The way i loved you.

di xvespersgoodbye
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo. ***
Capitolo 2: *** Help, i have done it again. ***
Capitolo 3: *** Tanto l'indifferenza non fa più differenza. ***



Capitolo 1
*** Prologo. ***


Mentre stavo per addormentarmi, l'altra notte, mi è venuta in mente un'idea un po' strana, e così ho deciso di trarne una FF. Non so come verrà, ma l'idea è piuttosto carina (a parer mio almeno è_è) Bene quindi, spero che vi piaccia (anche se la lettura fa schifo, visto che scrivo malissimo), buona lettura!

The way i loved you – Prologo.
Miley sfrecciò con il suo skateboard per il marciapiede, fino a trovarsi davanti casa sua. Si tolse il casco che mamma Tish e papà Billy la costringevano ad usare quando usciva con lo skate, tirò fuori le sue chiavi di casa e aprì la porta. L’arredamento era sempre lo stesso da cinque anni ormai: antico e raffinato, i mobili color ciliegio avevano un’aria risoluta, quasi a voler mantenere quel silenzio casto e puro. Silenzio che fu, poi, interrotto da una mano sulla sua spalla. Miley si girò e, dopo aver posato le chiavi sul mobile dell’entrata, diede un grosso bacio a suo fratello. Gli voleva molto bene, c’era sempre stato per lei e avevano un rapporto morboso, ossessivo, uno non poteva fare a meno dell’altro.
Nick sorrise passandosi una mano tra i capelli.
-Buonasera! Dove sei stata? Mamma e papà sono andati a mangiare una pizza con amici e tornano tardi. L’ordiniamo anche noi o cerchiamo di cucinare qualcosa?- Nick le accarezzò la guancia, guardandola negli occhi e poi sfrecciò in cucina.
Miley a volte si chiedevano se fosse davvero suo fratello: i loro lineamenti erano completamente differenti, gli occhi (taglio e colore) completamente diversi, i capelli di Miley erano lisci e castani – anche se ormai lei li aveva biondi – quelli di Nick neri e ricci. Lei non rassomigliava neanche ai suoi genitori, anzi. Tish aveva lunghi capelli neri e ricci, come Nick, mentre Billy aveva una chioma castana scura e liscia. Nonostante questa, Miley non aveva niente di nessuno dei tre. Decise di non pensarci e andò dal fratello, abbracciandolo.
Quella sera cambiò totalmente la mia vita. Mi rese la persona forte quale sono ora, la donna che adesso sta crescendo tre figli. Ho sposato l’uomo della mia vita l’11 luglio del 2020, a ventotto anni, ma lo conoscevo da una vita. Da quando ero nata. Questa è la storia della mia vita, spero sia interessante.
                                                                                                            Un bacio, Miley.
 

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Capitolo 2
*** Help, i have done it again. ***


Ecco il primo capitolo di questa FF! Spero vi piaccia (:


Miley aveva avuto una giornata faticosa e stressante, a partire dal compito di chimica alla prima ora, alla figura di merda in sala pranzo, dove non aveva visto una sedia e aveva versato addosso ad un ragazzo tutto il cibo che c'era nel suo piatto, per finire al rimprovero del professore di matematica per aver sbagliato quasi completamente la verifica. Insomma, in poche parole, una giornata di merda. Quando arrivava a casa si sentiva per lo meno sollevata, in quel periodo i suoi genitori non c'erano a casa, erano fuori per lavoro come ogni mese pero c'era suo fratello che tornava prima dall'università, quindi a lei stava bene, anzi anche di più. Lei amava la compagnia di suo fratello, perché era più come stare con un amico. Non la rimproverava mai, piuttosto le insegnava a vivere e ad imparare, a distinguere il male dal bene. Era sorprendente, straordinario. Lei l'adorava. Avevano un rapporto strano, diverso da quello de fratelli-sorelle della loro età. Non litigavano mai, non cercavano di separarsi ma di stare insieme il più possibile, condividere qualsiasi cosa e preparare la cena invece di ordinare la pizza. 
Quella sera sarebbe cambiato tutto. Per lui, per lei.
Miley aveva sempre pensato che ci fosse qualcosa che non andasse tra di loro. Per iniziare, il loro rapporto, la loro relazione. E poi la loro differenza. Erano troppo, esageratamente diversi. Non si somigliavano neanche un po', e poi a pensarci bene lei non somigliava neanche ai suoi genitori. Era tutto così sinistro. Come pensare al cielo verde. Come se sotto tutta quella copertura si nascondesse un enorme, macabro segreto.
Miley starnutì e per poco non cadde dallo skate, ma la sua preparazione e il suo equilibrio la tennero in piedi. Quella mattina si era svegliata con un raffreddore che l'aveva convalidata anche durante l'ora di educazione fisica. Che palle, pensò. La sua vita era davvero monotona. Casa, scuola, casa, letto, pc, televisione, cane,a letto. Il sabato andava in centro con le sue amiche, se si potevano definire così, prendeva una pizza e poi tornava a casa. A volte si chiedeva se ci fosse qualcosa che non andasse in lei. Boh.
Ma non sapeva che la sua vita sarebbe cambiata con un solo, semplice movimento delle labbra.
Arrivò alle scale di casa sua e si fermò, prendendo lo skate in mano e superando il giardino curato fin troppo bene.
Cavolo, aveva dimenticato le sue chiavi quella mattina.
Diede un'occhiata al retro. L'Audi di Nick era parcheggiata al suo solito posto, il che sgnificava che fortunatamente era a casa. Sospirò e bussò, aspettando che aprisse. Nick non aveva lezioni quella mattina, quindi aveva optato per restare a casa a sistemare un po' la sua stanza, mangiare qualcosa davanti alla televisione e poi mettersi a studiare. Per la prima volta in una settimana non si sentiva stanco perché si era concesso quello che per lui era "del tempo per sé". 
Il suono del campanello lo distrusse dai suoi libri facendogli capire che erano le sette di sera, ovvero Miley era tornata da scuola. Cioè, alla fine aveva passato quattro ore a studiare. Si alzò dalla sedia in mogano senza badare a dove lasciava cadere la penna e andò ad aprire la porta.
- Piccola! - chiuse la porta alle sue spalle e fece entrare sua sorella. Scambiare una parola con qualcuno lo rendeva felice visto che aveva trascorso tutta la giornata senza spiccicare neanche una parola. Sorrise.
- Nick, ho fame. Che prepariamo stasera? Mamma ha chiamato oggi? - sfrecciò in cucina, quel puré streminzito della mensa non la aveva soddisfatta neanche un po'. Prese un pacco di biscotti dal mobile senza neanche vedere quali fossero. Si voltò dal fratello che nel frattempo l'aveva raggiunta e si era appoggiato allo stipite della porta. Sirrise, con il suo modo naturale e pulito, come al solito.
- Sì ha detto che forse torna la prossima settimana ma non lo sa ancora. Vuoi la pasta? Dimmi tu - si sistemò una ciocca ribelle e continuò a guardare Miley.
- Mhm... Pasta, sì. Al sugo - non accennò a sua madre, le dava fastidio quando rimandava il suo ritorno.
Nick notò il suo rifiuto e non insistette. Le diede un bacio sulla guancia e si mise ai fornelli, mentre lei andava a fare i suoi compiti. Passò qualche ora prima che nick la chiamasse per cenare.
Miley si sedette e guardò il suo piatto, pregustandolo. Aveva una fame da lupo. Sorrise e mangiò senza prendere una pausa. Quando finì, guardò sua fratello che guardava la televisione interessato ma aveva lasciato quasi tutta la sua pasta.
- Ehy, non mangi? Hai lasciato tutto - chiese lei preoccupata. Ultimamente lui non era pimpante come al solito, sembrava portare un macigno addosso, un segreto che voleva rivelare ma non poteva.
- Tutto bene, vieni qui - Miley ne fu felice. Quella proposta le migliorò la giornata in un qual modo. Sorrise e si sedette sulle sue gambe.
- Sicuro che vada tutto bene?
- Tutto okay. Come è andata oggi?
- Bah, così. Ho avuto giornate migliori
- E' successo qualcosa? - Nick la guardò dritto negli occhi. La stanchezza di quei sette giorni gli si leggeva nell'espressione.
- Uhm, non proprio. Sembri stanco - Nick sapeva che non poteva scappare dai dubbi di Miley. La guardava negli occhi e sorrideva. Lei era bellissima, stupenda. Gli occhi celesti erano illuminati dai riflessi della luce. 
- Lo sono - disse dopo una lunga pausa. Aveva iniziato l'università quando aveva capito di essere innamorato di sua sorella. Di avere cresciuto la sua anima gemella. La sua persona. Non c'era un attimo durante la sua giornata in cui non la pensava e si diceva chissà che cosa sta facendo, chissà se è felice. 
In quel momento non ci vide più. Solo un movimento, uno solo e le sue labbra toccatoro le sue. Non capì cosa provò veramente, solo un forte senso di complicità, si sentiva completo. Il suo stomaco si era messo a fare le capriole e il cuore batteva fortissimo. Non avrebbe voluto pensare alle conseguenze.

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Capitolo 3
*** Tanto l'indifferenza non fa più differenza. ***



Turnaround, Every now and then I get a little bit terrified but then I see the look in your eyes.

Boom. Boom. Boom.

Il suo cuore batteva ritmicamente, totalmente in accordo con la sincronia di una strana melodia che seguivano i suoi piedi, che in quel momento stavano sbattendo sulla tavarca del letto.

Boom. Boom. Boom.

Una bomba ad orologeria, pronta a scoppiare da un momento all’altro, ecco cosa aveva nel petto al posto del cuore.

Turnaround bright eyes, Every now and then I fall apart.

Boom. Boom. Boom. Non riusciva a non sentire il battito di quel cuore malato d’amore, proprio non ci riusciva. Aver ricevuto quel bacio da suo fratello (intendiamoci, da suo fratello) l’aveva spiazzata. Tutta la polvere che aveva sul cuore era volata come il polline vola durante la primavera e le era finita dritta e pungente negli occhi. Non poteva realmente credere a quello che le era successo. Ebbene sì, sudava quando vedeva suo fratello, i battiti acceleravano rischiando di farle andare il cuore in arresto, le guance si arrossavano e rischiava di fare cadere i piatti che teneva in mano. Due si erano rotti quando lui si era avvicinato a lei per prendere un bicchiere d’acqua dal frigorifero. Non parlavano da due settimane. Il loro rapporto era cambiato e lo aveva notato anche loro madre, che tornata dal suo viaggio a New York li aveva trovati totalmente differenti a prima. Esitavano ad andare al bagno insieme per lavarsi i denti, esitavano ad uscire di casa insieme, non si sedevano più vicini a tavola. Papà non si è accorto di niente, si diceva Miley. E’ troppo tonto per farlo, aggiunse ai suoi pensieri. No, deve esserci qualcosa che non va, continuò nella sua mente. Nick era troppo intelligente per baciare sua sorella. Eppure lei l’aveva sempre saputo che quel bacio un giorno sarebbe arrivato, che erano troppo uniti per essere dei semplici fratelli. Loro erano molto di più. Erano anime gemelle, semplicemente destinate ad essere. Il problema era proprio che lo aveva capito, quando probabilmente lui lo aveva saputo da sempre.

And I need you now tonight.

Che succede? Succede che sono infatuata di mio fratello, ecco che succede. Questa frase continuava a girarle nella testa, indicibile. Non riusciva a pronunciarla ad alta voce. E’ tutto più crudele e vano quando lo pronunci ad alta voce, come se il valore crescesse fino a diventare una bolla troppo grande, che l’aria stessa non può sopportare e boom scoppia. Come il suo cuore stava facendo in quel momento: le usciva dal petto, come a voler volare nell’altra stanza, dove suo fratello stava studiando. Chissà se anche lui ci sta pensando si chiese. Ma certo che ci sta pensando, che idiota. Aveva imparato a farsi le domande e a darsi le risposte da sola. Bene, veramente ad una sola domanda non si sapeva dare risposta: che cazzo sta succedendo tra me e mio FRATELLO?

Si alzò di scatto, togliendo le cuffie dalle orecchie. Si tolse le scarpe, come per ribelarsene e andò a prendere un pull-over dal suo armadio, faceva davvero freddo quella sera. L’aria tiepida dell’autunno aveva ceduto il posto all’aria tagliente e senza scrupoli dell’inverno. Miley guardò fuori dalla finestra i tetti delle case freddi e vuoti. Cercò di contarli, non lo aveva mai fatto. Non guardava mai dalla finestra, lo riteneva da vecchietta e anche un po’ macabro, allusivo al nonnino di Heidi. A che cazzo pensi, Miley. Stava scemando di brutto, aveva visto si e no tre puntate di quel cartone animato.

Toc toc. I suoi pensieri furono interrotti dalla porta che si aprì senza che lei dicesse avanti. Le dava fastidio quando qualcuno entrava nella sua stanza senza chiederle il permesso. Ah, svelato l’arcano mistero, era suo padre. E che voleva adesso? Non l’aveva mai disturbata, né da piccola né da grande, quindi due erano le cose: o era successo qualcosa o era successo qualcosa. E dall’aria grave della sua faccia aveva intuito più che bene. Papà, qualcosa non va? chiese Miley, forse un po’ imbarazzata, come se aprendo quella porta avesse aperto la porta dei suoi pensieri e l’avesse beccata a baciare Nick. Scendi sotto, tesoro, dobbiamo parlare le disse e uscì dalla stanza, senza preoccuparsi a chiudere la porta. Dal suo sorrisetto imbarazzato Miley si preoccupò davvero, non voleva che succedesse qualcosa in quella famiglia che, anche se a stento, era unita e si voleva bene. E se i suoi avessero divorziato? Oddio, non voleva neanche pensarci. Annuii come a confermare a se stessa di lasciare i suoi problemi in quella stanza, ma non ce la fece. La seguirono anche fuori. Socchiuse la porta e quando si voltò, trovò nick fuori dalla sua stanza, anche lui sembrava essere assorto nei suoi pensieri, visto che guardava davanti a sé, come se qualcosa stesse guardando lui. Miley alzò un sopracciglio e si accorse troppo tardi, quando lui si voltò, che lo stava fissando. Si guardarono per due secondi circa, due secondi che a Miley parvero eterni. Le smorzarono il fiato, resstò senza parola. Oddio, i suoi occhi. Non guardare i suoi occhi, si diceva. E invece era solo quelli che riusciva a guardare. Uniti al resto gli davano un’aria angelica, romantica, felina. Non si accorse di stare sorridendo come un imbecille, mentre guardava Nick. Lui si morse il labbro e abbassò lo sguardo, per poi superarla e scendere in cucina. Lei, a malincuore per aver abbandonato quell’attimo eterno, lo seguì senza fare rumore. In fondo, non aveva neanche le scarpe.

Scivolò repentina nella sua sedia, guardando i genitori seduti di fronte a lei, per poi dare uno sguardo a Nick, seduto accanto a lei. Stava ben attenta a non guardarlo negli occhi, avrebbe potuto causarle perdite di cognizione del tempo. Guardò prima sua madre, poi suo padre, come per dire: “Beh, perché siamo qui?”

Tesoro, noi vorremmo sapere che cosa vi sta succedendo disse sua madre, guardando Miley, per poi dare un’occhiata a Nick. Sta succedendo che sono stanco rispose Nick, raggiungendo un tone di voce alterato, parlando quasi con veemenza. Ho un esame tra tre giorni e vorrei che vi sbrigaste a fare quello che avreste dovuto fare parecchi anni fa adesso Nick era più che alterato, il suo sguardo si spostava da Sara a Billy in un millesimo di secondo, conferendogli un’aria da adulto scocciato e potente. Miley non capiva. Di cosa stava parlando? Nick, non capisco… Di cosa stai parlando? dopo de settimane, eccovi Miley che rivolgeva una parola a Nicholas. Nick si limitò a guardarla, dispiaciuto. Sì, adesso aveva assunto quell’espressione. Mamma? Papà? Di cosa sta parlando Nick? Miley si sentiva esclusa, come se i tre sapessero qualcosa che le avevano tenuto nascosto per un sacco di tempo. E il tempo aveva distrutto Nick, gli si leggeva anche dal movimento delle sue labbra. Così perfette, così delineate che sembravano essere state disegnate da un bisturi.

I suoi genitori non rispondevano, ma la guardavano con aria grave e estremamente dispiaciuta. Tesoro… iniziò suo padre, Miley lo fissò con ara interrogativa. Ma che stava succedendo a tutti? Beh? Tesoro cosa? Parla, papà! era confusa e non riusciva a capire niente. Nick si era poggiato allo schienale della schiena e adesso aveva la testa tra le mani. Sei stata adottata, Miley concluse Nicholas per i suoi genitori, perché non ne poteva più di tenere nascosto alla sua anima gemella un grande segreto che lo aveva ucciso per tutta la sua vita.

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