Lo scopriremo solo vivendo - Parte II di angelikakiki (/viewuser.php?uid=118857)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Una nuova famiglia ***
Capitolo 3: *** L'Ordine della Fenice al completo ***
Capitolo 4: *** Proposta ***
Capitolo 5: *** La mia famiglia ***
Capitolo 6: *** La Tua Mamma ***
Capitolo 7: *** Missione con Malocchio ***
Capitolo 8: *** Incontri e Scontri ***
Capitolo 9: *** Sto per sposare un uomo migliore di te, Severus ***
Capitolo 10: *** Però adesso ho un po' paura ***
Capitolo 1 *** Prologo ***
Mi svegliai di
colpo. Che ore erano?
Le nove. Le nove di mattina. Bene. Mi alzai un po’ stordita.
Mi affacciai alla
finestra. No, ancora non era arrivato. Questo mi dava un certo
vantaggio. Ma
ormai la valigia era pronta. Mi vestii di corsa, truccandomi
pochissimo. Non mi
importava. Anche perché lo sapevo che avrei pianto. Ma era
necessario. Dovevo
farlo. Soprattutto per la sua sicurezza. Presi la valigia sul mio
letto. Ormai
ero pronta. Guardai quella stanza per l’ultima volta. Il mio
armadio, il mio
letto, la scrivania… era tutto così familiare. Ma
non potevo restare di più.
Trascinai la valigia per le scale. Mia madre mi aspettava seduta sulla
poltrona. Aveva un’espressione seria sul volto, dura e
risoluta.
“ Lui
è già qui?” chiese trattenendo
le lacrime. Scossi la testa. Lei sospirò.
“ Tra
quanto arriverà?”
“
All’incirca dieci minuti. Credo.”
sussurrai. Lei si alzò e mi abbracciò.
“
Lily… ti prego…”
“ No,
mamma. Non posso. Ormai ho preso
la mia decisione”
“ Ma
questa guerra non ti riguarda,
Lily…
“
Questo non è vero!” dichiarai. “
Riguarda tutta la popolazione magica! E io faccio parte di quel
mondo…
“
No… tu fai parte del nostro mondo…
con me… Tunia…
“ No.
Non più. Da quando sono salita
su quel treno non sono più come voi. E lo so. E devo
prendermi le mie
responsabilità. E proteggere te e Tunia” dissi.
“ Tuo
padre non avrebbe voluto che…”
“ Mio
padre sfortunatamente non c’è
più, mamma” sussurrai cercando di trattenermi. Mio
padre era morto due
settimane prima. Il giorno dopo che ero tornata a casa. Tunia
ovviamente aveva
dato a me la colpa. Pensava che gli avessi lanciato qualche strano
incantesimo.
Ma mamma sapeva che non era vero. Non poteva essere vero.
“
Lily, non penso che riuscirebbero a
scoprire che…
“
Mamma, loro ce l’hanno con i Nati
Babbani! Io sono una Nata Babbana… se scoprissero che sono
qui… io potrei pure
salvarmi, visto che mi so difendere, ma voi… voi no. Non so
se riuscirei a
salvarvi. Quindi ti prego… non rendere tutto più
complicato” dissi. Anche io
trattenevo le lacrime. Ma era necessario. Tutto questo era necessario.
Sarei
andata a vivere con James. Era l’unica soluzione possibile.
Dorea Potter ora
era in viaggio per andarsi a trasferire dai cugini di James, in
Irlanda, a
Cork. James aveva insistito. Lì nessuno l’avrebbe
mai trovata. Mi
asciugai una lacrima traditrice che
scendeva sulla mia guancia.
“ Mi
farò sentire appena possibile. Te
lo giuro. Mi mancherai, mamma” sussurrai abbracciandola e
baciandola. Lei annuì
senza parole. Piangeva come me. Qualcuno bussò alla porta.
Aprii liberandomi
dalla sua stretta. James. Era da una settimana che non lo vedevo, e
morivo
dalla voglia di baciarlo. Ma in quel momento non ce la facevo. Quando
mi vide
in lacrime mi abbracciò. Poi andò da mia madre.
“
Buongiorno, signora. Sono James,
James Potter” disse. Mia madre lo guardò divertita
e scossa allo stesso tempo.
“ Sei
tu quello che le mandava tutti
quei mazzi di rose… finalmente ti vedo”
commentò. James arrossì.
“
Oh… em… in persona!”
“
Allora, dove abiti, James?” chiese.
“ In
realtà è un po’ lontano da
qui…”
rispose evasivo.
“ Ho
capito. Non me lo potete dire,vero?”
domandò. Scossi la testa. Anche se volevo urlarglielo in
faccia.
“ No.
Mi dispiace, ma se qualcuno ti
entrasse nella mente…”
“ Ok,
ok, non lo voglio sapere” disse
mia madre. Poi mi guardò dandomi una carezza sulla guancia.
“ Stai
attenta…” sussurrò. Annuii
senza parole. James anche annuì deciso. Poi si rivolse a
lui.
“ Ti
prego, prenditi tu cura di lei”
supplicò. James le porse la mano. Sorrisi istintivamente.
“
Farò di tutto per farla stare bene”
disse. Mia madre sorrise.
“ Sai,
forse sei l’unica persona al
mondo di cui mi posso fidare per questa tua affermazione. Dopo tutte le
rose, i
cioccolatini e altro…” commentò con uno
strano sorriso sulla bocca. La
abbracciai di nuovo. In quell’abbraccio volevo metterci tutta
l’ansia che mi
portavo dentro, tutta la malinconia per una scelta così
difficile…
“ Mi
mancherai, mamma… ma ad agosto ci
rivedremo!” aggiunsi. Lei annuì.
“
Già… un giorno… solo un
giorno… il
matrimonio di Tunia…
“
Bhè, cerchiamo di renderlo speciale
questo unico giorno, no?
Lei abbassò lo
sguardo. Ed uscimmo. Ormai
non era più casa mia.
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Capitolo 2 *** Una nuova famiglia ***
Ci
Materializzammo. Ed eravamo lì,
davanti a Villa Potter. James mi fece entrare. Immediatamente mi gettai
sul
divano e piansi. Piansi tantissimo, con James che mi teneva stretta a
sé.
“
Penserai che sono una stupida, ma…”
dissi cercando di spiegargli. Non volevo che mi reputasse una bambina.
“ Lo
so. Non ti giustificare” disse
lui. Dopo qualche ora mi calmai. Guardai James, dirigendomi con lui in
cucina.
“
Quando arrivano gli altri?” domandai
un po’ più rilassata.
“
Sirius e Mary arriveranno tra poco!”
esclamò James appoggiato sulla mensola della cucina.
“ E
Remus e Marlene?” chiesi.
“ Un
ora… o di più… non
saprei…”
ammise. Lo guardai un po’ male. Avevo l’impressione
che mi stesse nascondendo
qualcosa. Ma non indagai.
“
Peter?
“
Diciamo due ore!” disse facendomi
l’occhiolino. Ormai eravamo insieme ufficialmente. E non mi
stancavo mai di
guardarlo e di abbracciarlo. Mi avvicinai abbracciandolo per
l’appunto. Brava,
Lily, molto esplicita. Lui mi prese il volto tra le mani.
“ Ci
sono io con te. Tu starai con me.
Ti difenderò io da qualsiasi cosa, ok?” chiese. Io
annuii. E mi baciò. Mi baciò
come mai aveva fatto prima. Un bacio lento, per metterci tante parole
non
dette, tanti momenti vissuti, tanti sentimenti. E li sentii tutti. Mi
fece
sedere sul tavolo e mi abbracciò, lui ancora in piedi. Ci
baciammo ancora, e
ancora.
“
Em… sì, ragazzi, ok che siete soli
in casa, ma un po’ di controllo, suvvia!” disse una
voce alle nostre spalle.
Sirius. Già. Aveva le chiavi di casa. Grandioso. Arrossii
fino alle punte dei
capelli. Come se non fossero già rossi.
“
Ehi…” dissi imbarazzata. La mia
migliore amica corse da me abbracciandomi.
“
Lily! Ci credi che solo in due
settimane sei riuscita a mancarmi?” domandò. La
abbracciai anche io, una
volta scesa dal tavolo.
“
Mary! Come stai? Tuo padre?
“ Oh,
sta bene… Sirius ha avuto
l’onore di conoscerlo!” dichiarò lei
trionfante. Sirius, da dietro annuì
terrorizzato.
“
Quell’uomo mi mette paura…” ammise.
Risate generali. Mi mancavano tutte quelle cose. Quell’aria
familiare che mi
entrava dentro ogni volta che stavo con loro. James
abbracciò Sirius.
“
Solito vecchio cane bagnato! Lo sai
che mi sei mancato?” domandò. Sirius se lo
levò di dosso.
“ Ma
sbaglio o sta piovendo troppa
melassa? E andiamo! Dove è finito il Potter Malandrino? Lily
ti sta
condizionando, sotto quell’aria da
angioletto…” disse guardandomi ridendo.
Forse gli anni scorsi me la sarei presa. Ma adesso era tutto cambiato.
“
Sirius” esclamai abbracciandolo.
“ Lo
ripeto, cos’è tutto
quest’affetto?” domandò. James
guardò Sirius fingendosi offeso.
“ In
teoria lei è la mia futura
moglie… se magari ti levi…”
sussurrò tra i denti. Mary anche abbracciò James.
“ Mi
sei mancato anche tu, James!”
esclamò. James sorrise. Io mi staccai da Sirius.
“ No,
Sirius, secondo me ci stanno
tradendo…” dissi ridendo.
“ No,
è impossibile: quello con le corna
è lui, mica io, vero, RAMOSO?” chiese. Ci
abbracciammo tutti. Era bello essere
di nuovo insieme. Sirius andò in salone e si mise su una
poltrona, mentre Mary
si mise sulle sue gambe abbracciandolo.
“ Rem
e Marlene?” domandò Sirius. Mary
fece una faccia contrariata. Non gli era mai andata a genio Marlene.
“ Tra
un oretta penso che arriveranno…
Remus non è stato molto chiaro…” ammise
James mettendo apposto i cuscini sul
divano.
“
Quando si è trasformato?” chiesi.
Sirius si fece due conti con la mano.
“
Penso la settimana scorsa. Sì, mi ha
scritto. Mi ha detto che era andato nel bosco vicino a casa sua.
Lì non ci va
mai anima viva da quello che mi ha detto e non avrebbe dovuto ammazzare
nessuno…” disse pensieroso. Un campanello. James
andò ad aprire. Peter. Peter
era dimagrito parecchio in quelle due settimane. O forse era solo una
mia
impressione. Lo vedevo triste, consumato.
“
Peter!” dissi abbracciandolo.
“ Ciao Lily” squittì lui. Dopo aver
salutato anche gli altri si sedette sul
divano vicino a James.
“
Allora Peter! Che ci racconti? Nelle
lettere non dici mai niente di particolarmente scandaloso!”
disse James. Peter
sobbalzò sul divano. La cosa mi parve insolita.
“ No,
niente… giusto che mia madre si
è ammalata… ma per il resto…
“
Oh… mi dispiace” sussurrò Mary con
la mano dentro quella di Sirius. Peter scrollò le spalle.
“ Fa
niente… si riprenderà, spero…
“ E a
cosa dobbiamo questo tuo
sospettabile anticipo?” chiese Sirius.
“ Al
fatto che ho finito adesso di
scrivere l’articolo! Ti ricordi? Quel lavoretto…
“ Oh,
sì! Quindi la tua carriera sta
andando a gonfie vele, eh?” domandò Mary. Lui
annuì velocemente.
Dopo qualche ora
arrivarono anche
Marlene e Remus.
“
Remus…” sussurrai vedendolo. Aveva
più cicatrici di prima e l’aria da trasandato era
ancora più amplificata. Lui
sorrise.
“ Ciao
Lily. Passato due belle
settimane?” chiese entrando.
“ Oh,
non mi lamento… e tu?
“
Buie…” ammise. Marlene comparve
dietro di lui.
“
Lily!” esclamò abbracciandomi. Remus
andò avanti senza guardare minimamente Marlene. La cosa mi
preoccupò un po’.
Dopo aver salutato tutti i due si misero ai due capi del divano. No,
c’era
qualcosa di strano, ma non indagai.
“
Scusami, James, hai qualcosa da
mangiare? Sto morendo di fame…” chiese Sirius.
“ Nel
solito nascondiglio Felpato! Due
barrette di cioccolato!
“ Vedo
che ti ho contagiato!” affermò
Remus un po’ sollevato. James annuì.
“
Qualche volta capita…
“ Di
cosa state parlando?” chiesi
curiosa.
“
Remus ha una relazione segreta con
il cioccolato! Tu adesso lo vedi così tutto
tranquillo… ma mettilo davanti a un
pezzo di cioccolato di Mielandia…”
osservò Sirius. Altra ondata di risate.
Ridevo tantissimo quando stavo con loro. Dopo che ci fummo ripresi,
Marlene chiese:
“
Secondo voi oggi che ci diranno? Di
cosa parleremo?
“ Non
ne ho idea… presumo dei piani di
Voldemort, non so…” disse James. Quasi tutti
tremarono al suono di quel nome. E
restammo in silenzio.
“ Chi
di voi sa dove dovremmo
vederci?” chiesi per interrompere il silenzio. Marlene
indicò Sirius.
“ Dai
Paciock… la madre di Frank ha
messo a disposizione la casa… il Custode Segreto
è Frank e l’ho visto qualche
giorno fa e mi ha dato l’indirizzo!”
esclamò lui. Tutti annuimmo. James guardò
l’orologio.
“ A
che ora dovevamo vederci?”
domandò. Sirius anche guardò il suo orologio.
“ Tra
cinque minuti dovremmo essere
lì” disse. Ci alzammo dal divano.
“
Dicci più o meno dove dovremmo
Materializzarci” chiesi io. Sirius ci pensò un
secondo.
“
Oppius Place. Sì, più o meno siamo
nelle vicinanze” disse. Uscimmo di casa, tutti insieme. James
mi diede la mano.
Chiusi gli occhi. Quando li riaprii ci trovavamo a Oppius Place.
Marlene era
accanto a noi. Sirius, Mary, Remus e Peter erano a poco più
lontani. Dopo poco
tempo incontrammo Frank.
“
Grazie al cielo siete arrivati! Dai,
sono già tutti dentro!” disse. Arrossii. Poi
aggiunse:
“
L’indirizzo è Main Street, 16”
disse. Improvvisamente riuscii a vederla. Vidi una villetta proprio di
fronte a
me. Tutti non credevano ai propri occhi.
“ Dai,
entriamo” disse. Presi la mano
di James. Con lui mi sentivo più sicura.
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Capitolo 3 *** L'Ordine della Fenice al completo ***
“
Buongiorno. Spero che in queste due
settimane vi siate riposati, ragazzi” disse Silente. Nessuno
di noi era
abituato a vedere Silente fuori dalla scuola e dovevo ammettere che
anche per
me era piuttosto bizzarro. Nel tavolo vidi volti più o meno
familiari. Salutai
con un cenno Alice che sorrise incoraggiante e riconobbi Edgar Bones, Kingsley
Shaklebot, Hagrid, i
fratelli Prewett, il barista della Testa di Porco e la professoressa
McGranitt.
Per il resto non conoscevo nessuno.
“
Signor Paciock mi farebbe la
cortesia di presentare a questi ragazzi gli altri membri?”
domandò. Frank
annuì.
“
Allora, questo è Dearborn
Caradoc,
stava a Corvonero, è da due
anni che lavora al Ministero come Auror, lui è Elphias
Doge,
un amico del professor Silente, questo è Benjy
Fenwick,
non so se vi ricordate, stavamo
al terzo anno quando ha lasciato la scuola… il signor Dedalus
Lux,
altro amico del professore, Dorcas
Meadowes,
impiegata al Ministero per i Servizi alla Metropolvere, Alastor
Moody,
l’avrete sicuramente visto sui
giornali” disse Frank alludendo al suo aspetto tutto
fuorché ordinario. Era
diciamo leggermente sfregiato e aveva un occhi magico che si muoveva in
continuazione. Ma educatamente gli strinsi la mano.
“ Sturgis
Podmore, Aberforth
Silente,
fratello del professore…” ecco chi era il barista. “ E
l’incantevole Amelia
Bones,
saprete chi è” disse. Sì,
l’avevo vista ad Hogwarts. Mi sorrise
porgendomi la mano. Mi sedetti tra James e Mary nel lungo tavolo.
Silente prese
la parola .
“
Bene. Ora ci siamo
proprio tutti. Ed è arrivato il momento di cominciare la
riunione. Anche se,
molti di voi, non sanno neanche qual è lo scopo di questa
associazione.
Alastor, vorresti…” quello sfregiato si
alzò in piedi. Mi incuteva un po’ di
timore.
“
Il fatto è”
cominciò lui con una voce arcigna “ che Lord
Voldemort sta reclutando seguaci”
disse. Molti tremarono. Ma io mi imposi di non farlo. E neanche James
lo fece.
“
E il nostro compito
è quello di impedirgli di farlo. E di contrastarlo. Punto.
Domande?” chiese a
tutti. Alice alzò la mano.
“
Sì?” disse Moody.
“
Mi chiedevo… l’Ordine
è qualcosa che sta in collaborazione con il
Ministero?” chiese lei. Moody la
indicò.
“
Questa è una
domanda intelligente” disse. Alice, dopo il primo balzo di
terrore si rilassò
compiaciuta.
“
No, io lavoro al
Ministero e vi posso dire che ci sono più ratti che altro
lì dentro. Spie.
Talpe malefiche. E poi il nostro stimato Ministro non sa neanche
allacciarsi le
scarpe da solo, figuriamoci condurre un’associazione contro
Voldemort” ammise. Sollevai
la mano esitante.
“
Tu” mi indicò.
“
Quindi il Ministero
non sa che esistiamo?” chiesi. Moody stava per rispondere, ma
Silente lo
interruppe.
“
Riteniamo” disse
pacatamente. “ Che sia meglio così. Abbiamo meno
probabilità di essere spiati”
disse. Io annuii. Silente si alzò in piedi.
“
Allora, ovviamente
venendo qui tutti voi siete in pericolo. Questa è una cosa
che vi ho già detto”
disse guardandoci. “ Ma non finirò mai di
sottolinearlo. Ma accettando di
venire qui avete anche accettato un’altra cosa oltre il fatto
di essere
costantemente in pericolo: essere fedeli all’Ordine.
Perché ogni tradimento
verrà pagato con delle vite. E le nostre vite non sono uno
scherzo. Adesso,
diamo inizio alla riunione…” disse sedendosi.
“
L’ordine del giorno
è… i Lupi Mannari” disse Moody. Tutti
noi guardammo Remus, che sprofondava
nella sua sedia. Silente interruppe Moody.
“
Oh, già. Tra noi in
questo momento c’è un Lupo Mannaro. Ovviamente
spero che la cosa non vi
sconvolgerà particolarmente” disse. Momento di
silenzio. Nessuno osò parlare.
Fortunatamente, Amelia Bones prese la parola:
“
Assolutamente
nessun problema” disse sorridendo a Remus. “
Davvero” confermò. Tutti annuirono
sorridenti e guardando Remus con un nuovo rispetto.
“
Come dicevo…
Sappiamo da fonti certe che Voldemort vuole reclutare dei Lupi Mannari.
Ovviamente gli farebbe comodo: si sa che i Lupi Mannari, quando sono
trasformati sono voraci e pericolosi, e non vi lascio immaginare cosa
succederebbe se Voldemort li lasciasse liberi in una piazza brulicante
di
Babbani.
Molti
rabbrividirono.
“
Ed ecco perché
volevo chiedere a te, ragazzo” chiese Moody indicando Remus.
“ Se sai dove si
ritrovano coloro che sono lontano dalla civiltà”
chiese. Remus ci pensò un
secondo.
“
Non ne ho idea, in
realtà. So solo che sono molti.
“
Non ti ho chiesto
quanti fossero, è ovvio che ce ne sono molti, ma il punto
è…” continuò Moody.
“
Alastor” lo fermò
Silente quasi a rimproverarlo. Poi guardò Remus in modo
gentile.
“
Mi dispiace, Remus.
Non era mia intenzione metterti in mezzo” disse. Fece cenno a
Moody di mettersi
a sedere e lui gli obbedì.
“
I Lupi Mannari non
sono le sole creature che Voldemort vorrebbe avere con sé.
Sapete tutti cosa
sono gli Inferi, vero?” chiese. Sì, sapevamo cosa
fossero. E il pensiero mi
fece quasi sentire male.
“
Sono dell’opinione”
disse Silente. “ Che Voldemort finirà per usarli,
prima o poi. Non adesso
ovviamente, ancora siamo agli inizi, temo. Ma non vorrei escludere a
priori questa
possibilità. Per quanto riguarda quello che possiamo fare,
per adesso non siamo
molto avvantaggiati” disse.
“
Ma penso che
Voldemort voglia entrare ufficialmente nella storia commettendo un
grosso
omicidio di massa contro i Babbani. Conosco Tom Riddle( era questo il
suo nome,
prima) e so che ha una grande passione per la teatralità,
per ciò che lui
ritiene essere la ‘grandezza’. Penso che
prenderà di mira un luogo in cui lui
ha passato la giovinezza: l’orfanotrofio. È un
orfanatrofio non lontano da qui.
Ovviamente non posso avvertire la signora Brigette, e anche se potessi
non mi
crederebbe. Non possiamo mettere quel luogo sotto
l’incantesimo Fidelius,
considerando che sarebbe pericoloso se uno dei bambini dicesse a un
proprio
amico il nome dell’orfanatrofio e la via. Non possiamo
neanche farli evacuare,
poiché non avrebbero nessun altro posto dove stare. Quindi
l’unica possibilità
è quella di pattugliare la zona a turno. Gruppi di quattro o
cinque persone. E
se notiamo qualcosa di strano, dobbiamo subito riferirlo. Non so
precisamente
quando attaccherà, ma secondo i miei calcoli
sferrerà il primo attacco a
settembre. Per Tom era quello il mese in cui iniziava la sua vera vita,
quella
nel Castello di Hogwarts, nel Mondo Magico. Obiezioni?”
chiese a tutti. James
alzò la mano.
“
Come faremo a
comunicare a tutto l’Ordine se notiamo qualcosa di
strano?” chiese.
“
Sapete far parlare
i vostri Patronus?” chiese. Alcuni annuirono, altri tacquero.
Remus però annuì
con decisione. Me l’avrebbe insegnato lui.
“
Bene. Saper far
parlare i Patronus è molto molto importante e confido nel
fatto che tutti voi
cercheranno di farli parlare, facendosi aiutare da coloro che sanno
già come
fare. Lord Voldemort imprime il suo marchio sulla pelle dei Mangiamorte
per
comunicare con loro. Io, dal canto mio, non vorrei essere
così drastico!”
disse. Frank sorrise, come la maggior parte delle persone lì
dentro.
“
Ad ogni modo,”
continuò il professore “ Potrei sbagliarmi. Non ho
la presunzione di
considerarmi onnisciente. Ma vi chiedo di avere fiducia in me. Conosco
Tom. Fui
io a prenderlo dall’orfanatrofio. E quel posto, per lui,
è stato come un
manicomio. Presumo invece che verso ottobre vorrà dedicarsi
ad altre
occupazioni. Non vi vorrei anticipare niente, ma ho già in
mente qualcosa. Per
i membri più anziani” disse rivolto alla McGranitt
“ Sapete i miei dubbi e i
miei progetti. Converrete con me che dovrei dire le cose un
po’ per volta alle
giovani reclute.
“
Assolutamente”
disse subito la McGranitt guardandoci severamente.
“
Perfettamente
d’accordo, Albus. Comunque, io direi bando alle ciance. Posso
far vedere a
tutti i turni?” chiese. Silente annuì con le mani
congiunte.
“
Accio pergamena con
i turni” disse. Delle pergamene volarono nella stanza.
“
Allora, Alice,
Frank e Lux il lunedì, quindi domani ” disse
Moody. Alice si strinse a Frank.
Lux sorrise dolcemente.
“
Martedì: Black,
Mary e Hagrid!
Mary
e Sirius
sospirarono guardando Hagrid.
“
Mercoledì ci sono
Peter con Remus e Minerva!” esclamò. Peter anche
sospirò. Ovviamente il
pensiero di stare con la McGranitt lo tranquillizzava e lo inquietava
allo
stesso tempo.
“
Ah, e se Lupin
dovrà trasformarsi quella notte…” disse
Moody “ Prenderò io il suo posto” qui
Peter rivolse a Remus uno sguardo un po’ terrorizzato.
“Dorcas ,
Amelia Bones e Marlene pattuglieranno la zona
giovedì” disse. Guardai Marlene,
per certi versi rincuorata di stare con una persona che aveva visto ad
Hogwarts.
“ Io,
Potter e Evans saremmo lì
|
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Capitolo 4 *** Proposta ***
“
Silente è un genio”
affermò Remus subito dopo la riunione. Eravamo a casa di
James, tutti sulle
poltrone.
“
Già…” sussurrò
Mary. Sirius annuì. Poi guardò
l’orologio.
“
Ragazzi, io dovrei
andare. Mary, vieni anche tu?” chiese. Mary annuì
alzandosi. Peter anche si
alzò dal divano di villa Potter.
“
Ragazzi… mia madre…
“
Veramente anche io
avrei una cosa da fare…” ammise Marlene. Remus
sorrise.
“
E io dovrei
medicarmi la ferita che sento che si sta riaprendo”
confessò. James si alzò.
“
Insomma ci lasciate
qui soli!” disse James. Sirius rise.
“
Vabbè, come se la
cosa ti dispiacesse!” disse facendogli
l’occhiolino. Malgrado il tono sospetto
con cui l’aveva detto, non potetti non ridere. Prese per mano
Mary e tutti si
Smaterializzarono fuori dalla casa. James si lasciò cadere
accanto a me.
“
Allora...
considerazioni?” chiese.
“
Sarebbe un
interrogazione?” domandai ridendo. Basta interrogazioni.
“
No…” ammise
chiudendo gli occhi stancamente. “
Curiosità” affermò.
“
Ok, quello con
l’occhio magico mi fa paura, ma per il resto mi sembrano
davvero tutte brave
persone…” dissi. James annuì. Poi mise
una mano sul mio volto.
“
Sai…” disse. “
Silente ha ragione. Siamo in pericolo. Se Voldemort ci
scopre…” sussurrò.
“
Già… è così. Ma
l’abbiamo voluto noi, no?” chiesi, non sapendo a
cosa volesse arrivare. Lui non
replicò. Si alzò dal divano, lasciandomi
perplessa.
“
Sì, ma… tu l’hai
fatto per seguire me?” chiese. Egocentrico.
“
Sei uno stupido
egocentrico, Potter!” dissi fingendomi offesa. Lui
aspettò pazientemente che
andassi avanti.
“
L’ho fatto per
vivere in un mondo migliore. E poi, io sono una Nata Babbana.
È ovvio che
voglio difendere… le persone che vivono nella mia stessa
situazione…
“
Anche a costo della
vita?” chiese lui, serio. Lo guardai negli occhi. Annuii. Lui
sorrise,
accarezzandomi il viso.
“
Se è così, devo
fare una cosa. Ti prego di non urlare e di non mandarmi a quel
paese” affermò. “
Io… un secondo…” disse lui.
Puntò la bacchetta verso la cucina.
“
Accio cofanetto!”
esclamò. Un cofanetto blu gli arrivò nelle mani.
Mi prese per mano facendomi
alzare. Io ero confusa e rapita. Cosa diamine stava facendo James? E
perché ora
si stava mettendo in ginocchio? Non vorrà mica…
oh, no… questo era davvero
troppo…
“
Lily…” sussurrò
imbarazzato. Io quasi non respiravo.
“
Io… non sono bravo
in queste cose… e… non mi è mai
capitato di… già, wow, che grande
scoperta…
comunque…” era quasi più imbarazzato di
me. Il tempo sembrò quasi fermarsi.
“
Io ti amo, Lily
Evans. E te lo voglio dire mille, cento mila volte ancora.
E… bhè… l’unico modo
per farlo è quello di stare con te ogni giorno della mia
vita. In realtà è
quello che ho sempre voluto, fin da quando ti ho incontrata su quel
vagone del
treno. Io… ti amo. E…
bhè…” disse aprendo il cofanetto.
Rivelò il suo
contenuto. Un anello. Un anello bellissimo, grande e brillante, in oro
bianco.
“
So che forse non è
il momento opportuno, ma… Lily Evans… mi
vorresti… tu… ok, em… mi vuoi
sposare?” chiese guardandomi negli occhi. Non respiravo. Il
mio sguardo era
sbigottito. In queste situazioni non c’è una
risposta giusta e una sbagliata.
In teoria c’era solo una risposta. Sbagliata o giusta si
doveva vedere dopo. Ma
in quel momento… volevo scappare, morire. Ero davvero pronta
per prendere
quella decisione? A diciassette anni? Non eravamo troppo giovani? Ma
alla fine,
troppo giovani per cosa? Io volevo lui. Non l’avrei mai
lasciato. E lui non
avrebbe mai lasciato me. Di questo ne ero sicura. Dopo ben sette anni
di
tentativi, si presume che un minimo ci tenga… Quindi che
senso aveva aspettare?
E poi, Silente aveva detto che essere membri dell’Ordine
poteva essere
pericoloso. Io e James eravamo pronti a morire per una causa superiore,
ok. Ma
se fossimo morti prima di esserci sposati? Di provare una nuova
esperienza, di
unirci finalmente nel matrimonio? Provai
ad aprire la bocca. Ma non mi uscì nessun suono. James stava
vivendo attimi di
puro panico. Potevo capirlo, ma non riuscivo a spiccicare una sola
parola.
James decise di riprovare.
“
Sai, Lily, questo è
un flashback… ti ricordi l’anno scorso quando ti
ho chiesto di metterci
insieme? Vuoi tu Lily amarmi e onorarmi finché Piton non mi
scagli una
Maledzione senza perdono?” sorrise. Io me la ricordavo bene
quella scena. Ma
non osavo parlare. Cercai di annuire. Niente da fare, anche i muscoli
del collo
si erano pietrificati. Magnifico…
“
Avanti… dimmi
qualcosa… ti prego, Lily, così mi farai morire!
Almeno prendimi a cazzotti, non
so…” disse cercando di ironizzare. Io proprio non
ci riuscivo. Provai a muovere
la testa per annuire, cercando di far uscire i miei muscoli dallo stato
di
tensione a cui erano ridotti. Niente da fare.
“
Lily…” vedevo nei
suoi occhiali il mio riflesso. Ero davvero terrorizzata. Povera
me… Oh, ma
insomma, che mi prendeva? Ero o non ero una Grifondoro? Potevo
affrontare una
semplice proposta di matrimonio… Ok, forse tanto semplice
non era. Ma con uno
scatto repentino del collo, annuii. Lui si buttò sul divano:
“ NON LO FARE MAI
Più! MI HAI FATTO MORIRE!”
esclamò. Provai a ridere, a fare qualcosa, ma riuscii solo a
sedermi
sbigottita. Lui mi abbracciò.
“
Grazie…” disse. Io
anche lo abbracciai. Poi ripresi il dono della parola.
“
Tu… sei sleale, lo
sai? Mi hai colto di sorpresa! ” dissi un po’
offesa. Un lampo malandrino gli
passò negli occhi.
“
Sapevi che prima o
poi ti avrei convinta, Lily… lo sai che io non mi arrendo
mai!” disse. Lo
abbracciai.
“
Lo so… lo so…”
dissi stringendolo a me. Lui si alzò.
“
Bene, ora se
permetti vorrei fare una cosa” ammise. Io annuii.
Andò in cucina. Non lo vedevo
più, ma potevo sentirlo.
“
SIIIIIIIIIIII!!!!!!!! Sapevo che ce l’avrei fatta, siiii!!!!
Ahahahahaha! Alla
faccia vostra, studenti che mi prendevate in giro dicendo che non mi si
sarebbe
filata! AHAHAHAHA!!! ALLA FACCIA TUA, PITOOON! AHAHAHAHAH!!!! CE
L’HO FATTA, MA
CHI SONO!!!!! ” esclamò. Malgrado la sorpresa e il
fastidio che si facevano
spazio in me non riuscii a rimanere seria. Lui si riaffacciò
dalla cucina, dopo
circa dieci minuti abbondanti in cui rinfacciava a tutti il fatto che
ce
l’aveva fatta.
“
Ok… mi sono
sfogato…” ammise sedendosi.
“
Tu sei matto, è
diverso!” dissi ridendo. Lui sorrise.
“
Wow, Evans, hai
infranto una Regola Principale…” disse sottovoce.
Mi voltai. Quell’affermazione
mi ricordava qualcosa. Sì, secondo appuntamento, in riva al
Lago Nero. Quanto
tempo era passato… un eternità.
“
Quando mi trattavi
male, volevo morire…” disse. Abbassai gli occhi.
Già. E adesso volevo morire
io.
“
James… lo sai che
non potrei più tornare indietro ora… e
poi… sono… em…” la parola
quasi mi
faceva venire i brividi.
“
Fidanzata”
mormorai. Lui annuì felice.
“
Già… ormai sei mia
e di nessun altro” annunciò con fare solenne.
“
No… lo sono sempre
stata. Anche se non lo sapevo” ammisi sorridendo. Lui mi
prese il volto.
“
Posso?” chiese.
Altra cosa terribilmente familiare.
“
Aspetta” dissi
togliendogli gli occhiali. Mi fissava con quegli enormi occhi castani.
Quegli
occhi
che qualche anno
fa
disprezzavo. Ma ora… come vivere senza?
“
Io… posso?”
chiesi stavolta provocandolo io. Lui annuì divertito. E lo
baciai io. Ero io a
dettare legge. E quasi non ci credevo di essere fidanzata con lui,
James
Potter, l’asso del Quiddich, il bullo di Hogwarts. Mi veniva
da ridere a
ripensarci. Mi sdraiai sul divano, e anche lui lo fece, mettendosi
sopra di me.
Cominciammo a baciarci con più foga. Le sue mani erano
ovunque, come sempre. Mi
levai la maglietta e anche lui lo fece. Ci amammo in quel caldo
pomeriggio di
luglio. Ed era questo l’importante.
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Capitolo 5 *** La mia famiglia ***
“ Cara
mamma,
in teoria non
potrei mandarti una lettera, per la tua sicurezza, ma sto usando il
gufo di
Mary, quindi non dovrebbero esserci problemi. Queste sono le prime
vacanze
della mia vita che non passo con te, e lo ammetto, sono un
po’ triste. Per
quanto riguarda quella cosa, è stata interessante la prima
riunione! Poi ti
spiegherò bene. Comunque ho una buona notizia, se si
può definire buona! Io… mi
sposo. Con James. Già, me l’ha chiesto dopo la
riunione e non ho saputo dire di
no. Alla fine penso che sia quello che voglio, malgrado
l’età. Ci sposiamo tra
un mese, cioè l’otto agosto. Ci sposiamo dove si
è sposata sua madre, sta
vicino a casa sua. Ovviamente tu e Tunia siete invitate. Dì
a Tunia la buona
notizia, anche se dubito che gliene fregherà qualcosa. Lei
mi odia, lo sai.
Comunque a presto, cercherò di tenerti aggiornata!
Tua Lily”
“
Bhè, è
apposto!” dissi ad alta voce tra me e me. Mary si
alzò dalla sedia, arrotolando
la mia lettera alla zampa del suo gufo.
“
Spero solo
che non si perda…” disse facendolo uscire dalla
finestra della cucina. Mi
guardò con uno sguardo ammirato.
“
Comunque
grazie di avermelo detto stamattina!” disse offesa.
“
Insomma, te
l’ha chiesto ieri pomeriggio, potevi almeno…
“
Secondo te
ho fatto bene?” chiesi d’impulso. La domanda mi
stava ronzando in testa ormai
da ore. Ma non avevo mai osato pronunciarla ad alta voce. Lei
corrugò la
fronte.
“
Dico, stai
scherzando? Ovviamente sì, fiorellino!”
esclamò abbastanza arrabbiata. Abbassai
lo sguardo.
“
Io… io temo
di non essere pronta… non siamo troppo giovani?”
chiesi. Mary annuì.
“
Sì, forse
sì, ma se lui ti vuole sposare è solo per legarti
di più a sé… d’altronde,
è
dal primo anno che te lo sta chiedendo in tutte le salse…
“
Sì, ok, ma siamo
troppo…” incominciai. Poi alzai lo sguardo. Mary
stava quasi per piangere.
“
Mary…” la
abbracciai. Cominciò a piangere. A dirotto. Non sapevo il
motivo del suo pianto
improvviso, ma la strinsi a me, semplicemente. Mi avrebbe spiegato
tutto, lo
sapevo. Dopo qualche minuto si sciolse dalla mia presa.
“
Lily, mio
padre vuole andare in America!” disse. Mi cadde il mondo.
Spalancai la bocca.
“ Che
cosa…
che cosa dici?” chiesi. Lei annuì stavolta
sfogandosi e piangendo. Tutto il
trucco ormai era sulle guance.
“
Sì… dice che
ha paura di perdermi come ha perso mia madre e che vuole andare lontano
da qui
e da Tu-Sai-Chi!” esclamò fuori di sé.
Rimasi sbigottita.
“ Ma
Mary…
perché V… Tu-Sai-Chi vorrebbe uccidervi? Dai, non
ha senso…
“ Mia
madre
era un Auror! Ed è riuscita ad ammazzare un Mangiamorte,
ricordi? Se Lui viene
da noi per vendicarsi…
“ Oh,
andiamo,
non crederai a queste cose, vero? Quello che è stato
è stato, dubito che
Tu-Sai-Chi farebbe…
“ Che
ne sai,
Lily…” sussurrò Mary impaurita. Per
qualche minuto fissai il vuoto. No, non
poteva andarsene. No. Non era possibile.
“
Rimani con
noi” mormorai. “ Qui. A casa di James. Dove ti
pare. Ti prego” dissi. Lei
scosse la testa.
“ Se
mio padre
parte io andrò con lui. È mio padre. In America,
Lily. Dall’altra parte del
mondo. Devo seguirlo” disse sottovoce cercando di asciugarsi
le lacrime.
“ E
Sirius?
Lui lo sa?” chiesi. Lei scosse la testa.
“
No… in
teoria dovrei partire alla fine di Settembre… me
l’ha accennato mio padre, se
partiamo…” disse. SE. Quel se era ipotetico. Forse
c’era ancora una speranza.
Le presi la mano.
“
Allora
dobbiamo impegnarci perché ciò non accada.
Voldemort è la causa di tutti i
mali. E ormai siamo membri dell’Ordine. Possiamo fermarlo. E
se lo fermiamo
prima di settembre…
“ Cosa
assai
improbabile” replicò lei. Sorrisi.
“ Mai
nella
vita avrei immaginato di sposare James Potter. Eppure sta succedendo,
no? Devi
solo avere fede… dillo a Sirius… anche lui
sarà d’accordo con me. E se proprio
dovrai partire… noi lo capiamo, Mary. Ma so che ci mancherai
moltissimo e non
mi faccio problemi a parlare anche a nome degli altri” dissi.
Lei mi abbracciò.
“
Grazie Lily”
sussurrò.
“ Ti
voglio
bene come a una sorella. Lo sai” mormorai tra i suoi capelli.
Lei si scostò.
“
Allora posso
fare la tua damigella! Ti prego, ti prego, ti pregooo!!!”
chiese. Risi.
“ Oh
santo
cielo, devo anche organizzare il matrimonio ora!” dissi
metà preoccupata e metà
divertita. Ci mancava solo questo. Mary mi fece l’occhiolino.
“
Nessun
problema, ti aiuto io! Allora, io sarò la
damigella…” disse guardandomi in
attesa di conferma. Annuii più che altro per stanchezza. Lei
sorrise felice.
“
Sirius sarà
il testimone di James mentre tu che testimone avrai?”
domandò.
“Ci
dovrei pensare…”
sussurrai. Dlin Dlon. Qualcuno era alla porta.
Andai ad
aprire. Marlene.
“ Ho
appena
saputo la bella notizia!Congratulazioni!” e mi
abbracciò.
“ Da
chi l’hai
saputa?” chiesi.
“ Da
tutti.
Stanno qui vicino a festeggiare. Solo uomini! Ma li ho incontrati
venendo qui!
Allora, c’è anche Mary, vero?” chiese
dirigendosi in cucina. Mary la accolse
con il solito sorriso freddo.
“ Ciao
Marlene!
“
Ciao, Mary!”
disse Marlene un po’ più calda. Si sedette.
“
Interessante
la riunione di ieri, vero? Ci stavo pensando anche oggi…
Silente è un genio,
davvero!” disse. Io e Mary annuimmo.
“
Volete un
po’ di the?” chiese Mary.
“
Sì, un po’
per me, grazie Mary!” dissi. Marlene mi guardò.
“ Come
te l’ha
chiesto?
“
Oh… em… era
imbarazzato… ricordo solo questo, i dettagli me li sono
scordati per
l’emozione!” risposi sinceramente. Poi azzardai a
chiederle una cosa:
“
Invece… tu
con… em… Remus? Ho visto che non vi
filate…
“ Oh,
no, non
è vero!” disse sorridendo malinconicamente. “ Abbiamo deciso
di essere amici d’ora in poi…
“ E
perché?”
domandò Mary porgendomi la tazza di the caldo alla pesca.
“
Perché lui
dice che è troppo pericoloso per avere una
relazione… e che comunque non
potremmo farlo perché se io restassi in cinta sarebbe un
dramma perché quelli
come lui non si possono riprodurre…”
cominciò.
“ E tu
come
l’hai presa?” chiesi curiosa.
“ Come
avrei
dovuto prenderla? L’ho capito. Ho capito perfettamente quello
che mi ha detto.
E non posso che essere d’accordo con lui per alcuni versi. Me ne accorgevo sempre di
più… dice che
merito di meglio. E io gli voglio bene, anche solo come
amico” disse. Era
questo che mi piaceva di Marlene: la lucidità. Una qualsiasi
ragazza si sarebbe
buttata nella depressione più totale. Mentre lei cercava di
trovare il lato
razionale e intelligente del tutto. Qualità che a me
mancava. Le presi la mano.
“
Remus è un
ragazzo speciale, Marlene. Ma come ben sai ha quel piccolo problema. E
anche
per noi è difficile a volte convivere con questa sua
malattia. Lo era anche a
scuola. E dobbiamo accettare tutto ciò che decide di fare,
che ci piaccia o no,
perché nessuno di noi può capirlo” le
spiegai. Lei annuì.
“ Ma
certo…”
disse guardando Mary che annuiva. Un campanello. Andai per la seconda
volta ad
aprire.
“ Ecco
la mia
futura cognata! Congratulazioni!” esclamò Sirius
abbracciandomi. Tutti i
Malandrini si precipitarono nel salotto.
“
Congratulazioni!” mi urlò di nuovo Sirius
nell’orecchio.
“ Ok,
ok, ho
capito, grazie!” replicai fingendomi offesa.
“
Lily!” disse
Remus venendomi vicino.
“
Accetta
anche le mie congratulazioni!” mi disse tendendomi la mano.
“ Da
quando
tutte queste formalità?” chiesi ridendo. Lui
sorrise.
“ Hai
ragione,
scusami… ti voglio bene, Lily” disse
abbracciandomi gentilmente. Si presentò
davanti a me anche Peter. Era sempre più pallido quel
ragazzo.
“
Auguri
Lily!” esclamò abbracciandomi anche lui. Erano la
mia famiglia. E poi vidi
James. Smagliante e bellissimo che mi abbracciava. Troppi abbracci per
un
giorno solo.
“
Quante
attenzioni, eh?” chiese. Annuii quasi soffocata dalla sua
presa. Poi ci sedemmo
tutti sul divano come sempre.
“
Allora…
testimoni?” chiese Remus.
“ Ah,
io sarò
la damigella!” esclamò Mary. Solita esibizionista.
Tossii nel tentativo di
prendere la parola:
“
Allora…
James… so che tu scegli Sirius, vero?
“ Come
potrei
fare altrimenti?” chiese dandogli una piccola botta.
“
Io…” dissi.
“ Mi dispiace, ma vorrei anche io Sirius come testimone.
È qualcosa che devo
fare” dissi. Sirius mi guardò sbigottito.
“ Ma
Lily… io
pensavo che…
“
Sirius”
cominciai. “ Tu sei esattamente il simbolo
dell’abbandono dei miei pregiudizi
su di voi, e su James. Io odiavo te e questo qui” dissi
indicando James. “ Uno
me lo sposo e ok, ma l’altro deve almeno almeno farmi da
testimone. Senza
offesa per gli altri!” mi affrettai a dire. Remus sorrise.
“ Con
un’esposizione come questa ben pochi avrebbero da
ridire!” disse. Sirius mi
guardò trionfante. James era ancora sbigottito. Li guardai
tutti, uno per uno.
La mia famiglia.
|
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Capitolo 6 *** La Tua Mamma ***
“
Allora, divertiti con Hagrid ieri sera?” domandò
James a Sirius e Mary mentre ci sedevamo a tavola per mangiare.
“
Wingardium Leviosa” esclamai facendo levitare i
piatti sopra al tavolo. Tutti cominciammo a mangiare lo stufato che
avevo
preparato.
“ Oh,
sì… diciamo di sì, anche se quel posto
è da
brivido, amico…” sussurrò Sirius chino
sul suo piatto. Mary annuì convinta.
“ Oh,
sì… insomma, ok che ci sono dei bambini dentro,
ma è tetro, davvero… senti qualche volta le
risate dei bambini che magari non
vogliono dormire… ma fidati prova tu ad ascoltare una risata
alle due di notte
senza sobbalzare!” esclamò lei convinta.
“ A
parte questo, il luogo com’è?
“
Bhè, noi stiamo lì intorno…
c’è una via… con dei
boschetti… stiamo lì accampati come poveri
turisti!” commentò Sirius prendendo
il bicchiere e versandosi dell’acqua.
“
Oserei dire che la meta turistica non è delle
migliori!”
aggiunse Mary sorridendo.
“
Bhè, almeno vi siete divertiti con Hagrid!
“ Oh,
sì, lui era allegro!” disse Sirius.
“
Continuava a dire ‘ Eh, se qui ci portassi Aragog
sai quanto stava bene con quest’aria
fresca’… Dice che la sua piccola
creaturina sia un po’… em… in gabbia
nella Foresta Proibita!
“
Piccola creaturina? Ma non è quel ragno gigante di
cui ci raccontava sempre?” chiese James.
“ Oh,
sì! Lo sai, lui e il suo amore verso qualsiasi
cosa che sia particolarmente letale!
“
Hagrid e Lovegood sarebbero fatti l’uno per
l’altro…
ce li vedo, con un bel binocolo ad andare in Africa, Lovegood per
trovare il
Ricciocorno Schiattoso e Hagrid per insegnargli a giocare a
poker… brutta
scena…” disse Sirius. Ridemmo tutti e quattro.
“
Notizie di Remus?” chiese James. Sirius guardò me
e
Mary.
“ Ok,
cose tra uomini… andiamo, Mary, mi aiuti in
cucina?” chiesi. Mary si alzò e ci dirigemmo verso
la cucina. Lei si sedette su
una sedia.
“
Remus ha qualcosa che non va!” annunciò Mary.
Annuii
decisa. Era da lunedì che non si faceva sentire. Ok che
erano solo due giorni
che non scriveva, però…
“
Sì, lo penso anche io… in realtà in
questo periodo
abbiamo tutti qualcosa che non va, se ci fai caso!” dissi.
Vidi un gufo fuori
dalla finestra.
“
Wallace!” esclamai. Lo feci entrare. Alla sua zampa,
la lettera di mia madre.
“ Cara
Lily,
scusami se ti
scrivo adesso! In questi giorni non ne
ho avuto tempo! Comunque, CONGRATULAZIONI! Che dire, è una
gioia per me sapere
che sei fidanzata anche tu. Certo, siete giovani, ma
d’altronde anche io e tuo
padre lo eravamo. E nel vostro mondo voi siete maggiorenni, no? Quindi
davvero
secondo me hai fatto benissimo, mi sembra un bravo ragazzo e so che ti
renderà
felice. Per quanto riguarda quella cosa spero solo che non vi facciano
passare
troppi guai! E per Tunia… non posso prometterti niente,
Lily. Lo sai come è
fatta… sarà molto agitata per il suo matrimonio,
ma proverò a convincerla!
Anche tu mi manchi, piccolo fiorellino mio… saperti
così lontana… non che
quando stavi a scuola fosse diverso, ma sapevo che se avessi voluto
avrei
potuto… non so, mi dava l’idea di averti comunque
vicina. Non voglio perderti.
Mi sento un po’ sola qui dentro in questa casa, sai? Anche se
qualche volta mi
viene a trovare Berta Rainbow, ti ricordi? Le eri tanto
simpatica… quella
signora che vive qui vicino… Oh, di tanto in tanto incontro
anche Severus.
Povero ragazzo, mi fa pena. Insomma, voi due eravate inseparabili,
quasi
fratelli. Vederlo
senza te accanto mi dà
un senso di vuoto pazzesco… Comunque va bene, conta su di
me, basta che mi fai
sapere l’indirizzo preciso della chiesa! A presto
La tua mamma”
|
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Capitolo 7 *** Missione con Malocchio ***
“
Allora signori, occhi aperti e nervi saldi” disse
Moody zoppicando. Io e James stavamo dietro di lui. Marciava intorno
all’orfanatrofio, come per perlustrare il campo in cerca di
bombe.
“
Questi Babbani… chiunque potrebbe venire ad uccidere
chi vuole e nessuno se ne accorgerebbe… e poi dicono che
sono pazzo…” sussurrò
più tra sé e sé che a noi. Guardai
James con una faccia interrogativa. Egli
cercava di trattenere le risate.
“
Signor Moody, dove ci possiamo fermare?” domandò
vedendomi ansimare per stare dietro al mago.
“
Fermare? Signor Potter, lei ha intenzione di
fermarsi? Dobbiamo perlustrare la zona!” esclamò.
“
Sì, ma…
“
Niente storie! Ad ogni modo” disse guardandomi. “
La
signorina Evans è un po’ troppo fragile per stare
al passo con noi. Quindi
direi di accamparci qui almeno per un po’” disse
montando la tenda. Entrammo
nella tenda, quattro volte più spaziosa di una tenda
Babbana. Era provvista di
un tavolo e dei divanetti. Moody si sedette su una sedia di legno. Noi
lo
imitammo.
“ In
realtà è ancora troppo presto per essere
attaccati. Diciamo che tra un oretta dovremmo fare dei turni di
guardia.
Allora, ragazzi, come vi è sembrato il campo di
battaglia?” chiese. Mi sembrava
un reduce dalla guerra civile. Lo guardai sospettosa.
“ In
che senso…?
“
Questo sarà il nostro campo, signorina Evans. È
il
nostro territorio. Dobbiamo perlustralo e conoscerlo benissimo per
avere un
vantaggio sui nemici!
“ Ma
quali nemici?” chiesi sconcertata.
“ I
Mangiamorte!” esclamò.
“
Oh… sì… ma adesso non
c’è nessuno…” osservai. Lui
si
alzò.
“ Mai
sottovalutare il nemico! Vigilanza costante,
ecco come la penso io! E ora vado a controllare che sia tutto
apposto!” decretò
uscendo. James era allibito.
“
Quello è pazzo, te lo dico io…”
sussurrò. Annuii
scandalizzata quanto lui.
“ A me
fa paura, lo ammetto…
“
Bhè, è amico di Silente. E dobbiamo fidarci del
giudizio di Silente, no?” chiese sorridendo. Ok, forse non ne
ero così
convinta. Ritornò nella tenda pochi minuti dopo.
“
Signor Potter, è il suo turno!” disse rientrando.
James prese la bacchetta.
“
Bene. Devo solo stare fuori, giusto?
“
Giustissimo. Ora vada” disse. In effetti ero
terrorizzata al pensiero di dover stare da sola con Malocchio Moody. Ma
presi
il coraggio da non so bene dove.
“ Lei
conosce bene il professor Silente?” chiesi
impertinente. Lui mi guardò con il suo occhio ronzante.
Decisi di domare la mia
paura stando ferma immobile.
“
Sì, lo conosco bene” disse. Io abbassai lo
sguardo.
Improvvisamente sentii un radicale cambiamento all’interno
della tenda. Un
cambiamento di aria che tirava.
“
Sai… come mi sono fatto queste cicatrici?” chiese.
Io scossi la testa.
“ I
maghi Oscuri… ho dedicato tutta la mia vita a
darli la caccia… e Silente questo lo sa bene visto che mi ha
aiutato in
parecchie situazioni” aggiunse. Il suo tono sembrava
addolcito.
“ Lei
è un Auror?” chiesi. Lui annuì.
“
Sì… ma non mi ritengo soddisfatto delle scelte
del
Ministero” disse solennemente.
“
Ma…
“ Ma
un corno. Infiltrati, spie, talpe. Il Ministero
non è un posto sicuro per lavorare al giorno
d’oggi. Voi invece cosa avete
intenzione di fare?” chiese. Arrossii.
“
James ha abbastanza soldi per… insomma, per vivere
nel migliore dei modi senza lavorare… o almeno
così mi ha detto… e adesso
l’unico obiettivo è quello di aiutare
l’Ordine!” esclamai convinta. Moody mi
guardò di nuovo. Stavolta feci caso più al suo
occhio buono che a quello
magico.
“
Ottima scelta, davvero. Ah, la gioventù… a essere
io
ancora giovane…” disse. James rientrò.
“ Non
c’è nessuno, ho controllato bene,
nell’orfanatrofio tutte le luci sono spente, nessuno
è sveglio!” aggiunse.
Moody riprese a parlare in modo arcigno.
“ E
beati loro! Perché noi dovremmo stare tutti
svegli!” esclamò. E passammo così la
notte. Tra turni e momenti in cui
sonnecchiavo senza alcun ritegno con la faccia sul tavolo. Quando
Malocchio
usciva a controllare, James mi faceva compagnia abbracciandomi, ma non
osando
chiudere gli occhi. La serata la passammo così. Ma era il
nostro turno. E
dovevamo rispettarlo.
|
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Capitolo 8 *** Incontri e Scontri ***
“
Provati questo vestito!” suggerì Mary. Me lo
accostai al viso. Il colore faceva a botte con i miei capelli. Viola
scuro. Con
i merletti dorati.
“ Ma
sei impazzita? I ricami d’oro? Mi vuoi uccidere!”
gridai. Lei me lo strappò dalle mani.
“ Ok,
ok, vada per quest’altro!” esclamò
tirandomelo
addosso. Intanto Madama McClan ci stava guardando malissimo.
“
Volete che vi dia qualche consiglio?” chiese
cercando di essere gentile. Mary la polverizzò con lo
sguardo.
“ No,
mi scusi, ma è la mia migliore amica e so cosa
sta cercando! Dobbiamo solo trovarlo…
“
Operazione molto ardua…” commentai tra i denti.
Mary
mi sorrise beffarda.
“ Tu
non penserai mica che io ti lasci così in balia
del tuo gusto dell’orrido!” esclamò. No,
in effetti sapevo che sarebbe stato
troppo surreale.
“ Ok,
dai… allora… che ne dici di ricami azzurri?
Insomma…
“ No,
no, l’azzurro ormai è out!” disse
buttandomi via
il vestito che avevo preso.
“ Ma
sai quanto mi frega?” domandai. Lei aprì la bocca
scandalizzata.
“
Sacrilegio! Blasfemia!” gridò lei ridendo.
“ Il
giorno del tuo matrimonio, Lily… devi essere una…
principessa!” disse. Sì, la faceva facile. Io
potevo essere di tutto, ma non
una principessa.
“ Devo
solo trovare… ok, ho trovato!” disse lei
nascondendo il vestito dietro la schiena.
“
Fammi vedere!” chiesi avvicinandomi.
“ No,
sennò mi dirai di non prenderlo! E invece so che
sotto sotto anche tu vuoi un vestito così!” disse.
“ Mary
McDonald, tu non puoi…
“ In
qualità di tua damigella d’onore, io
posso!”
gridò lei entusiasta. Madama McClan la guardò
sospettosa.
“ Ora
esci che devo comprare il mio di vestito!” disse
spingendomi fuori dal negozio.
“ Ma
tu…
“ No,
insisto! Sennò capirai tutto!” e mi ritrovai
fuori dal negozio. Infuriata e divertita allo stesso tempo decisi di
andare al
Ghirigoro. Tanto era lì vicino. Entrai riconoscendo il
tipico profumo dei libri
che tanto mi piaceva. Pozioni. Mi stavo ricordando del mio libro di
Pozioni al
primo anno. L’avevo comprato lì… come
si chiamava… seguii la libreria fino al
reparto di…
“
Professor Lumacorno!” esclamai raggiungendolo.
Ovviamente il suo sguardo era euforico. Sapevo di essere la sua
prediletta.
“ Lily carissima! Sai, oggi avevo intenzione di
scriverti!” esclamò venendomi
incontro. “ Quando si dice il caso, eh?” chiese.
“ A
proposito, riguardo a cosa voleva scrivermi,
professore?” chiesi curiosa.
“ Sai,
ieri io e il mio amico Barty Gregores stavamo
parlando… e mi ha detto che stava cercando degli apprendisti
giovani per
lavorare al Gruppo di Ricerca dei Pozionisti… e
così diciamo che ho subito
pensato a te! Ma non mi azzarderei mai a fare qualcosa senza chiedere
il tuo
permesso, Lily!” aggiunse. Sorrisi. A me sarebbe piaciuto
tantissimo, ma…
“
Professore, in realtà non so, io tra due settimane
mi sposo…
“ Ti
sposi? Oh, che notizia magnifica!” esclamò lui
quasi saltellando.
“
Certo, è ovvio, insomma, non è il momento di
pensarci, d’altronde c’è
tempo… e chi è il fortunato? Il giovane
Potter?”
chiese. Io annuii arrossendo. Speravo che non commentasse la nostra fin
troppo
giovane età. Ma non disse nulla e forse fu meglio
così.
“ In
effetti, professore, volevo invitarla
ufficialmente!” dissi sottovoce. Mi avrebbe fatto piacere
vederlo. Alla fine
era sempre stato il mio professore preferito. Lui si
illuminò.
“ Oh,
sì! Ma certamente! Sarei onorato! Certo, dovrei
comprare qualcosa di adatto per
l’occasione…” disse tra sé e
sé.
“
Sarebbe il quattro agosto alla Chiesa di Godric’s
Hollow.
“ Oh,
ma certo, capisco! Benissimo, conta pure su di
me!
Sentii qualcuno
che mi chiamava.
“
Lily! Oh, buongiorno professore, che sorpresa!”
disse Mary stringendogli la mano.
“ La
signorina Evans mi ha gentilmente invitato al suo
matrimonio!” annunciò a Mary. Mary sorrise.
“
Allora ci vedremo lì! Verrà anche il professor
Silente! Ah, e anche la professoressa McGranitt!
“
Albus e Minerva lì? Oh… ho
capito…” disse sottovoce
e rassegnato. Mi guardò.
“ Non
è solo il matrimonio che ti tiene occupata,
vero?” domandò. Si stava riferendo
all’Ordine della Fenice. Sapevo che era così
dal modo in cui mi fissava, spaventato e timoroso.
“ No,
signore. C’è qualcos’altro”
confessai. Lui
aggrottò le sopracciglia.
“ Devi
stare attenta, Lily. So che Silente ha la mania
di…
“
PROFESSORE!” urlai subito. Lui si azzittì
infastidito. Cercai di riprendermi.
“ Non
qui… insomma, se vuole possiamo parlarne al mio
matrimonio, le va?” chiesi provando a rimediare. Lui
annuì sospettoso e io e
Mary scappammo dalla libreria.
“
Lumacorno sa dell’Ordine?” chiese Mary mentre
ritornavamo nel mondo dei Babbani. Alzai le spalle.
“ Che
importanza ha? So quello che vuole fare. Vuole
farmi cambiare idea. Ma ormai non sono più una
ragazzina…” ammisi. La mia
immagine si riflesse su una vetrina. Ormai ero una donna, lo vedevo dal
mio
sguardo risoluto, dalle mie labbra serrate…
“
Già. E poi… a parte questo, oggi che giorno
è?”
chiese. Sospirai depressa. Venerdì
I due
venerdì che seguirono furono piuttosto monotoni.
Le serate. Sempre i soliti turni, sempre. James controllava
all’inizio, poi
subentrava Moody e James mi faceva compagnia, e poi io e Moody insieme.
In
quelle due settimane ci furono due riunioni. Una il martedì
e una il sabato. In
quest’ultima, però venimmo tutto a conoscenza di
alcuni particolari
interessanti.
“
Salve a tutti! Allora, inizierei la riunione con il
ringraziare il signor Potter, la signorina Evans e Alastor ovviamente,
considerando il fatto che sono stati tutta la notte
all’orfanatrofio!” annunciò
Silente. Molti ci sorrisero. Mary ridacchiò vedendo le mie
occhiaie. Avevo
fatto un sforzo enorme per alzarmi dal letto e anche James non era
proprio
molto sveglio.
“ La
signorina Marlene in realtà voleva dirci
qualcosa… e penso che dovremmo ascoltarla!” disse
solenne. Marlene si alzò. La
guardai distrattamente. Volevo solo dormire. In quelle due settimane
Marlene
era molto cambiata: non era più la ragazza spensierata di
una volta. Sembravano
passati anni dall’ultima volta che l’avevo vista
ridere. Ma lo stesso era
accaduto a Remus e a Peter: ultimamente non si facevano più
sentire. Gli unici
che rimanevamo sempre appiccicati eravamo io, James, Mary e Sirius.
“
L’altro ieri io, Dorcas e Amelia stavamo appunto
pattugliando la zona, quando abbiamo sentito un urlo infernale. Era una
bambina
che urlava qualcosa a proposito di una figura nera fuori dalla
finestra. Un
uomo vestito di nero. Voi tutti immaginate chi poteva essere.
L’unica cosa: non
vuole darci i dettagli. È una bambina un
po’… em… timida. E non vuole dire a
nessuno cosa ha visto precisamente. Gliel’abbiamo chiesti, ma
si è rifiutata di
dirci alcunché. E non sappiamo che fare” disse
guardando anche Dorcas e Bones.
Moody prese parola.
“
Occlumanzia, signori. È l’unica soluzione. Mi
dispiace, ma dobbiamo sapere quello che ha visto”
annunciò. Silente gli prese
un braccio.
“ Non
così in fretta, Alastor. Io prima vorrei provare
a fare… un… chiamiamolo così,
esperimento… signor Lupin, signorina Evans… vi
andrebbe di tentare di far confessare tutto alla bambina?
“
Professore” dissi io prendendo coraggio. “ Io
dovrei….
“ Oh,
sì, intendevo dopo il matrimonio. Ho un
bellissimo abito da cerimonia e non voglio perdere
l’occasione per sfoggiarlo.
Direi di fare… il prossimo mercoledì? Che ne
dite?” chiese. Remus annuì.
“
Professore… mi scusi… ma perché
proprio noi?” chiesi
incuriosita. Silente sorrise.
“ Sai,
Lily, ho sempre pensato che tu fossi una
ragazza intelligente” annunciò. Bene. Non me lo
voleva dire. Grandioso.
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Capitolo 9 *** Sto per sposare un uomo migliore di te, Severus ***
“
Lily…” una voce mi chiamava. Forse ero morta. O
almeno speravo che fosse così. Ero riuscita ad addormentarmi
solo poche ore fa.
Due ore se vogliamo essere precisi. Con James che si alzava dal letto
in
continuazione. Aprii gli occhi. Luce. Troppa luce. Sentii una mano
sulla mia
spalla spingermi un po’.
“
James, basta…
“
Lily, sono Mary! Dai che
è
tardi!” esclamò la mia migliore amica. Aprii gli
occhi di colpo. Forse qualcuno
mi aveva gettato un Oblivion mentre dormivo. Oggi. Quattro agosto.
PANICO.
“
Oggi…” dissi sperando di venire smentita. Ma dal
vestito verde smeraldo e dal trucco intuii il peggio. Lei neanche mi
rispose
che infilai la mia testa sotto il cuscino.
“ OH,
NO!” esclamai. Lei mi tolse il cuscino dalla
testa.
“
Alzati, dai, ti devo truccare e vestire!” disse
risoluta come non mai. Mi guardai intorno.
“
J… James?
“
James l’ho visto stamattina. Aveva un’espressione
stile Baciato-da-un-Dissennatore sulla faccia, due occhiaie grosse come
due
meloni maturi e i capelli che sembravano una foresta pluviale. Direi
che sta
messo maluccio e Sirius gli ha dovuto far bere una Pozione della Pace
preparata
da Remus. E non so per quanto durerà…
“
Domanda: perché è così agitato? Dovrei
essere io
quella agitata!” esclamai alzandomi. Mi guardai allo
specchio.
“
Guardami! Sono un mostro! Come faccio?” Mary
sfoderò
una matita per gli occhi.
“
Quando avrò finito con te non ti riconoscerà
neanche
tua madre!” disse. Mia madre… oggi
l’avrei rivista. Sospirai incerta se esserne
felice o meno.
“
Bene… incomincia!” annunciai. Mi fece sedere e
vestire con una tuta sportiva. Tirò fuori da quella pochette
le peggio cose.
Trucchi. Tanti trucchi. Io non mi ero mai saputa truccare a dovere. E
lei
sembrava una maga del trucco. Armeggiava con i miei occhi, con le mie
labbra,
con le mie guance… Mi prese i capelli. Me li legò
in parte dietro la nuca, in
parte li lasciò sciolti. O almeno così mi
sembrava. Dopo un ora circa mi guardò
allontanandosi un po’.
“
Abbiamo finito. Dai, specchiati!” disse soddisfatta.
Scossi la testa.
“ No,
ho paura!
“ Lily
Ev…” si bloccò. Sorrise smagliante.
“ No,
Lily Potter” si corresse. Bene. Grazie per
avermelo ricordato. Se voleva scatenare in me qualche reazione nervosa,
c’era
riuscita. Mi avvicinai titubante allo specchio. E mi vidi. Mi vidi come
una fan
potrebbe vedere un’attrice famosa. Ero stupenda. Truccata a
dovere, per una
volta. Non avevo neanche le occhiaie, il mio complesso più
grande.
“
Tu… io ti amo, Mary” sussurrai. Lei mi
abbracciò da
dietro.
“ No,
questo lo devi dire solo a Potter quando
pronuncerai quel benedetto ‘sì’. Adesso
andiamo, dai!” disse trascinandomi
fuori di casa quasi a calci. Ovviamente avevo le gambe paralizzate.
“
Mary… senti…” sussurrai poco prima di
Smaterializzarci. “ Io… non me la sento…
“
Lily, sono cento invitati se non di più, James si
sta sottoponendo a una seduta spiritica pur di riuscire a dire quel
fatidico
‘sì’ e tu cosa fai, rinunci? Sai quanto
tempo ci ho messo per prepararmi? Tu
non scappi, Lily!” esclamò prendendomi per un
braccio. E ci ritrovammo di
fronte alla chiesa. Fui tentata di scappare a gambe levate. Ma ormai
c’ero
dentro fino al collo. Presi un respiro. Entrai nella chiesa. Il prete
mi
guardava raggiante.
“ Ah,
Lily! Allora, è pronta? Si ricordi delle prove…
“
Guardi, non voglio ricordarmi di quando James è
svenuto prima di dire se mi voleva amare e onorare e tutta quella roba
lì!”
esclamai scortese dirigendomi verso la sala dove mi sarei dovuta
spogliare.
“
Ancora … non… capisco…
perché… tu… mi abbia voluto
far cambiare qui!” dissi spogliandomi.
“ Se
James tornasse a casa e ti vedesse…
“ Tu e
la tua scaramanzia!” esclamai irritata. Lei si
offese.
“
Lily, cerca di calmarti, davvero, sei
insopportabile! Da cosa sei spaventata, dal matrimonio o da
James?” domandò. La
guardai con gli occhi pieni di lacrime.
“
Io… io gliela sto dando vinta… io… io
gli ho detto
di sì… dopo tutto questo tempo… e sono
felice ma… ho paura di come tutto
cambierà e… non so se sono pronta…
“ Tu
stessa non avevi detto di essere maturata e di
sentirti più risoluta?” chiese lei con le mani
intrecciate. Annuii. Ma aveva un
registratore dentro quella testolina castana e piena di boccoli?
“ E
allora dai, vestiti!” esclamò esausta. Presi
l’abito. Lo guardai per la prima volta. Era fantastico.
Bianco con dei risvolti
verdi. La guardai raggiante.
“ Ecco
il misterioso vestito… si abbina perfettamente
al tuo o sbaglio?” chiesi non riuscendo a non sorridere. Lei
annuì soddisfatta.
“ Cara
mia… se non ci fossi io…
“
LILY!” sentii nell’aria qualcuno che mi chiamava.
Mi
infilai velocemente il vestito da sposa.
“ Ma
chi è?” domandai. Guardai Mary. Sembrava nel
panico.
“ Non
ci dovrebbe essere nessuno degli invitati ora! O
meglio, non penso… vado a controllare…
“
Sì, ma fai presto!” esclamai avendo paura di
restare
sola. Uscì dalla porta. E tornò. Tornò
con un uomo, ormai. Il mio migliore
amico. Mi guardava beffardo, malinconico.
“
Lily… Piton voleva vederti” disse lei. Ovviamente
non aveva mai potuto patire Severus. Guardai tutti e due.
“
Mary… potresti lasciarci soli un minuto?” chiesi
sottovoce.
“ Ma
Lily…
“ Un
minuto basterà, grazie!” dichiarai decisa. Lei
contrariata uscì a malincuore. Severus mi scrutò
dall’alto in basso, con un
cipiglio imperscrutabile. Sostenni il suo sguardo, adirata e curiosa.
Poi
parlò.
“
Ciao” disse. Non risposi. Gli rivolsi uno sguardo
carico di rancore e di delusione. Lui continuò.
“ Che
cos’è questo?” chiese alzando una mano.
Aveva un
invito. L’invito per venire al mio matrimonio. Inviato da me
in segreto,
all’insaputa di James.
“
Secondo te che cos’è? Un invito” dissi
semplicemente.
“ Al
tuo matrimonio? E tu pensavi davvero che sarei
venuto?” chiese con un sorriso amaro.
“ Sei
qui ora, no?” dissi cercando di nascondere la
soddisfazione.
“
Sì, ma non per molto. Ma tu pensavi che avrei
accettato sul serio?” disse riponendomi la domanda. Tutti e
due sapevamo la
risposta. Ma non osavo dirgliela.
“ No.
Sapevi che non avrei accettato. E allora mi
chiedo, perché me l’hai inviato? Per
torturarmi?” chiese avvicinandosi con
ancora la mano alzata all’altezza del suo petto. Scossi la
testa.
“ No.
“ E
allora perché?
“
Perché anche se sapevo che non saresti venuto,
volevo almeno poterci sperare. Ti ho dato quest’ultima
chance, Severus. E tu
invece perché sei qui? Solo per chiedermi questo? Oppure
c’è altro?” domandai.
Lui abbassò il mio sguardo.
“ Ti
stai sposando con Potter” ringhiò tra i denti.
Non osavo guardarlo in faccia, quindi mi limitai ad osservare le pareti
bianche
della stanza.
“
Esatto.
“ E si
può sapere per quale stupido motivo?” chiese.
“
Perché lo amo e voglio passare tutta la vita con
lui” ammisi. In quel momento lasciai da parte ogni dubbio,
ogni incertezza
riguardo il matrimonio. Ormai ero pronta. E l’avevo scoperto
solo in quel
momento, quando pronunciai quelle parole amare a Severus. Si mise una
mano
sugli occhi.
“
E… è la verità?”
domandò.
“
Sì” risposi secca. Si avvicinò ancora
di più. Aveva
una camicia nera troppo grande per lui, con dei jeans strettissimi. La
cosa non
mi meravigliava per niente.
“ Mi
chiedo come possa essere successo…” ammise sempre
con una mano sugli occhi.
“ E io
mi chiedo come mai porti una camicia nera in
piena estate” replicai sospettosa. Stavolta mi
guardò. Aveva gli occhi pieni di
lacrime.
“
Tu… non puoi davvero farmi questo… Non
Potter… ti
prego, tutti, tranne…
“ Tu
non conosci James. Non sai chi è. Solo perché sei
animato da stupidi sentimenti di rancore… E poi,
perché non dovrei sposarmi con
lui? Che ti frega di me? Ti è fregato qualcosa in questi
ultimi due anni? No.
Abbiamo tagliato i ponti, Severus, te ne sei scordato?”
chiesi amaramente.
Stavolta neanche io riuscivo a trattenere le lacrime. Si fece ancora
più
vicino.
“
Lily…
“
Evans” lo corressi. “ O Mezzosangue, fai un
po’ te…
“
Lily” ribadì lui. “ Io… io ti
amo. Ti ho sempre
amata. Sempre. E adesso… vorrei
morire…” sussurrò. Mi cascò
il mondo addosso.
No. Non poteva essere. Severus… io in realtà
sospettavo qualcosa… ma un conto
era supporlo, un altro era sbattermelo in faccia il giorno del mio
matrimonio.
Ero senza fiato. Era troppo, troppo vicino. Riuscivo a vedere i
dettagli delle
ciglia… e mi baciò. Mi baciò con
delicatezza, come fossi un fiore di vetro. Ma
era sbagliato. Io ero immobile, di pietra. Non opposi resistenza, ma
neanche lo
assecondai. Anzi, decisi di approfittarne. Lo presi per un braccio e
gli alzai
la manica della camicia. Sbirciai quel poco che bastava per farmi un
idea, e lo
spinsi via.
“
Adesso esci dalla mia vita. Stavolta per sempre”
dissi tutta rossa. Lui mi guardò interrogativo.
“
Cosa…? Perché?
“
Eccolo il perché! Sta sul tuo braccio sinistro! Il
MARCHIO NERO!” esclamai indietreggiando. I suoi occhi
scivolarono sul suo
avambraccio sinistro. Il Marchio. Era uno dei suoi.
“ Sei
un Mangiamorte… e ti reputi migliore di James…
tu… tu mi fai… poi mi chiedi perché
devi uscire dalla mia vita! SEI UN
MANGIAMORTE! Hai scelto da che parte stare in questa guerra. E io ho
scelto la
mia.
“ Vuol
dire che tu sei…” domandò. Ormai
l’aveva
intuito. Era inutile negare.
“ Un
membro dell’Ordine. Sì. Ma non dirò a
nessuno che
sei un Mangiamorte, stai tranquillo” dichiarai con rabbia.
“ Non mi abbasserò
così tanto. Potrebbero trovarti nel giro di due minuti. E
vivrò con la speranza
che tu ti pentirai della scelta che hai fatto e deciderai di passare
dalla mia
parte. Di stare con me. E James questo l’ha fatto,
rivelandosi un uomo migliore.
Ed è proprio quell’uomo migliore che sto per
sposare” annunciai. Risate.
Riecheggiarono delle risate e delle voci dall’altra sala.
“ Gli
ospiti sono arrivati. Se vorrai restare non avrò
nulla in contrario. Ma quando varcherai quella porta, ti
parlerò solo quando ti
sarai pentito della tua scelta” dissi cercando di rimanere
fredda. Ma lui
scosse la testa.
“
Preferirei morire che vederti dire un
‘sì’ fatale a
quel Potter” annunciò fuori di sé.
“
Allora non abbiamo nient’altro da dirci… VAI VIA
ORA!” esclamai con le lacrime che mi salivano. Lui si
avvicinò accarezzandomi
il viso.
“
Lily, io…
“
VATTENE!” esclamai indicandogli l’uscita di
sicurezza. Mi guardò intensamente. Quegli occhi
scuri… riuscivo a vederli
davvero. Tristi e carichi di risoluzione. E io dovevo accettarlo.
“ Ti
voglio bene, Lily.
“ Anche io, Sev. Te
ne volevo davvero tanto. Ora vai”
annunciai. Ed uscì. Uscì dalla mia vita.
Uscì da quella porta e io sapevo, in
cuor mio che non sarebbe più ritornato.
|
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Capitolo 10 *** Però adesso ho un po' paura ***
Ormai le risate
e le voci erano più forti. Forse James
era già lì fuori ad aspettarmi, con mia madre.
Bene. Io ero agitatissima.
Tremavo tutta. Mary era uscita per andare a chiamare Remus. Doveva
accompagnarmi all’altare. Ok. Ce la potevo fare. Dire che
sudavo era poco. IO
ODIAVO STARE AL CENTRO DELL’ATTENZIONE. Bene, Lily, dalle
scelte che fai non
sembrerebbe proprio. Ok… mi sedetti su una sedia, con tutto
l’abita da sposa.
Dovevo stare calma. MOOOLTO calma…
“
Lily! Sei bellissima!” disse Remus. Mi alzai di
scatto. Malgrado la pressione alle stelle non potei non guardarlo
attentamente.
Era bellissimo. Molto molto bello. Come alla festa di Natale
dell’anno scorso.
Solo un po’ più grande. Uno smoking nero e per una
volta le scarpe lucidate.
Bene.
“
Remus, parli tu! James è già
lì?” riuscii a chiedere
con voce tremante.
“
Lascia perdere. Sirius l’ha dovuto mettere là a
calci. Non ce la faceva a tenersi in piedi. Ma anche tu vedo che non
stai
proprio tranquilla o sbaglio?” chiese con un sorrisetto
dolce. Annuii.
“
Io… e che non si vede…? Più tranquilla
di così!”
esclamai. Guardai Mary.
“
C’è… mia madre?” domandai.
Lei annuì.
“ E
c’è anche Miss Io Sono Una Babbana, Siete Voi
Quelli Strani!” annunciò ridendo. Mia sorella
adottiva criticava la mia sorella
di sangue. Meraviglioso.
“ Ti
pare il momento ora?” chiesi ormai in preda a
forte scosse di brividi. Remus mi prese la mano.
“ Ehi,
stai calma e vedrai che andrà tutto bene. Lui è
lì per te. Tu sei qui per lui. Cosa c’è
di più semplice di così?
Sì,
bravo, complimenti.
“ Il
fatto è, professore, che penso che i miei nervi
non reggeranno ancora per molto!
“ Tu
pensa a come sarai felice dopo averlo sposato!”
mi suggerì.
La
faceva
facile, lui. E grazie, ero io dentro a quel ridicolo vestito. Presi un
respiro
fortissimo. Ok, stavo per svenire. Ripensai all’incontro con
Severus. Gli avevo
detto che ero sicura di quello che dovevo fare. Ed ero stata sincera.
Io volevo
sposarlo. Quindi che problema c’era?
“
Perché ci stiamo sposando, Remus? Tu lo sai?”
chiesi
irrazionalmente. Mi sorrise teneramente.
“
Perché vi amate, è questo il primo motivo.
Perché ci
sarà una guerra e nel nostro futuro non ci sono certezze.
Perché entrambi siete
cambiati e volete rimanere così per tutta la vita.
Perché solo stando insieme
sarete forti. Di motivi, Lily, ce ne sono tanti”
affermò. Sorrisi anche io. Lui
sì che riusciva a spiegarmi le cose.
“
Grazie…” ma poi sentii delle voci che parlavano.
Afferrai
il braccio di Remus.
“
Penso che non ne uscirò viva” sussurrai proprio
fuori dall’entrata della Chiesa. Sentii un organo. Un organo
partire a suona
una musichetta che doveva essere la mia marcia funebre: la marcia
nuziale. Non
so dove trovai la forza di camminare. Avevo Mary dietro che mi teneva
il velo e
Remus che mi sorreggeva con il braccio nel caso svenissi lì.
Forse fu questo a
darmi la forza. Improvvisamente mi sentii addosso cento paia di
occhietti. Quindi
duecento occhietti. Ottimisticamente. Bene. Non volevo neanche
guardarlo,
James. Ero troppo nervosa. Mi limitai a osservare
l’arredamento della Chiesa.
Tutta bianca e blu. Carina. Arrivai all’altare. Remus mi
lasciò. Ok, ora dove
potevo andare? Anzi, dovevo andare? Da sola, stavolta. Vidi una mano
tesa. Di
chi era quella mano? Di James. Alzai gli occhi. Mi sorrideva. Mi
sorrideva
sicuro di sé, entusiasta ma anche emozionatissimo e
tesissimo. Si era davvero
messo a tiro, non osavo obbiettare niente. I capelli erano sempre in
disordine,
certo, ma per il resto avevano uno smoking nero quasi come quello di
Remus, con
dei ricami blu. Presi la sua mano, tremante. Gli sorrisi. Tremavamo
insieme. Ma
dovevamo farcela. Il prete continuò a parlare e a parlare.
Non sentivo niente.
Stavo lì, ferma, immobile, come se mi avessero scagliato un
Pietrificus
Totalus. Sentivo James respirare profondamente. Anche lui era
emozionato.
“ Vuoi
tu, James Charles Potter prendere la qui
presente Lily Evans e amarla e onorarla in salute e in malattia, nella
buona e
nella cattiva sorte, finché morte non vi separi?”
chiese solennemente. Lo
guardai. L’altro giorno era svenuto prima di dire
“sì”. Lo guardai malissimo.
Se fosse svenuto prima l’avrei preso a calci e poi
l’avrei riempito di baci. Mi
guardò negli occhi. Leggevo la sua preoccupazione, la sua
ansia ma anche la sua
voglia di farmi sua.
“
Sì, lo voglio” annunciò. Mi mise
l’anello. Ormai non
mi sentivo più il cuore per quanto batteva veloce.
C’era mia madre, dietro di
me forse Mary, Peter e Marlene, seduti in prima fila. Forse dietro a
James
c’era Sirius. In quel momento non riuscivo a vedere niente.
Vedevo solo James
che mi fissava. Forse il prete mi ripeté la stessa formula.
Ma non ci feci
assolutamente caso. Mi limitai a sussurrare un
“sì, lo voglio”. James
sospirò
contento.
“ Puoi
baciare la sposa” disse il prete. Quel comando
lo sentii abbastanza bene. Si avvicinò tremante. E mi
baciò abbracciandomi.
Abbracciandomi stretta a sé. Partì un applauso.
Mi sentii invasa dalla gente.
“
Lily, tesoro! Congratulazioni!” esclamò mia madre
abbracciandomi. Finalmente potevo vederla. Aveva un vestito azzurro,
che le
stava molto bene.
“
Mamma…” sussurrai quasi piangendo. Mary anche
venne
da me.
“
Lily, ormai sei la signora Potter!” esclamò. La
abbracciai. Ma poi venne Sirius.
“
Lily… siamo parenti ora!” disse. Lo abbracciai di
getto. Arrivò Remus con in mano una macchina fotografica.
“ Una
foto?” chiese. Tutti ci mettemmo in posa, con
Sirius, Peter, mia madre e Marlene. Poi decidemmo di fare una foto io e
James
con Sirius. Il nostro testimone. Peter mi strinse la mano.
“ Wow,
Lily!” ammise tutto rosso.
“
Peter… grazie per essere qui… Marlene…
Remus…”
abbracciai tutti. Ancora non avevo visto James. Non avevo avuto modo di
parlarci.
Eppure sentii una mano afferrarmi, trascinarmi
fuori dalla Chiesa e
Smaterializzarci. Arrivammo in una radura, allestita con tavoli, sedie,
e
un’orchestra. Giusto, io e Mary avevamo prenotato tutto.
Fantastico. La mano
che prima mi teneva mi lasciò.
“
Lily, ragazza mia!” esclamò Lumacorno venendomi
vicino.
“
Professore!” dissi io sorridente. Indossava una
giacca arancione, con una camicia di seta blu. Era abbastanza bizzarro.
“ Sei
incantevole. Davvero, non so che dire. Il signor
Potter?” chiese guardandosi intorno.
“
Veramente, professore, è sparito! Forse sta
laggiù!”
dissi indicando una massa di gente, tra cui Sirius, Peter e Remus.
Lumacorno
annuì.
“
Lily, io ti volevo parlare di…”
“ I
miei più sinceri auguri, Lily” annunciò
una voce
alle mie spalle. Il professor Silente. Era vestito con una lunga veste
blu che
gli arrivava ai piedi, trapuntata di stelle argentate. La McGranitt,
dietro di
lui, aveva un vestito verde bottiglia, semplice e accollato.
“ O
come dovremo chiamarla ora, signora Potter”
aggiunse lei venendomi vicino.
“
Horace, anche tu qui! Ammetto di non averti visto
durante la cerimonia” annunciò Silente. Lumacorno
arrossì. La McGranitt avanzò
verso di me, stringendomi la mano.
“
Anche io volevo farti gli auguri. Comunque” disse a
Lumacorno “ sarebbe meglio lasciare la signorina Evans con i
suoi amici.
Qualsiasi annuncio o discorso potrà aspettare, è
d’accordo, professore?”
chiese.
“
Sì, certo…” sussurrò lui.
Una mano mi prese per il
braccio. Alice.
“
Lily! Quanto sono contenta! Ti sei sposata!”
esclamò. Già, me ne ero quasi accorta.
“ E
già…” riuscii a dire. Guardai la sua
mano. Aveva
un anello al dito.
“
Alice! E non mi dici niente?” chiesi stupita. Lei
arrossì.
“
Bhè, pensavo che… insomma, ieri Frank si
è deciso!
Sarà stato l’esempio di
James…” ammise. Per un attimo, si creò
una sorta di
legame tra noi due. Era come se ci fosse qualcosa che ci accomunasse.
Il
pensiero di un matrimonio, forse troppo veloce. Le presi la mano.
“ Hai
paura?” chiesi. Riuscivo a mettermi bene nei
suoi panni. E sapevo che non era facile sposarsi così
presto. Lei mi guardò.
Sorrise.
“ No.
In fondo, anche tu ti sei sposata… e non è
crollato il mondo, no?” domandò. Già,
era vero. Vedi in lontananza un riflesso
dorato. Un uomo era completamente vestito di giallo.
“ Ma
quello…” dissi piano.
“
Sì, è Lovegood. Non si sa perché ma si
è vestito di
giallo. Giuro che donerò venti galeoni al primo che gli
andrà a chiedere perché
si è vestito così!” esclamò
una voce alle mie spalle. Sirius. Alice si
allontanò e restammo soli. Mi guardò
quasi… quasi amorevolmente.
“
James è stato sommerso da una folla di persone.
Spero che riuscirà a scappare!” disse. Risi.
“
Scommetto che gli piace essere così al centro
dell’attenzione” dissi non riuscendo a trattenermi.
Lui sorrise.
“ In
realtà scommetto che gli piacerà ancora di
più
stare a casa sua a fare…
“
Occhio che sotto il vestito ho ancora la bacchetta!
Sirius si
bloccò sorridendo.
“ Sto
tremando!” esclamò. Lo abbracciai.
“
Grazie…”
“ E di
che?” mi chiese.
“ Di
tutto, Sirius. Grazie di avermi presa di in giro,
grazie di aver sempre sostenuto James… grazie.
“ Di
niente, è stato un piacere!” ammise
abbracciandomi anche lui. Ci andammo a sedere ai tavoli. Ormai Severus
era
acqua passata. Non ci volevo neanche più pensare. Mary si
sedette accanto a me.
Era raggiante.
“ Ce
l’hai fatta, alla fine” esclamò.
“
Sì… grazie anche a te…”
ammisi. Sirius l’abbracciò
da dietro.
“ Non
è bellissima con questo vestito?”
domandò.
Annuii raggiante. Era tutto perfetto. Anche Remus si sedette con noi.
“
Lily… per quanto riguarda la missione,
io…”
“ Ti
pare il momento di parlare della missione ora,
Remus? È un giorno di festa!” esclamò
Marlene prendendo posto accanto a lui.
Era da un po’ che i rapporti tra i due erano migliorati.
Certo, non c’era più
lo stesso feeling, ma perlomeno erano cordiali e spontanei.
“
Dai, saltami
addosso!” disse lui tendendo le mani. Lo guardai stranita.
Lui si riprese al
volo.
“ Ma
che hai capito! È tradizione che la sposa entri
in casa con… bhè, tu saltami addosso e non ti
fare domande!” disse. Lo guardai.
“ Non
ti faccio male, vero?” chiesi. Lui scosse la
testa. Gli saltai addosso con tutta la delicatezza di cui io ero
capace.
Insomma, fu un miracolo che non cadde. Entrammo in casa. Quella
casa… alla fine
non l’avevo mai considerata mia. Mi ero sempre sentita una
specie di ospite. Ma
in quel momento… C’era qualcosa di così
familiare? Forse no. Sarà che tutto ciò
che aveva a che fare con James mi ispirava familiarità,
quotidianità. Mi
depositò sul divano. Mi guardò, come non aveva
mai fatto. Mi guardava come una…
come un marito potrebbe guardare una moglie. Mi spaventò un
po’. Bene… respira,
Lily.
“
Bhè, come stai?” chiesi. In effetti
l’avevo dovuto
condividere con un centinaio di persone. Adesso lo volevo tutto per me.
Scosse
la testa, sorridendo.
“
Ancora non posso credere di avercela fatta” ammise.
Già, c’era riuscito. Le opzioni erano due: o lui
era molto bravo, oppure ero io
troppo influenzabile. Forse era la seconda.
“ Ci
sei riuscito…” ammisi. In quei giorni avevamo
avuto poco tempo per parlare. E per stare insieme. Tra preparativi e
altro… Lui
mi guardò quasi pensieroso. Forse avevo lasciato trasparire
un po’ di amarezza
nella voce.
“
Tu… tu sei sicura di volermi sposare?” chiese. Oh,
già, bella domanda. Ma qualsiasi fosse stata la mia
risposta, comunque eravamo
già sposati.
“
Veramente mi sembra di portare un anello al dito,
signor Potter” dissi facendogli vedere la mano. Lui me la
prese.
“
Sì, ok, ma… Tu sei sicura di ciò che
hai fatto,
vero? Lo so, sono stato assillante, forse impulsivo,
ma…” ok, basta. Dovevo
dirglielo. Eclissando qualche particolare, ma dovevo dirglielo.
“
Sì, sono sicura della mia scelta. James… Severus
è
venuto, prima che arrivassero gli invitati…” dissi
con lo sguardo sul
pavimento. Nessuna risposta, niente. Sentii solo la sua mano
divincolarsi dalla
mia. Bene. Lo guardai. Niente, sembrava colpito da un fulmine.
“
Sapevo che l’avresti invitato.
“ Sei
arrabbiato?
“ No.
Un po’ confuso. Non l’ho visto proprio in prima
fila, il tuo migliore amico” disse con amarezza.
Già. Me ne ero accorta.
“ Il
fatto è che… voleva convincermi a non sposarti. E
lui…” mi ha baciato, James. Mi ha baciato. La
seconda persona che abbia mai
baciato in tutta la mia vita. Lui, il mio migliore amico. Ma James
l’avrebbe
trovato e ucciso. Sicuramente.
“
Lui…” lui è un Mangiamorte, James.
Siamo membri
dell’Ordine. Dovremmo cercare delle prove per sbatterlo ad
Azkaban.
“ Lui
non c’è riuscito. Perché io ero
assolutamente decisa.
Certo, impaurita, ma d’altronde, neanche tu mi sembravi molto
rilassato” dissi
cercando di sorridere. Ma lui non mi guardava.
“
Dimmi la verità. Ti ha baciata?” chiese. Panico.
Come faceva a saperlo?
“
Come…?”
“
Intuito. Immagino che le abbia volute provare tutte.
Io l’avrei fatto al suo posto” ammise. Gli presi il
viso tra le mani,
costringendolo a voltarsi.
“
James… io…
“
Bhè, e allora?
“
Allora cosa?
“ Lo
ami?” chiese. Ma… come poteva farmi queste
domande? Ero ancora vestita da sposa. Non riuscii a non piangere.
“ NO!
IO AMO TE, E LO SAI!” esclamai piangendo. Lui mi
abbracciò.
“
Scusami… Scusami… sono un idiota…
“
Sì, lo sei” dissi tra le sue braccia.
“ Mi
dispiace… è che… io lo ammazzo se lo
vedo…
“
Mettiti in fila” dissi. Lui rise.
“ Sono
geloso, Lily… sono sempre stato geloso di lui…
dal primo momento in cui l’ho visto. Poteva toccarti, parlare
con te… è
incredibile, vero? Io, geloso di Piton…” ammise.
Poi mi guardò.
“
Tu… tu sei sicura di non volere… lui?
“ No,
e lo sai. Ormai è tardi per tornare indietro,
James. E sono qui. Ho fatto la mia scelta e non me ne pento”
dissi tutto d’un
fiato. Lui mi guardò amorevolmente.
“ Sai,
con questo vestito sei stupenda. Dovresti
usarlo più spesso” disse.
“ Ma
spero proprio di no! Non sai quanto è
maledettamente ingombrante!” dissi asciugandomi le lacrime.
“
Allora toglitelo, no?” chiese con un lampo
malandrino negli occhi. Lo guardai male.
“ Vedo
che ti riprendi in fretta, eh?” chiesi. Lui
sospirò.
“ Sì,
direi di sì” disse sorridendo. Mi prese per mano
e mi portò in camera da letto. Ormai era tardo pomeriggio.
Vedevo il tramonto
dalla finestra… Ma non mi distrasse dall’amare
James come mai avevo fatto.
Perché dopo Severus, ero ancora più convinta:
nella mia vita c’era spazio solo
per un uomo e quell’uomo era James Charles Potter.
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