Obsession

di TheBird_In_TheCage
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Verità svelate ***
Capitolo 3: *** Caffè freddi e aspre vecchiette ***
Capitolo 4: *** AVVISO ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Obsession
-Prologo-


<< Ecco a lei, bella signorina. Buona giornata! >>
Temari accennò un sorriso alla vecchia barista rugosa, afferrando i due frullati che le porgeva da dietro il pesante bancone di mogano. << Grazie mille! >> la ringraziò, prima di uscire dal piccolo locale appartato e venire inondata dai caldi raggi del mattino. Gli occhi smeraldini, così verdi da far invidia a un felino e incastonati nel suo viso di porcellana, brillavano come gemme alla luce del giorno, senza riflettere la preoccupazione che da lì a qualche settimana le attanagliava le viscere. 
Se non si presenta neanche questa volta, giuro che lo vado a tirare fuori di casa a suon di pugni in testa!, si disse tra sé e sé, arriccinado le labbra sottili in una smorfia stizzita. Sapeva che il suo ragazzo le nascondeva qualcosa, e non riusciva a sopportarlo. Shikamaru, infatti, non era di certo il tipo da nascondere segreti a qualcuno, soprattutto a lei, non perché fosse troppo onesto per farlo, ma per il semplice motivo che non era capace di tenere nascosto nulla. A confermare questa teoria, era stato il suo strano comportamento nell'ultimo mese: le chiedeva di uscire, ma dopo qualche minuto dall'ora dell'appuntamento, ovvero quando la povera Temari era ormai arrivata sul posto, riceveva un messaggio sul cellulare con su scritto che lui non poteva presentarsi e che gli dispiaceva da morire.
Temari scosse il capo, come per liberarsi da una mosca fastidiosa: non era il momento di pensare a certe cose, lui le aveva assicurato che questa volta sarebbe venuto, a costo di annullare tutti i suoi presunti impegni improvvisi. Con un sospiro carico d'ansia trattenuta, Temari guardò a destra e a sinistra, un gesto che ormai le veniva naturale prima di attraversare qualsiasi tipo di strada. I corti ciuffi biondi, legati in quattro bizzarri codini dietro la nuca, le accarezzarono la fronte aggrazziata, sospinti dal leggero venticello estivo, mentre con passo svelto passava esattamente nel mezzo delle strisce pedonali che portavano all'entrata verdeggiante del parco.
A Temari era sempre piaciuto piaciuto quel tranquillo pezzo di verde che sorgeva nel centro di Konoha. Da quando si era trasferita da Suna, appena due anni prima assieme ai suoi fratelli e a suo zio Yashamaru, era stato il primo posto in assoluto che aveva apprezzato per davvero. Cosa molto difficile per una ragazza complicata come lei, strettamente legata al suo paese d'origine. Ma non aveva potuto opporsi al trasloco: era meglio così, in fondo. Qualche volta, le diceva suo padre con quel suo tono serio, è meglio lasciarsi certe cose alle spalle e cominciare una nuova vita, per non essere frenati dagli avvenimenti del passato. E, a suo malgrado, sapeva di averne maledettamente bisogno.
Temari si sedette su una panchina di ferro battuto, completamente ricoperta di graffiti, e poggiò i frullati in mezzo alle gambe magre. C + M = xsempre!, recitava una di quelle scritte, spiccando tra tutte grazie al suo colore verde brillante. Intorno a lei, qualche albero di ciliegio presentava già i rosei boccioli, pronti a schiudersi a Marzo, nell'annuale fioritura. 
Temari sorrise divertita al ricordo dell'anno passato, quando Shikamaru le aveva proposto di andare a vedere quel meraviglioso spettacolo insieme. Era stato il loro primo appuntamento ufficiale, cosa che l'aveva lasciata a bocca spalancata per lo stupore appena l'aveva visto apparire di fronte al suo appartamento con un broncio imbarazzato. Il perché? Be', le era sembrato che Shikamaru si accontentasse di vederla solo durante le lezioni o assieme agli altri, in un'uscita di gruppo, e quindi si era ormai convinta di dover essere lei la prima a chiedergli un'appuntamento. Poi, a dirla tutta, era ben consapevole che il suo ragazzo era un dichiarato pesaculo, alias bradipo, come spesso lo chiamava con tono scherzoso lei, vedendolo appisolarsi nei momenti più disparati.

Nya nya, messaggio! Nya!

Temari sentì un improvviso crampo allo stomaco al suono della suoneria del suo cellulare. Fece un gran respiro, spostando i frullati di banana a terra, accanto ai suoi stivaletti di pelle nera. Tirò fuori dalla tasca dei pantaloni il cellulare che ancora vibrava per avvisarla del messaggio appena ricevuto. Sullo schermo lampeggiava la scritta a grandi lettere: Messaggio da Shika!
Non guardò mai quel messaggio, ma si limitò a cancellarlo immediatamente cliccando sul tasto destro. Dopodiché, si infilò nuovamente il telefonino nei jeans attillati e si sistemò con le mani la camicetta di raso nera, incamminadosi verso l'uscita del parco proprio mentre una bambina che teneva per mano la madre le passò di fianco, andando nella direzione opposta.
Questa volta non la passi liscia, pensò furiosa, gonfiando con enfasi il seno prosperoso come se fosse sospinto all'insù da una forza sconosciuta.
I frullati rimasero nel parco, ai piedi della panchina, mentre lei si accingeva a raggiungere la casa del suo ragazzo per sistemare quella faccenda una volta per tutte. 



Spazio dell'autrice, SadGirl90.
Ehi, guarda un po' chi si rivede! :D
Sono davvero felice di essere tornata, mi è mancato da moooorire non pubblicare nulla per mesi!
Ma sapete, volevo scrivere qualcosa di più elaborato, per voi, e per me, per migliorare, lo ammetto! :)
Allora mi son scritta tutta la trama a punti, così, in pratica, devo solo seguire quello che ho già buttato giù su carta, capitolo per capitolo!
Che dire? Spero che questo inizio vi abbia incuriosito, almeno un tantino! Eheh! Cosa nasconde il nostro Shika? Lo scoprirete davvero presto, ve lo assicuro!
Quando aggiornerò? Tutti i venerdì! Non dovrei avere problemi questa settimana, però non si sa mai, cambio connessione, quindi spero proprio di non tardare per la data prevista! -Arg, sembrò proprio Shika se dico così! (:
Ultima cosuccia e poi vi lascio in pace: Recensite, perfavore! Ce l'ho davvero messa tutta! Ovviamente se c'è qualcosa che non vi convince, segnalatemelo! Sarò contenta di sentire ogni vostro parere riguardante la mia storia. :)
Baci, Giulia. <3


 

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Capitolo 2
*** Verità svelate ***


Obsession
Capitolo 1
 -Verità svelate-


 
 
<< Shika? Cosa è successo? Ho sentito un tonfo e- >>
Shikamaru si lasciò cadere pesantemente all'indietro, facendo ondeggiare il nudo materasso sotto il suo corpo. << Niente mamma, mi è solo caduta una cosa... >>
Yoshino fece capolino dalla porta socchiusa. Aveva la fronte corrucciata e gli occhi castani leggermente spalancati. << Sicuro che vada tutto bene? >> chiese con un filo di voce, affacciandosi nella camera del figlio. Qualche ciocca scura le scivolò sulle guance, celandole in parte il viso magro.
<< Sì. >> rispose il ragazzo, mantenendo lo sguardo fisso sul soffitto.
<< Va bene. >> disse un po' esitante Yoshino. Poi riprese con più convinzione. << Io e tuo padre dobbiamo andare a ritirare le ultime cose, sai, per assicurarci che tutto sia a posto per domani mattina. Ti ho lasciato del cibo da scongelare nel lavandino, per il pranzo. >> Restò a osservarlo ancora per qualche secondo, ma Shikamaru non si mosse e non parlò. Alla fine Yoshino scosse la testa e richiuse la porta, lasciando il ragazzo nuovamente da solo.
Shikamaru si tirò a sedere appena sentì la macchina dei suoi genitori mettersi in moto e attraversare il corto vialetto di casa. Si sedette sul bordo del letto, portandosi le mani al viso e appoggiando i gomiti sulle ginocchia piegate. Si sentiva come uno di quei bambini codardi e immaturi, incapaci di prendersi le proprie responsabilità. Come poteva mentire così spudoratamente a una delle persone più importanti della sua vita? Eppure, la soluzione era molto semplice. Gli sarebbe bastato riferire tutta la verità a Temari, dirle che non era colpa sua, che non si poteva fare nulla per il momento, e lei avrebbe capito, anche se tristemente. Ma c'era qualcosa che glielo impediva, e Shikamaru si odiava per questo: Il solo pensiero di vedere i suoi occhi verdi pervasi da un dolore muto e pregni della delusione profonda procuratale da tutte le sue bugie, gli dava il voltastomaco.
Sbuffò, nell'inutile tentativo di buttar fuori tutti i suoi problemi, e fece scivolare lo sguardo verso la scrivania di pesante legno pregiato, spoglia dei libri che una volta si ammassavano sulla sua cima. Appena sotto di essa, il suo cellulare giaceva immobile e silenzioso, illuminato sporadicamente dai raggi del sole che penetravano dalla veranda semiaperta. Per un attimo aveva creduto che distruggendolo sarebbe riuscito a ridurre in mille pezzi le decine di bugie che aveva rifilato a Temari per tutte quelle settimane, aggiustando l'intera situazione. Ma quello era ancora lì, funzionante e senza neanche un graffio. Proprio come la sua disastrosa vita.
L'improvviso rumore della porta di casa che si richiudeva lo fece sobbalzare, destandolo dai suoi pensieri. Possibile che i suoi genitori fossero già tornati? 
Prima che potesse formulare altre idee, sentì dei passi frettolosi avvicinarsi alla sua camera, dei tacchi colpire il lucido pavimento del corridoio. Shikamaru balzò in piedi, preparandosi a dire a sua madre che voleva restare un po' da solo, a riflettere. In fondo, non chiedeva troppo, giusto?
Per un attimo tutto tacque e Shikamaru immaginò che sua madre si fosse fermata al di fuori della sua stanza, indecisa se entrare o no. Ma quando la porta venne spalancata con un colpo secco, quasi non cadde a terra per lo stupore.
Davanti a lui non c'era Yoshino. C'era lei.
Temari lo fissava tra lo sconcerto e la rabbia, indecisa su quale domanda porgli per prima. Stava in piedi proprio sulla soglia, facendo guizzare i suoi occhi felini da una parte all'altra della camera, come se quello che gli si poneva davanti fosse l'esatto opposto di tutte le cose che mai si sarebbe aspettata di trovare una volta arrivata lì. 
Poi Shikamaru lo vide, lo sguardo che voleva evitare. 
Temari gli si avvicinò con cautela, quasi avesse timore di farlo fuggire, mentre nei suoi occhi si susseguivano mille emozioni diverse. Shikamaru vide chiaramente la confusione sostituirsi alla furia ceca di poco prima, per poi trasformarsi in consapevolezza e delusione.
<< N-Non capisco... Shika, perché la tua stanza è... perché casa tua è così dannatamente vuota?! >>
 
***
 
Temari strinse i pugni. Cosa diamine stava succendendo?
Era arrivata davanti alla villetta dei Nara praticamente correndo, e con sua grande sorpresa, aveva trovato la porta principale socchiusa. Con un brutto presentimento che cominciava a crescerle dentro, Temari aveva bussato ugualmente, aspettandosi di essere accolta da Yoshino o Shikaku, come al solito. Ma quasi immediatamente aveva capito che non erano in casa. Così era sgusciata dentro senza troppi complimenti, trovandosi di fronte uno spettacolo quasi surreale: Una motagna di valigie strapiene ammassate sul piccolo sofà rosso cremisi del salotto. Sconvolta, si era precipitata verso la camera del suo ragazzo, in cerca di spiegazioni, e l'aveva trovato lì, immobile in mezzo alla stanza. Shikamaru l'aveva guardata come se avesse visto un fantasma, pallido e con delle occhiaie scure a marcargli gli occhi color nocciola. Temari non ci aveva messo molto a fare due più due, dopo aver constatato che anche la sua stanza, come il resto della casa, era più vuota del normale. Ma non poteva crederci. Shikamaru non le avrebbe mai mentito su una cosa tanto importante. No?
<< Shika, vuoi rispondermi? Cosa- >>
<< Temari, come sei entrata in casa? >>
Temari inarcò un sopracciglio fine, indecisa se mettersi a urlare o se prenderlo a schiaffi.  Alla fine disse: << C'era la porta aperta. Forse i tuoi si sono dimenticati di chiuderla. >> fece una breve pausa e gli occhi le caddero sul letto privo di lenzuola. << Ma non è questo il punto. Shika, cazzo, cosa succede?! >>
Shikamaru abbassò lo sguardo, portandosi una mano dietro la nuca fino a sfiorare con le dita ossute il codino che si ergeva dritto sul capo. << Mi dispiace. >> disse asciutto, non osando fissarla.  
Temari aprì la bocca per dire qualcosa, ma non ne uscì alcun suono. << Cosa intendi, tu... >> mormorò confusa. La testa le girava e sentiva il cuore martellarle nel petto a un ritmo impazzato. Una parte di lei sapeva bene cosa stava succedendo, ma un'altra parte, quella più ingenua e speranzosa, cercava in tutti i modi di negare l'evidenza della situazione.
Shikamaru le si avvicinò, cauto, e le mise le mani sulle spalle. Temari non si mosse, limitandosi a fissarlo con gli occhi verdi spalancati, mentre qualche ciuffo biondo le copriva la fronte corrucciata. << Tem, io... Non volevo dirti tutte quelle cazzate, ma non avevo il coraggio. Non ce la facevo. Perdonami. >> Shikamaru non parlò per qualche minuto, ma vedendo che Temari non accennava a rispondergli, proseguì. << Devo traslocare a Iwagakure, dalla madre di mio padre. Qualche settimana fa ha telefonato a casa, dicendo che ha un urgente bisogno di aiuto, che non ce la fa più da sola. Mio padre non poteva rifiutare, è il suo unico figlio. >> Shikamaru trattenne il respiro. Si aspettava un pugno, un calcio, una qualsiasi reazione. Ma Temari si limitava a fissarlo negli occhi, indecifrabile.
<< Tem, ti prego, dimmi qualcos- >>
<< Non ci posso credere! Tu mi hai mentito per tutte queste settimane! >> sbottò d'un tratto Temari, additandolo. Poi tacque per qualche momento, in viso un'espressione scandalizzata. << Cos'avevi intenzione di fare se non fossi venuta qui? Di andartene senza dire una parola, magari telefonandomi dopo diversi mesi per dirmi "Ehi! Sono a Iwagakure, credo che non ci vedremo per un bel po'!" >> Adesso Temari stava urlando. Sentiva le lacrime premerle agli angoli degli occhi, impazienti di uscire e scivolarle sulle guance. Ma non avrebbe pianto davanti a lui. Mai. Ne andava del suo orgoglio.
Senza preavviso, Shikamaru l'attirò a sé, stringendola al petto. Amava sentire le sue braccia colme del corpo di lei, anche in momenti come quelli.
<< Maledetto, lasciami! >> protestò Temari, rifiandogli qualche strattone. 
Lui scosse il capo, aumentando la stretta dell'abbraccio. << Tem, mi dispiace, dico sul serio. Ora stai ferma, ti prego. >> mormorò con tono piatto, senza accennare a mollare la presa.
Temari si calmò dopo poco, come ammansita da quelle parole. Era inutile agitarsi tanto, ormai era fatta. Certo, era ancora parecchio furiosa, ma non sapeva neanche quanto tempo le rimaneva da trascorrere insieme a lui. Non le sembrava giusto passare gli ultimi attimi a litigare. Già una volta aveva fatto quello stesso errore, con l'unica differenza che non aveva idea che quelli sarebbero stati gli ultimi minuti con i suoi genitori. << Quando parti? >> sussurrò contro la maglietta a maniche corte del ragazzo. Shikamaru fece un sorriso storto. << Domani mattina. >>
Temari ebbe un sussulto, scostandosi velocemente dal petto del ragazzo per guardarlo meglio in viso. << Scommetto che non tornerai in tempo per iniziare scuola, il prossimo mese. O sbaglio? >> Non era una domanda, ma una constatazione. Sapeva già la risposta.
Shikamaru annuì con sguardo triste. << Un vero schifo. Inizierò una nuova scuola lì, sempre nella seconda classe. Tu invece sarai in terza, quest'anno, giusto? >>
Temari ridacchiò. << Sì, proprio così.  Mi toccherà sopportare l'entusiasmo di Naruto da sola. Povera me... >>
Anche Shikamaru rise. Ma era una risata nervosa e tesa. << Senti, Tem, che ne dici se ci sentissimo per telefono, dopo che sarò partito... cioè... io non ho nessuna intenzione di interrompere la nostra... come dire... relazione? >> Era serio adesso. Nessuna traccia di divertimento ad ammorbidirgli il viso. Le sue labbra erano contratte in una linea retta: temeva la sua risposta.
Per un attimo gli occhi di Temari parvero addolcirsi, poi tornarono fissi su quelli nocciola di lui. << La sera. >> disse convinta, incrociando le braccia sottili sotto il seno florido. 
<< C-Cosa? >>
<< La sera. >> ripetè Temari, piegando un po' la testa di lato. Diversi ciuffi chiari le scivolarono sugli occhi smeraldini, conferendole un aspetto grazioso, in contrasto con il suo tono ponderato. << Potresti chiamarmi tutte le sere. Va bene? >>
Shikamaru annuì, un po' scettico. << Mh. >>
Una leggera brezza penetrò dalla finestra aperta, portando con sé un delicato profumo di fiori. Temari si girò lentamente, allontanandosi da Shikamaru e dirigendosi verso la porta aperta della camera. << Be'... Allora, buon viaggio. >> sussurrò dandogli le spalle.
Shikamaru l'afferrò per un braccio, sorpreso, costringendola a voltarsi. << Aspetta! Dove vai? >> 
Temari fece spallucce, mantenendo lo sguardo basso, fisso sugli stivaletti di pelle nera che portava ai piedi. << Ho detto ai miei fratelli che avrei cucinato io, dato che mio zio lavora fino a tardi. Quindi credo che debba andare, adesso. >> 
<< Oh... >> mormorò Shikamaru, accigliato, continuando a tenere stretto il polso della ragazza. Non possiamo lasciarci così, pensò Shikamaru in preda al panico, devo fare una cosa prima
<< Ancora un attimo, Tem. >> le sussurrò con un filo di voce, attirandola nuovamente verso di sé, senza darle il tempo di protestare. Le loro labbra si incontrarono in un bacio caldo, straziante e le loro lingue si accarezzarono con dolcezza e aspettativa. Temari gli prese il viso tra le mani, e Shikamaru fece lo stesso. Restarono così per diversi interminabili minuti, poi Temari interruppe quel contatto con un leggero sorriso a incresparle le labbra rosee. << Mi mancherai, pesaculo che non sei altro. >> gli disse divertita, carezzando con il suo respiro le labbra socchiuse del ragazzo.
Shikamaru la squadrò, fingendosi infastidito. << Ah, ah, seccatura, molto divertente. >> borbottò con un sorriso.
E Temari in quel momento si sentì più tranquilla: Cos'era, in fondo, un problema dozzinale come la distanza, paragonata allo speciale rapporto che li univa? 


Spazio dell'autrice, SadGirl90.
Sì, ok, fa tremendamente pena e sono andata un po' OOC con Shika. Ma continuo a pensare che lui avrebbe agito così, mi dispiace se vi ho deluso! çAç
Comunque, tornando seri, spero davvero di non averti fatto venire la nausea con questo capitolo. 
Va be'! Nel prossimo vedremo il ritorno a scuola di Tem, la comparsa di nuovi personaggi e la nuova città di Shika! 
Chiarimenti: Shikamaru frequenta la seconda classe della scuola superiore di secondo grado. Temari la terza classe, essendo più grande. Ho usato il programma scolastico tipico del Giappone, quindi nella mia storia il periodo della scuola va da Aprile a Marzo.
Conto di ricevere qualche recensione lo stesso, il vostro parere mi è sempre gradito, e ringrazio tutti i precedenti recensori del prologo, chi ha messo "mi piace", chi l'ha messa nei seguiti e nei preferiti. Grazie di cuore.
Baci, Giulia.
P.s. aggiornamento previsto sempre per venerdì, salvo imprevisti. <3





 

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Capitolo 3
*** Caffè freddi e aspre vecchiette ***


Obsession
Capitolo 2
-Caffè freddi e aspre vecchiette-


 

<< Oh, Tem, mi dispiace, i-io l'ho saputo solo oggi e- >>
<< Lascia perdere, Hinata, non ti preoccupare. Shikamaru è dovuto partire in fretta, è già tanto che sia riuscito ad avvisare me per tempo. >> Temari sorrise gentile all'amica, allungando il braccio sinistro per passarle una bustina di zucchero da versare nel suo caffè freddo. Hinata ricambiò con una smorfia imbarazzata, arricciandosi una ciocca scura tra le dita sottili e pallide. 
Quel martedì pomeriggio nel cielo di Konoha si ergeva un sole caldo e intenso. Temari era seduta dentro il suo bar preferito, con una tazzina di cappuccino in mano e con la sgradevole, quanto strana, sensazione che stare in compagnia della sua migliore amica non fosse stata una così grande idea. 
Aveva chiesto di uscire a Hinata subito dopo aver accompagnato Shikamaru alla stazione, quella stessa mattina, pensando che parlare con qualcuno le avrebbe impedito di rattristarsi come una di quelle ragazzine malate d'amore che tanto detestava. 
Ma evidetentemente aveva fatto male i calcoli. 
Tutto quelle parole riuscivano solo a farla infuriare ancora di più nei confronti del suo ragazzo. Come diavolo aveva potuto mentirle così?
Hinata infilò la bustina ormai vuota sotto la tazzina colma di caffè, tornando poi a fissare Temari con il suo solito sguardo timoroso. << Non mi sarei mai aspettata una sua partenza così improvvisa. Mi sembra... strano che non sia riuscito ad avvisare tutti qualche giorno prima. >> fece una breve pausa, nella quale sorseggiò il suo caffè freddo. << P-però, forse, non ha avuto alcun modo di farlo, come hai detto tu... >> concluse con tono pensieroso la ragazza, picchiettando timidamente tra loro le unghie smaltate di un tenue rosa pastello. 
Temari scrollò le spalle, evasiva. Aveva promesso a Shikamaru che mai per nessun motivo avrebbe svelato la verità ai loro amici, cioè che non aveva avuto la forza di dire che presto si sarebbe trasferito, spiegando a tutti che sua nonna aveva avuto un attacco di cuore e che quindi, di conseguenza, la sua famiglia era stata costretta a trasferirsi in fretta e furia a Iwagakure, senza aver avuto il tempo di avvisarli e salutarli. Dalla sua parte, Shikamaru aveva avuto anche i suoi genitori, che veramente non avevano avuto un secondo libero per avvisare i loro conoscenti.
Sei un bugiardo, Nara, pensò incollerità Temari, scostandosi malamente qualche ciocca chiara dagli occhi verde giada e portandosi alle labbra il cappuccino fumante. Per quanto amasse Shikamaru, e per quanto fosse riuscita a trattenersi nel fargli una scenata coi fiocchi prima di lasciarlo andare e non rivederlo più per chissà quanto tempo, la rabbia che provava verso il suo comportamento da codardo sembrava non voler svanire. Anzi. Pareva quasi superare il dolore che la consapevolezza di non averlo più vicino le procurava.
<< T-Tem, ho d-detto qualcosa di sbagliato? >> le chiese Hinata, avvampando nell'eventualità di aver offeso l'amica. I suoi lunghi capelli corvini le scivolarono sul viso arrossato, mentre imbarazzata incassava la testa fra le spalle magre, coperte da un maglione largo e scolorito.
Temari si accorse solo il quel momento di fissare con sguardo accigliato la superficie schiumosa del suo cappuccino e di non aver risposto alle numerose domande che Hinata le stava rivolgendo. Scosse la testa, riportando nuovamente la sua attenzione alla ragazza. << Oh no, scusa, ero sovrappensiero! Sai, ho un sacco da fare, questa sera. Zio Yashamaru lavora di nuovo fino a tardi, quindi mi toccherà preparare da mangiare ai miei fratelli! >> buttò lì, ridacchiando nervosamente. 
Hinata la osservò confusa con i suoi profondi occhi lillà, accennando un sorriso per non farle capire che considerava il suo comportamento alquanto bizzarro e preoccupante. << Temari, se c'è qualcosa che non va, puoi sempre parlarne con me... s-se vuoi...? >> sussurrò la ragazza con un filo di voce.
Temari sospirò, distendendo le gambe sotto il tavolino tondeggiante del bar. << Mh. >> Non poteva nascondere qualcosa di così importante senza destare sospetti, non a Hinata, almeno. 
Hinata era la sua migliore amica da ben due anni, proprio perché di lei sapeva tutto. All'inizio, nessuno si sarebbe mai immaginato che tra loro sarebbe potuta nascere un'amicizia di alcun genere, tantomeno un affiatamento così stretto. Erano ragazze dallo stile di vita e dal temperamento completamente diverso: Hinata vestiva sempre con abiti sformati e vecchi, che davano l'impressione di vedere una bellissima rosa blu immersa in un antico vaso rotto e scheggiato. Temari sapeva che lo faceva per nascondere il suo seno abbondante dagli sguardi indiscreti del sesso maschile, perché Hinata aveva per natura un carattere timido e pudico, e quasi niente le dava più vergogna di rendere visibili le sue grazie al resto del mondo. Temari, al contrario, non che vestisse con scollature troppo vertiginose, ma non disdegnava mettere in mostra il suo corpo perfetto e giovane quanto quello dell'amica, mentre il suo carattere era, se non completamente, quasi l'opposto di quello della Hyuuga. Insomma, erano l'una il contrario dell'altra. 
Ma, come si dice molte volte, l'apparenza inganna. 
Temari e Hinata erano legate da una situazione famigliare ugualmente difficile, e questo le aveva rese subito compatibili. Hinata viveva insieme al padre e ai due cugini in una grossa villa sfarzosa, e più volte, da bambina, si era ritrovata a far da madre alla più piccola, Hanabi, dovendo subire l'odio ingiustificato del genitore e il disprezzo del cugino Neji. Temari, invece, dopo la morte di entrambi i genitori in un incidente d'auto, aveva dovuto prendere in mano le redini della sua famiglia, assieme allo zio Yashamaru, e aveva dovuto obbligare se stessa a mostrarsi perennemente forte di fronte ai suoi fratelli minori, da brava sorella maggiore.
Temari si umettò le labbra con la lingua e, dopo un breve silenzio, aggiunse: << Ok, Hina, ma non dirlo agli altri. L'ho promesso. >>
 
***
 
<< Shikamaru, mi raccomando, quando la nonna verrà ad aprire, salutala e non mostrarti troppo scocciato! >> gli spiegò per l'ennesima volta Yoshino, sollevando l'ultima valigia dal marciapiede. Dopodiché, senza aspettarsi una risposta dal figlio, si addentrò nel corto vialetto che conduceva a una villetta dall'aspetto incredibilmente anonimo.
Shikaku si batte il palmo sulla fronte, esasperato, seguendo la moglie con passo strascicato. << Cara, gliel'avrai ripetuto almeno dieci volte nell'arco della giornata! >>
La donna alzò le spalle e inarcò un sopracciglio, lasciando cadere il borsone sull'uscio della casa che si stagliava imponente davanti alle loro figure, illuminata dalla luce aranciata del tramonto. << Una volta in più non fa mai male, no? >>
Shikamaru sbuffò, sul viso la sua caratteristica espressione annoiata. Dopo aver salutato Temari per l'ultima volta, quella mattina stessa, l'intero viaggio in treno gli era sembrato ancor più deprimente e doloroso di quanto lo sarebbe già stato in condizioni normali. Almeno, riflettè nel vago tentativo di consolarsi, la città non era poi così male come se l'era immaginata nei suoi peggior incubi. Faceva più freddo che a Konoha, questo era vero, ma le alte montagne frastagliate che circondavano le numerose piccole abitazioni immerse nel verde, gli infondevano un piacevole senso di protezione.
<< Mh, forse dovreste bussare, non credo che verrà ad aprire qualcuno se nessuno di voi due si sbriga. >> borbottò burbero Shikamaru, notando che i propri genitori non accennavano a voler schiacciare il campanello posto esattamente all'altezza del loro naso. << Insomma, cosa c'è che non va adesso?! >> 
<< E' che... >> bisbigliò Yoshino, spostando il peso da un piede all'altro. D'un tratto aveva perso tutto il suo entusiasmo. << Non so... >>
Shikaku si grattò la fronte e deglutì. 
<< Al diavolo! >> grugnì Shikamaru scuotendo il capo e premendo con forza il campanello della villetta. Un trillo squillante si diffuse nell'aria e il ragazzo vide chiaramente i suoi genitori impallidire. Anche dopo che ebbe spostato il dito dal pulsante e il fastidioso suono tacque, Shikaku e Yoshino non osarono muovere un muscolo. Pochi secondi dopo, si sentirono dei passi lenti provenire dall'interno dell'abitazione, avvicinarsi alla porta d'entrata e fermarcisi esattamente di fronte. Poi un rumore frenetico di chiavi che venivano smosse da mani veloci. Alla fine si udì il clic della serratura e la porta si aprì con un inquetante cigolio.
Davanti a loro, una vecchina dall'aspetto burbero e severo li fissava con minuscoli occhietti neri iniettati di sangue. Si reggeva a un bastone simile a un ramo di quercia e i suoi lineamenti trasmettevano un qualcosa di stranamente... profondo. Sì, quello era l'aggettivo migliore, si disse tra sé e sé Shikamaru, fissando stupito e curioso l'anziana signora che li stava scrutando con intensità. Questa si sistemò con una mano rugosa la grossa crocchia spettinata che aveva sul capo, dalla quale scivolarono due spesse ciocche grigie che le andarono a finire sulle guance scavate. Nessuno parlava. Shikamaru, stanco del silenzio che si era andato a creare, fece per dire qualcosa, ma venne prontamente interrotto dalla voce gracchiante e catarrosa della vecchina. << Shikamaru? Sei tu, nipote mio? Hai lo stesso sguardo da scansafatiche di tuo padre, dovevo immaginarlo. Tzé, il gene dei Nara è inarrestabile, dannazione. Quando eri piccolo pensavo ci fosse una vaga possibilità di guarigione, ma mi sbagliavo. Che delusione! >>
Shikamaru spalancò la bocca e sgranò gli occhi: E quella era proprio sua nonna, quella fragile vecchietta che aveva avuto un infarto qualche settimana fa? Adesso capiva perché Shikaku e Yoshino erano stati così riluttanti nel voler bussare alla porta della signora Nara. 



Spazio dell'autrice, SadGirl90.
Buon venerdì a tutti i miei lettori e a tutte le mie lettrici! 
Spero che il capitolo vi sia piaciuto! In quello scorso avevo detto che sarei passata direttamente alla scuola, ma ho cambiato idea, decidendo di soffermarmi ancora un po' sui rapporti di Temari, per formare -scrivere- delle solide "fondamenta" utilili per lo sviluppo successivo della storia, proprio come una casa! :)
Che dire, nella prossima cominciano i guai! I nostri piccioncini inizieranno la scuola e un nuovo incontro sconvolgerà radicalmente la vita della nostra bionda e, chissà, magari anche quella del nostro moretto sexy! :P
Al prossimo venerdì, e finisco per ringraziare tutti quelli che recensiscono e che mettono tra i seguiti Obsession. Grazie di cuore.
Un abbraccio, Giulia.
 
 

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Capitolo 4
*** AVVISO ***


Letto il titolo di questo "capitolo", saprete già cosa vi sto per comunicare.
Mi dispiace davvero molto, ma per diversi motivi, tra cui la strana mia incapacità di continuare la storia nello stesso stile iniziale, non credo che adesso la sottoscritta sia in grado di concludere questa funfic.
Vi ringrazio per tutte le magnifiche recensioni ricevute, e non potete neanche immaginare quanto mi senta una "cacca" nel scrivere questo avviso e deludere voi lettrici. Chiedo venia.
Non escludo la possibilità di un recupero improvviso e di ricominciare a pubblicare regolarmente i capitoli di questa storia! Insomma, non perdiamoci d'animo. In questo caso, comunque, sarò più che felice di rimuovere questo avviso.
Un abbraccio, Giulia.

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