Don't want to let you know.

di xgiuls
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Chapter one. ***
Capitolo 2: *** Chapter two. ***
Capitolo 3: *** Chapter three. ***
Capitolo 4: *** Chapter four. ***
Capitolo 5: *** Chapter five. ***
Capitolo 6: *** Chapter six. ***
Capitolo 7: *** Chapter seven. ***
Capitolo 8: *** Chapter eight. ***
Capitolo 9: *** Chapter nine. ***
Capitolo 10: *** Chapter ten. ***
Capitolo 11: *** Chapter eleven. ***
Capitolo 12: *** Chapter twelve. ***
Capitolo 13: *** Chapter thirteen. ***
Capitolo 14: *** Chapter fourteen. ***
Capitolo 15: *** Chapter fifteen. ***
Capitolo 16: *** Chapter sixteen. ***
Capitolo 17: *** Chapter seventeen. ***
Capitolo 18: *** Chapter eighteen. ***
Capitolo 19: *** Chapter nineteen. ***
Capitolo 20: *** Chapter twenty. ***
Capitolo 21: *** Chapter twenty-one. ***



Capitolo 1
*** Chapter one. ***



«Sveglia bella addormentata nel bosco.» urlò Harry bussando continuamente alla porta della mia camera tenendo un certo ritmo.

«Vai via!» mugugnai ad alta voce scandendo bene ogni parola per poi premermi il cuscino sulla faccia cercando di soffocare le urla di Harry.

«Siamo di buon umore oggi.» disse ironicamente continuando a picchiare sulla porta.

Ormai era così che mi svegliavo da un anno a questa parte, non avevo bisogno di nessuna sveglia, ce l'avevo sotto forma umana. 

«Harry Edward Styles.» strillai il suo nome alzandomi dal letto a forza portandomi il cuscino sotto braccio «Se non la finisci immediatamente giuro che ti casto!» dissi aprendo la porta ritrovandomelo davanti che mi sorrideva divertito.

Non feci in tempo a finire la frase che una frazione di secondo dopo mi ritrovai sulla sua spalla a mo' di sacco di patate urlando con tutta la voce che avevo in corpo.

«Mettimi subito giù Styles!» gridai cercando di liberarmi dalla sua presa.

«Okay, come vuoi.» disse ridacchiando per poi buttarmi con violenza sul letto facendomi quasi volare dalla parte opposta.

Emisi versi di dolore per poi fulminarlo con lo sguardo.

«Che c'è? Sei stata tu a dirmi di metterti giù.» spiegò facendosi spuntare sul viso quel suo fottuto sorriso.

Lo guardai con aria di sfida, dopo di che mi alzai in piedi sul letto prendendo il cuscino.

«Non ci provare Scott.» ordinò lui guardandomi spaventato.

Ridacchiai per poi buttarmi letteralmente addosso a lui prendendolo a cuscinate in faccia. Iniziai a ridere come una matta osservando le espressioni che faceva ad ogni colpo che riceveva. Ad un tratto persi l'equilibrio e automaticamente mi aggrappai a lui facendolo cadere per terra. Solo pochi secondi dopo mi resi conto di essere sopra di lui con un'unica cosa che ci divideva, cioè il mio cuscino. Smettere di ridere sembrava impossibile in quel momento.

«Ti alzeresti Scott? Sai, inizi a pesare.» disse accennando una risata.

Scossi la testa «Niente affatto Styles, sono comoda.» gli risposi divertita.

Ad un certo punto ribaltò la situazione mettendosi sopra di me.

«Così mi piace di più.» disse guardandomi negli occhi per poi sfoderare il suo solito sorriso perfetto.

«Hey voi due, avete finito di fare casino?» domandò Louis appoggiandosi con una spalla allo stipite della porta osservando la scena compiaciuto.

Harry ed io ci voltammo in direzione di Louis divertiti ma nessuno dei due si mosse da quella posizione.

«Mi stavo solo assicurando che la tua migliore amica si fosse svegliata.» disse facendo un'espressione ironica, poi continuò a fissarmi.

«Tu mi stavi rompendo le palle, come al tuo solito.» precisai io mordendomi il labbro.

In quel momento gli spuntò sul viso quel suo sorrisetto malefico, che appariva sempre quando una sua idea stava andando in porto e quello, sembrava proprio uno di quei momenti. Lo guardai confusa socchiudendo gli occhi quando di punto in bianco iniziò a farmi il solletico ovunque.

«No Harry!» dissi a fatica tra una risata e l'altra «Per favore, abbi pietà.» lo supplicai iniziando a muovere le braccia cercando di liberarmi.

Da quel poco che riuscii a vedere, lui rideva più di me.

«Louis aiutami!» urlai ridendo sempre più forte.

«Dai Harry, adesso basta.» Louis si avvicinò e poi mi guardò «Ora tocca un po' anche a me.».

Lo fulminai ancora divertita fino a quando non iniziò anche lui a farmi il solletico insieme ad Harry.

«Siete due stronzi!» gridai più forte che mai «Due contro uno poi.» dissi ridendo tra una lacrima e l'altra.

Era bello vedere come si divertivano a torturarmi.

«Okay basta.» disse Louis a Harry prendendolo per il braccio ancora divertito «Sta diventando rossa come un pomodoro.».

Restai a terra asciugandomi le lacrime con i pollici quando poi, vidi Harry allungare la mano verso di me sorridendo. Lo fissai un attimo offesa ma poi l'afferrai in modo che potesse tirarmi sù. Eravamo vicini, troppo vicini e questo non andava bene. Ad un tratto lo spinsi facendolo finire sul mio letto.

«Sei impazzita?» mi domandò divertito. 

«Fottiti.» esclamai per poi iniziare a ridere «Ora se ve ne andate, voi due, posso cambiarmi in santa pace.» dissi indicando sia Harry che Louis.

Harry si alzò dal letto scuotendo la testa e non appena si avvicinò a Louis, gli mise un braccio sulla spalla borbottando qualcosa. Chiusi la porta ancora divertita, dopo di che mi feci una doccia veloce infilandomi poi una felpa due volte più grande di me con sotto solo un paio di culotte. Mi legai i miei lunghissimi capelli castani in una coda alta e poi uscii dalla camera.

«Buon giorno bellissima.» disse Zayn sporgendosi sorridente dall'entrata della porta della sua camera non appena mi vide.

«Giorno bellissimo.» dissi andandogli incontro per poi stampargli un bacio sulla guancia.

Mi guardò per qualche secondo, soffermandosi sulle mie gambe notando che indossavo solo le culotte. Feci finta di non accorgemene.

«Hey! Quella è la mia felpa.» esclamò indicando la felpa che indossavo.

«Quella quale?».

«Quella che hai addosso.».

«No, è mia.».

«Non credo proprio signorina.».

«Sì invece, l'ho presa… In gita a Barcellona.» dissi cercando di essere convincente sotto il suo sguardo vigile «Seconda liceo.».

Per un momento credetti sul serio di essermela scampata.

«Tu non sei venuta in gita quella volta.» affermò sicuro.

«Dettagli Malik, inutili dettagli.» dissi facendolo ridere.

«Okay, va bene. Te la regalo, contenta?» chiese divertito.

Annuii contenta per poi abbracciarlo dolcemente scompigliandogli i capelli. Amavo quella felpa, non tanto per il fatto che proveniva da Barcellona ma per il fatto che era di Zayn. Ogni volta che indossavo quella felpa era come avercelo costantemente addosso, una delle sensazioni più belle per me.

Scesi di sotto con un sorriso da un orecchio all'altro dirigendomi in cucina, dove trovai il resto della "famiglia".

«Qualcuno è di buon umore stamattina.» disse Liam sorridendomi per poi addentare una brioche.

«Buon giorno anche a te Payne.» scherzai io pizzicandogli le guance tirandogliele leggermente.

Mi abbracciò di scatto baciandomi i capelli, dopo di che mi lasciò andare divertito.  

«Dov'è il biondo?» chiesi guardandomi intorno notando l'assenza di Niall.

«È uscito mezz'ora fa.» mi rispose Harry mentre sorseggiava la sua solita spremuta d'arancia «Quando tu stavi ancora dormendo.» aggiunse con un so che di provocatorio.

Lo fulminai ripensando a come mi aveva svegliata, poi gli feci una linguaccia.

«Con te faccio i conti più tardi.» gli dissi indicandolo con tono minaccioso.

Sentii ridere Louis alla mia sinistra mentre si strafogava di nutella prendendone in quantità maggiore rispetto a quanta ne potesse contenere un cucchiaino.

«Tu non ridere.» esclamai facendo la finta offesa «Verrà anche il tuo turno.».

«Come l'hai svegliata oggi?» domandò Liam ad Harry che iniziò a ridere.

Quando Harry iniziò a raccontare, Zayn fece il suo ingresso in cucina, più bello che mai. Indossava i suoi soliti pantaloni della tuta a cavallo basso, air max e una felpa verde con delle scritte bianche. Non appena incrociò il mio sguardo mi sorrise contento, cosa che mi fece ricambiare il sorriso con altrettanta felicità.

«Povera la mia Aly.» disse Liam abbracciandomi non appena finì di ascoltare il racconto di Harry.

Mi strinsi forte a lui come una bambina si stringe al suo peluche preferito. Liam era il ragazzo più tenero che avessi mai conosciuto, lo era sempre stato dai tempi delle elementari e adoravo questa sua caratteristica. 

«La tua?!» domandò geloso Louis «Ti ricordo che è la mia migliore amica.» aggiunse chiudendo la nutella.

«Se è per questo è anche la mia.» disse Harry facendomi l'occhiolino.

«Sì va bhè, ora dobbiamo fare l'hit parade dell'amicizia?» chiese Zayn divertito «Lei è la nostra Aly, la Alison di tutti.» disse poi guardandomi tutto sorridente.

Erano adorabili quando diventavano gelosi tra di loro per me. Anche se non facevano altro che torturarmi ogni giorno, sapevo che in fondo mi volevano un bene dell'anima ed ovviamente anche io ne volevo a loro. Non erano dei semplici amici, erano molto di più. Loro erano la mia famiglia.

«Cazzo sono in ritardo!» esclamò Liam staccandosi dall'abbraccio mentre fissava impanicato l'orologio che aveva al polso.

«Tranquillo, ti do un passaggio io.» disse calmo Zayn ficcandosi un biscotto intero in bocca «Con l'autobus ci metti un secolo ad arrivare al lavoro.».

Si diedero il pugno a vicenda «Grazie amico, mi hai salvato la vita.» affermò Liam sincero.

Mi si avvicinarono porgendomi la guancia. Li guardai divertita per poi stampargli un bacio ad ognuno, prima a Liam e poi a Zayn, il quale mi ricambiò il bacio con uno scatto del tutto improvviso, facendomi rimanere spiazzata. Portai involontariamente la mano sulla guancia, nel punto in cui mi aveva baciata mentre loro uscirono salutando gli altri per poi sbattere la porta.

Scossi la testa tornando sul pianeta terra «Bene, io vado di sopra.» dissi dal nulla a Louis e ad Harry.

«Ecco brava, vedi anche di vestirti.» consigliò Harry mentre mi avviavo verso le scale riferendosi probabilmente alle culotte che indossavo «Non che mi dispiaccia, per carità. Ma sai com'è, siamo pur sempre ragazzi.» dichiarò facendomi sorridere.

Potei giurare di sentire Louis tirargli una sberla ma continuai a salire le scale divertita.

NOTE:
okay allora premetto che non so neanche perchè sto pubblicando questa sottospecie di fan fiction ma ho iniziato a scriverla nel bel mezzo della notte presa dall'ispirazione più assoluta e quindi eccola qua.. spero vi piaccia! fatemelo sapere con una recensione :3

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Capitolo 2
*** Chapter two. ***



Non appena entrai in camera, sistemai il casino che si era creato per colpa di Harry. La mia camera diciamo che era un po' la puttana di tutti dato che i ragazzi ci entravano e uscivano con una certa nonchalance. Era snervante dover ricordare ogni giorno, ad ognuno di loro, che quella era la mia camera e che volevo una certa privacy dato che ero l'unica ragazza della casa.

La cosa bella è che ero la sola ad avere un bagno tutto per se mentre i ragazzi ne avevano soltanto uno e dovevano condividerlo in cinque.

Vivevamo in quell'appartamento da quasi due anni, da quando a Louis venne in mente la folle idea di andare a vivere tutti quanti insieme. Successe tutto così velocemente. Louis comprò immediatamente la casa e in meno di due settimane traslocammo. Era una pazzia bella e buona ma alla fine ce la cavammo alla grande, anche meglio di quanto pensavamo.

Eravamo molto uniti tra di noi, lo eravamo sempre stati. Ci conoscevamo tutti dai tempi delle elementari, fatta eccezione per me, Harry e Louis che ci conoscevamo già dall'asilo. Noi tre siamo sempre stati inseparabili, eravamo una forza della natura insieme considerando che eravamo uno più pazzo dell'altra. Loro erano tutto quello che avevo, loro erano veramente tutto per me. Non mi sarei mai immaginata la mia vita senza quei cinque, ero cresciuta con loro e oltre ad essere i miei migliori amici erano anche la mia famiglia.

Mi aiutavano in ogni modo possibile e da quando li conoscevo, non smisero un attimo di starmi vicino. Soprattutto dalla morte di mio padre. Da quando successe io e mia madre non facevamo che litigare, Louis decise di andare a vivere insieme anche per questo motivo. Non sopportava più vedermi star male ogni giorno per colpa sua, così non ci pensai due volte prima di trasferirmi.

Dovevo tanto ad ognuno di loro, non sarei mai riuscita ad andare avanti senza il loro aiuto.

Dopo aver sistemato il letto e tutto ciò che era in disordine, mi vestii. Presi un paio di jeans stretti con qualche strappo qua e là e me li infilai, mi guardai allo specchio indecisa se tenere o meno la felpa di Zayn addosso. Inclinai un po' la testa e optai per tenerla, quel grigio scuro mi stava bene addosso, risaltava i miei occhi verdi. Sciolsi i capelli frizionandoli con le mani, il bello di avere i capelli mossi-ondulati era che si sistemavano con poco. Mi truccai quel poco che bastava, dopo di che mi infilai degli stivali a laccio neri che arrivavano fino a sopra la caviglia. Presi la borsa e poi scesi in cucina.

«Vai a prendere Sarah?» chiese Harry notando che mi ero preparata per uscire.

Annuii facendo una smorfia «Sì, oggi esce alle 11.45 dalla materna.» dissi guardando l'orologio che avevo al polso.

Per poter contribuire alle spese della casa facevo la baby sitter per una famiglia che abitava in centro, mi pagavano bene e riuscivo anche a mettere da parte qualche soldo per il college. Non lo facevo solo per i soldi, mi affezionai quasi subito a Sarah e lei fece lo stesso. Anche i ragazzi ormai si erano attaccati alla bambina visto che spesso la portavo a casa con noi.

«Se vuoi ti do un passaggio.» si offrì Louis «Accompagniamo Harry al lavoro e poi ti porto.» aggiunse vedendo lo sguardo fulminante dell'amico.

Ridacchiai osservando la scena e dopo qualche minuto uscimmo tutti e tre di casa. Oggi Louis aveva il giorno libero, lui ed Harry lavoravano da Starbucks facendo i turni e da quando erano stati assunti, la caffetteria era sempre piena di ragazzine. 

Lasciammo Harry davanti all'entrata posteriore ma prima che Louis potesse mettere in moto la macchina, sentii bussare dalla parte del mio finestrino. Lo abbassai guardando divertita la faccia di Harry. 

«Hey ragazzina!» esclamò riferendosi a me. Amavo quando mi chiamava in quel modo, lo faceva solo lui.

«Che c'è Hazza?» chiesi facendogli un sorriso.

«Sei pregata di venirmi a prendere dopo.».

«Lo faccio ogni santo giorno.».

«Per questo l'umanità te ne sarà grata.» disse divertito facendomi scoppiare a ridere.

Fece per entrare nella caffetteria ma si voltò di nuovo «Ah un'altra cosa…» si fermò a guardarmi «Ti voglio bene.».

Quando voleva, sapeva essere la persona più dolce e tenera del mondo.

«Anche io te ne voglio.» gli dissi sporgendo la testa dal finestrino.

«Bene, ora che vi siete dichiarati possiamo andare?» chiese Louis allungandosi a sua volta in direzione del finestrino.

Iniziai a ridacchiare e una volta salutato Harry, Louis mi portò a prendere Sarah. La scuola materna non era molto distante dalla caffetteria, a piedi era si e no una mezz'oretta di cammino ma quando poteva, Louis mi accompagnava sempre. Si fermò davanti all'enorme cancello di ferro della scuola.

«Grazie scemo.» gli dissi sorridendo prima di scendere dalla macchina.

«Prego idiota, a che ora torni?» chiese divertito.

Mi morsi il labbro inferiore facendo dei calcoli nella mia testa.

«Ora la porto al parco, le faccio mangiare qualcosa e poi vediamo se vuole fare merenda.» dissi tutto d'un fiato «Penso per le 17 circa.».

Si limitò a ridere scuotendo la testa, dopo di che girai in direzione dell'entrata ma prima che potessi muovermi di un passo, sentii la sua voce alle mie spalle. 

«Non dimentichi qualcosa?» domandò con un espressione da finto offeso.

Feci una smorfia e mi avvicinai al suo finestrino per poi stampargli un bacio sulla guancia.

«Molto meglio.» dichiarò facendomi un sorriso.

Alzai gli occhi al cielo, dopo di che lo salutai con un cenno della mano mentre faceva inversione sulla sua mini cooper blu. Solo quando non vidi più l'auto mi diressi verso la scuola. Salutai alcune ragazze che lavoravano lì e poi andai a prendere Sarah, la quale mi aspettava seduta su una piccola panchina.

La chiamai facendole un cenno con la mano. Non appena mi vide fece un sorriso da un orecchio all'altro venendo verso di me correndo.

«Ciao principessa.» la salutai piegandomi sulle ginocchia per poterla abbracciare. 

«Ciao Aly.» disse staccandosi dall'abbraccio.

Le sorrisi scompigliandole i lunghi e lisci capelli biondi facendola ridere.

«Pronta per il parco?» le chiesi facendola scoppiare di entusiasmo, amava andare al parco.

Durante tutto il tragitto mi raccontò della sua cotta per certo Simon, mi disse che si erano fidanzati proprio oggi e che si erano già detto "ti amo". Era bello vedere come fosse semplice a cinque anni, avrei dato qualsiasi cosa per tornare bambina. Il suo discorso mi fece pensare alla mia stupida cotta per Zayn, ero fissata con lui già da un paio di anni ma non dissi niente a nessuno a parte Louis. Decisi di non dire niente ad Harry perché sapevo benissimo come avrebbe reagito, quindi optai di non farne parola con lui.

Una volta arrivate al parco, le feci mangiare un panino e poi la lasciai andare a giocare mentre io mi godevo quei pochi raggi di sole ancora rimasti. Mi sedetti su una panchina e iniziai a pensare, ma i miei pensieri vennero spenti dalla vibrazione del mio blackberry. 

 «Ho paura a stare a casa da solo.» lo sentii dire non appena presi la chiamata «E mi annoio.» aggiunse facendo un verso strano.

«Louis, guardati un film!» esclamai scoppiando a ridere «O un porno, come preferisci.».

«Quando torni a casa portami un gelato.».

«Va bene, ma tu non masturbarti sul divano.».

«Vaffanculo.».

Non riuscii a trattenere una risata, amavo il nostro rapporto. Misi il telefono nella borsa e mi alzai di scatto dalla panchina aguzzando lo sguardo in cerca Sarah, ma non la vidi da nessuna parte. Iniziai a urlare il suo nome presa dal panico più assoluto ma non ricevetti nessuna risposta. Mi girai prendendo la borsa sulla panchina e mentre mi rigirai di fretta mi scontrai contro qualcuno.

«Merda che male!» gridai ad occhi chiusi mentre mi massaggiavo la spalla appena urtata.

«Sempre la solita camionista.» disse divertito una voce che avrei riconosciuto tra milioni.

Aprii gli occhi di scatto trovandomi davanti Zayn, anche lui intento a massaggiarsi con una mano il petto che si era scontrato con la mia spalla mentre con l'altra teneva al guinzaglio due cani abbastanza grandi.

«Cosa ci fai qua?» mi chiese curioso.

Feci dei versi ambigui guardandomi in giro «Sono qui con Sarah.».

«E dov'è?» domandò non vedendola.

«Bella domanda.» sussurrai io ancora impanicata.

Ad un tratto vidi la sua folta chioma bionda correre sul prato. Senza neanche pensarci mi indirizzai verso di lei ma uno dei cani che teneva Zayn iniziò a girarmi intorno, attorcigliandomi intorno alle gambe il guinzaglio.

«Aspetta, faccio io.» disse facendo un sorriso per poi cercare di liberarmi da quel groviglio.

Iniziai anche io a dargli una mano ma in quel momento l'altro cane cominciò a girare per il verso opposto, incastrando anche Zayn, facendolo quindi avvicinare sempre più a me. Sentii il mio battito cardiaco aumentare sempre di più, fino a diventare quasi irregolare. 

Potevo sentire il suo respiro caldo addosso mentre i nostri occhi si fissavano senza battere ciglio.

«Cosa fate?» domandò una voce dolce alle nostre spalle facendoci girare contemporaneamente.

Il viso di Sarah era immobile su noi due, con un sorriso a trentadue denti. Deglutii e poi ritornai a fissare Zayn, che fece esattamente lo stesso.

«Niente!» urlammo all'unisono per poi iniziare a slegare il groviglio.

Dopo qualche istante riuscimmo a liberarci e quando ci staccammo l'uno dall'altra, venni sommersa dall'imbarazzo. Non era la prima volta che stavamo così vicini, ma questa volta sentivo il suo sguardo perforarmi ovunque.

Mi passai una mano tra i capelli «Io devo andare.» dissi sorridendogli, spaccando il silenzio.

«Vado anche io, devo riconsegnare i cani.» spiegò ricambiandomi il sorriso.

Zayn faceva il dog sitter tre volte a settimana, nei giorni restanti lavorava in un negozio di scarpe sportive verso il centro.

«Ciao Sarah.» le disse pizzicandole una guancia.

La bambina lo salutò con un sorriso mentre io mi avvicinai alzandomi sulle punte per poi stampargli un bacio sulla guancia.

«A dopo Malik.» sussurrai in modo che potesse sentirmi solo lui.

Lo vidi farmi un occhiolino, dopo di che presi per mano Sarah e la portai a far merenda.

NOTE:
uaaao! non pensavo avesse così "successo" già al primo capitolo! cioè, 9 recensioni *w* #tantoamore ahah comunque, mi fa piacere che vi sia piaciuta.. mi ha fatto molto piacere leggere le vostre bellissime recensioni ♥ grazie di cuore! inoltre è già seguita da 11 persone ed è tra i preferiti di 4 persone :) 

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Capitolo 3
*** Chapter three. ***



«Caramel frappuccino con panna e un doppio strato di caramello.» enunciò mentre lo posava sul tavolino tutto sorridente «Il tuo preferito.» sussurrò poi  facendomi l'occhiolino.

«E un piccolo chocolate frappuccino per la bella principessa.» disse riferendosi a Sarah, la quale fece una piccola risatina.

Sorrisi mettendo il gomito sul tavolo per poi appoggiare il viso sul palmo della mano guardando la scena. 

Ci sapeva proprio fare con i bambini e Sarah lo adorava. Diciamo che Harry faceva colpo con un solo cenno di sorriso, bastava poco per esserne ossessionate. Uno sguardo, una parola, un sorriso e puff! Eri fregata. Forse era per questo che aveva molto successo con le ragazze, dato che ne cambiava una al giorno.

«Allora?» chiese sedendosi di fronte a me iniziando a guardarmi come solo lui sapeva fare.

«Allora cosa?» domandai di rimando facendolo scoppiare in una delle sue solite risatine.

Ogni giorno ci sedevamo a quel tavolino privato a lato della caffetteria e parlavamo. Magari nessuno dei due aveva niente da dire, ma ci piaceva avere un momento per noi per sparare qualche cavolata qua e là.

«Come mi sta la nuova divisa?» chiese ammiccando con un'espressione sicura.

Scoppiai in una risata fragorosa iniziando a scuotere la testa, poi tornai seria fissandolo.

«Bhè sei proprio un figo Hazza, non c'è che dire.» gli dissi cercando di trattenermi dal ridere un'altra volta. 

«Ma questo era scontato, già si sapeva ragazzina.» affermò sfoderando il suo sorriso sicuro.

Feci una smorfia per poi passarmi una mano tra i capelli.

«Stupido.» dissi io lanciandogli un piccolo tovagliolo di carta stropicciato.

Incominciò a ridere come un pazzo, facendo iniziare automaticamente anche me. La sua risata era estremamente contagiosa e personalmente, la trovavo stupenda ed unica. La maggior parte delle volte ridevo solo perché rideva lui e questa cosa, spesso, la usava a suo favore.

«La sai una cosa?» domandò appoggiandosi al tavolino.

Bevvi un sorso del mio buonissimo frappuccino fissandolo negli occhi.

«Che sei un deficiente? Sì lo sapevo già.» gli risposi prendendolo in giro.

Mi fece il verso ripetendo in modo incomprensibile quello che avevo appena detto.

«No scema!» esclamò cercando di trattenersi dal ridere «Un sacco di ragazze che vengono qua mi chiedono se io e te siamo insieme.».

In quel momento mi andò di traverso quello che stavo bevendo. Iniziai a tossire sotto lo sguardo divertito di Harry e quello preoccupato di Sarah, che stava bevendo il suo frappuccino mentre disegnava sui tovaglioli.

«E cosa gli rispondi?» chiesi dopo aver smesso di tossire.

«Se non mi piacciono rispondo di sì.» disse iniziando a ridere.

«Ah grazie!» esclamai facendo l'offesa «Mi sento usata.» aggiunsi poi con faccia schifata.

Mi guardava divertito mentre continuava a lanciarmi piccole palline ricavate dai tovaglioli di carta.

«Hai finito?» gli chiesi ridendo.

«Ho appena iniziato.».

«Allora smettila, se no inizia la guerra.».

Restò immobile qualche secondo fissandomi negli occhi con aria di sfida, poi riprese a scagliarmi addosso quelle fastidiosissime palline di carta.

«Okay, l'hai voluto tu Styles!» dichiarai io prendendo i tovaglioli rompendoli in pezzettini per poi ricavarne delle palline.

Iniziammo a colpirci a vicenda scoppiando a ridere come due isterici mentre Sarah ci guardava in modo strano restando immobile sulla sedia. Harry era il mio compagno di giochi, lo era da quando riesco a ricordarmi. Con lui mi divertivo come una bambina.

«Harry!» qualcuno lo chiamò alla sue spalle «Sei richiesto di là.» disse il ragazzo sporgendosi dalla porta.

Harry mi guardò ancora divertito «Devo andare ragazzina, ti aspetto all'uscita.» mi disse alzandosi.

Feci di sì con la testa «Accompagno Sarah e poi torno.».

«Ciao Alison.» mi salutò sorridendo il ragazzo che stava sulla porta. 

«Ciao Ben.» ricambiai il saluto facendo un cenno con la mano.

Harry fece per andare verso il ragazzo, ma si bloccò per poi tornare verso di me stampandomi un rumoroso bacio sulla guancia. Mi sorrise e poi sparì dietro la porta. Guardai Sarah colorare il disegno che aveva fatto sul tovagliolo.

«Che bello principessa!» esclamai anche se in realtà non avevo capito cosa fosse «Che cos'è?» chiesi poi.

«Siete tu e Harry che vi baciate sulla bocca.» disse indicando le figure disegnate.

Spalancai gli occhi facendo una smorfia con la bocca.

«Okaaaay!» esclamai imbarazzata alzandomi dalla sedia «Dai andiamo che ti riporto a casa.».

Sarah mi imitò e si alzò anche lei, poi la vidi alzare il braccio con in mano il tovagliolo disegnato verso di me.

«È per te Aly.» mi disse dolcemente.

Le sorrisi guardandola, poi le presi il tovagliolo dalla mano osservandolo attentamente.

«Sei sicura?» le chiesi scompigliandole i capelli.

Mi annuii contenta, dopo di che misi il disegno nella borsa e la presi per mano dirigendoci verso casa sua.

Dopo circa quaranta minuti ero già fuori da Starbucks aspettando che Harry finisse di lavorare. Ero seduta sulla panchina di fronte all'entrata impegnata ad ordinare la spesa via email dal mio blackberry, dato che quei cinque idioti non si erano accorti che non c'era praticamente nulla in casa, quando ad un tratto sentii la porta d'ingresso della caffetteria sbattere. Alzai lo sguardo e lo vidi stiracchiarsi venendo verso di me. Mi alzai dalla panchina e gli andai incontro appendendomi al suo collo, accasciandomi completamente.

«Sono esausta.» esclamai io affondando il mio volto nell'incavo della sua spalla mentre ero ancora avvinghiata al suo collo. 

Lo sentii ridacchiare mentre mi stringeva i fianchi, cosa che mi fece rabbrividire.

«Se vuoi sono disposto a portarti in spalletta per un pezzo.» lo sentii dire.

«Sul serio?» chiesi alzando il viso verso il suo.

Fece segno di sì con la testa, dopo di che mi staccai da lui e lo vidi girarsi di spalle, piegandosi leggermente sulle ginocchia. Mi fece segno di salire e in un momento fui sulle sue spalle, aggrappata di nuovo al suo collo con le gambe avvinghiate alla sua vita.

Mise le sua braccia intorno alle mie gambe per tenermi su meglio e iniziò ad avviarsi verso casa. Parlammo di quello che ci era successo durante la mattinata ma evitai di raccontargli il momento imbarazzante che era successo con Zayn. 

«Oggi ho rotto con Tamara.» mi disse come se niente fosse.

«Tiffany.» lo corressi io.

«È uguale.» mi rispose divertito.

Roteai gli occhi per poi scuotere la testa senza farmi vedere, accennando un sorriso.

«Aly posso farti una domanda?» domandò guardando la strada.

«Certo, dimmi.» gli dissi io appoggiando la testa sulla sua spalla destra per guardarlo meglio.

Si voltò leggermente guardandomi con la coda dell'occhio.

«No niente.» sussurrò sorridendo agitando leggermente la testa.

Non insistetti più di tanto perché sapevo benissimo che non sarei riuscita a farlo parlare. Ad un tratto si fermò come per prendere fiato, notai che mi aveva portato in spalla più del solito. Così decisi di scendere con uno scatto.

«Perché sei scesa?» chiese cercando di nascondere il fiatone. 

«Perché stai per morire e non voglio che tu muoia.» gli risposi sorridendo «Non per colpa mia, almeno.».

Ricambiò il sorriso per poi tirarmi un piccolo pugno sul braccio.

Camminammo ancora per qualche minuto e poi finalmente entrammo a casa, dove regnava il caos più totale. Louis saltava sul divano cercando di non farsi prendere da Liam, che lo stava inseguendo per tutta la casa mentre in cucina si sentivano le voci di Niall e Zayn che litigavano per l'ultimo biscotto rimasto nel sacchetto.

Harry mi guardò sarcastico «Casa dolce casa.» disse ridacchiando.

Scossi la testa portandomi una mano sulla faccia.

«Ma buona sera famiglia!» urlai cercando di attirare l'attenzione e farli smettere.

Liam e Louis si bloccarono di colpo e Niall e Zayn smisero momentaneamente di litigarsi il biscotto.

«Carissima!» esclamò sorridendo Liam venendomi incontro.

«Payne cosa sta succedendo?» gli chiesi incrociando le braccia assumendo un'espressione severa.

Si guardò intorno facendo una smorfia con la bocca, poi si decise a sputare il rospo.

«Non c'è più cibo, e di conseguenza si è scatenato lo spirito di sopravvivenza.» spiegò gesticolando.

«Siete cinque animali.» dissi di getto io per poi sbuffare «Ma per fortuna io sono più evoluta di voi e ho ordinato la spesa via email, dovrebbe arrivare a momenti.».

Gli occhi di Liam brillarono sentendo quello che avevo appena annunciato mentre Louis scese dal divano con uno scatto iniziando a correre per tutta la casa gridando la parola "cibo".
«Zayn! Niall! Potete smettere di litigarvi il biscotto, Aly ha ordinato la spesa.» urlò Harry entrando in cucina divertito.

Pochi minuti dopo suonò il campanello e come una mandria di bufali, corsero tutti ad aprire la porta impazienti di mangiare qualcosa.

NOTE:
siete fantastiche, sul serio! 11 recensioni? asjkbceubfoebo ♥ grazie infinite.. per non parlare del fatto che la storia è seguita da 22 persone ed è nelle preferite di 14. spero vi piaccia questo capitolo, personalmente mi piace molto ma fatemi sapere che ne pensate con le vostre stupende recensioni! grazie ancora per tutti i complimenti :)

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Capitolo 4
*** Chapter four. ***



Una volta sistemata la spesa iniziai a preparare delle bistecche e un po' di patatine fritte, dato che piacevano a tutti. Mangiavo tranquilla quando ad un tratto mi fermai a fissarli uno ad uno, sembrava che non mangiassero da mesi. Si stavano strafogando come maiali e l'unica cosa che mancava erano i grugniti.

Rimasi immobile senza smettere di guardarli, quando ad un tratto vidi Zayn fissarmi dall'altra parte del tavolo. In quel momento i miei occhi diventarono una calamita e i suoi del ferro. Non riuscivo a staccarmi dal suo sguardo e a quanto pare nemmeno lui. Mi sorrise dolcemente ed io ricambiai con altrettanta tenerezza fino a quando non trovai la forza di staccarmi dal suo contatto visivo.

«Zayn, passami la coca-cola.» disse dal nulla Liam mentre masticava rumorosamente la carne.

Zayn non si mosse di un centimetro, sentivo ancora il suo sguardo puntato addosso.

«Malik!» lo richiamò di nuovo facendolo sussultare.

«Che vuoi Payne?».

«Ma ti droghi? Ti ho chiesto la coca-cola.» rispose Liam divertito facendo ridere tutti, me compresa.

Zayn si allungò per prendere la bevanda passandola poi all'amico. 

«Tieni rompi palle.» disse Zayn ridacchiando.

«Scusa se ho disturbato i criceti sulla ruota nel tuo cervello.» scherzò Liam facendo letteralmente morire dal ridere Louis.

Mi morsi il labbro cercando di trattenermi ma la cosa si fece più difficile sentendo la risata isterica di Harry.

Finito di mangiare, sparecchiai e Niall si offrì per aiutarmi a lavare i piatti mentre gli altri si precipitarono sul divano facendo a gara per conquistarsi il posto migliore. Li sentii discutere per il "potere del telecomando" dalla cucina, ogni sera era sempre la stessa cosa quindi non mi stupii più di tanto, anzi, guardavo Horan divertita mentre lui cercava di fare il serio.

Amavo stare in compagnia di Niall, quel ragazzo era la tenerezza fatta a persona. Con quegli occhioni azzurri che ti fissavano in modo innocente e quella risata che ti contagiava senza neanche rendertene conto, era impossibile non adorarlo. Mi divertivo davvero tanto in cucina con lui, eravamo una squadra perfetta: io lavavo e lui asciugava. Ovviamente c'erano i turni ma lui era quello che lo faceva più con piacere rispetto agli altri animali.

«Dai Louis cambia!» esclamò irritato Liam seduto sul divano.

«Non rompere!» gridò divertito Louis accanto a lui «Adesso trasmettono One Tree Hill.».

Quando io e Niall entrammo in sala li trovammo alle loro solite posizioni: Liam e Louis erano sul divano grande di fronte alla televisione, Zayn si era appropriato della poltrona vicino al divano mentre Harry, invece, era sdraiato sul divano piccolo a lato dell'altro. 

Niall andò a farsi largo tra Louis e Liam mentre io andai, come sempre, sul divano insieme ad Harry.

«Ma se sai tutte le puntate a memoria.» gli disse Niall guardandolo divertito. 

«È colpa tua se ora si è fissato con sto coso!» esclamò Liam indicandomi.

Scoppiai a ridere mentre tirai su per la maglietta Harry mettendolo seduto.

«Sempre la solita delicatezza.» puntualizzò divertito.

Gli feci una linguaccia «Ho solo accelerato i tempi, perché se aspettavo che ti mettessi seduto da solo credo che sarebbe arrivata prima l'apocalisse.» dissi scettica sedendomi accanto a lui.

«Ah sì? Allora adesso per punizione mi fai un po' di grattini.» ordinò sdraiandosi per poi appoggiare la sua testa sulle mie gambe.

Lui e suoi grattini del cavolo. Se fosse stato per lui avrei potuto passare la mia intera vita a fargli sti benedetti grattini. Roteai gli occhi, dopo di che affondai la mia mano nei suoi bellissimi capelli ricci iniziando giocare con i suoi boccoli. Chiuse gli occhi cadendo nel relax più totale. In quel momento aveva quel non so che di angelico che lo rendeva adorabile.

«Si va bhè, anche io voglio i grattini dopo.» disse Louis geloso dall'altra parte del divano.

«Guardati One Tree Hill e non rompere.» esclamò divertito Harry con gli occhi ancora serrati e le braccia incrociate al petto.

Scoppiai a ridere insieme agli altri ma con grande sorpresa non sentii la risata di Zayn. Mi girai a guardarlo e notai che mi fissava con aria seria, sembrava quasi triste. Cercai di capire dal suo sguardo cosa lo turbava ma non ci riuscii.

«Scusate ragazzi, inizio ad essere un po' stanco.» disse Zayn alzandosi dalla poltrona con gli occhi ancora fissi sui miei «Vado a stendermi sul letto.».

«Okay bello, notte.» disse Liam facendo partire il coro della buonanotte da parte degli altri ragazzi.

Lo guardai salire le scale sospirando, lo conoscevo troppo bene e sapevo benissimo che quella del sonno era una scusa bella e buona. Zayn non era mai stato bravo con le bugie, forse riusciva a convincere gli altri ma con me no. 

Restammo a guardare la tele ancora per un'oretta circa, dopo di che andammo ognuno nelle rispettive camere. Li salutai tutti con un bacio sulla guancia e gli diedi la buona notte. Entrai in camera e chiusi la porta per poi infilarmi la mia solita maglietta extra large che mi arrivava a metà coscia. Mi buttai sul letto facendo un sospiro rumoroso.

Guardai il soffitto iniziando a pensare, pensavo a tante cose, forse anche troppe per una testa sola. Mi tornò in mente Zayn e all'espressione che mi aveva fatto quando ero sul divano con Harry. Non riuscivo a capire cosa gli fosse preso, non era da lui andarsene a dormire prima del tempo, piuttosto si addormentava sulla poltrona. Sapevo decifrare ognuno di loro tramite gesti o dal tono della loro voce, ma più di tutti sapevo decifrare Zayn. Stavo anche ore a fissarlo e a cercare di comprendere il suo stato d'animo. Riuscivo a capire quando era nervoso o quando era felice per qualcosa, lo capivo semplicemente da cioè che faceva.

Guardai l'orologio sul comodino, segnava le 2.30. Erano già due ore che fissavo il soffitto pensando a quel ragazzo, ormai era di routine. La differenza era che quella notte non avevo neanche un briciolo di sonno, almeno non in quel momento. Sospirai alzandomi di scatto dal letto facendo il meno rumore possibili. Presi un paio di leggings a caso e me li infilai, poi indossai una felpa a cerniera nera e bianca. Il mio sguardo si soffermò sul pacchetto di Winston blu nascoste dietro il porta penne della mia scrivania. Fissai il pacchetto per qualche secondo, dopo di che lo presi infilandomelo dentro una delle tasche della felpa.

Uscii dalla camera il più silenziosamente possibile, superai le camere dei ragazzi dirigendomi verso la piccola terrazza. Aprii la porta finestra e uscii fuori. Mi bloccai all'istante vedendo Zayn seduto sul muretto che mi fissava mentre era intento ad aspirare la sua sigaretta.

«Hey.» gli sussurrai accennando un sorriso.

«Hey.» mi imitò lui.

Era ancora più bello quando fumava le sue Chesterfield.

«Non dormi?» mi chiese mentre mi accendevo una sigaretta.

Scossi la testa «Neanche tu vedo.» dissi tranquilla.

Mi fissava con i suoi profondi occhi color cioccolato accennandomi un sorriso. 

«Successo qualcosa?» gli chiesi causando un enorme punto di domanda sulla sua faccia «Stai iniziando la seconda.» spiegai poi riferendomi alla sigaretta che si stava accendendo.

Tese le dita osservando la sigaretta che teneva tra l'indice e il medio, poi mi guardò facendomi segno di sedersi accanto a lui. Ubbidii al suo suggerimento con un certo piacere mentre ero intenta ad aspirare un tiro.

«Diciamo che ho molti pensieri per la testa.» spiegò guardando il cielo. 

«Capisco.» dissi io buttando fuori il fumo.

Mi venne un brivido di freddo, l'aria a quell'ora era quasi gelida. Zayn lo notò e senza dire niente allungò il braccio sopra la mia spalla stringendomi a sè. Gli sorrisi guardandolo e lui fece lo stesso. Io e lui ci beccavamo spesso sulla terrazza di notte, potevamo fumarci le nostre sigarette in santa pace senza dare fastidio a nessuno. Non eravamo due fumatori incalliti, ma quando eravamo nervosi o preoccupati venivamo sulla terrazza e stavamo lì anche per ore.

Appoggiai la mia testa sulla spalla di Zayn e automaticamente lui posò la sua sulla mia. Restammo così per non so quanto tempo, a contemplare le stelle che si vedevano nel cielo limpido, in assoluto silenzio.

Come per magia mi passò il freddo ed ogni tipo di pensiero che mi si era accavallato nella mente.

A poco a poco mi si chiusero gli occhi, fino a quando non mi addormentai completamente. Mi sentivo protetta accanto a lui, sapere che era lì con me mi faceva sentire completa. Sentivo il suo profumo inondarmi ovunque, quel profumo che mi faceva uscire di testa.

Mi strinse ancora più forte a sè iniziando a massaggiarmi i capelli. Potei giurare di sentire le sue labbra toccare l'angolo della mia bocca, ma forse stavo solo sognando.

NOTE:
so che aspettavate un capitolo pro-harry ma ricordatevi che c'è anche zayn ♥ ahahah detto questo, mi fa davvero piacere che stiano aumentando sempre di più le lettrici *w* c'è da dire che la storia è quarta nelle storie più popolari, GRAZIE INFINTE! continuate a seguirla mi raccomando

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Capitolo 5
*** Chapter five. ***



«In piedi soldato.» urlò Harry da dietro la mia porta iniziando a bussare continuamente, come al suo solito.

Sobbalzai dal letto alzando il busto, guardando in direzione della porta come per cercare di farlo smettere con la forza del pensiero. Credo gli mancasse solo una trombetta per completare la sua opera di rompimento di coglioni. Ruotai gli occhi e mi lasciai cadere di nuovo sul letto coprendomi la faccia con il cuscino.

«Sparisci o ti faccio male!» esclamai con tutta la mia voce.

«Oddio che paura.» disse chiaramente per prendermi in giro.

Continuò a picchiettare sulla porta quando ad un tratto mi alzai con uno scatto andando ad aprire.

«Sono sveglia!» gli gridai in faccia facendolo ridere.

Gli tirai un pugno sul braccio divertita dopo di che mi sorrise dandomi un bacio sulla guancia del tutto inaspettato. 

«Muoviti a scendere allora, ti ho preparato la colazione.» disse con un non so che di fiero.

«A cosa devo tutta questa dolcezza?» chiesi sospettosa alzando un sopracciglio.

Fece una smorfia alzando le spalle «Come sei malfidente.» esclamò offeso.

Sorrisi involontariamente spettinandogli i ricci per poi uscire dalla camera, seguita da lui.

«T-ti sei accorta di essere in mutande?!» mi domandò balbettando divertito alle spalle «Oppure è il mio giorno fortunato?.».

Mi bloccai su uno degli scalini guardandomi la vita e con grande sorpresa notai che indossavo solo la t-shirt enorme che di solito usavo come pigiama, la quale mi copriva però solo metà coscia. Lentamente mi abbassai la maglietta cercando di coprirmi un po' di più ma la cosa fu abbastanza inutile dato che la maglia rimase esattamente uguale.

Mi girai verso di lui «Cammina davanti.» dissi a denti stretti.

«Perché?».

«Perché di sì.».

«Ma c'è una bella visuale da qua dietro.».

«Muoviti!» urlai indicandogli di venire davanti a me.

«Ma perché non me ne sto zitto?» commentò ad alta voce per poi sbuffare.

«Questa è una bella domanda in effetti.» dissi con un non so che di sarcastico.

Quando entrammo in cucina vidi Niall mangiare il suo solito toast, Louis seduto al tavolo intento a strafogarsi di nutella direttamente dal barattolo, Liam che si beveva il suo caffè macchiato e Zayn in piedi vicino alla credenza che si divorava i suoi biscotti preferiti direttamente dal sacchetto.

«Vostra maestà ci degna della sua compagnia stamattina, quale onore.» esclamò Niall non appena mi vide arrivare.

Lo guardai facendogli una linguaccia mentre gli altri scoppiarono a ridere. Li salutai uno per uno con un dolcissimo bacio sulla guancia, lasciando Zayn per ultimo apposta.

«Vuoi mangiarti anche il sacchetto Malik?» gli sussurrai a pochi centimetri di distanza sorridendo divertita. 

Ricambiò il sorriso continuando tranquillamente a masticare quello che aveva in bocca per poi farfugliare qualcosa di incomprensibile.

«Non si parla a bocca piena.» lo rimproverai con un tono da maestrina.

Dall'altra parte della cucina Harry mi fece segno di venire verso di lui, ubbidii al suo gesto e lo raggiunsi con passo deciso.

«Ecco, tieni.» disse porgendomi dei mini plumcake dall'aspetto invitante.

«Mio dio!» esclamai guardandoli affamata.

«Tu chiamami Harry.» rispose ironicamente alla mia esclamazione.

Lo guardai malissimo cercando di trattenermi dal picchiarlo.

«Sei proprio pessimo.» dissi infine per pio iniziare a divorare i plumcake che mi aveva preparato Harry.

Styles era l'unico dei ragazzi che sapeva cucinare qualcosa di commestibile, lavorare da Starbucks gli aveva sviluppato una certa bravura nel campo dei dolci. Ogni tanto era lui che preparava la colazione, ma ultimamente succedeva molto spesso e non riuscivo a capire il motivo.

«Aly, sai di essere in mutande vero?» chiese Niall mettendosi in bocca l'ultimo pezzo di toast.

Sentii Zayn tossire rumorosamente facendoci girare tutti verso di lui, evidentemente gli era andato di traverso uno dei tanti biscotti che si stava mangiando. 

«Non è la prima volta che succede, è un problema per voi?» chiesi confusa.

«No!» urlò Harry facendo ridere Niall «Cioè, per me potresti andare in giro anche nuda.» disse poi divertito.

Lo fulminai con lo sguardo mentre Zayn era ancora intento a tossire.

«Maniaco.» esclamai io roteando gli occhi.

«Per me nessun problema.» disse Liam sorridendomi teneramente.

«Idem io.» disse Niall.

«Bhè…» iniziò Louis «Aly sei la mia migliore amica ma l'occhio cade comunque, e ti posso assicurare che cade a tutti.» mi spiegò divertito.

Mi morsi il labbro per poi portarmi le mani alla faccia, strofinandomi un po' gli occhi.

«Siamo pur sempre ragazzi.» esclamò Harry cercando di giustificarsi.

«Tu sei un maiale, non un ragazzo.» dissi io ancora con la faccia tra le mani facendo scoppiare a ridere tutti.

Ero convinta che fosse una cosa normale, andavo in giro mezza nuda sin da bambina, non era un modo per attirare l'attenzione, ero stata abituata così e sapere che era diventato un problema per loro mi metteva a disagio.

«Sul serio ragazzi? Cioè, andiamo! Sono sempre io. Ricordate? La bambina tutto pepe che girava per casa vostra in mutande.» dissi io rivangando i vecchi tempi. 

«Sei sempre tu, certo. Solo che hai dei rigonfiamenti non poco visibili sul petto.» osservò Louis indicando il mio notevole seno.

Mi passai una mano tra i capelli imbarazzata evitando di incrociare lo sguardo di Zayn.

«Con questo non ti stiamo dicendo di metterti il burqa. Cioè, gira per casa anche in reggiseno se ti va.» continuò Louis «Solo che, ricorda che sei in una casa con cinque ragazzi.».

«Arrapati aggiungerei.» dissi per sdrammatizzare.

In quel momento sentii il mio blackberry vibrare sul ripiano della cucina, lo afferrai e lessi il messaggio tutto d'un fiato.

«Perfetto, oggi ho il giorno libero. Sarah ha la febbre e quindi resta a casa.» spiegai ai ragazzi sotto i loro sguardi curiosi.

«Allora mi farai compagnia.» disse Harry facendomi l'occhiolino ricordandomi che oggi era il suo giorno libero. 

«Che gioia!» esclamai sarcasticamente.

Mi tirò un leggero pugno sul braccio facendo il finto offeso, cosa che mi portò a scompigliargli i capelli che risistemò in men che non si dica con un cenno del capo. Scossi la testa roteando gli occhi pensando a quanto fosse fissato con i capelli. In realtà lo erano tutti in quella casa, passavano le ore in bagno per sistemarseli perfettamente e guai se glieli spettinavi. Delle volte sembravano peggio delle donne.

«Io vado al lavoro.» disse Niall dal nulla dirigendosi verso di me porgendo la guancia aspettando il mio bacio.

Gli presi la faccia con due mani per poi scoccargli un rumoroso bacio che lo fece scoppiare in una delle sue solite risatine contagiose. Stessa cosa la feci per Liam, il quale però mi abbracciò teneramente pizzicandomi la guancia destra. Harry salì al piano di sopra a farsi una doccia e Louis fece lo stesso, lasciandomi involontariamente da sola con Zayn.

«Dormito bene?» mi chiese lui rompendo il silenzio.

Annuii confusa «Come ci sono finita nel letto?» gli domandai poi ricordando di essermi addormentata sulla terrazza.

Sorrise senza neanche accorgersene. Mi piaceva svegliarmi alla mattina e sapere che quel giorno l'avrei visto sorridere. Mi piaceva cominciare a pensare a cosa ci saremmo detti durante la giornata. Mi piaceva immaginare i suoi commenti sui miei vestiti e le mie risposte riguardanti le sue puntualizzazioni.

«Ti ci ho portata io, in braccio.» disse senza smettere di sorridere.

«Potevi svegliarmi.» sussurrai io appoggiandomi al ripiano della cucina con la schiena.

«Perché? Sei così bella quando dormi.» disse di getto, pentendosi quasi all'istante.

Sorrisi imbarazzata guardando da un'altra parte.

«C-cioè, con questo non volevo dire che da sveglia sei brutta.» balbettò fregandosi il dietro del collo «Era s-solo una considerazione personale.».

«Zayn!» lo chiamai cercando di attirare il suo sguardo verso di me «Ho capito, tranquillo.» dissi per rassicurarlo.

Calò il silenzio un'altra volta, il quale venne interrotto nuovamente da Zayn con una leggera tosse finta.

«Sarà meglio che vada al lavoro.» disse guardando l'orologio.

Si avvicinò a me dandomi un tenero bacio sulla guancia, cosa che mi fece venire i brividi. Rimasi immobile incrociando il suo sguardo con il mio, dopo di che mi salutò con un cenno della mano per poi uscire dalla cucina.

Sul volto mi comparve un sorriso da ebete, reazione del tutto normale quando si trattava di lui.

«E comunque…» iniziò sporgendosi dallo stipite della porta «Te l'hanno mai detto che parli nel sonno?» chiese divertito.

Sbiancai dalla paura di aver detto qualcosa di compromettente. 

«Che ho detto?» domandai terrorizzata.

Lo sentii ridere mentre apriva la porta di casa.

«Zayn!» lo chiamai senza ricevere alcuna risposta sentendo solamente la porta sbattere.

Rimasi immobile fissando un punto contorcendo di tanto in tanto la bocca «Merda.» esclamai per poi scappare di sopra in camera mia.

NOTE:
dio da quanto tempo! finalmente ho trovato un po' di tempo per aggiornare con il nuovo capitolo :) ci tengo a ringraziare tutte per le bellissime recensioni che mi lasciate, mi fanno un sacco piacere! sono contenta che la storia vi piaccia e sono ancora più contenta perchè la fan fiction è in ballo dal quarto al terzo posto tra le storie più popolari *w* in più è seguita da 52 persone ed è nelle preferite di 29 ♥ grazie infinite! continuate a seguire la storia

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Capitolo 6
*** Chapter six. ***



Pensavo ancora alle parole di Zayn quando entrai in camera mia totalmente nel panico cercando di ipotizzare possibili frasi che avrei potuto dire nel sonno. Sapevo che ogni tanto accadeva ma non mi era mai successo con Zayn, almeno non da quando avevo quella fottuta cotta per lui.

Aprii la porta del bagno soprappensiero con l'intento di farmi una doccia, quando ad un tratto mi vidi davanti Harry completamente nudo con i capelli bagnati. In un primo momento rimasi immobile cercando di realizzare, ma non appena lo feci, gli urlai addosso.

«Esci subito dal mio bagno!» esclamai cercando di guardarlo in faccia e non da qualche altra parte.

Lo sentii ridere divertito. Era incredibile quanto fosse a suo agio in qualsiasi circostanza.

«Vuoi stare calma?» chiese tranquillamente girandosi completamente verso di me.

«Lo sarei se non fossi nudo nel mio bagno.» urlai ancora più forte lanciandogli un'asciugamano a caso «Copriti per l'amore del cielo!».

Mi ubbidì attorcigliandosi l'asciugamano alla vita per poi tornare a fissarmi con il suo solito sorriso malizioso stampato sulla faccia.

«Come se fosse la prima volta che mi vedi nudo.» farfugliò facendosi sentire.

Lo fulminai con lo sguardo «Si può sapere cosa ci fai qui?» gli chiesi massaggiandomi le tempie.  

«Stavo entrando in doccia quando Louis mi ha bloccato dicendomi che doveva farla anche lui.» iniziò facendo di tanto in tanto qualche smorfia con la bocca.

«Quindi?» domandai accigliata.

«Quindi ce la siamo giocata a carta, forbice e sasso.» disse guardandomi trattenendo un sorriso «Ha vinto lui.».

«Così hai avuto la brillante idea di venire a farla nel mio bagno, giusto?» chiesi sarcasticamente.

Annuì divertito mentre si passò una mano tra i capelli bagnati in modo alquanto sexy. In quel mio momento mi balenò alla mente che forse, il riccio che avevo di fronte, stava cercando di provocarmi.

«Bene.» esclami fermamente «Esci!» gli dissi alzando la voce mentre cercavo di spingerlo fuori dal bagno.

«No!» urlò lui impuntandosi per poi prendermi per i polsi, costringendomi a guardarlo.

Odiavo quando mi prendeva in quel modo perché oltre ad impedire ogni mio movimento, mi obbligava a fissarlo nei suoi stupendi occhi verdi.

«Styles, esci da qua ora!» gli ordinai cercando di liberarmi dalla sua presa ma senza alcun risultato.

«Ma perché?».

«Perché devo farmi la doccia zuccone!».

«Allora aspetti che finisco io.» disse guardandomi dritta negli occhi.

«Facciamo anche di no?» domandai ironicamente fissandolo a mia volta.

Lasciò la presa dai miei polsi guardandomi con uno strano sorrisino, il quale mi fece immaginare che aveva appena avuto un'idea geniale. Ovviamente questo era quello che pensava lui.

«A questo punto penso che dovrai farla con me in bagno.» disse con un tono da falso dispiaciuto «Perché io da qua non esco.».

Un bel vaffanculo non glielo avrebbe levato nessuno, ma in quel momento mi venne la brillante idea di stare al suo gioco. Voleva che mi facessi la doccia con lui dentro al bagno? Perfetto, gli avrei dato quello che voleva.

Lo guardai con aria di sfida, dopo di che iniziai a levarmi l'enorme maglietta per poi buttarla a terra, rimanendo solo in intimo. Incominciai a slacciarmi il reggiseno sotto il suo sguardo stupito, per poi buttare sul pavimento anche quello. Vedevo i suoi occhi lottare tra di loro per cercare di tenere lo sguardo fisso sul mio volto e non su altre mie parti del corpo. Mi abbassai le culotte rimanendo completamente nuda davanti a lui.

Mi avvicinai in modo provocante e lentamente gli slegai l'asciugamano che aveva alla vita, per poi fissarlo negli occhi.

«Ora, se permetti, avrei una doccia da fare.» dissi mentre gli tolsi di dosso il pezzo di stoffa per poi leccarmi le labbra.

Mi sorrise maliziosamente senza smetterla di guardarmi mentre io mi dirigevo verso la doccia. Appoggiai l'asciugamano sull'appendino accanto alla doccia e poi entrai tirando la tendina alle mie spalle, sogghignando tra me e me. Il mio intento di provocarlo era riuscito alla perfezione dato che il suo organo riproduttivo aveva risposto chiaramente alla mia provocazione.

Accesi l'acqua ancora sorridendo quando ad un tratto sentii Harry avvicinarsi.

«Non esultare troppo.» disse dall'altra parte della tendina.

«Perché non dovrei? Ti ho umiliato.» esclamai con fare trionfante. 

«Vero.» ammise serio «Ma mi chiedo, come farai ad asciugarti quando uscirai dalla doccia?» domandò divertito facendomi intuire che di lì a pochi istanti si sarebbe portato via l'asciugamano che gli avevo sottratto prima.

Da dentro la doccia spalancai gli occhi rimanendo di sasso.

«Non osare Styles.» gli ordinai con voce minacciosa.

«Ci si vede Scott.» disse quasi ridendo sbattendo la porta del bagno.

Rimasi sotto il getto d'acqua immobile per qualche secondo «Merda!» esclamai facendo un piccolo scatto col corpo.

Spostai un po' la tendina per poi sporgermi fuori con la testa, in cerca di qualcosa per asciugarmi ma evidentemente, Harry, si era portato via qualsiasi cosa che avrei potuto ipoteticamente usare. 

«Maledettissimo stronzo.» esclamai ad alta voce riferendomi ad Harry.

Continuai ad imprecare insulti su insulti camminando sulle punte dei piedi per tutto il bagno, quando ad un tratto la porta si aprì. In quel momento mi ritrovai faccia a faccia con Louis, il quale mi fece una radiografia completa sbarrando gli occhi.

«Oh mio dio.» disse ancora in fissa su di me.

«Dio ti prego! Finiscila.» gli urlai addosso nascondendomi dietro la porta «Ti puoi girare per favore?».

Mi guardò divertito per poi girarsi scuotendo la testa.

«Si può sapere che ci fai pure tu qui?» gli chiesi tirandogli una sberla sulla schiena facendolo sussultare.

«Sono venuto a vedere perché strillavi tanto.» spiegò sempre girato di spalle.

«Come? Il tuo amico non te l'ha detto?».

«Detto cosa?».

«Piantala di fare il finto tonto.» dissi accigliata.

Rimase in silenzio per qualche secondo per poi scoppiare a ridere.

«Okay, mi ha detto che ti ha rubato l'asciugamano e che eri rimasta praticamente nudainiziò a giustificarsi rivolto verso la porta «Ho voluto accertarmi della cosa, dato che neanche gli credevo.».

Erano peggio di due bambini che si spalleggiavano a vicenda con in mente un unico obiettivo: torturarmi. In teoria, Louis, doveva essere quello che in situazioni come queste prendeva le mie difese, invece a momenti si congratulava con Harry.

Presi un respiro profondo mentre attorcigliavo le braccia intorno al mio seno «Idioti.» dissi a denti stretti.

«Ma io cosa centro?» chiese confuso.

«Tu centri sempre.» spiegai io semplicemente.

Lo sentii ridere sempre voltato di spalle «Vado a prenderti un'asciugamano scema, starai morendo di freddo.» disse uscendo dalla porta per poi dirigersi in camera mia.

Lo sentii aprire qualche cassetto fino a quando non lo vidi varcare di nuovo la soglia del bagno con gli occhi chiusi, mentre mi porgeva l'asciugamano. Lo presi dalle sue mani per poi avvolgermelo velocemente intorno al corpo.

«Okay ora puoi aprire gli occhi.» dissi divertita sotto il suo sguardo da idiota «Grazie.».

«Di niente.» disse mentre mi fece l'occhiolino.

Bene o male, alla fine gli facevo sempre tenerezza a Louis. Era impossibile resistere ai miei occhioni verdi che chiedevano pietà, questo lui lo sapeva benissimo, come lo sapevano gli altri del resto. 

Fece per andarsene ma si bloccò «Ah un'altra cosa.» iniziò guardandomi serio «Muoviti perché tu e Styles mi dovete accompagnare al lavoro.».

Lo fulminai con lo sguardo trattenendomi dal non picchiarlo.

«Sparisci.» dissi con fare minaccioso facendolo sparire magicamente dalla mia vista.

Andai in camera e velocemente tirai fuori i vestiti dall'armadio. Mi infilai un paio di jeans scuri e aderenti e poi indossai una maglietta color panna con delle scritte scure sopra. Mi guardai intorno cercando una felpa da abbinarci ma non trovai nulla che rispecchiava particolarmente il mio stato d'animo, così decisi di andare in camera di Zayn. Frugai tra i suoi vestiti mentre il suo profumo mi perforava dentro lentamente. Non appena mi ripresi un attimo trovai una delle sue tante felpe stile scuola americana bianca e bordeaux. Era perfetta, come Zayn del resto. Sorrisi e me la infilai con un certo sorriso sulla faccia per poi scendere dai due idioti al piano di sotto.

«Ti sei vestita.» disse Harry divertito.  

«Non grazie a te.» lo fulminai io ruotando gli occhi.

Iniziò a ridere trascinando con sè anche Louis, il quale si fermò all'istante vedendo il mio sguardo su di lui.

«Andiamo.» ordinai io aprendo la porta d'ingresso «Non vi sopporto già più.».

«Anche noi ti vogliamo bene Aly.» disse Louis ironicamente.

Tirai una piccola sberla in testa ad entrambi per poi andare a portare Louis al lavoro.

NOTE:
io dico solo una cosa: VI AMO ♥ cioè potrei dirvi grazie all'infinito! grazie per aspettare così tanto per leggere un nuovo capitolo, grazie per le bellissime recensioni che mi lasciate, grazie per aver portato la storia seconda nelle storie più popolari, grazie veramente ad ognuna di voi.. spero che il capitolo vi piaccia e se recensite, in fondo al commento fatemi capire se siete pro-HARRY o pro-ZAYN (è importante ahahah)

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Capitolo 7
*** Chapter seven. ***



«Vuoi lasciare una stazione e guardare la strada per favore?» lo rimproverai per la sua solita fissazione di cambiare stazione radio ogni secondo.

Harry sbuffò lanciandomi un'occhiata scocciata per poi ubbidire all'istante, ritornando subito a guardare la strada.

In quei momenti mi maledicevo per essermi fatta ritirare la patente per guida in stato di ebrezza. Tutta colpa di Louis e le sue serate alcoliche. 

«Adesso non posso neanche più cambiare stazione?» chiese inserendo la quarta.

«No se la devi cambiare ogni secondo. Mi innervosisci.» dissi facendogli un sorrisino a mo' di presa in giro mentre lui mi fece una linguaccia.

«La finite di punzecchiarvi?» domandò Louis sporgendo la testa in mezzo ai nostri sedili.

Harry ed io lo guardammo per poi fissarci a vicenda con sguardo di sfida.

«Ha iniziato lei/lui!» urlammo all'unisono.

Louis roteò gli occhi sbuffando «Non cambierete mai.» disse poi buttandosi all'indietro.

Mi morsi le labbra evitando di sorridere ma la cosa sembrava impossibile. Io e Styles eravamo così, lo eravamo sempre stati. Anche se la maggior parte delle volte lo avrei ucciso a colpi di bottiglie in testa.

Arrivammo davanti allo Starbucks con qualche minuto di ritardo rispetto alle altre mattine.

«Certo che tu sei proprio il ritratto della puntualità, Styles.» disse Louis scendendo velocemente dalla macchina sbattendo la portiera alle sue spalle.

«Ma voi due avete deciso di rompere le palle a me oggi?» chiese guardando prima lui e poi me.

Feci spallucce accennando un sorriso alquanto ruffiano mentre Louis non faceva che ridere dietro di me.

«Io scappo, dato che qualcuno mi ha fatto arrivare in ritardo.» disse Louis lanciando un'occhiataccia a Harry. 

«Quanto sei polemico.» farfugliò Harry roteando gli occhi.

Salutai Louis dal finestrino, sporgendomi per arrivare a toccare la sua guancia con le mie labbra, dopo di che ci dirigemmo verso casa. Appoggiai la mia testa contro il finestrino freddo guardando il paesaggio che ormai conoscevo a memoria. Era una giornata particolarmente nuvolosa, ed ero certa che di lì a poco si sarebbe messo a piovere. La pioggia aveva quello strano potere di calmarmi, non sapevo esattamente il perché, sapevo solo che ci riusciva benissimo. 

«Hey ragazzina!» mi chiamò Harry distogliendomi dai miei pensieri.

Mugugnai qualcosa per poi girarmi verso di lui.

«Che vuoi Hazza?» chiesi io accennando un sorriso.

«Fottiti.» esclamò per poi scoppiare in una delle sue solite risate isteriche.

Lo fulminai con lo sguardo per poi iniziare a pizzicargli il braccio.

«Ma sei scema? Sto guidando.» disse tra una risata e l'altra. 

«Guidare è una parola grossa, sei un impedito!» puntualizzai io facendo una smorfia con la bocca.

«Allora guida tu signorina "so fare tutto io".» iniziò lui tenendo lo sguardo fisso sulla strada «Oh già! Quasi dimenticavo, ti sei fatta ritirare la patente.» disse infine guardandomi.

Colpita ed affondata.

«È stata tutta colpa tua se…» mi bloccai subito pentendomi di aver iniziato quella stupida frase.

«Colpa mia se… Cosa?» domandò lui come previsto.

Scossi la testa ricordandomi del perché quella sera Louis aveva deciso di portarmi fuori a bere.

«Niente.» dissi ritornando a guardare fuori dal finestrino.

«Alison!» odiavo quando mi chiamava con il mio nome per intero e questo lui lo sapeva benissimo «Colpa mia se… Cosa?» ripeté la domanda di prima alla quale io avevo evitato di rispondere

«Ti ho detto niente, Harry!» esclamai io.

Stava iniziando una di quelle discussioni che preferivo evitare, non avevo voglia di litigare, soprattutto con lui. Non lo avrei sopportato. 

«Fammi scendere per favore.» gli dissi tranquilla sotto il suo sguardo preoccupato.

«Tu non scendi da qua finchè non arriviamo a casa.» concluse lui continuando a guardare la strada.

«Harry ti prego, fammi scendere da questa macchina.».

«Non ne vedo il motivo.».

«Voglio stare un po' da sola, posso?».

«No, non puoi.».

«Piantala e ferma questa macchina, cazzo!» alzai la voce notevolmente disperata, ero sicura che di lì a poco gli sarei scoppiata a piangere in faccia.

Mi guardò preoccupato ma dopo qualche secondo accostò come gli avevo chiesto. Scesi dalla macchina senza dire una parola e iniziai a camminare a caso, non sapendo precisamente dove andare. 

Misi le mani nelle tasche della felpa e continuai a camminare, osservando di tanto in tanto il cielo. Un brivido freddo mi percorse il corpo, facendomi intrufolare sempre di più nella felpa di Zayn. Tra un passo e l'altro respiravo il suo profumo, ormai permanente su ogni suo indumento. 

Ad un tratto, una goccia mi sfiorò la guancia facendomi tornare al presente. Mi fermai lungo il marciapiede vicino al parco ed alzai per l'ennesima volta la testa al cielo, socchiudendo gli occhi, aspettando che arrivasse la pioggia. Tempo qualche secondo ed eccola là. Felice di scontrarsi con il mio viso roseo per poi cadere lungo il mio collo. Una persona normale si sarebbe andata a riparare sotto una tettoia, ma io non desideravo altro che stare sotto quel bellissimo spettacolo acquatico.

Sentivo i miei capelli bagnarsi poco a poco, così come i vestiti che indossavo. Sapevo che mi avrebbe aiutato anche questa volta, sapevo che si sarebbe decisa a cadere quando avrei avuto bisogno di lei, la pioggia non mi avrebbe mai abbandonata. Per un momento mi scordai della discussione con Harry, delle parole che avrei voluto dirgli da tempo ma che non avevo mai avuto il coraggio di esprimergli.

Ero felice sotto la pioggia, lo ero davvero fino a quando, ad un certo punto, non sentii più niente. Aprii gli occhi istintivamente vedendo sopra la mia testa quello che avrebbe dovuto essere un ombrello.

«Lo sai che esistono degli oggetti apposta per ripararsi dalla pioggia?» disse quella voce angelica che tanto amavo alle mie spalle «Si chiamano ombrelli.» scherzò Zayn una volta che mi girai verso di lui.

Non riuscii a trattenere una risata.

«Davvero?» chiesi io facendo finta di essere sorpresa.

«Sì, davvero.» disse sorridendomi divertito.

«Meno male che ci sei tu Malik, cosa farei senza di te?» domandai scherzando anche se sotto sotto c'era un fondo di verità.

Fece un passo in avanti avvicinandosi sempre di più, facendo in modo che non mi bagnassi. Il mio cuore fece una capriola mentre lottavo con il mio respiro per farlo ritornare normale.

Lo vidi mordersi le labbra mentre era intento a fissare le mie. Ero completamente persa nei occhi color cioccolato che non mi resi neanche conto che i nostri volti erano a meno di quaranta centimetri di distanza. Sentivo il suo respiro sempre più caldo sulla mia guancia, quando ad un tratto non mi squillò il telefono.

Istintivamente ci allontanammo l'uno dall'altra e risposi al cellulare, sempre restando sotto l'ombrello con Zayn, il quale mi fissava curioso.

«Pronto?» dissi senza neanche leggere il nome sullo schermo.

«Okay scusami, non avevo il diritto di essere così invadente. È solo che, sono un deficiente e lo sai come faccio ogni volta.» la voce di Harry risuonò metallica dall'apparecchio telefonico.

«Harry.» lo chiamai calma cercando di ricevere attenzione.

«Odio litigare con te, e quando succede mi detesto talmente tanto che mi vorrei picchiare.» continuò facendo finta di non sentirmi. 

«Harry!» richiamai la sua attenzione alzando un po' la voce.

Rimase in silenzio aspettando che dicessi qualcosa «Non importa, è tutto a posto. Ne riparliamo quando torno a casa ok?» gli dissi dolcemente aspettando la sua risposta positiva. Lo salutai e misi il blackberry nella tasca dei jeans sotto lo sguardo preoccupato di Zayn.

«Che è successo con Styles?» chiese avvicinandosi di nuovo.

«Niente di che, abbiamo avuto una piccola discussione in macchina prima.» spiegai sinteticamente perdendomi nuovamente nei suoi occhi.

Fece una smorfia con la bocca tornando a fissarmi divertito.

«Perché sorridi?» azzardai a chiedergli io.

Scosse la testa sorridendo «È che ha smesso di piovere già da un po' e io ti sto tenendo ancora sotto al mio ombrello.» disse tranquillo mentre mi accertavo di quello che mi aveva appena detto.

In effetti era vero. Feci una risatina contagiando anche lui, il quale era intento a chiudere l'ombrello. In quel preciso istante passò a tutta velocità una macchina sul ciglio della strada entrando completamente in una pozzanghera enorme, bagnando dalla testa ai piedi Zayn.

Scoppiai in una delle mie solite risate isteriche mentre lui rimase immobile con le braccia semi aperte, grondante di acqua sporca. La scena era stata epica, sembrava che lo avesse travolto uno tsunami. Ero ancora intenta a ridere quando vidi il suo sguardo fulminarmi.

«È così tanto divertente?» domandò lui cercando di restare serio.

«Non sai quanto.» dissi io letteralmente piegata in due e con le lacrime agli occhi.

«Ah sì? Ora ti faccio vedere io.» disse dirigendosi a passo deciso verso di me.

Mi fermai per un attimo osservando il suo sguardo vendicativo e prima che potesse raggiungermi iniziai a correre verso l'interno del parco, gridando aiuto tra una risata e l'altra mente lui cerca di prendermi. Ad un tratto fui di nuovo bambina, sinceramente non mi ricordavo neanche da quanto tempo non ridevo in quel modo.

Cercai di fare una finta per seminarlo ma sfortunatamente riuscì a capirlo e così, in meno di un secondo, mi ritrovai tra le sue braccia e aggrappata al suo collo.

Ridevamo, insieme. Solo io e lui, in quell'istante c'eravamo solo io e lui. A me bastava quello per essere felice, solo quello. Dio solo sapeva quanto mi mancava passare del tempo con lui e percepivo lo stesso guardando i suoi occhi.

Restammo in quella posizione qualche secondo a fissarci. Sotto le mie gambe sentivo la sua presa forte e decisa, quasi come se non volesse mai più mettermi giù. I suoi occhi fissi nei miei. Avrei voluto fermare il tempo ma in quel momento riprese a piovere, decisamente più forte rispetto a prima.

Mi lasciai scivolare dalla sue braccia fino a che non toccai il terreno con i piedi, poi, senza dire una parola, mi prese per mano e mi trascinò con lui in una corsa sotto il diluvio.

«Mi devi un ombrello.» disse voltandosi verso di me con il volto bagnato, sorridendomi divertito.

NOTE:
so che ve lo dico sempre, ma VI AMO CAZZO ♥ cioè 27 recensioni per il capitolo sei, cioè ventisette! per premiarvi (?) di questa cosa bellissima (che mi gasa un macello ahahah) ho scritto un capitolo un po' più lunghino rispetto a quelli passati.. spero non vi annoi anche perchè la storia sta iniziando ad avere una forma, se si può dire così. ho notato dai vostri commenti che le proZAYN e le proHARRY sono più o meno allo stesso numero, per me è importante sapere da che parte state (?) ahahah quindi scritemelo sempre in ogni recensione :3 
un'altra cosa, se non lo sapete sono @stophoping_ su twitter, per qualsiasi cosa chiedetemi pure ;) e se volete essere avvisate ad ogni aggiornamento della storia basta che mi scriviate tramite posta o twitter, come preferite! grazie ancora ragazze, mi fanno davvero tanto piacere le vostre recensioni 

importante! tra un po' ci saranno anche dei capitoli raccontati anche dagli altri personaggi e non solo da alison *w*

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Capitolo 8
*** Chapter eight. ***



Sentivo la pioggia penetrarmi negli occhi, appannandomi completamente la vista. Correvo solo perché la mia mano era ancora intrecciata a quella di Zayn, intento a trascinarmi con sé ovunque si stesse dirigendo. L'unico rumore che si poteva udire, era il picchiettio della pioggia contro l'asfalto unito dall'ansimare dei nostri respiri. 

La sua mano era estremamente calda pur essendo bagnata dal freddo acquazzone che ci stava devastando. Potevo sentire la sua stretta ben salda alla mia mano che diventava sempre più forte ogni volta che accennavo di perdere l'equilibrio. Ero sicura che, se per qualche assurdo motivo, mi avesse lasciato la presa mi sarei sentita persa e molto probabilmente mi sarei bloccata anche in mezzo alla strada.

Sentivo il cuore battermi forte dentro al petto, ma non sapevo se era per via della lunga corsa che stavamo facendo oppure perché ero semplicemente legata a lui. Avrei corso anche per sempre se ci fosse stato lui a tenermi per mano, e la cosa mi spaventava, perché io avevo sempre odiato correre.

Lo sentii rallentare e automaticamente lo imitai. Tentai di tenere gli occhi aperti ma non ci riuscii per colpa della pioggia che scendeva sempre più forte sopra le nostre teste. 

«Sembri un panda lo sai?» lo sentii dire per poi scoppiare in una delle sue solite risatine.

Gli feci una smorfia divertita tenendo sempre gli occhi chiusi, immaginando che si stesse riferendo al mio mascara colato. Avevo ancora la mano intrecciata alla sua e nessuno dei due aveva la minima intenzione di lasciare la presa. Provai ad aprire gli occhi sentendo diminuire la pioggia.

«Dove siamo?» gli chiesi completamente persa.

«Siamo sotto una specie di gazebo.» spiegò alzando lo sguardo e osservando la tettoia che ci riparava.

«Questo lo avevo capito genio.» dissi divertita facendolo ridere «Intendevo dove siamo geograficamente.» puntualizzai in modo sarcastico.

«Bhè, che io sappia siamo ancora a Londra.» disse lui con altrettanta ironia.

Lo fulminai con lo sguardo cercando di restare seria.

«Oh sta' zitto!» esclamai roteando gli occhi accennando un sorriso.

Le sue labbra si incurvarono automaticamente per poi scoppiare in una delle sue solite risate contagiose. Inutile dire che ormai, la sua risata era diventata la più bella canzone dell'mp3 del mio cuore. Per me era impossibile non ridere insieme lui, era scientificamente provato che ogni volta che Zayn Malik sorrideva o rideva, lo facevo anche io. Forse avevo iniziato ad amare il mio sorriso quando avevo scoperto che era lui la causa per cui esplodeva. 

Lo guardavo nella sua perfezione e mi domandavo come fosse possibile il fatto che fosse lì con me, a tenermi la mano sotto una tettoia mentre aspettavamo il diminuire della pioggia. Ogni tanto gli scendeva qualche goccia d'acqua dai capelli bagnati passandogli velocemente sulla guancia, per poi sparirgli sotto il mento.

Ad un tratto mi sentii tirare verso di lui e in poco più di un attimo fui tra le sue braccia, con il viso contro il suo petto. La mano ancora intrecciata alla mia mentre l'altra cingeva la mia vita, comprimendomi sempre più al suo corpo. I ragazzi avevano sempre l'abitudine di abbracciarmi ma Zayn, lui non lo faceva spesso come gli altri. Era come se volesse prendere le distanze in qualche modo. Ma quando lo faceva, ogni volta, mi moriva il cuore tra le quelle braccia.

«Perché mi stai abbracciando?» gli chiesi stupita.

«Ci deve essere per forza un motivo?» mi domandò di rimando quasi in modo divertito «Avevo voglia di abbracciarti e l'ho fatto.».

«Sì ma, non lo fai quasi mai.» dissi facendogli notare chiaramente che avrebbe dovuto farlo più spesso.

«Vuoi stare zitta?» disse facendo una risatina per poi stringermi ancora più forte.

Sorrisi appoggiata al suo petto. Ogni volta che mi chiedeva di starmene zitta significava che era in imbarazzo e che non sapeva più cosa rispondermi. Lo conoscevo bene, sapevo decifrare ogni sua mossa o parola. Conoscevo più lui che me stessa.

Chiusi gli occhi e mi ritrovai ad amarlo, senza un come nè un perché. Mi ritrovai ad amarlo e basta.

«Sarà meglio andare o ti verrà una polmonite.» disse con un non so che di protettivo.

«Non ho capito perché proprio a me deve venire la polmonite.» borbottai fissandolo negli occhi.

«Perché sei la più sfigata tra i due.» disse per poi scoppiare a ridere.

Istintivamente gli strizzai il capezzolo facendolo urlare.

«Ma sei impazzita?!» chiese divertito massandosi il pettorale con una smorfia «Vorrei vedere se lo facessi a te!».

«Non ci pensare neanche o giuro che ti faccio diventare donna con un calcio.» esclamai con tono vendicativo.

Scoppiò a ridere fissandomi attraverso quelle iride color cioccolato che tanto mi facevano impazzire. Dopo di che iniziò a trascinarmi di nuovo con sè per la strada. Camminavamo, sempre mano per mano, entrando qua e là in qualche pozzanghera che intralciava il nostro cammino parlando di qualsiasi cosa ci venisse in mente.

«Hai le chiavi per caso?» mi chiese Zayn una volta arrivati davanti al portone di casa.

«No, ma ci dovrebbe essere Harry a casa.» dissi ricordandomi di averci parlato prima dell'acquazzone.

Mi avvicinai alla porta e suonai il campanello. Fissai l'enorme ingresso in legno color verdastro in attesa che Harry venisse ad aprire.

«Andiamo Styles! Muoviti cazzo.» pensai ad alta voce facendo ridere Zayn alle mie spalle. 

«Magari non c'è.» ipotizzò sedendosi sulla piccola scalinata che precedeva la porta.

«C'è.» mi limitai a dire «E mi ci gioco le ovaie che è sul divano a ronfare come un orso in letargo.».

Suonai di nuovo il campanello, ma con più aggressività e in modo più prolungato.

«Apri questa maledetta porta Styles!» dissi scandendo parola per parola continuando a suonare il campanello.

Ancora nessuna risposta. Tirai fuori il mio blackberry dalla tasca dei jeans e cercai di rintracciarlo.

«Merda! Ho la batteria scarica.» esclamai cercando di far rianimare il telefono in qualche modo.

«Il mio è dentro casa.» disse tranquillo Zayn ricordandosi di averlo lasciato sul tavolo.

Lo guardai presa dalla disperazione iniziando a respirare affannosamente.

«Io lo ammazzo.» bisbigliai riferendomi a Harry «Giuro che lo faccio fuori con le mie mani, questa è la volta buona.».

Lo vidi ridere mentre feci uno scatto involontario con il corpo causato dai brividi di freddo. Zayn lo notò e in meno di un secondo mi tirò di nuovo a sè, proprio come aveva fatto prima, e mi abbracciò. 

«Meglio?» chiese strofinando le sue mani sulle mie braccia e sulla schiena.

In realtà, in quel momento, non mi ricordai nemmeno di avere poi così tanto freddo. Quando stavo tra le sue braccia era come se mi catapultassi in un mondo parallelo, nel quale c'eravamo solo io e lui.

«Sì, direi di sì.» risposi portando le mie braccia intorno alla sua vita facendomi spuntare un sorriso alquanto involontario sul volto.

Restammo in quella posizione per un bel po', in silenzio.

«A proposito, come hai fatto a sapere che ero io quando mi hai coperta con l'ombrello?» chiesi confusa ricordandomi la scena passata.

«Perché l'unica scema che sta sotto la pioggia senza ripararsi sei tu.» mi rispose lui divertito.

Gli tirai un pizzicotto sulla schiena restando sempre nella stessa posizione di prima.

«Dai scherzo, so quanto ti piace la pioggia e ho immaginato che fossi tu.» iniziò continuando a sfregarmi le braccia dolcemente «E poi ho riconosciuto la mia felpa.» disse riferendosi a quella che indossavo.

«Mi piacciono le tue felpe.» dissi dal nulla cercando di evitare discorsi imbarazzanti.

«A me piace il fatto che le indossi.» manifestò tranquillo appoggiando delicatamente la sua testa alla mia.

Mi sentii il volto in fiamme. Non era da me imbarazzarmi fino al punto di risultare rossa come un peperone, ma con lui era tutta un'altra faccenda. 

«Allora continuerò a rubartele di nascosto.» gli dissi accennando un sorriso.

«E io continuerò a fare finta di non accorgermene.» disse di rimando lui in modo scherzoso.

Avrei voluto che il tempo si fermasse per sempre, a me bastava quello per essere felice, ma veramente felice. Eravamo entrambi bagnati fradici, eppure tutto il freddo che avevo qualche minuto prima si era volatilizzato.

Ad un tratto sentimmo qualcuno tossire in modo apparentemente finto ed automaticamente ci staccammo di scatto, girandonci verso la persona alle nostre spalle.

«Interrompo qualcosa?» chiese Harry con un punta di gelosia.

Lo fulminai con lo sguardo trattenendomi dalla voglia di strozzarlo.

«Ma dove cazzo eri?».

«Tu dove cazzo eri!? Mi hai fatto preoccupare.».

«Ero in giro, poi ho incontrato Zayn e ci siamo beccati il diluvio.» gli spiegai molto sinteticamente «Tu dove sei andato?».

«A cercarti, per tutta Londra.» disse facendomi sentire una merda «Ti ho chiamato ottocento volte al telefono ma partiva la segreteria.».

Il mio sguardo si spostò su Zayn il quale venne in mio aiuto.

«Credo che per colpa della pioggia gli sia morta la batteria.» spiegò cercando di tranquillizzare Harry.

In quel momento, alle spalle di Harry, spuntò Louis con un espressione confusa sul volto.

«Ragazzi che succede?» chiese percependo la tensione generale che si era creata «Perché voi due siete fradici?» domandò poi indicando me e Zayn.

«Entriamo che è meglio.» disse Harry guardandomi con un'espressione mista tra il sollevato e il deluso.

NOTE:
sapete già quello che sto per dirvi vero? ebbene sì, GRAZIE (per la 28733879845 volta). siete stupende e tutte le recensioni che mi scrivete sono una più bella dell'altra! mi fa stra piacere il fatto che vi piaccia la storia e tutte queste proZAYN e proHARRY mi stanno facendo venire un sacco di dubbi riguardo a come continuare la storia.. bho, chissà ahahah nel frattempo sapete già cosa dovete fare no? è fondamentale per me sapere da che parte state quindi nelle recensioni scrivetemi tutto :)

ricordo che tra poco ci saranno alcuni capitolo narrati anche dai ragazzi, quindi capirete un po' di più ajsvxcscvw <3 vi avviso anche che la storia pian piano si intorciglierà tutta! voi continuate a leggere mi raccomando ;)
nei preferiti di 75 persone - VI ADORO

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Capitolo 9
*** Chapter nine. ***



«La prossima volta che ti viene la brillante idea di andare a fare un giro, cerca di essere rintracciabile!» mi urlò Harry non appena varcammo la soglia. 

«Lo capisci che mi si è scaricata la batteria?» gli domandai io retoricamente guardandolo di scatto.

Louis e Zayn ci osservavano spaventati, io e Harry difficilmente litigavamo. Non faceva per noi discutere senza motivo.

«E tu lo capisci che sono stato in pensiero per tutto il pomeriggio?» alzò ancora la voce avvicinandosi sempre di più al mio volto «Cazzo Alison! Pensavo ti fosse successo qualcosa.» un'altra volta il mio nome per intero, era decisamente arrabbiato.

«Mi dispiace Harry, non so che altro dirti.» esclamai infreddolita con ancora i vestiti bagnati addosso.

«Harry…» iniziò Zayn cercando in qualche modo di difendermi. 

«Non ti intromettere Zayn.» disse Harry fermandolo con un semplice gesto della mano.

Osservai lo sguardo di Zayn spostarsi da Harry a me. Lo tranquillizzai con un cenno del capo facendogli capire di non rispondere e a quanto pare capì.

«Zayn non centra niente, non prendertela anche con lui.» dissi io cercando in qualche modo di proteggerlo dall'ira di Harry. 

«Hey Malik, che ne dici se andiamo di sopra? Così mi racconti la tua giornata.» urlò allegramente Louis dal nulla in modo da lasciare me e Harry da soli per chiarirci.

Mi girai in direzione di Louis, notando che Zayn aveva gli occhi fissi su di me, preoccupato. Feci di sì con la testa e in pochi secondi sparirono oltre le scale.

Guardai Harry sospirando sotto il suo sguardo vigile.

«Ti sei calmato?» azzardai a chiedergli mordendomi un labbro.

«Sinceramente? No.» mi rispose, evidentemente, ancora incazzato.

Non capivo il perché della sua reazione, non lo avevo mai visto arrabbiato come in quel momento. Aveva gli occhi sbarrati e le sue mani erano chiuse a pugno, credo che se avesse potuto avrebbe picchiato qualsiasi persona gli fosse capitata sotto agli occhi. Purtroppo c'ero io davanti a lui, non avrebbe mai potuto alzarmi un dito. Così si limitò a stringere più che poteva i pugni, anche a costo di farsi male da solo.

«Allora ne parleremo quando ti sarai dato una calmata.» dissi per poi girarmi in direzione delle scale.

Sentii la sua presa salda sul mio braccio, la quale mi fece girare automaticamente verso di lui.

«Non voglio litigare, lo sai.» disse debolmente fissandomi negli occhi.

«Lo so, ma lo stiamo facendo da quando siamo entrati in casa.» gli risposi osservandolo a mia volta negli occhi.

«Hai ragione.» sussurrò allentando la presa ma senza lasciarla del tutto «Scusami.».

Gli feci un mezzo sorriso cercando di rassicurarlo, dopo di che lo sentii lasciare la presa dal mio braccio. Lo stavo ancora fissando quando lo vidi fare due passi avvicinandosi a me per poi abbracciarmi con uno scatto. Mi ritrovai la faccia sul suo petto e la sua guancia appoggiata alla mia testa. In una frazione di secondo portò le sue braccia attorno alla mia schiena, premendo sempre di più il mio corpo al suo.

«Mi sono davvero spaventato.» confessò dolcemente per poi fare un respiro profondo «Se ti accadesse qualcosa non saprei che fare.».

Chiusi gli occhi mordendomi le labbra, stringendomi automaticamente a lui.

«Non è successo niente.» dissi sorridendo teneramente per ciò che mi aveva appena detto.

«Poteva succedere però.» mi corresse tenendomi ancora stretta tra le sue braccia.

Amavo quando faceva il protettivo nei miei confronti, a partire dalle piccole banalità a cose come queste. Un sacco di volte mi aveva ripetuto che non avrebbe mai immaginato la sua vita senza di me, e ora lo stava rifacendo, anche se non direttamente.

«Ora vai a farti una doccia calda, stai tremando.» disse sciogliendo l'abbraccio sorridendomi «Io vado a farmi un giro per calmarmi un po'.».

Lo guardai uscire di fretta con aria preoccupata, dopo di che mi catapultai in bagno, infilandomi nella doccia.

Restai sotto il getto d'acqua per non so quanto tempo. Avevo quella brutta abitudine di stare a riflettere nella doccia più del dovuto, come se non pensassi già abbastanza normalmente.

Uscii dalla doccia attorcigliandomi un'asciugamano color panna intorno al corpo, lasciando che i miei lunghissimi capelli ormai bagnati, cadessero lungo la mia schiena. Osservai di sfuggita il mio riflesso nello specchio per poi dirigermi in camera. 

Aprii l'armadio cercando qualcosa di comodo da mettere. Optai per la felpa verdastra di Louis, una delle mie preferite in assoluto senza dubbio. Louis me la diede in un giorno di autunno, mentre stavamo facendo una delle nostre solite passeggiate dentro al parco della scuola. Da quel giorno non gliela restituii più.

Mi infilai un paio di pantaloni della tuta grigio chiaro a cavallo basso e successivamente mi legai i capelli in una coda alta, lasciando che si asciugassero naturalmente. Ad un tratto sentii bussare la porta.

«Posso entrare?» domandò Louis sporgendo la testa dentro la camera.

Gli sorrisi facendo di sì con la testa mentre mi sedetti sul letto con una gamba sotto ai glutei. Lo osservavo tranquilla mentre mi imitava mettendosi seduto di fianco a me.

«Ti ha detto dove andava?» mi chiese riferendosi ad Harry.

Scossi la testa per poi sospirare. Mi fece un mezzo sorriso, dopo di che portò il suo braccio dietro al mio collo tirandomi a sè. Automaticamente appoggiai la mia testa sulla sua spalla mentre di tanto in tanto lo sentivo baciarmi i capelli. 

«Gli passerà.» disse posando la sua guancia sulla mia testa «Lo sai com'è fatto.».

«Ma hai visto come ha reagito?!» domandai sconvolta ripensando alla sua reazione di prima.

«Sì ho visto. L'ultima volta che ha avuto una reazione del genere è stata in terza media, quando gli abbiamo nascosto le haribo.» mi fece ricordare Louis facendomi spuntare un sorriso sul viso.

«Cazzo se si era arrabbiato quel giorno.» affermai io cercando di non ridere.

Mai toccare le caramelle a Styles, potevi anche nascondergli il telefono ma le caramelle erano off limits.

«A momenti si metteva a piangere come un bambino! Ti ricordi?» mi chiese Louis scoppiando a ridere.

«Come se fosse ieri.» dissi ridendo insieme a lui.

Louis aveva quella strana capacità di farmi sorridere solo con una frase, o anche con una semplice parola. Forse era per quello che avevo costantemente quell'estremo bisogno di averlo accanto. Oltre ad essere il mio migliore amico era anche quel fratello maggiore che non avevo mai avuto ma che avevo sempre sognato. Non avrei mai immaginato la mia vita senza Louis, era decisamente troppo importante. Sapeva ogni cosa di me, a parte una.

«Sbaglio o questa era una mia felpa?» chiese tirando leggermente la mia manica per osservarla meglio. 

«Hai detto bene, era una tua felpa.» gli risposi accennando una risata.

«Ma tu sei una ladra!».

«Ma ladra di cosa? Me l'hai regalata tu.».

«Ladra e pure bugiarda! Te la sei tenuta senza dirmi niente.».

«Ma non diciamo stronzate!» esclamai io scoppiando a ridere come una cretina «Comprati un disco rigido esterno perché hai bisogno di più memoria mio caro.».

Tolse il braccio dal mio collo sciogliendo automaticamente l'abbraccio per poi fissarmi con aria di sfida.

«Non costringermi a farti il solletico.» disse tra i denti portando le mani vicino ai miei fianchi.

Con uno scatto mi allontanai buttandomi verso la testata del letto, rannicchiandomi sulle gambe.

«Stammi lontano Tomlinson!» strillai continuando a ridere.

«Ti piacerebbe Scott.» disse per poi fiondarsi direttamente sui miei fianchi iniziando a farmi il solletico.

Istintivamente iniziai a tirare calci a caso, non curandomi delle direzioni che prendevano le mie gambe. Ad un tratto lo sentii emettere un verso di dolore così forte da farmi bloccare subito per poi guardare nella sua direzione. Lo vidi per terra piegato sulle ginocchia, con le mani sul cavallo dei pantaloni. Solo allora capii dove lo avevo colpito.

«Oddio!» esclamai portandomi una mano sulla bocca.

«Assassina!» urlò lui guardandomi con espressione dolorante «Mi serve quest'organo.».

Scoppiai a ridere mentre lui cercava di rialzarsi. Non potevo crederci di averlo colpito proprio lì.

«Come sei tragico.» dissi io senza smettere di ridere.

«Non c'è proprio niente da ridere.» disse facendo una smorfia.

In quel momento Zayn irruppe in camera mia, probabilmente dopo aver sentito l'urlo dolorante di Louis.

«Ma che…?» non fece in tempo a finire di formulare la domanda che notò subito l'amico sul pavimento. Istintivamente guardò me come per chiedermi spiegazioni.

Non riuscii a stare seria, infatti scoppiai a ridere più forte di prima. Vidi Zayn osservare meglio Louis per terra e solo dopo aver visto dove teneva le mani collegò.

«Ahia!» esclamò portandosi istintivamente anche lui le mani lì.

Ad un tratto sentimmo il campanello suonare di sotto. Aiutai Zayn a far alzare Louis per poi portarlo in sala; una volta messo sul divano andai ad aprire la porta, trovandomi la faccia di Niall davanti.

«Abbiamo una sorpresa per te!» urlò Liam mettendosi di fianco a Niall.

«Mi avete portato Johnny Depp?» domandai speranzosa io facendo scoppiare a ridere Niall. 

«Se vuoi posso farmi crescere il pizzetto, va bene lo stesso?» disse una voce femminile alle spalle di Liam e Niall, i quali si spostarono per farla passare in modo da farsi riconoscere.

Sgranai gli occhi non appena mi accorsi di chi avevo davanti.

«Marian.» urlai saltandole letteralmente al collo con un sorriso a cinquantadue denti.

«Così non respiro.» sussurrò lei riferendosi alla mia stretta un po' troppo forte.

Ci staccammo per qualche secondo fissandoci l'una con l'altra, dopo di che ci riabbracciammo ridendo emettendo versi simili a squittii sotto gli sguardi sconvolti di Horan e Payne.

NOTE:
chiedo umilmente perdono per averci messo così tanto ad aggiornare, ma sono sopraggiunte complicazioni (?) tra cui scuola e problemi vari. coooomunqueee grazie per le 26 recensioni del capitolo precendete, siete stupende e mi fate semore morire dal ridere con i vostri commenti ahahah un GRAZIE speciale a coloro che hanno messa la mia storia tra i preferiti, perchè da 75 è arrivata a 91! un giorno di questi mi farete piangere çwç. scusate se il capitolo fa schifo, ma vi prometto che il prossimo sarà pieno di rivelazioni ;) nel frattempo, sapete già che fare no? proZAYN o proHARRY? fatemelo sapere bellezze <3

prossimamente ci saranno dei colpi di scena

ps: se ci sono errori grammaticali o altro è perchè l'ho riletta velocemente

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Capitolo 10
*** Chapter ten. ***



«Si può sapere cosa ci fai qui?» le chiesi io euforica con un sorriso stampato in faccia «Non dovevi tornare per natale?».

Marian era mia cugina di secondo grado, da parte di mamma, ma eravamo praticamente come sorelle. Si era trasferita in un'università spagnola per studiare design e non la vedevo da quasi un anno, sentivo decisamente la sua mancanza anche se non lo davo molto a vedere.

«Volevo farti una sorpresa, così ho chiamato Payne e ci siamo messi d'accordo.» disse lei sfoderando il suo caloroso sorriso.

Guardai Liam per cercare conferma e con un cenno del capo affermò quello che aveva appena detto Marian. Sorrisi ad entrambi e poi la invitai ad entrare.

«Scusa il disordine, ma vivo con degli animali.» le ricordai anche se sapeva benissimo con che elementi vivevo.

«Me lo ricordo.» disse lei facendomi scoppiare a ridere.

In quel momento vidi, con la coda degli occhi, Louis alzarsi dal divano e venire verso di noi.

«Ah, Parker.» disse facendo una smorfia schifata guardando la ragazza «Mi sembrava di aver sentito una voce alquanto fastidiosa, ecco da chi proveniva.».

Eccolo. Louis e il suo tatto da rinoceronte. Lui e Marian non si sopportavano dai tempi delle medie, si stuzzicavano a vicenda per vedere chi cedeva per primo. Il problema era che nessuno dei due cedeva mai, quindi andavano avanti a indispettirsi per secoli.

«Chi non muore si rivede Tomlinson.» disse lei con un'acidità pari a un limone.

«Beneee! Chi vuole un pezzo di torta?» chiesi cercando di distrarli e di farli smettere.

Continuarono a guardarsi in cagnesco mentre io li osservavo aspettando una loro risposta.

«Io!» esclamò ripetutamente Niall illuminandosi alle spalle di Louis.

«Non avevo dubbi.» dissi io tirandogli una pacca sul petto.

La scena fece ridere tutti i presenti, che automaticamente seguirono Horan in cucina. Feci passare davanti tutti restando dietro con Zayn, il quale mi si avvicinò sorridendo per poi portare il suo braccio dietro al mio collo stringendomi leggermente al suo fianco. Automaticamente accompagnai il braccio intorno alla sua vita ed infine entrammo in cucina senza staccarci di un centimetro. Non sapevo perché lo stesse facendo, ma dovevo ammettere che mi faceva piacere dato che difficilmente Zayn mostrava il suo lato dolce. 

Girò la testa verso di me ed io spostai il mio sguardo su di lui, fino a che non si creò quel contatto visivo che nasceva ogni volta che ci guardavamo. Era incredibile quanto fosse difficile per me staccarmi dai suoi occhi, sembravano due fottute calamite. 

Quando entrammo in cucina anche noi, notai che Marian ci stava osservando con un non so che di malizioso. La guardai cercando di capire cosa stesse pensando dentro alla sua mente contorta, ma in quel momento mi fece un cenno con gli occhi spostandoli da me a Zayn e viceversa. Corrugai la fronte scrutando la sua espressione non capendo a cosa si stesse riferendo, ma quando accentuò lo spostamento da me a Zayn un'altra volta capii immediatamente. Scossi la testa sorridendo pensando a quanto fosse scema credendo che io e lui fossimo diventati una coppia.

«Rimani a mangiare con noi Marian?» le chiese Niall sfoderando uno dei suoi bellissimi sorrisi.

Louis fulminò il biondo sopprimendo l'istinto di non picchiarlo.

«Ti ringrazino Niall, ma stasera non posso proprio.» rispose lei mentre Louis emanò tutto il suo dispiacere iniziando a ballare alle spalle di Liam «Però domani posso volentieri.» disse poi guardando Louis con un sorriso alquanto falso.

Ridacchiai di fianco a Zayn, il quale strinse leggermente la presa alla mia spalla. 

«Perfetto!» esclamò Niall entusiasta «Sicura di non voler restare stas…?» non fece in tempo a finire la domanda che Louis gli diede una gomitata.

«Se ti ha detto che non può, non può Niall, non insistere.» disse Louis sorridendo falsamente a sua volta alla ragazza.

Era bellissimo vedere Louis impazzire, era una delle cose più divertenti sulla faccia della terra.

Marian salutò tutti i presenti tranne Louis, ovviamente, e poi l'accompagnai alla porta staccandomi da Zayn.

«Ci vediamo domani, ed esigo delle spiegazioni per quello che ho visto.» esclamò puntandomi il dito contro divertita. 

«Non c'è niente da dire, sul serio.» le dissi io ridacchiando.

Mi guardò accigliata, come se avessi appena detto chissà che cosa.

«Meglio che me ne vada, o potrei metterti le mani addosso.» affermò scoppiando a ridere «Ne riparliamo domani.» disse per poi salire sul taxi che aveva chiamato qualche minuto prima.

Chiusi la porta dirigendomi in sala dove trovai Louis intento a tirare cuscinate a Niall mentre Liam e Zayn lo tenevano fermo. Rimasi a fissarli per qualche secondo, arrivando alla conclusione che vivevo seriamente con degli animali.

«Mangiamo ragazzi?» chiesi attirando la loro attenzione.

Bastava formulare una qualsiasi frase contenente la parola "cibo" per farli bloccare completamente.

«E Harry?» domandò Liam fissandomi.

«Provo a chiamarlo.» dissi per poi appartarmi in cucina, lasciandoli continuare la lotta.

Cercai sulla rubrica il suo numero, anche se lo sapevo a memoria. Suonava libero ma di lui nessuna risposta, odiavo quando non rispondeva e questo lo sapeva bene. Provai un'altra volta ma ancora niente. Sapevo a che gioco stava giocando, voleva farmi passare quello che aveva passato lui durante il pomeriggio. Chiusi la telefonata e gli inviai un messaggio, dopo di che tornai in sala dagli altri.

«Che ti ha detto?» mi chiese Louis letteralmente sopra a Niall, il quale lo stava supplicando di alzarsi.

«Non risponde.» dissi io guardando da un'altra parte.

Mi guardarono tutti preoccupati, in silenzio.

«Andiamo a mangiare.» esclamai io tornando in cucina.

HARRY'S POV

Erano quasi tre ore che fissavo quel soffitto color crema, sapevo a memoria ogni sua imperfezione eppure continuavo ad osservarlo senza motivo. Sentii vibrare per l'ennesima volta il mio blackberry sul comodino ma continuai a contemplare quel maledetto soffitto, esattamente come avevo fatto per le ore precedenti. 

Girai lentamente la testa alla mia sinistra notando che la ragazza al mio fianco si era avvicinata di poco a me, posandomi le sue mani sul mio petto nudo. I capelli biondi le sfioravano di poco le spalle scoperte, come se avessero quasi paura a posarsi completamente su di esse. Dormiva come una bambina, con le gambe rannicchiate al petto. Mi ricordava vagamente Alison, anche lei si addormentava così. Sorrisi guardando Brandi, o forse Breanna. Sì, forse si chiamava Breanna, ma poco importava. 

Tornai a fissare il soffitto sospirando, iniziando a pensare a ciò che mi ero ripromesso di non pensare. Mi alzai dal letto togliendomi con uno scatto il lenzuolo bianco di dosso, per poi raccogliere i vestiti sparsi per la camera. Mi vestii velocemente lanciando di tanto in tanto qualche sguardo alla ragazza addormentata sul letto, sperando che non si svegliasse. 

Presi il blackberry sul comodino, segnava venticinque chiamate e sette messaggi. Quattro chiamate da Liam, dodici da Louis e le restanti da Alison. Lessi velocemente tre messaggi di Louis ed infine arrivai a quelli di Alison - Harry dove minchia sei? - passai a quello dopo - Vuoi rispondere a quel cazzo di telefono? - quello successivo era più o meno simile, così lessi quello dopo ancora - Harold Edward Styles se non rispondi immediatamente giuro su Dio che ti faccio pentire di essere nato. - .

Sorrisi anche se sapevo benissimo che era incazzata nera, era bello sapere che si preoccupava tanto quanto facevo io con lei. Guardai il display segnare le 4.30 del mattino. Misi il blackberry dentro la tasca del cappotto e mi volatilizzai da quella casa.

Camminavo lungo il marciapiede guardandomi in giro, l'aria fredda mi pungeva il viso facendomi arrossare le guance e il naso e ad ogni respiro creava una piccola nuvola di vapore. Dietro ad alcuni alberi si potevano intravedere i primi raggi di sole del giorno, era uno spettacolo decisamente unico. Allungai il passo vedendo in lontananza l'enorme ingresso verdastro che segnalava la mia meta.

Infilai la chiave facendo il meno rumore possibile e dopo averla girata per tre volte, entrai in assoluto silenzio. Sembravo un ladro in casa mia.

«Ti sembra questa l'ora di arrivare?» domandò una voce alquanto arrabbiata.

Saltai letteralmente in aria non appena vidi Alison, perdendo non so quanti anni di vita.

«Sei impazzita? Ho rischiato un infarto.» esclamai portandomi una mano sul cuore ancora spaventato.

«Non preoccuparti, morirai lo stesso.» disse calma per poi fare una pausa «Perché ti ammazzo io!» urlò facendo un passo deciso verso di me.

Le bloccai un braccio costringendola a guardarmi.

«Scusa.» sussurrai sperando di addolcirla un po'.

«Scusa un cazzo Harry.» esclamò arrabbiata «Sono le 5 del mattino ed io sono stata su questo fottuto divano sei ore ad aspettarti.».

Forse sta volta non c'era nessun modo di addolcirla.  

«Lo so.» furono le uniche due parole che mi uscirono di bocca.

«No, non lo sai.» sibilò tra i denti lei «E sappi che, se questo era uno dei tuoi stupidi giochetti contorti per farmela pagare, bhè, complimenti. Ci sei riuscito.» disse liberandosi dalla mia presa con uno scatto.

La guardavo infilarsi una mano tra i capelli, era ancora più bella quando si arrabbiava in quel modo. Mi morsi il labbro continuando a fissarla mentre lei cercava di calmarsi per non picchiarmi. Ormai la conoscevo a memoria.

«Da quant'è che non mi chiamavi Harold?» le domandai io facendole spuntare un sorriso involontario sulle labbra.

«No, non cercare di farmi ridere. Sono incazzata nera.» disse lei per poi scoppiare in una delle sue solite risate contagiose.

Iniziai a ridere insieme a lei, ero stato via solo qualche ora eppure quella risata mi era mancata come l'aria.

«Sai, è difficile essere arrabbiata con te.» disse tornando seria.

Le sorrisi abbracciandola di scatto, accarezzandole teneramente i capelli.

«Mi dispiace che la mia bellezza confonda il tuo concetto di umanità.» le risposi sfoderando tutta la mia convinzione.

«Ho scritto più di mille modi per ucciderti prima, non costringermi ad usarne uno.»

«Afferrato il concetto.».

Ci staccammo dall'abbraccio e ci guardammo per qualche secondo senza dire nulla.

«Vai a dormire Harold.» disse cercando di restare seria ma senza alcun risultato.

NOTE:
avete visto che brava? ho aggiornato prima del solito YAY ME ahah ok basta. dato che sotto natale si è tutti più buoni (?) ho voluto fare un capitolo un po' più lunghino, poi non dite che non vi voglio bene <3 anyway vorrei ringraziarvi per l'ennesima volta, per le recensioni, per seguire questa storia, per averla messa tra le preferite (con un totale di 105) e soprattutto per averla fatta arrivare al secondo posto tra le storie più popolari.. GRAZIE DI CUORE! vi chiedo solo una cosa, oltre a quella di dirmi sempre se siete proHARRY o proZAYN, ovvero mi piacerebbe che non recensiscano le solite 30 persone dato che la seguite in 143 ajshbcdkvweu *w* me lo fate questo bellissimo favore? ci terrei ad avere il parere di tutti.

detto questo, spero di aggiornare prima di natale e spero che il capitolo vi sia piaciuto bellezze <3

 

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Capitolo 11
*** Chapter eleven. ***



Tutto taceva. Regnava la pace più assoluta in casa, il che era strano dato le persone che l'abitavano. Era un'ora e passa che mi rigiravo nel letto senza riuscire più a prendere sonno. Con uno scatto afferrai il blackberry sul comodino e guardai svogliatamente l'ora. Le 8.43. Erano le 8.43 eppure io ero sveglia, una vera ingiustizia dato che era sabato mattina. Per non parlare del fatto che Harry si sarebbe svegliato verso l'ora di pranzo visto che poteva dormire.

Sbuffai posando il telefono da dove lo avevo preso per poi coprirmi del tutto il viso con il mio piumino color panna. Chiusi gli occhi cercando per l'ennesima volta di riaddormentarmi, ma nella mente iniziarono a scorrermi le immagini di me e Zayn. Ogni volta che chiudevo gli occhi lo vedo lì, davanti a me. Questa cosa iniziava a spaventarmi.

Sospirai togliendomi il piumino dal volto con impeto, come per carcere di levarmi quelle immagini da davanti. Mi misi seduta sul letto guardandomi in giro, senza alcun motivo. Portai le mani in faccia iniziando a stropicciarmi gli occhi, facendo qualche smorfia qua e là. Mi trascinai in bagno facendomi una doccia veloce per svegliarmi completamente, dopo di che mi infilai una maglietta bianca a V semplicissima, con una piccola tasca finta davanti e un paio di shorts di tuta grigi.

Frizionai i capelli a testa in giù rendendoli più voluminosi e, dopo essermi guardata velocemente allo specchio, scesi giù in cucina a preparare qualcosa da mangiare. 

Era stranissimo svegliarsi per prima, di solito ero l'ultima a mettere piede in cucina la mattina. Approfittai della cosa preparando delle crepes sapendo che piacevano tanto ai ragazzi, in particolare a Louis dato che dentro ci mettevo la nutella. Misi su il caffè e il the, dopo di che andai a sistemare un po' il casino che c'era in sala. Una volta finito di riordinare, guardai la stanza con aria soddisfatta. Dire che sembrava un'altra casa era riduttivo.

In quel momento sentii delle voci provenire dal piano superiore e dopo pochi secondi vidi Liam, Niall e Louis scendere le scale.

«Chi ci ha cambiato casa?» domandò Louis riferendosi chiaramente all'ordine che c'era in sala.

Ridacchiai divertita guardando la sua faccia sconvolta.

«E tu che ci fai in piedi a quest'ora?» mi chiese Niall guardandomi come se avesse appena visto un fantasma.

«Non riuscivo a dormire.» dissi semplicemente per poi fargli una linguaccia.

Louis si avvicinò a Niall e con uno scatto lo allontanò da me. 

«No Niall, allontanati!» esclamò osservandomi con la sua solita faccia da idiota «Questa non è Alison, è un'allucinazione sovrannaturale.».

Liam, alle sue spalle, iniziò a ridere come un pazzo mentre io guardavo Louis accigliata.

«Louis finiscila di dire stronzate.» dissi io divertita. 

«Parla anche come lei.» bisbigliò Louis continuando ad osservarmi incredulo, sbarrando gli occhi ogni volta che aprivo bocca.

Niall scoppiò in una delle sue risate contagiose facendo ridere ancora più forte Liam.

«Va bene.» iniziai a guardare Louis «Vorrà dire che le crepes alla nutella le mangeranno solo Niall e Liam.» dissi aspettando la sua reazione all'affermazione che avevo appena fatto.

«C-Crepes alla nutella hai detto?» balbettò in estasi per poi tirare un urlo così forte da farmi diventare sorda.

Annuii compiaciuta, bastava così poco per ricattarlo. 

In men che non si dica, si catapultò in cucina seguito da Liam e Niall che ancora ridevano per la scena. Mi sedetti sul ripiano della cucina osservandoli mangiare mentre io bevevo la mia caldissima tazza di the mattutina. Niall era intento a raccontare il sogno che aveva fatto mentre Louis e Liam divoravano le crepes a velocità supersonica sotto il mio sguardo sconcertato.

Ad un tratto Harry fece la sua apparizione in cucina, facendo i suoi soliti versi intento a stiracchiarsi. 

«E tu cosa ci fai sveglia?» domandò perplesso non appena mi vide. 

«È così strano che io sia già sveglia?» chiesi di rimando scocciata dalle loro facce incredule.

Harry mi fissò facendo una smorfia, poi si avvicinò senza smettere di osservarmi.

«Sì, direi di sì.» disse infine facendosi spuntare il suo solito sorrisetto sulla faccia. 

Sbuffai roteando gli occhi al cielo quando ad un certo punto sentimmo il campanello suonare.

«Vado io.» dissi scendendo velocemente dal ripiano e mollando la tazza di the in mano a Harry.

Non appena aprii la porta mi trovai Marian davanti, con un sorriso che partiva da un orecchio e arrivava all'altro. Indossava un gonna grigia sciancrata mentre sopra aveva una semplicissima maglietta nera aderente abbinata agli stivaletti bassi. Era incredibile quanto si vestisse elegante anche per venire a casa nostra. Marian era sempre stata attenta al suo abbigliamento, ogni cosa era studiata alla perfezione. 

«Buon giorno Gigì.» disse lei abbracciandomi.

«Quando la smetterai di chiamarmi così?» le domandai io staccandomi dall'abbraccio.

Mi chiamava Gigì da quando riesco a ricordarmelo. Era partito tutto da mia madre che, al posto di chiamarmi con il mio secondo nome per intero, aveva preso l'abitudine di chiamarmi Gigì, con la pronuncia francese.

«Quanto rompi!» esclamò facendomi ridere.

Le tirai un leggero spintone per farla entrare, dopo di che andò in cucina a salutare tutti. Tutti tranne Louis. Così iniziarono, come al loro solito, a lanciarsi frecciatine e battutine poco carine. Inutile dire che Harry era praticamente piegato in due dalle risate, ma alla fine chi non lo era?

Una volta calmate le acque, Marian si accorse che mancava qualcuno con noi.

«Dov'è Zayn?» chiese lanciando un'occhiata a me. 

«Starà ancora dormendo presumo.» rispose ipotizzando Niall.

Sorrisi involontariamente immaginando Zayn che dormiva tranquillamente nel suo letto.

«Bhè andate a svegliarlo, devo fare un annuncio.» disse Marian euforica.

«Hai deciso di impiccarti?» domandò Louis con un sorriso apparentemente falso sul viso «Era ora Parker.».

Mi portai una mano sulla faccia iniziando a scuotere la testa, cercando di non ridere.

«Comunque con calma ragazzi, non tutti insieme ad andare a svegliare Zayn.» esclamai io sarcastica vedendo che nessuno si era mosso.

«Ci andrei io, però non è divertente svegliarlo come faccio con te.» iniziò Harry lanciandomi un'occhiata «Con Zayn rischi di non uscire vivo dalla camera.».

Ridacchiai guardando la sua faccia terrorizzata, forse era aggressivo solo con loro dato che ogni volta che lo svegliavo io sembrava non essere poi così tanto dispiaciuto.

«Va bhè, ho già capito che ci devo andare io.» dissi uscendo dalla cucina sotto lo sguardo di tutti.

Salii le scale di corsa e una volta arrivata davanti alla sua stanza, bussai. Restai ad osservare la porta per qualche secondo ma non ricevetti nessuna risposta, così appoggiai l'orecchio sull'uscio facendo attenzione a captare ogni singolo rumore. Niente. Assolutamente niente. Feci per entrare ma un rimbombo proveniente dal bagno mi fermò. Andai nella direzione del rumore e man mano che mi avvicinavo, quel suono, assomigliava sempre di più ad una canzone.

Dreaming bout the day when you'll wake up and find that what you're looking for has been here the whole time.

«Zayn?» lo chiamai bussando alla porta in attesa che mi aprisse.

Tempo qualche secondo e me lo ritrovai davanti con addosso solo un paio di pantaloni bianchi della tuta. Sbarrai gli occhi osservandolo addominale per addominale, trattenendo il respiro. 

If you could see that I'm the one who understands you been her all long so why can't you see?

La sua voce risuonava in tutto il bagno, inutile dire che quello era decisamente un orgasmo per le mie orecchie. Era sempre stato bravo a cantare, aveva

quel non so che cosa che lo rendeva unico. Avrei riconosciuto la sua voce anche in mezzo ad una folla.

Mi fissava divertito continuando a cantare la canzone che aveva messo dall'ipod.

«You belong with me.» cantò guardandomi dritta negli occhi sfoderando il suo bellissimo sorriso.

«You belong with me.» bisbigliai finendo la strofa per poi mordermi il labbro inferiore.

Fece una smorfia soddisfatta con la bocca, dopo di che stoppò la riproduzione casuale del suo ipod e ritornò a fissarmi.

«Taylor Swift?» chiesi divertita facendogli scappare una risata. 

«Mi piace.» affermò sincero.

«Lo so.» dissi come se fosse una cosa del tutto scontata.

Si infilò velocemente la maglietta nera che prima era appoggiata sul ripiano vicino al lavandino mentre io ero ancora persa ad osservarlo

«Ah, sono venuta a cercarti perché Marian vuole dirci una cosa.» dissi dal nulla rompendo quel poco silenzio che si era creato «Vuole che ci sia anche tu.».

Annuì sorridendomi, dopo di che mi seguì al piano di sotto dove tutti ci stavano aspettando. 

Louis stava ancora lanciando battutine a mia cugina, la quale stava evidentemente soffocando il suo istinto di mettergli le mani addosso. Harry rideva come un coglione insieme a Niall mentre Liam si illuminò non appena vide me e Zayn scendere le scale.

«Ecco! Sono arrivati.» urlò Liam cercando di riportare l'ordine nella stanza.

«Alison, levamelo da davanti agli occhi.» disse Marian indicando Louis «O ti toccherà organizzare il funerale del tuo migliore amico stasera.».

Scoppiai a ridere mentre mi facevo largo tra di loro. Senza preavviso tirai una sberla in testa a Harry, il quale mi guardò con aria interrogativa.

«Che ho fatto?!» chiese divertito.

«Smettila di ridere come un deficiente.» gli risposi accigliata «Più ti metti a ridere e più li inciti ad andare avanti.».

Roteò gli occhi sbuffando, esattamente com un bambino dell'asilo.

«Anche tu, piantala.» dissi in direzione di Niall, il quale soffocò la sua contagiosa risata portandosi la mano alla bocca.

«Bene, ora che ci siamo tutti posso felicemente comunicarvi che Mark Collins farà una mega festa nella sua mega villa stasera.» disse tutto d'un fiato Marian guardando negli occhi ognuno di noi «E noi siamo invitati.».

I ragazzi mostrarono il loro entusiasmo dandosi il cinque tra di loro, lanciandosi anche qualche occhiata maliziosa. Era da tanto che non andavamo a qualche festa, avevo proprio voglia di passare una serata movimentata con loro e con mia cugina.

«Fermi tutti.» esclamò Harry con aria seria portando l'attenzione su di lui «Chi diavolo è Mark Collins?» domandò facendo scattare una risata collettiva

NOTE:
io vi chiedo umilmente scusa per il capitolo merdoso che ho appena pubblicato, ma vi giuro che nel prossimo ci sarà una cosina che ad alcune di voi farà piacere leggere eheheh non posso dire altro ùwù voi fidatevi di me <3 ringrazio per la millesima volta tutte quelle che hanno recensito (parliamo di 219 recensioni totali ajsdbcdivb) e soprattutto vorrei ringraziare le 112 persone che hanno messo la storia nei preferiti :3 se non l'avete fatto, siete ancora in tempo! è una cosa che mi fa un sacco piacere perchè significa che la storia vi piace seriamente.
detto questo, sapete cosa fare no? fatemi sapere se siete proZAYN o proHARRY (a occhio mi sembra che siano di più le proHARRY lol)


comuque buon natale in ritardo e felice anno nuovo ragazzuole :)
 

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Capitolo 12
*** Chapter twelve. ***



Quel pomeriggio passò più in fretta di quanto mi aspettassi. Dopo il grande annuncio di Marian, ognuno di noi iniziò a ricordare tutti i vari aneddoti successi durante le feste alle quali avevamo partecipato. Inutile dire che in quasi tutti i casini ci finiva sempre Harry.

Fissavo con aria interrogativa l'armadio aperto davanti a me, sperando che qualche vestito mi arrivasse in faccia, mettendo così fine alla mia agonia. Per me era sempre stato un trauma scegliere un fottuto vestito da indossare ad una fottuta festa. Ne avevo talmente tanti che non riuscivo mai a decidere in tempo quale mettere. 

«Ragazzina, sei pronta?» domandò Harry fuori dalla porta della mia camera bussando a tempo, come al suo solito.

«Se me lo chiedi un'altra volta, giuro che ti rimando a Holmes Chapel a furia di calci in culo.» urlai senza smettere di fissare l'armadio.

Lo sentii ridere al di là dell'uscio.

«Lo prendo come un no.» disse divertito per poi scendere le scale.

Mi sembrò di tornare all'anno precedente, dove ogni sabato, andare alle feste di sconosciuti era di routine. Era la quarta volta che mi bussava alla porta facendomi la stessa domanda ed ero sicura che di lì a poco, avrebbe mandato su Louis al suo posto.

Osservai per un'ultima volta i vestiti dentro al mio armadio e alla fine optai per un vestitino nero. Era abbastanza corto, con una scollatura pronunciata sulla schiena, e decisamente aderente, il che lasciava vedere ogni forma del mio corpo. Mi infilai un paio di scarpe con il tacco e terminai di truccarmi. Frizionai i capelli, presi la borsa e aprii la porta.

Appena alzai lo sguardo vidi Zayn a pochi passi da me, intento ad abbottonarsi la camicia con scarsi risultati. Deglutii notando che non la smetteva di fissarmi, forse era per quello che non riusciva a chiudersi la camicia.

«Wow! Aly, sei…» iniziò in preda al panico «Wow!» esclamò infine facendomi sorridere. 

«Bhè, grazie.» furono le uniche parole che mi uscirono di bocca.

Lo vidi portarsi una mano dietro al collo, il che mi fece intuire che si trovava in forte imbarazzo.

«Aspetta, faccio io.» dissi andando verso di lui notando che ancora non si era allacciato la camicia.

Iniziai ad abbottonare bottone per bottone, senza alzare lo sguardo da essi. Non avrei retto un incontro così ravvicinato con i suoi occhi, non avrei risposto delle mie azioni.

«Ecco fatto.» esclamai allacciando l'ultimo bottone mordendomi il labbro inferiore sotto il suo sguardo perforante.

Stargli così vicino mi faceva totalmente impazzire e lui di certo non migliorava la cosa dato che continuava a fissarmi dritta negli occhi. Ero brava a nascondere le mie emozioni ma i miei occhi erano completamente vulnerabili per chiunque, soprattutto per Zayn.

«Oh finalmente siete pronti!» urlò Louis quasi in cima alle scale, facendo voltare istintivamente me e Zayn. 

«Quanto state addosso tu e quell'altro!» dissi io riferendomi a quel rompicoglioni di Harry.

«Ti ho sentita!» urlò Harry dal salotto facendomi ridere.

In men che non si dica scendemmo le scale arrivando in sala, Liam era seduto sul divano insieme a Harry mentre Niall era occupato a ridere con Marian. Non appena mi avvicinai a loro, notai che Harry era rimasto in silenzio con gli occhi fissi su di me. Capii subito che era troppo occupato a farmi una radiografia per parlare, ma non ci feci caso.

Dopo qualche minuto eravamo già divisi nelle rispettive macchine.

«Louis ti odio!» esclamai io sedendomi al posto del passeggero «Perché fai guidare Styles?» gli chiesi indicando Harry al posto di guida.

Lo sentii ridere dietro di me «Perché tocca a lui.» rispose divertito.

Di fianco a me, Harry, ci fece il verso accentuando le nostre voci. 

«Se avete qualche problema sul mio modo di guidare, allora andatevene a piedi.» disse con aria offesa.

«I problemi ce li hai tu.» bisbigliai facendomi sentire mentre lui mi tirò un leggero pugno sul braccio beccandomi il nervo.

Sentii Louis ridere alle mie spalle ed automaticamente guardai attraverso lo specchietto retrovisore, ma il mio sguardo incontrò quello di Zayn, seduto di fianco a Louis. Non appena notai che osservava il mio riflesso indiscreto, abbassai lo sguardo. Come se i suoi occhi avessero appena bruciato i miei.

Dopo qualche minuto arrivammo davanti alla casa di Mark Collins, anche se definirla casa era riduttivo.

«Non c'è un cazzo di posto!» esclamò Harry girando a vuoto per la terza volta dentro il parcheggio.

«Parcheggia qua.» dissi io indicando il posto libero appena sorpassato.

«È per handicappati.» precisò lui.

«Appunto.» confermai sotto il suo sguardo fulminante.

Louis e Zayn scoppiarono a ridere mentre Harry accelerò vedendo un posto libero in lontananza. Quando scendemmo dalla macchina, raggiungemmo gli altri che ci aspettavano già all'entrata. Louis mi prese sottobraccio per aiutarmi a camminare più velocemente, mentre Harry e Zayn avanzavano tranquilli davanti a noi. Una volta arrivati dagli altri, entrammo nella mega villa di Mark Collins, pronti a scatenarci.

La musica era altissima e rimbombava per tutta la stanza, che sembrava più una discoteca che un salotto inglese. Io e Marian ci staccammo momentaneamente dai ragazzi per andare a bere qualcosa in cucina. C'era di tutto di più, un vero e proprio paradiso alcolico su un solo tavolo. Marian si preparò il suo solito coca malibù mentre io decisi di bermi della sambuca. C'era un sacco di gente che non conoscevo, era da una vita che non andavo a una festa di qualcuno.  

«Vado un attimo in bagno.» disse dal nulla Marian facendo una smorfia con la bocca.

«Ok, ti aspetto qua.» la rassicurai facendole capire che non mi sarei mossa dalla cucina.

La vidi sparire in mezzo alla folla in pista mentre continuavo a sorseggiare il secondo bicchiere di sambuca. Fissavo un punto fisso senza muovermi fino a quando qualcuno non mi si piazzò davanti, facendomi tornare nel mondo reale.

Una ragazza alta e magra dai capelli ricci mi sorrise, come se si aspettasse che le dicessi qualcosa. La osservai attentamente, ricordandomi di averla già vista prima. Vedevo la sua immagine sfuocata dentro la mia testa e di certo l'alcool non aiutava a ricordare.

«Ci siamo fatti un bicchierino èh?» domandò divertita mostrando il suo caloroso sorriso.

Sbarrai gli occhi scattando in piedi.

«Lindsay!» esclami andandole in contro per poi abbracciarla.

Lindsay Carter, come scordarsela? Era la ragazza epica di Liam. Si misero insieme in seconda media e da lì non si lasciarono fino alla terza superiore. Dalla quarta in poi non avevo ancora capito quante volte si ripresero e si rimollarono, ma sta di fatto che dopo Lindsay, Liam non aveva più avuto nessuna ragazza. Mi ricordai di quella volta in cui mi disse che l'amava, era sincero. Glielo leggevo negli occhi.

«Alison! Da quanto tempo.» disse lei ricambiando l'abbraccio.

«Eh già! Cosa sarà? Un anno che non ci vediamo?» approssimai io stando ad alcuni miei calcoli.

«Pressapoco.» rispose lei facendo un mezzo sorriso.

Non appena ci staccammo dall'abbraccio, notai che lanciò un'occhiata in giro.

«Dovrebbe essere in pista con gli altri.» dissi sorridendole teneramente «Sarà contento di vederti.».

I suoi occhi blu oceano mi guardarono dolcemente, con una sfumatura di gratitudine. Sapevo che dentro la sua testa mi stava ringraziando in tutte le lingue del mondo. 

Non fece in tempo a girarsi per dirigersi verso la pista, che si bloccò di botto. Solo dopo aver allungato lo sguardo oltre la sua testa capii il perché. Riconobbi le figure di Louis, Zayn e Liam, il quale fissava la ragazza con gli occhi sbarrati. Difficilmente Liam andava in panico, ma quando si trovava davanti Lindsay era inevitabile.

«Lindsay.» disse debolmente continuando a fissare la ragazza.

«Liam.» bisbigliò a sua volta la mora imitandolo. 

«Louis!» esclamò quel deficiente di Louis di fianco all'amico impanicato.

Alzai gli occhi al cielo domandandomi continuamente se esistesse al mondo un idiota più idiota del mio migliore amico.

«Forse è meglio andare a parlare da un'altra parte.» disse Liam a Lindsay lanciando però un'occhiata fulminante a Louis.

I due ragazzi si volatilizzarono in una manciata di secondi, lasciando me, Louis e Zayn da soli in cucina. I miei occhi incontrarono per l'ennesima volta, nel corso della serata, quelli di Zayn. Come al solito fui io ad abbassare lo sguardo per prima, da brilla ero ancora più vulnerabile.

«Vado a farmi un giro.» disse frettolosamente Zayn lanciandomi un'occhiata.

Lo seguii con lo sguardo fino a che non scomparve anche lui in mezzo alla folla.

«Sai, dovresti dirglielo a Malik.» mi disse dal nulla Louis facendomi voltare automaticamente verso di lui.

«Dirgli cosa?» domandai io non capendo a cosa si riferisse.

«Che ti piace.» rispose secco sorridendomi.

Lo fissai sbarrando gli occhi, mordendomi il labbro inferiore.

«Ne abbiamo già parlato Louis.» dissi con un tono di rimprovero, sapeva quanto odiassi parlare dei miei sentimenti così apertamente.

«Ascolta, perché non la finisci di ragionare col culo e non inizi a fare qualcosa in proposito?» propose divertito prendendomi la mano e fissandomi negli occhi.

Osservai il suo sguardo attentamente, capendo immediatamente dove volesse andare a parare.

«Okay. Okay, vado.» esclamai alzandomi dalla sedia «Aspetti tu Marian vero?» gli domandai retoricamente.

Mi fulminò con lo sguardo, dopo di che mi fece segno con la mano di andarmene e così feci. Attraversai quasi tutta la villa, fino a quando non notai una porta finestra enorme che dava direttamente sul giardino posteriore. Non appena misi piede fuori vidi Zayn girato di spalle, intento a scrutare ogni cosa lo circondasse. 

Da fuori si poteva sentire il rimbombo della musica che mettevano dentro. Riconobbi immediatamente Loca People e mi venne da sorridere pensando a quanto ne fosse ossessionato il ragazzo che avevo davanti agli occhi. In quel momento, Zayn girò la testa verso di me, come se in qualche modo avesse percepito la mia presenza. Sorrise ed io feci lo stesso. Avanzai titubante verso di lui fino a che non mi affiancai perfettamente.

«Come mai sei uscito?» azzardai a chiedergli rompendo il silenzio. 

«Avevo bisogno di prendere aria.» disse girandosi verso di me «Ho un pensiero fisso che non riesco a togliermi dalla testa.».

Deglutii fissandolo nei suoi bellissimi occhi color nocciola.

«A-ah sì?» balbettai io mentre il suo viso si avvicinava sempre più pericolosamente al mio.

«Sì.» bisbigliò avvicinandosi ancora di più.

In quel momento Zayn sfiorò le mie labbra carnose con le sue.

«C-che stai facendo?» domandai io letteralmente in estasi.

«Quello che avrei dovuto fare tempo fa.» disse guardandomi negli occhi «Mettere fine alla nostra amicizia.».

Si spinse più vicino, chiudendomi il labbro superiore tra le sue labbra. Automaticamente gli circondai il collo con le braccia fino a che non sentii le sue dita tra i miei capelli. In un attimo approfondì il bacio, dischiudendomi le labbra con la lingua e infilandomela lentamente nella bocca. Ricambiai quel bacio tanto desiderato aggrappandomi a lui, dimenticandomi di tutto il resto. Zayn mi prese il volto tra le mani, facendomi aprire ancora di più la bocca per avere un maggior accesso mentre il suo corpo si attaccava pericolosamente al mio.

Una cosa era certa, nessuno dei due aveva intenzione di interrompere quel bacio dal sapore di tabacco e miele.

NOTE:
come promesso alla fine del capitolo precedente, ecco il bacio tanto aspettato dalle proZAYN! spero vivamente che vi sia piaciuto il capitolo dato che ci ho messo tanto per partorirlo (?) ahahah quindi che dire? fatemelo sapere con una recensione precisandomi sempre da che "pro" state! per il resto, vi ringrazio per la 82329841 volta per seguire questa storia frutto della mia idiota fantasia :) la fan fiction è tra le preferite di 150 persone e... WOW! non so che dire a parte GRAZIE ANCORA <3 significa molto per me vederla nelle preferite di così tante persone.
detto questo, spero abbiate apprezzato (oltre al bacio) anche la lunghezza notevole del capitolo ùwù poi non dite che non vi voglio bene

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Capitolo 13
*** Chapter thirteen. ***



Aprii gli occhi a fatica dopo aver sentito un tonfo fuori dalla mia porta. Sbattei più volte le palpebre cercando di far sparire quell'effetto appannato che si era creato all'interno dei miei occhi. Lentamente mi alzai mettendomi seduta sul letto, cosa che mi provocò un forte giramento di testa. Istintivamente mi lasciai cadere all'indietro, ritornando alla posizione iniziale per poi portarmi le mani sulla faccia, iniziando a massaggiarmi le tempie. Mugugnai qualcosa di incomprensibile mentre al di là della porta sentivo ancora quel rumore rimbombare. Era come se qualcuno si fosse messo a martellare senza motivo.

Sapevo esattamente da cosa era causato quel forte giramento di testa, alcool. Ne ebbi la conferma quando cercai di ricordarmi quanti cocktail avessi bevuto la sera precedente, senza ricevere però alcun risultato. 

Inspirai profondamente, sentendomi addosso l'odore di fumo. Aprii di nuovo gli occhi, lentamente, osservando il soffitto spaesata. Ad un tratto sentii un vuoto allo stomaco, come se qualcosa me lo stesse divorando. Mi leccai le labbra screpolate, percependo all'istante un certo sapore di tabacco e miele molto famigliare. Sorrisi involontariamente non appena mi passarono per la testa le immagini di me e Zayn. 

Se chiudevo gli occhi, potevo ancora sentire quel bacio che tanto aspettavo in tutta la sua perfezione. Un sacco di volte avevo sognato quel bacio, ma viverlo era decisamente un'altra storia.

Decisi di provare ad alzarmi, ripetendo esattamente lo stesso procedimento di prima. Sta volta la testa girò decisamente meno, così ne approfittai per darmi una sciacquata alla faccia e per mettermi qualcosa di comodo per stare in casa. Una volta vestita, mi legai i capelli in uno chignon disordinato, lasciando cadere qualche ciocca troppo corta. In quel momento sentii un altro tonfo fuori dalla porta, il che mi portò ad aprirla.

La figura di Harry si fermò all'istante non appena mi vide. Lo guardai per un istante, con aria interrogativa.

«Che stai facendo?» gli chiesi senza smettere di osservarlo.

«Sto pulendo il bagno.» rispose facendomi un mezzo sorriso e mostrandomi un secchio con dentro dell'acqua «Niall ha vomitato l'anima.».

Feci una smorfia assumendo un'aria ancora più confusa.

«Ha vomitato?» domandai sconvolta sbarrando gli occhi.

«Già, ieri sera ha bevuto più del solito.» disse sistemandosi velocemente i capelli con il braccio «Ha finito solo qualche ora fa.».

«E sei rimasto con lui tutta la notte?» chiesi sorpresa.

Annuì fissandomi negli occhi.

«Perché non mi hai chiamata? Ti avrei dato una mano.» dissi immaginandomi Harry prendersi cura da solo di Niall.

«Ti ha dovuto portare in camera Louis, in braccio.» spiegò mordendosi il labbro «Non riuscivi a camminare dritta.».

Mi massaggiai la tempia cercando di ricordare, ma niente. Vuoto totale.

«Potevi chiamarmi lo stesso, lo sai che mi sarei alzata per aiutarti.» gli risposi ricordandogli indirettamente che l'avevo già fatto altre volte.

«Lo so, ma dormivi così bene che non ho voluto svegliarti.» disse sorridendomi debolmente. 

«Dammi, faccio io.» intimai io prendendogli dalle mani il secchio «Vai a riposarti.».

«Tranquilla, ormai mi è passato il sonno. Dormirò di pomeriggio.».

«Allora vai a berti un caffè o un thè, qua finisco io.».

Mi fissò per qualche istante, dopo di che lo vidi sparire giù per le scale mentre io mi misi a finire di pulire il bagno.

HARRY'S POV

Ero appoggiato al ripiano della cucina mentre sorseggiavo il mio caffè, quando la vidi entrare nella stanza in tutta la sua bellezza. Era incredibile quanto fosse così solare anche appena sveglia. Mi si avvicinò controllando cosa stessi bevendo; anche se non lo avrebbe mai ammesso, si preoccupava per me tanto quanto facevo io per lei. Le sorrisi debolmente e lei fece lo stesso.
«Bravo Styles.» bisbigliò facendomi intuire di aver fatto la scelta giusta.

«Tieni.» dissi allungandole una tazza «Ti farà bene.»

«Che cos'è?» chiese prendendola tra le mani mentre distorceva il naso.

«L'intruglio post sbornia di nonna Scott.» risposi nella stessa maniera in cui lei era solita a dirmelo.

Mi fulminò con lo sguardo per poi iniziare a bere con un'espressione alquanto schifata.

«Che schifo.» esclamò dopo qualche sorso.

Ridacchiai divertito osservando le smorfie di disgusto che faceva.

«Farà pure schifo, ma ti fa passare tutto in poco tempo.» dissi ricordandomi di ogni singola volta in cui me lo aveva fatto bere «Tua nonna è un genio.».

«Lo so.» affermò nascondendo il suo sorriso dentro la tazza.

La guardai continuando a sorseggiare il mio caffè, sembrava strana, quasi in soggezione. Come se mi stesse nascondendo qualcosa e avesse paura che io lo scoprissi. Notai che evitava di guardarmi negli occhi per più di tre secondi, la conoscevo bene, e sapevo perfettamente il motivo. Ma decisi di non chiederle niente per il momento.

ALY'S POV

Sentivo lo sguardo di Harry perforarmi ovunque, nonostante non lo stessi neanche guardando. Avevo gli occhi fissi sul contenuto della tazza da cui stavo bevendo, attenta a non scontrarmi per nessuna ragione con il suo sguardo. Quegli occhi trasparenti mi mettevano sempre a disagio, riuscivano sempre a leggermi dentro, come se avessi letteralmente scritto in faccia ciò che cercavo di nascondere.

«Ma buongiorno signorina stasera-non-ho-intenzione-di-ubriacarmi.» esclamò Louis entrando in cucina per poi stamparmi un bacio sulla guancia divertito.

«Non ero ubriaca.» borbottai fulminandolo con lo sguardo.

«No, ma va!» disse chiaramente in modo sarcastico aprendo il frigorifero e buttandosi letteralmente dentro.

Alzai gli occhi al cielo, scuotendo leggermente la testa.

«Niall come sta?» iniziò Louis guardando Harry, ancora intento a finire il suo caffè «Ha finito di vomitare?».

Spostai il mio sguardo sul riccio, il quale rispose all'amico con un cenno del capo.

«Ha smesso tipo un'ora e mezza fa.» disse pensandoci un attimo. 

«Tu te lo sei perso in macchina Aly.» esclamò Louis poi verso di me «Ci siamo dovuti fermare quattro volte, sembrava un idrante.».

«Sì, okay, ora basta!» lo ammonii io immaginando il biondo vomitare ovunque.

Durante tutto il periodo delle superiori non ci fu un sabato sera che finì normalmente, senza che nessuno di noi non vomitasse l'anima. Senza neanche farlo apposta vomitavamo a turni. Mi ricordai di alcune notti passate in bianco per stare accanto a Harry in bagno, mentre vomitava nel water. C'ero sempre io con lui e viceversa. Tranne alcune volte.

«Forse è il caso che vada a controllare come stia.» proposi leggermente preoccupata.

Louis annuì con la testa mentre Harry continuava a fissarmi serio, e stranamente, in silenzio.

Salii le scale velocemente, fino a che non raggiunsi la camera di Liam e Niall. Titubante mi avvicinai alla porta cercando di aprirla con la massima delicatezza, ma ad un tratto mi bloccai. 

Sentii due mani sui miei fianchi, che lentamente, mi tirarono a sè. I nostri corpi si sfiorarono appena. Sentii il suo calore e il suo respiro sul collo, cosa che mi fece rabbrividire. Con la massima leggerezza iniziò a baciarmi il collo, lentamente. Chiusi gli occhi stringendo le mani a pugno, raggiungendo il culmine del piacere. Mi girò verso di lui e senza dire una parola mi guardò dritta negli occhi. Mi accarezzò la guancia sorridendomi teneramente e senza distogliere lo sguardo, delicatamente mi spinse contro il muro e mi baciò.

Assaporai quel gusto di tabacco e miele di nuovo, il quale sembrava più intenso rispetto alla volta precedente. Con estrema delicatezza infilò la sua lingua tra le mie labbra, iniziando a muoverla lentamente dentro la mia bocca. Mi ritrovai completamente abbandonata a lui.

«Hey ragazzina, ho preparato una tazza di intruglio post sbornia anche per Horan.» la voce di Harry, accompagnata dai suoi passi, risuonò per tutte le scale.

In quell'istante sbarrai gli occhi staccandomi immediatamente da Zayn, spingendolo con uno scatto il più lontano possibile da me e facendolo quasi cadere all'indietro. Rimasi pietrificata davanti alla porta della camera di Niall e Liam, respirando affannosamente. 

Non appena Harry arrivò in cima alle scale guardò prima me e poi Zayn, il quale mi fissava ancora confuso.

«State bene voi due?» iniziò il riccio continuando ad osservarci «Sembra che abbiate appena visto un fantasma.».

Feci una risatina isterica per poi fare un respiro di sollievo, evidentemente Harry non aveva visto nulla.

«No, è che Zayn mi ha spaventata.» mentii spudoratamente facendogli un mezzo sorriso per cercare di essere credibile.

Lanciai un'occhiata a Zayn per fargli capire di stare al gioco mentre Harry ci fissava ancora confuso, con la tazza ancora in mano.

«Sì, come dice lei.» tagliò corto Zayn continuando ad annuire.

«Okay.» disse Harry ancora palesemente confuso.

Mi fissò per un istante, dopo di che aprì la porta della camera dell'amico ed entrò.

«Ti ho proprio spaventata èh?» bisbigliò ironicamente al mio orecchio dopo essersi affiancato a me.

Lo guardai per qualche secondo per poi tirargli un leggero pugno sul petto. 

«Ahia!» mimò con le labbra massaggiandosi nel punto in cui lo avevo colpito.

NOTE:
scusate scusate scusate scusate, davvero, scusate se ci ho messo i secoli e scusate un'altra volta perchè sto capitolo fa cagare ahahah scuse a parte, volevo dirvi che tra qualche capitolo la storia inizierà a complicarsi un po' ma non vi anticipo nulla ùwù dovrete continuare a leggerle per scoprire tutto muahah! detto questo GRAZIE ancora una volta a tutte voi che seguite, che recensite e che mettete tra le preferite questa storia jhsvdwkvfiuwkwjbf *w* sul serio, per me significa tanto <3
nel frattempo sapete già quello che dovete fare, quindi non ve lo sto più a dire ahahah proZAYN o proHARRY? bha ùwù 

scusate ancora se questo capitolo è corto, ma giuro che il prossimo sarà più lungo :)
 per chi volesse essere avvisato ad ogni aggiornamento del capitolo, me lo dica sul mio twitter: @stophoping_

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Capitolo 14
*** Chapter fourteen. ***



«Che palle!» esclamò dal nulla Louis per poi sbuffare «Mi sto annoiando.».

Ad essere sincera non aveva tutti i torti, restare seduti sul divano a guardare dei documentari non era proprio il massimo della vita. Durante il week end eravamo abituati a stare il meno possibile in casa. 

«Finchè Harry non si sveglia non possiamo andare da nessuna parte.» disse Liam all'amico cercando di tranquillizzarlo.

«Odio il fatto che abbiamo solo una macchina a dispozione.» borbottò Louis incrociando le braccia al petto.

Purtroppo era così, la sua macchina e la moto di Malik erano gli unici mezzi che avevamo per spostarci. Le cose erano due: o ci muovevamo tutti insieme oppure ognuno si arrangiava come meglio poteva. 

Erano quasi quattro ore che dormiva, ma ci dispiaceva svegliarlo dopo che aveva passato la notte in bianco. 

«Teoricamente c'è anche la mia.» disse Marian al mio fianco, seduta al posto di Harry.

«Nessuno ti ha chiesto niente Parker.» sibilò tra i denti Louis fulminandola con lo sguardo.

«Puoi morire Tomlinson.» replicò mia cugina alzando notevolmente il tono della voce.

Mi portai una mano in faccia, iniziando a sfregarmi gli occhi con il pollice e l'indice. Li sopportavo solo perché erano il mio migliore amico e mia cugina, solo per quello.

«Vi prego, non urlate!» disse Niall di fianco a Louis, chiaramente ancora sotto sbornia.

«Mi diverto ad urlare.» spiegò Louis rivolto all'amico con un certo sorrisino in volto.

«Ma se non riconosceresti il divertimento neanche se ti cagasse in faccia.» commentò Marian facendo scoppiare a ridere tutti, me compresa.

Louis si alzò in piedi fulminandola come non lo aveva mai fatto.

«Ripetilo se hai il coraggio.» disse a denti stretti guardando Marian.

«Okay basta!» urlai io per poi fare gesto a Louis di sedersi «Basta.».

Il ragazzo mi ubbidì facendo una smorfia, ritornando poi a guardare la tv.

In quel momento calò completamente il silenzio, si poteva sentire solo la voce della donna che spiegava il documentario. Alzai lo sguardo verso Zayn, il quale già mi stava osservando. Mi sorrise dolcemente ed automaticamente, ricambiai il sorriso per poi tornare a guardare la televisione. In realtà non stavo neanche seguendo, ero totalmente immersa nei miei pensieri. 

Mi venne in mente la scena di qualche ora prima, quando Harry stava quasi per vedermi attaccata alle labbra di Zayn. Non seppi il perché del mio gesto istintivo, allontanarmi da quelle labbra era l'ultima cosa che avrei voluto fare, eppure era successo. La domanda che mi rimbombava nella mente era solo una: perché? Forse perché Harry era sempre stato geloso nei miei confronti, anche fin troppo. Purtroppo sapevo il perché del suo continuo comportamento estremamente possessivo, lo sapevo benissimo, ma quel 'perché' faceva parte del passato.

«Ti prego Aly, vai a svegliarlo?» chiese supplicante Louis facendomi gli occhi dolci.

«Posso rifiutarmi?» domandai a mia volta divertita, sapendo già la risposta. 

«No, credo di no.» disse cercando di restare serio.

Alzai gli occhi al cielo, prendendo un respiro profondo. In fondo quella sembrava proprio una buona occasione per vendicarmi di tutte le volte in cui mi aveva svegliata bussando continuamente alla porta di camera mia. 

Salii le scale lentamente, sotto lo sguardo attento di Zayn. Una volta arrivata davanti alla camera di Harry, ebbi l'istinto di bussargli alla porta, esattamente come era solito fare lui con me. Ma non lo feci. Mi limitai ad aprire l'uscio con estrema delicatezza, cercando di fare il meno rumore possibile. Era da parecchio tempo che non entravo nella sua camera, era più in ordine del solito. Lo vidi assorto completamente nel sonno, in una delle sue solite posizioni strane. Accennai un sorriso pensando a quanto potesse sembrare puro ed innocente quando dormiva. Scossi la testa osservando la solita parete delle foto accanto al suo letto, era ancora più bella di quanto me la ricordassi, evidentemente aveva aggiunto delle foto nuove. Mi avvicinai di più, riconoscendo una delle mie foto preferite. Sorrisi osservando Harry abbracciato teneramente a me, con dietro Louis alle nostre spalle intento a fare una boccaccia. 

In quel momento sentii qualcuno afferrarmi il braccio, facendomi sussultare. Con uno scatto girai la testa in direzione del mio braccio, cercando di capire se ci fosse seriamente qualcuno a stritolarmi l'arto o se fosse tutto frutto della mia immaginazione.

«Cosa ci fai in camera mia?» chiese debolmente la voce di Harry evidentemente ancora addormentata.

Lo fissai sbarrando gli occhi, iniziando a respirare affannosamente per via dello spavento. Era ancora sdraiato sul letto immobile, con gli occhi chiusi, eppure aveva la presa ben salda al mio braccio. Non riuscivo a capire se stesse parlando nel sonno oppure se fosse sveglio.

«Come facevi a sapere che ero io?» gli domandai di rimando.

«Non rispondermi con un'altra domanda.» rispose ancora ad occhi chiusi, tenendo sempre la sua presa ben salda al mio braccio «E comunque perché ho sentito il tuo profumo.».

Rimasi in silenzio ad osservarlo, completamente spiazzata da quello che gli era appena uscito dalla bocca. In quel momento lo vidi aprire gli occhi, per poi iniziare a scrutarmi come se non mi avesse mai visto in vita sua. Deglutii senza distogliere lo sguardo dal suo, mentre sentivo ancora la sua presa ben salda sul mio braccio.

«Louis mi ha detto di venire a svegliarti.» iniziai cercando di non far trasparire, nella mia voce, quel leggero imbarazzo che si era creato solo guardandolo negli occhi «Si sta annoiando e penso che voglia uscire, tu vieni con noi?».

«Sapete già dove andare?» chiese continuando a fissarmi.

Scossi la testa lentamente mentre lui, con estrema delicatezza, sciolse la sua presa dal mio arto.

«Ok, dammi dieci minuti.» disse stiracchiandosi rumorosamente «Nel frattempo mi faccio venire in mente qualcosa.».

Annuii e con passo veloce, uscii da quella camera piena di ricordi.

ZAYN'S POV

Non appena la vidi uscire, la presi per il polso avvicinandola al mio corpo con uno scatto, e prima che potesse dire qualcosa, le tappai la bocca con la mano. La sua espressione si rilassò non appena i suoi occhi incontrarono i miei. Le sorrisi dolcemente respingendo l'impulso di baciarla lì, alla possibile vista di tutti. Con un cenno della mano, le feci segno di seguirmi fuori sulla terrazza.

«Ti sei fottuto il cervello Malik? Ho rischiato l'infarto!» esclamò non appena chiusi la porta finestra in modo che nessuno sentisse.

Sorrisi divertito per poi girarmi di scatto verso di lei e baciarla. Per quanto mi impegnassi, non riuscivo a stare lontano da quelle labbra. Prima di sciogliermi completamente dal bacio, mi soffermai sul suo labbro inferiore, iniziando a morderglielo delicatamente.

«Prima o poi mi ucciderai.» disse debolmente appoggiando la sua fronte contro la mia per poi sfoderare il suo bellissimo sorriso.

«Scusami, è che non riesco a trattenermi.» le spiegai sorridendo malizioso.

La vidi mordersi il labbro cercando di soffocare il suo imbarazzo. Amavo quel suo lato timido che tanto si preoccupava di nascondere, era una cosa che mi faceva totalmente impazzire. Vederla arrossire per me era come raggiungere il paradiso, era ancora più bella di quanto non lo fosse già.

«A proposito, io credo che dovremmo parlare di quello che è successo.» dissi rompendo quel sottile silenzio che si era creato, facendo chiaro riferimento al bacio della sera precedente.

«Non penso sia il momento.».

«Io credo proprio di sì invece.».

La vidi sospirare spostando lo sguardo altrove, per poi posarlo di nuovo su di me.

«Perché lo hai fatto?» iniziò facendo trasparire un leggero velo di paura nella sua voce «Perché mi hai baciata? Perché ieri? Perché?».

«Perché?» domandai di rimando io come la cosa fosse ovvia «Perché era da più di due anni che volevo farlo. Due anni. E sì, ho sbagliato a baciarti così, non avrei dovuto. Ma, cavolo! È stato lo sbaglio più bello di tutta la mia esistenza. Tu mi chiedi perché? Perché tu sei quel qualcosa in più. Quel puntino che da significato alla frase, quella sfumatura che da colore alla mia vita. Ecco perché ti ho baciata.» dissi di getto senza neanche accorgermi del fatto che mi ero appena dichiarato.

ALY'S POV

Avevo letteralmente il cuore a mille, infatti mi stupii che non fosse ancora uscito dal petto per poi schizzare chissà dove. Non riuscivo a dire una parola, non perché non sapessi cosa dire, ma perché non mi ricordavo come si facesse a parlare. Nello stomaco non c'era traccia di farfalle, l'unica cosa che sentivo era un vero e proprio Big Bang primordiale. Ecco cosa avvertivo quando stavo vicino a lui.

«Mi resetti il cuore ogni volta che mi parli, lo sai?» gli chiesi retoricamente una volta ripresa dalle sue parole «Per non parlare di ogni istante in cui mi guardi, mi va a puttane tutto».

Lo vidi sorridere alla mia affermazione.

«Da questo dovrei dedurre che provi la stessa cosa che provo io per te?».

«Cazzo, sei perspicace Malik.».

La sua leggera e stupenda risata risuonò nelle mie orecchie, facendo automaticamente ridere anche me.

«E per quanto riguarda Styles?» chiese riferendosi chiaramente al gesto di poche ore fa.

Non feci neanche in tempo ad aprire la bocca per rispondergli che sentimmo qualcuno battere sul vetro della porta finestra. Guardammo entrambi nella direzione del rumore, notando una folta chioma di capelli ricci. 

«Parli del diavolo…» dissi alzando gli occhi al cielo «Ne riparliamo in un altro momento.» bisbigliai a Zayn per poi incamminarmi dentro casa.

Appena misi piede in casa lanciai un'occhiata Harry, il quale continuava a fissarmi come un marito geloso.

«Quindi?» gli chiesi prima che potesse farmi domande sul perché ero in terrazza con Zayn.

«Thorpe Park?» propose con sguardo malizioso.

«Andata.» dissi prima di scendere le scale seguita da Harry e Zayn.

NOTE:
bene, avete visto che sta volta ci ho messo meno ad aggiornare? poi non dite che non vi voglio bene ùwù ahah comunque, spero che questo capitolo vi piaccia dato che quello precedente non era dei migliori.. che dire? ormai sono diventata ripetitiva per quanto i ringraziamenti ma sul serio, ve li meritate tutti <3 scrivere per me è davvero importante, ci tengo molto e sapere che quello che scrivo piace alle persone mi rende felice :'3 quindi ancora GRAZIE per seguire la storia, per recensirla e per averla messa tra le preferite! e dato che ho scoperto tipo ieri che si può rispondere alle recensioni (ahahahah sono pessima) da questo capitolo in poi vi risponderò ad ognuna <3 ora sapete già che fare no? ditemi da che 'pro' state ;)

come vi avevo già anticipato, la storia tra brevissimo si complicherà un po', quindi continuate a leggere 


ultima cosa, vi consiglio di leggere QUESTA fan fiction di @1DirectionITALY e QUESTA di @acciugas, sono appena iniziate ma meritano perchè sono scritte molto bene

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Capitolo 15
*** Chapter fifteen. ***



«A chi è venuta l'idea di andare a Thorpe Park?» domandò scocciato Harry osservando la fila infinita che si presentava davanti ad ogni attrazione.

«A te.» dissi girando la testa verso di lui per poi fulminarlo con lo sguardo.

Amavo quel parco divertimenti, ma forse, andarci di domenica pomeriggio non era stata proprio un'ottima idea dato che c'era il mondo intero. Era dalla fine delle superiori che non mettevamo piede a Thorpe Park, sembrava fosse passato un secolo, invece erano solo un paio di anni.

«Io voto per andare sulle montagne russe.» disse dal nulla Louis continuando ad osservare l'interminabile coda che ci aspettava per salire su di essa. 

«Non preferiresti dei deliziosi cheerios?» se ne uscì fuori Harry cercando di cambiare argomento.

«Oh andiamo! Non avrai ancora paura delle montagne russe?!» domandò retorico Louis con un certo sogghigno sul volto.

Sapeva benissimo che Harry ne era terrorizzato, lo era sempre stato. Mi girai ad osservare il riccio, notando che aveva lo sguardo fisso su quello di Louis. La mascella serrata e il collo contratto mi fecero intuire che era teso come una corda di violino. 

«Non ho paura.» disse a denti stretti guardando in cagnesco il suo migliore amico.

Eccolo, il suo stupidissimo orgoglio che tanto odiavo. 

«Provalo.» si limitò a sfidarlo Louis accennando un sorriso.

Louis amava provocare le persone, in quello eravamo molto simili. Solo che Harry non era proprio la persona giusta da provocare, lui aveva quell'abitudine di prendere ogni sfida sul serio. 

In quel momento vidi Harry incamminarsi a passo deciso verso di me. Aveva gli occhi fissi sull'enorme montagna russa alle mie spalle. Non appena mi si affiancò, mi afferrò il braccio trascinandomi con lui, sotto lo sguardo confuso di tutti, compreso quello di Zayn.

«Cos'hai intenzione di fare Hazza?» gli chiesi mentre continuava a camminare trainandomi dietro di sè.

«Salire là sopra ragazzina.» mi rispose lui indicando la montagna russa con la mano libera.

«Lo sappiamo entrambi che hai paura.».

«Non ho paura.».

«Giusto, è vero. Non hai paura, ti caghi solo addosso!» esclamai io facendolo voltare di colpo per poi ritrovarmelo a pochi centimetri dal volto.

I suoi occhi trasparenti fissarono i miei, togliendomi letteralmente il respiro. Speravo dicesse qualcosa, ma rimase zitto, a guardarmi. Odiavo quando faceva così, lo odiavo. Detestavo il fatto che riuscisse a rendermi vulnerabile solo fissandomi negli occhi.

«Ti prego, sali con me.» bisbigliò in modo che potessi sentirlo solo io.

Deglutii strabuzzando gli occhi.

«Non sei obbligato a salire se non vuoi.» dissi io cercando di fargli capire che nessuno gli imponeva nulla.

«Lo so, ma voglio farlo.» mi spiegò lasciando cadere la sua mano dal mio braccio alla mia mano «E non credo di farcela senza di te.».

Rimasi stupita da quelle parole, non era da Harry chiedere direttamente aiuto a qualcuno, soprattutto se per lui l'orgoglio veniva prima di tutto il resto. 

Lo fissai mordendomi il labbro mentre lui stringeva sempre più forte la mia mano. Sospirai socchiudendo gli occhi per pochi secondi, dopo di che spostai il mio sguardo dalla montagna russa a lui.

«Va bene, ma mi devi un favore.» dissi maledicendomi per non riuscire mai a resistergli.

Sorrise per poi abbracciarmi con uno scatto, sussurrando poi un debole 'grazie'.

Per tutta la durata della fila non fece altro che tenere le mani chiuse a pugno, si vedeva lontano chilometri che aveva una paura fottuta di salire su quell'attrazione. Neache io ero a mio agio lì sopra, ma bene o male riuscivo a lasciarmi andare urlando con tutto il fiato che avevo in corpo. Cercai di farlo distrarre sparando qualche cazzata, cosa che funzionò notevolmente durante i quindici minuti di attesa ma che terminò fino al nostro turno.

«Okay, ci siamo quasi.» iniziai osservandolo divertita «Dopo questi davanti tocca a noi.»

«Madonna che ansia che metti!» esclamò Harry preso dal panico.

«Guarda che non stiamo andando a morire.» dissi cercando di sdrammatizzare.

«E se cado giù?».

«Perché dovresti cadere?».

«Che ne so! Non sono io che ho inventato queste macchine della morte.».

«Come sei tragico, dura solo pochi minuti.» gli spiegai facendo una piccola risata.

Lo vidi prendere un respiro profondo.

«Okay, non sarà poi così spaventoso.» iniziò cercando di autoconvincersi «Vero?» chiese poi verso di me in attesa di rassicurazione.

Alzai gli occhi al cielo uccidendo l'impulso di strangolarlo.

«Giuro che se non la finisci subito, appena saliamo su questa cosa e arriviamo al punto più alto, io ti butto giù.» dissi iniziando a gesticolare.

Le persone davanti a noi avanzarono, seguendo gli ordini del tecnico che aveva il compito di posizionare la gente ai propri posti e controllare le sicure prima di far partire l'attrazione. Feci un passo in avanti aspettando che mi seguisse, ma lo vidi bloccarsi. Allungai la mia mano prendendo la sua per poi sorridergli rassicurandolo fino a quando non si decise a camminare.

Non appena prendemmo posizione e le sicure furono abbassate, mi sporsi con la testa per osservare la sua espressione pietrificata.

«Ricordati di respirare.» dissi per poi scoppiare a ridere.

«Non è divertente.» sibilò tra i denti con le mani strette agli appoggini di ferro della sicura.

Iniziai a ridere ancora più forte mentre iniziammo a muoverci verso la salita. 

«Oddio! Voglio scendere!» urlò Harry in preda al panico come un bambino capriccioso.

«Temo che ormai dovrai aspettare la fine del giro.» spiegai ancora ridendo.

«Quando scenderò da questa cosa, ricordami di picchiarti.» disse a denti stretti.

Mentre continuavamo a salire, mi balzarono in testa alcune domande, tra cui il perché Harry avesse scelto proprio me per accompagnarlo sull'attrazione che gli aveva sempre creato paura. Ma tutti quei pensieri svanirono non appena sentii il vuoto sotto i piedi. 

Iniziai a urlare con tutta l'aria che avevo in corpo, fino a quando non sentii Harry, di fianco a me, urlare più forte. Immediatamente le mie urla si tramutarono in risate isteriche, non l'avevo mai sentito urlare così forte. Non seppi più se le lacrime che mi stavano scendendo dagli occhi, furono per colpa dell'alta velocità oppure per le urla di Harry.

«Aiuto! Non respiro.» esclamai ancora ridendo, piegata in due, non appena uscimmo.

Harry si girò lentamente verso di me con un'espressione shoccata, gli occhi sbarrati, il corpo pietrificato e i capelli tutti in aria.

«Cazzo, strilli come una donnina.» dissi asciugandomi le lacrime mentre mi affiancai a lui.

«Credo di essermela fatta addosso.» disse fissandomi serio per poi scoppiare a ridere.

Pochi minuti dopo raggiungemmo gli altri, esattamente dove li avevamo lasciati. Il primo sguardo che notai fu quello di Zayn, che stava chiaramente uccidendo Harry con lo sguardo. 

«Divertita con Styles?» chiese con un pizzico di gelosia Zayn chinandosi vicino al mio orecchio.

Lo guardai con una smorfia mentre Harry era occupato a raccontare, a suo favore, come erano andate le cose.

«Sei geloso?» gli domandai io di rimando provando un certo piacere nel percepirlo.

«No, sto solo trattenendo l'impulso di prenderlo a pugni.» rispose facendomi un sorriso alquanto falso.

«Quindi sei geloso.» puntualizzai io divertita, pizzicandogli la guancia.

Sorrise sistemandosi la lingua tra i denti, lo faceva sempre quando sorrideva. Delle volte mi domandavo se solo io mi accorgessi di suoi certi particolari oppure se li notassero anche tutti quelli che gli stavano accanto. Sarà che il mio hobby preferito era sempre stato quello di osservarlo, avrei passato interi pomeriggi solo guardandolo respirare. Sarà che conoscevo a memoria ogni sua piccola increspatura della pelle. Oppure sarà perché lo guardavo con occhi da ragazza innamorata e si sa, l'amore ti guarda come tu non sei mai riuscita a guardare te stessa.

«Quando pensi che potremo dire agli altri di noi?» se ne uscì sfiorandomi la mano ed iniziando a giocare con i miei polpastrelli.

«Noi?» chiesi ripetendo l'ultima parola che gli era appena uscita di bocca, suonava bene.

«Sì, noi.» disse sorridendomi esattamente come aveva fatto qualche secondo prima «Io e te, insomma, tu ed io. Come preferisci.».

Feci una piccola risata, mista tra l'isterico e il felice.

«Non lo so, ho paura che la prendano male.» spiegai immaginandomi la reazione dei ragazzi.

«Non mi importa, io non ho intenzione di rinunciare a te.» disse stringendomi la mano «Se ci vogliono bene, allora saranno contenti per noi.».

Gli sorrisi, forse aveva ragione lui. Ma quello che mi spaventava non era la possibile reazione di Louis, Liam o Niall, era di come l'avrebbe presa Harry. Mi venne in mente quella volta in cui portai a casa il mio ex ragazzo, Bradley. Harry l'aveva ucciso di domande e per di più lo aveva quasi preso a pugni perché mi aveva baciata in casa nostra. Aveva tirato su tutto un discorso sulla regola di non portare nessuno in casa per rispetto di tutti.

«Ora andiamo sulla giostra dei cavalli?» domandò Harry dal nulla sfumando i miei pensieri.

«Chi arriva ultimo è pirla.» lo sfidò un'altra volta Louis iniziando a correre seguito da Harry.

NOTE:
sì, avete il permesso di picchiarmi! ci ho messo decisamente troppo ad aggiornare, ma ultimamente la scuola mi sta uccidendo e non ho più tempo per scrivere çwç comunque spero che questo capitolo vi piaccia, a me personalmente fa cagare ma dettagli ahahah :) nel frettempo vorrei ringraziarvi per la 23456765 volta, GRAZIE! siete davvero stupende ♥ la storia ha superato le 400 recensioni totali ed è tra le preferite di 285 persone, cioèèèè ajshdbiucvbdsiuvbdviuwbds *w* quanto vi posso amare? credetemi quando vi dico che per me significa molto tutto questo, io ci metto un pezzetto di anima in ogni capitolo e vedere tutti questi apprezzamenti mi rende felice :')
ditemi sempre da che parte state, proHARRY o proZAYN? mi sembra di intuire che la maggior parte siano proHARRY, bha! ùwù

continuate a seguire la storia, tra molto poco ci saranno delle rivelazioni

chiedo scusa per i possibili errori grammaticali, non ho riletto prima di postare

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Capitolo 16
*** Chapter sixteen. ***



«Ti sei baciata Zayn alla festa?!» domandò urlando Marian, subito dopo averle raccontato gli ultimi avvenimenti. 

«Non urlare!» la rimproverai io divertita «E tecnicamente è stato lui a baciare me.».

«Era ora cazzo!» disse mia cugina presa dall'entusiasmo più estremo.

Sorrisi restando con lo sguardo fisso su Sarah, la quale correva spensierata sul prato insieme ad altre due bambine.

Quella mattina, stranamente, mi ero alzata prima del solito evitando quell'imbecille di Styles e i suoi rumori molesti davanti alla porta di camera mia. Avevo preparato la colazione per tutti e poi ero uscita, lasciando un corrispettivo fogliettino sul tavolo della cucina con scritto che ero andata fuori e che sarei tornata per la solita ora.

L'unica cosa che mi dispiaceva dell'essere uscita così presto da casa, era di non essere riuscita a salutare Zayn. Era incredibile come mi sentissi vuota e incompleta senza un suo bacio o un suo abbraccio, ma cosa più incredibile era quanto mi mancasse anche dopo averlo salutato pochi istanti prima. Io ancora non ci credevo, non realizzavo che stesse succedendo realmente a me. 

«Quindi ora?» chiese poi Marian, seduta accanto a me sulla panchina.

«Quindi ora, niente.» risposi io facendo spallucce. 

«Come sarebbe a dire 'niente'?» domandò di rimando, imitandomi «State insieme o no?».

La fissai, distogliendo lo sguardo da Sarah per un attimo.

«Non lo so, non ne abbiamo parlato.».

«E cosa aspettate? La venuta del messia?».

«Perché sto pensando male?».

«Perché sei pessima, e sei una pervertita.» disse divertita facendomi scoppiare a ridere.

Ritornai a guardare Sarah, invidiandola di essere così felice e senza pensieri.

«Comunque sia, lui ci ha definito con 'noi'.» ripresi il discorso pensando a quello che mi aveva detto il giorno prima.

«Noi.» ripetè Marian con un leggero tono sarcastico.

«Sì, noi.» dissi confermando ciò che aveva appena ripetuto mia cugina.

«Bhè, è già qualcosa no?.».

«Già.».

«Ma?» domandò intuendo che la mia preoccupazione era un'altra.

Sospirai continuando a guardare dritta davanti a me. 

La verità era che me la stavo facendo sotto dalla paura. Ero sempre stata una di quelle persone che, ottenuto qualcosa, non la volevano più. Non la volevo più per paura, penso. Almeno, per me era così. Perché fino a quando non ce l'hai è la cosa migliore. Il problema è che quando ce l'hai tra le mani, è sempre troppo grande per te. Non riesci a tenerla, ti scappa, hai paura di perderla. 

Avevo il terrore che potesse capitare anche con Zayn, perché alcune volte avevo davvero paura che lui non esistesse e che quindi, prima o poi, come tutti i sogni, sarebbe svanito nel nulla. Lasciandomi sola, come avevano fatto già altre persone in passato.

Ma a parte questo, avevo paura anche della possibile reazione negativa da parte degli altri, non avrei sopportato quell'aria gelida e distaccata che si sarebbe creata in casa.

«Ma ho paura della razione dei ragazzi.» le risposi prendendo una sigaretta e accendendola al primo colpo di accendino.

«Dei ragazzi o di Harry?» chiese pungendomi chiaramente sul vivo.

Rimasi sempre con lo sguardo fisso di fronte a me, facendo attenzione a non incrociare lo sguardo severo di mia cugina.

«Oh andiamo Aly! Perché ti interessa così tanto quello che pensa?» domandò vedendo che avevo evitato di risponderle.

«Perché è il mio migliore amico.» risposi buttando fuori il fumo.

«Solo per quello? Sicura che non centri il fatto che…?».

«No! Quello non centra.» dissi alzando notevolmente il tono della voce impedendole di finire la domanda.

Mi guardò preoccupata mentre io tornai ad osservare ancora una volta Sarah.

«Comunque sia, non puoi continuare a rinunciare alle persone che ti amano solo perché Harry è geloso.» iniziò appoggiando la sua mano sopra alla mia spalla «E Zayn è chiaramente una di quelle persone.».

«Non ne sono così sicura.».

«Io invece sì, lo vedo da come ti guarda.» disse attirando la mia attenzione.

Mi girai verso di lei sbarrando leggermente gli occhi.

«E come mi guarderebbe?» le chiesi curiosa facendole spuntare un lieve sorriso sulle labbra.

«Come se esistessi solo tu su questo pianeta.».

HARRY'S POV

Teoricamente quello sarebbe stato il mio giorno libero, praticamente mi ritrovavo dietro al bancone di Starbucks a prendere le ordinazioni dei clienti. I quali erano sostanzialmente ragazzine in calore che spendevano cifre esorbitanti pur di parlare con il sottoscritto.

Ammetto che la cosa mi lusingava alquanto, ma ultimamente mi procurava fastidio. Le loro vocine stridule disturbavano i miei pensieri che, ovviamente, portavano solo ed esclusivamente ad una persona. Continuavo a domandarmi perché fosse uscita così presto da casa, non era da lei. La mia migliore amica non avrebbe mai perso ore di sonno preziose per uscire prima di casa, proprio no.

Una tosse decisamente finta mi fece tornare al presente, scossi la testa guardando la ragazza che l'aveva prodotta facendogli un mezzo sorriso.

«Scusa, cos'hai detto che volevi?» chiesi non ricordandomi cosa avesse ordinato. 

«Un caffè shakerato, piccolo.» ripetè la ragazza diventando rossa in volto.

Era strano vedere l'effetto che facevo su una qualsiasi ragazza solo sorridendole o rivolgendole semplicemente un 'ciao'. Una volta tutto quello mi dava sicurezza, ora la cosa neanche mi toccava più di tanto.

Dopo che le porsi la sua ordinazione, allungai lo sguardo oltre la vetrata che dava sulla strada sperando di vederla arrivare con Sarah tra le braccia. Il fatto di non averla ancora vista da quando avevo aperto gli occhi mi stava uccidendo e la cosa iniziava a spaventarmi notevolmente. Avevo una brutta sensazione e la cosa non mi piaceva per niente.

Presi il telefono dalla tasca destra dei jeans a cavallo basso e guardai l'ora. Sospirai rumorosamente rimettendolo dove lo avevo preso, ancora qualche minuto e avrei finito il turno per correre immediatamente a casa.

«Harry?» mi chiamò Ben dal magazzino.

«Dimmi, hai bisogno?» chiesi avvicinandomi a lui.

Scosse la testa divertito.

«Vai pure a casa, oggi hai la testa tra le nuvole.» disse dandomi una pacca sulla spalla.

Sul mio volto spuntò un sorriso spontaneo e dopo aver realizzato ciò che mi aveva appena detto, mi levai di fretta il grembiule verde buttandolo sul bancone per poi iniziare a correre spedito verso casa.

ALY'S POV

«Quindi glielo dici tu?» chiese Zayn seduto sul mio letto intento ad osservarmi camminare avanti e indietro per la stanza.

Era da mezz'ora che eravamo chiusi lì dentro per decidere il da farsi. Dopo il discorso con mia cugina mi ero convinta più che mai a far funzionare la cosa, Zayn era, sinceramente, l'unica persona che volevo avere al mio fianco in quel momento. 

Ora che avevamo finalmente messo in chiaro le cose, era giunto il momento di dirlo ai ragazzi.

«Sì, glielo dico io.» dissi sorridendogli.

Si alzò dal letto e venne verso di me, lentamente. Sorrise per poi abbracciarmi delicatamente, appoggiando la sua guancia sulla mia testa. Chiusi gli occhi inalando il suo profumo mentre lui mi accarezzava il collo con la mano, procurandomi brividi ovunque. Si chinò leggermente per poi stampare le sue labbra contro le mie.

«Non uscire mai più di casa così presto.» disse dopo essersi staccato dal bacio.

Sorrisi contro il suo petto, mi rendeva felice sapere di non essere l'unica a sentire così tanto la mancanza di qualcuno.

Scesi le scale seguita da lui, con il cuore che a momenti mi usciva dal petto. Mi bloccai sul penultimo gradino osservando i ragazzi stesi sul divano intenti a guardare la tv. La mano di Zayn sfiorò la mia, cosa che mi diede molta più sicurezza. Era come se mi avesse ricordato che lui era lì, pronto a sostenermi.

Presi un respiro profondo, dopo di che, mi avvicinai a loro.

«Ragazzi, vi devo parlare.» dissi attirando la loro attenzione.

Lo sguardo di Harry mi raggiunse per primo, evidentemente preoccupato dal mio tono di voce. 

«Uffa Aly, proprio adesso che Payton si è dichiarata a Lucas?» domandò Louis togliendo il sonoro dalla televisione.

«Lascia stare One Tree Hill per un momento Louis, è una cosa seria.» gli risposi mettendomi davanti alla tv in modo che potessi vederli tutti in faccia.

Zayn si affiancò a me, suscitando negli altri una certa confusione.

«Si può sapere che succede?» domandò Niall mettendosi seduto composto.

Presi un respiro profondo chiudendo gli occhi.

«Io e Zayn…» iniziai prendendo la sua mano «Ecco, io e Zayn stiamo insieme.» dissi infine tutto d'un fiato aprendo gli occhi.

Strinsi più forte la mano di Zayn, il quale ricambiò la stretta rassicurandomi.

In quel momento piombò il silenzio, era come se si fosse bloccato tutto. Le loro facce ci osservavano increduli, fino a quando Louis si alzò dal divano sorridente.

«Ce ne avete messo di tempo!» esclamò per poi abbracciarci contento.

«Oddio ragazzi! Sono così felice per voi.» disse Liam imitando Louis.

«Sono senza parole, sul serio! Sono felicissimo.» disse Niall sprizzante di gioia.

La cosa mi sollevò molto, sapere che approvavano la cosa mi rendeva ancora più felice di quello che già ero.

Ad un tratto sentimmo la porta d'ingresso sbattere con estrema violenza. Sussultai per lo spavento, ma solo dopo mi accorsi che Harry non era più in casa.

NOTE:
ajsbcuirbeveovbojevbh bene ragazze, siamo arrivate al punto di inizio dello sconvolgimento della storia.. d'ora in poi si scopriranno moooolte, mooooooolte cose riguardo ad alcuni personaggi, quindi state sempre sintonizzate! :) anyway, vi ringrazio di cuore per tutte le magnifiche recensioni che mi lasciate, le leggo tutte e purtroppo non riesco a rispondere a tutte ahahah aggiorno con meno frequenza perchè quest'anno ho la maturità, quindi devo perforza staccarmi un po' da tutto çwç GRAZIE per le 464 recensioni totali (il precedente capitolo ne ha raggiunte 61 ajsxbcdj) e grazie anche alle 354 persone che hanno messo tra le preferite questa storia, sul serio, 354 sono tantissime!
sapete cosa fare, quindi ditemi se siete ancora proHARRY o proZAYN <3

scusate se ci sono errori, non ho riletto xx

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Capitolo 17
*** Chapter seventeen. ***



HARRY'S POV

Camminavo velocemente, come se qualcuno mi stesse inseguendo. L'unica cosa che sentivo era il mio respiro affannoso, dovuto probabilmente al battito cardiaco accelerato. Scuotevo continuamente la testa cercando di scacciare quelle parole che, inaspettatamente, mi avevano squarciato il cuore in due. Vagavo in giro senza pensare a dove fossi diretto, incapace di reagire, incapace di fare qualsiasi cosa a parte scappare. 

Dopo qualche istante arrivai a quel parco dove ero solito a trovarmi con Alison dopo la scuola. Mi bloccai per un secondo per poi attraversare l'enorme giardino, fino ad arrivare alla nostra panchina. Quella panchina che aveva i nostri nomi incisi sopra. Quella panchina di cui solo io e lei sapevamo l'esistenza. 

Fissai la panca stringendo le mani a pugno, così forte da lasciarmi i segni delle unghie sul palmo. Nel mio corpo circolavano decisamente troppe emozioni contemporaneamente. Rabbia. Tristezza. Malinconia. Delusione. Mi sentivo una bomba ad orologeria, pronto a scoppiare da un momento all'altro. 

Ad un tratto urlai con tutta la voce che avevo in corpo, fiondandomi contro l'albero accanto alla panchina. Iniziai a tirare pugni a raffica contro la corteccia, non sentendo alcun dolore se non quello che avevo dentro di me.

Dopo essermi sfogato a sufficienza mi fermai, appoggiando la mia fronte contro il tronco dell'albero. Chiusi gli occhi per qualche secondo, dopo di che li riaprii osservando le mie mani. Le nocche sanguinavano parecchio e le parti non coperte dal sangue erano decisamente piene di tagli o graffi. Respirai profondamente non curandomi delle ferite profonde alle mani. Non mi importava, non mi importava di nulla in quel momento.

ALY'S POV

Lo vidi seduto sulla nostra panchina con la testa all'indietro e gli occhi chiusi. 

«Sapevo che ti avrei trovato qui.» dissi sedendomi accanto lui.

Non si mosse di un millimetro. Rimase esattamente nella stessa identica posizione in cui lo avevo trovato, in silenzio. Spostai il mio sguardo da lui al piccolo laghetto difronte a noi. Aspettavo che dicesse qualcosa, ma l'unica cosa che potevo sentire era il suo respiro. Se non fosse stato per la sua respirazione profonda, probabilmente avrei pensato che fosse morto.

«Non ti dirò che sono felice per te.» disse facendomi sussultare.

«Lo so.» bisbigliai cercando di tenere lo sguardo fisso sul laghetto.

«E non mi metterò neanche a saltare dalla gioia.».

«So anche questo.».

«E allora perché sei venuta qui?» chiese con tono duro roteando la testa verso di me.

Abbassai lo sguardo per poi spostarlo su di lui.

«Per impedirti di fare stronzate.» risposi facendogli un mezzo sorriso.

«Bhè, hai sprecato il tuo tempo.» disse lui facendo spallucce.

Lo guardai confusa corrugando la fronte, fino a quando non capii a cosa si stesse riferendo. Le sue mani erano ricoperte di sangue. Da alcune ferite fuoriusciva ancora del sangue fresco mentre su alcuni tagli si erano già formate delle leggere croste di sangue secco.

Feci per prendergli le mani ma lui le ritrasse immediatamente, come se il mio tocco potesse provocargli dolore.

«Che cazzo hai fatto?» domandai preoccupata.

«Come se ti importasse.» rispose duramente lui.

Corrugai la fronte aprendo leggermente la bocca per lo stupore. Non lo aveva detto veramente.

«Me ne frega, se no non sarei qua ora.» dissi alzando notevolmente il tono della voce.

«Oh ma smettila Alison! Quando mai ti è importato qualcosa di me?» chiese distogliendo il suo sguardo dal mio.

Percepii un filo di tristezza nella sua domanda. Non poteva pensare seriamente una cosa del genere, non quando lo consideravo una delle persone più importanti della mia esistenza.

Mi alzai di scatto fissandolo con occhi infuocati.

«Sai una cosa Harry? Vaffanculo!» esclamai quasi urlandogli addosso «Non sei proprio nella posizione di parlare di questo argomento.».

Feci per andarmene ma mi bloccò per il braccio. Odiavo quel suo brutto vizio.

«Per quanto andrai avanti a rinfacciarmelo? Ti ho chiesto scusa un milione di volte.» disse alzandosi dalla panchina per poi raggiungere i miei occhi, senza però mollare la presa dal mio braccio.

«'Scusa' non basta, Harry.» commentai mordendomi le labbra.

Lo vidi spostare lo sguardo sul piccolo lago allentando la presa dal mio braccio, perdendo così ogni contatto fisico con me. Sapevo che aveva un sacco di domande che gli frullavano per la testa, ne ero certa. Stavo solo aspettando che iniziasse a spararle a raffica.

«Perché Zayn? Perché lui?» chiese riprendendo a fissarmi negli occhi.

Sapevo che prima o poi mi avrebbe chiesto una cosa del genere.

«Che razza di domanda è?» gli domandai a mia volta guardandolo confusa.

«Voglio saperlo.».

«Tu la devi smettere di essere così.» iniziai quasi bisbigliando «Io non posso continuamente rinunciare alle persone che amo solo perché a te da fastidio che qualcun altro mi possa toccare.» dissi ricordandomi del discorso che mi aveva fatto mia cugina.

Lo vidi mordersi il labbro inferiore mentre continuava a guardarmi cupo.

«Quindi lo ami?» chiese titubante facendo un passo verso di me.

«L'ho sempre amato.» risposi come se fosse una cosa ovvia, ma forse lo era solo per me.

Abbassò lo sguardo bagnandosi velocemente le labbra con la lingua mentre io ero completamente paralizzata a pochi centimetri da lui.

«Immagino che io debba rassegnarmi all'idea di voi due… Insieme.» disse rialzando lo sguardo rassegnato.

«Credo di sì.».

«Bhè sappi che non lo farò. Lo sai che non riesco a fingere.».

«Almeno cerca di non rovinare tutto, non te lo perdonerei mai.» conclusi fissandolo negli occhi «Promettimelo!».

Ero davvero seria, non gli avrei permesso di intromettersi, non sta volta. Da anni cercavo di essere qualcosa di più per Zayn che una semplice amica d'infanzia. Finalmente ero arrivata al punto di svolta, stavamo insieme ed eravamo un coppia. Ero felice con lui e Harry doveva imparare ad accettarlo. Sia per me, che per uno dei suoi migliori amici.

Distorse la bocca guardandomi serio, sembrava un'altra persona e non più il mio Harry.

«Non faccio promesse che non posso mantenere.» disse mettendosi le mani dentro le tasche dei jeans.

Deglutii spaventata da quella sua affermazione. Ero sicura che quella conversazione non sarebbe finita lì come speravo ma sarebbe andata avanti fino a quando non si sarebbe rassegnato. Il che poteva anche non avvenire mai, conoscendolo. Avevo il terrore che potesse sfasciare tutto quello che avevo sognato e che ora avevo tra le mani. Harry sarebbe stato capace di qualsiasi cosa pur di ottenere quello che voleva.

«Promettimelo cazzo!» urlai in preda al panico buttandomi addosso a lui, tirandogli pugni sul suo petto muscoloso. 

«Smettila!» urlò a sua volta lui afferrandomi entrambi i polsi, costringendomi a guardarlo negli occhi «Lo sai che non lo farò.».

Continuavo a dimenarmi, cercando di liberarmi dalla sua presa ma in fatto di forza, lui era decisamente più resistente rispetto a me.

«Sei solo un'egoista del cazzo!» esclamai io intrappolata ancora alla sua stretta.

Ero sul punto di scoppiare a piangere, ma ricacciai le lacrime da dove stavano fuoriuscendo. Odiavo il fatto di non poterlo costringere ad essere felice per me, sarebbe stato più semplice per tutti. Infondo non chiedevo tanto, solo che il mio migliore amico accettasse l'idea che uno dei suoi più cari amici era diventato il mio ragazzo. Non era un ragazzo qualsiasi, conosciuto a caso. Era Zayn, il suo amico Zayn.

«Sì, può essere.» rispose alla mia affermazione continuando a tenermi per i polsi.

«Ma non dovrebbe essere così.» dissi con gli occhi lucidi mentre scuotevo la testa «Tu dovresti essere felice per me.».

«Vorrei esserlo, ma è difficile essere felice vedendo la persona in questione felice con qualcuno che non sia tu.» disse spiazzandomi completamente.

Non poteva significare quello a cui stavo pensando. Non poteva. Avevamo deciso che non sarebbe più successo. Lo avevamo deciso insieme. Non doveva e non poteva succedere più.

Con uno scatto mi liberai dalla sua presa, restando ferma però a guardarlo con gli occhi spalancati.

«No Harry, levatelo dalla testa.».

«Fammi parlare almeno.».

«No!» esclamai continuando a scuotere la testa «Non voglio sentire una parola.».

Si passò una mano sul viso, come se si fosse reso conto solo in quel momento di ciò che aveva detto indirettamente.

«Mi dispiace.» bisbigliò debolmente continuando a fissarmi.

«Facciamo finta che questa conversazione non sia mai avvenuta, okay?» dissi mordendomi il labbro inferiore.

«Ho altra scelta?» chiese in tono retorico.

«No, direi di no.» risposi freddamente io infilandomi le mani dentro le tasche dell'enorme felpa di Zayn.

Gli voltai le spalle e mi diressi verso casa, senza più voltarmi indietro.

NOTE:
wooooah! scusate ancora una volta se ci ho messo troppo ma come vi ho già detto, la maturità mi sta col fiato sul collo e quindi non ho più moltissimo tempo! spero vivamente che il capitolo vi piaccia perchè a me fa cagare ahahah ora si dovrebbero intuire alcune cose (che vi svelerò nei prossimi capitoli, tranquille) ;) detto questo faccio un ringraziamento generale a TUTTE voi bellissime che seguite questa storia, le vostre recensioni mi fanno sorridere! davvero, siete fantastiche <3 sappiate che le leggo tutte quante ahah se ancora non l'avete fatto, mettete la fan fiction tra le preferite (ovviamente se volete), significa molto per me! detto questo, a voi i commenti e come sempre fatemi sapere da che parte state: proZAYN o proHARRY? hmmm a voi la parola <3

il prossimo capitolo sarà più divertente e non "angosciante" come questo ahahah i promise! (anche perchè già ne ho scritto un pezzo)


 

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Capitolo 18
*** Chapter eighteen. ***



Sentii un forte bollore espandersi per tutta la mia guancia sinistra. Aprii gli occhi con estrema lentezza, fino a quando non riuscii a mettere a fuoco ciò che mi circondava. In quel momento mi accorsi di essere appoggiata a qualcosa che emanava uno strano calore, troppo forte per essere un cuscino. Alzai leggermente la testa fino a quando non scorsi il viso di Zayn, assorto in un sonno decisamente profondo. Sorrisi per poi riposizionare la testa sul suo petto nudo. Chiusi gli occhi inalando il suo profumo, quel profumo che ormai circolava in tutto il mio corpo allegramente. 

Riaprii gli occhi di botto per poi ritornare a guardare il ragazzo che amavo più di me stessa. Il suo braccio destro cingeva il mio corpo, il quale era totalmente attaccato al suo. Sarei rimasta in quella posizione per tutta la mia esistenza se solo avessi potuto. In quel momento niente aveva più importanza, solo lui. C'eravamo solo io e lui. A me bastava quello.

Respirava profondamente nel sonno più assoluto, ignaro del fatto che lo stessi osservando da più di dieci minuti. Ancora mi sembrava impossibile essere tra le sue braccia. Più ci pensavo e più sentivo un qualcosa dentro allo stomaco, forse era quella sensazione che ti assaliva prima delle cose belle. Una specie di avvertimento: 'stai per essere felice'.

«Smettila di fissarmi.» disse divertito dal nulla con gli occhi ancora chiusi.

Sussultai presa alla sprovvista per poi cominciare a ridere.

«Come facevi a sapere che ti stavo fissando?» gli domandai curiosa sorridendo.

«Perché mi sono svegliato quando ti sei mossa.» rispose aprendo gli occhi e iniziando a fissarmi. 

«Scusa.» bisbigliai dispiaciuta.

Mi accarezzò i capelli dolcemente per poi iniziare a giocarci, attorcigliandoseli alle dita.

«Tranquilla, mi sono svegliato solo perché avevo paura che potessi volatilizzarti nel nulla.» disse accennando un sorriso.

Sorrisi incominciando a passare l'indice sul suo petto, disegnando forme immaginarie.

«Non vado da nessuna parte.» lo rassicurai spostando lo sguardo dai suoi pettorali ai suoi occhi profondi come un buco nero.

«Meno male.» disse continuando a giocare con i miei capelli leggermente arruffati.

Restammo ad osservarci in silenzio. Era bello il suo modo di guardarmi, con gli occhi che brillavano e quello strano sorriso. Mi faceva quasi sentire speciale, e quella era una cosa insolita per me. Mi faceva ridere col cuore. Sì, era bello. Era bello che lui ci fosse e che fosse proprio lì con me. Si era insinuato nel cuore senza far rumore; tra le pieghe della pelle senza che io me ne accorgessi, tra i miei pensieri senza che io gliel'avessi chiesto. Mi aveva riempito la vita in un attimo, l'attimo più bello che abbia mai vissuto.

Un rumore al di là della porta mi fece spostare lo sguardo con uno scatto. Osservai la porta come se potessi vedere attraverso di essa, poi ritornai a guardare Zayn accennando un mezzo sorriso.

«Scusami un attimo.» gli dissi per poi alzarmi con impeto, dirigendomi verso l'uscio.

C'era solo una persona in grado di fare quel casino appena sveglio, e quello era Harry Styles. Aprii la porta senza pensarci due volte e lo vidi lì immobile, con la mano destra alzata e chiusa a pugno, pronto per bussare.

«Non ci provare.» sibilai tra i denti battendolo sul tempo, sporgendomi leggermente fuori con la testa.

Mi guardò torvo, evidentemente stupito dal mio tempismo.

«Cosa ci fai già sveglia?» chiese abbassando la mano lungo il suo fianco.

Feci per rispondergli, ma la voce di Zayn risuonò dietro di me bloccando le mie parole. Lo sguardo di Harry si fece cupo, come se qualcuno lo avesse appena  accoltellato alle spalle. 

«Capisco.» bisbigliò guardando da un'altra parte «E avete…?» chiese senza finire la domanda.

«Non sono affari tuoi.» dissi restando ferma nella mia posizione, incastrata tra la porta.

«Questo significa ''?» domandò fissandomi negli occhi aspettando che cedessi a quello sguardo trasparente.

Mi torturai il labbro inferiore, indecisa se rispondergli o meno.

«Significa che non sono affari tuoi.» ripetei un'altra volta sperando che se ne andasse.

Si leccò le labbra abbassando lo sguardo, muovendo leggermente avanti e indietro la testa. Quasi come ad acconsentire qualcosa tra sè e sè.

«Okay, vado giù a preparare la colazione.» disse gesticolando con tono rassegnato.

Si avviò verso le scale dandomi le spalle mentre io ero intenta a fissarlo dispiaciuta ancora incastrata tra la porta. Sbuffai alzando gli occhi al cielo.

«Harry?» lo chiamai facendolo voltare all'inizio delle scale «Comunque no.» dissi per poi spostare lo sguardo da un'altra parte.

Vidi un sogghigno comparire sul suo viso, ma non ci badai più di tanto. Harry non era mai stato un tipo discreto, anzi, conoscendolo avrebbe potuto dare un party dopo aver ricevuto la mia risposta.

Non appena lo vidi sparire tra le scale, chiusi la porta, avviandomi verso il letto. Nel frattempo, Zayn, si era messo seduto con la schiena appoggiata alla testata del letto, intento a fissarmi. Mi morsi le labbra passandomi una mano tra i capelli arruffati.

«Scusa, ho dovuto disattivare la mia sveglia umana.» dissi avvicinandomi al bordo della branda, restando immobile a guardarlo.

«Non so come tu faccia a sopportarlo.» notò incredulo lui facendo una smorfia.

«Credimi, non lo so nemmeno io.» dissi facendo spallucce.

Mi sorrise per poi farmi gesto di sedermi accanto a lui sul letto. Senza esitare un attimo, gattonai fino alla testata arrivando da lui. Lo imitai e girai la testa in sua direzione, sorridendogli automaticamente. Sorrise anche lui per poi stamparmi un bacio sulle labbra a tradimento. Lo fissai per qualche istante negli occhi, bagnandomi le labbra con la lingua. C'era che io in quei suoi occhi scuri, mi ero vista più bella. C'era che in quello sguardo, io, avevo visto noi e l'amore tenersi per mano. Non sapevo esattamente come funzionasse, però c'era che i suoi occhi mi ricordavano tutto ciò che di bello esisteva al mondo.

Mi avvicinai lentamente alla sua bocca socchiudendo gli occhi, per poi posare le mie labbra sulle sue. Un'istante dopo sentii le sue mani prendermi il volto delicatamente, costringendomi ad aprire ancora di più la bocca in modo da permettergli un accesso totale. La sua lingua si infilò tra le mie labbra lentamente iniziando a perlustrarmi la bocca, che ormai conosceva a memoria. Si muoveva lento ed a ogni suo tocco mi procurava milioni di brividi che percorrevano tutta la schiena. Nessuno mi aveva mai toccata in quel modo, nessuno mi aveva mai baciata così.

Prima di staccarmi definitivamente dal bacio, mi soffermai sul suo labbro inferiore, iniziando a morderglielo delicatamente. Mi sorrise mentre il suo labbro era ancora intrappolato nella mia presa. Sorrisi a mia volta, divertita dalla sua espressione.

«Porca puttana sono in ritardo!» esclamai dopo averlo liberato dalla mia morsa.

«Se vuoi ti do uno strappo io con la moto, miss finezza.» disse ridacchiando continuando a fissarmi.

Gli lanciai un'occhiata fulminante per la sua ironia da quattro soldi.

«Mi accompagneresti davvero?» chiesi sorpresa.

«No, per finta.» rispose divertito utilizzando ancora il suo sarcasmo da mercatino dell'usato.

«Che fastidio! Già sono in ritardo, questo umorismo non lo sopporto.» dissi per poi lanciargli un cuscino addosso.

La sua risata risuonava per tutta la stanza, rimbombando nelle mie orecchie per poi arrivare dritta al mio cuore. Era impossibile non ridere insieme a lui.

«Dai, pace.» disse intrecciando le sue mani con le mie mentre sfoggiava il suo solito sorrisetto persuasivo.

«Pace un cazzo.». 

«Ti ho già detto che sei bellissima quando ti arrabbi?».

«Detesto quando fai così, mi fai venire voglia di dire 'sì' a tutto.» dissi per poi mordermi il labbro.

Si alzò dal letto senza lasciare le mie mani, arrivando all'altezza dei mie occhi.

«Buono a sapersi» bisbigliò a pochi centimetri dalla mia bocca.

Deglutii, respingendo l'impulso di baciarlo un'altra volta.

«Vai a vestirti, ci vediamo tra un quarto d'ora giù.» dissi lanciandogli una piccola spinta contro il petto, quel necessario per allontanarlo.

«Va bene capo.» disse ridacchiando dirigendosi verso la mia porta.

«Ah!» esclamai facendolo fermare e voltare verso di me «Già che ci sei portami la tua felpa grigia, quella della Jack Wills.».

«Qualcos'altro?» chiese in modo divertito abbozzando una risata. 

Feci finta di pensare «Avrei anche voglia di un bacio.» dissi per poi vederlo fare un passo verso di me «Ma prima, la felpa.».

Si bloccò iniziando a guardarmi, per poi fare una leggera smorfia con la bocca alzando, contemporaneamente, il sopracciglio destro. Scosse la testa divertito dalla mia affermazione, accennandomi un sorriso.

«Sei consapevole di essere il momento migliore della mia giornata?» chiese dal nulla continuando ad osservarmi con un certo sorriso sul volto «Sei il momento delle risate, quello degli abbracci, quello dei sorrisi e dei baci sulle labbra. Il momento che dura troppo poco, il momento che vorrei che non finisse.».

Rimasi senza parole, con gli occhi lucidi. Avevo il terrore di sbattere le palpebre per paura di far scendere qualche lacrima di gioia dai miei occhi, così mi limitai a sorridere. Ormai era così, era lui la causa per cui esplodeva il mio sorriso.

«Sappi che sono tua, fin quando lo vorrai.» fu l'unica cosa che fui in grado di dire.

«Voglio te oggi, domani, la prossima settimana e per il resto della mia vita, mi spiego?» disse avvicinandosi per poi sfiorarmi con il suo respiro.

Posò le sue labbra sulla mia fronte mentre con una mano mi accarezzava i capelli mossi. Chiusi gli occhi inalando il suo profumo e lasciandomi trasportare completamente dal suo tocco. Appoggiò il suo mento sulla mia testa e mi strinse forte a sé. Dopo di che posai il mio viso sul suo petto, lasciandomi cullare dal suo battito cardiaco.

In quel momento sapevo che bastava appoggiare la testa sul suo petto e sentire il suo cuore per lasciare il resto del mondo fuori e tornare a respirare.

NOTE:
eccomi qua! sono ancora viva anche se stanca morta.. che dire? lo so che ci ho messo tanto ad aggiornare, ma sappiate che appena trovo un attimino di tempo mi metto sempre a scrivere, sul treno, sul pullman, ovunque! volevo farvi questo capitolo un po' più lungo ma ho preferito dividerlo così, almeno capite meglio <3 se vi può far star meglio, ho già scritto quasi mezzo capitolo nuovo, quindi a breve spero di riuscire ad aggiornare ancora ;) sappiate che comunque leggo sempre quello che mi scrivete e alcune volte riuscite anche a farmi commuovere, per me significa davvero tanto questa storia e sapere che così tante persone la seguono mi rende davvero felice ♥ GRAZIE! non smetterò mai di ripeterlo.
se ancora non l'avete fatto, mettete la storia nelle preferite (ovviamente se vi va).. più cresce e più sono motivata a continuarla! detto questo, nel prossimo capitolo (già in produzione) ci sarà un bel colpo di scena, quindi continuate a leggere, mi raccomando! detto questo, ditemi sempre da che parte state ahahah

vi voglio bene ragazze, sul serio :') e se non avete niente da fare, date un'occhiata alla OS che ho scritto su louis QUI

ah, per favore, mi dite sinceramente com'è questo capitolo? ultimamente mi sembra di scrivere capitoli noiosi, merdosi e banali

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Capitolo 19
*** Chapter nineteen. ***



Come ogni pomeriggio, mi trovavo seduta al tavolino che ci riservava Harry sul lato dello Starbucks in cui lavorava. Sarah mangiava il suo solito muffin ai mirtilli mentre io ero intenta a scrivere un messaggio a Zayn. In quel momento fece ingresso mia cugina, impegnata a sorseggiare un frappuccino al cioccolato.

«Ciao bellissima.» disse sorridendo per poi venire nella mia direzione.

«Ciao anche a te.» risposi io lusingata.

«Veramente ce l'avevo con Sarah.» puntualizzò scoppiando poi a ridere come un'isterica.

La fulminai con lo sguardo, guardandola accigliata.

«Come siamo simpatici oggi!» esclamai sarcastica «C'è per caso un'epidemia di ironia in giro e non ne sapevo niente?»

«Eh dai Gigì, stavo scherzando.» si giustificò lei ancora ridendo.

«Zitta e siediti.» le ordinai divertita.

Mi ubbidì facendo una smorfia, mettendosi alla mia destra.

«Allora? Come procede con riccioli d'oro?» chiese riferendosi ad Harry facendomi scoppiare a ridere.

«Gli ho detto di me e Zayn, ieri sera.».

«E come l'ha presa?».

«Anche peggio di come avevo previsto.» dissi storcendo gli occhi sotto il suo sguardo curioso.

Proprio in quell'istante, Harry fece il suo ingresso in scena venendo verso di noi. Il grembiule verdastro metteva ancora più in risalto il suo sguardo trasparente, costantemente attento ad ogni cosa che lo circondava. Il sorriso incastonato nel volto splendeva come una pietra preziosa, la più bella e luminosa di tutte.   

«Volete che vi porti qualcosa?» chiese lanciando un'occhiata nella mia direzione. 

«No grazie, siamo a posto così.» gli risposi io dura, senza neanche guardarlo in faccia.

Sbuffò alzando gli occhi al cielo, spegnendo quel bellissimo sorriso che brillava pochi secondi prima.

«Senti, ti posso parlare un attimo?» domandò insistente senza levarmi gli occhi di dosso.

«È proprio indispensabile?» domandai di rimando io, fissandolo senza alcuna espressione.

«Sì.» rispose a denti stretti.

Restammo qualche minuto ad osservarci sotto lo sguardo preoccupato di Marian, dopo di che mi alzai dalla sedia sospirando. Lo seguii lungo un piccolo corridoio che portava a delle stanze private, probabilmente accessibili solo ai dipendenti. Si fermò davanti ad una porta e senza esitare l'aprì. Non appena entrai anche io nella piccola stanza, chiuse la porta alle sue spalle.

«Ora tu non esci da qua finchè non mi spieghi il motivo per cui mi stai evitando.» disse appoggiando la schiena davanti all'uscio, mettendosi a braccia conserte.

«Non ti sto evitando.» bisbigliai continuando a sfuggire dal suo sguardo.

Pessimo tentativo. L'avrebbe capito anche un criceto morto che stavo facendo di tutto pur di non rivolgergli la parola.

«Ah no?» chiese ironicamente con un'espressione da finto sorpreso «E non accompagnarmi al lavoro insieme a Louis per farti dare un passaggio da Zayn con la sua moto non era un modo per evitarmi?».

Deglutii sotto il suo sguardo vigile. Odiavo il fatto che riuscisse a decifrare ogni mio segnale, più di una volta mi aveva confessato di conoscere meglio me che sè stesso.

«No, ero semplicemente in ritardo.».

«Finchè perdi tempo a giocare a moglie e a marito, ci credo che poi sei in ritardo.».

«Si può sapere che razza di problema hai?».

«Sei tu che hai un problema!» urlò avvicinandosi pericolosamente a me «Da quando l'altra sera ti ho palesemente detto che…».

Al di là della porta, Ben chiamò Harry per servire alcuni clienti, non facendogli così finire la frase.

Sospirò restando a fissarmi per alcuni secondi. Eravamo entrambi immobili, aspettando che uno dei due dicesse o facesse qualcosa. Sapevo il seguito della frase e non volevo in alcun modo che lui la finisse. Un conto era fingere di non sapere e fare finta di niente, un altro era sapere e non poter più fingere.

«Prima o poi lo finiremo questo discorso.» disse facendo un mezzo sorriso.

«Devi andare.» bisbigliai ignorando quello che aveva appena detto per poi distogliere lo sguardo dai suoi occhi trasparenti.

Senza dire una parola aprì la porta andandosene, sbattendola alla sue spalle. Sussultai per il rumore, dopo di che rimasi immobile respirando profondamente. Mi passai una mano tra i capelli e poi uscii da quella stanza troppo stretta.

Dal corridoi scorsi Marian vicino al bancone, con Sarah tra le sue braccia. 

«Pensavo ti avesse ucciso mettendoti la testa nel frullatore.» disse seria notando la mia faccia sconvolta.

La fulminai con lo sguardo mentre mi cedette Sarah.

«Lasciamo stare.» dissi ripensando alla discussione che avevamo appena avuto.

«Tranquilla, sia la tua che la sua faccia parlano da sole.» notò lei lanciando un'occhiata in direzione di Harry, il quale stava pulendo un tavolino per alcuni clienti.

La situazione che si era creata non faceva che peggiore ad ogni discussione. Sapevo che prima o poi avrei dovuto cedere e sentire quelle parole uscire dalla sua bocca, era inevitabile. Harry non era proprio il tipo che se ne stava zitto in disparte, lui era uno di quelli che si piacciono troppo per rassegnarsi.

Ad un tratto, una voce lontana fece sparire i miei soliti pensieri.

«Alison Scott? Sei tu?!» chiese stupita la ragazza bionda davanti a me.

«Così pare.» risposi sorridendo per poi lanciare un'occhiata veloce verso mia cugina, la quale rispose al mio gesto strabuzzando gli occhi.

Aveva qualcosa di famigliare quella ragazza, assomigliava a qualcuno.

«Sono Jess Martin, eravamo in classe insieme alle medie.» disse euforica sfoderando un sorriso a cinquantadue denti.

«Oddio!» esclamai io fingendo la sua stessa euforia «Ma certo, ora mi ricordo.».

Come dimenticarsela? Era la tipica ragazza credente che aveva promesso a mamma e a papà di rimanere vergine fino al matrimonio. Più di una volta aveva cercato di stringere amicizia con me per arrivare a Harry, si era presa una bella cotta per lui. Ma d'altronde, chi non aveva mai avuto una cotta per Harry?

«E dimmi un po', come sta Styles?» chiesi facendo un sorriso ancora più grande. 

«Puoi vederlo con i tuoi occhi.» risposi indicandole il ragazzo riccio in fondo alla stanza.

«Quello è Harry?! È ancora più bello di quanto ricordassi.».

«Già, non sei la prima a dirlo.».

«Dici che ci starebbe con me?».

«Non credo che tu sia il suo tipo.» dissi trattenendo una risata.

Marian, alle spalle di Jess, si portò una mano davanti alla bocca cercando di non scoppiare a ridere per l'uscita della mia frase.

«Dai, presentamelo lo stesso.» disse quasi supplicandomi «Magari…»

«Jess, so com'è fatto e non voglio che tu ci rimanga male.» la informai cercando di farle cambiare idea.

Non sapevo se quello che mi dava più fastidio era il fatto che mi stesse usando di nuovo o che volesse conoscere Harry. L'unica cosa che sapevo era che quella ragazza, mi urtava la sensibilità.

«Ti prego Alison, prometto che non ci rimarrò male se dovesse rifiutarmi.» mi implorò sbattendo ripetutamente le ciglia.

La guardai trattenendo una smorfia, dopo di che lanciai uno sguardo in direzione di Harry. Come se osservarlo potesse darmi delle risposte alle mille domande che iniziavano ad assillarmi. Sospirai per poi ritornare a guardare la ragazza davanti a me.

«D'accordo.» bisbigliai abbassando lo sguardo «Vieni con me.».

La trascinai letteralmente verso Harry, il quale mi osservò con aria confusa.

«Harry, ti ricordi di Jess?» domandai al riccio per poi indicare la ragazza accanto a me.

Il suo sguardo si posò sulla bionda, scrutandola attentamente. Faceva venire i brividi il suo modo di osservare negli occhi, era come se ogni volta ti leggesse dentro. Come se riuscisse a percepire ogni parte di te, anche quella più nascosta.

Tornò a guardarmi per poi scuotere lentamente la testa.

«Dai, veniva alle medie con noi.» lo incitai cercando di fargli ricordare la ragazza.

«La stalker.» disse Marian tra un finto colpo di tosse e l'altro.

La fulminai con lo sguardo facendo il possibile per rimanere seria.

«Ah! Ora ricordo.» esclamò Harry abbozzandole un sorriso.

«Ecco, a questo proposito, Jess voleva chiederti se…» indugiai un attimo mentre cercavo di formulare bene la domanda.

«Ti andrebbe di uscire con me?» chiese tutto d'un fiato la bionda prima che potessi finire la frase.

Sbarrai gli occhi presa alla sprovvista. Non era esattamente quello che volevo chiedergli io.

«Perché no?» disse Harry facendo spallucce.

«Cosa?» chiese Jess sorpresa.

«Cosa?!» domandai io ancora più stupita. 

Non potevo credere alle mie orecchie. Non poteva essere vero. Proprio no. 

«Davvero?» chiese, di nuovo, conferma Jess.

«Davvero?!» domandai io ancora incredula.

«Sì, davvero.» rispose serio per poi lanciarmi un'occhiata.

Sapevo a che gioco stava giocando e la cosa non mi piaceva per niente.

«Perfetto allora, domani?» chiese Jess con un sorriso che partiva da un orecchio e finiva all'altro.

«Certo, a domani.» disse Harry facendole l'occhiolino.

Rimasi immobile, osservandoli conversare come se si conoscessero da una vita. Per un momento, un momento solo, era come se fossi diventata invisibile. Ma non a tutti, soltanto a lui.

Non appena la ragazza uscì dal bar, tornai a guardarlo con aria arrabbiata. 

«Perché hai accettato?» domandai di primo acchito.

«Perché non avrei dovuto?» chiese di rimando lui senza mostrare nessuna espressione.

«Guarda che è vergine.» dissi cercando in tutti i modi di fargli cambiare idea.

«Il sesso non è un problema.» affermò accennando un sorriso.

Senza farlo apposta, scoppiai in una delle mie risate isteriche sotto il suo sguardo infastidito.

«Sei serio?».

«».

«Ma se ti scoperesti anche il buco dell'ozono?!» esclamai incredula a quello che aveva appena sostenuto.

Mi stava prendendo in giro, era l'unica spiegazione plausibile. 

«Stiamo veramente parlando di questo argomento?» chiese visibilmente irritato.

«Ti conosco meglio di chiunque altro e so benissimo a dove vuoi arrivare Harry, non farlo.» dissi quasi supplicandolo.

«Non so di cosa tu stia parlando.» disse cupo in volto.

Chiusi gli occhi facendo un respiro profondo, dopo di che, mi voltai verso l'uscita e me ne andai, seguita da Marian. Lasciandolo ancora una volta là, da solo a guardarmi andare via di nuovo. Lontano dalle sue intenzioni. Lontano da lui. 

NOTE:
*rullo di tamburi* TATARARAAAAATARARARARATARARARARAAAAA ok la smetto ùwù sì, ce l'ho fatta! finalmente sono riuscita a finire sto cazzo di capitolo, AMATEMI ahahah no va bhè, a parte gli scherzi.. chiedo scusa se ci ho messo così tanto, ma ora che ho finito la maturità sono libera come un fringuellino e prometto che posterò con più frequenza (la maturità è andata, non benissimo ma è andata). coooomunque, so che questo capitolo è pieno di dialoghi ma era necessario.. se no dovevo troncare il capitolo a metà e non mi sembrava il caso ;)
vorrei ringraziarvi ancora una volta per tutte le belle recensioni che mi lasciate ad ogni capitolo, le leggo tutte e riuscite sempre a farmi commuovere ♥ davvero grazie infinite! grazie anche a tutte quelle bellissime persone che continuano a richiedere i capitoli nuovi, non sapete come mi rende felice ajhxbcdhjsbcsiudcbo detto questo, fatemi sempre sapere da che parte state: proZAYN o proHARRY? vedo che ogni tanto alcune di voi cambiano parere ahahah tenetemi aggiornata ;)

inoltre vorrei chiedervi un favorino: se la storia vi emoziona o almeno vi piace un pochetto, mettetela tra le preferite :') a me fa solo che piacere 


ci siamo quasi ragazze, già dal prossimo capitolo la storia si sconvolgerà un po' quindi rimanete sintozzate ahahah
e se non volete perdere gli "aggiornamenti" della fan fiction, ditemi su twitter se volete essere avvisate ad ogni capitolo nuovo! sono @stophoping_

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Capitolo 20
*** Chapter twenty. ***



Mi svegliai di colpo, spalancando gli occhi all'improvviso. Sollevai il busto mettendomi seduta iniziando a scrutare la stanza buia. La luce del piccolo lampione fuori dalla finestra illuminava leggermente il soffitto, permettendomi di riconoscere i contorni dell'arredamento della camera. Girai il busto verso il comodino, afferrando dopo vari tentativi il blackberry. Osservai la schermata perplessa. Segnava le 4.25.  

Chiusi gli occhi per un momento, facendo un respiro profondo. Dopo di che scesi dal letto lentamente, coordinando ogni movimento al meglio per evitare ogni tipo di rumore. Sgattaiolai fuori dalla mia stanza in punta di piedi, trattenendo di tanto in tanto il respiro. Attraversai il piccolo corridoio arrivando davanti alla camera.

Spinsi con i polpastrelli la porta leggermente socchiusa, fino ad aprirla quanto bastava per poterci passare. Non appena entrai, fui sommersa dal buio che dominava l'intera stanza. Mi bloccai per un istante in modo da far abituare i miei occhi all'oscurità, dopo di che avanzai sicura verso di lui. Sorpassai i letti di Niall e Liam fino ad arrivare al suo in fondo alla camera. Sarei riuscita a raggiungerlo anche ad occhi chiusi per quanto conoscessi a memoria ogni minimo spostamento che c'era da fare per arrivare a lui.

Senza esitare un attimo mi infilai lentamente nel suo letto, facendo attenzione a non svegliarlo. Non appena misi la testa sul suo cuscino, fui avvolta dal suo profumo. Quel profumo che mi faceva uscire di testa e che mi sentivo sempre addosso quando lui non era accanto a me. Respirai a pieni polmoni, inalando quell'essenza il più possibile. In quel preciso momento si mosse girandosi verso di me, come se mi stesse aspettando.

«Hey.» bisbigliò ancora mezzo addormentato.

«Hey.» lo imitai sorridendogli.

Allungò il braccio per poi tirarmi a sè. In meno di un secondo mi ritrovai il suo viso completamente attaccato al mio e il suo respiro caldo che soffiava sul mio collo, procurandomi brividi lungo la schiena.

«Come mai da queste parti?» chiese tenendo un tono basso di voce.

Istintivamente nascosi il volto nell'incavo tra il suo collo e la sua spalla.

«Non riuscivo a dormire.» risposi mentre iniziò ad accarezzarmi i capelli.

«Brutto sogno?».

«Brutti pensieri.».

Lo sentii stringermi ancora più forte a sè, come se volesse proteggermi da tutto quello che mi passava per la testa. Mi sentivo completa tra le sue braccia, era come se avessi finalmente trovato l'incastro del pezzo di puzzle giusto.  

«Zayn?» lo chiamai alzando leggermente la testa cercando i suoi occhi nel buio pesto.

«Sì?» domandò aprendo leggermente gli occhi, aspettando che gli dicessi qualcosa.

Esitai un attimo per paura della sua possibile reazione.

«Restiamo abbracciati per un giorno intero, ti va?» gli chiesi seria.

«Anche per tutta la vita.» rispose lui continuando ad accarezzarmi i capelli.

Sorrisi involontariamente alla sua risposta inaspettata.

«No, sul serio. Resterei le ore abbracciata a te. Senza fare altro, soltanto abbracciando te.» bisbigliai accarezzandogli dolcemente il viso «Nei tuoi abbracci sono nascoste le parole più belle.».

Lo sentii sorridere sotto i miei polpastrelli e, automaticamente, sorrisi anche io. 

La mia vita si fermava nelle sue braccia, se mi stringeva io respiravo e se mi lasciava sola troppo a lungo mi dimenticavo perfino d'esistere. Ognuno è il rifugio di qualcuno, lui era il mio. Non c'era niente di sconvolgente in tutto questo. Era lui e basta.

«Sai, in questo momento sto odiando il fatto che sia buio.» disse stringendomi un altro po' a sè.

«Perché?» domandai curiosa io.

«Perché odio non potermi perdere nei tuoi occhi.» rispose come se fosse una cosa ovvia.

Istintivamente sorrisi. Avevo sempre avuto paura di sorridere troppo, non so dire il perché. Ma da quando stavo con lui non riuscivo a smettere di farlo.

«E odio anche non poterti vedere sorridere in questo preciso istante.» aggiunse intuendo la mia reazione.

Continuai ad accarezzargli il volto, studiandogli anche la più piccola imperfezione della pelle. Sentii i peli della barba solleticarmi i polpastrelli, cosa che mi fece soffocare una risata.

«Direi che ora di farsi la barba.» gli dissi facendo il mio solito sorriso da ebete che scoppiava ogni volta che ero con lui.

«Non sono più bello con la barba?» domandò cercando di farmi il solletico sul fianco destro.

Sussultai trattenendo l'ennesima risata.

«Lo sei sempre, ma io ti preferisco senza.» risposi facendogli un buffetto sulla guancia «E anche la mia pelle ti preferisce senza, dato che mi fai uscire un eritema ogni volta che mi sfiori.».

«Va bene signorina ho-la-pelle-troppo-delicata, domani mattina mi farò la barba.» disse ridacchiando sottovoce.

«Grazie, io e la mia pelle te ne siamo grate.» gli sussurrai nell'orecchio per poi stampargli un bacio sulla guancia.

Sorrisi un'altra volta mentre mi stringevo ancora di più a lui. Finché stavo tra le sue braccia mi sentivo nel posto giusto, al momento giusto.

ZAYN'S POV

Tastai il letto ancora con gli occhi chiusi, cercandola. Ma l'unica cosa che sentii fu solo il lenzuolo stropicciato, ormai freddo, sul quale aveva dormito lei. Aprii gli occhi istintivamente sperando di vederla apparire da un momento all'altro. Appoggiai il volto sulla parte di cuscino dove si era posata Alison, respirando a pieni polmoni il suo profumo. Aveva un odore particolare, mi piaceva. Era tipo un'esplosione floreale con una nota agrumata, come l'arancia.

Se ne era andata via senza svegliarmi, un'altra volta. Sbuffai rumorosamente, dopo di che scesi in cucina dagli altri.

«Ma buon giorno tigre!» esclamò Liam non appena mi vide.

Lo fulminai con lo sguardo mentre ero intento a grattarmi dietro al collo.

«Non è un po' presto per drogarsi, Payne?» domandai divertito versandomi il caffè in una tazzina sotto lo sguardo degli altri.

«Oh andiamo! Vi abbiamo visto tutti stamattina.» incominciò avvicinandosi a me «Tutti accoccolati nel letto.».

«Allontanati o ti prendo a pugni.» lo avvertii ridacchiando senza alzare lo sguardo.

Scoppiò a ridere insieme a Niall e si allontanò. Sapeva benissimo che lo avrei preso a pugni seriamente, se solo avessi voluto.  

«Quindi stanotte vi sarete dati alla pazza gioia!» esclamò Niall continuando a ridere insieme a Liam.

«Eh bravo Zayn!» disse dal nulla Louis battendo le mani.

Il mio sguardo cadde su Harry, il quale fissava immobile il suo muffin al cioccolato davanti a sè. Sembrava perso e sinceramente non riuscivo a capire il perchè, non era da lui essere così spento alla mattina.

«Ragazzi, non è successo nulla.» spiegai serio, smontando ogni loro viaggio mentale.

Mi guardarono per un'istante, come se avessi detto la più grande troiata del secolo.

«Vuoi dire che non avete ancora…?» chiese Liam sconvolto senza neanche finire la frase.

«No, non abbiamo ancora…» risposi io lasciando in sospeso la frase.

«Porca troia!» esclamò Niall sbarrando gli occhi incredulo.

Con la coda dell'occhio, vidi Harry alzare la testa. Allora era ancora vivo.

«Dite che Alison è ancora vergine?» domandò dal nulla Liam.

«Secondo me sì.» rispose secco Niall.

«Ma vi pare? Dico: l'avete vista?!» esclamò Louis facendo riferimento all'aspetto fisico della migliore amica «Non può essere ancora vergine.».

Il mio sguardo andava continuamente da Liam a Niall e da Niall a Louis. Non riuscivo a credere di star affrontando quel discorso con i ragazzi, soprattutto perché la ragazza in questione era Alison. La mia Alison.

«Louis, tu non lo sai?» chiese Liam focalizzandosi sul punto "migliore amico".

«No, ha sempre evitato il discorso.» rispose Louis grattandosi il mento.

«Allora è vergine.» disse Niall incrociando le braccia.

Spostai un'altra volta il mio sguardo su Harry, intento a mordersi le labbra. Era strano che ancora non avesse messo bocca in quella discussione, era davvero molto strano. Ma soprattutto, cosa ancora più strana era che non aveva ancora detto una parola da quando avevo messo piede in cucina.

«Magari non ne vuole parlare.» continuò a supporre Liam.

«Harry, tu che dici?» gli domandò Louis, visibilmente stranito quanto me per il suo troppo silenzio.

In una frazione di secondo, il riccio, si ritrovò tutti i nostri occhi puntati addosso. Il mio più di tutti gli altri.

«Eh?» chiese distratto.

«Secondo te Alison è vergine?» ripeté Louis sperando di riuscire a ricavare fuori una risposta.

Rimase a fissarci, in silenzio, per qualche secondo. Cosa che mi portò a sospettare che forse lui sapeva qualcosa in più di noi.

«Non penso.» farfugliò per poi abbassare lo sguardo.

«Allora deve aver avuto una prima volta orribile.» suppose Niall aggrottando le sopracciglia.

«Va bhè, quando Zayn lo scoprirà ce lo dirà.» disse Louis cercando di chiudere il discorso «Giusto?».

«Assolutamente no.» risposi secco sfoderando uno dei miei soliti sorrisi.

Non avevo nessuna fretta di scoprirlo, sarebbe successo al momento giusto e basta. Anche se, dovevo ammetterlo, mi era parecchio difficile frenare il mio istinto nei suoi confronti. Decisamente parecchio difficile.

«A proposito di prime volte…» iniziò dal nulla Liam «Harry, tu non ci hai mai raccontato la tua.».

«È vero! Ci hai sempre raccontato tutte le tue esperienze sessuali tranne la tua prima volta.» disse Niall dando corda all'amico.

Il riccio sbiancò in faccia e, senza accorgersene, spalancò gli occhi. Forse durante la sua prima volta non era andato poi così bene.

«Già, con chi l'hai fatto la tua prima volta?» gli chiese Louis curioso aspettando la risposta del migliore amico.

«Non è importante con chi l'abbia fatto.» disse quasi con un groppo in gola «Quello che vi posso dire è che, quando l'ho fatto sul sedile posteriore di una Bentley Brooklands del 1993, avevo sedici anni ed ero innamorato.».

Non so come nè perché, ma quelle parole mi travolsero come un tir. Era una sensazione strana, sembrava quasi come se quella storia mi riguardasse in qualche modo.

Rimanemmo tutti quanti con gli occhi fissi su Harry, mentre lui saliva frettolosamente le scale.

NOTE:
e come al solito, mi tocca mettermi in ginocchio e chiedervi umilmente perdono per averci messo così tanto.. lo so, lo so, sono una persona orribile D: ma finalmente ce l'ho fatta! ci sono stati un po' di problemi (come al solito) che mi hanno impedito di scrivere, mi perdonate vero? ahahah comunque sia, io leggo sempre le bellissime recensioni che mi scrivete e ho notato che ci sono nuove lettrici asdfghj questa cosa mi fa più che piacere, davvero ♥ grazie mille a tutte quelle che continuano a seguire questa storia, a recensirla e a metterla tra le preferite.. per me significa tanto :').
molte di voi mi dicono che amate come scrivo e questa cosa vi giuro che mi fa commuovere, sono davvero contenta se vi arriva quello che voglio trasmettere.. per me è un traguardo enorme! poi ci sono anche quelle che mi tempestano di tweets chiedendomi sempre quando ci sarà il prossimo aggiornamento.. sappiate che siete bellissime e mi fate sorridere come una cretina :) mi fermo un attimo e penso "wow, sono prese dalla mia storia.. com'è possibile?" ♥  vi giuro che non riesco a credere a quante persone seguono questa fan fiction, vi ringrazierei una ad una, giuro.
detto questo, sapete sempre cosa fare giusto? fatemi sempre sapere se siete proHARRY o proZAYN, anche se noto che le proHARRY sono di più rispetto alle proZAYN ahahah

non vedo l'ora di leggere le vostre recensioni

questo capitolo è un po' mieloso, vi chiedo scusa ma.. avevo bisogno di scriverlo   
 

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Capitolo 21
*** Chapter twenty-one. ***



«Harry non c'è.» sentenziò Louis senza neanche alzare lo sguardo da quello che stava facendo.

«Lo so.» dissi prendendo una ciambella dalla vetrinetta per poi porla a Sarah «Per questo sono venuta.».

Louis si soffermò ad osservarmi torvo, mordendosi ripetutamente il labbro inferiore.

«Tu e il tuo amico non me la raccontate giusta.» mi punzecchiò continuando a studiarmi.

Frugai nella mia borsa in cerca del portafogli, facendo tutto il possibile per non mostrare alcuna reazione. Indifferenza. Quello dovevo fargli vedere, o avrebbe capito che, in realtà, qualcosa da nascondere c'era.

«Non so di cosa tu stia parlando.» dissi velocemente posando i soldi sul bancone, pagando la ciambella che avevo preso pochi istanti prima.

«Non darmi le solite risposte del cazzo alla Harry Styles.» mi sgridò intento a fare lo scontrino alla cassa. «Si può sapere che è successo?»

Deglutii sotto il suo sguardo vigile cercando qualcosa da dire. Se fossi rimasta ancora qualche secondo senza dire una parola, Louis si sarebbe insospettito il doppio.

«Abbiamo tipo litigato.» dissi guardando in alto, facendo una smorfia con la bocca.

Mi guardò accigliato mentre, con una mano, si grattava quello strato leggero di barba incolta che aveva sul viso.

«E il motivo sarebbe?» chiese incrociando le braccia per poi appoggiarle al bancone. 

«Eccoti finalmente! È da un'ora che sto provando a chiamarti al telefono.» esclamò Marian entrando agitata nella caffetteria dirigendosi verso di me. 

Mi girai istintivamente accennandole un sorriso mentre la guardavo come se mi avesse appena salvato la vita. Tempismo perfetto, come al suo solito.

«Scusami.» dissi di getto cercando di non ridere.

«Esatto Parker, scusaci ma noi stavamo facendo un discorso.» si intromise Louis fissandola con aria minacciosa «Quindi evapora!».

Rimasi immobili ad osservarli, spostando solo lo sguardo da uno all'altra. Odiavo quando facevano così ma dovevo ammettere che, in quel momento, la loro ennesima discussione mi stava letteralmente salvando. Mia cugina era arrivata esattamente al momento giusto, facendomi evitare di rispondere alle domande insistenti di Louis. Con lui non c'era scampo. Non era Harry. Lui ti cavava fuori le parole di bocca e quello non doveva succedere.

«Hai mai pensato di fare qualcosa di buono per la società, Tomlinson?» gli chiese retoricamente Marian «Ad esempio darti fuoco.».

Portai una mano sul viso coprendomi gli occhi, sbirciando di tanto in tanto le loro espressioni avvelenate.

«Repressa.» sibilò tra i denti Louis.

«Coglione.» ribatté Marian.

«Okay, basta!» mi intromisi io prima che mia cugina salisse sul bancone cercando di uccidere il mio migliore amico.

I due si scambiarono ancora qualche occhiata in cagnesco mentre io ero intenta a tirare via Marian per un braccio, cercando con gli occhi Sarah.

«Vai a recuperare Sarah, per favore.» le dissi cercando di distrarla.

Lanciò ancora uno sguardo fulminante a Louis per poi sbuffare.

«Va bene, ma poi ce ne andiamo se no quel troglodita finisce male!» esclamò gesticolando per poi andare in cerca della bambina.

Tirai un sospiro di sollievo pensando di essermela scampata ma non appena mi girai verso Louis, il suo sguardo vigile mi travolse facendomi capire che non si era affatto dimenticato del discorso che stavamo avendo poco prima che Marian ci interrompesse. Dovevo pensare qualcosa, e alla svelta. Ad un tratto lo vidi farmi cenno con la mano chiamandomi a sé.

«Ora che quella sottospecie di befana non c'è, mi spieghi perché avete litigato?» mi chiese non appena lo raggiunsi.

«Perché…» dissi cercando di prendere tempo «Perché è un deficiente.».

Cercò di rimanere serio ma un sorriso involontario gli apparve sul volto.

«Qualsiasi sia il motivo, risolvi questa situazione e alla svelta.» sentenziò sbattendo l'indice contro il bancone.

«Non mi lascerai in pace finchè non gli parlerò vero?» gli chiesi retorica osservandolo davanti a me.

«Oh, sappiamo tutti e due la risposta a questa domanda.» rispose sfoderando il suo solito sorrisetto malefico.

Sospirai socchiudendo gli occhi quando ad un tratto arrivò Marian con in braccio Sarah. Salutai Louis con la mano ed uscii dalla caffetteria mentre mia cugina alzava, facendo una smorfia, il dito medio verso il mio migliore amico.

HARRY'S POV

Sbuffai seduto scomposto sul divano mentre facevo dello zapping a livello avanzato. Era angosciante dover rimanere a casa da solo per via del giorno libero in caffetteria. Di solito c'era Alison a farmi compagnia ma ultimamente la sentivo distante, come se cercasse di evitarmi. E ad essere sincero, la cosa iniziava ad infastidirmi, e non poco. 

Io ero il solo che riusciva a capirla a fondo, lo sapevo io come lo sapeva lei. Eppure questa volta mi stava sfuggendo qualcosa, solo che non riuscivo a capire cosa. Tutto ciò che sapevo, era che questa situazione non mi faceva dormire la notte. Mi stava facendo impazzire. Alison mi stava facendo impazzire.

In quell'istante sentii il rumore delle chiavi tra la serratura della porta d'ingresso, il quale mi fece sobbalzare leggermente.

«Se stai guardando un porno, spegnilo immediatamente.» urlò Aly entrando titubante mentre copriva gli occhi a Sarah.

Sorrisi alla scena mettendomi seduto composto, girando il collo verso la ragione della mia insanità mentale.

«Che cos'è un porno?» chiese Sarah curiosa.

«Uno sport che piace tanto a Harry.» le rispose Aly senza spostare gli occhi dalla bambina.

Adoravo Sarah, mi ci ero affezionato molto ma in quel momento, avrei preferito che non fosse lì con noi.

«Piace di più a Louis, per essere precisi.» puntualizzai cercando di stare sulla difensiva.

La vidi nascondere un sorriso, molto probabilmente per non darmi la soddisfazione. Tipico di Alison.

«Hey principessa, perché non vai a sederti sul divano con Harry?» domandò alla bambina scompigliandole i capelli «Io arrivo subito.».

«Dove vai?» le chiesi di getto, preoccupato.

«Tranquillo, non scappo.» rispose rassicurandomi per poi sparire su per le scale.

Tirai un sospiro di sollievo udendo quelle parole. Ultimamente avvertivo una strana sensazione nell'aria, come se volesse continuare a sfuggirmi senza affrontare la realtà dei fatti. Avrei dato qualsiasi cosa pur di entrarle in testa per qualche minuto, qualsiasi cosa. Era davvero frustrante non avere la minima idea di quello che pensava.

Diedi il telecomando in mano a Sarah, lasciandole campo libero sul canale da guardare mentre io mi alzavo dal divano. In quel preciso istante vidi ricomparire Alison in pantaloncini, avvolta in una felpa più grande di lei. Sorrisi nel notare che essa apparteneva a me.

«Hai sempre avuto buon gusto per le felpe.» dissi interrompendo il silenzio che si era creato.

«Lo dici solo perché è tua.» puntualizzò accennando un sorriso.

Calò di nuovo il silenzio mentre me la mangiavo con gli occhi. Riuscivo a sentire il sapore della sua pelle, il profumo delle sue labbra, il calore del suo sorriso. Era desiderio e mi logorava, mi sfibrava. Nessun contatto. Non potevo fare altro che guardarla. Sapere che era di fronte a me, sentire il suo respiro e sapere che non poteva essere mio.

«Che cosa ci sta succedendo, Harry?» chiese con un filo di tristezza, interrompendo i miei pensieri.

Spostai, per qualche secondo, il mio sguardo su Sarah per poi riposarlo sulla ragazza che avevo di fronte.

«Ho provato più di una volta a parlartene ma non hai voluto darmi ascolto.» le risposi duro. 

«Non puoi.».

«Non posso io o non vuoi tu?».

«Smettila!» urlò infilandosi le mani nelle tasche della mia felpa.

Mi leccai le labbra cercando di calmarmi. Non riuscivo più a reggere quella situazione. Dovevo dirglielo o sarei scoppiato. Feci un passo verso di lei prendendo un respiro, ma non appena aprii bocca la porta d'ingresso si spalancò. Istintivamente, ci girammo in direzione dell'uscio vedendo Louis, Zayn, Niall e Liam bloccati a fissarci.

«Interrompiamo qualcosa?» azzardò a chiedere Liam mentre Zayn continuava a lanciarmi occhiate minacciose.

«No, assolutamente niente.» risposi freddo girandomi a guardare Alison.

Forse era destino che non dovessi dirle niente. Forse doveva andare così.

«Aly, vuoi che riporti Sarah a casa?» si offrì gentilmente Niall, rompendo la tensione che si era creata.

«Sì! Grazie biondo.» rispose lei sorridendogli grata.

Mentre Niall si avvicinò alla bambina prendendola in braccio, Zayn si affrettò ad andare in contro ad Alison. Li sentii baciarsi alle mie spalle, cosa che mi mandò fuori di testa.

«Ah, Harry?» richiamò la mia attenzione Louis «C'è Jess fuori che ti aspetta.».

In un primo momento non capii, ma poi collegai. Riuscivo ancora a vedere la faccia di Alison davanti agli occhi quando accettai quell'appuntamento. 

«Il dovere mi chiama!» esclamai beffardo, alzando le braccia.

«Divertitevi.» disse Alison con un tono di acidità pari a quello di un limone.

«Anche voi.» dissi con tono di sfida mentre le lanciavo un'ultima occhiata prima di uscire.

NOTE:
sono riuscita ad aggiornare dopo un mesetto, cioè amataemi ahahah ok, a parte gli scherzi.. siamo molto vicino ad una "svolta" (se si può chiamare così). ci saranno TANTI colpi di scena pronti per voi nei prossimi capitoli! in questi giorni mi sono ritrovata ad annotare dialoghi e descrizioni ovunque, parevo una deficiente ma si può dire che, rileggendo, mi sono sembrati buoni. spero davvero che la penserete come me non appena li leggerete!
ma passiamo alle recensioni: sono una più bella dell'altra! gente che mi riempie di complimenti e altra gente che mi minaccia per avere un altro capitolo ♥ siete bellissime e io vi amo, giuro! c'è stata una recensione che mi ha fatto veramente commuovere, cioè quella di x1Daremylife_ (sappi che mi si è stretto il cuore per quello che hai scritto.. grazie). ringrazio anche le ragazze di twitter che mi commentano la storia sfasando nei loro tweets ahahah.
detto questo, grazie per l'ennesima volta di seguire questa storia e soprattutto di tenerla sempre tra le più popolari. l'unica cosa che mi dispiace è che ho notato che quelle più seguite sono tutte sul genere erotico, che tristezza! sono contenta che la mia fan fiction sia seguita anche se ancora non ci sono state scene hot (tranquille, ci sarà qualche momento più avanti), vuol dire che la mia storia vi prende e di questo sono contentissima :)
vi prego, continuate a recensirla e a metterla tra le preferite! non sapete quanto questo mi renda felice ♥

non vedo l'ora di sapere il vostro parere.. 

ah, non scordatevi di farmi sapere se siete sempre proHARRY o proZAYN

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