Transformers e le chiavi del potere

di dragon_queen
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 8: *** Capitolo 7 ***
Capitolo 9: *** Capitolo 8 ***
Capitolo 10: *** Capitolo 9 ***
Capitolo 11: *** Epilogo ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


PROLOGO

 

In un angolo remoto di una galassia diversa da quella che ospita il nostro sistema solare, se ne stava solitario un singolare pianeta, la cui superficie non era ricoperta da detriti e roccia, ma da parti meccaniche e un'unica, immensa base, costruita con duro acciaio. Il suo nome era Cybertron, popolato da un'insolita razza di alieni, i Transformers, enormi robot con un cervello elettronico capace di provare sentimenti simili a quelli umani, come, ad esempio, rabbia e dolore. Questi avevano la capacità di trasformarsi in veicoli.

Da secoli Cybertron era dilaniato dalla guerra tra due fazioni di robot: gli Autobots, leali e coraggiosi, e i Decepticons, coraggiosi in par modo, ma infimi e sleali. I robot non avevano ricordanza di come fosse nato tale conflitto, ma ognuno aveva la convinzione di essere nato con lo scopo di distruggere l'altro. Questa infinita lotta tra bene e male aveva a poco a poco consumato ogni risorsa presente sul pianeta.

Proprio per il loro animo gentile e per l'estrema crudeltà dei nemici, gli Autobots avevano ben presto avuto la peggio ed erano stati costretti a nascondersi nei labirinti sotterranei della città, per evitare di essere distrutti o imprigionati e usati come schiavi nelle miniere di Energon, la fonte di energia primaria del pianeta.

Prima della loro sconfitta, gli Autobots erano però riusciti a mettere in salvo un particolare oggetto, fatto di duro acciaio e percorso da segmenti che lo dividevano in quattro sezioni asimmetriche. Era forse per quello che Megatron, il leader dei Decepticons, aveva dato il via a quell'ennesimo conflitto. Gli Autobots lo avevano nascosto nel loro rifugio, mentre mettevano a punto un astronave per andarsene da Cybertron e portare il manufatto lontano, per evitare che i Decepticons ne entrassero in possesso. Non sapevano però che i malvagi robot li tenevano d'occhio e preparavano segretamente una loro astronave per bloccarli quando fossero partiti. Ed è ciò che accadde.

Il giorno in cui l'astronave “arca” si guadagnò lo spazio, quella dei Decepticons la stava aspettando e la abbordò. Saliti a bordo, i nemici si scontrarono con i coraggiosi robot, non accorgendosi che, perso il controllo dell'astronave, questa si stava dirigendo verso un enorme buco nero.

Le due astronavi furono risucchiate e spedite in un altro spazio, nei pressi di un pianeta appartenente ad un altro sistema solare.

Durante il tumulto della battaglia, Megatron aveva tentato di impadronirsi della tavola. Era però accaduto un fatto strano e inaspettato: non appena il robot l'aveva sfiorata, la tavola si era divisa in quattro parti, le quali, sfondate le pareti dell'astronave, si erano diretti rapidamente verso il pianeta blu.

-Maledizione!!- aveva gridato il robot, poi aveva aggiunto:

-Decepticons, ritirata!!-

Con un colpo della sua arma aveva messo fuori uso il pannello di controllo dell'astronave degli Autobots, la quale, una volta abbandonata dai cattivi, si era diretta verso il pianeta sottostante, schiantandosi in un suo punto imprecisato, lasciando gli Autobots in una condizione di animazione sospesa. Lo schianto avvenne circa quattro milioni di anni prima della comparsa delle prime forme di vita intelligenti.

Mentre osservavano l'astronave degli Autobots che si schiantava, i Decepticons non si resero conto che anche la loro era in avaria, avendo subito danni durante l'attraversamento del buco nero. La loro nave si schiantò rovinosamente sulla superficie del satellite di quello sconosciuto pianeta, provocando l'arresto del sistema anche si Megatron e dei suoi.

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Capitolo 2
*** Capitolo 1 ***


CAPITOLO I

 

Come ogni anno, una settimana prima che la scuola finisse, la madre scaricava Kate e Will dalla nonna, mentre lei se ne andava ad affrontare un “viaggio di lavoro”, così lo chiamava, che l'avrebbe tenuta impegnata per tutta la durata dell'estate. Non che ai due non facesse piacere stare con la nonna, anzi, avevano solo sperato che, dopo la morte del padre, la famiglia sarebbe stata più unita.

La casa della nonna se ne stava in una piccola e tranquilla radura, raggiungibile solo tramite una strada sterrata quasi invisibile a chi non ne conosceva l'esistenza, all'ombra di un'alta e verdeggiante collina. Era a mezz'ora dalla città, ma per fortuna Alex aveva ereditato la moto del padre, e, con quella, lei e suo fratello potevano tranquillamente raggiungere la scuola.

Kate seguiva la macchina della madre in sella alla moto, spostando lo sguardo sul paesaggio che la circondava. Non era cambiato assolutamente niente dall'estate prima e da quella ancora prima, ad eccezione che un piccolo alberello, adesso cresciuto, che il padre aveva piantato poco tempo prima di andarsene.

-Allora io vado- disse la madre non appena i bagagli furono scaricati dalla macchina.

-Ciao mamma- la salutò Will, mentre Kate se ne stava voltata dall'altra parte, con le braccia conserte e lo sguardo arrabbiato.

-Ciao Kate- le disse la madre.

-Ciao- rispose lei senza entusiasmo.

-Sai che è per lavoro-

-Si, come no- concluse piatta la ragazza.

La donna si rattristò.

-Beh...allora ciao a tutti. State buoni e aiutate la nonna- e, mettendo in moto la macchina, sparì in mezzo al bosco.

-Bene ragazzi, a disfare i bagagli e poi i compiti- disse sorridendo la nonna.

-Sarà un'estate molto lunga- commentò Kate, mentre varcava la soglia della piccola casa di legno.

 

Sul pannello si accese una spia rossa che si mise a lampeggiare. Dopodichè un monitor si attivò e una parte della parete si aprì. Dallo scomparto uscì una piccola sonda che, trovato un passaggio tra le pareti di roccia, spiccò il volo verso il cielo azzurro e sgombro di nuvole.

 

-Will muoviti o ti lascio qui!!!- gridava Kate dalla cucina.

-Arrivo arrivo!- gridò il fratello dalla sua stanza e la raggiunse.

-Nonna, noi andiamo- disse la ragazza all'anziana.

-Mi raccomando, state attenti con quell'aggeggio. Mi ha sempre fatto paura-

-Non preoccuparti. Ci vediamo stasera- e detto ciò i due fratelli uscirono e saltarono in sella alla moto.

Arrivarono a scuola.

-Allora ci vediamo alle 4 all'uscita- disse Kate.

-Bene. Ciao sorellina- rispose Will e corse verso un gruppo di ragazzi che lo aspettavano in un angolo del cortile.

Kate invece si avviò solitaria verso l'entrata dell'istituto. Da quando suo padre era morto, gli amici, a causa del suo comportamento sempre più riservato, l'avevano allontanata, lasciandola a poco a poco completamente sola. Adesso la guardavano con lo sguardo maligno e un ghigno di scherno sempre sule labbra.

Siccome mancava ancora tempo prima dell'inizio delle lezioni, si mise seduta sotto l'ombra di un albero ad accordare la chitarra, anche quella un'eredità del padre. Volgendo poi lo sguardo verso il cielo, vide passare velocissima una scintilla.

-Chissà cos'era- pensò.

 

La piccola sonda sorvolò la città, rispettando le indicazione del computer centrale. Sorvolò un lungo raccordo e all'improvviso individuò ciò che stava cercando: un grande camion con rimorchio. Vi si posizionò sopra e attivò lo scanner. dopodichè se ne andò. Fece lo stesso con una macchina sportiva e, in prossimità di un ospedale, con un SUV pronto intervento. Poi tornò velocemente verso dove era venuta.

 

Kate se ne stava in classe, con lo sguardo fisso nel vuoto. pensava a cosa avrebbe fatto per tre mesi dalla nonna, isolata dal mondo. In fondo perchè se ne preoccupava, visto che tutti gli anni era la stessa storia. Quell'estate avrebbe compiuto 18 anni e sarebbe stato l'ennesimo compleanno che avrebbe passato con la nonna e suo fratello. Almeno se suo padre fosse stato vivo...

La campanella suonò e gli alunni si alzarono per andarsene. Lo stesso fece lei. lasciò i libri che non le servivano nell'armadietto e si diresse verso l'uscita, dove avrebbe dovuto aspettare il fratello.

Mentre passava per il cortile, vide un gruppo di ragazzi sotto un grande albero, intenti a non far niente. Era il gruppo dei popolari, ragazzi che snobbavano tutti e si credevano il centro del mondo. lei li riteneva degli idioti.

Notò che anche loro la stavano osservando e ridacchiando. Così distolse lo sguardo e tirò a dritto.

 

-Chi è quella?- chiese Matt, che francamente non aveva mai fatto caso a Kate.

-Quella? Oh, è una strana forte. Sta sempre sola. fa quasi paura-

-Ah si?? Bene ragazzi, facciamo una scommessa e voglio essere ben pagato-

-Spara Matt. Cosa hai in mente?- fece uno dei ragazzi.

-Allora, scommettiamo che riuscirò a far innamorare quella ragazza di me in meno di un mese. Se non ci riesco, beh, vi terrete i vostri soldi-

-D'accordo amico, ma sappiamo che qualunque ragazza cade ai tuoi piedi, quindi è come se avessi già vinto-

-Lo so- rispose il ragazzo, strizzando l'occhio all'amico.

 

Kate se ne stava appoggiata alla moto, fissando l'orologio e vedendo che suo fratello era in ritardo.

-Will, ma dove diavolo sei?- pensava.

-Ciao- sentì qualcuno dire alle sue spalle.

Si voltò e si trovò faccia a faccia con un ragazzo dai lucenti capelli neri e profondi occhi azzurri.

-Ciao- lo salutò lei, sospettosa.

-Piacere, io sono...-

-Matt Duncan, fuoriclasse di football e membro del gruppo dei popolari. Ti conosco di fama-

Il ragazzo rimase colpito.

-Beh, tu sai tante cose su di me, ma io di te non so niente-

-Mi chiamo Kate- rispose la ragazza.

-Kate? Bel nome. Bene Kate, ti andrebbe di fare un giro con me?- le chiese, indicando la sua moto.

-No grazie. Il passaggio ce l'ho e poi aspetto mio fratello che, a proposito, sta arrivando- gli rispose la ragazza, porgendo il casco ad un ragazzino di circa 15 anni, che arrivava trapelato e, calcandosi in testa il suo, montò sulla moto.

-Ci vediamo a scuola Matt- gli disse e partì a tutto gas.

-Credo che sarà più difficile di quanto ho prospettato- pensò tra sé il ragazzo e, salendo anche lui in moto, dette gas e partì al seguito di Kate.

 

-Ma cos'ha in mente quel tipo?- pensava la ragazza mentre teneva lo sguardo fisso su uno degli specchietti retrovisori, osservando Matt che le stava appiccicata.

-Kate, ma chi è quello?- chiese Will voltandosi.

La sorella non rispose, ma cercò di seminare lo scocciatore nel traffico, ma lui non la mollava. Stufa, la ragazza inchiodò. Aspettò che lui si affiancasse e si tirò su il casco, visibilmente scocciata.

-Si può sapere che cosa vuoi??-

-Voglio solo che tu dica di si- rispose lui sorridendo.

-Se ti dirò si, mi lascerai in pace??-

-D'accordo-

-Allora per giovedì può andare?-

-Perfetto. A giovedì- e detto ciò, sgommando, se ne andò.

Lei scosse tristemente la testa.

-Andiamo a casa- disse e ripartì.

 

Si accorse immediatamente che qualcosa non andava, non appena imboccò la stradina sterrata che portava a casa della nonna. La fumata che usciva dalla moto era di un brutto colore ed inoltre il motore faceva capricci.

Kate si mise davanti a casa e riguardò la moto, compreso il motore: era proprio là il problema. In eredità dal padre aveva anche ricevuto la particolare abilità di aggiustare con facilità qualsiasi tipo di macchina, per questo riuscì a sistemare la moto in pochissimo tempo.

Aveva appena finito di ripulire tutto lo sporco che la nonna la chiamò per la cena.

Prima di andare a letto, la ragazza si mise a guardare il cielo, a fantasticare sullo spazio e tutti i suoi misteri. La luna le sorrideva. Lei però non aveva sonno, così uscì in veranda con la chitarra, dove la nonna stava bevendo una tazza di te.

-Kate, ancora sveglia?-

-Non riesco a dormire- rispose lei.

La nonna le vide la chitarra tra le mani.

-So che sei diventata brava. Perchè non mi fai ascoltare qualcosa?-

-D'accordo- e, dopo aver dato un'ultima accordata allo strumento, si mise a suonare.

La musica volava leggera, come uno spiro di vento, ma fu soprattutto la canzone che fece commuovere la nonna. Le parole, infatti, erano rivolte al padre scomparso poco tempo prima, ricordato con nostalgia e tristezza.

-Sai Kate, assomigli tanto a tuo padre, hai i suoi stessi occhi, anche se i tuoi non ridono più da tempo ormai. Devi essere forte, bambina mia, e tutte le difficoltà ti sembreranno sciocchezze- disse l'anziana, accarezzando la nipote sulla testa.

-Mi manca così tanto- rispose Kate tristemente.

-Anche a me- poi, asciugandosi le lacrime, concluse:

-Via, adesso a letto. Domani c'è scuola-

-Scusa nonna, ti dispiace se resto altri due minuti fuori?-

-No, fai pure. Buonanotte-

-Buonanotte-

Non appena la nonna rientrò in casa, la ragazza si mise a fissare la luna e le stelle che brillavano misteriose. Ad un tratto avvertì come se una forza misteriosa la chiamasse dal bosco. Lei, come ipnotizzata, si alzò e si diresse verso gli alberi. Non dovette fare molti passi, poiché, a terra, scorse qualcosa che emanava una luce ad intermittenza.

Spostò un poco gli aghi di pino e la poca vegetazione del sottobosco e scoprì un oggetto alquanto strano: era un pezzo di acciaio, percorso da venature azzurre, grande poco meno di un pugno e di una forma insolita.

-Che diavolo è?- pensò tra sé mentre lo raccoglieva.

Non appena lo prese tra le mani, l'oggetto smise di brillare.

-Strano, davvero strano- pensava la ragazza, a letto, mentre se lo rigirava tra le mani.

Notò poi un piccolo foro in un angolo e da lì ci fece passare un pezzo di spago, per poi legarselo al collo. Decise che quello sarebbe stato il suo piccolo segreto.

 

Il giorno dopo, a scuola, Matt non si schiodava da lei. Era troppo appiccicoso, iniziava a non sopportarlo.

-Si può sapere perchè mi stai così appiccicato?-

-Perchè sto cercando di capire tutti gli aspetti di te-

-Sono 4 anni che frequentiamo la stessa classe-

-Per questo voglio recuperare il tempo perduto-

La ragazza non sapeva più che fare. Per fortuna le quattro arrivarono presto.

-Will andiamo- gridò al fratello, il quale si affrettò.

-Non vedo l'ora che sia giovedì- disse Matt passandole accanto.

-Oh mio Dio- pensò Kate.

-Sorellona, ma quello è lo stesso di ieri. Ma che ha che non va?-

-Sta male-

 

Appena tornati a casa, Kate comunicò che sarebbe andata a fare una passeggiata. Stette fuori molto tempo e il fratello non capiva il perchè di quello strano comportamento. Non mangiò quella sera e si chiuse in camera sua.

-Che sia colpa di quel Matt??- pensò il ragazzino.

Quando la sorella si fece vedere la mattina dopo sembrava non aver chiuso occhio per tutta la notte. Facendo in modo che la nonna non si preoccupasse, il ragazzo si avvicinò alla sorella:

-Ma che cos'hai?? Stai forse male?-

-Perchè me lo chiedi scusa?- rispose lei con aria colpevole, portandosi una mano al petto.

Solo in quel momento Will si accorse che la ragazza portava qualcosa al collo.

-Che cosa porti attaccato a quello spago?-

Sembrava aver colto nel segno, poiché Kate sembrò raggelare.

-Oh niente. Non so di cosa tu stia parlando-

-Bene, allora non ti dispiacerà farmelo vedere- disse il fratello.

Kate cambiò allora discorso.

-Oh, guarda come è tardi. Dobbiamo proprio andare- e, salutando la nonna, uscì, seguita da Will, il quale scuoteva tristemente la testa.

 

Arrivarono a scuola. Come i giorni precedenti ad aspettarla c'era Matt. Più lo vedeva e più pensava che fosse un cervello di gallina, anche se doveva ammettere che non era niente male.

-Ciao- la salutò.

-Ciao- ricambiò lei.

-Kate, allora io vado. Ci vediamo alle quattro- disse Will, sentendosi di troppo.

-Si, ci vediamo- ripetè lei.

-Allora, cosa ti piacerebbe fare domani?- le chiese lui.

-Non saprei. Qualunque cosa mi va bene- rispose lei.

-Io opterei per un giro in centro e un gelato-

-Benissimo-

-Allora ci troviamo qui davanti alla scuola alle 5, poi ti riporto io-

-D'accordo- e gli sorrise.

-Beh, allora ci vediamo all'uscita- disse lui e, ricambiando il sorriso, se ne andò.

 

La sonda era tornata alla base e aveva seguito ogni istruzione nei minimi dettagli. Adesso non restava che premere l'interruttore.

 

Will stavolta arrivò puntuale all'uscita, voleva trovare il modo di parlare con la sorella. Lei lo stava aspettando come al solito. Salirono in moto e schizzarono veloce verso casa della nonna.

Il ragazzo non riuscì a rimanere da solo con Kate, era come se fosse lei ad evitarlo. Finalmente però l'occasione arrivò.

La nonna era già andata a letto e Will trovò sua sorella seduta sullo scalino della veranda.

-Ciao- la salutò.

Appena lo vide si alzò e sbadigliò.

-Accidenti che sonno- e fece per rientrare in casa, ma Will le si parò davanti.

-No, stavolta non scappi. Ora noi due parliamo e mi racconterai ogni cosa-

 

Osservatorio della città. Ore 2:00 a.m. Gli astronomi hanno gli occhi puntati verso il cielo, per l'esattezza su di una cometa che sarebbe passata vicinissima alla luna.

-Avete notato il colore?- disse uno.

-Viola- rispose un altro.

-Dagli esami del satellite risulta che possiede una potente carica elettromagnetica, tanto da provocare un blackout temporaneo di tutti i sistemi di comunicazione terrestri-

-Speriamo solo che passi velocemente e non compia troppi danni-

 

La cometa correva veloce tra le stelle. Era così carica elettromagneticamente da mandare in tilt l'intero sistema di comunicazione della Terra. La sua traiettoria prevedeva una curvatura attorno all'asse lunare. Il suo passaggio permise ai computer di bordo di un ammasso informe di rottami, adagiato sulla superficie lunare, di riattivarsi e cominciare il processo di rianimazione. La Terra non poteva immaginare il pericolo che quell'innocuo agglomerato di parti cosmiche aveva inconsapevolmente risvegliato.

 

-Allora, a costo di star qui tutta la notte, voglio sapere cosa ti sta succedendo e soprattutto cosa mi stai nascondendo. Diavolo Kate, se non le racconti a me, a chi le vuoi raccontare??-

Lei sorrise. Poi si sfilò dal collo lo strano pezzo di metallo che aveva trovato. Lo porse al fratello, il quale, con lo sguardo affascinato, se lo rigirò tra le mani.

-Che diamine è questa cosa?-

-Non lo chiedere a me. So solo che quando l'ho trovato emanava luce ad intermittenza-

-Wow...- fu il commento di lui, poi avvicinò lo sguardo per guardare qualcosa di molto piccolo.

-Kate, qui c'è una specie di simbolo, un marchio. Sembra tipo una croce, o meglio, una ics con dei cerchi. Strano disegno-

-Davvero? Non ci avevo fatto caso-

-Vabbè, per ora tienilo, poi ci penseremo- concluse il fratello.

La ragazza riprese l'oggetto e se lo rimise al collo. Poi alzò gli occhi verso il cielo.

-Guarda Will, una cometa!! Che strano colore-

-Accidenti che spettacolo- esclamò il ragazzino.

Poi, guardando l'orologio, aggiunse:

-Auguri sorellina-

Lei lo guardò stupita, poi si ricordò del suo compleanno.

-Fratellino, meno male ci sei tu con me, altrimenti mi sentirei perduta-

 

La mattina seguente, a scuola, Kate stette con lo stomaco sotto sopra per tutto il giorno. Perchè mai si agitava tanto per un appuntamento? Con un ragazzo di cui poi non le importava granchè.

Era l'ora di pranzo e il cortile era pieno di studenti. Si sentiva strana. Ad un tratto si sentì chiamare e quella voce le provocò l'ennesima fitta al petto. Era come se il pezzo d'acciaio al suo collo avesse delle scosse, dei tonfi.

-Ciao- la salutò Matt.

-Come va?- gli chiese lei con un sorriso forzato.

Lui lo notò.

-Io sto bene. Tu non sembra proprio. Qualche problema?-

Kate stava per rispondere, quando, davanti agli occhi, come dei flash, le balenò l'immagine di una collina, anzi, “della” collina, quella dietro casa della nonna. Ebbe un sussulto.

-Kate, tutto bene?- chiese lui seriamente preoccupato.

-Scusa Matt. Non sto per niente bene. Ti dispiace se rimandiamo l'appuntamento di oggi?-

-Nessun problema-

-Bene, allora ci vediamo domani, ok?-

-Ok, ma sei sicura che non hai bisogno di aiuto?-

-Non preoccuparti. Ma una cosa vorrei chiedertela: potresti riaccompagnare a casa mio fratello? Non so se riesco a tenere la moto e due persone-

-Nessun problema. Ti vengo dietro-

-Grazie mille. Vado a dirglielo. Ci vediamo all'uscita-

Non appena si fu allontanata prese tra le mani il pezzo d'acciaio e notò che emanava una flebile luce, che si spense improvvisamente. Aveva addosso una strana sensazione, come se dovesse succedere qualcosa di terribile.

 

Arrivarono le 4 e Will guardava la sorella, preoccupato.

-Sei sicura di farcela?- le stava chiedendo Matt.

-Sicura. E grazie ancora-

-Figurati-

Le due moto partirono a tutta velocità. Ad un tratto a Kate balenò davanti l'immagine di un anfratto nella roccia, che lasciava intravedere un'entrata.

-Ma che diavolo mi sta succedendo?-

Il punto in cui il ciondolo d'acciaio stava a contatto con la pelle le bruciava. Finalmente arrivarono a casa.

-Bene. Grazie ancora-

-Non ti preoccupare. Almeno adesso so dove abiti. Comunque rimettiti e fammi sapere quando starai meglio, ok?-

-Ok. Ci vediamo-

Non appena Matt se ne andò, Kate si strinse forte il punto dove era il ciondolo.

-Kate, cosa ti succede?-

-Non lo so Will, è come se mi stesse bruciando la pelle- e detto ciò si scoprì una parte del petto.

Nel punto in cui c'era stato fino a pochi secondi prima il pezzo d'acciaio, adesso era impresso nella pelle di Kate lo strano marchio riportato sul ciondolo.

-Ma che diavolo è successo?- chiese Will, sfiorando il simbolo sulla pelle della sorella, facendola sobbalzare.

-Scusa- disse poi.

-E' da stamattina che ho dei flash, prima della collina e poi di un'entrata nascosta nella montagna. È come se questo pezzo d'acciaio volesse condurmi da qualche parte-

Non fece in tempo a finir di dire che seguì un'altra visione: stavolta apparve una tortuosa strada, che lei aveva ben presente.

-Kate, cos'hai?- chiese il fratello, preoccupato.

-Dobbiamo andare a svelare questo mistero-

-Dove?-

-Non lo so. Ma conosco la strada-

 

Un'altra sonda schizzò rapida in cielo. Non era la stessa ed aveva una diversa provenienza. Si diresse verso il luogo che le era stato indicato: una base militare. La scelta fu indirizzata verso tre jet, un lanciamissili e un elicottero apache. Dopodichè riprese il volo, oltre il cielo, oltre l'atmosfera, navigando tra le stelle, sino a tornare da dove era venuta.

 

Dopo aver avvertito la nonna che sarebbero andati a fare una passeggiata in città, i due fratelli, in sella alla moto, sfrecciarono veloci verso la collina. Kate avvertiva come se si stessero avvicinando sempre di più alla soluzione del mistero.

Si ricordava bene come arrivare alla strada che aveva visto, dato che l'aveva già percorsa anni prima in compagnia del padre. Era una stretta strada sterrata, tutta curve, che saliva nascosta quasi fino in cima alla collina. Ad un tratto si fermarono.

-Allora la visone era vera- disse la ragazza.

Davanti a loro, mimetizzata quasi del tutto nella roccia, si intravedeva un'enorme porta di acciaio che, con un fischio, si aprì lentamente, non appena i due le si pararono davanti.

-Entriamo?- chiese Will, eccitato.

Kate strinse forte il ciondolo.

-D'accordo, andiamo-

Non sapevano però che c'era qualcuno poco distante che li stava osservando.

 

Giunto a più di metà strada, Matt si accorse di non aver lasciato a Kate il suo numero per poterlo avvertire quando si fosse sentita meglio. Così fece marcia indietro e tornò verso la casa nella radura.

Quando arrivò alla fine della strada sterrata, vide però schizzare via Kate e suo fratello in sella alla moto, in direzione dell'alta collina alle spalle della casa. Decise allora di seguirli, alla debita distanza.

Li seguì fino al sentiero sterrato, poi li vide fermarsi davanti ad un grosso anfratto, lasciare la moto ed entrarvi a piedi.

-Che diamine stanno combinando quei due? Voglio scoprirlo- si disse e, furtivamente, andò loro dietro.

 

Si ritrovarono per un lungo corridoio semibuio, ma a rischiarare la strada c'era il pezzo d'acciaio, che aumentava di luminosità man mano che avanzavano.

Ad un tratto Kate ebbe la chiara sensazione che qualcuno li seguisse. Si voltò e rimase senza parole.

-Matt, che ci fai qui?-

-Potrei farvi la stessa domanda- si difese il ragazzo.

Kate guardò il fratello, poi disse:

-Forse devo darti qualche spiegazione, ma devi promettermi che non ne farai parola con nessuno-

-Incredibile- fu l'unico commento del ragazzo quando lei ebbe finito di raccontare.

-Matt, non devi dirlo a nessuno. Per favore, promettilo-

-Lo prometto, ma ad una condizione: vengo con voi-

-Va bene, andiamo-

Continuarono a percorrere il corridoio, fino a quando non giunsero davanti ad un'alta porta. Questa però non si aprì come la precedente.

-Che si fa adesso?-

-La soluzione del mistero è dietro questa porta- disse la ragazza.

-Ci penso io- disse Will, avendo intravisto un pannello smosso da una parte, alla loro altezza.

Si mise a ragionare:

-Vediamo un po', se questo lo collego qui...questo lo stacco...quest'altro lo sposto...dovrebbe funzionare-

E infatti, con un rumore di qualcosa che non si apriva da davvero tanto tempo, l'entrata fu finalmente accessibile. Davanti ai tre si schiuse un ambiente enorme che a poco a poco fu rischiarato da luci al neon. In fondo alla stanza vi erano tre altissimi cilindri contenenti uno strano liquido verde. Immersi in quei contenitori si intravedevano degli strani esseri, antropomorfi, ma completamente costruiti con parti meccaniche, come dei grossi robot.

-Che diavolo sono quei cosi?- chiese Matt esterrefatto.

Gli altri due non risposero, rimasti imbambolati dov'erano.

Ad un tratto, dal soffitto, si staccò un tubo elettrico che li stava per colpire in pieno. Con una notevole velocità di riflessi, Matt tirò una spinta a Kate e Will e si spostò appena in tempo. La ragazza, senza volerlo, si appoggiò ad una sorta di pannello di comando, che innescò il processo di risveglio dei tre esseri.

-Accidenti!!- disse la ragazza, mortificata.

-Saranno amichevoli?- chiese Will.

-Non credo di voler rimanere qui per scoprirlo. Andiamocene- rispose Matt e spinse gli altri verso l'uscita.

 

-E' pazzesco!! Che diavolo erano?- disse Matt, non appena furono usciti.

-Erano sicuramente alieni. Sulla Terra non vi sono creature di quelle fattezze e dimensioni- intervenne Will.

-Non credo siano malvagi. Ho la sensazione che non siano loro il pericolo- concluse Kate.

-D'accordo. Io direi di allontanarci da qui, per ora, e pensare al da farsi- propose Matt.

-Va bene. Parliamone con calma- concordò la ragazza e i tre risalirono sulla moto, sfrecciando via.

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Capitolo 3
*** Capitolo 2 ***


CAPITOLO II

 

I tre erano seduti ad un bar, con un frappè tra le mani, senza sapere che dire. Poi Will prese la parola:

-Ma vi rendete conto di cosa abbiamo scoperto?-

-Certo e secondo me dovremo dirlo a qualcuno- disse Matt.

-Non ci crederanno. Poi magari sono progetti segreti del Governo che non avremmo mai dovuto trovare. Come la mettiamo?- rispose il ragazzino.

Kate se ne stava in silenzio. Improvvisamente ebbe una fitta al petto e i due ragazzi lo notarono.

-Che succede? Un'altra visione?- chiese il fratello.

La ragazza rispose:

-Ho freddo e una profonda sensazione di paura. Ce ne dobbiamo andare da qui-

-Perchè mai?- chiese Matt.

-Ci stanno cercando-

-Chi?- dissero in coro Matt e Will.

-Loro- rispose lei, alzando lo sguardo verso il cielo.

 

I due ragazzi si voltarono e videro sopra di loro tre aerei caccia, fermi, in attesa. Erano strano, non sembravano militari, a dir la verità neanche terrestri. I tre mezzi furono affiancati anche da un elicottero.

-Ce ne dobbiamo proprio andare- concordò Matt, poi aggiunse:

-Will, ce la fai a guidare la moto di tua sorella? In questo momento non credo che lei sia in grado di farlo-

-Penso di si-

-Bene, allora filiamo e alla svelta!!-

I tre montarono in sella: Kate sembrava paralizzata, la sua pelle era fredda come il ghiaccio.

-Resisti piccola, ti portiamo via- le sussurrò Matt.

Non appena partirono a tutto gas, il ragazzo guardò gli specchietti retrovisori e vide, con suo grande disappunto, che i quattro velivoli gli stavano alle costole.

-Will accelera!!- gridò Matt e schizzò via, con dietro Kate che lo stringeva forte.

Riuscirono a mantenere a distanza gli inseguitori fino a fuori città, finchè non imboccarono la lunga strada rettilinea, costeggiata dal bosco.

-Dobbiamo cercare di seminarli. Forse tra gli alberi non ci vedranno- pensò il ragazzo e fece capire a Will di entrare nella foresta.

 

Sembrava che gli strani velivoli non li seguissero più, forse avevano rinunciato. Passavano a tutta velocità, rasente agli alberi.

-Will, tutto a posto?-

-Si Matt, ma credo che Kate non stia bene. Dobbiamo riportarla a casa-

-Va bene, indicami la strada-

Ad un tratto sbucarono in uno spiazzo e si davanti un lanciamissili, fermo.

-Ma che diavolo...- gridò Matt, prima di perdere il controllo della moto e finire a terra, seguita da Will e Kate.

Quando il ragazzo andò a soccorrere la ragazza, lei tremava come una foglia, perciò la strinse forte a sé. Furono raggiunti da Will e tutti e tre rimasero a fissare la scena.

-Fine della corsa- disse una voce profonda e i tre ragazzi alzarono il capo.

Sopra di loro vi erano i quattro velivoli. La voce era uscita da uno di loro. Ad un tratto quello più grande gridò:

-Transform!!- e si tramutò in un gigantesco robot, seguito da tutti i veicoli presenti.

In pochi secondi i tre ragazzi si trovarono circondati da cinque androidi giganteschi e, a quanto pareva, non con buone intenzioni.

-Che diavolo siete voi?!?- esclamò Matt, portando Kate dietro di sé.

-Umano, noi siamo i Decepticons e vogliamo ciò che chiamiamo “tavola del potere”-

-Cosa vi fa pensare che ce l'abbiamo noi?-

-Siete ricoperti delle sue vibrazioni. Ne siete sicuramente venuti in contatto, quindi vogliamo sapere dove si trova-

Kate strinse il pezzo d'acciaio contro il petto e, cadendo in ginocchio, sussurrò:

-Per l'amor del cielo, qualcuno ci aiuti-

 

-A quanto pare non volete collaborare, quindi non ci servite più. Possiamo anche terminarvi. Starscream!!- sbraitò poi al robot al suo fianco.

-Si, grande Megatron?-

-Liberati di questi tre parassiti-

Il robot si voltò verso i tre poveri ragazzi, i quali fecero un passo indietro. Con un sorrisetto compiaciuto, quello estrasse una spada luminosa. Non fece in tempo ad abbassare l'arma che fu colpito da una scarica di laser.

-Fermo Starscream, lascia stare quei ragazzi!- disse una voce alle spalle dei tre.

Si voltarono e si trovarono davanti altri tre robot, che sembravano però mossi dalle migliori intenzioni.

-Optimus Prime, che piacere rivederti. È tanto che non ci incontriamo-

-Megatron, lascia immediatamente questo posto-

-D'accordo, ma tornerò, non temere- disse e, con un ghigno malvagio, si smaterializzò, seguito dai suoi tirapiedi.

A quel punto l'attenzione dei robot si spostò sui tre ragazzi, che in quel momento li riconobbero: erano gli stessi che avevano visto nei tubi pieni di liquido nella base nella collina.

Kate, nel frattempo, si stava riprendendo, il pezzo di acciaio non bruciava più e non le provocava più dolore.

-Sorellina, stai bene?- le chiese Will.

-Si, adesso si- rispose lei sorridendo.

Matt, nel frattempo, stava squadrando i nuovi arrivati. Ad un tratto il robot dai colori gialli e rossi disse:

-Ehi ragazzo, se continui a fissarci così ci rovineremo-

-Sto cercando di capire se siete reali o se vi sto immaginando- rispose Matt, poi aggiunse:

-Ma che cosa siete?-

Fu quello che era stato chiamato Optimus Prime a rispondere:

-Noi siamo gli Autobots, transformers provenienti dal pianeta Cybertron. Siamo da sempre in guerra con i Decepticons, il cui capo, Megatron, tenta ogni volta di impadronirsi del potere. Siamo scappati dal nostro pianeta per nascondere un oggetto potente, ma i nemici ci hanno attaccato e sconfitto. Circa quattro milioni di anni fa ci siamo schiantati su questo pianeta e da quel momento siamo rimasti in uno stato di rianimazione sospesa, fino a quando voi non ci avete risvegliato-

I ragazzi rimasero ad ascoltare, in silenzio.

-Una domanda però...- disse quello che non aveva ancora chiamato <<...come avete fatto a trovare la nostra astronave?>>

I tre si guardarono, poi Will e Matt guardarono Kate.

-Sono io che l'ho trovata, grazie a questo- disse la ragazza e si sfilò il pezzo d'acciaio dal collo, porgendolo ai robot.

Optimus Prime lo prese delicatamente e lo osservò.

-Questo è un pezzo della “tavola del potere”- disse poi.

Ad un tratto il pezzo prese a brillare e, volando a mezz'aria, tornò tra le mani di Kate.

-Strano, davvero- disse il robot blu.

-Potreste dirci, per favore, cos'è questa “tavola del potere”?- chiese la ragazza.

Optimus le rispose immediatamente:

-La “tavola del potere” è un antico manufatto appartenente al nostro pianeta. È l'inizio da cui tutto si è originato e dal quale tutto può essere distrutto. È una fonte di energia inesauribile e indistruttibile. È per questo che Megatron se ne vuole impossessare-

-Ma adesso dov'è questo manufatto?- chiese ancora lei.

-Prima che ci schiantassimo sul pianeta, la tavola è stata rotta, separata in quattro parti che sono cadute anch'esse qui- rispose il robot.

-Mi sembra proprio una bella avventura, eh, sorellina?- disse in quel momento Will.

-Che intendi?-

-Semplice: visto che il pezzo d'acciaio non si stacca da te ed è evidente che gli serve per completare questa tavola, significa che potremo aiutarli a ricomporla-

-Il ragionamento non fa una piega- disse il robot giallo.

-Bene, allora è deciso. Vi aiuteremo- disse il ragazzino, entusiasta.

-Dato che allora lavoreremo insieme, avete dei nomi voi robot?- chiese Matt.

-Certamente. Io sono Hot Shot- rispose il robot giallo.

-Io sono Red Alert- disse quello blu e bianco.

-Ed io, capo degli Autobots, sono Optimus Prime-

-E voi?- chiese Hot Shot.

-Io sono Matt- rispose il ragazzo.

-Io Will- aggiunse il ragazzino.

-Ed io Kate- concluse la ragazza.

Poi Optimus disse:

-Bene nuovi membri degli Autobots, ormai sapete dov'è la nostra base e vi chiediamo di non rivelare a nessuno della nostra esistenza-

-Si signore- scherzarono loro.

 

-Non mi sarei mai aspettato che Prime sarebbe sopravvissuto all'impatto. Non voglio che mi intralci ancora, anche dopo trascorsi quattro milioni di anni- sbraitò Megatron.

-Signore, dovremmo riuscire a trovare i quattro pezzi della tavola-

-Ho un'idea migliore Starscream. Lasceremo che siano gli Autobots a trovarli per noi e, a tempo debito, ce ne impossesseremo-

 

Le moto furono portate nella base degli Autobots, in modo che Kate e Matt ci potessero tranquillamente lavorare, poiché, a causa della caduta, avevano riportato qualche danno.

Nel frattempo Will aiutava Red Alert a rimettere in funzione la maggior parte del sistema informatico e difensivo della base.

-Te la cavi bene con i computer, piccoletto- si stava complimentando il robot con il ragazzino.

-Grazie Red Alert- rispose Will.

A quel punto Kate si alzò trionfante:

-Ho finito!!- esclamò.

-Sei brava con le macchine per essere una ragazza- commentò Hot Shot.

Lei lo fulminò con lo sguardo.

-Sappi che le macchine le so anche smontare-

-Ok ok scusa, non volevo offenderti- rispose il robot, arretrando.

Ci fu una risata generale. In quel momento Will sobbalzò:

-Ma che ore sono?-

-Quasi le nove...accidenti!! La nonna ci ammazza!!- esclamò la sorella.

Così i due salutarono gli Autobots e promisero che sarebbero tornati il pomeriggio successivo. Matt invece rimase. Hot Shot allora gli si avvicinò:

-Dove ha imparato Kate a lavorare con le macchine?-

-Non ne so molto, ma credo che sia stato il padre ad insegnarglielo. È l'unica cosa che glielo ricorda ancora, praticare quelle poche cose che lui le ha trasmesso-

-Perchè? Dov'è adesso?-

-Se ne è andato-

 

La mattina seguente, a scuola, Matt si unì a Kate e Will.

-Dopo che siete andati via, Red Alert mi ha dato questi, perchè l'entrata della base adesso è nascosta dai dispositivi di mimetismo, quindi questi ci servono per localizzarla ed entrare- disse e porse loro due bracciali d'acciaio, con impresso lo stemma degli Autobots.

-Quando ci troveremo in prossimità della porta, emaneranno una lieve luce intermittente e invieranno un impulso di riconoscimento al computer centrale che ci aprirà-

Inoltre aggiunse:

-Funziona anche da ricetrasmittente per tenerci in contatto tra di noi e con i nostri amici-

-Mitico!!- esultò Will.

-Già, fantastico- disse Kate.

I due indossarono i bracciali, mentre Matt aveva già il suo.

-Ragazzi, miraccomando, acqua in bocca. Nessuno deve sapere dei nostri amici, altrimenti potrebbero servirsi di noi per arrivare a loro- concluse la ragazza e gli altri furono d'accordo.

Dopodichè i tre si divisero, andando ognuno verso la propria classe.

 

-Allora Matt, la scommessa come procede?- chiesero gli amici, non appena il ragazzo entrò in classe.

Lui li guardò: si era dimenticato della scommessa, forse perchè non gli interessava più o forse perchè Kate non era così male come dicevano. Poi si gettò furtivo una sguardo alle spalle, temendo che la ragazza avesse sentito qualcosa.

-Ehm...procede- rispose con un finto sorrisetto, chiedendo poi che non di toccasse più l'argomento.

 

Kate se ne stava seduta all'ultimo banco, accanto alla finestra, come sempre, non seguendo la lezione. Il professore spiegava, ma lei era assorta nei suoi pensieri, rivolti come sempre al tempo trascorso con il padre. Più tentava di non pensarci, più non poteva farne a meno. Le mancava talmente e niente e nessuno avrebbe più potuto riportarlo da lei.

 

Intanto, nella base dei Decepticons, c'era un gran fermento: Megatron aveva ordinato che l'astronave venisse riparata e condotta sulla superficie terrestre. I robot correvano in qua e la, senza fermarsi.

Poi finalmente Starscream si presentò davanti al capo:

-Signore, l'astronave è riparata e il nucleo energetico riattivato. Siamo pronti a partire-

-Bene. Avete anche trovato un luogo dove stanziare la base?-

-Si signore. Abbiamo localizzato una catena montuosa di nevi perenni, chiamata “tetto del mondo”. Non c'è anima viva e nessuno ci verrà a cercare su quelle vette-

-Perfetto!! Decepticons, preparatevi a partire-

 

La campanella suonò, seguita da un grido liberatorio da parte degli studenti. I tre ragazzi si incontrarono alle moto.

-Io vado direttamente dagli Autobots- disse Matt.

-Noi invece passiamo da casa e ti raggiungiamo- rispose Kate.

Così si salutarono, dandosi appuntamento a poco più tardi.

Fratello e sorella arrivarono a casa, salutarono la nonna e le dissero che sarebbero tornati la sera. L'anziana non protestò, le faceva invece piacere che Will e Kate avessero qualcosa da fare. Forse se avesse saputo dov'erano diretti lo sarebbe stata di meno.

Così i due salirono in sella alla moto e partirono alla volta della base degli Autobots. Giunti davanti all'entrata, il bracciale funzionò a dovere: pochi secondi dopo aver emesso una tenue luce, la porta prese ad aprirsi, permettendo ai due di accedere direttamente con la moto. Stavolta la seconda porta si aprì senza problemi, ritrovando la solita stanza, rimessa completamente a nuovo.

-Red Alert è stato velocissimo- disse Will, entusiasta.

Dei tre robot e di Matt, però, nessuna traccia.

-Chissà dove saranno- pensò Kate e, lasciata la moto, si avventurò per la base, accompagnata dal fratello.

Ad un tratto udirono dei rumori provenire da dietro un angolo. Quando lo svoltarono trovarono i tre robot e Matt. Il ragazzo e Hot Shot se ne stavano da una parte, appoggiati alla parete a sonnecchiare, mentre Optimus e Red Alert stavano lavorando a qualcosa.

-Complimenti voi due!!- esclamò Kate avvicinandosi, facendoli sobbalzare e attirando l'attenzione degli altri due.

-Vi sembra questo il modo di comportarvi, scansafatiche?!?- concluse poi.

-Su Kate, non te la prendere- cercò di scusarsi Matt.

Poi Hot Shot commentò:

-La conosco da solo due giorni, ma so già che vedere lei arrabbiata sarebbe peggio che essere preso a pugni da un Decepticon-

-Come scusa?- fece finta di non aver capito la ragazza.

-No no nulla- rispose il robot.

-Hot Shot ti conviene scappare, perchè se ti prendo, ti smonto pezzo per pezzo- lo minacciò lei.

-Ok, me ne vado- disse lui titubante e arretrò.

Lo sguardo truce della ragazza si tramutò in un sorriso e disse:

-Sai Hot Shot, per essere uno che salva il mondo dai cattivi, hai un po' troppa fifa-

-Ah ah ah, simpatica...- disse lui, sarcastico.

Tutti scoppiarono a ridere, compresi il robot e la ragazza.

Kate non voleva sembrare scorbutica: capiva che l'aver trovato quegli strani personaggi le aveva cambiato la vita, coinvolgendola in una eccentrica avventura. Sapeva che comunque Hot Shot non le avrebbe portato rancore.

In quel momento Will chiese:

-Red Alert, che cosa state facendo?-

Il robot rispose:

-Stiamo costruendo una sorta di teletrasporto, in modo da spostarci più velocemente nella ricerca dei pezzi della tavola. Inseriamo le coordinate e si apre un passaggio che ci trasporterà direttamente al luogo indicato-

-Mitico!! Quando lo proviamo?- chiese euforico il ragazzino.

-Calma...ancora non abbiamo trovato la collocazione del primo pezzo. Il computer sta ancora scannerizzando il territorio- disse sorridendo Red Alert.

Ad un tratto a Kate iniziò a bruciare il petto.

-Accidenti, ci risiamo- pensò, mentre cadeva in ginocchio, con il fiato corto.

Will e Matt le furono accanto, mentre i tre robot osservavano la scena senza capire.

-Che succede?- chiese Hot Shot.

-E' colpa del pezzo di acciaio che ha al collo. È da quando lo ha trovato che ha queste reazioni, ma così male è stata solo quando i Decepticons ci hanno inseguito-

-Capisco. Probabilmente le onde di frequenza che il pezzo di tavola manda quando sente la presenza del manufatto si sono fuse con le frequenze neurologiche di Kate, facendole vedere immagini o facendole avvertire la presenza di individui che possono nuocere ad entrambi- ipotizzò Red Alert.

Il marchio sul petto di Kate pareva incandescente, mentre davanti ai suoi occhi passavano velocissime immagini e coordinate. La ragazza si riprese di colpo.

-Kate, stai bene?- le chiese il fratello.

-Si grazie-

-Cosa hai visto?- le domandò invece Matt.

-So dov'è il primo pezzo della tavola- e, senza aggiungere altro, si volse verso il computer, che stava ancora scandendo la superficie del pianeta.

-Qui- disse poi, inserendo le coordinate che aveva visto e facendo puntare il bersaglio su una catena montuosa.

-La cordigliera delle Ande, in Sud America-

-Allora è lì che andremo-

 

L'atterraggio fu complicato, ma i Decepticons riuscirono a trovare uno spiazzo abbastanza capiente da ospitare l'intera astronave.

-Signore, siamo atterrati-

-Bene Starscream-

In quel momento comparvero Cyclonus e Demolishor.

-Signore, siamo riusciti a localizzare gli Autobots e pensiamo che siano alla ricerca di uno dei pezzi della “tavola del potere”-

-Perfetto. Direi che è giunta l'ora di fare una visitina al nostro vecchio amico Optimus Prime-

 

Quando le coordinate furono inserite nel teletrasporto, davanti agli occhi dei ragazzi si proiettò l'immagine del paesaggio che Kate aveva visto, una sorta di proiezione olografica.

-Incredibile...- sospirarono.

-Bene ragazzi, adesso voi rimanete qui-

-Non se ne parla neanche. Non ci faremo sfuggire un'occasione come questa- rispose Matt.

-Ma...- cercò di protestare Hot Shot.

-Niente “ma”. Vogliamo aiutarvi a ritrovare e ricomporre la “tavola del potere” ed è ciò che faremo- concluse Will.

-Va bene, ma state molto attenti. Adesso però fate un passo indietro- disse Optimus.

Dopodichè gridò:

-Transform!!- e tramutò in un grosso tir con rimorchio, mentre Hot Shot divenne una macchina sportiva e Red Alert un SUV pronto intervento.

-Stramitico!!- esclamò Will e si affrettò a salire su Red Alert.

Matt invece montò su Hot Shot e Kate su Optimus.

-Possiamo partire- confermò la ragazza e i tre robot attraversarono il passaggio.

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Capitolo 4
*** Capitolo 3 ***


CAPITOLO III

 

Il viaggio durò pochi minuti. Fu come se i corpi dei robot e dei ragazzi venissero disgregati per poi venire ricomposti. In men che non si dica, i sei si ritrovarono nel luogo indicato.

I ragazzi scesero dai veicoli, i quali si ritrasformarono. Osservarono il paesaggio e, in lontananza, intravidero un antico tempio, una struttura a gradoni tipica di quella zona. Sembrava abbandonata e deserta.

-Credo che il primo pezzo sia là dentro- disse Kate.

-Allora? Cosa aspettiamo?-

-Calmati Hot Shot. Dobbiamo valutare prima la situazione. I Decepticons potrebbero averci preceduto- lo fermò Optimus.

Poi, rivolto a Kate, domandò:

-Hai qualche sensazione di pericolo?-

La ragazza lo guardò:

-No, per adesso. Penso che per ora non dovremo preoccuparci. Vi avvertirò-

-Bene, allora possiamo andare. Autobots, in marcia!-

In meno di un'ora furono ai piedi del tempio, davanti a loro una grande e buia entrata. Hot Shot accese i fari che aveva sulle spalle.

-Non sembra esserci nessuno- disse.

-Procediamo, ma ugualmente con prudenza- ordinò Optimus e tutti si incamminarono verso l'interno dell'edificio.

Per sicurezza i tre robot camminavano in testa, mentre i ragazzi li seguivano. Ad un tratto Kate vide un'incisione su di un muro: raffigurava una folla di persone in adorazione di un oggetto che emanava luce. La ragazza sfiorò il disegno e questo funzionò come un pulsante, che, quando si abbassò, aprì una botola sotto i suoi piedi, facendola precipitare, lasciando dietro di sé solo un flebile grido.

Il fratello la sentì. Si voltò, ma non la vide.

-Kate, dove sei?!?- la chiamò.

Accortosi della sua assenza, anche Matt si mise a cercarla. Poi disse:

-Optimus, Kate è scomparsa!!-

Il robot si voltò e dette un rapido sguardo all'ambiente. Poi parlò:

-Non temete. Kate è in gamba, se la caverà. Sono sicuro che a quest'ora il pezzo di chiave la sta guidando-

 

Kate continuava a scivolare nel buio più completo, fino a quando non toccò terra. Quando si rialzò, si accorse che il ciondolo emanava luce e così le permetteva di vedeva dove si trovava. Ne rimase colpita: l'ambiente quello tipico di un edificio risalente ai Maya, ma piuttosto ad un film di fantascienza.

-Davvero strano- pensò la ragazza ed imboccò uno dei tunnel davanti a lei.

Via via che andava avanti, l'intensità della luce emanata dal ciondolo d'acciaio aumentava. Ad un tratto si trovò in un'altra stanza poco più grande della precedente, il cui soffitto però pareva sfondato in un punto e adesso ricoperto dalla vegetazione. Sotto il buco un cumulo di macerie e tra quelle un robot.

-Amico o nemico?- si chiese Kate, poi notò il segno sul petto del transformer: era quello degli Autobots.

Guardandolo meglio notò che alcune sue parti erano danneggiate, forse a causa della caduta. Così, con quello che aveva, cercò di ripararlo e, ancora una volta, la sua bravura nel riparare le macchine ebbe la meglio.

Gli occhi dell'Autobot tornarono luminosi e questo provò a muoversi. La ragazza si allontanò di qualche passo, mentre il robot si alzava in piedi.

-Ben tornato tra noi- gli disse Kate.

-Dove sono? E tu chi sei?- chiese lui.

-Mi chiamo Kate e sei sulla Terra-

-Come hai fatto a trovarmi?- chiese ancora.

-Sono venuta con Optimus e gli altri a cercare uno dei quattro pezzi della “tavola del potere”-

-Optimus e gli altri sono ancora vivi? Che bella notizia. Comunque il mio nome è Smokescreen e un'amica di Optimus è anche amica mia-

-Piacere Smokescreen- rispose Kate.

Poi aggiunse:

-Devo trovare gli altri. Vieni con me?-

 

I tre robot e i due ragazzi camminavano adesso in un ambiente del tutto diverso: le pareti ed il pavimento non erano più di pietra, ma di duro e lucido acciaio, percorso da grossi cavi.

-Credo che siamo vicini. Deve essere stato il pezzo della tavola a modificare l'ambiente- disse Red Alert.

Non fece in tempo a finire la frase che il gruppo giunse in un'enorme salone, cl cui centro stava un altare, percorso da fregi e disegni caratteristici; sopra di questo si trovava un altro pezzo di pietra, ricoperto dalla vegetazione.

I robot si avvicinarono. All'improvviso si udì un fragore e il gruppo fu investito da una valanga di rocce. Hot Shot protesse Matt e Will. Dal buco nel soffitto scesero quattro robot: Megatron, Starscream. Thundercracker e Cyclonus.

Optimus ordinò:

-Autobots, spalle all'altare, proteggete i ragazzi e la chiave!!-

-Povero sciocco Prime, non crederai di poterci impedire di impadronirci del pezzo di tavola, vero?-

-Provare non costa niente. E poi chi sa, magari ci riusciamo- rispose il leader degli Autobots.

-Siete in svantaggio numerico, è come se avessimo già vinto- sghignazzò Starscream.

In quel momento fu colpito in pieno da un macigno lanciato a tutta velocità, che lo fece cadere a terra.

-Rifai bene i calcoli, Starscream!!- disse una voce.

Tutti si voltarono, compresi gli Autobots: attraverso un passaggio segreto, Smokescreen aveva fatto il suo ingresso, senza che nessuno se ne fosse accorto.

-Smokescreen?- disse sorpreso Optimus Prime.

-E' tanto che non ci vediamo, eh, amico mio?-

Da dietro il nuovo robot spuntò Kate, che salutò il fratello e l'amico con la mano.

-Kate, ben trovata-

La ragazza li raggiunse.

-Avete trovato il pezzo della tavola?-

-Ecco...forse si e forse no- rispose Matt e le indicò il grande blocco di pietra in cima all'altare.

Kate alzò lo sguardo e all'improvviso il pezzo di acciaio che aveva al collo prese a lampeggiare. Lei velocemente lo nascose, per evitare che qualcuno come un Decepticon lo notasse.

-Dobbiamo salire lassù- disse poi.

-Perchè mai?- chiesero in coro i due ragazzi.

-Fidatevi di me- concluse lei.

Mentre i tre ragazzi si arrampicavano sull'altare, lo scontro tra i robot era cominciato: Megatron si scagliò contro Optimus, Hot Shot contro Starscream, Red Alert contro Thundercracker e Smokescreen contro Cyclonus.

La terra tremava e, ad ogni colpo, sembrava che le pareti stessero per cadere.

-Non vincerai Prime. Sei debole!!- disse Megatron.

-E per l'ennesima volta sarai in errore, Megatron- ribattè Optimus.

Nel frattempo Kate, Will e Matt erano quasi arrivati in cima.

-Un ultimo sforzo- disse Matt.

Finalmente arrivarono ai piedi del grande blocco.

-Sono sicura che questo sia ciò che cerchiamo. Sembra però come inattivo- disse Kate.

Lo strano oggetto era alto e largo più di due metri e mezzo e spesso uno. Ad un tratto la ragazza ebbe un brivido lungo

la schiena e avvertì come se il ciondolo le dicesse di attivare il pezzo della tavola. Si avvicinò, con gli occhi fissi sulla pietra. Dopodichè pose una mano sulla superficie fredda. Dal suo palmo si propagarono luminosi cerchi concentrici e il pezzo di pietra si alzò a mezz'aria. Dopodichè si liberò della dura corazza, rivelando una superficie d'acciaio, solcata da venature blu.

La battaglia si interruppe.

-Quella chiave deve essere mia!!- sbraitò Megatron e vi si scagliò contro.

Fu però colpito da un raggio d'energia dal pezzo di tavola e fu scagliato a terra. Di seguito partì un fascio di raggi che andarono a colpire i Decepticons, risparmiando stranamente gli Autobots. Non sapevano che l'energia di quell'enorme cosa era indirizzata da Kate, grazie alla sua volontà e all'aiuto del ciondolo.

-Maledizione!! Decepticons, ritirata!!- urlò Megatron e, trasformatosi in velivoli, se ne andarono da dove erano venuti.

Gli Autobots si voltarono verso la cima dell'altare, vedendo i tre ragazzi che li guardavano, trionfanti.

-Kate, è stato merito tuo?- chiese Optimus.

La ragazza si limitò a sorridere, poi disse:

-Adesso potete prendere la chiave, l'energia è stata tutta immagazzinata-

Optimus aiutò i tre ragazzi a scendere, mentre gli altri recuperavano il pezzo di tavola.

Smokescreen osservava la scena senza capire, pensando:

-Ma chi è quella ragazza?-

 

Tornati alla base sotto la collina, Smokescreen fu ristabilito da Red Alert. Dopodichè si strinsero tutti intorno a lui per sapere cosa gli era accaduto. Il robot prese a raccontare:

-Dopo lo scontro che avvenne sull'astronave “arca”, ricordo di essere stato sbalzato fuori bordo prima che la nave si schiantasse sul pianeta e di essere caduto poco lontano dal luogo dove mi avete ritrovato. Devo essere rimasto a lungo dormiente e mi sono risvegliato solo pochi giorni fa. Mi sono messo alla ricerca di voi altri, ma qualcosa deve aver danneggiato il mio sistema di navigazione e sono precipitato in quel tempio, dove sono rimasto inattivo fino a quando questa ragazza non mi ha trovato e riattivato-

-Devo dire che Kate ha fatto un ottimo lavoro- disse Red Alert.

-Grazie mille. Comunque mi dispiace, ma adesso io e mio fratello ce ne dobbiamo andare, ma torneremo domani dopo la scuola-

Mentre la ragazza si allontanava, Smokescreen si avvicinò a Optimus:

-Amico mio, spiegami una cosa: come ha fatto quella ragazza a riattivare la chiave e ad indirizzarne il potere a sua piacimento?-

-Vedi Smokescreen, Kate è entrata in possesso di un frammento della tavola che si è letteralmente fuso con lei, consentendole di individuare le locazioni delle chiavi, percepire la presenza di nemici e, quanto pare, riattivarle-

-Davvero? Fantastico!!- esclamò l'altro.

-Certo, per noi...ma non credo che per lei sia stata una così grande fortuna-

 

Matt aveva salutato Kate e adesso la guardava allontanarsi, con lo sguardo afflitto. Ad un tratto qualcuno alle sue spalle parlò:

-Ragazzo mio, è vero che non ho mai avuto a che fare con altri umani all'infuori di voi tre, ma credimi se ti dico che hai un muso che tra poco tocca terra- gli disse Hot Shot.

Il ragazzo si voltò verso il robot.

-Hai ragione, è solo che non sono stato del tutto sincero con Kate. Probabilmente però se le dicessi la verità, lei sicuramente non mi vorrà più vedere-

-Matt, è sbagliato mentire- rispose l'altro.

-Lo so, ma ciò che era cominciato tutto come un gioco, si è trasformato in qualcosa di serio e sto cominciando a convincermi che in realtà certe cose le sto provando sul serio-

-Ma prima o poi lo dovrà sapere. Preferisci essere tu a dirglielo o lo venga a sapere da qualcuno altro?-

-Ciò che preferirei è che non lo venisse mai a sapere, né da me, né da nessun altro-

-Te lo auguro, soprattutto perchè porteresti un infinito dispiacere a quella ragazza-

 

Ultimo giorno di scuola. Tutti si erano riuniti nel cortile per ascoltare l'annuale discorso del preside che augurava a tutti buone vacanze.

Matt se ne stava accanto a Kate, quando ad un tratto si sentì chiamare.

-Ehi, Matt, allora? Hai già vinto la scommessa?-

Lui rabbrividì.

-Quale scommessa?- chiese la ragazza, senza capire.

-E' già caduta ai tuoi piedi?- continuò la voce.

Il ragazzo guardò l'amica con sguardo desolato.

-Kate, lascia che ti spieghi...- balbettò lui.

-Ho già capito e non ho alcuna voglia di ascoltarti!! Tu, razza di pallone gonfiato, ti sei preso gioco di me per tutto questo tempo, come hai potuto?!?- ribattè lei, con le lacrime agli occhi.

-Kate, ti prego...-

-Non...parlarmi...mai...più!!- scandì lei e, senza aggiungere altro, se ne andò, saltò in sella alla moto e sparì.

Il ragazza non sapeva che fare.

-Che succede?- gli chiese Will, che aveva assistito alla scena da lontano.

-Will, ho combinato un guaio enorme...- rispose quello.

 

Kate sfrecciava veloce per la lunga rettilinea per tornare a casa.

-Come ha potuto farlo? Come ha potuto mentirmi? Ero solo l'oggetto di una stupida scommessa- pensava la ragazza, mentre le lacrime le scendevano senza fine.

Tornò a casa, prese la sua chitarra, disse alla nonna che Will era da un amico e che lei sarebbe andata a fare un giro, e se ne andò di nuovo.

Salì fino in cima alla collina, dove era solita andare con suo padre. Si sedette sull'erba e, sempre con gli occhi umidi, prese a suonare una triste melodia. Ad un tratto avvertì una presenza alle sue spalle. Si voltò: era Optimus Prime.

-Kate, come stai?- le chiese.

-Uno schifo e se, come penso, Matt è già arrivato e vi ha spiegato il perchè, non mi biasimeresti-

-E' vero, Matt raccontato perchè non c'eri, ed era realmente dispiaciuto-

-Si è comportato come uno stupido-

L'autobot si accovacciò accanto alla ragazza.

-Kate, io sono un robot, un'intelligenza artificiale, quindi non posso capire fino in fondo i sentimenti che muovono voi esseri umani. Ho capito però che la tua vita è stata turbata da gravi e tristi episodi. I tuoi occhi, al contrario di Will e Matt, anche se sorridi, sono privi di qualsiasi luce-

Lei strinse forte la chitarra, fissando la distesa di erba che scendeva fino a valle. Poi sorrise:

-Vedi Optimus, circa quattro anni fa, mio padre ci ha lasciato ed è stato un duro colpo per tutti. Abbiamo provato a superarlo, agli altri è riuscito, ma a me no. Da quel giorno la mia vita è radicalmente cambiata, venendomi a trovare sempre più sola. Sono stata diffidente con tutti, ma quando ho incontrato Matt ho solamente sperato che fosse diverso e invece si è rivelato l'ennesimo che si è preso gioco di me-

Il robot allora rispose:

-Se accetti la mia opinione, non dovresti lasciare che il tuo passato influenzi il tuo futuro. Ed è per questo che ho chiesto a Matt di venire quassù e chiarire con te- e fece un cenno con la testa.

In quel momento sbucò il ragazzo, visibilmente pentito.

-Io non ho niente da dirgli- disse lei seccata.

-Avanti Kate, provaci. Se non funzionerà sarai liberissima di andartene- rispose Optimus Prime e si allontanò.

La ragazza spostò immediatamente lo sguardo, mentre il ragazzo si sedeva accanto a lei.

-Ciao...- disse lui.

Lei non rispose.

-Senti Kate, mi dispiace veramente tanto e sono pronto anche a sopportare il tuo silenzio...-

-Te lo meriti, Matt. Ciò che hai fatto non è carino, ti sei preso gioco dei miei sentimenti e mi hai portato a fidarmi di te-

-Ho sbagliato, lo ammetto. È vero, era iniziato tutto come un gioco, ma poi ho capito che volevo realmente instaurare un rapporto con te, che ciò che provavo era vero-

Lui non la guardava, lei invece si. Gli occhi del ragazzo erano lucidi, la voce gli tremava e l'espressione sembrava davvero affranta.

-Volevo chiarire questo, adesso sta a te decidere- e fece per alzarsi.

-Non ti mentirò mai più...- concluse poi.

Lei alzò lo sguardo.

-Lo prometti?-

-Lo prometto- rispose lui.

-A me questo basta- aggiunse lei e, alzandosi, lo abbracciò.

 

Tornarono all'interno della base, entrambi sorridendo.

-Menomale avete fatto pace- li accolse Will.

-Hai fatto la cosa giusta, amico mio- aggiunse Hot Shot.

Kate si avvicinò a Optimus e gli disse:

-Grazie infinite. Parlando con te ho capito tante cose-

-Non c'è di che, è stato un piacere- rispose il robot con un sorriso.

 

-Qualcuno mi spieghi perchè quel pezzo di tavola ha attaccato noi, anziché gli Autobots!!- sbraitò Megatron, facendo rabbrividire tutti i Decepticons.

-Ci dev'essere qualcosa che non sappiamo- intervenne Starscream.

-E allora? Cosa aspetti? Vai a scoprirlo!!- ordinò il capo dei Decepticons.

-Ma come? Da solo?- chiese tristemente l'altro.

-Perchè? Hai forse paura? E vedi di tornare con qualche buona notizia, altrimenti ti spedirò io in un posto dove sarai veramente solo-

 

-Ah Kate, quasi dimenticavo: avevi per caso scordato che io sarei dovuto tornare a casa con te?- le disse all'improvviso il fratello, un po' arrabbiato.

-Sapevo che Matt non ti avrebbe lasciato a scuola-

-E se lui non ci fosse stato?-

-D'accordo, scusami, non lo farò più. Adesso però non tenermi il broncio, ok??-

Si mise a ridere e anche Will rise.

-Adesso però andiamo a casa- concluse la ragazza. 

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Capitolo 5
*** Capitolo 4 ***


CAPITOLO IV

 

La mattina seguente Kate si svegliò di buon'ora. Era il primo giorno di vacanza e non era mai stata così contenta che iniziasse l'estate. Aveva promesso che i suoi trascorsi non le avrebbero impedito di essere felice.

Quella mattina aveva appuntamento con Matt. Sarebbe venuto a prenderla a casa e poi sarebbero andati in città. Lei si preparò e uscì sul portico, dove il sole del mattino illuminava, caldo.

Ad un tratto vide sbucare dalla strada sterrata una macchina sportiva, che lei riconobbe immediatamente.

-Hot Shot?!?- esclamò.

Dall'interno scese Matt.

-Spero che non ti dispiaccia se ho chiesto a Hot Shot di accompagnarci- disse il ragazzo.

-No figurati, ma è solo che non capisco come hai fatto a convincerlo-

-Diciamo che sono stato costretto- rispose il robot.

Matt si avvicinò.

-L'ho minacciato di rivelare a Red Alert chi aveva guastato uno dei suoi computer-

-Ah si? Buono a sapersi. Grazie comunque Hot Shot-

-Ma ti pare? Vogliamo andare adesso?- disse l'Autobot.

I due ragazzi salirono in macchina e sfrecciarono verso la città.

 

Dall'alto Starscream osservava la scena.

-Che colpo di fortuna!! Farò confessare all'Autobot la locazione della sua base e recupererà personalmente il pezzo di tavola. Megatron dovrà rendermi merito- pensò il Decepticon ed iniziò a scendere di quota.

 

Kate fu percorsa da un brivido ed ebbe un sussulto. Matt lo notò.

-Kate, tutto a posto?-

-Va tutto bene, adesso è passato-

-Sicura di non voler tornare a casa?- chiese il robot attraverso la radio.

-Ti ringrazio Hot Shot, ma non ce n'è bisogno. È passato-

All'improvviso Kate ebbe un altro sussulto e, in quello stesso istante, la strada fu sbarrata da uno dei Decepticon. Hot Shot frenò di botto.

-Ragazzi, scendete ed allontanatevi-

I due obbedirono ed uscirono dalla macchina. Dopodichè si udì un grido:

-Transform!!- e il veicolo prese le sembianze del robot.

Matt prese Kate per mano e la portò dietro un albero.

Hot Shot si pose tra il Decepticon e il nascondiglio dei ragazzi.

 

-Starscream, cosa sei venuto a cercare?-

-Voglio che mi consegni il pezzo di tavola-

-Ma tu devi avere qualche problema ai circuiti. Non crederai che cederò così facilmente-

-A dir la verità non lo speravo, altrimenti non mi sarei divertito- ed estrasse la sua spada luminosa.

Hot Shot tirò fuori le pistole.

Intanto Matt e Kate osservavano la scena.

-Dobbiamo avvertire gli Autobots- disse lei.

-Aspetta, credo che per Hot Shot sia un caso personale. Se le cose si mettono male, li chiameremo- rispose lui, serio.

Lo scontro ebbe inizio: Starscream fece un balzo in avanti con la spada tesa di fronte a sé, ma Hot Shot si spostò appena in tempo. Sparò, ma il Decepticon schivò gli spari. Le loro forze si equiparavano.

-Starscream, non avevo notato il tuo miglioramento la scorsa volta quando ti ho miseramente battuto- disse l'Autobot.

-Altrettanto. Peccato che il prendermi in giro non ti farà diventare migliore di me- sghignazzò il Decepticon e assestò un colpo a Hot Shot, ferendolo ad una spalla.

Il robot si inginocchiò.

-Dobbiamo aiutarlo- disse Kate.

-Anche se chiamassimo Optimus e gli altri, ormai non farebbero mai in tempo-

-Allora dovremo pensarci noi-

-Che cos'hai in mente?-

-Ancora non lo so, ma tu devi riuscire a far allontanare Starscream-

-Sei impazzita? E come dovrei fare?-

-Non lo so. Deridilo, tiragli contro qualcosa, basta che si allontani da me e Hot Shot. Sei in grado di farlo? Sei la sola speranza per salvare il nostro amico-

-Va bene Kate. Fammi solo un favore: fai in fretta-

 

Starscream si stava avvicinando al povero Hot Shot.

-Allora, adesso sei deciso a dirmi dove è il pezzo di tavola e la tua base?-

-Mai- rispose l'altro.

-Allora non mi servi più- e fece per dargli il colpo di grazia.

Ad un tratto qualcuno lo chiamò alle spalle:

-Ehi, brutto ammasso di circuiti senza logica!!-

Starscream si voltò e si trovò davanti uno di tre ragazzi che stavano con gli Autobots.

-Ehi umano, che intenzioni hai?- chiese, quasi divertito.

-E perchè dovrei sprecare fiato a spiegartele, tanto il tuo cervello di gallina non le capirebbe-

-Ah si?!? Forse se ti disintegrassi...- e mosse un passo verso Matt.

-Sempre che la tua lentezza e la tua goffaggine ti permetta di prendermi- e il ragazzo si mise a correre, seguito dal robot.

Mentre Matt allontanava il Decepticon, Kate si avvicinò a Hot Shot.

-Come ti senti, amico mio?-

-Nel complesso non posso lamentarmi, ma non riesco a muovere il braccio sinistro-

-Ci penso io- disse la ragazza e si avvicinò alla ferita.

Poggiò il pezzo di chiave sulla superficie metallica in prossimità dello squarcio e, a poco a poco, le fibre di metallo si risanarono. Sembrava però che a Kate venisse risucchiata energia. La mano sinistra di Hot Shot si aprì e si chiuse.

-Wow Kate, sei stata grande-

-Grazie. Dobbiamo raggiungere Matt adesso. Ha distratto Starscream in modo che io potessi guarirti. Se dovesse accadergli qualcosa non me lo perdonerei mai-

 

Il ragazzo correva a per di fiato, ma il Decepticon stava comunque guadagnando terreno. Si era avventurato nel bosco, lasciando la strada, sperando di seminarlo, ma senza successo. Ad un tratto si trovò in cima ad uno strapiombo.

-Maledizione!!- pensò.

-E adesso dove scappi?- disse sghignazzando l'altro.

-Vorrei saperlo. Così non sarei qui ad aspettare di venir disintregrato-

-Sei simpatico ragazzo, mi spiace quasi farti fuori- ed alzò la sua spada.

Matt chiuse gli occhi, mentre il sudore gli imperlava la fronte. Ad un tratto si udirono degli spari e delle scintille partirono dalla schiena del Decepticon, facendolo cadere a pancia in giù, privo di reazione.

-Grazie, amico mio, mi sentivo già spacciato-

-La prossima volta cerca di essere più prudente- sorrise Hot Shot.

-Che ne facciamo di lui?- chiese in quel momento Kate, guardando Starscream.

-Potrbbe fornirci alcune preziose informazioni, come ad esempio dove si trova la base Decepticon. Portiamolo con noi-

-Addio appuntamento- disse rassegnato Matt, provocando un sorriso di Kate.

 

-Ehi, maledetti Autobots!! Fatemi uscire di qui!!- urlava Starscream.

-Smettila di dimenarti, tanto nessuno ti tirerà fuori di là- lo zittì Hot Shot.

-Credi davvero che sia stata una buona idea portarlo qua?- gli chiese Optimus Prime.

-Pensavo che avremo potuto farci dire qualcosa di utile, invece fa solo un gran chiasso-

-Adesso però non possiamo portarlo fuori di qui, altrimenti vedrà dov'è la base- disse Matt.

-Tiriamogli un'altra botta in testa- propose Smokescreen, sogghignando all'idea.

-Calmo Smokescreen, niente gesti sconsiderati. Per ora resterà qui, poi decideremo che fare-

Kate puntò una mano alla parete, mentre il sudore le imperlava la fronte. Strinse forte il punto dove c'era il pezzo di acciaio che pulsava, mentre il respiro si fece affannoso. Will le si avvicinò:

-Sorellina, un'altra visione?-

Tutti si voltarono a guardarla, compreso Starscream.

-Cosa prende a quell'umana?- pensò il Decepticon.

Davanti agli occhi della ragazza stavolta passarono le immagini di una sconfinata distesa di sabbia, poi di una parte di un tetto che spuntava dalle dune, e più niente. Kate tornò in sè.

-Ho la posizione della seconda chiave- e, avvicinandosi al computer, inserì le coordinate.

-Deserto del Kalahari, Sud Africa-

-Bene Autobots, partiamo immediatamente- ordinò Optimus Prime.

-Hai capito questi stupidi Autobots? È la ragazza che vede la locazione dei pezzi di tavola. Chissà che faccia farà Megatron quando lo saprà-

 

-Fa un caldo terribile in questo posto- disse Smokescreen.

-Questo è ciò che il surriscaldamento globale provoca- disse Will, completamente madido di sudore.

-Avremo fatto bene a lasciare Starscream solo alla base?- chiese Matt.

-Quel Decepticon non andrà da nessuna parte- rispose Hot Shot strizzandogli l'occhio.

-Kate, quanto manca?- chiese Optimus.

-Penso che siamo vicini, anche se questo posto sembra tutto uguale- rispose lei.

Ad un tratto intravidero la sommità di una guglia spuntare dalla sabbia.

-E' quello il punto- disse Kate.

-Bene, Autobots, con cautela- disse Prime.

Il gruppo si avvicinò prudentement all'edificio, come se la distesa di sabbia fisse un sottile strato di ghiaccio pronto a rompersi. E forse accadde proprio quello.

In quel momento tutti udirono qualcosa andare in frantumi e il punto dove si trovavano sprofondare. Molto probabilmente sotto di loro si trovava il palazzo sommerso la cui volta, con il loro peso, aveva ceduto. Fu così che I sette caddero all'interno dello scuro edificio, che aveva un'architettura assai particolare.

Atterrarono tutti sani e salvi, I tre ragazza protetti dai robot. Quando si guardarono intorno, rimasero senza parole.

-Tutto questo non ha senso- disse ad un tratto Kate.

-Perchè scusa?- chiese Matt.

-Perchè questo posto è costruito con una pianta tipica delle chiese cristiane, ma presenta esempi di architettura risalente ai sumeri, agli egizi, ai greci, ai romani e persino, incredibile, agli indiani d'America-

-Come è possibile?-

-Non lo so. È come se in questo luogo fossero racchiuse le testimonianze di ogni civiltà esistita da quando l'uomo è comparso sulla terra-

-E allora?-

-E allora tutto questo non dovrebbe stare in un unico posto. È come se qualcuno le avesse radunate perchè non volesse che andassero perdute-

-Quindi, molto probabilmente, troveremo anche la seconda chiave qui- disse Optimus.

All'improvviso, dal fondo di un buio corridoio, si intravide una piccola luce, che lentamente si avvicinava.

 

-Signore, individuata la posizione degli Autobots- esclamò Demolishor.

-Notizie di Starscream?- chiese Megatron.

-No signore. Il suo segnale è come sparito-

-Pazienza. Decepticons, andiamo!!-

 

-Chi è là?- chiese Matt.

-E' la domanda che dovrei fare io a voi, visto che sono più di 1700 anni che non si vede nessuno qui- rispose una voce fioca.

-1700 anni?!?- pensò Kate.

Ben presto la piccola luce si scoprì essere una fiaccola, sorretta da un vecchio, vestito in un modo alquanto eccentrico.

-Assurdo! Dai vostri abiti voi parete proprio un cavaliere templare!!- esclamò la ragazza.

-In effetti, ragazza, hai ragione. Sono uno dei cavalieri che combattè nell'ultima crociata-

-Ma non è possibile. A quest'ora dovreste essere polvere- intervenne Will.

-Bada a come parli ragazzino- rispose quello.

Poi, rivolto ai robot, disse:

-Sapevo che un giorno sareste arrivati. Seguitemi- e si incamminò verso dove era arrivato.

Tutti rimasero senza parole. Poi però si decisero ad andargli dietro.

Kate gli si affiancò e domandò:

-Signore, perdoni la mia impertinenza, ma potrebbe dirmi che posto è questo?-

Il vecchio le sorrise:

-Questa è la “Casa dell'eterno presente”, costruita da noi cavalieri con il preciso compito di preservare tutti I tesori dell'umanità-

-Ma lei è qui fin da quando questo luogo è stato costruito?-

-Sono stato investito della carica di Custode e da quel momento sono sempre rimasto qui. È questo posto che mi tiene in vita-

-Quindi se questo luogo venisse distrutto, anche lei cesserebbe di vivere?-

-Proprio così-

Ad un tratto giunsero dinnanzi ad un'alta porta.

-Qui troverete ciò che cercate. Dovrete aprire voi la porta però- disse, rivolto agli Autobots.

Smokescreen e Hot Shot si appoggiarono ai due battenti e, non con poca fatica, riuscirono a schiuderli. Davanti ai loro occhi si aprì una stanza ricoperta di scritture che parevano geroglifici, quasi del tutto al buio. Quando il gruppo mise però piede all'interno della sala, come per magia, si accesero tante fiaccole, che la rischiararono. Su di un piedistallo notarono la seconda chiave, inattiva come la precedente. In un angolo intravidero invece la sagoma di un essere che, poi riconobbero come un robot.

-E' per questo che ci ha portati qua, vero?- domandò Kate al vecchio cavaliere.

-Si- rispose lui.

Gli Autobots si avvicinarono.

-E' Sideswipe- disse Smokescreen.

-E' uno dei nostri- concluse Optimus Prime.

-Red Alert riesci a riattivarlo?- chiese Hot Shot.

-Credo di si. È conservato in maniera egregia, nonostante non fosse nelle capsule di rianimazione-

Il robot non fece in tempo ad avvicinarsi al compagno che si udì un boato. L'anziano cavaliere emise un lamento.

-Qualcuno è entrato nll'edificio e lo sta distruggendo-

Optimus, avendo intuito il pericolo, disse ai quattro umani di rimanere in quella stanza, Red Alert di lasciar perdere Sideswipe e andare con loro. Così gli Autobots si allontanarono.

Dalla stanza della chiave si udivano boati, esplosioni, cose che si frantumavano, mentre il vecchio soffriva sempre di più.

All'improvviso il silenzio. I ragazzi rimasero in attesa, mentre udivano pesanti passi provenire dal buio. Si aspettavano di veder spuntare Optimus e gli altri, quando, una fitta attraversò il petto di Kate, la quale immediatamente capì.

Due grandi occhi rossi apparvero dall'oscurità, seguiti da altri. Quelli che giunsero dal corridoio non erano gli Autobots, ma I Decepticons, che proseguirono trionfali verso la chiave.

-Dobbiamo fare qualcosa- sussurrò Matt.

-E cosa vorresti fare? Non possiamo nulla contro di loro- disse debolmente Kate, cercando di resistere alle fitte provocatele dalla presenza di quei malvagi.

-Per adesso tanto non potranno attivarla- concluse poi.

I tre ragazzi, all'avvicinarsi dei Decepticons, arretrarono. Quando Megatron si fermò davanti a loro, con un ghigno strafottente, questi gli lanciarono uno sguardo d'odio, ma si spostarono. Dopo aver afferrato la chiave, con una gelida risata, il gruppo di robot scomparve.

 

I tre, accompagnati dal cavaliere, ripercorsero il corridoio e trovarono I quattro robot a terra, i quali però stavano iniziando a riprendersi.

-Ragazzi, state bene?- si informò Matt.

-I Decepticons ci hanno battuto- disse Hot Shot.

-E preso la chiave- concluse Will.

-Accidenti- sospirò Smokescreen.

-Non disperate- disse Kate e tutti si voltarono a guardarla.

-A parte il fatto che Megatron possiede solo una delle due chiavi, quella che lui ha preso è inattiva e, da quel che ho capito, solo io sono in grado di riattivarla- concluse la ragazza.

-Insomma, non abbiamo del tutto perso- ribattè Red Alert.

-Bene Autobots, torniamo a casa- concluse Optimus.

 

Lasciato quell'eccentrico logo e richiusa l'entrata che avevano aperto, il gruppo fu ritrasportato alla base. Quando arrivarono, trovarono però uno spettacolo raccapricciante: la base era stata messa sottosopra, I computer esplosi o messi fuori uso, ma la cosa peggiore era che Starscream era fuggito.

-Dannazione, è scappato!!- disse Matt, battendo un pugno contro la parete.

-Un problema in meno a cui pensare- rispose Hot Shot.

-Ti sbagli. Visto che adesso I Decepticons sanno chi ci indica la posizione delle chiavi>> rispose il ragazzo, guardando Kate negli occhi, la quale gli rimandava uno sguardo stupito e preoccupato.

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Capitolo 6
*** Capitolo 5 ***


Il Decepticon si presentò altezzoso al cospetto di Megatron.

-Starscream, dove diavolo eri finito? E soprattutto: dov'è la chiave?-

-Ecco...signore...ho avuto qualche problema con gli Autobots, quindi non ho potuto impossessarmi della chiave, ma torno comunque con buone notizie-

-Allora? Parla!!-

-Ho scoperto chi rivela le posizioni delle chiavi agli Autobots-

-Certo...un computer- scoppiò a ridere Megatron.

-E invece vi sbagliate. È l'umana che è con loro e ho il sospetto che sia sempre lei che le attiva-

L'altro smise di ridere.

-Dici sul serio? Sei sicuro?-

-Più che sicuro, l'ho vista-

Un risolino si aprì sulle labbra di Megatron.

-Bene Starscream, grazie a questa notizia ti perdono il fatto di essere tornato a mani vuote. Dovremo saperne di più su quest'umana e fare in modo che cominci a lavorare per noi-

 

-Kate, Will, dove andate a quest'ora del mattino?- esclamò la nonna, seguendo i due fratelli sul portico.

-Ecco...- iniziò la ragazza.

-Vado ad accompagnare Will da un amico e poi mi vedo con dei miei compagni per studiare. Torneremo all'ora di cena-

-D'accordo, state attenti-

I due salirono in moto e schizzarono via, dirigendosi verso la base degli Autobots. Ad attenderli davanti all'entrata c'era Matt.

-Buongiorno- disse.

Kate e Will ricambiarono. Mentre stavano per entrare, però, alla ragazza accadde una cosa inaspettata: fu come quando il ciondolo le rivelava la posizione di una chiave, ma diverso. Stavolta le indicava la presenza di qualcuno di vivente che aveva bisogno di aiuto.

-Kate, tutto bene?- le chiese Matt.

-Io...devo andare- rispose lei.

-Andare? E dove?- chiese Will.

-Ecco...precisamente non lo so, ma sento che devo. Mi raccomando, non dite niente a nessuno- e saltando in sella alla moto se ne andò.

I due ragazzi non ebbero neanche il tempo di ribattere.

-Cosa diavolo avrà voluto dirmi questo ciondolo?- si chiedeva la ragazza, mentre si dirigeva verso il punto mostratele: era in mezzo a una corona di monti, poco lontano da lì che lei aveva già visto.

In poco più di dieci minuti giunse nel punto prestabilito, lasciò la moto e proseguì a piedi.

-Chissà che cosa troverò- pensò mentre camminava.

Dopo poco arrivò allo spiazzo tra le montagne. Al centro vi era una profonda voragine. Da questa si alzò qualcuno, un altro robot. Lo sentì parlare:

-Le coordinate sono queste. Devo essere proprio sul pianeta dove è caduta la “tavola del potere”-

-Anche lui cerca le chiavi?!?- pensò Kate e, portando una mano al ciondolo, arretrò, spezzando un ramoscello con un piede.

Il robot si voltò, puntando l'arma.

-Chi è là?!?- domandò.

Kate non sapeva che fare: era buono o cattivo?

-Chiunque si nasconda venga fuori!!- continuò lo sconosciuto.

La ragazza si fece coraggio e uscì dal suo nascondiglio.

-Sei forse un abitante di questo pianeta?- domandò lui.

-Si, e tu? Amico o nemico?-

-Dipende dai punti di vista. Comunque non mi sembri pericolosa- e abbassò l'arma.

Kate allora notò delle parti danneggiate del suo braccio sinistro e della sua gamba destra.

-Sei ferito?- chiese.

Lui si guardò.

-Il viaggio è stato arduo e ho riportato qualche danneggiamento. Troverò il modo di ripararmi-

Lei allora disse:

-Se ti fidi, posso provarci io-

 

-Come mai non sei colpita dalla mia presenza?- chiese il robot.

-Diciamo che ho avuto l'occasione di conoscere altri come te- disse Kate mentre lavorava.

Lui la guardò perplesso:

-Vuoi dire che non sono l'unico che è venuto a cercare la “tavola del potere”-

-A dir la verità no. Il manufatto di cui parli in questo momento è conteso tra due schieramenti: gli Autobots e i Decepticons. Per ora hanno trovato due pezzi, uno per ciascuna-

-Aspetta un attimo...pezzi?!?-

-Esatto...la tavola si è separata in quattro pezzi, nascosti ai quattro angoli del mondo-

-Accidenti, un bel guaio- commentò il robot.

-Finito!!- esclamò lei trionfante.

-Bene. Grazie tante, umana-

-Mi chiamo Kate- disse lei.

-Piacere, io sono Vector Prime-

 

Si stava facendo tardi e Kate doveva tornare alla base Autobot.

-Io devo andare. Vieni con me?-

-Dove?- chiese lui.

-Dagli Autobots. Con loro potrai cercare i pezzi della tavola-

-Scusami Kate, ma sono un tipo solitario. Creerei solo problemi-

-Va bene, ma l'invito non lo ritiro. Potrò tornare a trovarti?-

-Certo. Sarò qui-

 

La ragazza stava tornando verso la base per la lunga strada rettilinea. Ad un tratto ebbe una strana sensazione e, attraverso uno degli specchietti, vide alle sue spalle un motociclista interamente vestito di nero che la seguiva. Non avrebbe voluto preoccuparsi, ma quel tipo le sembrava strano e soprattutto non la mollava.

Arrivò alla strada che le avrebbe permesso di raggiunger la base e lo strano motociclista la seguiva ancora. Avvicinò la bocca al bracciale:

-Matt, Will, mi sentite?-

-Kate, che fine hai fatto?-

-Non è il momento. Sono seguita, quindi vi aspetto allo spiazzo sopra la collina-

-Arriviamo immediatamente-

La ragazza continuava a salire, fino a quando arrivò allo spiazzo erboso. Dovette fermarsi e lo sconosciuto fece altrettanto. Lei scese dalla moto e lo fissò:

-Chi sei?-

Non ottenne risposta, bensì un:

-Transform!!-

La moto divenne il corpo del robot, mentre il motociclista la sua testa.

-Un robot?!?- pensò lei.

Sul suo petto spiccava il simbolo degli Autobots.

-Sono Sideways-

-Che vuoi da me?- chiese Kate.

-Volevo solo che mi portassi dagli Autobots-

-Cosa ti fa pensare che sappia di cosa tu stia parlando?-

-Ti ho vista in loro compagnia-

La ragazza vedeva il simbolo sul suo petto, ma continuava a non credergli. Ad un tratto tra lei e il robot schizzò una macchina sportiva dalla quale scesero Will e Matt, che poi si trasformò in Hot Shot.

-Chi sei?- chiese il robot.

-Sono Sideways e sono venuto per unirmi a voi-

-Non ti ho mai visto-

-Sono appena stato attivato. Vengo direttamente da Cybertron-

Kate continuava a guardarlo storto. In quel momento arrivò anche Optimus.

-Capo, abbiamo un nuovo Autobot- disse Hot Shot.

Prime guardò Sideways.

-Bene, benvenuto tra di noi-

 

-Kate, si può sapere dove sei stata?- le chiese Matt.

-Ecco...io...dovevo verificare una cosa-

-Che cosa?-

-Niente di importante-

Il ragazzo non le credeva, ma non le chiese altro. Finalmente lei conobbe Sideswipe, completamente ristabilito, quasi del tutto simile ad Hot Shot.

-Sembra proprio che questo sia il giorno dei nuovi arrivati- pensò Kate sorridendo.

Sideways fu osservato con diffidenza da tutti, tranne che da Optimus. Sembrava veramente l'unico a credere che quello fosse uno di loro.

 

-Demolishor, non sei ancora riuscito a rintracciare la chiave?-

-No signore, non ancora-

-Lavoro con una banda di idioti!! Per una volta dobbiamo riuscire ad arrivare prima degli Autobots-

-I nostri computer non possono competere con i loro. Non sono abbastanza potenti-

-E anche se arrivassimo prima di loro, non potremo attivare le chiavi senza la ragazza- disse Starscream.

-Se tu non ti fossi dimenticato di dove sia la base Autobots, avremo già risolto il problema-

-Se vuoi davvero che i tuoi nemici cadano in una trappola, devi essere astuto- disse una voce dall'ombra.

-Chi ha parlato?- chiese Megatron.

Il robot fece un passo avanti.

-Il mio nome è Scavenger e sono pronto a servirti-

 

-Non mi piace- disse Kate.

-Chi?- chiese Will.

-Sideways-

-Perchè? Non mi sembra malvagio-

-Perchè tu non hai un pezzo di acciaio al collo che sobbalza ogni volta che lo incrocio-

-Pensi ci stia ingannando tutti?-

-Non lo so, ma ho il sospetto che non impiegheremo molto a scoprirlo-

 

Optimus stava da solo ad osservare uno dei computer, Kate gli si avvicinò.

-Optimus, posso parlarti?-

-Certo Kate- e si abbassò all'altezza della ragazza.

-Ho uno strano presentimento riguardo Sideways-

-E perchè mai?-

-Chiamalo istinto, chiamalo sensazione, chiamalo come ti pare, ma quel robot non ce la racconta giusta-

-Sei diventata sospettosa, non è da te. Adesso non ci pensare-

-Povero Optimus, a volte le apparenze ingannano- pensò lei, mentre si allontanava.

 

Il mattino seguente, i tre ragazzi tornarono alla base e vi trovarono un gran caos.

-Ma che cosa sta succedendo?- chiese Will a Red Alert.

-Quando Starscream ha distrutto buona parte dei computer, ha danneggiato anche le centraline che danno enrgia alla nave. Le ho riparate, ma abbiamo bisogno al più presto di trovare un'altra forma di energia adattabile alla nostra tecnologia-

-Che genere di energia?- chiese Kate.

-Penso soprattutto fossile, minerale. Penso possa andare bene-

Matt rimase in silenzio, poi disse:

-Credo di sapere dove poter trovare dei minerali fossili. Mio padre era un geologo e una volta mi raccontò che poco lontano da questa città vi era un giacimento di geodi-

-Geodi? Credo di aver capito. Si, direi che può andare- disse Red Alert.

Poi continuò:

-Avvertirò Optimus, tu intanto indica la posizione sul computer in modo che si possa aprire un portale-

-Vado-

Tutti furono informati, ma a Sideways e Sideswipe fu ordinato di rimanere alla base e Kate si offrì di far loro compagnia. In realtà voleva andare a trovare Vector Prime per portargli dei pezzi di ricambio. Guardò il resto del gruppo andarsene attraverso il passaggio.

-Vi dispiace se mi assento per un paio d'ore?-

-Dove te ne vai?- le chiese Sideswipe.

-A trovare un amico- e lanciò uno sguardo a Sideways, il quale ricambiò con una veloce occhiata.

Così la ragazza saltò in sella alla moto ed uscì dalla base. In poco tempo raggiunse il luogo dove aveva lasciato il robot e fu proprio là che lo trovò, intento ad esercitarsi con una grande spada.

-Complimenti, vedo che ti sei ripreso velocemente- disse la ragazza.

Lui si voltò e la salutò.

-Ciao Kate. Qual buon vento?-

-Sono venuta a terminare le riparazioni e a saperne un po' di più sul tuo conto-

Così i due si misero a parlare e Vector Prime le raccontò di essere uno dei quattro guardiani che su Cybertron custodivano la “tavola del potere”, ma che dopo poco lo scoppio della guerra tra Autobots e Decepticons, lui aveva perso di vista i suoi compagni, che sicuramente erano stati eliminati o resi schiavi, e si era rifugiato in una dimensione spazio-temporale parallela. Quando finalmente ne era uscito, la tavola era scomparsa. Così l'aveva seguita fino a quel pianeta.

Kate finì di risistemare il robot, il quale alla fine era tornato quasi come nuovo.

-E' per questo che non appartieni a nessuna delle due parti- chiese lei.

-Esatto- rispose lui.

All'improvviso lei avvertì una fitta al petto e, in quel momento, si udì un boato, come di un missile. Si alzò un denso nuvolone di polvere. Da quello spuntarono i Decepticons, per l'esattezza Cyclonus e Thundercraker.

-Demolishor ha detto che il segnale della chiave veniva da qui- disse il primo.

-Qui ci sono solo un vecchio robot e una ragazzina- disse l'altro.

Poi di scatto si scambiarono un'occhiata.

-Ragazzina?!? Ma è quella che possiede il pezzo di chiave- dissero all'unisono.

 

-Oh, accidenti!! Starscream deve aver parlato- pensò Kate mentre arretrava.

In quel momento Vector Prime le si parò davanti. Intanto i Decepticons discutevano.

-Dobbiamo portarla da Megatron- diceva Cyclonus.

-Sarò io a catturarla- ribatteva Thundercraker.

All'improvviso una lama di luce investì i due nemici che, accortisi dell'attacco, riuscirono ad evitarla.

-Il prossimo andrà a segno- disse Vector Prime.

-Non ti permetteremo di attaccare ancora- ribatterono i due e fecero partire una scarica di missili, i quali mancarono di poco il robot, ma provocarono ugualmente danno.

Kate, quando riaprì gli occhi, si ritrovò sotto il robot, il quale l'aveva protetta con il suo corpo.

-Tutto bene?- le chiese.

-Si, grazie- rispose lei.

Vector Prime si rialzò, pronto a scagliare un nuovo attacco.

-Abbiamo bisogno di aiuto- pensò Kate e attivò il segnalatore del bracciale.

 

Matt e Will notarono la piccola luce rossa ad intermittenza che brillava sotto il simbolo degli Autobots dei loro bracciali.

-Kate ha bisogno di aiuto- disse Matt e, affiancato da Will, decisero di avvertire gli altri.

-Optimus, qualcosa non va- dissero, mostrando la luce che lampeggiava.

-Siete sicuri?- domando il robot.

-Assolutamente. Mia sorella non avrebbe mai attivato il segnale senza un valido motivo- insistette Will.

-Bene. Red Alert, rintraccia il segnale di Kate e torniamo immediatamente- ordinò l'Autobot.

 

Gli attacchi dei Decepticons si fecero sempre più pericolosi per il povero Vector Prime che stava consumando velocemente le poche energie he era riuscito ad accumulare.

-Resisti amico mio, ho chiamato rinforzi- pensava la ragazza mentre vedeva il robot sempre più stanco.

Poi, ad un tratto, gli attacchi cessarono e quello che chiamavano Thundercraker parlò:

-Avanti vecchio, consegnaci l'umana e ti risparmieremo-

-Già, dopotutto non siamo così cattivi- ridacchiò il compagno.

Ci fu un attimo di silenzio, nel quale lo sguardo di Kate si spostò dai Decepticons al robot. Poi, ad un tratto, questo disse:

-Se provate solo ad avvicinarvi, vi riduco in un ammasso di rottami e circuiti-

All'improvviso il suo petto prese a brillare e il robot gridò:

-Capsula tempo!!-

Il mondo sembrò fermarsi: solo Kate e Vector Prime potevano muoversi liberamente. La spada del robot si illuminò e, con due fendenti, partirono due fasci a “X” che colpirono i nemici. L'incanto fu rotto: i due caddero a terra, sconfitti, ma non finiti.

-Maledizione!!- digrignò tra i denti Cyclonus.

-Adesso è a tera, dobbiamo agire- affermò Thundercraker.

In quell'istant piombò in mezzo alla gola una macchina sportiva gialla, seguita da un SUV, un tir e un camioncino.

-Gli Autobots, dobbiamo ritirarci!!- disse uno dei due e l'altro fu d'accordo.

Così entrambi sparirono.

Kate era andata a soccorrere Vector Prime, il quale era crollato a terra, svuotato di ogni energia. Fu raggiunta da Matt, Will e gli Autobots.

-Tutto a posto?- le chiese il fratello.

-Io si, ma dobbiamo aiutare lui-

-Chi è?- chiese Hot Shot.

-E' un amico. Dobbiamo aiutarlo al più presto, altrimenti temo che non ce la farà-

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Capitolo 7
*** Capitolo 6 ***


Red Alert lavorò a lungo per riparare e riattivare Vector Prime.

-Per quanto intendevi tenerci nascosta la sua presenza?- chiese duro Matt.

-Scusatemi, davvero, ma non sapevo se dirvelo o no-

-Beh, Kate, se non ti fidi di noi, allora di chi ti vuoi fidare?-

Lei però non ebbe il tempo di rispondergli, poiché Vector Prime si stava riprendendo. La ragazza gli andò incontro.

-Ehi, amico mio, come ti senti?- gli chiese, raggiante.

-Come se mi fosse passato sopra uno schiacciasassi, ma sto bene-

A quel punto intervenne Optimus.

-Benvenuto tra gli Autobots, dunque-

-Ma come...-

-Kate ci ha contattato e siamo corsi in vostro aiuto-

Il robot si guardò intorno e il suo ultimo sguardo fu per Kate. Poi disse:

-Vi ringrazio per il vostro aiuto, ma non posso rimanere. Ecco...io...non sono mai appartenuto ad un gruppo e sono sempre sopravvissuto. Mi spiace, ma sono un solitario-

-Ma...- iniziò la ragazza, ma fu interrotta.

-Scusa Kate, ma non funzionerebbe- le rispose lui e, senza aggiungere altro, se ne andò.

-Dovete fermarlo!! Se verrà attaccato di nuovo dai Decepticons, non ce la farà- disse poi, rivolta agli altri.

-Kate, se questa è la sua decisione, non possiamo costringerlo-

Lei stava per piangere dalla rabbia, quando, ad un tratto, le lacrime le furono bloccate da una fitta al petto. La ragazza cadde in ginocchio, ansimando.

-Kate- la chiamò Will e le andò incontro.

Lei però alzò una mano e fece cenno al fratello di fermarsi. Dopodichè, con fatica e a testa bassa, si avvicinò al computer ed inserì le coordinate per la nuova chiave. Poi disse:

-Ecco qua. Adesso posso anche andarmene. Scusatemi, ma stavolta non vi seguo- e si incamminò verso l'uscita, senza voltarsi indietro.

Guardarono il computer: il segnale veniva da un punto dell'oceano Pacifico, per la precisione dove si trovava la famosa fossa delle Marianne.

 

-Chissà perchè ha reagito in quel modo- disse Sideswipe.

-E allora? Non si fida di noi, che resti pure qua- rispose secco Matt.

-Non ti sembra di essere un po' troppo duro?- chiese Hot Shot.

-Non credo- rispose lui.

Nel frattempo Red Alert si era messo a lavoro per costruire delle tute per i due ragazzi, in modo che potessero seguirli anche molti metri sotto l'acqua. Poi disse:

-Non vorrei fare il guastafeste, ma vorrei ricordarvi che senza Kate non potremo attivare la chiave-

-Hai ragione Red Alert, ma Kate ha preso la sua decisione. Credo che per stavolta dovremo fare senza di lei- concluse Optimus.

-Signore, gli Autobots sono in movimento. Diretti verso l'oceano Pacifico-

-Bene Decepticons. Andiamo ad impadronirci della prossima chiave-

Poi Megatron guardò Scavenger, il quale si limitò a dire:

-Si va in scena-

 

Kate era alla ricerca di Vector Prime per farlo ragionare, ma sembrava essere sparito. Non riusciva a capire perchè quella situazione le stesse tanto a cuore, visto che il robot aveva preso la sua decisione.

Forse perchè un po' le assomigliava: perso il suo punto di riferimento, si era ritrovato improvvisamente solo e gli faceva paura qualsiasi tipo di attaccamento. Come Optimus aveva fatto con lei, adesso voleva fare lo stesso per il suo amico.

Così continuò a sfrecciare per le strade di periferia in cerca del robot scomparso.

 

Smokescreen, Sideswipe e Sideways erano stati lasciati a guardia della base, mentre Optimus, Hot Shot e Red Alert erano partiti alla volta della fossa. Vennero direttamente catapultati tra i flutti del mare, dopodichè presero ad immergersi. Andarono sempre più in profondità, quando all'improvviso videro qualcosa che brillava nel buio dell'oceano.

A poco a poco riuscirono a distinguere tetti, mura, piazze e strade: era una città, inglobata in una specie di grande bolla. Quando i tre robot la attraversarono, poterono rendersi conto che era disabitata e mezza distrutta. Red Alert fece una veloce analisi dell'aria e vide che all'interno della bolla si poteva respirare.

-Matt, Will, potete togliervi i caschi-

-Incredibile- dissero in coro i due.

-Se ci fosse stata Kate, avrebbe sicuramente saputo dirci qualcosa su questa misteriosa città- disse Will.

Matt concordò a malincuore, poiché non voleva ammettere che era colpa loro se l'amica non li aveva accompagnati.

Iniziarono la perlustrazione della cittadella e tutte le strade portavano esattamente in un unico posto: una piazza dinnanzi ad un tempio.

-Chissà perchè me lo immaginavo- disse sarcastico Matt.

-Voi umani, o almeno, quelli di voi più primitivi, consideravano ciò che non conoscevano un oggetto da adorare, piuttosto che impegnarsi a capirlo- disse Optimus.

-Da uomo a robot: hai ragione- confessò il ragazzo.

Salirono la scalinata fino al grande ingresso. Sembrava che ci fosse stato qualcuno fino a poco prima, visto che l'interno era rischiarato da fiaccole accese. In fondo si intravedeva la chiave, come sempre pietrificata, in attesa di essere attivata. Purtroppo per loro avrebbero dovuto portarla via come blocco di pietra.

Entrarono nel tempio e procedettero verso l'altare. Non appena ebbero percorso pochi metri, la luce che veniva dall'entrata si oscurò. Tutti si voltarno e trovarono Megatron stagliato controluce.

-Ben arrivati, Autobots. Peccato che da questo posto non ve ne andrete mai più-

 

Kate si era ormai rassegnata nella ricerca di Vector Prime. Lo stomaco le si stava contorcendo per il senso di colpa, ripensando a come si era comportata nei confronti dei suoi amici, di suo fratello e di Matt.

Così, con l'intenzione di chiedere scusa, se ne stava tornando a tutta velocità verso la base.

Varcò la soglia dell'astronave senza avvertire il benchè minimo rumore. Era strano che, andando in missione, Optimus non avesse lasciato nessuno a sorvegliare la base e, soprattutto, la chiave.

-Ehilà, c'è nessuno?- chiese, ma l'unica risposta che ricevette fu il suo eco.

-E' veramente strano- pensava, mentre il suo corpo veniva percorso da una strana sensazione.

Varcò la soglia d'accesso per il cuore dell'astronave e all'improvviso si trovò davanti la verità: i Decepticons avevano invaso la base Autobots.

 

-Megatron, che intenzioni hai?- chiese Optimus Prime.

-Non temere Prime. Stavolta vi annienteremo per sempre- rispose l'altro e, ad un suo gesto, il gruppo si trovò circondato dai Decepticons.

I tre robot si sentirono braccati per la seconda volta, senza una possibile via di scampo.

-Capo, che si fa?-

-Non lo so Hot Shot, ma dobbiamo trovare una soluzione-

Nel frattempo, Matt e Will tentavano di mettersi in contatto con la base, ma erano troppo in profondità e il segnale non arrivava.

-Accidenti, se non riusciamo a chiamare rinforzi, stavolta siamo seriamente spacciati-

Megatron si avvicinò all'altare.

-Forse questa è meglio se la tengo io- disse con un sorriso maligno.

-Megatron, non sarai capace di controllare la tavola. Lo sai vero?- disse Optimus.

-Taci, maledetto!! Non sono affari tuoi e poi tu non ci sarai a vedere il mio trionfo-

Gli Autobots erano sotto tiro, non si potevano muovere. Intanto i nemici arretravano.

-Caro Prime, non sarò così crudele da distruggerti con le mie mani, ma lascerò che sia questa città fantasma a fare da boia-

Poi aggiunse:

-Scavenger, procedi-

Matt colse un impercettibile scambio di sguardi tra Optimus e il nuovo robot, ma si convinse di esserselo immaginato.

Con un colpo del Decepticon, le colonne dell'entrata crollarono, bloccandola.

-Siamo in trappola!!- esclamò Hot Shot.

Improvvisamente la terra fu scossa da un violento terremoto.

-Che succede?- chiese Will.

-La città sorge su di una faglia vulcanica, che molto probabilmente i Decepticons hanno riattivato-

-Siamo spacciati- sussurrò Matt.

 

Il primo che Kate si trovò davanti fu Smokescreen, il quale stava riverso a terra, inattivo, visibilmente danneggiato. Tentò di risvegliarlo, ma senza risultato. Procedette.

Dietro un angolo trovò Sideswipe, anche lui fuori combattimento.

-Devo trovare il modo di contattare gli altri- si disse e si diresse verso il computer centrale, trovandolo però semidistrutto e quindi inutilizzabile.

-Era ovvio- pensò.

All'improvviso avvertì dei pesanti passi alle sue spalle: si voltò e trovò Sideways.

-Sideways, dobbiamo avvertire gli altri, i Decepticons...- ma non riuscì a finire la frase.

Alle spalle del robot apparvero Starscream e Thundercraker, il quale aveva la chiave sotto braccio.

-Guarda guarda che fortuna. Veniamo per la chiave e troviamo anche l'umana. Megatron sarà felice- sogghignò Starscream.

-Cosa significa Sideways?- chiese lei, irata.

-Significa che avevi ragione a non fidarti di me, poiché io...- disse quello, passandosi una mano sul petto e convertendo il simbolo amico con quello nemico:

-Sono uno di loro-

-Maledetto!! Ci hai preso in giro fin dall'inizio- sbraitò la ragazza.

-Su avanti, adesso poche storie e vieni con noi- si intromise Starscream, avvicinandosi per afferrarla.

In quel momento fu colpito da una serie di colpi di laser. Tutti si voltarono e videro Sideswipe che si era ripreso, ma che continuava a rimanere a terra.

-Dannato Autobot!!- imprecò quello e, estraendo la spada, si fiondò sul povero robot.

-Fermo!!- gridò lei.

Quello si fermò.

-Se vengo con voi, promettete di non far del male né a Sideswipe né a Smokescreen?-

-D'accordo. Andiamocene adesso- rispose il Decepticon e afferrò Kate.

Lei, poco prima di sparire, gridò:

-Sideswipe, racconta agli altri cosa è successo e fate in fretta. Io vi aspetto- e detto questo sparì, assieme ai tre Decepticons.

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Capitolo 8
*** Capitolo 7 ***


Will, Matt e gli Autobots si stavano ingegnando per trovare un modo per uscire da quel tempio. Avevano tentato di sfondare tetto e pareti, ma senza successo.

-Stavolta Megatron se l'è ingenata proprio bene. Quasi quasi mi ci complimenterei- disse Hot Shot.

-Se non troviamo un modo per uscire, non potrai farlo come si deve- rispose Matt, sarcastico.

Ad un tratto a Will balenò in testa un'idea.

-Red Alert, sei capace di eseguire una scansione agli infrarossi del pavimento?-

-Certo ragazzino, per chi mi hai preso? Cosa devo cercare?-

-Qualunque cosa che ci permetta di uscire di qui prima che il soffitto ci crolli in testa-

Il robot prese ad esaminare centimetro per centimetro.

-Ehi, aspetta un momento...- e tirò una spinta ad Hot Shot per farlo spostare.

-Ma che modi sono?- protestò quello.

Nel frattempo Red Alert aveva sollevato una della piastre del pavimento, rivelando un passaggio abbastanza spazioso per fare passare anche gli Autobots.

-Signori, la vostra via d'uscita- disse.

-Avevo ragione...o meglio, Kate aveva ragione- disse Will, euforico.

-Bene ragazzo, poi ci spiegherai il trucco. Direi che per il momento potremo anche andarcene- concluse Hot Shot e, seguito dagli altri, imboccarono il tunnel, proprio mentre il crollo del soffitto del tempio ne richiudeva l'entrata.

 

I tre robot uscirono ai confini della città, intercettando per puro caso la fuga di Megatron.

-Non possiamo permettere che i Decepticons si impossessino di un'altra chiave- disse Hot Shot.

-Ci penso io- rispose Optimus e prese la mira verso il nemico.

Sparò e il colpo raggiunse lo raggiunse in pieno, facendogli cadere la chiave.

-Maledetto Prime. Purtroppo per te, ciò che viene perso è possibile riacquistarlo per vie alternative- e detto questo scomparve, seguito dai suoi scagnozzi.

-Cosa avrà voluto dire?- chiese Matt a Optimus.

-Non lo so. Non pensiamoci adesso, recuperiamo la chiave ed andiamocene da qui prima di trasformarci in una colata di acciaio e circuiti-

 

Non appena varcarono il passaggio del teletrasporto, gli Autobots capirono di cosa Megatron stesse parlando: per l'ennesima volta la base era stata semidistrutta e intravidero Smokescreen e Sideswipe poggiati ad una parete, mal ridotti, ma ancora attivi. La stanza dove era custodita la chiave era stata forzata e il pezzo trafugato.

Red Alert si avvicinò ai compagni e valutò la natura dei danni.

-Che cosa è successo?- chiese Optimus.

-Sideways ci ha tradito. Ha dato libero accesso ai Decepticons e si sono portati via la chiave- rispose debolmente Sideswipe.

-Sapevo che quello non ce la raccontava giusta- aggiunse Matt.

-Come abbiamo fatto a farci ingannare come dei novellini?- disse irato Hot Shot.

Poi aggiunse:

-E perchè voi non avete tentato di fermarli?-

-Calma Hot Shot. Non è colpa loro. Red Alert, ce la fai a rimetterli in sesto?-

-Credo di si e anche in poco tempo-

-Bene, noi intanto cominciamo a riorganizzare l'attrezzatura- concluse Optimus.

Mentre i due robot si allontanavano, aiutati da Red Alert e Hot Shot, Smokescreen si voltò verso il leader e, con voce soffocata, disse:

-Optimus, i Decepticons hanno preso Kate-

 

Matt e Will rimasero come folgorati, non riuscendo quasi a respirare. Balbettando Matt riuscì a parlare:

-Come sarebbe a dire?-

-Quando Kate è arrivata, i Decepticons erano ancora qui. Abbiamo tentato di fermarli, ma non ci siamo riusciti. Se non fosse stato per lei, ci avrebbero annientato- rispose Sideswipe.

-Maledizione!!- urlò Matt.

Tutti si voltarono. Il ragazzo era fuori di sé, sembrava una furia.

-Ehi amico, calmati- gli disse Hot Shot.

-Calmarmi?!? Kate è stata portata via, chissà dove, e io dovrei calmarmi?!?-

Nessuno rispose.

-Dobbiamo andare a riprenderla-

-Matt, adesso, sul serio, torna in te. Non sappiamo dove sia la base dei Decepticons e, che se lo sapessimo, nelle condizioni in cui siamo non potremo mai farcela- disse severo Optimus.

Matt lo guardò storto.

-D'accordo, allora fatemi sapere quando intendete agire. Per adesso, me ne vado- e detto ciò se ne andò, arrabbiato, lontano da tutti.

 

A Kate si accapponò la pelle non appena Starscream la posò a terra.

-Seguimi e non tentare di scappare. Non andresti lontano- le disse.

Quella non alzò neanche lo sguardo. Si incamminarono per un lungo corridoio, sino a giungere in una grande stanza, il cui unico arredamento era un trono nero, su cui stava seduto Megatron, circondato dagli altri Decepticons. Kate si fece dietro Starscream.

-Ben tornati. Spero che a voi sia andata meglio-

-Certo Megatron, abbiamo recuperato la chiave e dato una bella lezione agli Autobots- rispose Thundercraker.

-E abbiamo anche riscattato, diciamo, un premio- sogghignò Starscream e si spostò, lasiando libera la visione di Kate.

-Complimenti, oltre alla chiave anche la ragazza- disse lui, alzandosi dal suo trono.

Lei non si mosse, mentre il ciondolo iniziava a bruciare.

-Bene, adesso ci è possibile riattivare le due chiavi-

-Cosa ti fa credere che io sia capace di farlo?- domandò lei.

Megatron rimase perplesso, poi guardò Starscream.

-Allora a cosa ci potresti essere utile?-

-Non avrai il tempo di scoprirlo, visto che gli Autobots verranno a prendermi presto-

-Se ti riferisci al segnale inviato dal tuo bracciale, puoi anche rinunciare. Le pareti di questa astronave impediscono qualunque rintraccio-

-Cosa?!?-

-Esatto. Adesso te la dico io una cosa: sappi che a bordo di questa astronave c'è un arsenale capace di spazzare via questo inutile pianeta e io sono in grado di indirizzarlo sulla base dei tuoi adorati Autobots. Se non ci aiuterai...BOOM-

-Dannazione- pensò lei.

-Allora, sei ancora convinta di non voler collaborare?-

Kate fissò il pavimento, mordendosi forte il labbro inferiore, quasi facendolo sanguinare. Poi disse:

-Va bene, ti aiuterò, ma ti dico in anticipo che mi sarà possibile attivare una chiave alla volta-

-Per adesso sarà sufficiente. Inoltre ci aiuterai a rintracciare quella che ancora ci manca- ridacchiò Megatron.

 

Matt se ne stava seduto nella spiazzo erboso dove era solita andare Kate quando aveva bisogno di pensare. Si sentiva tremendamente in colpa: era a causa sua se l'amica era rimasta alla base. Se non le avesse detto quelle parole così dure, lei sarebbe andata in missione con loro.

Sperava solo che Kate stesse bene.

Ad un tratto avvertì delle vibrazioni del terreno, segno che pesanti passi si avvicinavano. Si voltò e vide Hot Shot, seguito da Sideswipe.

-Ehi amico, come va?- gli chiese il primo.

-Come dovrebbe andare?- rispose lui scontroso.

Poi però continuò:

-Scusate ragazzi, non so cosa mi stia prendendo. Mi sto comportando come un idiota-

-Ehi, non preoccuparti. Sei sconvolto, è normale- gli disse Sideswipe.

-E' solo che mi sento in colpa per ciò che è successo-

-Non prendertela, non è del tutto colpa tua. Anche io non ho fatto abbastanza per impedire che la portassero via. Anzi se Kate non avesse fermato Starscream, a quest'ora non sarei qui-

-Inoltre noi tutti abbiamo una parte di colpa, visto che non ci siamo accorti che Sideways era un traditore- aggiunse Hot Shot.

-Non sopporto di sapere che Kate è da qualche parte, chissà dove, nelle mani di quelle carogne-

-Non sei l'unico che è preoccupato, lo siamo tutti, in particolar modo Optimus-

-Hai ragione. Forse dovrei andare a scusarmi-

I due robot gli sorrisero.

-Tra poco saremo di nuovo in sesto e andremo a cercare la nostra amica-

-Vorrei solo che questo fosse solo un brutto sogno dal quale svegliarmi il più presto possibile-

 

Con un tonfo sordo e un gran polverone, una delle chiavi fu posta di fronte a Kate, in tutta la sua imponenza. La ragazza si guardò intorno e si sentì trapassare dagli sguardi ardenti dei Decepticons. Strinse forte il ciondolo d'acciaio che, stranamente, stavolta non aveva reazione dinnanzi alla chiave.

-E se non dovesse funzionare, cosa faccio?- si diceva.

-Avanti umana, attiva la chiave- ordinò Megatron.

Kate si avvicinò alla superficie di pietra, pregando il ciondolo con tutta se stessa. Ad un tratto accadde qualcosa, come se una scintilla si fosse accesa nel suo corpo: i suoi occhi si fecero vuoti e i suoi movimenti guidati da una forza misteriosa.

Quando la sua mano toccò la pietra, questa schizzò via, facendo allontanare persino i Decepticons. Dove la sua mano entrava in contatto con l'acciaio, partirono dei cerchi di luce concentrici che attivarono le venature luminose della chiave. La ragazza cadde in ginocchio con il fiatone.

-Perfetto, per adesso rinchiudete l'umana da qualche parte- sghignazzò Megatron.

Quando Kate gli voltò le spalle, si limitò ad alzare una mano: dalla chiave partì una scarica blu che prese di striscio il Decepticon.

-Ma cosa...-

-Ops, colpa mia- rispose sorridendo la ragazza.

 

Kate fu portata via e rinchiusa in una gelida stanza. Non appena fu lasciata da sola, poggiò la schiena alla parete e si lasciò scivolare sino a terra, nascondendo la testa tra le mani.

-Per adesso sono riuscita a guadagnare un po' di tempo, ma non riuscirò a tenerli ancora per molto. Sono sicura che dopo mi chiederanno di rintracciare l'ultima chiave- pensò lei.

-Per adesso non spegnerà il segnalatore, non si sa mai- concluse, fissando il bracciale.

 

-Starscream, ti faccio i miei complimenti. Questa volta non mi hai deluso-

-La ringrazio signore- rispose l'altro.

-Dobbiamo riuscire però ad impadronirci della chiave in possesso degli Autobots-

-Credo sia rischioso tentare un'altra incursione- disse Starscream.

-Infatti. Io pensavo più ad uno scambio: la chiave per la ragazza-

-Perdoni l'insolenza signore, ma non possiamo consegnare l'umana, altrimenti non potremo attivare l'ultima chiave-

-Certo Starscream. Ma loro però non lo sanno-

 

Erano quasi ventiquattr'ore che Red Alert e Will non staccavano gli occhi dal computer centrale alla ricerca di un debole segnale che potesse indicargli la posizione di Kate. Il fratello aveva dovuto inventare una scusa plausibile per non far preoccupare la nonna per l'assenza della sorella e doveva ammettere che aveva fatto un lavoro niente male.

Nel frattempo Matt camminava avanti e indietro per la stanza, imitato da Hot Shot, che lo ripeteva in senso opposto.

Ad un tratto, sul monitor del computer apparve il segnale di una trasmissione in arrivo.

-Optimus, vieni a vedere- lo chiamò Red Alert.

L'Autobot accorse.

-Secondo te cosa significa?- gli chiese l'altro.

-Non lo so, non ci rimane che scoprirlo- rispose Optimus e premette uno dei pulsanti del quadro comandi.

Sullo schermo si aprì l'immagine della brutta faccia di Megatron, il quale sghignazzava.

-Che cosa vuoi?- gli chiese scontroso Optimus.

-Suvvia Prime, ricordati che sono in possesso di qualcosa a cui tenete molto, oltre alla chiave, si intende- rispose il nemico e, in basso a destra del monitor, apparve l'immagine di Kate, rannicchiata su se stessa, con una nuvoletta di condensa che le usciva dalla bocca ad ogni respiro.

-Cosa vuoi, Megatron?!?- domandò nuovamente Optimus a denti stretti.

-Vi propongo uno scambio: voi mi consegnate la chiave in vostro possesso e io vi riconsegno la ragazza-

Gli Autobots e i due ragazzi rimasero di stucco: cosa avrebbero dovuto fare? Se Megatron fosse entrato in possesso della terza chiave sarebbe stato ad un passo dalla vittoria, ma la vita di Kate in quel momento contava di più.

Optimus guardò i compagni, i quali annuirono.

-Accettiamo-

 

Kate si rese conto immediatamente che la temperatura era scesa in modo esponenziale. Si afferrò le ginocchia e le strinse al petto nel tentativo di scaldarsi, ma con scarsi risultati. Si mise perciò a correre avanti e indietro per la stanza, guardandosi intorno per vedere di trovare un modo per andarsene. Alzò lo sguardo e notò una telecamera che la osservava e che seguiva ogni sua mossa. Così si riaccucciò, rassegnata.

 

Megatron, seduto sul suo trono, attendeva.

-Perchè quella faccia, Megatron? Qualcosa non va?- disse una voce alle sue spalle.

-Thrust, come sei arrivato?- rispose l'altro, riconoscendo la voce.

-Portato dall'istinto, mio signore. In cosa posso servirla?-

-Devo organizzare uno scambio, ma devo fare in modo che sia vantaggioso solo per me-

-Mi metto subito a lavoro- rispose il robot, congedandosi nell'ombra.

 

-Questo accordo non mi convince. Megatron non rinuncerebbe a Kate, altrimenti non potrebbe riattivare la terza e la quarta chiave, anche se ne entrasse in possesso- affermò Matt.

-Certo ragazzo, hai ragione, ma in questo momento è lui che ha il coltello dalla parte del manico- rispose Optimus.

-Dobbiamo aspettarci di tutto da quella carogna- aggiunse Hot Shot.

In quel momento sullo schermo del computer apparve il segnale di un messaggio. Red Alert lo aprì e dentro vi erano il luogo, l'ora e la data dello scambio. La tratta sarebbe avvenuta di lì a due giorni, in una gola desertica a pochi chilometri dalla città.

-Ha scelto un buon posto, un luogo dove le vie di fuga sono limitate e che, in caso di attacco, i luoghi dove ripararsi sono ridotti al minimo- disse Smokescreen.

-Per il bene di Kate non possiamo avere ripensamenti- concluse Optimus Prime.

 

La porta della cella di Kate si aprì e sulla soglia apparve Sideways. La ragazza lo guardò con odio.

-Cosa vuoi?-

-Megatron vuole sapere se sai già dove si trova la quarta chiave-

-Non ancora- rispose lei.

-Bene- disse lui e fece per andarsene.

-Spero che i Decepticons sappiano che li tradirai come hai fatto con gli Autobots- disse lei.

Quello si bloccò.

-Cosa te lo fa pensare?- chiese, senza guardarla.

-Perchè ho capito che sei un doppiogiochista e intuisco che il tuo scopo riguardi qualcosa di superiore- rispose Kate, continuando a gettare delle veloci occhiate verso l'alto.

-Ah si?-

-Si, e penso che che tu stia aiutando Megatron solo per poterti inpossessare delle quattro chiavi-

In quel momento lui si voltò:

-Che peccato, mi hai smascherato. E chi ti crederà?- rispose sarcastico.

-Io di certo non andrò a dirlo a Megatron, non mi interessa. Sappi solo che verrai fermato-

-Certo, come no!! Quando avrò compiuto il mio dovere, nessuno mi fermerà- e con una risata lasciò la stanza.

 

Peccato che Kate non fosse la sola ad aver intuito l'inganno di Sideways: il dialogo tra la ragazza e il robot era stato carpito da qualcuno nascosta nell'ombra che, a differenza del Decepticon, era più che fedele al suo capo e non avrebbe esitato ad andare a riferito ciò che aveva scoperto.

 

Kate era molto stanca e decise di concedersi un po' di riposo. Iniziò a sognare e gli apparve davanti agli occhi una figura luminosa. Lei tentò di capire chi fosse, ma non ci riuscì fino a quando quella non fu a pochi passi da lei.

-Papà?-

-Si, figliola, è bello rivederti-

-Ma cosa ci fai qui?-

-Sono solo un tuo ricordo, bambina mia, niente di più e niente di meno-

-Mi manchi tanto-

-Anche tu, piccola-

-Perchè ci hai lasciato-

-Era giunto il mio momento. Ma io veglierò sempre su di te, su Will e sulla mamma-

-Papà, in questo momento avrei tanto bisogno di te- disse lei.

-Tesoro, so che sarai capace di affrontare ogni difficoltà che ti si presenterà davanti-

-Non credo di esserne in grado-

-Sei nata sotto una buona stella, Kate. So che ce la farai e poi non sarai mai sola- concluse l'uomo sorridendo, cominciando a scomparire.

-Papà, aspetta!!- gridò lei, ma era già sveglia.

Dai suoi occhi scendevano calde lacrime, ma lei non era triste, anzi: rivedere il padre, anche solo in sogno, le aveva trasmesso nuova forza.

-Grazie- disse, asciugandosi gli occhi e sorridendo.

 

Sideways fu convocato al cospetto di Megatron.

-Mi hai fatto chiamare?-

-Si, Sideways. Volevo congratularmi con te per l'egregio lavoro alla base Autobots. Ed è per questo che non riesco a capire perchè tu voglia tradirmi-

-Cosa te lo fa pensare Megatron-

-Beh, vediamo...da dove posso cominciare? Ah si, questo potrebbe andare-

Sullo schermo di uno dei computer apparvero le riprese della telecamera nella cella della ragazza. Il robot notò l'umana lanciare rapide occhiate verso l'apparecchio, come se volesse essere sicura che fosse in funzione. Dopodichè si udì l'intera discussione tra i due.

-Maledetta ragazzina, lo ha fatto di proposito- pensò.

Poi disse:

-Megatron, non puoi credere alle parole di un'umana. Ho detto quelle cose solo per farla star buona-

-Vedi Sideways, non posso permettermi di avere dei dubbi sui miei collaboratori. Quindi sono costretto ad eliminarti- e dettò ciò, il leader dei Decepticons sollevò il braccio sinistro, sul quale era sistemata la sua pistola.

Senza aggiungere altro fece fuoco.

Il colpo raggiunse il bersaglio, il quale scomparve in una nuvola di polvere. Megatron pensò di averlo eliminato, ma, quando il fumo si diradò, la sua carcassa non c'era. Ad un tratto la sua voce disse:

-Sciocco di un robot, tornerò per impossessarmi delle chiavi e, quando le avrò tutte, nessuno più potrà fermarmi- scoppiando poi in una gelida risata.

 

Arrivò il giorno dello scambio e gli Autobots erano in fermento,

-Questa è una missione di salvataggio. Siate prudenti- stava finendo di dire Optimus.

-La priorità è quella di salvare Kate, della chiave ci occuperemo in seguito- concluse.

Poi, rivolto ai due ragazzi, disse:

-Forse è meglio per voi rimanere qui-

Matt allora rispose:

-Mi dispiace Optimus, ma non possiamo accontentarti. Anche noi teniamo a Kate e vogliamo essere presenti-

Visto la decisione dei due, Optimus si arrese.

-Bene, venite, ma dovrete stare dietro di noi-

-D'accordo-

-Avanti Autobots, in marcia-

I robot di trasformarono, mentre Red Alert inseriva le coordinate nel computer centrale in modo da aprire il passaggio.

Quando lo scenario tridimensionale si fu parato loro davanti, gli Autobots accesero i motori e lasciarono la base.

 

Kate si voltò non appena la porta si aprì. Sulla soglia apparve Starscream.

-Avanti alzati, dobbiamo andare- disse.

-Dove?-

-Ti scambieremo per la terza chiave-

Starscream le voltò le spalle. Dopo un attimo di silenzio, la ragazza disse:

-Perchè lo fate?-

-Che cosa?- chiese l'altro, spiazzato da quella domanda.

-Perchè fate in modo che tutti soffrano, uomini e robot? Perchè questa continua lotta contro gli Autobots?-

Quello si voltò.

-Non possiamo fare altrimenti, siamo stati programmati con questo scopo-

-Tutti possono cambiare, basta solo volerlo- rispose Kate e, senza aggiungere altro, precedette il Decepticon fuori dalla cella, seguita dal suo sguardo perplesso.

 

Quando gli Autobots giunsero alla gola, i nemici erano ad aspettarli. Matt e Will intravidero Kate tra le lor fila, ai piedi di Starscream: era bianca in volto, pareva smagrita, ma per il resto sembrava star bene. Matt fu comunque percorso da un brivido di collera.

La distanza tra le due fazioni era di circa cinquanta metri.

-Benvenuto Prime, hai mantenuto la tua parte di accordo?-

-Certo Megatron, ecco la chiave- rispose l'altro e gli mostrò il blocco di pietra.

-Perfetto. Vieni avanti, poggia la chiave a terra e arretra. Io manderò la ragazza- e fece cenno a Starscream e quello diede una spinta a Kate per farla avanzare.

Lei gli lanciò una sguardo pieno di odio e prese a camminare, fermandosi accanto a Megatron.

Optimus pose la chiave a pochi passi dal Decepticon e arretrò. Megatron fece camminare Kate, mentre lui di avvicinava al blocco di pietra. Dopodichè si voltò e sembrò fare cenno a qualcuno.

La ragazza era ad ormai pochi passi da Optimus, quando all'improvviso tra loro si alzò una specie di barriera di energia.

-Che succede?- disse Kate con una nota di disperazione nella voce.

-Megatron, maledetto!! Avevamo un accordo!!- sbraitò Optimus, mentre con gli altri robot tentava di sfondare il muro di energia.

Matt si avvicinò a Kate, che lo fissò dell'altra parte della barriera.

-Sciocco Prime!! Sai qual'è il tuo problema? Ti fidi troppo- rispose Megatron e scoppiò in una sonora risata.

-Kate, ti salveremo- disse Matt.

-Non credo di riuscire a trattenere le visioni ancora per molto. Dovrete fare in fretta-

-Seguiremo il tuo segnale-

-Inutile. Ogni segnale viene deviato dall'astronave dei Decepticons-

In quel momento si udì l'ordine di andarsene e, alle spalle della ragazza, si parò Starscream.

Kate fu sollevata da terra nel pugno del robot. In quel momento gridò:

-Matt, cerca Vector Prime e chiedigli consiglio-

Dopodichè sparì. La barriera scomparve a sua volta.

-Maledizione!!- gridò Matt, battendo un pugno a terra, tanto forte da ferirsi le nocche.

 

-Come abbiamo potuto essere così ingenui?- sbraitò ancora Matt.

-Avanti amico mio, la troveremo- disse Hot Shot.

-Non capite. Voi non l'avete guardata negli occhi, non ne avete visto la disperazione e la sofferenza. Lei contava su di noi e l'abbiamo delusa-

Nessuno rispose, poiché sapevano che il ragazzo aveva ragione. Ad un tratto Matt si rivolse a Red Alert.

-Saresti capace di rintracciare Vector Prime?-

-Credo di si-

-Perchè vuoi rintracciarlo, Matt?- chiese Optimus.

-Credo che lui sia la nostra sola speranza di ritrovare Kate-

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Capitolo 9
*** Capitolo 8 ***


-Accidenti che modi- disse Kate quando Starscream la lasciò pesantemente a terra.

-Bene ragazzina, sai quello che devi fare- disse Megatron poggiando a terra la chiave.

-Certo, anche se, secondo i patti, io non dovrei essere qui- rispose lei.

Dopodichè si avvicinò al blocco di roccia e, appena vi pose sopra la mano, accade la stessa cosa della volta precedente.

Anche stavolta le energie di Kate sembrarono prosciugarsi, ma la ragazza non ebbe reazione. Poi si voltò e disse:

-Conosco la strada- e si incamminò verso la porta.

-Cyclonus, valle dietro- disse Megatron e tornò a sedersi sul nero trono.

 

-Ragazzi, ho rintracciato il segnale di Vector Prime- esclamò Red Alert, trionfante.

Gli Autobots lo raggiunsero.

-Dove si trova?- chiese Matt.

-Non molto lontano da qui-

Il ragazzo osservò la posizione sul computer.

-Bene Autobots, andiamo- ordinò Optimus e si diressero tutti verso l'uscita.

-Fermi!!- gridò in quel momento Matt.

Tutti si voltarono.

-Andremo solo io e Will-

-Per quale motivo?- chiese Hot Shot contrariato.

-Se ci presentassimo tutti da Vector Prime, lui reagirebbe come l'ultima volta-

-Non hai tutti i torti- concluse Smokescreen.

-Siete sicuri di farcela?-

-Sicuri-

-Bene. State attenti. È tutto nelle vostre mani-

 

Red Alert aveva fornito ai due ragazzi una sorta di piccolo GPS per poter meglio raggiungere la posizione di Vector Prime.

-Will, quanto manca?- chiese Matt.

-Non molto. Adesso dobbiamo entrare nel folto del bosco- rispose l'altro.

-Bene, dimmi quando devo svoltare-

-Ora!!- gridò in quel momento Will.

Matt sterzò bruscamente, imboccando una piccola stradina che, in pochi minuti, li portò in una radura deserta. Il ragazzo fermò la moto e si guardò intorno.

-Sei sicuro che sia questo il posto?- chiese Matt mentre scendeva dalla sella.

Will ricontrollò il navigatore.

-Sicuro. Il posto è questo, anche se...guardando meglio...il segnale arriva da...-

Si pietrificò.

-Da dove?- chiese l'amico.

-Da dietro di noi...- balbettò il ragazzino.

I due si voltarono e si trovarono davanti Vector Prime, il quale puntava la spada contro di loro.

-Serve qualcosa?-

-Si tratta di Kate- si fece avanti Matt.

Il robot sgranò gli occhi e ritrasse l'arma.

-Vi ascolto-

 

Matt cercò di essere sintetico nel riportare i fatti, ma allo stesso tempo il più esauriente possibile.

Vector Prime ascoltò, ma non disse nulla.

-Siete sicuri che sia stata lei a chiedere il mio aiuto?- chiese poi.

-Si, anche se, senza offesa, ma non capiamo perchè-

A quel punto Will parlò:

-Forse rintracciando le chiavi troveremo anche Kate-

-Hai ragione ragazzino. Essendone uno dei custodi, ne posso avvertire le vibrazioni di potere-

-Allora ci aiuterai?-

Vector Prime tacque.

-Ragazzi, come ho già detto sono un tipo solitario e non lavoro bene in gruppo...-

-Per lo meno ci abbiamo provato- disse Matt e fece per andarsene.

-...ma non ho detto che non vi aiuterò- concluse il robot.

-Davvero?- chiese Will entusiasta.

-Certo. Kate è stata la prima a mostrarmi veramente amicizia, come se mi avesse fatto ricominciare a vivere. Quindi se è in pericolo, voglio aiutarla-

 

Kate avvertiva crescere il malessere dentro di sé, lo stesso che avvertiva poco prima che le fosse rivelata la posizione di una chiave. Non poteva però permettere che i Decepticons scoprissero l'ultima posizione, per cui cercava di rimandare indietro le visioni. Il segno sul suo petto sembrava essere stato appena marchiato a fuoco, tanto bruciava.

Sapeva che Megatron stava osservando i suoi movimenti tramite la telecamera e quindi lanciò un rapido sguardo all'apparecchio, tanto da far capire ai suoi osservatori che non aveva intenzione di cedere.

Si strinse forte le ginocchia al petto e serrò i denti: doveva resistere.

 

-Optimus, siamo tornati- disse Matt quando rientrarono alla base.

Gli Autobots accorsero.

-Vedo che Vector Prime ha accettato di aiutarci- osservò il leader.

-Kate è anche una mia amica- rispose l'altro.

-Bene Vector Prime, di cosa hai bisogno?- gli chiese Will.

-Solo di tranquillità- rispose quello e si sedette a braccia e gambe conserte in un angolo della stanza.

 

Non riusciva più a controllarsi: la forza del pezzo di tavola era molto più potente della sua volontà. Le immagini non si fecero attendere: davanti ai suoi occhi di parò una distesa di ghiaccio, poi ad un tratto una cupola si stagliò nel deserto bianco, infine davanti le si parò una grande porta d'acciaio, poi più niente.

La ragazza aveva il fiato corto. In quel momento sulla soglia della cella apparve Megatron. Con un ghigno maligno, disse:

-Facci strada-

 

-E' difficile, molto- disse ad un tratto Vector Prime, tenendo però gli occhi chiusi.

-Che intendi?- chiese Matt.

-L'astronave dei Decepticons ha delle barriere veramente potenti ed io non riesco a percepire le vibrazioni emanate dalle chiavi-

-Maledizione, un altro buco nell'acqua- concluse Will.

-Quei robot sono sempre un passo avanti a noi, non è possibile- aggiunse Matt, tornandosene a sedere a terra.

-Non rischiare di fonderti i circuiti, vecchio robot. Ve lo dico io dove stanno andando- disse una voce.

Tutti si voltarono, trovandosi davanti Scavenger.

-Come diamine hai fatto ad entrare?- gli chiese Red Alert.

-I tuoi sistemi di sicurezza no sono più efficaci come una volta- ridacchiò quello.

-Che cosa ci fai qui?- domandò Hot Shot, tenendolo sotto tiro.

-Optimus, non glielo hai detto?-

-Detto cosa?- disse Sideswipe.

-Sono uno dei vostri pivello. Sono un Autobot-

Tutti rimasero senza parole.

-Come facciamo a crederti? Potresti essere un doppiogiochista come Sideways- fece notare Smokescreen.

-Stavolta no. Sono io che ho mandato Scavenger come talpa all'interno dei Decepticons- intervenne Optimus.

-Allora quello scambio di sguardi alla città sommersa non me lo sono immaginato- si disse Matt.

-Bentornato tra gli Autobots, amico mio-

-E' bello potersi finalmente togliere il simbolo di quegli sporchi Decepticons- rispose Scavenger e il simbolo sl suo petto cambiò.

-Bene, adesso che ogni equivoco è stato chiarito...stavi dicendo che sai dove stanno andando-

-Esatto. Poco prima che decidessi di andarmene, la ragazza ha avuto la visione della quarta chiave. I Decepticons stanno andando al Polo Nord-

-Kate è con loro?- chiese Matt.

Scavenger annuì.

-Optimus, dobbiamo andare subito-

 

Kate si muoveva a fatica per quella distesa di ghiaccio, mentre il vento gelido le sferzava il viso. Non voleva demordere, non voleva mostrare ai Decepticons la sua debolezza.

Appena dietro di lei camminava Megatron, seguito dagli altri.

-Allora, quanto manca?- chiese irato.

-Non lo so- rispose lei.

-Ragazzina, se ci hai preso in giro, io...-

-Fermo Megatron e guarda là- lo interruppe Starscream e gli indicò una cupola che spuntava in mezzo al nulla.

-Finalmente- disse il leader e i Decepticons si diressero verso la costruzione.

Poco dopo si trovarono di fronte ad un alto portone, il quale superava di parecchio persino l'altezza dei robot. Demolishor e Cyclonus tentarono di aprire i battenti, ma senza successo.

-Capo, non riusciamo ad aprirla- si lamentarono i due.

-Spostatevi, ci provo io- disse Thundercraker e sparò un colpo, ma l'entrata non subì danno.

Nel fattempo Kate era stata attirata da una piccola rientranza, coperta dalla neve, ad un lato della porta. Inserì la mano all'interno e vi trovò una leva. La abbassò.

Con un rumore di ingranaggi, il portone si aprì. I robot si voltarono a guardarla. Lei non parlò, ma entrò all'interno dell'edificio.

Non appena ebbero messo piede all'interno della prima stanza, si videro arrivare incontro un'alabarda, lanciata da un punto imprecisato dell'oscurità, che schizzò accanto al viso di Kate, per andare poi ad infilarsi nel muro alle sue spalle.

-Chi siete?- esclamò una voce nell'oscurità e, a spada sguainata, uscì dall'ombra un altro cavaliere templare.

-Non è possibile- pensò Kate.

Poi si rese conto che attorno a lei erano radunati lo steso numero di tesori ritrovati nell'edificio del deserto del Kalahari.

-Siamo venuti a reclamare la chiave- parlò Megatron.

Il cavaliere sembrò capire immediatamente di cosa il robot stesse parlando, ma lo stesso non si mosse.

-Cosa vi fa credere che l'oggetto che cercate sia custodito qui?-

Megatron guardò Kate, mentre la ragazza parlò al custode:

-Signore, sappia che io non ho niente a che fare con questi robot, ma la prgo di farsi da parte, per il suo bene e per la conservazione di questo luogo. Per favore-

Si poteva avvertire la sua frustrazione.

-Ascolti la ragazza, vecchio. Contro di noi non potrebbe fare niente-

-Lui no, ma forse io si- disse una voce alle spalle del guardiano.

Partì un colpo che prese in pieno Megatron. Dall'oscurità uscì un robot, sul cui petto spiccava il simbolo degli Autobots.

-Blurr?!?- esclamò Thurdercraker.

-E' tanto che non ci vediamo...ad occhio e croce quattro milioni di anni, anno più, anno meno-

Kate lo squadrò da capo a piedi: forse quel robot sarebbe riuscito a guadagnare tempo fino all'arrivo di Optimus e gli altri, visto che, uscita dall'astronave dei Decepticons, il segnale del bracciale poteva essere individuato.

 

-Come puoi essere ancora vivo? Ti ho scaraventato io stesso giù dall'astronave prima ancora che si schiantasse al suolo- riprese Thundercraker.

-E' vero, mi hai spinto giù e sono finito in questo luogo. Fui intrappolato nel ghiaccio, fino a quando, ereggendo questo edificio, non fui scoperto. Fu la chiave stessa a scongelarmi e ridarmi la vita e da allora ho protetto questo luogo a fianco del guardiano-

-Ti avverto Autobot, non metterti contro di noi o sarai costretto a soccombere- disse Megatron, il quale, nel frattempo, si era rialzato.

-Mi spiace, ma non posso permettervi di impossessarvi della chiave-

-Io credo invece che ci lascerai passare- disse una voce alle spalle di Blurr e, nel giro di pochi secondi, il povero robot fu reso inoffensivo. Dal punto dietro di lui apparve Thrust.

-Portiamolo con noi- ordinò Megatron.

Poi aggiunse:

-Vecchio, facci strada-

Il cavaliere camminava a fianco di Kate, mentre Cyclonus e Demolishor trascinavano il povero Blurr. Arrivarono dinnanzi ad un'altra porta che i Decepticons aprirono senza problemi. La stanza che si schiuse loro davanti era assai particolare: nel centro recava una sorta di piedistallo circolare, mentre la parete davanti all'entrata riportava la mappa delle costellazioni terrestri.

-Che cosa significa?- chiese irato Megatron.

-Per avere la chiave dovrete aprire il cielo- si limitò a dire il custode.

-Maledetto vecchio, spiegati!! Altrimenti farò saltare tutto-

-Se distruggerai la mappa delle stelle, potrai dire addio alla chiave- disse l'Autobot, ripresosi.

-Non ne vedo la logica- intervenne Starscream, osservando il firmamento.

Il leader si rivolse a Kate.

-Ragazza, trova una soluzione, altrimenti dirai addio all'Autobot- la minacciò, alzando il suo cannone all'altezza della testa del robot.

La ragazza lo guardò con odio, mentre Blurr la fissava senza capire. Dopodichè Kate si posizionò davanti al piedistallo, osservando la parete di fronte a sé. Sembrava una semplice mappa stellare, senza alcuna apparente chiave di lettura al suo interno. Poi, ad un tratto, notò che una delle costellazioni era ribaltata. Osservò il ripiano, sul quale era riportata la stessa mappa in miniatura, sfiorò l'icona della stessa costellazione e quella più grande si illuminò.

-Ho capito- si disse e, con due dita, la fece ruotare, fino a riportarla alla posizione che lei conosceva.

Tornata nel modo giusto, la costellazione di Andromeda rimase illuminata. Con altre Kate eseguì lo stesso ragionamento, fino ad arrivare a quella dell'Unicorno.

Non appena anche quella fu riportata alla posizione originaria, la stanza prese a tremare, mentre la parete davanti a loro si divideva in due parti.

-Finalmente anche l'ultimo pezzo della tavola sarà nostro- ridacchiò Megatron.

-Che cosa ho fatto?- disse lei, abbassando tristemente lo sguardo.

 

I preparativi nella base degli Autobots erano quasi completati. Optimus stava facendo le ultime raccomandazioni prima di partire:

-Allora, stavolta non ci sarà bisogno che qualcuno rimanga alla base, quindi andremo tutti in missione. Dobbiamo impedire che i Decepticons si impadroniscano dell'ultima chiave. In questa spedizione rischiamo il tutto per tutto-

-Non dimentichiamo che Kate è ancora nelle mani di Megatron- intervenne Matt.

-Certo ragazzo, non lo abbiamo dimenticato. Bene, siete pronti adesso?-

-Si!!- risposero i robot.

L'unico a non parlare fu Vector Prime. Quindi il leader degli Autobots si voltò verso di lui e disse:

-Avremo l'onore di averti al nostro fianco?-

L'altro indugiò, poi rispose:

-Sono vecchio, Optimus, ed è ormai troppo tempo che combatto. Questa sarà la mia ultima battaglia-

-Bene, benvenuto tra di noi, allora- e i due si strinsero la mano.

-Ok Autobots, trasformiamoci e partiamo- ordinò Optimus e, uno dopo l'altro, i robot attraversarono il passaggio che li trasportò nelle fredde lande del Polo Nord.

 

Le due sezioni della parete si erano quasi completamente aperte.

-Maledizione!! Cosa significa?- sbraitò Megatron in quel momento.

Kate alzò gli occhi: dietro il cielo vi era un'altra stanza. Davanti a loro un grande altare di pietra con sopra poggiate delle armi e, sullo sfondo, un lungo foro con il diametro di circa un metro e mezzo. Sopra era appesa una lastra di pietra con incise delle parole in latino.

-Dov'è la chiave?!?- gridò nuovamente Megatron.

-Un'altra prova dovrai affrontare se vorrai essere degno del manufatto- disse il cavaliere.

-Ragazza, sai cosa fare o cosa ti aspetta se ti rifiuti-

Lei allora si avvicinò all'altare con le armi e pronunciò le parole scritte:

Per una divinità fui io creato

e qui lei per una ragione mi ha lasciato.

Nell'atto tu portare mi dovrai

di scagliare il figlio brillante che con me vedrai.

Non ti schernire gli occhi, o mortale,

ma guarda dritto fino in fondo al canale.

Vedrai il luogo dove è depositato

l'oggetto che protetto fu dal cielo stellato”

Calò il silenzio. Kate abbassò gli occhi sull'altare, tentando nel frattempo di decifrare l'indovinello. Davanti a lei si trovavano una serie di armi, provenienti da tutto il mondo. La scelta era vasta.

-Se sbaglierai a scagliare l'arma, l'accesso all'oggetto che tu cerchi ti sarà negato per sempre- disse il guardiano.

La ragazza divenne ancora più tesa. Non aveva possibilità di errore. Le armi che le stavano davanti erano lance, bastoni, una spada, una fionda e un arco.

-Che cosa diavolo significa questo indovinello?- pensava lei, mentre continuava a passeggiare davanti all'altare di pietra.

-Allora? Che cosa aspetti?- intervenne Thrust.

-Datemi tempo. Se io sbaglio, non potrete impossessarvi di quella stramaledetta chiave-

Nessuno fiatò. Kate ripensava ad ogni singolo passo dell'indovinello.

-Vediamo...i primi due versi parlano di una divinità quindi io scarterei i bastoni perchè armi troppo rudimentali, come anche la fionda. Quindi rimangono la spada, l'arco e le lance. Nei successivi due versi parla di scagliare, quindi scarterei la spada, anche se non è del tutto impensabile. Poi parla di un figlio, un figlio “brillante”...ho capito!!-

Con uno scatto afferrò l'unica arma che poteva corrispondere all'indovinello: l'arco.

Senza dare a nessuno il tempo di fermarla, incoccò la freccia e la scagliò all'interno del foro davanti a sé.

All'inizio non accadde niente, poi però si sprigionò una potente luce. La ragazza si coprì gli occhi. Quando il bagliore si fu attenuato, davanti a loro era comparsa la chiave, anche quella inattiva.

Megatron guardò Kate, la quale, con riluttanza, si avvicinò. Stava per toccarne la superficie quando qualcuno parlò:

-Ferma Kate, non lo fare!!-

La ragazza si voltò, riconoscendo all'istante la voce.

-Matt???-

Anche i Decepticons si voltarono, trovandosi circondati dagli Autobots. Le due fazioni si puntarono reciprocamente le armi contro.

-Megatron, lascia andare Kate e consegnaci la chiave-

-Prime, mi meraviglio di te. Non ricordi che comunque le altre tre sono in mano mia?-

Optimus sorrise:

-Ti sbagli Megatron, visto che ho mandato due dei miei robot a riprenderle alla tua nave che tu, stupidamente, hai lasciato sguarnita-

-No, come hai potuto?!? Dovevo vincere io stavolta!!-

Kate corse incontro a Matt, che l'abbracciò, raggiunto subito da Will.

-Ragazzi, sono così contenta di rivedervi-

 

Presi in custodia i Decepticons, finalmente le cose sembravano essersi sistemate. Optimus raggiunse il nuovo Autobot.

-Blurr, è bello vedere che stai bene-

-Grazie Optimus, è bello rivedere anche voi-

Poi il leader si rivolse verso Kate e le chiese:

-Kate, ce la fai a riattivare l'ultima chiave?-

-Credo di si- sorrise la ragazza e si avvicinò al blocco di pietra.

La toccò e sulla superficie si crearono le solite increspature di energia, fino a quando la dura corazza saltò via. Anche l'ultima chiave era stata riattivata.

A quel punto Kate si sentì davvero stanca, quasi da non reggersi in piedi. Tremava anche dal freddo. Ad un tratto sentì qualcuno che le poggiava una calda coperta sulle spalle; si voltò e incontrò il caldo sorriso di Matt.

-Grazie- gli disse.

In quel momento, come per magia, apparvero Scavenger e Hot Shot con, sotto braccio, le tre chiavi.

-Recupero concluso con successo- scherzò Hot Shot.

-Bene, adesso possiamo ricomporre la tavola- disse Optimus.

Kate divenne improvvisamente triste, si sfilò il ciondolo dal collo e lo guardò.

-Allora è davvero tutto finito- disse.

Will e Matt la abbracciarono. Nel frattempo gli Autobots avevano ricomposto la tavola che, con una potente luce, era tornata integra. Mancava solo un piccolo pezzetto in alto a sinistra, grande poco meno di un pugno. La ragazza si avvicinò e vi pose il pezzo mancante, rendendola finalmente completa.

All'improvviso ci fu un'enorme esplosione che, colpendo in pieno il gruppo, lasciò tutti tramortiti. A fianco della tavola comparve dal nulla Sideways che, toccando il manufatto, disse:

-Adesso è veramente finita- e scomparve.

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Capitolo 10
*** Capitolo 9 ***


Quando tutti si ripresero, scoprirono con orrore che la “tavola del potere” era sparita.

-E' stato Sideways, l'ho visto- disse Will.

-A cosa mai potrà servirgli?- intervenne Matt.

-A diventare più potente, sciocco ragazzino- lo ammonì Megatron.

-Io non credo...- cominciò Kate e tutti si voltarono a guardarla.

-Cosa intendi dire?- le chiese Optimus.

-Dico che la volta in cui parlai con lui, mi resi conto che la sua bramosia della tavola non era per un piacere personale, ma per qualcosa di più grande-

Nessuno fiatò. All'improvviso si udì un boato e la terra tremò. Il gruppo si voltò e videro, all'orizzonte, sorgere un gigantesco robot.

-Chi diavolo è quello?-

-Non è possibile...- disse Vector Prime.

-Chi è?- chiese Optimus.

-Non dovrebbe essere qui, a meno che...-

-A meno che, cosa?- disse irato Megatron.

-Adesso so a cosa serviva a Sideways la tavola. Quel robot è Unicron, il primo e più antico transformers creato. Noi quattro anziani lo rinchiudemmo e lo spedimmo lontano, nello spazio. Solo una potenza come quella della tavola avrebbe potuto liberarlo-

-Cosa ha intenzione di fare?-

-E' stato ideato come “succhiatore di energia”, quindi serviva per procurare sostentamento a Cybertron. Immagino però che il suo scopo sia il prosciugamento di questo pianeta- rispose Vector Prime.

-Dobbiamo riuscire a fermarlo- disse Hot Shot.

-Se ha assorbito l'energia della tavola, nessuno ci riuscirà- aggiunse l'altro.

-Dobbiamo tentare, altrimenti non riusciremo a salvaguardare questo pianeta e i suoi abitanti- concluse Red Alert.

-Io credo che ci sia un altro problema- aggiunse Matt.

-Che intendi?- chiese il leader degli Autobots.

Kate, avendo intuito ciò che voleva dire Matt, rispose:

-A quest'ora tutti i giornali saranno stati avvertiti della comparsa di Unicron-

 

-Edizione straordinaria!! Comparso all'estremo nord una creatura assomigliante un grosso robot che sta avanzando verso le Americhe!!- enunciò il giornalista.

-Diamo la linea al nostro inviato...cosa ci dice??-

-Si, in effetti la creatura si sta dirigendo verso gli Stati Uniti. E' comparsa stamattina, d'improvviso, dalla terra come un fungo. L'esercito americano gli sta già andando incontro per fermarlo-

In quel momento la telecamera inquadrò uno stormo di caccia che si dirigevano a tutta velocità verso il titanico robot. Gli aerei sganciarono i missili, ma la dura corazza del nemico sembrò non sentirli nemmeno. Quello si limitò a guardarli e gli aerei vennero abbattuti.

 

Negli uffici della Sicurezza Nazionale vi era un gran fermento: dopo la comparsa del gigantesco robot, ogni mezzo di difesa era stato mobilitato, ma senza successo. Adesso gli addetti erano impegnati nell'evacuazione delle città vicine.

L'agente Morrison fu convocata dal direttore.

-Sofia...- disse l'uomo -...hai chiamato tua suocera e i tuoi figli?-

-Non ancora. Non ho avuto molto tempo-

-Allora fallo e dì loro di andarsene. Ho bisogno di te qui, lo sai, ma non voglio impedirti di preoccuparti per la tua famiglia-

-Non temere, sono sicura che saranno già in salvo- rispose la donna.

 

Matt, Will, Kate, gli Autobots e i Decepticons osservavano Unicron che si allontanava.

-Dobbiamo fermarlo- disse il ragazzo.

-E come? Adesso che ha la tavola è diventato invincibile- rispose Vector Prime.

-Anche di Achille dicevano che non poteva essere battuto, ma alla fine è stato il semplice tallone a tradirlo- si pronunciò la ragazza.

-Che vuol dire?- chiese Hot Shot.

-Voglio dire che anche chi appare invincibile ha un punto debole- si spiegò lei.

-Certo, ma noi non sappiamo qual'è- aggiunse Sideswipe.

-L'unica soluzione sarebbe quella di distruggere la tavola, in modo da togliergli la fonte che lo tiene in vita- affermò Vector Prime.

-E come facciamo?-

-E' necessario sovraccaricarla con una fonte di energia dello stesso tipo-

-Ma non esiste. L'energia della tavola è unica-

Ad un tratto Kate ebbe un sussulto, le forze le vennero improvvisamente meno e cadde in ginocchio. Il petto le bruciava. Abbassò lo sguardo e vide una luce rossa provenire da sotto la maglia. Il fratello se ne accorse. Nel frattempo lei si era resa conto che ciò che brillava era il simbolo che la chiave le aveva lasciato marchiato a fuoco, che adesso le invadeva di calore tutto il corpo.

-Kate, stai bene?- le chiese Will.

-No, ho come la sensazione che il mio corpo stia prendendo fuoco. È come se il pezzo di tavola fosse ancora al mio collo- rispose lei con le lacrime agli occhi.

Nel frattempo anche i robot si erano accorti delle condizioni della ragazza. Vector Prime in particolare le si era avvicinato.

-Kate, fammi vedere-

La ragazza abbassò leggermente l'orlo della maglietta e mostrò il simbolo al robot. Questo non parlò immediatamente. Poi si limitò a dire:

-Me lo aspettavo-


-Che significa Vector Prime? Tu sai cosa rappresenta?- chiese Matt.

-Dovete sapere che quando noi quattro creammo la tavola, facemmo in modo che fosse autosufficiente e che, se si fosse trovata in condizioni estreme, si potesse preservare autonomamente, e così è stato. Quando si è separata in quattro blocchi, fu lei a volerlo e non il qui presente Megatron a provocarlo. Il marchio sul petto di Kate è la chiara manifestazione dell'autonoma volontà della tavola: ella ha previsto il pericolo di essere impiegata per scopi poco nobili e ha scelto Kate, trasmettendole parte della sua energia, per poterla distruggere. So che è difficile da credere, ma è l'unica verità possibile-

-Quindi dovrò essere io a fermare Unicron?- chiese la ragazza.

-Si-

Nessuno fiatò.

-E' assurdo!!- disse Optimus.

-Neanche il più potente dei robot può competere con Unicron, figuriamoci una ragazza umana- intervenne Blurr.

-Eppure solo lei ha le capacità per farcela. Non abbiamo scelta- concluse Vector Prime.

I robot iniziarono a discutere. Ad un tratto fu Kate a intervenire:

-Smettete di litigare!! Se sono stata scelta per questo compito, d'accordo, lo adempierò. Ma avrò bisogno della piena collaborazione di tutti-

 

Gli sbarramenti erano stati piazzati nei punti prestabiliti, agli ingressi della città. I civili erano stati quasi del tutto evacuati e le strade erano pressocchè deserte. L'esercito attendeva solamente il momento in cui avrebbero avvistato la gigantesca creatura. E non dovettero attendere a lungo.

La radio dell'agente Morrison gracchiò e una voce disse:

-Qui postazione alfa. Avvistato il bersaglio. In attesa di ordini-

La donna rispose:

-Arretrate fino alla postazione base. Non vogliamo correre rischi-

-Ricevuto-

Dopo qualche minuto però la comunicazione fu nuovamente aperta.

-Qui ancora postazione alfa. Tra noi e l'avanzata del nemico si sono stanziati dei mezzi civili...O mio Dio!!-

-Che succede?- chiese preoccupata Sofia.

-Signore, non sono mezzi!! Si sono trasformati in creature simili all'obiettivo, di dimensioni più ridotte. Ci sono dei ragazzi con loro-

-Cosa?!?- disse la donna e si precipitò fuori dalla postazione mobile.

Dalla sua posizione poteva vedere i sette robot, ma non chiaramente i tre ragazzi. Chiese perciò il binocolo ad un militare vicino a lei. Quello che vide la fece raggelare.

-O santo cielo!! Quelli sono i miei figli!!-

 

-Bene Autobots, da questo momento lottiamo per il tutto per tutto- disse Optimus.

-Ho individuato la posizione della tavola. È esattamente al centro del petto di Unicron- intervenne Red Alert.

-Io cosa dovrei fare esattamente?- chiese Kate.

-Per prima cosa dovrai trovarti il più vicino possibile alla tavola, in modo da creare un collegamento. Poi tutto ti sarà indicato- le rispose Vector Prime.

-Non è un granchè come aiuto- si disse la ragazza.

Ad un tratto avvertirono l'arrivo di mezzi alle loro spalle. Si voltarono tutti e si trovarono tenuti sotto tiro da un piccolo plotone di soldati.

-Fermi dove siete!!- gridarono.

Hot Shot si rivolse verso Optimus:

-Non possiamo perdere tempo. Tra poco Unicron sarà qui-

-Lo so, ma noi dobbiamo rispettare gli umani- rispose l'altro.

-Dobbiamo convincerli che non sono malvagi, ma che sono qui per aiutarci- disse Kate.

-Hai ragione. Andiamo- concordò Matt e i tre si avviarono verso i soldati, seguito dalla ragazza e dal fratello.

Non avevano fatto neanche dieci passi che uno degli sportelli di un mezzo di spalancò ed uscì una donna. I tre ragazzi avevano i fari puntati negli occhi, non riuscirono a vedere il suo volto. Poi però questa prese ad avanzare e piano piano i suoi tratti si fecero più chiari. Kate e Will rimasero di sasso.

-Mamma?!?-

 

-Che cosa ci fai qui?- chiese Kate quando la madre si avvicinò.

-Potrei farvi la stessa domanda- rispose lei.

Silenzio. Poi la donna prese per un braccio i figli e fece per trascinarli via. I due però fecero resistenza.

-Che cosa vi prende? Devo portarvi via. Quei robot sono pericolosi-

-No, mamma. Non capisci...-

-Cosa non capisco? Che siete tenuti in ostaggio da quegli “alieni”?!?-

-No!! Quelli sono nostri amici e sono qui per salvarci tutti- intervenne Kate.

-Figlia mia, stai degenerando. Cosa ti hanno fatto?-

-Niente mamma, ragiono benissimo. Questi robot sono qui per evitare che la Terra venga distrutta. Noi non possiamo andarcene, perchè dobbiamo aiutarli-

-Voi? Cosa potreste fare voi?- chiese la madre, continuando a non capire.

Kate mostrò il marchio che aveva sul petto, provocando uno sguardo stupito e spaventato da parte della donna.

-Questo è ciò che mi permetterà di distruggere Unicron. Per questo hanno bisogno di me-

La madre continuava a guardarla.

-Mamma, fidati di me, per una volta- concluse Kate.

La ragazza vide gli occhi della madre inumidirsi, commossa.

-Tornerete?- chiese.

-Certo. Non ci accadrà nulla. Loro non lo permetteranno-

Ad un tratto avvertirono dei pesanti passi alle loro spalle. Si voltarono e videro Optimus che si inginocchiava.

-Madre di Kate e Will, sono Optimus Prime, capo degli Autobots, e prometto sulla mia vita che riporterò i ragazzi sani e salvi-

La donna non sapeva se essere spaventata o affascinata. Poi, sorridendo, disse:

-Se non manterrai la promessa, giuro che non ti libererai facilmente di me-

Poi abbracciò i figli.

-Se vi dovesse accadere qualcosa, non potrei perdonarmelo. Ma so che sarete all'altezza perchè ho fiducia in voi-

I tre si slegarono dall'abbraccio. Dopodichè i ragazzi e il robot di incamminarono verso i compagni.

-Kate, aspetta!!- lo chiamò la madre.

La ragazza si fermò mentre la donna le correva incontro. Quando la raggiunse, le prese una mano e le lasciò qualcosa.

-Sono sicura che ti farà piacere averle-

Kate aprì la mano e vide ciò che la madre le aveva dato: erano le piastrine del padre.

-Grazie- disse, mentre gli occhi le si riempivano le lacrime.

-Torna, figlia mia. Ho fiducia in te-

 

I tre, accompagnati da Optimus, tornarono verso gli altri, mentre alle loro spalle le auto della Sicurezza Nazionale sgombravano il campo.

-Tutto a posto?- chiese Smokescreen.

-Si, tutto a posto- risposero loro.

All'improvviso avvertirono la terra tremare, segno evidente che Unicron era sempre più vicino.

-Come agiamo?- domandò Red Alert.

-Sicuramente in compagnia di Unicron si trova Sideways. Dovremo quindi distrarre sia lui che il gigantone per dare modo a Kate di stabilire un contatto con la tavola- disse Vector Prime.

-Come faccio ad arrivare sino all'altezza di quel robot? È altissimo- disse lei.

-Spingeremo Unicron sino a quel palazzo laggiù. Dovrebbe essere abbastanza alto-

-D'accordo. Andiamo- disse infine Optimus.

 

Unicron era ormai a pochi passi dai confini della città. Accanto a lui il fedele Sideways. Il robot stava già pregustando la vittoria, quando fu colpito in pieno da una scarica di laser che lo colsero di sorpresa.

-Ma che diavolo succede?- si chiese non appena si fu ripreso.

Poi, dal basso, vide arrivare una schiera di mezzi che riconobbe immediatamente.

-Quegli sporchi Autobots!! Che intenzioni hanno?-

Optimus, Hot Shot, Smokescreen e Scavenger si scagliarono contro Unicron, cercando di deviarne la direzione.

-Sciocchi, non gli permetterò di fermare i miei piani- disse e si scagliò contro gli Autobots.

Fu però fermato dall'intervento di Blurr e Sideswipe.

-Dove credi di andare?- gli chiese quest'ultimo tagliandogli la strada.

Nel frattempo Vector Prime aveva trasportato Kate, Matt e Will sul tetto del palazzo prestabilito.

-Adesso è tutto nelle tue mani- disse alla ragazza e se ne andò per raggiungere gli altri.

 

-Kate, cara mia, stavolta ti sei ficcata in un guaio da cui non uscirai facilmente- si disse lei, mentre osservava la scena dall'alto dell'edificio.

Nel frattempo gli Autobots stavano riuscendo nel loro intento: Unicron veniva spinto proprio dove volevano, mentre Sideways stava per essere sconfitto.

Kate avvertiva distintamente che a breve il suo compito sarebbe iniziato, ma non sapeva nemmeno da che parte cominciare per creare la connessione con la tavola.

All'improvviso però accadde qualcosa tutto: non appena i suoi occhi incrociarono la superficie del manufatto, si stabilì il contatto. Fu come se venisse catapultata in un'altra dimensione, priva i punti di riferimento, un immenso universo punteggiato di stelle.

-Ma dove sono?- si chiese, ma fu come se le parole le avesse pronunciate.

Ad un tratto avvertì una presenza insieme a lei: si voltò e davanti si trovò Unicron, delle dimensioni però di un normale robot.

-Bene, vedo che la parte di potere scomparso dalla tavola è venuto a riunirsi ad essa- sogghignò con voce fredda.

-Non ci contare, sono qui per ditruggerla interamente-

-Quanta audacia, scommetto che è stato il nostro amico Vector Prime a spingerti a farlo. Ma forse non ti ha detto che se distruggerai la tavola, eliminerai anche te stessa-

Kate raggelò. Vector Prime non l'avrebbe mai spinta verso la distruzione.

-Menti!!- gridò.

-Oh no, posso essere accusato di qualunque cosa, ma non di essere un bugiardo. Ragazzina, se vorrai distruggermi, dovrai dire addio anche alla tua vita-

Nel frattempo lo scontro si era fermato: Unicron si era improvvisamente arrestato dov'era, mentre sul tetto del palazzo vi era una grande agitazione. Matt e Will, infatti, avevano improvvisamente visto Kate cadere a terra, priva di sensi, e, dopo aver tentato di svegliarla, si erano resi conto che non dava segni di vita. Il simbolo sul petto era luminoso.

I due si erano fatti prendere dal panico. Intanto gli Autobots, riusciti a sistemare Sideways, avevano raggiunto i ragazzi sul tetto.

-Che ha Kate?- chiese Optimus non appena la vide.

-Non lo sappiamo. Quel che è peggio è che non riusciamo a svegliarla-

-E' entrata in contatto con la tavola. Adesso dovrà combattere da sola- disse Vector Prime.

-E noi che possiamo fare?- chiese Will.

-Non ci resta che sperare-

 

-Io...non ti credo!!- esclamò di nuovo Kate.

-Sei liberissima di non farlo, ma i fatti non cambiano-

La ragazza stavolta non rispose: la disperazione l'aveva invasa, più che altro perchè Vector Prime le aveva omesso una cosa di tale importanza. E adesso come se la sarebbe cavata?

-Io posso offrirti la soluzione- disse all'improvviso Unicron.

Lei lo guardò piena di meraviglia.

-Sai ragazzina, mi fai una gran pena e anche un'infinità pietà. Se penso a quel robot grande e grosso che è Vector Prime che si è ridotto a inviare una creatura debole e spaurita a combattermi, mi fa quasi ridere-

La ragazza sentiva come un macigno che la opprimeva ad ogni parola.

-Per questo ti propongo un patto: se tu mi darai i poteri che la tavola ti ha trasmesso, io prometto che risparmierò te e questo inutile pianeta-

Kate non voleva cedere, anche se non trovava altra soluzione. Non voleva darla vinta a quel demonio. All'improvviso sentì in sé una nuova forza, come se tutte le speranze del mondo di andassero a concentrare dentro di lei. A poco a poco fu circondata da una luce sempre più potente, fino a quando finì per brillare come una stella.

-Ma che succede?- chiese sconcertato Unicron

-Vedi, queste sono le speranze di ogni essere vivente e sono state affidate a me. Non sono debole e inutile come tu dici e ti distruggerò, anche se questo mi costerà la vita!!- gridò Kate ed esplose, come esplode una stella quando è arrivata alla fine.

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Capitolo 11
*** Epilogo ***


 

Il gruppo avvertì un crepitìo, mentre vedevano il corpo di Unicron, insieme alla tavola, tramutarsi in polvere. In quello stesso istante, il corpo di Kate, adagiato tra le braccia di Matt, si fece freddo e di un pallore cadaverico.

-Kate??- sospirò il ragazzo con gli occhi lucidi.

-Kate...rispondimi- continuò, senza effetto.

Will si era avvicinato, incredulo e, piangendo, cadde in ginocchio vicino al corpo della sorella. Nessuno osò parlare, ma si chiusero in un rispettoso silenzio.

Vector Prime fu il primo ad avvicinarsi.

-Mi dispiace- disse.

-Tu lo sapevi che avrebbe rischiato la vita, non è vero?- chiese irato Matt.

-Era una variabile che non avevo preso in considerazione- confessò quello.

-Come hai potuto farle questo?!?-

Il robot non rispose.

In quel momento, come se anche il cielo piangesse, si mise a piovere. Red Alert si fece accanto a Will, il quale si strinse forte ad una sua gamba, mentre Hot Shot si avvicinò a Matt.

-Amico, io...-

-Non dire niente, Hot Shot, non servirebbe- rispose il ragazzo, mentre stringeva a sé il corpo senza vita di Kate.

 

Ad accogliere il gruppo degli Autobots stava la squadra della Sicurezza Nazionale, con in prima fila l'agente Morrison, in attesa del ritorno dei figli. Non poteva però immaginare che Kate non sarebbe più tornata. Lo capì però immediatamente quando Matt avanzò con il corpo della figlia tra le braccia, mentre Will non riusciva a guardarla negli occhi.

Le sue lacrime si impastarono con la pioggia mentre vedeva il corpo di Kate adagiato a terra, sul freddo asfalto, che le trasmetteva solo il pallore della sua pelle.

-Dovevate proteggerla- continuava a ripetere, con la voce rotta dal pianto, mentre si stringeva la testa della figlia al petto e la cullava, come quando era piccola.

 

-Papà, perchè te ne vai? Io voglio stare con te-

La figura del padre la guardò teneramente.

-Sei sicura, piccola mia?-

-Si. Ho compiuto il mio dovere e ne ho accettate le conseguenze. Adesso non voglio altro che un po' di pace-

-E non hai nessun rimpianto?-

Lei ci pensò.

-Di non aver detto alla mamma quanto le voglio bene e quanto mi sono comportata da bambina; a Will di non avergli detto che fratello eccezionale è; a Matt...a Matt di non avergli mai confessato quanto mi piace. Ma ormai che importa?-

-Importa e come, bambina mia, poiché tu non sei ancora pronta per andartene-

-Ma cosa dici? Io me ne sono già andata- ribattè lei, senza capire.

-Oh no, Kate, non è ancora il momento...-

 

Sul petto di Kate il simbolo si illuminò. Iniziò a soffiare un forte vento e la polvere che una volta era stata Unicron la circondò. Tutti si allontanarono, compresi i robot. La ragazza fu alzata in aria, mentre a poco a poco la polvere le penetrava nel corpo attraverso il marchio. In pochi secondi fu tutto finito e fu riadagiata a terra, poco lontano dal gruppo. Stavano per soccorrerla, quando lei ebbe uno spasmo, come se il respiro le fosse tornato in corpo tutto assieme. Dopodichè si mise a respirare affannosamente. Will le piombò addosso e la madre le gettò le braccia al collo.

-Ma come è possibile?- chiese Kate, guardandosi, per assicurarsi che non si trattasse di un sogno.

-La tavola ha voluto restituire il favore- si limitò a dire Vector Prime.

La ragazza avvertì qualcosa al collo e si stupì nel constatare che il pezzo di tavola era tornato. In quel momento alzò lo sguardo e incontrò gli occhi di Matt.

-Ci hai fatto preoccupare- le disse.

Lei non rispose, ma balzò in piedi e lo abbracciò più forte che poteva. All'orecchio gli sussurrò:

-Non lasciarmi mai più-

 

-Optimus, cosa farete adesso? Resterete e accetterete di aiutare il governo americano o ve ne tornerete su Cybertron?-

-Abbiamo promesso che aiuteremo il governo terrestre, ma per quanto riguarda la nostra permanenza qui, si incentrerà sulla ricerca e la cattura di Megatron e sull'inseguimento di Sideways, sparito dopo la caduta di Unicron-

-Detto tra noi, ci vorrà un bel pò- bisbigliò Hot Shot, facendo l'occhiolino.

-E per quanto riguarda noi? Saremo sempre i benvenuti alla base Autobots?- chiese Will.

-Avete ancora i bracciali?- disse Red Alert.

-Certo- risposero in coro i ragazzi.

-Ricordate allora...- cominciò Optimus.

-Autobots ora, Autobots per sempre!!-

 

 

FINE 








 

N.A. Scusate, questo ultimo capitolo è un pò corto, ma un gran bel colpo di scena, no??? Comunque tra non molto tornerò con un seguito. Spero seguirete anche quello. Ciao Ciao :3 :3

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