Delicate

di ReiraIchinose99
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** L'icona di un'esistenza ***
Capitolo 2: *** Presente: Dirty feeling ***
Capitolo 3: *** Presente (parte 2): Un'illusione di felicità ***
Capitolo 4: *** Presente (parte 3):Try to find my way ***
Capitolo 5: *** Presente/Futuro: cambiamento ***



Capitolo 1
*** L'icona di un'esistenza ***


Passato: l’icona di un’esistenza
 
La battigia era investita da un vento tagliente e gelido,che scompigliava i capelli di Chiho,portando via con sé parte delle sue lacrime. Ebbene sì: gocce di cristallo le impregnavano il viso accartocciato in un’espressione infuriata.
Il Sole calante affogava nel mare, cospargendo di scaglie colorate la distesa azzurra. Era un’estate capricciosa, che lasciava presagire macabri eventi che avrebbero segnato la vita di Nobu. Lui se ne stava impietrito, ad ascoltare le lamentele della ragazza di fronte a sé. Chiho sbraitava,urlava e le sue grida si disperdevano nel vento,vane concretizzazioni di un immenso dolore.
-Che cos’è più importante per te Nobu?- mormorò ad un tratto la ragazza,mentre un bagliore speranzoso le invadeva gli occhi impastati di lacrime
-…Me o la tua chitarra?- urlò accoltellandolo con uno sguardo colmo di odio
Nobu aprì la bocca,cercando di articolare un discorso,un suono che lasciasse presagire una parvenza di risposta decente.
Chiho iniziò a piangere ancora più forte. Si portò le mani sugli occhi e fece per andarsene. Nobu con uno scatto la prese per un polso,ma lei si dimenò urlando convulsamente.
Fu allora che una scia macabra si dipinse sul volto del ragazzo, facendolo riflettere sulle parole che lo avevano per sempre separato dalla sua ex-ragazza.
 
Che cos’è più importante per te?  Me o la tua chitarra?
 
Non vi era risposta. Anzi…forse una risposta c’era,ma era pericolosa come un funesto tornado interiore capace di scheggiare il significato di un’esistenza. Si trattava di un rinnego all’amore,ai sentimenti di cui Nobu sembrava decantare l’importanza.
Si trattava di un rimescolio di valori che avrebbe segnato per sempre la vita del ragazzo. Per questo bisognava chiudere gli occhi e annuire, senza aggiungere altre pericolose parole, poiché a volte le parole sono molto più vuote di un silenzio e possono lasciare voragini incolmabili.
Questo Nobu lo sapeva bene.
Perciò si sedette sulla sabbia e tirò fuori la chitarra dalla custodia.  Era quella la sua più grande gioia,l’unica componente essenziale della felicità di Nobu. Il ragazzo, nel constatare questo, si stupì un attimo dopo di quanto fosse sempliciotto,se una chitarra poteva rappresentare l’icona della sua esistenza.

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Capitolo 2
*** Presente: Dirty feeling ***


Presente: Dirty feeling
 
Le mani ossute e nodose di un ragazzo stringevano convulsamente i lembi accartocciati di un lenzuolo. Stretta a quel lenzuolo c’era la sua ragazza, ma lo sarebbe stata ancora per poco.
Lei giocava coi ghirigori del lenzuolo, e si stringeva le mani fino a farsele sanguinare. A sanguinare però non erano solo le mani, ma anche il suo cuore.
Era come se la sua anima richiedesse di disperdersi nel vento,o almeno ciò che di questa rimaneva,ovvero scaglie di felici ricordi che si stavano infrangendo violentemente sul presente.
Il presente stava scheggiando il mosaico della vita di Hachi. Stavano cadendo tutti i castelli ipocriti che avevano per un attimo simulato un’intensa e duratura parvenza di felicità. Nobu,il ragazzo accanto a lei,ne stava subendo le conseguenze.
Quello di Hachi,doveva essere un sacrificio,mentre in realtà era l’ennesima ripetizione della dinamica chiamata “Sindrome di Stoccolma”.
Dopo Nobu, afflitto dal pianto cercò di cavare dalla bocca di Hachi una sola parola,una di quelle parole che non era riuscito a dire a Chiho,il giorno in cui si lasciarono.
Dopo aver tentato invano, Nobu rimaneva distrutto, appoggiato al letto dove stava sdraiata Hachi, con le gambe sulle umide piastrelle rossastre. Non riusciva a rimettere in piedi i pezzi che lo componevano e non riusciva ad aiutare Hachi a rialzarsi dal baratro in cui era precipitata. Questa era la sua più grande colpa:non avere avuto la forza di rialzarsi.
Per questo era rimasto schiacciato,come una pedina in balia degli eventi,vittima della crudeltà del tempo.
La sua vita era segnata da una continua ed infinita sofferenza,dal momento in cui era nato con la fragilità cucita addosso.
I suoi occhi color ambra in cui erano impresse iridi giallognole, scrutarono l’esile figura della sua fidanzata sommersa dalle lenzuola.
Non riuscì ad aggiungere altro. I muscoli delle sue gambe sembravano volersi incidere al suolo. Una paura e un impaccio gli gelarono i movimenti rendendoli convulsi.
Dopo essersi crogiolato nel dolore provocato dal silenzio di Hachi,Nobu si rialzò e sperando fino all’ultimo di ricevere risposta si allontanò con gli occhi investiti da lacrime profumanti di salsedine.
Una salsedine che gli ricordava quel giorno. Mentre la salsedine del mare e delle lacrime di Chiho impastarono la sua mente,lui iniziò brancolare nella tacita essenza di passate vicissitudini.
Un futuro roseo e fulgido assieme ad Hachi spezzato dalla sua fragilità. Nobu si morse il labbro e rimase sospeso, fluttuante nell’incertezza,cercando un richiamo,una voce che lo riportasse nella realtà.
In realtà lo voleva davvero?
 
 
 
 
 
No…
 
Gli bastava lasciarsi cullare tra le braccia di un sogno, sperando di non risvegliarsi più e di non ricadere nell’incubo della cruenta realtà, quella realtà che stava accartocciando la sua felicità.
 
Nel passato gli era bastato essere un principe salvatore dall’armatura scintillante che soccorreva le amabili e fragili fanciulle.
Adesso voleva essere liberato da quella fragilità che stava scheggiando la sua esistenza.
Sarebbe riuscito a liberarsi da quella morsa glaciale?
 
 
Forse no.

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Capitolo 3
*** Presente (parte 2): Un'illusione di felicità ***


Presente (parte 2): Un’illusione di felicità
 
Un’illusione di felicità: quando lui mi sfiorò con le dita la mano infreddolita sembrò avvolgerla in un tepore tanto desiderato.
Invece era solo un’illusione.
Ero fragile, sola, sperduta, ma lui col suo profilo magro e al contempo austero e spigoloso, mi aveva buttato un’ancora di salvataggio,che col tempo cominciai a considerare fatale.
 
La mano affusolata e marmorea si intrecciò con la mia. Accennai ad un mezzo sorriso,mentre una patina rosa pastello mi avvolse il volto.
Fu allora che Takumi Ichinose,il mio artista preferito,stava iniziando a parlare di sé,con me.  Con me. Mi sembrava surreale solo a pensarci: il bellissimo bassista dai capelli corvini stava dedicando a me tenere occhiate.
Lasciai che il suo profilo si insinuasse nella mia mente stregandola con la sua dolce essenza. Una luce fioca permeava l’atmosfera di un chiarore etereo.
La luce calda si addensò attorno al mio corpo e d’istinto chiusi gli occhi. Sentii gli occhi di Takumi ridotti a due fessure penetrarmi dentro il corpo, tirando fuori le mie debolezze…apprezzandole
 
 
Un’illusione di felicità: quando lui mi sfiorò con le dita la mano infreddolita sembrò avvolgerla in un tepore tanto desiderato.
Invece era solo un’illusione.
Ero fragile, sola, sperduta, ma lui col suo profilo magro e al contempo austero e spigoloso, mi aveva buttato un’ancora di salvataggio,che col tempo cominciai a considerare fatale.
 
Nobu sprigionava lacrime bianche, che si confondevano con le gocce di pioggia. Un temporale furioso si era affiancato alla perdita di Hachi, facendo eco al suo dolore.
Rimase fermo,come dopo una battaglia,dalla quale era uscito sconfitto.
Tutti possono perdere qualche volta vero,Hachi?
 
E se si perde la nostra ragione di vita…
Per chi continueremo ad emanare un respiro dopo l’altro?
 
Si trattava di un tormento…Nobu non riusciva a spezzare il flusso di quelle lacrime,potenti e distruttive che chiazzavano il linoleum.
Era tornato in camera sua,e si teneva la testa con le mani,come se lasciandola essa avrebbe potuto staccarsi dal resto del corpo, abbattendosi rovinosamente sul pavimento.
Davvero Hachi era così importante per lui?
 
Eppure era una gattina, un’altra delle mille gattine da salvare. Lui, l’egocentrico cavaliere biondo.
Anni dopo Nobu si chiese perché in quei momenti non gli era mai affiorato il pensiero che forse il vero gattino da salvare era lui.
 
Briciole di un passato che si stava pericolosamente ricomponendo.
Il ruggito di un presente funesto.
Un futuro che sembra presagire sofferenza.
 
Era davvero questa la vita che Nobu doveva continuare a portare avanti?
Forse no.

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Capitolo 4
*** Presente (parte 3):Try to find my way ***


Presente (parte 3):Try to find my way
 
Posai il capo sul petto prosperoso di Yuri Kosaka e sospirai. La nostra relazione si concentrava su un’attrazione fisica non indifferente,ma ancora…negli angoli più oscuri della mia mente vorticava l’immagine sbiadita di Hachi.
Il sorriso che aleggiava sul viso arrossato di Nana,e il bagliore intenso nei suoi occhi color nocciola. Il bagliore che mi aveva investito quasi fosse la luce abbagliante di un lampione nel cuore delle tenebre notturne.
Potevo sentire il sospiro di Yuri  vibrarmi nel timpano,come un tamburo. Era un respiro irregolare, a tratti affannoso. Il mio sguardo si incupì e i miei occhi rimasero semi-aperti,come a dissimulare una sonnacchiosa malinconia.
- Pensi ancora a lei vero?- chiese la ragazza mentre gli occhi avevano assunto un’espressione assente.
Una luce bianca si sprigionò dal sorriso di Nobu. Egli riuscì a balbettare un :-No- poco convinto e poi giacque assorto sul cuscino accanto a Yuri. I suoi capelli si snodarono lungo la schiena come lingue color nocciola.
Le erano cresciuti,e lei era ancora più carina. Gli occhi tendevano ad un giallo ocra ma in quel momento erano carichi di una ferocia mai vista.
-Lo so che pensi ancora a lei!- urlò affranta
Una lacrima sprofondò sulla morbidezza dei cuscini.
Era la prima,la prima potente lacrima in procinto di recidere il loro rapporto.
Nobu si incupì e un velo scuro gli permeò il viso.
Yuri sprigionò gocce di cristallo che chiazzarono i cuscini di un grigio pallido. Nobu perse degli attimi a fissarle: erano come pois irregolari e ogni volta diversi,che sembravano simboleggiare i momenti di passione sparsi qua e la nel suo rapporto con Yuri Kosaka.
 
Dopo qualche minuto si rese conto che quei momenti di passione erano l’essenza stessa del loro rapporto.
 
- Senti Yuri..Hachi è sposata,non penso più a lei..la tua è solo una fissazione…- mormorò Nobu mentre le parole avevano preso una piega tremolante,come la fiamma tremula di un fiammifero. Una fiamma in procinto di spegnersi,tenue e fragile.
Era come se si fosse creata una situazione di stallo.
 
Sai Nobu,
Se adesso tu fossi qui, ti concederei il mio cuore.
Anzi…ti concederei tutta me stessa.
 
Takumi mi accarezzava con le sue mani marmoree,quelle stesse mani che mi avevano sradicato dalla dispersione il giorno in cui ho visto il mondo schiacciarmi: il giorno in cui seppi che ero incinta.
Le mani di quello che era diventato mio marito affondarono nei miei capelli come se dovessero sprofondarvi.
Io rimasi quieta,appoggiata alle sue gambe magre.
 
Se Takumi non mi chiamava, non voleva dire che non mi amava…
 
C’era una donna che Takumi amava più di me vero?
Si trattava di lei, pura ed eterea…la principessa cantante.
In quel momento riaffiorò in me il ricordo del compleanno di Reira e Shin.
La principessa cantante mi aveva salutato con la sua esile mano guantata. Mi sembrava che questa svolazzasse ancora nella mia mente. Sembrava conoscere così bene Takumi, molto di più di quanto lo conoscessi io.
Takumi le riservava attenzioni pure e delicate,come se lei fosse un tesoro emanante luce soffusa,dal valore inestimabile. I suoi occhi in quel momento erano intrisi di una pura dolcezza. Il sorriso appena accennato, gentile e ben lontano dall’usuale espressione liscivia.
Reira rideva di gusto, parlando con un discografico a pochi metri da lei. Takumi, in ghingeri, la affiancava con fare discreto e modi che sfioravano quelli di un galantuomo.
Lei sorrise ed iniziò una conversazione che non mi andava di afferrare. I miei occhi si persero nella contemplazione di quell’immagine così fulgida e intrisa di dolcezza. Sentii un fastidioso formicolio scuotermi il derma.  Poi mi distesi e sorrisi amaramente.
In fondo, Reira era davvero la principessa del cuore di Takumi,ed io non ambivo ad un gradino più alto rispetto a quello di moglie e madre.
 
Chiusi gli occhi,e lasciai che un vortice di pensieri occupasse la mia mente. Takumi continuò ad accarezzarmi ma con meno dolcezza,quasi meccanicamente. Poi si fermò ed io lo sentii sospirare.
Le vette celestiali lo avevano rapito e portato via da me. In fondo però lui era sempre stato lontano da me.
Mi scalfiva davvero questa consapevolezza?

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Capitolo 5
*** Presente/Futuro: cambiamento ***


Presente/Futuro: Cambiamento
 
Le lacrime mi colavano sul viso ed io le ingoiavo sussultando. Ren ci aveva lasciato. Aveva lasciato tutti noi in balia della vita.
Soprattutto però, aveva lasciato Nana.
Serrai forte i pugni…

Non te lo perdonerò. Pensò Hachi mentre una strana luce saettò nei suoi occhi.
Dopo aver avuto una conversazione distratta con Takumi, Hachi si sedette.
Che stanchezza…
- Nobu?- mormorò appena quando vide la figura del ragazzo biondo accanto a lei
- Ciao…- mugugnò lui volgendo il suo sguardo altrove
Hachi si incupì e chinò il capo colpevole. Una scia nera sembrò attraversarle il cuore.
Mi dispiace…
Nobu sentì le lacrime avvinghiarsi ai suoi occhi con forza. Cercò di trattenerle e si scoprì tremante e indifeso.
Sei fragile Nobu…
Sei inutile…
Non sarà mai tua…
Non hai la forza di strapparla via a quell’uomo…
Temi che il rifiuto possa reciderti per sempre…
Sei come un fiore che cresce con fatica in un campo minato.
Non puoi agire.
Non puoi recuperare
Sei solo.
Per sempre.
E’ dura accettare di essere te.
Non puoi tentare di portarla via alla vita che si è scelta.
Non puoi passare sopra un tradimento.
Lei ti ha lasciato in balia della solitudine.
Ti ha ferito.
 
Come una pellicola tornarono davanti al ragazzo i momenti riguardanti i litigi con la sua ormai ex-fidanzata, Yuri Kosaka.
E’ un’ossessione.
E’ l’ambire ad un gradino più alto rispetto alla tua posizione.
Lei…è l’illusione di un amore.
E’ l’incertezza.
Lei è dentro di te.
Il pensiero che le mani di Takumi possano costantemente sfiorarla, ti sfilaccia l’anima.
 
E’ forte.
E’ il richiamo di un sentimento che sta risuscitando dall’oblio della realtà.
Ti sto chiamando…
Puoi sentirmi Nobu?
E’ il sentimento incastonato nei meandri dell’essere.
E’ l’amore.
E’ per sempre.
Supera ogni perbenismo ipocrita.
Infrange le pareti della realtà.
E’ l’essenza del desiderio, il mormorio dell’essere.
-Nobu…fidati di me-  mormorò Hachi avvicinando le sue dita a quelle marmoree del ragazzo accanto a se.
Lui si ritrasse e le sorrise flebilmente.
No Hachi. Ora non più.
Lei si coprì il viso con le mani, mentre gocce amare si addensarono attorno ai suoi occhi.
Lui con passo deciso e senza guardarla,uscì dalla stanza,e dalla sua vita.
 
 

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