Le Cronache di Italot

di LadyMerendina
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Un nuovo inizio. ***
Capitolo 2: *** Festa di Benvenuto: Nimil ci mette lo zampino.. T_T ***
Capitolo 3: *** Di mal di testa e riprese del Preside XD ***



Capitolo 1
*** Un nuovo inizio. ***


I Il suono della campanella annunciò l'inizio del nuovo anno: davanti alla Scuola c'era una grande folla di ragazze e ragazzi. Molti di loro gIà entravano dentro, raggiungendo la propria classe. Quelli del bighellonavano in giro. Quelli del I° anno invece restavano fuori, smarriti, senza sapere dove andare.

  “Scuola di Magia... siamo sicure di quello che stiamo facendo?”

Tra la marasma di studenti che vagavano dispersi si fecero spazio due ragazze, strette l’una all’altra, quasi per paura di perdersi, e senza sapere ciò che avrebbero dovuto fare, iniziarono a seguire la massa .

“Avanti, Silvia, ormai l’abbiamo fatto, ci siamo iscritte. Quindi smettila di lamentarti, okay?” ribatté quella che sembrava più grande, una ragazza alta e castana.

“È solo che... siamo così grandi!”

“Hai 19 anni, non 50.”

“18!”

  La castana, Giulia, sbuffò. Poi rise.

"19 anni tra meno di 20 gg, Linfaria. E su dai.. ce la possiamo fare. Siamo insieme giusto?"

"Beh.. sì.. per fortuna."

"Ei voi due! Ce l'avete fatta ad arrivare. Finalmente!", disse una voce familiare dietro di loro

"Temevamo vi foste perse! Coraggio. Ci siamo noi.", disse un'altra

  Due ragazze si avvicinarono a loro : una aveva lunghi capelli corvini, quasi ricci, e due occhi verde smeraldo; l'altra era castano-bionda, due occhi verdi più scuri. Erano Morgana e Morgause, sorelle, Streghe la prima al III° anno, l'altra al .

  Due amiche di Silvia e Giulia.

  “Maledizione, che fortuna!” esclamò Silvia, avvicinandosi svelta alle due amiche, come se avesse paura di perderle. “È tutto così diverso qui! Credo che mi perderò!”

Le due ragazze la fissarono interdette per qualche secondo, poi scoppiarono a ridere.

Morgana le passò un braccio sulle spalle e poi guidò sia lei che Giulia verso l’ingresso.

“Una settimana in questa scuola e cambierete completamente il vostro modo di essere e di vedere.”

“Lo spero.” disse Giulia. “Mi sono iscritta ad una Scuola di Magia solo perché ero stufa marcia dell’ambiente in cui vivevo prima.”

“Hai optato sul sicuro, direi.” la consolò Morgause, fermandosi davanti ad un enorme auditorium. “Le matricole appena iscritte dovranno assistere al discorso del Preside.”

Giulia prese Silvia a braccetto, e le sorrise.

“Perfetto! Coraggio..entriamo!”, poi le guardò, “Ah.. a proposito. Dite un po’.. I ragazzi? Come sono?”

Morgana sorrise.

“Beh, come saprai io non sono.. molto per i ragazzi, ma.. devo ammettere che non sono niente male. Dovresti chiedere a Morgause.”

“Giusto!! Come va con.. Lèon, giusto?”, le chiese Silvia

Morgause arrossì

“Sì.. va benone! I ragazzi qui sono.. Beh, ci sono quelli di Magia che sono molto simpatici . Quelli che studiano per Cavalieri sono più.. chiusi. Alle volte scontrosi.”

" “Ah! Mi hai ricordato Artù! Quello..spocchioso.. arrogante.. asino!" sbraitò Morghy

   Morgause sospirò e lanciò uno sguardo di scuse alle due novelline.

“Chi è Artù?” domandò curiosa Giulia.

“Non hai sentito?” la incalzò Silvia. “Uno spocchioso e arrogante asino, a quanto pare.”

“Oh, e anche il più bel ragazzo di tutto l’istituto, sicuramente.” Una voce maliziosa si accompagnò alle loro, seguita subito dopo da una bellissima ragazza che non poteva avere più di 18 anni: era alta, magra, dai capelli color rame e due occhi azzurri contornati da un impeccabile strato di matita. “Bé, ma sicuramente non avrebbe tempo per badare a  due ragazze scialbe in più nell’Istituto, quindi forse è meglio che non siate interessate, così non soffrirete.” Interruppe il suo fantastico discorso solo per ripassarsi il lucidalabbra, e poi riprese: “Io comunque sono Nimueh, piacere. E...” passò il suo sguardo disgustato verso Morgause. “Tuo non sei del primo anno, vero?”

“No, sono dell’ultimo, e conosco un ottimo incantesimo per tapparti la bocca.”

Nimueh non rispose, si limitò ad alzare la testa in modo arrogante, e allontanarsi sculettando .

“Oddio no.. dimmi che non è in classe con noi …”, sussurrò Giulia

“Perché?”

Silvia sospirò guardando Morgana.

“Perché se è davvero in classe con noi.. e non abbassa la cresta.. c’è il rischio che Giulia la strozzi!!”

Le due risero.

“Coraggio.”, disse Morgana aprendo la porta, “Entrate. Godetevi il discorso del Preside.”

Le due si presero a braccetto, salutarono le due amiche, ed entrarono: la Sala era quasi piena, ma per fortuna trovarono due posti perfetti, non troppo avanti né troppo dietro. E si guardarono intorno: c’erano un sacco di facce simpatiche, altre decisamente poco raccomandabili.

“Quanti indirizzi ci sono?”, chiese Silvia

“Beh, c’è quello di Magia.. il nostro dunque. Poi c’è quello per diventare Cavalieri . E quello di Medicina. Ei, ma.. quella è Ginevra! Gwen!”

Una ragazza dalla carnagione scura, capelli mori riccioli, si avvicinò con un sorriso.

Giuli ! Alla fine ti sei iscritta!”, sorrise a Silvia “Piacere, mi chiamo Ginevra. Gwen per gli amici. Sono al III° di Medicina.”

“Piacere mio! Giuli Mi ha parlato di te.”, sorrise Silvia stringendole la mano

Giulia assentì.

“Ha 20 anni. E’ avanti per la sua età.”

"  “Che fai qui? Non è un discorso per i 'nuovi arrivati'?"

Lei annuì

"Beh, principalmente oggi nn ho grandi lezioni a quest'ora.. preferisco ascoltare il Preside."

  “Che tipo è?” domandò Silvia, curiosa. “In funzione di Preside come minimo sarà il solito stambecco arrogante e insulso... sai, del tipo che io detesto!”

Gwen rise, divertita.

“Tutt’altro!” esclamò, facendola voltare verso un uomo sui sessant’anni che saliva sul palco e prendeva in mano il microfono. “È un professore davvero squisito! È divertente e soprattutto ti infonde la voglia di studiare. Insegna sia al corso di Medicina che a quello di Magia: se non vado errata sarà il vostro professore di Magia Medica.”

“Wow, è una materia davvero stupenda!” disse Giulia con enfasi. “Hai sentito, Silv? Sarà un corso meraviglioso! E di sicuro non sarebbe adatto ad una ragazza che ha meno di diciannove anni.”

“Diciotto!”

“Prego, tutti seduti!” il preside iniziò il suo discorso e nell’auditorium calò un improvviso silenzio. “Salve a tutti ragazzi!” esultò simpatico l’uomo. “Io sono Gaius, sarò il vostro Preside, oltre che l’insegnante di Erbe Mediche per i ragazzi del corso di Medicina e quello di Magia Medica per gli studenti di Magia. Purtroppo per voi del corso di Cavalieri, non me ne intendo moltissimo di armi!”

Ci fu una risatina soffocata e poi Gaius parlò degli anni e dei corsi che gli studenti avrebbero dovuto superare, spiegò come erano suddivise le materie, di quali avrebbero avuto nel biennio e quali nel triennio.

“L’anno scolastico è diviso in due quadrimestri e a giugno ciascuno di voi dovrà affrontare un esame che certifica che avete appreso appieno le nozioni che vi sono state impartite.”

Giulia e Silvia guardarono Gwen, e lei sorrise.

“Oh, non vi preoccupate. L’esame di fine I° anno è talmente facile che non sembra neanche un esame!”

“Questo lo dici tu. Mio padre dice che è molto difficile.”, disse la voce di Nimueh dietro di loro, “E che soltanto coloro che sanno.. come passarlo, ce la fanno.”

“Ah, intendi le sciaquette come te che  hanno in mente di farsi i prof?”, le rispose Giulia non voltandosi neanche

Silvia ridacchiò fra sé e sé, Gwen anche. Mentre Nimueh, indispettita, si alzò per sedersi più in là in un gruppo di ragazzette che si facevano belle.. come se servisse a qualche cosa!

“Bene! Ora che vi ho dato delucidazioni.. come Preside di questa scuola vi do un caldo benvenuto! Non abbiate timori a rivolgervi a me, o agli altri insegnanti, se mai aveste problemi o dubbi. E non scordiamoci  dei nostri carissimi studenti più grandi. Saranno a vostra disponibilità completa.”

La Sala scoppiò in applausi e grida di apprezzamento verso il Preside Gaius che sorrise a tutti, mentre lentamente la folla di studenti si diradava verso le aule di Magia, Medicina, o verso il campo di allenamento per le esercitazioni dei Cavalieri giornaliere.

“Bene.. io devo correre a lezione di Anatomia. Ci vediamo in giro, ragazze!”, le salutò Gwen, “Giulia. Se hai bisogno, se c’è qualcosa che volete sapere, hai il mio cell.”

Le due salutarono l’amica, e si guardarono intorno.

“Ebbene.. oramai siamo in ballo, eh Farfy?”, sospirò Silvia

Eddai,Linfaria! Pensa a quante cose abbiamo da imparare!”

Silvia annuì.

“Visto quanti ragazzi carini ci sono?”

Giulia alzò le spalle.

“Beh.. sì. Ma al momento non voglio pensare ai ragazzi . Ma allo studio. Andiamo.”

  Silvia annuì e la seguì su per le scale, incerta. Si guardava attorno un po’ a disagio, si sentiva troppo grande per frequentare il primo anno, poiché nei licei normali generalmente si iniziava a quattordici anni.

Giulia capì che l’amica non si sentiva a suo agio e così cercò di riparare la situazione.

“Senti.” le disse. “Hai visto quella grandissima sciacquetta? Ricordami come si chiama... qualcosa tipo Nimil...”

“Nimueh.”

“Quello che è, insomma . Deve avere circa la tua età, o comunque poco di meno: lei si sente già un reginetta qua e non le importa se non ha quattordici anni!”

“Ma che c’entra..” replicò Silvia. “Lei ha cinque anni, non fa testo. E poi hai visto Morgause, no? Lei ha ventidue anni ed è già al quinto anno!”

  Giulia si fermò e guardò in faccia l’amica, rimanendo in silenzio per qualche secondo.

“Primo, noi a quell’età saremo in quarta; secondo, questa non è una scuola ordinaria, chiaro? Ci può entrare chiunque: ho sentito Morgana dire che una sua amica al corso di medicina aveva in classe una di trent’anni.”

Silvia sospirò e poi proseguì, seguendo Giulia.

“Sono sempre del parere che iscriversi non sia stata una buona idea: lo hai sentito    quello    ? Avremo gli esami alla fine di    ogni anno    !”

“Non hai ancora esaurito le lamentele?”

“Senti chi parla! E poi, come fai a sapere che stiamo andando dalla parte giusta?”

Perchè sto seguendo Nimil.” rispose Giulia, soffocando il nome in un lamento di disgusto.

“Nimueh.”

“Quello che è!”

 

****

“Interessante la lezione sugli Incantesimi semplici, vero?”

Silvia annuì entusiasta.

Giuli .. sto proprio cambiando idea sai? Quest’idea di iscriverci è stata…veramente fantastica!!!”

Lei assentì.

“Finalmente! Stop alle lamentele!”

“Evviva! Siamo contente che ti piaccia stare qui, Silvia.”, disse Morgana arrivando con Morgause

“Allora?”, chiese loro quest’ultima, “Com’è andata la prima lezione  ? ”

Silvia sorrise.

“E’ stata.. semplicemente spettacolare!! Vero Giuls?”

“Magnifica!!”

Le due risero.

“Ne siamo contente! Oh, Gwen! Ciao!”

“Ciao Morgana!”

“Ei, Gwen!”

La ragazza si voltò sorridente.

“Merlino! Ciao!”

Silvia e Giulia si voltarono per vederlo arrivare: era un ragazzo sui 21 anni, occhi blu cielo, capelli corvini e mossi, figura esile. Un sorriso contagioso stampato sulla faccia. Sembrava gracilino, ma in realtà era un bel ragazzo.

“Allora? Com’è andata la lezione?”

“Bene, la tua?”, le chiese

“Benone. Come sempre. E.. come sta il tuo ‘Destino’?”

Merlino sbuffò.

“Parli dell’asino reale ? Ah, bene a quanto ne so! Poco fa era in campo che si vantava con le reclute.. come sempre!”

Gwen, Morghy e Morgause risero.

Poi Morgana guardò le altre due ragazze, e sorrise.

“Merlino. Ti presento Giulia e Silvia . Sono due nuove arrivate all’indirizzo Magia.”

Lui sorrise e strinse loro la mano.

“Piacere di conoscervi, ragazze.”

  “Oh, il piacere è tutto nostro!” rispose Giulia, mentre gli stringeva la mano. Lanciò un’occhiataccia all’amica quando accennò un semplice sorriso a viso basso: non era mai stata estroversa e questo le aveva negato la possibilità di uscire con qualunque ragazzo.

Appena Merlino si fu voltato verso le altre tre ragazze, Giulia le tirò una gomitata.

“Ahi!” sibilò Silvia, massaggiandosi il braccio. “Ma si può sapere che ti è preso?”

“Se continuerai di questo passo non conoscerai nemmeno un ragazzo.” bisbigliò Giulia, per non farsi sentire.

“Ne ho appena conosciuto uno.” replicò la ragazza, passandosi una mano tra i capelli lunghi e castani. “E comunque per quale motivo dovrei essere interessata a provarci con un ragazzo a cui ho detto solo ciao? Prima diventiamo amici, e poi scopro se mi piace.”

“Non gliel’hai nemmeno detto ciao” ribatté Giulia, risentita. “Comunque io devo riportare ad una ragazza il volume di    Basi di magia rudimentale    , me l’ha prestato la settimana scorsa, ma ora mi è arrivato.”

·         “Ti accompagno” disse Morgause e, voltandosi verso Silvia, Gwen e Morgana aggiunse: “Ci vediamo in mensa.”

Morgana fece una smorfia e issò in spalla la sua tracolla. “Magari” si lamentò. “Oggi tutti gli studenti del terzo corso si dovranno riunire durante la pausa pranzo in aula magna: sai, nel triennio cambiano i corsi e Gaius vuole illustrarci quelli nuovi.”

Così, abbacchiate, lei e Gwen si diressero verso l’auditorium, risentite per il loro pranzo annullato.

“Bé” disse Merlino, sorridendo. “Ci toccherà tenere dei posti a tavola!”

Silvia sorrise. E arrossì. Abbassò la testa per non farsi vedere rossa pomodoro, e poi prese un bel respiro. si disse fra sé e sé .

“Ei.. stai bene?”

Silvia annuì.

“Scusa, è che per me è il primo giorno e sono un po’ agitata... Allora, dov’è la mensa?”

“Certo, seguimi!” rise Merlino. “È da questa parte. Allora, come ti trovi qui?”

“Bé, in eff...”

“Anzi, è meglio che ti chieda prima che indirizzo frequenti.”

“Magia.” fu la semplice e risposta di Silvia. Era imbarazzatissima, non era mai rimasta sola con un ragazzo che aveva conosciuto pochi minuti prima.

“E come ti trovi? Bene immagino... Bé, chi sono i tuoi professori?”

“Gaius e...”

“Ovvio, Gaius! Tutti hanno Gaius. È un mito, non è vero?”

Merlino si voltò verso di lei e la guardò negli occhi, costringendola a distogliere lo sguardo, a disagio. E così, guardando per terra, inciampò nel gradino della mensa e rischiò di fare un bel capitombolo. Si appoggiò ad un tavolo e guardò un ragazzo biondo scansarla, scocciato, senza prestarle attenzione , per questo non era pronta a sentirsi afferrare delicatamente le spalle da Merlino che, con voce dolce, le chiese se era tutto a posto.

Silvia lo guardò negli occhi per la prima volta e si sentì pervadere da un brivido.

S-sì” disse, sedendosi ad un tavolo.

Merlino disse ancora qualcosa ma lei non trovò risposte da dare. Si sentì sollevata quando vide l’amica entrare nella sala, accompagnata da Gwen, che le stava spiegando che avendo partecipato alla presentazione quella mattina era riuscita a evitare quella delle terze .

“Scusala.. è di poche parole.”, disse Giulia correndo verso i tre, “Di solito non è così. Si vede che le fai effetto...”

Merlino la guardò quasi attonito.

“I..io? Oh, mi.. mi dispiace tanto io non.. non era mia intenzione metterti in imbarazzo!”

Silvia alzò la testa.

“No! No, non scusarti Merlino.. sto bene! Sono proprio scortese.. scusa! Andiamo , dai. Ho un certo languorino.”

Giulia e Gwen si misero a ridere e scherzare, coinvolgendo anche Silvia e pian piano anche Merlino. Morgause li raggiunse quando erano già seduti a tavola con i vassoi davanti agli occhi che si accingevano a pranzare.

Eilà! Che mi sono persa?”

“Per ora niente.”, rispose Gwen, “A parte Silvia.. penso si sia presa una bella cotta per Merlino!”, le bisbigliò sottovoce.

Lei sorrise.

“Sul serio? Beh, come caratteri starebbero proprio bene insieme.”

Merlino interruppe il loro discorso:

“Sentite, stasera facciamo la festa di benvenuto per le matricole. Venite, dai! Ci.. divertiamo, ecco.”

Giulia sorrise e guardò Silvia.

“Certo! Veniamo volentieri! Vero, Linfaria?”

“Sì.. certo, Farfy. Veniamo volentieri, Merlino.”, rispose lei sorridendo

Merlino sorrise a Giulia, e poi a Silvia. Le sorrise per ben due minuti interi, e per tutto il tempo del pranzo le lanciò delle timide occhiate. Cosa che alle altre tre amiche non sfuggì, e si fecero l’occhiolino per poi sorridere quando videro Silvia che stava lanciando le stesse timide occhiate a Merlino.

Finito il pranzo, tra risate e sguardi timidi, Merlino si alzò salutando le ragazze, e avviandosi con Gwen e Morgana alla prossima classe, mentre Morgause si avviò alla propria.

Giulia invece, finito il suo estathé alla pesca, addento un KinderBueno, e guardò l’amica sorridendo.

“Che c’è?”

“Ti piace, ammettilo. Te lo leggo negli occhi. A me non puoi mentire, cara mia. Ti conosco fin troppo bene!”

Silvia sorrise arrossendo.

“E’.. molto carino. E dolce.”

E Giulia la abbracciò.

“E allora stasera fatti valere!”, l’amica la guardò allarmata, “Ei, ei! Non in senso brutto! Intendevo dire, stasera parla un po’.. invece di startene zitta. E se hai bisogno..ci sono io.”

 “Lo so, Farfy. Tu ci sei sempre. Come io per te. Lo sai,vero?”

Giulia si limitò a darle un bacio sulla guancia come si fa da buone amiche.

Dopodiché riportarono i propri vassoi, oramai vuoti, e si avviarono seguendo la cartina di Morgause alla loro prossima lezione.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Salve!!!

Allora, per correttezza e  giustizia devo annunciare che  i primi 13 capitoli sono stati  scritti in collaborazione con  un'altra autrice, mikybiky . Per motivi che non starò ad  illustrare, però, la collaborazione é finita e  quindi, dal 14° capitolo sarò la  sola a scriverne.

Spero che  sia di vostro gradimento,e  che  vi fermerete a lasciare un commmentino: si accettano critiche, consigli  ,e quant'altro.

KinderBuena

<3

 

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Capitolo 2
*** Festa di Benvenuto: Nimil ci mette lo zampino.. T_T ***


Morgana aveva la fortuna di essere una bellissima ragazza senza doversi riempire il volto di cosmetici: era quello che attirava i ragazzi, il fatto che fosse bellissima anche acqua e sapone. Però era una giovane dedita agli studi e preferiva non innamorarsi così giovane, con il rischio di mandare a monte la carriera da strega. Prima lo studio, e il Diploma, poi l’amore.

Nonostante tutto quella sera si era truccata, si era acconciata i capelli e si era messa un abito davvero sontuoso: sembrava un angelo.

 

“L’ho fatto per un’occasione, Giulia.” disse all’amica, che paragonava quel suo atteggiamento a ‘Nimil’, la ragazza tutto fondotinta e niente cervello, “Lo sai che non ho niente a che vedere con quella sciacquetta. In ogni caso, ha il diritto di scegliere lei: porpora o verde smeraldo?”

 

Silvia se ne stava seduta sul letto a gambe incrociate, con i capelli ancora sciolti e disordinati e accappatoio al posto del vestito. Il battibecco di quella sera era dovuto a ‘come avrebbe dovuto vestirsi per incontrare Merlino’.

 

“A me basta essere preparata entro venti minuti, Morgana, sul serio. Non ha importanza.”

 

“Oh, avanti!” sbottò Giulia. “Mettile un vestito, legale i capelli e falla uscire: che differenza farà?”

 

Morgana la squadrò, stizzita: “Deve fare colpo su un ragazzo!”

 

Silvia, scocciata, si alzò dal letto e afferrò il vestito color porpora, aggiungendo: “È più largo e più lungo, risalterà meno le  mie  ciccette.”

 

Giulia incrociò le braccia e si preparò a sfidare l’amica, ma Morgana, dal canto suo, era irremovibile. “Se a Merlino piace sul serio, non ha bisogno di essere una bambola, perché gli piacerà lo stesso.”

 

Morgana sospirò. “Sì.. hai ragione, Giuli. Scusami, Silvia. A Merlino piacerai sicuramente così come sei. Se vuoi metti pure i jeans, o i pantaloni.”

 

Giulia, dal canto suo, si preoccupava poco: si era messa un paio di jeans, un top rosso legato dietro al collo con scollo a V, e ballerine. Non si preoccupava di fare colpo su nessuno. Quando si trattava di aiutare le sue amiche coi ragazzi, si faceva in quattro… ma quando era lei a dover fare colpo su un ragazzo, allora si chiudeva a riccio. Diventando super-timida.

 

Morgana le sorrise. “Sai che stasera stai benissimo?”

 

Lei chinò la testa sorridendo. “Ti ringrazio...”

 

“Qualcosa non va, Farfy?”, le chiese Silvia .

 

Lei sospirò. “No. No, sto bene. E’ che alle volte, io.. vorrei tanto trovare qualcuno da.. amare. E che mi amasse per ciò che sono. Così come sono...”

 

“Ei, lo troverai!”, le disse Gwen abbracciandola, “Vedrai! Proprio tu che non trovi qualcuno che ti ami! È così semplice affezionarsi a te e volerti bene!”

 

Silvia si cambiò, mettendosi una maglietta semplice e un paio di pantaloni da ginnastica.

 

“Ecco. Ora sei perfetta!”, le disse Giulia.

 

“Sì, tanto non è una vera festa.”, disse Gwen, “E’.. più un grande caos! Si fa festa nelle stanze, a porte aperte, e anche per i corridoi.”

 

Giulia spalancò gli occhi, stupita. “Che cosa?” chiese. “E i professori vi  lasciano?”

 

Morgana ridacchiò, sistemandosi meglio una forcina nei capelli. “Ti ricordo che il Preside è Gaius, se potesse ci lascerebbe distruggere l’intero palazzo!”

 

“Non dire sciocchezze” ribatté Gwen. “È solo molto accondiscendente. A proposito, dov’è Morgause?”

 

“Ci raggiungerà alla festa direttamente con Lèon” rispose sua sorella, dandosi un’ultima sistemata al vestitino blu mare con le pieghe che le arrivava al ginocchio. “Gwen passami quel copri spalle bianco. Oh, grazie.”

 

 “Come mai i dormitori sono ancora vuoti?” chiese Silvia, aprendo la porta e dando un’occhiata ai corridoi. “Io non vedo ancora nessuno.”

 

“Perché dobbiamo andare nell’ala maschile.” le spiegò Morgana, “Noi ragazze non abbiamo bisogno di andare a frugare nei cassetti alla ricerca di boxer... capisci?”

 

Silvia e Gwen scoppiarono a ridere, divertite dall’idea che i ragazzi potessero rubare biancheria intima dai cassetti delle studentesse, ma Giulia storse il naso, come colpita da un pensiero nauseante.

 

“Ci sarà anche quella sciacquetta di Nimil? Non ho voglia di fare a botte stasera.”

 

Morgana guardò stupita verso Silvia, in cerca di spiegazioni. “Chi è Nimil?” domandò.

 

“Sta parlando di Nimueh” rispose la ragazza, stringendosi nelle spalle.

 

Ma Morgana ridusse gli occhi a due fessure. “Dovete stare attente” le avvertì, “Morgause oggi le ha risposto in quel modo perché sa di poterlo fare. Nimueh è una Strega molto potente, e non ci metterebbe molto a mettervi al vostro posto.”

 

“Non mi spaventa affatto!” affermò Giulia, agguerrita. “È al primo anno e ha le nostre stesse basi!”

 

Morgana scosse la testa.

“Niente è quello che sembra. Ricordalo sempre.”, disse per poi sorridere “Ebbene.. siamo pronte, direi! Ragazze, andiamo!”

 

Le quattro uscirono dalla stanza di Silvia e Giulia, per dirigersi nell’ala maschile, dove trovarono davanti agli occhi ciò che le ragazze aveva loro descritto poco prima: le stanze era tutte a porta aperta, e i corridoi erano pieni zeppi di ragazzi e ragazze che ridevano e si rincorrevano. Silvia e Giulia seguirono le due amiche mentre si guardavano intorno estasiate, ridendo.

 

“Cioè … wow!!!”, esclamarono le due in coro.

 

“Ei! Buonasera a voi!”, disse Morgause, “Ragazze. Vi presento Lèon. Il mio ragazzo”

 

Lèon era un ragazzo castano, fisico atletico per via degli allenamenti, un bel sorriso, capelli brizzolati castani, e due occhi scuri.

 

“Piacere di conoscerti!”,disse Giulia .

 

“Sei fortunato, Morgause è una ragazza meravigliosa.”, disse Silvia.

 

“E io sono fortunato che voi abbiate accettato il mio invito, Milady.” Merlino, arrivato davanti a loro, si chinò per baciare la mano a Silvia, “Vi do il Benvenuto alla Scuola. Giulia.”

 

“Buonasera a te, Merlino.”, sorrise lei.

 

In pochi minuti, Morgause si allontanò col suo ragazzo, Morgana si buttò tra la folla salutando ragazzi e ragazze che per Silvia e Giulia erano semplici sconosciuti, mentre Gwen andò alla ricerca del suo fidanzato, Lancillotto. Silvia e Merlino si guardavano sorridendo timidamente.

 

“Bene, ehm.. Io vado a fare un giro. A dopo!”

 

“Eh? Do..dove vai?”, le chiese Silvia “Non.. non vorrai lasciarmi qui.. da sola?”

 

“Non sei sola! C’è Merlino.”, le rispose lei facendole un occhiolino.

Poi si allontanò.

 

Silvia rimase immobile per qualche secondo, non avendo idea di cosa fare, poi si volse verso il ragazzo e ripensò al loro incontro quel giorno a pranzo: se si fosse comportato allo stesso modo allora non avrebbe avuto problemi, perché non avrebbe rischiato di spiccicare nemmeno una parola. Il problema fu che il ragazzo non si comportò affatto come quel giorno a pranzo, ma al contrario fu molto incerto e dubbioso.

 

“A..allora, come ti è sembrato il primo giorno di scuola?” le chiese, bevendo un sorso di aranciata dal bicchiere.

 

“Bé, pesante per i miei canoni.” rispose la ragazza stringendosi nelle spalle. “Più che altro, io ho sempre frequentato un liceo normale, dove non c’erano né la mensa né ore di lezione il pomeriggio. E non c’erano i dormitori, ecco.”

 

Merlino sgranò gli occhi e li puntò su di lei.

“Come fa ad essere normale un liceo che non ha ore di lezione il pomeriggio ,né i dormitori?” domandò, sconvolto.

 

Silvia scoppiò a ridere e si appoggiò alla ringhiera.

“Quello di normale in effetti è... un concetto piuttosto relativo.”,si voltò e sorrise a Merlino. “Hai sentito la ‘vocazione’ di mago fin da bambino?”

 

Per un momento Merlino le si avvicinò con il voltò e lei si bloccò , improvvisamente a disagio.

 

“La mia non è stata una vocazione. Io sono sempre stato un Mago”, rispose. Ed ecco che la sua titubanza tornò a galla: si allontanò da lei , ma a malincuore, come avesse voluto avvicinarsi ancora di più.

 

Silvia non capiva: sembrava davvero frettoloso, ma allo stesso tempo indispettito, come se avesse voluto arrivare al sodo ma qualcosa glielo impediva.

     Si disse <   Avrei dovuto dare ascolto a Morgana e vestirmi con quell’abito color porpora... ora ho rovinato tutto!>  Poi ripensò alle parole di Giulia ,e si disse che invece andava benissimo così.

 

Poi il ragazzo cominciò a parlare a raffica, facendo discorsi quasi senza senso, come se avesse bisogno di un pretesto per tenere gli occhi lontani da lei, ma ecco che si bloccava e le si avvicinava paurosamente al viso, per vacillare qualche secondo e poi tornare a parlare a vanvera.

Silvia non capiva quale fosse il problema: aveva il timore di non piacergli abbastanza, ma allo stesso tempo temeva che lui l’avrebbe infine baciata, rovinando tutto quanto. Era troppo ansioso, avrebbe dovuto aspettare ancora del tempo, dato che si erano conosciuti solo quella mattina.

All’ennesimo discorso insensato Silvia lo bloccò con un sorriso, dicendo: “Io vado a prendere qualcosa da bere.”

E poi si allontanò alla disperata ricerca di un’amica

 

*****************

Giulia era oramai lontana dalla festa, gironzolava in giro per tutta l’ala maschile, trovando qua e là gruppetti di ragazzi che giocavano tra di loro, scherzavano, ridevano, e negli angoli più nascosti persino delle coppiette che si sbaciucchiavano o facevano di peggio. La ragazza scese al piano di sotto, dove trovò molte altre persone. Ferma sulle scale, osservava con un sorriso quei ragazzi che si divertivano tanto. Poi scorse una macchinetta di caffè e merendine, e scese facendosi strada tra la folla di gente che schiamazzava.

 

Davanti alla macchinetta c’era un ragazzo, di spalle, intento a scegliersi una merendina. Mentre aspettava,appoggiata alla parete opposta, lo osservò da dietro: biondo, bel fisico.. tuta da ginnastica..  <Scuola per Cavalieri. Di sicuro.>, pensò.

 

Quando il ragazzo si allontanò, lei si avvicinò tirando fuori una monetina da 20ct, e guardò cosa c’era: Kinder Cereali, Kinder Paradiso, Kinder Pinguì..

 

“Eh no!”, sbuffò lei sottovoce, “Non ci bastava la serata da schifo.. adesso ci si mettono pure le macchinette! Addio Kinder Bueno....”

 

“Kinder Bueno dipendente?”, disse una voce vicina a lei.

 

Così Si voltò.. . e fu come se il tempo si fermasse: Davanti a lei c’era il ragazzo di prima, ma ora la stava fissando negli occhi e non le dava le spalle. E sì, era biondo, fisico atletico,e due occhi blu mare che l’avevano incantata dal primo istante. Che l’avevano catturata nella loro profondità. E un sorriso... a dir poco strepitoso! Sentì chiaramente il viso tingersi del suo ormai abitudinario(fin troppo!!) rossore.

 

“S..sì! Beh,sai.. una volta che sei Kinder Bueno dipendente è.. dura smettere.”, disse a capo chino sorridendo.

 

Lui le sorrise.

 

“Ecco. Prendi. Tanto ce ne sono due. Facciamo a metà.”, disse porgendole uno dei due Kinder Bueno della bustina.

 

Lei lo prese sorridendo, sempre rossa pomodoro, mentre lui sfilò la sua parte e gettò via la carta vuota, ma rimase a guardare Giulia, ferma con il Kinderbueno stretto a mezz’aria: lo osservò per qualche secondo, prima di scoppiare a ridere.

 

Lui rimase un po’ attonito a guardarla, temendo di avere commesso qualche sbaglio ….

 

“Sembra di stare in una pubblicità di Kindebueno,non trovi?”

 

A quelle parole anche lui scoppiò a ridere, e per un  momento a Giulia sembrò di scorgere un guizzo nei suoi occhi, quasi beffardo, ma sicuramente si era sbagliata.

 

“Bé, grazie” disse riconoscente, “Ti devo un Kinderbueno. Vado.. a raggiungere i miei amici, o per lo meno l’unica che non è con un ragazzo.”

 

E detto questo fece per allontanarsi, ma il giovane la bloccò dicendo:

 

“Non mi chiedi nemmeno come mi chiamo?”: il suo tono non era risentito, bensì quasi grato. “In questo caso mi presenterò io. Mi chiamo Artù, frequento l’ultimo anno Cavalieri nell’ala qui accanto.”

 

“Io sono Giulia. Ho iniziato ieri la scuola di Magia” rispose, dubbiosa.

 

Artù notò il suo sguardo perplesso e le chiese cosa ci fosse che non andava.

 

*“Nulla” mentì lei.    “Eppure sono già sicura di averlo sentito questo nome... non è un professore né il ragazzo di qualche mia amica...”

 

Giu- oh, sei occupata.”, Silvia spuntò da un gruppetto di ragazzi, che la guardarono indispettiti, “Andrò a cercare Morgana.” le strizzò l’occhio e fece retromarcia.

 

Ma Giulia si preoccupò d’altro: perché non era con Merlino?

 

“Bé”, disse ad Artù con un sorriso,“ Ora che conosco il tuo corso, ti troverò facilmente per restituirti lo snack. È stato un piacere conoscerti!”

 

“N..no aspetta.”. “coraggio Artù, dì qualche cosa di carino!”

 

Lei si voltò sorridendo.

“Sì?”

 

“Beh, mi chiedevo se … ti andavano due chiacchiere. Ma se hai da fare sei liberissima di andare. Troverò... qualcos’altro da fare.”

 

Giulia sorrise.  “E’ così dolce..!!!” “O..ok. Ehm.. puoi darmi cinque minuti, per favore?”

 

“D’accordo.”

 

Giulia lo ringraziò con un cenno della testa, e rincorse Silvia, prendendola per mano e portandola in disparte.

“Perché non sei con Merlino??”

 

Lei sospirò.

“Io ero con Merlino! Ma stasera è strano, Farfy. Molto strano.”

 

“In che senso?”

 

“Beh... Non parlava più a raffica, come stamani. E mi guardava in modo.. bizzarro. Come se volesse baciarmi... ma poi è come se qualche cosa lo bloccasse.”

 

Lei guardò l’amica aggrottando la fronte.

“Beh, sì.. decisamente molto strano! Ascolta. Non cercare Morghy, tanto non la troveresti. Va’ da Gwen. Lei conosce meglio Merlino, magari sa dirti qual- Oh, Gwen! Giusto te!”

 

La ragazza si avvicinò sorridendo.

“Vi stavo cercando,ragazze. Siete scomparse! Silvia. Merlino è preoccupato, non sei più tornata.”

 

“Ecco, vedi...”

 

“Ragazze, io.. vado. Ho un... Una cosa da fare. Ci vediamo fra poco,ok? Gwen. Il tuo amico è decisamente molto, ma molto strano.”, disse per poi correre via.

 

“Ma..che ha?”, chiese Gwen guardando Silvia perplessa.

 

“Ha conosciuto un ragazzo. Si chiama...”, pensò per qualche secondo fissando il muro, ma niente.. “No, ora proprio non mi viene. Appena lo ricordo te lo dico.”

 

Lei annuì.

“Che problemi ci sono con Merlino?”

 

Mentre Silvia raccontava a Gwen ciò che era successo, Giulia tornò alla macchinetta dove quel ragazzo, Artù, la stava aspettando. Le mani in tasca, e l’aria quasi annoiata.

 

“Scusa! Ti ho..fatto aspettare, e non è gentile.”

 

Lui alzò le spalle,e sorrise. “Non importa. Ci sediamo qui fuori?”

 

Giulia annuì e, a capo chino e il cuore a mille, lo seguì fuori: un vento leggero e caldo li avvolse mentre si sedevano sui gradini dell’ala maschile.

 

“Una Strega, eh? Non ne hai l’aria.”

 

Lei si voltò verso di lui con un sorriso.

“Beh,lo dicono tutti in effetti! Mi dicono sempre che sono troppo.. dolce, per fare la Strega. Ma è.. una mia passione. Il mio sogno. E il mio Dono. È ciò che sono. Così come tu sei un Cavaliere. Che detto tra noi,beh, ne hai..proprio l’aspetto.”, disse arrossendo. Portandosi una ciocca di capelli dietro l’orecchio.

Con la coda dell’occhio lo vide sorridere.

 

“Ti ringrazio. Lo prenderò come un complimento.”

 

Il rossore aumentò, e si voltò di scatto verso di lui.

“Ah..ma lo era! Scusa.. sul serio! Non sono..brava con” : decise di cambiare discorso, “Beh, è..  Allora,è.. dura la tua scuola?”

 

“Non particolarmente.”, rispose alzando le spalle, “Per alcuni, però, vedo che è molto difficile andare al passo. Io cerco di aiutarli, ma.. non tutti ce la fanno.”

 

“Dei.. è proprio un bel ragazzo!” pensò lei mentre  le sorrideva.

 

“E dimmi, Giulia, sei venuta da sola?”

 

“Oh, no.”, rispose lei, “Sono qui con Silvia, la mia migliore amica. È in classe con me. Benché già conoscessimo due ragazze che studiano qui. Sempre al corso di Magia.”

 

Lui la guardò incuriosito.

“Come si chiamano? Magari le conosco anch’io.”

 

“Sono due sorelle, una è al III° di Magia, si chiama Morgana. La più grande invece, Morgause, è al . Anche lei di Magia ovviamente. Le..le conosci?”

 

Nel nominare Morgana, le era tornato in mente della conversazione della mattina stessa, quando aveva nominato quel ragazzo che non sopportava.. “Com’è che si chiamava? Uff,non me lo ricordo!”

 

“Hai l’aria assorta” commentò Artù. “Sei sicura di stare bene? Magari sono.. io a metterti a disagio.”

 

“No!”, esclamò fulminea Giulia, “No! No, affatto! È solo che...”, decise di mentire: “È solo che sono molto preoccupata per la mia amica di prima, Silvia.”  Ora Giulia non prestava più attenzione a quel che diceva, le parole le uscivano di bocca e basta, lei non si occupava che fossero sensate o meno: era persa nei meandri della sua mente a pensare quanto fosse carino quel ragazzo.

“Lei ha un amico molto carino.” disse, senza pensarci. E le venne in mente Merlino, mentre pensava a quanto fosse carino Artù e al nome di quel maledetto ragazzo. “Sì. Merlino... A lei piace. È un ragazzo molto carino, ma non ricordo il suo nome.”

 

Artù si rese conto che la ragazza non era molto presente: era come se presentasse i sintomi di una sbornia, eppure era sicuro che fino a pochi minuti prima fosse assolutamente sobria.

 

“E come mai sei preoccupata per lei?” domandò. “È successo qualcosa?”

 

Giulia sentiva come se un velo di confusione e stanchezza le stesse calando addosso, addormentandola pian piano. Volse lo sguardo davanti e sé e notò che una ragazza molto bella, bruna e con i capelli mossi raccolti in uno chignon la stava osservando, con gli occhi concentratissimi su di lei. Si alzò di scatto.

 

Nimil!” urlò.

 

Artù parve sorpreso.

“Le ha fatto le corna?” le chiese, curioso.

 

“Come?”

 

Giulia si riprese all’istante. Un po’ di gente si era voltata a guardarla, ma lei li ignorò, seccata, e cercò con lo sguardo Nimueh, che però si era già allontanata. Rivolse un sorriso tirato anche ad Artù e gli disse che doveva andare, per via di un fatto urgente.

 

Lui non fece in tempo a fermarla perché  lei si diresse a passo svelto all’interno dell’istituto, in cerca delle sue amiche.

 

“Gwen, Silvia! Dobbiamo parlare. Ora. Si tratta di una cosa importante. Aiutatemi a cercare Morgana e Morgause.”

 

Prese per mano le due prima che potessero fiatare o replicare, trascinandole per tutta l’area maschile alla ricerca di Morgana e Morgause. Trovarono Morgana che flirtava con un ragazzo appena conosciuto,nemmeno il tempo di opporsi che Giulia trascinò via anche lei. Trovarono Morgause che parlava con Lèon. E portarono via anche lei.

 

“Ma insomma, Giulia!!! Vuoi dirci che cosa succede!?”,le chiese Gwen esasperata.

 

“Seguitemi!”,si chiusero in una stanza vuota, “Ragazze. Nimil mi ha fatto un incantesimo per mandarmi in confusione!”

 

Silvia stavolta non la corresse, un po’ per lo sconcerto, un po’ perché sapeva che sarebbe stato pressoché inutile: Giulia oramai non la sopportava quella sciacquetta. E faceva bene!

 

“CHE COSA HA FATTO???!!!”, esclamò Morgause allibita, “Quella.. Streghetta da due soldi!! Non ci posso credere!! Non preoccuparti. Ci penso io.”

 

Lei scosse la testa.

“No. Se adesso tu mi aiuti, penserà di aver vinto. Penserà.. che io sono una debole, che ho paura di affrontarla.”, guardò Silvia, “Temo che abbia  colpito anche Merlino.”

 

“Ecco perché era così strano stasera!”, esclamò lei, “Non è giusto! Nimueh ce l’ha con noi, non con Merlino! Non è affatto giusto che debba rimetterci pure lui!”

 

“Come te ne sei accorta?”, le chiese Gwen preoccupata.

 

“Beh.. ero lì ,che parlavo ,e a un tratto mi sono sentita.. strana. Stanca. Le parole mi uscivano e basta. Diamine! Artù penserà sicuramente che sono una stupida...”

 

“Se eri sotto incantesimo magari se n’è accorto.” suggerì Silvia, speranzosa.

 

“Ne dubito” ribatté l’amica, “Tu ti eri accorta che Merlino era stato incantato?”

 

“No, in effetti”. Silvia sospirò, “Ma per quale motivo l’ha fatto?”

 

“Vi ho avvertite”, le ammonì Morgana. “È una Strega potente e pericolosa. Deve avere visto qualche minaccia, in voi. È la figlia del Primo Ministro, un avido e perfido omuncolo al servizio di quell’altrettanto cupido.. vorace e infido governatore che ci ritroviamo.”

 

“Uther!” esclamò con disprezzo Silvia, “Non ci posso credere, Nimueh è figlia del Primo Ministro... Non ho mai conosciuto qualcuno più viscido!”

 

“Stasera sì” la corresse Morgause, “A quanto pare sua figlia è peggio di lui. Dobbiamo stare attente. Abbiamo visto che cosa ha combinato a Giulia e Merlino, ma ancora non sappiamo fino a che punto può spingersi, quindi che nessuno la provochi!”

 

Tutti gli sguardi si puntarono inevitabilmente su Giulia, la quale ricambiò con un’occhiata da angelo sotto alla sui aureola si celano le corna.

 

*“Nessuno, all’infuori di noi, deve sapere di questa storia” le avvisò Morgause, “Quindi, Silvia, non cercare  di rassicurare Merlino dicendogli che il suo comportamento era dovuto ad un incantesimo, chiaro?”

 

La ragazza annuì, poi si volse verso Giulia e bisbigliò: “Io lo sapevo, iscrivermi a questa scuola è stato un grosso errore!”

 

L’amica le tirò un buffetto, poi guardò le altre tre.

“E ora cosa facciamo?”

 

“Per prima cosa” rispose Morgana, “andiamocene da questa festa.”

 

Nei dormitori ora c’era silenzio: la festa era finita tardi, verso le due di notte, ma ciò nonostante le cinque amiche se n’erano andate molto prima e ora erano distese nei rispettivi letti, senza riuscire tuttavia a prendere sonno.

 

“Me l’ero immaginata diversa, come festa di benvenuto alle matricole.” borbottò Giulia, fissando l’amica.

 

“Avrei dovuto usare l’abito color porpora di Morgana.” replicò Silvia, imbronciata.

 

Giulia rise e poi si mise in posizione supina, fissando il soffitto: casa le mancava.

 

“Ti piace molto, vero?”

 

“Chi, Merlino?” Silvia sbottò, e si girò dall’altra parte, “No. L’ho conosciuto solo stamattina, dopotutto. Però ci tenevo ad uscire con lui, perché a pranzo mi è parso molto simpatico e premuroso... Senza contare che sa sicuramente come rompere il  ghiaccio! Ma forse mi sono sbagliata, visto il modo in cui si è comportato alla festa.”

 

“È stata colpa di Nimueh!” contestò Giulia, severa.

 

*“Se mi avesse baciata avrebbe rovinato tutto.”

 

“Ma non l’ha fatto. Credo che tu gli piaccia.”

 

Silvia sospirò, poi tornò a guardare l’amica.

“E tu? Non mi hai ancora parlato del tuo amico: che tipo è?”

 

Giulia arrossì.

“Bé... mi piace molto. Come carattere, intendo. Credo che non ci metterò molto ad invaghirmi di lui.”

 

“Tu sei    già     invaghita.”

 

“Sì, come no, il colpo di fulmine c’è stato quando mi ha offerto metà Kinderbueno ,e l’innamoramento è avvenuto quando mi ha preso per ubriaca.”

Calò un attimo di silenzio, prima che dicesse: “Come serata è stata un fallimento.”

 

Silvia si mosse scomoda tra le coperte.

 “Lo sapevo che non mi sarei dovuta iscrivere .”

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Sono tornataa!!!! =D mi scuso!!!! Immensamente!!

Non è un periodo facile… =’((

Comunque: ebbene. La Festa non è stata esattamente come le due se l’aspettavano: una con un ragazzo incantato (che poi… sarà vero..? ;P ) , e l’altra con il ragazzo che sta antipatico alla sua amica! E in mezzo chi c’è?? Nimil!!! Quella sottospecie di…. AHIA!!!! (scusate,la ragazza in questione mi mena… T_T ) sciacquetta del cavolo!!!! Speriamo bene!!!

XD scusate ma non riesco a scrivere commenti decenti, il caldo fonde il cervello! xP

 

Recensite recensite!!! ^^

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Capitolo 3
*** Di mal di testa e riprese del Preside XD ***


Giulia si svegliò all’alba, con un mal di testa orrendo. “Ahia.. che male!”

 

“Già sveglia?”

 

Si voltò, sorridendo verso l’amica che entrava in bagno per lavarsi i denti. “Sei sveglia anche tu, o sbaglio? Comunque non sono riuscita a dormire, ho un mal di testa tremendo! E credo mi comprerò una vanga prima di entrare in classe.”

 

Silvia che si stava vestendo la guardò stranita. “Una vanga? che diamine ci vuoi fare con una vanga??”

 

“Perché dopo la figura di... cacca che ho fatto ieri sera, se dovessi incrociare Artù mi seppellisco!”, rispose lei.

 

Le due risero mentre finivano di vestirsi con tutta calma, considerato che prima delle 8:00 nessun altro si sarebbe svegliato, e le due avevano fissato con le ragazze alle 8:15; e alle 8:15 in punto le cinque si ritrovarono a far colazione a mensa, servendosi al self-service.

 

Giulia sbuffò. "Mi ha vista con un ragazzo carino e ha pensato di sabotarmi! Ma dico io: con tutti i ragazzi carini che ci sono in giro... perchè proprio quello con cui parlavo io??"

 

"Come hai detto che si chiama?", le chiese curiosa Gwen.

 

"Ma ve l'ho già detto! Si chiama Artù.", rispose lei.

 

“ Figlio di puttana!”

 

Improvvisamente tutti gli sguardi caddero su Morgana: quattro volti ammutoliti e otto occhi sgranati, che la fissavano come in cerca di una risposta, senza però riuscire a trovarla.

 

“Oh... state guardando me?” domandò lei, con aria innocente.

 

“Lo conosci, Morgana?” indagò Giulia, curiosa.

 

“Figurati!” esclamò lei, inorridita. “A chi farebbe piacere conoscere uno spocchioso ed arrogante asino quale è lui?”

 

Giulia e Silvia rimasero senza parole e si scambiarono un’occhiata interrogativa.

 

“Ignoratela.”, bisbigliò Morgause con l’aria di chi la sa lunga.

 

“Bé”, intervenne Gwen per ridare colorito alla situazione, “Come vi siete conosciuti?”

 

“Mi ha offerto un kinderbueno” rispose Giulia, stringendosi nelle spalle.

 

Morgana rovesciò il cappuccino.

 

Silvia e Giulia le rivolsero uno sguardo a metà tra l’interrogativo e il severo.

 

“Che c’è?” sbottò lei, sulla difensiva. “Ho urtato la tazza con il braccio.” allungò la mano e se ne versò un altro goccio “Un Kinderbueno.” disse scettica “Bé, ottimo inizio. E come ti è parso?”

 

Gli occhi di Giulia si illuminarono. “Non ho mai conosciuto un ragazzo più gentile e premuroso di lui.”

 

Questa volta Morgana sputò la bevanda, colpendo il braccio di Silvia che urlò: “Maledizione!”.

 

Tutte le amiche sgranarono gli occhi e li puntarono su di lei.

 

“Scottava.”

 

Gwen e Morgause scoppiarono a ridere e guardarono le due amiche attonite davanti all’atteggiamento di Morghy .

 

“Scusatela, proprio non ce la fa! Lei e Artù sono cane e gatto.”, disse Gwen ridendo, “Dal primo anno non fanno che darsi contro. In realtà sono amici.”

 

Morgana scoppiò a ridere molto più di loro. “IO? Amica di quell’asino prepotente?? Ma quando mai!”

 

“Ei!! Ti sbagli su di lui! E’ un ragazzo dolcissimo e... premuroso. Ed è così tenero vestito con la tuta!”, disse Giulia sospirando.

 

Silvia, Gwen e Morgause scoppiarono a ridere. “Oddio!”, disse Silvia, “Te l’avevo detto io che eri già cotta!”

 

“Se prosegui di questo passo, finisce che te ne innamori!”, esclamò Morgause.

 

Morgana smise di ridere.  “Ci mancherebbe altro!!”, e afferrò le mani di Giulia tra le proprie “Giulia. Ti voglio bene, sai che te ne voglio tanto. Credimi. Ti meriti di meglio di uno come Artù Pendragon!”

 

Stavolta fu Silvia a sputare il caffè. “Pendragon?? è imparentato con il Governatore per caso??”

 

Gwen rise, e guardò Giulia. “Giuli. Non è un caso che Nimueh lo abbia adocchiato. Perché non stavi parlando con un ragazzo qualsiasi, mia cara! È il ragazzo che tutte aspirano ad avere. L’Erede al Trono.”

 

Il silenzio calò tra le cinque ragazze, un silenzio che nessuno ebbe il coraggio di rompere, chi per paura di offendere l’altra, chi perché troppo impegnata a ridacchiare.

 

Silvia guardò Giulia. “Beh... certo come inizio non c’è male! E menomale che ti volevi dare allo studio e niente ragazzi! Poi vai alla festa di benvenuto, e il primo ragazzo con cui parli... è niente di meno che il prossimo Governatore!!”

 

pensò tra sé.  Poi si alzò. “O..ok ragazze, ora andiamo a lezione però. Non è successo niente. Con Nimueh ce la caveremo, e... Beh tanto con Artù non credo ci riparlerò presto dopo la figura di ieri!” disse Guardando Silvia abbastanza preoccupata e imbarazzata.

 

Una  dopo l’altra anche le altre si alzarono: Morgause si avviò alla sua classe di Volo; Morgana e Gwen si avviarono alle loro classi, Morgana sospirando e lanciando uno sguardo allarmato verso Giulia,e Gwen sorridendo.

 

“Giuly, ti spiace avviarti da sola?”,fece Silvia “ Devo cambiarmi la maglietta. Guarda qui che macello! Morghy mi ha inzuppato tutta con le sue stupide ripicche!”

 

Lei sorrise. “Va pure. Io ti aspetto in classe.”

 

 Silvia allora raccolse i suoi libri - maledizione al giorno in cui aveva scelto di non prendere una cartella! - e si avviò verso i dormitori. Salì le scale di tutta fretta, timorosa di arrivare in ritardo al suo secondo giorno di lezione, e girò l’angolo così velocemente che per poco non andò a sbattere contro un professore.

 

“Oddio!” esclamò. “Mi scusi! Andavo di fretta e non l’ho vista!”

 

L’uomo la fissò accigliato borbottando qualcosa del tipo: “Dovrebbero imporre i limiti di velocità anche nei corridoi!”, e poi fece un cenno al gruppetto sparuto di ragazzi che era con lui.

 

“Proseguiamo” disse “Fate domande se ne avete bisogno, ma ricordate: questo è il quinto anno e non ci sarà nemmeno un’ora di teoria, dovrete semplicemente mettere in pratica quello che avete appreso nei precedenti cinque anni.”

 

Nel sentire quelle parole Silvia si voltò e osservò i dieci, massimo dodici ragazzi che seguivano il professore: e quella sarebbe stata una quinta?

 

“Spaventata dal numero ridotto?”

 

La ragazza sussultò quando udì quella voce familiare svelare i suoi pensieri.

 

“Merlino” sussurrò appena. “Cioè, volevo dire: Merlino! Che cosa ci fai ancora qui, non vedi che i tuoi compagni si sono avviati?”

 

Il ragazzo scoppiò a ridere e le strizzò l’occhio, facendola arrossire abbondantemente.

 “Li raggiungerò” spiegò. “Io... volevo scusarmi per ieri.”

 

“Oh, non... non fa niente”. Dovette lottare contro la voglia di spiegargli per quale motivo si era comportato in quel modo: Morgana era stata chiara,nessuno doveva sapere niente.

 

“Sul serio, non è stata uno dei miei comportamenti migliori.”

 

“Oh, non dire... ehm, assurdità. Tu... certo, ti sei comportato bene. Ora... Se non vedi ho una manica tinta di caffè, quindi devo cambiarla. Al contrario di te ho premura di arrivare in tempo alla lezione.”

 

Merlino sospirò. “Davvero mi sono comportato bene?”

 

“Sì!”

 

 “Perché mi hai dato l’impressione di essere alquanto infastidita.”

 

Silvia arrossì. Ecco, lei non sapeva mentire. “Tutto okay, Merlino. Anzi, no. Sei in ritardo, devi andare.”

 

Merlino sorrise.  “Hai ragione. E poi, non voglio farti fare tardi alla tua lezione. Ah. Prima che tu vada...”, si sporse e la baciò sulla guancia “E mi dispiace sul serio per ieri Silvia.”

 

Mentre si allontanava la ragazza rimase per qualche secondo immobile, portandosi una mano sulla guancia dove Merlino l’aveva appena baciata.

, scosse la testa e tentò di riprendere il controllo. Corse verso la sua stanza dove posò i libri sul tavolo accanto alla porta, e andò al suo guardaroba per prendere una maglietta pulita. Si cambiò, riprese i suoi libri e sorridendo si avviò verso la classe.

 

La classe di Calderoni&Pozioni era iniziata da appena dieci minuti, cercò Giulia con lo sguardo e la trovò al penultimo banco dunque le si sedette accanto.

 

“Che mi sono persa?”

 

“Ah, niente. Oggi facciamo lavoro di gruppo. Il professore ci stava giusto assegnando il terzo compagno per iniziare. Vediamo un po’ chi ci capita.”

 

“Nimueh. Tu oggi farai squadra con Giulia e Silvia. Va a sederti accanto alle tue compagne.”

 

Le tre ragazze rimasero ad occhi sgranati. Giulia e Silvia si guardarono attonite, e alquanto preoccupate anche.

 

“Professore. Mi scusi, ma non posso lavorare con quelle due. Sono a un livello molto, molto più basso del mio.”, disse lei.

 

Giulia strinse i pugni e la fulminò con lo sguardo.

 

Giuly!”, sussurrò Silvia prendendole la mano, “Ricorda che cosa ha detto Morgana! Non dobbiamo provocarla!”

 

“E’... praticamente impossibile non detestarla!!”, bisbigliò lei rabbiosa.

 

Ma si contenne. E quando Nimueh fu costretta dal Professore a sedersi con loro, fece buon viso a cattivo gioco.  

 

“Ben arrivata, Nimi..Nimueh.”, disse correggendosi e sorridendole amichevolmente, “Ti levo un po’ di libri, così appoggi i tuoi.”

 

Nimueh la fissò sconvolta.

 

“Non essere così gentile con me! Sei a dir poco... disgustosa.”

 

“Oh! Mi  spiace, Nimueh!”, disse lei fingendosi dispiaciuta, “Facciamo così. Resto zitta e non dico niente, ok? Almeno non rischio di innervosirti.”

 

Silvia si trattenne a stento dal ridere, Giulia quando decideva di fare la smielata con una ragazza che le stava antipatica, ci riusciva proprio bene!

 

“ Oh, guarda!” aggiunse in un tono falsamente dolce guardando sopra la sua testa, “Hai uno scarafaggio tra i capelli.”

 

“AAAH!”

 

Nimueh si alzò di scatto dalla sedia, facendola cadere all’indietro, e iniziò ad agitarsi come una sardina ancora viva che viene posata sulle braci. Andò a sbattere contro un paiolo e lo rovesciò, poi inciampò nella seggiola per terra.

 

Silvia si protrasse istintivamente per reggerla, ma subito dopo averle afferrato il braccio lo lasciò anche andare, chiedendosi perché mai avrebbe dovuto reggerla. Purtroppo per lei la sua compagna si schiantò per terra e sembrò che fosse stata lei a spingerla.

 

Si accostò all’orecchio di Giulia e bisbigliò: “Scema! Era un ragno!”

 

Giulia ghignò. “Lo so” rispose.

 

*“Al professore non piacerà!”

 

Infatti l’uomo, alto, calvo e allampanato, raggiunse le tre ragazze in un secondo, aiutando Nimueh ad alzarsi e osservando con orrore il taglio che si era procurata.

 

“Poverina” disse Giulia, aspra. “Ti sei sfregiata la faccia.”

 

Silvia le tirò una gomitata nelle costole, ma fu ancora peggio, perché l’amica gridò: “Vaffanculo, mi hai fatto male!”

 

Il docente strinse gli occhietti traboccanti d’ira e le fissò con furore.

 

Querci, Bagozzi: voi due siete nei guai.”

 

Dieci minuti dopo si trovavano davanti allo studio del preside, in attesa che le ricevesse.

 

Nel corridoio poco più in là, due ragazzi si stavano incrociando: Artù Pendragon andava alla classe che si teneva nel campo, mentre Merlino di Eldor andava a lezione di Volo.

 

“Ei, Merlino.”                                                         

 

“Artù.”

 

“Allora? L’hai baciata?”, chiese ridendo “Oppure ti sei vergognato e non ci sei riuscito?”

 

Merlino gli fece una linguaccia.

 

“Spiritoso! Neppure tu l’hai baciata , ne sono sicuro!”

 

“Ah. Ah. Così non va bene ragazzi. Una scommessa è una scommessa.”, disse un ragazzo sui 18 anni avvicinandosi a loro.

 

“E dai, Jeremy. Era uno scherzo.”, rise Merlino.

 

“Ah no! Non vi potete tirare indietro! Vi controllo,ragazzi!”, e si allontanò.

 

I due si guardarono perplessi.

 

“Merlino... tu scherzavi, non è vero? Voglio dire, a me piace sul serio Giulia. La scommessa l’ho fatta così senza pensarci.”

 

“Ma certo che scherzavo!” , esclamò lui, “A me Silvia piace sul serio! Anche se”

 

Uff! per quanto ancora dobbiamo stare qui?”

Morghy lo aveva detto di non provocarla. Guarda in che guaio ci siamo messe!”

 

Due voci a loro familiari interruppero la loro allegra conversazione: fecero un pezzo di corridoio in direzione della Presidenza e lì, sedute in attesa che lui le ricevesse, c’erano le due ragazze di cui stavano parlando. A braccia incrociate.

 

“Eddai,Linfaria! Non è la fine del mondo!”

 

“Non è la fine del mondo?? Per colpa tua adesso il Preside ci ha già richiamate nel suo studio! Tu e il tuo caratteraccio! E per giunta Nimueh non è stata nemmeno ripresa!”, rispose lei stizzita.

 

Giulia sbuffò. “Nimueh si da il caso sia la figlia del I° Ministro del Regno, Silvia! Per questo non la riprendono pure se sbaglia!”

 

Il Preside Gaius uscì fuori dalla stanza, osservandole bene e prendendo una sedia. Dopodiché la posò a terra davanti a loro e si sedette. “Vi sta molto antipatica,vero?”, chiese con un sorriso.

 

Silvia si affrettò a scuotere la testa.

“Oh, no no! si figuri! Abbiamo soltanto avuto un..piccolo intoppo ecco .”

 

Giulia invece si alzò .

“Eh no! a me invece sta proprio antipatica! Signor Preside. So che Nimueh è la figlia del I° Ministro, ma ciò non le da alcun diritto di fare la prepotente e.. prenderci in giro!”

 

Silvia si alzò e la prese per il braccio, fissandola negli occhi, e stringendolo. “Giulia! Dico, sei impazzita?? Vuoi metterci ancor di più nei guai??”

 

Il Preside Gaius ridacchiò sotto ai baffi. Erano proprio simpatiche quelle due! Poi tossicchiò ,e si alzò. “Signorine. Vi consiglio di stare alla larga dai guai.”

 

“Sì, signore.”, rispose Silvia facendo un mezzo inchino, “Le prometto, da parte di entrambe, che non daremo più problemi.”

 

Il Preside sorrise a entrambe, poi si avviò verso la sua classe. E Silvia si voltò verso Giulia.

 

“Sentito? Non daremo più problemi al Preside. Chiaro?”

 

Il suo tono fu così duro, che a Giulia vennero le lacrime agli occhi. “Mi.. mi dispiace Silvia. Non volevo scusami, è che io proprio... non la sopporto! So di non essere ricca... di non essere nobile... ma non per questo devo sentirmi trattata come se fossi.... meno di niente!”

 

Silvia guardò l’amica, e si rattristò. “Giulia. Tu non sei meno di niente!”

 

Giulia chinò la testa. “Mi ha pure fatto fare una brutta figura con Artù! La detesto per questo! So di non essere bella, né di avere...cose che magari lei ha. Ma Artù è davvero carino. E a me piace sul serio. E forse me ne sto anche innamorando! E lei.. sta rovinando tutto quanto...”

 

Silvia si avvicinò a lei e la abbracciò forte. “Sht. Ei! Smettila di buttarti giù così, chiaro?? Sei uno splendore! Intelligente, simpatica, altruista. Buona. Comprensiva. Paziente. E sei una ragazza super dolce e spontanea! E..”

 

Giulia annuì. “Grazie! Ma sto piangendo inutilmente. Tanto con uno come Artù... non ho la benché minima possibilità.”

 

“Giuls!” esclamò Silvia stupefatta. “Proprio tu fai questo discorso? Sei la prima che mi consola quando mi lamento, mi dici sempre che non esiste un genere di persona adatta ad un altro genere! Bè, sì, chiaramente quelle come Nimueh possono essere considerate “generi di persone”, ma oltre a loro non ce ne sono altri, e Artù non è ‘uno come Artù’, è Artù e basta!”

 

Giulia alzò la testa e guardò l’amica con sguardo riconoscente.

 

“E poi tu sei perfetta così come sei” completò Silvia, sorridendole.

 

A questo punto Giulia scoppiò in un pianto fragoroso e abbracciò la sua migliore amica, esprimendole tutta la sua gratitudine. “Oh, vieni qui Silv!” esclamò. “Come farei senza di te? Sei l’amica migliore della terra, ti voglio bene!”

 

“Non dire sciocchezze” ribatté lei, commossa. “Io ho imparato tutto da te: senza la tua amicizia sarei stata persa. Ti voglio bene anche io, Giuls, non dimenticarlo mai!”

 

*Le due amiche rimasero abbracciate così per un po’ di tempo, finché Silvia non si rese conto  che erano osservate. Allora si staccò subito dell’abbraccio e osservò con severità prima il ragazzo bruno e poi quello biondo, per poi spalancare gli occhi per lo stupore.

 

“Ehi!” esclamò. “Ma tu sei quello che mi ha scansata con sgarbo quando sono caduta in mensa!”

 

Artù storse il naso. “Mi avevi fatto cadere del succo addosso.”

 

“E io mi sono quasi uccisa.”

 

“Artù!”, Giulia esultò alla vista del ragazzo, ma subito chinò la testa rossa come un peperone. Pensava che potesse essere ancora arrabbiato per via della sera prima, visto il modo in cui si era comportata.

 

Lui le sorrise ma lei non lo vide, poiché continuava a tenere il volto chinato. Poi Merlino lo tirò per una manica, portandolo in disparte, e lo fece sussultare.

 

“Che c’è? Che vuoi?”

 

 “Il professor Modem mi sta cercando!” bisbigliò. “Sembra furibondo!” Indicò l’ometto allampanato che era con lui quando aveva incontrato Silvia nei corridoi e si ritrasse per non farsi vedere. “È meglio che io vada!”

 

Si allontanò, ma Artù gli afferrò il polso e lo costrinse a voltarsi verso di lui. “Ho sentito parlare di una certa Nimil...”

 

Merlino sgranò gli occhi.

 

“ E chi è?” chiese.

 

“Piacerebbe saperlo anche a me.”

****

 

“Ragazze, ora guardatemi negli occhi e ditemi che è uno scherzo.”

 

“Magari!”

 

Morgana non poteva credere alle proprie orecchie: aveva detto loro di stare lontane da Nimueh e di non provocarla, le lasciava per qualche ora e scopriva che pur di non lasciarla in pace si erano fatte spedire dal preside. Il secondo giorno, per di più!

 

“Voglio sentire qualcosa di carino.” si lamentò Gwen, che da quando era cominciata la scuola non sentiva parlare di altro che fatti spiacevoli.

 

“Merlino mi ha baciata” le informò Silvia assorta, con nonchalance.

 

Cooosa?”. il coretto la raggiunse così repentinamente che la fece sussultare.

 

“Bé, ma sulla guancia. Perché si voleva scusare per ieri. E io sono stata così scortese con lui. Poverino, dovrei trovarlo ed essere io a scusarmi!”

 

“Se ti interessa sta arrivando” la avvisò Morgause, strizzandole l’occhiolino.

 

Silvia si voltò di scatto e lo vide: evidentemente anche lui la stava cercando, perché quando la vide le fece cenno di avvicinarsi. “Merlino, ciao!” gli disse, eccitata.

 

“Silvia... stamattina abbiamo avuto un incontro frettoloso. vediamoci oggi dopo le lezioni, ti voglio chiedere scusa come si deve”.

 

Silvia avvampò di colpo. “O..OK...”, quando si allontanò guardo l'amica, "E ora come faccio??"

 

"Semplice, ti vedi con lui dopo la scuola! e vedrai che andrà tutto bene. Io direi di dire la verità su Nimueh."

 

Morgana sbottò.

 

“COOSA?? MA SEI IMPAZZITA?! NO E POI NO!!"

 

"Andiamo! Non ce la faccio a tenere nascosto tutto a Artù! Glielo devo dopo…

 

“Dopo cosa??", sbuffò lei, “Un Kinder Bueno?? oh ma per favore!! Artù Pendragon è uno spocchioso, arrogante e viziato! non cambierà!!!”

 

Giulia strinse i pugni e chinò il capo. "Morgana. Non so che problemi hai con lui. Ma io sento che è un bravo ragazzo. Gliel'ho letto negli occhi!! E io gli dirò la verità su Nimueh!”

 

Silvia assentì. “ Sono d'accordo con Giuls. Anch'io lo dico a Merlino."

 

Morgause guardò sua sorella. “ E' la cosa migliore, credo. Merlino è al III ° anno, magari già lo avrà percepito da solo. E Artù è bene o male il nostro futuro Re. Dobbiamo proteggerlo se possiamo, Morghy."

 

“Che cosa?", rise lei, “ Dovrei proteggere quella sottospecie di a... Scusa Giuli. Scusa. Scusa.”

 

Giulia si limitò a farle una pernacchia, per poi guardare Silvia. “ Tesoro mio. Adesso tu va da Merlino. Le lezioni sono finite tanto. Va’. E digli tutto. Mi raccomando!! Gwen. Mi accompagni dal Preside?"

 

Le due si allontanarono a braccetto, nel mentre che arrivava Merlino.

“Ciao Giulia! Ciao Gwen!”

 

“Ciao Merlino!” dissero le 2 in coro, "Silvia ti aspetta.”

 

Lui rimase dapprima un po’ sorpreso da quel coretto, però poi sorrise e, contento, raggiunse la ragazza che lo stava aspettando con pazienza. La salutò e le chiese di seguirlo un po’ in disparte; si sedettero nel cortile della scuola, al caldo dell’ultimo sole.

 

“Hai i capelli più chiari sotto la luce del sole” le disse, spontaneo.

 

Silvia sorrise e si passò una mano tra quelle ciocche brune che, per qualche strano motivo, non erano mai fuori posto, poi appoggiò la testa alla spalla del ragazzo.

 

“Una volta li avevo tinti di nero. Andavo in prima superiore, ed era aprile. È stato uno shock per tutti, meno che per me: sai, dalla prima media fino a quel giorno li avevo sempre tinti di biondo.” Sospirò, contenta! era la prima volta che riusciva a parlare così tranquillamente con un ragazzo, e la cosa bella era che le piaceva!

 

Merlino le accarezzò i capelli e le domandò se avesse diciannove anni.

 

“Diciotto” lo corresse lei.

 

“E quanto compi i diciannove?”

 

“Tra sedici giorni.”

 

Il ragazzo scoppiò a ridere, divertito. “E dimmi, cosa trovi di così strano nella nostra scuola rispetto alla tua vecchia?”

 

Silvia storse il naso: tutto, avrebbe voluto rispondere. “Tanto per cominciare” spiegò, “non inizia il 9 agosto, bensì a metà settembre.”

 

“E finisce a giugno, ho sentito dire. Quando c’è già caldo.”

 

“Se è per questo, questa scuola inizia quando c’è ancora caldo.”

 

I due scoppiarono a ridere, poi Merlino si distese nel prato avvicinando Silvia a sé, e l’abbracciò con un braccio, portandosi l’altro dietro alla testa. Restarono così per un quarto d’ora, parlando di tante cose e raccontandosi di tutto e di più, finché il sole non iniziò a calare. Allora tornarono a sedere.

 

“È molto piacevole stare con te, Silvia.”

 

In quel momento lei si sentì pervadere da una sensazione che non aveva mai provato prima: Merlino le piaceva, e per la prima volta il ragazzo che le piaceva provava gli stessi sentimenti. O così pensava. Se Merlino l’avesse baciata in quel momento non avrebbe fatto obiezioni, anche se l’aveva conosciuta solo il giorno prima.

 

“Merlino, c’è una cosa che ti devo dire.” disse a malincuore, interrompendo quella bella atmosfera che si era creata tra di loro. “Si tratta di ieri sera... il tuo comportamento alla festa... C’è una ragazza che si chiama Nimueh, è una mia compagna di classe e-”

 

“Merlino!”

 

I due ragazzi si voltarono di scatto, interrotti dal brusco arrivo di uno più giovane, forse dell’età di Silvia.

 

“Jeremy!” esclamò Merlino, improvvisamente a disagio. “Che ci fai qui?”

 

“Bé, ti cercavo” rispose l’altro, abbozzando un sorrisetto complice. “Bé, vedo che siete affiatati... l’hai baciata?”

 

“Jeremy! Bé, che t’importa!” Si alzò di scatto dall’erba e si allontanò di pochi passi. “Ci vediamo domani”. Si scusò e poi se ne andò.

 

**** 

“Ah! Sei tornata! Ti aspettavo! Allora? Com’è andata?”

 

Giulia era seduta alla solita scrivania accanto alla porta, intenta a scrivere il suo bel diario quotidiano, buttandoci dentro i suoi pensieri: la scuola, le prime lezioni, Nimueh, le amiche...e Artù Pendragon. Si alzò, e come Silvia si buttò sul suo letto, le si sedette accanto.

 

Eddai!! Racconta, che è successo??” chiese impaziente.

 

Silvia sospirò fissando il soffitto, l’espressione sognante.  “Abbiamo parlato della scuola. Di me. Oh Giuli! Non mi ero mai trovata così tanto bene prima con un ragazzo!! Mi è venuto spontaneo parlare con lui!!”, rise poi contenta.

 

E l’amica rise con lei, felice per la sua gioia.

 

“Merlino è un tipo in gamba! E poi è simpaticissimo e dolce. Ci credo che ti trovi tanto bene.” poi si fece seria “E.. gli hai parlato di Nimueh ?”

 

“No.”, sospirò lei, “Stavo per farlo! Ma poi è arrivato un suo amico. Jeremy. Ed è andato via. A dire il vero...sembrava esser a disagio..

 

Giulia si alzò.

“E va bene. Vorrà dire che glielo dirai stasera. Tanto usciamo. Invitalo con noi a mangiare una pizza.”

 

Silvia si alzò a sedere.

“Ah. Ok. Ci sono anche le ragazze? E... immagino che vengono coi loro ragazzi.”

 

Lei rise. “Oh, no! Nient’affatto! Uscita tra donne! Merlino è invitato giusto per eccezione che conferma la regola! Dai. Faremo tardi a lezione altrimenti.” Prese i suoi libri, quelli dell’amica, e la trascinò fuori dalla camera .

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Salve!!!! ^^

Terzo Capitolo!!!! *^* so che la struttura non é granché... Andra’ meglio ve lo assicuro!!! Doveva essere una 4 mani... E invece..,

 

mikybiky

SO che dovevo cambiare il   tuo nome ma... Non era  la stessa cosa.

 

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