La comprensone dei sentimenti non è, e non sarà mai, razionale.

di Infinite Sky Driver
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Razionalità ***
Capitolo 2: *** Un gesto, un battito perso ***
Capitolo 3: *** The day I met him. ***
Capitolo 4: *** Last Gift, under the Sky ***
Capitolo 5: *** Lo sbaglio migliore della nostra vita ***
Capitolo 6: *** Thanks ***
Capitolo 7: *** Give me back my Heart. ***
Capitolo 8: *** Solletico mattutino, insopportabile. ***
Capitolo 9: *** Disaster movie ***
Capitolo 10: *** Luna, il tuo avversario è troppo forte. ***
Capitolo 11: *** Heaven ***
Capitolo 12: *** Beautiful day #1 ***
Capitolo 13: *** Beautiful day #2 ***
Capitolo 14: *** La tempesta arriva quando meno te l'aspetti ***
Capitolo 15: *** La verità è dura da mantenere segreta ***
Capitolo 16: *** La depressione è il cibo preferito di un'anima triste. ***
Capitolo 17: *** Ciò che sembra doloroso, può portare alla felicità? ***
Capitolo 18: *** La strada giusta, è quella indicata dal cuore. ***



Capitolo 1
*** Razionalità ***


Ebbene, ho deciso di postare questa....storia, un po' diversa da quelle che ho fatto fin ora, nel senso che non ci sono veri e propri capitoli separati...ma è più una fiction divisa in parti(che è la stessa cosa ._. abbè xD)....spero vi possa piacere ^^ La sto continuando tutt'ora, ed è una di quelle che ho preferito maggiormente da pianificare xD
Buona lettura...^^


La comprensione dei sentimenti non è, e non sarà mai, razionale

Razionalità. Qualcosa che segue un ragionamento logico.

Io sono un uomo, e non posso provare questi sentimenti, come tale.

E poi, verso qualcuno che nemmeno conosco. Perchè si, conoscere di vista non può definirsi “conoscere”, in realtà non so niente di come sia... o forse non è così?

Non posso, non devo, e non voglio innamorarmi di quella persona. Io sono acclamato da milioni di ragazze...potrei averne a manciate solo con uno schiocco di dita, la mia razionalità e la mia logica mi dicono queste cose tutti i giorni.

I miei sentimenti dicono tutt'altro.

Un giorno normalissimo, quello. Ero steso tranquillamente sul mio letto, guardavo le ultime news sui gruppi femminili coreani e mi aggiornavo sui balli che volevo a tutti i costi imparare.

Le ragazze erano tutte così carine, in quel periodo ero coerente, acquistavo i loro poster perchè attratto dai loro corpi, ma non in maniera mascolina...perchè invidiavo la loro perfezione nei particolari.

“Se le mie fan mi guardano, devono vedere la perfezione in me e mi devono desiderare carnalmente”, questo era quello che pensavo prima di quel terribile giorno, in cui sono cambiato come dal giorno alla notte.

Passarono una stupida pubblicità sul pollo, sicuramente se Jinki stava guardando la tv avrebbe sbavato per avere tutto quel cibo. Feci l'ultima cosa che avrei dovuto fare: annoiato dalla molteplicità di spot pubblicitari, guardai fuori dalla finestra, cosa che facevo raramente, e lo vidi.

Nella casa che affiancava la mia villetta, al secondo piano, in linea d'aria con la mia stanza, un ragazzo apriva la sua finestra e canticchiava una canzone allegra. Rimasi per un tempo infinito a guardarlo mentre scriveva qualcosa su di una scrivania, si allenava con degli attrezzi, suonava la chitarra. Mi sentivo strano, continuavo a dirmi “Il giorno più fortunato della tua vita, sarà proprio oggi, in cui hai conosciuto questo ragazzo”.

Da quella volta, ecco che persi la mia coerenza.

Ogni giorno che passava, appena sveglio correvo ad aprire la finestra, per riuscire a vederlo, ogni volta che tornavo dalle prove, scostavo leggermente la tenda per guardarlo mentre suonava, ogni sera, aprivo leggermente la finestra per sentirlo cantare, e ogni notte, sentivo la sua voce echeggiare nei miei sogni.

Mi stavo davvero innamorando?

Da quel giorno iniziai a comprare sempre più poster di cantanti e attrici, ma non per il motivo precedente, bensì per provare a me stesso di essere attratto dalle donne, e non dagli uomini.

Cominciai anche a frequentare qualche ragazza; con una pensai anche di fidanzarmi. le chiedevo di cantare, ma la sua voce paragonata alla tua non era neanche da confrontare; la tenevo per mano, ma pensare di tenere la tua, mi faceva venire le farfalle allo stomaco; provai anche a baciarla, ma al pensiero di avere le tue labbra a contatto con le mie, il mio cuore perse un battito.

Anche ora sono qui a guardarti, ma tu non fai niente per farti disprezzare da me; sei in giardino, visto il bel tempo, con una canotta bianca che verrei volentieri li a strapparla con le mie mani. I caratteristici Jeans abbassati, tenuti in vita da una cintura di pelle nera ti danno l'aria dell'uomo forte e rozzo, quella della canzone che stai cantando mentre dipingi la staccionata, una melodia così dolce, che ti fa sembrare un angelo sceso dal cielo.

Ti odio per questo. Ma per me non vale il detto che l'amore è molto vicino all'odio: io ti VOGLIO odiare, perchè non voglio amarti. O meglio, Non Posso amarti, questo continuo a ripetermi.

Io sono un maschio. Questi pensieri stanno diventando talmente noiosi e abitudinari nella mia testa, che a volte non mi rendo nemmeno conto di pensarli.

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Capitolo 2
*** Un gesto, un battito perso ***


Qualcosa però cambia, sento che oggi è un giorno speciale, ma non so il perchè.

Decido che non costa nulla guardare una persona, apro la finestra e appoggio sul davanzale il vasetto di rose bianche che mi ha regalato la mia ex fidanzata per San Valentino. Amo i fiori, esprimono la bellezza interiore ed esteriore ai massimi livelli, con il loro profumo delicato e la loro raffinatezza nei particolari.

Sono li che accarezzo un petalo, quando la mia attenzione è richiamata da un gesto che vedo con la coda dell'occhio.

Sei davanti a casa, ancora con il pennello in mano intriso di vernice bianca; lo appoggi a terra, e passi il dorso dell'altra mano sulla fronte, alzando un poco i capelli che ricadono su di essa e asciugandoti piccole gocce di sudore.

Faccio fatica a mandare giù l'enorme quantità di saliva che mi si è formata in bocca, ma ne ho il bisogno, e quando ci riesco, la gola diventa secca in pochi secondi e sembra che non beva da settimane.

Per fortuna questa sensazione dura pochi istanti, dopodiché riesco a far tornare la situazione sotto controllo. Inizio a passarmi due dita tra i capelli, che cadono davanti all'orecchio destro cercando di dargli una forma ancora più geometrica di quella che hanno già. Il mio cervello però si ferma quanto ti giri verso di me e mi guardi.

Panico. Non so che fare, non riesco a muovermi e resto immobile a fissarti.

Alzi la mano e mi saluti, mostrando un sorriso spontaneo.

Cerco di ricambiare, ma mi esce solamente un sorriso strambo e imbarazzato, il contrario del tuo, così bello e solare.

Quella scena mi rimane impressa nella mente per molto tempo, le mie guance sembrano andare a fuoco, tutto in un colpo il mio corpo curato sembra uno schifo in confronto al tuo, e continuo a ripetere nella mia mente che tu sei l'essere perfetto.

I tuoi capelli corvini leggermente umidi sulla fronte per via del sudore, i tuoi occhi scuri, il tuo corpo muscoloso sembrano stregarmi; perchè mi fai quest'effetto?

I miei capelli sarebbero come i tuoi, forse leggermente più chiari, se non fosse per la mia tinta color miele scuro, i miei occhi non sono nemmeno paragonabili ai tuoi così limpidi, a causa di questi stupidi occhiali che porto. Inutile parlare del mio corpo liscio in via di sviluppo, con il tuo, ben allenato e forte.

Fin ora mi ero sempre vantato delle mie caratteristiche, trovandomi bello ogni volta che passavo davanti allo specchio della camera, ma ora inizio a calpestare la mia autostima, di fronte a te.

“Devo conoscerti”, l'unico pensiero che riesco a formulare. Scendo come una furia per le scale ripide andando a sbattere contro il muro e contro oggetti che incontro sulla mia strada, prendo la prima lattina che trovo in frigo, la apro, ne verso il contenuto in un bicchiere e metto al suo interno alcuni cubetti di ghiaccio.

“Avrà sete...”, non mi metto nemmeno un paio di scarpe, esco in ciabatte quasi di corsa e apro il cancelletto del giardino.

Mi giro, sei li a pochi metri da me, intento a dipingere l'ultimo pezzo di legno del tuo piccolo giardino, il pennello a mezz'aria che gocciola sulla ghiaia chiara e ti giri a guardarmi.

Anche io ti guardo, ma sembro un idiota. Sono li, ancora attaccato alla porta del basso cancelletto di ferro nero, con un bicchiere in mano e la condensa formatasi al suo esterno me la bagna lentamente. Cosa ho fatto? Ora è troppo tardi per tornare indietro, vorrei aprire la bocca per parlare, ma l'impulso non arriva nemmeno al cervello, e rimango li impalato, con una faccia sconvolta, mentre mi accorgo di avere ancora il fiatone per la corsa che ho fatto per le scale e per uscire dalla porta.

“Se non dico qualcosa finirà male, e non sarò nemmeno riuscito a conoscerlo”

Non riesco a pensare a qualcosa di sensato e la mia bocca si apre da sola.

-Ho pensato che......sete fa caldo..e...tu sudato fresco qualcosa vuoi?-

Strizzo gli occhi per capire cos'ho detto e soffoco una risata schizzata, volgendo lo sguardo alla mia mano tremante sul cancello.

-Ho....ho....p-pensato....vuoi qualcosa di fresco da bere?- “Incredibile...sono riuscito a parlargli”.

Appoggi il pennello e vieni verso di me.

Prendi il bicchiere, e nel gesto sfreghi la mano contro la mia provocandomi un brivido lungo la schiena.

-Non dovevi disturbarti....- sorridi di nuovo.

Prima di bere mi guardi, e sotto quegli occhi mi sembra di essere nudo. Di conseguenza abbasso lo sguardo imbarazzato.

-Oh...bella maglietta-

Avvampo, e torno a guardarti, poi mi massaggio il collo con una mano.

-Ah! G-grazie!- cerco di sorriderti decentemente.

Non capisco perchè, ma tu ridi e mi fai l'occhiolino, come per prendermi in giro. Volgo lo sguardo sulla mia maglia.

La mia bella maglietta bianca è attraversata da una macchia enorme color rosa....faccio mente locale in un millisecondo. Mentre prendevo la bibita ho urtato contro la scatola gel gelato che, ovviamente avevo lasciato aperta la sera prima. Non me ne ero nemmeno accorto, che figuraccia.

-Oh!!!!- Mi prendo un lembo della maglia e lo tiro in giù, come per vedere la gravità della macchia, e dico una parolaccia a bassa voce.

-Comunque io sono Jonghyun....ma puoi chiamarmi Jong- mi porgi la mano, sorridendo.

Rimango imbambolato ancora con le mani sulla maglia a guardarti, ho gli occhiali messi male, e mentre guardo la tua figura, vedo anche la striscia nera della montatura di questi.

Con una mano me li metto di nuovo bene e con l'altra stringo la tua.

-Kibum! Kim Kibum... anche detto Key! P-Piacere!-

Soffochi una risatina, probabilmente per il modo stupido in cui mi sono presentato, anzi, sicuramente per quello... e mi scompigli i capelli con una mano.

-Ciao Kibummie-

Mi porgi il bicchiere e lo afferro senza nemmeno rendermene conto, i miei occhi sono ancora fissi nei tuoi, ti avvicini di nuovo al barattolo di vernice e chinandoti riprendi il lavoro che avevi sospeso.

“Kibummie?”

Il mio cuore inizia a battere talmente forte che ho paura che tu riesca a sentirlo. Sono felice, forse il giorno più felice della mia vita.

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Capitolo 3
*** The day I met him. ***


- - - Kibum - - -

Da quella volta, non ti ho più visto. Perchè avevi le finestre chiuse tutto il giorno?

Nessuna voce, nessun movimento, nessuna canzone ad accompagnare le mie giornate. Mi sono sentito terribilmente solo; ogni volta che aprivo la finestra desideravo vedere la tua ancora chiusa, come per dimostrare a me stesso di essere lo stesso Key di sempre, ma quando la vedevo sbarrata, come speravo, la mia anima piangeva in silenzio.

Ho iniziato anche a non curare più il mio aspetto, se non per gli eventi a cui partecipo ogni tanto; se non posso farmi vedere da te, tanto vale che mi guardi tanto allo specchio.

I giorni diventano grigi senza di te, anche quando il cielo è illuminato da un sole splendente.

Oggi sono in giardino, seduto sull'erba, vicino al piccolo albero accanto alla staccionata, le nostre case sono così simili e vicine, al contrario di noi: solo il colore nuovo della facciata e della staccionata distinguono la tua dalla mia.

Mi manchi terribilmente....

-Kibummie!!!-

Sento una mano scompigliarmi i capelli, alzo la testa e vedo il tuo volto a pochi centimetri dal mio.

-J-Jong?-

Per lo spavento perdo l'equilibrio e cado di lato mentre tu mi guardi divertito e inizi a ridere della mia reazione.

-Jong! Dove sei stato?!- Le parole escono da sole dalla mia bocca quasi con rabbia.

Tu invece assumi un'espressione interrogativa e non sai che dire.

-Pensavo fossi morto, lo sai?- Provo a rigirare la frittata dando un tono divertente a quella conversazione. Il tuo sguardo però persiste, continui a fissarmi, ma pian piano sorridi, continuando a tenere il tuo sguardo su di me.

-C-cosa c'è?- Inizio a torturarmi le unghie e liscio di nuovo i capelli, quello stupido tic nervoso...

-Ho...di nuovo una macchia?-

A quella frasi scoppi a ridere sonoramente.

-No, no, no! Scusa..è che...- Ti passi una mano dietro la testa a scuotere i capelli.- Niente, niente...-

Metti le mani in tasca e schiarisci la voce, come per nascondere qualcosa.

-Che ne dici se dopo vengo qui e ti aiuto a imbiancare casa?- Abbozzi un sorriso, cercando il consenso in me, o forse per cercare una mia reazione insolita nei tuoi confronti.

-.....o-ok!- Rispondo senza pensarci, infatti me ne pento quasi subito, riflettendo sull'effetto che hai su di me quando mi guardi, o mi sorridi, o anche solo dalla tua vicinanza.

-Bene!-

Sul tuo volto si stampa un sorriso.

- - - Jong - - -

Continuavo a scrivere, ma le parole mi uscivano forzate, continuavo a cantare, ma la voce non mi sembrava armoniosa come prima.

Ero sempre stato bravo a cantare, perchè mi prendeva quel blocco così all'improvviso?

La primavera mi faceva spesso quell'effetto, ma mai così evidente e marcato.

Forse erano i problemi con la mia ragazza, forse una mia stupida sensazione: in quei giorni mi sentivo sempre osservato, pur essendo solo in casa, e la cosa mi metteva agitazione, non riuscivo a mantenere la solita lucidità; in più, le continue lamentele di Carol sul mio comportamento nei suoi confronti....ero stufo di quelle ragazze.

Il peggio però è arrivato quando ho ricevuto la sua chiamata, quel pomeriggio maledetto. “Mi dispiace, ma non sei l'uomo che credevo tu fossi, è finita”

Non mi ha lasciato il tempo per fiatare, nemmeno per chiedere chi era al telefono. Mi ha piantato così, senza motivo, e con lei se n'è andata anche la voglia di fare musica. Per questo voglio prendermi una pausa di riflessione. Voglio riprendermi la mia vita, quella che se n'è andata per colpa sua.

Alcuni giorni dopo, la mia ispirazione per la nuova canzone era pessima, così decisi di dipingere la staccionata del giardino.

Il sole splendeva, come ad incorniciare quella che sarebbe stata una giornata da non dimenticare, e che ricordo benissimo anche ora.

Dipingevo tranquillamente, accompagnato dal canto degli uccellini sugli alberi, continuavo ad avere la sensazione che qualcuno mi stesse guardando e istintivamente alzai lo sguardo verso la casa accanto alla mia.

Alla finestra c'era un ragazzo che sembrava più piccolo di me: due occhi scuri, nascosti dal riflesso di un paio di occhiali; capelli corti, leggermente spettinati, del color del miele. Era affacciato, e guardava le rose bianche che aveva sul davanzale, assorto nei suoi pensieri.

Distolsi lo sguardo velocemente, il mio cuore batteva più forte del solito...

Mi asciugai la fronte sudata, sotto quel sole cocente resistere era difficile; quella giornata sembrava più estiva che primaverile, mi alzai anche la canotta, facendo passare aria su petto e addominali, asciugandoli leggermente dal sottile strato di sudore.

L'occhio mi cadeva sempre su quella casa; dopo averci rimuginato abbastanza, arrivai alla soluzione: gli occhi erano fatti per guardare, così, spinto dalla tentazione tornai a guardare verso la finestra.

Mi stava guardando.

Sentii distintamente il cuore fermarsi sotto quello sguardo; anche da lontano, i suoi occhi così innocenti penetravano in me e sembravano bucare il mio corpo da parte e parte.

Sorrisi alzando velocemente la mano, lui mi vide e sembrò imbarazzato, poi sorrise anche lui in un modo adorabile e alzò a stento una mano, salutandomi.

Tornai a guardare la staccionata, il pennello gocciolava a terra, colorando di bianco la ghiaia. Il mio cervello sembrava in standby, continuavo a fissare un punto vuoto davanti a me...avevo nostalgia di quello sguardo?

Non resistetti, e tornai a guardare alla finestra, era vuota.

La strana sensazione di felicità che mi invadeva un attimo prima mi abbandonò all'istante, così ripresi a dipingere con un vuoto nel cuore.

Il rumore metallico di un cancello però attirò la mia attenzione, mi girai verso quel rumore, e vidi davanti a me proprio il ragazzo di prima.

Ancora attaccato con una mano al cancello, nell'altra un bicchiere con dell'aranciata, guardava un punto dietro di me, probabilmente cercando qualcosa da dire.

Mi offrì da bere, parlando con non pochi problemi. Che dolce...mi ricordava il comportamento di una ragazza.

Presi il bicchiere dalla sua mano, ma nel farlo la sfiorai; un brivido percorse la mia schiena, e per un attimo mi sembrò di avere la febbre. Solo allora mi sono accorto delle sue caratteristiche: i capelli che cadevano leggermente sugli occhi con morbidi ricci, nascondevano quei pozzi scuri che, pur essendo tali, esprimevano una dolcezza infinita; il viso dai lineamenti dolci, quasi femminili e le gote sporgenti.

Il suo corpicino entrava in una maglietta bianca troppo grande per lui, con un gattino disegnato sul davanti, e un paio di pantaloni neri della tuta, bassi in vita.

L'unica cosa che stonava era un'enorme macchia di gelato alla fragola che gli colava dal petto in giù, lo rendeva così buffo che non riuscii a trattenermi, e gli feci una battuta acida.

-Bella maglietta...- dissi facendogli l'occhiolino.

Sulle prime non capì, poi si accorse della maglia sporca e disse qualcosa sottovoce che assomigliava molto a un “merda...”.

Si chiama Kim Kibum. Che bel nome.
Kibummie, il mio nuovo amico.

Pensando al suo nome, mi tornava l'ispirazione alla musica, come se una macchina ferma da anni stesse andando dal meccanico migliore del mondo.

Potevo finalmente finire la mia canzone, le note venivano da sole, le parole assieme a loro, in una melodia nuova che già mi piaceva terribilmente. Il titolo...”Last gift”.

Con quella canzone ho partecipato al concorso canoro tenutosi a Seoul le settimane scorse, e ha avuto successo, grazie a lui.



Da questo capitolo ho iniziato a scrivere chi è che parla xD sarà più chiaro così....davvero grazie infinite a chi recensisce, mi fa davvero piacere sapere cosa ne pensate e sono davvero felice quando le leggo! *^* Ma anche grazie a chi legge la mia storia ^w^
In questo capitolo Jong parla di quello che gli succede alla vista di Kibum, non so perchè, ma l'immagine di key in una maglietta bianca enorme con una macchia di gelato sopra, mi ispira tanta dolcezza °u°
Spero che vi sia piaciuto anche questo!

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Capitolo 4
*** Last Gift, under the Sky ***


- - - Key - - -

Un senso di infelicità mi attanaglia l'anima. Senza motivo. Oppure per un insieme di cose. Non lo so.

Quando sono solo, nella mia stanza, non faccio che pensare alla mia famiglia, ai miei amici, alla mia vita felice; perchè la ritengo un'esistenza felice, se poi mi sento così fragile e stanco?

Ogni giorno cerco di fare del mio meglio per rendere le persone vicino a me felici, ma queste litigano lo stesso fra di loro, e inconsapevolmente spezzo dei legami giorno per giorno; sono stufo di questo.

Forse sarebbe meglio se restassi nel mio mondo? Senza curarmi delle altre persone? Più ci penso, più sto male. Sto bene solamente nella mia fantasia, senza la quale non vivrei; In un fantastico mondo, con persone fantastiche e un amore fantastico.

Ho sempre odiato il fatto di dipendere da qualcuno; tutti i giorni della mia adolescenza, guardavo i miei amici avere un proprio “preferito” tra gli amici del gruppo. Io non ne ho mai avuto uno, e ho sempre percepito la dipendenza una debolezza. Perchè ora desidero avere qualcuno da cui dipendere? O meglio...perchè desidero avere una persona per la quale io sia la persona più importante? Questa è avarizia.

O è un desiderio? Potrebbe essere entrambi, oppure semplice egoismo.

La verità può anche essere che sono io ad essere debole, credendomi forte; forse è questo che mi attrae di te. Il tuo essere forte, a contrario di me.

Pensandoci però, non è soltanto questo. Dalla prima volta che ti ho visto, ho sentito subito il mio cuore esplodere; il tuo fisico mi attraeva, ma sentivo anche un'energia stupenda partire da te per arrivare fino alla mia finestra e avvolgermi in un dolce abbraccio.

Da quando ho scoperto che si possono provare certi sentimenti verso una persona, ho aperto il mio cuore... non molto, ma quel che basta per sentirti vicino a me.

Quando abbiamo imbiancato la facciata della casa mi parlavi, dei tuoi problemi, delle tue avventure, delle tue canzoni, e io non potevo fare altro che pendere dalle tue labbra; il modo in cui mi guardi mi fa sentire speciale. Davvero speciale per qualcuno.

- - - Jong - - -

Queste sensazioni che mi assalgono giorno per giorno non mi danno tregua.

Ormai sei diventato un pensiero fisso nella mia mente; cerco in tutti i modi di pensare ad altro, ma i miei sforzi sono vani. Ho iniziato a provare uno strano sentimento molto simile all'amicizia, che mi lega indissolubilmente a te.

Ogni tanto, passeggiando per strada, o al parco, o in qualunque posto affollato, scorgo dei ragazzi con altri ragazzi, e noto i loro comportamenti. Prima non ci avevo mai fatto caso, perchè ora si?

Credo di aver paura di quello che posso provare verso di te.

Cioè...sono un uomo.

Tu, sei un uomo.

E se mi piacessi?

Per ora però...vorrei che la nostra fosse solo un'amicizia, anche se quando ti vedo, penso a tutt'altro.

È che...sembri tanto una ragazza. Ma non lo sei. Come spiegare?

Sembri una ragazza nei tuoi comportamenti così dolci; la tua tenerezza, la tua spontaneità, il tuo vantarti dei particolari che riesco a trovare nell'abbigliamento. Ma la brutta cosa, è che non sei una ragazza, sei anche un bell'uomo.

Pensieri strani mi stanno passando per la testa, che nemmeno immagini.

Pensavo a quando abbiamo imbiancato la casa; mi avevi sporcato di vernice tutta la maglia non essendo pratico di pittura, così mi è sembrata una cosa naturale togliermela, restando torso nudo.

“Tanto..”, ho pensato, “siamo amici”.

La sensazione che provavo successivamente, però, mi metteva a disagio.

Con la coda dell'occhio mi osservavi quasi arrossendo.

Così ti ho messo alla prova: ti ho rovesciato addosso una tolla di vernice a tradimento, così che anche tu ti togliessi la maglia.

Mi ricordo ancora la faccia che hai fatto quando ti sei girato verso di me con la maglia zuppa di colore.

-Key non guardarmi così! Mi fai paura!- ho detto ridendo.

-Jon.....ghyun.....t-ti....ammazzo...- hai iniziato a rincorrermi per il giardino, e ben presto attuai il mio piano malefico.

Una volta fermato, mi sei venuto addosso e ti ho preso le braccia per non farti scappare. Pian piano ho iniziato a toglierti la maglia mentre tu ti agitavi tra le mie braccia cercando di contrastare la mia forza, nettamente superiore alla tua. L'unico problema erano i pochi centimetri d'altezza che avevi più di me, ma non ci tenevo molto conto.

-J-jong lasciami ti prego!-

Dopo averti tolto le maniche, ho alzato la parte inferiore della tua maglietta verde, coperta della vernice. Te l'ho tolta in un colpo, spettinandoti i capelli e facendoti cadere gli occhiali sull'erba, dopodiché l'ho buttata a terra sorridendo soddisfatto.

Di sicuro non avevi addominali scolpiti, ma la delicatezza di quel corpo mi ha attirato in un modo incredibile.

Le tue guance si tingevano secondo per secondo di un rosso scarlatto, e tentavi di coprirti incrociando le braccia sul petto.

-S-sei contento ora?-

Non riuscivo a formulare una frase che avesse senso, perciò mi limitai ad annuire con la testa.

Quel piccolo momento in cui ti avevo tra le braccia mi ha fatto battere il cuore talmente forte che pensavo sarebbe scoppiato da un momento all'altro.

Da quella volta ho cominciato a provare qualcosa, qualcosa che non avevo mai provato.

Siamo usciti altre volte per una passeggiata, o una semplice chiacchierata.

Mi piace sentirti parlare del tuo lavoro. Sei talmente carino da lavorare come modello; chissà perchè ma non mi stupisce affatto. Oltre a quello, ti piace il rap, il canto, il ballo ma chissà quanti sono ancora i tuoi hobby. “Key” è davvero appropriato come soprannome.

Guardo l'orologio: le quattro in punto. Di solito sei puntuale, chissà perchè non sei ancora qui...

Suona il campanello. Eccoti.

Salto sul divano, scavalcandolo e mi fiondo sulla porta; appena la apro trovo il tuo sorriso ad aspettarmi.

-Ciao Jongie! Come stai oggi?-

“Adesso...molto meglio...”

-Kibum! Sto bene grazie, prendo la chitarra e arrivo-

-Fai pure-

Un altro sorriso, e il mio cuore sussulta.

Un altro battito a farmi impazzire.

Un altra parola, e mi sarei davvero innamorato di te.

Entro a prendere la chitarra e ti raggiungo sulla porta correndo, sono già stato troppo tempo senza vederti.

-Scusa se ci ho messo tanto!- riprendo fiato dopo la corsa sulle scale.

Mi guardi perplesso e dai un'occhiata all'orologio al polso.

-Ma se ci hai messo...si e no venti secondi...-

-Ah....oh...beh, meglio no?-

-Non credi sia meglio prendere un ombrello? Le previsioni danno brutto tempo...-

-Io sono un duro, non ho bisogno dell'ombrello, resisterò sotto l'acqua- dico gonfiando il petto.

-Certo, certo...- ridacchi sotto i baffi.

Il pomeriggio passa velocemente con te, il lago che hai scelto è bellissimo: l'acqua riflette ogni sfumatura del cielo ed è attraversata da strisce luminose che catturano la luce del sole.

L'erba del prato sul quale siamo seduti sembra più verde di quella degli altri posti; forse è per questo che l'hai scelto. Ti sei ricordato del mio soprannome “splendente”?

Ma che cosa sto pensando? Io sono solo tuo amico, perchè dovresti pensare a queste cose?

Inizio ad intonare con la voce e la chitarra quella canzone che ho finito grazie a te: “Last Gift”.

“Nuehgeh ggiwojoon banjiga nae soneh chagabgeh dolawa nae maeum do gati doryuhbadeun majimak sunmool ibyurin gul, Namanyeh choouhdeuril gga younghwa han jangmyun churum nul mannatdun giugee nal nojil anhneunji naman apeun gunji” (Sono questi ricordi solo miei? Incontrarti è stato come la scena di un film, perchè i pensieri di te non mi lasciano in pace? Sono l'unico che sta soffrendo? Non so perchè, non riesco ad andare avanti; sento che tornerai. Magari lo stai rimpiangendo ora? Non riesco ancora a muovermi da qui)

Questa canzone sembra narrare la mia storia d'amore finita.

Forse però, quello non potevo chiamarlo “vero amore”.

Alle ultime parole però non riesco ad evitare di pensare a te. “Tu sei il mio unico, ultimo amore”.

Allora è davvero così. Cuore, me lo stai dicendo da troppo tempo ormai.

Sei come l'aria per me, non faccio altro che desiderare la tua felicità dalla prima volta che ti ho visto, il tuo sorriso illumina le mie giornate, la voce mi mostra la via da percorrere. È questa la verità, anche se faccio fatica ad ammetterlo a me stesso. Forse, sono davvero innamorato di te.

Perchè i miei dubbi devono essere sempre così brevi?

Appena finisco la canzone, chiudo gli occhi per pensare al significato di essa.

Mi accorgo solo in quel momento di sentire un peso sulla spalla, e quel peso è proprio la tua testa.

Ti sei addormentato come un angelo durante la canzone.

Sposto leggermente un ciuffo che ti cade sugli occhi, e noto le tue ciglia muoversi leggermente. Stai sognando?

-Chi stai sognando, piccolo?-

Sussurro quelle parole, avvicinando la testa alla tua, per darti un lieve bacio sui capelli morbidi come la seta.

-N....no....non.........an..andare...-

-Non andare? Chi stai sognando?- In fondo, spero che stia sognando me.

-Resta.....con me....Jon..-

Non finisce la frase, ma il nome si capisce: Jong.

Sorrido dolcemente e ti passo una mano sulla guancia.

-Non me ne vado....tranquillo Kibummie-

Senza accorgermene inizia a piovigginare, ma ben presto quella pioggerella diventa un tipico acquazzone estivo e sono costretto a svegliarlo.

-K-key.....- lo scuoto leggermente per una spalla.

-Oh! COSA? EH?- Ti alzi di scatto ancora mezzo addormentato con un lato della bocca bagnato di saliva.

Guardo la manica della maglia: ha una macchia enorme più scura, non mi ero nemmeno accorto che sbavassi mentre dormivi.

-Oh, s-scusa!! Mi sono addormentato per sbaglio...- ti pulisci velocemente con il dorso della mano e guardi da un'altra parte.

“Che carino”

-Fa niente, dai andiamo che qui sennò va a finire che ci becchiamo l'influenza!-

Lo prendo per il braccio e corriamo verso la pensilina del pullman.

È ancora presto, quindi ci sediamo sulla panchina e aspettiamo, mentre su di noi cala un imbarazzo percettibile da chiunque; per fortuna siamo soli.

La pioggia aumenta, e i ricordi della mia ragazza rifiorano nella mente, facendomi scendere qualche lacrima.

-Jong...stai bene?- Ti volti verso di me, preoccupato, prendendomi una mano.

A quel punto ti racconto tutto, ogni cosa, ogni parola, ogni sentimento, ogni momento di dolore.

Continui a guardarmi negli occhi, tanto intensamente che penso di impazzire, ma cerco di resistere e continuo il mio racconto, piangendo e singhiozzando.

Ti avvicini a me e mi abbracci, lasciandomi sfogare, e le parole che mi offri mi spiazzano.

-Tu sei una persona fantastica...quando ti ho conosciuto ho sentito qualcosa...Il mio cuore, ogni giorno, voleva sentirti più vicino...ma io gli negavo questa possibilità, perchè mi sentivo in imbarazzo. Ti voglio molto bene Jong, o forse anche di più...la tua presenza si è fatta indispensabile per me, quando ti vedo, mi sembra di tornare veramente a respirare-

Perchè mi stai dicendo questo? Ad ogni parola che sento mi sembra che tu diventa sempre più bello.

Mi sembra che la tua dolcezza mi trasporti in un luogo fantastico, senza problemi o pensieri negativi. Mi piacerebbe davvero...no, non posso farlo, anche se il mio istinto è forte, riuscirò a controllarlo. Riesco a smettere di piangere, e continuo a fissarti.

-Con te sono me stesso...con te posso esprimermi tranquillamente e sento di essere legato a te in qualche modo profondo che...-

Non gli faccio nemmeno finire la frase, non posso più aspettare. Forse anche tu provi qualcosa per me, tanto vale provarci.

Mi avvicino lentamente fino a far sfiorare i nostri visi. Il tuo respiro si fa irregolare e lo sento distintamente sulla mia pelle. Continuo ad aspettare il tuo rifiuto, ma non succede niente. Stai li fermo, a guardarmi le labbra. Faccio lo stesso anch'io cercando di notare anche solo un minimo movimento dubbioso da parte tua. Nemmeno questo. La mia mente inizia ad annebbiarsi.


L'ho finito qui perchè sennò sarebbe diventato lunghissimo xD Un grazie enorme a chi recensisce, davvero ç_ç ma anche grazie a chi legge soltanto! =D
Sono curiosa di quello che pensate xD se volete lasciare anche solo un piccolo commentino ne sarei più che felice >w<
Dovrò andare in ferie alcuni giorni e non riuscirò a postare il prossimo capitolo prima di lunedì <.< i'm sorry...
Spero che il capitolo vi sia piaciuto ^^
chu <3

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Capitolo 5
*** Lo sbaglio migliore della nostra vita ***


- - - Key - - -

Ora, sento la tua mano stringere la mia. Seduto di fianco a me sotto la pensilina del pullman, mi abbracci aggrappandoti alla mia giacca, come per cercare calore in questa giornata piovosa. Mi sento forte in questo momento, al contrario di te, che sembri così fragile e indifeso che anche un leggero soffio di vento potrebbe farti volare via da me.

Ti abbraccio per cercare di consolarti al meglio, ma sono una frana in queste cose, di solito sono io quello che viene consolato, e mi risulta abbastanza difficile sorreggere una persona in momenti di debolezza come questi.

Continuo a passarti una mano su e giù sulla schiena, cercando di farti smettere di piangere. Questa visione mi strazia, tu che sei così bello, sicuro di te, ti ritrovi a piangere sulla spalla del tuo “migliore amico”.

Pensando a questa parola mi piange il cuore, io non voglio essere tuo amico, ma qualcosa di più.

Alcuni mesi fa mi sarei dato dello stupido a pensare certe cose, ma ora che ti ho conosciuto bene, sono consapevole dei miei sentimenti e non posso far altro che accettarli, che comporta anche il fatto di accettare me stesso.

Non mi avevi mai detto della tua ragazza, e di come ti avesse fatto soffrire. Quando me ne hai parlato, circa mezz'ora fa, avrei voluto averla tra le mani e picchiarla così forte da farle dimenticare persino il suo nome. Come osa far piangere una persona splendida come te? Inconcepibile.

Quando mi hai parlato della tua sofferenza quando ti ha lasciato, delle sue parole per ferirti, mi sono sentito così adirato, una rabbia mai provata prima. E poi i tuoi nervi sono saltati, hai iniziato a piangere, e io da buon amico ti ho sorretto.

-Key, i-io...sono così..cattivo?- finalmente inizi a calmarti, e i singhiozzi diminuiscono.

-Jong, sei pazzo? Non pensare nemmeno una cosa simile- Ti stringo di più a me e ti carezzo i capelli.

-Non le ho mai fatto niente di male...eppure...l-lei...mi ha...- non riesci a finire la frase che di nuovo ti prendono violenti singhiozzi.

-Jonghyun-

Mi sposto di quel poco che mi permetta di vederti in volto.

-Tu sei una persona fantastica...quando ti ho conosciuto ho sentito qualcosa...- Iniziano a pizzicami gli occhi in questo istante, mentre sto per rivelarti i miei sentimenti.

-Il mio cuore, ogni giorno, voleva sentirti più vicino...ma io gli negavo questa possibilità, perchè mi sentivo in imbarazzo. Ti voglio molto bene Jong, o forse anche di più...la tua presenza si è fatta indispensabile per me, quando ti vedo, mi sembra di tornare veramente a respirare-

In qualche modo sento che l'imbarazzo non è tanta quanto la voglia di rivelarti quei sentimenti che celo sotto la maschera che metto tutti i giorni, che cade però appena ti vedo.

-Con te sono me stesso...con te posso esprimermi tranquillamente e sento di essere legato a te in qualche modo profondo che...-

Alzo appena gli occhi e vedo il tuo volto vicino al mio. Il sangue mi si gela nelle vene e la tentazione di assaporare quelle labbra così soffici e carnose mi assale. Sento distintamente una goccia di sudore passarmi dalla fronte alla tempia, fino a formare una curva, passare a lato della bocca e finire sul mento. La lucidità comincia ad abbandonarmi, ho solamente voglia di stare tra le tue braccia e finalmente essere tuo.

Ormai hai smesso di piangere, e mi ascolti con attenzione; il tuo volto però è troppo vicino al mio...e non capisco se l'hai fatto apposta a creare tra di noi quella distanza così ravvicinata, o se l'hai fatto inconsapevolmente.

-I-io....-Inizio a torturarmi le mani: la tua vicinanza mi ha sempre creato dei problemi, ma ora sono completamente paralizzato.

Mi posi una mano sulla guancia e mi specchio nei tuoi occhi scuri, lucidi: mi vedo così imperfetto in confronto a te, non so se godere di quel tepore, o scappare dall'imbarazzo.

Ti avvicini sempre di più, il mio cuore sta per scoppiare, i tuoi occhi sembrano trapassare il mio corpo, e non so se fissare quelli, o la tua bocca.

I secondi sembrano infiniti, mi sembra di svenire da un momento all'altro, ma quando sento le tue labbra sulle mie, ogni cosa svanisce, lasciando posto ad un misto di pensieri contorti che non riesco nemmeno a comprendere.

Il tuo tocco è incerto, i tuoi movimenti lenti, la tua bocca leggermente a contatto con la mia, forse hai paura di quello che penso? Credi che io non ti ami?

Non resisto più alla voglia che tenevo dentro da troppo tempo e mi avvicino a te: ti poso una mano tra i capelli, dietro la testa, in modo da avvicinarla di più alla mia, mentre la mano libera la poso sul lato del collo.

Timidamente tento di schiudere le labbra, tu fai la stessa cosa e sento la tua lingua sfiorare la mia. A quel punto ti stacchi violentemente da me, rosso in volto e ti alzi, indietreggiando.

Non so dove guardare, così punto lo sguardo sul pavimento, imbarazzato oltre ogni limite.

-Scusa...io...non avrei dovuto farlo, è stato un errore- dici quelle parole che mi feriscono così tanto, e così profondamente nell'anima, che sento mancare l'aria.

In quell'istante arriva l'autobus; alzi gli occhi, li alzo anch'io, mi fissi.

Dopo poco però ti giri e corri dentro l'autobus.

-Jong!-

Il bus parte veloce sotto la pioggia e tu vai via con lui, allontanandoti da me, lasciando un terribile vuoto dove prima c'era il mio cuore, come se te lo fossi portato via, assieme al mio amore.

Allungo una mano verso la tua direzione, ma ormai le luci del mezzo sono troppo distanti e sfocate dalla nebbia.

-Jong......a...aspetta.....-

I miei vestiti si stanno infradiciando, assieme ai capelli, e la pioggia si mischia sul volto alle lacrime che mi sgorgano lente dagli occhi.

Mi tocco le labbra con le dita; anche se l'acqua scorre su di esse, il tuo sapore rimane costantemente a ricordarmi quella sensazione di pressione, creatasi durante il bacio.

Cos'ho sbagliato? Forse dovevo resistere alla tentazione, forse dovevo spostarmi.

Se non ti avessi baciato saremmo ancora amici, e saremmo ancora seduti a parlare. Ora invece cosa siamo?

Nonostante cerchi di maledirmi, non riesco a smettere di pensare un attimo a quel calore, a quel bacio che mi hai regalato.

Hai ragione tu. È stato uno sbaglio. Ma non uno qualunque....è stato un bellissimo sbaglio.

- - - Jong - - -

Colmo lentamente quella piccola distanza tra di noi, facendo prima sfiorare le labbra con le tue, poi premendole leggermente su di esse; ho paura di rovinare tutto, però forse non è così, forse anche io ti piaccio.

Hai un sapore così buono, non vorrei mai staccarmi da te.

Sento le tue mani tra i capelli e ti avvicini di più a me, facendomi sussultare, tanto che per sbaglio ti mordo un labbro.

Non sembri farci caso e schiudi timidamente le labbra per un nuovo bacio; seguo il tuo movimento e continuo a baciarti, mentre posi leggermente la mano che hai libera sul mio collo, a tracciare la linea della vena percettibile sotto la pelle.

La mia testa sembra scollegata con il resto del corpo, il cervello non manda più comandi, e la ragione mi abbandona; lasciando pieno comando all'istinto.

La mia lingua cerca contatto con la tua, lo trova con facilità, ma appena si sfiorano una scossa di adrenalina mi fa attivare per un secondo il cervello. Ecco. Quello stupido cervello mi fa rendere conto di quello che sto facendo. Sto baciando il mio migliore amico? A quanto pare, si.

Ma che diavolo...? Che diavolo stai facendo Kim Jonghyun!

Mi stacco velocemente da te e mi alzo, dandoti le spalle. Sta arrivando il bus.

Mi giro un attimo, tu mi guardi, sotto quello sguardo mi sento un verme.

-Scusa...io...non avrei dovuto farlo, è stato un errore-

Mi volto e corro dentro al pullman, che chiude le porte dietro di me e parte velocemente.

Mentre mi allontano sempre di più, noto la tua figura in mezzo alla strada, illuminata da un lampione.

Sotto la pioggia, sembri così indifeso; vorrei scendere da questo dannato pullman e correre da te, abbracciarti, dirti che ti amo, ma sembrerei solo un idiota.

Sembrerei?

Sono un idiota.

Ti ho baciato, e poi scappato. Come potrò farmi vedere da te la prossima volta? Mi sento uno schifo.

Sento ancora il tuo sapore in bocca. Così dolce, così semplice e unico. Non farò altro che pensare a te, restando con il mio senso di colpa per i prossimi giorni.

“È stato uno sbaglio”...questo penserai. No, non è stato uno sbaglio. Ho rovinato tutto, tu non hai sbagliato proprio niente.

Ti guarderò da lontano se non vorrai più vedermi, ma nessuno potrà mai allontanarci, ne fermare il mio amore per te. Perchè io ti amo.


Mi scuso enormemente per non essere riuscita a postare il capitolo ieri come promesso, ma sono tornata tardi ed ero distrutta xD chiedo umilmente perdono ç_ç
E qui finalmente i dubbi se ne vanno. Jong lascia Key da solo dopo averlo baciato, e Key pensa di aver sbagliato qualcosa, mentre Jong si da tutta la colpa da solo.
Magari, Key riuscirà a stare meglio con l'entrata di un personaggio che gli farà dimenticare il suo amore per Jong? o.O Ho già detto troppo o.ò xD Spero vi sia piaciuto questo capitolo, e magari il prossimo lo posterò in giornata, o al massimo domani ^^
chu <3

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Capitolo 6
*** Thanks ***


- - - Key - - -

-Key-

-..............-

-Key...-

-................-

-Kim Kibum!-

Mi volto verso il mio manager.

-Ma che hai?-

Mi giro di nuovo verso il finestrino bagnato dalla pioggia che cade di stravento.

Piove incessantemente da quel giorno. Quasi ironico, no? Il tempo esterno, rispecchia esattamente il mio “interno”.

-Key!-

Questa volta mi strattona per il braccio cercando la mia attenzione.

-Lasciami in pace!- Lo sguardo che gli rivolgo è cattivo, si, ma perchè nessuno mi deve disturbare mentre sto pensando...soprattutto mentre sto pensando a te.

-Kibum...il direttore deve parlarti quando saremo arrivati....-

Non m'importa.

Perchè dovrebbe? Io sono ricco, bello e famoso. Perchè dovrebbe importarmi? Ma di che mi preoccupo?

Voglio solo tornarmene a casa.

L'auto si ferma, apro la portiera e ignorando l'ombrello che mi offre un impiegato dell'agenzia, cammino verso l'entrata.

Mi rannicchio nella giacca alzando le spalle e sprofondando la testa nel colletto, mentre la pioggia cade violenta sui miei capelli.

Entro nell'edificio noncurante degli sguardi che mi lanciano i colleghi, gli amici, le ragazze che sono li per audizioni che mi guardano con ammirazione. Con questo comportamento, non credo di essere degno di attenzioni, ma ad essere sincero, non voglio le desidero nemmeno, mi metterebbero solo a disagio, e penserei a tutt'altro.

-Key!-

Mi volto verso quella voce, è il direttore.

-Salve-

-Key, come stai?-

-Tutto benissimo, grazie- sfoggio il miglior sorriso che potessi fare.

-Sei sicuro?......In questi ultimi tempi sei sempre distratto....non ti concentri più come facevi prima...-

Sembra faticare nel voler continuare il discorso.

-Sarò chiaro...nelle ultime settimane le tue vendite sono calate vertiginosamente...il pubblico si lamenta della tua spontaneità perduta...ormai non si ricordano nemmeno l'ultima volta che hai fatto un sorriso....vero.-

Abbasso il capo, trattenendo le lacrime. Una freccia mi colpisce il cuore.

-Key...io..non so come...-

Riesco a capire dove vuole andare a parare.

-Non so se...-

-Mi stai licenziando?- alzo di scatto la testa, serio.

Questa volta è lui ad abbassare lo sguardo.

-...........Io...ti darei un momento di paus...-

Mi volto ed esco da quel palazzo.

Varco le porte scorrevoli e cammino deciso sotto quella pioggia che non ha nessuna intenzione di cessare. I vestiti si bagnano di nuovo, i capelli tornano schiacciati sulla testa, pesanti, pieni d'acqua.

Aumento il passo, fino a correre verso casa mia, che dista più di due chilometri da li.

Passo il parco.

Dove cantavi per me.

Supero quell'albero.

Dove mi sono addormentato appoggiato alla tua spalla.

Corro per quella strada.

L'abbiamo percorsa assieme ridendo e scherzando.

Mi fermo davanti alla fermata del bus.

Dove mi hai baciato per la prima volta.

La tua voce risuona ancora in quel posto, mi avvicino alla panchina sulla quale eravamo seduti.

Mi siedo e passo leggermente i polpastrelli sulla superficie del legno umido. Chiudo gli occhi.

È come se sentissi ancora la tua presenza accanto alla mia.

“Key...”

La tua voce.

Apro gli occhi e mi alzo, correndo sulla strada.

-Jong!-

Non c'è nessuno.

Sono arrivato al punto di avere allucinazioni? Ormai sono passate settimane, ma è come se non fosse passata nemmeno un'ora dall'ultima volta che ti ho visto.

“Sei uno stupido, Kibum...”

Riprendo a correre, stringendo i pugni, digrignando i denti, furioso per essermi lasciato fregare un'altra volta da qualcuno.

Mi fermo davanti al cancello di casa mia, alzo lo sguardo e vedo le finestre di casa tua chiuse, nessuna luce, nessun rumore. Spero solo che tu non stia soffrendo come sto facendo io.

Entro in casa, butto a terra la giacca piena d'acqua; man mano che cammino, lascio dietro di me i vestiti bagnati; arrivo in camera, in canottiera e boxer e mi chiudo dentro, restando solo nel buio di quella stanza.

- - - Key - - -

-Hyung, devi reagire...-

-........-

-Ci sei?-

-..........si-

-Non puoi lasciarti andare così...va bene che ero la tua fidanzata, ma ora sono la tua migliore amica, e non posso vederti così per colpa di un idiota-

-.....non è un idiota....-

-Key hyung....-

-...........-

-Sei ancora li?-

-....si-

-Allora rispondimi per favore! Mi sembra di stare a parlare con un morto!-

La tua risata mi fa sorridere.

-Grazie...-

-Allora...mi vuoi dire chi è?-

-......n-no...-

-Va bene, va bene...allora facciamo che questo pomeriggio ti vengo a prendere e andiamo a fare shopping?-

-Ok, per le 3. Passo io-

Schiaccio la cornetta rossa.

Quella ragazza che mi ha fatto così soffrire, ora mi trovo a considerarla come unica ancora di salvezza.

Guardo l'orologio, sono le tre meno venti.

Apro la finestra, e la luce del sole mi abbaglia. La prima cosa che vedo è la finestra di quella maledetta casa, ancora chiusa.

Prendo un respiro profondo e chiudo gli occhi.

“Devo dimenticarlo...”

Più facile a dirsi che a farsi.

Inizio a prepararmi, stranamente curo molto il mio aspetto; era dall'ultima volta che avevo visto Jong che non mi curavo così. Sentii qualcosa farsi strada dal mio stomaco. Agitazione? Ansia?

La solita strana sensazione del primo appuntamento.

Non ci faccio molto caso, metto delle lenti a contatto ed esco di casa.

Per fortuna la casa di Luna non è molto distante, così decido di avviarmi a piedi. Per strada ci sono miriadi di coppiette per mano, si scambiano carezze, scherzano, si divertono.

Vorrei tanto andare li e tirargli uno schiaffo a tutti. Gli piace così tanto farmi sentire male?

Senza accorgermene arrivo davanti alla casa, sempre la stessa dell'ultima volta che l'avevo vista.

Suono al campanello, ma appena premo il dito contro il pulsante, dalla porta esce Luna, che prontamente mi salta addosso abbracciandomi.

-Kiiiibuuuum!-

-L-Luna...-

Resto interdetto tra le sue braccia che mi stringono affettuosamente, non sono più abituato ad abbracci del genere.

-Come stai??-

-B-bene...tu?-

-Io sto benissimo, grazie!- Mi sorride in un modo adorabile.

-La stessa cosa però non si più dire di te...- Mi guarda con aria di rimprovero.

-Ma ora sistemiamo subito la cosa!!-

Si mette dietro di me e mi spinge da dietro la schiena verso la strada, per poi raggiungere il mio fianco e prendermi a braccetto.

-Questo pomeriggio si pensa solo al divertimento!-

Le sorrido, felice della sua compagnia.


Scusate scusate e ancora scusate per il ritardo xD ma ho fatto dei giri assurdi in questi giorni e sono stata via la maggiorparte del tempo.....quiiindi ecco il capitolo, interamente per Key!
Ecco che entra un nuovo personaggio, Luna, nonchè la ex fidanzata di Key...vi piace? O la vorreste morta(??) oddio no povera...xD
ohohoh fatemi sapere che ne pensate ^w^ E direi che per farmi perdonare...questa sera posto il prossimo capitolo u.ù
Un Grazie enorrrrrme a chi segue e recensisce...sono davvero felice che vi piaccia! ma anche grazie a voi che leggete soltanto! ^^

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Capitolo 7
*** Give me back my Heart. ***


- - - Key - - -

 

-Allora non vuoi proprio dirmi chi è?- Addenta la sua crepes fumante.

-Perchè insisti tanto?-

-M-ma è ovvio! Non mi piace che tu soffra così per un imbecille-

Di nuovo ad insultarlo. Sembra quasi che lei sia...sia...no, non ci credo.

-Luna, sei gelosa?-

Il suo viso diventa color peperone.

-No! Cosa ti viene in mente? Se ti da fastidio parlarne allora mi faccio i fatti miei...-

Ora che fa? Sembra offesa.

Le appoggio una mano sul ginocchio, e lei sembra avvampare di nuovo.

-Adesso non me la sento, scusa-

-O-ok.....- finisce il dolce, dispiaciuta. - Ti va di andare ad ascoltare il concerto in piazza?- Il suo viso si illumina.

-Va bene, andiamo-

Si alza e mi prende la mano, facendomi alzare. A quel tocco mi sento strano. Penso solo se fosse Jong a tenermi la mano e sorridermi.

Scaccio quel pensiero e inizio a correre con lei verso la piazza. Il concerto è già iniziato, e si sente la musica dei Super Junior risuonare nell'aria.

 

 

- - - Jong - - -

 

Una ragazza dello staff mi si avvicina.

-Tra poco tocca a te-

Mi porge un microfono e si allontana.

-Allora sei pronto?-

Mi volto, e trovo davanti a me la figura minuta della ragazza che era venuta a casa mia, prima.

-Posso farti una domanda?-

-Certo!-

-Come ti chiami?-

-Ahahahah, mi chiamo Hyuri-

-Grazie, Hyuri-

Mi sorride e si allontana, augurandomi in bocca al lupo per l'esibizione.

La piattaforma si abbassa, e salgo sul palco.

L'emozione che provo è indescrivibile, ritrovarmi dopo così tanto tempo davanti a un pubblico così vasto.

Il presentatore è Jaejong dei JYJ, un mio caro amico; gli vado incontro e gli stringo la mano salutandolo. Mi annuncia al pubblico e mi lascia solo sul palco, parte la base della canzone che ho scelto appena dieci minuti prima e si crea una dolce atmosfera. Inizio a cantare e le mie parole e pensieri sono rivolti solo ad una persona.

“Last gift”, quella è la canzone che ho scelto.

 

 

- - - Key - - -

 

Quando ho sentito il tuo nome annunciato da Hero, non ci credevo. Possibile che proprio il giorno che avevo deciso di dimenticarti, mi appari davanti così, semplicemente?

Stringo i pugni, mentre intoni le note di quella canzone che mi hai cantato in riva al lago.

La tua figura è distante, ma riesco a notare i particolari del tuo volto rilassato, concentrato sulla canzone. Ti soffermi su parole che mi hai confidato essere molto significative, dedicate ad una persona speciale.

“Forse sei tu quella persona, deficiente!”

-Wow! Che bella voce che ha!!- Luna saltella eccitata di fianco a me, inconsapevole di chi sia veramente Jonghyun.

“Ecco, volevi sapere il suo nome? È proprio li davanti a te, colui che mi fa soffrire, colui che amo”

Il tuo sguardo vaga sulla folla, in cerca di qualcuno forse...

Resto immobile, voglio che tu mi veda. Voglio che ti renda conto di come sto soffrendo per te.

Finalmente, alla fine della canzone, mi vedi. Il tuo sguardo si incupisce, ti alzi dalla sedia e afferri con due mani l'asta del microfono pronunciando le ultime parole della canzone.

Mi guardi intensamente; sono dedicate a me? Allora perchè mi hai lasciato la da solo quando mi hai baciato?

Lacrime silenziose mi scendono dagli occhi e si schiantano a terra, le sento talmente pesanti che penso che a contatto con l'asfalto creino solchi profondi.

Comincio ad arretrare, tenendo lo sguardo fisso su di te.

Un passo, due, tre, la distanza tra di noi si fa sempre più consistente.

Ti allontani dal microfono, e capisco dal tuo labbiale che pronunci il mio nome.

-Key! Cos'hai? Ti senti male?- Luna mi si avvicina afferrandomi la mano.

La scanso tirando indietro il braccio e non le rivolgo nemmeno uno sguardo, ora sono troppo occupato a guardare Jonghyun, che non sa come comportarsi.

Richiedo al cervello di rispondere ai miei comandi, e dopo vari tentativi mi accontenta. Sfrutto quel solo istante, mi volto e scappo. Scappo solamente da quel posto, senza avere idea di dove andare.

 

 

- - - Jong - - -

 

Mi guardi. Mi fissi. Mi trapassi con lo sguardo. Stai soffrendo per colpa mia.

Ad un certo punto ti volti e inizi a correre, scappi via da me.

-Key!- Senza pensarci, salto giù dal palco e mi faccio largo tra la folla.

Tutta quella gente mi rallenta, ormai sei lontano, ma non mi arrendo, corro più veloce, uso gli spazi creati dalla confusione e finalmente sono fuori dal pubblico. Inizio a corre più veloce che posso, riesco a diminuire la distanza che c'è tra di noi, urlo il tuo nome, ma non ti fermi, anzi, corri più veloce. Richiedo al mio corpo uno sforzo notevole e corro, corro veloce, farei qualsiasi cosa per raggiungerti.

Finalmente tra di noi ci sono solo pochi metri, allungo un braccio per afferrare il tuo, dopo vari tentativi ci riesco, ma fermandoti, perdo l'equilibrio e cadiamo entrambi giù per un prato in pendenza.

Rotoliamo per metri e metri, finchè finalmente non raggiungiamo un punto pianeggiante e ci fermiamo; io sopra di te, entrambi con il fiatone per la corsa.

Cerchi di alzarti, ma ti blocco le braccia con le mani e ti stringo i fianchi con le ginocchia.

-Key, scusami!-

Urlo quel verbo con tutto il fiato di cui sono a disposizione.

Ti guardo negli occhi, quanto mi era mancato il tuo sguardo così semplice e buono.

-Sono stato solo un idiota, non dovevo lasciarti li, l'ho fatto perchè avevo paura della tua reazione, non volevo rovinare la nostra amicizia, ma allo stesso tempo volevo che fossimo più che semplici amici!-

Non capisco perchè continuo ad urlare, ma ne ho il bisogno, voglio che tu sappia perchè ho fatto quello che ho fatto.

-Key, mi dispiace! I-io...devo dirti...che...-

Faccio una piccola pausa, tu resti sempre immobile, a guardarmi seriamente.

-Io ti amo Kibum!- Affermo deciso.

Il tuo sguardo però non cambia, resti sempre così impassibile che inizio a pensare di aver sbagliato ancora.

Non mi rendo conto che per tutto il tempo hai cercato di liberare le braccia dalla mia presa, e proprio in quel momento sei riuscito ad avere le mani libere.

Apro la bocca per dire qualcosa, ma mi arriva uno schiaffo in piena faccia che mi stordisce appena e mi fa ruotare la testa verso sinistra.

Scuoto leggermente il capo per riprendermi e lo sposto in modo da guardarti di nuovo. Non faccio nemmeno in tempo ad accorgermi della situazione, che mi prendi il viso tra le mani e mi baci.

Finalmente. Assaporo di nuovo quel dolce sapore. Appoggio una mano sul tuo collo, che freme sotto quel tocco e si irrigidisce ad ogni nuovo bacio.

Stacchi le tue labbra dalle mie appena un attimo per riprendere fiato, entrambi l'abbiamo corto e irregolare, ma ho troppo bisogno di te in questo momento, prendo un solo respiro: mi basta. Mi avvicino di nuovo e ricongiungo le nostre labbra in un nuovo bacio, più emozionante e ricco di sensazioni.

Questa volta accogli la mia lingua senza esitazioni e una nuova scossa mi attraversa il corpo quando viene a contatto con la tua.

Sorridi contro le mie labbra a quel tocco, e non posso fare a meno che sorridere anch'io.

Non ti sforzo, sei tu che continui a baciarmi con avidità, mordendo le mie labbra, passandone il contorno con la lingua, fino a quando sembri soddisfatto e ti allontani di quel poco che permette ad entrambi di parlare.

Avevi così tanta foga che ora hai ancora il fiatone.

-Pensi....ancora....che non ti ami?-

Sorriso dolcemente e tu arrossisci, nascondendoti il volto dentro la maglietta.

Mi avvicino, e ti do un leggero bacio sulla fronte.

-Il mio Kibummie...-

Abbassi la maglietta e sorridi anche tu, eccolo, il mio sole.

Prendi i lati della mia maglia e mi avvicini a te, per poi abbracciarmi passandomi le braccia dietro la schiena.

Avvicini il viso al mio orecchio e sussurri dolci parole che aspettavo da tanto tempo.

-Ti amo anch'io...-

Come promesso ecco il secondo capitolo xD Questo...è uno di quelli che amo di più ** mi è piaciuto molto da scrivere....
Luna è con Kibum...sarà gelosa? Vi piace il suo personaggio o non vi ispra? xD
Jong finalmente trova il coraggio di dichiararsi apertamente. *Yeeee*
come sempre aspetto un vostro parere, spero vi sia piaciuto *w* eeee...un grazie enorme ai recensori, che mi fanno mooolto, mooolto felice >w<
chu <3

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Capitolo 8
*** Solletico mattutino, insopportabile. ***


Davvero grazie, grazie mille a quelli che recensiscono questa storia...mi fa davvero Taaaanto felice *^*
Preciso che in questo capitolo...è passato un po' di tempo da quando Jong ha trascinato Key nella sua disastrosa caduta xDD e c'è anche un cambio di scrittura, dal Tu, al Lui...spero che piaccia anche questo capitolo >.<





- - - Key - - -

-Bummie!-

Mi affaccio sulle scale che portano al piano di sotto. - Che c'è?-

-Dove hai messo quei pantaloni che ho comprato l'altra settimana?-

Mi porto una mano sulla fronte, grattando quelle imperfezioni quasi inesistenti della pelle.

-Secondo cassetto dell'armadio attaccato alla finestra, dietro le magliette chiare, tra i pantaloncini e i jeans-

Mi guarda inebetito, come se gli avessi parlato di quanti, e quali materiali compongono la superficie di Urano.

Sbuffo sonoramente per poi scendere le scale. Mi dirigo velocemente nella camera degli ospiti e apro l'armadio, trovando i pantaloni all'istante.

Mi giro e glieli porgo offrendo un sorriso, più che dolce, strafottente.

-Come faresti senza di me?-

-Grazie-

Me li toglie dalle mani e va in cucina, senza nemmeno degnarmi di qualche parola in più.

Rimango sbigottito dal suo comportamento, così lo seguo e appoggio la schiena allo stipite della porta che collega il corridoio alla sala da pranzo.

-Ma ti sei svegliato con la luna storta?-

-Stavo pensando....chi era la ragazza che era con te al concerto?-

-M-ma, non credo sia un problema così grave da trattarmi così...-

-Chi era?-

Abbasso lo sguardo e mi dirigo ai fornelli, mentre preparo il caffèlatte.

-Era un'amica-

-Come se ti credessi...-

-Jong! Mi hai lasciato sotto la pioggia dopo avermi baciato, se permetti ero anche un po' depresso!-

-Ti ho già detto che mi dispiace-

-E io ti ho già perdonato, quindi non c'è problema-

Una lunga pausa separa quello scambio di parole, da un suo contrattacco.

-Non mi hai ancora detto chi è-

-Era un'amica, te l'ho già detto...-

-Non ci credo...-

-Va bene! Era la mia ex fidanzata, sei contento?-

Lascio il latte sul fuoco e mi giro verso di tlui che versa la tua spremuta in un bicchiere.

-Perchè ti fai tutti questi problemi...Jongie...?-

-Perchè non voglio dividerti con nessuno- Sbatte il bicchiere sul tavolo e mi fissa.

-Non fare il geloso...- Mi giro verso il latte che sta bollendo, per nascondere il mio rossore.

Faccio per spegnere il fuoco ma sento due braccia afferrarmi da dietro e alzarmi da terra.

-J-JONG! Mollami subito!-

-Sennò che fai?- Esplode in una risata.

Perchè ha questa abitudine? Lo sa che odio quando fa così, però non mi dispiace molto, è il nostro giochino divertente.

Cammina con difficoltà, visto che sono più alto e fa fatica a non farmi toccare terra, nonostante questo, ha la forza dalla sua parte; dannazione, perchè non mi sono allenato di più?

Cerco di liberarmi dalla sua presa ma alla fine mi arrendo, ricordando com'è andata a finire l'ultima volta che mi ai bloccato.

Mi porta fino in camera, e mi spinge sul letto, posizionandosi a cavalcioni su di me, per poi iniziare a farmi quel malefico solletico a cui non sopravvivo.

-J-j..jong...t-ti pre..go..bas...basta!- cerco di fermare quelle mani che si muovono sulla mia pancia, tra le risate.

-Se vuoi che mi fermi devi dirmi che non vedrai più quella ragazza!-

-O-ok! Va bene! N-Non la..vedrò..p-più!-

Finalmente si ferma e mi lascia tregua. Prendo respiri profondi, asciugandomi le lacrime dagli occhi.

- - - Jong - - -

Inizia a tirarmi leggeri pugni sulle spalle per farmi alzare, ma quella è una posizione davvero autorevole, e non mi muovo di una virgola.

-Tu sei solo mio, hai capito?- Gli blocco le mani sul letto. -E questa volta non ti farò scappare-

-Ma davvero?-

Quel tono così provocatorio mi fa tremare. Diavolo tentatore.

Mi avvicino fino a posare le mie labbra sulla punta del suo naso.

-Sei un piccolo diavoletto honey-

-Ma se non ho fatto niente...-

Inizio a spostare le mani dai polsi, in su, fino a far intrecciare le nostre dita.

Mi avvicino di nuovo, ma questa volta lo bacio, prima lentamente, poi con più passione.

La sua stretta sulle mie mani si fa più forte, mentre dalla bocca passo al collo, fino a dove mi permette la maglietta enorme che porta. Perchè ha la mania di nascondere quel suo bel corpicino?

Libero una mano, e con quella cerco di alzare la maglia, fino a toglierla del tutto.

Inizio a passare le dita tra le linee dei pettorali, poi fino agli addominali.

-Jong...-

-Mmm?-

Continuo a baciarlo, mentre vago con la mano sul suo corpo. Le sue mani si insinuano tra i miei capelli, e inizia ad inarcare la schiena cercando però di trattenersi.

Sembra che faccia più caldo tutt'in un colpo.

-Jong..non...-

Non gli faccio finire la frase, mi avvento di nuovo su quelle labbra irresistibili, ma lui non sembra ricambiare.

Le mani si spostano dai miei capelli ai lati del volto, che allontani con forza.

-Jong!-

-Che c'è!-

-Sento puzza di bruciato...-

-Ma Kibummie...che dici...le mie intenzioni erano più che giustificate..-

-Scemo! Non in quel senso....sento puzza di bruciato! Puoi toglierti per cortesia? Sai che pesi?-

-Oh, scusa-

Mi tolgo da sopra di lui e mi siedo sul letto, analizzando il leggero fumo creatosi nella stanza.

Annuso l'aria, ecco che cos'era quella sensazione di caldo.

Cosa poteva essere, un incendio?

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Capitolo 9
*** Disaster movie ***


Questo capitolo è il continuo di quello preedente,(ma va??? xD) e visto che, finito questo, si apre una nuova finestra della storia....ho voluto fermarmi per concludere il fatto "incendio" xDD mi è piaciuto molto da scrivere...(forse perchè mi piacciono le cose demenziali/romantiche ._.) vabbè dai...vi lascio leggere...e visto che fino a giovedì sera non potrò postare più niente....vi auguro una buona settimana, a tutti, si. Un grazie enormissimo a chi recensisce, mi fa davvero piacere sapere cosa ne pensate, ma anche grazie a chi legge! chu <3

- - - Key - - -

Naturalmente una situazione come quella doveva essere interrotta da qualcosa. Sono perseguitato dalla sfortuna. Me ne sarei rimasto li con lui per ore, invece no; dovevano esserci sempre problemi.

Il fumo sta invadendo la camera, dobbiamo aprire la finestra o rischiamo di soffocarci. Prima di potermi alzare, sento un fischio acuto, e istantaneamente parte l'impianto antincendio in tutta la casa, annaffiando qualunque cosa.

I miei disegni per la mostra, i fogli delle coreografie, i contratti di lavoro, gli assegni. Tutto quello che avevo lasciato sul tavolo la sera prima: inondato dall'acqua.

Subito mi viene in mente il caffè e il latte lasciati sui fornelli.

-Il caffè!!- urlo fiondandomi in cucina ancora senza maglia.

-Il caffè? Ma ti sembra il caso di preoccuparti del caffè? I miei fogli delle nuove canzoni!-

Jong mi segue cercando di recuperare libri, fogli e qualunque cosa si possa salvare dall'acqua.

Cerco di spegnere l'impianto, ma è bloccato, non si apre nemmeno lo sportello, per di più sono e due centimetri dallo spruzzo d'acqua, così mi sembra di fare una bella doccia.

-....cazzo key! Spegni quel maledetto coso!-

-Come se fosse facile! Ci sto provando!-

Jong cerca di raggiungermi, ma scivola sul pavimento bagnato, cadendo di sedere a terra.

-Aah!-

-Jong ma cosa stai facendo! Vieni ad aiutarmi!!-

Essendo di schiena, naturalmente non potevo vedere che era appena caduto e si era fatto un male terribile.

Sembra un inferno, la “pioggia” che aumenta a dismisura, Jong a terra dolorante, la nebbia creata dal contatto tra fuoco dei fornelli e acqua, lo sportello dell'impianto che non si apre.

Decido di aprirlo con la forza. Scendo dal ripiano sul quale ero in piedi e mi dirigo verso l'estintore appeso dentro lo sgabuzzino.

Salgo a fatica di nuovo sul mobile e punto la mia arma verso la scatolina, ma schiaccio per sbaglio la maniglietta che aziona l'estintore, così inizia a sparare schiuma bianca d'appertutto.

-Key! Ma che fai!!-

Jong, che si è ripreso, sta cercando di bloccare l'acqua con la sua maglietta, ma provoca solo più pressione, così si va a formare un getto ancora più ampio.

E intanto i miei fogli viaggiano sui centimetri d'acqua presenti a terra.

Finalmente riesco a colpire quella scatola, che si frantuma, fermando così anche l'impianto.

L'estintore però continua a sparare schiuma; cerco di scendere dal ripiano con l'aiuto di Jonghyun, ma lui scivola di nuovo e l'estintore mi cade di mano. Rotola a terra imbiancando la cucina, noi compresi.

-Levati i pantaloni!-

-Cosa?!-

-Levati i pantaloni!-

Faccio come dice Jong, me li tolgo velocemente e me li prende dalle mani, avvicinandosi all'estitntore.

Con i suoi e i miei crea una specie di barriera che copre il getto, e grazie a quella riesce a sbloccare la maniglia di azione.

Ora regna il silenzio, spezzato solo dal nostro fiatone.

Lo guardo, mi guarda, compiaciuti della nostra missione.

Viene spedito verso di me, io faccio lo stesso, mi trattengo dal saltargli addosso e lo bacio quasi violentemente. Mi prende in braccio, mentre continuiamo a baciarci, le nostre bocche sono più avide che mai, mi sbatte contro la parete, piena di schiuma, e le gocce di acqua gelida che mi scorrono lungo la schiena me la fanno inarcare verso di lui, assieme a gemiti di piacere che mi provoca Jong con il suo tocco da maestro.

Proprio in quel momento suonano alla porta.

Mi stacco da lui rabbioso per essere stati interrotti nuovamente.

Vado deciso alla porta e la apro.

-Chi è!!-

Luna davanti a me, intenta a suonare una seconda volta il campanello, e assume un'espressione sbigottita.

A pensarci bene, non ero in uno stato...presentabile; già solo per il fatto di essere solamente in boxer, bagnato e con il fiatone.

Sposta la testa guardando dietro di me.

Mi volto anch'io.

Jong, immobile, nel mio stesso stato, con un sorrisino ebete e imbarazzato sulla faccia, guarda prima me, e poi lei.

-K....Kibu...-

Giro la testa verso di lei, che mi guarda impaurita. In casa non c'è molta luce, perciò non sembra accorgersi di Jjong.

-Grazie per essere passata nondovevidisturbarticiao!!- Dico il più velocemente possibile attaccando le parole tra di loro, e chiudo la porta girandomi verso Jong.

-Come sei carino...- scherza guardandomi dalla testa ai piedi. -Devi diventarlo ancora di più..-

-PASSAMI...I....PANTALONI-

-yobò!- Avanza protendendo una mano verso di me.

Lo guardo malizioso, per poi prendere la scopa che c'è alle mie spalle e mettergliela in mano.

-Inizia a pulire...honey-

Prendo i pantaloni e mi dirigo in bagno a cambiarmi.

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Capitolo 10
*** Luna, il tuo avversario è troppo forte. ***


Vorrei ringraziare tutti colori che commentano *^* mi fate davvero Tanto, ma tanto, ma tanto felice! >w< Beh, non mi dilungo troppo, e vi lascio alla lettura ^^ Buona lettura xD


“J-Jong...”

“Si?”

“Tu non mi lascerai, vero?”

“Certo che no, piccolo mio”

“Ti amo”

“Ti amo anch'io”; “Ora vado a casa, ok?”

“.........”

“Bummie?”

“.........Jong...”

“Dimmi”

“Puoi...restare qui a dormire con me?”

“Certo...”

“Grazie...”

- - - Jong - - -

Si è addormentato tra le mie braccia così spontaneamente, così dolcemente...

Sembra talmente indifeso mentre dorme, che ho paura di lasciarlo, paura che qualcuno possa ferirlo. Non voglio essere io quella persona; il mio compito, quello che ho deciso personalmente, è quello di amarlo e proteggerlo. Non credevo possibile provare sentimenti tali. È normale desiderare solamente la sua felicità? Tutto il resto scompare, svanisce e si dissolve, voglio solo che lui sia felice e al sicuro tra le mie braccia; vorrei saper esprimere appieno il mio amore, ma tutto quello che faccio per, sembra un niente in confronto al sorriso che mi rivolge ogni giorno, quello che mi offre quando arrivo stanco a fine giornata, quello che mi regala prima di addormentarsi.

Anche tu sei occupato con il tuo lavoro, ma per me trovi sempre tempo, e a me sembra che non te ne offra mai abbastanza.

Cerco di restare immobile, per non disturbarlo; il suo petto si alza e si abbassa regolarmente, in respiri lenti e profondi, una mano sotto il cuscino, e l'altra, congiunta con la mia.

Ricordo ancora quando si è addormentato sulla mia spalla al parco; li però era diverso, molto tempo fa, non sapevo ancora dei suoi sentimenti, dei miei sentimenti.

Sorrido pensando a quanto vorrei stare qui con lui: per ore, per giorni, per l'eternità se potessi; ora però, mi basta solo questo momento.

Inizia a muoversi leggermente, spezzando quel filo che lo collega al fantastico mondo dei sogni.

Stropiccia gli occhi passandoci sopra i palmi delle mani e ne apre uno di poco, assumendo una tenera espressione, che si fa irresistibile, quando la accompagna con un sorriso splendido.

-Buon giorn...- non riesce nemmeno a finire la frase che sbadiglia, di già.

-'giorno bummie- scosto quel ciuffo che gli cade sempre sugli occhi.

-D-da quanto...sei sveglio..?- Si gira per guardare l'orologio, e notando che sono solo le sette e mezza, si alza le coperte fino al naso socchiudendo gli occhi.

-Da un po'...- Il mio tono vago lascia molti sottintesi, che sembra capire al volo.

-Non sei stato li a fissarmi tutto il tempo spero!- Alza le coperte ancora di più e riduce gli occhi a due piccole fessure.

-No no!-

-Jong, sai mentire come un bambino sporco di cioccolato che dice di non aver mai toccato una torta in vita sua-

-Ma che paragone...articolato, che fai appena sveglio-

-Perchè il mio cervello funziona anche quando dormo..- afferma con aria solenne.

-Certo, certo!-

-Yobò! Non prendermi in giro!-

-Non lo farei mai- Sorrido, passandogli una mano sulla guancia.

Chiude gli occhi mettendo la sua mano sopra alla mia, e si rannicchia posando la testa vicino al mio petto.

Senso di protezione.

Amore.

Felicità.

Ecco cosa provoca in me tutte le volte che siamo insieme.

Avvicino la testa alla sua, sorridendo.

- - - Key - - -

-Yobò!- Gli stampo una mano sulla faccia allontanandolo.

-Devo andare al lavoro, è meglio sbrigarmi, ed è meglio se ci vai anche tu-

-Ma oggi non devo lavorare!-

Mi guarda sempre con quegli occhioni da cucciolo a cui è impossibile resistere.

-Beh, io devo guadagnare uno stipendio, quindi devo andare a lavorare-

Mi alzo togliendo le coperte ad entrambi, e istintivamente si rannicchia cercando di strapparmele di mano e rimetterle sopra alle sue gambe, abituate al tepore delle lenzuola.

-Kibummiee!! Fa freddo!-

-E allora tu alzati!-

Nonostante le mie parole prende le coperte con facilità e si butta sotto di esse completamente, formando una cunetta.

-Ancora 5 minuti...-

Sbuffo sonoramente, è proprio un bambino.

-Key, complimenti, sembri aver acquisito nuova vita da un po' di tempo!- È il mio manager, che mi guarda entusiasta sventolando in aria la rivista di moda dove appaio come modello in molte pagine.

-Il capo vuole parlarti a quattr'occhi, vai e stendili tutti!-

Entro nell'ufficio del direttore, così cupo in confronto al resto dell'azienda: le finestre pur essendo enormi, sembrano schiarire solo una piccola parte della stanza, e la scrivania è posta proprio sotto quella più grande, per farsi vedere distintamente.

Guardo quella figura che poco tempo fa voleva solamente buttarmi fuori a calci, per non essere in cima alle classifiche delle vendite dell'azienda.

-Kibum...Kim Kibum! Fatti abbracciare!-

-Direttore...-

Quell'uomo basso e tozzo, una volta sceso dalla sedia, è ancora più basso di quand'era seduto; la cravatta che porta stretta fa sembrare che quell'essere sia privo di collo, e il viso paonazzo è in sintonia con la sua corporatura tozza. Viene verso di me e mi abbraccia, o meglio, mi stringe fino all'altezza a cui riesce ad arrivare.

-Sei migliorato! Cosa ti è successo? Hai trovato l'amore? Ahahahah-

L'avrei preso volentieri a schiaffi, ma è il mio capo...quindi, cerco di buttarla sul divertente.

-Eheh, è solo olio di gomito...- Penso a Jong istintivamente, è lui il motivo del mio splendore.

Bling Bling, assai adatto alla sua personalità.

-Certo, certo, la solita modestia! Senti, ti volevo parlare di una promozione. Dovresti lavorare con una tua vecchia conoscenza...e saresti capo d'ufficio con..”lei”- Mira ad una porta con una mano.

Dalla stessa, appare una ragazza sorridente, ma non una semplice ragazza. Quella è Luna.

Mi sorride dolcemente, ma quel sorriso non mi sembra sincero, piuttosto pare agitato.

-C-ciao Luna!-

-Ciao Key!-

Restiamo immobili, incerti se darci la mano, o abbracciarci, ma sento che lei emana una strana aura, non me la sento di aprirmi ad un contatto così diretto.

-Vi conoscete già, vero?- Subentra quell'animale. Perchè tutto ciò che dice sembra essere una presa in giro? Quel tono di voce ridicolo e leggermente grottesco lo fa assomigliare ad un personaggio di un film comico. L'unica differenza è che di comico, lui non ha nulla.

-Si, ci conosciamo- Diciamo noi quasi contemporaneamente.

-Bene! Allora che ne dite di iniziare subito? Key, Luna ti spiegherà i dettagli del tuo nuovo lavoro-

Detto questo quasi mi spinge fuori dalla stanza, ma prende Luna per un braccio e la trattiene nell'ufficio.

-Key, inizia ad andare sul set, ok?- Lei sembra tranquilla. Chissà, sarà stato solo un presentimento.

“-Non posso farlo-

-Perchè no! Devi scoprire chi è questa persona! Non può continuare ad avere tutto questo successo, o gli altri se ne andranno-

-Ma....sembra così felice...-

-E tu? Non lo rivuoi? Non vuoi conquistarlo ed averlo di nuovo?

-Si...-

-Allora fallo per te, più che per me-

-Ok, lo farò, io lo voglio-”

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Capitolo 11
*** Heaven ***


Forse.....credo...beh, in effetti,..si. questo capitolo è un po' lungo, ho riunito tutta questa parte perchè poi il prossimo capitolo sarà abbastanza... inaspettato. Vi lascio alla lettura *w* Come sempre un grazie eeeeeeeeeenorme a chi ha la pazienza di recensire *^* ma anche grazie a chi ha messo questa storia nelle preferite, sono davvero felice che stia piacendo ^^

- - - Jong - - -

La casa sembra estremamente vuota senza Key. Dove passa, lascia il segno, e quando non c'è, si sente la sua mancanza.

Girovago per le stanze come un fantasma, forse per abituarmi a quell'abitazione, forse per attenuare quella voce dentro la mia testa che chiede disperatamente di vedere il mio amore.

Una stanza non mi ha mai fatto vedere. Ed è proprio qui, davanti a me, una semplice porta di legno antica, finemente intagliata, con sopra un piccolo cartello: “Do not entry, ok? OK?” I soliti messaggi minacciosi di Kibum.

Afferro quella maniglia d'ottone quasi timorosamente, e tiro un respiro profondo prima di aprire.

Quella maniglia scricchiola lievemente anche solo a toccarla, probabilmente li dietro ci sono segreti che Key vuole tenere nascosti, o che semplicemente non sono autorizzato a scoprire. Forse è meglio che non la apra.

Mi stacco dalla maniglia e vedo il leggero strato di condensa formatosi al contatto tra il metallo freddo e il calore della mia mano, scomparire pian piano. Prima o poi scoprirò cosa c'è li dentro.

Guardo l'orologio, sono solo le nove. Potrei fare qualcosa di utile, invece di cercare di curiosare tra le cose di Key; a volte mi viene spontaneo dirmi che sono un bambino, come dice sempre lui. Ma cosa posso farci? Sono fatto così, e a lui piaccio così, quindi perchè dovrei cambiare?

Ognuno è quello che è. Non si può cambiare per piacere agli altri. Se si deve piacere a qualcuno, allora voglio che a quel qualcuno piaccia il vero me, non la maschera che ho costruito di una persona che non esiste.

Mi dirigo alla sala di musica, come sempre pulita e ordinata. Chissà perchè, Kibum è un amante dell'ordine e della perfezione; io penso che sarebbe magnifico anche essendo l'essere più imperfetto di questo pianeta. Le tapparelle abbassate creano quell'atmosfera magica, gli strumenti illuminati da una luce fioca sembrano ancora più antichi e rari. Ho scoperto che in casa, ha un'enorme quantità di strumenti musicali, nonostante non ne suoni nessuno. Per questo ne approfitto, e ho iniziato a suonarli. Il pianoforte, la chitarra, la batteria, tutti strumenti bellissimi, gli ho chiesto il permesso, e lui me lo ha dato sorridendo.

“Certo che puoi usarli Jong” a quel sorriso pensavo non sarei sopravvissuto. Mi ricordo di essere rimasto a fissarlo per secondi interminabili, per poi riscuotermi notando il suo volto imbarazzato. Avrei tanto voluto baciarlo in quel momento.

Penso a lui e intanto suono le note di quel pianoforte a coda che amo tanto. Pensando a lui non è difficile scrivere musica. Le note sono dolci, il testo profondo. È la prima volta che mi succede, scrivere una musica così genuina, a causa di una persona; e mi piace, perchè sono felice in questo momento. Voglio fare qualcosa per lui. Gli farò una bella sorpresa.

- - - Key - - -

Non capisco perchè l'abbia trattenuta in ufficio. Ma non importa, perchè dovrei preoccuparmi?

Luna appare dalla porta dello studio sorridente, una luce nuova si può ben notare nei suoi occhi.

-Key! Sei pronto? Si lavora!-

Mi prende una mano, ma quel contatto, che un tempo mi aveva fatto sobbalzare, ora non mi fa ne caldo ne freddo.

-Ti do il programma che dovremo fare questa stagione...ora che siamo pezzi grossi...ci sarà molto più lavoro da fare-

-Che bello...-

Lei ridacchia e mi colpisce sul braccio.

-Hem....a...a proposito...l'ultima volta, al concerto in piazza...sembrava stessi male, cosa ti è preso?-

Sobbalzo visibilmente; non posso dirle che avendo visto Jonghyun mi era piombato il mondo addosso, ma che adesso vive a casa mia per la maggior parte del tempo e stiamo assieme.

-Non mi sono sentito molto bene- Mi affretto a concludere freddamente quel discorso.

Lei non sembra molto convinta di quella risposta, e mi lancia un'occhiata difficile da interpretare. Sembra...irritata.

- - - Jong - - -

-Trovato!- Sbatto un pugno sull'altra mano aperta.

-Ora vado a prenderlo al lavoro!!-

Entusiasta dell'idea mi precipito in camera, metto la prima maglietta che vedo, infilo le scarpe e prendo le chiavi della moto.

Mi fermo però davanti alla porta, la maniglia stretta nella mia presa.

“Cosa sto facendo? Magari non ha nemmeno voglia di essere portato a casa”.

-Diavolo, Jong! Ma cosa pensi! Muovi quel sedere e vallo a prendere!- Mi tiro uno schiaffo in piena faccia ed esco di casa.

Accendo la moto e salgo sulla sella; il mio pensiero corre subito a Kibum. Magari ha paura delle moto. “Jong, non farti tutti questi problemi, se ha paura, meglio. Si terrà stretto a te”.

Perchè penso queste cose? Ora mi sento la febbre.

L'aria fredda che sbatte contro il vetro caldo del casco crea uno strato di condensa che mi offusca la visuale, e all'interno sembra di essere in una sauna. Possibile che solo al pensiero di essere abbracciato a lui diventi così nervoso?

Scaccio dalla testa quei pensieri e alzo la visiera per prendere aria, dopodiché la riabbasso e parto velocemente verso la città.

A quest'ora non c'è molto traffico. Le vie di Seoul sono quasi deserte. Le 13.00, probabilmente saranno tutti a mangiare in pausa pranzo.

La piazza principale è piena di bancarelle stracolme di oggettini, souvenirs, cartoline e cianfrusaglie varie. Fermo la moto al semaforo e guardo verso quella direzione. Molte persone accerchiano ogni singola bancarella e, incuriositi dalle gesta dei venditori, acquistano regali o accessori per la casa.

Mi viene un'idea.

Svolto a sinistra e parcheggio la moto in uno dei posteggi a lato della fontana a nord della piazza. Quel monumento è molto antico, risale agli anni della colonizzazione, per questo viene ristrutturata ogni anno, e sia giovani che anziani ne hanno molto rispetto.

Una bambina sta giocherellando sul cornicione, e guarda l'acqua limpida che vi scorre all'interno, sembra divertita e affascinata da quelle correnti che si scontrano creando bollicine di tutte le dimensioni.

Mi tolgo il casco e mi avvicino a lei lentamente, che appena mi nota esibisce un magnifico sorriso; ricambio quel fantastico regalo che mi è stato donato da quell'angioletto.

Torna con lo sguardo sull'acqua. Sembra cercare qualcosa, così guardo anch'io.

Il fondo è pieno di monetine, più o meno grosse, di valore o solamente spiccioli, che le numerose persone che passano per quelle strade lanciano per poi esprimere un desiderio.

Metto una mano in tasca e tiro fuori una monetina, che porgo alla bambina sul palmo della mano.

Lei mi guarda, e poi guarda il soldo, titubante. La incoraggio a prenderla; finalmente, con la sua piccola manina la afferra e sorride di nuovo, inchinandosi leggermente.

Vedo che cerca qualcosa in tasca e ne tira fuori un piccolo orecchino, di cui non distinguo la forma poiché lo tiene saldamente in mano.

Si gira verso di me dando le spalle alla fontana e lancia la moneta chiudendo gli occhi, quasi strizzandoli.

Appena li riapre mi guarda e sorride ancora, tende il braccio davanti alla mia faccia, con ancora il pugno chiuso.

-Io voglio che lei, signore....sia felice!- Dicendo quella frase mostra la sua dentatura da latte con alcune finestrelle dove ci sarebbero gli incisivi.

Mi prende una mano e vi posa sopra l'orecchino, quindi se ne va via correndo.

Porto lo sguardo sulla mano.

È un orecchino da uomo: una chiave stilizzata, color argento, finemente intagliata, che presenta una lettera J sulla parte superiore.

-Ma come ha....-

Mi volto verso la folla, ma la bambina sembra sparita nel nulla.

-Jong-

Una voce proviene da dietro di me.

Giro la testa, e lo vedo. In piedi, sembra non credere ai suoi occhi.

È splendido, come sempre. I capelli arruffati sulla testa gli danno quell'aria da angioletto che adoro ogni giorno sempre di più.

Non mi ero nemmeno reso conto di essere davanti all'azienda di moda per cui lavora.

-Kibum- Gli sorrido.

Arrossisce e distoglie lo sguardo. Quant'è tenero...

Mi avvicino a lui e gli prendo una mano.

-Vieni con me...-

Lo faccio salire sulla moto e parto verso il parco più tranquillo, e più vicino possibile. Per lasciarci andare alle nostre romanticherie cerchiamo ancora un posto appartato nel quale essere nascosti da occhi indiscreti.

Il parco a 5 km da Seoul è perfetto, ci passeggiano di solito le signore anziane con i loro nipotini, o gli sportivi per fare jogging.

Mi dirigo verso un prato nascosto in cui l'ho portato poche volte, poco tempo fa; usciamo dal sentiero, superiamo qualche siepe ed eccoci lì, in uno sprazzo di paradiso.

Il terreno coperto dal manto erboso lascia lo spazio solamente per due persone, il laghetto di fronte a noi , di cui le acque splendono sotto la luce del sole, è tranquillo: quello era il “nostro” paradiso, solo noi ne eravamo a conoscenza.

Appena mi volto verso di lui, mi prende il viso tra le mani e mi bacia.

In un primo momento rimango rigido, incredulo della sua iniziativa in quel gesto. Piano piano però mi sciolgo, e avvolgo il suo corpo in un saldo abbraccio.

Le sue labbra a forma di cuore sono così perfette a contatto con le mie, e come ogni volta, mi ritrovo a pensare che sembrino due pezzi di un puzzle destinati a completarsi, unendosi con passione.

A contatto con lui mi sento in paradiso, la sua lingua si muove senza malizia contro la mia e mi accorgo di essere davvero felice.

Mi stacco a malincuore da quell'intimo contatto che è durato più di qualche secondo e appoggio la fronte contro la sua, guardandolo in quei suoi occhi scuri. Quello sguardo nasconde così tante emozioni, pensieri, segreti... vorrei solo che mi lasciasse il permesso di esplorarne l'interno.

-Questo è per te...-

Gli porgo l'orecchino che brilla a contatto con la luce.

I suoi occhi si illuminano, e dopo aver osservato il suo regalo, mi guarda sorridente.

-Per...per me?- Si indica il petto con un dito.

-Si Kibummie- Annuisco divertito dalla sua espressione.

Lo prende in mano e se lo gira tra le dita, come fosse un diamante, lo avvicina a me e apre la bocca per dire qualcosa; la frase però gli muore in gola e abbassa lo sguardo ridendo.

Capisco tutto al volo, gli prendo l'orecchino e glielo metto al lobo sinistro, stando attento a non fargli male.

-Stai benissimo- mi viene spontaneo sorridere.

-N-non sorridere così...- si copre gli occhi con le mani.

-Perchè? Come sorrido?- Non riesco a fare a meno di ridere a quella frase.

-Sorridi.....beh...lo sai!-

Gli tolgo dolcemente le mani da viso; ha quell'inimitabile broncio che mi intenerisce ogni giorno.

-Bummie...-

-Mmm?-

Alza la sguardo, ma lo tradisco con un nuovo bacio.

-Ti amo- sussurro a fior di labbra.

Lui mi circonda il collo con le braccia e mi tira a se.

-Anche io- Me lo dice piano, sento il suo respiro vicino all'orecchio.

- - - Key - - -

-Vado al lavoro!- Urlo affacciato alla porta che da sulle scale che vanno al piano superiore.

-Ok! A dopo!- Sento la voce di Jong provenire dal bagno.

Scelgo di non prendere il cappotto, anche se il tempo non è dei migliori, è pur sempre estate.

Una volta aperta la porta un'ondata di tiepido vento tipico delle città di mare mi investe, portando con se gli odori dei fiori, dell'acqua marina e anche di benzina, per quelle poche macchine che passano per la strada a 500 m da casa mia.

Prima di uscire dal cancelletto mi volto a guardare la facciata imbiancata. Ricordo ancora quando eravamo sulle scale a dipingerla, io e Jong.

Dalla finestra del corridoio vicino la camera da letto passa veloce la figura di Jong. Sussulto appena, sperando che mi abbia visto, ma sembrava indaffarato; sento distintamente il cuore perdere l'euforia di qualche secondo fa.

-Che fai ancora qui!-

È affacciato alla finestra della camera, sorridente.

-Oh, io...ecco...stavo aspettando che ti affacciassi-

-Davvero? Che scemo, scusami; ma non potevo mica sapere che eri ancora qui e non sulla strada per la città!-

Mi ammonisce, per poi ridere di gusto. Eccola, quella risata che fa mostrando i suoi denti bianchissimi, tra cui il canino un po' più appuntito degli altri ben visibile per la posizione sbieca delle labbra.

Devo proprio avere una faccia ebete in questo momento.

-Beh, io vado...ci vediamo dopo!-

-Goodbye, honey-

Chiude la finestra e riprendere a fare ciò che aveva interrotto.

Inizio a percorrere a grandi passi la strada che mi separava dalla Fly Industries, dove mi avrebbe aspettato una delle più grandi, noiose, giornate di lavoro.

Durante il pomeriggio avrei dovuto avere un servizio fotografico con Luna, dopodiché lei mi avrebbe fatto le solite domande di cortesia, e finalmente me ne sarei tornato a casa.

Le nuvole si stavano allontanando pian piano, e il sole stava iniziando a battere più forte del solito.

Misi gli occhiali da sole e alzai una mano sopra gli occhi per guardare in cielo, non essendo ancora abituato alla visione scura portata dalle lenti.

Un cielo limpido invase la mia visuale, facendomi sorridere. Dopotutto, potevo guardare il lato positivo della giornata; c'era un bel sole, e quella sera sarei andato al mare con Jonghyun.

- - - Luna - - -


-Hai capito cosa devi fare? Non mi sembra difficile.- Il direttore mi parla con estrema freddezza, come fossi un estranea.

-Certo- Rispondo senza guardarlo in faccia, mentre formo nervosamente piccoli ricci nelle punte dei miei capelli castani.

-Bene...sta arrivando....vai, e non fallire; prima fai ciò che devi fare, prima se ne andrà.- Mi batte una mano sulla spalla e sorride tronfio; prima che ci raggiunga Key, afferra il suo palmare e si allontana in fretta.

-Luna!!- All'entrata c'è Kibum, che sta venendo verso di me con un gran sorriso, chissà perchè di tutta quella felicità...

-Kibum! Sei pronto per il tuo nuovo lavoro?-

-Si e no, non credo sia cambiato molto....-

-E invece è cambiato radicalmente caro mio! Prima eri un fotografo per riviste di moda, e qualche volta andavi in passerella per presentare le nuove linee....ora invece, continuerai a fare il fotografo, ma dovrai posare nel vero senso della parola!-

-Cioè...farò cose come calendari?-

-Esattamente!-

Alle mie parole sgrana gli occhi, evidentemente sconvolto da quello che avevo appena detto.

-Su, su, non è poi così male...e poi sarai al centro dell'attenzione, a te non è sempre piaciuto?-

-Non lo so...sai...ora....-Arrossisce violentemente, distogliendo lo sguardo, poi ritorna a guardarmi schiarendosi la voce un paio di volte. Sembra molto agitato.

-Beh, vediamo un po'....- Parte verso l'ascensore ma gli afferro una mano, fermandolo.

Quella stretta.

Da quanto tempo non la sentivo? Crea in me potenti scariche elettriche che mi fanno rabbrividire da testa a piedi. Il suo calore, mi manca tanto, e mai come in questo momento mi sento più determinata a compiere il mio piano.

-Oggi non lavoreremo in studio...visto che sei già un professionista, abbiamo deciso di farti fare un set fotografico sulla spiaggia!-

Non è molto convinto, ma si limita ad alzare le spalle assumendo un'espressione tranquilla.

-Come volete voi...- Si libera facilmente della mia mano e segue l'uomo che il direttore ha assunto come fotografo.

-Salve Kim Kibum, ho sentito molto parlare di lei...io sono Kim Chang wo, il vostro fotografo-

-Oh, salve...Luna, vieni dai!-

Sorrido e muovo i primi passi verso di loro, che stanno già solcando la porta d'ingresso.

“Perchè non capisci che la nostra vecchia fiamma...non si è ancora spenta per me..?”

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Capitolo 12
*** Beautiful day #1 ***


*rullo di tamburi* He Hem. Eccoci qui con questo capitolo(che mi ha fato rotolare dalle risate u.u) Spiego il titolo del capitolo. "Beautiful day #1", perchè il prossimo capitolo sarà...ovviamente..."Beautiful day #2"...non so perchè, ma dovevo unire in qualche modo questi due capitoli ._.
Spero vi piaccia anche questo, e naturalmente grazie a quelli che hanno sempre la pazienza di recensire *^*
Buona lettura ^^


- - - Key - - -

La spiaggia è molto tranquilla, o forse è così perchè l'hanno prenotata proprio per noi?

Il set non ha molti accessori, solo molti tipi di macchine fotografiche, alcuni computer e un furgone con attrezzature varie, microfoni e teli per riflettere la luce dalle più varie angolazioni.

Mi danno subito una busta con gli abiti che avrei indossato da li a poco, e mi spediscono nel camerino a cambiarmi.

All'interno trovo un paio di boxer che di sicuro non sono nel mio stile, molto attillati, di una marca italiana, che subito mi provocano un prurito terribile.

Non lamentiamoci, è il mio primo servizio, e poi sarà solo per poche ore.

Il resto del contenuto è un paio di pantaloni lunghi fin sotto al ginocchio, di vari colori e con molti disegni sopra, molto carini. Non c'è più niente. La cosa che non mi va giù è proprio quella.

Apro la porta e chiamo Luna, stando attento a tenere solamente la testa fuori dal camerino.

-Che c'è? Hai fatto?-

-Si, ma...non ho niente da mettere sopra!-

-Beh, è un problema? Sei un uomo no?-

-Si, si...certo...però....non mi sento molto a mio agio, ecco, anche perchè un fisico come il mio non è di certo invidiabile.-

-Va bene, chiederò se è possibile una camicia, ma solo quella!-

-Grazie mille...mi hai salvato-

-Oh, Key, dovresti togliere quell'orecchino-

No, mai. Non toglierò mai il regalo di Jong.

Mi porto una mano all'orecchio e la guardo supplicandola.

-È davvero necessario? Non vorrei toglierlo...-

-E va bene....-

Dopo pochi minuti torna con una camicia a mezze maniche a scacchi,bianca. Apre velocemente la porta e la butta dentro chiudendo subito.

-Tieni, mi hanno dato questa, ma poi vogliono che tu la tolga, intesi?-

Almeno per un po' sarei stato a mio agio.

- - - Luna - - -

È così bello.

Nessuno dei modelli per cui ho lavorato mi suscitava queste emozioni.

Tutte le pose che a lui vengono naturali, altri ci metterebbero ore, solo a pensarle.

Il leggero vento che arriva sulla spiaggia gli sventola la camicia semi aperta, lasciando costantemente scoperta la parte del busto che dagli addominali arriva fino ai pantaloni abbassati.

Mi sento una stupida a pensare cose del genere, soprattutto perchè quel ragazzo è il mio ex.

Il sole crea tra i suoi capelli delle sfumature dorate di tutte le intensità, ma nessuna sfumatura o nessun vestito potrebbe risaltare più dei suoi occhi scuri.

Lo fanno sedere su uno scoglio, e gli dicono di aprirsi la camicia. Il sole ormai sta tramontando, e la sua luce è perfetta per una foto del genere.

Mi guarda titubante, ma io lo incoraggio con uno sguardo, ascoltando il mio istinto femminile, che dice di voler ammirare a tutti i costi quel corpo.

-Ragazzi!!! Dobbiamo andare, riprendiamo da qui domani!-

Key alza gli occhi al cielo, come per ringraziare per quel colpo di fortuna, mentre io impreco tra i denti contro quell'idiota di un fotografo.

-Sei stato bellis....molto bravo!- Mi avvicino a lui prendendogli il braccio

-Oh, grazie- mi sorride stringendo i suoi occhi felini.

Come questa mattina, toglie il braccio da sotto le mie mani e si va a cambiare, per poi spuntare fuori dopo pochi minuti e andarsene a piedi a casa.

“Lo voglio”

- - - Jong - - -

Guardo un attimo fuori dalla finestra mentre si cucina il pollo che ho comprato questa mattina mattina al supermercato. Il sole ormai sta tramontando nel cielo, e di nuvole non vi è più traccia.

Sento un rumorino sospetto al pc, in standby. Accendo lo schermo, e noto che la casella di posta ha nuovi messaggi.

Alcuni sono di Luna, l'amica di Key.

“Domani ho una bella notizia per te!! Baci, Luna”

Quel “baci” già mi manda in bestia.

“A domani allora, e poi non preoccuparti per quello, è una bella cosa! Ti voglio bene. Luna”

Quindi gli aveva risposto... ma nel seguente messaggio:”Ti voglio bene?” proprio era la parte che sopportavo di meno.

Mando giù un boccone amaro e clicco sull'ultima mail.

“Kim Jonghyun, domani dovrai partecipare ad un live, dopodichè ti è stato offerto un servizio fotografico per la maggiore compagnia della città. Sperando nella tua salute, ci vediamo domani.

Distinti saluti.”

Il mio manager; finalmente avrei di nuovo cantato.

Quella notizia mi solleva il morale, ma per poter partecipare domani, questa sera avrei dovuto provare le mie canzoni, e l'appuntamento in spiaggia sarebbe saltato.

-Sono a casa!-

La porta d'ingresso si chiude, e sento uno sbuffo chiaramente fino a qui.

-Bummie!- Gli vado incontro e lo abbraccio da dietro mentre si sta togliendo le scarpe.

-Com'è andata?- Poso un leggero bacio sul suo collo leggermente accaldato e sudato. Quel sapore amaro è come una sostanza stupefacente, ma trattengo a stento da quello che vorrei fare.

-Ma si...nuovo lavoro, nuovi casini...- ridacchia in quel modo scomposto che è tipico di lui.

-Dai, vai a farti una doccia che la cena è quasi pronta!- Gli tiro uno schiaffetto sul sedere, che lo fa saltare sul posto.

-Hai anche preparato la cena? Ma che bella mogliettina...- scuote la testa nella mia direzione, provocandomi. E quando qualcuno mi provoca, io rispondo.

-La mogliettina qui sarai tu...- poso una mano dietro il suo collo e lo avvicino a me, cercando di baciarlo, ma lui si oppone spingendomi sul petto, sorridendo.

Cerco di aumentare l forza, e alzo un sopracciglio sfidandolo. Mi piace l'idea di lasciarlo vincere e farlo contento, ma mi eccita di più l'idea di un bel bacio.

Lentamente, diminuisce la pressione sul mio petto e si avvicina a me; la situazione piace anche a lui, a quanto pare.

Osserva le mie labbra come fosse la prima volta, e prende fiato. Adoro quando fa così.

Sposta le mani, una sul collo e l'altra tra i miei capelli e mi bacia in un modo troppo eccitante. Ogni volta mi stupisce sempre, ma in qualche modo è sempre timido nei miei confronti, e finchè non capisce che ricambio, non azzarda mai mosse avventate. Ecco perchè “io sono l'uomo e lui è la donna”.

Lo spingo contro il muro e faccio aderire i nostri corpi, mentre la mia lingua va a leccare le sue labbra perfette.

Passo a baciargli il collo, le orecchie, quel poco di visibile dalla scollatura della maglietta, mentre aumenta la presa nei miei capelli.

-J-Jong, devo andare a fare la doccia...-

Mi stacco da lui velocemente, passandomi le mani sulla camicia e facendo qualche colpo di tosse.

-Si, si...giusto...vai.-

Ha le guance rosse e lo sguardo sfuggente;

-Beh.....vado-

Cammina verso il bagno, o meglio, corre verso il bagno e si chiude dentro.

- - - Key - - -

La luce filtra dalle tende, e batte proprio sulla mia faccia.

L'altra sera Jong mi ha detto di dover restare in casa per riposarsi. Oggi ha un live importante, e così il nostro appuntamento romantico sulla spiaggia è saltato.

Mi giro dall'altra parte, e con l'occhio che ho aperto vedo Jong russare sonoramente con la bocca aperta. Sta sbavando sul cuscino.

Non posso fare a meno di ridere vedendolo in quello stato, ma la mia risata lo sveglia, e mentre si stropiccia gli occhi mugugna qualcosa di simile ad un lamento.

-Ma....c...or...è?-

-Cosa?-

-Uffffff.....- sprofonda la faccia nel cuscino.

-Che ora è!-

-Sono le 10.....no aspetta, LE 10!??-

-Le 10???! Oddio sono in ritardo! Devo andare al lavoro!- Si butta praticamente giù dal letto e inizia a vestirsi in fretta e furia. Io lo seguo a ruota.

In pochi minuti preparo la colazione, arriva anche Jong e si mette in bocca una fetta biscottata ricoperta di cioccolato mentre corre verso la credenza a prendere lo zucchero per il suo caffè.

-Anchfe a me mhettfilo lo zzuffero!- Cerco di dirgli indicando la tazza, mentre ho la bocca piena di biscotti.

Beviamo il nostro caffè, ci vestiamo, infiliamo le scarpe, usciamo dalla porta.

-A dopo amore- Dice lui avvicinandosi un momento per un bacio veloce.

-Oh si, si a dopo- non lo noto subito, e mi avvicino dopo qualche secondo, solo che lui si è già allontanato, così lascio perdere e corro verso la spiaggia.

Non mi fa bene iniziare così la giornata, ho ancora il caffè nell'esofago e già sono senza fiato.

-Key!!-

-Si! COSA C'È!!?- mi giro ripetutamente su me stesso cercando l'origine di quella voce da tutte le parti.

-Key...stai bene?-

Dietro di me compare Luna, sorridente, che mi ferma dal mio bel girello.

-Oh, si...sto..sto bene-

-Prima di andare in spiaggia dobbiamo parlare con il direttore-

Senza aspettare una mia risposta mi trascina fino alla Fly Industries, dove ci aspetta quella sottospecie di umano, che non so ancora quando riuscirò a sopportare.

-Luna!- La sua voce grassa è un bijou per le mie orecchie, che sembrano contorcersi a quel suono fastidioso.

-Kibum.- Mi da una stretta di mano a dir poco stritolante, che mi lascia tutto indolenzito.

-Kibum, oggi pomeriggio avrai il tuo primo servizio con un compagno, so bene che potrà essere difficile, ma se riuscirai a mantenere il tuo stile, sarà un successone!-

-Non mi avete ancora detto con chi dovrò posare-

-Oh, Luna non te l'ha detto? Beh, allora sarà...una bella sorpresa! Ahahahahah- La sua risata a qualcosa di malefico, che mi fa venire un leggero brivido lungo la schiena.

-Ah...ahah-cerco di ridere, ma il tentativo è vano, così distolgo lo sguardo da quel maiale vestito.

-Beh, di sicuro quel ragazzo sarà felice di posare per una star come te! Dai, animo, giovani! Andiamo a pranzare!- Di nuovo quella risata grossa, tipica delle persone spregevoli, che tendono a sputacchiare saliva dappertutto.

“Un attimo....aspetta. Ha detto “quel ragazzo?”

Avrei dovuto posare con un ragazzo? E Quelle foto sarebbero andate su una rivista?

E ora Jong chi lo sentiva? Sicuramente si sarebbe arrabbiato, come minimo. Spero vada tutto bene.

- - - Luna - - -

-Come hai detto tu, pensi che stia con un ragazzo, no?-

-S-si...io credo si si...-

-Luna! Non fare scherzi! Ho deciso di fargli fare queste foto apposta! Così si metterà in ridicolo di fronte a milioni di persone, farà brutta figura e finalmente ce lo leveremo dai piedi. Il suo ragazzo lo mollerà...sarà di nuovo tutto tuo.-

Mi si illuminano gli occhi.

Si, il direttore ha ragione, finalmente potrò riappropriarmene.

- - - Jong - - -

Il mio live è stato stupendo; tutte quelle persone esultanti, le fan che chiamavano il mio nome, gli autografi. Era da un po' di tempo che non provavo sensazioni simili e ritornare in questo ambiente è stata una delle cose più esaltanti della mia vita.

Oggi mi hanno riferito di dover partecipare ad un servizio per le foto di promozione del mio nuovo album; spero che Kibum non si senta tradito per non averlo chiamato come fotografo. Dopotutto anche lui sta facendo un servizio fotografico, sono curioso del suo mondo, e voglio proprio vedere com'è.

Do uno sguardo all'orologio, le tre e mezza.

-Jonghyun! È ora di andare!-

Sorrido al mio manager, siamo entrambi agitati per i nuovi impegni della casa discografica, ma il più è iniziare, no? Salgo deciso sul suv scuro, che parte a tutta velocità per il luogo prestabilito.

- - Key - - -

La spiaggia sembra ancora più bella di ieri. Il sole non è poi tanto alto, arriva ad un angolazione perfetta per un servizio. La sua luce è di un arancione vivo, andante sul rosso, che illumina di sbieco le nostre figure, donando un aspetto mistico all'ambiente.

Avrei di sicuro portato Jong qui un giorno di questi.

Mi vado a cambiare come al solito nel camerino, ma questa volta gli abiti sono diversi. Dei pantaloni bianchi di seta, accompagnati da una camicia anch'essa bianca a maniche lunghe.

“Il tema principale sarà l'antagonismo: i due caratteri opposti si ritroveranno a fondersi in un ambiente di puro e cristallino. Tranquillo, sarà tutta scena, dovrai solamente recitare” Aveva detto così il direttore, ridacchiando.

-Non posso fare una cosa del genere, o Jonghyun mi ammazza...-

-Kibum! Sei pronto?? È arrivato, dai, veloce!!- Luna mi parla fuori dal camerino, bussando impazientemente sulla porticina di legno.

-Arrivo, arrivo!- Appena apro, la ragazza mi investe con la sua allegria e mi trascina verso il set a forza.

-Sta parlando con il direttore, è davvero....wow!! Che fortuna che hai!-

Tutta questa allegria non la vedo opportuna. Dovrò posare con un uomo per la miseria! Il mio umore sta già scendendo sotto i piedi.

-Key- Mi guarda Luna, estasiata.

-Oggi il tuo partner sarà....-

Indica con la mano un ragazzo vicino al direttore, leggermente più basso di me, pare annoiato a stare in sua compagnia....un momento. Ma quale ragazzo?

Quello è Jonghyun!

Ebbene si. finisco così questo capitolo, lasciando immaginare il continuo xD Non odiatemi vi prego.. don't worry. posterò pure quello. xD

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Capitolo 13
*** Beautiful day #2 ***


Questo è un po' lunghino, ma non potevo dividerlo a metà, se no...non dava l'effetto giusto u.ù Spero vi piaccia questo capitolo, che ho voluto dedicare totalmente a Key e Jong...ma Luna, è molto più furba di quello che sembra.
Buona lettura *w* Come sempre grazie mille a tutte quelle dolcissime persone che recensiscono, mi fa davvero piacere leggere i vostri commenti *^*



- - - Key - - -

Non riesco più a muovermi. Continuo a chiedere ai miei occhi se quello che sto vedendo è vero, o frutto della mia immaginazione.

Il direttore sembra vederci, e fa girare l'uomo, che vedendomi, sgrana gli occhi incredulo.

È....senza dubbio Jong.

I nostri accompagnatori ci avvicinano, con un sorriso a trentadue denti.

-Kibum! Hai visto chi abbiamo per te? Un'icona della sensualità maschile! Kim Jonghyun!!-

Lo so benissimo chi è, razza di idiota!

Bisbiglio qualcosa, le guance mi stanno diventando troppo calde, e non so più dove guardare.

Forse è meglio apparire leggermente imbarazzato, o deciso?

Jong mi allunga la mano, sfoggiando un bellissimo sorriso che quasi mi fa svenire sul posto.

-Piacere, io sono Jonghyun, ma puoi chiamarmi Jong- Mi indirizza un occhiolino.

-Oh, hem..p-piacere...Kibum, Kim Kibum-

-E non mi dici come posso chiamarti io?-

Resto un attimo basito a quelle parole. CI trova così tanto gusto a vedermi in difficoltà?

-Ahahahah, stavo scherzando!-

Mi guarda dalla testa ai piedi, per poi passarsi la lingua tra le labbra.

Quel gesto lo conosco molto bene. Lo fa sempre quando sta cercando di trattenersi, ma Luna e il capo sembrano non accorgersene; sembrano intenti a lanciarsi occhiate complici, piuttosto cattive.

I suoi vestiti sono esattamente uguali ai miei, solo che lui ha come colore il nero.

-Bene, vogliamo iniziare?- Il direttore spinge Jong verso il bagnasciuga, e Luna fa lo stesso con me.

-C'è forse qualche problema?- Mi chiede già con la risposta stampata in fronte.

-N-no...niente-

-Forse ti senti a disagio a posare con un uomo?-

-No...è che...sono un po' imbarazzato...-

Cosa credeva? Di farmi paura mettendomi di fronte un ragazzo? Forse pensava veramente quello, solo che il ragazzo in questione era proprio il mio Jong.

Ci misero uno di fianco all'altro e andarono di corsa verso il fotografo, a dargli le ultime dritte.

-Questa si che è una bella notizia-

-Jong, ti prego....come facciamo ora?-

-Dobbiamo solamente apparire tranquilli e rilassati, cosa che mi riuscirà difficile, visto il modo in cui ti hanno vestito- mi guarda di sbieco, con un sorriso accennato.

Porto gli occhi sul mio petto quasi completamente scoperto, e mi copro con le mani, imbarazzato, facendolo ridere.

Aspetta che nessuno guardi nella nostra direzione per avvicinarsi al mio orecchio e sussurrare poche parole con le labbra attaccate alla mia pelle.

“Sei bellissimo”

Sto per morire, lo sento.

- - - Jong - - -

Non sono molto pratico di queste cose, per lo più cerco di fare quello che fa Key. Lui sembra nato per questo lavoro. Inizialmente ci fanno posare da soli. Gli fanno aprire leggermente la camicia, perchè lui si vergogna a mostrarsi in pubblico. Figurarsi, non si scopre nemmeno con me, è impensabile che lo faccia con gli estranei. Eppure il suo lavoro lo richiede, fa tutto come se fosse una cosa normale, ma il difficile sta a rimanere sulla costa ad osservarlo senza poter far nulla.

Le mie fantasie in questo momento stanno sorvolando i limiti della censura, ma è un set fotografico e non posso nemmeno sembrare attratto da lui.

La mia pazienza sale ai massimi livelli quando lo fanno stendere sul bagnasciuga, l'acqua gli arriva bassa fino ai capelli, ha un'espressione assorta in volto e mi immagino accanto a lui, nella medesima posizione, a guardarlo negli occhi, ad osservare quell'anima perfetta.

Dopo le foto si alza e mi guarda maliziosamente, come per invitarmi a saltargli addosso, nonostante sappia benissimo che non posso farlo.

-Jonghyun! Tocca a te!-

L'avrei fatto sbavare, oh...eccome se l'avrei fatto.

- - - Key - - -

Lo fa apposta, ne sono sicuro.

Appena gliel'hanno chiesto non ha avuto alcuna incertezza. Si è levato tranquillamente la camicia restando a petto nudo davanti a me.

Non l'avevo mai visto così bene come in quel momento. Non è naturale nei movimenti, ma cerca di dare il meglio di se; qualche volta Luna controlla il mio sguardo, ma so bene come controllarmi, mentre sto vagando nel mondo dell'immaginazione. Se solamente fossimo soli su questa spiaggia io....

Scuoto la testa scacciando i pensieri che mi stanno per venire, ma le mie emozioni sembrano non volerne sapere nulla se io sia in pubblico o meno, perchè il viso mi va a fuoco appena lo fanno immergere in acqua, per poi sbucare fuori e camminare verso la macchina lisciandosi indietro i capelli.

Le goccioline scintillano sul suo corpo a contatto con la luce, e mandano in tilt il mio sistema nervoso, tanto che inizio a sudare violentemente.

I pantaloni iniziano a starmi stretti, dannazione.

-Key, ora dovreste fare alcune foto assieme-

-C-COSA?-

Sussulto seduto sulla mia sedia, ma la decisione ormai è stata presa dal direttore, non posso rifiutarmi.

Jong mi si avvicina ancora tutto bagnato a mi porge la mano.

-L'acqua è stupenda Kibum, dai, vieni-

Deglutisco a fatica e dopo un attimo di dubbi accetto la sua offerta.

-Stai al gioco, ok?- Mi sussurra.

-Tanto è solo una recita, no?- Dice ad alta voce verso il direttore.

-Ahahahah, ma certo!-

-Bene...allora ci togliamo questa camicia?-

Mi blocca e inizia a sbottonarmi la camicia semi aperta.

-C-cosa fai Jong- gli blocco le mani.

-Ti sbottono la camicia bummie-

-Questo l'aveva capito-

-Eddai....fallo per me-

Mollo pian piano la presa e lo lascio continuare, finchè non mi trovo come lui a petto nudo.

Sento subito un istinto che mi intima di scappare, ma non posso, cavolo..non posso!

Lui sembra agitato, e non riesce a guardarmi negli occhi; si posiziona dietro di me e mi spinge verso il mare.

Mi accompagna fino agli scogli, dove l'acqua ci arriva sotto al mento, mi fa salire su una grossa pietra nera, ma quando siamo in cima sorride in un modo non molto rassicurante.

-Non ce la faccio più, spero che potrai perdonarmi- si passa la mano sulla bocca come quando vuole farmi impazzire.

Mi fa perdere l'equilibrio e cado dall'altra parte, non verso l'acqua bassa, ma verso il mare aperto, dove non riesco a tenere i piedi a terra.

-Aiuto! Aiuto!- Sento il panico salire sempre più e inizio ad agitare le braccia, il mare mi risucchia verso il fondo e penso al peggio, ma in un secondo sento due braccia stringermi in vita.

-Tieniti forte a me- quelle sono le braccia di Jonghyun, che mi tiene saldamente in superficie mentre cerca di calmarmi.

Ora non ci è più possibile vedere la spiaggia, perchè la roccia compone un'alta barriera che impedisce la visuale.

Dopo poco riesco a calmarmi, la sua vicinanza mi è fondamentale, e stringo le braccia intorno al suo collo.

-Scusami...scusami...- la sua faccia affonda nell'incavo della mia spalla, ma in quel momento non voglio che si scusi, voglio che faccia quello che aveva in mente.

-Jong- gli riporto il viso davanti a me.

-Fai quello che volevi fare-

Non mi lascia nemmeno il tempo di aggiungere altro che la sua bocca si ancora avida alla mia in un bacio non molto casto.

Le sue mani mi accarezzano a turno la schiena, mentre le mie sono affondate tra i suoi capelli.

Ha un sapore talmente buono che non provo la minima voglia di staccarmi da quel contatto, anzi, vorrei solamente approfondirlo ulteriormente. Cerca ad ogni bacio la mia lingua con la sua, ma voglio farlo soffrire, così lo accontento solamente dopo numerosi tentativi.

-Honey...- gli sussurro dopo avergli morso il labbro inferiore.

Incomincio a sentire le voci di numerose persone avvicinarsi, così sono costretto a staccarmi da lui.

Abbiamo entrambi il fiatone, i suoi capelli sono arruffati e posso ancora leggere distintamente una voglia repressa nei suoi occhi.

Gli passo una mano sulla guancia e gli sfioro le labbra in un ultimo leggerissimo bacio.

-Andiamo Jjongie...-

-Si...- Sorride felice come un bambino e mi aiuta a risalire sugli scogli.

Molti erano già in acqua pronti a venirci in contro, e appena ricompaio sopra alla pietra, traggono un respiro di sollievo.

Grazie al cielo non ci avevano raggiunti in tempo.

-Sto bene, tranquilli! Ho solo perso l'equilibrio!-

Da dietro di me compare un Jonghyun infastidito.

-Se non ci fossi stato io questo qui sarebbe morto-

Dice mettendosi bene i capelli a modi star di Holliwood insopportabile. Certo che sa davvero recitare bene.

- - - Luna - - -

Le foto procedevano normalmente, pose semplici e non troppo spinte, qualche volta li facevano avvicinare a sfiorarsi il naso. Sembravano attori di alto livello. I loro sguardi passionali sembravano addirittura reali, se Kibum stava fingendo, lo stava facendo davvero bene. Volevo metterli alla prova, così ho chiesto un'ultima foto.

-Ragazzi...dovremmo fare l'ultima foto della giornata. Il target si aspetta un'intesa maggiore a questo punto del calendario, più intimità. Jonghyun dovrebbe dare a Key un lieve bacio.-

Entrambi mi guardano ad occhi sbarrati. Ecco quello che volevo. La verità sarebbe saltata fuori.

Quei due erano fin troppo affiatati. E poi, Key si era sentito male proprio durante il suo concerto, coincidenze?

-Mi rifiuto.-

È Jong a parlare.

-Fin ora ho sopportato tutto, ma siamo entrambi uomini, e la mia ragazza di sicuro non sopporterebbe una cosa simile-

Di certo non siamo arrivati fino a qui per assecondare alle sue richieste, perciò sfoggio un gran sorriso, fissandoli entrambi.

-Suvvia, è solamente una foto, dovrete recitare come vi è richiesto normalmente nel vostro lavoro-

Sembrano colpiti dalle mie parole, soprattutto Key, che guarda l'altro, supplichevole.

Jonghyun lo guarda di rimando cercando nel suo sguardo qualcosa, che sembra avere dopo molto tempo.

-E va bene- Jong si è deciso, ora guarda Kibum, attendendo una sua risposta, che tarda ad arrivare.

-Ok....ci sto-

Bene, non vedo l'ora di mettere in ridicolo questa foto, che sicuramente verrà forzata. Nella nostra compagnia vogliamo sentimenti genuini, veri, palpabili, e questi due, se il mio intuito non mi inganna, non riusciranno ad adempiere al loro compito.

-Decidete voi la posa più intima che volete, avete la piena libertà su questo-

Si allontanano parlando, e mi volto sorridendo soddisfatta dalla mia scenata. Presto avrò la mia vittoria, e la gusterò appieno.

- - - Jong - - -

-Non posso- inizia a mangiarsi le unghie.

-Bummie, dobbiamo farlo, o potrebbero intuire che...- distolgo lo sguardo da lui, che mi incita a continuare la frase.

-Che stiamo insieme?-

-Già-

-Non mi importa, non me la sento-

-Come sarebbe a dire che non ti importa?- Mi fermo, puntando gli occhi sui miei piedi.

-N-no Jong, non in quel senso- mi sfiora il braccio con le dita, dispiaciuto.- È che...mi vergogno, tutto qui-

Lo guardo negli occhi.

-Lascia fare a me, tu non pensare agli altri, fa come se fossimo solo noi due-

Non sembra molto convinto, ma accenna un si con la testa e mi mette una mano sulla spalla spingendomi verso il set.

-Siete pronti? Quando volete-

-Si, siamo pronti- Affermo deciso. Basta una sola foto, perchè non farla in grande stile?

Guardo Kibum un'ultima volta, sperando che capisca che voglio che si fidi di me. Lui annuisce e sono pronto.

Lo spingo con una mano sul petto nudo facendolo indietreggiare malamente, porto un piede dietro al suo in modo da farlo inciampare e prima che possa rendersene conto si ritrova steso a terra, con me sopra di lui.

Non fa nulla per evitare i miei movimenti, resta imbambolato a fissarmi, leggermente rosso sulle gote per la situazione che si sta creando; un po' divertente, a dire la verità.

Si tiene leggermente alzato grazie ai gomiti poggiati sulla sabbia; gli poso una mano sul fianco, mentre l'altra va sicura sul suo viso. Lo sposto leggermente di lato per far si che i nostri nasi non si scontrino e lo vedo dischiudere le labbra in un tentativo di ossigenare i polmoni.

Osservo divertito i suoi occhi incantati dai miei e poi dalla mia bocca, dopotutto anche lui ha il medesimo effetto su di me. Passa velocemente la lingua prima sul labbro inferiore, poi su quello superiore, illuminate grazie ai riflessi del sole dopo quel veloce passaggio.

In questo momento più che mai avrei voglia di appropriarmi di lui, ma direi che è una situazione che rende impossibile il mio desiderio. Deve essere una cosa priva di sentimento per sembrare recitata.

Mi avvicino a lui con una lentezza tale che il mondo sembra fermarsi. Gli spettatori attendono con ansia il nostro bacio, alcuni sono anche a bocca aperta per l'attesa sfibrante.

Di colpo Kibum alza una mano e la poggia dietro la mia nuca, attirandomi a se.

Sfioro le sue labbra, resisto infinitamente per non approfondire di più quello che vorrei si trasformasse in altro.

Sento distintamente la sua mano tremare, infiltrandosi tra i miei capelli e stringendone una ciocca convulsamente, mentre restiamo a nemmeno un millimetro di distanza.

La sua bocca si muove sussurrando qualcosa. “I love you”.

I flash ci colpiscono, hanno seguito tutta la scena.

-Bene!!! Basta così! Abbiamo finito!- La voce del fotografo arriva lontana dalle mie orecchie, ma mi allontano subito senza esitare, non voglio mettere in pericolo il nostro segreto.

- - - Luna - - -

C'è qualcosa di strano in tutta questa situazione. I loro sguardi, i loro movimenti, tutto di loro sembra esprimere amore.

Riesco a capire che non sono perfetti estranei. Kibum al concerto guardava sconcertato il palco, e Jonghyun dopo poco ha concluso la canzone scappando letteralmente dal palco.

Ormai sulla spiaggia restiamo solo Jonghyun, io e..Key; sembra così distante, anche ora, a pochi passi da me, sento che non basterebbe uno sguardo per far tornare tutto come prima.

Gli poso una mano sulla spalla. Lui si volta, non se l'aspettava, e mi guarda in attesa di qualsiasi cosa possa accadere.

Voglio avere da lui le dovute spiegazioni.

-Chi è? Chi è che ti ha portato via da me?-

Non sembra molto contento delle mie parole, mi guarda con i suoi occhi felini che riduce a due fessure.

-Di cosa cavolo parli?-

-Lo sai benissimo-

Devo tentare, sapere se le mie impressioni sono sbagliate o meno.

-È lui vero...?-

Un silenzio, estenuante, dopo quello che ho detto.

-È...Jonghyun?-

Lui porta lo sguardo sul mare, arrossisce appena, e tutte le mie convinzioni si trasformano; quella montagna di idee prende consistenza, tutti i miei collegamenti, tutte le mie paure sono vere. Non è più mio, ma questo non posso accettarlo.

Avevo ragione. Ed è allora che qualcosa comincia a pesarmi sul petto. Devo attuare il piano.

-Non potete vedervi-

Sposta velocemente gli occhi su di me, incredulo, e toglie malamente la mia mano dalla sua spalla.

-Tu non puoi impedirmi proprio nulla- mi guarda con disprezzo e se ne va.

-Sai cosa succederebbe se sapessi che vi vedete- cerco di guardarlo con cattiveria, cosa che mi riesce difficilmente.

- - - Jong - - -

Key si sta cambiando nel suo camerino. Voglio parlargli, sapere che ne pensa di quella che potrebbe essere la fine del nostro segreto.

-Key...-

-Va via-

Che gli prende? Da quando mi risponde così?

-K-key...che hai?-

-Niente, vattene a casa-

-Kibum!-

Apro la porta, trovandolo accucciato a terra con la testa sulle ginocchia, in lacrime. Alza lo sguardo su di me, mi guarda con rimprovero, dopodichè si alza e mi spinge via da lui, lasciando libera la strada.

-Ti ho detto di andartene-

Vorrei sapere cosa gli ho fatto per meritarmi questo trattamento.

-Key aspetta- Lo afferro per un polso, lui cerca di togliersi dalla mia presa, ma non mollo.

Si gira verso di me arrivando ad un soffio dal mio viso, con gli occhi guarda la spiaggia semi deserta e tira su col naso, per poi guardarmi con quegli occhi gonfi e rossi.

-Come hai potuto farlo? Era il nostro segreto-

-Ma cosa dici...mi sembrava di aver capito che tu eri d'accordo-

-Non fino a quel punto-

-Perchè dici questo...-

-Perchè non pensavo che qualcuno....-

Non finisce la frase, abbassa solamente lo sguardo e sussurra qualcosa.

-Qualcuno?-

-Niente-

Si libera della mia presa con uno strattone, prende la sua roba e si allontana a piedi, seguendo la spiaggia.

-Non dobbiamo più vederci, Jonghyun-

Mi ha chiamato Jonghyun. Cosa sta succedendo al mio bummie?

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Capitolo 14
*** La tempesta arriva quando meno te l'aspetti ***


- - - Key - - -

Non potevo dirgli la verità, non potevo dirgli che Luna ci aveva scoperti, o sarebbe stata la fine.

L'avrebbe minacciata di tenere la bocca chiusa, e al contrario la notizia si sarebbe diffusa in tutta la città.

Doveva rimanere il nostro segreto. Sono rimasto confuso dalle ultime mosse di Jong, mi piaceva, ma non pensavo che sarebbe venuto a scoprirlo proprio la mia ex ragazza, proprio quando stava cercando di portarmi via da lui. L'unico modo era mantenere il segreto, e se Jong continuava a guardarmi con il suo dolce sguardo, non avrei potuto mentirgli.

- - - Jong - - -

Perchè non accetta mai i miei sentimenti? Sembra che gli dia fastidio ogni volta che provo a dimostragli quanto lo amo. È sempre così silenzioso, quando cerco di parlare del passato cambia abilmente discorso, sfugge alle mie domande e quando risponde, lo fa a monosillabi.

-Jong?-

Mi volto, è Luna dietro di me con un gran sorriso.

-L-Luna, mi hai spaventato-

-C'è qualche problema?-

-No....stavo solo pensando...-

-Tu conosci da tanto Kibum, vero?-

-I-io? No....ecco...-

-Tranquillo, non lo dirò a nessuno- mi fa l'occhiolino.

-Sembri molto legato a lui, è una persona molto testarda, ma se lo capisci, in fondo in fondo è dolce.-

Le sue parole scendono come miele dentro di me. Sembra capirmi, è così dolce quando parla, ma se non sbaglio era la fidanzata di Kibum...chissà perchè si sono lasciati, sembra una brava ragazza.

-Mi piacerebbe conoscerti Jong, ti va un caffè, domani?- Mi sorride.

-Certo!- Rispondo senza neanche pensare.

-Bene! Io finisco il lavoro allo stesso orario di Kibum, ci vediamo davanti all'edificio allora?-

-O..ovviamente-

-Allora a domani!-

Si allontana salutandomi con la mano; ho proprio bisogno di svagarmi un po'.

- - - Luna - - -

-Jonghyun! Sono qui!-

Si gira verso la mia direzione, in mezzo alla folla che cammina oziosamente per la via pedonale della città.

Sorride, e per la prima volta penso che Key è fortunato ad avere un ragazzo così accanto.

-Luna! Come te la passi? Scusami se ho rimandato l'incontro...ma non mi sentivo molto di uscire-

-Non fa niente, stai tranquillo...comunque tutto bene grazie, e...tu?-

-Oh, sto bene...grazie-

Vorrebbe dire altro, lo capisco dall'indecisione dei suoi occhi, ma si ferma a quel “sto bene” poco credibile.

-Andiamo?-

-Certo-

Camminiamo verso il bar che ho scelto per il nostro incontro. È un semplice locale accanto alla spiaggia poco fuori da Seoul, molto carino per le persone che non vogliono dare nell'occhio e parlare tranquillamente, perfetto per la mia missione.

Una volta seduti al tavolino ordiniamo un caffè e un cappuccino, il tempo sembra peggiorare, e qualcosa di caldo di certo non dispiace.

-Allora...come va?-

-Dipende cosa intendi...- sorride appena piegando l'angolo destro della bocca.

Quindi vuol dire che qualcosa va male. Devo guadagnarmi la sua fiducia, devo fare in modo che si fidi e si confidi con me, solo a quel punto riuscirò ad allontanarlo da Key.

-Sai, l'altro giorno mi sei sembrato molto felice di lavorare con Key...da quanto vi conoscete?-

-Beh...da un po' di tempo-

-Dovete essere molto legati...il modo in cui lo guardavi sembrava quasi fraterno- gli sorrido, cercando di togliergli qualche parola di bocca.

-Già...è molto importante per me-

-Capisco...beh, è una persona un po' scontrosa e gelosa, ma in fondo non è cattivo, pensa che quando stavamo assieme mi trattava come se fossi stata una sua proprietà!-

Si irrigidisce visibilmente e assottiglia gli occhi, ma in un millesimo di secondo cambia espressione sorridendo.

-Ma dai...queste cose non me le racconta mica-

-A si?-

Perchè non prendere la palla al balzo? Qualche bugia a fin di bene in fondo ci sta.

-Mi viene in mente una volta...in cui eravamo al mare...e lui mi ha baciata- Lo guardo con aria sognante, lui ovviamente non ha la stessa espressione, ma cerca di non darlo a vedere.

-E quella notte è stata spettacolare, ma era molto impacciato- ridacchio coprendomi la bocca.

Purtroppo lui non sa che non è andata affatto così. Dopo avermi baciato, aveva voluto andare in acqua con il suo surf per farmi vedere com'era bravo, ma “l'impacciato” era riferito ai movimenti che faceva sulla tavola, e non a quello che si poteva intendere non conoscendo la storia.

-A..ma davvero?- Con le dita forma linee immaginarie sul tavolino d'ebano.

Arrivano le nostre ordinazioni, e sospira di sollievo, ponendo tutta la sua attenzione al liquido nero che da l'idea di essere colmo di caffeina.

-Non mi sembrate in ottimi rapporti-

-No, beh...ci siamo lasciati da parecchio, ormai-

“E ora deve beccarsi un dinosauro come te, invece di una ragazza disponibile come me”

-Non è molto di buon umore...intendo Kibum, in questi giorni...-

-Ma davvero? Posso chiederti perchè?-

Dopotutto ero la sua ragazza. Il mio interessamento è giustificato.

-Abbiamo litigato-

Beve un lungo sorso di caffè.

-Mi dispiace...-

Bevo un lungo sorso di cappuccino.

Una pausa estenuante segue quelle poche parole.

-È che è sempre così indifferente....tutto quello che faccio non va mai bene, gli vorrei dimostrare il mio affetto, ma sembra non apprezzarlo. È estremamente freddo, al contrario di me.-

Gli poso una mano sulla sua, guardandolo affettuosamente.

-Vedrai che migliorerà...abbi speranza-

Arrossisce appena, stringendomi la mano.

-Lo spero-

Bene, il primo passo è stato fatto, il più difficile. D'ora in avanti, sarà tutto molto più facile.

Come sempre, grazie mille a tutti coloro che recensiscono *^* sono davvero felice di leggere i vostri commenti!
E, cosa dire. Luna sta attuando il suo piano. Questo capitolo è proprio l'inizio della sua "malvagità"(?) xD
In questo periodo sono un po' a corto di ispirazione, quindi non odiatemi se posto con un po' di giorni di distanza ç_ç Grazie a tutti quelli che seguono questa storia =w= sono davvero contentissima!

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Capitolo 15
*** La verità è dura da mantenere segreta ***


- - -Jong- - -

Ormai questa storia va avanti da settimane. Al mattino, quando mi sveglio sul divano, Kibum non c'è; le prime volte mi lasciava un biglietto con parole fredde e distaccate, come “sono andato al lavoro, a dopo”, qualche volta un “copriti che fa freddo, arriverò per pranzo”. Accorgimenti inutili. Io rispondevo sempre a quei biglietti con un “ti amo”; quando tornava a casa li leggeva con aria impassibile, li accartocciava e se ne andava in camera, sbattendo la porta.

Mi stavo accorgendo che pian piano mi allontanavo sempre più da lui, e lui da me.

Decido di entrare nella nostra stanza, ormai non ci entravo da parecchio tempo. Almeno da quando ho iniziato a frequentare Luna. Lei è sempre così comprensibile, mi sta accanto, ormai ho preso l'abitudine a sfogarmi con quella ragazza estremamente dolce.

Le cose sono rimaste perfettamente come le ricordavo. Solo che la parte del letto dove di solito dormivo io è sfatta, mentre la parte di Key è perfettamente liscia. Il suo pigiama è ancora sul cuscino, entrambi in ordine.

Mi manca l'aria viziata che c'era appena sveglio, in questa stanza, leggermente sfumata dalla quantità eccessiva di profumo che si metteva nei vestiti Key.

Ormai è da quasi una settimana che non parliamo più. Direi che è il momento di chiedere spiegazioni.

Esco e chiudo la porta come l'aveva lasciata, e in quel momento si apre quella d'ingresso.

Non fa caso a me, mentre si toglie con calma le scarpe, poi sposta la testa nella mia direzione, e un lampo di tristezza gli attraversa gli occhi.

Si infila le pantofole e adagia la giacchetta sull'attaccapanni.

-Ti..avevo detto che è meglio se non ci vediamo più. Non puoi tornare a casa tua?-

Come fa a dirmi queste cose così, senza espressione, senza nemmeno guardarmi negli occhi!

-Perchè Kibum, perchè, dimmi cosa ho fatto! Cos'ho fatto per meritarmi questo trattamento!-

-Jong io....è difficile-

-Difficile cosa! Spiegami e saprò regolarmi di conseguenza-

Mi avvicino a lui con uno scatto e non gli lascio via di fuga, imprigionandolo nell'angolo della cucina.

-Dimmelo, Kibum-

Afferro il suo viso tra le mani e lo costringo a guardarmi negli occhi.

Ce la fa solamente per pochi secondi, poi sposta lo sguardo altrove, mordendosi leggermente il labbro inferiore e aumentando il ritmo della respirazione.

-Nel mio lavoro non posso avere una situazione come questa-

Cosa? Che razza di scusa idiota è mai questa?

-Key, ma che....cosa stai dicendo?-

-Senti, non posso va bene?! Non posso! Io lo faccio per te, più che per me!-

Mi spinge via e abbassa la testa, come per scusarsi delle sue parole.

-Io voglio stare con te, non voglio starti lontano. È successo qualcosa, vero? Dimmelo! Parlami!-

-Non capiresti-

Oh, no. Quello sguardo non doveva farlo.

Non riesco mai a capire se ha pietà, compassione verso di me, oppure crede solamente che io sia un cretino decerebrato. Ed è li che ogni mio tentativo di mantenere la calma e di stare zitto se ne va, abbandonano il mio corpo lasciandomi soltanto accompagnato dall'istinto.

-Ah già, è vero. Io non capisco mai niente, vero? Sei tu il genio qui! Io sono soltanto un deficiente! Beh, Kibum, ti voglio accontentare, non entrerò mai più nella tua vita, non ti vedrò, non ti chiamerò e ti lascerò in pace com'è giusto che sia. Dopotutto i geni vivono da soli, no? Oh, a proposito. Spiegami perchè hai mollato Luna, era proprio per questo motivo?? Perchè lei si prendeva troppa cura di te? Perchè ti amava troppo e tu vuoi essere un'anima solitaria? Sai, non pensavo che tu fossi così...- mi rendo conto appena di quello che sto dicendo, non sto minimamente filtrando i miei pensieri. Sto solamente creando un passaggio diretto tra mente e bocca.

-Cosa.....cosa c'entra Luna, lei...-

-Lei cosa? Sai, non mi sembra che sia una cattiva ragazza, la sto frequentando, ed è molto dolce, non capisco proprio perchè tu l'abbia lasciata-

-Cosa..? Vi...vi state...-

-Esatto, non dovrebbe darti fastidio, visto che pensi soltanto a te stesso, e io non capisco niente-

-Jon-

-No, basta-

Suona il campanello.

-Questa deve essere proprio lei, guarda caso. Non scomodarti nemmeno. Le valige le farò appena arrivato a casa-

- - - Key - - -

È dura, sapere la verità. È dura, sopportare le conseguenze che porta non poterla dire almeno a colui che ami.

Apre la porta e le sorride. Le ha anche detto che stiamo insieme? Che vive qui? A quanto pare...

Non voglio passare per la vittima della situazione, perchè non lo sono.

-Andiamo Luna, il ristorante è abbastanza lontano, ti ci porto in macchina-

Ristorante? Alle 4 del pomeriggio? Cosa fanno per tutto il tempo che rimane all'apertura dei locali?

-Andiamo-

Non mi saluta neppure, tanto meno mi guarda; lascia la porta aperta, come se ci fosse la servitù pronta a chiuderla.

Mi fermo sulla soglia a guardarli andare via, mentre i miei occhi sembrano implorarmi di farli lacrimare. Luna si ferma un attimo e si gira, guardandomi indifferente.

-Mi hai già distrutto il cuore. Ora lui. Cosa vuoi portarmi via, ancora?-

Pensavo che il mio fosse solamente stato un pensiero, ma non è così, perchè l'ho detto ad alta voce.

Assume un'espressione leggermente triste, ma dopo un'occhiata a Jonghyun, sorride di nuovo e se ne va.

Via.

Con lui: la mia vita.

- - - Jong - - -

La serata non procede poi tanto male; Luna è stupenda: ha un vestito nero che le arriva fino a metà coscia, a risaltarle le lunghe gambe sinuose. Ha i capelli sciolti che le incorniciano il volto, e un leggero filo di trucco a dare il tocco finale.

È molto bella, ma cerco di non sbilanciarmi con i complimenti; dopotutto non ho ancora dimenticato la mia vecchia storia con una ragazza.

-Jong? Jong tutto bene?-

-Si...si...sto bene-

Posa lo sguardo sul piatto semi vuoto e sorride appena.

-Io...io volevo solo dirti...-

-Cosa?-

-Prima, con Key-

Una gamba inizia a tremarmi violentemente.

-Arriva al punto, Luna-

-Quello che hai detto.....cioè...ecco...vi siete lasciati?-

Non ci avevo ancora pensato. Ed ora sono costretto a farlo.

-Si- Rimpiango quasi subito di aver risposto così deciso, ma in fondo non posso stare con una persona che mantiene segreti con me, io voglio la sincerità.

-Ah....-

Da quando mi ha chiesto di Key, ha iniziato di nuovo a parlare delle loro vecchie avventure, addirittura arrossendo qualche volta.

Guardavo continuamente l'orologio, ma il tempo sembrava essere contro di me.

-...e quindi.....quando l'abbiamo fatto, beh, è stato magnifico-

Strabuzzo gli occhi per quello che ho appena sentito.

Non avevo seguito tutto il discorso, ma quelle parole mi piombano addosso pesanti come un macigno.

-C-cosa scusa?-

-Quando l'abbiamo fatto è stato magnifico- Arrossisce ancora.

Questa cosa non me l'aveva mai detta. Perchè non me l'ha mai detta? Diceva che io sarei stato il primo, quando sarebbe arrivato il momento. Era una bugia anche questa?

-Si sta facendo tardi, è meglio se ti porto a casa-

-Jong..ho detto qualcosa di sbagl-

-No, niente, andiamo-

Pago velocemente al banco all'ingresso del ristorante e parto verso la macchina.

-Jonghyun scusami, non dovevo parlarti di quello-

-Non è colpa tua, è colpa sua-

-Cosa?-

-Mi ha mentito per troppo tempo-

Il contachilometri sta segnando una velocità poco raccomandabile a quell'ora della sera, ma voglio arrivare presto a casa, voglio parlargli faccia a faccia.

Fermo la macchina davanti a casa di Luna, e mi allungo per aprirle la porta. Quando però sto per ritornare al mio posto lei mi prende il viso tra le mani e mi bacia.

Un bacio leggero, ma pur sempre un bacio. Le sue labbra non sono minimamente paragonabili a quelle di Key, morbide, sempre leggermente umide. I suoi baci mi piacevano, ma proprio tanto. Questo non sembra provocare in me alcuna emozione. È fredda e rigida. Non come Key, che si aggrappava a me trasportato dalla passione.

Mi stacco da lei girandomi dalla parte del mio finestrino, lei sospira, e le scappa una risatina.

-Scusami, non...non dovevo-

La porta si apre con una velocità sovrumana, e si richiude con altrettanta rapidità e forza.

Perchè mi ha baciato? Non mi sembra senta particolari sentimenti verso di me, piuttosto non fa altro che parlare di Kibum.

Kibum, devo andare subito da lui. Ho molte domande da fargli.


Eccomi con il nuovo capitolo *O*
Ho una bella notizia per il fanclub "Uccidiamo Luna": Questo, è il capitolo apice della sua odiosità, quindi nei prossimi (che credo saranno ormai pochi..)diventerà più...molto più sopportabile xD

Però la cattiva notizia è che succederà qualcosa....di *spoiler* u.u Non rovino la sorpresa uwU
Come sempre, grazie mille per le vostre recensioni, sono davvero felicissima di leggerle **

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Capitolo 16
*** La depressione è il cibo preferito di un'anima triste. ***


Mi scuso Enormemente per questo ritardo, ma sono stata male, e per motivi vari (bla bla) non sono potuta venire al pc u.ù
Spero possiate perdonarmi .-. Comunque posso dire ufficialmente che ci avviciniamo alla fine, questo sarà il terzultimo capitolo u_u
Spero vi piaccia anche questo °w° Buona lettura



- - - Key - - -

Ho passato tutta la serata accucciato sul divano. Soltanto una lucina nell'angolo del salotto ad illuminare la stanza, almeno da permettermi di fissare la mia figura riflessa sulla televisione spenta.

Che ho fatto? Mi sono lasciato rubare la persona a cui tenevo di più al mondo, e per cosa? Per uno stupido segreto. Alla fine, anche se perdevo il lavoro a causa di questo, che me ne importava? Almeno sarei stato felice con lui; invece no, sempre il mio orgoglio davanti a tutto. Sono solo un codardo. Incapace di mostrare i miei sentimenti.

Sento qualcuno armeggiare con le chiavi di casa rabbiosamente, mentre si infila la chiave giusta nella serratura e la porta si apre sbattendo sul muro.

Dalla soglia appare un Jonghyun scuro in volto, che appena mi vede, procede a passo spedito verso di me.

Si toglie le scarpe e la giacca durante i pochi passi che ci separano, rimanendo con la camicia e pantaloni neri che si era messo per uscire e con un balzo salta sopra al divano mettendosi sopra di me.

-Non sei ancora andato a dormire-

-No-

Lo guardo diritto negli occhi, sperando di nascondere bene la paura che mi sta assalendo.

-Perchè non me l'hai detto, perchè!-

-Cosa!-

-Lo sai benissimo cosa! Mi avevi detto che sarei stato il primo-

-Che cazzo stai dicendo Jong!- Sto iniziando a perdere la calma.

-Hai fatto l'amore con Luna-

Rimango imbambolato a fissarlo, mentre lui non accenna a togliere gli occhi da me.

-No-

-Cosa no-

-No, non ho fatto proprio nulla-

-Bugiardo-

-Non mi credi Jong? Non mi credi? Non ti avrei mai mentito su questo!-

-A no? Davvero? Lei però mi ha detto delle vostre seratine romantiche!-

-Non ho mai fatto nulla di più, non era la persona giusta-

-Mi stai dicendo che io lo sono?- Gli si accende negli occhi una scintilla di speranza.

-N-non ho detto questo-

Inarca le sopracciglia e stringe la presa sui miei polsi.

-Dimmi che mi ami-

Giro la testa dall'altra parte cercando di evitare il suo sguardo penetrante.

-Dimmelo! Dimmelo come facevi le prime volte, quando arrossivi, quando eri imbranato e ti attaccavo al muro per costringerti, quando ti prendevo in braccio e tu eri felice....dimmelo...ti prego-

Lo guardo con la coda dell'occhio, ma la visuale mi viene offuscata dalle lacrime.

Le mie difese stanno per cedere, lo so. Io voglio solamente che lui sia al sicuro. Se lo accontento, di sicuro per lui tornerà tutto come prima, ma non è un bene, soprattutto per lui.

-Lasciami, Jonghyun-

Mi guarda con una punta di delusione, ma non mi lascia.

-Jong...-

Molla leggermente la presa, riesco a far sfuggire un braccio da sotto la sua mano e vado a tracciare con le dita il profilo del suo volto.

-Mi...mi dispiace tanto-

Le sue lacrime cominciano a cadere sul mio viso.

-Di cosa...ti dispiace di cosa!-

Si alza dal divano e corre fuori da casa, non curandosi nemmeno di essere scalzo.

-Jjong, mi dispiace...mi dispiace tanto...io ti amo...- Porto un braccio davanti alla bocca per coprire i singhiozzi che si stanno impossessando di me. E non mi rimane altro che piangere, piangere per essere così debole, per non riuscire nemmeno a risolvere una situazione così.

- - - Jong - - -

Prendo solamente lo stretto necessario. Vestiti, foto, libri, spartiti...le mie cose senza le quali non vivo.

Butto tutto a casaccio dentro ad una valigia, infilo le scarpe e passo per il corridoio buio.

È ancora sul divano, immobile, non so se stia dormendo o se sia sveglio a fissarmi, come sto facendo io.

La cosa che conta in questo momento è che so la verità. Lui non mi ama, e io sono stato uno stupido per tutto questo tempo pensando invece il contrario.

Esco di casa lasciando la copia delle chiavi vicino alle sue scarpe, godendomi ogni attimo di quel momento; il suo profumo sui vestiti, le scene vissute proprio in quegli ambienti. Mi sembrava tutto così vero, evidentemente mi sbagliavo.

Chiudendo la porta dietro di me sento qualcosa, qualcosa nel mio cuore, che dice di non credere a nulla se non ai miei sentimenti, ma ormai quella voce è arrivata tardi.

Ormai la mia vita deve continuare, questa è stata una delle tante esperienze che ho vissuto, di sicuro sarò capace di dimenticarmene. Spero solo di riuscirci presto.

- - - Key - - -

Ormai è passato quasi un mese da quando ci siamo “lasciati”. Credo di stare passando un periodo chiamato “depressione”. Non ho mai fame, mangio solamente quando sento di non avere più forze, ho perso molto peso, non mi faccio una doccia da almeno due settimane. Comunque vado al lavoro.

Continuo ad andarci, le mie gambe sono abituate ad alzarmi e portarmi fino a quella struttura ogni santissimo giorno.

Luna non è più la ragazza che conoscevo un tempo. Sembra addirittura un'estranea. Non sorride più, evita di guardarmi negli occhi, quando la incrocio, lei mi lascia passare a testa china.

Perchè fa tutto questo? Cosa vuole? Ora ha Jonghyun.

Questa mattina mi sono svegliato tardi, la sveglia stranamente non ha suonato, eppure ho cambiato le pile proprio ieri. I vestiti erano in disordine e stropicciati, le lenti a contatto finite, le scarpe da lavoro avevano preso la pioggia, essendo restate tutta la notte fuori.

Che bello, il mondo mi vuole proprio bene.

Passo davanti allo specchio, cosa che di solito non faccio mai e vedo il mio corpo sciupato, dimagrito e pallido come non mai.

-Key, sei in forma vedo-

-Già, hai visto che bel fisico?-

-Hai proprio ragione, fai meglio a scavarti una fossa e marcire lì dentro, non è uguale?-

-Cosa stai dicendo? Così darei solo una soddisfazione al mio capo, penso che quell'uomo mi voglia morto-

-Tutti ti vogliono morto, e lo sai-

-Dici così per accentuare la mia depressione, vero?-

-Già, proprio così, tanto...peggio non puoi stare-

-Di questo hai ragione, ma cosa ne vuoi sapere tu di come sto io?-

-Sei solo un idiota-

-E tu sei uno stronzo-

-Ahahahah stai impazzendo amico.-

-Stai zitto......stai....stai zit..to...- Mi accovaccio a terra prendendomi la testa fra le mani, ma quella voce continua, mi accusa, mi maledice.

-Tu non sei nessuno, tu sei un verme!-

-STA ZITTO!!-

Lancio una scarpa contro lo specchio, facendolo andare in mille pezzi. La testa inizia girarmi. Vicino a me intravedo un botticino blu, con un'etichetta arancione.

-Che cos'è...-

Lo prendo in mano, ma trema tra le mie dita, non riesco bene a leggere cosa c'è scritto; l'ho già visto prima, ma non mi ricordo, non mi ricordo nulla, nemmeno a che ora mi sono svegliato.

Lascio cadere la scatolina a terra, cerco di alzarmi poggiando le mani sulla parete o sui mobili che ho vicino a me, fino a barcollare in bagno. Non sto molto bene.

La scatolina verde con l'etichetta bianca a terra è rotta, escono alcune pastiglie bianche, ma non molte, la scatola è quasi finita.

- - - Jong - - -

Ormai è passato un mese.

Un lunghissimo mese, molto difficile.

Il suo volto mi appare ovunque, anche nei barattoli di marmellata.

Cerco però di andare avanti, spero sia lo stesso per lui.

Non mi è mai successo di affrontare una situazione difficile come questa. Ero sempre il ragazzo forte in ogni occasione, quello che si tirava in piedi subito, ma non ora. Non ce la faccio proprio.

Luna è sparita completamente dalla mia vita. Non perchè lo voglia io, ma per una sua scelta. Non mi ha più chiamato, non mi ha nemmeno spiegato il perchè di quel bacio.

La mia vita ora sembra così monotona, non ho più nulla di importante da fare ora.

Continuo a scrivere canzoni. Canzoni che non mi dicono nulla. Assolutamente nulla.

Le persone continuano a comprare i miei dischi, i programmi continuano a chiamarmi in tv. E io rifiuto. Sempre.

Credo di essere...come si dice? In crisi.

Non pensavo che avere una persona così importante nella propria vita volesse dire essere felici.

Oggi pomeriggio mi hanno chiamato nella sede di lavoro di Kibum. Credo sarò costretto ad andarci per un motivo o per un altro.

- - - Key - - -

-Key!-

Mi fanno male le orecchie a quel grido; scuoto la testa facendo smettere il leggero fischio che sento nella testa e mi giro.

Il mio angelo custode, ma che bella visione: raccapricciante direi.

Questa mattina sono restato chiuso in bagno per almeno un ora. Non ho nemmeno fatto colazione, penso che potrei vomitare anche quell, oltre all'anima.

-Kim Kibum, come stai ragazzo mio?-

Il direttore mi tira una pacca sulla spalla, facendomi andare in avanti di qualche passo.

-Non hai una bella cera...stai bene?- Ed ecco quella risata sgangherata che tanto odio.

-Key, ti posso parlare?-

Un'altra voce, ma questa volta è di una donna.

Luna.

-Beh, appena finite, Kibum, vieni nel mio ufficio, ti devo parlare-

Detto questo gira le spalle e se ne va via goffamente.

-Cosa vuoi-

-Senti...io volevo scusarm-

-Credi che mi beva le tue storielle? Credi davvero che sia così stupido? Cos'è, non mi hai detto subito di essere andata a letto con Jonghyun e ora vuoi farti perdonare per il ritardo?-

-Key, lasciami spiegare-

-No...non voglio starti a sentire, ormai non ha più importanza-

-No, Key, io non sto sentendo più Jonghyun, io non volevo lui...credevo l'avessi capito-

Cosa vorrebbe dire? Che vuole il sottoscritto?

Sento la rabbia montare dentro di me.

-Vorresti dire che mi hai tolto Jonghyun per poter avere una chance? Mi hai tolto la felicità, mi hai tolto i sogni, mi hai tolto tutto....cosa vuoi ora? Vuoi me? Non avresti molto tra le mani-

Mi guardo: sono spento, non sento più la vita dentro di me, non ho nulla.

-No, Kibum...mi, mi dispiace. Vorrei solo aiutarti. Stai male, mangi? Ti sei fatto vedere da un medico?- Mi prende un braccio avvicinandosi.

-No! Lasciami andare!!- Mi sottraggo con violenza alla sua presa, e la fisso negli occhi.

- - - Luna - - -

I suoi occhi. Non sono quelli di una volta. Sono iniettati di sangue, cattivi, privi di sentimenti.

Mi dispiace così tanto. Non sapevo che le mie azioni avrebbero portato a questo. Solamente per uno stupido desiderio del mio superiore.

È solamente colpa mia.

-Non voglio vederti mai più-

Sputa quella frase con disprezzo, dopodiché si allontana a grandi passi verso lo studio del direttore.

- - - Key - - -

Un impiegato esce dalla porta del direttore con milioni di fogli in mano, ma non sposto la mia traiettoria. La mia spalla urta contro la sua facendolo cadere a terra: lui e tutto quello che aveva in mano.

-Hei!!! Sta attento!-

Lo scavalco beatamente entrando nell'ufficio.

La poltrona è occupata da quell'uomo grasso che ho odiato per tutta la vita, e che continuerò ad odiare.

-Key...Allora..come va?-

-Arriva al punto-

Sospira, portandosi in avanti con la schiena e poggiando i gomiti sulla scrivania.

-L'azienda deve fare dei tagli-

-E devi consultare me per le tue decisioni?-

-Kim. Le tue vendite sono calate. Non hai più successo-

I suoi occhi sono celati dietro le spesse lenti degli occhiali su cui batte il riflesso della finestra sul lato opposto della stanza.

Poso lo sguardo sulle foto che ha accanto al computer: raffigurati ci sono lui, sua moglie, i figli, e anche un cane. Ha un'esistenza felice. Mi sembra giusto.

Coloro che sono felici, devono esserlo in tutto per tutto. E quelli che stanno uno schifo, devono esserlo in tutto per tutto.

-Me lo dica-

-C-cosa?-

-Voglio che lei me lo dica- sorrido tristemente, fissando la costosissima moquette del pavimento.

-Key...-

-Me lo dica!!-Sbatto i pugni sulle cosce.

Lui pensa un attimo, massaggiandosi la fronte, si toglie gli occhiali e punta i suoi occhi nei miei.

Lui sapeva tutto.

Capisco in quel contatto visivo che lui ha voluto questo, lui è l'artefice di tutto.

-Sono costretto a licenziarti, Kim Kibum. Non prenderla sul personale.-

*si nasconde* Non uccidetemi, vi prego, altrimenti non posso continuarla xD
Mi scuso, per aver inserito Luna nel capitolo precedente, visto che avevo detto che non la mettevo, ma proprio non ce l'ho fatta o.o
E ringrazio tantissimo le anime sante che recensiscono i capitoli *^* Davvero, grazie mille
In questo capitolo mi è dispiaciuto molto descrivere Kibum. È in fase di depressione, e prende psicofarmaci ._. Ha allucinazioni e si sente male.(ma perchè sono sempre così sadica?)
Mi farebbe piacere sapere la vostra opinione, volevo far uscire una cosa un po'tragica <.< questo capitolo è fondamentale per capire le cause delle azioni del prossimo xD
Direi che posso lasciare in anteprima una frase del prossimo cap.

"Una tanica basterà? Anche il gas funziona. Nessuno mi troverà, e così potrò vivere veramente in pace"

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Capitolo 17
*** Ciò che sembra doloroso, può portare alla felicità? ***


Ed ora, siamo arrivati al penultimo capitolo! *O*
Scusatemi se ho postato sol ora, ma sono stata in vacanza; Credo che il prossimo capitolo, l'ultimo, farò fatica a scriverlo. è un addio a questa storia, e sarà molto difficile, visto che mi ci sono affezionata molto ç_ç
Grazie davvero a tutti coloro che la seguono, e che ogni volta hanno la pazienza di recensire e darmi un loro commento alla storia! Grazie.
Ora vi lascio al capitolo, buona lettura ^^



-Sono costretto a licenziarti, Kim Kibum. Non prenderla sul personale.-
 

- - - Key - - -
 
Forse aspettavo solo questo.
I suoi occhi si riempiono di felicità dopo quelle parole.
Ciò che non capisco è perchè ha fatto tutto ciò. Probabilmente gli stavo antipatico. O semplicemente voleva soltanto licenziarmi; quelle persone stanno bene nel vedere le altre strisciare ai loro piedi; ma io non ho intenzione di farlo. Non gli darò mai questa soddisfazione, soprattutto ora, che sono giunto al limite.
Non sono arrabbiato, sono solo deluso. Pensavo che questo momento sarebbe arrivato più in la nel tempo. Non mi ero preparato adeguatamente, non so nemmeno se ho tutto il necessario per far andare a buon fine il mio piano.
Dai miei occhi non traspare più nessuna emozione. 
Mi alzo, attento a non far strisciare troppo la sedia sul pavimento.
Dopodiché la rimetto al suo posto, mi giro e a passo lento mi dirigo alla porta. Afferro la maniglia, e prima di uscire schiudo le labbra, pensando a cosa dire.
-Non venga neppure, tra una settimana, o quando sarà. Non voglio vedere la sua faccia, anche se non la vedrò neppure, a pensarci bene. Non voglio sentire la sua presenza in quel luogo-
-Che cos-
Non lo lascio finire e me ne vado, sbattendo al porta.
Luna è ancora dove l'avevo lasciata.
-Kibum, cosa ti ha detto?-
Mantengo sempre la stessa andatura fino ad uscire dalla stanza, non la degno di uno sguardo, non guardo nessuno, i miei occhi vedono solo la porta. La mia faccia sembra incapace di assumere espressioni.
Esco da quel luogo, mi volto un attimo percorrendo con lo sguardo l'edificio in tutta la sua altezza. Un po' mi mancherà.
 
 
 
È tutto pronto. 
Ieri pomeriggio, appena tornato a casa mi sono messo subito al lavoro, con flemma, senza guardare l'ora, cosa mangiare per cena, o dove fosse il mio letto. Ho preso il volantino della nuova autostrada in costruzione e me lo sono infilato in tasca. 
“Se proprio vuoi fare una cosa, falla bene” mi sono detto allo specchio. Lo stesso specchio rotto l'altra mattina.
Non ho nemmeno mangiato. Nemmeno fatto colazione. Forse dovrei mangiare qualcosa, tanto per non presentarmi a tutti bianco come un cadavere.
Mi basterà un frutto, forse una mela. Si, una mela va benissimo.
Il pavimento della cucina è pieno di libri, giornali, fogli. Nei corridoi ho rovesciato i mobili.
Nella mia stanza, ho lasciato poco di infiammabile. Voglio che la trovino intatta. Voglio che Jonghyun la trovi intatta come l'aveva lasciata. Dopotutto può essere il mio regalo; il regalo per dimostrargli che lo amo ancora.
Luna invece non voglio che abbia regali. Voglio solo che abbia rimorsi, colpe, frustrazioni per ciò che mi ha fatto.
Probabilmente se mi ascoltassi ora, ma in un altro momento, direi a me stesso di essere stupido, sadico e ingiusto. Forse sono davvero un deficiente. Ma non mi importa più ormai, cosa gli altri pensano di me, o cosa penso di me stesso.
Prendo le chiavi di casa ed esco. Le ciabatte sfregano contro l'asfalto, logorando la parte inferiore, leggermente schiacciata verso il basso. 
Mi porto una mano all'orecchio sinistro; le dita incontrano una superficie d'acciaio, che percorro interamente più volte con l'indice. Riesco a ricacciare i ricordi che mi affiorano alla mente.
Eccomi davanti alla casa di Luna. Lei sembra non esserci, il turno di lavoro dovrebbe finire alle tre, ho ancora tempo e tutto procede secondo i piani.
Apro la cassetta delle lettere e infilo al suo interno il volantino che ho in tasca.
Sorrido al pensiero della sua faccia, quando capirà tutto. Senza accorgermene finisco per ridere, ridere come fossi ubriaco, davanti a quella cassetta, mentre le lacrime invadono i miei occhi, lacrime amare.
Ora posso anche tornare a casa, tutto sta per iniziare.
Una tanica basterà? Anche il gas funziona. Nessuno mi troverà, e così potrò vivere veramente in pace.
Arrivo a casa e accendo l'unico fiammifero a mia disposizione. Chiudo la porta a chiave, osservando le prime cose prendere fuoco. La cucina, il corridoio, i mobili, tutta la mia vita.
Sorrido.
-Jonghyun, perdonami, ma non sono forte quanto te; tu devi andare avanti per la tua strada...senza di me-
 
- - - Jong - - -
 
Ho una brutta sensazione.
Questa mattina Kibum non era in casa, cosa che non succedeva da molto tempo.
Accarezzo la superficie della chitarra, in attesa dell'ispirazione. Schiaccio un tasto della tastiera, sperando che la melodia giusta affiori alla mia mente.
Niente.
Assolutamente nulla.
Vuoto completo.
È da tanto ormai che non riesco più a scrivere, mi sembra di non provare più emozioni forti da quando...ci siamo lasciati.
I primi tempi ho provato a chiamarlo. Non mi ha mai risposto.
Ho pensato che gli ci voleva del tempo. Forse dovevo solo aspettare. Questa mattina però mi sono svegliato con una bruttissima sensazione. Qualcosa che mi stringeva alla gola, come se mi stesse soffocando, poi un dolore al petto.
Ho pensato ad una crisi di cuore, ma dopo alcuni secondi il battito è tornato regolare, lasciando solamente una sensazione di vuoto dentro di me.
Ora quella sensazione è aumentata d'intensità. Non sembra però a livello emozionale, pare di più un malessere fisico. Fatica a respirare.
Corro in cucina a controllare il gas, ma è chiuso. Il camino è spento, i termosifoni anche, è estate, perchè dovrei accenderli?
Passo davanti alla finestra.
La terra trema sotto i miei piedi. Le mani iniziano a tremarmi. La vista si offusca.
Ciò che vedo non mi piace. Del fumo si alza dalla casa di Kibum, tra le finestre riesco a notare le fiamme dentro casa.
-Kibum!!-
Esco di corsa, ignorando le scarpe all'ingresso, la ghiaia mi si pianta sotto i piedi, ma non vedo altro che quella casa, le fiamme sempre più alte, il suo corpo inghiottito dal fuoco.
-Kibum!!!- Tento di aprire la porta, la maniglia è ardente, e il caldo si fa insopportabile, per non contare del fumo grigio che inizia a invadere il cielo e il contorno della casa, fino ad arrivare alla mia.
Kibum potrebbe essere li dentro, o peggio, l'artefice di quell'incendio. Ma perchè l'ha fatto, perchè?
Prendo il cellulare tra le mani, componendo il numero dei vigili del fuoco, provando varie volte, vista l'instabilità delle mie dita.
-Si?-
-Si, pronto, c'è un incendio!-
-Si calmi signore, dove si trova?-
-Sono, in via...via....-
Dannazione, che via era?
-Sapete dov'è che abita Kim Jonghyun? Quella via li! Non, non mi ricordo il nome! Numero...3, una casa, le fiamme stanno diventando alte, sbrigatevi!- Un colpo di tosse interrompe le mie parole
-Arriviamo subito, stia lontano dall'abitazione!-
Butto il cellulare nell'erba e con un calcio sfondo la porta d'ingresso.
-Kibum!!!!-
Mi addentro nella casa con una manica della maglia davanti al naso; il fumo mi offusca la vista e mi fa bruciare gli occhi, tanto che iniziano a lacrimare e vedo ancora meno.
Guardo dentro la cucina, dove il soffitto inizia a cedere, e le prime assi di legno cadono sui mobili, sul tavolo, sull'arredamento.
Il corridoio è invaso dalle fiamme, i mobili sono a terra, quasi secondo una mappa ben precisa, quella è una situazione pianificata.
-Kibum! Dove sei!-
Corro in camera, pervasa dal fumo, dove tutto sembra in ordine, il letto come me lo ricordavo, gli armadi, i vestiti sull'attaccapanni e sulle sedie. Lui però non c'è.
Torno indietro, guardo in salotto, dove è impossibile camminare, ma nemmeno l'ombra di Key.
Vedo una porta.
Quella, è la sua porta. Quella dove mi era proibito entrarci.
Le vado davanti, e con una spinta la apro; mi ci fiondo dentro, osservando il suo interno. Forse quello è il luogo meno distrutto.
Non è un locale enorme, ci sono piccoli armadietti, un tavolino, degli oggetti sul pavimento.
Raccolgo alcune lettere da terra e le infilo in tasca, guardo nei cassetti e noto giocattoli, oggetti per l'infanzia, fotografie.
Raccolgo tutto quello che posso, cercando di fare in fretta, visto che le fiamme stanno arrivando fino a qui, finchè non sento tirarmi indietro da delle braccia.
-Signore! Vada fuori, qui è pericoloso!-
Un vigile del fuoco mi accompagna fino a fuori, posandomi un aeratore sulla bocca..
In un attimo mi ritrovo fuori dalla casa.
-Ki-Kibum! Devo trovare Kibum!- Cero di alzarmi, ma un agente di polizia mi blocca.
La casa è contornata da persone che passeggiavano, fermate una volta visto l'incendio, auto della polizia e vigili del fuoco.
Il cielo è colmo di fumo, tanto che è quasi invisibile lo strato di nuvole scure che percorreva la distesa azzurra fino a questa mattina.
Tiro fuori dalle tasche le foto, gli oggetti, le lettere.
Le foto ritraggono una famiglia, che riconosco come quella di Key. Lui però non è assieme a loro; è lontano, mentre l'uomo, la donna e un altro figlio sono al centro dell'obiettivo.
Molte altre foto sono uguali, in alcune Key non c'è nemmeno, in foto come quelle fatte davanti all'albero di natale.
Lui non c'è, quando appare, ha un'espressione triste.
Gli oggetti sono usati, alcune parti di giocattoli hanno i segni di denti, su certi, c'è scritto “Kim”.
Le lettere sono quasi illeggibili. Le parole sono sbiadite da qualcosa che sembra acqua, forse lacrime. Se ne leggono poche; parole cattive, offensive nei confronti di qualcuno.
Le firme, sembrano quelle dei familiari di Key.
Poi c'è una busta. Una busta bianca, intatta, con sopra disegnata in rosa una J.
La apro. Al suo interno, ci sono i biglietti che gli lasciavo sempre ogni mattina.
“Ora vado a fare la spesa, ci vediamo dopo, ok?
Ti amo”
La mia scrittura. Sotto a quello, una risposta.
“Ti amo anch'io, torna presto”.
Questa era la sua scrittura, ma il biglietto pensavo l'avesse buttato.
Verso il contenuto della busta sull'erba: tutti i biglietti che gli scrivevo qualche tempo fa, tutti con una risposta da parte sua.
Alzo la testa verso la casa.
Perchè l'ha fatto, perchè ha fatto tutto questo se mi amava ancora?
-KEY!!!!!!!- Urlo stringendo la busta vuota, buttando fuori tutta la rabbia, la tristezza, la delusione.
-Non...non lasciarmi- I singhiozzi iniziano a farsi prepotenti assieme alle lacrime, ma li respingo, facendo contrarre i muscoli dell'addome.
-Jong!-
Qualcuno mi chiama dalla mia sinistra; vedo spuntare dalla folla Luna.
-Che è successo? Jong!-
Mi scuote per le spalle, ma mi fa solamente ciondolare la testa avanti e indietro, mentre fissa i miei occhi persi in un punto a terra.
-Kim Jonghyun?- Un vigile del fuoco si avvicina a me.
-Non c'è nessuno dentro, mi dispiace, ormai è quasi tutto trasformato in cenere, mi dispiace-
-Jong, dov'è Key?- Mi pone quella domanda, impaurita.
-Key...non....non c'è...p-
Porta una mano davanti alla bocca per trattenere un urlo. Poi mi fa girare verso di lei.
-Non può essere, Jong. Non....ci credo-
Dalla tasca della sua maglia cade un volantino.
-Perchè c'era questo nella mia posta? Perchè! Voleva farmi sentire in colpa?- Luna scoppia a piangere buttando quel foglio a terra.
Sopra ad esso, c'è una scritta in penna.
“X Luna. Usa questa, quando andrai a viaggiare per il mondo. Ricordi? Era il tuo sogno. Non mandarmi cartoline però, non le leggerei mai. Addio”
Kim Kibum è una persona molto intelligente. Perchè dovrebbe morire dando fuoco alla sua casa restando all'interno di essa? No.
Mi alzo, mentre mi passa per la testa quello che credo sia passato per la testa a lui.
-Luna, quest'autostrada non è finita. È a metà, ed ora la stanno costruendo a picco sul mare.-
Sbarra gli occhi, cercando di capire a cosa voglio arrivare. Non le do nemmeno il tempo di chiedermi spiegazioni.
Mi alzo, salgo sulla moto e parto.
Devo salvare Kibum.

         Anticipazione dell'ultimo capitolo:
La sua mano scivola lentamente dalla mia, a causa dello strato di sudore che si è creato in alcuni minuti. Non fa nulla per evitare ciò che sta succedendo. [...]
Non sento più nulla. Niente. Il vento, il verso degli uccelli, le fronde degli alberi.
Vedo solo i suoi occhi, sento solo la sua voce.
-Ti ho sempre amato. Ti amerò sempre. Ti amo anche ora, Jonghyun-

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Capitolo 18
*** La strada giusta, è quella indicata dal cuore. ***


Bene. Non voglio dilungarmi in spiegazioni. Vi lascio alla suspance dell' Epilogo della storia.
Buona lettura <3


- - - Luna - - -

-Che cos'ho fatto....- Sento dentro di me rabbia, frustrazione, delusa da me stessa, per quello a cui ero disposta pur di avere ciò che desideravo.

Io non volevo questo. Io volevo solo che Kibum tornasse da me. Volevo solo rimediare il mio sbaglio commesso anni fa.

Sono stata un verme. Prima l'ho tradito, e poi quando era finalmente felice gli ho portato via l'unica ragione di felicità.

La colpa sembra uccidermi, mi manca il fiato e vengo colta alla sprovvista da un conato di vomito.

-Chi...sono...un mostro- tutto quello che ho fatto, mi si è rivolto contro.

Di sicuro non posso essere perdonata così facilmente.

Mi rendo conto della sofferenza che ho causato nella vita di due persone che non ne potevano nulla.

Almeno, se devo essere punita, voglio che ci sia qualcun altro con me.

Mi dirigo da un agente di polizia, che sta chiedendo informazioni ai vicini di casa di Kibum.

-Mi...mi scusi-

-Si signorina?-

-So chi è stato ad incendiare questa casa. Il pazzo che ha tolto il lavoro a questo ragazzo, e l'ha ricattato.-

-Cosa? Signorina dice sul serio? Dovrebbe seguirci in questura-

-No!- Lo blocco per un braccio.

-Sono una complice-

La sua faccia si adombra, prendendo dal lato dei pantaloni un paio di manette.

-Se dice il vero, allora la dichiaro in arresto, è in diritto di rimanere in silenzio, qualunque cos-

-La devo portare dal mio capo-

L'agente rimane perplesso per alcuni secondi, dopodichè prende la trasmittente che ha in tasca.

-Portate una pattuglia, dobbiamo eseguire un arresto di massima urgenza-

- - - Jong - - -

Sullo specchietto retrovisore vedo la città allontanarsi sempre di più, mentre percorro la superstrada in direzione dell'oceano.

Le nuvole sono grigie e piene di pioggia, potrebbe diluviare da un momento all'altro.

Sposto lo sguardo verso l'altro specchietto, che riflette una grossa nuvola di fumo alzarsi a qualche centinaio di metri dietro di me.

La pioggia forse aiuterebbe a spegnere quell'incendio. La cosa che non capisco è perchè Kibum abbia fatto tutto questo.

Spingo l'acceleratore al massimo, dopo che un brutto presentimento mi ha fatto rabbrividire.

Comincio ad intravedere le deviazioni per l'uscita anticipata, dovute ai lavori in corso. I coni arancioni che indicano di spostarsi a destra sono perfetti, nessuno li ha spostati. Alla fine però, quando formano la curva che indirizza alla strada obbligatoria, sono a terra; sembrano presi in pieno da un'auto, perchè alcuni sono anche diversi metri più in avanti.

Fermo un attimo la macchina, pensando a cosa possa fare una volta che l'avrò trovato. Spero soltanto che sia ancora in tempo.

Parto di nuovo a tutta velocità, finchè non intravedo qualcosa, tra la nebbiolina che si sta formando piano piano sulla strada.

Stringo gli occhi cercando di mettere a fuoco la figura, rallentando un poco, e la forma è quella di un auto. La portiera del conducente è aperta, il motore è ancora acceso e il motore fuma.

Scendo di corsa dalla macchina e guardo dentro a quella in mezzo alla strada. La lancetta che indica il calore del motore è alle stelle; poggio una mano sul sedile davanti, è leggermente tiepido, forse ci è stato Kibum. A terra ci sono dei botticini, sembrano farmaci.

Quello stupido ha una dipendenza da psicofarmaci?

No, forse lo stupido, qui sono io.

-Dannazione!!- sbatto a terra la boccetta che ho in mano, rompendola sull'asfalto.

Ormai non si capisce se stia piovendo, o se c'è soltanto nebbia attorno a me.

Da quando sono arrivato, il tempo è peggiorato in un batter d'occhio; ora non riesco nemmeno a vedere a dieci metri di distanza.

Se ha lasciato la macchina qui, allora non deve essere lontano.

Comincio a camminare, incerto. Non so se quella sia la direzione giusta, non so nemmeno a che ora sia arrivato qui. Mi lascio guidare dall'istinto, da ciò che mi dice.

Avanzo lentamente, cercando di capire dove mi trovo, ma i contorni degli oggetti sono sbiaditi, il guardrail dell'autostrada è sempre alla mia sinistra, almeno ho un punto di riferimento.

Il rumore delle onde dell'oceano si avvicina sempre di più, comincia ad alzarsi un leggero vento, che piano piano dirada lo spesso strato di nebbia.

-Key!! Key dove sei? Rispondimi!-

Continuo a chiamarlo e ancora, ancora, ancora, finchè la mia voce non è rotta dalla tosse, dovuta dalla mia gola secca.

Deglutisco difficilmente e ricomincio a chiamarlo, a voce sempre più alta, fino a quando non scorgo la fine dell'asfalto.

Finisce l'autostrada.

Arrivo fino al limite, dove le lastre di cemento e acciaio danno a picco sul mare. Sporgo piano la testa, fino a vedere il punto dove le onde si infrangono sugli scogli acuminati a decine di metri di distanza da me.

Non sono arrivato in tempo.

Cerco qualunque cosa su quelle pietre scure e bagnate, un vestito, un segno, qualcosa che provi a me stesso il fatto che non riuscirò mai a superare. Ma non lo trovo.

E se non fosse in quel luogo, se stessi sprecando tempo prezioso?

Mi volto a guardare ai lati della strada, e a destra intravedo una figura sbiadita, alta, tremante, al di la delle protezioni.

-K-key..?-

-KEY???-

Quella non si muove, resta nella stessa posizione di un attimo prima.

Mi avvicino lentamente, osservando ogni particolare di quella persona.

È lui, non c'è dubbio.

-Key, cosa....cosa stai facendo!-

Riesco a raggiungere il guardrail di protezione, a pochi metri da lui, abbastanza vicino per vederlo bene.

Non credevo di poter provare una tristezza simile, guardando qualcosa, o in questo caso qualcuno.

Sembra ancora più magro di quello che era, la sua pelle è pallida, le mani ossee strette convulsamente al ferro dietro di lui, è spettinato, porta la stessa maglietta bianca di quando ci siamo incontrati assieme agli occhiali che tremano anch'essi sul suo naso.

-Kibum...vieni..vieni indietro-

-Non dirmi quello che devo fare- Tira su col naso, come dopo un lungo pianto; i suoi occhi sono sfuggenti e sono lucidi, carichi di lacrime.

-Key ti prego, vieni indietro- Allungo una mano verso di lui, ma con si sposta più in là, barcollando.

-Non...osare...toccarmi-

-Key...-

Guarda di sotto il mare in tempesta, blu come il cielo dopo il tramonto.

-Key lo so cos'hai fatto...dipendere dai farmaci non è una soluzione-

-Tu non sai niente! NIENTE! Non farmi la predica, per piacere- Si mette a ridere.

-Key, non ci trovo nulla da ridere. Ho visto le foto, le lettere, in quella stanza. Quella dove nessuno doveva entrare. Perchè non mi hai permesso di aiutarti?-

-Jonghyun. Devi sempre essere così infantile. Ormai non ha importanza. È tutto finito.-

-Se avessi voluto buttarti l'avresti già fatto-

-Mi sottovaluti, Kim Jonghyun- La sue labbra si piegano in un sorriso inumano. Non sembra neppure lui.

-Ritorna dalla tua amichetta, io vivo benissimo senza nessuno che mi ami-

-Key, non è vero niente! Luna si è soltanto approfittata della situazione! Io..non volevo che succedesse tutto questo-

-Ah no? E allora cosa volevi, dimmelo!-

-Io non volevo che tu mi lasciassi! Io ti amavo....io ti amo, Kibum-

-Ancora con queste storielle. Jongyun. Io lo sapevo cosa ci avrebbero fatto. Luna aveva scoperto tutto, se fossi rimasto con te, avrebbe spifferato la cosa al mondo intero. Il mio capo mi avrebbe licenziato. Anzi, no. Pensandoci bene...l'ha fatto proprio oggi. E sicuramente quell'animale avrebbe fatto licenziare pure te. Quell'uomo mi odia da anni. Io non volevo che tu perdessi la tua vita per me.-

-Perchè non me l'hai detto...Kibum-

-Perchè non saresti riuscito a lasciarmi-

-Potevamo rimanere nascosti, potevo...trovare una soluzione-

-Soluzione? Se ci amavamo dentro casa, fuori non puoi nasconderlo. Passeggiare lontani? Senza toccarti, o baciarti tranquillamente? No. Io non volevo questa vita-

-Key, non capisco comunque perchè tu non me l'abbia detto- Cerco di avvicinarmi a lui.

-Jong, non mi vedi?-

-Cosa...? Certo che ti vedo- aggrotto le sopracciglia cercando di capire che vuol dire.

-Non puoi avere nulla da me, ormai sono morto. Non verrò mai accettato da nessuno-

-Key cosa dici...-

-I miei mi hanno buttato fuori di casa quando avevo quattordici anni, Jonghyun. "Un figlio è abbastanza per noi". Così mi hanno detto, prima di chiudermi la porta in faccia. Non trovavo lavoro, i familiari erano tutti in paesi stranieri. Mi sono rifugiato dai miei nonni contro la loro volontà, tutta la mia famiglia mi odia-

-Perchè Kibum...perchè?-

-Perchè non dovevo nascere-

-Non dire stupidaggini-

-Sono solo frutto di una violenza-

-Questo non vuol dire che tu non dovevi nascere!- Il sangue inizia a ribollirmi nelle vene.

Sembra che il vento possa portarlo via da un momento all'altro. La sua espressione vuota mi distrugge il cuore. Perchè sono io ad aver causato tutto questo. Lui mi amava, e io non l'ho capito. Voleva proteggermi, ma per me quello era egoismo.

Barcolla sulle sue stesse gambe, ha il viso solcato da occhiaie violacee, rese ancor più evidenti dalle lacrime che stanno scendendo copiose dai suoi occhi. Si protende leggermente in avanti, e sussulto.

-Key no, ti prego- la mia voce si rende acuta alla fine, mentre tengo a bada le mie emozioni.

-Sta, lontano. Stai lontano da me, Jonghyun- Allunga una mano verso di me, senza guardarmi però in volto, mentre si morde con rabbia il labbro inferiore fino a farlo sanguinare e stringe gli occhi in due fessure.

- - - Key - - -

Jonghyun. Dopotutto amo quel ragazzo così dolce.

Mi fa male la testa, maggior parte di quello che dico non me lo ricordo neppure dopo due secondi. La vista comincia ad offuscarsi.

-Key! Key se non hai nessuno, se non ti senti amato, usa me per ricevere tutto l'amore di cui hai bisogno! Prendi me se vuoi picchiare qualcuno, se vuoi parlare chiamami, se vuoi fare tutto ciò che vuoi, chiamami e io verrò. Non cambierà questa cosa, Kim Kibum. Io ti amo-

La mia mano trema sull'appoggio dietro la mia schiena.

Forse ha ragione lui.

Forse dovrei curarmi, ed essere amato per la prima volta in vita mia. Senza rendermene conto appoggio il piede in avanti, lasciandone buona parte sul vuoto.

-Key, le ho viste le lettere che tenevi di nascosto!-

-So che non volevi tutto questo. Ti prometto che troveremo una soluzione! Farò mandare in galera quello schifoso! Ma ti prego, ora vieni indietro-

Cosa devo fare? Mi sembra che i mesi trascorsi con lui siano solo un sogno.

In fondo sto soffrendo. Lui avrebbe una vita che non merita stando con me, facendomi da balia, se decidessi di guarire dalla mia dipendenza che dura da mesi ormai.

Io lo amo.

Cos'è più forte?

Il dolore, o l'amore?

Forse....sta a noi decidere cos'è più forte. Vale la pena di vivere per amore? O vale la pena morire per non soffrire più?

In un momento mi sembra che non ci sia più vento. La nebbia si dirada. La luce del sole si abbatte su di me con una forza inaudita.

Tutto però scompare improvvisamente, lasciandomi in balia delle forti raffiche di vento che si alza dal mare.

-Io...io voglio solo che tu sia felice, Jong- mi giro verso di lui, iniziando a piangere.

-E io voglio lo stesso per te, Bummie- Sorride dolcemente, facendomi scogliere il cuore.

Stacco una mano dal guardrail.

Tutto succede così velocemente, ma altrettanto lentamente. Il tempo non scorre più come al solito, è alterato.

La mia mossa, decide la mia sorte.

La testa inizia a pulsare, il mondo gira intorno a me, barcollo, chiudendo gli occhi, cercando l'equilibrio.

Questo però non arriva. Soprattutto quando sento il vuoto sotto di me.

-KEY!!!!!!!!!!!!-

Una mano stringe la mia, così forte da fermarmi la circolazione.

Apro piano gli occhi, e davanti a me vedo solo cemento. Alzo la testa, piano, cercando di stabilizzare la vista.

Jonghyun è steso sulla strada, e con una mano tiene la mia.

-Key..sta..sta calmo! Ora..ti tiro su!- Sul suo volto passa una smorfia di dolore quando cerca di tirare su il mio peso.

Incomincia ad avere il fiatone dopo qualche tentativo, e capisco a cosa sto andando incontro.

Ormai non c'è più motivo di piangere. Se proprio voglio lasciargli un ricordo di me, almeno voglio che mi veda sorridere per lui.

-Jong. Lascia stare, anche se sono..magro, peso ancora-

Lentamente mollo la presa sul suo braccio.

-Key...n-n...no-

-Jong...-gli sorrido.

-No..no, no...no no no no!!- scuote la testa convulsamente non volendo ascoltarmi.

-Jong, sappi che-

-No KEY! QUESTA NON è LA FINE!!!-

- - - Jong - - -

La sua mano scivola lentamente dalla mia, a causa dello strato di sudore che si è creato in alcuni minuti. Non fa niente per evitare ciò che sta succedendo.

Non sento più nulla. Il vento, il verso degli uccelli, le fronde degli alberi.

Vedo solo i suoi occhi, sento solo la sua voce.

-Ti ho sempre amato. Ti amerò sempre. Ti amo anche ora, Jonghyun-La sua mano scivola sempre di più.

Non voglio lasciarlo. Non voglio che mi lasci.

Finchè non lo tengo solo per la punta delle dita.

Ho una presa molto scarsa.

La sua mano non è più tra la mia.

-Kibuuuuum!!!!!- Urlo con quanta più voce ho in corpo, guardando la scena che mi si presenta, orribile. Kibum, che cade, davanti a me.

-NO! IO NON TI LASCIO!-

Non penso neppure a quello che faccio.

Mi do uno slancio e cado nel vuoto.

Cado, cercando di raggiungere Kibum, un paio di metri più sotto di me.

Appiattisco le braccia contro il corpo, prendendo velocità, allungo una mano verso di lui, e riesco ad afferrarlo.

Lo attiro verso di me, e prima di sprofondare nell'oceano lo abbraccio più forte che posso.

-Ti amo Key! Non dimenticarlo!-

I nostri corpi cadono in acqua, cominciando a sprofondare.

Non vedo più nulla, i sensi cominciano ad annebbiarsi. Cerco di tenere Kibum vicino a me, lo stringo, nonostante le forze mi stiano abbandonando.

Buio.

Una sensazione di calore sulla pelle.

È questo, il paradiso?

Apro piano gli occhi, ma sento di non riuscire a respirare. Tossisco più volte, liberando i polmoni dell'acqua che ho ingerito.

Mi trovo supino, sul bagnasciuga di una spiaggia che non conosco. Il cielo ha tinte rossastre, il sole sta scomparendo sul mare.

La testa mi fa male, porto una mano a massaggiarmi la tempia, ma si appoggia su qualcosa di appiccicoso. Tasto lentamente la fronte con le dita, coperta di quella sostanza, come buona parte dei capelli. Porto la mano davanti a me, notando del sangue su di essa.

-Caz...-chiudo gli occhi cercando di controllarmi. L'ultima cosa che devo fare è agitarmi.

Il mio pensiero va subito a Key, così inizio a respirare più affannosamente.

-K-key...-

Giro piano la testa verso la mia destra. Solo spiaggia.

La giro verso sinistra, e per poco non mi viene un colpo.

Kibum è steso accanto a me, nella stessa posizione.

-Ki...Kibum...-

Mi giro di lato mettendomi su un fianco e gli carezzo la testa. Sul collo ha una ferita, ma è superficiale e non molto profonda. Premo leggermente la mano sul suo petto, constatando che il suo cuore batte ancora, seppur lievemente.

Spingo ancora di più, per cercare di farlo svegliare così che butti fuori l'acqua marina.

Piano piano i suoi respiri diventano più veloci, e inizia a muovere le palpebre. Tossisce violentemente per tre o quattro volte, finchè non sputa tutta l'acqua e gira la testa verso la mia.

Apre gli occhi, debole.

-Non...mi sento molto bene- sorride, per la prima volta da quando l'ho rivisto.

Gli poso una mano sulla guancia, iniziando a piangere.

-Te l'avevo detto che non era la fine-

-Jong sei...ferito-

-shhh- gli poso un dito sulle labbra.

-Non parlare. Lo senti questo rumore? Questa...è una spiaggia vicino alla strada, qualcuno ci troverà-

Chiude gli occhi, sospirando.

-Non siamo...morti?- Tossisce, anche quello gli riesce difficile.

-Pare di no-non riesco a smettere di sorridere.

-Qualcuno...qualcuno ci troverà...vedrai- con la poca forza che ho gli stringo una mano, prima di perdere di nuovo i sensi.

- - - Key - - -

-Kibummie! Guarda che ti ho portato!!-

-Jong, devi smetterla di trattarmi come un bambino-

-Oh, non rompere, sei ancora in convalescenza-

Mi posa in mano una rivista di moda, assieme ad un semplicissimo fiore di campo.

-E questo?- Rido, indicando il fiore.

-Passavo per una strada circondata da prati, e ho deciso di prendere il più bello. Non ti piace. Ecco, lo sapevo che dovevo prenderti l'altro-

-A-a-a! Zitto e vieni qui, subito- lo bacchetto subito indicandolo con l'indice.

Piega in giù il labbro inferiore e si siede sul divano comodo di casa sua. Da quando sono tornato all'ospedale, mi ha preso a vivere da lui.

-Jong...non ce la faccio a tirarmi su! Vieni più vicino!-

Sorride e si stende accanto a me, reggendosi sui gomiti.

-Va benissimo così, grazie-

Lo bacio dopo mesi di astinenza.

In tutto questo tempo le sue labbra non sono cambiate, hanno sempre lo stesso identico sapore dolce di un tempo.

Pensandoci bene, l'astinenza da lui è ben più difficile da sopportare da quella da farmaci.

Pian piano ci prende gusto, iniziando ad ansimare leggermente mentre la sua lingua si insinua tra le mie labbra. Si stende su di me, ma solamente per riuscire a passare le braccia dietro la mia schiena e tirarmi su molto lentamente.

-Jjong...-chiudo gli occhi, sperando che non mi prenda un improvviso giramento di testa.

Mi alzo di rado dopo quel giorno, sono ancora debole e appena mi sforzo rischio di cascare a terra.

-Sta tranquillo, ti porterò io-

Mi carica sulle spalle e cammina verso il bagno; una volta aperta la porta mi mette giù, chiudendola a chiave, nonostante non ci sia nessuno a parte noi.

Apro un occhio mettendo a fuoco dove sono, ma nello stesso istante le labbra di Jonghyun si riposano sulle mie.

Inizia a togliermi la maglia, poi i pantaloni. Con un enorme sforzo cerco di fare la stessa cosa con lui.

-Devi farti una doccia, Kibum. E a dire la verità non ero tranquillo a lasciarti da solo-

Apre la della doccia e mi porta dentro con lui, il getto d'acqua calda arriva subito, schiacciandomi i capelli sopra la testa, riesco ad aprire gli occhi e non succede nulla. Perfettamente in forma.

-Allora?- Mi fissa ansioso.

-Niente, non ho niente- Sorrido felicemente andando ad abbracciarlo, spingendolo contro il vetro della doccia. Qualcosa però non quadra.

-Jonghyun-

-Si?-

-Perchè a me hai tolto tutto mentre tu hai ancora i boxer?-

-Sei tu che devi fare la doccia, mica io- trattiene a stento una risata.

Mi abbraccia stringendomi a se, poggiando il volto sulla pelle del mio collo, inspirandone il profumo.

-Sai cos'ho letto sul giornale?- I suoi occhi sprizzano felicità appena si stacca da me.

-Cosa?-

-Verrai riammesso al lavoro appena finisci la convalescenza-

-Stai scherzando vero?- Sento un'irrefrenabile voglia di correre per tutta la casa, nonostante non ci riesca nemmeno.

-E....hanno licenziato il capo dell'azienda!-

-Che?-

-Così mi han detto dove lavori. Si, ora beh, ora è solo in prigione per una marea di reati che non sto ad elencarti, ma la cosa strana è che Luna si è dichiarata come complice della messa a fuoco della tua casa-

-Ma se sono stato io a darle fuoco...-mi gratto il mento con la mano.

Lui mi guarda sorpreso della leggerezza con cui ne parlo. Come se stessi dicendo che alla mattina vado a prendere il pane nel negozio all'angolo.

Scoppia a ridere, travolgendo presto anche me.

-Dai Jongie. Fammi questo regalo, fai una doccia con me-

Sulla sua faccia si dipinge un sorriso sghembo, che va ad incorniciare il canino visibile grazie alle labbra semi schiuse. Ribalta le posizioni, e sfilandosi i boxer comincia a baciarmi avidamente.

Ci ho pensato molto. Alla fine ho raggiunto la soluzione.

È questa la vita che voglio. I miei sentimenti sono riusciti a comprenderli da poco. Non è una cosa con cui si può usare la razionalità; il tuo cuore ti dice le cose e basta, senza bisogno di valutare il tutto con il cervello.

Penso che quello che è successo mi abbia insegnato una cosa.

Vale la pena di vivere per amare.


Ammetto che ci ho pensato molto....per un finale degno della parola "fine". Mi sono affezionata molto a questa storia e non volevo farla finire in un modo che avrei poi rimpianto. E.........Spero tanto che vi sia piaciuta *w*

Ringraziamenti. (eddai. ho sempre sognato di creare la sezione "ringraziamenti" xDDD) E spero di non aver dimenticato nessuno *w*

GRAZIE mille a Candy___, Uruka, Nymphe, LaurisChan92, Sarila, _Saritah_, , Banryu, _KimNui_ , _FukoMVP , fraKHc , ale92io , SHINee_Juliette, Federica_25, Yukosshi, che mi avete commentato la storia *^*


Devo ringraziare in modo speciale _MartinaS_ ( Mi hai fatto pensare molto a come salvare Luna e a cercare di renderla un po' più buona. Sennò l'avrei fatta st****a fino alla fine x°D, anche per le recensioni così belle e lunghe, che mi sono sempre divertita a leggere, ringraziandoti mentalmente per scrivere così tanto uwU volevi il continuo nella doccia? Eccoti servita. x°D Dovevo farmi perdonare per aver inserito Luna in così tanti capitoli LOL), a sarettablack (GRAZIE ENORME anche a te *^* con le tue recensioni mi ispiravo per continuare la storia, davvero u.ù e quei commenti sempre così carini che mi facevano emozionare <3) Spero che il finale non vi abbia deluso xD
Grazie a Elly_, umma. Diciamocelo. Senza di te non posso scrivere nulla (??) spero che questo finale ti sia piaciuto, Key è felice! Vistoo??? sono una brava figlia! xD <3
Grazie a BlingDina. La mia scimmia. Già...è anche grazie a te se ho potuto iniziare, scrivere e finire questa storia. Mi hai aiutato molto anche se certe volte non ne eri consapevole (?) il tuo Bummie ti vuole bene.


GRAZIE A TUTTI, per aver seguito "La comprensione dei sentimenti non è, e non sarà mai, razionale" <3
Fine *^*

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