Two can keep a secret if one of them is dead. di Blue Flower (/viewuser.php?uid=106639)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Got a secret. ***
Capitolo 2: *** Can you keep it? ***
Capitolo 1 *** Got a secret. ***
Capitolo
1- Got a secret.
Got
a secret,
can you keep it?
Swear this one you’ll
save.
Ho
sbagliato tutto: dalla prima all’ultima
azione.
Adesso, sotto terra, con la poca aria
che mi è rimasta nei polmoni, desidero con tutto il cuore di
poter tornare
indietro nel tempo, comportarmi meglio con tutte le mie amiche: da
Hanna Banana
a Spencer Impicciona, da Emily Adulatrice ad Aria Cioccherosa.
Ma non c’è tempo perché sprofondo
sempre
di più mentre la persona che mi sta seppellendo viva riempie
la buca di terra e
ride compiaciuta.
Ho commesso un errore dopo l’altro e non
posso rimediarvi: troppo tardi.
La terra mi sommerge i polmoni e mi
addormento, senza fiato.
I
ricordi della mia morte s’insinuano nella mente come velenosi
serpenti.
Sono
quelle le cose che ho pensato prima di dire addio alla vita come
l’avevo sempre
ideata fino a quel momento.
Ora
come ora, vorrei solo aiutare le mie piccole bugiarde a salvarsi. Ma
cosa posso
fare per loro? Odio ammetterlo, ma sono inconsistente, impalpabile
mentre
passeggio per le strade di Rosewood che mi hanno dato vita e morte.
No,
non sono riuscita a passare oltre e forse non ce la farò fin
quando il mio
assassino sarà fuori gioco: e a quel punto le mie amiche
saranno finalmente al
sicuro.
Ogni
tanto, mi torna un groppo in gola, come se non riuscissi a respirare,
come se
rivivessi quella notte con tutta la potenza emotiva di cui uno spettro
quale
sono è capace.
D’un
tratto, una macchina verde si fa strada nel vialetto di casa
Montgomery, che
era stata abbandonata a sé stessa da ormai un anno.
Immediatamente
capisco che è quella la macchina che stavo aspettando per
tutto quel tempo: un’adolescente
dallo sguardo criptico guarda fuori dal finestrino, e per un attimo
sembra che
mi veda, ma poi i suoi occhi mi trapassano come pugnali.
E’
cambiata da quando l’ho lasciata in quella tragica notte. Ma
dentro è sempre la
stessa dolce, ribelle, tenerissima Aria.
Apre
lo sportello della Ford verde e tira fuori un enorme bagaglio.
“Casa
dolce casa!” esclama aprendo la porta e cercando di sembrare
felice.
Una
risata sarcastica, quasi isterica, esce dalla mia bocca senza il mio
permesso.
Lei
non è affatto contenta di tornare a Rosewood: io meglio di
lei conosco il
motivo di quell’anno sabbatico in Irlanda.
Però
adesso è qui e niente la potrà far sfuggire dalle
grinfie del suo destino.
“Scappa”
le dico avvicinandomi, anche se so che non mi potrà
ascoltare.
“Non
fare la mia stessa fine” urlo, con tutta la forza che ho,
sentendo i miei
polmoni morti ancora pieni di terra.
Nessuno
ha ancora trovato il mio corpo, e ormai sto a marcire nel luogo in cui
sono
morta, imputridendo con i vermi al mio seguito.
Nel
primo periodo è sembrato quasi divertente, ma quando ho
iniziato a scompormi
velocemente, sono stata costretta ad abbandonare la mia posizione, un
po’ per
orrore e un po’ per la voglia incontrollabile di vedere cosa
stesse succedendo
al di sopra del terreno brullo di Rosewood, California.
Ed
eccomi qui, a seguire nell’ombra Aria Montgomery che si avvia
verso il bar
della città.
Quando
entra, il suo sguardo incrocia quello di un giovane uomo davvero sexy.
Mi
siedo con lei su uno degli sgabelli sgangherati del locale, mentre
continuo ad
osservare quel ragazzo che sembra appena uscito dal college…
Mi ricorda
qualcuno, ma non riesco ad inquadrarlo, forse perché il mio
è stato un sonno
così dolce e senza sogni che le facce di tutte le persone
che hanno attraversato
la mia vita, sono sfocate e quasi irriconoscibili.
Solo
io sono rimasta la quindicenne di un tempo: tutti sono cresciuti.
In
men che non si dica, Aria è riuscita ad adescare quel
ragazzo che a quanto pare
pende dalle sue labbra. E a proposito… si stanno baciando.
Sì, nel bagno.
Provo
una fitta di gelosia per lei, che in questo momento è ancora
in grado di vivere
una vita come tutte le altre, flirtando con i ragazzi e scopandoseli in
bagno.
Ma
io sono morta perché conoscevo un segreto.
E
non sono riuscita a mantenerlo.
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Capitolo 2 *** Can you keep it? ***
Capitolo
2- Can you keep it?
Sto
scappando.
Non avrei dovuto allontanarmi dalla casa
di Spencer: forse a quest’ora sarei ancora al sicuro. Beh, al
sicuro per modo
di dire.
Sono mesi ormai che mi perseguita, non
lasciandomi vie di scampo. Sa troppe cose su di me come io so troppe
cose su di
loro… Uno dei due deve morire.
E ho come l’impressione che stanotte toccherà
a me.
Non dovevo ricattarla, non dovevo
iniziare a partecipare al gioco mortale di -A.
Ma del resto, all’inizio, chi sapeva che
sarebbe andata a finire così?
Ho poco tempo prima che la morte mi
venga incontro, perciò, con gli ultimi minuti di
libertà che mi rimangono,
metto in atto il mio ultimo piano da puttanella bugiarda, lasciando
tutti in
grande stile.
Mi dirigo verso la mia casa: avevo
posato la ventiquattr’ore di Burberry sotto al portico. La
prendo e corro via,
aspettando che il mio assassino mi prenda.
Sapevo che prima o poi sarei dovuta
fuggire, ma i segreti - gli stessi segreti che ho custodito avidamente
per
tutto questo tempo, i segreti delle mie amiche- me li
porterò nella tomba.
Infilo i fogli del mio diario dentro le
tasche dei jeans e con un lancio degno di una tiratrice, faccio volare
la
valigetta giù, nel folto della foresta.
Così mi giro per guardare negli occhi il
mio assassino.
L’ultima persona che ho visto in vita.
Mi
siedo sulla veranda, accanto a Spencer.
Ha
appena conosciuto il nuovo ragazzo di sua sorella Melissa, Wren.
“Brutta
fissa quella che hai per i fidanzati di Mel, vero?” non mi
sente, ma faccio
finta di sostenere una vera e propria conversazione con lei.
“Andrà
a finire male, credimi. Ti ricordi cosa è successo con
Ian?” una stretta mi
trapassa il cuore morto mentre pronuncio quelle parole.
Ian…
Dove
sarà adesso quell’uomo?
Lei
si alza e io continuo a seguirla.
“Forza,
domani inizierà la scuola: un po’ di
vitalità! Voi quattro sembrate… beh, morte. Più morte di
me!” il suo sguardo
è perso nel vuoto, in direzione della mia casa.
C’è
silenzio: una quiete quasi rumorosa per quanto è piena di
tensione.
“Ali…”
sussulta. Io spalanco gli occhi: mi ha sentita? Dio, devo urlare
più forte,
devo sovrastare i rumori del mondo reale per arrivare da lei.
“SPENCER!”
esclamo, entusiasta di aver trovato qualcuno con cui parlare.
“Se
solo tu fossi ancora qui…” la mia gioia si
dissolve in un momento. “Io sono ancora
qui! Riesci a sentirmi? Ti
prego dammi un segno” mi sembra di essere la sibilla di The Others, quel film di fantasmi con
Nicole Kidman… Peccato che
sono io lo spettro.
“E’
tutta colpa mia… Non ti avrei dovuto lasciar andare. Non
avremmo dovuto
litigare” mi metto davanti a lei, ma mi passa attraverso.
Che
rogna, essere uno spirito.
“Spenc,
che cazzo dici?! Io quella sera ho fatto la stronza, l’ho
fatto volutamente per
poter scappare senza mettervi in mezzo” le urlo. Si siede sui
gradini dell’ampio
portico, sconsolata.
Dietro
di lei, si apre la porta d’entrata.
“Problemi
con gli spazi chiusi?” Spencer si gira e davanti a lei
c’è Wren.
“Spenc,
stai attenta” oh, al diavolo. Lei non mi può
sentire.
“No,
solo con la mia famiglia” gli sorride e lui ricambia. Oh, io
posso solo
assistere come spettatrice passiva all’ennesimo errore di una
delle mie amiche.
“Non
sono così male. Sono solo…”
“… possessivi? Fissati? Maniaci del
controllo?” lui
la guarda ridendo. “No, non intendevo dire una cosa del
genere, ma se la vuoi
vedere sotto questa prospettiva…” “Oh,
li trovi orribili anche tu” afferma
Spencer.
“Non
così tanto…” lo sguardo dei due
attraversa l’aria, perso nel vuoto.
“Ora
devo andare dentro… Ciao Spencer” si alza e le
stampa un bacio sulla fronte.
Non
appena il ragazzo chiude la porta dietro di sé, la mia amica
tira un sospiro di
sollievo e il suo cellulare squilla: un nuovo messaggio.
Attenta
al ragazzo di tua sorella.
Ricordati che io sono pronta a dire
tutto.
-A.
Rabbrividisco e mi
guardo intorno.
No, non può
essere qui, non ancora! Le mie amiche devono aver il tempo di scappare.
Io
devo aver il tempo di sentirmi almeno un po’ normale.
“A…”
sussurra
Spencer nel vuoto.
“A come Ali?” i
suoi occhi si accendono
quasi di speranza, pensando alla remota possibilità che io
sia viva.
“No! A come Assassino!” le urlo in faccia
arrabbiata.
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