I can tell you that every time I can choose, I always choose you

di I n o r i
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Un inaspettato primo giorno di scuola. ***
Capitolo 2: *** Nuovi e confusi sentimenti. ***
Capitolo 3: *** Sarò il tuo futuro. ***
Capitolo 4: *** San Valentino. ***
Capitolo 5: *** Va da lui, Lucy. ***
Capitolo 6: *** Solo insieme sarebbero potuti essere veramente completi. ***
Capitolo 7: *** Il quarto piano. ***
Capitolo 8: *** Mesi. ***
Capitolo 9: *** Una giornata al mare. ***
Capitolo 10: *** Promessa. ***
Capitolo 11: *** Il suo sole. ***
Capitolo 12: *** Futuro. ***
Capitolo 13: *** Gli otto mesi più belli della mia vita. ***
Capitolo 14: *** Distanza. ***
Capitolo 15: *** Il suo sogno. ***
Capitolo 16: *** Epilogo. ***



Capitolo 1
*** Un inaspettato primo giorno di scuola. ***


 

Quella mattina faceva molto freddo. Se ne accorse appena con i piedi toccò il pavimento della sua stanza. Quanto avrebbe voluto lasciarli sotto le coperte, nel suo morbido letto, insieme al resto del corpo. Odiava il freddo, semplicemente. Anche se ancora assonnata, si sbrigò ad alzarsi e a raggiungere il bagno. Erano già le 07.20, non poteva fare tardi il suo primo giorno di scuola.

Finalmente lavata e vestita, prese lo zaino e scese le scale per raggiungere la cucina, che ovviamente trovò vuota, come tutte le mattine. Aveva sognato molte volte che al suo risveglio trovasse qualcuno in cucina ad aspettarla, con una buona colazione preparata apposta per lei, proprio come vedeva nei film. Ma si era rassegnata ormai da molto tempo. Lei non aveva più una famiglia.

Sul tavolo vide una cartina della città, con accanto un foglietto, evidentemente lasciatole da suo padre. “Ti ho già mostrato dov'è situata la scuola, ma nel caso non te lo ricordassi, questa ti aiuterà a trovarla.” Questo era quello che c'era scritto sul foglietto.

<< Beh, Lucy, cosa ti aspettavi? Di certo non ti avrebbe detto “buona fortuna per il tuo primo giorno di scuola” o cose del genere. È sempre una carogna, dopotutto. >> Si disse la ragazza con disgusto. Sospirò, prima di alzare gli occhi per guardare l'orologio difronte a lei : cacchio, segnava le 07.47. Avrebbe dovuto correre, anche quella mattina.

 

 

 

Dopo aver sbagliato strada due o tre volte, e dopo essersi fatta una bella sudata, finalmente riuscì a trovare quella dannatissima scuola. Fairy Tail High School, così si chiamava. Il perché di questo nome, non lo aveva ancora capito. Vista da fuori, sembrava una scuola abbastanza normale, non aveva cose particolari che la distinguevano dalle altre, e non era neanche molto grande. L'unica cosa di cui però Lucy si stupì era il cortile che circondava l'intero edificio. Quello era davvero, davvero gigantesco. Ma non rimase poi molto a criticare l'aspetto esteriore della scuola, era già troppo tardi.

Entrò dal portone principale, e la prima persona che vide fu una ragazza albina, molto bella, seduta dietro una scrivania nell'atrio difronte a lei. Le si avvicinò, per chiederle qualche informazione.

<< Buongiorno >> Disse Lucy, mostrando uno dei suoi sorrisi più amichevoli.

<< Buongiorno, posso aiutarla? >> Quella ragazza aveva un tono di voce dolce. Guardandola meglio, notò anche che era molto giovane per lavorare in una scuola : doveva avere poco più di vent'anni, all'incirca.

<< Si, grazie. Mi chiamo Lucy Heartphilia, è il primo giorno che frequento questa scuola, e vorrei sapere in che classe sono stata inserita. >>

<< Oh, certo! Mi hanno parlato di te. Vediamo, vediamo...Heartphilia... >> Disse leggendo qualcosa nel computer sopra la scrivania.

<< 2° B. Al primo piano, è la terza aula a destra. >>

<< Grazie mille. >>

<< Di niente, cara. >> Disse l'albina, sorridendole.

Lucy le sorrise a sua volta, prima di correre al piano superiore. La scuola era deserta, sicuramente le lezioni erano già iniziate. Fare tardi il primo giorno di scuola, che vergogna! Arrivò all'aula, e trovò davanti a lei una grande porta bianca, chiusa. Alzò la mano destra per bussare, ma la fermò a mezz'aria poco prima di farlo, presa dal panico. Nonostante non fosse una situazione nuova per lei, in quei momenti le veniva sempre un po' di timore. “Che stupida! Entra, presentati, e siediti. L'hai fatto un sacco di volte, cavolo.” Si disse, cercando di convincersi. Era già troppo in ritardo, non aveva tempo di stare a farsi inutili paranoie.

<< Ehi, ti decidi ad entrare? >>

A quelle parole si voltò di scatto, spaventata. Un ragazzo la stava fissando, appoggiato al muro accanto a lei.

La prima cosa che notò fu il suo strano colore di capelli: erano rosa, un rosa molto acceso. Non era una cosa da tutti i giorni vedere una persona con dei capelli simili. Portava una sciarpa al collo, e teneva le braccia incrociate sul petto. Quel ragazzo doveva avere la sua età, su per giù.

<< Allora? >> Le disse, spazientito.

<< Si, scusa, stavo per bussare. >> Si giustificò Lucy.

Il ragazzo la guardò pensieroso.

<< Frequenti questa scuola? Non ti ho mai vista in giro. >>

<< Mi chiamo Lucy, mi sono appena trasferita, oggi è il mio primo giorno. >> Disse lei, avvicinando la propria mano a quella di lui. Il ragazzo la strinse, una stretta forte, decisa.

<< Io sono Natsu. >> Detto questo, le sorrise. Era un sorriso solare, che gli ricopriva quasi metà volto. Lucy rimase incantata da quell'espressione così felice, così spensierata. Lei era da molto che non sorrideva più in quel modo.

<< Forse faremo meglio ad entra- >> Il rumore della porta difronte a loro che si apriva interruppe la frase di Natsu. Un uomo di mezza età, con i capelli tendenti al grigio, e gli occhiali sul naso si affacciò all'esterno dell'aula, guardando i due ragazzi, irritato.

<< Mi sembrava di aver sentito delle voci...Cosa ci fate voi due qui fuori? >>

<< Scusi professore, stavamo per entrare. >> Disse Natsu sbrigativo, prima di prendere Lucy per un braccio e portarla dentro la stanza assieme a lui. Il professore entrò subito dopo di loro, e richiuse la grande porta alle sue spalle.

<< Sei in ritardo Natsu, come al solito. >> Gli disse con una nota di rimprovero.

Ma il ragazzo si era già seduto al suo posto, e aveva poggiato la testa sul banco. L'unica risposta che il professore ottenne fu un sonoro sbuffo.

<< Lasciamo perdere.. >> Disse sospirando. << Tu dovresti essere la nuova arrivata. >>

Lucy annuì decisa, voltandosi a guardare l'intera classe. La maggior parte delle persone stava dormendo con la testa sopra il banco, come Natsu. una ragazza con i capelli azzurri, seduta al primo banco, teneva un libro fra le mani, e la guardava sorridendo. Poco più indietro un ragazzo dai capelli scuri si stava sbottonando la camicia della divisa scolastica, doveva avere caldo, anche se quella mattina, in realtà, faceva davvero molto freddo.

<< Bene, ti vuoi presentare? >>

<< Certo. Sono Lucy Heartphilia, ho 16 anni. Mi sono trasferita in questa città solo da una settimana e- >>

<< Lucy, va pure a sederti accanto a Levi, la ragazza al primo banco. >> Il professore interruppe così la sua presentazione, desideroso di cominciare la lezione.

La biondina obbedì senza dire niente, e si sedette accanto a Levi.

<< Scusa il professore, non ti ha neanche fatto finire..>> Bisbigliò la ragazzina.

<< Oh, non preoccuparti. >> Lucy le sorrise.

<< Comunque, io sono Levi. Spero ti troverai bene in questa scuola. Se vuoi dopo ti porto a fare un giro, così ti faccio conoscere qualcuno. >>

<< Grazie, sarebbe fantastico. >>

Levi le sorrise, per poi tornare a leggere il suo grande libro. Quella ragazza sembrava simpatica.

Poco dopo il professore cominciò la sua tanto attesa lezione, quella era l'ora di storia. Lucy guardò dal libro di Levi, visto che per la ragazza non c'erano problemi. Era felice di aver già conosciuto una persona così gentile e disponibile. Si girò a guardare i suoi compagni di classe, e il suo sguardo si posò su Natsu, seduto nel banco accanto al suo. Già, aveva parlato anche con lui quella mattina. Il ragazzo aveva ancora la testa poggiata sul banco, e gli occhi erano chiusi. Forse si era addormentato. Uhm, avrebbe dovuto svegliarlo? Se il professore l'avesse visto, l'avrebbe sicuramente sgridato. Continuò a fissarlo per qualche secondo. Guardandolo bene, era davvero carino. Alzò una mano per toccargli il braccio, anche quello disteso sul banco, nell'intenzione di svegliarlo. Ma prima che ci riuscisse, lui aprì gli occhi. Si ritrovò lo sguardo di lui addosso, sorpreso.

Beccata in pieno. Quella situazione non aveva niente di imbarazzante, ma lei arrossì comunque, vedendo come Natsu la stava guardando.

E poi, le sorrise. Il sorriso che le aveva rivolto poco prima, quello che l'aveva incantata. A quel gesto, il suo cuore cominciò a battere più velocemente. Così, coprendosi la faccia con una mano, per non far vedere quant'era diventata rossa, si girò verso il professore. Oddio, ma che reazione del cavolo era?! Poteva sorridergli a sua volta, spiegandogli che voleva solo avvertirlo del fatto che il professore avrebbe potuto vederlo da un momento all'altro. Ma in quel momento non poteva proprio vedere quel sorriso, il suo cuore sarebbe scoppiato.

 

 << Comunque, grazie. >>

A quelle parole, il cuore di Lucy perse un battito.
 

 

 

 

 La campanella che segnava la fine delle lezioni suonò, distogliendo Lucy dai suoi pensieri. Erano state quattro ore davvero lente e imbarazzanti.

<< Lu-Chan! >>

La bionda si voltò verso la vocina che l'aveva chiamata. Levi si era già alzata e messa il giubbotto, pronta ad uscire. Si era già presa tutta quella confidenza? Beh, alla fine, non le dava così fastidio, quella ragazzina era adorabile.

<< Dai muoviti! Devo accompagnarti a fare il giro della scuola! >>

<< Ah, già! Che stupida, l'avevo dimenticato. >> Rispose Lucy, uscendo dall'aula insieme alla sua nuova amica, immergendosi nel grande corridoio del primo piano, che al contrario di prima, adesso straripava di persone. Cercò Natsu con lo sguardo, ma in mezzo a tutta quella folla, era davvero difficile trovarlo.

<< Uhm...Allora, dove vuoi andare? Potrei farti vedere il laboratorio di chimica, o la palestra, o il campo da calcio, oppure farti fare un giro del cortile. Ah, certo! Posso portarti nella biblioteca. >> Lucy aveva già intuito quanto Levi amasse i libri, e questa era una specie di conferma.

<< Certo, andiamo. Sai, anche io adoro leggere. >>

<< Davvero?? >> Disse Levi con gli occhi luccicanti.

<< Allora abbiamo già una cosa in comune, Lu-Chan! >> Lucy annuì, sorridendole intenerita.

 

 

 

 

Dopo aver fatto il giro completo di tutta la scuola, compresa la grande biblioteca, da cui Lucy era rimasta affascinata, le due ragazze si avviarono verso il cancello principale.

Quando furono abbastanza vicine, Lucy scorse le figure di quattro ragazzi, seduti sulla panchina accanto al cancello. E tra di loro c'era anche Natsu. Prima che Lucy potesse elaborare una strategia per non farsi vedere da lui, presa dalla vergogna, Levi la prese per mano, trascinandola verso quella panchina.

<< Tesoro! Mi hai aspettato qui tutto questo tempo? >> Gridò la ragazza dai capelli azzurri, correndo verso di loro.

<< Tsk! Non l'ho fatto per te, nanerottola. >> Rispose il ragazzo seduto al centro della panchina.

Lucy si sarebbe aspettata di tutto, all'infuori di quello. Il ragazzo che Levi aveva appena chiamato “tesoro” aveva un aspetto forse un po' troppo fuori dal comune: i suoi capelli neri e lunghi, sembravano essere appena stati colpiti da un fulmine, aveva il viso ricoperto di bulloni di ferro, e il suo sguardo era a dir poco spaventoso. Sperava davvero di essersi sbagliata, e di aver sentito male ciò che aveva detto l'amica.

<< Lu-Chan, lui è il mio ragazzo, Gazille. >> No, non si era sbagliata.

<< Piacere, io sono Lucy... >> Lei, un po' titubante, allungò la mano per stringere quella del ragazzo. Ma lui rispose solo con un ghigno, senza spostare di un millimetro il braccio dalla posizione in cui stava, così la biondina, ritrasse la mano.

<< Oh Lucy, non fare caso a questo maleducato, lui davvero non sa cosa siano le buone maniere. >> Disse un ragazzo molto bello, con dei capelli color oro, seduto accanto a Gazille.

<< Che diavolo vuoi tu?! >> Rispose appunto quest'ultimo, guardandolo strafottente.

<< Io sono Loki, e tu sei davvero bellissima. >> Disse sempre lo stesso ragazzo, afferrandole la mano.

<< G-grazie...>>

<< Ecco che ricomincia! Loki, non puoi dire a tutte la stessa cosa! >> Questa volta a parlare fu il ragazzo alla destra di Gazille, quello che Lucy aveva già visto in classe, mentre si sbottonava la camicia della divisa.

<< Lu-Chan, lui è Gray, è in classe nostra, insieme a Natsu. >> Disse Levi indicando i due ragazzi seduti l'uno accanto all'altro.

Lucy un po' imbarazzata, salutò entrambi.

<< Io e te ci conosciamo già, sei quella che mi ha svegliato nell'ora si storia, eh? >> Detto questo, Natsu ghignò. In realtà non era andata proprio così. Aveva fatto tutto lui, lei non aveva neanche avuto il tempo di sfiorarlo. Si era svegliato da solo. Però, le sue intenzioni erano quelle, quindi gli lasciò credere che fosse andata così. E poi, non capiva..l'aveva anche ringraziata, perciò alla fine aveva compreso il motivo del suo gesto.

<< Oh, beh si, stavo cercando di svegliarti perché avevo paura che il professore ti vedesse. >> Disse la bionda. Infondo aveva solo cercato di fare una cosa carina.

Gray, sentendo quelle parole, si mise a ridere.

<< Non c'è da preoccuparsi Lucy, ormai quel professore con Natsu si è rassegnato. >>

<< Ehi! Cosa vorresti dire?! Io seguo sempre le lezioni. >>

<< Ma non farmi ridere! Non fai altro che dormire. >>

<< Almeno io non sono un maniaco che si spoglia nei luoghi più assurdi! >>

<< Cosa? Quando mai ho fatto una cosa del genere?! >>

<< Gray, i tuoi vestiti. >> Disse Levi, imbarazzata.

Il ragazzo, vedendo che sia la camicia che i pantaloni della divisa erano spariti, emise un grido.

<< Ehi tu! Non spogliarti difronte alla mia donna! >> Disse Gazille, abbastanza irritato.

<< Cos'è amico, cerchi rogne?! >> Rispose Gray, già alzato per cominciare a combattere.

<< Aspettate, mi unisco anch'io! >> Questo fu l'intervento inutile del ragazzo dai capelli rosa, pronto per entrare nella rissa.

<< Non sapete proprio cosa voglia dire essere un gentiluomo! >>

<< Che diavolo vuoi tu, Loki! >> Gridarono i tre all'unisono.

“Ok, qui c'è qualcosa che non va” pensò Lucy guardando la scena che le si presentava davanti.

<< Ma fanno sempre così? >> Bisbigliò nell'orecchio di Levi.

<< Eh si Lu-Chan, dovrai abituartici. >>

Quei quattro ragazzi erano davvero strani. Ma in un certo senso, era divertente stare a guardarli mentre bisticciavano così animatamente. E poi, se una ragazza gentile e dolce come Levi aveva come amici certi individui, dovevano per forza avere qualcosa di buono.

Dopo essersi dati qualche cazzotto, in segno d'affetto, i quattro si incamminarono fuori dal cancello.

<< Levi, ho fame, andiamo a mangiare. >> Disse Gazille alla sua ragazza.

Gli altri tre annuirono, facendo capire che sarebbero andati con i due fidanzatini. Avevano già la bava alla bocca, pensando al cibo.

<< Lu-Chan, vuoi unirti a noi? >>

<< No, grazie Levi, comincia a far tardi e devo tornare a casa per preparare la cena. >>

Levi fece una smorfia.

<< Dai, tanto ci vediamo domani a scuola. >> Le disse Lucy rassicurandola.

<< Va bene. A domani Lu-Chan! >> Gridò Levi incamminandosi, insieme a Gazille, nella parte opposta a quella in cui si sarebbe dovuta incamminare Lucy.

<< Lucy, potrei accompagnarti a casa se non ti senti sicura ad andare da sola. >> Disse Loki, avvicinandosi alla ragazza con gli occhi a forma di cuoricino.

<< è più al sicuro da sola che con un tipo come te. >> Lucy rise all'affermazione di Gray, mandando il frantumi le speranze del povero play boy. Loki era un tipo simpatico, ma forse un po' troppo insistente.

<< Ragazzi muoviamoci, sto morendo di fame! >> Si lamentò Natsu.

La biondina lo guardò divertita. In quel momento non si sentiva imbarazzata standogli vicino, com'era accaduto quella mattina. Eppure, non riusciva a distogliere lo sguardo da quell'espressione buffa che adesso si trovava sul suo volto. Lo trovava..tenero, in un certo senso.

<< Va bene dai, muoviamoci, se no i piccioncini ci mollano qui. >> Disse Gray. I tre salutarono Lucy con un cenno della mano, e poi s'incamminarono nella stessa direzione in cui erano andati Levi e Gazille. Anche lei, quindi, cominciò ad avviarsi verso casa sua.

<< A proposito, Lu! >> Lucy si voltò sorpresa verso Natsu, che ormai era distante parecchi metri da lei. Come..come l'aveva chiamata?

<< Ti do il permesso di svegliarmi d'ora in poi, se mi addormento durante la lezione. >> Le disse, ghignando. L'unica risposta che ottenne dalla ragazza, prima che quest'ultima si rigirasse, fu un sorriso solare, sincero, come quello che lui stesso le aveva rivolto quella mattina.

 

 

 

 

“Infondo, questo primo giorno di scuola non è stato poi così male.” Si ritrovò a pensare la bionda, sdraiata sul letto nella sua camera, cercando di addormentarsi.

Era stranamente impaziente di cominciare una nuova giornata.

 

 

 

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Capitolo 2
*** Nuovi e confusi sentimenti. ***


 

Era già passato poco più di un mese da quando Lucy aveva iniziato la scuola. In quell'arco di tempo, si era resa conto di quanto strana fosse effettivamente la gente che frequentava la Fairy Tail High School.

Aveva ormai conosciuto ogni suo compagno di classe. A parte Natsu e Gray, considerati i due casinisti della 2°B, e Levi-Chan, che ormai era diventata sua amica a tutti gli effetti, anche altre persone erano riuscite a colpirla: c'era Cana, una ragazza con dei lunghi capelli mori e ricci. Aveva un certo fascino, se non fosse stato per il suo carattere per niente femminile. Molte volte, Lucy l'aveva beccata a bere di nascosto durante le lezioni, e non beveva acqua o succhi di frutta, quelli che lei mandava giù erano veri e propri alcolici. Ma nonostante tutto, era divertente passare il tempo con lei. Poi c'era Juvia. Su di lei, ci sarebbero state da dire una marea di cose. Nonostante Lucy non le avesse fatto niente, ed anzi, fosse stata sempre gentile e premurosa con lei, Juvia riteneva Lucy una rivale in amore. Beh, Juvia riteneva chiunque parlasse con il suo Gray-sama, una rivale in amore. Eh si, perché quella ragazza, per un motivo illogico, era completamente ed incondizionatamente ossessionata da Gray. Il suo, era un amore che superava ogni limite, anche se non ricambiato. Perché vista l'ottusità del ragazzo, forse non si era neanche mai accorto di quanto Juvia stravedesse per lui. A Lucy dispiaceva vedere come la ragazza si sforzasse per piacere a Gray, e come lui non la degnasse mai della minima attenzione. Per questo cercava di esserle amica, nonostante Juvia fosse parecchio ostile nei suoi confronti.

Infine, non poteva non ricordarsi di Elfman. Quel ragazzo le faceva fare sempre delle grandi risate. Si definiva un uomo a tutti gli effetti. Qualunque cosa facesse, era una cosa “da veri uomini”, come diceva lui. La biondina aveva scoperto molto recentemente che in realtà Elfman era il fratello minore di Mirajane, la ragazza albina che lavorava come segretaria nell'atrio, e con cui aveva parlato altre volte dopo il primo giorno di scuola. Mira, vista la sua dolcezza e la sua disponibilità, era considerata da tutte le ragazze una specie di confidente, a cui andavano a chiedere consigli ogni volta che avevano un problema d'amore, o roba di questo genere.

E poi, un altra persona che l'aveva colpita, che però non faceva parte della sua classe, era Erza Scarlet, vicepresidentessa del consiglio studentesco. La prima volta che Lucy l'aveva vista, aveva pensato che fosse una ragazza davvero affascinante. Lo era, infatti, quando non mostrava quel suo lato che incuteva timore a chiunque, persino nei tipi più duri e sbruffoni come Gazille. Quando Erza era di malumore, le persone faticavano a starle intorno, per paura di subire danni fisici, soprattutto. Giravano voci che parlavano di una presunta relazione tra la rossa e il presidente del consiglio studentesco, Gerard.

Lucy passava le sue giornate tra i litigi di Natsu e Gray, i corteggiamenti di Loki, le chiaccherate con la piccola Levi, e le risse quotidiane da cui cercava di tenersi alla larga. La vita in quella scuola, nonostante fosse così strana, era davvero divertente.

E la biondina si sentiva serena, finalmente, dopo tanto tempo.

 

 

 

 

 

 

Quando Lucy quella mattina aprì gli occhi, a malincuore, vide che la sveglia sul suo comodino segnava le 7.40.

<< Non è possibile! >> Disse saltando fuori dal letto e prendendo quell'aggeggio fra le mani. Forse aveva visto male.

7.41. No, aveva visto benissimo, quella stupida sveglia le aveva giocato un brutto scherzetto.

<< Perché non è suonata?! >> Disse la bionda scaraventandola sopra il letto. Sarebbe arrivata tardissimo, se non si fosse sbrigata. Per andare fino alla scuola a piedi ci voleva almeno un quarto d'ora, se non di più. E lei aveva solo 20 minuti a disposizione.

Il più velocemente possibile si preparò e si fece una coda ai capelli, per non doverli stare ad aggiustare più di tanto. Mise i libri dentro lo zaino e corse fuori di casa.

Quando aprì la porta davanti a sé, fu sorpresa di cosa, o meglio di chi ci fosse davanti a lei, e fu costretta ad interrompere la sua corsa.

Natsu, voltato di spalle, era intento ad aprire il lucchetto con cui una bicicletta stava legata ad un palo.

<< Merda! Apriti! >> Imprecò il ragazzo.

<< Natsu. >>

Al richiamo di Lucy, Natsu si girò sorpreso, come se fosse stato trovato a rubare un pacchetto di caramelle.

<< Lu! Cosa ci fai qui? >> Le chiese guardandola, stranito.

<< Sono appena uscita, stavo andando a scuola. Questa è casa mia. >> Lucy indicò la grande casa alle sue spalle.

<< Cosa?! Tu davvero abiti qui? >>

<< Si. >> Rispose semplicemente lei.

<< Piuttosto...tu invece cosa ci fai qua? >>

Natsu rise. << Anche io abito qui. >> Disse lui, indicando la costruzione alle sue spalle.

<< Che cosa?! >> Fece lei, sconvolta. Non l'aveva mai visto da quelle parti. Se abitavano l'uno difronte all'altra in quelle tre settimane si sarebbero dovuti incontrare almeno una volta, eppure non era mai successo. Facevano anche lo stesso percorso per arrivare a scuola, quindi era davvero strano.

<< Me lo potevi dire che abitavi qui, Lu. >> Disse guardandola indispettito.

<< Baka! Non potevo sapere che abitavi difronte a me, altrimenti te lo avrei detto. Comunque...siamo in ritardo, dovremmo sbrigarci ad andare a scuola. >>

<< Se solo riuscissi ad aprire questo maledetto lucchetto! Penso si sia rotto. >> Disse Natsu voltandosi verso la bici.

La biondina si avvicinò a lui per guardare meglio, e si sporse da dietro la sua schiena, mettendogli le mani sopra le spalle. Quando erano così vicini, riusciva a sentire il suo profumo. Lo vide infilare di nuovo la chiave in quella piccola serratura, e girarla nel senso opposto.

<< Dammi quella chiave. >> Disse Lucy sospirando.

Il ragazzo gliela porse, ma senza aspettarsi molto. Se non c'era riuscito lui, che era stato più di dieci minuti a provarci, Lucy non avrebbe ottenuto di meglio.

E invece, si sbagliò. La ragazza in due secondi aprì il lucchetto, lasciando Natsu a bocca aperta.

<< C-come diavolo hai fatto?! >> Le urlò lui, avvicinando ancora di più i loro visi.

La bionda indietreggiò, sentendosi a disagio. << Bastava girare la chiave nel senso opposto, Natsu. >>

Il ragazzo, ancora con la mascella per terra, si sedette sopra la bici, ma non si mosse.

Passò qualche secondo, prima che Natsu ricominciasse a parlare : << Che fai? Non sali? L'hai detto tu che siamo in ritardo, muoviamoci. >>

Lucy arrossì di colpo. Voleva davvero portarla a scuola in bici? Era una cosa davvero romantica, una di quelle situazioni che accadevano solo negli shojo manga. E se qualcuno li avessi visti arrivare insieme, sarebbero sicuramente cominciate a girare delle voci su di loro. Ma a Natsu sembrava non importare, visto che stava ancora aspettando che lei salisse dietro di lui.

<< S-sei sicuro? >> Gli chiese titubante.

<< Certo, Lu, se andiamo in bici forse ce la facciamo ad arrivare in tempo. >> Come aveva pensato Lucy, Natsu la trovava una cosa normalissima quella. Forse restò un poco delusa, ma non lo fece vedere. Si sedette dietro di lui, e posò la testa sulla sua schiena. Il calore che emanava il corpo del ragazzo si sentiva perfino attraverso il peso maglione della divisa. Natsu, dopo aver esitato pochi attimi, partì a razzo. La biondina sarebbe quasi caduta se non si fosse stretta a lui spontaneamente, e questo a Natsu di certo non dispiaceva.

Prima ancora che i due ragazzi arrivassero al cancello della scuola, per scendere dalla bici, sentirono una vocina singolare chiamarli.

<< Ehi ragazzi! >> Urlò Levi a pochi metri da loro, agitando la manina per salutarli. Con l'altra, trascinava Gazille dietro di lei.

<< Giorno, Levi-chan. >> le disse l'amica, scendendo dalla bici.

Intanto Natsu diede un piccolo pugnetto a Gazille sulla spalla, il quale ricambiò con una tirata di capelli. Era il loro modo di salutarsi.

<< Non fare quel sorrisetto, come mai sei arrivata insieme a Natsu? >> Chiese Levi maliziosa. Per quanto potesse sembrare pura e innocente, aveva anche un lato accattivante. Forse è per quello che piaceva ad un tipo come Gazille.

Lucy sospirò, sapeva che sarebbe successo.

<< Abbiamo appena scoperto di abitare difronte! >> Rispose Natsu per lei.

<< Davvero? Allora adesso farete la strada insieme tutti i giorni! >>

<< Certo. >> Disse il ragazzo, come se fosse la cosa più ovvia del mondo.

Le guance di Lucy si colorarono di un leggero rossore.

<< Muovetevi stupidi, non voglio fare tardi per voi. >> Disse Gazille in modo molto diretto.

Così, prima che Natsu rispondesse a tono e scoppiasse il solito battibecco, Levi prese il fidanzato per mano e lo trascinò verso l'entrata molto velocemente, lasciando gli altri due poco più indietro.

 

 

 

 

 

Finalmente, dopo una stressante ora di francese, suonò la campanella che segnava l'inizio della ricreazione. Lucy, alzandosi assieme alla sua compagna di banco, vide il povero Gray, poco più indietro, lamentarsi con la testa sopra il banco.

<< Ehi Gray, è successo qualcosa? >> gli chiese avvicinandosi a lui.

Juvia, che stava seduta accanto al suo amato, accarezzandogli i capelli per consolarlo, la guardò con uno sguardo omicida.

<< Gray-sama sta continuando a prendere brutti voti a francese, se non andrà bene al compito di domani sicuramente verrà bocciato. >> “ Juvia, forse questo non è il modo migliore per consolarlo” pensò Lucy vedendo Gray dimenarsi sentite le parole della sua corteggiatrice. Quella situazione era ironica, se proprio vogliamo dirlo.

<< Pff, stai sempre a frignare. >> Disse Natsu, che si era avvicinato al gruppetto ridacchiando.

<< Vuoi morire Natsu?! >> Gli rispose l'amico-nemico, finalmente alzando la testa per guardare chi aveva davanti.

<< Non riusciresti neanche a sfiorarmi! >>

<< Vogliamo vedere?! >>

<< Nessuno tocca Gray-sama! >>

Ecco, stava per scatenarsi il solito putiferio, questa volta anche Juvia ne avrebbe fatto parte.

<< Ragazzi per favore, almeno in classe cercate di contenervi! >> Li ammonì Lucy guardandoli in malo modo.

<< E poi, fra l'altro, anche tu Natsu non è che sia una cima a francese... >>

<< Tsk, a me non importa del francese. >> Disse mostrando il suo totale disinteresse.

<< Vedremo quando verrai bocciato.. >> Lo derise Gray.

<< Vuoi prenderle davvero?! >>

<< Basta basta! >> Questa volta a parlare fu Levi, che spuntò da dietro la schiena di Lucy immergendosi nella discussione.

<< Ho un idea. >>

I presenti la guardarono curiosi. << Per prepararci per il compito di domani, studieremo tutti insieme! Io e Lu-Chan ce la caviamo, e potremmo darvi una mano. >> Disse Levi guardando l'amica per ottenere una sua conferma.

<< Ah, è un ottima idea Levi-chan! Io ci sto. >>

<< Perfetto. >> Dissero Natsu e Gray all'unisono, per poi guardarsi in cagnesco.

<< Dove studieremo però? >> Chiese Juvia all'improvviso.

<< Andremo da Lu-chan! >> Disse Levi sorridendo, come se fosse ovvio.

<< Alt, alt, alt! >> Come era arrivata a quella decisione?!

<< Perché a casa mia? >>

<< Beh, Natsu mi ha detto che casa tua è molto grande, vista da fuori. E poi sono tanto curiosa di vedere com'è la tua stanza! Dovrai assolutamente prestarmi qualche libro! >> Ah, ecco il vero motivo. Lucy sospirò.

<< Ad una condizione. >> Disse girandosi verso Natsu e Gray.

<< Non azzardatevi a rovinare o spaccare qualche mobile o oggetto che si trova in casa mia! >>

<< Certo Lu, per chi ci hai preso? Noi siamo tipi tranquilli. >> Disse Natsu, cercando di far ridere l'amica. Ma non ottenne altro che uno sguardo assassino.

La biondina si sarebbe dovuta preparare mentalmente prima di accogliere in casa dei tipi come Gray, Natsu e Juvia, che avevano ben poco di normale. L'unica che si salvava, forse, era Levi-chan.

 

 

 

 

Lucy stava sdraiata sul divano del salotto, guardando la tv, annoiata. Erano le 16.30, quando sarebbero arrivati quei testoni? Dovevano essere da lei più di mezz'ora prima.

Che si fossero persi? No, impossibile, li doveva accompagnare Natsu, lui era l'unico a sapere dove si trovasse casa sua. Beh, effettivamente questo non era molto rassicurante.

“ Forse hanno cambiato idea.” Pensò la ragazza intristita. Passarono altri dieci minuti, e ancora niente. Così Lucy decise di andare in cucina per prendere qualcosa da mettere sotto i denti, ma appena alzata dal divano, il campanello suonò.

La biondina si diresse correndo alla porta di casa, e l'aprì, trovandosi davanti i cinque ragazzi. Levi si era portata dietro anche Gazille. Era formidabile il modo in cui quella ragazza riuscisse a convincerlo a fare ogni cosa che le saltava in mente. Forse, Gazille semplicemente non sapeva resisterle.

<< Finalmente! >> Disse Lucy, mostrandosi arrabbiata. In realtà si sentiva sollevata dal fatto che non le avessero dato buca. Era abituata ad essere lasciata da sola, ma ci sarebbe comunque rimasta male.

<< Scusa tanto per il ritardo Lu-chan! >> Disse Levi andandola ad abbracciare.

<< Ma quei tre scemi strillavano come matti per strada, offendendosi, e ci siamo dovuti subire le lamentele di una vecchietta per almeno una ventina di minuti! >>

Lucy scoppiò a ridere. Avrebbe voluto vedere quei tre ragazzacci messi a tacere da una vecchietta.

<< Entrare dai, è già tardi e dobbiamo prepararci bene per il compito. >>

I cinque fecero come disse la bionda. Entrati dentro, diedero uno sguardo veloce, e restarono a bocca aperta: la casa di Lucy era davvero molto grande.

<< A Juvia piace molto casa tua. >> La padrona di casa guardò Juvia, che si era attaccata al braccio di Gray, sbalordita. Era la prima volta che sentiva farle un complimento, o solo dirle una cosa carina. Forse anche lei stava cominciando a considerarla un amica, e non era venuta li sono per stare con il suo Gray-sama.

<< Già, Juvia ha ragione. >> Disse Natsu sorridendo. Lucy lo guardò contenta : era felice che gli piacesse casa sua, era felice solo per il fatto che fosse venuto anche lui quel pomeriggio. Portarlo in casa sua, anche solo per studiare, era una cosa abbastanza intima, che la faceva sentire più vicina a lui. Lucy ancora non riusciva a capire il perché di questi pensieri, che non erano per niente da lei.

<< Allora, vogliamo restare qui tutto il tempo? >> Chiese Gazille sbuffando.

<< Ah, già! Dove volete andare a studiare? Possiamo andare in salotto, oppure in camera mia. >>

<< In camera tua! >> Rispose Levi anche per gli altri. Sembrava davvero impaziente.

Così, i cinque ragazzi si avviarono verso il piano superiore, seguendo Lucy.

<< Wooow! >> Gli occhi di Levi, appena entrata nella stanza dell'amica, iniziarono a brillare.

La camera era molto grande, come la casa d'altronde, e accanto al letto, che era giusto sotto la finestra, c'era una vetrina che ricopriva tutto il muro, ripiena di libri. Levi ci si fiondò, cominciando a sbirciare dappertutto.

Natsu, invece, senza fare complimenti, si catapultò sopra il letto della bionda.

<< Cavolo, ma è morbidissimo! >> Disse strofinando la faccia sul cuscino. Lucy lo guardò felice, adesso il suo odore sarebbe rimasto impregnato su quelle coperte, e lei avrebbe potuto sentirlo per tutta la notte. “Non mi stancherei mai di quell'odore”, pensò. E prima ancora di accorgersene la sua faccia diventò rossissima. Ma cosa diavolo si metteva a pensare?!

Gazille e Gray, seguito da Juvia, si sedettero sul pavimento, davanti al piccolo tavolino al centro della stanza, e tirarono fuori i libri.

“ Bando alle ciance, Lucy! Oggi devi solo pensare al francese!” E pensandolo, si sedette vicino a Juvia.

 

 

 

 

Ci avevano provato, lei e Levi, ci avevano provato davvero a far entrare qualcosa in quelle teste vuote. Ma tutto era inutile quando si parlava di Natsu, Gray e Gazille. Quei tre e lo studio non erano compatibili neanche un po', tutto qui. Avevano provato di tutto: test, interrogazioni improvvisate, questionari, ma niente, loro non ci mettevano nemmeno un minimo d'impegno.

E così, dopo un'oretta buona che questa storia andava avanti, i sei ragazzi si addormentarono.

La bionda però dormì poco e niente, per la posizione dolorosa in cui si era addormentata. La schiena le faceva un male cane, quindi decise di alzarsi per sgranchirsela un po'. E quando vide la scena difronte a lei, sorrise intenerita: Gazille e Levi stavano dormendo appoggiati alla vetrina piena di libri, la ragazza teneva la testa sopra la spalla di lui. Ci sarebbe stato da scattargli una foto. Lucy era un po' invidiosa, infondo. Nonostante Gazille fosse quello che era, riusciva a rendere la sua amica davvero felice. Anche lei avrebbe voluto avere quel rapporto così speciale con qualcuno. Anche lei avrebbe voluto essere davvero felice in quel modo. Sospirando, voltò lo sguardo verso Gray, spaparanzato per terra, con la testa sopra le gambe di Juvia, che stava appoggiata con la schiena al bordo del letto. Ce lo doveva aver messo lei, in quella posizione, o forse, Gray aveva inconsapevolmente cercato Juvia nel sonno. Alla fine, non poteva essere del tutto indifferente agli atteggiamenti della ragazza.

E poi, lo vide. Natsu era rannicchiato sul suo letto. Con quel viso rilassato e calmo era così tenero.

Non resistette più di tanto, e alla fine andò a sedersi accanto a lui, girando un poco la testa per continuare a guardarlo. Non sapeva quale strano fenomeno la spingesse tutte le volte a stare vicino a quel ragazzo, a cercarlo in ogni occasione. Sapeva solo che non poteva farne a meno, perché quando stava accanto a Natsu, lei si sentiva leggera. Alzò una mano per accarezzargli i capelli. Non le importava se qualcuno l'avesse vista, o se perfino lui l'avesse beccata, in quel momento sentiva solo l'impulso irrefrenabile di toccarlo, per accertarsi che tutto questo fosse vero, che quel ragazzo così testardo e tonto stesse davvero dormendo sul suo letto.

Lui dopo poco aprì gli occhi, sentendo quella piacevole sensazione. Vide Lucy guardarlo con un sorriso, ed inspiegabilmente si sentì appagato.

<< Lu... >> Disse sbadigliando e tornando a sedere sul letto.

<< Scusa se ti ho svegliato. >> Gli disse imbarazzata. << Solo che non riuscivo a dormire, e mi stavo annoiando. >>

<< Potevi svegliare Levi. >> Disse Natsu, cercando di guardarla male.

<< Baka Natsu. >> Bisbigliò la bionda. Lui si mise a ridere.

<< Stavo scherzando, su. >> Lucy lo guardò sorridendo, prima di appoggiare la propria testa sulla sua spalla, nonostante l'imbarazzo. Infondo, Natsu non era tipo da farsi sconvolgere da questi piccoli gesti.

<< Comunque, tu vivi con tuo padre Lu? >> Chiese il ragazzo, inaspettatamente.

<< Già >> Disse lei sospirando, << ma lui è sempre via per lavoro, e in casa non c'è quasi mai. Ma tanto, anche quando c'è, è come se non ci fosse. È proprio a causa del suo lavoro che mi trasferisco così spesso in diverse città. All'inizio era una seccatura, ma ormai ci sono abituata. Basta non affezionarsi alle persone che conosci. >>

Lui restò zitto per qualche minuto, sembrava pensieroso.

<< E quindi...tu non ti sei affezionata a tutti noi? >> A quella domanda così diretta, Lucy lo guardò sorpresa. Erano uscite davvero dalla bocca di Natsu quelle parole? Il Natsu che pensava solo a dormire, scherzare e picchiarsi con i suoi amici?

Comunque, in quell'istante, si rese conto di come stavano davvero le cose. Sapeva che sicuramente non era stata coerente con sé stessa, ed aveva infranto quella sua regola che rispettava ormai da molti anni. Lei si era affezionata a tutti loro. Ormai, aveva imparato a voler bene ad ogni persona conosciuta in quella scuola, a partire dalla temibile Erza, con cui non aveva parlato poi molte volte, fino ad arrivare a Levi e gli altri strambi ragazzi di quel gruppetto. E poi, c'era Natsu. Natsu l'aveva colpita fin dal primo momento in cui l'aveva incontrato. Il primo sorriso che le aveva rivolto l'aveva come rapita, per non lasciarla più andare. Quindi, la sua risposta non poteva essere altro che : << Non ho rispettato la regola, Natsu. Ormai, nonostante sia passato solo poco più di un mese da quando sono entrata alla Fairy Tail High school, non mi sognerei mai di lasciarla, perché è li che ho conosciuto tutti voi. Siete delle persone speciali. >>

Il ragazzo le mise un braccio intorno alle spalle, e lei sussultò. Era felice che Lucy lo considerasse una persona speciale, era felice che fosse diventato almeno un poco importate per lei. Restarono così per un paio di minuti, prima che Natsu ricominciasse a parlare : << Lu, ma sei gelida, non è che hai freddo? >>

<< Si, effettivamente non fa molto caldo, forse dovrei andare in salotto a prendere la felpa, è li che l'ho lasciata. >> Rispose tentando di alzarsi dal letto, prima che lui la fermasse.

<< Aspetta, se vuoi predi la mia. >> Disse lui sfilandosi la felpa nera che indossava, << Tanto io ho sempre caldo. >>

Lucy prese in mano quell'indumento. Perché il suo cuore batteva così forte per una stupida felpa?

<< Grazie. >> Disse mettendosela addosso, con le guance arrossate. Il suo cuore batteva così velocemente che pensava che le sarebbe uscito dal petto entro poco. Ma che le stava capitando? Non aveva mai provato quelle sensazioni stando con nessun altro, mai, in tutta la sua vita.

Natsu alla fine era un maschio, era carino, anche troppo, e non era facile restargli indifferente. Ma fino a quel momento aveva sempre pensato che fosse attrazione fisica al massimo, quella che provava per lui, niente di più. Ma risistemandosi nella posizione in cui era prima, e annusando la fragranza di quella felpa, improvvisamente si sentì al caldo. Forse l'attrazione fisica non c'entrava un bel niente. A lei Natsu piaceva, e anche tanto. Era inutile inventarsi scuse. Ormai se ne era resa conto già da un bel po', e finalmente era riuscita ad ammetterlo. Ma quella non era una buona cosa. Per quanto la rendesse felice stare vicino a lui, non poteva innamorarsene, perché non sarebbe stata ricambiata.

Dopo poco la ragazza sentì il respiro di Natsu diventare regolare, e girando lo sguardo verso di lui, vide che si era addormentato. Così, accoccolandosi un po' meglio vicino a lui, riuscì finalmente a fare una bella dormita anche lei. Quella, d'altronde, era la posizione più comoda che avesse mai potuto trovare.

 

 

 

Si svegliò quando fuori era già buio. E quando riaprì gli occhi, non trovo nessuno nella sua stanza.

<< Ma che diavolo..? >> Disse Lucy sbadigliando. Dov'erano finiti tutti?

Si accorse di avere ancora la felpa di Natsu addosso. Quello stupido doveva essersela dimenticata, oppure gliel'aveva lasciata apposta per non farle sentire freddo. Si disse che poteva anche essere per quello. Infondo, Natsu ultimamente riusciva a sorprenderla in parecchie occasioni.

Girandosi dalla parte opposta del letto, per tornare a dormire, vide un foglio accanto a lei. Lo prese in mano per leggerlo.

“ Lu-chan! Non volevamo svegliarti, così siamo andati via senza dire niente, visto che si era fatto tardi. Ci vediamo domani a scuola! ( E poi mi devi spiegare cosa ci facevi tra le braccia di Natsu!)”

Lucy accartocciò il foglio e lo buttò sul pavimento. Anche in quel momento avrebbe voluto essere tra le braccia di Natsu.

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Capitolo 3
*** Sarò il tuo futuro. ***


 

Natsu la stava aspettando. Natsu la stava veramente aspettando. Se ne accorse appena aprì la porta di casa, di tutta fretta, visto il ritardo in cui era. E lo trovò lì, poggiato al muro con lo zaino sopra le spalle, mentre sbadigliava.

<< Natsu! >> Aveva detto sorpresa. Il cuore le stava già martellando prepotente nel petto.

<< Giorno Lu. >> Aveva risposto con noncuranza, era ancora mezzo addormentato.

<< Ma cosa ci fai qui? Dovresti essere già a scuola, è tardissimo! >>

<< Non dovevamo andarci insieme? >> Le chiese guardandola confuso.

Solo in quel momento Lucy si ricordò della chiaccherata con Levi della mattina precedente, quando Natsu aveva confermato che loro due avrebbero fatto la strada insieme tutti i giorni da quel momento in poi, per andare e tornare da scuola. Ed anche se era rimasta stupita, non l'aveva preso poi molto sul serio. Anzi, pensava che un tipo come lui si sarebbe dimenticato subito di quel breve discorso.

<< O-oh b-beh... >> Balbettò imbarazzata. Ad aspettarla era stato davvero carino, anche se sicuramente l'aveva fatto senza pensarci.

<< Muoviamoci dai! >> Le disse lui con il suo solito sorriso, il sorriso che riusciva a rallegrarle la giornata.

Così Lucy, cercando di controllarsi, si avviò verso la bici di Natsu, insieme a quest'ultimo.

Si stava abituando a tutti quei piccoli momenti quotidiani che condivideva insieme a lui, anche se avrebbe dovuto non farlo. Sarebbe potuto finire tutto da un momento all'altro.

 

 

 

 

 

<< Bene! Finalmente vi siete degnati di arrivare! Stavo giusto distribuendo i compiti. >>

La professoressa li guardava con astio da dietro la sua cattedra. I due ragazzi, ancora ansimando per la corsa fatta per le scale, riuscirono a dire solo un debole “ci scusi”.

<< Siete gli unici che arrivano quasi tutti i giorni in ritardo! Se continuate così sarò costretta a prendere provvedimenti. >>

Natsu sbuffò, andandosi a sedere al suo posto. E Lucy lo segui, alzando gli occhi al cielo: il suo atteggiamento di certo non aiutava la situazione.

<< Aaah, che coppia. >>

Lucy arrossì, sentendo quelle parole, sotto lo sguardo curioso di Levi. Si girò un attimo nella dirizione dell'amico, per vedere se aveva avuto anche una minima reazione. Anche se non nel senso in cui sperava lei, l'avevano definiti una “coppia”. Ma Natsu stava già guardando il compito di francese con le mani nei capelli, cercando di copiare da Elfman, messo ancora peggio di lui.

Si diede della stupida, doveva finirla di pensare continuamente a quello scemo, adesso doveva occuparsi solo del compito.

 

 

 

 

 

<< Allora ragazzi? Com'è andata? >>

Natsu e Gray, circondati da un aura nera e maligna, si girarono verso la piccola Levi.

<< 'na merda. >> Dissero all'unisono, con una lacrimuccia che scendeva dagli occhi.

Cana, che si era unita al solito gruppetto durante la ricreazione, scoppiò a ridere.

<< Ma non eravate andati a studiare da Lucy? >> Chiese Loki, con i cuoricini al posto degli occhi, guardando la biondina difronte a lui.

<< Io e Levi-chan abbiamo provato a farli studiare, ma abbiamo fallito. Sono dei casi persi ormai. >>

<< Ma se siete proprio voi due ad esservi addormentate per prime! >> Disse Gray con un gocciolone dietro la testa.

<< Ah! >> se ne uscì Levi con tutto il suo entusiasmo, interrompendo il discorso. << Lu-chan, dopo la scuola verresti con me a fare un po' di shopping? Verrà anche Erza. >>

<< Oh, certo Levi-chan. >> Non pensava che Levi fosse tanto amica di Erza da andarci perfino a farci shopping insieme. E poi, non trovava la rossa un tipo da shopping.

<< Tu ed Erza siete molto amiche? >> Chiese curiosa. Forse, effettivamente, era un po' gelosa.

<< Erza è mia cugina Lu-chan, non te l'avevo detto? >>

<< C-che cosa?! Tua cugina?!? >>

<< Si, siamo cresciute insieme io, lei, Natsu e Gray. >>

Lucy la guardò sorpresa. Non si aspettava che loro quattro si conoscessero davvero così bene. Infondo non aveva visto poi molte volte parlare i due ragazzi con la rossa, e proprio quei due ragazzi adesso si stavano picchiando difronte a lei. Non avrebbe mai detto che fossero amici d'infanzia. Capì in quel momento che alla fine non conosceva quasi niente di tutti loro, del loro passato. Si sentì un po' stupida: Natsu le piaceva, ma non era mai stata molto interessata a conoscere qualcosa in più di lui, di quanto non conoscesse già. Non aveva mai pensato a queste cose. Chissà com'era Natsu da bambino? Chissà perché era andato a vivere da solo? Chissà se...aveva mai avuto una fidanzata? No, era impossibile. Non ce lo vedeva proprio Natsu a baciare una ragazza, a tenerla per mano, a portarla al cinema. Lui sicuramente non aveva la minima esperienza, proprio come lei.

Però, nonostante si fosse convinta di questa cosa, quella domanda le ronzò nella testa per tutta la mattina.

 

 

 

 

<< Ne, Lu-Chan, Erza, questo vestito non è adorabile? >> Levi aveva in mano un vestito blu notte, senza maniche e che arrivava fin sopra le ginocchia, con abbinata una cintura nera da mettere appena sotto il petto. << Ti starebbe benissimo, Levi. >> Rispose Erza tranquillamente, mentre Lucy annuiva convinta.

Così, la ragazza entrò nel camerino. << Ok, me lo provo. Però ditemelo se mi sta male! >> Urlò pochi attimi dopo, mettendo la testa al di fuori della tendina. Le due ragazze sospirarono. Erano li da almeno due ore e Levi non aveva ancora trovato un vestito per la sua cena romantica insieme a Gazille. Lucy, quando l'amica le aveva detto che era per quel motivo che voleva andare al centro commerciale, era scoppiata a ridere. Era strano immaginarsi un tipo brusco e maleducato come Gazille seduto al tavolo di un ristorante di lusso, magari anche in giacca e cravatta.

<< Mi chiedo come sia avere un ragazzo... >> Non aveva intenzione di dirlo ad alta voce, ma purtroppo lo fece.

<< Non ne hai mai avuto uno? >> Le chiese Erza, seduta accanto a lei difronte al camerino. Lucy arrossì notevolmente, e spostò lo sguardo verso il basso.

<< Beh..io..no.. >>

<< Neanche io. >> Disse la rossa guardandola con un sorriso appena accennato sul volto. Ma Lucy sapeva che l'aveva detto solo per rassicurarla, Erza alla fin fine, anche se non sembrava, era una tipa premurosa, che si preoccupava molto per il bene dei suoi amici.

<< Ma tu non stai con Gerard? >> Le chiese ghignando.

<< M-ma c-osa dici Lucy? I-io e Gerard siamo solo...b-buoni amici! >> Aveva detto la rossa balbettando per l'imbarazzo. Lucy si mise a ridere: la temibile Erza era rossa come un peperone, se Natsu e Gray avessero visto quella scena gliel'avrebbero rinfacciata per tutta la vita.

<< Comunque >> disse lei puntando gli occhi sulla bionda << Non ti piace nessuno? Oh! Ovviamente se te la senti di dirmelo, non voglio farmi gli affari tuoi. >> Aveva precisato, preoccupata che Lucy avesse frainteso. La ragazza rimase zitta qualche secondo. Non aveva ancora detto apertamente a nessuno che le piaceva Natsu. Ma Erza era una tipa seria, che sicuramente avrebbe saputo mantenere il suo segreto. E poi, aveva assolutamente bisogno di parlarne con qualcuno, finalmente.

<< Ma a Lu-Chan piace Natsu, non lo sapevi? >> Però, Levi la precedette. Lucy rimase a bocca aperta, pietrificata. Evidentemente da dietro quel camerino la ragazza dai capelli blu aveva sentito tutto il discorso, e si era permessa di rispondere per lei. Ma la cosa che non riusciva a capire era: come diavolo faceva Levi a sapere dei suoi sentimenti?! La risposta era molto semplice, e ci arrivò dopo poco: lei ormai era la sua migliore amica a tutti gli effetti, e aveva già capito come stavano le cose da molto tempo, forse già da prima che perfino Lucy stessa se ne accorgesse.

Infondo, Levi la capiva meglio di chiunque altro.

<< Cosa? Davvero? Non me n'ero mai resa conto... >> Disse Erza, distogliendola dai suoi pensieri.

Lucy arrossì, era difficile ammettere una cosa di questo tipo.

Levi annuì, uscendo dal camerino con il vestito blu di poco prima – che tra l'altro le stava da Dio – guardando Lucy intenerita.

<< Si... vero Lu-chan? >>

La bionda abbassò lo sguardo, sussurrando un flebile “si”. Subito dopo alzò la testa agitata, e guardò le sue due amiche, impaurita. << Però non ditelo a nessuno, soprattutto a Natsu! Voglio che rimanga un segreto! >> Aveva detto tutto d'un fiato.

Levi si mise a ridere. << Tranquilla, saremo mute come un pesce. >>

<< Certo, se è quello che vuoi, Lucy. >> Disse la rossa sorridendo. Lucy tirò un sospiro di sollievo.

<< Comunque, mi ricordi molto lei... >>

<< Lei... chi? >> Chiese la biondina, guardando Erza confusa.

<< Lisanna, la ragazza di Natsu. Cioè, la ex-ragazza di Natsu, ormai... >> Disse lei con uno sguardo un po' triste.

Lucy ad un tratto sentì le voci intorno a lei scomparire. L'unica cosa che riuscì a percepire fu il senso di vuoto che sentì dentro, quando la rossa disse quelle parole. Natsu. Fidanzata. Ex-fidanzata di Natsu. Era tutto così confuso in quel momento. Non riusciva a mettere insieme i pezzi, per quanto fosse così facile. Non voleva mettere insieme i pezzi.

Natsu...quel Natsu...aveva veramente avuto una ragazza in passato? Quella notizia l'aveva semplicemente sconvolta, anche se non ce n'era motivo. Natsu alla fine era pur sempre un bel ragazzo, simpatico e solare, perciò non sapeva perché si era totalmente convinta che non fosse mai stato fidanzato. Ma davvero non riusciva ad immaginarsi il tipo di ragazza che poteva piacergli. Lisanna, così si chiamava. Chissà che tipo era.

Il petto le bruciava. Aveva capito in un attimo che tutte le sue convinzioni erano sbagliate. Natsu aveva rivolto quel suo sorriso affettuoso e pieno di significati a qualcun' altro in passato. Natsu aveva portato in bici e prestato la sua a felpa ad un' altra ragazza prima di lei. Era stata davvero una sciocca.

Sentì i suoi occhi inumidirsi. Non voleva piangere, non in quel momento, non per un motivo così. Levi ed Erza si sarebbero sicuramente preoccupate.

<< Oh! Che stupida! Mi sono ricordata proprio adesso che ho un impegno urgente. Mi dispiace ragazze, continuate da sole qui. A domani! >> Disse alle due, prima di cominciare a correre verso l'uscita del centro commerciale.

<< Aspetta Lu-Chan! >> Ma ormai la ragazza era troppo lontana per sentire le urla di Levi.

 

 

 

 

 

Piangeva. Piangeva come una stupida, con la faccia nascosta dal cuscino.

<< Ma che diavolo ti prende, Lucy?! >> Si disse tra i singhiozzi.

Era colma di rabbia e rancore verso una persona che non aveva neanche mai conosciuto nella sua vita. Lisanna. Perfino il nome le sembrava brutto in quel momento.

Si diede dell'idiota. Infondo, come poteva criticare il passato di Natsu? Come poteva biasimarlo per essersi innamorato una volta?

Ma nonostante questi pensieri, non riuscì a far smettere quelle lacrime che uscivano dai suoi occhi.

<< Baka baka baka! >> Urlò colpendosi la testa con il palmo della mano.

Ad un tratto sentì un rumore dietro di lei, come se qualcosa fosse caduto sul pavimento. Quel rumore la spaventò, e si girò per vedere cosa fosse stato. Quello che vide le fermò il cuore.

Natsu. Natsu era in camera sua. Si trattenne per poco dall'urlare.

<< MA COSA DIAVOLO CI FAI QUI?!?! >> No, poi ci ripensò, ed urlò con tutta la forza che aveva, alzandosi dal letto e andando verso il ragazzo.

<< Ohi Lu! >> Le rispose lui tranquillamente, sorridendo.

<< Ma cosa..che hai fatto? Che è successo? >> Le chiese subito dopo preoccupato. Lucy si ricordò solo in quel momento dello stato in cui si trovava, e si passò il braccio sugli occhi per asciugare le lacrime.

<< Niente, niente! Tu piuttosto, che cosa sei venuto a fare? E come sei entrato?! >>

<< Sono entrato dalla finestra. >> Rispose semplicemente, come se fosse la cosa più ovvia del mondo.

<< Ma...ma cosa...? Perché non hai usato la porta, baka?!?! >>

<< Non ci avevo pensato. >> Disse dopo averci riflettuto un po' su.

Lucy rimase a bocca aperta. Sapeva che non doveva sorprendesi delle cose stupide che faceva Natsu, ma questo era proprio il colmo!

<< Comunque Lu...mi scappa la pipì. >>

<< E VAI A FARLA A CASA TUA! >> Gli rispose la bionda tirandogli un pugno. Era leggermente alterata.

<< Ehi! Mi hai fatto male! >> Piagnucolò Natsu, atterrato in un angolo della stanza. Lei si girò dalla parte opposta, indignata.

<< Dai ti prego Lu, ho lasciato le chiavi da Gray, ma me ne sono accorto solo quando ormai ero davanti casa, e il suo appartamento è lontano, non ce la faccio a trattenerla fino a quando sarò arrivato! >>

Lucy sospirò. Quanto poteva essere stupido?

<< Uff. Va bene, vieni, ti faccio vedere dov'è il bagno. >> Disse incamminandosi fuori dalla stanza.

Arrivarono davanti all'ultima porta alla fine del corridoio, e quando Lucy l'aprì, Natsu vide che anche il bagno era notevolmente grande, proprio come si aspettava.

<< Fai quel che devi. >> Disse la bionda richiudendo la porta appena Natsu fu entrato.

<< Grazie Lu! >>

Si sedette con la schiena poggiata al muro, difronte alla porta. Dietro quella porta c'era proprio il ragazzo per cui stava piangendo poco prima. Pensava che si sarebbe comportata diversamente con lui, dopo quello che aveva saputo, ed invece, forse per la rabbia, non aveva mostrato il minimo cambiamento. “Meglio così” Disse dentro la sua testa.

Avrebbe voluto chiedergli molte cose: che tipo era Lisanna? Perché si erano lasciati? Che fine aveva fatto adesso?

Ma non voleva essere egoista. Forse Natsu si sarebbe rattristito, se lei avesse tirato fuori l'argomento. Perciò non chiese niente, e si fece gli affari suoi, come era giusto che fosse.

Poco dopo il ragazzo uscì dal bagno, e la fissò qualche istante.

<< Cosa c'è? >> Chiese lei, ancora seduta davanti alla porta. Lui le si sedette accanto.

<< Cosa avevi prima, Lu? Stavi piangendo, ti ho vista. >>

Lucy lo guardò colpita. Si stava..preoccupando per lei?

<< Niente Natsu, tranquillo, era solo un momento di malinconia. >> Gli disse sorridendo debolmente. Un sorriso falso. Lui la guardò in malo modo.

<< Non mentirmi Lucy. >> Le disse serio. << Giuro che vado immediatamente a pestare chi ti ha fatto piangere! >>

Quelle parole la colpirono, per questo arrossì leggermente. Gli importava davvero così tanto il fatto che lei soffrisse?

Fatto sta che Natsu non poteva di certo commettere un suicidio, perciò...

<< Né Natsu.. >> Cominciò abbassando lo sguardo. << Hai mai avuto una ragazza? >>

Non sapeva se la faccia di Natsu in quel momento fosse diventata triste o meno, non sapeva se questa domanda l'aveva fatto arrabbiare o l'aveva solo fatto ripensare a cose per cui aveva sofferto. Non lo voleva sapere. Era pur sempre una codarda.

<< Si. >> Rispose lui. Non aveva un tono triste. Forse lo stava semplicemente nascondendo.

<< Solo una. >>

<< D-davvero? >> “Continua Lucy, metti il coltello nella piaga.” Si rimproverò la bionda. Era davvero un egoista.

<< Si, eravamo in seconda media quando ci siamo messi insieme. Lei è morta circa due anni fa. >>

Lucy a quelle parole alzò la testa, e guardò Natsu con gli occhi sbarrati. Lui aveva le mani chiuse in un pugno, e lo sguardo basso.

“Oh mio Dio.” Non sapeva...non sapeva che Lisanna fosse morta. Era stata davvero, davvero una stupida. Aveva giudicato, criticato, e se l'era presa non solo con una persona che non aveva mai conosciuto, ma che adesso non faceva neanche più parte di questo mondo.

Che persona meschina che era. In quel momento, provava solo disgusto verso se stessa.

<< Scusa..scusa Natsu. >> Disse riabbassando lo sguardo. La sua voce era spezzata, stava per rimettersi a piangere.

<< Ehi, ehi tranquilla. >> Le aveva detto mettendole una mano sopra la spalla.

<< Non devi piangere, davvero. >>

Lucy lo guardò con gli occhi umidi. Forse lui pensava che lo stesse compatendo, e sicuramente l'ultima cosa che voleva era essere compatito. Quindi Lucy si asciugò gli occhi, e lo guardò con un sorriso appena accennato, per fargli vedere che stava bene.

Lui le sorrise e si alzò, prendendola per una mano per aiutare a farla mettere in piedi.

<< Comunque, preferirei non parlarne più...>> Le disse guardandola. Il suo sorriso c'era ancora sul suo volto, non l'aveva detto in modo arrabbiato.

<< Certo! Scusami se sono stata invadente. >>

<< Fa niente Lu, ormai è una cosa passata. >> Aveva detto girandosi verso la finestra accanto a loro.

<< Oh, guarda, è già buio. Forse è il caso che torni a prendere le chiavi di casa dal ghiacciolo. >>

Disse sbuffando. Non aveva voglia di fare tutta quella strada.

Lucy ridacchiò. Era sollevata, visto che Natsu sembrava lo stesso di sempre.

<< Vieni, ti accompagno alla porta. >> Aveva detto prendendolo per mano.

Natsu la guardò un attimo confuso, e poi sorrise. Era bello sentire quella piccola mano intrecciata alla sua. Quella manina così fredda, lui avrebbe voluto riscaldarla, per questo la strinse più forte, sempre più forte. Quel contatto fra di loro era davvero piacevole.

Lucy, arrivata difronte al portone di casa l'aprì, e Natsu uscì fuori, per poi girarsi a guardarla. Le loro mani erano ancora intrecciate. La bionda, appena se ne accorse, slegò la sua mano da quella di lui, e lo guardò rossa in viso.

<< B-beh...allora...a domani Natsu! >>

<< Certo Lu! A domani, ti aspetto qui fuori come stamattina! >> Disse Natsu cominciando a correre verso la strada che separava le loro due case, per non far vedere a Lucy il leggero rossore che gli aveva ricoperto le guance.

<< V-va bene! >> Gli urlò cercando di farsi sentire, nonostante il ragazzo fosse ormai lontano.

Si richiuse la porta alle spalle, e rimase immobile qualche istante. Doveva imparare a controllarlo quello stupido cuore, che cominciava a correrle all'impazzata appena vedeva quei buffi capelli rosa spuntarle davanti. Natsu ormai era diventata un ossessione, una cosa di cui davvero non poteva fare a meno. E si disse, che se non poteva controllare o cambiare le cose successe nel suo passato, anche se queste le facevano davvero male, lei sarebbe riuscita ad entrare nel suo presente, e a far parte anche del suo futuro, magari. Si, non chiedeva altro, voleva solo stargli vicina. E adesso era pronta, davvero, si era resa conto che non doveva perdere altro tempo: avrebbe confessato i suoi sentimenti a Natsu, e gli sarebbe stata accanto, per far si che lui s'innamorasse di lei. Non era così presuntuosa da essere convinta che ci sarebbe riuscita, ma almeno c'avrebbe provato, nonostante le sue paure e le sue incertezze. Non avrebbe vissuto nell'ombra.

Se Lisanna era il suo passato, lei sarebbe stata il suo futuro.

 

 

 

 

 

Ma ciao! :D Questa volta me la sono presa comoda, e ci ho messo un bel po' per aggiornare, mi dispiace. ^^” Ma questo capitolo non è stato per niente facile da scrivere, l'avrò cancellato e riscritto ventordici volte. E alla fine non mi piace neanche molto com'è venuto. Beh, accetterò ogni critica e consiglio ;) Grazie mille a tutte le care lettrici che seguono questa fic, mi date un motivo in più per continuarla!

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Capitolo 4
*** San Valentino. ***


 

San Valentino. Lucy non era mai stata molto interessata a quel giorno, che molti trovavano così speciale. Aveva sempre pensato semplicemente che fosse una festa inutile, creata per vendere cioccolatini e regalini che le coppiette di fidanzati si scambiavano tra loro. Era fermamente convinta che le persone non dovevano aver bisogno di una festa per dimostrare il loro amore ad una determinata persona. L'amore c'è sempre, ogni giorno, ogni ora, ogni minuto.

Ma questo, forse, era solo il pensiero di una single molto scettica e insoddisfatta.

Adesso che però nel suo mondo era entrata una nuova luce, un bagliore che riusciva a riscaldarle il cuore, Lucy non era più così tanto indifferente a San Valentino.

Quando quella mattina, durante l'ora di latino, Levi le aveva chiesto di aiutarla a cucinare una torta al cioccolato per il fidanzato, con cui avrebbe festeggiato la festa in questione il giorno dopo, le venne un' illuminazione: poteva essere un occasione!

San Valentino era proprio quello che ci voleva per confessare i suoi sentimenti a Natsu.

Solamente a pensarci le venivano i brividi: aveva paura, paura di sbagliare qualcosa, di rovinare il loro rapporto o di non essere ricambiata.

Ma prima o poi sarebbe dovuto accadere, quindi, meglio non perdere tempo a farsi inutili paranoie.

Se l'era ripromesso: non l'avrebbe amato nell'ombra, senza farsi avanti per evitare di soffrire.

“Questa è solo codardia, nella vita bisogna mettersi in gioco!” Pensò, camminando verso la casa della sua cara amica.

 

 

 

 

 

<< No Lu-chan! Vacci piano con lo zucchero! >> Disse Levi guardando la biondina accanto a lei.

Lucy sospirò pesantemente. Non ci sapeva proprio fare, sicuramente sarebbe venuta fuori una schifezza, non degna di essere chiamata torta.

Poggiò la testa sopra il tavolo, esausta. << Non ci riesco! >> Disse piagnucolando.

<< Andiamo Lu-chan, pensavo avessi intenzioni serie! >>

Sospirò nuovamente, chiudendo gli occhi. << La mia determinazione è improvvisamente svanita. >>

Levi la guardò in malo modo, continuando a spalmare il primo strato di cioccolata.

<< Natsu accetterà la tua torta anche se non sarà un capolavoro. >>

<< Si, certo. >> Riaprì gli occhi e sbuffò. << Solo perché quel ragazzo mangia ogni cosa che gli capita sotto gli occhi. >>

Levi si sedette accanto all'amica, lasciando il suo lavoro in sospeso.

<< Né Lu-Chan >> un sorriso le si dipinse sul volto. << Sai come ci siamo conosciuti io e Gazille? >>

Lucy si sorprese di quella domanda. Effettivamente, non aveva mai pensato a come fossero andate le cose fra quei due. Ormai li vedeva come una cosa sola, inseparabili e complementari, le sembrava che si fossero sempre appartenuti a vicenda. Però, anche Gazille e Levi ovviamente avevano un passato. E, anche se quella domanda non c'entrava niente con il discorso di prima, divenne improvvisamente curiosa.

<< No. Raccontami Levi-chan! >>

<< Beh, non c'è poi molto da dire. >> Disse ridendo la piccola Levi, visto l'entusiasmo mostrato dalla biondina.

<< Conobbi Gazille quando ancora andavamo alle medie. Lui era una classe avanti rispetto a me. E...io lo odiavo. >> Disse con un sorriso intenerito sul volto, ricordando i vecchi tempi.

<< C-che cosa? >> Lucy era stupita del fatto che Levi fosse capace di odiare qualcuno, e, sentendo che era proprio Gazille l'oggetto del suo odio, si disse che forse aveva capito male le parole dell'amica.

<< Si, era un tale sbruffone! Maltrattava i ragazzini più piccoli, ed era temuto da tutti, sia per il suo aspetto alquanto strano, che per il suo comportamento. Non lo sopportavo proprio! >>

“E in cosa sarebbe cambiato?” Pensò Lucy con un gocciolone che le scendeva da dietro la testa.

<< Poi però, un giorno, essendomi affaticata troppo durante l'ora di ginnastica, pur sapendo di avere la febbre, caddi svenuta nel cortile della scuola. Ricordo ancora che ero totalmente sola quando successe. Eppure, al mio risveglio, trovai proprio Gazille seduto di fianco a me, addormentato. Mi dissero che era stato lui a portarmi in infermeria. >>

<< E da quel momento, vedendo il ragazzo dal cuore puro che in realtà era, ti innamorasti perdutamente di lui. >> Disse Lucy vedendo lo sguardo sognante sul volto di Levi.

Come risposta, ottenne solo una fragorosa risata.

<< No, le cose tra noi non cambiarono minimamente. Lo ringraziai soltanto per il suo aiuto, anche se non ne capivo il motivo, e lui si limitò a farmi un cenno con il capo in segno di saluto quando ogni tanto ci incontravamo in giro per la scuola. Però, quel ragazzo così strano e odioso, in un certo senso mi incuriosiva. Così, cercai di capirlo un po' meglio, osservandolo, e standogli sempre più vicino, giorno per giorno. Per lui inizialmente ero solo una fastidiosa ragazzina che non si faceva i fatti suoi, e di certo non si risparmiava nel dirmelo. Cominciarono presto a girare delle voci su di noi. “ La dolce e cara Levi sta con quel tipaccio?!” Erano tutte pressapoco così. >> Disse imitando quelle voci, infastidita. << E la cosa che mi sorprese, è che Gazille non ci faceva per niente caso. A lui non importava di quello che poteva pensare la gente, viveva la sua vita senza dar peso alle opinioni degli altri. Penso che fu quando mi resi conto che in realtà avevo da imparare da lui, e che non era solo uno sbruffone senza cuore, che me ne innamorai. >>

<< E lui? Lui ti ricambiava? >> Chiese Lucy, desiderosa di saziare la sua sete di sapere. Le sembrava di vedere un film con i suoi due amici come protagonisti.

<< Beh, in realtà non credo proprio. Sono andata dietro a Gazille per circa...un anno, credo. Alla fine mi decisi a dichiararmi, e lui mi rifiutò. Non so ancora quali fossero in realtà le sue intenzioni, forse non voleva soltanto rovinarmi la reputazione, o forse semplicemente davvero non era innamorato di me. Fatto sta che io non mi diedi per vinta, e gli dimostrai che erano veri i miei sentimenti. E alla fine, dopo chissà quanto tempo, venni ricambiata. Nel modo in cui Gazille può ricambiare una persona, intendiamoci. >>

Levi interruppe il suo lungo discorso, e guardò Lucy negli occhi, sperando che avesse capito lo scopo del suo racconto.

<< Stai cercando di dirmi che non mi devo dare per vinta con Natsu? Qualunque cosa succeda? >>

<< Esatto, Lu-chan! >>

Lucy le sorrise. Levi aveva ragione. Almeno doveva provarci, almeno poteva cercare di fare un passo avanti, per arrivare finalmente al cuore di quello stupido ragazzo. E poi, perché era così sicura che Natsu non provasse praticamente niente per lei? Ovviamente, non poteva dire il contrario, ma nemmeno perdere le speranze.

<< Devi dichiararti a lui Lu-chan, e poi vi metterete insieme, e sarete così felici! Inoltre potremmo fare delle uscite a quattro. Potremmo andare sulla ruota panoramica, potremmo farci pagare il biglietto del cinema.. >>

<< Intanto inizierei a preparare questa torta, Levi-Chan. >> Disse la biondina ridacchiando, interrompendo i sogni ad occhi aperti dell'amica.

 

Quel pomeriggio passò velocemente, tra le risate e i racconti del passato delle due ragazze.

E alla fine, anche Lucy riuscì a far avere un aspetto decente alla sua torta.

 

 

 

 

 

Era arrivato. Il 14 Febbraio era arrivato.

Lucy guardava la torta dentro al frigo di casa sua, ancora intatta e immacolata. Sospirò, prendendo quel dolce e mettendolo dentro ad una confezione per non farlo sciupare durante il tragitto per andare a scuola, e soprattutto, per non far vedere a nessuno la sua creazione.

La sera prima, davanti allo specchio aveva provato a fare mille tipi di discorsi per dichiarare il suo amore a Natsu, ma ognuno di essi le sembrava inadeguato. Aveva deciso, quindi, che avrebbe improvvisato sul momento, con tutto il coraggio che aveva.

Ma ora come ora, uscendo di casa e trovando proprio Natsu lì ad aspettarla, ripensandoci, quella non le sembrava più una buona idea.

 

<< 'Giorno Lu >> Disse Natsu, notevolmente assonnato, guardandola camminare verso di lui.

<< Buongiorno! >> Gli rispose la biondina, con tutto il suo entusiasmo.

Non era quello il momento di pensare alla sua dichiarazione, che aveva progettato di fare subito dopo la scuola.

<< Oggi dovremmo fare tutta la strada a piedi. >>

<< Perché? Che fine ha fatto la tua bici? >>

Il ragazzo sbuffò. << È stata tutta colpa di quello stupido maniaco! >> Sbottò, mentre cominciavano ad incamminarsi verso la scuola.

<< ..Gray? >> Chiese Lucy innocentemente.

<< E chi sennò?! Ieri ci è salito sopra, ed è andato a sbattere contro un palo! Come si fa a sbattere contro un palo?! >>

Lucy scoppiò a ridere, immaginandosi la scena.

<< E quindi la bici si è rotta? >> Chiese fra una risata e l'altra.

<< Si, mentre lui non si è fatto niente! >> Disse arrabbiato.

La biondina lo guardò divertita. << Dai, camminare ogni tanto fa bene, e se lo si fa in compagnia diventa anche divertente. >>

<< Era più divertente andare in bici. >>

Lucy sbuffò. Proprio non ci arrivava quello stupido, al senso delle sue frasi.

Beh, almeno avrebbero avuto più tempo per stare insieme, da soli, e di questo non poteva proprio lamentarsi.

 

 

 

 

Entrati in classe, Lucy andò a sedersi al suo posto, lasciando Natsu a picchiarsi con Gray poco dietro di lei.

<< Buongiorno Lu-chan! >> La salutò Levi.

<< Levi-chan! >>

<< Allora? Hai già dato la torta a Natsu? >> Chiese guardandola curiosa.

<< No, ho deciso di dargliela dopo le lezioni. >>

<< Capisco, almeno se verrai rifiutata potrai evitare di vederlo tornando subito a casa. . >>

<< Ehi! Questo non mi aiuta! >> Piagnucolò Lucy, poggiando la testa sul banco.

Levi scoppiò a ridere. << Stavo scherzando, Lu-chan. Non verrai sicuramente rifiutata. >>

La biondina sospirò. L'ansia la stava divorando. Forse era meglio pensare ad altro.

<< E tu invece? Hai già dato la torta a Gazille? >>

<< Oh, no. Gliela darò stasera, quando verrà a casa mia. >>

<< Cosa? A casa tua? >> Chiese Lucy sorpresa, con una punta d'imbarazzo.

<< Si, i miei sono a casa di mia nonna, che si è improvvisamente sentita male ieri sera. Ma visto che non sembrava niente di grave, mi hanno detto di rimanere a casa, per venire a scuola stamani.

Perciò, stasera ho casa libera, ed ho pensato di organizzare una cenetta a lume di candela per me e Gazille! >>

<< Che cosa romantica! >> Disse Lucy con gli occhi sognanti, morendo d'invidia.

Levi rise. << Sarà solo una cena in casa, Lu-chan, niente di così eccitante. >>

<< Si invece! È San Valentino! Vi scambierete i regali, e ci sarà un atmosfera davvero molto...intima, diciamo. Vi fermerete alla cena? >> Chiese la biondina maliziosa, immaginando già un Gazille pronto a spingersi molto di avanti.

<< Ma Lu-chan! Cosa vai a pensare? >>

Questa volta fu Lucy a scoppiare a ridere, vedendo la piccola Levi così imbarazzata.

 

 

 

 

 

Driiin!

Lucy sobbalzò, sentendo suonare l'assordante campanella che segnava la fine delle lezioni.

<< Bene ragazzi, potete andare. Mi raccomando, svolgete i compiti in questo fine settimana! >> Disse il professore di psicologia, prima di uscire dall'aula con fare indaffarato.

La biondina si alzò, e cominciò a rimettere i libri sparsi sul banco dentro lo zaino.

La torta era ancora là, a ricordarle cosa avrebbe dovuto fare di li a poco.

Il cuore le martellava nel petto solo a pensarci.

<< Né Levi-chan, augurami buona fortuna! >> Disse la biondina mettendosi la pesante cartella sopra le spalle, e avviandosi verso l'uscita dell'aula, dove trovò Natsu e Gray ad aspettarla.

<< Non ne avrai bisogno! >> Le rispose l'amica facendole l'occhiolino.

Così, insieme ai due ragazzi, Lucy s'incamminò verso il cancello della scuola, e usciti di lì, lei e Natsu si separarono da Gray, avviandosi verso casa.

 

<< Aaah! Finalmente, sono stanchissimo! Appena arrivo a casa mi faccio una bella dormita! >> Disse Natsu sbadigliando, pensando già al suo letto, che però non teneva caldo e non era invitante come quello di Lucy. Forse, avrebbe fatto una visitina anche al letto della ragazza poco più tardi.

Non ebbe nessuna risposta. Lucy faticava persino a parlare, in quella situazione.

<< Allora? È successo qualcosa d'interessante a scuola? >> Il ragazzo riprovò così a farla parlare.

<< N-no... >> Rispose solamente la biondina.

<< Uhm.. >>

Passò qualche minuto di silenzio, per Lucy alquanto imbarazzante.

Doveva assolutamente cominciare in qualche modo a parlare dell'argomento, ma non sapeva come.

Forse avrebbe solo potuto dire “ Natsu, devo parlarti.”

No, troppo banale. Non sapeva proprio da dove iniziare.

Passò altro tempo, e i due si ritrovarono già a metà strada. Mancava pochissimo, doveva darsi una mossa.

<< Ohi Lu! Sediamoci un po', sono stanco morto! >> Disse improvvisamente il ragazzo, indicando una panchina all'interno di un piccolo parco a pochi metri da loro, come se le avesse letto nella mente.

Lucy annuì: poteva essere il momento giusto.

Così, una volta seduti, la biondina iniziò a trafficare nel suo zaino, cercando di prendere la torta e le posate di plastica che aveva portato se mai avessero avuto modo di mangiarla insieme.

<< Uhm? Cos'è? Cos'è, Lu?? Roba da mangiare? >> Chiese Natsu incuriosito, guardando la ragazza stringere tra le mani quella confezione rotonda.

<< Ehm.. Si, ecco, è per te! >> Chiuse gli occhi, e gliela spiaccicò quasi in faccia, dalla furia che ci mise nel dargliela.

<< Oh.. >> Disse solo il ragazzo, guardandola un attimo e aprendo la confezione.

I suoi occhi, vedendone il contenuto, s'illuminarono spontaneamente, e a Lucy scappò un piccolo sorriso.

<< è una torta! È al cioccolato? >> Chiese con la bava alla bocca.

La ragazza rise. << Si, tieni, puoi mangiarla. >> Gli disse porgendogli le posate.

Lui non se lo fece ripetere due volte. Con l'eleganza di un elefante cominciò a mangiarne un pezzo dopo l'altro, ovviamente sporcandosi tutto il viso.

<< Allora? Come ti sembra? >> Chiese con un filo di voce la biondina, un po' impaziente.

<< è..è buonissima Lu! >>

Il cuore di Lucy si riscaldò nuovamente, vedendo il sorriso di quel ragazzo così buffo, con quella faccia ricoperta di cioccolato.

<< Ma è per me? Perché mi hai fatto una torta? >> Chiese confuso il ragazzo, con otto pezzi di torta dentro la bocca.

Lucy arrossì. Era arrivato il momento, doveva farsi coraggio.

<< B-beh..oggi, o-oggi è San Valentino, e.. >> “Dai Lucy, non è così difficile!”

<< ..e e-ecco..volevo farti un regalo..perché v-vedi.. >> “No, è difficilissimo!”

Non poteva bloccarsi! Non adesso! Ma non sapeva davvero cosa dire, non voleva essere troppo diretta, ma non voleva neanche girarci intorno senza arrivare al succo della questione.

Se solo Natsu non fosse stato così lento di comprendonio! Era lì, che, mentre mangiava, la guardava confuso, aspettando una risposta dalla ragazza. Non sembrava minimamente pensare ad una possibile dichiarazione.

<< Vedi Natsu..io..beh, tu.. >>

<< Non importa Lu, mangiala anche tu la torta, è davvero buonissima! >> La interruppe lui ficcandole un pezzo di torta in bocca.

Lucy quasi non affogò per la foga che il ragazzo ci mise nel farlo. Cosa cavolo gli prendeva?! Così le rendeva le cose ancora più difficili.

Dopo aver buttato giù quel boccone, e dopo essersi schiarita la voce, cominciò a riparlare:

<< Uhm, si..sono contenta che ti piaccia. Comunque..c'è un motivo per cui te l'ho preparata. Sai che giorno è oggi, no? >> Ce l'aveva fatta. Aveva cominciato un discorso sensato! Si sentiva inconsapevolmente soddisfatta.

<< Si, me l'hai già detto, è San Valentino. >> Disse con fare ovvio, come se la cosa non lo toccasse minimamente, con lo sguardo perso nel vuoto.

<< Ah..si..ecco, San Valentino è il giorno in cui di solito le ragazze fanno regali ai ragazzi per dichiarare il loro amore, e beh..io ti ho voluto regalare una torta..perché.. >>

Tornò a guardarlo in viso, prima di finire la frase, e notò che lo sguardo di Natsu era ancora perso nel vuoto. Ma la stava ascoltando?

<< Natsu..mi stai ascoltando? >> Espresse così i suoi pensieri.

E lui non rispose. Lei stava facendo una fatica enorme per dire tutte quelle cose, e lui non la stava neanche a sentire?!

<< Natsu! >> Lo richiamò a voce più alta, per svegliarlo dai suoi sogni ad occhi aperti.

<< Sai Lu... Venivo sempre in questo parco insieme a Lisanna... >> Il ragazzo abbozzò un mezzo sorriso, quasi malinconico, dicendo ciò.

 

Fu come uno sparo, diretto e potente, che l'aveva colpita dritta al cuore. Era..era massacrante sentire quel nome. Lisanna. La minima cosa, come un parco ad esempio, faceva tornare alla mente di Natsu quella ragazza.

E Lucy non aveva mai visto quell'espressione sul suo volto. Mai.

Natsu era sempre sorridente e solare, sembrava che niente riuscisse a scalfirlo. Per questo, si era automaticamente convinta che avrebbe sempre potuto appoggiarsi a lui. Ma forse..anche lui avrebbe voluto appoggiarsi a qualcuno. O forse ne aveva solo la necessità.

Era rimasta senza parole. Cosa avrebbe potuto dire? Adesso, vedendo la faccia di Natsu, in quel momento così triste, si sentiva smarrita e impotente. E ferita.

Come aveva solo potuto pensare che Natsu avrebbe potuto ricambiarla in qualche modo?

Era evidente, lui non era riuscito ancora a dimenticare Lisanna.

E, razionalmente, Lucy non poteva di certo biasimarlo. Ma lei era un egoista, lo sapeva, anche se avrebbe voluto tutto il bene del mondo per lui, in quel momento provava solo un grande bruciore che sembrava divorarle il cuore. Rancore, rabbia. Sentimenti che Natsu non si meritava per niente, ma che non riusciva a controllare.

Avrebbe voluto piangere, davvero, avrebbe tanto voluto piangere. Ma anche lei aveva la sua dignità.

Natsu riusciva a capire cosa stava provando in quel momento?

 

<< ...Comunque, tornando a noi..che mi stavi dicendo Lu? >> Era ritornato, il suo solito sorriso. No, questo era troppo.

La biondina si alzò bruscamente, guardandolo negli occhi.

<< Davvero non capisci, o fai finta di non capire?! >> L'aveva urlato, con la voce tremolante, dovuta alle lacrime che non vedevano l'ora di fuoriuscire da quegli occhi inumiditi.

<< Che..che cosa..? >> Chiese confuso. Forse davvero non capiva. Forse davvero l'idea che loro due potessero essere un po' più che amici non gli era neanche passata per l'anticamera del cervello.

E Lucy tirò fuori tutta la sua rabbia.

<< Sei uno stupido Natsu! Sei solo uno stupido! >> Urlò nuovamente. E le lacrime cominciarono a scendere copiose sopra le sue guance rosee. No, Natsu non si meritava tutte queste parole, non se le meritava davvero, e lei lo sapeva bene.

Lui si alzò dalla panchina, silenzioso, mettendosi difronte a lei, che non si azzardava a guardarlo negli occhi.

Le posò un dito sulla guancia, per asciugarle le lacrime.

<< Che cavolo ti succede Lu? >> Il suo tono era dolce, gentile. Nonostante lei gli avesse dato dello stupido lui continuava ad essere così..buono. Non lo poteva sopportare.

Lucy tolse con un gesto violento la mano di Natsu dal suo viso.

<< Smetti di essere così buono con me. >> Disse con un tono un po' più pacato. << Per favore.. >> Adesso sussurrava, quasi come se facesse fatica a parlare.

Non sopportava quella situazione.

<< Lucy... ma che..? >>

<< Scusa, adesso devo andare. >>

E prendendo lo zaino scappò via, dato che era l'unica cosa che davvero sapeva fare. Scappava sempre, lei, senza mai affrontare le situazioni. Piangendo.

Era davvero una debole.

 

 

 

 

 

 

Natsu si risedette, sconvolto. Che cavolo le era preso?!

Si sentiva improvvisamente in colpa. Era colpa sua, in qualche modo, anche se non riusciva a capire la reazione di Lucy.

Però, non sopportava proprio vederla piangere. Forse avrebbe dovuto correrle dietro, e abbracciarla, per rassicurarla. Ma sapeva che quell'abbraccio avrebbe dimostrato qualcosa che non c'era, e che non poteva esserci.

Sospirò nervoso, guardando la torta accanto a lui. Nella furia gliel'aveva lasciata. Beh, alla fine era un regalo per lui, o almeno così aveva detto la biondina.

Un sorriso gli si dipinse sul volto. Non l'aveva neanche ringraziata per quel dolce buonissimo.

Forse doveva andare da lei e scusarsi, per qualunque cosa l'avesse fatta arrabbiare. O forse doveva lasciarla in pace finché non si fosse calmata.

Aaaah! Il cervello gli stava scoppiando.

<< Ehi.. >> Una voce conosciuta lo fece tornare alla realtà, chiamandolo.

Si voltò sorpreso, trovandosi la figura di Loki davanti.

<< Loki! Che ci fai tu qua? >> Chiese sinceramente stupito.

<< Oh, niente, ero uscito per andare a comprare delle cose..e vi ho visto. >> Rispose l'altro tranquillamente, sedendosi accanto a lui.

<< Ci hai visto? ..Da quanto sei qui? >>

<< Beh, da abbastanza. Ho visto tutta la discussione, se te lo stai chiedendo. >>

Anche adesso il tono di Loki era pacato. E questo infastidiva Natsu, davvero.

<< Non si origlia le conversazioni degli altri. >> Disse infatti irritato.

<< Ma non stavo origliando, sono capitato qui per caso, e non poteva interrompervi. >>

Natsu lo guardò in malo modo. Perché glielo stava dicendo? Dove voleva arrivare?

<< Sembrava davvero disperata... >> Tornò poi a dire, appoggiandosi meglio allo schienale della panchina e girando la testa verso di Natsu per osservare la sua espressione.

<< Già, lo so.. >> Rispose l'altro sospirando. << Non so cosa le sia preso. >>

<< Davvero non lo capisci Natsu? >> Loki lo guardava severamente, quasi avesse voluto sgridarlo.

<< Cosa..cosa dovrei capire? Sii chiaro! >> Disse quindi Natsu indispettito.

Loki guardò la torta che li separava. Quella torta avrebbe dovuto essere sua.

<< Uhm... Sai Natsu... pensavo che potrei chiedere a Lucy di uscire. Un appuntamento serio, però. >>

Natsu aprì un poco la bocca, sorpreso. Che cavolo..che cavolo c'entrava questa cosa?

Strinse i pugni, notevolmente arrabbiato.

<< Cosa vuol dire? >> Il suo tono adesso era freddo.

Loki si rivoltò a guardarlo, con un ghigno sulle labbra.

<< Beh, significa solo che quella ragazza mi piace. Sarei felice se accettasse di uscire con me. >>

Natsu era sempre più stupito. Che diavolo gli passava per la testa?! Loki e Lucy che escono insieme?! Lo trovava incomprensibile e fastidioso, anche se non ne capiva il motivo.

<< Ma dai! Stai scherzando spero. >> Gli disse così, cercando di farlo ricredere.

<< Sono serissimo Natsu. Non ci trovo niente di male. >>

Natsu, ancora senza parole, si alzò di scatto dalla panchina, guardando male il ragazzo.

<< Beh, così all'improvviso! Lei non accetterà! >> Perché diceva quelle cose? Infondo Loki aveva ragione, non c'era niente di sbagliato in quello che stava dicendo.

<< ...Non è che sei solo geloso, Natsu? >>

<< C-che..che cosa?! Ma cosa stai blaterando! >> Disse il ragazzo dai capelli rosa arrossendo. Quella situazione lo stava infastidendo sempre di più.

<< Allora posso chiedere a Lucy un appuntamento? >>

<< Certo che puoi! >> Disse Natsu dopo qualche secondo di silenzio.

<< Non devi mica chiederlo a me! >> Non era quello che avrebbe voluto dire. Ma lui infondo non aveva nessun diritto di ostacolare Loki, purtroppo.

Il ragazzo, ancora seduto, si alzò lentamente, guardando Natsu negli occhi.

<< Aah Natsu, chissà se un giorno capirai. >>

L'altro rimase stizzito. Gli stava dando dello stupido? Ora gli avrebbe tirato un pugno in quel bel faccino.

Loki cominciò ad avviarsi verso l'uscita del parco, e prima di sparire dalla visuale di Natsu disse solo : << Allora chiederò a Lucy di uscire..non vedo l'ora! >> E così scomparì, mentre l'altro ragazzo, ancora immobile, lo guardava come se avesse voluto incenerirlo.

<< Aaaah! Merda! >> Esclamò poi, risiedendosi sopra quella panchina.

Tutto ciò non aveva senso. Tutto quello che era successo quel giorno non aveva un cavolo di senso!

Le sue mani stavano per sanguinare, da quanto forte aveva stretto quei pugni, massacrandosi la pelle con le unghie rovinate.

L'allegria era svanita, completamente.

Ed aveva anche freddo, da solo su quella panchina.

L'unica cosa che davvero avrebbe voluto fare in quel momento, era riscaldarsi nel letto di Lucy.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Potete anche uccidermi! Avete ragione, me lo merito! Il mio ritardo è bestiale, e non ho scuse per questo, quindi posso solo dirvi che mi dispiace, sono infinitamente dispiaciuta! T.T Spero almeno che il capitolo sia di vostro gradimento e che ne sia valsa la pena di aspettare. Ancora scusa!

Cercherò di aggiornare prima il quinto capitolo, e possibilmente di non deludere nessuno di voi!

Grazie ancora per il vostro sostegno, siete magnifiche <3.

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Capitolo 5
*** Va da lui, Lucy. ***


 

Quel rumore così fastidioso sembrava proprio non aver intensione di cessare. Doveva provenire dal piano inferiore, precisamente dalla cucina. Lucy si rigirò tre o quattro volte nel suo letto, cercando una posizione più comoda che le avrebbe fatto smettere di pensare a quel rumore, ma senza riuscirci. Non aveva le forze d alzarsi, non dopo aver dormito pochissime ore per la notte stremante che aveva passato. Ma rimanere in quel letto a dilaniarsi era estenuante.

Perciò, lentamente e con un po' di fatica, si alzò e si diresse davanti allo specchio dall'altra parte della camera.

Quello che vide fu orribile: i suoi occhi erano così gonfi che faticava perfino a tenerli aperti, aveva ancora il naso arrossato, le labbra screpolate, i capelli biondi arruffati, e un gran mal di testa.

Già, quella notte passata a piangere era stata terribile.

Si ricordava solo vagamente di quello che era successo dopo essere corsa via dal parco in quel modo. I suoi ricordi erano confusi: Cana. Si, nella sua mente apparivano immagini offuscate di Cana. Ricordava che, correndo verso casa sua in lacrime, l'aveva casualmente incontrata. La ragazza ovviamente, vedendo lo stato in cui si trovava la biondina, aveva cercato di tranquillizzarla e di aiutarla. Ma il modo in cui Cana può tranquillizzare una persona è alquanto discutibile.

Si erano ritrovate in un bar, a bere e a fare casino. Da quel momento i ricordi di Lucy erano indecifrabili. L'unica cosa che le appariva vivida nella mente erano lacrime. Tante, tante lacrime.

E il motivo era comprensibile.

Lucy sospirò. Se ci ripensava le veniva nuovamente l'istinto di piangere. Ma quella era stata una notte di sfogo, una notte che non doveva ripetersi, mai più. Lei odiava quella sua parte così debole.

Decise di scendere in cucina per capire che diavolo fosse quel rumore insistente, tanto per pensare a qualcos'altro. Forse era tornato suo padre, erano giorni che non si vedevano.

Una volta percorse le scale che conducevano al piano inferiore andò dritta verso la stanza da cui proveniva il rumore. E infatti, si ritrovò dentro la cucina, con suo padre di spalle che armeggiava ai fornelli, tra pentole e padelle che sbattevano dappertutto. Ecco cos'era quel rumore.

<< Papà.. >> Solo in quel momento la ragazza si accorse di quanto la sua voce fosse roca.

L'uomo, con fare risoluto, si girò verso quest'ultima. Gli sguardi che le rivolgeva la mettevano sempre un po' in soggezione, ancora, dopo tutti questi anni.

<< Buongiorno Lucy. >> E detto ciò, riprese ad armeggiare tra roba che non voleva ammettere di non saper usare.

Lei si sedette su una delle sedie poste intorno al tavolo rotondo, sospirando. Per fortuna suo padre non aveva notato il suo aspetto così strano.

<< Cosa ci fai qua? È strano vederti in giro. >> Affermò, poggiando la testa tra le braccia incrociate sul tavolo, e chiudendo gli occhi.

<< Oggi è domenica, non lavoro. >> Il suo tono era abbastanza distante, come sempre.

“Già, oggi è domenica” si ritrovò a pensare Lucy, voltandosi a guardare l'orologio attaccato al muro. Segnava le 10.15. Almeno quel giorno non avrebbe dovuto vedere lui.

<< Beh, comunque è ancora presto per mettersi a cucinare. >> Disse poi risistemandosi nella posizione di prima.

Suo padre sospirò, come se fosse scocciato da quella situazione.

<< Fra poco devo uscire, preferisco mangiare qualcosa adesso, dato che non avrò il tempo di pranzare. >>

La ragazza si alzò bruscamente, prima di avviarsi verso il corridoio : << Quindi oggi starai fuori tutto il giorno? >>

Lui non rispose neanche.

“Meglio così.” Pensò Lucy innervosita, uscendo finalmente dalla stanza. Solo vedere quell'uomo la irritava.

 

 

 

 

 

Non appena sentì la porta di casa chiudersi spense la grande televisione del salotto e raggiunse la cucina, affamata.

Ovviamente quell'uomo non aveva lasciato niente da mangiare per lei, ma non se ne sorprese.

Aprì il frigorifero in cerca di qualcosa da mettere sotto i denti, per evitare di cucinare.

Trovò solo alcuni avanzi della cena precedente di suo padre, che dopo aver riscaldato nel microonde mangiò velocemente.

Erano a mala pena le due quando si risistemò sul divano e si rimise a guardare programmi senza senso alla tv.

Avrebbe tanto voluto uscire da quelle quattro mura e andare a fare un giro da qualche parte, solo per prendere un po' d'aria. Ma girovagare da soli senza una meta precisa le sembrava davvero triste.

Forse avrebbe solo aspettato che il sonno tornasse a farle visita. Almeno dormendo non avrebbe avuto modo di pensare ai fatti accaduti il giorno prima.

Da quella posizione riusciva a vedere la casa difronte alla sua, al di fuori della finestra. Già, la sua casa.

Natsu.

Solo ripetersi quel nome nella testa le provocava una stretta al cuore.

Chissà cosa stava facendo in quel momento, a cosa stava pensando. Avrebbe tanto voluto vederlo, da una parte. Dall'altra invece, per la vergogna e per la paura di vedere quanto il loro rapporto fosse sicuramente cambiato dopo tutto quello che era successo, non avrebbe davvero voluto vederlo mai più. Preferiva non averlo nella sua vita, che avercelo e doverlo stare a guardare da lontano, evitandolo, per non provocare a se stessa altre ferite. Era tutto quello che avrebbe voluto non accadesse mai.

Una musica allegra interruppe i suoi pensieri. Il cellulare che aveva nella tasca della vestaglia cominciò a squillare. Quel rumore era assordante, avrebbe dovuto cambiare suoneria.

Prese in mano quell'aggeggio, e sullo schermo vide comparire il nome di Levi.

Forse era preoccupata, dato che non aveva più saputo niente di com'era andata tutta la faccenda della dichiarazione. E, anche se Lucy non aveva per niente voglia di raccontare tutto ciò che le era successo, pensò che magari le avrebbe risollevato il morale parlare con la sua tenera amica.

Così, rispose : << Pronto..Levi-chan? >>

<< Lu-chan! Finalmente ti risento! >> La vocina squillante di Levi risuonò forte nel suo orecchio.

<< Già...scusa se non ti ho più chiamata. >> disse sospirando.

<< Fa niente Lu-chan. Allora? Stai bene? Hai qualcosa di dirmi?? >> Quello a cui alludeva la ragazza era fin troppo chiaro.

<< Ti riferisci alla storia della dichiarazione? >> disse appunto la biondina, sospirando pesantemente.

<< Certo! >>

<< Uhm.. Beh.. >> No, non poteva rimettersi a piangere. Ma la sua voce era spezzata, come se quelle stupide lacrime stessero per fare la loro comparsa da un momento all'altro.

<< Lu-chan...è andata male? >> La voce di Levi, invece, era parecchio preoccupata.

<< Levi-chan!! >> Quasi urlando il nome dell'amica, Lucy scoppiò in un pianto di sfogo, come se non avesse già pianto abbastanza.

<< L-lu..Lu-chan.. Calmati.. >>

Ma le lacrime uscivano, e uscivano, una dopo l'altra, senza controllo. “Come sono patetica” Si ritrovò a pensare.

<< Lu-chan..ti prego..non posso sentirti così.. >> Levi sembrava davvero rattristita dal pianto isterico dell'amica.

<< Spiegami tutto con calma.. >>

<< S-scusa..Levi-chan.. >> disse l'altra fra le lacrime << è stato tutto uno schifo! Tutto! Non sono neanche riuscita a dichiararmi! È..è stato tutto.. >> piangeva incessantemente, non riusciva neanche a finire una frase.

<< Lu-chan.. >>

<< Come farò a guardarlo in faccia d'ora in poi?! Sono stata capace solo di offenderlo! Se lui non mi volesse più parlare avrebbe solo ragione. >>

<< Ma Lu-chan, cosa dici? Natsu non sarebbe mai capace di evitarti.. >>

<< Levi-chan...lui ha nominato..Lisanna..e quando l'ha fatto..io non ci ho visto più..sono proprio una bambina. >> Ripensando a quel momento si rese conto di quanto fosse stata infantile la sua scenata di gelosia, anche se Natsu, forse, non ne aveva neanche capito il senso.

<< Oh..Lu-chan..mi dispiace tanto.. >>

La biondina tirò su dal naso, e si asciugò le ultime lacrime che le rigavano il volto. Doveva smetterla, davvero.

<< Gli ho dato dello stupido, e gli ho detto che non capisce niente..solo..solo perché lui pensa ancora a lei evidentemente. >>

<< Non immaginavo che sarebbe potuta accadere una cosa simile. >>

Lucy sospirò, lasciandosi cadere nuovamente sul divano.

<< Non so davvero come farò a guardarlo in faccia do- >> Ma la sua frase venne interrotta dal suonare insistente del campanello di casa.

<< Chi diavolo è adesso? >> Non aveva voglia di vedere nessuno in quel momento, voleva soltanto finire di sfogarsi per una santissima volta con la sua migliore amica!

<< Levi-chan ti richiamo più tardi, devo andare a vedere chi è alla porta. >> Detto questo le due si salutarono e Lucy si alzò dal divano, senza un minimo di voglia, e si avviò verso la porta di casa.

 

La persona che si trovò davanti la lasciò a dir poco a bocca aperta.

L'affascinante Loki, in tutto il suo splendore, era davanti a lei, vestito con un semplice giubbotto verde e un paio di jeans.

<< L-loki! >> Si sarebbe aspettata di tutto al di fuori di quello.

<< Ehilà Lucy! Disturbo? >> Esclamò sorridente.

<< Ehm..no..ma cosa ci fai qui? >> Chiese la ragazza, confusa. Non pensava che Loki sapesse dove si trovava casa sua.

<< Beh, diciamo che passavo di qui per caso. >>

<< Oh.. >> Lucy si appoggiò allo stipite della porta. Forse sarebbe stato cortese chiedergli di entrare. Ma prima che riuscisse a formulare la frase il ragazzo riprese parola.

<< Uhm..ti andrebbe di fare un giro? >>

La biondina rimase leggermente sorpresa da quella richiesta. Loro due non erano poi così grandi amici. Perché quindi, se lo ritrovava, una domenica pomeriggio, davanti alla porta di casa sua, desideroso di fare un giro con lei?

E poi, non era proprio il giorno adatto per cose simili.

<< Mi dispiace Loki, ma avrei delle cose da fare. Scusa, facciamo un altra volta. >> Tentò così di lasciar perdere la cosa, fingendosi dispiaciuta.

Lui fece una leggera smorfia.

<< Però mi sembra che tu non stia molto bene.. >>

La ragazza indietreggiò di qualche centimetro, vedendolo avvicinarsi.

<< Hai gli occhi arrossati, le labbra gonfie..sembra proprio che tu abbia appena smesso di piangere. >>

Lucy, dandosi della stupida per non aver cercato di nascondere il suo aspetto, si mise una mano sul viso, cercando di coprirsi.

<< Sto benissimo Loki. >> Disse subito dopo.

Lui si allontanò dal suo volto. << Come vuoi...solo che...mi sarebbe piaciuto passare un po' di tempo insieme. >>

<< Loki.. >>

<< Magari sarei riuscito a risollevarti il morale. >>

Dicendo ciò il ragazzo si voltò, incamminandosi verso la strada.

<< Allora ci vediamo, Lucy. >>

<< A-aspetta! >> Infondo, si disse, l'idea di passare un po' di tempo con qualcuno, cercando di pensare a cose più piacevoli degli avvenimenti del giorno prima, non era poi così malvagia.

E poi stare rinchiusa in quella casa non le faceva per niente bene.

<< Beh.. se hai voglia di aspettare, posso prepararmi velocemente. >>

Loki a quelle parole si fermò, e voltò il capo di poco, solo per vedere la faccia ansiosa della ragazza.

<< Aspetterò quanto vuoi. >>

 

 

 

 

 

 

 

 

La caffetteria in cui Loki l'aveva trascinata era parecchio lussuosa, tanto da farla sentire fuori posto. Un ambiente del genere le sembrava inadeguato ad una tipa come lei, pur sapendo quali fossero le sue origini.

Lui invece era così rilassato, che Lucy, guardandolo, si sentì improvvisamente più tranquilla.

<< Bello qui, vero? >> Disse alla fine il ragazzo, spezzando il silenzio che si era creato.

<< Uhm, si. È davvero elegante..diciamo. >> Rispose, con un debole sorriso sul volto.

Era sempre meglio che stare in casa a lagnarsi.

Lui abbassò un attimo lo sguardo, sembrava pensieroso.

<< Buonasera signori, volete ordinare? >>

Loki, sopreso, guardò il giovane cameriere difronte a loro. Non si era neppure accorto della sua comparsa. Si sentiva stranamente nervoso, probabilmente per la presenza di Lucy.

<< Oh, si, vorrei solo una cioccolata calda. >> Rispose la ragazza gentilmente.

Il ragazzo si riscosse dai suoi pensieri, sentendo la sua voce. << Anche per me, grazie. >> Decise infine.

Tornò a guardare Lucy, che sentendosi il suo sguardo addosso, sorrise. Era bello vedere un sorriso su quel volto apparentemente triste.

Lui, eterno dongiovanni, non era solito provare quella sorta di calore nello stomaco, ma dovette ammettere che era una sensazione piacevole.

<< Allora Lucy...come ti trovi adesso a scuola? >> Chiese, tanto per iniziare una conversazione.

<< Oh, a scuola va tutto alla grande! I ragazzi sono simpatici e disponibili. Non potrei chiedere di meglio. >>

<< Menomale. Se c'è qualcuno che t'importuna non esitare a dirmelo. >>

Lucy rimase un po' stupita dal tono serio di Loki.

<< Ah..Uhm, grazie.. >> Rispose, con una risatina nervosa.

Tra di loro ricalò il silenzio di poco prima, spezzato solo dal ritorno del cameriere con le loro cioccolate calde.

La ragazza, con fare spensierato, non esitò a berne un sorso, scottandosi. Bruciava in un modo allucinante, perciò, non poté far altro che lasciar cadere la propria lingua fuori dalla bocca, cominciando a farsi aria con le mani per rinfrescarla.

Loki, vedendo la scena, scoppiò a ridere.

<< Sei proprio divertente. >> Disse tra una risata e l'altra.

Lucy, imbarazzata, ricacciò subito la lingua all'interno della bocca, e rise in modo forzato.

Solo lei poteva fare quei versi così imbarazzanti in un posto di classe come quello.

<< Comunque.. >> Il ragazzo tornò a guardarla con lo sguardo serio di poco prima. << Sono troppo indiscreto..se ti chiedo perché stavi piangendo? >>

Lei esitò qualche attimo a rispondere. Sapeva che prima o poi sarebbe saltato fuori l'argomento.

Certo, Loki poteva anche farsi i fatti suoi, però non volle rispondergli in malo modo solo per il fatto che ormai aveva imparato a conoscerlo, e che sapeva che se le stava chiedendo quelle cose non era di certo per semplice curiosità, ma perché forse voleva solo cercare di aiutarla.

<< Uhm..Beh..è una questione un po' privata in realtà. >>

<< Capisco. >> Rispose tranquillamente.

Che ci fosse rimasto male?

<< Non è che non mi fido di te.. >> Cercò quindi di rimediare, dicendo ciò.

Lui la guardo negli occhi, sorridendo. << Non preoccuparti Lucy, so quando è il momento di farsi i fatti propri. >> L'aveva detto gentilmente, ma in quelle parole Lucy trovò un po' di sarcasmo.

Dopo averlo riguardato un attimo, tornò a bere la sua cioccolata calda.

Pensandoci, era strana quella situazione. Non sapeva il motivo per il quale Loki le aveva chiesto di uscire proprio quel giorno.

Aspetta...Loki le aveva chiesto di uscire?!

“No, Lucy, no! Questo non è mica un appuntamento!” Disse dentro di sé, riflettendoci sopra.

Almeno..per lei non lo era. Si sentì improvvisamente in imbarazzo. Che Loki avesse altre intenzioni? E che lei fosse stata così ottusa da capirlo solo in quel momento?!

No...non poteva essere.

<< L-loki.. >> Doveva trovare un modo per scoprirlo. << Come mai..sei venuto da me oggi? >>

<< Uhm? In che senso? >>

<< Beh, ti sei presentato a casa mia oggi, senza avvertire..e mi hai chiesto di uscire..ecco.. >> Non voleva chiederglielo direttamente, ma non trovava un modo per farglielo capire.

<< Ti stai chiedendo se questo è un appuntamento? >> Chiese divertito, osservando il modo in cui la biondina cercava di trovare le parole adatte per esprimersi. In quei momenti era ancora più carina.

<< Ah, ehm..si.. >> Ammise infine, guardando in basso. Se Loki le avesse risposto di no ci avrebbe fatto solo la figura della ragazza vanitosa e piena di sé, che pensa che tutti sbavino ai suoi piedi. Lei non era così, anzi. Però, se invece le avesse risposto di si..che avrebbe fatto?

<< Uhm.. >> Lui sembrò pensarci su, mettendosi la mano sotto il mento.

<< Si, possiamo definirlo un appuntamento. >>

Lucy quasi non affogò, sentendo quelle parole.

<< CHE COSA?! >> Urlò, facendo voltare le persone all'interno della caffetteria verso di loro.

Il ragazzo la guardò stupito. << Beh? Che c'è di strano? Non è mica il tuo primo appuntamento..no? >> Chiese semplicemente, come se fosse una cosa ovvia.

La ragazza arrossì, e cercò di asciugarsi le mani sudate sopra i jeans. Rimase in silenzio. Cos'avrebbe potuto dire? Si, quello era il suo primo,benedetto appuntamento. In sedici anni di vita non era mai uscita con un ragazzo. Era una cosa a dir poco imbarazzante.

<< Oh...Allora questa è la prima volta che esci con qualcuno.. >> Lui ovviamente interpretò così il suo silenzio.

<< Ah, ehm, no! Non sono mica una bambina! >> Disse Lucy, per non fare una figuraccia.

Lui sorrise, intenerito.

<< Bene, allora se questo è il tuo primo appuntamento, facciamo che sia insuperabile! >> Disse prima di alzarsi dalla sedia e correre verso la cassa per pagare. Lei rimase un attimo a fissarlo. Cosa..cosa voleva fare?

Dopo qualche minuto tornò al tavolo, prese Lucy per mano, e la trascinò fuori dalla caffetteria.

<< A-aspetta Loki! Dove stiamo andando? >> Chiese correndo dietro di lui.

<< Guarda! >> Disse soltanto, voltandosi e mostrandole due biglietti per il Luna park.

Lucy rimase in silenzio, e continuò a correre, le loro mani ancora intrecciate tra di loro.

Era giusto ciò che stava facendo? Non stava solamente illudendo Loki?

Avrebbe dovuto lasciare quella mano e tornare dritta a casa sua, dimostrandosi meno egoista di quel che era. Si, avrebbe dovuto fare così, ma non lo fece, non ci riuscì. In quel momento, si sentiva felice. Voleva solamente lasciar perdere la realtà per un pomeriggio, non ci trovava niente di male.

Perciò, si lasciò trascinare verso il Luna park, stringendo sempre più forte la mano di Loki.

 

 

 

 

 

Quel pomeriggio era stato entusiasmante, ma altrettanto faticoso.

Lucy e Loki si sedettero sulla prima panchina vuota che trovarono per strada, sfiniti.

Erano da poco usciti dal luna park, e stavano tornando a casa, ma erano così stanchi che avevano assolutamente la necessità di sedersi, dopo tanto movimento.

In due ore avevano provato i giochi più assurdi e divertenti, ma delle volte anche paurosi. Loki aveva persino vinto un orsacchiotto di peluche, alto quasi quanto Lucy, che ovviamente le aveva regalato.

La ragazza non si era mai divertita tanto in vita sua.

<< Grazie per oggi, mi sono divertita tantissimo! >> Disse quindi, felice, voltandosi verso di lui.

Loki le sorrise. << Non mi devi ringraziare, mi sono divertito anch'io, dato che c'eri tu con me.. >>

Lucy, un po' imbarazzata per quella affermazione, dedicò il suo sguardo al cielo, improvvisamente annuvolato. Di lì a poco avrebbe cominciato a piovere.

<< Dobbiamo rifarlo un giorno! >> Disse il ragazzo ridendo, pensando ad un altro possibile appuntamento insieme alla biondina.

<< Loki...noi..siamo amici, no? >> Chiese con un filo di voce, capite le sue intenzioni.

Quel pomeriggio era stato bellissimo, davvero. Però, Lucy sapeva benissimo che avrebbe potuto concederselo solo per quella volta.

Anche perché, nel profondo del suo cuore, non avrebbe voluto Loki al suo fianco quel giorno, lo sapeva bene.

<< Amici... >> Dicendo ciò, il ragazzo iniziò ad avvicinarsi pericoloso al suo volto, mettendole una mano sopra la spalla.

Lucy si stupì di quel gesto, e rimase immobile qualche istante. Aveva..aveva intenzione di baciarla?!

A quel pensiero, la ragazza voltò il capo verso destra, facendo finire le labbra di Loki sui suoi capelli.

Sussultò, sentendo il viso del ragazzo poggiarsi nell'incavo del suo collo.

<< Perché..? >> Chiese solamente lui.

<< Loki...mi dispiace. >> Lucy abbassò lo sguardo. Essendo così vicina a lui, riusciva a sentire il suo profumo.

Improvvisamente, sentì le gocce provenienti dal cielo cadere copiose su di loro, sempre più forti e violente.

Loki si allontanò da lei, alzando lo sguardo verso il cielo scuro.

<< Sta cominciando a piovere.. >> Il suo tono era calmo, come se non fosse successo niente, e questo sollevò Lucy.

<< Loki..io.. >>

<< Va da lui, Lucy. >>

 

Quelle parole colpirono la ragazza, che, sentendole, sgranò gli occhi, rimasta a bocca aperta.

<< D-da lui? >> Chiese confusa. Che..che Loki sapesse..di Natsu? Ma allora perché, qualche istante prima, aveva tentato di baciarla?!

<< Muoviti, va da Natsu. >> Rispose semplicemente, guardandola negli occhi, sorridendo.

<< M-ma.. >> Non sapeva cosa dire. Quell'appuntamento allora cos'era stato? Era tutta una finta?

Non ci stava capendo niente, e non sapeva cosa fare. Quali erano le intenzioni di Loki? Cosa gli passava per la mente?!

Lui, voltando lo sguardo per non vedere il viso così carino di quella ragazza, sospirò.

<< Vai..o potrei ripensarci.. >>

Lucy si alzò lentamente dalla panchina. Anche se era solo confusa e spaesata, sapeva bene qual'era la persona con cui avrebbe voluto essere in quel momento. Forse non era stato un male passare il pomeriggio insieme a Loki, se questo era riuscito a schiarirle le idee.

Così, l'abbracciò, spontaneamente, stringendolo forte.

Loki arrossì a quel contatto, e qualcosa dentro al suo stomaco cominciò a svolazzare.

<< L-lucy..sto soffocando.. >>

<< Grazie, Loki. >> Disse solo lei, prima di iniziare a correre verso il posto in cui avrebbe chiarito tutto, in cui avrebbe rivisto il ragazzo che amava, con la pioggia come sua compagna che cadeva ancora fredda e violenta su di lei.

 

 

 

 

Loki, vedendo scomparire Lucy dalla sua visuale, cominciò a ridere, nervoso. Non avrebbe mai più tentato di fare cupido, se poi, vedendo correre la ragazza che gli piaceva tra le braccia di un altro, doveva provare sensazioni così tristi.

Si voltò, e guardò il pupazzo gigante di fianco a lui, seduto al posto della biondina.

<< E adesso che cavolo ci faccio con questo?! >>

 

 

 

 

 

 

 

Eccomi! :D Questa volta ci ho messo di meno ad aggiornare, perciò non potete lamentarvi care mie! ù.ù. A parte questo xD, spero che il capitolo vi sia piaciuto.

Ci ho messo tutta me stessa, davvero, soprattutto nella parte finale, che è stata la più difficile da scrivere, e che tutt'ora non mi soddisfa più di tanto. Beh...comunque, spero di non avervi deluso! :)

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Capitolo 6
*** Solo insieme sarebbero potuti essere veramente completi. ***


 

Natsu si diede del genio, quando, uscito dal supermercato dietro casa e sentendo le gocce fitte di pioggia cadere sopra di lui, aprì il piccolo ombrello che si era portato dietro.

Quel giorno l'aveva passato praticamente nel suo letto, dato che quella notte non era riuscito a chiudere occhio. Si era svegliato verso le 19.00, affamato e svogliato.

Così, dopo essersi messo i primi vestiti trovati tra la tanta roba dentro il suo armadio, era uscito di casa e si era diretto verso il supermercato, per comprare qualcosa da mettere sotto i denti.

 

Uscito da quel grande edificio si rese conto che faceva veramente freddo quella sera, e che, oltre all'ombrello, si sarebbe dovuto portare dietro anche la sua felpa nera, quella più pesante.

Poi, pensandoci, si ricordò che quell'indumento in effetti non lo indossava da molto tempo, e in un primo momento si disse che molto probabilmente era solo disperso tra i vari vestiti ammucchiati sulla poltrona nella sua camera.

Poi, però, riflettendoci sopra, riuscì a ricordare che la sua felpa l'aveva lasciata a Lucy, quella volta che lui e gli altri erano andati a studiare a casa della ragazza per il compito di francese.

A quel pensiero si fermò un attimo, in mezzo alla strada.

Perché tutti i suoi pensieri andavano sempre a rifinire su di lei? In quel periodo succedeva molto spesso che, perso in un suo ragionamento, molte volte anche senza logica, si ritrovasse di punto in bianco a pensare a quella ragazzina bionda che era apparsa nella sua sua vita si e no da circa due mesi. Anche quella notte, ad esempio, non aveva fatto altro che rimuginare su quello che era accaduto il giorno prima. E il fatto che non riuscisse a trovare una spiegazione logica sul perché di tutto questo lo innervosiva, e non poco.

Sospirò, voltando l'angolo e ritrovandosi a pochi metri dalla sua piccola abitazione.

E quello che vi vide davanti lo lasciò a bocca aperta, letteralmente.

 

 

Era proprio lei. Era proprio lei quella seduta sopra il marciapiede, difronte alla porta di casa sua.

Era proprio lei quella che si teneva le gambe appiccicate al petto e che aveva la testa chinata sopra di esse, con i capelli biondi che le ricadevano sulle ginocchia.

Natsu a quella visione sussultò, e deglutì, nervoso, prima di cominciare a correre verso la figura rannicchiata in quel modo, quasi avesse paura di occupare troppo spazio in quella grande strada buia.

Quando arrivò difronte a lei, che non sembrava essersi accorta della sua presenza, incurvò la schiena e alzò il braccio di poco per coprirla con l'ombrello, anche se ormai era completamente fradicia.

Lucy alzò il viso istintivamente, accortasi che la pioggia aveva smesso d'inzupparla improvvisamente.

<< N-natsu! >> La sua voce era tremolante, forse solamente per il freddo. O, cosa più probabile, per la visione di quello splendido sorriso sul volto del ragazzo davanti a lei.

<< Cosa ci fai seduta per strada sotto la pioggia, Lu? >> Chiese divertito e un po' tranquillizzato, nel veder comparire sulle labbra della biondina un mezzo sorriso.

Lei arrossì un poco, rendendosi conto della situazione in cui era e alzandosi di scatto, sbattendo la testa contro l'ombrello. Doveva avere un aspetto davvero orrendo in quel momento.

Natsu rise di gusto vedendo la scena, contagiando anche Lucy.

<< Beh, in realtà ero venuta a cercarti, ma non eri in casa...perciò ho aspettato che tornassi. >> Rispose sinceramente, dopo aver finito di ridere.

Lui la guardò sorridendo, intenerito. E lei pensò che non c'era cosa che avrebbe potuto renderla più felice che vedere quel viso.

<< Sei proprio una scema. >> Le disse, prima di prenderla per mano e portarla dentro casa, preoccupato che si prendesse qualche malanno, dopo esser stata chissà quanto tempo sotto la pioggia.

Lucy esitò qualche attimo prima di stringere quella mano, così calda, nonostante l'aria gelida.

Le sembrava strana tutta quella naturalezza, quell'aria gioiosa che fuoriusciva da Natsu in quel momento. Dopotutto, non si erano lasciati in un bel modo l'ultima volta.

 

 

Vedendo ciò che c'era dietro il grande portone, si disse che quella non poteva essere una casa.

No, nessuno sarebbe mai stato tanto coraggioso ad abitare là dentro.

Si guardò in torno disgustata, osservando cose che sarebbe meglio non nominare sopra il pavimento della cucina difronte a lei.

Il disordine di camera sua non era niente, paragonato a ciò che aveva davanti agli occhi.

<< Aspetta qui, vado a prenderti un asciugamano. >> Le disse Natsu sbrigativo, indicandole il divano, se così si poteva definire, che aveva accanto, ed entrando poi dentro quello che doveva essere il bagno.

La ragazza levò un po' di vestiti sparsi qua e la sul mobile, e ci si sedette sopra.

Respirò profondamente, prima di lasciarsi cadere del tutto sullo schienale, rilassata. Quello era il profumo di Natsu. Quella era la casa di Natsu.

Lucy si alzò improvvisamente, rendendosi conto finalmente di dove si trovava.

<< ODDIO! >> Strillò, mettendosi le mani sopra le guance.

<< Tutto bene? >> Urlò l'altro dall'altra stanza.

<< Eh? A-ah, s-si! >> Balbettò lei, rimettendosi a sedere.

Era a casa di Natsu. Era a casa di Natsu. Era a casa di Natsu!

Perché doveva essere così lenta a capire le cose?!

Prima che potesse formulare le mille domande che le erano passate nel cervello in quel nanosecondo, Natsu ricomparì davanti a lei, spaventandola.

<< Tieni! >> Le disse, mettendole l'asciugamano sopra la testa.

Si sedette con le gambe incrociate davanti a lei, per terra.

<< G-grazie.. >> La biondina cominciò a strofinarsi le punte dei capelli, che ancora gocciolavano un po', cercando di non incrociare il suo sguardo.

 

Improvvisamente sentì una specie di miagolio, e, alzando la testa, si ritrovò difronte una specie di gatto, se così poteva chiamarlo. Un gatto blu.

“Un gatto blu?!?”

<< Ah! Questo è Happy! >> Natsu prese l'animale in braccio, per mostrarlo a Lucy.

<< Oh...non pensavo che avessi un gatto... >> Rispose sinceramente, guardando Happy strofinarsi alla gamba del ragazzo.

<< Ma Happy non è solo un gatto! Happy è il mio migliore amico! >> Disse lui, quasi fosse una cosa ovvia.

Un gocciolone spuntò sulla testa di Lucy, che, dopo essersi ripresa dalla sorpresa di aver visto per la prima volta nella sua vita un gatto del genere, sorrise intenerita, notando la premura che Natsu metteva nell'accarezzare quell'animaletto.

<< Allora Lu, come mai sei venuta qui? >>

 

E poi, a quella domanda, se ne ricordò. Si ricordò la corsa fatta per arrivare a quella casa. Si ricordò dell'importante chiarimento che aveva progettato di avere con Natsu quella sera.

E, subito dopo, si convinse che non ce l'avrebbe fatta.

Si posò lentamente l'asciugamano sopra le gambe, e cominciò a strofinarsi le mani sulle ginocchia, nervosa.

<< Ecco... >> Cos'avrebbe potuto dirgli in quel momento? Avrebbe dovuto prepararsi un bel discorso prima di fiondarsi in quella casa, assolutamente.

Ma c'era una cosa che era sicura di dover fare prima di tutto.

<< Volevo chiederti scusa...per ieri... >> Gli disse alzando lo sguardo, per guardarlo in volto.

Lui in un primo momento sembrò non capire di cosa stava parlando la ragazza.

<< Scusa per cosa? >> E infatti, non aveva capito un tubo, come sempre.

Perché le rendeva le cose così difficili?

<< Per essermi arrabbiata con te...senza motivo...e per averti dato dello stupido. >>

Natsu, sentendo quelle parole, non poté far a meno di scoppiare in una fragorosa risata.

<< Ma Lu, di cosa ti scusi? Tutti mi danno dello stupido, non devi scusarti per così poco. >> Rispose fra una risata e l'altra.

Lucy pensò che evidentemente lui non aveva capito per niente tutte le parole non dette che erano dietro a quello “stupido”.

<< Però... >> Cominciò a dire, calmatosi << Un po' ci sono rimasto male in effetti. >>

La ragazza, un po' sorpresa, sussurrò un debole “mi dispiace”, guardandolo timorosa.

Lui rise nuovamente. << Sei troppo carina quando fai quella faccia. >>

Lucy spalancò gli occhi, e il cuore le balzò in gola. Cosa..cosa aveva detto?! Era stato Natsu a pronunciare quelle parole?!

Lui, dal canto suo, appena si rese conto del significato di quella frase arrossì istintivamente.

Poi, guardandola con più intensità, si alzò di poco dalla posizione in cui era le posò una mano dietro la testa, attirandola a sé velocemente.

 

Lucy non ebbe il tempo di rendersi conto di quello che stava accadendo, che tutto le sembrò scoppiare dentro di lei, quando si ritrovò le labbra di Natsu incollate alle sue.

Durò un secondo quel bacio a fior di labbra, così sbrigativo ed intenso.

Il ragazzo si allontanò di fretta, quasi avesse avuto paura di poterla assalire da un momento all'altro, se fosse rimasto incollato a quella bocca qualche attimo in più.

Lei, ancora immobile, con la bocca semichiusa, alzò una mano e, lentamente, posò le sue dita sopra le labbra, improvvisamente bollenti.

<< C-cosa...? >>

Lo sguardo che Natsu le rivolgeva era un po' impaziente, e un po' impaurito.

<< C-che diavolo hai fatto?!?! >> Urlò lei infine, alzandosi dal divano, e puntandogli il dito contro.

<< Ah...ehm...non lo so, mi dispiace... >> Rispose lui, ancora più confuso di lei.

Lucy sbarrò gli occhi. Ma cosa cavolo stava succedendo?! Quello era stato...un bacio?!?

Lasciò cadere il proprio braccio allineato ai suoi fianchi, stremata.

Non ci stava capendo più niente.

Natsu si alzò, mettendosi difronte a lei.

<< Lu.. >> Provò a dire, prima di essere interrotto da un forte schiaffo sulla guancia destra.

 

Quando rivoltò il viso, spostatosi di poco dopo il colpo violento, verso di lei, l'unica cosa che riuscì a vedere furono gli occhi inumiditi di Lucy. E quello faceva più male di qualunque schiaffo.

<< Non puoi fare quello che cavolo ti pare! >> Gridò lei, cercando di trattenere le lacrime, esattamente come il giorno prima.

<< Ho detto che mi dispiace! >> Rispose di rimando lui, sentendosi aggredito.

<< Ti dispiace?! Devi smetterla! Ieri...ieri mi hai rifiutato, e adesso ti metti a baciarmi? Cos'hai dentro quella testa?! >>

“L'ho detto.” Pensò, guardando gli occhi di Natsu aprirsi maggiormente, sorpreso.

“ L'ho detto. E se non l'ha capito adesso, giuro che lo uccido.”

<< Io...io cosa?! >> Disse lui avvicinandosi ancora di più.

<< Non fare il finto tonto! >> Non poteva trattarla così, non poteva proprio.

<< Per cosa credi che ti abbia regalato quella torta ieri?! Era San Valentino, Natsu! >>

Lui, che teneva ancora gli occhi puntati sulla biondina, sembrò improvvisamente avere un lampo di genio, e cominciò a sudare freddo.

<< Quella..era una dichiarazione? >>

<< Natsu! >> Di certo non glielo avrebbe detto così direttamente. Un minimo di orgoglio ce lo aveva anche lei.

Il ragazzo, sgranando gli occhi, si disse che non esisteva un essere umano che raggiungesse i suoi livelli di stupidità. Si, era davvero uno stupido, doveva ammetterlo.

A Lucy...piaceva lui? A quella ragazza così in gamba e carina, piaceva un tipo come lui?

Era impossibile da credere, quindi era anche comprensibile che non ci fosse arrivato.

<< Oh... >> Riuscì solo a dire, abbassando lo sguardo.

<< Sei proprio un idiota. >> Sibilò lei a denti stretti, voltandosi per raggiungere la porta dietro di loro.

Natsu, istintivamente, la bloccò prendendole una mano.

La ragazza si voltò, con uno sguardo assassino negli occhi.

<< Lascia- >>

<< Io però non ti ho rifiutata! Non avevo capito, ma non ti ho rifiutata! >> La interruppe lui, stringendola più forte.

Lei, ancora più sconvolta, gli diede una leggera spinta, facendolo sbattere contro il tavolo.

<< Io non ti piaccio! >> Urlò. E questa volta le lacrime cominciarono a scendere copiose sulle sue guance.

Natsu abbassò di nuovo gli occhi. Non sopportava vederla piangere.

<< Questo non è vero. >> Sussurrò più a se stesso che a lei.

Lucy cercò di asciugarsi il viso, ma le lacrime continuavano a cadere ininterrottamente.

Non era vero. Avrebbe voluto credere a quelle parole, ma non poteva. Non poteva, perché sapeva qual'era la verità.

<< Ti prego.. >> Disse, prendendo le sue mani calde fra le sue. << Basta... Non ce la faccio più... >>

Natsu sentì un vuoto allo stomaco, vedendo il viso di quella ragazza così stremata e sofferente.

Era lui il motivo di quella sofferenza.

Provò ad avvicinarsi, ma lei indietreggiò, quasi non volesse che la toccasse, quasi non volesse che la scalfisse nuovamente.

<< Non ce la faccio più...ad essere presa in giro. >> Continuò lei.

Lui non si mosse di un millimetro, quando senti le loro mani staccarsi.

E rimase immobile anche quando la vide mettere la mano sulla maniglia della porta.

<< Io non ho mai preso in giro nessuno. >> Disse solamente.

Lucy non ebbe il coraggio di voltarsi di nuovo, quando lo sentì avvicinarsi.

<< E invece si. Stai prendendo in giro te stesso, Natsu. >> Infondo, era quella la verità.

<< C-cos- >>

<< Tu non hai ancora dimenticato Lisanna. >> Disse tutto d'un fiato, interrompendolo.

 

Sentir dire quel nome da quella voce spezzata dalle lacrime era straziante, per Natsu.

Per questo, non poté fare a meno che rimanere in silenzio, a quelle parole.

E questo a Lucy bastava.

Infondo, l'aveva sempre saputo, perciò non poteva di certo farsi sorprendere da quella reazione.

Aprì la porta velocemente, ritrovandosi sotto la pioggia fredda, che andava a confondersi con le lacrime che le fuoriuscivano dagli occhi.

Rimase immobile qualche secondo, per far calmare quel cuore che le correva all'impazzata nel petto.

Adesso era veramente tutto finito. Adesso non sarebbe mai più riuscita a guardarlo negli occhi, dal dolore che le provocava quello sguardo.

Adesso doveva dimenticarlo.

Provò a muovere qualche passo, ma si fermò all'istante, risentendo quella voce colpirla come un pugnale.

<< È vero. È vero quello che hai detto, Lucy. Io non ho ancora dimenticato Lisanna. E forse non la dimenticherò mai. >>

Basta, non ce la faceva più a sentire quel nome, soprattutto all'interno di una frase come quella.

<< Anzi, sicuramente non la dimenticherò mai, perché...perché lei è una parte di me, oramai. >>

<< Bene. >> Disse Lucy velocemente. Voleva solamente correre via da li, correre via da tutto questo.

<< Ma...posso solo dirti che ogni volta che potrò scegliere, sceglierò sempre te. >>

 

 

 

Il silenzio dal quale erano avvolti sembrò durare secoli, prima che Lucy finalmente si rivoltasse verso di lui.

Voleva solo smetterla di scappare. E voleva lasciarsi andare, per una volta. Voleva solo farsi trascinare dalle sue emozioni, farsi trascinare verso qualcosa di bello.

Voleva solo credere a quelle parole, e sperarci davvero.

Voleva solo posare le sue labbra su quelle di Natsu.

 

<< Baciami. >>

E lui di certo non se lo fece ripetere due volte.

 

Quel bacio era violento, ma allo stesso tempo più intimo di quello precedente. Era caldo, ma non troppo ardente.

Adesso le loro lingue si scontravano a vicenda, quasi stessero combattendo per la conquista di un territorio.

Adesso le loro labbra combaciavano perfettamente, come due pezzi di una puzzle.

 

Adesso quella stessa pioggia colpiva tutti e due, ininterrottamente.

E le loro figure, osservate da lontano, sembravano una figura sola, completa.

Perché, lo sapevano bene entrambi, solo insieme sarebbero potuti essere veramente completi.

 

 

 

 

 

 

 

 

Ok. Se siete riuscite a leggere questo capitolo a dir poco orribile possono farvi sante u_u

Che dire...non immaginavo così il loro primo bacio, ma questo è il meglio che sono riuscita ad ottenere dalla mia mente contorta.

Volevo dirvi solo una piccola cosuccia: la frase di Natsu “Posso solo dirti che ogni volta che potrò scegliere, sceglierò sempre te”, devo ammetterlo, non è farina del mio saccio D:

Ho preso questa frase, a parer mio meravigliosa, dal telefilm “Scrubs” (anche quello meraviglioso!)

E l'ho messa anche come titolo della fic xD Sono proprio una ladra u_u

Detto questo, mi scuso ancora per il mio enorme ritardo, perdonatemi ç_ç

Un bacio <3

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Capitolo 7
*** Il quarto piano. ***


 

La sveglia continuava a suonare, insistente.

Lucy, con lo sguardo rivolto verso il soffitto della sua stanza, non la degnava della minima attenzione.

Stava in quella posizione ormai da una buona mezz'ora, su per giù. Sembrava non rendersi conto dei raggi del sole che, attraverso la finestra, le colpivano il viso.

Il rumore fastidioso di quell'aggeggio non arrivava alle sue orecchie, immersa com'era nei suoi pensieri. E tutti sappiamo cosa, o meglio chi, occupava la mente della biondina.

Dopo qualche minuto, capendo finalmente che se avesse continuato a dormire ad occhi aperti sarebbe arrivata in ritardo a scuola, si alzò di malavoglia dal suo letto, e si diresse in direzione del bagno.

Durante la sua veloce doccia mattutina continuò a rimuginare su ciò che l'aveva tormentata per tutta la notte: il bacio.

Si, era completamente sicura che lei e Natsu si fossero baciati.

Già, lei e Natsu si erano baciati.

Per quanto continuasse a ripeterselo nella mente, quella cosa non le sembrava ancora del tutto vera.

Non riusciva neanche a pensare alle conseguenze di quel gesto, non ci riusciva proprio.

Sapeva solo che era nuovamente scappata la sera prima, inventandosi una scusa banale, lasciando il ragazzo che amava sotto la pioggia, fradicio, dopo il loro primo e inaspettato bacio.

Erano successe così tante cose quel giorno.

“Forse me le sono solo sognate” Pensò Lucy, mentre si metteva la divisa della scuola.

Ma il sapore delle labbra di Natsu, quello no, non poteva esserselo sognato.

<< Aaah! Basta Lucy, adesso devi solo andare a scuola! >> Si diede un debole pugnetto sulla testa e si avviò verso l'uscita di casa.

Esitò un attimo, prima di aprire la porta difronte a lei.

Forse Natsu la stava aspettando.

Non sapeva davvero come comportarsi in una situazione del genere. L'ansia la stava divorando.

Scosse la testa, come per scrollarsi di dosso quegli stupidi pensieri, e aprì la porta.

“Si, è stato tutto un bellissimo sogno”.

 

<< 'Giorno Lu! >> E il suo sorriso la fece risvegliare nuovamente, quel giorno, come se solo sentendosi vicino a lui potesse sentirsi veramente viva.

<< Natsu.. >>

Un chiarissimo rossore s'impossessò delle sue guance, vedendolo avvicinarsi.

Sentì vibrare il suo cuore, quando le labbra di Natsu andarono a rifinire sulle sue, trasportandola in un bacio innocente che durò si e no pochissimi secondi. Non ebbe neanche il tempo di chiudere gli occhi, che lo sentì staccarsi velocemente, come se si fosse pentito di ciò che aveva appena fatto.

Ci vollero pochi attimi, prima che Lucy tornasse in sé e gli prendesse la mano, trascinandolo verso la strada, sorridendo.

“No, non è stato solo un sogno”.

 

 

 

 

 

 

Arrivati davanti al cancello della scuola la prima persona che videro fu la piccola Levi, che in quel momento stava correndo come una furia verso di loro.

Lucy, vedendo quella scena, spostò velocemente la sua mano destra, intrecciata ancora a quella di Natsu, come se avesse paura di farsi vedere.

Lui sbuffò.

<< Lu-chan! >> Levi, solo a pochi metri da loro, si fermò di scatto, dopo aver pronunciato il nome dell'amica.

<< Ehm..siete venuti a scuola insieme? >> Chiese, come se solo in quel momento si fosse accorta della presenza di Natsu.

<< Aaah? Cosa c'è di strano? >>

<< N-niente Natsu! >> Si affrettò a dire Lucy, voltandosi verso di lui. << Io e Levi-chan dobbiamo parlare. A dopo! >>

La biondina prese la sua amichetta per la mano e la trascinò in un angolo del cortile abbastanza appartato, così che potessero parlare senza essere interrotte da nessuno.

Natsu, un po' irritato, le guardò allontanarsi, per poi dirigersi alla solita panchina dove in quel momento stavano seduti Gazille e Gray.

 

<< Levi-chan! Non sai quante cose ho da raccontarti! >> Disse Lucy, sorridente, elencando dentro la sua testa tutti gli avvenimenti del giorno prima.

Levi sospirò. << Ero preoccupata Lu-chan, non mi hai più richiamata. >> Disse poi con un tono da mamma rompiscatole.

Lucy ridacchiò. << Mi farai dopo la predica, adesso mi devi ascoltare! >>

Levi, curiosa, annuì.

<< Sono successe così tante cose! Ma..ma quella più importante.. >> Tentava di dirlo ad alta voce, ma ora che ci provava, si rendeva conto che era veramente una cosa imbarazzante.

<< Io e Natsu ci siamo baciati! >> Disse tutto d'un fiato, con un tono un po' troppo alto, facendo voltare verso di loro alcuni ragazzi che passavano di li.

Levi, dopo alcuni secondi di shock assoluto, partì con una serie di domande a raffica, del tipo: come, quando, perché, dove, ecc..

La campanella che segnava l'inizio delle lezioni però cominciò a suonare, interrompendo il discorso appena iniziato delle due ragazze.

Loro imprecarono, innervosite.

<< L'ho sempre detto io che questa campanella ha un pessimo tempismo! >> Esordì Levi.

L'altra ridacchiò. << Andiamo, ti racconterò tutto più tardi. >>

Iniziarono a correre verso l'entrata del grande edificio, ma prima che riuscissero ad entrarvi, Levi fermò Lucy tirandola per la manica della divisa scolastica, come se le fosse venuto in mente qualcosa di essenziale da chiedere.

<< Che c'è? >> Chiese Lucy, preoccupata di arrivare in ritardo.

<< Lu-chan...ma adesso...cosa siete voi due? >>

Lucy, sorpresa da quella domanda improvvisa, ci pensò su qualche attimo. Ma la risposta, dopotutto, non era poi così difficile.

<< Beh, siamo Lucy e Natsu, solo questo! >>

Levi sorrise alla risposta ovvia della biondina, prima di oltrepassare la grande porta davanti a loro.

 

 

Le due, entrate in classe, notarono che il professore non era ancora arrivato, e andarono velocemente a sedersi ai loro posti.

In meno di due secondi vennero assalite da un Elfman, un Natsu, e un Gray disperati e urlanti, che parlavano alla velocità della luce di cose tipo compiti per casa e interrogazioni.

<< Idioti! Smettetela di strillare! >> Cana, detto questo, stese i tre con dei bei pugni su quelle teste vuote.

<< Mi è già venuto il mal di testa. >> Ammise Lucy, massaggiandosi le tempie.

<< Di cosa stavano parlando, Cana? >> Chiese Levi, abituata ormai a scene di quel genere.

<< Da quel che ho capito sono solo preoccupati perché non vogliono prendere un brutto voto all'interrogazione di psicologia. E, beh, non hanno studiato un tubo, ovviamente. >> Rispose, prima di cominciare a bere a grandi sorsi dalla sua bottiglia di birra.

Lucy, a quelle parole, s'immobilizzò, come se qualcuno avesse fatto smettere di funzionare il suo cervello per qualche secondo. Interrogazione. Aveva pensato a tutt'altro in quel week end, lasciando decisamente da parte la scuola. E quella non era stata una buona idea.

Scattò in piedi e si spiaccicò una mano sul viso << Neanche io ho studiato! >>

<< Quest'anno mi bocciano, quest'anno mi bocciano! >> Gray, alzatosi dal pavimento, cominciò a dimenarsi dicendo ciò.

<< Un vero uomo non può essere bocciato! >> Ecco, Elfman di certo non poteva mancare.

<< Ehi ragazzi, ho un idea! >>

Gli altri tre, sentendo le parole pronunciate da Natsu, lo guardarono curiosi, senza aspettarsi poi molto.

<< Il professore non è ancora arrivato, possiamo saltare la lezione! >>

Levi sospirò. << Baka. Non potete più uscire dalla scuola senza permesso ormai, dove hai intenzione di passare tutta la mattinata? >> Chiese con disappunto. Lei non avrebbe comunque partecipato, ma non voleva che Lu-chan finisse nei guai per colpa di quel tonto.

Natsu e Gray si lanciarono uno sguardo complice.

<< Stai pensando a quello cui sto pensando io? >> disse Gray, conoscendo troppo bene la mente di Natsu oramai.

<< Nascondiamoci al quarto piano! >> Rispose lui, già eccitato all'idea.

A quelle parole Lucy rabbrividì.

Girava voce che al quarto piano della Fairy Tail High school, oramai utilizzato solo come magazzino, e ridotto ad uno schifo, vivesse uno spirito: lo spirito della prima direttrice della scuola, Mavis, assassinata proprio dentro un aula di quel piano, in circostanze sconosciute.

Il quarto piano era chiuso, nessuno poteva entrarci.

Lucy era sempre stata sicura che fossero tutte baggianate, era molto scettica al riguardo.

Ma nonostante questo, l'idea di addentrarsi in quel posto le faceva venire la pelle d'oca.

<< Non se ne parla! Io non ci vengo lassù! >> Disse infatti, guardando i due in malo modo.

<< Dai Lu! Nemmeno tu hai studiato, vuoi prendere un brutto voto e rovinare la tua media perfetta? >> Natsu ammiccò un mezzo sorriso, cercando di convincerla.

Lucy sbuffò. << Beh..no, ma..perché proprio li? >>

<< Ragazzi! Il professore sta arrivando, muoviamoci! >> Esordì Elfman, prima di cominciare a correre dritto per il corridoio.

Gray e Juvia, che ovviamente seguiva dappertutto il suo amato, si fiondarono dietro di lui.

<< Andiamo! >> Esclamò Natsu, prima di prendere di forza sia Lucy che lo zaino della ragazza, e trascinarla fuori dall'aula.

 

Fecero appena in tempo, dato che due secondi dopo il professore svoltò l'angolo ed entrò in classe.

<< Come mai tutti questi assenti? >> Disse, dopo aver fatto l'appello.

Levi sospirò. Non sarebbero mai cambiati.

 

 

 

 

 

 

<< E io dovrei passare sei ore qui dentro?! >> Si lamentò la biondina, rabbrividendo al solo pensiero.

Non aveva neanche avuto modo di capire cosa stesse succedendo, che si era ritrovata a scavalcare la ringhiera che bloccava l'entrata al quarto piano.

Dopo di che, ancora un po' confusa, aveva seguito Natsu e gli altri in una stanza che sembrava parecchio mal ridotta, come tutte le altre d'altronde.

Ed entrata, si ritrovò a pensare che forse sarebbe stato meglio prendere un brutto voto che passare un intera mattinata in quel posto lurido e puzzolente.

<< Ah! Guarda Lu, uno scarafaggio! >> Gridò Natsu da dietro la ragazza.

Lei non si girò neanche. Al solo sentire la parola “scarafaggio” cacciò un urlo fuori dalla sua bocca che avrebbe terrorizzato chiunque, e cominciò a correre lontano da lui.

Gli altri ragazzi, per tutta risposta, scoppiarono in una fragorosa risata.

<< Lucy, non c'è nessuno scarafaggio. >> Disse Juvia, avvicinandosi alla ragazza, che stava nascosta dietro uno dei pochi banchi all'interno dell'aula.

<< Oh.. >> Rispose, prima di vedere la faccia di Natsu spuntarle davanti.

<< Sei proprio una fifona! >> Ridacchiò, prima di beccarsi un pugno sulla testa.

Lucy si alzò, indignata, lasciando Natsu steso per terra con il suo bernoccolo fumante.

 

<< Beh, che facciamo adesso? >> Chiese Gray, andando a sedersi assieme ad Elfam sulla cattedra.

<< Facciamo un giro del piano! >> Rispose l'albino. Lui era un vero uomo, doveva dimostrare di non aver paura di niente, neanche degli spiriti.

<< Cosa? Neanche per sogno! >> Lucy, indispettita, si sedette accanto a Gray, il quale la guardò stupito.

<< Non ci sono davvero gli spiriti, Lucy.. >>

<< Lo so, lo so! Ma non voglio farlo lo stesso! >> Non era una bambina, sapeva che non esistevamo fantasmi o cose di questo tipo. Ma non le andava ugualmente di esplorare quel piano inquietante.

<< Facciamolo invece! Sono carico, sono carico! >> Strillò Natsu, ripresosi dopo il pugno della bionda.

<< Per Juvia va bene. >>

<< Juvia, no! Dov'è finita la solidarietà fra donne? >> Chiese Lucy, sperando almeno in un aiuto dell'amica, se così poteva definirla.

<< Ma Gray-sama proteggerà Juvia dagli spiriti. >> La ragazza, dicendo ciò, inizio a fantasticare sul suo amato, con gli occhi a forma di cuore.

Lucy piagnucolò. Quella era una gabbia di matti.

<< Prima però vado a prendere qualcosa da mangiare! >>

<< No, Elfman! C'è il rischio che ti veda qualcuno! >> Spiegò Gray. Non voleva di certo scatenare le ire dei professori. Addentrarsi al quarto piano era una cosa assolutamente vietata.

<< Tsk! Io sono un vero uomo, nessuno riuscirà a beccarmi! >> Rispose, fiero della sua idea.

<< Beh, allora ti accompagno. Chissà dove vai a finire se no... >>

<< Fa come vuoi, ti proteggerò io se qualcuno ci vedrà, dato che sono un vero uomo. >>

<< Se se... >> Sbuffò Gray, prima di uscire dall'aula insieme all'amico.

<< Aspettate! Vuole venire anche Juvia! >>

<< Ma così siamo in troppi! >> Rispose Elfman, sentite le parole della ragazza.

<< Dai, se state attenti non vi scopriranno, lasciatela venire con voi. Io e Lu vi aspetteremo qui... >> Disse Natsu, come per ordinare ai tre di andarsene al più presto.

Lucy deglutì. Non sapeva se essere contenta o spaventata dal fatto di rimanere da sola con Natsu dopo tutto ciò che era successo.

L'albino sbuffò.

<< Andiamo, Juvia! >> Esclamò Gray, prima che tutti e tre sparissero dalla visuale dei due ragazzi, uscendo dall'aula.

 

 

 

 

 

Il silenzio che si era venuto a creare era alquanto imbarazzante.

Natsu non era di certo un tipo silenzioso e tranquillo, ma in quella situazione non sapeva proprio cosa fare. Era voluto restare da solo con Lucy, ma adesso che si ritrovava seduto anche troppo vicino a lei, in un angolo dell'aula, il suo cuore non si azzardava a fermarsi, e questo bloccava sul nascere ogni frase che cercava di dire.

<< Natsu... >>

Lui si voltò sorpreso, sentendo la voce bassa della biondina.

Lei voltò lo sguardo verso di lui, un po' titubante.

<< Ecco, scusa...ieri non me ne sarei dovuta andare via in quel modo. >>

Lui ripensò alla scena del giorno prima: Lucy era scappata dentro casa sua subito dopo il loro bacio, dicendo che doveva farsi una doccia e che entro poco sarebbe tornato suo padre.

Aveva lasciato il loro bacio a metà, staccandosi dalle sue labbra quando lui era ancora impreparato.

Natsu rise nervosamente.

<< Non importa. >>

Lei lo guardò di nuovo.

Poche ore prima Levi le aveva posto un ottima domanda: cos'erano adesso, lei e Natsu?

Sul momento non ci aveva riflettuto molto, e aveva dato la prima risposta che le era saltata in mente.

Dopotutto, non c'era ancora un termine adatto alla loro situazione.

Dovevano chiarire le cose, in qualche modo.

Forse la cosa più semplice che avrebbe potuto fare era chiederlo al diretto interessato.

<< Né Natsu- >>

<< Lucy, usciamo insieme! >> La interruppe lui, spostandosi ancora più vicino a lei con una mossa veloce e violenta.

 

Lei sbarrò gli occhi, senza parole. Natsu...Natsu le aveva chiesto di uscire?!

In quei momenti avrebbe davvero avuto bisogno di un telecomando per controllare i battiti velocissimi del suo cuore.

Sapeva bene ciò che voleva però, non chiedeva altro che stare con lui in quel momento, non chiedeva altro che averlo vicino, sempre.

Lei voleva appartenergli, e voleva farlo suo.

Guardando il suo viso in ansia, in attesa di una risposta da parte della ragazza, sorrise, pensando che se avesse potuto l'avrebbe preso a morsi.

 

<< Si. >> Rispose, avvicinando ancora di più i loro visi.

<< E chiamami Lu! >> Gli diede un piccolo pizzicotto sulla guancia, prima che sulla faccia del ragazzo spuntasse un grande sorriso, colmo di gioia.

I loro sguardi erano incatenati. Natsu aveva paura che se avesse smesso di guardare quei grandi occhi anche per un secondo, sarebbe tutto svanito nel nulla, come in un sogno.

 

Le accarezzò i capelli, e un brivido le percorse la schiena. “Se mi bacia muoio” pensò Lucy, cercando di respirare regolarmente.

Natsu socchiuse sia gli occhi che le labbra, avvicinandosi alla biondina.

E lei di certo non resistette a quel bacio tanto atteso.

Restarono immobili per qualche secondo, le loro labbra attaccate, senza sapere cosa fare.

Natsu forse per la confusione del momento, Lucy per la sua poca o quasi nulla esperienza.

E poi divenne tutto più naturale: gli occhi si chiusero lentamente, e le loro teste s'inclinarono.

Le lingue sgusciavano fra di loro, sempre più violente nei loro movimenti.

Quando Natsu strinse ancora più forte i capelli di Lucy, spiaccicandosi ancora di più al suo viso, lei gli mise le mani sul petto, stringendo forte la camicia della divisa del ragazzo.

Faceva caldo in quel momento, faceva davvero troppo caldo.

 

 

E poi accadde tutto molto velocemente.

La porta dell'aula andò a sbattere contro il muro, spaventando i due, che si staccarono immediatamente ma di malavoglia l'uno dall'altra.

E la persona che videro difronte a loro li fece smettere di respirare per almeno qualche secondo:

Erza. Erza Scarlet, vicepresidentessa del consiglio studentesco, stava all'entrata dell'aula, mani sui fianchi e occhiali sul naso. Il suo sguardo si commentava da solo.

<< Spero di non aver interrotto niente. >> Disse ironicamente, guardandoli in malo modo.

I due rabbrividirono, senza avere il coraggio di rispondere, e si alzarono all'istante, vedendo la rossa avvicinarsi a grandi passi.

<< Allora?! Come ci siete finiti qui, per sbaglio?! >> Urlò, dall'alto della sua potenza.

<< E-erza..possiamo spiegare... >> tentò di dire Lucy, prima che la vicepresidentessa li prendesse entrambi per le orecchie e li trascinasse di forza fuori dal quarto piano, fra le urla di terrore dei due poveri mal capitati.

Li portò fino alla presidenza, fra gli sguardi stupiti di professori e studenti. Trovarono Gray, Elfman, e Juvia seduti davanti alla scrivania del preside, con le teste chine.

Erza lasciò andare i due, e dopo aver detto qualche parola al preside, che era dentro un altra stanza, fece sedere Natsu e Lucy accanto agli altri tre, e infine uscì dall'aula.

<< Aaah! Non mi sento più l'orecchio! >> Si lamentò Lucy, massaggiandosi la parte massacrata dalla rossa.

<< Vi siete fatti beccare, eh? >> Chiese Natsu ai tre seduti di fianco a loro.

Loro non risposero. Sembravano ancora traumatizzati, forse per quello che era stata capace di fare Erza quando li aveva scoperti. Beh, non poteva di certo biasimarli.

 

All'improvviso una vocina un po' roca s'impossessò della loro attenzione:

<< Ancora a fare casino voi, eh? >> Chiese l'ometto spuntato difronte a loro dal nulla.

Lucy lo guardò perplessa. Quello era il loro preside?!

In quella scuola era tutto troppo strano.

<< Ehilà, nonnetto! >> Esclamò Natsu, spaparanzandosi sulla sedia.

Gli altri tre sorrisero alla vista del cosiddetto “nonnetto”.

Lui, per tutta risposta, diede il suo bastone in testa a tutti e cinque, facendo crescere un bel bernoccolo su ognuna delle loro teste.

<< Ahi! Vecchiaccio, così ci fai male! >> Esclamò Gray, facendo ridere Juvia.

<< Vecchiaccio?! Ti faccio vedere io chi è il vecchiaccio! >> Quest'ultimo scese dalla scrivania e cominciò a rincorrere Gray con il bastone in mano, cercando di acchiapparlo.

Gli altri quattro scoppiarono a ridere, vedendo la scena.

<< Allora? Possiamo andare? Io ho ancora fame in realtà. >> Chiese Elfman, dopo aver finito di ridere.

Makarov si fermò, tornando a guardare i ragazzi.

<< Se venite a scuola dovete andare a lezione, scellerati! >> Gridò, incrociando le braccia sul petto.

<< E adesso prendetevi qualche caramella e andatevene. >> Disse, porgendo loro un pacchetto di caramelle alla frutta.

Loro ne presero una ciascuno, e dopo aver salutato il nonnetto, aprirono la porta.

<< Ah! E se incontrate Erza, ditele che vi ho sgridato a dovere! Altrimenti si arrabbierà anche con me! >> Li fermò prima di uscire, dicendo ciò.

Loro risero. << Va bene nonnetto, ci vediamo! >> Disse Natsu, prima di seguire Lucy e gli altri per il corridoio.

 

 

 

 

 

 

Aspettarono che suonasse la campanella che segnava la fine delle lezioni ed uscirono velocemente dalla scuola.

<< Allora a domani ragazzi! >> Disse Lucy, prima di sistemarsi meglio intorno al collo la sciarpa che Natsu le aveva prestato per coprirsi dal freddo.

<< A domani! >> Esclamò Juvia, rimasta con Gray ed Elfman davanti al cancello della scuola, per aspettare gli altri membri del gruppo.

<< Salutatemi Levi-chan! >> Rispose Lucy, prima di avviarsi poi insieme a Natsu verso la strada.

 

 

 

I loro passi rimbombavano su quella strada vuota, illuminata solo dal sole che stava pian piano scomparendo.

<< Lu, voglio stare sempre con te, ogni giorno! >> Esordì Natsu improvvisamente, interrompendo i pensieri della biondina.

<< C-cosa? >> Chiese lei, pensando che forse aveva sentito male le sue parole.

<< Hai sentito benissimo! >> Rispose lui, arrossendo notevolmente.

Lei lo guardò sospirando, prima di alzarsi sulle punte dei piedi e schioccargli un bacetto sulla guancia.

Lui le sorrise, per poi prenderle la mano e stringerla sempre più forte, per riscaldarla, inconsapevolmente.

 

 

 

 

 

 

<< Quei due non me la raccontano giusta. >> Disse Gray, bevendo il suo frappè.

Juvia annuì.

Elfman era tornato a casa insieme a sua sorella Mira, subito dopo aver aspettato che Levi, Gazille e Loki uscissero da scuola.

Perciò Gray e Juvia si erano ritrovati con il play boy e i due piccioncini in un bar vicino a scuola, a riscaldarsi dal freddo pungente.

<< Di chi parli? >> Chiese Gazille, senza capire.

<< Beh, di Natsu e Lucy. >>

<< L'hai notato anche tu, Loki? >> Disse Juvia, sorpresa davanti alla reazione ovvia del ragazzo.

Lui ridacchiò. << Chi è che non l'ha ancora notato? >> Chiese sarcastico.

<< Io non avevo notato un bel niente! >> Rispose Gazille, sentendosi attaccato.

Levi sospirò.

 

<< Siete pettegoli come delle ragazze. >> E detto questo, scoppiò a ridere.

 

 

 

 

 

 

 

Salve gente! :) Mi scuso, come sempre, per il mio enorme ritardo. Chiedo umilmente scusa ç_ç

Ma l'ispirazione fa la sua comparsa quando le pare e piace! Cattiva ispirazione, cattiva u_u

Che dire, questo è un capitolo abbastanza leggero (e finalmente, dopo tutti i capitoli lagnosi e pesanti che ho scritto! xD)

Comunque spero vi sia piaciuto e di non avervi deluso.

Siete fantastiche, grazie infinite per il vostro supporto! <3

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Capitolo 8
*** Mesi. ***


 

MARZO

 

 

 

 

<< La prossima volta il film lo scelgo io. >> Affermò Lucy, oltrepassando l'uscita del cinema e andando a rifinire sul marciapiede.

L'aria fredda della sera la colpì, facendola rabbrividire.

<< Non ti è piaciuto? Ma se era bellissimo! >> Rispose prontamente Natsu, levandosi la sciarpa per poi darla alla bionda.

Lei se la legò attorno al collo, coprendosi anche la bocca. Adorava indossare quella sciarpa.

Poi sospirò. << Ma dai, quegli zombie erano fatti malissimo, sembrava una parodia. E poi il sangue, quello non sembrava per niente sangue! Un film horror dev'essere almeno un minimo realistico! >>

Natsu sbuffò. << Tanto eri impegnata a far altro, avrai visto si e no cinque minuti di film. >> E detto questo sogghignò, ripensando a tutti i baci che si erano dati dentro quella sala.

Lucy arrossì, capendo ciò a cui alludeva il ragazzo, e poi rise di gusto. << Ci hanno anche sgridato. Che vergogna! >>

Lui si scaldò all'istante, pestando un piede per terra. << L'avrei picchiato quello stupido vecchio, doveva farsi i fatti suoi! >>

Lucy rise nuovamente, ripensando ai popcorn che Natsu aveva lanciato a quel povero vecchietto durante il film.

<< Comunque, mi sono divertita. >>

Lui la guardò sorridendo, prendendola poi per mano per trascinarla fino al parco non troppo distante da casa loro.

Arrivati, Lucy si sdraiò sull'erba, inalandone l'odore, e Natsu la seguì a ruota.

“Questo è il posto dove mi sono dichiarata” Pensò la biondina.

 

Erano passate circa due settimane da quando lei e Natsu avevano deciso di uscire insieme.

Non ci sarebbe neanche stato bisogno di dirlo al resto della combriccola, dato che tutti avevano già intuito quello che stava accadendo fra i due, e quindi non erano rimasti poi molto sorpresi quando Natsu e Lucy avevano rivelato tutto.

Ridacchiò, ricordando la reazione di Juvia. Aveva smesso di considerarla una rivale in amore, finalmente.

 

 

<< Ohi Lu! Guarda quante stelle! >> Il ragazzo di fianco a lei la interruppe nel suo ricordare, facendole notare il meraviglioso manto stellato che avevano davanti agli occhi.

Lucy rimase a bocca aperta. << Oh.. >> Disse solamente.

Aveva il fiato mozzato dalla meravigliosa visuale. Adorava le stelle.

<< Uhm..quelle stelle..formano un maiale! >> Affermò improvvisamente Natsu, indicando un punto preciso del cielo.

Lei ridacchiò. << Un maiale? >> Chiese divertita, non stupendosi però che la mente di quel ragazzo fosse in grado di concepire certi pensieri.

<< Si! E ti somiglia anche! >> Disse ridendo, girando il volto per guardare l'espressione della sua ragazza.

<< Ah, davvero, eh? >> Rispose ironica, prima piombargli addosso e cominciare a fargli il solletico dappertutto.

<< Scherzavo, scherzavo! >> Riuscì a dire Natsu tra una risata e l'altra. Non riusciva neanche a respirare, e non solo per il solletico. Lucy in quel momento era sopra di lui, d'altronde.

<< Eh no, caro mio! >> Lei non aveva intenzione di smettere però.

<< A mali estremi.. >> Disse il ragazzo, prima di alzare il busto con un movimento veloce e far incontrare le sue labbra con quelle della bionda.

Lucy, dopo un primo momento di spiazzamento, incrociò le braccia attorno al collo di Natsu e gli leccò il labbro, prima di infilare la lingua dentro la sua bocca.

Non sapeva neanche lei da dove tirava fuori tutta quella audacia.

Ma Natsu le provocava sensazione che non era proprio in grado di controllare. Si era scoperta una tipa passionale, alla fine, anche se ovviamente non si erano ancora spinti oltre ai baci.

 

Si staccarono dopo pochi minuti, entrambi senza fiato.

Lucy posò la propria fronte sopra quella del ragazzo, chiudendo gli occhi.

<< Non credere che sia finita qui! >> Disse poi, tornando sopra di lui per fargli il solletico.

Natsu stette al gioco, mischiando le sue risate con quelle della ragazza.

 

Vederla ridere e renderla felice, dopotutto, era la cosa più bella che potesse fare.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

APRILE

 

 

 

Gray si spaparanzò sul proprio banco, sventolandosi con una mano.

<< Come fai ad avere già così caldo? In estate finirai per scioglierti! >> Esclamò Cana, ridacchiando pensando ad una scena simile.

<< Già...probabilmente... >> Rispose quest'ultimo. Non riusciva neanche a parlare dal caldo soffocante. Non vedeva l'ora di arrivare a casa per rinfrescarsi con una bella doccia gelida.

<< Ehi ghiacciolo! Sei proprio un maniaco! >> Disse Natsu tirandogli in faccia i pantaloni che Gray si era appena levato. Le forze per spogliarsi non gli mancavano.

<< Sta zitto, fiammifero! >> E di certo neanche quelle per picchiare qualcuno.

<< Se no che fai? >> Lo provocò l'altro, avvicinandosi con un ghigno sul volto.

<< Vuoi vedere? >>

 

Dopo qualche minuto, com'era prevedibile, si scatenò il solito putiferio, che pian piano coinvolse l'intera classe.

Lucy e Levi, nascoste dietro l'ultimo banco, cercavano di non dare nell'occhio per non essere trascinate dentro la rissa. Erano una massa di stupidi.

<< Il professore è già andato via! Perché non suona la campanella?! >> Piagnucolò la bionda, poggiando la testa sulla spalla di Levi.

<< Dai, è divertente dopotutto. >> Rispose l'altra, prima che Lucy venisse travolta da Natsu e finisse praticamente con la faccia a terra, col ragazzo ancora sopra di lei.

“Cosa sarebbe divertente?!” Pensò dentro di sé, soffocando.

<< Freed! Mi hai colpito alle spalle, bastardo! >> Affermò lui all'amico dai capelli verdi davanti a loro.

<< Non sono stato io! >>

<< Aaah?! Allora chi è stato? >> Chiese grattandosi la testa, noncurante della persona che stava schiacciando con il suo bel sederino.

<< N-natsu... >> Lo chiamò Lucy, provando a spostarlo ma senza riuscirci.

<< Eh? >> Lui si guardò intorno, cercando la ragazza con lo sguardo.

<< Baka! Sono qui sotto! >> Urlò lei, pizzicandogli un braccio.

Natsu si voltò, sorpreso, e poi si alzò di scatto.

<< Che ci facevi li? >> Chiese, guardandola stranito.

<< C-cosa?! Io ti uccido! >> Affermò lei, con uno sguardo assassino negli occhi, prima di alzarsi e cominciare a rincorrerlo per l'intera aula, scavalcando qualche corpo di qualche suo compagno di classe ormai a terra sfinito.

Levi, guardando l'intera scena, scoppiò a ridere.

 

Se ci fosse stato di mezzo Natsu, Lucy avrebbe potuto buttarsi dentro qualunque rissa le si presentasse davanti.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

MAGGIO

 

 

 

Le carezzò i capelli che ricadevano sul cuscino. Natsu pensò che, messi in quel modo, sembravano i raggi del sole.

Lucy intrecciò una mano alla sua, portandosela all'altezza del cuore.

Sentiva quei battiti, li sentiva chiaramente esplodere dentro al suo petto.

Il ragazzo, adesso sopra di lei, percorse con la lingua il collo della bionda, fino ad arrivare al suo orecchio, che mordicchiò leggermente.

Lei si lasciò scappare un gemito di piacere a quel contatto.

Natsu ghignò. Aveva intenzione di sentire molti più gemiti in quel pomeriggio, che in partenza doveva essere riservato allo studio.

Con violenza cominciò a baciarla, senza lasciarle il tempo per riprendere fiato nemmeno una volta tra un bacio e l'altro.

Poi, senza preavviso, infilò le mani dentro la sua maglietta.

Lucy sussultò, non ci stava capendo più niente.

Erano passati dai libri d'inglese al suo letto in così pochi secondi che non aveva avuto neanche il tempo di realizzare cosa stesse succedendo.

Ma adesso si ritrovava sotto al corpo di Natsu, senza maglietta.

Le si mozzò il fiato, vedendo il petto nudo di quello che ormai era il suo ragazzo a tutti gli effetti aderire al suo.

Era pronta per ciò che stava per accadere?

Quello non lo sapeva. Sapeva solo che controllarsi era diventata una cosa quasi impossibile per lei, da quando stava con Natsu.

 

Ma i suoi dubbi passarono in secondo piano, quando sentì dei passi percorrere le scale che portavano al secondo piano di casa sua, proprio dov'era la sua camera, e proprio dove adesso erano lei e Natsu.

Spalancò gli occhi, e il cuore le saltò in gola. Possibile che fosse già tornato suo padre?!

Spostò velocemente lo sguardo verso la sveglia sul comodino di fianco al letto.

20.45.

Aveva decisamente dimenticato che il tempo scorreva anche quando stava con Natsu.

Con un gesto fulmineo spinse il ragazzo via da lei, facendolo ricadere al suo fianco.

<< Ma che fai?! >> Chiese lui infastidito per essere stato interrotto.

<< Ssh! >> Lo zittì così lei, mettendogli un dito sulla bocca.

<< Svelto! Rimettiti la maglia! >>

<< Aaah? Perché?! >>

<< Fai come ti di- >> Ma le sue parole vennero interrotte dal bussare insistente sulla porta di camera.

Lucy sussultò.

<< Lucy, posso entrare? >> Chiese suo padre a gran voce, prima di mettere una mano sulla maniglia.

<< A-aspetta! >> Rispose, cercando di infilare la maglia a Natsu, neanche fosse un bambino e non sapesse farlo da solo.

<< Che cos- >>

<< Zitto! Nasconditi! >> Sibilò lei a denti stretti.

<< Sto entrando. >> Affermò suo padre, spazientito.

<< No! U-un attimo! >>

Ma lui non la degnò della minima attenzione, ed aprì la porta.

Esitò, prima di entrare nella stanza, vedendo la scena che gli si presentava difronte.

<< Che sta succedendo qui?! >> Chiese, visibilmente arrabbiato, forse, si disse Lucy, non tanto per il fatto che sua figlia fosse sul letto con un ragazzo mezzo nudo, ma per il fatto che avesse fatto entrare qualcuno in casa senza il suo permesso.

Infondo, sapeva bene che suo padre non sarebbe mai stato geloso di lei come ogni genitore normale.

La bionda rimase immobile, con le mani ancora sul petto di Natsu.

La tensione si poteva tagliare con un coltello.

<< Chi diavolo è questo vecchio? >> Chiese il ragazzo confuso e ancora arrabbiato per essere stato interrotto in un momento cruciale.

Lucy si spiaccicò una mano sul volto, mentre l'uomo davanti a loro, senza scomporsi, si avvicinava ai due.

<< L-lui..lui è mio padre, Natsu. >> Gli disse nervosa, facendolo alzare dal letto insieme a lei.

Lui, dopo un attimo di confusione, trasalì, guardando lo sguardo del padre di Lucy.

<< O-oh, Ah! Ma che bella giacca! Eh-eh-eh >> Riuscì a dire a voce un po' troppo alta, ridendo nervoso e mettendo le mani sulle spalle dell'uomo.

Quest'ultimo rimase in silenzio, guardando sua figlia.

<< N-natsu..forse è meglio che tu vada. >> Gli disse prendendogli la mano per trascinarlo verso la porta.

<< A-ah, si, certo! C-ci vediamo domani, Lu...ehm...arrivederci! >> Esclamò chinando un poco la testa in direzione dell'uomo dietro la ragazza, che non si girò neanche a guardarlo, prima di correre giù per le scale.

Lucy sospirò, e con un po' di timore si rigirò verso suo padre.

<< Chi era? >> Chiese lui, con tono calmo.

<< Il mio ragazzo. >> Non aveva intenzione di nasconderglielo. Dopotutto, non faceva molta differenza per lui se sua figlia aveva o no un fidanzato.

Ci fu qualche secondo di silenzio, prima che suo padre riparlasse: << Ero venuto a ricordarti della cena che si terrà domani sera. >>

<< Non ci vengo, lo sai. >> Rispose, con uno sguardo di sfida. Aveva partecipato a quelle stupide serate di lavoro di suo padre per tutta l'infanzia, fino a che non aveva avuto il coraggio di ribellarsi.

E dopo la morte di sua madre, suo padre aveva deciso di non obbligarla più.

<< Quando prenderai il mio posto non avrai la possibilità di scegliere. >> Affermò senza scomporsi più di tanto, prima di uscire dalla stanza e richiudere la porta alle sue spalle.

Lucy abbassò la testa.

Non aveva neanche la possibilità di scegliere ciò che voleva fare in futuro, se proprio volevamo dirla tutta.

 

Dopo essersi fatta un bel bagno caldo, tornò in camera e si mise il pigiama.

Non aveva voglia di cenare, e l'unica cosa che doveva fare era rimettersi a studiare per il compito d'inglese.

Però, dopo essersi stesa sul letto con il libro fra le mani, sentì qualcosa battere sulla sua finestra.

Si girò spaventata, chiedendosi cosa potesse essere.

Dopo averla aperta si affacciò all'esterno, guardando verso il basso.

Natsu, con il suo gran sorriso, la salutò dalla strada.

Lucy ridacchiò, contenta.

Lui, dopo poco, le fece un gesto con la mano in segno di scendere e di raggiungerlo, e lei di certo non se lo fece ripetere.

Con cautela e senza fare rumore uscì dalla camera e si fiondò giù per le scale, per raggiungere il ragazzo che la stava aspettando.

 

Nella sua vita l'unica scelta che poteva fare era di stare con lui. E non chiedeva altro.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

GIUGNO

 

 

 

<< Aaah! Sta iniziando a fare veramente caldo! >> Esclamò Lucy, lasciando la mano di Natsu per sventolarsi.

<< Già, menomale fra pochi giorni iniziano le vacanze! >> Rispose quest'ultimo, già eccitato all'idea.

<< Uhm, uno degli aspetti buoni dell'estate. >> E detto questo guardò il suo orologio.

<< Oh, si! Durante le vacanze potrò dormire quanto mi pare! Aaah! >> Affermò Natsu, immergendosi nel suo mondo.

<< Certo! E avremmo molto più tempo libero! Non vedo l'ora! >> Ridacchiò la ragazza.

Improvvisamente, dopo aver svoltato l'angolo, un uomo sulla quarantina fermò i due, porgendo loro un volantino.

Lucy l'afferrò.

<< Che c'è scritto? >> Chiese il ragazzo incuriosito.

Lei rimase qualche secondo zitta.

<< Parla di un campeggio...un campeggio vicino al mare... >> Rispose, continuando a guardare l'oggetto che aveva in mano.

<< Vorrei tanto andarci... >> Disse poi.

<< Dove? In campeggio? >>

<< No, al mare. >> Affermò, immaginandosi quanto sarebbe stato bello poterci andare veramente.

<< Beh, centro che ci andrai. >>

Lucy si fermò di scatto, voltando il viso verso Natsu.

<< C-cosa? Veramente? >> Chiese, un po' titubante.

<< Certo! Chi è che non va al mare d'estate? >> Rispose lui stranito, notando la reazione troppo entusiasta della biondina.

Lei aprì la bocca per dire qualcosa, ma poi la richiuse, troppo eccitata. Riusciva solo a sorridere in quel momento.

Il mare.

<< Io non sono mai stata al mare. >>

<< Che cooosa?! >> Urlò l'altro, sorpreso dopo ciò che aveva detto Lucy.

Lei indietreggiò, un po' a disagio.

<< Beh, no... >>

<< In tutta la tua vita non sei mai stata al mare?! >> Richiese poi lui, pensando di aver capito male.

Lei abbassò lo sguardo. << Ho sempre vissuto in città lontane dal mare. Mia madre mi aveva promesso di portarmici un giorno o l'altro...prima di ammalarsi. E a mio padre non l'ho neanche mai chiesto, sapevo quale sarebbe stata la sua risposta. >>

Dopo pochi secondi di silenzio, Natsu prese il suo mento con una mano e le tirò su il viso per guardarla negli occhi.

Quello che Lucy vide fu un sorriso intenerito, diverso da quelli che era abituata a vedere.

<< Ti ci porto io al mare, Lu! È una promessa! >> Affermò, prima di schioccarle un bacio sulla bocca.

Lei, dopo essersi ricordata di respirare, annuì solamente e sorrise.

 

Natsu era uno che manteneva le promesse.

 

 

 

 

Qualche giorno dopo la sveglia di Lucy suonò alle 9.30.

Fu l'unico giorno in cui fu felice di sentir suonare quell'oggetto.

Si svegliò tutta pimpante e piena di energie, e, dopo essersi lavata e vestita, prese la borsa che si era preparata la sera prima e si avviò verso la casa difronte alla sua.

Suonò parecchie volte, prima che un Natsu assonnato e sicuramente appena svegliato le andasse ad aprire.

<< Lu..che ci fai qui? >> Chiese, stropicciandosi gli occhi.

<< Baka! Sapevo che non ti saresti svegliato, perciò sono venuta a prenderti! Oggi andiamo al mare, ricordi? >> Rispose la bionda, strizzandogli una guancia.

<< Ah...già... >>

<< Dov'è finito il tuo entusiasmo?! Su, su, siamo in ritardo! >>

Natsu, guardando la biondina entrare dentro casa sua, pensò che di certo l'entusiasmo di Lucy poteva bastare per tutti e due.

 

Però, d'altro canto, non poteva neanche dire di essere dispiaciuto, ovviamente, di passare una giornata al mare insieme ai suoi amici.

E soprattutto insieme a Lucy.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

E finalmente sono riuscita a scrivere anche l'ottavo capitolo! Con un po' di ritardo, lo so, e per questo vi devo fare le mie scuse, come al solito.

Ma nonostante questo spero che il risultato dei miei scervellamenti (?) non sia uno schifo totale.

Devo dire che l'idea di scrivere di un episodio della vita quotidiana di quei due tonti per ogni mese fino ad arrivare all'estate mi sembrava carina. Volevo riuscire a far capire l'evoluzione del loro rapporto con il passare del tempo.

Non so se ci sono riuscita, ma la mia intenzione era quella.

Che dire, ringrazio con il cuore tutte le fantastiche lettrici che hanno la pazienza di seguire questa fic e di commentare ogni capitolo. Ma anche quelle che la leggono e basta, ovviamente. Siete tutte magnifiche, non ho altro da dire.

Un bacio <3

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Capitolo 9
*** Una giornata al mare. ***


<< Aaah! Mi sento male! >>

<< Ma Natsu, il pullman non è neanche partito. >> Piagnucolò Lucy, vedendo il ragazzo accanto a lei dimenarsi con la mano davanti alla bocca per evitare spiacevoli inconvenienti.

Lui cercò di dire qualcosa che però nessuno comprese.

<< Sapevo che sarebbe successo. >> E detto questo Gray sospirò, rassegnato.

<< Per far calmare quello scemo canterò una canzone! >>

Lucy spalancò gli occhi quando vide Gazille salire in piedi sul sedile dietro al suo ed iniziare ad intonare le note di una canzone che mai aveva sentito, ma che la faceva decisamente rabbrividire.

<< Gazille..ti prego, ci stanno guardando tutti.. >> Bisbigliò Levi, notando le persone presenti sul pullman che, sentendo il rumore proveniente dal fondo, si erano voltate a guardare curiose, e che in quel momento stavano fissando con un gocciolone dietro la testa il suo ragazzo.

Juvia scoppiò a ridere, quando Gazille, per tutta risposta, sollevò Levi per la maglietta e le passò il microfono invisibile.

<< Il gamberetto vuole attenzioni? >>

<< No, no! Mettimi giù, baka Gazille! >> Urlò l'altra, colpendolo con un debole pugnetto.

<< Smettetela tutti quanti! Non siamo ad un karaoke! >> Cominciò Erza, con un aura maligna attorno a lei << E tu! >> Esclamò indicando Natsu << Non azzardarti a vomitare! >> Concluse, notando come il ragazzo si contorceva in preda alla nausea.

 

“Ma chi me l'ha fatto fare?” Questo fu l'unico pensiero che la povera Lucy riuscì a formulare nella sua testa durante tutto il viaggio.

 

 

 

 

 

 

 

 

Natsu, sceso dal pullman e finalmente liberatosi da quella terribile nausea, li aveva trascinati dentro ad un bosco. Si, proprio in un bosco, affermando che quella era solo una scorciatoia per arrivare alla spiaggia nella quale avevano in programma di passare la giornata.

 

<< Perché abbiamo seguito questo babbeo?! >> Chiese Gray, ormai sfinito dopo la lunga camminata, sedendosi sopra una roccia.

<< Sta zitto, mutandone! Vi ho già detto che non ci siamo persi! >> Ribatté l'altro, guardando in cagnesco l'amico.

<< Ed io vi ho già detto di non litigare. >> Sibilò Erza a denti stretti, rivolgendo ai due uno sguardo assassino.

Lucy sospirò, asciugandosi la fronte sudata.

<< Beh, ormai è ora di pranzo. Fermiamoci a mangiare qualcosa e poi continuiamo a cercare la spiaggia. >>

<< Lu-chan ha ragione, mi sta venendo fame. >> L'assecondò Levi, sentendo rumori alquanto strani provenire dal suo stomaco per l'ennesima volta.

<< Juvia ha preparato il pranzo...per Gray-sama. >> Affermò appunto Juvia, sedutasi accanto al suo amato.

<< Uhm? Mi ero preparato dei panini ma...grazie. >> Rispose il ragazzo in questione, afferrando la piccola scatola che conteneva il pranzo-ritratto preparato con tanto amore da Juvia.

Lucy vide comparire sulla testa di Gray un gocciolone dopo aver visto il proprio viso disegnato sul suo pranzo.

Poi cominciò a riflettere, mangiando il suo riso freddo. Pensò a Juvia, all'amore che quella ragazza metteva in ogni cosa o gesto che faceva per Gray, pur essendo consapevole di non essere ricambiata.

Ovviamente la rattristava sempre un po' riflettere su quella situazione.

Girò fugacemente lo sguardo verso Natsu, che in quel momento stava addentando un pezzo di pizza.

Sapeva cosa voleva dire non essere capiti e ricambiati dalla persona amata.

In fondo, si disse, se prima che si mettessero insieme non fosse stata aiutata dalla piccola Levi-chan e da Loki, che le avevano fatto chiarire i propri sentimenti e incoraggiata, sicuramente non sarebbe mai riuscita a conquistare Natsu.

Forse anche lei doveva dare una mano.

Si, decise che avrebbe aiutato Juvia a coronare il suo sogno d'amore, a tutti i costi.

 

<< Né, Levi-chan.. >> La chiamò poco dopo che si furono rimessi alla ricerca della spiaggia, bisbigliandole nell'orecchio.

<< Ho un idea! >>

L'amica rimase in attesa di un continuo, annuendo.

<< Voglio aiutare Juvia! >> Ammise infine, con un sorriso furbo dipinto sul volto.

Levi la guardò stranita. << Aiutare a far cosa? >> Chiese poi, non capendo le intenzioni della bionda.

<< A conquistare Gray! >> Esclamò, come se fosse la cosa più ovvia del mondo.

Gli occhi di Levi sembrarono illuminarsi, quando sentì quelle parole.

<< Non sembra una cattiva idea.. >> Sussurrò, annuendo fra sé e sé.

<< Certo che non lo è! >> Affermò Lucy, convinta della sua decisione.

<< Ma come possiamo fare? >>

La domanda che pose Levi fece riflettere la bionda, la quale si mise un dito sul labbro.

<< Uhm.. >>

<< Ragazzi! Ho intravisto qualcosa! >> Urlò Erza improvvisamente, bloccando sul nascere le strategie che la mente di Lucy stava escogitando.

<< Ah! Eccola! L'avevo detto che l'avremmo trovata! >> Esclamò Natsu, correndo nella direzione indicata dalla rossa.

 

<< Aww! >> All'estremità del bosco Lucy finalmente vide la spiaggia. Si, la spiaggia calda e morbida e il mare in cui aveva sempre sognato di tuffarsi.

Rimase estasiata da quella visione, con la bocca aperta in un grande sorriso.

<< Andiamo! >> Natsu cominciò a correre verso il mare, buttando i vestiti sulla spiaggia man mano che li toglieva, e gli altri lo seguirono a ruota.

Le persone presenti li guardarono malamente.

Lucy esitò un attimo, prima d'infilare i piedi nella sabbia soffice. La prima cosa che percepì fu il calore, il calore che le scottò la pelle. Un calore all'inizio piacevole, ma che poco dopo la fece cominciare a saltellare e infine a correre, come tutti gli altri, verso il mare, per rinfrescarsi.

Si tolse velocemente la maglietta e i pantaloncini e li lasciò cadere dietro di lei con noncuranza.

Poi si fermò di colpo, arrivata davanti all'acqua.

<< Vieni, Lu! Vuoi che ti venga a prendere? >> La chiamò Natsu, avvicinandosi pericolosamente.

La bionda rimase pochi secondi senza fiato, vedendo il suo petto nudo e bagnato.

Poi, quando le prese la mano, si allontanò velocemente, sentendo quel contatto freddo.

<< È gelata! >> Annunciò infine, notando lo sguardo confuso del ragazzo dopo il suo gesto.

Lui scoppiò a ridere. << Che ti aspettavi? >>

<< B-beh..no, no, aspetta! >> Urlò, prima che lui la prendesse di peso sottobraccio e la trascinasse nell'acqua.

Poi non vide più niente per qualche secondo, finché Natsu non fece riemergere la sua testa prendendola dolcemente per le spalle.

Lei tossì, buttando fuori l'acqua salata che aveva bevuto.

<< Baka! Volevi affogarmi?! >>

Lui rise nuovamente, e Lucy a quel punto non poté far altro che sorridere, per poi infilare una mano nei suoi capelli bagnati.

Natsu quindi le prese il mento, e con un movimento veloce fece incontrare le proprie labbra con quelle della ragazza.

Lucy si rese conto che la sua lingua aveva un sapore diverso dal solito, e che le sue labbra bagnate erano ancora più gradevoli, cosa che credeva impossibile.

Quel bacio venne però interrotto molto presto da un Gazille mezzo nudo che cadde proprio sopra i due dopo aver cercato di evitare gli schizzi d'acqua di Levi.

Così cominciò la solita battaglia, a cui Lucy questa volta si unì, con sorpresa di tutti.

 

 

 

 

 

 

 

Si stese sul proprio asciugamano, esausta. Erano solamente le tre e mezza del pomeriggio e lei era già sfinita. Non immaginava che andare al mare fosse così stancante.

Poi voltò lo sguardo verso Natsu, intento a costruire un castello di sabbia con Erza e Gazille.

La sensazione fantastica che le provocava sentire i raggi del sole sulla sua pelle bagnata era merito suo. Tutta la felicità che provava in quel momento era merito suo.

Anche il calore che le avvolgeva il cuore non era dovuto al sole, ma era merito di Natsu. Lo sapeva bene, oramai.

<< Né, Lu-chan! >> Levi, stesa sull'asciugamano accanto al suo, la chiamò improvvisamente.

<< Non dovevamo aiutare Juvia? >>

Lucy si ricordò improvvisamente dell'idea che aveva avuto solamente qualche ora prima.

Come aveva fatto a dimenticarsene?!

Poi annuì decisa, guardando il bar dove la ragazza in questione si era diretta insieme a Gray per comprare i gelati a tutto il gruppo.

<< Andiamo, Levi-chan! Ho un idea! >> Affermò, alzandosi e infilandosi le infradito per evitare di scottarsi correndo sulla spiaggia com'era successo poco prima.

<< Che hai intenzione di fare? >> Chiese l'altra, imitando la biondina.

<< Faremo ingelosire Gray! >>

 

 

 

Le due, arrivate a destinazione, cercarono con lo sguardo Gray e Juvia. Tra tutta quella gente era davvero difficile individuarli, però.

<< Levi-chan, riesci a vederli? >>

<< No, e tu? >>

<< Riesci a vedere chi? >>

Lucy a quelle parole si voltò di scatto, capendo che la voce che aveva posto quella domanda non apparteneva alla sua amica.

<< G-gray! >> Esclamò Levi, guardandolo sorpresa.

<< Che ci fate qui? >> Chiese quest'ultimo, confuso.

<< Ehm..beh, ecco.. >>

<< I gelati! Si, siamo venute ad aiutarvi con i gelati! >> Rispose prontamente Lucy, vedendo la sua amica in difficoltà.

<< Ah, ok. >> Il ragazzo alzò le spalle e se ne andò più avanti.

Le altre due lo seguirono, cercando di farsi spazio tra la folla.

<< Ma dov'è Juvia? >> Chiese poi la bionda, notando l'assenza della ragazza.

<< Non è tornata da voi? Le avevo detto che ci avrei pensato io qui. >> Disse Gray, voltando il viso per guardare le due ragazze dietro di lui.

<< No, noi non l'abbiamo vista. >> Rispose quindi Levi, ripensando alle persone incontrate durante il percorso per arrivare al bar.

<< E dove si è cacciata? >> Questa volta il loro amico sembrava leggermente irritato.

<< Beh, andiamo a cercarla. >> Propose infine Lucy, prima d'incamminarsi fuori dal bar, seguita dalla piccola Levi e da un Gray alquanto infastidito.

 

 

 

 

 

 

<< Ma non arrivano più questi gelati?! >> Si lamentò Gazille, sbuffando.

<< Sii paziente. >> Rispose Erza, intenta a modellare il suo castello di sabbia.

<< Lu, andiamo- >> Natsu, voltando lo sguardo sugli asciugamani dietro di lui, notò l'assenza della bionda.

<< Dove diavolo è? >>

<< Anche Levi è sparita. Saranno insieme. >> Affermò Gazille con un alzata di spalle.

Natsu sospirò e si alzò innervosito, dirigendosi poi verso il mare.

 

 

 

 

 

 

<< C'è davvero troppa gente. >>

<< Levi-chan ha ragione, come faremo a vederla? >> Chiese Lucy sbuffando. Era già una buona mezz'ora che lei, Gray e la piccola Levi stavano perlustrando tutta la spiaggia per trovare Juvia.

Che la loro amica si fosse persa?

<< Forse dovremmo dividerci. >> Propose il ragazzo, calciando la sabbia sotto i suoi piedi.

<< Uhm, si, è una buona idea. Allora...io andrò a vedere dalla parte degli scogli. >> Affermò Lucy, indicando la direzione in cui aveva intenzione di dirigersi.

<< Io tornerò dagli altri, magari Juvia li ha già ritrovati. >>

<< Ok, Levi. Io continuerò a cercare per qui allora. Avete i cellulari con voi? Dobbiamo tenerci in contatto. >>

“In fondo anche Gray qualche volta usa il cervello. Quando c'è di mezzo Juvia, a quanto pare.” Pensò la biondina, ridacchiando fra sé e sé.

<< Che hai da ridere adesso? >> Chiese il ragazzo, spazientito.

Lucy sussultò. << Niente. Solo che hai una faccia divertente in questo momento, Gray. >>

<< Aaah? >> Lui, un po' imbarazzato, si passò una mano fra i capelli. << Ma che stai farneticando? >>

<< Ragazzi, non è il momento di scherzare. Io e Lu-chan abbiamo i cellulari, quindi se la troveremo verrai avvisato. >> Affermò Levi, incamminandosi nella sua direzione. << Io vado. >>

<< Bene, a dopo. >>

 

 

 

 

 

 

Faceva veramente male camminare sulla superficie di quei sassi giganteschi. Scogli, si, si chiamavano scogli.

Un onda arrivò a bagnarle i piedi, improvvisamente. Sarebbe potuta cascare da un momento all'altro da quanto era scivoloso il percorso. Non credeva davvero che Juvia si fosse cacciata in un posto simile, ma doveva pur sempre provare a cercarla.

<< Juvia! >> Gridò, sperando che la ragazza potesse udirla.

Ma niente, il silenzio tornò a regnare sovrano. L'unico rumore che riusciva a percepire era il suono delle onde del mare che s'infrangevano contro gli scogli su cui lei stessa stava camminando.

Juvia a quanto pare non era li.

Sbuffò, rassegnata. Forse avrebbe fatto meglio a tornare dagli altri.

<< Lucy! Che ci fai qui? >> La bionda si girò di scatto, sentendo una voce conosciuta chiamarla.

<< Juvia! >> Ripeté una seconda volta alla ragazza in questione, seduta proprio sullo scoglio più alto, dietro di lei.

La raggiunse in pochi attimi, dopo aver rischiato due o tre volte di cadere nell'acqua, correndo.

<< Ti abbiamo cercato dappertutto! >> Esclamò infine, sedendosi accanto a lei, sfinita.

<< Abbiamo? >> Chiese l'altra, guardando la biondina sorpresa.

<< Certo! Io, Levi-chan e Gray abbiamo perlustrato tutta la spiaggia e- >>

<< G-gray sama? Anche Gray-sama? >> La interruppe Juvia con voce tremolante.

<< Si, anche lui era preoccupato, Juvia. Che ci sei venuta a fare qui? >> Chiese l'altra, con una nota di rimprovero.

<< Beh...Juvia voleva stare da sola. >> Ammise infine, abbassando lo sguardo e portandosi le ginocchia all'altezza del petto.

Lucy la guardò stranita. Non aveva mai visto una reazione simile da parte della sua amica. La reputava una persona forte e decisa, vista la forza di volontà che mostrava nei suoi atteggiamenti nei confronti di Gray. Lei non ne sarebbe mai stata in grado, al posto suo. Per questo la invidiava un po', in effetti.

<< Perché? >> Se voleva aiutarla doveva sapere il motivo del suo malessere.

<< Juvia voleva solo aiutare Gray-sama con i gelati, e lui l'ha mandata via. Gray-sama non ha bisogno di Juvia. >> Poi si bloccò, voltandosi a guardare la ragazza accanto a lei.

<< T'invidio, Lucy. >>

La bionda restò a fissarla, stupita e in attesa in un continuo.

<< Tu e Natsu siete davvero perfetti insieme. >> Detto questo rivoltò lo sguardo verso il mare.

Lucy rimase qualche secondo ferma nella sua posizione, senza aprir bocca. Cosa poteva dirle adesso? In fondo lei aveva lottato per avere Natsu, e aveva sofferto. Ma la sua sofferenza paragonata a quella di Juvia non doveva essere niente.

Seguire per così tanto tempo un amore non corrisposto doveva essere stato estenuante. Era ovvio che anche Juvia potesse avere alcuni momenti di tristezza come questo.

<< E per questo hai intenzione di rinunciare? >> Chiese quindi, stringendo i denti.

<< Io...Juvia è confusa. >>

<< Sai, prima che io e Natsu ci mettessimo insieme sono stata rifiutata da lui. >> Disse, con un lieve rossore ad imporporarle le guance.

<< Eppure non mi sono data per vinta. Ed è stato anche grazie a te. >> E detto ciò le sorrise.

<< Grazie a me? >>

<< Certo. La tua testardaggine e la tua voglia di stare con Gray mi hanno fatto capire che i miei tentativi non erano niente in confronto a quello che tu hai fatto per il ragazzo che ami in tutto questo tempo. Se adesso rinunciassi così...mi sentirei davvero una stupida. A chi mi sono ispirata allora? >> Forse le sue parole erano troppo dure, forse doveva essere un minimo più comprensiva nei confronti di Juvia. Forse la stava incoraggiando a continuare a corteggiare una persona che non l'avrebbe mai ricambiata, anche se era sicura del contrario.

<< E poi...hai mai provato a dichiarare apertamente i tuoi sentimenti a Gray? Sai, tutti se ne sono accorti ovviamente, ma lui è come Natsu, sono un po' ottusi su queste cose. >> Disse infine, ridacchiando.

Juvia rimase in silenzio qualche secondo.

<< E se lui mi rifiutasse? >> Chiese quasi in sussurro.

<< Almeno potrai dire di aver messo davvero tutta te stessa, di averci provato con tutte le tue forze. Non avrai rimorsi. >>

La ragazza rialzò lo sguardo e guardò la sua amica, consapevole che quello che stava dicendo era giusto. E poi sapeva bene che non sarebbe mai riuscita a dimenticare il suo Gray-sama.

<< Ah! Devo avvertire Gray e Levi-chan che ti ho trovata! >> Esclamò, prendendo il cellulare e digitando il numero di uno dei due.

<< Mi dispiace di avervi fatto preoccupare. >>

Lucy si bloccò, guardando Juvia, intenerita.

<< Il più preoccupato era sicuramente Gray, secondo me. È stato tutto il tempo a dire “ma dove diavolo si è cacciata quella stupida?” >> Affermò, cercando d'imitare la voce del ragazzo. << L'ho trovato veramente tenero. >> E detto questo rise di gusto.

Juvia invece, dal canto suo, guardò la bionda con una luce sinistra negli occhi.

<< Rivale in amore. >>

Lucy si voltò nuovamente. << Non sono una tua rivale in amore. >> Disse, ridendo ancora. << Comunque si sta facendo tardi, torniamo dagli altri. >>

Poi la prese per mano, e, con sua sorpresa, Juvia non si oppose.

 

 

 

 

 

 

Gray, dopo la chiamata di Lucy, si fiondò nel posto in cui avevano lasciato gli altri compagni, e quando vide le due ragazze in lontananza si catapultò verso di loro, impaziente.

<< Juvia! Ma dove ti eri cacciata?! >> Chiese poi, prendendo la ragazza in questione per le spalle.

La biondina a tale scena ridacchiò, lasciando la mano di Juvia.

<< Ehm.. >> La ragazza, in difficoltà, lanciò uno sguardo all'amica in segno d'aiuto.

<< Juvia si era solamente persa, l'ho trovata vicino agli scogli. >> Affermò Lucy.

<< Uhm? Davvero?! Non allontanarti più da me, baka! >> Esclamò infine Gray, inconsapevole dell'effetto che quelle parole avessero sulla ragazza difronte a lui.

<< Va bene. >> E un sorriso si disegnò sul suo volto, un piccolo sorriso impercettibile che fece arrossire lievemente il ragazzo.

<< Juvia ti deve parlare, Gray. Io torno dagli altri, a dopo! >> Esclamò Lucy, con un sorriso furbetto sulle labbra, facendo l'occhiolino a Juvia e cominciando a correre.

<< A-ah, ehm.. >> L'altra, in preda al panico, maledisse l'amica nella propria mente.

<< Che devi dirmi? >> Poi, vedendo il sorriso di Gray-sama, il cuore cominciò a batterle più velocemente, ma nel frattempo si rilassò. Si, il sorriso di Gray-sama era in grado di fare l'impossibile.

Forse l'idea di Lucy non era stata poi così malvagia.

 

 

 

 

 

 

La bionda, arrivata dagli altri dopo la corsa, si sedette sfinita all'estremità del proprio asciugamano, sul quale giaceva un Natsu dormiente.

<< Dov'è Juvia, Lu-chan? >> Chiese Levi, notando l'assenza della ragazza.

<< Sta rivelando i suoi sentimenti a Gray! >> Disse poi ridacchiando, voltandosi a guardare Erza e Gazille giocare con la sabbia. Non si stancavano mai?

Levi scoppiò a ridere, felice. << Spero che le cose vadano bene anche per lei. >> Disse infine, alzandosi per poi raggiungere Gazille e sua cugina.

Lucy annuì e poi si stese sul suo asciugamano, accoccolandosi fra le braccia di Natsu, noncurante del caldo opprimente.

Il ragazzo mugolò qualcosa d'incomprensibile prima di aprire gli occhi, sentendo il corpo della sua ragazza aderire al suo.

Poi, vedendola stesa accanto a lui, alzò il capo sorpreso.

<< Lu! >>

<< Ehi.. >> Rispose lei dolcemente, chiudendo gli occhi e accarezzandogli il petto.

Lui le prese una mano e riabbassò il capo.

<< Dove sei stata? >> Chiese poi. Lucy notò che il suo tono era freddo e diverso dal solito.

In effetti, si disse, se n'era andata improvvisamente senza dire niente né a lui né a nessun altro.

<< Io, Levi-chan e Gray siamo andati a cercare Juvia, dato che era sparita. Scusa se non te l'ho detto. >> Ammise infine, guardando il ragazzo negli occhi.

<< Potevate chiamare anche noi, vi abbiamo aspettato per più di un'ora. >> Rispose, lasciando la mano di Lucy.

<< Lo so, ma sai, eravamo preoccupati e non ci abbiamo pensato. >>

Natsu la guardò male e poi voltò lo sguardo verso il cielo. Possibile che si fosse veramente arrabbiato?

<< Non fare il permaloso, ti ho detto che mi dispiace. >> In fondo non doveva giustificarsi, ma non sopportava l'idea di sentire Natsu lontano.

<< Non sono arrabbiato, è solo che.. >>

Lucy, dopo qualche secondo di silenzio da parte del fidanzato lo guardò stranita. << Che? >>

<< Che oggi era la prima volta che venivi al mare, e volevo che la passassimo insieme questa giornata. Invece te ne sei andata per quasi tutto il pomeriggio. >> Disse poi tutto d'un fiato, rivoltando il viso verso la bionda.

Quest'ultima arrossì, e per qualche secondo le mancò il fiato. Natsu non poteva neanche lontanamente immaginare quanto quelle parole la rendessero felice.

Lo guardò sorridendo. << Allora recuperiamo il tempo perduto. >> E detto questo, senza esitazione, lo baciò. Lo baciò attirandolo a sé con le braccia, vincolandolo in un abbraccio senza via d'uscita. E lui, com'era prevedibile, non oppose alcuna resistenza a quel contatto. Alzò il busto quel tanto per far stendere la testa della bionda sotto la sua, mentre le loro gambe erano ancora l'une accanto alle altre. Poi intrecciò le mani alle sue, perché anche loro stavano meglio, quando erano intrecciate a quelle di Lucy.

 

 

 

 

<< Stanno tornando Gray e Juvia. >> Disse Erza alla piccola Levi, intenta a ricoprire Gazille di sabbia dalla testa ai piedi.

La ragazza voltò lo sguardo per qualche secondo, il tempo necessario per vedere la mano di Juvia intrecciata a quella di Gray.

Sorrise, tornando a guardare la testa di Gazille sulle proprie gambe.

La voglia di baciarlo era più forte di lei, ma si limitò, vedendolo dormire beatamente, a continuare a ricoprirlo di sabbia dappertutto.

Al suo risveglio si sarebbe davvero divertita.

 

 

 

 

 

 

 

Mi dispiace. Posso dire solo questo. Non sapete quanto mi dispiace, ragazze/i ç__ç Vi ho fatto aspettare troppo, troppo, troppo tempo. E ne sono infinitamente dispiaciuta. Prometto però che per farmi perdonare il prossimo aggiornamento arriverà fra pochissimo tempo, quindi siate pazienti e comprensivi, vi prego ^^”

Detto questo, spero che anche questo capitolo vi sia piaciuto. Dopo tutto questo tempo forse vi aspettavate un capitolo grandioso e pieno di colpi di scena, e invece vi ho rifilato la solita roba, che forse vi sarà venuta anche un po' noia.

Il mio intento era quello di parlare anche di un'altra coppia proprio per non annoiarvi con i miei soliti capitoli sdolcinati o tristi, creandone uno più allegro e divertente. E invece è venuto fuori un mix tra i primi due aggettivi che ho detto .__. Spero comunque che sia stato di vostro gradimento.

Grazie di cuore a tutte le splendide ragazze che commentano ogni capitolo e non si stancano mai di seguirmi, dovrebbero farvi sante <3 Un grazie, ovviamente, anche a tutte le persone che si limitano a leggere la fic, sarei curiosa di sapere anche il vostro parere, ma sono contentissima ugualmente.

Alla prossima!

 

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Capitolo 10
*** Promessa. ***


<< Haaappy, vuoi smetterla di sgraffiarmi?! >> Esclamò prendendo in braccio il piccolo gatto blu.

Quest'ultimo miagolò e si agitò, cadendo così dalle braccia della bionda e andando a finire sul morbido letto sul quale era seduta la ragazza.

Lei sbuffò. Quel gatto si faceva toccare solo e unicamente da Natsu.

<< Lu! Vieni ad aiutarmi, ti prego! >> Si lamentò appunto il ragazzo, in quel momento seduto sul pavimento e con un quaderno davanti agli occhi.

<< Natsu...ti ho già aiutato a svolgere i primi tre esercizi, almeno l'ultimo prova a farlo da solo. >>

Lui, dopo queste parole, si accasciò sul pavimento. << Stupida matematica. >>

Lucy sospirò per la seconda volta, vedendo quella scena. << Portami il quaderno. >>

Gli occhi di Natsu si illuminarono. << Sei la migliore, Lu! >> E detto questo si buttò sul suo letto, facendo quasi cadere la biondina. << E stai attento! >> Urlò lei, irritata, prendendogli il quaderno dalle mani.

Quella roba non poteva essere considerata matematica. << Che diavolo..? Come diavolo hai fatto a passare quest'anno, Natsu?! >> Chiese, voltando la testa verso il ragazzo sdraiato accanto a lei.

<< Perché sono un genio! >>

Lucy alzò un sopracciglio.

<< Piuttosto, perché dobbiamo svolgere i compiti durante le vacanze?! Le vacanze non sono fatte apposta per non andare a scuola?! >> Chiese il ragazzo, cominciando a giocherellare con una ciocca di capelli biondi.

<< Invece di porti queste domande faresti bene a finire tutti i compiti prima dell'inizio della scuola. >> Rispose lei, cercando di capire le cose scritte sul quaderno del suo fidanzato.

<< Sei noiosa, Lu. >> Disse, avvicinandosi di più alla bionda. << Io avevo intenzione di fare altro oggi pomeriggio. >>

E così prese il quaderno dalle mani di Lucy e lo buttò sul pavimento, prima di salirle semplicemente sopra.

Le toccò nuovamente i capelli, cominciando a baciarla. La baciò dappertutto, partendo dal collo e arrivando fino al seno, coperto dalla canottiera verde della ragazza.

Il ventilatore sopra di loro girava ininterrottamente, ma questo non riusciva comunque a rinfrescare la pelle di Natsu, che in quel momento bruciava come non mai.

<< Natsu.. >> Lucy gemette, quando lui, con un po' di esitazione, infilò la mano all'interno della sua maglietta. Percorse con le dita calde il bacino della ragazza fino ad arrivare...

<< Devo andare in bagno! >> Affermò infine lei, bloccando la mano del ragazzo e sfilandola da sotto la maglia.

<< Proprio adesso?! >>

<< Si! >> Si alzò velocemente e si diresse verso il bagno, a pochi metri dalla camera del ragazzo.

Entrò e si chiuse la porta alle spalle, poggiando poi la schiena contro di essa.

Che diavolo le era preso? Cos'era quell'ansia che aveva sentito qualche attimo prima?!

Cercò di calmarsi, facendo respiri profondi.

Poi, dopo aver smesso di ansimare, si avvicinò al lavandino per sciacquarsi il viso accaldato.

Nel mentre dette anche un'occhiata fugace allo specchio davanti a lei: le sue guance erano rosse e la sua fronte sudata.

Non riusciva a capire il motivo di tutto ciò. Si era già ritrovata in una situazione come quella insieme a Natsu, eppure quella volta non aveva avuto una reazione simile. Anzi, ricordava molto bene che se suo padre non li avesse interrotti si sarebbero spinti molto, molto oltre i baci passionali.

Eppure adesso, a mente lucida, solamente l'idea di fare una cosa del genere la faceva semplicemente trasalire.

Forse aveva paura. Si, forse aveva solo paura.

Lei, in fondo, non aveva neanche un briciolo di esperienza. Invece Natsu...

Scrollò la testa, cercando di togliersi quel pensiero dalla mente.

Il fatto che lui fosse già stato fidanzato una volta, prima di mettersi con Lucy, non era più saltato fuori dopo la prima volta che ne avevano parlato. Perciò lei non poteva di certo sapere fino a che punto era arrivato Natsu con la sua precedente ragazza.

Si morse il labbro inferiore con i denti. Solamente pensare a quell'ipotesi le provocava una stretta dolorosa allo stomaco. Non avrebbe mai avuto il coraggio di chiedere tutto al diretto interessato, però...

<< Lu...devo andare al bagno anche io. >>

Il richiamo di Natsu la risvegliò, e lei sobbalzò, sentendo quella voce provenire da dietro la porta.

<< Esco subito! >> Così si sciacquò velocemente il viso.

Mise una mano sulla maniglia e prima di aprire esitò, presa dal panico.

“Di certo non mi aggredirà appena aprirò. Calmati Lucy, dai.”

Chiuse gli occhi ed aprì velocemente, ritrovandosi il ragazzo davanti.

Quando tirò su le palpebre la prima cosa che notò-sarebbe stato impossibile non notarli- furono i pettorali di Natsu in bella mostra. Forse era lei che doveva controllare i propri istinti, a questo punto.

<< Perché ti sei spogliato?! >> Chiese agitata, chiudendo nuovamente gli occhi.

Non era la prima volta che vedeva Natsu mezzo nudo, ma in quella situazione questo fatto l'agitava non poco.

<< Mi sono solo tolto la maglia. Sono sudato, vado a farmi una doccia. >> E detto ciò scavalcò la biondina ed entrò dentro il bagno, chiudendosi la porta alle spalle.

Lucy a quel punto riaprì gli occhi.

Stupida, era solo una stupida.

Sospirò e si diresse verso la camera di Natsu. Quando arrivò la prima cosa che vide fu il letto disfatto. Ci si tuffò letteralmente sopra e inspirò l'odore che emanavano quelle lenzuola bianche, abbracciando il cuscino. L'odore di Natsu. Forse anche lei, oramai, emanava quell'odore. Sorrise a quel pensiero. Era diventata un'abitudine baciarsi, restare abbracciati per ore, toccarsi...cercarsi.

Ed era quindi normale che entrambi sentissero l'esigenza di qualcosa di più.

L'unica cosa che quindi doveva fare era mandare a quel paese tutte le sue paure e le sue insicurezze.

Purtroppo era più facile a dirsi che a farsi.

Risollevò il volto, per prendere aria. Sul pavimento notò il quaderno di matematica di Natsu, lasciato li a prender polvere come tutto il resto del suo materiale scolastico.

Lo prese e lo osservò con attenzione. La scrittura di Natsu era buffa e ridacchiò, vedendo alcuni disegnini agli angoli delle pagine.

Così, dopo aver ispezionato bene il quaderno, decise di finire gli esercizi di matematica, tanto per passare il tempo finché lui non fosse tornato.

Si mise alla ricerca della penna con cui il ragazzo stava scrivendo poco prima, ma tra tutto quel disordine era completamente una missione impossibile trovare un oggetto così piccolo.

Perciò cominciò a guardare all'interno dei cassetti del comodino accanto al letto.

<< Ah! Eccola! >> Prese la prima penna che le capitò sotto gli occhi, e dopo ciò fece per richiudere il cassetto, quando qualcosa la bloccò. Sbarrò gli occhi, vedendo delle foto dentro al cassetto.

Ne prese una in mano: rappresentava Natsu e Gray, forse qualche anno prima, vista la divisa scolastica delle medie che indossavano entrambi. Natsu aveva i capelli più corti ed era anche visibilmente più gracile. Sorrise intenerita, prendendo le altre foto li presenti e sedendosi sul letto.

Le guardò una per una. Dovevano essere state prese da un album di foto delle scuole medie che avevano frequentato Natsu e gli altri.

Scoppiò a ridere, appena vide una foto che ritraeva Levi-chan e Gazille in atteggiamenti intimi.

Chiunque l'avesse scattata era un vero e proprio pervertito.

Le spuntò un sorriso malinconico poi, osservando una foto di gruppo. C'erano tutti, perfino Mira, la sorella maggiore di Elfman.

Forse era un po' invidiosa, dopotutto. Avrebbe voluto esserci anche lei insieme a tutti loro. Avrebbe voluto essere felice come loro...con loro.

Sospirò e passò alla foto successiva.

Una ragazza. Per un istante le passò per la mente il volto di Mirajane, solo con i capelli più corti.

Era una ragazza veramente bellissima: albina, occhi chiari, snella e con una pelle bianchissima.

Messa in quella posizione le ricordava le bambole di porcellana che sua madre amava tanto.

Stava seduta sotto un albero, quella ragazza, e rideva. Si, un sorriso splendente a trentadue denti.

Sembrava veramente felice. E perfetta. La trovava perfetta.

<< Allora Lu, che combini? >> Chiese Natsu, destandola per la seconda volta dai suoi pensieri e costringendola a guardarlo. Si era seduto sopra il letto e lei non se n'era neppure accorta.

Si era cambiato, adesso indossava una maglietta bianca e un paio di jeans che gli arrivavano fino alle ginocchia. Profumava di lavanda.

<< Oh, stavo guardando- >> Ma fu costretta ad interrompere le sue parole sul nascere, vedendo Natsu prenderle con forza la foto che stava stringendo fra le mani.

<< Dove l'hai trovata questa?! >> Chiese poi lui, visibilmente irritato. Aveva gli occhi sbarrati.

<< B-beh, stavo cercando una penna ed ho trovato alcune foto dentro ad un cassetto. E c'era anche questa. >> Spiegò quindi, non capendo la reazione strana del suo fidanzato.

Lui rimase in silenzio qualche secondo, guardando la foto che in quel momento stringeva fra le mani.

<< Natsu.. >> Lo richiamò Lucy, sempre più confusa dal suo atteggiamento.

Poi, notando lo sguardo che il ragazzo stava rivolgendo alla foto si pose una domanda.

<< Chi è quella ragazza? >> Chiese quindi al diretto interessato.

Lui rialzò lo sguardo e guardò la biondina.

<< è.. beh..lei è.. >> Cosa gli prendeva adesso? Perché sembrava così sconvolto dopo aver visto quella foto?

Una ragazza. Lucy non aveva mai visto quella ragazza. Forse si era trasferita. Forse...

<< è Lisanna. >> Ammise infine Natsu, riabbassando lo sguardo.

 

 

Lisanna. Per un attimo le tornarono alla mente gli avvenimenti di qualche mese prima, il primo dialogo che ebbero sulla ex ragazza di Natsu. Lisanna.

<< A-ah...capisco... >> disse poi, visibilmente a disagio.

Che avrebbe dovuto fare in una situazione del genere? Era decisamente sorpresa.

La consapevolezza che ci fosse stata un'altra ragazza nella vita di Natsu prima di lei...quella consapevolezza ce l'aveva già. Ma vedere la sua immagine li, sotto ai suoi occhi...era come se in quel momento la presenza di Lisanna fosse diventata tangibile. Perché, in fondo, nel cuore di Natsu la sua presenza c'era sempre stata.

<< L-le rimetto apposto. >> E dicendo ciò il ragazzo prese le foto una per una e le ripose dentro ad un cassetto qualunque.

Poi si risedette sopra il letto, guardando la sua ragazza. Doveva dire qualcosa. Si vedeva che Lucy era rimasta senza parole.

<< Ecco... >>

<< Era bellissima. >> Disse poi improvvisamente l'altra, rialzando lo sguardo e incatenando i suoi occhi a quelli di Natsu.

<< Parlami di lei. >>

Lui restò un attimo a corto di fiato. << C-cosa? >> Forse non aveva capito bene.

<< Parlami di Lisanna. B-beh, se te le senti, ovviamente. >> Precisò poi la bionda.

Natsu la guardò stranito. Si sarebbe aspettato di tutto all'infuori di quello.

Parlare di Lisanna non gli faceva più male, oramai. Forse gli provocava solo una forte nostalgia.

Era sempre malinconico parlare di un amore perduto.

<< Perché? >> Le chiese, grattandosi una guancia.

Lucy sembrò rifletterci un po' su. << Forse sono solo curiosa. Volevo sapere com'era...la persona che ti ha rubato il cuore. >> Rispose sinceramente.

Si, forse era solo curiosa e desiderosa di sapere. Non era mai sazia, lei, per certe cose.

Non aveva intenzione di competere con una persona che ormai non c'era più, questo mai. Voleva solo sapere.

<< Ecco...Lisanna era...Lisanna rideva. Si, Lisanna rideva sempre. E la sua risata era contagiosa, sono sicuro che tutti la ricordano. La sua risata ti rimaneva vivida nella mente. Era una persona che riusciva a fare amicizia con facilità, era solare, riusciva a darti forza in ogni occasione. >> Detto questo ridacchiò, prima di continuare. << Era anche molto ingenua e si fidava facilmente delle persone...Lisanna. >> Concluse il discorso quando vide un sorriso malinconico disegnato sul volto di Lucy.

Forse aveva parlato troppo.

 

<< La dovevi amare davvero molto, eh? >> Chiese la bionda, guardandolo negli occhi.

Nonostante stesse sorridendo, lei era riuscita a percepire tutta la sofferenza di Natsu nel pronunciare quelle parole.

Lui annuì, abbassando lo sguardo.

Lucy non poté far altro che abbracciarlo, nonostante la stretta al cuore provocatagli da quell'ultima affermazione.

Lo strinse forte a sé, per colmare quel vuoto che sentiva fra di loro.

Lei non sarebbe mai riuscita a prendere il posto di Lisanna nel suo cuore, lo sapeva bene.

Ma l'unica cosa che poteva provare a fare era renderlo felice, solo questo. Voleva che sorridesse sempre, voleva che scherzasse, ridesse, si picchiasse con i suoi amici.

Voleva che la baciasse, che la toccasse...voleva che l'amasse, in tutti i sensi.

Voleva che l'amasse quanto aveva amato Lisanna.

 

<< Ti amo, Lucy. >>

<< Ti amo, Natsu. >>

 

La ragazza sussultò, e rimasero entrambi a bocca aperta. L'avevano detto insieme.

Era la prima volta che si dicevano quelle due paroline, e l'avevano fatto contemporaneamente.

Era ironico, dopotutto.

Lucy slegò l'abbraccio e scoppiarono a ridere entrambi, guardandosi negli occhi.

 

Poi, con facilità, Natsu prese il mento di Lucy e avvicinò i loro visi, baciandola. La baciò dolcemente, cosa strana da parte sua. Lui era un tipo irruento e passionale, alla fine.

La ragazza l'abbracciò di nuovo, sedendosi sopra di lui e facendolo piano piano sdraiare.

Ma la situazione si capovolse velocemente, quando Natsu, smosso da un fuoco che stava pian piano crescendo dentro di lui, si levò la maglietta e la buttò con decisione sul pavimento della stanza, per poi far sdraiare la bionda sotto il suo corpo.

Dopodiché si guardarono intensamente qualche secondo.

Lui stava solo aspettando un tacito cenno della ragazza che gli facesse capire che poteva continuare senza preoccuparsi. E lei, capite le sue intenzioni, annuì, leggermente imbarazzata.

L'ansia le stava divorando lo stomaco, eppure non sentiva il bisogno di scappare in quel momento.

Voleva che Natsu fosse suo, suo e di nessun altro. Forse era un pensiero egoista, ma lei lo voleva, lo voleva in tutti i sensi.

Quando sentì le mani del ragazzo impossessarsi del suo seno ormai nudo sussultò. Un brivido le attraversò il corpo, guidato da un piacere che mai aveva provato. Un piacere sconosciuto, ma che la faceva stare bene.

Natsu ghignò, sentendo qualche gemito soffocato provenire dalla ragazza sotto di lui.

Poi, con audacia, si tolsero entrambi gli ultimi indumenti che ancora coprivano i loro corpi accaldati.

Erano nudi. Erano completamente nudi.

In quel momento Lucy stava dando tutta se stessa alla persona che amava. Sorrise a quel pensiero.

L'amava, l'amava da impazzire.

Incrociò le braccia attorno al suo collo e l'attirò a sé con dolcezza, facendo incontrare le loro labbra.

Lui, ancora indeciso sul da farsi, cominciò a riempirla di baci dappertutto, facendole qualche volta il solletico, e provocandole qualche volta piacere.

 

Si esplorarono, quel pomeriggio. Si esplorarono entrambi con attenzione e con precisione, prima che si unissero e diventassero una cosa sola.

Natsu la penetrò lentamente, cercando di non essere troppo violento.

E Lucy si morse un labbro, stringendo più forte le gambe a quelle del ragazzo e nascondendo il viso nell'incavo del suo collo, per non far vedere la smorfia di dolore che si era creata sul suo volto.

Ma dopo poco divenne tutto più semplice e naturale.

I loro corpi, incastrati tra loro, si muovevano ad un ritmo regolare.

<< Restiamo insieme per sempre, Lu. >> Queste furono le parole che riuscì a dire Natsu, mentre la sua voce veniva spezzata dai gemiti.

La bionda annuì, sentendo il suo respiro sulle proprie labbra.

<< Promettimelo. >>

<< Te lo prometto, Natsu. >>

 

 

 

 

Il 20 Agosto dei suoi sedici anni Lucy perse la verginità. No, la donò alla persona che amava, alla persona con cui sognava di passare il resto della sua vita.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

<< Sono tornata! >> Esclamò, aprendo la porta di casa.

Lo diceva ogni volta, nonostante non ci fosse mai nessuno a darle il benvenuto.

Per poco non le prese un colpo, quando, dopo essere entrata in cucina, vide suo padre seduto al tavolo con la sua solita espressione seria sul volto.

Era strano trovarlo a casa prima dell'ora di cena.

<< Ah, ciao. >> Lo salutò, versandosi dell'acqua in un bicchiere.

Negli ultimi tempi era diventata meno fredda nei suoi confronti, anche se lui non si meritava per niente il suo saluto.

<< Che ci fai a casa così presto? >> Chiese, appoggiando la schiena al frigorifero e portandosi il bicchiere alla bocca.

 

<< Dobbiamo trasferirci, Lucy. >>

Dopo quelle parole, l'unico rumore che Lucy riuscì a percepire fu quello del bicchiere che dalle sue mani andò ad infrangersi contro il pavimento, rompendosi così in tanti piccoli pezzi.

Proprio come il suo cuore.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Ta daaaan! Ed ecco a voi il decimo capitolo! :D

Facciamo che questo è il mio regalino di Natale per voi (non contiamo quei pochi giorni di ritardo, su su xD)

Che dire, penso che tutte voi ormai aspettavate un capitolo come questo. Spero di non avervi deluso, soprattutto per quella scena. Mi sono impegnata tantissimo per scriverla, perciò spero che non sia venuta una totale schifezza >.<

Detto questo, vi ho lasciato con un gigantesco punto in sospeso, eh? (Sono proprio crudele!)

Beh, verrà svelato tutto nei prossimi capitoli, quindi cercate di aspettare solo un altro po', se ne avete ancora voglia.

Infine voglio scusarmi per una cosa: avrò riletto in capitolo centinaia di volte, e mi sono resa conto che Natsu è dannatamente OOC. La cosa mi ha turbata non poco, ma nonostante aver cancellato e riscritto ventordicimila volte alcune parti del capitolo, questo è stato il meglio che ho saputo fare.

Perdonatemi, odio rendere i personaggi OOC ma purtroppo non sono riuscita ad evitarlo.

Concludo dicendo che forse dovrete aspettare un bel po' di giorni prima del prossimo aggiornamento, dato che subito dopo Capodanno ho intenzione di dedicarmi allo studio in tutto e per tutto. Ma il tempo per voi lo troverò sempre, quindi abbiate un po' più di pazienza. (Ne avete giù tantissima, lo so, mi dispiace tanto ç__ç)

Vi ringrazio di cuore, per tutto.

Un bacio <3

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Capitolo 11
*** Il suo sole. ***


<< Naaatsu, Happy non si fa neanche accarezzare! >> Si lamentò la piccola Levi, quando il gatto in questione evitò le sue coccole saltando giù dalle gambe della ragazza.

<< Happy, non fare l'antipatico! >> Lo rimproverò Natsu, spingendo l'animale tra le braccia dell'amica.

<< Aye! >>

<< E perché non miagola?! >> Chiese Gray, con un gocciolone dietro la testa.

<< Perché è un gatto stupido, esattamente come il suo padrone! >>

Alle parole di Gazille scoppiarono tutti in una fragorosa risata, seguita poi dalle lamentele di Natsu.

L'unica che sembrava persa in un altro mondo era Lucy, che, nonostante il fracasso, rivolgeva il suo sguardo al cielo limpido, osservandolo dal vetro della finestra.

Di nuvole ce n'erano poche, si vedeva chiaramente il sole risplendere sul tetto di casa sua, che dalla finestra del salotto di casa di Natsu si poteva vedere benissimo.

Quel sole caldo e accecante, quel sole da cui dopo pochi attimi che lo guardava era costretta a distogliere lo sguardo.

Quel sole che amava e di cui non poteva fare a meno.

Quel sole di cui adesso aveva paura.

<< Bello il cielo oggi, eh? Il sole si vede benissimo! >>

Natsu si era avvicinato lentamente e aveva poggiato il mento nell'incavo del suo collo, senza che lei neanche se ne accorgesse.

Lucy girò lo sguardo quel poco per riuscire a vedere una parte del suo profilo, poi tornò ad osservare il cielo.

Il ragazzo sbuffò.

<< Sei strana oggi, Lu. >> Disse, con un aria leggermente imbronciata.

La bionda cercò la mano di Natsu, e, quando la trovò, la strinse forte nella sua.

Quello era solo un gesto per rassicurarlo, si disse. O forse per rassicurare se stessa.

<< Scusa, è solo che non mi sento tanto bene. >> Affermò infine, lasciando cadere il capo all'indietro, posandolo così sulla spalla del ragazzo.

<< Ohi, Natsu! Questo frigorifero è vuoto! Perché ci hai invitato per pranzo se poi non c'è niente da mangiare? >> Chiese Gray improvvisamente, interrompendo il dialogo dei due.

Natsu, dopo quelle parole, lasciò andare Lucy e si diresse verso il frigo con foga.

<< Merda! Non ho fatto la spesa! >>

Levi a quelle parole scoppiò in una fragorosa risata, e Gray sospirò. << Sei proprio un idiota. >>

<< Sta zitto. >>

<< E quindi che facciamo? Io comincio ad aver fame! >> S'intromise Gazille.

I due ragazzi davanti al frigo si guardarono complici e poi, lentamente, voltarono lo sguardo verso Levi e Lucy.

Ciò che volevano far intendere era comprensibile.

<< Eh no, noi non andiamo a comprare un bel niente! Andateci voi a fare la spesa! >> Esordì quindi Levi, capite le loro intenzioni.

<< Uff, e va bene. Andiamo ghiacciolo! >> Sbuffò Natsu.

<< Cosa? Perché anche io?! >>

<< Beh, dovete comprare molte cose, vi accompagnerà anche Gazille! >>

<< Neanche morto. >> Disse il diretto interessato, rivolgendo uno sguardo truce alla piccola Levi.

<< Ah no? >> L'espressione dolce della ragazza si trasformò in un ghigno inquietante. << Allora ci divertiremo molto a truccarci e a metterci lo smalto alle unghie a vicenda, vero tesoro? >>

 

 

Gray e Natsu, dopo pochi minuti, uscirono dalla porta di casa di quest'ultimo per dirigersi al supermercato, con un Gazille alquanto sconsolato alle spalle.

 

 

 

 

 

Levi continuava a cambiare canale senza neanche guardare veramente quello che stavano trasmettendo alla tv. Ogni tanto spostava qualche ciuffo appiccicato alla sua fronte sudata, sbuffando.

Si guardò intorno sconsolata. Lucy se ne stava ancora seduta accanto alla finestra, con lo sguardo perso a guardare chissà dove.

<< Lu-chan? >> Provò a chiamarla gentilmente, ma l'unica risposta che ottenne fu uno sguardo sfuggente.

Alzò il busto e da sdraiata si mise a sedere, incrociando le gambe.

<< Oggi sei particolarmente silenziosa, Lu-chan. >> Disse ciò che avevano notato pressapoco tutti quella mattina.

Lucy le rivolse un sorriso appena accennato. Un sorriso un po' falso, si disse Levi.

<< Non preoccuparti, non è successo niente. >> Affermò infine, cercando di mantenere un tono di voce calmo e gentile.

L'amica alzò un sopracciglio, poi si alzò.

<< Con me dovresti riuscire ad aprirti, sono la tua migliore amica. Non c'è bisogno che tu mi nasconda le cose. >> Il suo tono adesso era un po' più severo, cosa strana per la dolce e cara Levi.

Lucy abbassò lo sguardo. Non era mai in grado di sostenerli lei, certi sguardi.

<< Non va per niente tutto bene, vero? >> Chiese nuovamente l'amica, avvicinandosi ancora di più.

 

 

 

 

 

<< Dobbiamo trasferirci, Lucy. >>

Era rimasta in silenzio per un tempo che le era sembrato lunghissimo.

Le girava la testa e la sentiva pesante. Troppo pesante.

Si appoggiò al frigorifero dietro di lei, guardando in basso.

C'era un bicchiere rotto sul pavimento, un bicchiere ridotto in tanti piccoli pezzi di vetro taglienti.

Già, era il bicchiere che le era scivolato dalle mani appena quando suo padre aveva pronunciato quelle parole. Anche quelle così taglienti da squarciarle il cuore in un attimo.

Lo sapeva. Sapeva che quelle parole sarebbero uscite dalla sua bocca prima o poi, lo sapeva benissimo.

Ma questa volta non aveva avuto neanche il tempo di prepararsi, di preparare il suo cuore.

Con il passare dei mesi quella consapevolezza era stata sostituita da una sorta di speranza, la speranza di restare, la speranza di non dover mai più sentirle pronunciare, quelle parole.

<< Lucy? >> La richiamò suo padre, voltandosi a guardarla.

<< Trasferirci...già, dobbiamo trasferirci... >> Riuscì a dire in un sussurro, continuando a guardare il pavimento.

<< Non...non farmi questo... >> Adesso la sua voce era spezzata dai singhiozzi, e le sue labbra potevano bearsi delle calde lacrime che scivolavano sulle sue guance.

L'uomo si alzò, mantenendo il solito atteggiamento composto e inflessibile.

<< Non questa volta... >> Continuò, con lo sguardo ancora rivolto in basso.

Doveva respirare. Respirare.

<< Ma che stai dicendo? Non hai mai avuto una reazione simile. Non resterai in questa cittadina, tu verrai con me. >> Questa volta il tono di voce di suo padre si era alzato di un po', e Lucy, sentendo quelle parole, sobbalzò.

<< Non ammetto repliche. >> E detto questo uscì dalla stanza, lasciandola là, sola.

Sola. Si, sarebbe ritornata sola, com'era sempre stata.

Si lasciò cadere a terra, la schiena ancora poggiata al frigorifero.

Sola.

 

 

 

 

 

<< Lu-chan? Mi stai ascoltando? >> La voce squillante di Levi la destò dai suoi pensieri. E finalmente Lucy la guardò.

La guardò veramente, con uno sguardo sincero. Uno sguardo triste e che Levi fu subito in grado di capire.

Si sedette così sul bordo del divano, proprio davanti a lei.

<< Vuoi dirmi cos'è successo, Lu-chan? >> Disse poi, prendendo le mani della bionda nelle sue.

E Lucy cedette. Si lasciò andare, si lasciò andare come solo sapeva fare quando era con Levi.

Natsu era il suo cuore, ma neanche lui riusciva a darle ciò che era in grado di darle la sua migliore amica.

Cominciò a singhiozzare, chinando il capo. Singhiozzi che lentamente si facevano sempre più forti e che non le lasciavano neanche il tempo per riprendere fiato.

Levi l'abbraccio forte, senza esitazioni. D'altronde, quella era l'unica cosa che si sentiva di fare in un momento del genere.

<< Levi-chan... >> Un altro singhiozzo. << Non voglio andare via... >> Riuscì a dire, aggrappandosi alla maglia dell'amica.

Levi si distaccò un attimo per guardarla in viso. << E perché dovresti mai andartene? Che stai dicendo, Lu-chan? >>

Lucy si asciugò le guance bagnate, tremando. << Mio padre...mio padre mi ha detto che dobbiamo trasferirci...di nuovo. >> Chiuse gli occhi e posò il capo sul petto di Levi.

<< Io non voglio lasciarvi, Levi-chan! >>

 

Levi non riusciva neanche a formulare un pensiero logico in quel momento. Trasferirsi? Che cavolo stava farneticando?!

<< Ma...cosa stai dicendo? >> Chiese, quindi << Non puoi andartene... >> Affermò poi, sorridendo nervosamente.

Non la stava aiutando, lo sapeva benissimo.

<< Mi dispiace. >> Questa fu l'unica risposta che ottenne dalla bionda. Un “mi dispiace” quasi sussurrato.

<< Io...io non so cosa fare... >>

Levi la guardò malamente, alzandosi in piedi di sbotto. << E vuoi arrenderti così?! Senza neanche aver provato a ribellarti?! >> Urlò, stringendo le mani tanto da farsi male.

Lucy alzò lo sguardo, gli occhi ancora inumiditi.

<< Che dovrei fare secondo te? Non conosci mio padre! >> Affermò, riabbassando lo sguardo.

L'altra aprì la bocca per dire qualcosa, poi la richiuse.

Non poteva andarsene, non poteva farle questo.

<< ..Tu non vuoi andartene, nessuno può costringerti a fare quello che non vuoi! Questa è la tua vita! >>

Lucy la guardò nuovamente, stupita. La sua vita?

 

Si, quella era la sua vita. Prima non aveva mai avuto un motivo per continuare a vivere senza opporsi, un motivo per continuare a vivere davvero. Questa vita era molto meglio di quella vuota e penosa di prima. Questa vita era fatta di dubbi, incertezze, rischi e ostacoli.

Ma nonostante tutto, era sicuramente più divertente.

Non voleva tornare sola, non voleva lasciare la sua vita di adesso. Non voleva lasciare ciò che faceva parte di questa vita.

<< Ma...ma come farò? >>

Levi strinse ancora una volta le sue mani in quelle di Lucy, guardandola speranzosa.

<< Troveremo un modo, Lu-chan! Possiamo farcela! >>

Detto ciò, sorrise, abbracciandola. Non l'avrebbe lasciata andare per nessun motivo al mondo.

Lucy l'abbracciò a sua volta, rilassandosi.

Si, non doveva perdere le speranze, doveva cominciare a vivere la sua vita senza più farsi condizionare da niente e da nessuno.

Levi improvvisamente slegò l'abbraccio, come se ad un tratto si fosse ricordata di qualcosa d'importante.

<< L'hai già detto a Natsu? >>

Lucy sospirò: si, quella era una questione decisamente importante.

<< No. >> Disse poi, gonfiando le guance. << Sicuramente andrà su tutte le furie e non vorrà sentire ragioni, non voglio che combini qualche guaio. >> Concluse poi, poggiando il mento sul palmo della mano.

<< Uhm, beh, sicuramente non la prenderà bene, ma prima o poi dovrà venirlo a sapere comunque. >>

<< Già, lo so. Per questo voglio che lo venga a sapere da me. Solo che...ero ancora troppo confusa, dovevo sfogarmi con qualcuno prima di dirglielo. Grazie, Levi-chan. >> Detto questo sorrise, asciugandosi l'ultima lacrimuccia.

<< Lo sai che potrai contare sempre su di me, Lu-chan! >> E sul volto di Levi si dipinse uno dei suoi sorrisetti birichini che Lucy amava tanto.

<< E poi non c'è da preoccuparsi, tanto lotteremo con le unghie e con i denti pur di non lasciarti andare! >>

Lucy in quel momento pensò che il suo cuore sarebbe scoppiato entro breve, dopo tutte le troppe emozioni che aveva provato, una dopo l'altra, in quel breve lasso di tempo.

Adesso era più serena e speranzosa, riusciva perfino a vedere uno spiraglio di luce alla fine di quel buio tunnel in cui l'aveva fatta sprofondare suo padre.

Quella era la luce di Levi, ne era convinta.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Il pomeriggio passò molto velocemente, forse anche troppo, a detta di Lucy.

Poco prima dell'ora di cena tornarono tutti a casa, lasciando Natsu e Lucy a ripulire quello che in quel momento poteva benissimo essere definito un porcile.

Levi si era fatta giurare solennemente dall'amica che avrebbe detto tutto a Natsu entro quella sera, senza ripensamenti e spiegandogli bene la situazione.

Anche se adesso la bionda se ne stava già un po' pentendo.

Come avrebbe potuto dirglielo? Natsu era una testa calda, come minimo non le avrebbe nemmeno lasciato concludere il discorso. Si sarebbe sicuramente fatto prendere dalla rabbia e ne avrebbe combinata una delle sue, ne era più che convinta.

Ma la cosa che la preoccupava di più era sicuramente una sola: non voleva vedere di nuovo un'espressione triste su quel volto ingenuo e sereno. Si era ripromessa che non l'avrebbe mai fatto soffrire, e adesso che gli stava per dire che c'era la possibilità che si potesse trasferire in chissà quale parte del mondo, si sentiva decisamente uno schifo.

Lei stava già soffrendo troppo per tutti e due, ma non avrebbe mai voluto condividere la sua sofferenza con lui.

<< Aaah, non inviterò mai più quei maiali a casa mia! Guarda quanto hanno sporcato! >> Si lamentò Natsu, raccogliendo le ultime cartacce sotto il tavolo.

Lucy ridacchiò, continuando a lavare i piatti. << Senti da che pulpito! >>

<< Io non sono come loro! >>

<< Sei peggio! >> Affermò quindi lei, ridendo di gusto.

Natsu sorrise beffardo. << Ah si? >> Chiese, avvicinandosi pericolosamente alla bionda.

<< Si! >> E detto questo gli fece una linguaccia per prenderlo in giro.

Natsu la raggiunse in pochi attimi, incastrandola all'angolo del muro.

Poi, con facilità, la baciò. Un bacio passionale e carico di emozione, come solo lui sapeva fare.

Baciare Natsu era come venire a contatto con il fuoco, si disse Lucy.

Ogni volta ti scottavi, che si trattasse di un bacetto sulla guancia o di un bacio come quello.

Quando le loro lingue scivolavano una sopra l'altra anche il corpo di Lucy s'incendiava, proprio come se qualcuno le avesse dato fuoco.

Quel fuoco era doloroso, ma non le provocava una sensazione spiacevole.

 

Si staccarono dopo poco, solo per riprendere fiato.

<< Andiamo a fare un giro? >> Le chiese lui, prendendola per mano.

La ragazza annuì, rafforzando la presa.

Quando uscirono notarono che il sole stava ancora tramontando. Era decisamente uno spettacolo meraviglioso quel cielo così rosso, così acceso.

<< È bellissimo. >> Affermò la bionda, guardandolo estasiata.

In quel momento si sentiva rassicurata, forse da quel tramonto, o forse dalla stretta forte e salda di Natsu.

Si disse che poteva riuscirci: poteva rivelargli ogni cosa, senza timori.

Lui l'avrebbe capita, e insieme avrebbero trovato un modo per sistemare la situazione.

Si, sarebbe sicuramente andato tutto per il meglio.

 

<< Ragazzi! >> I due, a quelle parole, si voltarono sorpresi, trovandosi davanti una figura conosciuta.

<< Mira! >> La chiamò Lucy, andandola a salutare e trascinandosi Natsu alle spalle.

<< Lucy-chan, Natsu! Come state? >> Chiese l'albina, con il suo solito sorriso dolce sulle labbra.

<< Alla grande! >> Rispose il ragazzo per entrambi, ridacchiando.

Mira sorrise, intenerita. << Sono contenta. È da tanto che non ci vediamo! >>

<< Beh, da quando è finita la scuola. >> Disse Lucy, dopo averci pensato un po' sopra.

<< Già...Ah! Lucy-chan! >> La ragazza sembrò essersi ricordata di qualcosa di essenzialmente importante. << La segreteria mi ha informato che tuo padre è venuto a ritirare la tua iscrizione da scuola. È successo qualcosa? >>

Il cuore di Lucy, dopo quelle parole, perse un battito. Voltò velocemente lo sguardo verso Natsu e lo trovò a guardare sorpreso la giovane Mira.

<< Cos'è questa storia? >> Le chiese, senza spostare lo sguardo da Mira.

Non avrebbe mai pensato che si sarebbe creata una situazione simile.

In quel momento maledisse chiunque, sia la povera Mira, inconsapevole di tutto, sia quella iena di suo padre, che si era già adoperato a sua insaputa andando a ritirare la sua iscrizione da scuola.

Cos'avrebbe potuto dire in quel momento?

Natsu le lasciò la mano, e Lucy si sentì improvvisamente persa.

<< Oh... >> Mira guardò i due, preoccupata. << Forse non avrei dovuto dirlo così... >> Espresse i suoi pensieri a voce alta.

<< Lu, che sta succedendo? >> Chiese nuovamente il ragazzo, ignorando le parole dell'albina.

<< Natsu...è...è successa una cosa, dobbiamo parlarne... >> Provò a dire, prima di essere interrotta da lui.

<< C-che vuol dire? Spiegati! >> Natsu sembrava visibilmente irritato.

Lucy fece per parlare, quando lui le prese la mano, strattonandola. << Andiamo. >>

<< A-aspetta! >> Urlò, voltando lo sguardo verso Mira. << Scusa, Mira! >>

<< A-ah..non preoccuparti.. >> Affermò, titubante e sorpresa.

 

 

 

 

<< Natsu, lasciami! Mi stai facendo male! >>

Il ragazzo lasciò andare la sua mano con un gesto deciso, quasi freddo. Lucy lo guardò malamente.

Lo sapeva, sapeva che si sarebbe scaldato subito e che non le avrebbe dato modo di spiegare.

<< Perché tuo padre ha ritirato la tua iscrizione da scuola? >> Chiese di nuovo, guardandola negli occhi.

<< Lui...lui ieri sera mi ha detto...mi ha detto che dobbiamo trasferirci. >> Disse, mordendosi il labbro inferiore.

Abbassò lo sguardo istintivamente, per evitare quello del ragazzo difronte a lei.

<< Trasferirvi? >> La sua voce sembrava distante, quasi inconsapevole.

Lucy tornò a guardarlo in volto, prendendogli le mani.

<< Mi dispiace se non te l'ho detto prima, ma avevo bisogno di tempo. >> Continuò, cercando di calmare la rabbia che stava pian piano crescendo in lui.

<< Non...non so ancora come...ma io non voglio lasciarvi. >> Dicendo ciò una lacrima scese copiosa sulla sua guancia, crudele e solitaria.

<< Non so ancora come farò...ma non me ne andrò...non posso. >> Concluse, asciugandosi gli occhi.

Da lui, però, non arrivò alcuna risposta.

La bionda rialzò lo sguardo, portando una mano ad acarezzare la sua guancia.

<< Come farei senza di te, altrimenti? >> Chiese, forse più a se stessa che a lui.

Natsu la guardò un attimo, prima di abbracciarla di colpo. La strinse così forte quasi da farle male.

In quel momento Lucy pensò che no, non c'era cosa più bella di quella. Non c'era cosa che desiderasse di più in quel momento.

Si accoccolò meglio fra le sue braccia, trovandole calde e accoglienti, come sempre erano state.

Di cosa si era preoccupata? Natsu l'avrebbe sempre capita e protetta, insieme avrebbero superato qualunque cosa.

Quello che aveva detto prima, anche senza pensarci, era più che vero: cos'avrebbe fatto senza di lui?

No, non l'avrebbe lasciato mai. Gliel'aveva promesso.

<< Non lo permetterò, Lu. >>

Lucy si allontanò un poco per guardarlo negli occhi.

<< Aspettami qui. >> Disse poi lui, slegando l'abbraccio.

<< C-cosa? Dove stai andando? >>

<< Te l'ho detto. Non permetterò che tu te ne vada. >> Affermò, più serio che mai.

L'ultima cosa che Lucy riuscì a vedere, prima che Natsu cominciasse a correre, fu il suo sguardo deciso, che non ammetteva repliche.

<< Natsu! Dove stai andando?! >> Urlò, provando ad afferrarlo.

<< Aspettami qua! Tornerò fra poco! >>

<< Baka! Fermati! >> Ma le sue urla non riuscirono neanche a raggiungerlo, oramai.

 

<< Ma che diavolo vuole fare?! >> Si chiese, sbuffando.

Si sedette su una panchina lì vicino, esausta.

Natsu era già scomparso dalla sua visuale. Quel ragazzo non riusciva a fermarlo nessuno quando si metteva in testa qualcosa, neanche lei. Ma, alla fine, amava anche questa sua parte.

“Dovrei andarlo a cercare” Pensò, alzandosi e dirigendosi nella direzione in cui era corso il ragazzo.

 

Il sole dietro di lei era ormai calato, lasciando spazio al cielo scuro della sera.

Ma il suo sole, quello che era sempre in grado di riscaldarla e rassicurarla, quello no, non l'avrebbe mai abbandonata.

Quella era la sua unica certezza.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Ok, non so davvero come giustificarmi questa volta. Posso solo chinare la testa e chiedere perdono per il mio immenso ritardo e per questo capitolo che, a parer mio, è venuto proprio una grande cagata.

Non lo sto dicendo per farmi dire che non è così, lo sto dicendo perché lo penso veramente.

Prima di tutto visto che alla fine, dato che era veramente troppo tempo che vi facevo aspettare, mi sono messa a scrivere quasi tutto il capitolo in una volta sola, velocizzando le cose.

So bene che è meglio farvi aspettare di più, ma almeno farvi leggere un capitolo di qualità.

Però ero arrivata al limite: le idee c'erano, solo che non sapevo come buttarle giù.

Perciò ho scritto tutto ciò che mi passava per la mente e l'ho sistemato nel modo migliore in cui fossi in grado di fare.

Giuro che mi picchierei da sola! (Lo so, sono anche pazza, per giunta!)

Detto questo, posso dire solo una cosa: scusatemi ancora ç_ç

Oook, passando ad altro xD Non volevo far cadere Lucy in depressione dopo aver appreso la notizia dell'imminente trasferimento, perciò ho pensato subito che parlarne con Levi le sarebbe stato di grande aiuto.

Non so se avete inteso ciò che volevo trasmettere: volevo incentrare gran parte di questo capitolo sulla loro amicizia, dato che il rapporto che c'è tra queste due ragazzette lo trovo veramente bellissimo nel manga, anche se mi piacerebbe vedere qualche sviluppo in più sotto quell'aspetto.

Beh, spero comunque che almeno quella parte sia accettabile. (è l'ultima parte del capitolo che in realtà mi fa rabbrividire! xD)

Comunque, lascio a voi il giudizio!

Ovviamente vi ringrazio di cuore per ogni recensione, consiglio e anche critica.

E un ringraziamento particolare va alle splendide ragazze che hanno la pazienza di recensire ogni santissimo capitolo, senza mai arrabbiarsi per i miei ritardi assurdi!

Cioè, non siete belle, di più <3

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Capitolo 12
*** Futuro. ***


Rallentò un po' il passo, notando la casa di Lucy in lontananza.

Era corso via così, improvvisamente, senza darle una motivazione logica. Ma, dopotutto, era sicuro che se lei fosse venuta a conoscenza di ciò che aveva intenzione di fare, l'avrebbe fermato senza pensarci due volte.

Si fermò ansimando e si asciugò qualche goccia di sudore sulla fronte.

Quindi si avvicinò alla porta, leggermente insicuro.

Si, ci sarebbe riuscito. A tutti i costi.

Dopo aver bussato aspettò qualche attimo. Era corso via anche completamente convinto di trovarlo in casa, il padre di Lucy. Ma adesso, notando che quella porta non veniva aperta da nessuno, capì che, evidentemente, la sua era una convinzione sbagliata.

<< Maledizione! Non è in casa! >> Diede un forte calcio alla porta difronte a lui e si sedette, noncurante della terra che stava sporcandogli i pantaloni bianchi.

Dalla bocca di Lucy non erano mai uscite parole gradevoli riferite a suo padre, ma lui sapeva bene che l'unico modo che aveva per non farla partire era convincere quell'uomo.

Perciò avrebbe aspettato anche per ore davanti a quella casa, se necessario.

 

 

 

 

 

 

 

<< Aaah! Ma dove diavolo è finito?! >> Si chiese, sospirando. Camminava da una buona manciata di minuti, chiedendo a chiunque le si presentasse davanti se da quelle parti fosse stato visto uno stupido ragazzo con i capelli di un colore alquanto incredibile.

Provò a chiamarlo al cellulare un paio di volte, senza ricevere nessuna risposta. E la cosa la stava irritando parecchio: perché non le dava mai ascolto, quello scemo? Faceva sempre di testa sua, non pensando alle conseguenze dei suoi genti.

Passando davanti ad un negozio di vestiti, guardando il suo riflesso sulla vetrina, si ritrovò un sorriso ebete sul volto. Persino quando rifletteva sui difetti e le cose strane di Natsu, le sue labbra si piegavano in un sorriso che non era in grado di controllare.

Si sentiva sempre un po' sola, quando non c'era. Anche se in quel momento era circondata da una marea di persone, vedeva bene che la sua figura, riflessa su quella vetrina, appariva un po' strana. Non era completa.

 

Sbuffò, riponendo nuovamente il cellulare nella borsa, dopo aver chiamato Natsu per l'ennesima volta senza aver ricevuto alcuna risposta.

Forse avrebbe fatto meglio ad avviarsi verso casa.

 

 

 

 

 

 

Il sonnellino di Natsu venne interrotto dal rumore dei passi del padre di Lucy, che, notando il ragazzo poggiato alla porta di casa sua, lo guardò in malo modo, chiamandolo a gran voce << Che ci fai tu qui? >>

Si ricordava bene di quel ragazzo dai capelli rosa che aveva trovato, giusto qualche mese prima, in camera di sua figlia, mezzo nudo.

Natsu aprì gli occhi lentamente, per poi balzare letteralmente in aria, appena mise a fuoco la figura dell'uomo che aveva davanti.

Non sapeva quanto tempo fosse passato da quando era arrivato alla casa di Lucy, sapeva solo che si era fiondato là per incontrare il padre della ragazza, perciò, ora che se lo trovava davanti, non doveva far altro che sputare fuori dalla bocca tutto ciò che aveva da dire.

<< Lei è il padre di Lucy, vero? >> Chiese tutto d'un fiato, guardandolo negli occhi.

L'uomo piegò le labbra in un mezzo sorriso, che, in realtà, appariva più come un ghigno inquietante.

<< E tu chi saresti, ragazzino? >>

Natsu, un po' imbarazzato, porse la mano all'uomo. << Mi chiamo Natsu, ho diciassette anni. Sono il fidanzato di sua figlia. >>

Il padre di Lucy sembrò restare impassibile difronte a quella dichiarazione.

<< Fidanzato, eh? >> Disse, rimembrando le parole della figlia di qualche mese prima. Anche lei aveva definito quel ragazzo il suo fidanzato. Assurdo, decisamente assurdo.

<< Che sei venuto a fare qua, ragazzo? È tardi, faresti meglio ad andartene a casa. >> Affermò poi, infilando la chiave nella serratura.

<< Aspetti! Sono venuto qui per parlarle! >>

L'uomo si bloccò. << Non ho tempo per ascoltare le lagne di un ragazzino. >>

Natsu prese la maniglia della porta e la richiuse violentemente, lasciando il padre di Lucy sbigottito.

<< Si tratta di Lucy. >>

L'uomo lo guardò in malo modo. Come si permetteva, quel ragazzino, di comportarsi in quel modo, non mostrando neanche un minimo di rispetto?!

<< Ti ho già detto che non ho tempo da perdere con questa storia. Ti sei invaghito di mia figlia, eh? Beh, come biasimarti, Lucy è una bella ragazza. Ma dovresti rassegnarti all'evidenza. >>

<< Evidenza? >>

L'altro soffocò una risata, scuotendo il capo.

<< Non penserai mica che la vostra relazione potrà durare ancora per molto, vero? Dovresti ringraziarmi per non essere intervenuto prima, riguardo alla questione. Non sei all'altezza di stare al fianco di un membro della famiglia Heartphilia, ragazzino. Mi dispiace che Lucy ti abbia illuso fino a questo punto. >>

Natsu abbassò lo sguardo, incapace di sostenere quello del padre di Lucy.

<< Lucy non mi ha sicuramente illuso. Noi ci amiamo. >> Esclamò infine, stringendo la mano, ancora poggiata alla porta, in un pugno.

<< Amore? L'amore non porta da nessuna parte nella vita, faresti meglio a ricordartelo. >>

<< Ma io..io riesco a renderla felice! Se lei si trasferisce, portando Lucy con sé... >>

<< Cosa vuoi saperne tu della felicità di mia figlia?! >> Il padre di Lucy interruppe la frase di Natsu

urlando, facendo voltare verso di loro alcune persone che percorrevano il viale difronte alla casa.

<< Io sono l'unico che può dare un futuro felice a mia figlia! >> Continuò poi, sempre a gran voce.

<< Potrò anche saperne meno di lei, ma l'unica cosa di cui sono convinto è che non la renderà per niente felice portandola via da questa città, dove finalmente ha trovato degli amici e delle persone che le vogliono bene! >> Questa volta ad urlare era stato Natsu, suscitando la rabbia dell'uomo che aveva davanti.

<< Non mi faccio dire da nessuno come comportarmi nei riguardi di mia figlia, so bene ciò che è giusto per lei! Di amici se ne farà altri, se proprio vorrà. Lucy sarà l'erede dell'impresa Heartphilia un giorno, quindi non può permettersi di mandare in frantumi il futuro perfetto che le ho costruito solo per un ragazzino e per un paio di amici. Non permetterò a nessuno di ostacolare i miei piani. Lucy un giorno sarà felice di tutto questo. >>

Natsu, preso dalla rabbia, sbatté il pungo sulla porta, noncurante delle nocche graffiate e leggermente insanguinate.

<< Cosa ne sa lei, di ciò che vuole Lucy?! Ha mai provato a parlarne con lei? Chi le ha dato il diritto di decidere della sua vita, senza tener conto dei suoi sentimenti?! Lucy non vuole trasferirsi, questo lo sa?! >> Detto questo lasciò cadere il braccio lungo il fianco, stanco.

<< Per favore...la prego, Lucy non vuole tutto questo... >>

<< Come ho già detto, non tengo conto delle parole di un ragazzino. Ho già espresso il mio parere a riguardo, perciò adesso dovresti tornartene a casa. Lucy partirà con me, che le piaccia o no. >>

Detto ciò si ritirò dentro casa senza dire più una parola, lasciando un Natsu tremante davanti alla porta ormai chiusa. E, dopo poco, cadde sfinito in ginocchio, affondando le dita nel terriccio sotto di lui.

<< Non doveva andare così, merda! >>

 

<< Natsu! Ma che ci fai qui?! >>

Natsu alzò il volto di poco, trovandosi quello di Lucy a pochi centimetri dal suo. Tempismo perfetto.

<< Lucy... >>

<< Che è successo? Alzati... >> Gli porse una mano e lui la prese, alzandosi da terra ma senza proferire parola.

Lucy lo guardò stranita e un po' preoccupata.

<< Mi vuoi dire dove sei stato tutto questo tempo? Ti avrò chiamato una decina di volte! >>

Natsu abbassò lo sguardo. << Ero venuto a parlare con tuo padre. >> Ammise, mordendosi il labbro inferiore.

Lucy sussultò. << Con mio padre? >> Chiese nuovamente, sperando di aver capito male le parole del ragazzo. Ma non gli diede neanche il tempo necessario per rispondere.

<< Ma che ti è saltato in mente, Natsu?! >> Andare a parlare con suo padre, ma dove aveva la testa?

<< Pensavo di poterlo convincere in qualche modo! >> Esclamò l'altro, sentendosi attaccato.

<< Io almeno ci ho provato! Cosa avevi intenzione di fare altrimenti, per non partire? >> Continuò quindi.

Lucy si massaggiò le tempie con le dita. La testa le stava scoppiando.

<< Non lo so, ma avremmo trovato un modo! Parlare con mio padre ha sicuramente peggiorato solo la situazione! E poi non avresti dovuto scappare in quel modo, facendo tutto di testa tua! >>

Il ragazzo rimase immobile qualche secondo.

<< Bene, allora risolvi tutto da sola! >> Detto questo, senza neanche salutarla, cominciò ad avviarsi verso casa sua, prima che Lucy lo fermasse prendendogli una mano.

<< Non ho detto che non voglio il tuo aiuto! Lo sai che ho bisogno di te! >>

Perché non riusciva a capire? Litigare con lui in un momento simile a cosa sarebbe servito?

Cosa sperava di ottenere così? Lucy poteva benissimo comprendere la sua rabbia: suo padre non l'aveva neanche ascoltato e Natsu non vedeva più via d'uscita, difronte a quel problema. Forse lei era stata un po' troppo dura, ma lui doveva capire che comportandosi in quel modo non avrebbe ottenuto un bel niente.

Natsu si slegò dalla presa della bionda e continuò a camminare lungo la strada, ignorando le parole della ragazza.

<< Aspetta, Natsu! >>

<< Tuo padre non cambierà idea! >> Urlò, voltandosi nuovamente verso di lei.

Lucy sussultò, guardandolo negli occhi.

<< E forse ha ragione. Che motivo hai per restare qui? >> le sue labbra disegnarono sul suo volto un sorriso triste, privo di speranza.

<< Forse è vero che il futuro che lui ha in serbo per te ti renderà più felice. Tu sei Lucy Heartphilia... >>

<< Cosa..cosa stai farneticando? >> Gli occhi le bruciavano, forse non ce l'avrebbe fatta a trattenere le lacrime neanche questa volta.

<< Io non sono Lucy Heatphilia! Io sono Lucy! Lucy e basta! >>

Natsu strinse i pugni e abbassò lo sguardo.

<< Mi dispiace. >> Sussurrò, prima di voltarsi e correre nella direzione in cui stava andando poco prima, non lasciando a Lucy neanche il tempo per rendersi conto di ciò che stava accadendo.

La lasciò sola. E questo le bastò.

 

 

 

 

 

Quando si richiuse la porta alle spalle appoggiò la schiena contro di essa, cominciando a singhiozzare.

L'unica persona in cui davvero credeva e in cui aveva riposto tutta la sua fiducia, oltre che al profondo amore che provava per essa, se n'era andata.

Non aveva avuto neanche le forze per corrergli dietro, dopo ciò che Natsu le aveva detto.

L'unico di cui aveva bisogno in quel momento era lui. E lui non c'era.

Evidentemente era proprio come suo padre. La considerava Lucy della famiglia Heartphilia.

Aveva mai pensato a lei solo come Lucy?

Lei pensava di essere la sua Lucy.

 

<< Lucy, alzati da lì. >>

Lucy sussultò, ritrovandosi suo padre davanti.

<< Dovresti riporre tutta la tua roba negli scatoloni che ho portato in camera tua, sbrigati. Part- >>

La ragazza gli rivolse uno sguardo sfuggente.

<< Io non verrò. >> Rispose con un filo di voce, interrompendo la sua frase sul nascere. Si alzò e si asciugò le lacrime che le ricoprivano gli occhi.

L'uomo restò in silenzio qualche attimo, fermandola però quando ormai stava per riaprire la porta di casa.

<< E dove pensi di andartene? Se anche tu scappassi adesso, sai benissimo che i miei sottoposti riuscirebbero a trovarti. >> Disse, sempre con il suo tono pacato che, a Lucy, sembrava noncurante e menefreghista.

<< L'hai sentito, no? L'ha detto anche quel ragazzo che dovresti partire. >> Continuò poi, sorridendo beffardo.

Lucy sussultò, e, presa dalla rabbia, digrignò i denti e si voltò a guardarlo. << Ci stavi ascoltando?! >> Urlò, ormai con le lacrime agli occhi.

<< Non rivolgerti in questo modo a me! >> Le disse di rimando lui, a gran voce, prendendola per un braccio.

<< Lasciami! >> Lucy cercò di divincolarsi dalla presa forte di suo padre, ma senza successo.

<< Non ci voglio venire con te! Non l'hai ancora capito?! >>

Ma l'uomo si avvicinò ancora di più, continuando a guardarla negli occhi.

<< Non hai altra scelta, Lucy. Va a preparare la tua roba, partiamo domani. >>

La bionda spalancò gli occhi, sperando di aver sentito male. Il cuore le batteva all'impazzata.

<< D-domani? >> Chiese, ma suo padre non le rispose neanche e chiuse la porta di casa a chiave, per poi andarsene e portare la chiave con sé.

 

 

 

 

 

 

 

Quella notte Lucy pianse tutte le lacrime che aveva. Che scelta aveva, a questo punto?

Suo padre non le avrebbe permesso di restare per nessuna ragione al mondo.

Era successo tutto troppo velocemente, pensava di avere ancora qualche settimana per escogitare qualcosa, e invece i suoi vestiti erano già riposti negli scatoloni presenti nel corridoio, segno che il giorno dopo sarebbe veramente partita.

Quella era...l'ultima notte che avrebbe trascorso in quella stanza, in quella casa. In quella città.

Si affacciò alla finestra sopra al suo letto e vide che le luci della casa di Natsu erano spente.

Sospirò. L'aveva richiamato qualche minuto prima, e lui non aveva risposto neanche quella volta.

Sarebbe veramente finito tutto così?

Non sarebbe neanche andato...a salutarla? A baciarla? A tentare di riprendersela?

 

Lucy si disse che forse era meglio così, anche se tutto ciò le provocava un dolore lancinante in ogni minima parte del suo corpo e del suo animo.

Forse era davvero la cosa più giusta. Lui avrebbe sofferto sicuramente di meno, se lei si fosse fatta detestare andandosene così, senza neanche dirgli niente.

Ma quel pensiero l'abbandonò all'istante: non poteva neanche pensare che l'ultimo ricordo che avrebbe avuto di Natsu sarebbe stato il suo sguardo arrabbiato e il suo sorriso malinconico.

Lei aveva ancora tanto da dargli, aveva ancora tanto amore per quel ragazzo.

E l'avrebbe avuto per sempre.

 

 

 

 

 

 

 

 

Il telefono di Levi vibrò improvvisamente da sotto il suo cuscino, e questo la costrinse a svegliarsi.

Dopo essersi messa i suoi tanto amati occhiali notò che quel rumore era dovuto ad un messaggio inviatole da Lucy.

Guardò la sveglia sul comodino: erano le 01.45, che aveva d'importante da dirle a quell'ora della notte?

 

“Levi-chan, io...partirò domani. Sarò all'aeroporto alle 08.30. Un biglietto di sola andata per l'Inghilterra. Spero che...almeno tu ci sarai.

 

Mi dispiace.”

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

...Ehm, salve? *cerca di ripararsi dai pomodori che le lettrici di questa fic le stanno lanciano*

Quanto tempo è trascorso dall'ultimo aggiornamento? Quasi tre mesi? Dio, sono pessima.

E mi dispiace. Veramente, è un ritardo allucinante.

E poi torno con cosa? Con un capitolo lungo si e no cinque pagine e mezzo di word, scritto così e così ed anche molto confusionario, a parer mio.

Si, lo ripeto, sono pessima.

E voi invece siete dei tesori, sempre gentilissime e premurose, quindi vi ringrazio con tutto il cuore

se non vi siete ancora stancate di seguire questa fic.

Grazie <3

Spero che il capitolo non sia stato troppo deludente, nonostante sia caduta nell'OOC svariate volte. Purtroppo non riesco più a controllarlo, il nostro Natsu, perciò so di essermi distaccata parecchio dal suo personaggio.

Comunque, grazie a chi leggerà e lascerà una piccola recensione! <3

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Capitolo 13
*** Gli otto mesi più belli della mia vita. ***


Gazille non aveva mai avuto paura di niente in tutta la sua vita. Mai una sola volta si era piegato alle prepotenze degli altri, dimostrandosi un debole.

Ma, in quel momento, sentendo le urla di Levi, provenienti da dietro la sua schiena, un brivido gli percorse tutto il corpo. Era mostruosa. E si disse che si, quella era proprio la sua fidanzata.

<< Gazille, muoviti! Non ce la faremo mai ad arrivare in tempo se continui ad andare così lentamente! >> Sbraitò la ragazzetta seduta sopra la sua moto, sporgendosi per guardare la strada.

<< Non muoverti, gamberetto! Se vado più veloce ci ritroveremo presto nella tomba! >>

Aumentò di poco la velocità e sorpassò un'auto, beccandosi le occhiatacce dell'autista dentro di essa.

<< Gira di qua! Di qua! >>

Gazille svoltò improvvisamente alla curva indicatagli da Levi ad una velocità inaudita, facendo prendere un mezzo infarto alla piccoletta, che si strinse a lui automaticamente.

<< Stupido, non così veloce! >>

Il ragazzo sospirò e fece ricorso a tutta la poca pazienza che possedeva per non lasciarla lì in mezzo alla strada.

Levi lo abbracciò nuovamente, questa volta solo per il gusto di farlo. Sapeva che era stata intrattabile, ma in una situazione simile non poteva fare altrimenti.

“Lu-chan, stiamo venendo a prenderti! Farai meglio a non partire!”

 

 

 

 

 

 

Guardò il display del suo cellulare per l'ennesima volta: nessun nuovo sms, nessuna nuova chiamata.

Solo venti minuti. Mancavano solo venti minuti all'arrivo dell'aereo che l'avrebbe portata in Inghilterra.

Stava seduta su uno dei tanti seggiolini della hall dell'aeroporto, insieme ad un collega di lavoro di suo padre, che, secondo lei, doveva essere più una specie di guardia del corpo. In poche parole doveva tenerla d'occhio.

Jude si era recato insieme ad altri membri dell'azienda a sbrigare alcune commissioni, ma sarebbe arrivato sicuramente entro qualche minuto.

<< Claud, posso fare una girata? Sai, per sgranchirmi un po' le gambe, stiamo seduti qui da circa mezz'ora, e mio padre non è ancora tornato. >>

<< Lo sa che non posso lasciarglielo fare, signorina Lucy. >> Claud era un uomo sulla quarantina, un po' grassottello e con pochissimi capelli. Lucy sapeva che, nonostante tutto, era un brav'uomo che in quel momento stava solo facendo il suo lavoro. Non voleva che ci rimettesse lui, per colpa del suo egoismo. Perciò lasciò perdere l'idea di tentare un'ultima fuga e rimase a sedere, continuando a guardare il display del cellulare.

Si morse il labbro inferiore. Dov'era Natsu in quel momento?

 

 

 

 

<< Ragazzi, che diavolo facciamo? C'è un sacco di gente, non riusciremo mai a trovarla! >> Gray stava sudando freddo in quel momento, Juvia giurò di non averlo mai visto così preoccupato.

<< Lu-chan! Lu-chan, mi senti? >> Levi si faceva largo tra la gente all'interno della hall, portandosi dietro Gazille e il resto del gruppo che li aveva raggiunti all'entrata dell'aeroporto.

<< Se non vi scansate di qui vi faccio tutti a fettine! >> Erza le dava manforte, spingendo ogni tanto qualche persona che le ostruiva il passaggio.

<< Erza, ferma, stai calma! >> Gerard, dietro di lei, tentava di tranquillizzarla tenendole la mano.

La folla era talmente tanta che la piccola Levi non riusciva a vedere ad un palmo dal suo naso.

<< Aspettate, ho un'idea! >> Alle parole di Loki il resto del gruppo si fermò, seguendo con lo sguardo il ragazzo che stava raggiungendo un hostess che passava di lì in quel momento.

<< Che diavolo sta facendo? >> Elfman, infuriato come una belva, si avviò verso di lui a grandi passi. Quello non era decisamente il momento di mettersi a fare il play boy!

<< Stupido, andiamo, dobbiamo muoverci! >>

Loki gli rivolse uno sguardo fugace ed Elfman quasi non gli tirò un pugno, se non fosse stato interrotto dalle parole della giovane ragazza davanti a loro.

<< Una ragazza bionda e molto bella? Beh, ne ho vista una poco più avanti, seduta su quei seggiolini laggiù. >> La giovane indicò il posto a cui si stava riferendo e Loki la ringraziò facendole un occhiolino, trascinandosi dietro l'albino e correndo poi dagli altri.

<< Seguitemi! >>

Levi, speranzosa, sorrise e cominciò correre nella direzione indicata dall'hostess, seguita anche dagli altri.

 

 

 

 

Quindici minuti.

Claud si alzò dalla sedia stiracchiandosi, dopo aver ricevuto una telefonata dal padre di Lucy.

<< Signorina Lucy, suo padre ci sta aspettando alla fila per fare il check in. Dovremmo raggiungerlo. >> Le disse gentilmente, porgendole la mano per farla alzare.

<< Ehm...potremmo aspettare altri cinque minuti? >>

Arriveranno, so che arriveranno.

<< Signorina Lucy, suo padre mi ha chiesto di raggiungerlo immediatamente. >>

Lucy si guardò attorno, cercando con lo sguardo dei volti conosciuti.

No, non poteva finire tutti così.

<< Signorina Lucy, la prego, facendo così mi metterà solo nei guai... >> Claud la guardò dispiaciuto.

Lucy sospirò e si alzò a sua volta, lentamente. Sentì i suoi occhi inumidirsi.

<< Va bene...andiamo. >>

 

 

<< LU-CHAN!! >>

 

Quella voce. Lucy conosceva bene quella voce.

Si voltò velocemente e in meno di un secondo, senza neanche accorgersene, si ritrovò con lo sguardo rivolto verso il soffitto ed il sedere a terra.

<< Lu-chan, pensavo che non ce l'avremmo mai fatta! >> Le spuntò davanti agli occhi il viso di Levi, in lacrime. Non riusciva neanche a respirare, da quanto forte la stava abbracciando.

<< Levi, alzati, ti stanno guardando tutti. >>

La ragazzina, alle parole di Gazille, si alzò senza lasciare la mano di Lucy, aiutandola ad alzarsi a sua volta.

 

<< Signorina Lucy, chi sono queste persone?! >> Sentiva la voce preoccupata di Claud da dietro le sue spalle, ma in quel momento non riusciva neanche a formulare un pensiero logico.

Levi-chan, Gazille, Gray, Juvia, Erza, Gerard, Loki, Elfman e Cana.

C'erano tutti. Erano tutti venuti lì per lei.

 

Si portò una mano alla bocca ed iniziò a singhiozzare, inginocchiandosi a terra.

<< Lu-chan... >> Anche la voce di Levi era ancora tremolante, segno che non aveva ancora finito di versare le sue lacrime.

<< Alzati, Lucy. >> La voce di Erza la penetrò come un pugnale. Non c'era cosa più bella di quella.

<< Un vero uomo non piange così...un vero uomo... >> Elfman scoppiò in lacrime lasciando la frase a metà e beccandosi qualche pacca sulla spalla da Gerard.

<< Ragazzi...siete...siete venuti tutti... >> Con un po' di fatica, e con l'aiuto di Loki, riuscì ad alzarsi anche lei.

Cana l'abbraccio spontaneamente, non dandole neanche il tempo di realizzare ciò che stava accadendo. << Lucy, non puoi andartene via...con chi parlerò delle mie sventure amorose? Sei la mia confidente! >> Ridacchiò, forse più per trattenere le lacrime che le stavano scendendo dagli occhi.

<< Oh, Cana... >>

<< Lucy ha aiutato Juvia in molte occasioni! Se non fosse stato per te Juvia non avrebbe mai coronato il suo sogno d'amore! >> Alle parole di Juvia, Gray arrossì leggermente, andando a scompigliare i capelli della bionda davanti a lui.

<< Io non ne sapevo niente,Lucy, avresti dovuto parlarne anche a noi... >> Disse, abbassando lo sguardo.

Gray, il ghiacciolo umano, le stava implicitamente dicendo che non avrebbe voluto vederla partire?

Lucy tirò su dal naso e si asciugò gli occhi con la manica della maglia.

<< Mi dispiace ragazzi...mi dispiace così tanto... >> Le lacrime scendevano copiose e non riusciva a controllarle, nonostante fosse l'ultima cosa che avrebbe voluto fare in quel momento.

<< Signorina Lucy, dobbiamo andare. >> Claud le prese una mano e Lucy si voltò verso di lui.

<< Ti prego, Cluad, dammi ancora un po' di tempo... >>

<< Ma signorina Lucy... >>

<< Lucy, ma dov'è Natsu? >> Gerard interruppe così la conversazione tra i due, facendo la domanda che tutti si stavano ponendo in quel preciso istante.

<< Oh...lui...credo...credo che non verrà... >>

<< Che cosa?! >> Loki, visibilmente irritato, fece capolino davanti a Lucy e le prese le spalle tra le mani, avvicinando i loro visi.

Lucy a quel contatto sussultò, e un'altra lacrima scese copiosa sulla sua guancia.

<< Io pensavo che l'avessi avvertito! >> Continuò il ragazzo, cercando di farla parlare.

<< Ci ho provato...è successo...è successo tutto troppo velocemente, io... >> Il pianto isterico di Lucy interruppe la sua frase.

<< Io lo voglio vedere! >>

 

A quel grido quasi disperato e spezzato dai singhiozzi di Lucy, Loki sussultò.

Aveva sempre sostenuto che Natsu fosse uno stupido di prima categoria, ma il vuoto che Lucy sentiva all'interno del suo cuore poteva essere colmato solo da lui.

In quel momento Loki si sentiva un po' inutile: quanto avrebbe voluto abbracciarla per dirle che andava tutto bene, che lui ci sarebbe stato in qualunque occasione, che l'avrebbe aspettava per tutto il tempo che sarebbe servito, finché non fosse tornata da loro.

Perché ognuno dei ragazzi presenti si era convinto di ciò: Lucy sarebbe tornata da loro, prima o poi.

Questo era l'unico pensiero in grado di dargli forza.

 

Lucy continuava a piangere silenziosamente, facendosi cullare dall'abbraccio di Erza.

Loki strinse le mani in due pugni. Le sue nocche erano incredibilmente bianche.

<< Aspettami qui, Lucy! >> Esclamò, prima di prendere le chiavi della moto di Gazille dalla tasca del giubbotto del ragazzo.

<< Ehi, che diavolo vuoi fare?! >> Quest'ultimo lo prese per il colletto della camicia, strattonandolo.

<< Devo sbrigarmi, o non ce la farò mai ad andare a prendere Natsu! >>

<< Gazille, lascialo andare! >> Alle parole di Levi il moro allentò la presa e lasciò andare Loki, il quale, dopo aver regalato un dolce sorriso a Lucy, cominciò a correre verso l'uscita dell'aeroporto.

“Ce la farò, Lucy!”

 

 

 

 

Natsu suonava insistentemente il campanello della casa difronte alla sua, senza ricevere alcuna risposta.

Possibile che Lucy non fosse in casa a quell'ora del mattino?

Forse si era accorta che era lui la persona alla porta di casa sua, per questo ancora non era venuta ad aprirgli.

Era molto probabile che fosse ancora arrabbiatissima per il giorno prima, e aveva solo ragione.

Natsu sospirò, voltando lo sguardo in alto. Le finestre erano chiuse e le luci spente.

<< Lucyy, andiamo, dobbiamo parlare! >>

Aspettò qualche secondo e la situazione non cambiò minimamente.

Che davvero non fosse in casa? Non erano neanche le otto e mezza del mattino.

Forse suo padre era a lavoro, ma lei non aveva motivo di uscire ad un'ora come quella in piena estate.

Conoscendola, non era proprio da lei.

 

Sapeva che era uno stupido, lo sapeva bene, tutto ciò che le aveva detto il giorno prima erano state vere e proprie baggianate.

L'aveva trattata da schifo solo perché non aveva avuto la meglio con suo padre e perché si sentiva frustrato. Si era chiesto mille volte, quella notte, in che modo avrebbe potuto far si che lei non partisse. Aveva pensato anche alle soluzioni più inverosimili: l'avrebbe presa con sé all'istante, in quel preciso momento, e sarebbero scappati lontano da tutto e da tutti.

Lui dopotutto non aveva più una famiglia su cui fare affidamento, si manteneva con il suo lavoretto part time. Perciò non sarebbe stato un problema, per lui, andarsene veramente da quella città insieme a Lucy.

Certo, gli sarebbero mancati da morire i suoi amici di una vita, con cui era cresciuto e che amava più di se stesso.

Ma pur di far restare Lucy insieme a lui avrebbe tentato di fare l'impossibile.

 

Sospirando risuonò il campanello per l'ennesima volta.

<< Andiamo, Lu... >>

<< Che stai facendo, giovanotto? >>

Natsu a quelle parole si voltò, vedendo una vecchietta al cancello che separava il cortile di Lucy dal viale da cui erano divise le loro due case.

La piccola donna lo guardava stralunata. << Perché, vecchietta? >> Chiese lui, più confuso che mai.

<< Le persone che abitavano in quella casa se ne sono andate, giovanotto. Le ho viste partire stamani. Ormai non c'è più nessuno là dentro, è inutile che continui a suonare. >>

 

Il cuore di Natsu sembrò fermarsi per qualche attimo interminabile, e il respiro gli si mozzò in gola.

No, era impossibile.

<< C-cosa? >>

<< Si, ragazzo. Avevano molte valigie, sono salite su una grande auto, molto costosa. >>

La vecchietta sembrò immergersi nei suoi pensieri, accarezzandosi il mento.

 

No, non poteva avergli fatto una cosa simile.

Lucy non poteva essersene andata senza avergli detto niente. Era scappata, era scappata lasciandolo là, solo.

Proprio come lui aveva fatto la sera prima.

Le aveva esplicitamente detto di risolvere la situazione da sola, ma non intendeva di certo questo!

Stupido, era solo uno stipido!

<< Merda! >> Imprecò, cominciando a correre a più non posso e facendo quasi cadere la vecchietta difronte alla casa, quando le passò accanto.

 

<< Ah...i ragazzi d'oggi... >>

 

 

 

 

 

Loki si fermò ad un semaforo rosso. Merda! Si doveva sbrigare, o non ce l'avrebbe mai fatta!

Guardava impaziente il colore lampeggiante che aveva davanti agli occhi, quasi fosse un modo per farlo diventare verde più velocemente.

“Dai, muoviti, stupido semaforo!”

Appena quest'ultimo cambiò colore, dopo qualche secondo, il ragazzo sgommò e partì a razzo, facendo inchiodare alcune auto davanti a lui.

Se si fosse ritrovato la polizia ad inseguirlo non si sarebbe di certo stupito.

Lui non aveva neanche un permesso per guidare una moto, dopotutto. Forse avrebbe solo dovuto far andare Gazille a recuperare Natsu. Lui sicuramente era più pratico e ci avrebbe messo anche meno tempo, non rischiando la vita ad ogni curva e ad ogni frenata.

Ma la sua voglia di aiutare Lucy -ed anche un po' quella di risaltare ai suoi occhi- l'avevano spinto a fare tutto con impulsività, cosa che non era per niente da lui.

 

Svoltò un'altra curva e ciò che vide lo fece inchiodare in mezzo alla strada, facendosi quasi buttare sotto dall'auto dietro di lui, che, fortunatamente, deviò in tempo.

In un nanosecondo vide Natsu correre all'impazzata nella direzione opposta a quella in cui stava andando lui.

Natsu stava andando...verso l'aeroporto?

Riavviò la moto e si affiancò al marciapiede. << NATSU! >>

Il ragazzo si voltò spaesato e, appena lo vide, corse verso di lui.

<< Loki, devi accompagnarmi immediatamente all'aeroporto! Lucy sta partendo! >>

<< Tu..come..come facevi a saperlo? >>

<< Cosa?! Non è il momento di mettersi a parlare! Ti prego, portami all'aeroporto, sono sicuro che è là! >>

Loki sorrise e fece salire Natsu dietro di lui, per poi ripartire ad una velocità inaudita, facendo spaventare altri poveri e innocenti automobilisti.

 

In quel momento, si rese conto che Natsu e Lucy erano legati da qualcosa di più profondo di ciò che s'immaginava. Si rese conto che niente e nessuno avrebbe mai potuto spezzare quel legame.

Un legame così forte, che neanche il tempo e la distanza avrebbero mai potuto abbattere.

 

 

 

 

 

 

 

Quando i due arrivarono trovarono una Levi in lacrime, seduta su uno dei seggiolini della hall. Gli altri erano accerchiati attorno a lei. Natsu, dalle loro facce, temette di non avercela fatta.

Loki, sfinito, si buttò letteralmente per terra.

<< Natsu! >> Erza, vedendo arrivare il ragazzo, gli andò incontro e lo tirò per un braccio, indicandogli una direzione precisa.

<< Lucy era qui fino a due minuti fa, finché suo padre non è venuto a prenderla, dicendoci di non seguirli! Sono andati a fare il check in, ne sono convinta! Muoviti, corri da lei! >>

Natsu non se lo fece ripetere due volte, e con le poche energie che gli erano rimaste in corpo cominciò a farsi largo fra la gente, suscitando la rabbia di parecchie persone all'interno della hall.

 

<< Lucy! Lucy! >>

 

La bionda riconobbe quella voce, che avrebbe riconosciuto tra mille altre voci, e si voltò di scatto, slegandosi dalla presa ferrea di suo padre.

<< Lucy, che stai facendo?! Dobbiamo andare! >> Jude non accennava a volerle lasciare il braccio, e la strattonò fino a farla quasi cadere.

<< Lasciami, io lo sento! Lui è qui! >>

Il padre di Lucy si guardò un po' intorno, e poi lo vide. Quel ragazzino dai capelli rosa era appena spuntato fuori dal nulla e si stava guardando in torno disperato, evidentemente alla ricerca di sua figlia.

<< Papà...ti prego... >>

Il volto di Lucy in lacrime, in quel momento, gli fece tornare alla mente il dolce viso di Layla.

E il suo cuore, inevitabilmente, si riscaldò.

<< Hai cinque minuti, non uno di più. >> Affermò, lasciandole il braccio e dirigendosi verso Claude.

<< Signor Heartphilia, ma l'aereo sta per partire... >>

Jude guardò Claud con la solita aria di sufficienza con cui guardava il resto del genere umano.

<< Io sono Jude Heartphilia, non cascherà il mondo se aspetteranno qualche minuto in più. >>

 

 

 

 

 

Natsu si guardava frenetico attorno. Di Lucy non c'era traccia, non riusciva a distinguerla tra tutta quella marea di persone. << Lucy! >> La chiamò nuovamente, facendo voltare verso di lui alcuni uomini d'affare, vestiti di tutto punto. Non gliene poteva importare un fico secco se la gente avesse iniziato a ritenerlo un malato mentale, voleva solo trovarla.

 

E, ad un tratto, accadde tutto velocemente. Sentì una presenza alle sue spalle e si sentì stringere forte da dietro la schiena. Due braccia esili gli stavano avvolgendo il bacino, due manine gli stavano stringendo la maglietta bianca che portava.

E quel profumo. Il suo profumo.

 

<< Lu! >> Si voltò immediatamente e la vide, bella in tutto il suo splendore.

Aveva i capelli un po' scompigliati, gli occhi arrossati e le labbra screpolate. Non ci mise molto ad unirle con le sue in un bacio tanto atteso.

Restarono così per un po', senza dire una parola, abbracciati e con le labbra incollate fra loro, mentre decine e decine di persone gli passavano accanto.

Ma in quel momento c'erano solo loro due, Natsu e Lucy. E così sarebbe stato per sempre.

 

Lucy si staccò un po' bruscamente da Natsu, guardandolo negli occhi e rendendosi conto che non avevano molto tempo a disposizione.

<< Natsu...io... >>

<< Non te ne andare. >> Gli sussurrò lui, interrompendola e nascondendo il volto nell'incavo del suo collo.

Lucy, trattenendo le lacrime, gli accarezzò i capelli, mentre lui la stringeva forte, sempre più forte fra le sue braccia.

<< né, Natsu...tu...tu sei stato l'unico, l'unico in tutta la mia vita, con cui ho potuto essere veramente me stessa, in ogni momento...sei stata l'unica persona... >> A quel punto singhiozzò e dovette interrompersi un attimo, dato che le lacrime stavano ricominciando ad uscire dai suoi occhi.

<< L'unica persona che mi abbia sempre considerata solo come Lucy... >>

<< Non piangere, Lu... >> Disse lui, alzando la testa ed asciugandole qualche lacrima con i polpastrelli delle dita.

Lucy ridacchiò, intenerita << Non farlo neanche tu, allora. >> Esclamò, notando gli occhi lucidi di Natsu.

<< Ti ringrazio, Natsu... >>

<< Non parlare come se questo fosse un addio! Non lo è, giusto? >>

Lucy spalancò gli occhi.

Si, quello non era un addio. Non avrebbe mai permesso che fosse un vero addio.

<< L'Inghilterra è lontana, eh? >> Chiese Natsu, forse più a se stesso che a lei.

Lucy annuì, prendendogli una mano e portandosela all'altezza del cuore.

<< Ma questo te lo lascio. >> Gli bisbigliò, sorridendogli.

Natsu annuì, prendendole il volto fra le mani.

 

<< Ti amo. >> Era stato un sussurro detto a fior di labbra. Non era neanche sicuro che lei l'avesse sentito.

Lucy socchiuse semplicemente le labbra e lo baciò.

 

Quel bacio le fece ripercorrere con la mente tutto ciò che avevano passato insieme: il loro primo incontro, la sua dichiarazione finita male, il loro primo bacio sotto la pioggia, quella dolce giornata al mare, la loro prima volta.

Le spuntò un sorriso sulle labbra, e, appena si staccarono, scoppiarono entrambi a ridere.

Ecco, cos'erano: due scemi che ridevano come dei matti, dopo aver pianto lacrime amare per chissà quanto tempo, in mezzo alla hall di un aeroporto.

 

<< Signorina Lucy, suo padre la sta aspettando. >>

Lucy e Natsu si voltarono verso Claude, che li guardava con uno sguardo fra il commosso e il dispiaciuto.

<< Devo andare adesso. >> Esclamò Lucy a bassa voce.

<< Si, lo so. >> Natsu slegò l'abbraccio che li legava e le posò un bacio sulle labbra.

Lucy strinse la maglia del ragazzo nelle sue mani, tirando su dal naso.

<< Mi mancherai così tanto... >>

<< Anche a me, Lu. >>

La bionda si distaccò, perché se non l'avesse fatto in quel momento, non avrebbe mai più avuto il coraggio di lasciare le braccia del ragazzo che amava.

Gli sorrise e si voltò, percorrendo il più velocemente possibile la distanza che la separava da Clude.

Doveva andarsene o non ce l'avrebbe mai fatta.

 

<< Lu! Io ti aspetterò! Ti aspetterò finché non tornerai da me! >>

Lucy si bloccò, sentendo la voce di Natsu -spezzata dal pianto- dirle quelle dolci parole.

Si voltò un ultima volta e gli mimò un “ti amo” con le labbra, a cui lui rispose con un sorriso.

 

La distanza che li separava, ad ogni passo di Lucy, diventava sempre più grande.

Ma il suo cuore, quello l'aveva donato a Natsu, e gli sarebbe sempre appartenuto.

 

 

 

 

Dal vetro dell'aereo Lucy guardava la città in cui aveva vissuto fino al giorno prima farsi sempre più piccola, le case sembravano ormai piccole formiche. Sorrise, toccandosi le labbra, su cui ancora sentiva il sapore di quelle di Natsu.

 

 

<< né, Natsu...gli otto mesi che ho passato con te, sono stati i più belli di tutta la mia vita. >>

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Beh, vi starete chiedendo cosa ci faccio io qui, dopo pochissimi giorni dall'ultimo aggiornamento!

Ebbene si, sono fiera di me, sono stata veramente velocissima ad aggiornare ( e finalmente, una volta ogni tanto! *-*) Sono stata violentata da una forte ispirazione, ringraziate lei! xD

Ehm, che dire...non so se vi aspettavate un capitolo simile. Anzi, forse vi aspettavate proprio tutto il contrario.

Come proseguirà d'ora in poi la storia? Natsu e Lucy riusciranno ad avere il loro lieto fine?

Rimarrete col dubbio fino al prossimo capitolo! Muahahahah!

No, dai, seriamente, non voglio fare la cattiva, ma anticipandovi le cose poi non sareste più curiose di sapere come finirà, quindi :)

Ovviamente la mia preoccupazione più grande è sempre quella di essere caduta nell'OOC, soprattutto con Natsu. Quindi, se così fosse, non esitate a farmelo notare.

Vi ringrazio di cuore ragazze mie, come sempre, per tutto il grande sostegno che mi fate!

Un bacio a tutte <3

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Capitolo 14
*** Distanza. ***


La nuova casa, situata nei pressi di Sheffield, era molto più grande e lussuosa di quella che Lucy aveva a Magnolia. Vista dall'esterno, poteva sembrare una semplice villa in mezzo alla campagna, con una piscina e un giardino tanto grande da far paura.

L'arredamento era modesto ma elegante: appena entrati dal grande portone principale ci si ritrovava in un gigantesco salone, con tanto di camino; sempre al piano terra erano situate la cucina e la sala da pranzo -che in una casa così grande dovevano per forza essere due cose ben distinte- e infine un grande bagno, in cui era presente una vasca da bagno dall'aria confortante.

Le camere si trovavano al piano superiore: quella di Lucy, separata da quella di suo padre da una terza stanza -che Jude utilizzava come studio- sembrava la camera di una principessa. Non sapeva da chi suo padre l'avesse fatta arredare, ma sapeva per certo che ne era venuto fuori un vero e proprio disastro: come il resto della casa anche quella era molto grande, forse troppo per lei; i muri erano di un rosa pallido che dava alla stanza un aspetto malinconico, alla sinistra della porta stava un letto a baldacchino, e sul lato opposto, proprio di fronte ad esso, un grande armadio a muro con le ante scorrevoli; accanto alla finestra, che era più una porta che conduceva al balcone della camera, c'era una scrivania angolare bianca, e, sopra di essa, qualche mensola su cui avrebbe potuto poggiare i propri libri; il pavimento era in parquet, e ciò stonava parecchio con il colore del muro.

 

Per quanto suo padre continuasse ad insistere con il fatto che quella casa fosse stata comprata apposta per lei, per farla sentire più a suo agio in una città di cui non conosceva niente, Lucy non si sentiva per niente rasserenata.

Neanche il panorama che aveva modo di osservare dal balcone della sua stanza sembrava poterle strappare un sorriso.

Il fatto che quella casa fosse così grande, la faceva sentire ancora più sola, in realtà.

 

 

 

 

 

 

 

<< Forza, si svegli signorina Lucy, il pranzo è pronto! >> Anny entrò nella sua camera e spalancò le finestre tentando di svegliare la ragazza, che stava rintanata sotto le coperte come se fosse pieno inverno. Per sua sfortuna, si trovavano ancora a fine Agosto.

<< Non ho fame. >> Biascicò Lucy, prima che Anny le tirasse via le coperte di forza, guardandola in malo modo.

<< Ieri sera non ha cenato, è impossibile che adesso non abbia fame. L'ho lasciata riposare fino all'ora di pranzo, signorina Lucy, ma adesso dovrebbe mangiare qualcosa. >>

Lucy e suo padre si erano trasferiti appena una settimana prima, ed Anny, la cameriera ingaggiata da Jude, si era trasferita in quella casa in modo definitivo insieme a loro.

Anny era una donna bassa e grassottella, sulla cinquantina, con i capelli ricci e corti che portava coperti da una bandana bianca, la quale s'intonava con il grembiule che era solita indossare mentre cucinava. Aveva le labbra fini e le guance contornate da lentiggini.

La donna aveva preso immediatamente molta confidenza con Lucy, che forse considerava una specie di bambina di cui prendersi cura, nonostante avesse già sedici anni e non avesse bisogno di certe attenzioni.

In quel momento la guardava dall'alto del letto, con le coperte fra le mani. Lucy si sentì immediatamente rinfrescata.

<< Davvero, non ho fame, scusa Anny. >> Provò a dirle, alzandosi dal letto e dirigendosi verso il bagno accanto alla sua camera.

La donna la fermò, prendendola per un braccio. << Ma signorina Lucy, è giù troppo magra, così finirà per farsi del male...e poi suo padre è appena tornato, dovrebbe andarlo a salutare. >>

Suo padre, poco dopo il loro arrivo in Inghilterra, era ripartito per un viaggio di lavoro ed era stato via fino a quel momento, lasciandola da sola nella nuova casa, con la sola compagnia di Anny.

<< Digli che sono malata, Anny. >> Detto ciò cercò di divincolarsi dalla stretta della cameriera, la quale, però, la trascinò con più forza, facendole scendere le scale e portandola nella sala da pranzo, sotto le lamentele della bionda.

Anny era come un uragano, potente e veloce.

 

Lucy, ormai succube della forza di Anny, entrò nella sala da pranzo di malavoglia, trovandovi suo padre, seduto al tavolo rettangolare al centro della stanza.

<< Ciao, Lucy, ti stavo aspettando. >> Dicendo ciò non la guardò neanche, aveva già iniziato a mangiare e rivolgeva il suo sguardo al cibo presente nel piatto.

Lucy sospirò, sedendosi al lato opposto del tavolo.

Anny, dopo pochi attimi, le posizionò davanti agli occhi un piatto ripieno di fette di arrosto dall'aria davvero invitante.

Lucy ne prese un pezzo e ne assaporò il sapore, confermando che non era solo l'aspetto ad essere ottimo. Ma questo non le fece comunque tornare la fame -e, soprattutto, la voglia di mangiare- così, dopo pochi bocconi, appoggiò le posate nel piatto e fece per alzarsi, con l'intenzione di tornarsene in camera sua, magari a leggersi un buon libro per togliersi dalla mente pensieri spiacevoli.

<< Come ti trovi qua, Lucy? >> Purtroppo la voce dura di suo padre la bloccò all'istante, facendole voltare il viso nella sua direzione.

Lui ancora non la guardava, preferiva continuare a tagliare la carne presente nel piatto piuttosto che rivolgerle anche solo uno sguardo sfuggente.

<< Lo vuoi proprio sapere? >> Rispose lei, buttandola sul sarcastico.

A quel punto Jude alzò gli occhi, puntandoli su sua figlia.

Trascorse qualche attimo, prima che la voce dell'uomo spezzasse il silenzio che si era creato.

<< Fra poco più di una settimana comincerà la scuola. Vedrai che ti farai nuovi amici, qui in Inghilterra. >>

L'ultima cosa di cui Lucy voleva sentir parlare in quel momento, era sicuramente l'amicizia.

Così si alzò bruscamente e percorse il tragitto fino alle scale, per poi fermarsi davanti ad esse.

<< Non vedo l'ora. >> Sussurrò, sperando che suo padre fosse riuscito a comprendere la nota di sarcasmo che quelle parole contenevano, e salì al primo piano.

 

 

 

 

 

Dal balcone della sua stanza aveva modo di vedere un fitto bosco che si estendeva davanti alla casa, così colorato da avere la capacità di addolcirla almeno un poco. D'altra parte, le sembrava di essere letteralmente circondata da una barriera invisibile che suo padre aveva posto fra di lei e il resto del mondo. Si sentiva soffocare.

Appoggiandosi con la schiena al vetro della porta-finestra della sua camera, estrasse il cellulare dalla tasca dei pantaloni.

Una settimana che viveva in quella casa. Una settimana che non sentiva la voce di Natsu.

Aveva pensato molte volte di chiamarlo, ma sapeva bene che il sentire la sua voce da dietro un telefono, sapendo di non poterlo vedere, né toccare, l'avrebbe sicuramente distrutta più di quanto già non fosse.

Ma la voglia di percepire la sua presenza, almeno per qualche minuto, vicino a lei...era decisamente più forte di qualunque altra cosa.

La tariffa per chiamare all'estero costava, e sapeva che Natsu non poteva permettersela, mentre lei si.

Perciò compose il numero del suo cellulare ad occhi chiusi, velocemente, e quando li riaprì, il suo cuore perse un battito: in quel preciso istante il suo telefono cominciò a squillare, emettendo la musichetta fastidiosa che lei tanto odiava.

Levi-chan. Sul suo cellulare era comparso il nome di Levi-chan.

Per poco, collegando la mente al resto del corpo e capendo cosa stava succedendo, non le sfuggì quell'aggeggio di mano.

Tremò, prima di premere il tasto verde ed avvicinarsi il telefono all'orecchio destro.

Dall'altra parte sentiva solo il silenzio più assoluto.

<< ...Levi-chan? >> Non sapeva perché stesse bisbigliando. Forse voleva solo essere cauta, l'ansia le stava divorando lo stomaco.

Ancora silenzio.

<< Levi-chan, pronto? >> Questa volta parlò più forte, forse non l'aveva sentita.

<< Lucy... >>

 

Quella voce. Quella voce non apparteneva a Levi-chan.

Le parole le morirono in gola, e si portò una mano a coprirsi la bocca, con gli occhi sgranati.

Le sue gambe stavano pian piano cedendo, così scivolò a terra, con la schiena sempre poggiata al vetro.

Il suo cuore si era fermato del tutto o stava continuando a martellarle nel petto? Non riusciva a capire neanche questo.

<< Lu...sono io. >> Sussultò nuovamente, sentendolo riparlare: aveva la voce roca, così penetrante che, nell'udirla, avvertì il suo stomaco stringersi in una morsa pungente. Come poteva pensare che non l'avesse riconosciuto?

<< Natsu... >> Questa volta la sua voce apparve spezzata e tremolante e si ritrovò ad asciugarsi gli occhi inumiditi.

Lui restò in silenzio qualche attimo, poi sospirò, come se avesse appena superato il primo ostacolo di quella telefonata.

<< Non avevo soldi per chiamarti, così ho preso in prestito il cellulare di Levi. >> La sua voce adesso appariva più rilassata e tranquilla, come se sentire quella di Lucy avesse avuto un effetto calmante su di lui.

<< Preso in prestito è sinonimo di fregare? >> Chiese l'altra, divertita.

Natsu ghignò. << Forse. >>

La bionda soffocò una risata: non sarebbe mai cambiato.

Stavano parlando normalmente, come se non fosse successo niente, come se quella settimana di lontananza non fosse mai esistita. Forse era la cosa migliore da fare.

<< Come stanno gli altri? >> Avrebbe solo voluto vederli. Solamente per qualche attimo.

<< Bene...stanno bene, Gray è ancora più rompipalle del solito in questi giorni! >> Ammise Natsu sbuffando, ma sorridendo sotto i baffi.

<< Mi fa sempre incavolare! >>

Lucy rise. << Ma tu fai altrettanto con lui, no? >>

<< Certo, e mi diverto anche! >>

Risero entrambi di gusto, e Lucy si asciugò una lacrima. Stava piangendo per il troppo ridere, giusto? Si, solo per quello.

<< E tu, Lu? Che combini laggiù? >>

Lucy rimase in silenzio qualche secondo per riprendere fiato e riorganizzare le idee. << Odio questa casa. >> Ammise infine, portandosi le ginocchia all'altezza del petto. << Ma mio padre ha ingaggiato una cameriera, si chiama Anny: è simpatica, anche se un po' strana. Ovviamente lui non c'è mai, ma è meglio così. E... >> S'interruppe un attimo, le parole le si bloccarono in gola.

<< E? >>

<< Vorrei che tu fossi qui. >>

In quel momento non era più così sicura che le lacrime che le solcavano il viso fossero dovute al troppo ridere.

Natsu strinse la propria maglia con la mano libera, respirando profondamente.

<< Anche io lo vorrei, Lucy, non sai quanto. >>

Lucy sorrise. Si sentiva strana dentro, all'altezza dello stomaco, irritato da emozioni complicate...rabbia, tristezza, e qualcos'altro che faceva più male di tutto.

<< Natsu, io... >> Ma la sua voce venne interrotta da un fastidioso rumore, proveniente dal cellulare, una specie di “Bip” ripetuto più volte.

<< Natsu? >>

Non sentiva più niente, non c'era più la sua voce calorosa a riscaldarle il cuore.

Si scostò il telefono dall'orecchio e guardò il display, stranita: chiamata terminata.

 

 

 

 

 

<< Lu? Ohi, Lucy? >>

Natsu guardò il cellulare di Levi e lo trovò spento. Provò a pigiare qualche tasto a caso -non è che se ne intendesse molto- ma la cosa non ebbe effetto e quel cellulare non si azzardò a dare cenni di vita. Ecco, perché in un momento come quello?! Stupido cellulare del cavolo.

Sbatté un calcio contro la panchina su cui stava seduto fino a pochi secondi prima: era incazzato, decisamente.

S'infilò le mani in tasca, cercando di contenere la rabbia.

Il cielo sopra di lui era limpido, era una di quelle giornate non troppo calde, in cui si sente una leggera brezzolina, a dir poco piacevole.

Fece un grande sospiro e cercò di rilassarsi.

Chissà se anche nel posto in cui viveva Lucy, adesso, si stava così bene.

<< Ohi tu, dov'eri finito? Ti abbiamo cercato dappertutto! >>

Natsu si voltò, infastidito, verso Gazille, che teneva per mano la piccola Levi.

Solitamente, in un momento come quello, si sarebbe preoccupato di non essere scoperto per averle fregato il cellulare.

Ma cosa gliene poteva importare, ormai? Cosa gliene poteva importare di tutto quello che lo circondava, in quel preciso istante?

Tanto, prima o poi, se ne sarebbero andati tutti.

Chi se ne fregava se aveva fregato un cavolo di telefono?

Levi si avvicinò, guardandolo sospettosa. << è successo qualcosa? >> Chiese, con il tono gentile e dolce che era solita avere quando si preoccupava per qualcuno.

In quei giorni lo stava trattando fin troppo bene. Tutti, in quei giorni, lo stavano trattando bene. Non veniva chiamato “stupido”, “sciocco”, deficiente”, da ormai troppo, per com'era abituato.

Cos'è, lo stavano compatendo perché era stato abbandonato per la seconda volta dalla persona di cui era innamorato?

Abbassò lo sguardo.

<< Questo aggeggio fa schifo. >> Disse, posando -non molto delicatamente- il cellulare nelle mani di Levi e andandosene via dal parco, lasciando basiti i due fidanzatini.

 

 

Non riusciva a contenerla, quella rabbia che gli avvolgeva il cuore.

E si accorse solamente in quel momento che era stato un emerito idiota: l'aveva lasciata andare, l'aveva lasciata andare pensando che la distanza che li separava non avrebbe mai potuto allontanare i loro cuori.

Lo sentiva, l'amore di Lucy. Lo sentiva premere dentro di lui, imponente.

Ma percepiva anche quella distanza così abissale che gli faceva sentire il cuore più peso.

Colmo di rabbia.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Salve donzelle! :)

Eh già, sono ancora viva. Ormai non mi sto neanche più a scusare per i miei ritardi disumani e dannatamente irritanti, tanto lo sapete che mi dispiace.

Beh...questo capitolo devo ammettere che l'ho odiato con tutta me stessa. Non solo perché è triste -cappero, questa fic è troppo lagnosa-, ma anche perché è stato uno strazio scriverlo.

Inizialmente pensavo che sarebbe stato l'ultimo capitolo. E invece, dato che sarebbe venuto decisamente troppo, troppo lungo, ho deciso di dividerlo in due parti: questa è la prima, dove descrivo la “nuova vita” di Lucy in Inghilterra, e i sentimenti dei due poveri innamorati -quanto li sto facendo patire, quanto?!

Comunque, a questo punto il prossimo capitolo sarà l'ultimo.

Ma credo che ci sarà anche un breve epilogo per concludere la fic in un modo più carino :)

Che dire...vi ringrazio ovviamente, come sempre, perché siete davvero dei tesori, tutte quante!

Un bacio e al prossimo cap! <3

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Capitolo 15
*** Il suo sogno. ***


Lucy si buttò sul letto, inerme. Non sapeva neanche che giorno fosse...non gliene importava più niente.

<< Signorina Lucy, posso entrare? >> La dolce voce di Anny arrivò debole alle sue orecchie, da dietro la porta della sua camera. Annuì leggermente, chiudendo gli occhi.

Sapeva che c'erano cose peggiori di tutto quello che stava passando lei. Sapeva che aveva un tetto sulla testa, ad esempio, cosa che tante persone non possedevano.

Ma cavolo, avrebbe anche vissuto sotto un ponte, piuttosto che restare in quella casa tanto grande quanto vuota.

Ciò che era in grado di farla sentire meglio, non c'era...e ci sarebbe mai più stato, prima o poi?

La cameriera aprì la porta lentamente e se la richiuse alle spalle, per poi andare ad aprire la grande finestra davanti a lei. << Signorina Lucy, le ho preparato un bel bagno caldo, se vuole rilassarsi... >>

La bionda si alzò e da sdraiata si mise a sedere sul letto, sorridendo impercettibilmente. << Grazie, davvero. >> L'aveva detto sinceramente e guardandola colma di gratitudine. Anny, dopotutto, era l'unica persona che si preoccupava veramente per lei, ultimamente.

<< Non deve ringraziarmi. >> Inchinò un poco il busto e poi fece per uscire dalla stanza, quando la mano di Lucy -ormai alzatasi dal suo grande letto- la fermò, costringendola a voltarsi.

 

Non sapeva perché l'avesse fatto. Non sapeva perché avesse fermato Anny così, di punto in bianco, senza una ragione valida. Che le avrebbe detto adesso?

<< E-ehm... >> La guardò qualche attimo.

Anny profumava di mamma. L'aveva notato sin dal primo momento in cui l'aveva incontrata. Non era neppure certa che avesse figli, eppure, il suo odore le ricordava particolarmente quello di sua madre.

<< Mi dica, signorina Lucy. >>

La bionda abbassò lo sguardo. << No, niente, scusa. >>

Anny sorrise. << Non mi sembra che stia molto bene...vuole che le porti qualcosa? Potrei farle un té, o una camomilla... >>

<< Anny, perché ti preoccupi così tanto per me? >> Che domanda stupida. Era la sua cameriera ed era stata ingaggiata apposta per badare alla casa e per tenerle compagnia -neanche fosse un cane, il modo in cui Jude utilizzava le persone a suo piacimento era inquietante-, perciò era normale che la trattasse con i guanti e cercasse di aiutarla e starle vicina.

La cameriera rimase un po' stupita da quella domanda, ma si ricompose quasi subito.

<< Perché non mi piace vederla triste, signorina Lucy. >>

La ragazza aprì leggermente la bocca, poi la richiuse. Quello poteva essere considerato...affetto?

<< Su, e adesso venga con me e mettiamoci a prendere un po' di sole vicino alla piscina, così dopo si farà il bagno e sarà tutta bella e profumata! >> Dicendo ciò le strizzò le guance e la prese per mano, proprio come si fa con una bambina di cinque anni o poco più.

 

Si, Anny era proprio come una mamma.

 

 

 

 

 

 

Jude osservò sua figlia stendersi su uno dei lettini di plastica ai bordi della piscina insieme ad Anny, prima di togliersi maglia e pantaloni e rimanere letteralmente in mutande e reggiseno.

Quella era casa sua, ma cavolo, un po' di contegno di fronte ad una semplice cameriera avrebbe dovuto mostrarlo!

Sospirò ed andò a sedersi alla sua scrivania, lasciando perdere la visione al di fuori della finestra della camera del suo studio.

Aveva del lavoro da fare, lui.

 

Il suo sguardo cadde inevitabilmente su una foto. Sulla foto più bella che avesse mai visto.

La teneva sulla sua scrivania da anni, in qualunque luogo si trasferisse quella foto rimaneva sempre lì, con la stessa cornice un po' malridotta.

C'erano lui e Layla, solo poco più di dieci anni prima. Poco prima che la malattia arrivasse e gliela portasse via.

E c'era Lucy. Era molto piccola, a quel tempo, avrà avuto si e no cinque o sei anni. Layla la teneva in braccio sorridendo, accarezzandole il viso come se fosse un oggetto raro, come se avesse paura che il suo bel visino potesse frantumarsi in piccoli pezzi da un momento all'altro.

Voltò di nuovo lo sguardo verso la finestra, alla ricerca di sua figlia.

Era bellissima. Proprio come sua madre.

 

L'unica desiderio di Layla era stato quello di rendere felice Lucy. Layla viveva per Lucy. E lui doveva fare altrettanto.

Le aveva donato tutto quello di cui disponeva, per far si che anche lei potesse avere un futuro roseo e sereno, con mille prospettive. Le avrebbe lasciato il suo impero e ne sarebbe divenuta regina. Avrebbe avuto potere, e si sa, non si può non essere felici, se si ha quello.

Forse in quel momento poteva pensarla diversamente, ma prima o poi si sarebbe resa conto di quanto fortunata fosse. Gli sarebbe stata grata, lasciando da parte i suoi capricci da adolescente.

Continuò ad osservarla per qualche attimo...il suo viso era pietrificato, teneva gli occhi puntati sul cielo sopra di lei e di tanto in tanto tirava su dal naso, come per trattenere delle lacrime che non aveva il coraggio di far cadere giù dai suoi occhi.

Layla voleva che Lucy fosse felice.

 

 

 

 

 

 

Jude teneva lo sguardo fisso sulla porta, indeciso sul da farsi. Lui, Jude Heartphilia, non aveva il coraggio di bussare ad una porta? Tsk.

Sospirò e, con un po' di esitazione, bussò forte alla porta della camera di sua figlia.

<< Aspetta Anny, sono nuda! >>

Jude sospirò, passandosi una mano fra i capelli: di certo non si poteva dire che sua figlia fosse una signorina di classe.

Ridacchiò. “Proprio come sua madre”.

 

<< Non sono Anny. >>

Lucy, sentendo quella voce profonda provenire da dietro la sua porta, sussultò. Che voleva adesso suo padre? Invitarla ad una delle solite cenette, questa volta con i suoi amichetti inglesi?

Sbuffò e si mise la felpa nera di Natsu -già, la clamorosa felpa che non gli aveva mai restituito e che custodiva gelosamente- e andò ad aprire la porta.

<< Che vuoi? >>

Jude evitò il modo poco educato in cui Lucy gli si era rivolta e le sorrise, sperando che la cosa fosse ricambiata.

Beh, si sbagliò.

<< Posso entrare? >>

Lucy fece un ghigno sarcastico e gli lasciò via libera, togliendosi da davanti alla porta per farlo passare.

 

Si erano seduti sul letto, Lucy ad un'estremità e Jude all'altra.

La guardava e quando lei lo notava abbassava lo sguardo. Cos'è, era tornato ai tempi del liceo?

<< Bene...ehm... >> Cominciò, strusciandosi le mani ai pantaloni.

Lucy lo notò. Era nervoso. Oh cavolo, anche lei faceva così quando era nervosa.

<< Quando inizia la scuola? >>

La bionda lo guardò stranita. Dove voleva arrivare?

<< Fra tre giorni...perché? >>

<< Non ne sei contenta? >> Questa volta il suo sguardo era serio e la sua domanda sincera.

Per cui lei avrebbe risposto altrettanto sinceramente.

<< Nessuna ragazza di sedici anni è contenta d'iniziare un nuovo anno scolastico, soprattutto senza conoscere nessuno...ma io ormai ci sono abituata. Sarà uno dei miei tanti primi giorni di scuola. >>

Detto ciò, gli sorrise debolmente. Perché non riusciva ad odiarlo, neanche dopo che le aveva rubato tutto ciò che una ragazza della sua età avrebbe dovuto avere? Insomma, una vita normale.

Era tutto quello che desiderava e che non aveva mai avuto.

<< Oggi è il compleanno di tua madre. >>

<< Lo so. >>

Si guardarono qualche attimo e poi abbassarono entrambi lo sguardo.

Erano anni che la parola “mamma” non usciva più dalla bocca di nessuno dei due, le rare volte che parlavano per più di pochi secondi.

Quindi perché tirare fuori l'argomento in un momento del genere?

<< Perché sei qui? >>

Jude sospirò. << Sei felice, Lucy? >>

La bionda, a quelle parole, sussultò. Quello era davvero suo padre? Il freddo e arido Jude Heartphilia, che sembrava avere un portafoglio al posto del cuore, le aveva chiesto se era felice?

Che coraggio aveva, per chiederle una cosa simile, dopo tutto ciò che le aveva fatto passare?!

<< No che non sono felice! >>

Suo padre si alzò, lentamente. << Io ti ho dato tutto ciò di cui avevi bisogno, sei un'ingrata! >> Perché si stava scaldando? Non ce n'era motivo.

<< A Magnolia ero felice! Non chiedevo altro che restare lì, e tu lo sapevi...ma non ti è mai importato niente di quello che volevo io, no? >>

Questa volta lo sguardo di Lucy era deciso e sicuro, non c'erano le lacrime che aveva visto poco prima dalla finestra del suo studio.

Quello era lo sguardo...di Layla.

<< Un giorno...un giorno capirai che l'unica cosa che ho sempre voluto era renderti felice. >>

Lucy si coprì il volto con le mani e poggiò i gomiti sulle sue ginocchia. Non poteva piangere, non adesso che suo padre era lì a dire quelle stronzate di fronte a lei. Aveva un minimo di orgoglio, cavolo.

<< Hai mai pensato che forse i tuoi desideri non corrispondevano ai miei? Hai mai pensato che io ho bisogno di altre cose, per essere felice, invece di una bella casa e un sacco di soldi?! >>

L'uomo la guardò senza proferire parola, dall'alto della sua statura.

Che avrebbe fatto Layla, in una situazione del genere?

<< La mamma mi avrebbe capita! >>

E, detto ciò, Lucy si alzò e uscì dalla sua stanza -che non sentiva neanche sua, non le apparteneva- sbattendosi la porta alle spalle e lasciandolo là, solo.

 

 

 

 

 

 

Quella fu la prima volta in cui Anny sentì delle urla così forti provenire da quella grande casa.

Aveva già intuito che c'era qualcosa che non andava tra il signor Heartphilia e sua figlia. Lo si vedeva dal modo in cui lei lo evitava e in cui lui chiedesse sempre qualcosa a lei sulla signorina Lucy, invece di parlarne direttamente con la diretta interessata.

Ma quel giorno, quando vide Jude seduto sul divano del salotto, dopo la grande lite di cui aveva sentito tutto -inevitabilmente-, si sentì dispiaciuta per quell'uomo che la trattava come una semplice serva e che aveva anche iniziato a detestare -al contrario di sua figlia, che adorava con tutto il cuore.

 

<< Signor Heartphilia, si sente bene? >>

Jude alzò lo sguardo ed incontrò gli occhi tondi e verdi di Anny. Non aveva mai notato che fossero così...verdi.

<< Si, grazie Anny. >>

La cameriera lo guardò di sottecchi. << Oh, insomma, che c'è? >> Sbottò infine lui, sentendosi osservato.

<< Ho visto la signorina Lucy rinchiudersi nel bagno. Stava piangendo...è successo qualcosa? >>

<< Scusa, Anny, ma non sono affari che ti riguardano. >>

La donna si sedette accanto a lui e sospirò. << Sono una persona anch'io, signor Heartphilia. Per lei posso anche essere una semplice cameriera, ma vede...sono una donna. E potrei aiutarla, dato che anche sua figlia è una donna. >>

L'uomo la guardò, stranito. Avrebbe dovuto essere irritato da quella situazione, dato che Anny non faceva parte della famiglia e non aveva il diritto d'intromettersi in cose che non la riguardavano.

Ma, ormai, che aveva da perdere?

<< E quindi...che avresti da suggerirmi? >>

La cameriera sorrise vittoriosa, senza farsi notare.

<< La signorina Lucy è una brava ragazza, mi ricorda un po' me: è ribelle e vuole vivere la sua vita seguendo ciò che ritiene sia giusto. Segue i suoi sentimenti. Se davvero vuole renderla felice...non la costringa a vivere la sua vita nel modo in cui vorrebbe lei. Lasci che sua figlia si costruisca la sua felicità. >>

 

Jude osservò Anny alzarsi e tornare in cucina dopo aver detto quella specie di perla di saggezza, forse per cercare di farlo riflettere su quelle parole.

Ma lui aveva già capito da tempo qual'era la cosa giusta da fare.

 

 

 

 

 

 

<< Ad una condizione! >>

Lucy, che per poco non morì di crepacuore dopo essere stata spaventata a morte dall'arrivo di suo padre, si voltò verso di lui asciugandosi le lacrime dagli occhi. Aveva pianto fino a pochi minuti prima, forse per rabbia o per tristezza, ma di certo non voleva farglielo notare.

Lui stava lì, a puntarle un dito contro senza che lei capisse il senso di tutto ciò che stava accadendo in quella giornata a dir poco disastrosa. Era stata la giornata più terribile di tutte, da quando era arrivata in Inghilterra.

<< Ma che vuoi ancora? >>

L'uomo sospirò e abbassò il capo.

<< Ho detto...ad una condizione. Dovrai trovarti un lavoro e guadagnarti da vivere, se vuoi tornare laggiù. Anzi, ho anche una seconda cond- >>

I singhiozzi di Lucy però lo interruppero e fu costretto a guardarla in viso.

<< è...è quello che penso? S-stai dicendo sul serio? >> Sussurrò lei, avendo paura di aver capito male.

Jude non rispose e si limitò a guardarla con il suo solito sguardo serio.

<< Dovresti far finire le persone di parlare, prima di tirare conclusioni affrettate. >>

A quel punto il cuore di Lucy le salì in gola: non ci stava capendo più niente.

<< Ho anche una seconda condizione, se vuoi tornare a Magnolia. >>

La bionda aspettò impaziente che suo padre continuasse a parlare, stringendosi i lembi della maglia con le mani.

<< Sii felice. >>

 

Questa volta fu Jude a voltarsi, lasciandola lì a guardare le sue spalle larghe.

<< Ti ho nuovamente iscritta alla tua vecchia scuola. L'aereo partirà fra due giorni e sarai lì in tempo per cominciare l'anno contemporaneamente a tutti gli altri studenti. Per la casa, beh... >>

Ma il suo sproloquio fu interrotto da due braccia esili che lo strinsero con vigore da dietro la sua schiena, cingendogli tutto il busto.

Sentiva le sue lacrime sulla sua giacca e i singhiozzi di sua figlia incredibilmente vicini a lui, come non lo erano mai stati. Lucy lo stava abbracciando, piangendo.

Il suo cuore cominciò a battere più forte del solito e sentì una specie di svuotamento all'altezza dello stomaco, ma era una sensazione piacevole. Proprio come quella che sentiva quando guardava sua moglie negli occhi, quando le accarezzava i capelli, quando la baciava, la toccava...

Era quello, l'amore che ogni padre prova per la propria figlia?

<< Grazie, papà... >>

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Natsu guardò l'edificio di fronte a lui con un certo disgusto. Non ci voleva entrare, la dentro.

Tanto non era mai stato neanche molto bravo, a scuola, per cui aveva deciso di dedicarsi in tutto e per tutto al lavoro, così da guadagnare più soldi e poter raggiungere Lucy in Inghilterra, un giorno.

Non era un pensiero tanto stupido, se ci pensava bene. Cos'è che l'aveva spinto ad alzarsi dal letto e a dirigersi difronte a quella grande struttura, allora?

Beh, forse Lucy non avrebbe voluto che lui abbandonasse la scuola per lei.

Ma insomma...che senso aveva tutto ciò, se lei non c'era? Se lei era da un'altra parte del mondo e lui si logorava l'anima ogni notte pensando a cosa stesse facendo e a come stesse?

Voleva vederla, voleva solo vedere la sua immagine per un secondo, solo per vedere che era vera, reale, che non viveva solo nei suoi pensieri.

Sbuffò e spostò il peso del suo corpo sull'altra gamba, portandosi una mano al cuore.

Faceva male. Dannatamente male!

 

<< Ehi, ti decidi ad entrare? >>

 

Natsu rise. Cos'è, ora si sognava di sentire la sua voce persino da sveglio? Il suo cervello stava andando in pappa.

Si girò lentamente.

Era lì, difronte a lui, bella come non mai, illuminata dai raggi del sole che facevano risplendere i suoi capelli biondi ancora di più di quanto non facessero già da soli.

Lo guardava sorridendo: era il suo sorriso quello, il suo sorriso a trentadue denti, quello che riservava solo a lui e che faceva venire la pelle d'oca a chiunque lo guardasse. Oh, quant'era geloso di quel sorriso.

Si, era proprio un bel sogno ad occhi aperti. Il più bel sogno che avesse mai fatto.

Purtroppo però, come tutti i sogni, anche quello era destinato a concludersi e a sprofondare nel dimenticatoio. Che triste fine, quella dei sogni.

Si stropicciò gli occhi e li riaprì lentamente. “Su, Natsu, adesso svegliati.”

Ma lei era lì. Era ancora lì, davanti ai suoi occhi. E sembrava così...reale. Se magari tutti i suoi sogni con Lucy come protagonista fossero stati così reali...

<< Sei proprio uno scemo! >> Già, il sogno parlava anche. Aveva il suo aspetto ed anche la sua voce, così bella e armoniosa che il cuore cominciò a martellargli nel petto non appena la sentì. Che poi, non la sentì veramente, quello era un sogno!

 

E poi, accadde tutto così, senza che lui potesse avere il tempo di svegliarsi veramente.

Lo baciò. Lucy, il suo sogno, o quel che era, lo baciò.

Sentì il suo calore, la presenza delle sue labbra morbide sulle sue, i suoi capelli biondi che gli sfioravano il viso. E la sua lingua scorrere contro la sua, il suo seno prosperoso aderire al suo petto.

E si sentì andare in fiamme...solo Lucy era in grado di fargli provare certe sensazioni.

Lei si staccò e lo guardò negli occhi.

<< Sono tornata. >>

 

 

 

E Natsu ci avrebbe scommesso qualunque cosa: il suo sogno era il più bello di tutti.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Buonasera, signorine! (O forse dovrei dire buonanotte?)

Già...la fic è finalmente conclusa. Dio, ho la pelle d'oca, questa è stata la mia prima long e pensare che sia finita qui mi rattristisce molto.

Che dire...vi è piaciuto quest'ultimo capitolo? Io spero di si, ho cercato di fare del mio meglio.

Volevo farvi notare una cosa: avete presente la frase che pronuncia Lucy? Quel “Ehi, ti decidi ad entrare?” Beh, queste sono le prime parole che Natsu dice a Lucy nel primo capitolo della fic.

Non so perché, ma concludere la fic con le stesse parole con cui era iniziata era un'idea che mi affascinava. Spero che anche a voi vi sia piaciuta questa scelta :)

Ed ora, passiamo ai ringraziamenti.

La prima persona che devo ringraziare assolutamente è la cara Krizia, che in questi mesi mi ha molto aiutata e incoraggiata con questa fic, dandomi consigli e dritte di ogni genere. Per cui, dovete complimentarvi e ringraziare anche lei. Dovete sapere che inizialmente io non avevo alcuna intenzione di far concludere la fic con un bel lieto fine. Ma dopo aver parlato con lei ho capito che la mia non era per niente una buona idea: insomma, è stato molto meglio così, no?

Per cui, grazie ancora Krizia, sei stata fondamentale!

La seconda persona che volevo ringraziare è MissAnimeLover99, per avermi aiutata quando ero in crisi con le storie e per avermi fatto trascorrere dei momenti divertenti, quando ogni tanto ci scambiavamo opinioni e messaggi. Questo capitolo lo dedico a te! :) (Ah, e non mi sono dimenticata della shottina che devo spedirti, prometto che arriverà presto anche quella!)

Ovviamente, un ringraziamento speciale va a tutte le care lettrici che hanno seguito questa storia fino all'ultimo e che hanno avuto la pazienza e la voglia di lasciarmi anche una piccola recensione ad ogni capitolo. Grazie ancora! <3

Che dire, penso d'aver finito. Sembra un po' tragico questo poema pieno di ringraziamenti, lo so, ma sarà la mia natura, che ci posso fare xD

Comunque, vi aspetto al breve epilogo della fic -che, in realtà, sarà più una specie di capitolo speciale ambientato qualche anno dopo il ritorno di Lucy.

Un bacione a tutte quante! <3

 

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Capitolo 16
*** Epilogo. ***


Natsu si rigirò il libro fra le mani, guardando il grande scatolone ormai aperto che aveva appena tirato fuori dal furgone.

Uno scatolone pieno di libri.

<< Dove diavolo li mettiamo questi cosi, Lu? >> Si lamentò il rosato, guardandosi intorno. La casa non era chissà quanto grande come quelle in cui era abituata a vivere Lucy. Perciò, evidentemente, non si poteva rendere conto che tutte le cose superflue che possedeva non sarebbero mai potute entrare nell'appartamento che avevano affittato.

<< Troveremo un posto, tranquillo. >> Si avvicinò e gli passò una mano fra i capelli, prima di raggiungere la porta dove Gazille li stava aspettando.

<< Grazie per averci aiutato con il trasloco, Gazille! >> Affermò la bionda, prendendo dalle mani del ragazzo l'ultimo scatolone ricolmo di vestiti.

Ora che ci faceva caso, quasi tutti quegli scatoloni erano suoi, quelli di Natsu si potevano contare sulle dita di una mano.

Ridacchiò, posandolo a terra e guardando il suo fidanzato di sottecchi: avrebbe dovuto portarlo a fare shopping con lei, sicuramente.

<< Beh, è stato meglio che stare con quel gamberetto petulante tutto il giorno. >>

<< Ehi! >> Lucy gli lanciò un'occhiataccia. << Non è carino dire queste cose! Levi-chan aspetta un bambino, è normale che non sia la persona più simpatica del mondo in questo periodo. >>

<< Lu, ma è diventata davvero straziante! >> S'intromise Natsu, ridacchiando.

Gazille annuì. << Finché non sforna il marmocchio dovremmo sopportarla così com'è. >>

“ Finché non sforna il marmocchio”: la solita delicatezza di Gazille.

Una musichetta allegra interruppe Lucy, che stava per rispondere a tono difendendo la sua amica, e il moro tirò fuori dalla tasca dei jeans il suo cellulare, per poi portarselo all'orecchio.

Annuì qualche volta e poi concluse la conversazione con un “Ok, arrivo subito.”

Appena premuto il tasto rosso per chiudere la chiamata, sospirò. << Vado a comprare le fragole alla mia mogliettina, a quanto pare le è venuta questa voglia improvvisa. >>

Lucy rise. << Va allora, non farla aspettare! >>

Lui si accese una sigaretta e la salutò con un cenno della mano, prima di avviarsi verso il supermercato.

La bionda si chiuse la porta alle spalle e raggiunse Natsu, seduto per terra a leggere uno dei suoi tanti libri.

<< Da quand'è che ha iniziato a fumare? >> Il ragazzo chiuse il libro e si sdraiò sul pavimento.

<< Penso che gli abbia attaccato il vizio il ghiacciolo. >> Disse, sbadigliando.

<< Beh, non dovrebbe con Levi-chan in questo stato. >>

Natsu la guardò. << Vuoi un bambino, Lu? >>

Alla ragazza per poco non prese un mezzo infarto, sentite quelle parole, dette in un contesto in cui quell'argomento non c'entrava proprio un fico secco. << Ma come ti viene in mente?! >> Detto ciò, diede un buffetto sulla fronte dello scemo che aveva davanti.

Lui rise, mettendole un braccio intorno al collo e trascinandola giù, per farla sdraiare accanto a lui sul pavimento.

<< Diciamo che io avrei un metodo...uhm, efficace... >>

<< Ah si? >> Lucy tentò di alzarsi, ma Natsu la prese per la vita e la trascinò giù di nuovo, per poi salirle letteralmente sopra. Adesso si che non aveva più via di scampo.

<< Si! Sono tutto un fuoco! >>

Posò le labbra su quelle della bionda lentamente, cercando di non pesare sul suo corpo, facendo scivolare la lingua sulla sua con quella dolcezza che solo lui era il grado di trasmetterle.

Come poteva resistere ad una cosa del genere?

Quando cominciò a baciarle il collo Lucy sospirò, cercando di non cadere succube della passione. << Dai, adesso? E qui? >>

Natsu la guardò un attimo, sorridendole beffardo, prima di trascinarla in un nuovo bacio...caldo, davvero, davvero caldo.

Quello era come un “si, adesso e qui.”

E Lucy di certo non lo fermò.

Lui le sfilò la maglia velocemente, affondando poi il viso fra i suoi seni e facendola gemere inevitabilmente, sotto il tocco della sua lingua abile.

Le portò le mani dietro la schiena, sfiorandola con dolci carezze, le quali erano in grado di trasmettere il suo amore più di mille parole. Tentò di slacciarle il reggiseno -ancora il suo peggiore incubo, dopo tutto quel tempo- ma Lucy lo anticipò, sfilandoselo in pochi secondi per non aspettare altro tempo: cavolo, aspettare ancora sarebbe stato straziante.

E Natsu scese, posandole baci delicati su tutta la pancia, prima di sfilarle le mutandine sotto la gonna. La guardò un attimo: era bellissima, con i capelli scompigliati e la faccia inumidita dalle piccole gocce di sudore che scendevano fino al suo collo lentamente e facendolo impazzire. Gemeva, mentre lui le stuzzicava la sua intimità con il semplice tocco delle sue dita.

C'erano solo i gemiti di Lucy, dentro le sue orecchie, e questi lo fecero cadere succube della passione più assoluta, così non esitò a sfilarsi i pantaloni, prima di ristendersi sopra di lei.

Lucy ridacchiò, guardandolo negli occhi. E poi lo baciò, percorrendo la sua spina dorsale con la mano libera. Con l'altra gli accarezzava i capelli, mandandolo in estasi.

E Natsu non ci mise poi molto a sprofondare in lei: pochi secondi, sufficienti a fargli perdere ogni singolo sprizzo di lucidità che gli era rimasto.

Si mosse in lei lentamente, guardandola in quegli occhi così belli da far paura.

Lucy aprì la bocca e s'impossessò delle sue labbra per non gridare, spingendo il bacino contro il suo con ben poca delicatezza.

I loro respiri affannati e i loro gemiti erano gli unici rumori che invadevano quella stanza ancora un po' polverosa e che conteneva solamente qualche scatolone.

Si baciarono affondando la lingua nella bocca dell'altro come a volersi mangiare a vicenda.

Le spinte di Natsu divennero più veloci e profonde, e Lucy a quel punto non poté fare a meno di urlare il suo piacere, come se volesse farsi sentire dal mondo intero. Come se nel mondo, in quel momento, ci fossero solo lei e Natsu.

Lui nascose il viso nell'incavo del suo collo e le morse una spalla, per contenere la troppa voglia che aveva di possederla.

<< Lucy, io... >>

<< Aspetta, aspetta! >> Lucy si tirò su, sedendosi sopra un Natsu ormai arrivato al culmine del piacere. Gli incrociò le braccia intorno al collo e si spinse ancora più contro di lui, intensificando il piacere che li aveva impossessati.

Gemette, quando lui arrivò dentro di lei, trascinandola nell'estasi più assoluta e provocandole un piacere incontenibile, che non poteva essere espresso neanche con tutti gli urli che potevano uscirle dalla gola.

Così si lasciò cadere accanto a lui, sfinita e con un sorriso impagabile disegnato sul viso.

Natsu le circondò la vita, ansimando. << Credo di amarti. >>

Quelle parole erano uscite dalla sua bocca innumerevoli volte, ma mai nessuna frase pronunciata dal ragazzo aveva mandato il cuore di Lucy in fiamme in quel modo così improvviso e dannatamente piacevole.

<< Io ne sono sicura. >>

Natsu le posò un bacio sulla fronte e si alzò a sedere, osservando la stanza.

Lucy fece altrettanto. << Avevo pensato che potremmo tingere le pareti di giallo. >>

Lui la guardò stralunato. << Giallo? Molto meglio il rosso. >>

<< Natsu, non possiamo tingere le pareti di rosso. >>

<< E perché? Il giallo è un colore da femminucce! >>

<< Ma il giallo è un colore neutro! >>

<< Anche il rosso lo è! >>

<< Ma non è un colore adatto per tingere le pareti di una casa! >>

Natsu guardò il viso di Lucy: aveva gonfiato le guance e lo guardava imbronciata.

E il suo cuore batteva incessantemente, smorzandogli il fiato.

<< E vada per il giallo. >>

Tanto finiva sempre così.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

E siamo giunti all'epilogo. Il tanto atteso epilogo con cui si conclude definitivamente la fic.

Sinceramente non sono molto convinta della scenetta hot, ma ormai che importa, ho fatto del mio meglio.

Spero vi sia piaciuto (che dite, dovrei mettere il rating rosso? Penso di essermi spinta un po' oltre l'arancione xD)

Ringrazio nuovamente chi ha seguito la mia storia, siete state adorabili <3

Ah, e questo epilogo, come promesso, lo dedico alla mia cara Krizia :)

Un bacione grandissimo! <3

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