Amore in arrivo

di berny95
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** E' morto?! ***
Capitolo 2: *** Severus è ancora vivo ***
Capitolo 3: *** Sogni che si avverano ***
Capitolo 4: *** Rapita e salvata ***
Capitolo 5: *** Rivelazioni ***
Capitolo 6: *** Epilogo ***



Capitolo 1
*** E' morto?! ***


Piton era a terra,moribondo. Il suo viso era più pallido del solito. Harry era seduto lì accanto con in mano la fiala contenente i ricordi del professore. Proprio non sapeva cosa pensare, era inorridito dal modo in cui era stato ucciso.
“Avanti Harry, dobbiamo andare”.
Era Ron che non aveva avuto il coraggio di avvicinarsi al corpo dell’insegnante. Harry annuì e, insieme ai suoi amici, lasciò Piton e la Stamberga Strillante.
Stavano attraversando il prato quando Hermione si inciampò in un sasso.
“Hei, Hermione, stai bene?” chiese Harry preoccupato.
“Si, si. Non ti preoccupare” mentì Hermione. Come poteva stare bene dopo aver visto morire il suo professore preferito? Era riuscita a trattenere le lacrime nella Stamberga, ma se fossero stati là ancora un po’ non sapeva se ce l’avrebbe fatta a non piangere. No, non poteva essere morto, era un uomo così forte. Avrebbe avvertito Madama Chips quando sarebbe arrivata a Hogwarts.
Arrivati al castello, Harry lasciò Ron e Hermione, e si diresse verso l’ufficio di Silente. I suoi amici si radunarono nella Sala Grande, dove i morti erano deposti e i feriti curati. Ron si diresse dalla sua famiglia, che si trovava attorno al corpo di Fred. Hermione corse da Madama Chips.
“Professoressa, professoressa. Il p-professor P-Piton … sangue … nella Stamberga” disse ansimando.
“Signorina Granger, si calmi. Ora, mi dica tutto” disse la medistrega.
“Voldemort ha attaccato il professor Piton, nella Stamberga Strillante. Ha perso molto sangue”.
Madama Chips guardò la giovane strega allibita.
“Portami da lui” disse “Paciock, trovi qualcuno che la aiuti e medichi i feriti”.
Neville annuì, un po’ spaventato per l’importanza del compito che la professoressa gli aveva assegnato.
“Andiamo, professoressa, dobbiamo fare in fretta” disse Hermione, e insieme a Madama Chips si diresse alla Stamberga. Entrate trovarono subito il corpo del povero professore. La medistrega lanciò un grido di terrore. Piton era circondato da un’enorme pozza di sangue.
“Oh, no, Severus” disse Madama Chips mentre controllava le pulsazioni.
“E’ ancora vivo?” chiese timorosa Hermione.
“Si. Ma ha perso molto sangue. Tienigli la testa, mentre gli do queste pozioni” disse la medistrega.
Hermione ne riconobbe subito una, era Blood-Replenishing; e l’altra era di sicuro un antidoto.
Era un po’ imbarazzata a tenere il suo professore tra le braccia. Le era sempre apparso come un uomo forte, e ora era lì, in braccio a lei, come un bimbo indifeso. Era così presa dai suoi pensieri che non sentì quello che Madama Chips disse.
“… ha capito cosa deve fare? Signorina Granger … ehi, mi sta ascoltando?” stava dicendo la strega.
“Oh, mi scusi. Stavo pensando” ammise la ragazza.
“Non c’è tempo per pensare a stupidate, signorina Granger. Dobbiamo portare il professor Piton a Hogwarts, lì portò curarlo con maggior attenzione” disse Madama Chips mentre evocava una barella.
“Va bene, professoressa. E se avrà bisogno di aiuto si ricordi che io sono disponibile”.

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Capitolo 2
*** Severus è ancora vivo ***


La guerra era finita e Voldemort era morto. Harry era stato molto coraggioso e aveva affrontato l’Oscuro Signore senza aiuto. Hermione aveva aiutato Madama Chips a curare i feriti e si era presa molta cura soprattutto di uno: il suo professore di Pozioni. Finalmente, dopo una settimana, tutti i letti erano vuoti. Tutti tranne uno. Il professor Piton non si era ancora ripreso e Hermione e Madama Chips erano molto preoccupate. Finché una mattina l’insegnante cominciò a svegliarsi. Hermione, che gli stava tenendo la mano, se ne accorse e subito chiamò Madama Chips. La medistrega arrivò di corsa dal suo ufficio.
“Signorina Granger, perché urla?” chiese ansimando.
“Il professor Piton, si è mosso” disse felicemente la giovane strega.
“Aspetta qui e controllalo. Vado a chiamare il professor Silente e la professoressa McGranitt” e velocemente sparì nei corridori.
Proprio nel momento in cui Madama Chips aveva svoltato l’angolo Piton cominciò a mugugnare.
“Professore non si preoccupi. Ci sono qua io” disse Hermione un po’ timorosa.
“Her … mio … ne. Her … mio … ne” disse l’insegnante. La giovane strega fu molto colpita dal fatto che il suo professore la chiamava per nome, ma non per questo si allontanò da lui.
“Si professore sono io. Hermione Granger. Ora stia calmo e non si agiti” disse la ragazza prendendogli la mano. Ma quando la prese il professore non cercò di spostarsi anzi, la strinse ancora di più.
Un secondo dopo il professor Silente e la professoressa McGranitt arrivarono di corsa in Infermeria seguiti dalla medistrega.
“Signorina Granger, ha forse detto che il professor Piton ha parlato?” chiese il Preside notando le loro mani unite.
“Si, ha parlato. Ma poi non ha più detto niente da quando Madama Chips se ne è andata” ammise Hermione lasciando la mano di Severus.
“E precisamente che cosa ha detto?” chiese curiosa Madama Chips curiosa.
“Bhè … in realtà ha detto … ha detto il mio nome” disse timida la ragazza senza avere il coraggio di guardare negli occhi il Preside e le professoresse.
“Il suo nome, signorina Granger?” chiese stupita la McGranitt, ma non ricevette una risposta.
“Mi scusi Preside, ma io dovrei andare a Diagon Alley a comprare delle erbe per le pozioni” si intromise la medistrega.
“Si, certo Poppy. Vai pure. La signorina Granger si occuperà del professor Piton” disse con fermezza il professor Silente.
Hermione annuì timida. I tre insegnanti uscirono dall’Infermeria, lasciando la giovane strega da sola con il suo professore.
La ragazza si era voltata verso l’ingresso quando una mano le toccò la spalla, spaventandola. Subito si girò di scattò per vedere chi era stato e trovò il professor Piton che la guardava.
“Ehm … buongiorno professore. Finalmente si è svegliato” disse impacciata Hermione.
“A quanto pare sì, mi sono svegliato” disse il professore con il solito tono sfottente.
“Mi scusi, posso farle una domanda?”
“No, signorina Granger. Prima devo chiederle io una cosa” disse l’insegnate, stupendo la ragazza. “Per quanto tempo ho dormito?”
“Ehm … una settimana, professore”
“Bene. Ora vorrei stare solo. Se non le dispiace”. E così Piton si riaddormentò.
Hermione era stata sorpresa da quella conversazione. Si, era stata corta, ma il professore non era stato acido con lei. Qualcosa in lui era cambiato.

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Capitolo 3
*** Sogni che si avverano ***


La mattina dopo, quando il professor Piton si svegliò, Hermione era ancora lì, accanto al suo letto. Che diavolo ci faceva ancora lì? Si chiese Piton. Perché non era in giro a festeggiare della sconfitta di Voldemort con i suoi amici?
Solo in quel momento la ragazza si accorse che il suo insegnante era sveglio.
“Oh … buon giorno, professore. Come sta oggi?” chiese allegra.
“Meglio di ieri, signorina Granger”
In quel momento Madama Chips, che aveva sentito le loro voci, arrivò di corsa dal suo ufficio.
“Oh, Severus, finalmente sei sveglio. Come ti senti?” chiese mentre controllava le ferite.
“Come ho detto due secondi fa alla signorina Granger, mi sento molto meglio” disse Piton un po’ seccato. “Ora, vorrei poter andar nel mio ufficio. Ho delle cose da sbrigare” aggiunse.
“Non pensarci nemmeno, Severus. Non ne hai le forze” disse arrabbiata la medistrega.
“Sono capace di curarmi da solo, adesso”. Detto questo, si alzò dal letto e uscì dall’Infermeria.
Arrivato nel suo ufficio Severus Piton si sedette alla scrivania e cominciò a pensare. Come mai lo avevano salvato? In fin dei conti era stato un Mangiamorte. E perché la signorina Granger si era presa così cura di lui? Pensò a questo tutto il giorno finché, finalmente, arrivò la sera. Severus si distese sul letto e si addormentò.
Sognò se stesso e stava facendo lezione ai bambini del primo anno, traeva molto piacere a spaventarli. Finita la lezione i giovani se ne andarono, ma al loro posto Hermione entrò nell’aula
“Non si stanca mai di intimorirli?” chiese la ragazza.
“Cosa ci fai qui, signorina Granger?”
“Sono venuta per chiederle una cosa riguardo il compito che ci ha assegnato due giorni fa”
“Credo di essere stato abbastanza chiaro” disse l’insegnate acido. “Ora, vattene. Ho delle cose importanti da sbrigare”.
La giovane strega lasciò la stanza.
Poi il sogno cambio. Era ora di pranzo e lui sedeva al tavolo dei professori. Dopo un po’ notò che la signoria Granger lo stava fissando e intanto faceva finta di parlare con la giovane Ginny Weasley. Uscito dalla Sala incontrò Hermione.
“Mi scusi professore ma Madama Chips ha detto che vorrebbe che lei ritornasse in Infermeria”.
“Signorina Granger, io non ho intenzione di ritornare da Poppy. Diglielo pure”
“Va bene, professore. Glielo riferirò. Buona giornata”
Severus non poté vedere cosa successe dopo perché era già mattino e doveva lavorare.
Per fortuna quel mattino aveva solo quelli del primo anno. Bene, si sarebbe divertito molto. A fine lezione i ragazzi si alzarono e uscirono dalla stanza. L’insegnate non aveva notato che Hermione era entrata nella stanza, e si era seduto sulla sedia guardando il soffitto.
“Non si stanca mai di intimorirli?” chiese la ragazza spaventando il professore.
“Cosa ci fai qui, signorina Granger?”
“Sono venuta per chiederle una cosa riguardo il compito che ci ha assegnato due giorni fa”
“Credo di essere stato abbastanza chiaro” disse l’insegnate. “Ora, vattene. Ho delle cose importanti da sbrigare”.
La giovane strega uscì dalla stanza, sul suo viso erano dipinte rabbia e delusione. Appena la porta si chiuse Severus pensò subito al sogno. Perché quello che aveva sognato si era avverato? Forse era solo una coincidenza. Ma c’era sempre una domanda a cui non sapeva rispondere. Come mai aveva sognato la signorina Granger?
Era ora di pranzo e Piton sedeva al tavolo dei professori come sempre. Stava parlando con il professor Silente, quando notò che Hermione lo stava fissando. L’insegnate tolse subito lo sguardo e si concentrò di nuovo su Albus. Appena ebbe finito di pranzare Severus si sentì sollevato nel vedere che la signorina Granger se ne era già andata. Ma appena uscito dalla porta, eccola lì di fronte a lui.
“Mi scusi professore ma Madama Chips ha detto …” non riuscì a finire la frase perché il professore l’aveva interrotta. Infatti sapeva di già quello che stava per dire.
“Non ho nessuna intenzione di tornare in Infermeria. Sto benissimo” disse Piton. “Buona giornata” aggiunse senza pensarci, si voltò e si diresse ai Sotterranei.
Che cosa mi sta succedendo? Si chiese Piton mentre scendeva le scale. Anche la seconda parte del sogno si era avverata. Che cosa non va in me?
Intanto Hermione, mentre saliva le scale per andare Madama Chips, pensò a quella breve conversazione avuta con il suo professore. Prima cosa l’aveva interrotta, come se sapesse già cosa gli stava per dire. Anche se il suo messaggio era più che ovvio. Che cos’altro poteva volere Madama Chips da Piton? Poi le aveva detto che non aveva intenzione di ritornare in Infermeria. Beh … chiunque sapeva che il professore di Pozioni non voleva stare in quel posto più del dovuto. Infine le aveva augurato una buona giornata. Ma aveva sentito bene? Harry e Ron non le avrebbero creduto se glielo avesse detto.
Arrivata in Infermeria Hermione riferì la risposta di Piton alla medistrega. Poi decise di andare a Hogsmeade per rilassarsi un po’. Arrivata ai tre manici di scopa, si sedette ma non arrivò nessuno. Perché non c’era nessuno? Si chiese. Fece per alzarsi ma sentì un voce dire qualcosa e cadde a terra, svenuta.

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Capitolo 4
*** Rapita e salvata ***


Erano ormai le sette, Hermione non era ancora tornata ma nessuno si era accorto della sua assenza. Piton si trovava nelle sue stanze ed era sdraiato sul letto; quel pomeriggio era stato davvero faticoso. Così a causa della stanchezza si addormentò e sognò. Vide una piccola sagoma di una donna, si trovava in una cella e non era stata legata. Severus riconobbe quel posto, erano le segrete di Villa Malfoy; aveva passato molto tempo a torturare le persone quando era giovane. L’uomo le si avvicinò e notò che il viso era coperto dai lunghi capelli e … dormiva. Di sicuro le avevano fatto qualcosa. La guardò meglio e subito la riconobbe era … Hermione Granger! Non riuscì a guardare altro. Subito si svegliò e corse dal Preside. Sapeva che era tardi, ma ora doveva dirglielo. Salì le scale a chiocciola velocemente e bussò alla porta.
“Avanti” disse una voce dall’interno della stanza.
Il professore di Pozioni entrò e vide Albus Silente seduto dietro alla scrivania che stava leggendo. Il vecchio mago alzò la testa quando Severus si sedette di fronte a lui.
“Buonasera Severus. Perché sei venuto da me?” chiese il Preside curioso.
“Albus, oggi i ragazzi andavano a Hogsmeade, vero?”
“Si Severus. Perché mi chiedi questo?”
“E sono ritornati tutti?” disse Piton senza rispondere alla domanda che Silente gli aveva posto.
“Non lo so, la professoressa McGranitt sta controllando adesso” disse Albus che adesso sembrava preoccupato. Proprio in quel momento la vicepreside entrò nell’ufficio di Silente senza bussare.
“Signor Preside, ho controllato gli studenti. Sembrano esserci tutti. Tutti tranne …” disse con il fiatone.
“Tutti tranne chi, Minerva?” chiese Albus.
“Tutti tranne Hermione Granger, signore” finì la donna. Severus trattenne un grido. Anche se lo sapeva di già, aveva solo sperato che non fosse vero, che si fosse sbagliato.
“Allora dobbiamo mandare subito qualcuno a cercarla” disse il Preside. “Minerva, vai a cercare gli altri professori e digli che ci incontreremo in Sala Grande tra mezz’ora”. La vicepreside uscì dall’ufficio per chiamare gli altri.
“Allora, Severus, cosa volevi dirmi?” chiese Albus rivolgendosi di nuovo a Piton.
“Beh … ecco … volevo avvertirlo di Hermione Granger, Preside” disse timoroso Severus.
“Ma … come facevi a saperlo, Severus?”
“A dire la verità dall’altro giorno continuo a fare sogni, e si sono avverati tutti, Albus”
“Questo è alquanto strano. E cosa hai sognato, se posso chiederlo?” chiese il Preside guardandolo negli occhi.
“Prima ho sognato che la signorina Granger veniva a chiedermi del compito che gli avevo assegnato, poi che mi fissava a pranzo, e infine che mi diceva che Poppy voleva che ritornavo in Infermeria” disse Piton tutto d’un fiato.
“E stasera hai sognato la signorina Granger in un sotterraneo, giusto?”
“Si, e non un sotterraneo qualsiasi. Le segrete di Villa Malfoy, le ho riconosciute subito”
“Villa Malfoy … allora deve essere stato qualche seguace di Voldemort ancora in libertà” disse Silente. Severus annuì.
“Bene, adesso andiamo dagli altri professori”. Detto questo si alzò, e, seguito da Piton, raggiunsero gli altri insegnanti.
“Allora, professori. Non c’è niente di cui preoccuparsi. Sarà stato qualche Mangiamorte ancora libero. Severus e Minerva, voi verrete con me. Quanto a voi altri, restate qui a scuola e controllate gli studenti, tutto chiaro?”. Gli adulti annuirono e Silente se ne andò seguito a ruota da Piton e dalla McGranitt.
Arrivati ai confini di Hogwarts, dove ci si può materializzare la vicepreside vide che sia Albus che Severus sapevano esattamente dove andare.
“Scusatemi, ma dove abbiamo intenzione di andare?” chiese curiosa.
“A Villa Malfoy” rispose il Preside senza guardarla. Quando si rimaterializzarono nei pressi della villa Piton quasi inciampò nelle vesti. Velocemente si diressero verso la casa e, stranamente, non incontrarono nessun incantesimo. Entrati nella casa, Severus li guidò verso le segrete, dove avrebbero dovuto trovare la giovane Grifondoro. Aprirono la porta del sotterraneo e subito videro Hermione Granger seduta per terra e appoggiata alla parete opposta. Sembrava che stesse dormendo, così il professore di Pozioni, scioccamente, si diresse verso di lei. Ma appena fece un passo sentì la signorina Granger parlare.
“Professore, stia attento! Dietro alla porta!” esclamò. Severus si voltò di scatto e si trovò di fronte a un Mangiamorte ma non riuscì a capire chi era perché indossava la maschera. Velocemente estrasse la bacchetta e lo schiantò. Fortunatamente non c’era nessun’altro nella cella e Piton andò da Hermione.
“Stai bene, signorina Granger?” chiese preoccupato alla ragazza. Lei annuì, ma non disse niente.
“Ora ti riportiamo a scuola, Hermione, e verrai curata” disse Silente con un tono che non voleva repliche.
Severus prese la ragazza in braccio e si smaterializzò. Arrivò nel cortile di Hogwarts seguito dal Preside e dalla professoressa McGranitt, ma la giovane perse i sensi nel momento in cui i piedi dell’insegnate di Pozioni toccarono terra. Per tutta la strada per andare in Infermeria, Piton non riuscì a togliere gli occhi di dosso da Hermione. Solo quando la posò sul letto tolse lo sguardo. Notò che sul viso di Albus era dipinta un’emozione strana, paura forse?
Beh … Voldemort era morto, perché qualcuno avrebbe dovuto rapire una studentessa della scuola? Sembrava che nessuno sapesse rispondere a questa domanda. Il silenzio fu rotto da Madama Chips.
“Per favore, professori, scusate ma la signorina Granger ha bisogno di riposo” disse. Tutti la guardarono preoccupati.
“Starà bene?” chiese Severus.
“Beh … ha perso molto sangue, due costole sono rotte e la mano sinistra è slogata, non so quando si risveglierà” ammise la medistrega.
I tre professori annuirono e se ne andarono. Appena varcata la soglia Silente parlò.
“Scusami, Severus. Potresti venire nel mio ufficio un attimo? Dovrei parlarti”
Severus annuì.
“Ah, buonanotte Minerva” aggiunse il Preside.

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Capitolo 5
*** Rivelazioni ***


Quando arrivarono nell’ufficio del Preside, Piton si sedette nella sedia di fronte alla scrivania.
“Allora Severus. Ti ho chiesto di venire qui perché volevo parlare con te della signorina Granger”
“Della signorina Granger? Perché signore?”
“Non essere sciocco Severus. Pensi che non ho visto il modo in cui la guardavi?” disse Silente sorridendo.
Quel sorriso metteva a disagio Piton.
“Io … io … non so cosa mi sta accadendo, Albus. Non faccio altro che pensare a lei” ammise Severus nascondendo la faccia tra le mani per la vergogna.
“E’ amore, Severus. E non c’è niente di cui vergognarsi” dichiarò il Preside con un luccichio negli occhi.
“Niente di cui vergognarsi?!? Albus, è una studentessa e io sono … sono …”
“Un’insegnante. Si, Severus è così. Comunque, ora è tardi è meglio se ti riposi”.
Il giorno dopo Hermione Granger stava ancora dormendo, e così il giorno dopo, e quello dopo ancora.
Il quarto giorno, verso le otto di sera, Piton stava passando davanti all’Infermeria e sentì Albus e Madama Chips parlare.
“Albus sono molto preoccupata. Non si è ancora svegliata. Sembra più grave di quello che avevo previsto”
Severus non si era aspettato questo cose. Se Poppy era preoccupata era davvero grave.
“Ma sopravvivrà, vero?” chiese il Preside preoccupato.
“Non lo so, Albus. Adesso non ne sono così sicura” ammise la medistrega.
Severus quasi svenne. No, non poteva morire. Mentre ritornava nelle sue stanze decise che quella sera, quando nessuno sarebbe stato nei paraggi, sarebbe andato a trovarla.
Tre ore dopo Piton stava passando davanti all’ufficio del Preside per andare in Infermeria quando una voce alle spalle lo chiamò.
“Severus, scusami. Potresti andare a chiamarmi Poppy, vorrei parlargli” chiese Silente.
“Certo professore. Vado subito” rispose Piton.
Arrivato in Infermeria si diresse verso l’ufficio della medistrega.
“Poppy. Il professor Silente ti cerca. Ha detto che vuole parlarti”
“Oh, vado subito Severus. E, scusa, potresti dare un’occhiata alla signorina Granger nel caso si svegliasse?”
Severus annuì e appena Madama Chips fu fuori dalla porta si avvicinò cauto al letto della sua studentessa.
Hermione si stava per svegliare, ma quando sentì il professor Piton avvicinarsi a lei decise di far finta di dormire; non sapeva come comportarsi con lui.
Severus le prese la mano, proprio come lei aveva fatto con lui qualche settimana prima.
Controllò che nessuno stesse arrivando, fece apparire una sedia, la posizionò di fianco al letto di Hermione, si sedette e cominciò a guardarla. Era così bella. Poi gli ritornò in mene quello che aveva sentito quel pomeriggio. No, non poteva morire!
“Ehm … signorina Granger … Hermione” disse guardandola in faccia. Lei non rispose, cosa si era aspetto? Che fosse arrivato lui e per miracolo si fosse svegliata?
“Hermione, ti prego non morire” disse il professore. “Non saprei cosa fare senza di te”. Era così disperato che non si accorse che stava piangendo. “Hermione … ti amo”. La ragazza sussultò nel letto e non poté far altro che aprire gli occhi e guardare in faccia la persona che le aveva rivelato i suoi sentimenti. Severus fu davvero sorpreso di vederla sveglia.
“Ehm … signorina Granger, da quanto sei sveglia?” chiese e Hermione poteva vedere che la sua faccia era rigata da lacrime.
“A dire la verità professore, da quando si è seduto di fianco al letto” ammise la ragazza.
“Allora, hai sentito tutto, vero?”
La giovane strega annuì un po’ timorosa.
“Beh … allora non ho più niente da nascondere” disse il professore. “Voglio che tu sappia che non voglio niente in cambio da te. Te l’ho detto perché ero disperato e perché sono stufo di dire bugie”. Hermione cercò di parlare ma Piton alzò una mano e lei si azzittì subito. “Sono il tuo insegnante, ho molti anni in più di te e ho un carattere acido. Sono stato un Mangiamorte e so di non essere all’altezza del bellissimo principe. Queste cose, tranne la prima, non potranno mai cambiare. E te lo ripeto, non mi aspetto niente in cambio”.
“Ma professore anch’io l’amo!” esclamò Hermione. Aveva detto che l'amava? Cento punti a Grifondoro!
“Lo so che è il mio professore, ma ormai manca poco alla fine della scuola. È vero che ha molti anni in più di me, e con questo? Poi, credo che lei non abbia un carattere acido, ma che nasconda i suoi sentimenti dietro ad una maschera. Riguardo all’essere stato un Mangiamorte, se devo essere sincera non mi interessa, so quello che è e non mi importa nient’altro. E infine credo che l’intelligenza e il coraggio siano la cosa più importante in una persona, e mi creda, lei le possiede entrambe. Anche se, guardandola meglio, penso che ha un bellissimo fisico”. Detto questo Hermione si sedette nel letto, in modo da essere all’altezza del suo professore, e lo guardò negli occhi. “Anche i tuoi occhi sono stupendi”. E detto questo lo abbracciò. Quando si lasciarono Severus fu davvero scioccato.
“Quindi … stai dicendo che …” cercò di dire.
“Si, Severus, ti sto dicendo che non mi importa del tuo passato, io ti amo” finì Hermione per lui.
Il professore non sapeva cosa dirgli e così … la baciò. Lei rantolò tesa, rendendosi conto del pericolo di quel gesto (Madama Chips poteva arrivare da un momento all’altro), ma si lasciò baciare, chiudendo gli occhi, e spedendo via l’Infermeria.
Proprio in quel momento il Preside entrò in Infermeria, e li vide. Aspettò sulla porta, per non disturbarli, poi fece un colpo di tosse. Hermione e Severus fissarono Silente e poi si guardarono tesi.
“Si, vi ho visto, ma non vi preoccupate, sono molto contento per voi” disse il Preside come se avesse letto i loro pensieri. “Ero venuto a vedere come stava la signorina Granger, ma vedo che è in ottime mani” disse rivolgendo un sorriso a Piton.
“Ora, sarebbe più prudente se facesse queste cose in luoghi meno pubblici, almeno fino alla fine della scuola” aggiunse Albus. Severus e Hermione annuirono e Silente se ne andò.
“Ti amo, Severus”
“Ti amo anch’io, Hermione, ma ora devi dormire”. Detto questo la baciò sulla guancia e se ne andò.

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Capitolo 6
*** Epilogo ***


Era il primo giorno di vacanza e Hermione, con il permesso del Preside, era rimasta a Hogwarts. Visto che ormai tutti sapevano di lei e Severus, lui l'aveva ospitata nelle sue stanze.
Era mattino e la giovane Grifondoro stava dormendo beatamente. Piton, che si era già svegliato, sedeva sul divano e fissava il camino vuoto di fronte a sé. Sentì l'orologio suonare, accidenti! Erano già le otto. Si alzò e andò in camera da letto.
“Hermione … hei … amore svegliati” disse piano, ma la giovane strega non si alzò. Severus sorrise, sapeva cosa doveva fare. Si abbassò, le diede una bacio e Hermione si svegliò subito.
“Oh … Severus … amore mio. Che ore sono?” chiese assonnata.
“Le otto. Alzati, dobbiamo andare a fare colazione” disse Piton sempre sorridendo.
“Ok, ok. Mi vesto e arrivo subito”
“Ti aspetto di là”
Hermione si vestì in fretta e assieme al suo insegnante andarono in Sala Grande. Giunti sulla porta, una voce li chiamò.
“Oh, Severus, signorina Granger. Siete arrivati finalmente” disse il Preside.
“Mi scusi, signor Preside, è colpa mia. Ho dormito troppo” rispose Hermione.
“Non importa, signorina Granger. Venite, facciamo colazione” disse stavolta la professoressa McGranitt. Hermione e Piton si sedettero vicini e cominciarono a mangiare. Quando ebbero finito di fare colazione la giovane Grifondoro parlò.
“Professori, scusate” disse. “Come tutti ben sapete, Severus e io siamo assieme da un mese. Per questo ho deciso di fargli un regalo”.
Severus la guardò negli occhi. Era sempre così bella. Non si sarebbe mai stancato di lei.
“Ma io ho già il tuo amore” disse piano. Tutti, comunque, sentirono e si guardarono stupiti. Davvero la signorina Granger aveva cambiato il professor Piton! Hermione, invece, sorrise e gli porse un pacchetto. Lui subito l'aprì e trovò … una sciarpa di Grifondoro. Prima di tirarla fuori però, parlò.
“Anch'io ho un regalo per Hermione” disse estraendo una scatola da sotto il mantello. La porse alla ragazza che, senza esitazione, la scartò. Appena vide cosa era sorrise. Una sciarpa di Serpeverde. Avevano avuto la stessa idea.
Allo stesso tempo le tolsero dai pacchetti e se le misero al collo, tutti si misero a ridere. Non capitava spesso di vedere un Grifondoro e un Serpeverde indossare la sciarpa dell'altra casa.
“Signorina Granger, grazie” disse la professoressa McGranitt ad alta voce.
“E per cosa, professoressa?” chiese Hermione curiosa.
“Beh … ho notato che da quando tu e il professor Piton siete fidanzati, i punti tolti da lui a Grifondoro sono diminuiti di molti” rispose facendo finta che fosse un segreto.
“Non ti preoccupare, Minerva. Se proprio ci tieni ritornerò a togliere un sacco di punti alla tua Casa” disse Piton sorridendo.
“Oh, Severus. Sei davvero gentile, ma ne faccio a meno, grazie” rispose la professoressa di Trasfigurazione.
“Bene, professori. Ora potete andare” disse il Preside. “Tutti tranne Severus e la signorina Granger”.
Gli altri professori si guardarono curiosi, cosa poteva volere Silente da loro due?
Appena se ne furono andati Albus parlò.
“Allora, primo, volevo farvi gli auguri” disse il Preside. Severus e Hermione si guardarono sollevati. Avevano temuto qualcosa di peggio.
“E secondo, Severus tu lo sai che ci sono ancora dei Mangiamorte in libertà, per questo ti chiedo di accompagnare sempre la signorina Granger quando esce dal castello. Temo che potrebbero catturarla per vendicarsi di te, Severus”.
“Non permettero che ciò accada” rispose Piton guardando prima Silente e poi Hermione. Il Preside sorrise, non aveva mai visto Severus così felice.
“Bene, ora potete andare”. I due si alzarono e lasciarono la stanza. Arrivati in fondo alle scale dei Sotterranei la ragazza di blocco di colpo.
“Tesoro, che cosa c'è?” chiese il professore preoccupato.
“Tu non ti stancherai mai di me, vero?”
“Come potrei, amore mio?”. La ragazza non riuscì a trattenersi e scoppio a piangere. Severus la strinse a sé e gli sussurrò in un orecchio.
“Hermione, tesoro, mai potrò stancarmi di te. Sei e sarai sempre la mia principessa” disse mentre gli accarezzava i capelli. Lei annuì.
“E tu sarai sempre il mio principe mezzosangue” disse sorridendo. Insieme arrivarono nelle stanze di Piton e si sedettero sul divano.
“Beh … io vado a fare la doccia” disse a un cero punto il professore.
“Ok, va bene”
Dopo essersi rinfrescato, Severus si mise i pantaloni e decise che, almeno per il momento, non avrebbe indossato la camicia. Faceva davvero caldo in quei giorni. Quando uscì dal bagno Hermione era ancora seduto sul divano e lo fissava.
“Cosa c'è?” chiese lui curioso.
“Sto pensando che dovresti prendere u po' di sole, caro il mio Severus”.
“Tu dici?” disse mentre si sedeva di fianco a lei. “Non credi che, dopo tutti questi anni passati in un sotterraneo lontano dalla luce, mi faccia male?”.
Entrambi si misero a ridere.
“Ti ricordi quando mi hai rivelato i tuoi sentimenti?” chiese Hermione prima di abbracciarlo.
“Come potrei dimenticarlo? Ho rischiato di dare cento punti a Grifondoro quando mi hai detto che anche tu mi amavi” disse lui sorridendo.
“E quindi ti ricorderai anche quello che ti ho detto dopo, vero?”
“Quale parte? Quella in cui mi dicevi che sarei stato il tuo insegnante solo per poco tempo?”
“No, più avanti”
“Quando mi hai detto che secondo te non avevo un carattere acido, ma che nascondevo i miei sentimenti dietro ad una maschera?”
“No, più avanti. Anche se avevo ragione” disse lei sorridendo.
“Beh … allora rimane solo quando mi hai detto che non ti importava del mio passato da Mangiamorte” disse lui abbozzando un sorriso. Sapeva benissimo quale parte intendeva, ma voleva che fosse lei a dirglielo.
“No, intendevo la parte in cui ti dicevo che avevi un bel fisico”
“Ah, già. Me ne ero completamente dimenticato” disse Severus.
“Sai, non lo penso più” ammise lei.
“Cosa?!?” chiese lui stupito.
“Si, si. Non penso che hai un bel fisico” disse. “Penso che sia fantastico” aggiunse mettendosi a ridere. Piton trasse un sospiro di sollievo. Aveva temuto che … oh, non importa, pensò appena lei cercò di riportarlo alla realtà con un bacio.
Hermione gli passò una mano tra i capelli e si stupì quando sentì quando sentì che erano soffici come la seta.
“Sev, sono molto stanca”
“Si, anch'io. Ho continuato a svegliarmi questa notte” rispose lui. “Arrivo subito, vado a vedere se Albus ha bisogno di me” aggiunse.
“Certo, certo. Ma non fare tardi”.
Severus mise la camicia, prese una manciata di Polvere Volante ed entrò nel camino. Si ricordava perfettamente perché il suo camino era in comunicazione con quello del Preside. Quando Voldemort era ancora vivo e lui era una spia, Silente aveva insistito finché Severus non aveva ceduto.
“Severus, c'è qualche problema?” chiese il Preside appena il maestro di Pozioni mise piede nell'ufficio.
“No, Albus. Nessun problema. Volevo solo avvertirti che se hai bisogno di me, mi troverai nelle mie stanze. Questa notte non sono riuscito a dormire”
“Va bene Severus. Vai pure a dormire. Se avrò bisogno di te verrò a chiamarti” disse Albus, ma sapeva che non l'avrebbe chiamato. Piton annuì e ritornò nelle sue stanze. Fu sorpreso di di ritrovare Hermione seduta sul divano che lo aspettava.
“Sai ti dono il bianco. Dovresti indoossarlo più spesso” disse lei.
“Ma dopo come farò a spaventare quelli del primo anno?” rispose il professore. “Dai, andiamo a letto. Albus ha detto che se avrà bisogno di me, mi chiamerà. Ma conoscendolo non lo farà”.
Assieme andarono nella camera da letto e si abbandonarono ad un sonno felice.

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