Camp Nowhere.

di Neverlethimgo
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1. Can’t you see what you’re doing to me? ***
Capitolo 2: *** 2. Where is nowhere? ***
Capitolo 3: *** 3. You’re fuckin’ obsessive. ***
Capitolo 4: *** 4. You will fall in love with me. ***
Capitolo 5: *** 5. I don't like you, but you're not so bad. ***
Capitolo 6: *** 6. What did you say? ***
Capitolo 7: *** 7. I thought you were quite different. ***
Capitolo 8: *** 8. I'm trying to teach my brain to ignore you ***
Capitolo 9: *** 9. People can change idea, you know?. ***
Capitolo 10: *** 10. We just have different thoughts. ***
Capitolo 11: *** 11. Ops, I did it again. ***
Capitolo 12: *** 12. I tried to escape from that place but I finished to escape from you. ***
Capitolo 13: *** 13. Please be mine. ***
Capitolo 14: *** 14. I'm gonna make you crazy. ***
Capitolo 15: *** 15. I should've said no. ***
Capitolo 16: *** 16. We would make a big mistake, but you still don't care about this. Part 1/2 ***
Capitolo 17: *** 17. We would make a big mistake, but you still don't care about this. Part 2/2 ***
Capitolo 18: *** 18. You better run, faster. ***
Capitolo 19: *** 19. I thought you were a disaster, boy. ***
Capitolo 20: *** 20. I hate that girl. ***
Capitolo 21: *** 21. I don't know who should I believe. ***
Capitolo 22: *** 22. Hey girl, don't worry, I love you. ***
Capitolo 23: *** 23. What are you looking for? ***
Capitolo 24: *** 24. You will find someone else who can love you too. ***
Capitolo 25: *** 25. Are we leaving? ***
Capitolo 26: *** 26. Goodbye ‘Nowhere’. ***
Capitolo 27: *** 27. I'll be waiting on you. ***
Capitolo 28: *** 28. It's like wishing for rain as I stand in the desert. ***
Capitolo 29: *** 29. I always knew this day would come. ***
Capitolo 30: *** 30. This is not the very end. (Epilogo) ***



Capitolo 1
*** 1. Can’t you see what you’re doing to me? ***


1. Can't you see what you're doing to me?

Tu andrai a quel campo estivo! E con questo chiudo la questione!”
Annie era davvero stanca di dover continuare a discutere con la figlia su come avrebbe trascorso le prossime sei settimane; con il lavoro che era obbligata a svolgere ed un marito dall’altra parte del mondo, non aveva di certo il tempo di badare ad una ribelle ragazzina di 15 anni, né tanto meno la voglia.
Becky non la pensava allo stesso modo della madre, aveva appena concluso a fatica il suo secondo anno di liceo con la speranza di trascorrere un’estate libera da ogni pensiero negativo che negli ultimi mesi aveva assillato completamente la sua testa, progettava da tempo di passare uno o due mesi nella casa al mare della nonna con la sua migliore amica Abbie e ora, sua madre aveva intenzione di spedirla in un campus situato chissà dove per oltre un mese.
Con i pugni ancora serrati per la rabbia che portava dentro, prese di corsa le scale che portavano alla sua stanza, tirò fuori dall’armadio una manciata di magliette e ne scelse una rosa corallo abbinata a dei pantaloncini bianchi che già aveva indosso.
S’infilo un paio di converse nere rovinate dal troppo uso e prese in mano una felpa grigia di quasi tre taglie più grandi della sua.
Becky era magra, lo era sempre stata, ma da quando suo padre aveva lasciato lei e sua madre con la scusa di dover viaggiare per lavoro, mangiava sempre meno.
Si spazzolò velocemente i lunghi capelli biondi che le ripercorrevano tutta la schiena, afferrò la borsa appesa alla maniglia della porta e corse giù per le case
Io esco” urlò quasi non curandosi se la madre l’avesse udita o meno, si chiuse la porta alle spalle ed imboccò il breve viale che separava casa sua da quella di Abbie
 
 
 
“I-io non ce la faccio ad accettare questa sua decisione! Sei settimane in un campo estivo, è roba da ragazzini di undici anni!” sbraitava quelle parole ormai da un’ora, per quanto Abbie fosse paziente e conoscesse alla perfezione il carattere di Becky, era ormai prossima all’esasperazione
Se non vuoi andarci diglielo semplicemente. Non risolvi nulla dicendolo a me; io non sono tua madre. Mi avevi promesso che avremmo passato l’estate insieme, ricordi?”
Assunse un’espressione di tristezza a pronunciare queste ultime parole, progettavano quella vacanza ormai da mesi, avevano organizzato tutte e ventiquattro le ore di ogni giornata e se davvero fosse stato possibile, avrebbero rispettato il programma ad ogni minuto.
Dio Abbie, è proprio per questo che non voglio andarci!” si mise entrambe le mani sul volto, si passava in continuazione le dita sugli zigomi come per cercare di ricacciare dentro a quegli occhi color nocciola, quelle lacrime che di lì a poco avrebbero rigato le sue gote rosee.
Abbie sedeva al centro dell’enorme tappeto azzurro posto accanto al letto della sua camera, stringeva a sé le ginocchia e di tanto in tanto riponeva dietro all’orecchio sinistro quella ribelle ciocca di capelli rossi troppo corta per poter restare al suo posto. Guardava insistentemente l’amica dimenarsi e sbuffando ogni qualvolta pronunciava le parole “campo estivo” e “sei settimane”; a giudicare dal suo comportamento, non aveva nessuna possibilità di evitare quella tremenda agonia e di dover trascorrere tanto tempo senza di lei.


 

Author's Note:
Essendo il primo capitolo che posto, non ho intenzione di dire nulla, non so se la storia possa piacere o interessare dopo averne letto solo un primo capitolo.
Non posso far altro che aspettare una vostra recensione :)
With love @Neverlethimgo
@Belieber4choice on twitter



 

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Capitolo 2
*** 2. Where is nowhere? ***


2. Where is nowhere?

Una parte di estate sarebbe stata gettata al vento perché ne l’una ne l’altra avrebbe gioito di quel tempo trascorso prima di raggiungere il tanto atteso mare; era come se Annie avesse riscontrato sulla figlia il dolore causato dall’allontanamento del marito. Ultimamente non faceva altro che chiudersi nella camera che un tempo condivideva con lui e piangere per ore senza stancarsi mai di martoriare quegli occhi perennemente umidi dal dolore, il rapporto con la figlia aveva preso una brutta piega ormai da sei mesi a questa parte.
 
Ma più Becky inventava nuove scuse per non farsi spedire a quel campus, più sua madre andava in collera alzando ogni volta sempre più il tono di voce per ribattere: era scoppiata una guerra tra le due.
 
Abbie cercava di vivere al massimo ogni giorno senza sprecare nemmeno un minuto e di godersi più che poteva le calde giornate estive in compagnia dell’amica sperando che quelle sei settimane trascorressero con una tale velocità da voler essere quasi consapevoli che fosse passata solo una settimana. Quelle due settimane prima della partenza di Becky terminarono in un lampo tanto che le due ragazze rimasero incredule alla scoperta che mancava solo una notte prima di doversi salutare definitivamente.
 
Devi proprio partire?” chiese sbuffando Abbie
Ti prego non rendere le cose più difficili di quanto già lo siano” rispose la bionda abbracciando fortemente l’amica.
La piazzola di sosta del pullman era affollata di ragazzi e ragazze accompagnati dai loro rispettivi genitori, Becky si sentiva fuori luogo, la maggior parte di essi frequentava ancora le medie ed ai suoi occhi le parevano un branco di poppanti.
Dio ma li hai visti? Avranno si e no dodici anni!” imprecò rivolgendosi alla madre che puntualmente la ignorò mentre fumava nervosamente la seconda sigaretta da quando erano arrivate innanzi al pullman.
Affrettatevi a prendere posto sul pullman, tra meno di dieci minuti si parte” la voce amplificata grazie ad un megafono, proveniva da una signora grassottella situata davanti al primo di una lunga fila di pullman gialli; Becky afferrò svogliatamente la sua valigia e dopo aver dato un ultimo abbraccio all’amica ed aver salutato con sguardo di sfida sua madre, si avviò verso la signora che aveva appena terminato di parlare.
Si guardò indietro un’ultima volta assaporando ogni dettaglio della piccola cittadina che l’aveva ospitata da quando venne alla luce, era la prima volta che si allontanava da Cranford non per volontà sua.
Una volta salita sul pullman prese posto in uno degli ultimi sedili situati in fondo al veicolo, sistemò la valigia nell’apposito vano sopra di lei e la borsa sul sedile accanto al suo in modo che nessuno potesse prendervi posto, o almeno quello sarebbe stato il suo intento.
Nei minuti successivi, il pullman si riempì di ragazzini urlanti e la stessa signora che poco prima aveva annunciato la partenza, iniziò a contare i componenti presenti;
Perfetto qui ci sono tutti, puoi partire George” disse rivolgendosi all’autista.
 
Come sperava, il posto accanto al suo rimase occupato solo dalla borsa da cui aveva estratto un paio di auricolari che successivamente aveva collegato al cellulare, segnava le nove appena passate ‘Non finirà mai’ borbottò silenziosamente; s’immerse infine in un mondo tutto suo circondato solo dalla sua musica e centinaia di pensieri confusionari che invadevano la sua mente.
Il viaggio era lungo, avrebbe trascorso su quel pullman poco più di otto ore e quando giunse a destinazione era quasi sera.


Author's note:
Ed ecco postato anche il secondo capitolo, chissà cosa succederà al campus...
Continuerò presto
With love
@Neverlethimgo

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Capitolo 3
*** 3. You’re fuckin’ obsessive. ***


3. You're fucking obsessive.


 
Becky sosteneva che uno dei momenti più inquietanti di quando ci si trova in un campo estivo, era dover essere smistati nelle varie squadre: non sai mai chi ti può capitare come caposquadra o con chi dovessi condividere la stanza.
Al loro arrivo li accolsero sei animatori, due ragazzi e quattro ragazze sulla trentina, combinati come piccoli scout con tanto di cappello colmo di spille colorate.
Ci mancava anche lo smistamento stile Harry Potter!” sbuffò Becky notando i piccoli gruppetti che gli animatori avevano appena cominciato a formare.
Qualcosa mi dice che non vorresti essere qui” le sussurrò ridacchiando un ragazzo dai capelli color biondo scuro alto poco più di lei; Becky era già alterata per il fatto di trovarsi in un luogo che a prima vista non sopportava, in più dovette anche sorbire le noiose illazioni di un ragazzo che le sembrava provarci già con lei.
Cosa te lo fa pensare? Io adoro il fatto di essere qui, non si vede?” indicò con entrambi gli indici un falso sorriso durato poco più di un paio di secondi per poi far tornare sul suo viso la solita espressione scocciata.
Nervosetta la ragazza eh?” la incalzò lui
Becky gli lanciò un’occhiata fulminea che lo fece indietreggiare all’istante; poco dopo, uno degli animatori chiamò il suo nome per esteso assegnandola ad una delle sei squadre già abbozzate da un paio di componenti ciascuna.
 “Bene ragazze, voi fate parte della squadra numero tre!” disse loro l’animatrice, Becky aveva appena concluso di esaminare le altre due compagne di squadra quando venne chiamato a far parte della sua squadra, un altro ragazzo
Drew Bieber” urlò ancora l’animatrice
“Mi chiamo Justin!”.
Nel trovarselo lì davanti, Becky sbuffò rumorosamente attirando l’attenzione del ragazzo avanti a sé.
Oh anche io sono felice di conoscerti Rebecca o forse potrei anche chiamarti Becky. Cosa preferisci?ironizzò il biondo.
Preferirei che tu non mi chiamassi affatto!” sbottò lei scocciata.
Non lo sopportava, era ovvio.



Chiedo umilmente scusa per aver aggiornato così in ritardo, 
ma non ho avuto né tempo e sinceramente nemmeno voglia.
Non accadrà più çç promesso.
Fatemi sapere che ne pensate, ci tengo :)
With love
@Neverlethimgo

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Capitolo 4
*** 4. You will fall in love with me. ***


4. You will fall in love with me.

 
Una volta ultimato lo smistamento, tutti i ragazzi furono accompagnati dagli animatori nei vari alloggi: i ragazzi con i ragazzi e le ragazze con le ragazze.
 A rendere il tutto ancor più struggente ed insopportabile si era aggiunto il maltempo: una violenta tempesta con tanto di vento a raffiche molto forti si era imbattuto sulla regione interna del North Carolina – ebbene sì la regione interna, quella montuosa - secondo Becky sua madre avrebbe potuto renderle il soggiorno meno terribile scegliendo un campus situato in una qualche località marittima sempre nel medesimo stato.
Così fu anche costretta a trascorrere le ore che precedevano la cena chiusa in quella stanza con altre due ragazze che, apparentemente, non le piacevano affatto.
Decise così di afferrare un vecchio ombrello appoggiato al muro e di uscire a fare due passi.
Sei davvero strana se esci con un tempo del genere” la rimproverò una delle due ragazze
Becky le lanciò un’occhiata seguita da uno dei suoi falsi sorrisi ed uscì ugualmente.

Camminava a testa bassa affondando buona parte delle scarpe nel fango sottostante, odiava il fango, odiava qualsiasi cosa fosse sporca, ma in quel momento non le importava, preferiva restare ad inumidirsi sotto la pioggia piuttosto che essere estraniata dalle conversazioni delle sue compagne di stanza: le sensazioni che provava sarebbero state le stesse comunque.
 
Dopo qualche decina di passi qualcosa, o meglio qualcuno a giudicare dai piedi, urtò lei ed il suo ombrello.
Lo spostò da sopra la sua testa per verificare chi fosse, quando realizzò che si era in gran parte bagnata solo per rivedere la faccia del ragazzo che tanto non sopportava, sbuffò sonoramente per poi tentare di ripercorrere il suo cammino, ma lui la trattenne per un braccio.
Hey che fretta hai?” le chiese Justin
La mia fretta è proporzionale alla voglia che ho di vedere ancora la tua faccia. Quindi se vuoi scusarmi, ora devo andare” sbottò frettolosamente scocciata
Credo che io e te siamo partiti con il piede sbagliato” continuò il ragazzo ponendole la mano sperando in una stretta da parte sua.
Becky si guardò le punte dei piedi colme di fango ancora fresco, per niente convinta di ciò che avrebbe portato la nascita del rapporto con Justin rispose: “A giudicare dai miei piedi, in questo momento, non c’è nulla che possa essere più sbagliato
Evidentemente lui non colse la falsa ironia di Becky perché si limitò solo a ridere non curandosi di ciò che realmente quelle parole intendevano.
Io sono sicuro che presto o tardi cambierai idea
Difficile, sai io non cambio quasi mai idea su qualcosa o qualcuno. Solitamente ho le idee chiare” era fermamente convinta di quello che diceva, stando alle sue parole avrebbe trascorso il resto delle settimane ad almeno cinque o sei metri di distanza da quell’odioso ragazzo.
Forse… Anzi a parer mio sicuramente, io sarò proprio quel ‘quasi’ o quel ‘solitamente’che ti farà cambiare idea
Becky rimase stupita da quelle sue parole, incredula se così si poteva dire.
E perché mai dovresti compiere questo sforzo?”lo istigò lei
Perché non mi sei antipatica” rispose sicuro Justin.
Ti comporti in questa maniera con tutte le persone che non ti stanno antipatiche?
No, non tutte” sorrise lui, sempre più convinto che presto o tardi Becky sarebbe stata sua. Non sapeva ancora come, ma era sicuro che sarebbe riuscito nel suo intento.


Author's note
Ancora una volta ho aggiornato con ventordici (?) anni di ritardo.
Beh spero che perdoniate il tutto :3
Grazie per chi legge, recensisce, preferisce e segue questa mia storia.
Much love

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Capitolo 5
*** 5. I don't like you, but you're not so bad. ***


5. I don’t like you, but you’re not so bad.
 
Restarono a fissarsi dritti negli occhi per interi minuti: Becky restava sempre della stessa idea nonostante i lineamenti del ragazzo la stessero rapendo, e lui faceva lo stesso, solo convincendosi sempre più che sarebbe nato qualcosa tra loro, doveva solo scoprire cosa.
 
Scrosci d’acqua sempre più violenti colpivano i loro ombrelli, erano rimasti immobili, nessuno dei due ebbe il coraggio di muovere alcun muscolo finché una forte folata di forte vento fece risvoltare l’ombrello di Becky rovinandolo del tutto e facendole bagnare i capelli ancora di più
Oh fantastico” sbuffò lei tentando invano di far tornare l’oggetto alla sua forma iniziale, lui le si avvicinò lentamente e l’accolse sotto al suo ombrello “Grazie” bisbigliò lei
Come scusa? Non ho sentito bene” disse lui portandosi la mano aperta dietro all’orecchio
Ho detto grazie” ripeté Becky a voce alta sforzandosi di sorridere, ma questa volta si trattava di un sorriso vero.
Passeggiarono per quasi mezz’ora senza parlare, l’uno accanto all’altra avevano lo sguardo perso nei loro pensieri, pensieri che molto probabilmente non erano tanto diversi tra loro.
Dove mi stai portando?” gli chiese all’improvviso Becky
Non ho nessuna meta sinceramente
Dunque perché sei uscito con questo tempo?
Stavo per farti la stessa domanda” ribatté Justin interessato alla risposta
Non avevo idea di cosa fare e a quanto pare non vado molto a genio alle compagne di stanza che mi ritrovo” rispose lei sciolta, iniziava a piacerle passeggiare sotto l’acqua accanto a lui. Stava iniziando a pensare che non le stava poi così antipatico come all’inizio.
Siamo in due. Mi hanno affibbiato due undicenni. Bambini che non fanno altro che giocare con i videogiochi da quando hanno messo piede sul pullman.
Non vorrai farmi credere che tu non sei appassionato di videogiochi” lo rimbeccò lei
Mi piacciono sì, ma non passo ventidue ore su ventiquattro a giocarci
La ragazza tirò un sospiro di sollievo, i suoi compagni di classe, nonostante dovessero aver già sorpassato l’età dei videogiochi da tempo, amavano trascorrere i pomeriggi chiusi in casa davanti ad un televisore o ad aggeggi elettronici e questo la faceva imbestialire: aveva lasciato il suo ultimo ragazzo per questo.
Gli scrosci d’acqua diventarono via via sempre più intensi, decisero così di sostare all’interno di una piccola grotta aspettando che la tempesta si calmasse.
Cosa ci fa una come te in un posto come questo?” chiese Justin sedendosi per terra di fronte a lei
Cosa vorresti dire con una come me’?” rispose scettica
Non mi sembri esattamente il tipo da voler trascorrere le vacanze in un campus
Aveva afferrato il punto: lei non era il tipo da voler trascorrere le vacanze in un campus.
Infatti è stata un’idea di mia madre. Io avevo altri piani per quest’estate. Tu invece, come mai sei qui?
Avevo due opportunità: o questo o i corsi estivi. Ho scelto questo” - ridacchiò e Becky con lui – “Ora capisco perché eri così scontrosa all’inizio”.
La ragazza non rispose e continuò ad ascoltarlo interessata
Non sarei stato felice nemmeno io di gettare al vento la maggior parte dell’estate.
Becky annuì, non le dispiaceva affatto ora restare bloccata in quella grotta. Forse non sarebbe stata una così brutta vacanza, o almeno era quello che sperava.
Pochi istanti più tardi il cellulare di Becky prese a suonare
Sì?” dall’altro capo del telefono la madre la tempestava di domande fingendo un tono naturale e felice, ma la ragazza sapeva che fingeva. Sua madre non era realmente felice, mai.
Qui va tutto a meraviglia” continuò Becky sarcastica, era perfettamente a conoscenza che il suo atteggiamento la innervosiva e non poco.
Ti saluto ciao, ciao.” Chiuse la chiamata sotto lo sguardo attento di Justin.
Scommetto che era il tuo ragazzo”la rimbeccò lui
Sbagliato, io non ho un ragazzo” rispose sorridente ripensando al momento in cui aveva troncato la relazione con il maniaco di videogiochi
Strano che una come te non abbia un ragazzo”.
Becky persisteva nel domandarsi perché Justin continuasse a citare l’espressione ‘una come te’.
Una come me? Devi averne conosciute davvero tante di ragazze come me
Il biondo scosse la testa “Al contrario: non ho mai conosciuto qualcuna come te” ora il suo tono si fece più pacato e il suo sguardo si rivolse al suolo, quasi come se fosse imbarazzato per ciò che aveva appena detto.
La bionda si trovava nella sua stessa situazione, imbarazzata per l’atmosfera e allo stesso tempo felice, in un certo senso.
Forse dovremmo andare”  sbuffò Becky notando che il temporale era cessato e che si era avvicinato l’orario prestabilito per la cena
Fece per alzarsi quando Justin la trattenne per un braccio, la bionda si voltò nuovamente facendo immergere completamente il suo sguardo in quello del biondo.
Se vuoi possiamo tornare qui anche questa sera, ti va?
La ragazza esitò qualche secondo prima di rispondergli positivamente.
Furono costretti a prendere strade diverse, i loro alloggi erano relativamente distanti tra loro, ma poco importava dato che si erano dati appuntamento e questa volta era ufficiale.


Author's note
Eccomi ancora qui :3 Ho aggiornato e non ci ho messo nemmeno tanto dai.
E' un po' lungo come capitolo ne sono consapevole però spero vi piaccia lo stesso e spero anche che ci sia qualche recensione in più, giusto per sapere cosa ne pensate :)
Grazie a chi recensisce, chi segue, chi preferisce e chi ricorda questa storia.
Much Love,
Giulia

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Capitolo 6
*** 6. What did you say? ***


6. What did you say?
 
Quasi ad ogni passo, Justin si voltava per guardarla e così fece finché la figura di Becky non si ridusse a un puntino. Lei, invece, proseguiva a testa alta senza curarsi di riportare la mente al tempo trascorso con quel ragazzo, fingendo che il tutto quasi non le interessasse.
Una volta raggiunto il suo alloggio, si sistemò velocemente i capelli e si cambiò d’abito; decise di indossare un paio di jeans bianchi con una canotta rosa sovrastata da una camicia a quadri lasciata slacciata, come usava portare di solito.
Occupò quei dieci minuti prima di raggiungere il ritrovo per la cena, telefonando alla sua migliore amica Abbie, quest’ultima la riempì di domande e non dimenticò di citare il fatto che senza di lei le giornate trascorrevano lente e noiose.
Il sole che non aveva ancora fatto capolino dopo il temporale, illuminava tutto il campo di un debole arancione e quell’atmosfera la riportava indietro nel tempo all’estate passata quando il pomeriggio si concludeva sempre tra risate e lunghe passeggiate in compagnia della sua amica.
Un brivido di rabbia misto ad un velo di malinconia percosse tutta la sua schiena, non voleva assolutamente trovarsi lì, non voleva tornare a pensare che una volta tornata a Cranford l’estate sarebbe quasi giunta al termine.
 
Forse non ti hanno detto che non si usano i cellulari qui’ la rimproverò alle sue spalle una ragazzina alquanto bassa.
Becky si girò fissandola di sottecchi e rispondendo al tutto con una piccola smorfia, poco le importava del giudizio degli altri e ancora meno di rispettare le regole.
Fece spallucce e salutò l’amica poco prima di entrare nella mensa.
Si guardò lentamente attorno, lunghi tavoli erano in gran parte tutti occupati da ragazzini e a stento riuscì a trovare un posto per sé; le pietanze erano già state poggiate sui vari tavoli e nonostante la fame che aveva, faticò a finire ciò che si era versata nel piatto.
Tra un boccone e l’altro lanciava occhiate ad ogni tavolo scrutando ogni singola persona, ma tra quelle persone non c’era chi cercava.
Aspettò impazientemente che qualcuno prendesse l’iniziativa di alzarsi e quando finalmente qualcuno lo fece si affrettò a fare la stessa cosa.
Ormai la luce solare si era ridotta ad un lieve chiarore per lasciar posto alla luna già abbozzata nel cielo terso.
Le sembrava così strano di non aver visto Justin tra tutta quella gente, cominciava a pensare che si fosse scordato dell’appuntamento, se così lo si poteva definire, che si erano dati solo un paio d’ore prima.
Iniziò a passeggiare senza una meta non cessando nemmeno per un istante di scrutare ogni singolo angolo sperando di incontrarlo, ma nulla.
Più ci pensava più si poneva domande su come potesse importarle tanto; sin dall’inizio era decisa a non dargli corda, a cercare di far trascorrere le giornate il più velocemente possibile sperando che quelle sei settimane giungessero presto al termine, ma a giudicare dall’andamento dei fatti, il tempo trascorreva in modo inesorabile e si trattava solo del primo giorno.
Temeva di non ricordare alla perfezione il sentiero che portava a quella grotta, fin quando non ci passò distrattamente davanti. Getto un’occhiata al suo interno che ora appariva ancora più buio data la scarsità della luce esterna, accese il display del cellulare per illuminarne l’interno, ma era completamente vuota.
Sbuffò lievemente e quando fece per girarsi, si scontrò con il ragazzo che stava aspettando.
Non credevo saresti davvero venuta” esclamò il biondo
Nemmeno io credevo che tu saresti venuto, non ti ho visto a cena” continuò lei mantenendo un tono fermo e deciso
Ho fatto un salto non appena siamo usciti da qui. Ero al mio alloggio fino a cinque minuti fa”.
La ragazza annuì ed entrambi si sedettero nello stesso punto in cui avevano sostato qualche ora prima.
Wow” disse Justin
Becky che non capiva, prese a fissarlo con aria interrogativa
Abbiamo lo stesso colore degli occhi, hai notato?
Ora che lo fai notare, sì è vero” continuò lei fissandolo dritto negli occhi.
Sai anche di essere carina?” le chiese Justin con un tono decisamente più basso e continuando a mantenere lo sguardo immerso in quello della ragazza.
Cos’hai detto?” scosse velocemente la testa stupita. Non ricevendo ulteriore risposta si limitò a sorridere imbarazzata distogliendo lo sguardo dagli occhi color nocciola di Justin.
Posso farti una domanda?”domandò la bionda dopo alcuni minuti di completo silenzio
Justin annuì “Certo
Perché ci siamo dati appuntamento qui?”Becky sapeva già quale sarebbe stata  la risposta, ha sempre pensato che quel ragazzo ci stesse provando con lei sin dal primo momento che si videro, ma fare la finta tonta, come in questo caso, le infondeva sempre una sicurezza in più.
Mi sembrava di avertelo già detto: non mi sei antipatica” ribatté lui
Ma non ha senso!” lo rimbeccò lei stizzita
Justin, che alle sue parole sorrise, non si limitò a rispondere con uno sguardo provocatorio, si avvicinò deciso al suo volto appoggiando lentamente le labbra su quelle di Becky, chiuse gli occhi e dopo poco fece terminare quel piccolo bacio.
Ora ha senso?” sorrise lui.

Author's note:
Ta-da! 
Dopo parecchi giorni che mi ero ripromessa  di aggironare, finalmente mi sono decisa. 
Ringrazio chi mi ha recensito, chi legge e chi segue questa storia :3
Much Love,
Giulia

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Capitolo 7
*** 7. I thought you were quite different. ***


7. I thought you were quite different.
 
Becky era come paralizzata, fissava il vuoto avanti a sé da interi minuti mentre Justin cercava di incrociare il suo sguardo e lei, volutamente, lo evitava.
Ehi bionda, va tutto bene?” chiese lui sfiorandole appena la spalla; quando la ragazza percepii la sua mano su di sé, si ritrasse velocemente per poi alzarsi del tutto.
Aveva quasi raggiunto l’uscita della grotta, quando il biondo la trattenne per un braccio: “Posso sapere che succede?
Co-come hai potuto baciarmi?” balbettò lei abbassando lo sguardo “Ci conosciamo da poco più di due ore e mi ritrovo già le tue labbra sulle mie!
Scosse violentemente il braccio in modo da sciogliere la presa della mano di Justin ed uscì da quella grotta.
 
Justin era rimasto pietrificato da quelle sue parole che non mosse un solo muscolo: effettivamente non comprendeva fino in fondo il motivo di tanta ira.
Sin dal primo momento in cui aveva posato gli occhi su di lei, si era deciso che in un modo o nell’altro avrebbe fatto colpo su quella ragazza. Lei era diversa, in tutto.
Becky era bella, ma non una bellezza da smorfiosa e terribilmente vanitosa: una bellezza semplice e forse non del tutto riconosciuta da sé stessa che non aveva bisogno nemmeno di essere messa in risalto da phard e eyeliner e a Justin piaceva proprio per questo. Quei suoi occhi molto simili ai suoi l’avevano rapito: il color caramello degli occhi della bionda si mescolava perfettamente con il colore dei suoi occhi; tuffarvici dentro per lui era come entrare a far parte di un altro mondo.
Non si era mai comportato così, in verità, non era mai stato lui a compiere il primo passo, non quando si trattava di voler far cadere qualche ragazza ai suoi piedi. Era sufficiente sorridere e passarsi una mano tra i capelli color biondo scuro, bastava questo e loro poi agivano di conseguenza: erano sempre le ragazze a voler baciare lui.
Ma con Becky il suo sorriso da furbetto non aveva funzionato, e a giudicare dalla sua reazione, nemmeno il bacio.
Ma l’aspetto fisico non era la sola cosa ad attirarlo a lei come una calamita, le piaceva il suo modo di esprimersi: così sicuro da essere in grado di zittire con una sola parola il suo interlocutore.
Justin era pienamente convinto che quella ragazza fosse perfettamente in grado di nascondere qualsiasi emozione, se solo lo volesse avrebbe persino negato di provare sentimenti per lui.
Ma in cuor suo sapeva con estrema certezza che presto o tardi avrebbe smesso di negare.
 
La bionda aveva già imboccato il sentiero che portava al suo alloggio; mentre percorreva quel viale ripensava a quanto fosse terribilmente delusa da quel gesto e la cosa peggiore era che temeva di voler confessare quale fosse il reale motivo.
 
Camminava veloce e a passo deciso, il sole aveva fatto capolino completamente dietro ai monti, il sentiero era illuminato solo dalla scarsa luce lunare e dal chiarore proveniente dai lampioni al centro del campus.
Mille e più pensieri le affollavano la mente, si sentiva una stupida e considerava quel ragazzo ancora più stupido e vile. Lo considerava tale e quale a tutti gli altri ragazzi che avevano provato a far colpo su di lei, né di più né di meno.
Pensava e sperava davvero che fosse almeno leggermente diverso, ma a giudicare dai fatti non era così.
Con il respiro affannato e le gambe doloranti a causa dei passi troppo pesanti, raggiunse il suo alloggio.
Però, corri veloce per essere una ragazza” sbuffò Justin con il respiro alquanto affannato non appena la raggiunse
Che altro vuoi?” sbottò lei adirata
Mi vuoi spiegare perché hai reagito così?” chiese il biondo in preda al panico
Mi sembrava di avertelo già detto: non è affatto normale che tu mi baci dopo appena due ore che mi conosci. Ma che dico, tu non mi conosci affatto!” continuò lei alzando sempre di più il tono di voce.
Speravo di iniziare a farlo”biascicò a bassa voce
Cosa?” urlò di nuovo lei, Justin scosse la testa.
Il motivo per cui Becky aveva reagito in malo modo al bacio del biondo era semplice: una volta terminato il campus quante altre volte si sarebbero rivisti? Non voleva affezionarsi, non voleva provare rimorso o malinconia o forse addirittura tristezza quando sarebbe salita sul pullman per imboccare la strada del ritorno: voleva solo raggiungere l’ultimo giorno e poterne essere felice, almeno quanto era stata triste quand’era partita.
Dimmi una cosa” riprese a parlare la bionda una volta che tutti i vari pensieri erano tornati al loro posto all’interno della sua mente.
Justin la guardò ancora una volta stupito per quella sua strana ed inappropriata reazione.
Di dove sei?”gli chiese cautamente Becky
Prego?” chiese lui non avendo capito il senso della domanda
Di dove sei? Dove vivi?” ripeté Becky scandendo lentamente le parole
Vivo ad Atlanta ma sono di origine canadese, perché questa domanda?
Il biondo continuava a non capire, era ancora terribilmente confuso dalla sua reazione a quell’innocente bacio.
Sai di dove sono io? Cranford, New Jersey!
Scusa ma non ti seguo. Cosa significa?” La rimbeccò convinto lui
Proprio non ci arrivi vero?
Non ti piacciono i canadesi per caso?” Justin non colse il punto della domanda cruciale di Becky e questo la fece imbestialire ancora di più.
Significa che una volta terminato questo schifo di campus io e te non ci rivedremo mai più!” detto questo, girò su sé stessa e senza attendere una risposta da parte del ragazzo, entrò nel suo alloggio.

Author's Note:
Eee dopo ben quattro giorni ce l'ho fatta a postare!!!
Alquanto strana la reazione di Becky eh?
O forse sono solo un po' bastarda io muhaha
Ok, detto questo vi ringrazio amorevolemente per le vostre recensioni e per chi legge, segue, preferisce eccetera eccetera. Ci tenevo a dire che mi ha fatto un piacere immenso leggerle e mi hanno invogliato ancora di più a scrivere il capitolo, spero ce ne siano altre ^^
Alla prossima :3
Much Love,
Giulia
@Belieber4choice on twitter

 

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Capitolo 8
*** 8. I'm trying to teach my brain to ignore you ***


8. I'm trying to teach my brain to ignore you
 
Da quella prima sera ne trascorsero altre sei in cui Becky ignorò completamente la presenza di Justin e lui, non volutamente, fu costretto a fare lo stesso.
La bionda confidava spesso nel fatto che qualcuno da lassù stesse facendo tutto il possibile per evitare qualsiasi incontro con il ragazzo che qualche sera prima aveva osato, come sosteneva lei, baciarla.
Infatti ogni qualvolta che Becky partecipava a giochi organizzati in squadre, capitava sempre che si svolgessero maschi contro femmine, quindi non c’era pericolo di dover interloquire con lui: non l’avrebbe fatto nemmeno se ne fosse stata costretta sotto tortura.
 
Justin, invece, sperava con tutto sé stesso di poter avere un’occasione per rivolgerle ancora la parola. Gli aveva fatto capire, anche se implicitamente, che a lui teneva: aveva uno strano modo di dimostrarlo però.
Era capitato, solo come caso sporadico, che una mattinata furono incastrati in una caccia al tesoro in cui Justin non perdeva occasione per rivolgerle la parola e lei puntualmente lo ignorava.
Aveva tentato di braccarla con entrambe le braccia in modo da impedirle di muoversi e riuscire finalmente ad avere un dialogo con lei, ma niente: restava ferma ed impassibile come se niente fosse.
In quei giorni in cui lui per lei fu completamente invisibile, spese parecchio tempo a ripensare a quella sua frase “Significa che una volta terminato questo schifo di campus io e te non ci rivedremo mai più!”. Gli risuonava nella mente più e più volte e cercava di estrapolarne almeno una parola che gli risultasse confortante e che volesse poter significare che di lui le importava qualcosa.
Ora era lui a sentirsi uno stupido. Non aveva minimamente prestato attenzione alle conseguenze, viveva solo con la consapevolezza del presente.
Aveva sempre reagito in questo modo.
 
 
Quella stessa sera, quando già era calato il buio, Justin, come ogni sera, ripercorreva dalla grotta lo stesso sentiero che portava ai vari alloggi, compreso quello di Becky.
Camminava a testa bassa fissandosi le punte delle scarpe che ripetutamente sparivano e ricomparivano.
Sollevò il capo solo quando una goccia di pioggia cadde sul dorso della sua mano, la prima cosa che vide avanti a sé fu una chioma bionda a pochi metri da lui.
Becky!” si affrettò a gridare per attirare la sua attenzione, erano completamente soli.
La ragazza si limitò a guardarlo con la coda dell’occhio senza nemmeno voltare il suo corpo.
Mi trasferirò a New York quest’autunno” continuò lui spezzando l’imbarazzante silenzio e aspettando impazientemente una risposta.
Ma Becky rimase immobile con lo sguardo fisso avanti a sé, solo dopo alcuni istanti si voltò del tutto incrociando lo sguardo del biondo.
Perché mi dici questo, Justin? Che significa?” chiese lei lasciando trasparire un velo di curiosità e forse d’ironia.
Significa che una volta terminato questo schifo di campus io e te non ci rivedremo mai più, ricordi?” la incalzò ripetendo le stesse identiche parole usate da Becky qualche sera prima. La bionda sgranò gli occhi, non aveva rimosso dalla memoria quella frase, solo non era realmente sicura che lui la stesse ascoltando o addirittura capita.
In quella settimana si era limitata ad insegnare al suo cervello come ignorarlo e a giudicare dal risultato, ci era riuscita.
Ma non accadrà quando io mi trasferirò a New York. Dista meno di un’ora dalla tua città e potremo vederci” continuò senza distogliere il suo sguardo da quello della bionda.
Becky era incredula, stupita e anche convinta che si trattasse di uno scherzo.
Scherzi vero? Perché se scherzi puoi anche finire qui la messa in scena” Non voleva dargliela vinta, proprio per niente, le si era dipinto un sorriso ebete in volto quasi come se avesse voluto nascondere ciò che realmente provava.
Ma Becky era masochista, si rifiutava di vedere il lato positivo di qualcosa anche se questo era più che evidente.
Avrebbe negato ancora e ancora se mai ci avesse provato qualcosa per quel ragazzo.
Non scherzo.” Ribatté con tono deciso e serio lui.
Quel sorriso scomparì all’istante per lasciar spazio ad un’espressione decisamente più stupita.



Author's Note:
Eee ho postato, a parer mio questo capitolo è un po' una merdina, per il semplice fatto che non avevo mezza idea D:
Detto questo ringrazio sempre moooolto amorevolmente tutte o tutti coloro che mi recensiscono.
Ogni volta che sto per postare un nuovo capitolo, vi rispondo, ci tengo a rispondere a tutte  :3
Spero  sempre di riceverne da parte vostra perché mi fa davvero piacere, sappiatelo.
Much Love,
Giulia
@Belieber4choice su twitter se per caso volete seguirmi :)

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Capitolo 9
*** 9. People can change idea, you know?. ***


9. People can change idea, you know?.
 
Dopo aver occupato interi minuti a fissare l’uno gli occhi color nocciola dell’altra, si decisero a procedere nuovamente verso quella grotta. Si accorsero che l’orario del coprifuoco era già passato da un pezzo quando vennero spente tutte luci, i lampioni lungo il sentiero compresi.
L’unica fonte luminosa proveniva dalla luna e dal manto di stelle che compattamente ricopriva il cielo.
Non vorrai farmi credere che hai deciso di trasferirti a New York solo perché non ti ho rivolto la parola per una settimana?” chiese la bionda assumendo un tono quasi divertito nel pronunciare quelle parole
Forse quel tuo discorso mi ha aiutato a decidere…” rispose lui serio senza cogliere il senso d’ironia
Justin, seriamente” insistette cercando di incrociare lo sguardo del biondo ancora perso nel vuoto.
Okay” sbuffò lui arreso “Un paio di mesi prima che terminasse la scuola, mia madre mi aveva proposto di andare a vivere a New York e questa volta stabilmente
Stabilmente?” lo interruppe Becky.
Avevano raggiunto la loro piccola grotta, ancora più buia all’interno, forse un po’ tetra, ma vi entrarono ugualmente.
Già, almeno è ciò che mi ha promesso. Ultimamente ci siamo trasferiti parecchio.” Aggiunse Justin sedendosi sopra un grosso sasso posto al centro della grotta, la bionda fece lo stesso sistemandosi a pochi centimetri da lui.
Justin sorrise a questo suo gesto, ne fu felice tanto che quasi dimenticò ciò che le stava dicendo.
Continua” lo incalzò lei.
Oh sì” riprese distrattamente a parlare il biondo cercando di distogliere lo sguardo imbarazzato da quello lievemente visibile di Becky “Non ero molto d’accordo riguardo al trasferimento, mi trovo bene ad Atlanta, il mio quartiere è tranquillo e la cosa che mi dispiacerebbe di più è lasciare i miei amici. E’ per questo che inizialmente le avevo detto che non volevo andarmene.
Però poi hai cambiato idea, giusto?” lo incalzò lei nuovamente
Esatto e spero proprio di non pentirmene” concluse fingendo di fulminarla con lo sguardo.
Pochi secondi dopo, Justin estrasse dalla sua tasca destra un cellulare, vecchio modello, così vecchio che la bionda non poté evitare di ridere non appena si accese il piccolo display illuminando gran parte della grotta.
Che c’è?” chiese lui per niente divertito
Per caso il tuo argomento preferito è la preistoria? Perché sembra proprio che il tuo cellulare sia un rinomato esemplare di dinosauro” ridacchiò lei.
Justin la guardava di sottecchi e nonostante questo Becky continuò a ridere sempre più insistentemente non curandosi della reazione del biondo.
Antipatica!” sbottò lui
Io antipatica?
Chi altro altrimenti?
Tu hai detto che non ti sono antipatica…
La gente cambia idea” continuò ironico lui.
E’ vero. Anche le persone più testarde spesso cambiano idea” aggiunse lei abbassando notevolmente il tono di voce, ma senza distogliere lo sguardo da quello attento di lui.
A cosa ti riferisci?” domandò lui stupito e curioso della risposta.
Becky mantenne fermamente lo sguardo intrecciato con quello del biondo. Nulla avrebbe potuto scioglierlo, se non il fatto che alla ragazza balenava nella testa l’idea di ricambiare quel bacio.
Ma la folle idea, come la considerava lei, si contrapponeva tra la certezza e il dubbio: e se anche lui avrebbe reagito come lei qualche sera prima? Oppure ne sarebbe stato felice?
Eliminò ogni sorta di pensiero da quella mente affollata di parole e senza dare alcuna risposta alla sua domanda, sciolse quel nastro fatto di sguardi per dar vita ad un intreccio formato solo dalle loro labbra.


Author's note:
Ed eccomi qui :3
Sì, lo so ho impiegato un'eternità ad aggiornare, perdonatemi, colpa delle feste (?)
Allora, ci tenevo a ringraziare infinitamente chi mi ha recensito, ben 5 a questo capitolo asgkòasjgoad :3
Grazie davvero  ♥
Grazie sempre a  chi legge, chi ha inserito questa storia tra le preferite o seguite e chi la ricorda *-*

Much Love,
Giulia

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Capitolo 10
*** 10. We just have different thoughts. ***


10. We just have different thoughts.  
 
Non appena si allontanò dalle labbra di Justin, sul volto di Becky si dipinse un lieve sorriso, sincero, il più sincero che avesse mai voluto far comparire.
Eppure io di te non ho ancora capito nulla” esordì lui sorridendo.
Era rimasto stupito da quel bacio, era follemente felice nonostante fosse totalmente confuso dal comportamento di quella ragazza.
Le piaceva o non le piaceva? Avrebbe voluto scoprirlo, avrebbe voluto chiederglielo, ma la paura di rovinare tutto lo tratteneva dal colmare qualsiasi dubbio.
Tante persone di me non hanno ancora capito nulla, eppure tu sai qualcosa di me che nessun altro sa. Ne sono sicura” aggiunse mantenendo vivo quel sorriso da eterna bambina.
Forse, ciò che so secondo te, è la risposta alla mia domanda” bisbigliò lui dicendolo più a sé stesso che a Becky.
Quale domanda?” chiese la bionda
Mi stavo chiedendo se per caso…” ma non fece in tempo a terminare la frase, una torcia li colpì in pieno volto e a giudicare dall’espressione di chi la teneva in mano, Becky e Justin non avrebbero dovuto assolutamente trovarsi lì.
Posso sapere cosa fate voi due qui a quest’ora?” borbottò una voce femminile piuttosto marcata, il volto non era bene identificato, ma quel poco bastò a far loro capire che si trattava di un’animatrice.
Becky non proferì parola, era raro che ciò capitava, aveva sempre una risposta pronta.
N-non ci siamo resi conto di che ore fossero, ci scusi” sibilò il biondo abbassando lo sguardo
Fareste meglio a tornare ai vostri alloggi se non volete far terminare qui la vostra vacanza al campo. Consideratelo come un avvertimento alla prossima effrazione che commetterete” concluse facendo uscire i due ragazzi dalla grotta.
Furono seguiti per tutto il resto del sentiero, non ebbero occasione di rivolgersi la parola se non un misero saluto biascicato a labbra leggermente socchiuse.
 
Justin era disteso sul letto da quasi un’ora, i suoi compagni di stanza dormivano ormai da tempo e tutto ciò a cui riuscì a pensare fu quel bacio. Era stata lei a volerlo e lui non si era ritratto, non l’aveva rifiutato, l’aveva assaporato con tutto sé stesso.
Quindi, perché lei una settimana prima non aveva reagito così? Quella domanda tormentava il suo cervello come un martello battente un chiodo. Durante quei sei giorni non si erano rivolti la parola, non avevano avuto modo di frequentarsi o di conoscersi, cosa poteva essere cambiato? Era cambiata lei o era cambiato lui? Non riusciva a capacitarsi di tale reazione, non riusciva a comprendere perché gli interessava più sapere quegli insignificanti dettagli piuttosto che accontentarsi di aver ricevuto ciò che voleva.
Non sapeva ancora con certezza se aveva cambiato idea su di lui oppure no. Ed era fondamentale saperlo, altrimenti non avrebbe mai più avuto il coraggio di azzardare un altro bacio sulle sue labbra.
 
Becky, che era nella stessa posizione in cui si trovava in quel momento il biondo, aveva la mente concentrata su tutt’altro, ciò che le premeva di più interpretare era la frase detta da quella donna.
Se solo avesse commesso un altro errore sarebbe dovuta tornare a casa all’istante, l’idea l’allettava. Le restava solo da macchinare cosa fare e soprattutto come spiegare l’accaduto alla madre irata che sarebbe stata costretta a venirla a prendere.
Era anche vero che una volta tornata nel New Jersey, non avrebbe rivisto Justin fino all’autunno successivo.
Riservò anche interi minuti a ripensare al bacio, ma senza soffermarsi sui dettagli, era successo e basta e non le era affatto dispiaciuto, ma nulla di più.
Certo non era stato un bacio come un altro, questa volta era stata lei a volerlo e non poteva non negare che Justin non fosse un bel ragazzo e che provasse una speciale simpatia per lui.
Spostò leggermente il capo rivolgendo tutta la sua attenzione al piccolo comodino accanto al suo letto: vi era un telefono ed un foglio accuratamente riposto in una cartelletta di plastica. Afferrò il suo cellulare per illuminarlo e leggerne il contenuto: era un elenco telefonico recante l’interno di ogni alloggio.
Se solo avesse saputo quale fosse l’alloggio di Justin, l’avrebbe chiamato all’istante, ma lei non conosceva questa informazione.
Si armò di tanta pazienza ed iniziò a comporre alcuni numeri scegliendo con logica da quale cominciare.
Dunque, se il mio alloggio è il numero tre, il suo può essere solo il quattro o il cinque…” sussurrò tra sé e sé,            quindi, compose l’interno quattro.
Solo dopo parecchi secondi udì una risposta biascicata ed assonnata da parte di una ragazza.
Becky non si curò di rispondere e riagganciò semplicemente, tentò componendo l’interno cinque, ed anche in quel momento non era assolutamente sicura che fosse il numero giusto.
Non sapeva com’erano collocati tutti gli alloggi e non era nemmeno sicura che si trovassero solo lungo il sentiero che portava al suo.
Dall’altra parte del ricevitore, rispose prontamente una voce maschile, una voce che non le era del tutto nuova.
Justin?” sussurrò lei accertandosi di non svegliare le sue due compagne
 
Becky?” domandò il biondo incredulo cercando di mantenere il tono di voce basso.
 
Sì, sono io” ridacchiò lei “Esci?
 
Adesso? Sei pazza? Se ci beccano un’altra volta fuori a quest’ora ci cacceranno di sicuro!
 
Sono sicura che non ci sarà in giro più nessuno ormai…” continuò lei sussurrando il più lievemente che le fu possibile.
 
Ok” sbuffò arreso, “Tanto non sarei riuscito a chiudere occhio ugualmente. Dove ci troviamo?
 
Al mio alloggio tra cinque minuti. Ciao!” riagganciò e dopo aver controllato che le altre due ragazze fossero ancora pienamente addormentate, afferrò una felpa ed uscì.
Mentre aspettava il biondo sotto le stelle, avvertiva un lieve senso di colpa: non sarebbe finita nei guai solo lei, ma anche lui e non voleva che ciò accadesse anche se sarebbe stato inevitabile.



Author's Note:
No, non sono un miraggio, dopo circa.... una settimana che non aggiornavo, eccomi qua  :3
Dunque, dunque io ringrazio sempre chi recensisce, chi mi regala qualche minuto del  suo tempo per lasciarmi un commentino, ringrazio anche chi legge solamente e chi mi ha inserito tra le preferite e/o seguite :)
Non sono troppo convinta di questo capitolo sinceramente éwé ma spero comunque che questa storia vi piaccia. Quasi dimenticavo: Buon Anno bellezze :)
Much Love,
Giulia

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Capitolo 11
*** 11. Ops, I did it again. ***


11. Ops, I did it again.
 
Sai di essere pazza?” la rimbeccò il biondo giungendo alle sue spalle.
Becky ridacchiò ed annuì.
Justin non smetteva un solo istante di guardarsi attorno, temeva che da un momento all’altro potesse spuntare da dietro un albero la stessa animatrice che poco prima aveva interrotto il loro appuntamento all’interno di quella grotta.
La bionda, stanca di aspettare, afferrò la mano del ragazzo ed insieme iniziarono a percorrere quel sentiero, questa volta dalla parte opposta, addentrandosi sempre più nel bosco buio.
Perché non finisci il discorso di prima?” gli chiese Becky sciogliendo la presa dalla sua mano
Quale discorso?
Se non ricordo male, stavi per farmi una domanda prima che la guastafeste ci interrompesse” continuò assumendo un tono molto più pacato e sicuro, proprio com’era solita fare mettendo in imbarazzo il biondo.
Oh è vero… Mi stavo chiedendo se per caso…” si bloccò ancora una volta eppure ora non vi era nulla ad averlo interrotto. Lo sguardo attento di Becky posato su di sé lo rendeva ancora più nervoso. Abbassò lo sguardo.
Justin?” lo richiamò lei.
Il biondo intrecciò nuovamente il suo sguardo con quello di lei, era come paralizzato.
Quella ragazza lo mandava in tilt, non riuscì a muovere un solo muscolo o a pronunciare una sola parola.
Se non le avesse detto all’istante ciò che voleva sapere, probabilmente avrebbe insistito ancora di più. Era testarda quella ragazza.
Tu cosa pensi di me?” esordì lui dopo alcuni secondi
In che senso scusa?
Oh andiamo, bionda. Ti ho baciato e mi hai evitato per una settimana, poi mi hai baciato tu!
E cosa vorresti sapere?” continuò a farlo innervosire facendo la finta tonta, ma in realtà sapeva benissimo dove voleva andare a parare.
Semplicemente il perché” rispose lui tranquillo.
Il perché? Si aspettava domande del tipo: ‘ti piaccio?’ ‘Vuoi essere la mia ragazza?’ Ma non di certo ‘perché?’, si sentì spiazzata.
Semplice” esordì lei cercando di sembrare più calma di lui “Non mi sei antipatico
Il biondo spalancò gli occhi. Era incredibile.
 
L’uno si aspettava dall’altra risposte completamente differenti da quelle che realmente ricevette, nonostante fossero le stesse cose che si erano già detti.
 
Cos’è stato?” chiese allarmato lui.
Il rumore di un legno spezzato era appena giunto alle loro orecchie e prestando più attenzione, si accorsero entrambi che quel suono continuò.
Rumore di passi che lentamente si stavano avvicinando.
La bionda era fermamente convinta che si trattasse di un’animatrice, ma era combattuta: uscire allo scoperto o tentare di nascondersi?
Cosa fai lì impalata? Nasconditi!” la invitò lui che si era già nascosto dietro ad un cespuglio.
Ma Becky non si mosse e quando ciò che aveva provocato i vari rumori uscì allo scoperto, lei era ancora nella stessa posizione a cielo scoperto.


Author's Note:
Sì, sono io non sono un miraggio!
Perdonatemi l'attesa, avrei voluto postare due giorni fa, ma la voglia mancava LOL
Chissà se la beccheranno oppure no eheh alla prossima bellezze ♥ 
Detto questo ringrazio sempre chi mi ha recensito e chi mi segue :3


 

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Capitolo 12
*** 12. I tried to escape from that place but I finished to escape from you. ***


12. I tried to escape from that place but I finished to escape from you.
 
 
Justin afferrò Becky per un braccio tirandola verso di sé tra le foglie ed i rami del cespuglio.
Ahia!” urlò lei, aveva appena inciampato in una radice sporgente dal terreno sbattendo fortemente il ginocchio su alcuni sassi.
Non urlare!” la rimproverò lui bisbigliando.
La bionda fece per rispondere quando Justin le tappò la bocca con la mano. I passi che avevano udito poco prima erano ancora più vicini.
Il cuore di entrambi batteva all’impazzata; nonostante Becky volesse a tutti i costi uscire allo scoperto per essere rispedita prontamente a casa, temeva forse più di Justin che ciò che muoveva i propri passi a pochi metri da loro si facesse largo tra quel cespuglio e li scoprisse.
Il biondo urtò distrattamente con il braccio la gamba di Becky facendola sussultare per il dolore e ciò provocò un rumoroso fruscio di foglie.
La bionda era sicura che di lì a poco sarebbero stati scoperti, indietreggiò di pochi centimetri sovrastando un foglio di banano caduto da tempo dal piccolo arbusto dietro di loro.
Lo afferrò e lo gettò sopra al biondo che da interi secondi la stava fissando attonito; improvvisamente una mano si fece largo tra i rami puntando dentro al cespuglio una luce accecante.
Di nuovo tu?!
Becky era paralizzata: nonostante avesse già individuato i lineamenti di quella donna e nonostante sapesse ciò che sarebbe di lì a poco successo, non riuscì a proferire parola, di nuovo.
Tentò di alzarsi, ma la botta al ginocchio le impedì il movimento.
Posso sapere, ora, cosa fai nascosta dentro ad un cespuglio?” continuò l’animatrice, in seguito, una voce molto meno pacata e decisamente più giovane, aggiunse: “Visto? Non stavo mentendo quando le ho detto che nell’alloggio non c’era”.
Sebbene Becky non conoscesse né il nome, né i volti delle sue due compagne di stanza, intese ben presto che si trattava di una di loro.
Sei stata tu?” sbottò la bionda rivolta alla ragazzina che prontamente annuì orgogliosa.
Becky le lanciò un’occhiata fulminea e Emily, la ragazzina, scrollò le spalle e alzò entrambe le braccia in segno di arresa.
Stanca di assistere allo scambio di sguardi tra le due, l’animatrice afferrò Becky per il braccio che copriva la ferita colma di sangue del suo ginocchio.
Che ti sei fatta?” domandò la donna
Sono inciampata” sbuffò la bionda cercando di tirarsi in piedi “E sono uscita solo perché non riuscivo a dormire” mentì rispondendo alla prima domanda fatta dall’animatrice.
La bionda non era a conoscenza di dove la stessero portando ma fu costretta a seguirle comunque; lanciò un’ultima occhiata al cespuglio che tutt’ora stava facendo il suo dovere nascondendo Justin.
 
A fatica Becky raggiunse l’ufficio del direttore del campus, l’uomo non deviò lo sguardo dal suo volto e dal resto del suo corpo finché lei non si sedette di fronte a lui.
Cominciò a parlare, dettando quasi a memoria quindici delle cinquanta regole del campus e facendo riferimento in particolare a quelle che lei aveva infranto, la bionda si domandava più di ogni cosa se quella particolare effrazione avesse portato alla sua espulsione o meno: se non altro era riuscita a non far uscire allo scoperto Justin!
Secondo te che dobbiamo fare? E’ già la seconda volta, e nello stesso giorno per di più, che infrangi il coprifuoco.
Vuoi arrestarmi per questo?” borbottò Becky tra sé e sé.
L’uomo lanciò un’occhiata all’animatrice come per chiederle un suggerimento e quest’ultima in tutta risposta aggiunse: “Ti avevo avvertito o sbaglio?
La bionda annuii, si domandava quanto ancora avesse dovuto durare quella tortura.
Allora? Devo restare o devo tornare a casa?” sbottò alla fine.
 
Quasi un quarto d’ora più tardi Justin uscì allo scoperto, moriva dalla voglia di sapere cosa stesse succedendo alla bionda, soprattutto perché temeva il peggio.

Author's Note:
Oh oh e adesso cosa succederà? La rispediranno a casa o no?
Per ora Justin sembra essere salvo eheh
Beh ringrazio le vostre recensioni, mi fa davvero piacere leggere i vostri stupendi commenti, anche quelli ai primi capitoli fatti da poco
Fatemi sapere che ne pensate :3
Much Love,
Giulia

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Capitolo 13
*** 13. Please be mine. ***


13. Please be mine
 
Facciamo così” riprese a parlare l’uomo “Puoi restare, non mi sembra il caso di disturbare tua madre per farti venire a prendere. Dopo tutto, che sarà mai un piccolo ritardo al coprifuoco.
Becky, l’animatrice ed Emily spalancarono gli occhi a sentir pronunciare quelle parole. Ne rimasero tutte e tre scioccate, Emily forse più delle altre due: sperava di poter avere più spazio a disposizione in quell’alloggio e la bionda non le andava affatto a genio.
Che dire… Grazie” biascicò lentamente la bionda fingendosi felice.
Poco dopo si alzò e quando fece per imboccare il solito sentiero, fu trattenuta per la vita da un paio di braccia.
Ma che diavolo…?” esclamò lei, ma s’interruppe quando girandosi vide il volto sorridente di Justin e, Becky, non fece assolutamente nulla per sciogliere la presa.
Non ti hanno espulsa, vero?” domandò lui speranzoso stringendola ancora più forte a sé
No, tranquillo. Resto qui” si sforzò di sorridere lei.
Tormentava la sua mente con la solita domanda, ancora non si era capacitata di comprendere per quale assurda ragione non fosse stata espulsa: aveva infranto le regole per ben due volte e per di più nella stessa giornata! Che altro doveva fare, uccidere qualcuno?
Era prossima all’arresa, ormai.
Comunque grazie” continuò il biondo
E per cosa?” chiese lei senza comprendere
Come per cosa? Mi hai coperto poco fa, avrei rischiato anche io
Per così poco” sospirò lei “Ora però, farai meglio a ritornare al tuo alloggio. Loro non sanno che anche tu hai infranto il coprifuoco con me”concluse Becky sciogliendo quell’abbraccio.
Allora ci vediamo domani” aggiunse il biondo
Certo” esclamò lei poco prima di chiudersi quella porta alle spalle.
 
Qualche minuto dopo il suo ingresso nella stanza, Emily fece capolino sbattendo violentemente la porta dietro sé
Ti è andata bene, bionda” borbottò lei a bassa voce.
Erano quasi le tre di notte e Becky aveva decine di pensieri per la testa, tra cui Justin e l’ultima cosa che voleva fare era discutere con quella ragazzina, decise quindi di liquidarla con poche parole: “Ascolta, voi non piacete a me ed io non piaccio a voi, ma la convivenza qui dentro è d’obbligo. Quindi, dato che passerò molto più tempo fuori che qui con voi due, cerchiamo di evitare i conflitti. Non ho tempo anche per quelli!
Probabilmente devi dedicare tempo al tuo ragazzo” aggiunse la piccola abbassando lo sguardo
Io non ho un ragazzo!” sbottò Becky
Vuoi forse farmi credere che Justin è solo tuo amico? Non attacca con me. Lo so che c’è qualcosa in più di una semplice amicizia. Si vede da come vi guardate e da come con lo sguardo ti cerca quando non ci sei.
E tu queste cose come le sai?
Conosco Justin…” ultimò Emily poco prima di coricarsi
La bionda rimase stupita da quella conversazione, sin dal primo giorno aveva classificato quelle due ragazzine in modo negativo, ma ora non sapeva come, ma avvertiva delusione da parte di Emily, le sembrava quasi triste.
Tu da dove vieni?” le chiese Becky
San Francisco. Ma se ti stai chiedendo come lo conosco, ti dico solo che l’anno scorso eravamo entrambi qui. Perciò ho avuto modo di scoprire com’è fatto.” Rispose tranquilla la ragazzina.
Becky non era solita a cambiare rapidamente opinione sulle persone, ma da quando frequentava quel campus, fu costretta a ricredersi e nonostante tutto non le sembrava più così male dover stare lì.
Ti piace, non è così?
Sì… Forse è per questo che siamo partite con il piede sbagliato e mi dispiace di avervi rovinato la serata
Non fa niente” concluse Becky poco prima di chiudere definitivamente gli occhi.
 
Il giorno seguente la bionda non ne volle sapere di rispettare la sveglia mattutina, quando riaprì gli occhi era ormai giunta l’ora di pranzo.
Con la calma di sempre fece una doccia, si vestì, inviò il solito messaggio alla sua amica Abbie e poi si decise a raggiungere il ritrovo comune.
Temeva ancora un rimprovero da parte di uno degli animatori, ma nessuno di essi sembrò volerle guastare la giornata.
Alla buon’ora” la rimbeccò Justin alle sue spalle.
Hai preso la brutta abitudine di sorprendermi quando meno me lo aspetto” ridacchiò lei.
Sono ore che ti aspetto!
Mi sono svegliata da poco” si scusò lei stropicciandosi gli occhi ancora assonnati.
Dopo pranzo devo parlarti
Ok, al solito posto?” gli chiese Becky.
Justin si limitò ad annuire e dopo pranzo, proprio come si erano dati appuntamento, si ritrovarono nella piccola grotta.
Prima che tu dica qualsiasi cosa, cosa sai di Emily?” gli chiese la bionda non appena Justin fece capolino all’interno della grotta
Ben poco, l’ho conosciuta un anno fa. Ma perché questa domanda?
Oh niente” concluse svelta lei “Di cosa volevi parlarmi?
Il biondo si affrettò a prendere posto accanto a lei, con sguardo fermo e tono sicuro si decise a pronunciare quelle poche parole che teneva bloccate in gola da troppo tempo:
Per favore, sii mia. Solamente mia” 

Author's Note:
Sapete di essere meravigliose? Questa storia è seguita da ben 18 persone e preferita  da 10 *-*
Grazie davvero!
Ringrazio anche chi mi recensisce, apprezzo davvero tanto il fatto che mi regaliate un po' del vostro tempo per darmi un vostro parere riguardo a questa storia.
Parlando del capitolo, non ne sono soddisfatta al massimo ma ho un mal di testa fortissimo ed è il massimo che sono riuscita a fare. Perdonatemi çç
Spero di far meglio nel prossimo :)

Oh dimenticavo, ho cominciato anche un'altra ff :)
Mi piacerebbe sapere che ne pensate :3
http://efpfanfic.net/viewstory.php?sid=914642&i=1

Much Love,
Giulia

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Capitolo 14
*** 14. I'm gonna make you crazy. ***


14. I’m gonna make you crazy

 
Mi stai chiedendo di diventare la tua ragazza, Bieber?” lo istigò Becky sorridendogli maliziosamente.
Lui, nonostante avesse preferito ribattere a modo suo, annuì timidamente; non che fosse spaventato da quella ragazza, lo era, invece, a causa di certi suoi imprevedibili atteggiamenti.
Ci sto!” continuò
Sembra quasi che tu abbia appena colto una sfida e non una proposta di fidanzamento” ironizzò lui a giudicare dall’espressione aggressiva di Becky
E’ come se lo fosse” concluse lei, ma solo parole non le sarebbero mai bastate, sono i fatti che contano realmente in esperienze come queste.
Così la pensava lei, e quella che aveva appena colto non era una sfida contro Justin, ma una sfida contro sé stessa.
Aveva appena accettato di far parte di quel ragazzo, aveva ammesso ad entrambi che le piaceva e quindi aveva vinto il suo orgoglio.
Si era talmente e profondamente immersa nello sguardo di Justin che quasi non si accorse che le labbra di lui distavano solo due o tre respiri dalle sue.
Poco ci volle per Justin ad avvicinarsi deciso verso il suo volto, ancor meno bastò per intrecciare un bacio, uno vero.
 
Passarono interi minuti prima che la bionda si decidesse a concludere quel bacio, e lo fece con tanta velocità che Justin, puntualmente, ne rimase stupito e forse deluso.
Così lui si avvicinò nuovamente al volto di Becky, e lei, si scansò.
Che ti prende adesso?” mugugnò con tono flebile
Niente, perché?” ripose tranquilla lei
Perché ti scansi?
Biondo, quanti baci vuoi?
Tanti
Accontentati” concluse Becky alzandosi da quella roccia e dirigendosi verso l’uscita.
Non gli avrebbe reso i giochi facili, l’avrebbe fatto letteralmente impazzire ed era certa che lui non si sarebbe arreso tanto facilmente.
Ma dove vai?” gli urlò lui
A fare un giro. Oh quasi dimenticavo: non ti ho lasciato il mio numero”sospirò la bionda, si fece dare il cellulare dal ragazzo e vi digitò sopra alcune cifre, premette il tasto per avviare la chiamata e salvò il numero del biondo.
Ci sentiamo più tardi. Ciao” e di lì a poco sarebbe scomparsa dalla visuale di Justin.
 
Non è possibile” sbuffò calciando un piccolo sasso
Cosa non è possibile?” domandò una ragazzina posizionandosi davanti al biondo.
Lui scosse la testa, conosceva quella ragazzina: era Emily.
Problemi con Becky, forse?” continuò imperterrita lei
Non ho problemi di nessun genere!” sbottò irritato
Mi sembra il contrario
Sbaglio o tu sei quella che ha tentato di far espellere Becky?
Lei ridacchiò e poi lo ammise: “Sì, sono stata io, ma con lei ho già chiarito
Ottimo” concluse lui superandola e percorrendo di nuovo la sua strada verso chissà dove.
Justin, aspetta” lo richiamò Emily costringendolo a voltarsi ancora
Che c’è?
La ragazzina sembrò paralizzata, era bastato un solo sguardo da parte di Justin per levarle le parole di bocca, eppure, di cose da dire ne aveva tante.
E se si fosse davvero ricreduta riguardo a Becky? Era davvero bastata una misera chiacchierata a farle cambiare idea sulla ragazza che aveva fatto breccia nel cuore di Justin?
No, decisamente no!
C’è che…” si azzardò a pronunciare, ma era nervosa.
Emily, non ho tutto il giorno” continuò spazientito lui; lui che aveva la testa piena zeppa di pensieri riguardo ad una ragazza, la stessa ragazza che lo stava facendo impazzire, la stessa ragazza che ormai credeva fosse completamente sua.
Mi piaci e da tanto anche
C-che cosa?” balbettò lui quasi divertito “Dai, non ci credo
Immaginavo che avessi reagito così
Perché dovrei crederti? Non hai mai fatto niente per dimostrarlo, anzi, dovrei forse ricordarti alcune vicende accadute l’anno scorso?
La piccola scosse la testa, Justin aveva ragione, l’anno passato si era sempre comportata male con lui, ma non lo faceva sempre di proposito: Emily era fatta così.
Vedendo che dalla bocca di Emily non uscirono altri suoni, si affrettò a dire: “Comunque, scusa, ma ora devo andare”.
E se provassimo a… diventare amici?” lo bloccò lei nuovamente.
‘Dunque, l’anno scorso ha tentato parecchie volte di farmi squalificare da più giochi a squadre, un paio di volte ha inserito del sale nella mia coca-cola e dulcis in fundo ha bucato le ruote della bicicletta che avrei dovuto usare per partecipare ad una gara. Ora vuole essere mia amica? Quella ragazza è pazza!’disse Justin tra sé e sé.
Era anche vero che forse sarebbe stato più conveniente averla come amica che come nemica: avrebbe avuto sicuramente meno motivazioni per organizzargli antipatici scherzi.

Author's Note:
Dopo una settimana mi faccio viva anche io :3
Perdonatemi l'attesa ma avevo zero idee per continuarlo e non sono nemmeno convinta che sia tutto sto granché.
Ringrazio le bellissime 5 recensioni :3

Oh quasi dimenticavo: ho iniziato una nuova ff e spero di ricevere qualche commento per sapere che ne pensate, questo è il link diretto

http://efpfanfic.net/viewstory.php?sid=914642&i=1

Alla prossima :)
Much Love,
Giulia

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Capitolo 15
*** 15. I should've said no. ***


15. I should’ve said no
 

Il biondo si era liberato frettolosamente di Emily, una volta che acconsentì alla sua richiesta di amicizia quest’ultima lo abbracciò teneramente, ora gli restava solo da chiarire uno dei tanti dubbi che era costretto a riporre verso Becky.
Aveva preso in mano varie volte il suo cellulare, selezionava il menù dei messaggi e puntualmente lo richiudeva.
Perché mai avrebbe dovuto cercare una ragazza che si era allontanata da lui qualche ora prima, la stessa ragazza che l’aveva appositamente ignorato per una settimana, la stessa ragazza che lo stava ignorando anche adesso?
Semplicemente perché era totalmente ed incondizionatamente innamorato di lei.
Si sentiva un completo idiota, e a complicare il tutto ci si era messa un’inopportuna intrusa, quella piccola e strana ragazzina di nome Emily.
 
Mentre passeggiava ormai da ore senza una meta per i piccoli sentieri del campus, un messaggio fece ravvivare il suo vecchio ma ancora ben funzionante cellulare ‘Tra dieci minuti vediamoci alla grotta. Becky.’
No. Sì.
Nofu la prima risposta che il cervello di Justin decise di dare.
fu la seconda risposta che sentì vibrare dal suo cuore.
E fu la risposta che si sentii in dovere di accordare.
E così fece.
 
Quando entrò vide la bionda appoggiata alla parete con le braccia conserte ed uno sguardo molto poco invitante.
Siediti” gli ordinò lei
Ehm, posso sapere che…
Le domande le faccio io.” Lo zittì prontamente, sempre lei.
Justin si sedette e cominciò a fissarla mentre lei passeggiava avanti e indietro davanti a lui.
Credi di essere furbo?
Prego?
Pensi di essere furbo?” ripeté nuovamente scandendo lentamente ogni singola parola.
Mmm… No?” nemmeno lui sapeva cosa rispondere, non aveva ancora ben capito il motivo per il quale si trovasse lì ora davanti ad una Becky parecchio irata.
Esatto, non lo sei.
Frena un attimo: qual è il problema?” insistette nel domandare il biondo.
Becky non rispose aveva ridotto gli occhi a due fessure, fissava Justin dritto in quegli iridi color nocciola come se lo stesse trafiggendo con una lama affilata.
Ti ho visto, sai?
E’ chiaro, sono davanti a te” ironizzò lui cercando di smorzare la tensione di quella discussione
Idiota, ti ho visto che abbracciavi Emily. Sì, la ragazzina che ha tentato di farmi espellere, la stessa ragazzina che nutre dei sentimenti per te!
Mi stavi spiando per caso? E poi era un abbraccio amichevole” borbottò più a se stesso che a Becky “E tu come lo sai che le piaccio?” continuò lui tutto d’un fiato.
 
La bionda non rispose a quelle domande e non gli avrebbe mai creduto se non fosse stata realmente a conoscenza del motivo di tale gesto: perché lei lo sapeva, perfettamente.
Sapeva che a quella ragazzina piaceva Justin da oltre un anno.
Ma perché rendere le cose semplici quando complicare il tutto sarebbe stato sicuramente più divertente?
Perché lei non era affatto una ragazza facile, non era stupida e soprattutto era stranamente convinta che quella Emily avrebbe fatto di tutto pur di portarglielo via e lei questo non lo avrebbe mai digerito.
Non lo avrebbe accettato, non adesso, non quando si stava rendendo ormai conto che la storia con Justin sarebbe stata la cosa più bella di quell’estate, persino delle vacanze che le restavano da trascorrere con la sua migliore amica.


Author's Note:
Scusatemi, so che è corto, ma per una serie di strani motivi non avevo abbastanza idee.
Beh, in compenso ho aggiornato abbastanza presto :3
Il prossimo sarà migliore, promesso.
Spero che mi facciate sapere che ne pensiate, adoro le vostre recensioni, grazie anche a chi legge soltanto :3
Mi farebbe piacere se passaste a leggere anche l'altra mia ff e spero di ricevere qualche commento per sapere che ne pensate, questo è il link diretto
http://efpfanfic.net/viewstory.php?sid=914642&i=1

Much Love,
Giulia

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Capitolo 16
*** 16. We would make a big mistake, but you still don't care about this. Part 1/2 ***


16. We would make a big mistake, but you still don’t care about this. Part 1/2
 
Rispondere a quella domanda sarebbe stato sicuramente più complicato che voltargli le spalle e rinchiudersi nel suo alloggio.
Si vede e basta” lo rimbeccò lei senza troppi giri di parole. Detto questo si voltò ed uscì da quella grotta.
Justin era sempre più confuso, decine di punti interrogativi sobbalzavano da una parte all’altra della sua testa e lui non ne poteva davvero più: parlare con quella ragazza era una delle imprese più ardue che avesse mai dovuto affrontare.
 
Una volta che Becky aveva intrapreso gran parte del sentiero e perciò decisamente distante dalla grotta, il biondo si decise a seguirla, proprio fin davanti al suo alloggio.
Si nascose dietro un albero ed assaporò da lontano ogni movimento di quella ragazza: sarebbe stata sola una volta entrata.
La bionda estrasse dalla tasca una chiave e la infilò nella serratura della porta che subito dopo si chiuse alle sue spalle.
 
Doveva entrare. Non avrebbe avuto via d’uscita se Justin si fosse intrufolato al suo interno, era anche vero che però Becky non gli avrebbe mai permesso di farsi largo in quel piccolo appartamento.
 
Una volta riordinate tutte le idee che affollavano la mente di Justin, questi si diresse al ritrovo principale del campus, dove, come sperava, vi trovo Emily e la sua amica.
Emily, vieni un attimo” le sussurrò, lei obbedì e si avvicinò a Justin con un gran sorriso stampato in volto.
Mi devi fare un favore enorme, anzi due.
Sì, dimmi
Numero uno: ho un estremo bisogno che tu mi dia la chiave del tuo alloggio; numero due: ti pregherei di non fare parola con nessuno di questa mia richiesta
La ragazzina ci pensò su senza distogliere lo sguardo dagli occhi color nocciola di Justin.
Eccole e non dirò nulla, promesso” sospirò lei
In tutta risposta lui l’abbracciò e corse veloce verso l’alloggio della bionda.
Prima di inserire la chiave nell’apposita serratura, appoggiò un orecchio sul dorso della porta. Non un rumore, nulla sentì provenire dall’interno ‘Che fosse uscita di nuovo?’ pensò lui.
Ma certi quesiti non bastarono di certo ad impedirgli di aprire quella porta.
Con sua grande sorpresa trovò Becky sdraiata sul letto a pancia in giù che leggeva una rivista, ma ciò che più lo stupì non fu quello, bensì il fatto di aver appena posato gli occhi su una Becky non troppo vestita.
Doveva essere da poco uscita dalla doccia perché aveva indosso solamente un completo intimo e i capelli erano ancora umidi.
Il biondo rimase impalato sull’uscio della porta, gli occhi sgranati e tanto, tanto vuoto all’interno del suo cervello.
Ti dispiace chiudere la porta?” le chiese lei tranquillamente, non curandosi minimamente del fatto che il suo ragazzo l’avesse vista per la prima volta senza abiti addosso.
Lui non rispose, non si mosse nemmeno.
Restò nella stessa posizione e per di più con la porta ancora spalancata.
Justin?” lo richiamò lei schioccando ripetutamente le dita.
Lui scosse velocemente la testa facendo ciò che gli aveva ordinato e appoggiò la schiena perfettamente aderente al dorso della porta, senza, ovviamente, distogliere lo sguardo da Becky.
La bionda posò sul pavimento la rivista ormai chiusa e si sedette sul letto portando entrambe le gambe contro al petto. Ora gli sguardi dei due erano intrecciati l’uno con quello dell’altra, nessuno dei due aveva intenzione di muoversi.
Solo Becky, che dopo interi secondi di silenzio decise di spostare le gambe sedendosi normalmente, iniziò a parlare: “Hai intenzione di restare incollato alla porta ancora per molto?” notando che lui non rispose aggiunse: “Vieni qui.
Justin finalmente si decise a fare ciò che la bionda gli aveva detto, poi si bloccò all’improvviso: “No, io sono venuto qui per parlarti non per…” ma non trovò le parole per continuare
Per?” lo incalzò lei stranamente divertita e con uno sguardo alquanto malizioso
Smettila per favore, mi stai facendo impazzire! Non sto scherzando, Becky. Non puoi andare avanti così” sbottò lui tutto d’un fiato senza guardarla minimamente negli occhi e continuando a percorrere cerchi concentrici nel bel mezzo dell’atrio.
Non ti capisco, io non ho fatto niente” rispose lei tranquilla
Non hai fatto niente? Tu hai fatto tutto, invece. Guardati adesso! Sono entrato nella tua stanza e tu non si sei scomposta minimamente nonostante fossi… senza vestiti!” disse alzando di poco il tono di voce e gesticolando apertamente con entrambe le braccia
Non sono stata io ad invitarti e comunque ero appena uscita dalla doccia” continuò lei mostrando la massima tranquillità, come se fosse tutto normale.
E comunque parla, ti ascolto” continuò sorridendogli.
Non mi prendi in giro, vero?” chiese quasi supplichevole mentre si avvicinava al letto della ragazza e vi si sedette sopra.
La bionda scosse la testa, iniziava a sentirsi in colpa per come stava facendo impazzire quel ragazzo, più lo guardava, più se ne rendeva conto. Nonostante fosse estremamente dolce e paziente con lei, quasi dimenticava che fosse così maledettamente bello e questo la faceva impazzire a sua volta.
Perché ti comporti così? Prima sembra che di me non t’importi nulla, poi sei gelosa se mi vedi con Emily. I-io non ti capisco davvero.” Disse lui a bassa voce mantenendo lo sguardo abbassato
Tu mi piaci, Justin. Sono seria, non ti sto prendendo in giro.
Becky si mise carponi continuando a fissare Justin negli occhi e avvicinandosi sempre di più alle sue labbra.
Il biondo era immobile, solo lo sguardo si muoveva per seguire tutti i movimenti di lei che ora si stava facendo spazio proprio sopra di lui.
Appoggiò una mano sulla sua spalla e lo fece sdraiare completamente sul letto cominciando a baciargli delicatamente una guancia per poi arrivare alle labbra.
Justin la strinse forse a sé facendo aderire il suo corpo perfettamente al suo e trasformando quei dolci baci innocui a baci più passionali in cui le loro lingue furono l’unica parte del corpo a muoversi l’una in cerca di quella dell’altro.
 
Man mano che i baci continuavano, Justin fece scorrere la sua mano destra lungo la schiena della bionda arrivando sino all’allacciatura del reggiseno, fece per slacciarlo quando lei gli bloccò il braccio e si staccò prontamente dalle sue labbra.
Non ti sembra di correre un po’ troppo, biondino?” gli disse mantenendo quel sorriso beffardo sul volto
E’ un altro dei tuoi giochetti?
Hai detto tu di essere venuto solo per parlare e non per fare altro” lo rimbeccò lei
Ti odio” rise lui
Ti amo” rispose lei.

Author's note:
Saaalve :D
Sì, lo so. Avrei dovuto aggiornare prima, ma l'ispirazione mi è venuta tardi (?)
Mi sento abbastanza soddisfatta di questo capitolo, spero che piaccia anche a voi sennò la cosa potrebbe deprimermi alquanto LOL. Ah e questa è solo la prima parte del capitolo, a breve posterò la seconda ;)
Bene, io aspetto le vostre, spero numerose, recensioni.
PS: non posso fare a meno di ringraziare tutte le meraviglie che mi recensiscono e che hanno inserito la storia tra preferite/seguite/ricordate: Grazie di cuore :')
Alla prossima!
Much Love, 
Giulia

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Capitolo 17
*** 17. We would make a big mistake, but you still don't care about this. Part 2/2 ***


17. We would make a big mistake, but you still don’t care about this. Part 2/2
 
Davvero?” le chiese mantenendo il sorriso da ebete che si era dipinto in volto quando la bionda pronunciò quelle due piccole parole
No” recitò lei trattenendo a stento una risata
Stronza” ribatté lui offeso
Sei bello quando ti arrabbi, sai?
Smettila
No” ripeté ancora lei senza muoversi: si trovava ancora completamente sdraiata sopra il biondo.
Sei cattiva con me
E’ qui che sbagli” soffiò lei “Lo sono con tutti” continuò sussurrandoglielo in un orecchio.
Justin colse l’occasione di averla sempre più vicina e ribaltò le posizioni: ora era lui a trovarsi sopra di lei, le bloccava entrambi i polsi posti accanto al capo e le sorrideva maliziosamente.
Cos’hai intenzione di fare?” gli chiese Becky.
Cosa ti fa pensare che io abbia intenzione di fare qualcosa?” replicò lui mantenendo il sorriso, questa volta beffardo.
Fammi pensare: il fatto che tu ora stia sopra di me, ti dice qualcosa?
Non mi sembra tu stia facendo qualcosa per liberarti di me
Non ho mai detto di aver intenzione di liberarmi di te” lo zittì lei avvicinandosi, per quel poco che riusciva, alle labbra di Justin.
Lui, proprio come aveva fatto lei, tentò di evitarla, ma il gioco gli riuscì male perché a quello sguardo e alle varie provocazioni, non riusciva davvero a resistere.
Non voleva lasciarsi andare, non così, non ora.
Ma ogni suo tentativo era sempre più vano.
La bionda non perse altro tempo e tolse frettolosamente la maglietta a Justin scompigliandogli i capelli e, a parer suo, dandogli un’aria più provocante.
Sei completamente pazza, se Emily e la sua amica ci vedono così, credo passeremo dei guai.
Non sarebbe la prima volta che ho intenzione di rischiare e questa volta sarà decisamente meglio” esclamò lei
Credi che non l’abbia capito che avevi intenzione sin da subito di farti rispedire a casa?” sbottò lui
Wow, sei intelligente Bieber
Più che altro dovrei essere arrabbiato
Te lo ripeto: sei più bello quando ti arrabbi, però non lo sei realmente, giusto?” chiese la bionda con tono flebile
Non lo so, devo pensarci. Ho rischiato anche io, sai?
Non è successo nulla, è questo l’importante” continuò lei senza smettere di guardarlo negli occhi.
Ma…”, Becky lo interruppe posando l’indice sopra le labbra morbide di Justin, cominciò a baciarlo ripetutamente lasciandolo a metà tra lo stupito e il meravigliato.
Passarono interi minuti prima che Justin si decidesse a lasciarsi andare del tutto e Becky non aspettava altro.
Era la prima volta, sia per lui e sia per lei, ma la bionda non lo avrebbe mai ammesso, Justin… Forse.
L’atmosfera che si era creata in quella stanza e l’intesa che ora c’era tra i due, aveva fatto in modo che ogni singola cosa, al di fuori dei loro sguardi e dei loro baci, fu del tutto nulla.
Nessuno dei due si preoccupava del fatto che le due compagne di stanza di Becky avrebbero potuto fare capolino nell’alloggio da un momento all’altro, e quando il rumore di una chiave appena inserita nella serratura giunse alle loro orecchie, ad entrambi si gelò il sangue nelle vene.
Oh cazzo!” esclamarono entrambi.
Cercarono di ricomporsi più in fretta che poterono, ma il tempo a loro disposizione era davvero poco.

Author's Note:
E salve care lettrici :)
Come vedete vi ho postato la seconda parte di questo capitolo che a parer mio non è
il massimo, ma le idee scarseggiavano.
Beh che altro dire: ci sono sempre quelle bellissime persone che hanno inserito la storia tra le seguite e le preferite che io ringrazio tanto e ringrazio anche infinitamente chi
mi regala un po' del suo tempo lasciandomi sempre delle bellissime recensioni. Oh e se vi interessa, qui c'è l'altra mia effe effe http://efpfanfic.net/viewstory.php?sid=914642&i=1

Alla prossima!

Much Love,
Giulia

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Capitolo 18
*** 18. You better run, faster. ***


18. You’d better run, faster.
 
Justin, muoviti!” continuava a ripetergli la bionda, forse più agitata di lui.
Nasconditi nell’armadio!
E tu? Hai intenzione di restare in mutande e reggiseno?” le chiese Justin senza smettere di sorridere
Fatti gli affari tuoi ed entra in quel benedetto armadio!” lo rimproverò lei spingendolo dentro il mobile.
Fece appena in tempo a chiudere entrambe le ante dietro di sé che Emily fece capolino all’interno della stanza soffermandosi a guardare la bionda non troppo vestita.
Ehm… Ciao Emily” esclamò Becky fingendo un sorriso tranquillo e disinteressato
Ciao… Ti hanno per caso rubato i vestiti?
No, sono da poco uscita dalla doccia” rispose sollevando due ciocche dei biondi capelli ancora umidi.
E perché sei ancorata all’armadio?” domandò la ragazzina non curandosi della risposta di Becky
Perché… Perché stavo per prendere i vestiti, ma tu sei entrata di colpo e mi hai spaventata” ridacchiò lei balbettando.
Hai per caso visto Justin?
N-no, perché mi fai questa domanda?
Perché mi ha chiesto le chiavi del nostro alloggio ed ero sicurissima si trovasse qui
‘Oh cazzo’sussurrò Becky voltando frettolosamente le spalle a Emily
Hai detto qualcosa?” continuò Emily
No. Non l’ho proprio visto Justin”, ma nello stesso istante in cui la bionda terminò la frase, dall’interno dell’armadio entrambe sentirono uno starnuto e le probabilità che Emily credesse al fatto che provenisse da Becky erano davvero poche.
La ragazzina si chiuse la porta d’ingresso alle sue spalle, facendosi largo all’interno della stanza e posizionandosi davanti alla bionda fissandola negli occhi con aria di sufficienza e spostando tempestivamente lo sguardo dall’armadio a Becky.
 
C’è qualcosa che non va?” le chiese Becky
Io no, tu piuttosto? Qualcosa da nascondere?
Non ho niente da nascondere” al massimo qualcuno, ma non era ciò che le aveva chiesto la ragazzina.
Becky, pensi che sia stupida solo perché ho qualche anno in meno di te?
Affatto, solo non capisco questo tuo interrogatorio” continuò tranquilla la bionda cercando di prendere tempo, ma anche se fossero andate avanti con questo botta e risposta per altre due ore, Justin sarebbe comunque rimasto chiuso dentro quell’armadio.
Quindi, non hai nulla in contrario se apro l’armadio
Oh no, perché dovrei avere qualcosa in contrario se tu aprissi l’armadio?” ridacchiò imbarazzata la bionda e pregando con tutte le sue forze che Justin avesse almeno avuto l’accortezza di rivestirsi.
Becky si spostò dirigendosi verso il suo letto e continuando a tenere gli occhi puntati addosso ad Emily.
Esattamente come aveva detto, la ragazzina spalancò le due ante dell’armadio scrutandone attentamente l’interno, persino Becky si stupì di ciò che riuscì ad intravedere: solo vestiti, alcuni accuratamente appesi, altri ammucchiati nell’angolo sinistro del mobile.
Secondo me questo ti starebbe bene” esclamò Emily afferrando una canotta azzurra con alcuni strass applicati sul davanti e lanciandola prontamente a Becky.
G-grazie” balbettò la bionda tirando un lungo sospiro di sollievo.
Finalmente Emily si decise a chiudere quelle ante e Becky poté rivestirsi tranquillamente indossando anche un paio di pantaloncini bianchi e le sue amate converse.
Tra poco inizia il torneo di tennis, vieni?” le chiese la ragazzina intenta a frugare all’interno di una grossa borsa
Sì, volentieri
Bene, ci vediamo dopo” ultimò chiudendosi la porta alle sue spalle.
La bionda, ancora seduta sul letto, si lasciò andare all’indietro sospirando nuovamente e accertandosi che il suo cuore fosse tornato a battere normalmente senza ulteriori acceleramenti.
Justin, puoi uscire adesso. Se n’è andata
Grazie al cielo! Non ne potevo più di restare sommerso tra paia di mutande e vestiti vari!” esclamò lui spostando la massa informe di vestiti accatastati sul fondo dell’armadio.
Una volta richiuse le ante, si avvicinò a Becky e vi si mise sopra sorretto solamente dalle sue braccia.
Dico io: l’abbiamo scampata per un pelo da quella mocciosa e tu tenti nuovamente di starmi addosso?
Mi piace rischiare” le sussurrò all’orecchio
No, a te piace morire, è diverso” sbottò lei lasciandosi andare in una risata liberatoria seguita a ruota da Justin.
L’eco delle loro risate aveva riempito in pochi secondi i pensieri di entrambi che non persero occasione per regalarsi un altro tenero bacio.
Poi mi dovrai spiegare come tu possa avere tutta questa fortuna nel riuscire a scamparla sempre” le disse lei alzandosi da quel letto
E’ un dono. Hey che fretta hai? Ormai Emily se n’è andata, abbiamo tempo per riprendere ciò che abbiamo interrotto
Scordatelo, Bieber. Non adesso e non qui
Te lo ripeto: sei cattiva con me, bionda” sbuffò lui offeso.
 
Nonostante avessero rischiato di venire scoperti, persino Becky la pensava come lui: sarebbe stata un’occasione unica se solo la situazione fosse stata delle migliori e a giudicare dall’intesa che si era creata tra i due, nulla sarebbe potuto essere più perfetto.
 
Dopo vari tentativi, la bionda riuscì a convincere Justin a partecipare al torneo ed insieme uscirono dall’alloggio dirigendosi al campo da tennis.
Mentre percorrevano il solito sentiero, Becky si decise che dare una seconda occasione a Justin sarebbe stata la cosa migliore: “Ti darò una seconda occasione
D-dici davvero?” balbettò lui incredulo
Sì, perché no? In fondo stava andando tutto bene prima che la tua amichetta irrompesse nella stanza
Wow, non immaginavo. Grazie Becky” le sorrise lui sinceramente contento di quell’affermazione.
Bene, a stasera allora” esclamò poco prima di raggiungere il tavolo dove un’animatrice stava riempiendo dei fogli con i nomi dei partecipanti
Dove?” le chiese lui
Questa volta da te” concluse lei e poi entrò definitivamente in campo.
Justin fece lo stesso e si ritrovarono l’uno contro l’altra.
 
A Becky poco importava che quello che aveva di fronte fosse il suo ragazzo, se la cavava discretamente a tennis e a giudicare dalle mosse di lui, stava giocando una partita già vinta in partenza.
Justin era negato, non riuscì a fare nemmeno un punto, mentre invece la bionda si divertiva a prendersi gioco di un biondo parecchio imbranato in quel campo.
 
Justin, mi dispiace, ma sei eliminato” le urlò da bordo campo l’animatrice.
Entrambi lasciarono il campo e si sedettero vicini sugli spalti: “Dio mio, sei un disastro anche a tennis” lo derise Becky.
Che vuol dire anche? In cos’altro sono un disastro?” domandò quasi allarmato lui.
Oh in tante cose” rispose vaga.
Ti faccio vedere io se sono un disastro anche in altre cose”.
L’aveva zittita con quest’ultima frase.
Era forse riuscito ad avere l’ultima parola su Becky?
Vedremo stasera
No, sbagliato. I ruoli si erano nuovamente invertiti e detto questo, Becky tornò in campo lasciando Justin leggermente perplesso.

Author's Note:
Eeee ciao :3
Ho aggiornato abbastanza in fretta questa volta, anche se è un tantino lungo spero vi piaccia lo stesso.
Grazie mille per le sei recensioni, spero di riceverne altrettante o magari (spero) di più ♥

Lo so, Becky è un po' stronzetta, ma non avrei saputo interpretarla meglio xD

Alla prossima!
Much Love,
Giulia

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Capitolo 19
*** 19. I thought you were a disaster, boy. ***


19. I thought you were a disaster, boy.
 
Un ragazzo come Justin non aveva mai avuto problemi, prima d’ora, nel farsi desiderare da una ragazza, ma quando la ragazza in questione è una bionda di nome Becky, le carte in tavola si rimescolavano da sole.
Qui era Becky a volersi far desiderare e la cosa più strana era che non lo faceva del tutto volutamente. Era perfettamente a suo agio ad adottare quell’atteggiamento con Justin, le sembrava la cosa più naturale che avesse mai fatto, lui, invece, impazziva.
Mentre la bionda continuava ad avanzare e ad accumulare punti nel torneo di tennis, lui torturava la sua mente con i pensieri più strani e perversi: ‘Che mai avrebbe dovuto fare per dimostrarle che non era del tutto un disastro?’
Lui non si riteneva affatto un disastro, è sempre stato un donnaiolo di prima categoria e ora che gli era capitata Becky, non si sentiva più in dovere di comportarsi come tale.
Era cambiato, di questo ne era più che sicuro, ma ora si stava facendo dominare un po’ troppo: chi era Becky per avere questo strano potere su di lui?
Era senza dubbio la ragazza più bella che avesse mai conosciuto, ma oltre all’aspetto esteriore vi era molto di più.
Era esuberante, simpatica e quando lo voleva, sapeva anche essere una ragazza dolce e soprattutto, cosa più importante, amava il rischio: cosa che non tutte le ragazze sopportano.
Mentre la guardava muoversi da un lato all’altro della sua parte di campo, non faceva che immaginarsi come sarebbe stata quella serata. La considerava la perfezione fatta a persona, le sue curve morbide e perfettamente delineate lo mandavano in visibilio, specialmente quando lei di tanto in tanto gli sorrideva.
Justin non poté che ricambiare quei sorrisi, ma dietro a quella curva all’insù che si dipingeva sul suo volto, aveva mille e più pensieri che lo mandavano in confusione.
 
Nervoso?” domandò lei sedendosi accanto a lui.
C-cosa?” balbettò lui voltando il capo ripetutamente a destra e a sinistra, era talmente immerso nei suoi pensieri che non si accorse che il torneo ormai era giunto al termine.
Sì, lo sei” ridacchiò di gusto la bionda
Non sono nervoso! Cosa ti fa pensare che io sia nervoso?” ribatté lui fingendosi completamente pazzo e strabuzzando gli occhi, solo per il gusto di farla ridere ancora.
Becky rise di cuore e poco dopo avvolse le sue braccia attorno al collo del ragazzo e gli stampò un bacio in piena guancia.
Senza accorgersene arrossì, la bionda che lo notò, non perse occasione per farglielo notare a sua volta.
Sei un disastro, Bieber” lo stuzzicò lei dandogli un bacio sul collo, un bacio che lo fece rabbrividire.
Smettila di dirmi che sono un disastro” ribatté lui fingendosi offeso.
Non posso. E’ come se tu smettessi di dirmi che sono bella, non si può negare l’evidenza” rispose lei adottando un’aria di superiorità e parlando come se fosse una prima donna.
Ma sentila. Sei un po’ troppo sicura di te, tesoro” ribatté lui
Beh, tu non lo sei affatto. Devo esserlo io per entrambi” esclamò la bionda alzandosi davanti a lui e aggiungendo: “Bene, se non ti dispiace io vado a farmi una doccia. Ci vediamo stasera all’ora di cena.
Vuoi che venga con te?” le sorrise maliziosamente lui.
Becky roteò gli occhi, pensando ad una frase adatta ed infine, quando la trovò, disse: “Bieber, non perdere tempo adesso. Concentrati piuttosto su ciò che dovrai fare dopo per non sembrare ancora un disastro
Justin fece per ribattere quando realizzò di non avere nulla da dire. L’aveva spento, ancora una volta.
Senza dire ulteriore parola, Becky si allontanò lasciando il biondo sempre più perplesso.
 
Quasi un’ora più tardi, quando ormai gran parte delle persone che occupavano il campus erano a cena, Becky imboccò il sentiero e si diresse verso l’alloggio di Justin.
Al contrario di lui, non era affatto nervosa, camminava tranquillamente per quel sentiero ancora illuminato dal sole; un lieve venticello le scompigliava delicatamente i capelli e faceva svolazzare la stoffa morbida del suo vestito azzurro.
Non appena fu d’innanzi alla sua porta si affrettò a bussare: se in quell’istante fosse passata di lì un’animatrice e l’avesse vista, sarebbe stata la volta buona che lasciava il campus in modo permanente.
Credevo non venissi più” le disse Justin non appena aprì la porta
Perché non sarei dovuta venire? Eri tu quello nervoso non io
Lui sbuffò di rimando poi aggiunse “E comunque sei bellissima
Sì, certo. I commenti languidi non attaccano con me” lo rimproverò scherzosamente
Mai una volta che ti limitassi a dire grazie” rise lui.
Avete fatto una guerra, per caso?” domandò lei notando il disordine che regnava sovrano all’interno della stanza
Sì, i due mocciosi si divertono a sparpagliare di tutto e di più qua dentro: è un inferno convivere con loro!
Se vuoi ti ospito io” ironizzò Becky
Sì con Emily che ci gira intorno. Se non ci fosse, quasi quasi…
Stavo scherzando” concluse lei sedendosi sul letto di Justin che pochi secondi dopo la raggiunse.
 
Nonostante Justin non avesse detto una parola riguardo a questo, Becky aveva intuito ciò che lui stesse provando in quel momento.
Lei, come lui del resto, odiava fare le cose in modo programmato e se erano entrambi ora nell’alloggio del biondo era perché si erano dati appuntamento e avevano anche deciso sul da farsi, ecco perché lei non si presentava affatto nervosa: perché sapeva.
Becky, io..
Lo so già” lo interruppe lei
Che vuol dire lo sai già? Non ho detto nulla
Allora dillo e sarà sicuramente qualcosa che già so
Il fatto è che odio fare le cose in modo programmato, sarebbe stato molto più bello oggi, ma la tua amica ha dovuto interrompere” grugnì lui
Visto? Te lo dicevo che io sapevo già ciò che stavi pensando” ribatté la bionda sdraiandosi sul letto, lui fece lo stesso sdraiandosi accanto a lei nel verso opposto e avvicinando il suo capo a quello di lei.
 
Becky
Dimmi
Cosa farai una volta tornata nel New Jersey?”le chiese il biondo
Aspetterò che tu mi venga a trovare” rispose lei fissando il soffitto.
Lui si sollevò sui gomiti, la guardò con aria sorpresa e le chiese: “Davvero?
Sbaglio, o tu mi hai detto che in autunno ti saresti trasferito a New York?
No, non sbagli. Ma non pensavo t’importasse seriamente
Justin…
Scusa è che… tu sei strana
In che senso sono strana?” ridacchiò lei
Non capisco mai quello che pensi, cosa provi o le tue emozioni. Sei.. strana ecco.
Solo perché non sempre esterno ciò che sento, non vuol dire che sia strana. Solo non mi piace dover dire tante cose. In genere sono sempre stata così, con te è stato però diverso. Non avrei mai ammesso di sentire qualcosa per te se tu non fossi andato tanto affondo nella faccenda.” Sputò fuori quelle parole tutte d’un fiato, senza mai fare una pausa, forse perché era da troppo tempo che se le teneva solo ed esclusivamente per lei.
Allora perché mi hai evitato per una settimana?
Io odio le storie estive. Non volevo affezionarmi a te sapendo che una volta trascorse queste sei settimane non ti avrei più rivisto
Allora lo ammetti che ti sei affezionata a me” le sorrise lui avvicinandosi sempre più al suo viso
Sì, stupido d’un biondino!
Mi spieghi perché tutta questa avversità verso le storie estive?” le domandò lui sdraiandosi nuovamente accanto a lei.
Credo siano passati già tre anni dall’ultima vacanza che feci: ero in Spagna con mia madre e stranamente c’era anche mio padre. Ho conosciuto un ragazzo, credo fosse irlandese o scozzese, non me lo ricordo molto bene. Ci siamo fidanzati e io, da stupida ragazzina, pensavo che una volta ritornato in Scozia o Irlanda o da dove accidenti venisse, ci sarebbe stato un continuo della nostra storia e invece mi ero solo illusa. Non l’ho più sentito, probabilmente non gli importava così tanto” sbuffò lei chiudendo gli occhi.
Non vi siete più sentiti?” chiese lui stupito, come se fosse la cosa più strana che avesse mai sentito: quale idiota avrebbe smesso di correrle dietro?
No, se conti il fatto che a tredici anni non avevo ancora il cellulare, non usavo affatto internet e per ciò non avevo modo di avere sue notizie” sbottò lei, ormai senza nessun rancore riguardo a quella storia.
Wow, ora capisco. Ma quale idiota si comporterebbe così? Sicura che non fosse dell’altra sponda?
La bionda scoppiò a ridere dimenticando per quei pochi secondi il discorso appena fatto: “Sì, sono sicura” rispose continuando a ridere di gusto e facendo ridere anche Justin.
Il suono delle loro risate riempiva ogni angolo di quella stanza e se in quel momento qualcuno avesse attraversato il sentiero al di fuori dell’alloggio, li avrebbe sicuramente uditi.
Ma poco importava delle conseguenze, erano insieme e non avrebbero potuto desiderare di meglio.
Quando le risate terminarono, Justin si avvicinò pericolosamente al volto della ragazza annullando completamente la distanza che c’era tra le loro labbra. Da quell’unione nacque un bacio, un bacio in cui le loro lingue si rincorrevano freneticamente mentre le braccia di lei avvolgevano il collo di lui.
Justin la teneva stressa a sé cingendole la vita con entrambe le braccia, quasi come se niente e nessuno avrebbe mai potuto portargliela via.
I colori del tramonto avevano fatto capolino in quella stanza, tutto sembrava più tranquillo e anche l’atmosfera era cambiata.
 
Justin sfilò in modo delicato il vestito azzurro dal corpo di Becky che non oppose la minima resistenza; lei fece lo stesso sollevandogli la maglietta ed in seguito togliendogliela del tutto.
Il biondo si sdraiò completamente sopra di lei con indosso solamente i pantaloni, mentre lei indossava ancora un candido e semplice completo intimo.
Da quando le loro labbra si erano unite in quel bacio, ne l’uno nell’altra avevano aperto un solo istante gli occhi, tutto venne da sé.
La bionda si prodigò a slacciargli la cintura ed, in seguito, anche i pantaloni.
Justin fece scorrere la mano dall’incavo del collo di Becky, sino all’allacciatura del reggiseno, glielo slacciò con un gesto veloce e le abbassò entrambe le spalline levandoglielo completamente.
Poco ci volle per Becky abbassargli del tutto i pantaloni sino a metà gamba, mentre quell’unico ed interminabile bacio durava ancora e ancora.
Quando entrambi furono spogli da qualsiasi veste, i loro corpi si unirono definitivamente annullando anche la minima distanza che c’era tra essi.
 
Il timore che assaliva entrambi sul fatto che da un momento all’altro qualcuno avrebbe potuto far ingresso nell’alloggio, non bastò a far cessare il tutto la passione che regnava sovrana tra i due.
Credevo fossi un completo e totale disastro, Bieber” sussurrò lei tra un bacio e l’altro, lui non rispose, si limitò a sorriderle mentre le rubava l’ennesimo bacio.
Per entrambi sembrava la cosa più naturale che avessero mai fatto, e sia Becky che Justin non avrebbero potuto desiderare una prima volta migliore di quella.

Author's Note:
Cavolo è passata più di una settimana dall'ultima volta che ho aggiornato,
perdonatemi, ma non ho avuto né tempo né sopratutto voglia.
Sopratutto perché ho deciso di farlo più lungo rispetto agli altri e  perciò ci ho impiegato una vita e mezza.
Premetto che non avevo mai scritto nulla del genere riguardo a ciò che fanno quei due chiusi dentro la stanza LOL
Quindi perdonatemi se non è quello che vi aspettavate, non ho descritto un fico secco nei particolari perché sicuramente la vostra immaginazione è migliore della mia.
Cavolo, mi  avete lasciato ben 7 recensioni al capitolo precedente: ma io vi amo!
Grazie mille bellezze che leggete, seguite e recensite la mia effe effe!
Alla prossima,
Much Love,
Giulia

@Belieber4choice on twitter.

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Capitolo 20
*** 20. I hate that girl. ***


20. I hate that girl.
 
Credevi male, bella mia” le sussurrò dolcemente lui all’orecchio
Spostati prima che uno dei tuoi compagni di stanza ci veda così” sbottò lei rompendo la bell’atmosfera che sia era creata nella stanza.
Sei acida!” La rimbeccò Justin mentre velocemente si rivestiva, Becky fece lo stesso. “Perché hai questa maledetta capacità di cambiare atteggiamento da un momento all’altro?” continuò lui avvicinandosi pericolosamente alla bionda che si stava distrattamente infilando il vestito.
Sono fatta così. Prendere o lasciare” sbottò lei non prestando la minima attenzione al biondo.
 
Lo stava facendo di nuovo.
Un minuto prima sembrava la ragazza più innamorata dell’interno pianeta e ora, invece, aveva intenzione di ignorarlo completamente, ma perché?
Perché aveva paura.
Timore che una volta finito quel campus non l’avrebbe più rivisto, in fondo chi poteva promettergli che in autunno Justin si sarebbe realmente trasferito a New York?
Non era nei suoi geni fidarsi di parole buttate al vento, nonostante di lui si fidasse quasi ciecamente, le risultava impossibile continuare quella storia.
Sapeva bene che auto convincersi di ciò era sbagliato e faceva solo male al cuore, ma come si sarebbe sentita una volta tornata a Cranford? Solo peggio, lei credeva così.
Parlarne a Justin era fuori discussione, lui viveva di fantasie e di emozioni, viveva la vita al momento e non proiettava nessuna immagine verso il futuro: il contrario di ciò che era lei, e avrebbe dato qualsiasi cosa per saper essere almeno un po’ come lui.
Ma l’avrebbe imparato, sì. Ci sarebbe riuscita prima che quelle tre settimane restanti passassero.
Rimanergli tanto ostile non avrebbe provocato altro che una perdita di tempo, ecco perché ogni qualvolta sentiva il tocco di lui sulla sua pelle rabbrividiva, come in quell’istante.
Justin le sfiorava un braccio con tale delicatezza che ogni suo pensiero di allontanarsi da lui svaniva come nebbia durante una forte folata di vento.
Nonostante entrambi fossero perfettamente consapevoli che terminare quell’appuntamento all’interno dell’alloggio fosse la cosa migliore, Justin non perdeva occasione per stuzzicarla nuovamente e lei non poté evitare di dargli corda.
Justin, dovremmo andarcene da qui” disse la bionda con voce quasi tremante.
Lui sbuffò ed annuì.
Uscirono svelti riportando i loro passi sul sentiero principale.
Di tanto in tanto gli passarono accanto dei ragazzini che chiacchieravano allegramente tra di loro, alcuni di essi, vedendo le loro mani perfettamente intrecciate l’una con quella dell’altro, si lanciavano occhiate quasi schifate e i due biondini non poterono far altro che ridere.
Non sanno cosa si perdono” disse lei avvicinandosi a lui e baciandolo sul collo facendolo rabbrividire leggermente.
 
Non so te, ma io ho fame” esclamò Justin trascinandola verso un invitante tavolo colmo di cose da mangiare.
Ma pensi sempre a mangiare?” domandò lei fingendosi seccata.
A me non interessa rimanere in linea, come vedi, sono già perfetto!
Becky gli tirò un piccolo pugno sulla spalla e poi lo seguì senza dire null’altro.
 
Lui era fin troppo occupato a riempirsi il piatto e a mangiare qualsiasi cosa vi fosse all’interno per prestare attenzione a chi si era avvicinato a loro.
Non vorrei fare la guastafeste ma…” quella voce al momento estranea fu interrotta da una delle solite risposte pronte della bionda: “Ma lo stai facendo!
Becky!” la rimbeccò lui che a quanto pare non si era fatto sfuggire la conversazione.
La bionda gli lanciò un’occhiata interrogatoria non capendo il perché avesse preso le difese di Emily.
Quest’ultima si allontanò velocemente così com’era arrivata lasciando di nuovo soli i due ragazzi.
Si può sapere che ti prende?” domandò lei insistentemente
Perché devi essere così antipatica con tutti?” chiese lui di rimando abbandonando il piatto quasi vuoto sul tavolo e allontanandosi di una manciata di passi da esso.
Da quando ti sta così simpatica la mocciosa?
Circa da quando…” ma non terminò la risposta che la bionda attendeva tanto.
Continua” lo invitò lei.
Oh andiamo! Mi ha dato le chiavi del vostro alloggio, avrà sicuramente capito che ero nascosto nell’armadio e non ha detto niente. Non hai motivo di rimanerle così ostile
Forse lui ormai non aveva motivi, Becky invece sì. Poco le importava se aveva contribuito a farli restare soli per quella mezz’ora scarsa. Non era successo niente, anzi, era persino venuta a disturbare.
Un altro valido motivo, secondo lei almeno, era la convinzione che a quella ragazzina continuasse a piacere Justin e a Becky la cosa non andava a genio.
 
Dopo la conversazione non ultimata tra lei e Justin, Becky si diresse verso il suo alloggio, non appena aprì la porta di esso vi trovò solo disordine.
Gran parte della camera era sottosopra; gran parte sì, solo gli oggetti che appartenevano a Becky erano stati buttati dovunque per tutto il perimetro di quelle quattro mura.
Prima di toccare qualsiasi cosa, estrasse il cellulare dalla piccola tasca del vestito e chiamò Justin.
 
Credendo che la bionda volesse continuare la conversazione lasciata incompiuta di poco fa, Justin non rispose, rifiutò la chiamata e ripose il cellulare esattamente dov’era.
Becky tentò ancora e questa volta il biondo si degnò di rispondere: “Che vuoi?
Vieni subito al mio alloggio!” le ordinò lei uscendo da esso e terminando la chiamata prima che lui potesse ribattere.
 
Cinque minuti più tardi, Becky intravide la figura di Justin avvicinarsi a lei, “Beh? Che c’è?” sbottò lui.
La bionda spalancò la porta alle sue spalle facendogli segno di entrare e così fece.
Ma che è successo qui?” domandò lui voltandosi verso di lei. “E questo?” continuò poi afferrando un foglio attaccato con lo scotch sull’anta dell’armadio.
Fa vedere” aggiunse lei strappandoglielo di mano.
Quel foglio di quaderno recava la scritta: “Ti do un avvertimento bionda: non metterti contro di me. Quel che vedi è solo un assaggio di ciò che potrei fare.
 
I due biondi si voltarono contemporaneamente a guardarsi uno negli occhi dell’altra, cercando, invano, una risposta a quello strano gesto.


Author's note:
Sììì dopo una settimana arrivo anche io ad aggiornare. Ci ho messo tanto tempo per una cacchetta del genere çç
Perdonatemi.
Un momento.
Fermi, fermi, fermi: 10 recensioni?
Scherziamo? Siete meravigliose, Dio mio. Giuro!
Non ne avevo mai viste tante ad un capitolo prima d'ora *-*
Soprattutto perché ero straindecisa su come descrivere quel capitolo e voi mi avete fatto 35910 complimenti. Vi amo.
Ok, la smetto.
Grazie mille, siete favolose! E poi vogliamo parlare di tutte quelle adorabili personcine che hanno inserito la storia tra le preferite e le seguite? Vi amo! (Ok, l'ho già detto)

Giuro, me ne vado ora haha.
Ah un'ultima cosa prima che me ne dimentichi: Se a qualcuno questa storia interessa (spero a parecchi LOL) se mi lasciate il vostro nickname di twitter vi  tweetto quando continuo :)
fatemi sapere!

Alla prossima!
Much Love,
Giulia

@Belieber4choice
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(e come spesso dice una mia amica: facciamoci pubblicità, massì LOL)

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Capitolo 21
*** 21. I don't know who should I believe. ***


21. I don’t know who should I believe.

 
Dopo aver esaminato attentamente quel foglio, Becky spostò lo sguardo su Justin.
Non penserai davvero che sia stata lei?!” le disse il biondo quasi rimproverandola di quel suo pensiero.
Justin, è palese che sia stata lei!” sbottò la bionda alterandosi sempre più.
Becky, smettila per favore. Non hai le prove
Adesso la difendi?” sbuffò sonoramente lei allontanandosi da lui e lasciandosi andare sul letto alle sue spalle.
Pensala come vuoi” e detto questo uscì dalla stanza chiudendo, o meglio, sbattendo la porta dell’alloggio.
 
Trascorse interi minuti, forse quasi un’ora sdraiata su quel letto, aveva sicuramente perso la nozione del tempo. Guardava ripetutamente il display di quel cellulare che non aveva nessuna intenzione d’illuminarsi per annunciarle un nuovo messaggio: ‘Perché accidenti non mi crede? E’ stupido forse?’ domandò a se stessa e non una sola volta.
Pochi istanti più tardi la porta di quell’alloggio si aprì celando la figura di Emily illuminata da un sole che di lì a poco sarebbe tramontato: “Ma che è successo qui?” domandò fingendosi sorpresa, la piccola ragazzina.
Non lo so, dillo a tu a me” esclamò Becky alzandosi in piedi e posizionandosi a braccia conserte davanti a lei.
Non crederai che…” ma fu bloccata dallo sguardo fulmineo che la bionda le aveva appena lanciato: “Okay, sono stata io” confessò infine;
Perché?
Era solo uno scherzo
Già… Stupida io che non l’ho capito” borbottò a bassa voce sdraiandosi nuovamente sul letto e dando le spalle ad Emily.
Era solo uno scherzo, ma chi voleva prendere in giro? C’era ben altro sotto, ma la bionda preferì chiudere lì quell’insensata conversazione.
Dai, non te la prendere. Metto in ordine io
Come minimo” sussurrò, ma la ragazzina non la udì.
 
Mentre Emily rimetteva tutto perfettamente in ordine, Becky non aveva smesso un solo istante di torturare il suo cellulare, accendeva e spegneva il display nervosamente.
La ragazzina lo notò e le disse: “C’è qualcosa che non va?
No, figurati. Trovo sia quasi normale che la mia compagna di stanza metta a soqquadro ogni singolo oggetto che mi appartiene
A parte questo?
Niente” mentì lei sbuffando.
Intendevo con Justin” ribatté Emily chiudendo l’anta dell’armadio nella quale aveva appena riposto l’ultima maglietta di Becky.
La bionda fece spallucce, non le andava proprio di intavolare una discussione con lei riguardo a Justin. Non si fidava di quella ragazzina, per niente.
Per caso ha promesso anche a te che si trasferirà nella tua città?” continuò poi appoggiando la schiena all’armadio.
Becky si limitò a guardarla di sbieco per poi aggiungere: “Che vuoi dire?
L’anno scorso ha promesso a una ragazza di Los Angeles che si sarebbe trasferito in California una volta finito il campus” disse tranquilla Emily giocherellando con il suo cellulare.
Dio mio. Emily smettila!” sbottò furiosa Becky alzandosi svelta da quel letto ed uscendo dall’alloggio lasciando Emily completamente sola.
 
Non ne poteva più di sopportare ancora la vista di quella ragazzina, la stava mandando su tutte le furie ed era lei l’unico motivo per cui avrebbe voluto che quella sottospecie di vacanza terminasse in fretta.
Dall’altra parte, però, c’era la consapevolezza di dover rinunciare, almeno per un po’, a Justin.
Sebbene era sicura che quanto detto da Emily non era assolutamente vero, una parte del suo cervello non poteva fare a meno di dar peso a quelle parole: per eliminare ogni dubbio avrebbe benissimo potuto dirlo a Justin, ma solo il cielo sapeva come avrebbe reagito se fosse stata nuovamente nominata Emily.
Si diresse alla grotta, sperando di restarci a lungo da sola, ma non fu così. Pochi istanti più tardi Justin fece capolino all’interno di essa, sorprendendosi di trovarla lì.
Che lavoro fa tua madre?” le chiese Becky mantenendo lo sguardo abbassato
Cosa?
Ti ho chiesto che lavoro fa tua madre
L’arredatrice, perché?” domandò di rimando lui e senza aspettare che la bionda rispondesse, aggiunse: “Aspetta un momento: hai parlato con Emily, non è vero?
Ma come accidenti fa a saperlo?’ si domandò Becky e nel frattempo annuì.
Quando la smetterai di dar peso a tutte le stronzate che ti dice?” sbottò furioso lui camminando avanti e indietro per quanto il piccolo perimetro della grotta potesse permettergli.
E lei come sa che tu ti trasferirai?
Gliel’ho detto io!
Perché?
Ma lui non rispose, la guardò un’ultima volta prima di voltarsi ed uscire da quella piccola grotta.
Tanto perché tu lo sappia, è stata lei a mettere in disordine l’alloggio!” gli urlò Becky da dentro la grotta, ma non fu tanto sicura che lui potesse sentirla.
 
Se fosse stato possibile, a Becky diede ancora più fastidio il fatto che ogni singola cosa aveva o avesse tentato di farle Emily in futuro, sarebbe stata impunita e fin’ora l’unica ad aver passato guai era stata lei e non solo quando aveva rischiato di essere rispedita a casa.
 
Sebbene indirettamente, stava tentando in ogni modo di far nascere litigi tra i due e non mancava ormai molto alla fine di quelle sei settimane.

Author's Note:
Bene, dopo una settimana ho aggiornato. Lo so, dovevo aggiornare un po' prima, ma il tempo vola quando non ci si diverte (?)
So anche che è un po' corto questo capitolo, il prossimo prometto sarà più lungo e spero anche di postarlo entro la fine di questa settimana.
Aggiungo anche che non so quanti altri capitoli manchino per la fine di questa storia, solo vi dico che  non manca tantissimo prima che finisca.
Ok, non dico nulla riguardo al capitolo dato che mi hanno ammonito che lo definivo ogni volta una cacchetta, non dico nulla e lascio a voi i commenti :)
Grazie per le recensioni, siete stupende ♥

Oh dimenticavo, ho scritto una one-shot, se  vi  va di leggerla, questo è il link :)

http://efpfanfic.net/viewstory.php?sid=971868&i=1

Alla prossima!
Much Love,
Giulia

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Capitolo 22
*** 22. Hey girl, don't worry, I love you. ***


22. Hey girl, don’t worry, I love you.

 
Erano trascorse ormai diverse ore da quando la bionda aveva abbandonato, delusa, la grotta.
Stava ripercorrendo per la terza volta lo stesso sentiero, gli stessi passi, cercando di concentrarsi su pensieri completamente estranei a quanto accaduto con Justin, ma qualsiasi cosa sulla quale posasse lo sguardo le ricordava lui, Emily e quella maledettissima cognizione di sapere che il tempo stava per scadere.
Mancava una settimana, una settimana esatta e sarebbe tutto finito.
Ormai, nemmeno lei era convinta che Justin si sarebbe trasferito a New York, lo sperava e non lo negava, ma non ne era affatto convinta e ciò la distruggeva.
 
Hai intenzione di non parlarmi per un’altra settimana?
Una voce alle sue spalle, una voce conosciuta fin troppo bene le impedì di compiere un solo passo verso una meta sconosciuta.
Becky si limitò a scuotere la testa.
Guardami negli occhi quando ti parlo” continuò lui mantenendo un tono di voce fermo e allo stesso tempo pacato.
Proprio quello che la bionda avrebbe voluto evitare, aveva quasi paura di incontrare nuovamente quegli occhi color nocciola così arrabbiati fino a poco prima.
Lentamente la bionda voltò il capo verso Justin fino ad incontrare pienamente i suoi occhi.
Allora?” la incitò nuovamente lui abbozzando un sorriso, un sorriso che però Becky non accolse e portò nuovamente lo sguardo verso il suolo.
Il biondo cercò di attirare la sua attenzione sollevandole il capo ponendo due dita sotto al mento, avvicinandosi sempre più al suo volto, appoggiò le labbra su quelle rosee di lei.
Becky non poté far altro che concedergli quel bacio, forse era convinta quanto lui che le parole non avrebbero mai riempito quel piccolo vuoto che si stava facendo spazio tra i due.
Avvolse entrambe le braccia attorno al collo di Justin, lui, invece con le sue, le circondò la vita facendola sentire protetta, o almeno era ciò che Justin sperava di farle provare.
 
Non hai risposto alla mia domanda” le disse lui desideroso di una risposta.
Sarei una stupida se così facessi, non ti pare?” chiese lei di rimando.
Saresti una stupida persino se ascoltassi tutto ciò che ti dice Emily
La bionda corrugò la fronte in un’espressione di massimo disappunto e lui in tutta risposta ridacchiò.
Non ci trovo proprio niente da ridere” sbottò lei fingendosi offesa
Sai cosa intendo, Becky. Non ti devi preoccupare: ti ho promesso che mi sarei trasferito a New York ed è esattamente quello che farò.
Ma…
Niente ma. Credo sia normale che Emily faccia di tutto per farci litigare. Io le piaccio e da parecchio anche, ma non può mettersi in mezzo tra di noi. A me piaci tu, non lei. Riesci a capirlo almeno questo?” le domandò lui cingendole i fianchi e mantenendo quel sorriso che, a sua insaputa, la faceva impazzire.
Becky annuì debolmente, ma convinta di ciò.
 
Odiava Emily, forse l’odio era un sentimento fin troppo grande persino per lei, ma era ormai sicura di aver raggiunto l’apice e non riusciva a trovare alcun espediente per non provare ciò. Ad impedire di concentrarsi esclusivamente su quella ragazzina e su tutto ciò che avrebbe potuto fare per evitare qualsiasi tipo di contatto con lei, era Justin.
Se ne sarebbe andata da tempo se solo non l’avesse incontrato e se solo fosse accaduto tutto quello con lui.
L’unica ragione che l’aveva fatta rimanere rinchiusa in quel campus per cinque settimane era Justin.
 
Insieme, con le dita delle mani intrecciate l’uno con quella dell’altra, si diressero verso l’alloggio di Justin dove lui era pienamente sicuro fosse stato deserto.
E’ così fu.
 
 
 
Una volta chiusa a chiave la porta, il biondo si buttò sul letto lasciando un abbondante spazio per Becky che di lì a poco lo raggiunse sdraiandosi accanto a lui.
Perché siamo venuti qui?” domandò lei spostando lo sguardo verso il suo che fissava insistentemente il soffitto.
Ero stanco di stare fuori e poi volevo stare da solo con te” rispose lui.
A quelle parole Becky sorrise, lui invece rimase serio.
 
Dimmi una cosa, ti fidi di me?” domandò lui dopo interminabili istanti di silenzio
Perché questa domanda?” chiese lei di rimando
Perché mi è parso di capire che non è così, Becky” spostò tutto il suo corpo verso di lei incrociando ancora una volta quegli occhi dello stesso colore dei suoi.
Io mi fido di te, Justin
Non mi pare se ti fai abbindolare da una ragazzina
Ancora con questa storia?” sbottò alterata lei.
 “Non ti sto mentendo, non ti ho fatto promesse che non manterrei. Dio, Becky, ho fatto l’amore per la prima volta con te. I-io… Non so più come dirtelo” esclamò lui gesticolando animatamente con entrambe le braccia, com’era solito fare quand’era nervoso e spostandosi di poco da lei.
Ma c’era di più, c’è altro oltre a quelle parole che avrebbe voluto aggiungere, ma non ne ebbe il coraggio e di questo se ne pentì.
Becky l’aveva capito, lei sapeva ciò che avrebbe voluto dirle, lo sapeva perché era quasi sicura di provare la stessa cosa, era arrivata alla conclusione che ciò che c’era tra loro era amore.
Il biondo fissava insistentemente il vuoto avanti a lui, troppo confuso per reggere lo sguardo di lei che ora era tornato ad essere quello fiero di sempre.
La bionda si avvicinò decisa a lui, portò entrambe le braccia attorno al suo collo e gli diede un bacio su di esso facendolo rabbrividire.
E non fu l’unico bacio che il biondo ricevette, dal collo passò alla guancia fino ad arrivare all’angolo della bocca.
Che hai in mente?” le domandò lui facendo comparire un sorriso su quel volto che fino a poco prima era imbronciato.
Becky gli sorrise maliziosamente; entrambi sapevano ciò che di lì a poco sarebbe successo e nessuno dei due aveva la benché minima intenzione di opporre resistenza.


Author's Note:
Vengo in pace!
Ci ho messo solo sei giorni dai. Ok, è tanto ma alla fine ce l'ho fatta.
Ahimé non manca molto alla fine della storia ma non vale la pena di pensarci adesso.
Spero vi sia piaciuto, in ogni caso fatemelo sapere con una recensioncina (?) se non chiedo troppo :3
Il vostro parere è tres tres tres important per me (momento francese, in questi giorni sono fissata, ma passerà LOL)

Oh dimenticavo: se avete tempo e voglia, c'è un'altra mia storia (che forse alcune di voi già stanno seguendo) e una one shot.
Io vi posto i link poi fate voi se avete voglia di darmi un vostro parere :)
Effe effe: 
http://efpfanfic.net/viewstory.php?sid=914642&i=1
One shot: http://efpfanfic.net/viewstory.php?sid=971868&i=1
Ok, me ne vado.
 
Alla prossima!
Much Love,
Giulia

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Capitolo 23
*** 23. What are you looking for? ***


23. What are you looking for?

 
Becky sentiva il suo cuore battere all’impazzata ogni qualvolta che Justin la sfiorava ed ora che i loro corpi erano diventati una cosa sola, quell’organo involontario sembrava avesse intenzione di uscirle dal petto e per il biondo la cosa non era tanto diversa.
Sai cosa sei?” le chiese affannosamente Justin tra un bacio e l’altro, lei scosse la testa ripetutamente.
Sei la cosa più bella che sia mai stata mia
All’udire quella parole Becky non poté che sfoggiare uno dei suoi migliori sorrisi ed in tutta risposta si avvicinò pericolosamente alle labbra del biondo rubandogli uno dei baci più intensi e passionali che gli avesse mai concesso.
 
Quando mi trasferirò, sarai così gentile da concedermi un bacio ogni qualvolta che lo vorrò?” domandò il biondo senza avere la minima intenzione di far scomparire l’atmosfera che tra loro si era creata.
Esagerato, addirittura ogni volta che vorrai? Non ti sembra di chiedere troppo?” scherzò lei.
A me sembra di chiedere fin troppo poco” ridacchiò lui e provocandola nuovamente con uno di quei suoi sguardi maliziosi e baci che lei appositamente rifiutava, solo per il gusto di farlo impazzire sempre di più.
I loro corpi si unirono nuovamente.
A nessuno dei due importava di ciò che stesse accadendo al di fuori di quel piccolo alloggio.
Il cielo aveva improvvisamente iniziato a tuonare e la pioggia fitta picchiettava sui vetri provocando un rumore quasi piacevole e a loro questo non importava comunque.
Non avevano nemmeno considerato il fatto che i due compagni di stanza di Justin avessero potuto entrare in quella piccola casetta da un momento all’altro.
A Becky venne da ridere al solo pensiero.
Perché ridi?” le domandò il biondo
E se adesso entrassero i tuoi compagni di stanza? Ti immagini le loro facce?
Io immagino più che altro la mia faccia quando mi troveranno avvinghiato a te. Non hai paura del fatto che possano vederci… così?
Lei scosse la testa e si lasciò andare in una rumorosa risata lanciando anche una fugace occhiata ai loro vestiti accatastati sul pavimento accanto al letto.
Sei pazza” le disse lui sorridendole e perdendosi nuovamente in quei suoi occhi.
Sì, di te” aggiunse lei avvolgendo le braccia attorno a lui e mordendogli delicatamente il labbro inferiore.
 
Bellissima bionda, quanto mi terrai ancora sotto alle tue dolcissime sgrinfie?” le sussurrò il biondo all’orecchio.
Non dirmi che sei già stanco” lo rimbeccò lei e Justin prontamente scosse la testa: “Io stanco? Non sai chi hai davanti, bionda.
 
Quella conversazione non stava avendo il minimo senso eppure i due si divertivano così a provocarsi, a stuzzicarsi e, anche se inconsapevolmente, ad amarsi.
 
Passarono interi minuti prima che la bionda si decise a staccarsi da lui, sebbene Justin fosse sfinito, ne rimase leggermente deluso.
Che c’è? Non eri stanco?” ridacchiò lei mentre s’infilava pantaloncini.
Mai detto io” ribatté lui allacciandosi i pantaloni e ributtando sul letto la sua maglietta. Era rimasto come incantato a guardarla dal dietro mentre lei era impegnata a trovare il verso giusto di quella maglia.
Sì avvicinò lentamente, ma a passo deciso verso di lei cingendole i fianchi e baciandole il collo. Le sue labbra s’incollarono alla pelle liscia e morbida di lei lasciandole poi, una volta ultimato il bacio, un lieve segno rossastro sul collo.
Becky rimase immobile, piccoli brividi le percorsero la schiena ora che lui gliela stava accarezzando con le dita.
Il suo tocco scivolava libero lungo la sua schiena intralciato solamente dall’allacciatura del reggiseno che questa volta non slacciò.
Justin la strinse a sé facendo aderire al suo petto la schiena di lei; Becky portò entrambe le braccia attorno al collo di lui e voltò il capo ritrovandosi a pochi millimetri di distanza da quelle sue labbra desiderose di altri baci.
Baciami” le sussurrò lui. La bionda sorrise e poi scosse la testa.
Credo di meritarmeli” aggiunse poi, “Devo stabilire io se te li meriti oppure no” ribatté Becky divertita.
Quante storie che fai” sbuffò Justin e senza dar peso a quanto detto da lei, con una mano poggiata sulla sua guancia, avvicinò le labbra a quelle della bionda e il tutto venne coronato dall’ennesimo bacio.
 
Quasi mezz’ora più tardi la pioggia cessò ed entrambi uscirono da quell’alloggio imboccando strade diverse.
Justin si diresse verso il campo da tennis e Becky verso il suo alloggio: poco prima di entrarvi incontrò Emily che la fissava con uno sguardo al quanto compiaciuto.
Riconosci questo?” le chiese la ragazzina mostrando alla bionda un portachiavi a lei famigliare.
E’ di Justin” si affrettò a risponderle Becky “Dove lo hai trovato?
Nel nostro armadio” ribatté l’altra.
E’ impossibile!
No, non direi. E sai com’è finito lì dentro?
Becky scosse la testa, ma in realtà lo sapeva.
Il tuo Justin” pronunciò storcendo le labbra in una smorfia “Si è nascosto nel nostro armadio e io so perché
Quant’è odiosa!’ pensò Becky, ma nonostante avesse fatto bene a rimanere zitta, si apprestò a dirle: “Non credo siano affari tuoi quello che faccio con Justin
Emily rimase immobile e leggermente ferita da quelle parole; avrebbe dato qualsiasi cosa pur di trovarsi nei panni di Becky, pur di avere Justin per sé anche solo per poco, avrebbe fatto di tutto, ma questo la bionda non glielo avrebbe mai concesso.
E’ questo il motivo per cui hai rovistato tra la mia roba?” domandò Becky.
La ragazzina annuì debolmente mantenendo però lo sguardo severo posato sulla sua interlocutrice.
Complimenti” aggiunse la bionda “Cosa speravi di risolvere? E non mi riferisco solo allo scherzo che mi hai combinato: mi riferisco a tutto, Emily.
Ma lei non rispose, non ribatté perché non aveva la più pallida idea di cosa dirle.
Un ultima cosa: se hai intenzione di cambiare atteggiamento prima che il campus finisca, fammelo sapere” e detto ciò, Becky sì allontanò.


Author's Note:
Hey là :D
Questa volta sono stata brava perché ho aggiornato dopo pochi giorni, non so cosa ne sia uscito però LOL

Fatemi sapere che ne pensate :)

Ma voi siete meravigliose! 8 recensioni più tutte quelle che hanno inserito la storia tra preferite/seguite/ricordate.
Grazie ♥
Oh quasi dimenticavo: Auguri a tutte le donnine :3


Alla prossima!

Much Love,
Giulia

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Capitolo 24
*** 24. You will find someone else who can love you too. ***


24. You will find someone else who can love you too.


Quell’ultima settimana fu in assoluto quella che trascorse con la maggiore velocità, tanto che i due non avevano ancora pienamente realizzato che quella sarebbe stata la penultima serata da passare insieme.
Justin, ti rendi conto che domani sarà l’ultimo giorno?” chiese distrattamente la bionda fissando il cielo ormai prossimo a lasciare spazio a centinaia di stelle.
Entrambi erano sdraiati l’uno accanto all’altro su di un morbido prato non troppo distante dal campo da tennis.
Purtroppo sì, me ne rendo conto. Credo che mi mancherai
Come credi?” sbottò lei ironizzando. E dato che lui non la degnò di risposta, si sollevò da terra appoggiandosi sui gomiti ed iniziando a guardarlo con aria di finta sfida.
Non è un addio, lo sai questo?
Lo spero” sospirò la bionda.
Becky” la richiamò lui.
Lei voltò completamente il suo sguardo fino ad incrociare gli occhi di lui, “Te l’ho promesso e sarà così”.
La bionda sorrise sdraiandosi nuovamente accanto a lui.
 
Come passerai il resto dell’estate?” le domandò Justin.
Molto probabilmente andrò al mare con Abbey
E ci saranno dei ragazzi?” ora gli occhi di Justin si erano ridotti a due piccole fessure.
No, perché mai? E’ una località per sole ragazze!” lo schernì lei scoppiando poi in una leggera risata.
Come sei simpatica” borbottò lui
Sei geloso per caso?
Io? Non so cosa sia la gelosia
La gelosia provoca un tremendo fastidio quando qualcuno di inopportuno si avvicina un po’ troppo alla persona che ci piace.
Con un po’ troppo, intendi tanto così?” sussurrò lui avvicinandosi pericolosamente alle labbra di lei.
Esatto proprio così” annuì lei annullando del tutto la distanza tra i loro volti e allacciando le labbra con quelle di lui.
 
Grazie a Dio dovrò sopportare queste smancerie solo per un altro giorno ancora
E come potevano entrambi non riconoscere quella voce così stridula e fastidiosa?
Era nuovamente Emily, ferma immobile e con le braccia incrociate davanti al petto li fissava con un’espressione mista tra disgusto e disapprovazione dipinta in volto.
Becky sbuffò sonoramente alzando gli occhi al cielo, poi si voltò verso di lei e finse di sorridere, ma la cosa le riuscì male.
Dopo essersi accertata che lo sguardo della ragazzina fosse ancora posato su di loro, Becky avvicinò nuovamente il suo viso a quello di Justin regalandogli un altro bacio, questa volta più intenso e decisamente più passionale.
Quando quel gesto terminò, la bionda si voltò nuovamente verso Emily pronta a far comparire sul suo volto un sorriso ben fatto e compiaciuto.
Ma quando vide che i suoi occhi erano umidi e quindi prossimi a rilasciare alcune lacrime, la voglia di sorriderle in modo beffardo scomparve del tutto.
La ragazzina si allontanò svelta lasciando parecchio perplessi i due ragazzi;
Becky si alzò, decisa a raggiungerla.
E adesso dove vai?” le chiese Justin
A parlarle
Perché?
Non chiedermelo, prima che possa cambiare idea” e detto ciò imboccò il sentiero e seguì Emily.
Poco dopo la trovò accovacciata sopra una roccia con il viso affondato tra le sue braccia.
Perché piangi adesso?” le domandò la bionda con tono dolce.
Io non sto piangendo!” sbottò l’altra nascondendo meglio che poté i singhiozzi.
Sul serio?” chiese Becky avvicinandosi ancora di più a lei e asciugandole una guancia con l’indice.
La ragazzina si ritrasse immediatamente quando sentì il suo tocco e poi sbottò: “Che vuoi? Non hai da fare con il tuo ragazzo?
Tecnicamente sì, ma non sono così stronza da non considerare affatto una persona che piange probabilmente a causa mia.
La colpa non è tua” biascicò Emily.
E allora di chi? Di Justin?” ironizzò Becky ed in tutta risposta l’altra scosse la testa ripetutamente, “Mia” sussurrò.
Non farne un dramma, non è l’unico ragazzo sulla Terra. Chissà quanti ce ne sono dalle tue parti o nella tua scuola
Un branco di poppanti ecco cosa c’è: hanno la mia età, ma sembrano del tutto senza cervello!
Che classe fai?
Seconda media
Ecco, potresti puntare ad uno di terza, no?” le sorrise la bionda.
Emily annuì sorridendo a sua volta e poi aggiunse: “Perché sei venuta qui a parlare con me? Non eri tu che dovevi cambiare atteggiamento, ma io
Qualcuno doveva pur cominciare, no?” e detto questo Becky si allontanò lasciando la ragazzina leggermente confusa, ma sicuramente più sollevata.
 
Ebbene?” la istigò il biondo vedendola tornare da lui.
Nulla, abbiamo parlato” rispose vaga Becky
Di cosa?
Cose da donne
Emily è una donna?
Scemo!” sbottò lei tirandogli un piccolo pugno sul braccio.
 
Camminarono senza una metà per buona parte di quella serata, Justin non aveva nessuna intenzione di staccare la sua mano da quella di lei e Becky di tanto intanto si soffermava incantata a fissarlo mentre lui le parlava.
Le sarebbe mancato e non poco. Avrebbe giurato di non aver mai provato un sentimento tanto forte per qualcuno.
Sei settimane prima vedeva in quel ragazzo mille e più difetti: lo trovava inopportuno, antipatico e per di più odiava il fatto che sin dal primo momento avesse messo gli occhi su di lei.
Ma ora, invece, avrebbe dato qualsiasi cosa pur di poter fermare il tempo e godersi quei suoi occhi nocciola puntati su di lei. Quei mille difetti si erano dissolti come fumo e se solo non fosse stata così pienamente orgogliosa di sé, glielo avrebbe detto.
Le parole servivano a ben poco, lui sapeva com’era fatta Becky.
Era sicuro sin dal primo istante che sarebbe diventata completamente sua e così è stato.
 
Cos’è questa confusione?” domandò la bionda.
Quasi tutti gli animatori, se non tutti, erano impegnati ad addobbare, in modo secondo lei strano, l’interno campo da tennis.
Non lo sapevi?” disse di rimando Justin “Domani c’è una sottospecie di festa d’addio
Una che cosa?” la bionda storse il naso.
La fanno ogni anno, ma quest’anno non credo che parteciperò
E perché mai?” domandò lei stupita.
Perché domani sera io starò con te” rispose lui facendole l’occhiolino.


Author's Note:
Dopo neanche una settimana eccomi qua, non sono pienamente convinta del risultato di questo capitolo, ma ormai il danno è fatto.
'Chissà che succederà l'ultima sera eheh'
Dico solo che non manca poi tanto alla fine, uno o al massimo due capitoli.
*Appare gente che festeggia* (Spero di no LOL)

PS: Una mia nuova piccola (per ora) effe effe, se vi va, date un'occhiata ^^

http://efpfanfic.net/viewstory.php?sid=987112&i=1

Okay, me ne vado.
Ah dimenticavo: io e alcune mie amiche abbiamo fatto un video cover di Call me maybe, ecco il link https://www.youtube.com/watch?v=EyUtsHZHAP4&list=HL1331735183&feature=mh_lolz

Alla prossima!
Giulia ♥
@Belieber4choice on twittah

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Capitolo 25
*** 25. Are we leaving? ***


25. Are we leaving?.
 
 
Il pomeriggio seguente…
 
Non avendo intravisto nemmeno l’ombra del biondo, Becky si diresse verso il suo alloggio, ma poco prima di entrarci, fu ostacolata da due piccoli individui.
 
Hey, le ragazze non sono ammesse qui!” la riprese con sguardo serio un ragazzino biondo
Sta zitto, Gabe! Tu sei ammessa, tesoro” ribatté l’altro, castano, tirando una lieve gomitata al braccio dell’amico.
La bionda finse un sorriso e quando fece per salire le scale, il ragazzino che le aveva rivolto la parola per ultimo, la bloccò nuovamente: “Questo è il mio biglietto nel caso in cui ti servisse un ragazzo
La ragazza afferrò il piccolo biglietto da visita, così sembrava, scritto a mano e trattenne a stento una risata: “Sì, magari ti chiamo tra… sette anni?” ironizzò lei azzardando che l’età di quel ragazzino doveva essere di poco inferiore a quella di Emily.
Ti saprò aspettare, bambola” ultimò lui e pochi istanti più tardi si allontanò in compagnia dell’amico.
La bionda scosse la testa lasciandosi andare in una piccola risata poco prima di aprire, senza bussare, la porta dell’alloggio di Justin.
Quando vi entrò, notò il biondo indaffarato a sistemare tutti suoi effetti personali all’interno di una grossa valigia.
Justin, che stai facendo?
Non lo vedi da te?” rispose di rimando con tono brusco.
Lei si avvicinò cautamente a lui dopo aver chiuso la porta alle sue spalle e cercando di incrociare il suo sguardo distratto, gli chiese: “Justin, che succede?
Niente, perché?
La bionda si limitò a sbuffare sonoramente, lui non la calcolò affatto.
Trascorsero quasi due ore: lei seduta su uno dei due letti occupati precedentemente dai compagni di stanza di Justin, lui intento a riporre gli ultimi vestiti all’interno del bagaglio.
Il sole stava ormai raggiungendo il retro della montagna e Becky era stanca di dover trascorrere, anzi sprecare, tutto quel tempo chiusa in quelle quattro mura.
Afferrò velocemente il polso di Justin e, trascinandoselo dietro, uscì da quell’alloggio.
Hey, avrei delle valigie da riempire!” sbottò arrestando i suoi passi, ma non appena ebbe terminato quella frase, Becky gli tirò uno schiaffo sulla guancia sinistra.
Sei impazzita per caso?” sbottò nuovamente lui massaggiandosi la gota appena colpita.
Lei non rispose, ma mantenne lo sguardo serio e forse un po’ irato puntato su di lui.
 
Justin abbassò il capo. Pochi istanti più tardi afferrò la mano di Becky facendo intrecciare perfettamente le loro dita e senza dire nulla iniziò a camminare verso una meta da lei sconosciuta.
Ora che l’azzurro del cielo pomeridiano aveva lasciato spazio al blu quasi intenso e colmo di bianchi piccoli puntini della sera, i due sedevano in cima ad una collinetta situata poco più lontano dalla loro piccola grotta.
Nessuno dei due aveva proferito parola da quando si erano allontanati dall’alloggio di Justin e Becky aveva evitato di porgli altre domande.
Si era limitata a sedersi accanto a lui ed a restare immobile mentre il suo braccio le cingeva le spalle.
Sono sicura che se non fossi venuta io, tu avrei passato tutta la giornata chiuso là dentro e per di più senza calcolarmi… Ah no, quello invece lo hai fatto” biascicò lei dopo tanti, forse troppi, minuti di silenzio.
No, non è vero
Oh sì invece” ribatté lei tirando fuori dalla tasca della felpa il biglietto da visita che quel ragazzino le aveva dato.
Cos’è quello?” domandò Justin tralasciando la conversazione che lei aveva iniziato
Oh nulla” rispose lei scrutando attentamente quel pezzo di carta, non le importava, ma le piaceva quando lui insisteva nel farle domande di questo tipo.
Fammi vedere” insistette cercando di sottrarle il biglietto mentre lei, puntualmente, allontanava il braccio da lui.
Prima tu dimmi cos’hai, poi, forse, ti farò leggere il biglietto” lo sfidò lei;
Non sono sicuro che ne valga la pena
Io dico di sì.” No, non ne valeva affatto la pena, ma lui non lo sapeva.
D’accordo” sbuffò lui posizionandosi di fronte a lei.
 
Dallo sguardo che Justin le stava rivolgendo, capì che non avrebbe avuto nulla di buono da dirle ed il primo pensiero che le occupò la mente fu proprio inerente al fatto che lui a New York non si sarebbe mai trasferito.
Ma poi scosse la testa, probabilmente si sbagliava. Non avrebbe di certo aspettato tutto questo tempo per dirglielo, lei sapeva, in cuor suo, che non le avrebbe mai mentito. La amava giusto?
A quel pensiero sorrise, ma lo sguardo serio di lui fisso nei suoi occhi, fece scomparire all’istante quell’incurvamento all’insù che le si era appena dipinto in volto.
Brutte notizie?” domandò lei stanca di aspettare che lui continuasse.
Il biondo annuì e poi aggiunse: “Non credo sia sicuro, ma… Stamattina mi ha chiamato mia madre
E?” lo incitò nuovamente lei
E le ho chiesto un’ulteriore conferma riguardo al trasferimento” si bloccò, di nuovo.
Becky sbuffò sonoramente: “Dio mio. Justin, parla! Non bloccarti ad ogni frase.” Stava esaurendo quella poca pazienza che aveva, era evidente.
Mi ha detto che di sicuro non c’è nulla. Non so se mi trasferirò a New York quest’autunno

Author's Note:
Avevo detto che mancavano due capitoli (questo compreso) alla fine, giusto?
Okay, sbagliato LOL
Sono malvagia e magari vi dispiacerà sapere che il prossimo capitolo non sarà l'ultimo.
Manca ancora un pochino, non troppo, ma sicuramente non un solo capitolo alla fine della storia.
Non ne sono pienamente soddisfatta, ma spero che mi facciate sapere che ne pensate :)
Vi adoro, tanto ♥

Much Love,
Giulia

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Capitolo 26
*** 26. Goodbye ‘Nowhere’. ***


26. Goodbye ‘Nowhere’.

 
Fammi capire: tu hai aspettato l’ultimo giorno per chiederle se effettivamente ti saresti trasferito a New York?” domandò la bionda cercando al meglio di mantenersi calma e pacata, cosa che purtroppo le riusciva male.
N-no, non esattamente” balbettò lui; la bionda prese a guardarlo con aria di sufficienza ed incrociando poi le braccia al petto.
Becky, te lo assicuro. Ne avevamo parlato prima di venire qui, era tutto certo” cercò di spiegarle lui.
Fantastico” ironizzò lei spostando lo sguardo da quello di Justin “Una bella notizia dell’ultimo minuto” continuò alzandosi da terra e allontanandosi da lui.
 
Fidati di me, troverò una soluzione” la raggiunse lui trattenendola per un braccio; “Voglio proprio vedere come farai” ribatté scontrosa lei spostando il capo verso il vuoto.
Justin le sollevò con due dita il mento, riportando nuovamente lo sguardo di lei immerso negli occhi di lui: “Mi ami?” le domandò.
In tutta risposta la bionda abbassò nuovamente la testa fissando il suolo sotto ai suoi piedi.
Rispondimi” insistette lui;
” rispose sicura lei riportando lo sguardo su di lui, su questo non aveva dubbi, sapeva perfettamente quali sentimenti nutriva verso di Justin.
Ed era strano che lui ancora non l’avesse capito.
Ma non vedo cosa possa c’entrare questa domanda, adesso
C’entra. Perché io provo la stessa cosa e farò di tutto per mantenere quella promessa
Ti credo” gli sorrise lei e così fece lui.
 
Pensavo che non lo avrei mai detto, ma non voglio partire domani” disse lei mentre insieme passeggiavano per le vie di quel campus; gran parte delle persone che lo frequentavano, erano impegnate alla festa di addio e quei sentieri erano disponibili solo per loro. Niente Emily, niente ragazzini urlanti, niente animatori: solo loro due.
Ed io non pensavo di poterlo sentir dire proprio da te” ridacchiò il biondo.
Sono seria, Justin” ribatté lei arrestando di colpo i suoi passi.
Volevo solo sdrammatizzare, non volevo di certo trascorrere l’ultima serata con te a deprimermi. Volevo… divertirmi, ecco” a quell’affermazione Becky sorrise. Afferrò la mano del suo ragazzo e cominciò a correre trascinandoselo dietro fino alla collina che poco prima li aveva ospitati e che ora stava dando spazio ad alcuni fuochi d’artificio proiettati nel cielo.
Perché siamo ritornati qui?” domandò lui scettico; la bionda si sedette sull’erba e lo costrinse a fare lo stesso.
Io continuo a non capire
Ma è normale, tu non capisci mai niente. Sei stupido” lo rimbeccò lei ridendo di gusto.
Ah io sarei stupido?
Lei annuì mantenendo dipinto sulle labbra quel sorriso che lui amava tanto. Senza dire una parola di più, Becky poggiò le mani sulle spalle del biondo facendolo sdraiare sul manto erboso e con un rapido movimento si posizionò, seduta, all’altezza della sua vita.
Qualcuno potrebbe vederci, lo sai questo?” le domandò lui portandosi entrambe le braccia dietro la testa.
Certo, lo so. Ma è l’ultima sera, che vuoi che m’importi di quello che potrebbero farmi? Non mi è importato i primi giorni, figurati se m’interessa proprio adesso” rispose beffarda lei avvicinandosi decisa al collo di lui e stampandogli un piccolo bacio. A quel gesto lui sorrise e con entrambi le mani le prese il volto appoggiando delicatamente le labbra sulle sue.
Fece scendere lentamente entrambe le braccia lungo la schiena di lei tenendola saldamente stretta a sé senza terminare quel bacio.
Era un bacio delicato, voluto, un bacio che ad entrambi sarebbe di sicuro mancato.
Con ancora le labbra di lui posate sulle sue, Becky si spostò al suo fianco, ancora stretta dalle sue braccia mentre lei con le sue gli avvolgeva il collo.
Pochi istanti più tardi percepì sulla sua guancia destra una goccia d’acqua. Il cielo era colmo di stelle, limpido, sicuramente quella goccia non proveniva da lassù. Lentamente Becky fece concludere quel bacio soffermando lo sguardo sugli occhi lucidi di lui.
Justin” le sussurrò lei mantenendo i visi ancora così vicini.
Velocemente lui si asciugò la gota umida e poi scosse la testa dicendo: “Non è niente” le sorrise.
Mi mancherai, lo sai?” aggiunse poi lui; lei annuì e questa volta alcune piccole lacrime fuoriuscirono dai suoi occhi, ma non le asciugò. Scorrevano libere, una dopo l’altra; era la prima volta che Justin la vedeva così, era convinto che quella ragazza non sapesse piangere, che non fosse minimamente in grado di esternare i suoi sentimenti, ma dovette ricredersi.
Non piangere” le sussurrò il biondo, ma nonostante avesse voluto ricacciare indietro quelle piccole gocce salate, queste inondavano le sue gote ed inseguito anche le mani di lui poggiate ora sul suo viso.
Vorrei non farlo, ma…” biascicò lei cercando di abbozzare un sorriso “Ma mi fai questo effetto, biondino” ultimò poi.
Nessuno dei due era realmente sicuro che quella collina fosse deserta, ma né a Becky né a Justin parve importare abbastanza per concludere quel momento.
Incuranti di tutto e di tutti, i loro corpi si unirono; temendo fosse per l’ultima volta, quel gesto fu pieno di passione e di amore, da parte di entrambi. Sembrava che il tempo si fosse fermato solo per regalargli qualche istante in più, solo per concedergli di vivere un altro po’ di quell’amore.
 
 
La mattina seguente…
 
Camminando mano nella mano con Justin, Becky si recò al suo alloggio per raccogliere le ultime cose ancora sparse per la stanza, lui fece poi lo stesso afferrando le sue valigie e, ripercorrendo per l’ultima volta quel sentiero, si recarono al punto di arrivo dove la maggior parte dei ragazzi era seduta ancora assonnata accanto ai loro bagagli.
 
La bionda si strofinò ripetutamente gli occhi cercando di scacciare il sonno che l’assaliva, per Justin non fu tanto diverso: nessuno dei due aveva dormito nel proprio letto la notte precedente.
Pochi istanti più tardi gli animatori iniziarono a chiamarli uno per uno facendoli dirigere verso i vari pullman.
Credo sia ora di andare” biascicò Becky dopo aver udito il suo nome, “Ricordati che non è un addio” le disse Justin dandole un piccolo bacio sulla fronte.
Lo so, è solo un ciao” le sorrise lei dandogli un bacio, questa volta sulle labbra.
 
Becky, aspettiamo solo te” la richiamò un’animatrice, “Devo andare adesso. A presto, Justin.
A presto piccola


Author's Note:
{If I was your boyfriend I'd never let you go}
Pubblicità occulta a quel tipo canadese LOL
Ed eccomi qua :)
Credo  che tra al massimo due capitoli dovremmo dire ciao ciao a questa storia,
ma credo sia ancora presto per parlarne.
Vi lascio ai commenti, ringrazio sempre chi mi recensisce e chi ha inserito la storia tra le seguite/preferite/ricordate e chi più ne ha più ne metta.
A presto bellezze :)

Much Love,
Giulia
@belieber4choice
on twittah

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Capitolo 27
*** 27. I'll be waiting on you. ***


27. I’ll be waiting you.
 
Così com’era arrivata, fu costretta a sedersi nuovamente sul sedile di quel pullman ed il caso volle che fu sempre lo stesso.
Sistemò la borsa sul sedile accanto al suo, nessuno avrebbe occupato quel posto semplicemente perché lei non avrebbe voluto vicino nessuno, o quasi.
Con il naso incollato al finestrino cercava di scorgere la figura di Justin un’ultima volta; fece per arrendersi quando notò un ciuffo biondo sporgere appena dal basso di quel pullman, proprio all’altezza in cui era seduta lei.
Sorrise a quel gesto e lui con lei.
Il biondo mimò con le labbra un “già mi manchi” e quando lei fece per rispondere, l’autista mise in moto il mezzo ormai pronto per imboccare quella lunga autostrada.
Con un debole cenno della mano lo salutò ancora, quel gesto che avrebbe preferito non compiere affatto e quando la sua figura risultò solo un piccolo puntino ai suoi occhi, Becky si decise a voltarsi definitivamente ed immergersi nel mondo della musica: un mondo che aveva lasciato completamente inesplorato per sei settimane.
 
Sebbene non fosse mai stata il tipo di ragazza amante della musica triste ed in un certo senso deprimente, si sentì quasi legata, ora, ad assaporarne le lente note mentre qualche lacrima si faceva spazio sul suo viso.
 
Si presentava un viaggio piuttosto lungo e dopo quasi un’ora passata a cercare la canzone adatta, si addormentò.
 
Hey che fretta hai?
La mia fretta è proporzionale alla voglia che ho di vedere ancora la tua faccia. Quindi se vuoi scusarmi, ora devo andare
Credo che io e te siamo partiti con il piede sbagliato
 
Un sorriso involontario comparì sul suo viso ripensando a quella loro conversazione avuta sei settimane fa. Com’erano cambiate le cose da allora, lui era riuscito nel suo intento e l’aveva fatta sua. Di questo non se ne pentì affatto: da quella che si prospettava un’angosciante tortura dalla quale scappare al più presto, si era rivelata un’esperienza da rivivere e che ora le mancava terribilmente.
 
Becky? Becky, svegliati” una voce femminile giunse alle sue orecchie mentre si sentì scuotere un braccio lievemente; riaprì lentamente gli occhi e la figura che aveva davanti era la stessa che il giorno della partenza richiamava ripetutamente i nomi dei ragazzi.
Siamo già arrivati?” biascicò la bionda alzandosi in piedi ed afferrando borsa e valige. Ciò che vide oltre i finestrini del mezzo sulla quale era rimasta per oltre dieci ore, le rivelò la risposta: sì era arrivata, era di nuovo a Cranford e se la vista annebbiata dal sonno non la ingannava, avrebbe giurato di vedere la sua amica Abbie.
Non che nel tempo passato lontano da quella piccola cittadina si fosse scordata di lei, solo ne aveva sentito molto meno la mancanza da quando aveva iniziato a vedere Justin con occhi un po’ diversi.
 
Dio mio, credevo che queste fottute sei settimane non passassero più!” le urlò la rossa correndole in contro, Becky mollò a terra tutte le borse che reggeva in mano e l’abbracciò forse con meno enfasi di quanto aveva fatto il giorno della partenza.
Tu mi devi raccontare tutto: ti sei dimenticata di me da praticamente un mese!” sbottò nuovamente Abbie sciogliendo l’abbraccio.
Ti chiedo scusa, ma…” Becky s’interruppe limitando il resto della frase ad un sorriso compiaciuto e l’amica ridacchiò dicendo: “Okay, ho già capito. Ci vediamo domani pomeriggio allora
Ci puoi contare” affermò la bionda raccogliendo le borse sparse a terra e dirigendosi verso la madre.
 
Ciao mamma” le sorrise sinceramente Becky, alla donna sembrava così strano non vedere alcun segno di disapprovazione o scontento in quegli occhi color nocciola.
Allora, com’è andata?” le chiese poi afferrando quante più borse poté dalle mani della figlia; “E’ andato tutto bene, davvero” rispose la bionda mantenendo quel sorriso mentre entrambe si diressero verso casa.
 
Il sole non era ancora del tutto calato, nonostante le giornate si fossero accorciate notevolmente, la luce serena di quella giornata si era infilata nella camera di Becky illuminando il tutto mentre lei sistemava accuratamente quanto aveva riposto nelle varie valigie.
 
Era fin troppo distratta da mille e più pensieri per accorgersi che qualcuno aveva appena suonato al campanello e ora stava per raggiungere la porta di camera sua.
 
Tu il cellulare non lo guardi mai?
Becky si voltò di scatto verso Abbie, era lei che poco prima aveva suonato interrompendo volutamente la calma che regnava tra quella quattro mura.
Scusami, non… non l’ho minimamente guardato” rispose distrattamente la bionda afferrando il suo telefono e meravigliandosi, quasi, del fatto che recava solo messaggi inviati dalla rossa.
 
C’è qualcosa che non va?” domandò nuovamente sedendosi sul letto di Becky: “No, nulla” biascicò lei, ma lo sguardo attento e voglioso di risposte da parte di Abbie, la costrinse a raccontare molto di più di una semplice bugia.
Okay, ricordi che ti ho parlato di Justin?
E come potrei dimenticarmene? Ogni volta che mi chiamavi, parlavi solo ed esclusivamente di lui!
La bionda rise e poi continuò: “Mi ha promesso che forse quest’autunno si trasferirà a New York e che verrà qui, da me
A New York?
Becky annuì, “Sì, ma non è nulla di sicuro. Credo di aver fatto una cazzata” sbottò infine sdraiandosi sul letto e portando entrambe le mani sul viso.
Quale cazzata avresti commesso, scusa?
N-non dovevo farmi prendere troppo da questa storia” sussurrò piano sotto lo sguardo sempre attento dell’amica.
Lo ami?” le chiese infine Abbie; Becky si sollevò incrociando nuovamente il suo sguardo e perdendosi in quella così semplice domanda, “I-io… Sì, Abbie. Credo proprio di sì” rispose infine seria.
Allora non hai commesso alcuno sbaglio. Sarebbe stato peggio se non fosse successo nulla, credimi.
Molto probabilmente hai ragione, ma… E se poi non viene?” sbottò prossima all’esasperazione la bionda, “Verrà” rispose sicura Abbie.
E tu come fai a saperlo?
Se tiene a te almeno la metà di quanto tu tieni a lui, fidati che lo vedrai varcare quella porta proprio quando meno te lo aspetti, quando ormai avrai perso le speranze.
Becky sorrise e l’abbracciò: “Spero proprio tu abbia ragione.



Author's Note:
Sono in ritardo, lo so. 
Ma non sapevo come procedere, insomma, siamo quasi alla fine e mi sta venendo il 'blocco dello scrittore' proprio adesso D:

Non voglio darvi notizie false e tendenziose, ma se tutto va bene il prossimo capitolo dovrebbe essere l'ultimo, se così non fosse, io vi avevo avvertito riguardo al fatto che per l'appunto non volevo darvi notizie false e tendenziose.
Bon, facciamo così: quando la storia sarà finita, leggerete la parola fine. LOL

Spero di vedere qualche recensione in più :)

Alla prossima!

Much Love,
Giulia

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Capitolo 28
*** 28. It's like wishing for rain as I stand in the desert. ***


28. It’s like wishing for rain as I stand in the desert.
 
Così com’era arrivata, Abbie uscì da quella stanza lasciando Becky nuovamente sola e libera così di immergere completamente la sua mente in mille e più pensieri.
Teneva saldo in mano il suo cellulare che ancora non si era degnato di segnalare un solo messaggio proveniente da Justin.
Sbuffò sonoramente e si decise poi a digitare velocemente i tasti di quell’apparecchio componendo parole che subito dopo cancellava.
Becky, è pronta la cena” esclamò sua madre irrompendo nella stanza, “Okay, arrivo” rispose lei lasciando il cellulare sul letto.
Consumarono la cena nel più totale silenzio, non era una novità per Becky, ci era abituata e forse le parole avrebbero solamente turbato l’atmosfera di tranquillità che le avvolgeva dopo tanto tempo passato ad attaccarsi e litigare.
 
Ritornò al piano superiore e quando fu dinnanzi al suo letto, si affrettò a riattivare il display del cellulare che anche questa volta trovò privo di messaggi.
Fece per creare un nuovo messaggio e digitare nuovamente alcune lettere, quando si bloccò.
No” sbottò improvvisamente lanciando il cellulare sul letto, scosse ripetutamente la testa e si sedette al centro della stanza con lo sguardo volto alla finestra semi-aperta: il cielo era colmo di nuvole colorate di un arancione pallido a causa del sole che ormai stava facendo capolino a ovest.
Che strano…” pensò, si era talmente abituata a vivere in quel campo che dover trascorrere la serata chiusa in quella camera la faceva soffocare e tutta quella solitudine fu accompagnata da un groppo in gola che si tramutò poco dopo in un pianto silenzioso.
 
Le lacrime iniziarono a rigarle copiose le gote e proprio ora che la sua mente si stava svuotando grazie a quel piccolo sfogo, il suo cellulare iniziò a squillare interrompendo quel calmo, ma angosciante silenzio.
 
Prima di rispondere lesse il nome dalla quale proveniva la chiamata, ebbe un sussulto  nel leggere quelle sei lettere appena comparse sullo schermo che ripetutamente lampeggiava. Velocemente si asciugò le lacrime e cercando di reprimere i singhiozzi, rispose.
J-Justin?” balbettò lei lasciandosi scappare un ultimo singhiozzo,
Piccola, cos’è successo?” chiese lui dall’altro lato del telefono, “Nulla, davvero” rispose maledicendosi di non essere riuscita a nascondere perfettamente quei fastidiosi singhiozzi, “Sei ancora in viaggio?
No, sono arrivato poco fa. Speravo di sentirti durante il viaggio…” rispose lui abbassando notevolmente il tono di voce.
Lo speravo anche io” pensò lei, “Ti stavo per scrivere” mentì abbozzando il sorriso che lui non avrebbe visto.
Si sentì comunque sollevata ad aver sentito la sua voce, le mancava così tanto non avere al suo fianco quel ragazzo con cui aveva condiviso quasi tutto in così poco tempo.
Che stavi facendo?” domandò lui deviando totalmente argomento.
Pensavo a te e nel frattempo una lacrima, poi un’altra ancora, mi ha rigato il viso ed ecco perché mi hai sentito singhiozzare. Mi manchi, mi manchi da morire” avrebbe voluto rispondergli così, ma si limitò ad un semplice: “Stavo sistemando alcune cose, tu?
Pensavo a te
Ed ecco che quelle parole la bloccarono e gli occhi cominciarono a riempirsi nuovamente di lacrime, lacrime che questa volta ricacciò indietro.
Mi manchi” sibilò poi, “Anche tu, ma ci vedremo presto. Te l’ho promesso, ricordi?” le disse e qualche istante più tardi la chiamata terminò.
 
 
Sebbene avesse aspettato con impazienza l’arrivo della vera estate, come la definiva lei, si ritrovò a voler a tutti costi che quel caldo infernale terminasse presto per lasciar spazio al tanto atteso autunno.
Come programmato ormai mesi prima, la bionda e la rossa trascorsero tutto il mese di agosto al mare nella località di Lower Bay in cui la nonna le aveva volentieri ceduto l’appartamento.
Doveva ammettere che le aveva fatto bene quella vacanza, Abbie era capace di farla sorridere sempre ed anche nei rari momenti in cui Becky aveva il morale sotto terra per via di Justin.
Le telefonate con lui non mancarono di certo e questo non fece altro che aumentare la sua voglia di rivederlo al più presto.
 
 
 
A settembre ricominciò la scuola e malgrado la voglia mancasse, Becky ed Abbie cercarono di affrontare al meglio quelle giornate che via via diventavano sempre più pesanti e meno luminose man mano che l’autunno si avvicinava.
 
Becky, stai tranquilla! Verrà” sbottò esausta Abbie dopo aver udito per oltre mezz’ora un discorso totalmente  insensato da parte della bionda, “Abbie, ormai ottobre è finito. Faceva prima a dirmi che sarebbe venuto in inverno o addirittura mai. Sono due settimane che non lo sento
Sarà stato impegnato, non devi pensare che ti abbia dimenticato
Inizio a pensarlo, sai?
La bionda chiuse di getto il libro di biologia che fino a poco prima sfogliava distrattamente seduta al centro della sua stanza in compagnia dell’amica, il suo rendimento scolastico non era mai stato così carente da un mese a questa parte e sua madre iniziava già a spazientirsi.
Becky, fallo per me: concentrati su quel dannato capitolo. Se domani prendo un’altra insufficienza è la volta buona che mi cacciano di casa e non credo che tu sia messa tanto meglio
La bionda sbuffò sonoramente: “Ti odio quando hai ragione.
 
Ripresero a studiare di malavoglia e non mancarono le interruzioni da parte di Becky che nostalgicamente nominava Justin, Abbie stava quasi per raggiungere la soglia dell’esasperazione.
Becky, ti sto odiando. Facciamo così: se entro la fine di ottobre, cioè tra due giorni, lui non si presenta qui a casa tua, vado io ad Atlanta e te lo porto qui!” sbottò afferrando quanti più capelli poté e tirandoseli lievemente verso il basso.
Davvero lo faresti?” ironizzò Becky posizionandosi in ginocchio davanti all’amica con le mani giunte davanti al petto.
Questo e altro per farti smettere di parlare di lui, lo sto odiando sai?” scherzò la rossa.
Qualche istante più tardi qualcuno bussò alla porta, Becky non si scomodò ad alzarsi per andare ad aprire, si limitò ad urlare un “Avanti.
La bionda, che era di spalle a quella porta non vide che si stava per fare il suo ingresso in stanza, Abbie, invece sì.
Spalancò la bocca e sgranò gli occhi senza trovare nemmeno le parole per richiamare l’attenzione dell’amica.
Becky alzò lo sguardo incrociando quello perso nel vuoto di Abbie: “Stai bene?” le domandò e senza aspettare la risposta, si voltò velocemente verso la porta ormai spalancata.


Author's Note:
Vero che non mi uccidete?
Se vi state chiedendo perché dovreste uccidermi, vi suggerisco i motivi
1) Questo non è l'ultimo capitolo LOL (capitan ovvio)
2) Ci ho messo oltre una settimana ad aggiornare
3) Lascio libero spazio alla vostra fantasia LOOOL

Okay, me ne vado.
Aggiornerò presto, trust in me this time (?)
11 recensioni  al capitolo precedente: siete meravigliose.
Vi amo e i ringraziamenti sdolcinatissimi che solo io(?) riesco a fare, li farò alla fine della storia :3

Alla prossima!
Much Love,
Giulia

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Capitolo 29
*** 29. I always knew this day would come. ***


29. I always knew this day would come.
 
Papà?” esordì la bionda stupita, si alzò velocemente da terra e corse verso di lui abbracciandolo, “Non sapevo che saresti tornato, insomma, mamma non mi ha detto nulla” continuò sorridendogli. “Non lo sapeva nemmeno lei e fino ad un’ora fa io stesso non credevo che sarei tornato proprio oggi” rispose lui risolvendo ogni suo dubbio.
L’uomo salutò Abbie che era rimasta, forse, ancora più incredula dell’amica.
 
Le lasciò nuovamente sole e quando Becky si sedette di fronte all’amica come poco prima, volse verso il vuoto uno sguardo quasi deluso.
Che ti prende?” le domandò la rossa, “Non fraintendermi, sono felice che sia tornato, solo che…
Solo credevi che fosse Justin,non è vero?
La bionda annuì incrociando per poco lo sguardo dell’amica, “Sarebbe stato capace di farlo, secondo te? Cioè, credi davvero che quando verrà, si presenterà in camera tua così, come se nulla fosse?
Gli ho lasciato il mio indirizzo, sa dove abito, perché non dovrebbe farlo?” domandò retoricamente come se le stesse raccontando la cosa più naturale di questo mondo, “Perché è assurdo” ribatté Abbie scuotendo le spalle.
Anche l’amore lo è, eppure il mondo è pieno di persone che fanno cose assurde per questo.
Okay, hai vinto” ridacchiò la rossa.
 
Trascorse un’altra settimana e Becky non era riuscita ancora a scorgere l’ombra di Justin, in compenso, entrambi riuscivano a colmare il vuoto creato dalla distanza grazie a qualche telefonata. Nulla di più.
La bionda aveva preferito evitare di chiedergli se e quando sarebbe arrivato, preferiva non toccare nuovamente l’argomento forse per la paura di restare delusa dalla sua risposta.
 
Ogni pomeriggio, lei e Abbie si rinchiudevano in quella stanza per studiare o, più preferibilmente per parlare e la cosa positiva, per la rossa almeno, era che Becky era riuscita a non stressarla più di tanto con l’argomento ‘Justin’.
Hai fatto progressi, sono commossa” ironizzò la rossa, “Che vuoi dire?” la rimbeccò l’altra, “Sono già due giorni che non mi parli di Justin, un vero passo avanti” le aveva detto Abbie applaudendo.
 
Che altro manca?” chiese la bionda sbuffando mentre sfogliava le pagine del diario, “Credo algebra, aspetta che… Oh accidenti
Che c’è?
Non trovo il quaderno” rispose Abbie frugando nervosamente all’interno della borsa, l’altra si limitò a sbuffare maledicendo la mancanza di voglia di prendere appunti durante la lezione, cosa che la rossa aveva sicuramente fatto.
Vado a prenderlo, ritorno tra meno di mezz’ora” esordì Abbie alzandosi in piedi e lasciando le varie borse colme di libri e altro al suolo, “D’accordo, poi entra pure senza suonare” rispose Becky.
Sicura?
Sì, mia madre è uscita. Siamo sole.” La rossa annuì e lasciò sola l’amica.
 
Nel giro di venti minuti, il campanello suonò e tutto ciò che fece Becky, fu gridare a più non posso dall’alto della sua camera: “Abbie, ti ho detto di non suonare!
Ma a giudicare dal secondo trillo che diede a quel campanello, non doveva averla udita.
Pochi secondi più tardi, la porta si aprì e la bionda udì nuovamente la voce dell’amica che diceva: “Sono tornata, ma…” non ultimò la frase e salì frettolosamente le scale.
 
Ti avevo detto di non suonare, non c’è nessuno tranne me…” disse Becky alzandosi in piedi, ma si bloccò. Lasciò cadere rumorosamente a terra il libro ed il cellulare che teneva in mano, spalancò la bocca e sgranò gli occhi mentre Abbie cercava, senza risultato, di parlare.
 
Evidentemente non era lei che aveva suonato ripetutamente alla porta, evidentemente non era lei la persona sulla quale Becky aveva posato lo sguardo.
No, io non ci credo: Justin!” biascicò la bionda per poi avanzare a passo svelto e deciso verso il ragazzo che ora era in piedi di fianco all’amica.
 
Ho cercato di dirtelo, ma mi ha detto che era una sorpresa” esclamò la rossa sorridendo.
Becky gettò le braccia attorno al collo del biondo lasciandosi avvolgere completamente dalle braccia di lui e coronando il tutto con un bacio.
 
Probabilmente se Abbie non avesse lasciato a casa dell’amica borse, cellulare e cose varie, non sarebbe tornata, era felice per lei e di certo non era nei suoi piani assistere o interrompere le mille e più effusioni che i due si stavano già scambiando.
Con la coda dell’occhio Becky si accorse di aver lasciato la rossa immobile con lo sguardo volto dalla parte opposta a dove si trovassero loro, così si staccò momentaneamente da Justin ed andò a riprendere gli oggetti lasciati sul pavimento.
Grazie per il quaderno, Abbie” le disse porgendole le due borse ed afferrando il quaderno che l’amica teneva in mano, “Ma…” fece per ribattere l’altra quando Becky la bloccò nuovamente: “Hai ragione, il cellulare” e tornò nell’esatto punto in cui lo aveva lasciato, “Ecco, credo di averti ridato tutto
La rossa storse le labbra in un finto sorriso forzato: “E’ stato un piacere conoscerti, Justin” ironizzò lei poco prima di lasciare definitivamente quella casa.
 
Credo che se la sia presa” esordì lui volgendo uno sguardo al di fuori della stanza, “No, non è il tipo di ragazza che se la prende per così poco. Ha capito, fidati” le sorrise lei.
Dov’eravamo rimasti?” domandò lui sorridendole e chiudendosi la porta alle sue spalle, “Non lo so, ho un vuoto di memoria” rise lei poco prima di venire nuovamente avvolta da quelle braccia che le erano tanto mancate e soprattutto di quelle labbra che finalmente erano riuscite a posarsi ancora una volta sulle sue.



Author's Space:
Okay, premetto che mi fa strano pensare che questa sia la penultimissima volta in cui scriverò qualcosa all'interno di questo spazietto e soprattutto che sia la penultima volta che aggiorno questa storia.
Nel caso in cui non fossi stata chiara, la storia è finita.  Aggiungerò l'epilogo tra un paio di giorni, dopo di che vedrete la scritta 'completa' accanto alla descrizione di questa storia. (Della serie: ma chi accidenti andrà più a leggersi la descrizione della storia? LOL)
Anyway, come credo tutte speravano, il caro Justin ha fatto il suo ingresso 'trionfale' con un po' di ritardo (:
Comunque, ci tenevo davvero a ringraziare chi ha seguito questa storia sin dall'inizio ed anche chi la segue da poco e ha avuto voglia di leggersela tutta.
Grazie, grazie davvero per tutti i commenti e tutto ciò che mi avete scritto: siete state dolcissime ♥
Continuerò con i ringraziamenti sdolcinatissimi alla fine 'seria' della storia.
Alla prossima (è l'ultima volta che lo posso dire per questa storia çç)
Much Love (quello sempre)
Giulia
@belieber4choice
on twittah and instagram

PS: Visto che qui siam quasi giunti alla fine, ho altre due fan fiction sul nostro Bieber, le trovate sul mio profilo (:

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Capitolo 30
*** 30. This is not the very end. (Epilogo) ***


30. This is not the very end.

 
Durante quel pomeriggio, o almeno, durante quelle poche ore che separavano il chiarore del giorno dall’imbrunire della sera, Justin e Becky non misero nemmeno per un istante il naso fuori da quella camera.
 
Si erano mancati tanto, forse troppo per riuscire a separarsi nuovamente anche solo per qualche minuto.
Becky era fermamente convinta che quella magia durasse poco, sebbene riservò tempo per pensarci solo durante quei pochi istanti in cui lui conversava felicemente con la madre della bionda.
 
Solo dopo che lei fu riuscita a convincere sia la madre che il padre a far restare Justin con loro per qualche giorno, riuscì a dimenticare, anche se per poco, che prima o poi sarebbe dovuto ripartire.
 
Justin era al settimo cielo, gli sembrava di vivere un sogno e non c’era stato nulla, almeno fin’ora, per permettergli di reprimere tutta quella felicità che in breve tempo contagiò anche Becky.
 
Anche se meno frequentemente di prima, il padre di Becky era costretto a viaggiare parecchio a causa del lavoro, ma Annie ora sembrava più serena, forse un po’ per merito di quel ragazzo che aveva fatto irruzione nelle loro vite.
 
Quando la permanenza a Cranford terminò, Justin fu costretto a ritornare a NewYork dove finalmente sua madre era riuscita a stabilirsi saldamente con il lavoro ed a permettere che una o due volte a settimana i due ragazzi si potessero vedere.
 
Naturalmente, con un ragazzo imprevedibile come Justin ed una ragazza orgogliosa come Becky, i battibecchi vari non mancarono affatto ed entrambi dovettero riconoscere che la pazienza di Abbie e Christian, migliore amico di Justin nonché recente fidanzato della rossa, era riuscita ad impedire diverse volte una rottura definitiva dei due.
 
L’estate successiva Becky ebbe la fortuna di non rivedere più Emily né il campo estivo all’interno del quale un anno prima aveva conosciuto Justin.
Lei, Abbie, Justin e Christian trascorsero i tre mesi estivi a Lower Bay dove, solo nei fine settimana, i genitorni di Becky seguiti da quelli degli altri ragazzi facevano irruzione in quell’appartamento turbando, anche se per poco, la loro tranquilla vacanza.
 
Ti amo, bionda
Ti amo anche io, Justin.

Fine.


Author's Note:
Dunque, come già anticipato nel capitolo precedente, questo è l'epilogo.
E' corto e non è il massimo, ma ho deciso di scriverlo giusto per farvi capire cosa è successo dopo (:
Dopo mesi che aggiorno e scrivo questa fan fiction, vi comunico che è ufficialmente finita.
Non so davvero con quali parole ringraziare chi ha voluto spendere il suo tempo per leggerla e per recensirla, davvero: siete state meravigliose e i vostri commenti mi hanno fatto un immenso piacere.
Non sparirò tanto presto da questo sito, chi mi conosce sa che ci sono altre mie fan fiction in corso e che sicuramente continuerò a scriverne altre (:
Vi saluto ufficialmente, spero mi lascerete comunque qualche recensioncina :3

Siete state meravigliose,
grazie di tutto

Much Love,
Giulia
@belieber4choice
on twittah and instagram


 

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