Armony

di Mary West
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Ritorno a casa ***
Capitolo 2: *** Famiglia ***
Capitolo 3: *** La festa di Seamus ***



Capitolo 1
*** Ritorno a casa ***


Eccomi qui! Allora...il gruppo Auror su FB "Cercando chi dà la roba alla Rowling" ha creato un evento, per così dire, chiamato "3x100 Auror" in cui scrivere qualcosa su Harry ed Hermione scegliendo come fulcro tre ragioni a nostra scelta tra le 100 per cui amare le Harmony *-*
Bene, questa è la mia storia. Siamo in un universo parallelo in cui Lily e James sono vivi, Alice e Frank sani di mente ^^
Si tratta del sesto anno, e non c'è nessuna guerra qui :D
Le mie ragioni, che credo si capiranno alla grande nel prossimo capitolo (sono tre in tutto) sono:
14) Perché non hanno bisogno di confronti ma Lily e James approverebbero;
15) Perché Harry e Hermione agiscono molto come Lily e James;
75) Perché Hermione sarebbe disposta a infrangere le regole per Harry.
Be', qui il confronto ci sarà... ma è evidente che loro approvano, eccome! :)
Buona lettura!



 




I - Ritorno a casa

 

La locomotiva scarlatta frenò stridendo, lungo i binari gremiti di gente.
Harry e Ron avevano appena scaricato il proprio baule, e stavano aiutando Seamus a fare lo stesso, quando Neville piombò a rotta di collo nel loro scompartimento.
“Avete visto Oscar?”
Harry si morse il labbro inferiore, cercando di non scoppiare a ridere, ma Ron non fu altrettanto tollerante.
“Neville, non ci posso credere!” esordì, roteando gli occhi al cielo.
Seamus era esploso in una risata fragorosa, e si era fatto cadere addosso il baule per il troppo ridere. Seduto per terra, si teneva la pancia dalle convulsioni.
Neville aggrottò la fronte, imbronciato e arricciò il naso con aria offesa.
“Dai, Nev, ti do io una mano” si offrì Harry, colpendo Seamus dietro la nuca.
Scoprirono che Oscar si era rintanato sotto un sedile, immerso da scatole vuote di Cioccorane.
“Meno male che mi hai aiutato, Harry. Grazie mille, sul serio” sospirò sollevato, mentre raggiungevano gli altri che li avevano superati verso la barriera.
“Ma ti pare” replicò lui, vagamente distratto.
“Cerchi qualcuno?” gli chiese Neville, notando l’espressione distratta dell’amico.
“Cosa?! Oh, no” si affrettò a rispondere Harry, le guance ardenti.
“Cerchi Hermione?”
“Hermione? Perché dovrei?!”
“Ah non lo so. Forse perché state sempre appiccicati” aggiunse, sorridendo malizioso.
“Nev, levati immediatamente quel ghigno idiota dalla faccia, sennò te lo faccio Evanescere”
“Ti ci vorrei vedere” rise Neville “Ah, eccola”
Harry si girò di botto, tanto che sentì la schiena stirarsi, ma non ci fece caso.
Hermione avanzava verso di loro, trascinando il baule con una mano e reggendo Grattastinchi nell’altra.
“Ehy” la salutò Harry quando fu abbastanza vicina.
Il suo volto era illuminato da un sorriso meraviglioso.
“Ehy a te” replicò lei, sorridendo a sua volta.
Rimasero per un istante a guardarsi, senza dire nulla.
“Scusate, c’è il sonoro in questa scena?”
Harry si morse la lingua per frenare l’impulso di prendere Seamus a parolacce.
“Dacci un taglio, Finnigan” ribattè Hermione con fare altezzoso.
“Harry, Nev dovreste darvi una mossa. Fuori ci sono le vostre madri”
Harry annuì e afferrò la maniglia del baule e quella della gabbia di Edvige, appollaiata sulla sua spalla.
Si diresse verso la barriera e la superò.
Avanzò, cercando con lo sguardo un volto conosciuto: Lily era a pochi passi da lui, intenta a parlare animatamente con Alice e Molly.
Sorridendo, le andò incontro, con Ron e Neville alle calcagna.
“Ciao mamma”
“Ciao amore! Come stai?”
“Tutto bene” rispose, avvolto tra le sue braccia.
“Vi stavamo aspettando, come mai ci avete messo tanto tempo?”
Harry aprì la bocca per rispondere, ma Alice lo anticipò.
“Hai perso di nuovo Oscar, vero?” chiese, ridendo al figlio.
“L’abbiamo ritrovato subito, però” ribattè l’altro.
Entrambi scoppiarono a ridere, e si lanciarono uno sguardo d’intesa. Harry annuì, e riprese:
“Mamma, Alice volevamo chiedervi una cosa” esordì “Sabato è il compleanno di Seamus, e ci hai invitati da lui. Possiamo andare, ovviamente”

Neville sorrise al tono che aveva usato Harry: era gentile, persuasivo, perfetto.
Non c’era niente da fare, Piton aveva completamente ragione: quando faceva così, sarebbe stato capace di convincere un bimbo a vendere sua madre.
Alice sospirò, e si scambiò un’occhiata con Lily.
“Che dice, Lil? Li facciamo andare?”
Lei guardò sorridendo suo figlio, il suo sorriso malandrino.
“Oh, e va bene! Ma niente guai, chiaro?”
“Ovviamente” intervenne Seamus, alle loro spalle .
Lily sospirò, e guardò il suo orologio.
“Sarà meglio che andiamo. Ho lasciato la casa con James e Sirius da soli. Rabbrividisco, se penso a come sarà quando torneremo”
Dopo aver salutato tutti, si incamminarono verso l’auto che li aspettava fuori.
“Ah, mamma volevo chiederti un’altra cosa”
Lily annuì, lo sguardo fisso sulla strada.
“Dimmi”
“Ecco, vedi Hermione abita molto lontano da casa di Seamus… non come noi che, duecento metri, e stiamo lì. Così, ho pensato che poteva venire da noi la mattina e poi andare insieme, se per te non è un problema”
“Certo che no! Anzi, mi fa molto piacere conoscerla. È l’unica dei tuoi amici che non mi hai mai presentato”
Harry si schiarì la voce, osservando fuori dal finestrino.
“Be’, te l’ho detto mamma. Abita lontano”
Lily gettò uno sguardo cheto a suo figlio, e parcheggiò l’auto vicino casa.
“Non bussare, amore. Voglio proprio sapere che stanno combinando”
Harry sorrise, e trascinò il baule lungo il viale verso la soglia. Da dentro, provenivano rumori strani.
Lily tirò fuori le chiavi e le girò nella toppa così silenziosamente che Harry neanche se ne accorse. Harry entrò per primo, e posò il baule accanto alle scale; ci sarebbe stato tempo per sistemare tutte le sue cianfrusaglie. Un’estate intera. Salì le scale, e raggiunse la sua camera gettandosi sul letto.
Si era appena tolto le scarpe che un’esplosione dal piano di sotto lo fece trasalire.
Sorridendo tra sé, ritornò in cucina dove Lily stava sgridando con tutte le sue forze James e Sirius. Intorno a loro, c’era una quantità nettamente eccessiva di farina.
“Che succede?” li interruppe Harry.
“Ehy piccolo, dov’eri?” gli chiese James, lasciando Lily a metà della sua sgridata e abbracciando il figlio affettuosamente.
“In camera” rispose lui, osservando la madre di sottecchi.
“Lascia perdere” ribattè lei, facendo sparire la farina con un tocco di bacchetta.
“Ecco Evans, hai visto? Ci hai messo un secondo a farla Evanescere! Non c’era bisogno di andare in escandescenze in quel modo” ribattè Sirius, sedendosi accanto a Harry e James.
“Taci Black, se non vuoi che faccia Evanescere anche te”
“Com’è andato l’anno?” domandò James versandosi un bicchiere di the freddo.
“Bene, niente di nuovo”
“Mocciosus è sempre vivo e vegeto?”
“Oh, sì”
“Che domande, James! Non lo sai che l’erba cattiva non muore mai?”
“Black, ti ricordo che la minaccia è sempre valida”
“Oh che paura”
Una grossa padella di rame volò dritta sulla testa di Sirius.

*

“Mamma! Ho sonno, dai! Fammi dormire ancora cinque minuti”
Harry sbuffò, affondando la testa nel cuscino nel tentativo di ripararsi dalla luce.
“Amore, sono le undici passate”
Harry aprì un occhio mettendo a fuoco l’orario sulla sveglia posata al comodino.
11:01
“Appena passate” specificò sedendosi sul letto.
“A che ora arriva Hermione?” gli chiese lei, rifacendo il letto con un colpo di bacchetta.
“Verso mezzogiorno”
“Bene! Ti ho già preparato la colazione. Mangia qualcosa, che ogni estate mi torni più magro”
Dopo aver mangiato a sufficienza - perfino per Lily - Harry indossò un paio di jeans al ginocchio e una maglia a mezze maniche bianca.
Aveva appena allacciato le scarpe, che sentì il campanello suonare dalla sua stanza.
Sentì la voce di sua madre e quella della Grifondoro. Sorridendo, scese di fretta le scale.
Lily ed Hermione erano sedute in salotto, a parlare vivacemente e a ridere.
Le raggiunse sul divano, e sorrise all’indirizzo della sua migliore amica.
“Ehy”
“Ehy a te”



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Cercherò di postare il secondo e terzo capitolo il prima possibile. Spero vi sia piaciuto quest'inizio.
A presto, Mary <3

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Capitolo 2
*** Famiglia ***


Ed eccomi con il seguito :)
Innanzi tutto, vorrei ringraziare Josephine Violet Montness, Lights, Kia85 e roxy_xyz che  hanno recensito la storia, maggyeberty che l'ha messa tre le preferite, Fiore_Appassito_ che l'ha messa tra le ricordate e laurarom89, jalilah, Irezz97, fefy88 e Alexy89 che l'hanno messa tra le seguite ^^
Allora... in questo secondo (e penultimo) capitolo troviamo esplicitati i primi due motivi che ho scelto (l'approvazione di Lily e James e la loro somiglianza ad Harry ed Hermione).
In realtà, è la prima volta che mi calo in un contesto simile; nonostante la cosa mi gasi un sacco, mi mette un po' a disagio perché mi sembra un po' troppo grande... spero che il risultato sia gradevole :)
Buona lettura!






II - Famiglia
 

“Tua madre è davvero molto simpatica”
Harry sorrise, sedendosi sul letto di fronte ad Hermione, alla sua scrivania.
“Anche tu le sei simpatica. Immagino sia normale, tra voi dello stesso genere”
“In che senso?” chiese Hermione, sospettosa.

“Tra voi so-tutto-io, ovviamente”
Harry scoppiò a ridere, mentre un cuscino lo mancava di un soffio.
“Pessima mira, Granger. Non ci siamo proprio come battitrice né cacciatrice… potrebbe provare come Cercatrice, ma la vedo difficile anche lì. A quel che si dice, i Grifondoro ne hanno uno imbattile… il più giovane da un secolo, e anche il più talentuoso”
“Ma davvero?” replicò Hermione, con un sorriso divertito “A me hanno detto che è un tipo che si dà un sacco di arie, invece”
“Ah, non saprei… però, si dice che sia veramente un bel ragazzo”
“Ah, sì?”
“Molto affascinante. Tutte le ragazze di Hogwarts sono ai suoi piedi”
“Tutte tutte?”
“Nessuna esclusa”
“A me sembra che tu ti sia perso per la strada un Prefetto”
Harry sorrise, alzando un sopracciglio “Anche lei è pazza di lui”
Hermione rispose al sorriso e scosse la testa, gettandosi di peso su di lui e colpendolo con un cuscino.
Harry ricambiò lo sguardo malandrino e ricambiò il favore.
“Permesso”
Lily entrò nella stanza, proprio mentre un cuscino colpiva in pieno la porta “Oh, scusate”
Hermione, praticamente stesa addosso ad Harry, arrossì violentemente.
“Oh, figuarati” rispose con una vocetta acuta.
Harry si morse le labbra per non scoppiare a ridere; si scambiò un’occhiata divertita con Hermione, poi si rivolse alla madre.
“Dicci pure, mamma”
“Volevo solo avvertirvi che il pranzo è quasi pronto”
“Scendiamo subito”
Lily sorrise radiosa, ed uscì dalla stanza chiudendosi la porta alle spalle.
I suoi limpidi occhi smeraldini (gli stessi occhi del figlio) luccicavano leggermente. Per un istante, le era sembrato di vedere se stessa e James mentre scherzavano perché lui la prendeva in giro per la spilla da Prefetto.
Sbattè le palpebre, e il suo sorriso si fece ancora più luminoso quando si rese conto che lo sguardo che Hermione rivolgeva a suo figlio era lo stesso che lei stessa rivolgeva a James da più di vent’anni.

*

“Gradisci ancora un po’ di arrosto, Hermione?”
“No, grazie signora… ehm, Lily” si corresse la ragazza, arrossendo e rispondendo al sorriso della madre di Harry.
Lily prese posto di fronte al figlio e alla sua amica, posando sul tavolo un vassoio contenente due porzioni di torta di melassa.
“Harry mi ha detto che sei anche tu del Grifondoro” esordì divertita “James ne sarebbe entusiasta”

Hermione annuì e ingoiò un pezzo del dolce prima di rispondere.
“Sì, anche se, da quel che mi dice Harry” e qui gli scoccò uno sguardo d’intesa “non credo apprezzerebbe molto il fatto che non sono una gran fan del Quidditch” aggiunse sorridendo colpevole.
“Oh, ma questo non è affatto negativo!” ribattè con energia Lily “Anzi! Io sono sempre stata sfavorevole all’ammissione di Harry nella quadra, il primo anno” affermò esasperata “Ma James non lo ha
mai capito. Lui e il Quidditch sono proprio in simbiosi, non c’è nulla da fare”

“Be’, conosco qualcuno di molto simile” replicò Hermione, sorridendo maliziosa ad Harry, che aveva appena finito di mangiare l’ultimo pezzo di torta.
Lily intercettò il loro scambio di sguardi, e si morse il labbro inferiore, euforica.
“Ho perso il conto di tutte le lettere che mi ha mandato la McGranitt in cui mi ha scritto che era stato colpito da un Bolide o…”
“…o che era caduto da trenta metri perché un Dissennatore aveva varcato i confini del castello, sì lo so” concluse Hermione, con la stessa aria esasperata che aveva Lily.
“E piantatela di dirmi che sono un impiastro” intervenne Harry, tra il seccato e il divertito.
“Buongiorno ragazzi!”
Harry si voltò a guardare la porta e vide il padre valcare la soglia, verso di lui.
“Ciao papà”
James superò il salotto, lasciando la borsa sul divano e si sedette di fianco al figlio, scombinandogli i capelli.
“Ciao amore. Lei è Hermione, un’amica di Harry”
James si alzò e sorrise alla ragazza, seduta all’altro lato di Harry.
“Piacere di conoscerti” disse sfiorandole la mano con le labbra in un gesto galante “io sono il padre di Harry, James”
Hermione scoppiò a ridere divertita “Piacere, io sono Hermione Granger, una compagna di Harry”
“Granger? Mhm… sei per caso parente di Jean Granger, del reparto di Applicazione della Legge sulla Magia?” le domandò, guardando in aria come per ricordare qualcosa che gli sfuggiva.
“No, non credo. Sono Babbana di nascita”
“Uh, come Lily! E sarai anche Grifondoro, immagino” aggiunse, raggiungendo il frigo per trafugare un po’ di torta di melassa avanzata dal pranzo.
Lily gli scoccò uno sguardo scettico, sospirando “Perché, se è Corvonero la cacciamo di casa?”
James sbuffò, risedendosi di fianco al figlio “Era solo per fare conversazione”
“Comunque, sì: sono Grifondoro” rispose ridendo Hermione.
“E prima che tu glielo chieda” riprese Lily minacciosa “odia il Quidditch”
James risputò un po’ del succo di zucca che stava bevendo. “No! Non è possibile”
Aveva un’aria così dispiaciuta che sembrava gli avessero appena comunicato che era stato sospeso il Natale.
“Ma non ti piace neanche un po’?”
Il suo tono era supplichevole, mentre univa le mani come per pregare, ignorando il cucchiaino tra le dita.
Hermione si morse le labbra per non scoppiare a ridere, ma fu Harry a rispondere.
“Lascia stare, papà. Lo detesta
James scosse la testa, sospirando con aria malinconica.
“E cosa fai quando la Domenica tutti vanno allo stadio? Non segui le partite?”
A quella domanda, Hermione sentì le guance arrossire. Cercando di ignorare il fuoco che ardeva sul suo volto, rispose con un tono che sperava fosse sciolto e disinvolto. “Oh, be’, vedo le partite, anche se non lo amo particolarmente. Tutti lo seguono, comunque, e mi fa pur sempre piacere che Grifondoro vinca”
Sapeva che Harry stava evitando di proposito il suo sguardo e la cosa non contribuiva di certo ad alleviare il suo imbarazzo.
“Anche Lily non ama il Quidditch” continuò dispiaciuto James, che sembrava non essersi affatto accorto del rossore che imporporava le guance di Harry ed Hermione “diceva di venire alle partite solo perché ci andavano tutti”
Il suo volto fu illuminato dallo stesso sorriso malandrino che aveva Harry quando combinava qualche guai “Ma in realtà veniva per vedere me” concluse ghignando.
Lily lo colpì con forza dietro la nuca, sgridandolo esasperata.
Hermione arrossì ulteriormente, felice che James fosse troppo impegnato a discutere con la moglie per rendersi conto di quanto fosse stato vicino alla verità.





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Allora... che ne dite? Vi è piaciuto? Spero non abbia tradito le attese :)
Tra l'altro, è anche la prima volta che mi calo nel comico (anche se appena accennato). Al prossimo ed ultimo capitolo, che spero di postare il prima possbile (Sabato m'inizia pure la scuola -.-").
Un bacio a tutti, la vostra Mary <3

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Capitolo 3
*** La festa di Seamus ***


III - La festa di Seamus

“Mi raccomando, non fate troppo tardi” ripetè Lily per l’ennesima volta “Mi affido soprattutto a te, Hermione” sorrise alla ragazza “Con Harry, le raccomandazioni, più che altro, sono un riepilogo di tutto ciò di cui farà il contrario”
Hermione annuì tra le risate: “Non preoccuparti, Lily”
“Spero verrai di nuovo a trovarci”
“Oh, volentieri”
“Sarà un piacere. E poi, è confortante avere un’altra donna per casa”
Entrambe scoppiarono a ridere, mentre Harry le raggiungeva nell’ingresso.
“Ok, allora noi andiamo mamma. Sta tranquilla” le disse, come ogni volta che usciva di casa. Le schioccò un delicato bacio sulla guancia e seguì Hermione lungo il vialetto che portava a casa di Seamus. Lily rimase sulla soglia ad osservarli incantata finchè, svoltando un angolo, non scomparirono alla sua vista.
“Quanto dista casa di Seamus?” chiese Hermione, stringendosi nella felpa scarlatta.
“Una decina di minuti, più o meno” replicò Harry.
Benchè fossero appena le nove, il cielo era già un manto scuro, illuminato dalla luce fioca e opalescente della luna quasi piena. L’oscurità della notte non lasciava spazio neanche ad una stella. Una brezza leggera e fresca si era levata e soffiava pigra tra le foglie dei maestosi salici che costeggiavano il vialetto.
“Sai, non sapevo fosse così bella, la tua piccola città” disse dopo qualche istante Hermione, guardandosi intorno incantata.
Harry sorrise, rivolgendo uno sguardo carico d’affetto al paesaggio che li circondava.
“Sì, io ci sono molto affezionato. Sai, non molto lontano da qui, c’è anche il mare. Qualche volta ci sono anche andato”
“Davvero? Non me l’avevi mai raccontato”
“Be’, non è venuto il discorso” si giustificò, sorridendo.
“Questa già l’ho sentita” sussurrò Hermione, pensierosa.
Harry scoppiò a ridere fragorosamente.
“Oh, sì che l’hai sentita! E sono certo che, mia cara Miss so-tutto-io, che ricordi anche quando”
Hermione rimase per un attimo a riflettere, osservando con espressione concentrata il facciale della chiesa che avevano appena superato.
Poi, improvvisamente ricordò.
Al quinto anno, il precedente, ad Hogwarts era arrivata un’insegnante inviata dal Ministero per la cattedra di Difesa contro le Arti Oscure. Poiché il ministro Caramell aveva deciso di estromettere. Silente a causa del potere che stava acquistando sempre di più e della sua popolarità, la professoressa, Dolores Umbridge, si era comportata in maniera dispotica e feroce, limitandosi a non insegnare la materia e punendo senza motivo le persone che si schieravano a favore del Preside.
Poiché sia James sia Sirius era noti al Ministero come essere molto vicini a Silente, Harry era stato una delle vittime preferite della Umbridge e i segni delle sue punizioni violente e senza scrupoli erano ancora impressi a sangue sul dorso della sua mano.
Quando anche Neville e Ron avevano cominciato a subire le sue angherie, Hermione aveva preso la decisione di intervenire. Era stata sua l’idea di fondare un gruppo segreto di Difesa clandestino, e per la prima volta nella sua vita, aveva violato le regole. Certo, non era una violazione vera e propria: non esisteva una regola che vietava un gruppo di studio del genere. O almeno, lei non era al corrente di quell’ennesimo decreto che aveva emanato la Umbridge e del quale Harry aveva fatto di tutto per tenerla all’oscuro,
Quando poi aveva dovuto confessarle la cosa, Hermione era rimasta sconvolta e anche parecchio arrabbiata, ma lui l’aveva liquidata con il suo solito sorriso malandrino e quella frase.
Non è venuto il discorso.
“Stupido!” esclamò, colpendolo al braccio.
“Ahia!”
“Te lo sei meritato! Per colpa tua, mi sono quasi fatta espellere!”
“Oh, andiamo Granger! Prendila con filosofia: sapevi perfettamente che non era regolare, quello che stavamo facendo”
Hermione arrossì, ma replicò altezzosa.
“Sì, ma non sapevo che lo fosse fino a quel punto”
“Questo non sminuisce la cosa: hai violato le regole” rise lui.
“Non riesco ancora a crederci”
“E non era neanche la prima volta: quante volte abbiamo girovagato di notte, senza permesso? E quando abbiamo derubato Piton nella sua cantina personale? Per non parlare del fatto che al terzo anno abbiamo proprio rischiato di brutto…”
“Ma non era colpa mia! Eri tu, che mi convincevi a farlo”
“Ah, ammettilo!”
“Cosa?”
“Che sei una cattiva ragazza”
Scoppiò di nuovo a ridere, della sua risata fresca e cristallina, contagiosa e dolce come una mora d’Agosto.
Hermione si fermò un istante ad ascoltare rapita quella melodia.
“Mai quanto te” ribattè poi, unendosi alla risata di Harry.
“Siamo arrivati”
Si avvicinò ad una piccola casa di un violento color verde bottiglia e bussò su una spessa porta di legno.
Passarono pochi istanti, poi una donna alta e slanciata, dal volto severo e intelligente, aprì la porta, sorridendo ai nuovi arrivati.
“Harry! Che piacere vederti”
“Anche per me, signora Finnigan” replicò lui, varcando la soglia con Hermione al seguito.
“Lei è Hermione, una nostra compagna di scuola”
“Piacere” esordì Hermione con voce sottile.
“Piacere di conoscere te, cara” sorrise di più “Venite, gli altri vi aspettavano”
Li guidò fino alle scale, fermandosi al primo pianerottolo.
“Io devo andare, vi lascio da soli. Conosci la strada, Harry”
Harry annuì, ricambiando il sorriso e salì lungo gli scalini di legno.
"
Buon compleanno, Seamus"

*

“Nev, spostati immediatamente: lì ci dormo io!”
“Te lo scordi, Ron”
“Nev, hai due secondi”
“Voglio proprio vedere”
"Neville…"
“Sto tremando di paura…”
Ron afferrò un cuscino dal letto al centro del contenzioso e si scagliò selvaggiamente contro Neville, che reagì coprendosi con un altro cuscino.
Dean sospirò esasperato, rivoltando gli occhi al cielo.
“Stop!”
L’urlo di Seamus li fece trasalire tutti: Ron e Neville si bloccarono a mezz’aria, con i cuscini ancora branditi a mezz’aria.
“Ron, tu e Dean dormite qui. Neville, tu stai in camera mia. Harry, condividi il letto nella stanza gialla con Hermione”
Ancora in preda alle risate, ognuno di loro si procurò un cuscino e si diresse verso la camera assegnata, gettandosi di peso sui propri letti.
“Non prenderti tutto lo spazio”
“Ma se ancora mi devo stendere” la rimbeccò Harry, stendendosi al suo fianco nel letto a una piazza e mezza al centro della stanza gialla.
“Meglio essere preventivi con te” sorrise divertita.
Harry rispose al sorrise e la guardò con attenzione: indossava un pigiama estivo a gamba lunga e maniche corte, di un chiaro rosa antico. Portava i capelli crespi legati in alto, dietro la nuca, con una ciocca che le cadeva su un lato del viso.
“Quand’è che posso ritirare i risultati?”
Harry sbattè le palpebre, rinsavendo.
“Di cosa?”
“Della radiografia”
Harry sospirò e sorrise, ironico.
“Ma che simpatica, Granger”
La risata di Hermione gli riempì le orecchie. La osservò di profilo, e non potè fare a meno di notare un ciondolo appeso al suo collo: era la sua medaglietta portafortuna, che James gli aveva regalato alla prima partita di Quidditch. Quando, al terzo anno, i Grifondoro avevano vinto la Coppa, Harry gliel’aveva regalata.
“La porti ancora” disse stupito.
Hermione arrossì, poi seguì il suo sguardo, e osservò a sua volta la medaglietta.
“Oh… be’, sì” balbettò a disagio.
Harry sorrise del suo imbarazzo e rimase ad osservarla ancora.
Dalla finestra in alto, un unico raggio di luna illuminava il suo volto roseo, così chiaro da sembrare tempestato di brillanti. Le guance risaltavano nella loro sfumatura scarlatta, e gli occhi color cioccolato apparivano luccicanti come le stelle che nel cielo non c’erano. Istintivamente, si mise a pancia in giù e si sporse verso di lei.
“E tu, porti ancora il pegno d’amore della Chang?”
Harry sentì le labbra incurvarsi in un sorriso spontaneo; vide lo sguardo di Hermione rivolto ostinatamente verso il soffitto.
Hermione si stava riferendo al boccino che Cho aveva regalato ad Harry al loro primo mese di fidanzamento. Era il boccino della finale del terzo anno, che Cho aveva recuperato, clandestinamente.
Approfittando del fatto che non lo guardasse, parlò con voce accattivante e disinvolta.
“Be’, lo conservo affettuosamente” disse con leggerezza.
Le gote di Hermione si arrossarono ulteriormente; eppure, quando parlò in tono disinteressato, respirando con un velo di nervosismo.
“Bene! Dopotutto, siete stati sempre molto legati”
“Infatti” ribattè Harry, sempre con lo stesso sorriso canzonatorio.
“Non pensavo fossi così gelosa” aggiunse dopo alcuni istanti di silenzio.
Hermione avvampò ancor di più; ormai, era quasi viola.
Gelosa?! Non sono affatto gelosa… stavo solo facendo alcune osservazioni”
“Certo, certo”
Finalmente, volse lo sguardo verso di lui: i suoi occhi emanavano scintille.
“Senti, se tu sei tanto in intimità con quella…”
Ma prima che potesse terminare la frase, le labbra di Harry erano finite sulle sue, dischiudendole con forza e delicatezza stravolgenti. Le sue mani finirono sul collo di lei, dietro la nuca ad accarezzarle il capo, dietro la schiena ad attirarla a sé.
E per la prima volta nella sua vita, Hermione si dimenticò del tutto della ragione; agì con il cuore. Poggiò le mani sul petto di Harry, avvicinandolo maggiormente.
Così vicini, sentiva il battito del cuore di Harry contro il suo, fuori controllo allo stesso modo, percepiva i loro profumi confondersi e inebriandoli a vicenda.
“Sei uno stupido, Potter”
“Sei una sciocca gelosa, Granger”
Aggrottando le sopracciglia, Hermione gli lanciò uno sguardo scettico.
“La Chang può anche sparire”
“Ha violato le regole, per me. Ha recuperato quel boccino, perché ci tenevo, anche se era contro le regole”
Il suo tono era divertito, intenzionalmente provocatorio.
“Anch’io l’ho fatto. E lo rifarei altre mille volte; per te, farei qualsiasi cosa”
Harry sorrise dolcemente, e le spostò quella ciocca crespa e ribelle dietro un orecchio.
“Sapevo che mi avresti fatto perdere la testa”
Hermione sorrise di nuovo, affondando tra le sue braccia, lasciandosi cullare in quell’oblio di dolce armonia.



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Ed ecco finalmente il finale della mia Armony!
Si tratta della prima FF che concludo (ne ho una long in attività) :D
Tra tutti, questo è stato il capitolo più difficile in assoluto: per gli altri, avevo un'idea, anche se non troppo chiara, di quello che sarebbe successo. Su questo, invece, zero totale.
Per fortuna, poi, l'ispirazione è arrivata (anche se un po' tardi) -.-
Spero, comunque, che il risultato sia gradito; a me, personalmente, non dispiace troppo ^^
La parola finale, credo sia evidente, è un chiaro richiamo al titolo che a sua volta richiama la ship *-*
In questo capitolo, ho voluto spargere un po' il terzo motivo dell'Auror-Ship che ho scelto, cioè la capacità di Hermione di violare le regole, per Harry.
Prima di chiudere, voglio ringraziare tutti quelli che hanno recensito, seguito, ricordato o preferito o anche solo letto questa storia: grazie di cuore <3
Un bacio, e alla prossima. Mary <3

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