Lo scopriremo solo vivendo - Parte II

di angelikakiki
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Una nuova famiglia ***
Capitolo 3: *** L'Ordine della Fenice al completo ***
Capitolo 4: *** Proposta ***
Capitolo 5: *** La mia famiglia ***
Capitolo 6: *** La Tua Mamma ***
Capitolo 7: *** Missione con Malocchio ***
Capitolo 8: *** Incontri e Scontri ***
Capitolo 9: *** Sto per sposare un uomo migliore di te, Severus ***
Capitolo 10: *** Però adesso ho un po' paura ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Mi svegliai di colpo. Che ore erano? Le nove. Le nove di mattina. Bene. Mi alzai un po’ stordita. Mi affacciai alla finestra. No, ancora non era arrivato. Questo mi dava un certo vantaggio. Ma ormai la valigia era pronta. Mi vestii di corsa, truccandomi pochissimo. Non mi importava. Anche perché lo sapevo che avrei pianto. Ma era necessario. Dovevo farlo. Soprattutto per la sua sicurezza. Presi la valigia sul mio letto. Ormai ero pronta. Guardai quella stanza per l’ultima volta. Il mio armadio, il mio letto, la scrivania… era tutto così familiare. Ma non potevo restare di più. Trascinai la valigia per le scale. Mia madre mi aspettava seduta sulla poltrona. Aveva un’espressione seria sul volto, dura e risoluta.

“ Lui è già qui?” chiese trattenendo le lacrime. Scossi la testa. Lei sospirò.

“ Tra quanto arriverà?”

“ All’incirca dieci minuti. Credo.” sussurrai. Lei si alzò e mi abbracciò.

“ Lily… ti prego…”

“ No, mamma. Non posso. Ormai ho preso la mia decisione”

“ Ma questa guerra non ti riguarda, Lily…

“ Questo non è vero!” dichiarai. “ Riguarda tutta la popolazione magica! E io faccio parte di quel mondo…

“ No… tu fai parte del nostro mondo… con me… Tunia…

“ No. Non più. Da quando sono salita su quel treno non sono più come voi. E lo so. E devo prendermi le mie responsabilità. E proteggere te e Tunia” dissi.

“ Tuo padre non avrebbe voluto che…”

“ Mio padre sfortunatamente non c’è più, mamma” sussurrai cercando di trattenermi. Mio padre era morto due settimane prima. Il giorno dopo che ero tornata a casa. Tunia ovviamente aveva dato a me la colpa. Pensava che gli avessi lanciato qualche strano incantesimo. Ma mamma sapeva che non era vero. Non poteva essere vero.

“ Lily, non penso che riuscirebbero a scoprire che…

“ Mamma, loro ce l’hanno con i Nati Babbani! Io sono una Nata Babbana… se scoprissero che sono qui… io potrei pure salvarmi, visto che mi so difendere, ma voi… voi no. Non so se riuscirei a salvarvi. Quindi ti prego… non rendere tutto più complicato” dissi. Anche io trattenevo le lacrime. Ma era necessario. Tutto questo era necessario. Sarei andata a vivere con James. Era l’unica soluzione possibile. Dorea Potter ora era in viaggio per andarsi a trasferire dai cugini di James, in Irlanda, a Cork. James aveva insistito. Lì nessuno l’avrebbe mai trovata.  Mi asciugai una lacrima traditrice che scendeva sulla mia guancia.

“ Mi farò sentire appena possibile. Te lo giuro. Mi mancherai, mamma” sussurrai abbracciandola e baciandola. Lei annuì senza parole. Piangeva come me. Qualcuno bussò alla porta. Aprii liberandomi dalla sua stretta. James. Era da una settimana che non lo vedevo, e morivo dalla voglia di baciarlo. Ma in quel momento non ce la facevo. Quando mi vide in lacrime mi abbracciò. Poi andò da mia madre.

“ Buongiorno, signora. Sono James, James Potter” disse. Mia madre lo guardò divertita e scossa allo stesso tempo.

“ Sei tu quello che le mandava tutti quei mazzi di rose… finalmente ti vedo” commentò. James arrossì.

“ Oh… em… in persona!”

“ Allora, dove abiti, James?” chiese.

“ In realtà è un po’ lontano da qui…” rispose evasivo.

“ Ho capito. Non me lo potete dire,vero?” domandò. Scossi la testa. Anche se volevo urlarglielo in faccia.

“ No. Mi dispiace, ma se qualcuno ti entrasse nella mente…”

“ Ok, ok, non lo voglio sapere” disse mia madre. Poi mi guardò dandomi una carezza sulla guancia.

“ Stai attenta…” sussurrò. Annuii senza parole. James anche annuì deciso. Poi si rivolse a lui.

“ Ti prego, prenditi tu cura di lei” supplicò. James le porse la mano. Sorrisi istintivamente.

“ Farò di tutto per farla stare bene” disse. Mia madre sorrise.

“ Sai, forse sei l’unica persona al mondo di cui mi posso fidare per questa tua affermazione. Dopo tutte le rose, i cioccolatini e altro…” commentò con uno strano sorriso sulla bocca. La abbracciai di nuovo. In quell’abbraccio volevo metterci tutta l’ansia che mi portavo dentro, tutta la malinconia per una scelta così difficile…

“ Mi mancherai, mamma… ma ad agosto ci rivedremo!” aggiunsi. Lei annuì.

“ Già… un giorno… solo un giorno… il matrimonio di Tunia…

“ Bhè, cerchiamo di renderlo speciale questo unico giorno, no?

Lei abbassò lo sguardo. Ed uscimmo. Ormai non era più casa mia.

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Capitolo 2
*** Una nuova famiglia ***


Ci Materializzammo. Ed eravamo lì, davanti a Villa Potter. James mi fece entrare. Immediatamente mi gettai sul divano e piansi. Piansi tantissimo, con James che mi teneva stretta a sé.

“ Penserai che sono una stupida, ma…” dissi cercando di spiegargli. Non volevo che mi reputasse una bambina.

“ Lo so. Non ti giustificare” disse lui. Dopo qualche ora mi calmai. Guardai James, dirigendomi con lui in cucina.

“ Quando arrivano gli altri?” domandai un po’ più rilassata.

“ Sirius e Mary arriveranno tra poco!” esclamò James appoggiato sulla mensola della cucina.

“ E Remus e Marlene?” chiesi.

“ Un ora… o di più… non saprei…” ammise. Lo guardai un po’ male. Avevo l’impressione che mi stesse nascondendo qualcosa. Ma non indagai.

“ Peter?

“ Diciamo due ore!” disse facendomi l’occhiolino. Ormai eravamo insieme ufficialmente. E non mi stancavo mai di guardarlo e di abbracciarlo. Mi avvicinai abbracciandolo per l’appunto. Brava, Lily, molto esplicita. Lui mi prese il volto tra le mani.

“ Ci sono io con te. Tu starai con me. Ti difenderò io da qualsiasi cosa, ok?” chiese. Io annuii. E mi baciò. Mi baciò come mai aveva fatto prima. Un bacio lento, per metterci tante parole non dette, tanti momenti vissuti, tanti sentimenti. E li sentii tutti. Mi fece sedere sul tavolo e mi abbracciò, lui ancora in piedi. Ci baciammo ancora, e ancora.

“ Em… sì, ragazzi, ok che siete soli in casa, ma un po’ di controllo, suvvia!” disse una voce alle nostre spalle. Sirius. Già. Aveva le chiavi di casa. Grandioso. Arrossii fino alle punte dei capelli. Come se non fossero già rossi.

“ Ehi…” dissi imbarazzata. La mia migliore amica corse da me abbracciandomi.

“ Lily! Ci credi che solo in due settimane sei riuscita a mancarmi?” domandò. La abbracciai anche io,  una volta scesa dal tavolo.

“ Mary! Come stai? Tuo padre?

“ Oh, sta bene… Sirius ha avuto l’onore di conoscerlo!” dichiarò lei trionfante. Sirius, da dietro annuì terrorizzato.

“ Quell’uomo mi mette paura…” ammise. Risate generali. Mi mancavano tutte quelle cose. Quell’aria familiare che mi entrava dentro ogni volta che stavo con loro. James abbracciò Sirius.

“ Solito vecchio cane bagnato! Lo sai che mi sei mancato?” domandò. Sirius se lo levò di dosso.

“ Ma sbaglio o sta piovendo troppa melassa? E andiamo! Dove è finito il Potter Malandrino? Lily ti sta condizionando, sotto quell’aria da angioletto…” disse guardandomi ridendo. Forse gli anni scorsi me la sarei presa. Ma adesso era tutto cambiato.

“ Sirius” esclamai abbracciandolo.

“ Lo ripeto, cos’è tutto quest’affetto?” domandò. James guardò Sirius fingendosi offeso.

“ In teoria lei è la mia futura moglie… se magari ti levi…” sussurrò tra i denti. Mary anche abbracciò James.

“ Mi sei mancato anche tu, James!” esclamò. James sorrise. Io mi staccai da Sirius.

“ No, Sirius, secondo me ci stanno tradendo…” dissi ridendo.

“ No, è impossibile: quello con le corna è lui, mica io, vero, RAMOSO?” chiese. Ci abbracciammo tutti. Era bello essere di nuovo insieme. Sirius andò in salone e si mise su una poltrona, mentre Mary si mise sulle sue gambe abbracciandolo.

“ Rem e Marlene?” domandò Sirius. Mary fece una faccia contrariata. Non gli era mai andata a genio Marlene.

“ Tra un oretta penso che arriveranno… Remus non è stato molto chiaro…” ammise James mettendo apposto i cuscini sul divano.

“ Quando si è trasformato?” chiesi. Sirius si fece due conti con la mano.

“ Penso la settimana scorsa. Sì, mi ha scritto. Mi ha detto che era andato nel bosco vicino a casa sua. Lì non ci va mai anima viva da quello che mi ha detto e non avrebbe dovuto ammazzare nessuno…” disse pensieroso. Un campanello. James andò ad aprire. Peter. Peter era dimagrito parecchio in quelle due settimane. O forse era solo una mia impressione. Lo vedevo triste, consumato.

“ Peter!” dissi abbracciandolo.
“ Ciao Lily” squittì lui. Dopo aver salutato anche gli altri si sedette sul divano vicino a James.

“ Allora Peter! Che ci racconti? Nelle lettere non dici mai niente di particolarmente scandaloso!” disse James. Peter sobbalzò sul divano. La cosa mi parve insolita.

“ No, niente… giusto che mia madre si è ammalata… ma per il resto…

“ Oh… mi dispiace” sussurrò Mary con la mano dentro quella di Sirius. Peter scrollò le spalle.

“ Fa niente… si riprenderà, spero…

“ E a cosa dobbiamo questo tuo sospettabile anticipo?” chiese Sirius.

“ Al fatto che ho finito adesso di scrivere l’articolo! Ti ricordi? Quel lavoretto…

“ Oh, sì! Quindi la tua carriera sta andando a gonfie vele, eh?” domandò Mary. Lui annuì velocemente.

Dopo qualche ora arrivarono anche Marlene e Remus.

“ Remus…” sussurrai vedendolo. Aveva più cicatrici di prima e l’aria da trasandato era ancora più amplificata. Lui sorrise.

“ Ciao Lily. Passato due belle settimane?” chiese entrando.

“ Oh, non mi lamento… e tu?

“ Buie…” ammise. Marlene comparve dietro di lui.

“ Lily!” esclamò abbracciandomi. Remus andò avanti senza guardare minimamente Marlene. La cosa mi preoccupò un po’. Dopo aver salutato tutti i due si misero ai due capi del divano. No, c’era qualcosa di strano, ma non indagai.

“ Scusami, James, hai qualcosa da mangiare? Sto morendo di fame…” chiese Sirius.

“ Nel solito nascondiglio Felpato! Due barrette di cioccolato!

“ Vedo che ti ho contagiato!” affermò Remus un po’ sollevato. James annuì.

“ Qualche volta capita…

“ Di cosa state parlando?” chiesi curiosa.

“ Remus ha una relazione segreta con il cioccolato! Tu adesso lo vedi così tutto tranquillo… ma mettilo davanti a un pezzo di cioccolato di Mielandia…” osservò Sirius. Altra ondata di risate. Ridevo tantissimo quando stavo con loro. Dopo che ci fummo ripresi, Marlene chiese:

“ Secondo voi oggi che ci diranno? Di cosa parleremo?

“ Non ne ho idea… presumo dei piani di Voldemort, non so…” disse James. Quasi tutti tremarono al suono di quel nome. E restammo in silenzio.

“ Chi di voi sa dove dovremmo vederci?” chiesi per interrompere il silenzio. Marlene indicò Sirius.

“ Dai Paciock… la madre di Frank ha messo a disposizione la casa… il Custode Segreto è Frank e l’ho visto qualche giorno fa e mi ha dato l’indirizzo!” esclamò lui. Tutti annuimmo. James guardò l’orologio.

“ A che ora dovevamo vederci?” domandò. Sirius anche guardò il suo orologio.

“ Tra cinque minuti dovremmo essere lì” disse. Ci alzammo dal divano.

“ Dicci più o meno dove dovremmo Materializzarci” chiesi io. Sirius ci pensò un secondo.

“ Oppius Place. Sì, più o meno siamo nelle vicinanze” disse. Uscimmo di casa, tutti insieme. James mi diede la mano. Chiusi gli occhi. Quando li riaprii ci trovavamo a Oppius Place. Marlene era accanto a noi. Sirius, Mary, Remus e Peter erano a poco più lontani. Dopo poco tempo incontrammo Frank.

“ Grazie al cielo siete arrivati! Dai, sono già tutti dentro!” disse. Arrossii. Poi aggiunse:

“ L’indirizzo è Main Street, 16” disse. Improvvisamente riuscii a vederla. Vidi una villetta proprio di fronte a me. Tutti non credevano ai propri occhi.

“ Dai, entriamo” disse. Presi la mano di James. Con lui mi sentivo più sicura.

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Capitolo 3
*** L'Ordine della Fenice al completo ***


 

“ Buongiorno. Spero che in queste due settimane vi siate riposati, ragazzi” disse Silente. Nessuno di noi era abituato a vedere Silente fuori dalla scuola e dovevo ammettere che anche per me era piuttosto bizzarro. Nel tavolo vidi volti più o meno familiari. Salutai con un cenno Alice che sorrise incoraggiante e riconobbi  Edgar Bones, Kingsley Shaklebot, Hagrid, i fratelli Prewett, il barista della Testa di Porco e la professoressa McGranitt. Per il resto non conoscevo nessuno.

“ Signor Paciock mi farebbe la cortesia di presentare a questi ragazzi gli altri membri?” domandò. Frank annuì.

“ Allora, questo è Dearborn Caradoc, stava a Corvonero, è da due anni che lavora al Ministero come Auror, lui è Elphias Doge, un amico del professor Silente, questo è Benjy Fenwick, non so se vi ricordate, stavamo al terzo anno quando ha lasciato la scuola… il signor Dedalus Lux, altro amico del professore, Dorcas Meadowes, impiegata al Ministero per i Servizi alla Metropolvere, Alastor Moody, l’avrete sicuramente visto sui giornali” disse Frank alludendo al suo aspetto tutto fuorché ordinario. Era diciamo leggermente sfregiato e aveva un occhi magico che si muoveva in continuazione. Ma educatamente gli strinsi la mano.

  Sturgis Podmore, Aberforth Silente, fratello del professore…” ecco chi era il barista.  “ E l’incantevole Amelia Bones, saprete chi è” disse. Sì, l’avevo vista ad Hogwarts. Mi sorrise porgendomi la mano. Mi sedetti tra James e Mary nel lungo tavolo. Silente prese la parola .

“ Bene. Ora ci siamo proprio tutti. Ed è arrivato il momento di cominciare la riunione. Anche se, molti di voi, non sanno neanche qual è lo scopo di questa associazione. Alastor, vorresti…” quello sfregiato si alzò in piedi. Mi incuteva un po’ di timore.

“ Il fatto è” cominciò lui con una voce arcigna “ che Lord Voldemort sta reclutando seguaci” disse. Molti tremarono. Ma io mi imposi di non farlo. E neanche James lo fece.

“ E il nostro compito è quello di impedirgli di farlo. E di contrastarlo. Punto. Domande?” chiese a tutti. Alice alzò la mano.

“ Sì?” disse Moody.

“ Mi chiedevo… l’Ordine è qualcosa che sta in collaborazione con il Ministero?” chiese lei. Moody la indicò.

“ Questa è una domanda intelligente” disse. Alice, dopo il primo balzo di terrore si rilassò compiaciuta.

“ No, io lavoro al Ministero e vi posso dire che ci sono più ratti che altro lì dentro. Spie. Talpe malefiche. E poi il nostro stimato Ministro non sa neanche allacciarsi le scarpe da solo, figuriamoci condurre un’associazione contro Voldemort” ammise. Sollevai la mano esitante.

“ Tu” mi indicò.

“ Quindi il Ministero non sa che esistiamo?” chiesi. Moody stava per rispondere, ma Silente lo interruppe.

“ Riteniamo” disse pacatamente. “ Che sia meglio così. Abbiamo meno probabilità di essere spiati” disse. Io annuii. Silente si alzò in piedi.

“ Allora, ovviamente venendo qui tutti voi siete in pericolo. Questa è una cosa che vi ho già detto” disse guardandoci. “ Ma non finirò mai di sottolinearlo. Ma accettando di venire qui avete anche accettato un’altra cosa oltre il fatto di essere costantemente in pericolo: essere fedeli all’Ordine. Perché ogni tradimento verrà pagato con delle vite. E le nostre vite non sono uno scherzo. Adesso, diamo inizio alla riunione…” disse sedendosi.

“ L’ordine del giorno è… i Lupi Mannari” disse Moody. Tutti noi guardammo Remus, che sprofondava nella sua sedia. Silente interruppe Moody.

“ Oh, già. Tra noi in questo momento c’è un Lupo Mannaro. Ovviamente spero che la cosa non vi sconvolgerà particolarmente” disse. Momento di silenzio. Nessuno osò parlare. Fortunatamente, Amelia Bones prese la parola:

“ Assolutamente nessun problema” disse sorridendo a Remus. “ Davvero” confermò. Tutti annuirono sorridenti e guardando Remus con un nuovo rispetto.

“ Come dicevo… Sappiamo da fonti certe che Voldemort vuole reclutare dei Lupi Mannari. Ovviamente gli farebbe comodo: si sa che i Lupi Mannari, quando sono trasformati sono voraci e pericolosi, e non vi lascio immaginare cosa succederebbe se Voldemort li lasciasse liberi in una piazza brulicante di Babbani.

Molti rabbrividirono.

“ Ed ecco perché volevo chiedere a te, ragazzo” chiese Moody indicando Remus. “ Se sai dove si ritrovano coloro che sono lontano dalla civiltà” chiese. Remus ci pensò un secondo.

“ Non ne ho idea, in realtà. So solo che sono molti.

“ Non ti ho chiesto quanti fossero, è ovvio che ce ne sono molti, ma il punto è…” continuò Moody.

“ Alastor” lo fermò Silente quasi a rimproverarlo. Poi guardò Remus in modo gentile.

“ Mi dispiace, Remus. Non era mia intenzione metterti in mezzo” disse. Fece cenno a Moody di mettersi a sedere e lui gli obbedì.

“ I Lupi Mannari non sono le sole creature che Voldemort vorrebbe avere con sé. Sapete tutti cosa sono gli Inferi, vero?” chiese. Sì, sapevamo cosa fossero. E il pensiero mi fece quasi sentire male.

“ Sono dell’opinione” disse Silente. “ Che Voldemort finirà per usarli, prima o poi. Non adesso ovviamente, ancora siamo agli inizi, temo. Ma non vorrei escludere a priori questa possibilità. Per quanto riguarda quello che possiamo fare, per adesso non siamo molto avvantaggiati” disse.

“ Ma penso che Voldemort voglia entrare ufficialmente nella storia commettendo un grosso omicidio di massa contro i Babbani. Conosco Tom Riddle( era questo il suo nome, prima) e so che ha una grande passione per la teatralità, per ciò che lui ritiene essere la ‘grandezza’. Penso che prenderà di mira un luogo in cui lui ha passato la giovinezza: l’orfanotrofio. È un orfanatrofio non lontano da qui. Ovviamente non posso avvertire la signora Brigette, e anche se potessi non mi crederebbe. Non possiamo mettere quel luogo sotto l’incantesimo Fidelius, considerando che sarebbe pericoloso se uno dei bambini dicesse a un proprio amico il nome dell’orfanatrofio e la via. Non possiamo neanche farli evacuare, poiché non avrebbero nessun altro posto dove stare. Quindi l’unica possibilità è quella di pattugliare la zona a turno. Gruppi di quattro o cinque persone. E se notiamo qualcosa di strano, dobbiamo subito riferirlo. Non so precisamente quando attaccherà, ma secondo i miei calcoli sferrerà il primo attacco a settembre. Per Tom era quello il mese in cui iniziava la sua vera vita, quella nel Castello di Hogwarts, nel Mondo Magico. Obiezioni?” chiese a tutti. James alzò la mano.

“ Come faremo a comunicare a tutto l’Ordine se notiamo qualcosa di strano?” chiese.

“ Sapete far parlare i vostri Patronus?” chiese. Alcuni annuirono, altri tacquero. Remus però annuì con decisione. Me l’avrebbe insegnato lui.

“ Bene. Saper far parlare i Patronus è molto molto importante e confido nel fatto che tutti voi cercheranno di farli parlare, facendosi aiutare da coloro che sanno già come fare. Lord Voldemort imprime il suo marchio sulla pelle dei Mangiamorte per comunicare con loro. Io, dal canto mio, non vorrei essere così drastico!” disse. Frank sorrise, come la maggior parte delle persone lì dentro.

“ Ad ogni modo,” continuò il professore “ Potrei sbagliarmi. Non ho la presunzione di considerarmi onnisciente. Ma vi chiedo di avere fiducia in me. Conosco Tom. Fui io a prenderlo dall’orfanatrofio. E quel posto, per lui, è stato come un manicomio. Presumo invece che verso ottobre vorrà dedicarsi ad altre occupazioni. Non vi vorrei anticipare niente, ma ho già in mente qualcosa. Per i membri più anziani” disse rivolto alla McGranitt “ Sapete i miei dubbi e i miei progetti. Converrete con me che dovrei dire le cose un po’ per volta alle giovani reclute.

“ Assolutamente” disse subito la McGranitt guardandoci severamente.

“ Perfettamente d’accordo, Albus. Comunque, io direi bando alle ciance. Posso far vedere a tutti i turni?” chiese. Silente annuì con le mani congiunte.

“ Accio pergamena con i turni” disse. Delle pergamene volarono nella stanza.

“ Allora, Alice, Frank e Lux il lunedì, quindi domani ” disse Moody. Alice si strinse a Frank. Lux sorrise dolcemente.

“ Martedì: Black, Mary e Hagrid!

Mary e Sirius sospirarono guardando Hagrid.

“ Mercoledì ci sono Peter con Remus e Minerva!” esclamò. Peter anche sospirò. Ovviamente il pensiero di stare con la McGranitt lo tranquillizzava e lo inquietava allo stesso tempo.

“ Ah, e se Lupin dovrà trasformarsi quella notte…” disse Moody “ Prenderò io il suo posto” qui Peter rivolse a Remus uno sguardo un po’ terrorizzato.

Dorcas , Amelia Bones e Marlene pattuglieranno la zona giovedì” disse. Guardai Marlene, per certi versi rincuorata di stare con una persona che aveva visto ad Hogwarts.

“ Io, Potter e Evans saremmo lì

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Capitolo 4
*** Proposta ***


“ Silente è un genio” affermò Remus subito dopo la riunione. Eravamo a casa di James, tutti sulle poltrone.

“ Già…” sussurrò Mary. Sirius annuì. Poi guardò l’orologio.

“ Ragazzi, io dovrei andare. Mary, vieni anche tu?” chiese. Mary annuì alzandosi. Peter anche si alzò dal divano di villa Potter.

“ Ragazzi… mia madre…

“ Veramente anche io avrei una cosa da fare…” ammise Marlene. Remus sorrise.

“ E io dovrei medicarmi la ferita che sento che si sta riaprendo” confessò. James si alzò.

“ Insomma ci lasciate qui soli!” disse James. Sirius rise.

“ Vabbè, come se la cosa ti dispiacesse!” disse facendogli l’occhiolino. Malgrado il tono sospetto con cui l’aveva detto, non potetti non ridere. Prese per mano Mary e tutti si Smaterializzarono fuori dalla casa. James si lasciò cadere accanto a me.

“ Allora... considerazioni?” chiese.

“ Sarebbe un interrogazione?” domandai ridendo. Basta interrogazioni.

“ No…” ammise chiudendo gli occhi stancamente. “ Curiosità” affermò.

“ Ok, quello con l’occhio magico mi fa paura, ma per il resto mi sembrano davvero tutte brave persone…” dissi. James annuì. Poi mise una mano sul mio volto.

“ Sai…” disse. “ Silente ha ragione. Siamo in pericolo. Se Voldemort ci scopre…” sussurrò.

“ Già… è così. Ma l’abbiamo voluto noi, no?” chiesi, non sapendo a cosa volesse arrivare. Lui non replicò. Si alzò dal divano, lasciandomi perplessa.

“ Sì, ma… tu l’hai fatto per seguire me?” chiese. Egocentrico.

“ Sei uno stupido egocentrico, Potter!” dissi fingendomi offesa. Lui aspettò pazientemente che andassi avanti.

“ L’ho fatto per vivere in un mondo migliore. E poi, io sono una Nata Babbana. È ovvio che voglio difendere… le persone che vivono nella mia stessa situazione…

“ Anche a costo della vita?” chiese lui, serio. Lo guardai negli occhi. Annuii. Lui sorrise, accarezzandomi il viso.

“ Se è così, devo fare una cosa. Ti prego di non urlare e di non mandarmi a quel paese” affermò. “ Io… un secondo…” disse lui. Puntò la bacchetta verso la cucina.

“ Accio cofanetto!” esclamò. Un cofanetto blu gli arrivò nelle mani. Mi prese per mano facendomi alzare. Io ero confusa e rapita. Cosa diamine stava facendo James? E perché ora si stava mettendo in ginocchio? Non vorrà mica… oh, no… questo era davvero troppo…

“ Lily…” sussurrò imbarazzato. Io quasi non respiravo.

“ Io… non sono bravo in queste cose… e… non mi è mai capitato di… già, wow, che grande scoperta… comunque…” era quasi più imbarazzato di me. Il tempo sembrò quasi fermarsi.

“ Io ti amo, Lily Evans. E te lo voglio dire mille, cento mila volte ancora. E… bhè… l’unico modo per farlo è quello di stare con te ogni giorno della mia vita. In realtà è quello che ho sempre voluto, fin da quando ti ho incontrata su quel vagone del treno. Io… ti amo. E… bhè…” disse aprendo il cofanetto. Rivelò il suo contenuto. Un anello. Un anello bellissimo, grande e brillante, in oro bianco.

“ So che forse non è il momento opportuno, ma… Lily Evans… mi vorresti… tu… ok, em… mi vuoi sposare?” chiese guardandomi negli occhi. Non respiravo. Il mio sguardo era sbigottito. In queste situazioni non c’è una risposta giusta e una sbagliata. In teoria c’era solo una risposta. Sbagliata o giusta si doveva vedere dopo. Ma in quel momento… volevo scappare, morire. Ero davvero pronta per prendere quella decisione? A diciassette anni? Non eravamo troppo giovani? Ma alla fine, troppo giovani per cosa? Io volevo lui. Non l’avrei mai lasciato. E lui non avrebbe mai lasciato me. Di questo ne ero sicura. Dopo ben sette anni di tentativi, si presume che un minimo ci tenga… Quindi che senso aveva aspettare? E poi, Silente aveva detto che essere membri dell’Ordine poteva essere pericoloso. Io e James eravamo pronti a morire per una causa superiore, ok. Ma se fossimo morti prima di esserci sposati? Di provare una nuova esperienza, di unirci finalmente nel matrimonio?  Provai ad aprire la bocca. Ma non mi uscì nessun suono. James stava vivendo attimi di puro panico. Potevo capirlo, ma non riuscivo a spiccicare una sola parola. James decise di riprovare.

“ Sai, Lily, questo è un flashback… ti ricordi l’anno scorso quando ti ho chiesto di metterci insieme? Vuoi tu Lily amarmi e onorarmi finché Piton non mi scagli una Maledzione senza perdono?” sorrise. Io me la ricordavo bene quella scena. Ma non osavo parlare. Cercai di annuire. Niente da fare, anche i muscoli del collo si erano pietrificati. Magnifico…

“ Avanti… dimmi qualcosa… ti prego, Lily, così mi farai morire! Almeno prendimi a cazzotti, non so…” disse cercando di ironizzare. Io proprio non ci riuscivo. Provai a muovere la testa per annuire, cercando di far uscire i miei muscoli dallo stato di tensione a cui erano ridotti. Niente da fare.

“ Lily…” vedevo nei suoi occhiali il mio riflesso. Ero davvero terrorizzata. Povera me… Oh, ma insomma, che mi prendeva? Ero o non ero una Grifondoro? Potevo affrontare una semplice proposta di matrimonio… Ok, forse tanto semplice non era. Ma con uno scatto repentino del collo, annuii. Lui si buttò sul divano:

 “ NON LO FARE MAI Più! MI HAI FATTO MORIRE!” esclamò. Provai a ridere, a fare qualcosa, ma riuscii solo a sedermi sbigottita. Lui mi abbracciò.

“ Grazie…” disse. Io anche lo abbracciai. Poi ripresi il dono della parola.

“ Tu… sei sleale, lo sai? Mi hai colto di sorpresa! ” dissi un po’ offesa. Un lampo malandrino gli passò negli occhi.

“ Sapevi che prima o poi ti avrei convinta, Lily… lo sai che io non mi arrendo mai!” disse. Lo abbracciai.

“ Lo so… lo so…” dissi stringendolo a me. Lui si alzò.

“ Bene, ora se permetti vorrei fare una cosa” ammise. Io annuii. Andò in cucina. Non lo vedevo più, ma potevo sentirlo.

“ SIIIIIIIIIIII!!!!!!!! Sapevo che ce l’avrei fatta, siiii!!!! Ahahahahaha! Alla faccia vostra, studenti che mi prendevate in giro dicendo che non mi si sarebbe filata! AHAHAHAHA!!! ALLA FACCIA TUA, PITOOON! AHAHAHAHAH!!!! CE L’HO FATTA, MA CHI SONO!!!!! ” esclamò. Malgrado la sorpresa e il fastidio che si facevano spazio in me non riuscii a rimanere seria. Lui si riaffacciò dalla cucina, dopo circa dieci minuti abbondanti in cui rinfacciava a tutti il fatto che ce l’aveva fatta.

“ Ok… mi sono sfogato…” ammise sedendosi.

“ Tu sei matto, è diverso!” dissi ridendo. Lui sorrise.

“ Wow, Evans, hai infranto una Regola Principale…” disse sottovoce. Mi voltai. Quell’affermazione mi ricordava qualcosa. Sì, secondo appuntamento, in riva al Lago Nero. Quanto tempo era passato… un eternità.

“ Quando mi trattavi male, volevo morire…” disse. Abbassai gli occhi. Già. E adesso volevo morire io.

“ James… lo sai che non potrei più tornare indietro ora… e poi… sono… em…” la parola quasi mi faceva venire i brividi.

“ Fidanzata” mormorai. Lui annuì felice.

“ Già… ormai sei mia e di nessun altro” annunciò con fare solenne.

“ No… lo sono sempre stata. Anche se non lo sapevo” ammisi sorridendo. Lui mi prese il volto.

“ Posso?” chiese. Altra cosa terribilmente familiare.

“ Aspetta” dissi togliendogli gli occhiali. Mi fissava con quegli enormi occhi castani. Quegli occhi

che qualche anno fa disprezzavo. Ma ora… come vivere senza?

“ Io… posso?” chiesi stavolta provocandolo io. Lui annuì divertito. E lo baciai io. Ero io a dettare legge. E quasi non ci credevo di essere fidanzata con lui, James Potter, l’asso del Quiddich, il bullo di Hogwarts. Mi veniva da ridere a ripensarci. Mi sdraiai sul divano, e anche lui lo fece, mettendosi sopra di me. Cominciammo a baciarci con più foga. Le sue mani erano ovunque, come sempre. Mi levai la maglietta e anche lui lo fece. Ci amammo in quel caldo pomeriggio di luglio. Ed era questo l’importante.

 

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Capitolo 5
*** La mia famiglia ***



 

 

“ Cara mamma,

in teoria non potrei mandarti una lettera, per la tua sicurezza, ma sto usando il gufo di Mary, quindi non dovrebbero esserci problemi. Queste sono le prime vacanze della mia vita che non passo con te, e lo ammetto, sono un po’ triste. Per quanto riguarda quella cosa, è stata interessante la prima riunione! Poi ti spiegherò bene. Comunque ho una buona notizia, se si può definire buona! Io… mi sposo. Con James. Già, me l’ha chiesto dopo la riunione e non ho saputo dire di no. Alla fine penso che sia quello che voglio, malgrado l’età. Ci sposiamo tra un mese, cioè l’otto agosto. Ci sposiamo dove si è sposata sua madre, sta vicino a casa sua. Ovviamente tu e Tunia siete invitate. Dì a Tunia la buona notizia, anche se dubito che gliene fregherà qualcosa. Lei mi odia, lo sai. Comunque a presto, cercherò di tenerti aggiornata!

                                                Tua Lily”

“ Bhè, è apposto!” dissi ad alta voce tra me e me. Mary si alzò dalla sedia, arrotolando la mia lettera alla zampa del suo gufo.

“ Spero solo che non si perda…” disse facendolo uscire dalla finestra della cucina. Mi guardò con uno sguardo ammirato.

“ Comunque grazie di avermelo detto stamattina!” disse offesa.

“ Insomma, te l’ha chiesto ieri pomeriggio, potevi almeno…

“ Secondo te ho fatto bene?” chiesi d’impulso. La domanda mi stava ronzando in testa ormai da ore. Ma non avevo mai osato pronunciarla ad alta voce. Lei corrugò la fronte.

“ Dico, stai scherzando? Ovviamente sì, fiorellino!” esclamò abbastanza arrabbiata. Abbassai lo sguardo.

“ Io… io temo di non essere pronta… non siamo troppo giovani?” chiesi. Mary annuì.

“ Sì, forse sì, ma se lui ti vuole sposare è solo per legarti di più a sé… d’altronde, è dal primo anno che te lo sta chiedendo in tutte le salse…

“ Sì, ok, ma siamo troppo…” incominciai. Poi alzai lo sguardo. Mary stava quasi per piangere.

“ Mary…” la abbracciai. Cominciò a piangere. A dirotto. Non sapevo il motivo del suo pianto improvviso, ma la strinsi a me, semplicemente. Mi avrebbe spiegato tutto, lo sapevo. Dopo qualche minuto si sciolse dalla mia presa.

“ Lily, mio padre vuole andare in America!” disse. Mi cadde il mondo. Spalancai la bocca.

“ Che cosa… che cosa dici?” chiesi. Lei annuì stavolta sfogandosi e piangendo. Tutto il trucco ormai era sulle guance.

“ Sì… dice che ha paura di perdermi come ha perso mia madre e che vuole andare lontano da qui e da Tu-Sai-Chi!” esclamò fuori di sé. Rimasi sbigottita.

“ Ma Mary… perché V… Tu-Sai-Chi vorrebbe uccidervi? Dai, non ha senso…

“ Mia madre era un Auror! Ed è riuscita ad ammazzare un Mangiamorte, ricordi? Se Lui viene da noi per vendicarsi…

“ Oh, andiamo, non crederai a queste cose, vero? Quello che è stato è stato, dubito che Tu-Sai-Chi farebbe…

“ Che ne sai, Lily…” sussurrò Mary impaurita. Per qualche minuto fissai il vuoto. No, non poteva andarsene. No. Non era possibile.

“ Rimani con noi” mormorai. “ Qui. A casa di James. Dove ti pare. Ti prego” dissi. Lei scosse la testa.

“ Se mio padre parte io andrò con lui. È mio padre. In America, Lily. Dall’altra parte del mondo. Devo seguirlo” disse sottovoce cercando di asciugarsi le lacrime.

“ E Sirius? Lui lo sa?” chiesi. Lei scosse la testa.

“ No… in teoria dovrei partire alla fine di Settembre… me l’ha accennato mio padre, se partiamo…” disse. SE. Quel se era ipotetico. Forse c’era ancora una speranza. Le presi la mano.

“ Allora dobbiamo impegnarci perché ciò non accada. Voldemort è la causa di tutti i mali. E ormai siamo membri dell’Ordine. Possiamo fermarlo. E se lo fermiamo prima di settembre…

“ Cosa assai improbabile” replicò lei. Sorrisi.

“ Mai nella vita avrei immaginato di sposare James Potter. Eppure sta succedendo, no? Devi solo avere fede… dillo a Sirius… anche lui sarà d’accordo con me. E se proprio dovrai partire… noi lo capiamo, Mary. Ma so che ci mancherai moltissimo e non mi faccio problemi a parlare anche a nome degli altri” dissi. Lei mi abbracciò.

“ Grazie Lily” sussurrò.

“ Ti voglio bene come a una sorella. Lo sai” mormorai tra i suoi capelli. Lei si scostò.

“ Allora posso fare la tua damigella! Ti prego, ti prego, ti pregooo!!!” chiese. Risi.

“ Oh santo cielo, devo anche organizzare il matrimonio ora!” dissi metà preoccupata e metà divertita. Ci mancava solo questo. Mary mi fece l’occhiolino.

“ Nessun problema, ti aiuto io! Allora, io sarò la damigella…” disse guardandomi in attesa di conferma. Annuii più che altro per stanchezza. Lei sorrise felice.

“ Sirius sarà il testimone di James mentre tu che testimone avrai?” domandò.

“Ci dovrei pensare…” sussurrai. Dlin Dlon. Qualcuno era alla porta.

Andai ad aprire. Marlene.

“ Ho appena saputo la bella notizia!Congratulazioni!” e mi abbracciò.

“ Da chi l’hai saputa?” chiesi.

“ Da tutti. Stanno qui vicino a festeggiare. Solo uomini! Ma li ho incontrati venendo qui! Allora, c’è anche Mary, vero?” chiese dirigendosi in cucina. Mary la accolse con il solito sorriso freddo.

“ Ciao Marlene!

“ Ciao, Mary!” disse Marlene un po’ più calda. Si sedette.

“ Interessante la riunione di ieri, vero? Ci stavo pensando anche oggi… Silente è un genio, davvero!” disse. Io e Mary annuimmo.

“ Volete un po’ di the?” chiese Mary.

“ Sì, un po’ per me, grazie Mary!” dissi. Marlene mi guardò.

“ Come te l’ha chiesto?

“ Oh… em… era imbarazzato… ricordo solo questo, i dettagli me li sono scordati per l’emozione!” risposi sinceramente. Poi azzardai a chiederle una cosa:

“ Invece… tu con… em… Remus? Ho visto che non vi filate…

“ Oh, no, non è vero!” disse sorridendo malinconicamente.  “ Abbiamo deciso di essere amici d’ora in poi…

“ E perché?” domandò Mary porgendomi la tazza di the caldo alla pesca.

“ Perché lui dice che è troppo pericoloso per avere una relazione… e che comunque non potremmo farlo perché se io restassi in cinta sarebbe un dramma perché quelli come lui non si possono riprodurre…” cominciò.

“ E tu come l’hai presa?” chiesi curiosa.

“ Come avrei dovuto prenderla? L’ho capito. Ho capito perfettamente quello che mi ha detto. E non posso che essere d’accordo con lui per alcuni versi.  Me ne accorgevo sempre di più… dice che merito di meglio. E io gli voglio bene, anche solo come amico” disse. Era questo che mi piaceva di Marlene: la lucidità. Una qualsiasi ragazza si sarebbe buttata nella depressione più totale. Mentre lei cercava di trovare il lato razionale e intelligente del tutto. Qualità che a me mancava. Le presi la mano.

“ Remus è un ragazzo speciale, Marlene. Ma come ben sai ha quel piccolo problema. E anche per noi è difficile a volte convivere con questa sua malattia. Lo era anche a scuola. E dobbiamo accettare tutto ciò che decide di fare, che ci piaccia o no, perché nessuno di noi può capirlo” le spiegai. Lei annuì.

“ Ma certo…” disse guardando Mary che annuiva. Un campanello. Andai per la seconda volta ad aprire.

“ Ecco la mia futura cognata! Congratulazioni!” esclamò Sirius abbracciandomi. Tutti i Malandrini si precipitarono nel salotto.

“ Congratulazioni!” mi urlò di nuovo Sirius nell’orecchio.

“ Ok, ok, ho capito, grazie!” replicai fingendomi offesa.

“ Lily!” disse Remus venendomi vicino.

“ Accetta anche le mie congratulazioni!” mi disse tendendomi la mano.

“ Da quando tutte queste formalità?” chiesi ridendo. Lui sorrise.

“ Hai ragione, scusami… ti voglio bene, Lily” disse abbracciandomi gentilmente. Si presentò davanti a me anche Peter. Era sempre più pallido quel ragazzo.

“ Auguri Lily!” esclamò abbracciandomi anche lui. Erano la mia famiglia. E poi vidi James. Smagliante e bellissimo che mi abbracciava. Troppi abbracci per un giorno solo.

“ Quante attenzioni, eh?” chiese. Annuii quasi soffocata dalla sua presa. Poi ci sedemmo tutti sul divano come sempre.

“ Allora… testimoni?” chiese Remus.

“ Ah, io sarò la damigella!” esclamò Mary. Solita esibizionista. Tossii nel tentativo di prendere la parola:

“ Allora… James… so che tu scegli Sirius, vero?

“ Come potrei fare altrimenti?” chiese dandogli una piccola botta.

“ Io…” dissi. “ Mi dispiace, ma vorrei anche io Sirius come testimone. È qualcosa che devo fare” dissi. Sirius mi guardò sbigottito.

“ Ma Lily… io pensavo che…

“ Sirius” cominciai. “ Tu sei esattamente il simbolo dell’abbandono dei miei pregiudizi su di voi, e su James. Io odiavo te e questo qui” dissi indicando James. “ Uno me lo sposo e ok, ma l’altro deve almeno almeno farmi da testimone. Senza offesa per gli altri!” mi affrettai a dire. Remus sorrise.

“ Con un’esposizione come questa ben pochi avrebbero da ridire!” disse. Sirius mi guardò trionfante. James era ancora sbigottito. Li guardai tutti, uno per uno. La mia famiglia.

 

 

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Capitolo 6
*** La Tua Mamma ***


“ Allora, divertiti con Hagrid ieri sera?” domandò James a Sirius e Mary mentre ci sedevamo a tavola per mangiare.

“ Wingardium Leviosa” esclamai facendo levitare i piatti sopra al tavolo. Tutti cominciammo a mangiare lo stufato che avevo preparato.

“ Oh, sì… diciamo di sì, anche se quel posto è da brivido, amico…” sussurrò Sirius chino sul suo piatto. Mary annuì convinta.

“ Oh, sì… insomma, ok che ci sono dei bambini dentro, ma è tetro, davvero… senti qualche volta le risate dei bambini che magari non vogliono dormire… ma fidati prova tu ad ascoltare una risata alle due di notte senza sobbalzare!” esclamò lei convinta.

“ A parte questo, il luogo com’è?

“ Bhè, noi stiamo lì intorno… c’è una via… con dei boschetti… stiamo lì accampati come poveri turisti!” commentò Sirius prendendo il bicchiere e versandosi dell’acqua.

“ Oserei dire che la meta turistica non è delle migliori!” aggiunse Mary sorridendo.

“ Bhè, almeno vi siete divertiti con Hagrid!

“ Oh, sì, lui era allegro!” disse Sirius.

“ Continuava a dire ‘ Eh, se qui ci portassi Aragog sai quanto stava bene con quest’aria fresca’… Dice che la sua piccola creaturina sia un po’… em… in gabbia nella Foresta Proibita!

“ Piccola creaturina? Ma non è quel ragno gigante di cui ci raccontava sempre?” chiese James.

“ Oh, sì! Lo sai, lui e il suo amore verso qualsiasi cosa che sia particolarmente letale!

“ Hagrid e Lovegood sarebbero fatti l’uno per l’altro… ce li vedo, con un bel binocolo ad andare in Africa, Lovegood per trovare il Ricciocorno Schiattoso e Hagrid per insegnargli a giocare a poker… brutta scena…” disse Sirius. Ridemmo tutti e quattro.

“ Notizie di Remus?” chiese James. Sirius guardò me e Mary.

“ Ok, cose tra uomini… andiamo, Mary, mi aiuti in cucina?” chiesi. Mary si alzò e ci dirigemmo verso la cucina. Lei si sedette su una sedia.

“ Remus ha qualcosa che non va!” annunciò Mary. Annuii decisa. Era da lunedì che non si faceva sentire. Ok che erano solo due giorni che non scriveva, però…

“ Sì, lo penso anche io… in realtà in questo periodo abbiamo tutti qualcosa che non va, se ci fai caso!” dissi. Vidi un gufo fuori dalla finestra.

“ Wallace!” esclamai. Lo feci entrare. Alla sua zampa, la lettera di mia madre.

“ Cara Lily,

scusami se ti scrivo adesso! In questi giorni non ne ho avuto tempo! Comunque, CONGRATULAZIONI! Che dire, è una gioia per me sapere che sei fidanzata anche tu. Certo, siete giovani, ma d’altronde anche io e tuo padre lo eravamo. E nel vostro mondo voi siete maggiorenni, no? Quindi davvero secondo me hai fatto benissimo, mi sembra un bravo ragazzo e so che ti renderà felice. Per quanto riguarda quella cosa spero solo che non vi facciano passare troppi guai! E per Tunia… non posso prometterti niente, Lily. Lo sai come è fatta… sarà molto agitata per il suo matrimonio, ma proverò a convincerla! Anche tu mi manchi, piccolo fiorellino mio… saperti così lontana… non che quando stavi a scuola fosse diverso, ma sapevo che se avessi voluto avrei potuto… non so, mi dava l’idea di averti comunque vicina. Non voglio perderti. Mi sento un po’ sola qui dentro in questa casa, sai? Anche se qualche volta mi viene a trovare Berta Rainbow, ti ricordi? Le eri tanto simpatica… quella signora che vive qui vicino… Oh, di tanto in tanto incontro anche Severus. Povero ragazzo, mi fa pena. Insomma, voi due eravate inseparabili, quasi fratelli.  Vederlo senza te accanto mi dà un senso di vuoto pazzesco… Comunque va bene, conta su di me, basta che mi fai sapere l’indirizzo preciso della chiesa! A presto

                               La tua mamma”

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Capitolo 7
*** Missione con Malocchio ***


 

“ Allora signori, occhi aperti e nervi saldi” disse Moody zoppicando. Io e James stavamo dietro di lui. Marciava intorno all’orfanatrofio, come per perlustrare il campo in cerca di bombe.

“ Questi Babbani… chiunque potrebbe venire ad uccidere chi vuole e nessuno se ne accorgerebbe… e poi dicono che sono pazzo…” sussurrò più tra sé e sé che a noi. Guardai James con una faccia interrogativa. Egli cercava di trattenere le risate.

“ Signor Moody, dove ci possiamo fermare?” domandò vedendomi ansimare per stare dietro al mago.

“ Fermare? Signor Potter, lei ha intenzione di fermarsi? Dobbiamo perlustrare la zona!” esclamò.

“ Sì, ma…

“ Niente storie! Ad ogni modo” disse guardandomi. “ La signorina Evans è un po’ troppo fragile per stare al passo con noi. Quindi direi di accamparci qui almeno per un po’” disse montando la tenda. Entrammo nella tenda, quattro volte più spaziosa di una tenda Babbana. Era provvista di un tavolo e dei divanetti. Moody si sedette su una sedia di legno. Noi lo imitammo.

“ In realtà è ancora troppo presto per essere attaccati. Diciamo che tra un oretta dovremmo fare dei turni di guardia. Allora, ragazzi, come vi è sembrato il campo di battaglia?” chiese. Mi sembrava un reduce dalla guerra civile. Lo guardai sospettosa.

“ In che senso…?

“ Questo sarà il nostro campo, signorina Evans. È il nostro territorio. Dobbiamo perlustralo e conoscerlo benissimo per avere un vantaggio sui nemici!

“ Ma quali nemici?” chiesi sconcertata.

“ I Mangiamorte!” esclamò.

“ Oh… sì… ma adesso non c’è nessuno…” osservai. Lui si alzò.

“ Mai sottovalutare il nemico! Vigilanza costante, ecco come la penso io! E ora vado a controllare che sia tutto apposto!” decretò uscendo. James era allibito.

“ Quello è pazzo, te lo dico io…” sussurrò. Annuii scandalizzata quanto lui.

“ A me fa paura, lo ammetto…

“ Bhè, è amico di Silente. E dobbiamo fidarci del giudizio di Silente, no?” chiese sorridendo. Ok, forse non ne ero così convinta. Ritornò nella tenda pochi minuti dopo.

“ Signor Potter, è il suo turno!” disse rientrando. James prese la bacchetta.

“ Bene. Devo solo stare fuori, giusto?

“ Giustissimo. Ora vada” disse. In effetti ero terrorizzata al pensiero di dover stare da sola con Malocchio Moody. Ma presi il coraggio da non so bene dove.

“ Lei conosce bene il professor Silente?” chiesi impertinente. Lui mi guardò con il suo occhio ronzante. Decisi di domare la mia paura stando ferma immobile.

“ Sì, lo conosco bene” disse. Io abbassai lo sguardo. Improvvisamente sentii un radicale cambiamento all’interno della tenda. Un cambiamento di aria che tirava.

“ Sai… come mi sono fatto queste cicatrici?” chiese. Io scossi la testa.

“ I maghi Oscuri… ho dedicato tutta la mia vita a darli la caccia… e Silente questo lo sa bene visto che mi ha aiutato in parecchie situazioni” aggiunse. Il suo tono sembrava addolcito.

“ Lei è un Auror?” chiesi. Lui annuì.

“ Sì… ma non mi ritengo soddisfatto delle scelte del Ministero” disse solennemente.

“ Ma…

“ Ma un corno. Infiltrati, spie, talpe. Il Ministero non è un posto sicuro per lavorare al giorno d’oggi. Voi invece cosa avete intenzione di fare?” chiese. Arrossii.

“ James ha abbastanza soldi per… insomma, per vivere nel migliore dei modi senza lavorare… o almeno così mi ha detto… e adesso l’unico obiettivo è quello di aiutare l’Ordine!” esclamai convinta. Moody mi guardò di nuovo. Stavolta feci caso più al suo occhio buono che a quello magico.

“ Ottima scelta, davvero. Ah, la gioventù… a essere io ancora giovane…” disse. James rientrò.

“ Non c’è nessuno, ho controllato bene, nell’orfanatrofio tutte le luci sono spente, nessuno è sveglio!” aggiunse. Moody riprese a parlare in modo arcigno.

“ E beati loro! Perché noi dovremmo stare tutti svegli!” esclamò. E passammo così la notte. Tra turni e momenti in cui sonnecchiavo senza alcun ritegno con la faccia sul tavolo. Quando Malocchio usciva a controllare, James mi faceva compagnia abbracciandomi, ma non osando chiudere gli occhi. La serata la passammo così. Ma era il nostro turno. E dovevamo rispettarlo.

 

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Capitolo 8
*** Incontri e Scontri ***


“ Provati questo vestito!” suggerì Mary. Me lo accostai al viso. Il colore faceva a botte con i miei capelli. Viola scuro. Con i merletti dorati.

“ Ma sei impazzita? I ricami d’oro? Mi vuoi uccidere!” gridai. Lei me lo strappò dalle mani.

“ Ok, ok, vada per quest’altro!” esclamò tirandomelo addosso. Intanto Madama McClan ci stava guardando malissimo.

“ Volete che vi dia qualche consiglio?” chiese cercando di essere gentile. Mary la polverizzò con lo sguardo.

“ No, mi scusi, ma è la mia migliore amica e so cosa sta cercando! Dobbiamo solo trovarlo…

“ Operazione molto ardua…” commentai tra i denti. Mary mi sorrise beffarda.

“ Tu non penserai mica che io ti lasci così in balia del tuo gusto dell’orrido!” esclamò. No, in effetti sapevo che sarebbe stato troppo surreale.

“ Ok, dai… allora… che ne dici di ricami azzurri? Insomma…

“ No, no, l’azzurro ormai è out!” disse buttandomi via il vestito che avevo preso.

“ Ma sai quanto mi frega?” domandai. Lei aprì la bocca scandalizzata.

“ Sacrilegio! Blasfemia!” gridò lei ridendo.

“ Il giorno del tuo matrimonio, Lily… devi essere una… principessa!” disse. Sì, la faceva facile. Io potevo essere di tutto, ma non una principessa.

“ Devo solo trovare… ok, ho trovato!” disse lei nascondendo il vestito dietro la schiena.

“ Fammi vedere!” chiesi avvicinandomi.

“ No, sennò mi dirai di non prenderlo! E invece so che sotto sotto anche tu vuoi un vestito così!” disse.

“ Mary McDonald, tu non puoi…

“ In qualità di tua damigella d’onore, io posso!” gridò lei entusiasta. Madama McClan la guardò sospettosa.

“ Ora esci che devo comprare il mio di vestito!” disse spingendomi fuori dal negozio.

“ Ma tu…

“ No, insisto! Sennò capirai tutto!” e mi ritrovai fuori dal negozio. Infuriata e divertita allo stesso tempo decisi di andare al Ghirigoro. Tanto era lì vicino. Entrai riconoscendo il tipico profumo dei libri che tanto mi piaceva. Pozioni. Mi stavo ricordando del mio libro di Pozioni al primo anno. L’avevo comprato lì… come si chiamava… seguii la libreria fino al reparto di…

“ Professor Lumacorno!” esclamai raggiungendolo. Ovviamente il suo sguardo era euforico. Sapevo di essere la sua prediletta.
“ Lily carissima! Sai, oggi avevo intenzione di scriverti!” esclamò venendomi incontro. “ Quando si dice il caso, eh?” chiese.

“ A proposito, riguardo a cosa voleva scrivermi, professore?” chiesi curiosa.

“ Sai, ieri io e il mio amico Barty Gregores stavamo parlando… e mi ha detto che stava cercando degli apprendisti giovani per lavorare al Gruppo di Ricerca dei Pozionisti… e così diciamo che ho subito pensato a te! Ma non mi azzarderei mai a fare qualcosa senza chiedere il tuo permesso, Lily!” aggiunse. Sorrisi. A me sarebbe piaciuto tantissimo, ma…

“ Professore, in realtà non so, io tra due settimane mi sposo…

“ Ti sposi? Oh, che notizia magnifica!” esclamò lui quasi saltellando.

“ Certo, è ovvio, insomma, non è il momento di pensarci, d’altronde c’è tempo… e chi è il fortunato? Il giovane Potter?” chiese. Io annuii arrossendo. Speravo che non commentasse la nostra fin troppo giovane età. Ma non disse nulla e forse fu meglio così.

“ In effetti, professore, volevo invitarla ufficialmente!” dissi sottovoce. Mi avrebbe fatto piacere vederlo. Alla fine era sempre stato il mio professore preferito. Lui si illuminò.

“ Oh, sì! Ma certamente! Sarei onorato! Certo, dovrei comprare qualcosa di adatto per l’occasione…” disse tra sé e sé.

“ Sarebbe il quattro agosto alla Chiesa di Godric’s Hollow.

“ Oh, ma certo, capisco! Benissimo, conta pure su di me!

Sentii qualcuno che mi chiamava.

“ Lily! Oh, buongiorno professore, che sorpresa!” disse Mary stringendogli la mano.

“ La signorina Evans mi ha gentilmente invitato al suo matrimonio!” annunciò a Mary. Mary sorrise.

“ Allora ci vedremo lì! Verrà anche il professor Silente! Ah, e anche la professoressa McGranitt!

“ Albus e Minerva lì? Oh… ho capito…” disse sottovoce e rassegnato. Mi guardò.

“ Non è solo il matrimonio che ti tiene occupata, vero?” domandò. Si stava riferendo all’Ordine della Fenice. Sapevo che era così dal modo in cui mi fissava, spaventato e timoroso.

“ No, signore. C’è qualcos’altro” confessai. Lui aggrottò le sopracciglia.

“ Devi stare attenta, Lily. So che Silente ha la mania di…

“ PROFESSORE!” urlai subito. Lui si azzittì infastidito. Cercai di riprendermi.

“ Non qui… insomma, se vuole possiamo parlarne al mio matrimonio, le va?” chiesi provando a rimediare. Lui annuì sospettoso e io e Mary scappammo dalla libreria.

“ Lumacorno sa dell’Ordine?” chiese Mary mentre ritornavamo nel mondo dei Babbani. Alzai le spalle.

“ Che importanza ha? So quello che vuole fare. Vuole farmi cambiare idea. Ma ormai non sono più una ragazzina…” ammisi. La mia immagine si riflesse su una vetrina. Ormai ero una donna, lo vedevo dal mio sguardo risoluto, dalle mie labbra serrate…

“ Già. E poi… a parte questo, oggi che giorno è?” chiese. Sospirai depressa. Venerdì

I due venerdì che seguirono furono piuttosto monotoni. Le serate. Sempre i soliti turni, sempre. James controllava all’inizio, poi subentrava Moody e James mi faceva compagnia, e poi io e Moody insieme. In quelle due settimane ci furono due riunioni. Una il martedì e una il sabato. In quest’ultima, però venimmo tutto a conoscenza di alcuni particolari interessanti.

“ Salve a tutti! Allora, inizierei la riunione con il ringraziare il signor Potter, la signorina Evans e Alastor ovviamente, considerando il fatto che sono stati tutta la notte all’orfanatrofio!” annunciò Silente. Molti ci sorrisero. Mary ridacchiò vedendo le mie occhiaie. Avevo fatto un sforzo enorme per alzarmi dal letto e anche James non era proprio molto sveglio.

“ La signorina Marlene in realtà voleva dirci qualcosa… e penso che dovremmo ascoltarla!” disse solenne. Marlene si alzò. La guardai distrattamente. Volevo solo dormire. In quelle due settimane Marlene era molto cambiata: non era più la ragazza spensierata di una volta. Sembravano passati anni dall’ultima volta che l’avevo vista ridere. Ma lo stesso era accaduto a Remus e a Peter: ultimamente non si facevano più sentire. Gli unici che rimanevamo sempre appiccicati eravamo io, James, Mary e Sirius.

“ L’altro ieri io, Dorcas e Amelia stavamo appunto pattugliando la zona, quando abbiamo sentito un urlo infernale. Era una bambina che urlava qualcosa a proposito di una figura nera fuori dalla finestra. Un uomo vestito di nero. Voi tutti immaginate chi poteva essere. L’unica cosa: non vuole darci i dettagli. È una bambina un po’… em… timida. E non vuole dire a nessuno cosa ha visto precisamente. Gliel’abbiamo chiesti, ma si è rifiutata di dirci alcunché. E non sappiamo che fare” disse guardando anche Dorcas e Bones. Moody prese parola.

“ Occlumanzia, signori. È l’unica soluzione. Mi dispiace, ma dobbiamo sapere quello che ha visto” annunciò. Silente gli prese un braccio.

“ Non così in fretta, Alastor. Io prima vorrei provare a fare… un… chiamiamolo così, esperimento… signor Lupin, signorina Evans… vi andrebbe di tentare di far confessare tutto alla bambina?

“ Professore” dissi io prendendo coraggio. “ Io dovrei….

“ Oh, sì, intendevo dopo il matrimonio. Ho un bellissimo abito da cerimonia e non voglio perdere l’occasione per sfoggiarlo. Direi di fare… il prossimo mercoledì? Che ne dite?” chiese. Remus annuì.

“ Professore… mi scusi… ma perché proprio noi?” chiesi incuriosita. Silente sorrise.

“ Sai, Lily, ho sempre pensato che tu fossi una ragazza intelligente” annunciò. Bene. Non me lo voleva dire. Grandioso.

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Capitolo 9
*** Sto per sposare un uomo migliore di te, Severus ***


“ Lily…” una voce mi chiamava. Forse ero morta. O almeno speravo che fosse così. Ero riuscita ad addormentarmi solo poche ore fa. Due ore se vogliamo essere precisi. Con James che si alzava dal letto in continuazione. Aprii gli occhi. Luce. Troppa luce. Sentii una mano sulla mia spalla spingermi un po’.

“ James, basta…

“ Lily, sono Mary! Dai che è tardi!” esclamò la mia migliore amica. Aprii gli occhi di colpo. Forse qualcuno mi aveva gettato un Oblivion mentre dormivo. Oggi. Quattro agosto. PANICO.

“ Oggi…” dissi sperando di venire smentita. Ma dal vestito verde smeraldo e dal trucco intuii il peggio. Lei neanche mi rispose che infilai la mia testa sotto il cuscino.

“ OH, NO!” esclamai. Lei mi tolse il cuscino dalla testa.

“ Alzati, dai, ti devo truccare e vestire!” disse risoluta come non mai. Mi guardai intorno.

“ J… James?

“ James l’ho visto stamattina. Aveva un’espressione stile Baciato-da-un-Dissennatore sulla faccia, due occhiaie grosse come due meloni maturi e i capelli che sembravano una foresta pluviale. Direi che sta messo maluccio e Sirius gli ha dovuto far bere una Pozione della Pace preparata da Remus. E non so per quanto durerà…

“ Domanda: perché è così agitato? Dovrei essere io quella agitata!” esclamai alzandomi. Mi guardai allo specchio.

“ Guardami! Sono un mostro! Come faccio?” Mary sfoderò una matita per gli occhi.

“ Quando avrò finito con te non ti riconoscerà neanche tua madre!” disse. Mia madre… oggi l’avrei rivista. Sospirai incerta se esserne felice o meno.

“ Bene… incomincia!” annunciai. Mi fece sedere e vestire con una tuta sportiva. Tirò fuori da quella pochette le peggio cose. Trucchi. Tanti trucchi. Io non mi ero mai saputa truccare a dovere. E lei sembrava una maga del trucco. Armeggiava con i miei occhi, con le mie labbra, con le mie guance… Mi prese i capelli. Me li legò in parte dietro la nuca, in parte li lasciò sciolti. O almeno così mi sembrava. Dopo un ora circa mi guardò allontanandosi un po’.

“ Abbiamo finito. Dai, specchiati!” disse soddisfatta. Scossi la testa.

“ No, ho paura!

“ Lily Ev…” si bloccò. Sorrise smagliante.

“ No, Lily Potter” si corresse. Bene. Grazie per avermelo ricordato. Se voleva scatenare in me qualche reazione nervosa, c’era riuscita. Mi avvicinai titubante allo specchio. E mi vidi. Mi vidi come una fan potrebbe vedere un’attrice famosa. Ero stupenda. Truccata a dovere, per una volta. Non avevo neanche le occhiaie, il mio complesso più grande.

“ Tu… io ti amo, Mary” sussurrai. Lei mi abbracciò da dietro.

“ No, questo lo devi dire solo a Potter quando pronuncerai quel benedetto ‘sì’. Adesso andiamo, dai!” disse trascinandomi fuori di casa quasi a calci. Ovviamente avevo le gambe paralizzate.

“ Mary… senti…” sussurrai poco prima di Smaterializzarci. “ Io… non me la sento…

“ Lily, sono cento invitati se non di più, James si sta sottoponendo a una seduta spiritica pur di riuscire a dire quel fatidico ‘sì’ e tu cosa fai, rinunci? Sai quanto tempo ci ho messo per prepararmi? Tu non scappi, Lily!” esclamò prendendomi per un braccio. E ci ritrovammo di fronte alla chiesa. Fui tentata di scappare a gambe levate. Ma ormai c’ero dentro fino al collo. Presi un respiro. Entrai nella chiesa. Il prete mi guardava raggiante.

“ Ah, Lily! Allora, è pronta? Si ricordi delle prove…

“ Guardi, non voglio ricordarmi di quando James è svenuto prima di dire se mi voleva amare e onorare e tutta quella roba lì!” esclamai scortese dirigendomi verso la sala dove mi sarei dovuta spogliare.

“ Ancora … non… capisco… perché… tu… mi abbia voluto far cambiare qui!” dissi spogliandomi.

“ Se James tornasse a casa e ti vedesse…

“ Tu e la tua scaramanzia!” esclamai irritata. Lei si offese.

“ Lily, cerca di calmarti, davvero, sei insopportabile! Da cosa sei spaventata, dal matrimonio o da James?” domandò. La guardai con gli occhi pieni di lacrime.

“ Io… io gliela sto dando vinta… io… io gli ho detto di sì… dopo tutto questo tempo… e sono felice ma… ho paura di come tutto cambierà e… non so se sono pronta…

“ Tu stessa non avevi detto di essere maturata e di sentirti più risoluta?” chiese lei con le mani intrecciate. Annuii. Ma aveva un registratore dentro quella testolina castana e piena di boccoli?

“ E allora dai, vestiti!” esclamò esausta. Presi l’abito. Lo guardai per la prima volta. Era fantastico. Bianco con dei risvolti verdi. La guardai raggiante.

“ Ecco il misterioso vestito… si abbina perfettamente al tuo o sbaglio?” chiesi non riuscendo a non sorridere. Lei annuì soddisfatta.

“ Cara mia… se non ci fossi io…

“ LILY!” sentii nell’aria qualcuno che mi chiamava. Mi infilai velocemente il vestito da sposa.

“ Ma chi è?” domandai. Guardai Mary. Sembrava nel panico.

“ Non ci dovrebbe essere nessuno degli invitati ora! O meglio, non penso… vado a controllare…

“ Sì, ma fai presto!” esclamai avendo paura di restare sola. Uscì dalla porta. E tornò. Tornò con un uomo, ormai. Il mio migliore amico. Mi guardava beffardo, malinconico.

“ Lily… Piton voleva vederti” disse lei. Ovviamente non aveva mai potuto patire Severus. Guardai tutti e due.

“ Mary… potresti lasciarci soli un minuto?” chiesi sottovoce.

“ Ma Lily…

“ Un minuto basterà, grazie!” dichiarai decisa. Lei contrariata uscì a malincuore. Severus mi scrutò dall’alto in basso, con un cipiglio imperscrutabile. Sostenni il suo sguardo, adirata e curiosa. Poi parlò.

“ Ciao” disse. Non risposi. Gli rivolsi uno sguardo carico di rancore e di delusione. Lui continuò.

“ Che cos’è questo?” chiese alzando una mano. Aveva un invito. L’invito per venire al mio matrimonio. Inviato da me in segreto, all’insaputa di James.

“ Secondo te che cos’è? Un invito” dissi semplicemente.

“ Al tuo matrimonio? E tu pensavi davvero che sarei venuto?” chiese con un sorriso amaro.

“ Sei qui ora, no?” dissi cercando di nascondere la soddisfazione.

“ Sì, ma non per molto. Ma tu pensavi che avrei accettato sul serio?” disse riponendomi la domanda. Tutti e due sapevamo la risposta. Ma non osavo dirgliela.

“ No. Sapevi che non avrei accettato. E allora mi chiedo, perché me l’hai inviato? Per torturarmi?” chiese avvicinandosi con ancora la mano alzata all’altezza del suo petto. Scossi la testa.

“ No.

“ E allora perché?

“ Perché anche se sapevo che non saresti venuto, volevo almeno poterci sperare. Ti ho dato quest’ultima chance, Severus. E tu invece perché sei qui? Solo per chiedermi questo? Oppure c’è altro?” domandai. Lui abbassò il mio sguardo.

“ Ti stai sposando con Potter” ringhiò tra i denti. Non osavo guardarlo in faccia, quindi mi limitai ad osservare le pareti bianche della stanza.

“ Esatto.

“ E si può sapere per quale stupido motivo?” chiese.

“ Perché lo amo e voglio passare tutta la vita con lui” ammisi. In quel momento lasciai da parte ogni dubbio, ogni incertezza riguardo il matrimonio. Ormai ero pronta. E l’avevo scoperto solo in quel momento, quando pronunciai quelle parole amare a Severus. Si mise una mano sugli occhi.

“ E… è la verità?” domandò.

“ Sì” risposi secca. Si avvicinò ancora di più. Aveva una camicia nera troppo grande per lui, con dei jeans strettissimi. La cosa non mi meravigliava per niente.

“ Mi chiedo come possa essere successo…” ammise sempre con una mano sugli occhi.

“ E io mi chiedo come mai porti una camicia nera in piena estate” replicai sospettosa. Stavolta mi guardò. Aveva gli occhi pieni di lacrime.

“ Tu… non puoi davvero farmi questo… Non Potter… ti prego, tutti, tranne…

“ Tu non conosci James. Non sai chi è. Solo perché sei animato da stupidi sentimenti di rancore… E poi, perché non dovrei sposarmi con lui? Che ti frega di me? Ti è fregato qualcosa in questi ultimi due anni? No. Abbiamo tagliato i ponti, Severus, te ne sei scordato?” chiesi amaramente. Stavolta neanche io riuscivo a trattenere le lacrime. Si fece ancora più vicino.

“ Lily…

“ Evans” lo corressi. “ O Mezzosangue, fai un po’ te…

“ Lily” ribadì lui. “ Io… io ti amo. Ti ho sempre amata. Sempre. E adesso… vorrei morire…” sussurrò. Mi cascò il mondo addosso. No. Non poteva essere. Severus… io in realtà sospettavo qualcosa… ma un conto era supporlo, un altro era sbattermelo in faccia il giorno del mio matrimonio. Ero senza fiato. Era troppo, troppo vicino. Riuscivo a vedere i dettagli delle ciglia… e mi baciò. Mi baciò con delicatezza, come fossi un fiore di vetro. Ma era sbagliato. Io ero immobile, di pietra. Non opposi resistenza, ma neanche lo assecondai. Anzi, decisi di approfittarne. Lo presi per un braccio e gli alzai la manica della camicia. Sbirciai quel poco che bastava per farmi un idea, e lo spinsi via.

“ Adesso esci dalla mia vita. Stavolta per sempre” dissi tutta rossa. Lui mi guardò interrogativo.

“ Cosa…? Perché?

“ Eccolo il perché! Sta sul tuo braccio sinistro! Il MARCHIO NERO!” esclamai indietreggiando. I suoi occhi scivolarono sul suo avambraccio sinistro. Il Marchio. Era uno dei suoi.

“ Sei un Mangiamorte… e ti reputi migliore di James… tu… tu mi fai… poi mi chiedi perché devi uscire dalla mia vita! SEI UN MANGIAMORTE! Hai scelto da che parte stare in questa guerra. E io ho scelto la mia.

“ Vuol dire che tu sei…” domandò. Ormai l’aveva intuito. Era inutile negare.

“ Un membro dell’Ordine. Sì. Ma non dirò a nessuno che sei un Mangiamorte, stai tranquillo” dichiarai con rabbia. “ Non mi abbasserò così tanto. Potrebbero trovarti nel giro di due minuti. E vivrò con la speranza che tu ti pentirai della scelta che hai fatto e deciderai di passare dalla mia parte. Di stare con me. E James questo l’ha fatto, rivelandosi un uomo migliore. Ed è proprio quell’uomo migliore che sto per sposare” annunciai. Risate. Riecheggiarono delle risate e delle voci dall’altra sala.

“ Gli ospiti sono arrivati. Se vorrai restare non avrò nulla in contrario. Ma quando varcherai quella porta, ti parlerò solo quando ti sarai pentito della tua scelta” dissi cercando di rimanere fredda. Ma lui scosse la testa.

“ Preferirei morire che vederti dire un ‘sì’ fatale a quel Potter” annunciò fuori di sé.

“ Allora non abbiamo nient’altro da dirci… VAI VIA ORA!” esclamai con le lacrime che mi salivano. Lui si avvicinò accarezzandomi il viso.

“ Lily, io…

“ VATTENE!” esclamai indicandogli l’uscita di sicurezza. Mi guardò intensamente. Quegli occhi scuri… riuscivo a vederli davvero. Tristi e carichi di risoluzione. E io dovevo accettarlo.

“ Ti voglio bene, Lily.

“ Anche io, Sev. Te ne volevo davvero tanto. Ora vai” annunciai. Ed uscì. Uscì dalla mia vita. Uscì da quella porta e io sapevo, in cuor mio che non sarebbe più ritornato.

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Capitolo 10
*** Però adesso ho un po' paura ***


Ormai le risate e le voci erano più forti. Forse James era già lì fuori ad aspettarmi, con mia madre. Bene. Io ero agitatissima. Tremavo tutta. Mary era uscita per andare a chiamare Remus. Doveva accompagnarmi all’altare. Ok. Ce la potevo fare. Dire che sudavo era poco. IO ODIAVO STARE AL CENTRO DELL’ATTENZIONE. Bene, Lily, dalle scelte che fai non sembrerebbe proprio. Ok… mi sedetti su una sedia, con tutto l’abita da sposa. Dovevo stare calma. MOOOLTO calma…

“ Lily! Sei bellissima!” disse Remus. Mi alzai di scatto. Malgrado la pressione alle stelle non potei non guardarlo attentamente. Era bellissimo. Molto molto bello. Come alla festa di Natale dell’anno scorso. Solo un po’ più grande. Uno smoking nero e per una volta le scarpe lucidate. Bene.

“ Remus, parli tu! James è già lì?” riuscii a chiedere con voce tremante.

“ Lascia perdere. Sirius l’ha dovuto mettere là a calci. Non ce la faceva a tenersi in piedi. Ma anche tu vedo che non stai proprio tranquilla o sbaglio?” chiese con un sorrisetto dolce. Annuii.

“ Io… e che non si vede…? Più tranquilla di così!” esclamai. Guardai Mary.

“ C’è… mia madre?” domandai. Lei annuì.

“ E c’è anche Miss Io Sono Una Babbana, Siete Voi Quelli Strani!” annunciò ridendo. Mia sorella adottiva criticava la mia sorella di sangue. Meraviglioso.

“ Ti pare il momento ora?” chiesi ormai in preda a forte scosse di brividi. Remus mi prese la mano.

“ Ehi, stai calma e vedrai che andrà tutto bene. Lui è lì per te. Tu sei qui per lui. Cosa c’è di più semplice di così?

Sì, bravo, complimenti.

“ Il fatto è, professore, che penso che i miei nervi non reggeranno ancora per molto!

“ Tu pensa a come sarai felice dopo averlo sposato!” mi suggerì.

 La faceva facile, lui. E grazie, ero io dentro a quel ridicolo vestito. Presi un respiro fortissimo. Ok, stavo per svenire. Ripensai all’incontro con Severus. Gli avevo detto che ero sicura di quello che dovevo fare. Ed ero stata sincera. Io volevo sposarlo. Quindi che problema c’era?

“ Perché ci stiamo sposando, Remus? Tu lo sai?” chiesi irrazionalmente. Mi sorrise teneramente.

“ Perché vi amate, è questo il primo motivo. Perché ci sarà una guerra e nel nostro futuro non ci sono certezze. Perché entrambi siete cambiati e volete rimanere così per tutta la vita. Perché solo stando insieme sarete forti. Di motivi, Lily, ce ne sono tanti” affermò. Sorrisi anche io. Lui sì che riusciva a spiegarmi le cose. 

“ Grazie…” ma poi sentii delle voci che parlavano. Afferrai il braccio di Remus.

“ Penso che non ne uscirò viva” sussurrai proprio fuori dall’entrata della Chiesa. Sentii un organo. Un organo partire a suona una musichetta che doveva essere la mia marcia funebre: la marcia nuziale. Non so dove trovai la forza di camminare. Avevo Mary dietro che mi teneva il velo e Remus che mi sorreggeva con il braccio nel caso svenissi lì. Forse fu questo a darmi la forza. Improvvisamente mi sentii addosso cento paia di occhietti. Quindi duecento occhietti. Ottimisticamente. Bene. Non volevo neanche guardarlo, James. Ero troppo nervosa. Mi limitai a osservare l’arredamento della Chiesa. Tutta bianca e blu. Carina. Arrivai all’altare. Remus mi lasciò. Ok, ora dove potevo andare? Anzi, dovevo andare? Da sola, stavolta. Vidi una mano tesa. Di chi era quella mano? Di James. Alzai gli occhi. Mi sorrideva. Mi sorrideva sicuro di sé, entusiasta ma anche emozionatissimo e tesissimo. Si era davvero messo a tiro, non osavo obbiettare niente. I capelli erano sempre in disordine, certo, ma per il resto avevano uno smoking nero quasi come quello di Remus, con dei ricami blu. Presi la sua mano, tremante. Gli sorrisi. Tremavamo insieme. Ma dovevamo farcela. Il prete continuò a parlare e a parlare. Non sentivo niente. Stavo lì, ferma, immobile, come se mi avessero scagliato un Pietrificus Totalus. Sentivo James respirare profondamente. Anche lui era emozionato.

“ Vuoi tu, James Charles Potter prendere la qui presente Lily Evans e amarla e onorarla in salute e in malattia, nella buona e nella cattiva sorte, finché morte non vi separi?” chiese solennemente. Lo guardai. L’altro giorno era svenuto prima di dire “sì”. Lo guardai malissimo. Se fosse svenuto prima l’avrei preso a calci e poi l’avrei riempito di baci. Mi guardò negli occhi. Leggevo la sua preoccupazione, la sua ansia ma anche la sua voglia di farmi sua.

“ Sì, lo voglio” annunciò. Mi mise l’anello. Ormai non mi sentivo più il cuore per quanto batteva veloce. C’era mia madre, dietro di me forse Mary, Peter e Marlene, seduti in prima fila. Forse dietro a James c’era Sirius. In quel momento non riuscivo a vedere niente. Vedevo solo James che mi fissava. Forse il prete mi ripeté la stessa formula. Ma non ci feci assolutamente caso. Mi limitai a sussurrare un “sì, lo voglio”. James sospirò contento.

“ Puoi baciare la sposa” disse il prete. Quel comando lo sentii abbastanza bene. Si avvicinò tremante. E mi baciò abbracciandomi. Abbracciandomi stretta a sé. Partì un applauso. Mi sentii invasa dalla gente.

“ Lily, tesoro! Congratulazioni!” esclamò mia madre abbracciandomi. Finalmente potevo vederla. Aveva un vestito azzurro, che le stava molto bene.

“ Mamma…” sussurrai quasi piangendo. Mary anche venne da me.

“ Lily, ormai sei la signora Potter!” esclamò. La abbracciai. Ma poi venne Sirius.

“ Lily… siamo parenti ora!” disse. Lo abbracciai di getto. Arrivò Remus con in mano una macchina fotografica.

“ Una foto?” chiese. Tutti ci mettemmo in posa, con Sirius, Peter, mia madre e Marlene. Poi decidemmo di fare una foto io e James con Sirius. Il nostro testimone. Peter mi strinse la mano.

“ Wow, Lily!” ammise tutto rosso.

“ Peter… grazie per essere qui… Marlene… Remus…” abbracciai tutti. Ancora non avevo visto James. Non avevo avuto modo di parlarci. Eppure sentii una mano afferrarmi,  trascinarmi fuori dalla Chiesa e Smaterializzarci. Arrivammo in una radura, allestita con tavoli, sedie, e un’orchestra. Giusto, io e Mary avevamo prenotato tutto. Fantastico. La mano che prima mi teneva mi lasciò.

“ Lily, ragazza mia!” esclamò Lumacorno venendomi vicino.

“ Professore!” dissi io sorridente. Indossava una giacca arancione, con una camicia di seta blu. Era abbastanza bizzarro.

“ Sei incantevole. Davvero, non so che dire. Il signor Potter?” chiese guardandosi intorno.

“ Veramente, professore, è sparito! Forse sta laggiù!” dissi indicando una massa di gente, tra cui Sirius, Peter e Remus. Lumacorno annuì.

“ Lily, io ti volevo parlare di…”

“ I miei più sinceri auguri, Lily” annunciò una voce alle mie spalle. Il professor Silente. Era vestito con una lunga veste blu che gli arrivava ai piedi, trapuntata di stelle argentate. La McGranitt, dietro di lui, aveva un vestito verde bottiglia, semplice e accollato.

“ O come dovremo chiamarla ora, signora Potter” aggiunse lei venendomi vicino.

“ Horace, anche tu qui! Ammetto di non averti visto durante la cerimonia” annunciò Silente. Lumacorno arrossì. La McGranitt avanzò verso di me, stringendomi la mano.

“ Anche io volevo farti gli auguri. Comunque” disse a Lumacorno “ sarebbe meglio lasciare la signorina Evans con i suoi amici. Qualsiasi annuncio o discorso potrà aspettare, è d’accordo, professore?” chiese.

“ Sì, certo…” sussurrò lui. Una mano mi prese per il braccio. Alice.

“ Lily! Quanto sono contenta! Ti sei sposata!” esclamò. Già, me ne ero quasi accorta.

“ E già…” riuscii a dire. Guardai la sua mano. Aveva un anello al dito.

“ Alice! E non mi dici niente?” chiesi stupita. Lei arrossì.

“ Bhè, pensavo che… insomma, ieri Frank si è deciso! Sarà stato l’esempio di James…” ammise. Per un attimo, si creò una sorta di legame tra noi due. Era come se ci fosse qualcosa che ci accomunasse. Il pensiero di un matrimonio, forse troppo veloce. Le presi la mano.

“ Hai paura?” chiesi. Riuscivo a mettermi bene nei suoi panni. E sapevo che non era facile sposarsi così presto. Lei mi guardò. Sorrise.

“ No. In fondo, anche tu ti sei sposata… e non è crollato il mondo, no?” domandò. Già, era vero. Vedi in lontananza un riflesso dorato. Un uomo era completamente vestito di giallo.

“ Ma quello…” dissi piano.

“ Sì, è Lovegood. Non si sa perché ma si è vestito di giallo. Giuro che donerò venti galeoni al primo che gli andrà a chiedere perché si è vestito così!” esclamò una voce alle mie spalle. Sirius. Alice si allontanò e restammo soli. Mi guardò quasi… quasi amorevolmente.

“ James è stato sommerso da una folla di persone. Spero che riuscirà a scappare!” disse. Risi.

“ Scommetto che gli piace essere così al centro dell’attenzione” dissi non riuscendo a trattenermi. Lui sorrise.

“ In realtà scommetto che gli piacerà ancora di più stare a casa sua a fare…

“ Occhio che sotto il vestito ho ancora la bacchetta!

Sirius si bloccò sorridendo.

“ Sto tremando!” esclamò. Lo abbracciai.

“ Grazie…”

“ E di che?” mi chiese.

“ Di tutto, Sirius. Grazie di avermi presa di in giro, grazie di aver sempre sostenuto James… grazie.

“ Di niente, è stato un piacere!” ammise abbracciandomi anche lui. Ci andammo a sedere ai tavoli. Ormai Severus era acqua passata. Non ci volevo neanche più pensare. Mary si sedette accanto a me. Era raggiante.

“ Ce l’hai fatta, alla fine” esclamò.

“ Sì… grazie anche a te…” ammisi. Sirius l’abbracciò da dietro.

“ Non è bellissima con questo vestito?” domandò. Annuii raggiante. Era tutto perfetto. Anche Remus si sedette con noi.

“ Lily… per quanto riguarda la missione, io…”

“ Ti pare il momento di parlare della missione ora, Remus? È un giorno di festa!” esclamò Marlene prendendo posto accanto a lui. Era da un po’ che i rapporti tra i due erano migliorati. Certo, non c’era più lo stesso feeling, ma perlomeno erano cordiali e spontanei.

 

 

 “ Dai, saltami addosso!” disse lui tendendo le mani. Lo guardai stranita. Lui si riprese al volo.

“ Ma che hai capito! È tradizione che la sposa entri in casa con… bhè, tu saltami addosso e non ti fare domande!” disse. Lo guardai.

“ Non ti faccio male, vero?” chiesi. Lui scosse la testa. Gli saltai addosso con tutta la delicatezza di cui io ero capace. Insomma, fu un miracolo che non cadde. Entrammo in casa. Quella casa… alla fine non l’avevo mai considerata mia. Mi ero sempre sentita una specie di ospite. Ma in quel momento… C’era qualcosa di così familiare? Forse no. Sarà che tutto ciò che aveva a che fare con James mi ispirava familiarità, quotidianità. Mi depositò sul divano. Mi guardò, come non aveva mai fatto. Mi guardava come una… come un marito potrebbe guardare una moglie. Mi spaventò un po’. Bene… respira, Lily.

“ Bhè, come stai?” chiesi. In effetti l’avevo dovuto condividere con un centinaio di persone. Adesso lo volevo tutto per me. Scosse la testa, sorridendo.

“ Ancora non posso credere di avercela fatta” ammise. Già, c’era riuscito. Le opzioni erano due: o lui era molto bravo, oppure ero io troppo influenzabile. Forse era la seconda.

“ Ci sei riuscito…” ammisi. In quei giorni avevamo avuto poco tempo per parlare. E per stare insieme. Tra preparativi e altro… Lui mi guardò quasi pensieroso. Forse avevo lasciato trasparire un po’ di amarezza nella voce.

“ Tu… tu sei sicura di volermi sposare?” chiese. Oh, già, bella domanda. Ma qualsiasi fosse stata la mia risposta, comunque eravamo già sposati.

“ Veramente mi sembra di portare un anello al dito, signor Potter” dissi facendogli vedere la mano. Lui me la prese.

“ Sì, ok, ma… Tu sei sicura di ciò che hai fatto, vero? Lo so, sono stato assillante, forse impulsivo, ma…” ok, basta. Dovevo dirglielo. Eclissando qualche particolare, ma dovevo dirglielo.

“ Sì, sono sicura della mia scelta. James… Severus è venuto, prima che arrivassero gli invitati…” dissi con lo sguardo sul pavimento. Nessuna risposta, niente. Sentii solo la sua mano divincolarsi dalla mia. Bene. Lo guardai. Niente, sembrava colpito da un fulmine.

“ Sapevo che l’avresti invitato.

“ Sei arrabbiato?

“ No. Un po’ confuso. Non l’ho visto proprio in prima fila, il tuo migliore amico” disse con amarezza. Già. Me ne ero accorta.

“ Il fatto è che… voleva convincermi a non sposarti. E lui…” mi ha baciato, James. Mi ha baciato. La seconda persona che abbia mai baciato in tutta la mia vita. Lui, il mio migliore amico. Ma James l’avrebbe trovato e ucciso. Sicuramente.

“ Lui…” lui è un Mangiamorte, James. Siamo membri dell’Ordine. Dovremmo cercare delle prove per sbatterlo ad Azkaban.

“ Lui non c’è riuscito. Perché io ero assolutamente decisa. Certo, impaurita, ma d’altronde, neanche tu mi sembravi molto rilassato” dissi cercando di sorridere. Ma lui non mi guardava.

“ Dimmi la verità. Ti ha baciata?” chiese. Panico. Come faceva a saperlo?

“ Come…?”

“ Intuito. Immagino che le abbia volute provare tutte. Io l’avrei fatto al suo posto” ammise. Gli presi il viso tra le mani, costringendolo a voltarsi.

“ James… io…

“ Bhè, e allora?

“ Allora cosa?

“ Lo ami?” chiese. Ma… come poteva farmi queste domande? Ero ancora vestita da sposa. Non riuscii a non piangere.

“ NO! IO AMO TE, E LO SAI!” esclamai piangendo. Lui mi abbracciò.

“ Scusami… Scusami… sono un idiota…

“ Sì, lo sei” dissi tra le sue braccia.

“ Mi dispiace… è che… io lo ammazzo se lo vedo…

“ Mettiti in fila” dissi. Lui rise.

“ Sono geloso, Lily… sono sempre stato geloso di lui… dal primo momento in cui l’ho visto. Poteva toccarti, parlare con te… è incredibile, vero? Io, geloso di Piton…” ammise. Poi mi guardò.

“ Tu… tu sei sicura di non volere… lui?

“ No, e lo sai. Ormai è tardi per tornare indietro, James. E sono qui. Ho fatto la mia scelta e non me ne pento” dissi tutto d’un fiato. Lui mi guardò amorevolmente.

“ Sai, con questo vestito sei stupenda. Dovresti usarlo più spesso” disse.

“ Ma spero proprio di no! Non sai quanto è maledettamente ingombrante!” dissi asciugandomi le lacrime.

“ Allora toglitelo, no?” chiese con un lampo malandrino negli occhi. Lo guardai male.

“ Vedo che ti riprendi in fretta, eh?” chiesi. Lui sospirò.

“ Sì, direi di sì” disse sorridendo. Mi prese per mano e mi portò in camera da letto. Ormai era tardo pomeriggio. Vedevo il tramonto dalla finestra… Ma non mi distrasse dall’amare James come mai avevo fatto. Perché dopo Severus, ero ancora più convinta: nella mia vita c’era spazio solo per un uomo e quell’uomo era James Charles Potter.

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