Due Finali per Thomas Rogan

di telesette
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Destino Crudele ***
Capitolo 2: *** Di Nuovo Insieme ***



Capitolo 1
*** Destino Crudele ***


The House of the Dead è il primo episodio di una serie di sparatutto in prima persona con light-gun. Uscito nel 1996 in concomitanza con un'altra serie horror, "Resident Evil", con cui ha diversi punti in comune.

Introduzione:
Il 18 dicembre 1998 l'agente dell'AMS Thomas Rogan riceve dalla fidanzata Sophie Richards una telefonata d'emergenza: la donna lavora per un'azienda chiamata DBR assieme ad uno scienziato di nome Roy Curien in un'enorme villa adibita a laboratorio, ma costui ha creato misteriosamente un'orda di zombie che ha invaso l'intero edificio: con essi si propone di uccidere Sophie e tutti gli altri assistenti per poi procedere alla conquista dell'intero pianeta. Rogan si dirige subito sul posto con il collega e amico G, e insieme si fanno strada tra le centinaia di non-morti (non solo umani: ci sono anche cani, scimmie, rane, pipistrelli e ragni, ai quali vanno aggiunti alcuni gruppi di larve di insetto che hanno assunto notevoli proporzioni in seguito agli esperimenti cui sono state sottoposte) fino a raggiungere Curien, nascostosi in un locale sotterraneo; questi decide di attivare la sua creatura più potente per cercare di eliminare i due agenti: il Mago (Magician in lingua originale). Ma il Mago, evidentemente difettoso, si ribella al suo creatore uccidendolo, dopodiché attacca Rogan e G, che riescono a distruggerlo.

Destino Crudele

Nel momento in cui il MAGO esplose, Rogan e G abbassarono le armi e si scambiarono una breve occhiata. Roy Curien giaceva a terra in un angolo, ucciso da ciò che lui stesso aveva creato, e la minaccia degli zombie da lui generati è morta con lui. Per un attimo i due agenti dell’AMS sembravano incapaci di credere che quell’incubo fosse veramente finito. Morti che uccidono i vivi per generare altri morti e ripopolare la Terra con degli abomini necrorigeneranti… Niente di strano che i due amici e colleghi non avessero parole per esprimere tutto l’orrore che avevano affrontato nelle ultime ore.

- Possiamo andarcene ora ? - domandò G.

Rogan non rispose. Semplicemente si voltò, tenendo la pistola inerte nel braccio destro, e si allontanò in silenzio seguito a ruota dal compagno. Tuttavia dopo pochi passi si fermò e, lasciando che G lo precedesse lungo la strada già percorsa, si concesse un momento per riflettere su quanto era accaduto. Come aveva oltrepassato il cancello di Villa Curien quel giorno, aveva affrontato creature che non avrebbe mai voluto affrontare, visto cose che non avrebbe mai voluto vedere e perso colei che non avrebbe mai voluto perdere. L’immagine di Sophie morente era ancora davanti a lui, terribilmente nitida e dolorosa. Forse se fosse arrivato in tempo, se avesse avuto un’idea più precisa di ciò che si nascondeva in quella casa infernale, sarebbe riuscito a salvarla e a non sentire quel dolore straziante che gli pesava invece sul cuore.

- Addio Sophie…

Rogan pronunciò quelle parole in un soffio, dopodiché si affrettò a raggiungere G e insieme sbucarono nel cortile così da riprendere l’automobile e allontanarsi per sempre da quel luogo maledetto. Una volta all’esterno però, l’agente si rammentò di un particolare: al momento della sua morte, Sophie era entrata in contatto con il gene mutante degli esperimenti di Curien; questo dunque significava una sola cosa, per quanto triste e orribile fosse…
Facendo segno a G di seguirlo, Rogan ritornò indietro fino all’ingresso principale della villa. Qui trovò la conferma dei suoi sospetti: Sophie era in piedi al centro dell’atrio, pallida come un cadavere e barcollante, con lo sguardo spento identico a tutti gli zombie che i due agenti avevano dovuto eliminare. Nel vederla così, Rogan si sforzò di trattenere le lacrime ma era consapevole di non avere altra scelta. Sophie, la sua dolce Sophie, non c’era più; quella davanti a lui era solo un corpo vuoto con le sue sembianze. Temendo che l’amico non fosse in grado di premere il grilletto, G sollevò la propria arma ma Rogan gli fece un cenno con la mano aperta. Un attimo dopo il fragore dello sparo echeggiò nell’aria, lasciando il posto ad un lugubre silenzio. Rogan abbassò la canna fumante della pistola ed osservò il cadavere inerte di Sophie ai suoi piedi, il sangue fuoriuscire copioso dallo squarcio del proiettile, e rimase immobile col capo chinato in avanti. G non disse nulla, conosceva Rogan abbastanza per sapere che non era tipo da manifestare apertamente le proprie emozioni, ma comprendeva benissimo quello che l’amico stava provando. Sophie Richards giaceva a terra in una pozza di sangue, uccisa per mano dell’uomo che amava, ed era questo pensiero ingiustificato a tormentare il cuore di quest’ultimo. Rogan si sentiva un fallito, non era stato capace di proteggerla e l’aveva vista morire due volte, la pistola scivolò dalla sua mano con un tonfo e lì rimase mentre il pavimento intorno si tinse completamente di rosso.

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Capitolo 2
*** Di Nuovo Insieme ***


Di Nuovo Insieme

Sophie corse incontro a Rogan e G, non appena questi oltrepassarono la porta d’ingresso della villa, e gli buttò le braccia al collo con un sorriso. Rogan non riusciva a credere ai suoi occhi, era convinto di averla vista morire non più di mezz’ora addietro, eppure Sophie era lì davanti a lui ed era viva.

- Grazie - esclamò lei, baciandolo sulle labbra.

L’uomo sentì il calore della fanciulla su di sé e, dimenticando di chiedersi come fosse possibile, la sollevò da terra con un abbraccio. G tossì imbarazzato, cercando di richiamare l’attenzione di entrambi, cosicché Rogan si rese conto di cosa realmente stava accadendo. Passato il primo momento di stupore e la gioia di essersi ritrovati, l’agente dell’AMS non poté trattenersi dal domandare a Sophie in che modo fosse riuscita a salvarsi senza diventare uno zombie come gli altri.

- Lo scopo degli esperimenti di Curien era assai più che riportare in vita la materia organica in putrefazione - spiegò lei. - Quando io e gli altri ricercatori abbiamo cominciato gli studi su quel misterioso gene mutante, l’obiettivo che dovevamo raggiungere era quello di consentire la completa rigenerazione di un organismo umano in fin di vita! Non so spiegare come sia stato possibile ma, poco dopo che vi siete allontanati per raggiungere i sotterranei, la sostanza che Curien mi aveva iniettato in precedenza ha reagito con il mio organismo rigenerando completamente i tessuti e gli organi danneggiati: il sangue, i muscoli, le vene, la carne… In pratica è come se mi fossi risvegliata autonomamente da un coma profondo!
- E’… E’ meraviglioso…

Rogan non riusciva a trovare parole sufficienti per esprimere la sua gioia. La sua mano accarezzò dolcemente il volto di Sophie, così da essere sicuro che non si trattasse un’illusione, ma era fin troppo evidente che non si trattava di uno zombie. Per quanto gli ripugnasse ammetterlo, dentro di lui provava quasi un senso di gratitudine nei confronti di Curien; nonostante lo scienziato avesse sacrificato tante vite innocenti ai suoi scopi e generato degli orrendi abomini, era vero che Sophie era riuscita a salvarsi solo grazie al siero che costui le aveva iniettato. Di nuovo Rogan baciò Sophie appassionatamente, quasi senza volersi più staccare da lei, e solo dopo un bel po’ di comprensibili effusioni G ritenne opportuno invitare i due piccioncini a rimandare tutto ad un altro momento.

- Che ne dite di andarcene adesso ? Non so voi, ma questo posto non mi ispira niente di romantico…

Rogan annuì. Sophie lo prese per il braccio ed insieme uscirono, lasciandosi alle spalle quel luogo infernale. Nessuno avrebbe creduto a quella storia, se mai avessero deciso di raccontarla, ma l’importante era che fosse finita. La dimora di Curien era ancora un luogo di morte, forse addirittura più silenziosa adesso, e l’incubo dello scienziato era sparito insieme a lui… o forse no ?!?

FINE

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