gnomo, che le sorride.
« Signorina Ether, non ho mai detto che deve farlo da sola, noi vi aiuteremo come possiamo. »
Aggiunge dolcemente, rivolto a me che arrossisco dandomi della stupida.
« Purtroppo non possiamo fare molto, abbiamo una città da ricostruire, mentre i pochi maghi che abbiamo stanno già riparando la barriera interna di Jerela... possiamo darvi delle provviste, forse delle armi e dei consigli. Nulla di più... non abbiamo inoltre idea di dove Jerela sia fuggita. »
Aeth, che per tutto quel tempo aveva seguito la scena in silenzio, finalmente decide di parlare.
« Io credo di saperlo. Se Jerela vuole ottenere più potere, c'è solo un luogo dove può essere andata. Il vulcano Furos. »
Spiega tranquillo.... come se il vulcano Furos fosse a cinque minuti di cammino!
« Come facciamo a raggiungerlo? Lei starà volando alla velocità della luce o si sarà teletrasportata con i suoi poteri! Potrebbe già essere là! »
Chiedo lentamente, lasciando Helen ed incrociando le braccia, riflettendo.
Il vulcano Furos si trova praticamente dall'altra parte del mondo, e non è possibile raggiungerlo in breve tempo.
Forse in un mondo rotondo, sarebbe bastato attraversare l'oceano da est ad ovest, arrivando in qualche ora, ma il nostro mondo NON è rotondo, molte persone sono morte nel tentativo di dimostrarlo: cadute nelle Cascate Senza Fine, con navi, idrovolanti, o qualsiasi tipo di mezzo.
E invece attraversando l'intero continente ci metteremmo troppo tempo. Minimo un mese.
Aeth ed Helen mi guardano in silenzio, pensando la stessa cosa, e provando a trovare una soluzione.
« Beh in realtà con questo possiamo aiutarvi. »
Dice sorridendo Lucas, facendomi l'occhiolino.
Sento una brutta sensazione attanagliarmi lo stomaco, e non mi piace!

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Capitolo 16
*** « Chapter 16. Flight into the Nothing » ***




« Di cosa si tratta? »
Chiede Aeth, guardando il telo che copre qualcosa di apparentemente immenso, rivolto a Lucas.
« E' una nostra invenzione, l'abbiamo già testata numerose volte, non c'è nulla da temere. »
Risponde lo gnomo, avvicinandosi alla parete rocciosa e premendo quello che sembra essere un interruttore.
La grande sala dove ci troviamo si illumina, ed adesso possiamo vedere bene ciò che ci circonda, anche se ancora il telo bianco non è stato scoperto.
« Okay.. ma siete sicuri che funzionerà? »
Chiede Helen nervosa, lo sa come lo sappiamo anche noi, tutto dipende da quella cosa, anche le nostre vite!
Lucas annuisce e va vicino al telo, scoprendo ciò che si nasconde al di sotto di esso.
Rimango a bocca aperta.
Ne ho visti di idrovolanti, ma mai qualcosa del genere!
La nave, lunga e stretta, fatta da legno scuro e molto robusto, ha ai suoi lati due grandi "ali" di legno con quattro eliche, ed una grande elica dietro.
« E'... e' stupenda, ma non capisco cosa ci sia di così speciale da riuscire a farla passare attraverso il Nulla! »
Dico avvicinandomi lentamente, ritrovandomi come una formica al cospetto di un cespuglio troppo alto per raggiungerne la cima.
« Oh su! Fidatevi! So che forse sembra una normale nave ma non è così! Venite, venite! Saliamo! »
Ci dice Lucas avvicinandosi a sua volta ed usando un pulsante poco distante da dove mi trovo io, facile da vedere, intagliato nel legno.
Si sentono scattare degli ingranaggi e proprio al centro della nave una porta scorrevole scatta, mostrandoci degli scalini.
Helen ed Aeth lo seguono, mentre io rimango un pò titubante indecisa sul da farsi.
Nessuno, NESSUNO, è mai tornato vivo dal Nulla per quanto io ne sappia.
Cos'ha di diverso questa nave che ci permetterà di attraversarlo?
E se Lucas si sbagliasse?
Vedo arrivare Aeth che mi guarda interrogatorio.
« Non vuoi venire? »
Mi chiede semplicemente prima che io mi ritrovi ad annuire e raggiungerlo.
Mi prende una mano e sorride, riuscendo così a rassicurarmi.
« Possiamo fidarci, ne sono sicuro. »
« Basta che non ci sono Kraken spaziali... »
Provo ad ironizzare, tremando al solo pensiero del vecchio Kraken marino.
Passiamo attraverso quella che capisco essere la sala motori, saliamo altre scale e ci ritroviamo in un lungo corridoio con varie porte, in fondo alla quale si trovano altre scalinate.
« Sicuramente questo è l'appartamento, cucina, bagno e stanze.. »
Azzarda Aeth, non fermandosi però a controllare ma raggiungendo le scale.
Dopo averle salite ci troviamo finalmente all'esterno, sul ponte della nave.
Helen e Lucas stanno discutendo, e quando ci avviciniamo capiamo che parlano di motori e come far funzionare la nave.
Mia sorella sospira al nostro arrivo.
« Non ce la faremo mai! »
Dice esasperata, ma provocando una risata dal vecchio gnomo, provocando le nostre occhiate scocciate.
« Non dovete preoccupatevi! Verrò con voi! »
Esclama, smettendo di ritere ma mantenendo un tono quasi dolce.
« Non se ne parla, è troppo pericoloso. »
Dice Aeth scuotendo la testa; ma Lucas cambia espressione diventando estremamente serio.
« So di non aver nessuna possibilità contro Jerela, ma voglio aiutarvi come posso. Voglio riuscire a liberare il mio popolo dalla nuova maledizione di Jerela. »
Risponde, con tono grave.
Rimaniamo tutti in silenzio a lungo, prima di annuire.
« Bene. Direi che possiamo partire? »
Ci chiede all'improvviso.
« Cosa... solo noi quattro? Sarà una condanna a morte... »
Dico un pò preoccupata.
Infondo Jerela è una Fata, ha poteri magici molto più forti di Helen.
Come possiamo anche solo sperare di sconfiggerla?
« Abbi fiducia in te stessa! Possiamo escogitare un piano mentre raggiungiamo il vulcano. Direi che 5-6 ore e saremo là. »
Mi risponde Lucas, con il suo solito ottimismo, prima di tornare di sotto, nel piano con i macchinari.
Helen ed Aeth si guardano un pò in cagnesco, un pò incuriositi. E' effettivamente la prima volta che hanno tempo di pensare a ciò che è accaduto.
Chissà se vogliono parlare di ciò che è successo?
« Vado a cercare la mia stanza, voglio farmi una doccia veloce in modo da avere le idee chiare su ciò che dovremo fare. »
Spiego prima di allontanarmi senza attendere risposta.
E poi ho paura, paura di dover arrivare il confine del Nulla, di gettarmi nello spazio aperto con un'idrovolante.
Entro in varie stanze, fino a trovarne una piccolina e comfortevole. Ha un letto singolo nell'angolo sinistro e un piccolo comodino a destra e accanto a quest'ultimo c'è la porta che conduce al bagno. Poco più sotto i piedi del letto c'è un armadietto, mentre di fronte, nell'altra parete, c'è una scrivania ed una sedia.
Appoggio lo zaino sul letto e vado in bagno, notando con mia sorpresa che nonostante la grandezza dell'alloggio c'è una vasca e non una doccia.
Prendo il cambio e mi immergo nell'acqua tiepida.
Da una parte vorrei passare tutto il tempo lì in modo da non dover vedere ciò che ci circonda fuori, ma dall'altra so di dover tornare sul ponte per discutere ciò che dobbiamo fare contro Jerela.
Sono sempre più convinta che è una missione suicida.
Mentre sono immersa nei miei pensieri, qualcuno bussa alla porta.
Sicuramente è Helen che è venuta a dirmi di darmi una mossa.
« Avanti, sono in bagno. »
Le urlo da dentro la vasca.
Passi, qualcuno che apre la porta, e mi vedo sbucare Aeth invece di Helen.
« AETH! »
Dico sorpresa, sprofondando sotto la schiuma per coprirmi e diventando porpora.
E' vero che fra noi c'è stato quel che c'è stato, ma sono comunque troppo timida.
« Ah eccoti, Helen mi ha chiesto di dirti se ne hai ancora per molto.. voleva venire lei, ma alla fine ha affidato a me il compito. »
Dice lui indifferente, con un mezzo sorriso.
« Oh...ah... si, ma io ecco... »
Dico confusa, tornando al mio silenzio.
Aeth scuote la testa, esasperato.
« Dai su, niente storie! »
Mi si avvicina e prima che io capisca cosa vuole fare, mi ha già presa per i fianchi e caricata sopra le spalle, facendo cadere tantissima acqua a terra e bagnandosi a sua volta.
« So camminare da sola! »
Mi ribello, sempre più rossa, senza poter però davvero fare qualcosa di concreto.
I miei tormenti hanno fine quando mi ritrovo distesa nel letto con Aeth ad un centimetro dal mio viso.
« Ma non avevi detto che Helen voleva ci sbrigassimo? »
Chiedo con un sorriso malizioso, sapendo esattamente quello che sta pensando.
« Troveremo una scusa.. »
Mi soffia in un orecchio, prima di morderlo delicatamente.
Inizio effettivamente a pensare che perfino Helen sia al corrente del fatto che Aeth non volesse venire qui solo per avvertirmi di fare veloce, non è così ingenua.
Mi chiedo inoltre, sfiorando le morbide ali del ragazzo, cosa ne pensi del fatto che dormo con uno spirito, anche se adesso che ha un corpo a tutti gli effetti, non so più come definirlo.
Spiriti sono gli esseri senza corpo, ombre, fantasmi, ma di sicuro non materiali.
Non credo sia comunque corretto definirlo angelo.
Ma esistono altri come Aeth? Se si, dove si trovano?
Aeth se lo chiede? Ha intenzione di trovarli?
Il tempo passa in fretta e quando riapro gli occhi, dopo un breve sonno, trovo Aeth sdraiato accanto a me con gli occhi fissati nei miei.
« Che ora è? Helen sarà infuriata.. »
Dico sconvolta, saltando in piedi e recuperando i miei abiti.
« Tranquilla sono passate solo un paio d'ore. Ed Helen... beh immagino abbia capito. »
Dice, sedendosi, e osservandomi come incantato.
« Che c'è? »
Chiedo un pò in imbarazzo.
« Niente, sono contento di averti incontrata.. »
Risponde semplicemente, alzandosi e raggiungendomi, stampandomi un bacio sulle labbra.
« Ah beh anche io.. »
Dico con un sorriso, abbracciandolo.
« Ether. Ti amo, okay? Qualsiasi cosa succeda. »
Dice serio, mentre il mio cuore inizia a battere alla velocità della luce.
Sento le lacrime salire agli occhi.
Lacrime di felicità che però non voglio versare in modo tale da non essere fraintesa, mentre una nuova determinazione nasce in me.
« Ce la faremo, ne sono sicura. »
Aeth mi sorride e va a vestirsi a sua volta, mentre io pettino ed asciugo i capelli, ancora umidi.
« Pronta? »
Mi chiede quando ritorno in camera.
« Si... senti Aeth, ma tu sai se esistono altri spiriti che hanno acquistato un corpo? Cioè.. altri come te? »
Chiedo a mia volta, prendendo lo zaino ed uscendo dalla camera.
« Probabile, come sai possiamo nascondere le ali.. Siamo creature come tante, anche se al solo nominare la parola "spirito" molti ci considerino "diversi" o pericolsi, sebbene io non ne capisca il perchè. Forse vecchie e sbagliate leggende. »
Spiega sospirando e scrollando le spalle, dirigendosi poi alla porta e guardando verso di me.
« Onestamente, non mi interessa »
Lo raggiungo e poso una mano sulla sua spalla, prima di sporgermi verso le sue labbra e depositarvi un bacio leggero.
In realtà è molto probabile che gli interessi eccome, ma non ho intenzione di star lì a fare la ficcanaso.
« Okay andiamo, è effettivamente tardi... »
Dico sospirando ed uscendo dalla stanza.
Il mio cuore inizia a battere velocemente, per paura e per ansia: non so cosa troverò fuori.
Aeth mi prende per mano, notando il mio disagio e mi conduce gentilmente sul ponte.
Appena siamo fuori serro gli occhi terrorizzata, ma il ragazzo ride e mi costringe ad aprirli, facendomi guardare il cielo.
Un bellissimo cielo stellato, con così tante stelle come non ne avevo mai visti.
« E'... e'... »
« Fantastico? »
Mi aiuta trascinandomi verso l'estremità della nave.
Essa è circondata da una specie di barriera, e, anche se non capisco cosa la crei, so che è solo grazie a questo se la nave è capace di navigare nello spazio.
Guardo indietro e vedo uno spettacolo fantastico e terrificante: il confine della terra, poi un'immensa e infinita cascata che si perde nel Nulla.
Sotto di noi è come guardare sopra, un vasto mantello nero pieno di stelle.
Stiamo navigando davvero nel Nulla!
Mi sento eccitata e terrorizzata al tempo stesso, non so come farò a resistere altre quattro ore!
« Ah eccovi qui. »
Dice una voce alle mie spalle.
Mi volto e trovo Helen e Lucas, la prima seria e il secondo sorridente come sempre.
« Dormito bene? »
Chiede Lucas ironico, facendomi arrossire e ammutolire.
« Benissimo, eravamo stanchissimi! Ma ora magari parliamo del piano? Cioè lo creiamo? »
Rispose tranquillo Aeth sedendosi nel bordo della nave.
Istintivamente porto una mano ad afferrare una manica della sua camicia per paura che possa cadere.
« Ho buone notizie. Prima di partire ho trovato una vecchia pergamena dov'è descritto il modo in cui Jerela venne cristallizzata e l'incantesimo per farlo. Ascoltate... »
Disse Helen, prima di schiarirsi la voce, tirare fuori una vecchio rotolo di carta e srotolarlo davanti a noi.



Luoghi: I Confini del Mondo.
Fotomontaggio realizzato da me, anche se non è venuto fuori il massimo XD.
Vi prego di continuare a seguirmi e se volete, recensire! (:

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Capitolo 17
*** « Chapter 17. The Begin of the End » ***




« Quello che ci serve è la Magia, qualche goccia di sangue, una piuma di creatura mitologica e giustamente la cantilena dell'incantesimo. Si, magia e cantilena sono cose diverse a quanto pare. »
Sbuffo irritata.
« Perchè serve sempre del sangue? E quale piuma di quale creatura mitologica dobbiamo trovare? Non abbiamo abbastanza tempo! E poi la Magia! Helen non vorrai davvero rischiare di nuovo!? »
Helen alza gli occhi al cielo e sospira, prima di rispondermi.
« La magia se usata bene non è nè oscura nè pericolosa! Sono sicura di questo. Se riesci a controllarti e non vuoi eccessivamente diventare potente puoi stare tranquillo ed usarla a fin di bene.
Per quanto riguarda la piuma: abbiamo le ali di Aeth.
»
Mi spiega, mentre il ragazzo annuisce, strappandosi subito una delle morbide piume e porgendola a mia sorella che la prende e la mette nello zaino.
« Bene tanto non mi ascoltate... e credete che Jerela stia buona buona mentre noi facciamo quest'incantesimo? »
Chiedo ironica, sentendomi sempre più arrabbiata verso quella missione suicida.
Non è giusto che ora che le cose sembravano essersi risolte, dovessimo andare incontro ad un destino crudele come quello.
« Ovviamente no! Io pensavo questo... »
Inizia Helen tornando a fissare la pergamena.
« Io farò l'incantesimo, tu Ether canterai le parole di esso, mentre Aeth e Lucas distrarranno come possono Jerela. Che ve ne pare? »
Chiede alzando lo sguardo dalla vecchia carta, guardandoci uno ad uno.
« Ci sto, improvviseremo. »
« D'accordo. »
Sgrano gli occhi sempre più allibita, allontanandomi dai tre.
« Fa acqua da tutte le parti! Ma siete impazziti?! Voglio tornare a Ezriel! »
Mi ribello raggiungendo il timone e posandovi sopra le mani per cambiare direzione, ma Helen mi blocca.
« Possiamo farcela! E' inutile preparare un piano super dettagliato se poi qualcosa va storto.. meglio partire improvvisando da subito! »
Mi dice costringendomi a voltarmi e guardarla negli occhi.
« NO TU NON CAPISCI! »
Urlo sentendo che non ce la faccio proprio più.
Sono stanca, arrabbiata, spaventata, e nonostante poche ore prima io avessi intravisto un barlume di speranza, adesso l'avevo completamente perso.
« Non voglio perdere tutto quello che ho guadagnato in queste settimane! »
Helen mi guarda in silenzio a lungo, prima di rispondere.
« Perderai tutto comunque se Jerela non viene fermata... »
Mi lascia andare e torna da Aeth e Lucas che guardano nella nostra direzione in silenzio.
Mi volto nuovamente verso il volante, intenzionata a cambiare rotta, ma qualcosa mi blocca.
E stavolta non è altri che me stessa.
Non so cosa fare, so che Helen ha ragione, ma non vedo davvero come possiamo anche solo sperare di riuscire a sconfiggere la fata.
Mi siedo a terra, abbracciando le ginocchia e poggiandovi la testa sopra chiudendo gli occhi.
So che dobbiamo fare qualcosa.
Non voglio però morire.
Ma se non la fermiamo moriremmo comunque prima o poi.
Ma quel "poi" mi farebbe stare un pò più con Helen ed Aeth...
Ma mia sorella ha un debito con gli gnomi che so vuole saldare.
Resto a lungo con questi pensieri nella testa, e quando finalmente alzo lo sguardo, sentendo le voci degli altri tre che parlano animatamente, mi volto verso loro scattando in piedi e trattenendo un urlo.
Una scia di asteroidi sta per abbattersi sulla nave!
« Che cavolo succede? »
Chiedo preoccupata raggiungendoli.
Tra tutti, solo Lucas sembra quello più rilassato.
« E' una scia di asteroidi, credo tu lo sappia. Colliderà con la barriera in meno di cinque minuti... »
Mi risponde Helen. Lucas annuisce.
« Non c'è nulla da temere, la barriera reggerà. »
« E se non reggesse? »
Chiede Helen serrando i pugni fissandolo.
« Reggerà. »
Insiste lui ricambiando lo sguardo.
Aeth resta in silenzio prendendomi una mano: ancora una volta avverte la mia preoccupazione.
« Io mi fido di Lucas. »
Dice semplicemente avvicinandosi all'estremità della nave che presto verrà colpita dagli asteroidi.
Inutile dirgli di non farlo.
« D'accordo. Manteniamo la calma. »
Dico sorprendendo persino me stessa, visto come l'avevo persa prima.
« Passati questi, manca un quarto d'ora e siamo nuovamente nel nostro pianeta. Quindi una decina di minuti ed arriveremo al vulcano Furos. »
Spiega Lucas prendendo una cartina.
Gli asteroidi si avvicinano sempre di più mentre io prendo a tremare, venendo trascinata da Aeth proprio nella punta della nave.
Mi si mette dietro, posando le mani sui miei fianchi.
Gli asteroidi sono ormai a pochi metri da noi!
« Respira lentamente e goditi lo spettacolo. »
Mi sussurra in un orecchio.
Gli asteroidi collidono nella barriera invisibile, prendendo fuoco e frantumandosi in una miriade di scintille. In pochi minuti la nave è circondata da ciò che sembra una polvere di stelle brillante, mentre io la guardo ad occhi spalancati, affascinata.
Anche se non lo posso vedere, so che Aeth sta sorridendo, sentendo i battiti del mio cuore.
Tantissimi asteroidi continuano per cinque minuti ad abbattersi sulla barriera, che non sembra però minimamente scalfita da essi.
A quel punto, in lontananza, si può intravedere il confine della terra, anche qui terminante con una cascata infinita.
Sento una fortissima emozione di gioia nascere in me.
Sono stata lontana dalla terra ferma solo qualche ora, eppure mi è sembrata una vita!
Ci avviciniamo sempre più velocemente, fino a volare sopra l'acqua cristallina, cosparsa di isolette minuscole qua e là.
« Fra dieci minuti siamo arrivati, prepariamoci. »
Arriva nervosa la voce di Helen alle nostre orecchie.
Mi volto verso Aeth, guardandolo a lungo prima di baciarlo con foga, come fosse l'ultimo bacio che ci scambiamo.
Eppure ormai sono là, è troppo tardi per tornare indietro, e voglio sperare che potremo farcela.
Anche se una cosa del genere è più che impossibile nella mia mente.
Jerela, fata malvagia e potente, contro noi quattro avventurieri senza un briciolo di piano che si possa definire tale o particolari doti che ci possano aiutare.
In lontananza adesso si vede una vasta spiaggia, che raggiungiamo in meno di qualche minuto, a dimostrazione della velocità della nave, che non si notava nello spazio.
Quello è Joniv, il continente della roccia.
Continente in cui il verde è solo un sogno, visto che è così arido a causa proprio del vulcano più grande di Leanor: Furos.
Sotto di noi intravedo Fatijeta, un piccolo villaggio di pescatori che vivono grazie al commercio di sali preziosi sia per la cucina che per le medicine.
Ho letto tutto ciò in uno degli innumerevoli libri che ho letto.
Più ci penso e più mi manca Ezriel, la corte, i miei sudditi, la biblioteca...
Se la staranno cavando adesso?
Chi sarà alla guida?
E' vero, non me lo sono chiesto prima, ed ora mi sto dando della stupida.
Sono davvero una regina pessima..
« Tutto okay? »
Mi chiede Aeth, mentre la nave prende a rallentare e a scendere.
« Si... pensavo al mio regno... »
Spiego un pò vaga.
« Ti manca? »
Mi chiede sorridendo.
« Tanto... a te mancheranno le grotte? Gli spiriti che vivono là hanno una città? »
Chiedo nuovamente incuriosita.
« Ti prometto che ti spiegherò tutto una volta che questa storia sarà finita. Così come voglio che tu mi mostri Ezriel! »
Aggiunge sorridendo.
La nave atterra, Lucas ci chiama e tutti scendiamo da essa.
Davanti a noi si estende una gigantesca montagna, con l'unica differenza che in cima, al posto di una "punta", essa sia mozza, e ne esce fumo e qualche schizzo di rosso.
Il cielo sopra di essa è nero come la pece.
Ma non è qualcosa di normale, si avvertono delle vibrazioni strane...
« Jerela è sicuramente all'opera, muoviamoci! »
Dice Helen, iniziando la scalata del vulcano.
Per nostra fortuna, la lava ha creato, nel corso dei millenni, una specie di sentiero semplice da seguire.
« Mantenete la calma, ci serve. »
Dice Helen, rallentando ed affiancandosi a noi.
Annuisco senza convinzione, e non riesco a trattenere il nervosismo.
Improvvisamente mi prende una mano e la stringe, guardandomi così intensamente da farmi arrossire.
« Ce la faremo, te lo prometto. Torneremo a casa insieme e ti prometto anche che non ti lascerò mai più da sola. »
Dice così seria che rimango ammutolita non sapendo cosa rispondere.
Quel contatto fisico, così improvviso e così da tempo voluto, mi ha sorpresa e in un certo senso sconvolta.
La guardo e sorrido, annuendo.
Possiamo davvero farcela?
So che la mia domanda sta rieccheggiando silenziosa nella mente dei miei compagni, man mano che ci avviciniamo alla meta.
Inizio a sentire un caldo soffocante, quindi tiro fuori una bottiglia d'acqua e bevo lentamente un pò.
Gli altri sembrano resistere meglio di me, ma del resto io non sono semplicemente abituata a quel genere di avventure.
Non è per buttarmi giù, è semplicemente la verità.
Sono sempre stata portata più per i libri che per la caccia.
Camminando mano nella mano con Helen E Aeth sento una forza crescere in me...
Più che fisica, è mentale, la stessa determinazione che mi era venuta sulla nave, prima di perderla.
Quando arriviamo in cima, venti minuti dopo, grazie al sentiero facile da seguire, il caldo è insopportabile.
Tolgo la giacca leggera e rimango con una canotta bianca, sebbene io sappia il colore che assumerà alla fine di quell'avventura.
Rosso sangue o grigio cenere... o entrambi.
« Eccoci. Silenziosi ora... »
Dice Lucas, facendo un respiro profondo.
Helen si volta verso di me e mi mette in mano una pergamena.
« C'è il testo dell'incantesimo, cantalo come ti pare ma canta e non farti interrompere. Nemmeno dalle tue emozioni. »
Mi dice seria, non lasciando andare la mia mano.
« Scusa Helen. Posso parlarti solo un secondo? »
Si intromette improvvisamente Aeth, prendendo mia sorella per un polso e trascinandola un pò indietro.
Li guardo confusa, prima che però la mia attenzione venga attirata da Lucas, che sembra armeggiare con una bomba.
« E quella che roba è!? »
Chiedo, avvicinandomi.
« Che ti sembra... una bomba no? E' per distrarre Jerela. »
Spiega semplicemente, continuando ad armeggiare con l'oggetto, assicurandosi anche che un accendino, tirato fuori dal giaccone, funzioni.
« Sta attento! »
Dico preoccupata allungando le mani verso di lui.
« E' tutto apposto! »
Mi dice con un sorriso mettendo via tutti gli aggeggi.
Sospiro, rimanendo un pò in silenzio, voltandomi verso Aeth e mia sorella, chiedendomi di cosa stiano parlando.
Sono vicinissimi e parlano in sussurri che non riesco a sentire.
Una strana fitta di gelosia mi pervade per qualche secondo, prima di darmi dell'idiota e distogliere lo sguardo.
« Secondo te Jerela sa che siamo qui? »
Chiedo a Lucas.
« Probabile. »
« Allora perchè ancora non ci ha attaccati? »
Chiedo trattenendo uno sbuffo irritato.
Si prende gioco di noi? Sente il nostro nervosismo?
Sa che questi sono gli ultimi istanti della nostra vita e quindi ci sta "concedendo" di goderceli?
Helen ed Aeth tornano qualche minuto dopo.
« Di che parlavate? »
Chiedo loro, curiosa.
Aeth sorride e guarda Helen, portando l'indice alle labbra in segno di non aprir bocca.
« Siamo pronti? Possiamo andare? »
Chiede Helen, divenendo immediatamente seria, così come il resto di tutti noi.
« Ragazzi, qualsiasi cosa accada, è stato un piacere conoscervi. »
Dice Lucas, con tono quasi paterno.
Sento le lacrime minacciare di sgorgare dai miei occhi, mentre corro verso di lui e l'abbraccio.
« Per Marie... »
Sussurro, stringendolo come una nipote con il proprio nonno.
« Per Marie, per tutta Jerela e per il resto del mondo! »
Dice quasi serenamente Aeth, allungando un braccio davanti a se.
Helen poggia la sua mano sopra quella del ragazzo, allungando il braccio destro.
« Per Leanor! »
Lucas ed io a nostra volta posiamo le nostre mani su quelle degli altri due, annuendo.
« Per Leanor! »
Ripetiamo in coro, prima di alzare le mani al cielo.
Sarà l'ultima volta che sorridiamo?



La storia è quasi giunta al termine... credo.
Spero davvero di riuscire a completarla, ma di solito non le porto mai a termine T___T
Comunque, recensite se vi piace... grazie a tutti quelli che la stanno seguendo o l'hanno aggiunta ai preferiti.
A presto ^^ <3

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Capitolo 18
*** « Chapter 18. Battle » ***


Ci avviciniamo molto lentamente al cratere del vulcano, incoscienti di cosa ci attenda oltre il limite.
Quando lo raggiungiamo, davanti a noi vediamo Jerela fluttuare sopra la lava, con i capelli sciolti e gli occhi chiusi, mentre canta una strana nenia che mi da i brividi.
Il fuoco dentro il cratere scoppietta, e denso fumo esce dal centro, investendoci con tutto il suo calore.
E' insopportabile, non riesco a respirare benissimo.
Improvvisamente, la nenia viene interrotta e la fata alza il suo sguardo su di noi: mi aspettavo occhi spenti, neri, e malvagi.
Invece i suoi occhi sono rossi come la lava che presuntuosa, prova a scavalcare la cima del vulcano dal diametro immenso.
Rossi, e soprattutto vivi.
Vivi come forse non lo sono stati in tutti questi secoli, costretta ad essere rinchiusa in un cristallo.
« Vi aspettavo. »
Dice semplicemente, guardandoci come se in realtà fossimo vecchi amici che non vedeva da tempo.
« Helen, Ether, Aeth e Lucas... solo voi? »
Chiede quasi stupita, come sperando che ci fosse qualcun altro.
« Sedetevi e godetevi lo spettacolo... »
Conclude con un sorriso.
« Cos'hai intenzione di fare? Libera i nostri amici! »
Dice Lucas innervosito dal tono menefreghista e quasi amichevole di Jerela.
« Cos'ho intenzione di fare? »
Abbassa lo sguardo e chiede a se stessa, ad alta voce, ma subito rialzandolo nuovamente.
« Cos'ho intenzione di fare? Semplice! Voglio vendetta. Vendetta per tutti questi anni che ho passato rinchiusa in quella prigione! »
Urla, improvvisamente impazzita, mentre la lava prende a scoppiettare ancora più impetuosa, facendomi seriamente temere che forse prima di Jerela, dovremo affrontare il vulcano stesso.
« Sei stata rinchiusa perchè hai compiuto delle azioni spregevoli! Hai ucciso migliaia di innocenti! »
Insiste Lucas, avvicinandosi all'orlo del vulcano, con aria di sfida.
Voglio urlargli di tornare indietro, talmente sono spaventata, ma la voce mi muore in gola.
« Sei coraggioso, piccolo gnomo. »
Dice nuovamente gentile Jerela, lasciando cadere le braccia lungo i fianchi.
Rimaniamo in silenzio a lungo, attendendo ognuno la mossa di qualcun altro.
E' nuovamente Jerela ad interrompere il silenzio, allungando una mano verso di noi, come ci invitasse a prenderla.
« Unitevi a me, miei coraggiosi esseri, ed insieme puliremo questo mondo dalle ingiustizie, e dalla stessa magia nera. Magia che mi ha creata, magia che ho sempre sfruttato pur odiandola. »
Fa una breve pausa, ma evidentemente ha molto altro da aggiungere.
Il suo sguardo sembra tormentato da mille pensieri.
« Io non volevo essere così. Quando sono nata, quando sono cresciuta... volevo una vita normale. Ma tutti mi additavano come una creatura oscura. Il rancore e la rabbia sono stati così forti che alla fine la mia vera natura ha effettivamente avuto la meglio. Ho perso la testa. »
Nuova pausa, il suo sguardo si sposta lento su di noi, penetrandoci con il suo sguardo cremisi.
« Ma questi anni rinchiusa là mi hanno aiutata a riflettere. Non voglio nessun esercito al mio comando, non voglio il potere.. voglio solo ripulire questo mondo dalle creature corrotte che lo abitano. Risparmierò solo i bambini, in modo da insegnar loro a non avere pregiudizi. Creerò un nuovo mondo! Siete invitati a vivere questa nuova era con me! »
E' pazza. Non c'è altra spiegazione.
Come può non capire che uno sterminio di massa non è di sicuro un buon metodo per dar vita ad un nuovo mondo?
Prendendo fiato, mi alzo a mia volta e la fisso dritta negli occhi, raccimolando tutto il mio coraggio.
« Cos'ha questo vecchio che non va bene? Io lo amo. E' vero, è pieno di pregiudizi e difetti, ma ognuno è libero di sbagliare e di redimersi. Ognuno è libero di aiutare il prossimo. Le leggi esistono e sono giuste. E per quanto riguarda le fate... mi dispiace che ci sia questa leggenda su di voi. Forse se fossi nata e cresciuta presso un'altra famiglia tutto questo non sarebbe successo! »
Prendo fiato, fa così caldo che mi sento svenire, ma non ho finito.
« Ma il semplice fatto che tu alla fine ti sia arresa alla magia oscura dentro di te, forse rende quelle leggende effettivamente vere.
Hai avuto la possibilità di scegliere, e hai ucciso la tua famiglia, e con essa migliaia di altri innocenti.
Ora vuoi addirittura farlo di nuovo! Non venirmi a dire che vuoi vendetta... sei semplicemente un'essere malvaglio.
»
Piomba nuovamente il silenzio, Jerela rimane con la mano tesa verso di noi, fissandomi attentamente.
L'unico rumore che possiamo sentire è lo scoppiettare della lava, il resto è silenzioso.
La mano di Jerela scende lentamente lungo il fianco, mentre abbassa lo sguardo.
Sembra quasi ferita, e mi mordo un labbro per non permettermi di ripensare a ciò che ho detto.
Mai e poi mai giustificherò uno sterminio di massa.
« Bene. »
Dice improvvisamente, alzando lo sguardo su di me, con uno sguardo così triste che mi sento quasi triste a mia volta.
Una specie di nube rossa, istantaneamente la copre, e quando sparisce, nel giro di qualche secondo, Jerela non c'è più.
Ci guardiamo attorno, preoccupati.
Sono più che sicura che adesso inizia la vera e propria sfida contro di lei, e sono spaventata a morte!
« Maledizione dov'è... »
Chiede Aeth, guardandosi intorno, pronto a scattare.
Improvvisamente la nube appare, proprio accanto a me, e sento le mani gelide di Jerela afferrarmi per le spalle, quasi in un abbraccio.
« ETHER! »
Urla Helen, precipitandosi verso di noi.
Ma Jerela ha già innalzato una barriera che la respinge, così come respinge Aeth che ci si fionda sopra.
« Poveri sciocchi. Eppure ammiro ancora il vostro coraggio e voglio darvi un'ultima possibilità. Abbandonate questo luogo, recatevi in montagna e non vi farò del male. Sfidatemi, e morirete. »
Dice, mentre sento il suo fiato, caldo come il vapore emanato dal vulcano, sul mio collo.
Sento il cuore battere all'impazzata mentre la fata si mette a giocare con una ciocca dei miei capelli in attesa di una risposta.
Guardo Helen come a dirle di non preoccuparsi per me.
Ho paura, ma non ho più intenzione di rischiare la fine del mondo per colpa di essa.
Se serve il mio sacrificio allora sono pronta a farlo.
Helen morde un labbro, non sapendo cosa fare.
« D'accordo, lasciala. »
Dice improvvisamente Lucas, avvicinandosi alla barriera, ma senza sfiorarla, e porgendo una mano verso di me.
Jerela sorride, e fa sparire la barriera, lasciandomi subito andare.
Malvagia ma non disonesta.
Mi avvicino a Lucas, rifiutando la sua mano.
« Non dovevi! »
Gli sussurro, arrabbiata, avvicinandomi a lui.
Ma Lucas mi guarda strano, e sorride improvvisamente, facendo un cenno ad Aeth quasi impercettibile.
« ORA! »
Urlano all'unisono, lanciandosi fisicamente contro Jerela, che per qualche secondo viene colta alla sprovvista.
Anche io mi ritrovo improvvisamente confusa ma Helen mi strattona per un braccio per farmi riprendere.
« Veloce, canta! »
Mi dice prendendo a fare strane incisioni sulla terra arida del vulcano con un pezzo di legno.
Prendo la pergamena che mi aveva dato con la nenia da cantare, e nonostante gli enormi dubbi sulla mia voce e sulla melodia da seguire, mi metto semplicemente a cantare, ricordando una vecchia melodia che nostro padre ci cantava, prima di darci la buona notte.
Helen intanto chiude gli occhi, e si concentra, mentre davanti a lei il cerchio magico inizia ad ingrandirsi, come diramandosi sotto di noi.
Jerela però non sta con le mani in mano, e appena riconosce l'incantesimo, diventa una furia.
Si lancia contro di Aeth, che viene colpito in pieno da una palla di fuoco, venendo sbalzato indietro, verso di noi.
Poi è il turno di Lucas, che però, forse per la sua natura gnomica, resiste un pò meglio alla sfera infuocata, riuscendo a rimandargliela indietro con uno scudo prontamente tirato fuori dallo zaino.
Jerela schiva la palla di fuoco come niente fosse, e parte al contrattacco, plasmando dal fuoco una specie di lancia, ed attaccando lo gnomo.
Lucas si difende come può, tirando fuori anche una spada, e mettendosi a combattere contro di lei.
Intanto Helen è ancora inginocchiata, mentre sembra che il cerchio prenda forza sia dalla sua stessa energia vitale e magica, che dalla mia voce.
Aeth si rialza e va ad aiutare Lucas.
« Quando il cerchio sarà pronto dobbiamo portarcela dentro! »
Gli dice, senza preoccuparsi affatto del fatto che Jerela lo senta.
Tanto se una volta è stata già fermata in quel modo, sa perfettamente come funziona la maledizione.
Helen riapre gli occhi, ora pozzi neri a causa della magia che usa, e prende la piuma, per poi depositarla al centro del cerchio.
Sono preoccupata per lei, non voglio che tutta quella magia nera la corrompa definitivamente.
Senza accorgermene, aumento la voce, cantando così forte che mi sembra di urlare, ma sempre senza stonare -stranamente- la nenia.
E' come se il cerchio stesse ampliando la mia voce, come se la voce nascesse dal profondo di me stessa e si espandesse all'esterno, abbracciando tutti.
E' questo l'incantesimo? La parte negativa -il cerchio- e quella positiva -la canzone- che si fondono per imprigionare Jerela?
La fata sembrò improvvisamente impazzire, scacciando nuovamente Aeth senza problemi (non riuscendo però a fargli veramente male), e concentrandosi su Lucas.
« Stupido gnomo! Hai segnato la tua fine e quella di tutti questi che ti hanno seguito! »
Gli urla, infiammando la lancia con la lava stessa.
« Sarai tu il primo a morire! »
La lancia di lava, distrugge la spada di Lucas, fondendola come fosse qualcosa di morbidissimo.
Una lingua di fuoco, comparsa improvvisamente da non si sa dove, va a legare un piede dello gnomo che prende ad urlare dal dolore.
Vorrei smettere di cantare per correre in suo aiuto, ma non riesco a farlo.
Anzi, sento leggermente tutto stordito attorno a me, come se mi stessi isolando da ciò che sta accadendo.
La lingua di fuoco continua a stringere la caviglia di Lucas, dalla quale inizia ad uscire sangue.
Lo gnomo però non demorde, ed indietreggia saltellando.
« Mi vuoi? Prendimi! »
Jerela è così furiosa e ormai così nuovamente corrotta dalla magia che c'è in lei, da non riuscire effettivamente a ragionare. La lancia si spegne, tornando normale, mentre parte all'attacco, provando ripetutamente a colpire a morte Lucas.
Aeth intanto si ritrova a combattere contro strani zampilli che prendono la forma di serpenti di fuoco.
I serpenti provano a morderlo, ma lui vola loro sopra ed estrae a sua volta una spada dal suo zaino, prima di iniziare a staccare loro le teste, che evidentemente è l'unico modo per ucciderli.
Però dal vulcano iniziano ad uscirne molti di più, e la situazione sembra precipitare.
Helen è ormai completamente in balia della magia, così come io non riesco a fare altro se non cantare.
Lucas se la sta vedendo contro Jerela, impazzita, ed un'orda di serpenti di fuoco sta nascendo dal nulla.
Le cose non stanno ovviamente andando bene. Quanto durerà questa storia?
Cosa possiamo fare per fermare una volta e per tutte questo casino?



Scusate il ritardo! Sono stata in ferie e non riuscivo a postare! Dx Per favore recensite, mi farebbe piacere!^^

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Capitolo 19
*** « Chapter 19. Stardust » ***


La situazione è in fase di stallo, per quanto proviamo a far entrare la fata nel cerchio che la sigillerà per sempre, questo sembra inutile perchè lei continua a schivarlo, combattendo contro lo gnomo con una furia così scatenata che a stento quest'ultimo riesce a parare i suoi attacchi.
Aeth prende lo zaino di Lucas, zaino dov'era contenuta la bomba, e lo lancia contro i serpenti di fuoco, che dopo un rumore assurdo esplodono insieme ad essa.
Il ragazzo poi si avvia ad aiutare lo gnomo contro la fata malvagia, ma un paio di altri serpenti di fuoco lo bloccano, impedendogli di soccorrere l'uomo.
Improvvisamente, Jerela lancia una palla di fuoco a Lucas, che riesce a schivarla ma non vede che la fata è già alle sue spalle.
Tutto succede in un attimo: Jerela affonda la sua lama nello stomaco di Lucas, ma lo gnomo, ignorando la ferita da cui adesso sgorga sangue a fiumi, usa la lancia per girare Jerela e spingerla una volta e per tutte dentro il cerchio, prima di cadere atterra.
Il cerchio si illumina improvvisamente, e da esso si alzano delle spire luminose che vanno ad avvolgere la Fata, e con lei anche il vulcano, lasciando però noi incolumi.
Le spire lentamente si cristallizzano, regalandoci la vista di un vulcano cristallizzato, fresco, con al centro Jerela, che furiosa ci guarda con odio, come a dirci che tanto prima o poi riuscirà nuovamente a liberarsi.
Appena tutto è definitivamente cristallizzato, i suoi occhi si chiudono e il silenzio regna sovrano.
Finalmente sento di poter nuovamente parlare, e vedo Helen accanto a me, i suoi occhi sono normali, nessun segno di magia.
Ci alziamo quasi in contemporanea, mentre anche Aeth raggiunge la nostra stessa meta: Lucas.
Lo gnomo giace atterra in un lago di sangue, ma ancora respira, anche se a fatica.
« Lucas, resisti! »
Gli dico, sentendo che già le lacrime mi inondano il volto.
Ma lui sembra sorridermi, prima di riuscire a parlare, a fatica.
« Non importa, morirò... come ho sempre sognato! Da combattente... ma... »
Un colpo di tosse lo coglie all'improvviso, rendendogli ancora più difficile respirare.
« Ma... dovete dire a Marie... ditele che... che... mi dispiace, l'ho sempre guardata da lontano per paura di ferirla... ditele... che sono suo padre... »
La notizia quasi mi pietrifica sul posto, come farò a dire a Marie che suo padre è morto? Che l'uomo che credeva essere un buon amico in realtà era suo padre?
Non sapevo nemmeno che non conoscesse i suoi genitori, o almeno il padre, come potevo presentarmi all'improvviso e dirle una cosa del genere?
« Vi prego... ti prego Ether... è il mio ultimo... desiderio... »
Continua a fatica, suggellando una promessa silenziosa con i miei occhi.
L'avrei fatto, lei meritava di sapere e lui meritava di riposare in pace.
Piano, il suo respiro si fa sempre più lento, finchè i suoi occhi si chiudono con un ultimo respiro.
Sul suo volto si disegna un sorriso così tranquillo, che sembra stesse dormendo.
Sento le lacrime continuare a scendere lungo il mio viso, mentre guardo il suo corpo ormai freddo davanti a noi.
« Ether andiamo, dobbiamo portare la notizia a Jerela... e il suo corpo a sua figlia. »
Mi dice Aeth, avvicinandosi a me ed abbracciandomi, mentre mi abbandono sulla sua spalla continuando a piangere.
« Io non ho finito qui. Ti ricordi Ether? Ho promesso che avrei smesso con la magia dopo questo, ma permettimi di fare un'ultima cosa. »
Dice improvvisamente Helen, alzandosi ed avvicinandosi al bordo di quello che una volta era il vulcano Furos, ora semplicemente una montagna di cristallo.
La guardo in silenzio, non avendo la forza di chiederle cosa vuole fare.
Inizia a pronunciare una formula, mentre attorno a lei, atterra, si disegna un piccolo cerchio dagli intrecci complicati.
Helen tiene gli occhi chiusi mentre pronuncia la formula, ma poi improvvisamente alza lo sguardo ed apre gli occhi, pronunciando l'ultima parola della formula.
« FUOCO! »
Dal cerchio si sprigiona una specie di scia nera, che velocissima va a colpire il centro del cristallo, facendo un rumore incredibile, tanto che mi tocca portare le mani alle orecchie.
Il cristallo si frantuma, ma non è come quando Jerela si era liberata.
Ora lei stessa è andata in blocchi, mentre i pezzi più grandi continuano a frantumarsi fino a diventare polvere e disperdersi nell'aria, creando una pioggia di polvere di stelle.
E' uno spettacolo magnifico, ma improvvisamente un terremoto ci coglie alla sprovvista.
« Andiamocene, ho riattivato il vulcano frantumando il cristallo! Sta per eruttare! »
Dice Helen avvicinandosi a noi correndo, prendendomi per mano, mentre Aeth prende in braccio il corpo di Lucas.
Velocemente, con il cuore in gola, arriviamo alla nave volante e saliamo su di essa, mentre l'ennesimo terremoto, seguito da un boato assordante, ci annuncia che il vulcano è esploso.
In lontananza, vediamo un fiume rosso che inonda tutta la valle ormai da secoli piena solo di sabbia proprio a causa della continua lava che erutta da Furos.
La lava si avvicina sempre più velocemente, e quindi Aeth corre ai comandi, cercando di capire come far partire la nave.
« Sei sicuro di sapere come si fa? »
Gli chiede Helen scettica, avvicinandosi a lui.
« Ho visto Lucas come faceva, so di potercela fare! »
Gli risponde lui, nervoso per la fretta di far tutto velocemente e senza sbagliare nulla.
Vedo la barriera iniziare a formarsi attorno alla nave, mentre questa con un rombo si attiva ed inizia a fluttuare.
Ancora però siamo sono a qualche centimetro da terra e la lava è già vicina.
« Oddio, non ce la faremo... »
Mi sfugge, mentre mi affaccio per guardarla scorrere veloce sotto di noi.
« Fidati! »
Mi urla Aeth con un sorriso spavaldo, prendendo con due mani il timone ruotandolo tutto verso il nulla.
La nave segue la direzione indicata, seguita dalla lava a qualche metro da essa.
Arriviamo così al confine, dove, come una cascata di fuoco, vediamo che il liquido incandescente non riesce più a raggiungerci, cadendo nel vuoto senza fine proprio come le cascate formate dal mare che in certi punti entra in contatto con il fiume di fuoco, creando una densa nube bianca che si disperde quasi subito nel nulla.
« Ce l'abbiamo fatta. »
Dice in un sussurro Helen, venendomi ad abbracciare.
« Ce l'abbiamo fatta... »
Ripeto stringendola, sentendo che quell'abbraccio, dopo anni, era la cosa che più mi mancava di lei.
« Ho aumentato la velocità, ho trovato un modo per sfruttare parte dell'energia della barriera, credo che dovrò dirlo agli gnomi... saremo lì in due ore. »
Dice Aeth, avvicinandosi al corpo di Lucas e mettendolo in una posizione più dignitosa.
Intanto vedo le stelle sfrecciare attorno a noi più velocemente di prima, portando poi lo sguardo all'uomo, trattenendo nuovamente le lacrime e stringendo Helen con più forza.
« Non è giusto. »
Dico con un singhiozzo.
« Non lo è, ma è la vita sorellina... »
Mi dice mia sorella dolcemente, accarezzandomi i capelli per consolarmi.
« Non è comunque giusto... »
Concludo, tirando su con il naso ed asciugando le ultime lacrime che scendono lungo le mie guancie.
Mi volto e vedo Aeth dietro noi, mentre Helen scioglie l'abbraccio e torna nella cabina dei comandi.
Lo spirito subito ne approfitta, abbracciandomi e regalandomi un dolce bacio che interrompiamo solo dopo secoli.
« Ti amo. »
Mi dice ad un soffio dalle mie labbra, accarezzandomi le guance con una mano e stringendomi la vita con l'altro braccio.
« Anche io ti amo. »
Rispondo sussurrando, prima di tornare a baciarlo.
Attorno a noi improvvisamente vediamo nuovamente la polvere che si era formata quando Helen aveva distrutto il cristallo contenente Jerela.
Vista così, insieme alle stelle come sfondo, sembra ancora più bella.
Una tempesta di polvere di stelle in piena regola, che ci abbraccia, fresca e leggera, prima di sparire anch'essa nel nulla, come la lava, come l'acqua...
« Ether.. »
Dopo qualche minuto Aeth mi richiama alla sua attenzione, quando ormai gran parte della polvere è sparita.
« Quando saremo puliti e profumati, - inizia scherzando- ricordami che devo dirti una cosa importante. »
Lo guardo confusa.
« Non puoi dirmelo adesso? Cos'è? »
Gli chiedo curiosa, prima di vederlo ridere e scuotere la testa.
« No adesso non avrebbe senso, fidati, te lo dirò quando saremo riposati e questa storia potrà effettivamente definirsi conclusa. Ancora abbiamo da fare, a Jerela... »
Dice, e anche se lui non vorrebbe ricordarmelo, so che sta pensando a Lucas.
« D'accordo allora. »
Annuisco, sospirando, sentendo che le mie labbra vengono di nuovo intrappolate dalle sue in un altro lungo bacio.
« Vado a vedere se Helen ha bisogno di una mano, ed in caso la mando da te, credo che voi abbiate un pò di cose di cui parlare... »
Mi dice, sciogliendo l'abbraccio ma tenendomi con entrambe le mani.
Gli sorrido, annuendo, prima che lui mi dia un bacio sulla fronte e si allontani in direzione della cabina.
Passeggio per il ponte, stando il più lontano possibile dal corpo di Lucas.
Cosa farò adesso?
Tornerò ad Ezriel e riprenderò il mio posto da regina?
Ma Aeth? Vuole diventare re? Il mio popolo accetterà uno spirito come sovrano?
Accetterà di credere in tutto quello che racconterò per scusarmi della mia assenza prolungata?
Quanto tempo è passato?
Tanto, eppure non così a lungo da essere dimenticata.
Sicuramente mi stanno ancora cercando, conoscendoli.
Sento qualcuno appoggiarmi una mano sulla spalla e mi volto, incrociando lo sguardo di mia sorella.
« Pensierosa? »
Mi chiede, prima di andare a sedersi sul bordo della nave.
« Cosa faremo adesso? »
Chiedo dopo aver annuito alla sua prima affermazione.
« Beh non saprei, dipende da quello che vuoi fare. Sentiti libera. »
Mi dice con un sorriso, scrollando le spalle.
Rimaniamo a lungo in silenzio, insicura su cosa dire ma anche in pace con tutto e con tutti, prima che sia nuovamente lei a romperlo.
« Ti ho promesso di smetterla con la magia e così farò. Io credo che tornerò ad Ezriel, e proverò a spiegare cosa si prova ad usare la magia nera, e perchè sarebbe meglio non farlo. Sono sicura che con un pò di informazione, diminuirà di molto il numero di incidenti provocati dalla magia. »
Spiega, alzando gli occhi al cielo.
« Vorresti essere regina al posto mio? »
Le chiedo improvvisamente, prima di mordermi un labbro.
Lei mi sorride tranquilla.
« Se tu non vorrai essere regina di nuovo, io accetterò la tua scelta e ti sostituirò con piacere. Se tu invece vorrai farlo, allora io ti sarò accanto. Qualsiasi sia la tua decisione, ti ripeto, sentiti libera: sono con te. »
Mi risponde, alzandosi e tornando ad abbracciarmi.
Ricambio il lungo abbraccio, sentendo che le lacrime tornano ad affiorare ai miei occhi.
« Quanto mi sei mancata... »
Le sussurro, stringendola.
« Anche tu. »
Mi ripete, anche lei con un tono che mi fa capire che sta piangendo a sua volta.
Siamo di nuovo insieme, e sono sicura che niente ci dividerà questa volta.



Il prossimo sarà l'ultimo capitolo. E poi l'epilogo. Sperando che la vena ispirativa non sparisca proprio ora che sono alla fine, non si può mai sapere...

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Capitolo 20
*** « Chapter 20. Happy Ever After » ***


Lenti, camminiamo verso le macerie di quella che una volta era una splendita e segreta città.
Aeth tiene in braccio il corpo di Lucas, mentre io e Helen gli camminiamo dietro, tenendoci per mano.
Sento che il mio cuore non ha ancora accettato l'idea che lui sia morto e mai lo farà.
All'entrata di Jerela veniamo accolti come eroi nonostante la vista del corpo senza vita dello gnomo provochi sguardi tristi.
Camminiamo, sempre più circondati da gnomi che arrivano da ogni parte della città, fino a raggiungere il centro di essa.
I frammenti del cristallo sono stati spostati, e al centro non vi è nulla, se non la folla.
Vedo Marie, vedo il suo sguardo passare dal felice al cadaverico, quando i suoi occhi incontrano quelli chiusi di suo padre.
Sento nuovamente le lacrime assalirmi, senza che io riesca a fermarle, quando la donna mi si avvicina.
Aeth appoggia delicatamente atterra il corpo dell'uomo e guarda gli gnomi, tristemente.
« Jerela è morta, e stavolta per sempre. Il merito di questo è soprattutto di Lucas, morto come eroe. L'incantesimo sarebbe stato vano e noi saremmo tutti morti se non fosse stato per lui. Ricordatelo come un eroe. »
Dice, mentre nella sala cade il silezio più assoluto.
Uno dei capi di Jerela si avvicina a lui, annuendo.
« Sarà fatto. Verrà ricordato come l'eroe che salvò il mondo. Helen, il tuo debito è saldato. »
Conclude poi, rivolgendosi a mia sorella, che annuisce, senza però sorridere.
Il suo sguardo è leggermente arrossato perchè, a differenza di me, sta trattenendo le lacrime.
Non l'avevo mai vista piangere prima, se non da bambine, e per me è una tortura.
L'anziano continua a parlare, dando disposizioni per tutta la città e per il corpo di Lucas, che viene portato via.
Intanto io mi avvicino a Marie, devo parlarle, più passa il tempo e meno mi sento sicura di quello che devo dirle.
« Marie ti devo parlare... »
Le dico sottovoce, facendole cenno di seguirmi.
La gnoma annuisce ed insieme andiamo proprio al negozio di quello che, sebbene lei ancora non lo sa, era suo padre.
« Cosa devi dirmi? »
Mi chiede con voce stanca e bassa.
« Io non so come farlo Marie... non ho mai dovuto dare una notizia del genere a nessuno, ma è l'ultimo desiderio di Lucas, e devo rispettarlo. »
Inizio, torturandomi le mani per il nervoso.
« Cosa devi dirmi? Dimmelo e basta, non ti mangio mica... »
Mi aiuta Marie, poggiandomi una mano sulla spalla per farmi coraggio, regalandomi uno dei suoi sorrisi materni.
« Lucas.. Lucas.. era tuo padre! »
Dico tutto d'un fiato, abbassando lo sguardo senza avere il coraggio di guardarla in faccia.
La mano di Marie non si sposta, nè sento il suo respiro farsi irregolare o altro.
« L'ho sempre sospettato... anzi ne ero quasi sicura. »
Dice improvvisamente, mentre la mia testa si alza di scatto per guardarla in faccia ed incontrare solo un sorriso triste.
« Ho accettato il fatto che non volesse dirmelo direttamente, ma l'ho sempre trattato come un padre e lui ricambiava. E' questo l'importante, ma sono contenta che il suo pensiero sia corso a me, prima di... »
Qui la sua voce si incrinò e non riuscì ad andare avanti, mentre le lacrime la coglievano all'improvviso.
« Oh Marie, avrei dovuto insistere e non farlo venire! »
Dico a mia volta, portando il viso tra le mani per calmare i singhiozzi.
La gnoma mi abbraccia, e piange per un pò insieme a me, sfogandosi e lasciandomi sfogare.
« Non è colpa tua, è sempre stato testardo e comunque vi ha dato un grande aiuto, va bene così... »
Mi dice semplicemente, asciugando con una mano le ultime lacrime, mentre io mi sforzo a fare lo stesso.
« Mamma non ha mai voluto dirmi chi fosse mio padre, ma vedevo il modo in cui guardava Lucas e non ho mai avuto dubbi. Non voleva prendersi le sue responsabilità, la lasciò quando era incinta di me, la loro storia era segreta e lei non ha mai tradito questo patto... Ma alla fine si è sempre preoccupato per me, mi ha sempre aiutata come poteva. Si è preso in carico le spese per il funerale di mia madre, facendolo passare come un semplice aiuto da parte di un amico che teneva a lei, visto che all'epoca non lavoravo. »
Mi spiegò velocemente, sorridendo, mentre ricordava i bei momenti passati con lui e con la madre.
Le parlai anche di mio padre, di mia madre, e per un pò rimasimo a scambiarci ricordi, prima di alzarci ed uscire dal locale.
« Tornerai ad Ezriel? »
Mi chiese, mentre passeggiavamo vicino al cristallo, vedendo gnomi ovunque che si davano da fare per ricostruire la loro amata città.
Non ce n'erano più bloccati nel cristallo a causa della maledizione della fata: erano tutti liberi e lavoravano sodo per raggiungere il loro obbiettivo.
« Credo proprio di si. Senti, come mai non vi siete mai fatti vedere dal resto del mondo? Io nemmeno sapevo dell'esistenza di questa città prima di questa... beh, avventura? Non so come potrei definirla. »
Marie mi sorrise, e scrollò le spalle.
In lontananza vidi Aeth che stava aiutando degli uomini ad issare un pilastro di un negozio crollato.
Helen invece era da tutt'altra parte, presa a parlare con una donna.
« Non lo so, dovresti chiedere agli anziani. Ma credo che sia meglio così, altrimenti in tutti questi secoli chiunque avrebbe provato a liberare quella fata. »
Mi spiegò semplicemente, fermandosi all'entrata degli appartamenti.
Come se fosse stato chiamato, lo stesso anziano che poco prima impartiva ordini ora veniva nella nostra direzione.
« Non ho potuto fare a meno di sentire la vostra domanda, principessa. E la spiegazione è quella che Marie vi ha dato. Ora non abbiamo più questo problema, grazie a voi e Lucas, e come tale potremo venire allo scoperto. Mi interesserebbe intraprendere uno scambio merci con il vostro regno, ma ve ne parlerò più tardi. Marie, porta la nostra ospite nella sua camera. Stasera per cena siamo tutti riuniti al centro della città. Ci serve un pò di allegria dopo gli avvenimenti dell'ultimo periodo... »
Dice, prima di allontanarsi.
Marie mi conduce nuovamente nella stanza dove mi ero risvegliata dopo essere svenuta davanti all'entrata delle Grotte di Selah.
« Ci vediamo dopo. »
Mi dice, salutandomi con una mano e voltandosi, sparendo dietro il primo angolo, probabilmente diretta alla sua stanza, dove forse piangerà ancora per suo padre... o forse no.
Entro nella stanza, chiudendo la porta.
C'è un abito blu che sembra della mia taglia appoggiato sul letto, un paio di scarpe nuove, una spazzola, una spugna e tutto il necessario affinchè io mi possa rimettere in sesto.
Entro nella doccia, concedendomene una lunga e calda, per lavare via tutta la polvere accumulata nel vulcano Furos.
Mi sono anche rifiutata di specchiarmi, sapendo che mi sarei spaventata.
Dopo la doccia mi avvolgo nell'asciugamano ed esco per tornare in camera, dove però trovo Aeth, disteso nel mio letto ed in un sonno profondo.
Forse voleva farmi una sorpresa, ma, esausto, è crollato.
Mi vesto, pettino i capelli, e gli vado accanto, sfiorandogli una guancia.
« Aeth? »
Le grandi ali del ragazzo si muovono appena, mentre invece il torace si perde in lunghi respiri finalmente rilassato.
Sorrido, sfiorando con un dito un paio di cicatrici lasciate dai serpenti di fuoco.
« Ether? »
Mi chiede piano, riaprendo gli occhi e prendendomi la mano delicatamente, portandola alle labbra e baciandola.
Arrossisco per quel gesto così spontaneo e dolce, sorridendogli.
« Scusa, non avrei dovuto svegliarti. »
Dico, scompigliandogli piano i capelli con l'altra mano.
Mi lascia andare e si mette seduto, sgranchendo le ali ed infine alzandosi.
« No, non importa... mi serviva veramente. »
Mi dice ancora con tono assonnato, sbadigliando.
« Forse dovresti riposare un altro pò, stasera ci sarà una cena e siamo tutti invitati... »
« Si lo so, forse hai ragione... però prima ho bisogno di una doccia, guardami, sembro uscito da un camino! »
Dice scherzando, fuggendo in bagno.
Intanto, non sapendo cosa fare, vado a cercargli degli abiti puliti.
Una donna mi aiuta e quando torno in camera vedo che il ragazzo e seduto sul letto, avvolto in un asciugamano dalla vita in giù, intento a rimuovere le pietre laviche rimaste impigliate fra le piume.
Mi avvicino a lui, posando gli abiti su una sedia, e gli do una mano.
« Grazie »
Mi dice sorridendo, quando riusciamo a togliere l'ultima pietruzza che cade nel cestino con un tonfo.
Non mi da il tempo di rispondere perchè preme le sue labbra sulle mie.
« Non sarai troppo vestita? »
Mi chiede improvvisamente con una punta di malizia, mentre il mio volto va in fiamme.
Provo a rispondere, ma già sento che mi sta slacciando i nodi che tengono chiuso l'abito, così mi abbandono nuovamente a quella dolce tortura.
Tanto c'è tempo.
Adesso c'è tempo per tutto quello che vogliamo fare in futuro.
Quando riapro gli occhi mi ritrovo avvolta fra le sue ali, mentre mi abbraccia con dolcezza.
« Bensvegliata. E' quasi ora per la cena, andiamo? O vuoi restare qui? »
Mi chiede sfiorandomi il collo con le labbra.
Sbuffo divertita e mi alzo.
« Andiamo, staranno sicuramente aspettando noi. »
Quando arriviamo al centro della città, notiamo con piacere di non essere gli ultimi.
La piazzetta è allestita con lunghi tavoli bianchi, sopra i quali ci sono cibi di tutti i tipi.
Prendiamo posto accanto ad Helen, vestita in un bellissimo abito rosa, mentre i capelli le ricadono elegantemente sulle spalle, sciolti.
Sorridiamo, e quando siamo tutti, la festa ha inizio.
Un gran chiacchericcio si leva per la sala, mentre una musica allegra risuona per tutta la grande grotta.
L'anziano parla con mia sorella di scambi mercantili fra le due città e io non posso che sorridere: finalmente gli gnomi non saranno costretti a nascondersi, e gli scambi di minerali e altri beni agevolerà il mondo intero.
Improvvisamente la musica cambia, diventando lenta e romantica.
« Balliamo? »
Mi chiede Aeth con il solito sorrisetto malizioso, tenendomi una mano, dopo essersi alzato in piedi.
Anche lui sembra un principe con l'abito elegante e bianco che indossa.
Accetto di buon grado, e in un attimo siamo in pista insieme a tante altre coppie, dove faccio volteggiare il mio abito blu.
Non posso ancora credere che sia tutto vero, che io sia abbracciata ad Aeth, finalmente libero dalla maledizione, e che mia sorella stia scherzando con Marie, libera dall'influenza della magia nera su di lei.
Quando finiamo di ballare, Aeth mi conduce fuori da Jerela, prendendomi improvvisamente in braccio e volando in alto, fino a raggiungere le cime delle montagne più alte.
Atterra elegantemente sull'erba fresca della cima e ci sediamo tenendoci per mano.
La luna brilla nel cielo, inondando il posto con i suoi deboli raggi, regalandoci un atmosfera veramente romantica. Nell'aria c'è il profumo di piccoli fiori bianchi, sparsi in giro per la piccola radura.
« Si sta bene qui... »
Dico sussurrando, come per paura di rompere quella bella atmosfera con la mia voce.
« Si... »
Risponde lui, sereno, guardando il cielo stellato davanti a noi e stendendosi atterra, lasciando la mia mano e portando le braccia dietro la testa.
Mi sdraio anche io, appoggiando il volto al suo petto e guardando i piccoli puntini luminosi.
Non so per quanto tempo rimaniamo così, in silenzio, in pace con noi stessi e con tutto ciò che ci circonda.
« Non dovevi dirmi qualcosa di importante? »
Chiedo improvvisamente, alzando il viso verso di lui, per incontrare i suoi occhi.
Sorride, sbuffa, e si rimette seduto, prendendomi una mano.
« Hai ragione. Beh, in realtà è il motivo per cui ti ho portata qui... »
Inizia, giocherellando con le mie dita, prima di tirare fuori una piccola scatolina nera da una delle tasche della giacca.
Sento che sto diventando rossa come un pomodoro, e il mio cuore prende a battere alla velocità della luce quando la scatolina si apre con uno scatto, rivelando ai miei occhi curiosi un piccolo anello rotondo, con incastonato una piccola pietra a forma di stella.
Aeth mi guarda, serio, e prende l'anello in mano.
« Ci penso da un pò... ne ho anche parlato con Helen. Non sapevo come poteva prenderla, ma volevo fare le cose ben bene e quando eravamo a Furos gliel'ho chiesto. Ether, vuoi sposarmi? Vuoi sposarmi pur sapendo che sono uno Spirito? »
Mi chiede, veloce, agitato e trattenendo il respiro.
« Si... »
Sussurro, ricacciando indietro le lacrime di gioia e saltandogli al collo.
« Si! Si! Oh Aeth, sono così felice! »
Continuo sentendomi al settimo cielo, ed appiccicandomi a lui così tanto da sentire anche il suo cuore battere alla stessa velocità del mio.
Questa avventura è finita, il mondo è salvo e sta per vedere l'inizio di una nuova era dove finalmente tutti potranno vivere più tranquilli.
Io sono felice, ho di nuovo mia sorella con me ed ora anche Aeth.
So che il futuro ci riserva ancora grandi sorprese, ma sono sicura che tutto andrà sempre per il meglio.
Vedo una stella cadente in lontananza, ed esprimo il desiderio che più di tutti so essersi già realizzato: E vissero per sempre felici e contenti.



C'è ancora l'epilogo, ma la FF può considerarsi conclusa. ^^
Grazie a tutti.

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Capitolo 21
*** « Epilogue » ***


« Non ce la farò mai... »
La voce di Helen mi arriva quasi supplicandomi, mentre mi stringe le mani, in piedi davanti al trono.
Le sorrido, scuotendo la testa.
« So che puoi farcela! Starò via solo una settimana, ho bisogno di qualcuno che badi... »
« Ma Ether! Pensavo di farcela, te lo giuro, ma è così difficile... »
Continuai a mantenere il mio sorriso, accarezzandole una guancia dolcemente.
« Ce la farai. Ti adorano. »
Dico annuendo, mentre proprio in quel momento una porta si apre di scatto.
« Zia, zia! »
Una piccola bambina mi corre in contro, saltandomi fra le braccia.
Dietro di lei un ragazzo dai lunghi capelli castani e gli occhi verdi, sorride e sospira.
« Scusa. Ma appena ha saputo che stai per partire non l'ho più trattenuta. »
Sorrido a mio cognato, Matthew.
Helen l'ha conosciuto qualche mese dopo il ritorno ad Ezriel, e in quel momento era sembrato quasi assurdo che una come lei potesse innamorarsi a prima vista.
Invece eccoli lì, sposati e con una bimba di quattro anni.
Così tanto tempo era passato da quando avevamo ucciso Jerela?
Eppure c'era stato così tanto da fare, che io e Aeth non avevamo mai davvero preso una vacanza tutta per noi.
Ci eravamo sposati, ad Ezriel.
Ricordo quel giorno come il più bello della mia vita: lui era magnifico, in un abito nero contrastante con il mio gonfio ma semplice abito bianco.
La cerimonia si era tenuta proprio nel giardino del palazzo reale, con la presenza di tutti.
Quello stesso giorno avevamo annunciato al mondo l'alleanza commerciale fra Ezriel e Jerela, facendo venire allo scoperto gli gnomi; raccontando a tutti ciò che era accaduto.
La festa era durata a lungo, io ero così felice che non riuscivo veramente a ragionare.
Tornai al presente, mentre ancora la piccola Sofie mi stringeva.
« Ti prego, non partite! »
Insistette, abbracciandomi.
Helen sembrò lanciarmi uno sguardo che intendeva la stessa cosa.
Mi alzai, tranquilla, e tornai a stringere le mani di mia sorella.
« Puoi farcela. Riesci a mandare avanti un regno da quattro anni, cosa ti fa pensare di non riuscire a badare a ... »
« MAMMAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA!!!! William non mi fa giocare con la palla nuova! »
In quel momento vidi tre persone entrare, voltandomi verso la porta.
Uno era Aeth, che teneva in braccio un bambino dai capelli biondi, le ali bianchissime, e gli occhi celesti.
Stringeva in mano una palla, ridendo così adorabilmente che corsi subito a prenderlo in braccio.
L'altro, era Jack, il più grande di quattro anni. Aveva capelli neri, ali bianche ed occhi viola come i miei.
Avevo scoperto di essere incinta di due mesi proprio due giorni dopo il matrimonio. Ero stata così felice che non ero più riuscita a pensare ad altro, regno compreso, lasciandolo nelle mani di mia sorella.
Con Will in braccio, mi chinai verso Jack.
« Jackie amore, è piccolo non lo capisce. Perchè non ci giocate insieme? »
Jack sbuffò, incrociando le braccia e distogliendo lo sguardo.
Gli scompigliai i capelli, prima di abbracciarlo con l'unico braccio libero che avevo e depositando un bacio fra i suoi capelli.
« Dai, fate i bravi o spaventerete la zia. Io e papà torniamo fra una settimana! E poi, tu sei il più grande, mi fido di te affidandoti tuo fratello Will. »
Gli dissi, sapendo di toccare un suo punto debole.
Adorava quando lo 'responsabilizzavo' affidandogli compiti degni di un adulto.
Guardò a lungo Will, prima di avvicinarsi a lui e sbuffare nuovamente.
« D'accordo. »
Disse alla fine, mentre anche Sofie si avvicinava e prendeva a baciare Will sulla guancia.
Stravedeva per i cugini, erano sempre insieme.
Lasciai Will a terra, vedendo che subito si metteva a gattonare qua e là, giocando con la palla ed i due cugini.
« Dicevo, hai badato al regno per quattro anni, è impossibile che tu non riesca a pensare a loro due per una settimana! »
Dissi, alzandomi e voltandomi verso Helen, che mi guardò a lungo prima di sospirare.
« Per favore! Voglio solo vedere Selah! Una settimana passerà velocemente! »
La supplicai, facendole gli occhi dolci.
Intanto, Aeth e Matthew erano rimasti a parlare di qualcosa su un torneo di magia.
La magia era stata ufficializzata, erano iniziati corsi per imparare a chi aveva doti magiche a controllarla senza cadere nell'eccesso.
Purtroppo c'era sempre chi combinava casini, ma quelli c'erano anche prima e ci sarebbero sempre stati.
Finalmente Helen annuì, anche se poco convinta, ed Aeth mi si avvicinò, avvolgendomi le spalle in un abbraccio.
« Andiamo? »
Mi chiese sorridente. I bambini ridevano e ci salutarono con una manina ciascuno prima di fuggire in direzione di qualche altra stanza.
Ebbi l'istinto di seguirli, preoccupata, ma Aeth mi trattenne.
« Eh no, non iniziamo! Staremo via solo una settimana. »
Sospirai, e annuii.
Uscimmo dalla stanza, ritrovandoci presto su una carrozza, ai cancelli, diretti a prendere una nave volante.
« E se Helen non ce la fa? »
Chiesi improvvisamente, voltandomi verso la donna che da lontano ci salutava con una mano.
« Ce la farà. »
« E se invece no? Se Jack si caccia nei guai? Se a Will viene il raffreddore? Se gli manchiamo!? »
Aeth scoppiò a ridere, dandomi un bacio sulla fronte.
« Se la caveranno, staremo via solo una settimana! Non volevi vedere Selah? »
C'è un'altra cosa sulla quale non vi ho aggiornato: le strade.
I mostri del deserto sono stati quasi tutti trasportati nel deserto attorno al vulcano Furos, visto che ucciderli sarebbe stato impossibile e comunque uno sterminio ingiusto nei confronti di quelli che, seppur carnivori, sono esseri viventi.
Invece la Foresta attorno alle Grotte di Selah esiste ancora.
E' stato impossibile rimuovere la barriera e 'disinfestarla' dalle creature che la abitano.
Ora però sono costantemente controllate da una squadra speciale che si assicura che nessuno vi entri per sbaglio.
Insomma, tutto è apparentemente più sicuro.
In più c'è un diretto Ezriel-Jerela che, prendendo per la strada del Nulla, ci impiega solo cinque ore a viaggiare da una città all'altra.
Molti più prototipi della Nave del Nulla sono stati riprodotti, e quindi spostarsi da un capo all'altro del mondo è diventato molto più veloce.
Finalmente sulla nave, prendiamo posto sul ponte in una delle panchinette messe apposta per far sedere i viaggiatori.
Lì rimaniamo in silenzio, sorridenti, guardando tutte le persone che chiaccherano allegramente, pronte ed emozionate a partire.
Alcune di loro forse non hanno mai preso quel veicolo, e sento la loro agitazione.
Il mio sguardo va ad Aeth e gli regalo uno dei miei sorrisi migliori.
Ricambia con un bacio sulla guancia, avvolgendomi le spalle con un braccio e tenendomi stretta a lui mentre appoggio la testa sul suo petto.
Arriviamo a Jerela cinque ore e mezza dopo.
Prima di dirigerci a Selah, andiamo a fare un saluto a Marie.
La sua parentela con Lucas è stata ufficializzata, ed ora gestisce il suo negozio.
Jerela è molto più vivace rispetto a prima; ci sono turisti, e non è cosa da poco.
Dopo aver salutato la gnoma, ci dirigiamo in direzione delle Grotte.
Qui la squadra di controllo ci ferma, chiedendoci i documenti.
Quando vedono chi siamo, ci lasciano entrare nelle grotte.
Rientriamo nella caverna che quattro anni prima ci ha visti risvegliare una delle fate più malvagie al mondo, e lì sento il mio cuore battere velocemente.
Quando raggiungiamo l'altare poi, mi sento invadere da una marea di ricordi. Aeth sorride vedendomi pensierosa.
« Sta tranquilla, è tutto passato. »
Mi dice tenendomi per mano, e sorridendomi.
Oltrepassiamo l'altare, continuando ad andare dritti, in una diramazione che quattro anni prima non avevamo avuto il tempo di controllare.
La grotta diventa magnifica: cristalli escono dalle pareti, di tutti i colori e dimensioni, risaltando nella roccia candida.
Rimango ad osservare tutto a bocca aperta, mentre vedo mio marito sorridere con la coda dell'occhio.
Alla fine, infondo al tunnel, arriviamo in un'immensa apertura.
Il tetto della caverna non è chiuso, ma si vede il cielo azzurro ed il sole.
Tutto è così luminoso che tengo gli occhi socchiusi per non accecarmi.
Aeth mi stringe a se ed usa le ali come parasole, per aiutarmi a vedere meglio.
Non avevo mai visto un luogo così luminoso in vita mia!
Eppure, pian piano i miei occhi si abituano un pò: nel vasto spazio circondato dalle pareti cristalline, vi sono quelle che sembrano palazzi di cristallo.
Ma la città era silenziosissima e vuota. Abbandonata da chissà quanti secoli.
« Ma... dove sono tutti gli spiriti? »
Chiedo, mentre stringevo gli occhi.
« Sono qui amore, tu non puoi vederli ma loro possono vedere te. »
Mi risponde, ridendo ed accompagnandomi verso una delle palazzine.
Le abitazioni non hanno porte, o meglio, hanno il 'buco' della porta ma senza la barriera.
Lo stesso vale per le finestre.
« Ma così... come farò a conoscere la tua gente? E che faremo per una settimana intera? »
Chiedo seria, entrando in casa, dove il sole comunque riesce a filtrare benissimo il cristallo.
A differenza di quel che si possa pensare, la temperatura non è alta. Anzi, si sta davvero bene.
« Beh un modo c'è, ma ti fidi di me? E' un incantesimo temporaneo... »
Lo guardo in silenzio, trattenendo una risata.
Perchè mi chiede se mi fidavo di lui? Chi ho sposato? Chi amo?
« Mi fido di te, Spirito. »
Dico, assumendo un'aria ferita, sospirando.
Sorride, scompigliandomi i capelli e guidandomi al piano superiore della palazzina di cristallo, dove in una stanza troviamo un letto di cristallo con un materasso però normale.
« Incantesimo, eh? »
Chiedo ironica, roteando gli occhi e battendomi leggermente una mano in fronte.
Aeth ride di gusto a queste parole, prima di riprendersi e facendomi sedere sul bordo del letto.
« Okay, chiudi gli occhi. E rilassati. »
Sospiro, sorrido, e chiudo gli occhi, provando a tranquillizzarmi.
E' comunque un incantesimo.
Improvvisamente, nel silenzio più totale, mi sento debolissima e svengo.
Così veloce che non faccio nemmeno in tempo a riaprire gli occhi o a preoccuparmi.
Quando li riapro, tutto sembra uguale a prima.
L'unica differenza è che li sento e li vedo.
Una decina di persone attorno al mio letto, tutte con bellissime ali piumate.
« Ah! Si è svegliata Aeth! »
Dice una donna sulla cinquantina, prima che mio marito le si avvicini e mi sorrida.
Mi prende per mano e mi aiuta a mettermi seduta, mentre provo a trattenere un leggero imbarazzo che mi è venuto.
« Ben svegliata dormigliona. L'incantesimo durerà una settimana a partire da adesso, però può essere interrotto quando preferisci. »
Mi dice, sorridendo e prendendomi per mano aiutando ad alzarmi.
Mi guardo attorno e succede una cosa strana: vedo il mio corpo e quello di Aeth distesi nel letto, che dormono e respirano regolarmente.
Guardo l'altro Aeth, quello accanto a me in cerca di spiegazioni.
« Siamo momentaneamente spiriti. »
Mi spiega semplicemente, lasciandomi basita.
« Quest'incantesimo è antichissimo, eppure facile da eseguire. Per noi spiriti, ovviamente. »
Mi dice la donna sulla cinquantina, mentre alcune persone lasciano la stanza, che a guardarla meglio non era più luminosa del normale.
« Piacere di conoscerti, sono Jade, madre di Aeth. »
Rimango a bocca aperta per non so quanto tempo prima di riuscire a risponderle un 'Piacere mio' balbettando.
Aeth e la madre si guardano e si mettono a ridere, mentre la donna mi abbraccia e mi comunica di essere felice di aver una nuora come me.
« Basta adesso! E' ora di festeggiare e farvi divertire durante la permanenza qui! »
Dice allegramente, uscendo dalla stanza e lasciando me e Aeth da soli.
« Mio Dio, è tua madre. Mia suocera. Capisci?! Non potevi avvertirmi prima? »
Chiedo arrossendo fino alla punta dei capelli.
Aeth sorride, e mi dà un dolcissimo bacio fra i capelli.
« Sono così contento. Ti amo più di ogni altra cosa al mondo. »
« Anche io ti amo. »
Rispondo, circondandogli il collo con le braccia e guardandolo intensamente prima di regalargli un bacio.
Chissà quanti anni abbiamo davanti a noi, chissà quante sorprese dietro l'angolo.
Ma siamo insieme. Questo conta, nient'altro.



E così, la storia finì definitivamente <3. Grazie a tutti <3

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