amour pour une ame tourmentè

di angedelamusique1870
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** PROLOGO ***
Capitolo 2: *** UNA MELODIA CHE PARLA ***



Capitolo 1
*** PROLOGO ***


 
                                                               AMOUR POUR UNE AME TOURMENTE'             
 
 
PROLOGO

                                                                                                                                                                                                                                                                                                       Casoria Settembre 2011

 Il tempo stava cambiando: il cielo era sempre più nuvoloso e scuro e il sole non splendeva più alto nel cielo come qualche settimana prima, chiaro segno che l'estate stava per tramontare, come la luce in quel momento del resto. Non ci sarebbero più state allegre giornate al mare, nè passeggiate notturne per i vicoletti di quei paesini di villeggiatura, tutto ciò portava ad una conclusione, le vacanze erano finite. Tra poco sarebbe iniziata la scuola, e quello non sarebbe stato un anno come un altro, no. Quello era l'ultimo anno del liceo, avrei preso il diploma e mi sarei iscritta all'università, chiudendo un capitolo della mia vita ed aprendone un altro.
Tutto sommato non mi dispiaceva lasciare il liceo e cambiare aria, per così dire. Dicevo a me stessa che sarei riuscita ad essere più socievole ed espansiva in un nuovo ambiente. Odiavo essere insicura e sentirmi sempre impacciata e fuori luogo in ogni situazione; per questo non sono mai riuscita a dare il meglio di me stessa, non davanti agli altri almeno, mai...mai. Questa consapevolezza bruciava ancora dentro di me, perché non avrei mai dimostrato quanto valevo davvero...Fissai il cielo per distogliere la mia attenzione da quei pensieri davvero poco piacevoli. Era di un insolito colore grigio, con riflessi più cupi o più luminosi, a seconda di come la luce del sole si spostava dietro le nuvole. Avevo sempre immaginato che i "suoi" occhi fossero di quel colore: un colore che t'ipnotizza, t'incatena a se, senza scampo, proprio come "lui", Erik, il Fantasma dell'Opéra. Il mio primo amore. Un colpo di fulmine nato per caso cinque anni fa. La sua storia mi affascinò, e lo fa tutt'ora. leggendo il libro ho come l'impressione di sentire il suo dolore, la sua passione, il suo tormento, come se lo provassi anch'io, quasi riesco a sentire le urla di terrore della gente che guarda il suo volto deforme...quelle urla mi fanno infuriare: perché le persone dovevano giudicare solo per l'apparenza? Non me lo sarei mai spiegato. Di certo se Erik avesse potuto scegliere non si sarebbe trovato con un volto sfigurato, non vi pare?. Tutti lo consideravano un mostro. E' vero che aveva ucciso, ma non aveva avuto scelta non avendo conosciuto altro che odio, disprezzo, derisione, come si può considerare un mostro se nessuno gli ha mai mostrato amore, comprensione. Costretto a nascondersi nei sotterranei di uno dei teatri più famosi al mondo,l'Opéra. Costretto  a nascondersi dalla  furia cieca del mondo che vuole eliminare tutto ciò che è "diverso" perché ne ha paura.E' un uomo tormentato...eppure per amore ha sacrificato tutto: il suo genio musicale; la sua musica, unica compagna in quel mondo solitario; il suo talento; la sua miserabile vita...ma il suo era un sentimento troppo grande e potente per essere compreso da una ragazza giovane ed ingenua, quale era Christine daaè...ma sentitemi! Io non sono certo così diversa da lei, non abbiamo che pochi mesi di differenza, eppure io non avrei scelto il Visconte Raoul De Chagny, no, avrei scelto Erik. Ebbene "lui" per amore l'ha lasciata andare, lasciando che il suo cuore si spezzasse in mille pezzi. Quindi, come considerarlo un mostro?...mio dio, ma perché penso ancora a queste cose? Mi chiesi irritata, in fondo era solo una storia inventata, no? No! Per me non era un'invenzione, ecco perché continuavo a pensarci...a pensare a "lui". Può esistere un tale uomo? Ogni fibra, ogni cellula del mio corpo rispondeva che sì, esiste un tale uomo. "ERIK E' MORTO", tre parole che mi tornarono in mente in quel preciso istante, parole taglienti e brutali. Così si conclude la storia di Leroux, e allora perché io sentivo che non era andata così? Certo, era molto probabile, aveva amato così tanto da poter morire...eppure non era andata così, non era morto, me lo sentivo.
Un lampo improvviso illuminò il cielo sinistramente, facendomi sobbalzare. Avevo l'impressione che qualcuno mi stesse osservando...poi la pioggia prese a scendere sempre più fitta, non avevo visto nessuno. Sì, il tempo stava decisamente cambiando e forse non solo il tempo, qualcosa dentro di me mi diceva che anche la mia vita stava per cambiare, stava per cambiare definitivamente. Chissà se in meglio o in peggio, questo non mi era dato saperlo, ma di sicuro sarebbe cambiata. Mi concessi un ultimo pensiero prima di tornare in  e prepararmi per andare a letto: "Erik..." ebbi un flash, rividi una scena del musical, una delle ultime: quando Erik vede Christine allontanarsi col Visconte "You alone can make my song take , it's over now the music of the night!" canta queste tristi parole, un'amara verità. Due mute lacrime di partecipazione al suo dolore scesero dai miei occhi. "Erik...mi dispiace", sussurrai nella notte ormai prossima.


NOTE DELL'AUTORE:    spero che questa mia creazione vi piaccia, conto di finire presto il primo capitolo. Mi piacerebbe sapere cosa ne pensate, anche le critiche sono accette, so bene di non essere tanto brava, ma non potevo non scrivere per mettermi alla prova sul personaggio che amo: Erik. E' un' ardua impresa, anche perchè ho aggiunto novità insolite, che svelerò più in la. Non mi resta che incrociare le dita e stare a vedere!

P.s. Ringrazio già da ora tutti coloro che leggeranno la mia storia

Votre humble serf
Emy

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Capitolo 2
*** UNA MELODIA CHE PARLA ***


CHAPITRE 1
 
“Erik, mi dispiace”, al sentire queste parole lo strano individuo sussultò, e sentì il suo cuore, muto ormai da più di un secolo, salirgli in gola: stava forse parlando di lui quella ragazza? Si chiese. Ma no, è impossibile! Nessuno si dispiacerebbe per me, come potrebbe essere altrimenti? Sono solo un mostro...ora anche più di allora. Si disse con rammarico. Un fitto velo di tristezza e amarezza  traspariva dal tono di voce che aveva usato.
Rivide nitidamente, come se fosse successo ieri, due occhi azzurri come i laghi del nord e il terrore che vi traspariva quando lei gli aveva strappato la maschera che copriva il suo volto deforme... certo non era la prima volta che qualcuno aveva quello sguardo, doveva esserci abituato, eppure anche se cercava di mentire a se stesso, ogni volta che vedeva quell'espressione sentiva una lama  che gli trafiggeva il cuore.
Anche ora che era muto come una pietra quei ricordi lo ferivano, come se per redimersi di tutti gli sbagli commessi non dovesse più trovare pace.
Dopo tutto quel tempo la  sua ferita non si era ancora rimarginata ed ora a quel  ricordo cominciò a pulsare forte dentro di lui...eppure non riusciva a fermare i ricordi...quasi riusciva a sentire il suo profumo, come se l'avesse appena indossato, era dolce e femminile. Ricordò come gli si era affidata quando era solo una bambina, con quanta fiducia e candore...aveva una voce troppo bella per poter lasciare che fosse messa da parte, non curata...e aveva deciso di presentarsi a lei come il suo Angelo della Musica, per poterle essere sempre affianco e farla sentire protetta. Poi era diventata una magnifica donna, ma era rimasta sempre candida e pura... era la sua musa, era tutto per lui, e lei lo aveva lasciato...per uno stupido damerino!  “...He was bound to love you, when he heard you sing...Christine!” Ricordò il momento fatale, quello che aveva tramutato il suo dolore e il suo amore in una furia scatenata... “You will curse the day you did not do all that the phantom asked of...YOU!!!!”  Quella furia che aveva fatto precipitare le cose: la rappresentazione del 'Don Juan Trionphant' , il rapimento di Christine, l'incendio che aveva distrutto il teatro...il suo regno.
L'aveva messa di fronte ad una scelta assurda...quando aveva capito che non gli era mai appartenuta, non come voleva lui...e l'aveva lasciata andare, e con lei aveva lasciato andare anche il suo cuore perché ormai le apparteneva... un canto lo distolse da quei terribili pensieri, un canto che parlava  a quel cuore silenzioso come solo la musica può fare.
“Lay down your head and I'll sing you a lullaby,
back to the years of loo-li lai-lay
and I'll sing you to sleep, and I'll sing you tomorrow
bless you with love for the road that you go....
May you sail fair to the far fields of fortune
with diamonds and pearls at your head and your feet
and may you need never to banish misfortune
may you find kindness in all that you meet...
May there always be angels to watch over you

to guide you each step of the way
to guard you and keep you safe from all harm
looli looli lai lay....” *
 
“Sì...è quella canzone che a volte sento intorno a me, dentro di me, così dolce, così amorevole. E proviene dalla stanza di quella ragazza...” Un impulso irrefrenabile lo spinse ad avvicinarsi, non per sentire meglio, visto che con i suoi sensi così sviluppati poteva ascoltarla come se le stesse accanto, anche ad alcuni chilometri di distanza. Si era avvicinato per vederla, per vedere la persona che possedeva quella voce, quella voce che parlava al suo cuore , sembrava che in qualche modo lenisse le  profonde ferite della sua anima che mai aveva trovato pace, incatenandolo ad un tormento senza fine.
Era un'impellente bisogno da soddisfare: doveva vederla ancora! Doveva accertarsi di non essere definitivamente impazzito...non c'era niente di razionale in tutto ciò, e rimase perplesso, ma non poteva fermarsi a riflettere, non ci riusciva, non ora  che quelle parole l'avvolgevano e s'insinuavano nel profondo dell'anima.
Quando l'aveva sentita la prima volta era davvero certo di essere impazzito del tutto, più di quanto non lo fosse mai stato, ma l'aveva accolta volentieri, attingendo a tutto l'amore che gli trasmetteva, perché riempiva per un po' le sue ore di solitudine e tormento. Era sicuro di aver trovato finalmente la sua voce, non poteva sbagliarsi, non lui, che era stato il Fantasma dell'Opéra. In un certo senso lui era la Musica. Essa confluiva in lui, nella sua mente, nel suo cuore, nelle sue mani, trasformandosi in opere sublimi... che parlano di tormento, di passione, di dolore, d'amore: sono immortali. Una combinazione immortale, “Only love and music are for ever!”**  si, e lui lo sapeva bene. Tornò a prestare attenzione alla ragazza, “Cissà a chi sta pensando, guardando trasognata davanti a se?...e perchè questo mi infastidisce? Cos'è questa ragazza per me? Niente! Sembrava sicuro di se, ma in realtà cercava di convincersene lui per primo...ultimamente non era più sicuro di niente, non sapeva nemmeno se stare li era la cosa giusta da fare... Perso in quei pensieri non si era accorto che il canto era finito. “Ma dov'è andata?” Si chiese, e anche se non voleva ammetterlo, era preoccupato e confuso, non capiva cosa gli stava succedendo. Entrò nella stanza, e non vide nessuno. “Erik...” sentì mormorare e si voltò di scatto nella direzione da cui proveniva la voce, quasi fosse un richiamo...ed eccola lì, gli occhi chiusi, il respiro regolare, le labbra, che sembravano petali di rosa, erano atteggiate in un dolce sorriso, i capelli castani sparsi sul cuscino.
“E' già la seconda volta che pronuncia il mio nome. Ma stava pensando a me? E chi è questa ragazza?"
 

*Questo è parte del testo di 'Sleepsong' dei Secret Garden
**Questa invece è una citazione presa dal film 'The Phantom of the Opera' del 1989, interpretato da Robert Englund.

NOTE DELL'AUTORE: Bhè che dire, spero che qualcuno legga questo capitolo e mi faccia sapere cosa ne pensa. Spero anche che chi legga non ne sia troppo disgustato...bene non mi resta che incrociare ancora una volta le dita...

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