Rosso Cremisi

di KingMichael92
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** La casa ***
Capitolo 2: *** L'alba di un nuovo giorno ***
Capitolo 3: *** Stracci di passato: parte I ***
Capitolo 4: *** La prima traccia ***
Capitolo 5: *** Il potere del subconscio ***
Capitolo 6: *** Stracci di passato: parte II ***
Capitolo 7: *** Risveglio Violento ***
Capitolo 8: *** Esibizione artistica ***
Capitolo 9: *** Verso il villaggio della nebbia ***
Capitolo 10: *** Nuovi Innesti ***
Capitolo 11: *** L'eredità di sangue ***
Capitolo 12: *** Iniziano i preparativi ***
Capitolo 13: *** Scontro Frontale ***
Capitolo 14: *** Byakugan contro Byakugan ***
Capitolo 15: *** Preoccupazione, paura o fama? ***



Capitolo 1
*** La casa ***


Tutto ebbe inizio lì, in quella casa, anche se quella era ben più di una casa: era un okiya. Ingenuamente però lui continuava a chiamarla casa. Si trovava in mezzo alla foresta questa casa, caratteristica strana per la funzione che svolge. C'erano molti bambini della sua età all'incirca, e vedendone le rovine il suo animo è triste, anche se il volto resta impassibile. In quelle rovine rivede tutta la sua vita, nonostante siano passati ben 10 anni dalla sua partenza. I suoi fedelissimi sono con lui, un gruppo di non molte persone, abili, forti e che non hanno paura della morte. Komugi ha dovuto imparare a caro prezzo a saper resistere, da sempre ha dovuto sopprimere i propri sentimenti, le proprie emozioni. Non doveva apparir debole agli altri. Doveva solo dimostrare calma e sangue freddo, esplodere non era nella sua natura. Il vento agita la sua chioma corvina e il ciuffo di capelli che sporge in avanti a dividere il suo occhio sinistro. I suoi compagni di squadra Gokiburi, Shizukana, Tensai e Umishin alle sue spalle che attendono che smetta di riflettere. Il primo a proferire parola è Shikuzana.
-Komu-san... dobbiamo andare- ordina calmo a Komugi che tarda ad accennare movimenti.
In verità Komugi sta ricordando la sua infanzia, i suoi compagni, sua madre e le altre Geisha che si sono occupate di crescerlo ed educarlo. E ora? Ora è lì a guardare l'Okiya bruciare, probabilmente a causa sua. Stringe i pugni e spalanca gli occhi mentre gli torna in mente il volto di sua madre. Shizukana lo riprende ancora:
-Komu-san..- deglutisce subito dopo vedendo lo sguardo imbestialito di Komugi. Quest'ultimo resta a fissarlo per qualche secondo, come per dirgli "ho capito, imbecille", ma in verità lui sa benissimo che quando Shizukana apre bocca, lo fa per un motivo valido.
Komugi si volta nuovamente a guardare l'okiya con il cuore a pezzi, notando quelle strane fiamme nere che lo fanno digrignare ancora di più.
-Da questo momento... Saremo il Team Yami...- ordina con voce rauca Komugi in preda alla rabbia e con lui i suoi compagni.
-Il nostro scopo è...- continua con voce rauca e piuttosto bassa stringendo più forte e pugni e chiudendo gli occhi.
-ELIMINARE SASUKE UCHIHA- impone gelido il ragazzo che si volta verso i compagni mostrando loro i suoi occhi speciali.
Umishin lo guarda quasi incredulo e scuote lievemente il capo.
-Komu-kun... Sasuke-san è tuo fratello...- sibila quasi il minore tra i cinque, Umishin.
-E' inesatto Umi-kun... ha solo metà del sangue di Sasuke-san- puntualizza Shizukana aggiustandosi gli occhiali.
-Avesse anche tutto il mio sangue, glielo farei sputare a quel grandissimo bastardo! La mia famiglia e la mia casa non andavano toccate!- si lascia andare Komugi in preda alla collera. Tensai gli mette una mano sulla spalla e gli si mette accanto.
-Lo prenderemo, Komu-kun... e gliela faremo pagare cara- prova a consolarlo Tensai stringendogli la spalla.
Il più preoccupato per ora, anche se non ha proferito parola fin ora, è Gokiburi, che è quello più legato a Komugi.
-Komu-kun... l'Amaterasu di Sasuke-san è...- inizia a parlare Gokiburi per poi bloccarsi vedendo Komugi iniziare a parlare.
-Non ha importanza, Goki-kun... E' solo questione di tempo prima che la potenza del mio eguagli la sua..- risponde secco Komugi non avvicinandosi alla casa.
Si volta verso la squadra Komugi e inizia a rivolgersi a loro.
-E' il momento di andare. Da ora lasciamo i nostri ricordi, la nostra pietà e le nostre emozioni... E andiamo a prendere quel dannatissimo bastardo... Spariamo!- ordina così Komugi, iniziandosi a muovere affiancato dai suoi compagni.
-C'è una radura a pochi chilometri da qui- riferisce agli altri Umishin aspettando la risposta degli altri.
-Ci accamperemo lì, allora- decide il più grande, Shizukama, mettendosi alla testa della squadra.   

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Capitolo 2
*** L'alba di un nuovo giorno ***


Ricordi d'infanzia 1 Arrivati alla radura, il team Yami si mette al lavoro per organizzare un abitacolo sicuro. Il primo a mettersi in mostra è Gokiburi, forte della sua eccelsa abilità innata.
In un batter d'occhio viene fuori una struttura che potrebbe essere usata benissimo come una normale abitazione.
-E' venuta bene eh?- chiede con un pizzico di ironia Gokiburi rivolgendosi al gruppo.
Il gruppo con altrettanta ironia annuisce per alcuni secondi fissandolo. Il prossimo ad intervenire è Shizukana che si preoccupa di piazzare alcune trappole.
In pochi minuti lo stratega del gruppo prepara un sistema di autodifesa efficiente, che permetterà al team di passare la notte al sicuro. Al suo ritorno, Shizukana si rivolge ai suoi fratelli minori Umishin e Tensai
-Ragazzi, perlustrate la zona- ordina con sguardo serio indicando con le dita le direzioni intorno alla casa.
I due fratelli acconsentono, ma quello che più ci rimane male è il minore, Umishin, che dopo aver fatto qualche passo inizia a sbuffare.
-Mi sono rotto di essere trattato come un bambino...- sbotta arrabbiato accentuando i suoi passi.
Tensai sorride voltandosi verso di lui, scuotendo il capo leggermente, come per dire che non cambierà mai.
-Cos'hai da ridere?- chiede stizzito Umishin fissando suo fratello malamente.
Il sorriso di Tensai si trasforma in espressione seria in pochissimo tempo, il tempo di trovare le parole da dire.
-Smettila di fare il bambino... ti lamenti di continuo- lo gela Tensai sentendo il tono di voce non proprio ideale del fratello.
-Anzichè frignare dovresti iniziare a comportarti da adulto... merda hai 16 anni, non sei più un mocciosetto- inizia a spiegargli con calma suo fratello maggiore sperando di essere il più chiaro possibile.
-Esegui gli ordini, porta al termine le missioni, e diventerai indispensabile per la squadra- continua Tensai annuendo leggermente con il capo. Va a mettergli una mano sulla spalla com'è solito fare.
-Se Goki-kun e Komu-kun hanno deciso che puoi stare vedono in te una risorsa importante. Dai tutto a questa squadra, perchè sta sicuro che loro faranno lo stesso con te, intesi fratellino?- conclude Tensai pensando che alla fine questo discorso dovesse essere fatto. Umishin è perplesso, ma nel complesso felice delle parole del fratello. Del resto è una fortuna avere due fratelli nella stessa squadra, al contrario di Komugi. Suo fratello addirittura è il nemico, è la fonte del suo odio, è l'uomo più ricercato del momento.
-T..tensai-kun?- chiama lievemente il minore Umishin per non essere ascoltato da nessun altro. Tensai fa cenno con il capo di parlare riprendendo a camminare e lasciando sul posto suo fratello minore.
-Gli occhi di Komu-kun... diverranno... come quelli di Sasuke-san?- chiede timoroso Umishin, esitando un po' nel voler ascoltare la risposta.
Tensai ritiene quasi inutile la domanda, inoltre è difficile rispondere ad una domanda del genere.
-Lo Sharingan è un occhio straordinario Umi-kun... se tutto va nel verso giusto, l'occhio di Komu-kun diventerà potentissimo- risponde Tensai sperando di aver mantenuto le aspettative del suo fratello minore.
-Non perdiamoci in chiacchiere, dobbiamo muoverci ora. Io a destra e indietro, tu le direzioni restanti- liquida serio Tensai , sparendo in una frazione di secondo.
Lo stesso fa Umishin nelle direzioni indicate dal fratello maggiore, iniziando la perlustrazione.
Komugi è l'ultimo a mettersi in mostra, andando alla ricerca di pietre e legna per il fuoco. Dopotutto non potevano rimanere al buio e al freddo.
Komugi porta tutto il materiale trovato nella sala centrale del rifugio, mettendo le pietre in cerchio, e posandoci dentro la legna. Intanto viene raggiunto da Gokiburi e Shizukane, che iniziano a sistemare le stanze. Komugi intanto compone alcuni sigilli con le mani, andando a richiamare l'arte del fuoco.
-Palla di fuoco suprema..- sussurra Komugi andando poi ad inspirare e ad espirare un lieve fiato di fuoco, per accendere quella sottospecie di falò.
E' stata di sicuro una giornataccia per Komugi che di corsa va a preparare il Tatami, posizionandolo abbastanza vicino al fuoco. A ruota lo fanno anche Gokiburi e Shizukane che li sistemano anche per Umishin e Tensai. Komugi è gia sotto la coperta ed ha iniziato a dormire. Gli altri invece preferiscono aspettare il ritorno di Umishin e Tensai, che dovranno fare rapporto. Intanto Gokiburi e Shizukane iniziano a fissare il loro compagno, Komugi, con aria preoccupata.
-Shizu-san... le cose stanno prendendo una piega strana...- esclama Gokiburi con aria preoccupata continuando a fissare Komugi. "Non doveva finire così" continua a ripetersi in mente Gokiburi, fissando il suo amico.
Intanto tornano alla base gli ultimi membri Umishin e Tensai, che entrano con discrezione e senza creare disordini.
-Allora, ci sono novità?- chiede Shizukane serio ai suoi fratelli minori, tenendo le mani nelle tasche.
I due fratelli tengono le mani dietro la schiena, le spalle dritte e le gambe chiuse, scuotendo malapena il capo.
-Bene, allora tutti a letto..- conclude il capo del team congedando gli altri e mettendosi a letto come tutti loro.

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Capitolo 3
*** Stracci di passato: parte I ***


3. Stracci di passato E' mattino e Komugi si ritrova in una stanza molto grande. E circondato da porte scorrevoli reticolate in legno con finestrelle in carta, in modo che la luce confluisse ugualmente nella camera. Una giornata come tutte le altre, solo molto, molto tempo fa. La moquette in legno rende il passaggio un po' doloroso, i piedi sembrano ancora dormienti, ma deve muoversi, stare al passo con gli altri. Si strofina gli occhi con la mano destra, e si dirige fuori dalla stanza, cercando di prepararsi. La tavolata si trova fuori l'okiya, così come la fontana dove lavarsi. Il tempo è soleggiato, l'aria calma e il clima caldo. Di questi tempi la cosa migliore è immergersi con il capo nell'acqua, e far abbassare immediatamente la temperatura corporea, così da essere tornare lucido. Arrivato all'ingresso infila le sue scarpette e poi si dirige all'esterno. Non c'è quasi nessuno, solo qualche ragazza che lavora con sua madre, che guardandolo gli sorride. In particolare gli restano impresse, due che stanno lavando il vestiario che prima lo salutano, poi si avvicinano tra loro e bisbigliano. Si chiede cos'abbiano da bisbigliare a quell'ora, manco fosse passato chissà chi, ma ora è ancora troppo piccolo per capire il mondo dei pettegolezzi. Intanto dona loro anche lui un sorriso e un cenno con la mano per salutarle. Si dirige poi alla fontana con poco disturbo e poco interesse per quelle ragazze. Arrivato alla fontana senza farsi troppi problemi si tuffa nella fontana come fosse una cosa normale, e inizia a schizzare a destra e a manca, provocando delle grasse risate da parte delle ragazze. Vedendole lui, ride, e le fa cenno con la mano di raggiungerlo. Queste esitano un po' inizialmente, ma poi lo raggiungono arrivando fino al ciglio della fontana. A quel punto abbassano lo sguardo e stringendo le mani tra loro portandolo al di sotto del ventre.
-Anzichè lavorare, perchè non entrate anche voi?- chiede giocoso il marmocchio, notando poi il loro fare strano.
Le ragazze restano così per qualche secondo prima di rispondere, come se avessero paura o qualcosa del genere.
-Non possiamo, Komugi-sama...- risponde poi una di loro. Ha le guance rosee, più arrossate rispetto al viso, è di una bellezza incredibile. Porta una tunica, sembrerebbe, color grigiastro, e una fascia marrone intorno alla vita. Indossa dei sandali neri, e le mani sono piene di rughe. Non riesce a spiegarselo come mai con un viso così docile e disteso possano esserci delle mani così fustigate.
-Perchè mi parli in quel modo?- chiede il bambino con tono interrogativo, portandosi un dito vicino alla bocca e divenendo serio.
Ad un certo punto sembra venir fuori una nuova figura da quella casa, una donna anziana, con un bastone in nervo di bue in mano. Si avvicina silenziosa, e appena arrivata dietro la ragazza con le guance rosee, le da un colpo di bastone molto forte sulla gamba, facendola urlare.
-Quante volte devo dirti che l'unica cosa che ti è permessa fare è sgobbare come una cammella!?- le urla l'anziana continuando a colpirla sulla schiena ora. Una volta, due, tre, e l'altra che non reagisce, voltandosi solo verso l'anziana signora e tenendo basso lo sguardo.
Il bambino è incredulo, un misto di rabbia e tristezza gli crea un nodo allo stomaco. Gli occhi diventano lucidi, vedendo la ragazza urlare ad ogni colpo subito.
Il ragazzo stringe i pugni, chiude gli occhi e stringe i denti. Quella ragazza non ha fatto niente di male, eppure stava subendo senza reagire. Qualcuno deve fare qualcosa, ed anche subito.
-SMETTILA IMMEDIATAMENTE!- urla il moccioso imperativo all'indirizzo della vecchia aprendo gli occhi sentendo uno strano brivido che dal ventre passa agli occhi. La vecchia si volta verso il moccioso e nota che i suoi occhi sono diventati rosso cremisi, che è apparso un tomoe su entrambi gli occhi e che l'aura del ragazzo è bruciante.
La vecchia digrigna e impugna il bastone più forte, fissandolo malamente.
-E' un demonio... esattamente come suo padre...- esclama a denti stretta l'anziana donna fissando i suoi occhi rossi, di una tonalità così intensa quanto la determinazione nelle parole del moccioso.
Intanto dall'okiya un altro paio di sguardi si godono lo spettacolo: uno sorpreso, l'altro rassegnato.
Lo sguardo sorpreso è quello della padrona dell'okiya, Kuraime; quello rassegnato invece è della madre del moccioso, Jasumin.
-Jasumin-san... adesso che hai intenzione di fare?- chiede seria la padrona Kuraime, tenendo lo sguardo fisso sugli occhi del moccioso a qualche metro da lei.
Jasumin è rassegnata e scuote il capo sbuffando, tenendo le braccia conserte ed appoggiata a un lato della porta d'ingresso.
-Non che abbia molta scelta, Kuraime-san... Tenerlo qui sarebbe uno spreco di talento assurdo- risponde quasi triste la mora Jasumin, rassegnata al destino del figlio. La padrona è pensierosa, e sicuramente sta architettando qualcosa, o comunque pianificando qualcosa. Fin quando da congiunge il pugno sinistro al palmo destro procurando uno scocco abbastanza forte.
-Se vuoi tenerlo qui, a Konoha conosco qualcuno che potrebbe aiutarci- esclama la padrona, a voce alta e seria.
Jasumin la squadra da capo a piede la padrona: una donna sulla mezza età con degli occhiali con lenti tonde. corporatura abbastanza snella con una sigaretta in bocca. Indossava una specie di vestaglia rosa chiaro, con un nastro alla vita rosa più scuro.
-Chi è costui?- chiede interrogativa Jasumin facendo una smorfia con la bocca portandola verso un lato del viso.
La padrona porta una mano sul mento, e resta in silenzio per qualche istante.
-Un allievo del quarto Hokage: Kakashi Hatake...- risponde quella non scostando ne lo sguardo ne la mano.
Ad un certo punto stufa della scena e timorosa di qualche reazione del mocciosetto, la padrone alza la mano indicando l'anziana.
-Basta così, Ushikaku...- esclama la padrona in direzione della vecchia, che continua ancora a guardare male il ragazzino.
-Ti è andata bene questa volta, stupido moccioso...- ringhia l'anziana stringendo ancor di più il suo bastone.
La ragazza che ha assistito al tutto senza proferir parola va in soccorso della compagna e cerca di aiutarla mentre l'anziana va via.
Il moccioso non si degna nemmeno di rispondere ed esce dalla fontana, gocciolando per terra ed avvicinandosi alla ragazza dolorante che nel frattempo inizia a piangere. L'altra la scuote, cercando di farla smuovere.
Il moccioso appena arrivato vicino alla ragazza che scuote l'altra, l'afferra con il braccio destro all'altezza del seno e la spintona, facendola cadere a terra.
-Non avvicinarti mai più a lei, in nessun modo- ringhia gelido il ragazzino con gli occhi rosso cremisi, fulminandola con lo sguardo.
Lui si inginocchia e le prende la mano, con la destra, con delicatezza. Con l'altra invece le massaggia i capelli, cercandola di farla calmare. Le ferite sulla schiena sono profonde, e la tunica grigia e diventata rossa.
La ragazza nel frattempo solleva il capo guardandolo negli occhi, e avendo dimore per qualche attimo.
-Komugi-sama... non dov..eva.. intr..omettersi...- esclama dolorante la ragazza, procurandosi la un cattivo sguardo del ragazzino.
-Non avevi fatto niente... E non hai fatto niente quando ti ha colpita... Perchè non hai reagito?- chiede il ragazzo incredulo dinnanzi a tanta violenza su una persona incapace di difendersi.
-Lo... meritavo... padrone...- risponde ancora la ragazzina, con semplicità e andando a sorridergli.
Il moccioso a questo punto spalanca gli occhi incredulo, stringendole la mano al sentir di quelle parole, e gli viene un colpo al cuore.
-Come fai a sorridere in un momento del genere?- va a chiedere fissandole ancora gli smeraldei occhi, con un briciolo di timore.
La ragazza sorride ancora, nonostante qualche lacrima scenda ancora e le righi il viso.
-Senza sorriso non c'è amore- conclude la ragazza chiudendo gli occhi e sorridendogli ancora.
Il ragazzo è molto sorpreso di tutto ciò, ma nonostante tutto non vuole che la ragazza venga toccata ancora da quel bastone.
A questo punto si avvicina di più a lei e rimarrebbe a guardarla qualche secondo.
-Qual'è il tuo nome?- va quindi a chiedere il ragazzo, fissandole il sorriso.
-Gin...Ginhakucho, mio signore...- gli risponde sorridendogli e mostrando tutti i suoi denti.
Lui riflette qualche secondo prima di esporre il suo pensiero,
-Allora, Ginhakucho, prima di tutto non chiamarmi più come un principe, perchè io sono come te... Comunque d'ora in avanti, io farò di tutto perchè tu non soffra più- andrebbe a sussurrargli sorridendole.
A questo punto, Komugi andrebbe a svegliarsi e a trovarsi insieme ai suoi compagni... La squadra Yami.

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Capitolo 4
*** La prima traccia ***


Si sveglia, è mattino, è il suo umore non è dei migliori. Averla rivista in sogno non gli ha procurato proprio piacere. Da un'occhiata a destra e poi a sinistra, vedendo che i suoi compagni sono gia svegli. Sbuffa, queste giornate che iniziano così non gli sono mai piaciute. Gia l'idea di dare la caccia a qualcuno gli crea qualche fastidio. Per impegno e determinazione non ci sarebbe cosa migliore, ma la sua scarsa pazienza di certo lo penalizza.
Il primo ad essere pronto logicamente è Shizukane, in quanto la leadership gli spetterebbe per anzianità; ma a parte ciò è quello che più di tutti riesce a comprendere i problemi di ciascun membro della squadra.
-Komu-san è ora di andare- proferisce Shizukane fissando le movenze di Komugi che si stiracchia e inizia ad alzarsi. Va a mettersi seduto, scuotendo il capo violentemente, ed andando a fissare malamente il suo compagno.
-Riesci ad essere così obbiettivo anche di primo mattino, non è possibile Shizu-san..- risponde gelido e lentamente il ragazzo, che appena finito va a mettersi in piedi. Sbuffa ancora una volta guardandosi nuovamente intorno. Quel rifugio è davvero carino, nonostante sia stato costruito in qualche secondo.
-Ad un centinaio di metri da qui, seguendo il sentiero, c'è un ruscello. Datti una rinfrescata, tra mezz'ora partiamo- esclama imperativo Shizukane, serio e preciso come al solito.
Un'altra occhiataccia di Komugi al suo indirizzo che adesso proprio non riesce a trattenere ciò che pensa.
-Fortuna vuole che ho un fottuto bisogno del tuo aiuto e vuole anche che sei un precisissimo amministratore. Un giorno ti farò cagare tutto- ribatte senza nemmeno fissarlo avviandosi fuori.
Shizukane ci ride su e cerca di tirare su il morale al compagno.
-Non te la prendere. E' tutta una questione di programmazione- continua Shizukane ma ormai Komugi è troppo lontano e probabilmente nemmeno l'ha sentito.
Gli altri membri della squadra si avvicinano cercando indicazioni sull'approccio con il compagno. Il più preoccupato a riguardo pare Gokiburi che è il primo a parlare.
-Shizu-san... cosa bisogna fare?- chiede tenendo le braccia conserte e le sopracciglia inarcate.
Shizukane non ha di che riflettere e risponde con fare secco e deciso.
-Sarò franco, Goki-san... E' già una fortuna che parli, e che abbia un minimo sbocco di sfogo- a questo punto il tono di Shizukane diminuisce d'intensità arrivando quasi a bisbigliare tra se.
-Non ho mai visto da nessuno un atteggiamento così aperto... Questo ci risparmierà molti problemi- bisbiglia fissando l'ombra ormai inesistente del compagno che sta raggiungendo il ruscello.
Gokiburi invece resta con medesima espressione a contemplare il nulla, ascoltando le parole del saggio Shizukane.
Umishin e Tensai invece non hanno domande da fare, ma d'altroonde non avrebbero di che chiedere, sono fratelli di Shizukane e la pensano allo stesso modo.
Komugi invece arrivato al fiume ci si immerge dentro, proprio come da bambino, e gli viene in mente di nuovo il sogno della notte passata, tutti quei ricordi e quella gente che per forza di cose è scomparsa.
Non c'è tempo però di pensare e non c'è tempo nemmeno di autocommiserarsi; bisogna solo che questa storia venga archiviata il prima possibile.
Passano 10 minuti e Komugi fa ritorno al covo, dove tutti i compagni hanno raccattato tutte le proprie cose e sono pronte a partire.
-Komu-kun!- esclama Umishin raggiungendo il compagno di corsa. Komugi è sorpreso e preoccupato di tutto ciò.
-Cosa c'è, Umi-kun?- interroga lui tenendo le mani nelle tasche. Lo sguardo diventa intenso tutto d'un tratto, Umishin lo nota e gia capisce cosa Komugi crede che sia.
-Si, Komu-kun, ho trovato una traccia... Qualche giorno fa è stato avvistato al paese del fulmine un tizio che assomiglierebbe a lui- espone Umishin con non molto entusiasmo, facendo infatti sorgere qualche dubbio a Komugi.
-Come sarebbe a dire "assomiglierebbe"?- chiede iniziando ad arrabbiarsi, digrignendo i denti e stringendo i pugni. Umishin esita, non vuole deluderlo.
-ALLORA?- urlerebbe quindi Komugi stufo dell'attesa, scuotendo violentemente il compagno. Umishin deglutisce e guarda in terra per qualche secondo.
-Indossava... una tunica nera con nuvole rosse...- inizia a parlare balbettando fissando Komugi. Quest'ultimo resta stupito dall'informazione appena recepita, spalancando gli occhi.
-Vuoi dire che quel figlio di una cagna è diventato un membro dell'Akatsuki?- chiede ancora, con quel tono dispreggiativo, intimidatorio e pieno di rabbia.
Umishin sconsolato accenna di si con il capo e Komugi emula il gesto aggiungendo un sospiro.
-Da qualcosa dovevamo pur cominciare... Anche se comunque non è una buona notizia, di certo non è una traccia da scartare. Ottimo lavoro, Umishin- esclama il ragazzo dirigendosi verso i compagni.
-Allora? Che si fa?- chiede Shizukane gia consapevole della risposta che Komugi avrebbe potuto dare.
-Ad una stupida domanda, non posso che dare una stupida risposta. Seguiamo la traccia di Umishin. In marcia, Team Yami...- conclude Komugi passando davanti alla sua squadra ed avviandosi.

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Capitolo 5
*** Il potere del subconscio ***


Il potere del subconscio La squadra seguendo le parole del loro compagno più motivato partono verso il paese del fulmine. La marcia forzata va avanti per qualche ora, fin quanto il sole non è alto nel cielo, poi inesorabili si fanno sentire le parole del leader Shizukane, usando un tono prudente verso il compagno Komugi postosi a capo della marcia.
-Komugi-san, dovremmo fermarci, non credi?- chiede Shizukane accelerando il passo di marcia sugli alberi e ponendosi accanto a lui.
Komugi riflette per qualche secondo anche se il suo sguardo sembra quello di qualcuno che ha un qualche chiodo fisso, ma alla fine si dimostra, come la maggior parte delle volte, una persona che capisce ogni problematica.
-Si, hai ragione, Shizukane-san...- risponde con voce fievole il ragazzo che va a girare il capo ed a cercare con lo sguardo Umishin.
-Fermatevi!- ordina Komugi dopo aver attraversato un altro paio di alberi, ponendo il chakra sui piedi e restando in equilibrio sul ramo.
La squadra si ferma qualche ramo prima di lui, e in tutti sembrano comparsi segni di stanchezza, Komugi lo vede ciò.
-Ci fermeremo per un'ora, dopo ripartiremo- decreta il ragazzo al cospetto dei suoi compagni annuendo poi con il capo, come volesse dire ai suoi che stanno facendo un ottimo lavoro.
Sospira un attimo il ragazzo, chiudendo gli occhi e appoggiandosi al tronco dell'albero, deglutendo e iniziando a sudare.
Tensai che da questo punto sembra il più acuto coglie al balzo il calo di Komugi e si avvicina a lui.
-Komugi-kun... qualcosa non va?- chiede preoccupato andando a squadrarlo da capo a piedi.
Komugi è preso da una serie di emozioni e pensieri contrastanti che lo disorientano così tanto da perdere la concentrazione necessaria da tenere impastato il chakra sui piedi e restare in equilibrio, così in caduta libera raggiunge il suolo in un paio di secondi facendo un gran tonfo. Tensai lo raggiunge immediatamente e magari se non si fosse distratto non sarebbe caduto in quel modo. Komugi sputa sangue, e quando va a riaprire gli occhi non vede più alla stessa maniera i suoi compagni. Tutto è nero dinnanzi a lui, si vedono le sagome bianche in maniera molto chiara. Il primo dei compagni che scorge è Tensai ed è anche il primo a notare il problema che tortura il compagno. Komugi osserva in maniera strana il compagno di squadra, notando che di Tensai non esiste più quel colorito roseo della pelle, ne esiste più il colorito di qualsiasi altra cosa. Scorge lo scheletro del compagno, attraversato da una dimensione nera ed all'altezza dell'addome vede una spirale di colore bianco e una fiamma azzurrea che arde al centro di quella.
-Komugi-kun, tutto..- inizia Tensai venendo assalito da una sensazione di timore e paura.
-Gokiburi! Umishin! Shikuzane! SCENDETE IMMEDIATAMENTE!!- urla spaventato Tensai all'indirizzo dei compagni di squadra, che appena sentite le urla scendono immediatamente e notano l'occhio destro sanguinante di Komugi oltre alle labbra ricoperte di sangue.
-Disponetevi a rombo, bloccatelo e salassiamo il chakra, presto!- ordina Tensai compagni intimandogli di procedere alla svelta, in quanto la situazione potrebbe peggiorare da un momento all'altro.
-Gokiburi, toglili la tunica, poi mettilo in piedi e bloccagli le gambe- impartisce all'indirizzo di Gokiburi, che accenna di si con il capo.
-Voi altri, fate il resto per immobilizzarlo- impartisce poi all'indirizzo degli altri, mentre concentrando il chakra appaiono sulle dita di Tensai dei Kanji, uno su ogni dito della mano destra. Gokiburi si mette al lavoro e subito dopo aver strappato la tunica di dosso a Komugi si occupa di tenergli ben salde le gambe.
Umishin e Shikuzane si occupano di tenere il ragazzo da entrambe le braccia, non facendo molta fatica.
-Adesso state attenti..- va ad avvisare i compagni Tensai prima di effettuare la tecnica, inspirando e caricando il braccio destro.
(1)-Gogyo Fuuin!- va ad esclamare Tensai liberando la tecnica scaraventanto il palmo della sua mano sull'addome di Komugi, confinandogli il chakra.
Un urlo straziante viene emanato da Komugi per qualche istante, tempo sufficiente a far perdere la pazienza a Gokiburi.
-Continuate a tenerlo fermo!- direbbe Gokiburi appena Tensai avrebbe completato il Jutsu di confinamento. Sul ventre di Komugi sono comparsi dei Kanji che vanno a comporre un cerchio, di color nero e che per ora sembra bruciare.
Inizia a comporre qualche sigillo Gokiburi, mentre Komugi continua ancora ad urlare dal dolore.
(2)-Hyōton: Hyōrō no Jutsu!- esclama Gokiburi dopo aver composto i sigilli e aver messo la mano sinistra sul suolo. Si crea una prigione di ghiaccio che andrebbe quindi a criocongelare il compagno che almeno per un po' di tempo può smettere di soffrire. Infatti smette di muoversi appena entrato nel blocco di ghiaccio.
Umishin resta con il fiato sospeso vedendo la spettacolarità delle tecniche dei compagni, e sembra soffrire di impotenza per qualche secondo. Intanto Tensai cade al suolo, privo anch'egli di conoscenza. Gokiburi invece sembra quello più intatto tra i tre, che si limita a sospirare e a passarsi una mano sulla fronte per togliersi qualche gocciolina di sudore comparsa.
-C'era bisogno di tanto?- chiede interrogativo Shizukane all'indirizzo di Gokiburi, sbuffando e mettendo le mani sui fianchi. Gokiburi si limita a lanciargli un'occhiata e ad alzare le spalle. Shizukane indi si mette in moto per cercare possibili soluzioni, anche se la più scontata ce l'ha gia in mente.
-Bene, quindi faremo una deviazione forzata ragazzi. Andiamo a far visita ad Haioku-sensei- va a sospirare prima di proferir parole e dare disposizioni ai compagni.
-Gokiburi-san, tuo il fastidio, tuo il compito- dispone Shizukane fissando Gokiburi, e indicando con l'indice della mano sinistra il blocco di ghiaccio in cui è intrappolato Komugi.
-Umishin-kun! Procedi in quella direzione, usa il Byakugan e fa in modo di non incontrare nessuno. Più avanti troveremo una casa in legno dove dimora il maestro- espone Shizukane al fratello Umishin, indicandogli con il capo la direzione da prendere.
Shizukane si avvicina al fratello Tensai e va a caricarselo sulle spalle, dopo di che partirebbero alla volta della dimora del maestro.

(1) Sigillo Pentastico
(2) Arte del ghiaccio: Prigione di Ghiaccio

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Capitolo 6
*** Stracci di passato: parte II ***


Stracci di passato II E' arrivato il giorno in cui deve iniziare l'addestramento per diventare un ninja e controllare questo potere abnorme. Una giornata che inizia come al solito, nella solita stanza con la sola differenza che sono passati ben tre anni dalla prima manifestazione dello Sharingan. In questo frangente di tempo, Ginhakucho è diventata la serva di Komugi, anche se da lui viene trattata come una persona normale e lei continua a trattarlo da signore. Magari l'unica grande concessione che Ginhakucho si concede è chiamarlo Komugi-san e non Komugi-sama.
Apre gli occhi, Komugi, e guardandosi intorno nota la figura di Ginhakucho che si occupa di sistemare il vestiario e gli oggetti del ragazzo. Le forme della ragazza iniziano a notarsi, i suoi quattordici anni iniziano a trasformarla, facendola diventare una donna. Anche i suoi comportamenti iniziano a cambiare, il suo approccio con lui inizia a diventare più esplicito, inizia a mostrare eleganza nelle sue movenze e lui inizia ad esserne ammaliato da quei gesti. Cerca di resistere lui alla sua attrazione, ma è il suo corpo a rilassare molte parti ed a indurirne altre e la sua mente ad addentrarsi in territori nemici per così dire. Lui cerca sempre di contenersi, ma a volte con la complicità di lei, si lasciava andare.
Lei d'altra parte cerca sempre di farsi notare lavorando, non distraendosi mai, proprio per compiacere il carattere freddo di Komugi. Lui è l'unica persona che l'abbia trattata come una persona, non facendola sentire una persona che non sarebbe mai dovuta venire al mondo.
-Ehi, Ginhakucho-chan... vieni qui, per favore...- chiede con voce fievole perchè appena sveglio il ragazzo, sorridendole e mostrandole un accenno di sorriso. Ginhakucho di ricambio le sorride di nuovo, mostrandogli le sue rosee guance, i suoi occhi color smeraldo e i suoi capelli scuri. Si avvicina a lui congiungendo le mani al di sotto del ventre ed abbassando il capo.
-Cosa c'è, Komugi-san?- chiede con voce docile e fievole quasi quanto lui, nonostante sia sveglia e nel pieno delle forze.
Komugi indietreggia verso il lato del letto più lontano da lei, e fa cenno con la mano di seguirlo.
-Dai, starai lavorando da stamattina... Sdraiati con me- chiede lui, quasi ordinandoglielo, con medesimo tono precedente, mettendosi su un lato ed aspettandola. Lei arrossisce per la strana richiesta e gli occhi diventano lucidi.
-P..perch...perchè, Komugi-sama?- chiede balbettando tenendo lo sguardo basso e restando immobile.
-Voglio che tu stia con me a farmi compagnia. E poi voglio parlarti prima che inizi l'addestramento- risponde con tono più aperto e più forte ora che inizia a svegliarsi. La fanciulla è titubante riguardo a ciò e continua a restare immobile. Lui le sorride, un sorriso bastardo però questa volta.
-Ti ricordo che sei la mia serva o la mia schiava o come diamine vuoi essere considerata, quindi obbedisci alle mie richieste- le ordina imperativo lui, con il volto serio e la voce tornata quasi alla normalità. In quel momento lei vorrebbe morire, si sente come un qualunque oggetto alla mercè di chiunque e qualche lacrima inizia a rigarle il viso. Nonostante ciò, lei obbedisce alle richieste del suo padrone e si sdraia non volendo guardarlo negli occhi. L'espressione di lui non cambia, resta uguale come se non fosse soddisfatto.
-Adesso voltati e guardami negli occhi!- continua ad ordinare lui con medesimo tono, come un bambino viziato. Ma la verità non può saperla nessuno sul suo conto, può saperla solo Ginhakucho che l'ha visto diventare ragazzo. Lei strizza gli occhi come per cercare di asciugare le lacrime, ma non riesce, ma per non farlo arrabbiare di più gli obbedisce.
Gli occhi di lei lo ammaliano come ogni altra cosa di lei, ma ormai è abbastanza sveglio da riuscire a controllarsi nonostante la sua presenza così vicina.
-Così, padrone?...- chiede con la voce rotta dalla rabbia e per il disprezzo per se stessa, per la sua debolezza, per la sua completa schiavitù verso il prossimo e per il completo abbandono verso Komugi,
-Ginhakucho-chan... non devi guardarmi più con quegli occhi, come se io volessi infilarti una lama nel petto...- le dice lui con voce più fievole, per tranquillizzarla, per metterla a suo agio. Lei sente una stretta al cuore ascoltando quelle parole. In realtà lei vorrebbe accarezzarle i suoi corvini capelli, vorrebbe rubargli i suoi occhi castani, vorrebbe sentire il battito del suo cuore. Cose semplici, perchè lei ripudia l'idea di un'unione più profonda. D'altroonde lui è ancora un bambino per lei, quel bambino che ha dimostrato di poter diventare un grande uomo un giorno, temerario, forte e senza scrupoli.
-Cosa vuoi da me, Komugi-kun?- chiede a questo punto lei spontanea andando a portare una mano sulla sua bocca e spalancando gli occhi, per il grave gesto irrispettoso che avrebbe commesso.
-Perdonatemi, Komugi-sama...- va a dire lei con voce spaventata, guardando il sorriso soddisfatto di lui, che sembra annegare nei suoi occhi.
-Un giorno, ti porterò via da qui, Ginhakucho-chan... Lontano da queste troie che ti trattano come una cagna, perchè tu non meriti questa vita... Meriti di stare con me, libera come il vento-  le dice lui mettendole una mano sul viso ed accarezzandola.
Le lacrime di lei iniziano a scorrere di nuovo inesorabili, inizia ad avvicinarsi a lui scorrendo il viso sul suo braccio e portando l'orecchio sul suo petto, sentendo il cuore battergli. Un cuore impazzito, che vorrebbe saltar fuori dal petto. Ma a un certo punto la porta si apre, e compare il viso della vecchia bastarda, ancora più brutta di prima e storpia di prima, Ushikaku.
-Cosa diavolo state combinando, luridi porci?- chiede con quel tono dispreggiativo che si utilizza con le cose che si reputano indegne. Ginhakucho si gira di scatto, nota la vecchia e i suoi occhi si riempiono di paura. Gli occhi si spalancano, lei si avvicina a lui, gli stringe la mano e nuove lacrime iniziano a scorrere sul suo viso che gli fanno emettere un suono rotto, rauco. La vecchia si avvicina con il bastone in nervo di bue impugnato saldamente, con passo costante, lento quasi inesorabile. Chiude gli occhi e in un momento si attiva lo Sharingan, non ancora in pieno controllo del ragazzo.
Lui trascina il braccio di lei, portandola dietro di se ed aspettando che la vecchia facesse qualcosa quando ad un certo punto si presentano sua madre ed un signore anziano. Ha capelli bianchi, viso serioso, degli occhiali, porta le mani nelle tasche e le maniche della sua maglietta semi-sbracciate.
-Hai finito di dare spettacolo, Ushikaku-san? Questo non è un circo- direbbe lei tenendo le braccia conserte e il viso affranto, come di consueto. Il maestro pare molto attento ad ogni mossa compiuta dai presenti, come qualunque buon osservatore.
-Di chi devo occuparmi, Jasumin-san?- chiede il maestro alla madre di Komugi tirando fuori dalla tasca la mano sinistra e indicando i presenti con l'indice.
-Sembra aver preso proprio da te tuo figlio, Jasumin-san... Si diverta, maestro...- esclama la vecchia abbandonando il posto e lasciandosi andare a una risata maligna.
-E' il ragazzo di cui si deve occupare, Haioku-sensei- risponde la madre al maestro, facendo cenno con il capo.
-Komugi-kun... lui è il tuo nuovo maestro, Haioku-sensei- direbbe la madre accennando un po' di entusiasmo. Komugi è ormai incantato in un mondo tutto suo.
La madre continua a chiamarlo, ma la sua voce si va diradando e diventa sempre più simile a quella di Shizukane.

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Capitolo 7
*** Risveglio Violento ***


Risveglio violento La voce di Shizukane si fa insistente, che lo chiama ripetutamente e Komugi si sveglia a questo punto e inizia a tossire. Resta a tossire per qualche minuto, prima di rendersi il conto di avere i muscoli atrofizzati dal freddo. Un espressione di dolore quella di Komugi quando va a cercare di muovere il braccio destro.
-Ma che diavolo è successo?- chiede Komugi non ricordando più niente dell'accaduto, sentendo un freddo cane.
Shizukane si avvicina e resta a fissarlo per qualche momento, vedendo che non riesce a muovere un bel niente del suo corpo e gli sorride scuotendo il capo.
-Lascia stare, pensa a riprenderti adesso, poi ne riparliamo- gli dice sorridente Shizukane andando ad indicargli con gli occhi il maestro. Komugi si volta e nota prima non capendo e poi con stupore la figura di Haioku. In seguito appare anche un lieve sorriso sul suo volto, anche perchè è una delle poche figure maschili avute nella sua vita ed evidentemente ha inciso molto sul suo carattere e sul suo temperamento.
-Cos'è sei felice di vedermi, sarchiapone?- va a chiedere il maestro andando a sorridergli. I suoi lineamenti non sono cambiati minimamente, solo che la barba la lascia crescere di più, rispetto a prima che si radeva tutti i giorni. Un ghigno stupido da parte del ragazzo ma nonostante ciò il suo sorriso resta intatto.
-Già, magari è la persona che più può essermi d'aiuto in questo momento, Haioku-sensei- risponde lui divenendo improvvisamente serio, e guardandosi intorno, come se volesse evadere.
-Lo so, Komugi-kun...- direbbe il maestro avvicinandosi al ragazzo e passandogli una mano tra i capelli agitandoglieli.
-Mi dispiace tanto... Non hai idea di ciò che abbia fatto tua madre...- continua il maestro serio, iniziando ora a girare attorno al tappeto in cui Komugi è sdraiato. Komugi non dice una parola, si limita a fissare il maestro che inizia a girare attorno a lui come un avvoltoio.
-Sei stato molto tempo sul tappeto... Shikuzane mi ha raccontato tutto su ciò che vuoi fare...- inizia a parlare il maestro, che inizia a sbracciarsi com'è abituato a vederlo. Si strofina gli occhi con una mano e riflette per qualche momento.
-Mia madre ormai è morta... Piuttosto sa qualcosa riguardante Sasuke?- chiede serio il ragazzo con voce fievole, ancora dolorante, cercando di muovere le braccia e rimettersi in piedi.
-Non cercare di muoverti, è inutile Komugi-kun...- gli dice il maestro continuando a strofinare l'occhio. Deglutisce, non sa come dirglielo che le cose sono molto più gravi del previsto. Ma ad un certo punto decide di prendere coraggio ed emana un sospiro.
-Quel tipo lascialo perdere per ora... ci sono cose ben più importanti da fare...- gli inizia a dire il maestro mettendo le mani nelle tasche e posizionandosi accanto alla figura del ragazzo.
Shizukane teme questo momento, sa cos'è successo, la storia di Komugi e di certo la sua reazione non si può dire che sarà delle migliori, anzi.
Va a sospirare anche lui scuotendo il capo guardando in basso, riflettendo su ciò che deve fare in seguito.
-Non c'è niente di più importante, Haioku-sensei..- inizia a parlare lui ma viene stroncato dal maestro, che alza il capo e torna eretto e serio.
-Hanno rapito Ginhakucho...- esclama il maestro gelido e serio come non mai, fissando profondamente le movenze di Komugi che inizia ad agitarsi, per lo meno interiormente.
Anche se non può muoversi, il maestro lo nota chiudere gli occhi, e lui sa che quando lo fa è per riflettere, ma questa volta non sarebbe andata così. Komugi riapre gli occhi e questi diventano rossi come il sangue con tre tomoe nere, i denti sono stretti e intorno a lui compare un'aura dorata. I muscoli iniziano a sciogliersi dal ghiaccio, i pugni vanno a stringersi e dai suoi occhi inizia a scorrere sangue, prima che Komugi emani un urlo inumano e quello che succede successivamente è catastrofico. Il maestro nota i suoi occhi ed anche Shizukane Gli occhi del maestro e di Shizukane sono spalancati, vedendo ciò che sta scatenando il ragazzo. A un certo punto una vampata di fuoco invade la casa facendo saltare tutto per aria, provocando un frastuono tremendo, e mettendo in pericolo tutti i presenti. Il tetto esplode e scaffali, tavoli e sedie si ribaltano a terra seppellendo il maestro e Shizukane. Sul letto invece non cade niente e quindi lui resta solo lì, sotto il sole che ormai è altro, privo di conoscenza. Il maestro e Shizukane dopo qualche secondo riemergono dalle macerie, notando il corpo inerma di Komugi. Entrambi si danno una scrollata e si tolgono la polvere di dosso prima di sospirare.
-Era prevedibile...- esclama Shizukane avvicinandosi lentamente al compagno dando prima un occhio in giro notando il trambusto.
-Per lo meno abbiamo scoperto cos'ha provocato la sua prima crisi, dico bene Shizukane-kun?- chiede il maestro quasi soddisfatto, mettendo di nuovo le mani nelle tasche.
Shizukane arrivato vicino al compagno resta a fissarlo qualche secondo, facendo una strana smorfia.
-Già...- conclude corto e incognito il ragazzo vedendo il compagno svenuto.

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Capitolo 8
*** Esibizione artistica ***


Esibizione artistica Il risveglio è lieve, docile, soffice, come se si trovasse in una nuvola, come se lui stesso fosse una nuvola. Passano ulteriori tre anni, lui è quattordicenne ora, inizia a pensare da adulto, da uomo, con tutti i suoi nessi e connessi. I suoi occhi vanno subito a cercare lei, che è accanto a lui sul tatami, che dorme. Conoscendola, Ginhakucho, sarebbe strano vederla nella veste di colei che dorme e che si permette di riposare. Il tutto ha una spiegazione, nonostante tutto. Il maestro infatti ha notato in lei qualcosa che poteva trasformare in puro talento, così ha convinto la padrona dell'okiya ad addestrarla. Anche se tutto ciò ha avuto un prezzo, che il maestro molto volentieri ha pagato. In compenso lei, oltre ad essere allenata dal maestro, è diventata libera. Lei però non dorme, tiene solo gli occhi chiusi, aspettando che lui la svegli. Dopo averla inquadrata, lui va a mettere una mano sul fianco di lei e avvicina il capo al collo di lei, poggiando le labbra sopra di esso. Le tiene per qualche secondo lì, poi si stacca e avvicina la bocca al suo orecchio.
-Buongiorno, Ginhakucho-chan...- sussurra lui, palpandole il fianco delicatamente e iniziando a mettersi in piedi. Uno sbadiglio leggero viene emesso dopo dal giovane, che si alza.
Lei dal canto suo osserva dalla prima all'ultima azione di lui, sorride a lungo, felice di tutto ciò che sta succedendo, dalla libertà alle attenzioni di Komugi.
-Mi stai viziando troppo, Komugi-kun...- gli risponde lei, fissandolo e sorridendogli vedendolo indossare quella maglietta che gli ha regalato e che gli dona alla perfezione.
Il negoziante da cui l'ha comprata le assicurava che magliette come quelle vengono indossate dai corpi speciali di Konoha, quindi credeva che sarebbe stato un bel regalo per lui. Lui dal canto suo non fa che lavarla, per indossarla tutti i giorni e vedere il suo sorriso ogni qual volta lei veda lui indossarla. E' una maglietta particolare, se proprio così si può chiamare. Sembra formata da una moltitudine di cordicine formando dei rombi che vengono riempiti con una specie di velo oscurato ma che traspare, rendendo la pelle di lui più scura.
-Hai ragione, schiava...- sussurra lui malefico avvicinandosi al lato dove dorme, e chinandosi afferrando l'estremità del tatami.
-A terra!- esclama lui alzando il tatami e facendola cadere al suolo scombussolandole tutto e ridendo malignamente di ogni sua azione goffa. Lei intanto si ritrova a terra, lamentandosi di quella mossa di lui che odia così tanto. Lei si tira su in un batter d'occhio e appena in piedi si scaraventa contro di lui a pugni stretti e iniziando una specie di lotta con lui. Inizia tirandogli un paio di pugni all'altezza del volto, ma lui si difende schivando i pugni con i palmi delle mani, ma lei non demorde, infatti dopo qualche secondo gli arriva un calcio dietro la nuca di cui non si avvede. Lui geme per il calcio che lo ha reso dolorante e di stizza le tira un ceffone sul volto, facendo diventare la sua rosea guancia un'arancia rossa. Lei inizia a urlare e a comporre alcuni sigilli con le mani, mentre lui continua a tastarsi la nuca.
-Maledetto imbecille, te la farò pagare!- esclama lei con la voce squillante dopo aver finito di comporre i sigilli ed andandolo a focalizzare per bene. Lui invece la guarda preoccupato e quasi spaventato, per una reazione che potrebbe essere eccessivamente violenta da parte sua, e inizia a correre verso l'uscita.
-(1)Suiton - Mizurappa!- esclama lei andando ad inspirare con la bocca ed a esplodere un getto d'acqua dalla bocca che travolge il ragazzo, con tutta la porta, fuori nella distesa erbosa.
Lui in maniera altrettanto goffa stramazza al suolo, provocando le gioie di lei che esulta manco fosse diventata la regina del mondo. Lui d'altro canto queste sconfitte da una ragazza che era una schiava, inizia a prenderle sul personale. Infatti si rimette in piedi andando a scrocchiare le ossa del collo, serio e con gli occhi che sono diventati rosso cremisi, compare sul suo viso un sorriso beffardo e inizia a vedere i flussi di chakra di lei, che gli permettono di capire come si muoverà e quando lo farà. Lei inizia a vederlo in modo diverso, con aria di sfida, di superiorità, cosa che lo fa imbestialire ancora di più.
Lui inizia a comporre alcuni sigilli con molta soddisfazione e concentrazione, mentre lei si tiene pronta a contrastare come meglio può la situazione.
-Sta a vedere, schiava!- le urla contro lui, andando a fissarla sempre più intensamente.
-(2)Katon: Hōsenka no Jutsu!- esclama lui andando a prendere fiato con la bocca ed andando a espellere una moltitudine di palle infuocate all'indirizzo di lei che si prepara a fronteggiarle con la stessa tecnica usata in precedenza, usando del chakra in più. Infatti va a comporre i sigilli e successivamente va a prendere fiato con la bocca ed a espellere un proiettile d'acqua che rende innocua la tecnica di Komugi. Lui dal canto suo si sarebbe aspettato che almeno qualcuna delle palle di fuoco avessero centrato l'obiettivo, ma a quanto pare ha fallito miseramente. Sospira sconsolato andando a pianificare un altro piano d'attacco, toccandosi le labbra con la lingua. Da un'occhiata in giro e nota che c'è la fontana, un albero, il filo per il bucato e una distesa immensa di prateria, oltre all'okiya da cui loro sono usciti. Intanto il maestro arriva, ma non si fa vedere. Il perchè è semplice: valutare. Valutare l'abilità dei suoi allievi, la loro potenzialità e la loro affidabilità.
Chiude gli occhi per un attimo Komugi, prima di andare a focalizzare il bersaglio e procedere con il nuovo schema d'attacco. Inizia a correre verso di lei, che gli sorride sempre e comunque e va a comporre dei sigilli, tenendo lo sguardo su di lei. Ad un certo punto sbucano cinque cloni del ragazzo, mentre corre, ed intanto la copia originale continua a comporre sigilli. Lei dal canto suo sa che lui può contare solo su tecniche di tipo fuoco e che quindi l'importante è tenersi in guardia con un attacco di tipo acqua. Infatti compone anche lei ancuni sigilli.
-(3)Katon: Gōkakyū no Jutsu!- esclama lui andando a prendere aria con la bocca ed a esplodere una palla dalle notevoli dimensioni all'indirizzo di Ginhakucho, sicuro che avrebbe contrastato la mossa con un suo jutsu di tipo acqua. Come infatti, lei va a comporre alcuni sigilli ed a evocare una delle sue tecniche più spettacolari e preferite. La copia originare di lui invece si dirige verso l'albero, concentrando il chakra sui piedi e iniziando a camminare sul tronco. Lei non può vederlo perchè ha la visuale oscurata dalla palla di fuoco, quindi lui agisce quasi totalmente indisturbato..
-(4)Suiton:
Suiryuu no jutsu!- esclama lei evocando un drago dalle abnormi dimensioni che va ad abbattersi contro la palla di fuoco che va a spegnersi in una frazione di secondo. Le copie corrono verso di lei, ma non ingannano il buon occhio di lei, nè nel numero e nè sul fatto che lui non è tra le copie. Lui intanto arrivato in cima all'albero inizia a tirar fuori il filo di nylon attaccandolo a shuriken e kunai varii. Lei per cautelarsi e prevenire eventuali sue mosse, cerca di rendere ostile il terreno con qualunque mezzo,
-(5)Suiton - Mizuame Nabara- sussurra lei facendo fuori uscire dalla bocca del liquido appiccicoso che va ad incollarsi al terreno tutto intorno al suo corpo. Sospira intanto lei, iniziando a deridere il compagno.
-Non sapendo come fare a battermi, scappi, Komugi-chan?- chiede lei cercando di provocare le ire del ragazzo ed indurlo a sbagliare. Lui però è troppo concentrato e nemmeno sta a sentire le parole di lei. Il filo di nylon è pronto, adesso non resta che usarlo e farlo nel migliore dei modi. Da uno sguardo alle tasche il ragazzo e nota qualche carta bomba, proprio quella che fa al caso suo. Prende un altro kunai quindi e con una porzione di filo di nylon lo lega alla carta bomba, che è pronta per essere usata. Prende la mira e lancia il kunai verso Ginhakucho andando a conficcarsi nel terreno e dopo qualche secondo si innesca, iniziando a bruciare la carta. Lei come previsto si sposta e questa esplode, non causando danni a nessuno. Lei si avvicina sempre di più all'okiya, con dei salti mentre lui sta ad inquadrare la situazione dall'alto. Notando la situazione statica, lui prende in mano tre shuriken e li lancia verso Ginhakucho, che si avvede grazie a questa mossa della sua posizione.
-Stupido Komugi...- sussurra lei andando a comporre nuovamente dei sigilli ed andando ad evocare il drago acquatico che si dirige verso di lui con una potenza inaudita. Subito dopo lei si preoccupa di creare una copia, componendo dei sigilli ed eseguendo il Suiton - Mizu Bunshin no Jutsu(6). Lui salta dall'albero da un'altezza considerevole, non vedendola in quel frangente di tempo e mentre è in discesa compone dei sigilli molto velocemente evocando la sua tecnica usata in precedenza, il Katon: Hōsenka no Jutsu, creando una moltitudine di palle di fuoco. Poi prende un kunai e lo lancia dietro di lei obbligandola ad avanzare verso l'albero. Lei non vuole lasciargli campo libero e compone alcuni sigilli con la mano andando ad eseguire il Suiton - Mizurappa,  lanciando un proiettile acquatico con  la bocca verso di lui. Lei nonostante tutto indietreggia,  in direzione dell'albero. Lui viene colpito dal proiettile  facendogli perdere l'equilibrio  e facendolo atterrare sulla superficie vischiosa. Lei è in posizione ideale per la tecnica di Komugi e lui, nonostante abbia i piedi immersi nel liquido vischioso riesce a lanciare i kunai e gli shuriken legati al filo di nylon. Quindi mette in  atto la sua tecnica, legando lei all'albero con il filo di nylon con un gioco di leve delle armi lanciate e poi inizia a comporre dei sigilli, notando la sua disperazione.
-Scacco matto, bellezza- esclama lui beffardo osservando lei, che cerca di divincolarsi inutilemente.
-(7)Katon: Ryūka no Jutsu!- esclama lui  prendendo fiato ed emettendo un drago di fuoco dalla bocca, che si abbatte sull'albero incendiandolo, provocando lo spavento di tutte le geisha dell'okiya. La figura di Ginhakucho si liquefa sotto l'occhio non poco sorpreso di lui. Lo sharingan si è disattivato da un po' di tempo e infatti lei fortunatamente è riuscita a sfruttare la tecnica. A questo punto il maestro viene fuori, applaudendo lo spettacolo offerto dai ragazzi e congratulandosi con loro.
-Bravi piccolini, state crescendo bene- si limita a dire il maestro facendo cenno a Ginhakucho di scendere dal tetto dell'okiya, come infatti accade. Komugi concentra il chakra sui piedi e viene fuori dal liquido vischioso, emettendo un sospiro di disperazione.
-Mi hai deluso, nonostante tutto, Komugi-kun. Lei dovrebbe essere un'avversaria alla tua portata- cerca di incitarlo il maestro, ma lui con volto sorridente lo risponde con altrettanta sorpresa.
-Non potrei mai farle del male, Haioku-sensei. Sarebbe come pugnalare il mio corpo- si limita a rispondere Komugi, rendendo cupo il volto del maestro, che inizia a parlargli in maniera meno solare e più seria.
-Tutta questa pietà ti condurrà alla morte un giorno, Komugi-kun. Ciò che hai fatto a Ginhakucho, o meglio che non hai fatto, fai in modo che non capiti più- gli risponde il maestro, riacquistando di nuovo il sorriso.
-Bene, sarchiaponi, preparatevi. Dobbiamo intraprendere un viaggio- gli dice il maestro causando le gioie dei ragazzi che in un battibaleno si preparano e partono per il viaggio, tra lo sguardo perplesso della madre di Komugi e quello attento della padrona dell'okiya.

(1) Arte dell'acqua: Violenta onda acquatica
(2) Arte del fuoco: Fiori della fenice
(3) Arte del fuoco: Tecnica della palla di fuoco suprema
(4) Arte dell'acqua: Tecnica del drago acquatico
(5) Arte dell'acqua: Tecnica del campo caramelloso

(6) Arte dell'acqua: Tecnica della moltiplicazione acquatica del corpo
(7) Arte del fuoco: Tecnica del drago di fuoco

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Capitolo 9
*** Verso il villaggio della nebbia ***


Verso il villaggio della nebbia Un cumulo di macerie circonda la porzione di terreno dove Komugi è sdraiato senza forze. Il maestro e gli altri hanno riassettato alla men peggio il giaciglio, ma i danni sono ingenti e il posto potrebbe non essere più agibile. Komugi inizia ad aprire gli occhi, il maestro e Shizukane sono i primi ad avvicinarsi, seguiti poi da Gokiburi. Tensai e Umishin sono perennemente in ricognizione per rendere i rischi nulli o comunque non creando delle minacce. Shizukane ha l'aria cupa, in cerca di una soluzione al problema, il maestro invece sembra fiducioso, speranzoso di essere riuscito nel suo intento di riportare indietro Komugi.
-Chi è stato... Haioku-sensei...?- chiede con un filo di voce Komugi con gli occhi insanguinati, stringendo i pugni ed andando poi a chiudere gli occhi.
Il maestro torna serio sbracciandosi un po' e andando a mettere poi le mani nelle tasche, fissando per qualche secondo il suo allievo. Scuote il capo lievemente verso Komugi.
-Non ne ho idea... Al mio ritorno c'era solo un coniglio dal pelo bianco con un kunai conficcato in un fianco- gli risponde con voce gelida verso l'allievo, provocando però lo stupore di Shizukane. Infatti cerca schiettamente di chiedere spiegazioni al maestro.
-Lei sa benissimo da dove provengano, Haioku-sensei- gli fa notare Shizukane, fissando la figura del maestro che ora pare in una dimensione a parte. Komugi dal canto suo resta sempre più sbigottito dalle dichiarazioni dei due che lo portano su strade contrastanti. Sospira, non sapendo a cosa credere e cosa fare.
-Haioku-sensei, cosa vuole dire Shizukane-san?- chiede dubbioso iniziando ad alzarsi, mettendosi prima seduto, andando a muovere il collo e a scrocchiare le ossa con il solo movimento del capo. Lo sguardo si incattivisce verso il maestro andando a stringere i pugni sempre più.
-Si, è vero. Vengono dal villaggio della nebbia, probabilmente. E so anche che lei è stata portata all'okiya durante la grande guerra, proprio della foglia contro la nebbia. Lei viene da lì, ed è lì che l'avranno riportata- continua gelido il maestro all'indirizzo dell'allievo Komugi, notando il suo mutamento dell'umore.
-E cosa fa ancora qui?- chiede leggermente stizzito Shizukane che però non trova l'approvazione di Komugi che lo blocca prima che possa continuare.
-Risparmia queste domande inutili, Shizukane-san. A me non interessa- stronca il discorso immediatamente Komugi rivolgendosi per quel lasso di tempo a Shikukane, andando a fissare poi il maestro nuovamente.
-Perchè l'hanno portata via, Haioku-sensei?- chiede incattivito Komugi andando a mettersi in piedi, andando a concentrare chakra in tutto il corpo sciogliendo quelle specie di vincoli di ghiaccio rimasto sul suo corpo che impediscono il perfetto funzionamento delle articolazioni. Il maestro in questo momento è in preda alla vergogna, nemmeno per l'accaduto, ma per l'umanità incredibile mostrata dall'allievo nonostante tutto. Sa del rapporto tra i due, eppure l'unica cosa che gli interessa sapere è come riprenderla indipendentemente dalla causa.
-La verità è che aspettavo te, Komugi-kun. Per prenderla devono essere dei ninja straordinari e da solo non avrei potuto fare granchè- risponde anche se non dovrebbe, il maestro che continua a fissare il suo allievo, che fa altrettanto. Gokiburi siede ad un angolo e capendo meglio di chiunque altro la situazione di Komugi esordisce di prima.
-Bene, Komugi-kun si torna a casa mia... Quando partiamo?- chiede Gokiburi con un accenno di sorriso, per mettere in evidenza il suo entusiasmo.
-Lo so benissimo, Haioku-sensei, altrimenti l'avrei ammazzata adesso con le mie mani. Io da lei voglio sapere il perchè- chiede gelido Komugi con stesso fare del suo maestro.
-Tu chiudi la bocca, altrimenti te la prendo a calci, deficiente di prim'ordine- si rivolge altrettanto nervoso all'indirizzo del compagno Gokiburi. Questo resta con la medesima espressione precedente, mentre il maestro guarda per qualche secondo in basso.
-Probabilmente il Mizukage la reputa una spia o una traditrice o una Nukenin... questioni che ora non possono permettersi di ignorare- risponde con schifio il maestro andando a provocare le ire del ragazzo che però resta silente.
Le articolazioni sono quasi del tutto sciolte ora e non resta che riassettarsi e partire, infatti inizia a prendere i cocci provocati dal suo casino, e accantonandoli da qualche parte.
-Cosa stai facendo, Komugi-san?- chiede Shizukane vedendo lo strano atteggiamento del suo compagno di squadra, seguendo ogni sua movenza.
-Il lavoro lo fa distrarre, e comunque vuole rimettere apposto il casino da lui provocato- risponde Gokiburi tenendo quell'espressione di sempre, beffarda ed entusiasmante.
-Datemi una mano anzichè blaterare a vuoto. Appena finito partiremo- ordina Komugi ai due compagni di squadra, seguito dagli sbuffi di Gokiburi. Shizukane invece torna serio e inizia ad aiutare il compagno a riassettare tutto.
-Sai benissimo che verrò anch'io, Komugi-kun- gli dice il maestro iniziando anche lui ad aiutare il Team Yami a mettere apposto il casino. Komugi si volta verso quello e si lascia sfuggire un ghigno maligno.
-L'avevo dato per scontato, vecchio- esclama cattivo il ragazzo verso il maestro, che gli sorride di rimando come al solito.
-Non cambierai mai, sarchiapone. Comunque voglio portare con me due allievi- gli fa il maestro, serio e continuando a mettere a posto i cocci. Komugi continua a lavorare, sentendo le parole del maestro.
-La avverto, se faranno ostruzioni di qualunque genere, li getto al pozzo più vicino e gli faccio raggiungere l'inferno in men che non si dica- risponde continuando con il suo lavoro.
Il maestro mostra una lieve risata prima di annuire con il capo e continuare con la ricostruzione della sua abitazione.
 

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Capitolo 10
*** Nuovi Innesti ***


Nuovi Innesti Il momento dell'arrivo degli arrivi, due ragazzi e una ragazza, più o meno della stessa età di Komugi. Quest'ultimo gia inizia a sbuffare per il fatto che il piano inizia a prendere gia in partenza una brutta piega. Il maestro si avvicina sconsolato ai tre, che dovevano in realtà essere due.
-Jushi, cosa diavolo ci fai tu qui?- chiede alterato il maestro verso quello, andando a sbracciarsi le maniche, come fa di solito anche con Komugi. Proprio a quest'ultimo la situazione non piace minimamente, quindi prima che gli allievi possano iniziare a fare ostruzioni di qualunque genere, si avvicina a loro con fare fastidiato.
-Bene, ragazzi, mettiamo le cose in chiaro. Io sono Komugi, dirigo l'operazione e dovete fare esattamente quello che dico. Se vi servono spiegazioni, chiarimenti o la strada per tornare a casa chiedete ad Haioku-sensei- decreta ai nuovi arrivati con fare imperativo, senza perdersi in ulteriori chiacchiere. Il maestro si limita ad osservare le movenze del giovane, che in qualche modo lo fanno sentire orgoglioso di come l'ha tirato su, con i suoi duri addestramenti. La ragazza sembra quella più decisa e più contraria al fare del ragazzo ed infatti lo guarda malamente..
-Ad ogni modo, se non rispetterete queste semplici regole, vi ritroverete nella terra degli Yomi in un battito di ciglia, mi sono spiegato?- conclude con questa frase scandendo bene le parole, con voce gelida, quasi a volerli spaventare fin da subito e poi ripetendo l'ultima parte anche al maestro, che annuisce con il capo. La ragazza invece mostra subito il suo spirito indomito e ribelle, e non ci pensa due volte ad esprimere la sua opinione.
-Credo che tu stia esagerando... e non poco, Komugi-san- risponde la ragazza con fare deciso, come aveva dimostrato in precedenza, facendo sorridere lievemente Komugi, che fissa il maestro e poi va ad indicare la ragazza con il pollice destro.
-Si, Komugi-kun, è la mia preferita...- risponde il maestro con fare scherzoso, come al solito, facendo sorridere tutti i nuovi membri.
-Ascoltami, qualunque sia il tuo nome. Il fatto che ti rivolga a me con quel fare rispettoso è una cosa che apprezzo, quindi ti risponderò come risponderei al maestro qui presente- le dice Komugi andando ad avvicinarsi a lei e poi al suo orecchio sinistro.
-Vienimelo a dire qualora ti porteranno via qualcuno a cui avresti consegnato la vita...- conclude gelandola, con voce fievole in modo che nessuno possa averlo sentito e tornando nella posizione precedente. Lei resta a riflettere per qualche secondo fissando il suolo, prima di rivolgere lo sguardo nuovamente a Komugi.
-Il mio nome è Zasshi e sono a tua completa disposizione, Komugi-san- esclama la ragazza andando a chinare il capo. Lui che col capo era rivolto agli altri, si gira verso Zasshi e le sorride soddisfatto, al pari del maestro. Quest'ultimo si occupa poi di presentare a Komugi i restanti membri del gruppo.
-Lui è Jushi, quello che si è aggiunto agli altri, probabilmente perchè è troppo curioso e impiccione- direbbe a Komugi scherzando.
-Non è affatto così, Haioku-sensei...- direbbe con il sorriso perenne il ragazzo provocando una scossa del capo da parte di Komugi. Il maestro poi rivolgendosi all'altro, più pacato e tranquillo rispetto agli altri.
-Lui invece è Shiranai. Sono convinto che la permanenza con Komugi e la sua squadra gioverà molto alla tua personalità, non vero Shiranai-kun?- direbbe rivolgendosi a Shiranai e mettendogli una mano sulla spalla. Quest'ultimo di rimando gli sorride e poi va a rivolgersi a Komugi.
-Sono a completa disposizione della squadra, Komugi-san- esclama entusiasta il ragazzo, facendo sorridere lievemente Komugi, anche se gli sorge spontaneamente un dubbio.
-Come posso essergli d'aiuto, Haioku-sensei?- chiede Komugi con aria curiosa ed una strana espressione sul volto.
-Dovrai farlo sentire parte della squadra, Komugi-kun- risponde con leggerezza Haioku in direzione di Komugi che assume un'aria sempre più strana. I primi a tornare del team Yami sono Gokiburi e Shizukane, che vanno a fare rapporto a Komugi. Questi riferiscono che nelle immediate vicinanze non c'è niente di sospetto e che le cose fileranno lisce come l'olio. Inoltre Shizukane rivela a Komugi che ha ordinato a Tensai e Umishin di avanzare in anticipo così da avvistare potenziali minacce dinnanzi alla squadra.
-Tu, Jushi!- esclama ad alta voce verso il tipo curioso che arriva subito dopo essere chiamato in causa.
-Si, cosa c'è, Komugi-san?- chiede interrogativo con il sorriso perenne sul volto che fa innervosire Komugi che lo guarda malamente.
-Ricorda le mie parole...- lo gela dirigendosi poi verso tutti i membri della squadra, facendo un fischio richiamando l'attenzione di tutti che lo avvicinano velocemente.
-Team Yami e suoi collaboratori! Da ora si parte alla volta del Villaggio della Nebbia. Qualunque cosa succeda procederemo, senza abbatterci nè sconsolarci. Terremo la mente lucida e gli occhi aperti. Inoltre molti di quei ninja sono stati addestrati nel periodo della Nebbia Insanguinata, quindi se voi avrete pietà di loro, di sicuro loro non ne avranno. Bene, si parte...- conclude Komugi, avviandosi verso la sua meta, seguito dai suoi compagni.

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Capitolo 11
*** L'eredità di sangue ***


L'eredità di sangue Komugi in preda all'entusiasmo si prepara in un battibaleno, invece Ginhakucho è molto più tranquilla. Poi si sa, lei è una donna, anche se ninja, quindi impiega molto tempo per prepararsi. Già dopo alcuni minuti, infatti, Komugi si dirige fuori in direzione del maestro che intanto viene intrattenuto dalla madre di Komugi e dalla padrona dell'Okiya. La sua espressione non è proprio raggiante, anche perchè sta ancora riflettendo sulle parole del maestro, che tamburellano nella sua testa rendendolo meno lucido. Il suo passo infatti diventa sempre più lento. Le mani nelle tasche, che caratterizzano la sua postura, si muovono in continuazione a differenza del suo lento passo, e il maestro se ne rende conto, osservandolo con la coda dell'occhio. Infatti dopo aver visto ciò, si affretta a congedare le due donne. Komugi è ancora pensieroso e il maestro non vuole che parta così per la missione.
Il maestro Haioku quindi si avvicina al suo allievo, col volto serio e va a fermarsi a pochi passi da lui. Komugi per tutto il tragitto percorso ha tenuto lo sguardo basso ed infatti va a scontrarsi con il maestro. Solo dopo questo contatto Komugi torna lucido, andando a fissare lo sguardo incattivito del maestro. Anche lo sguardo di Komugi si incattivisce a questo punto. Stringe i pugni e spalanca gli occhi al maestro, cercando di trovare una risposta nei suoi occhi, risposta che non c'è. A questo punto quindi si sposta e continua a camminare dritto, verso una meta non stabilita. Il maestro gli lascia percorrere qualche altro metro prima di girare il capo e fissare lo strano passo del ragazzo.
-Komugi...- esclama il maestro con tono serio, cercando di fermarlo. Il tono di voce del maestro arriva in maniera contorta alle orecchie di Komugi, tanto da fargli venire un dolore al capo, che inizia a fargli cambiare espressione di volto. L'allegro e simpatico Komugi in quel frangente di tempo è soltanto un lontano ricordo. Uno strano chakra inizia a fuori uscire da ogni poro del corpo di Komugi, un chakra malvagio, di colore viola, viola come la morte. Inizia a stringere i denti a causa del mal di testa, poi i pugni a causa del nervosismo. Il maestro è sempre più preoccupato dalla situazione, tanto da voltarsi con l'intero corpo verso Komugi.
-Komugi!- esclama più deciso ora il maestro, cercando di carpire l'attenzione del ragazzo, a cui arriva di nuovo un tono contorto. Questa volta però il tono sembra più malvagio nella sua testa, come un sibilo che lo attira a se, e questo lo fa andare in bestia.
L'intensità di chakra aumenta vertiginosamente ad un certo punto, tanto da essere avvolto da un vero e proprio alone ad un certo punto. Va a girarsi in direzione del maestro, con l'espressione completamente diversa dal solito, malvagia, irriconoscibile.
-Che... c'è...?- esclama a bassissima voce andando a concentrare tantissimo chakra, tanto da iniziare ad irradiare il terreno e a farlo diventare friabile. Lo sharingan compare sugli occhi del ragazzo che inizia a far paura quasi a tutti. Il maestro resta preoccupato, ma non impaurito nella maniera più assoluta.
-Cosa ti sta succedendo, Komugi....- si interroga a bassa voce il maestro, cercando di capire che cosa possa essere successo nella mente di Komugi. Che fossero state le sue parole a scatenare questa reazione da parte del ragazzo l'aveva capito. Il problema è come può averlo interpretato. Intanto assiste alla scena anche Ginhakucho che però vedendo il colore di quello strano chakra, se ne resta lì immobile a guardare il compiersi degli eventi, con l'aria spaventata.
-Haioku-sensei...- esclama a bassa voce Ginhakucho spaventata, interrogandosi su ciò che possa essere successo a Komugi. Fatto sta, che quel chakra le incute un terrore atroce, tanto da immobilizzarla.
-Haioku-sensei!- urla invece adesso la ragazza richiamando l'attenzione del maestro che si volta in direzione della ragazza, guardandola inerme. Sospira profondamente per un attimo il maestro chiudendo gli occhi, ed andando poi a collocare nella sua mente un'immagine di loro tre, che inizia a creparsi sulla figura di Komugi.
Infatti il maestro appena finito si volta verso di lui e lo fissa incessantemente per qualche attimo con uno sguardo truce quasi a volergli incutere timore per farlo spaventare o per farlo ragionare. Komugi chiude gli occhi e inizia a respirare profondamente dopo qualche secondo e il chakra inizia a perdere di intensità, fino a svanire completamente. Quando riapre gli occhi il chakra non è più visibile e lo Sharingan è scomparso dai suoi occhi. La sua rabbia e le sue debolezze però sono ancora nel suo sguardo. Il maestro si dirige in direzione di Ginhakucho, con passo piuttosto svelto, e al suo arrivo Ginhakucho trema incessantemente.
-Haioku-sensei... cos'era... quel mostro?- chiede quasi balbettando Ginhakucho non smettendo di tremare per un attimo. Komugi resta a guardare la scena, a riflettere su ciò che è accaduto e sulle parole del maestro. E' questo che intendeva il maestro? E' questo ciò che un ninja deve diventare per proteggere gli altri? Perdere la sua umanità, il suo amore verso il prossimo e diventare solo una macchina? E se è così perchè il maestro ha reagito così male? Domande che offuscano la mente del ragazzo, che gli fanno perdere lucidità e che gli rendono più acuto il mal di testa.
-E' la parte di Komugi che sembra venga fuori quando perde la sua umanità... quella ereditata dal suo clan, Ginhakucho-chan- le sussurra il maestro ad un orecchio. Mettendole poi una mano sul capo, cercando di rassicurarla.
-Sta tranquilla... sei l'unica che non deve mai aver paura di lui- le dice il maestro andando a sorriderle e poi andando a toglierle la mano dal capo.
Respira profondamente ancora una volta Komugi, andando ad eliminare tutta quella nebbia nella sua mente, nebbia che pian piano inizia a diradarsi.
-Allora? Ci muoviamo o no?- incita Komugi verso i suoi compagni di avventura Ginhakucho e Haioku, cercando di favorire una reazione positiva. Ginhakucho, vedendolo normale inizia ad alzarsi, vedendo anche che il tremore è quasi scomparso del tutto.
-Ha ragione, sensei... dobbiamo andare- esclama con tono quasi indifferente Ginhakucho, aggiudicandosi il parere favorevole del maestro che la segue.
Intanto Komugi già si avvia seguendo il sentiero, non sapendo nemmeno dove deve andare. Ma se è per questo, saranno il maestro e Ginhakucho a raggiungerlo in tempo.

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Capitolo 12
*** Iniziano i preparativi ***


Passano alcuni giorni dalla partenza del team Yami in direzione del villaggio della nebbia a ritmi altissimi, con scarse tre ore di sonno e ad una velocità più elevata rispetto al normale. Gli allievi del maestro Haioku infatti sono in affanno e non si lamentano con il loro maestro solo per non dargli un dispiacere. Il maestro però, da tipo attento cui è, gia si è accorto di tutto ma d'altroonde sa anche lui che un ritardo nell'arrivo al villaggio della nebbia potrebbe mettere in pericolo l'intera missione. Come al solito Shizukana e Tensai avanzano in testa alla formazione, invece Umishin procede come fanalino di coda. Dotati di Byakugan, riescono a scorgere tracce di possibili nemici molto più in fretta di un qualsiasi membro del gruppo. Ad un certo punto un segnale da parte di Shizukana che viene captato dal gruppo che si arresta immediatamente. Komugi si avvicina a Shizukana, indi per ricevere indicazioni.
-Ce ne sono 4 e sono del villaggio della nebbia. Tre ragazzini e un adulto, Komugi-san- riferisce Shizukana tenendo lo sguardo fisso sulla squadra ninja. Komugi resta a riflettere per qualche secondo, fin quando uno strano sorrisetto non compare sul suo volto.
-E' una buona notizia... Sono proprio curioso di vedere all'opera questi allievi di Haioku-sensei... Ottimo lavoro, Shizukana-san- risponde quasi divertito Komugi, che adesso si dirige verso il resto del gruppo per comunicare le indicazioni. Il gruppo aspetta ansioso gli ordini, specialmente i novellini, alle loro prime armi.
Con molta calma si avvicina Komugi, attento a non far rumore e va a riferire le indicazioni ai suoi compagni.
-Allora, i fatti sono questi, ci sono 4 ninja della nebbia composte di un caposquadra adulto e 3 ragazzini che staranno apprendendo...- esordisce con fare carismatico Komugi, andando ad esprimere i fatti combinando le sue parole ai gesti.
-Haioku-sensei, al gruppo penserete con i vostri allievi- indica quasi con eccitazione Komugi andando a fissare il maestro e ad indicare con la mano sinistra ognuno dei nuovi innesti.
Haioku guarda malamente il suo ex-allievo e gli si avvicina lentamente, andando a portare il capo vicino ad un orecchio di Komugi.
-Se loro ci rimettono la pelle, ti assicuro che non ci rimetterai solo la vita di Ginhakucho, Komugi-kun- lo gela il maestro con queste poche parole, andando a fissare per qualche attimo gli occhi del suo ex allievo. Komugi gli sorride cercando di mettere insieme quelle parole che lo indurranno a capire.
-Se li ha addestrati lei, non mi preoccuperei troppo. E poi voglio valutare il personale a disposizione, sa bene di cosa parlo Haioku-sensei- risponde con estrema calma Komugi.
Il maestro resta a fissarlo qualche altro secondo, prima di voltare il capo verso i suoi ragazzi e far cenno loro di seguirlo. Intanto tornano nel gruppo anche Tensai e Umishin. Gokiburi resta sempre più perplesso sulle decisioni di Komugi e non fa attendere la sua opinione in proposito.
-Ma che diamine hai intenzione di fare, Komugi-kun?- chiede con aria irrequieta Gokiburi quindi, che per ora non ha ricevuto nè indicazioni, nè altro.
Komugi quindi va a fissarlo, ma prima di parlare viene interrotto da Tensai e da Umishin che gli fanno rapporto.
-Ho trovato un percorso alternativo che ci permette di arrivare al villaggio della nebbia, Komugi-kun- comunica serissimo come sempre Tensai.
-Non siamo seguiti da nessuno, Komugi-kun- comunica con leggero affanno Umishin, seguito da un cenno del capo di Komugi. Poi va a rivolgersi nuovamente al maestro.
-E per la cronaca, il motivo per cui vi faccio scontrare con loro, è perchè ci servono per l'ingresso nel villaggio. Adesso, decida lei come- conclude gelido Komugi, con aria tetra ed agghiacciante. Il maestro sospira e si avvia accompagnato dai suoi ragazzi. Komugi invece, va a scrutare il volto dell'anonimo Gokiburi.
-Ci atteniamo al piano e raggiungiamo il villaggio della nebbia, non voglio perdere altro tempo- conclude in fretta Komugi, andando a rivolgersi ora anche al resto del Team Yami.
-Allora, sarò veloce e molto chiaro...- inizia schematicamente Komugi andando a rivolgersi per primo a Tensai.
-Shizukana-san, tu resterai qui e terrai sotto controllo la situazione... fa in modo che non ti vedano. Intervieni solo in caso di estremo pericolo. Ci raggiungerete all'ingresso del villaggio, ci conto- indica in direzione di Shizukana quindi, che mostra un'espressione di disapprovazione, cosa che attualmente lascia indifferente Komugi.
-Noi altri invece, proseguiremo normalmente. Tensai-kun tu in testa, Umishin-kun tu in coda e tu Gokiburi-kun mi farai da spalla- si rivolge Komugi quindi ad uno ad uno i componenti del suo Team, mettendosi quasi a ridere alla volta di Gokiburi.
-Certo col pensiero, Komugi-chan- va a sfottere Gokiburi, che non ci sta minimamente alla provocazione lanciatagli dal suo compagno più giovane, Komugi.
Komugi, tornando serio, va a comporre il sigillo della tigre quindi, chiude gli occhi e va ad impastare molto chakra. Resta per qualche secondo in quella posizione, poi va ad eseguire la tecnica.
-(1)Yōton - Kazan Bushin no Jutsu- va a sussurrare Komugi, dopo aver impastato una quantità titanica di chakra. I componenti del Team Yami restano perplessi nel vedere un clone di lava prodotto dal loro compagno.
-E con questo che hai intenzione di fare?- chiede perplesso Gokiburi, impersonando il dubbio generale del gruppo. Komugi va a sorridere leggermente e a fissare i suoi compagni.
-Come ho gia detto ad Haioku-sensei, voglio valutare il personale a disposizione- risponde rapidamente Komugi andando a fare cenno con la mano ai compagni, per indicare che è arrivato il momento di muoversi.
Tensai parte in testa del gruppo, seguito quindi da Gokiburi e Komugi, ed il fanalino di coda Umishin. La loro velocità è uguale a quella del loro arrivo sul luogo, ma Komugi resta comunque pensieroso. Il clone di lava va a nascondersi nel posto migliore possibile per monitorare la situazione, al pari di Shizukana.
Komugi sa, che questo scontro sarà molto interessante e si aspetta molto dai ragazzi allevati dal suo maestro.

(1) Arte della lava - Tecnica della moltiplicazione vulcanica
 

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Capitolo 13
*** Scontro Frontale ***


Scontro Frontale Il Team Yami originario, senza Shizukana, ormai è lontano e di conseguenza il villaggio della nebbia è sempre più vicino. Shizukana e il clone di Komugi aspettano che lo scontro inizi, invece il maestro Haioku e la sua squadra cercano di tendere un'imboscata al gruppo di ninja che si dirige al villaggio della nebbia. Il maestro inizia a dare indicazioni ai suoi, e il primo a riceverle è il sorridente Shiranai, che si posiziona tra gli alberi di fronte al gruppo nemico e prende in mano alcune carte bomba. L'altro a ricevere indicazioni invece è Jushi, che va a prendere posizione dietro la squadra nemica. L'ultima invece è Zasshi a cui spetta il compito più arduo tra i tre ragazzi. Il maestro alza una mano, per far capire che ancora non è il momento di attaccare. Qualcosa però non va nel verso giusto e Shizukana, Komugi e il maestro lo vedono. Il capo squadra nemico infatti inizia a guardarsi intorno, notando che la quantità di foglie sul terreno è eccessivo, segno che qualcuno è passato di lì a poco. Questo infatti fa segno ai suoi sottoposti di fermarsi e di assumere la formazione difensiva.
A questo punto è troppo tardi per cambiare piano, quindi si attengono al precedente. Il maestro fa cenno a Shiranai di partire e così lancia una carta bomba legata ad un kunai in direzione della formazione facendola disperdere. A questo punto ognuno combatterà da se, andando a prendere un ninja e cercando si sopraffarlo. Il Team del maestro Haioku quindi va a predisporsi al centro del raggio d'azione, assumento una posizione a rombo offensiva che gli permetta di tener sotto controllo l'intero campo visivo. Il maestro Haioku si rende conto che il gruppo è formato prevalentemente da individui femminili, quindi incita i suoi ragazzi a non farsi scrupoli.
-Ragazzi... Se vogliamo andare avanti, dovremo per lo meno fermarli, se non ucciderli. Quindi... non abbiate pietà- sussurra gelido il maestro, andando ad infondere un po' di paura ai suoi sottoposti. Jushi sbuffa iniziando a sudare freddo, a Shiranai viene quasi un colpo al cuore per la sua indole pacifica, invece Zasshi resta immobile con gli occhi sulla sua preda.
Sospira un secondo Zasshi prima di lanciarsi verso l'avversaria, che è ancora con un ginocchio a terra. Questa si avvede di lei e si guarda lentamente intorno cercando una via d'uscita o comunque una posizione strategica da utilizzare. Parte subito con un calcio al volto, l'allieva del maestro Haioku, che l'avversaria scansa facilmente e che risponde estraendo velocemente un kunai da una tasca e andando a sferrare un mandritto in posizione della gola, facendo perdere l'equilibrio alla ragazza che è facile preda dell'avversaria che le sferra un potente pugno in direzione dell'addome che le fa sputare sangue. Il maestro invece è impegnato con il caposquadra, un uomo di mezza età, con i capelli argentati, dritti e con una benda nera sull'occhio destro e va a raggiungerlo immediatamente. Questo squadra il maestro dalla testa ai piedi, avendo l'impressione di averlo gia visto.
-Cosa diavolo volete?- ringhia gelido il caposquadra verso il maestro, che lo guarda malamente riconoscendolo.
-Rivoglio... la ragazza che avete rapito- risponde aggrottando la fronte il maestro, andando a comporre i primi sigilli. Il capo squadra prima lo osserva interrogativo, poi capisce e compare un lieve sorriso sul suo volto.
-Quella ragazza? La Mizukage l'avrà spedita chissà dove a marcire...- gli dice quindi gelido il capo squadra provocando le ire del maestro Haioku.
Di stizza il maestro lo attacca con un pugno in pieno volto che però viene schivato e questi contrattacca con una spazzata alla gamba destra seguito da un pugno in pieno volto che lo fa atterrare malamente a terra. Il maestro è sempre più rabbioso e dopo aver incassato malamente il colpo si rimette in piedi, componendo dei sigilli, provocando una risata da parte del capo squadra nemico.
-Ridi adesso- sussurra il maestro andando ad estrarre degli shuriken e lanciandoli in direzione del capo squadra che si prepara a schivarli.
-(1)Shuriken Kage Bunshin no Jutsu- sussurra il maestro che raddoppia con il chakra il numero di shuriken lanciati in direzione del capo squadra. Questo quindi per schivarli indietreggia fin quando questi non penetrino negli alberi retrostanti. In questo frangente di tempo però il capo squadra perde di vista il maestro che in batti baleno scompare.
-Ragazze... Che nessuno di questi resti in vita!- ordina ad alta voce il capo squadra in direzione delle restanti tre ragazze. Intanto il capo squadra aspetta intrepitante prima di tutto l'intervento del maestro e poi l'apparizione degli altri due, scorsi da un ninja della loro squadra precedentemente.
Il caposquadra quindi va a togliere la benda dall'occhio destro e va a mostrare il suo Byakugan, sotto lo stupore del clone di Komugi e soprattutto di Shizukana che va a deglutire nervosamente. Si guarda intorno il caposquadra e scorge il chakra del maestro sotto terra che si dirige in direzione del capo squadra.
Intanto le kunoichi hanno ricevuto l'ordine dal loro maestro e rispondono all'unisono.
-Agli ordini, Ao-sensei!- rispondono con tono normale le ragazze che vanno a concentrarsi con tutte loro stesse verso i rispettivi avversari.
Intanto iniziano a combattere anche Shiranai e Jushi, con le loro avversarie e prima di iniziare le varie tecniche si dilettano a scambiare qualche pugno e qualche calcio.
Zasshi si rimette in piedi andando a mostrare uno strano sorrisetto e a compore il sigillo della capra. La kunoichi resta all'erta infondendo chakra in tutto il corpo.
Ad un certo punto la ragazza si ritrova legata ad un albero, con Zasshi che salta fuori dall'interno del tronco con un kunai in mano. La kunoichi inizia a ridere ironicamente.
-Queste tecniche non funzionano con me, tesoro...- sussurra la kunoichi vedendo il kunai avvicinarsi al volto e quando questo la raggiunge il suo corpo scompare.
Tornando alla realtà, nessuna delle due si è mossa e la kunoichi sbuffa noiosa, nei confronti della ragazza.
-Non dirmi che non ti eri accorta che siamo kunoichi sensori... Che spreco di tempo...- esterna quindi la kunoichi frustrata che si dirige con espressione gelida, a una velocità incredibile in direzione di Zasshi colpendola con una lama estratta dalla sacca, graffiandole il volto.
Nemmeno Shiranai e Jushi se la passano bene, in quanto le loro tecniche sono spesso previste dai loro avversari. Shiranai, con la sua arte del fulmine, non riesce a sorprendere il nemico a causa della sua velocità non all'altezza della situazione. Jushi con la sua arte del vento non riesce a mettere in difficoltà la sua avversaria essendo troppo prevedibile.
Nonostante tutto, quello che se la passa peggio è il maestro Haioku, individuato dal capo squadra Ao che si prepara a contrattaccare.
Sorride beffardamente questo, pensando già a come farà le scarpe al maestro in maniera così semplice. Va a comporre una moltitudine di sigilli prima di passare all'attacco.
-La terra sarà la tua tomba, povero stolto...(2) Suiton - Daibakufu no Jutsu!- esclama ad alta voce il capo squadra Ao andando a creare una spirale d'acqua che va ad esplodere in direzione del maestro Haioku che si ritroverebbe qualche secondo inghiottito dal vortice d'acqua. Ma ad un certo punto succede qualcosa che fa in modo che l'acqua non lo raggiunga, come un'esplosione che chiude il tunnel sotterraneo creato dal maestro per raggiungere il capo squadra. Il maestro si ritrova bloccato per qualche secondo, ma poi decide di raggiungere la superficie. Ao si accorge di tutto e va a mostrare al nuovo arrivato un ghigno malefico. Lo osserva da capo a piedi, lo squadra e poi si pronuncia.
-Finalmente ti sei mostrato- esclama serio il capo squadra, andando ad osservare dietro il nuovo arrivato anche il maestro Haioku. Quest'ultimo resta sorpreso e ci resta quasi male.
-Non saresti dovuto intrometterti, Shizukana- esterna rabbioso il maestro Haioku rimettendosi in piedi, ma Shizukana non lo degna di un solo sguardo.
-Se non fossi intervenuto, a quest'ora sarebbe affogato. Mi dispiace dirglielo, ma lei non ha i mezzi per battere questo tipo- risponde Shizukana con espressione seria e tono assolutamente sicuro. Ao inizia a ridere sentendo le ultime parole del ragazzo per poi andare a mostrare un sorriso beffardo al suo avversario.
-Perchè, tu avresti questi mezzi, moccioso?-  chiede Ao non riuscendo a prendere sul serio il ragazzo, ma questo non accenna a fare la minima mossa.
-Haioku-sensei... vada ad aiutare i suoi allievi, a questo ci penso io- indica Shizukana non accennando alla minima mossa, per poi andarsi a rivolgere nuovamente ad Ao, chiudendo gli occhi, componendo il sigillo della tigre e concentrando il chakra sul volto.
-Quegli occhi non sono tuoi... Adesso vedrai cosa può fare qualcuno che domina questi occhi, vecchio- tuona glaciale Shizukana andando a mostrare poi il suo Byakugan, provocando lo stupore di Ao.
-Uno Hyuga... Finalmente le cose si fanno interessanti- sussurra Ao iniziando a prendere più sul serio Shizukana ed andando a richiamare nuovamente il Byakugan.
Il maestro intanto si dirige verso i suoi allievi cercando di dargli man forte, ma le cose nello scontro stanno per cambiare. Zasshi inizia a ridere fissando la sua avversaria e il maestro capisce subito che di lì a poco, in un modo o nell'altro, quel duello finirà. Per quanto riguarda Shiranai e Jushi le cose restano invariate.
Il clone di Komugi resta attento invece a monitorare a 360 gradi la situazione, captando ogni minimo schema, comportamento o movimento che possa servire successivamente ai piani d'invasione.

(1) Tecnica superiore della moltiplicazione degli Shuriken
(2) Arte dell'acqua - Tecnica dell'esplosione acquatica

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Capitolo 14
*** Byakugan contro Byakugan ***


Byakugan contro Byakugan Il fronte principale adesso è occupato dal capo squadra Ao e da Shizukana Hyuga. Negli altri fronti si scorgono per ora solo accenni di reazione, anche se Zasshi pare aver trovato l'asso vincente con l'espressione che mostra. Il maestro si posiziona in alto e tiene sottocchio la situazione, visto che anche lui è curioso di vedere come si comportino i suoi canarini. Il maestro inoltre indica ai suoi adepti di seguirlo, in quanto la battaglia tra i due "grandi" potrebbe coninvolgerli, e infatti gli allievi tenendo lo sguardo sui loro avversari iniziano ad allontanarsi, inseguiti logicamente da loro.
Gli sguardi scambiati tra Ao e Shizukana valgono più di mille parole, improvvise folate di vento fredde graffiano il volto dei due, come se anche il cielo si eccitasse dinnanzi ad uno scontro del genere. Anche l'attenzione del clone di Komugi ora si sposta tra le due "grandi" potenze, dato che finora i canarini hanno solo deluso tanto.
Postura difensiva assunta da Shizukana, mentre il capo squadra si prepara ad attaccare. E così inizia la battaglia, con Ao che si avvicina correndo allo Hyuga estraendo velocemente un kunai da una sacca e cercando di graffiarlo all'altezza della gola. Mossa da dilettante, sapendo che la battaglia è contro uno Hyuga che ha una difesa quasi impenetrabile. Con il byakugan lo anticipa osservando i flussi di chakra schivando il colpo in maniera ottima e scagliando un colpo di Juken sull'addome di Ao che viene scaraventato indietro. Questo però con un salto mortale all'indietro si riappoggia con i piedi per terra. Va a tossire Ao, ma anche a mostrare un sorriso all'avversario.
-Sei preparato, marmocchio... Ma non abbastanza- provoca Ao che va a comporre uno strano sigillo a una mano con la sinistra, e porta il braccio sinistro in alto indicando al cielo l'indice e il medio della mano destra. Ad un certo punto il posto inizia ad essere ricoperto da una strana nebbia, che inizia ad occultare la vista di tutti i presenti.
-(1)Kirigakure no Jutsu...- sussurra Ao in mezzo alla nebbia più fitta, prendendo le sue decisioni nella più cauta calma. Ride. Il tono della voce è alterato dalla nebbia, andando a confondere l'udito dell'avversario.
-Otto punti. Cranio, spina dorsale, polmone, fegato, vena giugulare, arteria succlavia, rene e cuore. Dimmi, giovane Hyuga... quale parte vitale preferisci?-
 sussurra nuovamente Ao, non incutendo però nessuna paura al giovane Hyuga. Nonostante ciò, Shizukana sta riscontrando molta difficoltà. La nebbia è fitta, non garantisce visibilità e altera il suono. Il Byakugan è offuscato, in quanto la nebbia è fatta di chakra, quindi non riesce a distiguere bene le tracce del nemico.
Molto velocemente Ao si avvicina a Shizukana che non riesce a vederlo, e gli pianta un kunai sulla coscia destra, facendogli perdere l'equilibrio e quindi facendolo cadere. Geme a bassa voce Shizukana che va a togliere il kunai immediatamente, e cerca di rimettersi in piedi. Appena si mette in ginocchio viene colpito con un calcio al volto, che lo fa rotolare all'indietro per qualche metro. Shizukana inizia a capire che le cose non vanno nel verso giusto, e che quindi è arrivato il momento di fare qualcosa. Per prima cosa si rimette in piedi, poi concentra il chakra sul palmo delle mani. Continua a gemere, ma ciò non gli impedisce di utilizzare la tecnica creata da lui, il (2)Kami sori Saikōsai. Con questa tecnica si creano delle lame di chakra sulle mani di Shizukana ed effettuando una rotazione ad alta velocità riesce a scagliare queste lame intorno a sè che vanno a perforare la nebbia di chakra del nemico in questo caso. Logicamente la gamba che fa da perno è quella non ferita,  e Shizukana riesce perfettamente nel suo intento. La nebbia si dirada al passaggio delle lame, avendo una visibilità con il byakugan pressochè perfetta. Ao, muovendosi ad alta velocità un attimo prima che Shizukana mettesse in atto la tecnica, si ritrova a pochi centimetri dal volto di Shizukana che però adesso può contrattaccare. Infatti Shizukana riesce a sferrare con velocità inaudita alcuni colpi di Juken all'addome, seguiti da un calcio in pieno volto, che lo fa volare all'indietro per alcuni metri. Shizukana stramazza a terra gemente, in quanto ha colpito Ao con la gamba ferita. Ad ogni modo, prima che peggiori la situazione, deve togliersi di mezzo quel tipo.
Ao capisce la situazione e dal canto suo vuole riuscire a sfruttarla nel migliore dei modi. Per prima cosa quindi decide di prendere tempo, quindi mette in atto una mossa strategica che fa assolutamente al suo caso: il (3)Suiton - Mizu Bunshin no Jutsu. Con le copie a disposizione ora corre in direzione del nemico andando a comporre dei sigilli, ed andando a ricoprire la zona con un'ampia massa d'acqua con il (4)Suiton - Bakusui shōha creando un'onda attraverso la bocca di dimensioni abnormi. Avvedendosi del pericolo, Shizukana cerca di fare qualcosa. Cerca di rimettersi in piedi con l'aiuto delle braccia poggiando poi a terra la gamba buona. L'onda si avvicina pericolosamente e Shizukana di istinto usa sia la gamba buona che le braccia per non essere travolto e quindi per librarsi in aria, atterrando poi sulla superficie acquatica ponendo chakra sui piedi. Shizukana ansima, per qualche attimo ed Ao parte all'attacco immediatamente insieme alle sue copie. Compone alcuni sigilli Ao per poi andare ad eseguire il (5)Suiton - Suikōdan no Jutsu espellendo proiettili acquatici dalla bocca di Ao e dei suoi cloni che dovrebbero colpire Shizukana. Osserva preoccupato le movenze dell'avversario, nota i proiettili e li distrugge con il (6)Hakkeshō Kaiten. Individuando il clone vero con il Byakugan, parte immediatamente con la sua strategia utilizzando il (7)Hakke Koushou verso quella copia, e va a colpirlo in pieno, data la vicinanza e il poco tempo di reazione, facendolo volare all'indietro e distruggendo tutti i cloni d'acqua. A questo punto un altro sforzo da parte del ragazzo che si avvicina velocemente ed attua il (8)Jukenho Hakke Hyakunijūhan Shō, colpendolo con 128 colpi di juken ad una velocità stratosferica, dissanguando il suo chakra e scaraventandolo alla fine contro un albero. Shizukana, esausto, cade al suolo svenuto, mentre Ao dopo la batosta cerca di rimettersi in piedi, ma ormai è in fin di vita. Respira affannosamente, i colpi di Juken oltre a far male, eliminano chakra, e Shizukana ne ha eliminato troppo. Qualche secondo resta in quelle condizioni Ao, prima di esalare l'ultimo respiro e dire soltanto una parola farfugliando: -Bravo... ragazzo...-.

(1) Tecnica del velo di nebbia
(2) Tecnica del Rasoio Supremo
(3) Arte dell'acqua - Tecnica della moltiplicazione acquatica
(4) Arte dell'acqua - Onda esplosiva
(5) Arte dell'acqua - Tecnica dei proiettili marini
(6) Tecnica della rotazione suprema
(7) Tecnica del palmo d'aria
(8) Tecnica delle 128 chiusure

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Capitolo 15
*** Preoccupazione, paura o fama? ***


16. Preoccupazione, paura o fama? Lo scontro principale in quel momento finisce, con Ao esanime al suolo e Shizukana svenuto e così mal ridotto che sembra stia oltrepassando il varco dell'altro mondo. Il maestro Haioku si avvicina ad Ao e lo fissa, ricordando le parole del suo allievo Shizukana che gli ricordano di non avere i mezzi per sconfiggere avversari di tale portata. Il maestro a questo punto prende una specie di barattolo dalla sua sacca, lo guarda e poi rifissa prima Ao e poi Shizukana.
-Questa volta sarò io il tuo allievo, Shizukana-kun - sussurra il maestro dirigendosi verso il luogo del combattimento dei suoi giovani allievi a grande velocità. Il maestro nota che Zasshi se la cava abbastanza bene, quindi decide di raggiungere gli altri due allievi, Jusshi e Shiranai. Il maestro compone alcuni sigilli con la mano e poi cercando un punto medio che riesca a colpire, seppur lievemente entrambi i ninja sensori, mette in pratica la sua tecnica.
-(1)Doton - Doryū Taiga!- esclama il maestro andando a creare un fiume di roccia abbastanza largo da riuscire a colpire entrambi i ninja, anche se questi accortisi della tecnica balzano sui rami degli alberi.
-Shiranai, Jushi! Il vostro compito è trovare una sorgente e riempire questo barattolo d'acqua, acqua pulita, assicuratevene!- ordina imperativo il maestro, fissando seriamente i suoi allievi.
-Si, maestro- si limitano a rispondere i ragazzi, che lasciano immediatamente il posto allontanandosi velocemente. Il maestro sospira, cercando di capire quale tattica utilizzare per togliersi di mezzo quei ninja sensori. Si da uno sguardo intorno, notando che non c'è nulla che possa utilizzare per nascondere le tracce. Quindi quello che dovrà fare è camuffarsi utilizzando qualche tecnica.
Inizia a comporre dei sigilli  prima di attuare la genialata che gli è appena balzata in mente, e cercare di sorprendere il nemico.
-(2)Kage Bunshin no Jutsu..- sussurra il maestro andando a creare una dozzina di suoi cloni d'ombra che, a differenza dei normali, possono attaccare provocando danni, rispetto ai normali cloni d'ombra. -Andate..- sussurra il maestro ai suoi cloni che si avventano contro i due ninja sensori. Il maestro inizia a comporre altri sigilli, mentre i cloni cercano di distrarre il nemico.
-
Doton - Doryū Taiga..- sussurra il maestro andando a creare un fiume di fango di grossa entità che si abbatte sul sentiero in cui sta avvenendo lo scontro. In quel preciso momento il maestro vi si getta dentro, confondendosi tra la quantità enorme di fango, rischiando anche di essere gravemente ferito. Nonostante ciò, viene ritenuta l'unica soluzione per togliersi di torno quei ninja sensori, che avrebbero potuto scovarlo ovunque. Adesso il problema è riuscire a sbarazzarsi in breve tempo di quelli e sperare anche in un attacco a sorpresa. Dopo aver individuato i nemici ecco che si sente pugnalare con un kunai alle spalle, emanando un leggero urlo, prima di cadere per terra in ginocchio. Qualche secondo dopo il maestro si liquefa e diventa un tutt'uno con il fiume di terra. Infatti il maestro ha ritenuto come miglior ipotesi quella di tutelarsi e creare un clone di terra che lo rendesse visibile, per attirare nella sua trappola i due ninja sensori. Il maestro cerca di mimettizzarsi quindi in alto, tra gli alberi con chioma molto fitta, venendo fuori poi al momento opportuno. Compone alcuni sigilli molto velocemente e mette in atto la sua tattica da lui ideata.
-(3)Doton - Doryūdan..- sussurra il maestro concentrando un grande quantitativo di chakra facendo fuori uscire dietro ad ogni ninja un drago di terra che inizia ad espellere proiettili di terra a ripetizione.
I ninja accortisi immediatamente del pericolo cercano di elevarsi con un grande balzo che però viene previsto anzi tempo dal maestro. Un attimo dopo che questi si elevano, il maestro viene fuori, e con tempismo perfetto prende il capo di questi, uno con una mano ed uno con l'altra e li sbatte violentemente uno contro l'altro prima di arrivare a terra e sbatterli nuovamente al suolo.
Insomma quella ideata da Haioku può definirsi, appunto, un colpo da maestro. Dopo aver finito il maestro va a frugare tra gli oggetti tenuti dai ninja sensori e prende il necessario. Intanto i due allievi mandati a cercare dell'acqua ad una sorgente ancora non si fanno vivi. Quindi il maestro si dirige verso Ao e verso Shizukana per sincerarsi del loro stato. Lo sguardo va prima sulla sagoma di Shizukana e poi su quella di Ao, ma non c'è niente di sospetto. Nel frattempo gli allievi arrivano a destinazione portando il barattolo colmo d'acqua, porgendolo al maestro.
-Otttimo lavoro, ragazzi..- esclama a bassa voce il maestro volgendo loro lo sguardo e donandogli un lieve sorriso. Poi lo sguardo sul corpo di Ao, si avvicina al capo e con la mano destra va a strappare l'occhio con il Byakugan, tra lo stupore generale dei presenti. Jusshi deglutisce e Shiranai invece resta incredulo a quella visione. Dopo aver preso l'occhio, il maestro va a metterlo nel barattolo pieno d'acqua, andando poi a sospirare.
-Maestro! Cosa sta facendo?- chiede sconsolato Shiranai, che però non ottiene risposta. E' come se il maestro, per lui, abbia fatto qualcosa di impuro, di sbagliato. Jusshi invece pensa che se il maestro l'ha fatto, l'ha fatto per una ragione e quella ragione resta ancora valida.
-Per ora aspettiamo Zasshi, tra un po' dovrebbe finire- conclude il maestro andando ad occuparsi del corpo di Shizukana.

(1) Arte della Terra - Tecnica del fiume di terra
(2) Tecnica superiore della moltiplicazione del corpo
(3) Arte della Terra - Proiettili del drago di terra

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