Demons in your dreams

di RachelDickinson
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** PROLOGO ***
Capitolo 2: *** 01 ***
Capitolo 3: *** 02 ***
Capitolo 4: *** 03 ***



Capitolo 1
*** PROLOGO ***


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Demons in your dreams

 

Prologo

 

La musica del carillon cessò quando la mano della ragazza si posò sul coperchio di legno, intarsiato d’oro, e lo spinse verso il basso, chiudendolo.

Si alzò dalla sedia della scrivania, ripose il diario e la piuma, ancora imbevuta d’inchiostro, nel primo cassetto, che subito chiuse a chiave. Sospirò e si avviò verso la finestra, aprendola e lasciando che i primi raggi di sole, ancora color arancio, entrassero a colorare le pareti della sua stanza, che subito rivelarono il loro rosso vivo.

Era passata un’altra notte. Un’altra notte insonne. Per quanto ancora sarebbe andata avanti, quella storia? Erano mesi che non dormiva. Si avvicinò alla porta, prese la vestaglia appesa all’attaccapanni dietro questa, e spinse in basso la maniglia, in modo da poter uscire fuori. La richiuse alle proprie spalle, lentamente, cercando di fare il meno rumore possibile.

Percorse il piccolo corridoio e giunse alle scale, che scese velocemente, anche se con passi più leggeri possibile, per ritrovarsi in cucina. Vide la mamma che già trafficava per la colazione.

"Mamma…" sussurrò la ragazza portandosi una ciocca di capelli fulvi dietro l’orecchio.

Molly Weasley non si girò neanche, troppo indaffarata.

"Oh… tesoro. Perché sei già sveglia?" chiese salvando in extremis un bicchiere che le era scivolato di mano.

La ragazza fece spallucce e non rispose.

"No… così…" fu tutto ciò che disse dopo essersi seduta su una poltroncina dell’angolo salotto.

"Hai fame?" chiese la signora Weasley, con poca convinzione. Sapeva già che la figlia le avrebbe risposto negativamente. Come gli ultimi due mesi a quella parte.

"No, grazie ". Ecco. Appunto. Ecco. Ma cosa c’era che non andava in Ginny? Nessuno riusciva a capirlo. Sapevano solo che non dormiva più la notte, ma passava le ore a scrivere quel maledetto diario ed ad ascoltare il carillon regalatole da suo padre. Un carillon prettamente babbano, che non aveva niente di speciale. Solo ripeteva all’infinito una stupida musichetta, con due esserini di legno sulla superficie che danzavano a tempo di musica. Eppure a Ginny quella musica piaceva. Hermione aveva spiegato loro che si trattava di una Ninna Nanna di un compositore babbano molto famoso, un certo Johannes Brahams. Ginny aveva comprato le raccolte di tutte le sue composizioni, e le ascoltava dalla mattina alla sera in quell’aggeggio infernale regalatole da Hermione, chiamato stereo.

"Questo pomeriggio dovrebbe arrivare Harry…" disse Molly tentando di introdurre un argomento. Aveva sentito Hermione e Ron, la sera prima, parlare riguardo qualcosa che era successo tra Ginny ed Harry. Non aveva ben capito tutto, ma era sicura ci fosse stato qualcosa più di una semplice amicizia, ma che tutto era finito, non di comune accordo tra l’altro.

Ginny annuì, senza realmente aver sentito cosa aveva detto. Appoggiò la testa ad un cuscino inconsciamente, anche se sapeva che finché non fosse spuntato del tutto il sole non avrebbe dovuto dormire. Ma aveva così sonno. Le palpebre erano pesanti. Solo cinque minuti non le avrebbero fatto male…

 

***

 

Cosa era successo? Si sentiva stanca, debole, spossata. Eppure aveva solo dormito. Aprì gli occhi, la sua attenzione fu richiamata da alcuni sussurri quasi impercettibili provenienti da vari angoli della stanza. Si alzò a sedere, massaggiandosi le tempie doloranti, e si chiese come mai fosse in camera sua. Ricordava di essersi addormentata su una poltrona del salottino.

Si guardò intorno, tentando di mettere a fuoco la vista stanca e appannata. Vide Ron, Hermione ed Harry seduti accanto al davanzale della finestra. Il primo a voltarsi verso di lei, sentendola muoversi, fu Harry, che le riscaldò il cuore con uno dei suoi amabili sorrisi.

"Ben svegliata!" disse alzandosi e procedendo con passo sicuro verso di lei. Si sedette sul letto, al suo fianco, e le accarezzò una guancia. " Come ti senti?

Non rispose subito. Vide Hermione tirare silenziosamente Ron per un orecchio e minacciarlo di staccarglielo se avesse solo osato fiatare. I due si chiusero la porta alle spalle. La rossa osservò Harry qualche secondo, poi appoggiò la sua mano su quella grande di lui che le stava accarezzando la guancia, e chiuse gli occhi per assaporare quella sensazione.

"Sto bene… mi sono addormentata all’improvviso… è successo di nuovo?" chiese preoccupata riaprendo gli occhi. Harry potette vedere chiaramente la paura celarsi in quelle iridi nere come la pece.

Non voleva mentirle, ma Hermione era stata chiara: non dovevano dirle nulla, perché non poteva continuare a rimanere sveglia di notte per un motivo del genere. Se avesse continuato con quel ritmo, sarebbe crollata presto.

"No, Gin. Non preoccuparti… abbiamo vegliato su di te tutto il giorno. Non è accaduto nulla.

La ragazza lo guardò incerta.

"Tutto… il giorno?" chiese tentennante. " Scusa ma… che ore sono?" senza aspettare la risposta si alzò e si avviò verso la finestra, aprì le ante e guardò fuori.

Il cielo era scuro e le stelle luccicavano in tutto il loro splendore.

"E’ già sera…" sussurrò lei lasciandosi cadere sulla sedia. "E’ vero… tu dovevi arrivare oggi… io… ma cosa mi sta succedendo…?" si rannicchiò in posizione fetale, nascondendo il viso sulle ginocchia. Era davvero stanca di quella situazione. Harry la raggiunse e, senza alcuno sforzo, la prese in braccio. Lei rimase un attimo sorpresa e lo guardò.

"Cosa stai facendo?"

"Ti riporto a letto. Hai fame? Chiedo a tua madre di portarti qualcosa su… loro hanno già cenato, ma noi potremmo cenare qui, insieme… abbiamo tante cose di cui parlare, e tutta la notte per farlo." spiegò riportandola a letto e sistemandole il lenzuolo.

"Tutta la notte?" chiese accigliata, ignorando tutte le altre cose che lui aveva detto.

Harry annuì. "Sì. Sai non ho molto sonno. E tu ti sei appena svegliata dopo quattordici ore di sonno profondo… non penso tu voglia tornare a dormire…"

La ragazza sorrise e scosse il capo. No, in effetti non ne aveva la benché minima intenzione.

"Allora scendo ad avvisare gli altri che per stasera preferisci restare a letto, d’accordo?" disse avviandosi verso la porta.

Ginny non disse nulla. Non c’era effettivamente nulla da aggiungere, ed Harry lo sapeva.

 

…continua…

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Capitolo 2
*** 01 ***


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Un ringraziamento speciale a coloro che hanno recensito il Prologo:

Lolly - Mi fa piacere che dopo così poco l'abbia già trovata intrigante ^^ In questo capitolo appare Draco, spero ti faccia piacere ^__^ Continua a seguirmi, che il mistero si infittisce ^_-

Ninphadora - Scusa, chiedo venia, hai ragione, non dovevo interrompere così... ma siccome sono infame mi piace tenervi sulle spine ahahah XD No, a parte gli scherzi, ho interrotto in un brutto punto, però ho aggiornato il prima possibile. Contenta?^o^

Syberie - Wow che entusiasmo! Mi sono sentita un attimo travolta ahah =P Eccoti il tuo amatissimo Draco, comunque. Non i hai annoiata con i tuoi sproloqui, anzi recensioni così ricche di entusiasmo mi rendono sempre felicissima per almeno qualche giorno. Però mi raccomando appena aggiorno continua a recensire, così l'effetto felicità non svanisce, ma aumenta XD eheh. Sinceramente non ho ancora deciso riguardo i pairing,e  non parlo solo di Harry, Ginny e Draco, ma anche Ron ed Hermione e gli altri personaggi che appariranno. Non so. Credo che la trama si svilupperà da sola, sarò io a dover seguire lei. Ultimamente mi capita sempre più spesso che le mie storie diventino autonome, senza che io non me ne accorga. Eh eh, che cosa stupida lo so, ma è così. Parto con un'idea, e poi mi ritrovo a fare tutt'altro. Che imbranata.

Un grazie enorme anche a tutti coloro che hanno letto e che mi seguono con simpatia ^__^

Capitolo 1

Il paesaggio sfrecciava velocemente dietro il finestrino, ma il suo sguardo non si soffermava ad osservare nulla. Era perso nel vuoto.

Il gomito appoggiato sul davanzale, il capo svogliatamente abbandonato sulla mano aperta. Gli occhi rossi e gonfi per la continua mancanza di sonno facevano fatica a restare aperti. Il fatto di essere sola in cabina non aiutava.

Appena saliti sull’espresso di Hogwarts aveva detto agli amici che li avrebbe raggiunti entro cinque minuti, poi aveva cercato uno scompartimento vuoto, dove poter pensare in tranquillità.

Aveva tante cose per la testa, e non aveva proprio voglia di rimanere con Ron e gli altri. Soprattutto perché qualche sera prima, quando Harry era rimasto in camera con lei tutta la notte, avevano discusso di alcune cose che riguardava la loro relazione, ancora in sospeso. Come prevedibile lui l’aveva liquidata del tutto. Certo, l’aveva fatto nel modo più gentile possibile, il modo tipicamente da Harry Potter. Ma il succo di ciò che gli aveva detto era uno solo “Non voleva stare con nessuna ragazza, e anche se l’amava, non sarebbero mai tornati insieme, perché non poteva metterla in pericolo”. Insomma, le aveva detto le stesse cose dell’ultima volta, al funerale di Silente. Solo che questa volta era stato particolarmente convincente.

Il treno era partito a poco, molte persone si stavano ancora sistemando negli scompartimenti, così sperò nessuno venisse a disturbarla, chiedendole se gli altri posti erano liberi. In tal caso, avrebbe detto che erano occupati, anche se era una bugia.

Dopo qualche minuto sentì la porta dello scompartimento aprirsi. Si voltò e inorridì.

“Bene, bene, bene. La sorella di Lenticchia. Cosa ci fai qui, Weasley?” chiese una voce strascicata e melliflua. La voce dell’odiato Draco Malfoy. Ma cosa ci faceva sullo scompartimento? Non era un mangiamorte? Non era quello a cui era stato affidato il compito di uccidere Silente, anche se non era riuscito a farlo? C’era una taglia di non ricordava bene quanti galeoni sulla testa di Draco Malfoy. E lei lo vedeva girellare allegramente per il treno? Impossibile, qualcosa non quadrava.

“Potrei farti la stessa domanda.” disse secca.

Lui fischiò compiaciuto. “Oh, ti è improvvisamente cresciuta troppo la lingua, questo non va bene.

“Dovresti essere ad Azkaban con i tuoi compari… E invece ti ritrovo sul treno per Hogwarts… mhhh forse mi sbaglio, ma qualcosa non va…” disse ironicamente, portandosi due dita alle tempie ed assumendo la posa di una parodia molto divertente di Hermione quando è particolarmente impegnata a studiare (cioè sempre).

Lui fece spallucce e senza neanche chiedere il permesso, entro in cabina, posò il suo bagaglio sulla griglia sopra le loro teste e si sedette di fronte a lei.

“Ieri mi hanno catturato. Mi è stata data la possibilità di tornare ad Hogwarts, se avessi promesso di tornare sulla retta via. L’ho promesso. Buffo, no? Io sulla retta via non ci sono mai stato!!” sorrise maliziosamente, strizzandole l’occhio. Lei lo guardò arcigna. “E ci sono anche cascati?”. “Beh, sono un bravo attore, che vuoi farci…”, “Si, certo… bravissimo… in confronto a te Robert De Niro è un babbeo…”, “E chi è Robert De niro?”. Lei scosse il capo, sorridendo. Stava parlando con Draco Malfoy di Robert De Niro. E inoltre stavano parlando QUASI amichevolmente. Quello era un giorno da ricordare, assolutamente. “Nessuno. Non importa. Beh… ti terrò d’occhio!” disse infine, suonando il più minacciosa possibile. Lui si fermò due secondi, poi sorrise. “Bene, se mi segui anche sotto la doccia o a letto sarei piuttosto contento”. Lei lo guardò schifata. “Ok… 1 a 0 per te” rispose ridendo.

Dopo un paio d’ore di silenzio, dopo che Ginny aveva letto e riletto almeno quattro volte la stessa rivista, e Malfoy aveva scritto un paio di lettere che poi aveva inviato con il suo maestoso barbagianni, quest’ultimo prese parola. “Come mai sola?” chiese curioso, dopo averla osservata cinque minuti buoni compilare un cruciverba, con aria assorta.

“Non vedo come possa riguardarti.” Si diede una grattatina ad una guancia con la penna e riprese a scrivere. Aveva appena ricordato un termine su cui rimuginava da tre quarti d’ora, ed era particolarmente soddisfatta di essere finalmente riuscita a completare quelle parole crociate. Ripose la rivista nella borsa e si accorse che lui non le aveva staccato occhi di dosso. Imbarazzata, si portò una ciocca di capelli dietro l’orecchio destro. “Ehm… perché mi guardi?” chiese quasi inconsciamente.Lui si alzò e si curvò un po’ verso di lei, le loro facce ora erano alla stessa altezza. Le posò una mano, avvolta in un pregiato guanto di velluto nero, su una guancia, con il pollice andò ad accarezzarle le carnose labbra, che sembravano ancora più grandi con il filo di gloss che aveva messo. Il respiro le si spezzò in gola, mentre sentì quello di lui farsi più pesante, più celere. Due pomelli purpurei le tinsero le gote costellate di efelidi. Sentiva il sangue salirle alla testa.

Sei molto più carina di quanto ricordassi… Ginevra” accentuò il tono sul suo nome.

“Come… fai a sapere… come mi chiamo?” chiese allontanando gentilmente la mano di lui dal suo viso.

“Oh…” il ragazzo si curvò ancora di più, portando le labbra all’altezza del suo orecchio destro. “So tante di quelle cose su di te, mia cara, che se ti raccontassi tutto ciò che so, crederesti che ho semplicemente buttato ad indovinare.” Le passò una mano dietro al nuca, tra i setosi capelli ramati, e posò le labbra sul suo collo, in un bacio più caldo del previsto. Le .labbra di Malfoy non erano fredde come si era aspettata. “Sai, Weasley… posso anche dirti a quanti anni hai dato il tuo primo bacio, o il giorno del tuo compleanno, o il giorno in cui… mpf… sei diventata donna…” sorrise beffardo e lei lo spinse via con violenza. “Non so perché tu sappia tutte queste cose… ma fammi solo dire che mi fai schifo!” replicò lei acida. Lui fece spallucce  “Altrettanto.”

La temperatura corporea della rossa cominciò a salire vertiginosamente. Era incavolata nera e lui si permetteva persino di scherzare. No, quello era troppo. Si alzò prese il suo bagaglio e aprì la porta dello scompartimento velocemente. “Va’ al diavolo, Malfoy!” fu tutto ciò che disse prima di uscire e richiudere la porta alle proprie spalle. Diede un’affacciata dentro per vedere se quello stupido serpeverde rideva, e fu sorpresa nel constatare che non era così. Era serio e pallido. Appoggiato al vetro della finestra con la fronte, si sfregava le mani, nascoste dai guanti. Quando il ragazzo tolse i guanti, Ginny inorridì. Erano quasi blu, congelate. Riaprì velocemente la porta e buttò dentro il bagaglio con pochi complimenti.

“Weasley, che cavolo…” iniziò lui, ma lei lo ammutolì con un gesto di bacchetta (“SILENCIO”) prima che potesse fare o dire altro.

Cosa ti è successo alle mani?” si portò le mani sui fianchi, assumendo la più tipica posizione da mamma Weasley.

Lui la guardò perplesso, poi con un dito indicò le sue labbra. Non poteva parlare, l’aveva ammutolito.

Ops… si… scusa…” annullò l’incantesimo. “Sei una stupida Weasley, Weasley. La Weasley più stupida che io abbia mai conosciuto…”

“Perché, quante ne hai conosciute?” chiese curiosa. Lui la guardò torvo. “Lasciamo perdere. Sei così stupida che nemmeno se ti dico qualcosa di cattivo, te la prendi…”

Lei fece spallucce. “Allora, mi dici cosa ti è successo alle mani? Da quanto sono così? Non dirmi da quando sei venuto nello scompartimento perché non ci credo, hai scritto anche delle lettere…”. “Ti preoccupi per me, Weasley?”. Lei si passò pazientemente una mano tra i capelli, sospirando. “Senti Malfoy, io studierò per diventare Guaritrice. E’ normale che ti chieda cosa ti è successo… é… ehm… curiosità del mestiere… mhh… difetto professionale!”. “Si, certo, e io mi chiamo Harry Potter”. “Non mettere Harry in mezzo!!!”, “Ohhh… la piccola Weasley si scalda ancora sentendo parlare di Potterino? Poveretta, essere scaricata così…”. “SENTI, SMETTILA! DIMMI COSA TI è SUCCESSO ALLE MANI…” gridò furibonda, battendo un piede a terra ripetutamente, come una bambina che fa i capricci. Lui sbuffò. “Niente… niente… come li chiami? Ah si.. i miei COMPARI mi hanno dato una lezioncina prima che attraversassi dal barriera del binario 9 e ¾.” Spiegò come nulla fosse. “Una lezioncina? E perché?” si sedette accanto a lui prendendo una mano congelata tra le sue, piccole e calde, quasi sudate. Sentì il ragazzo irrigidirsi a quel contatto. “Per… perché… beh… la McGranitt mi ha promesso protezione no? Protezione se avessi fatto la spia per l’ordine della fenice, tra i mangiamorte”. Mentre lei muoveva la bacchetta e faceva materializzare una cassetta del pronto soccorso magico, lui continuò a parlare. “Io… sono stato io a chiedere alla McGranittasilo’. Sono stato io a chiederle di poter tornare ad Hogwarts… perché avevo paura del signore oscuro e di tutti gli altri… E quando due mangiamorte hanno scoperto che avrei fatto la spia per l’ordine della fenice, mi hanno dato la caccia per settimane. Sono riuscito a liberarmene solo stamattina, facendo loro un incantesimo di memoria… ora non ricordano nemmeno di essere maghi e li ho consegnati a Remus Lupin e Ninfadora Tonks, che mi hanno scortato questa mattina fino alla stazione. Ora tu-sai-chi…” “Voldemort” lo interruppe lei, sicura, mentre medicava le sue mani, che piano, piano tornavano ad essere di un colorito normale… per quanto il colorito di Malfoy, di un bianco perlaceo, fosse normale. “… Tu-sai-chi” insistette lui “crede che io mi sia infiltrato ad Hogwarts per seguire Harry Potter… in realtà gli sto passando informazioni sbagliate o tutt’altro che dettagliate. Però stamattina quei due mangiamorte mi hanno lasciato questo ricordino… è un incanto di magia oscura di livello inferiore, ma la persona che l’ha ricevuto non può curarsi da sola… probabilmente sarei morto congelato prima di giungere ad Hogwarts”. Lei scosse il capo, sconsolata. “Sei proprio scemo, Malfoy, avresti potuto dirmelo prima…” alzò lo sguardo, incontrando quello del biondo, e sorrise. Lui non disse nulla, ma si voltò a guardare fuori dal finestrino. Fino alla fine del viaggio rimasero in silenzio, anche se lei aveva continuato a stringere le mani di lui tra le sue per tutto il tempo.

 

***

 

“Ginny. Dove sei stata?” chiese Ron scattando in piedi quando la porta dello scompartimento si aprì e vide la sorella con una faccia quasi stravolta.

“A dopo le domande Ron. Ginny devi cambiarti, vero? Fra dieci minuti arriviamo. Ragazzi uscite, Ginny deve cambiarsi!” disse Hermione senza ammettere repliche, spingendoli in corridoio e chiudendo la porta e la tendina del vetro. “cosa è successo? Sei pallidissima.” chiese la brunetta vedendo l’amica sedersi e sospirare.

“Hermione devo raccontarti una cosa. Ascoltami attentamente.

Ginny le raccontò della discussione avuta con Malfoy, delle sue mani, del fatto che avesse tradito Voldemort, e soprattutto che lei gli credeva.

Ma sei pazza? Vuoi dire che fino ad ora sei stata tutto il tempo sola con Draco Malfoy?”. Ginny annuì. “Perché?” continuò Hermione preoccupata.

“Hermione… non dirai nulla a Ron… non dirai nulla ad Harry… vero?” chiese la rossa, preoccupata. L’amica la guardò un attimo, decidendo sul da farsi, poi annuì. “No… non preoccuparti, non dirò nulla a tuo fratello… ma ad Harry si”.

“Come? No… perché?”. “Ginny… Ron ti ammazzerebbe se lo sapesse. Ma Harry è più razionale, non preoccuparti.

Ginny si alzò, irritata. “Lo sapevo che non dovevo dirti nulla. Non posso mai fare affidamento su di te. Detto questo uscì dallo scompartimento, lanciando un’occhiataccia ai ragazzi che stavano tentando di origliare. Non disse nulla, ma tornò nello scompartimento dove era stata fino a quel momento con Malfoy.

“Ehm… Hermione… perché sembrava che Ginny volesse incenerirci con lo sguardo?” chiese Ron, confuso.

Hermione non rispose. Fece spallucce e richiuse la porta. Doveva cambiarsi, e soprattutto doveva stare un momento da sola per raccogliere le idee e capire cosa fare. Doveva parlarne con la McGranitt? Era chiaro che ad Harry non poteva dire nulla, o Ginny non le avrebbe mai più rivolto la parola. Forse era il caso di mandare un gufo a Lupin e chiedergli conferma riguardo al racconto di Malfoy. Doveva prima capire se poteva fidarsi o meno.

 

… continua…

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Capitolo 3
*** 02 ***


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Un ringraziamento speciale a coloro che hanno recensito il capitolo precedente:

Lolly " Beh... non era proprio un bacio bacio... era solo una specie di succhiotto sul collo, no? :p Ce ne sarà di strada di percorrere, e non é detto che sia la stessa per entrambi "_^

asphodelia " Oddio, tonno perduto proprio non direi ahah :p Mi fa piacere che nonostante non ti piace Draco continuerai a seguirmi. Leggi bene questo chap, magari comincerà a piacerti un po' ^_" Poi fammi sapere un tuo parere sulla storia del sonno perduto che finalmente viene svelata alla fine di questo capitolo. Ci conto, eh ^__^

Un grazie enorme anche a tutti coloro che leggono la mia storia (questa e anche le altre) e che mi seguono con simpatia ^__^

Capitolo 2

Il tempo passava più velocemente del previsto. Era già la prima settimana di Ottobre, quando Ginny, un pomeriggio in biblioteca, tornò con i pensieri alla chiacchierata con Malfoy sul treno. Da  quel giorno avevano fatto finta di nulla, non si erano più rivolti parola, e in tutto il mese appena trascorso, ogni volta che si incontravano in sala grande, nei corridoi o in cortile, si ignoravano completamente.

Si riscoprì dispiaciuta per non avergli più parlato, dandosi poi subito della matta per aver pensato una cosa del genere. Scosse il capo, come a voler scacciare il viso del biondo serpeverde dai suoi pensieri, e attenuare il rossore che si era impossessato delle sue gote quando aveva ripensato al contatto avuto nello scompartimento, quando lui le aveva baciato il collo. Chissà perché l'aveva fatto? Per giorni aveva potuto vedere perfettamente i segni del succhiotto, e anche se era inizio Settembre, aveva girato per il castello con una sciarpa ben annodata in gola, giustificandosi con la gente che aveva un brutto raffreddore e mal di gola, così doveva tenere quella parte al caldo. Solo una sera, in sala grande, Malfoy l'aveva guardata toccarsi un punto imprecisato sotto la sciarpa, ed un guizzo divertito gli aveva attraversato gli occhi, lei l'aveva visto bene anche se da lontano, ed aveva subito ritirato la mano, avvampando e ricominciando a mangiare come nulla fosse. Probabilmente si era accorto che il suo gesto aveva "lasciato il segno", in tutti i sensi.

Quella sera del tre Ottobre, era in biblioteca a stilare un elenco di pozioni medicinali per il professore Slughorn, e non si era accorta che qualcuno si era seduto di fronte a lei e la stava osservando. Solo dopo qualche secondo realizzò di una presenza al suo stesso tavolo, alzò lo sguardo ed incrociò quello azzurro ghiaccio dell'oggetto dei suoi pensieri.

"Un penny per i tuoi pensieri..." sorrise lui, guardandola.

'Oddio... che ci fa qui? Non mi ero accorta della sua presenza...' pensò imbarazzata. Si schiarì la voce. "Non ti direi i miei pensieri neanche per un milione di galeoni..." tentò di suonare il più acida possibile, con un ottimo risultato.

Lo vide aggrottare la fronte, in un'espressione indecifrabile. Non riusciva a capire se se l'era presa a male o se stesse pensando che fosse del tutto stupida. Quest'ultimo pensiero la rattristò, non voleva lui la considerasse una stupida. Si sorprese ancora una volta a fare pensieri strani su di lui, schiaffeggiandosi mentalmente.

"Volevo solo essere gentile." puntualizzò lui freddamente.

"Da quando in qua i Malfoy sono gentili con i Weasley?"

Lui fece spallucce, ma non disse nulla. "Cosa fai?" chiese indicando con lo sguardo la pergamena e i libroni polverosi di cui era circondata.

"Sono diventata l'assistente del professor Slughorn. Mi ha chiesto se gentilmente potevo portargli la lista di alcune pozioni che servono al Madama Chips in infermeria..." spiegò in tono professionale, tornando a muovere la punta della piuma sulla pergamena. Draco notò che aveva una calligrafia tipicamente femminile, grande e pomposa, tutti ghirigori. "Hai una bella calligrafia... " buttò li per intavolare una discussione civile.

Lei lo guardò e alzò un sopracciglio, perplessa. Ma cosa voleva da lei?  "Posso chiederti, di grazia, cosa vuoi, Malfoy?"

"Lui scosse il capo. Parlare civilmente con i Weasley era troppo difficile, si stava stancando da morire. "Sei proprio una piccola vipera, Weasley. Uno cerca di fare amicizia e tu..."

"... Io cosa? " lo interruppe con sguardo truce. "Non osare continuare Malfoy, potresti pentirtene. Non mi interessa cosa pensa la McGranitt per me sei solo un farabutto e per quanto possiamo essere compagni di scuola, non dimentico affatto tutte le angherie che io e i miei amici abbiamo dovuto sopportare a causa tua e dei tuoi compagni serperverde."

Lui si bloccò. "Non sei affatto gentile e raffinata, per essere una ragazza."

"E tu sei un rospo." disse lei irritata. Non sapeva cosa c'entrassero i rospi, ma era l'unica cosa che le era venuta in mente in quel momento, accecata dalla rabbia. Come poteva dire che lei non era nè gentile nè raffinata, con una faccia così seria, impassibile e terribilmente irritante? Come poteva dire questo di lei? Non la conosceva affatto. E, inoltre, come poteva dire certe cose con quell'aria di superficialità? Cosa ne voleva sapere lui della gentilezza? Avevano idee molto diverse in merito. E glielo disse.

"Credo ci siano divergenze di opinioni tra me e te su cosa significhi essere gentile. Ora, se non ti spiace, devo andare, si è fatto tardi."

Si alzò con grazia dalla sedia, i lunghi capelli rossi si mossero in una cascata ondulata e lucente.

Lui si alzò e le si parò davanti, prendendole una mano e portandosela alle labbra, che appoggiò delicatamente sulla pelle liscia e lattea, senza mai perdere il contatto visivo dagli occhi di lei. Continuando  a tenere la mano piccola di lei nella sua grande, portò l'altra mano su una guancia della ragazza, accarezzandola.

"Domani c'è una gita ad Hogsmeade. Ti va di uscire con me?"

Lei lo fissò un attimo incredula e imbarazzata, poi si scosse, guardandolo accigliata.

"Cosa ti fa credere che io abbia voglia di uscire con uno schifoso mangiamorte."

Lui incassò il colpo sorridendo. "Beh... magari... il fatto che tu sei terribilmente attratta da questo schifoso mangiamorte?" disse ammiccando con complicità.

Lei scosse il capo, incredula. Ma gli era andato di volta il cervello?

Lasciò scivolare la mano nella sua, in modo da liberarsi. Lo sorpassò e senza rigirarsi verso il serpeverde, se ne andò dalla biblioteca, sotto lo sguardo di alcuni studenti del primo e secondo anno che non credevano ai loro occhi. In breve la voce che Malfoy ci aveva provato con la Weasley e che lei l'aveva preso a pesci in faccia aveva fatto il giro della scuola.

***

Entrò nel dormitorio esausta. La giornata ad Hogsmeade era stata più stancante del previsto, essendo braccata ovunque da persone che volevano sapere di lei e Malfoy, ed ogni volta aveva dovuto mordersi la lingua per non imprecare contro tutto e tutti.

Si lasciò cadere sul letto senza togliersi i vestiti, contenta di essere riuscita a sgattaiolare via dalla sala comune prima delle sue compagne di stanza, in modo da avere tutto il tempo per prepararsi e fare finta di dormire, una volta che loro l'avessero raggiunta.

Di dormire, dormire davvero, non se ne parlava proprio. Non sapeva cosa poteva fare quando era incosciente e non le andava di mettere in pericolo le sue amiche solo per far qualche oretta di sonno. Così stava andando avanti a forza di pozioni rinvigorenti che Madama Chips, l'unica che era a piena conoscenza del suo problema, le preparava amorevolmente ogni mattina.

Sentì improvvisamente bussare alla porta. Non rispose, fece finta di non esserci, ma poi la voce della persona che entrò la fece scuotere e sobbalzare dal letto. Si alzò in piedi e si avvicinò all'amica appena entrata: era Luna, con un permesso speciale della McGranitt per entrare nel dormitorio Grifondoro.

L'abbracciò forte. "Luna. Grazie di essere venuta."

La biondina sorrise, accarezzandole i capelli ramati, lunghi fino a metà schiena.

"Di nulla. Allora, di cosa volevi parlarmi in privato, lontano da orecchie indiscrete?" chiese usando le sue esatte parole rivolte a lei dall'amica quello stesso pomeriggio ad Hogsmeade.

"Bene... da dove comincio?"

Si andarono a sedere sul letto, erano appena le otto, avevano tutto il tempo per parlare prima che arrivassero le compagne di stanza della rossa.

Le raccontò che da qualche tempo non dormiva più, e le spiegò la ragione.

"E' come se, quando mi addormento, prendesse vita un'altra me. Mi alzo, faccio tante cose, ma non sono proprio me stessa... come devo spiegartelo? Faccio cose strane... mi appare il marchio nero sul braccio, ma questo lo sai solo tu, fortunatamente nessuno se ne è accorto, oltre Harry, che mi ha promesso di non dirlo a nessuno. Sai cosa é successo il giorno che arrivò Harry a casa nostra, ad Agosto? Io come le altre sere non avevo chiuso occhio. Scesi in cucina e trovai mia mamma. Mi addormentai su una poltrona, perché erano giorni che non dormivo..."

Luna ascoltava il racconto senza fiatare, guardando l'amica con occhi pieni d'apprensione.

"... quando mi svegliai ero nella mia stanza con Ron Hermion ed Harry. I primi due se ne andarono, rimasi sola con lui, parlammo tutta la notte, mi disse che non c'era più possibilità di tornare insieme " qui le scappò una lacrima "... dissi che andava bene, mi bastava rimanere solo amici... mi andava davvero bene... ma mi arrabbiai con lui quando non volle dirmi cosa avevo fatto quando mi ero addormentata e era entrata in scena l'altra me."

La biondina non capiva dove volesse andare a parare.

"E.. tutto questo cosa c'entra... scusa non riesco a comprendere..."

"Si... sto finendo. Oggi pomeriggio ho parlato con Hermione. Mi ha detto il motivo di quella discussione tra me ed Harry. L'altra me... la me stessa cattiva... aveva provato ad uccidere Harry appena arrivato..."

Luna si portò le mani sulle labbra, trattenendo un gemito.

"Oh... ma... perché?" chiese incredula.

"Hermione mi ha spiegato che questa altra me c'è sempre stata, fin da quando Tom Riddle prese possesso della mia mente. E' la parte di me che al tempo di innamorò di lui... perché Luna io mi innamorai davvero di Tom Riddle... era il mio confidente, il mio migliore amico ed era dolcissimo con me. So che sembra assurdo, ma a quanto pare la me innamorata di lui è sopravvissuta dentro di me... e il marchio nero si spiega semplicemente perché io quando dormo sono mangiamorte... non si sa bene quando, ma devo essere andata da Voldemort... devo avergli chiesto di essere una mangiamorte anche io... e lo sono diventata. Ma solo quando dormo, assopita nel mio stesso corpo, e l'altra me prende il sopravvento.

Luna la fissò sconvolta. "Oh, Ginny... é terribile. Come é potuto succedere? Perché nessuno se ne è mai accorto?"

La rossa scosse il capo.

"L'altra me ha preso il sopravvento alla fine dell'anno scorso... la morte di Silente... la collera verso Harry che mi aveva lasciata per un motivo che a me non andava bene..."

"E... ora... cosa hai intenzione di fare?"

Ginny si asciugò gli occhi e fece spallucce. "Non lo so... ma posso dirti che ho capito perché Malfoy ci prova con me. Sono una Weasley, sono una Grifondoro... ma sono una mangiamorte... lui é qui non per spiare Harry... é qui per spiare me... ma non so perché mi stia proteggendo passando informazioni sbagliate a Voldemort. So solo che lui crede che io sia mangiamorte a tempo pieno... non so... se spiegargli questa storia... non so se posso fidarmi... ma d'altronde non vorrei si lasciasse sfuggire qualcosa con qualcuno. Questa  cosa dell'altra Ginny non deve venire a galla! Mi aiuterai, vero Luna? Ti prego, aiutami..." si curvò verso l'amica, appoggiando la testa sul suo grembo. Luna la guardò con un'espressione distrutta e le accarezzò i capelli, sussurrandole parole di conforto con la sua dolce voce.

"Non preoccuparti, Ginny. Si sistemerà tutto... vedrai... é facile... ci libereremo della tua gemella cattiva..."

Ginny continuava a piangere e dire cose su cose, senza riuscire a imporsi un freno. "E' come se qualcuno mi volesse comandare... Ci deve essere una ragione per cui l'altra me stessa viene fuori solo quando dormo."

Luna rifletté due secondi. In effetti era vero. Perché la Ginny cattiva veniva a galla solo quando l'altra era tra le braccia di Morfeo?

"Ginny. Ti prometto che faremo una ricerca... ecco so che non mi crederai, le mie storie sembrano sempre assurde... ma ti prego, fidati, io credo di sapere cos'è che ti incatena ai sogni, lasciando che l'altra te stessa fuoriesca."

Ginny la guardò confusa, curiosa e perplessa. "Cosa?"

Luna assunse lo sguardo più serio che le avesse mai visto da quando l'aveva conosciuta. " I demoni dei sogni."

... continua...

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Capitolo 4
*** 03 ***


3

Un ringraziamento speciale a coloro che hanno recensito il capitolo precedente:

GinGin - Le ultime parole famose, eh? "stai aggiornando velocemente le tue fanfiction" seeee... E' da settembre che non mettevo mando a Demons XD Mea culpa, chiedo venia... ora comunque sono pronta a ricominciare è.é/

Lolly - Beh a quanto pare il problema è risolto... penso tu abbia dormito no? Non voglio credere che è da Settembre che non chiudi occhio XP No, dai, scherzi a parte, scusa l'attesa, spero he il seguito ti piaccia ^.^

Ninphadora - Beh. Geniale non direi! Solo un pizzico di fantasia, magari ^-^ Sono molto contenta che continui a seguirmi con tanto entusiasmo. Ci pensi? Ormai sono più di due anni che leggi le mie fanficton e che mi supporti. Come avrei fatto senza di te? >-<

Un grazie enorme anche a tutti coloro che leggono la mia storia (questa e anche le altre) e che mi seguono con simpatia ^__^

Capitolo 3

"Mi dispiace Ginny..." furono le parole di Hermione, pronunciate in tono mortificato, quanto deluso. Era delusa di se stessa, non era riuscita ad aiutare l'amica. "Ho setacciato tutti i libri della biblioteca, nessuno menziona Demoni dei sogni... e io non li avevo mai sentiti nominare prima, neanche a Cura delle Creature." spiegò chiudendo un libro molto, molto polveroso e ammuffito, che provocò un attacco di tosse agli altri astanti a quel tavolo, Ginny, Luna, Ron ed Harry.

"Non importa... cercheremo altrove... ci dovrà pur essere un... qualcosa..." disse Harry, portandosi una mano al mento con fare meditabondo.

Ron invece guardava Luna accigliato. "Ci siamo fatti troppe false speranze... sarà una delle sue solite invenzioni."

Luna osservò il rosso inclinando un po' la testolina bionda di lato, incuriosita. "Di che invenzioni parli?" chiese col caratteristico tono svagato.

"Semplice. Una delle tue sciocche invenzioni... come... i Nargilli... o..."

Un tonfo sonoro interruppe Ron. Ginny aveva preso il libro che stava sfogliando lei in cerca di qualcosa e lo aveva sbattuto con violenza sul tavolo. "Le invenzioni di Luna non sono sciocche. Lei non inventerebbe nulla in una situazione del genere..." strinse le labbra, quindi si voltò verso Luna. "Vero Luna? Dove hai sentito parlare di questi... demoni...?" chiese speranzosa.

Luna annuì dapprima alle sue parole, poi alla sua domanda abbassò un po' il viso, lo sguardo puntato ora sulle mani raccolte in grembo. "Mia madre. Mia madre era posseduta da questi... queste creature... ma non se ne è mai liberata, non ne ha avuto il tempo... è morta durante uno dei suoi esperimenti... era un esperimento per liberarsi di loro..." il tono non era triste, nè malinconico, nè altro. Sembrava quasi stesse raccontando una favola, come se tutto ciò non la toccasse minimamente.

Ron rimase quasi pietrificato a quelle parole. "Oh... i-io... non lo... non lo sapevo... Scusami Luna..." Era imbarazzato, si poteva intuire dal tono di voce leggermente più stridulo del solito e dal colorito del volto che si confondeva con quello dei capelli.

Luna fece spallucce, quindi gli sorrise. "Non importa. Non potevi saperlo."

Il resto della discussione fu oscuro a Ginny. Si era alzata e ora stava camminando verso l'uscita della biblioteca, lo sguardo vuoto. La madre di Luna era stata una grande strega, questo era risaputo. Eppure, nel tentativo di liberarsi da quelle... quei cosi... era morta. Se non era sopravvissuta una maga così potente, come poteva sperare di sopravvivere lei?

Una volta fuori dalla biblioteca, sentiva ancora l'eco delle voci dei quattro amici che discutevano animatamente su dove poter trovare informazioni sulla faccenda. Ma non capiva ciò che dicevano, era troppo persa tra i suoi pensieri. Però era grata loro di non averla seguita.

Si fermò accanto ad una finestra in fondo a quel corridoio ed alzò lo sguardo sul cielo nuvoloso, il grigio delle nuvole era mescolato alla caratteristica tonalità aranciata del tramonto, così da provocare strani effetti di luce sulle mura del castello. Appoggiò la fronte al vetro freddo della finestra e chiuse gli occhi. Non sapeva più cosa fare. Oltretutto stava letteralmente collassando dal sonno. Forse era il caso di passare in infermeria per chiedere a Madama Chips di raddoppiare la dose della pozione rinvigorente, a cui ormai stava diventando immune.

Si voltò, il capo chino verso il pavimento, fece qualche passo, ma andò  a sbattere contro qualcosa. O meglio, qualcuno.

Alzò lo sguardo ed indietreggiò di qualche passo quando realizzò chi si trovava dinnanzi.

"Malfoy..." sussurrò un po' contrariata.

Il biondo fece un educato cenno del capo, quindi sorrise. "Weasley. Che... SORPRESA!" sottolineò quest'ultima parola, come per farle capire che in realtà la stava cercando.

"Eh già..." ribattè lei, esasperata "Proprio una sorpresa... cosa vuoi?" disse ricominciando a camminare, lo sorpassò e sentì i passi di lui dietro di sè, chiaramente voleva parlarle, o almeno tenerla d'occhio, solitamente non l'avrebbe seguita.

"Oh. Ma io non voglio nulla. Ci siamo incontrati per... PURO CASO..."

"Ah-ahm..." lei annuì, in realtà non credeva a mezza parola di ciò che aveva detto.

"Eri in biblioteca?" chiese lui affrettando un po' il passo e portandosi al fianco della grifondoro.

"Si, no, forse, boh..." rispose vaga, non aveva la minima voglia di spiegargli dov'era, nè cosa ci facesse.

"Risposta molto chiara e concisa. Dovrei dedurne che non hai molta voglia di parlare con me..."

"Dovrei averne?"

"Beh... sai dopo il nostro ultimo incontro in biblioteca... speravo almeno in uno 'Scusami, Malfoy, non avrei mai dovuto rifiutare il tuo invito, sono pentita...'" scimmiottò la sua voce, il risultato fu più che buffo.

Ginny non riuscì a trattenere un sorriso. "Pfff... non sei un grande attore, Malfoy."

Lui si fermò, le prese il polso bloccandola e la fece girare verso di lui, i loro sguardi ora erano a poco più di cinque centimetri di distanza. "Credimi Weasley... " sibilò lui con sguardo glaciale "... so essere davvero un ottimo attore, quando lo voglio." Detto questo la lasciò andare, spintonandola qualche metro più in là nel movimento di lasciarle il polso, quindi fece dietro front e se ne andò, sparendo dietro un corridoio.

Ginny rimase con lo sguardo incollato alle spalle di lui finchè non scomparve dalla sua vista, una mano massaggiava il polso su cui c'era ancora il segno delle sue dita.

***

I giorni a seguire furono piuttosto confusi. Ginny ricordava poco e niente di ciò che era accaduto, da un lato certo era per la mancanza di sonno, d'altra parte continuare a mentire a se stessa era inutile. Pensava continuamente a Malfoy. Alle sue parole. Era diventata un'ossessione. Voleva sapere perché lui si trovasse ad Hogwarts. DOVEVA scoprirlo, se voleva ritrovare almeno un po' di serenità. Non sapeva da cosa scaturisse questa curiosità nei suoi confronti, sapeva solo che ormai trascurava anche lo studio, pur di riuscire a incontrarlo. Costringeva continuamente qualche sua amica a girare per il castello con lei 'per sgranchirsi le gambe'. L'unica ad accettare di buon grado era Luna, anche perché ad Hermione non poteva chiedere una cosa del genere, era troppo furba, avrebbe scoperto subito il suo secondo fine, che di certo non era Un giro turistico al fine di conoscere ogni segreto del castello.

Era un soleggiato pomeriggio di metà ottobre, il castello era semi-deserto per la gita ad Hogsmeade che quest'anno era stata anticipata a due settimane prima di Halloween, per qualche motivo a lei oscuro.

Stava camminando con Luna per un corridoio del pian terreno, pericolosamente vicino alla porta per scendere nei sotterranei di serpeverde.

"Come mai siamo qui?" chiese improvvisamente Luna, che dopo un mese finalmente cominciava a sospettare qualcosa.

Ginny fece spallucce, ma non rispose. Luna stava per ribattere qualcosa, ma Ginny la trascinò dietro l'angolo in fondo al corridoio, allarmata dal cigolio della porta. Videro Pansy "Carlino" Parkinson e Blaise Zabini uscire, discutendo animatamente su qualcosa, o meglio su qualcuno. Facilmente Ginny potè intuire che questo qualcuno fosse Malfoy, e fu grata a Fred e George per aver inventato le orecchie oblunghe, poichè ne aveva posizionata una poco lontano dai due ragazzi, sul davanzale di una finestra di fronte all'entrata dei sotterranei.

Mi chiedo perché non voglia venire...

Lascia perdere, Pansy... lo sai che è strano ultimamente

Si, ma... prima era sempre contento di venire ad Hogsmeade... ora invece è sempre rinchiuso in quella maledetta stanza da prefetto... a fare chissà cosa...

Ricerche, Pansy. Ricerche...

"Ma di cosa stanno parlando?" chiese Luna curiosa.

"Sssstt..." con un dito dinnanzi alle labbra serrate, Ginny le fece segno di non parlare.

Oh. Ricerche! Perché fare ricerche è più importante che stare con me?

Ginny riuscì a cogliere un guizzo divertito negli occhi di Zabini, che probabilmente rideva delle parole di Pansy.

Pansy, andiamo, l'hanno capito anche i muri che Draco non ha nessun interesse in te!

Si, invece. Io sono la sua promessa sposa!

Lo eri... Lo E-R-I... non lo sei più.

Oh, solo perché il padre è ad Azkaban, io...

No. Non solo perché il padre è ad Azkaban. Ma perché lo sai benissimo che Draco non lavora più per tu-sai-chi. Non penso tuo padre acconsentirebbe a fartelo sposare, ora come ora.

Ma io lo amo!

Cavolacci tuoi... fu la risposta secca di Zabini, che alzò i tacchi e si allontanò. La Parkinson rimase immobile, Ginny potè vedere distintamente una lacrima rigarle il viso, che prontamente asciugò con una mano, quindi una volta ripresasi raggiunse il compagno di casa e andarono via, verso la sala grande, dove si stavano radunando gli studenti che dovevano partire.

"Ma tu ci hai capito qualcosa?" chiese Luna, osservando Ginny raggomitolareil filo dell'orecchio oblungo e ficcarlo nella tasca della divisa.

"In verità... Si. Ed ho intenzione di parlare con Malfoy stasera stessa."

Luna si diede una grattatina alla testa, riflettendo. "Per me possiamo anche rimanere appostate qui davanti tutta la notte... ma se lui non uscisse dal dormitorio fino a domani?"

Ginny la guardò un istante, poi sorrise. "Se Maometto non va alla montagna, la montagna va a Maometto." disse quasi in una cantilena.

"Non avrai mica intenzione di entrare nel dormitorio serpeverde, vero???" disse Luna, spalancando di più (se possibile) gli occhi, ed assumendo un'aria ancora più schizzata.

Ginny si limitò a sorriderle, quindi si voltò verso l'entrata del dormitorio Serpeverde. Se entro un'ora Malfoy non fosse uscito, sarebbe entrata lei. Doveva approfittarne, finché i Serpeverde erano tutti alla gita ad Hogsmeade. E per quanto riguardava i bimbi di prima e seconda, sarebbe stato facile raggirarli con qualche scusa.

Se persino Blaise Zabini aveva detto che Malfoy non era più un mangiamorte, allora lei doveva credere a ciò che lui le aveva confidato sul treno, e di conseguenza voleva parlargli SUBITO, innanzitutto per chiedergli scusa di aver continuato a chiamarlo schifoso mangiamorte, secondariamente per trovare una risposta ai suoi dubbi. Possibile che Malfoy fosse ad Hogwarts per tenere lei sotto controllo, sia per conto dell'ordine della fenice, che per conto dei mangiamorte? Dopotutto era una spia, stava facendo il doppio gioco... ora bisognava solo scoprire subito da quale parte stava davvero, per non ripetere lo stesso errore di valutazione che era avvenuto con Piton, e che era costata la vita a Silente.

... continua...

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