Secrets

di Narcissus in chains
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** My name. ***
Capitolo 3: *** Scream ***
Capitolo 4: *** Look into your eyes ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


 

 
 
Prologo. 
 
 
 
Julius alzò gli occhi al cielo. Era stata una strana notte. Non che le altre notti fossero normali per lui, ma quella era stata particolarmente strana.  
 
Perchè? Semplice, gli avevano intimato di tornare a scuola. Lui che la scuola non l' aveva mai digerita. Doveva tornarci. Per fare cosa poi?. Il grande capo gli aveva detto  con voce grave come al suo solito. 
 
" Un importantissima missione Top secret" . 
 
Julius si fidava poco delle missioni top secret del capo, di solito erano grandi buffonate. Il mese scorso lo aveva costretto a rapire un giovane idraulico solo per il gusto di farsi insegnare a stasare lavandini.
 
Il grande capo si entusiasmava per  cose assurde. Che ci sarà mai di bello nello stasare un lavandino?.  E poi c ' era stata la volta del postino, dell' elletricista...Insomma un vero tormento. 
 
 
Adesso lo voleva mandare a scuola, e certo non lo mandava li per apprendere, o forse si?. In fondo lui era sempre stato un delinquentello di strada  e nonostante gli anni e il dono oscuro ,la sua cultura non era certo degna di un lord inglese.  Non che la cultura non lo interessasse ma ai libri preferiva i moderni videogiochi, oppure le corse sui tetti .
 
 
Sbuffò nel buio, le labbra ancora sporche di sangue. Stanotte la caccia era stata proficua, una giovane coppietta appartata in un vicolo a fare cose scovenienti ,e lui Zan zan! pronto all' attacco li aveva subito morsi, colpa loro, appartarsi per fare le sconcezze in un vicolo buio, dovevano immaginarlo che era pericoloso. I mostri si annidano nel buio, lo dicano tutte le favole, ormai gli umani dovrebbero averlo capito!.  
 
 
Non amava cacciare seducendo le donzelle come molti suoi amici, era timido e impacciato,  e quando ci aveva provato  aveva preso solo due di picche, altro che sangue!. 
 
Eppure ora i vampiri sono una moda, sono trendy, tutte vogliono un fidanzato vampiro!. Ma a lui mancava il carisma, pensò triste, o forse non era abile come i suoi amici, con i loro modi galanti, gli anni falsi che dichiaravano di avere, la loro ridicola cortesia  e quelle pettinature anni ottanta. A lui gli anni ottanta non erano mai piaciuti granchè e la cortesia non era il suo forte.
 
 
Non era il tipo, quelli si cospargevano di glitter per rimorchiare!. Lui invece vagava con jeans logori e felpone quattro taglie più di lui  , capelli in disordine e sguardo truce . Insomma nulla a che vedere con i vampiri che tanto piacciono alle ragazze. 
 
Quindi per sfamarsi era costretto ad accuattarsi nel buio e ad attaccare all' insaputa ignare prede. Era divertente , ma avrebbe preferito una ragazza carina, invece delle coppiette o dei tossici che vagavano nei vicoli scuri. 
 
 
Si grattò la testa pensieroso. Domani sarebbe stato il suo primo giorno di scuola alla prestigiosa  " Star Academy" , scuola per ricchi figli di papà, per fotuna non sarebbe stato solo, altri due suoi amici sarebbero andati con lui. Anche loro facevano parte del clan dei " Vampiri non fighi" . 
 
C' era Todd, un vampiro grasso ( ebbene si esistono pure loro!)  e pelato che cacciava spaventando le sue vittime , e non gli ci voleva molto impegno vista la sua incredibile bruttezza e poi Sarah una vampira seria e composta che portava sempre grandi occhiali , nonostante non le servissero e parlava un linguaggio talmente forbito che la rendeva antipatica ai più e poi c' era  Noel , un bellimbusto moro e ispanico che si ostinava ancora a parlare per metà nella sua lingua natia .  Loro erano amici da molto tempo.
 
 
 
  Con loro sarebbe stato un bell' anno scolastico, forse, meglio che da solo di sicuro.  Sbuffò e con un salto si gettò su un tetto. Doveva correre a casa a provare la sua nuova e brillante uniforme. E mettere la sveglia per il giorno dopo.

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Capitolo 2
*** My name. ***


 
 
 
My name
 
 
 
Tracy masticò svogliatamente la sua gomma da masticare, poi con la bocca a cuore creò una enorme bolla rosa luccicante. Era il primo giorno del quinto anno e Tracy era gia annoiata. 
 
Guardò in alto, oltre le fronde verdi degli alberi , il cielo era terso e carico di pioggia, l' ideale per rovinare i suoi capelli biondissimi freschi di piastra.

 Quell' anno sarebbe stato l' ultimo, eppure non si sentiva affatto eccittata. Le sembrava di poter vedere di fronte ai suoi grandi occhi verdi tutto il film della sua vita futura. 
 
Lei,con in mano il diploma, i suoi genitori ad applaudirle con esagerato entusiasmo, la lettera d' ammissione ad un costoso college in Inghilterra, l' aereo con gentili hostess che le offrivano vino , gli anni passati a fingere di studiare, un fidanzato tutto muscoli che studia giurisprudenza, la richiesta di matrimonio , una enorme cerimonia con amiche invidiose, un figlio con i riccioli biondi, o forse due . e poi? Un marito sempre assente, un amante giardiniere.. 
 
 
Scosse la testa infastidita, sembrava tutto così ovvio.  Persino lei stessa era un iperconcentrato di stereotipi, carina, bionda , cheerleader, fidanzata con il più carino della squadra di baseball. 
 
 
 
Sputò con rabbia la gomma per terra, era stufa di essere se stessa. 
 
 
 
Si lisciò svogliatamente l' uniforme ed entrò in classe. Come ogni anno arrivavano nuovi ragazzi e tutti i suoi compagni fremevano di curiosità. 
 
 
Tracy scosse la testa sconsolata, era sempre la solita solfa, ricchi figli di papà come lei , arrivavano con i lori  macchinoni , sorrisi smaglianti, i visi perfetti ( su molti dei quali probabilmente un abile chirurgo aveva sudato olio di gomito) , e immancabili accessori da milioni di dollari. 
 
 
Come se in quella scuola ci fosse da sorridere. Primo era ubicata in mezzo ad un bosco e circondata da alberi che facevano penetrare a stento qualche raggio di sole, poi era a tempo pieno , quindi giornate intere passate a girovagare per la scuola e poi le uniformi erano orrende, nere come la pece, una vera depressione. 
 
 
Eppure la scuola era famosa e costosa, vantava insegnanti di prestigio e aule  piene di strutture all' avanguardia, aveva i più disparati club e organizzava costose gite in europa. Tutti sognavano di mandare i loro figli in quella scuola che Tracy odiava. 

La campanella suonò stridula, ricordando agli studenti che era giunto il momento di cominciare un nuovo anno.
 
 
 
Tracy entrò e si sedette su un immacolato banco, salutò sorridendo estatica  le sue compagne , che ciarliere si raccontavano delle loro estati a Parigi o a Milano.

Quellla mattina iniziavano con letteratura inglese, dove per sua fortuna se la cavava bene, no come in fisica o matematica.   Lo scorso anno aveva sudato sette camice per avere la sufficienza in entrambe. Era stato un vero incubo.

Tirò fuori i libri,  quest' anno si dedicavano a Wilde e lei ne era entusiasta, adorava i suoi libri e come aveva occassione andava a teatro a vedere le opere tratte dai suoi testi.  Nonostante i suoi la rimproverassero di essere troppo Old Style.
 
Non confidava a nessuno questa sua passione per la letteratura, i suoi compagni non avrebbero capito, quelle oche capivano solo tre parole : Sesso, Grandi firme, party. 
 
 
Prese a sottolineare distrattamente una frase, quando alzando la testa vide le face sbigottite delle sue compagne, e sulla porta il Prof seguito dai quattro tipi più sfigati che avesse mai visto. Okay uno forse si salvava, almeno d' aspetto , ma il resto , Mio dio pensò. 
 
I quattro sembravano usciti da qualche horror di serie b e nella classe si sentivano gia bisbigli concitati e risatine di scherno. 
 
Guardò bene i ragazzi, Uno era un ciccione dall' aria truce , su cui forse  le mani del chirurgo avrebbero fatto davvero miracoli,  un altro era un ragazzo esile che teneva sopra l' uniforme  un felpone con cappuccio, da cui si intravedeva appena una pelle palliddissima e un ciuffo castano chiaro, la ragazza invece sembrava la copia sputata della loro bibliotecaria. Poi c' era il tizio carino, chiaramente di origini ispaniche, aveva un aria strana , spaesata, ma almeno era guardabile. 
 
 
Sorrise tra se e se, quest' anno ne avrebbe viste delle belle. Quei quattro sfigati erano la novità perfetta per smuovere quella scuola di gente perfetta, un pugno in un occhio, come si suol dire. nOn vedeva l' ora di vedere le reazioni dei suoi compagni. 
 
 
Il professore li presentò con voce monotona e li squadrò con aria preoccupata, specie il grassone, che lo superava di due spanne abbondantemente.   I ragazzi risero e poi si zittirono curiosi,  per ascoltare i nuovi arrivati. 
 
Il ragazzone si chiamava Todd Cast e  con poche parole si congedò gettandosi a sedere con un sinistro ciglolio, povera sedia pensò Tracy ridacchiando. 
 
 
La ragazza invece era Sarah Flagg , dichiarò il suo amore per lo studio e la sua passione per la matematica. Tracy sospirò, quella si che era una secchiona. Forse sarebbe stato il caso di farsela amica. 
 
 
Il bel ragazzo invece si chiama Noel Ramirez e aveva un fortissimo accento messicano, disse che era fiero delle sue origini e che amava la sua patria, beccandosi occhiatacce dai più razzisti della classe, per i quali i messicani erano peggio di un mostro. 
 
 
Poi arrivò il turno del ragazzo infelpato, Julius Twiss , aveva una voce appena udibile, fece un timido saluto con la mano e poi sfrecciò al suo posto, che sfortunatamente era accanto a lei, la bella Tracy White. 
 
 
 
Tracy sospirò, il tizio non aveva ancora i libri e così durante la lezione il professore le chiese gentilmente di condividere i suoi testi con lui. Lei non ne aveva voglia, ma non voleva passare per una stronza, quindi tirò fuori il suo miglior sorriso e avvicinò la sua sedia a quella del ragazzo. 
 
Così vicina  a lui riuscì a scorgerne i lineamenti e constatò con sorpresa che il viso del ragazzo, oltre ad essere di un pallore preoccupante era delicato e grazioso come quello di una ragazza. Scostò lo sguardo da lui, non voleva essere beccata a fissarlo.  
 
 
Lui guardava distratto il libro e Tracy si sentiva estremamente a disagio, non l' aveva neppure degnata di un occhiata. Le pareva strano, di solito tutti la squadravano, fosse solo per i capelli biondissimi e gli occhi color di foglia. Ma lui la ignorava completamente, osservò di sbieco i suoi occhi, erano talmente chiari da sfiorare il bianco ed erano persi , oltre il libro, sembravano guardare lontano. 
 
 
Quando la lezione terminò Tracy tirò un sospiro di sollievo, quel ragazzo la inquietava, non voleva che le sedesse accanto durante letteratura inglese. Voleva godersi quelle lezioni in pace, non con un tipo pallido con lo sguardo vuoto che se ne stava immobile a fissare il suo libro. 
 
 Corse verso il rassicurante gruppo di compagne, sicura che avrebbero spettegolato sui nuovi arrivati per molto tempo.
 
Le ragazze gia ridacchiavano chiamandoli la famigli Addams, Tracy trovò che quel soprannome gli si addiceva particolarmente e rise con loro .

Infatti i quattro si erano riuniti tra di loro, con la secchiona che teneva fra le mani  come una reliquia  preziosa gli orari delle lezioni. Il suo compagno di banco notò il suo sguardo e fissò i suoi occhi chiarissimi su di lei. 
 
Tracy con un brivido distolse lo sguardo, le faceva paura quel tipo.

Prese a bracetto con disinvoltura una delle sue compagne e si mise a discorrerre con lei di allenamenti, presto ci sarebbe stata la partita tra la loro scuola e un' altra scuola non distante da lì, era eccitatissima, avevano preparato una magnifica coreografia e lei non vedeva l' ora di provarla.

Mentre si allontanava, riusciva a sentire lo sguardo di Julius su di se, affrettò il passo dicendo all' amica che lo faceva per tonificare le gambe, in preparazione all' imminente allenamento.

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Capitolo 3
*** Scream ***


 
 
 
 
 
Nda :  piove , piove e piove. Evviva! Rieccomi con un nuovo capitolino. Un ringraziamento grande grancde a chi mi segue e a chi mi ha messo nelle preferite! Fatemi sentire i vostri commenti! Sono curiosa di sapere cosa ve ne pare di questa fic ^^
 
Scream
 
 
 
Julius chiuse gli occhi e assaporò il sangue che scorreva dolce nella sua gola. mentre tutti gli studenti dormivano ignari e sognavano felici , lui e i suoi amici si davano alla caccia. Per fortuna la loro velocità gli consentiva di correre per chilometri in pochissimi minuti e raggiungere cosi i centri abitati e le città più grandi, dove si cacciava meglio.  
 
Loro avevano speciali stanze nella torre della scuola, il preside gli aveva detto che la loro presenza era gradita ma che allo stesso tempo  preferiva che loro limitassero i loro contatti con gli altri.  Purtroppo  a questo giro il gran capo gli aveva dato una missione più seria del solito. 
 
 
Il preside gli aveva spiegato senza tanti giri di parole la situazione, la scuola negli ultimi anni era stata oggetto da numerosi attacchi da parte di forze sovrannaturali, ovviamente gli studenti erano ignari di tutto, ma  il preside voleva che fossero protetti e così  aveva contattato il loro capo. 
 
 
Il loro compito era abbastanza semplice : Tenere gli occhi aperti e ad ogni movimento sospetto agire.  Si narrava che uomini per metà bestia si aggirassero nella foresta attorno alla scuola e ad ogni luna piena attacassero giovani e sprovveduti studenti. 
 
Per gli alunni erano assurde superstizioni ma sia loro che il preside sapevano che era la realtà. 
 
 
Julius decise che era l' ora di tornare nel dormitorio, a due a due facevano i turni per cacciare e il suo turno stava per finire.  Tornò veloce al dormitorio. 
 
Ovviamente, pensò, il capo aveva scelto loro. Erano i pochi che avevano alta resistenza al sole, non che ve ne fosse molto da quelle parti, ma meglio non rischiare con neofiti delicati. 
 
 
Julius sbuffò spazientito, mettersi a fare lo studente non era certo la sua ambizione, preferiva scorazzare libero e passare le giornate ai videogames, inoltre i ragazzi di quella scuola erano una banda di palloni gonfiati. 
 
 
Atterò piano  sopra la torre e con scatto felineo entrò dentro la finestra. Noel e Todd lo aspettavano per il cambio. Lo salutarono amichevolmente e poi se ne uscirono dalla finestra, Todd con qualche difficoltà vita la sua mole. 
 
 
Sarah era gia tornata e  sfogliavo con interesse l' annuario della scuola. 
 
 
" Cosa ti importa di quei ragazzini? " disse lui , inizando a preparasi per la notte, cioè vestendosi con l' uniforme e lisciando il cuscino di raso della sua vecchia e malandata bara di legno. 
 
 
" Mi informo sul nostro lavoro. Dovresti farlo anche tu" rispose laconica lei, continuando a sfogliare l'album 
concentrata. 
 
 
Julius sospirò e le si andò a sedere accanto. 
 
" Lei " disse Sarah  indicando la foto di Tracy sull' album. " Era accanto a te oggi" .  Julius annuì, una biondina insipida. 
 
" Le interessavi" disse Sarah. Julius sorrise, Sarah aveva delle percezioni alle volte, capiva gli stati d' animo delle persone. 
 
" Si stuferà presto vedrai." disse all' amica. " La novità incuriosisce sempre, e poi certo non passiamo inosservati". Disse con una risatina. 
 
" Direi di no" sospirò Sarah. 
 
" Eppure quando studiavo io ,la scuola mica era così!" disse chiudendo l' album con forza. 
 
 Julius fece spalluce . 
 
" I tempi cambiano, temo che ci toccherà adattarci"  disse affacciandosi fuori dalla finestra. 
 
" Tu potresti tagliarti i capelli!" disse Sarah scompigliandogli la chioma. 
 
" Assolutamente no! E poi ricrescerebbero subito" rispose Julius sciogliendosi la coda, i suoi capelli gli arrivavano fino in fondo alla schiena in morbide onde castano dorate. 
 
Gli piacevano, anche se spesso era stato deriso, i suoi capelli , uniti al suo aspetto lo facevano sembrare una ragazza, altro motivo per cui non trovava mai una giovane  vittima da sedurre . Così preferiva nascondersi sotto strati di stoffa, lo facevano sentire al sicuro.
 
Al sicura da cosa non lo sapeva neppure lui, visto che il mostro era lui stesso.  L' amica  si accostò a lui e s misero entrambi a guardare fuori dalla finestra. 
 
 
" Il preside a paura di noi" mormorò triste Julius. 
 
" Non lo biasimo, guarda che facce abbiamo!" disse Sarah ridacchiando, ed entrambi scoppiarono in una sonora risata. 
 
 
" Credi che gli uomini bestia attaccheranno di nuovo?" chiese lei guardandolo. 
 
" Spero che la nostra presenza li tenga lontani, ma alcuni sono astuti lo sai, potrebbero entrare con sembianze umane, alcuni potrebbero persino essere studenti" disse  guardando le fronde degli altissimi alberi scuotersi davanti a loro. 
 
 
Sarah fece spallucce . " Se ci sono li scoveremo " . 
 
" E gli faremo il Culo" aggiunse Julius con un sorriso entusiata. 
 
 
La ragazza si stirò e con un bacio sulla fronte augurò la buonanotte all' amico. 
 
" Rimani tu di guardia Ok?"  disse tirandogli un affettuoso buffetto sul braccio. 
 
Lui annuì, e dal suo zaino tirò fuori il gameboy. 
 
 
 
Domani avrebbero avuto il primo giorno pieno. Si chiese cosa si sarebbero inventati per la mensa, confidò che Sarah avesse qualche idea.  Iniziò a giocare e decise che avrebbe fatto del suo meglio per fare bene quel lavoro e che forse non era così male, in fondo era con i suoi amici, su una torre in mezzo ad un branco di teenagers, doveva prenderla come una vacanza. 

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Capitolo 4
*** Look into your eyes ***


                                 Look into my eyes. 
 
 
Nda : Sotto gli influssi benefici di Lady gaga eccomi a scrivere il nuovo capitolo. Pioggia, tè e lady gaga, ecco come spendere l' ultima domenica di relax  pre rientro all' università *_* Oh yessa! A presto .


 
 
Tracy si alzò alla buon ora, divideva la stanza con altre tre ragazze, tutte e tre bionde come lei e tutte e tre nel gruppo delle " Cheerleader irraggiungibili"  . Si concesse alla mensa una bella tazza di latte macchiato con caffè. Le piaceva osservare la macchia scura che si allargava nel bianco latteo. 
 
Bevve con avidità, ascoltando con orecchio vigile i pettegolezzi, i nuovi arrivati erano ormai sulla bocca di tutti. 
 
Tracy addentò famelica una fetta di pane e marmellatta, cosparsa di una generosa dose di burro. Le sue compagne cheerleader la guardavano spesso con invidia, lei mangiava molto, eppure non metteva su un chilo. 
 
Finì in un baleno la fetta di pane e si tuffò su uova e bacon. Quel giorno pioveva a diritto e avrebbero saltato gli allenamenti. Tracy sbuffò, le piaceva allenarsi, l' attività fisica la faceva distrarre e inoltre dopo una giornata di sforzi si sentiva in pace con il mondo.
 
Invece a causa della pioggia era costretta a chiudersi in quella scuola, e a trovare qualcosa da fare. 
 
I nuovi arrivati non si erano presentat a colazione, facendo aumentare ancora di più i pettegolezzi su di loro. 
 
Tracy sospirò annoiata, si era già stufata di tutto quello sparlare, quei tizi erano solo quattro gotici ricconi, iente di troppo interessante.
 
Con noncuranza prese il suo zaino e si avviò verso la lezione di spagnolo.
 
 
 
 
 
La mattina procedette senza intoppi, i quattro dell' apocalisse sedevano in silenzio lontano da lei e lei seguiva annoiata la lezioni. 
 
Non vedeva l' ora che arrivasse la pausa pranzo, moriva di fame  e poi voleva starsene un poco in pace. Fumarsi di nascosto una sigaretta e pensare ai fatti suoi.
 
Alcuni sapevano del suo vizietto, ma nessuno si permetteva di dirle qualcosa, ognuno di loro aveva i propri scheletri nell' armadio, e un paio di sigarette non turbavano nessuno. 
 
Tracy aspettò che la campanella suonasse, e si avviò alla mensa, come di consueto sedette al tavolo con le sue compagne. Le più carine della scuola, seguite a ruota dai ragazzoni che giocavano a baseball, tra cui il suo adorato fidanzato Jonathan Wood. 
 
Lui  era il ragazzo più carino che avesse mai visto, alto, del  quinto anno ,  fisico atletico, pelle ambrata, corti capelli castano scuri, grandi e svegli occhi color nocciola, muscoli da far invidia  e un sorriso da bastardo che faceva cadere tutte ai suoi piedi. 
 
Si erano conosciuti  prima dell' estate,  ad una partita, subito si erano guardati e lui l' aveva invitata ad uscire.  Da allora si frequentavano regolarmente,  lui la portava al cinema , le faceva graziosi regali e ognitanto si concedevano caste effussioni.
 
Jonathan faceva pressioni perchè il loro rapporto progredisse al livello successivo, ma Tracy si negava, non si sentiva ancora pronta. 
 
Si salutarono con un bacio a fior di labbra, lui profumava di pioggia un odore delizioso. 
 
" Allora , avete la famiglia Addams in classe!" esclamò lui ridacchiando mentre si dedicava a inforchettare un pezzo di carne. 
 
Tracy  alzò le spalle  e si dedico al suo cibo.
 
" Allora dolcezza  ci vediamo dopo le lezioni?" sussurrò lui al suo orecchio. 
 
Tracy sorrise  " Certo jonny ."  disse con dolcezza. 
 
" Eccoli!! uuuh  tremate tremate" disse Jonathan a voce abbastnza alta perchè lo udissero, Tracy avvampò ma rise insieme agli altri, Non voleva certo fare la protetricce degli sfigati, non voleva guai, così si univa alla massa, e finchè lei seguiva la massa, nessuno la infastidiva. 
 
 
I quattro ragazzi sedettero ad un tavolo, ovviamente il più discosto possibile, nessno di loro toccò cibo, si limitarono a bere del succo.
 
Tracy talvolta lanciava occhiate curiose al tavolo, loro, ignari  delle prese in giro alle loro spalle chiaccheravano cupi tra loro. 
 
Il ragazzo con il capuccio, sorseggiava il succo piano, succhiava dall a cannuncia in silenzio, quando alzò un poco la testa, il suo sguardo gelido incontrò quello di Tracy. 
 
Lei si voltò rossa in viso, lui l' aveva fissata con aria truce. 
 
 
 
Quando i suoi amici, satolli, iniziarono  a disperdersi, salutò Jonathan con un abbraccio, in cui lui tento poco pudicamente di toccarle il fondoschiena, e lei pudicamente scansò la sua mano con un gesto ed una risatina imbarazzata, Tracy furtivamente si avviò verso il giardino. 
 
Si trovò sotto le tegole  di una tettoia nel retro del giardino, la pioggia batteva piano  producendo un rumore che la tranquillizzava.
 
Prese dallo zaino  uno sgualcito pacchetto di sigarette e con lentezza si accese e gustò una sigaretta, soffiò fuori l' ultimo pennacchio di fumo con sguardo soddisfatto e si accorse che una figura , nella pioggia, camminava solitaria.
 
Il nuovo arrivato, girovagava solo sotto la pioggia, il cappuccio quasi lasciato cadere sulle spalle, la testa appena alzata verso le gocce fredde. 
 
Tracy lo fissò, per uno strano motivo quel ragazzo la incuriosiva. 
 
" Hey tu!" gli gridò lei. 
 
Lui si girò, il volto bagnato di pioggia, e incrociò i suoi occhi azzurri dritti dentro ai suoi. 




Julius

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