Vieni Con Me E La Mia Vita Sarà Perfetta

di Eva_Gwen_98
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Famiglia Stupida, Amici Stupidi, Scuola Stupida. La mia vita dopo il reality ***
Capitolo 2: *** Lunedì ***
Capitolo 3: *** Martedì-La Rosa Rossa ***
Capitolo 4: *** Mercoledì-Partenza Prenotata ***
Capitolo 5: *** Giovedì-ShoppingTortura ***
Capitolo 6: *** Venerdì-L'Incidente ***
Capitolo 7: *** Sabato-Esame In Vista (prima parte) ***
Capitolo 8: *** Sabato-Esame In Vista (seconda parte) ***



Capitolo 1
*** Famiglia Stupida, Amici Stupidi, Scuola Stupida. La mia vita dopo il reality ***


Parti con me.
La mia vita sarà perfetta







Capitolo 1
Famiglia stupida, Amici stupidi, Vita Stupida.


 

Come tutti i giorni, Heather si era svegliata per prima.
scese le scale, andò in cucina e iniziò a preparare la colazione.
Abitava in una bellissima casa a Ney York, con la sua famiglia
e dopo aver vinto il reality era diventata ricca e famosa.
I suoi genitori, avevano cominciato ad accettare il suo caratteraccio.
Dopo una buona mezzora scese anche Jake, suo fratello, con i capelli arruffati e il pigiama a righe.
- buongiorno sorellina, dormito bene?-
- Si ho dormito bene e tu? Hai smesso di pensare a quella Naomi?
Sai, chiacchieri di lei nel sonno, tutte le notti. Cominci a diventare noiso…-
- si e va bene non l’ ho mai dimenticata dopo che mi ha lasciato e allora?
-niente lascia perdere, tanto sappiamo entrambi che non hai speranza!
comunque io vado a scuola, ci vediamo oggi pomeriggio, saluta papà  e mamma da parte mia , appena si svegliano.-
Detto questo usci dalla porta di ingresso e si avviò a piedi verso la sua scuola.
Dopo TDWT aveva ricominciato il liceo da dove l’aveva lasciato. Aveva mantenuto rapporti con alcuni ex concorrenti nonostante li trovasse sempre come “un branco di idioti sottocerebrati”.
Nella sua scuola andava anche Bridgette. Tutti gli altri invece abitavano a Brooklyn quindi erano in scuole completamente diverse.
Quella mattina però decise che non sarebbe andata da lei, non sapeva perché ma non aveva intenzione di parlarle.
La ragazza si diresse verso il portone della scuola ed entrò, nonostante Bridgette continuasse a farle dei cenni da lontano.  Il corridoio era deserto, la campanella non era ancora suonata e quindi nessuno era entrato.
Si diresse verso la sua classe, la 5 f.
L’ultimo anno di liceo. Finalmente le mancava poco per andarsene da quella maledetta scuola che odiava tanto;  le mancavo poco per diplomarsi e fuggire per sempre da quel luogo. Non desiderava altro. Non avrebbe più visto né la sua mediocre famiglia né i suoi noiosissimi amici.
Se ne sarebbe andata per sempre, anche fino in Antartide si sarebbe spinta pur di abbandonare tutto questo. Era convinta che per ritrovare il successo che aveva avuto ai tempi del reality doveva tornare sotto i riflettori.
Heather voleva ritrovare se stessa.
Voleva ritrovare la sua vecchia vita. Lei non era fatta per vivere in una casetta familiare. Lei era stata creata appositamente per la routine del mondo dello spettacolo.
Non c’era nient’altro che le importasse.
O almeno quasi niente…
Nella sua vita perfetta le sarebbe mancato lui.
ALEJANDRO
Lui era stato l’unico che invece di trasferirsi con tutti gli altri a New York, se ne era tornato in argentina, dalla sua famiglia.
Heather sarebbe andata da lui. Sarebbe andata a cercarlo e a implorare il suo perdono. Le mancava, molto. Era vuota senza di lui.
Se ne era resa conto da tanto ma naturalmente non l’aveva mai ammesso. Nonostante lui fosse sempre stato lontano lei lo avrebbe voluto vicino.
Molte notti si era svegliata cercandolo accanto a se. Ma il suo letto era vuoto, al suo fianco non c’era nessuno.
E la colpa era soltanto sua. Colpa di quell’errore che aveva fatto.
Soldi o Alejandro?
Fama o amore?
Beh, lei aveva scelto la prima, in entrambi i casi.
E solo adesso si rendeva conto che donna che era stata. Ingannatrice, piena di false promesse.
E grazie  a questo carattere che aveva avuto, lo aveva perso.
Ritornò alla realtà perché la campanella stava suonando.
Si mise a sedere al suo posto. Mentre tirava fuori i libri dalla borsa le cadde l’occhio su una lettera poggiata sotto il banco.

       “cara Heather, ti prego di tenere solo per te
         Tutto questo.
        Dalla prima volta che ti ho vista mi sei  subito
        Piaciuta, il problema è che ho saputo
        Da poco che sei fidanzata…
        Non mi sono sorpreso molto però, dopo
        Tutto, bella come sei era impossibile
       Che qualcuno non ti avesse
       Già portato via.
       Spero tu sia felice così         
                                        anonimo”.


- Ecco ci mancava solo questo- pensò la ragazza.
Poi chiuse la lettera e per un attimo fu tentata di strapparla, ma poi la richiuse nella busta e la mise nella borsa. Quanto odio questi finti ammiratori…sono più innamorati del mio successo che di me.
Ripensandoci bene…che cavolo c’era scritto? Io sarei fidanzata? Ma chi ha scritto una cavolata del genere? E poi, chi è questo anonimo?


La mattina passò in fretta; quando uscì da scuola però trovò Bridgette che le veniva  in contro correndo:
- eccola quella traditrice di Heather ,che una volta era la mia migliore amica.-
-ti prego ti ci metti anche tu adesso?-
La scansai e uscì dal cancello.
-ah No… non credere di farla franca dopo che stamattina mi hai mollato davanti alla scuola ad aspettarti, come una scema!
-avanti non dire stupidaggini! Dai vieni da me oggi così parliamo con più calma.-
- ho da fare oggi.-
Detto questo la ragazza dai capelli biondi se ne andò di corsa così com’era arrivata.
Per la prima volta Heather non era rimasta male dopo aver litigato con lei. Non lo faceva per cattiveria però quel giorno voleva solo tornare a casa e sperare che nessuno sarebbe venuto a disturbarla. Doveva studiare per l’esame, mancava pochissimo tempo.
Appena arrivò davanti a casa aprì la porta di ingresso e vide una scena insolita:
Sua madre, suo padre e suo fratello avevano delle grosse valige da viaggio in mano e avevano l’ aria preoccupata.
-che vi prende?!? Cosa state facendo?
-ah tesoro per fortuna sei tornata… un urgenza, tua zia si è sentita male e per questo ci ha chiesto se potevamo andare a farle compagnia per un po di tempo.. Diciamo per 1 settimana.
Sai, lei vive fuori città non è  molto lontano da qui e per questo abbiamo deciso di partire tutti quanti.
Che stupidaggine, che me ne importa di una zia che nemmeno conosco?
- mamma io resto qua… anzi, devo restare qua.  non posso abbandonare gli studi di nuovo ora che…
-ora che.. Cosa?
-ora che ho quasi finito. mamma senti, adesso sono maggiorenne, posso rimanere anche da sola!
-non dire sciocchezze!
-senti fino a due anni fa sareste stati contenti se il reality fosse durato qualche mese in più per tenermi lontana da casa, cos‘è cambiato adesso???
.sei cambiata tu, tesoro.
A quel punto il padre di Heather perse la pazienza.
- avanti basta discutere se non vuole venire con noi rimarra qui! Basta che la finiate con queste storie!
Oh bene! Qualcuno di intelligente (o quasi) è rimasto in questa famiglia!
Jake uscì sbattendo la porta seguito poi dal padre.
La ragazza spinse fuori dalla porta anche la madre..
-avanti è solo una settimana saprò badare a me stessa e… vi telefonero!! -
Certo come No..
Dopo pochi minuti sentì la macchina che si allontanava. Una settimana da sola? Beh se non altro non era la prima volta.
Rimasta ormai completamente sola si mise a sedere nel divano ma sentì bussare alla porta, aprì ed entro Bridgett.
-che ci fai qui? non avevi da fare???
-sono venuta a trovarti! Ho visto che i tuoi sono partiti ma dove vanno?
- a trovare una vecchia zia di cui non sapevo l’esistenza che si sente male… staranno via una settimana…
-ah.. Wow che bello una settimana tutta per noi!!-
-no, una settimana tutta per me! Devo studiare per l’esame così poi potrò…-
-andarmene da qui per cercare successo altrove e bla bla bla conosco la storia-
-esattamente, vedo che sei stata attenta.-
-io e Geoff volevamo organizzarti una festa per dopo l’esame. Prima che tu te ne vada. Tutti insieme.-
-mi dispiace, passo.-
-dio, Heather! Possibile che dopo tutti questi anni non ti importi niente di noi? Una festa non ti ucciderebbe! Ti prego, ti prego, ti prego!
La pazienza era al limite.
-va bene però finiscila!-
-perfetto a domani.-
Uscì saltellando. Com’era infantile!
Stavo per chiudere la porta ma la mano di Bridgett mi fermò.
-a proposito sai che si lucifera a Brooklyn?-
-cosa?-
-Si dice che Alejandro sia in città.-
Incredibile. Rimasi come paralizzata. Alejandro in città? Il mio Ale? Perché proprio adesso? Partire ora cominciava a non avere più senso.
-naturalmente non è certo. Sembra che non si sia fatto vedere da nessuno.-
-e perché sarebbe venuto fin qui ?-
-dicono che stia cercando te.-
Cercava me? Ma certo, doveva mettere in atto la sua vendetta! Avrebbe avuto ragione, eppure…
-certo me. Ci vediamo domani eh?-
-vuoi che cerchi di rintracciarlo?-
-No.-
La spinsi fuori.
Perché Alejandro mi doveva sempre rovinare tutto? Adesso dovevo affrettare i tempi! Che gli avrei detto se lo avessi incontrato per caso? E soprattutto come avrei fatto adesso a concentrarmi per l’esame?



Continua……

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Allora vi piace il primo capitolo della mia Nuova fanfiction? Ah che bello, non vedevo l’ora di fare una AxH!  Per il continuo aspetterete fino a domani o se ce la faccio stasera.
Recensite per farmi sapere che ne pensate!
Baci   Eva98


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Capitolo 2
*** Lunedì ***


                Lunedì
















Mancava una settimana esatta all’esame di maturità.
E una settimana esatta a quella maledetta festa d’addio.
Ma perché ho accettato di andarci?
Perché Bridgett mi avrebbe seguito all’inferno pur di convincermi, ecco perché.
Ero convinta che se le cose non fossero cambiate, non avrei avuto neanche
un terzo della concentrazione che mi serviva per affrontare gli ultimi studi.
E adesso ci si era messo anche Alejandro a complicarmi il tutto.
Perché era venuto a cercarmi proprio adesso?
Sicuramente ha saputo delle miei intenzioni e vorrà battere il ferro finche è caldo.
Sicuramente resterà nascosto nella sua tana aspettando il momento giusto,
fino a quando non troverà il modo migliore per farmela pagare.
Signore, ti prego, fammi la grazia! Se proprio deve vendicarsi fa che succeda tutto dopo l’esame.
Non in questa settimana!


Erano le sette in punto quando mi alzai per fare colazione.
Avevo ancora sonno, la sera prima ero rimasta in piedi fino a tardi a guardare uno stupido film romantico.
Quanto odio quel genere di film.
Penso che per farmelo guardare di nuovo debbano legarmi con una catena  e fili di ferro.
Quando le frittelle furono pronte, le misi in un piatto e sedendomi a tavola, cominciai a mangiarle.
Facevano schifo.
Non sono mai riuscita a imparare a cucinare come si deve. Dov’era mia madre quando serviva?
Mi dissi che quando sarebbero tornati i miei, qualunque cosa avessero detto, avrei preso un maggiordomo personale.
Quando terminai la colazione era già molto tardi, mi vestì in fretta senza prendere la briga di abbinare i vari colori.
Prima di uscire però mi diedi uno sguardo allo specchio; non era andata tanto male.
Avevo indossato una camicetta di cotone e una gonna con le giarrettiere sotto. Com’ero sexi!
Mi complimentai con me stessa.
Uscì di corsa. Avevo impiegato un ora per fare colazione e cambiarmi;
ultimamente prendevo le cose con molta calma. Errore.
L’ultima cosa che dovevo fare era prendere le cose con leggerezza.
Erano le otto e io dovevo già essere a scuola. Comunque correndo arrivai alle 8.05, quindi quasi puntuale.
Alcuni ragazzi erano ancora fuori. Bene.
Bridgett era davanti alla porta d’ingresso che si guardava intorno;
appena mi vide arrivare di corsa mi venne incontro, ma mi guardava storta.
-dove vai di corsa?-
-a scuola, tu che dici?-
-pensavo andassi a una sfilata di D&G oppure Prada. Ma come ti sei vestita?-
-con le prime cose che ho trovato nel mio armadio.-
-cavolo se queste sono le prime cose che hai nell’armadio, immagino cos’hai di super elegante.
Se ho bisogno di un vestito per la festa posso venire da te?-
-No.-
-eddai Heat! Non ho abbastanza soldi per comprare un vestito nuovo!
Lo sai che al bar mi danno una miseria di stipendio.-
-quindi tutta la storia “ti sei vestita per una sfilata” era solo per arrivare a questo?-
-in un certo senso..-
-va bene. Ti presterò qualcosa, ma lo rivoglio indietro.
Non come i vari vestiti che hai preso in “prestito” al mare che non ho mai più rivisto. Intesi?-
-Intesi…-
-ah, a proposito Heather. Ho saputo della lettera dell’ammiratore segreto, ne parlano tutti a scuola.
Hai idea di chi sia?-
-no, e non mi interessa saperlo, ero indecisa se usare quella lettera come sottobicchiere o come presina per le pentole. Consigli?-
-e se fosse di un bel ragazzo?-
-sarà un bel sottobicchiere.-
Lasciò perdere. Evidentemente aveva capito che non mi interessava.
-E di Alejandro sai niente?-
-Bridgett, prima cosa, non mi riguarda se Alejandro sia in città o meno.
Secondo, di solito sei tu quella che gira per Brooklyn alla ricerca di gossip.-
-ma non l’hai ancora visto?-
-né visto, né sentito né intercettato.-
-Si nasconde. Cosa avrà in mente?-
-La nostra cosa preferita: Vendetta. Ecco cosa ha in mente.-
-provi ancora qualcosa per lui?-
-Ah, come se mi fosse mai importato qualcosa di quel deficiente. durante il Reality si è solo illuso.-
Bridgett si zittì di nuovo. Cominciava a conoscermi troppo bene.
-Un’ultima cosa. Se lui scopre che tu Lunedì prossimo hai l’esame, farà di tutto per distrarti.-

-Che lo faccia pure, non ci riuscirà-
Quelle parole furono la mia rovina. Ancora non sapevo che cosa mi sarebbe capitato in quella settimana.
Ma lo avrei scoperto presto.

Tornai a casa subito dopo la lezione.
I miei odiosi compagni di classe andavano tutti insieme a pranzare al McDonald.
Col cavolo che ci sarei andata.
Girai la chiave sulla serratura del cancello ed entrai. La cassetta della posta era strapiena.
L’aprì e presi il contenuto, mi ritrovai in mano un numero incredibile di bollette e pubblicità.
Portai il tutto sul tavolo di cucina.
Decisi di non pranzare, dovevo iniziare a studiare.
Salì in camera mia e scesi con una pila di libri.
Stetti due ore seduta in silenzio sopra quei volumi giganteschi,
passai da un argomento all’altro e non ebbi problemi.
L’unico problema arrivò quando notai una busta rossa tra le bollette che prima non avevo notato.
Sopra c’era il mio nome.
-ti prego fa che non sia l’invito a quell’inutile festa.-



Non mi dovevo burlare di te,
Fammi uscire e ti potrò aiutare…
Te la ricordi?
Io si. La ricordo benissimo.
Mollarmi così non ti conviene
Se vuoi vincere fallo bene
Se mi lasci giù, il mondo si accorgerà
Che mi strappi l’ultima
Delle opportunità
È Heather?
Opportunità. Che parola difficile.
Tu non me ne hai mai data una.
Ed io?
Io anche troppe
e per te sono finito dentro un vulcano.
Adesso sono tornato qui da te.
So il tuo indirizzo,
Ma non verrò a trovarti per ora.
Mi divertirò un po’ prima.
Mi raccomando studia bene per l’esame.
-A

Stupido! Come hai potuto rinfacciarmi tutto questo? Come se non stessi male per quello che ti ho fatto.
Sai il mio indirizzo? Bene, vieni da me. Ti affronterò Alejandro, faccia a faccia. Non avrai paura vero?
Strappai quella busta rossa.
Corsi al telefono e chiamai Bridgett. Usai la scusa del vestito per farla venire a casa mia,
ma quando arrivò le raccontai tutto.
-dovrei denunciarlo per Stalking?-
-no, aspetta le sue mosse, vedi fino a che punto arriva e lo ignori.
Continua con la tua vita.-
-Bridgette se quel deficiente continua con questa farsa, come cavolo faccio a non stare sotto pressione?
Come se non lo fossi già oltretutto.-
-Vai a stare da me! Ahahaha!-
-Aahahha Col cavolo!-
-Bene allora resta qui.-
-è quello che farò. Forsa dai vai a prendere il vestito che ti piace.-
Bridgette sparì.
La settimana era appena iniziata e io già non ne potevo più di questa storia.


Ecco il secondo capitolo. Dovevo postarlo ieri ma poi ho avuto da fare. Spero vi sia piaciuto.
Grazie a tutti, soprattutto a Lupa_Solitaria che mi recensisce tutte le storie! Alla prossima!
Eva98

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Capitolo 3
*** Martedì-La Rosa Rossa ***


                Martedì



















-Quindi, ricapitolando, possiamo concludere che la nostra società…-
Il professore spiegava da ore lo stesso argomento, si ripeteva di continuo. Possibile che non se ne fosse accorto? Probabilmente si era reso conto che in una classe da venticinque alunni l’ascoltavamo massimo in tre.
Tutti gli altri erano intenti a scambiarsi i bigliettini per darsi appuntamento in chissà quale luogo sperduto.
La campanella suonò, il professore si interruppe bruscamente e iniziò a mettere via i suoi libri; i miei compagni si radunarono tutti intorno al banco di Grace, una ragazzina snob che insieme a Cicely e Miranda faceva parte del club delle barbie. Mi domandai come facessi a ricordare i nomi di persone di questo genere, mi disgustava il pensiero.
All’improvviso mi arrivò un foglio piegato sul banco.

Noi stasera siamo tutti da Joe per il compleanno
Di Miranda.
Sei dei nostri?


Joe era il nostro ristorante per eccellenza. O meglio, il loro ristorante per eccellenza,
dato che io non ci sono nemmeno mai entrata.
-Non credo di poter venire.-
-Eddai, Heather! Il padre di Miranda ha chiamato anche tutti gli altri ex concorrenti del reality.
Sarà un’occasione per rivedere vecchi amici.-
-possibile che qui sono l’unica a prendersi le proprie responsabilità? Pronto! Oggi è martedì, Lunedì prossimo abbiamo l’esame di maturità. Tutti, non solo io.-
-Quindi non vieni?-
-No.-
Stupidi. Davvero avevate pensato che sarei venuta a quel compleanno? Per fare cosa poi?
Le solite figuracce che facevano fare i miei ex compagni deficienti a Chris quando ci invitava alle cene formali per i “Gemmie Award”? era una cosa da evitare ed io l’avrei evitata.
Uscì dalla classe. Mi avevano fatto perdere già troppo tempo, dovevo tornare a casa per prepararmi il pranzo. Fino all’uscita della scuola riuscì a non farmi vedere da Bridgette ma mi trovò subito fuori.
-Ah, devo volare per non farmi vedere?-
-Quando imparerai a volare te lo farò sapere.-
-Bene allora vado a casa ad esercitarmi.-
Adoravo il mio sarcasmo! Spesso lasciavo di stucco le persone; era un talento naturale.
-Vieni a mangiare da Geoff con me. So che non ti piace prepararti il pranzo da sola.-
-Non mi piace nemmeno andare a Brooklyn.-
Bridgette fece fermare un taxi e salì immediatamente.
-Prendere o lasciare. Pranzo da sola o con noi.-
-se devo scegliere tra morire di fame e Brooklyn, sceglierei morire di fame. Tanto a Brooklyn morirei lo stesso.-
-Avanti donna dei quartieri alti. Vieni a studiare a casa dei “Gidgettes”!-
-Questo nomignolo fa schifo come la coppia lo sai?-
-da te lo prendo come un complimento. Avanti sali.-
Salì nel taxi. Mi avevo convinto anche stavolta.


-Non è possibile! Mi segue anche qui!-
Attaccato al muretto che separava casa di Geoff dalla strada c’era un biglietto.

 mi amor,
Scegli bene il vestito per stasera
Il compleanno di un’amica non è una cosa da niente.
Poi chissà, con tutto il nostro cast,
C’è caso che Alejandro Burromuerto
Decida di fare una “visitina”.


-cos’è? Una specie di maniaco?-
-è probabile Bridgette.-
-quindi ha saputo sia della festa, sia che tu saresti venuta a pranzare qui.-
-Ha qualcuno che lo informa, ci scommetterei anche la testa.-
-a questo punto tu verrai alla festa stasera vero?-
-Certamente! Ma si chiaro, io non verrò solo perché “è probabile” che venga anche lui.
Ma solo per scoprire se è vero che si farà vivo e dirgliene quattro.-
Dopo essere entrata in casa, salutai Geoff e il suo adorato Yorkshire, Jack. Vi ho già detto che odio i cani?
Comunque il pranzo era davvero ottimo e la compagnia pure.
Anche se mi rimane difficile ammetterlo credo di…si, credo di essermi divertita.
Rimasi tutto il pomeriggio a studiare come avevo detto. Una volta che fui soddisfatta del mio lavoro, accettai l’invito di Geoff ad accompagnarmi a casa con il suo “super bolide” come lo aveva chiamato lui.
-devi per forsa provare l’emozione di fare un giro col sottoscritto su questa meraviglia, piccola-
Tipico di lui. Comunque accettai e alle sei in punto fui davanti a casa mia; ringraziai e salì di corsa.
Ero giusto in tempo per cambiarmi e andare a questo famoso compleanno.



Alle sette e mezza eravamo già tutti seduti al grande tavola che questo Joe, ci aveva preparato.
L’accoglienza dei miei compagni era stata..come dire…calorosa. Non si aspettavano di vedermi lì.
Con gli ex compagni di Reality invece era andata molto peggio. Come avevo previsto le figuracce non sono mancate.
La festa era iniziata da quasi venti minuti,
c’eravamo tutti. Beh, tutti tranne lui: Alejandro.
La serata passò velocemente, la torta era un qualcosa di veramente esagerato, se non sapessi che era per noi, avrei giurato che avessero intenzione di sfamare tutto il ristorante.
Tutti erano in piedi per fare le foto mentre io ero seduta al tavolo, sola.
Non passarono nemmeno cinque minuti che Gwen mi si avvicinò con due bicchieri di champagne in mano.
-Ciao Darkettona. Hai intenzione di bere due bicchieri interi? Non ti facevo così.-
-in realtà uno è per te.-
Per me? Ma che cosa le è preso?
-se non sbaglio noi ci siamo sempre odiate.-
-Non stasera Heather, è una festa, pensiamo a divertirci. Da domani, se lo ritieni necessario, torneremo ad odiarci.-
-si è necessario.-
Mi porse il bicchiere, bevvi e lei fece lo stesso.
Cominciammo a parlare così, del più e del meno, passò un sacco di tempo.
All’improvviso arrivò un cameriere con una rosa e un biglietto attaccato ad essa.
-per lei, signorina.-
Ok, da parte di Al, questo lo intuivo.
Era una rosa bellissima, di un rosso intenso. Nel biglietto c’era scritto:

Sei bellissima stasera, Chica.
Occhio a non alzare troppo il gomito.


-quindi sei qui  eh? Brutto bastardo. Non ti fai vedere? Bene allora vorrà dire che sarò io a trovarti.-
Gwen mi guardava incredula; non mi aveva chiesto niente, rideva e basta. Era ubriaca fradicia.
Passai per tutto il locale ma non lo trovai. All’ora di chiusura me ne andai insieme a tutti gli altri.
Giurai a me stessa che una volta trovato,Alejandro non l’avrebbe passata liscia.
La mia vendetta sarebbe stata peggiore della sua.
Molto peggiore.



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Scusate per il ritardo. Avevo detto che avrei aggiornato ieri pomeriggio ma sono rimasta a dormire da un’amica e non sono tornata nemmeno a casa. Spero che questo capitolo vi piaccia! Presto, metterò anche il quarto chap.
Grazie a Lupa_Solitaria, a LittleMiSsAnImEmAnGa, a reiko asagiri e a heather97 che hanno recensito la mia storia!
Alla prossima   Eva98

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Capitolo 4
*** Mercoledì-Partenza Prenotata ***


                Mercoledì
         Partenza Prenotata















Quando tornai dal ristorante ero completamente distrutta.
Mentre salivo i tre scalini che portano all’ingresso di casa mia, ero convinta che le gambe mi avrebbero ceduto.
Non ho la più pallida idea del perché mi sentissi così debole;
la cosa certa era che avevo bisogno di un bagno caldo e del mio morbido letto.
Per salire mi ressi alla ringhiera e andò tutto bene, poi però nell’atrio persi l’equilibrio mentre cercavo le chiavi nella borsa e caddi in ginocchio.
Okay, forse prima di venire via avevo esagerato con lo champagne, ma che dovevo fare?
Era una festa no?
Eppure lui mi aveva avvertito di stare attenta…come se sapesse che sarebbe successo.
Mi conosceva troppo bene, e tutto ciò mi spaventava.
Riuscì comunque a girare la chiave e ad entrare in casa. Mi buttai sul divano e chiusi gli occhi.
Stavo malissimo, la testa minacciava di scoppiare da un momento all’altro.
Avrei urlato aiuto se non sapessi di essere completamente sola.
Tolsi le scarpe e il vestito e rimasi solo con la biancheria.
Andai in bagno e aprì il rubinetto della vasca;
pregai anche in turco il mio corpo di non abbandonarsi alla stanchezza mentre facevo il bagno.
Quando entrai nella vasca, l’acqua tiepida mi rimise al mondo. Stavo decisamente meglio.
Mi abbandonai completamente a quel torpore, mi stavo quasi per addormentare ma resistetti.
Dopo pochi minuti, per paura di affogare, uscì e mi avvolsi in un asciugamano.
Mi sedetti con la schiena appoggiata alla porta. Non avevo più la forza di vestirmi e di asciugarmi i capelli; così tra uno sforzo di alzarmi e l’altro, mi lasciai andare completamente e mi addormentai.


Mi destai tutta dolorante. Mi ero addormentata in bagno?
Ma che diamine, non mi era mai successo!
Comunque la schiena era come se non ci fosse,
mi faceva un male tremendo e come se non bastasse, l’asciugamano era scivolato giù e io ho dormito tutta nuda.
Fortuna che ero sola.
Anche se stavo come un cane, la cosa positiva era che ora, ero sobria e non mi doleva neanche la testa per motivi post-sbronza.
Finalmente riuscì ad alzarmi e a uscire da quella stanza.
Passai davanti alla cucina e intravidi l’orologio: le 9.30.
Imprecai più volte.
-la scuola, merda!-
Perfetto avevo saltato la scuola.
La sveglia aveva suonato sicuramente ma siccome ero stata
talmente intelligente da addormentarmi in bagno non l’avevo sentita.
Perdere lezioni la settimana prima dell’esame non era certo quello che ci voleva.
Per fortuna però, esisteva una fonte inesauribile di appunti presi dalla lezione di oggi. Bridgette.
Adesso era a scuola, quindi dovevo aspettare la fine dell’ultima ora.
Mi vestì con calma e feci colazione, ormai fare di fretta non aveva senso.
Più sul tardi, uscì nel portico per controllare la posta. Stranamente era vuota.
Mentre tornavo in casa però notai un biglietto attaccato alla porta d’ingresso

La mia monellaccia adesso salta anche la scuola?
Che mai potrai aver fatto per non presentarti alla lezione?
Spero che ti rimetta in pari con gli studi.
A proposito, vedi cosa succede a non seguire i miei consigli?
Eri ubriaca fradicia non è vero?
Il male voluto, non è mai troppo; Chica.


Mio dio ma chi gliele scrive queste cose?
-Caro Alejandro, mi piacerebbe sapere se vieni personalmente a consegnare i biglietti.-
Come facevo sempre, strappai anche questo.


Alle 13 squillò il telefono


H-pronto?

B-Heather sono Bridgette-


H-ah meno male che hai chiamato,
Mi servono gli appunti di oggi.-

B-Già, a proposito di questo…-


H -perché non ero a scuola?
Perché stavo male Bridgette.
-

B-male…in che senso?-


H-nel senso che ieri, stavo talmente di merda
Che mi sono addormentata in bagno.
E non ho sentito la sveglia.-

B-non so se mi prendi in giro o meno…-


H-che ti devo dire?
Manda un detective a spiarmi.-

B-tieni d’occhio l’e-mail.
Ti mando gli appunti nel giro di…
10 minuti.-


H-Grazie.-

B-prego.-


H-ah Bridgette, credo che oggi andrò..
A prenotare i biglietti per la partenza.-

B-quindi è vero. Te ne vai? E dove?-


H-Londra, Parigi, Milano, non lo so.
Da qualche parte che non è qui.
-

B-Va bene.
Ma sai che se per caso cambiassi idea…-


H-Non la cambierò.
A domani.
-

B-A domani.-


Bridgette sembrava dispiaciuta.
Il suo tono di voce era cambiato da quando avevamo iniziato a parlare.
Forse in fondo mi dispiaceva partire, avrei lasciato lei, la mia città, la mia famiglia e avrei lasciato anche Alejandro.
Il mio scopo era diverso da quello che avevo detto a tutti gli altri.
Sarei andata da lui in Argentina. Ma lui era venuto qui.
Andarmene non aveva senso, però volevo anche staccare dallo stress che avevo accumulato in questa città.
Decisi che sarei partita in ogni caso.

Quando ebbi stampato gli appunti, vidi che era un ripasso di un argomento che avevamo già studiato. Così decisi di uscire e andare all’agenzia.
-Buongiorno, sono Heather, ho chiamato giorni fa per  prenotare una partenza prevista per martedì prossimo.-
-Si mi ricordo di lei. Mi dica la destinazione.-
-Non so. Ovunque scelga lei.-
Mi guardò con un’aria interrogativa.
-Beh abbiamo tanti posti stupendi, c’è Parigi, Los Angeles…
-Perfetto va bene Los angeles.-
-Le faccio un preventivo?-
-Si grazie.-
Feci tutte le pratiche che occorrevano e prima di andarmene le lasciai l’intera somma che serviva per un biglietto di sola andata, in contanti.
Salutai e uscì.
 Davanti alla vetrina del negozio accanto all’agenzia c’era l’ennesimo biglietto col mio nome sopra.


Dove te ne vai, chica?

Sono venuto qui per te e tu parti?

Ma che pessima accoglienza!

Sappi che non ti permetterò di andartene.


Come se fosse diventato un rito giornaliero strappai anche quel biglietto.
-va all’inferno Alejandro.-



Ecco il 4 capitolo! Scusate lo so che avevo promesso che l’avrei pubblicato prima ma ho avuto un sacco di cose da fare.
Come sempre grazie a Lupa_Solitaria (mi piace la tua nuova storia) a LittleMiSsAnImEmAnGa, a reiko asagiri e a heather97 Per le bellissime recensioni.
Alla prossima
Baci Eva98

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Capitolo 5
*** Giovedì-ShoppingTortura ***


                Giovedì
          ShoppingTortura


















-Heather è tutto confermato per la festa.-
Già la festa. Me ne ero praticamente dimenticata. Ma che bisogno c’era di organizzarla?
Bridgette, colei che si poteva definire la mia migliore amica
(ammesso che una come me potrebbe averne una), aveva ereditato questo carattere da festaiola da Geoff.
Il suo patetico fidanzato, nonché mio ex commpagno di Reality.
La brillante idea di farmi una festa d’addio prima che partissi era una cosa assolutamente inutile e stupida.
Voleva invitare tutti i nostri vecchi amici, ma perché? Io neanche ci andavo d’accordo…
L’unica cosa che posso dire di loro è che sono un branco di deficienti non meritano di venire alla mia festa.
-Mi stai ascoltando?-
-Ma certo, hai detto che è tutto confermato.-
-Si, ma ho detto anche che ho già spedito tutti gli inviti, ho affittato il capannone della scuola di Windsurf,
ho chiamato il Dj, Prenotato la tua limousine, preso l’appuntamento dalla parrucchiera per entrambe..-
-Per entrambe? Cioè anche per me? Io non ho bisogno di nessuna parrucchiera.
Tutte queste cose sono inutili Bridgette. Inutili.-
-La sola cosa “inutile” qui è che tu mi dica queste cose, tanto non cambierò idea.
Questa festa si farà, con o senza il tuo consenso.-
-Allora io non verrò.-
-E noi manderemo Alejandro a prenderti a casa tua.-
Dio quanto odio quando parla di lui. C’è solo una ragazza che ne può parlare e cioè IO.
Le altre non devono nemmeno pronunciare il suo nome in mia presenza.
Gelosa? Può anche darsi.
-Neanche sai dove si trova.-
-Nemmeno tu.-
-Io non lo cerco Bridgette! Come devo dirti che non mi interessa di lui?-
-E la storia delle letterine che ti invia.-
-L’hai detto. È lui che me le invia non io.-
-Va bene miss “non mi importa niente di Alejandro” fai come vuoi. Comunque il nostro vero problema è un altro.-
-Studiare?-
-No, per oggi non studiamo niente. Oggi andiamo a fare shopping.-
Shopping? Assolutamente No.
Non mi fraintendete a me piace “svaligiare” negozi di abbigliamento. Ma con tutto lo stress che ho addosso, non mi sembrava proprio il caso. E poi a me piace andare da sola perché odio che qualcuno mi guardi e commenti tutte le mie scelte:
“Quello no, è un colore orribile!”
“Stai scherzando? Non si intona con la borsa!”
“Ehi! Non penserai mica di comprare quell’orrore vero?”
C’è da diventare pazzi, davvero.
Una volta alle medie facemmo una comitiva di almeno dieci ragazze per comprare abiti per il ballo scolastico. Un’esperienza da non ripetere. Non so come fecero a trascinarmi con loro, ma fu un trauma e giurai a me stessa che se avessi voluto tornare a fare shopping, ci sarei andata da sola.
-Allora che ne dici?-
-Non se ne parla nemmeno. Ho un sacco di vestiti nel mio armadio. Ne prenderò uno da lì.-
-Ma Heather ti prego. Magari ho voglia di passare un pomeriggio con la mia migliore amica!-
Come faccio a dirle di no?
-Va bene. Poi al ritorno dobbiamo aprire almeno il libro, altrimenti mi rammollisco. Intesi?-
-Si signore!-
-Signorina, prego.-


Aspettavo seduta fuori dal camerino.
Eravamo ferme da due ore da Pimkie. Un negozio carino e conveniente.
Avevo circa 10 buste in mano e indovinate un po’?
Si, erano tutte di Bridgette. Non ero riuscita a comprare niente negli altri negozi in cui siamo state;
avevo visto qualche cosa di carino ma quando mi fermavo per vedere il prezzo
mi sentivo strattonare per essere portata altrove.
Ecco un altro motivo per andare da sole a fare shopping. Tenetelo a mente.
-Credo che questa maglietta mi ingrassi un po’…Hei Heather hai visto niente per te?-
Il mio nervosismo era salito al limite della sopportazione. Calma Heather, calma.
-E come ho potuto? Devo tenerti le buste, consigliarti i vestiti da provare, chiamare le commesse, mettere a posto quello che fai cadere e aspettarti fuori dal camerino.
Come faccio a trovare qualcosa anche per me?
E comunque non mi interessa, fai con calma io metterò qualcosa di mio.-
Un’ora dopo eravamo fuori dal negozio con il doppio delle buste.
Ancora niente per me.
Passammo davanti ad un sacco di vetrine e mentre Bridgette guardava io sbuffavo.
-Heather, guarda questo vestito.-
Mi voltai.

Era davvero un vestito stupendo.
Aveva il busto nero, la gonna bianca e le cuciture dello stesso colore della parte superiore.
Era abbastanza semplice ma bellissimo.
-è molto bello, Bridgette.-
-Lo sapevo che ti sarebbe piaciuto, ma non hai idea di quando costa…-
Guardai il cartellino $1.235, potrei permettermelo. Ma non avevo tutti quei soldi con me.
Avevo preso solo 100$ giusto per non essere senza.
-Se avessi portato la carta di credito…fa niente dai. Andiamo a casa.-
-Va bene, chiamo un taxi.-



Quando ebbi aiutato Bridgette a scaricare tutte le sue compere dal taxi,
Geoff mi portò in casa sua e mi offrì un caffè, poi insistette per riportarmi a casa in auto. Accettai.
Era quasi l’ora di cena e io ancora non ero riuscita nemmeno a ripassare la lezione di quella mattina.
A differenza delle altre volte, quando rincasai non trovai nessun biglietto attaccato alla porta.
No, stavolta c’era una busta di cartone, molto grande.
Trovai anche un bigliettino. Certo , non poteva mancare.

Mi amor,
Spero che stavolta apprezzerai il mio dono.
Per una festa speciale, ci vuole un vestito speciale.

 

Aprì la busta e ne tirai fuori un vestito.
Lo stesso vestito che avevo visto in vetrina meno di un’ora fa.
Rimasi scioccata. Cosa voleva esattamente Alejandro da me?
Più passava il tempo, meno riuscivo a capirlo.
Se era venuto per vendicarsi perché mi aveva regalato quel vestito?
Dove voleva arrivare?
E poi la domanda più importante era: Perché non si faceva vedere?
Siccome l’ipotesi della vendetta non mi convinceva più cominciai a riflettere.
È probabile che provi ancora qualcosa per me, come io per lui.
Era possibile? Non ne avevo la più pallida idea.
L’unica cosa che sapevo era che non appena l’avrei incontrato, mi avrebbe dovuto dare molte spiegazioni.
Ma chi mi assicurava che non appena l’avrei visto non sarei rimasta paralizzata?
Come mi sarei sentita di fronte ad Alejandro Burromuerto dopo tutto questo tempo?




Ecco il quinto capitolo. L’ho aggiunto stasera perché è probabile che il sesto non lo possa pubblicare prima di dopodomani;
comunque tutto è possibile :P
Grazie a tutti quelli che hanno recensito soprattutto a ValeCourtney95 per tutti i complimenti che ha fatto a me e alla mia storia!
Fra 2 capitoli ci sarà l’incontro tanto atteso!
Alla prossima. Baci
Eva98

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Capitolo 6
*** Venerdì-L'Incidente ***


              Venerdì
            L’incidente

 

 











Mi piacerebbe sapere, una volta per tutte,
chi è quel simpaticone che passa tutte le informazioni su di me ad Alejandro.
All’inizio avrebbe potuto farcela da solo ma poi ha cominciato a seguire ogni mio spostamento,
qualunque cosa facessi, lui ne era al corrente.
Se avesse cominciato a pedinarmi, ogni giorno, a tutte le ore, me ne sarei di certo accorta;
perciò a questo punto ero più che convinta che avesse un complice.
Mi sembra di parlare come un’agente di polizia.
Io, Heather, costretta ad indagare sui piani loschi del Mio Alejandro.
Se lui non fosse venuto fin qui, mi sarei risparmiata un’enorme quantità di problemi,
compreso quello di decidere se passare alla denuncia o aspettare che si faccia vivo da solo.

Erano giorni che ormai non ci facevo nemmeno più caso, ormai ero abituata a tornare a casa per leggere uno strambo bigliettino lasciatomi sulla porta di casa.
Non era per niente strano adesso per me.
Più che altro mi sorprendevo quando rincasavo e non trovavo niente, come era successo ieri sera.
Ok, forse dire niente è un po’ esagerato, c’era una busta con un vestito costato un patrimonio.



Siccome era venerdì, dovevo andare anche a fare la spesa.
Una delle cose che odio fare anche se era indispensabile.
Certo avrei potuto andarci di sabato ma…si credo che poi mia madre si arrabbierebbe.
Per lei era diventato un rito andare a fare la spesa di venerdì.
Per lei il weekend era sacro e non poteva certo sprecarlo per questo.
Ero appena tornata da scuola quando mio fratello mi chiamò sul cellulare.
Era strano perché io non uso quasi mai il cellulare…


-spero che sia uno scoop.-

-sorellina,
Mamma vuole assicurarsi
Che tu vada a fare la spesa.-


Ecco per l’appunto.

 

-ma è naturale.
Non mi permetterei mai
Di venir meno a un divertimento
Del genere.-


-beh lo spero perché mamma
È abbastanza alterato oggi.-


-che hai combinato?-

-come fai ad essere certa che
Ho combinato qualcosa IO?-


-proprio perché sei tu.-

-Potrei aver, inavvertitamente,
dato fuoco al bucato della zia…-


-Imbecille-

-Anche io ti voglio bene.
Non sai quanto-


Mise giù di colpo.
Da piccoli facevamo a gara a chi metteva giù per primo;
era assolutamente stupido ma era il nostro divertimento migliore.
Lui ha due anni più di me ed è come se fosse un bambino.
Una versione modernizzata di Peter Pan.
È fantastico prendere in giro i fratelli più grandi.
Premetti il tasto rosso del cellulare e lo spensi.
Quel maledetto apparecchio si bloccava di continuo;
prima ti fanno comprare le più moderne tecnologie e poi quando hai speso un patrimonio,
si rompono come se fossero vetro soffiato.
Il mio cellulare l’avrei rotto volentieri e non per avere una scusa per comprarmene un nuovo bensì per non averlo proprio.
I cellulari sono un po’ come le borse che odio tanto: ingombranti e scomode da trasportare.
Nelle borse che mia madre aveva insistito di comprarmi c’erano talmente tante tasche che avrei impiegato minimo mezz’ora per trovare un oggetto al suo interno.
Preferisco di gran lunga le tasche enormi dei miei cappotti o in alternativa un marsupio.


Ritornando alla realtà, dovevo assolutamente trovare un modo per organizzarmi lo studio.
A dire la verità avevo finito di studiare, ma negli ultimi due giorni avrei ripassato bene gli schemi di tutti gli argomenti, se solo mi fossi ricordata di stamparli dalla chiavetta che abbiamo in classe…
Che schifezza di memoria  mi ritrovo ultimamente. Continuando così sarei arrivata ai livelli di Lindsay:
non ricordare nomi, facce, persone…vuoto totale nel cervello. Il pensiero mi fece rabbrividire.
Quando mi sedetti sulla poltrona del mio salotto, in totale relax,  il telefono squillò di nuovo.
Quello fisso stavolta.
Lasciai che suonasse e poi rispose la segreteria.
Partì immediatamente il messaggio.



Heather, sono Bridgette, se ci sei rispondi Geoff ha avuto un incidente con la sua auto e io…-
Non lasciai finire il messaggio e risposi.
-Bridgette calmati cosa è successo?-



Due ore più tardi mi trovavo nella sala d’attesa dell’ospedale.
Quello che Bridgette mi aveva spiegato al telefono non era del tutto chiaro.
Siccome stava piangendo ero riuscita a capire qualche parola qua e La.
In breve Geoff era uscito a comprare il cibo al cane e nella strada
che portava al negozio una macchina in contromano gli è andata addosso.
Sembrava non avesse riportato ferite gravi ma i passanti hanno ritenuto opportuno chiamare l’ambulanza.
Secondo altri testimoni il pirata della strada dopo l’incidente sarebbe scappato a piedi senza nemmeno voltarsi.
Se fossi stata al posto delle persone presenti non l’avrebbe di certo fatta franca, nessuno si può permettere di mettere in pericolo la vita di una persona a cui tengo.
I dottori continuavano ad uscire ma nessuno si fermava di fronte a me per darmi qualche notizia.
Non sapevo niente, nemmeno dov’era Bridgette in quel momento.
Dopo un altro quarto d’ora abbondante qualcuno si fece vivo:


-lei è qui per il ragazzo che ha appena avuto un incidente?-
-si, sono un’amica. Lui come sta? -
-gli è andata molto bene, considerando la potenza dell’impatto.
Se l’è cavata con un braccio rotto e qualche ferita alla gamba.-
Sia lodato il celo. Per fortuna non era niente di grave. A livello di traumi intendo.
-posso vederlo?-
-Certo entri pure.-
Mi fece entrare nella stanza da cui era appena uscito.
Dentro trovai anche Bridgette, stava ancora piangendo ma Geoff la rassicurava accarezzandole i capelli.
-Non avevi altro che inventare eh Geoff?-
-Oddio, Stai zitta, non sai com’è ridotta la mia povera auto!-




Geoff non aveva fratture scomposte quindi non appena fu ingessato e medicato, lo rimandarono a casa.
I medici dissero che sarebbe ritornato quello di prima in pochissimo tempo.
Non si poteva certo dire la stessa cosa per la sua “povera auto”, come l’aveva chiamata lui.
Arrivai a casa in tempo per la cena ma non per la spesa. Sarei dovuta uscire di nuovo…
Quando arrivai nel portico però, constatai che non c’era bisogno di andare a comprare niente, la busta con la spesa era attaccata alla mia porta.
-Oh, guarda non sapevo della spesa a domicilio.-
Sapevo bene com’era apparsa ma mi divertì lo stesso a leggere il biglietto che trovai sotto la porta.


Non vogliamo mica che la mamma si arrabbi eh?









Ecco il sesto capitolo. Scusate il ritardo ma ho avuto un sacco di contrattempi, ho un’amica in ospedale e poi
ieri sono stata a farmi il piercing che desideravo da anni!
Spero comunque che vi sia piaciuto perché non so quando potrò mettere il prossimo capitolo…grazie a Lupa_Solitaria, a Reiko asagiri, Court_And_Heather_Debby, LittleMissAnimeManga, ValeCourtney95, heather97 e tutti coloro che hanno letto la mia storia!
Alla prossima
Eva98

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Capitolo 7
*** Sabato-Esame In Vista (prima parte) ***


Sabato: Esame in vista
        (prima parte)













Stavo tranquillamente seduta al tavolo a consumare la mia colazione abituale: Croissant, Frittelle e marmellata. Un tris perfetto per iniziare la giornata; anche se quel giorno non avevo scuola.
In realtà, la scuola per me era finita. Avevo il fine settimana libero, poi l’esame e tanta ansia addosso. Dovevo solo calmarmi, poi ero pronta ad affrontare tutto.
Terminata la colazione uscì di casa per fare un passeggiata: passai per il parco, per il fiume, per la strada principale, i negozi e il mercato vicino a casa mia.
Fare passeggiate mi tranquillizzava, mi scacciava via tutte le preoccupazioni.
Imboccai un’altra piccola viuzza ma prima che potessi fare un solo passo fui bloccata dal suono di un clacson.
Bridgette e Geoff, con la loro nuova macchina. Lei era al volante mentre lui le sedeva accanto avendo il gesso al braccio.


-Bridgette, eppure sai che al volante sei un pericolo pubblico…-

-In realtà ero venuta a cercare te, ma a casa non c’eri.-



-Infatti , come vedi, sono qua.-


-Hanno anticipato l’esame tesoro.-



Lasciai perdere il “tesoro”, come se non le avessi mai detto che odio avere nomignoli del genere.
L’ultima persona che mi chiamava con appellativi simili era…beh si, Alejandro.
Forse in parte era per quello che mi dava fastidio.



-cosa? E quando c’è?-

-Domani mattina. Di domenica.
Buffo no?-


-Buffo? Terribile!
Domani mattina? O cavolo non sono pronta!-


-rilassati! Sei stata più sui libri tu
Che tutta la scuola messa insieme!-



-si Bridgette, è tardi, ci vediamo domani.-

Dio mio, l’esame era domani mattina?
Cioè non che non fossi pronta ma…perché anticiparlo? Non aveva senso. Corsi a casa.
Corsi come se avessi avuto il diavolo alle calcagna.
Arrivai in cinque minuti e mi buttai subito sul divano.
Cominciai a provare tutte le emozioni che una persona sola può provare; era come se fossi in punto di morte, quando sei spacciata e sai che non potrai più fare niente nella vita e cominci a rivivere tutte le esperienze che hai affrontato nel passato.
Mi sentivo stupida, non dovevo farmi prendere dal panico adesso.
Mi sembrava di essere tornata in terza media, ai primi esami. Che momenti terribili ho passato!
Avevo una sensazione stranissima allo stomaco, non riuscivo nemmeno a descriverla ma era davvero orribile.



Il pomeriggio passò con velocità stupefacente. Rimasi per tutto il tempo tra il divano e il letto in silenzio.
Se qualcuno mi avesse visto sarebbe rimasto sconcertato: assomigliavo davvero ad uno zombie.
Cenai in fretta con quei piatti comodi da mettere nel forno a microonde, faceva veramente schifo ma, sinceramente, era molto meglio di rimanere a stomaco vuoto.
 




Ero seduta di nuovo a quel maledetto tavolino del salotto.
Sentivo di non essere pronta per l’esame. Era tutto così nuovo…
Erano le nove di sera;
fra circa dodici ore sarei stata seduta sul banco di scuola per il giorno più importante della mia vita.
Stavo troppo male, non potevo andare avanti così.
Uscì di nuovo di casa. Stavolta non optai per la passeggiata ma andai in un bar, nel bar dove io e Bridgette andavamo spesso appena finito il reality; quando eravamo famose e ci conoscevano tutti, quando molti venivano fin lì solo per chiederci l’autografo e fare una foto con noi. Ma adesso i tempi erano cambiati…
Quando entrai il barista mi riconobbe e mi fece sedere al bancone.


-cosa ti offro Heather?-

-il solito va benissimo-


Il solito.
Un vecchio drink che mi aveva fatto assaggiare per la prima volta Bridgette.
Non ricordo il nome ma so che è pieno di alcool.



Ne bevvi uno:
Le persone intorno a me non esistevano.
Ero talmente preoccupata che per me non c’era più nessuno.

Ne bevvi due:
Cominciavo a non pensare più.

Ne bevvi tre:
Non sentivo nemmeno la mia voce

Ne bevvi quattro:
Stavo male ma avevo dimenticato.
L’esame e il motivo per cui ero lì.




Dovevo tornare a casa.
Dovevo abbandonare quel posto che a quest’ora si riempiva di stranieri e di persone di cui non ci si può fidare.
Cominciai a preoccuparmi, mi sentivo in pericolo.
Forse per via dell’alcool che mi aveva dato alla testa o forse per tanti altri motivi, inciampai.
Mi lasciai andare completamente, non mi importava niente delle conseguenze.
Aspettai l’impatto che non avvenne.
Avevo la vista offuscata ma riuscì a capire che qualcosa mi avevo afferrato per il braccio, o meglio, qualcuno.
Per un attimo mi senti disorientata ma poi ritornai alla realtà e capì che ero appoggiata al petto di qualcuno che mi sosteneva: sicuramente le gambe mi avevano ceduto.



-attenta chica. Rischi di farti male-


Non era possibile, di sicuro avevo le allucinazioni.
Era tutto più che plausibile dato la quantità di alcool che avevo assimilato.
Eppure sentivo il suo respiro e il suo cuore che batteva…Alejandro era lì davvero.


-Alejandro, sei qui.-



-sono qui chica, ma tu sei ubriaca
Non sai quello che fai.-

-so benissimo quello
Che faccio, lasciami.-


Mi lasciò e scoprì di poter reggermi in piedi da sola. Perfetto.


-sei rimasto nascosto tutto questo tempo!
Brutto bastardo non hai idea di quante ne
Ho passate per colpa tua!-

-per colpa mia chica?-
 

-potevo denunciarti…-


-ma non l’hai fatto.-

-no non l’ho fatto.
Credevi davvero che potessi abboccare
Al tuo patetico tentativo di vendicarti?
Mi sono accorta di te immediatamente,
Ho solo finto di non sapere che fossi tu.-


-Mi amor, il mio piano ha
Funzionato alla perfezione.
Non ti sei nemmeno accorta che
La tua migliore amica mi passava
Le informazioni alle tue spalle!
Patetica sei tu…-

 

-Bridgette?
Stronza, me la pagherà.-

 
-non te la prendere…sono
Qui per te, mi amor.-
 


Tentò di baciarmi ma mi spostai, utilizzando quella poca di lucidità che mi era rimasta e corsi via.
Lasciai Alejandro di stucco e scappai fuori dal bar.
Attraversai la strada che conduceva a casa mia ma non riuscì a vedere la macchina che stava arrivando.
Urlai con tutto il fiato che avevo e poi non vidi più nulla. Solo buio
.



Mi destai con un gran mal di testa. Ero nel mio letto, nella mia camera.
Com’era possibile? Stavo sognando?



-come ti senti, chica?

-cos’è successo?-


-cos’è successo!? Accidenti Heather!
Se non ti fossi corso dietro saresti finita sotto
Una macchina! Ma che ti ha detto il cervello?-

 

-ti prego non urlare.-

Anche se ero ancora perplessa ed ubriaca, mi sentivo bene.
La preoccupazione che avevo prima era passata, non vi era più traccia dentro di me.
Mi alzai, la testa non mi faceva male. Buon segno.
Mi avvicinai ad Alejandro che era perplesso quanto me.
Andai contro tutti i miei principi morali quando lo baciai.
Lo baciai con tutta la passione che avevo e che mi era rimasta.

 



-mi sei mancato Alejandro.-
 

-anche tu, chica.-

                                                                                               ***


 



*rullo di tamburi*
Ecco il capitolo tanto atteso. Naturalmente è solo la prima parte!
Spero che vi sia piaciuto come gli altri!
Alla prossima
Baci  Eva98

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Capitolo 8
*** Sabato-Esame In Vista (seconda parte) ***


Sabato- Esame in vista
          (parte due)


Questa parte è molto corta rispetto alle altre ma serviva di collegamento tra il settimo e il nono capitolo che sarà l’ultimo…
Spero vi piaccia.
















-mi sei mancato Alejandro-

-Anche tu, chica.-

Finalmente me lo trovavo davanti.
Dopo tutto quel tempo passato a pensare a lui e al modo migliore per esercitare la mia vendetta, ce l’avevo di fronte a me. In casa mia.

Cosa aspetti Heather?
Avanti respingilo, caccialo dalla tua camera da letto.
Lui non è degno di stare con te.


Adesso che mi si prestava l’occasione, non avevo intenzione di cacciarlo. Ero ubriaca si, ma sapevo quello che volevo. Sarebbe rimasto qui con me.

Sei diventata debole Heather?
Sei caduta di nuovo nella trappola di Alejandro?
Che cosa mai potrà offrirti lui? Niente, solo guai.


La mia vita? Che senso avrebbe mai avuto senza di lui a questo punto?
Sarò diventata debole, sarò caduta nella trappola ma devo dire che sono davvero felice di esserci cascata un’ altra volta. Se mi ponessero di fronte ad una scelta, sceglierei lui.
I guai? Che me li porti pure, saprò affrontarli.

Non sei più te stessa
È tutta colpa sua, ti fa credere di essere qualcuno che non sei
Credi davvero che questa idiozia sia la scelta giusta?
Scappa lontano da lui e non tornare



È vero non sono più io.
La vecchia Heather è morta. È morta molto tempo fa quando nel petto qualcosa ha cominciato a battere. Battere per lui.
È la scelta giusta perché è ciò che voglio.

Alejandro mi sedeva accanto. Tra baci e carezze non eravamo neanche riusciti a parlare. Anche se forse sono io che non sono riuscita a parlare, per via dei super alcolici…
Man mano che i minuti passavano l’atmosfera diventava sempre più intensa e i nostri baci più focosi.
Sentivo solo la mia testa che doleva e le sue labbra nelle mie, nient’altro.
Non passò molto tempo che Alejandro cominciò a sfilarmi la maglietta; prendetemi pure in giro ma io non sono un’esperta se si parla di sesso, anzi in verità sono ancora vergine, una suora totale.
Non sapendo da dove cominciare segui i suoi movimenti e lo aiutai a togliersi la camicia.
Continuai ad andargli dietro, seguendo ogni sua mossa e imitandolo; sicuramente si accorse della mia inesperienza.

-tu sei vergine chica…-

-si, è un problema?-

-no, nessun problema.-

Continuò a baciarmi con passione, poi scese dalla bocca fino al collo, poi ai seni e infine alla pancia…




Quella notte finalmente facemmo l’amore, per me era la prima volta ed è stato bellissimo, un’emozione indimenticabile. Lui è la persona che amo e adesso,
oltre ad essere certa dei miei sentimenti, ho capito che adesso siamo uniti più che mai.
Stupidità?
Forse, ma non avrei voluto essere meno stupida di cos
ì.






                                                                                                                               ***

Ecco qua l’ottavo capitolo.
Si lo so è cortissimo potevo aggiungerlo al settimo ma ho preferito fare così.
Spero che vi sia piaciuto lo stesso perché il prossimo darà l’ultimo capitolo.
Grazie a:
Lupa_Solitaria
I_Love_Total_Drama_And_Anime
TotalDrammina
Kia99_LiZzY15
Court_And_Heather_Debby
ValeCourtney95
Kuroneko Asagiri
Hidden Writer
Hether97
Che hanno sempre lasciato recensioni, sono contenta che la storia vi piaccia!
Alla prossima!
Eva98

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