La profondità di uno sguardo

di Erisedesire
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Goffo e insignificante ***
Capitolo 2: *** Semplicemente incinta ***
Capitolo 3: *** Dolce quotidianità ***
Capitolo 4: *** Dove l'ombra non arriva ***
Capitolo 5: *** Non era finito niente ***



Capitolo 1
*** Goffo e insignificante ***


Goffo e insignificante

Because we love Het Contest

Nick autore: _madduz_ sul forum; Erisedesire su efp

Titolo: La profondità di uno sguardo

Pairing: Frank/Alice

Rating: Verde

Genere: Introspettivo, Malinconico

Avvertimenti: Het

Tipologia: Flashfic, Raccolta


Buona lettura.

 

 

 

La profondità di uno sguardo

 

 

Goffo e insignificante

 

“Bella” fu l’unica parola che gli passò per la testa, non appena la vide.

Alice camminava a passo svelto per gli affollati corridoi di Hogwarts con una montagna di libri fra le braccia e un’espressione affaticata sotto i capelli lunghi e corvini.

Pensò di accostarsi a lei e aiutarla a reggere quei volumi consunti fino alla sala comune; per un attimo pensò davvero di poterlo fare, fu quasi sul punto di muoversi … ma quando lei gli sfrecciò accanto rivolgendogli appena un’occhiata totalmente indifferente, Frank scoprì di non poter compiere un solo passo verso Alice, tanto le gambe gli si erano intorpidite.

“Non sarò mai alla sua altezza.” Pensò amareggiato, accodandosi all’enorme massa di gente che premeva per entrare in Sala Grande. Quando finalmente raggiunse il suo posto al tavolo dei Grifondoro, si sentiva goffo e insignificante, così rimase chinato sul suo piatto per l’intero pasto, troppo occupato ad arrovellarsi la testa di pensieri cupi per accorgersi che, solo pochi posti più in là, una ragazza dai capelli neri e gli occhi luminosi lo guardava di sottecchi, sorridendo fra sé.

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Capitolo 2
*** Semplicemente incinta ***


Semplicemente incinta

Semplicemente incinta

 

Non ci poteva credere.

Un paio di grosse lacrime scesero silenziose lungo le colline morbide delle sue guance. Si guardò allo specchio e il suo riflesso le disse che era proprio tutto vero.

Non ci poteva credere.

 

Frank rientrò tardi dal lavoro quella sera, così fece bene attenzione a non sbattere la porta. Con passo felpato arrivò fino alla camera da letto e si tolse in fretta la camicia bianca che odorava insopportabilmente di ufficio. Fece per mettersi sotto le coperte, stremato, ma si accorse che qualcosa non andava.

Alice non c’era.

Allarmato fece dietrofront fino al salotto dove, con un sospiro di sollievo, si accorse che la luce della cucina era accesa. Che stupido: prima non se ne era accorto, occupato com’era a fare silenzio.

Alice era seduta davanti alla finestra con un’espressione di gioioso rapimento. Teneva le gambe leggermente allargate, insolito da parte sua, aveva sempre avuto l’abitudine di accavallarle; la mano destra era intrecciata alla sinistra ed entrambe le circondavano il ventre.

Quando Alice si accorse della presenza del marito, gli rivolse un enorme e splendido sorriso, mentre vedeva la consapevolezza farsi largo nei suoi occhi scuri.

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Capitolo 3
*** Dolce quotidianità ***


Dolce quotidianità

Dolce quotidianità

 

Frank sedeva stancamente sulla sua poltrona verde bottiglia in salotto guardando il piccolo Neville che gattonava goffamente sul tappeto davanti ai suoi piedi. Un gran sorriso increspava le sue labbra sottili.

Alice, in piedi dietro il bambino, lo seguiva passo passo, senza perderlo di vista nemmeno per un secondo con il suo sguardo dolcemente protettivo.

La giovane donna alzò i suoi profondi occhi nocciola sul marito, solo per un istante prima di tornare a vigilare sul piccolo. Ma bastò perché Frank ci vedesse dentro tutto il suo amore e tutta la sua gioia per quel piccolo dono dal cielo che era loro figlio.

Pensò con tenerezza che sarebbe stata sicuramente un’ottima madre per Neville.

 

In quel dolce angolo di vita nessuno dei due vide le nere ombre che già si acquattavano dietro le luminose mura della loro dimora felice.

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Capitolo 4
*** Dove l'ombra non arriva ***


Dove l'ombra non arriva

Dove l’ombra non arriva

 

Alice non era tranquilla quella notte, lo scricchiolio dei mobili antichi la spaventava come se fosse un assassino. Circondata da assurdi presentimenti abbandonò il comodo letto dove Frank russava tranquillamente e mosse qualche piccolo passo nervoso verso la stanzetta accanto, dove Neville dormiva sereno.

Sporgendo silenziosamente la testa sopra la culla di mogano si rese conto che il piccolo non dormiva affatto. Neville Paciock era più che sveglio ed estremamente impegnato ad affondare i suoi quattro o cinque dentini in un piccolo e morbido gelato di gomma. Sorrise.

Quando Frank Paciock entrò nella camera da letto del bimbo, la mattina seguente, trovò Alice seduta accanto alla culla, un sorriso sereno sulle labbra e gli occhi dalle lunghe ciglia delicatamente chiusi. Il bambino invece era in piedi, attaccato alle sbarre del lettino, e i suoi due occhi enormi si spostavano dalla madre al padre con espressione seria. A Frank parve quasi che gli stesse intimando di fare silenzio e non svegliare la mamma.

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Capitolo 5
*** Non era finito niente ***


Non era finito niente

Non era finito niente

 

Frank e Alice si guardarono, consapevoli che quello fosse il loro ultimo sguardo.

Non ci fu nemmeno bisogno di parole, e nemmeno il tempo per un ultimo abbraccio di addio, ma non aveva importanza.

In quell’ultimo incrocio di sguardi si erano già detti tutto quello che c’era da dire.

“Ti amo”. Pensò Frank.

“Ti amo”. Pensò Alice.

E un istante dopo era tutto finito.

Entrambi in quel tremendo vortice di nulla e dolore sapevano e avrebbero sempre saputo, da qualche parte in fondo ai loro cuori, che Neville era ancora vivo e che avrebbe avuto abbastanza forza da proteggerli per il resto della vita.

E sapevano anche che sarebbe stato più coraggioso di quanto loro non fossero mai stati.

Fu così che, forse nell’ultimo barlume di lucidità che restava, compresero fino in fondo che non era finito niente.

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