To live for two

di Dikar 93
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** To live for two ***
Capitolo 2: *** cade la notte ***
Capitolo 3: *** Capitolo extra n. 1 ***
Capitolo 4: *** Emily ***
Capitolo 5: *** Al secondo posto ***



Capitolo 1
*** To live for two ***


A Dikar 93 production

TO LIVE FOR TWO

Hermione si era alzata di nuovo, corsa in bagno per la terza volta in una notte.
- Tre -
- Che cosa? - Chiese dal bagno.
- Siamo a tre - Rispose Harry.
Hermione tornò a letto spostando da sotto la testa i capelli ricci e scompigliati.
Harry la guardò un attimo, poi le chiese: - Siamo sicuri di star bene?-
- Si, sto bene. Non preoccuparti -
- Lo sai vero che non è normale vomitare per ben tre volte in una notte?-
Harry aveva un brutto presentimento.
- Domani andiamo dal medico, okay?-
- Va bene...! - Hermione si sdraiò svogliatamente per poi dargli un bacio a fior di labbra.

Quando Hermione dormiva sembrava un angelo; Le ciglia sottili e nere unite, le labbra rosa serrate e il viso sottile e candido illuminato dalla Luna.
Harry non sapeva se sarebbe riuscito a dormire, era raro avere un angelo che dormiva affianco. Possibile che lei non aveva ancora capito che aveva un piccolo bocciolo in sé?
O forse non voleva crederlo, non voleva smettere di danzare per mesi; Già, lei aveva intrapreso una lunga carriera da ballerina classica, i tutu le stavano a meraviglia, e quando si alzava sulle punte incominciava a volare con salti e giravolte l'angelo che aveva in sé splendeva ancora di più, illuminato dalla Luna che splendeva nel cielo come lei.
Harry la guardò un attimo, poi chiuse gli occhi anche lui, sperando solo di sognare. 

La finestra era aperta, un uccellino si era posato sul davanzale, cantava, forse anche lui era felice, forse aveva un nido con delle uova.
Il sole illuminava la camera da letto, il vento muoveva e gonfiava delicatamente le tende. Harry aprì gli occhi a causa della luce che gli batteva sul viso.
Guardò l'orologio appeso alla parete, le 4.45?! Prese gli occhiali e li mise davanti agli occhi, ah no, erano le 9.20, aveva solo confuso le lancette. Si ributtò nel letto annoiato, ma era tardi, si alzò e andò in cucina con passi lenti e ondeggianti. Aprì il frigo e sbadigliando prese la confezione del latte, ne verso un po' in un pentolino e prese dei biscotti.

Lasciò che il latte nel pentolino si scaldasse sui fornelli e tornò in camera, Hermione aprì gli occhi proprio mentre lui varcava la soglia.
- Ho la nausea - Disse mettendosi seduta.
- Ah, non mi sorprende, notando che hai vomitato per ben tre volte in una notte - 
- Che gentile - Disse sorridendogli. 
Poi Harry tornò in cucina lasciando che la moglie si vestisse. 

***

Il medico fece entrare in studio Hermione, ma prima che potesse chiudere la porta Harry disse: - E io?- 
- Oh - Disse il medico stupito, come se non si fosse accorto che era lì. 
- Oh lei no, solo la signora Granger può entrare - 
- Guardi che io sono Harry Potter, quindi lei è la signora Potter - 
- Oh! - Fece il medico. 

Harry si sedette sbuffando su una sedia vicina alla porta. Non era agitato, lui aveva capito cosa aveva Hermione, o perlomeno ne aveva una vaga idea, era lei ad non esserci arrivata!

***

- Si sdrai qui, signora Gr... Potter, mi scusi - 
- Non si preoccupi - 
Hermione si mise su un lettino, il medico le scoprì la pancia con aria indifferente. Prese un aggeggio con un filo elettrico a un piccolo computer appoggiato sul mobile vicino al lettino. Posò delicatamente l'aggeggio sulla pancia di Hermione e della crema, una spece di gelatina gli si spalmò sulla pancia. 

Sul monitor comparì il suo ovulo e una pallina irregolare biancastra dentro di esso, il medico le fece ancora il solletico con l'aggeggio poi lo alzò dalla sua pancia, le diede uno straccino, con cui Hermione tolse quella crema appiccicosa.  

Il medico le chiese: - Quanti anni ha?- 
- Venticinque - Rispose Hermione sicura. 
- E' sposata? - 
- Si, con quel ragazzo che ha conosciuto prima, Harry Potter, ricorda?- 
- Vagamente - 
Hermione ebbe il presentimento che se avesse riso sarebbe stata buttata fuori dallo studio, così stette zitta. 

- Mi scusi, perché mi fa queste domande?- Chiese Hermione preoccupata. 
- Be', quando si sta per diventare madri, bisognerebbe avere un'età giusta ed essere sposati - 
- Mi scusi, ma mi sembra che se si vuole un figlio... ma un attimo, questo che c'entra? Non sarà mica...? - 
- Lei è incinta - 

Hermione svenne. 
Era sorpresa, lei... incinta?! Quindi avrebbe dovuto smettere di ballare? Molto probabilmente, però fino al secondo mese avrebbe continuato. 

Quando si risvegliò era sdraiata sul divano di casa sua, Harry seduto vicino a lei con aria vagamente persa. 

- Ehm... Harry?- 
- Ah, ti sei svegliata - 
- Si - Rispose Hermione alzandosi e infilando le ciabatte. 
- Sono incinta...- Disse Hermione cercando di fare l'indifferente. 
- Si, di due settimane -

Hermione sospirò e si stiracchiò. Portò le mani alla pancia e disse: - Non sarà facile ma va be', benvenuto piccolo Potter -
Sorrise felice e si sedette sulle ginocchia di Harry, che coccolò di nuovo le labbra della moglie.
Quelle labbra che tante volte aveva gustato, così candide e morbide, quelle labbra d'angelo.
Angelo, come lei e il "piccolo Potter".

ORA TOCCA A ME:

Oh be', non riesco a tenere conto di quanto giorni o mesi avevo in testa questa fanfiction.
Problema: Come inizio? Sapevo il finale e le scene in mezzo alla trama, ma non la cosa più importante, ovvero: l'inizio.
Questo primo capitolo non è lunghissimo, e per essere sincera non so se gli altri saranno più lunghi. Desolé.

Bye bye, vostra Dikar.

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Capitolo 2
*** cade la notte ***


A Dikar 93 production

TO LIVE FOR TWO

Two: Cade la notte. 

- mmh... che ore sono?- Chiese Hermione con la voce impastata dal sonno. 
- Eh?-  Harry farfugliò.
- Che...?- Hermione non finì la frase che un pensiero le volò nella mente.
"Il... il saggio! Come faccio ora? La gara? Oddio!" Hermione era agitatissima. 
- Ma... tu oggi non avevi il saggio? - Chiese Harry alzandosi su un lato. 
- Si...! - Disse Hermione preoccupata mentre si alzava per prepararsi, ma Harry la trattene dalla camicia da notte.
- Torna a letto, sono solo le 9.30... - 
- Le... ODDIO! Il saggio è alle 10.20!- 
- Tranquillizzati, ce la faremo molto con calma - Disse Harry ributtando la testa sul cuscino e riprese a russare 
- Harry alzati! Stupido! Idiota! Alzati o ti ammazzo! -  
- Ah! E' la guerra che vuoi, molto bene. Preparati! - Hermione prese un cuscino e si mise sulla sua parte del letto e incominciò a colpire la testa di Harry e arruffargli ancora di più del normale i capelli corvini. 

***

- Povera me! Sono già le 10.55! Ora come faccio? Non riuscirò mai in tempo - Disse preoccupata Hermione. Tirò fuori dalla borsa il tutu blu notte decorato con degli stras trasparenti e una grande luna cucita sopra. 
- Dai sbrigati, ci sono tre concorrenti prima di te, i balletti durano all' incirca mezz'ora, si, credo che ce la puoi fare!- La incoraggiò Harry. 
- Si ma... dovrei anche allenarmi e ripassare i passi!- Disse Hermione preoccupata.
- Oh 'Mione! Troverai il tempo anche per quello, su dai, datti una mossa!- Le disse il marito guardandola veemente. 
- Okay... se lo dici tu... - Hermione tolse gli abiti e si mise il tutu. 
Quel colore blu notte e quella luna la facevano sembrare ancora di più un angelo, un bellissimo angelo caduto dal cielo solo per lui. 
- Attenta a Baby Potter, Ok?- Disse Harry con un sorriso entusiasta. 
- Certo, 'sta tranquillo - 
- Bene - Le disse contento. 
- Dai, hai ancora l'ultimo balletto prima di te, vai a provare - Le disse Harry. 
- Si... certamente... okay. - 
Non aveva mai visto Hermione così agitata. 
Però era così carina quando aveva quell'espressione indifesa e spaventata... 

Dopo mezz'oretta una voce dal palco annunciò il turno di Hermione. 
- La notte! - Urlò ancora. 

Hermione si diresse verso il palco e fece un inchino, dopodiché fece una giravolta, salì sulle punte per volare in alto per poi cadere ancora sul pavimento e atterrare. Stava andando benissimo, avrebbe sicuramente vinto lei questa gara.
Saltò di nuovo, fece due passi sulle punte, una giravolta, poi una in aria e un salto. Ormai era fatta, ma... Hermione saltò con troppo slancio, cadde a terra.

La giuria e tutte le persone presenti nel palco spalancarono gli occhi, sorpresi. 
- HERMIONE!- Urlò Harry spaventato correndo verso sua moglie. 

- Tutto bene?- Chiese preoccupato sollevandola per un braccio in modo che si alzasse. 
- Si, tutto... Ahi! - Disse quando il piede toccò a terra. 
- Credo di essermi slogata una caviglia - 
- MA CHE FATE LI' IMPALATI! DATEMI UNA MANO! - Urlò Harry con un sopracciglio alzato notando che tutti, compresa la presentatrice stavano immobili a bocca aperta mentre guardavano sorpresi Harry che caricava Hermione sulla schiena.

***

San Mungo. Stanza 103.

- La caduta non è stata così brusca. La caviglia è slogata e almeno per due settimane non potrà danzare. Comunque il bambino sta bene -
Harry e Hermione tirarono un sospiro di sollievo.

In quel momento a Hermione non importava tanto della danza, ora l'unica cosa che contava veramente era suo figlio. Prima era rimasta sorpresa nel scoprire di essere incinta, ma adesso la considerava la cosa più bella che potesse capitarle.
Aveva un po' paura per il parto, ma ormai non poteva tirarsi in dietro.

***

- Sei sicura di stare bene?- Chiese Harry a Hermione, che sorseggiava del latte caldo mentre leggeva un libro.
- mmh?- Chiese lei, spostando il viso verso di lui ma senza staccare gli occhi dal libro.
- Sei sicura di star bene? In fondo la danza per te era molto... - Ripete lui.
- Sto bene, Harry. Non preoccuparti. Ora l'unica cosa che conta è Baby Potter - Disse lei sorridendogli dolcemente.
- mmh - Disse lui spostando gli occhi al tappeto.
- Senti - Disse lei chiudendo il libro - La danza... si mi dispiace un po', ma in fondo ora conta solo nostro figlio, perciò non preoccuparti - Disse lei mettendogli una mano sulla spalla e guardandolo dolcemente.
Lui si voltò e la guardò poco convinto.
- Sto bene, davvero! - Disse lei.
- D'accordo... se lo dici tu. Vado a preparare il pranzo.

Quel bambino era la cosa più bella che gli fosse capitata. La migliore che avesse mai fatto.
 - Giusto Baby Potter?- Disse lei coccolando il bambino accarezzando la pancia.

ORA TOCCA A ME:

Metto in chiaro una cosa: Questa fanfiction andrà avanti per non so quanto tempo, visto che ogni tre capitoli e un nuovo mese, adesso siamo a Giugno? Bene, il prossimo capitolo sarà in Luglio... e così via.

All' inizio doveva essere ogni mese, ma poi sarebbe stato davvero troppo lungo, quindi ogni tre capitoli. Dove si ripartirà da zero. Nel prossimo sarà raccontato in un capitolo extra della caviglia e tutte le cose che vorrebbero fare Harry e Hermione. Poi ci sarà il nuovo mese. [quindi il prossimo capitolo sarà l'extra.] Ok? Avete capito?

Scusate per il mostruoso ritardo a postare il nuovo capitolo.

GRAZIE MY FRIENDS!

PiccolaStellaSenzaCielo: Sono contenta che ti piaccia! ^^ Spero che seguirai ancora questa storia. I capitoli continuano a essere corti, per quanto vorrei fossero più lunghi, mi saprai perdonare per questo? çç

kia85: Ehm... be', non sono un genio in medicina, perciò mi scuso per gli errori di ordine clinico... sapevo già di aver fatto qualche pasticcio! ^^'''
Bene, sono felice ti piaccia la mia fanfiction! ^^
Affrettata? Questo non l'avevo notato, comunque è probabile, molto probabile. hu hu hu ^=^'''

Anche tu una Harry/Hermione, eh?

Bye bye, Dikar 93. ^^

emma: Eh sì, mi hanno già detto che è un po' affrettata, ma comunque ci sono nelle recensioni dei "la storia nel complesso è carina" perciò sono comunque contenta... grazie.

Bye.

lisepotter: Felice che ti piaccia. Ecco il seguito, anche se un po' in ritardo.

Bye bye anche a te, alla prossima per tutti!

Dikar! ^0^

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Capitolo 3
*** Capitolo extra n. 1 ***


TO LIVE FOR TWO

 TO LIVE FOR TWO

Capitolo extra primo mese.

Opera di Dikar 93. 

Hermione era sdraiata sul divano, erano le 4.45 della notte, aveva passato la notte in bianco. Non aveva dormito neanche un minuto, non ci riusciva proprio a dormire con la nausea e le fitte che ogni tanto aveva. Tra l'altro il tempo non passava mai, guardava l'orologio e d'erano passati sì e no cinque minuti.

Sentì dei passi in lontananza, si accomodò sul divano fingendo di dormire, ma troppo tardi.
- Hermione, non riesci a dormire? - Chiese Harry guardandola. Hermione aprì un occhio  - Ehm... sì, è la nausea. Insopportabile!- Disse lei scocciata - Ma sono attrezzata - Tirò fuori da sotto il cuscino del divano un libro;  Le stelle e i pianeti, per conoscerli meglio. - Ah, te lo sei portata dietro? - Chiese Harry con un sopracciglio alzato - Beh... altrimenti cosa facevo, ma tanto l'ho già finito. Non era poi così lungo - Disse lei facendo spallucce.
- Che? Ma se erano 245 pagine!- Disse Harry sbalordito.
- 254, ti sembrano tante?- Chiese lei con un sopracciglio alzato.
- Beh... in effetti...- Disse lui indeciso nel dar ragione alla moglie. Era da un po' che se le dicevi di no lei si arrabbiava subito, probabilmente era l'agitazione.
- Comunque mi puoi prendere un libro sul comodino? L'origine dei maghi e delle streghe, mi piacerebbe iniziarlo - Chiese lei gentilmente a Harry.
- Quello corto? - Fece lui ironicamente, facendo le virgolette con le dita.
- Smettila! - Disse Hermione lanciandogli un cuscino.
- Calma, calma! Era solo un scherzo - Disse lui parandosi il viso con le mani - Comunque ti scaldo anche una camomilla, semmai ti fa bene -
- Va bene - Disse lei sorridendo dolcemente.
Harry si recò nella cucina. Un'oretta dopo ritornò in salotto con sopra un vassoio una tazza, un cucchiaio, dello zucchero e una teiera, pericolosamente in bilico.
- Grazie - Disse Hermione prendendo la tazza e girando con un cucchiaino lo zucchero dentro la camomilla.
- E di cosa? - Disse lui - Ti vado a prendere il libro - E si diresse in camera da letto. In quel momento Hermione si sentì protetta, tutte quelle premure di Harry la facevano sentire al sicuro da qualunque cosa, anche la più peggiore di tutte, sapeva che per ogni minuscola eventualità lui ci sarebbe stato, fra tanti mesi, quando sarebbe arrivato il momento lui l'avrebbe aiutata, l'avrebbe portata fino al San Mungo più veloce che poteva, con la loro nuova macchina volante, Harry l'aveva comprata all'incirca due mesi fà, era nera con i sedili rosso fuoco. Dentro il bagagliaio si era fatto costruire un apposita cassetta incorporata per la scopa, in modo da portarla dietro ovunque, anche in vacanza. Hermione rise leggermente. Harry entrò nella stanza dandole il libro che aveva chiesto.

*

La notte passò, Hermione chiese a Harry se stava un po' vicino a lei finché non si addormentava, cosa che accadde dopo un ora quasi precisa. Harry fece scivolare il braccio di Hermione intorno alla sua spalla e la portò in camera da letto. Dove la posizionò delicatamente sotto le coperte.
Passò tante ore a guardarla, ormai la luce splendeva nel cielo battendo sul suo volto delineando i contorni del viso. Il suo respiro era tranquillo, sereno. Posò una mano sulla pancia di Hermione, suo figlio o sua figlia era lì dentro, e fra qualche mese sarebbe diventato padre. Lui voleva un maschietto, perché l'avrebbe capito meglio, e quando sarebbe stato grande si sarebbero scambiati dei saggi consigli. Non vedeva l'ora che nascesse, ma anche che diventasse grande. Sarebbe andato a Hogwarts anche lui o lei, ma non avrebbe avuto quello splendido preside, Albus Silente. Lui si sentiva sperduto senza i suoi preziosi consigli, che gli avevano insegnato molte cose, gli avevano insegnato a capire cosa era giusto o cosa era sbagliato. Silente era una persona forte, che sapeva come ottenere ciò che voleva, aveva sempre il sorriso, e faceva delle battutine anche quando lui veniva mandato nel suo studio da un docente.  Ora si trovava tra tutti i quadri nel suo studio, era lì, che osservava tutti, mentre parlava con gli altri ritratti e con un occhio sinistro osservava tutto ciò che accadeva. Solo che non poteva più commentarlo, non l'avrebbe più fatto. Mai più.

Spostò la mano dalla pancia alla guancia sinistra di Hermione. La sua mano era diventata azzurra a causa della luce dell'alba. Era una sensazione meravigliosa sentire sotto le dita la pelle candida di Hermione, come un telo di stoffa, morbido, ma non liscio. Spostò ancora la mano facendola arrivare alle labbra della ragazza. Erano morbide e delicate, bagnate da un po' di saliva che le rendeva lucide. Era semplicemente stupenda. 
Alzò gli occhi alla sveglia, e si accorse che erano le 6.10, tra poco sarebbe stato costretto a lasciarla sola. Lei si sarebbe svegliata e avrebbe trovato il letto vuoto, perché lui era andato a lavoro. 
Si alzò e con passo furtivo si diresse all'armadio, lo aprì e ne tirò fuori un semplice paio di jeans chiari e una camicia azzurra. Se li mise addosso e andò in cucina, mise a scaldare del the, e in un fornetto dei toast. Sistemò la marmellata di albicocche sul tavolo e una tazza. Spense il gas e prese il the, lo versò nella tazza. In qualche minuto aveva finito di bere e mangiare il toast. 

Uscì di casa e si si diresse al ministero, lui era un auror. 

*

Hermione aprì gli occhi, convinta di ritrovarsi sul divano, ma su esso c'era solo il suo libro "l'origine dei maghi e delle streghe", lo aveva finito, Harry era rimasto, aveva iniziato a esaminare il caso di un ragazzo di ventisei anni che sembrava avesse servito Voldemort dall'età di diciotto anni, l'avevano avvistato mentre, la sua pazzia al culmine, cercava di uccidere con dei crucio un auror che aveva scoperto chi fosse, ma era scappato prima che riuscissero a prenderlo. 

Hermione si accorse che Harry doveva essere uscito da un po', erano le otto e mezza, ma non aveva nessuna voglia di fare colazione. Così si ributto sotto le coperte, cercando di dormire nuovamente.

ORA TOCCA A ME:

Allora, se trovate qualche errore come parole attaccate scusate, però mi hanno appena portato il PC portatile e devo spingere di più i tasti, ma sono abituata a non spingere più di tanto. Ora invece è un po' più dura, ma non vi preoccupate, ci farò l'abitudine! 
Allora, lo so, questo capitolo è finito un po' così, però il finale mi piaceva: "
Hermione si accorse che Harry doveva essere uscito da un po', erano le otto e mezza, ma non aveva nessuna voglia di fare colazione. Così si ributto sotto le coperte, cercando di dormire nuovamente." Non è bello? Be', spero tantissimo che mi saprete perdonare perché anche questo capitolo è molto corto, ma i capitoli per quanti mesi ci stia su non mi vengono più lunghi di così. çç  

ORA VI RISPONDO:

Elisa 95: Oh, quanti complimenti! Grashie! ^^ Be', e chi ti dice che deve essere uno? ^^ Oh no, questo è un mega spoiler, va be', tanto non dico se è così, perché ancora ci devo pensare, si vedra. Grazie grazie grazie di aver commentato la mia storia, spero farai lo stesso anche su questo capitolo. O almeno spero che qualcuno lo leggerà. çç Bye bye. Dikar.

emma: Grazie, be', cosa doveva fare Hermione? Ammazzarsi perché aspettava un bambino, e Harry? No, è una bella cosa. Davvero? E più scorrevole rispetto al precedente? Sono molto felice! ^^ 
Grazie per aver recensito, spero lo farai anche per questo capitolo extra.
 

kia85: Ah, non dirlo a me: Harry-Hermione fino al midollo, be', le mie storie invece sono anche un po' su Tokyo Mew mew, Kisshu/Ichigo e poi ci sono quelle di Harry Potter, una è Draco-Ginny, ma sono intenta a cancellarla, è venuta male 1, e poi ho cambiato coppia, mi sono trasferita alla Draco-Pansy. ^^ Poi c'è ne una Ron-Luna, anche quella un po' demente, però, direi che quelle venute meglio sono: Quelle Kisshu/Ichigo e quelle Harry-Hermione. 
Sono felice che ti sia piaciuto, lo so, sono corti, ma come ho scritto prima i capitoli per quanti mesi ci stia sopra proprio non riesco a farli tanto lunghi. Mi dispiace. Be', quella di introdurre i pensieri di Harry... non è una cattiva idea, penso che la userò. Grazie per i tuoi preziosi consigli. 
Spero tantissimo che recensirai anche questo capitolo. ^^ Grazie. 

Arya: Beh, contando che sto più di un mese sui capitoli... non posso averla scritta di fretta. Figurati, non sono il tipo che si offende. No problem. 
Davvero l'introduzione è una delle più belle che hai mai letto? (°ç°) Ma che billooo! Come sono felice!
Ah, non ti preoccupare, lo penso anch'io, cioè penso che le critiche ben scritte (come la tua) siano molto più utili di SOLO dei commenti positivi. Perché senno pensi di scrivere benissimo, e invece sicuramente non scrivi perfetto! ^^ Perciò ti ringrazio per le tue critiche, davvero, sono felicissima di averle ricevute! ^^
Spero davvero tantissimo che continuerai a recensire. Dikar.

lisepotter: Oh, un capitolo su come si sono messi insieme? Va bene, ne farò uno. Non c'è problema, però dovrai aspettare il prossimo. Sono contenta che ti sia piaciuto anche questo capitolo! ^^ Grazie per aver commentato, Dikar.
P.S. Commenta anche questo se vuoi. ^^

PrinceLily: Esatto, hai capito tutto! I capitoli extra, visto che ogni tre capitoli sono un mese, ho dovuto metterne uno, compreso tra i tre, dove si spiegava cosa accadeva! ^^ Davvero ti è piaciuta così tanto? Beh, ne sono felice!
Grazie per aver commentato, spero lo farai anche con questo capitolo. ^^ Dikar.

Ho finito, ho risposto a tutti! ^^ Ora vi lascio sperando che commentiate anche questo capitolo. Grazie! ^^

Un saluto a tutti; Dikar.

E' un bel capitolo. E' veramente corto, ma se non ti vengono più lunghi, non sforzarti. Solo, se è un capitolo extra non dovrebbe essere autoconclusivo? Questo non lo è... Va be', sono la solita sorella che ha sempre qualcosa da dire... Ciao! strega 91     (commento di Strega 91, la mia sorelluzza! XD) 

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Capitolo 4
*** Emily ***


To live for two capitolo 4

To live for two
capitolo 3: Emily.

- Harry, Harry? - Hermione muoveva delicatamente la spalla del marito, che russava rumorosamente. 
- Harry! Porca miseria! Alzati!! - La pressione aumentava, tanto che Harry bofonchiò un "ahia!" prima di voltarsi e guardare la moglie spaventatissima. 
- Che c'è? Che hai? Non stai bene? - Chiese lui mettendosi ritto e toccandole la fronte.
- No! Solo... ho voglia di una torta alla zucca, non è che me l'andresti a comprare?-  Chiese disperatamente la ragazza.
- Eh?? Ma Hermione sono le quattro della notte, chi pensi che mi venderebbe una torta alla zucca? - 
- Non so... prova da Ron - Propose lei.
- Oh certo: "Ciao Ron, scusa l'ora, Luna dorme? No, sai, mia  moglie vuole una torta di zucca - Disse lui con un aria poco convinta. 
- Ecco, non vedo il problema - Disse lei facendo spallucce. 
- Non vedi il problema? Non vedi il problema?! Cavolo 'Mione! Sono le quattro della notte!! Mi manderebbero a quel paese!! - Disse lui guardandola, poi appoggio una mano sulla pancia di Hermione e disse ad alta voce - Ehi? BabyPotter? Ascolta papà; non creare questi problemi a mamma, ok? - Disse ironico. Una cuscinata gli arrivò sul naso accompagnata da uno "scemo". Si risistemò gli occhiali e si alzò.
Hermione si illuminò - Vai a prendermi la torta di zucca? - 
- No, ti preparo una camomilla - Rispose lui prendendo la vestaglia dalla sedia su cui l'aveva appoggiata la notte precedente. 
Hermione sbuffò e si ributtò sul letto.

*

- Posso toglierle il gesso, Signorina Potter - Disse il medico sorridendole.
- Ah, grazie. E ditemi, quando potrò tornare a ballare? - Chiese lei entusiasta.
- Beh, io direi anche subito, mi sembra che la gamba sia tornata alla normalità, ma scusi, suo marito mi ha accennato che lei è una donna di grande intelligenza, posso sapere perché allora ha scelto di fare la ballerina sul ghiaccio? - Chiese il dottore perplesso.
- Ah... ehm... vede, il mio sogno fino ai tempi della scuola era stato di fare l'auror, però... poi passarono gli anni, e io vidi una mia amica babbana debuttare su un palco di ghiaccio, mi innamorai di quello sport subito, era elegante, raffinato e molto bello. Mi trasmetteva calore. Qualche anno dopo, mentre io studiavo per fare questo sport, la mia amica morì. I dottori mi annunciarono che la sua ultima parola era stata: 'Mione, ghiaccio, riuscirà", tutte parole che insieme non avevano un filo logico, tra l'altro dette senza articoli o preposizioni, questo causava confusione anche nei dottori, che intesero quelle parole per: Hermione pattina sul ghiaccio, e ci riuscirà, neanche questo però aveva un gran filo logico, così io decisi di intenderlo come io l'avevo inteso: Hermione pattinerà sul ghiaccio al posto mio, sono sicura che ci riuscirà. E così feci, mi impegnai al massimo, mettendo su quel ghiaccio tutta me stessa, abbandonando il sogno dell'auror, e specializzarmi sul pattinaggio. E ora penso di esserci riuscita, come diceva lei: a farlo al posto suo. Lei era più brava di me, ma io mi accontento di quello che so fare, sperando che dal cielo lei sappia quanto mi sono impegnata e apprezzi questo mio gesto, fatto esclusivamente per lei -
- Oh, sono sicuro che ne è entusiasta - Il dottore l'aiutò ad alzarsi dal lettino su cui era seduta fino a un quarto d'ora fa.

*

- Presto! Fammi passare Harvey! - Disse Harry spostando l'auror con un gomito.
- Harry! Sta calmo. Dove devi andare così di fretta? - Gli chiese con un sopracciglio alzato.
- A prendere mia moglie! - Urlò Harry montando sulla sua macchina parcheggiata quasi davanti al ministero e alzandola in volo, qualche minuto dopo si ritrovò davanti al San Mungo.

- Alla buon ora, sono due quarti d'ora che t'aspetto - Gli disse Hermione appoggiata a un muro con le braccia conserte.
- Scusa, ho avuto davvero tanto da fare - Gli disse lui facendola salire.
- O forse ti sei dimenticato? Guarda che non ti mangio - Disse lei veemente.
- Sì, me ne sono dimenticato, ma avevo da fare, lo giuro su BabyPotter - Disse lui alzando le mani dal volante.
- Ah no, lui non si tocca - Disse Hermione accarezzando la pancia.
- Guarda che potrebbe anche essere un lei - Disse lui.
- Beh? Io voglio un lui - Disse lei entusiasta.
- Anch'io, quindi: Nasci maschio, per favore - Disse posando una mano sulla pancia e continuando a guardare il cielo davanti a sé (stanno volando, Harry ha una macchina volante. La comprata un mese prima, perché quando sarebbe nata o nato sarebbe stato ben difficile volare sulla scopa, l'ho scritto nell'altro capitolo, ricordate? Dell'apposito contenitore incorporato per la scopa nel bagagliaio... ecco, quella! ^^ NdA).
- Ma... senti perché non hai più il gesso? - Chiese Harry spostando per un secondo gli occhi sulla gamba di Hermione.
- Oh, il dottore ha detto che sono guarita, presto tornerò a pattinare - Disse lei gioiosa.
- Come voleva Emily? - Hermione spalancò gli occhi.
- Sì, come voleva lei - Disse ritornando all'espressione di sempre e sorridendo un po'.

- Hermione! - Una ragazza con i capelli marrone scuro e gli occhi azzurri pattinava su una pista da ghiaccio - Guardami! 'Mione!! - Disse la ragazza avvicinandosi all'amica, che si voltò di scatto.
- Ehm... sì Emily? - Chiese lei perplessa.
- Avevo fatto l'ultimo pezzo per il debutto di martedì! - Disse lei imbronciata.
- Oh scusa! Prova a rifarlo? - Disse Hermione in colpa.
- Ma non so se mi verrà come prima... - Disse Emily girandosi a guardare la pista.
- Sei talmente brava che ti verrà solo meglio - La rassicurò Hermione.
- Va bene, mi fido - Si voltò e prese a pattinare.

- Mi dispiace signorina, Emily Carwell... lei... non ce l'ha fatta - Disse l'infermiera voltandosi con la mano sulla bocca per soffocare i singhiozzi. Hermione si voltò a guardare i genitori dell'amica, la madre era appoggiata sul petto del padre, che la stava stringendo, non era un tipo molto alto, la mamma di Emily, in lacrime. I genitori di Hermione singhiozzavano cercando di consolare i genitori dell'amica di Hermione.
La ragazza prese a camminare verso la catena di sedie su cui erano seduti Irene Irwin Carwell e Paul Carwell. Appoggiò una mano sulla spalla della madre dell'amica.
- Su, signora, s-si faccia f-forza. Sono s-sicura che Emily... lei v-vi vuole e v-vi ha voluto m-molto bene - Disse balbettando continuamente a causa dei singhiozzi che non riusciva proprio a fermare, una lacrima le scivolò dagli occhi, cadendo sulla gonna, un'altra seguita da un'altra ancora. Le lacrime le scivolavano così veloci sulle guance che neanche si accorgeva che stava piangendo, era convinta di star rassicurando la madre di Emily, e invece non ci riusciva. Le tornò in mente il sorriso dell'amica, quel sorriso così dolce e innocente, vivace e bambinesco, capriccioso e allegro, un miscuglio di cose che non si univano tra loro, ma era davvero un sorriso bellissimo. Si appoggiò alla spalla della madre di Emily, ora era lei ad avere bisogno di essere consolata.
Tre quarti d'ora dopo Hermione singhiozzava ancora lievemente, però aveva chiesto di poterla vedere, anche se posare i suoi occhi sul suo viso pallido e senza vita l'avrebbe fatta stare soltanto peggio.

Sollevarono il lenzuolo dal viso della ragazza, Hermione ebbe un fremito, adesso, stava guardando quel viso che non riusciva ad accettare morto, le sembrava ancora di vederla sorridere e parlare del suo debutto da non molto vinto. Invece era immobile, ferma a guardare un punto impreciso della stanza, anzi, non stava guardando, non stava pensando, non stava sognando, non stava facendo nulla, ora lei era inesistente, non faceva più parte degli abitanti della Gran Bretagna, non c'era più, i suoi sorrisi stavano volando nell'aria, lasciando sola Hermione.

- Hermione? Sei sicura di stare bene? - Chiese Harry passandole una mano davanti al viso. La donna si accorse di avere una lacrimuccia che scendeva sulla guancia.
- Sì, stavo pensando al nome che potremo dare al bambino - Disse lei mentendo spudoratamente.
- Perché allora stavi piangendo? - Chiese l'uomo passando un dito sulla lacrima della moglie, uscirono dalla macchina e Harry andò ad aprire la porta di casa.
- Ehm... felicità e... - Disse lei balbettando.
- Ok, ok, ok. Sei arrivata a una conclusione? Cioè, hai trovato un nome? - Chiese lui buttando le chiavi sul mobile vicino al divano e sedendosi su una poltrona.
- Emily, se è femmina la chiameremo Emily - Harry a quelle parole rimase un po' perplesso, ma poi sorrise dolcemente e rispose: - Va bene -.
Ora Hermione aveva cambiato idea, avrebbe tanto voluto fosse femmina, per chiamare la sua creatura Emily.

Ora tocca a me:

Allora, c'ho messo tanto per fare questo capitolo, ma che volete farci, non era mica facile trovare l'idea! Tra l'altro ci si mettevano anche quei maledetti compiti!! çç Questo capitolo per lo meno però è un po' più lungo, no? Non mi sembra neanche riuscito poi tanto male, voi che dite? Commentate numerosi! =D

Risposte ai recensori:

Elisa 95: Ehi! Che bello, ancora complimenti, ma lo sai che le tue recensioni mi fanno davvero tanto piacere? Beh, sì, non è stato facile scriverlo, ci ho messo almeno una settimana, ghgh! XD Eh sì, caro Harry, la ami così tanto...!

Harry: °/// °
Dikar: Ah, l'amoure!
Harry: Ehm...
Hermione: Ci amiamo tanto, vero? *dice toccando la pancia, si eleva un enghe sospetto*

XD

Grazie per aver recensito, spero farai lo stesso in questo capitolo.

hermione_granger_es: Così va bene? Ce l'ho messa tutta!! Dimmi, com'è? Addirittura Bellissima? WAO!!
Recensirai anche questo capitolo, vero? *o*

evanescense88: eh... aspetta che faccio il conto; 1 2 capitoli primo mese 1 extra 3 4 capitoli secondo mese 2 extra 5 6 capitoli terzo mese 3 extra 7 8 capitoli quarto mese 4 extra 9 10 capitoli quinto mese 5 extra 11 12 capitoli sesto mese 5 extra 13 14 capitoli settimo mese 6 extra 16 17 capitoli ottavo mese 7 extra 18 19 capitoli nono mese. Niente extra o forse sì; 8 o no extra.
Sono: 19 capitoli sicuro e forse otto extra, sommati, anche se gli extra non contano fanno: ventisette. ^^ Mamma mia, spero di riuscire a scriverla tutta! =///=
Grazie per il bellissima, spero recensirai anche questo capitolo, bye bye.

emma: Bene, sono felice che non sia affrettato, anche perché sui capitoli ci metto davvero l'anima, e mi dispiace vedere "è affrettato". Anche a te piaciono le riflessioni di Harry? Ma allora devo averle fatte bene... ?,?
Grazie, spero recensirai anche 'sto capitolo, ciao.

lisepotter: Eh sì, tutte vorremmo essere viziate da lui, ma lui è solo di Hermione (spero) ^^. Grazie mille mille mille per il carino! ^^

Bye bye. Dikar.

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Capitolo 5
*** Al secondo posto ***


To live for two Capitolo IV

To live for two
Capitolo IV: Al secondo posto.

Hermione aprì gli occhi velocemente, abbassò la testa guardando il libro sulle sue  ginocchia, si era addormentata sulla poltrona, mentre leggeva. Riaprì il libro alla pagina a cui era rimasta, ma lesse la prima riga e si accorse dell'immensa poca voglia che aveva di leggere, posò l'oggetto sul mobile davanti a lei e si alzò, dirigendosi in cucina. Trovò Harry preso nel tentativo di girare la frittata, Hermione gli andò vicino, gli prese la forchetta e lo fece al posto suo. 
- Scusa, ma oggi sono un po' fuso, cioè, non mi sento particolarmente bene - disse Harry guardando la mano di Hermione girare il liquido arancione intenso. 
- Vai a riposarti. Come mai stavi cucinando tu? - chiese Hermione staccando un attimo gli occhi dalla frittata per guardare il marito.
- Perché non volevo svegliarti - disse Harry dandole un bacino sulla guancia.
- Beh... allora grazie, però, davvero, riposati, sei pallido - smise di girare il liquido e posò una mano sulla fronte dell'uomo, che sussultò al tocco freddo delle dita di Hermione.
- Non sei caldo, devi essere molto stanco. Effettivamente ieri non ti ho visto entrare nel letto, quando sei andato a dormire? E soprattutto, doveri? Non sei tornato da lavoro, ero molto preoccupata! - Hermione inarcò le sopracciglia, segno di irritazione, Harry lo sapeva meglio di chiunque altro.
- Oh... avevo molto da fare, volevo provare ad approfondire meglio il caso di Bart Jefferson - disse Harry, rosso in viso. 
- Perché arrossisci? - gli chiese Hermione torva.
- Eh? - Harry si voltò - Vado a riposarmi, ok? - e uscì dalla stanza, lasciando Hermione alla frittata. Lei sbuffò e tornò a girarla.

*

- Ehi? E' tutto oggi che pensi! - urlò Ginny, voltandosi verso Harry, che aveva lo sguardo perso nel vuoto.
- Ah, sì, scusami tanto - rispose Harry, riprendendo a fissare il documento. 
- Ecco, qui ci sono tutti i dati di B. Jefferson, contento ora? - disse Ginny segnando con il dito la parola: "nome:". 
- Oh sì, moltissimo - il ragazzo  alzò gli occhi per guardare in viso l'amica - Grazie infinite, ieri non sono riuscito a completare le ricerche -.
- Non ti preoccupare - rispose Ginny toccandosi i capelli.
- Io dovevo scappare, era tardi, e Hermione mi avrebbe frantumato. Grazie a Dio dormiva - disse Harry alzando gli occhi al cielo, rassicurato.
- Un giro in biblioteca non mi ha ucciso, Harry - rispose Ginny preparandosi a uscire dall'ufficio del ragazzo.
- Sì, grazie - disse Harry, ma Ginny gli rispose alzando la mano, come per dire: non fa nulla.

Harry si mise la mano fra i capelli, cosa gli prendeva? Si sentiva sempre esausto, guardò l'orologio, le 7.30, forse poteva concedersi di andare a casa, o forse era meglio restare ad approfondire il caso di Jefferson? Non lo sapeva, no, avrebbe voluto tanto tornare a casa per stare un po' con Hermione e con il suo futuro fringuello, ovvero, suo figlio, però... era un po' presto, il ministro si sarebbe arrabbiato seriamente, uno dei suoi migliori auror che fugge dal lavoro?! Inaccettabile.
Sbuffò e torno a fissare i documenti, scorrendo gli occhi sulla scrittura elegante e ondulata di Ginny. 

Le ore passarono, e quando aprì gli occhi, Harry si accorse di essersi addormentato sui documenti, guardò l'orologio. Erano le 10.30, ma quanto aveva dormito? Per ben due ore e mezza, possibile che nessuno lo aveva svegliato? E poi, Ginny aveva detto che sarebbe passata da lui per ritirare i documenti, che servivano anche a lei. 
Harry si alzò, voleva andare allo studio di Ginny, per chiederle di lasciargli i documenti ancora per un po'. Uscì dal suo ufficio. Arrivò all'ultima stanza in fondo al lungo corridoio.

'G.Weasley' 

La placca color oro con la scritta nera splendeva sulla porta. Dalla stanza si sentivano delle voci, con chi stava parlando? Chi altro auror era rimasto fino a quest'ora? Harry senza pensarci due volte appoggiò l'orecchio alla porta.
- Ginny - la voce di un uomo echeggiò nella stanza.
- sssh! - fece Ginny forte e chiaro. Di chi era la voce maschile? Chi era con lei nella stanza? 
- Io non so... forse stiamo sbagliando... cosa racconterò a Luna al mio ritorno? - chiese di nuovo quella voce di uomo.
- Tanto Lunatica Lovegood crede a tutto - disse Ginny speranzosa.
- Non è affatto così, è molto testarda - disse il ragazzo.
Harry appoggiò ancora di più l'orecchio alla porta, Luna? Cosa c'entrava Luna? Neville! Ecco la risposta, lì  dentro c'era Neville, il marito di Luna Lovegood.
- Siamo sicuri che non si accorgerà di nulla? - chiese Neville.
- Chi? - chiese Ginny, e Harry sentì qualcosa di pesante cadere sulla scrivania.
- Come chi? Luna! - disse Neville, leggermente irritato.
- No... figurati... - la sedia si spostò e andò a sbattere contro l'armadio - Come potrebbe? Dai, stai calmo - disse lei ridacchiando.
Harry non resistette, appoggiò l'occhio al buco della serratura, voleva scoprire che stavano facendo!
La scena lo traumatizzò non poco, Ginny era sdraiata sulla scrivania, mentre stringeva Neville a lei, che le toccava i capelli rossi. Quando vide le labbra di Ginny toccare quelle di Neville, e la sua camicetta aprirsi velocemente non resistette, aprì la porta. 
- Che state facendo?! - urlò. Neville si tirò su di scatto, Ginny si voltò, quando vide Harry spalancò gli occhi, si richiuse la camicetta e si alzò.
- N-niente... - rispose Neville tremante.
- Che stavate facendo?! - ripete Harry irritato.
- Quello, Harry - rispose Ginny con le braccia conserte. 
Harry non fu sorpreso da quella risposta, lo sapeva. 
- Neville - disse dirigendosi verso l'amico - Non hai pensato a Luna? - chiese a testa bassa.
- Io... ci ho pensato, però... - si interrupe rosso in viso.
- Non hai resistito al fascino di Ginny - concluse Harry, guardandola.
- E allora? Che c'è di male nell'amarsi? - chiese Ginny leggermente arrabbiata. Harry si avvicino e senza timore le tirò un ceffone - C'è di male che tu non lo ami, Ginny - rispose Harry irritato.
- Io... - disse Ginny rossa.
- Hai sempre avuto una forte passione per queste cose, anche con ragazzi che non ti interessavano - disse Harry.
- Ma che stai dicendo?! Io amo Neville! - urlò la ragazza, sempre più rossa.
- Harry, basta così, non capiterà più, io vado a casa, Luna sarà preoccupata - disse Neville con una mano nei capelli, poi uscì per dirigersi al suo ufficio. 
Nella stanza calò il silenzio, un'aria imbarazzata girava dentro l'ufficio, fu Ginny la prima a parlare, con la voce tremante.
- Cosa vuoi? - disse fredda.
- Niente, mi chiedevo che fine avessi fatto, e volevo chiederti di lasciarmi i documenti per ancora un po' - chiese Harry mettendo una mano sulla scrivania laccata della ragazza.
- Ok, prendili, ma domani mi servono - disse lei.
- Vorrà dire che anche stanotte dormirò poco - disse il ragazzo.
- No, allora tienili ancora domani, dopodomani me li darai - la voce si faceva ancora più tremante, mentre lei tirava su col naso. Harry le andò vicino, sorridendo un po'. 
- Dai, non importa - disse lui rassicurandola accarezzandole la spalla.
- Invece importa! Ho fatto una stupidaggine, faccio sempre stupidaggini! Ma è come se non me ne rendessi conto, prima che capisca cosa sto facendo ci vuole un po'. Non so perché - disse lei sentendo scendere una lacrimuccia.
- Adesso basta, ok? Io devo tornare da Hermione, e tu a casa tua, hai bisogno di riposarti, non è successo nulla, va bene? - disse Harry alzandosi e guardandola, lei si asciugò gli occhi  e si alzò.

*

- Sei di nuovo tornato tardi - disse Hermione guardando Harry entrare in camera.
- Scusa, mi sono addormentato per due ore e mezza su un documento - disse Harry rosso, Hermione sorrise dolcemente.
- Hai bisogno di riposarti, domani vado dal medico per nostra/o figlia/o, ti va di venire con me? - chiese Hermione guardandolo mentre si toglieva la maglia per mettersi quella del pigiama.
- Oh... domani non posso, devo assolutamente studiare bene un documento prestatomi da Ginny, scusami, facciamo così, io ti accompagno, e poi ti vengo a prendere, d'accordo? - Harry aveva un'espressione molto dispiaciuta, ma purtroppo quello che era lavoro era lavoro.
Hermione sbuffò, ma annuì, e si appoggiò al petto del marito, quando lui si fu messo comodo sotto le coperte, in cerca di un abbraccio, che trovò qualche istante dopo. Le larghe spalle di Harry la facevano sentire protetta da ogni pericolo, sapeva che tra quelle spalle era al sicuro, e ciò la faceva stare davvero bene. 

*

Harry si alzò di colpo al suono della sveglia, che Hermione spense con la mano, svogliatamente, lui si alzò e corse in bagno più veloce che poteva, Hermione infilò le pantofole e sbadigliando si diresse in cucina. Quella mattina Harry faceva tutto più velocemente del comune, e la ragazza più lentamente del solito.
Quando Harry si presentò in cucina, già vestito, Hermione lo guardò perplessa: - Si può sapere che hai? Perché hai tutta 'sta fretta? - chiese sorseggiando il suo the.
- Ti accompagno dal medico, ma io alle 8.00 devo essere a lavoro! - disse lui mettendo in bocca un biscotto.
- Ma l'appuntamento è alle 9.30 - disse Hermione confusa.
Harry alzò un sopracciglio, mentre la guancia destra si gonfiava a causa della lingua che tentava di togliere un cereale dal dente. - Allora andrai un po' in anticipo - 
- Un po'... Harry! E' un'ora prima! - disse Hermione alzando la mano per indicare l'orologio.
- Allora... allora facciamo un giro e poi andiamo - disse lui rassegnato, non gli andava di uscire da lavoro per andarla a prendere, era una delle cose che più odiava, interrompere delle indagini era la cosa che più detestava, quando iniziava una cosa doveva portarla a termine. 
- Eh? Ma tu non devi essere a lavoro alle 8.00? - disse lei agitando un biscotto in aria e imitandolo. 
- Beh... vorrà dire che arriverò un po' in ritardo, per lui questo e altro - disse guardando la pancia della moglie.
- O lei - disse Hermione sorridendo e intingendo un altro biscotto.
- O lei - annuì Harry con gli occhi al cielo. 
Hermione si alzò per andarsi a preparare, Harry prese il suo specchietto e pronunciò il nome: 'Ginny'. Sullo schermino apparve una ragazza dai capelli rossi e le lentiggini cosparse sul viso. 
- Che c'è? - chiese un po' nervosa.
- Scusa, disturbo? - chiese Harry, guardandola mentre si infilava in bocca un croissant. 
- No, non c'è problema, stavo facendo colazione - disse lei.
- Vedo... senti, oggi vengo verso le dieci, mi spiace molto, ma devo accompagnare Hermione dal medico alle 9.30 - disse lui mettendosi una mano fra i capelli.
- E non puoi uscire per andarla a prendere? - chiese lei con un sopracciglio alzato.
- Beh... non mi piace per niente farlo - disse lui guardandosi i piedi.
- Va beh... ma perché hai chiamato me? - chiese lei perplessa.
- Volevo dirti che... beh... inizierò dopo a consultare i tuoi documenti - rispose lui.
- Oh beh, non importa - disse la ragazza sorridendo - ci vediamo alle 10.00, allora - 
- Alle 10.00 - confermò lui, prima di attaccare la chiamata. 

- Dai su, se proprio vuoi accompagnarmi devi darti una mossa, senti, dove vuoi di andare? Io andrei a... comprare un  libro di nomi - disse Hermione abbottonando il suo cappotto di camoscio marroncino.
- Eh? Non pensi sia un po' presto, io aspetterei almeno fino a metà del sesto mese! - disse lui prendendo dalla poltrona il suo giubbotto di pelle nero, di solito collocato, per la felicità di Hermione, su quella poltrona.
- E' una cosa lunga, scegliere il nome - rispose Hermione veemente.
- Sì, ma 'Mione, non sei nemmeno a metà del secondo mese, corri troppo, secondo me - disse Harry andando ad abbracciarla dolcemente per poi darle un bacino sulla punta  naso.
- Oh dai, cosa vuoi fare, allora? Prima, che ora si è fatta? - chiese Hermione cercando di sporgersi in punta di piedi oltre la spalla dell'uomo.
- Le 8.17 - disse Harry lasciando Hermione, che prese la borsa.
- Consiglio di andare a guardare qualche lettino e addobbi per la cameretta del futuro Potter - disse Hermione facendo l'occhiolino al marito mentre usciva di casa.
- Corri troppo - disse Harry ridacchiando ancora.
- Oh uffa! - strepitò Hermione innervosita, che non amava essere contraddetta.
- Ok, andiamo - rispose Harry salendo in macchina e facendola decollare nel cielo.

*

- Uffa... - sbuffò Harry guardando velocemente ogni documento - Perché cavolo devo stare rinchiuso qui dentro? Fuori c'è così tanta vita, il sole splende, e io sono qui a studiare uno stupidissimo caso! - disse alzandosi per andare verso il contenitore di acqua. Qualcuno bussò alla porta.
- Avanti... - disse lui contro voglia.
- Permesso - la voce di una donna lo fece sussultare, Ginevra Weasley era entrata nel suo studio, con in mano un agendina e una penna a scatto.
- Ciao, Ginny, che c'è? - chiese Harry guardandola, aveva un'aria molto concentrata a decorare di ghirigori e cuoricini un foglietto.
- Volevo chiederti se 'sta sera c'eri per una festa a casa mia, sarà divertente - disse lei facendo l'occhiolino.
- A che ora? - chiese lui, pensieroso.
- Oh... so che non vuoi farti uccidere da Hermione, quindi ho pensato bene di farla dalle 6.00 alle 9.40 - disse raggiante.
- Ma a quell'ora noi lavoriamo - disse Harry alzando un sopracciglio confuso.
- Non ti sei reso conto che finisce quando noi dovremmo uscire da lavoro? - Harry annuì, restando confuso - Ebbene usciamo senza farci vedere e poi tu torni a casa come se nulla fosse successo, non è un grande piano? - chiese Ginny saltellando.
- Ma se il ministro ci scopre... - cercò di obbiettare Harry, nonostante l'immensa voglia di uscire quasi adesso, visto che erano le 5.20, e alle 5.30 sarebbe andato a prendere Hermione.
- Oh Dio! Harry! Se non provi mai a infrangere le regole che gusto c'è? - chiese Ginny spazientita.
- Io non infrango le regole? Ad Hogwarts...! - cercò di dire Harry, ma fu bloccato dalla voce squillante di Ginny - Non ricominciare con Hogwarts, da quanto è un ricordo lontano? - chiese Ginny ancora più spazientita, per poi aggiungere: - Allora, dammi una risposta, vieni o no? -.
- Chi viene? - chiese Harry grattandosi la fronte.
- Per prima sono passata da... da Neville - Ginny tentò di tenere il tono più normale che poteva.
- Non è successo niente, ricorda - disse Harry rassicurandola.
- Neville, - ripete la ragazza - Luna, Ron, Fred, George, Angelina, e forse tu -.
- Hai già chiamato tutti? Mancavo solo io? - chiese Harry tranquillo.
- Sì, ma vieni oppure no? Muoviti, però, altrimenti faccio le radici - gracchiò Ginny, severa. Harry ci pensò ancora un attimo, poi annuì.
- Vengo, vengo - disse il ragazzo. Ginny fece qualche salto contenta, poi saluto e uscì dall'ufficio.
Harry si voltò a guardare l'ora, 5.50. Sbarrò gli occhi, si alzò e corse fuori dallo studio, correndo verso l'uscita per andare alla macchina.
Arrivato trovò un'Hermione furibonda, che entrò nella macchina sbiascicando un 'ciao' freddo.
- Scusami - disse Harry preoccupato.
- Sei sempre in ritardo, quando si tratta di me, possibile che non riesci mai a raggiungere tua moglie a un'ora decente? - chiese lei offesa.
- Dai su, è solo di qualche minuto - rispose lui esausto della solita ramanzina.
- Qualche minuto?! Ma se è praticamente mezz'ora!! - urlò furibonda Hermione.
- Ginny è entrata nel mio studio e mi ha trattenuto! - disse lui in difesa.
- Ora te la spassi con Ginny?! - chiese Hermione che stava pian piano diventando rossa.
- NO! Cos'hai capito? - disse ridacchiando - oggi alle 6.00 fino alle 9.40 c'è una festa da lei -
- Io non posso venire - disse Hermione guardando dal finestrino.
- Perché? - chiese il marito.
- Non ho voglia, credo sia meglio riposarsi un po' - disse traquilla.
- Che ha detto del bambino? - chiese Harry.
- Ancora non si può capire bene il sesso, anzi, non si è proprio capito, ma nascerà verso metà d'aprile, nell'arco dal nove al dodici - disse lei con un leggere sorrisino.
- Beh... non vedo l'ora - rispose Harry contento.

*

- Harry! - Ginny aprì maggiormente la porta per farlo entrare.
- Wao, non sembra neanche più casa tua - disse Harry guardandosi intorno.
- Vero? - chiese Ginny entusiasta.
La casa era addobbata di grandi festoni con scritto: BurroBirra Party!; ghirlande colorate ornavano ogni angolo della casa, senza lasciare spazio per la tappezzeria verdognolo della parete di Ginny. In centro alla sala c'erano tre tavoli con sopra, fino all'angolo, bicchieri e bottiglie piene di Burro Birra.
- Harry! - Ron si appoggiò alla spalla dell'amico, porgendogli una bottiglia di Burro Birra, che Harry accettò, la aprì e ne bevve un sorso.
- Ehi! Chi si rivede! - Angelina avanzò verso Harry, stringendogli la mano.
- Angelina! - disse Harry contento.
- Scommetto che Harry non riesce a bere più di tre bottiglie di Burro Birra senza scoppiare - annunciò Fred entusiasta.
- Sì, facciamo una cosa, noi contro Harry, allora, che ne dite? - chiese George dando un cinque al fratello, mentre tutti esultavano entusiasmati.
- Io... in che senso? - chiese Harry un po' intimorito.
- Devi bere dieci bottiglie di Burro Birra senza fermarti, chi ci riesce prima... avrà l'onore di essere campione mondiale di Burro Birre - disse Fred.
- Io... non lo so, meglio di no - rispose Harry perplesso.
- Cosa?! Pappamola! Non hai il coraggio di sgolare qualche bottiglia di Burro Birra! - ansimò George. I gemelli erano, a quanto pareva, già ubriachi, e bere altre dieci bottiglie  non sarebbe servito a molto.
- Io?! IO NON SONO UN PAPPAMOLA! - urlò Harry con il fumo che usciva dalle orecchie, prese una bottiglia, la stappò e disse ai fratelli, porgendola verso di loro: - Alla salute! - Poi, quanto fosse "alla salute"... questo è un mistero.
- uno! - disse Harry prendendo un tovagliolo per asciugarsi le labbra.
- due! - shiamo in vantassho! - dissero all'unisono i fratelli.
- Ma voi ne avete bevuta una a testa! - disse Harry infastidito.
- Infasshi tu ne devi bere venshi - disse George tenendosi alla spalla del fratello.
- Venti?! - ripete Harry sbalordito.
- Venshi - confermò Fred.
- E sia! - Harry prese a bere come un ossesso, mentre gli altri invitati esultavano contenti a ogni bottiglia finita. Dopo una mezz'ora Harry aveva bevuto diciotto bottiglie, i fratelli sedici.
- Tempo scaduto! - annunciò Ron ridacchiando.
- Shempo...? Ho vinsho, allora? - chiese Harry barcollando qua e là.
- Esatto! Abbiamo il nostro campione mondiale di Burro Birra! - disse Ginny tirando su il braccio di Harry.
- Qui allora, - disse Harry tenendosi al tavolo e la mano con l'indice alzato - shi vuole una feshta, un ballo! - disse, salì sul tavolo, e senza esitare cominciò a ballare. Ginny scoppiò a ridere, Neville e Luna anche, Ron invece andò verso Harry, cercando di convincerlo a scendere di lì e a smettere di fare il deficiente.
- Non she ne parla proprio, io mi shto divertendo! - disse Harry senza fermarsi e continuando a fare le sue piroette.
- Vedrai come ti divertirai quando Hermione ti vedrà tornare a casa ubriaco fradicio - disse Ron veemente.
- Chi she ne frega, è una feshta, no? - Harry mise le mani sulla cintura, la tolse.
- No, Harry, non farlo! - disse Ron tirandolo per una gamba.
- Inveshe lo fassho! E anche volentieri! Pronti, Ragasshi? - chiese mettendo le dita sui bottoni della camicia bianca. Un "sì" scoppiò nella stanza, mentre Harry si toglieva la camicia, rimanendo a petto nudo.
- HARRY! PORCA MISERIA! - urlò Ron, ma fu interrotto da Ginny che lo costrinse a bere due bottiglie di Burro Birra, anche Ron andò fuori di melone.
- Adessho la parte di fuoco, amishi - disse Harry barcollando sul tavolo - Guardate tutti - disse mentre si sfilava i pantaloni, rimanendo in dei boxer neri. Fischi entusiasti uscirono dalle bocche degli spettatori. Mentre Ginny, Fred e George urlavano: - Via mutande! Via mutande! -
- Che cosha? Le mutanshe? - Harry pensò un attimo, ma il cervello era praticamente affogato nella Burro Birra.
- Bene, she lo deshiderate... shia! - ma Ron, ancora in parte lucido, lo fermò prima che l'elastico dei boxer scivolasse sulle gambe, trascinandolo in un'altra stanza.
- Ora ti rivesti! - gli urlò arrabbiato.
- Che cosha? - chiese Harry, facendo la tigre a Ginny.
- Rivestiti! - ordinò Ron.
- Pershé? - chiese Harry perplesso.
- Ri-ve-sti-ti! - ordinò ancora.
Harry sbuffò rumorosamente e afferrò i pantaloni lasciati nell'altra stanza, l'infilò e poi abbottonò la camicia.
- ok, ora è meglio se ti accompagno a casa - disse Ron.
- Cosha?! Io non voglio! - disse Harry.
- Mi sa che è meglio, anzi, prima dormi un po', sono solo le 8.30, hai un po' di tempo, almeno per non tornare da tua moglie ubriaco - disse Ron guardandolo male.
- Ma...? Oshey - disse Harry rassegnato, per poi buttarsi sul divano della stanza da cui prima era uscito.

Le ore passarono, le 9.30 arrivarono in fretta, più in fretta del previsto e ci volle ancora due ore prima di far tornare Harry del tutto lucido.

- Cosa... cosa è successo? - chiese massaggiandosi la testa dolorante.
- Ti sei ubriacato e spogliato - rispose Ron, esitante.
- Eh?! Spogliato fino a che punto? - chiese Harry diventando rosso.
- Le mutande le hai tenute per merito mio, deficiente! - lo rimproverò Ron, era strano sentirsi fare la predica da lui. Harry sbuffò.
- Che ora è? - chiese il ragazzo.
- Le 24.15 - rispose Ron alzando le spalle.
- CHE?! MA IO DOVEVO ESSERE A CASA ALLE 9.40! HERMIONE MI UCCIDERA'!, ME LO SENTO! - Harry prese la giacca e uscì più veloce che poteva dalla casa di Ginny, lasciando sia lei che lui confusi.

*

- Alla buon ora - annunciò Hermione, seduta sul divano alla vista di Harry, era chiaramente arrabbiata.
- Scusa, mi sono addormentato - disse lui nervoso.
- Non puoi addormentarti  a una festa, troppo fracasso - disse lei offesa.
- Ma... senti, mi dispiace, adesso andiamo a letto, sono stanco, e ho mal di testa - disse lui andando verso il corridoio che portava alle camere.
- Ah no, io non vengo - disse Hermione con gli occhi visibilmente lucidi.
- Eh? Dai su, credimi mi dispiace - disse lui implorando la moglie.
- Io credevo che quando saresti tornato avremmo festeggiato il mio compleanno, e invece torni scarmigliato peggio del solito, con la camicia abbottonata male, e un menefreghismo enorme - disse lei, facendo diventare gli occhi ancora più lucidi.
- Oddio! Il tuo compleanno! Scusa! Me ne ero dimenticato! - disse Harry con una mano tra i capelli.
- Dimenticato?! - urlò Hermione, lasciando cadere una lacrima - Dimenticato del compleanno di tua moglie?! Perché in questi giorni mi trascuri continuamente? Da quando il lavoro viene prima di me? Prima io ero tutto, e avresti fatto ogni cosa, per starmi accanto, ORA PER UNO STUPIDO CASO, SU CUI PUOI LAVORARE TUTTI I GIORNI, ARRIVI A DIMENTICARE CHE OGGI E' IL DICIANNOVE SETTEMBRE?! CHE OGGI E' IL MIO COMPLEANNO?! - urlò la ragazza, ansimando tra i singhiozzi, tra le lacrime che scendevano veloci, il viso rosso e lucido. Harry non sapeva che dire, lasciò a malincuore parlare la moglie.
- NON CREDERE DI SCAMPARLA COSì! SIGNOR HARRY POTTER! IO ME NE VADO, QUANDO CAPIRAI, COSA SIGNIFICA QUESTO PER ME ALLORA POTRAI VENIRE DA ME A CHIEDERMI PERDONO, MA RICORDA CHE QUESTA E' LA COSA PIU' BRUTTA CHE TU MI HAI MAI FATTO! NON E' POSSIBILE CHE TU TE NE SCORDI IL COMPLEANNO DI TUA MOGLIE! TE NE SEI SEMPRE RICORDATO! MA CHE TI PRENDE! CAVOLO, CHE TI PRENDE?! PERCHE' ORA SONO AL SECONDO POSTO, SOTTO IL LAVORO E SOTTO LE FESTE TRA AMICI?! - Così detto sbatté la porta e uscì di casa, con un enorme valigia, che aveva probabilmente preparato prima, e messa vicino alla poltrona. Harry sentì un tuffo al cuore, come avrebbe fatto ora a vivere senza di lei? Perché se n'era dimenticato?! Perché l'aveva trascurata? Perché era questo quello che aveva fatto.

Note dell'autrice:

In questo capitolo ho messo tutto il mio impegno, scusate per l'enorme ritardo, ma credo sia valsa la pena di aspettare, perché questo capitolo credo mi sia uscito davvero bene. ^//^ Tra l'altro è anche molto lungo.
Bye bye. Dikar.

Risposte a voi, oh recensori:

emma: Sono contenta ti sia piaciuta. Anche a me è piaciuta (scusa la ripetizione, ma non sapevo che altro termine mettere. ^^) la giustificazione del lavoro di Hermione, credo che mi sia venuta bene, se ti è piaciuto anche questo capitolo, e ne hai voglia commenta. ^^

hermione_granger_es: Sì, i caratteri sono cambiati, e in questo capitolo ancora di più, credo. =,=''' Non lo faccio apposta, però. Il sesso del nasciturno? Oh beh, guarda, possono essere gemelli di ogni tipo, può essere una femmina, può essere un maschio... solo perché Hermione vuole una femminuccia... beh... questo non vuol dire! ^_^ Pignola, eh? xD

Evil_Angel: Sono contenta ti sia piaciuta, ohibò, aggiorna presto... non è andata proprio così, eh? xDD



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