Amy's Doctor.

di aryasnow
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Amelia Pond aspettò per 12 anni. ***
Capitolo 2: *** He always come back. ***
Capitolo 3: *** Il normale Rory Williams. ***



Capitolo 1
*** Amelia Pond aspettò per 12 anni. ***


Capitolo Primo: Amelia Pond aspettò per 12 anni.
Camminava per le vie della piccola cittadina vestita da poliziotta, le vecchiette la conoscevano già, non si scandalizzavano a vedere una comune ragazza vestita in quel modo bizzarro. Telegrammi baciati,  erano il suo lavoro. A Leadworth tutti la conoscevano per una caratteristica poco invidiabile: la credevano pazza. Amelia Pond, è così che si chiama la bellissima ragazza dai capelli rossi, era conosciuta dai più per essere un pochino “fuori dal comune”, dalla tenera età di 10 anni iniziò al parlare di uno strano Dottore venuto dallo spazio con una cabina blu. La zia preoccupata la portò da svariati medici, psichiatri e psicoterapeuti, ma nessuno di essi trovò il “problema” di Amy, era normale, lei era più che convinta di conoscere questo Dottore. Troppe volte aveva dovuto spiegare cos’era successo quella notte di dodici anni fa su un lettino psichiatrico, troppe volte aveva pianto ripensando a quell’uomo che le aveva dato una speranza, troppe volte le sue lacrime erano andate a finire sulle centinaia di lettere che lei scriveva al Dottore. Quella notte, una cabina blu si “parcheggiò” nel giardino della sua casa, lei stava per andare a letto quando sentì un fortissimo rumore, corse giù dalle scale in pantofole e aprendo la porta di casa lo vide: alto, di bell’aspetto, indossava una camicia stropicciata e strappata, un cravattino risaltava il verde dei suoi occhi. Quell’uomo diceva di non essere umano, di viaggiare nel tempo e nello spazio con una cabina che lui chiamava Tardis, non disse il suo nome si faceva chiamare Dottore. “Amelia, torno tra cinque minuti, ho qualche problema con il Tardis e con il mio corpo, ma tornerò a prenderti, stanne certa” e con un groppo sorriso magnetico si volatilizzo con il Tardis. Come sapeva il suo nome? Chi era? Come faceva a essere li con quella strana cabina? Amy se lo chiese per giorni, poi iniziò a crederci. I cinque minuti non passarono così in fretta, lei aspettò per anni, con l’immagine del Dottore che la accompagnava in ogni gesto quotidiano, continuò a credere che sarebbe tornato.
 
Amelia odiava vivere con sua zia Sharon e non amava neanche abitare in quel piccolo paesino Inglese, lei, infatti, era scozzese lo dicevano i suoi capelli rossi e il suo accento spiccato. La dolce Amelia desiderava una vita diversa, una vita con quel dottore, che ben 12 anni fa le promise che sarebbe ritornato in 5 minuti, quei minuti diventarono anni: 12. Ma che cosa si poteva aspettare da un “uomo” che diceva di venire dal futuro e che atterra nel giardino della tua casa con una cabina della polizia Londinese? Beh davvero poco.
Amy arrivò davanti casa sua: era circondata di erbacce, cumuli di terra e cianfrusaglie vecchissime, la casa era davvero grande per lei, ma ne era affezionata dopo tutto, in quel giardino la sua vita cambiò profondamente, per sempre.  La ragazza aprì la grossa porta d’ingresso, si diresse verso le scale e corse subito in camera sua. La stanza più bizzarra che abbia mai visto: c’erano modellini blu di quella strana cabina, pupazzi del Dottore, disegni e altre cose riguardanti esclusivamente quell’uomo e la sua strana “macchina del tempo”. Sul comodino posto affianco al letto c’erano due libri: uno riguardante la storia di Roma e l’altro raccontava le vicende di Pandora, quei libri li leggeva ogni sera da quando era piccola. La stanza era molto illuminata, una grossa finestra con tendine color salmone faceva entrare la tiepida luce del sole inondando la stanza di luce nature, anche gli occhi di Amy brillavano e i suoi capelli si illuminavano di una luce che regalava riflessi biondi mai visti. La ragazza aprì il vecchio armadio color ciliegia con un grosso disegno della cabina sull’anta destra, scelse una maglietta e un paio di jeans ,si cambiò in fretta ed uscì di casa a tempo record.
Incontrò Rory appena fuori dal cancello, amico da una vita, un ragazzo timido con un evidente debole per Amy:
“Ciao Amy”
“Hey Rory”
“Allora…Amy…hai  il tempo per una birra? Oppure un caffè? Oppure è meglio un tè?”
“No scusa Rory..ho da fare… sai la signora Pitt ha i crampi alla spalla...le devo fare la puntura. Un altro giorno? Non domani perché sono impegnata, magari il prossimo week end che ne dici? Adesso vado, ci vediamo”.
Capì subito che era una scusa, e i suoi occhi diventarono improvvisamente lucidi, la speranza di avere Amy davanti a se per più di 5 minuti era appena svanita, ed anche il grosso sorriso che balenava sulla sua faccia scomparve. Rory la vide allontanarsi verso sinistra, quando la casa della signora Pitt era in campagna, a destra. Ci rimase parecchio male, quel ragazzo timido e impacciato chiedeva di uscire ad Amy da mesi ormai, aveva finalmente trovato il coraggio! Ma a lei pareva non importare…
Amy arrivò nel centro del paesino in meno di 5 minuti, si fermò davanti all’ufficio postale della sua città, deserto come tutto il resto, una cassetta delle lettere rossa spiccava su uno sfondo azzurro, lei si avvicinò e chiudendo gli occhi infilò la lettera che aveva appena sfilato dai pantaloni nella buca. Fece qualche passo indietro e si lasciò cadere sulla panchina, tutte le sue speranze erano dentro quella busta. Improvvisamente un rumore assordante ruppe il silenzio quasi glaciale di Leadworth, Amy, quel frastuono, lo conosceva già: era il Dottore. Una grossa cabina blu si era materializzata dal nulla in mezzo alla piccola piazzetta del paese. Decine di persone uscirono di  casa, di affacciarono ai balconi ed alle finestre per vedere cos’era accaduto e gli occhi dei cittadini presto si fissarono su quella cabina, la stessa che da anni Amy descriveva, che da anni sognava di rivedere. Le mani di Amelia diventarono improvvisamente sudate, le gambe le tremavano pur essendo seduta, il cuore sembrava doverle uscire dal petto da un momento all’altro. Strizzò gli occhi e si avvicinò cautamente alla cabina blu, né uscì un uomo in giacca a quadri e cravattino granata, era proprio lui, il Dottore.
“Oh salve, scusate il frastuono ma ho avuto un problema con il Tardis..la cabina.. ma non badate a me, vi ruberò solo un minuto del vostro tempo con una domanda : conoscete per caso Amelia Pond? Capelli rossi, 10 o 11 anni al massimo… strano... 5 minuti prima era buio!”

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Capitolo 2
*** He always come back. ***


Gli abitanti della città ormai non avevano più paura degli “alieni”, dopo il Titanic che quasi distrusse Londra, dopo le invasioni dei Dalek e dopo che i Cyberman occupassero il mondo una piccola cabina blu apparsa dal nulla non dava spettacolo, infatti il cerchio di gente attorno alla cabina si fece sempre meno corposo. Nel frattempo una ragazza si avvicinò all’uomo, era Amy.

“Allora? Amelia Pond? Scozzese, rossa, lentiggini, bambina...” borbottò il Dottore.

“E’ davvero lui, il Dottore del cielo, quello di cui Amy parla sempre!” esclamò qualcuno.

“Non può essere vero! Era solo un amico immaginario, è impossibile!” un'altra voce si levò dal gruppo.

“Ok signori, sono il Dottore!  Noto con piacere che mi conoscete già! Be’ quasi tutti mi conoscono , ho salvato la terra un centinaio di volte negli ultimi anni, però ho una nuova faccia adesso e vi assicuro che ha fatto male, come sempre d’altronde.”

“Dottore ? Sei tu?” azzardò a domandare una timidissima Amy, con quel suo accento scozzese che la distinse da tutti. Una piccola lacrima scintillante come un diamante nella luce attraversava la sua guancia.

“Non ci posso credere, sei Amelia? Quell’accento è difficile da dimenticare. Ma è improbabile sia tu, anzi, impossibile! O forse sono nel futuro!”

“Basta parlare Dottore, mi hai lasciata sola per dodici anni, hai ingannato una bambina con le tue promesse e le tue parole strampalate. Dodici anni Dottore. Ormai pensavo di non incontrarti più, ma ho sognato questo momento da tempo.” Urlò in faccia a quell’uomo che aveva cambiato la sua vita.

“No Amelia, deve esserci stato un problema con il Tardis! Mi ero appena rigenerato e l’ho danneggiato, non è stata colpa mia, per me sono passati solo cinque minuti.”
Le parole le uscivano a fatica dalla bocca e le sue rosee labbra sembravano serrate, chiuse ermeticamente. Il gruppetto di curiosi si disperse borbottando e lanciando occhiate sorprese verso Amy. La ragazza che ha aspettato era lì di fronte al Dottore, pronta ad urlargli i suoi rimpianti, a raccontargli i suoi incubi e le sue speranze di bambina,  le notti insonni ad aspettarlo con il volto rivolto verso la finestra e con gli occhi verde smeraldo speranzosi e assonnati. Era solo una bambina, che diritto aveva lui di riempirle il cuore di false speranze? Le gambe improvvisamente non reggevano più il peso del corpo di Amy, sembrava sospesa nell’aria, nel bel mezzo di un grosso buco nero. Cadde. I capelli rosso rame diventarono parte del fogliame che faceva da coperta alla piazza cittadina, le mani tastavano per terra ma all’improvviso furono prese da quelle del Dottore. Si era chinato vicino ad Amy, la sentiva singhiozzare. I suoi due cuori per un attimo si fermarono e subito dopo ebbero un sussulto. Lui sentiva ciò che lei provava: un sentimento tra tanti? La solitudine, e il Dottore la conosceva bene.

“Amelia Pond io torno sempre, e questa volta non me ne andrò. So che ti ho fatto soffrire, so che la tua fede in me ti ha tagliato fuori dal mondo, so anche che per colpa mia la tua infanzia è stata rubata. Tutto questo lo sento in me Amelia, vive in me. È una sensazione bruttissima. Mi dispiace Amelia, mi dispiace tanto.”
Il Dottore strinse forte Amy, si alzarono insieme e le asciugò le lacrime che inondavano il suo viso. Dopo tanti, tantissimi anni Amelia non era più da sola. Lui era tornato.
 

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Capitolo 3
*** Il normale Rory Williams. ***


Rory Williams non era mai stato un ragazzo particolarmente brillante, ma nella sua normalità ad Amy era sempre piaciuto,  lo preferiva ad altri ragazzi che le facevano una corte spietata. Lei era bellissima, gambe lunghe, sorriso brillante, scozzese e dai capelli rossi, lui invece era una normalissimo ragazzo inglese, uno dei tanti che aveva tentato di attirare le attenzioni di Amy che sin da piccola sognava il suo Dottore, dando poco peso ai ragazzi che la circondavano.
Rory dopo aver chiesto ad Amy di andare a bere qualcosa quel giorno non si era dato per vinto, è vero lei è corsa via inventandosi palesemente una scusa, ma a Rory non interessava, lui voleva solo starle accanto come facevano da bambini, accarezzarle i capelli, vederla ridere e sentire il dolce suono delle sue parole.

“Hey faccia da scemo, che ci fai fuori da casa mia?”

“Oh Amy...eccoti, volevo chiederti se magari stasera ti andava di…”

“Rory ti devo presentare una persona, non so ancora se essere arrabbiata più di quanto lo sono adesso o se essere felice più che mai! Rory...lui è il Dottore!”

Amy indicò un uomo distante pochi passi da lei, indossava una giacca beige con le toppe sui gomiti, aveva delle gambe lunghissime e il cravattino rosso fuoco. Assomigliava davvero tanto all’uomo di cui Amy parlava tutti i giorni, tutto il giorno da anni, ma non poteva essere lui ovviamente, era solo un personaggio inventato da quella ragazzina così sola, lei aveva bisogno di un'eroe ed è per questo che ha inventato il Dottore.

“Piacere, sono il Dottore ! Da quanto ho sentito tu devi essere Rory! Mi piace il tuo nome sai? Sono il Dottore, te l’ho già detto? L’amico di Amy che adesso vorrebbe un tè, che ne dici cara?”

Entrarono tutti e tre nel giardino di Amy, e mentre lei entrò in casa per preparare il tè, i due ragazzi rimasero fuori, fecero il giro della casa e si sedettero al piccolo tavolino di legno bianco nel giardino sul retro. Rory non fu di buona compagnia parlò solo il Dottore a dir la verità, Rory si limitò ad annuire di tanto in tanto. Squadrò quell’uomo dalla testa ai piedi, era identico a come lo descriveva Amy, avrebbe dovuto farci l’abitudine, lui era reale.
Amy uscì nel retro con un tre tazze di tè in porcellana rosa e bianca, si avvicinò al tavolino e sorrise al Dottore, come se fosse la creatura più bella dell’intero pianeta, e per Amy era proprio così.

“Allora Rory, il Dottore ti ha spiegato com’è andata? Lui parla di un guasto ai motori dodici anni fa,io ci voglio credere, il Tardis è più grosso all’interno mi ha raccontato, viaggia nel tempo e nello spazio può andare dovunque lui voglia.”

“Amy aspetta… posso credere al fatto che lui sia reale, l’avrai visto quella notte e te ne sarai innamorata come fanno le bambine in cerca di affetto, ma che viaggi nel tempo e nello spazio mi sembra ridicolo”

“Ridicolo? Povero piccolo essere umano, il mio Tardis è in piazza se vuoi dopo ti faccio vedere di cosa parla la nostra amica Amy.”

Nostra? Hai la faccia tosta di reputare Amy tua amica? Non sai cos’ha passato in questi anni, non sai che è stata male ogni notte da quando te ne sei andato, pregava il tuo ritorno, non le interessava più di nessuno! Nessuno sapeva che cosa fare. Nel bel mezzo della notte correvo a casa sua per farla smettere di piangere,“ l’ho sognato Rory, eravamo felici, il mio Dottore..” mi diceva con lo sguardo perso nel nulla e con gli occhi rossi per via delle lacrime. Sono contento che tu sia tornata così la sua sofferenza finirà, ma non considerare lei tua amica, gli amici non abbandonano le persone a cui vogliono bene e non tornano come niente fosse. Dottore, se hai intenzione di lasciarla da sola ancora una volta sappi che ti cercherò ovunque tu sia, e te la farò pagare. Amy è speciale, rendila felice.”

Rory con gli occhi rossi dalla rabbia si alzò facendo quasi rovesciare la tazza di tè sul tavolo, si girò per andarsene quando il Dottore gli domandò: “ ti dispiace non aver fermato quelle lacrime vero? Non perché volessi bene ad Amelia e la volessi vedere felice come una volta…no… tu volevi che lei fosse felice per te, ma non lo è stata perché non eri tu l’uomo che lei voleva Rory, sei così…normale, troppo per lei. Se quella di prima era una minaccia allora farò attenzione a non farti arrabbiare. La vedi serena adesso? La piccola Pond.. Il suo viso non sembra essere quello di una bambina di dieci anni contenta e spensierata? Non sei stato capace di renderla felice in dodici anni, a me è bastato neanche un giorno.

“No Dottore, ti sono bastati dodici anni per farla aspettare, soffrendo.

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