Resta

di Nusia
(/viewuser.php?uid=83827)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Without you here (Nusia) ***
Capitolo 2: *** 2- Memories (Martybetl) ***
Capitolo 3: *** 3-Un incontro speciale (Nusia) ***
Capitolo 4: *** 4-Coincidences (Martybet) ***
Capitolo 5: *** 6-La nostra canzone (Marty) ***
Capitolo 6: *** 5-Mi detesta! (Nusia) ***
Capitolo 7: *** 7-Se solo mi amassi (Nusia) ***
Capitolo 8: *** 8-Thank you (Martybet) ***
Capitolo 9: *** 9- Very Happy (Nusia) ***
Capitolo 10: *** 10- Drop of Rain (Martybet) ***
Capitolo 11: *** 11- Lo ami ancora? (Nusia) ***
Capitolo 12: *** 12-Senso di appartenenza (Martybet) ***
Capitolo 13: *** 13- Riflessioni (Nusia) ***
Capitolo 14: *** 14-Like a kiss (Martybet) ***
Capitolo 15: *** 15- London (Nusia) ***
Capitolo 16: *** 16- London Eye (Martybet) ***
Capitolo 17: *** 17- L'amore non basta (Nusia) ***
Capitolo 18: *** 18-Forgive... and forget (Marty) ***
Capitolo 19: *** 19- Raccontami di lei (Nusia) ***
Capitolo 20: *** 20- Resto qui (Marty) ***
Capitolo 21: *** 21- Viaggio nei Ricordi (Nusia) ***
Capitolo 22: *** 22- Un dio del s...olletico (Marty) ***
Capitolo 23: *** 23- Make it or break it (Nusia) ***
Capitolo 24: *** 24- Resta, non andare via. (Marty) ***
Capitolo 25: *** Una proposta speciale (Nusia) ***
Capitolo 26: *** 26- Sei in-cinta? (Marty) ***
Capitolo 27: *** 27- Fratellino o Sorellina? (Nusia) ***
Capitolo 28: *** 28- Welcome to the world (Nusia) ***



Capitolo 1
*** Without you here (Nusia) ***


1CAPITOLO RESTA
Eccomi ritornata all’attacco… 
Giuro che sono SUPER EMOZIONATA e non vedo l’ora di ricevere le vostre prime recensioni. Per chi mi conosce sa che questa non  la prima fan faction che pubblico, tuttavia ogni volta che devo mostrarvi un nuovo lavoro vado in panico questo perché ho paura di deludervi. Come avrete letto dalla trama questa ff parla dei Robsten e della loro storia DOPO i film della Saga di Twilight. In ogni capitolo troverete dei pezzi scritti in corsivo, ecco quelli sono flashback, ritorni al passato che servono per spiegare la storia. Allora prima di lasciarvi al capitolo voglio sottolineare che la storia è inventata di sana pianta quindi non c’è nulla di vero in quello che abbiamo scritto e soprattutto, questo per chi ha letto Someday we’ll Know, vi prego di dimenticare i caratteri e gli intrecci di quella storia perché qui ce ne saranno di nuovi =D.
p.s. La fan faction è scritta a 4 mani quindi non è tutta farina del mio sacco quel che leggerete ma mi ha aiutata anche,Mabel la mia more *-* troverete all’inizio di ogni capitolo il nome di chi l’ha scritto =D…ora vi lascio e buona lettura, spero che la storia vi piaccia e incuriosisca =D e anche la copertina xD




“Resta”

1- capitolo (Nusia)
Pov. Robert
“mamma sono appena atterrato, ora cerco un taxi che sono esausto”
“ok tesoro, sta attento mi raccomando”
“non ti preoccupare, ciao”
Riattaccai il telefono facendo un grande sospiro. Vedi tu se a 32 anni dovevo essere controllato da mia madre peggio di un adolescente. Ecco cosa significa non avere una famiglia superati i trenta: gli altri ti considerano ancora un bamboccione! E dire che avevo sempre desiderato avere dei figli quand’ero ancora giovane. Di quel passo chissà se li avrei mai avuto. Afferrai le mie due valige e mi diressi all’uscita dell’aeroporto per chiamare un taxi. Appena fuori dovetti togliermi la felpa per non rischiare di morire soffocato. Come sempre a Los Angeles faceva un caldo pazzesco, se poi tenevamo in conto che era inizio luglio e l’estate era cominciata da quasi un mese allora c’era il rischio di morire davvero per soffocamento. Ah Los Angeles! Erano passati anni dall’ultima volta che ci misi piede, quattro ad essere precisi. Erano passati quattro lunghissimi anni da quel giorno in cui feci le valige e tornai nella mia bella Londra. A che serviva rischiare di incontrarla magari mano nella mano con suo marito?
“TAXI” urlai fermando una macchina gialla e buttandomi dentro. Dissi subito dove mi doveva portare e poi mi rilassai vicino al sedile. Erano cambiate tante cose in quegli ultimi tempi, tante ma non troppe. Io per esempio ero sempre un attore, con la differenza che non mi servivano più 10 guardie del corpo per proteggermi da un orda di ragazzine con gli ormoni in subbuglio, motivo per il quale potevo permettermi di spostarmi tranquillamente anche senza agente. Certo c’erano i fotografi ma loro si accontentava di qualche foto e via. Dopo anni potevo finalmente respirare un po’ di libertà, andare in giro senza la paura di essere inseguito da qualcuno. L’era di Robert Pattinson era finita, così come tutti i gossip giornalieri su di lui e i pedinamenti. Ormai ero un attore affermato, di quelli che decidono loro come gestire la propria carriera, che film fare e a che eventi mondani partecipare. Non ero più nell’occhio del ciclone e me ne compiacevo. Ormai sui giornali leggevo sempre la stessa cosa: “di questo passo Robert Pattinson sarà lo scapolo più ambito di Hollywood per tanto tempo”
Da quand’era che non uscivo con una ragazza? Un anno? L’ultima storia importante l’avevo avuto con una ragazza di New York: Adison. Era durata circa un anno e mezzo ma poi…poi non so neanche io perché finì.
“siamo arrivati signore” mi informò il taxista. Lo ringraziai e una volta pagato e afferrato i bagagli scesi dall’auto salutandolo. Ero tornato a Los Angeles per girare un nuovo film e dovevo rimanerci per circa 3 mesi, nel frattempo sarei stato ospite di Kellan ed Ashley.
Suonai al campanello della loro villetta accennando un sorriso. Chi l’avrebbe mai detto che da semplici migliori amici si sarebbero trovati a convivere e con un figlio, Dan, di circa due anni da accudire? D’altra parte nella vita tutto è possibile. Le certezz
e possono diventare incertezze e viceversa. Ed io lo sapevo bene.
“ehi inglesino ha sempre la stessa faccia da idiota” disse Kellan appena aprì la porta. Ridacchiai.
“ciao anche a te Kellan” scherzai abbracciandolo.

“come va?”
“alla grande. Dov‘è Ashley e il piccolo Dan?” adoravo quel bambino tutto riccioli e con le fossette. Era molto simile a Kellan nei modi di fare e nel colore dei capelli, ma per il resto aveva presto tutto dalla mamma.
“oh dovrebbero arrivare a momenti. Sono andati a prendere da mangiare. Intanto vieni che ti mostro il tuo alloggio”
“posso dormire anche sul divano sta tranquillo”
“non sia mai detto che i Lutz facciamo dormire Robert Pattinson sul divano. Ti abbiamo preparato la dependance così potrai stare più tranquillo” spiegò facendomi strada. La dependance altro non era che una piccola casetta situata all’estremità del giardino. Era molto carina e aveva tutti i confort, dalla cucina al bagno.

“sai che è meglio di casa mia?” scherzai. Lui rise dandomi una pacca sulla spalla.
“senti un po’ conoscendo le tue doti culinarie è meglio se mangi con noi eh? Non vorremo averti sulla coscienza e poi Ashley è una cuoca eccezionale”
“ma avevate Sophie? La donna di servizio?” chiesi ricordandomi una delle nostre vecchie conversazioni.
“certo, solo che quando Ash non è impegnata con il lavoro preferisce occuparsi lei della casa. Ora ti lascio solo così ti sistemi”
“a dopo” lo salutai sedendomi sul letto. Mi passai una mano sul viso e forse, solo in quel momento mi resi conto di dove mi trovassi e di come in realtà mi sentissi incompleto. Tutti avevano ottenuto quel che desideravano: Kellan e Ashley avevano avuto un figlio, Jackson continuava a fare il musicista e faceva tante tournée, Nikki era felicemente fidanzata e anche per lei sembrava essersi aperta la giusta strada per la celebrità. Elizabeth e Peter felicemente sposati e con bambini e persino il piccolo Tayler  aveva raggiunto i suoi obbiettivi. Aveva due case di produzione cinematografiche, una carriera da attore e una splendida ragazza che adorava. Ed io? Cosa avevo io? Solo una carriera e i miei soliti amici, per il resto potevo considerarmi solo. Già, ero il solo al quale mancasse qualcosa e molto probabilmente l’unico che rimuginava il passato perché lei…oh beh lei era andata avanti. Si era sposata, aveva avuto una figlia e si era persino separata. Volsi il palmo della mano destra in su e fissai il piccolo nome tatuato nella parte interna del polso: Kristen. L’avevo fatto tanti anni addietro, molti prima che cominciassero le liti e le scenate di gelosia. Molto prima della fine di tutto.

Stavo tornando a casa dopo l’ennesimo servizio fotografico. Io e Kristen stavamo insieme da 5 anni e quando erano finite le riprese di tutti i film della saga di Twilight avevamo deciso di prendere casa insieme. Convivevamo da circa 3 anni ormai. Eravamo sempre andati d’amore e d’accordo, senza mai una lite o qualcosa di simile, quello fino a 6 mesi prima. Ultimamente non facevamo altro che discutere e sempre per lo stesso motivo. Era come se non ci fidassimo più l’uno dell’altro. Ma l’amavo, sapevo di amarla. Giunto a casa posai il berretto sul divano e la raggiunsi in camera.
“amore?” la chiamai entrando nella stanza. La trovai seduta sul letto con il mio cellulare tra le mani. Avevo sempre avuto l’abitudine di lasciarlo a casa, me ne dimenticavo distratto com’ero.
“ancora Emilie” disse sventolando davanti a se il cellulare. La guardai deluso. Ancora una volta non si era fidata di me e aveva aperto il mio cellulare. Non che avessi qualcosa da nascondere ma mi urtava tanto quando metteva in dubbio la mia parola e mi controllasse.
“l‘hai fatto di nuovo” l’accusai. Lei scrollò le spalle.
“lei continua a mandarti messaggi”
“ma è un‘amica Kristen. Sai cosa significa la parola amicizia?” ed ecco che cominciava un’ altra discussione, l’ennesima. Da quando sei mesi prima avevo rivisto Emilie de Ravin e avevamo ripreso i contatti, il nostro rapporto era mutato. Certo Emilie era un po’ troppo invadente ma Kristen doveva avere fiducia di me e del mio amore per lei.
“oh certo, amicizia”
“perché rifacciamo questo discorso Kris? È la centesima volta che ripetiamo le stesse cose”
“perché lei ti sta sempre tra i piedi, sempre. E tu le dai anche corda”
“corda? Io le do corda?” domandai adirato.
“certo, altrimenti desisterebbe non credi?” strinsi i pugni nella vana speranza di non sbottare come sempre, ma quando squillò il suo cellulare e lessi il nome di Micheal fu davvero impossibile trattenermi.
“certo, perché LUI invece non è invadente no? Lui non ti chiama mai per carità”
“è un amico” disse semplicemente. Strabuzzai gli occhi e poi scoppiai a ridere da vero pazzo.
“e perché Emilie cos’è? Oh certo ho capito tu non puoi fidarti di me mentre io devo fidarmi di te, infondo che motivo avrei di dubitare no? Ed è qui che ti sbagli Kristen, io mi fido ma se tra i due c‘è qualcuno che dovrebbe sospettare qualcosa quello sono io”
“e perché mai?”
“perché lui è stato il tuo ragazzo. Era importante per te e tu eri importante per lui”
“è successo tanto tempo fa e lo sai”
“si, lo so. Sai cosa sembriamo? Degli adolescenti alla prima cotta che litigano per un nonnulla. Perché non andiamo più d‘accordo Kristen? Cosa ci è successo?” domandai più calmo sedendomi al suo fianco. Abbassò il capo scuotendo la testa.
“io…io non lo so. Forse…forse siamo troppo diversi”
“il nostro essere diversi è sempre stata la nostra forza”
“a quanto pare le cose cambiano” biascicò con gli occhi lucidi. Avrei tanto voluto stringerla a me, ma avevo bisogno di chiederle una cosa e la sua risposta sarebbe stata determinate. Tutto il mio, il nostro mondo dipendeva da lei.
“ti fidi di me Kristen? Hai ancora fiducia in me?” lei puntò i suoi occhioni nei miei e non ci misi molto a comprendere quale sarebbe stata la sua risposta. In quel momento pregai con tutto me stesso che mi mentisse, che dicesse una bugia. Tutto pur di non perderla.
“io…io…io”
“ti fido o no?” ridomandai più duro.
“io…non è più come prima io…non mi fido più come prima” rispose finalmente. In quel momento sentii crollare tutto: i nostri progetti, i nostri sogni. Tutto sbriciolato da quella piccola confessione. Le certezze, la nostra bolla, persino il nostro amore non aveva più importanza. Perché senza fiducia l’amore non è nulla.
“beh allora perché stai ancora con me se non ti fidi?” non ci fu tempo di rispondere che qualcuno entrò in casa.
“Kristen ci sei? Sono Steve” scossi la testa sorridendo tristemente.
“ah già, mi dimenticavo del tuo caro amico Steve!” esclamai amareggiato. Sempre intorno quell’altro, aveva persino le chiavi di casa nostra! Da qualche mese a quella parte mi sembrava di non riconoscere più la donna della quale mi ero innamorato. Mi sentivo un estranio nella mia stessa casa. Mi alzai dal letto senza dire una parola e mi avviai alla porta.
“torno stasera, non voglio vederti Kristen. Mai più” dissi senza voltarmi a guardarla. Feci un cenno a Steve che mi guardava preoccupato e uscii da quella casa. 

Non mi aveva fermato, cercato di farmi ragionare. Non aveva detto una parola. Tornai a casa dopo circa 5 ore e di lei neanche l’ombra. Aveva portato tutto con se come le avevo detto. Neanche un biglietto nella quale diceva di scusarla. Niente. Quando compresi che da quel giorno la mia vita sarebbe cambiata radicalmente e lei non ne avrebbe fatto più parte mi diedi dello stupido per aver pensato che il nostro amore sarebbe durato per sempre. Forse pensandoci lucidamente non avrei mai dovuto dirle di andarsene via, perché orgogliosa  com’era l’avrebbe fatto senza dirmi nulla. Peccato che all’epoca 
speravo di trovarla a casa, seduta sul divano ad aspettarmi per chiarire.
Mi ridestai dai miei pensieri quando sentii qualcuno bussare alla porta.
“Robert, possiamo?” chiese Ashley spuntando dalla porta. Le sorrisi, era sempre bellissima.
“è casa tua” dissi abbracciandola.

“ti trovo in forma”
“oh anche tu. Sei sempre splendida” mi complimentai.
“non fare il filo alla mia compagna Pattinson” mi minacciò
 bonariamente Kellan entrando nella stanza con il piccolo Dan tra le braccia. Lo avevo visto circa 3 volte, in quelle rare occasione in cui ci incontravamo.
“ma ti sei fatto un ometto!” esclami quando lui si fece mettere già dal padre.
“tono cresciuto?” chiese sorridendo. Mi abbassai alla sua altezza spettinandogli i capelli.

“altroché se sei cresciuto”
“com‘è andato il viaggio?” chiese Ashley sedendosi sul divanetto. Presi il bimbo in braccio accomodandomi anch’io.
“tutto tranquillo. Tra una settimana cominciano le riprese e domani devo incontrarmi con il regista”
“e com‘è stato tornare a Los Angeles?”
“fa uno strano effetto. Non ci mettevo più piede da…”
“da quel giorno ricordo!” terminò lei. 
Si creò uno strano silenzio, quasi imbarazzante. Ashley si morse un labbro e mi guardò come se stesse decidendo se dirmi o meno qualcosa. Alla fine sospirò e tornò a parlare.
“oggi l‘ho vista. L‘ho incontrata in un negozio d‘abbigliamento per bambini. Ha una figlia davvero splendida. Le somiglia molto sai? Anche se non riesco a trovare nessuna somiglianza con il padre”
Annuii come un automa cercando di immaginarmi la sua piccola bambina. Era apparsa sui giornali ma con il viso sempre coperto. Quanti anni doveva avere, 4? Si, aveva proprio quattro anni. Come dimenticare il giorno in cui seppi, da un misero giornale, che Kristen Stewart, la donna che fino a qualche mese prima era la mia fidanzata, fosse incinta di un altro? Incinta di Steve, quello che reputava un semplice amico?

Girovagavo per le strade di Los Angeles senza una metà ben precisa. Erano circa le 7 di sera ed io non avevo un cavolo da fare così stavo facendo quattro passi, tanto per perdere tempo e non pensare a nulla. Cosa vana visto il giorno. Quando la mattina mi ero svegliato e controllato il cellulare la data mi era subito saltata all’occhio. Era il 3 settembre, erano passati esattamente 3 mesi da quando avevo lasciato Kristen. Si, era impossibile non pensare, non ricordare. Non ne avevo la forza e mi davo dello stupido per questo. Ero stupido perché io l’amavo ancora mentre lei non ci aveva pensato un attimo ad andare avanti. Già, per lei era stato facile voltare pagina e farsi vedere in giro con Steve dopo un solo misero mese che ci eravamo lasciati. Infondo che importanza può avere una storia di 5 anni?
Scossi la testa avvicinandomi ad un chiosco di giornali per acquistare un semplice quotidiano. Fu la mossa più sbagliata che avessi mai fatto. Appena arrivato i miei occhi caddero su una rivista, la presi tra le mani e guardai con disprezzo l’immagine di Kristen e Steve abbracciati mentre sorridevano al fotografo. Ma il disprezzo fu niente paragonato a quello che sentii quando lessi il titolo:
Kristen Stewart afferma: “aspettiamo un bambino da due mesi”
Il giornale mi cadde dalle mani e nello stesso momento in cui esso toccò terra, il mio cuore perse un battito e le speranze volarono via.

Non mi ero mai sentito così tradito come in quel momento. Aspettava un bambino dopo neanche 3 mesi che ci eravamo lasciati. “un mucchio di bugie” pensai allora stringendomi nelle spalle. In quegli anni mi aveva raccontato un mucchio di bugie!
“Robert? Ehi ti senti bene?” mi chiese Ashley inginocchiata di fronte a me. Battei le palpebre più volte tornando al presente.
“come?”
“stai bene?”
“si, si certo. Sono solo stanco” mentii. Lei sorrise alzandosi da terra e porgendo la mano al figlio.
“su andiamo di la e lasciamo riposare un po’ lo zio Rob eh?” il bambino annuì salutandomi con la manina. Io gli sorrisi teneramente togliendo il berretto dalla testa e scompigliandomi i capelli. Kellan fu l’ultimo ad uscire. Alzai lo sguardo per fissarlo e lui mi fece l’occhiolino.
“sei vuoi parlare sono qui” disse. 
“grazie” mormorai prima di poggiare la testa al bracciolo del divano e chiudere gli occhi.
Kristen mi aveva deluso, deluso tantissimo!

---



Mabel:
Ed eccoci arrivate alla fine, ho chiesto alla mia Nu, se potevo infiltrarmi, per poter dire due paroline anche io. Sono davvero molto emozionata *-* Per prima cosa perchè sto scrivendo una fanfiction con NUSIA *__* la mia more.. ed è un grandissimo onore per me.
Per seconda perchè adoro totalmente Rob e Kris, e spero che un giorno nasca davvero quella bimba che oramai grazie a Fio e Lety chiamiamo Joy *__* Non riuscirei ad immaginarmi un loro bambino con un altro nome..
Spero che questo primo assaggio vi sia piaciuto e che ci seguirete in questa storia fantastica ( sono modesta, molto modesta XD )
Beh ci vediamo il prossimo giovedì con l'altro capitolo!
xoxoxo



"Nusia and Marty"

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** 2- Memories (Martybetl) ***


Restaaa Possiamo dirvi di amarvi alla follia? *-* mio dio 16 recensioni SOLO al primo capitolo cose da non credere. Non potete capire quant'è bello vedere che la storia piaccia fin dall'inizio, davvero!
Ok, ora andiamo avanti altrimenti non la finisco più di ringraziarvi e da qui alla fine della storia vi ringrazieremo molte volte =D
Allora come avrete capito visto che la storia è scritta da due persone ci sembra giusto parlare a plurale, perciò tranquille che la vostra Nusia non è impazzita xD
Sinceramente non abbiamo molto da dire, anche perché questo è appena il secondo capitolo e la storia deve ancora svilupparsi. Vi annunciamo che questo sarà un Pov. Kristen scritto da
Mabel ...mentre il prossimo da me, Nusia*....bene non ci resta che augurarvi buona lettura, sperando di che iniziate a capirci qualcosa =D.
p.s. Allora alcune di voi ci hanno chiesto ogni quanto posteremo e bene: Posteremo ogni 5 giorni, avremmo dovuto postare ieri ma proprio non abbiamo avuto tempo perciò abbiamo rimandata ad oggi. Il prossimo aggiornamento avverrà DOMENICA =)

Risposte recensioni:
_SilviPattz_
: Awwww. ..Grazie mille tesoroooo, sono o meglio Siamo, contentissime che ti piaccia anche questa storia. Anche io adoro Ashley, Kellan e Dan, ma tu devi ancora sentire Joy, sono sicura che ti innamorarai di lei com'è successo a noi *-*
tamina_e_dastan
: grazie mille sono contenta che la storia ti coinvolga *-* per quando rigaurda la pubblicazione dei capitoli abbiamo risposto a tutte su, comunque ogni 5 giorni =D
Mabel
: beh che dirti, grazie mille sei gentilissima Marty, sono contenta che la storia ti piaccia ahahaha xD....ti adoro troppo!
bo19
: grazie infiniteeeeee....mmmmh la bimba figlia di Rob dici? xD chissà....=)
pallina90
: grazie milleeeeeeeee.... beh in effetti non è da Kristen comportarsi in un mdo del genere, a patto che la figlia sia di Robert, ma capiremo più avanti =D
crazyfred
Grazie infinite Federica, sono felicissima di ritrovarti anche qui e spero che questa storia ti piaccia come la precendente *-* un bacio!
twilighter97
: grazie di vero cuoreeeee.... mi fa piacere che abbia trovato la storia originale *-* alla prossima un bacio!
emy cullen
: beh che dirti? GRAZIE, GRAZIE e ancora GRAZIE. Spero di vero cuore che la storia sia all'altezza delle tue aspettative perché ne saremmo contentissime. Vediamo un pò questa bella bimba di chi è....xD
marios
: grazie infinteeee....spero che continuerai a leggere!
ely_leyton
: ahahahah... ma noooooo...noi siam così brave che non facciamo penare nessuno prima di leggere un lieto fine xD Grazie mille Ely, sono contenta che la storia ti piaccia e anche la copertina!
Anto_Pattz
: awwwwwww....anche Anto qui, sai che siamo emozionate ad averti come lettrice? *-* grazie infiniteeeeee...e scopriamo un pò se questa bella bimba è di questo Steve xD
busypol
: grazieeee infiniteeeee.... sono contenta che il capitolo ti sia piaciuto e devo ammettere che Marty sbalordisce anche me almeno un paio di volte al giorno. E' una pazza la mia wife *-*....e anche io sono impaziente di leggere Deep* =D
Tes13May
: grazie milleeeeeee....in effetti ne sappiamo una più del diavolo se ci accoppiamo xD Baci!
kristen200996 : grazie mille tesoroooooo, sono contetissima di trovarti anche qui e spero che questa storia ti appassione ancor di più dell'altra *-* baciiiiii!
cimellita : che bello averti anche qui *-* mi fa piacere che tu mi segue davvero!....beh grazie mille,in effetti la storia ha una trama un pò complicata da evolvere non tanto per i Robsten quanto per la bambina *-* comunque per ora posteremo ogni 5 giorni perchè vogliamo portarci avanti un pò di lavoro, sai com'è con l'inizio della scuola diventa tutto più difficile. A presto!
darkshine1986 : grazie milleeeeeee.... dopo tutte queste recensioni sono emozionata di vedere cosa ne pensiate del secondo....Awwwwww*




"Resta"

2-Capitolo (Mabel)
Pov. Kristen
Guardavo mia figlia dormire beata nel suo lettino. I riccioli dorati le accarezzavano il viso, e le davano un’aria così indifesa, che mi fece rabbrividire. A volte, mi chiedevo se solo io le sarei bastata. Se non avesse bisogno anche di una figura paterna al suo fianco. Certo, in quegli ultimi quattro anni me la ero cavata molto bene, ma quando sarebbe cresciuta? Io volevo che il mio piccolo angelo, avesse tutto, compreso un padre che la amasse sul serio. Mi avvicinai, e le accarezzai una guancia dolcemente. Assurdo come assomigliasse a Robert, davvero assurdo. Il naso dritto, il colore dei capelli, solo il colore degli occhi aveva preso da me. Ma non era l’aspetto fisico a lasciarmi basita, i modi di fare che aveva in comune con lui mi spaventavano.A soli quattro anni, riusciva a dire delle cose che.. che solo Rob avrebbe potuto inventarsi. Quando la vedevo parlare, o magari passarsi una mano fra i capelli nervosamente, il mio cuore cominciava a perdere qualche battito.
Non potevo negare, che da un lato mi facesse piacere, ma dall’altro, no. Io volevo dimenticarmi di lui, invece la cicatrice nel mio petto non era ancora del tutto rimarginata, anzi. Molte volte mi capitava di tornare indietro con la mente, e tornare a quei giorni, dove tutto era perfetto, dove mai avrei messo in dubbio il suo amore per me. Dove gelosia, incomprensioni non esistevano.

“Rob?” lo chiamai, dal piano inferiore. Ero appena tornata a casa dopo un giorno lavorativo estenuante.Certo era nulla in compenso alla pressione che avevo dovuto sopportare durante le riprese dei film di Twilight, ora era tutto più semplice. I paparazzi non ci davano molta importanza, eravamo sempre Robert Pattinson e Kristen Stewart, ma una volta usciti allo scoperto, l’ossessione e tutto quello che c’era dietro erano scemati.
“Rob?” ripetei più forte, certa che fosse in casa. Mi aveva chiamato dieci minuti fa, per sapere se buttare la pasta. Doveva esserci per forza. Dopo alcuni minuti di silenzio, degli strani rumori provennero dal secondo piano. Erano due le alternative. O un ladro, aveva deciso di rapinarci, oppure Robert aveva combinato un danno. La seconda alternativa era decisamente quella più plausibile.
Salii di corsa le scale, e non appena lo trovai, una “o” di stupore comparve fra le mie labbra. Fuori dalla vetrata che dava sul nostro attico al coperto, c’erano un centinaio di candele, e un aroma particolare aleggiava nell’aria. La nostra jacuzzi era al centro di quel paradiso e Rob al suo interno. Le gambe iniziarono a tremare, e il mio cuore cominciò a battere furiosamente. Avanzai nella sua direzione, senza dire una parola. Semplicemente osservando il suo petto nudo, perfetto, e muscoloso. E il viso d’angelo che si era ritrovato, decisamente contrastante con la sua personalità. La cosa che mi lasciò senza fiato fu il suo sorriso, enorme, gioioso, e felice. Mi portai una mano alla bocca una volta fuori. Sembrava un posto davvero magico. “Tu sei pazzo” mormorai balbettando,Continuavo a scuotere la testa,come se fosse impossibile tutto ciò. Ero una donna fortunata, non c’era nulla da fare. Robert era stata la mia più grande fortuna. Mi tolsi il vestito, e lo lasciai cadere a terra. Ero solamente in intimo, e anche se conosceva il mio corpo meglio del suo, e viceversa, mi sentii lusingata dei suoi occhi famelici che sentivo puntati addosso. Deglutii, e dopodichè mi immersi in quella meraviglia di vasca.
Sentii il suo braccio prendermi per un fianco e spingermi verso il suo corpo nudo. “Volevo che questa fosse una serata speciale” mormorò vicino al mio orecchio. “Sai perché amore?” mi chiese con quella sua voce roca e suadente, capace di rendermi un fascio di nervi eccitati.
Scossi la testa, ancora rapita dal suo sguardo.
“Perché esattamente sei anni fa ci siamo conosciuti. Esattamente sei anni fa ci siamo baciati la prima volta sul letto di Cath..” Ascoltai le sue parole esterrefatta, e contemporanemente, sentii gli occhi farsi lucidi. Era incredibile che si ricordasse ancora quella data. Il 13 dicembre del 2007. Mi misi in braccio sopra di lui, e infilai una mano nei suoi capelli. “Robert Thomas Pattinson, ti amo.. ti amo in un modo che fa quasi male.. è un amore talmente potente da destabilizzarmi quasi. E grazie. Grazie…” mugolai, questa volta fra le lacrime a un centimetro dal suo viso.
“Tu sei la mia vita Kristen, e ti amo nello stesso modo anche io.”Non riuscì a finire la frase che incollai le mie labbra alle sue,e ci unimmo in un bacio carico di promesse e speranze.

Chi l’avrebbe detto che nel giro di un anno sarebbe tutto cambiato? Un solo anno, e la nostra relazione era mutata completamente. C’era sempre lo stesso amore, ma erano nate anche tante altre cose. Come la gelosia, lo stress, la rabbia. Con il pollice tolsi una lacrima che mi era sfuggita. Ricordare quei giorni non era mai un bene. Tirai su con il naso e dopo aver rimboccato le coperte a Joy, andai nella mia camera, a rintanarmi sotto le coperte.La mia vita se non ci fosse quella piccolina sarebbe stata del tutto vuota. Tutti i miei amici avevano raggiunto comunque un obbiettivo. Ash e Kellan erano felicemente sposati, con un delizioso bambino, che aveva giocato con Joy più di una volta. Dakota era fidanzata con un attore conosciuto su un set, e mi raccontava spesso delle loro notti infuocate e passionali. Taylor, aveva raggiunto una buona carriera.
Io? Io mi ero messa a produrre film indipendenti, avevo sposato Steve Craig, mi ero divorziata da Steve Craig, e ora mi godevo l’infanzia di mia figlia, lavorando sempre un po’ qua e là.
Steve. Assurda la gelosia che Robert aveva nei suoi confronti. All’epoca era solo un mio amico, così come Micheal. Era lui a sentirsi con Emilie De Ravin. Era lui che continuava a scriverle messaggi nel cuore della notte, non io.
“Non voglio rivederti Kristen. Mai più.” Quella frase continuava a popolare i miei incubi.In quegli ultimi quattro anni, riusciva ancora a farmi versare lacrime amare. Quando la aveva pronunciata, avevo sentito il mio cuore sbriciolarsi in mille frammenti, come se ci avesse camminato sopra incurante dei miei sentimenti. Gli avevo annuito semplicemente, senza dire una parola, senza versare una lacrima. Ero salita a prendere le mie cose, e me ne ero andata. Fu l’ultima volta che lo vidi, fu l’ultima volta che sentii la sua voce. Le due settimane successive furono devastanti. Una volta arrivata a casa di Dakota, piansi tutte le lacrime che avevo in corpo. MI riufiutai di mangiare, di bere, di andare avanti. Lo amavo ancora certo, ma un senso di odio si era come impossessato di me. Lo odiavo perché non mi aveva fermato. Non mi aveva detto nulla, mi aveva lasciato andare, quando sarebbe servito un semplice resta.
Avevo iniziato a vomitare ogni cosa che mangiavo, a stare male. Dakota pensava per una crisi depressiva,invece una volta portatomi all’ospedale avevamo scoperto entrambe di sbagliarci. Ero incinta, incinta di Rob, il quale mi aveva lasciato su quella porta. L’uomo a cui ormai non fregavo più nulla.
Inizialmente pensai di dirglielo, di confessargli ogni cosa.. ma poi, le sue parole mi tornavano in mente, e non avrei mai potuto ripresentarmi alla sua porta. Era l’orgoglio a parlare? Probabilmente si.
Nel periodo successivo, se non ci fosse stata Dakota, ma soprattutto Steve non ce l’avrei fatta.
Inizialmente, Steve era solo un amico, benché mi girasse intorno sempre, in ogni stupido momento. Con il passare dei mesi però, mi resi conto di quanto io gli fossi affezionata e quanto gli dovessi realmente.
Anche se non la amavo con tutta me stessa, gli volevo bene, e dopotutto era una copertura perfetta.Mi sentivo in colpa però. A lui non importava, ma a me,sembrava di usarlo. Mi innamorai di lui.. Non so se fu il tempo o la gratitudine ma mi innamorai. Certo, non era un amore paragonabile a quello che avevo provato per Rob, ma lo amavo. Ci sposammo quattro mesi dopo che Joy venne al mondo. Fu una presenza davvero importante per lei, ma soprattutto per me. Mi diede sicurezza. Tuttavia dopo tre anni sotto lo stesso tetto, mi resi conto che eravamo persone troppo diverse. Ce ne eravamo accorti entrambi a dire il vero. Lui voleva lavorare, aveva bisogno di nuove esperienze. Io ne avevo fatte già troppe. Così, ci lasciammo nel migliore dei modi. Dopo di lui non vidi nessun altro, e se dovevo essere sincera, non ne sentii propriamente la mancanza. A volte Steve tornava per stare con Joy, la quale si era molto affezionata. Alla stampa rispondevamo che non eravamo fatti per stare insieme, e lo scoop dell’anno finì nel giro di poco. Di Rob non seppi più nulla. Nel senso, a volte vedevo i giornali che parlavano di lui,ma non volevo leggerli. Non me la sentivo, anche dopo tanto tempo. Come avevo già detto, la cicatrice che portavo nel petto non era completamente rimarginata, e forse mai lo sarebbe stata. Era buffo pensare, a come entrambi volessimo un figlio, a come entrambi desiderassimo costruire un futuro insieme, e poi, un giorno servì a cambiare tutto.
Spensi la sigaretta nel posacenere, e andai alla ricerca dell’interruttore della luce. Rimasi al buio e mi infilai sotto le coperte, al caldo. Era inutile, quando la mia mente ripensava a certi momenti della mia vita, degli inspiegabili brividi mi attraversavano il corpo. Poco importava che ci fossero trenta gradi, o due.
Appoggiai la testa sopra il cuscino, e anche se mille pensieri mi vorticavano fra la testa, mi addormentai.

“Joy amore” la ripresi bonaria mentre cercava a tutti costi di corrompere Dakota a farsi dare le caramelle.
Si voltò verso di me e mi guardò con uno sguardo che la diceva alla lunga. “Ti prego mami, ancora una!” Scossi la testa divertita dalla sua performance di convincimento, e la mia migliore amica si unì a me.
“Dai Kris, una sola posso darla a questa piccola peste.” Si accucciò verso di lei e le diede l’ultimo dolciume del giorno. Quella bambina aveva preso dal padre, troppo dal padre. Era impossibile dirle di no.
Una volta ottenuto il suo obiettivo, e aver ringraziato zia Dakota, tornò in salotto a guardare la televisione.
“E’ davvero unica..” mormorò la mia amica, con lo sguardo stralunato.
Asserii con il capo, orgogliosa della mia bambina. Le offrii la tazza di caffè e mi sedetti accanto a lei.
“Se ti piacciono così tanto i bambini perché tu e Cole non vi date da fare?” chiesi, e per poco non si strozzò con il caffè. Ops.
“Non mi piaccioni i bambini, ma Joy punto.Sai Kris, puoi ritenerti fortunata ad avere una figlia che dorme da sola nel suo letto, non fa i capricci, e a soli quattro anni riesce ad allacciarsi le scarpe. “ Beh non potevo darle torto. Ero stata fortunata, poteva dirlo forte.
“Poi, io e Cole siamo agli inizi del nostro rapporto.. meglio aspettare.” Continuò lei per le sue. Dopo qualche minuto, in cui ci godemmo una bella sigaretta, prese qualcosa dalla sua borsa. Un giornale scadalistico.
La guardai corrucciata. “Hanno scritto qualche altra fesseria sul mio conto?”
Scosse la testa, e mi guardò fissa negli occhi. “Okay, prometti di non arrabbiarti.” Si alzò per andare a chiudere la porta della cucina, che ci divideva da Joy. Scossi la testa. “No non mi arrabbio, sputa il rospo.”
Prese un grosso respiro, e mi fece vedere la copertina del giornale.
Non appena riconobbi il protagonista della foto, sentii il mondo intorno a me, girare improvvisamente.
“Co.. cosa ci fa a L A? “ chiesi strozzandomi con l’aria che avevo in gola.
“E’ tornato per fare visita a Kellan. Me lo ha detto Ashley stamattina.” Non riuscivo a capire il senso delle parole, continuavo a fissare la scritta gigante del giornale.

-ROBERT PATTINSON FA RITORNO A LOS ANGELES. 4 ANNI SONO PASSATI, CHISSà FORSE UNA NUOVA COMPAGNA PER IL BEL ROBERT, SCAPOLO ORMAI DA MOLTO TEMPO?-


“Kris ci sei?” fece schioccare due dita davanti agli occhi, e ripresi un po’ di lucidità.
Mi schiarii la voce. “Si scusa.” Ma con la mente ero completamente da un’altra parte. “Comunque Kris, non preoccuparti, non lo vedrai neppure.Insomma, le probabilità che vi incontriate a Los Angeles sono.. davvero minime.” Aveva ragione, non dovevo preoccuparmi, non l’avrei visto. Ripresi a respirare, e guardai stralunata Dakota. Da un lato avrei voluto non saperlo, ma dall’altro, saperlo di nuovo qui a Los Angeles…. Eravamo entrambi nella città dove stavamo insieme, dove avevamo vissuto insieme. E questo riusciva a destabilizzarmi. Come potevo dimenticare tutti gli attimi trascorsi insieme?

“Abbiamo un sacco di città da scegliere..” dissi girando il viso verso di lui. Eravamo sdraiati sotto le coperte della nostra suite. Entrambi innamorati, uniti e sereni. Stavamo girando le ultime scene di Breaking Dawn, ed ero contenta che tutto quello stesse per finire, anche se comunque i nostri Edward e Bella ci sarebbero mancati per sempre.
“Io direi Los Angeles..” Ridussi gli occhi a due fessure. Era l’ultima città che mi sarei aspettata. Avevamo vissuto a Los Angeles dopotutto. Alzai un sopracciglio. “E perché proprio Los Angeles?”
“Perché penso al futuro Kris” rispose baciandomi la spalla nuda. Scossi la testa. “Il futuro?”
Annuì. “Lo sai che a Los Angeles ci sono le scuole migliori? E che ci sono tantissime cose per i bambini?”
Si fermò un secondo, pensieroso. “E poi, è il luogo dove da piccolo avrei voluto crescere. E dove vorrei far crescere un giorno mio figlio.” Dolce, estremamente dolce. Non c’erano altre parole per definirlo.
“Vuoi dire che tu già ti immagini un piccolo Rob e Kristen?” domandai con il cuore in gola.
“Certo, perché tu no?”
Scossi la testa. “Certo che si! Ma tu sei un uomo, sono cose diverse.” Ridacchiai, e questa volta fu io a baciargli il petto.
MI accarezzò i capelli ancora appiccicati per via del sudore. “Lo sai che ho una parte femminile nascosta in me..” scherzò, ma non era una bugia più di tanto. Era sempre stato molto femminile.
Mi coprii la bocca con una mano per nascondere ulteriori risate. Non volevo prenderlo in giro, dopo che aveva detto una cosa così.. così dolce.
“Un piccolo Rob e Kristen. Mi piace questa idea. “ Gli annuii posando la testa sotto l’incavo del suo collo, e con questo pensiero, trascorremmo il resto della mattinata.

Sentivo la mano di Dakota accarezzarmi dolcemente, come per trasmettermi fiducia. Senza di lei, non sapevo proprio dove mettere la testa. “Tranquilla Kris.. shh.” Presi un grosso respiro, e mi alzai da tavola. Andai verso il salotto, e trovai Joy distesa sul divano a guardare un film. Aveva quattro anni, e voleva vedere i film, non i cartoni. Assurdo come fosse già matura da quel lato. La presi per i piedini e la sentii ridere.
“Mammaaa!” si lamentò, quando le feci il solletico.
La attirai a me, e la strinsi forte in un abbraccio, carico di amore. Non c’era regalo più grande di lei, della mia piccola Joy. Lei era la mia gioia, era la mia tutto.


_____________________________
Bene rieccoci qui, com'è stato il capitolo? Spero che abbiate capito qualcosina in più. Poi la foto della nostra bellissima Joy vi piace? Noi l'adoriamo *-* è esattamente come ce la immaginavamo. Ora vi lasciamo un piccolo Spoiler del capitolo successivo. A Domenica ragazzeeeeee!


Spoiler!

Pov.Robert
Presi il foglietto che mi aveva dato Ashley dalla tasca e afferrando un carrello iniziai a girare per i vari reparti del supermercato. Fare la spesa non mi aveva mai entusiasmato ma quel giorno mi avrebbe aiutato a svagarmi. “accidenti!” sentii esclamare alle mie spalle. Mi voltai e automaticamente sorrisi. Forse non la giornata poteva ancora essere salvata.
“vuoi che ti dia una mano?” chiesi avvicinandomi ad una piccola bambina tutti boccoli. Era li, sulle punte dei piedi, nel intento di afferrare delle caramelle da uno scaffale troppo più alto di lei. La bambina si voltò a guardarmi e venni subito trafitto dai sui grandi occhi verdi. Erano così belli, intesi.
“si grazie” sospirò gonfiando le guance. Era buffa.


Nusia&Marty

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** 3-Un incontro speciale (Nusia) ***


as Buonadomenica a tutte, come state oggi? *-* So che aspettate trepidanti questo capitolo perciò non mi dilungherò molto xD oggi faccio la brava =) ci vediamo di sotto con lo spoiler. Ora la mia Mabel risponderà alle vostre recensioni...vi adoriamo!
Risposte recensioni:

mm86: Ciao tesoro, grazie mille.. sono contenta che ti siano piaciuti entrambi i capitoli :) Speriamo davvero che anche questo ti piaccia. un bacio enorme ^^
tamina_e_dastan: Wow lo diciamo noi ;) Grazie mille, non sai come è bello vedere che ad una persona piaccia ciò che noi scriviamo. Speriamo che quest capitolo ti piaccia..
twilighter97: ;) grazie mille, non sai come siamo felici di avere già successo con questa fanfiction! Un bacio!
Anto_Pattz: Anto_Cullen, ah no qui ti chiamo Anto_Pattz U.U XD
Che dirti my love? Grazie Grazie Grazie, sono davvero contenta che ti sia piaciuto *__*
Ahahah, allora ti avverto che ci sarà il reincontro.. non voglio avere una sorella stecchita U.U Un bacino, la tua martibettuzza XD
pallina90: vogliamo dire.. ma grazieee tesoro! ihih si Joy è davvero troppo dolce, mi verrebbe voglia di fare un figlio.. azz no forse sono troppo giovane ç_ç XD
_SilviPattz_: Silviettaaaaaa :) oddio ma che bello leggerti anche qui.. U.U Ti adoro U.U
Grazie mille, eh si se ci sarà Joy ci sarà per forza un'altra persona.. ehm.. ehm.. non ti ho detto niente io! U.U Bacino
busypol: Oh amoreee mioo.. graziee, non so proprio cosa dire.. come farei senza le tue bellissime recensioni?! Sooo contenta che ti sia piaciuto.. un bacino
emy cullen : oh ma che bello averti anche qui tesoro *_* le tue rencensioni mi fanno saltarellare ogni volta, e ora anche Nu si è unita a me XD huahahua XD non so proprio che altro dire, grazie!
thecarnival: siamo conente che ti sia piaciuta la nostra ideaa *__* Grazie mille!

rmarta : Grazie! Siamo molto felici che ti piaccia, ci abbiamo messo davvero tanto impegno.. :)
valy90 : Ciao valy, è vero che abbiamo due modi di scrivere diversi, ma secondo me si completano a vicenda :P Sono contenta che ti abbia appassionato a prescindere dal fatto che tu non sia Pro Robsten *_* Grazie ancora.
Tes13May: teresinaaa ^^Oddio quando hai detto, siete le migliori mi sono mezza pisciata sotto XD buahahah, no scherzo U.U Grazie mille tesoro, sono contenta che ti sia piaciuto!
kristen200996 : Ihih, me gongola tutta XD grazie mille tesoro, comunque chiamami pure Marty, nel senso mi chiamo Martina XD Siamo contenta che ti sia piaciuta.. un bacio enorme..
ely_leyton: Awwwwwwwww *_* La mia sorellona.. grazie mille amore, sono contenta che ti sia piaciuto.. ihih, non sai cosa accadrà vero in questo capitolo? X)
Coomunque, dico che è brutto solo per farti venire qui da me *__* Mi manchi un sacco :(
Un bacino :*
Fiorels: More, ti ho già ringraziata per questa recensione, ma lo rifaccio qui.. Grazie mille, senza i tuoi consigli non so proprio cosa farei "Maestrina" buahahah XD
Ihih, prevedi bene, soprattutto fiamme :P
bacino
darkshine1986: Sereninaaaaa.. ma ciao tesoro! Ehm.. io scrivere bene? SIcura che intendi me, Martina Betteto? :P huahuah XD grazie milleeee
Alice 83: Ciao Alice, ti rispondo io, Mabel, ovvero la socia di Nusia.. ;) Siamo molto felici che ti piaccia questa storia.. Eh si SOmeday è davvero eccezionale, l'ho divorato anche io U.U
Un bacio grande!



"Resta"


3-Capitolo (Nusia)

Pov. Robert
Un raggio di sole mi colpì in pieno viso svegliandomi dal mio bel sonno per riportarmi alla realtà. Mi girai un po’ nel letto stiracchiandomi per bene. Stranamente mi sentivo in forma, non a pezzi come da un mese a quella parte. Ed ero rilassato cosa che non succedeva da…oh beh da tanto tempo. Chissà forse era l’aria di Los Angeles a farmi quell’effetto oppure il letto della dependance di Kellan aveva un qualcosa di magico. Mi alzai dal letto scuotendo la testa. Possibile che appena sveglio dovessi già fare pensieri tanto idioti? Ma di cosa mi meravigliavo io?!
Andai in bagno a farmi una doccia canticchiando una canzone a me sconosciuta. Era più una melodia senza senso che una canzone vera e propria. Una volta assopito tutto il torpore della dormiveglia, spensi l’acqua e mi avvolsi in un asciugamano recuperando i miei vestiti.
Quando andai in cucina da Kellan e Ashley erano circa le dieci del mattino. Non era poi così tardi.
“buongiorno a tutti!” esclamai entrando nella stanza e addentando un cornetto alla nutella.
“buongiorno a te dormiglione. Come mai così di buon umore?” chiese Ashley pulendo il muso del piccolo Dan imbrattato di cioccolata.
“sarà la vostra compagnia” dissi sorridendole. Lei ricambiò il sorriso e a quel punto entrò anche Kellan dandomi una pacca sulle spalle.
“goditi questi ultimi giorni di riposo amico mio che poi inizi a trottare”
“non mi ci far pensare Kellan. Ho altri 4 giorni di sano relax”
Erano trascorsi già 3 giorni da quand’ero atterrato e fortunatamente non avevo incontrato nessuno di indesiderato. Infondo Los Angeles era così grande che era quasi improbabile che potessi incontrarla. Per quel che ne sapevo poteva anche abitare dall’altra parte del paese.
“c'è bisogno di fare un po’ di spesa” asserì di punto in bianco Ashley sventolando un foglietto per aria e guardando Kellan con fare innocente. Lui ridacchiò seguito da me.
“mi dispiace amore, ma tra un po’ ho un‘intervista” si giustificò lui facendola sbuffare. Erano divertenti insieme!
“posso andarci io” proposi alzandomi dalla sedia e finendo di bere il mio caffè.
“ma no Robert ora adiamo io e Dan”
“non è un problema. Mi fa piacere e poi torno un po’ alla vita normale”
“ok, questo è il foglio allora. Grazie mille” desistette. Afferrai il foglietto e una volta scoccato un bacio al piccolino mi avviai alla porta.
“Robert?” mi chiamò Kellan mentre salivo in aiuto. Lo guardai mentre si torturava le mani.
“voglio chiedere ad Ashley di sposarmi” mi disse a bruciapelo.
“Oh! È…è…è grandioso” esclamai scombussolato. Proprio non mi aspettavo una rivelazione del genere, per giunta appena sveglio. Lui sorrise imbarazzato.
“beh si. Insomma stiamo insieme da tanto, conviviamo e per di più abbiamo un bambino e poi l’ amo”
“ehi è una semplice formalità, hai paura che non accetti?” domandai divertito.
“ma no. È comunque difficile chiederlo ecco”
“già, lo so. Vado a fare la spesa e se vuoi ti tengo il bambino”
“grazie Rob” accennai un sorriso e infilandomi in macchina andai via da li.
Matrimonio. Un tempo di credevo anch’io. Ci credevo io e ci credeva lei.

“un giorno ci sposeremo vero Robert?”
“certo amore, anche domani” risposi tenendola stretta a me. Avevamo appena finito di fare
l’amore e ora ci stavamo godendo le piccole coccole.
“non ho così tanta fretta. So che tu sarai sempre qui e anch’ io”

Certo, anche lei! Mi venne un colpo al cuore quando mi fece quella domanda. Lo stesso colpo che subii quando seppi che si sposava con Steve. Era della stessa forte intensità, con la differenza che uno era per la gioia e l'altro per delusione. Già, niente dolore in me, quello lo avevo provato quando era nata la loro bambina. Il matrimonio rappresentava solo il punto delle conclusioni che avevo tratto su Kristen. Non avrei mai dimenticato il giorno in cui guardando uno stupido programma televisivo venni a sapere che la bambina di Kristen Stewart era nata e seppur prematura era bella sana. Una fortuna! Così come non avrei mai scordato quando cercai di fermare il matrimonio. Il suo matrimonio.

Era giunto il grande giorno. Meno di un’ora e l’avrei persa per sempre. O forse l’avevo già persa da tempo e non riuscivo a capacitarmene. Molto probabilmente non ci sarei mai riuscito, ecco perché mi ritrovavo su un auto a correre come un teppista per le affollate strade di Los Angeles. Volevo sfidare la sorte un’ ultima volta tentando di convincerla a non sposarsi.
“lui non è quello che fa per te” gli avrei detto.
“lui non ti amerà, comprenderà mai come il sottoscritto. Lui non è quello giusto perché sono io. Sono perfetto per te”
Avrei dovuto trovare tanto coraggio per dirle tutto, tanta forza. Ma lo avrei fatto? Avrei davvero rovinato il giorno più bello della sua vita? Infondo lo sposava perché ne era innamorata no? E se amava lui non amava più me. Forse l’estraneo ero io, non lui. Con lui aveva avuto una figlia. Una creatura che meritava di crescere insieme ad suo vero padre. Kristen non era ingenua ne tanto meno irrazionale. Pensava molto alle cose, lei viveva il presente pensando al futuro. Kris era la persona più razionale del mondo e se stava per sposarsi significava che ci aveva pensato giorno e notte. Non mi amava più ed io avrei fatto meglio a dimenticarla. Giunsi a quella conclusione proprio nel momento in cui arrivai a destinazione. Non mi fermai molto, non volevo rischiare di vederla perché non avrebbe fatto altro che ridurmi in cenere, perciò feci inversione e tornai indietro. Era giunta l’ora di fare le valige e lasciare quel paese. Non volevo rivederla mai più.

Parcheggiai nel primo posto libero e scesi dall’aiuto scrollandomi di dosso quei ricordi. Sbattei la portiera con tanta veemenza che la gente si girò a guardarmi. Era inutile prendersela con un ammasso di ferro. Quello non avrebbe certamente cancellato quei momenti dalla mia testa. Presi il foglietto che mi aveva dato Ashley dalla tasca e afferrando un carrello iniziai a girare per i vari reparti del supermercato. Fare la spesa non mi aveva mai entusiasmato ma quel giorno mi avrebbe aiutato a svagarmi. E dire che mi ero alzato tanto tranquillo e di buonumore… Come potevano degli insulsi ricordi spazzarmi via il sorriso? Forse non erano poi così insulsi, ma non potevano controllare il mio umore. Non dopo 4 anni.
“accidenti!” sentii esclamare alle mie spalle. Mi voltai e automaticamente sorrisi. Forse non la giornata poteva ancora essere salvata.
“vuoi che ti dia una mano?” chiesi avvicinandomi ad una piccola bambina tutti boccoli. Era li, sulle punte dei piedi, nell' intento di afferrare delle caramelle da uno scaffale troppo più alto di lei. La bambina si voltò a guardarmi e venni subito trafitto dai suoi grandi occhi verdi. Erano così belli, intesi.
“si grazie” sospirò gonfiando le guance. Era buffa. Allungai la mano e presi il pacchetto di marshmallow.
“volevi questo?” annuì contenta e sul suo volto si dipinse un ambio sorriso. Era davvero stupenda! Mi abbassai alla sua altezza per guardarla meglio, mi sembrava così familiare nel suoi lineamenti.
“come ti chiami?” mi domandò lei inclinando la testa.
“Robert, ma tu puoi chiamarmi Rob”
“io sono Joy” si presentò allungando la manina. La strinsi divertito da tanta serietà in una bimba di pochi anni.
“che bel nome che hai Joy. Quanti anni hai?”
“4” rispose fiera di se.
“oh allora sei una piccola donna” scherzai facendola ridere. Mi guardai un po’ in giro e mi accorsi di un particolare.
“Joy, dov‘è la tua mamma?” cosa ci faceva una bambina di appena 4 anni tutta sola? Lei sorrise imbarazzata.
“ehm…ops! Penso di essermi persa” per quanto la situazione potesse essere seria proprio non riuscii a trattenere una risata vedendo la sua espressione fintamente preoccupata. Era davvero una piccola peste!
“ma la mamma sa che ti sei allontanata?”
“non gliel‘ho detto” e scrollò le spalle. Mi ricordava tanto Kristen, forse per il colore degli occhi straordinariamente simile al suo oppure per quel modo di fare. Sciocchezze, tutto e tutti mi ricordavano Kristen.
“oh beh allora penso che sia il caso di cercarla mmmh?” proposi ma lei scosse il capo.
“no ora tanto arriva. Sa che mi nascondo sempre dove ci sono le caramelle. Aspetti qui con me?”
Non sapevo che fare. Il lato adulto e responsabile di me,mi diceva che era meglio prenderla e andare a cercare la sua mamma mentre l’altro, quello più infantile, decise di restare li a farle compagnia.
“bene,aspettiamo qui” e mi sedetti a terra insieme a lei. Qualche persona che passava ci fissava e andava via con un sorriso, altri invece ci osservavano neanche fossimo pazzi, o meglio fissavano me in quel modo, infondo Joy era una bambina e si sa i bambini possono tutto.

Pov. Kristen.
Quella mattina mi ero svegliata davvero molto presto secondo i miei standard perciò mi ero messa a pulire un po’ casa. No, niente cameriere per me le cose volevo farle da sola. Quando Joy si era alzata avevo già finito tutto così le avevo preparato la colazione, brioche al cioccolato e latte caldo, poi l’avevo lavata, vestita ed insieme eravamo uscite di casa. Avevo notato che mancavano un bel po’ di cose perciò ci eravamo dirette al supermarket a qualche metro dal centro per fare un po’ di compere. Mi veniva quasi da ridere se pensavo a quanto fosse cambiata la mia vita. Fino a qualche anno addietro ero la ragazza più disordinata del mondo e sapevo cucinare solo ed esclusivamente torte. A 28 anni invece mi ero ritrovata a saper cucinare un po’ di tutto e ad essere una perfetta donna di casa. Ormai rassettare era diventata per me un’abitudine. Ah, è proprio vero che i figli ti fanno maturare con loro! In quel momento stavo nel reparto cosmetici e parlavo con Dakota al telefono. Voleva organizzare un’ uscita fuori quella sera, solo io, lei, Joy e Cole.
“non lo so Ota, non mi va tanto di uscire” dissi usando il soprannome che le avevo affibbiato tanti anni prima. La sentii sbuffare.
“oh Kris, tu non hai mai voglia di uscire. Dai per piacere, una semplice pizza nulla di eclatante. Ti prego!”
“oh e va bene. Ma il posto lo scelgo io” asserii. Tanto sapevo che l’avrebbe avuta vinta lei.
“perfetto. Ora passami Joy, fammele dare il buongiorno” alzai gli occhi al cielo chiamando mia figlia.
eJoy tesoro ti vuole la z…” mi bloccai a metà frase quando mi voltai e non la trovai con me.
“Kristen tutto bene?”
“mi sono persa Joy…di nuovo!” esclamai. La mia amica rise a gran voce.
“quella bambina è una peste Kristen. Come mai ogni volte che fate la spesa la perdi?”
“oh non è divertente Dakota. Mi sfugge dalle mani in un attimo. Mannaggia a te per averle fatto conoscere il paradiso delle caramelle” sbuffai avviandomi al reparto dolci. La prima volta che entrai in quel enorme supermercato e la persi mi prese un colpo. Pensai subito al peggio ma grazie al cielo io e Dakota la trovammo nel reparto dolci con in mano almeno 10 bustine di caramelle diverse. Da quel giorno, mi scappava da sotto il naso per rifugiarsi li. Ma che le costava avvisarmi? Mi sarei risparmiata un sacco di crepacuore.
“tanto sai dove trovarla”
“si si, ora stacco a dopo” e così dicendo riagganciai andando alla ricerca della mia piccola golosona che di quel passo sarebbe diventata un’ obesa.
Quando arrivai a destinazione mi nascosi dietro uno scaffale per osservarla. Era seduta a terra che parlava e rideva animatamente con un ragazzo. Anche lui era seduto sul pavimento a gambe incrociate, ma era voltato di spalle perciò non riuscivo a vederlo. Tante volte avevo detto a Joy di non parlare con gli estranei ma lei sembrava fregarsene. Aveva 4 anni e già mi dava del filo da torcere, non osavo immaginare cosa avrebbe fatto da adolescente. Uscii dal mio nascondiglio sospirando e mi incamminai verso di loro. Quando fui abbastanza vicini mi fermai e con le mani sui fianchi esclamai:
“Joy, quante volte devo dirtelo che non ti devi allontanare da sol…” ma le parole mi morirono in bocca quando due paia di occhi si voltarono a fissarmi. Rimasi così, con gli occhi spalancati e la bocca semi-chiusa. Il cuore perse più di qualche battito per poi prendere a battere furiosamente. Tante volte me l’ero immaginati insieme e altrettante volte avevo pregato di non vederli mai. Avevo sempre pensato che fossero l’uno la fotocopia dell’altro, ma ora che li avevo davanti ne avevo la conferma. Ingoiai il nulla senza mai spostare il mio sguardo dal suo che mi guardava senza battere ciglio. Forse era sorpreso anche lui, ma non lo dava tanto a vedere. Mia figlia si alzò in piedi passandosi una mano tra i capelli proprio mentre lo faceva anche lui.
“scusa mamma, non lo faccio più promesso. Lui è un mio amico si chiama…”
“Robert” conclusi io in un piccolo sussurro.
“si, come fai a saperlo?” mi chiese mia figlia sconcertata. In un altro momento avrei riso della sua faccia buffa. Rob non disse nulla, si alzò semplicemente da terra e accarezzò i capelli della mia piccola. Della nostra piccola. Quando mi ripresi dallo shock mi avvicinai un po’ di più a loro e sorrisi forzatamente a mia figlia.
“beh forse sono una maga” dissi cercando di drammatizzare la situazione imbarazzante che si era creata. Mia figlia mi guardò corrugando le sopracciglia.
“mamma, la magia non esiste, me lo hai detto tu” ribatté.
“eh già, te l‘ho detto io” mormorai. Messa nel sacco da una bimba di 4 anni.
“vi conoscete?” domandò poi vedendo che nessuno rispondeva.
“si tesoro, un tempo pensavo di conoscerla” le rispose Robert. Alzai gli occhi dal volto confuso della mia bambina e incrociai il suo sguardo: freddo, distaccato, deluso. Lo stesso sguardo che mi riservò per dirmi di andare via, lontano da lui. Le parole mi morirono in gola e non riuscii a dir nulla.
“sai, Robert è mio amico. Abbiamo mangiato insieme i marshmallow” affermò Joy rompendo il silenzio e mostrandomi la busta di caramelle ormai vuota. Ricacciai indentro le lacrime e mi costrinsi a sorriderle.
“ah si?” lei annuii.
“poi ha detto che sono molto bella e che i miei occhi sono simili a quelli di una persona a lui cara e che mia mamma, cioè tu, doveva essere davvero bellissima per aver fatto un angioletto come me ed io gli ho risposto che è vero, che tu sei bellissima”
Mi abbassai alla sua altezza accarezzandole una guancia.
“grazie tesoro” dissi. Poi lei alzò il volto verso Robert e sorrise compiaciuta.
“è vero che è bellissima la mia mamma Rob?”
Lui le sorrise dolcemente e il suo sguardo diventò subito caldo e tenero come un tempo.
“si Joy è bellissima la tua mamma. Molto più bella di quanto la ricordassi”
Io mi lasciai scappare un piccolo sorriso e sussurrai un piccolo grazie. Lui mi riguardò di nuovo con lo stesso guardo di
prima senza dire nulla e poi rivolse l’attenzione nuovamente alla bambina.
“ora devo andare Joy, mi raccomando non scappare più ok? La m-m-mamma ha ragione può essere peri
coloso. Me lo prometti?”
“te lo prometto. Tu però mi giuri che ci rivedremo?” ribatté mia figlia. Robert ridacchiò ed io mi aprii in un sorriso. Era bello vederlo ridere.
“te giuro tesoro. Ora me lo dai un bacino?” mia figlia si avvicinò a lui scoccandole un bacio sulla guancia e lui le scompigliò dolcemente i capelli senza che mia figlia dicesse nulla. Di solito, ogni qualvolta glielo facessi io, cominciava a lamentarsi “Non si toccano i
miei capelli” mi rimproverava sempre.
“ciao allora” la salutò Robert alzandosi in piedi. Mi guardò ancora una volta e senza aggiungere nulla mi voltò le spalle andando via. Io rimasi li, immobile senza dire una parola, vedendolo allontanarsi proprio come quel giorno e proprio come allora non dissi nulla per fermarlo.



________________________________________
Allora, deluse? spero davvero di no *-* infondo Robert non poteva che reagire così e Joy? che ne pensate di quella peste? xD
ora Spoiler.

Spoiler!
Pov.Kristen
Amavo davvero quel locale. Le luci, i colori… mi facevano sentire a casa.
Poi accadde tutto così all’improvviso che non riuscii a realizzare totalmente. Vidi Joy scendere dal tavolo e correre verso la porta. Mi alzai, preoccupata, ma ne uscì lui, nuovamente con mia figlia tra le braccia.
Per la seconda volta in un giorno.
Seguito da Ashley, Kellan e il piccolo Dan.
“Ciao Kris” disse Rob, avvicinandosi e sedendosi di fianco a me. La sua voce.. la sua maledetta voce..
“Ciao Rob..” ricambiai il saluto afona. Fissavo le mie unghie, incapace di dire altro.


Nusia&Marty

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** 4-Coincidences (Martybet) ***


dddd
Salve a tutti gente come va oggi? Noi benissimo anche perché la sottoscritta (Nusia) ha scioperato questa mattina xD... Siamo felicissime che la storia stia avendo questo "successo" anche perchè quando apriamo il sito e ci ritroviamo tutte le vostre recensioni non possiamo fare a meno che sorridere e gioire. Ci fate troppi complimenti ragazze, troppi e finite per farci emozionare *-*
Passando al capitolo precendente, vi è piaciuto l'incontro? Joy e Robert sono davvero adorabili insieme e poi diciamoci la verità, immaginare Rob seduto per terra in un supermercato a parlare con una bambina di 4 anni è il massimo. Secondo me è capace di farlo xD... La reazione che ha avuto nel vedere Kristen penso sia del tutto normale no? Infondo lui è talmente deluso da lei che il dolore sovrasta per sino l'amore che ancora prova. Capirete poi tra 2 capitoli quanto sia arrabbiato con la nostra Kris. E lei che si perde la figlia? xD non so se si è capito ma io e
Mabel
abbiamo trasformato la piccola Joy in una peste che adora mangiare caramelle e si diverte a fuggire dalla mamma xD
Ora non vi annoio più, gustatevi questo capitolo della mia wife che a detta mia è MAGNIFICO....

Risposte recensioni:

emy cullen : Grazie mille a te Emy *-* hai proprio ragione RObert ha avuto una reazione più che normale anche perché nessuno avrebbe avuto il coraggio di rimanere freddo e distaccato come lui. Che si amano è palese così come è palese che sarà dura per loro riammeterlo. Per quanto riguardo il sospetto che Joy è sua figlia credimi, non succederà tanto presto anche perché lui è così convinto che Kristen non lo voglia più e così sicuro che è Steve il padre che pur accorgendosi di qualche somiglianza ci riderà su. Baci!
londonkr
: Grazie mille per avere recensito e per i complimenti *-* si, Joy è davvero una birbantella e sarà fondamentale sia per il ricongiugimento dei RObsten che per un'altra cosa che non vi dico xDBaci!
mm86
: Grazie infiniteeeeeee... l'incontro tra i due è puttosto commovente, Rob che pensa di parlare con una perfetta estranea senza avere idea che sia la figlia è qualcosa che mette è brividi in effetti =D Baci!
tattytatty
: eheh che succederà ora? di tutto e di più xD Grazie mille! Xoxo
sydney90
: grazie milleeeeeeee... La strada per la scoperta che Joy è la figlia di Robert è ancora molto lunga xD....Baci!
pallina90
: ahahahah...gli spoiler fanno salire la curiosità non è così? xD e si diventa impazzienti xD so cosa si prova, anche io leggo delle fan faction e quando mi ritrovo a leggere gli spoiler rimango sempre così O.o "voglio sapere" dico xD però io li trovo belli perché aiutano fa far rimanere i lettori curiosi =D Grazie milleeeeeee....xOxO
tamina_e_dastan
: GRAZIE DI VERO CUORE a te, sei gentilissima davvero *-* a noi piace moltissimo scrivere, ci rilassa e ci fa sentire più NOI stesse, non so se mi capisci perciò quando vediamo che i nostri pensieri sono apprezzati non possiamo far altro che gioirne. Joy è una peste ma anche tanto tanto tenera e ciò porta le persone ad adorarla fin da subito *-* Baci!
_SilviPattz_
: Grazie infinite tesorooooooooooo.... vero che sono dolcissimi? *-* li adoro troppo insieme perché c'è Joy che mi fa morir dal ridere con i suoi modi di comportarsi un pò infantili e un pò già adulti e poi c'è RObert che sembra tornare piccolo ache lui xD Baciiiiiiiiiii!
twilighter97
: Grazi milleeeeeeee.... in sospeso dici? NO, non preoccuparti, io odio lasciare le cose in sospeso, se inizio una qualunque cosa la porto a termine e così anche MArty anche eprché se non la faccio a pezzettini e brucio i suoi resti come i vampiri xDxD No scherzo, io l'adoro la mia wife! Baci!
bo19
: Grazie infinite Bo19, Rob e Joy sono tenerissimi e anche divertentissimi, hanno più o meno lo stesso carattere xD Per la launghezza della storia non so dirti di preciso nulla, però non sarà più lunga di 39 massimo 40 capitoli altrimenti a lungo andare scoccia =D Baci!
thecarnival
: hahahaha...lo so, gli spoiler sono micidiali xD Grazie mille *-* e per la tua storia passerò sicuramente =D Baci!
Tes13May
: ahahah inizio col dirti che MARSIA mi piace tantissimo xDxD Grazie mille sono contenta che il capitolo sia riuscito bene e soprattutto che condividi la reazione di Robert perché io l'ho trovata non solo più che normale ma anche l'unica che potesse avere. Bacii!
Anto_Pattz
: Grazie mille Antoooo xD Joy è una piccola peste non c'è che dire e sono contenta che non sei rimasta delusa dal capitolo, infondo era un momento importante *-* OVVIAMENTE hai più che ragione quando dici che ne dovranno passare ancora tante prima di ricongiungersi xD insomma se tutto è rose e fiori finiamo davvero all'ospedale xD e poi così c'è più suspance no?! Baci.
busypol
: Grazie infiniteeeeeeeeeeeeeeeee....xOxO
ely_leyton
: grazie mille Ely *-* in effetti Robert ha davvero avuto la forza di scindere il rancore che ha per Kristen e la simpatia che prova per Joy. Goditi il capitolo di Marty che secondo me è stupendo *-* Baci!


"Resta"



4-Capitolo (Mabel)


Pov. Robert

“Tu però mi giuri che ci rivedremo?” Guardavo quella bambina, e la ferita nel mio petto pulsava come non la faceva da anni. Una copia sputata di Kris, in ogni maledetta cosa. Eppure, non riuscivo ad odiarla, benché fosse la figlia della donna che aveva preso il mio cuore e incurante di tutto e tutti, vi aveva camminato sopra, spezzandolo, riducendolo a mille piccoli frammenti.
Le sorrisi con tenerezza, passandole una mano fra i capelli boccolosi e dorati.
“Te lo giuro tesoro” Le promisi, non del tutto sincero.
“Ora me lo dai un bacino?” Si allungò fino al mio viso, e dolcemente posò una manina paffuta e perfetta sulla mia guancia, e sull’altra stampò un piccolo bacio.
Mi alzai ,passandomi una mano fra i capelli, e fissai Kristen un’ultima volta. Inizialmente, ritrovai la mia piccola Kris, quella ragazza che avevo amato come mai nessuno nella mia vita. Di una bellezza ancora più sconvolgente. Quegli occhi, identici a quelli di Joy, in cui bastava osservarli un secondo per perderti nelle loro profondità. Successivamente però, tutto tornò nella mia mente.Quando scoprii che era incinta di un altro, quando capii che non potevo impedire il suo matrimonio... Il rancore, ma soprattutto la delusione tornarono a galla. La guardai per un momento interminabile, e poi con il cuore che batteva ad un ritmo incomprensibile, me ne andai.
Una volta uscito dal supermarket, sentii piano piano gli occhi farsi sempre più lucidi, fino a quando una lacrima non sfuggì al mio controllo. Piangevo, e volevo farlo. Mi sedetti su un marciapiede con la testa fra le mani, incurante
che qualche paparazzo riuscisse a vedermi o a fotografarmi. Tanto non mi importava più niente. Della mia carriera, della mia vita, di tutto. Perché la vita aveva voluto farmela rincontrare? Perché solo per pochi giorni di vacanza, il destino doveva accanirsi così contro di me? Dentro sentivo una rabbia talmente forte da destabilizzarmi. La odiavo, con tutte le mie forze, e la odiavo perché una parte di me la amava ancora, e quindi odiavo anche me stesso. Lei era andata avanti, maledizione! Aveva avuto una sua vita,si era sposata,aveva avuto una bambina.. e io? In quei quattro fottutissimi anni, che cosa avevo combinato? Nulla, niente di niente. Avevo rimuginato sul passato, mi ero portato a letto decine e decine di bionde, per dimenticarla, non riuscendoci, e basta. Finiva lì. Quattro anni, buttati al vento se si può dire, quattro anni di sofferenze. Mi asciugai con il braccio i residui di acqua salata dal mio viso, e mi alzai per paura di rivederla. Non sapevo in che modo riuscii a guidare verso casa di Kellan, non ne avevo la minima idea, visto lo stato catatonico nel quale ero sprofondato. La voce di quella bambina risuonava nella mia mente, così come il suo viso angelico, la sua pelle candida, e il suo profumo particolare. Mi sentivo legato in modo assurdo, alla figlia della mia ex ragazza. Se c’era qualcosa di più assurdo, ditemelo voi, perché io, proprio non ci arrivavo. Entrai in casa, certo di non trovare nessuno, visto che Ashley e Dan erano usciti e Kellan stava tenendo un intervista. Invece Ash era seduta sul divano, a guardare un film, e non appena capì che ero entrato alzò gli occhi verso il sottoscritto. Non sapevo che aspetto avessi, ma dalla sua reazione lo potei immaginare. Sbarrò gli occhi, e scosse la testa. Dopodiché venne verso di me, e mi accarezzò il viso.
“Rob, che succede?” mi chiese con fare delicato, come per non turbarmi più di quanto lo fossi già.
Chiusi gli occhi, e sulla mia bocca comparve un’espressione disgustata. Cosa stava succedendo? Bella domanda.
Mi sedetti sul divano, con lei a fianco.Le avrei detto ogni cosa? Si lo avrei fatto. Avevo bisogno di parlare con qualcuno, di uno sguardo amico che mi capisse.Sospirai, passandomi nuovamente una mano fra i capelli ispidi. Un particolare del mio aspetto, mai cambiato.
“Ho incontrato Kristen.” Sputai rammaricato. Corrugò le sopracciglia, e poi mi abbracciò stretta. Le ero grato di tutto. Ashley era sempre stata una ragazza dolce, e comprensiva.
“Dove?”
“Al supermercato” mi fermai un secondo per riprendere la calma. “Per la verità ho incontrato prima sua figlia, poi lei. Diciamo che le era scappata.”
I suoi occhi si fecero vitrei. “Oh Rob.. mi dispiace tanto” Disse con voce intrisa dalla malinconia.
Dispiaceva anche a me.
“E sai qual è la cosa buffa?” mormorai scuotendo la testa.
“Che ha una bambina, stupenda. Una bambina che sarebbe potuta essere mia. Se non ci fossimo mai lasciati, forse, l’ avrei accompagnata io a fare la spesa, e le avrei impedito che Joy scappasse…” non so perché dicevo quelle frasi, ma sentivo che era la verità. Se lei non avesse iniziato ad essere gelosa, pressante, a quell’ora…
“Cosa vuoi dirmi con questo Rob? Rimpiangi di averla lasciata?” La guardai come se fosse impazzita. Io non avevo lasciato lei. Era lei ad aver lasciato me.Cazzo! Era stata lei a dirmi che non si fidava più. Di me! Del suo fidanzato! Cosa avrei dovuto fare?
“No Ash… io non ho fatto un emerito cazzo. Insomma, ora la colpa è mia? Io non avrei mai letto i suoi messaggi. Io mi fidavo di lei! Per me, in un rapporto ci deve essere per prima cosa fiducia. Se quella viene a mancare, che senso ha continuare una storia?!”
Annuì alle mie parole, sapevo di avere ragione, lo sapevo. Era giusto così, ma.. una parte di me non voleva accettarlo. Pensavo che quella lite di quattro anni fa fosse stata una crisi passeggera, e dopo solo due mesi..
Incinta. Incinta di una bambina che avrebbe dovuto avere con me!
Questo mi lacerava, questo non riuscivo a capire.
“Perché l’ha fatto? Perché?” le chiesi fuori di me. Possibile che sentissi così tanta rabbia dentro? Così tanta voglia di spaccare tutto quello che avevo intorno?
“Non lo so Rob…ma è inutile prendersela.. vedrai che.. che si aggiusterà ogni cosa…” Le cresi o meglio, non avevo scelta che crederle. Andai nella mia dependance e vi restai per il resto del pomeriggio.
A rimuginare sulla mia vita.. ma soprattutto sul passato.

“Vai non voglio vederti mai più” Per quanto potessero essere vere, pronunciai quelle parole con disprezzo.
Osservai il suo viso con rabbia, mentre delle lacrime solitarie le rigavano il viso a cuore.
Sbattei la porta con quanta più veemenza possibile, e presi la mia macchina. Andando via da quella casa, da lei, da tutto. Con il cuore in frantumi. Odiavo la gente che piangeva.. Eppure, perché io lo stavo facendo? Perché piangevo come un bambino?
Mi fermai al primo pub sulla strada, e da qui in poi… Niente. Non ricordavo niente, solo i litri di birra che scendevano lungo la mia gola.

“Rob, posso entrare?” sentii la voce di Kellan al di là della vetrata. Gli andai ad aprire, cercando di sorridergli.
Mi diede una pacca sulla spalla, come per rincuorarmi.
“Allora come va?” mi domandò vago, ma purtroppo lo conoscevo come le mie tasche. Per lui era impossibile mentire.
“Kellan, sto meglio grazie. So che Ash ti ha detto tutto, quindi smettiamola” Risposi burbero, ributtandomi sul letto.
Accigliato, si sedette anche lui.
“Noi andiamo a mangiare fuori una pizza.. Vieni con noi?”
Scossi la testa, quello che volevo in quel momento era solo starmene da solo, con i miei pensieri.
La pacca sulla spalla, questa volta si tramutò in un pugno. “Ahi!” mi lamentai.
“Robert Pattinson, ora tu scendi da quel cazzo di letto, e vieni con noi a mangiare! Tra l’altro Dan non ammette repliche. Vuole che vieni con noi”
Ridacchiai. Lui era sempre stato così, esuberante di natura.
“Se mi pretende Dan allora.. è un’altra cosa.. “
Asserì con la testa. “Ben detto fratello. Ora lavati, e vestiti. Per le otto e mezza devi essere pronto!”
Uscì contento e soddisfatto, mentre io scivolai con la schiena sul materasso. Quella giornata si prospettava essere ancora molto lunga.

Pov. Kristen
“Mamma ma perché stai piangendo?” Sorrisi a mia figlia, cercando di nascondere le lacrime che prepotenti mi rigavano le guance ancora arrossate. Era tutto talmente assurdo…
“Io ti prometto che non scapperò più.. mi dispiace, non voglio che tu sia triste a causa mia” Mormorò fermandosi e guardandomi con tenerezza. Mi accucciai alla sua altezza, e la fissai dritta negli occhi.
“Non sto piangendo amore..” dissi cercando di addolcire il tono della mia voce, ancora incrinato dal pianto.
“E’ solo che non mi aspettavo di vedere quel ragazzo.. tutto qui.” Le spiegai sperando non dilungasse la questione, invece…
“Ma com’è che lo conosci?” Colpita nel segno Kris? Cosa le avrei potuto rispondere?
“E’ stato il mio fidanzato tanto tempo fa… sai lui è il ragazzo che interpretava Edward, ti ricordi quel film che ha reso popolare la mamma?”
Annuì pensierosa, e poi sfoderò un sorriso a trentadue denti. “Mi piace proprio tanto! Non è che potete rimettervi insieme?” Ridacchiai, con il cuore che a fatica batteva. Sentivo le gambe molli, e tutto il resto del mondo girare ad una velocità assurda.
Non le risposi, la presi semplicemente per mano, e andammo verso la macchina.
Una volta arrivate a casa, ed essermi allontanata dalle orecchie di Joy, composi il numero di Dakota, con le mani che mi tremavano appena, e la pregai di venire all’istante.
Passammo il pomeriggio a parlare, nuovamente del mio passato. Lei e Steve erano gli unici a sapere che Joy era figlia di Rob, e visto che Steve ed io non ci sentivamo da mesi, Dakota era l’unica a capirmi realmente. Secondo il suo parere, avrei dovuto dirgli ogni cosa, ma… perché? Lui non mi amava, e.. che senso avrebbe avuto? Un ulteriore sconvolgimento nelle nostre vite.
Come previsto la sera, Dakota mi costrinse ad uscire a cena, io e Joy , lei e Cole. Adoravo quel ragazzo, era perfetto per lei. Un animo pazzo ma anche con un briciolo di sale in zucca.
Il ristorante lo scelsi io, era il preferito da me e Joy. Cucinavano italiano, e noi adoravamo il cibo italiano. Joy aveva un debole particolare per le lasagne, e io per la pizza.
“Amore ti arriva troppa aria dietro?” le chiesi girandomi verso di lei, accarezzandoli i capelli ribelli.
Scosse la testa sorridendomi, e tornò a guardare fuori dal finestrino della macchina di Dakota.
Mi sarebbe davvero piaciuto sapere cosa le frullasse per la testa… Avrei pagato sangue per capire i suoi pensieri, ma da un lato era meglio così.
Una volta arrivati, Joy andò a salutare Giuliano, il proprietario del locale. Quella bimba riusciva ad incantare qualsiasi uomo, o donna. Assurdo, davvero assurdo!
“Piccola Joy, come stai?”
“Bene!” rispose mia figlia, e lui mi venne incontro.
“Kris, ti vedo in ottima forma” si complimentò dandomi un piccolo buffetto sulla guancia.
Sorrisi sommessamente,
“Grazie Giuliano.. “ risposi arrossendo. “C’è posto per quattro?”
“Per te c’è sempre posto dolcezza, venite da questa parte.”
Lo seguimmo verso un tavolo appartato, e entrambi i miei amici si complimentarono con lui per il bel posto.
Amavo davvero quel locale. Le luci, i colori… mi facevano sentire a casa.
Poi accadde tutto così all’improvviso che non riuscii a realizzare totalmente. Vidi Joy scendere dal tavolo e correre verso la porta. Mi alzai, preoccupata, ma ne uscì lui, nuovamente con mia figlia tra le braccia.
Per la seconda volta in un giorno.
Seguito da Ashley, Kellan e il piccolo Dan.
Strinsi i pugni talmente forte da percepire dolore nelle nocche. Non potevo credere che tutto quello stesse succedendo realmente!
Rimasi pietrificata, smisi anche di respirare. Non riuscivo a muovermi,a dire una parola.
Vidi Dakota alzarsi e andare verso di loro per salutarli, con un’espressione colma di preoccupazione. La stessa che rigava il mio volto.
Anche Cole la seguì io, invece rimasi seduta a quel fottutissimo tavolo. Erano coincidenze troppo strane, troppo stravolgenti. Quattro anni erano passati e di lui non ne avevo saputo niente, e poi un giorno, in un cazzo di giorno era successo il finimondo.
Rob sempre con ancorata mia figlia al petto, o meglio con ancorata nostra figlia al petto, avanzò nella mia direzione, e contemporaneamente sentii le mie gote farsi sempre più arrossate.
Dovevo ammettere però, che vederli vicini, mi faceva uno strano effetto. Sembravano l’uno la copia dell’altro. Sospirai e gli sorrisi.
“Ciao Kris” disse Rob, avvicinandosi e sedendosi di fianco a me. La sua voce.. la sua maledetta voce..
“Ciao Rob..” ricambiai il saluto afona. Fissavo le mie unghie, incapace di dire altro.
“Mamma.. non è strano averlo rincontrato qui?” esclamò mia figlia, scompigliando i capelli di Rob.
Asserii con il capo, “Coincidenze..”
“Coooomunque, è vero che avete fatto un film insieme?” ci domandò guardandoci con una luce entusiasta negli occhi.
Rob le sorrise dolcemente.
“Beh, per la verità abbiamo fatto quattro film insieme..”
Mia figlia sgranò gli occhi sorpresa. “E perché io non ne sapevo niente?”
Ridemmo in contemporanea, dopodiché la tensione tornò ad aleggiare nell’aria. Dovevamo parlare, dovevo farlo, dovevo trovare la forza di affrontarlo una volta per tutte, visto che incontralo ormai era diventato inevitabile. Presi un grosso respiro, ma soprattutto una enorme dose di coraggio.
“Rob?” sussurrai, cercando di non mettermi a piangere… dovevo farcela.
“Si?”Mi guardò negli occhi, e a quel punto non capii più niente.. Né il mio nome, né perché gli volessi parlare.
“No nulla” Desistetti, dandomi più volte della codarda. Non ci ero riuscita, e il motivo mi era del tutto ignaro.
Dopo pochi minuti di silenzio, andai a salutare Ash e Kellan, entrambi stupiti di avermi trovata lì.
Joy insistette per rimanere al tavolo con loro, e Dakota, io, e Cole ci sedemmo nel nostro.
La conversazione mi era del tutto ignara, visto che ero completamente in trance. Fissavo un punto a caso della tovaglia, ripensando a tutte quelle coincidenze. Non avevo mai creduto nel destino, ma ora? Ora, tutto mi spingeva a crederci.
Più volte la mia migliore amica mi chiese se stavo bene, più volte guardai verso Robert e Joy, e più volte il mio cuore mancava qualche battito.
Vederli ridere insieme.. era qualcosa di… di… fantastico.
Sospirai passandomi una mano fra i capelli. Avevo un dannato bisogno di una sigaretta. Presi l’accendino dalla tasca e non sopportando più quella situazione, uscii dal ristorante.
L’aria fresca mi fece rinsavire e respirai forte, cercando di cancellare le tracce di sudore dalla mia fronte.
Mi guardai intorno, e notai un uomo e una donna camminare mano nella mano, deglutii spazzando via alcune lacrime che si erano addensate ai lati dei miei occhi.
“Allora sei qui…”
Mi girai verso quella voce. Benché non ne avessi un motivo concreto. La avrei riconosciuta tra mille.

__________________________________________________
Allora cosa ve ne pare? Avevo o non avevo ragione a dire che è Bellissimo?
Ovviamente vi abbiamo lasciato con il fiato sospeso xD non siete curiose di sapere cosa succederàli fuori? xDxD ok, la smetto di fare la sadica.
p.s. prima di lasciarvi al capitolo vorrei lasciarvi il link della mia pagina di Facebook, qui troverete tutte note con i miei pensieri perciò se volete fateci un salto, l'ho creata da pochi giorni =D
Tнε Dґεам іѕ ґεаl Lifε__
Spoiler!
Pov.Kristen
“Robert io…io devo c-chiederti scusa” sussurrai a qualche metro da lui. Sembrò che la cosa non lo avesse nemmeno lontanamente scalfito. Continuava a starsene li, immobile come una statua a guardare di fronte a se.
“Rob” lo chiamai avanzando di qualche passo.
“non mi va di parlarne Kristen” disse.
“beh io…io credo che dovremmo invece”
“ah si? Io non sono della tua stessa opinione”
“sarebbe…sarebbe m-eglio per e-entrambi. Sarebbe meglio per…per noi” biascicai. Fu a quel punto che voltò di scatto la testa verso di me e mi perforò con quelle due lastre di ghiaccio.
“noi? Non c‘è più nessun noi da molto tempo Kristen, perciò evita di usare quel pronome. Noi!” sputò fuori acidamente.


Nusia&Marty

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** 6-La nostra canzone (Marty) ***


bubu Salve girls! Come state? Siamo davvero contente del "successo" si può dire così? Che la nostra fanfiction sta ottenendo! Davvero non sappiamo come ringraziarvi. Siete troppo buone *-*
 Nu, non è riuscita a postare oggi quindi, sto parlando io, Marty =P  Le recensioni le aggiungerà domani ^^
By the way, vorrei fare un ringraziamento speciale a due persone, diciamo che sono loro che mi ha fatto conoscere questa canzone, oltre ad aver inventato il nome di Joy!  A  Lety e Fio quindi dobbiamo anche la meravigliosa canzone che si pensa che Rob abbia scritto a Kris.
Se volete ascoltarla e vedere il video eccolo  ^^

 FALLING IN LOVE FOR THE LAST TIME

Ci tenevo a ricordarlo *-*
Speriamo che questo capitolo vi piaccia, e che dire.. siete davvero fantastiche!






"Resta"

CAPITOLO 6 (Marty)

Erano passati due giorni dalla serata al ristorante, e nonostante le quarantottore trascorse, le parole di Rob continuavano a risuonare nella mia mente. Tutta la nostra vita, la nostra storia, mi sfrecciava davanti agli occhi come un film, e i rimpianti, il dolore, la sofferenza, venivano a galla. Gli ultimi quattro anni della mia vita erano stati così pieni, così felici. Joy era stata capace di portare di nuovo il sole nella mia vita. Pensavo di poter continuare, pensavo, scioccamente che i miei fantasmi del passato fossero del tutto sepolti. Invece non era così. Come potevo anche solo credere, che non avrei mai più visto Rob? Eravamo legati, legati non solo da un legame profondo, ma anche da una piccola creatura che in questo momento, stava dormendo, ignara di tutto e tutti nella sua cameretta. Guardai l’orologio sopra la credenza. Segnava le dieci emmezza, e ben che non chiudessi occhio da due giorni, il sonno non si decideva ad arrivare.Avrei pagato oro, anche solo per sfuggire alla realtà per qualche minuto. Per sognare un mondo perfetto, nel quale io e lui saremmo stati insieme. Ma purtroppo,non esisteva nessuna pozione magica o contratto con il diavolo. 
Avevo sbagliato, ora più che mai ne ero consapevole. Lui mi amava, mi amava ancora, e io avevo distrutto tutto con una semplice parola. Non mi fidavo più di lui, della mia vita, del mio unico amore. Come avevo potuto nascondergli Joy? Come diavolo avevo potuto? Guardandoli quella sera, avevo realizzato che  è impossibile tenere lontane delle persone che si appartengono. Ma oramai, era finito tutto. Odio, risentimento, e delusione erano i sentimenti che provava per me,  avevano sostituito il suo amore nei miei confronti. Andai in cucina alla ricerca del mio barattolo segreto di nutella, quando un bigliettino distolse la mia attenzione. Era da parte di Dakota. 

Ascolta questa canzone, e capirai tutto tesoro. 
Ti vengo a prende
re domani mattina per andare 
Al parco con Joy. Dieci in punto miraccomando 

;)
Il suo Ipod era posato accanto al foglio di carta, e indossai le cuffie senza sapere il contenuto. Premetti play, e un nodo si formò all’altezza della mia gola, mentre le ennesime lacrime scesero infime ai lati del mio viso. E più mi decidevo a non piangere, più acqua salata bagnava le mie mani. Le note della nostra canzone proseguivano, e contemporaneamente sentivo il mio mondo frantumarsi. Ricordare quel tempo mi faceva stare male come non mai. Ricordarmi della gelosia di Micheal, e del nostro amore segreto. Dei tradimenti e dei dolori, ma soprattutto di quell’amore che non era destinato ad avverarsi. 
E soprattutto mi faceva stare male ricordarmi di quella sera… dove pensavo di aver perso tutto, e poi grazie a delle parole e a una musica…

Bussai alla porta di Rob con il cuore in gola, il mio cuore batteva frenetico e i rumori mi arrivavano tutti leggermente ovattati. Gli occhi erano lucidi, segno del litigio che avevo appena avuto con Micheal. Avevo deciso di dire a Rob che tra di noi non ci sarebbe mai potuto essere un futuro. Che il nostro bacio era stato un errore, compreso tutto quello che era successo.
Riprovai a bussare ma niente, non dava segno di esserci. Appoggiai la mano alla maniglia, e sorprendentemente si aprì, lasciandomi intravedere la sua sagoma seduta sul letto con la chitarra fra le braccia. Stava suonando, e la sua voce melodiosa e perfetta, aleggeggiava nell’aria. 
Rimasi ad ascoltare quelle parole stupita, e ci misi qualche minuto per rendermi conto che la protagonista della canzone fossi proprio io.

Se siete seduti comodi lasciatemi iniziare
Voglio raccontarvi una storia, un casino in cui mi sono cacciato
E tutto inizia da una ragazza che sta frantumando il mio mondo
Ha dei grandissimi occhi verdi, grandi come la luna
E sono capaci di portarti a letto senza lasciare la stanza
Ucciderei per essere il suo uomo,
Ma lei è troppo, anche solo per farci un pensiero..
Mi sto innamorando per l'ultima volta.
Mi sto innamorando, per sempre.
Mi sto innamorando di una ragazza che non è mia.
Mi sto innamorando per l'ultima volta.
Mi fa sentire un re
Mi fa sentire un pazzo
Mi da la caccia perché sa che sono debole
E sa sempre cosa dire per illuminare i miei giorni
E ora io sto male e lei invece si sta divertendo
Immagino che lei creda che io sia ottuso, oppure un po’ idiota
Ma a me non importa.
Sono un idiota per la tristezza.
Mi sto innamorando per l'ultima volta.
Mi sto innamorando, per sempre.
Mi sto innamorando con una ragazza che non è mia.
Mi sto innamorando per l'ultima volta.

Cercai di ricacciare indietro alcune lacrime che si erano addensate ai lati dei miei occhi, ma una sfuggì al mio controllo. Stava cantando, per me.. e quelle storia, quel racconto parlava di noi. 
Non sapevo cosa fare, rimasi senza dire una parola finche non incontrai due grandi occhi azzurri fissarmi sconvolti. Sul viso di Rob comparve un espressione di  assoluto imbarazzo.
“Io.. io… non sapevo che tu..” balbettò senza trovare le parole giuste. Si passò una mano fra i capelli, e si avvicinò a me, ancora immobile accanto alla porta. 
“Kris perché piangi?”mormorò accarezzando il mio viso, completamente inumidito da acqua salata. 
Tirai su con il naso, e ripensai alle parole della canzone. 
“E ora io sto male e lei invece si sta divertendo..” sussurrai tra i singhiozzi. “ Credi che io mi stia divertendo Rob? Dannazione…”
Scosse la testa, e rimase per qualche secondo perplesso. “Si, lo penso Kris. Ne è la prova la tua presenza.. Cosa mi sei venuta a dire?”
Aprii la bocca a schiocco.Aveva ragione, lo avevo preso in giro, e sinceramente avevo preso in giro anche me stessa. Anche io mi ero innamorata, mi ero innamorata per l’ultima volta e per sempre. Di un ragazzo che non era il mio, per l’ultima volta.
“Mi.. m.. mi dispiace..”
Alzò le spalle e indietreggiò. “Non è colpa tua.. sono io che sono un idiota. Mi sono innamorato di qualcosa che non potrò mai avere..”
No! Avrei voluto dire.. Volevo dirgli che ero già sua, completamente sua, e invece dalla mia bocca non uscì altro che un semplice “oh”.
“Ora per favore vattene. So già cosa mi stai per dire.. quindi..”
Scossi la testa.. no non lo sapeva. Non sapeva ciò che ora mi diceva il mio cuore. Non poteva saperlo. 
Voltai le mie spalle, e poi guidata non so da che cosa, aprii la bocca. 

E sa sempre cosa dire per illuminare i miei giorni
E ora io sto male e lui invece si sta divertendo
Immagino che lui creda che io sia ottusa, oppure un po’ idiota
Ma a me non importa.
Sono un idiota per la tristezza.
Mi sto innamorando per l'ultima volta.

Cantai quelle parole con il cuore che fremeva ad ogni frase, dopodichè uscii dalla sua stanza.
Feci un passo priima che la sua mano mi afferrò per il polso, facendo combaciare perfettamente le mie labbra con le sue. Fu l’inizio di tutto. 

“Mamma ti prego non piangere ancora…” la voce di Joy mi fece risvegliare dallo stato catatonico nel quale ero sprofondata. Portai subito le mani agli occhi, per nascondere a mia figlia le lacrime che senza pietà mi rigavano il volto. Ma purtroppo era troppo perspicace. 
Avanzò verso di me, e si sedette sulle mie gambe, abbracciandomi teneramente, per confortarmi. 
“Amore.. perché sei sveglia?” balbettai tirando su con il naso e accarezzandole la schiena. 
“Non riuscivo a dormire… “ spiegò stropicciandosi gli occhi e a appoggiando la testa sulla mia spalla. Appoggiai l’Ipod sul tavolo e presi a cullarla dolcemente, sperando prendesse sonno.
“Mamma?” mormrò a un tratto guardandomi fissa negli occhi. 
“Posso farti una domanda?” richiese con le sopracciglia leggermente aggrottate. 
“Puoi farmi tutte le domande che vuoi, te l’ho già detto.” Le sorrisi debolmente. 
“Rob ha detto che conosceva il mio papà.. ma io non lo conosco.. come mai?” Al suono di quelle parole, un brivido mi percorse la schiena. Sapevo che prima o poi mi avrebbe fatto questo genere di domande. Domande alle quali non sapevo dare una risposta, in quel momento soprattutto. 
Presi un grosso respiro. “ Non conosci il tuo papà perché…quando lui lavora molto..e..” non riuscivo a mentirle, non potevo mentire all’unica cosa buona esistente nella mia vita. 
“Il tuo papà non sa che esisti..ed è meglio così amore.. Al tempo non stavamo più insieme e…”
“Mamma ho capito.. tranquilla. “ Non mi ero accorta di aver riniziato a singhiozzare. Era il momento più strano di tutta la mia vita. Joy tranquillizzava me. 
Era lei a prendersi cura di me, non io di lei. 
La presi in braccio e la portai nel mio lettone, e abbracciate quanto potevamo ci addormentammo insieme. 


“Kris che ci fai ancora addormentata!” le grida di Dakota fecero sobbalzare sia me che Joy, ancora ancorata al mio petto. Alzai lo sguardo e trovai quello arrabbiato della mia migliore amica.Aveva Le mani sui fianchi e batteva furiosamente un piede per terra. 
“Giorno..” dissi stropicciandomi gli occhi e sbadigliando contemporaneamente. 
“Sono le dieci meno dieci, quindi sbrigati che alle dieci in punto dobbiamo essere lì..” Quel tono lo conoscevo molto bene, non ammetteva repliche.
“Ma mica abbiamo un appuntamento Daky, su.. voglio dormire!”
“Anche io!” mormorò mia figlia ributtandosi sotto i cuscini e abbracciandomi stretta. Non so come, non so dopo quando ma le coperte nel quale ci eravamo rintanate finirono per terra, e il freddo iniziò a intorpidirmi totalmente. 
“Conto fino a tre, se non siete ancora andate a prepararvi vi tiro questo bicchiere d’acqua!” sbraitò con le braccia conserte. 
Io e Joy scendemmo di corsa nel letto e ci precipitammo in bagno ancora con gli occhi mezzi chiusi. Circa mezz’ora dopo, vestite e lavate uscimmo di casa per andarci a godere il tepore di giugno. 
Non sapevo cosa avesse per la testa Dakota, continuava a guardare imperterrita il suo cellulare, messaggiandosi con chissà chi, e quando non lo faceva, cercava con lo sguardo qualcuno.
Che mi stesse nascondendo qualcosa non c’erano dubbi, il problema stava nel capire cosa. Quella ragazza era davvero criptica, ma soprattutto furba. Joy correva felice, e la tristezza che mi aveva colto la sera precedente sembrava non riemergere. Forse proprio grazie alla mia bambina, l’unica cosa al mondo che riusciva a farmi tornare il sorriso. 
Rincorreva i piccioni, salutava gli altri bambini, cadeva e si rialzava. Sembrava un vero concentrato di energia. Tutto dal papà.
Sbuffai guardando la mia amica ancora attaccata a quello stupido aggeggio. “Mi hai tirato fuori dal letto alle nove, e ora non mi presti la minima attenzione!” sbottai irritata. 
Dakota alzò gli occhi al cielo e mi diede uno spintone. “Scema.. ora sono tua, niente più cellulare!”
Ridacchiammo contemporaneamente, quando i suoi occhi scintillarono di sorpresa, e un sorriso a trentadue denti comparve sulle sue labbra.
Mi girai,e come un incubo perseguitatore, vidi Ash Dan e Rob venire nella nostra direzione 
Ridussi gli occhi a due fessure e corrucciai il labbro inferiore. “Tu non ne sai niente vero?” commentai acida fissandola con quanta più cattiveria. 
“Io?” rispose innocente, e dopodichè corse nella loro direzione.
“Bastarda.” Bofonchiai raggiungendola, e incontrando lo sguardo di Rob. Azzurro e verde si fusero insieme, e sorprendentemente ritrovai il mio Rob. Non c’era traggia di astio nei suoi occhi, né di odio nei miei confronti. Sorrideva, un sorriso sghembo capace di farmi perdere completamente tutte le mie facoltà mentali. 
Vidi il piccolo Dan correre nella direzione di Joy, e i due si salutarono calorosamente con un abbraccio. 
“Ciao Ash!” esclamai abbracciandola, e mimando un falso sorriso.
“Kris, come va?”
“Bene, bene.. pare che qui stia per nascere un amore?” dissi sarcastica indicando i due bimbi salire per lo scivolo. 
Ridacchiò. “Ah già. Dan mi parla sempre di Joy. Ne è affascinato… come tutti d’altronde.” Sciolsi l’abbraccio, e il mio sguardo riandò verso Robert. 
“Rob..”
“Kris..”
Silenzio imbarazzante. Oramai tra di noi si creava solamente quell’atmosfera, che tanto odiavamo.Ci guardammo fissi per un’altra frazione di secondo, per poi rivolgere la nostra attenzione alle nostre amiche. 
Si notava quanto fossero realizzate.Erano riusciti a farci riincontrare. Mi sedetti su una panchina e la mia immaginazione andò completamente da un'altra parte. Assurdo come riuscissi ad estraniarmi da tutte le situazioni. Bastava che la mia mente pensasse ad altro e il mondo intorno a me perdeva importanza.
La brezza estiva mi solleticava il viso, e sentivo il sole baciarmi la pelle chiara e ancora completamente perfetta. Chiusi gli occhi e mi godetti quel momento di assoluta pace.
“A quanto pare ci hanno lasciato soli.”sentii Rob mormorare al mio fianco. Non mi ero nemmeno accorta di averlo vicino. Non appena ebbi quella consapevolezza sentii un brivido scendermi lungo il profilo del collo.
Aprii gli occhi e vidi Dakota ed Ash camminare verso la strada, nella direzione opposto alla nostra. Assurdo, davvero assurdo. A questo servono le amiche a quanto pare.
“L’hanno fatta franca.” Commentai placida.
Silenzio tombale.
“Io.. Kris..” esitò, probabilmente per cercare le parole giuste. 
“Si?”
“Volevo chiederti scusa… non dovevo alzare la voce così l’altra sera, ma … non lo so… “Sentivo il cuore battere frenetico nel petto, e più lo guardavo più mi rendevo conto di quanto bizzarro fosse averlo accanto. Dopo quattro anni passati senza la più pallida idea di cosa facesse, ora era con me, nella mia città, e aveva una passione assurda per la mia, beh, la nostra bambina. 
“Dispiace anche a me..” dissi sincera cercando di sfuggire al suo sguardo. Non potevo mettermi a piangere, non di nuovo, non per lui. Non volevo sembrare debole, soprattutto davanti a mia figlia. 
“Allora dopodomani inizi a lavorare.. di cosa si tratta?” chiesi cercando di trattenere la mia curiosità, non volevo sembrare troppo interessata, ben che lo fossi.
Sospirò. “Non è nulla di eccezionale, ma quando ho letto il copione mi ha subito attratto.” Disse, tornando con il tono duro che in quei giorni aveva sempre usato nei miei confronti. 
“Sono contenta.” Dissi risoluta, puntando lo sguardo verso i giochi. 
Joy non appena mi vide con Rob, corse nella nostra direzione sorridendo. “Rooob!” esclamò saltadogli al collo. Scossi la testa, come era possibile che quella bambina adorasse un perfetto sconosciuto? No Kris, non era un perfetto sconosciuto, ma suo padre.
Rob la abbracciò e le rivolse un sorriso, e uno sguardo che un tempo aveva solo per me. Uno sguardo carico di.. amore?
“Come stai piccola?”le chiese passandole una mano fra i capelli.
“Bene grazie!” 
“Sono contento..”
“Ora torno a giocare con Dan… a dopo” gli diede un piccolo bacio sulla guancia e io fremetti.Vederli insieme era sempre stato il mio sogno, ma anche il mio più grande incubo. 
“E’ davvero adorabile quella bambina Kris..” Aveva ragione, era adorabile… proprio come suo papà.

Non aggiunsi nient’altro, rimanemmo su quella panchina a guardarla giocare, ridere, imbambolati da una tale bellezza. Proprio come avrebbero fatto due genitori.




Ooookay, se state leggendo queste righe vuol dire che avete letto il capitolo *-* Allora come vi è sembrato? Da cestinare, buttare via? XD
Vi lascio lo spoiler del bellissimo capitolo di Nu, e poi me ne vo a nanna che sono stanca morta -.-
"""

Spoiler!

“sono un idiota” dissi lanciando il copione per terra e passandomi una mano tra i capelli. Sapevo perfettamente che Kristen non provasse più nulla per me, che aveva cambiato vita e nonostante ciò io ero stato tanto coglione da riversarle tutta la mia frustrazione addosso. Molto probabilmente non ci aveva messo molto a capire che fossi
ancora follemente innamorato di lei. Mi ero umiliato ancora una volta, ma quella sarebbe stata l’ultima. Con l’inizio delle riprese non avrei più avuto modo di vederla e seppur l’avessi incontrata mi sarei mostrato indifferente. Si, cordiale e indifferente. Non avrebbe dovuto più intuire ciò che provavo per lei.


Io.. Kris…” esitai cercando di trovare le parole giuste da dire.
“Si?” mi spronò lei.
“Volevo chiederti scusa… non dovevo alzare la voce così l’altra sera, ma … non lo so…” riuscì a dire con il cuore in gola. Non sapevo come proseguire il discorso. Lei sospirò riprendendo a guardare di fronte a se.
“Dispiace anche a me..” sussurrò facendo un lungo respiro.


Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** 5-Mi detesta! (Nusia) ***


ahahhaa Buonsera a tutte ragazze, scusate il tremendo ritardo ma è stata una giornata un pò incasinata. Come va? Io abbastanza bene anche se la pioggia e il cattivo tempo mi rendono un pò triste. Adoro troppo il sole e le belle giornate ragion per cui detesto l'inverno. Allora lo spoiler vi ha lasciato di stucco eh? Siete curiose di sapere cosa succederà ora? Bene, non voglio dilungarmi troppo perciò vi spiego un paio di cosette e poi vi lascio al capitolo che la mia testolina ha partorito.
  • i capitoli verranno postati ogni 5 giorni questo significa che il prossimo aggiornamento avverrà lunedì...quindi non c'è poi da aspettare tanto no? xD
  • visto che molte di voi lo chiedono risponderò in generale: ancora non sappiamo di preciso quanto durerà la fan faction, non più di 39 capitoli comunque =D
  •  Cosa succederà in questo capitolo? leggere per scoprirlo xD
  • Io e Mabel ringraziamo di vere cuore tutte le 47  persone che hanno aggiunto la ff tra le preferite. 8  da ricordare e 59  tra le seguite. GRAZIE INFINITE!

NeWyOrK:  ciao ale, siamo contente che la nostra storia ti piaccia *-* Allora, Rob e Kris si sono lasciati per motivi al quanto stupidi. Solo che Kris dopo qualche settimana si rende conto di essere incinta di Rob u.u oh.oh XD Spero che le cose ti siano un po’ più chiare! Un bacione

 

 Fiorels:  la mia more ventenneee *___* huahuahau *_* Grazie my love, sono contenta che ti sia piaciuto. Stai tranquilla che si riappacificheranno presto :P  un bacino

 

 signora degli anelli: Ciao Sabriii, felicissime che ti sia piaciuto il capitolo e tutta la storia *_* In effetti anche io sono dell’idea che dovrebbe dirglielo subito, però capisco Kris. Nel senso, sinceramente io non so come mi comporterei se fossi al suo posto. C’è il rischio che soffrano in tanti, Joy in primis, lei e anche Rob. E’ una decisione che bisogna prendere ragionandoci bene u.u  Oddio sei mamma? Aww *-* Immagino che la tua piccolina o piccolino sia già fan della saga e di Rob e Kris XD  Va beneee, la smetto di parlare che ti ho fatto un papiro, spero che il capitolo di Nu ti piaccia.. un bacione!

 

 franz1000 : Un droga? Addirittura? *me salta convulsamente sulla sedia felice* scherzo non sono così rimbambita-.- si spera xD Comunque tesoro grazie mille, siamo contente che ti piaccia J un bacione e goditi il capitolo di Nu J

 

 beba1972: bebaaaa, tesoro huahuahauh oggi niente miao xD mi fai morì.. comunque grazie mille tesoro, siamo contente che ti piaccia la nostra storia.. un bacio

 _SilviPattz_ : Silviettaaaa *_* Ma ciao tesoro J  Grazie mille, sono davvero contenta che ti piaccia.. tu sei troppo gentile con me! Ti adoro!

 londonkr:  Grazie mille tesoro sono contenta che ti piaccia *-* Già anche io adoro Joy completamente e totalmente… quanto vorrei che fosse vera ueueueu… Ma mi sa che per vedere Kris con il pancione ci vorrà ancora un po’ di tempo XD spero che il capitolo di Nu ti piaccia, un bacino.

tamina_e_dastan:  Susu, che siamo sempre puntuali nel postare xD (non è vero nu lo è, io sono una ritardataria cronica XD) comunque tesoro grazie mille, sono contenta che ti piaccia *- * Vedrai che man mano che la storia procede ci saranno meno dubbi, spero.. buona lettura ^^

 

rmarta: E tu sei troppo gentile, grazie mille *-* Eh si abbiamo voluto far proprio emergere il rapporto Rob Joy, perché dopotutto hanno un qualcosa che li legherà sempre.. Poi io li adoro totalmente insiemeee.. Spero che il capitolo di Nu ti piaccia, è fantastico *-* Un bacio

emy cullen: Emyyy *-* Grazie honey.. sono contenta che ti sia piaciuto.. Spero che il capitolo di Nu, ti piaccia, per me è davvero da brividi… un kiss

 

 kristen200996:  Ahaha grazie mille tesoro, eh si capita anche a me a volte di perdermi qualche aggiornamento, ma alla fine l’importante è che tu abbia recuperato *-*   buona lettura, goditi il meraviglioso capitolo di Nu J

 Veronicas: Chiamami Marty tesoro, Mabel è una long story XD Grazie mille sono contenta che ti siano piaciuti questi capitoli.. un bacio e alla prossima!

 ely_leyton:  amore mio *______* Awww i tuoi commenti mi fanno sciogliere, secondo me sei di parte perché sei mia sorella poi boh u.u Huauhauhau, grazie ancora my love.. ti voglio un bene che non ti immagini ^^

 

 Tes13May: Hola tereee ^^ Hahahah, Marsia? O.o strano ma mi piaceee !!

Grazie mille tesoro anche noi ti vogliamo bene, sei dolcissima.. un bacino, Marty

sydney90: Eh se Kris troverà il coraggio di confessargli ogni cosa, è tutto da vedere! Grazie mille honey, sono contenta che ti piaccia! Un bacino, e goditi il capitolo di Nu!

 

 cimellita : Tesoro sono contenta che ti sia piaciuto il capitolo talmente tanto da farti emozionare.. Non c’è cosa più bella che possa leggere un’autrice *-* Goditi il capitolo fantapignoso di Nu XD un kiss

Anto_Pattz: Sorellonaaa T_T Madò le tue recensioni mi fanno diventare tutta rossa! Sei troppo buona con noi more! XD Grazie mille sono contenta che ti abbia appassionato questa storia.. un bacino, Love u so much

busypol : grazie mille amore =D Sei sempre troppo gentile con  me u.u

 

twilighter97: ahahah dai dopotutto aggiorniamo frequentemente no? 5 giorni non sono tantissimi u.u Grazie mille tesoro siamo davvero contente che ti piaccia questa storia!

 

darkshine1986: susu che abbiamo aggiornato in fretta.. Grazie mille tesoro, love u

 thecarnival:  tesoro ma non ti devi scusare di nulla! CI mancherebbe XD Grazie mille sei gentilissima.. goditi il fantastico capitolo di Nu, un bacione 






"Resta"
5-Capitolo (Nusia)
Pov. Robert
Dopo una bella doccia rilassante mi vestii senza far caso cosa indossassi poi, tirato su il miglior falso sorriso della storia, raggiunsi gli altri in soggiorno. Li trovai a ridere tra loro spensierati. Da quel che avevo potuto udire i due maschietti prendevano in giro Ashley su non so cosa e lei faceva la finta offesa. Sospirai, erano davvero una bella famiglia e quando li trovavo in atteggiamenti come quelli mi rendevo conto di invidiare Kellan. Si, ero invidioso della sua vita, della sua famiglia,del suo bambino.
“ehmehm… io sono pronto” dissi schiarendomi la voce per far notare la mia presenza. Loro si alzarono dal divano sorridendo.
“Rob, ora tei felice?” mi chiese il piccolo Dan venendomi incontro. Lo presi tra le braccia stampandogli un bacio sulla tempia.
“si, ora sono felice piccolo” mentii tranquillizzandolo. Ashley mi sorrise teneramente e poi ci avviammo alla macchina.
“Allora, dove mi portate?” esordii appena Kellan partì.
“ora ti portiamo da Giuliano, cucina italiano che è una meraviglia per il palato” rispose il mio amico. 
“forse perché è italiano amore?!” lo ribeccò Ashley. Io e il piccolo Dan ridacchiammo. Era uno spasso assistere ai loro piccoli battibecchi.
Appena arrivammo il piccolino si buttò subito giù dalla macchina nell’ intento di correre dentro ma Ashley lo afferrò giusto in tempo. 
“forza entriamo” ci incitò Kellan. Sorrisi aprendo la porta ed entrando nel ristorante. Il posto era davvero confortevole e caloroso in un certo senso, forse era dovuto ai caldi colori delle pareti o dall‘invitante profumo che si sentiva nell‘aria. Non feci in tempo a notare altro che mi ritrovai con qualcuno attaccato alla gamba. Abbassai il capo per vedere chi fosse e appena riconobbi in viso di Joy rimasi di sasso.
“Roooooooob” urlò la piccola sorridendomi a trenta due denti. Ancora scombussolato mi piegai per prenderla tra le braccia e scoccarle un bacio.
“ciao piccola. Che ci fai qui?” le chiesi.
“sono con la mamma e la zia Dakota con il ragazzo. Questo è il nostro posto preferito” mi spiegò lei.  Le sorrisi e mi voltai a guardare stralunato i miei amici. Il fato sembrava essersi accanito contro di me. Per due volte in meno di ventiquattro ore mi trovavo con la figlia di Kristen tra le braccia e con lei a pochi metri da me. Ashley accarezzò i capelli della piccola e Dan le sorrise salutandola con la manina. Lei ricambiò felice.
“ehi scricciolo me lo dai un bacino?” gli chiese Kellan avvicinandosi alla piccola. Lei annuì scoccandogli un bacio. In quel momento ci raggiunge anche Dakota seguita subito da un ragazzo che intuii essere il suo fidanzato.
“ehi ragazzi che bella sorpresa” esordii con una strana espressione sul volto.
“eh già” l’appoggiò Ashley ed entrambe mi lanciarono un’ occhiata di sbieco.
“sei un splendore Dakota, è da tanto che non ti vedevo” mi complimentai rompendo il breve silenzio che si era creato.
“anch‘io ti trovo in forma Rob. Questo è Cole, il mio ragazzo” allungai la mano libera verso il giovane che la strinse di buon grado. Con Joy ancora tra le braccia lanciai un’occhiata al loro tavolo e l’unica persona che vi scorsi era Kristen intenta a guardare impassibile verso di noi. Perché non si alzava anche lei per salutarci? La voce di Dakota mi fece spostare lo sguardo verso la piccola che avevo imbraccio.
“Joy, perché non scendi e lasci in pace pap…Robert?” la rimproverò bonariamente imbarazzandosi alla fine della frase. Come se avesse appena fatto una clamorosa gaf che io non avevo scorto.
“ma no tranquilla nessun problema” la tranquillizzai.
“Rob, posso chiederti un favore?” mi chiese la piccolina guardando verso la mamma.
“dimmi piccola” lei mi parlò guardandomi dritta negli occhi. Ed io fui per un attimo destabilizzato dall’intensità di quello sguardo tanto familiare.
“andiamo insieme a salutare la mamma? Sai oggi era molto triste e quando te ne sei andato ha pianto” mi disse lei mettendo il broncio. Dakota probabilmente la sentì perché si girò verso di noi e accennò un triste sorriso. Doveva volerle molto bene.
“ah si? E tu sai perché ha pianto?” le chiesi colpito da quello che aveva detto.
“ha detto che non si aspettava di vederti tutto qui. Secondo me era felice” disse. Le accarezzai i capelli notando solo in quel momento che fossero del mio stesso colore.
“andiamo a salutarla allora” dissi avvicinandomi al suo tavolo. Una volta arrivati Kristen ci guardò stralunati e non disse nulla. Cercai di essere più gentile possibile e di evitare di guardala male.
“ciao Kris” la salutai. Lei mi osservò incredula per una frazione di secondo poi si riprese.
“ciao Rob” mormorò abbassando il capo. Era una situazione imbarazzante.
“Mamma.. non è strano averlo rincontrato qui?” Kristen annuì con il capo sorridendo alla figlia.
“Coincidenze” disse per poi far ripiombare di nuovo il silenzio. Silenzio che venne subito spazzato via da Joy:
“Coooomunque, è vero che avete fatto un film insieme?” domandò guardando prima me poi la madre. Le sorrisi sghembo.
“Beh, per la verità abbiamo fatto quattro film insieme” le feci presente io mentre il mio cuore prese a galoppare veloce al ricordo di quegli anni. Anni dove tutto sembrava perfetto, eterno. La bambina sgranò gli occhi per la sorpresa.
“E perché io non ne sapevo niente?” chiese con aria indignata. Sia io che Kristen non riuscimmo a trattenere una risata che coinvolse anche la piccolina. Dopo alcuni attimi di silenzio dove Joy si divertiva a torturami i capelli già scompigliati di loro, Kristen mi guardò negli occhi e per qualche secondo la vidi determinata, seria. Come se avesse intenzione di dire o fare qualcosa di importante.
“Rob?”
“Si?” dissi fissandola anch’io. Tutta la determinazione che avevo letto poco fa sembrava essere sparita e lei abbassò il capo sospirano.
“no, niente” disse per poi alzarsi dalla sedia.
“vado a salutare gli altri” e corse via. Io rimansi ancora li, seduto su quella sedia a guardarla. Era ancora più bella di quanto la ricordassi. Quei quattro anni avevano cancellato qualsiasi segno di fanciullezza dal suo volto lasciando spazio a lineamenti marcati ma ugualmente delicati ed eleganti. 
“posso mangiare al vostro tavolo?” mi chiese Joy interrompendo il mio sogno ad occhi aperti.
“si, certo. Chiedi alla mamma però mmh?” lei annuì e appena la madre si avvicinò a noi insieme a tutti gli altri la piccola si alzò in piedi facendole gli occhi dolci.
“mammina posso mangiare al loro tavolo? Ti prego, ti prego, ti pregoooo” la pregò e Dakota ridacchiò seguita subito da tutti.
“se per loro non è un problema va bene” acconsentì Kristen guardando Ashley.
“nessun problema, andiamo piccola” asserì quest’ultima.

La cena sembrava passare in modo tranquillo. Joy e il piccolo Dan si divertivano a sentire le battute di Kellan ed io e Ashley ridevano con loro. Avvolte Kell sapeva essere più infantile di loro. Quando arrivarono le nostre ordinazioni la piccolina si buttò a capofitto sulle sue lasagne al forno esclamando ad ogni boccone quanto fossero buone, mentre tutti noi gustavamo la nostra pizza.
“Rob ne vuoi un po’? Dai  è buonissima ed è il mio piatto preferito. Prova dai!” mi pregò Joy avvicinandomi il piatto.
“eh va bene” l’accontentai prendendone un forchettata. Però, erano davvero buone!
“buone vero?” chiese lei sorridendo trionfante.
“ottime. Ora te ne rubo un altro pò” scherzai avvicinando di nuovo la forchetta ma lei tirò prontamente via il piatto.
“eh no, queste sono mie. Non fare come la mamma” mi ammonì lei facendomi ridere. Lanciai un guardò al tavolo di Kristen e per la 6° volta nel giro di un’ ora incrociai i suoi occhi.
“Rob perché tu e la mamma vi siete lasciati?” mi chiese di punto in bianco Joy proprio mentre sorseggiavo un po’ di birra. Quasi mi affogai e Ashley fu costretta a darmi qualche colpo sulla schiena per farmi riprendere. Kellan invece, sembrava divertirsi. Mi voltai verso la piccola seduta al mio fianco e trovai le parole giuste da dirle. Come potevo mai spiegare ad una bambina di soli 4 anni una cosa così complicata? O forse era complicata solo per me e quindi ero solo io quello a trovarsi in difficoltà?
“è complicato da spiegare piccola” le dissi sincero.
“non ti piaceva più? Hai detto stamattina che era bella” mi fece notare senza mai abbassare lo sguardo. A quel punto capii che pur avendo 4 anni avrebbe capito tutto se solo le avessi raccontato il motivo per il quale ci eravamo lasciati. Era sua figlia non c’era che dire. 
Le sorrisi scompigliandole i capelli e cercai di cambiare discorso.
“se io e la mamma non ci fossimo lasciati tu non saresti qui ora lo sai? La mamma non avrebbe mai a-a-amato il tuo papà” strinsi forte i pugni sotto il tavolo. Nell’intento di sviare il discorso ne avevo intrapreso un altro più spinoso del precedente.
“tu lo conosci il mio papà?” mi chiese lei mettendo su uno strano sorriso.
Su Robert rispondile, di che tu conoscevi suo padre bene, che era sempre a casa sua. Menti dicendo che è una persona fantastica e che lei le somiglia tanto. Infondo è una bambina, non ha colpe con quel che è successo in passato.
“certo che lo conoscevo. Un tempo eravamo…a-amici” sospirai proprio quando Ashley mi accarezzava una mano, come per darmi conforto.
“davvero?” ora aveva messo su un’espressione sorpresa. Annuii col capo per darle conferma.
“però tu sei più bella perché somigli alla mamma” mi lasciai scappare. Infondo era la pura verità. Non scorgevo nessuna somiglianza tra lei e Steve, come se non si appartenessero per nulla. Joy inclinò la testa di lato passandosi una mano tra i capelli com’ero solito fare io.
“la mamma dice sempre che gli somiglio tantissimo invece” mi corresse lei. Beh, che Kristen lo dicesse per renderla felice?
“oh…ehm”non sapevo cosa dire ma venni salvato da Dakota e Cole che si avvicinarono al nostro tavolo sorridenti.
“come si sta comportando la mia piccolina?” chiese Dakota accarezzando la testa della bimba.
“è stata un angioletto. Ora per esempio mi stava facendo morir dal ridere” intervenne Kellan beccandosi uno scappellotto dalla compagna e un’occhiataccia dal sottoscritto.
“dov‘è la mamma?” chiese Joy guardandosi in giro.
“torna subito tesoro” le rispose Cole facendola accomodare sulle sue gambe. Visto che non mi andava più la mia pizza e che Joy era in mano sicure decisi che era arrivato il momento di una bella sigaretta. Quella giornata si faceva ogni minuto più infernale e qualcosa mi diceva che doveva ancora arrivare il colpo di grazia.
“io vado a fumarmi una sigaretta” avvisai alzandomi dal tavolo e raggiungendo l’uscita. Solo quando fui fuori e respirai a pieni polmoni realizzai che forse era il caso di tornare indietro. Peccato che non lo fece e richiudendomi la porta alle spalle mi avvicinai a Kristen.
“Allora se qui…” esordii facendola voltare verso di me.

Pov. Kristen.
Ingoiai il nulla mentre il mio cuore prese a battere freneticamente. Ma perché quella giornata non mi dava un attimo di respiro? Cosa avevo fatto di tanto male da ritrovarmi in quella situazione?
“già” risposi aspirando un’altra boccata di sano fumo. Oddio sano proprio no, però in quel momento era la mia unica fonte di rilassamento.
“Joy ti cercava” mi disse lui tirando fuori dalla tasca l’accendino e accendendo anche lui la sua Marlboro. Evidentemente a distanza di 4 anni nessuno dei due aveva perso quel maledetto vizio.
“vado subito da lei” dissi aspirando l’ultima boccata di quell’era ancora un’intera sigaretta.
“no, fuma tranquilla sta con Dakota ora” mi tranquillizzò lui. Sospirai annuendo con il capo e poggiandomi ad un lampione cercai di ignorarlo il più possibile. Sapevo che quella era l’occasione per chiarire tutto così come sapevo che molto probabilmente non ci saremmo mai più trovati noi due da soli. Avrei dovuto prendere il toro per le corna e affrontare il discorso, ma ero troppo codarda per aprire l’argomento.
“tua figlia è…davvero splendida!” esclamò lui guardando dritto di fronte a se. Era come se si sentisse in obbligo di dire qualcosa, poi ricordai che lui odiava i silenzi imbarazzanti e quasi mi venne da sorridere pensando che quello era il nostro primo momento imbarazzante. I nostri silenzi erano sempre stati piacevoli fin dall’inizio e mi sembrava quasi assurdo che dopo anni in cui avevamo condiviso tutto ci trovassimo in una simile situazione.
“grazie ma non farti ingannare, sembra tanto un angioletto ma in realtà è una vera pesta” lo avvisai. Accennò un debole sorriso e poi tornò nuovamente serio. 
“è intelligente e vispa l‘ho capito da subito. È tutta la madre in pratica, determinata e matura già a 4 anni”
“già apprende molte più cose lei di qualsiasi altro bambino. Avvolte mi sorprendo di quanto intelligente sia” proseguii io sovrappensiero.
“ti…ti somiglia molto, fisicamente intendo. Non ha preso nulla da…dal papà” sospirò infine. Oh Robert ci somiglia eccome invece, è identica in certi aspetti e lo diresti anche tu se solo sapessi la verità.
“sai invece le somiglia molto. Nei modi di fare per esempio, di sorridere, di guardarmi teneramente quando vuole ottenere qualcosa” ammisi. Era una parziale verità quella, ma quando lo vidi stringere i pugni mi resi conto che forse non era stata una buona idea. Lui credeva che quelle somiglianze fossero rivolte a Steve certamente non a lui. Calò di nuovo un silenzio tombale ed io nel frattempo terminai la mia sigaretta. Cacciai fuori l’ultima nuvoletta di fumo e guardai verso Robert scrutando per bene il suo volto. Aveva lo sguardo di fronte a se e sembrava come assente, come se si trovassi li solo con il corpo ed era bello, bello da morire. I miei ricordi e la tv non gli facevano merito della bellezza sconvolgente che lo avvolgeva. Non era cambiato poi tanto, anzi potevo dire che era identico, come se non lo vedessi da un giorno anziché 4 lunghi anni. Capelli sempre scompigliati ad arte, sorriso mozzafiato e lineamenti quasi angelici. Stesso modo di vestire, stessi comportamenti. Si, era proprio come lo avevo lasciato. Peccato per lo sguardo, l’unica cosa forse mutata nel corso tempo. Ricordavo chiaramente quei due occhi azzurri nella quale mi perdevo ogni volte che li fissavo. Troppo intensi e dolci per non amarli e incantarsi a guardarli. Erano sempre pieni di emozioni diverse, sempre gioiosi, luminosi. In quel momento invece tutto ciò sembrava sparito, volato via o peggio ancora congelato. Si, perché i suoi occhi color del mare più cristallino si erano trasformati in un’ immensa lastra di ghiaccio impenetrabile. Sentii un macigno sullo stomaco e distogliendo lo sguardo mi decisi ad entrare dentro.
“beh io…io vado da mia figlia” annunciai nella speranza di vederlo dire qualcosa. Non lo fece, non mi guardò neppure ed io a capo chino mi avvicinai all’entrata.
Avanti Kristen, da quand’è che sei così codarda? Hai così paura di abbattere tutti i muri che ti sei costruita da non riuscire a chiedergli scusa? Cosa ti costa voltarti e dire “scusami tanto Robert” di cosa hai il terrore? Hai paura che ti odi? Oh andiamo guardalo, si vede lontano un miglio che è così. Infondo cosa ti aspettavi? Non poteva certo correrti incontro e abbracciarti come nulla fosse. Ti amava e tu lo hai ferito e mentito. Continui a farlo tuttora perciò, il minimo che lui possa fare è odiarti. Non essere codarda, non un’altra volta. Hai 28 anni e sei mamma, abbi il coraggio di affrontare i tuoi fantasmi e farti inveire contro. Tanto, peggio di così non può andare no?
La mia coscienza! Sempre nei momenti meno opportuni si faceva sentire. Sospirai tornando indietro.
“Robert io…io devo c-chiederti scusa” sussurrai a qualche metro da lui. Sembrò che la cosa non lo avesse nemmeno 
lontanamente scalfito. Continuava a starsene li, immobile come una statua a guardare di fronte a se.
“Rob” lo chiamai avanzando di qualche passo.
“non mi va di parlarne Kristen” disse.
“beh io…io credo che dovremmo invece”
“ah si? Io non sono della tua stessa opinione” 
Alzai gli occhi al cielo facendo di tutto per non far fuoriuscire le lacrime. Ormai avevo aperto il discorso e in un modo o nell’altro l’avrei continuato. Anche se lui non mi guardava negli occhi e non voleva starmi a sentire.
“sarebbe…sarebbe m-eglio per e-entrambi. Sarebbe meglio per…per noi” biascicai. Fu a quel punto che voltò di scatto la testa verso di me e mi perforò con quelle due lastre di ghiaccio.
“noi? Non c‘è più nessun noi da molto tempo Kristen, perciò evita di usare quel pronome. Noi!” sputò fuori acidamente. 
Esiste un noi Robert, esiste eccome. L’hai avuto seduto al tuo fianco per tutta la durata della cena.
“Scusa” sussurrai  “Scusa per tutto quello che ti ho detto e fatto. Scusa se ho dubitato di te o se ho detto quello frase. Io…io pensavo fosse una semplice lite, avremmo superato anche quello mi dicevo e invece per una semplice frase è…è finito tutto” 
Mi guardò come se fossi impazzita e il suo sguardo, se possibile, si indurì ancora di più.
“una semplice frase!” esclamò fuori di se “ quel non mi fido di te ha mandato a puttane tutto quello in cui credevo e tu…TU la chiami una semplice frase?. Incredibile, davvero incredibile!”
Non osai parlare, troppo pietrificata dalla freddezza della sua voce.
“quella semplice frase, come la chiami tu, mi ha fatto crollare tutto il mio mondo. In quel
 momento è passato tutto in secondo piano. Tutto, persino il nostro amore. Cosa vuoi che me ne faccio di un amore se non c‘è fiducia? Con quale criterio avrei dovuto portare avanti una relazione che si stava sbriciolando giorno dopo giorno? La gelosia potevo accettarla ma la mancanza di fiducia no. È stato come se tu mi avessi detto che saresti morta da li a pochi minuti. Mi sono sentito solo, per la prima volta nella mia vita ero solo e indifeso”
Chiuse gli occhi cercando di calmarsi e respirò profondamente mentre io, inerme davanti a lui, avevo permesso alle lacrime di uscire dai miei occhi. Troppo concentrata a sentirmi in colpa per controllare le mie emozioni e parlare, tentare di giustificarmi. Ma forse era meglio così, forse era il caso che non dicessi nulla perché infondo sapevo di non avere scusanti.
“e sai la cosa più divertente qual è? Quello che mi fa ridere è che i tuoi pensieri, la tua gelosia, i tuoi timori erano infondati perché Emilie per me era davvero solo un‘amica. Adesso, a distanza di anni mi rendo conto di quando sia stato coglione da non accorgermi di nulla. Solo adesso ho capito tutto. Forse all‘epoca ero troppo innamorato per vedere le cose come stavano. Forse mi fidavo troppo di te. Troppo e ho sbagliato”
“ma cosa…cosa dici?” domandai con un filo di voce stringendomi nelle spalle. Parlò tranquillamente, come se lui non centrasse nulla in tutta quella storia.
“ho capito troppo tardi che tu stavi cercando solo un capo espiatorio,che la tua fosse solo una recita per farsi che IO
 mi trovassi nella parte del torto. Sono stato uno stupido a non capire che tra i due quella che non meritava fiducia eri tu. All‘epoca mi ero preoccupato di Micheal quando invece il vero problema si è rivelato essere Steve. Com‘è che dicevi? È un amico”e rise amaramente. Mi si bloccò il respiro per quello che aveva detto e per poco non persi i sensi. Non poteva dire quelle cose, non poteva pensare che lo avessi ingannato.

“No, no, no…NO tu…tu non puoi, NON PUOI pensare davvero queste cose. Non puoi dubitare di me” lo scongiurai in lacrime.
“e perché mai? Tu hai dubitato di me senza alcuna motivazione ed io…io che di motivazioni ne ho tante non posso farlo? Io posso eDEVO farlo Kristen, perché i fatti parlano chiaro”
Sospirai cercando di calmarmi e guardandolo dritto negli occhi cercai di essere convincente.
“io ti amavo. Amavo solo e soltanto te e tu non puoi credere davvero che provassi qualcosa per Steve. Con lui è nato tutto dopo. Mi ha dato la forza insieme a Dakota di andare avanti e ha cercato di confortarmi quando ho scoperto di essere…di averti perso. Mi è stato vicino”
“tanto vicino da metterti incinta” commentò senza interrompere il contatto visivo. Deglutii maledicendomi mentalmente per non essere corsa da lui a gridargli di aspettare una bambina quando ne avevo ancora la possibilità. In quel momento non sarebbe servito a nulla rimediare all’errore fatto, molto probabilmente avrebbe solo aggravato la situazione.
“non dici niente vero? Certo, infondo cosa mi puoi mai dire? Hai ragione Robert? Dio Kristen tu non puoi capire come si sono sentito quando ho appreso da un giornale che tu e Steve, il tuo amico, aspettaste un bambino. Un bambino esattamente dopo due mesi che ci eravamo lasciati. Non potevo crederci, pensai fosse una cazzata perché non riuscivo a credere che fossi andata avanti in soli due mesi. Ma ovviamente, quando tu confermasti tutto, dovetti ricredermi” sembrava stesse raccontando una storia e la sua voce, così come lo sguardo, non sembravano avere difficoltà a mostrarsi indifferenti.
“Robert io…” cercai di dire ma mi bloccò riprendendo a parlare.
“io ti ho odiata sai? Ho passato due interi mesi ad odiarti, detestarti per la tua mancanza di fiducia, per aver distrutto tutte le mie certezze poi, un bel giorno scopro che sei incinta di Steve e a quel punto l‘odio si trasforma in risentimento. Ho dato di matto, pensato che quella bambina che portavi in grembo doveva essere la NOSTRA bambina e non la vostra. Ho cercato in me l‘odio perché tramite esso riuscivo a sfogarmi riversando tutto su di te sentendomi meglio, ma non ne ho trovato neanche un po’. A che serve odiare una persona che non si conosce? È come giudicare qualcuno solo dal modo di vestire. Non potevo odiarti perché io non ti riconoscevo più. Quando ti sei sposata è stato solo il momento in cui ho sentito di toccare il fondo e a quel punto il risentimento era già diventato delusione. Pura e semplice delusione. Ma io non mi sono arreso, ho cercato di credere ancora in te, nel nostro amore e così sono salito su un auto e ho cercato di impedire il tuo matrimonio. Questo fino a quando, colpito da un momento di lucidità, ho capito che era davvero la fine di tutto. Chi ero io per impedirti di sposare qualcuno che amavi? Chi ero per impedire ad una creatura innocente di crescere senza il proprio padre? Tutti i bambini hanno il diritto di vivere sereni con i propri genitori. Tutti. Così, ho fatto inversione e sono tornato a casa per fare i bagagli. Me ne sono tornato a Londra ormai sicuro che non restava altro che risalire il fondo sul quale ero seduto” concluse fissandomi in modo strano. Come se le lastre di ghiaccio fossero state messe a dura prova da una difficile confessione. Io mi lasciai scappare un singhiozzo e a quel punto piansi a dirotto. Avevo distrutto tutto solo per una mancanza di coraggio. Lui mi amava e se io fossi andata davanti la porta di casa sua a dire che ero incinta mi avrebbe abbracciato forte e detto che sarebbe andato tutto bene. I nostri sogni, il nostro futuro, i mille progetti. Tutto buttato al vento dal una stupida forma di vigliaccheria.
“perché non dici nulla Kristen?” mi chiese lui avvicinandosi a me e afferrandomi per le spalle.
“perché non ti giustifichi in qualche modo? Dimmi che mi sbaglio, urlami dietro che ho sparato una marea di cazzate. Difenditi in qualche modo ma ti prego, ti prego non fare in modo che io ti giudichi un estranea per altri 4 anni. Non deludermi, non un’altra volta” mi scongiurò scuotendomi. Io cercai di attenuare le lacrime per poter parlare. Per poter, anche solo in parte, farlo ricredere sulla sottoscritta.
“io…io…” tentai ma venni interrotta dalla voce di mia figlia che mi chiamava.
“mamma” io e Robert ci voltammo in contemporanea verso l’entrata e li trovammo tutti a fissarci. Kellan, Ashley, Cole, Dakota, Dan e Joy. La nostra Joy.Robert mollò la presa ed io mi asciugai in fretta e furia le lacrime. Poi lui scosse la testa e senza guardarmi un’ultima volta si avvicinò a loro.
“andiamo a casa” disse depositando un piccolo bacio sulla testa di Joy e avviandosi alla macchina. Kellan si avviò con lui mentre Ashley mi lanciò un sguardo preoccupato per poi dire qualcosa a Dakota che annuì. Quando se ne furono andati Dakota mi venne incontro e mi abbraccio forte mentre la mia piccola restava a fissarmi tra le braccia di Cole.
“shhh Kris” bisbigliò al mio orecchio mentre io, stretta a lei, singhiozzavo senza ritegno.
“mi detesta. Lui non vuole più avere nulla a che vedere con me l‘ho…l‘ho d-d-deluso. P-p-perché non gli ho det-t-o la verità? Perché!” la mia amica sciolse l’abbraccio e mi prese il viso tra le mani facendo in modo che la guardassi negli occhi.
“smettila di piangere Kristen. Si risolverà tutto ok? Vedrai che avrete modo di chiarire tutto, ora però smettila di versare lacrime. Hai la tua bambina li, che ti guarda non capendo cosa stia succedendo alla sua mamma e che non fa altro che parlare di Robert, di quanto sia simpatico. Pensa a lei ok? < Joy prima di tutto > ricordi? Me lo dicesti tu tempo fa”
Tirai su con il naso e annuii. Non so come avrei fatto senza di Dakota al mio fianco, senza i suoi consigli, le sue strigliate.
“andiamo da lei” sospirai andando incontro a mia figlia. Appena le fui vicino la presi tra le braccia e la strinsi forte a me.
“non piangere mamma” sussurrò baciandomi una guancia. Sorrisi spazzando via anche l’ultima lacrima che avevo sul viso.
“ti voglio bene” confessai e la mia bambina sorrise raggiante.
“anch‘io te ne voglio mamma”
Si, lei prima di tutto.

____________________________
E' stato un pò pesantuccio il nostro RObert eh? CHissà forse questa sfuriata porterà a qualcosa di buono...mmmh! u.u
spero come sempre di non avervi deluso. Ora vi lascio allo spoiler...un bacio a 
lunedì.

Spoiler!
pov.Kristen
Bussai alla porta di Rob con il cuore in gola, il mio cuore batteva frenetico e i rumori mi arrivavano tutti leggermente ovattati. Riprovai a bussare ma niente, non dava segno di esserci. Appoggiai la mano alla maniglia, e sorprendentemente si aprì, lasciandomi intravedere la sua sagoma seduta sul letto con la chitarra fra le braccia. 
“Kris perché piangi?”
“Mi.. m.. mi dispiace..”

“Mamma… posso chiederti una cosa?” mormorò decisa e sicura di sé. Le sorrisi debolmente. 
“Lo sai amore che tu puoi chiedermi tutto quello che vuoi..”
Mi sorrise anche lei, e il mio cuore perse un battito. Era assurda la somiglianza che aveva con Rob, solo ora me ne rendevo pienamente conto.
“Ma il mio papà dove è?” Le parole che temevo di più arrivarono senza pietà, e in quel momento smisi per un secondo di respirare. Corrucciai il labbro, e la mia testa fu invasa da una quantità infinita di pensieri.



Nusia&Marty

Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** 7-Se solo mi amassi (Nusia) ***


h
buonasera a tutte ragazze come va? scusate il ritardo ma ero in giro per un pò di shopping xD... ora vi lascio al capitolo anche perché è uno dei più importanti. VI chiedo immensamente scusa per non aver risposto alle vostre recensioni ma è un periodo davvero infernale e devo ancora prendere i ritmi giusti =D... ringrazio di vero cuore tutte perché come sempre siete stupende e ci riempite di complimenti avvolte troppo esagerati *-* la mia Marty posterà le risposte alle recensioni del capitolo 6 entro domani perciò fate un salto =D ora buona lettura ci vediamo di sotto con lo spoiler!


"Resta"

7-Capitolo (Nusia)

Pov. Robert

 Avete presente quando si arriva ad un punto della vita dove non si da più importanza a nulla? Dove vengono giù tutte le barriere e si rimane soli, inermi e soprattutto senza nessuna voglia di fare nulla? Quel punto dove si è talmente destabilizzati che non si ha neanche la forza di capire cosa stia realmente succedendo? Ecco, io ero proprio in quella fase. Erano circa due giorni che non facevo assolutamente nulla a parte suonare la chitarra e rileggere un po’ il copione. Ashley e Kellan venivano spesso a chiedermi se mi servisse qualcosa ma io li liquidavo dicendo che ero impegnato a ripassare il mio personaggio e non potevo distrarmi. Cazzate! La verità era che dopo la sfuriata avuta con Kristen non avevo più voglia di fare nulla. Mi ero tolto un gran peso dallo stomaco urlandole contro quando deluso mi avesse ma a mente lucida me ne ero pentito. Non dovevo inveirle contro in quel modo ma ero esploso. Proprio non ero riuscito a trattenermi dall’accusarla.
Una semplice frase. Una semplice frase. Una semplice frase. Una semplice frase.
Le sue parole continuavano a vorticarmi nella mente facendomi venire un gran mal di testa. Avevo urlato come un dannato ma quando l’avevo vista sbarrare gli occhi dalla paura e iniziare a singhiozzare ero rimasto spiazzato. Era li a piangere e supplicarmi con lo sguardo di smetterla. Avrei voluto avvicinarmi e stringerla forte tra le mie braccia aspettando che si calmasse come facevo un tempo. Avrei voluto si, ma il rancore aveva prevalso su tutto e mi ero ritrovato a parlare nel modo più distaccato ed indifferente possibile.
“perché non ti giustifichi in qualche modo? Dimmi che mi sbaglio, urlami dietro che ho sparato una marea di cazzate. Difenditi in qualche modo ma ti prego, ti prego non fare in modo che io ti giudichi un’ estranea per altri 4 anni. Non deludermi, non un’altra volta”
Non aveva detto nulla. Aveva continuato a piangere e a deviare il mio sguardo.
“sono un idiota” dissi lanciando il copione per terra e passandomi una mano tra i capelli. Sapevo perfettamente che Kristen non provasse più nulla per me, che aveva cambiato vita e nonostante ciò io ero stato tanto coglione da riversarle tutta la mia frustrazione addosso. Molto probabilmente non ci aveva messo molto a capire che fossi ancora follemente innamorato di lei. Mi ero umiliato ancora una volta, ma quella sarebbe stata l’ultima. Con l’inizio delle riprese non avrei più avuto modo di vederla e seppur l’avessi incontrata mi sarei mostrato indifferente. Si, cordiale e indifferente. Non avrebbe dovuto più intuire ciò che provavo per lei.

“Rob posso entrare?” mi chiese una piccola voce. Mi voltai verso la porta della mia
dependance e sorrisi al bambino tutto fossette che mi guardava con la testa reclinata.
“certo tesoro entra”
Dan non se lo fece ripetere due volte e venne ad accomodarsi vicino a me. Due anni e già sapeva parlare perfettamente. Era intelligente e molto anche. Grazie al cielo tutti i neuroni che mancavano al padre erano raggruppati in lui.
“la mamma ha detto se vieni con noi al parco” mi informò giocando con una macchinina.
“mi piacerebbe tesoro ma non posso” mentii. Lui mi guardò negli occhi e ridacchiò.
“la mamma ha detto che devi venire per forza”
“e perché?” domandai divertito.
“perché altrimenti sarai costretto a dormire sotto un ponte perché ti caccio di casa” mi avvertì una voce alle mie spalle. Risi a crepapelle voltandomi verso Ashley.
“guarda che non scherzo mica sai? E poi ho bisogno del tuo aiuto. Kellan è impegnato con il lavoro e quando vado al parco con Dan finisce sempre che me lo perdo” mi spiegò. Ma che avevano le mamme di Los Angeles? Come facevano a perdere i bambini?!
“Ashley non ne ho voglia” tentai di convincerla.
“beh mio caro a me non interessa. Muovi il culo da quel letto e vestiti che alle 10 in punto dobbiamo essere al parco ok? La vita va avanti” detto questo prese il figlio in braccio e uscì dalla stanza. Mi vestii sbuffando e li raggiunsi. Quando faceva così era inutile tentare di convincerla.

Per arrivare al parco non prendemmo la macchina. Era una bella giornata e quattro passi non ci avrebbero certo ammazzato. Io tenevo il piccolo Dan per la mano e mi divertivo a giocare con lui mentre Ashley era come tra le nuvole. Non faceva altro che agitarsi, controllare il cellulare e guardarsi in giro.
“sono in ritardo” la sentii mormorare all’improvviso.
“chi, i piccioni?” chiesi divertito. Lei si limitò a scuotere la testa e afferrare il cellulare che aveva appena vibrato. La vidi sorridere raggiante.
“Kellan ti manda messaggi d‘amore?”
Ashley mi fulminò con lo sguardo iniziando ad aumentare il passo.
“mi dici che ti prende Ashley? Sembri impaziente” sbottai. Mi innervosiva tutta quella agitazione.
“oh eccole finalmente!” esclamò alzando una mano e sventolandola felice. Spostai il mio sguardo nella sua stessa direzione e rimasi di sasso. Cosa, stava succedendo?
“Ashley, ti prego dimmi che non è come penso” dissi stringendo i pugni.
“e cosa pensi?” domandò innocentemente.
“dimmi che tu non c‘entri nulla con tutto questo” dissi lanciando un’occhiata a Kristen, Dakota e Joy che camminavano verso la nostra direzione. Anche Kris sembrava stupita.
“ok,se vuoi non te lo dico” ridacchiò lei. La guardai male puntandole il dito contro.
“tu non…” mi bloccò prima ancora che iniziassi a parlare.
“hai 32 anni non più 20. Smettila di buttarti giù e cerca di essere gentile” asserì prima di abbracciare Dakota che senza dubbio era sua complice. Sospirai cercando di mantenere la calma. Infondo non aveva tutti i torti. Ero un uomo e dovevo riuscire a gestire la mia vita.

Kristen ci raggiunse titubante e salutò Ashley accennando ad un piccolo, quanto falso,
sorriso. Incrociai i suoi occhi e per qualche secondo mi sembrò di dimenticare tutto e mi ritrovai a sorridere.
“Kris, come va?” le chiese la traditrice.
“Bene, bene.. pare che qui stia per nascere un amore?!” e guardò divertita i due bambini che giocavano a qualche passo da noi.
“Ah già. Dan mi parla sempre di Joy. Ne è affascinato… come tutti d’altronde” ridacchiò Ashley. Beh non aveva certamente torto. Anch’io ero rimasto affascinato da quella bambina.
Kristen mi guardò titubante.
“Rob..” disse come a salutarmi. Cordiale e indifferente, mi ripetei cercando di essere il più disinvolto possibile.
“Kris” ricambiai e poi calò un silenzio pressappoco imbarazzante. Odiavo i momenti come quelli. La vidi socchiudere gli occhi e sedersi su una panchina a fissare il nulla. Non riuscii a trattenere un sorriso rammentando che era solita estraniarsi dal mondo. Faceva sempre così: si sedeva in un posto e fissava un punto davanti a se assumendo un espressione dolcissima. Era adorabile!
“va da lei. Noi andiamo a fare un giro” sussurrò al mio orecchio Ashley prima di allontanarsi con Dakota. Mi ritrovai ad annuire e senza neanche pensarci mi accomodai vicino a lei.
“A quanto pare ci hanno lasciato soli” esordii riportandola con i piedi per terra. Chissà a cosa stava pensando! La vidi assottigliare lo sguardo e guardare le due sagome in lontananza delle nostre amiche.
“L’hanno fatta franca” sospirò poggiando la schiena alla panchina. Sorrisi imbarazzato non sapendo bene che dire. Forse era il caso di scusarmi per averla aggredita in quel modo la scorsa sera. Non che non pensassi quello che avevo detto sia chiaro, ma avevo esagerato e ne ero consapevole.
 “Io.. Kris…” esitai cercando di trovare le parole giuste da dire.
“Si?” mi spronò lei.
“Volevo chiederti scusa… non dovevo alzare la voce così l’altra sera, ma … non lo so…” riuscii a dire con il cuore in gola. Non sapevo come proseguire il discorso. Lei sospirò riprendendo a guardare di fronte a se.
“Dispiace anche a me..” sussurrò facendo un lungo respiro. Sembrava sconfortata e vulnerabile. Kristen non era mai stata così e vederla in quello stato mi faceva male. Alzai una mano dalla mia gambe nel tentativo di accarezzarle un braccio ma desistetti subito tornando ad abbassarla.
“Allora dopodomani inizi a lavorare.. di cosa si tratta?” chiese cambiando totalmente discorso. Mi lasciai scappare un sorriso. Ero un codardo!
“Non è nulla di eccezionale, ma quando ho letto il copione mi ha subito attratto” le spiegai usando un tono di voce più duro. Mi guardò un attimo spaesata da questo mio improvviso cambio d’umore ma si riprese subito. Non volevo essere così freddo, ma ce l’avevo con me stesso per non riuscire a dire quel che pensavo.
“Sono contenta” le sentii dire prima di ritrovarmi tra le braccia una piccola bimba tutti boccoli.
“Rooob!”
Sorrisi a Joy abbracciandola forte.
“Come stai piccola?” le chiesi accarezzandole i capelli.
“Bene grazie!”
“Sono contento..”
“Ora torno a giocare con Dan… a dopo” e così dicendo mi schioccò un bacio sulla guancia e corse via. Scossi la testa sorridendo intenerito.
“E’ davvero adorabile quella bambina Kris..” mi complimentai fissando quella pesta che correva come una matta tra il verde del parco. Era assurdo il bene che provassi per quella creatura che conoscevo da pochi giorni. Davvero assurdo!
Kristen non mi rispose né si voltò a guardarmi. Per un attimo fui intenzionato ad alzarmi e allontanarmi da lei, poi però ci rinunciai e ripresi a guardare rapito Joy e a viaggiare nel tempo.

“Rob?”
“si amore?”
“secondo te, è così stupido desiderare un bambino a quest‘età?” mi chiese stringendosi ancor di più al mio fianco. Ci eravamo da poco sdraiati nel letto per riposarci un po’. Quel giorno le riprese di Breaking Dawn erano state estenuanti.
“no, non è mai stupido desiderare un bambino” le risposi sorridendo.
“neanche se ho 21 anni?”
“neanche se hai 21 anni. Perché me lo chiedi?” ero curioso. Non avevamo mai affrontato neanche lontanamente il discorso.
“perché ci sto pensando seriamente. Ad avere un bambino intendo. Un figlio nostro”
“saresti una mamma splendida Kristen, ma non abbiamo nessuna fretta no?”
“già però sarebbe bello avere dentro di me un pezzo di te. Sarebbe fantastico guardare il nostro bambino quando non ci sei e vedere in lui un po’ di te” mi confidò. Sorrisi alzandole il viso e baciandola dolcemente.
“ti amo”

Sorrisi al ricordo di quel momento. Ricordavo di essermi sentito l’uomo più felice del mondo sentendole dire quelle cose. Vedere in lui un po’ di te. Come avrei voluto trasformare quel sogno in realtà! Chiusi gli occhi voltando nuovamente il volto verso Kristen e quando alzai le palpebre e notai una lacrima rigarle il viso rimasi disorientato. Perché piangeva? Cosa l’era successo? Poggiai una mano sulla sua spalla e la feci voltare verso di me.
“Kris…c‘è qualcosa che non va?” le domandai gentile. Lei negò con il capo cercando di spazzare via la goccia salata che le rigava il volto.
“perché piangi allora?” le chiese prendendo il suo viso tra le mani e eliminando con i polpastrelli tutte le lacrime che stavano prendendo a fuoriuscire dai suoi occhi. Non sopportavo di vederla ancora piangere.

“Ehi…Kristen” dissi prima che lei si buttasse su di me stringendosi al mio petto. Rimasi spazzato da quel contatto e una volta attenuato i brividi che mi percossero la schiena, le circondai l’esile corpo abbracciandola forte. In quel momento non mi importava di nulla se non di lei. Al diavolo il rancore e tutto.
“s-s-s-ono una stupida. S-s-scusa” balbettò sul mio petto.
“shhh…non piangere”
“io…io voglio che tu…che tu n-n-on mi odi” biasciò tirando su con naso. Non potei fare a meno di baciarle il capo e sorridere.
“io non ti odio Kristen. Non più” la rassicurai.
“certo s-s-sono un’estranea adesso”
Sospirai dandomi dello stupido per la millesima volta. Avevo esagerato l’altra sera, esagerato per davvero. Le avevo riversato addosso tutto il male che mi aveva fatto e nella crudele speranza di farla soffrire almeno un minimo di quando avevo sofferto io, le avevo detto che era un’estranea. Una sconosciuta. Certo io avevo odiato Kristen ma mai, neanche per un istante, l’avevo considerata un’estranea. Quando l’odio si era trasformato in risentimento avevo capito no che era inutile odiare chi non si conosce, ma bensì che non si poteva odiare che si amava più di se stesso.
“Oh Kristen mi dispiace tanto. Sono stato un cretino l‘altra sera. Ho detto cose che non avrei dovuto neanche pensare. In quel momento ero così accecato dalla rabbia che volevo renderti vulnerabile come lo ero stato io”
“b-b-beh ci s-sei riuscito” disse con un filo di voce. Presi nuovamente il suo volto tra le mani e la fissai dritto negli occhi.
“Scusami Kris. Dimentica quello che ti ho detto ok? Tu…tu non sarai mai un‘estranea per me. Mai. Abbiamo condiviso troppe cose per considerarti un’ estranea” le confessai.
Indifferente e cordiale. Certo, ero proprio riuscito a mostrarmi indifferente! Con mia grande sorpresa vidi i suoi occhi farsi nuovamente lucidi.
“io…io non merito l-le tue scuse. Io ti ho deluso, anzi a dire il vero ho deluso anche me stessa. Ho commesso tanti di quegli errori che mi stupisco persino io. Errori che so che ormai non si possono più riparare”
“tutti gli errori hanno rimedio Kris” e non so neanche io che significato dovevo dare a quella frase. Tutti gli errori hanno un rimedio Kris…anche i tuoi posso essere rimediati. Torna da me, lascia che ti accarezzi il viso e che sfiori le tue labbra. Lasciati amare e aiutami a cercare i tasselli giusti per ricostruire il puzzle della nostra vita. Passo dopo passo so che ce la faremo. So che riuscire a fidarci nuovamente l’uno dell’altro perché il nostro amore è uno di quelli che non ha fine. Stringi la mia mano, intreccia le tue dita alle mie e guardami negli occhi dicendo: “voglio fidarmi di te”
Io sarei disposto a darti il mondo mia dolce Kristen. Se solo tu lo volessi, se solo tu mi amassi.
Si, forse era quello che avrei voluto dirle, ma non potevo. Sapevo di non poter pretendere tanto.
“non i miei Rob. Ho fatto qualcosa di troppo sbagliato per rimediare. Qualcosa che se solo saltasse fuori non avrei altra scelta che chinare il capo e allontanarmi. Non avrei più la minima speranza di riprendermi ciò che desidero più di ogni altra cosa al mondo”
Non sapevo di cosa parlasse, ma dal modo in cui pronunciava le parole o da come mi guardava e stringeva a se doveva essere importante. Ero tentato di chiederle cosa avesse combinato di così grave da non aver rimedio ma sapevo com’era fatta Kristen. Non mi avrebbe mai detto nulla se non n’era certa.
“Io…io vorrei, se non chiedo troppo, che tu…tu smettessi di inveirmi contro, di usare quel tono glaciale con me. So che me lo merito, lo so Robert credimi, ma sto male. Il senso di colpa è già grande senza bisogno che tu mi ricordi tutto. Io non dico di…di far finta di nulla, voglio solo avere un rapporto civile. Non mi va di rivederti tra altri quattro anni e litigare ancora. Non mi va di considerarti un estraneo per il resto della mia vita. Io…io non voglio Robert perché mi fa stare male tutto ciò. Non avercela con me ancora. Non mi sto giustificando, non ci sto neanche provando perché so di non avere giustificazioni, ma ti sto semplicemente pregando. Ti sto pregando Robert” fui devastato non solo da quelle parole ma dallo sguardo. Dal suo incantevole sguardo che sembrava irradiare frustrazione e…e amore? Ma ancor prima di ciò sembrava essere sincero. Si, sincero come gli occhi di un bambino. Le sorriso dolcemente e mai come in quel momento avrei voluto avvicinarmi alle sue labbra e baciarla. Baciarla fino a farle dimenticare il resto del mondo.
“sono io a pregarti Kristen. Ti prego di non versare più lacrime perché è devastante vederti così, per quando male mi hai fatto odio vederti in lacrime. Ti prego di smetterla di colpevolizzarti di tutto perché in fondo la colpa è un po’ anche mia. E ti prego di smetterla di pregarmi. Siamo cresciuti adesso ok? Il passato non si può cambiare ma possiamo tentare di guardare avanti. Certo ci vorrà tempo ma a piccoli passi riacquisteremo la fiducia ok? Ce la faremo. Sta tranquilla!”
“grazie” mormorò chinando il capo.
“Kristen?”
“mmh?”
“me lo fai un sorriso?” le chiesi e lei si asciugò gli occhi e mi sorrise come solo lei sapeva fare. Sorrisi anch’io e afferrai la sua mano.
“vieni qui” dissi attirandola a me e abbracciandola forte.
“mi sei mancato immensamente Rob”
“mi sei mancata anche tu Kris”
Mi sei mancata così tanto che più volte ho pensato di prendere un aereo e venirti a cercare. Mi sei mancata in un modo così atroce che ho dovuto tirare pugni alle porte per far si che il dolore fosse più forte della tua mancanza in modo da smettere di pensare. Mi sei mancata in una maniera così assurda che ho pensato di impazzire.
“quindi…quindi p-proviamo ad essere a-amici?” domandò con un filo di voce.
Amici. Che parola strana per noi due Kristen. Come faccio ad esserti amici se a distanza di anni ho capito di amarti ancora? Come faccio a stringerti a me e mormorarti un ti voglio bene quando vorrei tanto urlare che ti amo? Amici. Certo, forse è assurdo solo per me. Per un attimo, una frazione di secondo ho dimenticato tutto. Tutto. Per un momento, vedendo le tue lacrime, ho pensato che forse anche tu provassi ancora qualcosa per me, ma mi sbagliavo. Oh Kristen tu vuoi essermi amica ed io non posso che permettertelo. Se per averti vicino devo tenerti la mano ignorando i mille brividi che mi attraversano il corpo lo farò.
“si, proviamoci” acconsentii prima di abbracciarla ancora.

______________________________
che ne dite? Siete felici o no di questo piccolo "compromesso"? E' pur sempre un passo avanti e vedrete che le cose andranno sempre meglio, almeno fin quando non si dovrà parlare dell'argomento "segreto"
Vi lascio ad uno spoiler *-*
Spoiler!
Pov.Kristen
“A che cosa stavi pensando?” mi chiese, e io di rimando arrossii.
“A niente…” glissai cercando Joy con lo sguardo. Joy. Joy? Mi alzai dalla panchina alla ricerca della mia bimba e di Dan, ma avevano lasciato il dondolo sul quale erano seduti.
“Kris che hai?”
“Io..” balbettai alzandomi ed andando a vedere se per caso si fossero nascosti dietro allo scivolo. Agguantai la mia giacca, e iniziai a correre.
“Non riesco a trovare i bambini!” esclamai in preda alla disperazione, non potevo credere di essermela persa nuovamente, cosa c’era di sbagliato in me?
“Joyyyyy!” la chiamai mentre i miei occhi diventavano lucidi.
“Dan??”

Ero a corto di fiato, non ero mai stata una ragazza molto sportiva, e di certo non era prevista una corsa, con il cuore che batteva ad un ritmo indefinibile.
“Non capisco perché tu voglia crescere una bambina a Los Angeles!” esclamò cercando di seguirmi.”Londra sarebbe molto meglio..”
Scossi la testa. “Stai scherz.. ando sper..o?” ansimai. “ Joyy! Dan!”
“Perché?”
“Perché diciamo cinque anni fa mi hai detto che se avessi avuto unn bambino lo avresti cresciuto qui.”

Nusia&Marty

Ritorna all'indice


Capitolo 8
*** 8-Thank you (Martybet) ***


fff Buon pomeriggio ragazze come va? La vostra Nusia non si sente tanto bene, ha beccato l'influenza senza contare il fatto che mentre stavo per postare il capitolo mi si è cancellato tutto :@ sto quasi sclerando...quasi però eh xD
Allora vedo con piacere che il capitolo "compromesso" vi è piaciuto anche se ovviamente nessuno vede i Robsten amici no? xDxD
Vi lascio al capitolo della Nostra Mabel che sono sicura vi piacerà tantissimo anche perché è tanto dolce  e tenero *-* noi ci vediamo Martedì con il prossimo aggiornamento.


Risposte Recensioni:
Tesori come ho già detto non mi sento granché bene perciò risponderò alle vostre recensioni velocemente, nel frattempo GRAZIE DI VERO CUORE a tutte voi =D
Tokietta_Cullen96, rmarta,tamina_e_dastan,Veronicas,  ese96 grazie mille ragazze siete come sempre fin troppo gentili *-* sono felicissima che la storia e i nostri Robsten vi piacciano =D per quanto riguarda la questione "riappacificazione vera e propria" ci vorrà ancora del tempo, perciò tesori miei, mettetevi belle comede eh xDxD Un bacione!
emy cullen, signora degli anelli, Tes13May, thecarnival, sydney90, pallina90: awwww ma quanti complimentoni *-* grazie grazie e ancora grazie ragazze =D sono commossa davvero, sapere che riesco a trasmettervi tutte queste emozioni stramite la scrittura mi rende davvero felicissima =)...passando al capitolo avete assolutamente ragione: gli unici a non sapere che il loro amore è corrisposto sono proprio i Robsten, forse perché sono troppo presi con i loro complessi e problemi interiori per tenere x davvero gli occhi ben aperti. La nostra Joy è una piccola birbante ma anche tanto, tanto dolce =D
Anto_Pattz, _SilviPattz_, cimellita, twilighter97: grazie infinite tesoriiiii.... le vostre recensioni mi fanno sempre sorridere =D... Il nostro Robbuccio bello prprio non riesce a tenere il muso con Kristen eh? Altro che cordiale e indifferente xD
Anto ha propri ragione, la trama si fa sempre più intrecciata ma prima o poi i nodi vengono al pettine giusto? Chissà chi sarà,in questo caso, a scioglierli eheheh... un bacio enorme a tutte!
primula:  ciao Sara, inanzittutto Grazie mille per i complimenti riguardati il capitolo e la trama, sono contenta che i personaggi descritti riescano a trasmetterti tutte le loro emozioni =D Per quanto riguarda la partecipazione a qualche concorso di scrittura la riposta è NO! Per quanto mi riguarda sto scrivendo perlo più fan faction sulla saga di twilight e i Robsten ma spero che in futuro riesca a portare a termine qualcosa di buono e soprattutto pensato in tutto e per tutto da me =D Amo scrivere e mi piacerebbe coltivare questa mia passione,poi non so a 17 anni si puòpartecipare a qualche concorso? Un bacione!



"Resta"

8-Capitolo (Mabel)

Kristen pov.
Sentivo il cuore battere talmente forte che temevo mi sarebbe uscito dal petto con un balzo. Intorno ai miei occhi si erano addensate piccole lacrime di commozione, non potevo credere che stesse succedendo realmente, non potevo credere che le braccia che mi stringevano fossero davvero le sue. Eppure era così, in quel momento ci stavamo stringendo in un abbraccio, cosa impossibile quanto vera. Il suo profumo dolce, mi stava facendo perdere gli ultimi brandelli di ragione.Amici, eravamo amici, e allora perché fremevo solo al pensiero di averlo accanto a me in una situazione così intima? Doveva esserci per forza qualcosa di sbagliato. Ma nonostante ciò aumentai in modo considerevole la stretta, non volevo farlo andare via, non ora che lo avevo ritrovato per sempre. Una settimana e tutta la mia vita, le mie certezza, erano state annientate da quel ragazzo che stringevo sempre più forte al mio petto. Non riuscii a resistere all’impulso di toccargli i capelli, quanto mi erano mancati i suoi capelli. Talmente soffici al tatto… Gli accarezzai lentamente il capo, e ne ritrovai la morbidezza. Non era cambiato nemmeno quel suo particolare, e questo mi fece sorridere. Sorridere, perché non era cambiato, dopo tutto quello che era successo era rimasto sempre lo stesso ragazzo che amavo. Si amavo, non avevo mai smesso un secondo di amarlo, ora più che mai me ne rendevo conto. Mi ero imposta di voler bene ad un’altra persona, Steve era stato importante per la mia vita, per la vita Joy, ma… non provavo quell’amore così potente da scombussolarmi, da mozzarmi il respiro e procurarmi alcuni brividi a fior di pelle. Solo che questo Rob non lo avrebbe saputo mai.
Eravamo amici, amici. Strana quella parola… Perché la prima volta in cui ci eravamo ripromessi di esserlo, due ore dopo stavamo facendo l’amore in una camera d’albergo in Germania. Mi allontanai leggermente, permettendogli di respirare e lo guardai negli occhi emozionati, specchio dei miei. Non riuscii a trattenere una piccola lacrima, che infima mi bagnò la guancia e scese lungo il collo. Rob ne accarezzò la scia, e dopodichè mi abbagliò con un sorriso. “Non piangere.. non ora..” sussurrò disegnando dei cerchi sul dorso della mia mano. Scossi la testa, e mi morsi il labbro, sforzandomi di non piangere ancora, non ce ne era motivo. Erano anni che speravo che accadesse una cosa del genere.
“Grazie..” mormorai con la voce ancora rotta dal pianto, mentre continuava ad accarezzarmi la mano. Rimanemmo in quella posizione per minuti, forse ore… a guardarci, ognuno perso nei ricordi dell’altro. Più fissavo quel viso perfetto, la mascella quadrata, la dentatura perfetta, e più rivedevo Joy in lui.
Era assurdo che nessuno si fosse accorto quanto fossero uguali, non ci avrebbero messo molto a fare due più due e capire chi fosse davvero il padre. Come poteva Rob, credere che io lo avessi tradito con Steve? Come poteva credere che solo dopo un mese di rottura, io fossi rimasta incinta di un altro? Come poteva credere che il mio amore per lui fosse svanito? Era questa la fiducia che riponeva in me?
Certo ero stata io la prima ad ammettere di non essere totalmente sicura di lui, ma di certo la colpa non era stata solo mia.Ero sempre stata una ragazza gelosa, su questo non c’erano dubbi. Ricordo l’estate in cui dovemmo separarci, io per girare THE RUNAWAYS e lui REMEMBER ME. Ce l’eravamo vista brutta, pensavo davvero che fosse la fine. Non riuscivo a sopportare l’idea che lui fosse a New York, con lei. Avevo smesso di chiamarlo,
ero spartita totalmente, mentre la gelosia piano piano mi divorava. Emilie De Ravin, lei la causa di tutto. Lei,il motivo per cui ci eravamo presi una pausa allora, lei il motivo per cui ci eravamo lasciati.
Ero ossessionata in un modo assurdo da Rob, certo in modo non corrisposto, ma si sa che gli uomini dopo un po’ cedono ad ogni tentazione. Quell’estate mi arrivò una telefonata, era da parte sua. Quella biondina mi avvisò che Rob mi aveva completamente dimenticato, e che lo aveva visto entrare in albergo con due modelle sotto braccio. Il primo impulso fu quello di partire immediatamente per la grande mela e spaccare il culo prima a Robert, e poi ad Emilie. Ma decisi di fare il contrario. Non sentii Rob per una trentina di giorni, non gli risposi più, provai ad andare avanti, senza soffrire, volevo dimenticarlo, volevo essere superiore.Mi ripromisi di non versare nemmeno una lacrima per lui. Nemmeno una.
Finite le riprese però, me lo ritrovai sotto casa , gli occhi contornati di nero a causa delle notti insonni e lucidi. Inizialmente lo ignorai, ma poi lo stetti a senire, mi spiegò che non era con due ragazze, ma bensì con la madre e il padre di Ruby, la bambina che interpretava Caroline. Mi pregò di perdonarlo, e quella sera finì nel modo più perfetto. Facemmo l’amore fino a che il sole non sorse, così tante volte che non riesco nemmeno a ricordare lucidamente il numero. Recuperammo tutti i mesi di lontananza in sole ventiquattro ore.
Sorrisi al ricordo di quella notte, e alzai lo sguardo puntandolo negli occhi di Rob.
“A che cosa stavi pensando?” mi chiese, e io di rimando arrossii.
“A niente…” glissai cercando Joy con lo sguardo. Joy. Joy? Mi alzai dalla panchina alla ricerca della mia bimba e di Dan, ma avevano lasciato il dondolo sul quale erano seduti.
“Kris che hai?”
“Io..” balbettai alzandomi ed andando a vedere se per caso si fossero nascosti dietro allo scivolo. Agguantai la mia giacca, e iniziai a correre.
“Non riesco a trovare i bambini!” esclamai in preda alla disperazione, non potevo credere di essermela persa nuovamente, cosa c’era di sbagliato in me?
“Joyyyyy!” la chiamai mentre i miei occhi diventavano lucidi.
“Dan??”
Niente, si sentiva solo l’urlare dei bambini che giocavano tra i giochi, e il mormorio dei genitori seduti sulle panchine, ma di mia figlia e Dan nessuna traccia.
Mi passai una mano fra i capelli, cercando di ricordare come si respirava. Iniziai ad incamminarmi per la strada opposta, continuando a chiamarli.
Mi sentii strattonare il braccio. “Kris calmati, siamo in un parco giochi, non possono essere andati tanto lontani, non può capitare niente di male” Provò a tranquillizzarmi, ma potevo notare benissimo la preoccupazione nella sua voce.
Alzai un sopracciglio, socchiudendo gli occhi. “Cosa può capitare Rob? Rapitori? Macchine.. posso continuare la lista per mezzora…ma non voglio pensarci!”
Ero a corto di fiato, non ero mai stata una ragazza molto sportiva, e di certo non era prevista una corsa, con il cuore che batteva ad un ritmo indefinibile.
“Non capisco perché tu voglia crescere una bambina a Los Angeles!” esclamò cercando di seguirmi.”Londra sarebbe molto meglio..”
Scossi la testa. “Stai scherz.. ando sper..o?” ansimai. “ Joyy! Dan!”
“Perché?”
“Perché diciamo cinque anni fa mi hai detto che se avessi avuto unn bambino lo avresti cresciuto qui.” Risposi mentre mi passavo una mano sulla fronte imperlata di sudore. Entrai in un sentiero che portava vicino ad un ruscello, dove Joy ed io andavamo spesso.
Era l’unica cosa che mi veniva in mente.

In quel momento la lucidità mi aveva completamente abbandonato.
Rob rimase in silenzio, forse perché era agitato, forse perché gli mancava il respiro, forse per quello che gli avevo detto.
Non appena ci avvicinammo, iniziai a sentire delle risa, e riconobbi quella di Joy. Tirai un sospiro di sollievo, e man mano le mie facoltà mentali ripresero a funzionare. Corsi più velocemente, e trovai Joy seduta insieme a Dan accanto al ruscello, intenti a lanciare le pietre nell’acqua.
“Joy! Dan!” urlai con le pupille dilatate. Questa volta quella furbetta non l’avrebbe passata liscia. Ero sicura che avesse costretto lei il piccolo Dan ad allontanarsi da noi.
“Mamma, Rob!”mormorò mia figlia quando ci vide arrivare, entrambi con il fiatone. “Volete anche voi lanciare una pietra?”
“Non allontanarti mai più dalla mamma hai capito?” la sgridai, mentre Rob accarezzava il capo ai due malandrini.
Joy annuì prima di lanciarsi tra le braccia di Rob, e io non potei fare a meno di ridire. “Hai capito cosa ti ha detto la mamma?”
“Si che ho capito.. ihih, Rob, non farmi il solletico… ihih… basta.. ihh..”
“Non ho sentito bene, cosa non devi fare?” la provocò, sempre torturandole il pancino.
“Non.. devo… ihih, allon… tanarmi!”
“Brava, e tu Dan, non hai niente da dire?”
Dan alzò lo sguardo, e scosse la testa. “No, è tata tutta colpa di Joy.” Come pensavo, Dan era un bimbo troppo.. troppo bravo per fare certe cose.
Scoppiammo a ridere, e anche se ero completamente sudata ed esausta, ero felice. Felice come non lo ero da molto tempo.

Robert pov.
Ritornammo ai giochi circa mezz’ora dopo, Ancora non riuscivo a razionalizzare che fosse successo davvero. Io e Kris. Amici. Amici. Kris ed io. Perché mi suonavano così male quelle parole? Presi per mano Joy e Dan mentre Kris cercava di rintracciare Dakota e Ash.
La fissavo camminare, e non potei fare a meno di notare quanto bella fosse. Aveva in dosso una camicetta blu che le risaltava la pelle diafana, i suoi immancabili Jeans e un paio i converse ai piedi. Sogghignai.
“Perché ridi?”mi domandò con un sopraccigli o alzato, dopo aver notato che la stavo osservando.
“Perché certe cose non muoiono mai..” risposi continuando a ridere, mentre indicavo il paio di all star che aveva ai piedi.
MI fece l’occhiolino e riprovò a comporre il numero di Dakota nella speranza che rispondesse.
Joy era la felicità fatta in persona, aveva capito che qualcosa era cambiato tra me e sua madre, aveva capito che tra di noi non c’era più astio. Certo, una parte di me si sarebbe sentita per sempre delusa dal suo comportamento, ma la parte più grande la avrebbe amata per sempre.
“Oh Eccole!” esclamò Kris, vedendole arrivare verso di noi, sorridenti ma anche leggermente preoccupate.
“Si può sapere dove eravate finiti?!”
Mi passai una mano fra i capelli. “Ci sono scappati, Joy ha convinto Dan ad andare con lei al ruscello qui sopra..” spiegò Kris, che mi sorrise, e io feci lo stesso.
Notai Ash guardarci perplessa, si era accorta anche lei che erano cambiate un paio di cose.
“Beh, io e Dan dobbiamo tornare a casa per pranzo… tu Rob resti con Kris?” mi chiese al settimo cielo, e in quel momento sentii le mie guance andare a fuoco.
“Io.. non so se è il caso..” balbettai fino a che Joy non mi tirò per un brandello dei Jeans.
“Mangi con noi! Ti prego Rob.. perfavooore… a me e alla mamma farebbe tanto piacere!” mugolò con dolcezza. Vidi Kris irrigidirsi per poi sciogliersi pian piano e annuire. “Si Rob, ci farebbe piacere..”
Presi un respiro, e acconsentii. “Sarebbe bello..”
“Okay allora vengo anche io.. possiamo andare al MC donald’s!” mi girai verso Dakota, e un secondo dopo fu fulminata da Ash. “Non vedi che vogliono rimanere un po’ da soli?” le sussurrò all’orecchio, ma io riuscii ugualmente a sentire.
“Uhhhh, beh io non ci capisco niente, prima bianco, poi nero, poi bianco, poi nero…” blaterò Ota, fino a che non la spinse via, e ci salutò rapidamente. Lasciandoci, nuovamente soli.
“Potrebbero fare una commedia in tv..” commentò Kris ridendo, e io mi unii a lei.

“Allora mamy, andiamo al Mac?”
Kris le sorrise dolcemente abbassandosi, per poi abbracciarla forte. Sentii il mio cuore perdere un battito alla vista di quel momento così dolce. Joy la strinse forte a se e chiuse gli occhietti, per poi posare un bacino sulla guancia della mamma.
“Scusa…” mormorò piano, al che Kris scosse la testa e la prese in braccio. “Mac Donald’s sia!” annunciò e iniziammo a camminare verso l’uscita.
Durante il tragitto non parlammo praticamente, ci pensava la piccola Joy a farlo, ed io ero contento di passare del tempo con loro. Non mi importava che quella splendida bambina fosse dell’uomo che più avevo odiato in tutta la mia vita. IN lei vedevo solo Kris, e questo mi bastava.
“Che cosa vorresti fare da grande amore?” le chiesi scompigliandole i capelli boccolosi e ramati.
Corrucciò il labbro, e assottigliò lo sguardo. “O l’attrice come la mamma..” ridacchiai. “Oppure…. Pediatra!”
“La pediatra?”
Annuì convinta delle sue parole. “Esatto… ci sono un sacco di bambini malati, ed io vorrei curarli..” spiegò come un’adulta, e mi volta verso Kris incredulo.
“Ma è figlia tua, o di Rita Levi Montalcini?!” scherzai, e vidi Kris ridere pero poi rabbuiarsi.
“E tu Rob da piccolo cosa volevi fare?”
“Il musicista… “ buttai lì sorridendole.
“Devi sapere tesoro che Rob è un ottimo pianista..” Storsi la bocca. “Ottimo? Non direi..”
Alzò gli occhi al cielo. “E anche modesto..”
“E come mai sei diventato attore?” chiese la piccola curiosona.
“Perché amavo fare anche quello.. però non sono partito molto bene.. ho fatto dei film privati, di non molta importanza… finchè non ho avuto grazie a tua mamma la parte più importante della mia vita..”
Aprì le sue piccole labbra fino a formare una o di stupore.
“Davvero grazie alla mia mamma?”
Annuii e Kris prese per la mano sia me che Joy, e quel contatto mi fece fremere. Mi era mancato tenerla per mano..
Entrammo nel locale, non troppo affollato e ci sedemmo ad un tavolo accanto ad uuna vetrata.
Lasciai temporaneamente la mano di Kris e Joy, per andare ad ordinare.
Mmm.. se non ricordavo male..
“Doppio cheeseburger con patatine e salsa barbecue?”
Kris sorrise mordendosi il labbro. “ Ricordi ancora?”
Feci spallucce. “Certe cose rimangono impresse, e tu piccola?” chiesi a Joy mentre cercava di salire sugli sgabelli.
“Io.. un hamburger normale, e patatine grazie!” rispose, mentre la aiutavo a salire. Andai a prendere i vassoi e ad ordinare, e tornai carico di cibo. Kris e Joy ridevano e scherzavano fra di loro, e con buona probabilità ridevano sulla mia pettinatura.
“Rob?” chiese Joy afferrando il suo panino. “Si tesoro?”
“Tu ti pettini i capelli?” Mi strozzai con l’hamburger che avevo in bocca, e Kris ridacchiò forte. “Amore, Rob passa circa cinquanta minuti al giorno a mettersi a posto i capelli!”
E iniziò ad imitarmi come era sua solita abitudine. Serpe. Joy rise battendo le manine, e dopodiché soddisfatta della risposta di sua madre continuò a mangiarsi beata il suo panino.
Fulminai Kris che mi sorrise a trentadue denti dopodiché iniziammo a divorare il nostro cibo. MI sentivo leggero, ma soprattutto felice di essere lì con loro due.
Il pensiero che il giorno dopo avrei dovuto iniziare a girare, mi fece rabbrividire. Sarebbe stata dura, ma ero davvero interessato alla parte che avrei dovuto interpretare.
“Mi verrete a trovare sul set?” domandai posando l’hamburger. Joy sorrise e guardò Kris in modo molto eloquente come per dire : Tipregotipregotiprego.
“Certo, tanto io per adesso sono libera.”
“Così se questa piccola farà l’attrice avrà modo di conoscere un vero set!”
Joy mi balzò sulle gambe e mi strinse forte. “Grazie!” Le toccai con un dito la punta del nasino. “Di niente.”
Vidi Kris guardarci dolcemente. Finimmo di mangiare, e come e ra previsto io e Kris litigammo per il conto.
“Noi siamo in due, tu in uno, e poi sei nostro ospite!” esclamò Kris, impedendomi di tirare fuori il protafoglio.
“Non se ne parla cara…” diniegai con il capo cercando di sfuggiare alla stretta che ben salda aveva intorno al mio polso.
Dopo alcuni minuti di lotta, riuscii a dare alla commessa i contanti, che intanto ci guardava come se fossimo impazziti, oppure come se avesse visto Robert Pattinson e Kristen Stewart insieme. Già sapevo cosa sarebbe uscito sui giornali il giorno seguente.
“Ma voi.. voi siete Robert e Kristen e la piccola Joy?!” urlò sull’orlo di una crisi di nervi. Come odiavo queste persone. Non potevano farsi semplicemente gli affari loro? Perché la mia vita privata doveva essere sulla bocca di tutti?
Kris fece per annuire ma io la bloccai. “ No, mi dispiace.. io sono Richard, e lei e Sarah.. niente a che vedere con questi due tizi.”
Kris cercò di nascondere una risata, ma non ci riuscì appieno. “Davvero? Eppure siete identici!”
“Mi dispiace signora.. ma siamo un po’ di fretta, veniamo dal Texas”
“Mi scusi.” Rispose con un’espressione da idiota stampata sulla faccia.
Mi diede il resto ed uscimmo sghignazzando.
“Tu sei e resterai idiota…”
“Grazie”
Joy non capiva, e ci guardava come se fossimo entrambi da ricoverare. Non aveva tutti i torti dopotutto.
Purtroppo la nostra bolla di felicità fu interrotta da un paparazzo appostato ai lati della strada, e così decisi di accompagnarle verso casa.
“Grazie di tutto… e di aver offerto il pranzo.. ti devo venti dollari..”
Alzai gli occhi al cielo, e mi avvicinai per stringerla a me. Chissà quando la avrei rivista, speravo presto, ma con i miei impegni lavorativi era difficile a dirsi.
Ricambiò l’abbraccio con ardore, e ispirai il suo profumo dolce, ma contemporaneamente non nauseante.
“Thank you..” mormorai al suo orecchio, e la sentii fremere.

Mi staccai da lei e vidi Joy osservarci con gli occhi lucidi. La alzai da terra e la feci volare fra le mie braccia.
“Fai la brava..”

Annuì per poi posare un piccolo bacio sulla mia guancia.

“Tanto io e la mamma ti verremo a trovare…. "
“Lo spero..”
Le misi giù, e dopo averle guardate un’ultima volta, mi voltai per
andare verso casa di Kellan.
Me ne andai, ma una parte di me rimase nelle loro mani. Ero felice, finalmente felice come non lo ero da tempo.

__________________________
Allora cosa ne pensate? E' stato oppure no dolce e tenero? *-* Vi lascio allo spoiler amoriiiii <3


Spoiler
Pov. Kristen
“chi è?”
“Steve, non lo sento da tanto” dissi non riuscendo a rammentare l’ultima volta ci avevo parlato. Più di un mese sicuro.
“salutamelo, io vado in camera da Joy” mi comunicò uscendo dalla stanza. Mi sedetti su una sedia e finalmente risposi.
“ehilà, guarda un po’ chi si sente” esordii facendolo ridere.
“Sono imperdonabile lo so, ma le riprese di questo film mi hanno preso davvero tanto tempo”
“lo so, infondo è un lavoro impegnativo. Come procede?” gli chiesi ricordando un po’ il copione che mi lesse qualche mese fa. Avevamo un bel rapporto io e Steve, quando avevamo divorziato ci eravamo ripromessi di non perderci mai di vista, infondo eravamo stati sposati per 3 anni e per quanto entrambi sapessimo che più che amanti eravamo due amici, ci eravamo trovati bene. “abbiamo quasi terminato quindi nel giro di qualche giorno dovrei essere libero. Ormai non ci resta altro che girare le piccole scene da inserire nei vuoti sai com‘è. Dimmi tu piuttosto, come sta Joy?”
“sta benissimo. Diventa ogni giorno più chiacchierona e vivace e poi sembra che abbia una dipendenza per le caramelle ormai. Tutta colpa di Dakota, sai com‘è fatta, le fa passare tutto e a proposito ti saluta” lo sentii ridere dall’altro capo della cornetta.
“Ah Joy, giuro che appena riesco a liberarmi vengo a trovarvi. Mi manca quella peste. Ha ancora l‘abitudine di scappare?” alzai gli occhi al cielo ricordando quante volte era fuggita in quest’ultima settimana.
“le abitudini sono dure a morire lo sai bene. Mi scappa dal sotto il naso in un batter d‘occhio. È diventata piuttosto brava sai?” lui scoppiò in una fragorosa risata alla quale mi unii anche io.
“immagino, quindi non è cambiato proprio nulla eh?” ora sogghignava divertito. Non sapevo se dirgli o meno di Robert, non ancora almeno perciò decisi di mentire.
“già proprio nulla” confermai facendolo sospirare.
“proprio nulla a parte il tuo umore che sono sicuro centri con l‘arrivo di un inglesino in città”
Beccata!

Nusia&Marty

Ritorna all'indice


Capitolo 9
*** 9- Very Happy (Nusia) ***


fff Salve a tutteeeeee *-* ma quante siete che ci leggete? Awwwww...grazie mille davvero, siamo senza parole *-*
Ma voi ve lo immaginate in "Thank you" finale del capitolo precedente detto da Rob in persona? Awww.... ok oggi delirio non fateci caso ma il mio umore è a palla xD Grazie al cielo mi sono ripresa dall'influenza *-* e ho potuto festeggiare al meglio halloween, voi cosa avete fatto di bello? *-*
Si lo so che non volete che io vi rompa con i miei discorsi senza senso perciò vi lascio le risposte alle recensioni della mia Mabel e al capitolo.
p.s. ci vediamo in fondo alla pagina per un pò di pubblicitààààà!
Risposte Recensioni:
Twilighter97: Ciao raffy, innanzitutto sappi che anche a me sta sulle palle, sia Emilie che Micheal -.-“”” anzi, a dirla tutta se ci aggiungiamo anche Nikki è meglio XD Coooomunque u__u grazie mille davvero, hahah peace and love ;) un bacio e buona lettura!

cimellita: Hahah tesoro anche noi ti adoriamo se lasci delle recensioni così belle *-* Grazie Grazie Grazie, sei un angelo ^_^ Spero che l’attesa non ti abbia divorato, buona lettura ;)

tamina_e_dastan: *__* Awww *_* Anche io adoro Joy, abbiamo di cercato di renderla un po’ peperina.. XD Buona lettura, e grazie per i complimenti

_SilviPattz_ : Grazie tesorino :) sono contenta che ti sia piaciuto… ihih, ti mando una caterva di baci…
Buona lettura!

marty baddy: No guarda marty, non ti conosco XD ihih XD Ehm.. se sarà di nuovo amore, chi può saperlo, è tutto da vedere.. ehm.. ehm.. vabbè tesoro ti lascio al capitolo, buona lettura ;)

emi cullen : Grazie tesoro, anche tu sei dolcissima, come al solito direi *_* Hahaha, tranquilla Emilie è un ricordo passato… (si spera) no dai, non la rimetteremo solo perché ci sta troppo sul culo XD ihih
Buona lettura^^

Thecarnival: ihih, oddio addirittura senza parole? *__* Aww ma grazie *_* hahah, non ti preoccupare, d’altronde Steve è a kilometri da Rob e Kris… non sarà un grosso problema… si spera XD Buona lettura, e ancora grazie!

Signora degli anelli: Hahah, eh si.. se devo essere sincera anche io scappavo da mia mamma da piccola >.< Una volta mi sono rinchiusa dentro l’armadietto della piscina, e mi ha ritrovata solo dopo tre ore XD Coooomunque u__u grazie mille tesoro, sono contenta che ti sia piaciuto il capitolo! Un bacione, Marty

Lallapig: Aww, grazie tesoro! Sono contenta che ti sia piaciuto il capitolo, e tutta la storia! Buona lettura!

Tes13May: Thank you, Thank you, Thank you!
Hhaha, eh si *_* grazie mille tere, sei un tesoro.. sisi, Tranquilla, Steve è uno okayXD
Buona lettura, e un bacio ^^

MACRY: Sorelline del mio cuore… *____* Che bello leggere una vostra recensione *__* Hahah, tranquille tesorine, la Ravin è solo un ricordo lontanto -.-“ I love you ♥ Marty

Fiorels: Lollettaaa XD hahah, ora mi sono fissata con sto nome XD E’ carino peròòò XD Comunque more u_u grazie mille… vedrai che Rob scoprirà presto di Joy ;)
p.s La nuova FF anche se l’hai già commentata, avresti potuto leggerla quando volevi XD ihih XD
Love u so much!

Sydney90: Grazie mille tesoro :) :) Sono contenta che ti sia piaciuto, davvero… Sei un tesoro ^^

Anto_Pattz: Antonelluzzaaa, qui a risponderti c’è la tua Martybettuzzaaa XD Grazie mille amore, sono contenta che ti sia piaciuto il capitolo ^^ Vedrai che ce ne saranno di momenti simili a questo, tranquilla ^^
Ricambio il baciotto grande e smisurato, e ci aggiungo un abbraccione XD Love u

Busypol: Grazie mille tesoro, sei sempre troppo gentile nei miei confronti… Nn ti stufi a leggermi? XD Cmq, buona lettura, e un bacio

Darkshine1986: Anche noi ti adoriamo! Buona lettura :)




"Resta"
9-Capitolo (Nusia)
Pov. Kristen

Erano esattamente 3 giorni che avevo un sorriso costantemente stampato sul volto. Tutto merito dell’estate o del tempo libero a mia disposizione? Certo se volevo negare l’evidenza. La verità era che  se non fosse stato per Robert, per la sua seconda opportunità, non penso che avrei mai più visto un sorriso del genere sul mio volto. Persino lavare i piatti insieme alla mia migliore amica mi faceva sentire bene. Si, sapevo che era una cosa assurda totalmente infantile ma…ero felice! Se ricordavo bene non mi sentivo così leggera e spensierata da tanto, forse troppo tempo. L’ultima volta che sorrisi in un modo simile fu quando mi misero tra le braccia la mia bambina. Ricordavo ancora le lacrime che si addensarono ai lati degli occhi quando Joy mi strinse il dito tra la sua piccola e paffuta manina.

“avanti Kristen ce la puoi fare, respira lentamente, ecco così bravissima tesoro” Dakota mi teneva stretta la mano e respirava lentamente con me. Mi si erano rotte le acque e da circa 7 ore non facevo altro che urlare per le dolore. Mi avevano detto che il travaglio sarebbe stata la parte più dolorosa ed estenuante ma non credevo fino a quel punto. Grazie al cielo le contrazioni ormai arrivavano ogni manciata di secondi così la mia dottoressa aveva annunciato che si poteva procedere al parto naturale. In quel momento mi trovavo in sala operatoria, distesa su un lettino, con le gambe aperte a spingere con tutte le forze che avevo per mettere alla luce la mia bambina. Bambina che in quel momento detestavo per la pena che mi stava facendo vivere ma che sapevo avrei amato appena uscita. Infondo quando si è costretti a patire tanto non si pensa molto agli altri o forse ero io a non riuscirci. Ma chi aveva detto che partorire era una bella esperienza?
“AAAAHHHHH” lanciai un altro urlo proprio quando la dottoressa mi ordinò di spingere.
“sei brava Kristen su” mi incitò Dakota sorridendomi emozionata. Non avevo voluto nessuno al mio fianco se non lei. Non mia madre o Steve, solo lei, la mia Ota. Sapevo che in quel momento l’unica persona che avrei potuto sentire realmente vicina era lei, l’unica dopo quella che in realtà avrei davvero voluto al mio fianco.
“uno, due, tre…spinga” ed io lo feci, quella volta senza urlare. Respiravo, stringevo i pugni e spingevo mentre la mia mente gravitava altrove. Chissà dov’era in quel momento lui. Chissà cosa faceva, con chi era. Forse con Tom a bere una delle sue solite birre seduto su uno sgabello di un insulso bar. Oppure dormiva, infondo dovevano essere le due di notte passate. Qualunque cosa stava facendo, sapevo che era ignaro che in quel preciso istante stavo mettendo alla luce nostra figlia.
“ROOOOOOOOOOOBBBB” urlai un’ultima volta prima di sentire un piccolo pianto propagarsi per la stanza. Mi accasciai sul cuscino sentendomi finalmente libera e sospirai.
“ce l‘hai fatta amore mio” bisbigliò Dakota al mio orecchio. La fissai negli occhi e notai che erano lucidi e luminosi, come se quel giorno fosse stato anche il più importante della sua vita. La dottoressa si avvicinò a noi con in braccio un piccolo corpicino coperto da una tovaglia e ci sorrise. La mia amica si asciugò una lacrima e si avvicinò a lei prendendole la mia creatura dalle mani per poi tornare da me.
“cara mammina, ti presento Joy” mi annunciò prima di posarla tra le mie braccia. La tenni sul mio petto senza toccarla davvero, la vedevo piccola e fragile e avevo paura che con un minimo tocco si sarebbe frantumata.
“non aver paura” mi consigliò la dottoressa ed io annuii. Mi accomodai meglio sul lettino e l’allontanai un po’ da me per poterla guardare meglio. Era ancora un po’ sporca, ma anche così era stupenda. Un piccolo angelo mi era stato donato ed io avrei avuto il dovere di prendermene cura. Le toccai il piccolo viso e quando una sua piccola e paffuta manina strinse un mio dito mi si aprì sul volto un sorriso spontaneo. Il primo dopo tanto tempo.
“è meravigliosa” mormorai e sentii una lacrima rigarmi il volto.
“guardala Kristen”  disse Dakota quando mi vide ad occhi chiusi. Li aprii e alla vista dei suoi grandi occhi color del cielo rimasi estasiata.
“abbiamo creato un angelo Robert” sussurrai emozionata.

Con il tempo la tonalità dei suoi occhi era cambiata fino a diventare verde come la mia. Sapevo che i bambini tendevano a cambiar colore degli occhi nel primo mese di vita ma io avevo sperato che non succedesse. Avrei tanto voluto che rimanessero azzurri come quelli del papà ma anche se ciò non era successo non potevo certo lamentarmi che non gli somigliasse. Casomai il contrario.
“quindi mi chiedevo cosa ne pensassi” concluse Dakota voltandosi verso di me e porgendomi l’ultimo piatto da asciugare. Ci divertivamo a lavare i piatti quando avevamo del tempo libero. Era una cretinata ma era una cosa nostra e ci piaceva tanto.
Cercai di non farle intendere che non avevo seguito praticamente nulla di quello che avevo detto, perciò cercai di non guardarla negli occhi e rischiai.
“fantastico è…un….un‘idea grandiosa” bofonchiai e lei mi guardò perplessa.
“pensavo che almeno avresti iniziato a saltellare per tutta la cucina” ammise contrariata.
“oh…ehm…” non sapevo che dirle.
“ho paura Kristen” mi disse facendosi improvvisamente seria. Ok, non avevo la più pallida idea di cosa stessimo parlando.
“di cosa Ota?” domandai cercando di tirar fuori qualche ragno dal buco.
“non lo so…e se poi va male? Insomma Kris il matrimonio è un passo importante e…io e Cole…”
MATRIMONIO?” urlai come una matta facendo cadere il piatto a terra. Inutile dire che si ruppe in mille pezzi.
“tu e Cole vi sposate?” chiesi sbalordita e lei scoppiò a ridere.
“Oh dio Kristen, prenderti in giro è uno spasso” balbettò tra una risata e l’altra mentre raccoglieva da terra i cocci del piatto. La guardai male lanciandole dietro uno straccio.
“sei una stupida, mi è preso un colpo” l’accusai e lei rise più forte se è possibile.
“la smetti?” mi lagnai.
“okok però è stato davvero pazzesco. Insomma io ero li a dire cavolate assurde, a parlarti di una proposta di matrimonio mai fatta, a descrivere l‘abito dei miei sogni e il banchetto, gli invitati e tu non ti sei accorta di nulla. Insomma continuavi a strofinare lo stesso piatto e sorridere come l‘imbecille” e rise ancora una volta. Ecco, avevo fatto la figura della stupida adolescente con la testa perennemente tra le nuvole.
“a cosa pensavi di tanto bello?” mi domandò quando si fu calmata.
“oh…nulla” tentennai facendole scuotere la testa.
“cos‘è imbarazzo, quello che leggo sul tuo volto? O dovrei chiamarlo effetto Robert Pattinson?” continuò a prendermi in giro.
“piantala Ota” dissi dandole una piccola spinta per poi scoppiare a ridere anch’io.
“vedo con piacere che ti è tornato il buon umore” commentò accarezzandomi un braccio. Asserii con il capo per poi sospirare.
“sono felice” ammisi facendola ridacchiare.
“Ah l‘amour!” esclamò prima di abbracciarmi.
“ehi chi ti dice che io sia innamorata?!” lei sciolse l’abbraccio guardandomi indifferente.
“scherzi vero?”
“per me Robert è un semplice amico” le dissi scoccandole un bacio sulla guancia e strizzandole l’occhio. Comprese che la stavo prendendo in giro e ridacchiò divertita.
“certo, d‘altronde anche per me Cole è solo un amico”
“esattamente” le confermai prima di afferrare il mio telefonino che aveva cominciato a suonare. Lessi il nome sul display e accennai un piccolo sorriso.
“chi è?”
“Steve, non lo sento da tanto” dissi non riuscendo a rammentare l’ultima volta che ci avevo parlato. Più di un mese sicuro.
“salutamelo, io vado in camera da Joy” mi comunicò uscendo dalla stanza. Mi sedetti su una sedia e finalmente risposi.
“ehilà, guarda un po’ chi si sente” esordii facendolo ridere.
“Sono imperdonabile lo so, ma le riprese di questo film mi hanno preso davvero tanto tempo”
“lo so, infondo è un lavoro impegnativo. Come procede?” gli chiesi ricordando un po’ il copione che mi lesse qualche mese fa. Avevamo un bel rapporto io e Steve, quando avevamo divorziato ci eravamo ripromessi di non perderci mai di vista, infondo eravamo stati sposati per 3 anni e per quanto entrambi sapessimo che più che amanti eravamo due amici, ci eravamo trovati bene. Ero contenta di averlo ancora nella mia vita e poi Joy lo aveva sempre visto come uno zio. Già, non avevo mai permesso che lo chiamasse papà e a lui andava bene così. I primi tempi, quando la piccola iniziò a parlare, era stata dura insegnarla che Steve non era il padre. Fortunatamente Joy è sempre stata intelligente e dopo pochi mesi comprese che Steve era semplicemente Steve.
“abbiamo quasi terminato quindi nel giro di qualche giorno dovrei essere libero. Ormai non ci resta altro che girare le piccole scene da inserire nei vuoti sai com‘è. Dimmi tu piuttosto, come sta Joy?”
“sta benissimo. Diventa ogni giorno più chiacchierona e vivace e poi sembra che abbia una dipendenza per le caramelle ormai. Tutta colpa di Dakota, sai com‘è fatta, le fa passare tutto e a proposito ti saluta” lo sentii ridere dall’altro capo della cornetta.
“Ah Joy, giuro che appena riesco a liberarmi vengo a trovarvi. Mi manca quella peste. Ha ancora l‘abitudine di scappare?” alzai gli occhi al cielo ricordando quante volte era fuggita in quest’ultima settimana.
“le abitudini sono dure a morire lo sai bene. Mi scappa dal sotto il naso in un batter d‘occhio. È diventata piuttosto brava sai?” lui scoppiò in una fragorosa risata alla quale mi unii anche io.
“immagino, quindi non è cambiato proprio nulla eh?” ora sogghignava divertito. Non sapevo se dirgli o meno di Robert, non ancora almeno perciò decisi di mentire.
“già proprio nulla” confermai facendolo sospirare.
“proprio nulla a parte il tuo umore che, sono sicuro, centri con l‘arrivo di un inglesino in città” beccata!
“di che inglesino parli?” chiese facendo finta di cadere dalle nuvole.
“di quello che è stato fotografato con te e Joy circa 3 giorni fa. Se non sbaglio si chiama mmmh…Robert Pattinson?”
“aaaaaaaaaah dici quell‘inglesino” feci finta di rammentare.
“com‘è stato rivederlo? Insomma erano...quattro anni no?”
Ci facemmo entrambi seri ed io sospirai.
“già, proprio quattro anni. È…è stato strano Steve. L‘ho incontrato nel supermercato perché Joy si era persa e guarda caso chi l‘ha trovata? Lui. Non puoi capire come mi sono sentita quando li ho visti insieme. Mi è sembrato di toccare il cielo con un dito e nello stesso tempo di sprofondare all‘inferno” ammisi.
“immagino tesoro. Si somigliano molto non è così? La somiglianza c‘è sempre stata”
“sono identici, se non fosse per gli occhi sarebbero realmente due fotocopie. Fortunatamente nessuno sembra averci fatto caso, non ancora almeno”
“pensi di dirgli la verità? Infondo è il padre Kristen” mi chiese.
“non lo so Steve, non è semplice. Ho…ho paura prché so che la prenderebbe male, non per Joy, ma perché saprebbe che gli ho nascosto una cosa del genere per 4 lunghi anni”
“Rob è sempre stato comprensivo, forse all‘inizio si sentirà tradito ma poi gli passerà no?”
“Devo pensarci bene. Non posso andare li di punto in bianco di dirgli che ha una figlia. Insomma sono appena 3 giorni che ci parliamo senza scannarci. Dopo l‘incontro al market l‘ho rivisto ad un ristorante e me ne ha dette di tutti i colori. Mi ha confessato che l‘ho deluso e Dio solo sa quanto mi odierà se gli dico la verità” ero frustata.
“hai paura di perderlo?”
“non voglio che esca dalla mia vita proprio ora che ci è rientrato. So che tutto è cambiato tra di noi e so che non potremmo mai più essere come un tempo. Mi accontento di stargli vicino come amica Steve” e quasi mi venne da ridere pensando a quanto assurda fosse la situazione. Io che confidavo al mio ex marito di provare ancora qualcosa per Rob ma che sapevo che ormai potevo solo essere sua amica. Assurdo!
“sappiamo entrambi che prima o poi dovrà sapere la verità. Se vuoi possiamo farlo insieme. So che molto probabilmente mi odia con tutto se stesso ma cercherei di farlo ragionare”
“prima o poi glielo dirò” acconsentii.
“vuoi un consiglio Kristen?” mi chiese.
“dimmi”
“non aspettare troppo tempo per parlargli. Potrebbe scoprirlo da solo e a quel punto sarebbe davvero difficile farti ascoltare e tu lo sa bene”
“non potrebbe mai scoprirlo da solo” lo contraddissi.
“pensaci bene Kristen. Joy gli somiglia tanto e per di più sa che io non sono il padre. Tua figlia è intelligente ma ha pur sempre 4 anni”
Mi si mozzò il fiato davanti a quella costatazione. Steve non aveva tutti i torti. Joy e Robert andavano piuttosto d’accordo e la piccola poteva facilmente dire che Steve non era il padre. Infondo come potrebbe mai pensare che se solo si facesse scappare quella cosa succederebbe il putiferio?
“gli parlerò quanto prima, hai ragione”
“brava tesoro. Io ora devo scappare. Tienimi aggiornato ok? Un bacio”
“si Steve grazie. A presto” e riagganciai.
Restai seduta su quella sedia a riflettere per qualche altro minuto, dopodiché decisi di raggiungere Ota e Joy in camera della piccola.
Quando stava per aprire la porta della stanza mi bloccai alla domanda di mia figlia.
 “Zia posso chiederti una cosa?” le disse mentre Dakota le sistemava i bei capelli.
“certo amore dimmi”
“ecco…tu lo sai perché la mamma e Rob si sono lasciati?” dalla piccola fessura della porta vidi chiaramente la mia amica irrigidirsi e aggrottare le sopracciglia. Chi bambina di 4 anni avrebbe mai chiesto una cosa del genere? A quanto pare solo Joy Stewart. Si, le ho dato il mio cognome. All’epoca pensai che visto che non poteva portare il cognome del padre avrebbe portato solo ed esclusivamente il mio.
“Sono cose da adulti tesoro. È complicato per te” se credeva di salvarsi con quella giustificazione si sbagliava di grosso. Difatti la mia bambina si volto verso di lei e le sorrise.
“farò un sforzo, tu dici” mi scappò un ghigno ma portai subito la mano alla bocca per non farmi scoprire. Anche Dakota sorrise e prendendola in braccio si decise a parlare.
“beh vedi molte volte noi grandi siamo dei veri idioti e non ridere sai?! Io dico davvero”
“e anche la mamma e Robert lo sono stati?”
“loro più di tutti amore mio. Quando si cresce tendiamo tutti a complicarci la vita con assurde paranoie e la tua mamma tesoro, di paranoie se n‘è fatte tante e tutte senza motivo”
“e perché?” chiese mia figlia ormai curiosa. Anche io volevo che continuasse a parlare. Ero interessata a capire come apparisse la mia storia agli occhi degli altri.
“perché ad un certo punto ha dimenticato l‘amore che Robert provava per lei. Tu sei piccola amore mio e probabilmente non stai capendo nulla di quello che ti sto dicendo però so che un giorno capirai. La tua mamma e Rob non si sono lasciati perché non si amavano”
“e allora per quale motivo?”
“semplicemente perché hanno preferito ragionare con la testa invece che con il cuore. A quest‘ora non ci troveremmo in questa situazione amore mio” bisbigliò alla fine baciandole il capo. Mia figlia annuì e pensando che il discorso fosse concluso provai ad entrare, ma dovetti bloccarmi nuovamente al suono della voce della mia amica.
“Joy mi fai una promessa? Hai solo 4 anni ma so che sei intelligente. Promettimi che sceglierai sempre con il tuo cuoricino, ok?” sorrisi quando la mia bambina asserì con il capo.
“e promettimelo anche a me tesoro” dissi io uscendo finalmente allo scoperto.
“Ehi, non si origlia alle porte” mi riproverò Dakota per poi scoppiare a ridere.
“Steve vi saluta. Ha detto che appena sarà libero ti verrà a trovare, sei contenta tesoro?”
“siiiiiii…mi manca tanto Steve” esultò Joy scendendo dalle braccia della zia e correndo in salotto.
“quanto hai ascoltato della conversazione?” mi chiese Dakota venendomi incontro a braccia conserte.
“più o meno dall‘inizio” sogghignai “e a proposito, grazie per avermi dato dell‘idiota”
“Oh beh di niente infondo è la pura verità” alzai gli occhi al cielo sospirando teatralmente anche se in cuor mio sapevo che aveva ragione.
“che ti ha detto Steve?”
“niente si è scusato per non essersi fatto sentire ma le riprese gli rubavano troppo tempo e poi mi ha praticamente presa in giro” la informai.
“come sempre del resto. Questa volta su cosa?”
“sull‘arrivo di un inglesino in città. < se non sbaglio si chiama Robert Pattinson >” dissi cercando di imitare la sua voce. Ota rise a crepapelle.
“secondo lui dovrei dirgli la verità e anche al più presto” aggiunsi subito dopo facendola ritornare seria.
“lo penso anch‘io Kris”
“si, lo so. Su andiamo a vedere quella peste di mia figlia dov‘è finita” la incitai percorrendo il corridoio. Quando arrivammo nel soggiorno trovammo la piccola seduta a gambe incrociate sul divano con il mio cellulare in mano.
“certo che glielo dico, tu aspetta eh” stava parlando con qualcuno.
“Joy, con chi parli? E chi ti da il permesso di prendere il mio cellulare?” la rimproverai avvicinandomi. Lei se ne fregò bellamente e ridacchiò per una frase.
“Aspetta Rob che ti passo la mamma… tieni è per te” mi informò porgendomi il telefono.
“grazie tante eh!” esclamai a mia figlia prima di rispondere.
“Ehi Rob?” avevo il cuore il gola per l’emozione. Che cosa infantile!



_____________________________________________________
Eccomi qui, allora visto che il nostro Steve non era poi così cattivo? Vuole tanto bene a Kristen e Joy e per loro vorrebbe solo il meglio, in questo caso. Robert.
bene, bando alle ciance prima del capitolo vi annuncio che la nostra
Martybet
  alias Mabel che ha cambiato nickname, ha scritto una nuova ff e quindi dovete ASSOLUTAMENTE correre a leggerla tutte *-* vi lascio il link eh....
IL MATRIMONIO DEL MIO MIGLIORE AMICO

oltre a lei che come tutti sappiamo è molto più che bravissima, fate un salto a leggere anche
Abyss  della mia bravissima
shine_gr


Spoiler!
Pov.Robert
“Ciao..”
“Hei Rob.. come stai?” la sua voce era ferma, sicura, pacata, a contrario della mia. Perché dovevo essere sempre io il pappamolle, mentre era sempre lei quella ad avere la situazione sotto mano?
"Volevo sapere, se ti andava di venire con Joy qui da me.. alle riprese intendo..”
“Mi farebbe, ci farebbe davvero piacere..”
Sulle mie labbra comparve un sorriso a trentadue denti, aveva accettato.
“Oggi pomeriggio sei libera?”
“Mmm..si direi di si.. Joy ne sarà entusiasta, e anche io lo sono..”

Pov.Kristen
“Bastardo!”
“Joy! Ma cosa sono queste parole!” dissi sbalordita.
“Ma lo hai detto tu prima al paparazzo… non so nemmeno cosa vuol dire..” si scusò facendo il suo solito labbruccio.
“Comunque, alla fine, Logan e Fanny decidono di andare a vivere insieme, e Logan è subito affascinato da questa bambina..con il tempo si accorge anche di provare qualcosa per Fanny, e una sera compone una ninna nanna per la bimba chiamata Drops of rain…”
“Da qui il titolo Drop of Rain” conclusi io per lui.
“Esatto!”
Rimasi persa nei miei pensieri fino a quando, qualcosa mi colpì in pieno viso.
Ci misi qualche secondo per realizzare di essere stata colpita da un cuscino.
Spalancai gli occhi, e vidi Rob e Joy, in piedi davanti a me con due affari rossi in mano.
“Mamma vuoi la guerra?!” esclamò Joy sorridendo



Nusia&Marty

Ritorna all'indice


Capitolo 10
*** 10- Drop of Rain (Martybet) ***


dddddddddddd
Buona domenica a tutte tesori come state oggi? Io abbastanza bene =)
avete notato alcuni piccoli cambiamenti del sito, come l'avart? *-* io non riesco ad inseriro però -.-"
se vi va fate un saltino nella mia pagina, ho scritto qualcosina su di me, quindi se volete conoscermi un pochetto siete le benvenuta =D
Allora bando alle ciance passiamo al capitolo? Questo mi piace davvero tanto forse perché il legame di Joy e ROb si intensifica maggiormente o semplicemente per la bella atmosferma che si "sente"
p.s. scusate per gli errori ma non ho avuto tempo di correggerli =(
Ci vediamo a fondo paginaaaaaa ora vi lascio alle-->>
Risposte Recensioni:

emy cullen : grazie mille Emy. Come vi avevo avvisato Steve è davvero un tesoro. Vuole bene a Kristen nulla di più =)... per quanto riguarda la verità deve per forza essere svelata con la giusta cautela, penso che verrebbe un infarto a chiunque se una va li e dice "Ehi guarda ke tu sei papà da 4 anni" O___O xD un bacio. twilighter97 : mhahahahah anche io sono stata a casuccia mi ad Halloween Raffy quindi consolati xDxD Ovviamente anche la sottoscritta odia Emilie e Micheal, povero se penso a quante gliene ho dette =D Nikki neanche io penso si cattiva, tutt'altro, forse ha sbagliato ma penso che non sia poi così stronza =)....un bacio e grazie mille! _SilviPattz_: grazie mille tesorooooooo.... *-* vero, il rapporto di Ota e Kristen è davvero bellissimo e il flashback ho pensato che doveva esserci *-* sono contenta che vi sia piaciuto. Un bacio! Ti adoro. Tes13May : grazie milleeeeeee Tes...beh Dakota in questa fan faction è molto importante anche perché è il vero punto di riferimento di kristen. Il momento "tragico" si avvicina sempre di più e non so se sarà calmo xD sai come si dice no? Le persone all'apaprenza calme sono le più pericolose O_O xD Un bacio. thecarnival : ahahah cortino? beh 6 paginette non è cortino ma ti capisco xD anche io quando leggo una ff non vorrei che finisse mai *-* Grazie infinite un bacio. MACRY: awwww le macryne Grazie mille tesorini siete sempre gentilissime *-* due bacioni enormi. sydney90: ahahaha si, Joy è davvero molto intelligente e se non prende lei la situazione in mano non lo farà nessuno xD Dakota e Kristen hanno un rapporto splendido, più che amicizia sembra vero e proprio affetto fraterno che è molto più forte =) Steve ha dato il consiglio più giusto e Kris lo sa benissimo. Grazie infinite un bacio. cimellita: grazie infinite tesorooooo *-* gli angeli siete voi, troppo buona <3 eheh qst capitoli qui sarà bellissim xd. Bacio. monibiondina: awwwww grazie di cuore, sono contenta che la storia ti piaccia tanto *-* Anto_Pattz : ahahahah grazie mille Anto, sta tranquilla che Steve  è davvero intenzionato a fare il bravo. Ci sono già troppi problemi, se ci aggiungiamo anche lui è la fine xD Baci! marty baddy: muahahahah siiiiiiiiiii l'amore tornerà, ma basterà quello? mmmh xD Grazie mille tesoro! Baci




"Resta"
10-Capitolo (Mabel)
Pov. Robert
Non ha importanza anche se siamo dei duri, i traumi lasciano sempre delle cicatrici. Ci seguono anche a casa, cambiano la nostra vita. I traumi incasinano tutti, ma forse è proprio questo il punto. Il dolore, la paura, le stronzate, forse subire questo ci permette di andare avanti, di superare ogni cosa. Forse tutti dobbiamo incasinarci un po' prima di poter migliorare.
Grey’s anatomy.


Mi mancava il calore del suo corpo, il profumo dei suoi capelli lunghi, la pelle color pesca, che molto spesso passava ad un colore rosso acceso sulle gote. I suoi grandi occhi verdi, perfettamente identici a quelli di Joy. Mi mancava anche quella bimba in modo straziante. Le sue risata mentre le solleticavo il pancino, quella ruga di incomprensione che le compariva sul suo viso, quando si perdeva certi discorsi. Ero innamorato della ragazza che mi aveva distrutto e della figlia che aveva avuto con un altro uomo. Eppure... eppure non potevo fare altrimenti. Non potevo odiare una cosa così bella, una cosa che avevo amato così profondamente. Ci avevo provato, per quattro lunghissimi anni non avevo fatto altro. L’odio e la delusione erano gli unici sentimenti che avevo provato. Ma ora, ora non era più così. Portai nuovamente la Marlboro fra le mie labbra, e ispirai lentamente, gustandomi quel sapore che tanto adoravo. Amavo fumare, e non era un vizio, no, era qualcosa che mi piaceva sul serio. Un particolare che condividevo con Kris. Le sigarette…
Perché una semplice parola riusciva a farmi tornare indietro nel tempo?

Scesi velocemente le scale, cercando il mio pacchetto di sigarette, ma nulla. Ero convinto di averlo lasciato sul mio comodino la sera precedente, ero certo. Presi la giacca e controllai nelle tasche ma delle mie amate Marlboro nessuna traccia. Certo avrei potuto sopravvivere senza fumare, ma dannazione, perché dovevo essere sempre così sbadato? Non che i soldi fossero un problema, ma perdevo ogni cosa. La settimana prima, avevo dimenticato una mia maglia da qualche parte, la volta ancora prima gli occhiali da sole, e ora le sigarette. Cazzo, volevo fumare, si alle otto di mattina, e con questo?!
E se.. no, quel pensiero .. no era assurdo. Come avrei potuto anche solo pensare che .. Non feci terminare i miei pensieri che aprii l’armadio di Kris, e una nuova consapevolezza mi si parò davanti. La mia fidanzata era una ladra. Trovai la mia camicia a quadretti rossa nascosta dietro ad un appendino, i miei occhiali dentro la sua trousse.. e le mie sigarette?!Presi il cellulare dalla tasca dei jeans e composi il numero che avevo fatto così tante volte. Non ci mise molto a rispondere.
“Rob, che c’è sto lavorando!” esclamò contrariata, e io immaginai la sua espressione imbronciata mentre pronunciava quelle parole. Adorabile.. ma sempre una ladra.
Ridacchiai, cercando di tenere un minimo di serietà. “Mi stavo chiedendo.. hai mica visto i miei rayban neri?”domandai sul vago. Silenzio. Sapevo che adorava indossare le mie cose, non mi dava per niente fastidio. Amavo vederla con le mie magliette, la rendevano in qualche modo più sexy.. ma le sigarette NO!
“Io…” balbettò. “Hai perso anche quelli?”
Piccola serpe che non sei altro!
“Io non ho perso nulla, anzi ho ritrovato parecchie cose aprendo il tuo armadio amore mio.”
“Oh.oh.” la sentii bisbigliare.
“Oh. Oh, un bel niente” feci finta di alzare la voce, per spaventarla, ma mi sentivo estremamente ridicolo, come d’altronde era ridicola tutta quella storia.
“Io.. ecco scusa…”
“Kris, dannazione quante volte.. ti ho detto di non prendere le mie cose?!” No, non potevo farcela, infatti finii la frase con una risata, e purtroppo tutta la mia messa in scena fu scoperta. L’ho mai detto che non sono bravo a mentire?!
“Nessuna in verità… è solo che mi piace.. sentire il tuo profumo sulla mia pelle, è come se una parte di te mi fosse vicino anche quando sono lontana..” spiegò con voce innocente, che mi fece sciogliere più del dovuto.
“Gattina, lo sai che puoi prendere ogni cosa che vuoi… e ora come sei vestita?”
“Veramente.. con la tua t.shirt grigia… “
Ridemmo in contemporanea, poi mi venne in mente un particolare. “ Le sigarette?!”
“Ehm.. che sigarette?!”
“Non fare la finta tonta, le MIE sigarette dove le hai messe?!”
“Ehi, ma scusa eh? dove è finito, prendi ogni cosa che vuoi..” ribattè.
“Non le mie sigarette.” Precisai.
“Te ne compro 10 pacchetti quando arrivo a casa..”
“No Kris, ora mi dici dove..”
“A dopo amore..” mi interruppe.
“Mi puoi dire dove sono per favore?!” la pregai usando tutta la dolcezza nella mia voce, sperando che compatisse un povero fumatore in astinenza.
“Ti amo Rob..”
Detto questo chiuse la telefonata. Bella conversazione! E sapete quale era la cosa buffa? Che la amavo anche io in un modo che poteva considerarsi illegale.

Non ci misi molto a convincermi di prendere il telefono per chiamarla, volevo averle lì con me. Volevo far vedere a Joy il set dove lavoravo, volevo abbracciarle, volevo sentire il loro profumo.
Composi il numero con le dita che mi tremavano appena, e non appena sentii che che la linea era libera trattenni il respiro. Passarono alcuni secondi ancora,il mio viso era tendente ad un rosso acceso, e sentivo il mio cuore andare a ritmo con il bip fastidioso del telefono. Potevano sudarmi le mani per una cosa così? Si, decisamente si.
“Ciao Spunk!”
Il mio cuore si fermò, per poi iniziare a battere ad un ritmo inverosimile. Erano anni che non sentivo la sua voce deliziosa chiamarmi in quel modo. Arrossii più di quanto non lo fossi già e mi morsi ferocemente il labbro inferiore.
“Ciao Kris..” mormorai sorridendo, quando un urlo mi fece quasi perdere l’udito, anzi no, non era un urlo ma una risata.
“Kris? Rob ma sono Joy!” esclamò ridendo la bambina, e in quel momento mi maledii quante volte possibile. Come potevo confondere la voce di Kristen con quella di Joy?! Era … assurdo!
“Scusami tesoro, ma tu e la mamma avete la voce che si assomiglia..” borbottai sprofondando sempre di più nell’imbarazzo. Mi sentivo molto una donna al suo primo appuntamento.
“Mamma dice che assomiglia molto di più a quella di papà, comunque Spunk mi sei mancato..”
Non so se furono le parole di per sé, oppure il modo veloce in cui le aveva dette, comunque mi persi sicuramente qualche cosa. Quello che il mio cervello elaborò fu solamente, papà, e Spunk mi sei mancato.
“Robbb! Ci sei?”
Mi schiarii la voce. “Si ci sono, anche tu mi sei mancata, tanto..” Mi fermai un secondo. “ Scusa ma come mi hai chiamato?”
La sua risata grassa e gioiosa mi fece completamente sciogliere. “ Mamma ieri sera mi ha racontato un po’ di cose su voi due, e ora ho deciso che ti chiamo così.. proprio come ti chiamava lei..” spiegò tra una risa e l’altra.
“Il tuo ragionamento non fa una piega.” Risposi sorridendo, non potevo credere al fatto che Kris avesse raccontato di me a lei, di noi, a lei. Forse.. forse non era tutto perduto come credevo.
Quella inaspettata consapevolezza mi fece gonfiare il petto di felicità.
“Quando è che ci vediamo?” chiese con voce strascicata, come se fosse una supplica. Non aveva capito che non doveva supplicare. Se avessi potuto avrei speso tutto il mio tempo con lei.
“Vi ho chiamate appunto per questo..volevo sapere che ne pensava tua madre..”
Sentii attraverso il cellulare dei fruscii, e la voce di Kris mi fece sobbalzare.
“Joy con chi parli?! E chi ti da il permesso di prendere il mio cellulare?” Sempre la solita.
“Aspetta Rob che ti passo la mamma.. tieni è per te” Non feci tempo a prepararmi psicologicamente, che all’altro capo del telefono ci fu Kris.
Presi un grosso respiro, e mentre mi torturavo le pellicine della mano, la salutai.
“Ciao..”
“Hei Rob.. come stai?” la sua voce era ferma, sicura, pacata, a contrario della mia. Perché dovevo essere sempre io il pappamolle, mentre era sempre lei quella ad avere la situazione sotto mano?
Un gay, Robert Pattinson era un gay.
Su cazzo, per una volta fai tu l’uomo.
“Vlvo spre s t andva d vnr cn Jy qi d me.. “dissi, o almeno provai a dire. Diciamo che quello che avevo in mente, e quello che era uscito dalla mia bocca erano cose diverse.
Sentii la sua risata cristallina, e questo mi fece sorridere. “ Si ho capito tutto Rob, ripeti un secondo che non ho capito l’ultima parola!”
Sospirai. “Volevo sapere,
“Se ti andava di venire con Joy qui da me.. alle riprese intendo..”
Okay questa volta era andata meglio, stavo recuperando dopotutto, no?! La rimonta di Robert Pattinson!
Silenzio, dalla sua bocca non uscì una parola.
“Allora che ne pensi?” riprovai con il cuore in gola.
“Io..” Dì di si, dì di si, dì di si.. mi ripetei nella testa come un mantra. “Mi farebbe, ci farebbe davvero piacere..”
Sulle mie labbra comparve un sorriso a trentadue denti, aveva accettato.
“Oggi pomeriggio sei libera?”
“Mmm..si direi di si.. Joy ne sarà entusiasta, e anche io lo sono..” Quelle ultime parole furono il colpo di grazie, rimasi imbabolato, immaginando la sua espressione imbarazzata.
“Bene, allora ci vediamo qui tra poco..” mormorai passandomi una mano nei capelli.
“Mmm… Rob, io non so bene dove girate.. quando arrivo lì vicino ti chiamo okay?”
“Certo… a dopo Kris”
“ A dopo Rob”
M i lasciai cadere a peso morto sul divano portando le mani sulla fronte. Non potevo crederci. Assurdo. Quella parola la avevo pronunciata troppe volte per i miei gusti in quell’ultima settimana, ma non c’era altro modo per descrivere quella situazione. Assurdo era la parola perfetta.

Pov. Kristen
Mi riguardai per l’ennesima volta allo specchio. Ero infantile? Decisamente si. Se no non mi sarei truccata e scelta appositamente i vestiti per un’ora. Non era da me, ne ero consapevole, ma chissà per quale ragione volevo fare bella figura. Su chi poi era ancora da decidere.
Abbassai lo sguardo dallo specchio e trovai gli occhi contrariati di mia figlia. Alzai le mani in segno di resa, ma i suoi occhi erano ancora puntati su di me, e mi fissavano in carognesco.
“Hai intenzione di guardarti ancora un po’ Narciso?”
Alzai gli occhi al cielo e mi lasciai andare in una risata, che piano piano diventò isterica.Perchè ero così agitata?!
“Piccola impertinente!” Sbottai, falsamente arrabbiata. “Faresti meglio a dire a tua madre, se è carina oppure no!”
Si morse il labbro e portò le braccia al petto, facendo la classica espressione di chi sta riflettendo.
“Mmm.. direi che tutto sommato.. si stai bene!”
Ridacchiammo in contemporanea, dopodichè presi le chiavi dal comodino e uscimmo di casa mano nella mano.
Sapevo più o meno dove si trovasse il set, non era poi così lontano da casa mia, anzi.. Le stranezze della vita, lo avevano ricondotto qui. Assurdo.
Alla guida non feci altro che guardare mia figlia, era agitata, gli occhi le sbrilluccicavano. Non vedeva l’ora vi vedere il suo papà. Quella consapevolezza mi fece inumidire gli occhi. Il suo papà. Perché tre semplici parole riuscivano a destabilizzarmi completamente? Quante volte lo avevo sognato al nostra fianco, quante volte avevo sognato che il suo corpo abbracciasse quello di nostra figlia? E ora, ora tutto si era realizzato.
Non mi importava sapere che entro poco sarebbe finito tutto. Se sarebbe rimasto, in un modo o nell’altro, inevitabilmente, lo avrebbe scoperto. Se se ne fosse andato, la ferita che si era quasi rimariginata, si sarebbe aperta nuovamente, e questa volta sarebbe stata molto più profonda.
Qualsiasi delle due opzioni prevedeva comunque dolore.
Deglutii, e accarezzai lentamente la mano di Joy. La piccola girò il suo visino verso di me e mi sorrise teneramente, come per confortarmi. Come poteva capire ogni cosa in questo modo? Come ci riusciva?
Scacciai quei pensieri dalla mia testa, e mi dedicai interamente alla guida.
Una volta fuori dal set, notai la solita banda di fans impazzite, e la lorda di paparazzi accalcati sul marciapiede. Certe cose non cambiavano mai.
Chissà cosa avrebbe detto la gente, vedendomi passare per di lì?
Chi cazzo se ne frega. Esatto, brava Kris, per una volta, hai fatto un pensiero intelligente.
Mandai un messaggio a Rob, per avvertirlo che eravamo arrivate, e aspettai lì vicino, accostata ad un angolo. Joy era completamente in fibrillazione, e io stavo per avere un mezzo collasso.
Il messaggio di risposta non tardò ad arrivare.
Entra dal cancello principale, sono appena dentro… xxx
Il mio sguardo finì su quei xxx, e contemporaneamente sentii il mio respiro fermarsi.
Posai la mano sul volante, e mi concentrai a girare la macchina, quando il flash di un paparazzo mi finì in pieno viso.
“Bastardo” grugnii storcendo il naso, e facendo più velocemente possibile. Non volevo che fotografassero anche Joy,e che cazzo! Avevo come l’impressione di aver ricominciato ogni cosa da capo. Il fenomeno Robsten, stava ritornando.
Mi feci vedere dalla securty, e nel giro di qualche istante, mi aprirono il cancello per entrare con la macchina.
Davvero mi sentivo ritornata indietro nel tempo. L’unica differenza, la bima che avevo al mio fianco.
“Eccolo!” esclamò Joy indicando un punto davanti a noi. Guardai meglio, e vidi un ragazzo incappucciato uscire da un portone, accompagnato da due colossi, chiamati comunemente bodyguards.
Parcheggiai lì vicino, e non feci tempo a fermarmi che mia figlia scese dalla macchina e gli corse in contro alla velocità della luce.
Rob aprì le braccia e la accolse come se fosse un regalo prezioso.
Perché quando li vedevo insieme, mi pareva che ogni cosa fosse a posto? Ogni minimo tassello della mia vita, era perfetto in quel momento.
Dopo essermi goduta quel momento, mi asciugai una piccola lacrima addensata ai lati dei miei occhi, e li raggiunsi anche io.
Joy era ancora ancorata al suo petto, mentre Rob mi fissava stralunato. Chissà se provava ancora qualcosa nei miei confronti..
Scossi la testa, passandomi una mano nei capelli, e lo salutai cercando mi mantenere la mia voce ferma.
“Hei…”
“Kris..” ricambiò il saluto sorridendo a trentadue denti, e sentii il mondo intorno a me girare improvvisamente.
“Come va?” chiesi dondolandomi su un piede come al mio solito.
“Bene, adesso bene.. “ ignorai il suo “adesso bene” e lo seguii all’interno del set. Joy scese dalle sue braccia, e diede la mano sia a me che a Rob. Chiunque ci avesse visto, ci avrebbe considerato una FAMIGLIA.
Una vera famiglia.
All’interno dell’edificio, c’era quel luogo tanto familiare.. quel luogo in cui mi sentivo davvero bene.
Da quando era nata Joy, avevo continuato a lavorare, e lo facevo tutt’ora, ma con meno frequenza. Quando lavoravo, restavo fuori tutto il giorno, e per prima cosa non volevo lasciarla, per seconda mi scocciava chiedere a Dakota di tenere Joy.
Mi guardai intorno, e mi accorsi che stavamo andando nel suo camerino.
Joy rise quando vide Il casino della roulotte. C’erano libri sparsi ovunque, lattine di coca, e soprattutto tanti tanti bicchieri di caffè.
Cosa è che ho detto prima? Ah si, certe cose non cambiano mai.
“Sei disordinato come mamma!” lo accusò portandosi una mano sulla bocca, e noi ridemmo in contemporanea. Quella bimba avrebbe potuto fare la comica senza nessun problema.
Rob cominciò a farle il solletico come al suo solito, e Joy si rimangiò la sua frase in un momento. Era bello vederli scherzare e ridere insieme. Si erano trovati. Era matematicamente impossibile che non andassero d’accordo, avevano lo stesso identico carattere.
“Rob?” chiese Joy dopo un po’ di risate.
“Racconti a me e a mamma la trama del film? Tanto ora sei in pausa no?”
Rob le sorrise dolcemente, e le accarezzò i capelli. “Certo che si.Devo tornare al lavoro più tardi. “
Ci sedemmo sul suo divano. Io accanto a lui, e Joy sulle sue gambe.
“inizia!” sentenziò la piccola puntandogli un dito contro.
“Allora, il protagonista, che poi sarei io, si chiama Logan.”
“Come il fidanzato di Rory!”
“Il fidanzato di chi?!” esclamammo in coro io e lui.
Joy sbuffò e alzò gli occhi al cielo. “Le Gilmores mamma, le Gilmores!” Ah giusto, avevo dimenticato che mia figlia fosse praticamente ossessionata da quel telefilm. Forse perché rivedeva in me Lorelay, e lei si rivedeva in Rory.
“Chi sono queste Gilmores?” domadò Rob confuso.
“Mi sei caduto in basso, Spunk.. te lo spiega mamma dopo, continua!”
Rob scosse la testa divertito, e ri iniziò a parlare. “Allora, Logan è un ragazzo molto intraprendente, ama i bambini , ma soprattutto ha una passione per la musica. Solo che suo padre non è d’accordo, così dopo una lite furibonda, Logan viene cacciato fuori di casa.. e non ha un soldo per vivere..”
Joy aprì la bocca stupita. “Oh poverino!”
“Shhh!” la zitii facendo segno a Rob di continuare.
“Viene ospitato dal suo migliore amico, ma sono stretti in casa, visto la presenza della fidanzata di quest’ultimo.. una sera però Logan ri incontra Fanny, la sua migliore amica del liceo. “
Quando Rob disse il nome di Fanny, Joy incominciò a ridere come una pazza. Okay, mia figlia aveva senz’altro bevuto.
“Fanny, la fenice di Silente.. ma che nomi strani che avete scelto!”
Mi portai le mani sulle guance, rossa di imbarazzo, mentre Rob si teneva la pancia dalle risate.
“Susu, vai avanti, il fidanzato di Rory incontra la fenice e poi??!”
“Allora, la feni, Fanny… confessa a Logan di avere una figlia piccola di nome Sophie, e il padre della piccola è scappato prima che partorisse…”
“Bastardo!”
“Joy! Ma cosa sono queste parole!” dissi sbalordita.
“Ma lo hai detto tu prima al paparazzo… non so nemmeno cosa vuol dire..” si scusò facendo il suo solito labbruccio.
“Comunque, alla fine, Logan e Fanny decidono di andare a vivere insieme, e Logan è subito affascinato da questa bambina..con il tempo si accorge anche di provare qualcosa per Fanny, e una sera compone una ninna nanna per la bimba chiamata Drops of rain…”
“Da qui il titolo Drop of Rain” conclusi io per lui.
“Esatto!”
“Mi piace tanto, bravo Rob!” battè le manine e gli diede un piccolo bacino sulla guancia.
Si, piaceva tanto anche a me la trama. D’altronde Rob aveva sempre scelto delle storie davvero bellissime.
Rimasi persa nei miei pensieri fino a quando, qualcosa mi colpì in pieno viso.
Ci misi qualche secondo per realizzare di essere stata colpita da un cuscino.
Spalancai gli occhi, e vidi Rob e Joy, in piedi davanti a me con due affari rossi in mano.
“Mamma vuoi la guerra?!” esclamò Joy sorridendo.
“Che guerra sia!” risposi a tono, afferrando anche io un cuscino, e iniziando a scagliarlo contro di loro.


____________________________________________________
Alloraaaaaaaaaaaa vi piace? *-* La mia more ha fatto un ottimo lavoro come sempre <3

Spoiler!
Pov.Kristen
“sembra che tu abbia fatto a guerra con una gallina” riuscii a dire prima di ridere nuovamente. A quel punto lui si avvicinò allo specchio e lanciò un urlo disgustato quando si accorse di avere i suoi adorati capelli ricoperti di piume. Quando avevo lanciato il cuscino doveva essersi aperto e ahimé il contenuto era finito tra la sua folta chioma bronzea.
“sei carino lo stesso Spunk” lo rassicurò Joy ed io annuii con vigore.
“insomma anche se sembri un pennuto le fans urlerebbero lo stesso” aggiunsi io.
“per lo spavento però” ribatté poi mia figlia facendomi scoppiare nuovamente a ridere. Quella bambina era davvero una piccola peste senza peli sulla lingua. Robert ci guardò stranamente serio e iniziò ad avanzare verso di noi. La cosa mi preoccupò non poco.
“un pennuto eh? E faccio anche spavento giusto?” ci chiese e mia figlia annuì risoluta.
“oh-oh” feci in tempo a mormorare prima di vederlo scattare verso di noi.
“ora vi faccio vedere io” disse lui scagliandosi su entrambe e iniziando a riempirci di solletico.
“no…no Rob…non ti azzardare” dissi quando fu ormai troppo vicino. Lui mi sorride divertito e in un attimo le sue mani furono sulla mia pancia.
“smettila Spunk, lascia stare la mamma” gridò euforica Joy sviando tra le sue braccia e buttandogli le braccia al collo per allontanarlo da me.

Pov.Robert
“che decisione Kris?”
“ma no, niente. Non far caso a quello che dico. Steve mi faceva star bene, ma mai nessuno mi ha reso felice come Robert” i pugni si aprirono in automatico e sul mio viso si dipinse un sorriso. Nessuno l’aveva resa felice come me, allora perché in 4 anni non era mai venuta a cercarmi? Perché?
“Oh Kristen! Come avete fatto ad arrivare a questo punto? Siete così belli insieme e oggi quando vi ho visto scherzare insieme a Joy mi sembravate davvero una famiglia. Chissà, forse con il tempo vedrai che tornerete insieme, no?”
Kristen la guardò regalandole un sorriso sincero e poi diventò malinconica.
“no, nulla sarà come prima Leighton. L‘ho ferito, sono stata capace di deluderlo e non tornerà indietro tanto facilmente. Penso che l‘unico traguardo che possiamo raggiungere sia quello di tornare ad essere amici”



Nusia&Marty

Ritorna all'indice


Capitolo 11
*** 11- Lo ami ancora? (Nusia) ***


sssssss Buon pomeriggio a tutteeeee scusate se ieri non abbiamo postato ma la sotttoscritta non ha avuto proprio tempo :@  Siete curiose di sapere cos'è successo sul set? E kristen con chi stava parlando nello Spoiler dell'altra volta? xD bene sveliamo il mistero e gustiamoci un pò di sano divertimento con Rob, Joy e Kris *-*
p.s. per le risposte alle recensioni, Marty le aggiungerà quanto prima =D



"Resta"

11-Capitolo (Nusia)
Pov. Kristen

“prendi questo mamma” urlò Joy buttandosi su di me e colpendomi con l’ennesimo cuscino.
“piccola peste ora ti faccio vedere io” la minacciai cercando di essere più seria possibile. Lei lanciò un urletto e ridendo a crepapelle si rintanò nelle braccia di Robert che sghignazzando mi buttò sul divanetto iniziando a farmi di solletico.
 “su Joy vai, facciamole vedere chi comanda” disse Robert mentre mia figlia afferrò nuovamente il cuscino e lanciò uno sguardo complice a Rob. Io nel frattempo mi dimenavo nelle braccia di quell’inglese traditore e cercavo di schivare i colpi di mia figlia. Ridevo, ridevo così tanto che avevo un forte dolore alla pancia e come me anche gli altri immagino. Non stavo così bene da tanto tempo o forse non ero mai stata meglio prima di allora.
“okok….mi a-arrendo BASTA” mi arresi in fine e in un attimo Rob smise di solleticarmi e Joy di colpirmi.
“era ora” sospirò la mia bambina buttandosi a peso morto vicino a me.
“sei una pappamolle Kristen” presi il cuscino che aveva ancora in mano mia figlia e lo lanciai sul viso divertito di Robert.
“ehi” si lagnò lui facendo scoppiare a ridere Joy.
“ahahahah Spunk.. Ahah…dovresti vederti” balbettava la piccola tra una risata e un’altra. La guardai stranita poi, quando mi voltai anche io verso Robert, non riuscii a non unirmi a lei.
“beh, cosa avete da ridere voi due?” domandò irritato.
“aahahah oddio Robert, dovresti vederti allo specchio ahahah” lui alzò un sopracciglio non capendoci nulla.
“la mia innata bellezza ti fa così ridere?” mi chiese sorridendomi sghembo. Avrei voluto rispondergli che la sua bellezza mi mozzava il fiato, ma preferii non illuminarlo con questa mia confessione e perciò gli indicai i capelli.
“sembra che tu abbia fatto a guerra con una gallina” riuscii a dire prima di ridere nuovamente. A quel punto lui si avvicinò allo specchio e lanciò un urlo disgustato quando si accorse di avere i suoi adorati capelli ricoperti di piume. Quando avevo lanciato il cuscino doveva essersi aperto e ahimé il contenuto era finito tra la sua folta chioma bronzea.
“sei carino lo stesso Spunk” lo rassicurò Joy ed io annuii con vigore.
“insomma anche se sembri un pennuto le fans urlerebbero lo stesso” aggiunsi io.
“per lo spavento però” ribatté poi mia figlia facendomi scoppiare nuovamente a ridere. Quella bambina era davvero una piccola peste senza peli sulla lingua. Robert ci guardò stranamente serio e iniziò ad avanzare verso di noi. La cosa mi preoccupò non poco.
“un pennuto eh? E faccio anche spavento giusto?” ci chiese e mia figlia annuì risoluta.
“oh-oh” feci in tempo a mormorare prima di vederlo scattare verso di noi.
“ora vi faccio vedere io” disse lui scagliandosi su entrambe e iniziando a riempirci di solletico.
“no…no Rob…non ti azzardare” dissi quando fu ormai troppo vicino. Lui mi sorride divertito e in un attimo le sue mani furono sulla mia pancia.
“smettila Spunk, lascia stare la mamma” gridò euforica Joy sviando dalle sue braccia e buttandogli le braccia al collo per allontanarlo da me.
“ne vuoi anche tu tesoro?” chiese lui riportandola sdraiata sul divanetto e torturando amabilmente anche lei.
“b-b-asta ahahahahah…stop”
“non vi mollo fin quando non vi rimangiate tutto”
“neanche per sogno” ribattei subito io.
“allora niente” e giù altre risate e colpi di tosse per il troppo ridere.
“OKOK sei bellissimo, il pennuto più bello che abbia mai visto” su arrese Joy sistemandosi la maglietta e togliendo i capelli sudati dal volto.
“il più bello in assoluto?” chiese Robert senza togliere le mani dalla mia pancia. Mia figlia annuì convinta e poi, per arruffianarselo per benino, si avvicinò dandogli un bacino sulla guancia.
“brava tesoro. Vediamo invece cosa ne pensa la mamma?!” io feci finta di pensarci su qualche istante dopodiché ammisi:
“per me rimani sempre un pennuto Rob, niente di più” e lui mi guardò quasi sconvolto. Alzai gli occhi al cielo sorridendo divertita da quella buffa espressione.
“sai che ti sei appena condannata da sola vero?”
“oh che paura che mi fai Spunk” dissi mettendo su una finta faccia terrorizzata. Lui si avvicinò pericolosamente a me ma prima che potesse far qualcosa sentimmo due colpi alla porta.
“salvata dal gong” mi sussurrò lui all’orecchio ed io fremetti per la troppa vicinanza.
Mi accomodai meglio sul divano e lui andò ad aprire.
“chi è che disturba la mia pausa?…Ah sei tu Leighton, entra pure” disse lui mettendosi di lato per lasciar entrare la nuova arrivata.
“Cos‘hai tra i capelli Robert? Sembri un pennuto!” esclamò una ragazza dai lunghi capelli castani. Alla parola pennuto non riuscii a trattenere l’ennesima risata perciò mi buttai nuovamente sul divano con le lacrime agli occhi. Robert mi guardò truce mentre la ragazza si voltò a guardarmi divertita. Fu a quel punto che la riconobbi.
“Leighton, che bello rivederti” urlai per la troppa gioia.
“Kris? Dio da quanto tempo” corsi ad abbracciarla, felice per quella sorpresa inaspettata.
“ti trovo benissimo, sei sempre favolosa” mi complimentai una volta sciolto l’abbraccio.
“anche tu sei sempre uno schianto. Ma che ci fai qui?” chiese reclinando il capo e lanciando uno sguardo verso Robert.
“sono venuta a trovare quel pennuto li” la informai per poi scoppiare a ridere.
“oh grazie, continuate a prendervi gioco di me” si lagnò lui avvicinandosi a mia figlia.
“come mai vi conoscete voi due?” chiese poi sbuffando.
“io e Kris abbiamo girato un film insieme due anni fa, ha avuto molto successo, com‘è che tu non l‘hai visto?” domandò lei alzando un sopracciglio come ad intimarlo di stare in guardia. Adoravo quella ragazza, era una vera forza della natura.
“Ah già, ne ho sentito parlare” rammentò lui strizzandole l’occhio.
“andiamo Spunk, non fare il cretino” lo riprese Joy sedendosi sulle sue gambe. Anche la mia bambina aveva capito quanto a Robert piacesse scherzare. Forse dipendeva dal fatto che avevano lo stesso carattere oppure il legame di padre e figlia li portava a capirsi più di chiunque altro.
“e tu chi sei?” chiese Leighton sorridendo alla mia bambina.
“lei è Joy, mia figlia ricordi?” le rammentai. Mi guardò sorpresa.
“santo cielo lei è Joy? Sei cresciuta tantissimo tesoro e ti sei fatta ancora più bella” la elogiò la mia amica e mia figlia sorride entusiasta. Amava sentirsi al centro dell’attenzione, cosa al quanto strana visto che ne io, né tanto meno il padre avevamo mai amato essere nell’occhio del ciclone.
“e così la star di Gossip Girl e quella di Twilight si conoscono eh?!” si intromise Robert facendo spazientire Leighton.
“odio quando mi chiama così. Gossip Girl non è tutta la mia vita caro Pattinson” rispose lei puntandole il dito contro.
“devi sapere tesoro che più ti arrabbi lui più continua a prenderti in giro. Purtroppo è fatto così” le dissi io ridacchiando.
“NON. RICOMICIARE” mi avvertì Rob. Alzai le mani in segno di resa.
“comunque Robert ero venuta per dirti che tra 5 minuti ricominciamo le riprese, quindi muoviti a togliere quel ammasso di piume dai capelli”
“anche tu fai parte del cast?” le chiese sorpresa. Lei annuì.
“certo, purtroppo sarò costretta a far finta di essere innamorata del caro inglesino qui davanti” mi rispose sorridendo divertita a Robert che sbuffò stanco di essere preso in giro.
“quindi tu fai Fanny” conclusi.
“si e credimi, è una vera rompipalle” confermò Robert alzandosi dal divano e dirigendosi allo specchio.
“simpatico. Io avviso che stai arrivando. A dopo Kris” mi salutò lei prima di chiudersi la porta alle spalle.
“dio, come faccio a togliere questo macello?” domandò Rob guardandomi supplicante. Scossi la testa avvicinandomi a lui.
“su, fai vedere a me signor pennuto” dissi togliendogli il pettine dalle mani.
“molto divertente Kristen, davvero molto divertente”
“sai Spunk, la mamma è bravissima a pettinare i capelli. Quando lo fa a me toglie sempre tutti i nodi. Sta tranquillo” lo rassicurò mia figlia accarezzandogli una mano. Se non avessi reputato la scena tremendamente tenera sarei scoppiata a ridere vedendo l’espressione buffa che aveva messo su la mia bambina. Non sapevo se lo stava deridendo o se facesse sul serio.
“il problema piccolina è che io O D I O pettinare i capelli”
“e si vede, guarda un po’ in che condizioni sono”  lo riprese mia figlia ed io tossii per nascondere una risata.
“che peperino eh? Tutta la mamma!” esclamò Robert lanciandomi uno sguardo dallo specchio. Scossi la testa.
“la mamma invece dice che sono come il mio papà. Dice sempre che anche lui fa battute idiote come le mie e anche lui si lamenta sempre quando qualcosa non gli va bene e poi…”
“basta così Joy” la interruppi prima che dicesse altro. Steve aveva ragione accidenti, mia figlia era troppo sveglia e se non fossi stata attenta prima o poi avrebbe detto qualcosa di troppo e Robert si sarebbe insospettito. Non era poi così difficile fare due più due.
“continua Joy, lascia perdere la mamma” la incitò Rob cercando di apparire calmo e divertito, peccato che lo conoscessi troppo bene per ignorare la piccola ruga che si era formata al centro della sua fronte e le mani strette a pugno, chiaro segno di quando lo irritasse parlare di ciò. È buffo Robert, ti da fastidio che Joy parli del suo papà, delle sue battute idiote e dei loro caratteri simili. Scommetto che ci rideresti su se sapessi che in realtà parla di te. Sorrisi impercettibile e poi lanciai un’occhiata a mia figlia per intimarle di non andare avanti.
“ecco fatto, sei tornato perfetto come prima” annunciai posando il pettine.
“Joy avevi proprio ragione, la mamma è davvero brava” ammise lui guardandosi alla specchio.
“ora andiamo che Robert deve lavorare mmh?”
“ma no, dai restate. Tanto io devo girare solo due scene, in un’ oretta dovrei liberarmi. Che ne dite? Assistete alle riprese e poi ci andiamo a mangiare un bel frappé, ci state?” ci chiese lui sorridendo. Mia figlia mi guardò facendomi gli occhi dolci ed io le sorrisi teneramente.
“non vorremo disturbare le riprese”
“ma figurati. Su andiamo, che mi stanno aspettando” disse avvicinandosi alla porta.
“ok, andiamo” desistetti.

Vederlo nuovamente recitare fu senza dubbio la cosa più bella ed emozionante. Era sempre bravissimo, anzi con il tempo era addirittura migliorato. Era riuscito ad entrare nella parte in meno di 2 minuti. Un attimo prima scherzava con me e Joy e l’attimo dopo eccolo assumere un pressione triste e malinconica e trasformarsi in Logan. Era filato tutto lisci come l’olio, non c’erano voluti tanti ciack prima che il regista urlasse che la scena era perfetta. Anche Leighton era bravissima ed insieme facevamo proprio una bella coppia. In un certo senso si capivano e con uno scambio di sguardi riuscivano a coordinarsi. C’era chimica tra loro, non come quella tra noi due, ma era forte abbastanza da portare il pubblico ad amare la coppia. Ricordavo ancora perfettamente le parole di Catherine, la regista di Twilight, subito dopo il provino per la parte di Edward Cullen.

Ero a casa della Hardwicke da circa 5 ore ed ero esausta e annoiata. Catherine aveva insistito perché anch’io fossi presente per i provini di Edward Cullen così da decidere insieme chi meritasse la parte.
“devi essere tu a recitare con lui, mi devi dire con chi ti senti a tuo agio” mi aveva detto per convincermi. Peccato che nessuno fino a quel momento ci aveva particolarmente colpito.
“quanti ne abbiamo selezionato fin ora?” mi chiese tutto ad un tratto lei. Sbuffai poggiando la testa sul tavolo.
“15 e tutti privi di talento”
“per essere belli erano belli, nulla da dire però gli mancava qualcosa”
“si, un po’ di doti recitative e sale in zucca” dissi io facendola ridere.
“non erano così male” la guardai sconvolta.
“scherzi vero? Tutti quelli che sono entrati fin ora si credevano Mr mondo, erano tutti pompati, con un sorrisino sul volto e sicuri di loro stessi, sembravano perfetti…fin quando non aprivano bocca si intende” conclusi e lei se possibile rise ancora di più.
“Sei uno spasso tesoro. Vediamo di andare avanti ora, chi sarebbe il prossimo?”
Controllai la lunga lista sospirando quando mi accorsi che eravamo quasi giunte alla fine.
“un certo…Robert Pattinson” gli comunicai e lei annuì.
“bene, sorridi Kristen” sussurrò lei prima di urlare “AVANTI IL PROSSIMO”
Mi raddrizzai sulla sedia pronta per l’ennesimo buco nell’acqua, sicuramente anche questo qui sarebbe entrato fiero e spavaldo e sarebbe uscito, di li a qualche minuto, con la coda tra le gambe e il volto indignato. Ne ero più che certa, perciò rimasi sorpresa quando fece capolinea nella stanza un ragazzo pressappoco normale, per niente muscolo e sicuro di se, tutt’altro. Continuava a tenere il capo chino, come se si sentisse in imbarazzo ad essere li.
“tu sei?” chiese Catherine lanciandomi un sguardo curioso.
“ehm…piacere Robert Pattinson” disse lui con un filo di voce stringendo la mano della regista.
“Ciao Robert, posso chiamarti Rob? Ti presento Kristen Stewart, lei interpreterà Bella nel film” mi presentò lei. Mi alzai dalla sedia e andai incontro a quello strano ragazzo. Gli allungai la mano e quando lui l’afferrò e mi guardò negli occhi rimasi come folgorata. Era bellissimo: occhi color del ghiaccio, capelli ramati scompigliati ad arte e sorriso mozzafiato. L’esatto opposto della normalità, del tutto affascinante, stupendo, eppure nonostante tutto sembrava a disagio.
“piacere mio” mormorò distogliendo lo sguardo.
“Allora Robert, leggo che vieni da Londra, mi hanno detto che è bellissima. Come mai ti sei presentato per la parte di Edward?” chiese Catherine accomodandosi al tavolo. La guardai curiosa, non aveva fatto a nessuno questa domanda. Lui sembrò pensarci un po’ su, dopodiché sospirò affranto.
“beh…a dire il vero non ne ho idea, insomma è piuttosto imbarazzante essere qui” ammise.
“e perché mai?” domandai non capendo. Se era imbarazzante perché era venuto?
“beh…la parte richiede un ragazzo meraviglioso, che abbaglia tutti con la sua perfezione e non è che io posso presentarmi qui e dire -Ehi, eccomi qui, sono io Edward Cullen- è…totalmente assurdo!” mi spiegò ridacchiando. Rimasi colpita dalla sua risposta e lo guardai per un lungo istante. Anche Catherine rimase stupita perché prima di terminare i convenevoli mi strizzò l’occhio soddisfatta.
“bene, scopriamolo subito Rob. Questo è il copione, proviamo la scena della foresta” lui annuii ed insieme ci spostammo nel centro del salone e prendemmo fiato.
Robert lesse per qualche secondo il capitolo dopodiché mi fisso negli occhi. Rimasi nuovamente folgorata da quello sguardo e in un attimo mi sembrò di conoscerlo da una vita.
“Non ho mai desiderato così ardentemente del sangue umano in vita mia” recitò all’improvviso lui lasciandomi di sasso. Era entrato senza troppi problemi nella parte e mi sembrò…perfetto.
“mi fido di te” dissi senza neanche rendermene conto. Lui fece qualche passo verso di me ed io indietreggiai in automatico fino a trovarmi con le spalle al muro e lui con le braccia ai lati del mio corpo.
“Non devi” sussurrò a qualche centimetro da mio viso. Rimanemmo a fissarci per qualche secondo poi Catherine urlò uno S T O P spacca timpani e noi ci ridestammo dal nostro mondo.
“perfetti, eravate…perfetti” esultò contenta.
“sicura che andava bene? Potrei riprovare” tentò Robert.
“sciocchezze Rob, andava benissimo. Ora venite con me voglio provare un‘altra scena. Devo verificare una cosa” ci comunicò guidandoci verso una camera da letto. Entrambi la guardammo straniti e quando il sospetto di una scena si fece largo in me sbiancai di colpo. Non so neanche io il perché ma mi ritrovai improvvisamente in panico.
“che ci facciamo qui?” domandai cauta.
“voglio che proviate la scena dal bacio. Forza andate sul mio letto. Robert pagina 24 trovi le battute” lui ingoiò il nulla ed io mi posizionai esattamente al centro del letto.
Mi passai più volte la mano ne capelli poi, quando lo vidi avvicinarsi, cercai di entrare nella parte.
“Come sei entrato?” domandai fissandolo negli occhi mentre si accomodava sul letto al mio fianco. Tanto vicino da poterlo toccare ma distante tanto da non sentire il suo respiro sul mio volto. Mi sorrise sghembo.
“dalla finestra” ammise.
“l‘hai fatto tante volte?”
“solo nell‘ultimo paio di mesi…mi piace guardarti mentre dormi” disse avvicinandosi al mio volto. Il mio cuore iniziò a battere come impazzito ed io pregai che non se ne accorgesse.
“voglio…provare a fare una cosa” sussurrò a pochi centimetri da me. Chiusi gli occhi cercando di rimanere concentrata.
“tu però…non ti devi muovere” rimasi immobile come mi disse ed aspettai paziente il momento in cui avrebbe poggiato le sue labbra alle mie. Si avvicinava lento, titubante e alternava uno sguardo ai miei occhi e alle mie labbra. Una strana voglia di sentire la consistenza delle sue labbra mi portò a avvicinarmi con il viso, ma lui mi ammonì.
“non ti muovere”  ripeté prima di annullare totalmente le distanze. Nel momento in cui le sue labbra si poggiarono sulle mie una scossa elettrica mi attraversò la schiena facendomi venire la pelle d’oca. Fu tutto estremamente naturale e automatico. Io mi avvicinai maggiormente al suo viso e posai le mani tra i suoi capelli e lui posò le sue sui miei fianchi.
“STOP… STOP” urlò Cathrine interrompendo la magia del momento. Ci staccammo come scottati e in meno di 3 secondo ci trovammo ad almeno un metro di distanza. Nessuno dei due osava guardare l’altro.
“Incredibile, davvero magnifico siete stati…magnifici. Era tutto così…”
“naturale” mi lasciai scappare io interrompendola. Lei annuì con vigore.
“voi non potete capire l‘alchimia che si avverte tra di voi. Bucate lo schermo insieme, siete attrazione sessuale allo stato puro. Assolutamente perfetti”

Sorrisi come una stupida ricordando l’imbarazzo nel sentire quelle parole. Attrazione sessuale per un sconosciuto, mi ritenevo una pervertita.
“Non posso assolutamente pensare di voler andare a letto con lui” mi ripetevo durante i primi giorni di ripresa. All’epoca ero piuttosto schiva nei confronti di Robert ma tutto dipendeva dallo strano effetto che mi faceva. A distanza di tempo mi veniva da darmi della stupida per aver anche solo pensato che forse, cercando di parlargli il meno possibile, tutta l’attrazione che provavo per lui sarebbe svanita.
“certo brava, continua ad ignorarmi. Tranquilla!” esclamò scocciata Leighton al mio fianco. Battei le palpebre più volte e solo a quel punto mi resi conto che la mia amica era ancora al mio fianco e che come al solito Joy non era con me.
“dov‘è mia figlia?” chiese preoccupata. Ormai perderla era diventato un hobby.
“è andata a chiamare Robert. Ti ha anche avvertito sai? Ma dove hai la testa?”
“oh io…ehm pensavo” mi giustificai.
“questo l‘avevo capito sai?! Allora visto che molto probabilmente non avrai sentito la mia domanda te la ripeto. Come mai qui con Robert?”

Pov. Robert
“Spunk, ma quanto ci vuole ancora?” mi domandò Joy facendo capolinea nel mio camerino. La guardai divertito.
“sono pronto tesoro. Tu invece che ci fai qui?”
“ero stufa di aspettare. Sei peggio della zia Dakota sai?”
“la tua mamma è più lenta di me” ribattei. Lei ci pensò su e poi annuii sospirando.
“Kristen lo sa che sei qui? O sei scappata di nuovo senza dirle niente?” chiesi cercando di essere il più serio possibile, cosa al quanto complicata quando ti ritrovavo un visino d’angelo davanti.
“ehi gliel‘ho detto questo volta” borbottò scocciata. Mi alzai dalla sedia e le scoccai un bacio sulla guancia.
“andiamo scricciolo su” e le porsi la mano. Lei l’afferrò convinta dopodiché me la lasciò guardandomi seria.
“Robert?” mi chiamò facendo segno con la mano di abbassarmi alla sua altezza
“si amore?”
“mi scappa la pipì” bisbigliò al mio orecchio. Mi lasciai scappare una sonora risata poi le indicai la porta del bagno.
“ce la fai da sola?”
“certo, non sono più una bambina” disse prima di chiudersi la porta alle spalle.
“ti aspetto fuori allora”
Era stata una delle giornate più belle della mia vita e il fatto che ancora non si era conclusa mi rendeva ancora più felice. Era strano il senso di beatitudine che provavo in quei giorni, era come se in tutti quegli anni avessi dormito ininterrottamente e tutto quello che avevo passato, tutta la frustrazione e rabbia fossero solo un brutto incubo. Fino ad una settimana fa non avrei mai pensato di riuscire a perdonare Kristen, ma in quel momento, mentre aspettavo Joy, mi rendevo conto che in realtà io Kris l’avevo perdonata già prima di incontrarla nel parco. Tutta la delusione era scemata nel momento in cui mi ero seduto sul pavimento del supermercato a parlare con sua figlia. Quella bambina così simile a lei eppure con qualche caratteristica che non riuscivo a collocare con il carattere di Kristen, ne tanto meno con quello di Steve. Molte volte dalla sua bocca uscivano battute davvero idiote, quel genere che solo io sapevo tirar fuori. Ma cosa vai pensando Robert? Non sei mica l’unico idiota sulla faccia della terra?! Non che Joy lo sia però l’hai sentita prima, ha preso quel lato del carattere dal suo papà.
“questo l‘avevo capito sai?! Allora visto che molto probabilmente non avrai sentito la mia domanda te la ripeto. Come mai qui con Robert?” al sentir pronunciare il mio nome ritornai con i piedi per terra e mi guardai in giro. Chi era? Feci qualche passo verso destra e vidi, dietro la mia roulotte, Kristen e Leighton parlare. Mi nascosi per non farmi vedere, volevo sentire cosa rispondesse Kris.
“è…complicato” ammise lei.
“due anni fa mi dicesti che non vi sentivate più da tanto tempo e che eri sposata con Steve e stavi bene,eri felice” strinsi i pugni cercando di contenere la rabbia. Ovvio che era felice!
“beh l‘ho rincontrato una settimana fa e dopo una sfuriata ci siamo chiariti, certo il rapporto non è più come prima, ma ci stiamo provando. Con Steve mi sono separata da circa un anno. Lui era fantastico ma non era adatto a me. Dire che ero felice era un po’ come auto-convincerti che avevo preso la decisione giusta” le spiegò chinando il capo.
“che decisione Kris?”
“ma no, niente. Non far caso a quello che dico. Steve mi faceva star bene, ma mai nessuno mi ha reso felice come Robert” i pugni si aprirono in automatico e sul mio viso si dipinse un sorriso. Nessuno l’aveva resa felice come me, allora perché in 4 anni non era mai venuta a cercarmi? Perché?
“Oh Kristen! Come avete fatto ad arrivare a questo punto? Siete così belli insieme e oggi quando vi ho visto scherzare insieme a Joy mi sembravate davvero una famiglia. Chissà, forse con il tempo vedrai che tornerete insieme, no?”
Kristen la guardò regalandole un sorriso sincero e poi diventò malinconica.
“no, nulla sarà come prima Leighton. L‘ho ferito, sono stata capace di deluderlo e non tornerà indietro tanto facilmente. Penso che l‘unico traguardo che possiamo raggiungere sia quello di tornare ad essere amici”
Oh Kristen, io tornerei da te anche subito sai? Vorrei davvero riprovarci, cercare di riacquistare la fiducia che avevo un tempo. Lo vorrei tanto!
“ma tu lo ami ancora?” a quella domanda il mio cuore perse qualche battito e il respiro mi si mozzò in gola. Avevo bisogno di sapere la verità. Dovevo capire se lei provasse ancora per me ciò che provava un tempo.
Tuttavia, Kristen non fece in tempo a rispondere perché Joy uscì come una furia dal camerino e urlò facendosi sentire da tutti.
ECCOMI QUI” disse ed io non potei fare nulla per zittirla. Kristen e Leighton si avvicinarono a noi ed entrambe esibirono un sorriso meraviglioso. Guardai Kris negli occhi e anche lei fece lo stesso.
“allora andiamo o no a prenderci questo frappé?” domandò Joy saltellando sul posto. Le sorrisi porgendole la mano.
“andiamo”
“Leighton vieni con noi?” chiese Kris gentilmente.
“no, andate pure. Il mio ragazzo mi aspetta fuori” ammise allontanandosi.

“Allora come lo volete questo frappé?” domandai mentre ci avviavamo all’uscita.
“io nutella e panna” disse sicura Kristen.
“ovvio” la presi in giro ricordando quanto andasse matta per quel gusto. Lei mi fece la linguaccia.
“e tu tesoro?”
“io voglio il mio preferito: fragole, banana e vaniglia” mi rispose Joy lasciandomi di sasso. Lanciai una rapida occhiata a Kristen e notai una strana espressione preoccupata.
“beh, perché quella faccia Spunk?” mi chiese la piccola tirandomi per la camicia.
“perché è anche il mio preferito tesoro. Altro che cioccolata e panna” dissi risvegliandomi dallo stupore.
“davvero? Sentito mamma?”
“è…grandioso” sussurrò Kris riprendendo a camminare.
“tutto bene?” le domandai avvicinandomi di più a lei.
“certo” rispose abbagliandomi con il suo sorriso “e non criticare i miei gusti. Cioccolato e panna è il migliore” concluse facendomi ridacchiare.
Poco importava se Kristen mi amasse ancora o meno, i miei sentimenti erano ancora li, nessuno li avrebbe toccati o anche solo scalfiti. L’amore che provavo per quella ragazza era talmente forte che neanche la più grande delle delusioni lo avrebbe mai cancellato.

__________________________________
Alluraaaaaaa? xDxD oggi non posso proprio fermarmi a parlare quindi vi lascio lo spoiler e noi ci sentiamo presto <3

Spoiler!
Pov.Rob
“Ciao Liz.. come stai?”
“Una favola, fratellino.. tu?” Possibile che quella ragazza fosse così esuberante? Sembrava imbottita di caffeina o altri super eccitanti.
“Bene gr..”
“Ti volevo dire!” mi interruppe senza farmi finire la frase. “Che la prossima settimana devi tornare a casa. Ho una cosa che devo annunciare a tutta la famiglia.”
Spalancai gli occhi sorpreso, e spaventato.
“Che genere di cosa?”
“Una sorpresa… allora ci sarai vero? Si. Benissimo.”
Ma io non ho ancora risposto” controbattei arrabbiato, ma sapevo in partenza che lamentarsi era inutile.
“Con te c’è Kristen?”
“Si perché?”
“Ho visto su internet delle foto di voi due. Passamela per favore.”

Dopo una decina di minuti, tornò da me, sorridendo.
“Allora partiamo per Londra?”
Scossi la testa confuso. “Ha incastrato anche te?”
Annuì mantenendo il sorriso sulle labbra. “Mi è mancata davvero..”



Nusia&Marty

Ritorna all'indice


Capitolo 12
*** 12-Senso di appartenenza (Martybet) ***


re Buon pomeriggioooooo...lo so avrei dovuto postare ieri ma  lo studio non mi ha dato un attimo di pace -.-" è il periodo delle interrogazione e chi va a scuola può capirmi O.o...Allora tutte convinte che Robert inizi ad avere dubbi? Mmmh io non penso. Robert, per quanto non lo ammetti, si fida troppo di Kristen per pensare una cosa del genere. Quindi se ma avvolte trova qualche somiglianza si da dello stupido "Kristen non mi nasconderebbe mai nulla del genere" pensa.
Dallo spoiler avete intuito qualcosa eh? Vediamo ora se avete indovinato  meno > . <
p.s. so che bramate dalla voglia di conoscere la reazione di Robert alla  verità e so che non vedete l'ora di vederlo nelle vesti di padre quiiiiiiindi vi dico che manca poco *-* chissà se è un bene o un male.

 Non so se avete notato ma ora gli autori posso rispondere alle VOSTRE recensioni direttamente perciò se volete leggere le risposte cliccate qui sulla vostra vecchia recensione e troverete la mia risp =) decisamente più comodo e veloce.





"Resta

12-Capitolo (Mabel)
Pov. Robert

I contorni delle loro labbra erano rispettivamente macchiati di cioccolata e panna, ed entrambe erano ignare della cosa. Camminavamo mano nella mano a South Park e una sensazione di

beatitudine e completezza si librava in me. Sentivo che quella era la mia famiglia, sentivo di appartenere sia a Kris che a Joy. Forse... forse per noi tre ci sarebbe stato un futuro. Finalmente ero pronto a dimenticare del tutto il nostro passato, per vivere insieme il nostro presente, e il nostro futuro.
Il loro rapporto madre-figlia era qualcosa che non riuscivo a descrivere. Oltre ad essere perfettamente uguali fisicamente, non c’era bisogno che parlassero per capirsi. Un gesto, un movimento bastava per far capire all’altra ciò che desideravano.
Stavano ridendo come delle bambine, a volte mi chiedevo se era Kris o Joy la più piccola. Ci misi qualche secondo per realizzare che il motivo delle loro risa era il sottoscritto.
“Che avete voi due?” domandai toccandomi i capelli. Ero terrorizzato dal fatto che potessero riprendermi in giro sui miei “fantastici” ciuffi disordinati.
“Hai il cioccolato sul naso!” esclamò Kris tenendosi la pancia dal ridere, mentre Joy era piegata in due.
Un secondo. Proprio loro parlavano che sembravano uscite da un circo?! Assottigliai gli occhi a due fessure.
“Vi siete viste voi due , invece viperette?”
Joy girò il viso e puntò gli occhi sul viso di sua madre e non appena si resero conto della loro situazione,iniziarono a pulirsi a vicenda. Questa volta era il mio turno di ridere.
“Ehm.. Mamma, Rob!! Vi pregoooo possooooo?” Guardai verso il punto indicato dalla piccola, e sorrisi sommessamente. Anche io adoravo le giostre da bambino.
Kris storse il naso. “Ma ci sarai andata duemila volte su quell’affare.”
“Su questo bruco mela
no.” Rispose Joy incrociando le braccia al petto e impuntando i piedi.
Non stetti a sentire una parola in più, e avanzai verso il giostraio, prendendo tre biglietti per il bruco mela. Era una cosa infantile? Si, un pochino.
Tornai indietro da loro, e consegnai i pass.
“Sei impazzito?” alzò un sopracciglio.
“Tu sei impazzita! Saranno vent’anni che non faccio una cosa del genere!” dissi convinto delle mie parole.
“E ti viene in mente ora?”
“Si, esatto. Joy andiamo, la mamma è troppo vecchia per fare queste cose.”
Presi Joy per mano, e mi diressi nell’ultimo vagoncino.
Kris ci guardava corrucciando il suo classico labbro.
3
2
1..
Eccola. Sapevo che avrebbe ceduto.
“Lo faccio solamente per Joy!” mormorò risoluta prendendo posto vicino al sottoscritto.
Mi avvicinai al suo orecchio.
“Naturalmente” soffiai, facendole venire dei piccoli brividi a fior di pelle.
Aspettammo che anche gli altri bimbi presero posto, e finalmente la giostra partì.
Sentivo una sensazione di beatitudine indescrivibile. Il mio cuore batteva all’impazzata e la mia mano stretta a quella di Kristen faceva aumentare ancora di più i battiti. Joy rideva estasiata e la consapevolezza di appartenere a loro si fece ancora più viva. Ora ne ero certo.
Non mi sarei mai potuto allontanare da loro.
Il bruco mela fece ancora un paio di giri, e poi si fermò lasciando scontento sia me che Joy,
“No, è finito!” dicemmo all’unisono, facendo ridacchiare la “mamma”.
“Che peccato!” rispose ironica. “ Ora andiamo per favore bambini.”
“No ancora uno mammaaa!!”
“Si ancora uno mammaaa!!” ripetei io.
“ora si va a prendere lo zucchero filato. “ Era un tono che conoscevo molto bene, ovvero un tono che non ammetteva repliche.
Scendemmo dal vagone ancora ridacchianti, mentre la bambina corse senza chiedere il permesso verso i giochi. Sentii Kris sospirare.

“Un giorno di questi la perderò.” Sopirò mentre si andava a sedere su una panchina all’ombra di una quercia.
“Ho paura di si..”
Rimanemmo qualche minuto a guardare Joy, fino a che non mi vennero in mente tutte le domande che mi ero posto durante quegli anni.
Provai a trattenermi ma non ci riuscii, volevo sapere.
“Perché ti sei lasciata con Stone?”
“Steve!” mi corresse lei sorridendo.
“Stone, Steve, è la stessa cosa. Rispondi alla mia domanda , per favore.”
La sentii sbuffare impercettibilmente. “Cosa vuoi sapere?”
Scossi la testa. “ Perché non state ancora insieme. Non lo amavi?”
“Non è questo il punto. Ma piuttosto che tipo di amore provavo nei suoi confronti.”
Una ruga di incomprensione si formò fra le mie sopracciglia.
“Non capisco..”
“Rob io non ho mai amato davvero Steve. Me ne sono resa conto troppo tardi.”
Strinsi i pugni, espirando lentamente.
“Cos’altro vuoi sapere?ricorda che poi tocca a me”
Non risposi subito, avevo paura della risposta.
Presi un grosso respiro.
“Tu invece mi hai amato sul serio?”
Mi sorrise, accarezzandomi la mano. “Si, ti ho amato sul serio, davvero.”
“Okay.”
“Ora tocca a me chiederti una cosa.” Disse seria, guardandomi negli occhi.
Annuii deglutendo per la mancanza di saliva.
“Con quante donne sei stato dopo di me? O meglio, con quante “bionde” sei stato dopo di me?” Finì la frase con una risata, e mi unii anche io.
“Perché proprio bionde scusa?”
“Perché si, di more c’ero solo io.”
“Ma anche tu sei stata bionda.” Commentai io.
“Pff.. rispondi.”
“Un paio, penso..” risposi non del tutto sincero, a chi volevo darla a bere?
“Voglio crederti.” Mi fece l’occhiolino, per poi riportare lo sguardo verso Joy. Stava giocando con un bambino più piccolo di lei. Qualunque cosa gli chiedesse di fare, il poveretto la faceva. Non avrei voluto essere nei suoi panni ad essere sincero.
Ad un tratto sentii qualcosa vibrare nella mia tasca sinistra.
Afferrai il mio Iphone, e non appena lessi il nome “Lizzie” me ne pentii amaramente.
Guardai il display sperando smettesse di suonare, invece..
“Che fai non rispondi?” domandò Kris ridendo a crepapelle. Si lei se la rideva,simpatica.
Accettai la chiamata e non appena avvicinai il cellulare all’orecchio, un urlo mi perforò il timpano.
“Roooooob!”

“Ciao Liz.. come stai?”
“Una favola, fratellino.. tu?” Possibile che quella ragazza fosse così esuberante? Sembrava imbottita di caffeina o altri super eccitanti.
“Bene gr..”
“Ti volevo dire!” mi interruppe senza farmi finire la frase. “Che la
prossima settimana devi tornare a casa. Ho una cosa che devo annunciare a tutta la famiglia.”
Spalancai gli occhi sorpreso, e spaventato.
“Che genere di cosa?”
“Una sorpresa… allora ci sarai vero? Si. Benissimo.”
"Ma io non ho ancora risposto” controbattei arrabbiato, ma sapevo in partenza che lamentarsi era inutile.
“Con te c’è Kristen?”
“Si perché?”
“Ho visto su internet delle foto di voi due. Passamela per favore.”
Allontanai dal mio orecchio il telefono e con la mano che tremava appena lasciai il cellulare a Kristen.
Si allontanò leggermente per non farmi sentire le loro parole, dopotutto erano sempre state amiche, anzi grandi amiche.
Vidi Kris ridere, per poi diventare imbarazzata. Avrei pagato oro per scoprire che cosa si stavano dicendo.
Dopo una decina di minuti, tornò da me, sorridendo.
“Allora partiamo per Londra?”
Scossi la testa confuso. “Ha incastrato anche te?”
Annuì mantenendo il sorriso sulle labbra. “Mi è mancata davvero..”
“Anche tu le sei mancata, come sei mancata a me.” Mormorai, sorprendendo me stesso della verità di quelle parole.
Il viaggio si sarebbe prospettato meno orribile se con me ci fossero state loro due.
Continuammo a guardare Joy e a chiacchierare del più e del meno per una buona mezzora, fino a che il sole non decise a tramontare.
Kris fece indossare a Joy la felpa e ci incamminammo verso casa. La piccola agguantò le nostre mani e iniziò a dondolarsi. Naturalmente la assecondai facendola volare in aria, e la strada si riempì delle nostre risa. Chiunque ci avesse visto in quel momento , avrebbe dato per scontato che fossimo una famiglia felice.
Sorrisi di quella consapevolezza e mi voltai guardando Kris. Anche lei sorrideva. Probabilmente stava pensando esattamente quello che pensavo io.
“Mammaaa, Rooob!!” Joy lasciò andare le nostre mani e corse fino ad un’edicola.
“Guardate qui” disse, mentre indicava un giornale di gossip al quanto famoso.
Sulla copertina faceva bella mostra di sé una foto che ci ritraeva insieme seduti al tavolo del Mac Donald’s .
Assurdo, davvero assurdo. Come si permettevano quei coglioni , a pubblicare foto di una bambina, una bambina di quasi cinque anni?!
Tra l’altro senza oscurarle il viso!Non stetti nemmeno a leggere l’articolo. Qualunque cosa ci fosse scritto mi avrebbe fatto alterare più di quanto non lo fossi già.
Potevo passare sopra a qualche speculazione su me e Kris, ma non su Joy. Non su quella bimba che tanto adoravo.
Lei non aveva colpa di nulla, non meritava di essere messa in mezzo a quella spazzatura.
“Rob che ti prende?” sussurrò Kris accarezzandomi il braccio.
“Che mi prende?” domandai a voce alta. “Che non dovrebbero pubblicare questa roba! Non dovrebbero…”
Scosse le spalle. “Non è la prima volta… ci dovremmo essere abituati ormai..”
Si, ma non ero abituato a vedere Joy sui giornali.
“Ma non dovrebbero oscurare le foto dei minorenni?”
“Non lo fanno mai.. Non se è Joy la protagonista della foto..”
Sospirai passandomi una mano fra i capelli.
“Avanti… andiamo a casa Rob.”
Annuii guardando la piccola accarezzare il suo viso nella foto.
Stetti in silenzio fino a quando non arrivammo sotto casa loro. Il pensiero di doverle lasciare mi procurò una sensazione di vuoto indescrivibile.
“A domani Robbino!” esclamò Joy allungando una mano per posarla sulla mia guancia. Stampò un piccolo bacio che mi fece rabbrividire.
“A domani tesoro..”
“Ciao Rob” Il mio sguardo incontrò quello di Kris, e per un momento vi trovai amore. L’amore che avevamo condiviso per tutti quegli anni. L’amore, quello vero, quello predestinato.
Mi avvicinai e le baciai il capo. Non so perché lo feci, ma avevo bisogno di sentire il profumo dei suoi capelli. Quella fragranza particolare, che avevo sempre adorato.
“Buona serata…” sussurrai prima di guardarle un’ultima volta.
Mi girai ma sentii qualcosa tirarmi per la manica.
Abbassai lo sguardo e vidi Joy aggrapparsi alla mia gamba.
“Che c’è piccola?”
“Volevo dirti una cosa..” disse piano facendomi gesto con il dito di avvicinarmi .
“Ti voglio bene.”


__________________________________________
 Alloraaaa? Soddisfatte anche questa volta? *-* il Ti voglio bene di Joy è fantastico *-*

Spoiler!
Pov.Kristen
“Kris devi dirglielo, trova il coraggio e la forza di farlo. È rischioso così ed io sinceramente non riesco a tranquillizzarti” mi spiegò sincera e prendendo le mie mani tra le sue mi sorrise dolcemente.
“ascolta, io immagino che possa essere difficile Kris, ma devi farlo. Se vuoi ti do una mano, chiamiamo Steve e gli diciamo la verità insieme ma bisogna farlo. La somiglianza è troppa e prima o poi se non glielo dici tu lo scoprirà da solo e non sarà lui a farlo, sarà qualcun altro. Ashley per esempio o le sorelle”
Annuii impercettibile e le sorrisi tristemente.
“si, ha il diritto di sapere la verità. Gli ho negato la possibilità di essere padre per troppo tempo è arrivata l‘ora di rivelargli tutto…da sola”
“brava” sussurrò Ota abbracciandomi forte.

“mamma?” mi richiamò Joy. Mi voltai a guardarla. Lei si torturò per un po’ le mani e poi sorrise timidamente.
“mamma, il mio papà somiglia un po’ a Rob? È simpatico come lui e bellissimo?”
La fissai senza dire nulla, troppo scossa da quella domanda per poter dire qualcosa.
Era giunto il momento di prendermi le mie responsabilità e accettare le conseguenze del mio gesto, bastava solo capire se ero pronta. Ero pronta a rinunciare per sempre a Robert? Ero pronta a dirgli addio proprio ora che lo avevo ritrovato? No, non ero pronta, ma dovevo farlo.


Nusia&Marty

Ritorna all'indice


Capitolo 13
*** 13- Riflessioni (Nusia) ***


ddddddddddddd Eccomi Eccomi ....mamma mia che faticaccia xD Scusate le ore di ritardo ragazze ma ho dovuto studiare e poi sono corsa a danza, comunque meglio tardi che mai no? Voi come avete passato la giornata? Da me sembra si essere a Forks data la pioggia assurda -.-"
Passando alla storia tutte felicemente sorprese della scelta di Kristen? Dato lo spoiler ho visto che siete tutte sicure che si farà avanti, vediamo di vedere in questo Kris come la pensa e poi nel prossimo chissà, forse, Robert saprà tutto. Quindi, giusto per farvi stare ancora più sulle spine xD, che ne sarà del viaggio a Londra? xD
Vi lascio al capitolo =) che avete già atteso abbastanza. Prima però due cosette:
1- risponderemo alle vostre recensioni in questi giorni.
2- infondo pagina non troverete nessuno spoiler poiché il capitolo non  ancora stato scritto, però ci sarà un avviso (nulla di preoccupante =P) che dovreste leggere =D Bacioni!
p.s. Capitolo abbastanza lunghetto per farmi perdonare =P




"Resta"
13- Capitolo (Nusia)
Pov. Kristen

“Quindi secondo te dovrei accettare?”
“Dio Ota per la millesima volta si, dovresti davvero” sbuffai esasperata. Era più o meno un’ora che non faceva altro che ripetere la stessa cosa, come un disco rotto mi inondava la testa delle sue paranoie. Non che mi dispiacesse ascoltarla e darle un consiglio, semplicemente ritenevo le sue paure del tutto inutili.
“e se va male?” scrollai le spalle buttando giù un boccone della mia pasta al formaggio poi lanciai un sguardo a mia figlia che mangiava tranquilla e sghignazzava alle mie facce buffe.
“se va male ti fai le valige e torni a casa tua. Dai tesoro non essere pessimista, perché mai non dovrebbe funzionare?”
“Oh per tanti motivi. Io e Cole abbiamo innanzitutto due caratteri totalmente diversi. Lui è così calmo, pacato ed io…dio io non riesco a stare un attimo zitta e fare la seria. E se si accorgesse che sono insopportabile? Se non gli piacesse come cucino o si infuriasse a vedere che premo il dentifricio dal centro invece che dal fondo del tubetto? Se…” le tappai la bocca prima che dicesse altre assurdità.
“Calmati Ota per piacere! Ti rendi conto delle cavolate che stai dicendo? Il dentifricio? Insomma che differenza fa il modo in cui ti lavi i denti? Cole ti ama Dakota, ti ama per quello che sei, per la tua vivacità, sincerità. Ti ama per la tua pazzia e anche per il modo in cui cucini pensa un po’…” ridacchiai “ricordi quando decidesti di invitare me, Joy e Cole a casa tua per una cena? Il tuo pollo arrosto era orribile, Joy non lo assaggiò neanche, eppure Cole lo finì tutto e non perché lo ritenesse buonissimo ma perché lo avevi fatto tu” dissi cercando di farla riflettere. Non poteva andare in paranoia per queste cose di poco conto. La vidi sorridere e poi mi abbracciò forte.
“grazie Kris, hai ragione. Lui mi ama, io lo amo. Non c‘è motivo di allarmarsi no?”
“nessun motivo” confermai.
“bene” sospirò.
“anche perché è una semplice convivenza Ota e visto che tu e lui passate quasi 24 ore su 24 insieme la differenza non dovrebbe essere tanta” aggiunsi e lei ridacchiò per poi asserire con il capo. Anche Joy sorrise ed io le strizzai l’occhio per poi riprendere a mangiare. Per un po’ nessuna delle due parlò, troppo immerse nei nostri pensieri per spiccicare parola o nel mio caso nei ricordi.
Sapevo perfettamente come si sentiva Dakota in quel momento. Io c’ero passata per prima e ricordavo ancora tutta l’ansia che mi era salita quando Rob mi propose di andare a vivere insieme. Ansia mescolata a gioia,un mix letale per la sottoscritta.

“Rob, mi dici che ci facciamo qui?” chiesi mentre mi trascinava su per le scale di un enorme palazzo. Ci trovavamo nel centro esatto di Los Angeles, Robert si era presentato alla mia porta con colazione alla mano e mi aveva detto di vestirmi che doveva portarmi in un posto. Il motivo era ancora un mistero.
“Allora?” sbuffai non ricevendo risposta. Mi innervosivo quando la gente non mi rispondeva. Lui mi baciò la guancia sghignazzando.
“10 secondi di pazienza amore e saprai tutto” chiusi gli occhi a due fessure e lo guardai truce, lui per tutta risposta mi sorrise sghembo e afferrando delle chiavi da dentro la tasca dei jeans aprì una porta.
“vieni” mi incitò afferrandomi la mano. Varcammo la sogna dell’entrata e mi ritrovai davanti un enorme salotto bianco e beige. Bellissimo. Mi voltai verso Robert confusa.
“che ci facciamo in questo appartamento?”
Sorrise avanzando di qualche passo.
“ti piace?” chiese ignorando la mia domanda.
“è bellissimo, ma di chi è?”
“nostro” rispose tranquillamente.
“nostro?” mi sorrise sghembo e si avvicinò prendendomi le mani.
“Rob ma cosa…?”

“andiamo a vivere insieme. Prendiamo le nostre cose e trasferiamoci qui, ti va?” lo guardai incredula e mi ritrovai a sorridere da sola.
“dici davvero?”
“ti sembra che stia scherzando Kris? Quando si parla di noi, di te, non scherzo mai”
“ma…”
“ti va? Vuoi vivere con me?” mi interruppe.
Vivere con lui, svegliarmi la mattina e ritrovarmi sdraiata sul suo petto, avere la possibilità di baciarlo sempre, di poterci parlare, scherzare, viverlo.
“e se…se finissi per odiarmi? Se ti rendessi conto che sono una vera palla al piede?” domandai forse un po’ spaventata da quel passo tanto importante.
“non potrei mai stancarmi di te. È assurdo anche solo pensarlo perché sarebbe come stancarsi di vivere. Io ti amo Kristen Stewart e voglio stare con te sempre, voglio poter dormire al tuo fianco, aiutarti con la spesa,coccolarti quando voglio. Ti voglio, voglio te sempre…in ogni momento. Dimmi di si”
Gli buttai le braccia al collo baciandolo con amore. Dio, ma cosa avevo fatto per meritarmi un angelo come lui?
“si” sussurrai baciandolo nuovamente.

Ci trasferimmo esattamente una settimana dopo e per tutto il periodo del trasloco sembravo un pazza appena scappata da un manicomio. Non facevo altro che chiedermi se fosse la cosa giusta, come avremmo fatto a convivere senza litigare mai, a far combaciare i nostri caratteri. Chiesi consiglio più volte a mia mamma e lei per tutta risposta mi diceva che ero paranoica e aveva ragione. Con mio grande stupore non fu affatto difficile abituarci alle abitudini altrui. Vivere con Robert era la cosa più semplice del mondo, forse perché era estremamente divertente o semplicemente perché ci amavamo incondizionatamente. Si, forse il motivo era proprio l’amore incondizionato.
“zia, secondo te perché la mamma sorride come una stupida?” chiese mia figlia riportandomi con i piedi per terra.
“ehi piccolina!” la richiamai bonariamente facendola ridere.
“lascia stare la bambina Kris. Joy ha assolutamente ragione, avevi su un sorriso assolutamente idiota” mi ribeccò la mia amica.
“grazie tante!”
“ il sorrisino era forse dovuto al fatto che tra pochi giorni andrete a Londra con Rob?” chiese stuzzicandomi. Ridacchiai.
“No, stavo semplicemente ricordando quando mi chiese di andare a vivere con lui. A dire il vero sono un po’ in ansia per questo viaggio” ammisi.
“e perché?”
“beh Ota tornare a Londra, riabbracciare tutta la sua stupenda famiglia. Far conoscere a tutti Joy” spiegai lanciando un’ occhiata a mia figlia che mangiava ignara del fatto che tra breve avrebbe conosciuto la sua famiglia. Dakota capì al volo e mi accarezzò un braccio.
“andrà tutto bene Kristen”
“lo spero, ho così paura”
“paura di cosa?” mi chiese ed io indicai la bambina facendole segno che non potevo parlare. Non potevo espormi davanti a mia figlia, per avere solo 4 anni era fin troppo sveglia ed intelligente.
“Joy tesoro andresti in camera della mamma a prendermi la borsa per favore?” le chiese Dakota e mia figlia annuì dileguandosi in un batter d’occhio.
“sputa il rospo” mi incitò. Sospirai poggiandomi allo schienale della sedia.
“ogni volta che vedo Rob osservare Joy ho sempre paura che noti qualche somiglianza. Che veda nei lineamenti della piccola i suoi, che si riveda nei modi di fare, nel sorriso sghembo o nelle faccette idiote. Ho una paura tremenda che scopra da solo la verità” dissi passandomi una mano sul volto. Dio, quel terrore mi accompagnava da giorni ormai.
“Kris devi dirglielo, trova il coraggio e la forza di farlo. È rischioso così ed io sinceramente non riesco a tranquillizzarti” mi spiegò sincera e prendendo le mie mani tra le sue mi sorrise dolcemente.
“ascolta, io immagino che possa essere difficile Kris, ma devi farlo. Se vuoi ti do una mano, chiamiamo Steve e gli diciamo la verità insieme ma bisogna farlo. La somiglianza è troppa e prima o poi se non glielo dici tu lo scoprirà da solo e non sarà lui a farlo, sarà qualcun altro. Ashley per esempio o le sorelle”
Annuii impercettibile e le sorrisi tristemente.
“si, ha il diritto di sapere la verità. Gli ho negato la possibilità di essere padre per troppo tempo è arrivata l‘ora di rivelargli tutto…da sola”
“brava” sussurrò Ota abbracciandomi forte.
“ecco qui zia e comunque era in camera mia non della mamma” disse Joy mettendo su un’espressione buffissima, un misto tra l’irritato e il dolce. Ridacchiai,tutta il papà!
“mi sarò sbagliata, scusa tesoro” si scusò Ota facendomi l’occhiolino. Scossi la testa e accennai ad un sorriso.

Dopo pranzo Dakota decise di correre da Cole e dirgli che accettava la proposta così la lasciai andare dandole un in bocca al lupo.
“speriamo che crepi insieme a tuo” disse prima di chiudersi la porta alle spalle e lasciarmi sola con mia figlia.
“mamma?”
“si amore?”
“oggi non vediamo Spunk?” mi chiese mettendo su un musetto tenerissimo. La presi tra le braccia scompigliandole i capelli. Come previsto si lamentò schiaffeggiandomi la mano.
“non possiamo stare sempre con Rob tesoro, lui deve lavorare e non possiamo disturbarlo” le spiegai sedendomi sul divano con lei sulle ginocchia.
“quindi oggi non lo vediamo” constatò facendo un lungo e triste sospiro.
“ti dispiace?” mi guardò dritta negli occhi e annuì vigorosamente.
“tanto” aggiunse facendomi stringere il cuore. Joy si era legata a Robert in un modo assurdo, quasi irreale se si pensava a quanto tempo lo conosceva. Due settimane non era un asso di tempo tanto lungo da creare un rapporto del genere, ma evidentemente loro erano l’eccezione che confermava la regola. Vedevo perfettamente dal viso imbronciato di mia figlia che diceva la verità. A lei mancava davvero Robert, poco importava che lo conoscesse da poco o che fosse una bambina socievole. Era come se il legame tra padre e figlia li avesse uniti fin dal primo momento in cui si erano guardati, sin da quando li beccai seduti nel corridoio di quel supermercato a ridere a crepapelle.
“beh…magari dopo lo chiamiamo così lo saluti che ne dici?” proposi sorridendole.  Le si illuminarono gli occhi e schioccò un sonoro bacio sulla mia guancia.
“si” esultò.
“ok, allora la mamma ora va a sistemare la cucina e poi vediamo di chiamarlo. Tu guardi i cartoni?”
“mhmh…quando chiami posso parlare io con Spunk?”
“certo amore” acconsentii dirigendomi verso la cucina.
“mamma?” mi richiamò Joy. Mi voltai a guardarla. Lei si torturò per un po’ le mani e poi sorrise timidamente.
“mamma, il mio papà somiglia un po’ a Rob? È simpatico come lui e bellissimo?”
La fissai senza dire nulla, troppo scossa da quella domanda per poter dire qualcosa. Somigliava a Robert il suo papà? Oh si tesoro, il tuo papà somiglia tanto a Robert, hai i suoi stessi capelli, occhi, modi di fare. Somiglia molto anche a te sai? Avete lo stesso sorriso, lo stesso carattere, lo stesso costante e intenso modo di farvi amare da me. Il tuo papà ha persino lo stesso nome di Rob perché vedi amore mio, tuo padre è proprio lui. Quell’uomo che spesso mi chiedi di descriverti, quello che vuoi sapere dov’è, che lavoro fa, se ti vuole bene. Il tuo papà è Robert, Spunk, Joy e tu gli vuoi un bene dell’anima senza neanche conoscere la verità.
“si Joy…si, gli somiglia un pò” sussurrai prima di voltarle le spalle e rifugiarmi in cucina.
Cosa stavo combinando? Per quale assurda ragione avevo tenuto per me un segreto tanto grande e importante? Per 4 lunghi anni avevo sempre pensato di aver fatto la cosa giusta, certo avvolte rimpiangevo di non aver rivelato nulla a Robert, ma poi mi convincevo di aver fatto bene, che quella fosse l’unica soluzione per non far soffrire mia figlia. Mi sbagliavo e di tanto anche. In quel momento ebbi la consapevolezza che se non avessi rivelato tutto non solo avrei perso Rob, ma a lungo andare anche Joy mi avrebbe detestato. Anche mia figlia mi avrebbe guardato con un guardo deluso e mi avrebbe rinfacciato tutto.
“Come hai potuto mamma? Lui è mio padre ed io avevo il diritto di saperlo. Sai quanto mi è mancato in questi anni? Lo sai?” già immaginavo cosa mi avrebbe detto quando sarebbe cresciuta ed io non volevo arrivare a ciò. Non volevo doverle spiegare che avevo agito per il suo bene, non volevo sentirmi rispondere che avevo sbagliato, che non ero una buona madre. No, io non volevo perdere la mia bambina. Lei doveva essere fiera di me, doveva camminare a testa alta e dire “lei è mia madre e l‘ammiro come non ammiro nessuno” si, volevo questo e poco importava il prezzo che avrei dovuto pagare. Fin da quando scoprii di avere Joy in grembo avevo sempre pensato a lei prima di tutto. Prima ancora di me stessa c’era lei e sarebbe stato così per sempre. Se per far felice mia figlia dovevo essere triste io mi andava bene, se per non farmi odiare avrei dovuto accoltellarmi il cuore da sola lo avrei fatto. Se per farla essere orgogliosa della propria madre avrei dovuto deludere l’unica persona che avevo mai amato lo avrei fatto. Lo avrei deluso. Se per poter tenere Joy stretta a me avrei dovuto rinunciare a Robert, ci avrei rinunciato. Avevo fatto a meno di lui per anni chi mi avrebbe impedito di fare lo stesso per il futuro? Non avevo bisogno di lui per vivere, sarei stata felice comunque. Avrei vissuto anche senza averlo al mio fianco. Giusto? Cazzate, tutte cazzate! La verità era che avrei rinunciato a Robert ma nel dirgli addio avrei abbandonato anche la mia vita, il mio futuro, il mio sorriso. Avrei perso tutto, inutile negarlo. Mi sarei alzata la mattina senza sapere bene che fare, mi sarei sentita vuota, fredda, con più nessuno scopo nella vita a parte quello di far star bene Joy. Avrei sopravvissuto, niente di più, niente di meno. Si certo, avevo vissuto senza di lui per 4 anni ma quella volta sarebbe stato diverso. Nell’esatto istante in cui avrei rivelato a Robert che avevamo una figlia lo avrei perso per sempre. Non mi sarei mai più alzata con la speranza di vederlo bussare alla mia porta, non avrei mai più creduto di poterlo rincontrare, non avrei mai più immaginato che un giorno mi avrebbe perdonato. No, lui non avrebbe mai accettato una cosa del genere. Mai. L’avevo già deluso profondamente una volta, non avrebbe retto né perdonato una seconda delusione, non tanto grande e soprattutto non da me.
Mi riflessi sul fondo di una pentola che avevo appena lucidato e mi accorsi di star piangendo. Si, erano proprio lacrime quelle che mi rigavano il volto, ma perché? Per quale assurdo motivo piangevo? Era tutta colpa mia se mi trovavo in quella situazione, nessuno mi aveva mai costretta a mentire tutt’altro. Quante volte Steve o Dakota mi avevano spronato ad andare da Robert e rivelargli che aspettavamo una bambina? Quante volte il mio ex marito mi aveva stretta a se e detto che Joy aveva bisogno di conoscere la sua vera famiglia e quante volte Ota mi aveva consigliato di dirlo almeno a mia madre? Già, neanche lei sapeva la verità. Nessuno lo sapeva se non io, Dakota e Steve. Avevo preferito non dirlo a nessuno, all’epoca pensavo che era meglio che la mia famiglia non sapesse nulla. Mia madre mi avrebbe trascinato per i capelli fino a Londra pur di far sapere al suo amato Robert, che sarebbe diventato padre. Oh se solo avessi saputo che sarebbe successo tutto ciò avrei pregato io stessa mia madre di trascinarmi a Londra! Ma al tempo ero troppo impaurita per pensare lucidamente. Non volevo che Robert restasse al mio fianco solo perché ero rimasta incinta. Mi aveva chiaramente detto di fare le valige e andare via ed io volevo il meglio per lui. Volevo che fosse felice e non che fosse costretto a vivere una vita che non voleva più. Una vita che lo aveva deluso, ferito.
Quando sentii il telefono di casa squillare mi affrettai ad asciugarmi le lacrime e andare a rispondere. Chi poteva essere a quell’ora?
“Pronto?” risposi con una voce orribile.
“Kristen? Sono Ashley”
“ehi ciao Ash come va?” chiesi schiarendomi la voce.
“bene. Tu hai una voce un po’ strana ti senti bene?”
“Oh si…si sto benissimo grazie”
“Oh perfetto allora non bisogna annullare la cena”
“quale cena?” chiesi confusa. Mi ero forse dimenticata qualcosa?
“ho pensato di invitare te e Joy stasera a cena da noi, ti va? Ho chiamato anche Dakota ma ha detto di essere impegnata con Cole” mi informò.
Bene, la vita mi stava dando l’opportunità di dire tutta la verità, di togliermi finalmente quel macigno dal petto. Era giunto il momento di prendermi le mie responsabilità e accettare le conseguenze del mio gesto, bastava solo capire se ero pronta. Ero pronta a rinunciare per sempre a Robert? Ero pronta a dirgli addio proprio ora che lo avevo ritrovato? No, non ero pronta, ma dovevo farlo. Se avessi messo su una bilancia i pro e i contro di tutta la faccenda l’asta si sarebbe certamente spostata più verso i contro, infondo le conseguenze sarebbero state molte di più dei vantaggi. Stavamo parlando di migliaia di conseguenze contro un unico vantaggio, ma quest’ultimo era certamente molto più importante di tutto il resto.
“Kristen ci sei ancora?”
“si, si Ash scusa stavo pensando” dissi tornando con i piedi per terra.
“allora ci sei per stasera? Ci sarà anche Robert ovviamente”
“ci certo si saremo. A che ora dobbiamo venire?”
“perfetto! Ci vediamo verso le 8 allora. A stasera tesoro. Un bacio”
“si, ciao Ash” riagganciai facendo un lungo sospiro e andai ad avvertire Joy mettendo su il miglior farlo sorriso della storia.
“indovina un po’ chi ha chiamato amore?”
Joy mi guardò reclinando la testa, poi i suoi occhi si illuminarono e il suo viso si dipinse un ampio sorriso.
“Rob?”
“no amore, Ashley. Ha detto che stasera andiamo a cena da lei e…” lasciai la frase in sospeso facendole gonfiare le guancie.
“e?”
“e ci sarà anche Rob” scattò immediatamente dal divano iniziando a saltellare per tutto il salotto.
“siiiiiiii…che bello!” esclamò all’improvviso facendomi sorridere.
Si, quel solo vantaggio era certamente più importante di tutto il resto.


Pov. Robert
“Cielo sono esausto!” esclamai buttandomi a peso morto sul divano di casa Lutz.
“sono le conseguenze del lavorare troppo amico” sghignazzò Kellan seduto comodamente al mio fianco a guardare una partita di football.
“ma tu sei sempre a casa?”
“ehi stamattina ho incontrato il mio agente. C‘è un bel film in cantiere e mi hanno proposto una parte principale” disse punto nel vivo. Sapevo che Kellan aveva deciso di non girare film per almeno 2 mesi e di dedicarsi solo ad interviste e Photoshoot, ma mi divertivo a prenderlo in giro. Ricordavo ancora le parole che mi disse qualche mese fa a telefono.
“basta Rob, sono stato in giro a lavorare per ben 5 mesi, ora mi serve un po’ di pausa o il mio solo neurone mi abbandonerà” risi a crepapelle al suono di quelle idiozie.
“grandioso e hai intenzione di accettare?” domandai togliendo da testa il mio amato berretto.
“si, penso di si. È giunta l‘ora di tornare in pista”
“bene. Penso che mi andrò a fare una doccia, ne ho davvero bisogno” annunciai tentando di alzarmi dal divano. Kellan me lo impedii chiedendo la mia attenzione.
“aspetta Rob. Ti ricordi che ti dissi di voler chiedere ad Ash di sposarmi?”
“si, certo che ricordo” dissi ripensando a quel giorno. Stavo andando al supermercato dove incontrai Joy e Kristen, quando Kellan mi chiese un consiglio.
“beh ecco, so che forse tu sei impegnato ma ho pensato di chiederglielo stasera. Sei stato a lavoro e non ho avuto modo di avvertirti. Sei devi uscire o…vedere Kristen disdico tutto” parlò a raffica, senza neanche darmi il tempo di replicare o almeno bloccarlo.
“no, tranquillo vai. Sono libero questa sera e Dan mi farà compagnia. Dove la porti?”
“in spiaggia. C‘è un posto davvero bellissimo nascosto dalla scogliera. È li che mi ha portato quando mi ha detto di aspettare Dan” mi disse sognante.
“che romantico. Kellan innamorato! Sai che ti brillano gli occhi ogni volta che parli di Ashley?” chiesi e lui mi lanciò un cuscino.
“smettila Pattinson, sono solo…innamorato”
“questo è chiaro, ma fa strano sentirti dire queste cose. Diventi serio quando parli di lei”
“non sono l‘unico” chiarì “anche tu diventi un‘altra persona quando sei o parli di Kristen. I tuoi occhi assumono una luce diversa. Non sei più quell‘inglesino che spara battute idiote a raffica insomma. Assomigli più ad un uomo…”
“innamorato. Follemente innamorato” conclusi io per lui. Asserì con il capo.
“dovrai dirglielo prima o poi. Vedrai che sarà così anche per lei”
“si, può darsi. Il legame che ci univa non è sparito del tutto e la cosa può sembrare assurda ma Joy è un anello fondamentale che ci permette di parlare con il cuore invece che con la testa. Non so perché, insomma è assurdo infondo lei è la figlia di Steve” spiegai scettico. Kellan annuì.
“sarà anche la figlia di Steve ma non noto alcuna somiglianza” disse scuotendo la testa per poi ridere.
“perché ridi?” chiesi confuso.
“perché ogni volta che ti vedo giocare con la piccola mi vengono sempre pensieri assurdi per la testa. Sai cosa penserei se fossi un passante che vi vede per la prima volta? Penserei: < che bella famiglia che sono > Se non sapessi la verità giurerei che la bambina ti somiglia”
“che cosa?” domandai divertito da quel discorso.
“lo so è una cosa assurda ma forse sono i capelli o le battute stupide o non so la complicità tra voi che mi porta a pensare ciò. L‘ho fatto notare anche ad Ashley e lei prima ha detto che sono un idiota e poi guardandoti insieme alla bambina mi ha appoggiato dicendo che potreste per davvero sembrare padre e figlia”
“sai Kellan per quanto mi piacerebbe essere già papà devo ammettere che tu sei fuori di testa. Joy è la figlia di Steve, se fosse stata mia me ne sarei reso conto no?”
“beh potresti sempre diventare il suo patrigno” disse unendosi alla mia risata.
“oh si, quello si”
“di che parlate voi due?” chiese Ashley entrando in salotto.
“oh niente, il tuo compagno è un idiota” le dissi facendola ridacchiare.
“che c‘è amore?” domandò Kellan alzandosi per baciarle una guancia.
“sono venuta a dirvi che stasera verranno a cena Kristen e Joy, le ho appena invitate perciò corro a fare la spesa” e così dicendo afferrò la borsa e uscì di casa senza darci modo di replicare. Scoppiai nuovamente a ridere di fronte all’espressione perplessa di Kellan.
“che tempismo che ha la mia Ashley!” esclamò sbuffando“addio proposta di matrimonio”
“e perché mai?” chiesi.
“hai sentito no? Stasera vengono Kristen e Joy e non possiamo certamente lasciarle cenare da sole”
“beh però potreste cenare e poi andare al mare. Insomma Kristen sarà contenta di aiutarmi con Dan e Joy sono sicuro sarebbe felicissima di passare un po’ di tempo con tuo figlio”
“davvero mi aiutereste? Non sono proprio sicuro che Ashley verrebbe con me”
“tu tranquillo che ci pensiamo noi a convincerla ok?”
“ok, grazie Rob ti devo un favore” disse dandomi una pacca sulla spalla.
“nahhh è un piacere per me. Ora se non ti spiace vado a farmi una doccia che stasera devo intrattenere le tue ospiti”
“come se ti dispiacesse” mi prese in giro mentre mi avviavo nella dependance.
“non ho mai detto che mi dispiace. Ci vediamo dopo” e così dicendo mi dileguai con un sorriso a 32 denti. Tra poco avrei rivisto Kristen e ciò bastava a rendermi felice e ansioso.

_________________________________________________
Allora che ne dite di questo capitolo? Devo ammettere che ci ho messo un pochetto per scriverlo, specie il pov Kristen. Cosa succederà ora secondo voi? Susu voglio ipotesi su ipotesi *-*

P.s.. Allora ragazze ecco il piccolo avviso:
Io e Marty vogliamo informarvi che da oggi si posterà una volta a settimana, quindi il prossimo capitolo sarà esattamente mercoledì prossimo ....
Ci dispiace tanto ma purtroppo la scuola ci porta via davvero tanto tempo e voi capirete che è impossibile scrivere poi correttamente una storia, percui questi due giorni in più dovrebbero aiutarci. Riuscirete a resistere 7 giorni? *-*




Nusia&Marty

Ritorna all'indice


Capitolo 14
*** 14-Like a kiss (Martybet) ***


love Buon giorno ;) Qui che vi parla è Marty, purtroppo il computer di Nu non riesce più ad accendersi, e così per non farvi rimanere a bocca asciutta abbiamo deciso di postare ugualmente :) Pregate per il suo povero pc però u__u  
Allora,  volevo informarvi che la data della rivelazione non è poi così lontana, anzi.. muahuahuhaua XD Come sono cattiva u___u
Anzi come siamo cattive u___u
Che altro dire? Spero che questo capitolo vi piaccia, e come al solito ci rileggiamo in fondo.. :
P.S Recensite ;) LOL
P.P.S: troverete il link di una canzone ;) ascoltatela mentre leggete ;)



CAPITOLO 14: Like a Kiss

Mangiucchiarsi le unghie, mordersi il labbro, passarsi nervosamente una mano nei capelli. Tutti gesti che in quegli ultimi venti minuti avevo ripetuto a frazione di secondo.  Era stupido sentirsi così agitate, e invece chissà per quale ragione lo ero. Quella sera avrei  vinto, oppure perso ogni cosa.  Questa consapevolezza bastava per farmi innervosire, farmi venire voglia di piangere e scappare via dalle mie responsabilità.

Ma non potevo.. Non era giusto nei confronti di Rob e di mia figlia. Entrambi meritavano di sapere la verità, anche se questa verità avrebbe comportato perdere per sempre l’uomo che amavo più della mia stessa vita. Sospirai, cercando di rallentare il mio respiro irregolare.

Dovevo calmarmi, dovevo cercare di tranquillizzarmi, altrimenti tutto il mio piano sarebbe andato a puttane, e non me lo potevo permettere.

“Joy amore sei pronta?” urlai chiamandola dal piano inferiore. La sentii scendere dalle scale di casa nostra, e osservai curiosa i suoi occhi vispi. Era emozionata, non vedeva l’ora di vedere il suo papà.

Oh piccola mia, se solo sapessi la verità…

“Pronta!” esclamò sorridente, mostrandomi il suo vestito colorato. Era magnifica. La pelle diafana, i riccioli dorati, gli occhi verdi..

“Sono spettolare vero, mamma?”

Scossi la testa ridacchiando. “Spettacolare Joy. Spettacolare.”

Storse la bocca e il sopracciglio contemporaneamente, facendo la sua tipica faccia corrucciata.

“E io che ho detto?” mi chiese facendo spallucce.

“Mi era parso di sentire qualcos’altro, ma sicuramente mi sono sbagliata … Sei spettacolare amore, si.” Dissi alzando le mani in segno di resa. Mai contraddire mia figlia, così come mai si doveva contraddire Rob.

“ Allora andiamo?”

“Certo” risposi prendendola per mano, e chiudendo la porta dietro alle mie spalle. Raggiungemmo la mia macchina, e una volta entrate Joy prese ad armeggiare con la radio, e infine scelse uno dei suoi cd preferiti. Era un semplice cd di musica classica, uno dei tanti che mi aveva aiutato durante il mio periodo “buio”.

Il compositore era Ludovico Einaudi un italiano che mi era capitato di sentire durante  le riprese di New Moon. Era stato Rob il primo a farmelo ascoltare, ed io me ne ero completamente innamorata.

E a quanto pare aveva sortito lo stesso effetto in mia figlia.

La vidi chiudere gli occhi per poi rilassarsi al ritmo de "I giorni" . Quella melodia era così pura, così triste e allo stesso tempo malinconica.

Non so perché ma sentii lo stomaco contrarsi e piccole lacrime silenziose presero a scendere lungo le mie guance.

Mi sentivo così debole, così fragile. Come se tutto quello che avevo costruito con tanti sacrifici si potesse rompere da un momento all’altro. Ed era vero… si sarebbe potuto rompere con un semplice alito di vento.

Il mio sguardo era fermo sul corpo di Joy, i riccioli le solleticavano il viso, e la sue labbra erano sorridenti. La classica espressione serena.

E sapevo benissimo il motivo della sua gioia. Rob, Rob. Il ragazzo del quale ci eravamo perdutamente innamorate, il ragazzo che aveva colorato i miei giorni e ora colorava i suoi. Quel ragazzo che come un raggio di luce nella tempesta era piombato nella mia vita otto anni fa e non se ne era più andato. Quel ragazzo che insieme a me aveva dato alla luce quella splendida bambina seduta a pochi centimetri. Tirai su con il naso, no Kris, non piangere, non è il momento di farti vedere in queste condizioni da Joy.

Eppure.. eppure avevo un disperato bisogno di sfogarmi, e quelle maledette note non facevano che aumentare la stretta alla giugulare che sentivo premere prepotentemente.

Quando finalmente arrivammo, con il maglione mi asciugai gli ultimi resti di acqua salata, e parcheggiai accanto al cancello di casa di Ashley e Kellan.

Joy spense il cd, e iniziò a correre verso l’entrata.

La raggiunsi poco dopo e insieme suonammo il campanello.

La cameriera non ci mise molto ad aprirci,e subito Joy si intrufolò, intrepida di vedere nuovamente il suo papà. Consegnai il mio giubbotto a Marie, e mi feci indicare dove si trovavano.

Entrai in salotto, e la scena che avevo davanti mi pietrificò.

Joy era ancorata al petto di Rob e si stringevano in un abbraccio pieno di tenerezza e amore. Mi sentivo così piccola, come se fossi di troppo.

Quel gesto mi fece capire ancora quanto avessi sbagliato a tacere la verità. Egoista, ero solamente un’egoista.

“Ehi..” disse Rob sorridendo quando Joy decise di liberarlo.

“Ciao.. tutto bene?” domandai sempre con un nodo in gola.

Accentuò il sorriso. “Sto una favola. Tu? Tutto bene? Mi sembri un po’ strana..”

Scossi la testa. “Sono solo molto stanca.. non ho dormito molto bene stanotte..” Beh non stavo mentendo su tutto, quella notte la avevo davvero passata in bianco. Certamente però non ero ridotta così per le ore di sonno perse.

“Mi dispiace.. avremmo potuto rimandare.”

Scossi la testa. “Joy ci teneva tanto.. vero?”

“Si!” rispose sorridendo e continuando a stringerlo.

Datemi una pastiglia di valium, vi prego!

“Ma.. Ash e Kellan?” domandai perplessa.

“Sono usciti. Kellan deve fare una proposta molto interessante ad Ash, Dan invece è rimasto qui con me.”

Proposta molto interessante? Non parlerà mica di un..

Sbarrai gli occhi sorpresa.” Proposta cioè.. si deve dichiarare?”

Sghignazzò. “Già.. sono andati un ristorante di lusso vicino ad Hollywood.”

“Oh cavolo.” Riuscii solo a dire. Ashley non era mai stata una ragazza da matrimonio, non era nemmeno una ragazza da bambini, ma… Ashley, sposata?

Dio, non riuscivo a crederci.

Le volevo bene, ed era una delle mie più care amiche, ma era sempre stata la classica donna da dieci fidanzati. Ricordo ancora il nome che le avevo affibbiato ai tempi di Twilight. Ashley Farfallina.

Ridacchiai ripensando a quei tempi.

“Perché ridi?”

“No, è che.. mi sembra strano. Tutti i nostri più cari amici si sposano, vanno a vivere insieme.. invece tu ed io siamo sempre allo stesso punto.”

“Beh, tu non sei allo stesso punto. Hai una figlia e ti sei sposata.Io sono sempre lo stesso cazzone di quattro anni fa.”

Sospirai. No Rob, ti sbagli. Sei esattamente nella mia stessa situazione, ma tu non lo sai ancora.

“Beh no dai. Qualcosa hai fatto.”

“Sarebbe?” domandò con un sopracciglio alzato.

“Sei entrato nuovamente nella mia vita, e ora nella sua.” Dissi sincera riferendomi a Joy, e dopo di che mi maledii più volte di essermi lasciata scappare così tante cose.

Mia figlia ci guardava sorridente, e dopo di che scese raggiungendo Dan nell’altra stanza.

Mi sedetti accanto a Rob e li osservai giocare tranquilli. Quel bambino in confronto a mia figlia era un vero angelo.

“Che cosa mangiamo?”

“Pizza.” Rispose come se fosse una cosa ovvia. Dimenticavo che non era capace di cucinare, se non qualche uovo strapazzato per colazione.

“L’hai già ordinata?”

Annuì con un sorriso beffardo stampato sul viso.

“E scusa come fai a sapere che cosa volevamo?”

“Ma io so che pizza vuoi.”

“Si ma non c’entra.. magari in questi anni potevo cambiare gusto.”

“Hai cambiato gusto?” chiese con un sopracciglio alzato.

“No.” Dissi sospirando.

“Visto? Per te una pizza con i funghi e per Joy una semplice margherita.”

“Hai preso in pieno purtroppo.”

“Purtroppo lo so!”

“Sei solo un egocentrico, saputello inglese!”

“E tu sei solo una permalosa, viziata ragazzina americana.”

Gli feci la linguaccia, e solo dopo pochi secondo mi resi conto di essere tenuta d’occhio dai bambini. Ci guardavano con gli occhi spalancati, e forse avevano ragione.

Quando ero con Rob la parte adolescenziale che era in me tornava fuori chissà come.

Le pizze arrivarono circa venti minuti dopo, e tra ridolini e scherzi, la serata proseguì più o meno tranquilla. Cercavo di non pensare a ciò che avrei dovuto fare di lì a poco, cercavo di non agitarmi e restare tranquilla. Volevo godermi quegli ultimi momenti di serenità.

Joy e Dan andarono in camera a guardare un cartone animato, mentre io e Rob eravamo sdraiati sul divano, come ai vecchi tempi.

Era così strano trovarmi lì, con lui. Il suo profumo mi dava alla testa, e i nostri fianchi attaccati non facevano altro che recarmi piccolissimi brividi a fior di pelle.

Continuavo a mordermi il labbro inferiore, mentre lui parlava.

Guardavo la sua bocca muoversi, e uno strano desiderio si impossessò del mio basso ventre. Deglutii a vuoto, continuando a fissare quella danza sublime delle sue labbra.

D’un tratto però qualcosa cambiò anche nel suo sguardo, e gli occhi azzurri che tanto amavo si pietrificarono.

“Kris, cos’hai?” sussurrò toccandomi con un dito la guancia arrossata, e lì dove aveva sfiorato la mia pelle lasciò una linea infuocata.

Sospirai senza rispondergli, abbassai lo sguardo fino a che non mi fece rialzare il viso, e i miei occhi tornarono nei suoi.

Possibile che sentisse esattamente ciò che provavo io?

I nostri respiri erano agitati, e ormai il suo alito mi aveva completamente ubriacata.

Era così dolce, così afrodisiaco..

La testa aveva preso a girare vorticosamente.

Vedevo solo le sue labbra, e sentivo una voglia snaturata di baciarlo. Di ritrovare quella bocca calda, profumata, leggera, che si muoveva in sincrono con la mia.

Oh Rob… se solo sapessi, se solo sapessi la verità..

Istintivamente avvicinai il mio viso al suo, i nostri occhi erano incatenati, azzurro grigio fuso al verde. Un connubio perfetto.

Mi morsi il labbro, e la sua mano andò a finire dietro la mia schiena.

Stava per accadere… stava per accadere, me lo sentivo.

Dieci centimetri, si trasformarono in cinque, poi in due.. Mancavano pochi millimetri e ci saremo baciati.

Sentii le farfalle nello stomaco non appena mi attirò a sé. Infilai una mano fra i suoi capelli ramati, e fu il paradiso. Non ricordavo quanto fossero morbidi, soffici al tatto.

Pochi secondi..

Chiusi gli occhi, quando all’improvviso sentii un urlo dalla camera adiacente.

Tornai lucida, e mi allontanai di scatto da Rob, il quale era rimasto impietrito.

Mi alzai velocemente, e corsi nella stanza dei bambini.

Joy aveva legato Dan con un collare, e lo portava a spasso come un cagnolino.Dio, ti prego.

“Joy!” sbottai arrabbiata, avvicinandomi al povero Dan, che imitava anche il verso del cani.

“Ti sembra il caso?! Non si fa!”

Liberai Dan dalla costrizione del guinzaglio,e portai entrambi i bambini in salotto.

Mi schiarii la voce. Rob era ancora seduto, la  mani appoggiate dietro la testa, e il viso disteso in un ‘espressione rilassata.

Io sentivo il cuore battere ancora più forte di prima, e le gambe erano scosse da un leggero tremore.

“Joy vai a prendere la giacca, è tardi, dobbiamo andare a casa.”

Sentii la bimba sbuffare,  prima di andare a mettersi il giubbotto di Jeans.

“Grazie di tutto Rob.” Dissi placida, cercando di mantenere la voce ferma il più possibile.

Mi sorrise, per poi alzarsi e venirci a salutare.

Abbracciò Joy, e poi venne da me. Trattenni il fiato per tutto il tempo, fino a quando non avvicinò il suo viso al mio orecchio.

“Sei sempre stata una fifona.”

Sbarrai gli occhi pietrificata, e presi per la mano Joy.

“Buona notte Dan.” Sussurrai dandogli un piccolo buffetto sulla guancia.

“”Notte Kris” rispose dolcemente.

“Ci sentiamo domani per metterci d’accordo su Londra.”

Annuii a Rob, per poi girarmi verso la porta.

Sentivo gli occhi pungere, consapevole ancora una volta di avergli taciuto la verità.

 _________________________________________________________________________________________

__________________________________________________________________________

 Hahaha, credevate che si baciassero vero? u____________u 

e invece nisba :P

Il prossimo capitolo si vola a London :D Quindi tenetevi preparate perchè ne succederanno delle belle u_u

xxx

Nusia&Marty

 

Ritorna all'indice


Capitolo 15
*** 15- London (Nusia) ***


15 Buonasera a tutte contente di vedermi qui con qualche ora d'anticipo? La verità è che domani non sapevo se riuscivo a postare perciò mi sono detta "perché farle attendere ancora?"
Si lo so, sono bravissima *-* xD
Alloraaaaaaaaaaaa pronte a  partire per Londra? questo capitolo è abbastanza lunghezzo perciò vi lascio a lui e vi auguro Buona Immacolata a tutte.
p.s. La nostra Marty ha risposto alle vostre recensioni. Grazie mille siete stupende! *-*


"
"Resta"
15-Capitolo (Nusia)
Pov. Robert

Il suono della sveglia mi svegliò di colpo facendomi sbattere la testa contro il comodino.
“maledetto aggeggio!” borbottai massaggiandomi la parte lesa. Era le 6 e mezza del mattino e tra esattamente 3 ore avrei dovuto prendere l’aereo per andare a Londra. Se non fosse stato che avrei passato 3 interi giorni con Kristen e Joy molto probabilmente mi sarei buttato nuovamente con la testa sotto il cuscino e avrei mandato al diavolo Lizzie, ma grazie al cielo loro sarebbero venute con me e questo bastò a farmi scattare dal letto e dirigermi sotto la doccia.
Quando le stille d’acqua calda iniziarono a bagnarmi il corpo rilassai tutti i muscoli sentendomi subito meglio. Uscii dalla doccia dopo circa mezz’ora e dopo essermi avvolto un asciugamano in vita pensai a togliere un po’ d’acqua dai capelli con il phon, quando anche quelli furono a posto corsi in camera e mi preparai. Dovevo sbrigarmi se non volevo perdere il volo rischiando di essere linciato da mia sorella. Chissà cosa doveva dirci di tanto importante da farmi tornare a Londra! Con questo pensiero afferrai gli occhiali da sole, il trolley e andai ad aspettare Kristen in salotto. Mi aveva mandato un messaggio dicendomi che sarebbe passata a prendermi lei con Dakota, non era il caso di disturbare i promessi sposi, sicuramente avevano di meglio da fare che pensare al sottoscritto. Le diedi pienamente ragione e mi auto-convinsi che non ero affatto curioso di sapere come aveva reagito Ashley alla sorpresa di Kellan. Mentre aspettavo scrissi un bigliettino ai due dove scrissi che li avrei chiamati appena atterrato e che speravo che la serata fosse andata nei migliori dei modo, mi firmai e lo lasciai sul tavolino che avevo di fronte, sicuro che l’avrebbero letto appena svegli.
Sospirai tornando con la mente alla sera precedente e automaticamente sorrisi come un idiota. Era stata una serata tranquilla, rilassante ma ci eravamo divertiti molto e il tempo sembrava essere volato. Stare con Kristen era facile come respirare, eravamo tornati noi stessi nel giro di pochi giorni ed era incredibile come mi sentissi quando mi era vicino. Si è sempre detto che il tempo aiuta a dimenticare, a mettere una pietra sopra a tutto: persone, cose, sentimenti, a me era successo l’esatto opposto. Era come se lo scorrere degli anni non avesse fatto altro che amplificare ciò che provavo per lei e così anche un piccolo sguardo era capace di destabilizzarmi e farmi rabbrividire di piacere. Non so bene cosa fosse successo il giorno prima ma improvvisamente ci eravamo ritrovati davvero vicini fino a sentire il respiro dell’altro sul volto. Avvicinarmi a lei, diminuire pian piano le distanze per poter toccare nuovamente quelle splendide labbra che tanto mi erano mancate, mi era venuto del tutto normale. Quando ci eravamo trovati a pochi millimetri di distanza tutta l’alchimia, l’attrazione sessuale che ci legava si era diffusa in tutta la stanza annebbiandomi i sensi e se non fosse stato per le urla di Joy l’avrei baciata per davvero. Già, Joy! Quella bambina sembrava avere un tempismo impeccabile in certi momenti e su questo aveva certamente preso da Kristen. Mi passai una mano tra i capelli scuotendo la testa felice. Si, ero felice, così tanto che scoppiai a ridere da solo, senza un motivo ben preciso. Ero pazzo? Oh si, pazzo di lei e lo sarei stato sempre qualsiasi cosa fosse successa.
Il suo di un clacson mi  ridestò dai miei pensieri così presi la piccola valigia e uscii di casa. Appena incrociai lo sguardo di Kristen sorrisi strizzandole l’occhio e lei fece lo stesso.
“muoviti o faremo tardi” disse quando fui abbastanza vicino. Posai il trolley nel cofano e mi affrettai
“Buongiorno a tutte” dissi scoccando un bacio alla piccola ancora assonnata.
“Buongiorno a te inglesino da strapazzo, pronto a tornare in patria?” domandò Dakota ingranando la marcia.
“sono nato pronto Ota”
“bene, perché ci toccherà correre, siamo in ritardo” affermò Kristen lanciando uno sguardo all’orologio.
Arrivammo all’aeroporto giusto in tempo per fare in check-in e sentire chiamare per l’ultima volta il nostro volo. Salutammo Dakota e una volta afferrate le valige ci imbarcammo il più velocemente possibile
“sei sempre la solita ritardataria Kris” sospirai una volta seduto comodamente sulla mia poltrona.
“senti chi parla” ribatté lei mentre Joy si guardava in giro sorridendo felice.
“non sei mai salita su un aereo tesoro?” le chiesi mentre le hostess ci pregarono di allacciare le cinture.
“mai” rispose facendo un lungo sbadiglio. Io e la mamma ridacchiammo.
“dormi un po’ amore, il viaggio è bello lungo” lei annuì stropicciandosi gli occhi per poi sistemarsi meglio sulla propria poltroncina.
“cos‘è, l‘hai tenuta sveglia tutta la notte?” canzonai a Kristen che alzò gli occhi al cielo.
“casomai il contrario. Era tanto elettrizzata per questo viaggio che non faceva altro che parlare e dirmi che era contenta” mi spiegò mettendo su un espressione tra il felice, triste e…preoccupato?
“c‘è qualcosa che non va?” le domandai accarezzandole il dorso della mano. Mi guardò intensamente negli occhi per poi scuotere la testa e sorridere.
“no, sono solo ansiosa di salutare la tua famiglia. Mi sono mancati tanto in questi anni”
“anche tu a loro” ammisi senza pensarci su.
Restammo in silenzio per qualche minuto: lei con lo sguardo rivolto verso  l’oblò e la testa persa chissà dove ed io a fissarla curioso. C’era qualcosa che la turbava ma non sapevo ben definire cosa. Anche la sera prima, appena arrivata aveva la stessa espressione preoccupata e tesa ma poi con il passare dei minuti si era rilassata tornando quella di sempre.
“Kris?”
“mmmh?” disse senza voltarsi a guardarmi.
“se io ti dicessi che la tua espressione somiglia tanto a quella che assumi sempre quando sei preoccupata o qualcosa ti turba cosa mi risponderesti?” la vidi irrigidirsi di poco.
“ti risponderei che non è assolutamente vero”
“e se ti dicessi che non ti credo per niente e che vorrei aiutarti in qualche modo?”
“in tal caso ti direi che non puoi fare nulla per aiutarmi” sorrisi.
“ti rendi conto vero che hai appena ammesso di essere preoccupata per qualcosa?” lei sorrise con me e si voltò a guardarmi.
“si, me ne rendo conto”
“allora dimmi cosa c‘è”
“nulla sono solo ansiosa tutto qui davvero” disse davvero poco convincente
“non vuoi parlarmene?”
“no certo che vorrei credimi ma è…complicato e…difficile” ammise rattristandosi. Posai una mano sulla sua guancia.
“sai che puoi dirmi tutto Kristen” la rassicurai. Posò la sua piccola mano sulla mia e la spostò dal viso per poterla stringere tra le sue.
“lo so” asserì intrecciando la mano destra con la mia. Le sorrisi rassegnandomi, se e quando ne avrebbe voluto parlare io ci sarei stato. Lanciai un sguardo a Joy per poi riportarlo su Kristen che fissava attonita le nostre mani intrecciate. Stavo per dire qualcosa ma lei mi fissò negli occhi e volse il palmo della mia mano destra verso l’alto.
“ce l’hai ancora!” esclamò meravigliata mente con le dita tracciava il contorno del suo nome, ancora perfettamente tatuato all’interno del mio polso.
“perché avrei dovuto toglierlo?” chiesi sorridendo.
“c‘erano così tante buone ragioni” mormorò.
“nessuna tanto importante quanto questo tatuaggio” ammisi facendola sorridere dolcemente.
“molto probabilmente io sarei corsa a toglierlo”
“io credo di no” ribattei. Mi fissò negli occhi curiosa.
“cosa te lo fa pensare?”
“perché noi ci apparteniamo Kris. Non importa quello che succede, nessuna delusione sarà tanto forte da allontanarci per sempre. Questo tatuaggio mi ha aiutato a sentirti ancora mia anche se non lo eri più. Per te sarebbe stato lo stesso” spiegai sicuro delle mie parole. Non disse nulla, si limitò a sorridermi e poggiare la testa sulla mia spalla. Si, noi due ci appartenevamo.

Pov. Kristen
Atterrammo a Londra che era notte inoltrata ormai e una volta presi i bagagli ci affrettammo a chiamare un taxi e raggiungere la vecchia casa che avevamo affittato, anni addietro, per non disturbare i suoi genitori quando andavamo li a Londra. Avevo cercato di convincerlo a farmi prenotare un albergo ma mi aveva guardato come fossi impazzita per poi aggiungere “il mio appartamento è grande abbastanza per tutti e tre e tu non andrai da nessuna parte” e quindi mi era stato impossibile replicare. Dovevo ammettere che vivere per qualche giorno sotto lo stesso tetto mi faceva uno strano effetto, se poi pensavo che anche Joy sarebbe stata a stretto contatto con lui mi sentivo ancora più ansiosa, preoccupata e…felice. Che gran subbuglio di sensazioni!
“questa piccolina ha un sonno davvero pesante eh? Ma quanto dorme?” chiese Robert mentre, con nostra figlia tra le braccia, cercava di aprire la porta di casa. Ridacchiai.
“beh se stiamo a tenti a non fare troppo rumore vedrai che si sveglia direttamente domani mattina e non fa caso al fuso orario” mi guardò sconvolto.
“Santo cielo, solo il sottoscritto è capace di fare come lei” disse scuotendo la testa e poggiandola nel lettino di una delle due camere da letto.
“già” mormorai tanto piano che dubitavo mi avesse sentito. Erano simili anche in questo!
Robert mi sorrise per poi uscire nel pianerottolo a prendere le valige. Mi sedetti sul divano guardandomi in giro. Erano anni che non entravo in quella casa, anni che non mettevo piede a Londra, che non passavo una notte con lui, che non respiravo l’aria umida di quella città che mi aveva dato tanto, che mi aveva dato LUI.
“Allora, scossa per il fuso orario?” chiese all’improvviso facendomi sobbalzare dallo spavento. Non mi
“scusa” sghignazzò vedendo la mia reazione. Gli colpii un braccio con un pugno e ciò non fece altro che farlo ridere maggiormente.
“Idiota, mi hai spaventata! Si, il fuso orario mi destabilizza come sempre”
“le abitudini sono dure a morire! Guarda me” disse indicandosi “sono un uomo di mondo io, il fuso orario non mi tocca minimamente” lo guardai di traverso lanciandogli un cuscino.
“Oh certo è un uomo di mondo lui” lo beffeggiai scoppiando subito dopo in una grossa risata.
“Shhh così svegli la bambina” mi ammonì tappandomi la bocca con una mano. Alzai gli occhi al cielo beccandomi un’ occhiataccia.
“Ok Spunk”sbuffai quando mi permise di respirare “che facciamo ora?” mi guardò inarcando un sopracciglio.
“cosa vorresti fare a quest‘ora? Non so tu ma io ho un gran mal di testa. Andiamo a letto?”
“ma io non ho sonno” mi lagnai facendo fuoriuscire la mia parte adolescenziale.
“beh allora ci sdraiamo sul letto a chiacchierare. Su piccola brontolona muovi il culetto da qui” e così dicendo si avvio in stanza. Mi feci scappare un sorriso, era troppo tempo che non rivivevo un atmosfera del genere, troppo tempo che non punzecchiavo qualcuno in quel modo. Mi alzai dal divano e lo raggiunsi sdraiandomi proprio di fianco a lui mantenendo tuttavia le distanze. Un tempo mi sarei volentieri fiondata tra le sue braccia senza pensarci mezzo secondo consapevole del fatto che mi avrebbe accolto con calore, ma quella non mi sembrava proprio la situazione adatta, motivo per cui incrociai le braccia al petto e stetti al mio posto.
“beh…?” borbottò all’improvviso guardandomi imbronciato.
“cosa c‘è?”
“un tempo adoravi stringerti a me. Cos‘è il mio petto è diventato troppo muscoloso e duro per farti da cuscino?” domandò facendomi scappare una risata.
“certo, muscoloso e duro!” lo derisi scuotendo la testa “il tuo petto non ha neanche un minimo accenno di addominali figuriamoci muscoli veri e propri”
“bene, allora sono tutto tuo” e allargò le braccia in segno d’invito.
 Beh Rob, se proprio insisti!
Mi avvicinai e nell’esatto momento in cui la mia testa si poggiò su di lui e le sue braccia mi strinsero a se mi sentii a casa.
“così va molto meglio” mi lasciai scappare in un sussurro. Sperai con tutta me stessa che non mi avesse sentito.
“già, molto meglio” bisbigliò facendomi morire dall’imbarazzo. Mi aveva sentita eccome! Mi schiarii la voce cambiando subito discorso.
“Allora a che ora dobbiamo incontrare domani i tuoi?”
“Lizzie mi ha categoricamente ordinato di essere li entro e non oltre le 11. Ah ci hanno invitati a pranzo quindi non dovrò correre il rischio di morire avvelenato dal tuo cibo”
“Ehi!” esclamai offesa tirandogli un pugno che lo fece mugugnare dal dolore “sono piuttosto brava in cucina e tu lo sai benissimo, sbaglio o adoravi le mie torte?”
“mmmh ora che mi ci fai pensare hai pienamente ragione. Sono tentato di declinare l‘invito di mia madre”
“no, io adoro la cucina di Clare e poi non vorrai far inferocire Lizzie vero?”
“Oh no, preferisco evitare! Sai, sono curioso di sapere cosa ha da dirci di così importante” ammise pensieroso.
“anche io però sai, non mi meraviglierei se non avesse un bel nulla da dirci. Infondo è di Lizzie che stiamo parlando, potrebbe essersi inventata tutto solo per averti qui qualche giorno” dissi e lui asserì  shoccato con il capo.
“oppure io non c’entro un bel nulla e in realtà voleva rivedere te e conoscere Joy” ridacchiai vedendola sua faccia buffa e istintivamente mi alzai per scoccargli un bacio sulla guancia.
“mmmh giuro che se non è nulla d‘importante la uccido” bofonchiò poi facendomi scoppiare a ridere talmente forte che non mi sarei meravigliata di veder comparire Joy sulla porta.
“Dai non arriviamo subito a strane conclusioni. Può anche essere che deve davvero dire qualcosa d‘importante Spunk”
“nel caso contrario penso che porterò con me un’ arma” continuò lui imperterrito.
“Oh andiamo Rob, non hai mai fatto male ad una mosca cosa credi di poter fare? In una lotta tra Mosca- Robert molto probabilmente vincerebbe la mosca” e risi come la stupida mentre lui si prodigò a sospirare per poi farmi il solletico.
“Ora vediamo se ti rimangi tutto”
“aahahah…d-d-dai Rob-b-b s-mmmet-tila” urlai facendo ridere anche lui. Continuò così per diversi minuti fin quando la porta della camera non si aprì mostrandoci Joy che ancora assonnata ci guardava sconcertati.
“Amore cosa ci fai sveglia?” chiesi come se non fosse palese il motivo. Mi guardò inarcando il suo piccolo sopracciglio.
“mi avete svegliato” mormorò sbadigliando forte.
“Ops! Scusaci tesoro, vieni qui con noi su” disse Robert battendo la mano sul letto e facendole spazio
“Cosa facevate?” chiese fissando Robert con occhi da cucciola.
“Stavo facendo il solletico alla mamma”
“povera mamma! Ora cosa facciamo?” e nel dirlo fece uno sbadiglio talmente lungo che io e Rob non riuscimmo a non ridere.
“Ora penso proprio che dormiamo tutti mmh? Siamo stanchi non è vero Spunk?” e gli feci l’occhiolino. Afferrò subito il messaggio e sbadigliò, fintamente, anche lui.
“Si, la mamma ha ragione. Forza andiamo tutti a dormire”
“mmmh ooook…però dormiamo tutti e tre qui” trillò allegra nostra figlia facendomi sorridere. Io e Rob ci scambiammo uno sguardo dopodiché annuimmo inermi.
“bene. Allora buonanotte tesoro” dissi scoccandole un bacio in fronte e sdraiandomi per bene sul letto.
“buonanotte” mormorò anche Robert e nel giro di qualche minuto finimmo tutti tra le braccia di Morfeo.

A svegliarmi furono i tenui raggi del sole e il rumore incessante di un clacson. Mi stiracchiai per bene rotolandomi per tutto il letto, poi quando mi resi conto che non sarei dovuta essere sola li sopra mi guardai in giro spaesata. Dov’erano finito quei due? Mi stropicciai gli occhi alzandomi dal letto e guardandomi allo specchio. La sera prima non avevo neanche avuto il tempo di cambiarmi e farmi una doccia perciò ero inguardabile. Dopo una bella rinfrescata al viso mi decisi ad andare in cucina.
“Rob? Joy?” chiamai ma mi bloccai sulla porta del corridoio alla vista di quella scena così tenera. Robert e Joy erano serenamente seduti a tavola a fare colazione, ridevano, scherzavano e Robert di tanto in tanto le sorrideva in un modo talmente dolce da farmi scoppiare il cuore.
“Spunk sai cos‘ha detto la mamma l‘altro giorno?” chiese Joy di punto in bianco.
“cosa tesoro?”
“stavamo vedendo la tv insieme a zia Dakota e hanno fatto vedere una tua intervista. Hai sorriso come poco fa, aspetta com‘è che dice la mamma? Mmmh sg…sge…sgendo?!” mi tappai la bocca per non ridere.
“Sghembo?” le suggerì Robert.
“Esatto! E lei ha detto a zia che sei ancora più bello quando sorridi così” e rise forte, come se gli avessero raccontato una delle barzellette più belle del mondo.
“e lo pensi anche tu?” chiese Rob senza smettere di sorridere. Mia figlia scollò le spalle.
“per me sei sempre bello, secondo me la mamma dovrebbe sposarti”
“dici che accetterebbe se glielo chiedessi?”
“si” rispose Joy senza tanti giri di parole per poi tornare a bere il suo latte. Robert le scompigliò i capelli scoccandole un bacio e lei gli sorrise.
Guarda Kristen, li vedi come sono belli insieme? Ti accorgi del legame che li unisce, della complicità che hanno? Potresti vedere scene come queste ogni giorno se solo ti decidessi di dire la verità. Già! Mi schiarì la voce avanzando verso di loro. Per almeno tre giorni non avrei pensato a nulla, mi sarei goduta Londra, mia figlia e Robert, al da farsi ci avrei pensato al nostro ritorno.
“Buongiorno dormigliona” mi salutò Robert mentre addentai un cornetto.
“Buongiorno a voi. Ma che ore sono?”
“Tardi, sono le dieci”
“Dio, il fuso orario mi distrugge” borbottai.
“lo vedo! Io sono già pronto e a Joy ci ho già pensato, quindi quello che devi fare è farti una doccia e vestirti. Muoviti se non vuoi morire sotto le grinfie di mai sorella” sogghignò facendo ridere la bambina.
“però, sei stato in grado di non vestirla da pagliaccio mi complimento con te” dissi prendendolo in giro.
“divertente!”
“vado a farmi una doccia, giuro che faccio presto” e così dicendo mandai giù l’ultimo boccone e corsi in bagno.
Esattamente 40 minuti dopo uscii dalla stanza vestita, truccata e soprattutto pulita.
“ho fatto il prima possibile, direi che siamo in orario” dissi controllando l’orario.
“direi di si. Coraggio andiamo che ci attendono. Lizzie mi ha appena chiamato dicendo di sbrigarci che erano già tutto li” e così dicendo diede la mano a Joy e aprì la porta regalandomi un sorriso.
“allora non facciamola attendere”
La casa dei genitori di Robert era due isolati più avanti motivo per cui decidemmo di andare a piedi visto che il tempo ce lo permetteva.
“come sono i tuoi genitori Spunk?” domandò la solita curiosona di Joy.
“mmmh sono vecchi” affermò facendomi ridere.
“non gli dare retta amore. I genitori di Robert sono giovanissimi, avvolte sembrano addirittura più giovani di lui e poi sono dolcissimi. Vedrai che ti piaceranno”
“e le tue sorelle?”
“allora Victoria è bravissima davvero ed è bella, anche Lizzie lo è ma lei somiglia di più ad una matta, sarebbe da ricoverare effettivamente” rispose lui ed io scoppiai a ridere.
“pensa a cosa ti combinerà quando le dirò queste cose” sghignazzai facendolo impallidire.
“hai anche dei nipotini?”
“si uno solo di pochi mesi” le rispose Robert sorridendole. Avevo il cuore in gola e le gambe tremanti e non perché di li a poco avrei rivisto la mia seconda famiglia ma perché la mia bambina stava parlando della sua famiglia senza neanche rendersene conto. Joy stava per conoscere i suoi nonni e le sue zie e pensava di star andando incontro a dei perfetti sconosciuto.
“Tutto bene Kris?” bisbigliò Robert al mio orecchio. Scossi la testa tornando con i piedi per terra.
“Alla grande” risposi accorgendomi di essere arrivati “su bussiamo”
Robert suonò il citofono della piccola villetta e in pochi secondi il cancello si aprì permettendoci di entrare. Due minuti dopo la porta di casa si schiuse mostrandomi, dopo tanto tempo, la bellissima donna che aveva messo al mondo il mio angelo: Clare.
“Santo cielo da quanto tempo!” esclamò appena incrociò il mio sguardo. Le sorrisi e presa da uno strano istinto corsi ad abbracciarla.
“Clare, mi sei mancata tanto” mormorai stretta tra quelle braccia che tante volte mi avevano dimostrato affetto.
“anche tu Kristen, anche tu. Fatti ammirare, sei meravigliosa!”
“oh tu non sei certo da meno”
“forza, entrate che ci sono già tutti” disse facendoci strada.
“ma ciao anche a te mamma” disse ironico Robert avanzando con mia figlia incollata a lui.
“ciao amore” rispose la mamma senza neanche voltarsi. Ridacchiai. Una volta dentro venni stretta ed abbracciata da tutti: Richard, il padre di Rob, Victoria, Peter (marito di Victoria) ed infine Lizzie.
“tesoro mio finalmente!” esclamò stringendomi forte a se.
“fa piano che mi strozzi così Liz…dio mi sono mancati questi abbracci”
“a me sei mancata tu”
“a chi lo dici” mormorai scoccandole un bacio.
Dopo qualche minuto di battute e altri abbracci Robert si schiarì la voce e con la coda dell’occhio indicò Joy. Sorrisi avvicinandomi a mia figlia e prendendole la mano. Era arrivato il momento delle presentazioni. Vidi le guance di mia figlia tingersi di rosso, non era certamente timida ma quando si trovava in mezzo a tanta gente che non conosceva si imbarazzava un po’. Ovviamente giusto il tempo di sapere il loro nome.
“Gente lei è Joy…mia figlia”
“ciao” mormorò lei alzando una manina. Vidi Robert sorriderle dolcemente e strizzarle l’occhio.
“la bellissima Joy volevi dire” mi corresse avanzando verso di noi. Ridacchiai seguita da tutti.
“Ciao tesoro, io sono Clare la mamma di Rob e lui Richard, il papà. Sei stupenda!” si presentò Clare abbassandosi alla sua altezza e scoccandole un bacio sulla guancia.
“io invece sono Victoria, lui è Peter mio marito e…lui- indicò un
passeggino dietro di se- Rick, mio figlio”
 E tuo cugino, aggiunsi io mentalmente. Victoria aveva partorito da qualche mese perciò non avevo avuto il piacere di vedere il primo nipotino di Robert. Mi avvicinai curiosa.
“è meraviglioso Victoria, un angioletto!” esclamai alla vista di quel piccolo pargoletto dai capelli biondi che dormiva incurante di tutto.
“dovresti vederlo da sveglio Kris, ha gli stessi occhi di Rob sai?” disse Clare felice.
“Ah si? Speriamo non abbia anche lo stesso cervello” dissi facendo ridere tutti eccetto Robert e Lizzie. Le lanciai uno sguardo ma non mi notò, troppo presa a guardare qualcosa alle mie spalle per guardare me.
“Che fai Liz, tu non ti presenti? È da circa un mese che mi bombardi la testa perché vuoi conoscere la figlia di Kristen e ora che l‘hai qui non lo fai?” le chiese Robert facendola ridestare dai suoi pensieri.
“scusate, stavo…pensando una cosa” disse lanciandomi una strana occhiata per poi inginocchiarsi vicino mia figlia.
“Ciao tesoro io sono Lizzie la sorella di questo zuccone e lui è Sam, il mio fidanzato. Robert ha ragione, sei davvero bellissima e hai gli stessi occhi della mamma. Me lo dai un bacino?” mia figlia asserì con il capo per poi scoccarle un sonoro bacio sulla guancia. Sorrisero tutti, compresa la sottoscritta.
“bene ora che le presentazioni sono fatte sono curioso di sapere cosa devi dirci di tanto importante da farmi venire fino a Londra” disse Robert e tutti annuirono. Evidentemente nessuno sapeva nulla. Lizzie sorrise tirandosi su.
“Bene, allora andiamo tutti di la” e così dicendo avanzò verso il salone. Joy andò tra le braccia di Robert andando insieme a tutti nell’altra stanza. Io mi fermai un attimo vicino al mobiletto dove vi erano le foto di Rob e le sorelle da piccoli. Ne presi una di lui tra le mani e sorrisi vedendo la sua faccia buffa e i suoi capelli biondissimi. Dio, quanto somigliava a Joy, anche lei fino all’anno prima era biondissima, in quell’ultimo anno invece i capelli si stavano via via scurendo.
“cosa guardi?” chiese Lizzie alle mie spalle. Non mi ero accorta di averla vicino. Le mostrai la foto.
“Era davvero splendido da piccolo”
“peccato che con il tempo sia peggiorato” scherzò facendomi ridere.
“mammaaaaaaaaaaa vieni” urlò mia figlia tornata quella di sempre. Il suo imbarazzo spariva nel nulla ad una velocità assurda.
“ti reclamano” disse Liz ed io annuii posando la foto e avviandomi in salone.
“Kristen?” mi chiamò bloccandomi
“dimmi”
“si somigliano tanto non è così?” e nel dirlo riprese la foto tra le mani. Raggelai sul posto e il mio cuore prese a battere veloce. Cosa stava dicendo? Come…come faceva Lizzie a saperlo?
“stavo guardando la stessa foto poco fa, prima di presentarmi a Joy” aggiunse ed io scossi la testa nel tentativo di riprendermi. Avanti Kristen di qualcosa, fa finta di non aver capito nulla.
“Somiglia a chi?” domandai con un filo di voce. Lei riposò la foto e mi superò sorridendomi.
“lo sai” disse prima di entrare nella stanza e raggiungere Sam. Che avesse davvero capito, in neanche un’ora, che Joy fosse figlia di Rob? Il solo pensiero che ciò fosse possibile mi fece andare in paranoia e mandare all’aria tutta la mia maschera di sicurezza. Con il cuore che pulsava forte raggiunsi gli altri e mi accomodai vicino a Rob. Lanciai un’altra occhiata a Liz che mi mormorò un “sta tranquilla” e sorrise.
Quelle parole mi diedero la conferma che forse qualcosa aveva capito, ma sapevo che non mi avrebbe tradito mai, sapevo che potevo fidarmi di lei. Infondo mi voleva bene e ne voleva anche a Robert. Non avrebbe mai rivelato nulla al fratello perché questo lo avrebbe portato a soffrire e nessuno meglio di me sapeva quanto Lizzie tenesse a lui per fargli qualcosa di simile.


_____________________________________
Eccoci qui allora cosa ve ne pare? *-* Scusate eventuali errori non so se sono riuscita a beccarli tutti =P allora che Lizzie abbai intuito qualcosina? O_O Cosa succederà ora? A voi la parola. Recensiteeeeeeeeeeeeeeee !



Nusia&Marty

Ritorna all'indice


Capitolo 16
*** 16- London Eye (Martybet) ***


eeeeee

Eccociiii allora  questo direi proprio che è uno dei capitoli più decisivi della storia. Cosa succederà prima che RObert sappia tutta la verità su Joy? quante di voi se lo sono chieste? ebbene oggi lo scoprirete u.u 
Recensiteeeeee....io vi adoro ogni giorno di più <3

"Resta"

16-Capitolo (Martybet)

ROBERT POV 

Noi facciamo di tutto per riconquistare la fiducia persa, ma ci sono alcune ferite, alcuni tradimenti che sono così profondi, così dolorosi... che non c'è modo di recuperare ciò che hai perso. E in questo caso non c'è altro da fare che aspettare.

Mia sorella era davvero assurda. 

Riuniva tutti i membri della famiglia in cucina, e poi.. poi ci mandava via senza dirci nulla, con il proposito di lasciarci sulle spine ancora un po'. Sbuffai senza rendermene conto e girai l’ultima pagina del mio album di foto da bambino, mentre Joy, seduta sulle mia gambe, rideva emozionata. Non potevo fare a meno di cogliere la somiglianza che c’era tra me e lei. Era così assurdo, e surreale. Il colore dei capelli, gli zigomi pronunciati, la forma degli occhi, il mento leggermente più sporgente.  Più riguardavo quelle foto, e più me ne rendevo conto. Forse, forse però era tutto merito del mio subconscio, e del mio snaturato desiderio di essere il padre di quella bambina.

Sospirai pianissimo, stringendo al mio petto Joy, e richiudendo il piccolo album.

“Eri davvero bellissimo.” La sentii sussurrare al mio orecchio, e io accentuai la stretta intorno al suo pancino.

“Tu sei davvero bellissima.” Risposi deglutendo, e posandole un piccolo bacio sulla fronte.

Desideravo di essere il suo papà, lo desideravo con tutte le mie forze, ma sapevo.. sapevo che non era così. Era una cosa impossibile, lei era il frutto di Kris e Stone.

Okay Rob, lo sai che si chiama Steve, perché ti ostini a chiamarlo in quella maniera?

Scossi la testa divertito e infastidito contemporaneamente dal mio battibecco interiore.

Joy intanto era scesa dalle mie gambe e aveva raggiunto Liz e Kris nell’altra stanza.

Mi alzai anche io, e riposi dentro allo scaffale l’album di fotografie.

Entrai in cucina, e mi sedetti accanto a mia sorella, intenta a stendere un programma della nostra serata. Sbiancai al pensiero di quello che ci avrebbe fatto fare. Avevo sempre avuto paura di Liz e Victoria, forse perché ero rimasto traumatizzato nei miei primi dodici anni di vita.  Non riuscivo a dimenticare le volte in cui mi travestirono da ragazza e mi presentarono alle loro amiche sotto il nome di Claudia. Probabilmente fu la cosa più imbarazzante di tutta la mia vita.

Scossi la testa, come per cacciare via alcuni brutti ricordi, e puntai il mio sguardo in quello di Kristen. Aveva gli occhi abbassati, e la stessa espressione preoccupata che la aveva caratterizzata da quando eravamo partiti. Le lanciai un’occhiata eloquente, ma lei scosse la testa sorridendomi, come per rispondere che andava tutto bene.

Eppure, perché io percepivo che non era affatto così? Perché ero certo che lei non stesse affatto bene? La risposta era chiara, perché la conoscevo come le mie tasche, sapevo ogni cosa di lei. Sapevo quando qualcosa la innervosiva, quando qualcosa la infastidiva, oppure quando la imbarazzava.

Ora era preoccupata, e io non sapevo il perché.

“Quindi?” domandai con un sopracciglio alzato. “Dove siamo diretti?”

“Beh, per prima cosa andiamo a mangiare.. poi si vedrà.” Rettificò Victoria alle mie spalle, accarezzandomi la testa. Se c’era una cosa che odiavo era quando mi passava le mani nei capelli apposta per disfare il tanto amato nido.

“Rob.. Rob.. Possibile che a trentadue anni hai ancora i capelli di un ragazzino?”

Alzai gli occhi al cielo. Feci per rispondere ma Joy mi fermò.

“Zia!” esclamò contrariata incrociando le braccia sotto al petto. “Ma sono stupendi i suoi capelli che dici?!”

Storsi la bocca. “Zia?”

“Mi hanno autorizzata a chiamarle così!” mi spiegò la bambina sorridendo e correndo ad accarezzarmi i capelli. “Sono così morbidi.. “

“Sembra quasi che adori più i miei capelli che me, carina..”

Joy mi tirò una ciocca, forse per qualcosa che avevo detto.

“Mmm..” disse pensierosa. “Se la giocano!”

Ridacchiammo tutti in contemporanea, non potendone fare  a meno. Quel piccolo mostriciattolo era davvero unico. Un essere speciale capace di stamparti un sorriso sulle labbra.

“Allora, direi che possiamo andare!”

Lizzie agguantò la sua giacca, e rassettò le ultime cose messe in disordine. Una casinista come lei era diventata una maniaca dell’ordine e dell’organizzazione, chi l’avrebbe mai detto. Presi sulle spalle Joy, e ci incamminammo nella fredda serata di novembre.

Adoravo il clima di Londra, era una delle cose che più mi mancava a LA.

Finalmente  mi sentivo a casa. Casa. Come suonava bene quella parola, probabilmente perché significava Kris e Joy.

Si con loro riuscivo a sentirmi nel posto giusto.

Afferrai le manine di Joy e iniziai a trottare simulando il verso del cavallo. La sua risata cristallina riempì il silenzio e io non potei fare altro che unirmi a lei.

Chi fosse tra i due il bambino era tutto da vedere.Forse era per questo che la gente si ostinava a darmi cinque anni e non trentadue.

“Rob stai attento a non cadere!”mi rimbeccò Kris, e io alzai gli occhi al cielo.

“Credi che faccia cadere tua figlia?”

 “Io in verità mi riferivo a te.”  Disse alzando un sopracciglio. “L’equilibrio e Robert Pattinson non sono mai stati un connubio perfetto.”

Liz e Vicky ridacchiarono con lei, mentre io le guardavo corrucciato.

Possibile che in un modo o nell’altro trovassero sempre il modo di prendermi in giro, maledizione?!

“Il mio equilibrio è perfetto. Voglio ricordare che TU sei inciampata la bellezza di tre volte ai Movie Awards.”

Si pietrificò lanciandomi un’occhiataccia. “Intanto mi sono inciampata una volta. L’altra ho fatto cadere un premio, e comunque vuoi scommettere che ho più equilibrio di te?!”

“Li adoro quando si rimbeccano così.” Mormorò Victoria all’orecchio di Liz, un po’ troppo forte per passare inosservato. La verità era che con Kris era sempre stato così. Un continuo discutere con amore.

Sorrisi sghembo dando una spinta leggera a Kristen arrivata al mio fianco. Neanche tempo di dirlo, e si trovò con il sedere nella neve.

Le risate che seguirono furono senza fine.

“Robert.Thomas.Pattinson!” urlò mentre io mi tenevo la pancia dal ridere.

“Si Miss Equilibrio?”

“Mamma Rob ha ragione!” mugolò Joy  ridacchiando.

Kris sospirò esasperata. “Aiutami subito a uscire fuori da questa montagna di neve o saranno guai per te, mi hai sentito?!”

Feci scendere la bambina dalle mie spalle, e le offrii la mia mano.

La cosa peggiore che potessi fare perché afferrò il mio braccio e mi capultò con la faccia dritta in quella cosa bianca ghiacciata, comunemente chiamata neve.

Come era quel detto? Mai offrire il proprio aiuto ai nemici?

“Pari.” Sbottò soddisfatta alzandosi mentre io ero ancora a terra sepolto.

“Kris io ti adoro! Devi insegnarmi a farmi rispettare da quel troglodita che ho per fratello.”

Grazie tante Liz, davvero sei una sorella molto gentile.

Mi pulii dai residui di neve, e le seguii , visto che mi avevano lasciato indietro.

Arrivammo ad un ristorante carino nel sobborgo di Londra, uno di quei ristoranti di poche pretese diciamo, dove nessuno mai si sarebbe fermato a chiederci una foto o un autografo.

Oramai sapevamo perfettamente come evitare questo tipo di cose.

Ci sedemmo in un tavolo più separato degli altri e iniziammo ad osservare i menu. Era un fast food quindi non era molto vasta la scelta. Hamburger o cheeseburger, grande dilemma.

“Allora Lizzie ci vuoi dire il grande segreto?” le chiesi sospirando.

“Ma non ci sono i nostri genitori, né i  nostri compagni…”

“Beh sarà meglio per te se ci dici perché ci hai fatto attraversare mezzo atlantico…” la minacciai approfondendo la mia voce.  Cosa che non mi riusciva perfettamente visto che mi uscì un tono da dodicenne sottosviluppato.

“La dirò dopo a Kris… ma da sole. Il grande annuncio avverrà domani.”

Alzai gli occhi al cielo dedicando la mia attenzione al panino grondante di salsa che avevo davanti ai miei occhi.

Mangiammo per lo più in silenzio, tranne quando le mie sorelle non tartassarono di domande la piccola Joy che a stento riusciva a rispondere.

“Mm.. no il prossimo anno inizio la scuola.” Momorò Joy soddisfatta addentando un pezzo del suo cheeseburger.

“Comunque so già un po’ leggere, e scrivere!” sorrise dolcemente. “Mamma me lo ha insegnato.”

Guardai perplesso Kris, che mi annuì  facendo spallucce. Non finivano mai di sorprendermi quelle due ragazze.

“Ah si?”

“Si,la sera.. prima di andare a dormire a volte mi fa ripetere l’alfabeto.. oppure una poesia.”

“Poesia?”

“Chiare fresche dolci acque.. ove le mie belle sembra, no membra.. pose colei..” iniziò a ripetere la poesia di Petrarca a macchinetta, e il sorriso sulle mie labbra si accentuò.

“Niente favole? Poesie?” chiesi sempre più sorpreso.

“Non mi ricordo le fiabe.. le poesie sono più facili.” Disse imbarazzata.

“Beh magari non facili per una bimba di cinque anni.”

Rise dandomi un pugno nello stomaco come era solita a fare. Kris era sempre stata speciale, una persona diversa dalle altre. Per questo ero stato innamorato di lei, e lo ero tutt’ora.

Uscimmo dal ristorante con la pancia piena, e  ci dirigemmo verso la ruota panoramica più famosa di Londra. La london Eye.

Sinceramente non ci ero mai salito, pur avendo vissuto lì non era mai capitata l’occasione.

Ma Joy ci teneva perciò perché non accontentarla?

Percorremmo il viale illuminato, mentre la neve faceva da contorno a quel paesaggio meraviglioso. Mi voltai per guardare la piccolina, e i suoi occhi risplendevano di entusiasmo, mentre un sorriso raggiante le dipingeva le labbra.

“Sei contenta tesoro?” le chiesi dandole un buffetto sulla guancia arrossata per via del freddo. Sembrava una piccola Heidi.

Annuì entusiasta e prese a correre verso la biglietteria.

Kris e Lizzie la seguirono e presero ad armeggiare con i portafogli, come se i soldi per noi fossero un problema. Le scansai e presi 100 sterline stropicciate dalla mia tasca dei jeans e li diedi al signore.

“Stavamo perdendo solo tempo..” spiegai facendo spallucce.

Andai vicino alla ruota aspettando che si fermasse per farci salire, mi voltai aspettando che arrivassero invece vidi avvicinarsi solo Kris.

“Joy vuole andare da sola con le zie..” mi spiegò alzando gli occhi al cielo e salendo dentro alla  enorme cabina. Deglutii quando mi passò davanti.

“Ti serve un invito scritto Pattinson?”

Ridacchiai entrando anche io e automaticamente si chiusero le porte.Mi sentivo a disagio, per la prima volta non sapevo che dire né tanto meno cosa fare.

Il cielo ormai era scuro e Londra era illuminata dalle migliaia di luci di Natale che si riflettevano sul tamigi. Era un panorama stupendo, e stare lì con lei rendeva tutto ancora più magico.

Il mio pensiero tornò immediatamente a poche sere fa, quando le mie labbra furono a solamente pochi millimetri dalle sue.

Ci mancava davvero poco… e avrei potuto ritrovare il sapore delle sue labbra profumate e morbide.

Mi sedetti sulla panchina posta al centro, mentre Kris era in piedi silenziosa, con lo sguardo fisso verso il cielo.

“C’è qualcosa che non va?” chiesi titubante passandomi una mano fra i capelli.

Non si voltò, le sue mani si strinsero in pugni, e il suo respiro accelerò.

“No.. tutto bene.”Fu un sussurro lieve, quasi inesistente.

Non sapevo cosa fare, la situazione si stava facendo man mano più pesante, e io diventavo sempre più imbarazzato.

Era assurdo, perché eravamo sempre noi due. Il tempo era passato, ma noi eravamo sempre Rob e Kris, gli stessi ragazzi che si amavano come un tempo.

Sospirai e dopo di che mi decisi ad alzare. Non potevo stare seduto lì ancora per molto.

Mi avvicinai a lei, e toccai con un dito la pelle del suo collo che era rimasta scoperta.

Era così morbida, così bella..

“Kris..”mugolai mentre il sangue prese a scorrermi  potente nelle vene.

Non so voltò nemmeno quella volta, così mi decisi a prenderle il mento e girare il suo viso di fronte al mio.

I suoi occhi erano lucidi, e una lacrima le scendeva lungo la guancia.

Sbattei le palpebre spaventato. “Kris cosa.. cosa succede?”

Scosse la testa abbassando nuovamente lo sguardo.

“Io ti devo dire una cosa Rob..” mormorò.

“Devo dirti una cosa io per primo.” Risposi deciso, dovevo farlo. Dovevo dirle che cosa provavo. Non potevo più mentire.. che senso aveva?

Tirò su con il naso e annuì. “Dimmi.”

“Io.. “ blaterai passandomi una mano fra i capelli nervosamente. “ Io ti amo.”

Una luce le attraversò gli occhi, e io accorciai la poca distanza che ci divideva.

Posai una mano sulla sua schiena, mentre con l’altra attirai il suo viso al mio. Ora nessuno mi avrebbe impedito di fare ciò che avevo desiderato per tanto tempo.

Sfiorai prima le nostre labbra dolcemente, gustandone il sapore, e dopo di che mi decisi ad approfondire il contatto.

La mia bocca si muoveva con la sua, movimenti lenti, dolci, strazianti, e passionali. Racchiuso in quel bacio c’era tutto il dolore le sensazioni, che ci avevano diviso durante quei quattro lunghissimi anni. Tracciai con la lingua il contorno del suo labbro inferiore, mentre le sue mani perennemente intrecciate ai miei capelli mi stringevano a sé con ardore.

Quando finalmente le nostre lingue si trovarono iniziarono una danza senza fine.

Dentro di me stava nascendo un groviglio di sensazioni sempre più potente, sempre più destabilizzante.

Il mio cervello non riusciva a capire nient’altro. C’eravamo solo io, e lei.

Il suo sapore era qualcosa di unico. Sapeva di fragole, vaniglia e qualcos’altro che io stesso facevo fatica ad identificare.

Qualcosa di inebriante e di insaziabile. La desideravo in un modo che faceva quasi male, un desiderio che mi bruciava nelle vene.

Volevo ritrovare la sua pelle morbida sotto le mie dita, volevo risentire i suoi sussurri mentre  chiama il mio nome in preda al piacere.

Volevo sentire le nostre gambe attorcigliate, e il suo petto caldo sul mio.

Quattro anni, quattro lunghissimi anni da quando avevamo fatto l’amore l’ultima volta.

Come dimenticare quel giorno.

L’ultima volta che il mio corpo e il suo erano stati uniti.

“Anche io ti amo.” Rispose con il respiro mozzato appoggiando la sua fronte sulla mia.

La mia bocca si aprì in un sorriso a trentadue denti. Non riuscivo a credere a quello che avevo sentito, era tutto così.. assurdo.

“Ripetilo..” mormorai con il cuore in gola che rimbombava fino all’ultima fibra del mio essere.

Sorriso anche lei posandomi un altro piccolo bacio sulle labbra.

“Ti amo, ti amo, ti amo, ti amo… e sinceramente.. ti ho sempre amato.”

Riavvicinai le nostre labbra, e riprendemmo da dove ci eravamo interrotti.

--

“Vi siete divertiti?” esclamò mia sorella guardandoci con una strana occhiata.

“Si è stato bellissimo.” Risposi facendo il finto innocente, e continuando a stringere la mano di Kristen alla mia.

Il mio cuore non aveva smesso di battere all’impazzata a la testa girava vorticosamente. Manco avessi bevuto a cena..

“E’ stato bellissimo.. possiamo rifarlo?”

Ridacchiai. “Ti giuro che lo rifaremo.. però adesso bisogna andare a casa.. sei stanca.” Le dissi dolcemente accarezzandole il capo.

“Senti Rob, io Kris e Liz andiamo a farci un giro.. tu torna a casa con Joy va bene?” mi rimbeccò Victoria facendomi l’occhiolino. Volevano spettegolare, avevo capito.

“Joy non ci vogliono avere fra i piedi, andiamocene.” Dissi facendo il fino offeso prendendo sulle spalle la piccola.

Lei ridacchiò e solo dopo aver stampato un bacio sulle guance di tutte si ancorò ai miei capelli pronta a partite.

“Andiamo?”

“Andiamo!” Rispose entusiasta stringendosi sempre di più al mio collo.

Iniziai a camminare verso il taxi più vicino, e una volta trovato diedi le indicazioni di casa al tassista. In verità chiamarla casa non rendeva giustizia alla palazzina di quattro piani che avevamo acquistato circa cinque anni fa io e Kris.

Era il nostro piccolo nido, il luogo dove trascorrevamo le nostre vacanze. Lontano da tutti e da tutto.

Una volta arrivati infilai le chiavi di casa nella toppa e seguito da Joy entrammo silenziosi.

La sentii sbadigliare pianissimo, così  iniziai a sbottonarle il cappotto, e le feci indossare il pigiamino rosa che le dava l’aria di  essere un piccolo confettino. Il mio piccolo confettino.

“ Sei stanca amore?” le chiesi mentre mi cambiavo la maglietta.

Scosse la testa, e io sorrisi. Era proprio come me, testarda fino alla morte. Non avrebbe mai ammesso di essere stanca.

“Beh allora noi ci mettiamo sotto le coperte… e io ti racconto qualche favola, d’accordo?”

“Siiii!” esultò salendo sul letto e raggiungendo a carponi il lenzuolo.

Finii di indossare la tuta, e dopo di che la presi fra le braccia coprendoci entrambi con la coperta.

Si appollaiò contro il mio petto, e in quel momento mi sentii davvero l’uomo più felice del mondo. Quella era stata la serata più bella della mia vita, ora ne ero pienamente consapevole.

Kristen mi amava, e io amavo lei e la sua piccola bambina. Poco importava che non fosse mia, io la sentivo tale e il resto non aveva importanza.

“Allora cosa mi racconti?”

“Mmm.. e se ti raccontassi la prima volta che ho conosciuto la mamma?”

Spalancò gli occhi e mi sorrise entusiasta.

“Allora..” dissi iniziandole ad accarezzare i boccoli sbarazzini.

“Quando uscì Into The Wild, un mio amico, Tom, mi costrinse a vederlo, e io rimasi subito folgorato dalla bellezza della ragazza protagonista.”

“Era la mamma?”

Annuii ricambiando il sorriso. “Già.. era la mamma.”

“Mi sono detto: Devo assolutamente incontrarla! In ogni modo.. E i miei amici mi prendevano in giro perché era assurdo e impossibile.”

“Però?”

“Però circa due mesi dopo mi chiamarono per fare un provino. Accettai solamente perché mi dissero che l’attrice protagonista era lei.”

Joy mi fissava ammaliata e interessata, mentre la mia mente era tornata a dieci anni fa.

“Sono andato a questo provino, e quando l’ho vista credevo di morire. Ho dovuto prendere due pastiglie di valium per calmarmi.” Mormorai arrossendo di imbarazzo.

“E poi?”

“Poi la regista ci ha chiesto di baciarci e di provare delle scene insieme, e chissà come, chissà perché ha funzionato. Tra di noi c’è stata subito chimica, elettricità.. Non so come definirlo.”

“Vi amavate già?” mi chiese Joy stringendosi maggiormente al mio petto.

“Probabilmente si amore, probabilmente si.”

“E allora cosa c’entra il babbuino?”

Scossi la testa confuso. “Babbuino?”

Joy ridacchiò. “Si, il vecchio fidanzato della mamma.”

Ah, ora capivo finalmente a chi si stesse riferendo. Micheal.

Scossi la testa divertito. “Babbuino è proprio il miglior nome che gli potessi affibbiare.”

Fece spallucce. “ Beh, se ha la faccia da scimmia non è colpa mia.”

Risi a crepapelle, ricordando la prima volta che lo avevo chiamato in quel modo. Kris non mi aveva parlato per settimane, ma dopo poco tempo capì anche lei che era solamente uno stronzo.

“Sembra un film.. è stato tutto così bello.”

“Si amore, meglio di un film, perché è stato tutto reale.”

“Rob?”

“Si?”

“Ehm, io la notte non riesco a dormire se non mi preparano il latte..” mi spiegò come un angioletto, sbattendo le ciglia. Un piccolo mostriciattolo ammaliatore, proprio come la madre.

“Vado a mettertelo su..”

Sorrise a trentadue denti. “Bello caldo.”

Sgusciai dalle coperte, e andai in cucina, presi il cartone di latte, e lo misi in una tazza dentro al microonde.

Due minuti esatti, e il trillo che fece l’aggeggio mi fece capire che fosse pronto.

Misi lo zucchero e lo  portai in camera da Joy.

Guardava il soffitto, e non appena mi vide mi guardò dolcemente e con una profonda gratitudine.

Glielo porsi,  appoggiò le sue labbra alla tazza e cominciò  a bere avidamente.

“E’ buono?”

“Molto più buono di quello della mamma!” esclamò soddisfatta.

“Grazie.”

“Rob?”

“Si?” dissi ripetendo la stessa frase di prima.

“Posso chiederti una cosa?”

“Certo amore, lo sai che puoi chiedermi tutto ciò che vuoi.”

“Ecco.. io.. vorrei tanto che tu fossi il mio papà.” Disse chiudendo gli occhi per un momento e sistemandosi meglio sulle mie gambe.

Rimasi perplesso perché dopotutto era quello che desideravo anche io. 

“Magari lo chiediamo alla mamma.” Risposi semplicemente, incapace di dire altro.

Aspettai che finì di bere, e dopo di che presi la tazza vuota, con il proposito di andarla a mettere a posto.

Un pensiero però fece breccia nella mia mente.

“Amore e Steve? Lui non è il tuo papà?”

La bambina mi guardò confusa e scosse la testa.

“Lui non è il mio papà. Mamma non me lo ha mai detto.”

La tazza che avevo fra le mani scivolò dalle mie dita. Spalancai gli occhi spaventato, e consapevole finalmente di ogni cosa.

 

___________________________________________

 OKay Gente, haha che cosa ne pensate sinceramente?

A me è piaciuto molto scrivere questo capitolo :) Ho adorato ogni singolo momento, anche se ehm. ehm. vi abbiamo lasciato con un po' di ansia u_____u

cosa ne penserà Rob? Ma soprattutto cosa  succederà? Rob deciderà di diventare il padre a tutti gli effetti della piccola Joy? 

La prima foto è una manip che ho fatto io, spero vi piaccia :)

Per quanto riguarda il fatto della poesia, chiare fresche dolci acque, di Petrarca è un'esprienze personale hahah

mio papà era negato a raccontare fiabe, così mi insegnava le poesie -_- no words.. già da piccola stavo male mentalmente.. 

Direi che ho finito qui, spero vi sia piaciuto, e un bacione :D

Spoiler!

Possibile che la vita fosse così ingiusta con me? Possibile che mentre mi dava tanto mi toglieva altrettanto? Solo poche ore prima ero su quella ruota a confessare il mio amore a Kristen, a dirle che mi era mancava, che di lei in realtà mi ero sempre fidato. Ero felice, finalmente avevo al mio fianco la persona più importante della mia vita, avevo riavuto indietro l’unica persona che aveva mai amato e con essa una bambina da coccolare e voler bene come fosse mia. In quel momento invece l’unica cosa che era rimasta era sempre quella stessa bambina da coccolare e voler bene con la differenza che era mia davvero.

Marty & Nusia

 

Ritorna all'indice


Capitolo 17
*** 17- L'amore non basta (Nusia) ***


17 Buon pomeriggio a tutte fanciulle *-* ma lo sapete che siete davvero in tante a leggere? Grazie mille di vero cuore da parte mia e di Marty #_#  siamo rimaste senza parole vedendo ben 36 recensioni. A proposito di questo Martybet ha risposto ad alcune di essere, giusto quelle dove si ponevano delle domande importanti perché non ha avuto molto tempo perciò un Grazie di vero curoe generale a tutte voi che siete gentilissime come sempre *_*
Ora passiamo al capitolo:
vi abbiamo lasciate con il fiato sospeso eh? si lo so siamo sadiche però la suspance è tutto U_U cosa succederà ora in questo LUNGHISSIMO (davvero enorme mai scritto un capitolo tanto lungo in vita mia) capitolo? Leggere per scoprire, ma prima date un occhiata a quest'avviso.

AVVISO:

Inanzittutto lasciatemi fare un sospiro di sollievo perché finalmente la scuola è "finita" e iniziano le vacanze natalizie *-* quante di voi adorano il Natale? Io lo amo alla follia! Proprio per queste piccole vacanze sappiamo che molte di voi saranno fuori e non potranno leggere i capitolo e visto che sia io che Marty siamo fuori città abbiamo deciso di augurarvi buone feste e postare quest'ultimo capitolo. Ci rivedremo l'anno nuovo tra il 2 e il 5 Gennaio
, dipende in quali di questi giorni riesco a sistemare tutto. Un bacione enorme e felice Natale!



"Resta"
17-Capitolo (Nusia)
Pov. Robert

Guardai i pezzi di ceramica sparsi per terra ad occhi sbarrati e un po’ stordito. Joy non poteva dire davvero, sicuramente stava scherzando come suo solito. Posai  lo sguardo su di lei che mi fissava con la testa reclinata e un sorrisino sulle labbra.
“non ti piaceva più la tazza Spunk?” sorrisi anch’io passandomi una mano tra i capelli.
“mmmh no, non mi piaceva” lei scosse la testa e andò in salotto a sedersi sul divano. La raggiunsi disorientato.
“ehi piccolina sai vero che anche se la mamma e Steve si sono lasciati, lui resta il tuo papà vero? Ti vuole bene anche se non vive più con voi” dissi cercando di convincere la bambina o forse me stesso, che infondo un papà l’aveva, ma lei aggrottò le sopracciglia e scosse la testa.
“Ma zio Steve non è il mio papà” e rise a crepapelle dicendo ciò “ahahahah  Rob! Il mio papà è molto più bello, lo dice anche la mamma”
Sentii una morsa al cuore, come se qualcuno l’avesse preso e stretto in pugno facendomi mancare l’aria.
“e…e tu…tu l‘hai mai visto il tuo papà?” domandai . Si rattristò subito e scosse la testa.
“no, la mamma mi dice sempre che lavora molto ma che un giorno verrà a trovarmi. Però somiglia a te”
“te l‘ha detto lei?” annuì per poi sbadigliare forte.
Le accarezzai una guancia in un gesto del tutto istintivo e mentre lei parlava la consapevolezza di tutto si faceva pian piano largo in me. Dovevo chiedere solo una cosa poi tutto sarebbe stato chiaro come il sole
“quando sei nata amore?”
“mmmh il 29 marzo” e a quella risposta annuii inerme prendendola tra le braccia e portandola a letto.
“dormi ora tesoro che si è fatto tardi”  le sistemai le coperte e le baciai la fronte.
“ti voglio bene. Del mio papà non mi interessa più nulla, io voglio che sia tu” sentii gli occhi farsi umidi e un sorriso aprirsi sul mio volto.
“ti voglio bene anch‘io tesoro. Ora sono qui” 
Uscii dalla stanza che ancora sorridevo, poi mi sedetti sul divano e sospirai profondamente.
Possibile che la vita fosse così ingiusta con me? Possibile che mentre mi dava tanto mi toglieva altrettanto? Solo poche ore prima ero su quella ruota a confessare il mio amore a Kristen, a dirle che mi era mancava, che di lei in realtà mi ero sempre fidato. Ero felice, finalmente avevo al mio fianco la persona più importante della mia vita, avevo riavuto indietro l’unica persona che avevo mai amato e con essa una bambina da coccolare e voler bene come fosse mia. In quel momento invece l’unica cosa che era rimasta era sempre quella stessa bambina da coccolare e voler bene con la differenza che era mia davvero. Inutile negarlo, inutile cercare di dire a me stesso che stavo sbagliando, che il suo papà era in giro per il mondo. Ero io il papà di Joy, i fatti parlavano chiaro. Ora tutti i pezzi del puzzle si incastravano perfettamente l’uno con l’altro. Mia figlia!

“tu lo conosci il mio papà?” mi chiese lei mettendo su uno strano sorriso.
“certo che lo conosco. Un tempo eravamo…a-amici” sospirai proprio quando Ashley mi accarezzava una mano, come per darmi conforto.
“davvero?” ora aveva messo su un’espressione sorpresa. Annuii col capo per darle conferma.
“però tu sei più bella perché somigli alla mamma” mi lasciai scappare. Infondo era la pura verità. Non scorgevo nessuna somiglianza tra lei e Steve, come se non si appartenessero per nulla. Joy inclinò la testa di lato passandosi una mano tra i capelli com’ero solito fare io.
“la mamma dice sempre che gli somiglio tantissimo invece” mi corresse lei.

Ovvio che non vedevi somiglianze Robert, Joy è tua figlia cazzo, tua figlia! Come si poteva essere tanto imbecilli da non rendersene conto?

“ti…ti somiglia molto, fisicamente intendo. Non ha preso nulla da…dal papà” sospirai. Mi guardò accennando un piccolo quanto triste sorriso e sinceramente non ne capivo il motivo.
“sai invece gli somiglia molto. Nei modi di fare per esempio, di sorridere, di guardarmi teneramente quando vuole ottenere qualcosa” ammise ed io strinsi forte i pugni nel disperato tentativo di non mostrare la mia gelosia.

In quel momento pensai che fosse del tutto impazzita perché io non riuscivo a scorgere neanche una piccolissima somiglianza con Steve. Si, era davvero tutto chiaro a quel punto. Persino quella conversazione al parco assume un significato diverso: le sue lacrime, il suo sentirsi maledettamente in colpa.

“io…io non merito l-le tue scuse. Io ti ho deluso, anzi a dire il vero ho deluso anche me stessa. Ho commesso tanti di quegli errori che mi stupisco persino io. Errori che so che ormai non si possono più riparare”
“tutti gli errori hanno rimedio Kris” e non so neanche io che significato dovevo dare a quella frase.
“non i miei Rob. Ho fatto qualcosa di troppo sbagliato per rimediare. Qualcosa che se solo saltasse fuori non avrei altra scelta che chinare il capo ed allontanarmi. Non avrei più la minima speranza di riprendermi ciò che desidero più di ogni altra cosa al mondo”

Quel giorno ero stato io a sbagliarmi: Non a tutto c’è rimedio, le cose avvolte sono irreparabili. Per tutti quegli anni avevo sempre pensato che se solo avessi avuto Kristen nuovamente tra le mie braccia niente e nessuno me l’avrebbe portata più via. Più nessuna bugia ci avrebbe allontanati ma certamente non tenevo in conto qualcosa di tanto…troppo grande per essere ignorata. Qualcosa di così bello eppure allo stesso tempo triste e devastante. Qualcosa che mi faceva venire voglia di andare in balcone e urlare al mondo che la vita faceva schifo e nello stesso tempo gridare che ero l’uomo più felice del mondo perché ero padre, perché Joy era mia figlia ed io in quei due mesi non mi ero accorto di nulla, neanche dei segnali più banali.

“Allora come lo volete questo frappé?” domandai mentre ci avviavamo all’uscita.
“io nutella e panna” disse sicura Kristen.
“ovvio” la presi in giro ricordando quanto andasse matta per quel gusto. Lei mi fece la linguaccia.
“e tu tesoro?”
“io voglio il mio preferito: fragole, banana e vaniglia” mi rispose Joy lasciandomi di sasso. Lanciai una rapida occhiata a Kristen e notai una strana espressione preoccupata.
“beh, perché quella faccia Spunk?” mi chiese la piccola tirandomi per la camicia.
“perché è anche il mio preferito tesoro. Altro che cioccolata e panna” dissi risvegliandomi dallo stupore.

Lo stesso sorriso, la stessa mania di toccarsi i capelli e dire battute idiote. Gli stessi gusti sul frappé, sulle scarpe, sui programmi televisivi. Era tutto così scontato che mi sentivo più idiota del solito, specie se alcune persone lo avevano intuito prima di me.

“ogni volta che ti vedo giocare con la piccola mi vengono sempre pensieri assurdi per la testa. Sai cosa penserei se fossi un passante che vi vede per la prima volta? Penserei: < che bella famiglia che sono > Se non sapessi la verità giurerei che la bambina ti somiglia”
“che cosa?” domandai divertito da quel discorso.
“lo so è una cosa assurda ma forse sono i capelli o le battute stupide o non so la complicità tra voi che mi porta a pensare ciò. L‘ho fatto notare anche ad Ashley e lei prima ha detto che sono un idiota e poi guardandoti insieme alla bambina mi ha appoggiato dicendo che potreste per davvero sembrare padre e figlia”
“sai Kellan per quanto mi piacerebbe essere già papà devo ammettere che tu sei fuori di testa. Joy è la figlia di Steve, se fosse stata mia me ne sarei reso conto no?”

Si certo, me ne sarei proprio reso conto! Dio avrei dovuto fare due più due molto tempo prima, infondo non ci voleva poi molto a capirlo no? Se solo non fossi stato accecato dalla rabbia e dalla delusione molto probabilmente avrei capito subito che Joy fosse mia figlia. Kristen non sarebbe mai andata a letto con nessuno dopo così poco tempo! Mi sarebbe bastato leggere uno dei tanti giornali o vedere la tv per capire che Joy non era nata prematura di un mese, per capire che quella bambina con quei grandi occhi vispi e quei pochi capelli biondi fosse sangue del mio sangue. Me ne sarei reso conto nel giro di pochi giorno e no dopo 4 lunghi anni cazzo!
Avevo una gran voglia di spaccare tutto, ma la delusione e il senso di vuoto era talmente intenso che superava di gran lunga la rabbia che provavo. Mi sentivo così debole, impotente che in quel momento avrei volentieri barattato quel dolore a quello di 4 anni prima perché i due non erano neanche lontanamente paragonabili. Avrei dovuto esserci abituato no? Infondo quella non era altro che l’ennesima delusione avuta da Kristen e invece no, non era affatto così. Quella delusione superava di gran lunga tutte le precedenti facendomi mancare il respiro per il forte dolore al petto e non perché avevo scoperto di avere una figlia dopo 4 anni dalla sua nascita, quella era certamente la delusione che forse con il tempo le avrei più perdonato perché in un modo o nell’altro avrei trovato delle giustificazione alla sua decisione, bensì perché per la seconda volta avevo dato piena fiducia ad una persona che evidentemente non la meritava. Quella stessa persona che per quasi due mesi aveva avuto il coraggio di guardarmi negli occhi, ridere, scherzare, parlarmi di sua figlia senza mai far trapelare nulla, neanche un piccolo cedimento dai quei suoi occhi sicuri, ipnotici…o forse ero io quello cieco. Infondo quando si è innamorati si tende a vedere ciò che non esiste realmente no? Il mio amore vero Kristen era così forte che mi aveva fatto riporre tutta la fiducia del mondo in lei consapevole, scioccamente, che non avrebbe mai fatto nulla per ferirmi. Ero così innamorato da non aver neanche lontanamente preso in considerazione il fatto Joy potesse essere mia figlia. Kristen me l’avrebbe detto, non mi avrebbe mai tenuto nascosto nulla del genere e invece mi sbagliavo. Ecco perché era così preoccupata o ansiosa in quegli ultimi giorni, ecco perché diventava nervosa e si irrigidiva come una statua ogni volta che Joy mi raccontava qualcosa più di lei o quando io la fissavo un po’ più a lungo: Kristen aveva paura. Paura che scoprissi la verità e capissi quanto falsa potesse essere.
Aveva detto di amarmi ma come poteva? Come poteva amarmi se era stata capace di tenere per se un segreto tanto grande? Kristen era stata in grado in soli due mesi di rimettere insieme tutti i brandelli del mio cuore per poi calpestarlo nuovamente, questa volta in modo che nessun altro potesse assemblarli. Era stata tanto brava da farmi toccare il cielo con un dito e sprofondare all’inferno nel giro di neanche 24 ore. Lei era stata astuta abbastanza da darmi una cosa e togliermene un’altra. Tanto stronza da darmi una figlia e togliermi nello stesso tempo la cosa più cara della mia vita: Lei. Ma si sa: tutto accade per un motivo e forse il mio cuore era stato sfrattato da lei per far spazio solo ed unicamente a Joy perché da quel giorno lei sarebbe stata l’unica donna a risiedere nel mio cuore, l’unica che avrebbe ricevuto un mio abbraccio, bacio. L’unica che mi avrebbe reso felice e soprattutto non mi avrebbe deluso. Mia figlia sarebbe stata l’unica cosa importante per me, tutto il resto se ne sarebbe andato al diavolo. Lei, se ne sarebbe andata al diavolo e con ella anche tutto lo sconfinato amore che provavo e che in quel momento mi tormentava l’anima. Conscio di ciò mi alzai di scatto dal divano e mi avviai al balcone. Avevo bisogno di un po’ d’aria e soprattutto di un po’ di autocontrollo prima del suo ritorno. Prima di affrontarla e dirle addio.

Pov. Kristen
Era stata una delle giornate più sensazionali della mia vita, una delle più belle ed emozionanti: avevo rivisto la famiglia Pattinson, presentato a Joy la sua famiglia, fatto un giro sulla straordinaria London Eye e rivelato a Robert tutto lo sconfinato amore che provavo per lui. Quando ci eravamo ritrovati soli su quella ruota panoramica avevo pensato che forse era arrivato il momento di dirgli tutta la verità, almeno non sarebbe scappato a gambe levate li sopra e forse nessuno ci avrebbe sentito urlare in caso fosse stato necessario. Volevo dirglielo davvero, ma la sua rivelazione, il suo ti amo mi aveva spiazzata così tanto da farmi dimenticare, seppur per pochi secondi, che gli tenevo nascosto un segreto troppo importante, così mi ero ritrovata a sorridere come un’ adolescente, con il cuore a mille e le farfalle nello stomaco e ad urlare che lo amavo anche io. Lo amavo alla follia e forse era proprio quello sconfinato sentimento che nutrivo per lui che mi aveva impedito di aprir bocca. Forse era proprio quello a bloccarmi le parole in gola ogni qualvolta volevo rivelare tutto. Forse la mia paura deriva dalla consapevolezza che una volta rivelato che Joy fosse sua figlia lo avrei perso in un battito di ciglia ed io non volevo. Non volevo dirgli addio dopo neanche 24 ore che lo avevo ritrovavo, perciò ero stata zitta facendo finta di niente come sempre. Sapevo che ormai non potevo più aspettare così come ero consapevole che ora che entrambi avevamo rivelato i nostri sentimenti sarebbe stato ancora più difficile. Lo sapevo e mi davo della stupida per aver aspettato tanto, ma si sa fin quando non ci si ferisce con le proprie mani non ammetteremo mai di aver toppato alla grande.
“Ci vediamo domani e mi raccomando ti voglio alle 10 a casa della mamma intese? Ho bisogno di te per dire a tutti che mi sposo” cinguettò Lizzie stringendomi forte a lei. Mi sembrava incredibile che tra meno di 2 mesi si sarebbe sposata,insomma lei era…Lizzie e non m’ero mai immaginata con indosso un abito da sposa o meglio ancora con un pargoletto tra le braccia, ma si sa l’amore è capace di cambiare le persone e Liz era cambiata molto. Certo rimaneva comunque la più grande rompipalle del pianeta ma sembrava realmente felice, innamorata e determinata. Era sicura della sua decisione ed io ne ero contenta.
“contaci Lizz” mormorai scoccandole un bacio. Salutai anche Victoria e poi mi avviai al mio taxi sorridendo come un’ebete.
“Kris” mi richiamò Lizzie raggiungendomi. La guardai accigliata.
“non aspettare molto a dirglielo. Mio fratello è totalmente ed incondizionatamente innamorato di te e lo sappiamo entrambe ma è anche orgoglioso e testardo. Ha sempre desiderato con tutto se stesso essere padre e venire a sapere dopo quasi 5 anni che il suo sogno si è avverato è già abbastanza difficile perciò diglielo appena puoi” sussurrò non facendosi sentire dalla sorella. Annuii con il capo sorridendole.
“grazie per non esserti infuriata con me”
“non ti nego che ci sono rimasta male quando ho fatto due più due così come non nego che sono rimasta un po’ delusa dalla tua decisione ma io non posso giudicarti e so che non è stato affatto facile per te perciò preferisco far finta di nulla. L‘importante è che ora tu sia qui. Ora vai che la mia nipotina ti starà aspettando e anche quello zuccone di Rob, non vorrei che se la prendesse con me perché ti ho fatto tornare a casa tardi” disse emozionata spazzando via una piccola lacrima dalla sua guancia.
“come i vecchi tempi” mormorai asciugando anch’io i miei occhi. Ridacchiammo insieme e dopo un grazie appena accennato salii sul taxi e andai via. Avevo bisogno di vederlo, di guardarlo negli occhi, abbracciarlo, baciarlo e capire che non era stato un sogno, che era tutto vero, reale. Avevo bisogno di sentire nuovamente un ti amo pronunciato da quelle labbra perché solo quello mi avrebbe dato la forza e il coraggio di dirgli tutta la verità. Giunta a destinazione pagai il taxista e raggiunsi l’ascensore, elettrizzata come una bambina all’idea di rifugiarmi nuovamente tra le sue braccia. Con mia grande sorpresa la porta era semichiusa così l’aprii stando attenta a non far rumore. Vista l’ora molto probabilmente mia figlia era già a letto.
“Robert?” chiamai posando la borsa e guardandomi in giro. Che si fosse addormentato anche lui? Pigro com’era poteva anche essere. Ridacchiai tra me mentre lentamente mi avviai nella zona notte.
“Amore?” ed aprii la porta della camera di Joy. Eccola li accoccolata nel letto a dormire placidamente. Era stata un giornata intensa per lei e meritava un po’ di riposo così feci per richiudere la porta ma qualcosa attirò la mia attenzione. Mi inginocchiai basita, perplessa e con cautela raccolsi tutti i cocci di una tazza riversata a terra. Cos’era successo?
“Robert? Insomma dove sei?” chiesi alzando un po’ più la voce e uscendo dalla stanza. Tornai in salone poggiando la tazza rotta sul tavolino li davanti e finalmente lo rividi. Era poggiato allo stipite della porta che affacciava sul balcone e mi dava le spalle.
“Ehi, perché non rispondevi?”
Avevo una voglia matta di un suo bacio o semplice abbraccio così feci per avvicinarmi ma lui si voltò di scatto e lo sguardo che mi riservò mi fece gelare il sangue nelle vene e bloccare sul posto. Quei due occhi che tanto amavo sembravano essere ritornati quelli di due mesi prima, non più liquidi, intensi, ma due lastre di ghiaccio pronte a trafiggere il cuore.
“cosa…cosa c‘è?” chiesi disorientata. Sospirò massaggiandosi le tempie.
“Sai cosa odio di più al mondo Kris?”
“restare sveglio ad aspettarmi?” scherzai sperando di alleggerire l’aria e ignorando bellamente una strana morsa che mi stringeva lo stomaco.
“le bugie” affermò “io detesto le bugie”
“anche io” mi trafisse con lo sguardo per poi ridere tra se e scuotere la testa.
Certo! Ti ricordi quando ci rivedemmo al supermercato e dissi a Joy che eri bellissima?” asserii con il capo.
“ecco non era una bugia, lo pensavo davvero. Ti ricordi poi, quando fuori la pizzeria ti urlai contro tutto il rancore che provavo per te? Era la pura verità e al parco? Quando ti pregai di smettere di piangere? Quando proposi di ritornare amici così da riacquistare la fiducia, ti ricordi? Anche lì non mentivo. E su divano di Kellan, quando ti stavo per baciare ricordi? Era un‘altra verità perché bramavo un tuo bacio da anni” e poi andava avanti ad elencare le cose più la sua voce diventava dura, tagliente ed io non riuscivo a capirne il motivo o  almeno costringevo me stessa a non pensare al peggio, non dopo una giornata meravigliosa come quella che avevamo trascorso.
“e sull‘aereo quando ti ho detto che potevi dirmi tutto, che ti avrei capito ti ricordi? Li ero serio cazzo, li ti ho scongiurato di dirmi cosa ti preoccupasse ma tu mi hai detto che era ansia. Una semplice, fottuta ansia. E quel bacio di qualche ora fa te lo ricordi Kristen? TI RICORDI QUEL DANNATO TI AMO CHE TI HO SUSSURRATO POCO FA? ANCHE QUELLO ERA VERO CAZZO. FOTTUTAMENTE VERO” lo guardai allibita mentre iniziava a gesticolare e urlarmi contro.
“anche il mio era sincero Rob. Io ti amo davvero”
“Tu mi ami? Ne sei sicura Kris? Sei sicura di amarmi? Perché sai io non penso che il tuo sia amore. No, non lo penso per niente perché se lo fosse stato mi avresti detto tutto. TUTTO, ma hai preferito stare zitta e quindi no, il tuo non è per niente amore. Il mio lo è. Io ti amo. Ti amo perché ti parlo di tutto e perché so che tu mi capiresti sempre. Io ti amo perché non ti nascondo niente, neanche una piccolissima parte della mia vita. Ma tu…dio tu no”
“ma di cosa stai parlando Robert? Cosa dici non ti seguo, su cosa ti avrei mentito? Cosa ti avrei nascosto di tanto importante da farti infuriare tanto. COSA?” sapevo perfettamente di star sbagliando a dire ciò, ma avevo bisogno di capire qualcosa. Avevo bisogno di sapere perché non credesse al mio amore. Accennò un sorriso.
“Sei diventata proprio brava sai? In questi due mesi sei stata capace di prendere per il culo persino me, quello che riusciva a capire se mentivi o meno con un’ occhiata. Le tue doti recitative migliorano di anno in anno. Complimenti Kristen davvero”
MA DI COSA CAZZO PARLI?” sbottai ferita dalle sue parole.
STO PARLANDO DEL FATTO CHE MI HAI TENUTO NASCOSTO DI AVERE UNA FIGLIA. STO PARLANDO DEL FATTO CHE PER 4 FOTTUTISSIMI ANNI NON SEI MAI VENUTA A DIRMI CHE AVEVO UNA BAMBINA. STO PARLANDO DEL FATTO CHE JOY, QUELLA PICCOLA CHE ORA DORME NEL MIO LETTO E CHE HO VOLUTO BENE FIN DA SUBITO, E’ SANGUE DEL MIO SANGUE ED IO NON LO SAPEVO. CAPISCI DI COSA PARLO? LO CAPISCI KRISTEN?” urlò tanto forte che per poco non dovetti tapparmi le orecchie con le mani. Ci misi qualche secondo per assimilare le sue parole e quando ne compresi il significato mi immobilizzai sul posto e per un attimo il mio cuore smise di battere e il respiro si mozzò in gola. Come faceva a saperlo? Come aveva fatto a scoprilo? Tentai di aprir bocca, di dire qualcosa ma le parole mi morirono in gola e fui costretta a serrare nuovamente le labbra.
“io mi fidavo di te Kristen, avevo imparato a fidarmi di nuovo e ne ero felice. Il mio cuore aveva preso a pompare sangue come un tempo, il mio sorriso era tornato quello di un tempo, IO ero tornato quello di un tempo ma tu hai distrutto tutto. Tu sei stata capace di farmi tornare in vita per poi uccidermi una seconda volta, questa volta in modo ancora più crudele del precedente” sentii gli occhi farsi umidi e quando mi resi conto che anche i suoi lo erano calde lacrime iniziarono a rigarmi il volto. Sapevo che prima o poi sarebbe successo qualcosa del genere, sapevo che il mio poco coraggio mi avrebbe portata a quella situazione. Il mio subconscio l’avevo sempre saputo che sarebbe andata a finire il quel modo ma ingenuamente avevo sperato che succedesse il contrario. Stupidamente avevo immaginato di vederlo corrermi incontro e stringermi forte a se, ma forse quel sogno si sarebbe potuto avverare 4 anni prima e non dopo tutto quel tempo. Non dopo averlo fatto soffrire tanto.
“io…io avrei v-volut-o dirtelo” bisbigliai con così poca voce che non ero sicura mi avesse sentito.
“ma non  l‘hai fatto. Hai preferito che lo scoprissi da solo, che fosse Joy a dirmi tutto perché è stata lei, mia figlia a rivelarmi, tra una risata e un‘altra che Steve non era il suo papà. Che lei il suo papà non l‘aveva mai conosciuto, ma che la mamma gli aveva detto che era molto più bello del suo compagno. È stata proprio lei a farmi capire che non è nata prematura come tutti credono ma dopo ben nove mesi. Non sono mai stato molto intuitivo ma non è stato affatto difficile fare due più due. Mi dispiace solo averlo capito dopo due mesi. L‘ho avuta davanti per tutto questo tempo senza accorgermi di quanto ci somigliassimo e molto spesso mi chiedevo come facevo a volerle così bene se la conoscevo da così poco tempo. Una volta mi sono persino dato del pazzo: io che amavo il frutto dell‘amore tuo e di Steve, era da folli eppure prima di oggi non riuscivo a capacitarmene”
“mi…dispiace Robert” mormorai spazzando via qualche lacrima e avvicinandomi a lui. Indietreggio prontamente e mi fissò con odio.
“dispiace di più a me”
“io non volevo arrivare a questo punto devi credermi. Non sai quante volte in questi due mesi avrei voluto dirti tutto, ma mi è sempre mancato il coraggio. Non riuscivo a trovare le parole adatte per rivelarti tutto…”
“forse perché non esistono parole adatte. Dovevi dirlo e basta ma non oggi, non dopo 4 anni. Tu dovevi dirmelo quando hai scoperto di essere incinta. DOVEVI VENIRE DA ME E DIRMI CHE ASPETTAVAMO UN BAMBINO. NE AVEVO TUTTO IL DIRITTO KRISTEN, SONO IL PADRE” mi lasciai scappare un singhiozzo e prontamente portai la mano alla bocca.
“cosa credi che non avrei voluto quel bambino? Cielo, tu sapevi perfettamente il mio sogno di diventare padre, sapevi quanto desiderassi costruire una famiglia con te. CREDI DAVVERO CHE NON MI SAREI PRESO LE MIE RESPONDABILITA‘? CHE TI AVREI CACCIATA FUORI A CALCI?
“io…io avevo paura. Una fottuta paura che tu ti saresti legato a me solo per il bene della bambina” mi giustificai guardandolo implorante.
“beh…avresti dovuto correre il rischio Kristen. Per una volta avresti dovuto mettere da parte te stessa e pensare alla bambina e a me, ma tu non l‘hai fatto giusto? Tu non ti sei neanche lontanamente chiesta cosa avrebbe significato far crescere una bambina senza padre, tu non hai pensato a come si sarebbe potuta sentire abbandonata o a come avrei vissuto io sente te e all‘oscuro di tutto. TU TUTTE QUESTE COSE NON LE HAI PENSATE, HAI PREFERITO FARE LA SCELTA PIU‘ GIUSTA PER TE STESSA
NO! Dio no come puoi pensare questo di me? Io ho pensato a tutto ciò, ho passato giorni interi a chiedermi quale fosse la scelta giusta…”
LA SCELTA GIUSTA ERA QUELLA DI DIRMI LA VERITA‘” mi interruppe ancora.
E COME AVREI DOVUTO FARE SENTIAMO ROBERT, CON QUALE CORAGGIO SAREI DOVUTA VENIRE ALLA TUA PORTA A DIRTI CHE ASPETTAVO UN BAMBINO DOPO CHE TU MI AVEVI CACCIATA DI CASA PREGANDOMI DI NON FARMI PIU‘ VEDERE? CON QUALE CAZZO DI FORZA SAREI DOVUTA VENIRE A CERCARTI?” sbottai allora stanca di sentirmi accusare. Certo, la colpa di tutto quello era mia ma anche lui, seppur in minima percentuale, aveva sbagliato. Anche lui come me aveva le sue colpe e sebbene io gli avessi tenuto nascosto qualcosa di tanto importante, lui non poteva certamente urlarmi contro in quel modo, non dopo che mi aveva sbattuto fuori di casa per non cercarmi mai più.
“Tu non sai cos‘ho passato io in questi anni, non sai cos‘ho dovuto affrontare. Tu non sai un bel niente Robert e non puoi criticarmi intesi? Quando ho scoperto di essere incinta di te mi sono sentita al settimo cielo ma allo stesso tempo mi è crollato il mondo addosso perché mi avevi abbandonata e di me non te ne fregava nulla, altrimenti mi avresti cercato in quel mese non pensi? Non avevo la più pallida idea di come comportarti e per un attimo mi sono chiesta se avere in quel momento un bambino fosse la cosa giusta, ma poi sai cosa mi sono detta? Mi sono detta che non dovevo perdere l‘opportunità di diventare madre perché io quel bambino lo volevo e sai perché Robert? Lo volevo perché così ero sicura che per il resto dei miei giorni avrei avuto al mio fianco un pezzo di te” mi bloccai lasciando fuoriuscire altre lacrime e cercando di regolarizzare i battiti del mio cuore. Lui mi fissava con uno sguardo misto tra il deluso, l’arrabbiato e amorevole, si perché in quelle due lastre di ghiaccio io ci leggevo ancora un po’ d’amore e quello mi dava la forza di andare avanti e raccontargli tutto.
“Sono stata due intere settimana chiusa in casa, non volevo vedere ne sentire nessuno se non Dakota, ma persino lei ad un certo punto era diventata insostenibile. Non faceva altro che ripetermi che dovevo correre da te e dirti tutto, che era sicura mi avresti accolto abbraccia aperte ma io avevo paura. Mai come in quel momento mi sentivo debole e codarda. Steve non sapeva cosa mi stesse succedendo ma mi stava vicino senza mai chiedermi nulla, ha sempre detto che gliene avrei parlato quando me la sarei sentita e quando il momento è arrivato l‘unica cosa che ha fatto è stata stringermi a se e giurarmi che lui ci sarebbe sempre stato qualsiasi decisione avessi preso. Certo, non aveva tenuto nascosto che avrei fatto meglio a dirti tutto ma sapeva quanto testarda fossi. Dal giorno della rivelazione passò un‘altra settimana e fu in quei 7 giorni che presi la decisione più sbagliata e più dolorosa del mondo: non ti avrei detto nulla, l‘ultima cosa che volevo era sentirmi dire da te che non volevi il bambino e che io per te non contavo più nulla, così mi feci coraggio e mi auto-convinsi che potevo cavarmela da sola”
“hai scelto per entrambi te ne rendi conto? Hai la vaga sensazione di come mi sono potuto sentire quando ho appreso dai giornali che eri incinta di un altro dopo neanche due mesi dalla nostra rottura? Sai come mi sono sentito tradito da te e le cose che ho pensato? Mi sono addirittura chiesto se non avessi una relazione con Steve mentre eri ancora con me” il tono della sua voce ora era lieve, appena udibile, come se tutte quelle confessioni lo avessero stancato, tuttavia non si preoccupava di lanciarmi occhiate cariche di risentimento.
“quand‘è nata Joy l‘unica cosa che volevo era avere al mio fianco te e tu non sai come mi sono sentita quando guardando nostra figlia per la prima volta ho notato che avevate lo stesso colore degli occhi. È stato come se mi specchiassi nelle tue pozze azzurre e per mesi ho sperato che il colore non cambiasse ma  purtroppo non è stato così. Tuttavia più passavano i mesi più mi rendevo conto che Joy era il tuo perfetto ritratto e se da un lato la cosa mi rendeva felice dall‘altro non faceva che farmi soffrire e sentire in colpa. Ad un anno di vita di mia figlia Steve mi ha chiesto di sposarlo. Non lo amavo certo, ma gli volevo un gran bene e gli ero grata di molte cose perciò accettai, su una cosa però non ammettevo repliche: mia figlia doveva sapere che lui non era il suo vero papà così fin da piccola gli spiegavo che lui era semplicemente Steve e che il papà un giorno sarebbe arrivato, perché tanto lo sapevo che vi sareste riuniti.”
“Kristen…” cercò di interrompermi ma io fui più veloce di lui e lo feci tacere.
“no Robert, fammi finire poi potrai cacciarmi di casa a pedate e urlarmi contro quanto vorrai. In tutti questi anni la voglia di venirti a cercare e dirti tutto è sempre stata forte ma io avevo Joy a cui pensare e non volevo che soffrisse perché magari il papà non avrebbe accettato una cosa del genere. No zitto, io so che tu non ne saresti mai stato capace ma essere mamma significa anche proteggere i propri figli dalle circostanze più improbabili ed io l‘ho fatto. A me dispiace averti tenuto nascosto tutto ciò ma volevo che fossi felice perché non ho mai smesso di amarti. Io volevo che tu vivessi una vita che volevi davvero e non che fossi costretto a sopravvivere in una situazione a te stretta. Volevo che al tuo fianco avessi chi desideravi e non io come palla al piede solo perché ero la mamma di tua figlia capisci? È per questo che ho tenuto nascosto questo segreto a tutti”
“tutti?”
“si, tutti. Gli unici a conoscenza della verità sono Dakota e Steve, neanche la mia famiglia sa nulla. I miei genitori non si sono mai accorsi di nulla, anche perché Joy fino a 2 anni fa neanche sapeva parlare e quelle rare volte che chiamava Steve per nome nessuno ci faceva caso”
“perché non lo hai detto a nessuno?” mi domandò sedendosi sul divano e prendendo i capelli tra le mani stringendoli forte.
“perché i miei mi avrebbero convinto a dirti tutto e ormai era troppo tardi per la verità. Quando divorziai con Steve lui mi disse: < tu lo ami ancora Kris, dovresti correre a cercarlo sai? Sono convinto che anche lui ti sta aspettando e fidati, vi basterà un abbraccio per rimettere insieme i cocci della vostra storia. Joy è un tasto dolente ma gli passerà, il vostro amore è grande e  non si può dissolvere, non se in 3 anni non si è nemmeno scalfito > sai cosa gli risposi? Che era vero, io ti amavo, ma non ti avrei cercato perché tu senza di me stavi bene, lo vedevo dalle foto scandalistiche che ti ritraevano ogni settimana con una ragazza diversa. Ero convinta che non ti avrei mai più rivisto ma quando ti ho incontrato in quel supermercato tutte le mie convinzioni sono andate a farsi fottere. Quando ti ho visto seduto su quel pavimento con nostra figlia per poco non mi veniva un infarto e l‘unica cosa che volevo era quella di correrti incontro e dirti la verità. Non sarei voluta arrivare a tanto Robert, devi credermi ti prego” lo supplicai inginocchiandomi di fronte a lui e prendendo le sue mani nelle mie. Sciolse velocemente la presa e tornò in piedi, dandomi le spalle.
“io ti amavo, non ti avrei mai chiuso la porta in faccia ne tanto meno ti avrei ripreso con me solo perché aspettavamo un bambino. Quando ti ho cacciato di casa sono passate esattamente 4 ore prima che io mi pentissi di aver fatto una cosa del genere ma quando sono tornato a casa e tu non c‘eri davvero più ho pensato che evidentemente non aspettavi altro che scappare. Dio Kristen tu per me eri tutto, come hai fatto anche solo a pensare che saresti stata un intoppo per la mia felicità? La mia felicità eri tu, la mia vita eri tu”
“perdonami. Ti prego Robert perdonami e ricominciamo tutto da capo. Ricominciamo da ora.” mormorai tra una lacrima e l’altra. Tornò a voltarsi verso di me e guardandolo negli occhi seppi già la risposta che di li a poco mi avrebbe dato.
“e come? Come faccio a perdonarti Kristen dimmelo. Dove trovo la forza per sorvolare su una cosa tanto importante? Tu mi hai tenuto nascosto la cosa più bella del mondo, mi hai privato per quasi 5 anni di essere padre. Per colpa tua ho perso gli anni più importanti di mia figlia: non l‘ho vista nascere, fare il primo ruttino, non mi sono potuto alzare la notte per cullarla e farla riaddormentare. Non ho visto il suo primo sorriso ne udito la sua prima parola. Io non c‘ero quando ha fatto i primi passi, non ero li ad applaudirla. Non c‘ero il suo primo giorno di scuola ne né al suo primo compleanno. Per quasi 5 anni mia figlia non sapeva neanche chi fosse il suo papà e quando quel giorno, in quel supermercato, mi ha visto ha pensato fossi uno sconosciuto un pò pazzo. Come faccio a perdonarti? Come faccio a svegliarmi la mattina con te tra le braccia? Io domani dovrò andare di la da Joy e dirle che sono il suo papà, dovrò spiegare ad una bambina di soli 5 anni il perché non sono stato al suo fianco per tutto questo tempo oppure…oppure io domani dovrò far finta di niente e farle continuare a credere che il suo papà è in giro per il mondo. Dovrò parlare con lei e ogni volta sentirmi chiamare Robert. Mi dici come fai Kristen? Come fai a chiedermi una cosa del genere? L‘amore non basta!” annuii inerme senza aggiungere nulla. Non potevo dir nulla per ribattere alle sue parole, Robert aveva ragione, lo avevo privato di troppe cose per chiedergli di perdonarmi e andare avanti. Molto probabilmente quella era l’ultima volta in cui potevo parlargli e dirgli quanto lo amassi perché, ne ero sicura, da quel giorno il suo cuore sarebbe stato solo di Joy e forse era giusto così. Forse era quello il nostro lieto fine: amare entrambi qualcuno più di noi stessi, amare entrambi la nostra bambina di un amore così intenso da sorvolare persino il nostro.
“io…io ti amo Robert e molto probabilmente ti amerò per sempre” confessai nel disperato tentativo di sistemare le cose. Sorrise, ma non nel suo soluto modo sghembo, quello somigliava più ad un sorriso d’addio, triste e amaro.
“io invece non so più cosa provo per te. Ti amo si, ma la delusione e la rabbia è talmente tanta che l‘amore che provo per te si sta affievolendo secondo dopo secondo, come la fiamma di un piccolo falò” quelle parole furono il colpo di grazia e bastarono a spazzare via ogni piccola speranza che avevo nel cuore. Le gambe mi tremavano e gli occhi ripresero a piangere quando compresi il significato di quelle parole: non mi avrebbe mai perdonato, ne ora ne mai. L’amore si sarebbe pian paino affievolito rimanendo in lui solo puro rancore.
Mi lasciai cadere sul divano,non ero sicura che le mie gambe avrebbero retto, e mi passai una mano tra i capelli tirandoli forte fino a farmi male.
“perché? Perché hai aspettato tutto questo tempo dannazione? HAI ROVINATO TUTTO LO CAPISCI? HAI DISTRUTTO LA COSA PIU‘ BELLA CHE AVEVAMO. HAI MANDATO A PUTTATE IL NOSTRO AMORE UNA SECONDA VOLTA” urlò all’improvviso facendomi sobbalzare dallo spavento. Lo guardai con gli occhi sbarrati senza dire nulla e lui sospirò pesantemente per poi calmarsi. Stava soffrendo, glielo leggevo negli occhi e ciò non faceva altro che farmi sentire peggio. In quel momento la porta del corridoio si aprii mostrandoci un piccolo batuffolo rosa guardarci con occhi assonnati. Mi asciugai gli occhi in fretta e furia e cercai di sorridere al meglio.
“amore, che ci fai in piedi?” domandai avvicinandomi a lei e lanciando uno sguardo a Robert che la guardava incantato. Come se la vedesse per al prima volta e non sapesse bene cosa dire.
“Perché urlavate?” chiese facendo un lungo sbadiglio. Le accarezzai una guancia prendendola in braccio.
“scusaci amore. Io e Robert stavamo solo parlando, non volevamo svegliarti. Ora ti porto di nuovo a letto ok?”
Lei annuì per poi lanciare uno sguardo a Robert e sorridergli dolcemente.
“mamma?” mi chiamò senza distogliere lo sguardo dal proprio papà.
“si amore mio?”
“prima ho detto a Robert che volevo che fosse lui il mio papà e lui mi detto che devo chiederlo a te. Posso chiamarlo papà?”
I bambini sono così ingenui da credere che tutto gli è concesso e non c’era cosa più bella che pensare di poter risolvere tutto con un semplice sorriso o permesso. La domanda di Joy era così pura che mi destabilizzò più di quanto già ero. Avrei voluto dirle che lei non doveva chiedermi il permesso perché aveva tutti i diritti del mondo di chiamare Robert papà, perché in realtà lo era per davvero, ma per quanto intelligente fosse mia figlia rimaneva comunque una bambina di 4 anni e spiegarle una cosa del genere era davvero complicato se non impossibile.
Guardai anch’io Robert e lo vidi sorridere alla figlia. Mi asciugai una piccola lacrima all’angolo dell’occhio e feci un piccolo sospiro.
“si amore mio, da oggi puoi chiamarlo papà” lei mi abbraccio forte per poi baciarmi una guancia.
“allora buonanotte papà a domani” e così dicendo scese dalle mie braccia  e andò in camera sua da sola. La sentii mettersi sotto le coperte e qualche secondo dopo il suo respiro se regolarizzò.
“non penso sarà difficile farle capire che tu sei davvero il suo papà” mormorai e lui asserì inerme senza aggiungere nulla. Capii dal suo silenzio che in quella casa non c’era più posto per me e che la discussione, così come il nostro amore, era terminata. Mi avvicinai al divano infilandomi la giacca e raccattando la borsa mi avvicinai alla porta.
“vado a dormire da Lizzie, sono sicura che hai bisogno di restare solo con tua figlia. Domani prenoto il primo aereo per Los Angeles, se vuoi Joy puoi tenerla con te fin al tuo ritorno, dovete recuperare tanto tempo” sussurrai voltandomi a guadarlo. Si limitò ad annuire nuovamente ed io sorrisi debolmente preparandomi a dirgli addio. Non perché non lo avrei più rivisto ma perché ero consapevole che lo avevo perso per sempre.
“beh allora…allora addio Rob. Dirti che ti amo è inutile perciò…buonafortuna” dissi prima di aprire la porta ed uscire sul pianerottolo. Mi avvicinai all’ascensore ma il suono della sua voce mi impedì  di fare qualsiasi altro movimento.
“Io mi fidavo di te, eri l‘unica persona al mondo che pensavo non mi avrebbe mai tradito ma non è stato così. Mi hai deluso e spezzato il cuore in modo irreparabile, non so se riuscirò mai a perdonarti per quello che hai fatto ma… ma devo dirti grazie. Grazie perché mi hai insegnato ad amare e perché mi hai donato una bellissima bambina e questa è la cosa più bella ed importante del mondo” lo disse tra le lacrime ed io non potei fare altro che unirmi a lui. Le porte dell’ascensore si aprirono ed io vi entrai dentro senza mai eliminare il contatto visivo. Gli sorrisi ancora e mentre le ante si chiudevano alzai una mano in segno di saluto mormorandogli un “grazie a te…di tutto” poi le porte si chiusero del tutto e con esse ogni possibilità di riaverlo al mio fianco. Sapevo di aver fatto la cazzata più grande della mia vita a non dirgli la verità e sapevo che un giorno me ne sarei pentita ma nonostante tutto un po’ ero felice. Joy aveva finalmente al proprio fianco il suo papà e sebbene il prezzo che avevo dovuto pagare era stato caro almeno potevo dire di aver fatto la cosa giusta per mia figlia. Avrei amato Robert per sempre e con molte probabilità anche lui avrebbe fatto lo stesso ma la vita ci voleva separati e noi l’avremmo accontentata. Sorrisi e tra le lacrime amare abbandonai quella casa lasciando in essa la parte più grande del mio cuore. Addio Robert!

_________________________________
Ebbene tutta la verità è saltata a galla. Cosa ne pensate? Per me è stato davvero difficile scrivere questo capitolo però ci ho messo tanto impegno e spero che vi sia piaciuto =). Ora vi lascio ci vediamo all'anno uovo tesori.

Buon Natale!


Nusia&Marty

Ritorna all'indice


Capitolo 18
*** 18-Forgive... and forget (Marty) ***


ddd *Me cammina lentamente mentre si guarda la punta delle scarpe*
Ehm...Ehm.... Buon pomeriggio a tutte =D ci avevate perso la speranza non è così? Ma quella è sempre l'ultima a morire.
No vabbe, scusate l'immenso ritardo ragazze ma non abbiamo potuto aggiornare il tempo ci dispiace. Vi abbiamo lasciato in un momento un pò critico non è così? XD molte di voi mi hanno inviamo un messaggio personale per sapere se eravamo vive e vi ringrazio questo mi fa comprendere che la storia vi piace *___* detto questo vi lascio leggere il capitolo dove c'è un Rob un pò stralunato e una Kristen distrutta =(


"Resta"

18- Capitolo (Marty)

Pov. Robert

Perdona e dimentica. E’ cosi che si dice. E’ un buon consiglio ma non molto pratico. Quando qualcuno ci ferisce… vogliamo che soffra quanto noi. Quando qualcuno ha torto sul nostro contro, vogliamo avere ragione. Senza perdono, i vecchi debiti rimangono inestinti… le vecchie ferite, inguarite. E il massimo cui possiamo aspirare… è che un giorno… avremo la fortuna di dimenticare.

Tutte le mie convinzioni, le mie certezze, si erano sbriciolate in un secondo, in un dannatissimo battito di ciglia. Il mio cuore che sembrava aver ripreso completamente a pulsare per lei, ora era nient’altro che un mucchio di frammenti. L’unica cosa che mi dava la forza di non prendere la prima bottiglia di birra nel frigorifero , era la bambina che dormiva stretta al suo orsacchiotto sul letto.
Mia figlia. Strano ma vero. Quelle parole mi suonavano così strane, eppure.. era così. Lei era sangue del mio sangue, gli zigomi pronunciati, gli angoli della bocca, i capelli, mi erano così famigliari perché.. Perché erano i miei. Tirai su con il naso passandomi una mano fra il nido arruffato sopra la mia testa. Mi sentivo così.. così deluso, così maledettamente ferito. Una seconda volta. Questa era la cosa che mi mandava completamente fuori. Avevo riposto la mia fiducia in lei, con tutto me stesso. Le avevo confessato di amarla, e che non avevo mai smesso di farlo.
Avevo aperto il mio cuore al suo..
Bugie, bugie su bugie. Non poteva amarmi, se davvero mi avesse amato un briciolo di quello che diceva lei non mi avrebbe mai mentito e io non mi sarei perso quattro anni fondamentali della vita di mia figlia. Sospirai, di nuovo. Erano ore che andavo avanti così, tra sospiri, sbuffi, lacrime e pensieri che lentamente mi uccidevano, aspettando che Joy aprisse gli occhi.
Non sapevo che cosa fare, se dirle la verità.. oppure aspettare altro tempo.
Decisioni, andavano prese delle decisioni.
Chissà come sarebbe stato d’ora in poi il mio rapporto con lei? Chissà se ce l’avrebbe avuta con me. D’altronde come poteva volere bene ad un padre che non le era stato vicino per quattro anni.
Il mio stomaco si chiuse in risposta del mio pensiero.
Odio, odiavo Kristen con tutto me stesso.
“mm..” La piccola si rivoltò nel letto, segno del suo imminente risveglio. Cercai di mutare la mia espressione in un falso sorriso e le accarezzai la guancia soffice ed estremamente morbida.
“ ‘Giorno piccola mia..”
Si stropicciò gli occhietti prima di mostrarmi il loro verde scintillante. Sorrise per poi venire a rifugiarsi teneramente fra le mie braccia. Respirai il profumo dei suoi capelli e posai un piccolo bacio sulla sua fronte.
“Ma.. Rob quindi.. tu sei il mio papà?”
Deglutii mentre il mio cuore perse un battito.
Ora o mai più Rob.
“Si.. sono davvero il tuo papà..”
Gli angoli della sua bocca si piegarono in un sorriso meraviglioso che mi lasciò letteralmente senza parole.
“Il mio sogno si è avverato..”
“Che sogno?” domandai curioso.
“Ho sempre sperato che fossi tu.. da quando ti ho conosciuto.”
Una lacrima cadde dal mio viso, e percorse tutta la mascella. La abbracciai più forte.
“Non ti lascerò mai più… ti voglio bene.” Sussurrai al suo orecchio mentre mi godevo , in ritardo, quei primi momenti da papà.


La presi per mano mentre scendevamo dalla macchina diretti a casa dei miei genitori. Joy si dondolava avanti e indietro nervosa.
“Posso chiamarli nonno e nonna, adesso?” mi chiese imbarazzata mentre io sorridevo orgoglioso di quella piccola creatura.
“Magari aspetta un po’.. Mio padre è un po’ debole di cuore..” le risposi ridendo e lei annuì contenta.
Suonai al campanello e nel giro di qualche secondo la porta si aprì.
Mi trovai faccia a faccia con Tom, il quale guardava con incomprensione la bambina che tenevo fra le braccia.
“Ehm. Tu chi saresti?”
Joy sorrise. “Sua figlia.” Mi indicò e in quel preciso istante Tom sbiancò completamente.
Non riuscii a mascherare una risata.
“In che senso.. sua figlia?!”
“Nel senso, che io sono il suo papà.” Risposi con naturalezza e in quel momento lo vidi oscillare verso la porta.
Lo afferrai giusto in tempo prima che si trovasse faccia a faccia con il pavimento.
“Tu..” farfugliò aggrottando le sopracciglia. “Lei..”
Annuii cercando di trascinarlo verso il divano, dove mio padre era seduto a leggere il giornale.
“Ciao papà…”
“Rob! Che bella sorpresa..” disse venendomi ad abbracciare.
“Tutto bene?”
“Non è cambiato molto da ieri.. comunque si..”
“E tu piccolina come stai?” chiese a Joy che arrossendo annuì. Mi ricordava tanto me quando ero piccolo. Gli stessi modi di fare.
Ma mi ricordava tanto anche Kr..
No!
Bloccai subito quel pensiero. Non potevo concedermi il lusso di pensare a lei, almeno non oggi.
“Bene grazie Rich.. non.. “ scosse la testa confusa e io risi di gusto.
“Devo dirvi una cosa.. dov’è la mamma?”
“In cucina..”
E in quel momento arrivò trafelata anche lei, venendo a baciare me e Joy.
“Che ci devi dire Rob?”
Mi schiarii la voce, mentre cercavo le parole giuste. Sarebbe stato un colpo per loro scoprire di essere diventati nonni, così come lo era per me. Ma… ma avevano il diritto di sapere, di poter essere davvero qualcuno per Joy.
“Questa piccolina.. è ..” presi un grosso respiro. “ Figlia mia e di Kristen.”
Mia madre sorrise e anche mio padre. Il che mi lasciò leggermente perplesso visto che mi aspettavo tutto, da urli a domande.
“Beh. Non dite niente?”
“Cosa c’è da dire?” mi chiese mia madre.
“Non c’è regalo più grande che potessi farci..” concluse andando a prendere fra le braccia Joy che li guardava con occhi speranzosi.
"Diciamo che quando l'abbiamo vista abbiamo capito qualcosa.."
Sbattei le palpebre incredulo.
"Lo avevate.. capito?"
"Siete uno la copia dell'altra, come potevamo non accorgercene?"
Sorrisi trafelato mentre vedevo Joy stringere sua nonna dolcemente.
“Posso chiamarvi “nonno” e nonna, allora?”
Vidi le guance dei miei genitori inumidirsi mentre annuivano felici come non lo erano mai stati.
Volevo godermi quei preziosi momenti, volevo dimenticarmi di quello che mi aveva fatto lei, volevo solamente stare con mia figlia e la mia famiglia.
Non c’era cosa che desiderassi di più.

POV KRISTEN.
Ci sono volte in cui ti senti morire. Volte in cui dentro di te non senti più niente, non riesci quasi nemmeno a respirare né a… vivere. Preferiresti spegnerti, per un minuto, per un’ora.. Per poter non pensare a ciò che hai fatto. Le lacrime continuavano a scendermi lungo il profilo della guancia, mentre fissavo il tramonto dal finestrino dell’aereo, ripercorrendo con la mente ogni maledetta cosa che era uscita quella notte dalle nostre bocche. Alle frasi piene di veleno e odio nei miei confronti.. a ogni particolare, a ogni cosa.
Non mi avrebbe mai perdonata, lo sapevo bene. Non .. non lo avrei fatto neppure io se fossi stata in Rob. Avevo rovinato tutto, avevo distrutto ogni cosa facendolo soffrire, ancora una volta.
Come avevo potuto anche solo credere di nascondergli sua figlia?! Per quattro lunghi anni non avevo fatto una piega, credendo fosse meglio per lui. La verità era che era meglio per me.
Non volevo soffrire nuovamente, non volevo riaprire la ferita che si era aperta quando ci eravamo lasciati e che si era in parte cicatrizzata con la nascita di Joy.
Sospirai cercando di asciugare le lacrime che infime continuavano a marcarmi il viso da ore.
Non ero andata da Liz quella notte. Avevo preso il primo taxi per l’aeroporto e mi ero fatta portare a Heathrow immediatamente.
Non volevo parlare con nessuno, tanto meno con la sorella di Rob.
Mi Abbandonai completamente al sedile appoggiando la testa vicino al finestrino. Chiusi gli occhi ancora inondati di acqua salata e cercai di chiudere, temporaneamente, il flusso frenetico dei miei pensieri.



Passarono otto ore infernali, prima che i miei piedi toccassero definitivamente il pavimento di casa mia. Otto ore nelle quali ogni cosa intorno mi sembrava surreale, onirica..
Come se stessi vivendo un brutto sogno.
Appoggiai la mia borsa sul pavimento del salotto, e in quel momento iniziai a sentire tutta la stanchezza che avevo sulle spalle. Mi abbandonai a peso morto sul divano quando vidi Dakota uscire dalla cucina.
Mi sorrise. “Come mai sei torn..” Osservò la mia espressione distrutta e il sorriso che le dipingeva le labbra mutò in un’espressione preoccupata.
“Kristen che è successo?”
Si avvicinò rapidamente a me, e in quel preciso istante il pianto isterico che avevo cercato di trattenere durante il viaggio inondò i miei occhi.
I singhiozzi mi percuotevano il petto e le lacrime scendevano a fiotti lungo le guance, riversandosi sulla pelle del divano.
“Shhh…” Mi abbracciò teneramente, e quella situazione mi ricordò tanto il giorno in cui scoprii di aspettare Joy.
“Che è successo?” mi chiese cautamente
“Io..” ansimai con il respiro rotto dai singhiozzi.
“Calmati Kris.. prendi un bel respiro.”
“Lo ha sco.. perto da.. solo!” strillai esasperata.
“Lo sapevi che sarebbe andata così Kris..”
“Ma io.. glielo stavo per dire.. quella sera.. io..”
“Gli passerà..”
Scossi la testa. “No.. Non gli passerà mai. “
“Ti ama.. lo sai anche tu. “ Mormorò accarezzandomi lentamente le spalle.
“A volte l’amore non basta.” Risposi ricordando le sue parole. Ed era vero, a volte l’amore non bastava, o almeno non bastava nella nostra situazione.
“Quando.. quando tornano?”
Tirai su col naso. “Penso stasera.. stanotte. Volevo lasciare che stesse un po’ di tempo con Joy.”
Sorrise debolmente. “Hai fatto bene Kris.. “
“No non ho fatto bene niente. Ho sbagliato tutto.”


ROBERT POV
Papà.
Ogni volta che ripeteva quella piccola parolina il mio cuore prendeva a battere freneticamente. Non riuscivo ancora abituarmi , e forse non lo avrei mai fatto.
Joy era fra le mie braccia e guardava fuori dal finestrino dell’aereo emozionata.
Adorava volare, mentre a me sinceramente aveva sempre messo un po’… paura?
Ben che li prendessi praticamente tutti i giorni, l’ansia di non sentire più la terra sotto i piedi c’era sempre stata.
“Mi accompagni a casa dalla mamma quando arriviamo?” mi chiese Joy corrugando le sopracciglia.
Annuii. “Domani devo lavorare amore.. ma poi sono tutto per te.”
“Non puoi dormire con noi stanotte?”
“Stasera purtroppo no. Ho la sveglia all’alba, “
“Mi mancherai..”
Ridacchiai ma dentro di me sentii una stretta allo stomaco indescrivibile.
“Anche tu mi mancherai… Ma si trattano solo di poche ore.. Domani pomeriggio sarò tutto per te.”
“Lo prometti?”Mi chiese portando la mano sul suo cuore.
“Promesso.”
Si intrufolò fra le mie braccia e mi strinse forte.
“Sei il papà migliore del mondo.”


Scesi dalla macchina con Joy ancorata alle mie spalle. Era notte fonda e dormiva beatamente con la testa appoggiata sul mio petto.
Avanzai verso il vialetto di casa, e anche se ero del tutto inconsapevole di come comportarmi con Kris.
Presi un grosso respiro, e bussai alla sua porta.
Non ci volle molto prima che venne ad aprirmi e nell’istante in cui i miei occhi si rifletterono nei suoi sentii il mio cuore smettere improvvisamente di battere, come se fosse possibile.
“Ciao..” balbettò e non potei fare a meno di guardare le profonde occhiaie che le marcavano il viso a cuore.
Per un momento provai quasi… quasi tenerezza per lei, l’amore.. che non era scomparso cercava di riemergere, ma in quello stesso istante ricordai anche tutto ciò che aveva fatto, e i tratti del mio viso si irrigidirono automaticamente.
“Ciao..”
“Pass.. Passato un bel viaggio?”
Aveva paura.. paura di.. di ciò che avrei potuto dirle?
“Si grazie..”Risposi mentre le passavo la bambina tra le braccia.
Quando si staccò dal mio petto, inconsciamente un senso di vuoto si impossessò di me. Non potevo stare lontano da Joy, non potevo e non lo avrei fatto mai più.
“Io domani mattina lavoro.. nel pomeriggio posso venirla a trovare?”
“Puoi venirla a trovare quando vuoi.” Sospirò. “Sei suo padre.”
Le nocche dei miei pugni si irrigidirono in risposta a quelle parole.
“Non voglio vederti.. possiamo parlare al telefono per metterci d’accordo sui giorni in cui prendo Joy.”sputai arrabbiato mentre i pensieri di ciò che aveva fatto e che avevo lasciato in una parte nascosta delle mia mente, riaffiorarono lentamente.
“Come.. come vuoi.”
Annuii prima di baciare Joy sulla fronte e guardare con delusione un’ultima volta, l’unica ragazza che avrei sempre amato e odiato


____________________________________________
Capitolo non lungo come il precedente ma intenso non trovate?  Poveri, soffrono entrambi molto ma in questo momento penso che quella che sta peggio sia Kristen. Allora secondo voi cosa succederà? O.o su voglio delle ipotesi.
P.S. ci vediamo presto ragazze promesso, non spaccherò l'orologio come sempre ma  non è colpa mia, purtroppo è un periodo un pò stressante  però non scappò eh, massimo 10 giorni e sono da voi.






Nusia & Marty

Ritorna all'indice


Capitolo 19
*** 19- Raccontami di lei (Nusia) ***


19 "Peace and Love"
Fate le brave non sbranate la vostra autrice ritardataria =P
Scusate davvero ragazze, ma ormai la mia puntualità diminuisce con la mancanza di tempo. Purtroppo non riesco a tagliarmi molto spazio per scrivere perciò ci metto un pò di più a pubblicare capitoli ma l'importante è che siamo qui no?
Beh che dire, questo capitolo è abbastanza lungo ed in più ci sarà un importante discorso tra Robert e Dakota che sono sicura vi farà apprezzare ancora di più la ragazza. Poi vabbé i momenti padre e figlia sono fantastici *-* Non voglio farvi perdere altro tempo perciò vi lascio al capitolo.
P.S. EhmEhm... Marty ha ben pensato di spronarvi a recensire, perciò Chi recensirà riceverà per messaggio personale lo spoiler del prossimo capitolo perciò se siete curiose di sapere cosa succede tra Robert e Kristen, RECENSITE, RECENSITE, RECENSITE....





"Resta"

19-Capitolo (Nusia)

Pov. Robert

“STOP. Fermi, fermi STOP” urlò il regista interrompendo per la sesta volta le riprese. Sbuffai lasciandomi andare sul divano al mio fianco.
“Cosa c‘è che non va?” mi chiese avvicinandosi. Scrollai le spalle mentre con la coda dell’occhio controllavo mia figlia seduta sulla sedia dietro la telecamera a guardarmi curiosa. Quel pomeriggio l’avevo portata con me al set, non dovevo lavorare molto perciò verso le 8 sarebbe tornata a casa. Ormai era passata una settimana dal nostro rientro da Londra, 7 giorni di pura felicità e dolore. Le mie giornate susseguivano in una continua contraddizione, prima stavo bene, poi diventavo cupo e triste. Prima ero felice di aver scoperto la verità poi però mi dicevo che forse se avessi fatto finta di nulla a quell’ora sarei stato tra le braccia di Kristen. Ashley e Kellan mi stavano il più vicino possibile e anche la mia famiglia, seppur a distanza, cercava di farmi forza. Tutti tranne Lizzie ovviamente. Secondo mia sorella avevo fatto la cavolata più grande della mia vita a dire addio a Kristen “capisco che ti sei sentito ferito e deluso ma non dovevi reagire così. È stata dura per entrambi, non dovevi lasciarla andare” continuava a ripetermi a tal punto che due giorni prima sono sbottato dicendole di farsi gli affari suoi, che era la mia vita ed ero grande abbastanza per poterla gestire come mi pareva. Non l’avevo più sentita, probabilmente si era offesa ma le sarebbe passata in fretta, infondo era Lizzie.
“Non lo so. Mi servono 5 minuti” risposi dopo qualche secondo.
“bene, 10 minuti di pausa ragazzi” avvertì il regista dandomi una pacca sulla spalla. Mi alzai di colpo e a grandi falcate raggiunsi Joy.
“Aspetta qui con Mary mentre io vado a prendere un caffè laggiù, ok tesoro?” le dissi baciandole il capo. Annuì serena e riprese a giocare con la truccatrice.
Mi avvicinai al termos pieno di caffeina e mi riempii un bel bicchiere.
“Allora, sputa il rospo inglesino da strapazzo” esordì Leighton comparendo al mio fianco e rubandosi il mio bicchiere di caffè. Alzai gli occhi al cielo riempiendone un altro.
“cosa c‘è che non va? Non è da te distrarti in questo modo e poi sono giorni che sei strano” aggiunse non vedendomi aprire bocca.
“Non mi va di parlarne Leighton e poi non è nulla di grave. Una sciocchezza” mentii spudoratamente. Dall’ occhiata che mi riservò capii che non se l’era bevuta.
“Certo, raccontalo a chi ti credere Rob. Stiamo da due ore per fare una semplice scena dove tu devi semplicemente dire < mi fido di te > quindi mio caro cerca di inventare una balla migliore”
Facile parlare quando non si sanno le cose. La verità era che quelle scene che stavamo girando da giorni mi sembravano troppo simile alla realtà che mi ritrovavo a vivere. Dire ad una persona di fidarsi ciecamente di lei e poi essere puntualmente deluso. Era difficile!
“Non può semplicemente essere una giornata no? Anche noi inglesi abbiamo dei giorni di merda” sbottai leggermente irritato, mi ricordava Lizzie avvolte!
“Robert” mormorò
“Leighton…”
“Non ti fidi di me?”
“A dire il vero non mi fido più di nessuno, diciamo che ultimamente faccio davvero fatica a credere alle parole della gente” ammisi sorseggiando il mio ormai freddo caffè.
“cos‘è successo? E ti prego dimmi la verità, niente idiozie sulle giornate no”
“Ho una figlia, ha 4 anni ed io fino ad una settimana fa non ne sapevo niente” riassunsi guardandola dritta negli occhi. Mi fissò per qualche secondo dopodiché le labbra si tesero in un sorriso e poi scoppiò in una fragorosa risata che fece voltare non pochi addetti ai lavori.
“ahahahha santo cielo Robert, per un attimo ti avevo quasi creduto. Così serio ahahahah… dio sei uno spasso” aspettai che smettesse di ridere in religioso silenzio, dandomi dello stupido per averle fatto quella confidenza. Quando fu abbastanza lucida da notare la mia espressione mi guardò accigliata.
“perché tu stavi…scherzando vero?” chiese scettica. Negai con il capo per poi accennare ad un piccolo sorriso sghembo,non uno dei migliori insomma, anzi addirittura il più brutto della storia.
“Ma come…? Chi? E lei chi è?”
“beh…davvero non ci arrivi?” domandai e lei aggrottò le sopracciglia passandosi una mano tra i capelli. Capii che era arrivata alla giusta conclusione quando con un sorriso voltò la testa versa Joy.
“Vuoi dire che…che sei il padre di Joy? Hai una figlia con Kristen?” le si illuminarono gli occhi e iniziò a dare di matto a tal punto che fui costretto a fermarla.
“Ehi…abbassa la voce non voglio che i paparazzi lo scoprano. Non ora almeno”
“e Steve, insomma lui…non era lui il padre?” scrollai le spalle sospirando pesantemente.
“una delle innumerevoli bugie di Kristen” e così dicendo feci per tornare da mia figlia, ma Leighton fu più veloce di me e mi afferrò un polso.
“mi dispiace Robert, immagino che per te è difficile accettare una cosa del genere ma…ma magari se le parli avrà delle buone motivazioni” non l’avevo mai vista così seria ne così dispiaciuta perciò le accarezzai una guancia dandole un bacio sulla fronte.
“nessuna motivazione è tanto importante da farmi vivere senza mia figlia. Andiamo adesso, il lavoro ci aspetta” annuì e con la testa piena di pensieri tornai ad occuparmi del mio lavoro, tanto continuare a parlarne non avrebbe cambiato le cose.
______________

“Sei stato bravo papà!” si complimentò mia figlia mentre mano nella mano ci avviavamo all’ingresso del set.
“Beh grazie tesoro”
“beh prego spunk” mi abbassai alla sua altezza per scoccarle un bacio e prenderla tra le braccia.
“allora cosa ti va di fare adesso? È una giornata bellissima” ci pensò su per qualche secondo, assumendo un espressione talmente buffa che non potei non ridacchiare. Somigliava tremendamente a Kristen quando faceva così, specie quando si risvegliava dallo stato di trans e batteva forte le palpebre come in quel momento.
“andiamo al parco? Ti preeeeeeeego non ci andiamo da un sacco di tempo”
“che parco sia, così ci prendiamo un bel frappé ti va?”
“siiiiiii, fragola, banana e vaniglia ovviamente”
“ovviamente” confermai facendola scendere dalle mie braccia e prendendole la mano. A guardala sembrava una piuma, ma la piccolina pesava davvero ed io, anziano trentaduenne non mi sarei voluto ritrovare con un mal di schiena allucinante.
“perché quel tipo ci fotografa?” mi chiese Joy indicando un punto davanti a noi. Scossi la testa infastidito da quell’invasione di privacy, era l’unica cosa detestavo del mio lavoro, ma faceva parte del pacchetto e dovevo accettarla nel bene e nel male.
“evidentemente ci trovano belli tesoro. Salutiamo il signore ti va?” ridacchiò della mia proposta e poi alzò la mano iniziando ad urlare un:
“CIAO SIGNOREEEE” ed io risi della pazzia di mia figlia.
“papà dai salutalo anche tu…daiiiiiiiiiiiiiiiiii” sospirai scompigliandole i capelli.
“3-2-1...”
“CIAOOOOO” dicemmo all’unisono per poi scoppiare a ridere. Anche il fotografo si tese in un sorriso e salutò la bambina con la mano prima si svoltare a sinistra ed andare via.
“però…la prossima volta faccio scappare anche io un paparazzo così” affermò una voce alle nostre spalle. Mi voltai passandomi una mano tra i capelli leggermente imbarazzato. Avevo scoperto, fin dalla prima volta che la vidi al supermercato, che con Joy il mio lato infantile saltava fuori con entusiasmo.
“Zia Otaaaa” urlò la bambina saltando in braccio a Dakota e sorridendo a Cole.
“Ehi piccola, dove stavi andando?”
“papà mi stava portando al parco a prendere un frappé. Volete venire?” le propose facendole gli occhi da cucciola.
“si davvero, se volete venire non ci sono problemi” confermai io. Dakota mi sorrise in leggere imbarazzo e non era difficile capirne il motivo. Non la vedevo da più di una settimana, ossia da quando ero partito per Londra e avevo scoperto tutto. Sapevo che lei era sempre stata a conoscenza che Joy fosse mia figlia, ma non le ero ostile, tutt’altro. Non toccava certamente a lei venire a bussare alla mia porta e dire “Ehi Rob sai una cosa? Sei padre” motivo per cui reputavo il suo imbarazzo totalmente superfluo. E poi, volendo essere del tutto sincero con me stesso, le ero grato per essere stato vicino a Kristen ed averla aiutata a crescere la mia bambina. Era un punto di riferimento per Joy e lo vedevo da come la guardava o si stringeva a lei.
“beh…si ok, volentieri, vero Cole?”
“certo, vieni piccola ti va una corsa a chi arriva prima?” propose il ragazzo prendendo Joy tra le braccia che rise a crepapelle quasi a prenderlo in giro.
“ma se vinco sempre io zio” gli fece notare e non potei non sorridere della sua dolcezza.
“voglio una rivincita. Allora ci stai o no peste?” ci pensò un po’ su poi si voltò verso di me e batte forte le ciglia come se volesse ammaliarmi, peccato che non ce ne fosse bisogno. Ero già totalmente assuefatto da mia figlia.
“posso papà? Giuro che non mi faccio male”
“mmmh…ok tesoro, straccialo mi raccomando” le dissi mentre lei si posizionò vicino allo zio pronta a partire.
“pronti….patenza…e” iniziò a dire Cole ma mia figlia lo interruppe correndomi incontro.
“aspetta, aspetta” mi piegai alla sua altezza per sentire cosa volesse.
“che c‘è piccola?”
“mi prometti di non dirlo alla mamma? L‘ultima volta caddi e si arrabbio con lo zio”
Mi aprii in un sorriso lanciando uno sguardo al povero ragazzo che mi guardava terrorizzato.
“neanche mia madre ha mai urlato in quel modo. Pensavo volesse picchiarmi e mettermi in punizione giuro” raccontò ed io e Dakota non potemmo non scoppiare a ridere.
“Kristen è fatta così” la giustificai.
“allora prometti?”
“promesso tesoro vai” mi buttò le braccia al collo facendomi quasi perdere l’equilibrio precario.
“grazie papà” e poi corse verso lo zio e iniziarono la gara che, ero sicuro, avrebbe vinto lei.
Li osservai in lontananza fin quando non svoltarono l’angolo a destra, poi mi voltai verso Dakota che mi camminava al fianco in religioso silenzio.
“le vuole bene” commentai mentre con le mani nelle tasche dei jeans aumentavo un po’ l’andamento del passo. Da una settimana a quella parte mi sentivo più responsabile e maturo, era come se l’aver scoperto di essere padre avesse fatto nascere in me un aspetto paterno che non credevo possibile. Mi preoccupavo spesso per Joy, anche per le cose più futili. Il giorno prima, per esempio, eravamo a casa di Kellan e Ashley e mentre io parlavo con quello zuccone in salotto Joy era fuori a giocare con Dan. All’improvviso avevo sentito un urlo allucinante e mi ero precipitato fuori in due secondi pensando che si fosse fatta male ed invece stava semplicemente giocando. Kellan ancora ride ma io stavo per prendermi un coccolone.
“si, lui se n‘è innamorato appena l‘ha vista. Aveva quasi due anni e quando portai Cole a casa di Kristen, Joy aveva indosso un pigiamino rosa e i capelli biondi racconti in un piccolo ciuffetto sulla testa. Davvero splendida” mi spiegò lei sorridendo a quel dolce ricordo e per quanto infantile potesse essere mi sentii invidioso. Si, ero tremendamente invidioso di Cole perché lui aveva avuto la possibilità di conoscere, vivere e veder crescere la mia bambina prima del sottoscritto.
“era bionda?” chiesi stupito di quel particolare che ci accomunava.
“si, fino a l‘anno scorso era davvero biondissima, poi da un anno all‘atro si è scurita”
“si, capitò anche a me così, anche…anche io ero biondissimo” spiegai sorridendo.
“si, si lo so. I primi mesi, quand‘è nata, la somiglianza tra voi era impressionante davvero, non che ora vi somigliate, insomma siete due gocce d‘acqua ma da neonata wow” si fermò qualche istante per fissare i miei occhi e poi riprese sorridendo “i vostri occhi erano così simili, di un azzurro davvero intenso, poi sono diventati verdi come quelli… si insomma come quelli di Kristen” farfugliò in leggero disagio.
“si, lei me l‘ha accennato…e si”
Per alcuni minuti regnò il silenzio più assoluto, nessuno dei due osava parlare forse perché non c’era niente da dire oppure eravamo troppo codardi per affrontare l’argomento che ero sicuro Dakota volesse tirar fuori. Quando la sentii sospirare mi voltai verso di lei che mi sorrise.
“tu come stai?” riuscì finalmente a chiedermi.
“mi domandavo quando avessi avuto il coraggio di chiedermelo” scherzai “sto bene, o meglio vado avanti. Joy riempie le mie giornate e mi permette di pensare poco e questo può essere solo un bene adesso”
“si lei è davvero una bambina grandiosa: allegra, intelligente e stupenda, d‘altro canto con genitori così c‘era d‘aspettarselo”
“raccontami un po’ di lei” dissi di punto in bianco.
“come? In che senso?”
“dimmi come ha passato questi primi 5 anni della sua vita, i primi passi, la prima parola che ha detto. Chi l‘ha accompagnata il primo giorno di scuola e se ha pianto. Parlami di lei” le spiegai e fu spiazzata da questa mia proposta.
“Rob io non…io non credo sia il caso. Non penso tocchi a me affrontare questo argomento” mi bloccai di colpo, parandomi dinanzi a lei e prendendo le sue mani tra le mie.
“ti prego Dakota, ho bisogno di sapere qualcosa su mia figlia e tu sei l‘unica alla quale posso e voglio chiederlo. Tu non sai quanto sia straziante per me aver scoperto di avere una figlia solo ora. Ho bisogno di recuperare il tempo perduto e ce la sto mettendo tutta, ma mi serve una mano” ci pensò su per qualche secondo dopo di che acconsentì con il capo e sciogliendo il nostro nodo di mani riprese a camminare.
“beh posso raccontarti qualcosina, giusto qualche piccola cosa poi…poi con il tempo magari ti racconterà tutto Kristen” inutile dirle che quello sarebbe stato impossibile perciò rimasi inattesa che iniziasse a parlare.
“Joy è nata il 29 marzo di quasi 5 anni fa. Personalmente ho capito subito che era un bel peperino, fin da quando aveva 4 mesi e ci svegliava nel cuore della notte urlando come una forsennata. Davvero Robert, brutto periodo quello, ricordo che avevo due borse enormi sotto gli occhi ogni benedetto giorni dell‘anno. All‘epica vivevo con Kristen e l‘aiutavo a tenere la bambina” mi raccontò facendomi ridacchiare per la sua faccia shoccata al ricordo di quelle notti insonni.
“beh ti ha tenuta bella sveglia” scherzai.
“il vero problema non era il fatto che urlasse nel cuore della notte perché per i neonati è normale, il dramma arrivava quando doveva riaddormentarsi. Tua figlia è sempre stata particolare e cocciuta perciò era snervante farle chiudere gli occhi. Una sera mentre passeggiavano per le strade di Los Angeles io e Kristen notammo che Joy si addormentasse prima quando la portavano a passeggio nel carrozzino, forse perché veniva cullata dall‘irregolarità della strada perciò una notte, quando proprio non voleva saperne di tornare a dormire presi tutte le scarpe che io e la mamma avevamo e le posizionai lungo il corridoio e poi ci camminai sopra con il passeggino. Si addormentò il pochi minuti anche se a rimetterci furono un paio delle mie scarpe Chanel”
“non ci credo, cioè è…impossibile” sghignazzai cercando di immaginarmi la scena.
“non è divertente Robert davvero. Riesce ad essere insopportabile come te quando vuole”
“ha…mai chiesto del padre?” chiesi a bruciapelo facendo bloccare le sue risate. Tornò seria e mi fissò dritto negli occhi.
“almeno una volta al giorno. Da quando ha cominciato ad andare a scuola non ha fatto che chiedere del suo papà. Ricordo ancora la prima volta che torno a casa e chiese di te...

Io e Kristen eravamo sul divano a guadare un film mentre ci abbuffavamo di pop-corn. Quel giorno eravamo entrambe libere perciò ci eravamo dette che un po’ di sano relax non ci avrebbe fatto male e poi a prendere Joy a scuola sarebbe andata la nonna. Quella bambina era una vera forza della natura e mi meravigliavo ogni giorno di più di quanto somigliasse al padre. Aveva sempre la battuta pronta e per avere solo 3 anni era davvero intelligente e sveglia.
“sono a casaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa” urlò sbattendo la porta e facendo sobbalzare sia me che la mamma.
“fine della pace” scherzai vedendola entrare in salone. Kristen ridacchiò.
“amore dov‘è la nonna?”
“ha detto che doveva scappare” spiegò facendo spallucce e accomodandosi in mezzo a noi sospirando. Era magnifica con quelle due codine boccolose.
“com‘è andata a scuola?” le domandai toccando i suoi capelli biondi. Come di consueto mi schiaffeggiò la mano.
“bene, ci hanno fatto giocare e poi la maestra ci ha consegnato un foglio e ci ha detto di fare un disegnino”
“Ah si? E tu cos‘hai disegnato amore?” Joy guardò Kristen negli occhi e divenne triste.
“niente, non sapevo cosa disegnare” sussurrò.
“potevi disegnare tante cose tesoro. A te piace tanto”
“posso farvi una domanda?” io e la mia amica annuimmo in contemporanea.
“la maestra ci ha detto che il disegnino era per la festa del papà” vidi chiaramente Kristen irrigidirsi e con lei anche io “ma chi è il papà?” e quella domanda prima o poi ce la saremmo dovuto aspettare tutti, peccato che non si fosse mai troppo pronti per affrontare un discorso del genere, specie con una bambina di soli 3 anni. Kristen non proferiva parola, continuava a fissarla con la bocca semiaperta e dall’espressione che aveva non sembrava intenzionata a parlare perciò ci pensai io.
“Beh vedi tesoro il papà è un po’ come la mamma… ehm no, forse così non capisci. Ecco ci sono, il papà è come Steve: ti porta al parco a giocare, ti fa ridere, ti dice se una cosa si fa o no”
“e allora perché non lo chiamo papà?” mi interruppe.
“perché lui non è il tuo papà” fu Kris a rispondere, con una voce atona e priva di qualsiasi emozione.
“e allora il mio papà dov‘è?”
“è a lavoro amore. Sai lui viaggia molto è sempre impegnato perciò non lo vedi mai” mi inventai al momento.
“e perché non viene mai a trovarmi? Non mi vuole bene?” i suoi occhi erano lucidi e tristi, chiaro segno che di li a poco sarebbe scoppiata a piangere. Kristen la presa tra le braccia e la strinse forte.
“no amore mio, il tuo papà ti vuole tanto, tanto bene e vedrai che prima o poi verrà a trovarti ok?”
“Promesso?”
“promesso” acconsentì la mia amica iniziando a farle il solletico e spazzando via la lacrima che gli rigava il volto.
Dakota terminò il suo racconto con un piccolo sorriso sulle labbra mentre io, ero troppo impegnato a sentirmi in colpa per sorridere con lei.
“avrà pensato che fossi il papà peggiore del mondo!” esclamai.
“Ehi no. No Robert non dire così non è assolutamente vero” ribatté subito lei “Joy non ha mai pensato ciò, anzi l‘esatto contrario. Il giorno dopo tornò a scuola e disegnò lei mano nella mano con un signore e dietro di voi tante altre persone, o meglio quelle che lei riteneva persone con la testa verde, viola, azzurre. Sai quando le ho chiesto perché tutte quelle persone lei cosa mi ha risposto? Beh voi avete detto che è impegnato ma quando verrà a trovare me loro dovranno aspettare. Poi mi ha chiesto che lavoro facessi ed io le ho detto l‘attore. È stata contenta”
“avrei voluto esserci Dakota: quand‘è nata, quando ha detto la prima parola, quando ha mosso i primi passi ed è andata a scuola. Avrei voluto vederlo quel disegno e stringerla a me”
“lo stai facendo ora Robert, so che è difficile e so che non riavrai indietro il tempo perso però puoi recuperare. Sei perfetto con lei, non sbagli in nulla e ti vuole già un bene dell‘anima così come tu ne vuoi a lei. Con il tempo vedrai che riuscirai a non sentirti in colpa perché capirai che non è colpa tua” disse fermandosi di fronte a me e prendendo le mie mani tra le sue proprio come avevo fatto io prima.
“Grazie. Io…davvero non so cosa dire grazie. Sono contento che mia figlia sia cresciuta con te a fianco e ti sono grato per aver aiutato K-ris-ten a crescerla.” ammisi sincero.
“Ed io sono felice di sapere ciò ma non serve. L‘ho fatto con piacere perché voglio bene ad entrambe e ne voglio anche a te Robert, tanto ed è per questo che ti consiglio di perdonarla. Perdona Kristen, sta soffrendo così come stai soffrendo tu e se continuate così non farete altro che farvi male a vicenda. Niente di più” iniziai a scuotere la testa già a metà discorso ma nonostante ciò lei non si fermò.
“No Dakota, non chiedermi questo io…io non posso, non posso perdonarla. Non ci riesco”
“si che ci riesci Robert, io lo so. Vi amate, il vostro amore è troppo grande per non superare anche questo e se credi di odiarla è solo perché ogni mattina ti aiutoconvinci di ciò. Ma sai benissimo che in realtà non è così. Sai che l‘amerai per sempre così come lei amerà te”
“l‘amore non basta Ota” dissi più a me stesso che a lei. Infondo aveva ragione: io mi auto convincevo di poter fare a meno di Kristen.
“Santo cielo basta. Basta con questa cazzata che l‘amore non è abbastanza. L‘amore è tutto quindi Robert smettila di complicarti la vita e di soffrire perché sei un masochista se lo fai. Stasera che accompagni Joy a casa, non ti dico di abbracciarla e dirle che l‘ami, ma salutala, chiedile come sta e dille cosa hai fatto con vostra figlia. Un po’ per volta il rapporto si ricucirà da solo e la fiducia tornerà. Lo sai che ho ragione non scuotere la testa. Fallo per te, per voi e soprattutto per Joy”
Non dissi niente, forse perché non mi andava di promette un qualcosa che non sapevo se e quando si sarebbe avverato. Le baciai una guancia e la strinsi forte a me poi sciogliendo l’abbraccio prendemmo a camminare per raggiungere Joy e Cole.
“non ti prometto nulla” le dissi e lei annuì sorridendomi.
“andiamo da quella piccola peste ora” incalzai facendola ridacchiare.
“già andiamo…ah un’altra cosa. Ho sentito Kristen prima, mi ha detto che oggi andava dai genitori a…dire la verità su di te”
“speriamo che la prendano meglio di me allora” cercai di scherzare anche se fui il primo a non ridere. Kristen aveva deciso di scoprirsi tutta, di ammettere alla luce del sole tutti i suoi sbagli. Ma io? Io sarei mai riuscito a perdonarla? Sarei mai riuscito a stringerla nuovamente a me e dirle  che andava tutto bene? Che l’amavo e perdonavo?
La prima volta che la incontrai, quando capii che quella ragazza avrebbe assunto un posto importante nella mia vita, ero convito che nulla sarebbe stato capace di allontanarmi da lei e quando poi capii di amarla la consapevolezza di non poter far più a meno di lei diventò forte e lo è tutt’ora. Io non posso fare a meno di lei, del suo amore, del suo sorriso ma nonostante ciò proprio non riesco a far finta di niente. Magari con il tempo…
“Papààààààà ho vinto. Ho vinto ancora” esultò mia figlia correndomi incontro e buttandosi tra le mie braccia. L’afferrai al volo e la feci roteare ridendo con lei.
“ti voglio bene piccola mia” le sussurrai mentre Dakota ci guardava sorridente.


___________________________________________
Bene cosa ve ne pare? Deluse? Spero davvero di no *-*
vi ricordo che se recensite avrete lo spoiler del prossimo capitolo per messaggio privato.

Ritorna all'indice


Capitolo 20
*** 20- Resto qui (Marty) ***


20 Beh questa volta siamo state più o meno puntuali non trovate? Non vi abbiamo fatto penare poi molto eheh u.u
Giuro che non ho mai visto 57 recensioni tutte insieme *-* Grazie di cuore da parte di entrambe siete favolose, perché non recensite sempre?  Saremmo felicissime di leggere i vostri commenti.
Pansando al capitolo, chi è curiosa di sapere cosa succederà tra Kristen e Robert? Nello spoiler che come promesso vi abbiamo inviato vi abbiamo accennato qualcosina, vediamo un pò come si mettono ora le cose.
Io personalmente, quando Marty mi ha inviato il capitolo e l'ho letto avevo gli occhi a cuoricino, troppo dolci tutti e tre *-* un amore.
P.s. Anche questa volta, chi recensirà avrà lo spoiler. Baci.




"Resta"

20-Capitolo (Marty)

Pov. Kristen

Giravo alla ricerca di qualcosa da fare. Qualcosa che mi impedisse di pensare a lui, alle sue parole, a tutto ciò che era successo. Mi sentivo sola, inutile ma soprattutto sola. Non mi era rimasto più niente, avevo perso tutto in un secondo, in un dannato battito di ciglia.
Il destino è buffo a volte, riesce a farti sentire la persona più felice del mondo e nello stesso giorno, ogni cosa cambia.
Sbuffai controllando l’orologio. Sarebbero dovuti rientrare tra poco, e la cosa mi tranquillizzava più del dovuto. Era egoistico da parte mia, ma.. ma Joy in quei giorni mi era mancata terribilmente. La notte mi svegliavo e speravo di sentire le sue piccole braccia intorno al mio collo. Speravo di sentire i suoi consueti passetti a mezzanotte perché non riusciva a dormire senza di me e si rifugiava nel mio letto. Speravo di sentirla parlare nel sonno.
Ma invece lei non c’era. In quei giorni avevo deciso di lasciarla dormire a casa di Ash e Kellan, in modo che lei e suo padre potessero conoscersi più a fondo, e in qualche modo recuperare gli anni perduti, a causa mia. Ci eravamo messi d’accordo per telefono, dalla sera in cui la aveva riaccompagnata tra me e Rob non c’era stata più una parola. E forse, forse era meglio così.
Incontrare i suoi occhi, carichi di risentimento nei miei confronti mi faceva stare male, e non volevo. Non volevo più soffrire, non più.
Non avevo più versato una lacrima, nemmeno quel giorno.
Ero stata a casa dei miei genitori a mangiare, mentre Joy era sul set con Robert. . Ripartire da capo, questo era il mio unico desiderio, e volevo un futuro nuovo, un futuro migliore. Un futuro senza bugie.
“Non ti abbiamo chiesto mai niente, ma.. ma in fondo sapevamo che Steve non era suo padre.”
Le parole di mia madre mi avevano lasciata interdetta, ma dopotutto sapevo che era una persona perspicace, e le sarebbe bastato un secondo per capire.
“E quindi io sarei imparentato con Parkinson?”
Questa invece fu la risposta di mio padre. Lui adorava Rob, o almeno lo aveva adorato fino a quando non mi aveva lasciato sprofondare, quattro anni fa, in un abisso di completa disperazione.
Ridacchiai al docile appellativo che gli aveva affibbiato.
Controllai un’altra volta l’orologio, e in quel preciso istante il campanello di casa suonò facendomi sobbalzare dallo spavento.
Tirai un sospiro di sollievo e corsi ad aprire a mia figlia. Quello che non mi aspettavo però, era che ci fosse anche lui.
La teneva in braccio, Joy era stretta al suo collo, le guance arrossate e gli occhi lucidi.
“Che.. che cos’ha, sta bene?” chiesi avvicinandomi cercando di capire cosa le fosse successo.
“Credo che abbia due linee di febbre.” Rispose Rob senza mai incrociare il mio sguardo.
Lo feci entrare, e si diresse verso la cameretta di Joy. Appoggiò la nostra bambina sul letto dopodiché le baciò la fronte con una dolcezza che mi fece stringere il cuore.
“Io vado amore..” le sussurrò all’orecchio,e in quel momento lei gli portò le braccia al collo cercando di attirarlo a se.
“Papi ,resta. Per favore..” sussurrò Joy debolmente cercando di sorridergli.
Si Rob, resta.
“Io… non so se..” si girò verso di me, e per la prima volta da quando era arrivato i miei occhi incrociarono i suoi.Sentii una scossa percorrermi lo stomaco e deglutii
. “Se vuoi restare non c’è problema. Il divano letto è davvero comodo.” Risposi atona avvicinandomi verso di loro.
Mi sporsi verso Joy e le diedi anche io un piccolo bacio sulla fronte. Scottava.
“Vado a prendere il termometro, e la tachipirina.”
Rob annuì, e io sparii velocemente verso la cucina. La mano mi tremava appena quando feci scorrere l’acqua per far sciogliere la pastiglia.
Tornai di là dopo pochi minuti. Rob era sdraiato nel lettino di Joy, e la piccolina era completamente abbracciata al suo papà.
Sentii gli occhi farsi più lucidi ma mi sforzai a mantenere un briciolo di contegno.
“Ecco amore prova la febbre..” Le misi il termometro sotto l’ascella, e coprii entrambi con la copertina.
Aspettai in silenzio qualche paio di minuti, e dopo di che guardai alla luce dell’abat-jour la temperatura.
“Allora quanto ha?” mi chiese Rob impaziente e sospirai non appena trovai la giusta inclinazione.
“38.6, prendi questo, e bevi tutto ..”
Joy annuì e bevette quella miscela dal sapore disgustoso senza fare una piega. Solitamente urlava, piangeva pur di non prendere le medicine.. Non riuscivo a capire il suo comportamento.. ma.. ma poi mi fu tutto chiaro Voleva sembrare più forte davanti al suo papà.
Li guardai per un momento che mi parve interminabile e poi mi voltai intenta a tornare in sala.
“No mamma. Stai qui con noi.”
Mi girai verso Joy che mi guardava con gli occhioni grandi e supplicanti.
“Si RESTO qui.. non vado da nessuna parte..”
Con la coda dell’occhio vidi Rob sorridere, un’altra volta il mio cuore sussultò e la mia bocca rimase completamente senza saliva.
La mia mente non riusciva a dimenticare il bacio che ci eravamo scambiati sulla ruota panoramica. Le sue labbra, il suo profumo… I suoi “ti amo” sussurrati dolcemente contro la mia pelle.
Baci che non sarebbero mai più capitati.
Dovevo fare come quattro anni fa, cercare di rimuovere il più possibile quel ragazzo dalla mia vita, cercare di rimuovere i ricordi dalla mia mente… e dal mio cuore.
Solo il tempo riesce a cicatrizzare una ferita.. forse con il tempo sarebbe riuscito a perdonarmi. Forse non mi avrebbe odiata per il resto della sua vita.
Questa era l’unica convinzione che mi permetteva di non scoppiare a piangere, di non raggomitolarmi nuovamente in me stessa.
Fissai a vuoto il pavimento per svariati minuti, fino a che Joy non si addormentò.
Mi alzai lentamente, cercando di fare il minimo rumore possibile.
“Vado a prepararti il letto..”
“No..” sussurrò con la voce bassissima. “Dormo qui con lei.”
Annuii e poi chiusi la porta dietro di me.
Mi fermai un secondo, gli occhi chiusi e il cuore che continuava a battere ad un ritmo impossibile.
Come poteva farmi tutto quell’effetto?
Lo stesso effetto che mi aveva fatto lo stesso giorno in cui lo avevo visto per la prima volta…
In quella casa, in quel letto.. a quel provino.

Ero seduta al tavolo di Catherine, le gambe incrociate e un’espressione perplessa dipinta sul mio volto. Avevamo provinato decine di ragazzi. Tutti troppo perfetti, troppo pieni di se a mio avviso per diventare Edward Cullen.
Kevin, uno dei tanti, si era immedesimato così tanto nella parte che mi aveva scagliato contro un cuscino.
“Ehm. Si okay. Puoi andare.” Erano state la parole di Catherine, e un po’ sconcertato e deluso aveva messo a posto il cuscino e se ne era andato.
Forse dovevo mettermi l’anima in pace, l’Edward che avevo io nella testa non sarebbe mai apparso da quella porta.
“Cath.. io dovrei andare da Mike..”
“Ancora l’ultimo Kris. Ti prego.”
Annuii sorridendole. “Come si chiama?”
Iniziò a rovistare fra le sue varie scartoffie fino a che non trovò il foglio che le serviva.
“Mmm.. Robert Pattinson, è inglese.”
Robert Pattinson, Robert Pattinson, quel nome mi era completamente sconosciuto. Di solito conoscevo la maggior parte dei ragazzi..
“Che film ha fatto?”
“Cedric Diggory in Harry Potter e ha preso parte a produzioni private.. nulla di importante.”
Mi piaceva. Solo per il fatto che non aveva una carriera brillante alle spalle.
Aspettammo circa una decina di minuti fino a che un timido colpo alla porta ci informò che era arrivato.
Aspettai seduta sul divano, mentre Cath andava ad aprire a Robert.
Mi mordicchiai nervosamente il labbro in attesa che mi raggiungessero nell’altra stanza.
E quando li sentii di fronte a me alzai timidamente lo sguardo.
I miei occhi si incatenarono subito ai suoi.
Erano azzurro-grigi, così belli da lasciare senza fiato, quando improvvisamente chinò la testa imbarazzato.
Sembrava un piccolo cucciolo indifeso.
Era alto, magro ma non eccessivamente, le sopracciglia erano folte, che gli davano quell’aria ancora più attraente.
I capelli invece erano scompigliati, e neri. Forse tinti per qualche film.
“Ehm. Io sono Robert.. ma puoi chiamarmi Rob.” Si presentò con la voce che gli tremava leggermente.
“Kristen.” Risposi semplicemente porgendogli la mano.
Mi sorrise, un sorriso sghembo ma contemporaneamente abbagliante e sensuale.
Era lui, lui era Edward.
Cath ci guardò perplessa. “Beh, direi che possiamo provare la scena della camera da letto, se per te non è un problema ..” Si riferì a Rob, e nello stesso istante in cui disse “camera da letto” sentii le mie guance imporporarsi di un pudico rossore.
Anche Rob si imbarazzò, e aggrottò quelle sopracciglia che amavo da impazzire.
“Ehm.. o.. okay.”
“Da questa parte.”
Cath ci fece strada verso la camera da letto, mentre io sentivo il cuore battere ad un ritmo esagerato.
Se avesse potuto sarebbe letteralmente volato via dal mio petto.
“Ecco il copione. Sono poche battute, è praticamente tutto un gioco di labbra!”
Ridacchiò facendomi l’occhiolino .
Si passò una mano fra i capelli. Era.. perfetto, completamente perfetto.
“Ehm.. ci conosciamo da nemmeno un’ora e siamo già a letto.” Rispose lui facendomi ridere e arrossire allo stesso tempo.
Arrancai a gattoni verso il materasso, e aspettai che si avvicinasse.
Il mio respiro era agitato, perché.. perché desideravo più di ogni altra cosa avvicinare le mie labbra alle sue?
-

“A che cosa stai pensando?”
Sobbalzai spaventata portandomi una mano sul cuore.
“Scusa non volevo spaventarti.” Disse divertito andando verso la cucina.
“Ehm.. io stavo pensando al nostro provino in realtà.”
Perché mentirgli? Perché mentirgli di nuovo. No, non lo avrei fatto mai più.
Si paralizzò un secondo incrociando il mio sguardo.
“Ne è passato di tempo..”
“Già..”
“E ora siamo qui. Dopo praticamente dieci anni..”
“Le cose cambiano davvero tanto in dieci anni.” Rispose atono corrugando le sopracciglia.
“Forse però rimangono sempre le stesse .”
Scosse la testa prendendo una cosa dalla sua giacca. “Non lo so Kristen.”
Sorrisi debolmente sedendomi sul divano del salotto.
I secondi passavano, e l’imbarazzo nell’aria era palpabile, e io come al solito non sapevo cosa dire, o cosa fare.
“Mi fa piacere che tu sia rimasto.. Joy ci teneva.” Fu l’unica cosa che riuscii a balbettare .
“Lo so..”
Perché non mi parlava? Perché doveva rendere tutto così difficile? I suoi sguardi, le sue parole, rendevano tutto così difficile.
“Rob.. io.. mi dispiace.. non avrei mai dovuto.. è solo che..”
“E’ solo che cosa, Kristen?!” Di nuovo quello sguardo, carico di risentimento nei miei confronti. Quello che faceva più male.
“Mi dispiace davvero.”
Annuì sconcertato e dopo di che sospirò passandosi una mano fra i capelli.
“Voglio sapere una cosa..” mugolai. I miei occhi facevano fatica a rimanere asciutti.
“Dimmi.” Un altro sospiro.
“Riuscirai mai a perdonarmi?”
Silenzio, solo il mio cuore che batteva furiosamente nel mio petto, e i nostri respiri agitati.
“Io.. lo vorrei tanto.”

ROBERT POV.
Poso una mano sulla fronte di Joy. La temperatura è scesa ma scotta decisamente ancora. Mi giro nel letto cercando di scorgere l’ora sul comodino. Sono le 4.55 del mattino, e in quelle sei ore non ero riuscito a chiudere occhio nemmeno per un secondo.
Nella mia testa continuavano a vorticare pericolosamente le parole di Kristen, e le mie parole. Forse.. forse il tempo sarebbe riuscito a farmi dimenticare ciò che aveva fatto.
Lo speravo con tutto me stesso, perché sapevo a prescindere da ogni cosa di amarla ancora. Di amarla ancora come il primo giorno in cui l’avevo vista in Into the Wild. Come il primo giorno in cui le mie labbra si erano posate magicamente sulle sue.
Impossibile non credere al destino, quando noi eravamo la prova esistente che esisteva.
Deglutii posando il mio sguardo sulla bambina ancorata al mio petto, e iniziai ad accarezzarle la schiena lentamente con movimenti circolari.
Mi ero innamorato anche di lei dal primo momento. Dal primo istante in cui vidi quei suoi occhietti vispi e le fossette delle guance simpatiche. Dal primo istante in cui.. in cui mi aveva chiamato Spunk.
Sospirai fra i suoi capelli stringendola a me con più ardore.
“Ti voglio bene piccola mia..”
Detto questo chiusi gli occhi e provai almeno per qualche istante a chiudere gli occhi e a lasciarmi tutti quei intricati e noiosi pensieri alle spalle.
-

“Mamma secondo te posso andare a svegliare papà?”
“Mm.. lascialo ancora dormire amore.. è sempre stato un dormiglione..”
Kris ridacchiò mentre sentii Joy lasciarsi sfuggire un sospiro.
“Ma io volevo giocare!”
Sbadigliai e mi stropicciai gli occhi sedendomi sul letto, ancora leggermente assonnato.
“Si è svegliatooooooooooooo!”
La porta della cameretta si aprì con un sonoro tonfo e Joy mi corse fra le braccia stringendosi al mio collo con tutta la forza che possedeva.
“Buon giorno..”
“Buon giorno papi..”
Le sorrisi dandole un piccolo bacio sulla fronte.
“La febbre direi che ti è passata..” dissi ridacchiando , e scendendo dal letto.
“SI la mamma l’ha misurata prima con il metrotermo..”
Scossi la testa confuso. “Con il?”
“Mm.. non so come si dice..”
“Termometro .”
“Beh è quasi uguale.”
Ridacchiai. “Quasi.”
Andai in cucina con lei ancora ancorata alle mie spalle, mentre un profumo delizioso stuzzicò le mie narici.
“Sto facendo i pancakes..” disse sorridendo Kristen passandomi svelta davanti.
Indossava dei pantaloncini corti che mettevano in risalto le sue gambe lunghe e slanciate, e una piccola canottiera rossa, naturalmente senza reggiseno.
Deglutii per mancanza di saliva mentre il mio sguardo continuava ad indugiare sul suo posteriore.
Okay Robert datti una calmata!
Scossi la testa come scacciare via dei brutti pensieri e mi sedetti a tavola.
“Se ricordo bene ti piacciono molto no?”
“Si. Li adoro..” riuscii solo a mormorare quando li versò nel piatto mio e di Joy.
“Anche io li adoro.. quelli della mamma sono i più buoni del mondo.”
Sorrisi. “Si, sono i più buoni del mondo.”
Con la coda dell’occhio vidi Kristen arrossire e io in risposta accentuai il sorriso sulle mie labbra.
Mi sembrava rivivere in un deja-vu, e in effetti una situazione decisamente simile l’avevamo già vissuta.
Ogni mattina di tanto tempo fa, si ostinava a portarmi la colazione a letto, e ogni volta finivamo a fare l’amore.. un amore di cui non avrei mai dubitato un tempo.
Sospirai cercando di focalizzare la mia attenzione sul piatto di fronte a me, e non a stupidi ricordi che mai come in quel momento sarebbero dovuti tornare a galla.
“Mm.. che ore sono?”
“Le undici..” rispose Kristen guardando l’orologio sopra la credenza.
OH merda. Mezz’ora e sarei dovuto essere al lavoro.
“Che succede papi?”
“Tra poco devo andare.. Ho le riprese.” Mi uscì come un sospiro.
Non volevo andarmene, non ora che ero riuscito in qualche modo a guardarla in faccia, a riconoscere che il tempo forse mi avrebbe fatto passare l’odio che provavo nei suoi confronti.
Non volevo andarmene.
“Poi torni?” Joy mi guardò sbattendo le sue ciglia irrimediabilmente lunghe, e io ridacchiai divertito.
“Certo amore..”
“Ti aspetto qui allora.”
Annuii portando il mio piatto vuoto sul lavello della cucina e dopo di che mi diressi verso il bagno.
Non mi ci volle molto a prepararmi e a vestirmi, e una volta pronto presi la mia borsa e andai a salutare Joy e Kristen. Erano sedute sul divano abbracciate e guardavano un telefilm di cui non conoscevo l’esistenza.
Mi schiarii la voce. “Beh io vado. Grazie di tutto.”
Le labbra di mia figlia si piegarono in un sorriso dolcissimo, e sua madre la imitò.
“Grazie per essere rimasto..” rispose quest’ultima facendo bloccare il mio respiro.
Dopo un paio di secondi Sorrisi anche io facendo l’occhiolino a Joy, e mi chiusi la porta alle spalle lasciandomi sfuggire un sospiro.
Un sospiro perché dopo tutto mi ero reso conto che non potevo, e mai avrei potuto odiarla.


________________________________________________
Se solo Rob riuscisse ad andare avanti li vedremmo sempre così *-* adoro questi momenti così familiari ed intimi. Ci vediamo al prossimo aggiornamento ragazzeeeeee.... bacioni e recensite =D



Nusia&Marty

Ritorna all'indice


Capitolo 21
*** 21- Viaggio nei Ricordi (Nusia) ***


21 EhmEhm... 3-2-1 tadadadadaaaa ECCOCI =P
Buonasera a tutte ragazze (o forse buonanotte visto l'ora "tarda") scusate se aggiorno alle 11 di sera ma ho studiato tutto il giorno, si anche la domenica -.-"
Bene che dirvi? O.o lo sapete che la storia sta per terminare? Insomma mancano davvero pochi capitoli. Questa è un capitolo davvero importante per i nostri Robsten specie per Robert- papà e penso che Kris  acquisterà dei punti dopo che avrete letto tutto. A me è piaciuto molto scriverlo e spero che a voi piaccia molto leggerlo. Detto questo vi lascio al capitolo. Un bacione.
P.S. Vorrei informarvi e nello stesso tempo chiedere scusa al sito e agli altri autori per il metodo "recensione = spoiler"
Io e Marty non pensavamo che potesse taroccare la classifica delle storie popolari perciò da oggi in avanti se recensirete non riceverete più alcuno spoiler, anche perché non  corretto nei confronti di lettori salgono in classifica che ricevono recensioni  senza questa sorta di "patto" tra lettore autore. Quindi se vi piace la nostra storia e vi fa piacere recensire a noi fa piacere se invece tornerete a leggere in silenzio beh...vi ringraziamo lo stesso. =D


"Resta"
21-Capitolo (Nusia)
Pov. Kristen

Me ne stavo sdraiata sul mio letto con addosso solo un paio di culottes e un reggiseno a fissare i raggi del sole che filtravano dalla finestra aperta creando un piccolo arcobaleno sulla bottiglia di cristallo che poggiava su un mobile. Era circa un’ora che me ne stavo li, incurante di tutto e di tutti a sorridere come una deficiente. Finalmente dopo settimane di dolore iniziavo a scorgere una piccola speranza e quella bastava a tirarmi su di morale. Dalla sera in cui Joy aveva chiesto a Robert di dormire da noi erano passati ben 9 giorni e man mano che il tempo passava i rapporti tra noi sembravano diventare sempre meno tesi. Certo nessun gesto eclatante come un abbraccio e nessuna parola dolce che mi facesse capire di volermi perdonare, ma era un passo avanti e questo mi rendeva serena. Mia figlia, che ora dormiva placidamente nel suo lettino, aveva bisogno di due genitori uniti e solidali e noi cercavamo di fare tutto il possibile per mettere lei prima di tutti i nostri rancori. Robert aveva dormito a casa nostra almeno altre due o tre volte e proprio come più di una settimana prima, il mattino dopo, quando doveva andarsene per raggiungere il set, avevo scorto nei sui occhi una scintilla di tristezza. Non voleva lasciarci o forse non voleva lasciare la figlia, fatto sta che adesso quando viene a prendere o trovare Joy io non sono costretta ad andarmene o subire le sue occhiate assassine. Non mi sorride, ne prova a parlare con me se la bambina non è nella nostra stessa stanza, ma per quanto desolante potesse essere continuavo a ripetere a me stessa che il tempo avrebbe sistemato tutto. Tuttavia il suo comportamento verso di me cambiava appena la bambina appariva da una porta o sedeva in mezzo a noi: ridevamo insieme, ci scambiavamo qualche parola o timido sorriso. Ci divertivamo a giocare con la nostra bambina proprio come farebbero una coppia di neosposini con la loro piccolina. In quei momenti sembravamo davvero una famiglia felice e in un certo senso lo eravamo. Il passato sembrava non tormentarci, era come se tutto si fosse fermato a 5 anni prima, quando eravamo ancora noi, Robert e Kristen, due ragazzi follemente innamorati l’uno dell’altra che facevamo l’amore sul pavimento del loro appartamento senza sapere che quella notte avrebbero concepito una bellissima creatura. Impensati del fatto che di li a qualche settimana la loro vita sarebbe cambiata radicalmente. Mi sarebbe piaciuto fermare il tempo in momenti come quelli, mi sarebbe piaciuto andare vicino alla mia bambina e sussurrarle nell’orecchio “non andare via amore, se ci sei tu è facile credere che tuo padre mi ami ancora” ma non potevo e questo, purtroppo, lo sapevo bene.
“Mmhh…Buongiorno” farfugliò mia figlia entrando nella camera stropicciandosi gli occhi.
“Ben svegliata dormigliona, sai che sono le undici passate?” si venne a sdraiare anche lei e mi mi abbraccio forte per poi sbadigliare. Risi accarezzandole i capelli. Il giorno prima mi aveva detto che non voleva andare a l’asilo, che si annoiava e che aveva bisogno di una vacanza.
“Beh dovresti parlarne con papà” le avevo risposto facendo la sostenuta. Si era alzata di scatto dalla sedia correndo a prendere il telefono.
“Papà posso prendermi una vacanza? La scuola mi annoia” avevo sentito l’incessante risata di Robert anche se non ero vicino a Joy ed istintivamente avevo riso anche io.
“La mamma che dice?”
“ha detto di si” mentì mia figlia beccandosi un piccolo e innocuo scappellotto dietro la testa, cosa che non la toccò minimamente.
“bene tesoro puoi andare in vacanza allora. 3 giorni vanno bene?”
“Benissimo” mi sbattei una mano sulla fronte scuotendo la testa. Robert cedeva troppo in fretta e non era una buona cosa. Nelle mani della figlia diventava come creta.
“sembri una cogliona mamma!” esclamò di punto in bianco Joy facendomi tornare al presente.
“Ehiiiiiii non sono una cogliona signorinella” ribattei guardandola in viso. Alzò un sopracciglio e poi annuì con il capo.
“da come sorridevi sembravi una cogliona, miss sussettile”
“miss cosa?” chiesi non capendo come mi avesse chiamato.
“dai miss suscettive, mi ha detto papà di chiamarti così”
“cos‘è che ha detto papà?”
“se la tua mamma se la prende quando le dici qualcosa chiamala miss sussettile” spiegò cercando di imitare al meglio la voce di Robert. Scoppiai a ridere per la sua buffa imitazione.
“forse vuoi dire Miss suscettibile, tesoro mio” la corressi.
“ed io che ho detto scusa? Miss sussettile”affermò convinta. Purtroppo o per fortuna, era più cocciuta di un mulo.
“si amore, hai ragione avrò sentito male io”
“come sempre” mugugnai tirandomi su dal letto. Era ora di tornare nel mondo reale e quello mi avvertiva che di li ad un’ora avrei avuto un pranzo con Dakota.
“posso andare di nuovo a dormire?”
“no amore ora ci vestiamo che dobbiamo andare a pranzo con zia Ota ok?”
“viene anche papà?” chiese speranzosa.
“no tesoro ha le riprese oggi, però ha detto che passava questa sera”
“allora vado a farmi bella” annunciò correndo nella sua stanza. Scoppiai a ridere come un’adolescente e poi mi preparai anche io.
_________


“Deduco che le cose vadano meglio” iniziò Dakota subito dopo aver ordinato da mangia. Non la vedevo da 3 giorni, il che era strano per noi due, ma lei era impegnata con il trasloco a casa di Cole e allora non poteva stare da me a sentire le mie “paranoie”
“cosa te lo fa intendere?” scherzai facendole l’occhiolino.
“il tuo essere così allegra. Sai, odio la Kristen - sono depressa al massimo e me la prendo con me stessa tutto il giorno - è noiosa”  ribatte scompigliando i capelli di Joy che per poco non l’ammazzava.
“neanche a me sta molto simpatica sai? E comunque le cose vanno meglio si. Insomma nulla di importante ma è comunque un passo avanti”
“direi di si. Io…non te l‘ho detto ma lo incontrai quella sera” ammise di punto in bianco.
“quale sera?”
“prima che accompagnasse Joy a casa con la febbre, io e Cole eravamo con loro due al parco. Ci siamo incontrati per caso sai” si giustificò.
“Beh sono gelosa marcia, non puoi incontrarlo” dissi per poi scoppiare a ridere insieme “cosa vi siete detti?”
“lui mi ha chiesto un po’ di Joy, sai voleva che gli raccontassi tutti gli anni persi, ma non mi sembrava giusto. Insomma, devi essere tu a raccontargli queste cose non io, ma lui insisteva  allora gli ho raccontato due o tre episodi nulla di che”
“ha…ha detto qualcosa di me?”
“ha detto che vorrebbe perdonarti ma che non n‘è in grado o almeno non ora” spiegò.
“in pratica nulla di nuovo. Lo ha detto anche a me e avvolte mi chiedo se riuscirà mai a farlo”
Dakota mi strinse forte la mano per poi sorridermi.
“io penso che ti abbia già perdonato solo che ancora non lo sa”
“che gran fregatura allora. Essere perdonata da qualcuno che neanche sa di avermi perdonata”
“stupida!” esclamò divertita da mio giro di parole “ha solo bisogno di trascorrere del tempo con sua figlia. In discussione Kristen non c‘è l‘amore nei tuoi confronti ha ammesso anche lui di amarti ancora, il problema è il tempo capisci? Quello che ha perso a causa delle tue, ed io aggiungere delle vostre, paure”
“non credo di seguirti” ammisi.
“lui ti ama e anche se ora non ha più molta fiducia in te sa che se ti perdonasse, se ti desse un‘ultima possibilità, lui tornerebbe a fidarsi di te più di prima. Ne è consapevole, ma è orgoglioso e vorrebbe farti partire almeno la metà del dolore che ha provato lui nel scoprire la verità. Se tu fossi in grado di canalizzare in lui tutti i ricordi di questi 5 anni, se fossi capace di fargli vivere gli anni che si è perso di Joy, lui non ci penserebbe 2 volte prima di buttarsi tra le sue braccia” abbassai il capo affranta.
“ma non posso. Non sono capace di viaggiare nel tempo”
Come potevo? Era qualcosa di impossibile e dopo quella rivelazione di Dakota la possibilità che lui riuscisse a perdonarmi si sgretolò insieme a quella piccola speranza che stava nascendo in me. Non potevo far vivere a Robert gli anni persi e se quella era l’unica soluzione per riaverlo con me beh…avevo già perso.
“Io credo di si invece. Ne sei capace”
“andiamo Ota la magia non esiste” affermai convinta. Alzò gli occhi al cielo esasperata.
“sei la persona più pessimista del mondo. Sei anni fa non mi avresti mai risposto così, mi avresti detto forse, non un NO senza replica”
“sono solo realista, niente magia, niente macchina del tempo, niente tempo recuperato, niente perdono. Facile!”
“non ti serve la magia Kristen. Ricordi la soffitta?”
“e allora?” chiesi drizzandomi sulla sedia e ascoltandola curiosa.
“li tieni conservato tutto no? Le foto di Joy, i primi video, le tutine, la culla, praticamente tutta la sua vita fino ad adesso” spiegò allusiva.
“e tu pensi che si accontenterebbe di così poco?” sbuffò trucidandomi con lo sguardo.
“ti odio quando fai così! Hai tutto li sopra Kristen, che ti costa provare?”
Beh in effetti provare non costava nulla e se quello poteva servire a rendere felice Robert e migliorare il nostro rapporto non potevo che provarci. Infondo qualcosa di buono se ne sarebbe potuto trarre no? Certo non il perdono, ma la strada giusta per arrivarvi si.
“hai ragione. È il caso di provare”

Pov. Robert
“Sicuro che non è un problema Kellan?”
“Santo cielo Robert prendi queste dannate chiavi e va via” sbottò esasperato facendo ridere me e il bambino. Avevo finito da circa un’ ora le riprese ed ero corso a casa per farmi una doccia. Joy mi aspettava per le sette in punto a casa e non volevo far attendere la donna più importante della mia vita. Avevo detto a Kellan di non sapere a che ora sarei tornato e lui mi aveva gentilmente prestato le chiavi di casa.
“giuro che torno presto”
“non sono tuo padre Pattinson e non mi meraviglierei se domani mattina non ti trovassi in camera tua” alluse facendomi l’occhiolino. Stampai un bacio sulla fronte a Dan e mi avviai alla porta.
“non dare mai retta a quel che dice tuo padre Dan, lo dico per il tuo bene piccolo. A più tardi” urlai prima di darmela a gambe.
______________

Parcheggiai la macchina il più vicino possibile alla casa di Kristen e mi avviai alla porta. Suonai per ben due volte ma nessuno venne ad aprirmi. Che fossero uscite? Impossibile, infondo mi aspettavano. Presi il telefonino dalla tasca dei miei Jeans sgualciti e digitai il numero di Kris.
“Ehi Rob, ma dove sei?” chiese subito. Mi grattai il capo in un gesto istintivo, da una settimana a quella parte mi imbarazzava quasi parlare con lei e il motivo mi era del tutto ignoto. Sembrava che fossi tornato indietro nel tempo, quando parlagli mi rendeva nervoso.
“Ehm…veramente sono sotto casa tua. Sto bussando ma nessuno viene a d aprirmi” la sentii ridacchiare e mi ritrovai a sorridere anche io. Adoravo la sua risata così spontanea. Immaginavo come dovessero essere i suoi occhi in quel momento.
“ora corro ad aprirti. Aspetta eh!” e detto ciò riattaccò per comparire 2 minuti dopo davanti la porta di casa con addosso un semplice shorts e una canottiera. Reggiseno? Kristen non sapeva neanche cosa fosse quell’indumento e questa non era una buon cosa per il sottoscritto.
“Scusa ero di sopra e non ho sentito bussare. Entra” disse con un po’ di fiatone.
“hai corso per le scale Kris? Sembra che tu abbia corso una maratona” scherzai sorprendendo persino me stesso.
“divertente! Stavo sistemando delle cose di sopra. Vuoi qualcosa da bere? Birra, coca cola, acqua” ci pensai su qualche secondo. Sapevo che si aspettasse che dicessi birra perciò decisi di contraddirla.
“una coca va benissimo” mi guardò allibita.
“Pattinson non beve più birra?” ridacchiai scuotendo la testa.
“era per non dartela vinta” ammisi e lei scosse il capo passandomi la mia coca cola.
“bene allora ora tu bevi la coca ed io la birra” le feci una smorfia e per poco non mi strozzai con la coca vedendola bere direttamente dalla bottiglia. Per quanto idiota potesse essere la cosa, Kristen era ancora più sexy quando beveva la birra. Quello era uno dei tanti, quanto futili, motivo per il quale ne ero innamorato. Oltre ad essere la persona più perfetta del mondo, più bella, simpatica, intraprendente del pianeta, aveva anche queste piccole caratteristiche personali che mi facevano, un tempo, sentire fortunato. Infondo ci si innamora sempre delle piccole cose di una persona no?
“dov‘è Joy?” chiesi non vedendola arrivare come un uragano.
“è con Dakota a fare compere. Mi ha detto di dirti di non andare via che sarebbe tornata presto e che la zia Ota l‘aveva tentata troppo per non accettare” risi a crepapelle immaginandomi la mia piccolina mentre raccomandava la mamma, le sue espressioni buffe e quell’aria seria che non si addiceva affatto al suo piccolo visino.
“se non l‘hai ancora capito tua figlia è un‘amante dello shopping. Non so da chi abbia preso in questo” ammise disperata.
“l‘avevo intuito. Beh forse avrà preso dalle mie sorelle”
“già” mi appoggiò ridacchiando. Era bello avere un discorso normale con lei, infondo era pur sempre la madre di mia figlia. E la donna che ami Robert! Si certo, ma quello cercavo di accantonarlo in un piccolo angolo del mio essere.
Passammo svariati minuti in totale  silenzio il che non era certo una cosa incoraggiante. Odiavo i silenzi, mi rendevano nervosi e sentivo sempre l’impellente necessità di dire qualcosa anche una piccola idiozia. Con Kristen non avevo mai avuto nessun problema del genere e la cosa, in un certo senso, mi rattristava e nello stesso tempo mi apriva gli occhi su una realtà che era difficile da accettare: il nostro puzzle un tempo così perfetto aveva perso un tassello, il più importante a quanto pareva.
“Ehm…senti io… si insomma io ho preparato una cosa. Ti andrebbe di vederla?” chiese titubante, quasi si aspettasse no da parte mia. Qualsiasi cosa fosse volevo vederla, almeno questo imbarazzante silenzio si sarebbe dissolto.
“si, certo”  si alzò dalla sedia recuperando il mio bicchiere vuoto e mi fece segno di seguirla.
“dove andiamo?”
“in mansarda” rispose solamente percorrendo velocemente le scale. Fece un grosso sospiro e aprì la porta facendomi entrare per primo. Mi guardai attorno stralunato, non avevo idea del perché fossimo li sopra in mezzo a tutto quel cumulo di roba. Mi affacciai alla finestra e sorrisi: il panorama da li su era spettacolare: di vedeva gran parte di Los Angeles e una bella porzione di cielo azzurro.
“scusa la polvere ma è difficile mandarla tutta via in mezzo a tutte queste cose. Anche se devo ammettere che in questi ultimi 5 anni sono diventata una maniaca delle pulizie sai?”
“non me lo sarei mai aspettato da lei signorina Stewart” la derisi facendola ridacchiare.
“comunque sia” disse tornando seria “qui sopra ci sono conservate tutte le cose più importanti per me: io da piccola, le critiche dei giornali, tante foto mie, tue, insomma tutta la mia vita e tra queste i…i ricordi di Joy” la fissai senza dire nulla, non capendo bene dove volesse arrivare ne il perché in quel momento avessi voglia di stringerla a me e sussurrarle che andava tutto bene. Forse perché sembrava così indifesa, intimorita da quello che stava facendo o dicendo, inconsapevole se fosse una cosa giusta o sbagliata e le mani ancorate ai suoi capelli, allungati nel tempo, ne erano la dimostrazione.
“non…capisco” ammisi e lei si avvicinò a me.
“senti Robert io so che per te è inaccettabile il fatto di aver trascorso tutto questo tempo lontano da tua figlia così come mi rendo conto che hai bisogno di colmare quel vuoto che senti dentro per poter andare avanti ed io voglio aiutarti”
“Kristen io” tentai di interromperla ma le scosse la testa mettendomi un dito davanti alle labbra. Fremetti per quel piccolo contatto.
“No Robert, ti prego lasciami finire. Io so che non è possibile farti rivivere ogni giorno della sua vita come vorresti ma se ora ci sediamo qui terra, insieme a tutte queste foto e video, forse riusciamo in parte a riempire questa laguna che dici? È colpa mia tutta questa situazione e credimi ci sto male, tremendamente male e se posso fare qualcosa per renderti felice, sereno beh sono pronta ad aiutarti”
Non sapevo che dirle, come risponderle e le lacrime che in quel momento le rigavano in volto mi facevano sentire ancora più piccolo, come se in quel momento avessi 12 anni e no 32. Il suo discorso aveva fatto scuotere, seppur impercettibilmente, le mura che con fatica stavo costruendo intorno a lei, perciò in un gesto più che istintivo allungai una mano sul suo volto e lo accarezzai spazzando via quelle lacrime amare. Sorrise anche lei ed io mi trovai ad annuire senza rendermene realmente conto.
“vediamo cosa c‘è qui sopra” mormorai e lei inizio a cercare tra gli scaffali.
“Robert?” mi chiamò voltandosi “grazie”
“è difficile accettare questa situazione e se questo può aiutarmi ad andare avanti e conoscere meglio mia figlia allora di niente Kristen, è un piacere” mi fece segno di raggiungerla ed io lo feci.
“questa” disse alzando un tendone bianco “è la culla di Joy, me la regalò Dakota e quando tornai dall‘ospedale trovai la camera di Joy tutta decorata di palloncini rosa con uno striscione con scritto “Benvenuta al mondo” e questa culla giusto al centro della stanza” mi spiegò mentre io cercavo di immaginarmi la scena.
“ha dormito qui dentro fino a 12 mesi poi abbiamo comprato la sua attuale cameretta anche se fino preferisce dormire nel lettone con me ed anche io a dire il vero”
“molto permissivo da parte tua” scherzai cercando di alleggerire un po’ l’aria. Continuammo così per un bel po’, girando tutta la mansarda mostrandomi  lo striscione di benvenuto, le prime tutine, il ciucciotto di quand’era piccolina, le prime scarpette, fermacapelli. Aveva conservato tutto e man mano che lei parlava raccontandomi episodi trascorsi io sentivo di conoscere mia figlia un po’ di più. Pian piano, parola dopo parola ero arrivato a scoprire alcuni lati del suo caratterino e i suoi gusti preferiti. Kristen ogni tanto si fermava per sorridermi ed io ricambiavo felice e soprattutto fiero della tenacia che stava dimostrando. Si, in un certo senso ero fiero di lei perché tentava in tutti i modi di rendermi partecipe della vita di Joy.
“bene, ora passiamo alle foto e i video ti va? Se vuoi facciamo un altro giorno non c‘è problema” disse sedendosi ben terra a gambe incrociate. La imitai negando con il capo.
“possiamo continuare fino a questa notte Kristen e anche domani e il giorno dopo. Non mi sto annoiando, sono contento di percorrere tramite questi oggetti i primi anni di Joy”
“beh allora andiamo avanti” esultò prendendo tra le mani un album di foto.
“Ah, Robert?”
“dimmi”
“volevo dirti che…che quello che sto facendo è più per te e Joy che per me stessa. Insomma so che non potrai perdonarmi così facilmente e non voglio che tu dimentichi tutto subito ecco. Sarebbe bello si, ma per ora va bene così” farfugliò a fatica ma fissandomi comunque negli occhi.
“grazie” ribattei solamente.
“bene, allora qui ci sono tutte le foto di Joy dal primo giorno di vita fino all‘età di un anno” mi spiegò per poi prenderne altri.
“in questo invece ha dagli 1 ai 3 anni e questi qui è quello più recente” terminò passandomi tutto.
Passammo un’altra oretta a sfogliare le foto, a raccontare aneddoti e ridere a crepapelle. Joy era davvero buffa quando voleva. C’erano delle foto dell’ultimo anno dove beffeggiava la mamma che le scattava le foto: le mostrava la lingua, faceva strane espressioni. Era assolutamente grandiosa!
Nella restante parte del tempo Kristen mi mostrò alcuni video: Joy che correva nel girello per tutta casa, che muoveva i primi passi con la mamma li pronta a sorreggerla in caso gli aiuto. Il suo primo compleanno,alcuni video con Dakota e Steve. Quella parte fu assolutamente la più difficile di tutte: li non si trattava di immaginare delle scene perché erano davanti ai miei occhi e non potetti fare a meno di stringere forte i pugni. Avrei voluto esserci anch’io a mantenerle la mano per insegnarle a camminare, avrei voluto cantare con tutti tanti auguri a te per il suo primo anno di vita e Kristen se ne rese conto perché allungò una mano verso di me e titubante la strinse forte. Glielo lasciai fare, così come permisi a me stesso di massaggiarle il dorso della mano.
“mi dispiace tanto” mormorò con un filo di voce quando anche l’ultimo video terminò.
“ormai è successo Kristen, basta continuare a farci del male. Cerchiamo di…di andare avanti che ne dici? Sarà difficile ma questo è un passo avanti no?”
“Si. Hai…hai ragione”
Mi tirai su e lei fece lo stesso mettendo tutte le foto e i video al proprio posto. Le diedi una mano e quando anche la culla fu coperta si avvicinò alla porta per aprirla. Istintivamente la chiamai, usando un tono di voce più dolce possibile.
“Kris?” si voltò verso di me senza dire nulla e non lo feci neanch’io. Mi limitai ad avvicinarmi a lei e afferrandola per un polso la feci scontrare con il mio petto stringendola forte a me. Rimase un attimo interdetta da quel gesto così azzardato, evidentemente non se lo aspettava e neanch’io a dire il vero. Passato lo stupore ricambiò anche lei con ardore e subito dopo sentii il suo torace scuotermi. Stava piangendo e chissà da quanto tempo non faceva altro.
“shhhh Kristen, basta piangere io…io voglio essere positivo ok? Si risolverà tutto se entrambi saremo sinceri da oggi in poi ok?”
Annuì.
“grazie per oggi, hai…fatto una cosa molto bella” dissi prima di prendere il suo volto tra le mani e spazzare via le lacrime.
“era giusto che tu sapessi” le sorrisi e questa volta fu lei a rifugiarsi tra le mie braccia.
A portarci con i piedi per terra fu il suono del campanello di casa, così sospirando contemporaneamente ci allontanammo.
“sarà arrivata Joy” mi disse sistemandosi i capelli.
“vado ad aprire io. Tu asciuga questi occhi e smettila di piangere” dissi scoccandole un bacio sulla guancia. Vidi chiaramente le sue labbra tendersi in un sorriso, dopodiché scesi di fretta le scale ed andai ad aprire.
“l‘amore della mai vita è tornato?” chiesi girando la maniglia. Quando la porta si aprì rimasi sorpreso. Quella non era affatto Joy.
“Robert, che ci fai tu qui?” chiese lei guardandomi sconcertata e molto probabilmente felice.
“No, cosa ci fai tu qui” nello stesso momento arrivò in salotto Kristen.
“Lizzie?!” esclamò meravigliata. Mia sorella sorrise raggiante.
“SORPRESA"

____________________________________________


Allora cosa ne pensate? Io mi nascondo nel mio letto attendendo i vostri commenti. Bacioni.
P.S. se ci sono ORRORI ortografici vi chiedo scusa =( ma non ho avuto modo di correggere . DOmani lo rileggo casomai.








Nusia&Marty

Ritorna all'indice


Capitolo 22
*** 22- Un dio del s...olletico (Marty) ***


22 Eccociiiiiiiiiiiiiiiii... come promesso eccovi il capitolo a fine settimana. Scusate ancora per il colossale ritardo, ma l'influenza colpisce un pò tutti di questi tempi.  Questo capitolo è davvero STUPENDO u.u Marty è magnifica come sempre quindi senza aggiungere altro vi lascio alla lettura. Noi ci leggiamo sotto =D



"Resta"


22- Capitolo (Marty)

Kristen pov.

“Liz.. cosa ci fai.. tu qui?” farfugliai perplessa mentre lei correva ad abbracciarmi con un sorriso raggiante stampato sulle labbra. Quella ragazza era davvero assurda o completamente pazza come ripeteva spesso Rob. Ricambiai l’abbraccio stringendola forte mentre con la coda dell’occhio riuscii ad incrociare lo sguardo meravigliato di suo fratello. Mi staccai lentamente e lei posò una mano sulla mia spalla iniziando la sua ispezione. “Sei dimagrita Kristen?”
Scossi la testa ridacchiando, anche se molto probabilmente il suo intuito non le aveva mentito.
“E allora come mai assomigli a uno stuzzicadenti?”

“Ha-ha. Senti chi parla.”
Ci voltammo automaticamente quando Rob si schiarì la voce per ottenere un minimo della nostra attenzione. Liz allargò le pupille e le sue labbra si piegarono in un ghigno.
“Oh ma ci sei anche tu fratellino!”

Vidi Rob alzare gli occhi al cielo per poi andare ad abbracciare la sorella. Inutile dire che adoravo il loro rapporto,  mi ricordava molto quello che avevo io con i miei fratelli.
“Cosa ci fai qui, strega?” le chiese e lei ridacchiò dandogli un piccolo pizzicotto sul sedere.
“Dovevo controllare delle cose.. " mormorò sul vago, ma quando sentii i suoi occhi puntati addosso capii immediatamente a cosa si stesse riferendo.
“Ma mi sembrano come dire.. a posto.”

Arrossii senza rendermene conto dopodiché la trascinai sul divano per farle appoggiare la borsa enorme contenente quasi al 100% vestiti di alta moda. Ammiravo Liz per questo, riusciva ad avere un look impeccabile in ogni situazione, cosa che io non avevo per nulla. Mi vestivo con la prima cosa che trovavo nell’armadio, e di certo non ero in grado di distinguere un Oscar de La Renta da un Vera Wang.
“Mi dici che cosa ci fai qui per favore?” chiese Rob sospirando e io cercai di mascherare un sorriso.
“Che noioso che sei.. sembri nostro padre…” blaterò Lizzie per poi voltarsi verso la sottoscritta.
“Ma come hai fatto a sopportarlo per così tanto tempo?”

“Bah.. prima era dotato anche di un grande senso di umorismo.. con gli anni deve averlo perso..” risposi con naturalezza quando ad un certo punto vidi Rob alzare gli occhi al cielo per poi ghignare sommessamente.
“La verità è che un tempo ridevi a tutte le mie battute.. anche quelle più squallide. Pendevi troppo dalle mie labbra, principessa..”
Principessa…
Abbassai gli occhi istintivamente e sentii le mie guance colorarsi di un pudico rossore. Non pensavo che avesse tirato fuori di nuovo il suo, cioè il mio soprannome.
“La smettete di punzecchiarvi? Volete o non volete sapere il motivo del mio arrivo?” disse esasperata Liz mettendo fine ai miei ricordi.
“E’ mezz’ora che te lo sto chiedendo…”
Sua sorella sbuffò alzando gli occhi al cielo.
“Io e Sam ci sposiamo il mese prossimo come sapete, Rob so già che ci sarà ma voglio che ci sia anche tu Kris.. con Joy. Ci terrei tanto.. Voglio mia nipote al mio matrimonio..”

Quando calcò la parola “nipote” sentii i miei occhi farsi leggermente umidi, e senza guardare Rob annuii convinta. Non volevo incontrare il suo sguardo carico di risentimento .. di nuovo.
Non ce l’avrei fatta.
“Certo che ci saremo.. non mi perdonerei mai se mancassi al tuo matrimonio..”
Le sue braccia mi strinsero immediatamente e io appoggiai il capo sulla sua spalla.
“Oh Grazie.. Kris.. Grazie..”

“Non devi ringraziarmi di niente Liz.. Mi dispiace davvero per quello che ho fatto alla tua famiglia.”
Lizzie si scostò un momento e puntò lo sguardo su Rob.
“Ti dispiacerebbe lasciarci un po’ sole fratellino?”
Rob spalancò gli occhi perplesso e io risi sotto i baffi. Non gli piaceva essere tenuto all’oscuro, soprattutto sulle domande che immaginavo volesse farmi sua sorella.
“Guarda che non è difficile?! Alzi il tuo culo pesante, prendi la giacca… esci di casa, e ti vai a fare un giro.”
“Ma lo sai che diventi ogni giorni più simpatica?”
“Me lo hanno già detto.” Rispose Liz sorridendo a trentadue denti.
Quello che sentii dopo fu solo un lamento, uno sbuffo e la porta che si chiudeva.
“Oh Finalmente quel rompi balle se ne è andato.. allora, raccontami per filo e per segno quando vi siete rimessi insieme.. dove l’avete fatto per la prima volta dopo quattro anni e dov..”
“Liz ma sei impazzita?” La fermai prima che continuasse con particolari decisamente imbarazzanti. “Non siamo tornati insieme né tantomeno abbiamo fatto sesso. Lui.. lui non mi ha perdonata..” balbettai con la voce che tremava appena.
“Posso dirti una cosa?” mormorò con un tono serio, un tono che non le sia addiceva per nulla.
“Siete dei coglioni, degli emeriti coglioni! Al momento più lui di te, perché non vuole ammettere a se stesso di averti perdonata.. anzi secondo me non c’era nulla da perdonare. Hai sbagliato.. tutti sbagliano.. ma non vuol dire che devi essere punita per sempre. Dio mio.. Rob è sempre stato così trascendentale.. “
“Non dare la colpa a lui.. è tutta colpa mia se..”
“Tutta colpa tua? Io non so come siano andate le cose con esattezza.. spesso ho cercato di far smuovere mio fratello affinchè potesse spiegarmi ma la sua risposta è sempre stata : “Non sono affari tuoi”. Però sono convinta che se una coppia si lascia la colpa non è mai tutta di una persona..”
I miei occhi si riempirono immediatamente di lacrime amare, lacrime che mi ero ripromessa di non versare mai più, ma in quel preciso istante sarebbe stato impossibile trattenerle. Mi buttai su di lei, stringendola forte.
“Shhh… Kris andrà tutto bene. Per i suoi ritmi da bradipo preistorico siamo già a buon punto.. Sbaglio o ti ha chiamata principessa?”

Ridacchiai contro la sua pelle profumata.
“Se è per questo ha dormito con noi questa settimana..”

“E allora vedrai che tra poco non dormirà solo con te.. Purtroppo ricordo ancora perfettamente i vostri concerti ..”
Concerti? Capii immediatamente a cosa si stesse riferendo. Durante tutte le vacanze che avevamo trascorso insieme io e Rob non eravamo mai stati… così casti, anzi tutt’altro.
“Sentirti urlare –Oh Rob sei un dio- mi ha sconvolta per l’esistenza. Di quello che fa mio fratello sotto le coperte non lo voglio sapere.. “
Scoppiai a ridere per poi darle uno spintone. “Signorina qui è lei che si sposa e abbiamo monopolizzato la discussione solo su di me.. Sputi il rospo.”
“Speravo me lo chiedessi!”
“Raccontami tuuuutto per filo e per segno. Possibilmente evita di raccontarmi quanto ce l’ha lungo Sam.. Non riuscirei più a guardarlo in faccia senza ricordarmi di questa conversazione..”
“Non credo di averlo misurato.. comunque fai una vent..”
“Liiiiiiz!” urlai tappandomi le orecchie per poi scoppiare a ridere come una matta. Quella ragazza mi era mancata terribilmente.
“Che c’è?”
“Allora dove ti ha chiesto di sposarlo?”
“Mm.. sul London Bridge. Stavamo camminando tra la neve quando ad un certo punto si è inginocchiato.. Dio, avrei voluto morire, ti giuro.”
“Awww.. è così dolce..”
“Già lo è.. Sono certa che sia quello giusto. Ormai ci frequentiamo da anni, e questo è davvero il momento perfetto.”
“Sono contenta per te Liz davvero.. Ti meriti tutta la felicità di questo mondo..”
Mi sorrise teneramente.
“Quindi per quando è previsto il grande giorno?”
“Mmm.. le mie damigelle d’onore dovrebbero arrivare per le otto venerdì sera a Londra. Dopo di che il traghetto per l’isola..”
“Aspetta Aspetta.. damigelle d’onore? Isola?”
“Certo” rispose ridacchiando. “Ho deciso di sposarmi sull’Isola di Wight … c’è una villa vicino al mare che è meravigliosa.. Certo farà freddo ma è pur sempre stupenda e il paesaggio è così suggestivo..”
Dio mio, adoravo l’isola di Wight, soprattutto perché io e Rob avevamo trascorso un sacco di tempo. Per quattro capodanni di fila per l’esattezza.
“Avrai un matrimonio perfetto Lizzie…”
“Lo soo! E poi non hai idea di quanti soldi ho speso per il vestito… e per gli invitati? Arriviamo a settecentododici solo ..”



***

Era passato un giorno da quando Liz era arrivata a Los Angeles. L’avevo costretta a rimanere a dormire a casa nostra, ovviamente insieme al fratello che da quando era tornato il pomeriggio precedente non aveva fatto altro che rispondere con grugniti e sbuffi.
Quella sera lui e Liz avevano parlato, non so con esattezza quale fosse l’argomento.. anche se forse potevo immaginarlo. Li avevo sentiti discutere ad alta voce, dopo di che Liz aveva aggiunto un : “Smettila di comportarti da idiota” e se ne era andata sbattendo i tacchi alti dodici centimetri sul pavimento.
Non sapevo se essere felice o meno della loro discussione. Avevo paura che Rob si allontanasse di nuovo da me, cancellando tutti i miglioramenti avvenuti in quelle ultime due settimane.
Invece qualcosa in lui era cambiato. Era cambiata perché in quel momento sentivo la sua mano posata sulla mia. Sentivo le sue dita tracciare dei cerchi immaginari sulla mia pelle recandomi piccoli brividi.
Eravamo seduti sul divano, io , Rob, Joy e Lizzie.
Avevamo deciso di guardare un film, ma da quando Rob aveva appoggiato la mano sulla mia avevo perso completamente la concentrazione.
Non riuscivo a fare altro che pensare alle sue carezze.. a quanto la sua pelle fosse morbida, perfetta..
Quanto lui fosse perfetto per me.
SI perché lo era.
Lo amavo, di un amore così sconvolgente da fare quasi male. E sentirlo lontano, deluso di me per tutto quel tempo non aveva fatto altro che ferirmi.
Sapevo che ci voleva tempo, ma quanto tempo ci sarebbe voluto prima di sentire nuovamente la fragranza delle sue labbra sulle mie? Quanto tempo ci sarebbe voluto prima di potergli dire a voce alta quello che provavo?
“Mami..Papi.. posso?” abbassai lo sguardo verso mia figlia che ci guardava con una strana luce negli occhi, e non appena Rob vide dove voleva mettersi la prese fra le braccia posizionandola in braccio a noi.
In quel momento sentii la sua mano cingermi la vita per farmi avvicinare a lui, e ci strinse in un abbraccio che per poco non mi fece scoppiare a piangere.
“Ehi! Vi siete dimenticati di me!” sbottò sua sorella facendomi ridere.
Liz si mise accanto a Rob appoggiando le gambe sulle sue.
“Le mie donne al completo..”
“Ehi..” si lamentò non appena gli diede un pizzicotto sul braccio.
“Io sono solo di Sam!”
“Mmm non direi mocciosa. Il capo branco sono io qui ..”
“Capo branco?” gli chiesi a bocca spalancata mentre tutte lo fissavamo esterrefatte.
“Esatto..”
“Papi il capo sono io!”
“Non credo proprio brutta viperetta…”
E non so come, e non so perché ma mi ritrovai un cuscino in testa e le mani di Rob sui fianchi che cercavano di farmi il solletico. Liz invece cercava di tirargli i capelli mentre Joy gli mordeva la spalla con i suoi già… pochi dentini.
“Chi è il capo ora?” gli chiese Lizzie non appena io riuscii a liberarmi della sua stretta, e lui fu travolto da noi tre.
“Okay..” mugolò fra una risa e l’altra. “Okay… mi .. arrendo”
“Mai mettersi contro le donne Pattinson.. ricordatelo!”
“Ehi, e le donne Stewart dove le metti?” mi lamentai incrociando le braccia al petto, facendo la finta offesa.
“Ma se questo zuccone ha sempre amato chiamarti signorina Pattinson…. Ormai lo sei a tutti gli effetti!”
Non feci in tempo ad arrossire che Liz si era già beccata un cuscino in pieno viso dal fratello minore.

***
“Zia ma non puoi stare ancora un po’ qui con noi?” La pregò Joy,sbattendo su e giù le ciglia ad una velocità impressionante.
Liz ridacchiò accarezzandole la guancia. “Amore.. tra nemmeno trenta giorni saremo insieme, e tu avrai il vestito più bello dell’intero universo.”
Joy si illuminò. “Dici davvero?”
“Si che dico davvero.. ora vieni qui a farti abbracciare!”
Non se lo fece ripetere due volte e corse fra le braccia della sua zia “preferita” abbracciandola stretta a se. Mi sentivo quasi in imbarazzo a fissarle, come se in quel momento io non centrassi niente e anche Rob se ne accorse perché sussurrò: “Che ne dici se andiamo a prenderci qualcosa lì?”
Indicò il bar dell’aeroporto e io annuii sorridendo.
“Andiamo a prendere un caffè.”
Spiegò a sua sorella per poi afferrare la mia mano fra la sua facendomi quasi balzare fuori dal petto il cuore. Possibile che ogni volta che le nostre mani si incontravano sentissi una irrefrenabile voglia di abbracciarlo?
Sospirai avvicinandomi al bancone per poi scogliere la stretta delle nostre dita.
“Due espressi per favore.”
Alzai un sopracciglio. “Scusa ma chi ti dice che io non volessi un cappuccino corretto al rum o un milkshake ai frutti esotici?”
“Dobbiamo fare tutte le volte questa storia?”
“Non è colpa mia se sei un maleducato!”
Sospirò passandosi una mano fra i capelli. “Possibile che devi complicare sempre tutto?”
“Io non complico niente.. e comunque..”
“Comunque?”
“Comunque ci hai preso,grazie.. volevo proprio quello!” aggiunsi prima di portare alla bocca la tazzina mascherando il mio sorriso.
“Sei proprio una.. “
“Persona estremamente affascinante, simpatica e con senso dell’umorismo.. cosa che tu mio caro ragazzo hai perso con gli anni?”
“Stavo per dire … incredibile. E comunque io avrò perso il mio senso dell’umorismo, ma tu mia cara ragazza..” disse citando le mie stesse parole. “Hai messo su un po’ di rughe..”
Spalancai gli occhi iniziando a tastare il mio viso con le dita.
Stava scherzando, vero?!?
Avevo ventotto anni, non potevo avere delle rughe!
“E se.. se guardi attentamente qui c’è qualche capello bianco..”
Io.. io avevo bisogno di uno specchio.
Lo trucidai con uno sguardo per poi allontanarmi alla destra del locale diretta al bagno delle ragazze.
Un qualcosa però mi trattenne per il polso.
“Devo andare in bagno.” Ringhiai riducendo gli occhi a due fessure.
“A controllare se hai le rughe e i capelli bianchi?”
“No, l’espresso ha riempito la vescica .. se permetti dovrei andare a svuotarla!”
“E dai Kris.. scherzavo.”
E mi ritrovai schiacciata contro il suo petto, le sue braccia intorno alla mia vita, e il suo mento sopra i miei capelli.
“Ti odio..” mugolai con il respiro ancora rotto dalla sorpresa.
“Guarda che le rughe ce le hanno tutti, e anche i capelli bianchi. E’ un dato di fatto che le donne invecchiano prima de..”
Non fece in tempo a finire la frase perché si beccò un pugno nello stomaco.
“Sei uno stronzo!”
“Non è vero…” aggiunse ghignando. “Non è vero.. Principessa.”
Sorrisi fra me mentre un velo di emozione traspariva dai miei occhi, come tutte le volte in cui mi aveva chiamata in quel modo.
Tornammo da Joy e Liz che stavano leggendo, o meglio Lizzie leggeva a mia figlia un articolo su People Magazine.
“Il mio aereo parte fra dieci minuti.. si può sapere dove siete finiti?”
“A bere il caffè!”
“Fingerò di crederci. Soprattutto perché c’è un minore e non ho voglia di farmi tornare in mente la frase “Rob sei un dio del s..”
“Liiiiiiiiiiiiz!”
Urlammo prima che continuasse, ma soprattutto prima che Joy potesse capire.
“Papi sei un dio di che cosa?”
OH-OH troppo tardi.
Vidi Rob arrossire violentemente mentre Liz ridacchiava sotto i baffi.
“Ecco io.. “
Ti prego fatti venire in mente qualcosa di intelligente, te ne prego Rob.
“Un dio del solletico.. si un dio del solletico.”
Joy corrugò le sopracciglia per poi fare spallucce. “Se lo dici tu ..”
Rimanemmo un po’ in silenzio, fino a quando il volo di Liz non fu annunciato all’altoparlante.
“Ci vediamo tra un mese esatto..”
“Non vedo l’ora sorellina.” Rispose Rob abbracciandola a sua volta.
“Nemmeno io fratellino, ma vedi di fare il bravo.. altrimenti.. la castrazione è sempre accetta.”
“Ehi! Le mie palle non si toccano!”
“Uh ste palle sono proprio un chiodo fisso..”
Tappai le orecchie a Joy, la quale si lamentò fissandomi con uno sguardo truce.
“Puoi toglierle le mani Kris, ho finito di fare commenti inopportuni.”
“Grazie tante Lizzie..” risposi attirandola stretta a me.
“Vedrai che tra nemmeno un mese le cose si sistemeranno.” Mi sussurrò all’orecchio facendomi sorridere.
“Lo spero tanto Liz. Ti voglio bene.”
“Ti voglio bene anche io..”
Diede un ultimo bacio a suo fratello e a Joy per poi sorridere nella nostra direzione e mostrare i documenti alla hostess.
Ci salutò un ultima volta con un gesto della mano dopodiché si disperse tra la gente che doveva salire sull’aereo.
“Mi mancherà tanto la zia..”
“Anche a me amore..” risposi sorridendole.
“Che ne dite di andare a prendere un bel gelato?”
Alzai gli occhi al cielo. “Possibile che hai sempre fame tu?”
“Senti sono un uomo, è normale che mangi più di te che pesi se va bene tredici chili! E poi scommetto che la nanetta qui non vede l’ora.”
“Siiii, gelato, gelato!”
Sorrise sghembo facendomi sospirare.
“D’accordo ma..”Non riuscii concludere che mi stavano già trascinando verso l’uscita dell’aeroporto.

_________________________________

Allora? Cosa ne pensate? Personalmente ritengo Lizz fantastica xD
Robert e Kristen si stanno avvicinando sempre di più e qualcosa ci dice che manca poco al loro ricongiungimento *-*
Bene, il prossimo capitolo arriverà il prima possibile, oggi inizio a scriverlo quindi speriamo bene *-*
p.s. Mi raccomando recensite come sempre. Inutile ribadire che ci dispiace tanto del calo di recensioni avuto perché non ricevete più lo spoiler, ma siamo comunque contente che leggiate la nostra storia anche se in silenzio. UN GRAZIE ENORME A TUTTE COLORO CHE CONTINUANO A LASCIARE COMMENTI, CRITICHE E PARERI. Noi vi leggiamo sempre eh!

Vi lascio un spoiler del prossimo capitolo, o meglio una foto visto che ancora non scrivo nulla, ma le idee ci so no quindi ecco a voi un'immagine. Dategli voi la giusta interpretazione ;)



Bacio o non bacio? Voi che dite?!


Nusia&Marty

Ritorna all'indice


Capitolo 23
*** 23- Make it or break it (Nusia) ***


23 Eccoci qui u.u non vi abbiamo fatto aspettare tanto questa volta contente? *-* Il capitolo è appena stato finito, modificato, corretto quindi prima che venisse domani ho postato. Non voglio anticiparvi nulla quindi vi lascio al capitolo che è abbastanza lungo.
p.s. più che sul matrimonio ci siamo focalizzati su Robert e Kristen che sono quelli che più ci interessano insomma u.u Bacio o non bacio? Scopriamolo xD GRazie per recensire siete fantastiche e dolcissime *-*



"Resta"


23- Capitolo (Nusia)

Robert pov.

“Siamo arrivati finalmente!” esclamò mia figlia dopo un enorme sbuffo. Viaggiare in aereo la stressava, non era una bambina da stare ferma in un solo posto per tutto quel tempo, senza potersi muovere, alzare, perciò per tutto il tragitto non aveva fatto altro che lamentarsi.
“Sei davvero impossibile Joy, dico davvero sai? Non ho mai visto nessuna bambina lamentarsi come te” ribatté Kristen esasperata. C’era d’aspettarselo. A differenza della figlia lei amava viaggiare in aereo ma i fusi orari la disorientavano facendola diventare un po’ nervosetta.
“Ma io voglio vedere i nonni” si giustificò facendo gli occhi da cucciola.
Era davvero esilarante vedere le donne più importanti della mia vita battibeccare. Non osavo immaginare cosa sarebbe successo quando Joy sarebbe diventata un’adolescente con la risposta sempre pronta. Avrebbero sicuramente discusso ogni giorno, questo era certo ed io? Io mi sarei ritrovato tra due fuochi senza sapere bene a chi dar ragione, ma una cosa era certa: per quanto riguardava l’argomento ragazzi, Kristen avrebbe sempre avuto il mio sostegno. Si, Joy sarebbe rimasta sempre la mia bambina e nessuno avrebbe mai dovuto spezzarle il cuore.
“Tu cosa ne pensi papà?” mi risvegliai dal mio sogno ad occhi aperti quando Joy mi afferrò la mano scuotendomela.
“Eh? Io… penso di essermi perso qualcosa” vidi Kristen alzare gli occhi al cielo e ridacchiare.
“Come tuo solito Spunk” mi beffeggiò “stavo decidendo, visto che è ora di pranzo, se fermarci a mangiare ad un ristorante o andare direttamente dai tuoi. A che ora ci aspettano loro?”
“Oh… a dire il vero non ne ho idea, insomma ho detto a mia madre che saremmo arrivati oggi ma non con quale volo”
“quindi cosa facciamo?”
“chiamiamo un taxi, vi porto io a pranzo in un ristorante di lusso. Vi va?” Kris scoppiò subito a ridere, sapeva benissimo che non era un tipo da ristoranti importanti, il cibo li era sempre dato in porzioni ridotte e costavano un occhio della testa, non che i soldi fossero un problema ovvio, ma il mio stomaco aveva bisogno di una quantità enorme di cibo e se non lo avessi accontentato, molto probabilmente, si sarebbe offeso.
“Noooooo che schifo papà”
“amore tranquilla il ristorante di lusso di tuo padre può essere solo uno” Joy reclinò la testa curiosa.
“McDonald’s” dicemmo all’ unisono.

______

Dopo il pranzo a base di Big Mac  e patatine fritte, eravamo andati a comprare un gelato enorme nel parco. Era bello passare un po’ di tempo con loro, specie se si respirava un’aria serena e piena d’amore. Per quanto mi costava ammetterlo, stavo iniziando a perdonare Kristen o forse, cosa molto probabile, l’avevo già perdonata nel momento in cui mi aveva portato su quella soffitta. Era inutile continuare a fingere, l’amore che provavo per lei era troppo forte per starle lontano e dio solo sa quanto ero stato male quell’intero mese nel vederla in quello stato. Avevano ragione tutti: Dakota, Asheley, Kellan, Lizzie. Non potevo vivere senza di lei.
“Oggi sei fin troppo pensieroso signor Pattinson, cosa c‘è che non va?” chiese Kristen sventolandomi una mano davanti agli occhi.
“tutto bene. Io…sto benissimo”
“bene, allora bussiamo o vuoi rimanere ancora qui fuori al freddo?” ridacchiai suonando il campanello della casa dei miei.
“NONNAAAAAAA” urlò Joy buttandosi tra le braccia di mia madre che, grazie al cielo, l’afferrò al volo.
“Oh finalmente siete arrivati! Piccola mia quanto mi sei mancata”
“anche tu. Nonno? Zia?”
“sono dentro corri a salutarli. Voi due, cosa ci fate ancora sulla porta? Entrate e tu signorina” disse indicando Kristen “vieni qui ed abbracciami muoviti” le ordinò sorridendo e Kristen, che dapprima sembrava un pezzo di ghiaccio, sembrò sciogliersi.
“Ah mannaggia a voi due, l‘ho sempre detto che eravate due teste calde” borbottò mamma stringendola a se.
“Allora, dov‘è la futura sposa?” chiesi sorridendo.

______

“Allora come si sente il fratello della sposa?” chiese Kristen voltandosi verso di me. Eravamo distesi sul letto dei miei parlando delle cose più futile mentre Joy  rideva come una matta con la mia famiglia in salone. Da quando eravamo arrivati a Londra non ha fatto altro che andare in giro con le zie tutto il pomeriggio.
“a dire il vero stento ancora a credere  che Lizzie si sposi”
“si, in effetti è un po’ assurdo. Non avevo mai pensato a lei sposata sai? Ma si sa, l‘amore cambia le persone”
“Già, ma sai lei è…Lizzie” farfugliai come se bastasse dire ciò per far intendere il mio pensiero. Era stato davvero un colpo per me sapere che si sarebbe sposata, certo un buon colpo, ma pur sempre inaspettato e destabilizzante. Insomma Lizzie era sempre stata una tipa indipendente fin da bambina non faceva altro che ripetere “Matrimonio? Ma scherzi, io?” e invece era successo.
“si, ti capisco”
“quando partiamo per l‘isola Wight?” chiesi dopo qualche minuto di silenzio. Era bello sentire che le cose stavano tornando come prima, mi erano mancati i nostri silenzi, il nostro far nulla. Io e Kristen adoravamo stare distesi su letto ad osservare il soffitto senza dire una parola. Erano silenzi piacevoli i nostri, quelli che esprimevano mille emozioni, senza il bisogno di usare stupide parole per esporle.
“domani mattina”
“non ho ben capito quanti invitati ci saranno” ridacchiò scuotendo la testa.
“tua sorella ha fatto le cose in grande. Ci saranno circa settecento e passa invitati” mi misi a sedere di scatto e la guardai sbalordito.
“scherzi vero?”
“mai stata così seria. Te l‘ho detto, ha fatto le cose in grande”
“mio dio, Neanche il Principe d‘Inghilterra ha invitato tutte queste persone” Kris rise ancora una volta per poi sedersi anche lei a gambe incrociate.
“settecento e passa invitati” sussurrai sconvolto. Mia sorella era del tutto pazza “partiranno tutti domani mattina con noi?”
“ma no idiota! Domani mattina presto partiremo solo noi, i tuoi, i genitori di Sam e gli amici più cari e ci prepareremo nella villa stessa. Il resto degli invitati prenderanno un traghetto, che Lizzie ha prenotato e arriveranno alla villa solo qualche ora prima della cerimonia” mi spiegò lei sotto il mio sguardo sconvolto.
“ha pensato davvero a tutto”
“già ed anche al mio abito da damigella purtroppo” borbottò e questa volta fui io a ridere.
“e dai, non potevi mica presentarti in Jeans e Maglietta, sai che non te l‘avrebbe permesso. È tanto brutto il vestito?”
“a dire il vero è stupendo, insomma mi sta bene, ma tu sai che sono a disagio in questi abiti” si lagnò mettendo il broncio.
L’attirai a me e l’abbracciai forte.
“sarai bellissima” sussurrai al suo orecchio e lei annuì.
Quella notte dormimmo nello stesso letto, i miei non avevano due camere a disposizione e Joy volle dormire a casa di Victoria.
Fu davvero una delle sere più difficili della mia vita. Come suo solito Kristen non fece altro che muoversi  tant’è vero che ad un certo punto me la ritrovai sdraiata sul mio petto con le gambe intrecciate alle mie. Era una sensazione piacevole quella, non mi sentivo così bene e… eccitato da tanto, troppo tempo. È stato davvero difficile convincermi di tenere le mani apposto e dormire. Oltretutto il suo abbigliamento non aiutava. Seppur facesse freddo Kristen indossava una misera culottes e una canottiera, aveva sempre detto che preferiva dormire con meno cose possibili addosso e coprirsi con un lenzuolo e difatti così aveva fatto anche quella volta. Reggiseno? Beh Kristen non conosceva quella parola o la riteneva una parolaccia non so, però lo indossava raramente, solo quando era costretta a farlo insomma. Diceva che era scomodo, specie la notte e così tutte le volte che dormivamo insieme, da sempre, quello che doveva respirare profondamente per non pensare al suo seno scoperto schiacciato al mio petto era il sottoscritto. Era una dolce e dura tortura quella.
La mattina dopo mi svegliai per primo e fui costretto a correre in bagno, evidentemente il mio amico li sotto non era d’accordo con me e proprio non voleva saperne di starsene al suo posto. Una volta che mi fui calmato feci un salto fuori per vedere come procedeva il tutto poi tornai a letto e la osservai dormire fin quando non aprì gli occhi. Avevo dimenticato quanto fosse bella appena sveglia!

________
Ed eccoci arrivati nell’ Isola che da sempre porto nel cuore. Quanti ricordi, quante emozioni racchiudeva questo posto così magico. Io e Kristen avevamo trascorso dei momenti fantastici in quel luogo, avevamo fatto progetti li, sognato di ritornarci un giorno insieme ai nostri figli un giorno.

“Quando avremo dei bambini li porteremo su quest‘isola Rob. Voglio che sappiano quanto sia speciale per noi e che se ne innamorino anche loro”
“Oh, ce li porteremo Kristen. Te lo prometto”

Ed era successo davvero, il nostro sogno si era realizzato. Ora Joy si ammirava estasiata il paesaggio del nostro rifugio personale.
“Ti piace piccolina?” chiesi mentre mi avviavo alla villa con lei sulle spalle. Avevamo deciso di andare a piedi, infondo non era troppo lontano dal porto.
“E‘ stupendaaaaaaa!” esclamò felice agitandosi addosso a me.
“Ehiiiii così mi fai cadere” sghignazzai.
“si amore, sta ferma che il tuo papà non ha mai avuto un buon equilibrio” mi derise Kristen facendole l’occhiolino.
“sono diventato piuttosto atletico in questi anni Principessa” ribattei indignato.
“Si Kristen, dice sul serio. Tanto atletico che l‘anno scorso l‘ho portato a correre con me e non ha fatto più di 200 metri” si intromise Lizzie facendo scoppiare a ridere tutti.
“Beh allora è migliorato. Con me non ne faceva più di 50”
“io sono ancora qui” borbottai prima che Kristen mi buttasse le braccia al collo facendomi traballare.
“sai che scherziamo”sussurrò per poi ridacchiare.
“papà la mamma ha ragione però. Mi stavi facendo cadere! Fammi scendere dalle spalle, ho paura”
“ehi tesoro, non tradirmi anche tu ti prego” farfugliai facendola sospirare.
“eh va bene ma stai attento” mi ammonì seria. Tutta sua madre!
Quando arrivammo alla villa rimanemmo tutti senza parole: era magnifica!
“Santo cielo Lizz è…stupenda!” esclamò Kristen togliendomi le parole da bocca.
“vero? Me ne sono innamorata appena l‘ho vista.”
Se fuori era bella dentro era anche meglio e poi era immensa!
“Bene ora vi dico le stanze dove prepararvi: mamma e papà nella camera al prima piano, victoria e…” continuò per qualche minuto fino ad arrivare a noi “e Kristen, Robert e Joy nell‘ultima stanza alla fine del corridoio” disse accennando ad un sorriso. Mia figlia mi tirò per la gamba costringendomi a guardala.
“dimmi piccolina”
“posso prepararmi nella camera con zia Victoria? Voglio stare con il mio cuginetto” disse facendo gli occhioni dolci prima al sottoscritto e poi alla madre. Io e Kristen ci guardammo per qualche istante e poi acconsentimmo. Infondo cosa poteva mai succedere? Dovevamo semplicemente stare da soli per un pò. Ingoiai il nulla, mentre le mani presero a sudare. Forse non era stata una buona idea!
Quando entrammo in camera mi buttai a peso morto sul divano, la sera prima non avevo dormito per nulla e questo non era un bene in un giorno importante come quello. Kristen mi seguì a ruota facendo un grande sbadiglio.
“Dio che sonno”
“dormi un po’ tanto è presto. Il matrimonio non inizierà prima delle sei di questa sera e sono solo le 11 del mattino”
“mmh… devo fare tante cose: tipo prepararmi” borbottò.
“shhh dormi” soffiai nel suo orecchio e lei si accucciò meglio sul letto.
“magari solo un’ oretta” cinque minuti dopo era già tra le braccia di Morfeo. Le baciai la fronte e una volta coperta con un lenzuolo uscii dalla stanza facendola dormire in pace. Non so se avrei resistito alla tentazione di baciarla. Bazzicai un po’ in giro, chiedendo a papà come si sarebbe svolta la cerimonia e parlottando del più e del meno con il promesso sposo. Era agitato, glielo si leggeva negli occhi ed io non potevo che confortarlo. Poverino, non sapevo cosa gli aspettava stando 24 ore su 24 con mia sorella. Non lo invidiavo per nulla!
“papà dov‘è la mamma?”chiese la Joy quando andai a vedere dove si fosse cacciata.
“sta dormendo amore, ora vado a svegliarla che deve prepararsi anche lei. Tu cosa fai?”
“la nonna ora mi fa il bagnetto e poi zia Victoria ha detto che viene un signore a farmi i capelli” mi spiegò sotto lo sguardo felice di mia madre.
“brava tesoro allora ci vediamo dopo. Un bacio a papà?” mi schioccò un bel bacio sulla guancia e poi corse in bagno a prepararsi.
Tornato in camera mi avvicinai a Kristen scuotendola leggermente.
“Ehi dormigliona svegliati. Principessa?” strinse forte gli occhi per poi aprirli poco dopo regalandomi un sorriso.
“Ehi! Che ore sono?”
“le 3 e mezza del pomeriggio” dissi controllando l’orologio. Cavolo se aveva dormito! Si mise a sedere di colpo toccandosi i capelli.
“Merda!”
“cosa c‘è?”
“è tardissimo. Devo farmi una doccia, asciugarmi i capelli, truccarmi e aiutare Lizzie. Alle 11 si sposa non ce la farò mai”
“Ehi calmati hai tutto il tempo. Mia sorella si è svegliata anche lei poco fa. Il parrucchiere e il truccatore non arriveranno prima di un‘ ora. Hai tutto il tempo per preparare il vestito e farti una doccia” dissi bloccando la sua crisi di panico.
“ok…si posso farcela. Chi pensa a Joy?”
“se ne sta già occupando la mamma. Sta facendo il bagno in questo momento.”
Kristen sospirò per poi sorridere e baciarmi una guancia.
“allora vado a farmi la doccia. Tu l‘hai già fatta?” negai con i capo. Avrei voluto proporle di farla insieme ma alla fine non lo feci.
“io faccio subito e poi non devo andare a bloccare nessuna crisi isterica della sposa” ridacchiammo insieme.
“è nervosa?”
“più del solito” risposi.
“è normale essere agitati il giorno del proprio matrimonio” dissi ed io mi incupii all’istante.
“anche tu lo eri? Agitata dico” chinò il capo torturandosi le mano.
“per motivi diversi dai suoi” ammise per poi guardarmi dritto negli occhi “sai quando non sposi l‘uomo più importante della tua vita è difficile mantenere la calma” aggiunse alzandosi dal letto “vado a fare la doccia.”
Mi alzai dal letto afferrandola per un braccio e facendola scontrare con il mio petto.
“e allora perché l‘hai sposato?” chiesi a pochi centimetri dal suo volto e senza mai interrompere il contatto visivo.
“perché ormai avevo perso tutto… avevo perso te. Mi sono detta che se proprio avrei dovuto sposare qualcuno che non fossi tu allora quello sarebbe stato il mio migliore amico”
“stavo…stavo venendo da te quel giorno” sussurrai avvicinandomi alla finestra.
“cosa?” era stupita.
“stavo venendo a fermarti. Sono arrivato fin fuori la villa dove ti sei sposata, volevo scendere e dirti di non farlo, che ero io quello giusto per te non lui” ammisi ricordando perfettamente quel giorno.
“perché non l‘hai fatto? Perché non mi hai fermato?” chiese avvicinandosi.
“ho pensato a Joy, pensavo fosse figlia di Steve e lei non c‘entrava nulla con noi, doveva vivere con il padre e poi… ero convinto che tu lo amassi” feci qualche passo verso di lei e ci ritrovammo nuovamente uno di fronte all’altro. Pochi centimetri di nuovo a dividerci: 10 forse.
“si…si sarebbe sistemato tutto subito” farfugliò.
“mi sentivo tradito. Feci inversione prima che tu arrivassi, non volevo rischiare di vederti in abito da sposa e tornai a casa, preparai le valige e tornai a Londra” sorrisi amaramente “Lizzie ha ragione, sono un vero coglione!”
“non è colpa tua. Ho sempre sbagliato io, in tutto” presi il suo viso tra le mani, era ora dei chiarimenti.
“mi dispiace averti trattato male nell’ ultimo mese ma ero deluso, era un qualcosa che non mi aspettavo e ho esagerato. Ho dato tutta la colpa a te ma non è così Kristen. È stata colpa di entrambi, avremmo potuto risolvere tutto il giorno stesso della nostra sfuriata”
“non dovevo tenerti nascosto che avevi una figlia”
“no, non avresti dovuto ma poi hai avuto il coraggio di dirmi la verità e mi stai aiutando a recuperare il tempo perso. Non ce l‘ho più con te Kristen” confessai poggiando la mia fronte alla sua “mi ero convinto di odiarti ma mi rendo conto che non l‘ho mai fatto. Non ci riesco è più forte di me perciò…” feci un lungo respiro avvicinandomi ancora di più alle sue labbra. Lei chiuse gli occhi. “…ti perdono Kristen. Tengo troppo a te per perderti ancora” mi guardò negli occhi e prima di annullare la poca distanza che ci divideva le sorrisi.
“ti perdono” ripetei poggiando le mie labbra alle sue. Fu un bacio dolce, in quel momento nessuno dei due voleva altro. Ci bastava baciarci, toccarci i capelli, riprendere confidenza con i volti altrui. Era una sorta di bentornato a casa e mai come in quel momento mi sentii completo. Avevo tutto: una famiglia che amavo, una carriera che andava alla grande, una figlia che era tutto per me e Kristen: la donna più importante della mia vita.
Mentre il bacio si faceva sempre più intenso e quel momento diveniva sempre più perfetto qualcuno aprì la porta della stanza di scatto.
“mamma, papà come st… ops!” ci staccammo di colpo, come scottati e ci voltammo a guardare nostra figlia e mia mamma ferme sulla porta, entrambe con un sorriso sulle labbra.
“scusate non volevamo…disturbare” disse mia madre “Joy voleva farvi vedere il suo vestitino” distolsi lo sguardo imbarazzato mentre Kristen si schiarì la voce avvicinandosi a lei.
“ma sei bellissima tesoro, fatti un po’ vedere?” la bambina fece una giravolta ed io le sorrisi.
“sei splendida amore”
La mamma la prese per mano accarezzandole i capelli.
“andiamo via tesoro, penso che i tuoi genitori debbano preparasi”
Joy annuì e pochi istanti dopo uscirono dalla stanza.
Ne io ne Kristen  sapevamo bene cosa dire, era una situazione imbarazzante o almeno lo era per noi.
“vado…vado a farmi la doccia” balbettò
“ehm…si. Si, vai”  

______________
Erano due ore esatte che noi maschietti ce ne stavano in giardino a chiacchierare mentre le nostre consorti si preparavano di sopra e bloccavano le crisi di panico di mia sorella.
Lizzie all’improvviso, mentre il parrucchiere le faceva i capelli, aveva avuta una crisi isterica in piena regola. Si era chiusa in bagno e aveva detto a Kristen di avvertire tutti che il matrimonio non ci sarebbe stato. Aveva paura. Ci erano voluti 20 minuti e passa per convincerla ad uscire di li. Grazie al cielo era tutto risolto e, questione di minuti, la cerimonia avrebbe avuto inizio.
Ero emozionato! Insomma quel giorno erano successe troppe cose:
Mi sorella si sarebbe sposata tra breve; Avevo chiarito con Kristen e l’avevo baciata. Beh si, non erano poi successe così tante cose ma per me erano talmente importanti e scombussolanti che sembravano innumerevoli.
Improvvisamente mi ritrovai una piccola peste stretta alla gamba. Era stupenda nel suo abitino da damigella.
“amore mio cosa ci fai qui?”
“la nonna mi ha detto di scendere e di prendere il cestino con i petali” mi spiegò lei nello stesso momento in cui mio padre mi sussurrò all’orecchio di prendere posto. La cerimonia stava iniziando.
Guidai Joy al centro del giardino ricordandole che doveva camminare lentamente e spargere i fiori per terra e lei gonfiando le guance mi guardò male.
“Ho capito non me lo dite più” ridacchiai accarezzandole i capelli e avvicinandomi all’altare. Una volta che tutti gli invitati furono  seduti, mia madre fece segno di far partire la marcia nuziale e pochi istanti dopo la mia bambina iniziò a saltellare per il corridoio spargendo petali e sorridendo a chiunque. Amava essere al centro dell’attenzione e avvolte mi chiedevo di chi avesse preso.
Quando Joy arrivò all’altare Sam gli baciò una guancia e lei corse vicino a me stringendomi forte. A quel punto fece il suo ingresso mia sorella Victoria seguita a ruota da un’amica di Lizzie.
“papà, dov‘è la mamma?” e come se l’avesse annunciata, Kristen inizio a percorrere quel tratto di giardino guardando dritta di fronte a se. Era imbarazzata! L’osservai per bene e mi si mozzò il fiato. Era incantevole nel suo lungo abito color del cielo stellato. Era perfetto per lei o forse era Kristen ad esserlo.
“Oh hai visto com‘è bella?”
“già piccolina, davvero meravigliosa” sussurrai incrociando il suo sguardo. L’amavo come fosse il primo giorno e volevo che lo sapesse. Volevo che sapesse che ero ancora totalmente ed incondizionatamente innamorato di lei e che lo sarei stato per sempre. Tuttavia c’era ancora qualcosa che mi bloccava dal dirglielo in quell’esatto istante. Non sapevo identificare bene cosa fosse, forse avevo semplicemente paura che dopo si sarebbe distrutto di nuovamente tutto.
“papà…papà? Guarda la zia, guarda la zia” scossi la testa disorientato e grazie a mia figlia tornai la realtà giusto in tempo per veder Lizzie varcare l’arco di fiori e sorridere a Sam. Quella sembrava essere davvero una serata piena di sorprese e la consapevolezza di sapere che sarebbe durata ancora un po’ mi fece aprire in un enorme sorriso.
“sei bellissimo” farfugliò Kristen al mio orecchio prendendo posto al mio fianco.
“tu sei meravigliosa” ribattei stringendo la sua mano nella mia.

_____________________________________
eheh non siamo state cattive questa volta visto? Pensavate che il bacio non ci sarebbe stato e invece c'è stato eccomeeeeeeeee.... curiose di sapere cosa succederà dopo questo avvicinamento?
Spsero che il capitolo vi siamo piaciuto, è stato bello scriverlo ma allo stesso tempo difficile. Incrociamo le dita *-*

p.s. Questo è il vestito di Kristen, è rosso ma non lo abbiamo fatto diventare Blu <3












Nusia&Marty

Ritorna all'indice


Capitolo 24
*** 24- Resta, non andare via. (Marty) ***


24 Buon Sabato a tutte ragazze,
eccoci con il nuovo - ed aggiungerei decisivo - capitolo.
Non mi va di anticiparvi nulla, vi dico solo che è fantastico, Marty ha fatto davvero un ottimo lavoro *-*  e poi... poi vi dico di cominciare a fare il conto alla rovescia, ormai siamo quasi alla fine.
Grazie a chi ha recensito, letto, aggiunto tra i preferiti, seguiti o altro, la storia *-* Siamo contentissime di questo.
Buona lettura ci leggiamo di sotto.
p.s. Vi posto il link della canzone che ci ha ispirato la storia. Questo è davvero il capitolo adatto per farvela ascoltare *-*



"Resta"
24-Capitolo (Marty)
KRISTEN POV. 

Resta

Osservavo mia figlia fare le giravolte in mezzo alla pista da ballo. Il suo volto era dipinto da un sorriso a trentadue denti che non dava segno di dissolversi, mentre gli occhi.. Gli occhi erano leggermente lucidi e brillavano di luce propria. Non l’avevo mai vista così felice, e se dovevo essere sincera neanche io lo ero mai stata così tanto.  Sentivo il cuore nel petto pompare forte e il mio sguardo era sempre incatenato a quello di Rob. Ci guardavamo, ci sorridevamo, e a volte, troppo poco per i miei gusti, ci sfioravamo.  Tutto era così perfetto,   e dentro di me riuscivo a scorgere anche un leggero senso di inquietudine. Si.. perché niente sarebbe mai stato così bello, così dannatamente al posto giusto.
Mi alzai dal tavolo  e raggiunsi Joy, prendendola per mano. Iniziammo a volteggiare insieme a ritmo di musica, circondate dai nostri amici e dai nostri parenti.  Andai alla ricerca con lo sguardo di suo papà, ma a quanto pare era uscito dalla sala dove si stava svolgendo la festa.
“Mamma dov’è  il papi?”  Vorrei  tanto saperlo anche io dove diavolo è andato.Dissi tra me, ma mi limitai ad accarezzarle i capelli e a scuotere la testa.
“Non lo so Joy.”
“Potresti andallo a chiamare perfavore? Voglio fargli vedere un passo di danza!”
Le sorrisi teneramente.  “E a me non lo fai vedere?  Bene, ora è tutta cocca del papà questa bimba capricciosa!” 
Mi voltai le spalle incrociando le braccia sotto il petto, fingendomi imbronciata.
“Mami se lo andi.. vai…  a chiamare te lo faccio vedere anche a te.”

“Come sei gentile..  “ Mi fulminò. “Ok, ok, lo vado a chiamare.”Alzai le mani in segno di resa e uscii dalla sala.  Dopo aver sceso la scalinata dell’hotel e raggiunta la hall mi guardai intorno alla ricerca di un uomo con la sigaretta alla bocca e un caffè in mano.  Ma quello che trovai fu un po’ diverso.
E’ vero trovai un uomo, ma non era solo. Il suo viso mi era celato da una donna dai capelli biondi, con le braccia conserte e di fronte a lui.  Trattenni il fiato e mi nascosi dietro la pianta cercando il più possibile di non farmi vedere. Il battito del mio cuore si era fermato, così come il respiro. Solo gli occhi erano spalancati e cercavano il più possibile di identificare quella donna.
“Quindi i mesi  che hai passato a scoparmi non significano più niente per te?” Sbottò la bionda puntando un dito contro al mioRob. Ma dopotutto, era ancora mio?
“Megan.” Che nome da troia, pensai cercando di mozzarmi la lingua con i denti.  “Io non so davvero cosa dirti..”
“Io ti amo Robert, e so che anche tu mi ami, altrimenti perché adesso mi saresti venuta a cercare?”
Lui era andato a cercare lei? Non riuscivo a credere a ciò che stavo sentendo. Le mie gambe erano diventate improvvisamente molli e gli occhi, quelli si stavano riempendo di un piccolo strato di lacrime.
“Tu hai bevuto troppo.. tornatene a casa Megan.”
“A casa?” Gli si scagliò contro e non volli vedere più nulla. Mi girai con una lacrima di delusione che percorreva lentamente la mia guancia. Mi ero fatta troppe illusioni. Troppe illusioni del cazzo.
Davvero ero stata così ingenua da pensare che lui durante tutto quel tempo si fosse comportato da Santo?
Tornai di sopra con il cuore in gola e le ginocchia che non la finivano di tremare. Mi avvicinai al tavolo dove ero seduta prima e fortunatamente Joy non mi venne a chiedere nulla su dove si trovasse il padre.
Stava ballando sui piedi di suo nonno, e rideva.. La sua risata, grassa e dolce riempiva la sala enorme e tutti dal primo all’ultimo invitato si erano fermati  a parlare con lei, incantati dalla sua gioia e entusiasmo.
Allungai la mano e avvicinai lentamente il bicchiere di vino alle mie labbra, mentre le parole di quella donna tornavano nella mia mente e come coltelli affilati affondavano nella carne.
“So che tu mi ami…”
E il bacio che ci eravamo scambiati poche ore prima cosa aveva significato? Come poteva portarsi a letto un’altra quando trascorreva più della metà del suo tempo con me  e Joy?
Gelosia..Rabbia.. Delusione.
Come potevo essere così stupida? Dio,quanto avrei voluto tornare indietro e non ricambiare quel maledetto bacio!
“Ehi.” Mi voltai rapidamente e incrociai il suo sguardo. Era seduto accanto a me e cercò di posare una mano sulla mia spalla. Mi ritrassi all’istante e cercai di alzarmi. Non potevo reggere,non potevo  stare accanto a lui un secondo di più senza scattare.
“Kris.. principessa.”
Mi si bloccò il respiro.
“No niente Kris. Niente principessa. Lasciami passare per favore!” sbottai.
“Ehi ma che ti prende?!”  Un’altra volta il suo braccio sfiorò il mio, e dei piccoli brividi percorsero la mia pelle.
“Ti ho detto di non toccarmi!” Ora la mia voce assomigliò di più ad un ringhio.
Si alzò dirigendosi verso sua figlia e la prese fra le braccia iniziando a ballare, e io.. io rimasi a fissarli lottando contro le lacrime che cercavano in ogni modo di fuoriuscire.

**

Rimasi immobile mentre tutti gli invitati uscivano dalla grande sala dove si era tenuta la festa. Era mezzanotte passata ormai, Liz e Sam si erano rifugiati nella loro suite per fare i bagagli. Le coste delle Canarie li attendevano per  il viaggio di nozze.
Joy era profondamente addormentata in braccio a me, un dito in bocca e le guance arrossate a causa dei troppi balli scatenati che aveva fatto con metà degli invitati al matrimonio.
Non avevo più parlato con Rob e ormai gli era perfettamente chiaro che qualcosa non andasse, ma…  d’altronde cosa avrei mai potuto rispondergli?!
Ti ho visto con la donna che ti scopi, saltuariamente?
“Kris vieni, devo darti le chiavi della stanza.” Victoria mi chiamò e io cercando il più possibile di non svegliare la mia bambina la seguii giù per la hall dell’hotel.
Non potevo pensare a ciò che era accaduto, non potevo, perché sarei scoppiata a piangere come al mio solito e nessuno doveva accorgersi della battaglia interiore che mi stava lacerando.
Una volta davanti al bancone, mi accorsi che tutti i Pattinson al completo erano lì, tutti tranne Liz, impegnata a fare chissà quali porcherie con il suo neo-dotato-maritino.
Mi allontanai il più possibile da Robert e aspettai che mi dessero la chiave della camera dove io e Joy avremmo dormito.
“Joy, dorme con noi?” mi domandò Clare guardandomi con un sorriso mal celato dipinto sulle labbra.
“Hmm.. okay,prenderò una singola.”
“Mi dispiace tesoro, dovrò farti dormire con quella zucca vuota di mio figlio.”
No.No.No. Avevo sentito bene? Io non avrei dormito con Rob nemmeno se fosse stato l’ultimo uomo sulla terra.
Okay Kris non ci devi andare a letto ma.. io, lui, nella stessa stanza insieme alla mia voglia inarrestabile di castrarlo.
Decisamente non era un’ottima idea.
“Io… non c’è una singola?”Mi sarei soffocata con l’aria che stavo respirando, ne ero certa.
“No.” Spalancai gli occhi perplessa, non era stata Clare a rispondermi ma.. Rob, e con un tono di voce che non avrei riconosciuto nemmeno volendo.
Prese la chiave dalla mano del receptionist. “Possiamo andare? Sono stanco.”
Ricambiai quello sguardo truce e lasciai la mia bambina nelle braccia della nonna, solo dopo averle dato un piccolo bacio sui capelli color caramello.
Incrociai le braccia al petto e seguii Rob su per le scale.
Silenzio per il corridoio.
Silenzio in ascensore.
Nessuno dei due aveva intenzione di aprir bocca, o almeno, io di certo non avrei parlato per prima.
Quando infilò la chiave nella serratura, un bel letto matrimoniale fece  bella figura di sé al centro esatto della stanza. Benissimo, avrebbe dormito sul pavimento.
Sospirai lasciando cadere a terra la mia borsa e senza degnarlo di uno sguardo mi rifugiai in bagno, sforzandomi di restare calma e non cominciare ad urlargli contro.
Mi lavai la faccia e tirai fuori dalla valigia che il facchino aveva evidentemente portato lì quando eravamo arrivati, una tuta che avrei usato come pigiama.
Quando uscii feci bene attenzione a non incontrare il suo sguardo.
“Dormi sul divano.”
“Cosa?” Rispose sbarrando le palpebre per la sorpresa.
“Sono stata costretta a dormire con te nella stessa camera. Non nello stesso letto. Quindi ecco qui le lenzuola.”
Gli diedi le coperte e il cuscino e dopo avergli sorriso poco carinamente mi rifugiai sotto le coperte voltandogli la schiena.
“Stai scherzando spero?! Se vuoi farmi un pesce d’aprile anticipato di qualche mese sappi che non è affatto di buon gusto.”
Scossi la testa. “Non sono mai stata più seria di così. Ora fammi il favore di chiudere quella bocca e dormire. Sono stanca.”
“A meno che tu non voglia andare da Megan”dissi fra me borbottando senza farmi sentire.
Quando lo sentii togliersi i pantaloni e la maglietta, ebbi l’impulso di chiamarlo per chiedergli di raggiungermi in quel letto.. troppo grande per essere occupato da una persona. Ma le parole di quella ragazza a me del tutto sconosciuta, continuavano a ronzarmi in testa.
“’Notte.”
Non risposi, aspettai che si posizionasse sul divano e spensi la luce, mentre finalmente le tanto agognate lacrime arrivarono e scivolarono copiose lungo le mie guance.


***

Aprii gli occhi all’improvviso, mentre il ricordo del sogno che avevo appena fatto era sempre più vivido.
Sospirai e provai a voltarmi nella parte opposta, ma qualcosa, o meglio qualcuno non me lo permetteva. Sentivo un braccio anchilosato stringermi la vita e le sue gambe erano intrecciate alle mie.
Quando mi resi conto appieno della situazione provai a spingere Rob il più forte possibile da me, ma in risposta ottenni solamente un grugnito.
“R.O.B!”
Mi strinse con più forza al suo corpo. Cavolo, durante quei quattro anni deve aver messo su muscoli.Pensai mentre provavo a sollevargli il braccio ancorato alla mia vita.
“Cosa ci fai qui?!” un altro urlo, che però riuscì a sentire.
Aprì gli occhi corrugando le sopracciglia. “Perché urli?”
“Perché mi stai facendo male.”
“Ti è sempre piaciuto dormire così.. e poi pensavo che quella cosa fosse passata. Così sono venuto qui.”
“Quella cosa, cosa?”
Deglutì. “Ti ricordi che in questi momenti ti facevo tante carezze e coccole al pancino?”
“Questi momenti?”
Forse stava delirando, o probabilmente non si era ancora svegliato del tutto.
“Le avverto io queste cose..”
“Di che cazzo stai parlando?!”
Fece gli occhietti dolci e sollevò le spalle innocentemente. “Sei in sindrome premestruale. Lo capisco. Ti conosco.”
Senza parole. Ero senza parole. Chissà come però, poi le trovai insieme a vari insulti.
“Tu sei un emerito deficiente. Non sono in nessuna sindrome premestruale, e non hai capito un cazzo.”Sputai inacidita e arrabbiata.
“Allora dimmi che cos’hai Kris. Perché non capisco proprio.”
“Non ho voglia di parlare. Vai sul divano.”
“No. Io non mi muovo da qui finchè non mi dici che cosa diavolo ti passa per la mente.”
“Vallo a chiedere a Megan!”
Lo vidi deglutire e abbassò gli occhi. “Come fai a sapere di lei?”
Aprii la bocca inorridita. Allora c’era davvero un lei.
Gli tolsi definitivamente il braccio dal mio corpo e senza pensarci un secondo di più mi rifugiai in terrazzo insieme ad una coperta. Una cosa era sicura, non sarei tornata lì dentro.
Mi sedetti sulla panchina mentre l’aria fredda di febbraio mi colpì in pieno volto.
“Non piangere.”
Sbuffai esasperata.
“Forse non capisci bene. Voglio stare da sola, e non voglio vederti.”
Si sedette accanto a me.  “Non sei un uomo perspicace a quanto vedo.”
“Sei una stupida lo sai? E una persona gelosa, possessiva e testarda.”
“Beh vogliamo parlare del fatto che sei uno stronzo, immaturo.. un bambino e una grandissima testa di caz..”
Un dito andò a finire sopra le mie labbra impedendomi di continuare con il mio insulto.
“Shh..”
“Io dico quello che mi pare e piace!”
“Megan è un’amica di mia sorella. Esattamente due anni fa sono andato a letto con lei. Una volta, sia ben chiaro, ed ero anche mezzo ubriaco. Da quella volta però lei si è illusa che io provassi qualcosa nei suoi confronti. Come se fosse possibile io sono innam..” Si ammutolì guardandomi negli occhi, e solo dopo aver sospirato riprese a parlare.
“Non pensavo di trovarmela qui oggi. Poi però lei si è avvicinata  e ho insistito per parlarle evitando così di farti diventare una stupida ragazzina gelosa.”
Sorrise. “Ma qualcosa mi dice che non è andata precisamente come speravo.”
“Direi di no.”
“Sei sempre stata così… ancora non hai capito che io ho occhi solo per te, dannazione?”
“Direi di no.”
“Pensi che risponderai con qualcosa che non sia ‘direi di no’?”
Feci finta di pensarci un momento. “Direi di no.”
Mi sentivo sollevata, e come aveva detto lui ero solamente una stupida, gelosa.. eppure. Eppure il mio orgoglio del cazzo non riusciva a farmi mettere da parte il riserbo e la delusione che avevo provato quella sera.
Però.. lui mi conosceva meglio di chiunque altro. Sapeva come penetrare nelle mie barriere, come farmi ridere, come farmi sciogliere.
Infatti le sue dita andarono a finire sulla mia pancia e iniziò a solleticarmi facendomi scoppiare a ridere come una deficiente.
Mi sollevò delicatamente insieme alla coperta non smettendo di torturarmi. Mi posò sul letto.
“Capisci che sono le quattro del mattino? Abbiamo speso una notte da soli perché tu sei gelosa di me.”
“Io NON . SONO. GELOSA.”
Ridacchiò. “ Se tu non sei gelosa, allora Micheal  Angarano è un figo pazzesco.”
“Ha-ha non ci posso credere. Io sarei quella gelosa?! E quando hai preso a pugni Mike allora? E dopo così tanto tempo ti ostini ancora a insultarlo. Sei pro..”
Le parole mi morirono in bocca quando sentii la sue labbra posarsi fameliche sulle mie, mettendo fine al mio sproloquio.
Si staccò un secondo. “Sai qual è il tuo difetto?”
Scossi la testa.
“Parli troppo.”
E si avventò nuovamente, questa volta usando la lingua, e mordendo il mio labbro inferiore facendomi gemere leggermente.  Mi era mancato. Mi era mancato in un modo che faceva quasi male.
Questo bacio non aveva nulla a che vedere con quello che ci eravamo scambiati poche ore fa. Era passionale, c’era urgenza, c’era il bisogno che nutrivamo l’uno per l’altra da troppo, troppo tempo.
L’ultima volta che avevamo fatto l’amore me la ricordavo come se fosse quel giorno stesso.
Ricordavo perfettamente ogni dannato particolare. Avevamo concepito Joy.
Mi spinse contro il muro e le sue labbra passarono a setaccio sul mio collo facendomi ansimare in modo indecente.
Infilai le dita fra i suoi capelli attirandolo il più possibile a me. Sapevo che gli piaceva, sapevo che adorava quando gli tiravo piano una ciocca e poi l’altra.
Fece scivolare la bretellina della mia canottiera e mi pentii amaramente di non aver messo il reggiseno per dormire.
La sua bocca continuava a scendere mentre con una mano strinse il mio seno con forza.
“R.. Rob.” Un gemito soffocato si liberò dalle mie labbra.
“Si?” disse fermandosi e guardandomi con una tale passione che mi fece quasi cedere le ginocchia.
“Continua.. non ti f.. ermare.” Mugolai mentre lo vidi sorridere compiaciuto per tornare con le sue labbra, la sua lingua , lì dove si era fermato.
Con le braccia mi sollevò e mi fece ancorare le gambe intorno alla sua vita, facendo aderire i nostri bacini.
Sentivo la sua erezione contro di me e questo non fece altro che farmi desiderare di più. Subito. In quel preciso istante.
Afferrai i lembi della sua maglietta e con un po’ di aiuto da parte sua riuscii a liberarlo. Dopo di che toccò al mio turno.
Quando la situazione divenne insostenibile per entrambi, camminò verso il letto ,  e mi depositò dolcemente facendo scorrere i pantaloni della tuta lungo le mie caviglie.
Ero nuda, a parte i miei slip, e stranamente non mi sentivo in imbarazzo. No. Perché con lui era tutto così semplice, con lui era sempre stato semplice e meraviglioso.
“Sei bellissima..” sussurrò al mio orecchio con voce roca lasciandomi una serie di brividi sul collo.
“Dio solo sa quanto mi sei mancata..”
Una mano sulla mia coscia.
“…Il tuo corpo liscio.”
Una carezza più profonda che mi fece fremere.
“…La tua pelle profumata..”
Con un dito si ancorò al bordo dei miei slip e il respiro mi si mozzò tra le labbra.
“… Il tuo calore…”
E le tolse, mentre un fuoco sempre più grande nasceva in me.
Lo volevo, lo volevo con tutta me stessa.
“Anche tu mi sei mancato..” Mugolai mentre cominciava a toccarmi. Lì dove nessun altro aveva osato.
Lui era stato il primo, e anche l’ultimo.
“Ti prego Rob.. togliti i boxer.. “
Non se lo fece ripetere due volte e li fece scorrere lentamente, e quando il mio sguardo cadde lì, mi sentii.. a casa. Avevamo ritrovato la nostra intimità, il nostro amore, il nostro tutto.
Deglutii per mancanza di saliva e lo attirai a me con forza.
Le sue mani si arpionarono ai miei glutei e sapevo che mancava poco. Ancora pochi istanti e ci saremmo ritrovati, come due tessere di puzzle.
Un velo di preoccupazione però fece breccia in me.
“Io.. Rob.. è da tanto che..”
“Shhh. Non preoccuparti amore”
E il mio cuore si riempì di gioia. Fece scorrere il suo sesso lentamente e dopo pochi istanti di assoluto dolore per l’attesa, entrò in me con un'unica spinta.
Gemevamo insieme, il suo sguardo puntato nel mio, le nostre fronti a contatto, e il piacere ci portò via.. ci fece andare alla deriva.

Strinsi più forte le gambe attorno ai suoi fianchi e  lo baciai. Un bacio che sapeva di passione e soprattutto di amore, di tempo perso.
E nel momento in cui stavamo per venire, nel momento in cui il piacere ci pervase fino all’ultimo centimetro del nostro corpo, le sue labbra pronunciarono ciò che non mi sarei mai immaginata.
“T..ti  amo.”
Una spinta sempre più forte mentre la gioia che sentii nascere dentro si quadruplicò di un miliardo.
Una lacrima percorse la mia guancia e un urlo, quando finalmente raggiunsi il culmine , venne suggellato dalle sue labbra nell’ennesimo bacio famelico.
Si lasciò andare sul letto, prendendomi fra le sue braccia. Le nostre pelli sudate a contatto.
“Stenditi qui. Voglio sentire il tuo corpo sul mio.”
E mi sdraiai su di lui, mentre il cuore batteva come non mai, mentre gli occhi non finivano di riempirsi di piccole lacrime di commozione.
Strinse le sue braccia intorno alla mia schiena posando le sue labbra sulla mia fronte, così facendo si accorse però delle mie lacrime silenziose.
“Shhh.. sono qui , sono qui. Non ci lasceremo più principessa. Mai più.”
“Come fai a dirlo?” piagnucolai.
“Perché non ti lascerò fuggire da me. Perché se dovesse succedere un’altra volta un litigio del genere ti urlerei “Resta. Non andare via.”
Mi strinsi come se  fosse possibile di più al suo corpo e avvicinai la mia bocca al suo orecchio.
“Ti amo anche io.”


_____________________________

Allora contente? *-* finalmente è arrivato il tanto agognato capitolo. Cosa ne pensate della canzone? E soprattutto cosa succederà ora? *-* ci vediamo al prossimo aggiornamentoooooo....





Nusia&Marty


Ritorna all'indice


Capitolo 25
*** Una proposta speciale (Nusia) ***


25 Eh no, questo non è un miraggio. Siamo proprio NOI dopo ben 1 mese e 13 giorni.
Scusatemi tanto, faccio davvero pena lo so benissimo. La colpa è solo mia, Marty non c'entra nulla quindi prendetevela con la sottoscritta =(
Non so cosa dirvi, è stato un mesetto pieno di cose da fare:
-Ho dovuto studiare per i diversi compiti scolastici;
-prepararmi per le interrogazioni finali;
- andare a danza per provare le coreografie di fine anno;
-organizzare la festa per i miei 18 anni
...e come se non bastasse la mia ispirazione se n'era andata a spasso, una sorta di blocco dello scrittore. Questo ovviamente non mi giustifica affatto u.u
Non dico altro anche perché sono sicura ch enon vedete l'ora di sapere cos'è successo dopo la loro notte d'amore. Un bacio, spero non ci abbiate abbandonato. Ci leggiamo sotto *-*



"Resta"


25- Capitolo (Nusia)

Pov Robert

Ero sveglio da circa un’oretta e i miei occhi non la smettevano un attimo di fissare la donna che mi dormiva affianco. Era fantastica! Nel corso degli anni malgrado fosse cresciuta e i lineamenti si fossero fatti più marcati, la sua pelle restava ugualmente morbida, candida e assolutamente perfetta. Come del resto tutto di lei. Ancora oggi, dopo ben 2 mesi dal matrimonio di mia sorella, stentavo a credere di averla nuovamente tutta per me, di poterla stringere, abbracciare, amare quanto e quando volevo. Quel giorno chiarimmo molte cose e anche il giorno dopo e quello dopo ancora. Ci eravamo seduti sul divano di casa dei miei e avevamo parlato per ore e ore fino a confidarci tutto. Da quel giorno le cose sono andate decisamente meglio ed era stato inevitabile il nostro riavvicinamento. Tornati a Los Angeles non avevo perso tempo a recuperare tutti i miei bagagli da Kellan e trasferirmi da loro: le donne più importanti della mia vita. Joe era stata felicissima nell’apprendere la notizia del mio “trasferimento” e ancor di più lo era stata quando le avevamo detto che i suoi genitori erano tornati insieme.

“Io e il tuo papà stiamo insieme amore”
Joy inarcò un sopracciglio mettendo su il nostro sorriso sghembo.
“insieme come?”
“beh…insieme” dissi io come un deficiente.
“ottimo chiarimento Rob” mi derise Kristen ridacchiando.
“nel senso farfallina che io e la mamma ci amiamo tanto e vogliamo stare insieme sempre” ci riprovai “va meglio così?”
“Assolutamente” acconsentii la mia fidanzata.
“come una vera famiglia? Nel senso che vivrai con noi, bacerai la mamma, le porterai la colazione a letto come fanno tutti i papà delle mie amichette?” al mio cenno positivo vidi i suoi occhi illuminarsi e quelli di Kris farsi lucidi.
“SIIIII” esultò prima di buttarsi in mezzo a noi stringendoci forte.
“Sempre?” domandò
“Per Sempre” dicemmo all’unisono noi.

“Mmmh…” sentii Kristen mugugnare e qualche istante dopo iniziare a muoversi.
“Buongiorno principessa” sussurrai al suo orecchio e automaticamente sentii le sue braccia attorno al mio collo.
“mmh… Giorno amore” mi baciò a fior di labbra e percosso dalla solita scossa la portai su di me poggiando la testa sul cuscino.
“Joy?”
“dorme placidamente nel suo lettino. Sono le 8 è presto”
“capito. Da quando sei sveglio?”
“un‘oretta penso”
“e cosa hai fatto tutto questo tempo? Potevi svegliarmi” sorrisi tracciando con le dita il contorno delle sue morbide labbra.
“dormivi così bene e se ti avessi svegliata non avrei potuto ammirare quanto fossi bella”
“mmh a cosa devo tutta questa dolcezza? Cos‘hai combinato” mi fissò con sguardo indagatore ed io storsi le labbra.
“perché mai avrei dovuto fare qualcosa? Non posso dire alla donna che amo che è bellissima?”
“Certo, ma non con quello sguardo”
“quale sguardo?” chiesi mettendo su un’espressine da finto sorpreso.
Mi conosceva troppo bene. Sapevo che avrebbe capito che c’era qualcosa di strano. In realtà ero così dolce per due motivo: il primo perché è davvero stupenda quando dorme, il secondo perché voglio farla sentire realmente una principessa, oggi più degli altri giorni. Ci stavo pensando da circa una settimana e ieri avevo chiesto a Kellan se poteva aiutarmi ad organizzarle una sorpresa. Volevo chiederle di sposarmi; stasera sulla spiaggia, dopo un romantico picnic.
“quello sguardo da pesce lesso che sembra gridare: EHI STO NASCONDENDO QUALCOSA ALLA MIA FIDANZATA PER QUESTO LA TENGO BUONA CON TANTE SMANCERIE. Ecco adesso si è accentuato” cercai di trattenere una risata ma mi fu impossibile.
“sei assurda amore! Dovrei sentirmi offeso sai? Ma ti perdono perché tra un‘oretta ho un appuntamento con Kellan”
“Cosa dovete fare?” chiese sedendosi a gambe incrociate sul letto.
“una cosa” dissi indifferente.
“una cosa, cosa?”
“Non lo so”
“Robert Thomas Pattinson, cosa mi nascondi?”
“nulla davvero. Non mi ha detto cosa dobbiamo fare, mi ha semplicemente chiamato e chiesto di andare con lui” la fissai negli occhi cercando di tenere su la recita. Ero un attore cavolo, non potevo essere smascherato da quegli occhi verdi. Certo era un’attrice anche lei, una grande attrice aggiungerei, ma questa volta non mi sarei fatto beccare.
“farò finta di crederti.” si arrese mettendo su un fantastico broncio. L’attirai nuovamente a me stringendola forte e roteando in modo da farla trovare con la schiena poggiata al letto e me su di lei.
“mi dai un bacio? Ho tanta carenza d‘affetto sai?”
“ah si? In questo caso te ne darò due allora”
I due baci si trasformarono in un migliaio di baci e il mio amico li sotto, già bello sveglio da un bel po’ (anzi forse neanche era andato a dormire lui), si mise sull’attenti. Kristen se ne accorse e sorrise maliziosa.
“mh il tuo amichetto mi sta dando il buongiorno”
“ti dispiace?” mormorai sul suo collo lasciandole una scia di baci. Sospirò.
“affatto” le mani presero posto tra i miei capelli e con forza li tirò fino a riportare la mia bacca ad un centimetro dalla sua.
“così mi fai male” farfugliai  senza fiato.
“hai venti minuti per me o è più importante Kellan?” sorrisi e per tutta risposta le sfilai la canottiera che indossava per dormire e un attimo dopo anche i pantaloncini finirono da qualche parte sul pavimento.
“lo prendo come un si” disse mordicchiando il lobo del mio orecchio per poi scendere sul mio collo, sulla spalla destra, sul letto e giù fino all’elastico del pantaloni che tirò giù con un colpo secco.
Fare l’amore con Kristen era sempre così dannatamente eccitante, passionale e nello stesso tempo dolce e romantico. Un mix letale per il sottoscritto.
Non perdemmo molto tempo con i preliminari anche se per me erano la parte migliore, avevamo poco tempo a diposizione perciò poco dopo entrai in lei in una sola volta ma con tutta la dolcezza di questo mondo. Iniziammo a muoverci insieme, prima lentamente poi un po’ più forte fino ad arrivare all’unisono al culmine. Mi accasciai su di lei sudato e senza fiato e come sempre la sentii stringermi forte e sussurrarmi all’orecchio un Ti Amo.

____
Dopo una bella doccia, mi vestii velocemente e andai in cucina dove trovai Kristen e Joy  sedute al tavolo a fare colazione.
“Buongiorno stellina” salutai mia figlia con un bacio sulla guancia.
“Giorno papi. Mangi anche tu?”
“no amore, papà deve vedersi con zio Kellan ed è già in ritardo”
“chissà perché” farfugliò Kristen lanciandomi un’ occhiatina.
“se vuoi glielo spieghiamo” le dissi all’orecchio afferrando un croissant per poi scoccarle un bacio sulle labbra.
“ma che simpatico!” ironizzò guardandomi male.
“Scappo ci vediamo tra qualche ora ok? Vi amo”
“Anche noi” le sentii dire prima di chiudermi la porta alle spalle e correre da Kellan.

__
Arrivai davanti il chiosco dove dovevo incontrarmi con Kellan con ben 20 minuti di ritardo.
“Alla buon‘ora Robert. Stavo per andarmene” disse battendo il piede per terra con un’espressione fintamente adirata.
“Scusami tanto Kell”
“Aspetta com‘è che avevi detto? MI RACCOMANDO KELL PUNTUALE. Era una battuta forse?”
“Sai… si insomma Kristen, io, il letto. Scusa!”
“tieni l tue voglie per quanto non devi vedermi” concluse prima di scoppiare a ridere.
“Allora cosa dobbiamo fare?”
“beh… dovremmo andare ad ordinare una piccola cena da portare, comprare tutto l‘occorrente e ovviamente trovare il posto giusto.”
“Beh potrei farti vedere dove ho chiesto a Ashley di sposarmi”
“A proposito. Com‘è andata quella sera?”
“è stato davvero fantastico Rob, lei non se lo aspettava per niente e quando mi sono inginocchiato per chiederglielo è scoppiata in lacrime e poi mi si è buttata addosso. Eravamo praticamente in riva al mare e ti lascio immaginare come siamo potuti tornare a casa.” ridacchiai cercando di immaginarmi la scena: loro due, zuppi d’acqua che entrano in punta di piedi in casa per non svegliarci. Esilarante!
“Ma certo!” esclamò all’improvviso facendomi saltare dallo spavento.
“ma che diavolo…”
“so io dove portarti. È il posto perfetto” spiegò facendo spuntare le sue adorabili fossette.
“fantastico! Prima però dobbiamo passare al ristorante cinese e a quello italiano.”
“perché mai?”
“Kristen adora il cinese e l‘italiano e poi devo consegnare questo” e tirai fuori dalla tasca la scatoletta con l’anello.
“a chi devi consegnarlo?”
“ti spiego per strada, andiamo adesso”

____
“Che ne dici? Per me è un posto magnifico. Ci ho portato Ashley qualche mese fa per il nostro anniversario”
“è perfetto! Proprio quello che cercavo” dissi estasiato alla vista di quel posto. Ci trovavano su un pezzo di spiaggia che praticamente veniva bagnata da mare su 3 lati, dietro di noi una folta vegetazione. Era davvero suggestivo e lo sarebbe stato ancora di più verso le 9 di questa sera. Il cielo stellato e la luce della luna avrebbero reso tutto ancora più magico. Romantico.
“Beh direi che è tutto pronto allora. Non ti resta che andarti a preparare, bendare Kristen e portala qui. Io passo a ritirare la cena verso le otto e per quando arriverete sarà tutto pronto” si fermò un attimo per guardare l’orologio “sono le 16.30. Siamo stati fuori tutta la mattinata, ora penso proprio che  dovremmo tornare a casa.”
“direi di si”

Tornato a casa non feci in tempo ad aprire la porta che fui investito da una piccola peste.
“Papiiiiiiiiiiii ci hai messo un sacco” disse mettendo su lo stesso broncio della madre. Assolutamente irresistibile.
“Lo so stellina, mi vuoi bene lo stesso?” annuì vigorosamente con il capo e aprì le braccia per essere presa in braccio. La tirai su scoccandole un sonoro baciò che ricambiò subito.
“La mamma?”
“fa la doccia.”
“e tu stai tutta sola?”
“No tranquillo paparino. Ci sono io con lei” disse Dakota spuntando dalla cucina. Le sorrisi.
“Ora si che sono più tranquillo” scherzai beccandomi una linguaccia.
“dove sei stato tutto questo tempo? Kristen stava sclerando. Pensa che le nascondi qualcosa”
“io non le nascondo assolutamente nulla” mentii mettendo su la miglior espressione angelica.
“Si certo, raccontalo a chi ti crede Rob” le feci l’occhiolino.
“a me puoi dirlo?”
“no, te lo faresti cavare dalla bocca in un batter d‘occhio. Aspetta domani”
“ma non è giusto”
“vuoi aiutarmi? Allora va nell‘armadio di Kristen e cerca il vestito più bello che ha. Stasera la porto fuori e mi raccomando qualcosa di comodo ma elegante” sorrise a trentadue denti e un istante dopo sparì dalla mia visuale insieme a Joy.
“tu guarda chi ho l‘onore di rivedere” borbottò Kristen sbucando dal corridoio con indosso un misero asciugamano.
“Mmh che bella accoglienza!” esclamai avvicinandomi a lei,abbracciandola e baciandola “sei una tentazione” soffiai al suo orecchio.
“sei sparito tutta la mattina”
“scusa, stavo preparando una cosa importante con Kellan”
“certo. Che pessimo bugiardo che sei”
“ti amo amore” dissi sorridendo sornione.
“Ti odio Rob”
“davvero?”
“un pochino” le baciai le labbra con dolcezza “ok, ti amo anch‘io” si arrese buttandomi le braccia al collo.
“stasera usciamo. Ti porto fuori a cena perciò per le 9 dobbiamo andare via”
“e Joy?” domandò scettica.
“RESTA CON ME E COLE TRANQUILLA” urlò Dakota dall’altra stanza.
“Ok, non vedo l‘ora” bisbigliò al mio orecchio per poi correre a vestirsi.

________
Seduto sul divano di casa attendevo che Kristen finisse di preparasi. Speravo che Kellan avesse seguito le istruzioni che gli avevo lasciato. Quella sera doveva essere tutto assolutamente perfetto. Magico.
Infondo sarà la prima e l’ultima volta che chiederò ad una donna, e che donna, di sposarmi.
“Eccomi qui. Troppo eccessivo secondo te? Me l‘ha scelto Dakota” disse facendo una piccola smorfia. Non si sentiva molto a suo agio con i vestiti e lo sarebbe stata anche meno sulla spiaggia, ma in fin dei conti era una serata importante quella, non potevo permetterle di mettere su i suoi jeans.
“Assolutamente perfetta” commentai ammirando il suo abito nero corto ma assolutamente semplice e non eccessivo, con un gran fiocco all’altezza del seno.
“e se mettessi il mio jeans con una t-shirt e le converse?”
“mmh no! Non vedi come sono vestito di tutto punto? Ho persino la cravatta quindi fallo per me ok?”
“si, ma tu non sei costretto a portare questi trampoli” si lamentò facendomi sorridere.
“quelli presto non serviranno. Fidati di me ok?” annuì “adesso andiamo che si è fatto tardi” conclusi vedendo che fossero le nove.
“ok andiamo” si arrese avvicinandosi alla porta. L’afferrai per il polso riportandola al mio fianco.
“cosa c‘è?” mi chiese disorientata.
“Beh devi indossare questa” e tirai fuori dalla tasca dei pantaloni una benda nera.
“Ehm…non penso che…”
“non hai diritto di replica. Su girati e fa la brava” l’ammonii coprendole gli occhi per poi andare via.
Durante tutto il tragitto Kristen non fece altro che chiedermi dove stessimo andando, perché dovesse portare la benda, se centrava qualcosa con il fatto che fossi sparito tutto il giorno e per quale assurda ragione dopo ben mezz’ora di macchina non eravamo ancora arrivati. Io non potevo far altro che ridere della sua curiosità e dirle che presto saremmo arrivati. Grazie al cielo alle 21.30 Kellan mi diede l’ok e potei portarla alla spiaggia.
“siamo arrivati?” chiese quando spensi la macchina.
“Si, ora vengo a prenderti” dissi raggiungendo il suo sportello e aiutandola a scendere. Nel frattempo vidi arrivare Kellan che tutto sorridente mi fece l’occhiolino. Gli mimai un grazie di vero cuore poi dissi a Kristen di togliersi i tacchi.
“cosa? Perché me li hai fatti mettere se devo toglierli?”
“te l‘avevo detto che non ti sarebbero serviti e smettila di lamentarti, tra un po’ ti toglierò questa benda” la rimproverai bonariamente.
Appena sentì sotto i suoi piedi la sabbia si aprì in un sorriso.
“cosa ci facciamo in spiaggia?”
“beh conta fino a 10 e lo saprai”
La portai fino al centro di quella piccola oasi e per qualche istante ammirai il lavoro di Kellan. Era stato davvero eccezionale, tutto era come desideravo. Le candele che formavano un cuore, i petali di rosa sparsi sull’lenzuolo che giaceva a terra e un cesto pieno di roba da mangiare di fianco. Per di più il mare era calmo, il cielo limpido e pieno di stella e il vento assente.
“pronta?”
“sempre” mormorò proprio quando le sfilai la benda.
Vidi chiaramente il suo volto mutare espressione: prima disorientata, poi sorpresa ed infine estasiata.
“ma…ma cosa…?”
“ti piace?” chiesi con il cuore a mille.
“è… meraviglioso. Io…io non ho parole. Rob io… cos‘è tutto questo?”
“volevo dedicarti una serata speciale”
“ma perché?”
“lo capirai a tempo debito” risposi prima di farla accomodare per terra.
Passammo una serata fantastica, piena di risate, di chiacchiere futili, di discussioni su quanto sarò geloso di mia figlia tra qualche anno. Abbiamo ricordato i vecchi tempi, quando tutto ha avuto inizio,  di tutto il caos intorno a noi, delle amicizie nate su quel set un po’ speciale per tutti.
“Twilight rimarrà sempre nel mio cuore” aveva detto lei con occhi sognanti mentre ammiravamo le stelle.
“Si, è speciale”
“Rob, posso chiederti una cosa?” chiese di punto in bianco.
“dimmi”
“dove hai trovato la forza di perdonarmi?”
“nell‘amore che provo per te Kristen, è li che ho trovato la forza. Credevo di non potercela mai fare sai? Ma poi mi sono accorto che tutto quel rancore, quell‘odio non erano altro che frutto della mia fantasia, una sorta di protezione che mi aveva creato la mente non so se mi spiego”
“penso di aver capito” disse anche se poco convinta. Le sorrisi, baciandole il collo.
“in altre parole, la mia mente voleva avere la meglio sul nostro amore ma beh quello è più forte di tutto Kristen e sai perché?”
“perché?”
“perché non posso vivere senza di te, non ci sono mai riuscito e mai ho voluto. Tu sei aria Kristen, il mio ossigeno, la mia vitalità, la mia forza”
Mi abbracciò forte, per un tempo che parve essere interminabile eppure allo stesso tempo breve.
“Ti amo Robert, ti amo con ogni fibra del mio essere e non so come farei senza di te” mormorò sulle mie labbra prima di baciarmi.
Era arrivato il momento, quella era l’atmosfera giusta per farmi avanti così mi avvicinai al cesto e presi i due biscotti della fortuna che avevo fatto preparare al ristorante cinese. Quello di destra, secondo il messaggio di Kellan, era di Kristen.
“vediamo se il biscotto della fortuna crede nel nostro amore?” dissi facendola sorridere.
“certo, vediamo se è dalla nostra parte” scherzò prendendolo tra le mani. Aprii prima il mio e ne estrassi il bigliettino leggendolo ad alta voce (ovviamente anche quello era stato fatto apposta per l‘occasione)
“Non esiste rosa che non abbia le sue spine,
come non esiste amore che non abbia i suoi litigi...
Ma non per questo la rosa perde il suo profumo
e non per questo l'amore perde la sua grandezza…”
“beh direi che il tuo è dalla nostra parte” commentò con un sorriso divertito.
“vediamo il tuo?” chiesi emozionato. Acconsentii portandolo alla bocca per romperlo. Sentii chiaramente quando il biscotto si ruppe e l’anello finì nella bocca di Kristen.
“ma cos‘è?” chiese prendendolo dalla bocca e guardandolo meravigliata.
“è un‘ anello!” esclamò sorpresa portandosi la mano alla bocca. Mi alzai e con mani tremanti l’aiutai ad alzarsi prendendole l’anello dalle mani. Quando mi inginocchiai davanti a lei non potei fare a meno di sorridere davanti ai suoi occhi pieni di lacrime, specchio dei miei.
“Kristen Stewart, me abbiamo passate tante insieme e certo la nostra storia non è stata una delle più semplici. Ma ci amiamo, praticamente da sempre e il nostro amore ha messo al mondo una bellissima bambina perciò credimi se ti dico che non c‘è altra donna al mondo con la quale vorrei passare il resto della mia vita. Mi vuoi sposare?” non so neanche io dove riuscii a trovare tutte quelle parole, ne tanto meno come fossi riuscito a pronunciarle senza balbettare, ma l’avevo fatto.
“Si. Si, si, si, si e ancora mille volte si. Ti amo Rob ti amo da impazzire ovvio che ti voglio sposare” disse buttandomi le braccia al collo e baciandomi appassionatamente. Ora tutto aveva un senso. La mia vita avevo un senso. Io avevo un senso. Tutto.

______________________________
Allora? Abbiamo fatto un buon ritorno?
Non sapete quante volte ho cancellato e riscritto questo capitolo ragazze O.o però alla fine ce l'ho fatta e spero che sia riuscito bene. Attendo i vostri commenti <3





Nusia&Marty

Ritorna all'indice


Capitolo 26
*** 26- Sei in-cinta? (Marty) ***


26
Ma salve gente *-* come state? Io francamente sto soffocando dal caldo =P l'estate sta arrivando e si sente finalmente =D
 Oggi non mi dilungherò tanto anche perché so che volete leggere il capitolo *-* quindi buona lettura e ci sentiamo di sotto =D






"Resta"


26- Capitolo (Marty)

Pov. Kristen

« Sei nervosa? »  Disse Rob, stringendo la mia mano mentre sentivo la fronte imperlarsi di un leggero strato di sudore freddo.  
« Io.. no cioè.. forse.. » Sospirai lentamente, mentre tra le mani il sacchetto di carta sembrava più pesante di quanto fosse realmente.
Erano passati cinque anni da quando l’avevo fatto per la prima volta, e in quel momento non mi sembrava vero di ritrovarmi nella stessa identica posizione di allora.
Con una piccola e sottile differenza.
Rob era al mio fianco.
« Forse dovresti uscire. »  Lo ammonii quando tirai fuori dalla confezione il test di gravidanza. Gravidanza. Già, due settimane di ritardo, e un possibile bebè in arrivo.
Il suo sguardo si fece vitreo e perplesso, sicuramente la sua agitazione superava di gran lunga la mia. « Uscire, e perché? »
« Perché devo fare la pipì sopra a questo coso!”»
Deglutì rumorosamente come al suo solito quando qualcosa lo metteva in soggezione. « Quella pipì probabilmente mi dirà se sarò padre un’altra volta. Capisci che al momento quella pipì è la mia priorità? »
Sbuffai. « Forse le tue priorità sono un po’ sballate, tesoro. »
« Ancora non capisco come sia potuto succedere.. siamo sempre stati attenti,  più o meno è come se ci fossimo abbonati alla durex.. »
«ROB!” »  Dissi esasperata spingendolo verso la porta del bagno.
« Ti prego fammi assistere. »  I suoi occhi azzurri diventarono enormi e iniziò a sbattere le ciglia ogni due secondi, unendo le mani in segno di preghiera.
« Mi spieghi cosa ti cambia la vita se tu esci, faccio pipì,  ti chiamo e aspettiamo cinque minuti insieme per vedere se ci sono due tacche rosse? »
« Mi perderei un evento importante della vita di mio figlio, sono sicuro che questa volta sia un lui, ho sempre desiderato insegnare a giocare a calcio ad un piccolo Pattinson, quando parlo a Joy dell’Arsenal mi sputa in faccia! »
Alzai gli occhi al cielo quando continuò con quel monologo. « Forse perché è a tutti gli effetti americana. »
« Oh quanto sei noiosa, io non mi muovo di qui. »
« D’accordo! »  Stridetti acidula.
Andai verso il gabinetto, tirai giù i jeans e mi sedetti con il test di gravidanza tra le gambe. Ma la pipì.. con lo sguardo di Rob fisso su di me, non dava segno di scendere.
« Potresti evitare di guardarmi, mi metti in soggezione! »
« Ma hai fatto la pipì di fronte a me cento volte! »
« E’ diverso e mi metti l’ansia, sembri un becchino.. »  Mi lagnai portando gli occhi in gloria e aspettando che quella dannata pipì arrivasse mettendo fine a quell’imbarazzantissimo momento.


5 minuti dopo.

« Forse se facessi il rumore dell’acqua.. »
« Non capisci che basterebbe che tu te ne andassi di là?! »
«Non è colpa mia se non riesci a pisciare! »  Urlò esasperato passandosi una mano fra i capelli.
Espirai dalle narici infuriata fino al midollo e arricciando le labbra.
« Prova ad aprire il rubinetto del lavandino. »  Mi arresi infine. Fece come gli avevo detto e non appena sentii lo scrosciare dell’acqua fu una liberazione.
Per entrambi.
La pipì scese su quel dannato test di gravidanza  e un sorriso soddisfatto nacque sulle labbra di Rob.
« Sei proprio scemo. »  Dissi quando mi alzai dal gabinetto per poi sedermi a gambe incrociate sul pavimento del nostro bagno.
Mi affiancò immediatamente e con gli occhi fissi su quel riquadro iniziammo ad aspettare.

20 secondi dopo.

« Quanti minuti c’è scritto che dobbiamo aspettare? »
« Cinque minuti Rob. »

Un minuto dopo.


« Kris, quanto tempo è passato? »
« Nemmeno due minuti. »

Due minuti dopo.

« E’ normale che non si veda ancora nulla? »
« Se non sono passati ancora cinque minuti, certo che è possibile. Stai zitto, rovini il momento. »
Sbuffò.

Tre minuti dopo.

« Thomas è proprio un gran bel nome… »
Un grugnito fu la mia risposta.

Quattro minuti dopo.

« Secondo te Joy  sarà gelosa? »
« Probabilmente si, io lo sono stata dei miei fratelli.. però poi passa. »

Cinque minuti dopo.

« Perché ci sono due tacche? Cosa significa? Fammi leggere.. » 
I miei occhi si riempirono di lacrime di commozione, e la mano che teneva il test iniziò a tremare a vista d’occhio.
«Significa che sono incinta, Rob. »
« Tu.. io.. sei… »
Annuii sicura, spazzando via con un dito l’acqua salata e appiccicosa sul mio viso.
« Io.. credo di dovermi stendere. »  Mormorò un secondo prima di alzarsi e puntare verso il letto.
« Mi gira la testa, e ho nausea. »  Continuò per le sue, facendomi arcuare un sopracciglio.
« Sono io quella incinta e sei tu ad avere le nausee, spiegami un attimo.. »
«Shhh, fai silenzio. »
Non riuscivo a crederci.
«COSA? »
«Ho bisogno di tempo per metabolizzare la cosa. Shhh, e poi mi viene da svenire. »
Mi sdraiai accanto a lui sul letto, con la mano sulla pancia, e le lacrime che non davano segno di affievolirsi.
E ovviamente i secondi passavano…
E dopo qualche minuto  sentii la sua bocca posarsi sulla mia guancia, la sua mano a stringermi contro il suo petto.
« Ci credi se ti dico che sono l’uomo più felice del mondo? »
Mi voltai accennando un sorriso. « Davvero? »
« Davvero, davvero, davvero.  »
« E tu ci credi se ti dico che ti amo? »  Gli chiesi arpionandomi alla sua maglia.
« Si, certo che si. »
« E faresti tutto per me?»  Continuai avvicinandomi alla sua bocca.
« Mmm… direi di si. »
« Tutto, tutto? »
Corrugò la fronte. «Ovviamente. »
Sorrisi sadicamente. « Allora sarai tu a dirlo a Joy. »
E l’espressione spaventata sul suo volto mi fece capire che avrebbe voluto rimangiarsi le parole appena dette.


-

 « Quindi… la mamma ha un pesciolino nella.. no, no… volevo dire la mamma ha un piccolo germoglio. Si, un germoglio. No,ma che dico. Dimentica tutto. La mamma ha nella pancia un granellino piccolo piccolo, che presto diventerà grande. »
Joy guardò perplessa,  con la bocca semi aperta e lo sguardo di una bambina che navigava completamente nell’oscurità più totale.
Ancora mi chiedevo perché avessi lasciato quel compito a Rob.
Era passata una settimana da quando lo avevamo scoperto,  e dopo essere stati dal ginecologo per una conferma più sicura, non ci restava che dirlo alla nostra primogenita.
Da un lato ero spaventata da una sua reazione, io dopotutto quando arrivarono Taylor e Dana, impazzii di gelosia benché non fossero miei fratelli di sangue.
Senza dimenticare che Cameron una volta tentò di affogarmi…
Okay, era meglio allontanare quei pensieri dalla mia mente, almeno per quel momento.
« Papi? »  Lo chiamò lei. « Non credo di aver capito, presto diventerà un granello più grande? »
Rob scosse la testa disperato passandosi una mano fra i capelli, quel compito lo stava mettendo a dura prova.
«No, allora.. scusa ma a scuola voi di cosa parlate? Non fate educazione sessuale?! »
Non riuscii a credere a ciò che le mie orecchie stavano sentendo. L’impulso di ucciderlo, ecco cosa sentii in quel preciso istante.
« Educazione shesshuale? »
« No Joy, il papà stava scherzando. »  Lo fulminai con un’occhiataccia. « Quello che  voleva dirti è che tra poco arriverà un fratellino o una sorellina, tutta per te. »
I suoi occhi si spalancarono emozionati, mentre suo padre con un’espressione di rammarico borbottò una cosa simile a: « Era così semplice?! »
«Quindi, sei … in- cinta? »
« Si, amore.. sono incinta. »
« E da dove ti uscirà il bambino? »  Continuò perplessa.
Deglutii. Rob aveva ragione, in prima elementare non spiegavano certe cose?!
« Mrs Harriet  ha detto che escono dai cavoli, MrsKnightley dice che li porta la cicogna…  voi mi dicete che è nella pancia.. insomma.. »
 « Mrs Harriet è una bugiarda, e anche MrsKnightley. »  Le rispose Rob.
« Amore, i bambini stanno nella pancia nove mesi, e poi escono. »
« Si ma da dove?! »  Si impuntò incrociando le piccole braccia sotto il petto.  Ma perché diavolo era così intelligente?!
« Kris, su yahooanswer dicevano che non avrebbe fatto tante domande, anzi..  loro dicevano di aspettare che ti si vedesse la pancia. »
Mi voltai paonazza. « Hai cercato su yahooanswer : “Come dire ad una bambina che tra poco arriverà un fratellino/sorellina? »
« Si, una volta ho cercato anche come.. »
«Okay, okay non mi interessa. »  Risposi cercando di mantenere la calma e soprattutto cercando di ricordare di avere di fronte a noi una bambina di quasi sei anni che probabilmente sarebbe rimasta traumatizzata per il resto della sua vita.
« Amore,  noi donne abbiamo un buchino speciale da dove escono i bambini. »
« Anche io ce l’ho? »
« Si ma non lo userai ancora per tanto, tantissimo, tantissimissimo tempo, Joy. »
La rimbeccò il padre facendomi  sorridere.
« Va bene, ho capito. Vado a giocare. »
E senza degnarci di uno sguardo o di importanza, se ne andò nella sua cameretta insieme ai suoi bambolotti lasciandoci pietrificati e anche un po’ spaventati.
-

Robert pov.
4 MESI DOPO.

C’era una cosa che sottovalutavo, avere due donne in casa, soprattutto dello stesso sangue,  non era di certo una cosa facile.
Aggiungici che una era nel pieno della gravidanza, con nausee, voglie e scleri di nervi, mentre l’altra saltava da una parte all’altra della casa, rendeva tutto ancora più difficile.
Al momento Joy era a scuola e Kris stava guardando un film sdraiata sul divano, mangiando schifezze varie che molto probabilmente tra qualche minuto mi avrebbe ordinato di sostituire con altre schifezze.
Cuori di palma e cioccolato fondente.. bleah.
Già faticavo a comprendere le donne normalmente, quelle gravide poi, erano ancora di più un libro chiuso per me.
Ovviamente Dakota , Jules e i fratelli di Kris mi stavano dando una mano, ma era tutto troppo stressante…
« Roooooooooooooooob! »
Corsi subito da lei, per paura che fosse successo qualcosa di brutto, ma quando la trovai rannicchiata su se stessa e piangente non potei fare a meno di sedermi accanto a lei per poi prenderla fra le mie braccia.
« Amore, cosa succede? »
« Si sono lasciati.. »  Singhiozzò contro la mia camicia, bagnandola completamente di lacrime.
« Chi.. chi si sono lasciati? »
« Tom Cruise e Katie Holmes.. si sono lasciati »  
Guardai verso il canale, alzando gli occhi al cielo. « Quante volte ti ho detto di non guardare E! online?  »
« Si ma.. erano una coppia così carina, e ora si sono lasciati. »  Continuò per le sue tirando su con il naso.
« Non ci pensare… » E le circondai la vita con un braccio accarezzandole il ventre dolcemente.
« Scusa, sono questi dannati ormoni… non mi riconosco più. »
« Shhh…  è tutto okay, ci sono io con te. »
« Sempre?  Non farai come quello stronzo di Tom? »
Ridacchiai attirandola maggiormente contro il mio petto.  « Mai.. »
« E se ti dicessi che ho un disperato bisogno di fare l’amore con te? »  Rimasi paralizzato da tale richiesta, o almeno  paralizzato in parte. Qualcuno, o meglio qualcosa rispose attivamente.
Senza aspettare un minuto di più,  le nostre bocche si ritrovarono in un bacio lento, a tratti umido per le lacrime di Kristen, e dopo poco più audace e passionale.
La feci distendere sotto di me, facendo molta attenzione alla piccola sporgenza del suo ventre.
Iniziai a baciare ogni centimetro della sua pelle, sbottonandole la camicia già semiaperta.
Massaggiai i suoi seni lentamente, diventati più grossi e rotondi, decisamente più invitanti.
« Sei bellissima.. »
Sorrise attirandomi su di se’, e baciandomi di nuovo con più ardore, mentre io lottavo con l’elastico dei suoi pantaloni.
« Ti amo.. »  Sussurrò quando le sfilai anche gli slip, iniziandola ad accarezzare nel punto dove si concentrava tutta la sua eccitazione.
Era un fiore, aperto per me.
E capii ancora di più quanto fortunato fossi.
« Ci sono ancora troppi vestiti. »  Mugolò facendomi togliere la maglietta, e armeggiando con la cerniera dei miei jeans stretti, erano troppo e dolorosamente stretti.
Quando finalmente fummo nudi, e sentii la sua mano avvolgersi attorno alla mia erezione, non riuscii a trattenermi ed entrai in lei, sempre facendo la massima attenzione per non pesarle addosso, e per non schiacciarla.
Si, sapevo un sacco di cose a riguardo.
Si,  tempo fa avevamo consultato un sito.
FARE SESSO IN GRAVIDANZA, COME E QUANDO.
C’erano numerose posizioni, strane.. agevolanti, e.. dovevo ammettere che ne avevamo provate molte.
Kristen circondò i miei fianchi con le sue gambe, e iniziai a spingere lentamente, anche se era un’attesa estenuante, sapevo che era più difficile per le donne durante quel momento particolare della loro vita.
Le sue unghie iniziarono a graffiare la mia schiena proprio quando  mi pregò di andare più veloce.
Chi ero io per non esaudire tale richiesta?
Iniziai a muovermi più audacemente, e lei assecondò le mie spinte arcuando il bacino.
Una spinta era un bacio.
Una spinta era un mio “ti amo” sussurrato contro il suo orecchio.
Una spinta era il suono dei nostri gemiti che si incontrava.
Una spinta ed ero in paradiso.
Venimmo entrambi nello stesso preciso momento, mi sdraiai accanto a lei  felice, appagato e ancora con il fiatone, mentre si accoccolava contro il mio petto.
Baciò la mia scapola, e io le accarezzai i capelli sudati.
« Non ci manca proprio niente da provare.. »
Sorrisi. « No, direi che abbiamo provato tutto quello che c’era su quel sito. »
« Forse è il caso di sperimentare.. »  Continuò maliziosa, facendo su e giù con le dita sul mio petto, facendo tornare attivo qualcuno nelle parti basse.
Oh cavolo.
Deglutii, quando la vidi fissare quella cosa.
Mi avvicinai per baciarla, ma mise una mano sopra le mia labbra.
« C’è un’altra cosa che vorrei baciare.. al momento. E direi che è pienamente d’accordo. »
Dovevo chiederle di sposarmi, dovevo inginocchiarmi in quel momento e giurare di amarla per tutto il resto della mia vita.
Ah, ops.
L’avevo già fatto.

____________________________
Allora cosa ne pensate? Per me è un capitolo PERFETTO *_* Marty ha fatto come sempre un ottimo lavoro, il questo capitolo c'è tutto: amore, risate, imbarazzo, passione, famiglia, TUTTO.

Vi ricordo che potete stringere amicizia con noi, leggere spoiler delle nostre storie e conoscerci meglio qui:
Martybet Efp
Nusia Efp







Nusia&Marty

Ritorna all'indice


Capitolo 27
*** 27- Fratellino o Sorellina? (Nusia) ***


27
Dovevo postare più di un'ora e mezza fa, ma non ho avuto tempo quindi eccomi qui *-* Come promesso entro e non oltre Mercoledì. Ci leggiamo di sotto perché, sono sicura, il titolo vi ha incuriosito e non state più nella pelle.


"Resta"


27- Capitolo (Nusia)

Pov. Kristen

5 MESI DOPO


“Rob sbrigati che facciamo tardi!” urlai dal salone per farmi sentire da quello zuccone. Era da più di un’ora in bagno per la miseria!

“2 minuti amore”
“E’ da più di mezz‘ora che lo ripeti. Muoviti o ti lascio qui”
Ok, forse ero un tantino nervosa ma non era colpa mia. Erano questi ormoni a mandarmi il sangue al cervello. Prima ero tranquilla e rilassata e un attimo dopo sembravo una pazza furiosa. Ridevo, scherzavo, piangevo, mi lamentavo e il più delle volte contemporaneamente. Non riuscivo a capire come facessero gli altri a non urlarmi contro, insomma quando ero incinta ero una vera spina nel fianco. Ricordo ancora quand’ero attesa di Joy, adesso almeno sapevo cosa aspettarmi, ma all’epoca non avevo la più pallida idea di cosa mi stesse succedendo. Per i primi mesi pensai di star cadendo in depressione o chissà cos’altro, infondo stavo aspettando il figlio dell’amore della mia vita che, tra parentesi, mi aveva mollato senza saper nulla. Steve non faceva altro che tranquillizzarmi e dirmi che era normale, Dakota mi prendeva continuamente in giro per i miei sbalzi d’umore, i miei genitori non facevano altro che darmi consigli su come far crescere mio figlio una volta che fosse nato. Era una situazione assurda per quando bella. Questa nuova gravidanza -invece- era diversa, in un certo senso persino più tranquilla e forse tutto era dovuto al fatto che ci fosse Robert al mio fianco, il vero padre del bambino che portavo in grembo. Per quando in quel momento lo odiassi perché mi stava facendo fare tardi dovevo ammettere che se la stava cavando alla grande. Non perdeva mai la calma, mi accontentava in tutto e se la notte lo chiamavo con chissà quale voglia lui sorrideva, mi baciava la fronte e ripeteva “è bello poter vivere tutto questo con te” ed io mi sentivo la donna più fortunata del mondo. Mi stava viziando e ne ero contenta, anche se certe volte avrei voluto dire “Ehi amore, sono incinta non malata” ma era così dolce che proprio non ci  riuscivo così il più delle volte lo assecondavo.
“Mamma?”
“Dimmi amore”
Joy si sedette al mio fianco e mi toccò la pancia che iniziava a vedersi, d’altronde stavo al 5° mese.
“Adesso andiamo dal dottore?” chiese
“Si, se tuo padre si sbriga”
“E ci fa vedere se avrò un fratellino o una sorellina?”
“Oh beh questo dipende tutto da lui” le spiegai accarezzandole i capelli “Tu vorresti che fosse un maschietto o una femminuccia?”
“E’ uguale” disse scrollando le spalle e mettendo su un tenero broncio.
“Cosa c‘è che non va amore? Non vuoi venire con noi? Se vuoi ti portiamo da zia Ota” negò con il capo facendo un piccolo sbuffo con le labbra.
“Voglio venire con voi”
“E allora perché sei così triste?” mi guardò per qualche secondo come a decidere se dirmi o meno qualcosa.
“Sai che puoi dirmi tutto vero? È sempre stato così”
“Quando il mio fratellino o la mia sorellina nascerà, mi vorrete sempre bene come adesso?” mi si strinse il cuore a quella domanda, come poteva chiedermi una cosa del genere? Sorridendo la misi sulle mie ginocchia e la strinsi forte a me.
“Ma certo sciocchina. Io e papà ti vorremo bene sempre come adesso. Non dubitarne mai ok?”
Mia madre mi aveva detto che prima o poi Joy si sarebbe sentita minacciata dal fratellino, ma mi aspettavo che succedesse una volta che fosse nato, certamente non durante il corso della gravidanza. Evidentemente, io o Robert avevamo fatto qualcosa di sbagliato, forse uno dei due aveva dato troppe attenzioni al mio pancione quand’ era  nelle vicinanze o dato un abbraccio in meno a lei. Dovevo dirlo a Rob, spiegargli tutto in modo che la mia bambina non si sentisse esclusa o messa da parte, infondo aveva solo 5 anni.
“Si ma se io avrò un fratellino allora papà vorrà più bene a lui perché è maschietto e perché potrà giocare a calcio o vedere con lui quelle scifez… quelle cose che vede lui in tv” spiegò triste.
“Non succederà amore mio, fidati”
“Ok, ma se nasce una femminuccia, allora  tu e la zia Ota darete tutti i miei vestitini a lei e zia le comprerà tante caramelle e a me poche”
“Joy, amore della mamma, ascoltami bene ok?” annuì con il capo guardandomi con quegli occhioni così simili ai miei.
“Ti ho detto che io e il papà ti vorremo bene sempre e sai perché? Perché tu sei la nostra principessa, la più grande della casa e quando nascerà il fratellino o la sorellina non cambierà nulla. Zia Ota ti porterà sempre tante caramelle e i tuoi vestitini non te li toglierà nessuno, ne compreremo altri nuovi. Se invece nascerà un fratellino il tuo papà non vorrà più bene a lui e sai perché?”
“No, perché?”
“Perché tu sei la sua piccola peste, quella che ogni sera gli fa il massaggino perché è stanco o gli prepara le torte con me perché gli piacciono i dolci” e finalmente la vidi sorridere e tornare quella di sempre.
“Me lo prometti?”
“Promesso pulce” dissi avvicinandomi a lei e facendo scontrare il mio naso con il suo. Ridacchiò.
“Te lo prometto anche io scricciolo, ora vieni qui e dammi un bacione” aggiunse Robert spuntando dal corridoio. Joy gli si catapultò tra le braccia e Rob la strinse forte a se lanciandomi un’occhiata.
“Sei fantastica” mimò con le labbra.
“Anche tu” risposi alzandomi dal divano.
“Bene, ora che papà ha fatto e tutti siamo felici, andiamo dal dottore? Siamo in ritardo di ben 15 minuti”
“Siiiii” esultò Joy mentre Robert mi fece una linguaccia.

______
“Secondo te tra quanto ci faranno entrare?” mormorò Robert per la quarta volta. Sbuffai.
“Non ne ho idea Robert, ci sono 4 visite davanti a noi. Magari se tu avessi fatto presto adesso staremo già dentro”
“Ok, forse è meglio che sto zitto”
“Esattamente” lo appoggiai facendo ridacchiare Joy.
Purtroppo dopo neanche 5 minuti…
“uff non ce la faccio più ad aspettare” mi veniva da ridere ma cercai di trattenermi. Ogni qualvolta venivamo dal ginecologo Robert si agitava. Era peggio di una donna all’ultima visita prima del parto.
“uffa papà!” esclamò Joy facendomi ridacchiare.
“Persino tua figlia ti ha richiamato amore”
“Scusa” disse stampandomi un bacio sulle labbra e accarezzandomi la pancia.
“Oggi avremo l‘onore di capire se sei un maschietto o una femminuccia?” disse rivolgendosi direttamente al pancione “Così mi faccio un‘idea di quello che mi aspetta”
Alzai perplessa un sopracciglio. Lui ridacchiò toccandosi i capelli.
“Mi spieghi?”
“Beh se è una femminuccia, dovrò prepararmi psicologicamente perché sarete tre contro uno. Sono sicuro che con il passare degli anni non sarà una gran cosa” scoppiai in una risata fragorosa e la signora al mio fianco mi imitò.
“Se, invece, è un bel maschietto allora saremo 2 contro 2 e la mia futura vita sarà più tranquilla” concluse mentre la sottoscritta continuava a ridere. Impacciato mi diede un piccolo colpo sul braccio.
“Smettila di ridere, mi preoccupo solo per la mia salute mentale”
“Non ce ne bisogno amore” dissi per confortarlo “La tua salute mentale è già in condizioni pietose” aggiunsi poi beccandomi un’occhiataccia.
Era bello scherzare in quel modo con lui, era come se ci conoscessimo da qualche mese e non da diversi anni ormai. Constatare che con il passare del tempo il rapporto tra noi non cambiava mi faceva sentire serena. Con molte probabilità avremmo continuato a scherzare in quel modo anche quando saremmo stati dei nonnini coi capelli bianchi.
La dottoressa aprì la porta e ci fece segno di entrare.
“Alleluia!” esultò il mio futuro marito. Gli diedi un colpetto sulla spalla scuotendo la testa divertita. In quel momento mi venne in mente il giorno della prima ecografia.

Eravamo arrivati da poco dalla dottoressa Smith, quel giorno ci sarebbe stata la prima ecografia perciò attendevamo impazienti il nostro turno. Ero felice che questa volta ci fosse Robert al mio fianco, mi sentivo felice, sapevo che avrei potuto contare su di lui sempre, in qualsiasi momento, ma soprattutto ringraziavo il cielo per avermi dato la possibilità di rimediare all’errore di tanti anni prima. Avevo intenzione di renderlo partecipe di ogni piccolezza della gravidanza, in modo da fargli vivere in pieno quella parte dell’essere padre che a lui era tanto mancata.
“Kristen entra pure” disse la dottoressa facendo capolino in sala. Sorrisi raggiante e afferrando la mano di Rob mi avviai verso di lei. Robert era un fascio di nervi, lo notavo dalla sua postura rigida, dalla mascella serrata e dalle mane che torturavano continuamente i suoi poveri capelli.
“Ehi, sei agitato papà?” chiesi accennando un sorriso.
“Pff!” esclamò da finto indignato “Non sono affatto agitato”
“Ah no?”
“Ok, un pochino” borbotto, non smisi di fissarlo e attesi paziente la sua resa “Eh va bene. Sono agitatissimo, non sto nella pelle” gli stampai un bacio sulle labbra e prima che potesse dire altro mi misi sdraiata sul lettino.
“Come stai Kris? Sono contenta di rivederti” sorrisi a Caroline, che oltre ad essere la mia ginecologa, era anche una grande amica.
“Ed è un piacere conoscere te Robert”
“Piacere mio” si strinsero la mano e nel mentre io mi tirai su la maglietta.
“Emozionati?” annuimmo in contemporanea e lei iniziò a spargere sulla pancia ancora del tutto piatta (fatta eccezione per una piccola sporgenza davvero invisibile) il solito liquido. Accese lo schermo alla mia destra e iniziò a muovere quell’ aggeggio, del quale non ricordavo mai il nome,  sulla pancia. Automaticamente i miei occhi si mossero verso il monitor. Robert mi afferrò la mano stringendola forte per poi portarla alla bocca e depositargli un tenero bacio.
“Da quanto sei incinta?”
“Undici settimane” risposi prontamente e proprio in quel momento comparve sullo schermo l’immagine.
Caroline iniziò a spiegarci passo per passo tutto: dov’era la testolina, le braccia, i piedini.
“Adesso è girato di spalle” spiegò “Questo che vedete è il sederino” sorrisi emozionata, i miei occhi iniziarono a farsi lucidi e quando guardai Robert mi resi conto che anche i suoi lo erano.
“E’ piccolissimo” farfugliò incredulo “non riesco a credere che quello sia…sia il mio bambino”
“Beh si, adesso è lungo 5 o 6 cm. Settimana dopo settimana vedrai che si allungherà sempre di più. Nella prossima visita sarà già tutto più chiaro”
“Possiamo sentire il battito?” chiesi e lei annuì.
“Ovviamente” e improvvisamente si diffuse nella stanza il suono del suo piccolo cuore. Bum, bum, bum… magnifico!
“E’ forte!” esclamò la dottoressa “Lui o lei che sia è davvero in ottima forma”
Sentii Robert sospirare di sollievo e sorridere incantato. Cielo, non l’avevo mai visto così!
“Ti amo” sussurrai avvicinandomi al suo orecchio mentre mi ripulivo la pancia.
“Mai quanto me mammina”


“Ciao Caroline” salutammo quasi in contemporanea io e Rob.
“Ciao ragazzi. Oh, c‘è anche Joy!” esclamò entusiasta “Come sei cresciuta tesoro. Me lo da dai un bacino?” mia figlia si avvicinò a lei timida e le scoccò un sonoro bacio sulla guancia per poi tornare dal padre.
“Finalmente la pancia inizia a vedersi eh? Siamo pronti per scoprire il sesso?” annuimmo tutti insieme ed io mi accomodai, come sempre, sul quel piccolo lettino.
“Speriamo che questa volta ce lo permetti. Joy non è stata così difficile” blaterai tra me.
“A che mese si è mostrata?” chiese Robert mentre si accomodava al mio fianco con in braccio la piccola.
“A 3 mesi si vide già chiaramente che era una bella femminuccia”
“Beh allora incrociamo le dita, può essere che questo sia un giorno fortunato” si intromise la dottoressa spargendo sulla pancia il liquido e iniziando a muovere il solito strumento.
“Essendo alla ventesima settimana ” iniziò Caroline “Il bambino è già completamente formato, o quasi. È lungo circa 20 - 25 cm e la colonna vertebrale è completamente definita così come l‘apparato uditivo”
“Questo significa?” domandò Robert.
“Questo significa che il bambino riesce a riesce a percepire tutti gli stimoli esterni”
“Vuol dire che è in grado di sentirci?” la dottoressa ridacchiò ed io con lei.
“Non proprio Robert” imbarazzato si torturò nuovamente i capelli e nello stesso momento Joy iniziò ad agitarsi sulle gambe del papà.
“Che c‘è amore?” chiesi curiosa.
“Allora avrò una sorellina o un fratellino?”
“Ora vediamo” le rispose Carl sorridendole dolcemente.
Armeggiò sulla mia pancia per qualche minuto, senza mai togliere gli occhi dal monitor mentre io cercavo di cogliere qualche indizio dalla sue espressione. Quando la sentii ridacchiare reclinai la testa di lato.
“Niente, questo piccolino è un vero birbante” affermò scuotendo la testa. Sospirai.
“Non vuole rivelarci nulla neanche questa volta?” domandò Robert sospirando con me.
“A quanto pare vuole farvi una sorpresa”
“Uffa, è cattivo!” esclamò Joy mettendo su il suo solito broncio.
“Maschio o femmina che sia, avrà senza dubbio un bel caratterino” aggiunsi io avvilita eppure nello stesso tempo divertita da tutto quel mistero.
“Oh!” esclamò all’improvviso Caroline accennando un sorriso.
“Cosa c‘è?”
“si sta voltando. Speriamo che non cambi idea” i miei occhi si proiettarono sullo schermo e quando il bambino fu completamente voltato sorrisi raggiante. Non c’era bisogno che la dottoressa confermasse la mia ipotesi, era chiaramente visibile che stavo aspettando un bel bambino. Un maschietto.
“Cos‘hai mamma? Perché piangi?” mi chiese Joy. Mi toccai la guancia stupita, neanche mi ero accorta di aver cominciato a piangere.
“Qualcosa non va?” Rob era preoccupato, ma scossi la testa, sorridendo.
“E’ un maschietto” affermai  asciugandomi gli occhi.
“Cosa?” lanciò un’occhiata alla dottoressa per averne la conferma.
“Un bel maschietto. Guarda qui, non c‘è ombra di dubbio” spiegò indicando lo schermo.
Gli occhi di Robert cominciarono a brillare di una strana luce e quando Joy lo guardò in viso lui le sorrise baciandogli una guancia e stringendola a se.
“Avrai un fratellino amore. Un bellissimo fratellino” le mormorò con voce commossa. Mia figlia sorrise raggiante.
“Evviva” esultò “I vestitini sono ancora tutti miei!”
A quell’esclamazione scoppiammo a ridere tutti ed io non potei far altro che scendere dal lettino e scompigliarle i capelli, non prima di averla stretta a me.
“Eh si, tutti tuoi” la rassicurai incrociando lo sguardo, ancora emozionato, del mio futuro marito.


__________________________________
Allora tesori come state?
Finalmente la famiglia Pattinson è al completo: c'è una mamma, un papà, la piccola Joy e tra qualche mese anche un bel maschietto (il nome lo scoprirete prossimamente xD)
Che dire? Ormai siamo quasi alla fine ed noi ci teniamo a ringraziare tutte voi: per le recensioni, i consigli, le critiche costruttive, l'affetto, l'incitamento.
E' sempre un piacere leggere le vostre recensioni quindi vi prego, non smettete =P
Un grazie di cuore anche a tutte le lettrici silenzione che comunque hanno aggiunto la storia tra le preferite, seguete e da ricordare.
Ci vediamo al prossimo capitolo della norstra Marty *-*

Nusia Efp
Martybet Efp






Nusia&Marty

Ritorna all'indice


Capitolo 28
*** 28- Welcome to the world (Nusia) ***


28 Salve ragazze *-* probabilmente vi starete domandando se state sognando o meno. Beh siete sveglie e si, questo è il nuovo capitolo. Sono mortificata, non so davvero come scusarmi per l'enorme ritardo. Altri 6 giorni e sarebbero stati 2 mesi per la miseria!
Purtroppo sono successe alcune cose e c'è stato qualche incidente di percorso, inoltre le vacanze non hanno giocato a nostro favore. Il capitolo avrebbe dovuto scriverlo Marty ma praticamente non ha voluto farlo, insomma non se la sentiva di scriverlo per non so di preciso quale motivo, fatto sta che alla fine ci ho pensato io. Insomma siamo alla fine e non mi andava di sospendere la storia, per altro seguita da tante di voi, proprio agli ultimi due capitoli. Sarebbe stato stupido e senza dubbio immaturo. Volete o non volete sapere come termina?

Ci ho messo davvero il cuore per scriverlo, ci ho lavorato su un'intera settimana, ho fatto ricerche su ricerche, perciò spero di vero cuore che non vi deluda. Il capitolo gira tutto intorno alla nascita del piccolo Pattinson e visto che avendo 18 anni non sono ancora mamma mi sono dovuta affidare alla buona sapienza di google xD Scusate se ci sono errori tecnici, non è colpa mia ma sua xD
Detto questo ci leggiamo in fondo*-* Buona lettera.


p.s. VI ANNUNCIO CHE QUESTO E' L'ULTIMO CAPITOLO PRIMA DELL'EPILOGO.





"Resta"

28- Capitolo (Nusia)

4 MESI DOPO
Pov. Kristen

Me ne stavo a leggere tranquilla il mio libro preferito: “East of Eden” di John Steinbeck mentre una dolce melodia classica si diffondeva per la stanza facendo da sottofondo musicale alle vicende dei personaggi. Era assurdo come in quel periodo le mie tendenze musicale fossero cambiate. Non avevo mai ascoltato così tanta musica classica, ma da 3 mesi a quella parte la trovavo estremamente rilassante. Evidentemente al mio piccolo piaceva quel genere di melodie. E chissà una volta cresciuto sarebbe diventato un ottimo pianista, proprio come il suo papà. Magari sarebbe nato già con una testa piena di capelli scompigliati ad arte e una mano tra essi. Ridacchiai per il mio folle pensiero e mi accarezzai la pancia. Erano nove mesi ormai e tra una manciata di giorni sarebbe finita l’attesa e quell’angioletto, il nostro angioletto, avrebbe finalmente visto la luce. Prima di rimanere incita di Joy non avevo mai capito perché le donne incinte fossero sempre così belle, sorridenti e con gli occhi perennemente lucidi e brillanti, anche quando avevano la nausea o il bambino tirasse calci. Le avevo sempre guardate sconcertata quando affermavano contente: “Ha scalciato!” oppure “Oggi ho avuto la prima nausea. Non è fantastico?” cosa poteva mai esserci di fantastico nell’avere la nausea? Poi ho capito. Appena il dottore mi disse “Lei è incinta signorina” mi sentii diversa. Nell’ esatto istante in cui aveva pronunciato quelle parole non ero più in pena per me, ma per quella piccola creatura che mi cresceva in grembo. Non tenevo più conto delle mie esigenze, ma delle sue. Non mangiavo cose che sapevo potevano farle male, non facevo sforzi inutili. Tutto per lei, per tenerla al sicuro e farla stare bene. Era venuto tutto così normale che mi sembrava assurdo che proprio io, Kristen Stewart, fossi in grado di pensare e agire come una madre. Proprio io che avevo sempre guardato con occhio cinico quelle donne gioiose dei malori della gravidanza, mi ritrovavo a comportarmi nel loro stesso modo. Alla prima nausea uscii dal bagno sorridente, al primo calcio piansi di gioia.  
Si, da quel giorno la mia vita cambiò del tutto.
“Sei sicura di poter rimanere sola?” chiese Robert attirando la mia attenzione “Chiamo Dakota se vuoi riposare” alzai gli occhi al cielo e mi avvicinai a lui massaggiandomi l’enorme pancione. Nell’ultimo mese tutti volevano a tutti i costi farmi da babysitter. Era irritante!
“Non ho bisogno di nessuno ok? Voglio solo che tu faccia presto” guardò l’orologio al polso e mi stampò un bacio sulle labbra.
“Sarò qui tra tre ore esatte” promise per poi chiamare Joy che si materializzò al mio fianco.
“Fai la brava e non far stancare la mamma ok? E se succede qualcosa chiamami” scossi la testa divertita.
“Ha solo 5 anni Rob, non farla spaventare inutilmente” lo rimproverai accarezzando i capelli della nostra bambina. Lei sembrò offendersi e mi guardò male.
“Non sono piccola” puntualizzò per poi fare l’ok al padre e tornare a guardare i cartoni. Sbuffai.
“Contento? Adesso ho una bambina di 5 anni come balia” si aprì in un sorriso sghembo e baciandomi la punta del naso si allontanò.
“Ti amo” disse prima di sparire dalla mia visuale.
Tornai ad accomodarmi sul divano, poggiai la testa sul cuscino e ripresi il libro tra le mani.
“Cosa guardi?” chiesi a Joy sentendola ridere a crepapelle.
“SpongeBob” rispose. Annuii appena e quando un lungo sbadiglio mi colpì decisi di riposare un po’ gli occhi. Avrei finito il capitolo più tardi.
“Dormi?” domandò Joy avvicinandosi a me dopo qualche minuto. Scossi la testa e le sorrisi aprendo gli occhi.
“No amore”
“Papà dice sempre che tu e il fratellino dovreste dormire tanto” affermò con la sua aria risoluta. La guardai con la coda dell’occhio e feci una strana smorfia con la bocca.
“Non dare importanza alle parole di papà. A volte parta a vanvera” e a confermare le mie parole sbadigliai ancora.
“Cosa significa a vandela?” ridacchiai della sua sbagliata pronuncia.
“Parla troppo e inutilmente” biascicai chiudendo gli occhi “Torna a guardare SpongeBob”
Joy annuì e prima di tornare sulla poltrona mi lasciò un tenero bacio sulla guancia e quella fu l’ultima cosa che sentii prima di cadere tra le braccia di Morfeo.


A svegliarmi fu un fastidioso rumorio proveniente dalla cucina. Mi misi a sedere stropicciandomi gli occhi, poi mi guardai in giro in cerca di Joy. Che fine aveva fatto mia figlia?
“Joy?” la chiamai. Solo io potevo addormentarmi e lasciare sola una bambina di 5 anni.
“Sono in cucina” disse e quando la raggiunsi per poco non mi prese un colpo.
“Ti sei svegliata!”
“Scendi immediatamente da li sopra, se cadi come minimo ti rompi qualcosa” la richiamai agitata.
Mi avvicinai a lei e l’aiutai a scendere dal ripiano della cucina. Come aveva fatto a salirci?
“Scusa, ma avevo fame” si giustificò abbassando gli occhi per terra.
“Dovevi svegliarmi” neanche mi ero accorta di aver preso sonno.
“Non volevo” alzai gli occhi al cielo più irritata che mai. Nell’ultimo mese persino mia figlia mi trattava come una bambolina di porcellana!
“Non farlo mai più ok?” annuì sorridendo ed io ricambiai “Cosa volevi mangiare?”
“Le gocciole”
Non volevo prendere una sedia, perciò mi alzai in punta di piedi per afferrare il pacchetto di biscotti, ma non appena mi tesi verso di esso una fitta al basso ventre mi fece piegare su me stessa dal dolore.
Senza rendermene realmente conto lanciai un urlo spacca timpani e Joy sobbalzò spaventata.
“Mamma cos‘hai?” mi poggiai al tavolo e strinsi forte i pugni. Dannazione avevo dimenticato quanto, quel dolore, fosse intenso. Non riuscii a rispondere a Joy, ne a tranquillizzarla. Stavo per partorire cavoli! Mi erano appena venuta una contrazione ed ero in casa da sola, con una bambina di 5 anni che mi guardava terrorizzata. Avrei dovuto dare ascolto a Robert! Quando il dolore passò tirai un sospiro di sollievo e guardai l’orologio, erano quasi le 19, perché diavolo Rob non era ancora tornato?
“Mamma, stai bene?” sorrisi a mia figlia cercando di rassicurarla.
“Si tesoro, ma dobbiamo chiamare papà” le dissi “corri a prendere il telefono” sparì in un batter d’occhio e pochi minuti dopo mi piegai nuovamente su me stessa lanciando un altro grido. Avevo le lacrime agli occhi e per cercare di calmare le mie grida mi morsi la lingua facendola sanguinare.
“Non lo trovo” biascicò mia figlia con la voce tremante e gli occhi sbarrati dal terrore. Quando anche quest’altra contrazione passò mi rilassai e avvicinai a Joy.
“Tranquilla amore, è tutto apposto” le accarezzo il capo per calmarla “non piangere e cerca tra i cuscini del divano. Dovrebbe essere li”
Avevamo atteso 9 mesi questo momento ed ora che il piccolo protestava per venire al mondo, il mio futuro marito non era con me. Quell’ idiota di Rob non c’era. Stavo per avere una crisi nervosa e se non sarebbe arrivato nell’arco di 10 minuti probabilmente lo avrei ucciso il giorno seguente. Avevamo sempre dato per scontato che saremmo stati insieme quando sarebbero iniziate le doglie, ma evidentemente ci sbagliavamo.
“Eccolo!” urlò Joy dal salone e proprio in quel momento il campanello suonò. Qualcuno lassù mi voleva bene allora!
“Apri” ordinai alla bambina. Sentii la serratura scattare e Dakota chiedere a Joy cos’avesse. Bene, non era Robert!
“Corri la mamma sta male” e proprio in quel momento un’altra ondata di dolore mi colpì forte. Un’altra contrazione, altre grida, altre lacrime.
“Kris!” urlò Ota raggiungendomi spaventata. Aspettai che passasse anche questa volta, poi le sorrisi.
“Ho le contrazione e quel coglione di Rob non è qui” mi sorrise nervosa e posando la borsa mi aiutò a mettermi sul divano.
“È la prima?” chiese mentre afferrava dal mobile un borsone.
“è la terza. Arrivano ogni 15 minuti” spiegai quando tornò in salone con una valigia piena di roba.
Si avvicinò a Joy e le disse di non preoccuparsi, poi afferrò il telefono e digitò un numero.
“Il fratellino ti sta facendo male, mamma?”
“No amore, ha solo tanta voglia di vederti” mi accarezzò il pancione che sembrava più enorme di pochi minuti fa e annuì.
“Non farla male, lei è brava” disse riferendosi al piccolo. Mi commossi per quelle parole e alcune lacrime mi rigarono il viso.
Dakota tornò poco dopo e afferrando la borsa si avvicinò alla porta aprendola tutta, poi tornò da me e mi aiutò ad alzarmi.
“Dobbiamo chiamare Rob” affermai.
“Non risponde, lo chiameremo per strada”
L’aria mi si bloccò in gola. Cosa significava “Non risponde?”, si era forse ammattito? Quel bastardo del mio fidanzato aveva intenzione di farmi partorire da sola? Era stato lui a mettermi incinta e se voleva vedere il sole sorgere ancora avrebbe fatto meglio a raggiungermi il prima possibile.
“Andiamo” ordinò ancora la mia amica “Joy vieni, tieni aperta la porta” ci avvicinammo tutte all’ascensore e quando vi salii venni travolta dall’ennesima contrazione.
“Cavolo!” esclamai stringendo forte la mano ad Ota e serrando i denti. Non volevo far spaventare ulteriormente, mia figlia.
“Respira Kris, ritmicamente forza” feci come mi consigliò lei “ci sono io” sussurrò al mio orecchio raccogliendomi i capelli in una coda e togliendomi il sudore dalla fronte.
La guardai con gratitudine e per tutta risposta sorrise.
Già, lei c’era sempre, in ogni occasione futile o importante che fosse. Era la mia migliore amica, quella che per anni aveva asciugato le mie lacrime, quella che mi aveva aiutata a crescere Joy, a non demoralizzarmi, quella che gioiva con me ogni qualvolta la vita mi regalasse una vittoria o piangeva se c’era qualcosa che andava storto. Quella che quando, con Joy, mi si ruppero le acque si alzò nel cuore della notte e mi accompagnò in ospedale. Quella che in sala parto mi incitava a spingere e a dare alla luce il frutto del mio più grande amore. Quella che probabilmente non mi abbandonerà mai.
“Come sempre” mormorai quando le porte dell’ascensore si aprirono.
Salimmo veloci in macchina e prima che potessi rendermene conto sfrecciavamo già verso l’ospedale.
“Mi piacerebbe stringerti nuovamente la mano in sala parto” affermò rompendo il silenzio “Ma questa volta non tocca a me” la sua voce si incrinò alla fine della frase e con occhi lucidi mi guardò.
“La mia dolce mammina!” esclamò afferrando il cellulare e digitando, probabilmente, il numero di Robert “Adesso chiamiamo Rob e sarà meglio per lui che risponda” aggiunse poi tirando su con il naso. Joy nel frattempo restava in silenzio nei sedili posteriori e mi accarezzava teneramente i capelli.
Chiusi gli occhi e mi rilassai sul sedile in attesa di una nuova ondata di dolore, che sapevo sarebbe arrivata presto. Avrei dovuto sopportare, perché se il piccolo somigliava almeno un po’ alla sorella, allora avrei sofferto per molte ore.


Pov. Robert

Il servizio fotografico era andato alla grande, ma era durato più di quanto mi aspettassi perciò non avevo mantenuto la promessa fatta a Kristen. Entrai veloce in macchina e guardai l’orologio, erano le 19 e trenta, ero in ritardo di un’ora e mezza.
Afferrai il telefono dalla tasca e controllai chi mi avesse chiamato: Dakota. Cosa voleva? A rispondere alla mia domanda ci pensò lo squillare del cellulare. Risposi subito.
“Dakota dimmi”
“Idiota ti sto chiamando da mezz‘ora!” urlò esasperata. Alzai un sopracciglio confuso.
“Scusa ma ero impegnato dimmi tutto”
“Impegnato? IMPEGNATO?” ruggì “Kristen sta per partorire e tu eri impegnato?” quelle parole furono in grado di farmi aumentare i battiti cardiaci e bloccare le vie respiratorie. Cosa significava che stava per partorire? Il tempo non era ancora scaduto cosa…
“Ci sei ancora?”
“S-i scusami. Dove siete, dov‘è?” chiesi agitato azionando subito la macchina.
“Stiamo andando all‘ospedale. Fai presto, ha bisogno di te” e a fortificare le parole sentii delle grida assurde e Kristen imprecare di smetterla.
“Sto venendo” fu tutto ciò che riuscii a dire. Chiusi la chiamata senza attendere risposta e dando gas partii a tutta birra.
Guidai come un matto, come mai prima di allora, neanche quando volevo bloccare il suo matrimonio con Steve corsi così tanto. Stavo per diventare di nuovo padre per la miseria, avrei avuto il piacere e la gioia di condividere con lei il momento del parto, di vedere mio figlio nascere, era normale essere agitati. Volevo arrivare in tempo, godermi tutto senza perdermi altro. Se solo avessi saputo che sarebbe successo oggi non avrei preso impegni, sarei rimasto a casa con lei e Joy, l’avrei aiutata ad entrare in macchina, sorretta alla prima contrazione e confortato mia figlia che probabilmente, in quel momento, era terrorizzata. Cavoli, l’avevo promesso a me stesso!
Quando la strada diventò sfocata e qualcosa di bagnato mi rigò il volto capii di star piangendo e con l’adrenalina a mille spinsi ancora il piede sull’acceleratore e in pochi istanti raggiunsi l’ospedale.
Una volta parcheggiato raggiunsi l’entrata e chiesi alla infermiera dietro il bancone dove fosse la mia fidanzata. Mi guardò preoccupata, evidentemente il mio viso non doveva avere una bella cera.
“Si sente bene?” chiese preoccupata. Annuii.
“La mia fidanzata è appena arrivata qui” spiegai più tranquilla “Kristen Stewart” mi sorrise elettrizzata e iniziò a cercare su alcuni fogli. Sorrideva contenta e mi lanciava sguardi eccitati. Sperai con tutto il cuore che non mi avesse riconosciuto e che non fosse una nostra fan, non era il momento di firmare autografi, ma dalla sua espressione sembrava proprio che volesse porgermi un biglietto ed una penna.
“Faccia presto” l’esorta agitato.
“Secondo piano, reparto maternità, stanza numero 6. Congratulazioni” urlò mentre io ripresi a correre.
Piombai nella stanza ansante e fui costretto a piegarmi su me stesso per riprendere fiato.
“Rob!” esclamò lei dal letto.
“Scusa, mi dispiace tantissimo” ansimai avvicinandomi a lei e baciandole il capo.
“Adesso sei qui, va tutto bene” sussurrò stringendomi la mano. La guardai meglio e sospirai: aveva il viso ricoperto dal sudore e la pelle leggermente più bianca; le guance erano macchiate di rosso e le labbra di un colore più vivo, gli occhi tremendamente lucidi.
“Sono uno straccio, lo so” scossi la testa sorridendo.
“Sei bellissima” protestai piegandomi per baciarle le labbra “Joy e Dakota?”
“Sono andate a prendere qualcosa al bar. Joy si è presa una bello spavento” spiegò prima di impallidire e stringere forte gli occhi. Eccola lì, la prima contrazione che vedevo. Strinse forte la mia mano al punto da far diventare la punta delle dita quasi viola e urlò forte per poi accasciarsi nuovamente sul cuscino con il fiato corto. Mi faceva male vederla così e non poter far niente per alleviare il suo dolore.
“Non ce la faccio più” mormorò mentre calde lacrime uscivano dai suoi occhi. Gliele asciugai con dei baci.
“Si invece, ce la fai” dissi dandole forza “Respira e stai tranquilla”
“Facile a dirlo quando non sei tu a soffrire come un cane” ringhiò guardandomi male.
“Mi dispiace” le accarezzai i capelli per niente offeso dal suo tono di voce. Sia Ashley che Dakota mi avevano avvertito che in quei momenti si tendeva ad essere scortesi con tutti. Era colpa degli sbalzi d’umore e del forte dolore che ti annebbiava i sensi.
“Papà!” esclamò Joy entrando in camera e correndomi incontro. La presi in braccio scoccandole un bacio.
“Stai bene?” chiesi e lei annuì felice.
“La zia mi ha comprato un gelato” spiegò indicando Dakota. La misi giù e mi avvicinai a quest’ultima abbracciandola.
“Grazie, per tutto” mormorai
“Di niente inglesino da strapazzo” sciolse l’abbraccio avvicinandosi a Kristen.
“Quando l‘ultima?” domandò. Risposi io.
“Meno di tre minuti fa” annuì pensierosa lanciando uno sguardo all’orologio appeso al muro.
“Cominciano ad arrivare più riavvicinate. Quella precedente e l‘ultima hanno avuto uno stacco di 10 minuti” spiegò.
“Cosa significa?” ero a disagio, non sapevo esattamente cosa volesse dire.
“Significa che le contrazioni arrivano con poco distacco tra loro. Più passa il tempo, più arriveranno riavvicinate”
“Ti si sono rotte le acque?” chiesi a Kristen e lei negò con il capo.
“Bene, aspettiamo allora”


Pov. Kristen

Le undici e mezza. Erano passate quasi cinque ore e ancora non mi si rompevano le acque. Avevo chiesto alla dottoressa di romperle lei stessa, ma aveva deciso di aspettare ancora. La mia dilatazione, era estremamente lenta, in quel momento era di 6 centimetri e non sapevo quanto ancora avrei dovuto aspettare, ma stavo per impazzire, letteralmente. Le contrazioni arrivavano ogni 5 minuti ed erano una più forte dell’altra. Cole, Ashley e Kellan ci avevano raggiunti e insieme a Dakota avevano portato Joy fuori a giocare con il piccolo Dan. I miei genitori erano stati avvertiti e anche quelli di Robert si erano messi in viaggio. Tutti eravamo impazienti di vedere il nuovo membro della famiglia, ma lui sembrava volersela prendere ancora con comodo.
“Rob!” lo chiamai sentendo arrivare un’altra contrazione. Gli strinsi forte la mano ed urlai ancora una volta.
“Basta, fatelo uscire” ansimai e in quel momento sentii un liquido scorrermi tra le gambe e bagnarmi tutto.
“Grazie al cielo!” esclamò Robert chiamando l’infermiera.
“Bene Kris, si sono rotte le acque e sei a quasi 7 centimetri. Dobbiamo attendere ancora”


Erano passate 8 ore, ormai era notte fonda e le contrazioni arrivano ogni minuto. La mia dilatazione era di quasi 11 centimetri. Non ce la facevo più, avevo l’irrefrenabile bisogno di spingere, di far uscire fuori da me quella piccola creatura che per quanto bene gli volessi, in quel momento mi stava facendo dannare e sperare che tutto finisse il prima possibile. Anche il travaglio di Joy era stato doloroso, ma non come quello, almeno per quel che la sottoscritta ricordava.
Ormai non urlavo più, stringevo forte i denti e restavo in silenzio, mentre la voce di Rob e il suo continuo incitarmi mi coccolavano. C’era solo lui lì con me, gli altri aspettavano in sala d’attesa e da quel che avevo potuto capire c’erano proprio tutti. Mancavano solo i genitori di Rob che sarebbero arrivati entro le 7 di mattina. Chissà, forse il piccoletto voleva attendere i suoi nonni per uscir fuori! Mia mamma era arrivata qualche ora fa, mi aveva chiesto se volevo che entrasse con me in sala parto, ma quando gli ho indicato Robert mi ha sorriso senza aggiungere altro. Sapeva quanto per me fosse importante averlo al fianco in quel momento e cosa più importante sapeva quanto lui ci tenesse.
“Ehi, respira è passata anche questa” mi baciò la nuca per poi prendere ad accarezzarmi i capelli. Era pensieroso e quell’aria così seria proprio non gli si addiceva.
“A cosa pensi?” domandai con un filo di voce. Scosse la tessa sorridendomi dolcemente.
“A noi, al giorno in cui tutto è nato, a quello che abbiamo dovuto sopportare in quest‘ultimi anni e a quanto tutto sia cambiato in questi mesi” spiegò per poi scoppiare in una risatina. Non era divertito, nient’affatto, più che altro sembrava felice, sereno ed eccitato. Oh si, era eccitato! Lo capito dal modo in cui sgranava gli occhi, dal sorriso raggiante, dal suo toccarmi convulsamente i capelli e baciare frettolosamente ogni parte del mio viso. Quella era una risata incredula, quasi inaspettata e quindi magica.
“Quando sono atterrato a Los Angeles dopo ben 4 anni, mi sono sentito dopo tanto tempo inadatto e fuori posto. Sono sempre stato piuttosto critico con me stesso ma in quel momento mi sono sentito un fallito” sembrava rapito dalle sue parole, ma quando arrivo un’altra contrazione si fermò per darmi coraggio e poi riprese “Tutti i miei amici avevano bene o male raggiunto il loro obiettivo e tutti, ogni singola persona, era fidanzata se non addirittura sposata. Io ero l‘unico a non avere nulla.  A parte qualche ragazza occasionale vivevo solo per me e mia moglie altro non era che la mia carriera”
“Rob io…” volevo dire qualcosa, chiedere scusa per l’ennesima volta ma me lo impedì. Poggiò due dita sulle mie labbra pregandomi di stare in silenzio.
“Sai quando mi sono realmente reso conto di non aver fatto un cazzo nella mia vita? Quando ti ho incontrata in quel supermercato. Ti ho guardato negli occhi dopo tanto tempo e l‘unica cosa che avrei voluto fare era attirarti a me e baciarti come mai prima di allora, ma il rancore era troppo e vederti lì, con tua figlia non ha fatto altro che peggiorare la mia autostima” non sembrava triste, né arrabbiato con la sottoscritta. Mi stava raccontando una sorta di storia ed io avevo voglia di scoprirne il continuo, perciò non lo interruppi ancora.
“Insomma io ero rimasto aggrappato al passato, mentre tu ti eri lasciata tutto alle spalle andando avanti: ti eri sposata, avevi avuto una bambina ed avevi persino divorziato, senza contare che la tua carriera andava alla grande. Avevi tutto ed io un bel niente ed ironia della sorte la vita aveva voluto mostrarmelo così, tra un insulso corridoio di un market”
Gli sorrisi e prima che arrivasse un’altra ondata di dolore gli baciai le labbra sussurrando un “Mi dispiace, ti amo” frase assolutamente banale, ma cosa avrei mai potuto dirgli? Come avrei fatto a spiegargli che per quanto Joy rendesse la mia vita ricca, in realtà il mio cuore non era altro che un ponte vuoto dove nemmeno un vagabondo voleva sostare? Mi avrebbe creduto, questo si, ma in quel momento sarebbe stato davvero difficile mettere insieme più di qualche parola e articolare un discorso. Magari il giorno dopo, quando tutto quel atroce dolore sarebbe finito, avrei potuto raccontargli la mia versione della storia, che per quanto diversa, era senza dubbio ricca delle medesime emozioni.
“E adesso guardaci Kris?” disse attirando nuovamente la mia attenzione “Siamo qui, insieme, ho una figlia che dorme sulle sedie di una sala d‘attesa e un altro figlio che sta per nascere. In pochi mesi ho costruito tutto ciò che ho sempre desiderato. La vita mi ha regalato una famiglia. Adesso sono l‘uomo più ricco del mondo perché ho di nuovo te, Joy e questo piccoletto che se non si decide ad uscire da li dentro riceverà una bella ramanzina appena aperto gli occhi” mi sorride orgoglioso e con occhi scintillanti di gioia. Io mi lasciai scappare una risatina e poi lo abbracciai, per quanto le mie forze lo permettessero, forte.
“Ti amo Signor Pattinson”
“Anch‘io mammina”

Pov. Robert

“Inspira ed espira amore, così da brava” sussurrai al suo orecchio stringendole la mano. Eravamo finalmente entrati in sala parto e da 5 minuti a quella parte Kristen non faceva altro che urlare, spingere, respirare, piangere e maledire chiunque gli capitasse a tiro. Io le stavo vicino e cercavo di farle forza, ma era inutile. Per quanto cercassi di immedesimarmi in lei, per quanto volessi capire cosa provasse proprio non riuscivo a farlo. Insomma dovevo immaginarmi che un piccolo esserino doveva uscire da dentro la mia pancia per giunta da un posto che non era dei più spaziosi. Mi veniva il freddo addosso solo al piccolo pensiero. Lei soffriva, glielo si leggeva negli occhi ed io non potevo fare un bel niente a parte sperare che tutto finisse il prima possibile.
Durante tutta la gravidanza non avevo mai seriamente pensato a questo momento, la mia fantasia era sempre andata oltre tutto ciò perciò l’unica cosa che vedevo era un pargoletto tra le mie braccia. La mia mente non si era neanche minimamente sforzata di pensare a come avrebbe fatto mio figlio a vedere la luce, al male che Kristen avrebbe patito. In un certo senso mi sentivo in colpa.
“Spingi Kristen forza, vedo la testa vai” strinse forte gli occhi e fece come la dottoressa le aveva ordinato e più spingeva più il bambino usciva fuori, più l’ostetrica la incitava.
“Vai forza, un ultimo sforzo. È quasi finita” annunciò Caroline.
“No basta. Basta non ce la faccio più” ansimò “Non ce la faccio più Rob” le sorrisi per poi baciarle il capo imperlato di sudore.
“Si che ce la fai amore. Ce l‘hai sempre fatta e ci riuscirai anche questa volta. Sei forte” l’incoraggiai.
“Spingi Kris”
“Ma fa male. Tanto” protestò.
“Ehi, ci sono io qui ok? Stiamo sognando questo bambino da nove mesi. Nostro figlio Kristen, il fratellino di Joy. Puoi farcela, pensa a noi” mi guardò per qualche istante poi, senza perdere il contatto visivo, diede le ultime spinte e poco dopo le sue urla vennero sovrastate da un piccolo pianto. Era nato. Mio figlio era venuto al mondo ed io ero lì pronto ad accoglierlo.
“E‘ meraviglioso. Complimenti Kris, sei stata bravissima” si complimentò la dottoressa per poi sostarsi infondo alla sala. Probabilmente dovevano pulirlo.
“Voglio v-eder-lo” biascicò Kristen.
“Prima bisogna pulirlo e saturare te, poi sarà tutto vostro” spiegò un’infermiera allontanandosi.
Mi voltai verso Kristen e avvicinai il mio viso al suo.
“Ti amo Kris, ancora una volta mi hai reso l‘uomo più felice del mondo” confessai e solo quando lei mi passò una mano sulla guancia capii di star piangendo.
“Ti amo anch‘io Robert, più di qualsiasi altra cosa al mondo e amo i nostri figli” annullai le distanze e le lasciai un tenero bacio sulle labbra poi poco dopo la dottoressa si avvicinò per mettermi il mio bambino tra le braccia. Il mio cuore perse un battito quando lo strinsi a me e se possibile, le lacrime aumentarono a dismisura quando ad occhi increduli ammirai quegli occhi color cielo. I miei occhi. Mi avvicinai tremante a Kristen e quando anche lei lo ammirò scoppiò in un dolce pianto.
“Sei meraviglioso! Hai visto cos‘abbiamo creato?” annuii con il capo, incapace di aggiungere altro.
“Benvenuto al mondo mio piccolo Thomas Pattinson”
Sorridemmo in contemporanea, poi il mio pensiero andò oltre quella porta, dove ad attenderci c’era il nostro prima angelo: la mia piccola Joy che non vedeva l’ora di vedere il fratellino.
“Non mi manca niente” sussurrai più a me stesso che agli altri ed era vero. La vita mi aveva regalato tutto ciò che avevo sempre desiderato e glien’ero grato. Estremamente grato.
Ero così felice ed euforico che solo un’ora dopo compresi quanto fosse stato traumatico il parto. Bello da morire si, ma senz’altro pieno d’ansia e terrore. Per tutto il tempo avevo avuto la sensazione di svenire, mi ero sentito più volte mancare ma dovevo essere forte. Lo dovevo a me, ma soprattutto a Kristen. Lei che per quanto avesse vissuto nello sbaglio per anni, era stata forte. Forte perché aveva tirato su una bambina da sola, perché non si era mai persa d’animo e perché ha avuto il coraggio di riprendermi.
Oh si, la mia era senza dubbio una donna eccezionale!

_____________________________________________

*______________* Allora cosa ne pensate? Il capitolo è più lungo del solito, ma voglio un vostro parere perciò lasciate qualche recensione anche se sò perfettamente che non ce lo meritiamo affatto =(
Un bacio, al prossimo e ultimo aggiornamento =D

per contattarmi: Nusia Efp







Nusia*

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=573547