Naraku no Maki †

di Raven Roth
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Chapter One † ***
Capitolo 2: *** Chapter Two † ***
Capitolo 3: *** Chapter Three † ***



Capitolo 1
*** Chapter One † ***


Maki se la stringeva forte forte e vicino al cuore, quella testa.
Sorrise mentre una lacrima le rigò la guancia. Toccò delicatamente i capelli del ragazzo, poi glieli baciò.
E gli carezzò il viso, che era freddo. Il volto del ragazzo non era più contratto di dolore, sembrava in pace, una pace che caratterizzava i morti.
Vide del sangue che gli colava dalla fronte. Maki si passò la lingua rosea sulle labbra.
E leccò quelle poche gocce di sangue.

 
 

Naraku no Maki

 

Yukino Maki era una ragazza bellissima, la più bella della scuola.
Aveva dei capelli lunghi, lisci e fini, colorati di tutte le tonalità dell'oro e un ciuffo che le pendeva sul naso e che lei si tirava sempre indietro in una delle gesta più sensuali.
Gli occhi grandi e marroni trasmettevano calore.
La pelle uniformemente liscia, candida.
Le labbra trasparenti di lucida labbra o scarlatte di rossetto.
Il seno grande e largo, la vita stretta in corpetti gotich lolita, i fianchi perfetti e le gambe lunghe che sembravano non finire mai.
Era davvero splendida, e lo sapeva.
Per alcune ragazze era un po' inquietante quando la vedevano ondeggiare il bacino e mettere in mostra le tette, per altre era solo odiosa quando la vedevano passare con le sue minigonne nere, lucide e cortissime, apposta per poter mostrare più facilmente le mutandine ai ragazzi.
Quando la incrociavano sibilavano un «troia» a denti stretti, invidiose da morire dei suoi denti bianchi, del suo sorriso luminoso.
Ma a Maki quei commenti le sciolavano addosso, sorpassava le ragazze osservandole da sotto le lunghe ciglia, con le labbra arricciate in avanti, impettita ed altezzosa come un gatto.
Otani Shin'ichi era il suo amico d'infanzia, quello con cui un tempo aveva armeggiato il didò verde brillante, con cui aveva costruito i puzzle, mangiato la nutella che rubavano sempre dalla mensola più alta della cucina.
Otani non era come lei, era serio e studioso, goffo e buffo.
Aveva sempre ciuffi neri e disordinati che gli ricadevano davanti agli occhi anch'essi neri e grandi, grandissimi. Era magro, pallido e portava sempre lo stesso paio di jeans.
Anche se lui e Maki sembravano non avere niente in comune, erano legati tra loro ed indispensabili l'una all'altro, come il giorno per la notte, lo ying per lo yang.
Si erano un po' distaccati dai tempi delle elementari, fino ad ora, le scuole superiori, anche se Maki era nella classe accanto a quella di Otani. Forse non si erano più visti perchè, be', Maki frequentava un sacco di gente - quasi tutti ragazzi - e Otani non aveva voglia di frequentare nessuno, e tanto meno gli amici della ragazza.
Un giorno Maki, all'uscita della scuola, aveva squadrato veramente la gentaglia che aveva davanti - ovvero ragazzi con i capelli tutti rasati in qualche cresta - e nel vedere invece Otani, con i capelli ancora lunghetti e mori aveva assaporato il gusto di diverso.
Così aveva preso la decisione di riavvicinarsi. Prima che lui sparisse tra i fiumi di gente e se ne andasse dal cancello verde bottiglia della scuola con lo zaino in spalla.
Maki corse verso di lui, dando gomitate alla gente che le lanciava imprecazioni, per conquistarsi un po' di spazio.
Quando fu abbastanza vicina ad Otani gli urlò: - Ma ti sembra il modo, lasciare una lady così, sola soletta? - ed imitò un piccolo broncio.
Otani sorrise, poi si voltò verso Maki, un po' incerto dall'improvviso riavvicinamento. Quello della lady era un vecchio gioco che facevano da piccoli: Maki desiderava essere la principessa, quindi si trasformava in Lady Maki e Otani era il suo fedele servo.
Si schiarì un po' la voce, - Mi segua pure, Milady.
Maki esibì un sorriso a trentadue denti, prima di saltellare al suo fianco. Poi gli dette una manata sulla spalla. - Uffa, Otani-kun! - iniziò con la sua vocetta stridula, - Perchè non mi saluti mai quando mi vedi?
Otani si voltò nuovamente a guardarla. Sembrava sinceramente offesa. - Maki-chan tu sei sempre circondata dai ragazzi... venire lì a salutarti mi scoccia, ecco.
- Come? - domandò stizzita, - A Otani-kun scoccia salutare un'amica?
Otani sbuffò. Quando Maki iniziava non la finiva più.
- No, non intendevo questo...
- Otani-kun è sempre il solito stupido! - sbottò Maki, e poi lo prese a braccetto.
Otani sembrava in imbarazzo.
- Maki-chan, per favore...
- Cosa? - sbattè le ciglia con fare innocente.
- N-Non mi stare appiccicata... - disse arrossendo nonostante l'espressione seria.
- E perchè? - ribattè Maki strusciando la guancia sulla spalla di Otani.
- E basta, dai! Ci guardano tutti Maki-chan...
Lei smise di strusciarsi, appoggiando la testa sulla sua spalla. - E me ne può fregare qualcosa? - un sorrisetto perfido si dipinse sul suo volto, - E' la punizione per Otani-kun, che si vergogna di stare insieme alla sua amica.
Otani sbuffò di nuovo, ma in cuor suo era felice.
- Senti, Maki-chan, da quant'è che non facciamo la strada insieme?
- Da troppo tempo. - sospirò Maki, - Otani-kun mi è mancato tantissimo.
Cadde un silenzio pesante.
- ...E io a Otani-kun? - domandò Maki.
- Mh?
- Io sono mancata a Otani-kun?
Ecco, l'aveva messo di nuovo in imbarazzo. Quella ragazza aveva il potere di stravolgerlo. E sembrava divertirsi un mondo a farlo. - B-Be', non mi aspettavo che a Maki-chan... fossi mancato così tanto, ma...
- Otani-kun! Non hai risposto alla mia domanda! - urlò.
- Eh? - fece finta di non capire.
- Otani-kun non capisce mai nulla. - si strinse un po' di più al suo braccio, offesa.
E continuarono così per un po', finchè non dovettero dividersi.
Otani fece per salutare Maki con un gesto della mano, ma lei lo attirò a sè e gli dette un bacio sulla guancia.
Arrossendo, lui aveva detto «vai, vai».
Maki aveva riso con malizia e si era chiusa alle spalle la porta di casa sua.









Lo spazio della Raven
Ecco qua il primo capitolo. Spero sia venuto bene. <3
Be', non ho niente da dire.
Recensite. *_*

 

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Capitolo 2
*** Chapter Two † ***


Naraku no Maki
 

Dopo quel giorno Otani e Maki si erano visti spesso.
Praticamente tutti i pomeriggi a partire da dopo la scuola, dato che facevano di nuovo la strada insieme.
In genere Maki lo invitava a casa sua quando giungevano al portone del suo appartamento, ma lui borbottava un rifiuto quasi sempre.
Maki sosteneva imperiosamente che erano scuse. La scusa preferita di Otani era la solita: lo studio, anche se a volte non doveva studiare davvero.
Infatti, Otani, in cuor suo preferiva starsene a casa che trascorrere i pomeriggi dalla ragazza.
Trovava che stare con Maki fosse estremamente imbarazzante. Non sapeva mai come comportarsi quando lei si metteva in una posa tale da mettere in mostra il suo decolltè o quando arricciava le labbra in un certo modo. Allora si irrigidiva e faceva finta di non vedere.
A volte era così deciso a declinare l'invito che Maki si spazientiva, lo si capiva dal suo continuo sbuffare e dal nervoso picchiettio del suo tacco. Dopo di che iniziava a strillare furibonda (Ma come! Rifiutare così l'invito di una lady!). Ma Otani era così testardo che allora lei gli diceva «vattene e ricordati di telefonarmi», ma sapeva che non lo faceva mai. 
Passò il tempo e un giorno Otani non aspettò Maki all'uscita di scuola. Inutile dire che Maki era incollerita da morire. Voltandosi stizzosamente verso un gruppo di amici ridacchianti che si allontanavano, la ragazza pensò che quell'idiota di Otani si era sicuramente scordato di lei. Serrò le labbra. Maki era sempre al centro dell'attenzione di tutti. Nessuno si scordava di lei. Che diavolo, quando dava un appuntamento ad un ragazzo quello non osava, nemmeno minimamente, scordarsi di lei! Altrochè, i ragazzi morivano dalla voglia di vederla! Lei era una lady ed andava trattata con un certo riguardo, no? E allora perchè con Otani era così difficile?
Schiumante di rabbia si avviò verso casa, quando lo vide. Otani che cinguettava allegramente con una ragazza.
La sua rabbia fu spazzata via dallo stupore.
Sembrava molto preso. Eppure cos'aveva quella ragazza di così attraente, addirittura più attraente di lei?
Aveva i capelli castani corti, due stupide fossette sulle guance quando sorrideva, era totalmente zero in confronto a Maki.
Be'... ora che la guardava meglio però da sotto il pesante maglione grigio topo si potevano scorgere due tette da pornostar. Maki ci pensò un po' su e decise che le sue erano più belle, meno volgari.
Ora vado a dirgliene quattro, e si avvicinò a piccoli passettini ma decisi, le ciglia altezzosamente socchiuse.
Quando fu abbastanza vicina, strattonò la spalla di Otani in una maniera decisamente poco femminile.
- Otani-kun, ma che fai? Perchè non mi hai aspettata?!
Otani guardò la ragazza castana e poi si voltò leggermente verso Maki. - Maki-chan, per favore, non vedi che sto parlando? - disse sottovoce, come se si vergognasse di lei.
- Ti ho chiesto perchè non mi hai aspettata, non m'importa di quella là! - si dimenò come una bambina capricciosa.
Otani continuò sempre con quel suo tono imbarazzato: - Su, Maki-chan, è una mia amica...
- Cosa? Ma non ero io la tua amica?!
La ragazza sconosciuta stava osservando la scena intimidita, mangiucchiandosi le unghie. Otani se ne accorse, allora si voltò verso Maki e le rivolse un sorriso luminoso. - Ma certo, Maki-chan. Perchè non diventate amiche pure voi? - disse, - Maki-chan, lei è Mitsuki-chan.
Mitsuki fece un cenno di capo sorridendo e abbassando lo sguardo ancora intimidito.
- Perchè d'ora in poi non ci vediamo tutti e tre insieme? Così diventiamo un trio di amichetti, contenta Maki-chan? - non le dette il tempo di ribattere, si allontanò iniziando a parlare nuovamente con Mitsuki.
Maki rimase impietrita lì dov'era, lo sguardo indurito.
E guardando Otani e Mitsuki avviarsi insieme come una coppietta, aveva capito. Lei non voleva nessun trio di amichetti. Lei voleva solo Otani.
Si sentì invadere dalla bramosia più morbosa.
E decise che nessuna, se non lei, avrebbe avuto il suo Otani-kun.
E non le importava se era una follia ciò che stava per fare.









Lo spazio della Raven
Uahaha, ed è l'inizio della follia! *w* Anche io adoro Maki-chan. Quella Yanderella là. *w*
... Ok, scusatemi se il capitolo non è lunghissimo, ma non avevo proprio tempo. çvç
Be', scriverò il terzo capitolo il prima possibile.
Recensite. *O*

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Capitolo 3
*** Chapter Three † ***


"Sciagurata, sciagurata, sciagurata." Maki continuava a stuzzicare la carne che emetteva uno sfrigolio ogni volta che la punzecchiava con la forchetta.
Un puzzo di morte si levò in aria.
"Sciagurata, sciagurata, sciagurata." Continuava a ripetersi incessantemente a denti stretti, dando forchettate sempre più decise. "Sciagurata, sciagurata, sciagurata."
I suoi bei lineamenti erano contratti e gli occhi, privi di qualsiasi femminilità umana, erano sbarrati come una fiera accanita sul suo pasto.
Levò la forchetta in aria. "Sciagurata!" e la piantò nella carne maleodorante.



 

Naraku no Maki
 

Otani lanciò due occhiate furtive alla sua destra e alla sua sinistra.
Poi avanzò a frettolose ed ampie falcate verso l'uscita della scuola, a testa bassa, non voleva vedere nessuno.
Alzò un attimo lo sguardo e focalizzò il cancello, per lui sinonimo di salvezza, salvezza dai gridolini femminili, dal vociferare delle persone e dal rombo dei motorini attorno a lui.
Libertà dalla vita scolastica.
Accelerò un po' il passo.
- Otani-kun!
Non appena udì il suo nome, chiamato da quella vocetta stridula e inconfondibile, si piantò immediatamente sul posto.
Rigido, rispose: - Maki-chan.
- Otani-kun dove vai così di fretta? Mmmh? - picchiettò un'unghia smaltata sul mento. - Non è che ti devi vedere con quella?
- Be'...
- Cosa?! - non lo lasciò parlare, - Voglio venire anch'io con voi!
- Maki-chan, vedi... non puoi invitarti da sola...
- Otani-kun sei stupido, stupido, stupido! - squittì accentuando la sua affermazione scuotendo ritmatamente la testa. - Perchè... Otani-kun? Perchè non posso venire? Sono molto più carina di quella ragazza, no?
D'un tratto Otani sbarrò gli occhi per l'irritazione e si voltò bruscamente verso di lei.
Aveva le labbra perfette protese verso il basso, gli occhi lucidi e le guancie arrossate.
Otani strinse i pugni. - Ma che... ma che stai dicendo, Maki-chan? - ormai Maki lo riconosceva dalla sua immediata freddezza: Otani era infuriato.
- Cosa c'entra essere carine o no, me lo spieghi? - alzò la voce.
A quell'urlo carico di rimprovero, Maki non riuscì a soffocare un piccolo urletto di sorpresa e di spavento.
Poi vide il ragazzo scuotere la testa, confuso. - Sai, Maki-chan, a volte penso che tu venga davvero da un altro pianeta.
Questa volta Maki si strinse forte tutte e due le manine al petto perchè avvertì una stretta al cuore, forte e brutale, immediata e incontrollabile, straziante e dolorosa.
Ma rimase impietrita.
Sentì gli occhi pizzicarle e capì che stava per scoppiare in lacrime e singhiozzi.
Ma rimase in silenzio.
- Non tollererò più questo tuo comportamento nei confronti di chi è amico mio! - le rinfacciò l'altro.
No, no, no. Non le andava bene. Otani non doveva urlarle in faccia così.
P... Perchè sei cattivo con me, Otani-kun?
Maki inspirò dal naso, poi liberò dalle labbra un profondo e doloroso sospiro.
Si calmò. O quasi.
Capì che doveva cambiare atteggiamento, altrimenti l'avrebbe perso per sempre. E una lady non poteva certo perdere il suo fedele servitore, non sarebbe sopravvissuta.
Quindi cercò di scacciare via l'espressione sconvolta, facendo il sorriso più civettuolo che poteva permettersi in quel momento. - M-Ma no, gli amici di Otani-kun sono amici miei! - esclamò radiosamente, prendendolo a braccetto. - Allora andiamo?
Per tutta risposta Otani sospirò.

 

              
 

Maki rimase un po' stupita quando Otani raggiunse Mitsuki che era già davanti al portone del suo appartamento.
Così Otani-kun l'aveva invitata a casa sua. Menomale che sono venuta. Quei due non devono assolutamente rimanere da soli.
La tristezza e lo sconforto stavano per avere la meglio su di lei, ma aveva così tanti pensieri ronzanti per la testa che non ebbe il tempo per deprimersi.
Per tutto il tempo Maki si era pavoneggiata per far vedere a Otani che lei era mille volte meglio di qualsiasi altra ragazza, sbatteva le ciglia meccanicamente. Per Mitsuki era un po' preoccupante. I tre avevano passato tutto il pomeriggio insieme fin quando si fece buio e venne il momento di tornare a casa.
Otani si era offerto per accompagnare Mitsuki e, ovviamente, anche Maki.
- Prima però ho bisogno del bagno. - aveva detto il ragazzo, prima di sparire dentro una stanza.
Maki e Mitsuki non si accorsero l'una dell'altra finchè non sentirono la chiave della porta del bagno emettere uno scatto nella toppa.
Dopo qualche minuto di silenzio che soppesava l'aria, e soprattutto Mitsuki, Maki iniziò con lo sguardo penetrante conficcato nel pavimento: - Non mi ricordo di un Otani-kun così audace... non mi piace.
Mitsuki si voltò verso di lei, intimorita. - Scusa, non capisco, che significa?
Maki fece le spallucce. - Niente. Che non mi piace questo improvviso cambiamento del mio Otani-kun. - sentì un brivido saettarle per la schiena sottile nel rivolgersi a Otani con la parola «mio». Le si dipinse un ghigno compiaciuto sul viso.
- Sì, perchè Otani-kun è mio. - Mitsuki notò che Maki era in preda ad una strana frenesia. Il suo respiro era accorciato, gli occhi sbarrati con le pupille assottigliate, si accartocciava istericamente l'orlo di pizzo della gonnellina. - Quindi ridammelo. Ridammelo subito. - l'aggredì. - Ridammelo! - strillò facendo sobbalzare violentamente Mitsuki, che indietreggiò non appena Maki fece tre passi barcollanti verso di lei. - Maledetta... che tu sia maledetta. - ringhiò. - Sciagurata, sciagurata, sciagurata. - continuava a farneticare Maki sventolando la testa tra le mani e rovesciando gli occhi.
E' pazza!, Mitsuki indietreggià ancora, in modo da mettere il tavolo tra lei e Maki.
- Sciagurata, sciagurata, sciagurata. - era come ascoltare un disco rotto, la voce che prima si alzava bruscamente, poi si abbassava di nuovo, diventando un sibilo da far gelare il sangue. - Sciagurata! - dalle labbra sensuali di Maki si liberò uno strillo selvaggio, e avrebbe strozzato Mitsuki volentieri se non fosse apparso Otani alle sue spalle.
- Che succede? - inarcò le sopracciglia il ragazzo, notando l'atmosfera tesa.
L'espressione stravolta di Maki svanì in un attimo, tornando tranquillissima, come se niente fosse. - Nulla. Stavamo solo discutendo. Diventeremo grandi amiche sai? Vero Mitsuki-chan? - sorrise luminosa verso di lei, ma negli occhi, se si osservava attentamente, si potevano scorgere le fiamme e tutto il rancore di poco fa.
Mitsuki annuì, ammutolita dal terrore.
- Bene, mi fa molto piacere! - Otani rise sonoramente e Maki si perse un secondo a guardarlo. Perchè non rideva mai? Era così bello quando rideva. - Ok! - strizzò l'occhio riprendendosi, e aspettò che Otani si voltasse.
Poi scivolò bella ed inquietante al fianco di Mitsuki. Avvicinò le labbra rosse al suo orecchio. - Domani... non voglio vederti a scuola. - lo sguardo nuovamente raggelato. - E' meglio se fai come ti dico. - sorrise e Mitsuki riconobbe ancora quello sguardo bruciante. - Le ragazze della nostra età devono essere amiche, no?










Lo spazio della
Raven
Nèèè, che ne dite? =ççç=
Maki-chan non è assolutamente figaH? Quale uomo non vorrebbe una ragazza del genere? LOL
Non so quando inizierò la parte veramente movimentata. Forse nel prossimo capitolo o forse no, a seconda di come mi gira. *w*
Per ora la faccio esplodere in qualche scatto schizofrenico. Anyway, detto ciò sparisco!
Recensite, eeeh.

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