Princess High School

di Iwasbornthiswaybaby
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***



Spazio Autrice: Salve! questa è una FF sulle principesse Disney, ma devo darvi alcuni avvertimenti prima di iniziare a leggere. Ho chiamato Cenerentola con il nome Cindy, e Biancaneve con il nome Bianca, per renderli meglio ai giorni nostri. ve la immaginate una che si chiama Cenerentola in un liceo moderno?
Spero che la storia vi piaccia.
Kiss, EWingy




Aurora raggiunse le sue amiche al tavolo della mensa con aria sognante. Appoggiò lo zainetto rosa su una sedia e si mise a sedere, sistemandosi la frangetta bionda. Quando si fu seduta, sospirò,  assorta nei suoi pensieri.
-Ragazze... – disse con tono estasiato alle cinque amiche che la guardavano incuriosite – Mi sono innamorata. –
-Oh! Era ora! – le rispose Cindy, alzando lo sguardo da una rivista di moda.
- E chi sarebbe il fortunato? – le chiese Belle, facendosi interessata all’argomento.
- Il ragazzo dei miei sogni... – rispose la bionda, sempre con quel tono rapito.
Bianca la guardò come se fosse pazza, e le disse – Dicci almeno come si chiama! –
-Ancora non lo so. Quando lo incontrerò, lo saprò- Le rispose Aurora, iniziando a mangiare un’insalata.
-Tu sei tutta pazza! – replicò Bianca, fissando stupefatta l’amica – E tu Ariel – disse riferita alla rossa, seduta accanto a lei, che fissava come ammaliata un tavolo poco distante da quello delle sei ragazze – non dici nulla a questa matta?-
Ariel distolse lo sguardo dal tavolo che stava guardando – Oh, sono contenta per te Aurora, spero lo troverai presto- disse con aria malinconica, per poi girarsi di nuovo.
Jasmine le portò una mano sulla spalla – Ariel, devi parlarci. Dai, vai lì e rivolgigli la parola!
-La fai facile tu! – sbottò la rossa – a te non viene da balbettare in modo incomprensibile quando parli con un ragazzo che ti piace! Anzi! Sarebbe un buon passo balbettare! In sua presenza non riesco neppure a dire una parola! – E detto questo tornò a fissare il tavolo dove era seduto il ragazzo che attirava l’attenzione di Ariel.
- Ariel – Aurora chiamò l’amica con tono affettuoso – Sono certa che Eric si accorgerà di te! E poi dai! Credi che possa reggere quella stupida di Ursula ancora per molto? Sarà anche carina, ma non è certo così simpatica! È con me nel corso di tedesco e ti giuro, è insopportabile- Ariel sorrise alla bionda e si alzò da tavola, prese il suo zainetto verde e se ne andò via, diretta a Biologia.
Bianca tornò a rivolgersi ad Aurora – E come sarebbe fatto, nei tuoi sogni, questo ragazzo? –
-Oh, è gentile, e bello, e simpatico e mi ama! – le rispose la bionda, con aria sognante. E quindi prese una mela dal suo vassoio e l’addentò.
-Ehi! Ferma! – esclamò Bianca, facendo smettere di masticare Aurora – L’hai lavata quella mela?-
- Uff.. Bianca! È della scuola, sarà pulita!- le rispose l’amica.
-Non puoi mai sapere! Ci sono certi germi sulla buccia della frutta! Non puoi nemmeno immaginare! E se poi ti viene una malattia?- ribatté Bianca, indignata.
-Ma quanto sarai paranoica, Bianca!- rise Jasmine – A proposito, quando c’è la prossima lezione di canto?-
- Domani, alla terza ora – le rispose Belle, con un tono professionale.  Detto questo si alzò, prese lo zaino azzurro e si incamminò verso la lezione di letteratura francese, con la coda di cavallo, legata in un fiocco celeste , che le sfiorava il collo.
-Allora, andiamo ragazze? Geografia ci aspetta!- esclamò Cindy, con un tono di finta allegria. Le altre annuirono e la seguirono, un po’ annoiate.

Come ogni pomeriggio, Aurora, dopo aver finito i compiti, si dedicava alla sua corsa per tenersi in forma. Aveva ritrovato dopo mesi il suo Mp3 e non vedeva l’ora di correre ascoltando le sue canzoni preferite. Si mise i suoi leggins grigi e la maglietta nera e si strinse i lunghi capelli biondi in una coda di cavallo. Salutò le tre zie, sedute sul divano, completamente assorte in una soap, e uscì di casa. Si diresse correndo verso il parco, dove di solito si allenava per un’oretta. Era un tale sollievo per lei ascoltare la sua musica preferita. Si era fatta prestare, nei mesi precedenti, gli mp3 dalle sue amiche, ma le canzoni non erano le sue preferite.
Aveva corso per 40 minuti, ma si sentiva esausta, così di sedette su una panchina, nella zona alberata. Non fece in tempo a distendere la schiena che sentì nelle sue orecchie una dolce melodia che non udiva da tempo.
 Così si abbandonò completamente a se stessa. Non c’era nessuno nei dintorni, così si alzò e iniziò a ballare con un cavaliere immaginario. Quando la cantante iniziò a cantare, Aurora fece lo stesso.
-So chi sei
Vicino al mio cuor
Ogni or sei tu
So chi sei
Di tutti i miei sogni
Il dolce oggetto sei tu
Anche se nei sogni è tutta illusione e nulla più
Il mio cuore sa che nella realtà
Da me tu verrai
E che mi amerai ancor di più-

Improvvisamente udì una voce che cantava con lei. Era una voce maschile. Aurora si girò di colpo e vide, davanti a sé, un ragazzo della sua età. Era alto, aveva i capelli castani e la stava guardando, con aria dispiaciuta.
-Scusami, non volevo interromperti. È solo che ti ho sentito cantare quella canzone e, bè, credevo di essere l’unico a conoscerla sulla faccia della terra. –
Aurora sorrise, col cuore che le batteva a velocità della luce – Davvero la conosci pure tu? Era la ninna nanna che mia madre mi cantava prima di addormentarmi, tutte le sere, quando ero piccola. Sarà degli anni ’50! – rispose la ragazza.
-Invece io l’ho sentita da mia zia, che la canta sempre. Mi è sempre piaciuta, a dir la verità, anche se è un po’ vecchiotta- le disse con una voce dolce il ragazzo.
Aurora staccò le cuffiette dall’apparecchio elettronico, e fece ricominciare la canzone da dove l’aveva bloccata. I due la cantarono insieme, e il ragazzo fece ballare Aurora, a passo di valzer.
-Sai ballare il valzer? – chiese la ragazza, impressionata.
-Eh si! Sai, quando vai ad una scuola privata, ci sono certe lezioni che devi fare per forza- rispose il giovane, alzando appena le spalle.
Aurora sorrise, poi guardò l’ora. Avrebbe fatto meglio a tornare a casa, o le zie si sarebbero preoccupate.
-Allora ciao, io devo andare- disse la bionda, e si girò, per andarsene.
-Aspetta! – le urlò il ragazzo – Io sono Filippo! Tu?-
La ragazza di girò – Aurora – rispose, con le guancie arrossate. Dopodiché salutò di nuovo il ragazzo e corse via.
Eccolo, aveva trovato il ragazzo dei suoi sogni.
 

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


-Buongiorno! – esclamò Aurora, raggiungendo le amiche nel cortile della scuola, prima che suonasse la prima campanella.
-Buongiorno bionda!- le rispose Bianca, con tono allegro – Dove sono finiti i sospiri di ieri?-
-Oh, bè..- confessò la ragazza, un po’ imbarazzata – mi sono innamorata del ragazzo dei miei sogni!-
Bianca la guardò, inarcando le sopracciglia – Ci hai detto la stessa cosa ieri! Sputa il rospo, ragazza!-
Cindy incoraggiò Bianca – Bianca ha ragione! Dicci!-
-Diciamo che ho incontrato ieri un ragazzo, un ragazzo bellissimo, gentile.. – ammise con un sospiro – e per di più conosce ‘So chi sei’-
- Ahi, questa allora è una cosa seria. – Belle parlò per la prima volta – Se il ragazzo conosce la sua canzone preferita e, diciamolo, nessuno la conosce, non credo che Aurora se lo farà scappare!- le altre risero.
-Sai almeno come si chiama? – le domandò Ariel.
-Si, si chiama Filippo. Ma non so altro..- rispose malinconica la bionda.
-Non sai a che scuola va? – le chiese Cindy.
- No. So solo che fa lezione di valzer a scuola.- disse.
-Allora va alla Prince.- dichiarò Jasmine, che fino a quel momento non aveva aperto bocca.
-Come fai ad esserne sicura, Jasmine?- volle sapere Bianca.
-Facile. È l’unica scuola della zona dove insegnano Valzer agli studenti. Lo so perché un collega di mio padre ha il figlio che studia lì. Dicono che la retta sia di 7000 dollari l’anno. – confessò Jasmine.
-Accidenti! E chi ce li ha tutti quei soldi?- disse stupefatta Ariel.
- Bè, brava la nostra Aurora. Ha accalappiato proprio un bel principino – annunciò Cindy.
-Ma dai, Cindy! Non so neppure se lo rivedrò.- ammise Aurora.
-Allora c’è solo una cosa da fare! – propose Bianca – Gli appostamenti davanti alla Prince!-
-Tu sei matta, Bianca! E se poi lo vediamo, cosa gli dirà Aurora?- commentò Belle – ‘Scusami Filippo, ti voglio pedinare?’ Ma dai! –
-No, non intendo questo, ma Aurora potrebbe casualmente passare di lì, e lui, se ci tiene, la fermerà di sicuro.- suggerì Bianca.
- Sai Bianca – rivelò Aurora – ho sempre considerato le tue idee un po’ pazze. Ma stavolta hai proprio preso in pieno il punto. Ci state ragazze?-
Mentre Cindy, Ariel e Jasmine annuirono, Belle guardò stupefatta le amiche e si diresse verso l’ingresso, dove tutti gli studenti, al suono della campanella, si stavano dirigendo.
 
La prima ora di quel giovedì era, per Belle, inglese.  Le piaceva la lingua inglese, ma per lei non poteva competere con la sua lingua madre, il francese. Si era trasferita in America, dell’Europa, all’età di sei anni, e aveva studiato tanto per parlare come le sue nuove amiche, in un inglese perfetto. Adesso ne era capace, e divorava libri enormi in quella che era la sua nuova lingua. Il corso di Inglese, per Belle, era una bella opportunità per migliorare ancora, e sarebbe stata una delle sue materie preferite, se non fosse stato per un suo compagno di classe.
-Ciao Belle- le disse un compagno alto, muscoloso, con una voce arrogante.
-Buongiorno Gaston - rispose la ragazza con aria pacata, anche se, dentro di se, avrebbe voluto mollargli un bel pugno. Ma, data l’enorme massa muscolare di Gaston, forse era meglio non tentare.
-Belle, che ne diresti di venire da me dopo, per vedere quel premio di Football che ho vinto settimana scorsa? – chiese lui con tono presuntuoso.
-No grazie, Gaston. Sono molto occupata in questi giorni. Pensa che – la ragazza iniziò a parlare, facendo in modo che lui si annoiasse, per poi lasciarla stare – devo andare in biblioteca. Devo riportare dei libri-
-Ma come fai a leggere di continuo?- chiese il ragazzo, schifato.
-Ragazzi! Tutti a sedere! Inizia la lezione- la professoressa Brics entrò in classe. Belle si sedette in seconda fila, per stare ben attenta alle parole dell’insegnante.
-Ragazzi! Oggi voglio darvi un compito. Dovete fare, per me, una ricerca. E voglio che poi mi esponiate il lavoro svolto a coppie. No, ragazze – disse l’insegnante a due compagne di classe di Belle, che stavano mettendosi d’accordo per svolgere il lavoro insieme – stavolta sceglierò io le coppie. Ho infatti preparato 2 sacchetti, uno con tutti i vostri nomi, l’altro con l’argomento sul quale dovrete svolgere la ricerca.-
Tirò fuori dalla borsa due sacchetti di plastica. Uno con ventiquattro bigliettini, uno per ogni alunno, e l’altro con dei foglietti un po’ più grandi, contenenti il tema della ricerca.
I ragazzi annuirono, poco convinti. Belle era curiosa di sapere che cosa avrebbe dovuto studiare.
La professoressa Brics scosse il primo sacchetto e ne tirò fuori due foglietti.
-Grings, e Polkin – una ragazza, Joanne Grings, si avvicinò alla cattedra per ritirare il biglietto della ricerca.
- Biancaneve?!- esclamò Joanne a voce alta- La ricerca sarà su una fiaba per bambini?-
-Esatto cara – disse l’insegnante- la ricerca sarà proprio su questo. Dovrete tirare fuori il significato della fiaba, e saperla esporre davanti a tutti. Anche in modo originale. –
Tutta la classe fu messa a coppie, mancavano solo quattro ragazzi. Tra cui Belle. E Gaston.  Belle sperò di non capitare in coppia con lui. Sarebbe stato orribile.
-Belle – l’insegnante la chiamava sempre per nome – e.. Adam – Belle guardò in fondo alla classe, dov’era seduto il suo compagno di studi. Adam Castel. Il ragazzo più misterioso della classe. nessuno parlava mai con lui, dicevano che fosse scorbutico e che fosse restio a parlare con chiunque. A scuola andava bene, alle interrogazioni rispondeva in modo corretto, e parlava solo se chiamato. Belle era curiosa di sapere come avrebbero studiato insieme.
Belle si avvicinò alla cattedra per prendere il foglio con su scritta la fiaba. La bella e la bestia. Non la conosceva, che strano. Conosceva tutte le fiabe classiche. Ma questa le era nuova. Meglio così. Avrebbe dovuto documentarsi di più. Guardò Adam, seduto al suo banco, e gli sorrise. Egli abbozzò una smorfia.
‘Iniziamo bene. Sarà un lavoro più difficile del previsto', pensò la ragazza, sconsolata, tirando fuori il libro di inglese dallo zaino.
 

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***



Spazio Autrice: Scusatemi se vi ho fatto aspettare tanto per questo nuovo capitolo, ma sapete, con l'inizio della scuola, trovare un bel momento libero.. Comunque.. Spero vi piaccia questo terzo capitolo..

La lezione di canto era attesa dalle sei ragazze con ansia, perché solo durante quell’ora a scuola, potevano lasciarsi andare e sentirsi veramente bene. Ognuna, con la sua voce, faceva emozionare le altre e si completavano a vicenda. Cindy con la sua voce armoniosa e gentile, Bianca con la sua voce che sembrava provenire da tempi lontani, il trillo lirico di Aurora, la voce dolce di Jasmine, il canto libero e sincero di Belle e la potenza della voce di Ariel. Arrivarono tutte puntuali alla lezione e l’insegnante, il professor Sebastian Krab, si congratulò con loro. Era aprile, e dovevano iniziare a preparare lo spettacolo di fine anno. Voleva che ognuna ragazza cantasse una canzone e poi, come finale, qualcosa tutte insieme. Le sei si emozionarono, volevano sapere che cosa avrebbero dovuto cantare.
-Allora ragazze, quest’anno ho deciso di darvi libertà per la scelta delle canzoni.- le sei si guardarono, sorridenti- Questo vorrà dire che dovrete scegliere voi un testo, su qualsiasi cosa vogliate. Avete già qualche idea?-
Bianca alzò la mano e l’insegnate le dette la parola.
-Io avevo in mente una canzone. Ma è un po’ vecchia. Va bene lo stesso? –
-Certo signorina Snow, mi dica il titolo.-
-Si chiama ‘Non ho che un canto ’ però è degli anni ’40!- disse la ragazza, un po’ dubbiosa.
-Cercherò la base musicale- le confermò l’insegnante.
Le altre non avevano ancora idee e passarono la lezione ad esercitarsi su gorgheggi e solfeggio.
La campanella per la quarta ora suonò, e le ragazze uscirono dall’aula. Ariel stava per uscire, quando il professore la trattenne.
-Ariel, tu hai una bellissima voce, e la professoressa Brics mi dice che sai comporre delle frasi bellissime. Ce la faresti a scrivere una tua canzone?- le chiese il professore, speranzoso.
-Io.. non lo so. Ma come si fa per la base? La devo comporre io?- rispose la ragazza, incerta.
-Se vuoi si, magari ti puoi far aiutare.-
-Ok signore, cercherò di fare del mio meglio. Ma la canzone deve essere reale o anche di fantasia?-
-Come vuoi. – rispose l’insegnante, e Ariel se ne andò via, verso la sua prossima lezione.

 
Ariel non aveva idee per la canzone, e pensava di dover iniziare dalla musica. Avrebbe potuto chiedere aiuto a sua sorella Andrea, che studiava al conservatorio. Avrebbe potuto comporre una canzone sull’amore, come facevano tutti. Ma le sembrava troppo banale. Tutti scrivevano storie d’amore. Una canzone di completa fantasia. Poteva fingere di essere una fata che vola tra i fiori, o una principessa nel suo castello.  Su una cosa era sicura: doveva essere una canzone che le usciva dal cuore. Stava camminando lungo il corridoio quando.. Sbong! Cadde in terra.
-Sta un po’ attenta, pel di carota!- Ariel riconobbe la voce. Era Ursula. Aprì gli occhi e vide che Eric era accanto a lei. Lui le porse la mano. Lei la prese, con le guance in fiamme.
-Ti sei fatta male?- chiese il ragazzo, con tono gentile.
-I-i-o..-  Ariel non riuscì ad emettere alcun suono. Alzandosi guardò Eric negli occhi, e abbassò i suoi, imbarazzata. Allora scosse la testa e scappò via.
- Eric, perché hai aiutato quella scema?- Ursula se la prese con il suo ragazzo.
-Si era fatta male, dovevo lasciarla lì in terra?- rispose lui.
-Ma a me non l’hai chiesto se mi ero fatta male. Devo dedurre che preferisci quella ragazzina a me?- continuò lei, arrabbiata.
- Ursula, non ho detto questo. È solo che lei aveva bisogno di una mano, mentre tu non ti eri fatta niente- proseguì il ragazzo.
-Ma cosa ne sai tu, se io non mi sono fatta niente? Eri troppo occupato a dare una mano a quella specie di muta!- Ursula ormai era sul piede di guerra. Aveva visto come quella ragazzina aveva guardato Eric, e aveva visto anche la gentilezza nel suo viso quando l’aveva aiutata, e quindi era gelosa. Aveva visto la bellezza di quella ragazza dai capelli rossi, la dolcezza dei suoi occhi, e aveva paura che Eric la lasciasse. Lei però non l’amava. Era la sua ragazza per fare bella figura, per farsi credere popolare e bellissima, e soprattutto per recitare la parte della ‘Femme fatale’. Eric invece si era invaghito di lei, ma adesso i suoi sentimenti si andavano affievolendo.
-Ma poveretta! Magari si era fatta male, e non aveva la forza di parlare!- adesso anche Eric si stava arrabbiando.
-Magari va’  a chiederglielo, così ti farà un altro po’ di occhi dolci!-
-Senti Ursula,  se non ti sta bene che io abbia aiutato quella ragazza allora puoi andare alla tua lezione di algebra da sola, perché io non ti accompagno!-
-Mi stai scaricando, Eric?- Il tono della ragazza era tagliente e minaccioso.
-Si! Quindi, arrivederci Ursula!- Eric era soddisfatto di se stesso. Era riuscito a lasciare quella ragazza da incubo. Non facevano che litigare da una settimana.
Ursula si girò stizzita, e se ne andò a testa alta. Ma era furente. Furente per il fatto che era stato un ragazzo a liberarsi d lei, a dirgliene quattro, a metterla in ridicolo.
Ariel aveva ascoltato tutto il litigio dei due, ed adesso si dirigeva a lezione, con un sorrisetto soddisfatto sul viso.

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