Rosso Cremisi di KingMichael92 (/viewuser.php?uid=76733)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** La casa ***
Capitolo 2: *** L'alba di un nuovo giorno ***
Capitolo 3: *** Stracci di passato: parte I ***
Capitolo 4: *** La prima traccia ***
Capitolo 5: *** Il potere del subconscio ***
Capitolo 6: *** Stracci di passato: parte II ***
Capitolo 7: *** Risveglio Violento ***
Capitolo 8: *** Esibizione artistica ***
Capitolo 9: *** Verso il villaggio della nebbia ***
Capitolo 10: *** Nuovi Innesti ***
Capitolo 11: *** L'eredità di sangue ***
Capitolo 12: *** Iniziano i preparativi ***
Capitolo 13: *** Scontro Frontale ***
Capitolo 14: *** Byakugan contro Byakugan ***
Capitolo 15: *** Preoccupazione, paura o fama? ***
Capitolo 1 *** La casa ***
Tutto ebbe inizio lì, in quella casa, anche se quella era
ben più di una casa: era un okiya. Ingenuamente
però lui continuava a chiamarla casa. Si trovava in mezzo
alla foresta questa casa, caratteristica strana per la funzione che
svolge. C'erano molti bambini della sua età all'incirca, e
vedendone le rovine il suo animo è triste, anche se il volto
resta impassibile. In quelle rovine rivede tutta la sua vita,
nonostante siano passati ben 10 anni dalla sua partenza. I suoi
fedelissimi sono con lui, un gruppo di non molte persone, abili, forti
e che non hanno paura della morte. Komugi ha dovuto imparare a
caro prezzo a saper resistere, da sempre ha dovuto sopprimere i propri
sentimenti, le proprie emozioni. Non doveva apparir debole agli altri.
Doveva solo dimostrare calma e sangue freddo, esplodere non era nella
sua natura. Il vento agita la sua chioma corvina e il ciuffo di capelli
che sporge in avanti a dividere il suo occhio sinistro. I suoi compagni
di squadra Gokiburi, Shizukana, Tensai e Umishin alle sue spalle che
attendono che smetta di riflettere. Il primo a proferire parola
è Shikuzana.
-Komu-san... dobbiamo andare- ordina calmo a Komugi che tarda ad
accennare movimenti.
In verità Komugi sta ricordando la sua infanzia, i suoi
compagni, sua madre e le altre Geisha che si sono occupate di crescerlo
ed educarlo. E ora? Ora è lì a guardare l'Okiya
bruciare, probabilmente a causa sua. Stringe i pugni e spalanca gli
occhi mentre gli torna in mente il volto di sua madre. Shizukana lo
riprende ancora:
-Komu-san..- deglutisce subito dopo vedendo lo sguardo imbestialito di
Komugi. Quest'ultimo resta a fissarlo per qualche secondo, come per
dirgli "ho capito, imbecille", ma in verità lui sa benissimo
che quando Shizukana apre bocca, lo fa per un motivo valido.
Komugi si volta nuovamente a guardare l'okiya con il cuore a pezzi,
notando quelle strane fiamme nere che lo fanno digrignare ancora di
più.
-Da questo momento... Saremo il Team Yami...- ordina con voce rauca
Komugi in preda alla rabbia e con lui i suoi compagni.
-Il nostro scopo è...- continua con voce rauca e piuttosto
bassa stringendo più forte e pugni e chiudendo gli occhi.
-ELIMINARE SASUKE UCHIHA- impone gelido il ragazzo che si volta verso i
compagni mostrando loro i suoi occhi speciali.
Umishin lo guarda quasi incredulo e scuote lievemente il capo.
-Komu-kun... Sasuke-san è tuo fratello...- sibila quasi il
minore tra i cinque, Umishin.
-E' inesatto Umi-kun... ha solo metà del sangue di
Sasuke-san- puntualizza Shizukana aggiustandosi gli occhiali.
-Avesse anche tutto il mio sangue, glielo farei sputare a quel
grandissimo bastardo! La mia famiglia e la mia casa non andavano
toccate!- si lascia andare Komugi in preda alla collera. Tensai gli
mette una mano sulla spalla e gli si mette accanto.
-Lo prenderemo, Komu-kun... e gliela faremo pagare cara- prova a
consolarlo Tensai stringendogli la spalla.
Il più preoccupato per ora, anche se non ha proferito parola
fin ora, è Gokiburi, che è quello più
legato a Komugi.
-Komu-kun... l'Amaterasu di Sasuke-san è...- inizia a
parlare Gokiburi per poi bloccarsi vedendo Komugi iniziare a parlare.
-Non ha importanza, Goki-kun... E' solo questione di tempo prima che la
potenza del mio eguagli la sua..- risponde secco Komugi non
avvicinandosi alla casa.
Si volta verso la squadra Komugi e inizia a rivolgersi a loro.
-E' il momento di andare. Da ora lasciamo i nostri ricordi, la nostra
pietà e le nostre emozioni... E andiamo a prendere quel
dannatissimo bastardo... Spariamo!- ordina così Komugi,
iniziandosi a muovere affiancato dai suoi compagni.
-C'è una radura a pochi chilometri da qui- riferisce agli
altri Umishin aspettando la risposta degli altri.
-Ci accamperemo lì, allora- decide il più grande,
Shizukama, mettendosi alla testa della squadra.
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Capitolo 2 *** L'alba di un nuovo giorno ***
Ricordi d'infanzia 1
Arrivati alla radura, il team Yami si mette al lavoro per organizzare
un abitacolo sicuro. Il primo a mettersi in mostra è
Gokiburi,
forte della sua eccelsa abilità innata.
In un batter d'occhio viene fuori una struttura che potrebbe essere
usata benissimo come una normale abitazione.
-E' venuta bene eh?- chiede con un pizzico di ironia Gokiburi
rivolgendosi al gruppo.
Il gruppo con altrettanta ironia annuisce per alcuni secondi
fissandolo. Il prossimo ad intervenire è Shizukana che si
preoccupa di piazzare alcune trappole.
In pochi minuti lo stratega del gruppo prepara un sistema di autodifesa
efficiente, che permetterà al team di passare la notte al
sicuro. Al suo ritorno, Shizukana si rivolge ai suoi fratelli minori
Umishin e Tensai
-Ragazzi, perlustrate la zona- ordina con sguardo serio indicando con
le dita le direzioni intorno alla casa.
I due fratelli acconsentono, ma quello che più ci rimane
male
è il minore, Umishin, che dopo aver fatto qualche passo
inizia a sbuffare.
-Mi sono rotto di essere trattato come un bambino...- sbotta arrabbiato
accentuando i suoi passi.
Tensai sorride voltandosi verso di lui, scuotendo il capo leggermente,
come per dire che non cambierà mai.
-Cos'hai da ridere?- chiede stizzito Umishin fissando suo fratello
malamente.
Il sorriso di Tensai si trasforma in espressione seria in pochissimo
tempo, il tempo di trovare le parole da dire.
-Smettila di fare il bambino... ti lamenti di continuo- lo gela Tensai
sentendo il tono di voce non proprio ideale del fratello.
-Anzichè frignare dovresti iniziare a comportarti da
adulto... merda hai 16 anni, non sei più un mocciosetto-
inizia a spiegargli con calma suo fratello maggiore sperando di essere
il più chiaro possibile.
-Esegui gli ordini, porta al termine le missioni, e diventerai
indispensabile per la squadra- continua Tensai annuendo leggermente con
il capo. Va a mettergli una mano sulla spalla com'è solito
fare.
-Se Goki-kun e Komu-kun hanno deciso che puoi stare vedono in te una
risorsa importante. Dai tutto a questa squadra, perchè sta
sicuro che loro faranno lo stesso con te, intesi fratellino?- conclude
Tensai pensando che alla fine questo discorso dovesse essere fatto.
Umishin è perplesso, ma nel complesso felice delle parole
del fratello. Del resto è una fortuna avere due fratelli
nella stessa squadra, al contrario di Komugi. Suo fratello addirittura
è il nemico, è la fonte del suo odio,
è l'uomo più ricercato del momento.
-T..tensai-kun?- chiama lievemente il minore Umishin per non essere
ascoltato da nessun altro. Tensai fa cenno con il capo di parlare
riprendendo a camminare e lasciando sul posto suo fratello minore.
-Gli occhi di Komu-kun... diverranno... come quelli di Sasuke-san?-
chiede timoroso Umishin, esitando un po' nel voler ascoltare la
risposta.
Tensai ritiene quasi inutile la domanda, inoltre è difficile
rispondere ad una domanda del genere.
-Lo Sharingan è un occhio straordinario Umi-kun... se tutto
va nel verso giusto, l'occhio di Komu-kun diventerà
potentissimo- risponde Tensai sperando di aver mantenuto le aspettative
del suo fratello minore.
-Non perdiamoci in chiacchiere, dobbiamo muoverci ora. Io a destra e
indietro, tu le direzioni restanti- liquida serio Tensai , sparendo in
una frazione di secondo.
Lo stesso fa Umishin nelle direzioni indicate dal fratello maggiore,
iniziando la perlustrazione.
Komugi è l'ultimo a mettersi in mostra, andando alla ricerca
di pietre e legna per il fuoco. Dopotutto non potevano rimanere al buio
e al freddo.
Komugi porta tutto il materiale trovato nella sala centrale del
rifugio, mettendo le pietre in cerchio, e posandoci dentro la legna.
Intanto viene raggiunto da Gokiburi e Shizukane, che iniziano a
sistemare le stanze. Komugi intanto compone alcuni sigilli con le mani,
andando a richiamare l'arte del fuoco.
-Palla di fuoco suprema..- sussurra Komugi andando poi ad inspirare e
ad espirare un lieve fiato di fuoco, per accendere quella sottospecie
di falò.
E' stata di sicuro una giornataccia per Komugi che di corsa va a
preparare il Tatami, posizionandolo abbastanza vicino al fuoco. A ruota
lo fanno anche Gokiburi e Shizukane che li sistemano anche per Umishin
e Tensai. Komugi è gia sotto la coperta ed ha iniziato a
dormire. Gli altri invece preferiscono aspettare il ritorno di Umishin
e Tensai, che dovranno fare rapporto. Intanto Gokiburi e Shizukane
iniziano a fissare il loro compagno, Komugi, con aria preoccupata.
-Shizu-san... le cose stanno prendendo una piega strana...- esclama
Gokiburi con aria preoccupata continuando a fissare Komugi. "Non doveva
finire così" continua a ripetersi in mente Gokiburi,
fissando il suo amico.
Intanto tornano alla base gli ultimi membri Umishin e Tensai, che
entrano con discrezione e senza creare disordini.
-Allora, ci sono novità?- chiede Shizukane serio ai suoi
fratelli minori, tenendo le mani nelle tasche.
I due fratelli tengono le mani dietro la schiena, le spalle dritte e le
gambe chiuse, scuotendo malapena il capo.
-Bene, allora tutti a letto..- conclude il capo del team congedando gli
altri e mettendosi a letto come tutti loro.
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Capitolo 3 *** Stracci di passato: parte I ***
3. Stracci di passato
E' mattino e Komugi si ritrova in una stanza molto grande. E circondato
da porte scorrevoli reticolate in legno con finestrelle in carta, in
modo che la luce confluisse ugualmente nella camera. Una giornata come
tutte le altre, solo molto, molto tempo fa. La moquette in legno rende
il passaggio un po' doloroso, i piedi sembrano ancora dormienti, ma
deve muoversi, stare al passo con gli altri. Si strofina gli occhi con
la mano destra, e si dirige fuori dalla stanza, cercando di prepararsi.
La tavolata si trova fuori l'okiya, così come la fontana
dove lavarsi. Il tempo è soleggiato, l'aria calma e il clima
caldo. Di questi tempi la cosa migliore è immergersi con il
capo nell'acqua, e far abbassare immediatamente la temperatura
corporea, così da essere tornare lucido. Arrivato
all'ingresso infila le sue scarpette e poi si dirige all'esterno. Non
c'è quasi nessuno, solo qualche ragazza che lavora con sua
madre, che guardandolo gli sorride. In particolare gli restano
impresse, due che stanno lavando il vestiario che prima lo salutano,
poi si avvicinano tra loro e bisbigliano. Si chiede cos'abbiano da
bisbigliare a quell'ora, manco fosse passato chissà chi, ma
ora è ancora troppo piccolo per capire il mondo dei
pettegolezzi. Intanto dona loro anche lui un sorriso e un cenno con la
mano per salutarle. Si dirige poi alla fontana con poco disturbo e poco
interesse per quelle ragazze. Arrivato alla fontana senza farsi troppi
problemi si tuffa nella fontana come fosse una cosa normale, e inizia a
schizzare a destra e a manca, provocando delle grasse risate da parte
delle ragazze. Vedendole lui, ride, e le fa cenno con la mano di
raggiungerlo. Queste esitano un po' inizialmente, ma poi lo raggiungono
arrivando fino al ciglio della fontana. A quel punto abbassano lo
sguardo e stringendo le mani tra loro portandolo al di sotto del ventre.
-Anzichè lavorare, perchè non entrate anche voi?-
chiede giocoso il marmocchio, notando poi il loro fare strano.
Le ragazze restano così per qualche secondo prima di
rispondere, come se avessero paura o qualcosa del genere.
-Non possiamo, Komugi-sama...- risponde poi una di loro. Ha le guance
rosee, più arrossate rispetto al viso, è di una
bellezza incredibile. Porta una tunica, sembrerebbe, color grigiastro,
e una fascia marrone intorno alla vita. Indossa dei sandali neri, e le
mani sono piene di rughe. Non riesce a spiegarselo come mai con un viso
così docile e disteso possano esserci delle mani
così fustigate.
-Perchè mi parli in quel modo?- chiede il bambino con tono
interrogativo, portandosi un dito vicino alla bocca e divenendo serio.
Ad un certo punto sembra venir fuori una nuova figura da quella casa,
una donna anziana, con un bastone in nervo di bue in mano. Si avvicina
silenziosa, e appena arrivata dietro la ragazza con le guance rosee, le
da un colpo di bastone molto forte sulla gamba, facendola urlare.
-Quante volte devo dirti che l'unica cosa che ti è permessa
fare è sgobbare come una cammella!?- le urla l'anziana
continuando a colpirla sulla schiena ora. Una volta, due, tre, e
l'altra che non reagisce, voltandosi solo verso l'anziana signora e
tenendo basso lo sguardo.
Il bambino è incredulo, un misto di rabbia e tristezza gli
crea un nodo allo stomaco. Gli occhi diventano lucidi, vedendo la
ragazza urlare ad ogni colpo subito.
Il ragazzo stringe i pugni, chiude gli occhi e stringe i denti. Quella
ragazza non ha fatto niente di male, eppure stava subendo senza
reagire. Qualcuno deve fare qualcosa, ed anche subito.
-SMETTILA IMMEDIATAMENTE!- urla il moccioso imperativo all'indirizzo
della vecchia aprendo gli occhi sentendo uno strano brivido che dal
ventre passa agli occhi. La vecchia si volta verso il moccioso e nota
che i suoi occhi sono diventati rosso cremisi, che è apparso
un tomoe su entrambi gli occhi e che l'aura del ragazzo è
bruciante.
La vecchia digrigna e impugna il bastone più forte,
fissandolo malamente.
-E' un demonio... esattamente come suo padre...- esclama a denti
stretta l'anziana donna fissando i suoi occhi rossi, di una
tonalità così intensa quanto la determinazione
nelle parole del moccioso.
Intanto dall'okiya un altro paio di sguardi si godono lo spettacolo:
uno sorpreso, l'altro rassegnato.
Lo sguardo sorpreso è quello della padrona dell'okiya,
Kuraime; quello rassegnato invece è della madre del
moccioso, Jasumin.
-Jasumin-san... adesso che hai intenzione di fare?- chiede seria la
padrona Kuraime, tenendo lo sguardo fisso sugli occhi del moccioso a
qualche metro da lei.
Jasumin è rassegnata e scuote il capo sbuffando, tenendo le
braccia conserte ed appoggiata a un lato della porta d'ingresso.
-Non che abbia molta scelta, Kuraime-san... Tenerlo qui sarebbe uno
spreco di talento assurdo- risponde quasi triste la mora Jasumin,
rassegnata al destino del figlio. La padrona è pensierosa, e
sicuramente sta architettando qualcosa, o comunque pianificando
qualcosa. Fin quando da congiunge il pugno sinistro al palmo destro
procurando uno scocco abbastanza forte.
-Se vuoi tenerlo qui, a Konoha conosco qualcuno che potrebbe aiutarci-
esclama la padrona, a voce alta e seria.
Jasumin la squadra da capo a piede la padrona: una donna sulla mezza
età con degli occhiali con lenti tonde. corporatura
abbastanza snella con una sigaretta in bocca. Indossava una specie di
vestaglia rosa chiaro, con un nastro alla vita rosa più
scuro.
-Chi è costui?- chiede interrogativa Jasumin facendo una
smorfia con la bocca portandola verso un lato del viso.
La padrona porta una mano sul mento, e resta in silenzio per qualche
istante.
-Un allievo del quarto Hokage: Kakashi Hatake...- risponde quella non
scostando ne lo sguardo ne la mano.
Ad un certo punto stufa della scena e timorosa di qualche reazione del
mocciosetto, la padrone alza la mano indicando l'anziana.
-Basta così, Ushikaku...- esclama la padrona in direzione
della vecchia, che continua ancora a guardare male il ragazzino.
-Ti è andata bene questa volta, stupido moccioso...- ringhia
l'anziana stringendo ancor di più il suo bastone.
La ragazza che ha assistito al tutto senza proferir parola va in
soccorso della compagna e cerca di aiutarla mentre l'anziana va via.
Il moccioso non si degna nemmeno di rispondere ed esce dalla fontana,
gocciolando per terra ed avvicinandosi alla ragazza dolorante che nel
frattempo inizia a piangere. L'altra la scuote, cercando di farla
smuovere.
Il moccioso appena arrivato vicino alla ragazza che scuote l'altra,
l'afferra con il braccio destro all'altezza del seno e la spintona,
facendola cadere a terra.
-Non avvicinarti mai più a lei, in nessun modo- ringhia
gelido il ragazzino con gli occhi rosso cremisi, fulminandola con lo
sguardo.
Lui si inginocchia e le prende la mano, con la destra, con delicatezza.
Con l'altra invece le massaggia i capelli, cercandola di farla calmare.
Le ferite sulla schiena sono profonde, e la tunica grigia e diventata
rossa.
La ragazza nel frattempo solleva il capo guardandolo negli occhi, e
avendo dimore per qualche attimo.
-Komugi-sama... non dov..eva.. intr..omettersi...- esclama dolorante la
ragazza, procurandosi la un cattivo sguardo del ragazzino.
-Non avevi fatto niente... E non hai fatto niente quando ti ha
colpita... Perchè non hai reagito?- chiede il ragazzo
incredulo dinnanzi a tanta violenza su una persona incapace di
difendersi.
-Lo... meritavo... padrone...- risponde ancora la ragazzina, con
semplicità e andando a sorridergli.
Il moccioso a questo punto spalanca gli occhi incredulo, stringendole
la mano al sentir di quelle parole, e gli viene un colpo al cuore.
-Come fai a sorridere in un momento del genere?- va a chiedere
fissandole ancora gli smeraldei occhi, con un briciolo di timore.
La ragazza sorride ancora, nonostante qualche lacrima scenda ancora e
le righi il viso.
-Senza sorriso non c'è amore- conclude la ragazza chiudendo
gli occhi e sorridendogli ancora.
Il ragazzo è molto sorpreso di tutto ciò, ma
nonostante tutto non vuole che la ragazza venga toccata ancora da quel
bastone.
A questo punto si avvicina di più a lei e rimarrebbe a
guardarla qualche secondo.
-Qual'è il tuo nome?- va quindi a chiedere il ragazzo,
fissandole il sorriso.
-Gin...Ginhakucho, mio signore...- gli risponde sorridendogli e
mostrando tutti i suoi denti.
Lui riflette qualche secondo prima di esporre il suo pensiero,
-Allora, Ginhakucho, prima di tutto non chiamarmi più come
un principe, perchè io sono come te... Comunque d'ora in
avanti, io farò di tutto perchè tu non soffra
più- andrebbe a sussurrargli sorridendole.
A questo punto, Komugi andrebbe a svegliarsi e a trovarsi insieme ai
suoi compagni... La squadra Yami.
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Capitolo 4 *** La prima traccia ***
Si sveglia, è mattino, è il suo umore non
è dei migliori. Averla rivista in sogno non gli ha procurato
proprio piacere. Da un'occhiata a destra e poi a sinistra, vedendo che
i suoi compagni sono gia svegli. Sbuffa, queste giornate che iniziano
così non gli sono mai piaciute. Gia l'idea di dare la caccia
a qualcuno gli crea qualche fastidio. Per impegno e determinazione non
ci sarebbe cosa migliore, ma la sua scarsa pazienza di certo lo
penalizza.
Il primo ad essere pronto logicamente è Shizukane, in quanto
la leadership gli spetterebbe per anzianità; ma a parte
ciò è quello che più di tutti riesce a
comprendere i problemi di ciascun membro della squadra.
-Komu-san è ora di andare- proferisce Shizukane fissando le
movenze di Komugi che si stiracchia e inizia ad alzarsi. Va a mettersi
seduto, scuotendo il capo violentemente, ed andando a fissare malamente
il suo compagno.
-Riesci ad essere così obbiettivo anche di primo mattino,
non è possibile Shizu-san..- risponde gelido e lentamente il
ragazzo, che appena finito va a mettersi in piedi. Sbuffa ancora una
volta guardandosi nuovamente intorno. Quel rifugio è davvero
carino, nonostante sia stato costruito in qualche secondo.
-Ad un centinaio di metri da qui, seguendo il sentiero, c'è
un ruscello. Datti una rinfrescata, tra mezz'ora partiamo- esclama
imperativo Shizukane, serio e preciso come al solito.
Un'altra occhiataccia di Komugi al suo indirizzo che adesso proprio non
riesce a trattenere ciò che pensa.
-Fortuna vuole che ho un fottuto bisogno del tuo aiuto e vuole anche
che sei un precisissimo amministratore. Un giorno ti farò
cagare tutto- ribatte senza nemmeno fissarlo avviandosi fuori.
Shizukane ci ride su e cerca di tirare su il morale al compagno.
-Non te la prendere. E' tutta una questione di programmazione- continua
Shizukane ma ormai Komugi è troppo lontano e probabilmente
nemmeno l'ha sentito.
Gli altri membri della squadra si avvicinano cercando indicazioni
sull'approccio con il compagno. Il più preoccupato a
riguardo pare Gokiburi che è il primo a parlare.
-Shizu-san... cosa bisogna fare?- chiede tenendo le braccia conserte e
le sopracciglia inarcate.
Shizukane non ha di che riflettere e risponde con fare secco e deciso.
-Sarò franco, Goki-san... E' già una fortuna che
parli, e che abbia un minimo sbocco di sfogo- a questo punto il tono di
Shizukane diminuisce d'intensità arrivando quasi a
bisbigliare tra se.
-Non ho mai visto da nessuno un atteggiamento così aperto...
Questo ci risparmierà molti problemi- bisbiglia fissando
l'ombra ormai inesistente del compagno che sta raggiungendo il ruscello.
Gokiburi invece resta con medesima espressione a contemplare il nulla,
ascoltando le parole del saggio Shizukane.
Umishin e Tensai invece non hanno domande da fare, ma d'altroonde non
avrebbero di che chiedere, sono fratelli di Shizukane e la pensano allo
stesso modo.
Komugi invece arrivato al fiume ci si immerge dentro, proprio come da
bambino, e gli viene in mente di nuovo il sogno della notte passata,
tutti quei ricordi e quella gente che per forza di cose è
scomparsa.
Non c'è tempo però di pensare e non
c'è tempo nemmeno di autocommiserarsi; bisogna solo che
questa storia venga archiviata il prima possibile.
Passano 10 minuti e Komugi fa ritorno al covo, dove tutti i compagni
hanno raccattato tutte le proprie cose e sono pronte a partire.
-Komu-kun!- esclama Umishin raggiungendo il compagno di corsa. Komugi
è sorpreso e preoccupato di tutto ciò.
-Cosa c'è, Umi-kun?- interroga lui tenendo le mani nelle
tasche. Lo sguardo diventa intenso tutto d'un tratto, Umishin lo nota e
gia capisce cosa Komugi crede che sia.
-Si, Komu-kun, ho trovato una traccia... Qualche giorno fa è
stato avvistato al paese del fulmine un tizio che assomiglierebbe a
lui- espone Umishin con non molto entusiasmo, facendo infatti sorgere
qualche dubbio a Komugi.
-Come sarebbe a dire "assomiglierebbe"?- chiede iniziando ad
arrabbiarsi, digrignendo i denti e stringendo i pugni. Umishin esita,
non vuole deluderlo.
-ALLORA?- urlerebbe quindi Komugi stufo dell'attesa, scuotendo
violentemente il compagno. Umishin deglutisce e guarda in terra per
qualche secondo.
-Indossava... una tunica nera con nuvole rosse...- inizia a parlare
balbettando fissando Komugi. Quest'ultimo resta stupito
dall'informazione appena recepita, spalancando gli occhi.
-Vuoi dire che quel figlio di una cagna è diventato un
membro dell'Akatsuki?- chiede ancora, con quel tono dispreggiativo,
intimidatorio e pieno di rabbia.
Umishin sconsolato accenna di si con il capo e Komugi emula il gesto
aggiungendo un sospiro.
-Da qualcosa dovevamo pur cominciare... Anche se comunque non
è una buona notizia, di certo non è una traccia
da scartare. Ottimo lavoro, Umishin- esclama il ragazzo dirigendosi
verso i compagni.
-Allora? Che si fa?- chiede Shizukane gia consapevole della risposta
che Komugi avrebbe potuto dare.
-Ad una stupida domanda, non posso che dare una stupida risposta.
Seguiamo la traccia di Umishin. In marcia, Team Yami...- conclude
Komugi passando davanti alla sua squadra ed avviandosi.
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Capitolo 5 *** Il potere del subconscio ***
Il potere del subconscio
La squadra seguendo le parole del loro compagno più motivato
partono verso il paese del fulmine. La marcia forzata va avanti per
qualche ora, fin quanto il sole non è alto nel cielo, poi
inesorabili si fanno sentire le parole del leader Shizukane, usando un
tono prudente verso il compagno Komugi postosi a capo della marcia.
-Komugi-san, dovremmo fermarci, non credi?- chiede Shizukane
accelerando il passo di marcia sugli alberi e ponendosi accanto a lui.
Komugi riflette per qualche secondo anche se il suo sguardo sembra
quello di qualcuno che ha un qualche chiodo fisso, ma alla fine si
dimostra, come la maggior parte delle volte, una persona che capisce
ogni problematica.
-Si, hai ragione, Shizukane-san...- risponde con voce fievole il
ragazzo che va a girare il capo ed a cercare con lo sguardo Umishin.
-Fermatevi!- ordina Komugi dopo aver attraversato un altro paio di
alberi, ponendo il chakra sui piedi e restando in equilibrio sul ramo.
La squadra si ferma qualche ramo prima di lui, e in tutti sembrano
comparsi segni di stanchezza, Komugi lo vede ciò.
-Ci fermeremo per un'ora, dopo ripartiremo- decreta il ragazzo al
cospetto dei suoi compagni annuendo poi con il capo, come volesse dire
ai suoi che stanno facendo un ottimo lavoro.
Sospira un attimo il ragazzo, chiudendo gli occhi e appoggiandosi al
tronco dell'albero, deglutendo e iniziando a sudare.
Tensai che da questo punto sembra il più acuto coglie al
balzo il calo di Komugi e si avvicina a lui.
-Komugi-kun... qualcosa non va?- chiede preoccupato andando a
squadrarlo da capo a piedi.
Komugi è preso da una serie di emozioni e pensieri
contrastanti che lo disorientano così tanto da perdere la
concentrazione necessaria da tenere impastato il chakra sui piedi e
restare in equilibrio, così in caduta libera raggiunge il
suolo in un paio di secondi facendo un gran tonfo. Tensai lo raggiunge
immediatamente e magari se non si fosse distratto non sarebbe caduto in
quel modo. Komugi sputa sangue, e quando va a riaprire gli occhi non
vede più alla stessa maniera i suoi compagni. Tutto
è nero dinnanzi a lui, si vedono le sagome bianche in
maniera molto chiara. Il primo dei compagni che scorge è
Tensai ed è anche il primo a notare il problema che tortura
il compagno. Komugi osserva in maniera strana il compagno di squadra,
notando che di Tensai non esiste più quel colorito roseo
della pelle, ne esiste più il colorito di qualsiasi altra
cosa. Scorge lo scheletro del compagno, attraversato da una dimensione
nera ed all'altezza dell'addome vede una spirale di colore bianco e una
fiamma azzurrea che arde al centro di quella.
-Komugi-kun, tutto..- inizia Tensai venendo assalito da una sensazione
di timore e paura.
-Gokiburi! Umishin! Shikuzane! SCENDETE IMMEDIATAMENTE!!- urla
spaventato Tensai all'indirizzo dei compagni di squadra, che appena
sentite le urla scendono immediatamente e notano l'occhio destro
sanguinante di Komugi oltre alle labbra ricoperte di sangue.
-Disponetevi a rombo, bloccatelo e salassiamo il chakra, presto!-
ordina Tensai compagni intimandogli di procedere alla svelta, in quanto
la situazione potrebbe peggiorare da un momento all'altro.
-Gokiburi, toglili la tunica, poi mettilo in piedi e bloccagli le
gambe- impartisce all'indirizzo di Gokiburi, che accenna di si con il
capo.
-Voi altri, fate il resto per immobilizzarlo- impartisce poi
all'indirizzo degli altri, mentre concentrando il chakra appaiono sulle
dita di Tensai dei Kanji, uno su ogni dito della mano destra. Gokiburi
si mette al lavoro e subito dopo aver strappato la tunica di dosso a
Komugi si occupa di tenergli ben salde le gambe.
Umishin e Shikuzane si occupano di tenere il ragazzo da entrambe le
braccia, non facendo molta fatica.
-Adesso state attenti..- va ad avvisare i compagni Tensai prima di
effettuare la tecnica, inspirando e caricando il braccio destro.
(1)-Gogyo Fuuin!- va ad esclamare Tensai liberando la tecnica
scaraventanto il palmo della sua mano sull'addome di Komugi,
confinandogli il chakra.
Un urlo straziante viene emanato da Komugi per qualche istante, tempo
sufficiente a far perdere la pazienza a Gokiburi.
-Continuate a tenerlo fermo!- direbbe Gokiburi appena Tensai avrebbe
completato il Jutsu di confinamento. Sul ventre di Komugi sono comparsi
dei Kanji che vanno a comporre un cerchio, di color nero e che per ora
sembra bruciare.
Inizia a comporre qualche sigillo Gokiburi, mentre Komugi continua
ancora ad urlare dal dolore.
(2)-Hyōton: Hyōrō no Jutsu!- esclama Gokiburi dopo aver composto i
sigilli e aver messo la mano sinistra sul suolo. Si crea una prigione
di ghiaccio che andrebbe quindi a criocongelare il compagno che almeno
per un po' di tempo può smettere di soffrire. Infatti smette
di muoversi appena entrato nel blocco di ghiaccio.
Umishin resta con il fiato sospeso vedendo la spettacolarità
delle tecniche dei compagni, e sembra soffrire di impotenza per qualche
secondo. Intanto Tensai cade al suolo, privo anch'egli di conoscenza.
Gokiburi invece sembra quello più intatto tra i tre, che si
limita a sospirare e a passarsi una mano sulla fronte per togliersi
qualche gocciolina di sudore comparsa.
-C'era bisogno di tanto?- chiede interrogativo Shizukane all'indirizzo
di Gokiburi, sbuffando e mettendo le mani sui fianchi. Gokiburi si
limita a lanciargli un'occhiata e ad alzare le spalle. Shizukane indi
si mette in moto per cercare possibili soluzioni, anche se la
più scontata ce l'ha gia in mente.
-Bene, quindi faremo una deviazione forzata ragazzi. Andiamo a far
visita ad Haioku-sensei- va a sospirare prima di proferir parole e dare
disposizioni ai compagni.
-Gokiburi-san, tuo il fastidio, tuo il compito- dispone Shizukane
fissando Gokiburi, e indicando con l'indice della mano sinistra il
blocco di ghiaccio in cui è intrappolato Komugi.
-Umishin-kun! Procedi in quella direzione, usa il Byakugan e fa in modo
di non incontrare nessuno. Più avanti troveremo una casa in
legno dove dimora il maestro- espone Shizukane al fratello Umishin,
indicandogli con il capo la direzione da prendere.
Shizukane si avvicina al fratello Tensai e va a caricarselo sulle
spalle, dopo di che partirebbero alla volta della dimora del maestro.
(1) Sigillo Pentastico
(2) Arte del ghiaccio: Prigione di Ghiaccio
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Capitolo 6 *** Stracci di passato: parte II ***
Stracci di passato II
E' arrivato il giorno in cui deve iniziare l'addestramento per
diventare un ninja e controllare questo potere abnorme. Una giornata
che inizia come al solito, nella solita stanza con la sola differenza
che sono passati ben tre anni dalla prima manifestazione dello
Sharingan. In questo frangente di tempo, Ginhakucho è
diventata
la serva di Komugi, anche se da lui viene trattata come una persona
normale e lei continua a trattarlo da signore. Magari l'unica grande
concessione che Ginhakucho si concede è chiamarlo Komugi-san
e
non Komugi-sama.
Apre gli occhi, Komugi, e guardandosi intorno nota la figura di
Ginhakucho che si occupa di sistemare il vestiario e gli oggetti del
ragazzo. Le forme della ragazza iniziano a notarsi, i suoi quattordici
anni iniziano a trasformarla, facendola diventare una donna. Anche i
suoi comportamenti iniziano a cambiare, il suo approccio con lui inizia
a diventare più esplicito, inizia a mostrare eleganza nelle
sue
movenze e lui inizia ad esserne ammaliato da quei gesti. Cerca di
resistere lui alla sua attrazione, ma è il suo corpo a
rilassare
molte parti ed a indurirne altre e la sua mente ad addentrarsi in
territori nemici per così dire. Lui cerca sempre di
contenersi,
ma a volte con la complicità di lei, si lasciava andare.
Lei d'altra parte cerca sempre di farsi notare lavorando, non
distraendosi mai, proprio per compiacere il carattere freddo di Komugi.
Lui è l'unica persona che l'abbia trattata come una persona,
non
facendola sentire una persona che non sarebbe mai dovuta venire al
mondo.
-Ehi, Ginhakucho-chan... vieni qui, per favore...- chiede con voce
fievole perchè appena sveglio il ragazzo, sorridendole e
mostrandole un accenno di sorriso. Ginhakucho di ricambio le sorride di
nuovo, mostrandogli le sue rosee guance, i suoi occhi color smeraldo e
i suoi capelli scuri. Si avvicina a lui congiungendo le mani al di
sotto del ventre ed abbassando il capo.
-Cosa c'è, Komugi-san?- chiede con voce docile e fievole
quasi
quanto lui, nonostante sia sveglia e nel pieno delle forze.
Komugi indietreggia verso il lato del letto più lontano da
lei, e fa cenno con la mano di seguirlo.
-Dai, starai lavorando da stamattina... Sdraiati con me- chiede lui,
quasi ordinandoglielo, con medesimo tono precedente, mettendosi su un
lato ed aspettandola. Lei arrossisce per la strana richiesta e gli
occhi diventano lucidi.
-P..perch...perchè, Komugi-sama?- chiede balbettando tenendo
lo sguardo basso e restando immobile.
-Voglio che tu stia con me a farmi compagnia. E poi voglio parlarti
prima che inizi l'addestramento- risponde con tono più
aperto e
più forte ora che inizia a svegliarsi. La fanciulla
è
titubante riguardo a ciò e continua a restare immobile. Lui
le
sorride, un sorriso bastardo però questa volta.
-Ti ricordo che sei la mia serva o la mia schiava o come diamine vuoi
essere considerata, quindi obbedisci alle mie richieste- le ordina
imperativo lui, con il volto serio e la voce tornata quasi alla
normalità. In quel momento lei vorrebbe morire, si sente
come un
qualunque oggetto alla mercè di chiunque e qualche lacrima
inizia a rigarle il viso. Nonostante ciò, lei obbedisce alle
richieste del suo padrone e si sdraia non volendo guardarlo negli
occhi. L'espressione di lui non cambia, resta uguale come se non fosse
soddisfatto.
-Adesso voltati e guardami negli occhi!- continua ad ordinare lui con
medesimo tono, come un bambino viziato. Ma la verità non
può saperla nessuno sul suo conto, può saperla
solo
Ginhakucho che l'ha visto diventare ragazzo. Lei strizza gli occhi come
per cercare di asciugare le lacrime, ma non riesce, ma per non farlo
arrabbiare di più gli obbedisce.
Gli occhi di lei lo ammaliano come ogni altra cosa di lei, ma ormai
è abbastanza sveglio da riuscire a controllarsi nonostante
la
sua presenza così vicina.
-Così, padrone?...- chiede con la voce rotta dalla rabbia e
per
il disprezzo per se stessa, per la sua debolezza, per la sua completa
schiavitù verso il prossimo e per il completo abbandono
verso
Komugi,
-Ginhakucho-chan... non devi guardarmi più con quegli occhi,
come se io volessi infilarti una lama nel petto...- le dice lui con
voce più fievole, per tranquillizzarla, per metterla a suo
agio.
Lei sente una stretta al cuore ascoltando quelle parole. In
realtà lei vorrebbe accarezzarle i suoi corvini capelli,
vorrebbe rubargli i suoi occhi castani, vorrebbe sentire il battito del
suo cuore. Cose semplici, perchè lei ripudia l'idea di
un'unione
più profonda. D'altroonde lui è ancora un bambino
per
lei, quel bambino che ha dimostrato di poter diventare un grande uomo
un giorno, temerario, forte e senza scrupoli.
-Cosa vuoi da me, Komugi-kun?- chiede a questo punto lei spontanea
andando a portare una mano sulla sua bocca e spalancando gli occhi, per
il grave gesto irrispettoso che avrebbe commesso.
-Perdonatemi, Komugi-sama...- va a dire lei con voce spaventata,
guardando il sorriso soddisfatto di lui, che sembra annegare nei suoi
occhi.
-Un giorno, ti porterò via da qui, Ginhakucho-chan...
Lontano da
queste troie che ti trattano come una cagna, perchè tu non
meriti questa vita... Meriti di stare con me, libera come il vento-
le dice lui mettendole una mano sul viso ed accarezzandola.
Le lacrime di lei iniziano a scorrere di nuovo inesorabili, inizia ad
avvicinarsi a lui scorrendo il viso sul suo braccio e portando
l'orecchio sul suo petto, sentendo il cuore battergli. Un cuore
impazzito, che vorrebbe saltar fuori dal petto. Ma a un certo punto la
porta si apre, e compare il viso della vecchia bastarda, ancora
più brutta di prima e storpia di prima, Ushikaku.
-Cosa diavolo state combinando, luridi porci?- chiede con quel tono
dispreggiativo che si utilizza con le cose che si reputano indegne.
Ginhakucho si gira di scatto, nota la vecchia e i suoi occhi si
riempiono di paura. Gli occhi si spalancano, lei si avvicina a lui, gli
stringe la mano e nuove lacrime iniziano a scorrere sul suo viso che
gli fanno emettere un suono rotto, rauco. La vecchia si avvicina con il
bastone in nervo di bue impugnato saldamente, con passo costante, lento
quasi inesorabile. Chiude gli occhi e in un momento si attiva lo
Sharingan, non ancora in pieno controllo del ragazzo.
Lui trascina il braccio di lei, portandola dietro di se ed aspettando
che la vecchia facesse qualcosa quando ad un certo punto si presentano
sua madre ed un signore anziano. Ha capelli bianchi, viso serioso,
degli occhiali, porta le mani nelle tasche e le maniche della sua
maglietta semi-sbracciate.
-Hai finito di dare spettacolo, Ushikaku-san? Questo non è
un circo- direbbe lei tenendo le braccia conserte e il viso affranto,
come di consueto. Il maestro pare molto attento ad ogni mossa compiuta
dai presenti, come qualunque buon osservatore.
-Di chi devo occuparmi, Jasumin-san?- chiede il maestro alla madre di
Komugi tirando fuori dalla tasca la mano sinistra e indicando i
presenti con l'indice.
-Sembra aver preso proprio da te tuo figlio, Jasumin-san... Si diverta,
maestro...- esclama la vecchia abbandonando il posto e lasciandosi
andare a una risata maligna.
-E' il ragazzo di cui si deve occupare, Haioku-sensei- risponde la
madre al maestro, facendo cenno con il capo.
-Komugi-kun... lui è il tuo nuovo maestro, Haioku-sensei-
direbbe la madre accennando un po' di entusiasmo. Komugi è
ormai incantato in un mondo tutto suo.
La madre continua a chiamarlo, ma la sua voce si va diradando e diventa
sempre più simile a quella di Shizukane.
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Capitolo 7 *** Risveglio Violento ***
Risveglio violento
La voce di Shizukane si fa insistente, che lo chiama ripetutamente e
Komugi si sveglia a questo punto e inizia a tossire. Resta a tossire
per qualche minuto, prima di rendersi il conto di avere i muscoli
atrofizzati dal freddo. Un espressione di dolore quella di Komugi
quando va a cercare di muovere il braccio destro.
-Ma che diavolo è successo?- chiede Komugi non ricordando
più niente dell'accaduto, sentendo un freddo cane.
Shizukane si avvicina e resta a fissarlo per qualche momento, vedendo
che non riesce a muovere un bel niente del suo corpo e gli sorride
scuotendo il capo.
-Lascia stare, pensa a riprenderti adesso, poi ne riparliamo- gli dice
sorridente Shizukane andando ad indicargli con gli occhi il maestro.
Komugi si volta e nota prima non capendo e poi con stupore la figura di
Haioku. In seguito appare anche un lieve sorriso sul suo volto, anche
perchè è una delle poche figure maschili avute
nella sua
vita ed evidentemente ha inciso molto sul suo carattere e sul suo
temperamento.
-Cos'è sei felice di vedermi, sarchiapone?- va a chiedere il
maestro andando a sorridergli. I suoi lineamenti non sono cambiati
minimamente, solo che la barba la lascia crescere di più,
rispetto a prima che si radeva tutti i giorni. Un ghigno stupido da
parte del ragazzo ma nonostante ciò il suo sorriso resta
intatto.
-Già, magari è la persona che più
può
essermi d'aiuto in questo momento, Haioku-sensei- risponde lui
divenendo improvvisamente serio, e guardandosi intorno, come se volesse
evadere.
-Lo so, Komugi-kun...- direbbe il maestro avvicinandosi al ragazzo e
passandogli una mano tra i capelli agitandoglieli.
-Mi dispiace tanto... Non hai idea di ciò che abbia fatto
tua
madre...- continua il maestro serio, iniziando ora a girare attorno al
tappeto in cui Komugi è sdraiato. Komugi non dice una
parola, si
limita a fissare il maestro che inizia a girare attorno a lui come un
avvoltoio.
-Sei stato molto tempo sul tappeto... Shikuzane mi ha raccontato tutto
su ciò che vuoi fare...- inizia a parlare il maestro, che
inizia
a sbracciarsi com'è abituato a vederlo. Si strofina gli
occhi
con una mano e riflette per qualche momento.
-Mia madre ormai è morta... Piuttosto sa qualcosa
riguardante
Sasuke?- chiede serio il ragazzo con voce fievole, ancora dolorante,
cercando di muovere le braccia e rimettersi in piedi.
-Non cercare di muoverti, è inutile Komugi-kun...- gli dice
il
maestro continuando a strofinare l'occhio. Deglutisce, non sa come
dirglielo che le cose sono molto più gravi del previsto. Ma
ad
un certo punto decide di prendere coraggio ed emana un sospiro.
-Quel tipo lascialo perdere per ora... ci sono cose ben più
importanti da fare...- gli inizia a dire il maestro mettendo le mani
nelle tasche e posizionandosi accanto alla figura del ragazzo.
Shizukane teme questo momento, sa cos'è successo, la storia
di
Komugi e di certo la sua reazione non si può dire che
sarà delle migliori, anzi.
Va a sospirare anche lui scuotendo il capo guardando in basso,
riflettendo su ciò che deve fare in seguito.
-Non c'è niente di più importante,
Haioku-sensei..- inizia a parlare lui ma viene stroncato dal maestro,
che alza il capo e torna eretto e serio.
-Hanno rapito Ginhakucho...- esclama il maestro gelido e serio come non
mai, fissando profondamente le movenze di Komugi che inizia ad
agitarsi, per lo meno interiormente.
Anche se non può muoversi, il maestro lo nota chiudere gli
occhi, e lui sa che quando lo fa è per riflettere, ma questa
volta non sarebbe andata così. Komugi riapre gli occhi e
questi diventano rossi come il sangue con tre tomoe nere, i denti sono
stretti e intorno a lui compare un'aura dorata. I muscoli iniziano a
sciogliersi dal ghiaccio, i pugni vanno a stringersi e dai suoi occhi
inizia a scorrere sangue, prima che Komugi emani un urlo inumano e
quello che succede successivamente è catastrofico. Il
maestro nota i suoi occhi ed anche Shizukane Gli occhi del maestro e di
Shizukane sono spalancati, vedendo ciò che sta scatenando il
ragazzo. A un certo punto una vampata di fuoco invade la casa facendo
saltare tutto per aria, provocando un frastuono tremendo, e mettendo in
pericolo tutti i presenti. Il tetto esplode e scaffali, tavoli e sedie
si ribaltano a terra seppellendo il maestro e Shizukane. Sul letto
invece non cade niente e quindi lui resta solo lì, sotto il
sole che ormai è altro, privo di conoscenza. Il maestro e
Shizukane dopo qualche secondo riemergono dalle macerie, notando il
corpo inerma di Komugi. Entrambi si danno una scrollata e si tolgono la
polvere di dosso prima di sospirare.
-Era prevedibile...- esclama Shizukane avvicinandosi lentamente al
compagno dando prima un occhio in giro notando il trambusto.
-Per lo meno abbiamo scoperto cos'ha provocato la sua prima crisi, dico
bene Shizukane-kun?- chiede il maestro quasi soddisfatto, mettendo di
nuovo le mani nelle tasche.
Shizukane arrivato vicino al compagno resta a fissarlo qualche secondo,
facendo una strana smorfia.
-Già...- conclude corto e incognito il ragazzo vedendo il
compagno svenuto.
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Capitolo 8 *** Esibizione artistica ***
Esibizione artistica
Il risveglio è lieve, docile, soffice, come se si trovasse
in una nuvola, come se lui stesso fosse una nuvola. Passano ulteriori
tre anni, lui è quattordicenne ora, inizia a pensare da
adulto, da uomo, con tutti i suoi nessi e connessi. I suoi occhi vanno
subito a cercare lei, che è accanto a lui sul tatami, che
dorme. Conoscendola, Ginhakucho, sarebbe strano vederla nella veste di
colei che dorme e che si permette di riposare. Il tutto ha una
spiegazione, nonostante tutto. Il maestro infatti ha notato in lei
qualcosa che poteva trasformare in puro talento, così ha
convinto la padrona dell'okiya ad addestrarla. Anche se tutto
ciò ha avuto un prezzo, che il maestro molto volentieri ha
pagato. In compenso lei, oltre ad essere allenata dal maestro,
è diventata libera. Lei però non dorme, tiene
solo gli occhi chiusi, aspettando che lui la svegli. Dopo averla
inquadrata, lui va a mettere una mano sul fianco di lei e avvicina il
capo al collo di lei, poggiando le labbra sopra di esso. Le tiene per
qualche secondo lì, poi si stacca e avvicina la bocca al suo
orecchio.
-Buongiorno, Ginhakucho-chan...- sussurra lui, palpandole il fianco
delicatamente e iniziando a mettersi in piedi. Uno sbadiglio leggero
viene emesso dopo dal giovane, che si alza.
Lei dal canto suo osserva dalla prima all'ultima azione di lui, sorride
a lungo, felice di tutto ciò che sta succedendo, dalla
libertà alle attenzioni di Komugi.
-Mi stai viziando troppo, Komugi-kun...- gli risponde lei, fissandolo e
sorridendogli vedendolo indossare quella maglietta che gli ha regalato
e che gli dona alla perfezione.
Il negoziante da cui l'ha comprata le assicurava che magliette come
quelle vengono indossate dai corpi speciali di Konoha, quindi credeva
che sarebbe stato un bel regalo per lui. Lui dal canto suo non fa che
lavarla, per indossarla tutti i giorni e vedere il suo sorriso ogni
qual volta lei veda lui indossarla. E' una maglietta particolare, se
proprio così si può chiamare. Sembra formata da
una moltitudine di cordicine formando dei rombi che vengono riempiti
con una specie di velo oscurato ma che traspare, rendendo la pelle di
lui più scura.
-Hai ragione, schiava...- sussurra lui malefico avvicinandosi al lato
dove dorme, e chinandosi afferrando l'estremità del tatami.
-A terra!- esclama lui alzando il tatami e facendola cadere al suolo
scombussolandole tutto e ridendo malignamente di ogni sua azione goffa.
Lei intanto si ritrova a terra, lamentandosi di quella mossa di lui che
odia così tanto. Lei si tira su in un batter d'occhio e
appena in piedi si scaraventa contro di lui a pugni stretti e iniziando
una specie di lotta con lui. Inizia tirandogli un paio di pugni
all'altezza del volto, ma lui si difende schivando i pugni con i palmi
delle mani, ma lei non demorde, infatti dopo qualche secondo gli arriva
un calcio dietro la nuca di cui non si avvede. Lui geme per il calcio
che lo ha reso dolorante e di stizza le tira un ceffone sul volto,
facendo diventare la sua rosea guancia un'arancia rossa. Lei inizia a
urlare e a comporre alcuni sigilli con le mani, mentre lui continua a
tastarsi la nuca.
-Maledetto imbecille, te la farò pagare!- esclama lei con la
voce squillante dopo aver finito di comporre i sigilli ed andandolo a
focalizzare per bene. Lui invece la guarda preoccupato e quasi
spaventato, per una reazione che potrebbe essere eccessivamente
violenta da parte sua, e inizia a correre verso l'uscita.
-(1)Suiton - Mizurappa!- esclama lei andando ad inspirare con la bocca
ed a esplodere un getto d'acqua dalla bocca che travolge il ragazzo,
con tutta la porta, fuori nella distesa erbosa.
Lui in maniera altrettanto goffa stramazza al suolo, provocando le
gioie di lei che esulta manco fosse diventata la regina del mondo. Lui
d'altro canto queste sconfitte da una ragazza che era una schiava,
inizia a prenderle sul personale. Infatti si rimette in piedi andando a
scrocchiare le ossa del collo, serio e con gli occhi che sono diventati
rosso cremisi, compare sul suo viso un sorriso beffardo e inizia a
vedere i flussi di chakra di lei, che gli permettono di capire come si
muoverà e quando lo farà. Lei inizia a vederlo in
modo diverso, con aria di sfida, di superiorità, cosa che lo
fa imbestialire ancora di più.
Lui inizia a comporre alcuni sigilli con molta soddisfazione e
concentrazione, mentre lei si tiene pronta a contrastare come meglio
può la situazione.
-Sta a vedere, schiava!- le urla contro lui, andando a fissarla sempre
più intensamente.
-(2)Katon: Hōsenka no Jutsu!-
esclama lui andando a prendere fiato con la bocca ed andando a
espellere una moltitudine di palle infuocate all'indirizzo di lei che
si prepara a fronteggiarle con la stessa tecnica usata in precedenza,
usando del chakra in più. Infatti va a comporre i sigilli e
successivamente va a prendere fiato con la bocca ed a espellere un
proiettile d'acqua che rende innocua la tecnica di Komugi. Lui dal
canto suo si sarebbe aspettato che almeno qualcuna delle palle di fuoco
avessero centrato l'obiettivo, ma a quanto pare ha fallito miseramente.
Sospira sconsolato andando a pianificare un altro piano d'attacco,
toccandosi le labbra con la lingua. Da un'occhiata in giro e nota che
c'è la fontana, un albero, il filo per il bucato e una
distesa immensa di prateria, oltre all'okiya da cui loro sono usciti.
Intanto il maestro arriva, ma non si fa vedere. Il perchè
è semplice: valutare. Valutare l'abilità dei suoi
allievi, la loro potenzialità e la loro
affidabilità.
Chiude gli occhi per un attimo Komugi, prima di andare a focalizzare il
bersaglio e procedere con il nuovo schema d'attacco. Inizia a correre
verso di lei, che gli sorride sempre e comunque e va a comporre dei
sigilli, tenendo lo sguardo su di lei. Ad un certo punto sbucano cinque
cloni del ragazzo, mentre corre, ed intanto la copia originale continua
a comporre sigilli. Lei dal canto suo sa che lui può contare
solo su tecniche di tipo fuoco e che quindi l'importante è
tenersi in guardia con un attacco di tipo acqua. Infatti compone anche
lei ancuni sigilli.
-(3)Katon: Gōkakyū no Jutsu!-
esclama lui andando a prendere aria con la bocca ed a esplodere una
palla dalle notevoli dimensioni all'indirizzo di Ginhakucho, sicuro che
avrebbe contrastato la mossa con un suo jutsu di tipo acqua. Come
infatti, lei va a comporre alcuni sigilli ed a evocare una delle sue
tecniche più spettacolari e preferite. La copia originare di
lui invece si dirige verso l'albero, concentrando il chakra sui piedi e
iniziando a camminare sul tronco. Lei non può vederlo
perchè ha la visuale oscurata dalla palla di fuoco, quindi
lui agisce quasi totalmente indisturbato..
-(4)Suiton: Suiryuu no jutsu!- esclama lei
evocando un drago dalle abnormi dimensioni che va ad abbattersi contro
la palla di fuoco che va a spegnersi in una frazione di secondo. Le
copie corrono verso di lei, ma non ingannano il buon occhio di lei,
nè nel numero e nè sul fatto che lui non
è tra le copie. Lui intanto arrivato in cima all'albero
inizia a tirar fuori il filo di nylon attaccandolo a shuriken e kunai
varii. Lei per cautelarsi e prevenire eventuali sue mosse, cerca di
rendere ostile il terreno con qualunque mezzo,
-(5)Suiton - Mizuame Nabara- sussurra lei facendo fuori uscire dalla
bocca del liquido appiccicoso che va ad incollarsi al terreno tutto
intorno al suo corpo. Sospira intanto lei, iniziando a deridere il
compagno.
-Non sapendo come fare a battermi, scappi, Komugi-chan?- chiede lei
cercando di provocare le ire del ragazzo ed indurlo a sbagliare. Lui
però è troppo concentrato e nemmeno sta a sentire
le parole di lei. Il filo di nylon è pronto, adesso non
resta che usarlo e farlo nel migliore dei modi. Da uno sguardo alle
tasche il ragazzo e nota qualche carta bomba, proprio quella che fa al
caso suo. Prende un altro kunai quindi e con una porzione di filo di
nylon lo lega alla carta bomba, che è pronta per essere
usata. Prende la mira e lancia il kunai verso Ginhakucho andando a
conficcarsi nel terreno e dopo qualche secondo si innesca, iniziando a
bruciare la carta. Lei come previsto si sposta e questa esplode, non
causando danni a nessuno. Lei si avvicina sempre di più
all'okiya, con dei salti mentre lui sta ad inquadrare la situazione
dall'alto. Notando la situazione statica, lui prende in mano tre
shuriken e li lancia verso Ginhakucho, che si avvede grazie a questa
mossa della sua posizione.
-Stupido Komugi...- sussurra lei andando a comporre nuovamente dei
sigilli ed andando ad evocare il drago acquatico che si dirige verso di
lui con una potenza inaudita. Subito dopo lei si preoccupa di creare
una copia, componendo dei sigilli ed eseguendo il Suiton -
Mizu Bunshin no Jutsu(6). Lui salta dall'albero da un'altezza
considerevole, non vedendola in quel frangente di tempo e mentre
è in discesa compone dei sigilli molto velocemente evocando
la sua tecnica usata in precedenza, il Katon: Hōsenka no Jutsu, creando
una moltitudine di palle di fuoco. Poi prende un kunai e lo lancia
dietro di lei obbligandola ad avanzare verso l'albero. Lei non vuole
lasciargli campo libero e compone alcuni sigilli con la mano andando ad
eseguire il Suiton - Mizurappa,
lanciando un proiettile acquatico con la bocca
verso di lui. Lei nonostante tutto indietreggia, in direzione
dell'albero. Lui viene colpito dal proiettile facendogli
perdere l'equilibrio e facendolo atterrare sulla superficie
vischiosa. Lei è in posizione ideale per la tecnica di
Komugi e lui, nonostante abbia i piedi immersi nel liquido vischioso
riesce a lanciare i kunai e gli shuriken legati al filo di nylon.
Quindi mette in atto la sua tecnica, legando lei all'albero
con il filo di nylon con un gioco di leve delle armi lanciate e poi
inizia a comporre dei sigilli, notando la sua disperazione.
-Scacco matto, bellezza- esclama lui beffardo osservando lei, che cerca
di divincolarsi inutilemente.
-(7)Katon: Ryūka no Jutsu!- esclama
lui prendendo fiato ed emettendo un drago di fuoco dalla
bocca, che si abbatte sull'albero incendiandolo, provocando lo spavento
di tutte le geisha dell'okiya. La figura di Ginhakucho si liquefa sotto
l'occhio non poco sorpreso di lui. Lo sharingan si è
disattivato da un po' di tempo e infatti lei fortunatamente
è riuscita a sfruttare la tecnica. A questo punto il maestro
viene fuori, applaudendo lo spettacolo offerto dai ragazzi e
congratulandosi con loro.
-Bravi piccolini, state crescendo bene- si limita a dire il maestro
facendo cenno a Ginhakucho di scendere dal tetto dell'okiya, come
infatti accade. Komugi concentra il chakra sui piedi e viene fuori dal
liquido vischioso, emettendo un sospiro di disperazione.
-Mi hai deluso, nonostante tutto, Komugi-kun. Lei dovrebbe essere
un'avversaria alla tua portata- cerca di incitarlo il maestro, ma lui
con volto sorridente lo risponde con altrettanta sorpresa.
-Non potrei mai farle del male, Haioku-sensei. Sarebbe come pugnalare
il mio corpo- si limita a rispondere Komugi, rendendo cupo il volto del
maestro, che inizia a parlargli in maniera meno solare e più
seria.
-Tutta questa pietà ti condurrà alla morte un
giorno, Komugi-kun. Ciò che hai fatto a Ginhakucho, o meglio
che non hai fatto, fai in modo che non capiti più- gli
risponde il maestro, riacquistando di nuovo il sorriso.
-Bene, sarchiaponi, preparatevi. Dobbiamo intraprendere un viaggio- gli
dice il maestro causando le gioie dei ragazzi che in un battibaleno si
preparano e partono per il viaggio, tra lo sguardo perplesso della
madre di Komugi e quello attento della padrona dell'okiya.
(1) Arte dell'acqua: Violenta onda acquatica
(2) Arte del fuoco: Fiori della fenice
(3) Arte del fuoco: Tecnica della palla di fuoco suprema
(4) Arte dell'acqua: Tecnica del drago acquatico
(5) Arte dell'acqua: Tecnica del campo caramelloso
(6) Arte dell'acqua: Tecnica della
moltiplicazione acquatica del corpo
(7) Arte del fuoco: Tecnica del drago di fuoco
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Capitolo 9 *** Verso il villaggio della nebbia ***
Verso il villaggio della nebbia
Un cumulo di macerie circonda la porzione di terreno dove Komugi
è sdraiato senza forze. Il maestro e gli altri hanno
riassettato
alla men peggio il giaciglio, ma i danni sono ingenti e il posto
potrebbe non essere più agibile. Komugi inizia ad aprire gli
occhi, il maestro e Shizukane sono i primi ad avvicinarsi, seguiti poi
da Gokiburi. Tensai e Umishin sono perennemente in ricognizione per
rendere i rischi nulli o comunque non creando delle minacce. Shizukane
ha l'aria cupa, in cerca di una soluzione al problema, il maestro
invece sembra fiducioso, speranzoso di essere riuscito nel suo intento
di riportare indietro Komugi.
-Chi è stato... Haioku-sensei...?- chiede con un filo di
voce
Komugi con gli occhi insanguinati, stringendo i pugni ed andando poi a
chiudere gli occhi.
Il maestro torna serio sbracciandosi un po' e andando a mettere poi le
mani nelle tasche, fissando per qualche secondo il suo allievo. Scuote
il capo lievemente verso Komugi.
-Non ne ho idea... Al mio ritorno c'era solo un coniglio dal pelo
bianco con un kunai conficcato in un fianco- gli risponde con voce
gelida verso l'allievo, provocando però lo stupore di
Shizukane.
Infatti cerca schiettamente di chiedere spiegazioni al maestro.
-Lei sa benissimo da dove provengano, Haioku-sensei- gli fa notare
Shizukane, fissando la figura del maestro che ora pare in una
dimensione a parte. Komugi dal canto suo resta sempre più
sbigottito dalle dichiarazioni dei due che lo portano su strade
contrastanti. Sospira, non sapendo a cosa credere e cosa fare.
-Haioku-sensei, cosa vuole dire Shizukane-san?- chiede dubbioso
iniziando ad alzarsi, mettendosi prima seduto, andando a muovere il
collo e a scrocchiare le ossa con il solo movimento del capo. Lo
sguardo si incattivisce verso il maestro andando a stringere i pugni
sempre più.
-Si, è vero. Vengono dal villaggio della nebbia,
probabilmente.
E so anche che lei è stata portata all'okiya durante la
grande
guerra, proprio della foglia contro la nebbia. Lei viene da
lì,
ed è lì che l'avranno riportata- continua gelido
il
maestro all'indirizzo dell'allievo Komugi, notando il suo mutamento
dell'umore.
-E cosa fa ancora qui?- chiede leggermente stizzito Shizukane che
però non trova l'approvazione di Komugi che lo blocca prima
che
possa continuare.
-Risparmia queste domande inutili, Shizukane-san. A me non interessa-
stronca il discorso immediatamente Komugi rivolgendosi per quel lasso
di tempo a Shikukane, andando a fissare poi il maestro nuovamente.
-Perchè l'hanno portata via, Haioku-sensei?- chiede
incattivito
Komugi andando a mettersi in piedi, andando a concentrare chakra in
tutto il corpo sciogliendo quelle specie di vincoli di ghiaccio rimasto
sul suo corpo che impediscono il perfetto funzionamento delle
articolazioni. Il maestro in questo momento è in preda alla
vergogna, nemmeno per l'accaduto, ma per l'umanità
incredibile
mostrata dall'allievo nonostante tutto. Sa del rapporto tra i due,
eppure l'unica cosa che gli interessa sapere è come
riprenderla
indipendentemente dalla causa.
-La verità è che aspettavo te, Komugi-kun. Per
prenderla
devono essere dei ninja straordinari e da solo non avrei potuto fare
granchè- risponde anche se non dovrebbe, il maestro che
continua
a fissare il suo allievo, che fa altrettanto. Gokiburi siede ad un
angolo e capendo meglio di chiunque altro la situazione di Komugi
esordisce di prima.
-Bene, Komugi-kun si torna a casa mia... Quando partiamo?- chiede
Gokiburi con un accenno di sorriso, per mettere in evidenza il suo
entusiasmo.
-Lo so benissimo, Haioku-sensei, altrimenti l'avrei ammazzata adesso
con le mie mani. Io da lei voglio sapere il perchè- chiede
gelido Komugi con stesso fare del suo maestro.
-Tu chiudi la bocca, altrimenti te la prendo a calci, deficiente di
prim'ordine- si rivolge altrettanto nervoso all'indirizzo del compagno
Gokiburi. Questo resta con la medesima espressione precedente, mentre
il maestro guarda per qualche secondo in basso.
-Probabilmente il Mizukage la reputa una spia o una traditrice o una
Nukenin... questioni che ora non possono permettersi di ignorare-
risponde con schifio il maestro andando a provocare le ire del ragazzo
che però resta silente.
Le articolazioni sono quasi del tutto sciolte ora e non resta che
riassettarsi e partire, infatti inizia a prendere i cocci provocati dal
suo casino, e accantonandoli da qualche parte.
-Cosa stai facendo, Komugi-san?- chiede Shizukane vedendo lo strano
atteggiamento del suo compagno di squadra, seguendo ogni sua movenza.
-Il lavoro lo fa distrarre, e comunque vuole rimettere apposto il
casino da lui provocato- risponde Gokiburi tenendo quell'espressione di
sempre, beffarda ed entusiasmante.
-Datemi una mano anzichè blaterare a vuoto. Appena finito
partiremo- ordina Komugi ai due compagni di squadra, seguito dagli
sbuffi di Gokiburi. Shizukane invece torna serio e inizia ad aiutare il
compagno a riassettare tutto.
-Sai benissimo che verrò anch'io, Komugi-kun- gli dice il
maestro iniziando anche lui ad aiutare il Team Yami a mettere apposto
il casino. Komugi si volta verso quello e si lascia sfuggire un ghigno
maligno.
-L'avevo dato per scontato, vecchio- esclama cattivo il ragazzo verso
il maestro, che gli sorride di rimando come al solito.
-Non cambierai mai, sarchiapone. Comunque voglio portare con me due
allievi- gli fa il maestro, serio e continuando a mettere a posto i
cocci. Komugi continua a lavorare, sentendo le parole del maestro.
-La avverto, se faranno ostruzioni di qualunque genere, li getto al
pozzo più vicino e gli faccio raggiungere l'inferno in men
che
non si dica- risponde continuando con il suo lavoro.
Il maestro mostra una lieve risata prima di annuire con il capo e
continuare con la ricostruzione della sua abitazione.
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Capitolo 10 *** Nuovi Innesti ***
Nuovi Innesti
Il momento dell'arrivo degli arrivi, due ragazzi e una ragazza,
più o meno della stessa età di Komugi.
Quest'ultimo gia inizia a sbuffare per il fatto che il piano inizia a
prendere gia in partenza una brutta piega. Il maestro si avvicina
sconsolato ai tre, che dovevano in realtà essere due.
-Jushi, cosa diavolo ci fai tu qui?- chiede alterato il maestro verso
quello, andando a sbracciarsi le maniche, come fa di solito anche con
Komugi. Proprio a quest'ultimo la situazione non piace minimamente,
quindi prima che gli allievi possano iniziare a fare ostruzioni di
qualunque genere, si avvicina a loro con fare fastidiato.
-Bene, ragazzi, mettiamo le cose in chiaro. Io sono Komugi, dirigo
l'operazione e dovete fare esattamente quello che dico. Se vi servono
spiegazioni, chiarimenti o la strada per tornare a casa chiedete ad
Haioku-sensei- decreta ai nuovi arrivati con fare imperativo, senza
perdersi in ulteriori chiacchiere. Il maestro si limita ad osservare le
movenze del giovane, che in qualche modo lo fanno sentire orgoglioso di
come l'ha tirato su, con i suoi duri addestramenti. La ragazza sembra
quella più decisa e più contraria al fare del
ragazzo ed infatti lo guarda malamente..
-Ad ogni modo, se non rispetterete queste semplici regole, vi
ritroverete nella terra degli Yomi in un battito di ciglia, mi sono
spiegato?- conclude con questa frase scandendo bene le parole, con voce
gelida, quasi a volerli spaventare fin da subito e poi ripetendo
l'ultima parte anche al maestro, che annuisce con il capo. La ragazza
invece mostra subito il suo spirito indomito e ribelle, e non ci pensa
due volte ad esprimere la sua opinione.
-Credo che tu stia esagerando... e non poco, Komugi-san- risponde la
ragazza con fare deciso, come aveva dimostrato in precedenza, facendo
sorridere lievemente Komugi, che fissa il maestro e poi va ad indicare
la ragazza con il pollice destro.
-Si, Komugi-kun, è la mia preferita...- risponde il maestro
con fare scherzoso, come al solito, facendo sorridere tutti i nuovi
membri.
-Ascoltami, qualunque sia il tuo nome. Il fatto che ti rivolga a me con
quel fare rispettoso è una cosa che apprezzo, quindi ti
risponderò come risponderei al maestro qui presente- le dice
Komugi andando ad avvicinarsi a lei e poi al suo orecchio sinistro.
-Vienimelo a dire qualora ti porteranno via qualcuno a cui avresti
consegnato la vita...- conclude gelandola, con voce fievole in modo che
nessuno possa averlo sentito e tornando nella posizione precedente. Lei
resta a riflettere per qualche secondo fissando il suolo, prima di
rivolgere lo sguardo nuovamente a Komugi.
-Il mio nome è Zasshi e sono a tua completa disposizione,
Komugi-san- esclama la ragazza andando a chinare il capo. Lui che col
capo era rivolto agli altri, si gira verso Zasshi e le sorride
soddisfatto, al pari del maestro. Quest'ultimo si occupa poi di
presentare a Komugi i restanti membri del gruppo.
-Lui è Jushi, quello che si è aggiunto agli
altri, probabilmente perchè è troppo curioso e
impiccione- direbbe a Komugi scherzando.
-Non è affatto così, Haioku-sensei...- direbbe
con il sorriso perenne il ragazzo provocando una scossa del capo da
parte di Komugi. Il maestro poi rivolgendosi all'altro, più
pacato e tranquillo rispetto agli altri.
-Lui invece è Shiranai. Sono convinto che la permanenza con
Komugi e la sua squadra gioverà molto alla tua
personalità, non vero Shiranai-kun?- direbbe rivolgendosi a
Shiranai e mettendogli una mano sulla spalla. Quest'ultimo di rimando
gli sorride e poi va a rivolgersi a Komugi.
-Sono a completa disposizione della squadra, Komugi-san- esclama
entusiasta il ragazzo, facendo sorridere lievemente Komugi, anche se
gli sorge spontaneamente un dubbio.
-Come posso essergli d'aiuto, Haioku-sensei?- chiede Komugi con aria
curiosa ed una strana espressione sul volto.
-Dovrai farlo sentire parte della squadra, Komugi-kun- risponde con
leggerezza Haioku in direzione di Komugi che assume un'aria sempre
più strana. I primi a tornare del team Yami sono Gokiburi e
Shizukane, che vanno a fare rapporto a Komugi. Questi riferiscono che
nelle immediate vicinanze non c'è niente di sospetto e che
le cose fileranno lisce come l'olio. Inoltre Shizukane rivela a Komugi
che ha ordinato a Tensai e Umishin di avanzare in anticipo
così da avvistare potenziali minacce dinnanzi alla squadra.
-Tu, Jushi!- esclama ad alta voce verso il tipo curioso che arriva
subito dopo essere chiamato in causa.
-Si, cosa c'è, Komugi-san?- chiede interrogativo con il
sorriso perenne sul volto che fa innervosire Komugi che lo guarda
malamente.
-Ricorda le mie parole...- lo gela dirigendosi poi verso tutti i membri
della squadra, facendo un fischio richiamando l'attenzione di tutti che
lo avvicinano velocemente.
-Team Yami e suoi collaboratori! Da ora si parte alla volta del
Villaggio della Nebbia. Qualunque cosa succeda procederemo, senza
abbatterci nè sconsolarci. Terremo la mente lucida e gli
occhi aperti. Inoltre molti di quei ninja sono stati addestrati nel
periodo della Nebbia Insanguinata, quindi se voi avrete
pietà di loro, di sicuro loro non ne avranno. Bene, si
parte...- conclude Komugi, avviandosi verso la sua meta, seguito dai
suoi compagni.
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Capitolo 11 *** L'eredità di sangue ***
L'eredità di sangue
Komugi in preda all'entusiasmo si prepara in un battibaleno, invece
Ginhakucho è molto più tranquilla. Poi si sa, lei
è una donna, anche se ninja, quindi impiega molto tempo per
prepararsi. Già dopo alcuni minuti, infatti, Komugi si
dirige fuori in direzione del maestro che intanto viene intrattenuto
dalla madre di Komugi e dalla padrona dell'Okiya. La sua espressione
non è proprio raggiante, anche perchè sta ancora
riflettendo sulle parole del maestro, che tamburellano nella sua testa
rendendolo meno lucido. Il suo passo infatti diventa sempre
più lento. Le mani nelle tasche, che caratterizzano la sua
postura, si muovono in continuazione a differenza del suo lento passo,
e il maestro se ne rende conto, osservandolo con la coda dell'occhio.
Infatti dopo aver visto ciò, si affretta a congedare le due
donne. Komugi è ancora pensieroso e il maestro non vuole che
parta così per la missione.
Il maestro Haioku quindi si avvicina al suo allievo, col volto serio e
va a fermarsi a pochi passi da lui. Komugi per tutto il tragitto
percorso ha tenuto lo sguardo basso ed infatti va a scontrarsi con il
maestro. Solo dopo questo contatto Komugi torna lucido, andando a
fissare lo sguardo incattivito del maestro. Anche lo sguardo di Komugi
si incattivisce a questo punto. Stringe i pugni e spalanca gli occhi al
maestro, cercando di trovare una risposta nei suoi occhi, risposta che
non c'è. A questo punto quindi si sposta e continua a
camminare dritto, verso una meta non stabilita. Il maestro gli lascia
percorrere qualche altro metro prima di girare il capo e fissare lo
strano passo del ragazzo.
-Komugi...- esclama il maestro con tono serio, cercando di fermarlo. Il
tono di voce del maestro arriva in maniera contorta alle orecchie di
Komugi, tanto da fargli venire un dolore al capo, che inizia a fargli
cambiare espressione di volto. L'allegro e simpatico Komugi in quel
frangente di tempo è soltanto un lontano ricordo. Uno strano
chakra inizia a fuori uscire da ogni poro del corpo di Komugi, un
chakra malvagio, di colore viola, viola come la morte. Inizia a
stringere i denti a causa del mal di testa, poi i pugni a causa del
nervosismo. Il maestro è sempre più preoccupato
dalla situazione, tanto da voltarsi con l'intero corpo verso Komugi.
-Komugi!- esclama più deciso ora il maestro, cercando di
carpire l'attenzione del ragazzo, a cui arriva di nuovo un tono
contorto. Questa volta però il tono sembra più
malvagio nella sua testa, come un sibilo che lo attira a se, e questo
lo fa andare in bestia.
L'intensità di chakra aumenta vertiginosamente ad un certo
punto, tanto da essere avvolto da un vero e proprio alone ad un certo
punto. Va a girarsi in direzione del maestro, con l'espressione
completamente diversa dal solito, malvagia, irriconoscibile.
-Che... c'è...?- esclama a bassissima voce andando a
concentrare tantissimo chakra, tanto da iniziare ad irradiare il
terreno e a farlo diventare friabile. Lo sharingan compare sugli occhi
del ragazzo che inizia a far paura quasi a tutti. Il maestro resta
preoccupato, ma non impaurito nella maniera più assoluta.
-Cosa ti sta succedendo, Komugi....- si interroga a bassa voce il
maestro, cercando di capire che cosa possa essere successo nella mente
di Komugi. Che fossero state le sue parole a scatenare questa reazione
da parte del ragazzo l'aveva capito. Il problema è come
può averlo interpretato. Intanto assiste alla scena anche
Ginhakucho che però vedendo il colore di quello strano
chakra, se ne resta lì immobile a guardare il compiersi
degli eventi, con l'aria spaventata.
-Haioku-sensei...- esclama a bassa voce Ginhakucho spaventata,
interrogandosi su ciò che possa essere successo a Komugi.
Fatto sta, che quel chakra le incute un terrore atroce, tanto da
immobilizzarla.
-Haioku-sensei!- urla invece adesso la ragazza richiamando l'attenzione
del maestro che si volta in direzione della ragazza, guardandola
inerme. Sospira profondamente per un attimo il maestro chiudendo gli
occhi, ed andando poi a collocare nella sua mente un'immagine di loro
tre, che inizia a creparsi sulla figura di Komugi.
Infatti il maestro appena finito si volta verso di lui e lo fissa
incessantemente per qualche attimo con uno sguardo truce quasi a
volergli incutere timore per farlo spaventare o per farlo ragionare.
Komugi chiude gli occhi e inizia a respirare profondamente dopo qualche
secondo e il chakra inizia a perdere di intensità, fino a
svanire completamente. Quando riapre gli occhi il chakra non
è più visibile e lo Sharingan è
scomparso dai suoi occhi. La sua rabbia e le sue debolezze
però sono ancora nel suo sguardo. Il maestro si dirige in
direzione di Ginhakucho, con passo piuttosto svelto, e al suo arrivo
Ginhakucho trema incessantemente.
-Haioku-sensei... cos'era... quel mostro?- chiede quasi balbettando
Ginhakucho non smettendo di tremare per un attimo. Komugi resta a
guardare la scena, a riflettere su ciò che è
accaduto e sulle parole del maestro. E' questo che intendeva il
maestro? E' questo ciò che un ninja deve diventare per
proteggere gli altri? Perdere la sua umanità, il suo amore
verso il prossimo e diventare solo una macchina? E se è
così perchè il maestro ha reagito così
male? Domande che offuscano la mente del ragazzo, che gli fanno perdere
lucidità e che gli rendono più acuto il mal di
testa.
-E' la parte di Komugi che sembra venga fuori quando perde la sua
umanità... quella ereditata dal suo clan, Ginhakucho-chan-
le sussurra il maestro ad un orecchio. Mettendole poi una mano sul
capo, cercando di rassicurarla.
-Sta tranquilla... sei l'unica che non deve mai aver paura di lui- le
dice il maestro andando a sorriderle e poi andando a toglierle la mano
dal capo.
Respira profondamente ancora una volta Komugi, andando ad eliminare
tutta quella nebbia nella sua mente, nebbia che pian piano inizia a
diradarsi.
-Allora? Ci muoviamo o no?- incita Komugi verso i suoi compagni di
avventura Ginhakucho e Haioku, cercando di favorire una reazione
positiva. Ginhakucho, vedendolo normale inizia ad alzarsi, vedendo
anche che il tremore è quasi scomparso del tutto.
-Ha ragione, sensei... dobbiamo andare- esclama con tono quasi
indifferente Ginhakucho, aggiudicandosi il parere favorevole del
maestro che la segue.
Intanto Komugi già si avvia seguendo il sentiero, non
sapendo nemmeno dove deve andare. Ma se è per questo,
saranno il maestro e Ginhakucho a raggiungerlo in tempo.
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Capitolo 12 *** Iniziano i preparativi ***
Passano alcuni giorni dalla partenza del team Yami in direzione del
villaggio della nebbia a ritmi altissimi, con scarse tre ore di sonno e
ad una velocità più elevata rispetto al normale.
Gli allievi del maestro Haioku infatti sono in affanno e non si
lamentano con il loro maestro solo per non dargli un dispiacere. Il
maestro però, da tipo attento cui è, gia si
è accorto di tutto ma d'altroonde sa anche lui che un
ritardo nell'arrivo al villaggio della nebbia potrebbe mettere in
pericolo l'intera missione. Come al solito Shizukana e Tensai avanzano
in testa alla formazione, invece Umishin procede come fanalino di coda.
Dotati di Byakugan, riescono a scorgere tracce di possibili nemici
molto più in fretta di un qualsiasi membro del gruppo. Ad un
certo punto un segnale da parte di Shizukana che viene captato dal
gruppo che si arresta immediatamente. Komugi si avvicina a Shizukana,
indi per ricevere indicazioni.
-Ce ne sono 4 e sono del villaggio della nebbia. Tre ragazzini e un
adulto, Komugi-san- riferisce Shizukana tenendo lo sguardo fisso sulla
squadra ninja. Komugi resta a riflettere per qualche secondo, fin
quando uno strano sorrisetto non compare sul suo volto.
-E' una buona notizia... Sono proprio curioso di vedere all'opera
questi allievi di Haioku-sensei... Ottimo lavoro, Shizukana-san-
risponde quasi divertito Komugi, che adesso si dirige verso il resto
del gruppo per comunicare le indicazioni. Il gruppo aspetta ansioso gli
ordini, specialmente i novellini, alle loro prime armi.
Con molta calma si avvicina Komugi, attento a non far rumore e va a
riferire le indicazioni ai suoi compagni.
-Allora, i fatti sono questi, ci sono 4 ninja della nebbia composte di
un caposquadra adulto e 3 ragazzini che staranno apprendendo...-
esordisce con fare carismatico Komugi, andando ad esprimere i fatti
combinando le sue parole ai gesti.
-Haioku-sensei, al gruppo penserete con i vostri allievi- indica quasi
con eccitazione Komugi andando a fissare il maestro e ad indicare con
la mano sinistra ognuno dei nuovi innesti.
Haioku guarda malamente il suo ex-allievo e gli si avvicina lentamente,
andando a portare il capo vicino ad un orecchio di Komugi.
-Se loro ci rimettono la pelle, ti assicuro che non ci rimetterai solo
la vita di Ginhakucho, Komugi-kun- lo gela il maestro con queste poche
parole, andando a fissare per qualche attimo gli occhi del suo ex
allievo. Komugi gli sorride cercando di mettere insieme quelle parole
che lo indurranno a capire.
-Se li ha addestrati lei, non mi preoccuperei troppo. E poi voglio
valutare il personale a disposizione, sa bene di cosa parlo
Haioku-sensei- risponde con estrema calma Komugi.
Il maestro resta a fissarlo qualche altro secondo, prima di voltare il
capo verso i suoi ragazzi e far cenno loro di seguirlo. Intanto tornano
nel gruppo anche Tensai e Umishin. Gokiburi resta sempre più
perplesso sulle decisioni di Komugi e non fa attendere la sua opinione
in proposito.
-Ma che diamine hai intenzione di fare, Komugi-kun?- chiede con aria
irrequieta Gokiburi quindi, che per ora non ha ricevuto nè
indicazioni, nè altro.
Komugi quindi va a fissarlo, ma prima di parlare viene interrotto da
Tensai e da Umishin che gli fanno rapporto.
-Ho trovato un percorso alternativo che ci permette di arrivare al
villaggio della nebbia, Komugi-kun- comunica serissimo come sempre
Tensai.
-Non siamo seguiti da nessuno, Komugi-kun- comunica con leggero affanno
Umishin, seguito da un cenno del capo di Komugi. Poi va a rivolgersi
nuovamente al maestro.
-E per la cronaca, il motivo per cui vi faccio scontrare con loro,
è perchè ci servono per l'ingresso nel villaggio.
Adesso, decida lei come- conclude gelido Komugi, con aria tetra ed
agghiacciante. Il maestro sospira e si avvia accompagnato dai suoi
ragazzi. Komugi invece, va a scrutare il volto dell'anonimo Gokiburi.
-Ci atteniamo al piano e raggiungiamo il villaggio della nebbia, non
voglio perdere altro tempo- conclude in fretta Komugi, andando a
rivolgersi ora anche al resto del Team Yami.
-Allora, sarò veloce e molto chiaro...- inizia
schematicamente Komugi andando a rivolgersi per primo a Tensai.
-Shizukana-san, tu resterai qui e terrai sotto controllo la
situazione... fa in modo che non ti vedano. Intervieni solo in caso di
estremo pericolo. Ci raggiungerete all'ingresso del villaggio, ci
conto- indica in direzione di Shizukana quindi, che mostra
un'espressione di disapprovazione, cosa che attualmente lascia
indifferente Komugi.
-Noi altri invece, proseguiremo normalmente. Tensai-kun tu in testa,
Umishin-kun tu in coda e tu Gokiburi-kun mi farai da spalla- si rivolge
Komugi quindi ad uno ad uno i componenti del suo Team, mettendosi quasi
a ridere alla volta di Gokiburi.
-Certo col pensiero, Komugi-chan- va a sfottere Gokiburi, che non ci
sta minimamente alla provocazione lanciatagli dal suo compagno
più giovane, Komugi.
Komugi, tornando serio, va a comporre il sigillo della tigre quindi,
chiude gli occhi e va ad impastare molto chakra. Resta per qualche
secondo in quella posizione, poi va ad eseguire la tecnica.
-(1)Yōton - Kazan Bushin
no Jutsu- va a sussurrare Komugi, dopo aver
impastato una quantità titanica di chakra. I componenti del
Team Yami restano perplessi nel vedere un clone di lava prodotto dal
loro compagno.
-E con questo che hai intenzione di fare?- chiede perplesso Gokiburi,
impersonando il dubbio generale del gruppo. Komugi va a sorridere
leggermente e a fissare i suoi compagni.
-Come ho gia detto ad Haioku-sensei, voglio valutare il personale a
disposizione- risponde rapidamente Komugi andando a fare cenno con la
mano ai compagni, per indicare che è arrivato il momento di
muoversi.
Tensai parte in testa del gruppo, seguito quindi da Gokiburi e Komugi,
ed il fanalino di coda Umishin. La loro velocità
è uguale a quella del loro arrivo sul luogo, ma Komugi resta
comunque pensieroso. Il clone di lava va a nascondersi nel posto
migliore possibile per monitorare la situazione, al pari di Shizukana.
Komugi sa, che questo scontro sarà molto interessante e si
aspetta molto dai ragazzi allevati dal suo maestro.
(1) Arte della lava - Tecnica della moltiplicazione vulcanica
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Capitolo 13 *** Scontro Frontale ***
Scontro Frontale
Il Team Yami originario, senza Shizukana, ormai è lontano e
di
conseguenza il villaggio della nebbia è sempre
più
vicino. Shizukana e il clone di Komugi aspettano che lo scontro inizi,
invece il maestro Haioku e la sua squadra cercano di tendere
un'imboscata al gruppo di ninja che si dirige al villaggio della
nebbia. Il maestro inizia a dare indicazioni ai suoi, e il primo a
riceverle è il sorridente Shiranai, che si posiziona tra gli
alberi di fronte al gruppo nemico e prende in mano alcune carte bomba.
L'altro a ricevere indicazioni invece è Jushi, che va a
prendere
posizione dietro la squadra nemica. L'ultima invece è Zasshi
a
cui spetta il compito più arduo tra i tre ragazzi. Il
maestro
alza una mano, per far capire che ancora non è il momento di
attaccare. Qualcosa però non va nel verso giusto e
Shizukana,
Komugi e il maestro lo vedono. Il capo squadra nemico infatti inizia a
guardarsi intorno, notando che la quantità di foglie sul
terreno
è eccessivo, segno che qualcuno è passato di
lì a
poco. Questo infatti fa segno ai suoi sottoposti di fermarsi e di
assumere la formazione difensiva.
A questo punto è troppo tardi per cambiare piano, quindi si
attengono al precedente. Il maestro fa cenno a Shiranai di partire e
così lancia una carta bomba legata ad un kunai in direzione
della formazione facendola disperdere. A questo punto ognuno
combatterà da se, andando a prendere un ninja e cercando si
sopraffarlo. Il Team del maestro Haioku quindi va a predisporsi al
centro del raggio d'azione, assumento una posizione a rombo offensiva
che gli permetta di tener sotto controllo l'intero campo visivo. Il
maestro Haioku si rende conto che il gruppo è formato
prevalentemente da individui femminili, quindi incita i suoi ragazzi a
non farsi scrupoli.
-Ragazzi... Se vogliamo andare avanti, dovremo per lo meno fermarli, se
non ucciderli. Quindi... non abbiate pietà- sussurra gelido
il
maestro, andando ad infondere un po' di paura ai suoi sottoposti. Jushi
sbuffa iniziando a sudare freddo, a Shiranai viene quasi un colpo al
cuore per la sua indole pacifica, invece Zasshi resta immobile con gli
occhi sulla sua preda.
Sospira un secondo Zasshi prima di lanciarsi verso l'avversaria, che
è ancora con un ginocchio a terra. Questa si avvede di lei e
si
guarda lentamente intorno cercando una via d'uscita o comunque una
posizione strategica da utilizzare. Parte subito con un calcio al
volto, l'allieva del maestro Haioku, che l'avversaria scansa facilmente
e che risponde estraendo velocemente un kunai da una tasca e andando a
sferrare un mandritto in posizione della gola, facendo perdere
l'equilibrio alla ragazza che è facile preda dell'avversaria
che
le sferra un potente pugno in direzione dell'addome che le fa sputare
sangue. Il maestro invece è impegnato con il caposquadra, un
uomo di mezza età, con i capelli argentati, dritti e con una
benda nera sull'occhio destro e va a raggiungerlo immediatamente.
Questo squadra il maestro dalla testa ai piedi, avendo l'impressione di
averlo gia visto.
-Cosa diavolo volete?- ringhia gelido il caposquadra verso il maestro,
che lo guarda malamente riconoscendolo.
-Rivoglio... la ragazza che avete rapito- risponde aggrottando la
fronte il maestro, andando a comporre i primi sigilli. Il capo squadra
prima lo osserva interrogativo, poi capisce e compare un lieve sorriso
sul suo volto.
-Quella ragazza? La Mizukage l'avrà spedita
chissà dove a
marcire...- gli dice quindi gelido il capo squadra provocando le ire
del maestro Haioku.
Di stizza il maestro lo attacca con un pugno in pieno volto che
però viene schivato e questi contrattacca con una spazzata
alla
gamba destra seguito da un pugno in pieno volto che lo fa atterrare
malamente a terra. Il maestro è sempre più
rabbioso e
dopo aver incassato malamente il colpo si rimette in piedi, componendo
dei sigilli, provocando una risata da parte del capo squadra nemico.
-Ridi adesso- sussurra il maestro andando ad estrarre degli shuriken e
lanciandoli in direzione del capo squadra che si prepara a schivarli.
-(1)Shuriken Kage Bunshin no Jutsu- sussurra il
maestro che
raddoppia con il chakra il numero di shuriken lanciati in direzione del
capo squadra. Questo quindi per schivarli indietreggia fin quando
questi non penetrino negli alberi retrostanti. In questo frangente di
tempo però il capo squadra perde di vista il maestro che in
batti baleno scompare.
-Ragazze... Che nessuno di questi resti in vita!- ordina ad alta voce
il capo squadra in direzione delle restanti tre ragazze. Intanto il
capo squadra aspetta intrepitante prima di tutto l'intervento del
maestro e poi l'apparizione degli altri due, scorsi da un ninja della
loro squadra precedentemente.
Il caposquadra quindi va a togliere la benda dall'occhio destro e va a
mostrare il suo Byakugan, sotto lo stupore del clone di Komugi e
soprattutto di Shizukana che va a deglutire nervosamente. Si guarda
intorno il caposquadra e scorge il chakra del maestro sotto terra che
si dirige in direzione del capo squadra.
Intanto le kunoichi hanno ricevuto l'ordine dal loro maestro e
rispondono all'unisono.
-Agli ordini, Ao-sensei!- rispondono con tono normale le ragazze che
vanno a concentrarsi con tutte loro stesse verso i rispettivi avversari.
Intanto iniziano a combattere anche Shiranai e Jushi, con le loro
avversarie e prima di iniziare le varie tecniche si dilettano a
scambiare qualche pugno e qualche calcio.
Zasshi si rimette in piedi andando a mostrare uno strano sorrisetto e a
compore il sigillo della capra. La kunoichi resta all'erta infondendo
chakra in tutto il corpo.
Ad un certo punto la ragazza si ritrova legata ad un albero, con Zasshi
che salta fuori dall'interno del tronco con un kunai in mano. La
kunoichi inizia a ridere ironicamente.
-Queste tecniche non funzionano con me, tesoro...- sussurra la kunoichi
vedendo il kunai avvicinarsi al volto e quando questo la raggiunge il
suo corpo scompare.
Tornando alla realtà, nessuna delle due si è
mossa e la kunoichi sbuffa noiosa, nei confronti della ragazza.
-Non dirmi che non ti eri accorta che siamo kunoichi sensori... Che
spreco di tempo...- esterna quindi la kunoichi frustrata che si dirige
con espressione gelida, a una velocità incredibile in
direzione
di Zasshi colpendola con una lama estratta dalla sacca, graffiandole il
volto.
Nemmeno Shiranai e Jushi se la passano bene, in quanto le loro tecniche
sono spesso previste dai loro avversari. Shiranai, con la sua arte del
fulmine, non riesce a sorprendere il nemico a causa della sua
velocità non all'altezza della situazione. Jushi con la sua
arte del vento non riesce a mettere in difficoltà la sua
avversaria essendo troppo prevedibile.
Nonostante tutto, quello che se la passa peggio è il maestro
Haioku, individuato dal capo squadra Ao che si prepara a contrattaccare.
Sorride beffardamente questo, pensando già a come
farà le scarpe al maestro in maniera così
semplice. Va a comporre una moltitudine di sigilli prima di passare
all'attacco.
-La terra sarà la tua tomba, povero stolto...(2) Suiton
- Daibakufu no Jutsu!- esclama ad alta voce il capo squadra
Ao andando a creare una spirale d'acqua che va ad esplodere in
direzione del maestro Haioku che si ritroverebbe qualche secondo
inghiottito dal vortice d'acqua. Ma ad un certo punto succede qualcosa
che fa in modo che l'acqua non lo raggiunga, come un'esplosione che
chiude il tunnel sotterraneo creato dal maestro per raggiungere il capo
squadra. Il maestro si ritrova bloccato per qualche secondo, ma poi
decide di raggiungere la superficie. Ao si accorge di tutto e va a
mostrare al nuovo arrivato un ghigno malefico. Lo osserva da capo a
piedi, lo squadra e poi si pronuncia.
-Finalmente ti sei mostrato- esclama serio il capo squadra, andando ad
osservare dietro il nuovo arrivato anche il maestro Haioku.
Quest'ultimo resta sorpreso e ci resta quasi male.
-Non saresti dovuto intrometterti, Shizukana- esterna rabbioso il
maestro Haioku rimettendosi in piedi, ma Shizukana non lo degna di un
solo sguardo.
-Se non fossi intervenuto, a quest'ora sarebbe affogato. Mi dispiace
dirglielo, ma lei non ha i mezzi per battere questo tipo- risponde
Shizukana con espressione seria e tono assolutamente sicuro. Ao inizia
a ridere sentendo le ultime parole del ragazzo per poi andare a
mostrare un sorriso beffardo al suo avversario.
-Perchè, tu avresti questi mezzi, moccioso?-
chiede Ao non riuscendo a prendere sul serio il ragazzo, ma questo non
accenna a fare la minima mossa.
-Haioku-sensei... vada ad aiutare i suoi allievi, a questo ci penso io-
indica Shizukana non accennando alla minima mossa, per poi andarsi a
rivolgere nuovamente ad Ao, chiudendo gli occhi, componendo il sigillo
della tigre e concentrando il chakra sul volto.
-Quegli occhi non sono tuoi... Adesso vedrai cosa può fare
qualcuno che domina questi occhi, vecchio- tuona glaciale Shizukana
andando a mostrare poi il suo Byakugan, provocando lo stupore di Ao.
-Uno Hyuga... Finalmente le cose si fanno interessanti- sussurra Ao
iniziando a prendere più sul serio Shizukana ed andando a
richiamare nuovamente il Byakugan.
Il maestro intanto si dirige verso i suoi allievi cercando di dargli
man forte, ma le cose nello scontro stanno per cambiare. Zasshi inizia
a ridere fissando la sua avversaria e il maestro capisce subito che di
lì a poco, in un modo o nell'altro, quel duello
finirà. Per quanto riguarda Shiranai e Jushi le cose restano
invariate.
Il clone di Komugi resta attento invece a monitorare a 360 gradi la
situazione, captando ogni minimo schema, comportamento o movimento che
possa servire successivamente ai piani d'invasione.
(1) Tecnica superiore della moltiplicazione degli Shuriken
(2) Arte dell'acqua - Tecnica dell'esplosione acquatica
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Capitolo 14 *** Byakugan contro Byakugan ***
Byakugan contro Byakugan
Il fronte principale adesso è occupato dal capo squadra Ao e
da
Shizukana Hyuga. Negli altri fronti si scorgono per ora solo accenni di
reazione, anche se Zasshi pare aver trovato l'asso vincente con
l'espressione che mostra. Il maestro si posiziona in alto e tiene
sottocchio la situazione, visto che anche lui è curioso di
vedere come si comportino i suoi canarini. Il maestro inoltre indica ai
suoi adepti di seguirlo, in quanto la battaglia tra i due "grandi"
potrebbe coninvolgerli, e infatti gli allievi tenendo lo sguardo sui
loro avversari iniziano ad allontanarsi, inseguiti logicamente da loro.
Gli sguardi scambiati tra Ao e Shizukana valgono più di
mille
parole, improvvise folate di vento fredde graffiano il volto dei due,
come se anche il cielo si eccitasse dinnanzi ad uno scontro del genere.
Anche l'attenzione del clone di Komugi ora si sposta tra le due
"grandi" potenze, dato che finora i canarini hanno solo deluso tanto.
Postura difensiva assunta da Shizukana, mentre il capo squadra si
prepara ad attaccare. E così inizia la battaglia, con Ao che
si
avvicina correndo allo Hyuga estraendo velocemente un kunai da una
sacca e cercando di graffiarlo all'altezza della gola. Mossa da
dilettante, sapendo che la battaglia è contro uno Hyuga che
ha
una difesa quasi impenetrabile. Con il byakugan lo anticipa osservando
i flussi di chakra schivando il colpo in maniera ottima e scagliando un
colpo di Juken sull'addome di Ao che viene scaraventato indietro.
Questo però con un salto mortale all'indietro si riappoggia
con
i piedi per terra. Va a tossire Ao, ma anche a mostrare un sorriso
all'avversario.
-Sei preparato, marmocchio... Ma non abbastanza- provoca Ao che va a
comporre uno strano sigillo a una mano con la sinistra, e porta il
braccio sinistro in alto indicando al cielo l'indice e il medio della
mano destra. Ad un certo punto il posto inizia ad essere ricoperto da
una strana nebbia, che inizia ad occultare la vista di tutti i presenti.
-(1)Kirigakure no Jutsu...-
sussurra Ao in mezzo alla nebbia più fitta, prendendo le sue
decisioni nella più cauta calma. Ride. Il tono della voce
è alterato dalla nebbia, andando a confondere l'udito
dell'avversario.
-Otto punti. Cranio, spina dorsale, polmone, fegato, vena giugulare,
arteria succlavia, rene e cuore. Dimmi, giovane Hyuga... quale parte
vitale preferisci?- sussurra
nuovamente Ao, non
incutendo però nessuna paura al giovane Hyuga. Nonostante
ciò, Shizukana sta riscontrando molta difficoltà.
La
nebbia è fitta, non garantisce visibilità e
altera il
suono. Il Byakugan è offuscato, in quanto la nebbia
è
fatta di chakra, quindi non riesce a distiguere bene le tracce del
nemico.
Molto velocemente Ao si avvicina a Shizukana che non riesce a vederlo,
e gli pianta un kunai sulla coscia destra, facendogli perdere
l'equilibrio e quindi facendolo cadere. Geme a bassa voce Shizukana che
va a togliere il kunai immediatamente, e cerca di rimettersi in piedi.
Appena si mette in ginocchio viene colpito con un calcio al volto, che
lo fa rotolare all'indietro per qualche metro. Shizukana inizia a
capire che le cose non vanno nel verso giusto, e che quindi
è
arrivato il momento di fare qualcosa. Per prima cosa si rimette in
piedi, poi concentra il chakra sul palmo delle mani. Continua a gemere,
ma ciò non gli impedisce di utilizzare la tecnica creata da
lui,
il (2)Kami sori Saikōsai.
Con questa tecnica si creano delle lame di chakra sulle mani di
Shizukana ed effettuando una rotazione ad alta velocità
riesce a
scagliare queste lame intorno a sè che vanno a perforare la
nebbia di chakra del nemico in questo caso. Logicamente la gamba che fa
da perno è quella non ferita, e Shizukana riesce
perfettamente nel suo intento. La nebbia si dirada al passaggio delle
lame, avendo una visibilità con il byakugan
pressochè
perfetta. Ao, muovendosi ad alta velocità un attimo prima
che
Shizukana mettesse in atto la tecnica, si ritrova a pochi centimetri
dal volto di Shizukana che però adesso può
contrattaccare. Infatti Shizukana riesce a sferrare con
velocità
inaudita alcuni colpi di Juken all'addome, seguiti da un calcio in
pieno volto, che lo fa volare all'indietro per alcuni metri. Shizukana
stramazza a terra gemente, in quanto ha colpito Ao con la gamba ferita.
Ad ogni modo, prima che peggiori la situazione, deve togliersi di mezzo
quel tipo.
Ao capisce la situazione e dal canto suo vuole riuscire a sfruttarla
nel migliore dei modi. Per prima cosa quindi decide di prendere tempo,
quindi mette in atto una mossa strategica che fa assolutamente al suo
caso: il (3)Suiton - Mizu Bunshin no Jutsu. Con le
copie a
disposizione ora corre in direzione del nemico andando a comporre dei
sigilli, ed andando a ricoprire la zona con un'ampia massa d'acqua con
il (4)Suiton - Bakusui shōha creando un'onda
attraverso la bocca di dimensioni abnormi. Avvedendosi
del pericolo, Shizukana cerca di fare qualcosa. Cerca di rimettersi in
piedi con l'aiuto delle braccia poggiando poi a terra la gamba buona.
L'onda si avvicina pericolosamente e Shizukana di istinto usa sia la
gamba buona che le braccia per non essere travolto e quindi per
librarsi in aria, atterrando poi sulla superficie acquatica ponendo
chakra sui piedi. Shizukana ansima, per qualche attimo ed Ao parte
all'attacco immediatamente insieme alle sue copie. Compone alcuni
sigilli Ao per poi andare ad eseguire il (5)Suiton - Suikōdan
no Jutsu
espellendo proiettili acquatici dalla bocca di Ao e dei suoi cloni che
dovrebbero colpire Shizukana. Osserva preoccupato le movenze
dell'avversario, nota i proiettili e li distrugge con il (6)Hakkeshō Kaiten.
Individuando il clone vero con il Byakugan, parte immediatamente con la
sua strategia
utilizzando il (7)Hakke
Koushou verso
quella copia, e va a colpirlo in pieno, data la vicinanza e il poco
tempo di reazione, facendolo volare all'indietro e distruggendo tutti i
cloni d'acqua. A questo punto un altro sforzo da parte del ragazzo che
si avvicina velocemente ed attua il (8)Jukenho Hakke Hyakunijūhan Shō,
colpendolo con 128 colpi di juken ad una velocità
stratosferica,
dissanguando il suo chakra e scaraventandolo alla fine contro un
albero. Shizukana, esausto, cade al suolo svenuto, mentre Ao dopo la
batosta cerca di rimettersi in piedi, ma ormai è in fin di
vita.
Respira affannosamente, i colpi di Juken oltre a far male, eliminano
chakra, e Shizukana ne ha eliminato troppo. Qualche secondo resta in
quelle condizioni Ao, prima di esalare l'ultimo respiro e dire soltanto
una parola farfugliando: -Bravo... ragazzo...-.
(1) Tecnica del velo di nebbia
(2) Tecnica del Rasoio Supremo
(3) Arte dell'acqua - Tecnica della moltiplicazione acquatica
(4) Arte dell'acqua - Onda esplosiva
(5) Arte dell'acqua - Tecnica dei proiettili marini
(6) Tecnica della rotazione suprema
(7) Tecnica del palmo d'aria
(8) Tecnica delle 128 chiusure
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Capitolo 15 *** Preoccupazione, paura o fama? ***
16. Preoccupazione, paura o fama?
Lo scontro principale in quel momento finisce, con Ao esanime al suolo
e Shizukana svenuto e così mal ridotto che sembra stia
oltrepassando il varco dell'altro mondo. Il maestro Haioku si avvicina
ad Ao e lo fissa, ricordando le parole del suo allievo Shizukana che
gli ricordano di non avere i mezzi per sconfiggere avversari di tale
portata. Il maestro a questo punto prende una specie di barattolo dalla
sua sacca, lo guarda e poi rifissa prima Ao e poi Shizukana.
-Questa volta sarò io il tuo allievo, Shizukana-kun -
sussurra
il maestro dirigendosi verso il luogo del combattimento dei suoi
giovani allievi a grande velocità. Il maestro nota che
Zasshi se
la cava abbastanza bene, quindi decide di raggiungere gli altri due
allievi, Jusshi e Shiranai. Il maestro compone alcuni sigilli con la
mano e poi cercando un punto medio che riesca a colpire, seppur
lievemente entrambi i ninja sensori, mette in pratica la sua tecnica.
-(1)Doton - Doryū Taiga!- esclama il maestro andando
a creare un
fiume di roccia abbastanza largo da riuscire a colpire entrambi i
ninja, anche se questi accortisi della tecnica balzano sui rami degli
alberi.
-Shiranai, Jushi! Il vostro compito è trovare una sorgente e
riempire questo barattolo d'acqua, acqua pulita, assicuratevene!-
ordina imperativo il maestro, fissando seriamente i suoi allievi.
-Si, maestro- si limitano a rispondere i ragazzi, che lasciano
immediatamente il posto allontanandosi velocemente. Il maestro sospira,
cercando di capire quale tattica utilizzare per togliersi di mezzo quei
ninja sensori. Si da uno sguardo intorno, notando che non
c'è
nulla che possa utilizzare per nascondere le tracce. Quindi quello che
dovrà fare è camuffarsi utilizzando qualche
tecnica.
Inizia a comporre dei sigilli prima di attuare la genialata
che
gli è appena balzata in mente, e cercare di sorprendere il
nemico.
-(2)Kage Bunshin no Jutsu..-
sussurra il maestro andando a creare una dozzina di suoi cloni d'ombra
che, a differenza dei normali, possono attaccare provocando danni,
rispetto ai normali cloni d'ombra. -Andate..- sussurra il maestro ai
suoi cloni che si avventano contro i due ninja sensori. Il maestro
inizia a comporre altri sigilli, mentre i cloni cercano di distrarre il
nemico.
-Doton - Doryū Taiga..-
sussurra il maestro
andando a creare un fiume di fango di grossa entità che si
abbatte sul sentiero in cui sta avvenendo lo scontro. In quel preciso
momento il maestro vi si getta dentro, confondendosi tra la
quantità enorme di fango, rischiando anche di essere
gravemente
ferito. Nonostante ciò, viene ritenuta l'unica soluzione per
togliersi di torno quei ninja sensori, che avrebbero potuto scovarlo
ovunque. Adesso il problema è riuscire a sbarazzarsi in
breve
tempo di quelli e sperare anche in un attacco a sorpresa. Dopo aver
individuato i nemici ecco che si sente pugnalare con un kunai alle
spalle, emanando un leggero urlo, prima di cadere per terra in
ginocchio. Qualche secondo dopo il maestro si liquefa e diventa un
tutt'uno con il fiume di terra. Infatti il maestro ha ritenuto come
miglior ipotesi quella di tutelarsi e creare un clone di terra che lo
rendesse visibile, per attirare nella sua trappola i due ninja sensori.
Il maestro cerca di mimettizzarsi quindi in alto, tra gli alberi con
chioma molto fitta, venendo fuori poi al momento opportuno. Compone
alcuni sigilli molto velocemente e mette in atto la sua tattica da lui
ideata.
-(3)Doton - Doryūdan..- sussurra il maestro
concentrando un
grande quantitativo di chakra facendo fuori uscire dietro ad ogni ninja
un drago di terra che inizia ad espellere proiettili di terra a
ripetizione.
I ninja accortisi immediatamente del pericolo cercano di elevarsi con
un grande balzo che però viene previsto anzi tempo dal
maestro.
Un attimo dopo che questi si elevano, il maestro viene fuori, e con
tempismo perfetto prende il capo di questi, uno con una mano ed uno con
l'altra e li sbatte violentemente uno contro l'altro prima di arrivare
a terra e sbatterli nuovamente al suolo.
Insomma quella ideata da Haioku può definirsi, appunto, un
colpo
da maestro. Dopo aver finito il maestro va a frugare tra gli oggetti
tenuti dai ninja sensori e prende il necessario. Intanto i due allievi
mandati a cercare dell'acqua ad una sorgente ancora non si fanno vivi.
Quindi il maestro si dirige verso Ao e verso Shizukana per sincerarsi
del loro stato. Lo sguardo va prima sulla sagoma di Shizukana e poi su
quella di Ao, ma non c'è niente di sospetto. Nel frattempo
gli
allievi arrivano a destinazione portando il barattolo colmo d'acqua,
porgendolo al maestro.
-Otttimo lavoro, ragazzi..- esclama a bassa voce il maestro volgendo
loro lo sguardo e donandogli un lieve sorriso. Poi lo sguardo sul corpo
di Ao, si avvicina al capo e con la mano destra va a strappare l'occhio
con il Byakugan, tra lo stupore generale dei presenti. Jusshi
deglutisce e Shiranai invece resta incredulo a quella visione. Dopo
aver preso l'occhio, il maestro va a metterlo nel barattolo pieno
d'acqua, andando poi a sospirare.
-Maestro! Cosa sta facendo?- chiede sconsolato Shiranai, che
però non ottiene risposta. E' come se il maestro, per lui,
abbia
fatto qualcosa di impuro, di sbagliato. Jusshi invece pensa che se il
maestro l'ha fatto, l'ha fatto per una ragione e quella ragione resta
ancora valida.
-Per ora aspettiamo Zasshi, tra un po' dovrebbe finire- conclude il
maestro andando ad occuparsi del corpo di Shizukana.
(1) Arte della Terra - Tecnica del fiume di terra
(2) Tecnica superiore della moltiplicazione del corpo
(3) Arte della Terra - Proiettili del drago di terra
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