E.Y.P. - European Youth Parliament

di drin_chan
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Cap. 1 ***
Capitolo 2: *** Cap. 2 ***



Capitolo 1
*** Cap. 1 ***


EYP                         EYP - European Youth Parliament

Salve a tutti! Finalmente sono tornata, anche se con un ritardo imperdonabile! In questi mesi sono stata sommersa dagli impegni, è già stato un miracolo che non mi sia venuto un esaurimento nervoso!
Sono felicissima di essere tornata e mi farebbe piacere cosa ne pensate di questo mio esperimento :)
Speriamo bene!
E ora, tutti a leggere! ^__^


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Angelica sbuffò pesantemente, per poi lanciare un'occhiata torva a quel dannato Lorenzo Gentile (che di gentile aveva ben poco) che continuava ad intervenire nel dibattito, propugnando ferocemente le proprie opinioni.
Taci un attimo!
Le veniva male, al pensiero di dover partire con lui per Pisa. E di doverlo sopportare per cinque giorni.
Estremista.
Ecco cosa urlava la sua mente.
Gentile era un estremista in qualsiasi cosa facesse o dicesse: per lui esistevano solo il bianco e il nero, niente sfumature.
E lei?
Lei era semplicemente stanca e non vedeva l'ora di tornare a casa.
Che accidenti ci faceva lì?
La ragazza storse il naso e spostò lo sguardo in direzione del suo prof di filosofia, promotore di quel casino in cui si trovava invischiata.
Anche lui, Maurizio Gavella, era un uomo che non doveva essere totalmente sano di mente.
Come poteva essere così energico dopo tre ore di riunione?
Tre ore che - tra l'altro- seguivano cinque ore di lezione mattutina!
Probabilmente si faceva di qualcosa.
Anzi, sicuramente.
Lanciò una breve occhiata agli altri ragazzi presenti nell'aula che, a differenza sua, sembravano molto attivi e partecipi.
Come accidenti facevano?
Forse avevano ingoiato delle batterie Duracell e traevano da esse una fonte di energia pressochè inesauribile.
O forse anche loro si facevano di qualcosa!
Forse non era stata inserita -contro la sua volontà, precisiamo- in un progetto che aveva a che fare con l'Unione Europea, ma in un programma di riabilitazione per tossicodipendenti.
Sì, quello era molto probabile.
Con un moto di disgusto che partiva dallo stomaco, Angelica strinse gli occhi e rivolse nuovamente la sua attenzione a Gentile (che lei, nelle sue contorte elucubrazioni mentali, amava chiamare Rude, data la sua disponibilità nei confronti del prossimo): stava ancora parlando!
La miseria, lei aveva fatto in tempo a pensare a storie riguardanti tossicodipendenti, aveva fissato con estrema meticolosità i peli che fuoriuscivano dalle orecchie di Gavella (giurava di averne contati almeno cinquanta, tanto erano grossi e distinguibili), aveva seguito in maniera ossessiva il tic della ragazza di fonte a lei, Elena, che continuava a stringere una ciocca dei suoi capelli e - in tutto questo- lui non aveva ancora finito di parlare?
Ma taci un attimo!
Si ritrovò a pensare nuovamente.
Se solo avesse ingoiato una ciabatta, probabilmente quel dannato incontro sarebbe finito molto prima.
E invece no!
Lui doveva monopolizzare l'incontro e parlare a più non posso, fino a far esplodere le meningi degli altri presenti.
Maledetto Rude.
Non avrai le mie meningi, tiè!
Lo fissò con odio, con un'aria riprovevole che gridava " E' solo colpa tua se in questo momento non mi trovo svaccata sul divano". Sperò di incenerirgli la lingua con lo sguardo, in qualche strano modo, ma niente.
Continuava a muovere quel dannato muscolo.
Riuscirò a farti tacere, prima o poi.
Ma fu proprio nel momento in cui le sue sinapsi stavano per implodere, che Gavella annunciò che (accidenti!) si era fatto proprio tardi e che, pertanto, avrebbero continuato la discussione durante l'incontro successivo.
Nella testa di Angelica risuonò un grato Te deum, seguito da un sorriso luminoso.
Grazie, Zeus!
- Non dovresti avere quell'espressione.- borbottò una voce fastidiosa, passandole accanto.
Era Rude.
Lei inarcò un sopracciglio.
- Scusa?-
- Dico che non dovresti avere quell'espressione felice e soddisfatta.- Ripetè - Oggi non hai spiccicato parola, come sempre.-
Angelica gli fece un sorrisetto sarcastico, incurvando le belle labbra rosee.
- Per fortuna ci sono persone come te, Gentile, capaci di supplire alle mancanze altrui. Come faremmo senza di te?- 
Sicuramente avremmo molto meno mal di testa.
Lui storse la bocca, per poi riservarle un'occhiata torva.
- Minetti, il tuo sarcasmo fa proprio schifo, lascitelo dire.-
Lei gli lanciò un'occhiataccia, per nulla intenzionata a lasciargli vincere quello scontro verbale.
- E la tua lingua è urticante, Gentile.- borbottò, infastidita. - Quasi nociva.-
Lui ridacchiò, abbassandosi di qualche decimetro per guardarla negli occhi, dal suo metro e ottantacinque abbondante.
- Dici, Minetti?- le domandò, fissando le sue pupille in quelle della ragazza che gli stava di fronte, per nulla intimorita. O, perlomeno, non esteriormente.
- Eppure...- sussurrò - nessuna, si è mai lamentata della mia lingua.- aggiunse, con un sorrisetto beffardo.
Angelica deglutì un paio di volte, giusto per avere il tempo di resettare il cervello.
Perchè sì, Rude aveva un carattere terribile e una parlantina devastante e deteriorante, ma aveva anche una maledetta faccia da schiaffi che non si poteva scordare facilmente.
Con i capelli scuri, un po' lunghi e sempre in disordine e un accenno di barba tremendamente mascolina, Rude era uno tra i ragazzi più gettonati della scuola.
Ovviamente, le povere mentecatte che gli sbavavano dietro non avevano mai provato a parlarci, altrimenti sarebbero scappate da lui a gambe levate.
Ripensando a questo, Angelica si fece forza e lo spinse lontano, per riacquisire un po' di lucidità.
E di dignità, magari.
- Mi dispiace, Gentile, ma c'è sempre una prima volta.-  gli disse, contraendo le labbra in una smorfia crucciata - Ripeto che la tua lingua è quanto di più molesto abbia mai incontrato.-
Detto questo, si passò una mano tra i capelli rossi e si fiondò fuori dall'aula 44, maledicendolo in tutte le lingue che conosceva.
E anche in quelle che non conosceva, aggiunse mentalmente.
Maledizione.
Sì, maledizione a lui e ai suoi occhioni blu.




- Cioè, io non vengo ad un incontro settimanale di quella porcata in cui siamo state lanciate senza la nostra volontà e tu, dico tu, la donna imperturbabile, ti metti a flirtare con quello spostato di mente di Gentile?-
Angelica sbuffò, per poi attorcigliare le dita attorno al cavo telefonico.
- Calma, Vittoria! Ti pare che mi metta a flirtare con quello? E' un pazzo estremista e rompipalle, non fa per me!-
- Certo, come no!- gracchiò la sua amica, dall'altra parte del telefono - Non credo che tu sia rimasta immune alle sue occhiate roventi! Secondo me a Pisa...- ridacchiò - ci aspettano nottate infuocate!-
- AAH!- strillò Angelica, esasperata - Stai diventando peggio di Scott! Siete due ninfomani irrecuperabili!- concluse poi, ridendo.
Vittoria si limitò a sghignazzare, tossendo di tanto in tanto a causa dell'influenza che non le era ancora passata.
La rossa scosse la testa, pensando ai giorni allucinanti che avrebbe dovuto affrontare a Pisa, dove si sarebbero tenute le gare nazionali dell' European Youth Parliament, ovvero del Parlamento Europeo dei Giovani. Lì, insieme alla sua squadra, avrebbe dovuto vivere cinque giorni da deputata europea, discutendo in inglese e francese di questioni importanti, sostendendo le proprie tesi e confutando quelle degli altri.
Aaaah, si limitò a pensare.
Il problema maggiore non era quello di discutere con estranei in lingue straniere, ma era la sua stessa squadra!
Era un covo di matti, a partire da Gavella e dalle sue unghie eternamente sporche.
Che schifo.
Sarebbero stati in cinque: lei, Vittoria Crosetti, la sua migliore amica (che forse costituiva l'unico punto positivo dell'intera faccenda), Walter Scott Meyer, un tizio americano, depravato ed eternamente arrapato, Elena Marconi, una ragazza logorroica capace di parlare per ore di cose senza senso e poi lui, il dannato Lorenzo Gentile, messo in squadra soprattutto a causa della sua fantastica conoscenza dell'inglese, dato che la madre era londinese.
Porca miseria.
E dire che Angelica trovava l'accento British così sexy!
Sicuramente, pensò con un sospiro, quei giorni sarebbero stati infernali.
E non sapeva ancora quanto.



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Allora, cosa ve ne pare?
Aspetto i vostri commenti! :)
Un bacione e grazie per aver letto fino a qui ^__^
Vostra, drin_chan

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Capitolo 2
*** Cap. 2 ***


EYP Cap. 2
E. Y. P. - European Youth Parliament



Eccoci al secondo capitolo di questa fiction! Sono tornata dalle vacanze più carica di voglia di scrivere che mai, quindi dovrete beccarvi un po' delle mie follie fino a quando non sarò sommersa dagli impegni :)
Spero che questo capitolo sia di vostro gradimento!
E ora, tutti a leggere! ^__^





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- ... E allora io ho pensato: cavolo, non posso assolutamente mangiare il pesce spada, sono intollerante!-
Eccoci alle solite.
Angelica si limitò a stringere convulsamente i denti.
Peccato tu non l'abbia mangiato, almeno ti si sarebbe gonfiata la lingua e avresti taciuto per  trenta secondi!
Resisti, Angie.
Resisti.
E ricordati di non presentarti mai più in anticipo alle riunioni dell' E.Y.P.
Anzi, già che ci sei, ricordati di fare un paio di documenti falsi e di fuggire prima che i cinque giorni di follia abbiano inizio.
Tutti quegli psicopatici faranno uscire di mente anche te!
La rossa annuì in silenzio, probabilmente riferendosi più ai propri propositi che a quello che le stava dicendo Elena.
(Ecco i primi segnali: stai iniziando i soliloqui!)
La diretta interessata, scorgendo finalmente dei segni di vita sul viso di Angelica, ne parve rianimata e ricominciò a parlare con maggior foga.
- Cioè, ti rendi conto? E' stato orribile!-
AAAAAAAAAAH!
I neuroni di Angelica iniziarono a cospargersi vicendevolmente di benzina, stanchi di inutili chiacchere e, quando arrivarono ad invocare Rude come un possibile salvatore, la ragazza capì che era arrivato il momento.
Di cosa?
Era assolutamente arrivato il momento di tagliare la corda.
O di tagliare la lingua di Elena.
Tuttavia, quella mattina non si era svegliata con particolari propositi macabri, quindì si limitò ad un sorriso cordiale e ad uno - Scusa Ele, vado un secondo in bagno.- seguito da una ritirata strategica.
Appena varcò la soglia dell'aula 44, ricominciò a respirare normalmente.
Fiuuu!
Elena non era affatto una cattiva ragazza, anzi!
Era gentilissima e nei mesi in cui l'aveva conosciuta, si era dimostrata una ragazza anche caparbia ed intelligente.
Piccolo neo: quando iniziava a parlare, era finita.
Sì, era fottutamente finita.
Si inalberava in qualsiasi discorso e finiva col raccontarti ogni minimo dettaglio riguardante un dato argomento.
E, per quanto Angelica amasse conversare, quand'era troppo, era troppo.
Così, spinta dalla disperazione, andò nel primo bagno che trovò, si chiuse la porta alle spalle ed iniziò a bearsi del Sacro Silenzio che vi regnava.
Questa è vita!
Purtroppo, però, poco dopo fu costretta a lasciare il suo piccolo angolo di paradiso, o tutti gli altri (che nel mentre avevano sicuramente raggiunto Elena) avrebbero iniziato a pensare che fosse scivolata nel water.
Prospettiva allettante, tra l'altro, visto che avrebbe dovuto trascorrere due ore tra antipatici estremisti e lingue allenate a parlare per ore.
Water, ingoiami!
Lo fissò per un secondo, sperando che avesse pietà di lei.
Daai!
Era imperturbabile.
Lindo come non mai, sembrava gioire delle sue sofferenze.
Maledetto anche lui!
Peccato, pensò lei, sarebbe stata una prospettiva veramente invitante!
Sbuffò, arrendendosi al proprio destino crudele.
Si accasciò per un secondo sulla porta bianca del bagno, dando involontariamente una testata alla tipica scritta " Cretino chi legge".
Santa pazienza!
Ovviamente, dopo aver picchiato sul legno, si massaggiò il capo e lesse l'insulto indirizzato ai suoi occhi.
Fantastico.
Ora la insultavano anche le porte delle toilettes!
Decise che tra porte crudeli e water sghignazzanti ne aveva avuto abbastanza, quindi si decise ad uscire.
Tuttavia, quello che vide quando ebbe ruotato la maniglia, la lasciò alquanto perplessa.
Nel bel mezzo del bagno delle ragazze troneggiava Walter Scott Meyer, Il Ninfomane per antonomasia.
Angelica aggrottò le sopracciglia, seriamente dubbiosa.
Che fosse una donna, in realtà?
O forse stava aspettando qualche fiamma?
Quasiasi cosa ci fosse sotto, era sicura che l'avrebbe scoperta.
Si morse il labbro inferiore, per poi puntargli contro l'indice destro, con perfetto fare inquisitorio.
- Meyer!- strillò.
Lui si voltò, per poi sbarrare gli occhi vedendola.
- Minetti?-
No, sono il suo ologramma!
- In carne ed ossa!- aggiunse lei - Che diavolo ci fai qui?-
Lui ammiccò in sua direzione, per poi passarsi una mano tra i capelli.
- Che cosa ci fai tu, vorrai dire...- sussurrò, avvicinandosi a lei.
Viscido maniaco!
- Sei venuta a farmi compagnia, sporcacciona?- ridacchiò lui.
Cosa?!
- Mi avvalgo della facoltà di non rispondere, brutto depravato che non sei altro.- gli rispose lei, piccata come sempre.
- Chi tace acconsente, si dice qui!- rise lui - Vieni a trovarmi in bagno e poi mi insulti? Minetti, Minetti...- borbottò, scuotendo la testa - Se ti piace un ragazzo, non lo devi prendere a male parole!-
Vieni a trovarmi in bagno?
Sbarrò gli occhi.
Oh.
Fu lì che Angelica ebbe l'illuminazione.
OH! Ripetè la sua mente.
Fu lì che il suo indice inquisitore iniziò a perdere un po' della sua solida fermezza.
- Meyer...?- pigolò, vagamente imbarazzata.
- Sì?-
- Questo non è il bagno degli uomini, vero?- domandò, aggrappandosi ad una flebile speranza.
Era sicura che se Rude fosse venuto a saperlo, l'avrebbe presa in giro per il resto della sua esistenza.
E lei non poteva assolutamente permetterselo.
Prima che Scott le rispondesse, lo sovrastò con la sua voce.
- Dimmi che non è il bagno degli uomini!-
Lui sghignazzò.
- Oh Yeah, babe!-
Lei si limitò a sbattersi una mano sulla faccia.
Doveva assolutamente finirla con le figure di merda.
Così, più sconfortata di quando vi era entrata, uscì dalla maledetta toilettes maschile, con l'umore a pezzi.
Ma non era ancora finita.
Tra tutte le persone che potevano passare lì davanti in quel momento, chi la stava fissando con aria seriamente sconvolta?
Tadadadadaaan!
Ovviamente, Lorenzo Gentile!
Le lanciò un'occhiata maliziosa, per poi affiancarla.
- Ecco- borbottò - Ora si spiegano molte cose.-
Angelica, che fino a quel momento aveva bellamente ignorato la sua esistenza, alzò lo sguardo per vedere chi le stesse parlando e fissò i suoi occhi in quelli del suo acerrimo nemico.
Ci mancava solo lui!
- Toh! Chi non muore si rivede!- grugnì lei.
- E' sempre un piacere incontrare persone felici di stare con te.- le rispose lui, per nulla turbato dal tono irritato della ragazza - Stavo appunto pensando che, finalmente, tutto quadra.- concluse, per poi rivolgerle uno sguardo divertito.
Lei gli scoccò un'occhiata interrogativa.
- Ora si spiegano i capelli arruffati, il tono eternamente incazzoso, le magliette extra-large di gruppi musicali scomparsi secoli fa e i grugniti che propini ai tuoi interlocutori.- si interruppe un attimo lui, beandosi dell'espressione risentita della ragazza, che stava letteralmente per ucciderlo con lo sguardo.
- Tu sei un uomo!- e, ridacchiando, indicò la porta dalla quale Angelica era appena uscita.
Lei si accigliò, per poi gonfiarsi di rabbia come una mongofiera.
Era sicuro che, se qualcuno l'avesse punta con un ago in quel momento, molto probabilmente sarebbe esplosa in mille pezzi.
- Stupido mentecatto!- sibilò - Di sicuro sono uomo molto più di te!-
Lui incurvò le labbra in un sorrisetto sarcastico, passandosi l'indice destro sulla barba corta del mento.
- Lo ammetti, quindi?-
Angelica stava per avventarsi sul suo collo per azzannarlo, quando uscì dal bagno anche Scott.
Stupendo!
Li fissò per qualche secondo, per poi affondare la mano sinistra nella tasca dei jeans.
Sicuramente stava per sparare una cavolata stratosferica.
- Ragazzi, se volete il bagno è libero.-
I due si lanciarono un'occhiata dubbiosa.
Scott si limitò a scrollare le spalle.
- C'è così tanta energia sessuale tra di voi!- annunciò con aria serena - Sfruttatela, su!-
Come volevasi dimostrare.
Rude deglutì velocemente, per poi sorpassarla, in evidente imbarazzo.
E così anche lui si imbarazzava!
Lei ridacchiò istericamente e si diresse verso la maledetta aula 44, che avrebbe ospitato non solo estremisti affascinanti e fastidiosi e lingue instancabili, ma anche le continue insinuazioni di un depravato americano.

Quando aveva intenzione di guarire, la sua amica?




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Che ve ne pare? La nostra povera Angie ne passerà di tutti i colori! ^__^
Ringrazio tutti quelli che hanno letto, messo tra le seguite (Maia in Wonderland, Sabbry e _Maddy_) e tra i preferiti questa storia!
Grazie mille, ci sentiamo al prossimo capitolo!
Un bacione,
vostra
drin_chan



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