King's deception - Invasion

di Silvia_sic
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Farci l'abitudine! ***
Capitolo 2: *** Il tuo profumo ***
Capitolo 3: *** Organizzare tutto alla perfezione ***
Capitolo 4: *** Una vera e propria apocalisse ***
Capitolo 5: *** Chances are ***
Capitolo 6: *** La leggenda dei ciliegi in fiore ***
Capitolo 7: *** "Tu ci unisci" ***
Capitolo 8: *** L'inizio dell'inganno ***
Capitolo 9: *** Cuore infranto ***
Capitolo 10: *** Un barlume di speranza ***
Capitolo 11: *** Di nuovo insieme ***
Capitolo 12: *** Una mossa da codardi ***
Capitolo 13: *** Prima o poi i regali tornano utili ***
Capitolo 14: *** Faccia a faccia ***
Capitolo 15: *** Scontro decisivo ***
Capitolo 16: *** Piccolo eroe ***
Capitolo 17: *** Vive per loro ***
Capitolo 18: *** Scritto nelle stelle ***



Capitolo 1
*** Farci l'abitudine! ***


King's deception – Invasion

 

Capitolo 1: Farci l'abitudine!

 

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Sedeva comodamente sulla poltrona d'ufficio al centro dello studio immerso nel buio. La luce del sole filtrava leggera dagli spiragli della tendina, illuminando esiguamente il suo volto tagliente e spigoloso.

 

Non un rumore esterno. Cominciò a battere ritmicamente le unghie sulla superficie piana della scrivania di mogano. I suoi pensieri lo avvolgevano completamente, però non erano buoni pensieri. Riflessioni tetre come quel buio che nascondeva il suo vero aspetto.

 

La porta si aprì senza preavviso. La luce lo colpì dritto sul volto, accentuando i lineamenti severi del suo viso, non il suo vero viso.

 

-Signor King, volevo avv...- cominciò la donna dai capelli mori, prima di essere bruscamente interrotta.

 

-Quante volte ti devo dire che devi sempre bussare prima di entrare nel mio studio?- esclamò irritato per l'irruzione della segretaria. Aveva quasi scoperto il suo reale e ripugnante aspetto. La guardò con quegli occhi color ghiaccio, fulminandola e facendola sentire impotente.

 

Nascondeva quel ripugnante aspetto con un volto più normale, più umano. I capelli corti biondissimi ordinatamente tagliati, la pelle chiarissima e delicata, con quei lineamenti spigolosi e precisi sembrava quasi un viso di porcellana.

 

Chi vedeva il suo sorriso poteva ritenersi fortunato. Possedeva sempre un'espressione severa che incuteva timore a chiunque.

 

-Mi... mi... scusi... ma..a è una cosa urgente...-balbettò la ragazza, abbassando lo sguardo, non riuscendo a sostenere l'occhiata lanciata dal suo capo.

 

-Cosa vuoi! Non ho tempo da perdere con te!- disse sgarbatamente.

 

-Sì, scusi. Un certo Meesh, Charlie Meesh vuole parlare con lei. Non sono riuscita a fermarlo vuole parlare con lei...- disse velocemente con voce tremolante. Sentendo quel nome si alzò dalla sedia, stando in piedi davanti alla scrivania.

 

-Fallo entrare e non voglio essere disturbato mentre lui è qui.-

 

La ragazza uscì dallo studio, chiudendo la porta e facendo ritornare il buio nella stanza. Ryan si diresse verso la finestra, guardando dagli spiragli della tenda i palazzi della città.

 

Charlie Meesh entrò nell'ufficio, chiudendosi alle spalle la porta.

 

-È così che ti fai chiamare qui? Ryan King? Scusa se te lo dico ma non sei un Re...-

 

-Vogliamo parlare della tua copertura? Charlie Meesh?!- esclamò Ryan, girandosi verso l'ospite e lanciandogli uno sguardo sbieco.

 

-Allora?! Cos'hai scoperto? Sei sulla Terra dalla fine dell'ultima Guerra Mondiale, cambiando solo due corpi e le uniche notizie che mandi alla base sono: “Dobbiamo aspettare”. Il nostro Imperatore Skrull è stufo di aspettare. Vuole avere notifiche sulla tua permanenza su questo pianeta e sul resto...-

 

-Dobbiamo aspettare! Qui le cose sono appena cominciate... Ci vorranno ancora un paio di anni terrestri... Dopo agirò da solo. Non voglio aiuti, questa è la mia missione, ho qui i miei soldati. Riferisci all'imperatore che è tutto sotto controllo.- enunciò avvicinandosi alla scrivania, sotto lo sguardo esaminatore di Meesh.

 

-Un paio di anni terrestri quanto sono nei nostri anni?-

 

-Beta-oruy all'incirca...-

 

-Cosa?! Non credo che l'Imperatore apprezzerà questa notizia!- esclamò irritato.

 

-Calma, calma! I Vendicatori si stanno appena formando... per il nostro obbiettivo dobbiamo aspettare...- disse sempre con voce calma e impassibile.

 

-Il nostro obbiettivo o il tuo?- domandò Meesh, conoscendo il reale traguardo che Ryan si era imposto. Ryan si irrigidì, puntandogli gli occhi ghiaccio contro.

 

-Quello è un mio volere, lei non la devi nemmeno nominare!-

 

-Devi togliertela dalla testa è solo una perdita di tempo...- disse poi, sghignazzando.

 

-Questo lo dici tu... con lei anche il nostro obbiettivo si avvicina. Indovina? Ho giusto un invito per un matrimonio...- Charlie rise di gusto.

 

-L'Imperatore aveva ragione. Di te possiamo fidarci... Allora divertiti alla festa!- esclamò per poi uscire dalla stanza.

 

Le sue labbra ebbero un guizzo. -Lo farò... puoi scommetterci!- esclamò, facendo scorrere la mano verde con le unghie affilate lungo un fascio di luce, che irrompeva nella stanza.

 

*******************************************************************************

 

Il leggero tocco delle candide lenzuola sul suo corpo nudo e delicato l'avvolgeva teneramente. Fu svegliata dal rumore della televisione accesa con il notiziario di metà mattinata. Aprì gli occhi azzurri, trovando il corpo del compagno sull'altro lato del letto, che con un braccio dietro la nuca guardava disinteressato il grande schermo.

 

Lo osservò in silenzio senza far sentire che anche lei era sveglia. Le lenzuola gli arrivavano a metà busto, completamente scoperto con gli addominali muscolosi, quasi come scolpiti nel marmo. Il suo sguardo salì fino a raggiungere il petto che si alzava lentamente a ritmo del suo respiro con l'inconfondibile lucina blu incastonata nel petto. Aveva un braccio lungo un fianco, mentre l'altro sorreggeva la testa appoggiata al morbido cuscino, i lineamenti del volto rilassati, la bocca semichiusa contornata dalla sua tipica barbetta.

 

Era annoiato, si capiva chiaramente! Lei sorrise.

 

-Perchè guardi la tv se ti annoi?- chiese, catturando l'attenzione di Tony che si mise seduto, rivolgendole la sua completa attenzione.

 

-Ma buongiorno! Cosa ti fa pensare che mi stessi annoiando?- le domandò.

 

-Ti conosco da anni, per me sei come un libro aperto!- rispose lei, sorridendo.

 

-Libro aperto?! Però, signorina Potts, non mi sembra che abbia ancora capito cosa succederà domani...- disse, usando sempre quei giochi di ruolo che lo divertivano da morire. -... e la “cosa” le sarà tenuta nascosta fino alla fine!-

 

-Questo mi preoccupa! Non sei capace di prepararti la colazione da solo, non oso immaginare organizzare un matrimonio, non ne uscirai vivo!- esclamò, prendendolo in giro.

 

-Dovrei sentirmi offeso... ma non lo sono poiché non cucinerò io!-

 

-Smettila di prendermi in giro! Vuoi dirmi cosa cavolo hai preparato per domani?!- domandò curiosa, mettendosi seduta, accoccolandosi affianco al compagno.

 

-Non dirò niente!- disse, ignorando le suppliche della compagna. -Diventi nervosa quando non hai tutte le cose sotto controllo... eh?-

 

-Certo! Ho sempre programmato tutto io! Non intendo dire che ti sono indispensabile. Ma... ti sono indispensabile!- esclamò, sorridendo fieramente. Già... perchè lei era indispensabile!

 

-Non ti devi preoccupare, l'unica cosa che devi fare è seguire le mie istruzioni e domani: 14 agosto, esattamente alle 11 di mattina, devi presentarti all'altare in abito bianco! Non c'è compito più semplice!- esclamò Tony, continuando a guardare la tv, morendo dentro dalle risate di farla stare sulle spine.

 

-Bhè... almeno so che non mi sposerò in rosso! Che sollievo... Peccato che non so nemmeno dove si dovrebbe trovare l'altare!- esclamò esasperata, poiché tutto le era stato tenuto nascosto. -E se io non lo facessi?! Se non mi presentassi?- Ecco: la vera Pepper era arrivata! In un modo o nell'altro riusciva sempre a metterlo nel sacco.

 

Tony si girò di scatto verso di lei, che lo guardava con occhi vittoriosi. -Questo sì che è un problema!- Pepper pensò che forse finalmente le avrebbe detto tutto... -Chissà se riuscirò a trovare una donna disposta a sposarmi! Telefonerò all'agenzia, troveranno subito una tipa, interessata per lo più ai soldi!- Questa volta aveva vinto lui e tornò a dare attenzione al grande schermo, appeso alla parete.

 

-Scemo!- esclamò, colpendolo leggermente sul braccio, non ricevendo nessuna reazione da parte del compagno, che continuava ad ignorare le sue preghiere, dando più attenzioni al televisore. Doveva trovare il telecomando e spegnere quell'aggeggio!

 

Sempre coprendosi il seno nudo con il lenzuolo, cominciò a cercare con gli occhi l'ambito telecomando. Diede una rapida squadrata alle mani del compagno per capire se il desiderato oggetto era in suo possesso. No. Lui non ce l'aveva!

 

Cominciò a guardarsi intorno. Trovato! Era sotto le lenzuola vicino al corpo di Tony. Almeno credeva di averlo visto... Lo afferrò e immediatamente si accorse che quello non era proprio un telecomando! Subito ritrasse la mano.

 

Tony la guardò basito a bocca aperta, non credendo a quello che era appena successo.

-Non ti facevo così possessiva! Guarda che scherzavo! Non ho intenzione di sposare un'altra!-

 

Pepper era ancora più imbarazzata per la situazione, non poteva credere nemmeno lei a ciò che aveva appena fatto!

 

-Oddio! Scusa! Credevo fosse il telecomando della televisione!- esclamò leggermente confusa e rossa per l'imbarazzo.

 

-Certo... il telecomando... in mezzo alle mie gambe...- disse scettico e per lo più divertito. -Se cercavi il telecomando potevi chiederlo! Eccolo qua!- esclamò, prendendo l'oggetto posto lungo il suo fianco.

 

-Dammi qua!- esclamò lei, strappandoglielo dalle mani e chiudendo la tv. Dopo lo guardò negli occhi. Stava per arrivare una delle sue battutine.

 

-Ora però hai azionato il mio interesse... non puoi più tirarti indietro, hai cominciato tu!- esclamò maliziosamente e con una rapida mossa fu sopra di lei, che rise divertita.

 

-Tu sei tutto matto!- disse, attirandolo a sé per poi baciarlo sulle labbra.

 

Iniziarono una danza di coccole e baci... Quando...

 

-Su ragazzi! Non potete gozzovigliare così di prima mattina! Dovete alzarvi! Domani vi sposate! Avete tutta la vita per farvi le coccole! Ora, Pepper, devi venire con me e tuo padre, che Tony deve organizzare tutto!- la madre di Pepper, Glorya, era piombata nella stanza senza alcun avvertimento con la furia di un uragano.

 

Tony, sentendo alle spalle la voce della futura suocera, si allontanò dalla compagna, afferrando un cuscino per coprirsi le parti intime, mentre Pepper si nascondeva il corpo con il lenzuolo.

 

-Mamma! Ma ti sembra il modo di entrare nella nostra camera?! E poi... come hai fatto ad entrare in casa?- chiese Pepper quasi urlando.

 

-Oh! Jarvis! È un così caro computer! State tranquilli non mi scandalizzo per un paio di baci!- disse la donna sorridendo, non curante dell'imbarazzo che provavano Tony e Pepper in quel momento. -Ma che disordine che c'è in questa stanza! Che avete fatto ieri sera?! Guerra?!- chiese, cominciando a raccogliere gli oggetti a terra.

 

-Una specie...- sussurrò Tony, giusto il dovuto per farsi sentire da Pepper che gli tirò un leggero pugno sul braccio, fulminandolo con lo sguardo.

-Che c'è?!- si giustificò lui. Pepper lasciò perdere, ora il suo scopo era quello di mandare fuori dai piedi la madre!

 

-Mamma, lascia stare faccio io dopo! Non preoccuparti!-

 

-Non c'è tempo, cara!- disse, continuando a mettere in ordine. Poi si diresse verso la porta: -James! Vieni! Li ho trovati!-

 

Nemmeno dopo 10 secondi la voce di James si udì dal corridoio: -Come hai fatto?! È una casa immensa! C'è il rischio di perdersi qui dentro!- esclamò, guardando oltre la ringhiera che delimitava il secondo piano.

 

-Papà! Non entrar...- Pepper non fece in tempo a finire la frase che James aveva già rivolto lo sguardo all'interno della stanza, trovando la sua adorata bambina coperta da solo un lenzuolo e accanto il futuro genero che usava come scudo un cuscino in piume. Quello che vide dopo fu solo uno sfondo nero.

 

-O cielo! È svenuto! Vabbè, si riprenderà!- esclamò Glorya come caduta dalle nuvole, ritornando a sistemare, non curante del fatto che il marito giaceva a terra privo di sensi!

 

-Papà! Tony, vai ad aiutarlo!- disse Pepper preoccupata.

 

-Lo farei se solo trovassi i miei boxer!- enunciò, continuando a cercare l'indumento in giro per il letto.

 

-Sono quelli per caso?- chiese Glorya, indicando gli slip neri, che si trovavano sopra una lampada sulla cassettiera.

 

-Sì, proprio quelli! Le dispiacerebbe...?- Glorya si avviò a prendere i boxer appollaiati sulla lampada. Intanto Tony sussurrò qualcosa all'orecchio di Pepper: -È una cosa eccitante, ma dovresti perdere il vizio di lanciare i miei vestiti in giro per la stanza!- Lei rise, divertita per l'imbarazzo che provava il compagno.

 

Tony si infilò i boxer, per poi andare a vedere se James era ancora vivo. Si avvicinò a lui, mettendolo seduto con la schiena al muro e cominciando a dargli leggeri buffetti sul volto per risvegliarlo.

 

-Sig. Potts.... mi sente? Sono Tony! Yuu-uuh!- Niente. Non riprendeva i sensi. Tony rivolse lo sguardo verso Pepper che si era rannicchiata ai piedi del letto avvolta nel lenzuolo, per constatare le condizioni di suo padre. Lui fece spallucce, non sapendo più che fare e intanto Glorya parlava e parlava sui preparativi delle nozze e di quanto era felice per quel giorno.

 

Pepper si mise gli slip e si infilò la camicia di Tony, che indossava la sera prima. A righine blu e bianche, evidentemente grande per il suo fisico, ma dopotutto era stata la prima cosa che le era passata per mano ed era anche abbastanza grande per coprirle almeno un po' le gambe.

 

Si avvicinò anche lei al padre, chiamandolo ripetutamente.

 

Tony la guardava stranito. -Se hai intenzione di far morire tuo padre, sei sulla strada giusta! Con la mia camicia indosso mi fai letteralmente impazzire!-

 

-Finiscila! Cerca di fare il serio!- esclamò lei, riprendendolo. In quel momento James aprì gli occhi leggermente stordito.

 

-Papà tutto bene?- chiese Pepper, guardandolo negli occhi. Lui annuì lievemente, esaminando con attenzione la situazione.

 

-Meno male!- esclamò Tony, aiutandolo a rimettersi in piedi. -Per un pelo e avevo la sua anima sulla coscienza!-

 

-Oh! Figurarsi, figliolo!- disse Glorya, riprendendo in mano la situazione. Si avvicinò al marito, sistemandogli la giacca. -James, dovresti averne fatto l'abitudine! Cosa credi che facciano la notte? Mica soltanto dormono!- esclamò con tranquillità, rigirando il coltello nella piaga.

 

James non si sentì, di nuovo, la terra sotto i piedi. Stava per ricadere a terra. Fortunatamente Tony lo sorresse, impedendogli di crollare.

 

-Grazie...- disse con un leggero sussurro. -Devo abituarmi all'idea...-

 

-Dai, papà, vieni con me in cucina che ti siedi e prendi un bicchiere d'acqua.- lo invitò Pepper. Lui la seguì, sentendosi un po' ripreso dallo sgomento.

 

Tony andò in bagno, cercandosi di rendere abbastanza presentabile. Che vita movimentata già di prima mattina! Due futuri suoceri da manicomio!

 

Glorya non si faceva nessun problema e lo trattava come un figlio, forse anche troppo; mentre James quasi non lo sopportava, protettivo com'era nei confronti della figlia! Vedeva Tony come un soggetto da tenere sotto esame.

 

Continua....

 

 

 

 

NdA: Salve! Questo è il primo capitolo! Dopo la visione tetra dell'antagonista, passiamo alla mattinata movimentata in casa Stark! XD Vi piace come inizio? Ditemi che ne pensate lasciando qualche recensione! ;)

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Capitolo 2
*** Il tuo profumo ***


Capitolo 2: Il tuo profumo

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Il fievole suono dei suoi piedi nudi sul pavimento del corridoio di marmo accompagnavano quell'imbarazzante situazione. Una volta arrivati in cucina Pepper si avvicinò al lavello e, preso un bicchiere, lo riempì d'acqua corrente, fresca e dissetante.

 

James intanto si era seduto su uno sgabello, osservando i movimenti della figlia. Si trovava in uno stato di completo imbarazzo... anche se era sangue del suo sangue, non si sentiva a suo agio nel vederla con quella mise!

 

Pepper si girò verso di lui, che immediatamente distolse lo sguardo, puntandolo al soffitto.

 

-Ecco... tieni...- disse la ragazza, porgendogli il bicchiere d'acqua. Lui lo prese e ne bevve un sorso, appoggiando la tazza sul piano cucina e ruotandola con le dita, non sapendo cosa dire.

 

-Stai meglio, papà?- gli chiese, notando che non parlava.

 

-Sì, sì! Certo! Ora benissimo!- esclamò, alzando gli occhi e annuendo ripetutamente. -Ehm... perdona tua madre... a volte sa essere leggermente eccentrica. Non dovevamo subentrare in quel modo! Io ho tentato di fermarla, ma non c'è stato modo! È così eccitata per la cerimonia!- esclamò, scusandosi e cercando di sembrare il più normale possibile.

 

-Già! L'ho notato! Ma quando vi siete sposati era così su di giri?- chiese Pepper, ridendo.

 

-Oh sì! Forse peggio... ed ora sei tu che già ti sposi...- nella sua voce si poteva notare facilmente un tono di tristezza. -Oddio... com'è passato veloce il tempo!- disse, mettendosi le mani tra i capelli. -Mi sembra ieri... il giorno in cui sei nata... ed ora eccoti qua: adulta, che ti stai per sposare!-

 

-Papà... mica me ne vado via per sempre e non mi vedrai più! Mi sposo e basta!- esclamò la figlia, poggiandogli una mano sulla spalla.

 

-Oh... Virginia...- lei sorrise.

 

-Solo tu mi chiami così!- James le sorrise, dopotutto non aveva tutti i torti... si sposava e basta!

 

-Mi sa che dovrò rassegnarmi a vederti tra le braccia di Stark!- enunciò, pronunciando il cognome del genero con una punta di astio.

 

-... Tony- disse Pepper, correggendolo.

 

-Sì... Tony...- ripeté, guardando negli occhi la figlia, che sorrideva. -A me basta sapere che ti rende felice... Ti rende felice?-

 

-Ti sembro triste? Ti assicuro che sono la persona più felice del mondo con lui! E non ti devi preoccupare...- disse, lasciando la frase in sospeso.

 

-Preoccuparmi di cosa?-

 

-In qualunque circostanza, che io sia piccola o grande o sposata con Tony, tu sarai sempre il mio papà!- esclamò, sorridendogli. A James vennero gli occhi lucidi e per poco non piangeva, si alzò dallo sgabello per poi abbracciare la figlia.

 

-Puoi contare sempre su di me, per qualunque cosa... ricordatene sempre!- esclamò con voce strozzata. In quel momento arrivò Glorya con un borsone sotto braccio.

 

-Forza! Forza! È tardissimo! Dobbiamo andare! Pepper che ci fai ancora con la camicia di Tony? Va a prepararti che non puoi stare qui, la borsa l'ho già preparata io!- disse, alzando il bagaglio, facendolo vedere. Pepper sbuffò. Possibile che sua madre non poteva stare calma un momento?

 

-Sì, adesso vado! Qualcuno deve calmarla!- sussurrò al padre, che rise.

 

-E Tony? Oddio! Dov'è Tony?!?!- domandò in ansia, non vedendo il ragazzo.

 

-Sono qui! Sono qui! Calma! Mica dobbiamo partire per una guerra!- esclamò, scendendo dalle scale, avendo notato l'agitazione di Glorya. Adesso era un po' più vestito!

 

Pepper si diresse verso Tony, dicendogli qualcosa a bassa voce. -Potevamo sposarci di nascosto... rendendo pubblica la cosa a mia madre, rischiamo la pazzia!- Tony rise, poi la guardò attentamente.

 

-Capisco la comunione dei beni, ma ai miei vestiti ci tengo! Perciò... rivoglio immediatamente la mia camicia!- esclamò, scherzando.

 

-Te la ritornerei volentieri, ma non mi sembra proprio il momento opportuno per rendertela! E poi mi piace! Ha ancora il tuo profumo! Quasi quasi la porto via con me!- esclamò, giocherellando con il colletto della camicia, per poi andare al piano di sopra a cambiarsi.

 

Tony la seguì con lo sguardo, facendole una scansione completa dalla testa alla punta dei piedi. Una volta scomparsa dal suo campo visivo, si girò verso James e Glorya. Se ne erano accorti! Tony lo notò poiché Glorya sorrideva sotto i baffi e James batteva nervosamente le dita sul tavolo, guardando altrove. Ma dopotutto dove c'era il problema? Stava solamente ammirando la sua futura e bellissima sposa!

 

Questione di 10 minuti e Pepper si era preparata, indossava un leggero vestito estivo arancione. Scese le scale, tenendo tra le mani la camicia che indossava momenti prima.

 

-Eccoti finalmente! Forza saluta Tony, che poi andiamo!- esclamò Glorya, mettendole fretta.

 

-Mamma! Se continui così mi porterai all'esasperazione!- notò che Tony e suo padre stavano bevendo del caffè. -Non le avrai mica dato del caffè?! Quella roba è come benzina sul fuoco!- esclamò Pepper, parlando a Tony.

 

-Gliel'ho impedito io- disse James, finendo il suo caffè. -Mi preoccupo per la mia sanità mentale nelle prossime 24ore!-

 

-Molto divertente!- esclamò Glorya sarcasticamente. -Avanti, James! Lasciamoli un po' soli, così hanno tempo per salutarsi come si deve! Noi ti aspettiamo all'ingresso, cara! Ci vediamo domani, Tony! Ciao!- disse in fretta e furia, prendendo il marito sotto braccio e avviandosi verso l'ingresso, senza che lui potesse obbiettare.

 

Tony guardò esterrefatto la scena e li salutò con la mano. Una volta soli... -Se diventi come tua madre: non ti sposo!-

 

-Se comincio a diventare come mia madre: uccidimi subito!- esclamò, ridendo e avvicinandosi a Tony, lui la guardò negli occhi. -Dobbiamo salutarci... anche se non ho tanta voglia di andarmene!-

 

-Bhè... tua madre ha detto che la notte prima delle nozze, gli sposi non devono dormire nello stesso letto... Ma! Possiamo non dormire e stare sul divano a giocare con il telecomando!- disse maliziosamente, cingendole i fianchi e avvicinandola al suo corpo.

 

-Non essere volgare! E poi non l'ho fatto apposta!- esclamò, colpendolo con la camicia che teneva in mano.

 

-La mia camicia! Grazie!- disse, afferrando l'indumento, ma lei non lo mollò.

 

-Ti ho detto che me la tengo io!- esclamò, sfilandogliela dalle mani, per poi fargliela passare intorno al collo, avvicinando il suo volto al suo.

 

-Virginia?! Vogliamo andare?- chiese la voce di James, proveniente dall'ingresso e in sottofondo si sentì il vociare di Glorya che riprendeva il marito dicendogli di lasciarli in pace.

 

Tony si specchiò nei suoi occhi azzurri, poggiando delicatamente la sua fronte su quella di lei. -Mi sa che devi andare... Ci vediamo domani, signorina Potts!-

 

-Ci vediamo domani, signor Stark!- esclamò sorridendo. Per poi dargli un bacio a stampo sulle labbra, dopo fece per andarsene, ma Tony la fermò tenendola per un polso.

 

-Non credere che mi accontenti di un misero bacetto!- enunciò, attirandola a sé e approfondendo quel bacio, trasformandolo in un passionale intreccio tra le loro lingue.

 

-Soddisfatto, ora?- sussurrò quando si allontanarono, guardandolo dritto negli occhi, sorridendo.

 

-Molto! Me lo farò bastare fino a domani... Ora sei libera di andare!- affermò con un sorriso sornione soddisfatto e appagato.

 

La accompagnò alla porta, guardandola salire in macchina ed andarsene.

Rientrò in casa, che piombava nel silenzio... Si fece una passeggiata tra i corridoi, adesso era l'ora di preparare il tutto!

 

-Jarvis! Chiama l'organizzazione! Prepariamoci a fare le cose in grande!-

 

Continua...

 

 

 

NdA: Ciao! Intanto ringrazio Ironmanup, _Mary90_, mirianval, _iGlu_1996, nicolettasole e lisa_res per aver recensito il primo capitolo e di nuovo grz a _iGlu_1996 e lisa_res per aver aggiunto la storia tra le seguite!

Naturalmente un ringraziamento va anche a tutte le utenti del forum di tonystarkpepperpotts, che hanno letto e commentato la ficcy! XD

Dunque... anche il secondo capitolo è finito! ;) spero vi sia piaciuto! Riuscirà Tony ad affrontare questa terribile giornata di organizzazione senza perdere la testa?! Non vi resta che scoprirlo nei prossimi capitoli! (ditemi che ne pensate di qsto chappy! :D)

Un bacio by Sic!

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Capitolo 3
*** Organizzare tutto alla perfezione ***


Capitolo 3: Organizzare tutto alla perfezione

 

Da lì a poche ore nella pacifica e silenziosa dimora Stark a Malibu si scatenò il caos! Gente che andava e veniva, un traffico continuo in casa e fuori casa e tutti cercavano il signor Stark!

 

-Signor Stark! Cercavo proprio lei! Salve sono Julian Bonnet, sono l'addetto all'organizzazione.- Tony si girò verso l'organizzatore che aveva uno strano accento francese. Appena lo vide, rimase leggermente impietrito. Era un uomo alto e magro e indossava un completo completamente rosa e una camicia chiara con un nauseante frufru bianco. Capì il perchè di quello strano accento...

 

-Mi dica...-

 

-Suvvia! Lasciamo perdere le formalità, diamoci del tu!- disse, poggiandogli affettuosamente una mano sulla spalla. -Wow! Che muscoli!-

 

-Cosa ti serve?- chiese, togliendosi la mano dalla spalla.

 

-I fiori... avevo pensato di mettere dei mazzi anche in giro per la casa...- enunciò con fare femminile, continuando a gesticolare.

 

-Qui dentro... quando la cerimonia si terrà sulla spiaggia sotto casa...- Tony contò mentalmente fino a dieci, contenendosi dal mandarlo a quel paese.

 

-Sì, lo so, ma è più... più... più WOW!- disse, saltellando come un disturbato. Tony annuì con sguardo a dir poco trasecolato.

 

-Hai carta bianca! Fa tutto quello che credi, purché diventi una cosa indimenticabile.- affermò liquidandolo, per poi occuparsi di altro.

 

*******************************************************************************

 

Alla luce del tramonto una Jeep nera arrivò fino davanti all'immensa casa, che si affacciava sull'oceano. L'uomo scese dall'auto, guardandosi intorno frastornato, poi si diresse a cercare l'amico. Spuntava gente da ogni angolo e facevano avanti e indietro alla spiaggia; saranno state duecento persone minimo! Trovare Tony sarebbe stata una vera impresa!

 

Entrò in casa, poiché la porta era spalancata e gli si presentò dinnanzi un fattorino.

 

-Ho la consegna per un pianoforte, può firmarmela lei?- chiese, porgendogli una cartellina e una penna.

 

-Ehm... non...- disse Rhody, non sapendo cosa rispondere.

 

-Lo so che lei non è il signor Stark, ma le posso assicurare che questo piano bianco Yamaha può averlo ordinato solamente il signor Stark, a me serve solo una firma... del resto se ne occupano i fattorini!- Rhody prese la penna e firmò, dopotutto chi avrebbe comprato uno strumento così costoso oltre a Tony?

 

Dopo andò verso il salotto della casa, guardandosi intorno. Notò la figura di Tony dirigersi a passo spedito verso la sua direzione e aveva pure lo sguardo da assassino!

 

-Ehy! Ciao! Che succede?-

 

-Finalmente una faccia familiare! Aspetta torno subito!-

 

-Ma dove vai!?- chiese Rhody, notando che Tony si dirigeva verso il laboratorio.

 

-Vado a prendere l'armatura...- rispose tranquillamente.

 

-Per fare cosa?-

 

-Oh... niente. Devo solo uccidere l'organizzatore!- esclamò come se fosse una cosa normalissima.

 

-No! No! Fermo lì! Andiamo, Tony! Sapevi che non sarebbe stata una passeggiata! Comunque ho appena firmato un foglio per la consegna di un piano bianco... cosa te ne fai?-

 

-Il piano?! Perfetto!- esclamò, battendo le mani una con l'altra. -Cosa credi che me ne faccia di un piano!? Lo suono mi sembra evidente! Tu come lo useresti?! Come soprammobile?- domandò retorico per poi dare istruzioni ad uno dei fattorini che passava lì vicino.

 

-A ok... ma scusa... tu da quando sai suonare il piano!?- chiese Rhody con un dubbio.

 

-Bhè da sempre! Secondo te perchè ne tengo uno in casa?- disse, indicando quello nero all'angolo del salotto.

 

-Quando hai imparato a suonarlo? Dev'essere difficile!-

 

-Difficile? Ma se l'ho imparato da bambino in un pomeriggio quando non sapevo che fare!- esclamò, guadagnandosi uno sguardo a dir poco sbalordito da parte di Rhody.

 

-Abbastanza normale, considerando che sei l'uomo più intelligente del mondo!-

 

-Secondo più intelligente... Reed Richards si è applicato un po' di più in materia, mi accontento del secondo posto. Però l'ho battuto a scacchi più di una volta!-

 

-Che vuoi che sia!? Potrei batterti ad una partita a scacchi anche io con un po' di fortuna...-

 

-Ma io e Reed non facciamo una semplice partita a scacchi! Giochiamo con dieci scacchiere contemporaneamente... Con una sola è troppo facile!- esclamò tranquillamente, facendo rimanere l'amico ancora più a bocca aperta. -Il piano va in spiaggia! Non in casa! Ma che vi dice la testa?! Se la cerimonia è sulla spiaggia cosa dovrebbe servire il piano in casa!?- disse, gridando agli otto fattorini che trasportavano lo strumento.

 

-Meno male che il peggio è passato, ora manca solamente una veloce revisione del tutto ed è fatta!- esclamò Tony, scorrendo con gli occhi un'accurata lista sulle cose da fare. Dopo notò che Rhody lo stava fissando... -Cos'hai da guardare?-

 

-Niente... ti osservo... sai, fa impressione vedere questo tuo comportamento, sei cambiato completamente!- affermò, sorridendo.

 

-Davvero interessante... ma smettila di studiarmi! E poi non sono cambiato molto, sono sempre lo stesso Tony!-

 

-Signor Staaaaaaaaark!- dalla sala adiacente la voce squillante di Julian arrivò alle orecchie di Tony e Rhody.

 

-O no!- disse Tony, alzando gli occhi al cielo disperato.

 

-Chi è questa?- chiese Rhody, riferendosi alla persona che urlava continuamente “signor Stark”.

 

-Vorrai dire: questo... è l'organizzatore...- neanche il tempo di finire la frase, che Julian attraversò la soglia della stanza, fermandosi in piedi con le mani appoggiate sui fianchi e l'appariscente completo rosa.

 

Rhody lo guardò esterrefatto. Dalla voce l'aveva scambiato per una donna! E sembrava davvero una persona irritante, solo dal modo di parlare.

 

-Dove sono le armature?! Così ti do una mano!- chiese Rhody a Tony, che sorrise compiaciuto.

 

*******************************************************************************

 

Da lì ad un'ora dopo, più di metà delle persone era andata via. I preparativi erano finalmente terminati e in riva al mare si presentava un grande spazio per la cerimonia. Tony e Rhody erano riusciti a mantenere i nervi saldi con la petulante voce di Julian, l'intenzione di strangolarlo c'era stata, ma erano riusciti a controllarsi!

 

Quando tutti gli operai se ne furono andati, Tony si preoccupò di controllare lui stesso il lavoro che era stato svolto l'intero pomeriggio. Seguito da Rhody si diresse sulla spiaggia: era tutto perfetto! A terra si trovava un'immensa piattaforma in legno chiaro che faceva da pavimento, per impedire agli invitati di camminare sull'instabile distesa di sabbia, su due lati della base si estendeva un lungo tendone, munito all'interno di tavoli e sedie per il pranzo, uno spazio per i musicisti, che in quel momento era occupato solamente dal pianoforte bianco, ed infine c'era l'incantevole navata con altare finale che si protraeva sul mare.

 

Un vero e proprio sogno!

 

Tony si sedette sul sedile di fronte al piano, guardando il lavoro quasi ultimato, “quasi” perchè mancavano ancora i fiori dominanti, che andavano messi il mattino seguente. Poteva dire di avercela fatta! Lavoro ultimato con successo!

 

-Adesso vorrei proprio sfidare Pepper a fare un lavoro migliore!- esclamò, guardandosi intorno soddisfatto.

 

-Perchè dici questo?-

 

-Stamattina ha dubitato delle mie capacità di uscire vivo da questi preparativi e invece... Eccomi qua! Un lavoro migliore non esiste! Ah! Un'altra cosa... ricordami di non propormi più per organizzare qualunque evento! La cosa non fa per me!- esclamò Tony, rinnegando l'affermazione fatta pochi attimi prima.

 

-Allora aveva ragione Pepper... sei vivo per miracolo!- affermò Rhody, ridendo.

 

-Per qualche strana ragione ha sempre ragione lei! Per me è una partita persa già all'inizio! Manca solo che si metta a fare i miei progetti per la Stark Industries e posso ritenermi inutile!- disse, ridendo pure lui.

 

-Scusa il mio interesse... ma devi suonare tu questo coso domani?- chiese, appoggiando una mano sul candido strumento.

 

-Giusto il tempo per cantare la canzone che le ho scritto, 3 minuti circa.-

 

-Tu cosa hai fatto!?!? Ho sentito bene?! Le hai scritto una canzone!?!?!- domandò quasi terrorizzato, non riconoscendo l'amico.

 

Tony lo guardò leggermente stupito per quella reazione. -Sì... le ho promesso il giorno più bello della sua vita e intendo mantenere la mia parola! Non dovrà dimenticarselo mai!-

 

-Cavolo! Credo che un po' tutti non se lo dimenticheranno, io sono tra i primi... fidati... Domani cadrà ai tuoi piedi!- esclamò ancora un po' scosso dal comportamento di Tony.

 

-Non guardarmi in quel modo! Lo so che non è stile “Tony Stark”, ma pur di vederla felice domani farei qualsiasi cosa! Secondo te perchè ho voluto organizzare tutto io, tenendola all'oscuro di tutto? Perchè, conoscendo Pepper, era capace di arrivare all'altare con un tic nervoso per tutti i preparativi!-

 

-Un tic?!- domandò, non riuscendo ad immaginarsi Pepper con uno scatto nervoso.

 

-Mai notato il suo tic quando è nervosa?! Si sistema la frangetta dei capelli continuamente! E poi dà sempre la colpa a me! Anche se la maggior parte delle volte lo è... Comunque sarebbe stata capace a darmi la colpa di averle chiesto di sposarla! Ma non sarebbe stata lei il grande problema... piuttosto sua madre...-

 

-Sua madre?-

 

-Tu non hai avuto il privilegio di vederla questa mattina... ti dico solo una cosa: è entrata in camera nostra mentre stavamo per...- disse prima di essere interrotto dall'amico.

 

-Fermo, fermo! Non mi interessano i dettagli! Posso anche solo immaginare...-

 

-E vogliamo parlare di James?! La moglie lo ha chiamato, lui è tranquillamente entrato ed è svenuto!-

 

-Svenuto!? Allora posso ritenermi fortunato a non avere dei suoceri così!- esclamò, ridendo e immaginandosi l'assurda scena.

 

-Di' a Krystal di non far parola di tutto ciò a Pepper, domani la vedrà sicuramente prima di me, visto che andrà da lei...- Krystal e Rhody erano i testimoni di nozze e Krystal doveva andare ad aiutare Pepper a prepararsi per la cerimonia, portandole il vestito da sposa. Tony aveva organizzato tutto per il meglio!

 

-Sì, tranquillo! Krystal dice che stai organizzando il matrimonio perfetto e mi sono già beccato una sfuriata, perchè io non ho fatto lo stesso al nostro matrimonio!-

 

-Mi dispiace! Ma “perfetto” è il mio secondo nome!- esclamò, vantandosi come gli era solito fare.

 
Continua...

 

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NdA: Salve a tutti!

Per prima cosa ringrazio Ironmanup, mirianval, _iGlu_1996 e nicolettasole per aver recensito lo scorso capitolo! Ve ne sono molto grata! ^^

E ringrazio anche tutti quelli che hanno letto e seguono la storia!

Il matrimonio organizzato da Tony è proprio perfetto vero!? XD Dopo il putiferio scattato ad inizio giornata con tutta quella gente e il bizzarro Julian! Ahah!

Vi ringrazio ancora per aver letto! Ditemi che ne pensate di questo chappy : )

Alla prossima settimana! Ciao!

Kiss by Sic ^^

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Capitolo 4
*** Una vera e propria apocalisse ***


Capitolo 4: Una vera e propria apocalisse

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Il giorno tanto atteso era giunto, sarebbe stato il giorno perfetto come era stato promesso. Tony era sveglio dalle 7 di mattina... aveva passato una notte abbastanza assurda, composta da pisolini di mezz'ora, trovava strano non avere Pepper al suo fianco.

 

Scese in laboratorio e si abbandonò sulla sedia davanti alla scrivania con i vari schermi del computer spenti.

 

Osservò le armature disposte dietro alle vetrate nel loro apposito spazio.

 

-Jarvis- disse, richiamando il maggiordomo tecnologico della casa.

 

-Signore...-

 

-Mi è venuta un'idea! E se mi presentassi all'altare con la Mark VI? Sarebbe da sballo!- esclamò, esaminando attentamente l'imponente armatura, che scintillava con i colori oro e rosso fuoco.

 

-Non lo metto in dubbio, signore. Però mi sembrerebbe una mossa leggermente azzardata... non credo che la signorina Potts apprezzerebbe tale presentazione. Ipotizzo che la miglior scelta sia quella iniziale: presentarsi con lo smoking bianco com'è previsto...-affermò con il solito tono di voce formale e metallico.

 

-Tu dici?!- chiese riflettendo un po', dopo la sua mente creò la scenata che avrebbe fatto Pepper e subito le sue idee cambiarono. -Sì, forse è un po' azzardata come idea... non vorrei morire prima della mia ora! Credo che un paio di persone non gradirebbero...-

 

-Esattamente- enunciò Jarvis.

 

-Ti avrei scelto come testimone di nozze, peccato che non hai i requisiti necessari per queste procedure... saresti stato perfetto!- esclamò Tony, prendendo per ipotesi un'eventuale Jarvis umano.

 

-Ne sarei stato onorato, signore.- rispose il computer con tono sempre gentile ed educato, nonostante le assurde congetture del suo creatore.

 

-Bhè... ora diamoci una mossa! Tra un paio d'ore mi sposo!- esclamò, alzandosi e salendo le scale.

 

Intanto fuori c'era già un via vai di persone che ritoccavano gli ultimi dettagli per la cerimonia, c'era chi portava i fiori, chi preparava i tavoli, chi allestiva l'area catering, tutti sotto l'amministrazione e gli ordini di Julian.

 

Fortunatamente pure il tempo era ottimo! In cielo non si presentava nemmeno una nuvola e il sole splendeva in alto con tutta la sua bellezza.

 

Verso le 9.30 arrivò Rhody per accertarsi che Tony stesse facendo tutto secondo l'orario prestabilito, conoscendo perfettamente “l'elegante” dote del ritardo che l'amico possedeva. Infatti non si sbagliò... Tony era ancora in canottiera e bermuda estivi.

 

-Il colonnello che viene a tenermi d'occhio! E poi guarda che eleganza! Che ci fai qui?- esclamò, vedendolo con il vestito da cerimonia.

 

-Come che ci faccio qui?! E poi cosa ci fai tu vestito in quel modo!? Ti vuoi preparare?! Tra meno di 2 ore devi essere all'altare!- affermò leggermente in ansia, poiché Tony gironzolava senza preoccuparsi dell'ora tarda.

 

-Ma va?! Avevo pensato di venire così! Molto più comodo!- enunciò Tony, scherzando, ma mantenendo un'espressione seria e professionale che non gli si addiceva per niente.

 

-Non è proprio il momento di scherzare! Forza andiamo!- disse Rhody, prendendolo per un braccio e trascinandolo in casa, costringendolo a prepararsi.

 

-Rhody, ti vuoi calmare?! C'è tempo!- esclamò il futuro sposo, fermandosi in salotto e opponendosi alle forze dell'ordine, di cui il colonnello ne faceva parte.

 

-Tempo!?!?! Ti do 45 minuti per prepararti dopo ti voglio in spiaggia con parecchi minuti di anticipo! Chiaro?!- chiese con tono deciso.

 

-Altrimenti?!- chiese Tony, provocandolo e mettendosi con le braccia incrociate al petto, opponendosi agli ordini.

 

-Altrimenti chiamo tua suocera! E lì te la devi cavare da solo!- esclamò Rhody, impugnando il telefono cellulare. Tony sgranò gli occhi terrorizzato a tale idea, più stava lontano da quella donna e meglio era!

 

-Vado!- rispose senza pensarci due volte, dirigendosi verso la sua stanza, dove cominciò a prepararsi e vestirsi.

 

Si fece una rilassante doccia, sistemando il suo meraviglioso aspetto nel migliore dei modi e profumandosi a dovere. Dopo con tutta la calma possibile andò nella stanza-guardaroba dove si trovava lo smoking bianco per il grande giorno.

 

Il completo comprendeva giacca e pantaloni bianco panna firmato Roberto Cavalli, camicia bianca candida con papillon e scarpe nere. Aveva optato per un completo chiaro, poiché era raro che ne mettesse uno, perciò aveva approfittato dell'occasione per una svolta di look. E anche perchè a Pepper piaceva vestito così, e lui si vedeva uno schianto come realmente era...

 

Era lì, davanti allo specchio, impegnato a legarsi il fiocco nero al collo. Non era abituato a quel coso, usava più spesso le cravatte e riusciva a legarsele molto più in fretta rispetto a quel maledetto papillon che gli rubava sempre qualche minuto.

 

-Oh! Caro! Ma è tutto così perfetto! Mi chiedo come tu abbia fatto!- udì quella voce farsi sempre più vicina, quel “perfetto” era sicuramente riferito al lavoro in spiaggia.

 

La quiete si poteva ufficialmente dichiarare terminata.

 

Glorya entrò nella stanza-guardaroba, seguita da Rhody. Tony si girò di scatto non finendo il fiocco, fulminando con lo sguardo l'amico, che si discolpò con la frase: “non l'ho chiamata io!”

 

-Ma sei meraviglioso! Oh! Come sono felice che mia figlia abbia trovato un ragazzo così affascinante!- quella donna era fatta così: diceva tutto quello che pensava! -Lascia che ti aiuti con questo papillon...- enunciò, avvicinandosi a Tony e facendogli il fiocco in pochissimi secondi.

 

-Grazie... Pepper? Non sarà già arrivata?- chiese, guardando l'orologio.

 

-No, no! Verrà accompagnata da suo padre! Sono venuta a vedere se era tutto a posto...- disse, sorridendo felice.

 

-E come sta?-

 

-Sta benissimo! Non credo di aver mai visto una sposa così rilassata prima del matrimonio! Non è nemmeno un po' nervosa! Non so proprio come faccia!- esclamò leggermente pensierosa.

 

-Se vogliamo dirla tutta anche lo sposo è troppo calmo, se non era per me a quest'ora lo trovava ancora con i bermuda!- affermò Rhody, anche lui non capendo tutta quella tranquillità.

 

-Perfetto! Saranno gli unici ad essere calmi in questa situazione! Questo ci dice che sono fatti per stare insieme!-

 

Da come parlavano sembrava quasi che la cerimonia sarebbe stata una guerra fredda! Cosa ci sarebbe stato di così spaventoso da agitare tutti?! Tony proprio non lo capiva! Scosse la testa leggermente, chiederlo sarebbe stata una partita persa dall'inizio.

 

-Bhè... Andiamo ad affrontare quest'apocalisse!- esclamò Tony, infilandosi i ray ban, pronto per uscire.

 

-Ma non essere sciocco!- esclamò Glorya sorridendo. Tony pensò che si stesse riferendo alla frase appena detta e invece... -Togli quegli occhiali da sole! Non puoi sposarti con quei cosi addosso!- disse, togliendoglieli con una veloce mossa.

 

Tony cominciava a pensare che sarebbe stata una vera e propria apocalisse!

 

Continua...

 

 

 

NdA:

Ciao a tutti!

Sono + che certa che in questo momento starete pensando: “E Pepper dov'è? Non abbiamo sue notizie da 2 capitoli!”

Dunque... Pepper vi aspetta per il prossimo capitolo! Ve lo giuro! Con il prox chappy si sposano! Ahah vi faccio aspettare un bel po'!

Comunque ringrazio tutti quelli che hanno letto e grazie anche a nicolettasole, mirianval, Ironmanup, _iGlu_ e lisa_res per aver recensito lo scorso capitolo!

E un doppio ringraziamento va a nicolettasole che è stata così gentile da creare l'immagine di questo capitolo! GRAZIE 1000!

Alla proxima settimana! Ciauz! ^^

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Capitolo 5
*** Chances are ***


  

Capitolo 5: Chances are

 

Mancavano solo 30 minuti alle 11 e tutti gli invitati erano arrivati e avevano cominciato a prendere posto. Saranno state cinquecento persone minimo tra amici e parenti formavano un bel gruppo. Tony si poteva ritenere fortunato di possedere una spiaggia tutta per sé e di spazio ce n'era in abbondanza!

 

Erano anche giunti sul posto i musicisti e fotografi ingaggiati per l'evento. La stampa non sapeva nulla riguardo al matrimonio del geniale miliardario Tony Stark. Diversamente da Tony, Pepper non adorava la fama e la pubblicità, e fortunatamente di paparazzi non c'era nemmeno l'ombra.

 

Tony salutò alcuni invitati, si trovò un po' spaesato... di faccia li conosceva quasi tutti, ma non si ricordava assolutamente il nome! Per quello c'era Pepper! Peccato che in quel momento non era presente...

 

Ora mancava solamente la sposa!

 

Tutti erano ai loro posti e chiacchieravano amabilmente del più e del meno. Tony si trovava sull'altare sotto il gazebo con Rhody affianco e il reverendo che preparava velocemente le ultime cose. L'ara era letteralmente sopra l'acqua del mare come anche metà della navata. Tony non riusciva ancora a capire come tutta quell'impalcatura era sorta in un solo giorno! Poteva vantarsi di aver progettato un ottimo lavoro!

 

-Ebbene?- disse Rhody.

 

-Ebbene, che?-

 

-Non sei nemmeno un po' nervoso?!- domandò il colonnello, guardando lo sguardo accigliato dell'amico.

 

-Nervoso, io?! E perchè....- Tony non riuscì a finire la frase, poiché rimase letteralmente incantato. Pepper stava percorrendo la stradina che portava alla spiaggia, anticipata dalle damigelle, una delle quali era la figlia di Rhody, Ashley; dal paggetto, che sorreggeva un cuscino con sopra le fedi nuziali; e accompagnata sottobraccio dal padre.

 

Tony era stato il primo ad accorgersi della sua presenza, subito dopo i musicisti cominciarono a suonare la marcia nuziale e tutti gli invitati puntarono lo sguardo sulla splendida sposa.

 

L'abito bianco di velluto liscio di seta senza spalline e con varie decorazioni ricamate sul bustino, le scendeva dolcemente lungo i fianchi fino ad allungarsi con un elegante strascico.

I capelli color rame, resi mossi per l'occasione, erano stati raccolti e puntati all'indietro, con un fiore d'arancio tra le ciocche.

Tra le mani stringeva un modesto bouchet, composto dallo stesso tipo di fiore che le ornava i capelli.

 

Tony la seguiva con lo sguardo, il cuore cominciava a battergli più velocemente e ora si sentiva un po' nervoso, intanto lei si avvicinava all'altare. Sorrideva. Lui ne fu lieto, quel sorriso valeva più di cento normali sorrisi. Per il momento era riuscito a renderla felice.

 

Arrivarono all'altare e James lasciò la figlia a Tony, facendogli un cenno col capo e concedendogli un lieve sorriso.

 

Pepper incrociò lo sguardo di Tony, non riusciva a credere a ciò che stava succedendo. Lui le sorrise, era davvero bellissima.

 

-A questo punto ti aspettavo con solo la mia camicia addosso...- le sussurrò, cercando di ammorbidire la situazione, aveva una forte tentazione di baciarla.

 

-Ci avevo pensato, capo!- esclamò lei a bassa voce.

 

-Sei stupenda!- La tentazione divenne un impulso. Senza pensarci due volte le si avvicinò e le diede un appassionato bacio sulle labbra.

 

Intanto i musicisti avevano smesso di suonare, gli invitati sedevano silenziosamente e i due sposi si baciavano!

 

-Cof! Cof!- il reverendo tossì, attirando l'attenzione dei promessi sposi, che smisero di baciarsi. -Tony... non vorrei essere sgarbato, ma il bacio è previsto per la fine della cerimonia...-

 

-Eeee andiamo! L'avete vista?! È o non è uno schianto! Come facevo a fermarmi!?- rispose Tony, provocando risate da parte degli invitati.

 

-Ehm... certo... comunque... procediamo con la cerimonia!- enunciò il reverendo leggermente in imbarazzo, non sapendo cosa rispondere al giovane.

 

-Certo, certo! Faccia pure!- esclamò Tony, mostrando interamente il suo adorabile ed esuberante carattere.

 

La celebrazione nuziale procedette normalmente. Era tutto bellissimo. Peccato che faceva un gran caldo! Diciamo che sposarsi in pieno agosto, sotto il sole cocente delle 11.30 non era di sicuro un toccasana! Fortunatamente la brezza marina dell'oceano Pacifico allietava quell'insopportabile afa!

 

Pepper ancora non riusciva a credere ai suoi occhi! Ciò che Tony aveva organizzato era veramente un sogno. Non poteva aspettare di meglio, perchè di meglio non ce n'era!

 

Fiori, musicisti, spiaggia, mare... loro due insieme! Tutto ciò che poteva desiderare!

 

La fine della cerimonia si stava avvicinando, mancavano solo le dichiarazioni da fare e potevano ritenersi marito e moglie!

 

Il paggetto con un grazioso completo azzurro si avvicinò con il cuscinetto e le fedi, completamente concentrato a fare un passo davanti ad un altro, mantenendo in equilibrio ciò che teneva saldamente tra le mani.

 

Glorya aveva già cominciato a singhiozzare, emozionata per quel bel momento, attaccata al braccio del figlio, Logan.

 

La voce del reverendo si fece più imponente. Quel momento era giunto! -Vuoi tu, Anthony Edward Stark, prendere la qui presente, Virginia Pepper Potts, come tua sposa?- Tony prese la mano sinistra della compagna, infilandole la fede.

 

-Certo, che lo voglio! E con questo anello io ti sposo.- enunciò sorridendole.

 

-Bene...- disse il reverendo un po' contrariato per l'affermazione esuberante. -Dovresti dire: Sì, lo voglio...-

 

-E che cambia!? Lo voglio sempre e comunque!- esclamò con ovvietà, facendo ridere tutti i presenti.

 

-Ok...- disse rassegnato, continuando la cerimonia. -Vuoi tu, Virginia Pepper Potts, prendere il qui presente, Anthony Edward Stark, come tuo sposo?-

 

-Sì, lo voglio. Con questo anello io ti sposo.- affermò la ragazza, sorridendo e infilando l'anello dorato all'anulare della mano sinistra di Tony.

 

-Bene... con i poteri a me conferiti, io vi dichiaro marito e moglie!- annunciò, dando la sua benedizione agli sposi.

 

Tutti si aspettavano il continuo della frase del reverendo e rimanevano in silenzio.

 

-Bhè?! Ora posso vero?!- chiese Tony al reverendo, puntando un dito verso la meravigliosa sposa che sorrideva per quella situazione.

 

-È vero! Scusate! Certo, certo! Fa pure!- esclamò ridendo e scusandosi di aver dimenticato l'ultima parte della cerimonia, cioè: “Lo sposo può baciare la sposa”!

 

Tony si girò verso Pepper, che gli saltò al collo, baciandolo e lanciando il bouchet in mezzo al mare, tipo film Hollywoodiani. Tutti gli invitati applaudirono e urlavano: “Viva gli sposi” con anche qualche lacrimuccia di troppo da parte di Glorya.

 

-Bhè... signora Stark, tutto questo è degno per la sua approvazione?- chiese Tony, dopo che si furono staccati da quel dolce contatto.

 

-Tu sei un pazzo!- esclamò Pepper, ridendo felice.

 

-Ti amo, principessa!- disse, ridandogli un dolce bacio sulle labbra.

 

Dopo varie foto fatte agli sposi e compagnia, cominciò il rinfresco con un'allegra bicchierata di Champagne Dom Perignon.

 

-Vorrei fare un brindisi agli sposi!- cominciò Rhody, richiamando il silenzio e tenendo in braccio la sua figlioletta. -Non sono bravo con i discorsi, però in questo caso cercherò di sforzarmi... conosco Tony e Pepper da una vita e sono due persone meravigliose. E poi... diciamocelo: sapevamo che sarebbe andata a finire così, credo che chiunque tra voi, almeno una volta, abbia pensato che quei due erano nati per stare insieme! Una cosa c'è da dire però: sono completamente diversi l'uno dall'altro! Eccentrico contro pacifico, assurdo contro razionale, potremmo stare qui ore spiegando come sono diversi!- esclamò, provocando una leggera risata. -Bhè... questa volta la fisica ha vinto su tutto! Nonché: gli opposti si attraggono! A questo punto vi racconto anche l'episodio del loro primo bacio... c'ero anche io, ma loro non se n'erano accorti! Il clima più comune è dolce e tranquillo... invece loro stavano proprio litigando!-

 

Tony rise ancora ricordando quella situazione, avevano avuto pure un testimone!

 

-Ti assicuro che litighiamo almeno due volte al giorno e finisce sempre nello stesso modo! Siamo o non siamo qua?- disse Pepper, sorridendo.

 

-Che vi avevo detto? Se questo non è amore... Vi dico solo una cosa...- disse, parlando alla coppia. -Finalmente!- tutti applaudirono, brindando per i novelli sposi.

 

-Vorrei aggiungere una cosa...- disse James, attirando l'attenzione. -Tony... alla fine ci sei riuscito: hai conquistato il suo cuore! E adesso anche la mia fiducia, spero di non pentirmi per queste parole...- enunciò, guardando Tony negli occhi.

 

-Non ce ne sarà bisogno!- rispose lui, sorridendo.

 

-Allora: viva gli sposi!!!- esclamò James, ora finalmente sicuro che sua figlia era veramente felice al fianco di Tony.

 

Il pranzo cominciò. Arrivarono un sacco di portate con varie pietanze tutte squisite. I musicisti suonavano e tutti sembravano felici. Verso le 5 di pomeriggio il pranzo poteva definirsi terminato, mancava solo il dessert.

 

-Sai cosa facciamo adesso?- disse Tony, sussurrando all'orecchio di Pepper.

 

-Cosa vuoi fare?- chiese leggermente preoccupata per un'assurda idea che poteva balenare nella mente di Tony.

 

Lui la fece alzare, tenendola teneramente per mano. -Ti va di ballare?!-

 

-O no! Assolutamente no! Odio ballare!- esclamò Pepper, rifiutandosi di tale proposta.

 

-Ho la faccia di uno che si accontenta di un no come risposta? Non esiste una sposa che non balla al suo matrimonio! È inutile che tu ti opponga, tanto sai benissimo che non hai scelta! Apriamo le danze!- enunciò, portandola al centro della pista e iniziando a ballare a ritmo di quella soave musica.

 

-Oddio...-

 

-Che succede?- chiese lui, continuando a guidarla nella danza.

 

-Tutti ci stanno guardando... che imbarazzo...-

 

-E perchè mai? Non è come quella volta della serata di beneficenza! Ora siamo sposati! E poi che guardino! Siamo bellissimi!- esclamò Tony, buttandola sul ridere.

 

-Già... quella serata! Vedo che te la ricordi!- disse lei, cominciando a non far più caso agli sguardi degli ospiti.

 

-E come potrei dimenticarla? Eri stupenda quella sera, mi avevi completamente stregato! Ricordo ogni minimo particolare, avevi un vestito blu che ti lasciava scoperta la schiena, i capelli ti ricadevano sulle spalle e sorridevi... il sorriso che adesso mi stai facendo!- affermò, guardandola negli occhi. Intanto anche altre persone avevano cominciato a ballare intorno a loro. -E poi abbiamo ballato e hai perso la testa per me!- enunciò, ridendo.

 

-Come no! Ma non è finita proprio nei migliori dei modi, eh?-

 

-Ma non è assolutamente stata colpa mia, principessa! Ti stavo per baciare, quando mi ha cacciato via, ordinandomi di prenderti da bere!- disse, modificando leggermente la vicenda dei fatti.

 

-A sì?! Allora meglio così! Se ci fossimo baciati a questo punto eravamo su ogni copertina di riviste e tabloid!- esclamò Pepper, ridendo.

 

-Sarei stato geloso! Solo io ho il diritto di ammirarti giorno e notte!- affermò, specchiandosi nei suoi occhi azzurri. -A proposito... chi è quel biondino?- chiese alla ragazza, indicando con un cenno del capo un uomo alle loro spalle. Pepper si girò per vedere a chi si stesse riferendo il neo-marito.

 

-Lui è Ryan King, era un mio vecchio compagno di college, ha un'azienda tutta sua in centro a Los Angeles, credo... la King Corporation. Perchè?- chiese domandandosi il perchè di quell'interesse.

 

-Quello non mi piace... e poi che ha?! Una paresi facciale?! Non sorride mai?!-

 

-Ryan non è tipo da sorrisi, io stessa non l'ho visto mai sorridere!-

 

-Sembra un alieno! Sicura che sia umano?- chiese Tony, seriamente.

 

-Andiamo! Non dire sciocchezze! Come puoi pensare una cosa simile? Poverino, scommetto che non adora stare qua!- esclamò, ridendo.

 

-Non ci scherzerei tanto! Può essere un alieno! Io lavoro con un Dio! Cosa dovrei aspettarmi ancora?! Ora non c'è più niente che mi stupisca!- disse, riferendosi a Thor. -E perchè non dovrebbe piacergli stare qui?-

 

-Ha sempre avuto una cotta per me e io l'ho sempre rifiutato...- ammise leggermente in imbarazzo. -Spero gli sia passata! Dopotutto ha pur accettato l'invito!-

 

-Ora ho capito perchè ti guarda così! Sai che faccio io adesso?! Ti bacio pure, così vediamo se la finisce!- esclamò per poi baciarla appassionatamente.

 

-Geloso?!- chiese lei, cercando di stuzzicarlo.

 

-Quanto basta, piccola!- affermò, guadagnandosi poi un altro bacio.

 

Continuarono a ballare ancora per un paio di minuti, quando Tony si ricordò di una cosa importante...

 

-Ho una sorpresa per te!-

 

-Sorpresa?! Non dovrei fidarmi, visto che mi hai costretto a ballare...- disse lei, prima di essere trascinata fuori dalla pista da ballo, dopo la fine dalla canzone. Tony chiese ai musicisti di smettere di suonare. -Cosa vuoi fare?- chiese, non capendo tutto quel trambusto.

 

-Vorrei stenderti sul pianoforte e saltarti addosso!- esclamò, facendo per sollevarla da terra.

 

-Tony!- lo riprese, cercando di fermarlo.

 

-Hai ragione... non sarebbe rispettoso nei confronti dei presenti... potremo nasconderci nella pineta, laggiù nessuno ci vedrà!- esclamò, guardandola maliziosamente e posandola a terra.

 

-La vuoi finire?! Non possiamo mica sparire così!- esclamò, ridendo e indietreggiando leggermente.

 

-Già... sarebbe un problema! Ma in verità devo fare un'altra cosa... tu stai qui!- enunciò Tony, avvicinandosi al pianoforte e sedendosi sullo sgabello.

 

Tutti nella sala lo guardavano e Pepper non capiva proprio che intenzioni aveva...

 

Tony cominciò sfiorare i tasti d'avorio dello strumento, iniziando a comporre le prime note della canzone.

 

-Non può essere...- sussurrò Pepper tra sé e sé, non credendo ai suoi occhi e alle sue orecchie.

 

Chances are you'll find me
somewhere on your road tonight
Seems I always end up driving by

Ever since I've known you
It just seems you're on my way
All the rules of logic don't apply

Le possibilità sono che tu mi troverai
da qualche parte sulla tua strada stasera
sembra che sono sempre finito a guidare vicino a te

 

Da quando ti ho conosciuto
Sembra solamente come se tu fossi sulla mia strada
Tutte le regole della logica non sono applicate

 

Tony incominciò a cantare.

 

-Oddio! Non ci credo!- esclamò lei, mettendosi una mano sul viso stupita come non mai.

 

I long to see you in the night

Be with you 'till the morning light...

I remember clearly
how you looked the night we met
I recall your laughter and your smile

I remember how
you made me feel so at ease
I remember all your grace and style

And now you're all I long to see
you've come to mean so much to me...

Chances are I'll see you
somewhere in my dreams tonight
You'll be smiling like the night we met

Chances are I'll hold you
and I'll offer all I have
You're the only one I can't forget

Baby you're the best I've ever met...

And I'll be dreaming of the future...

... hoping you'll be by my side.

And in the morning I'd be longing for the night, for the night...

Chances are I'll see you
somewhere in my dreams tonight
You'll be smiling like the night we met

Chances are I'll hold you
and I'll offer all I have
You're the only one I can't forget

Baby you're the best I've ever met...

Desidero vederti nella notte

Esser con te sino all'alba (luce della mattina)...

Ricordo chiaramente

come mi osservavi la notte in cui ci siamo incontrati
Ricordo la tua risata e il tuo sorriso


Ricordo come
mi hai fatto sentire così facile
Ricordo tutta la tua eleganza e il tuo stile

E ora tu sei tutto ciò che desidero vedere
tu sei diventata molto importante per me...

Le possibilità sono che io ti vedrò
da qualche parte nei miei sogni stanotte
Tu sorriderai come la notte in cui ci siamo incontrati

Le possibilità sono che io ti stringerò
e ti offrirò tutto ciò che ho
Tu sei l'unica che non riesco a dimenticare

Piccola, tu sei la migliore, che ho mai incontrato...

E sognerò il futuro...

...spererò che tu sarai al mio fianco

E al mattino sarei desiderio per la notte, per la notte...

Le possibilità sono che io ti vedrò
da qualche parte nei miei sogni stanotte
Tu sorriderai come la notte in cui ci siamo incontrati

Le possibilità sono che io ti stringerò
e ti offrirò tutto ciò che ho
Tu sei l'unica che non riesco a dimenticare

Piccola, tu sei la migliore, che ho mai incontrato...

 

Tutti applaudirono entusiasti, un gesto simile non se lo sarebbero mai aspettato da Tony Stark. Pepper aveva cominciato a piangere, commossa e subito corse ad abbracciarlo.

 

-Perchè piangi? Non credo di aver cantato così male...- disse, scherzando e stringendola tra le braccia.

 

-Non voglio più sorprese! Non credo di riuscire a reggerne altre!- esclamò Pepper, cercando di ricomporsi e asciugandosi le lacrime. -Grazie! Ti amo!- disse dolcemente, poggiando delicatamente le mani sul viso di Tony per poi baciarlo.

 

-Bhè... ora c'è la torta, zuccherino!- esclamò, sorridendo.

 

Continua...

 

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NdA:

Lo so... lo so... Quello della canzone non è il Tony Stark che tutti conosciamo! Ahah! Ma doveva essere il giorno perfetto e lui l'ha reso tale! Anche se l'ultimo pezzo era molto OOC, durante la celebrazione il caratterino esuberante di Tony c'è stato! (almeno spero! ^^)

Cmq... è tornato fuori il personaggio di Ryan King, dopo tnt attesa è rispuntato, rendendosi antipatico agli occhi del nostro beniamino!

Spero che il capitolo vi sia piaciuto! ;) In questi casi si può prpr dire che Tony Stark è un uomo da sposare!

Ci tenevo a ringraziare Nico, Miri, Herry (il resto dei mitici F4!) e Glu (la mia adorata sorellina) per aver recensito lo scorso capitolo! E Grazie anche a Mary e Diane che hanno letto e commentato tutti i precedenti capitoli ^^ e anche a tutti quelli che hanno letto! THANKS!

 

p.s. Tengo a precisare che la canzone “Chances are” è cantata dal favoloso Robert Downey Jr! Ed è una delle mie canzoni preferite! Vi consiglio di ascoltarla è wonderful !!! *la sua voce è il meglio del meglio!*

 

Al prox capitolo, gente! Ditemi che ne pensate di qst...

Ciauz! Kiss by Sic

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Capitolo 6
*** La leggenda dei ciliegi in fiore ***


 

Capitolo 6: La leggenda dei ciliegi in fiore

 

Come previsto arrivò l'ora del taglio della torta! Chiamarla torta era un affare! Era di dimensioni enormi! Strati di pan di Spagna e crema coperti da panna bianca, una torta con vari piani e deliziose decorazioni floreali e in cima allo squisito dolce c'erano due sposini fatti di zucchero.

 

Quello sì, che era davvero il giorno perfetto!

 

I festeggiamenti continuarono anche dopo il calar del sole, e un bel po' di invitati aveva alzato troppo il gomito, ma fortunatamente Tony non stanziava in quella categoria! Lui era completamente lucido e attivo.

 

-Io mi sto leggermente annoiando, tu?- chiese Tony, avvicinandosi alla sua bella sposa.

 

-Un po'...- ammise lei, però sempre contenta per la splendida giornata organizzata con fatica da Tony.

 

-Che ne dici di fare i matti e darci alla fuga, anche perchè qua siamo passati in secondo piano...- le sussurrò, proponendo un'alternativa alle discussioni di Glorya su meravigliosi merletti e altre robine...

 

-Mi toglieresti un peso! Ma dove?- disse, sorridendo e accettando la proposta. La cosa stava cominciando a diventare interessante.

 

-Dove capita! Proporrei un'uscita di stile, attirando un po' l'attenzione! Ci stai?-

 

-Non sono brava ad attirare l'attenzione!- esclamò lei, ridendo per l'espressione di Tony che tramava piani di fuga; faceva sembrare tutto così diverso come se fossero dei prigionieri in cerca di libertà!

 

-Non ti preoccupare, io sono il numero uno ad attirare l'attenzione! Allora?! Non vorrai mica tirarti indietro? Ci stai?- le domandò con tono provocatorio. Pepper lo guardò intensamente negli occhi... Ma sì! Per una volta avrebbe dato retta a quel pazzo che si ritrovava ad amare alla follia.

 

-Ci sto, signor Stark!- rispose lei con voce decisa e convinta.

 

-Perfetto! Ora non puoi più tirarti indietro! Aspettami qui! Torno subito! E... ciak azione!- esclamò lui, sorridendo e, senza farsi vedere da occhi indiscreti, risalì la spiaggia fino a scomparire dagli occhi della compagna, che non capì il senso dell'ultima affermazione detta da Tony. Ora si stava leggermente preoccupando... chissà cosa aveva in mente...

 

Quando Tony Stark si mette in testa una cosa, nessuno lo può fermare, questo è sicuro! Voleva fare la sua mossa da “sballo” e... l'avrebbe fatta!

 

Un forte rumore rimbombò nell'aria e nemmeno dopo 3 secondi, al centro della pista da ballo fece la sua comparsa Tony in completo Mark V! Pepper sgranò gli occhi! Quello non l'avrebbe permesso! Si alzò dalla sedia sulla quale era seduta e, tenendo leggermente sollevata la gonna per non inciampare, si diresse a passo spedito verso il marito con l'armatura. Tutti la osservavano in silenzio mentre si avvicinava a Tony... Ora sarebbe iniziato uno di quei battibecchi che era solito fare!

 

-No! Questo no!!! Cosa ti passa per la testa!?- gli gridò addosso come una furia.

 

-Guarda che...-

 

-“Guarda” un bel niente! Togliti immediatamente l'armatura, potresti fare male a qualcuno! Cos'è?! Troppo sole ti ha fatto perdere la ragione?! Se non per le missioni, quell'armatura deve stare segregata nel suo apposito spazio! E ora muoviti!- sbraitò, puntando un dito verso la casa dove Tony doveva andare.

 

Tony sollevò la visiera dell'elmo. -Avevi detto che ci stavi!- disse, cercando di discolparsi.

 

-Io non intendevo questo!- Tony rise divertito. -E ora cosa c'è da ridere?!-

 

-Avevi detto che non eri brava ad attirare l'attenzione...- enunciò lui, guardandola e facendo segno con il dito verso tutte le persone che li osservavano.

 

Pepper si guardò intorno. Perfetto! Ora tutti avevano assistito ad un tipico litigio “Tony vs Pepper”! Non fece in tempo a rigirarsi verso Tony, che si ritrovò bloccata tra le sue braccia.

 

-...no...- disse lei, cercando di avere un tono più risoluto possibile. Gli era bastato uno sguardo per capire che intenzioni avesse!

 

-O sì! Questa è la nostra uscita di stile...- affermò Tony, attivando i propulsori; Pepper si tenne stretta a lui, che già la sosteneva, tenendola per i fianchi.

 

-Guai a te se mi fai cadere!- intimò a denti stretti.

 

-Non ho intenzione di diventare vedovo così presto! Ci siamo appena sposati! Tieniti forte, piccola!- le sussurrò all'orecchio, sorridendo. Poi, alzatosi leggermente da terra, si rivolse agli invitati: -Non aspettateci alzati!- e dopo di questo partì per il cielo stellato.

 

Dopo nemmeno 2 minuti di volo, Tony atterrò. -Non è stato poi tanto male... no?- chiese alla compagna, che gli stava avvinghiata al collo con gli occhi serrati.

 

-Siamo a terra?!- chiese, aprendo lentamente un occhio per accertarsi di essere ancora viva.

 

-Certo che sì!-

 

-Bene...- disse con voce rilassata -Perchè adesso ti strozzo con le mie stesse mai!- esclamò, fulminandolo con lo sguardo e allontanandosi da lui.

 

-Guarda che avevi detto che ci stavi! Non potevi più tirarti indietro!- affermò, togliendosi l'armatura per farla tornare a forma di valigetta. -E poi guarda qua! Nemmeno una grinza!- disse, riferendosi al completo perfettamente in ordine. -E anche tu sei perfetta! Ho volato piano!-

 

Lei non gli rispose, ignorandolo. -Mi piaci da morire quando fai l'offesa!- le sussurrò, abbracciandola da dietro. -Avanti... potresti anche perdonarmi, visto tutto quello che è successo oggi...-

 

In effetti non aveva tutti i torti, poteva anche perdonargli quella pecca...

 

-Ok... sei perdonato! Solo perchè questa volta è stato meno traumatico della prima!- disse, riferendosi alla prima volta che aveva provato il brivido dell'altezza tra le braccia di Tony in armatura.

 

-Scusa se quella volta ho tentato di salvarti la vita! Ma vedrai che col tempo ci farai l'abitudine! Bene! Ora andiamo!- esclamò, prendendola per mano. Davanti a loro si trovava un'enorme edificio a forma di cupola con le pareti di vetro.

 

-Dove mi hai portato? È una serra quella?!-

 

-Esatto, un'area verde, rigorosamente curata! Ed è di mia proprietà, anzi... ora nostra!-

 

-Perchè mi porti in una serra?- chiese, non avendo capito perfettamente cosa ci facessero lì.

 

-Basta domande! Vieni con me!- esclamò, entrando dentro la cupola.

 

Con la loro entrata si accesero centinaia di faretti che illuminarono l'area verde. Era davvero immensa! Era una distesa di rigogliosa erbetta verde con qualche ruscello e parecchi alberi dai fiori rosati. Quelli erano ciliegi!

 

-Questo è l'unico posto della terra, dove puoi trovare i ciliegi in fiore in pieno agosto! Riteniamoci fortunati!- disse Tony, camminando per il sentiero.

 

-Non ci credo... è tutto così strano e bello!- enunciò Pepper, guardando quel luogo incantato. Di colpo si fermò. -Avevo detto basta sorprese! Dimmi perchè mi hai portato qui...-

 

-Non ti si può tenere nascosto niente, eh?! Vieni che poi te lo dico!- disse, prendendola per mano e portandola sotto un ciliegio al di sopra di una piccola collinetta.

 

-Allora?!- chiese lei, cingendogli i fianchi e avvicinandosi di più a lui, finendogli a soli cinque centimetri dal viso. Lui le spostò una ciocca di capelli che le cadeva sul volto, guardandola negli occhi e rimanendo incantato.

 

-Sai... ho sentito dire di una leggenda giapponese, secondo la quale se due innamorati si dichiarano sotto dei ciliegi in fiore il loro amore sarà eterno...-

 

-Davvero?! Ci servono solo dei ciliegi in fiore... ma pensa un po': siamo proprio sotto ad un ciliegio!- esclamò con tono ironico. -Hai previsto tutto nei minimi dettagli, eh?!-

 

-Doveva essere il nostro giorno e ho cercato di renderlo indimenticabile! Te l'avevo promesso!- disse, sorridendo, sicuro di averla completamente colpita.

 

-Come farò a sdebitarmi?! Dopo tutto quello che hai fatto per me?-

 

-Dimmi che mi ami, allora sarò contento per l'eternità!- esclamò, ammirando gli occhi azzurri della compagna, che rispecchiavano tutta la sua felicità.

 

Lei sorrise. Tony aveva intenzione di farla sciogliere come gelato al sole e ci stava riuscendo!

 

-Signor Stark...- pronunciò lentamente. -Io ti amo...-

 

-Anch'io ti amo, piccola!- affermò, dandogli poi un lungo ed appassionato bacio.

 

...sarebbe stato amore eterno.

 

Proprio in quel momento si attivarono gli irrigatori di tutta la serra, spruzzando acqua ovunque e bagnandoli completamente!

 

-Questo non era previsto...- affermò prontamente Tony, poggiando la fronte su quella di lei, che rise divertita.

 

*******************************************************************************

 

Ryan seguì con lo sguardo i due sposi che se ne stavano andando, volando in cielo con l'ambita armatura. Gli occhi vissi sul punto dove li aveva visti scomparire nel buio della notte, si rigirava tra le dita un calice, riempito con del vino bianco.

 

-Jack...- parlò, richiamando uno dei suoi scagnozzi. Jack si avvicinò, si poteva definire una guardia del corpo... massiccio, alto, vestito con un completo nero e occhiali da sole scuri in piena notte. -Fai aprire una nuova sezione... chiamala: Armatura di ferro... ed informa la base che gli studi sono cominciati...-

 

Jack si allontanò silenziosamente come era arrivato. Il progetto per scoprire i segreti dei Vendicatori era stato attivato e il primo soggetto preso in esame era proprio Iron Man.

 

Ryan ghignò soddisfatto, sempre tenendo gli occhi puntati al firmamento. -Preparati Iron Man, non sarà tua per sempre...- disse tra sé, finendo il contenuto del suo bicchiere e andandosene.

 

*******************************************************************************

 

Intanto Tony e Pepper erano tornati a casa, senza farsi sentire e vedere dalle persone che stanziavano ancora sotto la loro dimora sulla spiaggia. Entrarono nella camera da letto...

 

-È da tutto il giorno che aspetto questo momento... finalmente soli...- le sussurrò all'orecchio, cominciando a baciarle dolcemente il collo.

 

-Meglio se ti levo questi vestiti, sono tutti bagnati e potresti ammalarti...- rispose lei maliziosamente, iniziando a togliergli la giacca e slacciargli i bottoni della camicia.

 

-Ottima idea! Ma anche tu mi sembri zuppa... perciò...- disse Tony sorridendo, cominciando a spogliarla e baciarla con ardore. Liberati completamente dagli indumenti, Tony la distese sul letto, sovrastandola col suo corpo senza opprimerla.

 

Dopo vari minuti di “preliminari”, lui si fermò guardandola negli occhi, pensieroso. Pepper gli sorrise.

 

-Che hai?!- gli chiese, carezzandogli il viso con una mano.

 

-Niente di importante, non preoccuparti.-

 

-Non me la racconti giusta... non ti fermi mai una volta iniziato...- enunciò, evidenziando quel “mai” con tono diverso.

 

-Lascia stare... dimenticalo...- disse, ricominciando a baciarla con passione. Lei lo allontanò.

 

-Non credere di chiuderla così! Non faremo niente finché non me lo dici!- affermò, mettendolo alle strette e guadagnandosi uno sguardo sconcertato da parte di Tony.

 

-Non puoi farmi questo!-

 

-Bhè... allora buona notte!- esclamò, sfuggendo dalle braccia del compagno.

 

-No, no! Mi hai convinto!- disse lui prontamente, saltandole addosso, provocando la risata di Pepper, soddisfatta di averlo convito per così poco.

 

La guardò intensamente negli occhi, prendendole una mano ed intrecciando le dita con le sue, così delicate e affusolate.

 

-C'è una cosa che ci renderebbe ancora più uniti... pensavo che... cioè... mi chiedevo se tu... bhè... se vorresti...- non sapeva bene come dirlo, era un po' imbarazzato, ma Pepper capì perfettamente a cosa si stesse riferendo.

 

-Lo vuoi veramente?- chiese, sorridendo felice.

 

Lui distolse lo sguardo per un paio di secondi; Pepper lo fece voltare, poggiandogli delicatamente una mano sulla guancia, cosicché potesse specchiarsi nei suoi occhi. Infine lui annuì, sorridendo fievolmente.

 

-Anche io voglio un figlio da te...- disse Pepper contenta. Aveva perfettamente capito cosa Tony volesse chiederle. Lui la baciò, sarebbero stati legati per sempre.

 

Per capirsi non c'era stato nemmeno bisogno di parole... I loro cuori parlavano per loro.

 

Continua...

 

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NdA:

Ciao a tutti!

Alla fine Tony Stark ha voluto fare la sua mossa “da sballo” ahah Non potevo non farglielo fare! Spero vi abbia divertito, anche se la nostra neo-sposina si è un po' arrabbiata, ma Tony è riuscito a farsi perdonare, eccome!

L'idea della leggenda dei ciliegi in fiore l'avevo sentita in tv, non riuscivo a togliermela dalla testa! Ahah e alla fine è stata vittima di qsta long-ff!

Ringrazio Miri, alenefos, Glu, Ironmanup e Mary per aver recensito lo scorso capitolo, ringrazio anche chi l'ha aggiunta tra le seguite (GiuliaKay, lisa_res, _Diane_ e _iGlu_)

Naturalmente grazie a tutti quelli che hanno letto! ;)

Spero vi sia piaciuto qsto chappy! Ditemi che ne pensate! ^^

Alla prox settimana!

Kiss by Sic

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Capitolo 7
*** "Tu ci unisci" ***


 

Capitolo 7: “Tu ci unisci”

 

Cinque anni dopo...

 

Tony era completamente concentrato ad ultimare il suo nuovo progetto, seduto sulla poltrona di fronte alla scrivania nel pacifico silenzio del laboratorio.

 

Si trattava di un progetto su una pila chiamata Lodex, il suo uso era destinato negli ospedali come produttore di energia alternativa in caso di mal funzionamento della prima risorsa. Ora la Stark Industries si occupava effettivamente di qualunque cosa! E l'inventore principale, nonché titolare dell'intera impresa, era ovviamente Tony!

 

Era tutto il pomeriggio che lavorava a quel progetto e effettivamente si stava stufando un po', ma fortunatamente qualcuno arrivò a fargli compagnia.

 

-Papàààààà!- urlò il piccolo, scendendo velocemente le scale. Il bambino varcò la soglia della porta, con i capelli tutti alla rinfusa e in mano una bottiglietta di succo andò incontro al padre seduto alla scrivania.

 

-Finalmente ti sei svegliato!- esclamò, mettendo il piccolo sulle ginocchia. Infatti si era appena alzato dal pisolino pomeridiano.

 

-Che stavi facendo?!- chiese Anthony, osservando attentamente tutti gli oggetti presenti sul tavolo.

 

-Ho iniziato il progetto: Lodex. Iniziato e quasi finito...-

 

-O no! Volevo aiutarti anche io! Uffa! Devo cercare di stare sveglio!- esclamò un po' dispiaciuto per non essere stato d'aiuto.

 

-Non prendertela, la prossima volta facciamo qualcosa insieme! Comunque potresti provare con il caffè! Quello tiene svegli!- scherzò, alzando la tazza con la scura bevanda dentro.

 

-Non mi piace, è amaro! Io preferisco il mio succo!- esclamò il piccolo, mostrando la bottiglietta con la bevanda zuccherina.

 

-Tutto quel fruttosio e sciroppo di farina di mais mi fa vomitare!-

 

Anthony guardò il liquido dentro la bottiglia con sguardo perplesso, poi alzò gli occhioni azzurri verso il padre: -Ma se la vedi così, fa vomitare a chiunque!-

 

-Effettivamente... non hai tutti i torti!- disse Tony, sorridendo al bimbo. -Ora dammi due minuti per finire questa batteria...-

 

Anthony, stando seduto sulle gambe del padre, guardava accuratamente ogni sua mossa. Era così che ogni giorno imparava cose nuove, lo osservava e apprendeva tutto il necessario.

 

Fissò attentamente le mani del padre, che rifinivano il lavoro e rimase incantato a guardare il tatuaggio che aveva sul polso sotto la mano destra. Erano due lettere una “T” e una “P”, sicuramente riferite alle iniziali dei nomi dei suoi genitori.

 

Tony ultimò il progetto, per poi dare tutta la sua attenzione all'adorato figlioletto. -Ora che vuoi fare?-

 

Anthony non rispose subito. Una domanda gli balenava per la testa: -Non ve l'ho mai chiesto... ma... perchè tu e mamma avete lo stesso tatuaggio sul polso?-

 

Tony si appoggiò allo schienale della poltrona, guardandosi il tatuaggio sotto la mano destra.

 

-Diciamo che è un simbolo... un simbolo che accomuna me e la tua mamma...- disse senza però farsi capire dal bimbo che lo guardava stranito. Mise il figlio seduto sul tavolo per averlo davanti agli occhi e gli fece rivedere il tatuaggio. -Guarda... qui ci stanno le iniziali dei nostri nomi, è un simbolo che abbiamo in comune e perciò ci unisce... un po' come te!-

 

-Io vi unisco?!- domandò con tono dubbioso, non riuscendo ancora a capire. Tony si grattò la testa, non sapeva proprio come spiegarlo!

 

-Tu sei il risultato tra una mia parte e una parte della mamma, ci rappresenti entrambi... perciò in un certo senso ci accomuni! Rappresenti tutto il bene che ci vogliamo... Capito?!- chiese leggermente in imbarazzo, sperando in una risposta affermativa, non volendo ancora affrontare argomenti tipo “api e fiori”, “cavoli”, “cicogne”o altre varie cose!

 

-Sì! Ora ho capito! Quindi io sono nato con bacetti!?- Ecco... quella era una di quelle questioni da non trattare assolutamente anche se Anthony era un genio in tutti i campi!

 

-La cosa è un po' più complessa... ne parliamo tra un paio d'anni!- esclamò Tony, interrompendo l'argomento sul nascere, per evitare inconvenienti più che imbarazzanti! -Comunque il tatuaggio sta a significare circa la stessa cosa.-

 

-Posso farmi un tatuaggio anche io?- chiese spontaneamente, facendo rimanere Tony senza parole.

 

-Come ti è venuta in mente una cosa simile?!- domandò, preoccupandosi seriamente. Il piccolo aveva solo quattro anni!

 

-Tu e mamma avete un tatuaggio sul polso- enunciò, indicando le lettere stilizzate. -E poi anche Sonny ha una saetta sulla spalla!- disse, riferendosi al suo robottino.

 

-Giusto... Bhè... uno: io e la tua mamma siamo adulti e due: Sonny è un robot! Cosa deduci da tutto ciò!?- chiese retoricamente.

 

-Uffa! È un no!- esclamò, mettendo le braccia incrociate al petto.

 

-Bravo il mio genietto! Tutto il suo papà!- disse Tony, scompigliandogli ancora di più i corti capelli scuri, facendo ridere il piccolo.

 

-Però quando sarò grande posso farmelo?!- chiese speranzoso.

 

-Anche di questo ne parliamo tra un paio anni...- Quello sì, che era suo figlio! Quando si metteva in testa una cosa nessuno poteva fermarlo! Pura discendenza Stark!

 

-Ma devi proprio andare via stasera?!-

 

-E già! Il lavoro di Iron Man mi chiama, però quelle riunioni dei Vendicatori sono noiosissime... non starò via molto. Domani pomeriggio torno, che devo fare una sorpresa alla mamma!- rispose lui, guardandolo dritto negli occhi uguali a quelli della madre.

 

-Davvero!? Perchè le fai una sorpresa?!- domandò Anthony curioso.

 

-Domani è il nostro quinto anniversario di matrimonio, tua mamma ci tiene a quelle cose... Mi raccomando però... non dire niente! Sarà un segreto tra me e te!- esclamò, facendogli l'occhiolino.

 

-Certo! Non le dico niente!- disse, annuendo felice, sentendosi importante per quel piccolo segreto da mantenere.

 

-Batti il cinque, campione!- esclamò Tony, alzando la mano e aspettando che il figlio schiacciasse il cinque.

 

Ad un certo punto Anthony si guardò intorno, sembrava che stesse cercando qualcosa.

 

-Che cerchi, marmocchio?- chiese Tony, cercando di farlo arrabbiare per il soprannome impiegato. Il piccolo si girò verso di lui, indispettito: -Non sono un marmocchio!!! Comunque sto cercando Sonny, di sopra non c'è, forse è qua da qualche parte!-

 

Alle loro spalle si sentì un fracasso di ferri che cadevano a terra. Si girarono e videro il robottino, che continuava ad osservare gli attrezzi che aveva fatto cadere. Sonny era il robot personale di Anthony, l'aveva costruito tutto da solo con qualche piccolo aiuto da parte del padre, che gli insegnava i trucchi del mestiere.

 

L'automa era alto più o meno 80cm, aveva la corazza di ferro di colore verde e blu fluo, gli occhioni azzurri e gialli, sul petto una scintillante targhetta con scritto: “Sonny” e sulla spalla destra era incisa una saetta blu.

 

Aveva un aspetto stupendo ed era anche simpatico, peccato però che non spiccava in intelligenza... era leggermente ottuso, ma almeno giocava e teneva compagnia ad Anthony, che gli si era molto affezionato.

 

-Dove c'è del caos... trovi sempre Sonny!- esclamò Tony, ridendo.

 

-Sonny, rimetti in ordine.- disse Anthony al robottino, sperando che, almeno per una volta, riuscisse a capirlo.

 

Sonny guardò verso la scrivania dove c'erano Tony e Anthony, inclinò la testa da un lato, stando un paio di secondi a fissarli e assimilando le parole dette dal bambino.

 

Forse era la volta buona!

 

-Blip! Blip!- furono questi i suoni che emise prima di cominciare un'assurda danza.

 

Anthony scosse la testa, rassegnato, sbattendosi una manina sulla fronte. Avrebbero dovuto lavorare duro in quel campo!

 

-Ferro Vecchio, pensaci tu!- ordinò Tony al fidato braccio meccanico, che subito eseguì l'istruzione dettata.

 

-Uffa! Perchè il tuo robot fa tutto quello che gli si chiede, invece il mio balla!? E poi Ferro Vecchio non ha nemmeno una faccia!- esclamò il bambino, cercando un qualunque motivo per mettere il braccio meccanico in cattiva luce.

 

-Non sembrerà ad un essere umano, ma almeno non è ritardato come la tua lattina!- disse ridendo, sapendo perfettamente che quell'affermazione avrebbe fatto arrabbiare il piccolo.

 

-Sonny non è ritardato! È solo... è solo.... solo un po' strano!- affermò convinto.

 

Quando era arrabbiato era la fotocopia di sua madre, doveva sempre aver ragione lui! E questo Tony lo trovava molto divertente, allora cominciò a stuzzicarlo.

 

-E tu quello lo chiami solo un po' strano?!- domandò, indicando il robottino che ancora danzava.

 

-Sì! Però non è ritardato!-

 

-Sì, che lo è!- enunciò Tony, facendo arrabbiare ancora di più il figlioletto.

 

-No!!!-

 

-Sì!-

 

-No!!!-

 

Cominciarono una lotta di “sì” e “no”, quando Pepper scese anche lei in laboratorio e lo scenario, che gli si presentò dinnanzi, poteva definirsi un putiferio.

 

Da una parte Anthony e Tony, che bisticciavano e dall'altra Sonny che ballava una musica immaginaria. Una gabbia di matti!

 

-Si può sapere che sta succedendo?!- chiese lei, interrompendo il gran baccano.

 

-Mamma! Papà mi fa arrabbiare, ha detto che Sonny è ritardato!- esclamò Anthony, cercando appoggio da parte dell'adorata mamma.

 

-Ha cominciato lui!- disse Tony, puntando il dito verso il bimbo.

 

Pepper alzò gli occhi al cielo, avvicinandosi alla scrivania: -A volte mi sembra di avere a che fare con due bambini!- esclamò, facendo ridere Anthony.

 

Prese in braccio il piccolo. -Tuo papà scherza!- affermò dolcemente, scostandogli i capelli dal viso, che gli coprivano gli occhioni azzurri. -Non vedi che ti sta prendendo in giro?-

 

Anthony si girò dalla parte del padre, per poi vedere sul suo volto un sorriso abbastanza soddisfatto. Lo aveva preso in giro!

 

-Cavolo! Ci sono cascato di nuovo!- si lamentò, mettendo il broncio.

 

-Non dargliela vinta... Fai finta di niente! Ora va a giocare con Sonny!-gli sussurrò Pepper all'orecchio, per poi dargli un bacetto sul nasino e mettendolo a terra.

 

Anthony si avvicinò al suo robottino, facendogli smettere quell'assurda danza che aveva cominciato da un paio di minuti.

 

E cominciò ad insegnargli a battere il cinque.

 

-Avanti, Sonny! Fai come me! Alza una mano e colpisci la mia!- esclamò un paio di volte, non arrendendosi al primo tentativo fallito.

 

Il robottino si guardò le mani e alzò entrambe le braccia, Anthony era sicuro che questa volta ce l'avrebbero fatta, ma... si sbagliava. Infatti il piccolo automa aveva ricominciato a ballare a ritmo dei suoi “bit” e altri strani suoni che emetteva, poiché non aveva ancora imparato a parlare.

 

Anthony si abbandonò a terra, sedendosi a gambe incrociate e guardando l'amico metallico danzare. -Dovremo lavorare anche su questo...- esclamò rassegnato.

 

Tony intanto si era alzato ed era andato verso il piano cucina, cercando il bricco di caffè e riempiendosi la tazza, poi si appoggiò al bancone della cucina, guardando Pepper avvicinarsi.

 

Lei era appena stata in ufficio alle Stark Industries, Tony l'aveva dedotto dall'abbigliamento, ma Pepper sicuramente l'aveva avvertito e lui, distratto dal nuovo progetto, aveva risposto: “sì, sì” senza aver capito di cosa parlasse la compagna.

 

Fortunatamente era un uomo molto attento e captava ogni piccolo particolare per uscire da inconvenienti, così questa volta si era salvato dalla predica “non mi ascolti” per i vestiti che indossava Pepper: un tailleur e una gonna che le arrivava al ginocchio blu scuro.

 

-Bhè?!- disse Pepper, fermandosi davanti a lui, mettendosi con le mani sui fianchi e assumendo un'espressione di rimprovero.

 

Tony la squadrò dalla testa ai piedi, portandosi la tazza alle labbra e bevendo un sorso di caffè. -Mi piaci... ti salterei anche addosso se non fosse per Anthony!- esclamò maliziosamente, prendendo quel “bhè?!” come un “come sto?!”.

 

-Non intendevo quello! Si può sapere perchè ti comporti come un bambino!?-

 

-Io?! Bambino!? Quando mai!?-

 

-Andiamo... Tony, mostra un po' di buon senso! Non hai mica quattro anni come Anthony, a volte mi domando chi tra i due sia più adulto e la risposta già la sai!-

 

Tony sorrise. -Naturalmente sono io l'adulto! Lui è alto meno di un metro!- esclamò, facendo ridere Pepper.

 

-A volte mi chiedo perchè ho accettato di sposarti!-

 

-Io la risposta la so!- affermò lui, avvicinandosi alla compagna, portandosi a pochi centimetri dal suo volto e cingendole i fianchi con entrambe le mani. Lei sorrise, aspettando la risposta. -Perchè mi ami!- le sussurrò.

 

-A volte queste disgrazie colpiscono anche una come me!- rispose lei con sarcasmo e baciandolo dolcemente sulle labbra.

 

-A dimenticavo...- disse Tony, staccandosi dal tenero bacio. -Se Anthony dovesse fare domande strane... in generale...-

 

Pepper lo guardò un po' stranita: -Cosa gli hai detto?!- domandò sospettosa.

 

-Per qualunque cosa... tu rispondigli che è nato per dei bacetti!- esclamò Tony ridendo, lasciando Pepper a dir poco sconvolta.

 

Continua...

 

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NdA:

Ciao a tutti!

Finalmente ha fatto la sua comparsa il piccolo e grazioso Anthony Jr

Questo capitolo era un po' incentrato sul rapporto tra Tony e il piccoletto. Anthony che gli fa un mucchio di domande e lui che cerca di rispondere in modo adatto! Trpp dolce! L'idea del tatuaggio vi piace? Io l'ho messo x riprendere l'argomento del titolo del chappy, cioè “Tu ci unisci”...

Volevo fare una cosina simpatica anche per introdurre il personaggio di Sonny! Mi raccomando di non dimenticarvi del piccolo automa verde fluo (nella foto qui sopra, che non è uno spettacolo, ma l'ho messa per farvi un'idea ben chiara dell'aspetto di Sonny) ha un ruolo molto importante, che scoprirete in seguito! ^^

Sicuramente voi vi direte: “quel robottino l'ho già visto da qlk parte....” E già! C'è nella pubblicità della Hyundai, che ultimamente hanno riproposto in tv, solo che il nostro Sonny è leggermente mutato XD!

Ed infine ringrazio Ale, Glu, Herry, Nico e Mary per aver recensito lo scorso capitolo e naturalmente un grazie va anche a tutti coloro che hanno letto! ;)

Spero che questo capitolo vi sia piaciuto! Ditemi che ne pensate!

Vi aspetto la prox settimana per l'ottavo capitolo!

Bye Bye by Sic! ^^

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Capitolo 8
*** L'inizio dell'inganno ***


 

Capitolo 8: L'inizio dell'inganno

 

Alla King Corporation...

 

-Signore, è giunta notizia che i Vendicatori si stanno per incontrare in una riunione. Molti dei nostri soldati sono riusciti a farsi scambiare per lo staff della sorveglianza... E ci sono enormi possibilità che il materiale, finalmente, sia nelle nostre mani!- enunciò il portavoce degli Skrull al suo capo, da noi conosciuto come Ryan King.

 

Era nel suo studio personale e a quella notizia sorrise soddisfatto. Erano passati 5 anni da quando il progetto aveva avuto inizio. Ogni membro dei Vendicatori era stato analizzato a dovere, erano pronti all'azione.

 

-Perfetto! Vorresti dire che ora ho il campo totalmente libero?- chiese, riferendosi al suo interesse personale.

 

Il portavoce esitò nel rispondere, non aveva capito bene cosa intendesse il suo superiore, ma gli ci volle poco per capirlo. Ormai l'interesse principale di Ryan era solo uno... -Se intende la ragazza, sì il campo è libero!-

 

-Meraviglioso!- esclamò con un'accentuata punta di soddisfazione nella voce. -Ora puoi andare...- disse, congedandolo.

 

Ryan si alzò in piedi, facendo dei giretti per l'ufficio, ridendo tra sé. Poi si fermò davanti allo specchio.

 

-Una cosa devo fare... godermi la vita notturna tra feste e divertimenti... però con il volto di Tony Stark!-

 

I lineamenti del suo volto cominciarono a cambiare, i capelli tramutarono colore e della barbetta gli spuntò sul mento. La sua provvisoria trasformazione era terminata...

 

Si guardò allo specchio, osservando quel volto riflesso... quel volto famigliare e famoso per tutto il mondo... quel volto era di Tony Stark.

 

-Stark... stasera commetterai l'errore più grande della tua vita! La farai allontanare, cosicché possa averla tutta per me una volta per tutte!- esclamò, parlando all'immagine riflessa e sfoderando una maligna risata.

 

Ora lui era Tony Stark, chiunque l'avrebbe scambiato per il geniale milionario! Era identico!

 

Il suo vero scopo era Pepper, lei era ciò che lui più bramasse!

 

*******************************************************************************

 

-Papà, devi proprio andare via!?- chiese Anthony, seguendo il padre che camminava per i corridoi dell'immensa, guardando dentro ogni stanza. Sembrava che stesse cercando qualcosa o qualcuno.

 

-Te l'ho già detto... Sono costretto! Rimarrei volentieri qui a giocare con te, ma se lo faccio Nick è capace di venirmi a prendere!- esclamò lui, continuando a camminare.

 

-Ah giusto! E per la sorpresa di mamma!?- chiese Anthony. Tony si girò di scatto verso di lui, abbassandosi alla sua altezza.

 

-Shh! Non dirlo ad alta voce! Tua madre è capace di spuntare da dietro l'angolo in men che non si dica!- sussurrò piano, guardandosi intorno e facendo ridere il piccolo, che si mise le manine davanti alla bocca.

 

-Hai ragione! Scusa! Non dirò più una parola! Lo giuro!- disse, mettendosi una manina sul petto e alzando l'altra.

 

-Bravo, campione! Ora però sai dov'è?- chiese Tony, riferendosi a Pepper.

 

-Oh sì! È giù in cucina!-

 

-E perchè non me l'hai detto prima!? La sto cercando ovunque! Forza andiamo!- esclamò, prendendo in braccio il piccolo e mettendoselo a cavalluccio sulle spalle.

 

Arrivarono in cucina e, come detto da Anthony, trovarono Pepper.

 

-Ecco i miei due bambini!- esclamò quando li vide entrare, guadagnandosi da parte di Tony un'occhiata sbieca.

 

-Sì... comunque per caso sai dov'è la Mark V?-

 

-Come sarebbe a dire: sai dov'è?! Hai perso un'armatura!?- chiese sbalordita, non credendo alle sue orecchie.

 

-No, non l'ho persa!- rispose Tony con convinzione. -Solo che non mi ricordo dove l'ho messa...- affermò con il solito tono indiscutibile.

 

Pepper sorrise nervosamente. Se non fosse stato per Anthony sulle spalle di Tony, gli avrebbe volentieri staccato la testa. -Quello è un modo più elegante per dire che l'hai persa!-

 

-Ehmmm... comunque sai dov'è?-

 

-E come faccio a saperlo! Mica l'ho usata io!- esclamò lei, quasi perdendo la ragione.

 

-Io so dov'è!- enunciò il piccolo Anthony, guadagnandosi l'attenzione dei genitori impegnati in un comune e quotidiano battibecco.

 

-A sì?! E avvertirmi prima che tua madre impugni qualcosa di pesante e me lo tiri dritto in testa?!- chiese Tony, alzando gli occhi verso il figlio sulle spalle.

 

-Mica me lo hai chiesto!- obbiettò lui giustamente.

 

-Ottima osservazione, lo terrò presente la prossima volta...- disse, stupendosi per la risposta schietta appena ricevuta. -Vuoi dirmi dov'è? O giochiamo a caccia al tesoro?- chiese, scherzando e facendo ridere Anthony, che quasi perse l'equilibrio.

 

-È in laboratorio, l'hai messa dentro la Ford Flathead Roadster, ne sono più che sicuro!-

 

-Bene! Andiamo!- esclamò, facendo per andare verso il laboratorio, ma venne subito fermato.

 

-Fermo un momento! Non avrai mica intenzione di andare alla base dei Vendicatori in volo con la Mark V?- domandò, beccandolo in flagrante.

 

-Da quando ha imparato a leggere nel pensiero!? Dobbiamo stare attenti qui!- disse Tony al figlio, che rise divertito.

 

-Lo sapevo! La Mark V rimane qui! Tu andrai in auto e Jarvis ti farà avere sul posto la Mark VI per qualunque esigenza!- ordinò autoritaria.

 

-Ma così mi togli tutto il divertimento!- disse Tony, cercando di convincerla.

 

-Anche Fury ti ha detto la stessa cosa! Non puoi volare per i cieli come se niente fosse! Non è normale! E poi attireresti l'attenzione!- esclamò, facendogli notare la cosa più ovvia.

 

-Mettiamola ai voti! Siamo in tre, perciò uno dei due l'avrà vinta!- enunciò Tony, sicuro che l'adorato figlioletto avrebbe approvato la sua folle idea. -Io dico di sì, tu dici di no... Anthony?- chiese al piccolo, che non sapeva cosa rispondere. Continuava a guardare la madre e il padre, indeciso sul da farsi. -Ti ricordo che sei sulle mie spalle e accidentalmente potresti cadere...- disse Tony.

 

Pepper sgranò gli occhi e subito prese in braccio il figlio, temendo per la sua incolumità, anche se era evidente che Tony scherzasse, ma conoscendo il suo carattere eccentrico, nulla poteva essere certo!

 

Anthony dopo averci pensato un po', scelse la parte che più gli faceva comodo.

 

-Io sto con mamma!- affermò, lasciando Tony a dir poco meravigliato.

 

-Vorresti giustificare la tua risposta!?- chiese il padre.

 

-Certo! Se davo ragione a te, mamma si arrabbiava con me e con te! Invece tu non ti arrabbi, vero papà?- chiese con quella vocina dolce, che poteva sciogliere perfino uno con il cuore di pietra.

 

Pepper rise, tenendo Anthony in braccio e osservando l'espressione sul volto del marito. Se c'era una cosa certa su Tony era quella che non riusciva mai a dire di “no” a suo figlio! Tra loro c'era un legame fortissimo, Tony adorava il piccolo e Anthony venerava il padre come se fosse un Dio!

 

-E va bene! Andrò in auto!- esclamò Tony rassegnato. -Ma non è finita qui, furbetto che non sei altro! Mi domando da chi tu abbia preso!-

 

-Da te?! O è troppo scontata come risposta?!- rispose Pepper, sorridendo.

 

-E anche da te...- disse Tony, poi guardò l'ora. -È meglio che vada, sarei dovuto partire un'ora fa... Va be' mi aspetteranno come sempre!-

 

-Ci vediamo domani allora?- chiese Pepper.

 

-Puoi contarci, piccola!- esclamò lui, avvicinandosi e dandogli un bacio a fior di labbra.

 

Anthony sorrise. -E tu?! Perchè ridi? Mostriciattolo?- chiese, provocandolo con un appellativo a dir poco carino.

 

-Non sono un mostriciattolo!- obbiettò prontamente il piccolo. -Avrò un fratellino?!- chiese subito dopo con spontaneità.

 

Tony e Pepper rimasero abbastanza basiti per quella domanda.

 

-Perchè?! Vuoi un fratellino?!- chiese Pepper allarmata, già Tony e Anthony erano un bell'affare da tenere a bada, figurarsi un altro figlio! Mai e poi mai!

 

-No! No! Io sto bene così! Non voglio un fratellino! Solo che papà ha detto che io sono nato per un bacetto!- rispose, facendo tirare un sospiro di sollievo alla madre.

 

-Ti ho già detto che è una cosa più complessa e non riguarda solo un bacio, in pratica...- disse Tony prima di essere subito fermato da Pepper.

 

-Possiamo benissimo chiuderla qui...- disse, scambiando uno sguardo d'intesa con Tony, che si accorse subito di ciò che stava per dire!

 

-Giusto! Devo scappare! Mi raccomando...- disse, parlando col figlio. -Acqua in bocca!- esclamò, facendogli l'occhiolino e facendo per uscire di casa.

 

Anthony alzò il pollice in segno di conferma, mentre Pepper non capiva assolutamente tutto quel mistero.

 

Continua...

 

 

 

 

 

 

 

 

NdA:

Salve!

E anche questo capitolo è giunto al termine! Ryan comincia il suo malvagio inganno... preparatevi xk è davvero perfido!

Cmq... ringrazio Ale, Herry, Mary, Glu e Miri per aver recensito il settimo capitolo e grazie anche a tutti quelli che hanno letto! ;)

Ditemi che ne pensate di questo chappy!

Kiss by Sic! ^^

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Capitolo 9
*** Cuore infranto ***


 

Capitolo 9: Cuore infranto

 

Una città avvolta da fuoco e fiamme, un silenzio tombale, i rivali sempre all'erta.

 

Tony si nascondeva dietro ad un auto ammaccata, attrezzato con la Mark VI. Il respiro affannato, il battito del cuore accelerato, era nel bel mezzo di uno scontro!

 

Uno dei guanti dell'armatura aveva avuto un piccolo guasto e adesso stava cercando di sistemare il guaio prima che fosse stato troppo tardi.

 

-E quello sarebbe il Dio del tuono?! Io direi: Dio della corrente elettrica! Mancava solo che quel vichingo mi abbrustolisse un circuito del guanto con quel suo stupido martello! Ce l'avrei io un posto per dove metterglielo!- disse lui, imprecando tra sé e sé.

 

Fortunatamente il posto era oscurato, così poteva guadagnare tutto il tempo che desiderava e riuscì pure a sistemare l'indispensabile pezzo d'armatura, rovinato presumibilmente da Thor.

 

-Ehy! Testa di lattina! Dove sei?! Vieni fuori!- urlò il Dio del tuono, chiamando il suo attuale rivale, che stanziava seduto dietro ad un'auto.

 

Tony non poteva credere alle sue orecchie! Thor che lo provocava a parole! Questo era veramente il colmo! Di solito era lui a dare nomignoli fastidiosi e Thor si arrabbiava sempre. -Testa di lattina!? A me!?-

 

Tony uscì dal suo nascondiglio per dirgliene quattro. -Testa di lattina a chi!? Dio dell'elettroshock?!- Non fece in tempo a mettersi in vista che il grosso e pesante martello di Thor gli stava per sfondare la testa, se non si fosse spostato subito! Lo vide passargli a due centimetri dal capo, fortuna che aveva degli ottimi riflessi!

 

L'arma andò a colpire un edificio alto dieci piani, e naturalmente ciò che ne restò fu solamente un mucchietto di cenere.

 

Iron man guardava alle sue spalle il grattacielo che si polverizzava in un lasso di tempo brevissimo! Poi notò Mjöllnir che, alzatosi da terra, tornava indietro per finire in mano al suo possessore.

 

Tony guardò Thor, poi il mucchietto di resti ed infine di nuovo il Dio del tuono che aveva stampato in viso un sorrisetto compiaciuto.

 

-Ti sembra una cosa normale da fare!?- chiese, indicando l'edificio distrutto.

 

-Potevi non spostarti... Ti avrei solo staccato la testa!-

 

Ma che risposta era quella?!

 

-Ascoltami bene, Vichingo! Qui dobbiamo mettere delle regole in chiaro...- disse, avvicinandosi lentamente a lui, sperando che l'altro non facesse mosse azzardate. -La prima regola è che..... non ci sono regole!- gridò, attivando i propulsori e fiondandosi su Thor, che fu preso alla sprovvista e si becco un potente pugno sotto il mento, che lo fece volare indietro di un paio di metri.

 

Thor si alzò da terra dolorante, massaggiandosi il mento, sputando un po' di sangue e grugnendo qualcosa di incomprensibile.

 

-Così impari a chiamarmi testa di lattina!- esclamò Tony soddisfatto per avergli tirato un bel pugno in faccia.

 

I sensori segnalarono qualcosa in arrivo alla sua destra. Fece in tempo a girarsi per schivare nuovamente un arma, questa volta però non era il martello di Thor, bensì lo scudo, fatto di vibranio, di Capitan America! Se l'avesse preso, sicuramente si sarebbe ritrovato senza un braccio!

 

Tony si girò verso Capitan America che si stava avvicinando minaccioso. -Avete finito di prendermi come bersaglio!? Ora mi diverto un po' io!-

 

Con l'armatura cominciò a sparare fasci di energia colpendo in pieno l'eroe americano.

 

-Fuori due! Cap Cap e Vichingo fuori combattimento! Ora dov'è quell'ammassa di muscoli verde?!- chiese, cercando Hulk, che non tardò ad arrivare.

 

Questa volta però Iron man non si accorse dell'arrivo del nemico. E Hulk gli saltò addosso, bloccandolo sotto il suo peso. -Hulk non è ammassa di muscoli verde! Hulk è Hulk!-

 

Tony cercò di liberarsi, ma inutilmente... aveva le braccia bloccate e sopra di lui aveva un peso decisamente greve!

 

Doveva trovare un modo di liberarsi prima di passare a miglior vita! Trovato! Il reattore centrale! Caricò tutta l'energia possibile al pezzo toracico, sprigionando poi un potente fascio di energia, facendo volare Hulk, liberandosi dal suo peso.

 

-Fuori tre! Iron man is the best!- disse, esultando tra sé.

 

-Smettila di fare il buffone!- esclamò Steve, rialzandosi e riprendendo il suo inseparabile scudo.

 

SIMULAZIONE TERMINATA – SIMULAZIONE TERMINATA” la voce metallica del computer irruppe nella stanza.

 

Lentamente i palazzi sparirono, insieme alle fiamme e i detriti. Riportandoli nella stanza virtuale per allenamenti di quel genere.

 

Tony alzò la visiera dell'elmo. -Buffone?! Siete solo invidiosi!-

 

Thor si alzò e, senza dire una parola, uscì dalla stanza, molto probabilmente colpito nell'orgoglio, essendo stato sconfitto ad un'umile umano, come li chiamava lui.

 

-Ehy, Bruce... tutto ok?!- chiese Tony, notando che il gigante verde non si rialzava da terra.

 

-Certo... sto solamente regolarizzando il battito per tornare umano...- rispose lui e dopo pochi secondi tornò alle sue sembianze reali. -Ho la pellaccia dura!- Tony lo aiutò a rimettersi in piedi. Bruce notò che Thor se n'era andato. -Ma dove è andato quel testone?-

 

-Si sarà offeso perchè sono riuscito a metterlo al tappeto... è permaloso e poi non ci sopportiamo a vicenda... perciò...- affermò Tony, ridendo, poi si girò verso Steve. -Cap Cap, sai qualcosa in più riguardo a quello che ci ha detto Fury ieri sera?-

 

-La situazione è delicata... questi Skrull sono in grado di acquisire sembianze umane, possono spacciarsi per chiunque. Abbiamo la certezza che siano qui nel dipartimento, ma non abbiamo ancora capito come riconoscerli... dobbiamo stare attenti...-rispose Steve, leggermente preoccupato per la situazione.

 

-Ok... terrò gli occhi aperti... però per adesso non è la mia prima preoccupazione, devo andare altrimenti arriverò a casa a notte fonda! Ci vediamo ragazzi!- salutò e corse subito fuori dalla stanza virtuale.

 

Dopo pochi minuti era già in viaggio con la sua lussuosa auto di marca, una delle tante che si vantava di possedere.

 

Il sole era in procinto di nascondersi dietro le onde dell'Oceano Pacifico, creando varie sfumature al cielo che lentamente iniziava a colorarsi di rosa per arrivare a tonalità più intense lungo la linea del tramonto.

 

A bordo dell'Audi Spider grigia, Tony sfrecciava lungo la Pacific Coast Hwy diretto verso la sua abitazione a Malibu con il tettuccio rigorosamente abbassato per guastare a pieno il vento provocato dall'alta velocità con la quale correva.

 

Era piacevolmente adagiato sul sedile con una mano sul volante e l'altra appoggiata alla sua gamba, indossava gli occhiali da sole Ray-ban per evitare la fastidiosa luce che gli impediva di osservare la strada davanti a sé.

 

Arrivò a casa, parcheggiando l'auto nel grande piazzale, che si affacciava al mare. Si stupì di vedere la macchina di Happy col motore acceso davanti alla porta di casa.

 

Abbassò i Ray-ban per vedere meglio. Happy stava uscendo di casa con un paio di valige e le stava caricando nel portabagagli. Tony scese dall'auto, togliendosi gli occhiali e andando verso Happy.

 

-Ciao! Cosa stai facendo?!-

 

-Carico i bagagli... ti sei messo nei guai questa volta...- rispose Happy, continuando a caricare. Tony lo guardò stranito.

 

-Nei guai?! Per cosa!?- chiese Tony, non capendo più cosa stava succedendo.

 

-Meglio se entri e veda con i tuoi occhi...- rispose l'autista con uno sguardo leggermente preoccupato.

 

Tony entrò in casa, arrivando in salotto e trovando il piccolo Anthony seduto con il pupazzetto di Iron man in mano.

 

-Ciao, campione!- lo salutò il padre. Anthony tirò su il capo, poi tornò a guardarsi la punta delle scarpe che faceva ciondolare, mugugnando un leggero “ciao”.

 

Tony si stupì abbastanza per quella fredda accoglienza, di solito Anthony appena lo vedeva gli saltava in braccio felice e quella reazione era stato un duro colpo. Si avvicinò al figlio abbassandosi alla sua altezza.

 

-Che succede? Qualcosa che non va?!- domandò Tony preoccupato, vedendo il bimbo così triste.

 

-Non lo so! Mamma è arrabbiata con te, ma non so per cosa! E ha detto che andiamo dai nonni per un po' di tempo!- esclamò quasi con le lacrime agli occhi.

 

-Cosa?!?! Quando ha deciso questa cosa?!- chiese, non credendo alle sue orecchie.

 

-Ha visto una cosa in tv questo pomeriggio, mi ha detto che hai fatto una cosa sbagliata e mi ha ordinato di non accendere la televisione! Adesso andiamo dai nonni...- disse, spiegando tutto al padre che però non capì cosa avesse fatto di sbagliato, visto che era stato per tutto il tempo alla base dei Vendicatori!

 

-Dov'è la mamma?!-

 

-Stava preparando le valige... che cosa hai fatto di sbagliato?- chiese il piccolo innocentemente, sicuro che le cose si sarebbero risolte subito.

 

-Non... non lo so...- rispose Tony scuotendo il capo, leggermente dubbioso.

 

Pepper entrò nella stanza, pronta per partire, Tony si girò verso di lei. Era arrabbiata, molto arrabbiata...

 

-Anthony, saluta tuo padre che andiamo.- disse al bimbo.

 

-Ma che sta succedendo!? Cos'ho fatto di male?!- domandò Tony, avvicinandosi di qualche passo a lei, che subito indietreggio. Tony si bloccò d'impulso, non si era mai comportata così...

 

-Cos'hai fatto di male?! Tu mi chiedi cosa hai fatto di male!? Vorrai scherzare, vero?!- chiese quasi urlando, poi fece un sospiro, cercando di calmarsi. Anthony non doveva vederli litigare, né doveva sapere quello che Tony aveva fatto. -Anthony, per favore, vai in macchina...- disse al piccolo, guardando il pavimento.

 

Anthony guardò il padre, cercando di trovare un qualsiasi appiglio. Tony osservò gli occhi azzurri del figlio e con un sorriso sforzato gli disse: -Obbedisci alla mamma. Forza... va'!-

 

Il bimbo non capì il perchè di quelle parole, ma si limitò ad alzarsi dal divano e con il pupazzetto in mano si diresse verso l'ingresso.

 

-Ciao, papà...- salutò con tono triste.

 

-Ciao, campione! Saluta i nonni da parte mia!- esclamò, salutandolo con la mano e mantenendo un atteggiamento tranquillo e normale, per non far preoccupare il piccolo.

 

Una volta che il bimbo abbandonò la stanza Pepper cominciò a parlare, senza però guardare Tony negli occhi.

 

-Anthony non deve sapere niente di quello che hai fatto... non voglio metterlo contro di te, perciò è meglio che lui non ascolti...- Pepper aveva mandato fuori il piccolo per il suo bene, ma Anthony si era fermato all'ingresso, ascoltando la conversazione e cercando di non far rumore.

 

-Ok... giusto. Ma se qualcuno non mi spiega che cazzo ho fatto non posso risolvere niente!- rispose Tony molto preoccupato e soprattutto irritato per la situazione che si stava creando.

 

-Cos'hai fatto?! Eri troppo ubriaco e ti sei dimenticato tutto?!- aveva la voce tremolante e non riusciva ad alzare lo guardo.

 

-Ubriaco!? Pepper, ma cosa stai dicendo!?- chiese, avvicinandosi a lei e mettendole una mano sulla spalla.

 

-Non mi toccare!- enunciò lei scostandosi. Tony cominciava a preoccuparsi, notò che Pepper aveva gli occhi arrossati, presumibilmente dal pianto.

 

Lei si allontanò, andando verso il divano e prendendo il telecomando della tv in mano. Il grande schermo si illuminò e le fatidiche immagini comparvero.

 

-Sei su ogni canale televisivo...- affermò, lasciando cadere sul divano chiaro il telecomando.

 

Tony guardava le immagini non credendo ai suoi occhi... era lui la sera prima con tre donne intorno e una bottiglia di champagne in mano! Solo che lui non aveva fatto mai una cosa simile! Non sapeva cosa dire...

 

-Non sono io!- esclamò, dicendo la verità.

 

-Chi vuoi che sia!? Un tuo sosia!? Andiamo... Tony hai parlato pure con il cameraman, guarda con i tuoi occhi!-

 

Le immagini mostravano chiaramente il volto di Tony che diceva: “Questa sì che è vita! Tony Stark è così che si diverte!” e poi beveva champagne direttamente dalla bottiglia.

 

-Ti posso giurare che quello che vedi non sono io! Sono stato alla base dei Vendicatori tutto il tempo!- esclamò, cercando di discolparsi.

 

-Quella dei Vendicatori era solo una scusa! Come posso fidarmi se ci sono prove schiaccianti contro di te?! Non sono stupida, Tony!- urlò furibonda, guardandolo dritto negli occhi.

 

Tony poteva chiaramente capire dai suoi occhi, che era ferita e delusa. In quel momento si sentì un verme, anche se non aveva fatto nulla di tutto ciò per cui l'avevano accusato. In un modo o nell'altro l'aveva fatta soffrire, ancora...

 

Pepper abbassò lo sguardo, le veniva da piangere. Guardò il tatuaggio che aveva sul polso, lo stesso che aveva Tony. Le loro iniziali, qualcosa che li univa come il loro cucciolo... Le si offuscò la vista, le lacrime cominciarono a farsi sentire umide sul suo volto. Abbassò il braccio e si asciugò gli occhi con il dorso della mano.

 

-... ti prego... devi credermi...- quelle parole erano come una supplica, doveva pur esserci un modo per uscirne! -Pepper... non sono io quello!- affermò, indicando le immagini sul televisore. -... non farei mai una cosa del genere. Io ti amo!-

 

-Anche io ti amo, però non posso crederti... mi dispiace, ma questo casino l'hai fatto tu!- affermò afflitta, si guardò l'anello infilato nell'anulare della mano sinistra. -Esattamente cinque anni fa ci siamo giurati amore eterno... Io ci credevo con tutto il cuore, ma mi sbagliavo...-

 

Anthony sentì tutto da dietro la porta d'ingresso. Non riusciva a credere a quello che stava sentendo, suo padre non avrebbe mai fatto una cosa del genere! Corse fuori senza farsi sentire e salì in macchina, pregando che le cose tornassero come prima.

 

Pepper si sfilò la fede dal dito.

 

-No... ti prego...- sussurrò Tony affranto per ciò che stava succedendo.

 

-Non rendere le cose più complicate... Io e Anthony andiamo dai miei genitori, ti chiedo di non cercarmi ho bisogno di tempo...- detto questo, gli mise in mano il piccolo gioiello dorato e infilatosi gli occhiali da sole per nascondere le lacrime uscì di casa, partendo via col figlio.

 

Tony rimase al centro della stanza, cadendo sulle ginocchia, osservando il vuoto davanti a sé. Strinse i pugni, chiudendo gli occhi, sperando che quello fosse solamente un incubo, sbatté un pugno per terra, cercando di affievolire il nervoso.

 

La televisione continuava a trasmettere le stesse immagini con un Tony che diceva quelle parole. Quello non era lui... era stato incastrato da qualcuno, qualcuno che voleva allontanarlo da lei.

 

Afferrò il telecomando in mano e con un urlo lo scaraventò contro il televisione, spaccando lo schermo in mille pezzi. A pezzi come il suo cuore.

 

Continua...

 

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NdA:

Salve a tutti, miei cari lettori!

Tenevo a precisare alcune cose riguardo questo capitolo...

Dunque... come avete potuto vedere nella prima parte del capitolo non ci sono tutti i Vendicatori che sono presenti nel film. Questo perchè, quando l'ho scritta, non avevo la benché minima idea dei personaggi presenti nel film “The Avengers” che uscirà prossimamente al cinema. Infatti ho voluto mettere solamente quei Vendicatori a cui è stato dedicato un film (Iron man, Hulk, Thor, Capitan America). Oltretutto c'è anche il fattore “rapporto tra i personaggi”, anche qui non sapevo come gestirmi in base al film che vedremo a Maggio, così ho immaginato delle relazioni che in parte rispecchiano la storia fumettistica dei Vendicatori.

Arrivando alla seconda parte... bel casino, vero!? Chissà come Tony riuscirà a scoprire chi l'ha messo nel sacco e sopratutto: riuscirà a convincere Pepper di essere innocente?!

Non vi resta che scoprirlo la prossima settimana, leggendo il decimo capitolo!

Ed infine grazie a Herry, Nico, Ale, Mary e Glu per aver recensito lo scorso capitolo!

Ditemi che ne pensate di qsto chappy! ^^

Alla prossima! Ciaooo

 

Sic

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Capitolo 10
*** Un barlume di speranza ***


 

Capitolo 10: Un barlume di speranza

 

Tony scese in laboratorio, sfogando la sua rabbia scagliando qualunque oggetto gli passasse a tiro. Dentro di sé provava un senso di rabbia profonda... qualcuno lo aveva ingannato. Era stato attirato in una trappola e ora lei lo odiava.

 

Come poteva trovare delle prove a favore della sua versione? Quel tipo che si spacciava per Tony Stark era la sua fotocopia, due gocce d'acqua! E prendendo in considerazione il fatto che lui un tempo si comportava in quel modo, Pepper di sicuro aveva pensato che il “vecchio Tony” era tornato per un motivo ignoto.

 

Doveva trovare una soluzione! Scoprire chi l'aveva messo nel sacco e soprattutto perchè.

 

C'era un problema: Tony non riusciva a reagire, davanti ai suoi occhi si proiettava lo sguardo di Pepper... quei bellissimi occhi azzurri, che erano stati luce di sorrisi per anni, in soli cinque minuti erano stati distruttivi.

 

Perchè quegli occhi avevano specchiato tutta la delusione, lo sconforto e la sofferenza, che provava verso di lui in quel momento.

 

Ora era lì, seduto sul gelido pavimento del laboratorio, osservandosi il palmo della mano dove posava il grazioso anello, che rappresentava la loro unione nel matrimonio... E davanti a sé ritrovava il suo sguardo afflitto.

 

Strinse gli occhi, passandosi una mano sul volto e mettendo la fede della compagna in tasca.

 

Non ce la faceva più... continuava a vederla e continuava a soffrire...

 

Si alzò da terra, dirigendosi verso il punto cucina, aprì l'anta di un armadietto. Voleva dimenticare quello sguardo e c'era solo un modo per farlo... Afferrò la bottiglia mezza piena di vodka, bevendone un sorso.

 

La bevanda gli bruciò in gola, si sentì ardere lo stomaco, però continuò a ingurgitare ancora dell'alcool.

 

Si era rassegnato... ormai l'aveva persa. Non c'era modo per farle scoprire la verità... non gli avrebbe mai creduto.

 

Si accasciò sulla sedia davanti alla scrivania, cominciò a bere sorso dopo sorso, mandando giù gocci di vodka, continuando a guardare la foto incorniciata appoggiata sul tavolo: lui, Anthony e Pepper, in quell'immagine i suoi occhi erano felici... era così che voleva ricordarli.

 

*******************************************************************************

 

Pepper col figlio era andata a casa dei suoi genitori, doveva prendere un po' di tempo e poi avrebbe deciso come agire nel migliore dei modi.

 

Con Anthony era tutto più difficile, lei non voleva assolutamente mettere il piccolo contro il padre e aveva deciso di non affrontare ancora quell'argomento.

 

Però stava soffrendo, soffrendo molto... non riusciva a spiegarsi il comportamento di Tony, l'aveva tradita. Vedendo quelle immagini in tv, le era sembrato come che il cielo le stesse cadendo sulla testa e soprattutto era doloroso come una pugnalata al cuore.

 

Lei lo amava davvero con tutta l'anima...

 

Ora si sentiva vulnerabile e cercava di non pensare a Tony o a quello che era successo. Non pensare a Tony era la cosa più difficile... infatti poteva vedere il suo ritratto nel figlio, che ancora non capiva cosa fosse accaduto.

 

Pepper davanti a Anthony indossava come una maschera, non voleva farlo preoccupare e ad ogni domanda posta dal piccolo rispondeva: “Va tutto bene...”

 

Era riuscita perfino a calmare il padre, che era su tutte le furie. Con quel caratterino che si trovava, la prima cosa che avrebbe voluto fare era stata uccidere Tony! Mancava poco che montasse in macchina!

 

Tony, anni prima, gli aveva testualmente giurato che non avrebbe fatto soffrire Pepper. Ed invece era successo...

 

James continuava a camminare per la casa, borbottando: “Io lo uccido!”. Alla fine Pepper era riuscito a convincerlo di smetterla per il bene di Anthony.

 

Venne sera e Pepper mise a dormire Anthony, che però non aveva alcuna voglia di andare a letto.

 

-Ma io non ho sonno!- protestò, stando in piedi sul letto.

 

-Stai tranquillo, che sicuramente ti verrà!- esclamò Pepper, sorridendogli e infilandogli la maglietta del pigiama, prima facendo sbucare la testolina e poi le braccia.

 

-Ma non posso dormire! Io devo fare la guardia alla casa, qui non c'è Jarvis!-

 

-Ah! Ora ho capito! Hai ragione! Qualcuno deve fare la guardia!- disse, stando al gioco, mantenendo un comportamento normalissimo. -Però quel qualcuno non sarai tu! Forza, cucciolo, sotto le coperte!- esclamò, ridendo per il broncio comparso sul visetto del bimbo.

 

Anthony rise, felice di aver sentito la risata della sua adorata mamma. Le saltò in braccio, abbracciandola. Pepper scostò le lenzuola, mettendo il piccolo sul materasso e rimboccandogli le coperte, poi si sedette sul bordo del letto.

 

Osservò il suo angioletto così somigliante al padre... Quel bambino era il frutto del loro amore e colui che li avrebbe tenuti uniti nel bene e nel male.

 

-Mamma...- disse Anthony, interrompendo i suoi pensieri.

 

-Dimmi...- enunciò Pepper, sorridendogli e sistemandogli la zazzera di capelli castani.

 

-...io devo proteggerti... gliel'ho promesso a papà. E adesso lui non c'è...- Il piccolo aveva capito che i genitori avevano litigato e temeva che non tornassero più insieme.

 

Pepper sentì gli occhi inumidirsi di lacrime. Non doveva piangere davanti a lui... Fece un sorriso forzato e gli ripeté: -Va tutto bene!- Anche se non era la verità...

 

La verità era che faceva fatica ad andare avanti con quel peso, ogni volta che guardava Anthony vedeva Tony. Era difficile!

 

Sentì le lacrime farsi più pungenti... Si alzò e diede un bacio sulla fronte al piccolo.

 

-Buona notte, cucciolo.-

 

-Notte, mamma.- rispose, guardando la madre uscire dalla stanza.

 

Pepper chiuse la porta della stanza e scoppiò... le lacrime cominciarono a sgorgare copiose sulle sue guance, corse nella sua stanza, chiudendosi dentro.

 

Scivolò lentamente con la schiena contro la porta. Accovacciata a terra, nascondendo il visto tra le mani, proruppe tutta la sua sofferenza.

 

*******************************************************************************

 

Intanto Tony sfogò il suo dolore nell'alcool, ingurgitando vodka goccio dopo goccio, aspettando che la bevanda gli desse completamente alla testa.

 

Guardò il contenuto della bottiglia, l'aveva quasi finito. A lui si avvicinò Sonny, il robottino costruito da Anthony e lo osservava con quei grandi occhioni luminosi.

 

-E tu che vuoi, lattina?- gli chiese infastidito, non sapendo con chi parlare se non con quell'assurdo robottino che lo fissava.

 

-Blip-Blop- Sonny emise quel suono, d'altro canto non poteva dire altro!

 

-Tu credi che si sistemerà tutto come prima?- domandò, stupendosi di parlare con un robot che non capiva niente, forse l'alcool aveva cominciato a circolare! -Io lo spero... non posso vivere così...- enunciò, bevendo un altro sorso di vodka.

 

-Blip- Sonny si avvicinò di più a Tony, prendendo la bottiglia e sfilandogliela dalle mani. Tony lo guardò stranito, possibile che avesse capito cosa stava succedendo? Lo lasciò fare poi si abbandonò completamente sulla sedia, guardando il soffitto.

 

Vedeva delle strane luci intorno a sé, poi vide i muri oscillare. L'alcool era in circolo.

 

-Non posso vivere così...- sussurrò, passandosi una mano sul viso. -Jarvis!- richiamò il computer.

 

-Signore...- rispose l'altro, attendendo ordini.

 

-Credi che il miglior modo per morire sia l'impiccagione!?- ora non era nelle facoltà mentali per dire cose sensate!

 

-A parer mio... la morte non è una delle soluzioni migliori. C'è una spiegazione a tutto quello che è successo, non può arrendersi in questo modo!- disse Jarvis, cercando di spronarlo.

 

-Potrei pure aspettare di entrare in coma etilico, se mi scolo ancora una bottiglia non dovrebbero esserci problemi... oppure potrei usare l'armatura e volare fino a schiantarmi da qualche parte... non è una brutta idea!- Adesso c'era da preoccuparsi, non lo stava nemmeno ascoltando! Qualcuno doveva intervenire prima di un disastro irreparabile.

 

-Chiamo qualcuno che venga ad aiutarla...- affermò il computer, temendo le pazze idee del padrone.

 

-Sì... chiama Pepper... dille che ritorni da me...- implorò disperato, cercando di alzarsi in piedi, ma senza alcun successo.

 

*******************************************************************************

 

Aveva compiuto il suo sporco e perfido lavoro. Era riuscito ad allontanarla da lui e ora Ryan era più che felice. Aveva il campo libero.

 

Mediante spie aveva scoperto che Pepper si trovava a casa dei genitori, perciò il prossimo passo, che si era imposto di fare, era andare da lei...

 

Il suo desiderio iniziava a prendere forma... Doveva essere fermato, non si sarebbe arreso facilmente, avrebbe usato ogni mezzo a sua disposizione per arrivare alla sua meta. E dopo averla conquistata, sarebbe iniziata l'invasione. Mancavano pochi dettagli e poi la terra poteva arrendersi ai voleri degli Skrull. I Vendicatori non avrebbero potuto fare niente, il loro intervento sarebbe stato invano...

 

-Neanche Tony Stark può nulla contro la mia astuzia! Lei sarà mia... Lei è tutto!- ghignò soddisfatto, camminando per i corridoi del suo stabilimento.

 

*******************************************************************************

 

Jarvis aveva subito pensato di chiamare soccorsi e pochi minuti dopo il salvatore di Tony arrivò a controllare cosa fosse successo.

 

Tony era ancora seduto alla scrivania, continuando a fissare la foto incorniciata. Sentì la porta del laboratorio scattare e si girò per vedere chi fosse.

 

Era il colonnello Rhodes, nonché migliore amico di Tony.

 

-Vaffanculo, Jarvis! No... Rhody no! Dovevi chiamare Pepper!- protestò Tony, riprendendo il computer, perchè non aveva obbedito agli ordini imposti.

 

Rhody si avvicinò a lui, che guardava un punto fisso davanti a sé. Anche il colonnello aveva visto quelle immagini in tv ed era convinto, come la maggior parte delle persone, che quello fosse realmente Tony. Era rimasto stupito di vedere quelle immagini, una mossa così stupida non se la sarebbe mai aspettata, anche perchè lo vedeva felice con Pepper e Anthony. Era cambiato.

 

-Si può sapere in che casini vai a metterti!? La cazzata l'hai fatta! E adesso sfoghi la tua rabbia nell'alcool perchè sei stato scoperto!?- disse abbastanza irato, avendo notato Tony poco lucido e Sonny con una bottiglia di vodka tra le mani.

 

Tony sbatté un pugno sul tavolo, alzandosi di scatto anche se a stento manteneva l'equilibrio.

 

-Secondo te quel coglione ero io!? Ieri sera ero alla base dei Vendicatori! Quello non ero io! Perchè avrei dovuto farlo, poi?! Io senza di lei non posso vivere, non vivo! Non ho nessuno a parte lei e Anthony, adesso sono solo e attaccato da tutti per una cosa che non ho fatto!- urlò incazzato, guardando Rhody dritto negli occhi.

 

L'amico rimase stupito per quella reazione. Ora era convinto che non fosse stato lui, la sua voce era afflitta e arrabbiata. Non lo aveva mai visto così distrutto, uno sguardo arreso e si poteva vedere tutto il dolore che stava provando. Aveva pianto...

 

-Non so chi cazzo fosse quel bastardo! Ma non c'è niente da fare... lei non mi crederà mai!- esclamò, tirando un calcio al tavolo e riprendendosi la bottiglia di vodka.

 

-Basta! Non bere, questo non ti porterà da nessuna parte.- enunciò, strappandogli la bevanda dalle mani e andando a gettarla nel lavello. -Ora ti credo. Ti si legge negli occhi, quello non eri tu. Adesso però dobbiamo capire chi era il tipo di ieri sera...-

 

Tony si andò a sedere sul divano, seguito da Rhody che lo fissava, attendendo una risposta.

 

-Senti... non sono in grado di ragionare, ho bevuto mezza bottiglia di vodka e l'alcool sta entrando in circolo a meno che tu non abbia indosso un sombrero...- disse Tony, lanciando un'occhiata all'amico per vedere i suoi occhi sgranare... la risposte era: no. -Lo immaginavo.-

 

-Comunque... come procediamo!?- domandò Rhody.

 

-Non lo so... proprio non lo so!- esclamò, scuotendo il capo e cercando di concentrarsi per trovare una soluzione a quel seccante problema.

 

-Potrebbe essere stato un tipo con una maschera, che voleva solo farsi passare per te...- propose il colonnello, guadagnandosi un'occhiata scettica da parte di Tony.

 

-Una maschera!? Cazzate! Le immagini le hai viste o hai fatto finta? Quello sembrava il mio gemello!- affermò Tony, stupefatto dell'ipotesi appena fatta dall'amico.

 

-Giusto... Non è una maschera. Potrebbe essere un matto che si è fatto fare una plastica facciale oppure si è sottoposto a raggi X e ha acquisito il tuo aspetto!- enunciò, proponendo la cosa più assurda che potesse passargli per la testa.

 

Tony si illuminò. Aveva capito tutto! -Gli Skrull!-

 

-I... che!?!?!- domandò Rhody, non avendo capito la parola.

 

-Gli Skrull! Cap me ne ha parlato questa mattina! Sono degli alieni che hanno la capacità di cambiare aspetto a loro piacimento. Ha pure detto che ce ne sono sulla terra, ma non li hanno ancora individuati. Sono quelli!- esclamò, alzandosi in piedi, ma subito ricadde seduto, poiché gli girava la testa.

 

-Fa' piano! Sicuro che sono alieni?!- chiese, sperando che le parole dell'amico non fossero dovute dall'alcool.

 

-Più che sicuro!- affermò convinto, nella sua voce si poteva avvertire un barlume di speranza. Cercò di rimettersi eretto, sorreggendosi alla mobilia intorno, dopo si diresse verso l'ascensore che portava al piano di sopra. -Jarvis, avverti la base dei Vendicatori. Non dare la mia disponibilità per l'intervento... devo sistemare un paio di cosette...-

 

-Dove vai!?- chiese Rhody preoccupato.

 

-A vomitare... e poi ad ingurgitare una quantità elevata di aspirine!- rispose come se fosse la cosa più normale del mondo. -Dimenticavo! Jarvis!-

 

-Signore...- rispose il computer cordialmente, attendendo ordini.

 

-Se trovano quel figlio di puttana, avverti Fury di tenermelo da parte... Ho intenzione di farlo fuori con le mie stesse mani!-

 

 

Continua...

 

 

 

 

 

NdA: Salve a tutti miei cari lettori!

Allora?! Che ne pensate di questo capitolo?!

Intanto mi scuso per il colorito linguaggio di Tony in certe parti, ma molte ipotesi sono a suo favore: è arrabbiato, non sa cosa fare, è ubriaco e poi io volevo assolutamente mettere l'ultima frase che leggete qua sopra (non potevo farne a meno! Da' effetto, vero!? Spero di sì! ^^)

Cmq Tony ancora una volta ha capito cosa sta succedendo, xò manca un piccolo tassello al puzzle... Chi è lo Skrull che ha fatto tutto questo disastro? Naturalmente noi lo sappiamo, ma il nostro eroe no! Perciò, mi raccomando, continuate a seguirmi per sapere come andrà lo scontro faccia a faccia! ;)

Ringrazio Ale, Herry, Nico, Miri, Glu e Mary per aver lasciato una recensione allo scorso chappy! Grazie 1000!

Ci sentiamo la prox settimana per l'undicesimo capitolo! ;) nn dimenticatevi di dirmi che ne pensate di qsto chappy! ^^ Un bacione!

 

Sic

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Capitolo 11
*** Di nuovo insieme ***


 

Capitolo 11: Di nuovo insieme

 

La mattina seguente Pepper si occupò del piccolo Anthony. Lo svegliò, lo aiutò a vestirsi e poi lo portò in cucina dove gli preparò la colazione.

 

Anthony era seduto sulla sedia, ciondolando le gambe e aspettando la sua tazza di latte, si guardò intorno. La casa incombeva nel silenzio, c'erano solo lui e la sua mamma.

 

-Mamma, dove sono i nonni?- Pepper si girò verso il piccolo, sorridendo.

 

-I nonni sono andati a fare delle commissioni, torneranno tra poche ore.- affermò, rispondendo al figlio.

 

Pepper aveva gli occhi arrossati, e tentava di nasconderli con la frangetta, ma Anthony se ne era accorto lo stesso. Aveva sentito la sua mamma piangere la sera prima ed era rimasto nel letto immerso nei suoi pensieri, sperando che le cose tornassero tutte come prima.

 

-Ecco latte e biscotti per il mio bellissimo angioletto!- esclamò Pepper con tono felice, mettendo in tavola tutto il necessario.

 

-Grazie!- rispose educatamente Anthony, era un po' triste ed era arrabbiato con suo padre perchè aveva fatto piangere la sua mamma... però non aveva ancora perfettamente capito cosa avesse combinato.

 

Il campanello suonò.

 

-Vado a vedere chi è. Fa' il bravo e finisci tutto!- disse per poi allontanarsi, andando ad aprire la porta di casa.

 

Anthony rimase in cucina, finendo la sua colazione e ascoltando silenziosamente tutto, curioso di sapere chi fosse.

 

Pepper aprì la porta e davanti a lei si presentò un vecchio amico che non vedeva da tanto tempo. Rimase leggermente stupita per quella visita, non se l'aspettava. I capelli biondi accuratamente tirati indietro, indossava dei pantaloni scuri con una camicia viola intenso e una cravatta marrone a tinta unita... diciamo che non era proprio bravo ad abbinare i colori.

 

-Ciao, Ryan! Che piacere rivederti! Prego, entra!- disse cordialmente, facendo entrare l'uomo.

 

-Sono passato a farti un saluto. Ho scoperto cos'è successo e ho pensato che fossi qui...- rispose lui, seguendola fino al salotto, dove la ragazza lo fece accomodare.

 

-Ah... lo hai visto pure tu...- disse, sedendosi sul divano in pelle nera e guardando il pavimento lucido.

 

-Un po' tutto il mondo lo ha visto! Lasciatelo dire: Tony ha fatto l'errore più grande della sua vita! Era fortunato ad averti...- affermò, guardandola negli occhi azzurri. Pepper non sapeva cosa rispondere, ne capiva dove Ryan volesse arrivare...

 

-Pepper...- cominciò Ryan, avvicinandosi di più alla ragazza e poggiandole una mano sulla sua. -Per qualunque cosa io sarò disponibile. Puoi contare su di me, sempre!-

 

-Grazie.- rispose leggermente titubante. Aveva il sospetto che Ryan ci stesse provando con lei, non era un sospetto, ma una certezza! Era subito corso da lei, cercando di consolarla e forse cercando di ammaliarla!

 

Ryan si stava avvicinando troppo. Pepper cominciò a sperare in uno squillo di telefono o il trillo del campanello! Doveva uscire da quella situazione, nonostante tutto quello che era successo lei provava ancora un sentimento forte per Tony!

 

Fortunatamente venne salvata.

 

-Mamma, io ho finito.- affermò il piccolo, entrando nella stanza e salvando la madre da quell'orribile imbarazzo che si era creato.

 

Pepper si alzò di scatto, andando verso il bimbo. -Anthony, questo è Ryan King un mio vecchio amico. Ryan, lui è Anthony mio figlio.- disse, facendo le presentazioni.

 

Anthony, avendo visto quell'uomo così vicino alla sua mamma, si irrigidì, fissandolo con sguardo serio.

 

Squillò il telefono e Pepper dovette andare a rispondere, visto che in casa non c'era nessun altro.

 

-Torno subito. Intanto chiacchierate un po'!- esclamò, sparendo nell'altra stanza, rispondendo al telefono.

 

Anthony continuava ad esaminare Ryan. Quei capelli biondissimi, i lineamenti del viso severi e spigolosi e poi aveva quello strano completo con dei colori che facevano a cazzotti!

 

-Hai quattro anni, giusto!?- chiese Ryan, cercando di attaccare conversazione. Anthony non gli rispose, continuando a scrutarlo in ogni movimento che compiva. -Bene...- disse l'uomo, sentendosi un po' a disagio.

 

-Così ti chiami Anthony come tuo padre...-

 

-Stalle lontano!- affermò il bambino con tono serio. -Stai lontano dalla mia mamma! Lei è di papà!- esclamò, sostenendo lo sguardo intimidatorio di Ryan.

 

Ryan sussultò, quel bambino aveva capito. Gli era bastato poco per capire, ma ormai nessuno l'avrebbe fermato, tanto meno un moccioso come quello.

 

La sua bocca ebbe un guizzo, poi incamminandosi verso l'uscita, parlò: -Ancora per poco...-

 

Anthony lo guardò andarsene, preoccupato per l'ultima frase detta dall'uomo. Pochi secondi dopo Pepper entrò nella stanza, guardandosi attentamente attorno, poi posando lo sguardo sul figlio, che fissava la porta all'entrata.

 

-Dov'è Ryan?- gli chiese, abbassandosi alla sua altezza per far sì che incontrasse i suoi occhi.

 

-È andato via...- rispose il piccolo con sguardo serio. -Quello non mi piace...- affermò convinto, scuotendo il capo.

 

Pepper sorrise. Tony aveva detto la stessa identica frase, la prima volta che aveva visto Ryan. A volte gli sembrava di vedere il compagno, riflesso negli occhi cielo del figlio.

 

*******************************************************************************

 

Seduto sul sedile del passeggero, si massaggiava le tempie, proteggendo gli occhi con degli occhiali da sole.

 

Rhody guidava silenziosamente l'auto, lanciandogli ogni tanto qualche occhiata, cercando di non farsi vedere.

 

-Finiscila di fissarmi...- enunciò Tony, sorreggendosi la testa con un braccio.

 

-Non hai una bella cera. Sei sicuro di quello che stai per fare?- gli chiese, continuando a fissare la strada, leggermente in imbarazzo per essere stato scoperto.

 

Tony si abbassò gli occhiali sul naso, lanciandogli uno sguardo sbieco. -Sfido chiunque ad avere una cera migliore della mia, dopo tutto quello che mi è successo! Sto andando avanti a caffè e aspirine... E sono più che sicuro di quello che sto per fare!- esclamò per poi risistemarsi gli occhiali scuri.

 

-Ok... ma stai bene!? Ti è passata la sbornia?-

 

-Sto bene! Sono passate parecchie ore. Sono già le cinque di pomeriggio e sinceramente mi stupisco di avere ancora un lieve mal di testa!- disse, ricordando gli anni passati, dove le sbornie erano all'ordine del giorno.

 

Rhody continuò a guidare silenzioso sino ad arrivare alla meta. -Siamo arrivati.- enunciò, fermandosi davanti alla grande casa.

 

-Bene... ci siamo!- esclamò, scendendo dall'auto, cercando di mettersi coraggio. Si girò verso l'amico.

 

-Sicuro di non volere che venga pure io? Potrei aiutarti a spieg...-

 

-No, non preoccuparti. È una faccenda che devo sistemare da solo. Grazie per il passaggio, amico!- esclamò, sorridendogli e salutandolo.

 

Rhody partì, intanto Tony si avviò verso la porta d'ingresso della casa. Doveva chiarire una volta per tutte la faccenda.

 

Si fermò davanti alla porta, si tolse gli occhiali e contò fino a dieci, cercando di calmarsi. Alla fine, deciso e pronto, suonò il campanello.

 

Vennero ad aprire e Tony si ritrovò davanti l'ultima persona che avrebbe voluto incontrare in quel momento: suo suocero James.

 

James lo fissò per qualche secondo, poi fece per chiudergli la porta in faccia, ma prontamente Tony riuscì a bloccarla.

 

-Vattene. Lei non ti vuole vedere. Dopo quello che le hai fatto non avresti nemmeno dovuto venire qui!- affermò James con tono duro, guardando negli occhi il genero.

 

Tony cercò di dire qualcosa, ma fu anticipato da James: -Ti avevo dato la mia fiducia... Mi avevi promesso che non l'avresti più fatta soffrire. (*) Lasciatelo dire, ragazzo: mi hai deluso.-

 

-C'è una spiegazione! Posso spiegare tutto se mi lascia entrare!- esclamò Tony, cercando di convincerlo.

 

-Vattene! Ti ho già detto che lei non vuole vederti!- disse, chiudendo la porta. Tony la fermò poggiandoci sopra una mano.

 

James riaprì. Lo vide affranto e distrutto, non sapeva più cosa fare. Tony non riuscì a guardarlo negli occhi, teneva la testa china con gli occhi fissi al pavimento.

 

-Mi faccia solo vedere mio figlio... dopo me ne vado...- la sua voce era come un sussurro, una supplica.

 

James ci pensò qualche secondo, poi arrivò alla conclusione che Tony poteva vedere il bimbo, dopotutto era sempre suo padre!

 

-Entra... Anthony è in salotto...- disse James, per poi lasciarlo entrare.

 

Tony si diresse verso il salotto e trovò il piccolo seduto sul divano che giocava con vari modellini di aerei e con il suo peluche di Iron man.

 

James stava vicino alla porta, osservandoli e stando in silenzio. Tony si avvicinò al figlio che non si accorse della sua presenza, poiché era del tutto concentrato nel suo mondo di giochi.

 

-Ehy, campione! Che fai?!- Anthony sollevò lo sguardo, incontrando gli occhi dell'adorato padre, non riusciva a crederci!

 

-Papà!- esclamò, lasciando i giochi e saltandogli in braccio, stringendolo forte. Glorya aveva raggiunto il marito per vedere chi fosse, anche lei non voleva credere a quello che era successo e vedendo Tony con il figlio, se ne convinse ancora di più... quello in tv non era suo genero!

 

-Hai fatto pace con mamma?- domandò speranzoso, ponendo quell'ipotesi, vedendolo lì.

 

Tony lo mise seduto sul divano e si abbassò alla sua altezza. -No, non abbiamo fatto pace...-

 

Il piccolo si rabbuiò, perdendo la felicità che la presenza di suo padre gli aveva dato. -Sono successe tante cose e non ho capito cosa... Ieri siamo venuti qui e mamma mi diceva che andava tutto bene e poi...- non riusciva a dirlo, c'era qualcosa che lo bloccava.

 

-E poi cosa?- gli domandò, cercando di sembrare più normale possibile.

 

Anthony non gli rispose e continuava a guardarlo negli occhi. -Io ti querelo!- esclamò prontamente, con sguardo arrabbiato.

 

-Mi quereli.... chi ti ha insegnato questa parola!?- chiese Tony, leggermente sbalordito per quell'affermazione.

 

-Lo zio Logan! Io ti querelo!- ripeté, annuendo.

 

-Ok... potrei saperne il motivo?- chiese, non sapendo se mettersi a ridere o meno.

 

-Hai fatto piangere mamma... Ieri sera l'ho sentita piangere nella sua camera... non credeva che la sentissi...- affermò, guardando il padre negli occhi, che non sapeva cosa rispondere.

 

-Cosa ci fai qui?- Pepper era entrata nella stanza e vide Tony lì parlare con Anthony.

 

Tony si girò di scatto, quello che Anthony aveva detto era vero... si poteva chiaramente capire che Pepper aveva pianto, pianto molto.

 

-Pepper... io...- disse Tony, alzandosi e andando verso di lei.

 

-Hai visto Anthony, ora puoi anche andartene!- intervenne James, evitando di creare altri litigi. Tony si girò in direzione del suocero, per poi tornare a guardare la moglie.

 

-Concedimi un paio di minuti... Ti posso spiegare! Un paio di minuti e dopo non mi vedrai più per il resto della tua vita!- disse Tony a Pepper. Anthony a quelle parole sussultò spaventato, non voleva che tutto si disintegrasse!

 

Pepper, a suo malgrado accettò, poi volse lo sguardo verso il padre e la madre e fece cenno verso Anthony. Non voleva che ascoltasse. Glorya capì al volo.

 

-Anthony vieni con i nonni nella saletta dove c'è la televisione, intanto che la mamma e il papà parlano? Forza...- chiese, sorridendogli e invitandolo a seguirli.

 

-Io voglio restare qui!- affermò il bambino con tono di chi non voleva cambiare opinione per nessuna cosa al mondo.

 

-Anthony! Non discutere, obbedisci alla nonna!- esclamò Tony con voce autoritaria e con una punta di rimprovero. Anthony rimase sbalordito per il tono usato dal genitore, ma obbedì senza più discutere e seguì i nonni nella saletta, dove solitamente stava suo nonno.

 

Tony e Pepper rimasero soli.

 

-Ti avevo chiesto di non venire a cercarmi...- disse Pepper, rompendo il silenzio, teneva lo sguardo basso e con la frangetta cercava di coprirsi gli occhi arrossati dal pianto.

 

-Ho scoperto cos'è successo l'altra sera! Quello non ero io!-

 

-È vero. Non eri tu! Eri ubriaco!- esclamò, stringendo i pugni per il nervoso.

 

-Vuoi starmi a sentire!? Quello era uno Skrull! È una tipologia di alieno che è in grado di acquisire forma umana e rubare l'identità alle persone! Quei cosi stanno cercando di invadere la Terra!- affermò, dicendo tutta la verità.

 

Pepper fece una risata nervosa. -E pretendi che io creda a questa balla!? Perchè mai uno di quei cosi avrebbe dovuto spacciarsi per te e fare quello che hai fatto tu?!- domandò urlando, ferita nell'orgoglio.

 

-E allora spiegami perchè dovrei aver fatto io una cosa del genere!?!- domandò anche lui, alzando il tono della voce.

 

-Non lo so! Questo dovresti dirmelo tu!- ora le lacrime tornarono a farsi pungenti sugli occhi. Lei abbassò lo sguardo per non farsi vedere, si era pure rifiutata di guardarlo in viso altrimenti sarebbe sicuramente scoppiata in lacrime.

 

-Perdio! Pepper, guardami negli occhi quando ti parlo!- esclamò, avvicinandosi a lei e prendendola per i polsi, bloccandoglieli avanti.

 

-Lasciami in pace!- disse lei, riprendendo a singhiozzare, rifiutandosi di guardarlo negli occhi e cercando di liberarsi dalla presa di Tony, senza alcun successo.

 

-Guardami!- le ordinò duramente, tenendola ferma. Lei alzò lo sguardo incontrando i suoi occhi... occhi spenti senza luce proprio come i suoi... Si capiva chiaramente che aveva passato una brutta serata, aveva le occhiaie evidenti e gli occhi arrossati.

 

-Se è vero... se è vero che mi ami allora credimi!- le disse con tono più pacato e dolce.

 

-Sì, ti amo e vorrei crederti... ma ho paura di soffrire ancora!- esclamò mentre le lacrime le rigavano le guance, lui le lasciò i polsi. Era vero... l'aveva fatta soffrire troppe volte.

 

Il piccolo Anthony entrò nella stanza seguito dai nonni, urlando come un posseduto: -Papà! C'è uno che somiglia a te in diretta tv!-

 

Tony corse subito verso la sala con la televisione accesa su un canale, dove c'era lui ubriaco in diretta tv!

 

Pepper lo seguì a ruota e si bloccò di scatto, vedendo quelle immagini. Allora era vero quello che diceva Tony! Quello non era lui! E le prove le aveva proprio davanti agli occhi!

 

-Che ti avevo detto!? Non ero io!- esclamò sollevato di aver trovato delle prove schiaccianti a favore della sua innocenza.

 

Pepper gli si fiondò addosso, abbracciandolo e cominciando a piangere. -Scusa! Dovevo crederti! Sono stata un'idiota!-

 

-No, sono stato io un'idiota per averti lasciato andare! Mi sei mancata, piccola!- esclamò, riacquistando il buon umore, tenendola stretta tra le sue braccia.

 

-Anche tu mi sei mancato!- affermò la ragazza per poi baciarlo con passione.

 

Quel bacio, che entrambi desideravano più di ogni altra cosa, fu come una boccata d'aria fresca. Finalmente la verità era venuta a galla e loro due erano tornati insieme.

 

-Scuse accettate!- esclamò Tony, staccandosi da quell'appassionato bacio, lei gli sorrise felice di nuovo con la luce negli occhi.

 

-Chi vorresti querelare adesso?!- domandò, stuzzicando il figlio, prendendolo in braccio.

 

-Ritiro le mie accuse!- esclamò, ridendo.

 

-Bene... allora non avrai nulla in contrario se ribacio la tua bella mamma!- il piccolo scosse il capo sorridendo, guardando i genitori baciarsi. Ora erano di nuovo insieme!

 

 

Continua...

 

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(*) Riferito alla one-shot “Fatti per stare insieme”

 

NdA:

Finalmente di nuovo insieme!!!! :D contenti?! ^^

Non si poteva chiedere prove + schiaccianti!

Ryan ha tentato di attirare Pepper, meno male che Anthony lo ha fermato in tempo! ;) Il nostro piccoletto pensa prpr bene come il suo papà, quel brutto ceffo di Ryan nasconde qlcs! E poi non è il tipetto + dolce e carino che abbiate mai visto?! *ormai lo amo alla follia!!!*

Vi è piaciuto qsto capitolo?! Non so xk ma a me piace particolarmente la parte dove Tony parla con Pepper, voi che ne pensate?

Cmq ringrazio di cuore Ale, Herry, Miri, Lisa, Mary, Glu e Nico per aver recensito lo scorso capitolo e naturalmente grazie a ttt qlli che hanno letto! ;)

Un bacione by Sic!

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Capitolo 12
*** Una mossa da codardi ***


 

Capitolo 12: Una mossa da codardi

 

James continuava a guardare serio le immagini che scorrevano sullo schermo del televisore. Se quello non era Tony, allora qual era la sua vera identità?

 

-Spero che tu vorrai accettare anche le mie scuse, figliolo...- disse, poggiandogli una mano sulla spalla.

 

-Non ci sono problemi, ha fatto la cosa giusta! Però non la bacio, mi accontento di sua figlia!- esclamò, passando un braccio intorno alle spalle di Pepper, che sorrise.

 

-Però i veri problemi non sono finiti...- enunciò Glorya. -Bisogna scoprire chi sia quell'imbroglione!-

 

Anthony guardò attentamente quell'uomo, così somigliante a suo padre e nello stesso tempo così diverso. Gli ricordava qualcuno, ma non riusciva a capire chi di preciso. D'un tratto si illuminò, riconoscendo l'identità di quella persona.

 

-Mamma! Quello è Ryan, Ryan King! Quel tipo antipatico che è stato qui stamattina!- esclamò del tutto convinto, indicando le immagini. Sul volto di Tony comparve un'espressione perplessa. Quel nome l'aveva già sentito...

 

-Chi è stato qui?- domandò, volgendo gli occhi alla compagna. Pepper guardava le immagini senza capire perchè suo figlio avesse detto che quello era proprio Ryan King.

 

Anthony aspettava trepidante una conferma, ma intuì che la sua deduzione non era del tutto chiara ai presenti!

 

-I vestiti! Quella cravatta marrone abbinata alla camicia viola, ce l'aveva uguale quel tipo! Nessuno andrebbe in giro così, a parte quello squilibrato!- disse, gesticolando con le mani come se fosse la cosa più ovvia del mondo.

 

-Oddio! È vero! È proprio Ryan!- esclamò Pepper non credendo ai suoi occhi, ora cominciava a capire il perchè di quella visita e il tentativo di Ryan di ammaliarla.

 

Tony continuava a guardare la moglie e il figlio, senza capire nulla. -In questo momento mi sento escluso... Si può sapere chi è questo Ryan? E perchè è stato qui?-

 

-Ryan King! Era al nostro matrimonio!- enunciò la ragazza, guardando Tony negli occhi, che con sguardo basito scosse la testa e alzò le spalle. Non se lo ricordava. -Quel tipo biondo della King Corporation... Quello che ci provava con me anni scorsi!-

 

-Cosa?!?! Il tipo con la paresi facciale è stato qui!?- chiese Tony con voce abbastanza infastidita, ricordandosi dell'uomo presente al loro matrimonio.

 

-Sì! Oddio... ci stava provando sul serio!-

 

-Ci ha provato con te!? Se non mi sbaglio avevo detto che sembrava un alieno... e guarda un po'? Avevo ragione! Potrei provare a dire che i soldi dovrebbero piovere dal cielo e tra cinque anni accadrà!- esclamò, pensando poi al significato di quelle parole. -Battuta alquanto inutile per uno ricco come me... Comunque... ti ha toccata?- chiese a Pepper, che rimase leggermente basita dalla velocità delle parole dette da Tony.

 

-Le ha preso la mano!- esclamò Anthony, rispondendo per la madre. Anche lui era geloso della sua mamma e appena aveva visto quel tipo non gli era andato a genio.

 

Tony si chinò all'altezza del figlio. -Bene! Watson! Ora andiamo a cercare quel figlio di p..., volevo dire quel farabutto, che ha causato tutti questi problemi!- esclamò, bloccando le sue parole prima di insegnare nuove paroline al figlio.

 

-Giusto, Holmes!- rispose il piccolo, battendogli il cinque, tenendo il gioco al padre che fingeva di essere dei personaggi di Arthur Conan Doyle.

 

Sembra che il signor Stark sia sempre alla ricerca di divertimento, si è già dileguato e nessuno sa dove possa essere andato!” la giornalista parlò con gli occhi puntati alla camera.

 

King si era nascosto. Ora non sapevano dove si trovava, era un problema!

 

-Dove lo cercherete?- chiese Glorya, leggermente preoccupata.

 

-Lo troveremo!- affermò Tony convinto. Non aveva nessuna intenzione di fargliela passare liscia, aveva osato fin troppo!

 

*******************************************************************************

 

Ryan era tornato alla sua forma umana ed era entrato nel suo stabilimento. Camminava lentamente lungo i corridoi completamente deserti. Ormai i dipendenti avevano lasciato le loro scrivanie per tornare dalle loro famiglie.

 

Il sole cominciava a tramontare e presto Los Angeles si sarebbe accesa con le tipiche luci della notte e avrebbe continuato a vivere anche senza la luce solare.

 

Con le mani in tasca si dirigeva verso il suo ufficio, accompagnato dal rumore delle scarpe sul pavimento di marmo.

 

-Troppo facile farsi spacciare per quell'imbecille!- disse tra sé, allentandosi il nodo alla cravatta e sfilandosela, aprendo il primo bottone della camicia.

 

Entrò nel suo ufficio, fermandosi a guardare fuori dalla finestra la città degli angeli, che si preparava alla notte.

 

Sentì qualcuno correre per i corridoi, il rumore si fece più vicino, fino a quando la porta del suo ufficio venne spalancata. Era Jack e aveva il fiatone.

 

-Signore...- disse, respirando affannosamente. -È stato scoperto... sanno che era lei nelle sembianze di Stark!-

 

-Cosa?! Chi l'ha scoperto?- domandò allarmato.

 

-Il bambino! Le spie, che ha disposto per casa Potts, hanno segnalato tutto e subito dopo Stark le ha trovate e disintegrate!- affermò, cercando di riprendere fiato.

 

-Quel bambino...- mormorò Ryan irritato, stringendo i pugni. -Preparati per la missione! Ci siamo! Ma prima devo far visita a qualcuno...- esclamò, mentre un ghigno malvagio gli si dipinse sul volto.

 

*******************************************************************************

 

La famiglia Stark tornò finalmente a casa. Varcarono la soglia e Pepper e Anthony rimasero pietrificati dallo scenario che gli si presentava innanzi.

 

Tony fece alcuni passi verso il laboratorio, poi si accorse che nessuno lo stava seguendo. Si girò in direzione della moglie e del figlio per vedere dipinto sui loro volti un'espressione sconcertata.

 

-Si nota molto, eh?- disse, riferendosi al caos completo nella casa. Notarlo era poco! Quella non sembrava nemmeno più casa loro! Sembrava come se fosse passato Attila e avesse distrutto tutto al suo passaggio.

 

-E...- Pepper non riusciva ad esprimersi, era certa che da un momento all'altro potesse perdere i sensi! Oggetti sparsi ovunque, i mobili fuori posto, i vetri dello schermo del televisore sparpagliati per il pavimento... -Bhè?!- chiese, guardando Tony negli occhi, incapace di formulare una frase senza insultarlo pesantemente.

 

Tony si grattò il capo, guardandosi intorno. -Non l'ho presa molto bene! Diciamo che ho perso il controllo...- esclamò, cercando di giustificarsi.

 

Il piccolo Anthony non poteva credere ai suoi occhi, gli sembrava di essere in un film! Una cosa assurda. Aveva la sensazione che sua madre potesse afferrare qualunque cosa gli capitasse sotto mano e la scagliasse contro il padre. Era meglio toglierlo dai guai!

 

-Dai, mamma! Non c'è tempo per queste cose! Ci pensiamo dopo! Ora dobbiamo trovare quel farabutto!- esclamò, prendendola per mano e correndo verso il laboratorio.

 

Arrivati in laboratorio Tony iniziò a smanettare con i vari computer, sotto lo sguardo di Anthony e Pepper, che non sapendo come essere d'aiuto stavano lì silenziosi. Tony accese la televisione cominciando a fare uno zapping frenetico, sembrava cercasse qualcosa...

 

-Papà, che cerchi?- domandò il piccolo.

 

-Ryan è a conoscenza che è stato smascherato, ora dovrebbe uscire allo scoperto, tenterà una fuga o qualcosa del genere! Dobbiamo trovarlo!- esclamò Tony, rispondendo alla domanda posta dal figlio. Fece il giro dei canali per tre volte, senza trovare niente.

 

Si abbandonò seduto sulla poltrona vicino alla scrivania, pensando ad una soluzione.

 

-Trovato! Anthony, andresti a prendere il mio palmare di sopra? L'ho poggiato sul bancone in cucina.-

 

-Certo!- esclamò il bimbo, contento di essere utile a qualcosa. Tony si girò verso i computer e cominciò ad aprire vari file segreti dello S.H.I.E.L.D., che riportavano varie informazioni sugli Skrull.

 

Pepper si avvicinò a lui, poggiandogli delicatamente una mano sulla spalla. -E così... non l'hai presa molto bene, eh?-

 

-Ehm... sai com'è... non trovavo una soluzione e ho perso il controllo, sono cose che succedono quando un tipo cerca di portarti via le tue cose! Ma prometto che sistemerò tutto, di nuovo...- enunciò titubante, interrompendo le ricerche, volgendo l'attenzione alla bella moglie.

 

-Per tue cose intendi me?- chiese, mettendosi le mani sui fianchi.

 

-Sì, cioè no! Bhè... ti ho già detto che mi sei mancata?- disse, cambiando discorso, evitando di farla arrabbiare più del dovuto. Si alzò dalla sedia, cingendole i fianchi.

 

Lei sorrise: -Tu sei tutto scemo! Ma è per questo che mi piaci!- affermò, baciandolo dolcemente sulle labbra.

 

-Anthony ci potrebbe ved...-

 

-Shhh! Taci e baciami, signor Stark...- lo zittì lei, continuando a baciarlo. Gli era mancato terribilmente, quella distanza che si era creata, come una crepa, li aveva separati per troppo tempo. -Oddio! Dov'è Anthony?- chiese, accortasi dopo che il bimbo non era ancora tornato. -Anthony!- lo chiamò, avvicinandosi alla scalinata.

 

-Proprio adesso che ci stavo prendendo gusto!- protestò Tony, poiché la compagna si era allontanata per cercare il bambino.

 

-Anthony! Rispondi!- Silenzio... nemmeno un rumore. Pepper si girò in direzione di Tony, nei suoi occhi blu balenò un fascio di paura.

 

Anche Tony ebbe la stessa sensazione. Corse al piano di sopra seguito da Pepper.

 

-Anthony! Anthony! Dove sei? Anthony!- urlò Tony per farsi sentire, se il figlio fosse stato lì. -Genietto di casa, non mi sembra il momento di scherzare! Lo ripeto ancora una volta: Anthony Edward Stark Jr, vieni fuori prima che mi arrabbi sul serio!-

 

Nessuno rispose. Pepper era lì accanto a Tony, non riusciva a parlare, non poteva realmente essere successo.

 

-Jarvis!- neanche il computer rispose, sembrava disattivato. -Jarvis, attivati!-

 

-E un piacere averla di nuovo qua, signora Stark.- rispose cordialmente, attivandosi.

 

-Fai una scansione della casa, cerca Anthony!-

 

Dopo pochi secondi.

 

-Il signorino Anthony non si trova nell'edificio.- affermò il maggiordomo tecnologico.

 

Allarme invasione, sopra la King Corporation è comparsa come un'astronave aliena!!!” la televisione nel laboratorio, stava documentando ciò che stava succedendo.

 

Tony e Pepper corsero di sotto, continuando ad ascoltare le notizie, sperando che Anthony non centrasse con quella faccenda.

 

-Tony... L'ha preso...-affermò Pepper in preda al panico, stringendosi al suo braccio.

 

Hanno rapito un bambino! Non sappiamo cosa vogliano questi invasori, ma c'è bisogno d'aiuto! C'è bisogno dei Vendicatori!” la linea cadde.

 

-No! L'hanno preso!- scivolò sulle ginocchia con le mani tra i capelli, e continuava a ripetere “No!”, cercando di auto-convincersi che quel bambino non fosse Anthony.

 

Tony cercò di calmarla: -Pepper! Pepper! Ascoltami!- lei smise di parlare, guardandolo negli occhi. -Non gli succederà niente! Fidati di me! Ok?-

 

Pepper annuì, le lacrime le scivolavano sulle guance senza intenzione di cessare. Anthony era stato rapito da Ryan.

 

-Anthony aveva il mio palmare! Provo a chiamarlo!- affermò, correndo verso il computer e attivando la chiamata.

 

Dopo vari squilli...

 

-Tony! Era l'ora che ti facessi sentire!- esclamò Ryan, rispondendo alla chiamata del palmare, che Anthony aveva.

 

-Dov'è mio figlio?!-

 

-E qui con me... sta bene, per ora!- esclamò, ghignando.

 

-Voglio parlare con lui! Fammi sentire la sua voce!- ordinò con tono arrabbiato e per lo più preoccupato.

 

-Calma, calma!- disse Ryan con voce pacata, poi diede il palmare al piccolo Anthony, che un po' titubante lo mise all'orecchio.

 

-Papà?- la sua voce fu un sollievo per Pepper e Tony. Tony fece segno alla compagna di non parlare, il vero obbiettivo di Ryan era lei e avrebbe fatto qualsiasi cosa pur di averla!

 

-Ehy campione!- esclamò il padre, cercando di rassicurarlo. -Stai bene?-

 

-Sì... sto bene... Mi vieni a prendere, vero?- chiese con la sua vocina innocente, tenendo saldo tra le manine l'ingombrante telefono.

 

-Certo, che ti vengo a prendere! Non avere paura, vengo a prenderti subito!- affermò Tony, tranquillizzando il figlioletto.

 

Ryan riprese il palmare in mano. -Sta bene. Voglio i documenti dei Vendicatori e dello S.H.I.E.L.D. oppure puoi dire addio al tuo genietto!- Tony strinse i pugni, irato per quella spietata minaccia. -Ah! Pepper... so che stai ascoltando, vieni anche tu... mi farà piacere la tua visita.-

 

Chiuse la chiamata.

 

-Dobbiamo salvarlo! Rivoglio il mio bambino!- gridò Pepper in preda al panico, non riuscendo a stare ferma.

 

-Stai calma!- esclamò Tony, prendendola per la spalle e guardandola negli occhi.

 

-Come faccio a stare calma!? Nostro figlio è stato rapito! Non posso stare calma!- urlò per poi scoppiare a piangere.

 

Tony la abbracciò: -Andrà tutto bene... te lo prometto!-

 

Fury lo stava chiamando. Jarvis attivò la conversazione.

 

-Stark! Quello che temevamo si è realizzato! Gli Skrull si sono rivelati. Vogliono tutti i documenti dei Vendicatori e dello S.H.I.E.L.D.! I Vendicatori si devono riunire!- Tony ascoltava le parole del comandante, tenendo abbracciata Pepper, che si tranquillizzò. Un modo per salvarlo c'era: fare quello che Ryan voleva.

 

-Stark, ci sei!? Hanno preso in ostaggio un bambino! Stark!- esclamò Fury, non capendo se Tony fosse lì ad ascoltare.

 

-Lo so...-rispose con lo sguardo perso nel vuoto. -...quello è mio figlio.- Ora anche lui cominciava ad avere veramente paura...

 

Fury non parlò per un paio di secondi, sapeva perfettamente quali intenzioni avesse Tony: dovevano affrontarlo. -Ho capito.- rispose, approvando il piano di Tony.

 

Continua...

 

 

Ciao a tutti!!!! :)

Piaciuto qsto chappy?! Spero di sì! ;)

Volevo precisare che nella prima parte non ho potuto fare a meno di paragonare Tony e Anthony con Holmes e Watson! XD (e poi come sapete RDJ ha le carte in regola con quel personaggio!)

L'acuta deduzione del piccolo Anthony ha portato Ryan allo scoperto! Però lo Skrull non l'ha presa molto bene e ha rapito il nostro adorato cucciolotto!!!! :'(

Per sapere come continua non vi resta che aspettare la prossima settimana!

Ringrazio anche Mary, Herry, Miri, Ale, Nico e Glu per avermi lasciato un commento allo scorso capitolo! ^^

Un bacione by Sic!!!

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Capitolo 13
*** Prima o poi i regali tornano utili ***


 

Capitolo 13: Prima o poi i regali tornano utili

 

Tony si era messo d'accordo con il comandante Fury di incontrarsi ai piedi del grattacielo della King Corporation e dopo poteva aver inizio il piano per attirare Ryan nella loro astuta trappola e fermarlo una volta per tutte.

 

-Jarvis, prepara l'armatura!- ordinò Tony alla mente tecnologica, intanto che si infilava la tuta adatta per indossare la corazza.

 

-Subito, signore.-

 

-Ora vado! Lo riporterò a casa sano e salvo, te lo prometto!- esclamò Tony, guardando Pepper negli occhi, lei non rispose ed aveva l'aria pensierosa. -Andrà tutto bene, stai tranquilla!- disse Tony, intuendo i pensieri della moglie.

 

-Vengo anche io!- esclamò lei con voce risoluta.

 

-Cosa?!- domandò incredulo, rifiutandosi di accontentare la sua richiesta.

 

-Ho detto che vengo anche io, non ho intenzione di starmene qui con le mani in mano!- Tony cercò di obbiettare, ma prontamente Pepper lo blocco parlandogli sopra. -È mio figlio, nostro figlio! E quel matto che l'ha rapito, voleva me! Perciò mi prendo le mie responsabilità! Non ho ancora finito, non interrompermi!- esclamò, notando che il marito stava per dire qualcosa. Tony alzò gli occhi al cielo, incrociando le braccia al petto, possibile che con lei non si potesse mai discutere!? -Non puoi impedirmi di venire, perchè non cambierò idea per nessuna cosa al mondo!-

 

-Ora hai finito?- domandò Tony, temendo che la compagna potesse ricominciare quell'incontrollabile parlantina.

 

-Sì, ora ho finito!- esclamò soddisfatta, annuendo.

 

-Ok!- affermò Tony, allontanandosi e dirigendosi verso un armadio dove teneva tutte le tute di combattimento.

 

-Ok, cosa?- chiese Pepper, non capendo.

 

-Ok, puoi venire.- Pepper rimase piacevolmente sorpresa. Era stato troppo facile convincerlo... c'era qualcosa sotto...

 

Tony continuava a cercare qualcosa dentro l'armadio, infine trovò l'oggetto desiderato. -Puoi venire ad una condizione...- enunciò con un sorrisetto stampato sulle labbra, porgendo a Pepper ciò che aveva tanto cercato.

 

Lei lo guardò esterrefatta. Dovette arrendersi, era l'unico modo per andare con lui.

 

*******************************************************************************

 

Fury si occupò dei dettagli sul piano. Il drive con i documenti richiesti da Ryan era pronto, anche se conteneva qualcosa in più dall'iniziale richiesta... ci sarebbero stati fuochi d'artificio quella sera.

 

Ora doveva solo trovare copertura per i membri dello S.H.I.E.L.D., doveva trovare un'altra ente disposta ad aiutarli. L'FBI era la giusta scelta! Fury pensò di chiamare direttamente il comandante, nonché James Potts, padre di Pepper.

 

-Comandante Potts, sono Fury dello S.H.I.E.L.D.- disse, parlando al telefono.

 

-Quel bambino è mio nipote, vero?- chiese, temendo il peggiore dei casi e intuendo perfettamente la verità.

 

-Sì. Stark ha deciso di affrontarlo, metterà in salvo il bimbo e Ryan cadrà nella nostra trappola.- enunciò, descrivendo a grandi linee ciò che avevano in mente.

 

-Bene... Cosa posso fare per essere d'aiuto?- domandò James, dando la sua completa disponibilità.

 

-Proprio per questo ti chiamavo. Ci servirebbe copertura. Bastano alcuni agenti dell'FBI... puoi aiutarci?-

 

-Certamente! Manderò una truppa e verrò anch'io.- affermò con tono duro e deciso.

 

-Perfetto! Ci vediamo ai piedi della King Corporation. Grazie per il contributo!- esclamò Fury, soddisfatto di aver trovato subito una soluzione.

 

-Dovere civile! A tra poco!- James chiuse la chiamata e si occupò di riunire una squadra di agenti, per poi dirigersi dal nemico. Quella non era solo una missione generale, bensì una questione familiare.

 

*******************************************************************************

 

Tony era soddisfatto di aver ottenuto ciò che voleva! Il risultato fu molto più appagante di quanto si fosse già immaginato. Restò imbambolato guardando la moglie, che un po' incerta si sistemava davanti allo specchio.

 

-Ma questa non è il tipo di tuta che indossa Natasha?- domandò Pepper leggermente dubbiosa, sistemandosi la tuta allo specchio.

 

-A ha...- rispose lui, continuando ad ammirarla. La tuta nera le stava elegantemente aderente, mettendo in evidenza le sue sinuose forme, sul davanti aveva un'allettante scollatura a V, lasciandole scoperto il decoltè. -Solo che a te sta molto meglio!- Il suo sguardo si soffermò sul fondo schiena della compagna. Annuì soddisfatto, farle mettere quella tuta era stata un'idea geniale!

 

Pepper notò che Tony stava contemplando le sue sinuose curve ed era pure rimasto incantato!

 

-Mi stai guardando il sedere per caso?- chiese, sorridendo, mettendosi con le mani sui fianchi. Tony riemerse dai suoi pensieri.

 

-Ehm... Sì! Hai proprio un bel culo!- rispose lui schiettamente.

 

Lei sorrise e si avvicinò a lui, camminando e muovendosi sinuosamente, sotto gli occhi appagati di Tony.

 

A Tony stava venendo una certa voglia... peccato che dovevano andare a riprendersi il figlioletto! Non tolse gli occhi neanche per un secondo dalla compagna che si avvicinava a lui, quando gli fu a pochi centimetri dal volto... Pepper fece una mossa, che Tony non se la sarebbe mai aspettata da lei! Gli toccò il sedere!

 

-Anche il tuo non è niente male!- disse, sussurrandogli all'orecchio. -E ora andiamo a riprenderci il nostro cucciolo!- esclamò per poi dargli un bacio a fior di labbra.

 

-Certo! Ma dopo avrò una ricompensa, vero?!- domandò maliziosamente, facendo sorridere la compagna, che poi si allontanò senza dargli una risposta.

 

-Jarvis, sono pronte le armature?- chiese Pepper alla mente tecnologica.

 

-Certo, signora Stark. Iron Man e Iron Woman sono pronte per essere indossate!- rispose Jarvis cordialmente.

 

Pepper si posizionò sulla piattaforma, come molte volte aveva fatto Tony, e automaticamente i vari pezzi dell'armatura argentati e blu si applicarono al suo corpo.

 

-Bene! Vedo che sai come si fa! A volte i regali di compleanno, che ti ho fatto si rendono molto utili col passare del tempo!- esclamò Tony, indossando anche lui l'armatura, brillando con la corazza oro e rossa.

 

Sopra le loro teste il soffitto si aprì, mostrando il cielo.

 

-Sei sicura di farcela?- chiese Tony.

 

-Più che certa! Cinque anni fa ho volato tra le tue braccia, credo di riuscir a controllare questa cosa!- esclamò convinta e, attivando i propulsori, partì con sicurezza.

 

Tony non si aspettava una partenza così decisa, perciò si sbrigò a raggiungerla, sollevandosi da terra. -Ma la ricompensa l'avrò, vero!?- chiese, seguendola in volo.

 

Due occhioni attenti avevano guardato la scena, fermandosi poi a contemplare il cielo. Inclinò la testa da un lato come gli era solito fare ed emise due Bip.

 

Sonny non capiva assolutamente cosa stava succedendo. Il suo adorato padroncino non c'era e gli altri due umani, che occupavano la casa, erano partiti in volo dentro delle corazze.

 

Il simpatico automa colorato fissò i suoi piedini perplesso, continuando poi a guardare il cielo e le scie di fumo lasciate dai propulsori delle armature. Qualcosa gli diceva che quelle scie grigiastre portavano al suo padroncino, per la prima volta i suoi circuiti intuirono il vero!

 

Attivò i piccoli propulsori, che Anthony gli aveva installato e seguì in volo le tracce, cercando di trovare equilibrio, ma senza alcun successo. Così si diresse verso il posto dove presumibilmente si trovava l'amichetto, volando a zigzago.

 

Nel frattempo il sole era sparito sotto la linea dell'orizzonte, lasciando il suo posto alla luna splendente e alle luminose stelle. Los Angeles era piena di vita, nel completo trambusto e tutti gli abitanti volgevano lo sguardo in alto verso l'immensa astronave aliena, parcheggiata sulla stabilimento della King Corporation.

 

Iron man e la Iron Woman arrivarono sul posto, trovando vari agenti dello S.H.I.E.L.D. e dell'FBI con la presenza di Capitan America, Thor e Bruce Banner.

 

Tony andò direttamente in contro al comandante Fury e al suocero, nonché comandante dell'FBI, seguito da Pepper, che non prestava assolutamente attenzione alle persone presenti, ma piuttosto osservava preoccupata il piano superiore del grattacielo.

 

James e Nick guardarono per un paio di secondi l'alleato di Iron man, che restava alle sue spalle... non sapevano proprio chi potesse essere! Poi diedero la loro attenzione a Tony.

 

-James... anche lei qui?- domandò Tony, vedendo il suocero.

 

James non fece in tempo a rispondere, che la moglie Glorya si fiondò sul genero. -Tony! Devi correre a prendere Anthony!- urlò disperata. Il marito la prese per le spalle e delicatamente la staccò da Tony.

 

-Sì... sono venuto in veste di comandante e non ci son stati versi di convincerla a stare a casa...-rispose, riferendosi alla moglie.

 

-Ok... Il drive è pronto?- domandò Tony al comandante, che prese dalla tasca un dischetto di metallo.

 

-Eccolo qua! Ci sono potenti esplosivi, una volta messo in salvo il piccolo, allontanati immediatamente!-

 

-Chiaro!- esclamò Tony, prendendo il piccolo oggetto, poi volse lo sguardo verso i compagni di squadra, che immobili osservavano l'astronave. -Si può sapere perchè voi non siete intervenuti?-

 

Thor gli lanciò una veloce occhiata, notando anche la figura di un altro individuo con l'armatura alle spalle dell'odiato alleato. -Le tue faccende te le devi sbrigare da solo...- a quelle parole Pepper si girò di scatto verso il Dio del tuono e si avvicinò a lui minacciosa.

 

-Vedi di cambiare atteggiamento, altrimenti mi vedo costretta a non rispondere più delle mie azioni... capito?- il suo tono di voce era alterato dal suono metallico e nessuno capì, chi potesse celarsi dietro la maschera. Thor rimase leggermente spiazzato per quella reazione e annuì leggermente intimorito, intanto Tony rideva divertito. Una delle regole principali da seguire era: “Mai irritare Pepper quando era già di cattivo umore!”. Tony seguiva rigorosamente quel principio per ogni regolare settimana al mese... e ogni volta si convinceva sempre più che le donne fossero strane!

 

Steve cercò di calmare l'ira di Pepper, cercando di scusarsi e rispondere alla domanda posta da Tony. -Voleva dire che non siamo potuti intervenire perchè Ryan ha minacciato di uccidere il bambino, se qualcuno, all'infuori di Tony, si fosse avvicinato!-

 

-Andiamo!- disse Pepper, voltandosi verso Tony, per poi dirigersi a passo spedito verso l'entrata dell'edificio.

 

Tony non ebbe nemmeno il tempo di rispondere, che la compagna si era già allontanata di diversi metri. Non gli restò che seguirla a passo spedito.

 

Intanto tutti i presenti li guardarono allontanarsi. -Nick, da quando Tony ha un'assistente?- domandò Glorya al comandante. Quella domanda se l'erano posta tutti.

 

-Non posso esserti d'aiuto! Non so proprio chi sia!- affermò, rimasto leggermente stupito che questo nuovo “alleato” avesse preso le difese di Tony.

 

Alle loro spalle uno strano rumore, composto da Bip, si stava avvicinando. Il gruppo di Vendicatori, si girò e videro qualcosa di luminoso farsi sempre più vicino, fino a che non si schiantò a terra, ruzzolando per un paio di metri e strusciando il sederino sull'asfalto.

 

Sonny era atterrato! Non era stato uno degli atterraggi migliori, ma almeno era ancora tutto intero! Aveva la corazza dura il piccoletto!

 

Tutti lo fissavano perplessi. Sonny si alzò in piedi, scollandosi per bene ed emettendo un bip. Si guardò intorno e riconobbe James e Glorya. Alzò un braccio salutandoli, poi rivolse lo sguardo verso Thor, che con le braccia conserte guardava il cielo.

 

-Quel cosino verde chi cavolo è?- domandò Fury a James, presumendo che lo conoscesse.

 

-Quello è... Sonny... il robottino di Anthony...- affermò perplesso, guardando le mosse del piccolo automa, che si era messo nella stessa posizione contemplativa di Thor. Quel robottino era degno di girare film comici!

 

-Mi sembra di essere in un circo!- esclamò il comandante esasperato, passandosi una mano sul volto.

 

Sonny con le braccia conserte osservava l'astronave dove si trovava il suo padroncino, aspettando che accadesse qualcosa. Qualcosa sarebbe sicuramente accaduto!

 

Continua...

 

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NdA:

Salve!

Vi lascio sulle spine vero!? Ahah Sicuramente state aspettando il momento decisivo dello scontro! Ancora un po' di pazienza, alla fine con un po' di attesa di gusta meglio il pezzo desiderato ;)

La Iron Woman è citata nella storia Iron man e l'incubo glaciale, che fa sempre parte di questa serie XD

Spero che questo chappy vi sia piaciuto! Ditemi che ne pensate! ;)

Ed infine ringrazio: Herry, Nico, Lisa, Ale, Mary e Glu per aver recensito lo scorso capitolo! :)

Un bacione dalla vostra Sic!

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Capitolo 14
*** Faccia a faccia ***


 

Capitolo 14: Faccia a faccia

 

Tony e Pepper erano entrati all'interno dello stabilimento, trovando il primo piano vuoto.

 

-Non credevo che quel Dio da quattro soldi potesse essere così arrogante... - affermò Pepper, mentre si dirigevano cautamente verso l'ascensore.

 

-Ahah! Io l'ho sempre detto! Sono più che sicuro che se avesse saputo chi fossi, non avrebbe risposto in quel modo!- esclamò, esaminando la funzionalità dell'ascensore. -È fuori uso... ci toccherà fare un buco nel soffitto...-

 

-Ma che buco e buco! Così rischiamo di far crollare tutto quanto! Forza le porte dell'ascensore e saliamo di un paio di piani in volo...-ipotizzò lei, proponendo un'ottima idea.

 

-Facevamo prima a salire dall'esterno!- esclamò leggermente seccato per non averci pensato prima.

 

-No... non ci avrebbero riconosciuto e avrebbero potuto far male ad Anthony, perciò vediamo di muoverci, prima che quel folle cambi idea!-

 

Tony scosse la testa rassegnato, Pepper riusciva a trovare sempre una spiegazione per tutto! Era impossibile fare un discorso tranquillo con lei, soprattutto se il suo interlocutore era un tipo come Tony!

 

Iron man aprì un varco sulle porte dell'ascensore con il puntatore laser posizionato sul braccio, poi con un potente calcio fece cadere la lastra di ferro, che precipitò verso i sotterranei, dove probabilmente si trovavano i parcheggi dei dipendenti.

 

Tony si sporse controllando il lungo passaggio verticale. Parecchi piani più in alto si poteva facilmente scorgere una luce, evidentemente anche lì era stato praticato un varco e molto probabilmente nemici li stavano aspettando... Per una volta pensò di sistemare tutto con una chiacchierata, evitando di fare strage.

 

-Andiamo!- esclamò Tony, attivando i propulsori e salendo verso gli ultimi piani, seguito da Pepper, che con un po' di coraggio decise di affrontare quella follia... Tutto per il suo adorato bambino!

 

Tony uscì dal passaggio dell'ascensore, nel punto in cui prima vedeva una fievole luce. Il cartello del corridoio segnava che erano al ventunesimo piano e, come previsto, una decina di Skrull muniti di strane armi aliene, li stavano aspettando, ma di Ryan e Anthony non c'era nemmeno l'ombra.

 

-Ho il materiale...- non ebbe il tempo di finire il discorso, che la Iron Woman arrivò al piano e senza pensarci più di una volta attaccò gli alieni.

 

Stese i primi tre con un paio di potenti ganci, poi altri quattro le vennero incontro e lei riuscì a stenderli con mosse di arti marziali e karate, muovendosi senza alcun problema. Con una scivolata riuscì a farne cadere altri due, per poi fargli sbattere la testa uno contro l'altro.

 

Ne rimaneva soltanto uno, che indietreggiava con sguardo impaurito. Pepper alzò un braccio verso la sua direzione, sparando un getto di aria compressa che fece schiantare lo Skrull al muro, provocando alcune crepe.

 

La decina di Skrull era stata abilmente tramortita in meno di dieci secondi sotto gli occhi increduli di Tony, che rimase immobile a fissare la moglie in tenuta Iron Woman, mentre si puliva distrattamente l'armatura da piccoli detriti.

 

-Vogliamo andare?- domandò lei con tono dolce e rilassato, finalmente si era sfogata con qualcuno!

 

Tony alzò la visiera dell'elmo. -E questo dove l'hai imparato?- chiese incredulo, riferendosi a tutte quelle mosse di karate, lotta libera e arti marziali.

 

-Da ragazza ho fatto dei corsi per agente FBI... mi aveva costretto mio padre, sai com'è!- affermò con nonchalance.

 

-E dirmele queste cose? No? - esclamò stupefatto che la moglie non gli avesse mai parlato di questa sua dote nel combattimento.

 

-Non mi sembrava un'informazione rilevante...- enunciò lei, alzando la visiera per guardarlo negli occhi.

 

-Avresti potuto uccidermi nel sonno se solo ne avessi avuto la tentazione! Avrei patito una morte dolorosa!- disse, avvicinandosi a lei.

 

-Non essere sciocco, amore!- gli disse, sorridendo dolcemente. -Non te ne saresti nemmeno accorto!- affermò, lasciando Tony in uno stato tra sorpreso e atterrito.

 

-Dovrebbe confortarmi? Lasciamo perdere! Muoviamoci!- esclamò Tony, riabbassando la visiera e controllando la mappa virtuale comparsa davanti ai suoi occhi. Dopodiché si diressero verso il terrazzo dell'edificio.

 

Arrivati sul tetto, videro l'immensa astronave degli Skrull, sorretta da quattro piedistalli e dal centro spuntava una passerella per accedere alla nave spaziale.

 

Tony si guardò attentamente intorno. Non c'era nessun Skrull nei dintorni, però poteva facilmente vedere la presenza del figlioletto all'interno dell'astronave, grazie alla visione a raggi x.

 

-È lì dentro, vero?- domandò Pepper, posando una mano sulla spalla del compagno. Tony si girò verso la sua direzione, annuendo.

 

-Una volta che Anthony è salvo, lo prendi e ti allontani immediatamente da qui. Ok?-

 

-E tu?- chiese lei con la voce tremolante.

 

-Io sistemo un paio di cosette con il nostro amico... non voglio discuterne!- affermò infine, conoscendo alla perfezione Pepper e il suo adorabile caratterino contraddittorio.

 

-Ok... ma non fare mosse azzardate!- disse preoccupata e soprattutto contrariata per la decisione presa da Tony.

 

Lui annuì, poi percorsero la passerella per salire sull'astronave. Finalmente si ritrovarono faccia a faccia con il vero Ryan.

 

Indossava una divisa rossa con uno stemma sul petto e con guanti e stivali dello stesso colore. Il volto non era più lo stesso, ora rivelava il suo aspetto reale. Una mascella possente e massiccia, la pelle squamosa color verde spento, le orecchie a punta e i suoi inconfondibili occhi azzurro ghiaccio.

 

Si trovava vicino al pannello di controllo e ai suoi piedi era seduto il piccolo Anthony con le mani legate dietro la schiena.

 

Anthony fu il primo a vederli. -Papà!- urlò contento di vedere il suo adorato padre con l'armatura Iron man. -E....?- osservò l'altra armatura blu e argento, che seguiva suo padre, non sapeva proprio chi potesse essere!

 

Pepper alzò la visiera. -Anthony!- esclamò, sollevata nel trovarlo sano e salvo. Cercò di avvicinarsi a lui, ma Tony la bloccò, fermandola.

 

-Mamma!?!?!? O mio Dio! Anche tu hai un'armatura?!?!?!- esclamò il piccolo, non credendo ai suoi occhioni blu.

 

-Taci! Mi hai fatto già perdere la pazienza con il tuo fastidioso ciarlare!- lo ammonì Ryan, sollevandolo per un braccio e mettendolo in piedi, evidentemente il piccoletto gli aveva dato del filo da torcere! Il capo degli Skrull fece un segno ad un soldato, che mise in moto l'astronave.

 

Dal basso tutti gli abitanti di Los Angeles potevano vedere la nave spaziale prendere il volo e levitare sulle loro teste, mantenendo la posizione.

 

Sul fondo dell'astronave si aprì un varco, Ryan guardò giù e poté notare tutto il trambusto che era riuscito a provocare, ghignò soddisfatto, tutto procedeva secondo il suo piano.

 

-Sono contento di vederti Pepper, credevo che non avresti accettato il mio invito...- affermò, facendo un giretto intorno alla botola per poi tornare vicino al bambino, che era ricaduto seduto, non riuscendo a mantenere l'equilibrio.

 

-Ho il materiale. Prima dacci Anthony, poi avrai ciò che vorrai.- disse Tony, leggermente irato, aveva la forte tentazione di partire all'attacco e farlo fuori con le proprie mani.

 

-Un passo alla volta... Se fosse per me, quel materiale potresti anche tenertelo, io sono interessato ad altro!- disse, guardando Pepper. Lei era il suo vero interesse! Tony strinse i pugni nervosamente. Quel verme aveva tentato di dividerli e c'era quasi riuscito. -Stava proseguendo tutto per il meglio, se non fosse stato per questo piccolo ficcanaso, che mi ha beccato!- esclamò, dando ad Anthony un leggero colpetto col piede.

 

-Non toccare mio figlio!- esclamò Pepper, puntando il palmo della mano contro Ryan.

 

-Altrimenti che fai? Mi spari?- sbeffeggiò con tono provocatorio.

 

-Non tentarmi...- rispose lei, non abbassando il braccio. Tony le fece segno con una mano di calmarsi, ma Ryan osò buttare la benzina sulle fiamme. Ridiede un altro calcio al piccoletto e Pepper d'istinto fece fuoco, colpendolo alla spalla sinistra.

 

Ryan indietreggiò di qualche passo, guardando Pepper con occhi abbastanza stupiti. Tony aveva un brutto presentimento, adesso avrebbe fatto qualcosa per vendicarsi.

 

-Pepper, tira giù il braccio...- le disse Tony a bassa voce, ma la compagna non aveva la benché minima intenzione di ascoltarlo.

 

-Non credevo che avresti avuto il coraggio di fare una mossa tanto audace...- affermò esterrefatto, premendosi la ferita sulla spalla, che aveva cominciato a perdere sangue violaceo.

 

-Ridammi mio figlio...- gli intimò, mantenendo la mira.

 

Ora Ryan avrebbe agito nel peggiore dei modi, avrebbe usato il suo ostaggio. Afferrò Anthony per la collottola, alzandolo di peso. -Mi vedo costretto ad alleggerire il carico...-

 

-Mollami! Brutto farabutto!- gridò il bimbo, dimenandosi. Ryan con la mano libera premette un punto specifico sull'esile collo del piccolo, che perse i sensi di colpo. Poi lo sporse dalla botola aperta, ghignando.

 

-Appena lo fa cadere, mi lancio a prenderlo... così avrai il campo libero! E rimani qui... non voglio discuterne!- sussurrò Pepper, giocando la stessa carta che Tony aveva usato momenti prima.

 

Tony non fece in tempo a ribattere, poiché Ryan aveva già mollato la presa e Anthony stava precipitando nel vuoto.

 

Pepper attivò i propulsori, gettandosi nel vuoto per afferrare in tempo Anthony. Il suo corpicino precipitava velocemente verso terra, ancora privo di sensi. L'Iron Woman, lo raggiunse in poco tempo, aumentando la velocità grazie ai propulsori.

 

Una volta preso tra le braccia, lo strinse a sé per proteggerlo dal forte vento, provocato dall'alta velocità. Rallentò progressivamente, attivando gli aerofreni. Fece un atterraggio di successo nel piazzale evacuato, poco distante dal gruppo dei Vendicatori, senza difficoltà alcuna. Nessuno avrebbe mai detto che era la prima volta che usava la speciale armatura! Era abile nei movimenti, sembrava quasi una professionista!

 

Tony corse verso il bordo della botola, inginocchiandosi a terra per controllare che tutto fosse andato per il meglio... il cuore gli stava esplodendo nel petto per l'ansia, solo quando vide Pepper atterrare, tirò un sospiro di sollievo.

 

-Sei un folle!- esclamò con tono irato, rimettendosi in piedi.

 

-Lo so benissimo....- affermò Ryan ghignando. -Jack, attiva il campo magnetico beta.- ordinò ad un soldato, che obbedì immediatamente alla richiesta. L'astronave fu scossa da un brusco movimento e Tony dovette stare attento a non perdere l'equilibrio. Qualcosa gli disse, che il campo magnetico era attivo, e sapeva perfettamente cosa volesse dire... Ora era bloccato lì.

 

-Adesso nessun essere umano o mutante, come preferisci, può venirti ad aiutare...- enunciò con fare saccente, incrociando le braccia al petto.

 

-Ottima notizia...- affermò Tony, individuando la posizione di ogni soldato a bordo e notando lo stupore manifestarsi sul volto di Ryan. -Così ti posso uccidere con le mie stesse mani....- con una veloce mossa attivò i missili che andarono a colpire il resto dell'equipaggio Skrull, mettendolo K.O. Ora era solo, a faccia a faccia con Ryan... -e nessuno potrà impedirmelo!-

 

Continua...

 

 

 

NdA:

Tony vendicativo mi manda fuori di testa! Scusate, ma immaginarmelo che dice quell'ultima frase mi fa sciogliere!!!!

Comunque... vi è piaciuto questo chappy?! Pepper agente FBI in veste di super-eroina ci mancava proprio eh?! Ahahah

Prima di far preoccupare mezzo mondo vi assicuro che Anthony sta bene! XD

Ora ringrazio Herry, Nico, Ale, Miri e Glu per aver recensito lo scorso chappy! ;)

Ci vediamo la prox settimana per il quindicesimo capitolo! Bacioni by Sic! ^^

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Capitolo 15
*** Scontro decisivo ***


 

Capitolo 15: Scontro decisivo

 

Una volta a terra, Pepper posò il corpicino del piccoletto sull'asfalto, per poi togliersi velocemente la corazza, omologata come la Mark V di Tony, cioè a valigetta.

 

Intanto il gruppo di Vendicatori, Nick Fury, James e Glorya erano accorsi in suo aiuto e quando la riconobbero, non credettero ai loro occhi! Specialmente Thor che si sentì leggermente in imbarazzo per essere stato sgridato da una donna, soprattutto se quella donna era Pepper!

 

Pepper abbandonò a terra la valigetta, occupandosi del piccolo Anthony che ancora non aveva ripreso coscienza. Lo prese tra le braccia, carezzandogli dolcemente il visino.

 

-Anthony!- lo richiamò, scrollandolo leggermente. -Cucciolo mio, apri gli occhi!- lo esortò con voce agitata, evidentemente in ansia. Il bimbo strinse gli occhi, mugugnando qualcosa.

 

Capitan America si avvicinò a Pepper, per controllare che il bambino stesse bene. Anthony aprì gli occhi, incontrando quelli della sua mamma.

 

-Mamma... ho sognato che avevi anche tu un'armatura come papà... e poi c'era un uomo cattivo tutto verde...- affermò debolmente, facendo tirare un sospiro di sollievo a Pepper. Anthony guardò nella direzione di Capitan America e inclinò la testa leggermente confuso. -Vedo anche Capitan America...-

 

-Sei stato un valoroso soldato con quei brutti ceffi! Sei un campione, piccolino!- esclamò Steve, carezzandogli la testolina. Anthony riprese conoscenza in men che non si dica: quello era veramente Capitan America!!! Si alzò in piedi, guardandosi intorno stupefatto. C'era anche Thor, Bruce Banner, Nick Fury, altri agenti dello S.H.I.E.L.D. e i suoi nonni!

 

-Allora non è un sogno! È tutto vero!- esclamò, sbattendo più volte le palpebre incredulo. Pepper intanto aveva cominciato a controllarlo da ogni parte. Gli alzò le braccine, lo fece voltare, poi controllò se aveva lesioni evidenti, mentre il piccolo cercava di opporsi a tutte quelle attenzioni. -Mamma! Lasciami! Così cado!- esclamò, cercando di ribellarsi, ma senza alcun successo, poiché Pepper continuava a rigirarlo per controllare che stesse bene. Dopotutto faceva il suo compito: la mamma!

 

Anthony posò le manine sulle guance della madre, facendo sì che lo guardasse. Pepper si fermò, specchiandosi negli occhi blu del bimbo. -Sto bene! Non mi ha fatto niente!- affermò, cercando di tranquillizzarla.

 

Pepper lo guardò negli occhi, in quel momento era la fotocopia di suo padre! Lo abbracciò forte, finalmente il suo cucciolo era salvo! Si rialzò in piedi, tenendo in braccio Anthony e baciandolo teneramente sulla testolina.

 

James era leggermente sconvolto. Non avrebbe mai detto che sua figlia potesse usare un'armatura come quella del genero e in più non riusciva a spiegarsi lo strano e provocante abbigliamento abbinato.

 

-Virginia, che ti sei messa?- gli domandò abbastanza interdetto, notando la tuta nera che avvolgeva perfettamente le dolci forme della ragazza.

 

Pepper non sapeva cosa rispondere... non aveva calcolato che avrebbe potuto togliersi l'armatura ed esibire l'attillante costume. A quella domanda, tutti i presenti le misero gli occhi addosso e la fissarono incuriositi. Lei arrossì lievemente, diciamo che abitualmente non si vestiva così e quella provocante scollatura non migliorava affatto la situazione!

 

-Ehm...- mugugnò, non sapendo cosa dire.

 

-Scommetto che c'è lo zampino di Tony...- enunciò Glorya, colpendo dritto il bersaglio. Pepper fece una risata nervosa, essere al centro dell'attenzione la metteva un po' a disagio.

 

-Esatto... È stato il suo ultimatum... Era l'unico modo per convincerlo a farmi venire con lui!- affermò, sorridendo imbarazzata. James arricciò il naso, si stava chiedendo perchè avesse fatto quella domanda! La risposta già la sapeva e sinceramente non ne era molto entusiasta.

 

Pepper riuscì ad intravedere alle spalle dei genitori il piccolo automa verde. Rimase piacevolmente stupita nel vederlo lì, era riuscito a seguirli! -Anthony, guarda chi c'è là!- esclamò, facendo un cenno in direzione del robottino. Il bimbo si voltò in quella direzione, incontrando gli occhioni gialli del suo adorato amichetto meccanico.

 

-Sonny!!!- urlò felice, alzando le braccine in aria. Pepper lo mise a terra e il bambino corse subito dal suo robot. Sonny, riconoscendo il padroncino, cominciò a dare di matto! Aveva iniziato ad emettere bip uno dietro l'altro e roteava su se stesso, non riuscendo a stare fermo. Anthony rideva felice e Pepper li guardava, sorridendo.

 

-Signora Stark?- disse Fury, richiamandola e attirando la sua attenzione. Pepper si girò nella sua direzione, attendendo le parole del comandante. -Se non le dispiace, potrebbe descrivere al gruppo la situazione sull'astronave, così si possono preparare ad un attacco, visto che il signorino Stark è sano e salvo?-

 

-Certamente!- rispose lei, dando la sua completa disponibilità. Capitan America, Bruce Banner e Thor si avvicinarono per ascoltare. Pepper cominciò a spiegare la situazione all'interno dell'astronave, dove si trovavano i vari alieni e il loro equipaggiamento. Steve e Bruce ascoltavano e proponevano di tanto in tanto un piano d'azione, invece Thor se ne stava quatto quatto e annuiva ad ogni frase detta da Pepper. Finalmente qualcuno era riuscito a fargli abbassare la cresta e a spegnere quel suo caratterino sgarbato!

 

Dopo un paio di minuti Anthony si avvicinò incuriosito, seguito da Sonny, sperando di poter essere d'aiuto in qualche modo. Ascoltò attentamente le parole di Capitan America... Avevano intenzione di salire a bordo della nave spaziale!

 

-Non potete salire! Non ce la farete mai!- esclamò, attirando l'attenzione. Pepper si abbassò alla sua altezza, guardando l'espressione convinta sul viso del suo cucciolo.

 

-Non ti preoccupare, riusciranno ad arrivare all'astronave senza problemi.-

 

-Ma no! Non sto parlando di quello!- affermò il bimbo, scuotendo il capo e guardando i tre Vendicatori. -Sull'astronave ho guardato il pannello di controllo e c'era una sezione che riguardava ad un rivestimento integrale con un campo magnetico beta!- enunciò più sicuro che mai. Poi notò gli sguardi ambigui di tutti i presenti. Forse lì era l'unico esperto in alta tecnologia anche se era il più piccolo... Fece un sospiro rassegnato.

 

-Il campo magnetico beta è una specie di scudo, che può essere attivato, proteggendo il corpo solido evidenziato come nucleo...- spiegò senza però farsi capire dagli individui che lo ascoltavano. Pepper ormai si era abituata... avere due geni per casa era normalissimo anche se uno dei due aveva solo quattro anni; invece, gli altri ascoltatori erano rimasti sbalorditi e soprattutto increduli per quello che il piccoletto aveva detto.

 

-Sei proprio figlio di tuo padre!- esclamò Nick, stupefatto per il geniale intelletto del piccolo Stark Jr.

 

-Tesoro, sei sicuro di aver visto quel pannello?- chiese Pepper, consapevole che il figlio avesse acquisito un ottimo spirito d'osservazione.

 

-Più che sicuro!- disse, guardando negli occhi la madre. -Avete capito?- domandò con tono gentile al resto dei presenti, che rimasero zitti, leggermente in imbarazzo per non aver capito nulla di ciò che Anthony aveva appena spiegato. -In poche parole: c'è uno scudo impenetrabile, che non riuscirete a superare! A meno che il corpo opposto crei uno stato di neutralità... ma questo è possibile solamente se la tecnologia della materia è direttamente proporzionale al...-

 

-Fermo lì, campione!- esclamò Bruce, interrompendo la spiegazione di Anthony. -Il succo del problema è che non abbiamo la benché minima possibilità di raggiungere tuo padre?-

 

-Se la vediamo sotto questa luce... sì!-

 

-Bazzecole! Io, Thor, figlio di Odino ho ricevuto in dono il leggendario Mjöllnir, che è capace di distruggere qualunque entità!- enunciò Thor, usando i soliti toni altezzosi, impugnando il suo potentissimo martello e mettendosi nella posizione giusta per lanciarlo contro l'astronave.

 

-Non credo proprio! Nemmeno uno strumento potente come Mjöllnir è in grado di frantumare la compattezza delle molecole di un campo magnetico!- esclamò con fare saccente, assumendo un'espressione tipica di suo padre. Thor gli lanciò un'occhiata torva, mentre interrompeva lo slancio per il tiro.

 

-Chi ti credi di essere? Hai solo quattro anni!- disse, ignorando le parole del bambino.

 

-Sono Anthony Stark Jr, figlio di Tony Stark!- disse, prendendolo in giro e facendogli la linguaccia. Thor ghignò infastidito, mentre il resto del gruppo rideva, tranne Pepper che riproverò il figlio per il tono appena usato.

 

-Anthony! Non essere sgarbato!- lo riprese la madre, contrariata per quell'atteggiamento scortese che non si addiceva per niente al suo piccolo angelo. Anthony abbassò lo sguardo, osservandosi i piedini e sussurrando mortificato: -Scusa, non lo faccio più...-

 

Thor cominciò a far roteare velocemente il suo martello, per poi lanciarlo ad alta velocità contro la navicella spaziale.

 

Mjöllnir roteava alla velocità della luce, tagliando l'aria e costruendosi una retta via verso il corpo desiderato. Ma... il suo viaggio fu bloccato a pochi metri dall'obbiettivo, battendo violentemente contro uno scudo trasparente, provocando un sonoro tonfo. Il martello ritornò nelle mani del legittimo possessore, che rimase deluso e sotto sotto sminuito dall'intelligenza di Anthony.

 

Anthony incrociò le braccia soddisfatto con un sorriso sornione dipinto sul volto.

 

Steve guardò la scena trasecolato, soffermando il suo sguardo sul bimbo. -Sì... sei proprio figlio di tuo padre...-

 

*******************************************************************************

 

Tony si trovava faccia a faccia con Ryan, avrebbe sistemato i conti una volta per tutte! Il capo Skrull non sembrava molto turbato per la perdita dell'intero equipaggio, aveva un atteggiamento tranquillo e rilassato. Stava tramando qualcosa di losco.

 

Tony alzò il braccio, puntandogli contro il propulsore di energia. Si sentì il tipico suono di attivazione e il palmo della sua mano cominciò ad illuminarsi di una luce bianca.

 

-Fermo! Non vorrai mica sparare contro uno disarmato? Non ti facevo così codardo!- affermò con tono provocatorio, cercando di sfidarlo. Tony abbassò il braccio, leggermente stizzito; dopotutto non era uno scontro equo...

 

-Non dare del codardo a me, quanto sei tu quello che ha preso in ostaggio mio figlio per dei documenti! Questo è da codardi!- esclamò, rispondendogli per le rime.

 

-Non tanto per i documenti, il mio principale interesse era Pepper...-

 

Tony non ci vide più dalla rabbia e gli si scagliò contro, afferrandolo per la gola e sollevandolo da terra. Ryan cominciò a dimenarsi, stingendo entrambe le mani al braccio dell'armatura, sperando in qualche modo di fare pressione, senza però aver alcun successo.

 

-Mi hai creato un paio di problemi familiari ultimamente. La prossima volta che ti viene in mente di spacciarti per me... pensaci due volte. Prima l'hai allontanata da me, poi ti sei preso mio figlio. Se la tua intenzione era quella di farmi arrabbiare... Bhè ci sei riuscito in pieno, bello!- esclamò, stringendo con più forza il collo del nemico, per poi lanciarlo contro il pannello delle comunicazioni.

 

Ryan cadde di schiena, facendo andare fuori uso il riquadro che gli permetteva di far rapporto al quartier generale. Si rialzò a fatica, massaggiandosi dolorante la gola e tossendo.

 

Si avvicinò a Tony. -Sarebbe corsa tra le mie braccia...- sibilò, pronunciando a fatica e sputando saliva mischiata a quell'alieno sangue violaceo.

 

Quelle parole bastarono per far arrabbiare ancora di più Tony, che con una veloce mossa fece passare il braccio destro intorno al collo dello Skrull, bloccandolo e puntandogli il palmo della mano sinistra alla tempia.

 

-E se ti faccio saltare la testa? Lì cosa mi dici?- gli domandò con la forte tentazione di attivare il fascio d'energia, spinto dalla gelosia. Pepper era sua moglie e nessuno doveva osare sfiorarla all'infuori di lui! Ryan aveva commesso questo piccolo errore.

 

Ci fu un improvviso colpo di scena: le braccia e le mani di Ryan si ingrandirono, diventando grandi quasi il triplo. Tony non credette ai suoi occhi, Ryan stava acquistando una nuova forma... quella di Hulk! E la sua forza non era di meno!

 

Con la sua nuova e potente forma si liberò facilmente e, afferrando Iron man per le caviglie, lo lanciò contro una parete dell'astronave. Tony sbatté la testa violentemente contro la lastra d'acciaio. Lo schermo virtuale davanti ai suoi occhi segnò che i propulsori sotto i piedi erano disattivati, presumibilmente a causa della forte presa di Ryan. Aveva messo fuori uso i circuiti!

 

La vista gli si offuscò e per un momento vide uno sfondo nero, scosse il capo, cercando di riprendere lucidità, poi fissò incredulo il suo avversario. Era identico ad Hulk!

 

-Che cazz... Ma tu hai una personalità o devi sempre rubare quella degli altri?- domandò abbastanza scioccato.

 

-Mi piace cambiare! Prendo in prestito il DNA di alcune persone e poi le uso a mio piacimento... Non credere che mi limiti ad un personaggio alla volta... ora ti mostrerò il guerriero perfetto!- affermò fiero di se stesso.

 

Ryan cominciò a mutare sotto gli occhi increduli di Tony. Una nuvola di fumo si materializzò intorno al suo corpo, Tony riuscì ad intravedere a fatica lo Skrull cambiare identità... le gambe cominciarono ad ingrossarsi, facendo sentire il greve peso al velivolo, che fu attraversato da violenti scossoni. Il busto si rivestì di una spessa protezione di ferro, simile a quella di Capitan America, l'elettricità si concentrò intorno al corpo del mostro, facendo comparire saette e fulmini scintillanti.

 

Tony esaminò attentamente la creatura nella sua forma perfetta. Era la fusione dei DNA dei suoi compagni!

 

-Almeno il mio DNA non influisce con la tua trasformazione! Ti manca il quarto elemento!- esclamò, indicandosi fieramente.

 

-Non ci giurerei... i documenti dello S.H.I.E.L.D. mi hanno aiutato a capire la tua alimentazione.... e... guarda un po' qua!- ghignò malignamente, puntandogli contro i palmi delle mani per mostragli i propulsori di energia della sua stessa tecnologia.

 

-O merda!-

 

-Ora puoi chiamarmi: Final King!- esclamò, sfoggiando una perfida e maligna risata.

 

-Ma fammi il piacere! Queste manie di grandezza non sono per niente appropriate!- affermò Tony, deridendolo. Il mostro alieno gli lanciò uno sguardo sbieco e improvvisamente caricò due fasci di energia per poi lanciarglieli contro.

 

Tony agì d'impulso, fece anche lui fuoco, fermando i fasci di energia che gli venivano contro. Provocò una leggera esplosione che colpì maggiormente Final King.

 

-Troppo lento, bello! Io faccio pratica da anni!- esclamò Tony, tirandogli un calcio allo stomaco, facendolo cadere a terra. Lo Skrull sbatté la testa contro una lastra di vetro, che si frantumò in mille pezzi, provocandogli dei graffi superficiali sul volto, già abbastanza devastato.

 

Ghignò infastidito e si rialzò da terra. -Vediamo se con questo impari le buone maniere!- alzò le braccia al cielo, attirando una grande quantità di elettricità, poi scagliò la potente scossa contro Iron Man.

 

Tony cercò di attutire il colpo, facendosi scudo con il braccio sinistro, ma la violente scossa riuscì ad attraversare la corazza, arrivando direttamente al suo braccio. Le saette cominciarono a lacerargli la pelle sul bicipite, provocandogli un dolore lancinante che lo fece inginocchiare a terra, urlando.

 

Tony sentì il braccio bruciargli come il fuoco ardente e il caldo sangue colare verso la mano. Non aveva più forza al braccio sinistro, quella scossa l'aveva messo quasi fuori gioco! Ora poteva affidarsi solamente al suo arto destro.

 

-Ok... non ti piace scherzare...- enunciò con fiato corto, per poi saltargli contro, tirandogli un potentissimo pugno sotto il mento e, passandogli una gamba dietro le ginocchia, lo fece cadere, puntandogli contro il propulsore del palmo destro.

 

-Direi che posso farla finita!- affermò, caricando l'energia.

 

-Un'altra volta magari!- esclamò Final King, afferrandolo per un piede e lanciandolo contro il pannello centrale. Iron Man era con la schiena a terra, non fece in tempo ad alzarsi, che l'enorme piede dell'avversario lo bloccò, premendo contro il suo petto.

 

Anche se era protetto dall'armatura, la forza e la pressione gli incideva sul petto pesantemente. Si sentiva soffocato, faceva fatica a respirare.

 

-Ti schiaccio come un moscerino!- disse Final King con un ghigno malefico dipinto sul volto, facendo ancora più pressione contro il corpo di Tony, che gemette dolorante.

 

Doveva liberarsi, altrimenti avrebbe fatto una brutta fine! Attivò il pezzo toracico, emettendo un luminoso bagliore. Il fascio di energia fece spostare il grosso piede verde dello Skrull. Tony si mise a carponi, tossendo energicamente. Non riuscì a mettersi in piedi, poiché il mostro gli si avvicinò, tirandogli un potente calcio, che lo fece ruzzolare fino alla botola ancora aperta.

 

Le forze lo stavano lentamente abbandonando. Il braccio gli doleva terribilmente e la scossa ricevuta l'aveva scombussolato.

 

Final King gli si avvicinò zoppicando e con un piccolo colpetto lo sporse alla botola. Tony cadde nel vuoto, riuscendo a tenersi con la mano destra al bordo.

 

-Bhè... a questo punto direi che ho la vittoria in pugno! Ora faccio una visita al quartier generale e poi torno con un esercito per l'invasione!- esclamò, ridendo. Tony cercava di reggersi, ma anche quel braccio cominciava a dolergli. -Fai buon viaggio per l'altro modo!- disse sadicamente, facendo mollare la presa a Tony, che precipitò velocemente, senza poter rallentare la caduta a causa dei propulsori fuori uso.

 

Il campo magnetico beta era ancora attivato e Tony si schiantò contro lo scudo. La forte pressione lo spingeva verso il basso, andando contro la spessa rete di molecole. Si sentì compresso e la testa gli faceva male come non mai, facendolo urlare per il forte dolore.

 

Videro tutti la scena, sentendo l'urlo sofferente di Tony, percosso da fitte di dolore. Miracolosamente riuscì a oltrepassare il campo magnetico, cadendo ai piedi dell'edificio e provocando delle spesse crepe nel terreno.

 

Pezzi dell'armatura si staccarono e, per il violento impatto, saltarono lontano. L'armatura era ridotta ad un cumulo di pezzi di ferro, che avevano perso forma e aderenza al corpo di Tony. Pepper gli corse incontro, seguita dal resto del gruppo. Si inginocchiò accanto a lui, che giaceva a terra immobile senza dare segni di vita.

 

Continua...

 

 

 

NdA:

Ciao a tutti! :)

Si può dire che questo chappy è diviso in due parti:

Nella prima c'è il piccolo Anthony (stravedo per lui solo a pensarci) che dimostra il suo adorabile caratterino e la sua intelligenza... a proposito di qllo: Tutto quello che dice Anthony con fare saccente non esiste nella nostra vita reale, è solamente frutto della mia fantasia, perciò mi raccomando non andate a dire in giro che esiste un “campo magnetico beta” xk vi prenderebbero per pazzi! Ahahah

Bhè la seconda parte credo sia stata quella più attesa dal pubblico maschile (ciao Herry!) e spero sia piaciuto anche al resto del pubblico femminile (Hi girls!)

Ryan è un personaggio tutto strano, si trasforma usando il DNA di altre persone (se mi sente il mio prof di biologia mi tira il libro in testa XD) ...Crea questo Final King che è esattamente la fusione dei 4 vendicatori che ho richiamato in questa storia. Tony ce l'ha messa tutta, ma questo nemico si è rivelato essere un grosso problema e incombe minaccioso sul futuro del pianeta *musichetta tetra in sottofondo*

Vi è piaciuto questo chappy?

Volete sapere come continua!? Non vi resta che aspettare la prossima settimana! :) *della serie: voce in sottofondo del tipo che presenta i programmi su italia1*

Come sempre ci tengo a ringraziare Miri, Herry, Ale, Nico e Glu per aver recensito lo scorso chappy!

Saluti by Sic! 

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Capitolo 16
*** Piccolo eroe ***


Capitolo 16: Piccolo eroe

 

Il casco ancora infilato senza le lucine blu all'altezza degli occhi; la corazza degli arti superiori era sparita, lasciando le braccia scoperte; il braccio sinistro ricoperto da sangue e una parte dell'armatura sul petto era disintegrata. Pepper gli sfilò l'elmo lentamente, cercando di essere il più delicata possibile. Tony aveva gli occhi chiusi e non reagiva... lei cominciò ad avere paura.

 

-Papà?!- la vocina del piccolo Anthony alle sue spalle si stava avvicinando. Pepper lanciò una veloce occhiata alla madre, che fermò il bimbo, prendendolo per mano.

 

Tony aveva un livido sotto l'occhio destro e un graffio superficiale sulla guancia opposta. Pepper gli passò le dita affusolate tra i capelli, scostandoglieli indietro.

 

-Tony... ti prego, svegliati!- sussurrò con le lacrime agli occhi. -Tony! Svegliati! Svegliati!!!- implorò disperata, temendo il peggio.

 

Non dava segni vitali... -Non ti permetto di andartene così! Se solo osi lasciarmi, non te lo perdonerò mai! Apri gli occhi!- gli urlò in lacrime, abbassando lo sguardo.

 

Quelle parole furono ascoltate.

 

Tony aprì gli occhi confuso, sbatté più volte le palpebre, osservando la compagna. -Sono morto?-

 

Pepper sollevò gli occhi, incontrando quelli di Tony, che la guardava confuso. -Tony!- era così felice che d'istinto gli diede un passionale bacio, sicuramente molto gradito dal consorte.

 

-Sì, ora sono in paradiso!- esclamò lui, sorridendo dopo che si furono staccati. Pepper lo abbracciò felice. -La prossima volta che pensi ad un piano... ci terrei ad essere informato!- gli sussurrò all'orecchio, chiudendo gli occhi e inebriandosi del suo profumo.

 

-Qualche volta si deve improvvisare signor Stark!- esclamò lei, sorridendo e guardandolo negli occhi.

 

-Papà!!!!!!!!!!!- urlò il bimbo, fiondandosi addosso al padre e abbracciandolo forte. Tony era felice di vederlo sano e salvo, però quel contatto turbolento non fu altrettanto gradito.

 

-Oioioioi! Terremoto, datti una calmata! Sono un po' messo male...- affermò dolorante.

 

-Oh scusa!- Anthony si mise alla sua sinistra, fissando il braccio insanguinato. -Ti fa male?- chiese preoccupato.

 

-Un po', ma guarirò! Non preoccuparti!- gli disse, cercando di rassicurarlo, carezzandogli la testolina.

 

I membri dei Vendicatori si erano avvicinati e per loro, vedere Tony adottare quel comportamento, era una cosa stranissima.

 

-Stark...- lo chiamò Fury, schiarendosi la voce. Tony e Anthony si girarono verso di lui all'unisono. -Non tu piccolo Stark, parlavo con tuo padre.- disse, sorridendo. -Comunque... che è successo lassù?-

 

-Mi ha attaccato, è capace di mutare forma e si è servito dei DNA dei Vendicatori per creare l'essere perfetto... è diventato Final King e...- Tony si accorse che qualcosa gli stava toccando la gamba, si girò e vide Sonny che faceva dondolare il suo piede avanti e indietro. -Ma guarda chi c'è! Il piccolo Sonny ci ha seguiti!- Sentendo il suo nome, il robottino si girò verso la sua direzione, inclinando la testa da un lato ed emettendo buffi suoni.

 

-Anche lui voleva aiutarti, papà!- affermò il bambino, annuendo soddisfatto dei progressi che faceva il suo piccolo automa.

 

-Abbiamo fatto amicizia, è un tipetto abbastanza simpatico!- enunciò Tony, ricordando il robottino che gli era stato vicino durante quel piccolo periodo di depressione, che l'aveva sorpreso la sera prima. Poi si girò di nuovo verso il comandante, ricordatasi che non aveva ancora finito il discorso. -Che dicevo? Ah sì! Ha acquisito un potere enorme! Sono riuscito a mettergli fuori uso un paio di macchinari, ma adesso si sta dirigendo al quartier generale e arriverà con un esercito. Non so se riusciremo a fermarlo.-

 

-Vorresti dire che non gli hai lasciato il drive con gli esplosivi!?!?!?- domandò con tono alterato.

 

-E come potevo darglielo, se ha deciso di combattere piuttosto di una resa!? Non è colpa mia Fury! Non so se hai notato, ma mi ha dato filo da torcere quello!- esclamò leggermente innervosito per la reazione del comandante. -Anche se riesco a battere individualmente quei tre,- disse, indicando il trio restante dei Vendicatori. -non sono in grado di sottomettere un pazzoide con tutti i nostri poteri! Che per di più voleva mia moglie e ha messo in pericolo mio figlio! Perciò non farmi incazzare più del dovuto!- rispose evidentemente irritato.

 

-Tony! Stai tranquillo! Non hai nessuna colpa e adesso io ed Anthony stiamo bene!- affermò Pepper, poggiandogli una mano sulla guancia per far sì che la guardasse negli occhi. Seguirono alcuni secondi di silenzio.

 

-Ok, manteniamo la calma... Ma ora come lo fermiamo? Non possiamo permettere che quegli alieni invadano il pianeta! Non deve avvertire i suoi simili! Fino a quando non avranno notizie, non attaccheranno!- esclamò Steve, leggermente preoccupato come tutti i presenti.

 

-Dobbiamo oltrepassare il campo magnetico beta... il corpo in attacco deve creare uno stato di neutralità tra le molecole, ciò è possibile se la tecnologia materiale del corpo è dirett...-

 

-Fermo! Il piccoletto ci ha spiegato tutto prima!- affermò Thor leggermente infastidito, interrompendo la spiegazione. Tony si girò in direzione del figlio. -Hai intenzione di soffiarmi il posto di lavoro?- gli chiese, dandogli affettuosamente un buffetto sul nasino. Anthony rise, alzando le spalle un po' in imbarazzo.

 

-Ok...- disse Tony, girandosi verso i compagni. -Dov'è?- chiese, cercando di alzarsi in piedi con l'aiuto di Pepper.

 

-Dov'è cosa?- chiese Fury, non capendo le sue parole.

 

Una volta in piedi, Tony guardò il comandante con sguardo dubbioso. -Lo strumento tecnologico dotato di una propria autonomia.- affermò con ovvietà.

 

-E cosa dovrebbe servirci?-

 

Tony rimase un po' stupito per quella domanda, poi si girò verso Anthony. -Ma gli hai spiegato tutto?-

 

-Mi hanno interrotto! Stavo per parlare dell'automa con una propria intelligenza, ma non mi ha lasciato finire!- enunciò, indicando la forma umana dell'incredibile Hulk.

 

-Bruce... Ti pare intelligente interrompere un bambino che ha la soluzione per salvare l'intero pianeta? No... non lo è...- disse Tony, alzando gli occhi al cielo esasperato, mentre Bruce si grattava il capo impacciato.

 

Tony cercò di fare qualche passo, ma lo colpì una potente fitta alla gamba destra, che era ancora avvolta nella corazza. Steve corse in suo soccorso, aiutandolo a sedersi, dopotutto era il minimo che potesse fare...

 

-Cos'hai? Sei ferito anche alla gamba?- domandò Pepper preoccupata, avvicinandosi a lui e poggiandogli delicatamente una mano sulla gamba corazzata.

 

-Credo di sì... ma resisto, non preoccuparti!- rispose, facendo un sorriso forzato.

 

-Togliti quella robaccia!- esclamò lei, mettendo le mani sui fianchi, contrariata per affermazione del marito.

 

-No, non serve!-

 

-La mia non era una domanda. Era un ordine!- affermò con tono autoritario. Tony dovette obbedire agli ordini altrimenti sarebbero stati guai seri, forse più seri di quello che stava succedendo... Pepper arrabbiata non era per niente adorabile...

 

-Finalmente abbiamo trovato qualcuno che non si fa mettere i piedi in testa da Tony Stark!- affermò Fury, stupefatto di ciò che aveva appena visto.

 

Dopo quel breve dibattito, il gruppo cominciò ad ideare un piano per fermare Final King... L'ideale sarebbe stato un automa con intelligenza propria, essendo in grado di creare uno stato di neutralità, ma purtroppo non avevano avuto abbastanza tempo per procurarselo. Dovevano trovare una soluzione il prima possibile, perchè l'astronave si stava lentamente allontanando.

 

Sonny aveva cominciato a spostare i pezzi di ferro, ragruppandoli tutti in un unico posto. Si girò verso il gruppo, ascoltando attentamente le parole, poi guardò in cielo, dove la grande astronave si preparava a lasciare l'atmosfera terrestre. Il robottino aveva trovato la soluzione.

 

Si avvicinò ad Anthony che stava in piedi vicino alla madre e al padre seduto. Il robot verde toccò la spalla del padroncino, che si girò verso l'amichetto.

 

-Bip Blip!- emise quei due suoni, attirando l'attenzione di tutti i presenti, poi afferrò il braccino di Anthony, facendoglielo sollevare. Il bambino lo lasciava fare, non capendo assolutamente cosa potesse passare per i circuiti di quel tipetto tutto strano. Si ritrovò a stare con il braccio alzato e la manina aperta.

 

Sonny, dopo aver controllato che il padroncino avesse la giusta posizione, fece combaciare la sua mano metallica a quella del bimbo.

 

-Bip! Batti cinque, bip! Amico!- pronunciò le sue prime parole. Anthony lo guardò stupito, sbattendo le palpebre incredulo. Sonny aveva imparato a schiacciare il cinque e soprattutto aveva imparato a parlare!

 

-Hai imparato!!! Papà, mamma avete visto?!- chiese entusiasta, girandosi verso i genitori che gli sorrisero. -L'ho sempre detto che un giorno avresti imparato!- disse, saltando felice.

 

Sonny gli posò la manina sulla spalla, fermandolo. Anthony si bloccò, guardando l'amichetto negli occhi... aveva uno strano comportamento... poi il robottino parlò: -Ti voglio bene! Bip!- detto questo si girò, camminando nella direzione opposta.

 

Anthony rimase lì a fissarlo, l'amico aveva uno strano comportamento. Lo guardò allontanarsi di qualche passo, poi l'automa attivò i propulsori, posti sotto i piedini blu, e volò verso l'astronave.

 

Il bimbo capì ciò che il robot voleva fare... -Noooooo! Sonny! Torna indietro! Noooo!- disse, cominciando a correre. Pepper gli corse dietro, temendo che potesse farsi del male, riuscì a fermarlo, tenendolo tra le braccia, mentre il bimbo urlava.

 

-Anthony! Calmati!- Pepper non aveva ancora capito cosa stava per accadere.

 

-No! Sonny! Dobbiamo fermarlo! Si vuole autodistruggere!- urlò in preda al panico, cercando di liberarsi dalla presa della madre. Pepper lanciò uno sguardo a Tony, che abbassò gli occhi desolato. Era vero... Sonny sarebbe riuscito ad oltrepassare lo scudo protettivo.

 

Volava velocemente verso l'astronave, fino ad incontrare la barriera del campo magnetico. Attivò i turbopropulsori, cominciando ad inglobarsi all'interno della bolla protettiva. Le molecole cominciarono a muoversi velocemente, graffiandogli la corazza. Sonny continuava a fare forza, fino a quando non riuscì a superare la barriera.

 

Salì a bordo dell'astronave. Final King si girò di scatto, sentendo un rumore e vide il piccolo automa verde che lo fissava minaccioso con gli occhioni gialli.

 

Lo spietato Skrull non ebbe nemmeno il tempo di reagire, che Sonny gli si aggrappò addosso.

 

Pepper cercava di trattenere il figlio che si dimenava e urlava disperato, quando... una serie di esplosioni illuminò il cielo.

 

Anthony fissò in alto sconvolto con gli occhi profondamente turbati. Il campo magnetico, non ancora dissolto, conteneva le fiamme che divampavano subito dopo le ripetute esplosioni. Una sfera di fuoco che avvolgeva l'intera astronave, disintegrandola come polvere... e all'interno di quell'inferno c'era anche il suo amico.

 

Sonny aveva deciso di sacrificarsi per il bene del pianeta, o meglio: per il bene dell'amichetto...

 

Le lacrime cominciarono a scendere copiose lungo le guance del bimbo. Le fiamme sopra le loro teste cominciarono a scomparire, gli unici resti erano ormai cenere.

 

La madre lo abbracciò, cercando di tranquillizzarlo. Anthony smise di opporre resistenza, piangeva disperato e tremava, scosso dai singhiozzi. Stava soffrendo molto... soffriva per la perdita del suo robottino, del suo migliore amico...

Ora non c'era più...

 

Continua...

 

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NdA:

Lo so, lo so! Il finale di questo chappy è tristissimo! :'(

Il nostro piccolo eroe è proprio Sonny! Ha salvato il mondo per il bene del suo amichetto, dimostrandogli quanto gli volesse bene, prima di sacrificarsi (se ricordate il settimo capitolo Anthony cercava di insegnare a Sonny a battere il cinque... dopo la fine di questa storia vi consiglio di rileggerla con calma, così potete capire tutti i collegamenti che ci sn tra i vari capitoli :))

Adesso ringrazio Herry, Miri, Nico, Ale e Glu per aver recensito lo scorso capitolo e naturalmente anche tutti quelli che hanno solamente letto (lasciate qualche commentuccio, mi farebbe piacere!)

AVVISO: La prossima settimana l'aggiornamento di questa storia salta, perciò x il capitolo 17 dovete aspettare 2 settimane... E al posto dell'aggiornamento pubblicherò una one-shot natalizia (sempre in tematica Iron Man) XD

Grazie ancora a tutti!!!! Un bacione by Sic!

p.s. Ditemi che ne pensate di questo chappy! ;)

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Capitolo 17
*** Vive per loro ***


Capitolo 17: Vive per loro

 

Ora il mondo era salvo dall'invasione degli alieni Skrull e questa volta l'eroe era stato un robottino di nome Sonny. Un tipetto abbastanza bizzarro, che si è rivelato avere un grande cuore. Con una grande forza di volontà aveva raggiunto l'astronave aliena e si era fatto esplodere, sconfiggendo così lo spietato Final King.

 

Il piccolo Anthony piangeva dirottamente avvolto dalle premurose braccia materne di Pepper, che cercava di tranquillizzandolo, parlando dolcemente.

 

Il gruppo dei Vendicatori non sapeva cosa dire o fare... La terra era salva! E avrebbero dovuto festeggiare... ma vedendo il bimbo soffrire così tanto, erano rimasti impassibili davanti alla vittoria.

 

Fury si passò una mano sul volto, scuotendo il capo. Se solo avessero preparato il necessario prima della battaglia, non sarebbe finita in quel modo!

 

L'agente Coulson gli arrivò alle spalle. -Comandante...- Fury si girò verso la sua direzione. -Nonostante il trambusto creato, ho una buona notizia da darle.-

 

-Sentiamo...-

 

-Alcuni dei nostri agenti dello S.H.I.E.L.D. hanno individuato la posizione della base aliena degli Skrull. Non sono molto lontano dalla terra e li stiamo tenendo sotto controllo, il popolo di Asgard ha dato la sua completa disponibilità per l'attacco e eliminazione del nemico.- affermò, togliendo almeno una preoccupazione al comandante.

 

-Bene. Meglio così. Teniamo Stark fuori da questa storia, ha già fatto molto! Metti Thor a capo del suo popolo e spediscilo in missione.- disse, dando una veloce occhiata all'eroe in questione.

 

Tony guardava la moglie accovacciata a terra con il figlio tra le braccia in preda ai singhiozzi; alle loro spalle c'erano alcuni edifici distrutti con il cielo tinto da sfumature rossicce e arancioni, resti delle esplosioni che brillavano con luce fioca. Tentò di alzarsi a fatica con la gamba che gli pulsava dal dolore.

 

-Stark, sono arrivati i soccorsi, ora possono medicarti.- lo avvertì Fury, avvicinandosi.

 

-Non ora... in questo momento mio figlio sta soffrendo più di me, devo stargli vicino.- gli rispose Tony senza nemmeno guardarlo in faccia, zoppicando verso la compagna e il bimbo.

 

Pepper lo vide arrivare e gli sorrise debolmente, magari le parole del padre sarebbero bastate per tranquillizzare il loro cucciolo. Tony si sedette a terra, non riuscendo a stare in piedi per lungo tempo, accarezzò la testolina al figlio, che non smetteva di vagire.

 

-Anthony... avanti, non piangere!- disse, cercando di fargli coraggio. Il piccoletto nascose di più il visino nell'incavo del collo della madre, che lo teneva abbracciato.

 

-Che fai? Ti nascondi? Andiamo! Devo dirti una cosa, ma se non mi guardi non posso!- esclamò con tono ottimista, il bimbo si girò verso di lui, tirando su col naso e calmando i singhiozzi. -Così va meglio!- affermò, sorridendogli.

 

Pepper gli asciugò le guanciotte bagnate dalle lacrime. -Hai tutti gli occhi rossi, che fine hanno fatto i begli occhioni blu del mio angioletto? Basta lacrime, ok? Fai l'ometto coraggioso!- lo incoraggiò Pepper, dandogli un bacio sulla fronte.

 

Anthony annuì, cercando di smettere di singhiozzare, poi guardò il padre. -Perchè Sonny è andato via?- chiese, tirando su col naso.

 

-Non è andato via! Lui rimarrà sempre qui.- disse, poggiando un dito sul petto del bimbo, indicando il suo cuoricino. -Sonny ha capito che era l'unico in grado di salvarci, allora ha voluto fare di tutto per aiutarci, sacrificando però la sua vita. Il tuo robottino ci ha salvato la vita e ci ha permesso di stare ancora insieme... Tu, io e la mamma! Siamo ancora uniti, questo è bello, no?-

 

Il bambino annuì. -Io e papà ci saremo sempre per te, per qualunque cosa e Sonny ci ha aiutato a far sì che questo si avveri...- gli disse Pepper con un sorriso.

 

-Quindi Sonny è un eroe?- chiese, guardando prima la madre poi il padre.

 

-Ma certo che è un eroe! Cosa credevi? E anche tu sei diventato un eroe, campione!- affermò Tony, annuendo.

 

-Io? Perchè sono un eroe?- domandò, asciugandosi gli occhi che non avevano intenzione di smettere di lacrimare.

 

-Come sarebbe a dire: “perchè sono un eroe?” Intanto hai scoperto chi era quel brutto ceffo che ci ha ingannati, poi sei riuscito a far capire che era uno Skrull ed infine sei stato tu a costruire Sonny!- esclamò, tenendo conto delle opzioni con l'aiuto delle dita. -Hai tre buone motivazioni!-

 

Il bimbo sorrise debolmente, abbassando lo sguardo. -Non mi credi? Mica dico bugie! Anche quei tipi laggiù lo pensano!- disse, indicando il gruppo dei Vendicatori. -Ehy! Ragazzi, venite un attimo qui!- urlò ai compagni.

 

I tre Vendicatori si girarono, insicuri di ciò che Tony avesse appena detto.

 

-Andiamo là.- enunciò Fury, incamminandosi. Thor, Steve e Bruce si guardarono stupiti, il comandate non era un tipo molto sentimentale, ma evidentemente quella questione gli stava particolarmente a cuore per chissà quale motivo. Lo seguirono senza obbiettare e dietro di loro James e Glorya, preoccuparti per il loro adorato nipotino.

 

Arrivarono dal trio familiare seduto a terra. -Bene! Eccovi qua! Questo mocciosetto non ha intenzione di credere che adesso anche lui è un eroe! Non so proprio come convincerlo!-

 

Steve Rogers si accovacciò per essere all'altezza del bimbo. -È naturale che tu sia un eroe! Sei stato di grande aiuto sia per lo S.H.I.E.L.D. sia per l'FBI e questo può confermarlo tuo nonno!- Anthony si girò verso il nonno che annuì, poi tornò a guardare Capitan America. -Devi sapere che io non sono stato sempre Capitan America, una volta ero un tipetto magro e basso, ma con una grande forza di volontà e per merito di quella sono diventato un eroe. Tu hai avuto il coraggio di vedertela faccia a faccia con quel mostro e poi hai creato l'altro piccolo eroe che ci ha salvati. Hai reso fiero tuo padre e tua madre, tutta l'America, o meglio: il mondo intero! Sei a tutti gli effetti uno dei migliori eroi Americani che ci siano in circolazione, ometto!- esclamò Steve per poi fargli il saluto militare, che fu fatto anche da Anthony, che sorrideva felice.

 

-Magari potrebbe anche entrare a far parte del gruppo dei Vendicatori!- affermò Fury, scherzosamente.

 

-Avete proprio intenzione di mandarmi in pensione, eh? L'erede ce l'ho e non vi fate problemi!- disse Tony, facendo ridere il piccolo. -Finalmente, ridi! Era ora!- affermò, lieto di sentire la risata gioiosa del figlio.

 

Anthony cinse con le braccine l'esile collo della madre e nascose il viso, sorridendo. -Ti vergogni? Su non fare il timido. Ora va meglio vero?- gli chiese Pepper, felice di rivedere il sorriso sul volto del figlio.

 

-Sì!- rispose lui sbrigativo, imbarazzato poiché tutti lo stavano guardando.

 

-Pensa un po'! Ha dovuto dirtelo pure Capitan America in persona che sei un eroe! Io non conto più niente!- disse, facendo il finto offeso.

 

-Non è vero! Tu sei il mio eroe!- affermò, girandosi verso di lui e abbracciandolo. Tony sorrise, abbracciandolo a sua volta.

 

-Iron man è il tuo eroe...-

 

-No! Tu sei il mio eroe. Il mio papà!- enunciò il piccolo. Quelle parole gli riempirono il cuore. Se c'era una cosa per cui si poteva lottare era la sua famiglia. E l'avrebbe fatto altre due milioni di volte o più!

 

Il Dio del tuono rimase dietro il gruppo, scrutando la scena con un'inconfondibile cipiglio austero, fissò per un paio di secondi il suo detestato collega e il figlioletto, poi si girò di scatto allontanandosi con postura regale ed elegante, immerso nei suoi pensieri. Bruce notò lo spostamento di Thor e d'istinto lo seguì preoccupato.

 

-Che ti prende? Tutto bene?- chiese, poggiandogli amichevolmente una mano sulla spalla. Thor fermò la sua camminata, guardando un punto fisso davanti a sé, non rispondendo al compagno. -Thor, c'è qualcosa che non va?- gli domandò ancora Bruce, preoccupandosi.

 

-Mi ero sbagliato sul suo conto...- affermò, girandosi in direzione del gruppo, guardando Tony che abbracciava il figlioletto.

 

-Parli di Tony?! Che cosa ti sei sbagliato?- chiese Bruce, guardando prima Thor e poi il gruppo in lontananza.

 

-Non ha voluto svelarci il vero... Si protegge con un altro usbergo.- affermò, lasciando Bruce nel dubbio assoluto, poiché non si era ancora abituato alla terminologia antica usata dal Dio.

 

-Scusa, ma non ti seguo...-

 

-Egocentrismo, egoismo, individualismo. Sono questi i blasoni che adotta per ingannare i nostri occhi. Non è veramente così... guardalo là!- disse, indicando la famigliola con un cenno del capo. -Vive per loro... quella donna e quel bambino...-

 

-Come fai a saperlo?- chiese Bruce, osservando Tony che parlava con il figlio e sorrideva.

 

-Non si necessita di un Dio per capirlo... Glielo si legge negli occhi!- affermò, facendo un mezzo sorriso. Bruce guardò Thor e sorrise compiaciuto.

 

Il Dio notò il suo sguardo e tornò serio: -Perchè ridi?-

 

-Credo che nascerà una nuova amicizia tra voi, o no?-

 

-Neanche per sogno! Nonostante ciò per me è, e sempre sarà, una testa di lattina!- enunciò, girandosi nella direzione opposta e andandosene per la sua strada, lanciando però un'ultima occhiata a Tony, che lo salutò con un cenno del capo.

 

Thor aveva capito la verità: la cosa più importante per Tony era proprio la sua famiglia.

 

Stark venne medicato dai paramedici che si trovavano sul posto. Fortunatamente non aveva niente di rotto, se l'era cavata con un braccio e una gamba fasciati e qualche botta di troppo. Si sarebbe rimesso in poco tempo.

 

Tony, Pepper e Anthony furono accompagnati a casa da agenti dello S.H.I.E.L.D. Il bimbo era ancora un po' triste e Tony se ne accorse subito... doveva fare qualcosa assolutamente!

 

Entrarono in casa, Anthony si era addormentato tra le braccia della madre, che lo teneva in braccio dolcemente. Tony si passò una mano sugli occhi, stropicciandoli. Era distrutto e da più di ventiquattr'ore non dormiva.

 

-Tony, va' a dormire. Ci penso io a mettere a letto Anthony, ti raggiungo più tardi...- disse premurosamente, notando che il compagno era parecchio stanco.

 

Lui le sorrise. -No, non posso dormire... devo trovare una soluzione. Non riesco a vederlo così triste...- affermò, carezzando delicatamente la testa del piccolo.

 

-Già... anche io... mi si spezza il cuore.- dichiarò, osservando il bimbo che dormiva pacifico con la testa poggiata sulla sua spalla. -Che vuoi fare?-

 

-Non lo so... in un modo o in un altro devo riportare qui Sonny. Non preoccuparti, tu va' pure a riposarti.-

 

-No!- enunciò Pepper con voce ferma. Tony la guardò stranito.

 

-No, cosa?- domandò dubbioso.

 

-No, non vado a riposarmi! Metto a letto Anthony e poi ti raggiungo! Non ti lascio solo!-

 

-Pepper...- non aveva proprio voglia di discuterne.

 

-Non usare quel tono con me! Sai benissimo che non c'è modo per farmi cambiare idea, perciò ti raggiungo in laboratorio e preparo del caffè, ce ne servirà molto. Dobbiamo far tornare tra noi Sonny!- affermò convinta, prendendo in mano la situazione.

 

-Già... ce ne servirà molto!- disse, sorridendo. In quel momento si stava facendo una domanda molto frequente: “Cosa farei senza di lei?” e la risposta era sempre quella: “Sarei perso!”

 

Pepper si diresse verso la camera del figlio, per metterlo a letto. Tony intanto era andato in laboratorio e aveva iniziato a controllare tutti i dati salvati nel computer centrale. Sicuramente c'erano le informazioni per la costruzione del robottino, ma doveva pure trovare la stessa memoria di classificazione.

 

Pepper scese in laboratorio con una tazza di caffè in mano, trovò Tony seduto alla scrivania che controllava contemporaneamente tre schermi del computer. Si mise dietro di lui, osservando i monitor, dove mostravano vari schemi e disegni sulla struttura del piccolo automa verde e blu.

 

-Ecco, tieni.- disse lei, porgendogli la tazza con la calda bevanda scura.

 

-Grazie!- rispose, prendendola in mano e bevendone una sorsata, continuando ad aprire file su file, che venivano catalogati automaticamente.

 

-Trovato qualcosa?- domandò Pepper, massaggiandogli le spalle affettuosamente.

 

-Sì. Ho trovato tutti gli schemi per la costruzione esterna, meno male che Anthony ha avuto il buon senso di salvare qualcosina... Poi, da quanto ne sappia, il collegamento principale di Sonny era Jarvis, perciò ci sono intervalli di tempo che permettevano a Sonny di eseguire il background... Guarda, per ogni intervallo di tempo c'è un aggiornamento.- disse, indicandole l'elenco di revisioni, aperto nel secondo schermo.

 

Pepper guardava la lista leggermente confusa, in materia non era molto preparata, ma aveva capito che la piccola mente del robottino era collegata al computer della casa, perciò qualcosa si era salvato!

 

-L'ultimo aggiornamento risale alle 23.43.54 di stasera! Credo sia giusto un momento prima che si facesse esplodere... quindi è una buona notizia vero?- chiese, sperando in una risposta affermativa.

 

-Certo che è una buona notizia, anzi è un ottima notizia!- affermò Tony, facendo mezzo giro con la sedia, voltandosi verso la compagna. -Sonny tornerà come primaaaaaa..... a ha!- esultò, notando l'abbigliamento della moglie.

 

Aveva ancora indosso l'attillante tuta nera, che le aveva imposto di indossare e in quel momento Tony gradì particolarmente questa cosa.

 

-Piccola, così mi tenti!- affermò lui, prendendola per i fianchi e facendola sedere sopra di sé.

 

-Ma smettila!- esclamò lei, ridendo. Tony la guardò negli occhi, perdendosi completamente in quel sereno oceano, che i suoi occhi blu custodivano. -Che c'è?- gli chiese Pepper, sorridendo.

 

-Ho avuto paura...- affermò serio. -Paura di non vedere più i tuoi occhi e il tuo sorriso per me. Non credo che sarei riuscito a sopportarlo.-

 

-Io invece avevo paura anche di non avere più questo...- disse, chinandosi su di lui, lasciandogli prima un veloce bacio sulla guancia e poi sfiorandogli le labbra con le sue, trasformando quel bacio in qualcosa di più profondo.

 

-...aggiungo questo alla mia lista...- sussurrò lui, per poi baciarla nuovamente.

 

-Ora però si metta al lavoro signor Stark!- enunciò quando si allontanarono, guardandolo fisso negli occhi.

 

-Smettila di provocarmi! Così rendi le cose ancora più difficili!- protestò lui, tentando di baciarla di nuovo, ma Pepper si allontanò, sfuggendo dalle sue braccia.

 

Tony rimase stupefatto da tale velocità. -Ma...- tentò di protestare, guardando la compagna sbigottito.

 

Pepper rise: -Non fare quella faccia! Ho capito dove vuoi arrivare, ma non ci casco! Ora vado a cambiarmi d'abito, qualcosa che non ti faccia perdere la testa, e tu cominci subito a lavorare!- enunciò, intuendo perfettamente i pensieri del compagno.

 

-Ehy! Non è giusto! Mi fai perdere la testa sempre e comunque e poi io pretendo la mia ricompensa!-

 

-Magari quando hai finito di costruire Sonny!- Tony sbuffò seccato, rigirandosi verso gli schermi dei computer.

 

Pepper lo abbracciò da dietro. -Non fare l'offeso! Domani portiamo Anthony dai miei e mi prenderò cura di te a dovere!- esclamò, schioccandogli un bacio sulla guancia, per poi lasciare la stanza per andare a mettere qualcosa di meno provocante.

 

Continua...

 

 

 

 

NdA:

Inizio col farvi gli auguri di un buon 2012! AUGURI!!!

Tornando al capitolo... una soluzione si trova sempre, vero?! Tony farà tornare il sorriso sul volto del suo adorato bimbo! :)

Questo è il penultimo capitolo di questa lunga storia, ditemi che ne pensate! ;)

Un grazie va a chi ha recensito lo scorso capitolo, cioè ad Herry, Nico, Miri, Ale e Glu! E grazie anche a chi continua a seguire la ficcy!

Ci vediamo la prossima settimana per l'ultimo capitolo!

Ciao a tutti!

Un bacio!

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Capitolo 18
*** Scritto nelle stelle ***


Capitolo 18: Scritto nelle stelle

 

-Anthony, svegliati. Papà ti deve mostrare una cosa!- affermò Pepper, seduta sul bordo del letto del figlioletto, cercando di svegliarlo dolcemente. Anthony aprì gli occhi leggermente confuso, dal chiarore fuori dalla finestra capì che era mattina.

 

Il bimbo si mise seduto, stiracchiandosi e facendo un grande sbadiglio. -Buongiorno...- mugugnò con un fil di voce.

 

-Buongiorno, amore mio! Forza, vieni che papà ha una sorpresa per te!- gli ripeté la madre, sorridendogli.

 

-Ho sonno...- affermò Anthony, stropicciandosi gli occhi.

 

-Fai un piccolo sforzo! Ti porto io così non devi nemmeno camminare. Ok?- Il bambino annuì, sbadigliando e tendendo le braccine verso la madre, che lo prese in braccio.

 

Scesero le scale del laboratorio e, una volta arrivata alla soglia, Pepper si fermò. Anthony vide il padre in piedi vicino alla scrivania con le fasciature al braccio sinistro e alla gamba opposta. La madre lo mise a terra e i suoi piedini vennero a contatto col gelido pavimento, era ancora un po' assonnato e non capiva bene cosa stava succedendo!

 

-Bip Blip!- Anthony spalancò gli occhi, svegliandosi del tutto, non credendo ai suoni che aveva appena sentito. Da dietro le gambe di Tony spuntò una testolina verde con due occhioni gialli luminosi, che fissavano il piccolo.

 

-Sonny!!!!!!!!!!!- urlò, correndo verso l'amichetto. L'automa fece un saltino, riconoscendo il padroncino e andandogli incontro, emettendo bizzarri suoni.

 

-Amico! Blip!- disse il robottino, quando Anthony lo abbracciò.

 

-Sai ancora dare il cinque?- domandò speranzoso, alzando il braccio. Sonny inclinò la testa di lato, osservando la manina aperta del padroncino. Capì subito! E schiacciò il cinque all'amico, che saltellò felice, tutto emozionato.

 

Anthony ispezionò il robottino, girandogli intorno. Era perfetto! Corazza verde e blu fluo, gli occhioni gialli e azzurri luminosi, l'inconfondibile saetta incisa sulla spalla e la scintillante targhetta con il suo nome scritto sopra. Uguale a prima!

 

Il bambino si girò in direzione del padre con un sorriso gratificante. -Grazie!- esclamò, correndo ad abbracciarlo. Tony lo prese in braccio, sollevandolo facilmente per il suo peso leggero, anche se gli doleva ancora un po' l'arto sinistro. -Sei il papà migliore del mondo! Ti voglio bene!- affermò sinceramente, stringendogli le braccia intorno al collo.

 

-Anche io ti voglio bene, campione!- gli sussurrò, felice di essere una persona così importante per il figlioletto. Lo poggiò su un fianco, guardandolo negli occhi azzurri come quelli della madre. -Ti ricordi la sorpresa che dovevo fare alla mamma?- gli chiese sottovoce, per non farsi sentire da Pepper.

 

Anthony annuì. -Non sei riuscito a fargliela!- affermò, ricordando tutto quello che era successo.

 

-Appunto! Te la senti di rimanere qualche minuto qui con Sonny, intanto che rendo felice la tua mamma?-

 

-Certo!- esclamò voltandosi verso la madre. Pepper si ritrovò gli occhi di marito e figlio addosso e non sapeva cosa quei due stessero tramando.

 

-Certo, cosa?- domandò lei, avvicinandosi.

 

-Adesso lo scoprirai!- affermò Tony, mettendo a terra il bimbo. La prese per mano e si diresse verso l'uscita del laboratorio, Pepper lo seguiva leggermente perplessa. -Posso fidarmi a lasciarti solo?- chiese nuovamente il padre.

 

-Sì sì! Con me c'è Sonny!- enunciò il piccolo, sorridendo e sedendosi sulla sedia del padre di fronte alla scrivania.

 

-Bene! Andiamo!- disse Tony, portandosi dietro Pepper, che non capiva assolutamente dove dovessero andare!

 

-Dove mi porti? Non possiamo lasciare Anthony da solo!- affermò mentre l'altro continuava a camminare e a guidarla tra i corridoi della casa.

 

-Tranquilla, stiamo in casa, e poi insieme a lui c'è Sonny...- Tony si bloccò all'istante, girandosi verso la compagna. -Siamo arrivati!-

 

Pepper si guardò in giro... Non capiva più nulla! Erano fermi in uno dei tanti corridoi della casa, lì c'era solamente una grande libreria appoggiata alla parete e più avanti si trovava la porta di un bagno. -Arrivati dove? Di preciso?-

 

-Qui!- affermò lui con tranquillità, guadagnandosi un'occhiata scettica da parte della moglie. Tony si diresse verso la libreria e, muovendo un libro, questa si spostò di lato, rilevando una porta di ferro.

 

Pepper rimase basita, non credendo ai suoi occhi. -Ci sono altre porte in giro per la casa di cui dovrei esserne informata?- Tony rise.

 

-No no, questa è l'unica!-

 

-Bene... cosa c'è dentro?- domandò, sistemandosi la frangetta con una veloce mossa.

 

-Sorpresa! Chiudi gli occhi!- le disse, sorridendo per metterla a proprio agio. Pepper continuava a guardarlo, leggermente dubbiosa sul da farsi. -Fidati! Chiudi gli occhi e non riaprirli fino a quando non te lo dico.-

 

-Ma guarda cosa mi tocca fare!- esclamò lei, parlando tra sé e, obbedendo a Tony, abbassò le palpebre. Sentì il rumore della porta metallica aprirsi e le mani di Tony prendere le sue, per poi tirarla lentamente all'interno della sala. La porta si chiuse alle loro spalle e si fermarono al centro della stanza. Tony le lasciò le mani, stando in silenzio.

 

-Tony? Dove sei?- chiese, facendo per aprire gli occhi.

 

-Non aprirli!- sentì la sua voce davanti a sé.

 

-Hai poche possibilità di farmi felice, se non mi dici immediatamente cosa stai facendo?-

 

-Ti sto guardando... sei bella...- lei sorrise, arrossendo. Anche se stavano insieme da anni, lei arrossiva ancora quando lui le faceva complimenti.

 

-Posso aprire gli occhi, ora?- domandò impaziente di scoprire cosa ci fosse all'interno di quella misteriosa stanza.

 

-Non ancora...- questa volta la voce era alle sue spalle. Tony la abbracciò da dietro, cingendola dolcemente. -Ti ricordi cos'è successo cinque anni fa? Il 14 agosto per essere precisi...-

 

-Mmm vediamo...- disse, facendo finta di pensare, anche se sapeva perfettamente cosa fosse successo quel giorno. -Ci siamo sposati?-

 

-Risposta esatta... La spiaggia era tutta preparata e io ti aspettavo all'altare... quando sei arrivata, eri così stupenda che non sono riuscito a trattenermi dal baciarti e nel momento che hai detto: “Sì, lo voglio” mi hai reso la persona più felice del mondo... Poi abbiamo brindato e pranzato... sono riuscito a farti ballare e dopo ti ho cantato una canzone...- le sussurrò lentamente, sfiorandole il collo con le labbra.

 

Lei sorrise: -Quella è stata la giornata più bella di tutta la mia vita!-

 

-Era ciò che doveva diventare... e ti ricordi dove ti ho portato alla fine?-

 

-O sì! In un giardino dove c'erano degli splendidi ciliegi in fiore...- disse, sorridendo e ricordando quella splendida serata.

 

-Bene... ora apri gli occhi!- disse, lambendole l'orecchio con le labbra, solleticandolo leggermente.

 

Lei sorrise, poi aprì gli occhi.

 

Davanti a lei c'era un prato verde, faretti che illuminavano il piccolo ruscello, che attraversava il giardino e lì c'erano quei ciliegi in fiore... Tutto come cinque anni prima, ora era davanti ai suoi occhi.

 

-O mio Dio!- esclamò stupita, osservando quella meraviglia. Si girò verso di Tony che sorrideva. -Come hai fatto a...- cercò di chiedere, rimanendo senza parole.

 

-Si tratta di un ologramma virtuale, che effettivamente è molto veritiero. La stanza di allenamenti che abbiamo alla base ha la stessa funzione. È bastato installare i pannelli e il gioco è fatto! Ti piace?- chiese, soddisfatto del lavoro compiuto.

 

-Sì! È bellissimo!- esclamò, sorridendo e guardando la meravigliosa area verde.

 

-Aspetta! Mi stavo dimenticando una cosa!- enunciò Tony, cominciando a tastarsi le tasche dei pantaloni in cerca di qualcosa. Pepper lo guardava incuriosita, chissà cosa stava cercando?! Lui mise una mano nella tasca destra, estraendo la fede che la moglie gli aveva restituito dopo l'incomprensione di giorni prima. -Questo è tuo...- affermò, infilandole il piccolo anello dorato lungo l'affusolato dito anulare della mano sinistra.

 

Lei sorrise, guardandosi la mano con il piccolo gioiello, che le ornava il dito.

 

-Bhè? Adesso quali sono le mie possibilità?- chiese lui, prendendole il mento tra il pollice e l'indice, incontrando i suoi occhi.

 

Pepper gli cinse il collo con le braccia, avvicinandosi di più al compagno, poggiando la fronte su quella di Tony: -Chances are... I'll love you for ever...- sussurrò, per poi sfiorare le sue labbra delicatamente, trasformando quel contatto in un dolce e appassionato bacio.

 

Quello era il loro “per sempre”... Il loro futuro era scritto nelle stelle: Insieme per l'eternità...

 

 

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Fine

 

NdA:

E siamo arrivati alla parola “Fine” di questa lunga storia :D

Finalmente si è capito perchè nel quinto capitolo ho fatto cantare a Tony la canzone Chances are XD Vi consiglio, se avete tempo e voglia di rileggerla interamente senza interruzioni (anke se si perdono un paio di orette :P) per capire e scovare ogni collegamento che c'è tra i capitoli.

E ora ai ringraziamenti!!!!

-Grazie a: mirianval, nicolettasole, Ironmanup, _iGlu_1996, alenefos, _Mary_90, lisa_res e _Diane_, che hanno recensito la storia;

-Grazie a: alenefos, Giulia Kay, Lariwell, lisa_res, Memole91, _Diane_, _iGlu_1996 e _Mary90_,che hanno aggiunto la storia alle seguite;

-Grazie a lisa_res per averla aggiunta alle preferite;

-Grazie a spikey che l'ha aggiunta alle storie da ricordare;

-E per ultimo, ma non meno importante, Grazie a tutti i lettori che hanno letto i capitoli fino all'ultimo!

Un bacione dalla vostra Sic!

p.s. Sentirete ancora parlare di me in futuro XD

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