Tornare a casa

di Belial The MadHatter
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Dieci anni in mare ***
Capitolo 2: *** Venti anni in mare ***
Capitolo 3: *** Trent'anni in mare ***
Capitolo 4: *** Quarant'anni in mare ***
Capitolo 5: *** Cinquant'anni in mare ***



Capitolo 1
*** Dieci anni in mare ***


Nota:
Ambientata dieci anni dopo la fine del terzo film (ovvero, durante l'epilogo).
Questa fanfic si basa sul presupposto che Will non possa abbandonare il suo ruolo di capitano dell'Olandese Volante trascorsi i primi dieci anni.
Tutti i discorsi sul "verde baleno" dell'epilogo non mi hanno convinto.




Tornare a casa

Dieci anni in mare


Tornare a casa la prima volta è meraviglioso.

Quando la vede sulla spiaggia che gli corre incontro, quando la abbraccia e la bacia, Elizabeth è bellissima, vivida e calda come la ricordava.

- Oh, Will, quanto mi sei mancato! - gli sussurra all'orecchio, prima di sciogliere l'abbraccio e fare un passo indietro. - Lascia che ti presenti una persona. William Turner, ecco tuo figlio, William James Turner. -

Non sa cosa dire, così lo abbraccia, incredulo.

Ha un figlio, un bambino che gli somiglia... Mai e poi mai nelle lunghe notti a bordo dell'Olandese Volante ha immaginato che potesse esistere.

- Ciao, papà. -

Anche il bambino... anche suo figlio è incerto, ma nel suo comportamento e nei suoi occhi scorge tutto l'orgoglio per suo padre e la voglia di conoscerlo.

- Mamma mi sta insegnando a tirar di spada e presto prenderò il mare per diventare un grande pirata come lei. -

- Davvero? Ma per diventare un grande pirata devi essere bravo con la spada. Fammi vedere un po'. -

Il tempo vola mentre il piccolo William gli mostra quello che sa fare e lui lo corregge, mentre gli racconta tutto di sé, delle avventure con lo zio Jack, mentre lui scopre quanto gli mancasse avere sotto i piedi qualcosa che non continui a muoversi, mentre guarda suo figlio, cercando di scoprire in cosa somiglia più a lui e in cosa somiglia più a Elizabeth, chiedendosi quanto sia stato difficile per Elizabeth crescerlo da sola..

Vola ancora più velocemente mentre William corre a prendere chissà cosa e Elizabeth lo trascina a terra per mostrargli quanto sia felice di averlo a casa.

Il ritorno sull'Olandese Volante è straziante, ma non può fuggire il suo senso del dovere.

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Capitolo 2
*** Venti anni in mare ***


Nota:
Come da titolo del capitolo, ambientata venti anni dopo la fine del terzo film (ovvero dieci anni dopo l'epilogo).



Tornare a casa

Venti anni in mare


Tornare a casa la seconda volta è difficile: Elizabeth è sempre bellissima... ma ci sono piccole rughe sul suo volto e ha perso un po' d'elasticità nei movimenti.

- Ben tornato, - lo saluta e lui finge di non essersi reso conto del cambiamento perché il tramonto si avvicina velocemente e non hanno tempo per quello che già sanno.

William è cresciuto, è alto quasi quanto lui, e lo guarda ostile e diffidente.

- Ciao, papà. -

Non ci sono altri figli ed è dispiaciuto perché ci aveva sperato.



La giornata trascorre lentamente e con difficoltà perché, per quanto Elizabeth cerchi di farli andare d'accordo, William ha sempre un commento sarcastico pronto o una domanda pungente.

- Dov'eri quando hanno sparato alla mamma sei anni fa? - continua a chiedergli. - Dov'eri quando ci hanno catturato e stavano per impiccarci tre anni fa? Perché non sei venuto a salvarci? -

- Stavo compiendo il mio dovere: stavo traghettando le anime dei morti. -

Ma William non è soddisfatto e continua il suo attacco verbale, incessante:

- Perché torni se contiamo così poco per te? -

- William, non c'è tempo... - mormora Elizabeth, stringendogli la mano per fargli sentire il suo amore.

Non ha risposte a quelle domande che possano soddisfare suo figlio... perché nessuna risposta lo placherà. Lo sa bene perché sono le stesse che si è posto dalla morte di sua madre... fino alla scoperta del vero destino di suo padre ed anche allora il perdono non è arrivato subito.



Alla fine, quando il sole sta per tramontare, William scatena tutta la sua rabbia:

- Come puoi abbandonarci di nuovo? Mamma ha bisogno di te! -

- Taci, William - gli ordina Elizabeth. - Non parlare così a tuo padre. -

Poi lo saluta con un bacio e gli sussurra all'orecchio:

- Torna da me. -



Il ritorno all'Olandese Volante è terribile, ma non può non abbandonare sua moglie e suo figlio.

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Capitolo 3
*** Trent'anni in mare ***


Nota:
Come da titolo del capitolo, ambientata trenta anni dopo la fine del terzo film (ovvero venti anni dopo l'epilogo).



Tornare a casa

Trent'anni in mare


Tornare a casa la terza volta è sbagliato e lo sa fin dal momento in cui l'Olandese Volante si materializza nella baia: Elizabeth non è sulla spiaggia ad attenderlo e solo la morte le può aver impedito di presentarsi all'appuntamento.

É suo padre, il vecchio Sputafuoco Bill, a buttarlo fuori bordo perché sia costretto a scendere a terra e incontrare suo figlio e i bambini che aspettano con lui.

- Ben tornato, papà, - lo saluta William. - Ti presento i tuoi nipoti: Jack, Ana Maria e Hector. Figlioli, questo è il nonno. -

Come il loro padre prima di loro, i tre bambini sembrano intimiditi dalla sua presenza e non sanno come comportarsi.

Non può che dar loro ragione visto che non è invecchiato di un giorno, come i membri della ciurma dell'Olandese Volante. Così, cerca di metterli a loro agio come gli riesce:

- Perché non andate a giocare mentre parlo con vostro padre? - chiede loro.

Non se lo fanno ripetere due volte e presto sono lontani sulla spiaggia a parlottare tra loro.

Solo allora chiede:

- Tua madre? -

Lo sguardo di Will è un misto di rancore e di compassione.

- Otto anni fa le spararono in un'imboscata mentre ci procuravamo delle provviste a terra. Non riuscì a raggiungere il mare per incontrarti un'ultima volta. -

Anche se immaginava qualcosa del genere, è un duro colpo.

William lo lascia riprendersi per un po', poi continua:

- Prima di morire aveva acquistato quest'isola e aveva fatto costruire una casa poco lontano. Non voleva più essere costretta ad accamparsi qua e là mentre ti aspettava. -

- E tu? -

- Dopo la sua morte, smisi di essere un pirata, sfruttando la Perdonanza. Decisi che che viaggiare mi piaceva e divenni un mercante. -

- Perché tua moglie non è qui? -

- Ho preferito evitarle quest'incontro... - si interrompe, quasi imbarazzato. Infine confessa: - Crede che tu sia morto e non capirebbe. -

- Capisco, - risponde, ma non è vero. Non capisce perché William è lì, perché abbia portato i bambini. Forse per punirlo? Forse Elizabeth gli ha strappato quell'ultima promessa prima di morire?

William riprende:

- Lasciò a me il cuore, - e il tono della sua voce diventa più freddo, - Mentre stava morendo, non faceva che dirmi di tenerlo al sicuro. -

- Continuerai a farlo? -

William lo guarda stupito, ma sono interrotti dall'assalto dei bambini e delle loro domande che arrivano tutte insieme:

- Perché sei più giovane di papà? -

- Perché mamma dice che sei morto? -

- Dov'è andata la tua nave? -



Il resto della giornata trascorre tranquillo mentre cerca di catturare un ricordo di ciascuno di loro.


Solo quando se ne sta andando, William lo ferma e gli dice:

- Sì, credo che continuerò a farlo. Continuerò a tenerlo al sicuro. -



Il ritorno all'Olandese Volante è un sollievo.

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Capitolo 4
*** Quarant'anni in mare ***


Note:
* Come da titolo del capitolo, ambientata quaranta anni dopo la fine del terzo film (ovvero trenta anni dopo l'epilogo).
* È presente una citazione dal Signore degli Anelli :)



Tornare a casa

Quarant'anni in mare


Tornare a casa la quarta volta è interessante.

William ha qualche capello grigio e i bambini sono diventati grandi.

- Ciao, papà, - lo saluta William e senza altri preamboli gli mette in braccio un neonato. - Lui è James, il tuo quarto nipote. -

- Ciao, James, - saluta, mentre cerca di capire come tenerlo in braccio. Ha paura di farlo cadere o di fargli male con le sue mani di marinaio: non sono fatte per toccare pelli così soffici.

- Ciao, Will, - lo salutano i ragazzi. Non riescono a chiamarlo "nonno" e lui non riesce a considerarli suoi nipoti: Jack sembra un suo coetaneo.

I cambiamenti stanno diventando sempre più strani per lui: sull'Olandese Volante sembra trascorre eternamente lo stesso identico giorno e l'unico cambiamento avviene quando un marinaio chiede di lasciare la nave. Vedere suo figlio invecchiare e i suoi nipoti crescere... lo inquieta non poco.

Passano la giornata a parlargli delle loro vite e dei loro progetti, in cui la pirateria non è contemplata e, a volte, nemmeno il mare. Gli parlano delle nuove scoperte della scienza, delle mappe che contengono sempre meno zone bianche. Poi iniziano con le domande, domande così diverse da quelle che gli avevano fatto dieci anni prima.

- Non hai mai pensato di abbandonare tutto e scendere a terra? - gli chiede Jack.

- Sì, ci ho pensato, - risponde con sincerità.

- E perché non l'hai fatto? - gli chiede Hector, stupito.

- Elizabeth diceva che i tentacoli non mi avrebbero donato, - afferma, sorridendo al pensiero di quella particolare discussione, al ricordo del viso di Elizabeth mentre si divertiva a dirgli cosa avrebbe sostituito la sua gamba o il suo braccio... Non gli sembra giusto parlar loro di responsabilità e dovere, non con William lì presente, perché si riaprirebbero delle vecchie ferite.

- Cosa c'è oltre? - gli chiede Ana Maria all'improvviso. - Cosa c'è dove scendono le anime che trasporti? -

Riflette per un momento e poi risponde citando le parole di un vecchio vestito di bianco che ha trasportato tempo addietro:

- Dall'Olandese Volante ho potuto vedere solo bianche sponde e, al di là di queste, un verde paesaggio sotto una lesta aurora. -

I ragazzi si mettono a discutere, chiedendosi se si tratta del purgatorio o del paradiso, ma ben presto iniziano una discussione su religione e filosofia. William ha provveduto bene alla loro istruzione.

Li osserva mentre parlano tra loro e si chiede se veramente era ciò che desiderava nelle notti sull'Olandese Volante, quando non voleva altro che la sua famiglia attorno a sé.



Il ritorno all'Olandese Volante è il ritorno a casa dopo la visita di parenti sconosciuti.

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Capitolo 5
*** Cinquant'anni in mare ***


Nota:
Come da titolo del capitolo, ambientata cinquant'anni dopo la fine del terzo film (ovvero quarant'anni dopo l'epilogo).



Tornare a casa

Cinquant'anni in mare


Tornare a casa la quinta volta è sorprendente: sulla spiaggia ci sono William, Jack, Ana Maria, Hector, James e altri otto bambini che attendono di conoscerlo trepidanti. Quasi lo travolgono di domande e di richieste.

Vogliono sapere perché lui è reale, mentre i draghi e gli unicorni non lo sono, come può vivere senza un cuore, se Calypso esiste veramente, se la bisnonna era veramente il Re dei Pirati. Altri vogliono vedere la cicatrice o appoggiare la testa sul suo petto per sentire il silenzio. C'è perfino chi gli chiede di salire a bordo dell'Olandese Volante.

Lui cerca di rispondere come meglio può, raccontando dei draghi che ha visto volare oltre i confini del mondo, cercando di spiegare la magia che impregna il mondo.

Ma la domanda più difficile gli viene posta dal piccolo Morgan:

- Tornerai anche quando il nonno non ci sarà più? -

- Certo, - risponde, mentre pensa che sono sempre meno le notti in cui desidera avere la sua famiglia attorno a sé e sempre più le notti in cui si deve sforzare per ricordare che c'è altro oltre al ponte dell'Olandese Volante, che c'è qualcuno ad attenderlo su una spiaggia ogni dieci anni. - E voi tornerete? -

- Sì, - rispondono tutti.



Consapevoli che potrebbe essere il loro ultimo incontro, passa il pomeriggio con William, a cercare di parlare veramente con lui, per non lasciarsi senza una spiegazione.

- William... se morirai in mare, sull'Olandese Volante ci sarà un posto per te... così potremmo conoscerci... -

William lo guarda stranamente prima di cambiare discorso.

- Lascerò il cuore a Ana Maria: mamma diceva sempre che le donne conoscono meglio l'importanza di queste cose. Ti dispiace? -



Alla fine, quando sta per abbandonare la spiaggia, William gli risponde:

- Grazie per la tua offerta, papà, ma non posso accettare. -



Il ritorno sull'Olandese Volante è accompagnato dalla sensazione di aver perso qualcosa per sempre.

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