Ricatti di giu840 (/viewuser.php?uid=11477)
Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.
Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 8: *** Capitolo 7 ***
Capitolo 9: *** Epilogo ***
Capitolo 1 *** Prologo ***
Ricatti
Ricatti
Lui è li, davanti ai miei
occhi. È seduto su un muretto davanti a casa sua, lo sguardo attento verso la
via, nell’attesa di veder comparire la persona che sta aspettando da qualche
minuto. È lì ma non mi può vedere né sentire. Non si può rendere conto di quello
che sta succedendo.
Sono seduta in una macchina
che non conosco, con un uomo, un pazzo che gli sta puntando contro una pistola.
Ho cercato di fermarlo, di farlo smettere ma non ha funzionato. Fa un caldo
infernale ma io sto tremando, ho i brividi; non è freddo, è puro terrore. Mi
volto verso di lui e ci riprovo.
“ Ti prego, lascialo stare.
Te lo chiedo per favore, smettila con questa pazzia. “
“ Dolcezza, mi dispiace.
C’è solo un motivo per cui io potrei mettere giù quest’arma e tu lo sai. Basta
un tuo sì e tutto sarà terminato. “ La sua voce è gelida, sembra quasi un
automa, non c’era calore né intonazione, solo cattiveria e determinazione.
“ No, mai! “
“ Benissimo, come vuoi tu.
“
All’improvviso lo vedo
scattare in avanti, prendere la mira e premere il grilletto. È un secondo.
“Oh Dio, no! Cos’hai fatto,
come hai potuto?! “ Grido e piango, e per un attimo non vedo più niente. Poi
apro gli occhi e lo vedo: la sua preda è ancora lì, sempre in attesa di
qualcuno. Guardo l’uomo al mio fianco: è bellissimo, probabilmente non ho mai
visto nessuno più bello di lui; peccato solo che sia un folle e che mi abbia
rovinato la vita.
L’ho conosciuto un mese fa,
per caso, di fronte alla mia scuola: stavo tornando verso casa e ci siamo
scontrati. Gli ho chiesto scusa ma lui, gentilissimo, mi ha detto che non era
attento e che era colpa sua. Per farsi perdonare mi ha invitato a prendere un
caffè in un bar. Devo averlo colpito perché fin dall’inizio ha cominciato a
farmi una corte spietata. Certo, dapprima mi ha fatto piacere, non capita tutti
i giorni di incontrare una persona come lui. Solo che, anche dopo la mia
spiegazione a proposito del fatto che sono già felicemente fidanzata, lui non ha
mollato, anzi. Ho cominciato a trovarmelo dappertutto, all’uscita da scuola,
davanti al locale dove vado abitualmente: ovunque andassi lo trovavo lì a
spiarmi. E sì che impegni deve averne molti visto il lavoro che fa. Gli ho
spiegato mille volte che non mi interessa, gli ho anche detto che cominciava a
spaventarmi ma non si è dato per vinto.
Questa sera me lo sono
trovato davanti a casa. Mi ha minacciato con la pistola e così ho dovuto
seguirlo: mi ha spiegato per filo e per segno cosa vuole da me. Io gli ho
praticamente riso in faccia perchè non ho la minima intenzione di cedere ai suoi
capricci e perchè fino a pochi minuti fa pensavo che non avrebbe avuto il
coraggio di attuare le sue minacce. Poi però, mi ha trascinato qui e ho capito
che fa sul serio.
“ Allora signorina. Quello
che hai visto era un avvertimento. Alla prossima ci sarà un vero proiettile
nella canna di quest'arma. È l’ultima volta che te lo chiedo, poi il destino
avrà finalmente il suo corso: che cosa decidi? “
I miei occhi si riempiono
di lacrime: non ho scelta se voglio che la persona che più amo al mondo resti in
vita. L’uomo che ho a fianco è determinato e non si tirerà certamente indietro,
lo ucciderà davvero.
“ Va bene hai vinto. Verrò
via con te. “
“ Molto bene tesoro, hai
fatto la scelta più saggia. “
Accende il motore e sorride
soddisfatto. Guardo fuori dal finestrino e fisso intensamente il mio ragazzo:
non voglio dimenticare nulla, nessun tratto del suo viso; voglio che resti per
sempre impresso nella mia memoria perché, da domani, non lo vedrò più né potrò
più parlargli. Vorrei solo gridare e spaccare tutto, ma sarebbe inutile. Vorrei
aprire questo maledetto finestrino e urlargli quanto lo amo e quanto mi
mancherà. Invece tutto quello che riesco a fare è coprirmi il viso con le mani e
cominciare a singhiozzare.
Mi lascia davanti a casa
mia.
“ Hai un’ora per preparare
tutte le tue cose. Io ti aspetterò qui fuori. Vedi di non fare la furba perché
se no il ragazzo muore. Hai capito? “
Sono apatica, non gli
rispondo nemmeno. Faccio per aprire la portiera quando uno schiaffo mi colpisce
in pieno viso.
“Allora tesoro, mi hai
capito o no?! “
Muovo la testa come a dire
sì: la guancia mi fa malissimo, brucia, e il suo urlo mi ha spaventato a morte.
“ Brava piccola. E ora vai,
corri. “
Il suo tono è tornato
normale, quasi dolce. Si avvicina e cerca di baciarmi sulle labbra ma io mi
scosto. Aspetto un altro schiaffo per questa mia azione ma lui sta immobile.
Apro la portiera e corro verso casa. Spero che mia madre non si accorga del
rossore e del fatto che sto tremando come una foglia. Senza quasi rendermene
conto sono nel salotto di casa mia; mi sporgo verso la cucina e saluto.
“ Mamma, ciao. Sono
tornata. “
“ Ciao tesoro mio. Tutto
bene? “
“ Sì mamma, sono solo
stanca. Vado subito a dormire, non mi reggo più in piedi “
Mia madre sta lavando i
piatti e per fortuna non mi può vedere: non credo che reggerei a questa farsa,
mi verrebbe subito voglia di raccontarle tutto ma non devo.
“ Buonanotte tesoro.
Ricordati che domani dobbiamo andare insieme a scegliere il vestito per il
ballo. “
Già, domani. Chissà dove
sarò domani? Sto per piangere ma mi trattengo.
“ Buonanotte mamma. Ti
voglio bene. “
Corro a perdifiato verso la
mia camera, non posso resistere un attimo di più. Mi chiudo a chiave e mi lancio
sul letto. Comincio a sbattere i pugni sul cuscino e a piangere come una pazza:
sembro una bambina che fa i capricci, è come se fossi tornata indietro nel
tempo. Ma ora mi dispero per qualcosa di importante: da domani sarò tagliata
fuori dal mio mondo, sarò a fianco di un pazzo che nemmeno conosco: perderò
tutto, le mie amiche, la mia famiglia. E poi lui? Come farò a vivere senza
averlo al mio fianco? Sento che mi manca l’aria, sento che se non mi decido
potrei fare qualcosa di veramente folle.
In macchina verso casa ho
pensato anche all’ipotesi di togliermi la vita, ma sono una codarda e non credo
che ci riuscirei mai. E poi non sopporterei di arrecare tanto dolore. Ho
imparato che devo combattere di fronte alle avversità e non scappare ed è quello
che farò anche questa volta.
Prendo una valigia e
comincio ad infilarci tutto quello che mi potrebbe servire, anche se non so
nemmeno dove sono diretta. Mi sembra di essere un robot, mi muovo a scatti, come
se fossi una macchina e non una ragazza. Mi avvicino alla finestra con la
speranza che lui sia sparito, che si sia reso conto della pazzia che sta
facendo: guardo fuori e il mio cuore si ferma. È ancora lì e mi fissa, poi mi fa
segno che mancano dieci minuti. Raccolgo roba alla rinfusa e sto bene attenta a
prendere degli oggetti che mi siano stati regalati dalle mie amiche e dal mio
fidanzato: voglio che almeno qualcosa me li ricordi quando sarò lontana, quando
non potrò più ridere con loro o lamentarmi della scuola o cercare conforto per
qualche brutto voto. Socchiudo gli occhi e cerco di portare alla mente i loro
visi gioiosi. Sto per mettermi di nuovo a piangere, lo so. Caccio indietro le
lacrime e comincio ad armeggiare con il mio telefonino.
Poco fa ho sentito mia
madre andare verso la sua stanza: ora posso scendere, sperando di riuscire a non
fare rumore, sperando che lei non mi senta. Non posso rischiare di essere
scoperta, la posta in gioco è troppo alta.
Non ho lasciato biglietti
d’addio. Sinceramente non avrei potuto trovare una scusa per il mio improvviso
allontanamento. Domani la mia dolce mamma troverà la stanza devastata dalla mia
foga, il letto ancora fatto e gli armadi vuoti: non credo che esista una
giustificazione per il dolore che proverà quando si renderà conto che io non
tornerò.
Scendo le scale con passo
felpato, sono talmente attenta che sembra che io cammini ad un metro da terra.
Sono davanti alla porta. Abbasso la maniglia e sono fuori: è passata mezzanotte
ma fa molto caldo e so che tra poco comincerò a sudare.
Mi giro verso la mia casa e
un mare di ricordi mi assale: i giochi nel giardino quando ero solo una bimba,
le liti furiose con mio fratello, i barbecue con tutti i miei parenti. Chissà se
avrò la possibilità di rivedere questo luogo un giorno. Se potrò di nuovo
sentirmi bene come fino a poco tempo fa.
Mi vengono in mente tutte
le persone che ho conosciuto negli ultimi anni, quelle amiche e quelle no, cerco
di rivivere in pochi secondi tutte le cose belle che mi sono accadute per
poterle portare via con me. Poi mi volto e vado verso quel pazzo.
Appena metto piede in
macchina me ne rendo conto: non ho avuto il coraggio di suicidarmi ma, in fondo,
non ci sono molto lontana. Adesso che sto per partire, sento che sto morendo
dentro.
Sono in ritardo di cinque
minuti e lui se n’è accorto.
“Non è che per caso hai
fatto la furba e hai chiamato qualcuno? “
“ No, non l’ho fatto. “.
Non posso dirgli che ho
usato cinque minuti per mandare una messaggio al mio ragazzo e che mi ci è
voluto così tanto perché non sapevo cosa scrivergli. Cosa dici all’amore della
tua vita mentre un altro uomo ti sta portando via? Quando hai scelto di perdere
tutto ciò che avevi solo per consentirgli di portare aventi la sua esistenza? Io
ho trovato solo sei parole:
“Ti amerò per sempre
Mamoru. Usagi. “
|
Ritorna all'indice
Capitolo 2 *** Capitolo 1 ***
Ci sono persone che
Ci sono persone che, con il
loro carisma e la loro gioia di vivere, riescono a trascinare gli altri e a
diventare un punto di riferimento per chi sta loro vicino. Usagi è una di queste
persone: grazie alla sua semplicità e vivacità è sempre stata la colonna
portante della sua compagnia. È per questo che, adesso che non c’è più, le cose
stanno cambiando nella cerchia dei suoi intimi.
La madre non riesce ad
accettare la scomparsa della sua bambina: ha mosso mezza città per scoprire che
fine ha fatto, si è rivolta anche alle forze dell’ordine ma non è riuscita a
cavarne niente. È come se si fosse volatilizzata: sono stati passati al setaccio
gli aeroporti, le stazioni, ogni punto da cui lei avrebbe potuto lasciare la
cittadina, ma tutto è risultato vano. Sono passati due mesi ma Ikuko non si
arrende, sente che deve trovarla perché se no non potrà più vivere serenamente.
Ogni volta che entra nella sua stanza si sente mancare e comincia a piangere
disperatamente, tocca le poche cose che sono rimaste e guarda di continuo le sue
vecchie foto come se, fissandole, potesse riportare indietro Usagi. Si sente
impotente ed ha paura: non sa dov’è, con chi e come sta; forse preferirebbe
saperla morta perché almeno avrebbe una tomba su cui poter versare le sue
infinite lacrime. Ogni giorno si alza dal letto sperando che ci sia qualche
novità ma, puntualmente, si ritrova alla fine della giornata senza sapere nulla
di più.
Il padre si è attaccato
ancora di più al suo lavoro, cerca di rientrare a casa il meno possibile perché
non riesce a sostenere il clima teso e triste che si è creato nella sua
famiglia. Si sente in colpa, è cosciente che questo suo comportamento è
egoistico e controproducente, ma non riesce a farne a meno. I rapporti con la
moglie si stanno deteriorando sempre di più. Lei lo accusa di disinteressarsi
della figlia, di tenere più al suo lavoro che a lei e lui non sa mai cosa
risponderle. È torturato dai sensi di colpa perché, in fondo, anche prima di
questa storia, non è mai stato presente nella sua casa, non ha mai trascorso
molto tempo in compagnia di Ikuko e dei suoi figli. Non sa nemmeno da dove
cominciare a cercare Usagi perché, in fondo, lui non conosce quasi niente di
lei. Ha visto un paio di volte il suo ragazzo e quelle scalmanate delle sue
amiche, ma non sa quanto possano essere importanti per lei. È sempre stato
troppo occupato a fare carriera e a guadagnare sempre di più e ciò lo ha portato
a staccarsi piano piano dalle cose veramente importanti della vita.
Shingo sente una profonda
solitudine ed è sempre molto triste. Ha passato l’intera vita a litigare con sua
sorella ed ora, invece, darebbe qualsiasi cosa per poterla avere di nuovo al suo
fianco. Anche lui, come il padre, mal sopporta la tensione che si è posata sulla
loro famiglia e che, col passare del tempo, li sta schiacciando come una morsa.
Per sua fortuna, sta per partire: i genitori hanno deciso che per lui è meglio
trascorrere un po’ di tempo lontano, privo di pensieri e preoccupazioni. Andrà a
studiare in Europa e avrà la possibilità di distrarsi un po’. Ne è contento
perché così non dovrà più vedere le lacrime di sua madre e gli occhi colpevoli
del padre; potrà liberarsi del fantasma di sua sorella.
Rei maledice sé stessa per
non essere stata capace di proteggere Usagi. Si sente un verme perché si è
sempre divertita a stuzzicarla e a prenderla in giro e non si è mai preoccupata
di capire se avesse qualche problema. Avrebbe potuto accorgersi di qualche suo
cambiamento, ma era troppo occupata a fare altro. Ora passa la maggior parte
della giornata al tempio, chiede al fuoco amico una risposta o un indizio che la
aiuti a trovare la ragazza. Ma neanche quello sembra volerla aiutare: per la
prima volta non riesce a percepire niente. Solo di una cosa è sicura: Usagi non
è scappata da sola e probabilmente non l’ha fatto di sua spontanea volontà. La
conosce benissimo e sa che è troppo innamorata del suo Mamoru e vuole troppo
bene alle sue amiche per abbandonare tutto così. Non si darà pace finche non
l’avrà ritrovata, finchè non sarà sicura che sta bene.
Minako ha abbandonato tutti
i suoi sogni di diventare una idol. Se già prima non era una cima a scuola, ora
sta addirittura peggiorando: deve ringraziare solo Ami se riuscirà a non perdere
l’anno. Tra tutte le amiche è sicuramente quella più simile a Usagi e per questo
ne sente forte la mancanza: a volte sorride ripensando a quando si disperava con
lei per i loro pessimi voti. Ora non ha più una compagna di sventure, non potrà
più sognare con lei di diventare famosa. Chi la aiuterà nei suoi appuntamenti
galanti? Chi riderà con lei quando storpia i proverbi? A scuola resta ore a
fissare il banco della sua amica: è sicura che è in vita ma non riesce proprio
ad immaginare dove possa essere finita. Ricorda che poco prima di sparire le
aveva accennato qualcosa a proposito di un incontro con qualcuno, ma quel giorno
aveva fretta e non aveva potuto ascoltarla. E se fosse stato importante?
Ami si è chiusa ancora di
più in sé stessa. È sempre stata grata ad Usagi perché è stata la sua prima vera
amica, l’unica che non la allontanava perché passava le giornate a studiare, che
non la considerava una secchiona come il resto della scuola. Lo deve a lei se
conosce le altre ragazze, grazie a lei ha trovato uno scopo nella vita. Continua
ad impegnarsi con i libri, però le riesce tutto più difficile perché pensieri
negativi la interrompono spesso. Ha provato a cercare di trovarla utilizzando
tutta la tecnologia di cui dispone e che conosce così bene ma non è servito a
nulla. Anche lei però è convinta che non sia fuggita e insieme alle altre è
decisa a trovarla.
Makoto nasconde il dolore
come ha sempre fatto. Prima di conoscere Usagi è sempre stata sola: i suoi
genitori sono morti quando lei era ancora una bimba, il suo grande amore l’ha
perso quando si è trasferita nella scuola delle ragazze. Per lei non è difficile
andare avanti con le sue sole forze perché ormai è abituata. Ma non riesce ad
arrendersi al fatto che una delle sue migliori amiche non c’è più e per questo
sta tornando a galla il suo carattere forte e un pò ombroso. Prepara spesso i
suoi piatti preferiti anche se non può gustarli con lei, ricevere i suoi
complimenti: per lei era una gioia cucinare per tutte quante durante le loro
riunioni strategiche. Ora non è più così.
Chibiusa sta reagendo in
modo insolito. Sembra che la cosa non le interessi, odia quando le altre parlano
di Usagi, quando piangono tutte insieme per la disperazione. Lei è sempre seria,
quasi fredda quando parla della sua futura mamma. Ma la sua non è cattiveria. È
solo una facciata perché dentro sé sta soffrendo le pene dell’inferno. Ha sempre
adorato quella ragazza, anche se per la maggior parte della giornata non faceva
altro che punzecchiarla. Ora si sente persa, tradita. Ha chiesto aiuto ai suoi
genitori, pensava che loro, dal futuro, avessero qualche informazione maggiore.
Neanche loro però riescono a capire. Quindi vuol dire che questa sparizione non
ha nulla a che vedere con nuovi nemici o combattimenti: non è Sailor Moon a
essere scomparsa, ma Usagi.
Chibiusa ha paura. Sa che
il suo futuro, la sua stessa nascita dipende dall’evolversi della storia d’amore
di Mamoru e Usagi: se le cose non dovessero portarsi a termine la sua vita
rischierebbe di essere cancellata, annullata.
Le ragazze sono tutte nella
stessa situazione: il loro punto di riferimento ora non c’è più e si sentono
svuotate e sole. Ma hanno deciso di non perdersi mai di vista. C’è qualcuno che
ha molto bisogno di loro, qualcuno che, probabilmente, non riuscirà mai a
superare questo momento. Lui non deve rimanere solo. Se no non riuscirà mai a
rialzarsi.
Mamoru è distrutto.
Continua a torturarsi la mente per cercare di capire dov’è finita la sua
ragazza. Quel messaggio, quell’ultimo dolcissimo messaggio vuol dire qualcosa ma
lui non riesce a venirne a capo. Pensava di aver imparato la sofferenza, ma ora
si rende conto che il dolore non ha mai fine, che quando pensi di essere
veramente felice accade qualcosa che ti riporta nel buio più profondo. Ora gli
sembra di vivere a metà, senza l’appoggio della sua Usagi non riesce ad andare
avanti; anche lui l’ha cercata in tutti i modi che conosceva ma non è venuto a
capo di nulla. È sicuro che lei è stata costretta a fuggire, che non lo avrebbe
mai lasciato senza uno straccio di spiegazione. Vuole credere che sia così
perché se no crollerebbero tutte le sue certezze. Le ragazze non lo lasciano mai
solo, gli girano sempre intorno perché hanno paura che faccia qualche pazzia e
questo lo fa stare ancora peggio perché loro sono le sue guardiane, le guardiane
della principessa. Gli basta guardare nel viso una di loro perché nella mente si
formino i ricordi. Ricordi passati, ricordi futuri, ricordi che fanno male
perché forse non torneranno più. Sa che non è morta, ne è certo. Ma se non è
morta, allora dov’è? E perché non si fa sentire? Perché non mette fine a tutta
quell’angoscia, a quel dolore che sta prendendo corpo in ognuno di loro?
A volte la odia perché è
sparita così. Altre volte piange così tanto che pensa di rimanere senza respiro.
Ormai sono due mesi che non
è più con loro ma per lui è sempre come il primo giorno, quando, dopo aver
capito che non l’avrebbero trovata, aveva corso come un pazzo per tutta la
città, piangendo e chiamandola, come se lei potesse sentirlo, come se gridando
il suo nome lei potesse apparirgli davanti.
Una volta Rei gli ha detto
che prima o poi dimenticherà e troverà qualcuno da amare ma non ci credeva
nemmeno lei. Nessuno di loro può cancellare il ricordo di quella ragazza perché
è la cosa più importante della loro vita. Mamoru non potrà mai aprire il suo
cuore a qualcun’altra perché il destino ha deciso così. E poi lui non potrebbe
desiderare altro perché sa che non c’è persona al mondo migliore di lei, che lo
completi in modo così perfetto.
La sua vita prosegue tra
alti e bassi. Anche se non è per niente facile, continua a studiare e dare esami
per la specializzazione: vuole arrivare il più in fretta possibile alla laurea
per cominciare a lavorare e a occupare la sua giornata aiutando gli altri. E poi
se torna Usagi lui deve avere un lavoro: deve sposarla, gliel’ha promesso.
C’è solo un posto in cui si
sente davvero bene: è il parco dove si davano sempre appuntamento. Lì, sulla
loro panchina, lascia che la mente si apra ai ricordi e non li scaccia ma li
accetta e li tiene stretti a sé. Ricorda i momenti trascorsi insieme, innamorati
come il primo giorno, a rincorrersi attraverso i prati o abbracciati sulla riva
del mare, con la sabbia tra capelli e il cuore gonfio di felicità e amore.
Ricorda i pranzi a casa di Usagi, con sua madre che lo riempiva di domande e lo
coccolava con i suoi manicaretti. Ricorda con gioia i discorsi sul loro futuro,
sui bambini che desideravano entrambi. Lei avrebbe tanto voluto una femmina,
aveva già deciso anche il nome ma adesso, incredibilmente, a lui sfugge, sebbene
si sforzi per farselo venire in mente.
Il tempo, si dice, aiuta a
dimenticare, a rimarginare le ferite. Ma non sarà così per chi, come tutte
queste persone, ha perso una cosa così importante. Ognuno di loro può solo
attaccarsi alla speranza e cercare di proseguire la propria esistenza
aggrappandosi agli affetti che gli sono rimasti. Perché in fondo, con o senza
Usagi, la vita deve andare avanti.
Eccomi
qua con il secondo capitolo. Vorrei ringraziare tutti coloro che mi hanno
recensito!!
Per ogni
informazione contattatemi, risponderò volentieri alle domande e ai dubbi.
Baci,
Giu
|
Ritorna all'indice
Capitolo 3 *** Capitolo 2 ***
Desidero dedicare questa fanfic alla dolcissima Wicca87
Desidero dedicare questa
fanfic alla dolcissima Wicca87, alla mia amica telepatica Sailormoon81, alla
saggia Sissy, alla tenera Xstellaluna e alla mitica Dragon85.
Grazie delle chiacchierate.
Grazie dell’incoraggiamento. Grazie di tutto, ragazze! Siete davvero speciali!!
-TRE ANNI DOPO-
“ Ecco, lo sapevo! Come al
solito è in ritardo, non è possibile!! “
“ Dai Rei, non te la
prendere. Minako è fatta così, ormai dovresti conoscerla! “
“ Makoto ha ragione. È una
ritardataria cronica, ce l’ha nel sangue! “ Ami è sempre la più calma del
gruppo, non se la prende mai per niente.
“ Ragazze, state brave. In
fondo ha detto che è importante. Vuol dire che ha avuto qualche contrattempo. “
Mamoru è cambiato negli ultimi tre anni: i suoi lineamenti sono diventati più
spigolosi, segno dell’enorme sofferenza che si è portato appresso. La sua voce è
calda e sensuale, più matura; è ancora più bello di prima e, proprio per questo,
tutte le sue pazienti sono pazze di lui. Peccato solo che sia un inguaribile
single e che non abbia più avuto una relazione con una donna.
Anche le ragazze sono
diverse; sono tutte giovani universitarie piene di sogni e aspettative: Ami
studia medicina, Rei, pur occupandosi ancora del santuario, frequenta
giurisprudenza. Makoto si è iscritta alla facoltà di lingue, mentre Minako
studia in un istituto privato che si occupa dei vari ambiti della
cinematografia.
Chibiusa, invece, è tornata
dai suoi genitori già da tempo: non è riuscita a sopportare la mancanza di Usagi
e per questo si è allontanata.
Il ritrovo delle amiche è
sempre il bar di Motoki e, infatti, anche oggi sono lì, in attesa dell’arrivo di
Minako.
E proprio quest’ultima fa
irruzione dalla porta: corre verso gli amici e sbatte davanti a loro, sul
tavolo, quattro fogli che sembrano essere degli inviti per un qualche
spettacolo.
“ Beh?! Ci hai fatto venire
fin qua per dei miseri biglietti? “. Rei è furiosa.
“ Miseri biglietti?!
Questi, mia cara, sono gli inviti per il grande party che si svolgerà domani
sera in onore di Dirk Taylor! “
“ Chi?!”
“ Mamoru ma dove vivi? È un
attore famosissimo!! È nato in Giappone da genitori americani. Ha girato alcuni
film qua, ma qualche anno fa è andato a cercar fortuna negli Stati Uniti. La
festa di domani sera è stata preparata proprio per dargli il bentornato. Non
vedo l’ora, è così carino!! “
“ Sì, in effetti, non è
niente male. E poi ha partecipato a pellicole molto note. “
“ Già Mako-chan, e pensate
che, probabilmente, domani sera verrà accompagnato dalla sua compagna. Pochi
sanno chi è perché lui tiene moltissimo alla sua privacy, ma si dice che sia una
ragazza veramente splendida! “
“ Beh, certo che uno bello
come Dirk non può stare di certo con una schifezza! “ Rei odia questi discorsi,
in genere pensa a cose più importanti.
“ Comunque sia - taglia
corto Minako – domani sera vestitevi bene e cercate di fare le persone serie. Ho
fatto i salti mortali per ottenere questi inviti! “
“ Ok, ok. Ma parliamo di
cose serie. Non vi sembra che la tizia nel tavolo accanto al nostro ci stia
osservando da un po’? “
le ragazze, stranite dalle
parole di Mamoru, si voltano per guardare. Di fronte a loro una signora
sorseggia un caffè: sembra avere una cinquantina d’anni ed è una donna molto
affascinante. Il suo aspetto è curato in ogni particolare e gli abiti,
rigorosamente firmati, sembrano essere costosissimi. Si accorge che i ragazzi la
stanno guardando e, prima di distogliere lo sguardo, sorride loro. Sembra una
persona dolce, materna, non una guardona.
“ Mamoru, secondo me ti sei
sbagliato… Mamoru? Ci sei? Pronto?! ”
Lui non può sentire Ami che
gli sta parlando: il suo sguardo è fisso sulla giovane donna che è appena
entrata nel locale. I capelli biondi e mossi le cadono morbidi sulle spalle; il
suo portamento è elegante, il fisico mozzafiato. Indossa un paio di jeans
aderenti ed una camicia nera che sembra esserle stata cucita addosso. È bella. È
splendida. È Usagi! Anche le altre se ne rendono conto e rimangono talmente
sbalordite da non riuscire più a muoversi.
La nuova arrivata incrocia
i loro sguardi, poi abbassa gli occhi e li supera senza una parola per dirigersi
verso il tavolo vicino.
“ Zara, scusa se ti ho
fatto aspettare. “
“ Non importa Usagi cara,
sono qui da pochi minuti. Come ti senti? “ La bella signora parla a voce bassa,
non vuole farsi sentire dai ragazzi al suo fianco. Ha notato il loro turbamento
quando hanno riconosciuto l’amica. Non li ha mai visti prima ma è come se li
conoscesse da sempre: negli ultimi tre anni Usagi non ha fatto che parlare di
loro e dell’affetto che li lega.
“ Come sto? Oddio, io non
lo so. È tutto così difficile… “
“ Tieni duro tesoro. Sii
felice. Hai potuto riabbracciare tua madre e tuo padre, hai rivisto la tua
città. “
“ Sì, ma non posso viverla
come vorrei… “
“ Usagi, ne abbiamo già
parlato mille volte. Non sai cosa darei per aiutarti. In fondo, è colpa di mio
figlio se stai così: è lui che ti ha portato via da qua. “ Zara sa tutto di
Usagi. Pur essendo la madre di quel pazzo, si è resa conto di quello che lui ha
fatto e ha subito cercato di aiutare la ragazza, strappata alla sua vita per uno
stupido capriccio.
“Zara non sentirti in
colpa. Tu non ne puoi niente, è impossibile mettersi contro di lui! “
“ Lo so tesoro, ma non
sopporto più di vederti così. Tu non vivi, vai avanti per inerzia. Perché non
scappi Usagi? Perche? “
“ Perché se lo faccio lui
me la porterà via. “
Dai suoi occhi scende una
lacrima. Zara se ne accorge e si avvicina a lei per consolarla. Le prende una
mano e le accarezza il polso con fare materno. Ma qualcosa la blocca: la pelle
liscia della ragazza è solcata da una ferita, da un taglio.
“ Usagi, l’ha fatto di
nuovo? “ La guarda negli occhi con espressione spaventata.
“ Sì, ormai è all’ordine
del giorno. “
“ Ma cosa diamine stai
dicendo?! Non si deve permettere. Tu devi fermarlo, mi hai capito? “
“ Purtroppo non c’è modo di
farlo. “ il suo viso non tradisce alcuna emozione, parla di questa cosa come se
non la riguardasse, come se fosse normale stare con un uomo violento.
“ Ma come fai ad essere
così fredda? Ora basta, gli parlerò io: deve finirla! “
“ No, Zara, ti scongiuro.
Se sapesse che ti ho raccontato tutto sarebbe ancora peggio. Ti supplico, lascia
perdere. “
La donna vede il terrore
nel suo sguardo. Lascerà perdere ma prima c’è una cosa che deve sapere, una cosa
che non ha mai avuto il coraggio di chiederle.
“ Usagi, lui… lui ti ha
mai… “
“ No. “ La interrompe
secca.” Non ha mai provato a fare niente di simile. Ma stai pure tranquilla, non
ha problemi con il sesso: ne ha una diversa per ogni giorno della settimana. Non
è quello il motivo per cui gli servo. “
“ Ma allora lui lo sa “
“ Si ma non gliene importa,
tanto quasi non la considera. “
Usagi è stanca di questi
discorsi, è stanca della sua stessa vita, fatta di regole e impedimenti.
Finalmente è nella sua città, ha potuto riabbracciare i suoi genitori, ma non
può muoversi in libertà, non può assolutamente passeggiare da sola per le
strade. Quel poco che ha rivisto di Tokyo è stato filtrato dai finestrini della
lussuosa auto su cui è obbligata a viaggiare per spostarsi. Non può contattare
nessuno tranne i suoi, non può rivolgere parola alle vecchie amiche né tanto
meno a Mamoru. Si volta e lo guarda di nascosto: è diventato un bellissimo uomo,
anche se il suo sguardo è velato da una profonda tristezza. Chissà se ha
coronato il suo sogno di diventare dottore? E le ragazze, cosa stanno facendo
nella loro vita?
I suoi pensieri sono
interrotti dallo sbattere della porta del bar: sua madre la sta raggiungendo ma
non è sola:
“ Mamma, mamma! “
“ Nicole, amore mio! “
Nicole! Mamoru ha un colpo
al cuore: ecco il nome che Usagi desiderava per sua figlia, per la loro figlia.
Non ci crede, non è possibile che sia andata così.
Osserva la donna che ama
prendere in braccio la sua bambina e sente un gran calore attraversarlo: Usagi è
una donna ormai, sentirla chiamare mamma l’ha lasciato senza fiato. Peccato solo
che non sia sua quella creatura, ma di un uomo di cui nemmeno conosce il nome.
Nicole è bellissima: ha il
viso di sua madre, con quegli occhini azzurri messi in risalto da lunghi capelli
corvini; sembra avere poco più di due anni e porta un vestitino che la fa
sembrare una bambolina.
Il ragazzo non riesce a
staccare l’attenzione da quella scena, è qualcosa di magico: gli occhi tristi di
Usagi sembrano brillare quando incontrano quelli della sua bambina. Mamoru ha
già visto in passato quella luce, solo che in quelle occasioni era rivolto a
lui. La voce della sua ex ragazza lo distoglie dai suoi pensieri.
“ Allora Nicky, ti sei
divertita con nonna Ikuko? “
“ Sì, tanto mammina.
“ Bene, sono contenta.
Adesso però saluta Zara che io vado a prenderti qualcosina da bere. “
Usagi si allontana e la sua
bimba, dopo aver abbracciato sorridendo la signora, si mette a curiosare per il
locale. Qualcosa nel tavolo vicino attira la sua attenzione: quei cinque ragazzi
lei li ha già visti! Si avvicina loro, li fissa un attimo e poi, con una vocina
dolcissima, dice:
“ Ma voi siete amici della
mia mamma, vi ho visto in casa! “ La bimba intende dire che ha visto alcune foto
loro nella sua abitazione ma è ancora piccola e non parla perfettamente.
Usa si rende conto di
quello che sta facendo la sua piccola e, prima che qualcuno possa rispondere, la
raggiunge, le si inginocchia vicino e mormora delle scuse senza nemmeno alzare
gli occhi verso i ragazzi. Poi prende in braccio la bimba e la porta via.
“ Nicole, ti ho detto mille
volte di farti gli affari tuoi. “
“ Ma, mamma… “
“ No, niente ma… - Usagi
non riesce ad essere severa con lei, è l’unica gioia della sua vita – sei
proprio una monella, sai? “
Ikuko guarda la sua
nipotina come se fosse un tesoro prezioso. Negli ultimi due giorni ha avuto una
serie incredibile di sorprese: sua figlia è tornata con uno sconosciuto e le ha
raccontato il perché della sua fuga, non ha creduto ad una sola delle sue
parole, è convinta che il suo compagno nasconda qualcosa di losco. Ricorda
benissimo quanto Usagi amasse Mamoru ed è convinta che lei stia insieme a
quell’uomo solo perché è rimasta incinta. Quando sua figlia le ha presentato
Nicole è diventata pazza di gioia, non riusciva a credere di essere diventata
nonna. Purtroppo sa che potrà godere della sua compagnia solo per pochi giorni
perché i tre hanno in previsione di ripartire presto; per questo motivo vuole
trascorrere più tempo possibile con le sue “bambine”.
“ Usagi, perché stasera non
venite a cena da noi? “
“ Grazie mamma ma purtroppo
stasera non possiamo proprio. A casa abbiamo una cena di lavoro che ci aspetta.
“ E’ duro deludere una madre, ma Usagi sa che lui la ucciderebbe se lei
accettasse quell’invito.
“ Tesoro, è arrivato
Arthur. Ora dobbiamo veramente andare o si farà tardi. “ Zara indica una
limousine parcheggiata fuori dal locale. Appoggiato ad essa un uomo con la
divisa da autista sembra aspettare che le due donne lo raggiungano.
Usagi prende in braccio la
bambina e, dopo aver salutato la madre, si dirige verso l’uscita. Vorrebbe
fermarsi dalle amiche, supplicarle di aiutarla ad uscire da quella situazione
assurda. Ma la paura, il terrore non glielo permettono e così passa oltre,
ignorandole.
Fuori l’autista le apre la
portiera e la aiuta a sistemare la bambina. Ormai seduta sul sedile, usagi,
attraverso il finestrino, incrocia lo sguardo del suo Mamo-chan, stupito e
deluso dal suo comportamento freddo. La ragazza chiude gli occhi e cerca di
ricacciare indietro le lacrime: sapeva già, fin da prima di partire per Tokyo,
che sarebbe stato meglio non tornare mai più.
http://www.ilsigillo.net
Visitate il nuovo sito di
ff gestito da Dragon85, Sissy, xstellaluna e Wicca87! Il sito è appena nato e
abbiamo bisogno del vostro aiuto per permettergli di crescere!!
|
Ritorna all'indice
Capitolo 4 *** Capitolo 3 ***
Usagi è appena tornata nella sua casa
Usagi è appena tornata
nella sua casa, una lussuosa villa di tre piani affittata per il breve periodo
che deve trascorrere in città. Ha messo sua figlia nel lettino perché, dopo la
giornata con nonna Ikuko, era veramente stremata. La osserva dormire e il suo
cuore si riempie di gioia: si sofferma a sentire il suo respiro leggero e si
rende conto che riesce a sopravvivere nella sua terribile vita solo grazie a
lei. La bacia dolcemente e si avvicina alla finestra.
Il suo sguardo vaga
attraverso lo splendido giardino della villa. Scoppia a piangere: una, cento,
mille lacrime le scorrono sul viso, piccole lacrime che contengono un dolore
troppo grande da sopportare. Ora è sola con sé stessa e non può fare a meno di
pensare agli ultimi avvenimenti che le sono accaduti: li ha visti, ha visto le
sue amiche e Mamoru. Sono tutti cambiati, sono bellissimi. La ha osservati di
nascosto per qualche minuto prima di entrare nel bar quel pomeriggio: erano
sereni, sembrava discutessero di qualcosa di importante. Darebbe qualsiasi cosa
per poter tornare in mezzo a loro, per poter avere di nuovo una vita felice,
fatta di scuola, uscite, gite e sogni.
Da quanto tempo non sogna?
Forse dallo stesso momento in cui ha dovuto abbandonare tutto; probabilmente non
è nemmeno più capace a sognare. Prima di oggi il suo unico desiderio era
svegliarsi il giorno dopo e trovare la sua piccola accanto a lei. Ma adesso,
dopo averlo visto, desidera anche qualcos’altro. Vuole poter abbracciare Mamoru,
stringerlo forte a se, baciarlo e sentire i suoi morbidi capelli sotto le mani.
È un desiderio fortissimo e, sapere che non potrà mai esaudirlo la fa diventare
pazza. Ha bisogno di lui, l’unico che l’abbia mai capita veramente, il solo ad
aver avuto accesso ad ogni singola parte del suo cuore. Sa benissimo che non
sarebbe dovuta tornare: ora sarà peggio perché di notte non riuscirà più a
dormire e perché sarà tentata di mettersi in contatto con lui, con loro, per
raccontare la verità, per spiegare cos’è successo in quella maledetta sera di
tre anni prima.
Solo Zara sa la verità: la
donna ha pianto tanto per lei, per quella ragazza dai sogni infranti che è
rimasta sola per colpa di un uomo senza scrupoli, violento e pieno di se. Ha
cercato di essere per Usagi una madre, ma anche un’amica, per far sì che
soffrisse meno la solitudine; ha ringraziato il cielo per l’arrivo inaspettato
di Nicole, per quel dono che le è stato concesso quando in mezzo a lei c’erano
solo vuoto e disperazione.
Dopo aver visto le sue
amiche e Mamoru, Zara si è resa conto del perché Usagi ci tenga tanto:
nonostante la loro apparente serenità, tutti e cinque portano addosso un dolore
profondo, forse lenito in parte dal trascorrere del tempo ,ma comunque presente
in ognuno di loro, unica costante della loro vita. A volte cerca di pensare a
come poteva essere la ragazza quando ancora la sua esistenza scorreva serena, ma
non ci riesce: non ha mai visto Usagi ridere da quando la conosce, non l’ha mai
vista tranquilla, senza paure o preoccupazioni.
Vorrebbe fare qualcosa, ma
non sa cosa: vorrebbe liberarla dai fantasmi che la tormentano e che non le
permettono di gioire della sua giovane vita.
Mamoru e le ragazze sono
ancora da Motoki, insieme ma nello stesso tempo distanti l’uno dall’altro.
Quello che hanno visto li ha sorpresi talmente tanto che nessuno di loro si è
più mosso né ha proferito parola. Le loro menti sono preda di mille pensieri
diversi, i loro cuori turbati da troppi sentimenti: gioia, rabbia, incredulità.
Vorrebbero gridare per sfogare quel senso di sconforto che li attanaglia:
nessuno di loro è stato in grado di fermarla o di affrontarla, dopo tanto
cercare l’hanno lasciata andare.
Mamoru non riesce a pensare
più a niente: gli basta chiudere gli occhi per farla riapparire davanti a se,
bellissima, elegante, matura. È diventata la donna che immaginava avrebbe avuto
al suo fianco; rivede ogni fotogramma di quei minuti che lei ha passato lì, così
vicina da poter essere toccata, ma con la mente distante anni luce da loro.
Pensa alla sua bellissima bambina, che chiama papà un uomo che non è lui. Usagi
ha un nuovo compagno, probabilmente è sposata con lui, e insieme crescono con
gioia il frutto del loro amore.
C’è però un dubbio che non
gli da pace: cos’era quella tristezza sul volto di Usagi? Quando è uscita dal
bar ed è salita su quella lussuosissima macchina, i loro sguardi si sono
incrociati per un breve istante: gli occhi della ragazza non esprimevano senso
di colpa o freddezza; sembravano chiedere disperatamente aiuto.
Mamoru stringe i pugni e fa
una promessa a se stesso: se avrà l’occasione di rivederla non la lascerà
andare, la costringerà a spiegargli per quale assurdo motivo lo ha abbandonato.
Non può credere che lei se
ne sia andata per amore di un altro, è impossibile: il destino ha già deciso
qual è il loro futuro, è scritto in cielo che Usagi e Mamoru si ameranno per
sempre.
Lui non la dimenticherà,
anche ora che sa che sta con un altro, anzi: questo lo sprona ad essere ancora
più forte e agguerrito. Usagi sarà di nuovo sua e questa volta sarà per sempre.
Mamoru osserva le ragazze:
erano quattro splendide guerriere, forti e coraggiose, sempre pronte a rischiare
la vita per proteggere la loro principessa. Ora, di quelle combattenti non è
rimasto più nulla: al suo fianco ci sono quattro ragazze normali, deboli,
provate da una tristezza indescrivibile. Ora che l’hanno rivista è crollata la
maschera di felicità che hanno indossato nel corso degli ultimi tre anni. I loro
volti sono tirati e senza espressione, le loro menti unite da un filo
invisibile. C’è una domanda che le tormenta: perché non le ha considerate,
perchè è passata davanti a loro e li ha ignorati come se fossero stati
trasparenti? Non è possibile che si sia spezzato il loro legame, la loro
amicizia così bella e pulita.
“ Io devo sapere. “ Rei non
guarda nessuno, sembra parlare con se stessa.
“ Anche noi lo vogliamo.
Ma, a quanto pare, a Usagi non interessa darci alcuna spiegazione. “
“ Non mi importa Ami. Credo
di averne il diritto. Tutte lo abbiamo.”
“ Forse la signorina ormai
è troppo superiore per mescolarsi a noi comuni mortali. È evidente che ha
intenzione di non riallacciare i rapporti, siamo troppo inferiori rispetto a
lei. “
“ Minako! Sai benissimo che
non è così. “
“ Mamoru, per favore! Apri
gli occhi. Forse la vecchia Usagi non era così. Ma l’hai vista oggi?! Vestiti
firmati, gioielli costosissimi; non hai fatto caso a come si muoveva, a come
parlava? Sembrava una signora dell’alta società, tutta fredda e tirata. E la sua
amica? Esattamente uguale. Mi dispiace tanto cari miei, ma lei non ha più niente
a che fare con noi.”
“ Minako piantala! “ Mamoru
sbatte rabbioso i pugni sul tavolo, spaventando le ragazze ancora stupite per le
parole dell’amica. “ Sai benissimo com’è Usagi, credo che l’ultima cosa che le
interessi sia il denaro o la moda. Capisco che tu sia arrabbiata, lo siamo
tutti, ma non ti permetto di parlare così di lei. £
“ Non potevo aspettarmi
niente di diverso da te: tu la vedi con gli occhi dell’amore. Prova a svegliarti
e a pensare che, forse, per tre anni abbiamo cercato qualcuno che non se lo
meritava nemmeno. “
“ Smettila! È la tua rabbia
che sta parlando, non tu! “
“ No Makoto, affatto. Visto
che è diventata così ricca non credo che le sarebbe costato molto farci una
telefonata anche solo per dirci che era viva. Te l’ho detto, è evidente che non
siamo più degni della sua amicizia. “
Il gelo cala sui ragazzi:
forse la ragazza, ha ragione, forse Usagi è scappata perché ha trovato un uomo
ricco che la ricopre di denaro.
“ No, mi dispiace, io non
ci credo. Usagi ci voleva troppo bene, non ci avrebbe mai lasciato per un motivo
tanto futile. “ Rei scuote la testa, incredula per le parole forti dell’amica.
“ Basta così. È impossibile
per noi parlarne adesso, siamo troppo scossi e arrabbiati. Domani, a mente
fredda, decideremo come comportarci. “ Ami chiude il discorso e il suo tono non
ammette repliche.
I cinque si alzano dal
tavolo, pagano a Motoki e si lasciano con la promessa di rivedersi per il party
del giorno dopo. Quella festa servirà per far trascorrere loro una serata
tranquilla all’insegna del divertimento, lontani da tutti i pensieri negativi.
Forse.
|
Ritorna all'indice
Capitolo 5 *** Capitolo 4 ***
Il salone dei ricevimenti dell
Chiedo
umilmente perdono per il ritardo ma, purtroppo la mia vena creativa era
andata in ferie... spero che sia definitivamente tornata!!
Ecco
a voi il quarto capitolo!
Buona lettura!
Il salone dei ricevimenti
dell’Hotel Excelsior è stato preparato in maniera impeccabile per la grande
festa in onore di Dirk Taylor, fortemente voluta dal produttore cinematografico
Hiroyuki Kawabe.
Minako, Mamoru e le altre,
dopo aver mostrato i loro inviti all’ingresso del sontuoso edificio, vengono
accompagnati dal maitre verso i loro posti. Giunti a destinazione non possono
fare a meno di sgranare i loro occhi: l’ampia stanza è illuminata da quattro
meravigliosi lampadari tempestati di piccoli diamanti; anche la luna, che filtra
attraverso le ampie finestre che si aprono lungo le pareti, sembra voler donare
la sua luce per rendere l’ambiente ancora più brillante. Una trentina di tavoli
sono disposti tutt’intorno alla sala, lasciando così uno spazio vuoto al centro,
spazio che verrà utilizzato dopo la cena come pista da ballo.
Su ogni tavolo rotondo sono
presenti una tovaglia color panna, servizi completi di posate, bicchieri di
cristallo e, al centro, bellissimi fiori freschi. Sul fondo della stanza i
ragazzi notano un palco: servirà per l’ingresso trionfale del famoso attore e,
in seguito, per l’orchestra che allieterà gli ospiti durante la serata.
I cinque amici si
accomodano al loro tavolo situato al lato sinistro del palcoscenico; proprio al
loro fianco si trova la tavola imbandita destinata ad ospitare Dirk e il suo
seguito.
Minako scruta attentamente
il grande salone alla ricerca di famose star e, man mano che le nota, si alza in
piedi e, sbracciando come una pazza, li chiama gridando, attirando su di se gli
sguardi attoniti dei presenti.
“ Oh mio Dio, quella è
Megumi Kitamura, una delle mie attrici preferite. Ehi Megumi! Ciao, sei
stupenda! “
“ Minako ti scongiuro,
smettila o ci farai buttare fuori. Te ne prego! “
“ Rei, sei la solita
guastafeste. Va bene, mi calmo. “ La bionda si risiede, continuando però a
lanciare occhiate furtive in ogni angolo del salone.
Quando tutti gli invitati
hanno ormai raggiunto il loro posto, le luci si abbassano e sul palco illuminato
fa la sua entrata un noto presentatore, elegantissimo in giacca e cravatta.
“ Buona sera signore e
signori. Per chi di voi non mi conosce, mi presento: sono Kazuko Ishitani e
questa sera mi è stato concesso l’onore di poter salire su questo palcoscenico
per la serata mondana più importante dell’anno. Tutti voi sapete chi è la
persona che stiamo aspettando, ma credo che meriti comunque qualche parola di
presentazione. Dirk è nato 28 anni fa proprio qui a Tokio dove, dopo gli studi
secondari, ha studiato recitazione e ha partecipato a diversi film che hanno
riscosso grande successo. Circa tre anni fa si è trasferito a New york; proprio
lì ha recitato con stelle del calibro di Sarah Stuart e Michael Grant. Ora è
tornato nella sua patria e quindi vi prego di accoglierlo nel modo più degno:
signore e Signori, ecco a voi Dirk Taylor!
Dalla sala partono gli
applausi e alcuni gridolini di eccitazione dalla parte femminile. Minako,
impazzita, si alza in piedi e lo chiama a gran voce; l’attore le sorride e alza
il pollice con fare molto simpatico. E veramente un uomo affascinante. I capelli
biondi a spazzola, gli occhi di una azzurro splendente, un fisico asciutto e
prestante che nemmeno lo smoking riesce a nascondere: ogni suo tratto fa di lui
l’uomo ideale.
Dirk si avvicina al
microfono con fare esperto, sembra emozionato per l’accoglienza, ma nello stesso
tempo appare molto sicuro di se.
“ Buonasera a tutti, è un
grande piacere per me poter essere di nuovo qui tra di voi. Questo posto mi è
mancato moltissimo, anche se negli Stati Uniti ho avuto l’occasione di aumentare
la mia preparazione e la mia fama. Non voglio annoiarvi con troppe parole,
preferisco che la cena abbia inizio. Dopo che tutti saremo sazi a sufficienza,
darò inizio alla festa vera e propria e verrò a salutare personalmente tutti i
miei vecchi colleghi e amici. Prima di lasciarvi ,però, voglio farvi conoscere
le due donne più importanti della mia vita, mia madre e la mia compagna, che mi
hanno sostenuto durante gli ultimi due anni di lavoro. Sono lietissimo di
presentarvi Zara Jameson e Usagi Tsukino.
Le due affascinanti signore
raggiungono mano nella mano Dirk sul palcoscenico: mentre i presenti si uniscono
in un caloroso applauso e i flash dei fotografi impazziscono nel cogliere quello
splendido quadretto famigliare, sul tavolo delle ragazze cala un silenzio carico
di sorpresa e shock. Mamoru, fino a quel momento disinteressato, alza lo sguardo
verso il palco quasi a voler essere sicuro che il nome che ha appena udito
appartenga proprio a lei. Quando i loro occhi si incontrano, nessun dubbio può
restare: la compagna di Dirk è davvero la sua Usako. Il ragazzo distoglie lo
sguardo e si concentra sull’attore, su colui che ha distrutto la sua vita. Anche
l’uomo si è accorto della sua presenza e lo fissa con odio, in modo minaccioso.
Poi si volta verso Usa, la prende per mano e si avvia verso il suo tavolo. Il
fisico perfetto di Usagi è avvolto in un costosissimo e lungo vestito color
panna, aderente e senza spalline, che poco sopra le caviglie si allarga
donandole quasi l’aspetto di una sirena. La ragazza si accomoda accanto a dirk e
Zara; proprio di fronte a lei, nel tavolo a fianco, si trova Mamoru.
“ Questa serata sarà
terribile, sembra quasi un crudele scherzo del destino. “ pensa tra se e se. La
suocera, intuendo il suo stato d’animo, le prende una mano per farle sentire la
sua vicinanza.
La cena ha inizio e con
essa anche le conversazioni: oltre a loro tre, al tavolo sono presenti il
produttore Kawabe e un famoso regista con le rispettive mogli. Mentre gli altri
discutono di cinema e spettegolano su altri attori e colleghi, Usagi, lo sguardo
perso, pensa a quanto sta accadendo. Stando molto attenta a non farsi notare,
osserva le sue amiche una per una: l’atmosfera è molto tesa, nessuno di loro
parla o si mostra tranquilla. Spiluccano dai piatti che vengono serviti con il
massimo disinteresse e non si rivolgono parola.
“ Probabilmente vorrebbero
scappare, ora mi odieranno ancora di più. Ma perché l’hanno scoperto così? Non
potrò spiegargli nulla, non potrò giustificarmi. È orribile! “
“Usagi. Il signor Kawabe ti
ha fatto una domanda. “. Dirk la sta guardando: la tratta gentilmente davanti
agli altri ma lei riesce a cogliere la rabbia nei suoi occhi. Non avrebbe mai
dovuto farsi sorprendere a fissare le amiche: una volta a casa lui gliel’avrebbe
fatta pagare.
“ Le chiedo scusa signore.
Cosa mi stava chiedendo? “
“Cara, volevo sapere
qualcosina su di voi, sul tuo rapporto con questo famoso rubacuori. “
Usagi vede lo sguardo di
Mamoru farsi molto interessato: vorrebbe sparire, scappare, tutto pur di non
affrontare questo discorso. Ma sa che deve rispondere se non vuole scatenare
l’ira di quel pazzo.
“ Beh, ecco… credo che non
ci sia niente da dire. “
“ Su dai, non farti
pregare. Dimmi almeno come vi siete conosciuti. “
“ Io e Usagi ci siamo
incontrati tre anni fa davanti alla sua vecchia scuola. È stato amore a prima
vista e da quella volta non ci siamo più lasciati! “ Dirk guarda Mamoru con aria
di sfida: desidera farlo soffrire, vuole schiacciarlo. Osserva Usagi, pallida e
triste e decide di dare a tutti il colpo di grazia.
“ Vedi Hiroyuki, sono molto
contento che tu abbia tirato fuori questo argomento e sai perché? Perché questa
sera dobbiamo annunciare il nostro matrimonio che si celebrerà qui a Tokyo tra
due settimane! “
Il produttore, udita la
notizia, si mette in piedi e, indicando Usagi, si rivolge a tutti i presenti
dicendo:
“ Signori, alzate i vostri
calici, bisogna brindare! Tra quindici giorni questa splendida ragazza diventerà
l’invidiatissima signora Taylor!
Tutti partecipano alla
gioia di questo annuncio e parlottano tra di loro; Mamoru sconvolto, si alza,
guarda la sua ex ragazza per l’ultima volta e se ne va quasi correndo: non
vuole, non può farle vedere le sue lacrime.
La cena finisce e cominciano i balli e i
divertimenti. Usagi si comporta quasi come un robot, fa tutto ciò che Dirk le
chiede senza lamentarsi; ora che le ragazze sono andate via e hanno seguito il
giovane dottore, almeno si è tolta un peso dal cuore e potrà cercare di non
pensare a come adesso la staranno detestando.
“ Ehi cara, mi accompagneresti un attimo alla
toilette per favore? “ Zara le si avvicina e le prende la mano.
“ Si certo, andiamo. “ La bionda segue la donna
verso il bagno che è situato fuori dalla sala dove si svolge la festa. Sta per
entrare dalla porta quando un braccio le afferra il polso.
“ Ora dobbiamo parlare. “
Usagi per la prima volta si ritrova a guardare a
distanza di pochi centimetri il volto dell’uomo che più ama. La sua voce è
affascinante, i suoi occhi lucidi sembrano chiederle di abbracciarlo e di non
lasciarlo mai più. Ma lei, ormai troppo abituata a dover reprimere i suoi
sentimenti, da uno strattone al ragazzo e guardandolo severamente si rivolge a
lui con una voce cattiva che lei stessa stenta a riconoscere.
“ Mamoru, lasciami in pace. “
“ No, scordatelo. Mi devi spiegare un sacco di
cose. “. La presa si stringe sul polso della ragazza.
“ No, non ti devo proprio spiegare nulla.
Vattene e dimenticami. Hai sentito, no? Io mi sposo tra due settimane. “
“ Io non ti lascerò andare finchè non mi avrai
detto la verità sulla tua fuga. Quindi se vuoi cominciare.. “
Usagi ha paura, se Dirk si accorge che sono
insieme potrebbe fare qualche pazzia.
“ Mamoru, per favore, lascia perdere. “
“ Non puoi chiedermelo e lo sai. “
“ Te lo chiedo per favore. Io qui non posso
parlare, se ci scoprono… “
“ Se ci scoprono cosa? “
“ Niente. Ti supplico lasciami andare. “
Il ragazzo intuisce che il problema è legato al
posto in cui si trovano e lascia la presa, ma prima che lei vada aggiunge:
“ Ti aspetto dalla nostra panchina al parco. Non
dirmi che non verrai, tanto io starò là tutti i giorni finche non ti vedrò. Io
ti aspetterò per sempre. Mi hai capito, futura signora Taylor? “ Il suo tono è
sprezzante, sta buttando fuori tutto il dolore che lo tiene prigioniero da
quando lei non fa più parte della sua vita. Usagi lo osserva andare verso
l’uscita dell’edificio, la testa bassa, il passo incerto. Quando ormai lui è
fuori una lacrima riga il volto di Usagi; Zara, che ha sentito involontariamente
la conversazione, le si avvicina.
“ Va da lui domani. Glielo devi. “
“ Non posso. Lui lo ucciderà. “
“ Troveremo una soluzione per permetterti di
andarci, te lo giuro. Ora andiamo, e speriamo che questa dannata festa finisca
il più presto possibile.”
Un
ringraziamento e un grande bacio a tutti coloro che mi recensiscono! Grazie
ragazzi!
|
Ritorna all'indice
Capitolo 6 *** Capitolo 5 ***
Da tre giorni ormai Mamoru si reca al parco
Da tre giorni ormai Mamoru si reca al parco:
trascorre ore su quella panchina in attesa di vederla comparire e di sentire
quella verità che gli è stata nascosta per troppo tempo. I primi giorni si è
portato un libro per cercare di far passare le ore, ma poi ha lasciato perdere
perché tanto la sua mente non riesce a concentrarsi, troppo piena di angosce e
timori.
È una mattinata splendida, il cielo
meravigliosamente azzurro e sereno mette il buon umore, il sole accecante sembra
voler riscaldare tutti i cuori. Tutti, tranne quello di Mamoru; il ragazzo lo
fissa un istante, poi sorride e dice a se stesso:
“ Mi dispiace sole, su di me non hai alcun
effetto. Io ho sempre avuto un debole per la luna… “
“ Quello già lo sapevamo! “
Quella voce! La voce che stava aspettando,
l’unica che può salvarlo dal vortice di tristezza in cui si è perduto.
“ Usako… “
Usagi è lì davanti a lui, lo guarda con
dolcezza, serena. I suoi occhi non hanno niente a che vedere con quelli della
ragazza che lo fissava dal finestrino di quella lussuosa macchina pochi giorni
prima.
Per qualche minuto i due
restano in silenzio, gli occhi immobili gli uni dentro gli altri, quasi a
volersi studiare dopo tanto tempo.
Mamoru, incerto ed
emozionato, si decide a rompere il ghiaccio.
“ Come stai? “
“ Come sto? Oddio, credo
che questa sia la domanda più difficile che tu potessi farmi. Io non lo so, non
ho idea di come sto. Dimmi di te, invece. “
“ Io sto bene. Lavoro.
Posso tranquillamente dire che nella mia vita faccio solo quello. “
“ Hai realizzato il tuo
sogno? “
“ Ne ho realizzato solo
uno: faccio il chirurgo all’ospedale Juuban. Gli altri miei desideri ormai sono
volati via. Anzi, a dire la verità saranno scaraventati via tra meno di due
settimane. “
Usagi incassa il colpo: il
riferimento al suo imminente matrimonio con Dirk non è affatto velato. Il suo
viso diventa pallido e i suoi occhi si riempiono di lacrime. Mamoru l’attira a
se e l’abbraccia. Per la prima volta, dopo un tempo che è parso infinito,
entrambi sentono un calore fortissimo che li avvolge e li fa sentire
completamente in pace. Il ragazzo le sposta una ciocca bionda e accarezza le
sue guance, asciugandole da tutto il dolore.
“ Ti va di raccontarmi
tutto Usako? “
“ Si, va bene. “
“ Vieni, siediti accanto a
me. “
La ragazza segue il suo
consiglio e lascia che lui le cinga le spalle con un braccio: si sente
tranquilla, finalmente protetta. Gli sorride con gioia e poi appoggia la testa
sul suo petto forte, pronta ad aprirgli il suo cuore e a spiegargli tutta quella
triste storia che la vede protagonista.
“ Ce la fai piccola? “
“ Sì, devo farlo. Ma tu
tienimi stretta a te, perché so già che mi farà molto male ricordare. “
“ Ehi, Usa. Io sono qui,
sono qui solo per te. Puoi parlarmi a ruota libera, io non ti interromperò. “
Usagi tira un profondo
respiro e annuisce: il racconto può avere inizio.
“ Vedi Mamoru, qualche mese
prima che io sparissi, ho scontrato Dirk all’uscita da scuola: lui si è scusato
mille volte e ha deciso di offrirmi un caffè per farsi perdonare. Inizialmente è
stato gentile, un vero cavaliere. Ma dopo qualche giorno tutto mi è sembrato
strano, ho cominciato a trovarmelo dappertutto: era diventato un incubo, sempre
a chiedermi di uscire, a riempirmi di moine e complimenti. Io ho cercato di
allontanarlo gentilmente, gli ho fatto capire che non destava nessun interesse
in me ma lui non ha accettato il mio rifiuto. Così una sera mi ha letteralmente
caricato in macchina e mi ha portato davanti a casa tua. Tu aspettavi Motoki,
eri seduto tranquillamente sul muretto del tuo giardino. Dirk aveva una pistola,
te la puntava contro e io… io ho avuto paura che ti potesse fare del male e ho
ceduto al suo ricatto: sono andata via con lui perché risparmiasse la tua vita.
“
I ricordi si trasformano in
dolore, dolore accecante, straziante; gli occhi di Usagi si appannano, è
impossibile per lei non abbandonarsi ad un pianto liberatorio.
Mamoru, sconvolto per tutto
ciò che ha udito, la stringe forte a se e le sussurra dolci parole per farla
calmare.
“ Scusami Mamo-chan, è
molto difficile per me. “
“ Non ti preoccupare, lo
capisco. Solo che mi sembra una storia pazzesca, è come se mi avessero
catapultato all’interno di un film thriller. “
“ Questo thriller, come lo
chiami tu, rispecchia la mia vita negli ultimi tre anni. Dirk è un violento, un
pazzo. E tra poco temo che anche io diventerò come lui. “
“ No. Io ti aiuterò,
chiuderemo questa storia una volta per tutte. “
“ Purtroppo per me, non c’è
via d’uscita. Il mio destino è già scritto. “
“ Usa, io sarò con te,
cambieremo insieme questo destino che ti tiene in schiavitù. Piuttosto ci
rivolgeremo alle autorità: io non ti lascerò sposare quell’uomo, tu verrai via
con me, scapperemo lontano dove lui non ti potrà trovare. “
“ Mi dispiace. Io non
posso. “
“ Non puoi? Ma scherzi? Lui
non può costringerti a sposarlo, non ne ha nessun diritto. Ti supplico, vieni
via con me! “
“ Mamoru, io non sono più
sola. “
“ Già, tua figlia… È
bellissima, sai? E quel nome… quando l’hai chiamata, l’altro giorno da Furu, ho
ricordato. Quello era il nome che avevi scelto per la nostra bambina. “
“ Sì. “
“ Lui ha abusato di te, non
è vero? “
“ No. Noi non siamo mai
stati a letto insieme. “
Il viso del ragazzo appare
sorpreso, stupito. Se loro non hanno mai fatto sesso, allora…
“ Il giorno in cui sono
scappata con Dirk avevo appena scoperto di essere incinta. “
“ Che cosa stai… “
“ Mamoru. Nicole è tua
figlia. “
Un’altra crisi di pianto
assale la giovane, ma stavolta Mamoru non la stringe consolandola: resta
immobile, la testa china a fissare un punto indefinito del cemento sotto ai suoi
piedi. Questa notizia è un pugno nello stomaco, è una verità troppo amara e
irreale.
“ Mamo-chan, mi dispiace.
Io non ho potuto fare nulla per impedire il corso degli eventi. “
“ Io… Io ho una figlia. Ma
perché non me l’hai detto, perché non hai provato a contattarmi? “
“ Non potevo, ero sempre
tenuta d’occhio da Dirk o dal suo personale. E poi, anche se te l’avessi detto,
cosa sarebbe cambiato? “
“ Io vi avrei cercato, vi
avrei portate via. “
“ Saresti morto. Tutto qui.
“
“ Beh, almeno ci avrei
provato. “
Non c’è rabbia verso di lei
nella sua voce, solo delusione e un grande senso di vuoto.
“ Io ho perso i primi anni
di vita di mia figlia, nessuno potrà mai ridarmeli. “
“ Mi dispiace, forse non
avrei dovuto darti anche questa sofferenza. “
“ Smettila di dire mi
dispiace! Sembra che ti addossi le colpe di tutta questa storia. “
“ Lo so, ma mi sembra di
impazzire. Sono incatenata ad un destino che qualcun’altro ha scelto per me. “
“ Dopo quello che mi hai
rivelato, non pensare che ti lasci sposare quell’essere. “
“ Tu non capisci, non ho
possibilità di scelta. “
“ Io non gli permetterò di
portarti via da me, mai! “ Il suo tono ora è davvero alterato, non vuole
trattarla male, ma nemmeno vedere che non riesce a reagire.
“ Mamoru, se provo a
scappare, lui mi porterà via Nicole. “
Altre lacrime, sempre di
più, tanto intense da mozzarle il respiro. Mamoru, anch’egli sull’orlo del
pianto per le troppe emozioni, appoggia con delicatezza la testa sulla sua
fronte e comincia a cullarla dolcemente.
“ Usako, lui non può farlo.
Se non è figlia sua, non ha alcun diritto su di lei. “
“ Lui può fare quello che
vuole, è abituato ad ottenere ciò che desidera. “
“ Tesoro, basta uno
stupidissimo test del DNA per stabilire la paternità. “
“ Sei così ingenuo… tu non
hai idea di quanti amici influenti abbia, ha conoscenze altolocate in qualsiasi
settore. Ci metterebbe pochissimo a schiacciarci e a prendersi la mia bambina.
Io non posso permetterglielo. “
“ Guardami negli occhi
piccola. Io ti giuro che troverò il modo di uscire da questa situazione. Non mi
importa se ho poco tempo o se lui è così potente come lo dipingi: io ti salverò,
ci credo. “
Dopo tanto tempo anche
Usagi intravede la luce della speranza farsi strada in mezzo all’oscurità che
avvolge la sua vita. Guarda l’uomo che ama con sguardo sognante per poi
rivolgersi a lui quasi in tono di supplica.
“ Baciami Mamoru. “
Il ragazzo l’attira a se,
pronto ad esaudire il suo desiderio: è un bacio profondo, dolcissimo, un
rincontrarsi e, nello stesso tempo, un riscoprirsi dopo tanto tempo.
“ Non temi che Dirk ci
possa scoprire? “
“ No, adesso si trova negli
Stati Uniti, si tratterrà là tre giorni per lavoro. Anche se per poco, sono
finalmente libera. “
“ Ti andrebbe di
presentarmi la piccola? Non le dirò chi sono, te lo giuro. Voglio solo
trascorrere qualche istante con lei, te ne prego. “
“ Va bene Mamo-chan, in
fondo sei suo padre ed è giusto che tu la conosca. Organizziamo qualcosa con le
altre, voglio spiegare un po’ di cose anche a loro, voglio riabbracciarle e
ridere con loro come una volta. “
“ Si credo che debbano
sapere tutto anche loro. Si è fatto tardi, vuoi andare? “
“ No. Ti prego, tienimi
ancora un po’ stretta a te, ne ho bisogno. “
Nascosto dietro ad un
albero dalla folta chioma, un uomo ha osservato tutta la scena e ascoltato
alcuni passi della conversazione tra i due giovani. Appoggia il suo cellulare
all’orecchio e, in attesa che qualcuno gli risponda, si allontana in direzione
della sua auto pronto ad andarsene.
“ Signore, sono Arthur.
Temo di avere pessime notizie per lei. “
Eccomi
qui, ce l’ho fatta a terminare un nuovo capitolo! Vorrei per una volta
ringraziare tutti coloro che leggono e ancor di più chi mi ha recensito fin
dall’inizio rendendomi molto felice!
Un
grazie speciale e un abbraccio a:
Mikayla
Miki90
Enigma
Hatori
Kar 85
Lunachan62
Dolce Bunny
Kirby
Bunny230589
Sailormoon81
Tamarra
Usagi89
Aleberyl90
Cassandra14
V.
carvelli
Sheila
Reppy
Lore
Valery
Querthe
Dolce_Usa
Alyssa
85
Wicca87
Eilin
Sissy
Spero di
non aver dimenticato nessuno… Grazie di cuore ragazzi!
Giu
|
Ritorna all'indice
Capitolo 7 *** Capitolo 6 ***
Appoggiata al bancone del bar di Motoki
Appoggiata al bancone del
bar di Motoki, Usagi osserva la sua bambina giocare con le nuove “zie”.
“ Hey, Nicky, vieni qua da
zia Minako! “ La bionda ride felice e abbraccia la nipotina che si è
letteralmente lanciata tra le sue braccia. “ Che ne dici, chiediamo a mamma se
possiamo mangiare un bel gelato gigante con un sacco di gusti? “
“Sì, sì! “ Nicole è
euforica, è la prima volta che riesce a godere realmente della propria infanzia,
lontana dalle paure e dalla perfidia del patrigno. “ Mamma, possiamo?“
Usagi sorride materna e
annuisce con il capo, poi si volta e, senza farsi notare, si sofferma a guardare
Mamoru.
L’uomo tiene lo sguardo
fisso sulla bambina, la sua bambina, quella che non ha potuto veder nascere,
quella di cui ha perso i primi anni di vita. Nessuno gli renderà mai ciò che ha
perduto, il primo pianto, la prima parola, il primo dentino, niente di tutto
questo potrà mai tornare indietro. Chiude gli occhi e pensa, giura a se stesso
che ora che le ha ritrovate farà in modo di non perderle mai più. “ Io non ho la
stessa forza che hanno le ragazze, la stessa tenacia che aveva Usagi stessa
quando combatteva valorosamente da guerriera. Ma ho dalla mia parte un amore
fortissimo, un amore che ha viaggiato attraverso il tempo e lo spazio, la cui
fiamma non si è mai spenta, nemmeno attraverso nemici e insidie varie. Insieme
abbiamo combattuto mostri, droidi, scienziati pazzi e guerriere sailor con manie
di protagonismo: non ho paura di un normalissimo essere umano che ha solo
bisogno di uno strizzacervelli. “.
Mamoru si sente toccare una
spalla, si volta e vede il dolcissimo viso di Usagi.
“ Usako… “
“ Come ti senti, Mamo-chan?
So che è molto difficile per te. “
“ Sono forte. E lo sarò
sempre di più. Voglio proteggervi, farvi uscire da questa situazione assurda, e
ho dalla mia parte quattro validissime alleate “ Mamoru fa cenno con il capo
verso le quattro ragazze che ne stanno combinando di tutti i colori per far
divertire la loro nuova piccola amica.
“ Già. “ gli risponde la
giovane donna. E comincia a pensare.
Ha trascorso il giorno
precedente al Tempio con le sue quattro amiche, Luna, Artemis e, naturalmente,
Mamoru. Il primo impatto non è stato facile, dopo così tanto tempo l’imbarazzo
era troppo forte per essere cancellato in un soffio. Dopo dieci minuti di
assordante silenzio solo Minako era riuscita a tirare fuori qualcosa da dire,
sebbene non fosse la cosa più adatta.
“ Beh, Usagi-chan, chi
non muore è perché è vivo! “
“ Ehm, Minako… forse
volevi dire chi non muore si rivede? “ Ami non riusciva a credere allo
strafalcione dell’amica.
“ Va beh, è uguale, il
concetto è lo stesso. “
In poco tempo tutti
erano scoppiati a ridere e anche Usagi era finalmente riuscita a rompere quel
ghiaccio che sembrava avvolgerla e proteggerla, facendole mantenere una certa
distanza da tutte le altre persone.
“ Sì Minako, hai
ragione. È la stessa cosa! “. La giovane aveva fissato uno per uno i suoi amici,
si era allontanata di qualche passo e aveva cominciato.
“ Ragazze, le cose per
me sono molto difficili in questo momento. Posso immaginare che idea vi siate
fatti di me dopo l’altro giorno da Motoki; io stessa mi rendo conto che non sono
più la stessa ragazzina di tre anni fa. Quello che mi è successo, mi ha
modificato fisicamente, ma ancor più profondamente ha colpito la mia anima; io
credevo di non essere più in grado di ridere, ma grazie a Minako e a tutte voi
ho capito che non è così. Ho bisogno di aiuto ragazze, non so come fare a
tornare la stessa di prima. Devo ringraziare solo voi per essere sopravvissuta a
questi mesi terribili: ogni volta che ero giù mi bastava riandare con il
pensiero ai momenti trascorsi insiemei; il ricordo delle vostre parole di
incoraggiamento durante le nostre battaglie da Sailor mi è servito per farmi
forza mentre quell’uomo mi maltrattava e mi derubava della mia voglia di vivere.
Grazie ragazze, grazie… “
Ognuno di loro le aveva
sorriso e la speranza aveva cominciato a farsi strada attraverso il suo cuore
buio e stanco.
“ Usako, so di chiederti
molto, ma è giusto che anche le ragazze sappiano tutta la verità. Sono sicuro
che dopo che avrai spiegato loro cosa ti è accaduto nessuna di loro si tirerà
indietro. “
“ Giusto Mamoru! Noi ti
siamo sempre state vicine con il pensiero, siamo state in pena per te per tre
lunghissimi anni. Non permetteremo a nessuno di fare del male a te o alla tua
bambina ora che finalmente sei di nuovo con noi. Giusto ragazze? “
“ Sì, Luna! “ Avevano
risposto all’unisono.
“ Grazie ragazze! Ora è
tempo che voi sappiate… “
“ ...ako. Usako! “
“ Scusa Mamoru, stavo
pensando a quel che è successo ieri. “
“ Spero sia un pensiero
positivo. “
“ Si, lo è. È stata una
giornata memorabile, piena di sentimenti e sensazioni che credevo perduti. Anche
la piccola si è divertita un mondo. Mi dispiace solo per Luna e Artemis, credo
che le loro code e orecchie non siano state molto felici di conoscere la nostra
bambina! “
“ Sai, è un emozione
sentirti dire così…”
“ Dire cosa? “
“ La nostra bambina. “
“ E’ la verità. E poi lei
ti adora, ieri non voleva stare in braccio a nessun’altro; credo che in un modo
o nell’altro abbia capito che c’è un legame profondo tra di voi. Vorrei solo
poterle rivelare la verità, farle sapere che anche lei ha un padre che le vuole
bene e che la ama. “
“ Ci sarà un tempo anche
per quello. Dobbiamo solo avere pazienza e aspettare. Stasera Rei ha proposto
una riunione strategica al tempio per decidere come muoverci senza creare ancora
più problemi di quanti non ce ne siano già. Sei dei nostri? “
“ Certo, devo solo chiedere
a mia madre di tenermi la piccola. “
“ No, per favore, portala
con te. Vorrei trascorrere ancora un po’ di tempo con lei. “
“ Come vuoi Mamoru. Ora
andiamo dalle altre a metterci d’accordo per stasera. Devo togliere Nicky dalle
grinfie di Minako o la farà diventare enorme a furia di riempirla di gelati e
caramelle! “
“ Beh, mi ricorda qualcuno
di mia conoscenza! “
“ Stai attento a quello che
dici, Mamo-chan! “
“ Dai testolina buffa, non
ti arrabbiare. Lo sai che ti amo da morire, no? “ Le regala il suo sorriso più
sincero, le posa un delicato bacio a fior di labbra e, dopo averla presa
sottobraccio, la accompagna gentilmente verso le amiche.
Il tavolo sembra un campo
di battaglia, tutto ingombro di tovagliolini e di pezzi di dolci e caramelle; la
piccola Nicole non è da meno: il suo viso è tutto imbrattato e due enormi baffi
di cioccolata le contornano le labbra. Usagi scuote la testa divertita, prende
una salvietta dal passeggino e con fare dolcissimo comincia a renderla più
presentabile.
Nel frattempo le ragazze
hanno cominciato a parlare delle loro ultime conquiste tra le risate maliziose
di Mamoru e gli sguardi contrariati dei gatti; Usagi, dopo aver fatto sdraiare
la piccola per farla addormentare, si unisce a loro curiosa di sapere cos’hanno
combinato le sue pazze amiche durante la sua assenza. Il giorno precedente è
stato dedicato completamente al suo triste racconto, non c’è stato abbastanza
tempo per poter trattare argomenti più frivoli. La sera poi, Mamoru ha cucinato
per lei e per la piccola, i due hanno cercato di ritagliarsi un po’ di spazio
tutto per loro e le ragazze hanno accettato di buon grado, comprendendo a pieno
il loro bisogno di confrontarsi e consolarsi. Usagi viene a sapere che Ryo si è
finalmente dichiarato a Ami e che i due hanno una relazione stabile da ormai un
anno; Makoto e Minako sono ancora alla ricerca dell’anima gemella mentre Rei è
in procinto di convolare a nozze con il suo adorato Yuichiro, che è riuscito a
conquistare la fiducia e l’affetto del nonno. Usagi ride al racconto di come i
due sposini hanno dato la notizia all’anziano che, dopo aver finto un attacco di
cuore, si è arreso allo scorrere degli eventi e ha dato la sua benedizione.
Tutto sembra andare nel
migliore dei modi, finchè la porta del locale non sbatte fragorosamente e una
voce dura e roca comincia a inveire contro Usagi.
“ Cagna! “
“ Dirk, ti prego stai
calmo. Te ne prego. “ Zara tiene l’uomo per il braccio cercando di fare in modo
che non raggiunga la ragazza, ma lui con uno strattone si libera è la scaraventa
contro il tavolo. La donna si alza, guarda Usagi e con le lacrime agli occhi
sussurra. “ Mi dispiace, non sono riuscita a trattenerlo. “
La bambina, intanto,
spaventata dal frastuono e dalle urla si è svegliata; il suo corpicino fragile è
scosso da tremende crisi di pianto. Pur essendo stretta tra le braccia della
madre che le sta parlando per tranquillizzarla, non riesce a smettere di urlare:
è piccola ma riesce a capire che si trova in una situazione pericolosa.
“ Sporca cagna, lo sapevo.
Sapevo che se ti avessi lasciato da sola non mi avresti ubbidito. Arthur mi ha
raccontato come te la sei spassata, è stato molto prodigo di particolari. Adesso
pagherai le conseguenze del tuo comportamento. Te la ricordi questa? “ Tira
fuori una pistola e Usagi sussulta: i ricordi prendono il sopravvento e con essi
il terrore folle.
“ Mia piccola Usako, avrei
dovuto usarla tre anni fa, così avrei levato quest’uomo dai piedi. Morto lui,
non avrei avuto sicuramente altri problemi. “
Si avvicina alla bionda e
alla bambina ma un braccio lo blocca: Mamoru, gli occhi rabbiosi e un ghigno
terrificante sulla bocca si mette tra di loro.
“ Non osare toccarle, mi
hai capito? “ Il calcio della pistola lo colpisce sulle labbra: si accascia al
suolo e un rivolo di sangue comincia a scorrergli giù dal mento.
“ Mamo-chan! “ Usagi
stringe a se Nicole, che urla sempre più forte, terrorizzata dalla vista del
giovane a terra.
“ Non metterti mai più
contro di me bamboccio. Ed ora signorina veniamo a te. “ Prende la mira e fissa
la sua giovane preda. “ Sei pronta a morire Usagi? “
“ Non lo farai, non lo
farai mai. Sei solo un pazzo, un maniaco, io non ti permetterò di rovinarmi la
vita, mi hai capito? “ Ormai presa in un labirinto di disperazione Usagi urla
con tutto il fiato che ha nei polmoni, sa che questo comportamento spaventa
ancora di più la sua bambina, ma non riesce a trattenersi.
Makoto si lancia contro
Dirk e riesce ad allontanarlo dal tavolo, prima di essere colpita da un pugno
che la fa sbattere contro una vetrata del locale.
Dirk, gli occhi in fiamme e
il viso teso per la rabbia, si alza in piedi e si pone esattamente di fronte a
Usagi.
“ Adesso facciamo vedere a
tutti un bello spettacolo. Tutti i presenti vedranno morire la giovane Tsukino.
Sarà una scena indimenticabile, vi assicuro che non ve la dimenticherete mai… “
Un senso di impotenza e di
terrore si è impadronito di tutti i presenti: nessuno riesce a muoversi o a
proferire parola.
“ Cosa stai dicendo, tu sei
pazzo, sei veramente pazzo. Io… io… “ Usagi si inginocchia a terra e stringe
forte la sua bimba: non capisce da dove le arriva la certezza ma non ha più
dubbi, sa che morirà. Il suo fato ha subito un mutamento: mai più sarà felice,
mai più vedrà il dolce sorriso di sua figlia. Deve dire addio alla sua amata
terra, la dolce terra che le ha regalato il suo fragile angelo, la stessa fredda
terra che le ha sottratto il suo amore puro.
“ Allora, Usako, te lo
chiedo l’ultima volta. Sei pronta a morire? “
Un flebile suono esce dalla
voce della ragazza, ormai arresa al suo atroce destino.
“ Si…”
Una luce. Uno sparo. Poi
solo urla. Paura. Sangue.
E, come un soffio di
vento, giunge la morte.
Vorrei
ringraziare di cuore tutti coloro che mi hanno recensito.
Un
grazie speciale va a Sissy… Questo capitolo ha visto la luce solo grazie a lei e
ai suoi ricatti… XD!
Grazie
Sy, sei un tesoro!
|
Ritorna all'indice
Capitolo 8 *** Capitolo 7 ***
Sangue
Sangue. Sangue
dappertutto. Schizzi di sangue sul muro. Pozze di sangue sul pavimento
immacolato. I miei vestiti, il mio viso, le mie mani: il sangue è ovunque, si è
attaccato a me e sembra non volersene andare più. Non credevo che il sangue
potesse avere un odore così acre e pungente, un odore malvagio, portatore di
dolore e distruzione. Lo so, so cos’è. È l’odore della morte. Vestita di nero,
empia e crudele, ha portato via la vita da questo posto. Niente più gioia,
niente più sofferenza, niente di niente. E’ rimasto solo il silenzio, il rumore
delle lacrime e dei sogni infranti. Non c’è più posto per la vita.
Mi sento scoppiare la
testa, mi fa davvero male. Qualcuno mi aiuti, mi svegli da questo sonno
inquieto. Non voglio ricordare, non voglio rivivere quest’incubo. Per favore,
qualcuno mi desti.
Apro gli occhi.
Non capisco dove sono, vedo
solo una luce chiarissima e una stanza bianca. Cerco di mettere a fuoco
l’immagine, ma la testa mi duole per lo sforzo e devo rinunciare. Scorgo una
figura seduta accanto a me e mi rendo conto di essere sdraiata su un letto,
probabilmente in un ospedale. La sagoma si volta verso di me e non mi riesce
difficile capire chi è, anche se ancora non riesco a percepire le immagini
nitidamente.
“ Usako… “
Mi basta sentire la sua
voce: mi porto le mani alla testa e le stringo forte contro le mie tempie. No,
non voglio ricordare, no! Fa male, fa troppo male. Mi agito e sento Mamoru che
mi chiama e che mi parla; qualcun altro entra nella stanza e si avvicina al mio
letto. Sento qualcosa scorrermi nelle vene; i miei occhi diventano pesanti. Sto
per riaddormentarmi.
Ora ricordo… Dirk ha
sparato verso di me e io ho chiuso gli occhi, aspettando che la morte venisse a
prendermi per portarmi via. Ho sentito un urlo fortissimo, ho percepito un
dolore straziante e poi qualcosa mi è caduto addosso. Ho aperto gli occhi e Zara
era lì, con gli abiti impregnati di un sangue rosso fuoco. Lei, che sempre mi è
stata vicina, mamma, sorella, amica, l’unica che mi ha aiutato negli ultimi
anni; mi ha fatto da scudo, ha dato la sua vita per poter salvare la mia. Mi ha
guardato un ultima volta con uno sguardo stanco e rassegnato; poggiata sulle mie
ginocchia, ha sorriso tristemente alla mia bambina e, allo stremo delle forze,
mi ha parlato.
“ Mi dispiace tesoro. Mi
dispiace per tutto. “
Io le ho sorriso tra le
lacrime, le ho detto che sarebbe andato tutto bene sebbene nemmeno io ci
credessi. Lei ha scosso la testa un’ultima volta poi ha chiuso gli occhi per non
riaprirli mai più.
L’ho stretta tra le mie
braccia e anche Nicole le ha accarezzato il viso, come se avesse capito che la
sua “nonna” non sarebbe mai più tornata.
Non ho gridato il suo
nome, non ho fatto nulla. Ho solo alzato il capo per poter guardare Dirk.
Lui stava fissando sua
madre, morta tra le mie braccia, e lo scempio combinato in nome di un amore
folle e malato. Poi ha posato il suo sguardo sul mio e l’ha visto, ha visto il
dolore per una donna, una madre morta per mano del suo stesso figlio. Allora ha
preso la pistola e l’ha puntata contro la sua tempia; non ho chiuso gli occhi
mentre premeva il grilletto. Ho visto i suoi occhi sbarrati mentre si accasciava
a terra; ho nascosto la piccola tra le mie braccia affinché non dovesse
assistere a quella scena: io non dimenticherò mai quello che è successo in
questo posto, ma voglio che almeno lei possa cancellare tutto questa sofferenza.
Dirk è morto, ma nessuno piangerà per lui, nessuno porterà fiori sulla sua tomba
o penserà a lui con rimpianto; tutto il mondo adesso saprà che razza di persona
fosse, i giornali mangeranno viva la sua memoria. Sentiremo parlare per molto
tempo del famoso e bellissimo attore dietro cui si celava uno squilibrato
assassino.
L’ultima cosa che mi
torna alla mente è il corpo senza vita del mio aguzzino abbandonato per terra,
sporcato dal suo stesso sangue e da pezzi di materia cerebrale. Poi, c’è solo il
buio nella mia mente.
Sono di nuovo sveglia e,
questa volta, vedo tutto chiaramente. È notte ma Mamoru è ancora qua, dorme su
un sedia con il capo appoggiato sul mio letto. Muovo le gambe indolenzite nel
modo più delicato possibile, ma lui se ne accorge e si sveglia. Non so dove
trovo la forza per sorridergli, quando tutto quello che vorrei è solo piangere e
urlare al mondo il mio dolore.
“ Ciao piccola. “
“ Mamo-chan… “ Cerco di
tirarmi su, ma le forze mi abbandonano e crollo pesantemente sul cuscino.
“ Stai calma tesoro, non ti
agitare. Hai subito un fortissimo shock e per il momento è meglio se rimani
sdraiata. “
“ Dov’è la bambina? “ Dov’è
la mia piccola, non posso credere di non aver ancora pensato a lei.
“ E’ con i tuoi, l’hanno
portata a casa. “
“ Come sta? Oddio, è così
piccola… “
“ E’ un po’ agitata ma sta
bene. I medici pensano che forse avrà bisogno di uno psicologo per superare il
trauma, ma per il momento hanno pensato che fosse meglio non trattenerla in
ospedale per evitare di aumentare le sue paure. Adesso deve solo stare
tranquilla in un ambiente a lei familiare, deve sentirsi protetta. “
“ Voglio andare a casa,
voglio stare con lei. “ Stavolta riesco a mettermi seduta ma lui mi prende
delicatamente per le spalle e mi fa stendere per l’ennesima volta. Non so perché
ma non riesco ad opporre resistenza: sono stanca, sfinita.
“ Usako, per il momento tu
non ti muovi di qui. Hai bisogno di aiuto anche tu. “
“ Ma io… “
“ Non puoi occuparti di lei
in questo stato. Passa la notte in ospedale, cerca di calmarti un pochino.
Domattina, se tutto andrà bene e sarai abbastanza in forze, i dottori ti
dimetteranno e io ti porterò subito da Nicky. “
“ Io non so… “
“ Te lo prometto Usako. “
Vorrei rispondere al suo
sorriso così tenero e pieno d’amore, vorrei dirgli che sono felice, sollevata
perché il mio incubo è finito, ma le parole mi muoiono in gola. Zara è stata
uccisa, non tornerà più a consolarmi quando sarò triste, non cullerà più la mia
bambina per farla addormentare. Le lacrime cominciano a scendere dai miei occhi,
i pensieri si fondono tra loro dando vita a mille sensazioni dentro al mio
cuore: paura, sconcerto, solitudine. Mamoru si avvicina e cerca di abbracciarmi,
ma io lo scosto dolcemente: questa è la mia sofferenza e non posso dividerla con
nessuno. Voglio Zara, voglio che torni a vivere, che sbuchi da questa porta e mi
dica che è stato tutto un bruttissimo sogno. In fondo, ero io a dover morire,
non lei.
Mamoru mi guarda
preoccupato e dispiaciuto per il mio gesto; gli accarezzo una guancia con fare
delicato e poi ricomincio a parlare.
“ Ogni cosa a me vicina
muore… “
“ Scusa? “ Alza un
sopracciglio e mi fissa quasi sconcertato: credo che abbia capito cosa intendo
e, se lo conosco bene, immagino già la sua reazione.
“ Perché le persone che io
tocco poi muoiono? “
“ Usako, che stai dicendo?
“ Sì, devo dire che lo conosco davvero bene. Sospiro e cerco di aprirgli il mio
cuore.
“ Negli ultimi otto anni,
da quando ho conosciuto Luna, non ho fatto altro che vedere battaglie, lotte e
morti. Non conto più le volte che vi ho persi e poi ritrovati, non ho
dimenticato i sacrifici di tutti voi per proteggere me e Chibiusa. Io sono la
chiave, la chiave che apre le porte della sofferenza. “
“ Non è affatto vero. Tu
stai parlando di qualcosa che esula dalla realtà, da guerrieri combattevamo
mostri, droidi, esseri senza cuore o coscienza che non si facevano scrupoli ad
attaccare la gente. Hai salvato innumerevoli vite umane dai loro attacchi, non
li hai eliminati per puro diletto. Non puoi fare un paragone, qui stiamo
parlando di vita reale tesoro. “
“ Non cambia il concetto: è
colpa mia se Zara è morta, quel proiettile doveva colpire me. “
“ Non dire sciocchezze. Non
hai premuto tu il grilletto ma Dirk, e lui ha già pagato per la sua colpa. Zara
ti voleva molto bene e ha voluto proteggerti. Non credo che lei voglia che tu
pensi questo: sono sicuro che vorrebbe che tu andassi avanti, che crescessi la
tua bambina e che tornassi ad essere felice. “
“ Ma lei non doveva morire.
“ Mi sento come una bambina, non riesco a smettere di piangere e poi ho di nuovo
sonno, sono sfinita.
“ Nessuno doveva morire, ma
purtroppo non è stato così. Io non pretendo che tu dimentichi quel che è
successo, anche perché sarebbe impossibile; ti chiedo solo di permetterci di
aiutarti a superare questo momento. Ci sono un sacco di persone che ti amano,
Usagi, e che vogliono starti vicino. “
“ Lo so, Mamo-chan. “
“ Allora fatti forza e
aggrappati a questa tua consapevolezza. E ora dormi: non vorrai mica che Nicole,
domani mattina, si spaventi alla vista della sua mamma? “
Gli sorrido tra le lacrime:
ha il viso tirato e due occhiaie da guinness dei primati. Ma i suoi occhi
cobalto brillano quando si incrociano con i miei: lì dentro vedo la vita
scorrere. Ho sempre amato quei due splendidi diamanti e, adesso che li ho
ritrovati, mi sento più sicura. Sarà difficile andare avanti e avrò davvero
bisogno dell’aiuto di tutti. Dirk mi ha rubato la gioia, la libertà e la voglia
di ridere. Ma di una cosa non mi ha privato: della vita.
Osservo Mamoru avvicinarsi
alla porta dopo avermi dato un bacio delicato sulla fronte. Quando è ormai quasi
fuori lo blocco.
“ Mamoru? “
“ Sì tesoro? “
“ Io sono viva.”
Bene
bene… La prossima sarà la volta dell’ultimo capitolo, o meglio l’epilogo. Sarà
banale ma lo voglio fare: grazie a tutti coloro che mi hanno recensito, siete
veramente troppo buoni!! Me emozionata!!
Sorrido
al pensiero di Kar85 che legge questa parte della storia… Scusa nipotina
adorata, ma era troppo divertente prenderti in giro via MSN!! Per farmi
perdonare ti dedico questo capitolo. Contenta?!
Alla
prossima!
Vi
abbraccio forte forte!
Giu
|
Ritorna all'indice
Capitolo 9 *** Epilogo ***
Nuova pagina 1
“Raramente ci
rendiamo conto che siamo circondati da ciò che è straordinario.
I miracoli
avvengono intorno a noi, i segnali di Dio ci indicano la strada,
gli angeli
chiedono di essere ascoltati... “
-Paulo
Coelho –
**************************************
Sono passati sei mesi da
quel maledetto giorno, e ancora non posso dire di essermi ripresa completamente.
Non ho mai più nominato quell’uomo, per tutti è diventato lui e, le rare
volte in cui se ne parla, viene usato quel soggetto per indicarlo. Nell’ultimo
periodo non voglio nemmeno più che entri nei nostri discorsi; a dire il vero, se
non fosse per Nicole e Zara, rimuoverei del tutto quei tre anni della mia vita.
Ma, nel bene e nel male, devo a lui il fatto di aver conosciuto sua madre e
almeno per questo dovrei essergli grata.
Grazie a tanta buona
volontà e all’aiuto di tutte le persone che mi circondano, sono riuscita a
riprendere gli studi: non è facile perché sono fuori allenamento e devo anche
occuparmi della bambina. Fortunatamente dispongo di un numero illimitato di
baby-sitter pronti a scattare quando si tratta di occuparsi della loro
“principessina”.
Due mesi fa ci siamo
trasferite a casa di Mamoru e le cose non potrebbero andare meglio: Nicole ha
avuto qualche difficoltà all’inizio, ma non ha impiegato molto tempo ad
abituarsi alle coccole e ai vizi del suo “papà”. Mamo-chan è cambiato da quando
viviamo tutti insieme: il suo lato ombroso c’è sempre, ma riesce a mascherarlo
bene, specialmente in presenza della bambina. A volte mi nascondo dietro l’uscio
della cameretta e ascolto divertita le risate argentine che quei due si fanno
quando lui lotta per farla andare a dormire. È un'emozione stupenda poter
condividere con qualcuno la gioia di crescere un figlio.
Il mio carattere non è
tornato ad essere lo stesso di prima e forse non lo sarà mai. Ho imparato di
nuovo a ridere e a godere delle piccole cose, ho riallacciato tutti i rapporti
ed è ricomparso quell’appetito famelico che avevo quando ero più piccola; ma c’è
una zona d’ombra in me, uno spirito pessimista che cerco di reprimere in un
angolo, ma che a volte salta fuori. Succede sempre quando sono sola, questa
negatività mi soffoca ed io comincio a piangere e ad avere paura. Per fortuna,
con il passare del tempo questi momenti si presentano sempre più sporadicamente
e spero che finiscano con l’esaurirsi.
In definitiva posso
affermare che la mia vita ha ripreso a scorrere quasi normalmente e che i miei
giorni trascorrono sereni.
Lui
è morto ma, purtroppo, torna spesso a farmi
visita di notte: ogni volta sogno quel maledetto proiettile che colpisce me o la
mia bambina e allora mi sveglio in preda al panico, sudata e con i capelli
appiccicati al viso. Mamoru mi sussurra parole dolci e mi stringe forte a sé,
poi insieme andiamo a controllare la piccola nel suo lettino; solo dopo averla
baciata e accarezzata mi calmo e posso tornare a dormire. Anche questi incubi si
verificano sempre più di rado, tanto che sono riuscita a smettere di dover
prendere i sonniferi per prendere sonno.
Penso continuamente a Zara
e al periodo di tempo che mi è stato concesso di trascorrere con lei. Quando
sono triste o in difficoltà mi basta pensare al suo sorriso materno o alla sua
voce rassicurante, e subito mi sento meglio.
Nicole mi chiedeva spesso
di lei dopo la sua morte, ma io non sapevo cosa dirle o forse mi mancava il
coraggio per spiegarle la situazione. Poi, un giorno, non so perché ma sono
riuscita a raccontarle una mezza verità.
“ Mamma, ma dov’è Zara?
“
“ Beh, Nicole, lei
adesso è molto lontana…”
“ E perché è lontana?
Perché non torna da noi? “
“ Vedi, Zara ha regalato
la sua vita agli angeli per permettere alla tua mamma di stare con te e di
vederti crescere. “
“ Allora adesso vola in
cielo? “
“ Sì tesoro. Ora ha
messo le ali… “
Rabbrividisco. Non so se è
per questo ricordo, dolce e straziante allo stesso tempo, o per il freddo. Sono
appoggiata alla ringhiera del terrazzo, il mio rifugio solitario dove mi rintano
ogni sera prima di coricarmi; da qui posso osservare tutta la città, da qui
assaporo la ritrovata libertà.
Ho imparato ad apprezzare
la solitudine, ora non la temo più, è diventata quasi un’amica. Potrei passare
ore da sola con me stessa perché ci sono un sacco di cose che mi fanno pensare.
Ultimamente, poi, c’è una faccenda che occupa la mia mente: io e Mamoru vorremmo
dare un fratellino a Nicole, ma io non sono sicura di essere pronta. Mamo-chan
dal canto suo, muore dalla voglia anche perché non ha potuto vivere la nascita
della sua primogenita.
Alla fine penso che cederò.
Se non altro per far star zitta mia madre, che continua a stressarmi con il suo
“immenso” desiderio di avere un secondo nipotino, possibilmente maschio. Due
forti braccia mi stringono proprio mentre rido come una pazza al pensiero di
Ikuko.
“ Usako, se cominci a
ridere da sola mi fai preoccupare. “
“ No, scusami. Stavo
pensando a mia madre. “
“ Fammi indovinare: stavi
riflettendo sul suo “immenso” desiderio di avere un altro nipote? “
Rido di nuovo, stavolta
ancor più rumorosamente, tanto devo tapparmi la bocca per il timore di svegliare
la bambina. A volte mi stupisco della telepatia che c’è tra me e quest’uomo.
Mamoru mi guarda con l’aria di chi non ha capito nulla, ma io non ho voglia di
spiegarmi e continuo a sorridere sotto i baffi. Lui se ne accorge e mette su un
broncio che lo fa sembrare un bambino capriccioso; lo abbraccio forte e poi lo
bacio con tutta la passione che possiedo.
“ Sai una cosa, Usako? “ Mi
domanda appena ci stacchiamo.
“ No, cosa? “
“ Dovresti accontentare tua
madre, per una volta. “
“ Tu dici? “
“ Sì, io dico di sì. “
Mi fermo un attimo a
riflettere e poi decido di buttarmi: sono sicura di quello che sto per
affermare, credo di non essere mai stata così motivata.
“ Sai che ti dico,
Mamo.chan? “
“ Cosa? “
“ Che probabilmente seguirò
il tuo consiglio! “
Gli basta un attimo per
realizzare quello che gli ho appena detto: i suoi occhi si illuminano e un
sorriso da ebete prende vita nella sua bocca. Mi prende in braccio e comincia a
farmi volteggiare come un pazzo in preda alla gioia totale e io mi sento
leggera, felice come non ero da molto, molto tempo.
“ Ehi, hai intenzione di
farmi venire le nausee prima del tempo?! “
“ No, no, no!! Sono al
settimo cielo! “ Urla come un disperato, si affaccia dal terrazzo e ferma un
povero passante che, incuriosito o forse spaventato, alza gli occhi e comincia a
fissarlo.
“ Lo sa “ – gli grida da
quassù – “ avrò un bambino! Un bambino! “ L’uomo sorride e alza il pollice in
segno di approvazione. Io non posso credere a quello che sto vedendo: Mamoru, il
mio Mamo-chan, sempre posato e serio sta raccontando una cosa del genere ad uno
sconosciuto! Dal terrazzo di casa sua!
“ Oddio tesoro, smettila!
Sveglierai tutto il vicinato. “
“ Va bene piccola come
desideri. E poi io e te ora abbiamo da fare. “
“ Ah sì? E cosa? “ Sono
terribilmente maliziosa quando mi ci metto.
“ Vieni in camera da letto
che te lo spiego… “
“ Dammi ancora qualche
minuto. Ti raggiungo di là. “
“ Ok, ma sbrigati. “ Si
esibisce in un elegante baciamano e poi va verso la nostra stanza saltellando
come un grillo.
Mi volto ancora una volta
verso la mia città; una lieve brezza mi accarezza il viso e mi fa sentire
rilassata e in pace con il mondo. Penso al bambino che nascerà e a quanto sarò
felice di diventare di nuovo madre; penso a Zara e a quanto sarebbe contenta lei
di avere un altro nipotino.
Alzo gli occhi al cielo e
affido al vento il mio messaggio, sperando che la mia voce possa raggiungerla:
“ Ti voglio bene, Zara. Sii
felice, ovunque tu sia… “
Non
posso credere che questa storia sia finita… Diciamo che un po’ mi dispiace! ^^
Saro
buonista, banale, o semplicemente romantica ma, in ogni caso, non potevo far
finire questa fanfic senza un dolcissimo lieto fine. Spero di non aver deluso
nessuno e di essere riuscita a regalare a tutti un’emozione, anche se piccola
piccola.
Mi
auguro di tornare presto con una nuova storia.
Grazie
di cuore a tutti!
Vi
abbraccio forte forte!
Giu
|
Ritorna all'indice
Questa storia è archiviata su: EFP /viewstory.php?sid=81570
|