solo un padre

di fantasia
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** io e lei ***
Capitolo 2: *** infanzia ***
Capitolo 4: *** riunione ***



Capitolo 1
*** io e lei ***


Io non ero pronto…

Con lei non ero mai stato pronto per niente, non ero pronto a stare insieme a lei, non ero pronto a sposarla e ora non sono pronto ad avere un figlio…

Ha sempre deciso lei per tutto, ha sempre deciso lei per me, cosi’ nel  giro di 5 anni mi ritrovo sposato e in attesa di diventare padre.

Ero arrivato ad odiare Rinoa per questo, non perche’ stavamo insieme o eravamo sposati, la odiavo perche’ lei mi aveva messo alle strette, io non voglio un figlio, sto bene cosi’, non voglio avere un altro peso sulle spalle…

Circa 6 mesi fa Rinoa mi annuncio’ con un sorriso luminoso che sarei diventato padre, io non voglio essere padre, non volevo prima e non voglio ora…

Questi erano i miei pensieri mentre guidavo per allontanarmi da lei e dal suo corpo sformato da quella cosa, da mio figlio, dovetti lottare per evitare di vomitare in macchina, lei in quel momento stava dormendo, ed io ho preso e me ne sono andato, ho resistito anche troppo, mancava un mese, anche di meno e sarebbe nato…non potevo avere un figlio…

Mi  girava la testa, fui costretto ad accostare e fermarmi,Laguna…mio padre…lui mi aveva abbandonato quando ero appena nato…mia madre Raine era morta da sola, io ero finito nell’orfanotrofio di Edea ed ero cresciuto negandomi l’amore…eppure mio padre mi vuole bene, ha sempre provato a ricongiungersi a me da quando mi aveva ritrovato…lui non sapeva nemmeno che Rinoa era incinta…

Mi  sentii soffocare in quel momento, mi stavo comportando da codardo, mi stavo comportando peggio di Laguna, lui ha avuto paura di me, ha avuto paura di quello che avrebbe dovuto affrontare, ma lui era appena diventato il presidente di Esthar, non era stato accanto a mia madre perche’ non sapeva che mi aspettava…io amo Rinoa…

Si io amavo Rinoa…e se fosse morta anche lei? Bastava cosi’ poco per spezzare una vita e lei era cosi’ fragile e io non ci sarei stato, no, Rinoa non sarebbe stata sola…

Avevo appena preso la decisione di tornare indietro per lei quando il cellulare inizio’ a squillare, ero cosi’ preso dai miei pensieri che non lo avevo sentito, risposi e una Quistis agitata e irritata mi disse di andare subito al Garden perche’ Rinoa stava per partorire, riattaccai senza nemmeno darle una risposta, era ancora presto, era entrata da poco nell’ottavo mese…non doveva morire, Rinoa non poteva morire…per un attimo pensai al bambino, mio figlio stava nascendo…soffocai il pensiero, non mi importava di lui, oppure me ne importava? No, mi importava di Rinoa, lui era un ostacolo…

Corsi come un folle e in meno di un quarto d’ora arrivai al Garden, Quistis mi aspettava infagottata per combattere il freddo pungente di quella notte davanti alle porte principali, appena scesi e mi avvicinai a lei per chiederle notizie su Rinoa lei mi tiro’ uno schiaffo e guardandomi negli occhi disse- Squall so che stavi scappando…- rimasi in silenzio come un bambino che era stato sorpreso a rubare la cioccolata e lei continuo’- si e’ svegliata circa un’ora fa e non ti ha trovato nel vostro appartamento, si e’ sentita male e le si sono rotte le acque, lei era sicura che tu te ne saresti andato prima o poi…- cercai di ribattere ma quello che mi disse mi gelo’ il sangue nelle vene…lei sapeva che me ne sarei andato?! Quistis continuo’ a parlare – lei ti conosce e sapeva che l’avresti lasciata sola, io e gli altri abbiamo cercato in tutti i modi di rassicurarla ma a quanto pare e’ stato inutile!!!- trovai solo la forza per chiederle come stava e lei sempre nervosamente mi disse – chiede di te…ora e’ meglio per te se vai da lei…- la segui’ senza dire una parola, lei sapeva che me ne sarei andato, lei stava male per colpa mia, loro due stavano male e rischiavano di morire per colpa mia…senza rendermene conto mi ritrovai davanti Zell, Selphie, Irvine e il padre di Rinoa che mi guardavo con rabbia, entrai nella porta e gia’ sentivo le urla di Rinoa, mi venne incontro la Madre, nel suo sguardo non c’era rabbia o disgusto, c’era comprensione, mi abbraccio’ e incoraggio’ ad entrare…

Rinoa era li’ urlava per il dolore ma appena mi vide sul suo viso spunto’ un sorriso tirato mi tese una mano, io gliela afferai, lei stringeva forte e urlava, io pregavo perche’ lei si salvasse, pregavo anche che il bambino stesse bene, e mi sorprendevo di questo…un attimo di silenzio, un vagito debole ma chiaro, la stretta di Rinoa che si faceva prima debole e poi piu’ forte…appena vidi la dottoressa che si avvicinava con quel fagottino a noi io feci per allontanarmi ma Rinoa con un sussurro disse- almeno vedilo una volta, poi se te ne vorrai andare sarai libero di andare…-  le misero in  braccio suo figlio e la dottoressa dandomi una pacca sulla spalla disse orgogliosamente – la piu’ bella bambina che abbia mai visto!!! Ottimo lavoro ragazzo!!!- una bambina…vidi le sue braccine che si tendevano verso Rinoa, azzardai uno sguardo…fu in quel momento che mi innamorai di mia figlia…era bella, era mia, l’avevo fatta anche io insieme a Rinoa…ero padre…

Mi ci volle un po’ per trovare il coraggio di prenderla in braccio ma quando uscii da quella stanza per lasciare Rinoa riposare capii che avevo sempre amato mia figlia, avevo paura e basta, capii quello che Rinoa aveva gia’ capito da tempo, io smettevo di avere paura di qualcosa solo quando me la trovavo di fronte…sentivo le lacrime che mi scendevano lungo le guancie e con qualche difficolta’ composi il numero…

-Laguna…sono Squall…e’ nata…sono diventato…tu sei diventato...-trassi un respiro profondo e dissi- e’ nata mia figlia, si chiama Raine Julia, se vuoi gli puoi fare da nonno…-

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Capitolo 2
*** infanzia ***


La tragedia che aveva colpito la mia famiglia era ingiusta…guardai mia figlia, era solo una bambina eppure da quando era successo era stranamente lucida, razionale, non sembrava piu’ una bambina…

Rinoa era seduta composta, rigida sul divano del nostro salotto, il vestito nero che le avevo imposto di mettere in segno di lutto la sfigurava…non una lacrima aveva versato da qualla sera, almeno non davanti a me…mi avvicinai e le accarezzai il volto ancora piu’ pallido del solito, ferma, non un accenno di affetto nei miei confronti…

Avevo sempre sbagliato con Rinoa, esattamente come avevo sempre sbagliato con Julia…Julia non mi ha mai amato davvero, e l’amore che io provavo per lei era sfumato da tempo, ci attacavamo alle apparenze, lei era una bella donna, io ero un comandante, un uomo ricco e importante, questo ci bastava…

da quando era nata Rinoa aveva solo assistito ai nostri continui litigi, alle sue lacrime e alla mia indifferenza…ora che era morta capivo i miei errori…lei era disperata quando l’ho conosciuta, l’uomo che amava era scomparso, in quel frangente io avrei potuto farmi amare, e mi ha amato, per un periodo relativamente breve Julia mi ha amato, ma poi ho rovinato tutto…

non ho mai avuto tempo per lei e per nostra figlia, mi sono fatto odiare…

mi misi seduto e mi presi la testa tra le mani, volevo morire, volevo andarmene io al posto di Julia, Rinoa ne avrebbe sofferto di meno e nel mondo ci sarebbe stata piu’ giustizia…

sentii dei passettini leggeri venire verso di me, alzai lo sguardo mia figlia mi guardava, tra le mani stringeva la fede di Julia, aprii le braccia per stringerla a me, ma la mia bambina si allontano’ di un passo, mi guardo negli occhi e con una voce che non sembrava quella di una bambina per la durezza e il risentimento che portava dentro disse – signor comandante…io non voglio piu’ chiamarmi Rinoa Caraway…- la guardai scioccato senza riuscire a dire una parola in risposta -...d’ora in poi io sono Rinoa Heartilly, come la mamma.- cercai di imporre un tono dolce alla mia voce e le dissi – Rinoa tesoro non si puo’, i bambini prendono il cognome dal loro papa’!- lei sempre fredda mi rispose – un papa’ non avrebbe fatto morire una mamma signor comandante…io ora sono Rinoa Heartilly…- si giro’ e se ne ando’ velocemente in camera.

All’inizio pensai che la sua fosse solo una fase, ma con il tempo capii che il giorno in cui avevo seppellito mia moglie avevo anche perso mia figlia…la mia Rinoa negava di essere mia figlia…la mia bambina ora era una mia nemica…si sarebbe stato meglio se io e Julia non ci fossimo mai conosciuti, sarebbe stato meglio se Julia avesse aspettato in eterno il suo amato soldato scomparso di cui conservava la foto…no…io e Julia ci dovevamo incontrare ci dovevamo prima amare e poi odiare, se non fosse successo tutto questo Rinoa non sarebbe nata…

Avrei vegliato comunque su di lei, anche se non mi voleva come padre, lei era mia figlia…

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Capitolo 4
*** riunione ***


 Cercai di ignorare il crampo alla gamba e alzai lo sguardo verso quel ragazzo, erano i suoi occhi, li avrei riconosciuti ovunque, fieri, orgogliosi, forti…credevo ormai che non li avrei piu’ visti, invece quel ragazzo era li’ e aveva gli stessi occhi di sua madre…Squall Leonheart, il figlio di Raine, il figlio per cui era morta…Aveva 17 anni, la verita’ era davanti a me ma io mi ostinavo a non volerla vedere, 17 anni, questo voleva dire che Raine lo aspettava quando Ellione fu rapita e io partii...
questo voleva dire che lui gia’ esisteva dentro di lei quando io diventai presidente di Esthar, questo voleva dire che lui era mio figlio…

Fui costretto a sedermi, le gambe non mi reggevano piu’, il ragazzo davanti a me mi guardava spazientito, ma come dare anche semplicemente voce ai miei pensieri?

Raine era morta sola, questo non me l’ero mai perdonato, ma averla lasciata sola mentre aspettava un figlio con solo una promessa del mio ritorno era un fardello troppo grande...
Gli aveva dato il suo cognome, probabilmente me lo aveva fatto a dispetto, pero’ lei ci contava nel mio ritorno, credeva che sarei almeno tornato per visitare la sua tomba e per rivedere la piccola Elli e li avrei trovato ad aspettarmi anche mio figlio…ma non l’ho mai fatto…
non ho piu’ avuto il coraggio di rivedere Winhill, di rivedere i luoghi in cui avevo vissuto con lei dopo che la notizia della sua morte mi era giunta…

Per la prima volta nella mia vita mi sentii vecchio, avevo lasciato mio figlio crescere in orfanotrofio, avevo lasciato Ellione in mani sconosciute, avevo lasciato mia moglie morire da sola…
Guardai Squall cercando in quel viso freddo, imperscrutabile, sconosciuto, eppure che gia’ amavo qualcosa di me, era dritto davanti a me a braccia conserte, come facevo a dirglielo?!

Presi coraggio e parlai– Squall ti ho chiamato perche’…be’…sai ragazzo conoscevo tua madre,Raine, era una donna eccezionale!- lui sembro’ disorientato da quell’affermazione e rispose – si lo so, Ellione mi ha fatto vedere qualcosa a riguardo, so che eravate molto affezionati…- bene pensai, trassi un lungo sospiro e continuai – vedi Squall, Raine era mia moglie, quando andai a salvare Ellione lei era incinta di me, io non ne sapevo niente perche’ era praticamente impossibile comunicare con Esthar, dopo circa un anno e mezzo io ero diventato presidente e avevo deciso di far venire lei ed Ellione per abitare qui con me ma, scoprii che Raine era morta ed Ellione era stata presa in custodia da altre persone…- Squall mi guardava allibito, probabilmente stava iniziano gia’ a capire - …Squall, capisci quello che ti voglio dire?-
Squall non mi rispose, guardava un punto indefinibile del muro – Squall, solo quando ti ho visto la prima volta e ho saputo che il tuo cognome era Leonheart ho avuto il coraggio di indagare sulla morte di mia moglie, complicanze durante il parto…Squall quello che sto cercando di dirti e’ che io sono…- ma non mi lascio’ finire la frase, si avvicino’ a me e disse con una voce bassa e minacciosa – non lo dica! Mio padre chiunque fosse non poteva essere un uomo senza spina dorsale come lei! Non deve neanche osare chiamarmi figlio e insudiciare il nome di mia madre, lei non e’ mio padre, non lo e’ stato per 17 anni e non iniziera’ di certo a esserlo ora!!! Credo che il nostro colloquio si possa ritenere concluso presidente Loire, addio!- e dicendo questo si allontano’ verso la porta, prima che si avvicinasse alla maniglia io balbettai – mi….dispiace….non sai….nemmeno qua..to…se mi rivorrai…pa…parlare sai do…dove trovarmi ragazzo…ricorda che cumunque tu…tu sei…mio…- ma non mi lascio’ finire la frase che uscii sbattendo la porta.

Mi afferai la testa tra mani e sentii le lacrime scendere e dissi a me stesso conscio che lui ormai non poteva sentire -…tu sei mio figlio, io sono tuo padre…-  aprii il casetto della scrivania e tirai fuori una vecchia foto, era di poche settimane prima che io partissi e che Ellione fosse rapita, forse la Raine era gia’ incinta...
ci versai sopra una lacrima, era il momento di visitare la sua tomba, avevo dei compiti da assolvere ora, dovevo aiutare i miei figli, Ellione e Squall…

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