La famiglia non si sceglie

di Ella_Sella_Lella
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo-Capitolo I: I tre cugini ***
Capitolo 2: *** Capitolo II: Colpo di Fulmine nelle tazzine da tè ***
Capitolo 3: *** Capitolo III: La Scelta si lascia al cuore ***



Capitolo 1
*** Prologo-Capitolo I: I tre cugini ***


Per questa storia, ho solo un commento, non siate crudeli, ci tengo davvero molto.








La Famiglia non si sceglie




Prologo capitolo I: I Tre Cugini




La famiglia non si sceglie, quella in cui nate vi tenete, certo ci sono persone che non riescono proprio a tollerare la propria famiglia, per via delle divergenze di opinioni, ma solitamente la gente si accontenta. Però è vero che le persone, di tanto in tanto, si vergognano di essa, tentano di nasconderla, ma la amano, perché sanno con totale certezza che quando il mondo cade giù, la famiglia non permetterebbe mai a te di cadere. Questa vicenda è la storia di una delle famiglie più unite, e divertenti, che io abbia mai visto, particolarmente di tre cugini che non si sono mai saputi prendere al meglio. Jamie, Molly e Freddy, i due maschi c’era da dire fossero grandi amici combina guai, i crea di sordine li chiamavano sempre tutti, mentre lei la ragazza era diversa, così seriosa e severa; mentre i due cugini creavano caos e disastri vari in casa, lei già pensava al suo futuro, Diventerò ministra della magia, diceva sempre con fare pomposo. Erano nati tutti nello stesso anno e si portavano tra loro poche settimane, Jamie era nato nella metà di maggio, Molly all’inizio di giugno e Freddy alla fine della stesso mese.


Sirius “Jamie” Potter era un ragazzo ilare, divertente e scoppiettante, aveva passato tutta la sua infanzia a dar tormento a suo fratello Albus, a volare su una scopa, sotto gli insegnamenti della madre e dell’esasperato, ma amorevole, padre, il suo negozio preferito era quello di suo zio George in cui passava esattamente tutta la sua vita, o buona parte di essa, a sperimentare i nuovi giochi su Molly con Fred. Fisicamente non era un dio greco o che altro, era solo un ragazzo carino, alto, con gli scompigliati capelli castani e gli occhi bruni come la corteccia di una quercia, dalla risata contagiosa e l’aspetto splendente; La sua bellezza era maturata sui tredici anni, prima era un piccolo rospetto che sapeva farsi valere comunque. Marie Olive “Molly” Weasley invece era vittima di una precisione quasi maniacale da risultare quasi sofferente di DOC, visto e considerato che tutto doveva essere intorno a lei in un ordine ben prestabilito, aveva i piedi per terra, forse anche troppo ben piantanti, che probabilmente non si era neanche goduta la sua infanzia, cominciando già da piccola a parlare di hogwarts, di diventare prefetta, caposcuola ed avere poi una carriera di spicco nel ministero della magia. D’aspetto era solamente carina, anzi forse neanche quello, non era ne brutta ne bella, aveva la pelle candida da risultare quasi di cera, i capelli lisci di un rosso ramato, tirati sempre indietro per scoprire l’alta fronte, gli occhi scuri come una buia notte, non era molto alta fisicamente e neanche molto formosa, aveva cominciato a mettere le curve a quindici anni ed aveva dei piedi piccoli, una taglia 5, ma la cosa più evidente di lei era una cicatrice biancastra, lunga e fina, che partiva da sopra la fine del sopraciglio sinistro, costeggiava l’occhio e prendeva un pezzo della guancia, ma avremo modo di approfondire sulla questione cicatrice. Frederik Cole “Freddy” Weasley, quello che tra i tre io conoscevo meglio, era un ragazzino espansivo, logorroico e brillante, peccato che a detta di tutti usava la sua arguta intelligenza per altri scopi, aveva passato tutta l’infanzia nel negozio di suo padre, quasi sempre con James, o con Zio Charlie a studiare i draghi e vedere tutte le ossa, anche a dare il tormento a Molly, ma la ragazza aveva almeno di Freddy un opinione migliore che di James, era convinto che non sarebbe finito dietro le sbarre. Lui era un ragazzo alto, era sempre stato alto anche da bambino, ed era forse la persona più alta che conoscevo, la sua pelle era mulatta, che simpaticamente qualcuno diceva fosse colore lattecaffè, gli occhi erano grandi e chiari, questa era la cosa che più lo rendeva carino, il fatto che avesse preso gli occhi dagli zii e non dai genitori, aveva lo stesso gemello naso di suo padre, i capelli erano castano-rossicci, che fino ai dodici anni aveva portato con una chioma afro, poi si era dato alle treccine fino ai quattordici anni, poi aveva portato per tutto il quinto i dread e alla fine aveva rasato i capelli, tenendosi solo una cresta da moicano, alla Mr T, era alto e magro, ma aveva delle spalle larghe e si impuntava assolutamente di dover mettere muscoli sulle ossa fini.


Erano diversi, ma erano cresciuti insieme e spulciando nei ricordi e nelle vecchie foto di album, che James insisteva a tenere nascoste tra la rete e il materasso, potevi vedere quando da bambini erano legati. Ma poi era avvenuta la rottura, quella definitiva, che aveva portato Molly Weasley a covare verso i cugini non più quella leggera rabbia che prendeva dopo un pessimo scherzo alla sua persona, ma aveva cominciato a covare un odio quasi cieco, tutto era stato dovuto dalla cicatrice. Tutto era cominciato dal giorno in cui erano dovuti correre tutti d’urgenza al San mungo, era l’estate prima di Hogwarts, perché la piccola Weasley aveva metà della faccia aperta ed aveva perso troppo sangue, con un colpo di bacchetta si era risolto tutto il problema, peccato che il medico che l’aveva in cura era ancora uno specializzando e be, aveva accidentalmente cicatrizzato la ferita in modo permanente. Di cosa fosse successo quel giorno Molly non ne aveva mai fatto parola, neanche Jamie e Freddy, i genitori avevano provato a chiedere loro più volte cosa fosse successo, ma nessuno dei tre aveva mai fiatato, era il loro segreto, si erano limitati a dire: Stavamo giocando. Da allora per Molly tollerare i suoi cugini era diventato troppo difficile, gli incolpava, si leggeva dai suoi occhi scuri e loro due non avendo compreso perché di improvviso la loro seriosa cuginetta fosse così fredda, avevano cominciato a darle il tormento maggiormente.


E dopo sei anni, Molly “Sfregiata” Weasley, prefetta perfetta di grifondoro, con la fobia di volare sulle scope, era la vittima preferita degli scherzi dei sui cugini e della sua banda (ancora alla ricerca di un nome) quattro stupidi ragazzi che volevano sentirsi popolari e sapere di essere amati da tutti, per l’inventiva e l’ingegno nei loro divertenti scherzi. Peccato la prefetta non lo pensasse, era arrivata ad un punto, che non sopportava più tanta infantilità. L’aveva accettata anche ben dopo la cicatrice, ma adesso al penultimo di scuola, trovava assurdo che loro persistessero in questa cosa idiota. Ma c’era da dire che anche i due cugini erano cambiati nei confronti di lei, Fred prendeva tutta una risata ed aveva compreso bene l’odio che provava la cugina, ma cercava di non darci peso, mentre James che non aveva capito l’odio della cugina, ma l’aveva notato, aveva cominciato a fargli scherzi più pesanti e persistenti, ma perché lo facesse, non lo aveva mai spiegato, forse pensava che così la cugina avrebbe reagito e sarebbe tornato tutto come prima. Il problema fu che Molly, reagì ma non nel modo in cui lui aveva immaginato. Così dopo che Jamie e Freddy avevano riempito le sue scarpe di panna e caramello, sparso polvere orticante su tutti i vestiti, sostituito i suoi prodotti per l’igiene con miele e lo shampoo con il colorante verde scintillante. Molly non era stata più d’accordo, infuriata, ma veramente, tanto era venuta nel nostro dormitorio ed aveva aperto al porta di scatto, incurante che: James fosse appena uscito dal bagno con solo un asciugamano arrotolato alla vita, Fred leggesse cose che una ragazza non avrebbe mai dovuto vedere, Lysander strisciasse sul pavimento, tra i panni sporchi, cercando l’esistenza di qualche strana creatura di cui farneticava sempre, Baston facesse flessioni sul pavimento anche lui parzialmente vestito, cioè con i suoi orribili boxer a pois, Damien chiuso nel suo baldacchino che probabilmente si passava una maschera esfoliante sulla faccia, perché la sua pelle non poteva seccarsi, altrimenti non sarebbe piaciuto alle signore e poi, d’accordo, c’ero io che leggevo sulla gazzetta del profeta l’articolo inerente alla partita di Quidditch che si era svolto la sera prima a cui, io avrei tanto voluto andare, ma non avevo potuto.Però quella tapioca, si tapioca (Amo i soprannomi stravaganti), di mia sorella maggiore c’era andata e mi aveva preso in giro tramite camino tutta la notte. Per non parlare di mio padre e mia madre, che mi avevano mandato le foto, riempite dietro di tanti haha, che famiglia, l’unica consolazione e che neanche mio fratello minore era potuto andare ed aveva ricevuto anche lui le HAHAFoto made in Lee.


Quando la ragazza era in piedi sull’uscio che ricordava molto un licantropo durante una notte di luna piena senza aver preso la pozione, o un mezzo dissenatore mezzo lethifold molto incazzato; ci fu un bisbigliare di voci, che alla fine si limitavano ad urlare, “Molly!” , “Molly”, “Che fai qui?”, “Molly”. Damien era riemerso dalla tenda tirata del baldacchino, James era arrossito chiudendo entrambe le mani sull’asciugamano perché non cadesse, Fred aveva nascosto sotto il cuscino la rivista, Baston si era lanciato addosso qualcosa per coprirsi, Lorcan era riemerso dall’oceano di panni sporchi e con i suoi grandi occhi cielo plumbeo aveva fissato la rossa, momentaneamente verde, io avevo sorriso ed avevo detto: “Buongiorno Molly, questo nuovo look ti dona” sorrisi, avevo fatto io la miscela che l’aveva resa un pino silvestre. “Spiritoso Leon” aveva detto lei, acida come lo yogurt, che di proposito dopo la schiacciante vittoria a Quidditch di grifondoro, Rose, la portiera di corvonero, aveva rovesciato nel cibo dei festeggiamenti dopo partita e sebbene io avessi solo commentato ero dovuto stare come tutti gli altri male. Bella la vita, eh?


“Ti ha colpita una riccianotta verderame?” chiese Lysander, pensandolo seriamente, ma la ragazza, che tra poco fumava più vapore lei dall’orecchie, che il vecchio Hogwarts Express, “No Ly è stata opera di quei due cretini dei tuoi migliori amici” urlò la ragazza, se gli chiamava così e non suoi cugini, c’era da dire che era veramente furibonda. “Hanno pensato di rovinare ogni abito del mio armadio, per questo indosso un poncio azzurro, le scarpe di Nique con i tacchi, due numeri più grandi ed i miei capelli sono verdi!” avevo paura che gli occhi gli sarebbero caduti dalle orbite tanto erano aperti, veramente arrabbiata. “Senza dimenticare che sono così appiccicosa e piena di miele che potrei rischiare di diventare una vera ape regina, nel senso letterale, o un leccalecca per qualche gigantesco orso” aveva aggiunto, questa volta urlava, James la guardava, mentre cercava di tenersi saldamente l’asciugamano o forse pensava di privarsene certo che la ragazza si sarebbe data alla fuga, “Io ti trovo deliziosa e l’odore di miele è ottimo” aveva detto Fred, alzandosi dal letto con un movimento sicuro. Molly aveva infilato le mani sotto al poncio ed aveva estratto la sua stecca di liquirizia da 10 pollici e mezzo, di filo di corda di cuore di schioppo spara coda, fatta di stella di natale, l’aveva puntata verso James, “Tu” l’aveva poi rivolta a Fred, “E tu” la mano gli tremava ed anche la bacchetta. “Molly potresti essere pericolosa” aveva detto Baston, alzando le mani, “Dev’essere vittima di un gorgosprizzo” aveva commentato Lorcan, io,Damien, James e Fred stavamo zitti. Molly abbassò la bacchetta lungo il fianco, sospiro di sollievo da parte di tutti, ma il suo sguardo era anche più arrabbiato, aveva crucciato le sopraciglia e la fronte, anche la cicatrice era tutta aggrinzita per via della smorfia, le tremavano le labbra, “Fatemi un favore” cominciò, “Dimenticate che io sia vostra cugina, dimenticate che io esista. Lasciatemi in pace” urlava. Si indicò la cicatrice, “Già mi avete rovinato la vita a undici anni perché dopo tutto questo tempo dovete ancora insistere” James e Fred la guardavano mortificati, non avevano colto quando fosse forte l’odio, e l’esasperazione, “Scomparite dalla mia vita. Lasciatemi in pace! Siete due immaturi bambini sciocchi” urlò la ragazza, prima di andare via a grandi passi. “Arrabbiata veramente” avevo detto, ma James e Fred non avevano espresso pareri, probabilmente se Molly gli avesse affatturati quel giorno la situazione si sarebbe sbrogliata subito e sarebbe tornato tutto come prima, ma non era andata così e la vita non è fatta di E se. E l’avremmo imparato tutti.







Varie precisazioni?
Una bacchetta di liquirizia, è la classica nera con la striscia bianca, che hanno i "maghi" negli spettacoli di "Magia".
Il numero 5 di scarpa, è il nostro 36.
Non siate crudeli vi scongiuro!

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Capitolo 2
*** Capitolo II: Colpo di Fulmine nelle tazzine da tè ***



Bene comincio con il dire che vorrei ringraziare piccolalettrice (cosa abitudinale ormai) e lotto(grazie cugino :D) e chi ha letto-seguito-preferito.
Di questo capitolo vado abbastanza fiera più o meno, anche perché compaiono altri personaggi di cui solo tre sono veramente importanti, (3 signorine) Nique, Alice e Silvia. Gli altri non tanto.
Buona lettura





La Famiglia non si sceglie




capitolo II: Colpo di Fulmine nella tazzina da tè




Era passato un mesetto dall’increscioso incidente del leccalecca al miele sempreverde e, credeteci o meno, James e Fred avevano preso in parola la loro cara cugina e, be, neanche le parlavano più. Fred lo faceva divertito, faceva finta che Molly fosse un fantasma e che non esistesse, cosa che non aveva migliorato l’umore della rossa, James semplicemente aveva invece cominciato a non darle più confidenza, la salutava freddo, le chiedeva al massimo se poteva passargli il sale e non gli chiedeva neanche più di poter copiare i compiti, Molly ne era in qualche modo contenta, ma non gli sfuggiva la depressione che affliggeva il cugino. “Se continui a fissarla così penserà di avere qualcosa sulla faccia” mi bisbigliò Lysander, mentre studiava la carne a quel punto mi resi conto che stavo guardando ossessivamente la rossa, che di fatto mi guardava confusa chiedendosi se io fossi idiota, avesse qualcosa sulla faccia o fossi un maniaco, quasi certamente l’ultima, “Falle una foto, Leo” aveva sussurrato la probabile futura signora Potter, divertita, regalandoli uno sguardo malizioso, “Sei sempre uno zuccherino Alice” avevo ribadito io, la suddetta Alice,(Eliza Paciock per precisione) una grifondoro del mio anno, che faceva fatture spettacolari, Dominque Weasley la chiamava addirittura la Fattucchiera, non lo era, ma Nique non l’aveva mai vista di buon grado, a noi piaceva, per due ragioni, era una simpatica e frizzante malandrina e per una divertente proprietà transitiva che rendeva James non cotto, ma arrostito, di lei da quando aveva undici anni ed Alice gli aveva rovesciato addosso una boccetta, per sbaglio, di inchiostro durante un ora di trasfigurazione. Avevamo pensato tutti e Freddy aveva dato voce a quel pensiero, che l’inchiostro doveva aver raggiunto anche il cervello, perché poi Jamie si era puntando su Alice, in certi periodi dell’anno tendeva anche a farci notare quante sfumature avevano i suoi capelli, di un semplicissimo castano, e quanto meravigliosi fossero quei suoi occhi.


“Possiamo smetterla di parlare di Molly?” chiese irritato James, guardando in malo modo tutti, battendo la forchetta sul piatto, Freddy cominciò a girare annoiato la zuppa, come ogni giorno nell’ultimo mese sarebbero incappati nell’argomento Chiedere-Scusa-Al-Sempreverde-Weasley, che vi assicuro Fred tollerava anche meno di Jamie. “È colpa vostra” aveva detto Dominique, sedendosi sul posto accanto a me, ignorando che ci fosse Ly, che improvvisamente si era ritrovato appiccicato a Damien che discuteva con Baston come organizzarsi a quidditch per la prossima partita, Grifondoro-Serpeverde. “Attenta” urlarono tutti e tre, ma Dominique non gli aveva degnati neanche di mezzo sguardo, mi aveva fissato un attimo con quei suoi intensi occhi verdi e mi aveva sorriso, poi aveva guardato di nuovo i cugini, gli occhi sembravano frustranti, come si suol dire se gli occhi avessero avuto una bachetta quello sarebbe stato un imperio, o un cruciatus. “È colpa vostra e dovete chiederle scusa!” aveva puntualizzato Dominique, James e Fred non avevano detto niente, allora la mezza francese aveva preso quella “cosa” come un lascia passare ed aveva preso a inveire, “Piccola Nique” aveva cominciato Jamie, “A noi non interessa” aveva terminato Freddy, prima che entrambi si coordinassero per andare via, sapendo quanto al cugina lo detestasse, Alice si era alzata per seguirli silenziosa, ma era stata braccata prima di qualcuno, Lysander si alzò di malavoglia dalla panca, per seguire i due veloci fuggiaschi e pensai di farlo anch’io se la bella Weasley non si fosse arpionata alla collottola della mia camicia. “Si?” chiesi io abbastanza allarmato, mentre quella grifondoro dagli occhi magnetici, solo un anno più giovane di me, mi fissava come se fossi l’indifesa gazzella che indisturbata si aggirava negli dintorni del nido dell’enorme Ungaro Spinato, “Leo gli farai ritornare sulla retta via? Non possiamo permetterci un’altra spaccatura in famiglia, già quella tra Rosie ed Al, crea troppi fastidi” mi aveva detto, anzi chiesto, quasi supplicante, “Ci proverò Nique” risposi io per tranquillizzarla, battendole le mani sulla spalla piccola, lei mi ringraziò con un ilare e bellissimo sorriso, che credeteci da una ragazza che aveva 1/8 del suo sangue veela era davvero spettacolare, arrossì, prima di andare via, sentendo i suoi occhi quasi bestiali attaccati alla nuca, assieme allo sguardo confuso di Molly Weasley che ancora si interrogava se fossi un maniaco o solo pazzo.


Dominique sarebbe stata senza alcun dubbio la ragazza più bella di tutta Hogwarts, e non vi mentirò dicendovi che non ho mai avuto una cotta per lei, era così bella che sarebbe stata capace di rendere etero anche la persona più gay del mondo, in questo caso Al, che era anche suo cugino, ma restavo dell’idea che con un po’ di impegno ci sarebbe riuscita, ma come ogni persona del clan, si perché a volte erano un vero clan, Weasley-Potter anche Nique aveva i suoi difetti, era irascibile, isterica, perfezionista e voleva sempre avere ragione su tutto, e be, tutti fanno difficoltà ad ammetterlo, ma l’aveva sempre; Insomma sommando al tutto la sua furba mente ed il suo senso dell’onore e del dovere verso gli amici e la famiglia, lo potevi superare, no? Ma qui che la situazione si complicava, sopraggiungendo al vero MA della sua persona; Aveva, come dire, caratteristiche molto animalesche, molto lupesche come si suol dire, di cui lei non ne faceva ne mistero ne vanto, di cui erano affetti anche i suoi fratelli, Victoire molto dimeno e Louis molto di più tant’è che qualcuno pensava fosse realmente un lupo mannaro e sebbene fosse un tranquillo tredicenne lo evitavano come la peste, tanto che lui aveva cominciato a pensare che per calmare la sua voglia di carne, quasi cruda, avesse bisogno della pozione antilupo, anche se come ogni sventura c’era il positivo, Lu aveva preso più delle caratteristiche lupesche, più delle caratteristiche veele, riusciva come le due sorelle a ipnotizzare il sesso opposto, ovviamente non largamente quanto Victoire, ma anche lo stesso sesso. Nique aveva moderate (anche se erano accentuate per gli studenti in confronto a Vicy e insulse in confronto a Lu) caratteristiche Lupesche, minime doti da veela, in confronto a loro, ma aveva quello che noi simpaticamente chiamavamo l’effetto-collaterale-veela, che in tre generazioni di sangue mischiato si era manifestato solo in Nique, diventare un’orrenda bestia con la testa di uccello con un becco feroce, le ali squamose che lancia palle di fuoco dalle mani, quando si altera sensibilmente e vista l’irritabilità della ragazza, non tutti vorrebbero avere a che fare con lei.


“Jamie, Jamie” chiamai io per farlo fermare, quello camminava come un militare in marcia, seguito da Freddy che parlava tra se e se, mezzo ad alta voce, mezzo no, Lysander alle loro spalle, che teneva il naso puntato al soffitto e gli occhi anche, con una morbosa curiosità, cosa mai ci trovasse nelle mattonelle del soffitto, non l’avevo ancora capito, ma ormai era abitudinale vederlo andare in giro con la faccia al cielo, mentre muoveva passi a tentoni per non inciampare nei lacci delle proprie scarpe, perennemente slacciate. “Fermatevi” gli minacciai, alzando la bacchetta ed agitandola, i tre si fermarono, cioè James mi guardo spicciamente senza alcuna intensione di fermarsi, ma Fred che l’aveva fatto, l’aveva afferrato per il colletto, imponendogli di fermarsi, a meno che non volesse strozzarsi o fare uno strip-tease nel corridoio, Lysander ovviamente non gli aveva visti ed aveva continuato la sua camminata, spalmandosi poi sui due ragazzi, dopo aver visto che effettivamente non si poteva più avanzare. “Si Leon?” chiese James, tirando una botta a Fred, nel pieno del suo ventre, che fece parecchio alterare il ragazzo dalla cresta moicana, “Dovreste chiedere scusa a Molly, più che altro per evitare che Nique vi arrostisca il didietro” avevo detto, ed anche il mio, visto che la ragazza aveva chiesto a me di risolvere il problema. Fred e James si erano guardati eloquenti ed avevano risposto: “Il giorno in cui Lumacorn ballerà una rumba vestito da Drag Queen, con indosso un cappello di frutta” aveva detto James, e Fred gli aveva porto il pugno che Jamie aveva battuto con soddisfazione, “Quante x avrà Nique?” chiese ad una presenza che non dovevamo vedere, perché dubito davvero che stesse parlando con me o con quei due, che gli davano anche meno retta, “Se non sbaglio è un quattro X” aveva detto qualcuno, avvicinandosi a noi. Avete mai avuto niente a che fare con quelle persone che parlano senza essere interrogate, in qualunque caso e che ti guardano sempre dal loro personale piedistallo come se tu fossi una formica inutile, perché loro sanno di valere più di te, che ne so per l’intelligenza e l’arguzia? Avete presente quel genere di persone? Rose Morgana Weasley lo era assolutamente, una quindicenne corvonero con l’assoluta convinzione di essere l’imperatrice di Hogwarts, una discreta portiera, che non prendeva mai bene l’idea di perdere, tanto da rovesciare yogurt acido nel cibo, come già detto. “L’arpia dello yogurt andato a male” esclamai io, Lysander la guardo preparandosi a ricevere qualche botta in testa, perché chi sa per quale ragione andava sempre a finire così, con il nostro biondo amico tramortito a terra, mistero il perché. “Rosie” urlò James, realmente contento di vedere la corvonero, avventandosi su di lei e sollevandola di forza, in un abbraccio realmente appiccicoso, perché Jamie stravedesse per Rosie rimaneva un reale incognita nella mente di tutti gli studenti della scuola di magia e stregoneria di Hogwarts, insomma quella era o non era la pazza so tutto io di corvonero, che si intrometteva sempre nei discorsi altrui, con gli occhi blu troppo svegli, le lentiggini sulle guance scavate, con i capelli che al naturale ricordavano un grosso e intrecciato nido di rondine di una sfumatura carota, ma per via di qualche arcana stregoneria che andava al di fuori della mia mente, riusciva a presentagli come spaghetti fritti che erano lì per mostrare che Rose non era pelata, o forse lo era e quella era una parrucca. “Come sta la nostra cuginetta preferita?” chiese Fred appiccicandosi anche lui alla rossa, improvvisamente fraterno, “Leo” mi sussurrò Lysander, “Dimmi Ly” risposi, senza scollare gli occhi dalla rossa, “Penso che Rose abbia più X di Nique” mi disse il biondo, guardando ancora allarmato intorno, “Lo penso anche io” risposi, prima di defilarmi per cercare di trovare Molly, sicuramente più accomodante dei due, sentì un botto alle mie spalle, non mi voltai, perché altrimenti avrei dovuto caricarmi a peso morto un tramortito Lysander Scamander.


Su una cosa avevo avuto ragione, Molly era certamente più accomodante di Fred e James, peccato che appena avevo pronunciato la parola Scusa, era diventata rigida come una tavola, che anche la cicatrice si aggrinzita sulla sua faccia. Ne stavamo parlando a Divinazione mentre spiavamo le varie tazze di tè, cercando di interpretare tra quanto tempo saremmo morti ed in che modo, Lysander che leggeva la mia tazza vedeva che la mia vita sarebbe stata messa a ferro e fuoco e che non avrei raggiunto la soglia dell’anzianità, il professore mi aveva tranquillizzando dicendo che era improbabile che qualcuno decidesse di bruciarmi, vivo, “A meno che tu non ti offra come pranzo per un gallese verde” aveva ridacchiato Molly, che assieme ed Silvyane Finningan erano sedute al banco accanto al nostro, la prima ridacchiava con me, la seconda cercava di spiare cosa mai ci fosse nel futuro della sempreverde sfregiata Weasley, “O una Veela parecchio furiosa” risposi io, alludendo a Nique, “In effetti” ridacchiò lei, aveva un bel sorriso, peccato che la concentrazione quando la guardavi non poteva non vertere sulla cicatrice. “Signorina Weasley che dice la tazza della sua compagna?” ci interruppe il professore, Molly guardò la tazza cercando in essa la soluzione a tutti i problemi, chi era logico e realista in astronomia andava male, Rosie diceva di soffrire grave miopia al terzo occhio interiore, be se era vero Rose e Molly erano cieche totalmente. “Am, credo che Sil avrà un qualche sconvolgimento emotivo” aveva detto incerta, grattandosi lo sfregio, come per cercare ispirazione, guardando del nero sul fondo, che non aveva una forma, “Lei signoria Finningan?” chiese il professore, Alice guardò la tazza, “C’è una faccina sorridente” disse, esibendo all’amica, al professore e a tutti due punti ed una curva sotto, che riproduceva una faccina felice, “Evidentemente signorina Weasley la felicità è dietro l’angolo” aveva detto il professore prima di passare a Lorcan Scamander, quello totalmente fuori di testa, perché crediate o meno, il nostro Ly era solo un po’ svitato, e a Corner, che vedevano draghi, squartamenti e Dragonelli malvesi, qualunque cosa fossero. Lysander si era depresso perché non aveva visto anche lui quella cosa, Molly aveva preso a sorridere, “Vedi Leo, la mia felicità è imputabile al fatto che Jamie e Freddy non vorranno mai chiedermi scusa e dunque vivrò felicemente” urlò Molly, mentre suonava la campanella della fine dell’ora, dandomi un bacio sulla guancia, prima di scappare via.


Rimasi immobile sulla sedia. “Ti ha colpito un gorgosprizzo?” mi chiese Ly, percuotendomi la spalla, Fred e James si erano parati davanti a me, con un sorriso malandrino, “Sguardo perso” disse Jamie, “Espressione imbambolata” esclamò Freddy, mi iniziarono a preoccupare, “Senza contare il rossore generale” si era intromessa Alice, mentre i tre mi si mangiavano con gli occhi Silvyane stava ancora rimettendo apposto i libri nella cartella di malavoglia, Ly aveva preso la tazza del tè di prime la stava confrontando con quella del suo gemello, erano praticamente indistinguibili, avevo preso a guardargli dimenticandomi dei pazzi amici che parlavano, l’unica differenza dei due era che Lysander portava i capelli più lunghi e di una tonalità più chiara, ma davvero solo un tono di coloro e se n’era accorto solo Hugo perché di tanto in tanto dipingeva, ma questo era un segreto e gli occhi, avevano la stessa gemella forma, solo che gli occhi di Ly erano più scuri grigio scuri, mentre quelli di Lorcan, che noi simpaticamente chiamavamo Canny, erano azzurri come il cielo, Lulù, la sorella minore di Molly, diceva che avevano entrambi gli occhi cielo, solo uno ciel sereno e l’altro cielo plumbeo. “Fratello è sbagliato, non è ferro e fuoco. È il fulmine che appicca il fuoco” aveva detto Canny guardando la tazza, Lysander sorrise e poi interpretò la profezia, “Sarai colpito da un fulmine che ti infiammerà” aveva detto, realmente convinto, “Fantastico” ridacchiai. Almeno Nique non mi avrebbe bruciato, “Quindi il nostro Leroy …” cominciò Alice con sorriso malandrino, odiavo quando mi chiamavano con il mio secondo nome, “Sarà colpito da un colpo di fulmine che lo incendierà d’amore?” propose Alice e così capì anche i maliziosi sguardi dei due cugini, che si scambiavano tra loro. “O no” dissi solamente, afferrando la mia tazza da tè, Silvyne si avvicinò a me, con camminata veloce, aveva posato un dito sulla mia guancia, l’avevano guardato tutti confusa, l’aveva strusciato, “Eri sporco di lucidalabbra” disse con un tono provocante totalmente fallito, prima di andare via, cercando di muovere i fianchi magri in modo ondeggiante. Poi realizzai quello che la ragazza che leggeva gli smile stava per fare, riferire alla ragazza che mi aveva lasciato imbambolato dopo un bacio sulla guancia, la previsione da tè totalmente improponibile dei due Scamandro, “Silvia fermati!” urlai, ignorando che quello non era il suo nome, fiondandomi fuori dall’aula a cercarla.


Peggiorando inconsapevolmente le cose.

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Capitolo 3
*** Capitolo III: La Scelta si lascia al cuore ***


Chiedo scusa per essere - tipo - scomparsa. Vorrei ringraziare i due che l'hanno recensita (lotto e piccolalettrice) i due che l'ha preferiscono (lotto e TeddyLupin93) i due che l'ha ricordano(Fede_e e Zenobia_vampire) e i quattro che l'ha seguono (piccolalettrice, Pallina,mephiste e spacedust)
Ed ovviamente i cari lettori.


Tengo a precisare che questo capitolo doveva essere di tutt'altro genere, ma alla fine è venuto fuori così :(
La mia beta è scomparsa, nuovamente, ne sto cercando una nuova, quindi se trovate evidenti errori grammaticali (sappiate che il mio word ha seri problemi ed io potrei essere dis-qualcosa) sarei immensamente grata se me li diceste :)



Buona Lettura
EsL













La famiglia non si sceglie.




















Capitolo 3: La Scelta si lascia al cuore












Erano passate due settimane da quando Canny il pazzo aveva visto nel mio futuro un colpo di fulmine capace di incendiarmi e da quando i miei beoti amici si erano convinti che Silvia fosse il mio grande amore e da quando la suddetta ragazza si era convinta che io fossi innamorato della sfreggiata. Ed erano anche due settimane che Nique minacciava la mia intera esistenza se non fossi riuscito a rimettere a posto la sua caotica tribù, perchè in certi giorni mi veniva impossibile considerarla una famiglia. Come quel giorno. Comunque il fatto che Dominique stava organizzando il mio omicidio per mano delle sue incandescenti palle di fuoco aveva indotto Lysander a credere che effettivamente poteva aver avuto lui la visione profetica giusta e non il gemello. Non che la cosa mi rincuorasse molto, da un lato mi dicevano che mi sarei totalmente invaghito di qualcuno dall'altro mi dicevano che sarei arso vivo.







Così quella mattina, dopo i pensieri inquieti scatenati dai due folli gemelli, avevo deicso di guardare ,per l'ennesima volta tutte le HahaFoto made in Lee, poi avevo ponderato di non alzarmi dal letto, era sabato ed ero intenzionato a morire poltrendo sotto le coperte pesanti. Ma come ogni buon proposito che mi facevo nella vita, questo andava automaticamente alle mandragole. Così come da programma, qualcuno decise di fare un ingresso di tutt(altr)o (che) rispetto, con l'aggiunta che forse neanche Baston era in piedi o Damien ancora tornato e solitamente i due lo facevano alle prime luci dell'alba. Dunque si può dire che l'ingresso non fosse avenuto la mattina presto ma a notte fonda, non lo so, era buio e non ci capivamo nulla. Comunque quella volta non fu nessuna ragazza dai capelli verdi con indosso un dubbio indumento, ma tre presenze, perchè chiunque si permetta di rovinare il sacro sabato mattina non può essere umano, entrarono nella nostra stanza, erano tre ragazzetti di terzo anno. Uno non avevamo neanche la minima idea di chi fosse, aveva i capelli castani tirati indietro con tanta di quella brillantina che doveva essersi cementificata, uno aveva i capelli rossici intrecciati e sconvolti e l'ultimo era un ragazzino dalla pelle scura e le treccine.



"Hugh, che succede?" aveva urlato Fred a suo cugino, anche James si era alzato dal suo letto per vedere il cugino, mi ero dovuto sollevare anche io quando mi ero reso conto che Mister Treccine era effettivamente l'ultimo membro della famiglia Lee, mio fratello Lawrence. "Leon! Leon!" aveva strillato il mio fratellino, così ero stato costretti a ronfare anche io, Lysander si era voltato dall'altro lato, premendosi il cuscino sulle orecchie, forse avrebbe imputato quei rumori a qualche creatura maligna. Baston aveva lanciato in una direzione qualsiasi un paio di calzini annodati minacciandoci mortalmente, grifondoro aveva un allenamento quella mattina. "Mi serve un favore" aveva detto Hugo, passandosi una mano sui capelli pagliosi, quel ragazzo non stava bene, era evidente. Ma non era lui che mi turbava, era il fatto che fosse con mio fratello. Erano amici i due, lo erano da sempre, erano cresciuti insieme, dividevano il dormitorio ed andavano a scuola, ma se si frequentavano era di rado durante le vacanze, erano stati amici ma era da un po' che non si frequentavano. E, per quanto volessi bene a quel ragazzino, non mi piaceva l'idea che avesse ricominciato a frequentare mio fratello.







"Cosa hai combinato?" chiese immediatamente Jamie scivolando fuori dalle coperte, non aveva mantenuto un tono calmo e concentrato come Freddy, ma aveva afferrato il tredicenne per le fini braccia, "Giuro sta volta io non c'entro niente. E' stato Frank" aveva squittito Hugh, in sua difesa. Non stava bene, si capiva, tremava, sembrava debole, aveva due grosse occhiaie violacee sotto gli occhi stanchi. Mio fratello sembrava stare bene, l'altro ragazzo era in condizioni troppo simili ad Hugo così avevo capito la verità, mio fratello era semplicemente troppo buono. Jamie non sembrava troppo soddisfatto della risposta del ragazzo, infatti si era limitato a strattonarlo, "Di, per Merlino, di" aveva detto il mio amico a suo cugino, che era rimasto in silenzio per tutto il tempo. Larry si era voltato verso di me, i suoi occhi erano grandi e spaventati, "Che hai combinato, scricciolo?" gli chiesi sotto voce, "Niente Leo. Non ho fatto niente" disse lui profondo, prima di voltare gli occhi a quei due ragazzini, "avevano bisogno d'aiuto" mi aveva poi spiegato. Sorrisi, perchè nonostante fosse spesso un impiccione e forse anche il più viziato in casa, Larry era davvero buono di cuore. Fred aveva sentito le parole di mio fratello e l'aveva rimandato a letto, ma aveva arpionato il braccio di quell'altro ragazzino, "Ma io ..." aveva provato a divincolarsi dall'ordine di Freddy, "No, vai" gli aveve detto io, così alla mie parole Larry era scivolato fuori dalla stanza. Cosa sucesse dopo non mi fu mai del tutto chiaro. Jamie mi convinse a rimettermi a dormire, che si sarebbero occupati di Hugo e del suo amico, mi avrebbero chiamato se la cosa fosse stata davvero urgente.







Quando mi svegliai di nuovo quella mattina, seppi che il sole era già sorto da un pezzo. Freddy e Jamie non c'erano, ma non sapevo dire se fossero o non fossero tornati, ma probabilmente erano agli allenamenti di Quidditch vista la mancanza anche di Baston e di Damien, mi chiesi davvero se anche lui fosse mai tornato in camera.Lysander era nella stanza con indosso il suo pigiama azzurrino chiaro, che armeggiava con cose ambigue nel suo baule alla ricerca di qualche scaccia creaturine dispettose visto che ripeteva che dei riccianotti fossero entrati in quella stanza durante la notte. Alla fine aveva rinunciato alle sue teorie folli ed aveva deciso di infilarsi qualcosa di decente adosso con cui mostrarsi in giro, ovviamente la decenza era sempre dal punto di vista di Ly e dalla sua uniforme piena di spillette colorate di tutti i generi. Così scenedemmo fino alla sala comune, dove trovammo Dominique, ma non era da sola, stava conversando con due teste rosse, una di queste aveva una cicatrice sulla faccia e l'altra aveva un paio di occhiali quadrati con la montatura viola. Molly e Lily, detta anche il Giglio Nero, perchè ne sapeva una più del diavolo, era certamente una ragazzina di buon cuore, terzo anno circa, capelli lunghi e lisci, c'era chi diceva fossero semplicemente ramati, ma erano diversi rispetto a quelli delle cugine, erano più infuocati, ma sapeva bene come riggirarsi le cose e le persone.







Si voltarono verso di noi tutte e tre. Lily scattò come una molla, "Dimenticavo che avevo promesso a Larry e Josh di aiutarli con trasfigurazione" aveva buttato lì, allontanandosi a grandi falcate, come facesse poi con quelle gambine fini e corte non lo sapevo neanche. Molly si era portata una mano sugli occhi, erano lucidi, la cicatrice non era visibile perchè la ragazza aveva i capelli da sempre legati e perfetti, sciolti e sconvolti, così poco curata e precisa. Si era alzata abbastanza tranquilla, dicendo che doveva andare, sicuramente Silvia l'aspettava, Nique mi aveva lanciato uno sguardo abbastanza eloquente e dopo averlo fatto aveva invitato con grazia inaudita Ly a rimanere a chiacchierare con lei, cosa di cui il mio amico non fu assolutamente entusiasta ma si ritrovò costretto ad accettare, nessuno era così folle da dire di no alla veela di grifondoro, neanche Newt il folle. Ma c'erano grosse possibilità che in futuro mi sarei dovuto guardare le spalle da Ricciocorni Schittosi o Plimpi d'Acquadolce, perchè lui li avrebbe trovati ed aizzati contro di me. Potete scommeterci.







Mi affiancai a Molly ed uscì con lei. Era così strana vederla con gli occhi lucidi e tristi, la cicatrice ragrinzita sulla faccia, che continuava a scostarsi ciuffi di capelli dietro le orecchie. Sembrava davvero fragile, non l'avevo mai vista così, neanche i giorni dopo l'incidente l'avevo mai vista sul punto di piangere, Freddy mi aveva detto che anche quando si era aperta la faccia non aveva pianto, aveva strillato e urlato ma non aveva versato lacrime per tristezza, forse di dolore, ma non per tristezza. Non aveva fatto una piega quando le avevano detto che la sua faccia sarebbe rimasta graffiata per il resto della vita a causa di un medimago pessimo, non aveva mai mostrato debolezza, era stata spesso infuriata o esasperata. La sempreverde Weasley camminava a passo lento al mio fianco, "Sai io penso che Hugh sia brillante quanto Rosie" aveva enunciato quella, riferendosi all'algida arpia dello yogurt avariato, "Non capisco perchè i miei zii non li prestino attenzione. Perchè tutti lascino alla deriva Hugo" aveva continuato davvero sconvolta, "Perchè, Leon, perchè permettono che succeda?" mi aveva chiesto. Bella domanda. Tutti i cugini e noi che eravamo da sempre loro amici, sapevamo che il fratello minore di Rose Weasley, Hugo Bernard Weasley, era abbandonato alla deriva di se stesso, nessuno aveva capito perchè, ma la gente non si curava affatto di lui. Hugh si fumava qualunque tipo di pianta esistesse sopra questa terra ed aveva cominciato anche ad insinuarsi in strade più torbide, con la frequente inalazioni di pozioni assuefanti ed illusorie bandite e stava sempre di più peggiorando.



"Ha solo un anno in più di Lulù. Non vorrei che succedesse mai a mia sorella" mi aveva detto Molly, con un sorriso mesto, "Non succederà tu ti prendi cura di lei. L'arpia non lo fa, non bada affatto a Hugo" l'avevo tranquillizata io, posandoli una mano sulla spalla e la massaggiai. La sempreverde sfreggiata si voltò verso di me e mi sorrise. Ebbi paura. Perchè la guardai nei suoi occhi scuri e mi beai del suo sorriso dolce, senza notare la cicatrice ora rilassata sul volto lieto, senza preoccuparmene minimamente. E temei Lorcan avesse ragione, che un fulmine mi avesse incenerito. Così rovinai quel sorriso, lasciando quegli occhi nella tristezza, "Come ti sei fatta la cicatrice?" domandai, indicando la striscia bianca che sfreggiava il viso, Molly crucciò le labbra e le sopracoglia, così che anche la cicatrice si irriggidisse ed arricciase, "Giocavo da bambina" aveva decretato. Altro non c'era da dire ed il silenzio in cui si chiuse mi fu ovvio.







Ero con Lysander a cacciare Marciotti nel cortile. O meglio io gli lanciavo occhiate confuse ed indagatrici, certo che lui stesse per giocarmi qualche tiro mancino, ma Ly era più interessato alle strane creature del parco. Nei nostri dintorni c'erano Lorcan e Goldestaine ,mentre leggevano manuali di scope che si passavano a vicenda ogni tre pagine, Silvia porvava a far sbocciare le rose fuori stagione e Molly armeggiava con i suoi capelli nella sua solita maniera, era passata l'ora di pranzo, quando rividi Fred, Jamie ed anche Damian, non che mi importasse effettivamente di lui. Il ragazzo dai capelli color sabbia c'aveva degnato di uno sguardo appena, indossava ancora la divisa del giorno prima ed i capelli erano intrecciati e sconvolti, si era accomodato con il gemello del mio amico ed il suo amico, aveva sorriso languido e Goldestein aveva ricambiato. "Temevo vi avesse rapito un Lernivo Carnivoro" aveva esclamato esaltato Ly saltellando verso di loro come una specie di mezzo marsupiale mezzo coniglio, con fare allegro, staccando per la prima volta gli occhi dalle tracce di qualche animale che solo lui riusciva a vedere. Jamie sorrise, adorava le stranezze e le ingenuità del biondino, "No, nessuno Lernivo, ma una sirena voleva donarmi un bacio estasiata dalla mia immane bellezza" se l'era cantata il figlio del salvatore del mondo magico. Freddy li aveva lanciato uno sguardo esasperato, ma tutti avevamo stabilito che fosse davvero meglio non indagare ed eccezione di Ly che pendeva dalle labbra di James per sapere la storia dell'orrida creatura che voleva baciarlo.







Il resto del pomeriggio passò svelto e veloce in compagnia degli altri. Ly aveva deciso di indagare su qualche creatura da molte X, sospettavo fosse o Nique o Rose, così aveva tuffato la faccia in un vecchio libro polveroso sulle creature magiche datato prima della nascita di mago Merlino. Gli altri erano stati più di compagnia, se non fosse stato che ogni qualvolta dalle mie labbra sfuggiva il nome di Molly diventavano di ghiaccio, provai a pronunciare Hugo, per sapere bene cos'era successo, ma Jamie si era limitato ad abbassare gli occhi. Assai raro. Freddy non si era scomposto, ma gli occhi blu erano furenti, era da sempre stato molto prottettivo ed alla fine era l'unico in tutta la loro famiglia che sembrava intenzionato a dare una lavata di testa al cugino. Penso che la cosa era dovuta al fatto che avesse una sorellina minore di un solo anno più grande di Hugo e Larry, la piccola, dolce ed impacciata Roxanne.







Poi il maggiore dei Potter decise che tutti dovevano udire il suo discorso così, mentre erano sui divanetti davanti il fuoco, aveva strappato il libro dalle mani di Ly, che si era ritrovato qualche istante sbigottito a leggere l'aria, poi si era lanciato di peso addosso al nostro amico per recuperare il libro. Dovevo ammettere che certe volte quel ragazzo era effettivamente la creatura più strana di questa terra. A volte sembrava lui stesso una creatura che andava datata in x, ma non so quante gli è ne avrei assegnate, era un ragazzo solare e molto distratto, talvolta davvero impacciato e scordinato, ma non era mai cattivo, anzi era sempre disposto ad aiutare. Ma c'era chi diceva che da arrabbiato fosse veramente orrendo, ma a me non era mai capito di vederlo così, ma Canny ogni tanto raccontava qualche storia. Damian era sprofondato su una poltrona lì vicino ed era scoppiato a ridere, Baston era scivolato sul posto accanto a me ed aveva guardato Jamie, che con fatica assieme a Freddy si erano tolti il biondino di dosso che ora era stato piantato al posto accanto al ragazzo dalla cresta da moicano.



Così il figlio del salvatore del mondo magico aveva cominciato il suo discorso, a mezzo tono però, perchè non lo sentissero altre orecchie indiscreto, tipo sua sorella Lily che non troppo lotano cercava di sentire il discorso e si riaggiustava con nonchalance gli occhialetti sul naso. "Ho intenzione di chiedere ad Alice di venire ad Hosgmand con me, alla prima uscita" aveva enunciato James, l'avevamo guardato tutti chi confuso chi sbigottito, non sarebbe stata la prima volta che Jamie e la fattucchiera andava al viallggio insieme, ma alla fine finivano sempre ad uscire in gruppo, perchè sebbene il mio amico amasse da sempre la fanciulla in questione, non era mai riuscito a farle capire i suoi sentimenti o semplicemente ad invitarla ad un appuntamento. Noi la chiamavamo la Futura Signora Potter, ma lei non l'aveva interpretato come un auspicio futuro, ma solo perchè aveva le caratteristiche adatte per poter essere la fidanzata di Jamie. Ma la verità, che una volta mi aveva ampiamente sottolineato Nique, perchè alla fine la pazza spara palle di fuoco aveva sempre ragione ed aveva più occhio di Lily Potter, che se si ignorava la quasi totale cecità quando non indossava gli occhiali, aveva assolutamente una vera passione per addocchiare qualsiasi cosa.



Mi aveva illuminato rivelandomi che chiunque avrebbe capito quanto ad Alice piacesse James e quanto trovasse appagante che gli altri pensavano potesse diventare in futuro sua moglie, ma era anche convinta che il ragazzo fosse troppo per lei, cioè che fosse troppo esuberante, coraggioso, popolare ed anche carino, anche perchè avevo sentito molto spesso le ragazze dire che Jamie era diventato bello da quando aveva tredici anni La cosa che faceva ridere me, invece sapete qual'era? Che Jamie pensava esattamente la stessa cosa e lo sapevamo tutti, perciò a quella notizia, dopo un iniziale attimo di sgomento, avevamo tutti tirato su un sorriso, Damian aveva anche applaudito, ma vista l'andatura lenta del suo battito e l'espressone del suo viso doeva essere molto sarcastico. Freddy si lanciò sul cugino scompigliandone i capelli con orgoglio, sapevo per certo che in realtà sperava che una volta cominciato ad uscire con Alice avrebbe smesso di occupare tutto il suo tempo facendosi seghe mentali su quanto sarebbe stato fantastico stare con lei, io temevo che sarebbe solo peggiorato.







La notte tra il sabato e la domenica, nessuna sfreggiata con i capelli verdi profumata di Miele o qualche mezzo drogato con la faccia scavata entrò nella nostra stanza fu una notte tranquilla. Ad eccezione di piccole larve Allghoi Khoroi* nel mio letto, quella era la strana vendetta di Ly Scamandro, compiuta nel più totale silenzio sotto i miei stessi occhi. Ma per il resto la notte fu tranquilla a dispetto dei miei sogni. Fiamme. C'erano palle di fuoco, fulmini che infiammavano il cielo, una ragazza davanti a me. Una ragazza con i capelli ramati e gli occhi penetranti e verdi, ma prima che potessi raggiungerla i suoi capelli erano diventati appena un po' più scuri e lunghi, gli occhi erano diventati profondi e castani, una cicatrice ne deturpava il volto. Aprì gli occhi con la considerazione di aver sognato Molly Sfreggiata-Sempreverde Weasley. E questa non era decisamente una cosa buona, anche perchè avrebbe mandato alle stelle l'ego di Silvia - o come diavolo si chiamava - Finningan e la cosa non mi piaceva, anche se non sapevo esattamente se la ragazza potesse o no essere irritante, so solo che il sorriso che gli si formava ogni volta che ero nei paraggi di Molly mi dava davvero sui nervi, anzi no, più che altro mi faceva sentire piccolo ed inutile. Mi alzai dal letto, con l'unica idea che dovessi assolutamente parlare con la ragazza che leggeva faccine sorridenti nelle tazzine da tè. Avrei dovuto assolutamente parlare con lei.







Non potendo salire nel dormitorio delle ragazze, mi ero piazzato davanti le scale sperando che qualcuno scendesse. Una volta al terzo anno avevamo provato ad arrivare nelle stanze delle ragazze, il pavimento era diventato uno scivolo ed eravamo ruzzolati giù, mia sorella, allora al settimo anno, si era piegata in due dal ridere. L'ho sempre detto che era davvero adorabile. Così quando l'ora divenne decente, Silvia scivolò fuori dal suo letto, infilò abiti più comodi ed usuali della divisa e scese in Sala Comuna, con il libro di trasfigurazione sotto mano, assolutamente la materia che più la metteva sottopressione, di fatti la vedevo spesso armeggiare cercando di far diventare fiori-farfalle e viceversa. "Leo" disse, notando che ero piazzato lì davanti e assolutamente intenzionato a non muovermi, "Volevo parlare con te Silvyne" spiegai, sforzandomi di pronunciare bene il suo nome, cosa che lei invece non aveva fatto, "Sono qui" esclamò lei con un finto entusiasmo nella voce. Sembrava più preoccupata e stressata del solito, forse era per il compito di Trasfigurazione che l'attendeva da lì ad una settimana. Mi guardai attorno, "In privato" bisbigliai, gli occhi scuri della ragazza brillarono da dietro le lenti spesse degli occhiali. Lo sapevo che nella sua testolina bacata qualcosa si era accesso ed avevo quasi paura di scoprire cosa mai aveva immaginato, "Certamente" aveva detto divertita, afferrandoli una mano e trascinandolo via.







Il resto di quella conversazione era stata oltre i confini dell'allucinante. Perchè la ragazza che prediceva faccine sorridenti nei futuri della gente, aveva espresso la sua più totale convinzione che io, Leon Leroy Lee, avessi una portentosa cotta per la sfreggiata Molly, cosa assolutamente non vero, nonostante continuasse quella ad affermarlo con assolutezza. Quello che volevo io era capire perchè lo pensasse. Non potevo credere che fosse solo perchè Canny lo Svitato aveva visto nel mio futuro un amore che mi avrebbe arso, di fatti a mio parere era più plausibile l'interpretazione del suo caro fratello gemello, bruciare per aver fatto infuriare Nique. Ed alla fine il fiume di parole era sfuggito alle mie labbra e si era riversato sulla piccola ragazza semi-irlandese, che era rimasta per una manciata di secondi nel più totale dei silenzio. Tra noi c'era solamente il silenzio occupato ai nostri respiri. "Tu vuoi rimettere a posto le cose tra i cugini? Sia perchè tieni a loro, sia perchè hai paura di Dominique Weasley" aveva chiesto retorica la ragazzina, anche se l'ultimo pezzo della frase non sembrava neanche una domanda; annui, perchè era vero. Era meglio distrarre l'amica di Molly dalla sua idea di essere folle d'amore per la sua amica, ma ero pienamente certo che il suo aiuto mi avrebbe giovato nella mia impresa. Anche se non era quello il motivo per cui aveva voluto parlare con lei, avevo solo paura di sapere perchè volessi parlare. Perchè avessi sognato il leccalecca sempreverde al miele.







Silvia mi aveva regalato un sorriso dolce, di quelli che forse solo lei poteva avere, "Io voglio aiutarti. Molly non lo ammette, ma sta male per questa storia. Sta male da molto tempo a dire il vero" rispose alla fine la ragazza, istintiamente toccandosi la zona che la sua migliore amica aveva sul suo viso rovinata dalla cicatrica. Accennai un sorriso anche io, perchè riconoscevo in lei una valide alleata al salvataggio della mia pellaccia, "Dovremmo uscire insieme, comunque" aveva poi sentenziato la ragazza. Rimasi nel silenzio qualche istante, abbastanza confuso da quella notizia, Silvia vedendo il mio viso si mise a ridere, spiegandomi che era unicamente per studiare un modo per rimettere a modo i cugini, così accettai. "Perfetto, alla prima uscita ad Hosgmead andiamo insieme" enunciai, a voce anche abbastanza alta, prima che lei potesse emettere anche un minimo di verso per esprimere il suo parere, qualcuno aveva applaudito, c'eravamo voltati ed avevamo trovati i miei tre stupidissimi amici che fischiavano ed applaudinavo divertiti. Freddy era assolutamente convinto che io avessi una cotta per Silvia, come la stessa ragazza era convinta che fossi innamorato di Molly. Ancora non capivo, però, perchè tutti fossero convinti che io fossi innamorato di qualcuna, avrei potuto non essere interessato a nessuna o avrei potuto scegliere io di chi essere innamorato.













*L'allghoi khorhoi è una creatura leggendaria che esisterebbe nel Deserto del Gobi: è considerato un animale di interesse criptozoologico, somiglia all'intestino di una mucca: si dice che sia di colore rosso e presenta, talora, punti o macchie più scure. A volte lo si descrive con sporgenze a punta su ambo le estremità. Queste creature sarebbero lunghe dai 60 ai 150 centimetri e avrebbero uno corpo spesso

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