Dragon Ball Exiles

di Angelight
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Altri Universi ***
Capitolo 2: *** Gli Otto ***
Capitolo 3: *** Allenamenti ***
Capitolo 4: *** La Colonia ***
Capitolo 5: *** Nemici nuovi e vecchi ***
Capitolo 6: *** Strani nemici ***
Capitolo 7: *** Problemi? ***
Capitolo 8: *** Morte o distruzione? ***
Capitolo 9: *** La prima è finita ***
Capitolo 10: *** Terra e missione ***
Capitolo 11: *** Gohan e Trunks ***
Capitolo 12: *** Dolci ***
Capitolo 13: *** Litigiosi ***
Capitolo 14: *** Exiles ***
Capitolo 15: *** Sei Universi ***
Capitolo 16: *** (S)b(r)uffoni ***



Capitolo 1
*** Altri Universi ***


DB EXILES - CAP 1 Questa fanfiction ha una storia lunga e travagliata, l'ho pubblicata altre volte ma questa è la versione definitiva. Sono migliorato molto rispetto a prima e spero di non deludervi! Ovviamente non è a scopo di lucro.

Questa fanfiction inizia 10 anni dopo la fine di DBZ. Le tute di Goku e Vegeta sono uguali alle loro della Saga di Majin Bu. Gohan, Goten e Trunks hanno un aspetto uguale alla fine di DBZ. Ub è vestito con una tuta uguale a quella di Goku solo che è della sua taglia. Non considera minimamente DBGT.

Capitolo 1 - Altri universi

Sangue. Eccolo che scendeva, lo sentiva, lo vedeva. Si mescolava al sudore, sentiva che puzzava. Un puzzo che non sentiva certo per la prima volta: il sangue e il sudore puzzano.
"Goku! Vegeta! Muovetevi! Kaiohshin e io da soli non riusciremo a trattenerlo a lungo!" gridò Vegeth. Ce la stava mettendo tutta contro quel mostro ma non bastava, perché era troppo forte. Talmente forte da superare il massimo della sua potenza. Prima di allora non aveva mai incontrato un avversario che superasse la sua forza. Si sentiva impotente per la prima volta da quando Goku e Vegeta si erano fusi in lui per sconfiggere Majin Bu. Ma contemporaneamente questo, come tipico per i puri combattenti saiyan, lo spronava e infondo compiaceva il suo desiderio di combattere con avversari sempre più forti. C'è da dire che solo grazie a quel dio, con cui ora stava combattendo contro quell'ignobile essere, aveva avuto modo di conoscere combattenti suoi pari e, con quel malvagio essere, superiori. Prima, nel suo universo, si stava annoiando a morte. Morte, una parola che in quell'istante temeva. E non solo per lui e le persone che ora gli erano accanto. Morte. Che parola grande.
"Sì, Vegeth! Vegeta sei pronto?" domandò Goku. Era preoccupato e sotto stress, si vedeva benissimo.
"Sì, Kakaroth! Spero solo che non mi vergognerò troppo per questo stupido balletto!" rispose Vegeta. Quel balletto era umiliante per un principe dei saiyan, ma non aveva altra scelta. Anche se quando venti anni fa, quando Vegeth si sciolse e lui e Goku ritornarono due esseri distinti, aveva giurato che non si sarebbe mai più fuso, ora doveva fondersi di nuovo con lui. Doveva, non aveva scelta. Doveva accantonare il suo orgoglio per il bene comune.
"Bene, allora mettiamoci in posizione!".
I due saiyan fecero la Danza di Metamor, un'antica danza di un altro mondo, che all'inizio ad un occhio estraneo sembrerebbe solo una buffonata ma che in realtà permise ai due di accedere ad un potere enorme.
"FU-SION-HA!!!".
Si formò, circondato da un'aura dorata, la fusione tra un principe saiyan e un saiyan di infimo livello che aveva superato due volte il limite del Super Saiyan. La sua potenza era enorme e il suo aspetto, con i suoi occhi verde acqua, i suoi lunghi capelli biondi e le sopracciglia assenti, era maestoso e imponente.
Il suo nome era Gogeta.
"È ora di entrare in azione...".

Questo non è l'inizio, decisamente. La storia non ha inizio da lì, ma decisamente prima in un luogo completamente diverso, un universo diverso...

Un deserto, un deserto roccioso, chissà dove. Il vento soffiava trasportando granelli di sabbia, e davanti c'era solo desolazione. Un essere superiore era pensoso, lo si vedeva dal suo sguardo. Uno sguardo pensoso e assente da quel luogo desertico.
Era una desolazione assurda, quel tipo di desolazione che con il tempo ti porta alla pazzia. C'era soltanto il nulla, diremmo noi. Lo stesso paesaggio ben poco provvisto di vita, con vegetazione scarsa che quasi sembrava meno viva delle pietre presenti un po' ovunque, ripetuto fino all'orizzonte senza alcun cambiamento. Ma il nulla era ben altro, come sapeva l'essere. Aveva visto tante cose, anzi troppe cose.
"I combattenti più potenti sono concentrati in un unico punto... Bene..." disse il Kaiohshin.
Il sommo dio si teletrasportò.

Che mariti immaturi, sì, proprio dei bambinoni che non cambiano mai, ed era quindi ovviamente inutile cercare di cambiarli. E invece i ragazzi, che tormento, così stupidi ma per qualche assurda ragione, per qualche istinto primordiale ereditato in generazione in generazione non si può far a meno di loro. Bulma e Chichi stavano chiacchierando del più e del meno, e lo stesso facevano Bra e Pan.
Goku, Vegeta e parenti e amici erano a casa di Bulma. Erano tutti riuniti per fare una festa. Una festa dove si vedeva molta pace e tranquillità. Ormai Goku e Ub avevano finito il loro allenamento da un pezzo. E dalle rare visite nei loro momenti liberi dall'allenamento erano tornati a casa. Casa dolce casa, si potrebbe dire. Il ritorno di Goku aveva fatto felice soprattutto Chichi. Finalmente aveva riavuto suo marito. E c'era chi aveva riavuto suo padre, suo nonno o uno dei suoi più cari amici se non il più chiaro.
Piccolo aveva uno strano sguardo.
"Che cos'hai, Piccolo? Mi sembri preoccupato." domandò Gohan.
"È solo che ho un brutto presentimento...".
"Ce l'ho anch'io... Sento che sta per succedere qualcosa di brutto..." esclamò Vegeta.
"State esagerando voi due! Rilassatevi un po'! In fondo questa è una festa..." affermò Bulma. Aveva un tono rimproveratorio e l'aria spensierata. Era davvero felice per quel momento di pace che stava attraversando la Terra. Lo erano tutti. Ma la pace non dura per sempre. E loro lo avevano già constatato diverse volte.
"Sarà..." concluse il principe.
Il sesto senso del Principe dei Saiyan e quello del Namecciano non sbagliavano mai, soprattutto se la sensazione era così forte. Era una sensazione molto forte, una sensazione che non avevano da molto tempo.
Goten e Trunks stavano parlando con Ub, o meglio lo stavano stuzzicando. Roba innocente, innocentissima.
"Toglici una curiosità, Ub..." disse Trunks.
"Hai la fidanzata?" domandò Goten.
I due saiyan si divertivano a stuzzicare l'umano, non per malizia, ma solo per passare un po' il tempo.
"Beh, ecco... Io... Cioè... Non... Veramente.. Ecco...".
Il suo volto era contorto in un espressione chiaramente imbarazzata. Non era ancora abituato al modo di fare scherzoso dei due mezzi-saiyan.
Goten e Trunks scoppiarono a ridere come due iene impazzite. Erano cresciuti, non erano più né bambini né adolescenti. Erano due adulti anche se non sembrava dal loro modo di fare.
"Ub, non mi hai mai detto che hai una ragazza! Raccontaci tutto!" chiese Goku con dito indice dritto in modo rimproveratorio.
"Beh, ecco... Io... Cioè... Non credo che..." cercò di articolare il povero Ub sempre più imbarazzato.
Scoppio una grande risata di gruppo e solo Piccolo e Vegeta non parteciparono. Normalmente avrebbero almeno sorriso, ma avevano ben altro per la testa. Si doveva compiere il destino, un destino molto particolare. Calò il silenzio, prima dei combattenti poi anche degli altri. Si sentiva in lontananza abbaiare un cane, una porta sbatteva, gli uccellini cinguettavano, normalmente. La normalità è quello che molti si auspicano, molti ma non tutti. C'è a chi piacciono gli imprevisti. E non c'era niente di normale riguardo a quello che stava per accadere. E lì le donne cominciarono a bisbigliare. Avevano intuito cosa stava succedendo.
"Si sta avvicinando un'aura enorme!" affermò Piccolo. Enorme era dire poco. Era un'aura immensa, molto superiore a quella di Majin Bu.
"È simile a quella di un Kaiohshin... Ma è gigantesca!" esclamò Goku.
Il maestoso dio atterrò. I presenti erano tutti increduli dinanzi a quell'essere. Il suo aspetto e la sua grande aura impressionarono i presenti. Anche chi non sapeva percepirla aveva ormai capito la sua enorme potenza. Tutti nella loro mente si domandarono chi fosse e cosa volesse. Le sue intenzioni non erano chiare, ma non emanava un'aura negativa. Era molto alto, all'incirca due metri, con una muscolatura ben sviluppata, lunghi capelli bianchi. Assomigliava molto a Kibitoshin, a parte ovviamente la sua stazza. Era vestito come Kaioshin dell'Est e aveva una fodera dietro le spalle contenente la Spada Z.
"Salve, è un piacere fare la vostra conoscenza." salutò educatamente il Kaiohshin.
Calò di nuovo il silenzio, non per molto, pochi attimi, poi uno di loro decise di parlare.
"Ma tu... chi sei?!" domandò perplesso Gohan.
"Io sono il Kaiohshin di un altro universo. Dall'universo da cui provengo i Cinque Kaiohshin si fusero in me per sconfiggere un demone rosa. Sono qui per chiedervi se volete aiutarmi".
"WOW!!! Un Super Kaiohshin!" commentò il secondo genito di Goku.
"In cosa?" domandò Goku incuriosito.
"Beh, vedete, nel mio universo degli antichi Kaiohshin scoprirono il modo per poter viaggiare nelle diverse dimensioni ma non lo usarono mai perché non era giusto interferire con il destino delle altre dimensioni e questo segreto passò di Kaiohshin in Kaiohshin".
"E dove sta il problema?" domandò l'orgoglioso principe.
"Il problema" rispose il Kaiohshin "è che recentemente questo modo è stato scoperto in un universo in cui vive solo una specie di versione malvagia di un Kaiohshin. Il suo nome è Mashin. E lui ha iniziato a radunare malvagi combattenti di altri universi con l'intento di dominare tutti gli universi esistenti. Per fortuna il dispositivo creato dai miei antenati era stato dotato da essi, per paura che in un altro universo potesse essere creato un dispositivo simile, della capacità di captare movimenti dimensionali. Così ho iniziato a radunare una squadra di combattenti per fermarlo. E ora vi chiedo se volete fare parte della squadra".
Alcuni tra i presenti si entusiasmarono per quelle parole ed avevano deciso di accettare. Quelle parole era inaspettate, non avrebbero mai potuto immaginare qualcosa del genere. E gli uccellini beati continuavano a cinguettare.
"Ma è ovvio che io accetto!" esclamò con un sorriso a trentadue denti l'eroe che aveva ucciso Majin Bu. Era un occasione irripetibile e avrebbe potuto finalmente incontrare dei nemici degni di essere chiamati così. Anche se con Ub aveva trovato nuova linfa alla sua voglia di avversari. Ma quello che lo aspettava sarebbe stato incredibile.
"Se accetta Kakaroth io non posso certamente tirarmi indietro..." affermò con tono indifferente l'orgoglioso principe. Voleva far vedere a Kakaroth quanto fosse migliorato e testare le sue nuove capacità. Ricordava benissimo la potenza raggiunta dal suo eterno rivale contro Majin Bu, quanto aveva sofferto per quel successivo miglioramento, quanto però poi si era rassegnato. Ma da allora era migliorato. La domanda era se l'avesse fatto abbastanza.
"Gotenks è pronto a dare una mano!" esclamarono contemporaneamente Goten e Trunks. Finalmente Gotenks poteva dimostrare di nuovo il suo valore. Era da molti anni che non si sgranchiva un po'.
"Io sarei solo d'intralcio..." affermò Piccolo. Era ormai da molto tempo che il namecciano non riusciva più a tenere il passo dei saiyan. Per Goku era passato ad essere un grande e pericoloso avversario ad un caro amico che non poteva però competere con lui.
"Beh, anch'io..." ammise Ub. In dieci anni la sua forza era molto aumentata, ma non era ancora al suo massimo, nonostante l'allenamento. Per questo non accettò. Non era ancora pronto.
"E io sono arrugginito... E non me la sento nemmeno..." disse Gohan. Ormai erano passati vent'anni da quando aveva combattuto contro Majin Bu. La sua forza era invariata ma la sua tecnica era arrugginita. E poi era fiducioso delle abilità di suo padre e di Gotenks.
"Voglio andare anch'io, papà!" chiese la nipote di Goku a suo padre.
"No, Pan!" la rimproverò suo padre " Tu sei troppo piccola e inoltre non sei abbastanza forte! È troppo pericoloso!".
"Ha ragione tuo padre!" disse la figlia di Mr. Satan.
"Uffa... Non è giusto...". Pan era molto arrabbiata, infondo non era più una bambina, e voleva dimostrare il suo valore. Voleva dimostrare che valeva qualcosa. Dopo che il nonno era cominciato a mancare per molto periodi, si era allenato a più non posso per diventare sempre più forte, degna di essere sua nipote. Voleva dimostrarlo.
"Beh, allora è deciso... Riunitevi intorno a me! Partiremo subito! Andremo al quartier generale!" esclamò Kaiohshin.
Coloro che avevano accettato si riunirono in cerchio intorno a quell'essere superiore. Salutarono amici e parenti lì presenti e Kaiohshin tirò fuori un congegno simile di grandezza al radar delle sfere del drago.
"Quello" domandò Trunks "è il congegno che ti permette di viaggiare tra le dimensioni?".
"Non proprio. È un congegno sempre connesso a un super computer molto particolare. Se non ci fosse collegato sarebbe totalmente inutile. Questo congegno si chiama TBU, che sta per Teleporter Between Universes, Teletrasportatore tra universi. Comunque, si parte."
Scomparvero.

Le molecole si ricomposero in un nano secondo. Si ritrovavano all'interno a quello che sembrava un immenso edificio.
Era davvero enorme con un grande atrio dove in quel momento erano comparsi. Il soffitto era altissimo e su di esso era raffigurato un cielo stellato. Aveva curato i dettagli, il dio. Erano presenti diversi corridoi, stanze e piani. I corridoi erano lunghi e larghi, le stanze erano di diversi tipi e scopi, i piani non erano molti ma enormi.
"Questo è un universo tasca che ho creato io grazie a quello" indicò il super computer "che ho poi trasportato qua. Qui il tempo scorre più lentamente rispetto agli altri universi. Così avremo molto più tempo a disposizione e potrete anche rilassarvi, dormire, mangiare, svagarvi e allenarvi. Ho anche appena creato delle camere per ognuno di voi con bagno adiacente. Fra poco vi presenterò gli altri."
"Uuurca!" commentò Goku.
"Sapete, prima di venire nel vostro universo, vi ho sorvegliato un po' per vedere di che cosa eravate capaci. Sono sicuro che riuscirete a non deludere le mie aspettative."
"Non le deluderemo, Kaiohshin! Anzi, le supereremo!" disse Goku con un sorriso stampato in faccia. Aveva ragione.
"È ora di presentarvi agli altri. Ognuno di loro proviene da un universo diverso. Nessuno proviene dal vostro universo. Alcuni di loro li conoscete già. O meglio, conoscete o avete conosciuto le loro controparti nel vostro universo."
Comparvero altri otto combattenti. Erano combattenti strabilianti di cui erano ansiosi di sapere di più sul loro conto.
"COSA?!" gridarono i quattro saiyan.
"Vegeth?! Broly?! E poi... Incredibile!" esclamò Goku meravigliato, incuriosito ed eccitato e con occhi strabordanti al conoscere quei combattenti.




Chi saranno gli altri sei combattenti? Lo scoprirete nel prossimo capitolo! Dopo magari aver lasciato (spero) una recensione.^^ (Tipo educato Kaioshin, vero? Ndme) (Sì, sì... NdSecchione) (L'educazione prima di tutto! u.u! Comunque, Piccolo è proprio monotono! Ndme) (Infatti, sempre a dire che il nemico di turno ha una forza enorme! NdSecchione) (Ha un'aura enorme! NdMeVestitoDaPiccoloRiguardoAdUnaFormica) (-.- NdPiccolo) (Ma dovevi proprio mettercela quella esclamazione di Goten sul "Super Kaiohshin"...? NdSecchione) (Sì! u.u Ndme)

Ho chiamato questa fanfiction ''Dragon Ball Exiles'' perché ''Exiles'' è il nome di una squadra di supereroi della Marvel provenienti da diversi universi del Multiverso Marvel che ristabiliscono l'ordine in diversi mondi del Multiverso in pericolo. È stata essa, insieme al fan manga che ringrazio di seguito, a darmi l'idea di creare questa fanfiction.

Ringrazio Salagir e Gogeta Jr., creatori del fan manga on line Dragon Ball Multiverse (ecco il link) che mi è stato di grande fonte d'ispirazione per scrivere questa fanfiction. Ovviamente, come avrete sicuramente già notato se conoscete DBM, non è assolutamente un copia e incolla dei personaggi di DBM in un contesto diverso, infatti non compariranno dei personaggi che compaiono in DBM, compaiono molti personaggi estranei a DBM e alcuni personaggi (pochissimi) che compaiono in DBM hanno una storia diversa.

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Capitolo 2
*** Gli Otto ***


DB EXILES - CAP 2 Ecco il secondo capitolo dove ci sono le storie degli altri otto.

Capitolo 2 - Gli Otto


Quel potentissimo Kaiohshin li aveva portati in questo universo tasca dove c'era un edificio grandissimo. Dovevano sconfiggere Mashin, un potente essere che voleva il dominio degli universi. Avevano appena incontrato otto combattenti, gli altri membri della squadra. Goku, Vegeta, Goten e Trunks erano ansiosi.
Erano tutti e otto davanti ai quattro. Otto persone di specie diverse e con diverse storie, come erano diverse le storie dei quattro rispetto alle loro.
"Loro sono Broly, Gokhan, Kesar, Meiso, Mr. Slug, Trunks, Ub e Vegeth. Voi sei sapete già chi sono".
Si scrutarono in silenzio. Nessuno sembrava riuscire più a parlare, tanto erano assorti a fissarsi. Dopo un po' quel silenzio fu interrotto dal re delle divinità.
"Beh, fate conversazione!" e li lasciò soli a parlare. Non era una cosa molto originale da dire, ma cosa altro avrebbe potuto esclamare? E poi avevano molto da discutere. Dovevano parlare delle loro vite.
"È un piacere rincontrare te, papà, e te Goku. Ah, e ovviamente è un piacere rivedere il mio alter ego e conoscere il secondo genito di Goku. Per me sono passati circa una decina di anni dal nostro ultimo incontro. Per voi, invece, addirittura ne sono passati quasi trenta." queste parole uscirono dalla bocca del Trunks che anni fa venne dal futuro per aiutare Goku e i suoi amici. Rispetto al Cell Game la lunghezza dei capelli era invariata, portava vestiti uguali a quelli che indossava quando uccise Freezer con tanto di fodero con spada dietro le spalle. Freezer, che bei ricordi.
"Ciao, ragazzo. Ci rincontriamo".
Trunks ''del futuro'', se così mi permettete di dire, sorrise. Era felice di rincontrare suo padre e, anche se non traspariva minimamente né nel suo tono né nel suo viso, sapeva che suo padre ricambiava ma era troppo orgoglioso per ammetterlo, ed aveva ragione.
Il padre di Goten si felicitò nel rivedere Trunks e gli domandò come andavano le cose nel suo universo.
Bene, andavano bene. La popolazione della Terra stava lentamente ritornando a prosperare. Erano tornati a vivere in pace, come lo erano prima dei cyborg. I cyborg avevano sconvolto la Terra, avevano rovinato la vita di miliardi di persone. Molti terrestri erano stati uccisi, e i sopravvissuti erano stati costretti ad una vita di stenti e paura. Tante persone erano nate senza conoscere la pace, senza conoscere una Terra senza i cyborg. Ma era finita, alla fine era finita. Trunks aveva riportato la pace. Aveva riportato la possibilità di una vita normale per tanti.
Intanto il suo alter ego lo guardava in modo curioso ed emozionato. Quest'ultimo gli disse che Bulma gli aveva raccontato tutto su di lui e che non si sarebbe mai aspettato che si sarebbero incontrati di nuovo. Strano, decisamente strano, era parlare con quel suo altro sé che aveva avuto tutto quello che lui aveva sempre desiderato dalla vita. Come lo invidiava, ma sicuramente non lo odiava.
Li guardava, con occhi strani, confusi. Non riusciva a capire. No, proprio no. Come poteva essere? Doveva sapere.
"Comunque... Come siete riusciti a sconfiggere Majin Bu?! Sembrate conoscermi... Cosa diavolo è successo nel vostro universo?" chiese Vegeth. Ebbene sì, avevano incredibilmente davanti ai loro occhi proprio la fusione del saiyan Kakaroth e del suo orgoglioso principe tramite magici orecchini, i potara, appartenenti alla stirpe dei Kaiohshin, che 20 anni prima si burlò di Majin Bu. Qualcosa nel suo universo doveva essere andata diversamente visto che era lì davanti a loro. Il suo aspetto non era cambiato durante questi vent'anni mentre la sua forza non sembrava molto cresciuta. Sembrava, appunto, ma in realtà era molto più potente di vent'anni prima, oltre ogni immaginazione.
Il nonno di Pan raccontò tutto quello che era successo a Vegeth. L'idea di entrare nel corpo di Majin Bu per liberare Gohan, Goten, Trunks e Piccolo, e lo scioglimento della fusione tolta la barriera. E poi quando venne strappato via il bozzolo della parte buona di Majin Bu. Ebbe uno shock per la separazione, infatti ormai il loro legame psicofisico era diventato profondo. Per questo era tornato nella sua forma originaria, la sua forma pura. E infine c'era stata la Genkidama di Goku che aveva ucciso il demone.
Vegeth non avrebbe mai immaginato che sarebbe potuto succedere tutto questo.
"E questo è tutto... E nel tuo universo cosa è successo di diverso?".
"Semplicemente non sono entrato in Majin Bu. Non ci ho pensato. Infondo già c'era molta gente da resuscitare. E Dende era vivo e poi c'erano le Sfere del Drago di Namecc".
Le Sfere del Drago di Namecc, sì, che ricordi faceva venire alla mente. Freezer, prima di tutto, anzi, soprattutto lui veniva in mente, lui e l'avventura su Namecc. Magari l'avrebbero rincontrato, e se l'avessero fatto sarebbe stato un piacere ucciderlo di nuovo. Questo lo pensava soprattutto il principe che ricordava come fosse stato ieri quando lavorava per lui. Nappa, era finito a pensare a Nappa. Non pensava da un po' a lui, e l'aveva ucciso, quel debole. Avrebbe incontrato anche lui? Possibile, ma non gli faceva né caldo né freddo.
Un altro saiyan stava per prendere parola. Indossava una tuta identica a quella di Goku, solo che era di taglia diversa. Era timido, ma in combattimento si comportava con una grande naturalezza e inoltre possedeva una potenza molto al di là dell'ordinario.
"Ecco..." disse Broly "Piacere di conoscervi. Gli altri mi ha fatto sapere del Broly che avete conosciuto... Beh, a parte il nome e l'aspetto, io sono totalmente diverso da lui! E mi dispiace che il mio alter ego vi abbia causato così tanti problemi... Vi chiedo umilmente perdono!" e abbassò la testa imbarazzato.
Fisicamente era totalmente identico al Broly che già conosciamo, ma caratterialmente era completamente diverso. Era puro di cuore, timido, gentile e leale. Sembrava quasi innocuo rispetto alla sua controparte, ma ovviamente possedeva una forza notevole, superiore a quella della sua controparte.
"Non devi scusarti di niente. Non eri tu." affermò il figlio di Bardak.
Quest'ultimo lo guardava con un sorriso di soddisfazione. Era molto emozionato al conoscere quel Broly. Non vedeva l'ora di sapere qual'era la sua vera potenza.
"Questo lo so, ma mi sento sempre in qualche modo colpevole!".
Era molto strano e surreale per i quattro parlare con quel Broly dal cuore puro.
"Ma noi esistiamo nel tuo universo?" domandò Trunks.
"No. A parte a voi due." si riferiva a Goku e Vegeta "Siete esisti".
"Cosa è successo esattamente di diverso nel tuo universo?" domandò Goten.
I Saiyan, nati per esseri guerrieri spietati. Un popolo per cui il combattimento era l'unica ragione di vita, nati per essere i più forti. E ogni mille anni tra il loro popolo compariva il Super Saiyan della Leggenda, il guerriero più forte di tutti. E un giorno nacque un Super Saiyan Leggendario diverso rispetto agli altri, più mite. Broly. Suo padre riuscì a scambiarlo con un neonato saiyan di infimo livello destinato a conquistare un pianeta blu abitato da deboli forme di vita, la Terra. Quel neonato era Goku, o meglio la controparte di quel Goku che stava ascoltando la sua storia. La navicella lo portò sul pianeta e fu trovato da Son Gohan, un umano molto più potente rispetto la media della sua specie. Aveva un animo gentile e mite, e con questo amplifico le tendenze miti del piccolo saiyan. Avrebbe potuto distruggere la terra se fosse capitato con una persona diversa. Nonno Gohan era morto quando era piccolo per una malattia. Non fu lui a ucciderlo, come fece Goku. Quella dannata coda per fortuna non fece danni. Anche lui aveva incontrato Bulma alla stessa età di come aveva fatto il figlio di Bardak. Era partito alla ricerca delle Sfere del Drago, sconfitto il Red Ribbon e ucciso il Grande Mago Piccolo. Aveva sposato Chichi ed era nato il loro figlio, Gohan. Ovviamente diverso dal Gohan di Goku. Ed ecco arrivare l'altro figlio di Bardak, Radish. Ricordava ancora la sua faccia sconvolta. Non doveva esserci lui, lì, sulla Terra. Avrebbe dovuto trovare Kakaroth che ormai aveva compiuto la sua missione di sterminio. E invece c'era Broly che non aveva nemmeno portato a termine la missione. Il fratello di Goku cercò di ucciderlo ma fu totalmente invano. Si fece estorcere importanti informazioni sugli altri saiyan sopravvissuti e su Freezer. Che onta. Comunque Broly trovò Freezer e lo uccise. Non successe niente di particolare fino all'avvento dei cyborg. Poi sette anni dopo ucciso Cell uccise anche Majin Bu.
La storia di Broly stupì tutti. Aveva vissuto così similmente la vita di Goku ma allo stesso tempo quella vita era molto diversa. Ma c'erano ancora cinque combattenti che dovevano raccontare la loro storia.
Goku alzò il braccio e si alzò sulle punte dei piedi. Stava davanti a un namecciano somigliante a Piccolo, solo molto più alto, visto che arriva a circa tre metri e quaranta. Inoltre aveva una muscolatura notevole e uno sguardo assente.
"Uuurca... Sei un namecciano altissimo! Ma... chi sei?".
"Io sono l'unico namecciano esistente e il combattente più potente nel mio universo".
Il suo tono e il suo volto erano molto seri tanto da sembrare che la felicità fosse totalmente assente in lui. Nel corso della sua vita aveva dovuto affrontare e stava affrontando ancora molte dolorose prove della vita. L'unico namecciano, faceva una strana sensazione sentirlo. I Namecciani erano un popolo che non si addiceva a Mr. Slug. Almeno così poteva sembrare ad alcuni. Ma il popolo di Namecc non è uguale.
"E tu?" disse il nonno di Pan indicando un tizio con una tuta uguale alla sua e molto somigliante a Gohan ma con un taglio disordinato. Inoltre portava degli orecchini che sembravano potara, anzi erano potara.
"Mi chiamo Gokhan e sono la fusione tra te e tuo figlio Gohan. Infatti, nel mio universo sei riuscito a fonderti con Gohan per sconfiggere Majin Bu.".
Nell'universo ''normale'' mancò pochissimo perchè fosse nata questa fusione. Come per Vegeth, erano passati vent'anni dalla sua nascita. Qualche anno dopo si era sposato con Videl e poi era nata la loro figlia, Pan, che era praticamente identica alla sua controparte, solo molto più potente. Era diventato uno studioso, ma non aveva trascurato gli allenamenti, anche se non si era allenato particolarmente. Era felice di essere là e di aver incontrato quei compagni di squadra. E molto interessato ai nemici che lo aspettavano. 
Intanto il volto di Goku si era illuminato a quelle parole. Più andava avanti quest'avventura più pensava che sarebbe stata la più grande avventura nella sua vita.
Poi quest'ultimo si accorse di un Ub vestito similmente alla versione buona di Majin Bu, a parte il mantello e la cintura che era come quella di Goku ma nera.
"Ehi, non mi ero accorto che c'eri anche tu, Ub! Alla fine hai cambiato idea e ti sei cambiato i vestiti?".
"Eh? Scusa, ma io non ti conoscevo fino a poco fa".
"Sei sempre il solito idiota, Kakaroth..." commentò pensando il principe.
"Nel mio universo voi non siete mai esisti e neanche le Sfere del Drago. Il combattente che ha distrutto la parte malvagia di Majin Bu si è dovuto autodistruggere per farlo. Ed essa si è reincarnata in me. Dieci anni fa ho incontrato l'altro Majin Bu durante il Torneo Tenkaichi che mi ha raccontato la storia di Majin Bu e delle mie origini e poi si è fuso con me. In questi dieci anni mi sono allenato molto per superare i miei limiti." spiegò Ub. Si era allenato davvero molto per riuscire a diventare il guerriero più forte che si fosse mai visto. Forse c'era davvero riuscito. Sicuramente se c'era riuscito era solo riguardo al suo universo. Conviveva con i ricordi di Majin Bu, del male che aveva fatto Majin Bu. Ma sapeva che non era colpa sua. Lui aveva totalmente scontato le colpe di quel demone rosa. Era in pace con sé stesso.
Una testa organica. Un corpo robotico. Un cyborg, insomma, era Kesar, membro della razza degli Amord del Pianeta Amor che fu ridotto in fin di vita e trasformato in cyborg per farlo sopravvivere.
"Un cyborg, eh?" disse Vegeta. I cyborg potevano essere molto potenti, aveva delle aspettative su di lui.
"Sì e molto potente direi." modestamente affermò l'amord e si grattò le orecchie a punta, gialle come il resto della sua pelle. Pochi attimi dopo diede una pacca a Meiso, uno strano tipo dalla pelle viola, sorridendo. Questo lo guardò strano e si tolse la mano dalla spalla.
"Scusa, lobone." dichiarò Kesar. Infatti aveva due lobi allungati che avevano un buco e un orecchino a ognuno. Era un monaco guerriero del pianeta Meisan.
I due erano molto diversi tra di loro e non solo per aspetto e storia. Erano quasi due opposti: il cyborg arrogante, il monaco modesto. E poi il monaco era molto più serio di quell'amord. Era pur sempre un monaco, anche se guerriero. Un minimo di contegno era richiesto. Non sopportava l'arroganza. Aveva naturalmente anche lui dei difetti. Non suscitava certo la stessa simpatia dell'altro. Kesar era insopportabile ma risultava lo stesso più simpatico di lui. Meiso era troppo serioso.

Una decina di minuti dopo il Kaiohshin li portò davanti ad una grande porta alta cinque metri e larga due. Era davvero maestosa e scintillante.
Il dio aveva chiesto a loro se volevano allenarsi un po' e loro avevano accettato. Non sarebbe potuto accadere una cosa del genere dopo la missione. Era un occasione irripetibile.
"Questa è la porta della stanza degli allenamenti che ho preparato per voi. È molto vasta: le sue dimensioni sono all'incirca 10 volte più piccole di quelle di un pianeta di medie dimensioni. Quindi non allontanatevi troppo dall'uscita. Il materiale di cui è fatta, che è anche il materiale di cui è fatta questa porta, è 10 volte più duro del diamante. Il livello di gravità che c'è nella stanza è pari a Gravità 1000. Beh, divertitevi!".




Nel prossimo capitolo ci sarà un assaggio della loro potenza! E magari qui ci troverò (spero) una vostra recensione. ^^ (Secchia, sveglia! Ndme) (Zzz.. Eh...? Cos...? NdSecchione) (Chi dorme non commenta! Ndme) (Lo so ma avevo sonno! NdSecchione) (Mica mi stai dicendo che il capitolo ti ha annoiato! NdMePiagnucolando) (No, niente del genere! E' che non ho dormito questa notte. NdSecchione) (E perchè? Ti sei dato alla pazza gioia per caso? Ndme) (No, no. Soffro di insonnia. Sai com'è, l'insonnia e...bla...bla...questi erano i rimedi nell'Antica Grecia e...bla...bla... NdSecchione) (Zzz... Ndme)

Majub o Super Ub è l'unica cosa che fa riferimento a Dragon Ball GT, ma è molto più potente.

Preciso che Mr. Slug ha una storia completamente differente rispetto al super namecciano in Dragon Ball Multiverse.

Origine nomi:
Kesar da ''Cesare'' o meglio dal latino ''Caesar'' (tra l'altro in latino restaurato o scientifico ''Caesar'' si legge ''Ka-esar'' con il dittongo ae pronunciato separato), infatti Amor è Roma al contrario mentre Amord è ovviamente Amor più un suffisso per abitanti;
Meiso e Meisan dal giapponese ''Meisō'', meditazione;
Mr. Slug dall'inglese ''slug'', lumaca.
Gokhan da Goku+Gohan, perchè è la fusione di questi due.

Ispirazione:
Ringrazio Salagir e Gogeta Jr., creatori del fan manga on line Dragon Ball Multiverse (ecco il link) che mi è stato di grande fonte d'ispirazione, insieme alla squadra degli Exiles della Marvel, per scrivere questa fanfiction. Ovviamente, come avrete sicuramente già notato se conoscete DBM, non è assolutamente un copia e incolla dei personaggi di DBM in un contesto diverso, infatti non compariranno dei personaggi che compaiono in DBM, compaiono molti personaggi estranei a DBM e alcuni personaggi (pochissimi) che compaiono in DBM hanno una storia diversa.

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Capitolo 3
*** Allenamenti ***


DB EXILES - CAP 3 In questo capitolo si vede un po' quello che sanno fare gli Exiles Warriors (Suona bene, eh? ^_^ Ndme) (Come dir di no... NdSecchione) nei loro allenamenti. Essendo degli allenamenti non li riporterò completamente perchè si andrebbe troppo sulle lunghe e inoltre mostrerei troppo quello che sanno fare e quindi ci sarebbero poche sorprese in avanti. Con questi allenamenti potete farvi un'idea di cosa sono capaci in attesa che la vera azione cominci. Che comincerà nel prossimo capitolo!
P.S.: Per chi non se lo ricordasse, il Kaiohshin dietro le spalle porta una fodera con dentro la Spada Z.

Capitolo 3 - Allenamenti

Venne aperta dal dio la grande porta metallica. Una vasta stanza creata appositamente da Kaiohshin per gli allenamenti degli Exiles Warriors si aprì davanti a loro. Era una grande distesa di bianco dove le lontane pareti non si sarebbero mai potute distinguere dal resto della stanza, era un tutt'uno bianco. Il profumo di bianco in realtà non c'era ma ad alcuni sembrò che ci fosse. Cosa assurda, visto che non esiste questo profumo, ma c'era troppo bianco. Neanche un cambiamento di tono c'era in quella stanza, assolutamente nessuno.
I dodici partirono in volo circondati dalla loro aura e si allontanarono, in diverse direzioni, a super velocità dall'entrata. A parte Gokhan, i saiyan lo fecero trasformati in Super Saiyan. Non tanto perchè ne avessero davvero bisogno per sopportare la gravità, ma semplicemente perchè volevano allenarsi trasformati. Un capriccio, forse. No, no, sicuramente no. Non vuol dire che non ne sentissero il bisogno per sopportare, a parte per Vegeth. Però non era solo questo: era per divertirsi.
Poi li seguì anche Kaiohshin che aveva deciso di vedere quanto era ancora in forma e di vedere un po' come se la cavavano.

Goten e Trunks gridarono a Vegeth di voler allenarsi con lui e i tre si fermarono. La fusione tra Goku e Vegeta aveva capito cosa avevano in mente i due.
"Io direi che me la ricordo bene, te?" chiese il figlio di Kakaroth al figlio del Principe dei Saiyan.
"Idem!" rispose l'altro.
Tra di loro confabularono un po' mentre Vegeth stava lì ad aspettare che si muovessero. Poi si annuirono a vicenda e si misero in posizione.
"FU-SION-HA!!!" gridarono i giovani saiyan mentre si fusero, tramite la Danza di Metamor, in Gotenks, che ormai non era più il bambino che venti anni prima aveva combattuto contro Majin Bu. Era un adulto, almeno biologicamente visto che non era molto maturo.
"Finalmente!" disse Gotenks "Sono anni che non mi sgranchisco un po'!" e poi chiese a Vegeth "Ehi, zietto, sei contento che sono qua?".
Vegeth fece un sorrisetto. Nel suo universo si era già allenato con Gotenks e quindi per lui quel Gotenks, anche se non era quello con cui si era allenato, era prevedibile. Ma certamente non si aspettava che lo chiamasse così.
"Zietto?" chiese continuando a sorridere.
"Certamente!" rispose la fusione mezza-saiyan con aria da sapientone "Tu sei la fusione di Goku e Vegeta, ma non con la Danza di Metamor ma tramite i potara. Quindi sei una specie di "fratello" di un eventuale fusione tra Goku e Vegeta tramite la Danza di Metamor. E quindi sei mio ''zio''!".
"Ha una sua logica." disse divertito l'altra fusione che subito dopo, molto velocemente, lo colpì con un potente pugno alla pancia. Gotenks non era nemmeno riuscito a vedere quel colpo che lo fece piegare dal dolore e sputare un po' di saliva. Ma aveva un sorrisetto in faccia.
"Sei molto più potente di me, questo è certo... Ovviamente me l'aspettavo ma...".
All'improvviso si contorse, si divincolò buffamente dal dolore con le lacrime agli occhi.
"Dolore! Dolore! Atroce dolore! Perché? Perché? Perchè voi, fellone, infliggete a me codesto abnorme dolore? Or dunque, accingetevi a rispondermi".
Un gocciolone si creò sulla fronte di Vegeth.
"La smetti di fare l'idiota? Non sei più un bambino".
"La smetto, la smetto!".
La sua espressione divenne seria, stava per cominciare.
"Super Ghost Kamikaze Attack!" urlò poco prima che ispirasse per poi creare quattro fantasmi kamikaze.
"Attaccate lo ziuccio, piccoli miei!" disse il mezzo-saiyan e i quattro fantasmi cominciarono a rincorrere Vegeth che si spostò volando a zig zag molto velocemente. Quest'ultimo si chiedeva come mai avesse usato quella tecnica e per giunta creando un numero esiguo di fantasmi. Doveva avere qualcosa in mente. Ormai i quattro fantasmi lo circondavano. Lui, immobile, li guardava con sguardo serio. Questi d'un tratto scattarono verso di lui che, quando ormai i fantasmi erano a mezzo millimetro da lui, utilizzò lo zankoken tanto velocemente che i fantasmi se ne accorsero solo quando ormai avevano innescato l'esplosione entrando in contatto tra di loro. Lo 'zietto' era sopra il 'nipotino' che era rimasto a guardare sorridendo e stava ancora sorridendo.
"Spero" esclamò la fusione con i potara "che questo non sia il massimo che sai fare."
Gotenks non rispose. Si limitò ad alzarsi in volo fino a fermarsi davanti a Vegeth. Si guardarono con sguardo serio, si scrutarono, immobili come delle statue d'acciaio. Questo momento di assoluta pace interiore, di assoluto viaggio nell'animo umano o saiyan che sia, di assoluta congiunzione con il proprio vero io durò finchè...
"Guarda lì!" disse il giovane indicando a destra.
"Uh?" si chiese l'altro che si girò a guardare.
Gotenks se ne approfittò per sferrare un attacco.
"SUPER SHINING PUNCH!".
Sferrò un pugno ricoperto di ki estremamente splendente, tanto da essere accecante come la luce del sole, in pieno petto del puro saiyan. Il colpo fece precipitare Vegeth per una decina di metri e creò un grande cratere. Il boato dell'impatto si sentì a chilometri di distanza. Vegeth dopo una decina di secondi uscì dal cratere tutto dolorante e con diverse ferite sparse un po' ovunque sul suo corpo. Nessuno di quelle era seria, ma comunque provava un dolore atroce.
"Ahia! Mi hai fatto male! Non è stato un gesto leale!" disse quello che era uscito dal cratere con tono arrabbiato e rimproveratorio.
L'altro stava ridendo a più non posso. Ormai lo stava facendo da quando l'aveva colpito in pieno.
"Ci sei cascato come un ingenuo! Hahaha!".
In realtà Vegeth non c'era cascato per niente. Voleva solo vedere cosa aveva in mente Gotenks. Era stato accontentato ed era più che soddisfatto.
"La tecnica" chiese lo ''zietto'' con tono serio "che hai usato ha bisogno di diverso tempo per essere caricata? E Per questo hai perso così tanto tempo?"
"Sì! Ha un enorme potenza ma purtroppo ha il difetto che ci vuole molto tempo per essere caricata. Francamente, più tempo di quanto mi aspettassi".

Intanto Vegeta e Trunks stavano uno davanti all'altro, entrambi trasformati in Super Saiyan. Si scrutavano.
"Quanto sarà diventato potente in questi anni?" pensò il moro per poi dire "Avanti, mostrami cosa sai fare!"
Il figlio di Bulma era davvero felice di potersi allenare ancora una volta con suo padre: "Va bene!".
E partirono all'attacco.
Vegeta gli diede un pugno sulla guancia sinistra che lo scaraventò a terra. Trunks rispose, ancora a terra, colpendolo con un calcio sul mento e poi si rialzò e gli restituì il pugno quando suo padre era ancora dolorante per il calcio subito. E gliene avrebbe dato un altro se suo padre non lo avesse bloccato con la mano. Il moro, pochi istanti dopo aver bloccato il pugno, gli diede un pugno nella pancia che lo fece gemere non poco dal dolore. Con la mano libera il Brief sguainò la sua spada e cercò di colpire suo padre ma quest'ultimo riuscì a bloccare con evidente fatica la lama con le sue dita. Quella situazione di stallo durò però poco, perchè Vegeta diede a Trunks una forte ginocchiata nello stomaco che gli fece mollare la presa e cadere a terra sputando sangue.
"Tutto qui?" chiese Vegeta deluso. Ovviamente non aveva usato tutta la sua forza in Super Saiyan di primo livello.
"Non ho avuto tutti gli anni che hai avuto te per allenarmi...". Il padre in mente gli diede ragione. Certo, non si aspettava che fosse migliorato come lui o quasi però pensava che valesse qualcosa in più. Era ovvio che non poteva essere migliorato quanto lui. Lui era diventato troppo potente, nessun altro combattente poteva competere con lui. Forse solo Kakaroth, ma sperava di no.
"E poi, questo non è mica il massimo che posso fare..." affermò il figlio. Trunks era incredibilmente felice di ritrovarsi di nuovo con suo padre. Non era cresciuto con un padre ma tornando indietro nel tempo l'aveva conosciuto, si era allenato con lui. E l'aveva amato, quell'amore che si può avere solo per un padre. Ora era di nuovo con lui. Era felice anche il padre, provava lo stesso amore, o meglio l'amore di un padre verso un figlio.
Sul volto di Vegeta comparse un sorrisetto.

Son Goku e Son Broly si misero in posizione d'attacco, stavano per iniziare. Si fissavano mentre aspettavano che uno dei due facesse la prima mossa. Due saiyan dal cuore puro, due guerrieri leggendari stavano per allenarsi insieme. Entrambi trasformati in Super Saiyan.
Che strano stare davanti all'altro, uno che aveva avuto una vita molto simile alla sua. Eppure erano così diversi.
Cominciò Goku che cercò di colpirlo con un calcio al volto che fu bloccato dal braccio di Broly. Quest'ultimo cercò di colpirlo con un destro ben centrato ma fu parato. Riuscì pero a dargli una forte gomitata nello stomaco a cui il nonno di Pan rispose con un pugno sul mento. La situazione proseguì equilibrata: ogni attacco che uno dei due sferrava veniva colmato da un contrattacco dell'altro. Sembrava che ormai si trattasse di chi riusciva a resistere di più. D'un tratto il Super Saiyan della Leggenda sferrò un ki blast verde di forma ovale che fu evitato dall'altro che poi portò le mani indietro per sferrare un colpo che conosciamo molto bene.
"Kame... Hame... Ha!!!" e sembrò che la Kamehameha stesse per prendere in pieno l'altro saiyan ma lui la schivò per un soffio. A questo punto all'allievo di Muten venne un'idea. Voleva soddisfare la sua curiosità.
"Che ne dici di mostrare più della nostra forza?".
L'altro annuì e si trasformò aumentando considerevolmente la propria aura. A contrario di quanto state pensando non si stava trasformando nello stadio di Leggendario Super Saiyan. Era un altro stadio, uno stadio a voi sconosciuto. L'aspetto non era molto diverso rispetto al suo aspetto da Super Saiyan di primo livello: l'unica differenza era che l'aura e i capelli divennero verdi, come quelli dello stadio del Leggendario Super Saiyan. In aumento di potenza era come se si fosse trasformato in Super Saiyan di secondo livello.
Goku gli chiese spiegazioni e Broly gliele diede. Lo stadio del Super Saiyan Leggendario era incontrollabile. In quello stadio la rabbia e il desiderio di distruzione lo controllavano, e quindi non poteva pensare lucidamente in quello stadio. Distruggeva ogni cosa indistintamente. E per questo si era allenato per raggiungere degli stadi intermedi per controllare meglio la sua psiche e la sua forza. Ricordava benissimo quella rabbia, quella furia omicida. Non voleva rivederla.
Goku era rimasto sorpreso perchè non pensava che ne fosse capace. Poi passo al secondo livello del Super Saiyan e ripresero l'allenamento.
Broly lo prese per il braccio con entrambe le mani e lo scaraventò con violenza a terra con un movimento a semicirconferenza. Goku rialzatosi rispose con un pugno che fece uscire sangue dal naso all'altro marito di Chichi. Quest'ultimo si asciugò con la mano dal sangue con un sorrisetto di soddisfazione stampato in faccia. Quel Son Goku era davvero molto potente. Il combattimento continuò sempre equilibrato. Poi entrambi, distanti diversi metri, si prepararono ad usare una tecnica che probabilmente era la loro preferita: la Kamehameha. Le caricarono e le lanciarono. Quella di Broly era verde, ma a parte il colore non c'era differenza con la normale Kamehameha. Le due a contatto crearono un grande boato.

Un saiyan, una fusione di due saiyan, un namecciano, l'ultimo namecciano. Faccia a faccia, pronti ad allenarsi.
Gokhan iniziò sferrando un sinistro che fu parato da Mr. Slug. Continuarono a sferrare pugni a velocità sovrumana e tutti furono parati dall'altro. Poi il namecciano sferrò un calcio in pieno volto al saiyan e in seguito gli lanciò un ki blast in pieno petto. Il ki blast spostò il moro di qualche metro, che poi si frenò con i piedi e l'allenamento si spostò in aria.
Gokhan utilizzò il Masenko che fu schivato dal super namecciano. Bel colpo, pensò quest'ultimo. Gli vennero alla mente degli allenamenti molti anni prima, con lui. No, non ci doveva pensare ancora, doveva sopportare.
Poi il Mister velocemente gli diede una forte gomitata sul mento. Allora la fusione gli diede un forte pugno che lo fece precipitare a terra. Poi Slug si rialzò in volo a gran velocità e si riportò davanti al saiyan. Questo doveva ammettere che non era niente male l'avversario. Non aveva un avversario degno di essere chiamato tale da... sempre!
Mr. Slug allungò le sue braccia e cercò di colpirlo inutilmente. Infatti l'altro fu più veloce e riuscì a prendere un suo braccio e cercò di scaraventarlo di nuovo a terra. Ma il namecciano riuscì a frenarsi e utilizzò un raggio di ki sparato dalla sua mano destra. "Namekujikoosen!" gridò. Il raggio fu contrastato da una Kamehameha del saiyan. Questa riuscì a disintegrare il braccio di Slug, quello con cui aveva sferrato il raggio. "Muoviti a rigenerarti il braccio!" gli urlò la fusione. E così fece: in pochi istanti era completamente rigenerato.
Il padre di sé stesso lo colpì con un calcio in pieno petto e il Mister rispose neanche un attimo dopo afferrandogli le braccia con le sue. Si sentì un crack seguito dall'urlo della fusione saiyan. Il namecciano gli aveva spezzato le ossa delle braccia. E pensare che Gokhan poco prima gli aveva fatto la premura di lasciargli tempo per rigenerarsi il braccio. "Non pensavo che poi si sarebbero rotte. Posso curarti." lo informò dopo aver mollato la presa. Non gli chiese scusa. Il fatto è che era un tipo solitario, non era abituato ai rapporti sociali. Per questo non gli chiese scusa, perchè non era abituato, ma gli dispiaceva davvero anche se sembrava che gli era indifferente.
"Non serve." rispose la fusione.
"Kame... Hame... Ha!" disse e sparò una potente Kamehameha dalla bocca. Questa Kamehameha colpì in pieno l'altro che fu scaraventato a terra creando un grande cratere. Ne uscì senza il braccio sinistro e pieno di ferite. Era ovviamente sporco del suo sangue. Sangue viola, sangue dell'ultimo namecciano.

Kaiohshin stava per allenarsi con Ub. Ciò che rimaneva, nel suo universo, di quel demone rosa il cui nome era Majin Bu. Il dio nel suo universo l'aveva sconfitto quel mostro rosa ed era incuriosito dall'allenarsi con lui. Quel mostro per essere sconfitto c'era stato bisogno che tutti i Kaiohshin si fondessero in lui. Chissà di cosa era capace il ragazzo. Iniziò proprio quest'ultimo. Anche lui era curioso, curioso di sapere cosa sapeva fare colui che l'aveva chiamato per quella particolare missione.
Ub cercò di colpire Kaiohshin con diversi pugni ma furono tutti parati. La fusione divina invece riuscì a farne andare a segno uno dritto nello stomaco facendo sputare saliva al terrestre. Questo poi gli diede una potente testata alla pancia e subito dopo anche una ginocchiata. Doveva cercare di sfruttare a suo vantaggio le sue dimensioni nettamente ridotte contro l'essere superiore.
Infatti ci tentò subito e con successo: gli passo sotto le gambe mentre era ancora dolorante e lo colpì con un calcio sulla schiena. Continuò a colpirlo ripetutamente senza dargli un attimo di tregua. Poi Kaiohshin, stanco di essere colpito, gli diede una potente manata che spostò la reincarnazione di diversi metri e poi sfoderò la Spada Z. Ub si riportò in avanti e cercò di ricolpirlo con un calcio in faccia ma la divinità lo parò e poi usò la spada per ferirlo.
Gli ferì il braccio ma la pelle intorno alla ferita divenne rosa e la guarì completamente per poi ritornare al colore normale. Ub era infatti capaci di rigenerarsi dopo essersi fuso con Bu. La sua rigenerazione non sprecava molte energie, ma se il cervello subiva danni gravi la rigenerazione non poteva essere fatta. La reincarnazione pochi istanti dopo lanciò un ki blast in pieno petto all'avversario, ma lo spostò di poco. Sempre il terrestre subito dopo colpì in pieno l'essere superiore con la "Pink Explosion", un potente onda di ki rosa sparata con due mani, che fece arrivare Kaiohshin a diversi metri di distanza.

L'amord aveva capelli verdi e occhi neri. Il meisano invece non aveva i capelli, mentre i suoi occhi erano rosa. Inoltre aveva solo tre dita per mano, a differenza dell'altro che ne aveva cinque anche se meccaniche.
Il primo gli aveva proposto di allenarsi e l'altro aveva accettato anche se sbuffando.
Meiso si sedette a gambe incrociate in posizione di preghiera. Dietro le spalle aveva un bastone, un bō. Smise di pregare e lo prese e lo fece ruotare molto velocemente. Era iniziato.
Il bastone creò uno spostamento d'aria che spostò il cyborg di poco e il monaco intanto si era spostato e lo stava per colpire. Cercò di pararlo ma non ci riuscì e venne travolto in pieno dal bastone proprio sulla testa. Imprecò e attivò il corpo metallico che ricoprì la testa con una rivestimento meccanico. Il suo corpo splendeva completamente grigio metallizzato. Trasformò un braccio in una lama e sferrò un colpo che fu parato dal bastone. E così succedette altre tre volte, ma niente, il bastone era molto più duro di quello che sembrava.
Poi Kesar si mise a volare spostandosi molto in alto per poi buttarsi giù a super velocità. Sulla fronte dell'altro chiusi i suoi due occhi comparve un terzo occhio fittizio e urlò "Third Eye Ray" e un raggio di ki abbagliante andò verso Kesar. Finito l'abbagliò vide che il cyborg si era protetto con una barriera energetica. La barriera venne abbassata e atterrò dolcemente. Annuì. Forse a una domanda che prima aveva fatto a se stesso. Il monaco lo stette a fissare. "Imperial Ray!" gridò l'amord. Lo scorbutico fu travolto dal raggio. Quel cyborg era davvero insopportabile, non aveva neanche un po' di ritegno. Ma era forte, doveva ammetterlo. E lo ammetteva anche l'amord, anche se ricambiava l'antipatia.

Un essere senza cuore, senza un'anima, un essere che non aveva un briciolo di bontà dentro di sé, un essere che non sapeva che cos'era l'amore, un essere che sapeva solo che cos'era l'odio, era lì davanti a lui con sguardo tetro e privo di ogni felicità. Sembrava il demonio in persona, e aveva occhi scuri come la pece da cui non traspariva nessuna emozione, occhi che se li fissavi ti incutevano da soli il terrore più atroce e che a molti il fissarli troppo a lungo aveva provocato la pazzia più spinta. Sembrava il terrore in persona, e forse lo era davvero. Ma comunque era solo l'ombra di ciò che una volta era, di ciò che altri esseri non riuscirono a vedere. Un ombra stanca, molto stanca.
Quello che stava davanti all'essere era molto basso e meno umanoide rispetto a quel demonio. Aveva una forza fisica insignificante e un aspetto innocuo, ma non per questo non era temuto. La sua forza non stava in quella fisica. La sua vera forza consisteva nei suoi poteri magici. Il suo nome era Babidy ed era lì perchè era stato fatto chiamare dall'essere. Era inginocchiato davanti al mostro che era seduto su un trono in una stanza di piccole dimensioni in cui l'essere riposava o meditava in solitudine.
Babidy prese parola.
"Lord Mashin," Mashin era il nome dell'essere "perchè mi avete fatto chiamare?".
"Perchè" rispose il mostro con una voce profonda e inquietante "voglio sapere come vanno i 'reclutamenti'."
"Bene, mio signore. Anzi, benissimo, mio signore".
Il tetro signore non disse più niente, si limitò a fare un gesto per mandarlo via. Non gli piaceva parlare più del dovuto. Anzi, non gli piaceva proprio parlare,  perchè era abituato alla solitudine.
Di lui, se ricordate, ne aveva parlato Kaiohshin a Goku e gli altri mentre spiegava il perchè chiedeva il loro aiuto. In realtà lo aveva solo accennato. L'aveva definito "una specie di versione malvagia di un Kaiohshin" che aveva scoperto il modo per viaggiare tra le dimensioni per "radunare malvagi combattenti di altri universi con l'intento di dominare tutti gli universi esistenti". La sua definizione dell'essere non so se si può definire esatta. So solo che Mashin odiava essere definito un Kaiohshin. Lui li odiava con ogni singola cellula del suo corpo.
Comunque, Babidy al gesto dell'essere si alzò e uscì dalla stanza. Come odiava quel tizio, e avrebbe voluto poterlo sottomettere con i suoi poteri e poi ogni tanto schiacciarlo come una formica. Ma non poteva perchè i poteri di quel demonio erano troppo grandi. All'inizio ci aveva provato ma era quasi morto nel tentativo. Era costretto ad ubbidire a Mashin per ottenere ciò che voleva.




Nel prossimo capitolo inizierà l'azione! Sotto riporto le due domande di Shinichi Kudo nella sua recensione del capitolo precedente e le mie risposte. Sono molto importanti. (Non faceva una grinza il motivo per cui l'ha chiamato "zietto", eh? Ndme) ( ... NdSecchione) (Non fare così!Ndme) (La frase di Vegeth "La smetti di fare l'idiota? Non sei più un bambino" vale anche per te. NdSecchione) (Sì, certo. Comunque, Secchione ti presento Deficiente! Ndme) (Ciao raga! Bella zio! Kome butta? Butta giù? Butta su? Butta a lato? Lato destro o lato sinistro? Ma kuale sono la destra e la sinistra? NdDecifecente) (Mica vuoi sostituirmi con quest'idiota, vero? NdSecchione) (Certo che no! Semplicemente è un aggiunta! Ndme)

Shinichi Kudo mi ha domandato:
"Posso chiederti una cosa? Quel namecciano che sfida Gokhan nell'OAV lo chiamano Slug. Perche' si chiama Mr. Slug qui??? Ah un altra cosa, perche' Son Broly??? Goku si chiama Son Goku perche' il nonno si chiamava cosi' ma Broly perche' Son anche lui??"

Ho risposto:
"-Mr. Slug non è Slug dell'OAV, è solo un omonimia. Infatti ha un aspetto diverso (cito dal Capitolo 2: "Goku alzò il braccio e si alzò sulle punte dei piedi. Stava davanti a un namecciano somigliante a Piccolo, solo molto più alto, visto che arriva a circa tre metri e quaranta. Inoltre aveva una muscolatura notevole e uno sguardo assente."), non conosce Goku ed è infinitamente più forte (un Falso Super Saiyan o come si chiama lo sconfigge, figuriamoci). E' solo un'omonimia. "Mister" sta apposta per distinguerlo e poi mi suona figo. XD
-Son Broly perchè è stato adottato da Son Gohan che (quello che sto per scrivere lo chiarirò in seguito nella ff) è entrato dentro l'astronave di Broly ed ha tastato un bottone e la navicella ha detto qualcosa del tipo: "Nome: Broly Specie: Saiyan Missione: Distruzione del Pianeta Terra, terzo pianeta del Sistema Solare *** [forse qualche numero, ma lascia perdere, sono dettagli]" ma non ce la fa ad ucciderlo e se lo tiene e lo adotta."

Le tecniche alcune le metterò scritte in inglese e altre in giapponese.
''Super Shining Punch'' ovviamente è inglese e significa ovviamente ''Super Pugno Lucente'', ''Pink Explosion'' ovviamente significa ''Esplosione Rosa'' e ''Imperial Ray'' ovviamente è ''Raggio Imperiale'' (riferimento all'Impero Romano quindi segue il gioco di parole).
Namekujikoosen è composto da:
Namekuji= lumaca
Koosen= raggio
In inglese diviene "Slug Ray".

In questa fanfiction il secondo film con Broly, ''Sfida alla Leggenda'', non è mai accaduto. Il primo film, ''Il Super Saiyan della Leggenda'', è accaduto ma come Goku sconfigge Broly è diverso: Goku uccide Broly con una Genkidama che lo spinge contro la cometa distruggendola.
Lo stadio del Leggendario Super Saiyan aumenta in continuo la sua forza ma ha regole precise che spiegherò in avanti.

Ispirazione:
Ringrazio Salagir e Gogeta Jr., creatori del fan manga on line Dragon Ball Multiverse (ecco il link) che mi è stato di grande fonte d'ispirazione, insieme alla squadra degli Exiles della Marvel, per scrivere questa fanfiction. Ovviamente, come avrete sicuramente già notato se conoscete DBM, non è assolutamente un copia e incolla dei personaggi di DBM in un contesto diverso, infatti non compariranno dei personaggi che compaiono in DBM, compaiono molti personaggi estranei a DBM e alcuni personaggi (pochissimi) che compaiono in DBM hanno una storia diversa.

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Capitolo 4
*** La Colonia ***


DB EXILES - CAP 4 La vera azione si sta per scaldare! Sta per iniziare l'avventura! (A ragà! Sto kua! Pe kommentà il novo capitolo de Narutto! NdDefifente) (No, Deficiente, questo non è Naruto! Ndme) (Ah, no? E ke è? NdDefichente) (È la mia fanfiction su Dragon Ball! Ndme) (Ah, scusa! Sta introdduzzione mi è fatto pensà a Narutto! NdDefikente) (Che italiano... Mah... NdSecchione)

Capitolo 4 - La Colonia


Ormai erano passate alcune ore dalla fine degli allenamenti. Appena usciti dalla stanza ognuno di loro aveva mangiato un senzu. I senzu erano stati portati da parte dei dodici guerrieri. Erano stati utili e lo sarebbero stati anche in seguito.
Ora stavano oziando un po'. Goten e Trunks stavano giocando ad un videogioco su uno schermo gigante. Quel Kaiohshin sì che sapeva come far svagare la gente. Finito di giocare con il videogioco (per la cronaca, Trunks aveva stracciato Goten), andarono a girovagare un po' nella base.
Incontrarono Vegeth e Gokhan che si stavano scambiando qualche aneddoto sulle loro vite e sembravano due vecchi amici che si erano ritrovati. Goten e Trunks decisero di fare ai due una domanda che a loro frullava in mente da un po': "Come mai le nostre controparti dei vostri universi non vi hanno seguito?". Le due fusioni iniziarono a raccontare. Dobbiamo tornare indietro ad una scena simile e diversa allo stesso tempo ad una scena che abbiamo già visto, cioè quando Goten e Trunks avevano deciso di accettare la proposta di Kaiohshin. "Gotenks è pronto a da..." e Chichi e Bulma comparvero ai lati dei loro rispettivi figli tirando le loro orecchie. "Ahia! Ahia! Mi fai male mamma!", "Molla la presa mamma!", "Ti prego mamma!". Ma era tutto inutile, le suppliche dei due non servirono a nulla. Lui bastava e avanzava contro qualsiasi nemico e quindi non c'era bisogno di Gotenks. Avrebbero solo corso un rischio inutile. Lui cercò di convincere le due a farli venire con lui ma, come ho già detto, era tutto inutile. Le due avevano preso una decisione, una decisione irrevocabile.
Le due fusioni si misero la mano dietro la testa e risero, due risate però imbarazzate. Per un momento ai due mezzi-saiyan sembrò che davanti a loro ci fossero due Goku.

Era giunto. Sospirò pronto a far ciò che forse aveva aspettato troppo a fare: li radunò tutti davanti a sé.
"Beh," iniziò Kaiohshin "come avrete certamente capito, siete qui perchè state per cominciare la nostra missione!
State per partire in una dimensione che stanno colonizzando i nostri nemici. Come già sapete sono tutti sotto il controllo mentale di un mago di nome Babidy, e molti di voi già hanno conosciuto la sua controparte del vostro mondo." e poi venne interrotto da Trunks, quello della normale linea temporale:
"Perchè non andiamo direttamente alla loro base?".
"Come" rispose l'essere superiore "vi ho già informato, la dimensione del Kaiohshin malvagio è impossibile da monitorare approfonditamente perchè il super computer presente in quella dimensione in qualche modo crea un interferenza. Ho ricavato la quasi totalità di informazioni spiando altre dimensioni in cui si trovavano Babidi e altri sottoposti. E non sono molte. Quindi quello che ci aspetterebbe alla loro base non mi è chiaro. Sarebbe troppo pericoloso. Non sappiamo quanto sia forte quest'essere e gli esseri che troveremmo in quell'universo."
Vegeth annuì silenziosamente e continuò ad ascoltare.
"Nell'universo in cui state per andare sono presenti molti sottoposti. Il vostro compito sarà fare fuori possibilmente tutti i nemici che incontrerete. Dobbiamo capire il loro livello." e fu di nuovo interrotto, questa volta da Goten:
"Ma non c'è il pericolo di esporci troppo?".
"No. Il super computer di Mashin non ha la capacità di captare movimenti dimensionali. Ne sono certo. Inoltre questo universo è protetto da un sistema che lo rende invisibile a questo tipo di super computer e inoltre può essere raggiunto solo da un dispositivo specifico come quelli che ho io in possesso." e poi continuò a spiegare cosa dovevano fare "Ora se ci saranno problemi io verrò ad aiutarvi. Seguirò ogni vostra mossa attraverso il super computer. Posso rallentare lo scorrere del tempo di questa dimensione fino a sincronizzarla con gli altri universi e poco fa l'ho fatto. Ora basterà che premete il tasto verde e vi ritroverete in quell'universo. Vi troverete nel pianeta dei Kaiohshin di quell'universo, precisamente davanti alla base del controllo della colonia. Lì sono riuniti almeno una parte dei sottoposti presenti in quell'universo. Quando lo riterrò opportuno rientrerete. Buon viaggio." e i guerrieri sparirono dalla base pronti agli scontri che avrebbero affrontato.

Un immenso edificio, grande almeno come dieci volte uno stadio di calcio, davanti ai loro occhi troneggiava maestoso.
Quel Pianeta dei Kaiohshin era molto simile a quello che già conosciamo. Di diverso era solo quel gigantesco edificio.
Senza dare il tempo agli altri di fiatare, Mr. Slug, con il suo solito sguardo inespressivo, alzò il braccio e colpì la base con un'ondata di ki. La base venne rasa al suolo.
Gli altri undici lo guardavano sconvolti, e non per la potenza dell'attacco ma per l'azione in se.
"Ho solo" rispose al loro sguardo "eliminato con un colpo quelli troppo deboli. Meglio non perdere troppo tempo." e nei suoi occhi brillò una strana e inquietante luce e anche il tono della sua voce cambiò "E poi, non meritavano nessuna pietà. Erano la feccia della feccia." e il suo sguardo e il suo tono tornarono normali "Comunque, ad occhio sembrano un migliaio all'incirca." e i nove annuirono. Si riferiva ai sopravvissuti.
Quest'ultimi volavano sopra le loro teste. Un migliaio di M su ognuna delle loro fronti. Erano ovviamente confusi e rabbiosi e si gettarono contro i dodici. Gli appartenenti alla razza del Pianeta Vegeta si trasformarono in Super Saiyan, a parte le fusioni. Iniziò il combattimento. I sopravvissuti sferrarono centinaia di migliaia di ki blast tutti prontamente schivati. Era davvero un gioco da ragazzi ma quello era solo l'inizio.

Nell'universo base era scattato l'allarme. Era tutto successo in pochi secondi. Degli esseri erano comparsi dal nulla e uno di loro aveva disintegrato la base di una colonia uccidendo gran parte dei soldati presenti.
"Sono apparsi dal nulla?! Come diavolo è possibile?! Si sono teletrasportati! Ma da dove?! Rintracciate da dove!!!" urlò disperato il Coordinatore della Base. "Non riusciamo a rintracciarlo. Non c'è nessuna traccia. E' come se fossero apparsi letteralmente dal nulla!" gli rispose un suo sottoposto. Dal nulla. Non era possibile. Non era possibile. Era impossibile. Non aveva alcun senso. Una cosa non può apparire dal nulla senza tra l'altro nemmeno lasciare alcuna traccia. Non c'era nessuna, alcuna logica. Era come un affronto. Un fastidiosissimo affronto. Un affronto che vale vite, la sua vita in particolare. E urlava, urlava. Non la smetteva di martellare la testa. Non capiva. Non potevano fare niente di quello che comandava. Non capiva, era ostinato. Diceva sempre la stessa cosa. Fino a quando capì, si calmò. Ora sapeva cosa fare. Era la cosa ovvia da fare. La prima a cui pensare.

Sangue che schizza, ossa che si rompono, narici che si dilatano, schiene che si piegano, e centinaia di corpi disintegrati. Tutto questo stava succedendo alla Colonia N. 94. Un immenso edificio spazzato in un attimo. E i sopravvissuti  venivano sterminati.
"Avanti, non sai fare niente di meglio, zuccone?" disse Trunks.
"Oh, Trunks, lascialo stare. Non lo vedi che è troppo stupido per capire cosa stiamo dicendo? E' un demente" continuò Goten.
Il sopravvissuto si scagliò verso i due biondi che lo schivarono e gli diedero due gomitate e poi il Brief gli disintegrò la testa con un ki blast. La testa però ricrebbe e, mentre i due saiyan uccidevano altri sopravvissuti che gli si scagliavano contro, li colpì con un ondata che fu rispedita al mittente. Non si aspettavano che quello sciocco potesse rigenerare la testa, ma comunque restava un debole. I due giovani si misero uno dietro l'altro.
"Ne ho visto uno più grosso e potente." disse il figlio di Son Goku.
"Anch'io".
E partirono in direzioni opposte.
Mr. Slug ne stava facendo fuori molti molto velocemente.
"Ehi, ne stai facendo fuori troppi!" esclamò Vegeth "Così finiscono subito! Voglio sgranchirmi un altro po'!".
Grugnì e poi obbedì.
"Ora va meglio, Mister. Ma dimmi," disse Vegeth mentre teneva un demone per la faccia "pensi di essere il più forte" disintegrò il demone "nella squadra?".
"Possibile."
"Sono anch'io l'essere più potente nel mio universo." intanto dava un pugno micidiale a un altro essere "E si potrebbe insinuare che io sia il più potente e basta." e sorrise. Ma il namecciano annoiato non rispose.

Beh, procedeva normale, li stavano massacrando tutti. Bene, perfetto, ma era chiaro che quelli non erano niente e che sicuramente la Base stava per inviare rinforzi. Sospirò e dietro di lui annuiva qualcuno. Era un tipo particolare, sia per come si comportava sia per i suoi particolari poteri sia per il suo ruolo. I due si conoscevano da molto tempo, da molto più tempo di quanto possa un essere umano conoscere un suo simile.
"Pensi che ce la faranno?" domandò il qualcuno.
"Beh, non so, se ti riferisci a tutto. Penso di sì riguardo la missione" rispose Kaiohshin.
"Quel coso non credo sia potente all'infinito, no? C'è pur sempre un limite, anche per i demoni".
"Mashin è, beh... Non so che dirti."
"Dati non sufficienti" concluse il tipo e ricominciò il silenzio tra i due. Il super computer continuò ad essere fissato scrupolosamente da quei due. Avrebbero parlato di nuovo in seguito, e furiosamente.

"Sbaglio o ce ne sono di più?" si chiese Goku.
"Sì, devono essere i rinforzi." disse il principe.
"Meglio non sprecare troppe energie e tempo, facciamoli fuori tutti. Almeno questi." affermò Gokhan.
Furono tutti sterminati in pochi colpi. La radiotrasmittente che tutti gli Exiles Warriors avevano nell'orecchio cominciò a fare quello per cui era stata inventata.
"Mi sentite?" disse Kaiohshin. La risposta fu affermativa da tutti.
"Bene. Credo che ora ne invieranno altri. E più potenti. Quindi state all'erta."
Più potenti, eh? La cosa si faceva interessante.

Dopo i primi rinforzi erano stati mandati rinforzi di minore quantità ma di maggiore potenza. Non troppi, perchè anche loro dovevano vedere prima cosa sapevano fare. Il Coordinatore sorrideva, era molto più calmo. Con la rabbia non si risolve nulla, no?

Eccoli, pronti. Il demone rosa sbuffò e l'altro demone, non un demone qualunque, gli disse di stare calmo. Quello rispose che non prendeva ordini da lui e che se voleva l'avrebbe "fatto sparire". Quel ciccione, come osava? Ma non poteva certo sfidarlo. Gli colò del sudore al pensiero di quel "fatto sparire", non voleva certo morire. Il silenzio non ha mai ucciso nessuno, pensò. Arrivarono anche gli altri. Altre M, e tutti erano pronti. Nemici che già conoscevano una parte di loro, altri che non ne conoscevano nessuno. La prima categoria era stata scelta proprio per quello. Uno di loro muoveva impazientemente la coda bianca e si sgranchiva il collo. Un altro fissava la sua ombra insistentemente rimuginando. Un altro invece si toccava i dritti capelli rossi ed era l'unico con la pelle blu. Sì, eccoli, li vedono. Li vedono.




Questo capitolo è la prima volta che lo pubblico, nella versione precedente lo stavo scrivendo ma non l'ho finito e quindi non l'ho pubblicato. Il prossimo sarà il primo che non c'era nella versione precedente.(Deficiente viene dal latino ''deficiens -entis'', participio presente di ''deficere'' che vuol dire ''mancare''. Capito? NdSecchione) (Fiko, sekkia. NdDeficente) (Sei riuscito quasi a scriverlo. Avanti aggiungi una i! NdSecchione) (Okkei. NdDieficente) (... NdSekkione)

Ispirazione:
Ringrazio Salagir e Gogeta Jr., creatori del fan manga on line Dragon Ball Multiverse (ecco il link) che mi è stato di grande fonte d'ispirazione, insieme alla squadra degli Exiles della Marvel, per scrivere questa fanfiction. Ovviamente, come avrete sicuramente già notato se conoscete DBM, non è assolutamente un copia e incolla dei personaggi di DBM in un contesto diverso, infatti non compariranno dei personaggi che compaiono in DBM, compaiono molti personaggi estranei a DBM e alcuni personaggi (pochissimi) che compaiono in DBM hanno una storia diversa.

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Capitolo 5
*** Nemici nuovi e vecchi ***


DB EXILES - CAP 5 Eccolo, il capitolo 5!

Capitolo 5 - Nemici nuovi e vecchi

Tic, tic. La mano mandava su e giù il dito. I suoi occhi erano chiusi e pensava, ricordava. Quei ricordi erano lì, fissi, sempre gli stessi. Sempre la stessa rabbia, la stessa irritazione. Irritazione per quei fatti, fatti oscuri, ma a lui chiari. Mashin aveva un aspetto umanoide, anzi demoniaco tanto da poter sembrare il demonio in persona, ed era alto circa due metri e trenta e aveva una muscolatura ben sviluppata. Aveva la pelle rossa, un rosso vivo, le orecchie a punta, capelli lunghi e neri e degli occhi scuri come le penne lucide di un corvo. Aveva riaperto gli occhi, occhi molto diversi da una volta.

Erano pronti, sentivano la loro presenza e che erano molti vicini. Certamente non potevano aspettarli, e quindi andarono incontro ai rinforzi dei servitori di Mashin. Stavano per iniziare i combattimenti contro i rinforzi che avevano mandato dall'Universo Base. La squadra di Kaiohshin doveva vedere il livello degli avversari, e, viceversa, questi dovevano vedere il loro livello.
Però quel Pianeta dei Kaiohshin era di una monotonia incredibile, insopportabile. Molti prati verdi con qualche albero ogni tanto, qualche collina, qualche formazione rocciosa. Solo la Colonia aveva fatto un cambiamento di tono, ma ormai era stata distrutta da Mr. Slug, membro degli Exiles Warriors.

Ub lo colpì, colpì il grassone, e l'altro che gli stava vicino non lo vide nemmeno e nemmeno il demone rosa. Il terrestre l'aveva visto, aveva sentito la sua presenza. Per questo si era precipitato contro di lui.
Il grassone trovava quel ragazzo strano, come se lo conoscesse. Sbuffò dalla testa: Majin Bu si era arrabbiato. Babidy gli aveva detto di stare attento, attento lui, Majin Bu. Di risposta il grassone gli aveva dato una pacca sulla spalla fischiettando come per far capire che non c'era alcun problema. Si era poi incamminato dondolando come se non gli avesse detto niente.
Ora è lì, arrabbiato, davanti al terrestre. Non aveva mai incontrato uno come quel ragazzo. Era singolare, era come se fosse simile a lui, ma non lo era. Non era come lui, certamente: non era un demone, non era rosa, non gli somigliava. Eppure...
Darbula stette a guardare, non poteva fare altro. Il rosa cercò di massacrarlo con una mitragliatrice di pugni.
Cercò, appunto, visto che furono tutti parati. "Non pensavo fossi così debole, ciccione." provocò il terrestre. Si ricordava come fosse ieri quando fu Majin Bu a farlo dieci anni prima, nel suo universo. Era curioso di farlo. Lo fece infuriare di più, ma non servì a niente tutta quella rabbia. Lo prese per il codino e lo fece precipitare a terra. Darbula cercò piano piano di sgattaiolare via, ma Ub gli disse di non muoversi. Il Re dei Demoni non fece nemmeno in tempo a ubbidire che fu colpito da un calcio dal combattente terrestre in pieno volto che gli fece uscire a fiotti il sangue dalla bocca.
Si sporcò la faccia e gli gocciolò dal mento. Ma l'altro era tornato ad attaccare il demone rosa. Era più interessato a Bu. Molto più interessato, era come combattere contro un altro sé e in effetti più o meno così era.
Lo sai chi sono, domandò, e lo ripetè. Sei un morto, rispose e cercò di colpirlo allungando il braccio. Lo parò e gli fece vedere che lo sapeva fare anche lui ma andando a segno. Di risposta lo bombardò di ki blast rosa alzando un polverone. Dissolto il polverone, era in piedi senza un graffio. "Io sono quello che rimane di te. Io sono te" e sorrise.
Io sono te, cosa avrebbe potuto significare? La poca e infantile intelligenza di Bu non riusciva a capire cosa intendeva. Lui era lui, non poteva essere quello. Gli sembrava familiare, ma non poteva essere lui. Ub rispose all'attacco energetico con la Pink Explosion. Per terra restavano i pezzi smembrati della creazione di Bibidy. Aspettò. Velocemente i pezzi si riunirono e ricomposero Majin Bu. Tentò appena ricomposto di trasformarlo in un cioccolatino ma non riuscì a colpirlo perchè era troppo veloce. Ub lo indicò e poi fece un gesto col dito invitandolo a venire avanti. Il demone non era mai stato così infuriato.

Darbula era immobile a guardare. Era stato umiliato, trattato come uno straccio sporco e usurato dal tempo. Lui non era certo uno qualunque. Stringeva i pugni. Ma non poteva attaccarlo, lo avrebbe fatto fuori. E non poteva nemmeno scappare, e quindi restava immobile a guardare. Ma non era con Ub che avrebbe dovuto affrontare il suo ultimo combattimento. Gli si mise davanti un cyborg, un amord. Tu sei mio, gli disse.
Certamente il compagno non se la sarebbe presa se l'avesse fatto fuori lui, o almeno sperava. L'avrebbe attaccato e se il terrestre non fosse stato d'accordo lo avrebbe fatto intendere. Intanto il re dei demoni aveva smesso di stare immobile, tremava. Poi si fece coraggio, era pur sempre un demone, doveva dimostrare ritegno. Questi guerrieri comparsi dal nulla non potevano certo spaventare un maestoso demone come lui. No, proprio no. Lui era il re dei demoni, il terrore assoluto. Un essere fiero e spietato, senza un briciolo di quella che noi chiamiamo 'umanità'. Apparì la sua spada.
Se doveva morire l'avrebbe fatto combattendo. La spada e il braccio meccanico striderono al contatto. Il braccio diventò una lama e cominciò uno scontro da spadaccini. La spada demoniaca e la lama cibernetica si affrontarono ad alta velocità. Procedevano eguali, nessuno prevaleva. Darbula però sembrava sforzarsi di più. Kesar staccò la mano dell'altro braccio a pugno e lo colpì pesantemente. Sì, Ub non se la sarebbe presa.
La mano si riattaccò e il demone sputò sangue. Sputare, sì, quella era la soluzione. Fece scrocchiare le ossa del collo con la mano piegando la testa indietro. Poi si rimise a fissarlo, gli disse che era forte e battè le mani. Pensava forse che con capiva che aveva qualcosa in mente? Sorrise e si preparò. Sputò uno schizzo di saliva che colpì il braccio meccanico. Bleah, disse l'amord. Poi si accorse che cosa stava succedendo. Il braccio si stava velocemente pietrificando. Staccò gran parte della parte superiore del braccio che era quasi tutta infetta.
Bastardo, sì, proprio un gran bastardo.

Aveva visto due demoni rossi gemelli. Era perfetto per loro. Due contro due.
"Ferma, ferma, voi due. Noi siamo due saiyan molto agguerriti. Pronti a farvi fuori, ovviamente. Io sono Goten." disse quest'ultimo e l'altro "E io sono Trunks. Sono un principe tra l'altro".
I due giovani terrestri erano eccitati di essere lì, a combattere in un universo diverso dal proprio. Una grande avventura, sicuramente. Il plebeo e il principe si erano vantati un po', divertiti.
"Ehi, fratello, tu hai mai sentito parlare dei saiyan?" domandò il primo. Il secondo rispose di no. Dovevano essere forse qualcosa da mangiare dopo essere stati squartati vivi.
Squartare, la loro attività preferita, ovviamente. E poi soprattutto squartare esseri vivi e coscienti, era proprio una goduria. Erano pur sempre demoni.
Abra e Cada erano i loro nomi. Due demoni sincronici, anche nel combattimento, anzi, soprattutto. Non si erano mai separati, dalla nascita. Intanto quelli da squartare erano diventati biondi. Cosa singolare, ma non importava molto ai due. La loro pelle era di un rosso bello intenso, proprio un bel rosso. Ma non importava nemmeno quello. L'importante era che erano tutti davanti agli altri. Partirono i rossi. Si confondevano volando a zig zag, ma certamente non potevano certo spaventarli per una simile cosa. I biondi li tempestarono di ki blast che furono magistralmente schivati totalmente tutti. E di risposta li tempestarono di pugni. A turno Abra attaccava Goten e all'altro turno attaccava Trunks e viceversa. Si presero per mano e con le gambe fecero sbattere violentemente le testone dei due mezzi-saiyan. Si muovevano insieme, ugualmente. Li tartassavano di potenti pugni. Si aiutavano a vicenda negli attacchi combinati. Si misero spalla a spalla, braccia a braccia. Ruotarono velocemente, come una trottola. Twins Top, il nome della tecnica. Cazzo, se erano forti. Li avevano sottovalutati.

Sì eccolo, con una M in fronte ma era lui: il gelido mostro era lì. Il principe dei saiyan riuscì a convincere incredibilmente molto velocemente Kakaroth a farlo fuori lui. Ma era più incredibile di trovarlo veramente lì. Sì, finalmente avrebbe potuto ucciderlo. Il tiranno sorrise. Era nella sua quarta forma, nella sua vera forma.
Namecc e Freezer, Kakaroth e Freezer, lui e Freezer. A questo pensò il Principe dei Saiyan. Lui e Freezer. L'aveva servito per anni, anche se a malavoglia. Aveva commesso i delitti più efferati. Ma non per lui, ma per sé stesso. In quel periodo era molto diverso, molto più crudele. Era tornato ad essere quel guerriero senza cuore solo quando Babidy l'aveva potenziato. Ma alla fine non era davvero tornato ad essere in quel modo. Alla fine si era sacrificato per il bene comune. Quello stupido bene comune.
"Vegeta, Vegeta... Eccoti qui." disse. Il principe di quegli stupidi scimmioni era davanti a lui.
Nel suo universo aveva totalmente sterminato quella ignobile razza. Avrebbe dovuto farlo prima, ma meglio tardi che mai. Poi qualche tempo dopo aveva anche ucciso suo padre, per prendere il titolo di re. Re Freezer suonava estremamente magnifico. Se lo meritava, no? Come dire di no. "Scommetto che sei migliore di quel pusillanime, ma guarda come sono forte io ora." continuò il Re. Voleva fargli un regalo, ucciderlo subito. Gli mostrò la sua massima potenza gonfiando nettamente i suoi muscoli. Ma il saiyan non rimase stupito come si aspettava. Anzi si mise a ridere, lo beffeggiava. Il lucertolone pensava che fosse ancora a quel livello. Certo la sua forza era superiore grazie alla magia di Babidy, ma non era niente in confronto alla sua. Avrebbe fatto vedere a quel lucertolone da cui era stato umiliato e ucciso tutti i progressi che aveva fatto. L'aveva servito per anni, aveva scoperto la verità sull'umiliazione della sua razza, e poi era stato fatto fuori, lì, su Namecc. Ma da quell'episodio era molto cambiato.
Sorrise e gli fece vedere un assaggio della sua potenza. Si trasformò in Super Saiyan di primo livello. "Buh." schernì. Aveva imparato a sentire le aure. E quella del saiyan era fuori dalle sue aspettative.

Goku aveva voluto lasciargli Freezer perché se lo meritava. Lui aveva già usufruito della sua presenza. Per meglio dire, l'aveva già ucciso una volta e Vegeta no. Quel mostro aveva sterminato il popolo di cui il marito di Bulma era membro e principe. L'aveva umiliato profondamente. Ricordava ancora quando gli aveva fatto quel discorso poco prima di morire, su Namecc. Sì, se lo meritava. Lui in quel momento stava per affrontare un altro tipo. Mai visto prima. Aveva un aspetto goffo, era alto e slanciato ma aveva un portamento aristocratico con dei buffi vestiti medievali con i merletti. Lo sguardo era altezzoso ma ridicolo. Era o non era il magnifico? Magnifico, sì, magnifico...
Si fissarono pochi attimi e poi il tipo atterrò. Venne seguito dal marito di Chichi trasformato in Super Saiyan.
"Io sono Bark lo munifico
chè son lo prolifico
de siffatta arguzia bellica
e, or te rimo,
lo tuo anïmo
vedrà che eroica
scaltrezza non te salverà."
disse il tipo.
"Eh?" si domandò con una faccia come a dire "ma che dice?!", una faccia da ebete, la sua tipica faccia.
"La tua stoltezza
m'è una certezza.
Esta a la mente
fa trasalir.
Or però ausculta lo dir:
è lo momento de la disfida,
or dunque prontamente
stai desto e confida".
Goku si domandò perché quello strano tizio parlasse in quell'altrettanto strano modo di parlare. Il parla-strano, come l'avrebbe chiamato il saiyan, non soltanto parlava ed appariva alla vista strano, combatteva anche in modo strano.
Da terra si mosse l'ombra di Bark che si allungò alla base attaccata al padrone. Questa si mise ad affrontare Goku, che preso alla sprovvista pigliò in pieno un pugno, ma poi ne restituì uno suo all'ombra. Un ombra solida che combatte al posto del suo padrone, cosa strana. Ma sembrò che non avesse neanche sentito quel destro. Lei gli diede un calcio in pieno petto. La prese per il collo e a gomitate prese la sua testa e poi a ginocchiate ma quella riuscì facilmente a liberarsi comprimendosi. Poi il saiyan provò a dirigersi verso il padrone della cosa ma questa lo fermò avvolgendolo e stritolandolo. Per quanto singolare, non era certo un trucco del genere che poteva fermare l'uccisore di Majin Bu.




Il prossimo capitolo sarà sugli altri scontri. Il continuo di questi ci sarà al Capitolo 7.(Bark parla come te. Ndme) (Non esageriamo! NdSecchione) (Or bene, la ragione non è tua, Signor Secchione. NdDeficiente) (Parli italiano corretto! NdSecchione) (Certo. NdDeficiente) (Sta prendendo farmaci sperimentali come cavia. Ndme) (Ah. Questo spiega perché mi sta annusando il deretano. NdSecchione)

Origine nomi:
-''Abra'' e ''Cada'' viene ovviamente da ''Abracadabra'', gioco di parole che continua quello di Babidi e servitori;
-Bark viene dall'inglese ''bark'' che corrisponde a ''bau'' (infatti ''to bark'' vuol dire ''abbaiare'').

Nomi tecniche:
Twins Top viene dall'inglese e vuol dire ''Trottola dei Gemelli''.

Che ha detto Bark? Se non avete capito tutto ecco che ha detto:
"Io sono Bark il generoso perchè sono fertile di tale intelligenza guerriera e, ora ti rimo, il tuo animo (ho scritto anïmo perchè deve fare rima con rimo) vedrà che astuzia eroica non ti salverà."
"La tua stupidità mi è certa. Questa mi fa sussultare. Ora però ascolta ciò che dico: è il momento della battaglia, ora dunque prontamente stai attento e confida [in te o non so in cosa]".
L'italiano di Bark è ispirato più che altro a quello di Dante.

Ispirazione:
Ringrazio Salagir e Gogeta Jr., creatori del fan manga on line Dragon Ball Multiverse (ecco il link) che mi è stato di grande fonte d'ispirazione, insieme alla squadra degli Exiles della Marvel, per scrivere questa fanfiction. Ovviamente, come avrete sicuramente già notato se conoscete DBM, non è assolutamente un copia e incolla dei personaggi di DBM in un contesto diverso, infatti non compariranno dei personaggi che compaiono in DBM, compaiono molti personaggi estranei a DBM e alcuni personaggi (pochissimi) che compaiono in DBM hanno una storia diversa.

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Capitolo 6
*** Strani nemici ***


DB EXILES - CAP 6 Gli altri combattimenti sono qua! Sono gli altri combattimenti, gli scontri contro i rinforzi che hanno mandato dall'Universo Base. Gli Exiles Warriors devono vedere il livello degli avversari, e viceversa.

Capitolo 6 - Strani nemici

Due fusioni, sì, due fusioni insieme. Stavano combattendo contro quattro esseri. Percal, Frag, Xpial e Ydocios erano i loro nomi. Vegeth e Gokhan avevano deciso di combattere insieme perchè erano curiosi di sapere cosa un po' potevano fare insieme. Vegeth e Gokhan, due fusioni di Goku. Erano diventati amici, in fondo erano parenti, o almeno una specie. Però erano così diversi per quanto a volte sembrassero simili.
Erano tutti e due normali, nel senso che non erano Super Saiyan. I due mori erano tanto forti che lo scontro sembrava un otto contro quattro, e non un due contro quattro. I quattro erano guerrieri del Pianeta Poppin, un pianeta abitato dai Poppinesi, uno strano popolo a cui appartenevano i guerrieri. Strano per i loro poteri, che i quattro avevano deciso di usare vista l'inferiorità che c'era in quel momento.
Strani suoni, appartenenti ad una lingua sconosciuta, scanditi in modo strano. I loro occhi diventarono completamente neri, sia l'iride sia la sclera, e i loro corpi si dissolsero in una nebbia scura che li circondò. Dalla nebbia si riformarono. I due saiyan cercano di colpirli ma i loro colpi li attraversarono, non erano solidi. Tornarono nebbia e poi di nuovo solidi, colpendoli da dietro con una serie di ki blast. Nebbia, insopportabile nebbia.
Sembravano più veloci nella loro nuova forma. I due cercarono altre volte di colpirli ma non ci riuscivano. Invece i quattro li tempestavano di colpi di ki, che però non avevano un grande effetto. Quindi la nebbia si riunì in un grande agglomerato nebbioso che diventò sempre più grande e si formò un gigantesco essere umanoide di nebbia.
Il mostro emise un urlo, un urlo bestiale. Preparò tra le mani una grande sfera di ki, pronto a uccidere le due fusioni saiyan che stavano davanti al gigante fissandolo e aspettando.

Aveva notato uno senza un'aura. Doveva essere un androide o un cyborg. Trunks gli disse che avrebbe dovuto combattere contro di lui. Era un cyborg strano, con la pelle blu, gli occhi completamente gialli, non solo l'iride, e con capelli rossi con una capigliatura molto simile a quella di suo padre. Non aveva un M sopra la fronte, forse era una specie di ''volontario''. Forse non aveva più nessuno o troppo pochi da uccidere nel suo universo, o forse era stato riprogrammato. Chissà. Non lo conosceva ma l'androide conosceva lui. L'aveva ucciso nel suo universo, lui e i suoi compagni. Compreso Goku, il suo vero obbiettivo.
Era C-13, dopo aver assorbito dei pezzi degli altri suoi compagni che furono invece sconfitti. Affermò che era un piacere rivederlo, ma Trunks non conoscendolo gli disse che nel suo universo non l'aveva mai incontrato. L'androide non si aspettava questo, ma non fu un così grande problema. Anzi, sarebbe stato più divertente.
Quei dannati cyborg, l'avevano segnato a vita, anzi, avevano segnato la vita di tutti gli abitanti della Terra. Quando era andato nel passato le cose non erano migliorate, anzi, erano peggiorate. C-17 e C-18 erano più forti, c'era anche C-16. E poi Cell, l'essere perfetto. Ma alla fine erano stati sconfitti. E lui aveva sconfitto i suoi C-17 e C-18 e anche Cell quando era tornato a casa nel suo tempo e nel suo mondo.
Il nipote di Re Vegeta si trasformò in Super Saiyan e la creazione del computer del Dottor Gelo notò la grande differenza che c'era con il ragazzo che aveva ucciso quasi tre decenni prima. Quest'ultimo gli diede un pugno ma non lo mosse di un millimetro. Di risposta venne travolto da molti colpi inflitti dai suoi pugni. Finito a terra venne travolto da un potente attacco di ki rosso. Allora sfoderò la sua spada pronto ad usarla. Lo colpì ma la lama non resse l'urto e si ruppe. Imprecò e si preparò a impegnarsi di più contro l'androide.
Avrebbe riparato la spada dopo.

Due donne erano davanti a loro. Alle due stavano davanti un namecciano e un meisano. Quelle avevano le orecchie a punta e la pelle rosa chiaro. Erano sorelle, sorridevano, mentre i due invece no. Loro non sorridevano mai.
Ormai avevano già iniziato a combattere, era iniziata quasi subito. Le donne le avevano prese subito e cominciarono a piagnucolare. I due si fermarono e videro le due che avevano sul volto uno sguardo languido. Ma non erano certo così stupidi da cascarci. Ma comunque vennero colpiti, colpiti dal Magic Love Ray. Le due aspettarono, ma loro restavano immobili. Il vento soffiava e loro si guardavano e basta.
Il vento sarebbe passato tra i capelli di Mr. Slug e Meiso, se loro avessero avuto i capelli. Il vento però passò tra i capelli delle Pink Sisters. Il silenzio fu interrotto da Meiso: "Qualunque cosa facesse quel raggio si vede che con noi è inutile. Alzatevi e combattete, smidollate". Quelle si decisero e si alzarono. Alzarono i piedi e poi fecero un occhiolino per ognuna. E girarono i tacchi a tutta velocità. Volevano scappare da quei due tizi.
"E' uno scherzo?" si chiese Mr. Slug "Smidollate".
Sembrava che i due non le inseguissero, erano lì fermi a guardarle scappare. Non sapevano che fare. Quei due non dovevano essere maschi. Tutti i maschi si innamoravano della loro magia, ergo quei due non erano maschi. Girarono la testa in avanti e vi si trovavano di fronte il Mister e il monaco. Erano stati velocissimi. Merito dello zankoken. La loro immagine era per poco diventata un ologramma che le due pensavano essere i due, ma ora si erano fermate.
Erano forti quei due tizi, ma le sorelle non avevano usato tutte le loro carte. Si ricordavano ancora l'ultima volta che l'avevano fatto e non era stato piacevole. Ma dovevano farlo, se no sarebbero morte. Le due odiavano i maschi con tutto il loro cuore, erano un genere orribile che era interessato a ben poche cose. Potevano facilmente soggiogarli e manipolarli come volevano, li usavano come giocattoli.
Ma quei due che avevano davanti non appartenevano a quel genere.

Lo vide, era lui, vestito diverso ma era lui. Suo figlio, suo figlio Broly. Lui era così cambiato. Per sopravvivere aveva dovuto sostituire alcune sue parti organiche con parti meccaniche. Suo figlio l'aveva quasi ucciso e ora se lo ritrovava avanti. Sapeva che non poteva batterlo, ma non era lì per quello.
Gli disse che era lì per combattere contro suo figlio. Un figlio e un padre. Un figlio diverso però dal suo. La mutazione genetica del Super Saiyan della Leggenda in Son Broly si era aggiunta un'altra mutazione. I Saiyan erano geneticamente predisposti al combattimento, però in Son Broly quei geni si erano indeboliti, rendendolo più mite. Cosa strana. Era un interessante esemplare di Super Saiyan, un caso unico. In nessun Super Saiyan della Leggenda precedenti aveva subito questa svolta della mutazione. Questa mutazione l'aveva reso predisposto ad uno strano carattere per un guerriero, soprattutto per un guerriero saiyan o anche solo per un saiyan. La genetica, che cosa strana.
Dagli occhi di Broly si vedeva cosa provava in quel momento. Aveva uno strano sguardo, uno sguardo confuso, uno sguardo inerme. Sembrava totalmente incapace di fare qualcosa, di dire qualcosa.
Paragas gli diede un pugno in faccia, un pugno meccanico. Un pugno di un padre. Se Broly pensava ad un padre la cosa più vicina che glielo ricordava era suo nonno, Son Gohan. L'aveva cresciuto fino a quando la malattia lo stroncò. Ora si ritrovava il suo padre naturale, o meglio, la sua controparte di un altro mondo, un mondo in cui lui era molto diverso e dove lui l'aveva quasi ucciso. Ora avrebbe finito il lavoro della sua controparte.

Il Coordinatore era stato chiamato da Babidy e ora era davanti a lui, tremante.
"Cosa?! E' come se fossero apparsi dal nulla?! E' impossibile!" gridò il mago. E' impossibile. Il Coordinatore se lo era ripetuto così tante volte. Impossibile. Da un po' aveva iniziato ad odiarla, quella parola.
"Devono riuscire anche loro a viaggiare negli universi." affermò il sottoposto al mago.
"Sì, deve essere così. Non ci sono altre spiegazioni." e lo mandò via. Il Controllore, mentre percorreva il corridoio pullulante di persone che continuamente si alternavano a percorrerlo, si asciugò la fronte dove scivolava sudore fresco e dove troneggiava la M. M, una dannata lettera. Una lettera che vuol dire soltanto guai, soltanto malvagità.
Babidy stette seduto a meditare sul da farsi. Ora avrebbero prima controllato un po' il loro livello. Poi quando sarebbero ricomparsi l'avrebbero eliminati. Poi pensò a Mashin, quel mostro a cui doveva ubbidire. Gli avrebbe fatto qualcosa? L'avrebbe ucciso? Prima o poi sicuramente l'avrebbe fatto, cioè quando lui gli sarebbe stato inutile. Doveva agire prima di quel momento. Ma per quel momento doveva servirlo e prostrarsi a lui come un verme.




Nel prossimo capitolo ci sarà il continuo dei combattimenti del capitolo 5.(A m m piac un sac C-13! NdDefisiente) (A me no, preferisco altri tipi di personaggi. NdSecchione) (Tip? NdDeficenstis) (E Tap... Ma che parlo a fare con te? NdSecchione)
Questi combattimenti poi miglioreranno, non vi preoccupate. Questo è solo il loro inizio.
E non vi preoccupate per le femmine: in questa storia ora non hanno un grande ruolo. Appunto, per ora. E' temporaneo. E su questo fatto non vi deluderò, spero.

Origine nomi:
-''Percal'', ''Frag'', ''Xpial'' e ''Ydocios'' vengono dall'inglese ''Supercalifragilisticexpialidocious'' (è l'originale per ''Supercalifragilistichespiralidoso''); infatti il nome del loro pianeta Poppin e il nome della loro razza (Poppinesi) viene da Mary Poppins;
-Pink Sisters viene ovviamente dall'inglese ''pink'' (''rosa'') e ''sisters'' (''sorelle''), ''sorelle rosa''.

Nomi tecniche:
''Magic Love Ray'' viene dall'inglese e vuol dire più o meno ''Raggio Magico dell'Amore''.

Ispirazione:
Ringrazio Salagir e Gogeta Jr., creatori del fan manga on line Dragon Ball Multiverse (ecco il link) che mi è stato di grande fonte d'ispirazione, insieme alla squadra degli Exiles della Marvel, per scrivere questa fanfiction. Ovviamente, come avrete sicuramente già notato se conoscete DBM, non è assolutamente un copia e incolla dei personaggi di DBM in un contesto diverso, infatti non compariranno dei personaggi che compaiono in DBM, compaiono molti personaggi estranei a DBM e alcuni personaggi (pochissimi) che compaiono in DBM hanno una storia diversa.

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Capitolo 7
*** Problemi? ***


DB EXILES - CAP 7 Qui c'è il continuo dei combattimenti del capitolo 5.

Capitolo 7 - Problemi?

Il demone non era mai stato così infuriato. Era pervaso da una rabbia rosa, una tremenda rabbia rosa, quella tremenda rabbia rosa. Ub se ne ricordava perfettamente e ricordava anche cosa sapeva fare. Tutta quella forza che ne veniva fuori era incredibile. Il demone si buttò contro l'avversario terrestre e durante la corsa contro di lui si quadruplicò e i quattro Bu cercarono di sfinirlo con una miriade di colpi.
Ub era felice di combattere contro Majin Bu, era la prima volta che lo incontrava dopo il suo incontro con Majin Bu dieci anni prima nel Torneo Tenkaichi. Lì gli raccontò la storia delle sue origini e poi si fuse con lui. Quel Majin Bu però era più forte di quello che aveva incontrato, anche se aveva lo stesso aspetto. Infatti aveva incontrato soltanto la parte buona del demone. In quello invece la parte malvagia c'era eccome.
Il terrestre li prese tutti ma non sembrò minimamente risentirne. Sempre lui espanse l'aura con cui con spazzò via all'indietro i Bu che, sempre molto arrabbiati, ancora in aria emanarono contro di lui un'ondata di ki impressionante. Fu preso di sorpresa e preso in pieno, ma i Bu videro il terrestre rigenerarsi, tra l'altro in modo simile al loro. Lui, velocissimo, li prese per l'antenna tentacolare, li alzò in aria e li ributtò a suon di calci a terra, facendoli riunire in uno solo. Certi trucchetti da fiera non funzionavano contro di lui. La reincarnazione gli disse che stava per mostrargli un po' della sua vera potenza, prima di ucciderlo ovviamente. La sua aura lo circondo e i capelli andarono all'insù. La terra tremò intorno a lui, anche se era a diversi metri dal suolo. Il demone rosa restò a bocca aperta. Addio, gli disse il terrestre.
Ub sparò un raggio dalle dita, un raggio che trasformò l'altro in un cioccolatino a forma di Majin Bu. Che beffa per il demone, essere sconfitto con una propria tecnica. Quel tizio doveva avere qualcosa a che fare con lui.
Lo mangiò e pensò quando a quello che si era fuso con lui era stato mangiato dalla sua parte malvagia. Era una scena simile, ma diversa. Anche perché lui non poteva assorbire nessuno, compreso il demone che aveva appena mangiato.
Delizioso, però.

Darbula stava guardando il cyborg amord. La testa venne ricoperta del rivestimento metallico. Poi la punta del dito di quest'ultimo si illuminò di un colore blu. La parte superiore di un suo braccio l'aveva per gran parte strappata via, e ora ci stava passando il dito sopra. L'arto meccanico ritornò integro, lo sputo di Darbula era stato inutile.
Dopo essere stato umiliato da Ub che l'aveva ferito e poi era tornato a combattere contro Majin Bu, era arrivato Kesar, il cyborg che aveva davanti. Quello che restava di organico di quest'ultimo era soltanto la testa, che poco prima era stata ricoperta dal rivestimento e ora sembrava un robot.
Per un po' Darbula continuò a fissarlo senza fare niente, poi tornò lucido. Il giovane amord era forte, molto forte, ma non si era ancora dato per vinto. Darbula si sollevò da terra spostandosi in aria e fu seguito da Kesar. Ricominciò il combattimento con l'amord che cercò di colpire con un sinistro il demone ma fu parato. Lo sguardo di Darbula era stanco ma determinato, poteva ancora darsi da fare.
Ci fu uno scambio di calci e pugni e poi il Re dei Demoni con i suoi artigli creò strisce di energia che per poco stavano per tagliare il braccio meccanico dell'amord. Era riuscito di nuovo a prenderlo di sorpresa, ma non abbastanza.
Era un ottimo avversario, il demone. Non era al suo livello ma si stava comunque divertendo a combattere contro Darbula. Quest'ultimo poi emanò fuoco dalla bocca colpendo in pieno l'amord. Le fiamme circondarono il petto metallico. Kesar pensò a quanto dolore avrebbe provato se il suo corpo non fosse stato di metallo. Le mani battute sul petto spensero il fuoco.
Poi il servitore di Babidy prima gli diede una gomitata che lo fece spostare di poco. Poi gli diede un potente calcio che lo fece precipitare a terra creando un cratere. Da lì uscì volando a super velocità con il braccio teso per colpirlo in pieno, come fece. Lo colpì allo stomaco e il pugno lo spinse più in alto ad alta velocità. Poi quello si frenò e ritornò indietro. Era stato di una velocità impressionante per il demone, soprattutto per le sue condizioni fisiche. Faceva fatica a stare dietro a quel livello ma ce la doveva mettere tutta. Il cyborg aspettava e sapeva che non era più il momento di giocare.

Una trottola, giravano come una trottola. I due demoni Abra e Cada, gemelli che combattevano sincronici, erano molto potenti per i due, con un ottima tecnica. Giravano insieme come una trottola, stavano usando la Twins Top. Quella creava un grande spostamento d'aria ma Goten e Trunks resistettero. Ma dovevano evitare di essere travolti da quella cosa. Si misero intorno ad essa, uno su un lato uno sull'altro. Le loro aure li circondarono si espansero più che potevano. Le loro aure circondarono la trottola che sembrava quasi intrappolata tra le due. Fecero muovere le aure in modo contrario alla rotazione dei due demoni. Di risposta le aure dei gemelli si espansero anche loro e la rotazione cominciò ad aumentare di velocità.
La potente tecnica fece sbalzare i saiyan all'indietro in direzioni opposte. Atterrarono a molti metri di distanza. Intanto la trottola sembrava non fermarsi più e stava creando un cratere enorme che cresceva a dismisura. Erano creati tornadi enormi da tutta quella potenza. Questi si diressero contro i saiyan, impauriti. Vennero inizialmente sollevati dai tornadi ma poi volando a super velocità contro la loro direzione finirono nell'essere di nuovo insieme e sopra i due demoni. Non pensavano che quei due fossero così potenti. Avevano accettato di diventare parte della squadra solo per dare una mano con Gotenks. Ma non potevano usarlo, dovevano farcela da soli. Potevano farcela contro quei due, lo sapevano.
Intanto la trottola salì in aria e li raggiunse e cominciò a colpirli rimbalzando su uno e su un altro. Alla fine i due caderono a terra sfiniti. Dovevano inventarsi qualcosa, e forse sapevano cosa.

Era fuori dalla sua portata. Era molto più potente di lui, anche se era stato potenziato da Babidy. Nonostante il potenziamento non aveva alcuna possibilità.
Gli aveva mostrato tutta la sua potenza, aveva gonfiato tutti i muscoli, e di risposta quello era diventato biondo e molto più potente. Super Saiyan di primo livello, era il nome di quella trasformazione. Da dove l'aveva tirata fuori? Per quanto ne sapeva, i saiyan si potevano trasformare solo in Oozaru, e doveva esserci la luna piena. Doveva essere... il Super Saiyan! Non c'erano altre spiegazioni!
"Problemi?" disse Vegeta a Freezer. Questo non rispose e rimase a bocca aperta. Il saiyan lo prese per il braccio e lo spinse in aria sopra di lui. Subito si diresse verso l'altro soltanto con un dito, dritto nello stomaco.
"Guarda come sono bravo, ti faccio male soltanto con un dito." e il principe sorrise in modo sadico. E continuo a infierire nello stesso modo per molte volte a super velocità. Il figlio di Re Cold cercò di colpirlo più volte ma l'avversario schivò tutti i colpi. Dalla mano emanò il Death Beam ma il saiyan la deviò facilmente. Riprovò con il Death Cannon ma venne egualmente deviata.
I due si distanziarono, Vegeta permise all'altro di riposarsi un po'. Questo si alzò a diversi metri di altezza in aria e creò un onda di energia, una specie di lama di ki, con l'indice e il medio della sua mano destra. La lama riuscì a colpire di striscio il saiyan. Anzi, non ci fu contatto ma gli effetti si sentirono lo stesso. Sul collo di questo si era creato un taglio lungo e largo ma non molto profondo. Se l'avesse colpito in pieno sarebbe stato decapitato. Brutta storia, la sua testa sarebbe stata cosciente per un po' di tempo. Una morte orribile.
Poi il tiranno creò la Death Ball più potente che riusciva a fare.
Il colpo fu frenato dal padre di Trunks e poi deviato in alto, arrivando pericolosamente vicino all'avversario.
Il marito di Bulma lo raggiunse e gli ficcò un dito sul collo. Quello sputò sangue agonizzante. Era assurdo, un lurido scimmione non poteva essere così forte.
Ormai Freezer era stremato, affannato e insanguinato. Il Principe dei Saiyan lo prese per la coda e gliela strappò di botto. Poi la buttò a terra.
"Oh, scusa. Eri affezionato alla tua coda, no? Mi ero dimenticato." disse il saiyan. Era la sua vendetta, la vendetta contro un orribile essere che aveva dovuto servire per troppo tempo. Ora poteva ucciderlo, finalmente.
Gli trapassò con un pugno il petto passando per il cuore e poi tolse il braccio, spinse l'avversario lontano da lui e poi lo finì con attacco di ki.
E così se ne andava tutta la sua vita, il suo dominio nel suo universo. Freezer, colui che aveva risollevato l'impero della sua razza, la razza dei Korudosauri. I Korudosauri crearono molto tempo prima un grande impero che però poi si sgretolò quasi totalmente. Iniziò poi una guerra civile e da quella guerra vinse suo padre, Re Cold. E poi nacque lui, il più forte combattente aisauro che si fosse mai visto. Per non avere potenziali rivali sterminò tutta gli altri membri della sua razza, tranne suo padre, per avere un alleato potente anche se non quanto lui.
Era anche un parricida, aveva ucciso suo padre soltanto per prendere il titolo di re, per il gusto di sentirsi chiamare re. Si era stancato di non essere il Re, si era stancato di lui.
Non aveva mai provato rimorsi, e nemmeno avrebbe più avuto la possibilità di averli. Nella sua vita aveva provato odio e rabbia e pensava che soltanto con il potere assoluto avrebbe potuto trovare la felicità. Ma la felicità non si poteva avere dal solo potere.
Ricordava ancora il volto di quel saiyan, Bardak, quando uccise lui e quasi tutta la sua specie con un solo colpo. Perché i suoi ultimi pensieri erano rivolti a lui? Perché erano rivolti a quell'essere, a quell'ingenuo membro di quell'ingenua razza? Però quel popolo, quel dannato popolo, era dotato di un grande spirito di volontà, erano incredibili. Un popolo guerriero fiero di essere tale.
Era morto, finalmente. Ora anche lui aveva sconfitto Freezer, e non soltanto Kakaroth. E tra i due era l'unico che l'aveva ucciso.

L'ombra cercava di stritolarlo a morte dopo aver avvolto il suo corpo. Goku prese fiato e si preparò. Espanse la sua aura abbastanza per respingerla. Quella lo colpì alla schiena e il figlio di Bardack cercò di prenderlo ma quello era sfuggente, si contorceva, si piegava. La cosa gli diede un calcio nella pancia e di nuovo lo colpì da dietro. Prima gli passò tra le gambe e poi lo centrò. Questa volta la prese e la strinse molto forte e la strappò in mille pezzi. Vedeva però che si stava ricomponendo. Doveva attaccare colui che la controllava.
Quindi si diresse verso Bark, il padrone dell'ombra. Questa volta riuscì a dargli un destro che fece frantumare la pelle dell'essere come se fosse soltanto un guscio. Si frantumò completamente in mille pezzi in pochi secondi. Ci fu un'ondata di luce e quando finì il nonno di Pan vide il vero aspetto di Bark.
Era diventato più alto e i suoi muscoli si erano gonfiati a dismisura. Urlava contro di lui pronto a maciullarlo con un solo colpo. Da il suo linguaggio arcaico in rima era passato a fare soltanto versi bestiali.
Goku venne colpito in petto da una testata dell'avversario.
"Urca, hai la testa dura, ma proprio dura! Non mi aspettavo che ti trasformavi, però." disse il saiyan. Lo tempestò di pugni e calci ma Bark non sembrò minimamente risentirne. Quest'ultimo lo prese per la testa e la strinse molto forte.
Urlò mentre l'ombra di Bark cominciò ad immobilizzarlo. L'ombra era diventata più grande e potente. Il respiro di Goku cominciò ad affievolirsi, stava per non respirare più.

Che fosse un Makaiohshin? I Makaiohshin erano i corrispondenti dei Kaiohshin nel Regno dei Demoni, dimensione parallela che esisteva collegata a quasi tutte le dimensioni normali. Solo negli universi disabitati, che erano la minoranza, non si erano formati. I Makaiohshin erano demoni, infatti Darbula, Re dei Demoni, era un Makaiohshin.
Ma lo era anche Mashin?
Kaiohshin se lo era chiesto molte volte e anche in quel momento, mentre assisteva alla missione, se lo chiedeva. Era seduto davanti allo schermo del super computer con un tizio dietro di lui. Avevano parlato prima ma adesso erano in silenzio. Avrebbero parlato ma dopo, litigando.
Mashin era un nome che li richiamava. Ma aveva sentito dire da Darbula mentre lo spiava con il super computer che non era un vero demone. Se non era un demone che cos'era? La risposta poi arrivò: era un Kaiohshin. Lo aveva sentito dire da Babidy, ma quel nome... Doveva avere qualche legame con i Makaiohshin. Forse era in parte Kaiohshin e in parte Makaiohshin. E se Mashin non fosse il suo vero nome?
Sbuffò e non ci pensò più per un bel po' di tempo.




Nel prossimo capitolo ci saranno i continui dei combattimenti del capitolo 6. (Quante seghe mentali su Mashin! NdSecchione) (E che ci vuoi fare? Mashin è misterioso. xD Ndme) (Lo sapete xkè ò visto un parente di Mashin in Nevata? NdDefi-cente) (Sarebbe 'Nevada', ma sentiamo... NdSecchione) (Xkè ò visto una Slot Mashin! Cpt? NdDefi-cientes) (Si scrive ''slot machine'' ma... ma che te lo dico a fare? NdSecchione)

Origine nomi:
-Mashin dovrebbe significare ''dio demone''. Gli ho comunque trovato il nome da 'Makaiohshin', che sono citati in una guida mi sembra.

Origine nomi specie:
-Ho inventato il nome ''Korudosauri'' dall'inglese ''cold'' (adatto alla pronuncia giapponese) e dal greco antico ''saύra'' (''lucertola'' visto l'aspetto che ricorda vagamente, inoltre si può anche collegarlo con i Dinosauri). Quindi i ''Korudosauri'' sono ''lucertole del freddo''. Sono ovipari ed ermafroditi cioè nascono da uova auto-fecondate.

Ispirazione:
Ringrazio Salagir e Gogeta Jr., creatori del fan manga on line Dragon Ball Multiverse (ecco il link) che mi è stato di grande fonte d'ispirazione, insieme alla squadra degli Exiles della Marvel, per scrivere questa fanfiction. Ovviamente, come avrete sicuramente già notato se conoscete DBM, non è assolutamente un copia e incolla dei personaggi di DBM in un contesto diverso, infatti non compariranno dei personaggi che compaiono in DBM, compaiono molti personaggi estranei a DBM e alcuni personaggi (pochissimi) che compaiono in DBM hanno una storia diversa.

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Capitolo 8
*** Morte o distruzione? ***


DB EXILES - CAP 8 Questo è il continuo dei combattimenti del capitolo 6. Ed ecco a voi il capitolo 8! ^^

Capitolo 8 - Morte o distruzione?

Vegeth e Gokhan guardavano l'agglomerato di nebbia creare una grande sfera di ki. Quella sfuggente cosa gassosa si preparava a sfoderare il suo colpo di ki più potente.
Quell'agglomerato era stato creato da Percal, Frag, Xpial e Ydocios, combattenti del Pianeta Poppin, che si erano trasformati in nebbia e fusi in un solo essere nebbioso che sembrava poter emettere dalla bocca soltanto suoni bestiali.
"Vediamo che sa fare..." pensò la fusione di Vegeta e Kakaroth.
I quattro erano cresciuti insieme sul Pianeta Poppin ed avevano sviluppato i loro poteri meglio di molti altri poppinesi. E proprio per questo furono esiliati, perchè il dittatore del pianeta aveva paura di loro, anche perchè era un paranoico. Ma si vendicarono, ritornarono e presero il potere. Ma durò poco perchè comparve nelle loro vite Babidy.
La Fog Ball venne finita e gettata contro le due fusioni saiyan. Questi fermarono la sfera e la rimandarono al mittente. Solo che essa l'attraversò senza creare danni. Che stupidi se pensavano di poterlo battere così. Il gigante si disfece e la nebbia finì nei polmoni degli avversari. Vegeth e Gokhan cominciarono a soffocare. Si accasciarono a terra contorcendosi. No, non poteva finire così, dovevano sbarazzarsi di quella nebbia. La fusione tra Goku e Gohan annuì verso l'altro. Si alzarono e riuscirono a fare forza sulla nebbia abbastanza per farla uscire dal loro corpo.
Uscì ma restò concentrata fluttuante in un solo punto. Si vedeva che non sapevano cosa fare.
"Attaccateci, avanti!" esclamò Gokhan. E la nebbia cercò di fuggire, visto che aveva capito che se fossero tornati solidi li avrebbero uccisi.
"Non scapperete..." sussurrò Vegeth e poi gridò all'altra fusione "Facciamola esplodere!".
Gokhan annuì e misero il palmo della mano verso altro, poi alzarono soltanto due dita. Era la stessa tecnica di Nappa che distrusse con essa una città terrestre. Non era certo particolarmente difficile da fare.
La nebbia esplose ed ogni sua molecola si disintegrò. Ormai i quattro non avrebbero mai potuto tornare solidi. Non avrebbero mai più visto il Pianeta Poppin, un pianeta della Galassia dell'Est il doppio più grande della Terra. Non avrebbero mai più rivisto il suo cielo verde, non avrebbero mai più rivisto i giganteschi alberi che troneggiavano nelle Grandi Foreste del Nord. Né avrebbero mai più sentito il vento muovere le sue fronde e contemporaneamente accarezzare la loro pelle blu. Mai più.

C-13 era un androide strano, ma poteva batterlo impegnandosi di più di quanto aveva fatto. Aveva la pelle blu, gli occhi gialli, anche la sclera, e capelli ritti in testa come Vegeta e di colore rosso. Non lo conosceva, ma l'androide invece aveva già incontrato il saiyan. Trunks si preparò.
Pensò alla sua povera spada, spezzata al contatto con l'androide. Aveva da poco iniziato a combattere contro di lui e già doveva rinunciare alla spada. Ma poteva batterlo se usava di più le sue capacità. Aveva iniziato con una forza più bassa di quanto avrebbe potuto nella forma di Super Saiyan. Aveva dovuto testare la forza dell'altro, visto che non aveva un'aura e quindi non poteva sentire la sua potenza.
Intanto l'androide l'aveva già sottoposto a scansione, sia prima sia dopo la trasformazione. Ora notava l'aumento di potenza del giovane. Questo gli diede un calcio in faccia facendolo cadere a terra e lo riempì di colpi di ki. Poi 13 prese per il collo l'avversario e tentò di strozzarlo. Il saiyan si liberò dalla presa dandogli due calci sulla pancia. Non fece in tempo a reagire che l'androide lo prese per le gambe e lo gettò via, a pochi metri di distanza. Continuò dandogli pugni nello stomaco, poi una gomitata sul mento e diversi calci sul petto. Cercò di dargli un altro destro ma il figlio di Vegeta parò il colpo.
"Ora ti farò a pezzettini, lurido ammasso di circuiti!" disse il terrestre.
"Lo vedremo. Non credo che riuscirai a fare quello che nel mio universo ti ho fatto. E che ho fatto a tutti i tuoi cari amici... Sai tuo padre invocò la morte per non dover sopportare altro dolore. E io lo accontentai...".
Che diavolo stava dicendo? Stava solo bluffando, voleva solo farlo arrabbiare. No, suo padre non era fatto così. Non avrebbe mai fatto così.
Si ricordava benissimo com'era fatto, e si ricordava benissimo anche i racconti su di lui di sua madre Bulma quando era bambino. Ricordava soprattutto quelli che raccontava la notte, quando non riusciva a dormire. A posto delle favole si faceva raccontare la forza, la fierezza del suo papà morto. Era grazie a quei racconti che aveva immaginato come fosse suo padre. Un testone, un orgoglioso testone che in fondo aveva un cuore d'oro. Così almeno diceva sua madre. Poi gli dovette dare ragione, anni dopo.
"Mio padre non avrebbe mai fatto così!" e gli diede un calcio dritto nella pancia "Mio padre è l'orgoglioso Principe dei Saiyan! Non si farebbe mai umiliare come hai detto tu! Sei solo un lurido bugiardo!" e lo prese per i capelli "E poi tu per quanto mi dici hai ucciso Goku. Qual è ora il tuo scopo se hai già compiuto lo scopo per cui sei stato ideato?" lo lanciò in aria colpendolo con molte sfere di energia.
Goku, il motivo per cui era stato creato da un super computer. Aveva svolto il suo compito con piacere, aveva potuto eliminare il grande eroe. Aveva portato distruzione in quel mondo, aveva portato via il suo protettore.
"Goku era il simbolo dell'inutilità del tuo mondo! Un mondo fatto solo di ipocrisia e dolore, guerra e l'illusione di liberà! E lui si premurava di proteggerlo, di salvarlo quando era in pericolo. Assurdo e dannoso!
Con lui il mio scopo era solo iniziato. Ma per ora sei tu il mio scopo!" e preparò l'S.S. Deadly Bomber alla massima potenza.
"Allora questa volta morirai!" e fece rapidi movimenti con le braccia e mise le mani avanti. In quel momento gli indici e i pollici si toccavano e la forma creata era più o meno un rombo. 13 sparò una sfera di ki e così fece anche lui.
"Burning Attack!" urlò il terrestre e le due sfere si scontrarono creando un grande boato, ma alla fine l'attacco del saiyan ebbe il sopravvento sull'altro.
Quello che era C-13 scomparì per sempre. Chissà cosa pensava in quel momento, prima di morire. Lui non aveva un'anima, era un essere artificiale incapace di amare. Non poteva capire la vita, non aveva mai avuto una vera vita. E forse quella non era una vera morte, ma solo una distruzione.

Stavano per mostrare tutte le loro carte, usare tutta la loro forza. Le due, le Pink Sisters, Kinpa e Nikipa, sembravano a Mr. Slug e a Meiso due stupide incapaci, ma ora si sarebbero ricreduti.
Si presero per mano e le due espansero al massimo la loro aura e le loro aure furono circondate di scariche elettriche.
La terra a detriti si alzava dal terreno per l'effetto della loro potenza. L'odore acre dell'erba era ormai entrato nelle narici dei combattenti.
Stavano sinergicamente portando la loro forza al massimo, e per farlo dovevano avere un legame fisico. Le mani erano perfette, si creava un contatto perfetto, con loro riuscivano a portare la loro forza oltre i loro limiti naturali.
Quei due non erano maschi, per loro fortuna. Avrebbero potuto piegarli alla loro volontà se lo fossero stati. Ricordavano cosa avevano fatto i maschi a loro. Le avevano solo deluso i loro sentimenti. Le avevano spezzato il cuore perchè quello era un genere infido e inconcludente, di cui non si potevano fidare.
Ma anche se quei due non lo erano, sarebbero morti lo stesso.
"Pink Sisters' Final Ray!" gridarono e crearono dalle loro mani libero un unico raggio di ki. I due lo frenarono ma venivano spinti indietro.
"Non potete sfuggire alla potenza delle sorelle! Verrete disintegrati dalla nostra devastazione!" affermavano le due contemporaneamente. Le loro due voci praticamente uguali si erano contrapposte come fossero un'unica voce.
Mr. Slug spinse il compagno via e fermò la sfera. Poi la rigettò contro le sorelle.
Per giustificarsi il namecciano disse che lui, Meiso, non era all'altezza per fermare quel colpo di ki. Il meisano lasciò perdere, per nulla offeso. Aveva ragione e lo ammetteva.
Ma comunque, le Pink Sisters erano morte, però non erano incapaci. Avevano un grande potenziale, ma non avrebbero mai potuto svilupparlo. Certo che anche se fossero sopravvissute non sarebbero state in grado di combattere. Quella era la loro ultima carta che però non aveva funzionato.
Erano state sfortunate a incontrare quel mago, figlio di Bibidy.

Un pugno di suo padre, il pugno di Paragas. Son Broly sapeva cosa doveva fare. Il padre era un cyborg, lo era diventato per salvarsi dalla morte che gli aveva quasi inflitto suo figlio. Ora il padre se lo ritrovava davanti, o meglio, si ritrovava una strana controparte di un altro universo.
Broly si fece coraggio e gli prese la mano. La strinse e il suo sguardo cambiò. Prima era insicuro, inerme, ora non più. Quello sguardo però all'altro saiyan ricordava lo sguardo del suo vero figlio. Era uno sguardo convinto, sicuro di sé. Son Broly poche volte era davvero sicuro di sé, e una di quelle volte era quando combatteva. Quando lo faceva riusciva a prendere sicurezza, abbastanza sicurezza per farlo. Gliel'aveva insegnato suo nonno, Son Gohan. Lui gli aveva insegnato ad usare le sue abilità combattive e a non temerle. Il saiyan come qualsiasi saiyan era nato per combattere, ce l'aveva nel sangue. Anche se il suo carattere non sembrava adatto a un combattente. Anche altri, dopo la morte per quella terribile malattia del suo amato nonno, lo avevano aiutato a superare le sue paure, almeno quando combatteva. La sua timidezza però si notava lo stesso, anche durante uno scontro. Non parlava quasi mai con l'avversario, era solo concentrato a lottare. Sembrava che non gli importasse con chi combattesse ma che gli importasse solo il combattimento.
Suo figlio, il figlio che l'aveva salvato dalla distruzione del Pianeta Vegeta. Il figlio che aveva cresciuto temendolo, temendo la sua forza, temendo che potesse ucciderlo. E alla fine c'era quasi riuscito, lì, su quel pianeta abitato da esseri insulsi. Goku e Broly si uccisero a vicenda e il pianeta fu distrutto dalla cometa.
Ma quello non era suo figlio, era diverso, troppo diverso. Stringeva la sua mano, forte, troppo forte. Il suo Broly l'aveva quasi ucciso ma lui era riuscito a sopravvivere e a trovare abbastanza energie per raggiungere una navicella e salirci sopra. Le ferite però erano troppo gravi e si fece sostituire alcune parti organiche con parti meccaniche. Quando vedeva quello che era diventato si ricordava di lui e coltivava il suo odio. Avrebbe preferito che non l'avesse salvato dalla furia folle di Freezer.
Il Son gli diede un pugno nello stomaco.

Babidy era ancora pensoso. Questi guerrieri potevano servire al suo scopo. Potevano essere proprio quello che gli serviva per iniziare. Poteva usarli, certamente. Usarli come pretesto per arrivare a quello che voleva. Ottima idea.
Sogghignò pregustandosi il suo piano. Si sarebbe divertito sicuramente. E Mashin avrebbe avuto quello che si meritava.
Mashin, ricordava benissimo quando l'aveva contattato. La sua vita cambiò radicalmente, gli proponeva prospettive incredibili. Non avrebbe potuto volere di più, a parte non sottostare a quel lurido mostro. Ma era pronto a fare che questo cambiasse.




Nel prossimo capitolo ci sarà il finale dei combattimenti che non sono ancora finiti. (Nel combattimento delle Pink Sisters ho cercato di immedesimarmi nella mentalità femminile. Essendo io maschio, non effemminato e non omosessuale [non che nell'essere femmina, effemminato o omosessuale ci sia qualcosa di male, ovviamente] ho cercato di immedesimarmi il più possibile nel genere che amo così tanto. Poi il genere femminile con il tempo avranno un ruolo più importante in questa fanfiction. Ndme) (Bravo, bravo. NdSecchione) (Bravvo, bravvo. NdDeficent) (Non avete altro da dire? Ndme) (No. NdSecchioneEDeficento)

Riguardo all'utilizzo della Bakuhatsuha (la tecnica esplosiva il cui più famoso utilizzatore è Nappa) non è una tecnica esclusiva di Nappa, tra l'altro il primo ad utilizzarlo è stato Dio (nell'anime Supremo) nel 23° Torneo Tenkaichi, alla fine della prima serie. Non mi sembra esagerato pensare che due fusioni come Vegeth e Gokhan possano riprodurlo.

Origine nomi:
-''Kinpa' e ''Nikipa'', le Pink Sisters, sono due storpiature di due anagrammi di ''pink'', rosa, (''Kinpa'' è la storpiatura di ''kinp'' e ''Nikipa'' è la storpiatura di ''nikp'') quindi rimane il gioco di parole con ''rosa''.

Nomi tecniche:
-''Fog Ball'' dall'inglese e vuol dire ''Sfera della Nebbia'';
-''Pink Sisters' Final Ray'' dall'inglese e vuol dire ''Raggio Finale delle Sorelle Rose''.

Ispirazione:
Ringrazio Salagir e Gogeta Jr., creatori del fan manga on line Dragon Ball Multiverse (ecco il link) che mi è stato di grande fonte d'ispirazione, insieme alla squadra degli Exiles della Marvel, per scrivere questa fanfiction. Ovviamente, come avrete sicuramente già notato se conoscete DBM, non è assolutamente un copia e incolla dei personaggi di DBM in un contesto diverso, infatti non compariranno dei personaggi che compaiono in DBM, compaiono molti personaggi estranei a DBM e alcuni personaggi (pochissimi) che compaiono in DBM hanno una storia diversa.

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Capitolo 9
*** La prima è finita ***


DB EXILES - CAP 9 Questi sono i finali dei combattimenti non finiti negli altri capitoli. Erano i combattimenti contro i rinforzi che hanno mandato dall'Universo Base. Gli Exiles Warriors dovevano vedere il livello degli avversari, e viceversa.

Capitolo 9 - La prima è finita

Non era più il momento di giocare. Kesar stava aspettando che Darbula tornasse all'attacco.
Il demone era stato prima umiliato da Ub che era più interessato al suo compagno, Majin Bu, e poi era arrivato il cyborg che il Re dei Demoni stava per tornare ad affrontare. Ma non era riuscito a stare al livello del cyborg amord ed ora era molto stanco. Sapeva che non poteva scappare, e che l'unico modo per avere una possibilità di batterlo era usare tutte le sue forze rimanenti. Insipirò ed espirò a pieni polmoni. Il petto si gonfiava e si sgonfiava come l'acqua che avanza e arretra verso la spiaggia.
"Sei molto forte, cyborg. Devo ammetterlo con umiltà." affermò Darbula.
"Anche tu, demone. Ma non hai alcuna speranza di battermi perchè non sei e non sarai mai al mio livello. Io provengo dal Pianeta Amor, dove la tecnologia è abbastanza avanzata d'avermi permesso di diventare un cyborg molto potente. Nessuno può battermi!" rispose Kesar. Sapeva che l'altro aveva in mente qualcosa e aspettava con piacere che agisse.
"Vedremo..." pensò il Re dei Demoni con il suo sguardo di ghiaccio. Quegli occhi erano gli stessi che avevano fatto tremare inermi gli esseri più disparati. E prima era stato lui a tremare di paura, a mostrare già dallo sguardo la grande angoscia. Ma ora era tornato lo sguardo di ghiaccio.
I suoi muscoli si prepararono. Fu circondato da un'aura elettrica di colore nero-violaceo.
"Credi di essere il più forte?! Credi che non esiste nessuno più forte di te?! Non sai quanto ti sbagli. Sai disintegrare una galassia con un solo colpo?! Io conosco chi lo sa fare! Tu non hai alcuna idea di quello che vi aspetta! Ci sono combattenti molto più forti di me, e li incontrerete! Puoi starne sicuro!".
"Avanti, attacca! Cosa aspetti?! Fammi vedere il tuo colpo migliore! Fammi vedere tutto quello che sai fare! Fammi vedere cosa sa fare un vero demone! Uccidimi! Senza pietà! Avanti!!!".
E accontentò la sua voglia di vedere il suo attacco, concentrando quasi tutte le sue forse nel suo ultimo colpo.
"Hellish Ball!" gridò a squarcia gola. Un enorme sfera nera-violacea fu sparata dalle mani rosse di Darbula. Il sudore scendeva dalla sua fronte calda. Pensava che forse non sarebbe riuscito a sopravvivere a quell'ultimo sforzo.
La sfera trascinò Kesar per molti chilometri ed essa si perse nell'orizzonte. Era stata troppo veloce, non aveva potuto contrattaccare.
Il servitore di Babidy scese a terra e cadde su di essa stremato. Respirava affannosamente. Ce l'aveva fatta? Sperava di sì. Chiuse gli occhi, ma non era ancora morto, no, non ancora. Ricordava la sua lunga vita da Re dei Demoni. Aveva avuto molte soddisfazioni, ricordava con piacere le facce delle persone che aveva fatto soffrire, che aveva torturato, che aveva ucciso. Come quella di un bambino, soltanto un piccolo bambino. Voleva la sua mamma, e non faceva altro che piangere e urlare disteso sul suo cadavere. Gli aveva detto che avrebbe rivisto la sua madre presto. E quello ingenuamente, ma ancora spaventato e disteso a terra sporco del sangue della madre, gli aveva chiesto: "Davvero?". E lui aveva annuito e poi l'aveva decapitato con la spada. E la testa cadde a terra e scivolò sopra il petto della madre. Prima che la testa diventasse incosciente aveva sentito per l'ultima volta la stessa sensazione che provava quando lo abbracciava. No, Darbula non era ancora morto.
Ma dov'era l'amord o almeno quello che restava di esso? Era stato spinto dalla sfera di ki lontano. Ansimava, e quello che restava del suo corpo meccanico era ben poco. Gli mancava quasi tutta la parte sinistra del corpo. La sua testa era ancora ricoperta del rivestimento meccanico, ma solo per metà. Il suo occhio nero diceva tutto sul suo stato d'animo. Se l'era cavata per poco, aveva fatto male a spronarlo. Avrebbe dovuto farlo fuori prima. Si sarebbe risparmiato quel rischio. Ma lui era il solito testone. Però aveva ancora un braccio che tutto sommato era in buone condizioni. Si riparò il più possibile passando sopra il corpo il suo dito indice che brillava blu. Perfetto. Vide gli effetti del colpo e guardò la grande parte di terreno che era stata distrutta dalla sfera. Era come se qualcosa di enormemente titanico fosse stato trasportato per metri e metri.
Ma aveva altro a cui pensare. Volò verso il demone e ritornò da lui. Lo prese per il collo e strinse.
Ricordava quella voglia di sangue che in quel momento lo pervadeva, perchè non era la prima volta che succedeva. Quegli occhi mostruosi peggiori forse anche di quelli dell'avversario avevano provocato troppo sofferenza. E quella sete gli ricordava quando non era ancora un cyborg, la sua vita su Amor. Una vita da dimenticare.
"Sono tornato." disse Kesar mollando la presa "Rialzati." ma quello non si muoveva "Rialzati!" ma ancora niente e per questo lo riprese e lo spinse in alto.
Un suo braccio si trasformò in un cannone. Mechanical Destructive Cannon, era la tecnica che colpì in pieno il demone. Il raggio di ki aveva creato un buco rotondo nel torace. Dopo essere tornato sul terreno, lentamente il servitore di Babidi abbassò lo sguardo giù e vide il buco. Poi l'amord lo prese di nuovo per il collo e glielo spezzò. Il cadavere cadde a terra e venne subito disintegrato dall'Imperial Ray.
Aveva esagerato. Avrebbe dovuto avere più pietà, ma era troppo tardi.

Avevano iniziato lo scontro con quei due demoni, Abra e Cada, e avevano notato subito la loro superiorità nella tecnica. Non erano più forti di loro ma insieme la loro tecnica di combattimento sincronico era di alto livello. E poi avevano cominciato a girare insieme come una trottola e i due terrestri erano stati fortemente colpiti.
"Come stai? Quanto sei stanco?" domandò Goten all'amico Trunks.
"Sono stremato, Goten. Credo che dovremo usare la fu..." ma si interruppe. La trottola cominciò a diminuire visibilmente la sua velocità di rotazione fino a quando si fermò. I due demoni rossi erano stremati. Ma anche i due mezzi-saiyan lo erano. Ma la fine di quella trottola era stata provvidenziale.
Ora erano tutti e quattro stremati.
Non avrebbero usato la fusione, perchè potevano, anzi dovevano, sconfiggerli da soli perchè potevano farlo, o almeno pensavano così. I quattro ricominciarono a lottare.
I demoni gemelli sapevano quanto aveva loro stremato la trottola, ma non avevano certo intenzione di mollare. I fratelli cominciarono a correre a zig zag e contemporaneamente a sferrare ki blast tutti prontamente schivati dai saiyan. Goten cercò di dare un pugno ad Abra ma quello lo schivò saltando dietro di lui. Goten cercando di seguire i suoi movimenti non prende in considerazione l'altro demone, che con una gamba da un calcio al figlio di Goku e con l'altra al figlio di Vegeta. Trunks però parò il calcio, lo prese per l'arto e lo fece roteare fino a quando non lo menò contro l'altro gemello. Abra prese il fratello sulla schiena e si piegò facendolo arrivare davanti a lui. Si erano scambiati gli avversari.
Oh, sì, si stavano divertendo. I due mezzi-saiyan dovevano ammettere che quei due avevano ottimi riflessi.
Lo scontro durò ancora un po', con i quattro che sembravano in stallo.
Ma poi Abra salì sulla schiena di Cada e si sedette.
"Demoniac Robot!" dissero mettendosi in una posizione strana in modo decisamente teatrale. Gli avversari sembravano molto, per dire un eufemismo, perplessi da quella tecnica.
I due demoni cominciarono ad attaccarli, Abra dal basso e Cada dall'alto. Avevano una visione più ampia di uno stesso luogo. Attaccavano con pugni, calci, ki blast. Ormai i due saiyan erano a terra stremati.
"E' finita, no, Abra?".
"Sì, Cada".
"Allora addio, moscerini!" dissero contemporaneamente i gemelli preparandosi al colpo di grazia. Ma qualcuno intervenì e li colpì a morte. I due demoni gemelli, i due demoni che avevano seminato così tanto sangue e così tante budella da riempire uno stadio di calcio. Oh, se l'erano spassata così tanto. Ora erano morti, colpiti da un essere che non avevano neanche visto in faccia. Avrebbero voluto una morte più teatrale, più piena di sangue, di dolore. Peccato.
"Prendete." disse Vegeta lanciando i senzu ai due. Che testoni, avrebbero dovuto fondersi. Ma il loro orgoglio era stato troppo forte. Erano pur sempre saiyan, anche se per metà.

Goku stava per smettere di respirare. Bark, un tipo strano che usava per combattere anche la sua ombra, stava per soffocarlo.
Tutti i muscoli del suo corpo iniziarono a prepararsi all'aumento di potenza. Il Son si trasformò in Super Saiyan di secondo livello. Si liberò dalla presa sia di Bark che dell'ombra. Il tipo si allontanò dal terrestre, ma non era spaventato anche se uno poteva chiedersi se lo era.
"Hai paura?" gli domandò Goku.
Quello di risposta ingurgitò l'ombra. Non completamente, infatti messa in bocca in quantità sufficienti fu strappata dal resto che tornò alla base del tizio. Era la sua ultima carta. Sembrava estasiato e rilassato, come se fosse stato sotto l'effetto di qualche droga. Era diventato anche lui più forte e questo lo faceva godere.
"Lo sai che cos'è l'arte, biondino? L'arte è l'espressione del proprio vero io." disse.
"E qual è il tuo vero io?".
Quello si mise a ridere. Una risata oscura, raccapricciante, infernale.
"Il mio vero io è tutto e niente. Il mio vero io è luce e buio. Il mio vero io è nero e bianco. Capisci, biondino?".
No, non capiva. Capiva solo che quello era matto da legare. L'aveva capito subito, da quando l'aveva incontrato. Prima parlava arcaico, prima faceva solo versi animaleschi e in quel momento parlava normale ma comunque non riusciva a seguirlo.
"L'arte è una cosa che non puoi capire, biondino. Sei uno stupido ammasso di muscoli senza un briciolo di cervello".
"Invece di blaterare a vanvera combatti contro di me!".
Lo accontentò e torno ad attaccarlo. Lo scontro procedeva alla pari, e Goku vedeva che l'altro non usava la sua ombra. Si vedeva che non poteva più usarla per mantenere quel livello. Almeno non si sarebbe più dovuto battere con quella fastidiosa cosa.
"Lo sai perchè le parole sono importanti?" disse Bark e poi lo prese per un braccio. Gli fece dare le spalle e lo tenne fermo stringendolo e fermandogli gli arti con i suoi. Stava premendo il braccio del saiyan sul suo petto.
"Perchè le parole sono l'invenzione più grande che sia mai esistita. Trovi qualcos'altro che possa essere paragonata ad esse? Niente sa esprimere meglio delle parole." affermò il tizio.
Non voleva smettere di parlare, continuava a farneticare. E poi gli ruppe il braccio.
"Lo sai cosa sono io? Sono un gran pezzo di merda. Scommetto che sei d'accordo." e l'essere sogghignò. Era un bastardo sadico, quel pezzo di merda. Ma era pronto a fargli vedere cosa sapeva fare.
"Stai zitto." disse Goku e riuscì a liberarsi espandendo l'aura e liberando una gamba con cui lo scaraventò via.
L'eroe della Terra continuò a confrontarsi con l'altro ma senza l'utilizzo del braccio rotto. Usava le gambe più che altro. Un calcio dritto in faccia, uno dritto nella pancia, uno ben centrato dietro il collo. Il parla-strano lo prese per una gamba, lo buttò giù e finito a terra lo massacrò di calci sulla faccia. Il dolore, il dolore lancinante alla testa. Urlava e ricordava tutte le volte che era stato massacrato di colpi, come quella volta con Vegeta che in forma Oozaru gli aveva rotto quasi tutte le ossa, in gran parte grazie a una zampata. L'aveva ridotto così male che quasi non riusciva a muoversi. Il dolore non smetteva, continuava. Sentiva la strana e pazza risata dell'altro. Aveva sentito molte risate ma quella gli sarebbe rimasta in testa più di molte altre. E poi tutte quelle botte non facevano bene alla sua testa.
Poi Bark diede un attimo di respiro all'avversario preparandosi a finirlo con un colpo di ki. Il terrestre giaceva a terra inerme, era anche tornato moro.
"Addio, scommetto che non aspetti altro che la morte. Va bene, ti accontenterò." disse sogghignando e caricò un attacco di ki che poteva uccidere benissimo il saiyan.
Ma Goku si teletrasportò dietro l'altro e gli diede una testata trasformatosi durante il teletrasporto di nuovo di Super Saiyan di secondo livello. No, non poteva finire con la sua sconfitta.
"Cosa diavolo-? Come ha fatto a-? Non può essere così veloce." pensò Bark.
Ci fu un attimo di silenzio in cui i due stavano fermi ad aspettare che l'altro continuasse. E si guardavano intensamente, come se l'altro fosse la cosa più interessante in quel momento.
L'uccisore di Majin Bu si preparò a sferrare un colpo, portò le mani dietro.
"Kamehame..." e si teletrasportò di nuovo dietro l'essere "...ha!" e lo colpì da dietro con lo stesso colpo che aveva utilizzato nel Cell Game. Bark fu colto di sorpresa e morì travolto da quel colpo blu e bianco.
Era stato un nemico strano ma interessante. Era stato un nemico sadico e spietato. Era stato.
Il saiyan era morto o in procinto di morire diverse volte, e ormai la morte non gli faceva più paura, se gliel'avesse mai fatta. E aveva e avrebbe incontrato tanti avversari. Ma Bark se lo sarebbe ricordato di sicuro. Ma cosa avrà pensato? Cosa avrà pensato prima di morire? Forse aveva pensato ad una cosa stupida, una cosa inutile, succede. Forse aveva pensato alla bellezza della distruzione, che purifica. O forse aveva pensato all'avversario, possibile, probabile. Ma lui non era stato uno molto probabile.

Paragas, suo padre. Non avrebbe mai immaginato che l'avrebbe rincontrato in quella strana avventura. Ma quello non era suo padre. Paragas si ricordava benissimo di suo figlio, che l'aveva quasi ucciso nel suo universo. Ma quello non era suo figlio. Quello era un Son.
Son Broly era stato scambiato con un saiyan, Kakaroth, da suo padre. Quello aveva inoltre modificato delle cose nella navicella. Cose che furono utili a Son Gohan, il nonno adottivo. Prima di inviarlo sulla Terra aveva parlato con lui...
"Devo salvarti, figliolo. Devi salvarti. Arriverai su un piccolo pianeta azzurro insignificante, la Terra, abitato da esseri insulsi che mi pare si chiamino umani. Uccidine quante ne vuoi, va bene?
Re Vegeta non ti avrà morto, figliolo. Tu sopravviverai e poi tornerai su questo pianeta e ti prenderai il titolo di Re! Tu sei dotato di un potenziale enorme... Io sono convinto che tu sia il Super Saiyan! Dovrai vendicarci, vendicherai il nostro onore." gli aveva detto. Re Vegeta, quel bastardo a cui avevano dedicato il nome del loro nuovo pianeta, il Pianeta Vegeta. Tutto perchè era stato essenziale nello sconfiggere gli Tsufuru. Ma non avrebbe dovuto volere la morte di suo figlio solo per paura di lui. Anche lui ne aveva, ma quel piccolo era l'unico che potesse vendicarlo.
E poi era morto, per colpa di Freezer che aveva distrutto il pianeta. Invece quel Paragas che il Son aveva davanti non era morto su quel pianeta, era stato salvato dallo stesso figlio che l'aveva costretto a diventare un cyborg. Ma in quel momento era pronto a morire.
Il cyborg era stato appena colpito da un pugno dall'altro saiyan. Ma quest'ultimo non continuò a colpirlo.
"Avanti... Cosa aspetti? Uccidimi. So benissimo che non posso competere con te. Lo so dall'inizio!" disse Paragas.
"Perchè vuoi morire?".
"Perchè ora sono solo una pedina di esseri disgustosi. Non ho più un motivo per vivere. Sono solo uno stupido cyborg saiyan, un essere inutile, senza un proprio scopo. Voglio, anzi, esigo che tu mi uccida all'istante!".
"Perchè non... t-ti... su-suicidi?". No, non doveva balbettare. Gli succedeva quando era particolarmente sotto pressione. No, doveva resistere.
"E' umiliante! Io sono un saiyan, devo morire combattendo! Dovresti saperlo!"  e lo colpì con un calcio allo stomaco. E poi, visto che Broly al colpo si era piegato all'indietro, infierì sulla schiena scoperta.
"Combatti, figlio!" e con l'avversario a terra lo riempì di ki blast "Lo so che non ti stai impegnando!".
Non doveva farsi influenzare dalle emozioni, doveva reagire, doveva agire.
"Io non sono tuo figlio." e fu le ultime parole che gli disse. L'aura lo circondò all'improvviso e lo colpì con una gomitata dritta in faccia. Lo finì con una Kamehameha. Non voleva vedere il cadavere. Odiava i cadaveri, e poi sarebbe stato il cadavere di suo padre, anche se non era davvero il suo. No, non avrebbe resistito. Si sarebbe fatto prendere troppo dalle sue emozioni, alla fine era sia forte che fragile. Era in bilico costantemente.

"La prima è finita." pensò Kaiohshin. Si riferiva alla missione. Gli Exiles Warriors avevano appena finito la loro missione, erano stati bravi. Ma quello era solo l'inizio, e le parole di Darbula gielo avevano confermato.
Il dio ordinò alla sua squadra di tornare alla base, quello che aveva visto era sufficiente. Quelli avrebbero voluto restare un altro po', ma ormai era inutile, avrebbero solo sprecato tempo. Era stata una missione che aveva donato a loro diverse sorprese, ma alcuni erano rimasti soddisfatti e altri insoddisfatti e alcuni avevano provato troppe emozioni in poco tempo.
Subito presero il loro dispositivo che permetteva loro di viaggiare. Il TBU, che sta per 'Teleporter Between Universes', Teletrasportatore tra universi, quasi indistruttibile e utilizzabile solo dopo che il Super Computer accerti l'identità di cui lo usa. Ma poteva autodistruggersi in caso di allarme. Non potevano certo rischiare.
Ma quello di Goten non andò, venne smaterializzato ma non dove doveva. Il suo corpo venne schiacciato, venne contorto. Aveva capito che qualcosa non andava. E poi pensò a due cose in particolare. Due cose centrali, alla sua amata Terra che già gli mancava e alla sua missione...




Al prossimo capitolo! (Broli è un grande! Ma xkè non urla 'Kakaroth'? NdDefy) (Perchè non è quel Broly, che tra l'altro nel primo film sa parlare e non dice solo 'Kakaroth', non è un lobotomizzato come nel sequel e come Bio-Broly. NdSecchione) (A, bravvo sekkia. Ci hai ragionissima, frattello. :-) NdDeficente?) (Io non sono tuo fratello. Neanche se fossimo neri. NdSecchione) ( :-'( NdDeffy) (No, l'hai fatto piangere! Chiedi scusa! Ndme) (No. NdSecchione.) (Chiedi scusa! Ndme) (No. NdSecchione) (Chiedi scusa se no non ti regalo per natale l'unica figurina che ti manca per finire l'Album Panini dell'anno scorso! Ndme) (Va bene, ricattatore... Ti chiedo scusa, Deficiente. NdSecchione) (+ confincente. NdDepicente) (Ti chiedo enormemente scusa, Deficiente. Ho sbagliato soltanto io. NdSecchione) (Se ne è andato. E' uscito con tua sorella, Occhialuta [Nota nella nota: ma ben dotata]. Ndme) (Io l'ammazzo! NdSecchione)

Nomi tecniche:
-''Hellish Ball'' dall'inglese e significa ''Sfera Infernale'';
-''Mechanical Destructive Cannon'' dall'inglese e significa ''Cannone Meccanico Distruttivo'';
-''Demoniac Robot'' dall'inglese e significa ''Robot Demoniaco'' o ''Robot Indemoniato''.

Ispirazione:
Ringrazio Salagir e Gogeta Jr., creatori del fan manga on line Dragon Ball Multiverse (ecco il link) che mi è stato di grande fonte d'ispirazione, insieme alla squadra degli Exiles della Marvel, per scrivere questa fanfiction. Ovviamente, come avrete sicuramente già notato se conoscete DBM, non è assolutamente un copia e incolla dei personaggi di DBM in un contesto diverso, infatti non compariranno dei personaggi che compaiono in DBM, compaiono molti personaggi estranei a DBM e alcuni personaggi (pochissimi) che compaiono in DBM hanno una storia diversa.

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Capitolo 10
*** Terra e missione ***


DB EXILES - CAP 10 Cosa sarà successo a Goten? Lo scoprirete in questo capitolo!

Capitolo 10 - Terra e missione

Cosa stava succedendo? Goten stava per tornare all'universo tasca dove gli Exiles Warriors avevano la loro base ma qualcosa nella smaterializzazione era andata storta. Veniva trasportato chissà dove, ma non a caso. Lui aveva pensato chissà perché proprio in quel momento a due cose: la Terra, il pianeta che gli aveva dato i natali, e alla missione, la missione per sconfiggere Mashin e i suoi sottoposti.
Alla fine fu smaterializzato, dopo più tempo di quanto durava di solito la smaterializzazione che sembrava praticamente istantanea. Era sulla Terra, ma non era la sua Terra. Una città gli si parava davanti e lesse il suo nome su un cartello: ''Benvenuti alla Città dell'Ovest''. Era riuscito a leggerlo a malapena perché picchiava forte il sole in alto del cielo. Se non fosse stato per quel caldo eccessivo, sarebbe stata una bella giornata, non c'era una nuvola in cielo. Ma anche se avesse fatto meno caldo non poteva essere una bella giornata, guardando la città.
Davanti a lui c'era solo desolazione, ed era proprio un giorno decisamente caldo, soprattutto non all'ombra. Ormai stava passeggiando nelle rovine di quella città semi-distrutta. Una vecchia auto arrugginita giaceva con i vetri rotti all'angolo della strada, c'erano detriti di palazzi crollati sparsi qui e là, un muro era sporco di sangue secco, un capello era incastrato sotto una ruota di una moto, e la stella diurna continuava a scaldare l'asfalto quando esso ancora era presente o allo scoperto. C'erano evidenti segni di bombardamento.
Si asciugò la fronte e si inumidì le labbra. Chi aveva distrutto la città? Questo si chiedeva mentre andava all'ombra. Quel sole così cocente gli ricordava le felici estati sulla Terra, con Goku e amici a giocare allegramente. Ma erano solo un ricordo, un vago ricordo in confronto a quello che aveva e avrebbe visto.
Doveva andare a casa di Bulma, se esisteva. Ormai era sicuro che quella non fosse la sua Terra. Sentiva che quella Terra aveva visto troppo dolore e distruzione in poco tempo.
Si alzò in volo verso dove sperava ci fosse ancora la casa di Bulma. Non sapeva che fare, anche perchè non riusciva nemmeno più a comunicare con la base. Quello di cercare la Brief era l'unica cosa vagamente sensata che gli era passato in mente.
Era lì, distrutta per metà ma ancora in piedi. Atterrò direttamente dentro. Si addentrò tra quello che restava di quella casa ma non c'era anima viva. E poi trovò la porta per accedere ai sotterranei, che erano però bui, privi di illuminazione.
Tastò il muro finchè non trovo l'interruttore che premette. A coppie di due si cominciarono ad accendere le luci, in una reazione sembrava, ma non era, un po' come le tessere del domino quando viene fatto cadere il primo pezzo.
I sotterranei erano ancora in buone condizioni. Scese le scale e si ritrovò davanti un grosso schermo.

Dove diavolo era finito? Beh, proprio non lo capiva. Qualcosa era andato storto, forse qualcosa aveva interferito. Avrebbe dovuto essere smaterializzato come gli altri ma così non era successo. E non rispondeva nemmeno con la trasmittente. I suoi compagni erano lì ad aspettarlo. Alcuni sembravano preoccupati, altri no.
"Allora? Hai capito almeno dove è andato?" disse Trunks.
"Ci sono quasi... Ed ecco, finalmente ora so dov'è, ma non riesco ancora a ristabilire il contatto con la radiotrasmittente dimensionale. Andate pure, è inutile che restiate qui. Se ci fosse bisogno della vostra presenza vi chiamerò." affermò Kaiohshin mentre armeggiava con il Super Computer. Sì, aveva ragione, e per questo andarono via, anche se l'ansia ancora aleggiava nei cuori di alcuni di loro.
Anche Goku era preoccupato per suo figlio, il figlio che non aveva visto nascere perché era morto. E che la prima volta aveva visto ancora con l'aureola in testa, nel suo giorno di permesso concesso da Baba. Gli avevano detto che gli somigliava ma non pensava così tanto. Si nascondeva dietro sua madre. Ma alla fine superò la timidezza verso il padre che non aveva mai visto e lo abbracciò. E il figlio di Bardak ricambiò. Il piccolo prima di allora non aveva mai avuto una persona che poteva chiamare papà, e il poterlo fare era il dono più bello che avesse mai avuto. Poi l'allievo di Muten era resuscitato ed avevano potuto essere una famiglia, lui, Chichi, Gohan e Goten. Aveva visto il resto dell'infanzia di quest'ultimo, si erano anche allenati insieme. Poi 10 anni dopo aveva scelto di lasciarlo di nuovo per andare ad allenare Ub. Ogni tanto tornava a trovare la famiglia, ma per la maggior parte era assente. In fondo non era mai stato un grande padre, né con Gohan né con Goten. Ma nonostante tutti i suoi difetti e le sue mancanze non avrebbero mai smesso di amarlo perchè era il loro papà, un papà speciale infondo.

Di scatto lo schermo cominciò a trasmettere un video che sembrava essere stato girato proprio in quello stesso luogo. L'aver acceso l'interruttore doveva aver innescato anche lo schermo, o almeno così supponeva.
"Se state vedendo questo video allora probabilmente potete essere solo due tipi di spettatori:
sopravvissuti, anche se io ne dubito fortemente, o uno di quei mostri che ci hanno attaccato." in quel video stava parlando una donna non più giovane dai capelli blu, era lei, Bulma "Non mi interessa se sei il primo o il secondo di questi spettatori. Io ho girato questo video per sfogarmi, per far conoscere il mio dolore. Queste sono le ultime parole che lascio alla Storia. Ho sempre sognato di dirlo... E' una cosa stupida, ma ora sono stata accontentata, no?" cercava di sorridere, ma si vedeva che era un sorriso falso, si sentiva il suo tono sconvolto ma rassegnato "Comunque, comincio a raccontare se non hai, o non avete, niente in contrario." no, non ne aveva "La Terra è stata attaccata da questi mostri che avevano impressa sulla fronte una M. Quindi li chiamerò, o vi chiamerò se sei uno di loro, gli M. Hanno distrutto gran parte delle nostre città, hanno ucciso il più forte combattente terrestre, Crilin, anche il vecchio Muten e poi Tenshinhan, Jiaozi e..." prese respiro, mentre gli scendevano stupidamente le lacrime dagli occhi fino a gocciolare giù dal volto "anche mio marito, Yamcha. E loro erano solo l'inizio. E' stato orribile. Potevano sterminarci tutti, ma non l'hanno fatto. Sono sicura che avrebbero potuto radere al suolo tutte le nostre città, ma non l'hanno fatto. Volevano sopravvissuti, gli servivano. Gli M hanno trasformato gran parte dei sopravvissuti in altri M. Quindi volevano solo altri schiavi." deglutì "Io non voglio essere una schiava." e prese una pistola puntandosela alla testa. "Fra poco il video finirà di girarsi. Addio." fu l'ultima parola che Bulma pronunciò nel video che finì proprio con lei tremante che premette il grilletto. Un buco dritto nella testa, morte istantanea. Ma il cadavere non c'era più, anche se il saiyan notò delle macchie di sangue. Le seguì un po' con la vista e sembravano andare verso l'alto, salire le scale. Doveva essere stata trasportata su. Ma da chi? Non osava immaginarlo. Strinse i pugni. Non avrebbe permesso a quei luridi esseri di continuare a fare quello che avevano fatto in quel luogo, in quella Terra. Non avrebbe permesso che la sua Terra fosse ridotta in questo stato né avrebbe permesso che altri mondi dovessero essere stravolti. Li avrebbero fermati, ne era più sicuro di prima perché era più determinato che mai, era pronto a fare di tutto o quasi.

Ecco, era riuscito a ristabilire il contatto. Beh, perfetto. Dopo che il terrestre fosse tornato avrebbe tentato di capire cosa fosse successo. Qualcosa non tornava, non era mai successo. Doveva capire.
"Mi senti? Goten mi senti?" disse Kaiohshin.
"Sì, ma mi puoi riportare alla base? Il coso non funziona!".
"Riprovaci e dovrebbe andare, va bene?".
Riprovò ad usare il congegno che avrebbe dovuto permettergli di tornare alla base. Riprovò ma il TBU proprio non ne voleva sapere.
"Maledizione! Avanti, vai!" urlava Goten.
"Calmati, se ti innervosisci non cambia niente, è inutile, ti fai solo del male.".
"Ok, ma se questo coso non va io..." ma fu interrotto, il congegno era partito, era tornato a funzionare.
"No, no! Non ancora!" urlò Kaiohshin. Goten veniva di nuovo smaterializzato.
"Non di nuovo, merda!" pensò Goten mentre il suo corpo veniva contorto, distorto. Pensava ancora... Temeva di non vedere mai più la sua famiglia e i suoi amici... Gohan e Trunks, sì, anche loro due...




Dove sarà diretto ora Goten? E Kaiohshin ce la farà a riportarlo indietro? (A parte questa fine [voluta] allo stesso stile dell'odiatissimo narratore della Mediaset, parliamo di cose serie! xD Finito anche il decimo capitolo! Cavolo, siamo già a dieci, eh? xD Come passa il tempo! Già al decimo, pensa un po'! La prima decina! Ndme) (Eh, già. E per fortuna Deficiente l'ho ridotto così male che non lo rivedremo presto... Mia sorella non la doveva toccare! NdSecchione) (Calmati, ora iniziamo un importante novità: ora abbiamo un ospite da intervistare! E' Piccolo! Ndme) (Salve. NdPiccolo) (Come mai non hai accettato di far parte della squadra degli Exiles Warriors? E' perché ormai in confronto a Goku e Vegeta sei una pippa? Ndme) (Esattamente, purtroppo i saiyan sono peggio dei pokemon. NdPiccolo) (Passiamo alla seconda domanda: sei attratto sessualmente da Gohan? Ndme) (-.- Guarda che non ho il... NdPiccolo) (Passiamo alla terza domanda: sei un personaggio ancora così amato perché sei un evergreen? Ndme) (Ma devo anche rispondere alle battutacce? NdPiccolo) (Passiamo alla mia domanda! Scusa il gioco di parole, ma da piccolo come vivevi? NdSecchione) (Vivevo bene tutto sommato... Uccidevo un po' di gente, mi allenavo preparandomi alla mia vendetta contro Goku, coltivavo il mio odio in modo sano... Tipo mi ricordo quando rubavo le caramelle ai bambini! Ahahah! Che spasso! Uhuhuh! Ci rimanevano così male! Oh, che bei tempi. Mi ricordo anche che... bla... bla... bla... NdPiccolo)  (Certo che quando comincia... -.- NdSecchione) (Non me lo ricordavo così carnevalescone. Ndme) (Carnavalescone? NdSecchione) (Sì, un chiacchierone... Ahahah! L'hai capita? Ndme) (-.- NdSecchione) (Bla... Goku... bla... bermuda... bla... bla... banane... bla... Gohan... bla... nudo... bla... bla... cacca... bla... torta... bla... intasato... bla... bla... NdPiccolo)

Una precisazione: né Muten, né Crilin, né Yamcha, né Tenshinhan, né Jiaozi di questa dimensione erano al livello di Radish. Hanno attaccato i servitori di Babidy e loro li hanno uccisi più che altro per divertimento. Goku non è mai esistito, questi combattenti umani non hanno mai incontrato mai né i Saiyan, né Freezer, né i Cyborg, né Majin Bu.

Ispirazione:
Ringrazio Salagir e Gogeta Jr., creatori del fan manga on line Dragon Ball Multiverse (ecco il link) che mi è stato di grande fonte d'ispirazione, insieme alla squadra degli Exiles della Marvel, per scrivere questa fanfiction. Ovviamente, come avrete sicuramente già notato se conoscete DBM, non è assolutamente un copia e incolla dei personaggi di DBM in un contesto diverso, infatti non compariranno dei personaggi che compaiono in DBM, compaiono molti personaggi estranei a DBM e alcuni personaggi (pochissimi) che compaiono in DBM hanno una storia diversa.

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Capitolo 11
*** Gohan e Trunks ***


DB EXILES - CAP 11 Il nuovo capitolo è qua, e Goten aspetta che conosciate dove si è perso ancora!

Capitolo 11 - Gohan e Trunks

Goten non era riuscito a tornare alla base perché la smaterializzazione aveva avuto, per motivi ancora non chiari, dei problemi. Non veniva smaterializzato nel posto giusto. Aveva pensato se avrebbe mai rivisto Gohan, il suo fratellone, e Trunks, il suo migliore amico.
La smaterializzazione questa seconda volta l'aveva fatto perdere i sensi. Era stato sballottato troppo. Aprì lentamente gli occhi e vi si avvicinò qualcuno.
"G-Gohan?" domandò Goten quando la sua vista era diventata più chiara e aveva sentito la sua aura. Sì, non c'erano dubbi. Era Gohan. Portava occhiali con una grossa ma non enorme montatura, una camicia bianca senza cravatta e scarpe e pantaloni neri. Aveva i capelli tagliati come li aveva tagliati prima di lasciarlo alla missione, cioè tagliati come lo erano ai tempi di Majin Bu solo senza ciuffi sulla fronte.
"Come fai a sapere il mio nome? Chi sei?" chiese il saiyan più grande. Allora capì: quello non era il suo Gohan. Doveva essere finito in un universo in cui lui non era mai nato. Era stato trovato svenuto davanti alla porta della vecchia casa in cui avevano vissuto Goku e Chichi, oltre che Nonno Gohan. Gohan se lo era trovato davanti, disteso a terra svenuto. Lo aveva preso e fatto distendere sul divano, ed aveva aspettato, non molto per dire la verità.
Goten si alzò e gli raccontò quello che gli era successo e chi era. Un fratello? Non ne aveva mai avuti, era figlio unico. Ma aveva un amico che considerava praticamente un fratello, un amico orfano anche lui di padre.
"Lo so che non è facile da credere però... è vero." affermò il secondogenito di Goku.
Che storia assurda, ma quel ragazzo era così familiare... L'aveva notato subito, appena se l'era trovato d'avanti... Quegli occhi neri... gli occhi di Goku. Sì, erano gli stessi occhi, e poi quel volto... Non c'erano dubbi.
"Ti credo, hai un'aura simile alla mia, oltre che ci somigliamo".
"Bene. Ma quindi, nostro padre qui è morto?".
"Sì, quando Cell si è autodistrutto. Hai presente Cell, no?".
"Sì, non l'ho mai conosciuto, ma sì. Ma avete incontrato Majin Bu?".
"Sì, l'ho ucciso io". In quell'universo, come è già stato detto, Goten non era mai nato. Quindi niente Gotenks e Goku aveva dato fiducia a suo figlio Gohan. Per fortuna Majin Bu si era diviso più tardi in parte buona e parte cattiva, e poi anche qui ques'ultima aveva assorbito la prima.
La casa era praticamente identica alla controparte del suo universo, ma Goten notò comunque qualche cosa di diverso, come delle foto in più e delle foto in meno. Era piena delle foto di Gohan, Videl e Pan, ma i tre non stavano mai nella stessa foto con Goku. Di quest'ultimo troneggiava una foto, una grande foto messa in posizione tale che fosse una delle prime cose che si vedesse appena entrati. Lì l'allievo di Muten era inquadrato a mezzo busto, e sorridente, con la sua solita tuta arancione e nella fotografia aveva alzato solo due dita della mano in segno di vittoria. Era stato un vincente, e lo era ancora, nell'Aldilà.
Ma Gohan non era solo, perché era venuto a trovarlo Trunks. Trunks, dopo che il figlio di Goku aveva ucciso Majin Bu, si erano avvicinati. Vegeta era morto inutilmente nel cercare di uccidere Majin Bu. Gli aveva offerto la sua spalla su cui piangere. Gohan poteva capirlo, erano entrambi orfani di padri saiyan che si erano sacrificati per salvare le persone che amavano. Ricordavano entrambi gli occhi dei loro padri. Erano stati occhi diversi ma allo stesso simili, fratelli. Occhi colmi d'amore e di rassegnazione, di combattenti nati per essere tali, che vivevano per combattere. Occhi che sapevano già che cos'era la morte.
"Potete fare qualcosa per aggiustare il congegno o la radiotrasmittente?".
"Ci proveremo" disse Gohan, ma era tutto inutile. Non riuscivano neanche ad aprirli. Il saiyan si rimise la radiotrasmittente nell'orecchio e si mise a chiacchierare un po' con i due. Avevano tanto da dirsi, da raccontarsi. Trunks lo guardava sorridendo ma non riusciva a non provare amarezza. Il Trunks di quell'universo di cui poco prima aveva sentito l'esistenza aveva tutto così tanto rispetto a lui. Per quello che diceva Goten, aveva ancora sua padre. Padre, una parola che non amava certo pronunciare. Era cresciuto senza Vegeta, che non aveva assistito alla sua adolescenza e al suo diventare adulto. Non aveva potuto chiedere a lui consigli su come affrontare la pubertà e il post-pubertà, né consigli sulle ragazze. Non aveva potuto più allenarsi con lui, che erano i momenti più belli, più intensi e più lunghi che aveva passato con lui. Vedere i possenti muscoli contrarsi, sopportare la super gravità della Gravity Room. In quei momenti sembrava capace di sopportare tutto, di vincere tutto, persino la morte. Normalmente non era solito dedicare tempo al figlio, a parte appunto gli allenamenti. Era stato il suo eroe e lo era ancora. Solo un ricordo superava i ricordi dei loro allenamenti: era quel ricordo, prima di sacrificarsi. Era durato poco, l'aveva abbracciato. Non l'aveva mai abbracciato prima. Non era un abbraccio come quelli di Bulma, quelli erano più affettuosi e calorosi. Quello era rude e frettoloso, e sentiva il rosso odore acre del sangue paterno. E poi aveva sentito una botta dietro al collo ed era svenuto. Un ricordo che teneva stretto a sé. Ma si faceva un sacco di domande... Perché l'aveva fatto? L'aveva fatto davvero per affetto o per non avere sulla coscienza anche il non aver neanche mai mostrato un gesto d'amore al figlio?
Forse entrambe le cose. Non avrebbe mai saputo, neanche dopo la morte.
Ma ora si stavano preparando, preparando a combattere un po', a vedere cosa sapevano fare. Non c'era motivo di scaldarsi troppo, Kaiohshin l'avrebbe ritrovato certamente. L'aveva già fatto una volta, poteva farlo ancora. Il Super Computer riusciva a captare i movimenti tra le dimensioni. Ci avrebbe messo un po' di tempo ma l'avrebbe rintracciato.
Goten e Trunks erano pronti, in posizione, fuori dalla casa di Gohan, quella che era stata la casa di Nonno Gohan. Erano fuori, sul prato verde, a distanza di sicurezza dalla casa. Il Monte Paoz era come Goten se lo ricordava, identico. La stessa aria fresca e pulita, i grandi alberi che crescevano intorno alla loro casa, gli uccellini che cinguettavano felici, la stessa erba verde e morbida, la sua vecchia casa in cui aveva trascorso l'infanzia. Ma i due saiyan erano occupati, ed erano nella loro forma base.
"Non fate troppi danni voi due." affermò Gohan sulla soglia di casa sua.
"Sulla mia Terra mi sono sfidato diverse volte con l'altro Trunks, ma tu non sei quel Trunks..." disse Goten.
"Non continuiamo a chiacchierare. Basta con le parole, almeno per un po'".
Il secondogenito di Goku annuì e cominciarono. Si trasformarono in Super Saiyan e le loro immagini sbiadirono fino a sparire all'occhio. Erano partiti, a grande velocità iniziarono a scontrarsi. Gohan, a differenza di un terrestre normale, riusciva a seguirli. Un pugno preso da Goten, un calcio preso da Trunks. Si stavano affrontando in aria.
Il principe gli diede un calcio rotante, facendo un movimento a semicirconferenza, dritto sul naso. Goten atterrò sul terreno frenandosi con i piedi e asciugandosi il sangue dal naso. Era rotto, cazzo. Il figlio di Goku ripartì circondato dall'aura e diede all'altro mezzo-saiyan una testata dritta sul petto. Inoltre, mentre ancora quello si contorceva, lo prese per la testa e lo menò dietro di lui. Trunks atterrò e si rialzò rimanendo sul terreno.
"C'era proprio bisogno di rompermi il naso?" domandò Goten.
"Avanti, non piagnucolare. Non mi aspettavo neanche che fosse così sensibile." rispose ironicamente Trunks.
Il Brief si rimise a combattere, rialzandosi in volo. Fece per colpirlo ma all'ultimo momento non fece andare il colpo a buon fine. Poi velocemente si mosse dietro lo zio di Pan.
"Sono dietro di te!" disse mentre colpì Goten con le mani strette in un solo colpo. Il secondogenito di Chichi si rialzò a stento dal terreno. Fece segno di resa.
"Credo di non essermi allenato come te, Trunks..." disse Goten.
"Quello era il massimo che sapevi fare?".
"Più o meno... Tu hai usato tutta la tua potenza?".
Il figlio di Bulma sorrise. Si preparò e si trasformò. Il suo Super Saiyan di secondo livello! Si doveva essere allenato molto, sì, si era allenato molto. Ricordava la prima volta che si era trasformato. Si stava allenando con Gohan...
"Avanti Trunks! Ce la puoi fare! Arrabbiati!" urlava il Son. Il Brief gli ricordava così tanto lui, però sapeva che era diverso. Ma poteva farcela lo stesso.
Arrabbiarsi? Sì, aveva tanto per cui arrabbiarsi. Suo padre non doveva farlo, non avrebbe mai dovuto. Si era sacrificato inutilmente e per giunta gli era stato dato lo stesso destino delle anime malvagie, cioè la purificazione della propria anima e la reincarnazione. Non avrebbe mai più potuto vederlo, neanche dopo la morte... Quell'abbraccio, perché quell'abbraccio? Perché non prima? Perché doveva darglielo proprio in quel momento? Perché doveva abbandonarlo? Perché doveva abbandonare la sua famiglia? Perché lui? Perché si doveva sacrificare lui? Perché invece del suo papà non era morto lui, soltanto uno stupido bambino e non un fiero combattente come suo padre? Non capiva, troppe domande nella mente che gli scorrevano veloci incontrollate ancora una volta. Quelle domande erano come un martello pneumatico in testa. Le lacrime gli scivolavano dal volto come l'acqua pura dalla fonte. Sentiva la sua forza crescere, la sua rabbia espandersi ed esplodere in un unico vulcano eruttante di energia.
Gohan era rimasto soddisfatto del saiyan più giovane. Gli ricordava ancora di più lui, quando si era trasformato per la prima volta in Super Saiyan di secondo livello contro Cell. Quel mostro disgustoso... non avrebbe dovuto distruggere senza pietà la testa di C-16. A volte, quando ripensava a quel gesto, stringeva ancora i pugni. Ma non era una di quelle volte quando lo fece guardando Trunks trasformato. Quest'ultimo diede una pacca sulla spalla di Goten, che si era rialzato.
Certo che era molto più forte del Trunks che conosceva da quando erano piccoli. Il figlio di Goku prese un senzu e i tre rientrarono in casa. Certo che avere un fratello era una cosa nuova per Gohan, ma sarebbe durato poco.

Avanti, avanti! Era successo di nuovo, maledizione. Ma ecco, sì, ecco. Beh, era fatta. L'aveva ritrovato di nuovo, perfetto. Ora doveva solo ristabilire il contatto con la radiotrasmittente. Sì, aveva fatto anche questo.
"Goten mi senti?".
Déjà vu, gli suonava quasi come un déjà vu che sperava di non avere più.
"Sì." rispose e, seguendo le istruzione del dio, prese il congegno, il cui nome era TBU, e lo riaccese. Questa volta sembrava funzionare perfettamente.
"Ah, finalmente! Non vedo l'ora di tornare!" esclamò sorridendo il mezzo-saiyan.
Stava per chiedere agli altri due mezzi-saiyan se volevano venire con lui, ma il TBU si rimise in funzione e lo interruppe.
Ma no, non andava tutto perfettamente. Ma l'errore dov'era? Forse il problema era nella base, nel super computer. Doveva risolverlo, comunque, se fosse nel computer o da qualche altra parte.
Goten era contorto, distorto ancora una volta. No, non era un déjà vu, era solo una tremenda desolante scocciatura. Avrebbe voluto tornare alla base e magari mangiare qualcosina in più, tipo un po' di dolci, anzi una grande dolcissima quantità di dolci, sì, dolci...




Il prossimo capitolo sarà l'ultimo in cui Goten si perde ancora, e poi tornerà alla base! (Chi intervistiamo oggi? NdSecchione) (Avremo il piacere di intervistare Bardak! Ndme) (Salve. NdBardak) (Tu che vieni da là, come è il tempo all'inferno? NdSecchione) (Fa caldo. NdBardak) (Tanto? NdSecchione) (Non quanto si crede. Qualche volta fa anche freddo. NdBardak) (Ma dai! Pensavo che là non ci si poteva neanche mangiare un ghiacciolo. NdSecchione) (In realtà li vendono pure. Solo che si deve fare il diavolo a quattro per averne uno. NdBardak) (Ma guarda un po'! NdSecchione) (Passiamo all'intervista vera e propria! Prima domanda: cosa pensi della tua progenie? Ndme) (Radish era un deficiente, un inutile essere, un incompetente. Neanche degno di essere chiamato saiyan! Io sono un saiyan di infimo livello ma il mio rango non corrisponde alla mia potenza sudata conquistando pianeti abitati da emeriti imbecilli e altri da fieri guerrieri. Radish invece è un totale incompetente, che non saprebbe neanche trovare un krizpik  in un frogarawi [Uno spadone, kriziano, in una vasca da bagno, kriziana. E' un modo di dire del Pianeta Kriz. Ndme] Kakaroth è uno okay. NdBardak) (E com'era tua moglie? Una gran gn... cioè una gran bella signora? NdSecchione) (Una bella donna, aveva un corpo snello e palestrato ma allo stesso tempo molto sexy, e aveva dei bellissimi e lunghissimi capelli neri. Ma comunque mica era una di quelle femminucce umane. Era una donna con le palle, figuratamente parlando ovviamente. Una vera donna guerriera, anche lei di infimo livello ma come me, lei era una grande guerriera, la più grande combattente che abbia mai incontrato. Anche se forse un po' troppo severa, rompiscatole, urlatrice, scocciatrice, rompitimpani, e chi più ne abbia più ne metta... Sì, ma che tette! Sì, proprio delle grandi e belle tette! E non sapete cosa sapeva fare con quella lingua... NdBardak) (Eh, sì, un po' come per Goku, con Chichi che è una rompi ma una bella donna! Grazie per l'intervista! Ndme)

Da questo universo avrei voluto mettere in squadra entrambi, cioè sia Gohan sia Trunks, o solo Gohan. Ma stavano troppi personaggi e, soprattutto, troppi saiyan. Ma credo che questo Gohan, in un probabile seguito di questa fanfiction, lo metterò in squadra.

Ispirazione:
Ringrazio Salagir e Gogeta Jr., creatori del fan manga on line Dragon Ball Multiverse (ecco il link) che mi è stato di grande fonte d'ispirazione, insieme alla squadra degli Exiles della Marvel, per scrivere questa fanfiction. Ovviamente, come avrete sicuramente già notato se conoscete DBM, non è assolutamente un copia e incolla dei personaggi di DBM in un contesto diverso, infatti non compariranno dei personaggi che compaiono in DBM, compaiono molti personaggi estranei a DBM e alcuni personaggi (pochissimi) che compaiono in DBM hanno una storia diversa.

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Capitolo 12
*** Dolci ***


DB EXILES - CAP 12 Ecco il capitolo 12! (Ma Goten sembra quasi come Zoro, si perde sempre, eh? xD Ndme) Goten sta per tornare alla base ma prima una scorpacciata!

Capitolo 12 - Dolci

Era contorto e distorto come se fosse stato plastilina. E purtroppo era la terza volta. Sperava che non sarebbe più successo e che sarebbe tornato presto casa, che Kaiohshin lo portasse preso a casa. Ma aveva pensato anche ad altro... Dolci, fantastici dolci! Aveva una voglia matta di dolci, per qualche strano motivo, proprio quando veniva smaterializzato. Infondo era un saiyan, un popolo dalla fame smisurata, senza fondo.
Le sue palpebre si aprirono fievolmente, ma ancora non ci vedeva bene, le immagini erano sfocate. Ma riusciva a percepire la grande varietà di colori, il sole che batteva forte nel cielo, l'odore dolce di infantili ricordi. Si alzò a stento e si mise una mano sulla testa, che ancora gli girava. Era davvero sfinente quella errata smaterializzazione, sembrava ogni volta peggio.
Venne colpito da un pugno da una veloce piccola figura. La sua faccia veniva schiacciata e deformata dal destro fino a quando questo lo fece rovinosamente cadere a terra.
"Eeevvaiii!" disse la figura, probabilmente sorridendo e mostrando le dita indice e medio in segno di vittoria, o almeno per qualche strana ragione gli era sembrato al saiyan quando la vista era ancora sfocata. Che la vista gli avesse fatto strani scherzi? Boh.
"Ahia, ahia, ahia, ahia!!!" gridava mentre si contorceva a terra quasi stesse tentato di spegnere un fuoco sopra di lui.
"Dolore! Troppo dolore! Ahia, ahia!" continuava, ma almeno quel dolore l'aveva in qualche modo risvegliato dal torpore. Ora riusciva a vedere bene la piccola figura. Sembrava una bambina, una bambina dai capelli viola e con degli occhiali di grossa montatura tondi. Aveva un cappello con ai lati delle fittizie ali e davanti c'era scritto 'ARALE', che era scritto anche sulla maglietta.
"Perché piagnucoli come un bambino?" domandò Arale.
"Forse perché mi hai colpito senza motivo apparente?!".
"Io non ti ho colpito".
"Ah, no? E questo segno di manata me la sono fatta da solo?".
"Ti sei messo sulla mia strada" e poi si calò e toccò con un rametto una cosa rosa.
"Oooh! Beeellaaa!" affermò il robot. Anche Goten, incuriosito, si accovacciò e si avvicinò per vedere che cos'era.
"Che cos'è?" domandò toccandola anche lui con un rametto. Ma poi da dove diavolo aveva preso il rametto? Sarebbe stato un dubbio tremendo che l'avrebbe perseguitato, come molti altri dopo, come un altro in quel momento. Che cosa poteva essere? Crema? Forse gelato? La sua espressione era concentrata, pronto a togliersi il dubbio, a sfogare il suo bisogno di sapere.
"Una cacca!".
"C-Cooosaaa?!" urlò mollando il rametto e ritirando la mano verso di lui con il volto pietrificato. Strofinò insistentemente la mano sui pantaloni in preda al panico. Ma doveva resistere, era un saiyan! Doveva resistere, tenere duro! Anche se era difficile. Anche se si strofinava inutilmente la mano sui pantaloni anche se l'aveva toccata con un rametto. Poteva farcela! Ce la doveva fare! La poteva fare! Sì, ma non addosso... ma cosa andava a pensare? Era sconvolto, pensava fesserie, battutacce o non so cosa si può definire quella di prima.
"Non ti piace?" domandò lei indicando la cosa sorridente.
"Lasciamo perdere... Scusa, ma mi puoi dire chi sei e dove siamo?". Intanto si guardò intorno e notò il singolare paesaggio. Cespugli di liquirizie, montagne-torte, colline-muffin, alberi-leccalecca, alberi fatti da enormi bastoncini di liquirizia, fiumi di cioccolato che scorrevano dolcemente, prati fatti di erba che era in realtà sottili fili di liquirizia verde. Annusava un filo di quell'erba, preso e portato al naso. Intanto Arale gli aveva risposto: "Io sono Arale e siamo sulla Terra!", certamente non una grande risposta, non ne sapeva di più di prima. Guardò il cielo, rosa, come anche le nuvole, anche se le nuvole di un rosa più acceso. Prese un grande respiro. Ancora un'altra Terra, e non la sua.
"Io mi chiamo Goten, piacere di conoscerti." disse.
Una lontana figura dorata in cielo comparse ad alta velocità, una nuvola diversa dalle altre, una nuvola d'oro. Goten intravedé la nuvola, ma non fece niente. Da sopra la Kintoun apparsa all'improvviso, Goten venne colpito da un bastone allungabile, dritto in testa. I suoi denti sbatterono forte, digrignò i denti con gli occhi spalancati.
"E' forse un brutto vizio colpire la gente all'improvviso senza alcun motivo da queste parti?" domandò il saiyan massaggiandosi con la mano il bernoccolo sulla testa.
"Scusa, ho usato il nyoi-bō perché pensavo che Arale fosse in pericolo! Ma vedo che non c'è nessun pericolo, vero Arale?" disse lo sconosciuto.
"Giuuusto, Goku." rispose lei.
"Goku?" domandò Goten e poi lo vide bene in faccia. No, non era suo padre. Era un uomo scimmia, con un muso scimmiesco e con una pelliccia diffusa su gran parte del corpo come quella delle scimmie. La pelliccia era marrone e sulla testa formava delle basette che continuavano fino a parte delle guance. Aveva capelli ritti in testa con un attaccatura a v, e una coda pelosa che si muoveva lievemente tranquilla. C'era una corona sulla testa che all'attaccatura dei capelli si biforcava in due uncini rivolti da parti opposte. Era seduto tranquillamente sulla Kintoun, la nuvola d'oro, e dietro portava il nyoi-bō, il bastone magico rosso allungabile. Era vestito con una tuta arancione legata da una cintura da cui pendevano i due nastri blu. Era simile a quella della Scuola Tartaruga, la stessa che era stata indossata da Goku, Crilin e Yamcha. Solo non c'erano marchi, nessun simbolo, nessun kanji. E poi aveva le maniche, sempre di colore arancione, ed erano lunghe. Sotto non aveva gli indumenti blu molto pesanti che a un certo punto Goku aveva cominciato ad indossare. Inoltre portava un mantellino blu dietro la schiena che era annodato sul collo con un bel fiocco. Infine, ai piedi portava delle scarpe nere a punta. Era alto quanto lui, come poté constatare in seguito, e aveva un fisico atletico.
"Sì, Goku, perché?" chiese l'uomo scimmia.
"E' che hai lo stesso nome di mio padre. Si chiama Son Goku".
"Davvero? Pensavo che di Son Goku ce ne fosse solo uno, cioè io! Forse siamo parenti." e si grattò la testa con un dito con un espressione pensosa, alzando i suoi occhi castani al cielo "Non credo, visto che, per quanto ne so, io non ho parenti e poi tu non mi assomigli... A proposito, ma tu chi sei? Che ci fai qui?".
"Mi chiamo Son Goten, e, riguardo al perché sono qui, è una lunga storia".
Gli raccontò tutto mentre intanto anche lui e Arale erano saliti sulla nuvola magica.
Arale guardava estasiata in giù con la bocca spalancata. Volare, sì, bello, volare. Non era la prima volta, ma era sempre entusiasta di volare sopra la morbida nuvola. I tre stavano andando da chi comandava in quel posto.
Stavano volando tra le nuvole, in mezzo al cielo rosa di quella strana Terra.
"Queste nuvole perché sono rosa?" domandò Goten.
"Sono fatte di zucchero filato!" rispose Son Goku.
Goten allora portò la testa vicino ad una di loro, aprì la bocca e addentò. Sì, era proprio zucchero filato! Il suo sogno da bambino era un mondo fatto di dolci, e sembrava che ora si fosse avverato. Dolci ricordi gli affioravano in mente. La sua infanzia nella sua vecchia casa, con sua madre, suo fratello e poi anche suo padre. Ricordava quando giocava con suo padre, sguazzavano insieme nell'acqua e si schizzavano a vicenda nella vasca. Aveva dei bei ricordi della sua infanzia, era stata una bella età della sua vita.
Arrivarono davanti un grande palazzo degno di un re se non di un imperatore.
"Il Re vive qui!" disse l'uomo scimmia.
Incontro a quel Goku arrivarono altri due. La prima era una bella donna vestita da cowboy (o meglio, da cowgirl), con tanto di capello, cinturone e stivali con le rotelle appuntite. Aveva i capelli biondi mossi e lunghi, gli occhi azzurri e portava dei guanti, una t-shirt gialla con sopra un gillet e dei pantaloncini dove era appeso un lazo. Il secondo invece era un grosso e grasso maiale antropomorfo alto poco meno, ma nettamente, della donna, che era un po' bassa. Era vestito con un grosso pantalone bianco tenuto su con una cintura bianca legata in un grosso fiocco e con dei sandali.
"Goku già qui?" si domandò la cowgirl.
"Goku! Sei già di ritorno? Chi è il tipo che ti porti dietro?" domandò il grassone.
"Si chiama Goten, Olong." rispose l'uomo scimmia che poi disse verso il saiyan "Loro due sono Bulma e Olong, due miei vecchi amici". Che stranezza, altri omonimi. Ma era solo un particolare delle tante stranezze di quel mondo.
Una cameriera dai capelli blu venne incontro a Goku. Aveva una divisa da cameriera e portava un vassoio con delle bevande sopra.
"Ciao, Goku, vuoi qualcosa da bere?" domandò sorridendo, un sorriso innocente, la bella donna.
"No, Lunch." rispose, e sì, era proprio Lunch, quei capelli blu, quell'espressione ingenua e pura, quel fiocco rosso. Goten a quel nome gli risaliva alla mente dei racconti di suo padre, ma erano ricordi confusi, ricordava solo che una vecchia amica di suo padre aveva proprio quel nome.
"Tu vuoi qualcosa, ragazzo?" domandò lei a Goten. Lui annuì e lei stava per versare del liquido nel bicchiere quando il naso cominciò a sentire un disturbo.
"Eee..tciù!" disse Lunch starnutendo. Divenuta bionda, versò in testa il liquido sopra la testa del saiyan.
"Quante volte lo devo dire che io non servo a nessuno?!" urlò e sbatté il vassoio verso Goten che lo prese e fece attenzione a non far rompere niente. Poi la cameriera se ne andò.
"Perché qui mi capitano tutte queste sfighe? E' un complotto!" pensò il fratello di Gohan.
Si addentrarono sempre di più nel palazzo. Alla fine arrivarono in una grande sala dove infondo si intravedeva lo sfarzoso trono dove era seduta una figura indistinta. Un gatto blu volante si posò sulla spalla di Goku salutandolo calorosamente.
"Oh, ciao, Pual!" rispose l'uomo scimmia. Certo che era strano vedere quell'altro Goku. Dava una strana sensazione, una sensazione surreale. Son Goku e Son Goten vennero annunciati e si avvicinarono al trono.
"Ecco, lui è il re, Re Bu. E' un simpaticone, puoi comportarti spensieratamente anche se con un minimo di rispetto dovuto." gli sussurrò Goku. Bu? Sì era proprio lui, Majin Bu. Era grasso uguale, era uguale al suo Majin Bu. Sentiva la sua aura, identica, pura. Ma l'abbigliamento era leggermente diverso, infatti sulla cintura non c'era una M ma una B e inoltre sopra la testa indossava una corona.
"Goku, hai portato un parente?" gli domandò il Re perplesso.
"No, sire. E' soltanto una omomimmia." rispose l'interpellato.
"Omonimia." gli suggerì l'amico gatto sulla spalla.
"Sì, va beh, è uguale".
"Che cos'è questa omomimmia?" domandò ancora Re Bu con la faccia da ebete, cioè la sua solita faccia.
"Omonimia, intende che hanno lo stesso cognome." puntualizzò Pual.
Re Bu, quando era ancora soltanto Bu, aveva trasformato quella Terra in un mondo fatto di dolci. Non era molto certo di come fosse diventato re, neanche lui lo sapeva. Non sapeva neanche come era nato, come era stato creato. Semplicemente un giorno era comparso, dal nulla.
Tutti quelli presenti nel palazzo di Bu furono invitati ad andare a mangiare fuori, divorando tutto quello che era commestibile intorno al palazzo. Torrenti cioccolatosi, leccalecca giganti, cespugli di zucchero filato. Tutto buono!

Kaiohshin l'aveva trovato e aveva trovato anche il guasto. Il Super Computer si era surriscaldato perché all'interno non era revisionato da tempo immemore. Beh, ora andava bene. Inoltre durante il teletrasporto si era creato un legame psichico tra Goten e il Super Computer. Forse si era danneggiato anche il TBU, il congegno che, collegato con il Super Computer, permetteva di viaggiare tra le dimensioni. Non volle rischiare e si teletrasportò lui senza tra l'altro informare Goten. Lo trovò che si ingozzava di caramelle gommose che crescevano in un prato.
"Oh! Ciao Kaiohshin! Posso tornare finalmente, giusto?" disse, continuando a masticare e inoltre anche sorridendo a trentadue denti, Goten.
"Esattamente." rispose, guardandolo un po' strano, come se ci fosse un grosso gocciolone sopra la sua testa. Beh, i saiyan era un po' strani, eh già.
Il fratello di Gohan salutò coloro che aveva incontrato in quello strano universo.
Arale, quello strano robot che l'aveva colpito appena arrivato. Era stato l'uomo scimmia a dirgli che era un robot e lui c'era rimasto d'impatto un po' stranito, ma poi aveva lasciato stare, infondo perché avrebbe dovuto importargli? Restava sempre strana, questo sì, ma simpatica. Arale lo salutava con il suo sorrisone. Poi lo salutava anche Son Goku, l'uomo scimmia, di cui si dispiaceva non aver potuto vedere le capacità. Chissà di cosa era capace. E poi tutti gli altri, compreso Re Bu, il re più strano e simpatico che avesse mai incontrato, anche se in realtà non aveva incontrato molti re. E poi compresi Pual, Lunch, e poi Bulma e Olong. Ovviamente anche questi due lo salutavano, come gli altri. Anche se poi Olong cercò di allungare una mano verso il posteriore di Bulma, ricevendo di risposta una manata. Sicuramente il segno sarebbe rimasto per un bel po'.
"Ehi, aspetta!" disse Lunch, ancora bionda.
"Che c'è? Cosa..." ma il Son non fece in tempo a finire di parlare che una lingua gli si infilò in bocca. Era umida, ovviamente. Niente di strano, non era certamente il suo primo bacio, vista anche l'età. Era totalmente inaspettato e fu bello. Stranamente bello. Quelle labbra morbide però avevano anche un sapore dolciastro, ma piacevole, almeno per lui. D'un tratto, com'erano venute, le labbra di Lunch improvvisamente si staccarono dalle sue. Perché l'aveva baciato? Voleva forse prendersi gioco di lui? Questo rimase uno dei suoi tanti dubbi irrisolti.
"Ciao, ciao." disse indifferente sia dal tono che dall'espressione e dandogli qualche schiaffetto sulla guancia.
Aveva un sorriso da ebete in faccia, il mezzo-saiyan. Strano, l'altro sesso non gli aveva mai fatto quell'effetto così travolgente. Se ne andò via da quella strana Terra con quella faccia e con mille domande. Ma le domande verso quel mondo erano superflue, inutili. La logica in quel mondo era distorta, mutata, stravolta. Ma ora tornava alla base, ma anche lì gli sarebbe mancata casa, la sua Terra. E forse gli sarebbero mancate anche quelle inaspettate, belle, morbide e dolciastre labbra.




Ecco finito anche il 12! (Questa settimana intervistiamo Goku! Ndme) (Salve. NdGoku) (Prima domanda a me: preferivi non sposarti? NdSecchione) (Boh. NdGoku) (Sicuro? NdSecchione) (Non so. NdGoku) (L'accendiamo? NdSecchioneConUnAccendino) (Che cosa? NdGoku) (Non so, l'ho sempre desiderato dire. NdSecchioneBruciandoDelCartone) (Ora, se il piromane ha finito, passiamo alla mia domanda. Anzi, puoi dirmi di più sulla prima domanda di Secchione? Ndme) (Quale? NdGokuGrattandosiLaTesta) (Se preferivi non sposarti. Ndme) (Non c'ho mai pensato. Certo, è vero che mi sono sposato per mantenere una promessa, ma non c'ho mai riflettuto. NdGoku) (Forse perché non rifletti mai. NdSecchione) (:-'( NdGokuSoffiandosiIlNaso) (Visto, hai fatto piangere Goku! Non essere così crudele! Ndme) (Che cosa ha? Le mestruazioni? NdSecchioneCheDopoVienePicchiatoDaUnGruppoDiFemministeEDaUnGruppoDiFanGirlDiGoku) (Ecco la mia domanda: allora, Goku, alias Kakaroth, il tuo peggior nemico chi è, Bugs Bunny? Ndme) (Eh? NdGoku) (Oh, che battutona... *batte le mani sarcasticamente* NdSecchioneIncerottato) (Dai che era bella! Ndme) (No. NdSecchione) (Dai! Ndme) (No. NdSecchione) (Cattivo... :( Ndme) [Ho promesso a Goku una scorpacciata se avesse finto di piangere! xD Sapete, per alzare lo share. xD Ndme]

In questo universo vivono personaggi strani e/o magici. Non esistono le Sfere del Drago, poi non ho deciso chi altro ci vive dei personaggi di Dragon Ball. Re Bu non si è mai chiamato Majin Bu, ma solo Bu.

Arale è già apparsa nella prima serie di Dragon Ball, e quindi il crossover già c'era in Dragon Ball.
Queste (che sono le prime versioni di questi tre personaggi) sono le immagini che mi hanno ispirato per fare questi Son Goku, Bulma e Olong:
Dragon Gang - Prima versioneSon Goku - Prima versione
Qui Son Goku è un bambino, mentre in questo capitolo compare adulto.
Questa immagine (su Sun Wukong, specifico che questa immagine che ho ridimensionato è di Kenpudiosaki) ci somiglia di più:
Sun Wukong

Ispirazione:
Ringrazio Salagir e Gogeta Jr., creatori del fan manga on line Dragon Ball Multiverse (ecco il link) che mi è stato di grande fonte d'ispirazione, insieme alla squadra degli Exiles della Marvel, per scrivere questa fanfiction. Ovviamente, come avrete sicuramente già notato se conoscete DBM, non è assolutamente un copia e incolla dei personaggi di DBM in un contesto diverso, infatti non compariranno dei personaggi che compaiono in DBM, compaiono molti personaggi estranei a DBM e alcuni personaggi (pochissimi) che compaiono in DBM hanno una storia diversa.

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Capitolo 13
*** Litigiosi ***


DB EXILES - CAP 13 Ecco il Capitolo 13, dove si torna alla base e ci si sta per un po'!^^

Capitolo 13 - Litigiosi

Ah, la cucina! Cosa meravigliosa, e un bel passatempo per lui. Creare nuovi sapori con abilità maestrale, era come creare un nuovo materiale capace di cose incredibili. Si doveva essere abili e calibrare bene le dosi, come lo è un chimico in suo esperimento. Stava frullando qualcosa di ormai indistinto con il suo braccio meccanico trasformato in un frullatore. Questo ruotava veloce svolgendo il ruolo per cui era stato inventato. Lui portava un grembiule rosso e bianco a quadri, tipo una tovaglia. Faceva uno strano contrasto con il suo corpo meccanico grigio metallizzato.
Kesar aveva voluto cucinare, l'aveva chiesto a Kaiohshin. Tecnicamente non ci sarebbe stato bisogno di un cuoco, visto che c'era una automatizzazione. Ma il dio non ci vide nulla di male nel far fare tutto a lui, tra l'altro non aveva neanche bisogno di strumenti da cucina visto che ce li aveva incorporati. Era sempre lui a prepararsi da mangiare, e aveva preso questa abitudine dopo la trasformazione in cyborg.
Ah, che profumino! Buono, buono! Non aspettavano altro, i saiyan. Sbattevano le mani sul tavolo, con le posate in mano.
"Quando si mangia? Io ho fame!" ripeteva Goku con la bava alla bocca.
"Sì, è vero! Vogliamo mangiare!" gli diede ragione Vegeth.
"Se non mangiamo non possiamo combattere!" sbavava Gokhan.
"Ho una fame da lupi! Anzi, da un branco di lupi!" affermava Goten. Era passato abbastanza tempo da quando era tornato alla base da avere di nuovo fame anche dopo la scorpacciata di dolci fatta nell'universo in cui si era perso. Ma per un saiyan non doveva essere molto tempo.
"Sono d'accordo!" si univa alle richieste Trunks, quello ''del futuro''. Anche durante gli anni duri quando ancora i cyborg portavano distruzione nel mondo lui non aveva smesso di rinunciare a un pasto degno di un saiyan.
"Già!" diede ragione agli altri anche l'altro Trunks. Guardava con ammirazione la sua controparte, chissà se sarebbe mai stato forte quanto lui. Non si riferiva solo alla forza fisica, anzi, si riferiva molto di più alla forza d'animo. Sembrava così valoroso, così degno di essere il figlio del Principe dei Saiyan. Voleva anche lui essere degno di suo padre. E quest'ultimo certamente non stava a guardare, strepitava anche lui da vero saiyan.
"Mangiare! Mangiare!" e persino Son Broly si metteva a urlare per richiedere cibo. Faceva così da praticamente sempre, anche con il suo caro nonno Son Gohan.
Tutti i saiyan in coro si misero a urlare: "Cibo, cibo!!!". I non saiyan ovviamente restavano straniti da quelli. Kaiohshin non era presente però, aveva ben altro da fare.
Mr. Slug era presente, ma stava in un angolo ad occhi chiusi a meditare. Era un namecciano, non aveva bisogno di mangiare. Ma non era indifferente a quelle urla, anzi, ne era infastidito, ma non fece nulla. Avrebbe potuto andarsene, ma per qualche strano motivo non lo fece e restò lì. Forse non voleva restare solo, ancora maledettamente solo.
Ub li guardava e confermava a sé stesso che quei saiyan, oltre ad essere tremendamente forti anche se forse nessuno arrivava al suo livello, erano anche tremendamente strani e voraci. Temeva quando avrebbero mangiato, li aveva già visto in azione.
Meiso nel monastero non avrebbe mai visto cose del genere. Gli mancava il monastero sul suo pianeta, il Pianeta Meisan. Ma non era tra monaci ma tra trogloditi! Se fosse a casa sentirebbe silenzio e non urla inutili. Ma perché aveva accettato? Non poteva restarsene tranquillo a casa?
Finalmente era pronto! Portò a tavola il primo, a cui aveva assegnato il nome di ''riso con carne alla Kesar''. Un suo cavallo di battaglia, sicuramente avrebbero apprezzato.
"Io non lo mangio." disse calmo il monaco.
"Cosa?! C'ho messo l'anima per prepararlo e ora tu lo mangi!" e il cyborg amord gli sbatté sul tavolo il piatto, abbastanza per fare rumore ma non abbastanza per fare danni.
"Io non mangio carne. Noi meisani siamo vegetariani." e fece vedere i denti da erbivoro.
"Me lo dicevi prima, stupido ruminante!".
"E perché hai avrei dovuto dirlo a un robot da cucina? E poi non sono un ruminante, non tutti gli erbivori lo sono, testa di latta." affermava con il suo solito tono calmo ma allo stesso tempo sprezzante di disprezzo.
"Non me ne fotte niente! Tu ora mangi! Mi sono fatto un culo così!".
"E chi ti ha detto di cucinare? Sei stato tu a volerlo fare, se non lo facevi ora stavo nella mia camera a mangiare insalata  in attesa di riprendere la meditazione." e in effetti aveva ragione. E questo a Kesar glielo faceva odiare ancora di più, anche perché odiava avere torto, lo odiava da quando era un piccolo bambino viziato. Strinse i denti, e poi i pugni.
"Lo vuoi un bel pugno?!" minacciò il cyborg. Era passato alle minacce, non c'era altro che poteva fare.
"E smettetela voi due, qui c'è gente che vuole mangiare in santa pace! Non voglio sentire le chiacchiere di un ammasso di latta effeminato e un monaco mangiatore di erbacce!" affermò Vegeta masticando grossi pezzi di carne a bocca aperta.
"Guarda che il fatto di cucinare e indossare un grembiule non mi rende un effeminato!" rispose alle parole di Vegeta. Era ancora più arrabbiato, ora si metteva anche quel saiyan. Il monaco invece restava impassibile, si era stancato di rispondere a quelli incivili.
Kesar strinse ancora di più i pugni, ma poi si rilassò. Prese un lungo respiro e si preparò.
Sorrise con un sorriso che sembrava sincero e disse: "Qual è il colmo per un temporale? Avere lampi di genio!" e si mise a ridere come un forsennato arrivando a rotolare a terra dalle risate. Quando non riusciva a sbollire la rabbia per qualche strano motivo diceva una barzelletta. Cosa strana, certamente, ma lo faceva anche in momenti più gravi?
Ub guardava quel cyborg che si sbellicava sul pavimento e quei saiyan che si abbuffavano come grosse bestie affamate. Ma che stomaco avevano? E perché quel pezzo di latta era peggio? Ma dov'era finito, in un circo?
Sospirò ma non riuscì a mangiare, gli era passata la fame.

"Kaiohshin... devi capire!" gli urlava contro. Ma non capiva, quel testone. Stavano litigando da diverso tempo, in quella stanza dove stava il super computer. Avevano visto la missione, per la maggior parte in silenzio. Ma lui era tornato con quello stesso discorso.
"Non possiamo continuare così! Pensa cosa succederebbe se...".
"Non succederà! Lo sai che quel saiyan, Vegeta, è riuscito già una volta a resistere... Ce la faranno anche gli altri che non sono puri di cuore!" lo interruppe il dio. Almeno sperava che fosse così.
"Ma se usassi i miei poteri..." continuò lui imperterrito.
"Io non li farò schiavizzare da te... Non possiamo abbassarci al loro livello! Anche se tu, con i tuoi poteri e il loro consenso e collaborazione, puoi sottometterli alla tua volontà e impedire di essere controllati da Babidy, questo non è giusto. Dobbiamo avere fiducia in loro, capisci?". L'altro abbassò la testa. Era inutile tornare ancora una volta su quel discorso. Se ne andò, convinto ancora di quello che aveva di nuovo proposto a Kaiohshin. Quest'ultimo restò in quella stanza a meditare sul da farsi, ancora una volta.

Kesar aveva lasciato stare la lite con i due e ormai era giunto il momento del dolce. L'amord entrò con dei vassoi che contenevano delle torte che promettevano bene, ma si fermò senza aver messo niente in tavola. Quei dannati dolci, quei gustosissimi dannati dolci... Sbavavano in attesa del pasto. Goten per un attimo arrossì, ricordando ciò che era successo in quella Terra fatta di dolci. Era stato salutato da Lunch con un bacio, e poi dopo lei aveva fatto l'indifferente. Gli aveva fatto un effetto singolare, lo aveva anche lasciato con una faccia da ebete. Un bel ricordo però, anche se strano.
"Prima di servirvi il dolce, vorrei scusarmi con Meiso e Vegeta." disse il cyborg amord abbassando la testa e poi continuò "Sì, mi scuso per essere stato uno stupido. Potrete mai perdonarmi?" e fece gli occhioni dolci.
Bah, certamente quello era un totale idiota, oltre che un tipo stranissimo.
"Sì, sono stato uno stupido a..." e accadde l'inevitabile "...non essermi vendicato prima!" affermò lanciando d'improvviso delle torte in faccia al saiyan e al monaco. Queste lentamente scivolavano dalle loro facce che sicuramente non erano rilassate. Vegeta si leccò dove la lingua riusciva ad arrivare. Neanche fosse sangue e lui fosse ancora quel crudele conquistatore. Però, cucinava bene il tipo.
Alla fine finì a tortate in faccia, ovviamente. Come le ciliegie, una tira l'altra. Kesar riuscì a schivare le torte avversarie ma poi  venne preso alla gola, venendo strangolato e alzato da terra. Era Mr. Slug, con i suoi soliti occhi inquietanti. Sulla sua verde faccia c'erano evidenti traccie di torta spiaccicata.
"Potresti mollare la presa, mister?" chiese il cyborg con un respiro certamente non facilitato.
Di risposta il namecciano prese in mano una torta. Era pronto a fare l'irreparabile, il tremendo passo nell'oblio infinito, avrebbe macchiato il suo cuore per sempre.
"Oh, no, mister, no! Non anche tu! Ti prego!" faceva l'amord piangendo come un bambino.
Ma non ci fu nulla da fare. Dritta in faccia, quell'idiota si prendeva ciò che meritava. Mollò la presa e la caduta gli fece sbattere il sedere metallico in terra.
Ma tutto quel cibo sprecato, che peccato. Alla fine tutti se ne andarono a darsi una lavata. Quella bambinata era stata una felice parentesi tra quella strana avventura. Oh, il dolce far niente era davvero una goduria.




Nel prossimo capitolo si preparerà la Seconda Missione! (Questa settimana non ci sono interviste. Non ci saranno per un po'. Ndme) (Peccato... Comunque, la barzelletta di Kesar non è niente in confronto alla mia sconfinata conoscenza di barzellette! NdSecchione) (Ceeerto. Ndme) (Eccone una: "La radice di 2 era molto preoccupata: ormai erano passati trenta decimali senza che le venisse il periodo. Temeva di essere incinta, anche se cio' le sembrava irrazionale." Bella eh? NdSecchione) (Non riesco ad esprimere il mio enorme compiacimento alla tua freddura. Ndme) (Un'altra!: "Una funzione dice all'altra: «Come va'?» e quella risponde: «A Lagrange!»". Capita? Lagrange, il matematico! NdSecchione) (Certo, chi non lo conosce? Ndme) (L'ultima: "Definizione ingegneristica di un cornuto: 'Uno la cui metà sta sotto un terzo.'" NdSecchione) (Dai, un alttra. NdDefikienten) (No, sei tornato! NdSecchione) (Oh, è già stato dimesso! L'avevi combinato male però, anche se lui era uscito con tua sorella non avevi il diritto di... Ndme) (Ma la stava palpeggiando! NdSecchione) (Ma ce stavva! NdDefintece) (Lasciamo perdere se no ci finisce male... Ti accontento! Hai chiesto un'altra e un'altra avrai! NdSecchione) (-.- NdMeDandoTestateAlMuro) (Salta la corrente allora uno scienziato dice a un altro: "Mi passi la sessantesima parte dell'intensità luminosa emessa dal corpo nero di Burgess alla temperatura di fusione del platino, perpendicolarmente ad una sua superficie di area 1 cm quadro!" che per gli amici è "candela". NdSecchione) (X-X Ndme)

Ispirazione:
Ringrazio Salagir e Gogeta Jr., creatori del fan manga on line Dragon Ball Multiverse (ecco il link) che mi è stato di grande fonte d'ispirazione, insieme alla squadra degli Exiles della Marvel, per scrivere questa fanfiction. Ovviamente, come avrete sicuramente già notato se conoscete DBM, non è assolutamente un copia e incolla dei personaggi di DBM in un contesto diverso, infatti non compariranno dei personaggi che compaiono in DBM, compaiono molti personaggi estranei a DBM e alcuni personaggi (pochissimi) che compaiono in DBM hanno una storia diversa.

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Capitolo 14
*** Exiles ***


DB EXILES - CAP 14 Eccolo qui ♫♪, il nuovo capitolooo! ♫♪ xD Ringrazio tutti quelli che mi seguono e quelli che mi seguono e recensisco, spero che non vi deluderò e che continuerete a seguirmi!^^

Capitolo 14 - Exiles


Si svegliò, e sarebbe stata notte fonda se in quell'universo fosse esistita la notte. Non esisteva né il giorno né la notte, era solo un universo tasca che conteneva solo quel grande edificio dove ora lui stesso era. Che tristezza però, era così desolante... Ma provava anche nostalgia, e molta, nostalgia di casa.
Il liquido giallo usciva normalmente, e sulla sua faccia apparve una espressione liberatoria. Uscì dal bagno, perché aveva un languorino, voleva fare il tipico spuntino di mezzanotte. Si sedette su una sedia vicina a un tavolo dove aveva poggiato un po', almeno per lui, di avanzi. Cominciò a mangiare beatamente, e il suo masticare a bocca aperta era ben udibile, come lo erano i suoi mugolii di compiacimento.
"Ti sembra questa l'ora di ingozzarti?" disse all'improvviso una voce sarcastica. Si voltò verso la persona che ormai aveva riconosciuto. Era Vegeth, la fusione tra Goku e suo padre, e aveva un sorrisetto stampato in faccia.
"Oh, ciao Vegeth!" disse Trunks masticando. Che forte era averlo potuto conoscere... Lui e il suo amico Goten erano stati entusiasti di essersi potuti allenare con lui.
La fusione si sedette vicino al Brief.
"Me ne passi un po'?" chiese e venne accontentato. Quindi i due si misero a mangiare insieme, abbuffandosi.
Chi avrebbe mai immaginato che un giorno avrebbe fatto uno spuntino di mezzanotte con Vegeth? Chiacchierarono tra e durante un boccone e un altro. La fusione nel suo universo considerava e chiamava il suo Trunks con il termine ''figlio'' e, viceversa, lui lo chiamava ''padre''. Il Brief aveva avuto e aveva ancora bisogno di una figura paterna e lui era quello che rimaneva di suo padre, e poi la stessa fusione saiyan aveva preso il ruolo paterno. Quell'altro Trunks che in quel momento aveva davanti invece aveva ancora suo padre, Vegeta. L'amico di Goten gli raccontò qualche aneddoto su suo padre e non solo che erano successi in quegli anni. I bisticci semi-seri tra Vegeta e Bulma erano uno spasso. Tipo, "Smettila, donna! Io non abbasserò mai la tavoletta di quello stupido cesso! Invece di darmi stupidi ordini preparami da mangiare!", e di risposta, "Tu, stupido scimmione, non mi dai ordini! Tu se non impari certe elementari cose io non ti preparerò da mangiare, capito?!". Vegeth se li ricordava, ma fu felice di ascoltare quelli che si era perso. Nel suo universo non si era voluto risposare, né con Bulma né con Chichi né qualunque altra persona. Ma non aveva abbandonato le due famiglie, quella di Vegeta e quella di Kakaroth. Non si era sposato per due motivi: il primo per rispetto alle due famiglie, il secondo perché voleva allenarsi finalmente in santa pace. Aveva cresciuto Goten e Trunks come figli e loro erano cresciuti come fratelli. Era stato presente anche per suo figlio Gohan, e quindi solo due persone non avevano potuto averlo presente quanto avrebbero voluto, cioè Bulma e Chichi. Aveva paura di ferire una delle due o entrambe, ma si sentiva lo stesso ormai solo, anche se non l'avrebbe mai ammesso. Gli mancava una donna nella sua vita, era un buco incolmabile nella sua esistenza senza appunto una figura femminile. Voleva trovare l'amore, ma prima doveva accettare che Bulma e Chichi l'avessero ormai superato e doveva concentrarsi sulla sua vera paura.
Infatti, ormai il problema dal ferire le mogli dei due saiyan da cui era nato si era trasferito alla paura dell'amore. Non qualche crudele e spietato nemico, ma semplicemente l'amore. Non era più abituato a provare l'amore che si può provare solo per una persona speciale, per questo ne provava terrore.
Ricordava che anche Vegeta all'inizio ripudiava la sola idea di una relazione con Bulma, non poteva, era il Principe dei Saiyan, spietato conquistatore e sterminatore. Ma l'amore aveva vinto sul suo orgoglio. Però lui non sapeva e non voleva sapere se sarebbe riuscito a trovarla, la persona speciale.
Continuò ad ascoltare il fratello di Bra, di quando ad esempio la famiglia Son, la famiglia Brief e amici passavano le estati al mare. Schizzi d'acqua, castelli di sabbia, il sole scottante, Vegeta che sfidava Goku a chi nuotava più veloce, Muten che molestava le bagnanti, Bulma e Chichi che spettegolavano, Piccolo che stava immobile nell'acqua, lui e Goten che schizzavano il namecciano, tanta pace. Sì, anche lui aveva passato quelle giornate simili al mare. Ai due mancavano molto quei giorni.

Beh, era arrivato il momento per la seconda missione. Gli Exiles Warriors erano stati radunati e aspettavano che Kaiohshin venisse a spiegare la nuova missione. Stavano discutendo sul fatto che non avevano ancora un nome, anche se a te, lettore o lettrice che sia, è stato già rivelato. Era una cosa futile ma si doveva fare.
"Potremmo chiamarci ''Squadra Kesar''!" disse quest'ultimo.
"Perché diavolo dovremmo chiamare la squadra con il tuo nome?! Chi ti credi di essere?!" domandò Vegeta.
"Beh, io sono il più bello, il più intelligente, il più simpatico e..." ma venne interrotto da: "...e il più modesto?" detto da Meiso.
"Potremmo chiamare la squadra ''Bistecche Assassine''!" azzardò Goku con l'acquolina in bocca, doveva aver fame.
"Un buon nome sarebbe ''I Viaggiatori''!" propose Goten.
"Perché non ''Guardiani degli Universi'' o ''Protettori degli Universi''?" domandò Trunks.
"E se scegliessimo ''Gli Assoluti''?" domandò Vegeth.
"Per buttarne una così... ''Gli Unici''?" provò Trunks ''del futuro''.
"Forse... ''Umpa Lumpa''!" esclamò Ub. Perché diavolo aveva pensato a ''Umpa Lumpa''? Gli era venuto in mente così, senza alcun motivo, senza alcuna logicità. Non sapeva neanche cosa fossero.
"Che ne dite di ''Combattenti Più Potenti''?" propose Vegeta.
"Certo che non hai molta fantasia, eh, tappetto?" disse Kesar.
"Pensa a te, stupido ammasso di latta!" gli rispose il principe.
"Exiles." qualcuno disse. Era stato Gokhan, la fusione tra Goku e Gohan.
"Exiles? E perché? E' molto meglio ''Squadra Kesar''!" ribatté il cyborg amord.
"Exiles vuol dire ''esiliati'' e noi siamo in qualche modo esiliati, sì, esiliati in questo universo tasca pronti a sconfiggere un megalomane e tutti i suoi sgherri. Questa è una guerra contro di loro, noi siamo guerrieri. Per questo per me il nome migliore è ''Exiles Warriors'', lo trovo originale." si spiegò così la fusione.
"Exiles Warriors? Beh, mi piace." commentò Kaiohshin che era ormai davanti a loro "Non avevo mai pensato a un nome, ma questo mi piace. Beh, ora passiamo alla missione, Exiles Warriors!".
Davanti a loro c'erano Kaiohshin e il tizio misterioso con cui il dio aveva parlato. Il misterioso tipo aveva dei poteri molto temibili, ma con una forza fisica insignificante. Era lì, davanti a loro, in silenzio. La squadra era già a conoscenza del tizio, anche se lo trovavano strano. Tra l'altro lo vedevano e sentivano rare volte, chissà cosa faceva tutto il tempo.
"Beh, la missione non è molto complicata. Dovrete creare un diversivo." affermò il dio.
"Un diversivo per cosa?" domandò Vegeth.
"Voi fate più scompiglio che potete in giro per diversi universi controllati da Mashin e sottoposti, e ne approfitteremo per rubare informazioni da un Super Computer. Informazioni che potrebbero essere essenziali per l'attacco finale. Dovrete fare più casino possibile, finché io vi dirò di fare. Sicuramente si aspettano che tornerete, quindi non avrete più l'effetto sorpresa, o almeno in parte. Loro infatti non sanno dove andrete, anche se avranno dei combattenti pronti ad essere utilizzati contro di voi. So che ora molti sottoposti sono impiegati nella conquista di diversi universi, farete un sacco di casino, li obbligherete di mettere i più forti contro di voi e non solo quelli che hanno già in serbo per voi. Non dovrete fermarvi, e se ce ne fosse bisogno, io interverrò".
"Sarà una passeggiata!" commentò Kesar, anche se in realtà non lo credeva nemmeno lui.
"Vi dividerete in coppie di due e andrete in universi diversi dove dovrete cercare di non far fuori tutti subito, o quasi. Tanto sono sicuro che i rinforzi vi daranno filo da torcere.
Le squadre sono:
Vegeth e Gokhan;
Goku e Vegeta;
Goten e Trunks;
l'altro Trunks e Son Broly;
Ub e Mr. Slug;
Kesar e Meiso".
"Siamo in squadra?!" gridarono il cyborg e il monaco.
"Sì, ho visto diverse volte gli allenamenti e, nonostante la vostra antipatia, so che potete dare in coppia. Vedete di non farmi compiangere l'avervi messi negli Exiles Warriors. Cercate di non litigare ma di cooperare, lo so che lo potete fare." rispose il dio.
Erano pronti, si smaterializzarono in attesa di combattere ancora. Quella avventura avrebbe riservato agli Exiles Warriors molti terribili attimi, molti di più di quanto volessero, molti di più di quanto ci volesse per smaterializzarsi.
Intanto un sorrisetto era stampato in faccia ad un mago, in attesa che quei tizi tornassero all'attacco. Il figlio di Bibidy era pronto a cambiare le carte in tavola.




Nel prossimo capitolo inizierà la seconda missione! (Bene, ma non ti vergogni? Ih, ih! NdSecchione) (Di cosa? Ndme) (Invece di studiare stai qui a postare capitoli! Ih, ih! NdSecchione) (Ma chi sei, mia madre? xD Ndme) (Beh in realtà non lo so... Ih, ih! NdSecchione) (Stai bene, Secchia? Ndme) (Chi è Secchia? Ih, ih! Uh... che belle... cosa sono? Ih, ih! NdSecchione) (Le tue mani. Ndme) (Odorano di... di... buon odore. Ih, ih! NdSecchione) (Un secondo... quegli occhi... quell'espressione... come parli... Hai per caso mangiato o fumato qualcosa di strano? Ndme) (Boh... Ih, ih! NdSecchione) (Sekkia s'è fatto un kannone! NdDeficcente) (Confessa, Secchia, è vero? Ndme) (Ho solo mangiato un pasticcino! Ih, ih! Che strano, non riesco a smettere di ridere! Ih, ih! Me l'ha dato mio zio Spina che vive in Francia. Ih, ih! NdSecchione) (Per caso vive a Cannes? Ah, ah! Ndme) (No, a Marsiglia! Ih, ih! NdSecchione) (Deve essere uno acqua e sapone, allora! Ah, ah! Ndme)

Il riferimento agli Umpa Lumpa e quindi a ''Willy Wonka e la fabrica di cioccolato'' spero sia piaciuto, ho voluto giocare sul fatto di Ub, gli Umpa Lumpa e ovviamente il cioccolato, praticamente l'unico legame tra Ub e gli Umpa Lumpa. xD In realtà devo ringraziare mia sorella per il suggerimento. Grazie, sorellina. ^^

Ispirazione:
Ringrazio Salagir e Gogeta Jr., creatori del fan manga on line Dragon Ball Multiverse (ecco il link) che mi è stato di grande fonte d'ispirazione, insieme alla squadra degli Exiles della Marvel, per scrivere questa fanfiction. Ovviamente, come avrete sicuramente già notato se conoscete DBM, non è assolutamente un copia e incolla dei personaggi di DBM in un contesto diverso, infatti non compariranno dei personaggi che compaiono in DBM, compaiono molti personaggi estranei a DBM e alcuni personaggi (pochissimi) che compaiono in DBM hanno una storia diversa.

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Capitolo 15
*** Sei Universi ***


DB EXILES - CAP 15 L'azione qui si prepara! Ringrazio chi mi segue, e chi inoltre recensisce. Come farei senza di voi? ^^

Capitolo 15 - Sei Universi


Ormai gli Exiles Warriors, divisi in sei squadre, erano arrivati in sei diversi universi. Erano sei pianeti diversi, su ognuno c'era una colonia dell'Impero di Mashin. Non avevano scelto le colonie principali, cioè quelle sui Pianeti dei Kaiohshin, per cercare di avere un effetto più a sorpresa. Erano pronti, sapevano che non sarebbe stata facile. La prima missione era andata bene ma sarebbe stato lo stesso anche per la seconda? I nemici li stavano aspettando e stavano certo preparando qualcosa per loro.

Un pianeta dal cielo verde con erba rossa. Due persone, un namecciano e un umano, erano appena arrivati. Quel pianeta non emanava un bell'odore, anzi, sembrava pervaso da un odore di zolfo. Ah, ecco, erano vicini a un vulcano attivo. Troneggiava sulla pianura in cui erano immersi nell'erba alta, ed essa evidenziava la differenza delle loro altezze. Infatti, l'ultimo namecciano del suo universo, a differenza della reincarnazione che era immersa fino al collo, aveva la testa distante dall'erba di più di un metro. Cavolo, era davvero gigantesco. L'umano si alzò in aria fino ad arrivare a poterlo guardare dritto nei bulbi oculari.   
"Non fare come l'altra volta, che di botto senza preavviso distruggi tutto, va bene?" gli chiese Ub.
"Va bene." gli rispose Mr. Slug, che era per lui certamente un tipo strano. Quello sguardo sempre serio e freddo era davvero inquietante. Quale potenza si nascondeva dietro quegli occhi neri? Ma quest'ultimi facevano intravedere qualcosa che non era forza, ma amarezza, solitudine, rassegnazione. Perché lui era l'ultimo namecciano? Cosa era successo nel suo universo di tanto terribile da renderlo così?
Davanti a loro c'era una colonia molto più piccola di quella che avevano incontrato nella prima missione. Perché l'avevano costruita vicino a un vulcano? Ci doveva essere un motivo...
Ma comunque, sembrava che sarebbe stata molto più facile.

Quanto era assurda quella situazione... perché diavolo doveva collaborare con quell'idiota incivile che si credeva chissà chi e che non aveva la minima idea di cosa fosse quel benamato silenzio? Quel cyborg era solo una testa bacata su un corpo metallico. Vergognoso...
"Avanti che stai aspettando? Ti vuoi muovere? Cosa fai lì, immobile?" gli domandò Kesar. Quello strano monaco era davvero insopportabile, con il suo modo altezzoso, il suo atteggiamento severo, il suo non-ho-gli-attributi, era proprio un rompipalle. No, non doveva pensare a ciò che aveva perso.
Il meisano velocizzò il passo e i due erano ormai pronti a mostrare le loro abilità contro chiunque avrebbero incontrato.
Erano arrivati su un pianeta dal cielo azzurro. Era bel tempo, non c'era una nuvola in cielo, e i due soli caldamente brillavano come gemme incastonate nella volta celeste.
Però non capivano cosa diavolo era passato in mente a Kaiohshin, perché li avevano messi in squadra insieme? Non si sopportavano, si erano antipatici, come potevano collaborare insieme?
Ah, quel tipo era davvero la persona più antipatica che avrebbe mai potuto incontrare.

Il Super Saiyan della Leggenda era davanti a lui, si ricordava perfettamente quel sadico che aveva incontrato con Goku, suo padre, Gohan e Piccolo, ma quel Super Saiyan non era certamente lo stesso. Non era ancora abituato alla sua presenza perché gli ricordava cosa era stato capace di fare la controparte del suo compagno di squadra.
E poi penso alla sua spada che aveva fatto riparare dopo che, a contatto con la pelle di C-13, si era spezzata in due. Teneva a quella spada, gli ricordava tanti momenti della sua vita. Ad esempio gli ricordava quando era stata danneggiata da C-18, poi l'aveva conservata e poi riparata. Poi gli ricordava quando aveva ucciso Freezer nel passato. Il passato, suo padre... no, stava divagando, doveva concentrarsi, aveva iniziato la seconda missione. E poi aveva potuto di nuovo rincontrarlo suo padre, non doveva avere nostalgia. Non in quel momento.
"Broly, posso farti una domanda?" chiese Trunks.
Il Son si girò verso il Brief e gli rispose: "Parla pure".
"Hai ucciso tu Vegeta nel tuo universo?".
"Sì." e abbassò gli occhi. Non avrebbe voluto, ma fu costretto. Si ricordava quando era successo, il loro secondo scontro, lui era davanti al principe. Gli ultimi saiyan rimasti. Son Broly lo chiamava fratello, perché appartenevano tutti e due a quel popolo quasi estinto. Ma Vegeta non gradiva, odiava l'altro saiyan, o forse in realtà odiava Broly per nascondere il suo odio per sé stesso. Lui, il Principe dei Saiyan, doveva essere l'unico a poter diventare un Super Saiyan. Non era abbastanza forte e aveva dovuto soffrire l'umiliazione di servire Freezer per anni e anni. Perché non poteva essere lui il combattente di cui parlava la leggenda? Come poteva essere quel rammollito ad essere più forte di lui? Sapeva di non poter battere il Son perché lui era il Super Saiyan della Leggenda. Ma non abbandonò, a costo di essere ucciso. Era lì, a terra con un buco nel petto, e disse le sue ultime parole che rimasero imprese nella mente del Son: "Ahaha! Sì, sei tu, il Super Saiyan!" e da qui si mise a piangere, ormai l'aveva accettato, e doveva dirgli molte cose "Broly, ascolta, il pianeta dove siamo nati, il Pianeta Vegeta, non è stato distrutto da un gigantesco meteorite... E' stato..." rigurgito un po' di sangue, ma non poteva andarsene prima di avergli detto tutto "...Freezer! Lui ha sterminato un popolo che l'aveva servito con fedeltà, seguendo sempre i suoi ordini... Sono morti tutti, i tuoi genitori, mio padre, il Re, tutti... E lo sai perché l'ha fatto...? Perché temeva che tra noi saiyan emergesse uno come te, il Super Saiyan, il combattente più forte di tutto l'universo... Ti prego uccidi Freezer, non avere pietà di lui, fai emergere totalmente la tua natura saiyan... Voglio che lui sia ucciso da te, un saiyan, il Super Saiyan..." e terminò, ce l'aveva fatta. Era pensando al Son che uccideva il figlio di Re Cold il perché aveva riso all'inizio. Sapeva ormai che le sue parole avrebbero aiutato il terrestre. Sorrise con le lacrime ancora che sgorgavano e poi sputò altro sangue, seguito dal suo ultimo respiro. Son Broly gli chiuse gli occhi e se ne andò, senza voltarsi, con le lacrime agli occhi...
"Stai bene? Mi sembri giù di morale... Ho toccato un tasto che non dovevo toccare?" disse il figlio di Vegeta.
"Lascia perdere, andiamo..." e i due si incamminarono in quel pianeta dal cielo rosso ricoperto una rigogliosa foresta, pronti a combattere.

"Kakaroth, questa missione penso che ti riserverò delle sorprese..." pensò Vegeta con un sorrisetto.
"Perché mi guardi in quel modo? C'è qualcosa che non va? Qualcosa che vuoi dirmi?" chiese Goku.
"No, niente. Anzi... come pensi andrà questa volta?".
"Come vuoi che vada... vinceremo ancora! Non possiamo fare altro, non trovi?" e si mise a ridere massaggiandosi la nuca. Ma era ovvio che era solo per nascondere la sua preoccupazione. Allo stesso tempo, però, era eccitato.
"Questa volta dovremo usare tutta la nostra potenza, non trovi? Avranno preparati per noi dei combattenti più potenti dei primi..." continuò il principe.
"Sì." rispose con espressione seria.
Sì incamminarono anche loro verso la base di quel pianeta, un grande pianeta desertico dal cielo rosso. Quel sole era vicino a tramontare, ma non stava tramontando, stava per tramontare. Non era la prima volta che avrebbero collaborato in combattimento, ma non si erano mai sentiti una squadra. Ora lo erano in tutto e per tutto.

Lo guardava in modo perplesso, una domanda gli frullava nella testa da troppo tempo, da quando il suo amico era tornato e sempre quest'ultimo gli aveva raccontato le sue disavventure.
"Com'è stato?" gli domandò Trunks.
"Com'è stato cosa?" di risposta gli chiese Goten.
"Sai, il bacio... Sai, non sei sceso molto nei particolari, hai detto solo ''bello'', e hai alzato i tacchi... Ho lasciato perdere, ma ormai non ce la faccio più a contenermi! Dimmi tutto!". Parlava del bacio che Goten aveva subito nell'universo dei dolci da Lunch, prima di partire.
"Ti sembra questo il momento di parlare di certe cose?".
"Ma solo un piccolo commento più approfondito!".
"Va bene... è stato strano... non me lo aspettavo, e poi lei dopo mi ha detto degli schiaffetti ed è tornata indifferente, e... ho provato... non so cosa... lascia perdere, dai! O dobbiamo parlare di quella volta in cui hai vomitato sopra la ragazza con cui hai avuto il tuo primo appuntamento?".
"Ma avevo tredici anni! Ero emozionato, avevo mangiato qualcosa di avariato e..." prese respiro, non potevano continuare così "...va bene, lasciamo perdere, concentriamoci, abbiamo ben altro a cui pensare!" e aveva ragione.
Erano su un pianeta dal cielo viola, come l'erba, solo che quello del cielo era chiaro e quello dell'erba era scuro. Su quel campo spuntavano una specie di tentacoli grigi, dovevano essere una specie di alberi.
Ma il paesaggio non era la cosa a cui pensare.

Vegeth e Gokhan erano lì, arrivati sani e salvi, come previsto. Un lago dall'acqua nera e putrida emanava odori disgustosamente inaccettabili. Niente cresceva vicino alla fonte d'acqua, nessun animale andava ad abbeverarsi, la vita vicino al lago sembrava non esserci. Ma le due fusioni non ci facevano così tanto caso.
"Vegeth, non ti vedo preoccupato..." notò Gokhan.
"Perché dovrei? Io non sono certamente uno qualunque... E neanche tu, se per questo".
"Beh, certo, ma non si sa mai... Chissà cosa ci aspetterrà...".
"Rilassati, non preoccuparti... Però devo dirti che credo ci aspetteranno delle belle sorprese, credo ci divertiremo... Eh, eh..." si mise a ridacchiare passandosi il dito sotto il naso.
Anche loro andarono verso la loro missione. Quel lago non sarebbe mai stato più lo stesso.




Finito anche questo! Nel prossimo capitolo inizieranno tre combattimenti che dureranno il prossimo e quello dopo. ("Cosa fai lì, immobile?", non sai che torna l'ici anche sulla prima casa? Ah, ah! NdSecchione) (Non ti è passata la voglia di fare battute dalla scorsa volta, eh? -.- Ndme) (No! ^_^ NdSecchione) (Cosa farai a Natale? Ndme) (Lo passerò nel confortevole calore familiare! NdSecchione) (Compresa tu sorrella? NdDefarrappato) [Scusiamo l'interruzione, Deficiente, lo stupito (non abbastanza intelligente da essere chiamato con la parola esatta ''stupido'') arrapato, è probabilmente morto. Le trasmissioni per oggi sono sospese. La prossima volta Secchione parlerà in prigione, in presenza del suo avvocato.]

La scena della morte di Vegeta nell'universo di Son Broly è ispirata dalla morte di Vegeta per mano di Freezer nell'universo normale, dove anche lì, ad esempio, piange e ride.

Ispirazione:
Ringrazio Salagir e Gogeta Jr., creatori del fan manga on line Dragon Ball Multiverse (ecco il link) che mi è stato di grande fonte d'ispirazione, insieme alla squadra degli Exiles della Marvel, per scrivere questa fanfiction. Ovviamente, come avrete sicuramente già notato se conoscete DBM, non è assolutamente un copia e incolla dei personaggi di DBM in un contesto diverso, infatti non compariranno dei personaggi che compaiono in DBM, compaiono molti personaggi estranei a DBM e alcuni personaggi (pochissimi) che compaiono in DBM hanno una storia diversa.

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Capitolo 16
*** (S)b(r)uffoni ***


DB EXILES - CAP 16 Ecco che inizia l'azione! Ringrazio tutti quelli che mi seguono e/o recensiscono che spero di non deludere!

Capitolo 16 - (S)b(r)uffoni

Tutte le sei squadre degli Exiles Warriors avevano ormai quasi totalmente sterminato coloro che erano stati assegnati alle colonie di quei sei pianeti. Di risposta, la Base dell'Impero di Mashin aveva iniziato a mandare i combattenti che stavano tenendo in serbo per loro in caso fossero tornati all'attacco. Dovevano solo creare un diversivo, niente di difficile, almeno così aveva detto loro Kaiohshin. Tanto non era lui a fare il lavoro sporco.

"Chi è il mio?" domandò un essere leccandosi le labbra e con gli occhi strabuzzati.
"Quello gigante e verde. Il mio è quello piccolo e marrone." rispose l'altro schioccando le dita.
"Sì, quello più grosso! Bene! Non potevi farmi più felice!" e aprì la bocca rendendola molto più grande di prima. Si stava preparando al mostrare le sue abilità.
I due erano appena stati teletrasportati sul pianeta dal cielo verde e dall'erba rossa, dove erano arrivati Mr. Slug e Ub.
Il vulcano esprimeva tutta la sua furia, e la colonia era quasi intatta, apparte gli arredamenti e qualche muro ''ammaccato''.
"Cerca di non fare come al tuo solito... Lo sai che sono di stomaco delicato... E prima di ucciderlo cerca almeno di estorcergli qualche informazione!" disse quello che si era scrocchiato le dita.
"Ci proverò... Ma sai come sono... Uh, uh!".
Andarono pronti allo scontro verso il namecciano e l'umano. Quei due li stavano aspettando, anche se non sapevano quanti fossero o tantomeno chi erano.

"Sono arrivati." disse la reincarnazione seriamente. Il namecciano fece segno con la testa che l'aveva notato anche lui. Interessante, molto interessante. Stavano volando verso di loro.
Il primo si catapultò subito all'attacco di Mr. Slug senza atterrare ma anzi continuando a volare. Come un missile aveva colpito in pieno il petto del mister. Questo aveva cercato di frenarlo con i piedi ma fu solo trascinato per metri e metri.
Il secondo invece era atterrato e ora Ub e lui si guardavano fissi.
"Oh, sono felice di conoscerti, sconosciuto combattente, il mio nome è Salakad, e sono un mago d'alto rango." disse l'avversario con un inchino e un sorrisetto stampato in faccia.
"Io sono Ub, ma non mi sembra l'ora di perdere tempo in chiacchiere e convenevoli..." e detto questo si mise ad attaccarlo. Provo a colpirlo con un calcio che fu parato, e, preso per la gamba parata, Salakad lo scaraventò in aria. L'umano mentre veniva lanciato emanò la Pink Explosion a breve distanza. Ub si frenò in volo e aspettò che il fumo che si era alzato per la sua tecnica si diradasse. Il mago era integro, compresi i suoi vestiti sgargianti. Era alto su un metro e ottanta, fisico da combattente, pelle rossastra, lunghi capelli verdi, orecchie a punta, naso aquilino. Aveva un mantello nero sopra ai suoi appariscenti abiti, sembravano vestiti di un pagliaccio. Portava un capello, una tuba, sulla sua testa, dove c'era, sulla sua fronte, la M. Sorrideva, non aveva smesso di sorridere, un sorriso altezzoso. Ma cosa diavolo aveva da sorridere? Oh, sentiva che non lo sopportava per niente, soprattutto quel dannato sorriso del cazzo. Gli ricordava Majin Bu, che sorrideva quasi sempre. Ma il sorriso dell'avversario era diverso, era odioso, altezzoso, insensato. Provava un odio viscerale a quel tizio appena incontrato.
"E' solo questo quello che sai fare? Oh, mi deludi..." e scosse la testa in senso negativo. Si aspettava ben altro da questi tizi comparsi dal nulla. Non gli piaceva rimanere deluso, se lo fosse rimasto si sarebbe annoiato e la noia lo portava ad essere particolarmente manesco.
"Oh, no, certo che no..." e Ub sorrise e la sua aura lo circondò espandendosi. A quel buffone avrebbe fatto vedere un assaggio della sua potenza. Alzò le braccia in aria e sparò dalle mani una raffica di onde di energia che piovvero sopra l'avversario. Senza aspettare aspettare l'esito del Lightning Arrow, la reincarnazione andò volando a super velocità incontro al nemico. Oh, avrebbe fatto vedere al mago quello che sapeva fare, avrebbe visto. Gli diede un pugno in faccia seguito da un calcio. Salakad cadde a terra frenandosi con i piedi. L'impatto alzò un polverone che presto si diradò.
"Ecco, ora si comincia a ragionare!" e si mise a ridere. Al lato della bocca gli gocciolava del sangue, e aveva ferite lievi diffuse su varie parti del corpo. Si mise a battergli le mani. Non si sarebbe annoiato, bene. Non poteva essere stato mandato lì per fare un lavoretto da niente.
"Niente male, davvero, niente male." e smise di battere le mani "Credo che però ora sia il mio turno, giusto?" e sorrise malignamente. Ub non aspettava altro.

Fu trasportato lontano dal compagno, ma poi si frenarono. L'avversario che l'aveva colpito e spinto lì saltò all'indietro e atterrò in piedi. Si trovavano quindi uno davanti all'altro.
"Allora, tu chi diavolo sei?" domandò Mr. Slug.
"Uh, io mi chiamo Katraz e sono colui che ti ucciderà, e tu, verdone, chi sei?".
"Non sono affari tuoi." e lo prese per il collo. Non aveva alcun diritto quell'essere di fargli domande.
Il namecciano aveva aumentato la sua potenza, anche se non al massimo.
Katraz allargò la bocca e morse, gli strappò la mano con un solo morso. Il namecciano allontanò il braccio da lui.
"Lo sai come mi chiamano, uh? Katraz il maciullatore!" e questo si mise a ridere. Il maciullatore con la M sulla fronte veniva da un pianeta abitato da una specie senziente carnivora e lui era l'ultimo sopravvissuto. Tutti gli altri erano stati uccisi da lui. Era diventato un famoso e spietato killer, e gli piaceva anche fare da spazzino con i cadaveri dei nemici. Ma non sapeva solo masticare.
Che sbruffone, era un ingenuo, non si accorgeva chi aveva davanti. Il Mister si rigenerò la mano, pronto a fargliela pagare. Portò il braccio all'indietro con il palmo della mano rivolto in avanti. Su di essa cominciò a crearsi un onda di ki gialla, che venne lanciata portando il braccio in avanti. La Slug Ball colpì in pieno il maciullatore che la mangiò.
Katraz si agguantò al gigante con i suoi artigli. Slug strillò al sentire conficcarsi quei cosi nelle braccia. Il maciullatore sorrideva sadicamente, pronto a farlo a pezzi. Ah, l'odore del sangue! Variava da specie a specie, ma alla fine era sempre lo stesso! C'era qualcosa di meglio? No, non credo.
Il namecciano ringhiando gli conficcò i suoi artigli nella pancia. Sembravano due terribili bestie in uno scontro per la sopravvivenza di uno solo dei due. Katraz urlò e cercò di addentargli la testa per strapparla con un solo morso. Ma il Mister lo schivò e gli diede una testata. Non pensava fosse così dura, ma non gli diede molta importanza.
Il maciullatore si staccò dal namecciano, e contemporaneamente venne spinto in alto da un pugno dell'avversario.
Katraz si trovò in alto, sospeso in aria, dolorante. Ringhiava, grugniva, ma in realtà si stava divertendo un mondo. Erano anni che non si divertiva in quel modo. Da quando aveva combattuto con uno per più di dieci ore.
Aveva per l'ennesima volta un sorriso stampato in faccia, e poi aprì al massimo la bocca da dove sparò un raggio, il Katraz Cannon. Fu deviato a fatica da Mr. Slug, con due mani. Poi il namecciano lo raggiunse in aria dove lo riempì di calci e pugni. Quella bestia sarebbe morta da bestia! Aveva in mente per lui una morte degna dello schifoso essere che era quel Katraz.
Il maciullatore prese un lungo respiro e usò il super respiro. L'avversario non si spostò di un millimetro. Credeva che con quelle cretinate l'avrebbe battuto? No, Katraz aveva ancora un asso nella manica.

Una figura arrivò sul pianeta dove c'erano Goten e Trunks, che stavano compiendo la loro missione.
Notarono subito la sua aura molto superiore alla loro. Si aspettavano ovviamente che mandassero uno o più persone contro loro, ma non avevano pensato a uno così forte. I due erano trasformati in Super Saiyan, avevano ucciso praticamente tutti in quella colonia. La cosa stava andando verso la noia più totale prima del tizio.
"Senti questa aura enorme?!" domandò Goten a Trunks.
"Sì..." rispose il Brief.
"Merda, Trunks, siamo costretti a fonderci! E' troppo forte questo tizio!" esclamò il Son. Era giunto il momento allora, avevano trovato un motivo per farlo.
"Sono totalmente d'accordo!" e fecero il balletto che fu insegnato a loro tanti anni prima.
"FU-SION-HA!!!" e finalmente avrebbe potuto collaborare anche lui alla missione. Non sarebbe stato giusto se non l'avessero fatto combattere nemmeno una volta, lui non era certo inutile.
Il tizio vide il balletto fatto da quei due e il terzo che ne usci fuori. Cosa strana, peggio del mangiare una rana.
Si alzò in volo e atterrò davanti a Gotenks.
"Sono arrivato,
sono adirato,
sono potente,
sono furente!
Yo, yo, yeah!"
rappò atteggiandosi con le mani.
"Eh? Chi diavolo sei, buffone?" chiese la fusione tra Goten e Trunks con un dito indice che grattava la sua testa.
"Il mio nome
lascia orme
nella mente
della gente.
E' Epper
il rapper!
Yo, yo, yeah!".
La fusione guardò strano il tizio. Questo era vestito con pantalone nero, come gli stivali, mentre il torso era scoperto da abiti mostrando i suoi muscoli ben sviluppati. Portava diversi ornamenti d'oro, cioè anelli, catenine e una collana con una E in un cerchio che posava sul petto. Aveva la pelle viola scuro, due grandi labbroni, un naso greco cioè il cui dorso continua in modo diretto sulla fronte. Gli occhi non erano visibili in quanto portava degli occhiali da sole neri. Le orecchie erano a punta e su ogni guancia c'era un'antenna. Sulla fronte invece c'era la solita M.
Gotenks si leccò le labbra e si preparò a sfoderare il contrattacco che fu:
"Tu sei un deficiente
non vali niente,
ora le prenderai
e poi morirai!
Te lo dice Gotenks la fusione
che sarà peggio della prigione!"
e mise una mano a terra alzando il resto del corpo con la testa rivolta verso la terra. Si mise a volteggiare come un esperto di breakdance, finì girando ad alta velocità sulla sua testa poggiata sul terreno come fosse una trottola. Finito saltò e si rimise dritto in piedi e, muovendo le mani come se stesse facendo il deejay, disse:
"Fusi, fusi, fusi, fusione!
Yeah!".
Era una vita che voleva farlo, e aveva potuto farlo vedere a quello sbruffone. Quest'ultimo, Epper, si stava preparando, era da molto tempo che non incontrava uno come la fusione, si sarebbe divertito sicuramente. Il rapper disse:
"Il tuo stile mi piace
ma ora non è tempo di pace.
Allora, sei pronto,
brutto tonto?".
"Brutto tonto?!" domandò Gotenks attaccandolo. Un pugno, una faccia distorta da esso. Quella della fusione, che aveva fallito l'attacco. Il colpo lo spinse contro uno di quei alberi-tentacoli di quello strano pianeta, trapassandolo e finendo contro una collinetta trapassando anche lei, distruggendola.
Dopo pochi attimi si rialzò, acciaccato, e disse: "Cazzo, che destro! Bella fratello! E' ora di darsi alla pazza gioia, anzi, pazza, pazza, pazza gioia! Eh, eh!". Sporco di sangue sorrideva e ridacchiava, come un vero saiyan non temeva quel combattimento, anzi era pazzo di gioia, e forse pazzo anche senza la gioia. Dal primo livello oltrepassò il limite e si trasformò, si trasformò in Super Saiyan di secondo livello. Non l'aveva mai usato prima in combattimento, sarebbe stata la sua prima volta. Oh, sì, amava le prime volte!




Nel prossimo ci sarà il continuo di questi combattimenti. (Come hai passato il Natale? Ndme) (Già, comme? NdDefi*pausa*cente) (Come pensate sia passare il Natale in carcere?! NdSecchioneInCollegamentoDalCarcere) (Per tentato omicidio, poi! Ndme) (Il mio! NdDecc...ficente) (Certo che il carcere sotto Natale... Ndme) (xkè sta sopra il carcere? NdDailosapeteficente) (Chi? Ndme) (Natale! Se tolga, è purre invenno! NdDaièsempreluificente) (_._ NdmeESecchione) (Comunque, "Sì, quello più grosso! Bene! Non potevi farmi più felice!", potrei fare una stupida battuta ma non la farò. E nemmeno ovviamente sulle ultime due frasi del capitolo. NdSecchione)

Origine nomi:
-''Salakad'' viene da ''salakadula'', quindi rientra nel gioco di parole di Babidy e servitori;
-''Katraz'' viene da ''Alcatraz'', la famosa prigione americana;
-''Epper'' viene dall'inglese ''rapper''.

Il ''Lightning Arrow'' è una tecnica di Majub/Super Ub presa da Dragon Ball GT, dove è una delle sue tecniche firma.

Orgine nomi tecniche:
-''Slug Ball'' in inglese vuol dire ''Sfera di Lumaca'' o ''Palla di Lumaca'', o meglio, ''Sfera di Slug'' o ''Palla di Slug'';
-''Katraz Cannon'', ''Cannone di Katraz'', in giapponese trasliterato ''Katraz Hō", o meglio "Katurazzu Hō".

Ispirazione:
Ringrazio Salagir e Gogeta Jr., creatori del fan manga on line Dragon Ball Multiverse (ecco il link) che mi è stato di grande fonte d'ispirazione, insieme alla squadra degli Exiles della Marvel, per scrivere questa fanfiction. Ovviamente, come avrete sicuramente già notato se conoscete DBM, non è assolutamente un copia e incolla dei personaggi di DBM in un contesto diverso, infatti non compariranno dei personaggi che compaiono in DBM, compaiono molti personaggi estranei a DBM e alcuni personaggi (pochissimi) che compaiono in DBM hanno una storia diversa.

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