I will always love you

di K i k k a
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 4 ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Mi mancano quei momenti passati insieme!
E' vero, molto spesso litigavamo, ma ci volevamo bene. Ci amavamo. Ma, badate bene, non amare in quel senso stretto della parola; il nostro era un amore puro, destinato al per sempre, fraterno, amichevole. O per lo meno, per lui era così. Non volevo accettarlo, e questo faceva male; ma ammetterlo a sè stessi quando ormai è troppo tardi fa ancora più male. Sono sempre stata innamorata di lui, dal primo istante che l'ho visto, ma non ho mai avuto abbastanza coraggio da rivelarglielo.
Eppure pensare che ci siamo incontrati per caso, molto inaspettatamente. E' entrato nella mia vita come un fulmine a ciel sereno, come acqua ghiacciata su delle pietre ardenti, come una folata di vento. Vento che, per far felice la donna che aveva accanto, mi ha lasciato.
Mi fa ancora tanto male quell'ultimo ricordo di noi due..ma forse sarebbe meglio che ne parli. La gente dice che per superare un problema al meglio bisogna parlarne; ed è quello che voglio fare. Ma prima di cominciare la mia storia, credo sia meglio che cominci a parlarvi un po' di me.
Mi chiamo Clare, sono una ragazza italoamericana e ho 35 anni. Lo so, non sono più così giovane da definirmi una ragazza ma è così che mi sento. Non mi sono mai sposata, devo ancora trovare l'uomo giusto. Anche se, rimango con la convinzione che sono destinata a continuare ad amare il mio migliore amico. E' stato l'unico che riusciva a farmi sentire speciale, capita; mi ha fatto diventare una persona migliore, e io non finirò mai di ringraziarlo per questo. A volte, quando vengo assalita dalla malinconia, accendo la TV e faccio zepping col telecomando sui canali di musica, dove è sicuro che c'è. E' l'unico modo che ho per vederlo, anche se per pochi minuti. Ne approfitto!
L'altro giorno trasmisero due dei suoi nuovi video: 'Stranger in Moscow' e 'You are not alone'..era bellissimo, meraviglioso; proprio come me lo ricordavo! Certo, non posso negare che vederlo insieme a lei fa male. Infatti ogni volta che trasmettono quel video non posso fare a meno di piangere. E non posso nemmeno fare a meno di odiare lei, infondo è tutta colpa sua se lui se n'è andato via da me! Non scorderò mai le ultime parole che mi disse, prima di partire insieme a lei nel suo adorato SUV nero:[/size][/font]

-Stammi bene, Clare. Non ti dimenticherò mai!-

Chissà se ha mantenuto la sua promessa, o se sono solo un inutile ricordo che ha riposto in una scatola chiusa a chiave e lasciata in soffitta. Sicuramente sarà così; non avrà nè voglia nè tempo di ricordarsi di me.
Ma ora basta pensare alle cose tristi, ho già gli occhi lucidi; voglio raccontarvi la mia storia. E' la prima volta che ne parlo con altri, quindi vi chiedo di custodirla bene..è troppo importante per me!
Ora sono lontana da quei momenti passati insieme, sono ritornata nel mio paese d'origine per dimenticare, per dimenticare lui..anche se non ci sono mai riuscita.
E' difficile dimenticarsi di persone così: dolce, bello, umanitario..l'amore di una vita!
Bene; ecco a voi come ho conosciuto il mio migliore amico, come ci siamo avvicinati e come, il destino, ci ha allontanati.
Ecco a voi il mio migliore amico: Michael Joseph Jackson.



CONTINUA..

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Capitolo 2
*** Capitolo 1 ***


2 Agosto 1992, Napoli.



Driin. Driiiin. Driiiinn.
Apro gli occhi confusa, non capisco dove mi trovo. Fino ad un attimo fa ero su una bellissima spiaggia assolata, e tutt'ad un tratto mi ritrovo nel letto di casa mia. Cavolo, non ce la faccio più. Voglio prendermi una pausa! Spengo la sveglia, mi alzo scocciata dal letto e scendo giù in cucina dove la mia mamma mi sta preparando una squisita e, anche troppo, abbondante colazione. Sì, avete capito bene! A 32 anni suonati vivo ancora con mia madre; sono troppo legata a lei, poi mio padre ci abbandonò tornando in America quando io ero molto piccola e perciò mi dispiace lasciarla da sola.

-Buongiorno tesoro.-
-Buongiorno a te, mamma.-


Le schiocco un bacio sulla guancia e lei sorride.
La mia dolce mammina. E' una grande donna; non si è mai arresa. Ha coraggio da vendere e io la invidio molto per questo; anche quando è stata umiliata lei ha continuato a camminare a testa alta. La amo da morire!

-Ecco a te, tesoro.-
-Grazie mamm..-


Dò uno sguardo veloce all'orologio che segna le 09:50.
Perchè la mia sveglia fino a cinque minuti fa segnava solo le 08:15?!
Cazzo! Perchè ieri non ho rimesso a posto l'ora quando mi sono tirata appresso il filo della sveglia?!
Perchè, perchè, perchè?!?!

-E' tardissimo! Se arrivo di nuovo tardi a lavoro, chi lo sente a Ciro?! Uffa; mamma perchè non mi hai chiamato?-
-Vabbè dai, non preoccuparti. Finisci di mangiare..-
-Ma chee?! Mamma, non c'è tempo di ingozzarmi!-


Mi alzo di fretta dalla sedia e per poco non inciampo nelle mie stesse pantofole.
Corro di sopra e mi precipito in bagno per una doccia veloce. Apro l'armadio e mi metto la prima cosa che capita: jeans scuro, T-Shirt bianca e scarpette da ginnastica. Spazzolo i miei biondi capelli più veloce della luce e li lego con un codino; un filo di trucco e, finalmente, alle 10:15 sono pronta.

-Ciao mamma, ci vediamo stasera.-
-Ciao tesoro mio, buon lavoro.-


Chiudo la porta e mi ricordo di aver lasciato le chiavi della macchina in camera mia; non c'è tempo! Arriverò a piedi, tanto non è molto distante. Inizio a correre, cavolo ho esagerato..sono più in ritardo del solito. Arrivo sul posto dove lavoro più affannata che mai: 'Villa Savarese' l'hotel più in vista di tutta Sorrento; dove io contribuisco con una misera e minuscola parte lavorando come lavapiatti. Lo so, non è il massimo, ma per mantenere me e mia madre ho dovuto accettare.
Decido di entrare dal retro sperando che il mio datore di lavoro, il Signor Ciro Savarese in persona, non mi veda. Ma faccio male i conti e come apro la porta me lo ritrovo davanti più incavolato che mai.

-Alla buon' ora, signorina Gonzales.-
-Mi scusi tanto signor Ciro, la sveglia stamattina non è suonata. O meglio: è suonata ma in orario sbagliato.-
-E' già la terza volta questa settimana. Vedi di comportarti bene, biondina..altrimenti sei fuori, capito?!-
-Certo signor Ciro. Come desidera lei, signore.-
-Muoviti a lavare i piatti della colazione, sbrigati! Non lavori abbastanza per quello che ti pago.-


Esce dalla cucina infuriato, anche troppo infuriato per i miei gusti.
Ma chi si crede di essere?! Lui crede di essere il padrone dell'universo e tratta le persone come delle pezze sciatte; non ha capito che lui è soltanto il proprietario di questo 'misero' hotel. Io proprio non lo sopporto; prima o poi me ne andrò da qui.
Passano le ore lavando migliaia, o forse anche di più, di piatti. Sono sfinita, poi lavorare in cucina con questo caldo è una tortura. Giuro che se non ci servissero soldi me ne sarei andata dal primo giorno.
Finalmente ho finito! Ora posso avere un po' di tranquillità..

-Clare, muoviti. Vieni con me!-

..Tranquillità terminata.

-Dai Maria, non agitarti inutilmente. Ho appena finito. Sù, siediti un po' qui con me.-
-Non c'è tempo per sederci. Dobbiamo andare, sbrigatii!- -Ma dov'è che dobbiamo andare?-
-Nell'ufficio del signor Ciro, ha detto che deve parlarci urgentemente!-
-E che cosa vuole?!-
-Non ne ho idea, ma sarà meglio che lo raggiungiamo subito. Mi è sembrato più arrabbiato e imbronciato del solito.-
-Maria, ma lui è sempre arrabbiato e imbronciato. Non l'ho mai visto ridere o, come minimo, sorridere con nessuno.
Forse non sa come si fa, mi sa che glielo dobbiamo insegnare..-
-Dai, scema. Andiamo!-


Ed ecco che corro di nuovo. Per la miseria, quando si calmerà la mia vita?! E' una corsa continua dalla mattina alla sera, per qualsiasi cosa. Non ho mai un attimo di pace. E' un miracolo che riesca a stare in piedi, da stamattina non ho ancora toccato cibo..

-Ehm..signor Ciro, possiamo?-
-Sìsì. Venite, ragazze. Entrate pure.-


Strano. Ad un tratto sembra essersi calmato..

-Aveva bisogno..?-
-Sì. Ho una cosa molto importante da dirvi.
Poco fa ho ricevuto una chiamata di una prenotazione..-
-E noi cosa c'entriamo con questo?!-
-Signorina Clare, mi faccia finire! Questa non è una prenotazione come le altre.
Oggi avremo l'onore di ospitare uno dei cantanti più famosi al mondo; il signor Jackson in persona.-
-Chii?-
-Il signor Jackson. Michael Jackson.-


La mia collega e amica Maria inizia a sorridere, credo che voglia urlare ma si contiene il più possibile davanti al direttore.
Per quanto riguarda me, invece, rimango indifferente alla cosa.
Puo' sembrare strano, ma io questo Michael Jackson non so nemmeno chi sia. La musica non mi attira, non l'ascolto mai. Nel mio tempo libero preferisco fare una passeggiata al parco oppure dipingere.
A parte questo non ho capito cosa c'entriamo noi in tutto questo che siamo solo due sguattere..come di solito ci definisce il nostro 'adorato' direttore.

-E con questo? Perchè ha così disperato bisogno di noi?-
-Perchè Jackson è un pezzo grosso! Il servizio deve essere ottimo..e io sono a corto di personale. Quindi oggi toccherà a voi servire ai tavoli. E quando il signor Jackson vi chiamerà, voi dovete scattare al suo richiamo.-


Ma bene. Questa giornata procede di bene in meglio. Non bastava il proprietario che si comporta come un Pashà; ci mancava anche il cantante viziato, figlio di papà, che allo schiocco delle dita deve avere mezzo mondo ai suoi piedi.
Ma io non me ne vado così..

-E quanto ci pagherebbe in più?-
-In più?! Io non vi devo nessun extra. Ritenetevi già fortunate che ho chiamato voi..-
-Ah sì? Allora io la saluto. Si arrangi lei col suo cantante da strapazzo. Io non ho niente da condividere con lei!-
-Ah no? Allora tu e tua madre potete dire addio alla vostra casetta sul mare. Senza uno stipendio come potete pensare di permettervela?!-


Sorride sornione, sa bene di aver fatto centro!
Ebbene sì, lui è anche il proprietario della casetta sul mare dove io e la mia mamma abitiamo. Mi offrì questo lavoro per mantenerla; accordandoci che mi avrebbe scalato dalla paga, ogni mese, i soldi necessari. E io, per mia madre e per avere un tetto sulla testa, accettai.
Odiavo farlo, ma ancora una volta dovetti andarmene abbassando la cresta.
Avevo il sangue che mi pulsava tremendamente dal nervosismo, quanto avrei voluto fargliela pagare!
**
Io e Maria sembravamo delle matte. Attraversammo la sala principale e la cucina un miliardo di volte. E i clienti non ci aiutavano; anzi, erano abbastanza esigenti...
C'è un capello nel mio piatto. Cameriera, la zuppa non è cotta abbastanza. Io volevo la bistecca, perchè mi ritrovo con il gelato!?
Aiuto. Se avessi potuto, li avrei strangolati uno ad uno!

Per fortuna il turno sta per finire, e maggior parte della sala si è svuotata. Infatti: Anna, impresa di pulizia in persona, ha iniziato a lavare il pavimento.
C'è solo un piccolo intoppo: il motivo del mio cambio di programma di oggi. La Superstar non si è fatta ancora viva; forse ha cambiato idea all'ultimo momento e non verrà più. Fare i capricci è il primo difetto di una Superstar.
Me ne torno in cucina perchè un signore, gentile come pochi, mi ha chiesto di portargli una posata; ma il capo cuoco non sente ragioni e piazza sulle mie mani ben dieci piatti strapieni di una pappetta giallastra da portare ad un tavolo di ragazzi in fondo alla sala. Bleah, mi viene il voltastomaco solo a guardarli..

-Ci penserà Maria alle posate. Corri, che voglio andarmene a casa!-
-A chi lo dici..-


Cazzo. Speriamo non abbia sentito. Speriamo non abbia sentito. Speriamo non abbia sen..

-Come, puoi ripetere?!-

Ecco. E te pareva..

-Niente, niente. Non si preoccupi!-

Dio mio, barcollo. Io come cameriera sono una frana! Poi con questi dieci piatti non vedo ad un palmo dal mio naso. Capitano tutte a me..

-Prego, la stavamo aspettando! Io sono Ciro, il proprietario dell'hotel. Le assicuro che si troverà benissimo da noi, siamo i migliori di tutta Napoli.-
-Oh, grazie mille. Ne sono sicuro!-


Oddio, ma quando arrivo a quel maledetto tavolo?! E' sempre più lontano, non arrivo più!

-Noo. Clare, attenta al secchio con l'acqua!-

E' Anna che lo ha urlato.

-Eh?! Quale secchio?-

Solo quando mi ritrovo stesa su un uomo inzuppato, dalla testa ai piedi, di quella roba disgustosa che fino ad un attimo fa era nei piatti; capisco a quale secchio d'acqua si riferiva Anna.
Perfetto, sono rovinata!



CONTINUA..

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Capitolo 3
*** Capitolo 2 ***


Tutti guardano me, mi sento una perfetta idiota.
Il direttore vorrebbe incenerirmi con lo sguardo, lo si capisce lontano un miglio. Mi alzo di fretta e inizio a pulire il ragazzo con cui mi sono schiantata..

-Mi scusi signore. Sono desolata. E' il mio primo giorno da cameriera e sono una frana. Non ho visto il secchio con l'acqua e sono caduta..cavolo, mi dispiace cos..-

Non riesco a finire di parlare, che il signor Ciro toglie bruscamente le mie mani dalla camicia del ragazzo.

-Stia zitta, signorina Clare. Vada ad aspettarmi nel mio ufficio, ho bisogno di parlare con lei!
Signor Jackson, sono mortificato. Non accadrà mai più una cosa del genere.-

Rimango immobile. Stavo avviandomi verso l'ufficio del direttore, ma quando ho sentito 'signor Jackson' mi sono pietrificata, non riesco a muovere nemmeno un muscolo. Dunque è lui la Superstar..non vorrei azzardare a dire qualcosa di sbagliato, perchè è completamente giallastro, ma mi sembra proprio bello!
A distrarmi dai miei pensieri è il direttore:

-Clare, cosa fai ancora qui? Vai ad aspettarmi in ufficio, forza! Mi scusi signor Jackson. Vado un attimo in ufficio a parlare con la signorina e sono subito da lei.
Ah Maria, accompagna il signor Jackson nella sua camera e provvedi affinchè abbia il meglio.-
-Certo. Venga, signore. Sarebbe molto meglio che si cambi prima di mangiare.-
-Mi sà che hai ragione!-

Maria e 'Superstar' si dirigono verso l'ascensore e io seguo il signor Savarese in ufficio. Questa è la mia fine, me lo sento. Entriamo e sbatte furemente la porta.

-Ma che cosa ti è saltato in mente? Mi hai fatto fare una figuraccia con il signor Jackson.-
-Lo so signor Ciro, mi scusi. Ma non è tutta colpa mia, ero con quei piatti in mano..non riuscivo a vedere niente e di conseguenza sono inciampata nel secchio. Non l'ho fatto di proposito. La prego non mi cacci. conosce la mia situazione, mi dia un'altra opportunità.-
-No, non posso. Mi hai già combinato troppi guai; sei licenziata!-

Stop! Il mio cuore si è fermato, e con lui anche il cervello. Non riesco a fare un ragionamento logico. Non riesco a formulare niente.

-Ma..ma come faccio? Si rende conto che sta mandando due donne in mezzo ad una strada?! Come pensa che paghi la casa se sono disoccupata?!-
-Per la casa ti dò un mese di tempo, se non troverai un modo per pagarla, sarete fuori. Più di questo non posso fare-
-Ah. Va bene. Grazie per la casa...-

Esco dall'ufficio più demoralizzata che mai. Un mese. Un mese per trovare un lavoro. Un mese per non essere cacciate. Un mese per non finire in mezzo una strada.
Prima di andarmene definitivamente però, devo fare una cosa. Mi serve Maria, chissà dov'è!? Oh, eccola.

-Maria!-

Saltella verso di me felicissima con un foglio in mano.

-Clareee, che bello! Guarda qui, il signor Jackson appena ha saputo che ero una sua fan mi ha fatto un autografo!-
-Che bello-

Sorrido appena. Mi dispiace ma non riesco proprio ad essere felice.

-Ma cos'hai, è successo qualcosa con il signor Ciro?-
-Esatto. Mi ha licenziato-
-Cazzo. E come farai ora con tua madre?-
-Mi ha dato tempo un mese per trovare un altro lavoro per pagare la casa; altrimenti saremo fuori entrambe.-
-Mi dispiace, tesoro. Vedrai che troverai qualcosa. Ti aiuterò io, contaci!-

L'abbraccio forte.

-Grazie. Sei l'unica amica sincera che io abbia mai avuto! Grazie davvero.-
-Di niente.-
-Oh, a proposito. Devo chiederti una cosa..-
-Dimmi tutto, sono a tua disposizione.-
-In che camera si trova Michael Jackson?-
-Nella suite, all'attico. Perchè?-
-Non mi sono ancora scusata per quello che è successo. Devo rimediare.-
-Ah, ok. Vai pure, penso si stia lavando ora. Non ci sono nemmeno le guardie del corpo. Jackson le ha mandate a fare non so chè.-
-Perfetto! Grazie.-

L'abbraccio e vado verso l'ascensore. Prossima meta: attico. Credo di non esserci mai andata lassù, è una cosa nuova. Esco dall'ascensore e noto che c'è solo una porta in fondo al corridoio. Deve essere per forza quella!
Cammino velocemente ed..eccomi qui. Davanti alla porta di Michael Jackson. Dò tre colpetti.
Mi fa paura qui, sono sola in un immenso corridoio. Nessuno puo' sentire, nè vedere. Sembra di stare in un film dell'orrore; ci manca solo che Superstar apre la porta con un ascia in mano. Sorrido e rabbrividisco, nello stesso momento, al pensiero e dò altri colpetti alla porta in legno, questa volta più forti. Ancora niente.

-Sarà ancora sotto la doccia. Fa niente, non mancheranno occasioni per scusarmi!-

Faccio per andarmene, quando all'improvviso sento la porta aprirsi. Mi giro ed è lì che lo vedo.
E' davanti alla porta ed indossa un pantalone attillato nero, una giacca verde militare con qualche spilla e dei mocassini neri. Ha i capelli ricci leggermente attaccati con un codino, infatti alcuni cadono sulle sue grandi spalle ed un ciuffetto è davanti ai suoi occhi che non ne vuole sapere di stare al suo posto.
I suoi occhi. Sono di un bellissimo color nocciola, mi ci perderei dentro se potessi.
Avevo visto bene prima, è proprio bello!

-Si!?-

Lo sto guardando come un ebete. Cazzo Clare, dì qualcosa. Digli perchè sei qui.

-Non mi fissare, ti prego. Mi fai sentire in imbarazzo!-
-Come?! Ah si, mi scusi.-
-Vogliamo rimanere tutto il giorno qui? Forza, entra.-
-Sì.-

Non credo ai mie occhi; questa stanza è un albergo in sè.

-Stanze come queste le ho viste solo nei film; che bella!-
-Eh si, molto bella.
Allora: come mai sei qui?-
-Ehm si. Bhe ecco, sono venuta a scusarmi con lei per quanto è successo. Sono mortificata, non l'ho fatto apposta signor Jackson.-
-Per favore: chiamami Michael, signor Jackson è troppo formale; e poi diamoci del 'tu'. In fondo sono ancora un ragazzo.
Comunque scuse accettate, poteva capitare a chiunque; sarebbe capitato anche a me se avessi avuto tutto quei piatti in mano.-

Rido, lo fa anche lui. Sembra che abbiamo rotto il ghiaccio e ne sono felice.
Che sorriso meraviglioso che ha, da far sciogliere un iceberg all'istante.

-Che bel sorriso che hai!-

Cavolo gliel'ho detto. Che mi è passato per la testa?! Ora sono io che vorrei affogare in un iceberg..

-Oh, grazie. Anche il tuo è molto bello.-
-Non sentirti obbligato a dirlo, io..-
-Quando dico una cosa è perchè la penso davvero!-

Ora è diventato serio tutt'ad un tratto. E' lui a fissarmi adesso, e io sono diventata rossa in viso per quello che ha detto e per come mi sta guardando. Voglio morire guardando quegli occhi, i suoi!
Dopo istanti infiniti finalmente riesco a dire qualcosa..

-Bh..bhè, ora è meglio che vada. Si è fatto tardi e..ho un lavoro da trovaree!
E' stato un piacere Michael, spero di rivederti.-
-Trovare un lavoro?! Pensavo che lavorassi già, qui.-
-Oh, vedi. Sono stata..come dire: licenziata. Ho ricevuto molti richiami da parte del direttore questa settimana, e l'incidente di oggi è stato la goccia che ha fatto traboccare il vaso, come si suol dire.-
-Ah, mi dispiace.-
-Non fa niente, ci sono abituata! Allora..a presto Michael.-

Sto per andarmene, apro la porta..

-Ehi, aspetta un attimo!-
-Che c'è?-
-Come te la cavi in cucina?-
-Abbastanza bene, direi. Ma perchè me lo chiedi?-
-Perchè a Neverland un mio cuoco si è ammalato e non so quando ritornerà. Po..poi tu hai detto che ti serve lavoro. Allora che ne dici: ci stai?-

Resto ferma davanti alla porta. Mi ha chiesto di lavorare per lui e io non so cosa fare.
Certo per una parte sono felice, perchè è quello di cui abbiamo bisogno..potrei pagare la casa senza alcun problema. Ma da un'altra parte sono triste perchè questo significherebbe lasciare mia madre; la donna che è sempre stata al mio fianco. Sono confusa. Gli chiederò del tempo, sì. E' la cosa migliore.

-Senti Michael..ehm..posso pensarci un po' su e poi ti faccio sapere?-
-Certo, non c'è problema. Aspetta un attimo.-
-Uhm..uhm.-

Si allontana e dopo circa un minuto torna con un fogliettino in mano.

-Ecco, tieni. Questo è il mio numero, quando avrai una risposta basterà chiamare.-
-Oh, grazie. Parlerò anche con mia madre e poi ti farò sapere!-
-Va benissimo...?!-
-Clare. Il mio nome è Clare. Bene, ora vado. Ti lascio scendere per andare, finalmente, a mangiare.-
-Ahaha, ok. Allora ci sentiamo.-
-Certo. Ciao Michael.-
-Ciao Clare.-

Mi affretto a scendere per andare a casa. Ho bisogno di riflettere parecchio.
**
Apro la porta e trovo mia madre intenta a vedere la sua soap opera preferita stesa sul divano.

-Ciao mamma.-
-Clare, ma cosa ci fai già qui? Pensavo tornassi stasera.-
-Ehm..si. E' proprio di questo che voglio parlarti. Hai un minuto?-
-Certo tesoro. Dimmi cosa è successo!?-

Le racconto tutto dal principio e prendiamo una decisione sulla proposta di lavoro che Michael Jackson mi ha offerto.

-Forza, tesoro. Chiamalo e dagli la notizia.-
-Sì, mamma.-

Prendo il bigliettino con il numero dalla borsa e compongo il numero sul mio cellulare.
Uno squillo, due squilli, tre squilli..se ora non risponde chiudo la chiamata..quattro squilli, cinque: vabbene, ora riaggan..

-Pronto?-
-Ehm..pronto Michael? Sono Clare, ti ricordi?-
-Certo che mi ricordo. Dimmi tutto.-
-Ti chiamo per quel lavoro. Quello che parlavamo stamattina.-
-Sì, sì. Allora cosa hai deciso??-
-Bhè io..-

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Capitolo 4
*** Capitolo 3 ***


Mi prendo un altro attimo per riflettere meglio ma mia madre mi incoraggia a dargli una risposta..

-Clare, ci sei?!-
-Sì, Michael ci sono. Scusami.-
-Allora, mi dicevi..cosa hai deciso di fare?-
-Bhè, ci ho riflettuto molto e..senti: io ho deciso di accettare la tua proposta, Michael.-
-Ooh, mi fa molto piacere Clare. Benvenuta a bordo!-

Sorrido intimidita.

-E..e..bhè, quando si parte?-
-Ascolta, io questa sera ho un concerto a Roma. Se vuoi raggiungimi lì che poi ci mettiamo d'accordo.-
-Ehm..mi piacerebbe. Ma purtroppo non ho i biglietti.-
-Non preoccuparti, avviserò io Wayne di farti andare dietro le quinte.-
-Oh, va bene..solo c'è un piccolo problema..-
-Quale?-
-Non ho la minima idea di dove terrai il concerto?!-
-Oh, è allo stadio Flaminio.-
-Ok, cercherò di essere lì per le otto. Va bene?-
-Certo. Allora ti aspetto Clare.-
-Ciao Michael. E grazie ancora.-

Chiudo la chiamata.
Cavolo, gli ho detto di sì; nelle mie orecchie ho ancora il suono del suo dolce respiro e della sua voce. Mi accorgo che sono agitata all'idea di vederlo stasera. Ma cosa diavolo mi succede?! Sveglia Clare, non è proprio il momento di farti venire in testa strane idee. Ora Michael è il tuo datore di lavoro e tra voi due deve esserci solo un rapporto professionale.

-Allora, tesoro? Ne è stato contento, dì: che ti ha detto?-
-Sìsì, mamma. E' stato molto entusiasta che abbia accettato la sua proposta. Mi ha detto di andare al suo concerto a Roma di stasera per metterci d'accordo.-
-Sono molto felice, Clare. Vedi che Dio esiste? Eri stata appena licenziata e il signor Jackson ti ha offerto questo lavoro.-
-Sì.-
-Ma cos'hai amore?-
-Sono triste all'idea di lasciarti sola, mamma. Mi sembra di farti un torto se me ne vado. Ho paura di farti rivivere quel brutto periodo..-
-Tesoro mio, non ci pensare nemmeno! Ormai sono passati anni. Vai a Roma stasera e mettiti d'accordo sul tuo nuovo lavoro. Sai che starò bene.-
-Va bene, mamma. Ti voglio bene.-
-Te ne voglio anche io.-
Sorride, Dio quanto è bella.
*************
Eccomi qui, sono arrivata.
Stadio Flaminio.
Finalmente ci sono! Credevo di non farcela! Sono stata più di 2 ore a fissare il mio armadio perchè non sapevo che accidenti mettermi; non volevo vestirmi in modo elegante, ma non volevo nemmeno vestirmi con abiti per 'tutti i giorni'. Alla fine ho optato per un pantalone di seta nero, una camicia bianca e una cravattina nera; ho lasciato i capelli sciolti con un po' di eyeliner e un tocco leggero di phard..proprio per non farlo spaventare visto che ho la pelle bianca come un fantasma!
Decido di chiamare Michael e avvisarlo del mio arrivo e anche per farmi dire da dove devo entrare..uno squillo, due squilli, tre squilli, quattro, cinque, sei..niente, non risponde. Forse sarà impegnato; vabè, me la caverò da sola..che sarà mai?! Mi avvio verso l'entrata e quando arrivo, davanti a essa trovo due giganti neri..ho quasi paura ad avvicinarmi, potrebbero mangiarmi in un boccone per quanto sono grossi.

-Ehm, buonasera..dovrei entrare.-
-Certo signorina, favorisca il biglietto..prego.-
-In realtà io non ho il biglietto.-
-E allora come crede di entrare, mi scusi?-
-Mi sono messa d'accordo con Mich..il signor Jackson.
Dobbiamo parlare di alcune cose. Andate a chiederglielo.-
-Non si puo', il signor Jackson non riceve nessuno prima di iniziare un concerto.-
-Ma io dovrò lavorare per lui, la prego mi faccia entrare..lui è a conoscenza di questo..Wayne! Wayne, la sua guardia del corpo sa che devo entrare.-
-Aaah, che coincidenza. Si accomodi lì con tutte le sue colleghe di lavoro, allora.
Ma per favore, non dica sciocchezze!-

Mi volto e vedo un gruppetto di sì e no sette ragazze appoggiate su di un muretto che parlano tra loro e hanno cartelli con foto di Michael e scritte per lui, suppongo. Guardo di nuovo in volto all'uomo e sorrido

-Vabbene, vuol dire che lo aspetterò.-

Detto questo mi volto senza dire più niente e vado vicino alla mia macchina dove mi appoggio per aspettare che finisca il concerto, sempre dovrà uscire.

Aspetto tanto, le ore sembrano non passare mai quando si è senza fare niente.
Ad un certo punto vengo presa dalla stanchezza di quella giornata e, entrata in auto, mi appisolo sul sedile posteriore. Quando poi mi sveglio, dò un'occhiata all'ora sul mio telefonino e mi sorprendo quando vedo che sono le 3 del mattino; trovo anche tre chiamate perse. Due sono di Michael e una di mia madre, cavolo devo essere proprio partita se non ho sentito nemmeno l'assordante suoneria del mio cellulare. A questo punto decido di tornare a casa, si è fatto tardi e Michael starà dormendo..poi domani lo chiamo e ci incontreremo da qualche parte.
**************
Il cellulare sta squillando..ma che ore sono?!?
Alzo lo sgurdo e vedo l'orologio: segna le 8; sono sfinita..sono tornata da Roma alle 5 senza concludere niente. Il mio cellullare squilla incessantemente, vorrei tanto buttarlo giù per la finestra..devo cambiarmi questa maledettissima suoneria. Lo prendo e rispondo stizzita senza nemmeno vedere chi è che rompe a quest'ora del mattino..

-Pronto!-
-Ehm..Clare?! Sono Michael..-

Ancora intontita dal sonno non metto subito a fuoco chi sia, perciò mi incavolo, mando a quel paese la persona dall'altra parte del telefono e chiudo la chiamata.
Riprendo la posizione che avevo fino a qualche minuto e fa e all'improvviso..un flash.
Dio santo, MICHAEL !
Bene, sono assunta da un giorno e già mi prendo la briga di mandare a fanculo il mio capo..ma brava, Clare.
Ora lo richiamo, se mi licenzia mi sta proprio bene.

-Sì?-
-Michael, sono Clare. Oddio scusami per quello che ti ho detto. Il sonno mi fa dei brutti scherzi..scusami, non volevo!-
-Sì, me ne sono accorto. Non mi piace proprio come mi hai trattato, mi hai mancato di rispetto e mi hai offeso molto. Non voglio persone del genere nel mio staff..quindi: mi dispiace ma sei fuori!-

Ecco..come volevasi dimostrare.
Ma vedi un po' che sfortuna, sono di nuovo disoccupata. Mannaggia a me e alla mia boccaccia!
Sono nella merda. Sono nella merda. Sono nella merda.

-No, no, no, no. Michael, per favore..non cacciarmi. Non l'ho fatto a posta..ti prometto ch..-

Ma che cavolo succede?!
La linea è disturbata..sento degli affanni.

-Michael?!-

All'improvviso il mio timpano viene investito da una sonora risata, molto forte.
Dopo un tempo infinito Michael prende fiato..

-Oddio, Clare. Scusami ma non ho resistito nel farti questo scherzo.
Non è successo niente, non preoccuparti. Anche io la mattina sono molto scontroso.-

Vorrei strangolarlo via telefono se potessi, giuro.
Mi ha fatto prendere un tale spavento!

-Cavolo, che spavento!-
-Immagino.
Hey: ma cosa hai fatto ieri, non sei venuta più?-
-No..cioè sì sono venuta, ma non mi hanno fatto entrare. Ho detto di avvisare un certo Wayne ma non mi hanno dato ascolto. Allora ho deciso di aspettarti ma la stanchezza ha preso il sopravvento e mi sono addormentata.-
-Ah, ho capito. Beh io ora sono all'hotel 'Villa Savarese'..se vuoi possiamo vederci e discutere del tuo nuovo lavoro.-
-Ah..a 'Villa Savarese'?-
-Sì, perchè..c'è qualche problema?-
-Ehm..in realtà..no va bene niente, lascia perdere. Ci vediamo nella hall..-
-..alle 11. Va bene?-
-Certo, va benissimo. A dopo.-

Chiude la chiamata.
E' vero, all'inizio non ero molto d'accordo a ritornare sul mio vecchio posto di lavoro; ma poi riflettendoci sù non è male. Voglio togliermi qualche sassolino dalla scarpa, vendicarmi un po' con il direttore..mi ha dato della fallita per troppo tempo. Non vedo l'ora di vedere la sua faccia quando scoprirà che ho subito trovato un nuovo lavoro!
***********
Come è strano ritornare qui.
Entro, questa volta, come se fossi una normale ospite e mi direggo alla reception per chiedere di far scendere Michael.

-Buongiorno Roberto, per favore puoi chiamare la stanza del signor Jackson e riferire di farlo scendere, per favore?!-
-Signorina Clare, buongiorno!-

Si volta..e no, non è proprio Roberto. Ma vedi che capitano tutte a me.
Dietro il banco c'è il signor Ciro.

-Cosa vuoi dal signor Jackson?-
-Ho bisogno di parlare con lui..perchè non si puo'?-
-Smettila di dargli fastidio. Non è sufficiente quello che gli hai fatto ieri?
Invece di perdere tempo: perchè non vai a trovare un lavoro..o hai dimenticato che hai solo un mese di tempo per la casa?! Mettiti all'opera già da ora..che ce ne vorrà di tempo. Chi pensi che darà il lavoro ad una ragazza che non ha il padre e che ha la madre che è un ex alcoolizzata?!..-
-Oh, senta. Ora sta esagerando! Lei non puo'..-
-Hey, Clare!-

Salvato per miracolo!
Se non fosse arrivato Michael giuro che gli avrei dato un pugno su quella faccia di letame che si ritrova!

-Oh, ciao Michael.-
-Tutto bene, ho interrotto qualcosa?-
-No, no..non preoccuparti. Sei arrivato nel momento giusto.-
-Perfetto, allora andiamo a prenderci un caffè?-
-Certo. Oh signor Savarese..a proposito: il signor Jackson è il mio nuovo datore di lavoro. Non c'è più pericolo per la casa..arrivederci!-
-Arrivederci signore.-

Io e Michael ce ne andiamo verso il bar e..il signor Savarese?!
Dio, avrei voluto avere una telecamera a portata di mano per filmare la sua faccia. Mammamia, che bella soddisfazione!

-Ma cos'era successo?-
-Niente, non preoccuparti. E' una vecchia storia..pensiamo al presente e al futuro, piuttosto.-
-Hai ragione. Senti: io ho questa sera l'aereo per tornare a casa, mi prendo un po' di pausa dal tour. Farai un mese di prova..se ti trovi bene, se ti piace come lavoro..queste cose qui, insomma.-
-Oh stasera, così presto?! Va bene..ehm..-
-Ehm..vengo io a prenderti a casa con la mia macchina e poi andiamo all'aereoporto.-
-Sì, va bene. Allora ciao Michael.-
-Hey, aspetta un attimo.-
-Cosa c'è?-
-Devi darmi l'indirizzo, altrimenti come faccio a venirti a prendere?-
-Ah già, hai ragione. Che sbadata...tieni, ecco a te.-
-Bene, allora a stasera.-
-Ok, ciao Michael. E grazie ancora, mi hai salvato davvero.-
-Grazie a te, ciao.-

Ci stringiamo la mano e sento lungo la schiena dei strani brividi.
Ha delle mani enormi ed una stretta decisa ma dolce.
Con il sorriso sulle labbra torno a casa da mia madre per darle la bellissima notizia., poi preparerò la valigia.
Forza Clare, un altro capitolo della tua vita sta per iniziare!

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Capitolo 5
*** Capitolo 4 ***


Cavolo, ma che ore sono..possibile che è già qui?!
Mi affaccio alla finestra e vedo una specie di GIP nera che entra nel nostro cortile.
Sbircio dalla porta della mia camera:
 
-Sì, chi è?-
-...-
-Oh, signor Jackson che piacere averla qui!-
 
Oddio, è davvero lui..devo muovermi! Ho metà dei panni ancora fuori dalla valigia e le scarpe buttate per terra, questa stanza sembra un campo di battaglia.
Sbatto la porta e mi precipito in bagno per finire di ritoccarmi e poi subito devo finire di preparare la valigia..non mi va di farlo aspettare..
**
-..Vuole qualcosa da bere?-
-No, grazie. Lei è la mamma di Clare, vero?-
-Come?..Non ho capito, mi scusi?!-
-E' la mamma di Clare?-
-Oh..sìsì. Scusi ma non capisco molto l' inglese..-
-Eccomi! Scusa se ti ho fatto aspettare, Michael.-
-Oh, non preoccuparti. Ho parlato (o cercato di parlare) un po' con tua madre.-
-Eh sì..non mastica molto l'inglese.-
 
Sorride. Santo Cielo: che sorriso, ragazzi. Da far sciogliere il cuore.
 
-Comunque scusami tu. Sono io che sono venuto con un po' di anticipo perchè hanno spostato il volo. Dobbiamo andare.-
-Oh, certo.-
 
Abbraccio forte mia mamma, mi mancherà davvero tanto!
 
-Ciao mamma.-
-Ciao tesoro mio, stai bene e non farmi stare in pensiero. Chiama quando arrivi.-
-Certo, non preoccuparti. Oh, mi mancherai tanto.-
-Anche tu. Vai adesso su, altrimenti perderete l'aereo.-
-Va bene. Ti voglio tanto bene. Qualsiasi cosa chiamami e io verrò subito, se necessario.-
-Sì, non preoccuparti. Ti voglio bene anch'io.-
 
Ci abbracciamo ancora una volta e poi io e Michael andiamo verso l'auto.
Mi volto e la guardo ancora, le mando un bacio con la mano.
Mi fa strano andare via di casa; se ripenso a tutte le volte che avrei voluto fuggire davvero per non vedere, nè sentire più niente..
**
-Signor Jackson, signorina..buonasera e benvenuti a bordo.-
-Buonasera.- diciamo all'unisono.
-Bene, se siete pronti..possiamo anche partire. Il tempo è più che stabile signore, quindi non dovrebbero esserci problemi per tornare a casa.-
-Va bene.-
-Buon viaggio!-
-Grazie George. Clare: hai paura dell'aereo?-
-Non credo.-
-Come non credi? Non hai mai preso l'aereo?-
-No.-.
 
Ecco ci siamo..stiamo partendo.
Ho una sensazione di vuoto, ma non lo do a vedere. Adesso penso a tutto, fuorchè avere paura.
Sono seduta vicino al finestrino e lo spettacolo che mi si presenta di sotto è spettacolare: come è bella la mia Napoli di sera..tutta illuminata!
Mi dispiace molto lasciare anche lei..sono molto attaccata alla mia città, forse perchè ci sono cresciuta..non so. E' come se un pezzetto del mio cuore sia rimasto liggiù, con lei e con mia madre.
Mi esporgo ancora un po' e do un bacio al finestrino..come per farlo cadere sulla mia amata città, fargli capire che prima o poi tornerò a trovarla e che sarà sempre insieme a me, nel mio cuore..ovunque io vada.
Ciao Napoli, ci vedremo presto.
****
-Basta..basta, mi hai stancato! Vattene e non farti più vedere.-
 
Ma cosa diavolo succede?
Ero sul mio letto a fare qualche schizzo sul mio blocco da disegni, quando all'improvviso sento un enorme trambusto venire dal soggiorno.
 
-Vaffanculo! Vaffanculo!-
 
Mia madre.
Non ce la faccio più a reggere questa situazione. Ogni volta è sempre la stessa storia.
Esce di notte e rientra ubriaca fradicia, e qualche volta litiga anche con gli uomini che si porta dietro.
 
-Mamma, calmati.-
-Cosa vuoi tu, uhm?! Tornatene a dormire!-
-Sì, secondo te ti lascio in questo stato!?-
-Ho detto vattene; voglio rimanere da sola!-
-Io non ti lascio! Vieni, andiamo.-
 
Barcolla, quasi non si regge in piedi.
Mentre cerco di portarla sul divano, all'improvviso si accascia tra le mie braccia..
 
-Mamma, cos'hai? Mamma, mamma..-
****
-Mamma!-
 
Mi sveglio di soprassalto e mi ritrovo nell'aereo. Sudo freddo e delle lacrime solcano il mio viso; odio rivivere quei momenti.
 
Mi volto: accanto a me c'è Michael che dorme tranquillo.
Lo guardo e non posso fare a meno di pensare che è uno spettacolo!
E' appoggiato di lato, ha i capelli leggermente arruffati ed ha un incantevole sorriso stampato sul viso..chissà cosa starà sognando di così bello. E' un'espressione così dolce e serena che non posso fare a meno di sorridere anch'io.
 
-Signore siamo a Santa Ynez..fra meno di 10 minuti atterreremo. Allacciate le cinture di sicurezza, prego.-
 
Atterreremo?
Ma quanto ho dormito?!..Bah!
 
-Michael..Michael..sveglia, stiamo per atterrare.-
-Uhm..sì?!-
-Siamo quasi arrivati, metti la cintura.-
 
Oddio, mi sta salendo l'ansia e ho un gran vuoto nello stomaco.
Ora gli chiedo questo grande favore a Michael..il peggio che puo' succedermi è collezionare l'ennesima figura di merda con lui, ma non fa niente..mi ci sto abituando.
 
-Michael..ehm, senti..-
-...-
-..Non prendermi per stupida, eh?! Ma..ho bisogno di chiederti un grosso favore.-
-Dimmi.-
-Per caso potresti tenermi la mano? Ho leggermente paura.-
-Leggermente?-
-..E va bene, me la sto facendo adosso. Uffa!-
 
Sorride divertito e mi allunga la mano.
Nel momento in cui l'aereo scende, inconsciamente gliela stringo molto forte. Abbiamo entrambi un sussulto e divento paonazza in viso, e anche lui..è ancora più tenero con le guance arrossate.
 
-Siamo arrivati, signore. Bill vi sta aspettando in macchina; spero abbiate fatto buon viaggio. A presto!-
-Sì, grazie George. A presto.-
 
Scendiamo dall'aereo insieme ad una guardia del corpo e ci avviamo per una via secondaria.
Arrivati alla parte opposta dell'aereoporto c'è un SUV nero che ci attende.
 
-Salve Michael, come va?-
-Ciao Bill..tutto bene, grazie. Ti presento Clare.-
-Salve Clare.-
-Salve.-
 
Ci salutiamo attraverso una specie di finiestra che separa il posto di guida da noi.
 
-Dove desiderate andare?-
-Uhm..non so. Clare, tu cosa vuoi fare?-
 
Vorrei sprofondare negli abissi più profondi perchè mi sento estremamente fuori luogo.
 
-Non lo so..-
-Sei stanca..vuoi andare a casa, o preferisci fare un piccolo tour per la città?-
-Non sono stanca, ho dormito molto durante il viaggio.-
-Perfetto, anch'io. Allora Bill, piccolo tour della Città degli Angeli!-
-Certo.-
**
E' meraviglioso qui..siamo andati per tutta Los Angeles.
Per quanto ho potuto ammirare, qui è peggio di Napoli (nel senso buono): c'è molto movimento, le strade sono affolate e la gente è molto creativa, talentuosa e non si cura dei pregiudizi degli altri.
Ad esempio, sulla Hollywood Blvd, c'erano dei ragazzi che ballavano su una canzone molto ritmica ed energica, senza curarsi dei passanti. Inconsciamente, mentre li guardavo, ho iniziato a picchiettare i piedi e ho sorpreso Michael a canticchiarla mentre sorrideva vedendo quei ragazzi.
Sembrava avere lo stesso timbro di voce che c'era nel CD; non volevo crederci quando mi ha detto che, effettivamente, quella canzone era sua e prendeva il nome di 'Billie Jean'.
Bene, avevo collezionato con lui l'ennesima figura..ma io davvero non sapevo la musica dove stesse di casa!
Da questo ha iniziato a parlarmi di sè..il gruppo musicale con i fratelli, il difficile rapporto con il padre Joe e con la sua figura adolescenziale, l'amore immenso che ha verso sua madre Katherine e i bambini. In particolare mi ha colpito molto come ha parlato di quest'ultimi: ha grande desiderio di aiutarli e gli brillavano gli occhi. Percepivo il suo amore, dico davvero; ero serena e rilassata nel sentirlo parlare.
**
Ok, questo è un sogno..ma per favore non svegliatemi!
Abbiamo appena attraversato l'enorme cancello della casa di Michael 'Neverland, once upon a time' (c'era una volta). Si addice perfettamente a come mi sento in questo momento: come in una favola..senza tempo e senza spazio.
Me ne accorgo man mano che attraversiamo il vialetto: ci sono giardini immensi, un parco giochi, un cinema, il trenino per visitare l'intero parco, e dove si accede all'entrata principale c'è sul prato un enorme, bellissimo orologio fatto di erba e fiori..cavolo, non ci credo che questo sta capitando tutto a me. Guardo tutto a bocca aperta e con gli occhi lucidi; noto Michael che sorride e noto anche una punta di orgoglio nel suo sguardo.
 
-Ha avuto l'effetto desiderato!-
-Cosa, scusa?-
-La tua espressione.-
 
Sorrido e mi tocco timidamente le ciocche dei capelli..
 
-E' impossibile non rimanere estasiati da tutto questo. E' davvero meraviglioso, Michael.-
-Beh, grazie.-
 
E' davvero impagabile come mi sento: a detta di Michael sembro una bambina che ha trovato tanti regali sotto l'albero di Natale e non vede l'ora di scartarli tutti.
Nel frattempo siamo entrati dentro casa e..WOW!
C'è un immenso soggiorno tutto rivestito in legno, un camino, e dei quadri che ritraggono un Michael giovane seduto su di un trono con la rispettiva corona e in alcuni dei bambini. Poi c'è al centro un magnifico tappeto persiano, con un tavolo e delle sedie sempre in legno; molto accogliente, a mio avviso.
 
-Vieni Clare, ti faccio vedere dov'è la tua camera.-
-Va bene.-
 
Saliamo le scale, sempre con ringhiera in legno (che io adoro), e ci avviamo verso un corridoio lungo, con delle finestre enormi con tende rosse da una parte e le camere dall'altra.
 
-Sembra la casa di Cenerentola.-
 
Oddio che ho detto?!
 
-Sì.- lo dice sorridendo. -Bene, questa è la tua camera.-
-Oh..posso?-
-Certo che puoi.-
 
Apro la porta e mi si presenta davanti agli occhi una stanza molto accogliente..concentrata, ma accogliente. Affianco alla porta c'è un comò in legno bianco con i rispettivi cassetti e uno specchio al di sopra di questo, poi c'è una scrivania e a destra di questa c'è una porta, a seguire un armadio, e al centro attaccato al muro c'è un letto matrimoniale.
 
-Scusa Michael, cos'è quella porta?-
-E' il tuo bagno.-
-Il mio bagno?-
-Sì.-
-Posso andare a vederlo?-
-Vai.-
 
Il bagno ha i mobili tutti rivestiti in piccoli mattoncini rosa, con due lavandini e con finestra semi-circolare sopra il grande specchio.
 
-Bella, mi piace!-
-Ne sono felice. Beh, allora Clare: ti lascio alle tue cose, non so se vuoi riposare..ci vediamo domani e ti faccio vedere un po' cosa fare, ti presento agli altri.-
-Va bene.-
-A domani..-
-Ma è già domani, Michael. Sono le 4 passate..-
-Sì, è vero. Mi sono divertito stasera.-
-Anche io.-
-Allora buonanotte.-
-Buonanotte Michael..e grazie ancora di tutto.-
-Di niente. Notte bimba.-
-Ciao.-.

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