Sono qualcosa di più che una sporca mezzosangue,ficcatelo in testa 'biondino'.

di Amelie Malfoy
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** -Ti disprezzo ***
Capitolo 2: *** -Era proprio un idiota, quel Draco Malfoy. ***
Capitolo 3: *** "...Gli omini non si muovono.. è normale?" ***
Capitolo 4: *** Sono così orgoglioso che a volte me ne vergogno. ***
Capitolo 5: *** -una morsa allo stomaco. ***
Capitolo 6: *** Tra gradimento e sentimento c'è la distanza di un bacio. ***
Capitolo 7: *** Aveva paura di amare. O forse era soltanto incapace. ***



Capitolo 1
*** -Ti disprezzo ***


Grifondoro vs Serpeverde 
Round 1 

 
Il languido bagliore di una candela illuminava il volume di Babbanologia sul quale una stremata Hermione Granger posava lo sguardo in modo assente. La Sala Comune di Grifondoro era deserta, forse per via dell'ora. Harry e Ron erano andati via qualche ora prima, dopo aver  finito il quaranta centimetri di pergamena da scrivere per Ruf. Diede un'occhiata al vecchio orologio a pendolo, che ticchettava instancabilmente davanti a lei.  
Ma quella sera il suo cervello connetteva ben poco rispetto alle altre volte, e la causa di ciò non era sicuramente la stanchezza. Si ritrovava a pensare a ciò che era successo nel pomeriggio. 
Camminava per il corridoio verso la lezione di Storia della Magia,era in cerca di Ron ed Harry, che le si erano allontanati per chissà quale ragione.Zaino in spalla e pensieri abbastanza stupidi, quando andò a sbattere contro qualcosa, o meglio, qualcuno. 
"Granger, stia più attenta."
"Mi scusi professore."
" Dieci punti in meno per Grifondoro, pensi di meno e guardi dove cammina." Scandì per bene Piton,per assaporare quel momento di assoluta gloria e potere. Hermione era così infastidita che non riuscì a trattenersi, e gli rispose male. 
"Scusi professore, starò più attenta, ma pensavo a cosa regalarle per Natale.. che ne dice di uno shampoo ultra rigenerante per capelli grassi?"  
Questa battuta aveva scaturito un silenzio tombale. Forse non doveva? Si voltò per guardare la reazione dei Grifondoro. La guardavano terrorizzati e mortificati. Piton era rosso di rabbia,e i suoi occhi neri  e misteriosi erano stati sostituiti in maniera molto evidente da due sfere da pesce palla.
Le guance sembravano scoppiare, e una vena sul collo molto ingrossata prevedeva quel che sarebbe successo. Scoppiò infatti in un rimprovero a voce alta, che fece accorrere tutti gli studenti che stavano andando a lezione. "Punizione Granger! Si rechi nel mio ufficio alle 19.00 di domani sera. Questa insolenza va preservata." Tutti i Serpeverde sghignazzavano entusiasti. "Che cosa ci si può aspettare da una sporca mezzosangue, infondo? Eh professore?" Disse una voce arrogante, non poteva che venire dal principe dell'arroganza. Il suo sguardo era contratto in un ghigno,  
"Signor Malfoy non le permetto di insultare pesantemente la gente davanti a me,non mi guardi così, anche se sono Grifondoro o di qualunque altra casa.E ,sebbene non lo accolga con felicità, anche lei si dovrà presentare nel mio ufficio domani sera alle sette. Non faccia tardi." Il ghigno della Serpe si trasformò ben presto in un ringhio, un ringhio che non si impegnò a nascondere. Detto questo, Piton si allontanò con il suo solito passo lento.. Hermione udì Draco sussurrare "
Che bastardo...Non può punirmi insieme a quella ..quella sudicia nata babbana...quando mio padre lo verrà a...". E fu a quel punto che non si trattenne e gli rifilò uno schiaffone in piena faccia,senza nemmeno dargli il tempo di finire la frase.  Si era vendicata di due stronzi che la importunavano da tempo. Fred Weasley sarebbe stato orgoglioso di lei. Apprese a breve che la punizione con Malfoy non sarebbe stata una passeggiata, lui avrebbe fatto tutto pur di renderle le cose difficili.
E quando quel ragazzo si metteva in testa qualcosa, oh, nessuno riusciva a schiodarlo dal suo obbiettivo. Hermione passò il resto della serata con Harry e Ron, a ridere per la umoristica battuta di Hermione e per Malfoy che si era beccato una punizione. "Herm, io però sono seriamente preoccupato.. non mi piace quel Malfoy, lo sai bene. E se ti facesse del male?"
"Tu lo picchieresti a sangue,no?" Disse Harry, ridendo. Ron gli riservò un'occhiataccia,affatto compiaciuto. Harry si zittì,ma dalle sue labbra comparve un sorrisetto increspato.  
Era risaputo tra i tre che Ron avesse una cotta niente poco di meno che per Hermione. Lei era abbastanza imbarazzata per questa cosa,che non andava avanti da poco tempo, e poi non trovandosi interessata a lui faceva finta di niente,ed è la stessa cosa che fece quella sera,che era oltretutto più stanca del solito per poter sopportare battutine varie. 
Insomma, passarono tutto il tempo a ridacchiare. Poi, se ne andarono a dormire, ed Hermione rimase da sola. Ed eccoci di nuovo al punto di partenza. Un'Hermione pensante, non nella sua piena bellezza, stanca morta.
Fino a quando ,troppo stanca per continuare a studiare, si alzò, prese il suo volume e si recò nel dormitorio femminile, si infilò il pigiama e la piccola bella Grifondoro si appisolò in meno di due minuti, accantonando per una notte intera i pensieri che durante il giorno l'avrebbero invasa. 

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Capitolo 2
*** -Era proprio un idiota, quel Draco Malfoy. ***


La mattinata che seguì non fu particolarmente pesante per Hermione, sebbene dovesse sopportare i fastidiosi gridolini delle Serpeverde. "Oh, ma come le odio." 
"Hermione, lasciale perdere..sono gelose perché sono tutte innamorate di quel razza di... coso." Disse Harry rassicurante,accingendosi ad abbracciarla amichevolmente, distraendosi per un attimo dallo sguardo infastidito contrariato di Ron. 
Se c'era una persona per la quale Hermione avrebbe dato la sua stessa vita, quella era Harry. Per carità, niente da togliere al povero Ron, infondo lui era il suo "amico rosseggiante" preferito, il Weasley dei Weasley. 
Ma con Harry fin dall'inizio aveva avuto un rapporto confidenziale bellissimo.  E poi, vogliamo parlare di quello che era successo qualche tempo fa? Infatti la piccola-dolce splendida Hermione per i primi due anni,aveva avuto una piccola cotta per Harry...
non l'aveva mai detto a nessuno ,anche perché oltre Harry e Ron,non aveva nessuno con cui confidarsi. 
Le ragazze con cui condivideva il dormitorio erano diverse da lei. Lavanda Brown era quella che sopportava di meno, con il suo fare molto altezzoso e snob. 
A parer proprio una grande intenditrice di moda,insieme all'inseparabile migliore amica Calì Patil.  E poi Lavanda prendeva tutto quello che diceva la Cooman per oro colato... 
Hermione aveva convenientemente lasciato le lezioni di Divinazione durante il terzo anno, dopo essersi fatta dire da quella matta della Cooman che aveva avvertito fin dal principio che il suo "Occhio Interiore" non era abbastanza degno della sua materia.  Risultato? Una sfera rotta grazie alla grazia di Hermione e tutte le studentesse del corso di Divinazione contro di lei.  
C'est la vie. In ogni modo,con tutto questo pensare Hermione non si era accorta del fatto che era arrivata l'ora di Pozioni. "Speriamo se ne sia dimenticato, è un'idiota quell'uomo!" Disse speranzoso Ron,al centro tra Harry ed Hermione,mentre si dirigevano nei sotterranei. 
"Sarà un'idiota, ma purtroppo nessuno gli ha lanciato un incantesimo di amnesia. Magari..." 
Sospirò lei. Non le dava fastidio il fatto che dovesse ubbidire ad un ordine imposto da Piton, la cosa che la scocciava più di tutte era il fatto che la persona con cui doveva stare obbligatoriamente era la persona che forse, in tutta la scuola, odiava di più. 
Draco Malfoy.
Un ragazzo affascinante quanto privo di ogni sentimento. Se Hermione avesse dovuto definirlo con un solo aggettivo sarebbe stato "vuoto". Perché nessuno era più vuoto di Draco. 
A volte si metteva a pensare,e riusciva addirittura ad avere pena per lui. Una volta aveva pensato 'Malfoy non è stronzo, è incompreso'.  Inutile dire quante volte si fosse lavata la bocca per quella affermazione. Aveva smentito subito dopo, quando, appena uscita dalla Sala Grande ad Halloween dell'anno prima, uno sgambetto da parte sua le aveva fatto storcere un mignolo. Maledetto idiota.
La lezione di Pozioni passava,Piton parlava, ed Hermione,per una delle rare volte della sua vita, non stava ad ascoltare quel che diceva Piton. Era troppo troppo stanca. Qualcosa la fece tornare sulla terra. Era effettivamente un bigliettino che aveva colpito la sua testa. Guardò in avanti e vide quel biondo sagomato che sghignazzava. Aprì con discrezione il biglietto e lesse:
"Stasera saremo costretti a passarla insieme, non è così?"
"Che occhio Malfoy. Eh beh?"
"Bene, niente contatto fisico, ottico e quant'altro. Piton ci assegna la punizione e ognuno se la sbriga a modo suo. Ci siamo intesi?" 
"Se pensi che io sia una delle tante che cade ai tuoi piedi ti sbagli. Nemmeno io ci tengo a far sapere che dobbiamo passare una o più serate insieme ad un idiota patentato. Adesso se non ti dispiace brucia questo biglietto.''
Guardò Draco leggere e ridacchiare. Poi accartocciò il biglietto e lo buttò via. A fine lezione Piton annunciò: "Signor Malfoy e signorina Granger, la punizione è spostata a dopo cena, per un mio piccolo errore di calcolo. Siate puntuali e fatemi il favore di presentarvi insieme, per evitare eventuali ritardi. La lezione è finita,potete andare."  Hermione fece per prendere i libri e ad avviarsi dietro Ron ed Harry, che avevano già raggiunto l'uscita, ma l'allegra combriccola di Malfoy  la fermò. "Idiota patentato Granger?! Dai,secondo me sai fare di meglio."
"Levati dai piedi."
E senza aspettare risposta si diresse verso la lezione che seguiva: Trasfigurazione. Passò la giornata in meno di un soffio, e si ritrovò a mangiare dell'ottimo pollo in Sala Grande.
"Ferto che quefto pollo è proprio buono." Disse Ron, impaziente di mangiare ancora di quell' Elisir di lunga vita [Riferimenti a fatti,cose o persone sono puramente casuali..]. "Hai ragione Ron. Proprio ottimo." Guardò l'ora. "Ragazzi,devo andare." 
"Dofe fai?" Chiese Ron, curioso ed ingordo. "La punizione... mi tocca. Ciao ragazzi, a domani." 
E corse via. Arrivò nei sotterranei, davanti all'ufficio di Piton. Malfoy era già arrivato. " Sei in ritardo, Piton si arrabbierà a morte per colpa tua!" 
"Scalda i bollenti spiriti Malfoy, onde evitare le tue stupide lagne mi prenderò la colpa. Okay?" Per un attimo vide un sottile velo di rosso dipingersi nelle guance di Malfoy. "Okay, facciamo finta di niente. Sebbene tu sia una mezzosangue, immagino sia anche un po' umana, anche se è ovvio che io lo sono più di te." Che poi detto da lui non lo si poteva che prendere come un complimento.  
Piton aprì la porta. "Molto bene, come punizione dovrete andare a spolverare gli oggetti nell'aula degli oggetti di Babbanologia. Per le prossime due settimane. Siamo d'accordo?" E senza aspettare che i ragazzi facessero anche un minimo segno con la testa aggiunse: "Bene, anche se non lo siete o lo fate oppure vi tolgo 200 punti. Perciò vedete di muovervi. Troverete l'occorrente per pulire e spolverare sopra il tavolino in legno. Malfoy, le chiavi." E diede a Malfoy delle chiavi molto molto pesanti. 
Si avviarono verso l'aula di Babbanologia come stabilito dal professor Piton. Aprirono la porta,che era stata precedentemente chiusa da tre manate. Hermione non era mai stata là dentro ,sebbene fin dal terzo anno avesse frequentate puntualmente le lezioni della professoressa Burbage. 
Era una stanza davvero grande, stracolma di cose altamente babbane.  Computer, giochi elettronici come play stations, modellini di automobile, un tavolo da ping pong e addirittura un biliardino. Ma addirittura libri infantili come "Biancaneve" o "Pinocchio", ai quali Hermione avrebbe dato sicuramente un'occhiata,dato che fin da piccola li aveva sempre amati. 
C'erano insomma, cose che per un semplice mago Purosangue come Malfoy sarebbero state terribilmente inutili e strane,ma altrettanto bello. Come per un bimbo vedere la Fabbrica di Cioccolato di Willy Wonka, se capite cosa intendo. 
 Individuò con lo sguardo un vecchio tavolino di legno polveroso, con sopra l'occorrente di cui parlava Piton. Così prese uno straccio ed iniziò a spolverare i modellini di Ferrari che avrebbe preferito veder sfrecciare allegramente sullo scaffale.  Malfoy faceva il giro per tutta l'aula con aria circospetta, afferrando i libri, leggendo i titoli e poi rimettendoli al loro posto. Ma i suoi occhi gelidi andavano a posarsi sempre su un oggetto in particolare... il biliardino. 
"Granger, tu sei babbana, quindi sai come funziona questo coso, vero?" 
"Oh si, quello è un biliardino." 
"E a che cosa servirebbe?" 
"E' la ragione di vita dei ragazzi babbani della nostra età."
"Voglio imparare."
"Questa è una punizione, e poi io non sono una sporca babbana?" 
"Così ti abbassi ai miei livelli."
"Pronto? Io ti odio e tu mi odi. E sta un po' zitto." 
Ma non potè che sorridere facendo quella affermazione. Era proprio un idiota, quel Draco Malfoy. 

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Capitolo 3
*** "...Gli omini non si muovono.. è normale?" ***


Passavano i giorni. Harry e Ron avevano ormai capito che non c'era da preoccuparsi, che Malfoy era-circa- innocuo,quindi erano abbastanza tranquilli. La punizione procedeva lenta, ed era infatti solo il quarto giorno che Piton imponeva loro di pulire a fondo l'aula di Babbanologia, che era così grande che ci sarebbe voluto un intero squadrone di pulizia per farla divenire linda come lo era una volta. 
La prima volta, vedendo quella stanza e sentendo l'odore di polvere e di antico si chiedeva da quanto tempo non veniva data una piccola ...lucidatina. Sta di fatto che Draco ed Hermione stavano rintanati là dentro per ore, circa dalle 20.30 fino alle 00.00. Arrivato,per l'appunto,il quarto giorno, non si poteva dire che le cose tra loro fossero migliorate,ma grazie al buon Dio, nemmeno peggiorate. 
La Serpe era intenta a spazzare con precisione il pavimento, mentre la ragazza ripuliva alcuni specchi. Erano passati minuti interminabili da quando si erano detti la loro ultima parola. Effettivamente sarebbe stata gradita da entrambi una piccola frase, così, tanto per riscaldare l'atmosfera a dir poco artica che si era formata in quella stanza,se non fosse stato per l'innegabile orgoglio di entrambi i ragazzi.  
Perché quei due avevano più cose in comune di quanto potessero immaginare. Erano entrambi muniti di un orgoglio che lasciava un po' a desiderare. 
Se il gelo non fosse stato solo metaforico, Hermione era sicura che avrebbe appannato tutti gli specchi che aveva ripulito con cura. Ma in un certo senso ciò la rincuorava: aveva passato tutto il pomeriggio a pensare a quale fattura avrebbe potuto usare in caso di minaccia o qualcosa del genere. Fino a quando la voce del giovane Malfoy arrivò alle sue orecchie:
"Granger, sai mantenere un segreto?" 
"Non voglio sapere gli affari tuoi."
"Non hai risposto alla mia domanda. Sai mantenere un segreto?" 
"Ma no, stupida. Intendo un segreto tra di noi."
"Non c'è niente che io voglia condividere con te...a partire da questa punizione, Malfoy."
"Non stai rispondendo alla mia domanda... dobbiamo continuare così in eterno?"
"Va bene, Si: so mantenere un segreto. E allora?"
Hermione era sulla difensiva. E quando Hermione stava sulla difensiva voleva dire che era nervosa da morire. E se Hermione era nervosa andava nel panico. Perciò: difensiva uguale panico assicurato per la ragazza del Grifondoro.
"Sei sulla difensiva, Granger. Stai tranquilla, non è niente di che."
Beccata.
"Cosa vuoi?"
"Imparare a giocare a libiardino.. ogni volta che lo guardo mi sento sciocco a non saper usare un aggeggio babbano.  Se me lo insegnerai io in qualche modo ricambierò il favore,facendo rimanere il tutto un segreto." 
"Biliardino..non libiardino" disse guardando Malfoy, e ridacchiando vedendo che stava arrossendo. "Comunque...va bene. Ma deve rimanere un segreto, non vorrei che sapessero che io parlo con... un idiota." 
"Ed io con una strega a mio parere non autorizzata."
Hermione sospirò. Certa gente non avrebbe mai capito cosa voleva dire essere nati babbani, e di certo non l'avrebbe spiegato ad un idiota come quel biondino ossigenato. Poi si diresse verso il biliardino, seguita da Draco. 
Si guardarono per pochi secondi e poi il giovane ragazzo disse : "Parla.. è quasi ora di andar via."  Hermione fece vedere che non era esattamente soddisfatta di come si era rivolto a lei, ma a lui non sembrò importare. Perciò iniziò a recitare,annoiatamente:"Si può giocare in singolo o coppie e quando si gioca a coppie si distingue tra un difensore ,cioè che per l'appunto difende la propria porta,e un attaccante,che deve andare a segnare nella porta dell'altro.Il difensore manovra due stecche, quella con l’ometto del portiere e quella con i due ometti della difesa. L’attaccante manovra a sua volta due stecche, l'attacco, composto da tre ometti e la linea mediana composta da cinque ometti. L'obiettivo è quello di segnare con un piccolo pallone nella porta dell'altra squadra. Chi arriva prima a dieci vince."  Vogliamo provare? Io sono i rossi e tu i blu." 
"Proviamo."
Hermione si mise dalla parte dei rossi,e Draco da quella opposta.
Era però visibilmente confuso, perciò lei aggiunse : 
"C'è qualcosa che non hai capito?" 
"No... non credo. Insomma, però c'è un problema credo."
"Che problema c'è?"
"...Gli omini non si muovono.. è normale?"
Hermione rise per 5 minuti, la metà del tempo soltanto per avere la soddisfazione di far sentire stupido Draco.
"Ahahaha,Draco, si che è normale. Gli oggetti babbani inanimati solitamente non si muovono. Devi muoverli tu con la stecchetta che corrisponde agli omini del tuo colore."
"Capisco."
Si mise di nuovo al suo posto e con aria stupida cercava di muovere la leva avanti e indietro, e quando, dopo una decina di volte che ci provava dichiarò che la stecca non si muoveva, Hermione si battè una mano sulla fronte e disse:
"Caro mio, sei proprio un idiota! Devi girare da destra verso sinistra..." 
La guardò con aria infuriata. Evidentemente al ragazzo non piaceva non essere capace nel fare qualcosa. Era davvero troppo insopportabile cercare di insegnare qualcosa ad un testardo. Soprattutto se quest'ultimo era contro di te. 
"Ho capito. Grazie." Rispose gelido.
"Figurati." disse lei, diffidente. Se c'era una cosa che Draco non sapeva di Hermione era che lei sapeva essere acida come solo una ragazza sarebbe riuscita ad essere. 
Iniziarono a giocare... inutile dire come andò a finire. Se prima di iniziare Draco era gelido, alla fine della partita non si impegnava a nascondere il fatto che avrebbe strozzato la Granger,che invece si limitò a vincere timidamente... stracciandolo dieci a due. 
"Si vede che non sei babbano, Draco. Un qualunque ragazzo babbano mi avrebbe stracciata." 
"Sono tutti...così bravi?" chiese stupito.
"No...non tutti, conosco qualcuno che è addirittura peggio di te." Disse ridacchiando,ignorando l'espressione in cagnesco di lui. Poi prese la sua roba, aprì la porta e aggiunse: "Ci vediamo domani sera,Malfoy."
"Già. E domani ti distruggo a libiardino!"
"Di nuovo? Biliardino. Ciao."
Chiuse la porta lasciando Malfoy ad esercitarsi a 'libiardino'. Era stato addirittura divertente. E segreto, grazie a Dio era tutto convenevolmente segreto. 

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Capitolo 4
*** Sono così orgoglioso che a volte me ne vergogno. ***


Il giorno dopo quella gradevole serata, Hermione ,Harry e Ron avevano un'altra volta Pozioni, con il raccapricciante Piton e con Serpeverde. Ormai con Draco non c'era più quell'aria di sfida,quando si guardavano. 
Sembrò quasi che quando si guardarono negli occhi, mentre entravano, Draco abbozzò,per a dir poco smisurato stupore della Grifondoro, un sorriso.E menomale che doveva rimanere un segreto. 
Il giorno dopo quella gradevole serata, Hermione ,Harry e Ron avevano un'altra volta Pozioni, con il raccapricciante Piton e con Serpeverde. Ormai con Draco non c'era più quell'aria di sfida,quando si guardavano. 
Sembrò quasi che quando si guardarono negli occhi, mentre entravano, Draco abbozzò,per a dir poco smisurato stupore della Grifondoro, un sorriso.E menomale che doveva rimanere un segreto. 
Se se ne fosse accorto qualcuno il loro piccolo segreto sarebbe stato sbandierato ai quattro venti,e ciao ciao nuovo amico biondo platino. 
In ogni modo, prima che lei potesse ricambiare il gesto-circa- amichevole,che non era esattamente nello stile del ragazzo, quella ragazzina irritante dal nome di Pansy Parkinson lo spinse dentro l'aula stringendolo in un abbraccio a dir poco stritolante.
"Andiamo Dracuccio!" La vittima della ragazza si limitò ad inarcare il sopracciglio per il soprannome stupido che le aveva propinato, poi gettò lo sguardo verso di lei e si limitò (ovviamente sotto la stretta morsa di lei) a seguirla nell'aula. 
Pansy  Parkinson era una ragazzina di Serpeverde innamorata del fascino di Draco, dal viso carlino e gli occhi sporgenti.  Nutriva un profondo odio per Hermione, soprattutto dopo aver saputo che passavano molto più tempo insieme,o almeno più di quanto lei lo passasse con il suo adoratissimo 'Dracuccio'. 
Per un attimo Hermione fu pure dispiaciuta per lui.. una ragazza così gli doveva capitare.Simpatica come ingurgitare latte e cetrioli, diceva sempre Ron.  In ogni modo ognuno prese i propri posti, 
Harry ,Ron ed Hermione sempre ai soliti posti ,anche se stavolta si era aggregato a loro Neville. Hermione aveva deciso di non dire nulla di ciò che era successo ieri sera, che poi, per carità,non era niente di così scandaloso. 
Aveva solo insegnato ad un mago a giocare un biliardino. Ma era sicura che Harry e soprattuto Ron non avrebbero gradito.  Era inutile tentare di seguire quello che diceva Piton, era troppo noioso. Perciò iniziò a lisciarsi i capelli su due dita,fino a quando non notò il fatto che i suoi due migliori amici la guardavano esterrefatti. 
"Hermione, stai bene?" 
"...Si, perché?!" 
"Ti lisci i capelli e non ascolti la lezione... chi sei e dov'è Hermione?! Da dove hai rubato la roba per fare la Polisucco" Disse Ron nervoso. Hermione sorrise,poi disse,con aria molto tranquilla e serena,il più possibile per non farli preoccupare:
"Tranquilli, sono Hermione Granger,nessuna pozione Polisucco...dopo l'incidente dell'ultima volta,nel quale sono diventata un micio rosso, non ci tengo a provare a riusarla. Sono soltanto molto stanca. Davvero, tranquilli.. io me lo posso permettere qualche volta di prendermi una pausa,voi no. Perciò ascoltate Piton." 
Sembravano essersi convinti, perciò scrollarono le spalle in contemporanea (nemmeno fossero i gemelli Weasley) e si spostarono la testa dalla parte della lezione noiosa e che non passava mai. Davanti a Piton, che aveva sempre la sua solita aria cupa e malinconica. Hermione non riusciva ad odiarlo come professore. 
Le sue lezioni,per quanto la ragazza sapesse o ricordasse,non erano mai state piacevoli,sebbene a lei piacesse la materia. 
Piton era sempre stato raffigurato come il volto del diavolo,perfido e senza pietà. Il tipico stereotipo di professore senza pietà per i poveri studenti buoni e studiosi. 
Avrebbe potuto crederci Hermione se non avesse fatto parte di Hogwarts. Era infatti convinta che sotto sotto Severus Piton potesse essere un uomo innamorato, uno veramente geniale. 
E lei lo aveva sempre stimato,fin dalla prima lezione, ricordava nitidamente le sue parole la prima volta che insegnò loro Pozioni,il primo anno. Le sue parole la stregarono.
"Poichè qui non si agita inutilmente la bacchetta,molti di voi stenteranno a credere che si tratti di magia.
Non mi aspetto che comprendiate a fondo la bellezza del calderone che bolle a fuoco lento, con i suoi vapori scintillanti,il delicato potere dei liquidi che scorrono nelle vene umane,ammaliando la mente,stregando i sensi... " .
Comunque era vero,Hermione era piuttosto stanca, calcolando che,dopo la punizione di Piton con Draco, ogni santa sera il suo cervellino fedele e e paziente doveva sottoporsi ad una punizione maggiore: almeno ad altre due ore di compiti. Quindi circa ogni giorno fino alle due del mattino doveva stare sveglia. 
Poggiò furtivamente la testa sul banco. Ma per la seconda volta durante la settimana, la colpì un cartoccetto in testa, facendo un rumorino che la fece sobbalzare. 
Alzò distrattamente la testa,riappiattendosi la montagna di capelli,fino a poco fa sparsi sul tavolo. Alzando gli occhi ambrati incrociò i freddi gelidi di Draco Malfoy, che le indicarono con lo sguardo il bigliettino appallottolato sul tavolo,poco fa sulla sua testa. 
Lo aprì, appiattendo le pieghe formatesi e riuscì a leggere, in una calligrafia sottile ,in corsivo 
"Guarda che stasera di sconfiggo sicuramente,Hermione. Mi sono esercitato anche dopo che sei andata via.. ho stregato l'altra squadra affinchè si muovesse da sola.. e ho fatto proprio un bel lavoro." 
Aveva davvero chiamato Hermione per nome? La Parkinson gli stava assolutamente facendo friggere la testa.
"Voglio proprio vedere cosa combini! Anche se ne dubito... un babbano è bravo solo in quel tipo di cose ,no? Lo pensi tu.."Dracuccio". Ahahah,la tua amica è seriamente problematica..."
Gli rilanciò il bigliettino e appena finì di leggerlo le gettò un'occhiata accigliata,poi sorrise. Poi prese la piuma e,facendosi piccolo piccolo per non essere beccato, scrisse. Poi riappallottolò il tutto e lo lanciò ad Hermione. 
"Già. Come posso negarlo...? Dracuccio non lo batte nessuno come soprannome!" 
Appena lo lesse Hermione sghignazzò silenziosamente,poi lisciò il foglietto,lo ripiegò accuratamente e se lo mise nel taschino della tunica. Poi si sentì toccare da un dito sulla spalla. Si voltò ed era Neville.
"Perché parli con Malfoy?! E' un viscido."
Oh-oh. Beccata. Per un momento pensò di mentire,dicendo che si erano scritto solamente perché dovevano mettersi d'accordo per pulire l'aula di Babbanologia metà e metà. Invece finì con il porsi l'indice sulle labbra e fare il gesto di stare in silenzio.
"Shh..Non dirlo a nessuno Neville. Tantomeno a Ron ed Harry." Poi gli si avvicinò e gli sussurrò all'orecchio: "Stiamo diventando amici". Neville si portò una mano alla bocca, ma poi sorrise e disse: "Va bene,sarò una tomba." 
"Grande!" Esclamò,per quello che si definiva 'parlare sottovoce' poteva permetterle.
Dopodiché prese lo zaino e tornò nel suo dormitorio. La lezione era finita, e lei non solo era stanca, era anche leggermente confusa. 
Mica capita tutti i giorni di fraternizzare con il proprio nemico,alla fin fine! E mandarsi bigliettini di nascosto durante la lezione del più temuto degli insegnanti, e passare le serate di teorica punizione a giocare a biliardino e pulire. 
Era...divertente. Perché la spaventava così tanto il fatto che potessero scoprire tutti che...che erano amici? In fondo cosa c'è di più puro di un'amicizia. Subito la parola "Mezzosangue" le balzò addosso. Ecco,aveva capito cosa c'era. Lui era diverso... era... diverso da lei. Quell'aria così elegante e diplomatica... così..nobile. Lei era soltanto una ragazza semplice e fondamentalmente corretta. Oh,doveva darci un taglio con tutti questi complessi da ragazzina esaurita. Andò a farsi una doccia, così,per schiarirsi le idee sotto un getto d'acqua calda. 
Passò il pomeriggio a lezione un po' di qua e un po' di la, ma aveva l'ora libera che sarebbe dovuta essere Divinazione. Non si era pentita nemmeno un secondo di aver lasciato quella materia. Calò la sera ed era già seduta al tavolo dei Grifondoro, di fronte ad Harry, vicino a Ron e Ginny,parlavano animatamente di quanto sapesse essere noiosa la Cooman. "Ha detto che morirò... un'altra volta." 
"Temporale? Incidente di scopa? In che altro subdolo modo morirai stavolta,eh Harry?" Ridacchiò Ginny, mandando giù un'altra forchettata di tiramisù. Guardò l'orologio,prese la sua borsa e disse: "Devo andare. Sennò faccio tardi e chi lo sente a quel sottospecie di prof. Baciò sulla guancia Ginny e fece un cenno di saluto a Ron ed Harry. Ron la guardava sognante. Ginny, che era la più vicina,gli diede una gomitata. Hermione rise,nervosa. 
Arrivò ai sotterranei, davanti all'ufficio di Piton,dove ci fu la solita consegna delle chiavi e tutto il resto. Draco arrivò con un po' di ritardo, perciò si recarono in aula di Babbanologia un po' più tardi del solito. 
"Mannaggia Draco, perché hai fatto tardi? Adesso dovrò prolungare i compiti a più tardi...se sarò fortunata domani a Trasfigurazione riuscirò a tenere gli occhi socchiusi.."
"Non te la prendere, ma Pansy non si levava,e Blaise non mi ha di certo aiutato... se la rideva soddisfatto." 
"Oh ,capisco."
Dopo qualche minuto di silenzio assoluto, passato a pulire, Draco disse: 
"Beh,facciamo che fra una mezzoretta ci mettiamo a giocare. Sono diventato bravo in poco tempo, a breve diventerò un campione! C'è qualcosa che IO non so fare?" 
"Il modesto, Draco,il modesto. Quello è il ruolo che non saprai mai fare." Disse lei, scherzosamente. 
"Solo perché hai paura di perdere." e imitò un pollo ripiegando le braccia e alzandole su e giù, aggiungendoci un verso esilarante sopra.
"Va bene, se io sono un pollo tu sei un immodesto. Va bene?" 
"Almeno posso dirti che sei un pollo." E sorrise in modo sciocco. Draco Malfoy che faceva lo sciocco, non avrebbe mai pensato che un tipo come lui sarebbe finito con lei ad imitare un pollo in una stanza gigantesca con uno scopettone in mano e un sorriso folle. Ma la gente stupisce, a quanto pare. Mezzora dopo si scoprì che il ragazzo Serpeverde si era realmente allenato con notevoli miglioramenti, aveva perso per un soffio. Dieci a nove per Hermione,effettivamente,ma non poteva nascondere che le avesse fatto sudare sette camicie quel risultato. 
"Cavolo Draco,non avrei mai pensato di dirlo...ma sei diventato seriamente bravo. Come hai fatto in un paio di ore?!" 
"Orgoglio dei Malfoy. Una cosa che ci tramandiamo da secoli. Sono così orgoglioso che a volte me ne vergogno." 
Hermione era stupita. Era esattamente come qualche volta si sentiva lei. Ma non glielo disse. Infondo non gli sarebbe interessato. Era nello stesso tempo felice. Aveva un ottio presentimento. Dopo la decima partita Draco riuscì a stracciarla con un risultato schiacciante. Finì esultando non con molta grazia e imitando ancora un po' il verso del pollo. Per certi versi era proprio un babbao. Risero seduti su delle vecchie poltrone,passandosi la pallina del biliardino e scuotendola da una parte e dall'altra. Poi lui guardò l'orologio,e disse che doveva andare,con un non indifferente velo di tristezza sul volto magro. 
"Devo andare. A domani,Herm." 
Draco fece una cosa molto buffa. Gli cinse la vita da dietro con un braccio e strusciò la sua chioma bionda e liscia contro quella scura e cespugliosa della ragazza. Per un attimo rimase sorpresa,se non scioccata. Poi disse,mezzo sussurrato:
"A domani Draco." 
Sbattè la porta forte,e la piccola dolce Hermione si ritrovò da sola,smarrita come un cerbiatto,e sentendo soltanto l'eco del suo respiro si ritrovò a pensare a quanto fossero cambiate le cose in meno di una settimana.  

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Capitolo 5
*** -una morsa allo stomaco. ***


What if I wanted to break 
Laugh it all off in your face 
What would you do? 
What if I fell to the floor 
Couldn't take all this anymore 
What would you do, do, do? 
Come break me down 
Bury me, bury me 
I am finished with you 
What if I wanted to fight 
Beg for the rest of my life 
What would you do? 
You say you wanted more 
What are you waiting for? 
I'm not running from you 
Come break me down 
Bury me, bury me 
I am finished with you 
Look in my eyes 
You're killing me, killing me 
All I wanted was you 
I tried to be someone else 
But nothing seemed to change 
I know now, this is who I really am inside. 
Finally found myself 
Fighting for a chance. 
I know now, this is who I really am. 
(30 Seconds To Mars- The Kill)

 





          Era passata esattamente una settimana e due giorni quando Hermione arrivò in pieno ritardo alla loro punizione. Draco chiese a Piton su di lei.
 
"Ha visto la Granger?" Disse, sperando di averlo fatto somigliare ad uno sbuffare scocciato.
 Lui gli rispose soltanto scuotendo velocemente la testa. "In caso la signorina Granger non si presentasse alla punizione non ci pensi troppo a sperperarlo in giro. Ma in primis a me." Gli disse,porgendogli la solita chiave pesante e gigantesca. 
 Erano amici, segretamente,era normale che fosse segretamente preoccupato. Draco aspettò mezzora dentro l'aula di Babbanologia,preoccupato. 
"Perché diamine non arriva?" Si chiedeva. Ogni cinque minuti apriva la porta della stanza, si affacciava per vedere fuori, ma Hermione non arrivava. Inutile venirvi a dire quante brutte sensazioni balenarono nella mente del ragazzo quella sera.  
Ma non appena iniziò a perdere la speranza di vederla oggi,mandando a quel paese la punizione e andando a cercarla, ecco sentir bussare tre volte alla porta. Si sentì saltare lo stomaco esattamente tre volte, in contemporanea con i colpetti. Andò ad aprire,trepidante.. e la vide, nei suoi jeans e nel suo maglione rosso,aveva abbandonato la sua divisa, e con quella anche la sua aria da 'so tutto io'. 
"Hermione.Che fine avevi fatto? Ero preoccupato, non arrivavi più.."
"Oh,nulla..tranquillo. Ho avuto un ... contrattempo. Scusami."
C'era qualcosa nel suo aspetto,di solito alle stelle, e nel-quasi buffo- modo con il quale aveva recitato quasi noiosamente quelle cinque parole. Come se fossero fonte di un discorso fatto volte e volte in testa prima di dirlo sul serio. 
In quanto all'aspetto,Hermione aveva gli occhi rossi e un'aria decisamente scioccata,come se gli fosse morto il gufo, o peggio,l'avessero espulsa. Draco decise che avrebbe indagato più tardi,quindi lasciò correre,anche se ogni due secondi le puntava gli occhi addosso. 
Era una serata piuttosto silenziosa,si sentiva soltanto il gracidare delle rane della tarda notte, ma il rumore più raggelante era piuttosto quello delle non-parole di loro due e delle loro non-risate. Si sentiva soltanto il loro respiro in quella stanza. 
"Hermione." 
L'espressione di Draco era seria e preoccupata. "Perché non dici una parola? Che cosa cavolo è successo? E non dirmi 'niente', perché sennò ti faccio ingurgitare dieci boccette di Veritaserum!" 
Quella frase fece sorridere Hermione, ma il suo volto fece una smorfia inevitabile da nascondere. Aveva uno sguardo triste, gli occhi lucidi.Si sedette. Poi si rialzò,tutto ciò sotto gli occhi blu infinitamente traboccanti di curiosità e serietà di lui. 
Quest'ultimo si disse che erano abbastanza amici da poterla decifrare. E quello era sintomo di nervosismo, e il nervosismo era sintomo di panico. Perché lei era così. Si risedette, su un vecchio divano polveroso. 
Tamburellava nervosamente le sue dita sul bracciolo al quale aveva abbandonato tutto il peso del suo corpo. Draco le si sedette vicino. Cercando di far trasparire l'espressione più amabile e comprensiva che il proprio viso gli potesse permettere e tentando di abbandonare la vocetta curiosa, Disse: 
"Bello davvero il silenzio, ma adesso puoi dirmi cosa non va?"
Hermione non rispose. Si limitò a guardarlo,con uno sguardo intenso, ma sotto i suoi occhi ambrati non c'erano altro che...lacrime. Iniziò effettivamente a piangere,a buttar giù tanta di quell'acqua da sembrare una fontana. Si appoggiò al petto di Malfoy e gli buttò le braccia al collo. Lei era disperata,e lui invece era piuttosto sorpreso,ma iniziò a consolarla. Le batteva forte il cuore. Era terribilmente triste vederla così.Tuttavia, la abbracciò,come solo un caro amico avrebbe potuto fare. "Oh...Oh-Draco...s-scusa..." singhiozzava come una matta,poverina. 
"Chi ti ha ferita? Giuro che lo ammazzo.."  
Sorrise,e ciò rasserenò un po' il ragazzo,che voleva soltanto aiutarla a calmarsi. 
"E' per..Ron. Eravamo in Sala Comune, Harry aveva dimenticato una cosa a Trasfigurazione... ed è andata a prenderla. Eravamo soli,meno che pochi ragazzi che ripassavano. E lui...lui mi ha baciata,Draco."
Draco sentì una morsa allo stomaco. Lenticchia?! Quello stupido Weasley aveva tentato di baciarla? Anzi no, l'aveva baciata.  
"E bacia così da schifo ?" Provò a scherzare lui. Lei lo guardò con freddezza, e lui si sentì gelare. Credeva di essere l'unico a riuscire a far morire di freddo con lo sguardo. Era una dote innata del suo fascino da Malfoy. 
Perché Draco era bello,bellissimo. E lui lo sapeva molto bene. Occhi blu, magro, alto, capelli biondi, aria seria e sguardo penetrante,era impossibile che almeno una ragazza non gli andasse dietro. Era ammirato da tutte. 
"...No,Draco. Non mi piace... non mi interessa,ecco. Siamo al quinto anno, dico bene? E lui ha una cotta per me dal secondo anno,probabilmente. Così dice Harry. Ma a me non interessa. No,no,no. E mi ha baciata contro la mia volontà. Mi teneva stretta alla vita e non avevo modo di divincolarmi... aveva le unghie stette alla...alla mia schiena. E' stato orribile, e lui è uno spregevole. Io...se ci penso...rabbrividisco." 
Ed effettivamente un brivido le fece scuotere la testa e tutto il corpo.
"Hermione. A lenticchia ci penso io... non ti deve toccare. Posso ferirlo gravemente?" 
La ragazza  lo guardò e sorrise. "Grazie Draco, ma tranquillo...posso ferirlo da sola. Grazie per avermi ascoltata,non mi sarei mai aspettata che saresti stato tu...ad aiutarmi."  Draco invece non era che sollevato. La Granger piangeva perché non era interessata a Lenticchia.. cosa assai curiosa, dato il fatto che Draco aveva sempre pensato fosse così.. Era sollevato. Ma perché lo era? 
'siamo amici, è normale che mi preoccupi per lei, Weasley potrebbe farla soffrire'
'oppure un po' ti piace..'
'no,no, siamo solo amici, non potrei mai...'
'preoccupazione è sintomo di interesse'.  
Due parti di sé litigarono, senza giungere ad una conclusione  soddisfacente. Nonono, era Hermione, Hermione Granger, una Grifondoro,amici grazie (o a causa) ad un'insulsa punizione. Tuttavia,al pensiero che quel....traditore del proprio sangue di un Weasley le si fosse posto contro in maniera così violenta scaturiva in lui una rabbia implacabile. Non devono toccare due cose,a Draco Malfoy: L'orgoglio,e gli amici. 
'e se lei non fosse un'amica? e se fossi preoccupato per ben altro?'
'non dire cazzate, a me lei non interessa se non come amica. amica!'
'vedremo più in la..'
Una lotta psicologica tra se stesso e medesimo! Guardò l'orologio, pensando che fosse troppo tardi. Si accorse in effetti che era tardi,e che il tempo era passato così in fretta da non percepirlo. Cinque giorni e la punizione sarebbe finita, molto probabilmente insieme alla loro amicizia. 
"Hermione, in quanto a Lenticchia devi soltanto dirmi se ti torcerà un capello...ed io potrò storcergli il naso e renderglielo più deforme di quanto già non ce l'abbia. E no, non fare quella faccia cara mia, è così e basta." Aggiunse poi, vedendo la faccia accigliata della ragazza. Ne conseguirono svariati minuti di silenzio. 
Poi Hermione con la voce flebile e sottile per il troppo piangere,disse: "..Quando la punizione finirà..che si fa?"
Draco ammetteva di averci pensato, senza aver trovato una soluzione. Se si fossero frequentati segretamente qualcosa avrebbe scaturito sospetti nei loro confronti, sia dalla parte di Potter e Weasley, che dalla parte di Blaise, Pansy, Tiger e Goyle. Però sarebbe stata un'amicizia teoricamente andata a puttane. Poi gli venne un'idea. I suoi amici  non amavano quel posto. E nemmeno quelli che Hermione si limitava a chiamare 'amici'.
"Che ne pensi della biblioteca? Conosco un tavolo che è abbastanza nascosto da occhi...diciamo indiscreti. E poi magari la domenica ci sediamo fuori sotto un vecchio faggio che a quanto so, c'è dai tempi di mio padre. Ha un tronco talmente largo che se ci sediamo dalla parte opposta del lago non ci vedranno." 
L'espressione furba di Draco fece sorridere Hermione. 
"Perfetto. Facciamo così, direi. Grazie Draco,mi hai fatto tornare il buon umore,sul serio.Finché non rivedrò Ron che probabilmente in questo momento se la ride beffardo" aggiunse poi tristemente. "Scusa,oggi niente biliardino. E' tardi. Ed ho sonno. Magari domani, va bene?"  disse lei, tirando fuori il suo orologio da taschino e mostrandoglielo velocemente. 
"Si,vado anche io.Aspetta che usciamo insieme." Una volta arrivati davanti alla Sala Comune di Grifondoro, dove Draco,sprezzante,si era offerto di accompagnarla, si salutarono come al solito. 
"Ciao." Disse lei con un sorriso.
Lui abbozzò un altro sorriso, non avendo molto successo. "E se Weasley ti importuna..ricordati del suo naso! Vado ora, sperando che Gazza non mi becchi"
E si spinse verso la Sala Comune della sua Casa. Era fiero di essere un Serpeverde, e gli sembrava strano avere un'amica di Grifondoro. Mentre si metteva il pigiama sentì altre morse allo stomaco, e il chiacchierare perenne del suo cervello gli faceva venire voglia di rimettere. 
'è una grifondoro, mezzosangue, non mi piace.'
'oh,io dico di si'
'non può piacermi'
'non dire sciocchezze, non hai un cuore di ghiaccio,prima o poi sarebbe dovuto accadere..perché non ora? perché non con lei'
'perché è lei. questione chiusa.'
Eppure era lui a parlare,ed era lui che combatteva contro il suo orgoglio, e questo gli era capitato fin troppe volte per poterlo rendere a malapena sopportabile. 

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Capitolo 6
*** Tra gradimento e sentimento c'è la distanza di un bacio. ***


Step one you say we need to talk
He walks you say "Sit down it's just a talk"
He smiles politely back at you
You stare politely right on through
Some sort of window to your right
As he goes left and you stay right
Between the lines of fear and blame
And you begin to wonder why you came
Where did I go wrong? I lost a friend
Somewhere along in the bitterness
And I would have stayed up with you all night
Had I known how to save a life 
Let him know that you know best
'cause after all you do know best
Try to slip past his defense
Without granting innocence
Lay down a list of what is wrong
The things you've told him all along
And pray to God he hears you 
As he begins to raise his voice
You lower yours and grant him one last choice
"Drive until you lose the road
Or break with the ones you've followed"
He will do one of two things
He will admit to everything
Or he'll say he's just not the same
And you'll begin to wonder why you came 
How to save a life
 
 
"Non mi dire che stai iniziando a provare gradimento per quella stupida Grifondoro, Draco."
"Che cazzo dici Blaise? E' solo una lurida mezzosangue,ed io la odio."
"Sarà. Ma non fai che nominarla. O forse dici di no perché non è semplice gradimento. Per la miseria Draco, il tuo è proprio sentimento. Draco... sei nei guai!"
"Vai a quel paese! Non è vero che provo 'sentimento', nè 'gradimento'. E poi non vedo la differenza."
"Tra gradimento e sentimento c'è la distanza di un bacio. E quando Pansy verrà a saperlo non sarà molto felice."
"Non mi piace Hermione,non ci siamo baciati e non sto con Pansy. Mettitelo in testa."
"Se non ti piacesse la chiameresti 'Granger'."
"Vaffanculo Blaise."
La cosa brutta era che Draco non sapeva se mentisse o meno. E chiamando Hermione 'lurida Mezzosangue non si era che sentito irrimediabilmente in colpa. 
Il tempo dopo quell'ultima serata del fatidico bacio di Ron era passato in men che non si dica. Era già l'ultimo giorno che Hermione e Draco avrebbero dovuto passare in punizione dopo cena.  
Il giorno prima Ron aveva di nuovo tentato di baciare Hermione, ma lei, prontamente l'aveva schiaffeggiato, e man mano che lei dava quelle manate forti,la loro amicizia,mai stata al culmine, si consumava come una candela nel bel mezzo di un maestrale. 
Aveva tentato di baciarla in biblioteca,dopo che una Hermione sprezzante si era seduta affianco a lui, e cercava di mantenere le distanze, almeno dopo quello che era successo! In ogni modo Ron tentò ancora la fortuna... con Harry davanti,per di più! 
Una volta visto ciò che Ron stava tentando di fare, si infuriò a morte con lui.Riteneva che lui sapesse benissimo che Hermione aveva un carattere troppo difficile per abbordarla in quel modo,che non era la tipa che stava al flirt molto facilmente. 
Eppure aveva tentato. Buona com'era,a volte la ragazza si chiedeva se quel che aveva fatto l'avesse fatto perché non desiderava altro, e altre volte pensava che fosse soltanto un grandissimo stronzo che per tantissimo tempo non aveva che giudicato male. 
Sebbene negli ultimi anni non si fosse limitato ad essere solo un bel ragazzo, ma anche simpatico e comprensivo, notava in quei giorni Hermione che non aveva mai conosciuto il vero Ronald Bilius Weasley. E adesso aveva paura solo di incrociare il suo sguardo,anche soltanto durante una stupidissima lezione di Trasfigurazione.  Adesso parlava solo con Harry.
"Ti piace Malfoy."
"No,Harry, non è vero porca miseria."
"Smettila di nominarlo ogni tre secondi per favore."
"...Non lo nomino ogni tre secondi."
"Te ne renderesti conto se ti rendessi conto del fatto che ti piace."
"Piantala. Non è vero."
"O forse non ti piace e basta? Magari tu ti ritieni segretamente 'innamorata' e non vuoi dirlo al tuo caro amico Harry?!" 
"Ma cosa dici."
"Shsh, mi sento offeso." 
Lei non sapeva se lui avesse ragione a ritenersi offeso,e questo era il guaio più grande di tutti.
A proposito di Draco,avrebbe passato come al solito la sera con lui. La differenza stava nel fatto che quella sarebbe stata la loro ultima sera. Era dispiaciuta, cacchio se lo era. 
Gli ultimi giorni erano in effetti stati sovraccarichi di tensione,forse anche un po' di paura, sebbene qualche volta tutto quella preoccupazione venisse squarciata dalle risate che si diffondevano tutto d'un tratto parlando del più e del meno, facendo gridare i quadri fuori dal corridoio: 
"Piantatela voi due, o vi faccio espellere da Silente in persona!"  
Draco aveva riso tanto quando lei gli aveva raccontanto di quante ne avesse da lei prese Lenticchia, e ,se Hermione non glielo avesse impedito, gli avrebbe lanciato una Fattura Orcovolante... 
"Posso lanciargli una Fattura Orcovolante, vero Hermione?" 
"...No ,Draco."
"Nemmeno se te lo chiedo per favore?"
"Nemmeno se me lo chiedi per favore."
"Pff. Va bene... tanto troverò un modo per umiliare quella Lenticchia del cavolo davanti ai suoi amichetti."
Quando arrivò l'ultimo giorno, e chiusero la porta dell'aula di Babbanologia, quest'ultima era praticamente linda, e aveva abbandonato l'aspetto angusto che le apparteneva quando per la prima volta i due studenti varcarono la soglia. Oltretutto,anche essendosi divertiti avevano fatto un ottimo lavoro. 
"Siamo un bel duo! Give me five Granger!"
Draco iniziava a voler davvero bene a quella ragazza. Non avrebbe mai detto una cosa del genere pochissimo tempo prima. Nemmeno a Blaise. Nemmeno a Pansy.  Ma quella ragazza dagli occhi ambrati e i capelli mori lo aveva quasi...rivoltato come un calzino. 
Era sempre di buon umore, e non si confinava nel suo mondo com'era suo solito fare. L'ultimo giorno fu solo di riposo.Nessuno dei due aveva la minima intenzione di toccare attrezzo da pulizia. 
Stettero infatti tutto il tempo seduti, lei sulla poltrona polverosa e lui sdraiato sul divano di stoffa verde, pieno di toppe perché consumato dal tempo. Si diedero appuntamento per la domenica prossima alle tre di pomeriggio davanti al vecchio albero di cui Draco aveva parlato a lei. 
"Draco,hai mai pensato che ci saremmo trovati così,prima o poi?" 
"...Forse,a dire il vero qualche volta ci ho pensato."
"Serio? Io mai. Non con te,almeno."
Draco non sapeva se ridere, o se ritenersi offeso.
"Andiamo,come non con me? Sono bellissimo!"
Disse,con una punta di ironia nella voce che faceva capire il fatto che scherzava. Ma lei lo guardò. Ma non era uno sguardo di rimprovero,o addirittura gelido. No. Eppure lo fece rabbrividire in ogni modo. 
Lo guardava per dare una sua opinione propria. Già,in quella scuola c'era ancora qualcuno che riusciva a dire la propria senza seguire il gregge. 
Lei fece per parlare,poi si morse la lingua. Lei effettivamente aveva sempre pensato che fosse uno dei ragazzi più affascinanti di tutto il castello.
"Allora, non mi dici che faccio schifo e che dovrei vergognarmi per quel che ho provato minimamente a pensare?" 
"Emh,mentirei ,credo."
La guardò con aria interrogativa,inarcando il sopracciglio,divertito.
"Beh, non per dire Draco. Ma non fai schifo proprio per niente. Ho sempre pensato il contrario. Almeno esteticamente,dico. Perché fino a due settimane fa ti odiavo come nessun altro ad Hogwars." 
Si era alzata e aveva voltato la faccia verso la collezione di modellini di Ferrari, imbarazzatissima per quello che aveva appena provato a dire.
Draco si sentì avvampare. Non solo erano amici, adesso gli faceva anche i complimenti. Dannazione. O miseriaccia, se preferite.
Poi gli venne in mente Blaise, e quella stupida frase. 
"Tra gradimento e sentimento c'è la distanza di un bacio."
Tante di quelle morse allo stomaco lo invasero.Ma poi si accorse che tutto quel casino non veniva dal suo stomaco, bensì dalla sua testa e sal suo cuore. Litigavano ancora.
'draco,non lo fare,te ne pentiresti. smettila,sei così maldestro'
'fallo, è il momento, è arrivato dopo trepidante attesa'
'draco, non farlo, sei così irrazionale!'
'piantala di pensare ,segui il tuo istinto.'
Ma fanculo qualunque cosa. Il suo cervello aveva smesso di funzionare, e il suo cuore batteva all'impazzata. Smisero d'un tratto entrambi gli organi vitali di parlare.  Si alzò. 
Si,lo fece. 
Le andò incontro. Lei si girò. Le cinse la vita.
Era confuso.
Era confusa.
Chissà cos'era, quella cosa.
Sentimento? Gradimento?
Oh,ma sti gran cazzi.
 Lo fece. La baciò , la baciò con tutto il bene che le aveva voluto in quelle due settimane che erano passate in meno di uno schiocco di dita.  O,in quel caso, uno schiocco di vita. La baciò e qualcosa lo faceva galleggiare in aria. 
E un oceano di acqua calda gli cadde addosso. Era un intrecciò di emozioni sospinte dalle loro sensazioni, dai loro pensieri che aleggiavano sopra le loro menti. Era uno scambio di sensazioni. Lievitava sopra di loro il futuro di un qualcosa di assolutamente impagabile. 
Era inevitabile il fatto che sarebbe successo prima o poi. Solo, con la persona più impensabile per entrambi. Le loro mani si aggrappavano a nuove speranze, i loro desideri erano forse stati esauditi. Hermione era bellissima,e lui ballava sopra il mondo.
"Domenica,  tre del pomeriggio, davanti al vecchio albero. Non te lo dimenticare."
Sbattè la porta forte. Ma lei non la sentì, era troppo offuscata da pensieri troppo assurdi e irreali. Si pizzicò il braccio tre volte.
Ma non era un sogno, 
e tre volte dovette cercare di riaprire gli occhi per capire che 
era soltanto una splendida realtà.
O almeno si sperava sarebbe stato così, per ora,almeno.
Ma l'importante era che lei lo avesse capito. E dai suoi occhi stavolta sgorgavano lacrime.
Ma a differenza dell'ultima volta,queste erano le più potenti lacrime che fossero mai calate dai suoi occhi. Erano lacrime d'amore corrisposto, e il suo sorriso era bagnato. Bagnato di gioia. 

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Capitolo 7
*** Aveva paura di amare. O forse era soltanto incapace. ***


So many people gonna say that they want you, 
To try to get you thinking they really care, 
But there's nothing like the warmth of the one 
who has put in the time and you know he's gonna be there, 
Back your border when she knows someone crossed it, 
Don't let nobody put you down, who your with 
Take the pain of protecting your name, 
from the crutch to the cane to the highwire 
I'm in love with a girl who knows me better, 
Fell for the women just when i met her, 
Took my sweet time when i was bitter, 
Someone understands, 
And she knows how to treat a fella right, 
Give me that feeling every night, 
Wants to make love when i wanna fight, 
Now someone understand me, 
I'm in love with a girl 
Out the many broken backdoors and windows, 
Through the valley of the love of the lost, 
Is a hole that is cut through the souls falling down 
from the thrones without leaving any windows, 
But you drown in a piece for the moment, 
The moment was over in time, 
Then its gone the hit and run the tactless one has a short life 
I'm in love with a girl who knows me better, 
Fell for the women just when i met her, 
Took my sweet time when i was bitter, 
Someone understands, 
And she knows how to treat a fella right, 
Give me that feeling every night, 
Wants to make love when i wanna fight, 
Now someone understand me, 
 
 
 
 
 
Se la sera dopo che Draco aveva abbandonato la Sala con un sorriso era stata confusionaria, si potè dire che il giorno dopo Hermione era terribilmente smarrita, si sentiva come se le avessero mandato un "Confundus" e lei non avesse avuto il tempo di difendersi. 
Impossibile definire quel bacio, quelle sensazioni che giravano come mine vaganti per la mente di lei. Altrettanto indefinibile era il sonno di Draco la mattina dopo. Era stato tutta la notte a pensarci, ad odiarsi e a stimarsi allo stesso tempo. 
"Ho baciato una Mezzosangue, mi piace una Mezzosangue. Nessuno approverà, nessuno eviterà di renderle la vita un inferno. Quando ( e soprattutto SE ) mio padre verrà a saperlo come minimo mi disereda. 
Non posso farle questo torto enorme, non a lei, non ad Hermione, non alla unica ragazza con la quale posso sentirmi me stesso. 
Non a Hermione, che mi ha insegnato che non si dice 'libiardino', bensì biliardino. Non lei, che mi ha fatto capire che i Nati Babbani forse non sono poi così diversi dai Purosangue" 
Aveva passato una notte da incubo, per decidere sul da farsi con lei. Nemmeno fosse un oggetto, gli dava fastidio pensare in quel modo di Hermione. 
Era molto di più di una sporca mezzosangue, e lui l'aveva capito solo dopo cinque anni di tempo. Ci aveva messo cinque anni a prendersi una sbandata per lei, ci aveva messo tutto quel tmepo per baciarla e fuggire via come un codardo. Dire che si sentiva un idiota stupido ed illuso era ben poco, pensando a quello che aveva fatto ieri, 
combinando un qualcosa nel quale lui era immerso fino al collo,e involontariamente anche la povera Hermione. Tuttavia, tra pensieri e pensieri, capitava che durante le lezioni si sorridessero furtivamente , evitando bigliettini per paura che qualcuno li sorprendesse. 
Però i loro sguardi dicevano tutto. Aspettando Domenica i ragazzi passavano i loro minuti più preziosi a pensare all'altro. 
Domenica, oh si. Quella che solitamente si poteva utilizzare per dormire un po' di più e per riposarsi, era considerata sacra dagli studenti del castello. Ma Draco ed Hermione erano veramente,veramente impazienti di sentirsi dire "Oggi è Domenica!",
 rispettivamente da Blaise e Harry, che ogni sette giorni gli ricordavano con un'espressione di estrema felicità. Volevano sapere cosa sarebbe successo,se sarebbero rimasti in silenzio,se ci sarebbero stati altri baci, se ci sarebbero stati chiarimenti. 
Draco aveva paura di abbandonare in poco tempo la sua diplomazia che aveva fatto sua dopo anni e anni, soltanto perché magari più in là si sarebbe...innamorato. Aveva paura del fatto che la sua voce così pacata di sarebbe trasformata in quella stucchevole e dolciastra di una mamma che parla al proprio bebè.
Paura di non essere sempre al meglio per lei, paura di non sentirsi a proprio agio,di sbagliare qualcosa e di non poter rimediare. Proprio così...Il magnetico ragazzo biondo e affascinante aveva paura di amare.
O forse era soltanto incapace. 
In ogni modo le giornate scorrevano più veloci del solito, e pum. Ecco la domenica bussare alle porte di una Hogwarts nella quale la neve piano piano stava lasciando spazio ad un po' di sole.
 Era una bella giornata, proprio niente male, ma la mattina quando Hermione si svegliò e si guardò allo specchio non vide la solita ragazza abbastanza entusiasta e sorridente. Tremava dal nervoso. 
Delle pesanti occhiaie giacevano appena poco sotto i suoi occhi.Erano state gentilmente donatole da una notte insonne.Aveva le unghie rosicchiate per il troppo pensare. 
Era ufficiale: Il panico era scattato. Meno di poche ore e si sarebbe vista con Draco Malfoy, e la situazione le sembrava surreale, tant'è che quando si mise a letto la sera prima pensò di aver sognato il tutto. 
Poi sentì il profumo di lui nei suoi capelli... e un brivido le percorse la colonna vertebrale. Era tutto reale, quindi?   
Quando scese e si diresse verso Harry, per fare colazione, quest'ultimo non appena la vide la guardò esterrefatto, con occhi strabuzzati e voce leggermente preoccupata.
"Hermione, che cavolo hai fatto?!" 
Lo guardò sprezzante, cercando di fargli capire che non la aiutava in questo modo. Ron invece si limitava a fissarla rabbiosamente, con le orecchie tutte rosse. 
Non si rivolgevano la parola da quel fatidico giorno in biblioteca, perciò lei lo ignorò del tutto e voltò di nuovo il viso verso il tipetto dagli occhi verdi e gli occhiali. La cicatrice a forma di saetta era sempre lì,parte integrante di lui.
"Grazie Harry."
Rispose gelida. Lui arrossì leggermente. Eppure Hermione si sentì un po' marcia dentro... aveva promesso ad esso che si sarebbero detti tutti, e adesso si trovava coinvolta in un segreto,che,come tale, Harry non poteva assolutamente sapere. 
Lui era solo convinto che a lei piacesse, ma fino a qua ci sarebbe arrivata anche Lavanda Brown. Ma non poteva minimamente sospettare che fosse successo quel che era successo senza che Hermione gliene facesse parola. 
Ma mantenne la parola fatta a Draco,sperando ovviamente che lui facesse altrettanto, anche se riteneva tutto ciò la cosa più ingiusta del mondo...
La piccola -grande Grifondoro non riuscì ad ingurgitare uno straccio di niente. La mattinata passò così in fretta che Hermione non si rese conto del fatto che mancassero quattro minuti alle tre del pomeriggio. 
"Devo andare, ci vediamo più tardi, ciao!"
Salutò in fretta e furia Harry. Gli aveva già detto qualche giorno prima che doveva andare in biblioteca,perciò non ci sarebbero stati problemi che avrebbero soltanto infierito per renderle la giornata -se possibile- ancora più caotica. 
Harry si sentiva un po' offeso; di solito la domenica la passava con lui,ed era la prima volta che saltava l'appuntamento amichevole per andare in biblioteca. In qualche modo riuscì a sorridere. Harry era un ragazzo fin troppo intuitivo.
Tuttavia, imbronciato,la fece andare,urlandole dietro a mò di scherzo che doveva vergognarsi. Corse più veloce che poteva, sapeva di essere in ritardo, e il suo aspetto non era dei migliori. Doveva arrivare in tempo, sapeva che anche lui sarebbe arrivato in perfetto orario. 
Solo una volta era capitato che alla punizione di Piton arrivasse in ritardo, mentre Hermione era costantemente in ritardo, anche essendo la persona più precisa di questo mondo. Era arrivata al luogo dell'appuntamento ed era letteralmente senza fiato. Lo zaino che si era portata dietro sembrava pesare così tanto da opprimerla. 
Aveva più sonno di quanto non si immaginasse, anche se le occhiaie piano piano stavano sparendo. Draco non era ancora arrivato, perciò si sedette dietro la quercia, ad aspettarlo, un po' scocciata perché fino a pochi minuti prima aveva avuto la convinzione del fatto che sarebbe stato puntuale. 
Ma poi lo vide arrivare, con la bella chioma bionda che ballava frenetica, ed un sorriso un po' insicuro stampato sulle labbra, che diceva "Ehilà, fai che tutto questo vada bene sennò mi ammazzo".
 Indossava una delle sue solite camicie con lo stemma di Serpeverde (del quale lui andava tanto fiero e camminava con il petto all'infuori per questo motivo), dentro ad un paio di pantaloni neri. Hermione si rifece gli occhi... cavolo se era bello.  
Teneva sulle spalle uno zaino verde smeraldo e veniva verso di lei.
"Ehilà.. tutto bene?" Disse lui,con aria solare. 
"Come al solito" disse lei accennando un sorriso "e tu?" 
"Non male." ne seguirono alcuni minuti di imbarazzante silenzio, come mai era successo se non i primi giorni di punizione,quando nemmeno erano amici.  
Poi Draco parlò, finalmente.
"...Ho portato qualche dolce, se ti va."
"Volentieri,grazie." 
E si ritrovarono a sgranocchiare caramelle e dolcetti a tutto spiano ,e tutto quello zucchero risaldò d'un tratto l'aria. Ripresero a ridere,scherzando sugli svariati pettegolezzi che giravano al castello. 
Perché tutto quel che dovrebbe rimanere segreto, chiunque stia ad Hogwarts lo verrà a sapere. L'aria si era dipinta di un fresco leggero, e loro si erano sdraiati dietro quell'enorme tronco di quell'albero secolare da Draco consigliato,all'ombra, 
senza pensieri,con un enorme sorriso in volto...Poi Draco le prese la mano. All'inizio Hermione fece per ritrarla... ma poi pensò che non ne sarebbe valsa la pena. E lui disse, con uno sguardo innegabilmente serio:
"Vogliamo far finta che tutto quello che è capitato l'altro giorno sia stato solo un sogno? Io non credo di volere che vada a finire in questo modo." 
Si sentiva ora lo sguardo penetrante di lui addosso, ed arrossì. Era piuttosto a disagio, ma riuscì a dire: 
"Non voglio che finisca così. Non me lo perdonerei."
"Bene... perché tu mi piaci davvero."
Hermione lo guardò, con aria leggermente accigliata, ma sorrideva. E gli occhi le brillavano fieri. 
"Quindi tu pur di stare con me andresti contro la tua famiglia, i loro principi che hanno cercato fin da piccolo di farti entrare in testa, e andresti contro qualunque altro tipo di mago che impedisca tutto ciò?" 
"Hermione, se lo venissero a sapere i miei tu saresti nei guai più di me. Ti farebbero del male,e non scherzo...perciò io penso sia meglio che per ora rimanga una cosa...segreta." 
Era abbastanza incredula, la ragazza. Tuttavia rispose con indecisione.
"Segreta... una cosa segreta.Per ora."
Non era esattamente convinta... diciamo che le sembrava in qualche modo che Draco, il biondo affascinante con due fonti di acqua limpida al posto degli occhi potesse permettersi qualcosa di più di lei... perciò due erano le cose di cui poteva sospettare anche minimamente:
Numero uno: Draco se la faceva un po' con tutte. 
Numero due: Draco si vergognava di lei. 
Ma poi ripensò allo sguardo serio che aveva assunto parlando dei suoi genitori... e che aveva tuttora. La guardava preoccupato mentre lei si teneva le sue osservazioni tutte per sè.
"...fico. Ci sto." Lui sorrise, e si accinse a stringerla forte. Si alzarono in piedi e lui la teneva ancora stretta a sè. Hermione poteva udire,avendo l'orecchio posto all'altezza del petto del ragazzo, che il suo cuore stava per scoppiare. Si alzò sulle punte e gli diede un leggero bacio sulle labbra. Poi si guardarono e risero.  
Era tutto assolutamente perfetto. Come guardarsi allo specchio e vedere la propria anima leggiadra e spensierata sotto quel sorriso altrettanto in festa.

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