Un desiderio pericoloso

di giulia3289
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** L'inizio -Usagi- ***
Capitolo 2: *** L'inizio -Mamoru- ***
Capitolo 3: *** Quando l'impossibile diventa possibile - Mamoru ***



Capitolo 1
*** L'inizio -Usagi- ***


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L'INIZIO –USAGI-

 

Sono in cucina a preparare la colazione a Mamoru, oggi sarà di turno tutto il giorno dalla mattina fino a tarda serata.

Gli sto preparando una colazione abbondante, in modo che possa avere energie sufficienti per affrontare la lunga giornata, il suo lavoro è molto impegnativo en non si sa mai quando capitano emergenze, o come lui li chiama codice rosso, codice nero..

Non ho mai capito cosa significa codice rosso e quello nero, cosa li distingue e la loro gravità.

Seguendo il consiglio di Makoto, gli sto cucinando la classica colazione all’inglese:uova, pancetta e pane fritto.

Lo sfrigolare e il scoppiettare della pancetta mi rilassa, e il suo profumo mi attira talmente tanto che non resisto e lo mangio io senza fare tanti complimenti.

Non ho mai mangiato dalla pentola, ma adesso sono troppo attirata per non farlo, il profumo dolce della pancetta unito alle uova e al pane..Quasi quasi, mi preparo anche io la stessa colazione!

Ultimamente mangio più del solito, i miei sensi del gusto e dell’olfatto sono migliorati o peggiorati a seconda dei punti di vista.

Il gusto mi accentua per bene il salato, l’aspro e il dolce, mentre l’olfatto a volte mi fa venire il mal di testa o la nausea a causa di odori ben percepiti a causa del mio stato.

Ultimamente il gusto del cibo è diverso,  un sapore insolito ma delizioso come sempre.

Alla terza fetta di pancetta mentre penso ai miei numerosi cambiamenti,sono costretta a posare la forchetta accanto ai fornelli e a dirigermi in bagno.

E’ normale nel mio stato, ormai ogni mattina da più di due mesi mi alzo con la nausea, o se mangio, a volte mi tocca interrompere a causa di un malessere improvviso.

Mentre sono inginocchiata  davanti alla tazza del water,  sento due mani fresche sul mio viso.

 

Mamoru..sempre pronto a starmi vicino, sempre attento ai miei spostamenti veloci verso il bagno per tenermi i capelli.

- Stai meglio?-

Mi chiede dolcemente, aiutandomi ad alzarmi.

Mi sciacquo il viso, la bocca e mi lavo i denti per poi a sorridergli dolcemente.

-il bambino… non vuole lasciare la sua mamma mangiare, sapeva che ho mangiato la pancetta che stavo cucinando per te!-

Mi metto a ridere, felice che presto saremmo in tre.

Abbracciati ci dirigiamo verso la cucina, ma un forte odore di bruciato ci viene incontro.

- Mamo.. senti anche tu… -

Chiedo perché ormai i miei sensi a causa della gravidanza sono diversi..

Lo vedo annuire e inizio a preoccuparmi, a spaventarmi al solo pensiero di un incendio..

- Mamo-chan..stiamo andando a fuco?-

- Stai qui tesoro… non seguirmi!-

Mi dice serio, e con la paura nel cuore lo vedo aprire la porta della cucina che mostra fumo nero.

Poco dopo esce dalla cucina ridendo, perché ride? Cosa c’è da ridere quando rischiamo di andare a fuoco?

- Hai bruciato le uova. Il pane e la pancetta!-

Non ci posso credere! ho ancora bruciato la sua colazione, lui dovrà andare a lavoro senza aver mangiato!

Mi lascio cadere a terra ed inizio a piangere disperata, mi sento in colpa, sono un fallimento totale come donna, moglie e adesso lo diventerò pure come madre!

Perché? Perché non faccio una cosa giusta?? Sono stupida.. ecco!!

Mi abbraccia e mi dondola dolcemente mentre mi bacia la guancia e mi sussurra.

- Tesoro..stai tranquilla,sono cose che succedono.-

-Solo a me! Sono un pericolo! rischio di far bruciare la casa, come posso essere una madre?? Non posso, non posso permettere che nasca!!!-

- Non dici sul serio, sarai un’ottima madre!-

- Ma..-

- Niente ma!-

Mi bacia dolcemente e mi stringe forte a sé, quando improvvisamente una forte vibrazione seguita da una suoneria allegra ci interrompe.

Lo vedo allontanarsi e prendere dalla tasca dei pantaloni il suo cercapersone.

- Tesoro.. scusami, hanno un’emergenza,devo andare..-

Il suo sguardo incrocia quello triste mio..e senza neanche aver mangiato, esce di corsa da casa.

Tristemente mi alzo, mi dirigo in cucina a pulire il mio danno.

Vedere la finestra aperta, con le tende di pizzo una volta bianco e ora grigio a causa del fumo assorbito, le pentole incrostate sul davanzale della finestra con  residui di quello che doveva essere cibo, e il costante odore di bruciato, inizio a farmi prendere dal panico..Non so da dove incominciare..

Vado in camera, mi siedo sul letto ed inizio a pensare chi meglio potrebbe aiutarmi in questa situazione.

Rei,  meglio non chiamarla, mi stuzzicherebbe e mi arrabbierei o mi sentirei offesa.

Minako, lei non può aiutarmi perché anche lei è una pasticciona come me..

Ami, beh.. anche lei oggi ha lo stesso turno in ospedale di Mamoru..

Makoto,lei si che è una perfetta donna di casa! Lei potrebbe consigliarmi cosa fare!

Prendo il telefono e la chiamo, uno squillo.. due squilli.. tre squilli.. dannazione!! Perché non risponde!!?

Mi lascio cadere sul letto, penso alla mia gravidanza inaspettata, non mi sento pronta e non lo sono.. lo stato della cucina è una prova!

Improvvisamente, non so perché, prendo uno dei miei tanti cuscini ovali da decorare il letto, e me lo poso sotto la maglia…

Mi alzo e mi osservo allo specchio, come è strano vedermi con una pancia evidente, me la massaggio, mi osservo da davanti e di profilo…

Come sarà avere davvero la pancia? Mi ostacolerà nei movimenti? Il seno mi è già aumentato ed è molto sensibile… mi crescerà ancora?Riuscirò a resistere durante il parto?

Mi tolgo il cuscino dalla pancia, perché mi fa sentire ancora più dubbiosa…

Osservo il telefono e riprovo a chiamare la mia amica.

-Pronto?-

- Mako-chan! Ho bruciato la colazione, le pentole sono nere, le tende sono grigie e c’è un  forte odore di bruciato!!! Cosa devo fare? Ti prego, aiutami!-

-Usa.. respira! Le pentole prova a metterle sotto l’acqua bollente con molto detersivo, le tende mettile a lavare e per togliere l’odore del bruciato.. vediamo.. mia nonna mi ha sempre detto che se c’era odore di bruciato in cucina, bisogna far bollire dell’acqua con dei limoni dentro!-

Sospiro sollevata, adesso so cosa devo fare!

-Grazie Mako!!-

-Usa.. ma cosa sta succedendo? In queste ultime settimane sei diversa…-

Sorrido, nessuno a parte me e Mamo, sa che stiamo per avere un bambino.

-Non ti preoccupare, va tutto bene! Adesso scusa ma devo iniziare  a pulire il danno!-

-D’accordo.. Ma Usa? Non tenerci troppo all’oscuro! Vogliamo sapere le novità!-

Sorrido senza far molto caso alle sue parole, riaggancio il telefono e torno in cucina a tentare di pulire.

L’ultima cosa che mi ha detto mi torna in mente, sanno che sono incinta? E come hanno fatto a scoprirlo?

Scuoto la testa per non pensarci e mi metto subito a lavoro.

Immergo le pentole dentro l’acqua bollente insieme a molto detersivo sgrassante, tolgo le tende e le metto dentro la lavatrice, e alla fine tutto ritorna a splendere.

Tra pulire la cucina stare a mangiare, e a guardarmi allo specchio con una finta pancia, continuando a chiedermi come sarò tra poco tempo, e guardare un film, mi viene voglia di cioccolata con dentro pezzi di lampone.

La mia preferita… ma purtroppo si trova in una pasticceria fuori Tokyo e io non ho disposizione la macchina.

Sperando che Mamoru risponda lo chiamo

- Usako tutto bene?-

- Mamo-chan… ho voglia di cioccolato con dentro pezzi di lampone.. finito il turno la vai a comprare?-

Lo sento sospirare, come se fosse arrabbiato con me…

-Usako, sto lavorando e non posso andare a prendere la tua cioccolata! Non puoi avere voglia di qualcosa di normale e che abbiamo dentro casa?-

E’ arrabbiato,lo sento.

- Mamo-chan…ti prego…-

- Usako… il mio turno finirà tra sei ore, e la pasticceria sarà chiusa!-

-Mamo-chan!! Io non sono importante per te? Tuo figlio non è importante per te? Sempre il lavoro prima di tutto vero???-

Grido con le lacrime agli occhi.

- Usako.. Non puoi chiamarmi sul cercapersone solo per una voglia! Non hai capito che ti ho dato questo numero solo per le emergenze? Adesso scusami ma devo andare!-

Mi ha riattaccato il telefono in faccia! Non mi vuole!

Lancio in preda alla rabbia il telefono contro il muro, grido la mia rabbia ed esco di casa senza una meta.

 

Sono passate ore dalla litigata, sono stata in giro tutto il tempo a fare spese per il bambino, comprando oggetti e abiti con colori neutri in modo che possano andare bene se il bambino sarà un maschietto o una femminuccia.

Poso i sacchetti e i pacchettini vari, sul tavolo dell’ingresso e mi sdraio sul divano esausta.

Improvvisamente mi ritrovo in una stanza che odora di disinfettante, una luce puntata sulla mia vagina, stesa su un letto con accanto molti macchinari che fanno rumore.

Non ci credo, ma come è possibile che sia già in sala parto?? Mi trovo circondata dai medici che mi dicono di spingere, ma come è possibile se sono al secondo mese?

Guardo in basso e vedo il mio pancione.

Sono in preda a dolori vastissimi, non ci credo… sto partorendo davvero e non riesco a farlo uscire! Cosa succederà se il bambino non  uscirà  in tempo?

Improvvisamente mi sento libera, l’infermiera, mi si avvicina con un sorriso mentre tra le braccia, tiene un batuffolo ricoperto da un asciugamano rosa.

-La vuole vedere?-

Mi chiede dolcemente, io annuisco mentre porgo le mie braccia ansiosa di vedere la mia piccola.

Non capisco perché le hanno coperto il visino, apro in modo da poter ammirare la nuova nata quando urlo..

Ho partorito una cucciola di cocker??? Ma come è possibile??? Come ho fatto ad avere dentro di me una cagnetta?? No.. qui c’è un errore, ci deve essere stato per forza un errore!

- Usako.. Usako…-

Mamoru mi chiama, come può restare impassibile?Come se tutto questo fosse normale?

-Usako.. svegliati amore!-

Sento qualcosa di fresco bagnarmi il viso.

Improvvisamente mi trovo sdraiata sul divano, nel mio salotto, e Mamoru che inginocchiato davanti a me mi bagna la fronte con un po’ d’acqua.

- Tesoro.. cosa hai sognato?  Gridavi spaventata, ti agitavi…-

Lo vedo studiarmi preoccupato mentre mi osservo la pancia ancora piatta e la tocco come in cerca di  conferma.

 -Io.. io ero in sala parto e ho partorito una cagnetta…-

Mi guarda incapace di capire..

- Mamo-chan.. non sono incinta di un bambino!! Ma di un cane!! Come è possibile??? -

Si mette a ridere  divertito mentre io non lo capisco…

- Perché ridi? E’ una cosa seria!!-

- Usako.. amore…-

Lo sento trattenersi dal non ridere, mi osserva divertito.

-Amore.. tranquilla, non avremo una cagnetta ma un bel cucciolo d’uomo!-

Lo osservo indignata e arrabbiata

- Mi prendi in giro?-

Mi guarda tra un misto di divertimento e serietà, osservo l’ora sul suo orologio e vedo che è mezzanotte.

Mia alzo, e senza dire nessuna parola e senza ascoltarlo, mi dirigo in camera nostra.

Sdraiata e sotto le coperte con lui al mio fianco non riesco a non desiderare una cosa, e a bassa voce, esprimo un unico desiderio.

- Vorrei che ci fossi tu nei mie panni! -

 

Spero che vi sia piaciuto questo primo capitolo.. Ftemi sapere le vostre opinioni sia positive che negative!

Un bacio

Giulia

 



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Capitolo 2
*** L'inizio -Mamoru- ***


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L'INIZIO -MAMORU-

 

Sento Usako alzarsi dal letto, che cerca di fare piano per non svegliarmi, ma nonostante tutti i suoi sforzi,sembra un elefante in una cristalleria.

Inciampa a causa delle coperte e per rimanere in equilibrio,fa dei saltelli pesanti mentre piagnucola a bassa voce.

Sorrido, la mia principessa cerca di fare piano per non svegliarmi, ma invece, è la causa di rumori e bestemmie a bassa voce.

La sveglia mi suona poco dopo, ma quello che mi da la forza di alzarmi dal letto è un grazioso profumo di pancetta, pane e uova fritte, la solita colazione che mi prepara Usako quando in ospedale faccio dalla mattina fino a tarda serata.

Usagi non è mai stata una brava cuoca, ma da quando ci siamo sposati qualche anno fa, ha deciso di prendere lezioni da Makoto, la cuoca per eccellenza.

Dopo essermi vestito con un paio di pantaloni neri, la camicia azzurra e la cravatta nera, sono pronto per andare in cucina e a mangiare, ma quello che attira la mia attenzione, è il suono della caduta di un oggetto, dei passi pesanti e veloci verso il bagno.

Ormai è da due mesi che vomita ogni mattina e varie volte durante il giorno, ma si sa.. durante i primi mesi di gravidanza è normale vomitare spesso.

Apro la porta del bagno,e la vedo inginocchiata sull’asse mentre è in preda ad un attacco violento di vomito.

La sostengo mettendomi dietro di lei e levandole i capelli dalla faccia facendo in modo che non si sporcano.

Sembra che sia tornata a respirare normalmente e che abbia finito,le accarezzo le guance per poi aiutarla ad rialzarsi mentre le sussurro..

- Stai meglio?-

Si sciacqua il viso, la bocca e si lava i denti per poi sorridermi dolcemente nonostante il suo viso sia  pallido ma con le gote rosse a causa dello sforzo.

- Il bambino.. non vuole lasciare la sua mamma mangiare, sapeva che ho mangiato la pancetta che stavo cucinando per te!-

Si mette a ridere, la sua risata, i suoi occhi, sono diventati ancora più speciali da quando è in attesa del nostro bambino.

E’ risaputo che le donne incinte sono più belle e più radiose del solito, ma non ero preparato, o meglio, non mi sarei mai aspettato di vedere un cambiamento così evidente.

Io credevo che solo i suoi occhi diventassero più radiosi, e invece mi sbagliavo, anche la sua risata è diventata ancora più dolce, e vederla che inconsciamente si accarezza il ventre come per dare conforto al piccolo e proteggerlo, capisco che la mia Testolina buffa, sbadata e con le lacrime facili, sta diventando una madre, responsabile di una nuova vita, che al momento sta crescendo dentro di lei.

La abbraccio, felice del fatto che presto saremo in tre.

Ci dirigiamo in cucina abbracciati, ma un forte odore di bruciato ci viene incontro.

All’inizio faccio finta di niente per non spaventarla.

- Mamo..Senti anche tu..-

Annuisco, improvvisamente la sento irrigidirsi, tremare mentre con la voce rotta dal pianto e spaventata.

-Mamo-chan.. stiamo andando a fuoco?-

La allontano, e la guardo negli occhi da cucciola spaventata.

-Stai qui tesoro, non seguirmi!-

Non voglio che mi segua, il fumo se viene respirato, può causare malesseri e soffocare, e nel suo stato, soprattutto ora che è solo al secondo mese, non voglio che entri e che stia male respirandolo.

Apro la porta della cucina, e vedendo che la stanza è piena di fumo nero, prendo dalla tasca dei pantaloni un fazzoletto bianco e  me lo posto sopra le vie respiratorie.

Entrando dentro la cucina, capisco subito la causa di tutto: la colazione.

A causa della nausea improvvisa, ha dovuto abbandonare la colazione sui fornelli.

Le uova, il pane e la pancetta ora sono neri come il carbone, senza aspettare oltre, spengo i fornelli, chiudo il gas e con le pentole una sopra all’altra, mi dirigo verso la finestra, poso sul davanzale le pentole in modo che possano prendere aria, e apro tutte le finestre.

Finito di fare ciò, mi appresto ad uscire dalla stanza, dove ad aspettarmi c’è la mia Usako spaventata.

Uscendo, mi viene da ridere, la mia principessa aveva paura di finire bruciata, di diventare polvere, invece l’unica ad esserlo diventata è la colazione.

Vedo che mi osserva confusa, spaventata ed incapace di capire del mio ridere.

- Hai bruciato le uova. Il pane e la pancetta!-

La vedo rattristarsi, conoscendola si sentirà in colpa perché mi tocca andare a lavoro senza aver mangiato.

Improvvisamente si lascia cadere a terra ed inizia a piangere, non credo che siano i suoi ormoni a farla piangere adesso, o meglio.. non sono solo essi a farla piangere ora, perché si è sempre sentita insicura, inadeguata.

Mi chino e la abbraccio mentre la dondolo dolcemente per poi sussurrarle.

- Tesoro..stai tranquilla,sono cose che succedono.-

-Solo a me! Sono un pericolo! rischio di far bruciare la casa, come posso essere una madre?? Non posso, non posso permettere che nasca!!!-

- Non dici sul serio, sarai un’ottima madre!-

- Ma..-

- Niente ma!-

La bacio e la stringo forte per farle capire che non sarà una brava madre, ma che sarà fantastica!

Ad interromperci è il mio cercapersone che mi avvisa con una vibrazione seguita da una suoneria allegra.

Mi allontano e leggo sullo scherzo  un messaggio:

Codice rosso

Diavolo, c'è un'emergenza in ospedale!

- Tesoro.. scusami, hanno un’emergenza,devo andare..-

Incrocio il suo sguardo triste, vorrei rimanere con lei, ma in questo momento hanno bisogno di me in ospedale, e senza neanche aver mangiato, esco di corsa.

 

Sono in macchina, a causa dell’ora di punta non sono ancora arrivato in ospedale, e per arrivarci devo ancora percorrere un bel pezzo di strada.

Saranno passati dieci minuti eppure non mi sono mosso più di tanto.

Devo fare qualcosa! Devo trovare una soluzione!

 Mentre tamburello con le dita sul volante mi viene in mente che nel cassetto portaoggetti c’è una sirena da far suonare in caso d’emergenza.

Mi fermo all’angolo della strada e uscendo, poso sul cofano la piccola sirena, che accendo poco dopo.

Oggetto molto utile poiché, subito dopo, tutti i mezzi di trasporto mi fanno passare, e in poco tempo mi ritrovo nel parcheggio dell’ospedale.

Scendo di corsa, prendo dai sedili posteriori la mia borsa da lavoro e tiro fuori il nuovo camice.

Appena entrato, vedo corrermi incontro una barella con i paramedici che la spingono.

Senza esitare inizio ad informarmi

- Cosa abbiamo qui?-

A rispondermi è un paramedico donna

- Donna 25 anni, incinta, ferita arma da fuoco!-

La osservo, una ragazza bruna, è stesa su quella barella con i vestiti macchiati di sangue e la pancia da gravidanza leggermente evidente.

Vedere quella ragazza, della stessa età di Usako e saperla incinta come lei, mi fa sperare che non succeda nulla di simile a mia moglie.

-Da quanto è incosciente?-

Chiedo preoccupato.

- Non lo sappiamo, è stata trovata dai vicini già incosciente, l’abbiamo prelevata mezz’ora fa-

E’ il caso per cui mi hanno chiamato, ma allora perché sono arrivati dopo di me?

- Se l’avete prelevata mezz’ora fa, perché siete arrivati solamente adesso??-

- Abbiamo cercato di rianimarla senza successo.-

Sospiro

- Va bene! -

Poi mi rivolgo all’infermiera accanto a me

- Chiama la dottoressa Mitzuno, e posa la mia borsa  nel mio ufficio!-

Di corsa ci avviamo verso la sala di rianimazione.

- Datele una flebo! Ha bisogno di liquidi! Datele l’epinefrina e cominciate il monitoraggio!-

Mentre osservo un’infermiera che esegue i miei ordini, sento Ami che si avvicina.

- Dottor Chiba, mi dica-

- La donna è incinta, vittima d’arma da fuoco, devi occuparti del feto mentre mi occupo della madre!-

- Dottor Chiba, è stata colpita al ventre, il feto non sarà in vita!

Mi sento dire questo mentre tento di fare un massaggio.

- Pressione in calo!-

Diavolo…sta andando in fibrillazione… cosa devo fare? Se uso il defibrillatore e il feto  è sopravvissuto, rischia di non farcela….Ma non posso permettere che la donna perda la vita!

- Pressione in diminuzione!-

Osservo Ami, e come se lei avesse letto la mia mente, annuisce incoraggiandomi ad usare il defibrillatore

- Carica a 60! Dobbiamo riprendere il battito!-

Al mio ordine l’infermiera carica e posiziona le strisce di elettroni sul petto della paziente.

-Libera!-

Sembra riprendersi ma ho bisogno di altri liquidi.

-Un altro milligrammo di epilefrina!-

- E’ in vena!-

Osservo i macchinari, sembra sia stabile per andare in sala operatoria.

-Portiamola in sala operatoria, dobbiamo estrarre il feto e tirare fuori il proiettile!-

La spostiamo velocemente  verso la sala operatoria dove il chirurgo la opererà e Ami si occuperà del feto.

Ma appena giunti in sala, il mio cercapersone, vibra e guardando il messaggio capisco che dovrò operare io la paziente.

Sono un medico-chirurgo di medicina d’urgenza, e in questo caso mi tocca operare.

Inizio ad operare, non è facile come sembra, mi devo concentrare molto e stare attento mentre rimuovo il proiettile e cercare di non causare emorragie.

Passano due ore, durante le quali Ami ha asportato il feto ormai morto.

Con la coda dell’occhio vedo che il bambino era un maschio, e il suo colorito ormai grigiastro, ma a causa di un’emorragia interna improvvisa, la pressione della paziente diminuisce velocemente,

- Dannazione è in asistolia!-

Le faccio il massaggio cardiaco interno, ma non migliora la sua situazione.

Non posso perdere questa giovane ragazza, mi ricorda Usako..

- Coraggio.. coraggio! Tu non vai da nessuna parte!-

Passano i minuti, dove il mio aiutante chirurgo, cerca di dare impulsi al cuore,mentre io cerco la causa dell’emorragia.

La causa è un’arteria colpita dal proiettile, cerco di fare tutto quello che mi è possibile. ma non riesco a migliorare il suo stato, non c’è niente che posso fare, e incredulo, mi tocca dire all’infermiera.

- Dichiarala..-

L’infermiera mi osserva, guarda poi il corpo della giovane ragazza e ..

- Ora del decesso 12.05-

Mi allontano con la rabbia che mi circola in corpo.

Lavatomi e liberatomi della mascherina, e della fascia, mi viene voglia di tirare un pugno alla parete.

Senza pensarci agisco, con la mano destra adesso dolente, mi sento un po’ meno infuriato per la mia incapacità di salvare quella vita.

Non è il primo paziente che vedo morire, ma questo caso.. quella ragazza era troppo simile alla mia Usako, stessa età, entrambe incinte..Mi sembrava di avere Usako su quel lettino, mi sembrava di essere coinvolto.

Improvvisamente il mio cercapersone inizia a vibrare e  vedo che è Usako che mi chiama.

Sarà successo qualcosa?

- Usako! Tutto bene?-

Chiedo con il cuore in gola, non mi ha mai chiamato su questo numero.

- Mamo-chan.. ho voglia di cioccolato con dentro pezzi di lampone..finito il turno me la vai a comprare?-

Sospiro, non le è successo nulla, ma per il motivo della chiamata, sento le braccia cadermi.. solo una voglia, io le ho dato questo numero nel caso ci fossero emergenze, delle vere emergenze e non delle voglie!

- Mamo-chan.. ti prego..-

- Usako, il mio turno finirà tra sei ore, e la pasticceria sarà chiusa!-

Cerco di farla ragionare, ma mi è impossibile perché mi urla contro.

- Mamo-chan!! Io non sono importante per te? Tuo figlio non è importante per te? Sempre il lavoro prima di tutto vero???-

Alzo gli occhi al cielo, e senza rendermi conto, la inizio a riprendere con tono severo.

- Usako, non puoi chiamarmi sul cercapersone solo per una voglia! Non hai capito che ti ho dato questo numero solo per le emergenze? Adesso scusami ma devo andare!-

Le riattacco il telefono in faccia arrabbiato e mi dirigo a fare il controllo visite dei pazienti.

 

Sono passate ore dalla litigata, e la mia giornata piena è finalmente giunta al termine, ma mi sento in colpa per come ho trattato la mia Usako, infondo lei ha chiamato solo nel momento sbagliato.

Dal piccolo negozio di fiori che c’è in ospedale, prendo un mazzo di gigli, i fiori preferiti di mia moglie,e con la macchina, mi avvio sperando di trovare la pasticceria aperta per comprarle la cioccolata con lamponi, ma come temevo, è chiusa.

Finalmente dopo tredici ore di lavoro, sono a casa, appena entrato vedo  che il tavolo dell’ingresso è ricoperto di pacchi e pacchettini.

Curioso apro un sacchetto e vedo una maglia di lana per neonati verde-acqua.

Sorrido, presto il nostro bambino indosserà quel piccolo golfino, una persona talmente piccola da sembrare una bambola.

Curioso apro un’altra busta e vedo un pigiamino bianco a righe rosse, che copre i piedini.

Improvvisamente, sbirciando di sacchetto in sacchetto, l’idea di essere padre diventa ancora più reale.

Senza volerlo Usako mi ha rallegrato.

-Usako?-

La chiamo sperando di farmi perdonare, ma improvvisamente un grido..

Era lei, era Usagi!

Lascio cadere i fiori a terra e mi dirigo in direzione dell’urlo.

Vedendola sdraiata sul divano mi rincuoro un poco.

- Cocker! No.. mia figlia!!-

Farfuglia, si agita.

- Usako.. Usako…-

Provo a chiamarla ma non riesco a svegliarla.

- Mamo.. dov’è la piccola?-

Continua a farfugliare spaventata.

-Usako.. svegliati amore!-

Non si sveglia, vado in cucina e riempio un bicchiere d’acqua, tornando da lei, imbevo le mie dita nell’acqua e le passo sulla sua fronte.

Finalmente i suoi occhi si aprono, ci osserviamo per qualche istante, ma poi preoccupato inizio a chiederle cosa ha sognato.

- Tesoro.. cosa hai sognato?  Gridavi spaventata, ti agitavi…-

Si osserva la pancia, la tocca come se si aspettasse qualcosa di diverso, quando finalmente mi risponde.

 -Io.. io ero in sala parto e ho partorito una cagnetta…-

Non capisco, non riesco a capire il senso della frase.

- Mamo-chan.. non sono incinta di un bambino!! Ma di un cane!! Come è possibile??? -

Mi metto a ridere divertito, l’idea che lei possa aspettare un cane e che lo pensa sul serio mi fa sorridere.

- Perché ridi? E’ una cosa seria!!-

- Usako.. amore…-

Cerco di trattenermi dal non ridere, ma non riesco a smettere di sorridere, Usako a volte è davvero ingenua.

-Amore.. tranquilla, non avremo una cagnetta ma un bel cucciolo d’uomo!-

Cerco di farla sorridere usando il termine cucciolo, ma non le è piaciuto, perché mi osserva arrabbiata e indignata.

- Mi prendi in giro?-

La osservo ancora divertito cercando senza successo di rimanere serio.

Si alza dal divano, e senza dire una parola si allontana.

- Usako perdonami, non volevo!-

Oggi sembra che non faccio nulla di giusto, dannazione!

La seguo e vado anche io a letto stravolto, e dopo aver spento la luce, sento che bisbiglia qualcosa, anche se non capisco cosa abbia detto.

 

Ecco un nuovo capitolo, spero che vi sia piaciuto! Fatemi sapere le vostre opinioni sia positive o nehative che siano.

Un bacio

Giulia


 

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Capitolo 3
*** Quando l'impossibile diventa possibile - Mamoru ***


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QUANDO L’IMPOSSIBILE DIVENTA POSSIBILE -MAMORU-

 

Traffico, clacson che suonano ininterrottamente, teste di persone che escono dal finestrino per poter bestemmiare all’aria aperta, nel vuoto contro il vento.

Nervosismo che  coinvolge anche me, non ricordo come mai sono in macchina, seduto con il mio camice bianco.

Perché sono già in camice come se sapessi che non avrò il tempo di infilarmelo una volta arrivato in ospedale?

L’ultima cosa che ricordo è di essere tornato a casa ieri da mia moglie e trovarla stesa mentre dorme sul divano.

E ora, mi ritrovo in macchina, teso come una corda di violino, e solo pensare ad Usako, ho una morsa allo stomaco, mi si blocca il respiro.

Ma perché?

Ho una cattiva sensazione, come se dovesse accaderle qualcosa, o peggio,come se qualcosa di terribile le fosse già successo.

Mentre osservo la fede d’oro bianco, noto che le mie mani sono cambiate, sembrano quelle di Usako, non le mie..

Seguendo il mio istinto mi osservo allo specchio, ho il suo aspetto..

Un urlo di sorpresa mi esce dalla bocca.

Il movimento della macchina che mi precede, mi distrae da me stesso,e mi fa capire che la coda è finita, finalmente dopo interminabili minuti di stallo, posso tornare a guidare.

Tenendo gli occhi puntati sulla strada pronto a frenare in caso di una nuova coda, muovo la mia mano destra in cerca del cellulare  posto frettolosamente  sul sedile accanto al mio, lo trovo e in poco tempo digito il numero di casa.

Occupato, il telefono squilla facendomi capire che è occupato..Usagi.. lei e la sua maniera di stare delle ore al telefono con le amiche.

Sconsolato e leggermente alterato, lascio cadere il telefono sul sedile anteriore degli ospiti e mi concentro sulla guida.

Finalmente dopo molto tempo, riesco ad entrare nel parcheggio dell’ospedale,  con passo veloce e, con la sensazione di dovermi sbrigare, mi dirigo all’ingresso dove due paramedici mi fermano.

- Dottoressa Chiba! -

Li osservo intenti in una rianimazione,  un flashback mi viene in mente, quella scena, la stessa scena che sto osservando ora, è come se l’avessi già vissuta, la stessa cosa è per il lungo disagio sulla strada, come se stessi rivivendo lo stesso giorno un’altra volta.

Ma che assurdità vado a pensare? Come è possibile rivivere lo stesso giorno due volte?

Sorridendo per la scemenza pensata,mi avvicino alla barella dove intravedo una mano che cade priva di vita dal lato della barella..quella mano.. così simile alla mia..

Ho paura.. che sia io? Che sia Usako nel mio corpo?

Cercando di ignorare la brutta sensazione, mi avvicino ad uno dei paramedici e  inizio ad informarsi sul caso che mi viene presentato.

- Cosa abbiamo qui?-

- Uomo, 30 anni, ferita d’arma da fuoco -

30 anni, la mano identica alla mia.. no.. non è possibile…

- La stanza in cui l’abbiamo trovato aveva le pareti e il pavimento sporco di sangue, i mobili spostati come se ci fosse stata una lotta per sfuggire all’assassino.-

Continuando ad ascoltare il paramedico, mi avvicino alla barella e come per confermare la mia terribile sensazione, lo vedo, il mio corpo.., la mia Usako, nelle mie vesti,è distesa su quella barella ferita.

Pallida,il viso, le braccia rovinate dai graffi, a petto nudo per facilitare la rianimazione, il foro d’entrata della pallottola sul fianco destro, le sue mani sporche di sangue.

La mia dolce ondago atama, chi, chi ha potuto farle del male?Chi l’ha ridotta in quello stato?

La osservo incapace di capire perché è successo.

Quando sono uscito di casa, lei era li, con i capelli legati in una coda di cavallo, seduta in cucina a mangiare i cracker per tentare di sconfiggere la nausea mattutina, sorridente come sempre,  il suo bacio per augurarmi una buona giornata e dicendomi che mi avrebbe aspettato.

E ora? Ci siamo scambiati i corpi senza sapere come, e lei ferita..

Come vorrei saperla ancora in cucina, o a fare spese con le amiche per il nostro nascituro.

- Dottoressa Chiba, tutto bene?-

Qualcuno mi riporta alla realtà chiamandomi.

Non staccando gli occhi da lei nei miei panni, credo di rispondere, ma non sono certo che le parole siano uscite dalla mia bocca.

- E’ mio marito.. Mamoru..-

Sento qualcuno afferrarmi per le braccia e allontanarmi da lei, mentre un altro mio collega si avvicina di corsa.

Colui che mi allontana mi fa sedere, e mi parla

-Usagi.. Respira.. vedrai che andrà tutto bene.. che il vostro nascituro avrà il padre-

Mi sento in preda alle emozioni, credo anche causa degli ormoni da gravidanza.

-Da quanto è incosciente?-

Chiedo disperato, da quanto tempo mia moglie è in quelle condizioni? Da quanto è successo?

Non voglio.. Non voglio che muoia…

- Non lo sappiamo, è stato trovato dai vicini già incosciente, l’abbiamo prelevato cinque minuti fa-

- Abbiamo cercato di rianimarlo senza successo.-

S..senza successo? La mia Usako non può essere morta! Non può essere! Non voglio crederci!!

Cerco di avvicinarmi a lei ma colui che mi tiene immobile è più forte di me.

Le tastano il polso, l’altro polso, il collo, ma vedendo il medico che scuote la testa e che mi osserva dispiaciuto, capisco..

Usako, la mia unica ragione di vita, è morta, sono condannato a vivere nel suo corpo senza avere lei al mio fianco.

Le gambe mi cedono e mi ritrovo a terra, a guardare il vuoto, la mia vita ormai non ha più senso, qualcuno si è portato via mia moglie, perché? Perché??

- Ora del decesso 09.05-

Sento le lacrime rigarmi il volto, il fiato corto e l’aria venirmi meno.

-Dottoressa Chiba, si sente bene?-

Cerco di parlare, ma al posto della mia voce un suono familiare, quello della mia sveglia.

 

Tutto sudato mi sveglio di colpo.

Respiro cercando di calmarmi portandomi la mano al petto

Osservandomi attorno mi ritrovo nella nostra camera da letto, le pareti color della sabbia, il pavimento in palchè, e tutti i nostri mobili sono come devono essere.

Mi volto verso il lato di mia moglie, ma stranamente vedo che dormo io nel suo lato, mi giro verso sinistra e vedo la sua sagoma alzarsi e abbassarsi al ritmo del suo respiro, mentre la sua testa è coperta dalle coperte, come fa sempre per proteggersi dal fresco del mattino.

Osservandola mi viene in mente che il giorno prima non sono riuscito a salvare una paziente.

Non è la prima volta che vedo morire, ma quel caso.. quella ragazza.. era troppo simile alla mia Usako, stessa età, entrambe incinte..Mi sembrava di avere Usako su quel lettino, mi sembrava di essere coinvolto.

Per questo ho fatto l’incubo, si.. solo per questo.

La sola idea di perdere Usako e il nostro nascituro, mi spaventa.

Devo calmarmi.. era solo un sogno.. un brutto sogno.. respiro, faccio dei respiri profondi.

Una volta calmo, mi alzo e mi dirigo in bagno.

Alzo la tavoletta, ma tirando giù i pantaloni noto che una parte importante del mio corpo manca.

Al posto del mio pene, ho la vagina.

Mi osservo meglio e vedo che indosso i pantaloni di Usako.

Mi metto a ridere, sono in una nuova fase del sonno? Beh,allora stiamo al gioco.

Mi tocco il ventre chiedendomi se sono incinto o se sono Usako prima che rimanesse incinta.

Ecco.. Inizio a farmi domande in stile Usako, cosa importa se sono incinto o no?

Mi avvicino al lavandino volendomi rinfrescare,ma vedendo i seni di mia moglie allo specchio e abbassando il mio sguardo sul petto, mi sento curioso, e ascoltando,  un forte desiderio di osservare  il mio seno, mi allontano la maglietta leggermente, quel poco che mi consente di osservarli, sodi, belli, proprio come li ricordo.

Rilasciando la maglietta e accarezzandomi leggermente il seno destro, provo fastidio, e non riesco nel domandarmi come fanno le donne a farsi accarezzare il seno, mentre a me,con un semplice tocco mi da noia.

Apro l’acqua fredda, sperando di potermi svegliare al solo contatto, ma dopo vari getti d’acqua sul volto, inizio a farmi prendere dal panico.

Perché non mi sveglio?Perché non riesco a tornare nel mio corpo? Voglio tornare ad essere Mamoru Chiba.

Il panico aumenta, inizio a piangere disperato, mentre mi accorgo di assumere sempre di più gli stessi comportamenti di Usagi.

Mi pizzico le braccia, mi schiaffeggio.. eppure.. non riesco a tornare alla realtà.

- Usakooooooooooooo!!!!-

Grido, sperando che lei nel mio copro possa avere anche il mio sonno leggero.

-Usakooooooooooooooo!!!!-

Perché non arriva?? Perché??

La sento raggiungermi di corsa, ma quando entra in bagno e mi vede nel suo corpo, si blocca.

Fantastico… siamo scioccati entrambi.

-Ma..Ma..Mamo-chan.. sei me.. e io sono te…-

-Si..-

Non riesco ad aggiungere altro che la nausea mi prende e mi costringe ad avvicinarmi verso il gabinetto.

Mi si avvicina per tenere lontano i suoi capelli che ora sono i miei, mentre me li accarezza dolcemente

-E adesso sei tu che sei incinto..-

Cavoli… già.. sono io quello incinto ora..

Ma prima che posso pensarci, vomito ancora.

-diavoli.. come fate a sopportare di stare così male?-

Ridacchia, la sento ridere.

- Perché ridi?-

Le chiedo mentre cerco di riprendermi.

-Niente.. niente..-

Non mi convince molto la sua risposta..

Ripulitomi, e rinfrescato, la osservo seriamente

- E ora che facciamo?-

- Non ho la minima idea Mamo-chan..-

 

Eccomi con il nuovo capitolo.. scusate la lunga assenza, ma  a causa di vari impegni, il tempo per scrivere si riduce..

Spero che vi sia piaciuto questo capitolo, fatemi sapere le vostre opinioni sia positive che negative

Un bacio

Giulia

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