Performance di vita (Raccolta di poesie)

di Sijack
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Performance di vita ***
Capitolo 2: *** Dal Palco del Mondo ***
Capitolo 3: *** Te la dedico ***
Capitolo 4: *** Libero adesso ***



Capitolo 1
*** Performance di vita ***


Buio.
Urla.
Un mix inquietante,
ma non questa sera.
Sebbene potessero essere paragonate a urla di terrore, le nostre,
sono ricche di eccitazione.
Tu le senti, da qualche parte,
in quelle tenebre emozionanti,
dove l'occhio si perde,
dove par ciechi diventare,
in cui si ha paura,
in cui non si crede.
Ed ecco che la mente umana viene raggirata,
in cerca di un appiglio,
per non perdere la vista.
La luce fioca di un riflettore,
che debolmente illumina uno sgabello.
Uno sgabello qualsiasi.
Un qualsiasi riflettore.
Strano come possano sembrare speciali,
questa sera.
Sarà la tua magia,
capace di dar vita alle cose più improbabili,
oltre che colpire i nostri animi innocenti,
decisamente impreparati a tanta grandezza,
a tanta immensità.
Passi insonorizzati.
Ti sento.
Eccoti!
Fiero di quel che fai, un po' insicuro forse,
timido come un bambino,
ti porti debolmente una mano alla nuca,
e con l'altra sorreggi una valigetta.
Una valigetta qualsiasi.
Ci guardi.
Com'è innocente il tuo animo.
Cammini ancora un po'
verso la luce e lo sgabello.
Posi la valigetta e guardi in alto,
guardi quel povero riflettore che, ahimè,
deve sopportare il tuo sguardo semplice e complicato.
Quasi pare lo stai ringraziando.
Le urla vanno in crescendo.
Cali lo sguardo.
La valigetta scatta e si apre,
come per magia.
La tua magia.
Piano, ne estrai qualcosa.
Luccica.
E' scura, poco la noto.
E' la tua anima?
Impossibile, è trasparente e pura la tua.
Indossi quel qualcosa, è una giacca.
Subito risaltano i bianchi del tuo bel vestito, stasera.
Calze bianche,
maglia bianca,
fascia bianca.
Ti manca qualcosa,
non è così?
Mi leggi nel pensiero
e dopo esserti sistemato come meglio potevi,
estrai un'altra cosa che lasci dondolare tra quelle lunghe e raffinate dita tue.
Sembra tanto un fazzoletto.
Dopo averne assaporato la piacevole sensazione con i polpastrelli,
decidi di far penetrare la tua mano al suo interno.
Fai qualche passetto improvvisato.
Ci guardi.
"Come sto?" sembri dire.
Ma poi riabbassi lo sguardo e ti accorgi che ti manca ancora una cosa.
Afferri il tuo fedora nero
e lo guardi come un bambino fa
con un sacchetto di caramelle.
L'osservi, lo scruti attentamente.
La gente impazzisce,
non vedo nessuno,
siamo solo io, tu e l'oscurità che ci avvolge,
che mi avvolge.
Danza per me,
canta per me,
mostrami la tua essenza.
Indossi il tuo bel cappello e... svanisci.
Svanisci come un paradisiaco sogno,
svanisci come un assurdo desiderio,
svanisci come una piacevole sensazione.
Chiudo gli occhi per non guardare.
Li riapro e non credo a quel che vedo.
C'è ancora il riflettore,
c'è ancora lo sgabello
e su di esso giace il tuo guanto,
giace il tuo fedora.
Si sussegue un doloroso lamento,
un pianto,
che mi riporta alla realtà.
Non ci sei più.
Il guanto scintilla sotto la luce
che t'implora di tornare,
che t'implora di continuare.
Il guanto sembra aver perso importanza,
il fedora sembra un comune cappello,
ma non è così.
Tu sei in quella luce,
non più così fioca,
non più così debole.
Sei ancora sotto quel cappello;
dentro quel guanto.
Ci guardi, anche se non più da quel palcoscenico.
Parli ai nostri cuori.
Consoli i nostri animi.
Non te ne sei andato per sempre,
tornerai a danzare,
tornerai a catturarci con i tuoi occhi infiniti,
tornerai a illuminarci.
Ora ci rimane solo questo:
un guanto, un cappello e la luce di un riflettore.


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Capitolo 2
*** Dal Palco del Mondo ***


 

E dal Palco del Mondo
guardava giù, guardava noi
stolti egocentrici,
urlando e predicando l'Amore.
Guardava giù, guardava noi,
intenti a fargli patire le Vertigini del dolore,
urlando e implorando di scendere.
Guardava su, guardava gli Angeli
stufi di lasciarlo in pasto a noi,
sognando e salendo verso Dio. 

 


25/06/2009 - 25/06/2011

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Capitolo 3
*** Te la dedico ***


Dedico a te ogni singolo passo che compio,
in quanto in ciascuno di essi ti penso con insistenza.
Dedico a te ogni mio singolo respiro;
respiri che tanto sognarono di inebriarsi del tuo odore,
per conservarne l'essenza in qualche angolino dei miei polmoni.
Dedico a te ogni mio movimento e ogni mia singola parola,
che sembrano aver acquisito senso e bellezza da quando t'ho trovato.
Dedico a te il battito del mio cuore,
che al tuo ricordo m'esplode in petto,
ma ti dedico anche la parte più fredda del mio cuore,
la parte malata,
la parte frantumata,
la parte amputata,
in origine buona,
che con estrema gentilezza mi sottraesti quel giorno.
Il giorno in cui mi abbandonasti.
Il giorno in cui abbandonasti i figli tuoi
per pura volontà di Dio.
Quella parte di cuore ora giace con te,
nelle tue mani.
Era già dedicata a te
e lo sapevi.

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Capitolo 4
*** Libero adesso ***


Come la farfalla
che da bozzolo suo
rinasce
e di vita da bruco
la fine ne pone;
così è l'anima tua,
che dal tuo corpo
rinasci
e da vita da uomo
la fine ne poni.

E libero, voli,
carezzando l'aria,
libero adesso

da tanta sofferenza
che nel mondo patisti.
Libero adesso.
Come la foglia
che nasce da terra
e a terra ritorna,
così è l'anima tua:
da Dio sei nato
e a Dio ritorni.

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