BASTAAA!!! Non ce la faccio più!- Tsukushi
lanciò per aria il quaderno degli appunti: non ne poteva più di politica giapponese! Da un mese stava
studiando per prepararsi a quel dannato esame di politica in cui aveva un
bisogno assoluto di prendere un ottimo voto, o avrebbe potuto
dire addio alla borsa di studio. E lei non poteva
permetterselo. Non ora che era quasi alla fine. Aveva
fatto un patto e lo avrebbe rispettato a tutti i
costi.
“Però…forse una pausa piccola, piccola me la posso prendere…”
pensò mentre si alzava a raccogliere il quaderno e lo poggiava sulla scrivania.
Si guardò un momento in torno e per un attimo le tornarono alla mente quei
momenti di sconforto che la prendevano quando ancora
frequentava il liceo, mentre ora… Ora la sua vita era completamente cambiata.
Prima di tutto, lei e la sua famiglia avevano una casa decente in cui vivere
senza doversi vergognare o fuggire in sconosciuti paesini di mare. E poi all’uscita dal liceo aveva avuto una piacevole
sorpresa: nonostante i problemi e le angosce, era riuscita a diplomarsi con
ottimi risultati e aveva avuto accesso alla borsa di studio, cosa che le aveva
permesso di iscriversi all’università dell’Eitoku e
potersi laureare in Giurisprudenza. Seguendo l’esempio di Shizuka,
che ancora viveva in Francia e aveva deciso di sposarsi, aveva preso la
decisione di diventare avvocato.
“ Bè, i miei motivi non sono così elevati come quelli di Shizuka… Lei non aveva bisogno di
lavorare per vivere, ma io voglio un lavoro più che dignitoso e che mi faccia
guadagnare parecchio!”
Tsukushi scese in cucina per prepararsi un vero tè
giapponese per calmarsi i nervi. Avrebbe voluto ripetere la cerimonia del tè,
ma non le sembrava il caso di scomodare Nishikado a quell’ora per un
motivo simile. Certo, la cerimonia le trasmetteva una
grande calma e sarebbe stata adatta all’occasione, ma preferì evitare le furie
dell’amico. Così si accontentò di un semplice tè fatto in casa, si sedette al
tavolo e si preparò a gustare la bevanda in tutta tranquillità.
Per fortuna, era riuscita a cacciare di casa i genitori mandandoli
alle terme per il weekend e a corrompere Susumu, che
avrebbe passato il sabato notte a casa di un amico. Non che avesse
bisogno di grandi scuse per poter stare a casa da
sola: il lunedì avrebbe avuto l’esame di politica interna e aveva bisogno di
tutta la calma possibile per poter ripassare.
Ma ora, nella cucina vuota e con una tazza di tè fumante
davanti, la sua mente prese a lavorare e a chiedersi se avesse fatto davvero
bene a fare quella promessa. Sapeva perfettamente che ora la sua vita dipendeva
dall’esito dell’esame, e la cosa non la rendeva per niente tranquilla.
- Mannaggia a lui e a quando ho fatto quella proposta! Dovevo
mandarlo al diavolo, cercarmi un lavoro e sistemarmi come una qualsiasi ragazza
normale!- mormorò a mo’ di rimprovero verso se stessa.
- E così tu ti stai paragonando ad una ragazza come tante?!
Guarda che il grande Domiyoji non si
innamora della prima che passa!- le aveva detto una volta Tsukasa, quando lei aveva deciso di vivere una vita
“normale” dopo che la signora Domyoji le aveva messo
i bastoni tra le ruote una volta di più alla fine del liceo.
-
Non permetterò a mia madre di rovinarmi la vita. Te l’ho già detto e te lo
ripeto: tu sei la mia ragazza e nessuno mi separerà da te. E anche se fosse, ricordati che sono in grado di seguirti fino
all’inferno!- Domiyoji aveva continuato la sua
predica e aveva convinto Tsukushi a continuare quella
strampalata storia d’amore. Ed era stato così che era
stata costretta a fare quella promessa.
Ma ora si maledì per aver ripensato a certe cose. Tsukasa al momento era negli Stati Uniti a studiare per
diventare il futuro presidente delle imprese Domiyoji,
come si addice ad un vero erede di un impero economico
da capogiro. E sembrava essersi completamente
dimenticato di lei.
Era
partito da circa tre anni, ma se all’inizio continuava a chiamarla, era da
qualche tempo, sei mesi circa, che il ragazzo non si faceva sentire.
-
Idiota! Lo sa perfettamente che non posso permettermi una chiamata negli Stati
Uniti!- disse a voce alta mettendo la tazza ormai
vuota nel lavello e facendo scorrere l’acqua per lavare i piatti della
giornata.
Diede
uno sguardo all’orologio e per poco si prese un colpo:
era già l’una di notte! La sua pausa le aveva preso
più tempo di quanto non credesse.
Lavò
di fretta i piatti e si preparò per andare a letto. L’aspettava un’altra
domenica di studio e doveva essere in forma.
Era
ormai pronta per la notte. Ma mentre stava per
infilarsi a letto, sentì dei rumori al piano inferiore…
CONTINUA…
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