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L’ultima estate
Ciao A tutti!!!!Dunque so bene di avere una fic ancora in sospeso e so
bene che molti di voi mi odiano per questo, ma avete presente quando vi
ronza in testa un pairing e non c’è verso di farsi venire idee con qualcun
altro??? Ecco, a me sta succedendo con le ItaGaa, che adoro, venero e amo
con tutto il cuore…Credo che sia la mia coppia preferita e ho diverse idee
per varie fic con questa coppia, quindi mi sa che mi specializzerò con
qesti due…Spero che la fic ( che sarà una long fic) piaccia a tanta gente
e prometto che oltre alla ItaGaa ci aggiungerò qualche altra
coppietta…Grazieeeeeee
Capitolo 1- Ma perché capitano tutte a me?
Sabaku no Gaara osservava con aria annoiata il paesaggio intorno a lui;
viaggiavano da diverse ore, chissà perché sua madre aveva deciso di andare
dall’altra parte dello Stato in macchina, con almeno 30° esterni, per
raggiungere il padre in quel maledetto paese di mare in cui si era
rifugiato.
Fosse stato per Gaara, avrebbe risparmiato qualche soldo per una bella
vacanza con i suoi amici, ma sua madre non aveva voluto sentir ragione:
quell’estate, lui e i suoi fratelli avrebbero passato l’intero periodo in
compagnia di loro padre.
Perché poi? Gaara non faceva che chiederselo dal momento che suo padre
li aveva abbandonati quando lui ancora era un bambino e da allora non
aveva più fatto nulla per riaverli con sé, di conseguenza, Gaara, non
aveva nessuna voglia di passare del tempo con un uomo che era pressochè un
estraneo e che di sicuro non sarebbe nemmeno stato presente durante il
periodo della loro permanenza.
Dal poco che gli era stato detto su suo padre, Gaara sapeva che
lavorava come tutto fare e che spesso dava una mano ad amici e vicini nel
costruire chissà quale oggetto, perciò per la maggior parte del tempo, il
signor Sabaku sarebbe stato fuori casa.
Con un sospiro, Gaara pensò ai suoi amici, che in quel momento si
stavano preparando per una bellissima vacanza in giro per la Spagna;
avrebbe dovuto esserci anche lui, ma all’ultimo era stato costretto a
rinunciare per fare contenta sua madre.
Non capiva perché la donna avesse insistito tanto e non avesse voluto
sentire ragioni al riguardo: lei era forse quella che detestava più di
tutti il signor Sabaku e fino ad allora aveva cercato in tutti i modi di
tenerlo il più possibile lontano dai suoi figli.
Poi, quell’estate, qualcosa era cambiato e non c’era stato verso di
trovare qualche scusa per non partire.
All’ennesimo sbuffo di Gaara, la signora Sabaku alzò lo sguardo sullo
specchietto retrovisore lanciando al figlio un’occhiata di rimprovero “Per
l’amor del cielo, Gaara, smettila! Non stai andando alla scuola militare,
vai solo da tuo padre!” esclamò con aria esasperata, alzando gli occhi al
cielo.
Gaara sbuffò di nuovo e lanciò un’occhiata ai suoi fratelli: Temari
dormiva con la testa appoggiata sulla spalla di Kankuro, che guardava
fuori dal finestrino con aria annoiata ascoltando l’i-pod a tutto
volume.
Gaara sospirò per l’ennesima volta e guardò fuori dal suo finestrino,
accorgendosi solo in quel momento che erano usciti dall’autostrada già da
un pezzo e che stavano entrando a Brentford, paese di mare dove da anni
viveva il padre.
Sua madre non faceva che indicare ai ragazzi tutto le possibili
attrazioni del posto: c’era una lunghissima spiaggia di sabbia bianca che
seguiva tutta la costa fino all’ orizzonte, tempestata da ombrelloni e
sedie a sdraio; i bambini giocavano sul bagnasciuga, mentre un gruppo di
ragazzi si sfidava a beach volley poco più avanti.
C’era un enorme ruota panoramica vicino al pontile, che dava proprio
sul mare e le coppiette ci salivano per ammirare Brentford dall’alto e
scambiarsi tenere effusioni.
Molte persone costeggiavano il marciapiede in bicicletta o con i
pattini, vestiti solo in costume da bagno; qualcuno prendeva il sole
sdraiato sugli asciugamani e ascoltando la musica dai loro i-pod.
Sul lato opposto alla spiaggia, c’erano un sacco di bar, ristoranti e
locali serali, ghermiti di giovani che, in gruppo, chiacchieravano e
scherzavano prendendo qualcosa da bere, seduti sui motorini o sulle
penchine lì di fianco.
Tutto sommato, pensò Gaara, Brentford non era poi così male: per lo
meno non era uno di quei paesi con al massimo 100 abitanti e tutti sopra i
70 anni.
Quando la macchina si fermò, Gaara vide con la coda dell’occhio che
Kankuro dava dei colpetti gentili sulla guancia a Temari, per svegliarla;
Gaara afferrò il suo zaino e scese dall’altra parte, preparandosi a dover
affrontare l’uomo che in quel momento si trovava sul vialetto di casa
propria e si stava asciugando le mani sporche di grasso con uno straccio
lurido.
Kankuro diede una mano alla madre a scaricare le valigie e insieme a
Temari, si avvicinò al padre per salutarlo con un breve abbraccio, prima
di recarsi verso l’interno della casa.
Gaara rimase in disparte ad osservare la villetta in legno bianco che
sarebbe stata la sua casa per i successivi tre mesi: oltre il vialetto per
mettere la macchina, c’era un grosso garage piuttosto disordinato dove si
trovava il furgone a cui stava lavorando il padre fino a poco prima.
La casa era circondata da un porticato, adornato da vasi di fiori e
vicino alla porta c’era un dondolo piuttosto malandato; le finestre erano
grandi e ad alcune mancavano le tende per far passare così più luce.
L’interno della casa era completamente in legno scuro e il soggiorno
sembrava piuttosto disordinato; la casa sembrava essere piuttosto piccola,
ma, al di là del disordine, sembrava accogliente; inoltre, sul retro si
intravvedeva un enorme spiaggia deserta, probabilmente privata, almeno in
parte.
Gaara si fece coraggio e afferrò la sua valigia avvicinandosi ai due
adulti che parlavano tra di loro a bassa voce “Ehi, campione, non viene a
salutare il tuo vecchio?Come stai? Ne è passato di tempo, sei davvero
cresciuto!” lo salutò il padre allungandogli la mano così che Gaara la
stringesse.
Gaara fissò prima la mano tesa e poi suo padre, senza sorridere, come
se si chiedesse chi fosse quel tipo e cosa volesse da lui.
Il signor Sabaku sorrise nervosamente lanciando un’occhiata imbarazzata
alla ex-moglie e ritraendo la mano, prima di schiarirsi la voce “Beh,
scommetto che sarai stanco e affamato…Ho preparato uno spuntino, vuoi che
ti dia una mano a portare dentro la valigia?” chiese allora, leggermente
scoraggiato dalla reazione di Gaara, che afferrò la sua valigia facendola
cadere di proposito sui piedi del padre “Sì, grazie” disse sorridendo in
modo falso e lanciando un’occhiataccia alla madre “Vado a fare un giro”
annunciò prima di dare le spalle ai suoi genitori e allontanarsi, diretto
verso la spiaggia.
Il signor Sabaku osservò il suo figlio più piccolo allontanarsi senza
nemmeno voltarsi indietro e non poté biasimarlo: lui stesso si odiava per
aver abbandonato in quel modo i suoi figli, specialmente Gaara che era
ancora così piccolo, ma si era ripromesso che quell’estate avrebbe fatto
di tutto per migliorare il rapporto con i suoi tre figli e avrebbe
spiegato loro che nella separazione della madre loro non c’centrava
assolutamente niente e che amava i suoi figli più di ogni altra cosa “Ce
l’ha proprio a morte con me, non è vero?” chiese alla sua ex-moglie non
sitogliendo lo sguardo dalla figura ormai lontana di Gaara “Tu non ne hai
idea, Kenzo” rispose la donna affiancandolo e seguendo il suo sguardo “Non
ci ha mai perdonato…né me, né te…Era troppo piccolo e si è sentito
abbandonato…” mormorò la donna con malinconia “Lo so…” rispose lui in un
sospiro “Farò di tutto per fargli capire che non è così…Voglio che i miei
figli sappiano quanto gli ho voluto bene” rispose Kenzo Sabaku sorridendo
tristemente alla ex-moglie prima di invitarla a partecipare allo spuntino
“D’accordo, ma solo 10 minuti, voglio essere almeno a metà strada, prima
che diventi buio” rispose lei scherzando e seguendo l’uomo all’interno
della casa.
Gaara passeggiava vicino al bagnasciuga sorseggiando una coca cola
ghiacciata presa in un chiosco poco più indietro; dalle occhiate che gli
lanciava la gente, si rese conto che forse, prima di andare in spiaggia,
avrebbe dovuto indossare un costume da bagno o qualcosa di adeguato per il
mare.
Invece era rimasto con in sui jeans neri attillati, gli anfibi dello
stesso colore e la maglietta dei Metallica con le maniche strappate.
In molti avrebbero pensato che era un Emo o un Punk, ma non era così:
Gaara amava la musica, ma il suo genere preferito era il Pop o al massimo
il rock; si vestiva così da ribelle solo ed esclusivamente per far rabbia
a sua madre, che avrebbe preferito di gran lunga vederlo vestito in
tutt’altro modo, specialmente davanti ai suoi amici.
Gaara era ancora perso nei suoi pensieri, quando si avvicinò forse un
po’ troppo al gruppo che giocava a beach volley: uno dei ragazzi, in uno
slancio per cercare di afferrare la palla prima che finisse fuori dal
campo, lo urtò violentemente, facendolo cadere e rovesciandogli sulla
maglietta l’intera lattina di coca cola che Gaara stava ancora bevendo
.
I ragazzi che stavano osservando la partita, iniziarono a ridere e a
battere le mani, facendo battute sulla capacità di equilibrio del loro
amico “Scusa, non ti avevo proprio visto, mi dispiace molto” si scusò il
ragazzo tendendo una mano per far alzare Gaara da terra.
Il rosso si alzò ripulendosi i vestiti dalla sabbia e dando un’occhiata
al danno fatto dalla coca cola alla sua maglietta: una grossa chiazza
marrone ricopriva praticamente tutto il davanti della t-shirt che, essendo
bianca, era diventata in parte trasparante “Beh, non fa niente….Anche se
avrei preferito berla la coca cola” si lamentò Gaara mentre l’altro
ragazzo sorrideva ancora un po’ in imbarazzo “Davvero, non l’ho fatto
apposta….Facciamo così, ti compro una maglietta nuova” si propose
sorridendo più apertamente.
Gaara gli lanciò un’occhiata tra l’incuriosito e l’infastidito “Lascia
stare, non era nemmeno la mia preferita, posso farne a meno” rispose senza
però sorridere e togliendosi dai vestiti gli ultimi rimasugli di sabbia
che erano rimasti appiccicati “D’accordo, ma lascia almeno che mi
presenti: sono Sasuke Uchiha, molto piacere” disse il ragazzo tendendo la
mano verso Gaara che la afferrò riluttante “Gaara Sabaku e non so ancora
se è un piacere visto come mi hai ridotto” rispose facendo ridere Sasuke
“Beh, perché non ti fermi a guardare la partita allora?! Magari poi sarà
un piacere parlare con un campione” si vantò il moro.
Gaara sorrise scetticamente: quel ragazzo lo stava davvero annoiando “E
saresti…tu il cosiddetto campione?” chiese sarcastico puntandogli un dito
contro “Grazie, ma passo” disse prima di voltarsi per andarsene, ma Sasuke
gli si parò nuovamente davanti “Magari cambi idea se ti fermi dieci
minuti…Vuoi vedere?” chiese avvicinando il viso a quello di Gaara, che si
ritrasse sempre più innervosito “Mi dispiace, ma ho una maglietta da
andare a comprare” lo liquidò con un sorriso falso “Ci vediamo” lo salutò
poi voltandosi e aumentando il passo per non farsi più raggiungere da
Sasuke, che continuò a fissarlo con interesse per diversi minuti, prima di
tornare alla partita.
Tuttavia, un’altra persona aveva seguito con lo sguardo l’intero
scambio di battute tra i due e ora continuava a seguire con lo sguardo il
rosso, senza però avere negli occhi lo stesso interesse che aveva
dimostrato Sasuke.
Gaara girava tra le bancarelle ormai da più di un’ora, alla ricerca di
una maglietta che gli andasse bene e che fosse anche di suo gusto, ma fino
ad ora aveva trovato solo magliette da turisti, con su stampato Brentford
in colori e caratteri diversi, o con foto stampate della spiaggia del
paese, o della ruota panoramica e cose del genere.
Gaara ne afferrò una di un rosso acceso con stampata una foto di
Brentford dall’alto, sovrastata da un arcobaleno; non era granché, ma per
il tragitto fino a casa poteva andare più che bene.
Gaara stava tirando fuori i soldi dalla tasca dei pantaloni, quando una
voce lo distrasse e lo obbligò a voltarsi “ Io non credo che quella maglia
sia fatta per te, sai? Fossi in te, sceglierei una cosa più simile a
questa” disse un ragazzo moro e pallido come un fantasma, che era sbucato
da dietro una delle bancarelle e sorrideva a Gaara con aria furba.
Lo sguardo stupito di Gaara si spostò dal nuovo arrivato, alla
maglietta che quest’ultimo teneva in mano: era di un colore blu elettrico
e sul davanti aveva una scritta di diversi colori che diceva “Just do
it”.
Gaara sorrise afferrandola e guardando il cartellino con il prezzo “E’
perfetta, ma costa un po’ troppo” si lamentò facendo per metterla al suo
posto, ma il ragazzo moro lo fermò afferrandogli il polso e riprendendosi
la maglietta “Beh, guarda caso oggi c’è la promozione Tutto Gratis”
rispose sorridendo e appallottolando la maglietta per metterla nello zaino
di Gaara, che però si ritrasse di scatto “No, senti, non è proprio il
caso, non faccio queste cose” disse sorridendo timidamente per
giustificarsi.
Il moro alzò le spalle rimettendo giù la maglia “Come vuoi…Io sono Sai,
comunque, piacere” disse tendendogli la mano, che Gaara accettò accennando
un sorriso “Gaara Sabaku” rispose afferrando nuovamente la maglietta e
dirigendosi verso la venditrice per poter pagare.
Sai lo aspettò a un lato della bancarella con la braccia conserte e
dopo che Gaara ebbe pagato, gli fece segno di raggiungerlo “Allora, Gaara
Sabaku….Ti va di divertirti un po’ stasera?” chiese Sai sorridendo in modo
malandrino.
Gaara ci pensò su qualche secondo: in fondo, non conosceva affatto quel
tipo e da quello successo poco prima con la maglia, non doveva essere
proprio una brava persona…Ma in fondo, era lì proprio per fare rabbia ai
suoi e non ci sarebbe stata occasione migliore di un’uscita fino a tardi
con un cattivo ragazzo “Sì, perché no…Dove andiamo?” chiese togliendosi la
maglietta sporca e mettendola nello zaino, per poi infilarsi quella appena
comprata.
Sai sorrise mordendosi il labbro “Beh, c’è un tipo con cui mi sto
vedendo che suona in una band e stasera ci sarà un concerto proprio qui”
spiegò Sai leggermente esaltato.
Gaara alzò un sopracciglio guardandosi intorno “Qui?” chiese indicando
la piazza piena di gente e bancarelle “Beh, non proprio qui qui…Lo faranno
sulla spiaggia…Ci sarà un mucchio di gente e faranno l’open bar…Allora che
ne dici?” chiese Sai continuando a sorridere furbescamente.
Gaara ci pensò ancora un attimo, anche se aveva già deciso
“D’accordo…Per che ora ci vediamo?” chiese ormai del tutto convinto.
Sai sorrise contento e diede appuntamento al rosso per quella sera alle
21 nello stesso punto; i due si salutarono e ognuno andò per la sua
strada, mentre Gaara pensava che, se quella sera si fosse trovato con Sai,
poteva ufficialmente annunciare di aver trovato il modo per far sentire i
suoi genitori ancora più in colpa.
Ok, allora, in realtà avevo in mente di andare avanti ancora con il
capitolo, ma poi ho deciso di farli più corti, almeno i primi, perché
voglio vedere prima cosa ne pensa il pubblico….ehehehehehe….Mi sono resa
conto che involontariamente assomiglia a un film che ho visto di recente,
ma già dal secondo capitolo, sarà completamente inventata da me…parliamo
un attimo dei personaggi: i genitori di Gaara, come saprete, sono stati
spudoratamente inventati da me; per quanto riguarda Gaara, in questa fic è
il tipico ragazzo ribelle, infuriato con i genitori per il divorzio, che
fa di tutto per farglielo pesare e un po’ anche per attirare
l’attenzione…Con il tempo diventerà più docile, anche se mi piace questo
Gaara ribelle…Sasuke forse risulta un po’ OOC, ma anche lui subrà dei
cambiamenti durante il corso della fic…Sai spero di averlo fatto il meno
OOC possibile, anche se è apparso molto poco e nei prossimi capitoli avrà
più spazio…Nel prossimo capitolo appariranno sia Naruto che Itachi, e
probabilmente altri personaggi più di margine…Se la fic piace, potrebbe
essere mooolto lunga, se no cerco di finirla in ogni caso, anche se magari
ci inserirò meno particolari e poi mi dedicherò alla prossima ItaGaa che
ho già in mente….Fatemi sapere che ne dite, io comincio già a scrivere il
prossimo capitoloooooo!!!!!!
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Capitolo 2 *** Il Concerto ***
Capitolo 2- Il concerto
Gaara si guardava allo specchio da ogni angolazione, per controllare di
avere il look giusto per un concerto; non sapeva nemmeno di che tipo di
concerto si trattasse, quindi aveva optato per un look abbastanza anonimo
e che potesse andare bene in qualsiasi situazione: indossava una t-shirt
con dei motivi in bianco e nero senza alcun senso e dei pantaloni di pelle
decisamente attillati, come scarpe, invece aveva optato per delle Converse
rosse e bianche senza stringhe; decisamente un mix di look da fare invidia
a un clown, ma a Gaara piaceva, perché in quel modo suo padre non avrebbe
approvato ed era tutto ciò che gli importava.
Gaara uscì dalla sua stanza dopo l’ultima controllata allo specchio e
controllò l’orologio appeso al muro del soggiorno: le 20 e 40, in perfetto
orario!
Quando Kenzo avvertì la sua presenza, alzò lo sguardo dal computer sul
quale stava scrivendo chissà cosa e lanciò un’occhiata al figlio minore
“Vai da qualche parte?” chiese squadrandolo da capo a piedi senza sapere
come definire il look di Gaara “Sì, ho conosciuto un tizio oggi e mi ha
invitato a una cosa in spiaggia…farò tardi, quindi non aspettatemi”
rispose senza guardare il padre e facendo per uscire di casa, ma Kenzo lo
fermò “Aspetta, Gaara, vorrei…Parlare un attimo con te” disse alzandosi e
raggiungendo il figlio sul portico “Non ho tempo, adesso, sono già in
ritardo…Parleremo domani” lo liquidò Gaara scendendo di corsa le poche
scale che lo dividevano dal vialetto per poi continuare a camminare
velocemente, senza più voltarsi.
Kenzo sospirò osservandolo allontanarsi “Se vuoi un consiglio, cerca di
lasciargli fare tutto quello che vuole, altrimenti ti odierà ancora di
più” disse una voce alle sue spalle e l’uomo si voltò ritrovandosi davanti
la figlia, seduta sulle scale del portico, che lo fissava con un
sorrisetto “Da quanto sei lì?” chiese stupito il padre voltandosi
completamente verso Temari “Da prima che voi usciste…Dico sul serio, papà,
Gaara non ti odia davvero, ma vuole farti sentire un verme per un po’, poi
gli passerà, ma fino ad allora…Lascia che faccia quello che vuole” lo
consigliò la ragazza.
Kenzo annuì un po’ sarcastico “Beh, grazie per il consiglio, ma mi sa
che, di questo passo, mi ucciderà” disse facendo ridere la figlia che si
alzò e gli mise un braccio intorno alla vita “Era troppo piccolo per
capire il significato del divorzio…Ha creduto che tu non ci volessi più
bene e ha voluto coltivare questa sua convinzione anche una volta
cresciuto…Tu dimostragli che ci tieni a lui…Non so, magari domani gli
chiedi come è andata la serata, oppure dagli dei soldi quanto ti dice che
va al centro commerciale, insomma queste cose…Vedrai che piano piano si
addolcirà…Deve solo capire che tu ci sei” lo rassicurò Temari.
Kenzo la guardò dall’alto al basso alzando un sopracciglio “Soldi per
il centro commerciale?” chiese non immaginandosi Gaara in giro a fare
shopping, immagine che fece ridere anche Temari “D’accordo, magari al
centro commerciale ci vado io, però hai capito cosa voglio dire, no?”
chiese continuando a sorridere “Sì, credo di avere capito…Vuoi fare
colazione?” chiese poi mettendo un braccio intorno alle spalle della
figlia che continuava a tenerlo per la vita.
Temari guardò male suo padre “Sono le 21, papà” gli fece notare un po’
sconcertata, ma Kenzo alzò le spalle “Beh, che significa, se uno ha voglia
di latte e cereali alle 21, non può mangiarli?…A te non va una brioche
calda?” chiese poi voltandosi per entrare in casa “E vada per le brioches”
rispose Temari continuando ad abbracciarlo e ridacchiando divertita.
Gaara raggiunse il punto che lui e Sai avevano scelto per incontrarsi,
ma notò che il moro non era ancora arrivato “Meglio così” pensò: doveva
ancora sbollire il nervoso per il breve incontro con suo padre e non
voleva rovinare la serata a nessuno per via del suo malumore, quindi tirò
fuori il pacchetto di sigarette dalla tasca dei pantaloni e se ne accese
una iniziando subito a tirare velocemente.
Ma chi si credeva quel tipo per permettersi di fare il padre adesso?Non
aveva più 10 anni, avrebbe dovuto pensarci prima…Suo padre se n’era andato
quando lui non aveva ancora 11 anni e anche se aveva dei bei ricordi
passati con lui, li aveva tutti rimossi quando, dalla finestra della sua
cameretta aveva osservato suo padre caricare le valigie sul taxi e
andarsene.
Non era nemmeno salito a salutarlo, semplicemente quella mattina lui e
sua madre si erano messi a litigare e dopo un paio d’ore, Kenzo era salito
sul taxi e per un bel po’ di tempo non si era più fatto vedere né
sentire.
Anche i suoi fratelli non avevano preso bene questa fuga, ma all’epoca
erano già abbastanza grandi da comprendere cosa significasse un divorzio e
quando loro padre era passato a salutarli e a prendere le sue ultime cose,
loro lo avevano abbracciato e baciato come se fosse rimasto via per lavoro
e non perché non voleva più stare con loro.
Gaara invece era solo un bambino che venerava il proprio padre e che
avrebbe voluto fare tante cose con lui, ma suo padre non sembrava dello
stesso parere e quando se ne andò, Gaara la prese come una questione
personale non riuscendo a perdonarlo nemmeno una volta cresciuto e
consapevole che tante coppie si separano tutti i giorni.
Ciò che faceva più rabbia a Gaara era che adesso che lui era ormai
ventenne, Kenzo si metteva a fare il padre come se nulla fosse,
dimenticandosi di tutto il dolore che lui, i suoi fratelli e sua madre
avevano dovuto passare: non è mai bello svegliarsi nel cuore della notte e
sentire la propria madre piangere disperata, dandosi la colpa di tutto
quanto e vederla crescere tre figli senza l’aiuto concreto di nessuno.
Suo padre si era disinteressato, limitandosi a mandare soldi ogni mese
senza nemmeno scrivere una lettera di accompagnamento, mandando una
cartolina ogni tanto e un regalo a testa a Natale e ai loro compleanni;
questo, secondo Gaara, era tutto tranne che essere padre.
I pensieri di Gaara vennero interrotti dall’arrivo di Sai, vestito
completamente di nero, con tanto di collare borchiato “Ma che razza di
concerto è?” chiese Gaara senza nemmeno salutare e Sai scoppiò a ridere
“Non preoccuparti, mi vesto sempre così…Mi piace…E al mio uomo eccita”
dichiarò ridacchiando e facendo arrossire leggermente Gaara.
Gli era ormai chiaro che Sai preferisse la compagnia maschile, glielo
aveva detto anche quel pomeriggio, ma la spudoratezza di quel tipo era a
tratti davvero imbarazzante “Avanti, andiamo, altrimenti faremo tardi”
disse Sai afferrando Gaara per un braccio e trascinandolo con sé verso la
spiaggia, dove già si intravvedevano alcune luci e un palco allestito per
l’occasione.
Avvicinandosi, Gaara vide un gruppetto di persone che lavorava intorno
al palco armeggiando con i cavi degli amplificatori e dei vari strumenti e
quando si avvicinarono di più, Gaara notò lo striscione in fondo al palco
con il nome del gruppo che avrebbe suonato quella sera “Aspetta un attimo”
disse a mezza voce, mentre il cuore iniziava a battergli sempre più forte
“Sai….Su quello striscione c’è scritto The scenes……Non sono i The Scenes
che penso io vero?” chiese al suo nuovo amico, mentre l’emozione iniziava
a prendere il sopravvento.
Sai alzò le spalle come se niente fosse “I soli e unici…Li conosci?”
chiese come se si parlasse di un qualsiasi gruppo di strada e Gaara sentì
il cuore esplodere di felicità “Se li conosco? Sono famosi in tutto il
mondo! Sono dei grandi, li adoro!” rispose forse con troppo entusiasmo,
per lo meno abbastanza da far ridere Sai e far arrossire Gaara “Dai,
vieni, te li posso presentare se vuoi” disse Sai quando si fu calmato
afferrando Gaara per un polso “Dici sul serio?” chiese incredulo Gaara,
rimanendo fermo al suo posto “Ma certo! Devi sapere che i membri del
gruppo sono nati e cresciuti qua, per questo vengono ogni tanto a suonare
qui da noi….Vieni dai” rispose Sai, trascinandosi dietro il rosso fino
alle scale che davano sul palco.
Sai e Gaara si fermarono alle spalle di un tipo che, girato di schiena
e piegato su sé stesso, sistemava alcuni cavi “Ehi, Hidan, come va?Ti
voglio presentare un mio amico: lui è Gaara, è qui per l’ estate ed è un
vostro fan” salutò allegramente Sai, mentre il tipo si raddrizzava e si
girava verso di loro sorridendo “Ehi, Sai…Credevo non saresti venuto…Ciao
Gaara, piacere mio e spero che il concerto ti piaccia…Sai, se cerchi
Itachi, poco fa era sul palco a controllare il microfono, credo sia ancora
lì” disse il ragazzo che Gaara riconobbe subito come il batterista del
gruppo e dopo averlo ringraziato e salutato, Sai afferrò Gaara per un
braccio e lo trascinò sopra al palco, dove i restanti membri del gruppo
insieme ai tecnici del suono stavano controllando le ultime cose prima del
concerto.
Gaara si guardò in giro e notò un tipo biondo con i capelli lunghi, il
chitarrista del gruppo, che parlava fitto fitto con un ragazzo dai capelli
rossi, che Gaara riconobbe come il tastierista; poco più in là uno strano
tipo con i capelli blu, il bassista, era intento ad accordare gli
strumenti e non sembrava accorgersi di quello che gli capitava
intorno.
Gaara si voltò con un mezzo sorriso convinto di trovare al suo fianco
Sai, ma l’amico si era allontanato per saltare in braccio a un ragazzo dai
lunghi capelli neri che se ne stava vicino al microfono e che fu costretto
ad afferrare Sai per le natiche per poterlo sorreggere “Cerca di darti un
contegno, ti prometto che dopo il concerto ci divertiamo tanto, ma fino ad
allora fai il bravo” sussurrò Sai al suo ragazzo, anche se più che un
sussurro sembrava un annuncio.
Gaara osservò i due avvicinarsi a lui, o meglio, osservò Sai afferrare
la mano dell’altro e trascinarselo dietro continuando a parlare con un
tono di voce fin troppo alto, mentre l’altro lo seguiva con aria
esasperata e leggermente annoiata, segno che non sembrava felice di avere
Sai che gli ronzava intorno.
Quando però arrivarono davanti a Gaara, l’espressione del moro cambiò
radicalmente e per molto tempo non riuscì a distogliere gli occhi dai suoi
“Itachi, lui è Gaara, l’ho conosciuto questo pomeriggio e moriva dalla
voglia di conoscervi” li presentò Sai, mentre Gaara si sentì avvampare per
la vergogna “Io non mori---” mormorò, ma venne interrotto da Itachi che
gli tese la mano “Itachi Uchiha” si presentò senza mai distogliere lo
sguardo dal suo.
Gaara afferrò la sua mano sentendosi in imbarazzo per la pessima figura
che gli aveva appena fatto fare Sai, ma, per sua fortuna, un tecnico si
avvicinò a loro chiamandoli a gran voce “Ragazzi, dovete scendere dal
palco, il concerto sta per iniziare” disse invitando i due a seguirlo giù
dal palco.
Gaara si voltò verso la spiaggia e rimase stupito dalla marea di gente
che stava arrivando e che era già arrivata dal momento che, preso
dall’emozione, non aveva notato “Ehi, Sai” chiamò un ragazzo tra la folla
alzando il braccio per indicare la sua posizione Sai subito lo raggiunse,
seguito da un Gaara sempre più imbarazzato e convinto che andare a quel
concerto con Sai non era stata poi così una buona idea.
I due si avvicinarono a un gruppetto di ragazzi che salutarono Sai
allegramente e si presentarono a Gaara iniziando a fargli mille domande su
da dove venisse, cosa facesse, perché era lì eccetera eccetera; tra il
gruppo di amici di Sai, c’era anche Sasuke, il tipo della coca cola e
Gaara fece di tutto per evitare di dover andare a salutarlo visto com’era
finita quel pomeriggio.
Fortunatamente per lui, proprio quando Sasuke si era deciso ad andare
da lui, le luci si abbassarono e il concerto finalmente cominciò,
impedendo così a Sasuke o a chiunque altro di rivolgergli la parola.
Il concerto era stato straordinario: Gaara si era divertito come poche
volte prima e anche gli amici di Sai non erano per niente antipatici a
parte un tipo biondo, che non gli aveva praticamente rivolto la parola se
non per dirgli qualcosa di acido e Sasuke, che ogni volta che poteva si
avvicinava a lui per parlargli, quindi tutto sommato era stata davvero una
bella serata.
Quando la gente iniziò a disperdersi alla fine del concerto, Gaara
pensò che fosse ora di salutare e tornare a casa, ma Sai lo afferrò per un
braccio parandoglisi contro “Io, i miei amici e i ragazzi del gruppo
andiamo a bere qualcosa al pontile…Ti va di venire?” chiese su di giri,
probabilmente per il troppo alcool ingerito.
Gaara ci pensò un po’ su: non gli era piaciuta la figuraccia che Sai
gli aveva fatto fare e sapendo che ci sarebbero stati anche i ragazzi
della band, temeva che il moro potesse fargliene fare altre, anche
peggiori.
Si era già comportato abbastanza da stupido: d’accordo che i The Scenes
erano tra i suoi gruppi preferiti, ma l’esuberanza di Sai lo aveva fatto
sembrare una ragazzina rimasta senza parole davanti ai suoi idoli.
Tuttavia, pensò Gaara, quella sarebbe stata probabilmente la sua unica
occasione di bere qualcosa con i The Scenes, quindi decise che per il
resto della serata, avrebbe del tutto ignorato Sai e si sarebbe
concentrato sui suoi amici e soprattutto, sui The Scenes.
“Sì, va bene, ci sto!” disse, fingendosi entusiasta; Sai annuì
sorridendo e si voltò verso i suoi amici “Ehi, ragazzi, viene anche
Gaara!Andiamo al pontile” esclamò iniziando a incamminarsi verso di
loro.
Gaara fu costretto a seguirli a sua volta, ma cercando di stare il più
possibile lontano da Sai, che aveva già iniziato a sproloquiare su quanto
fossero stati bravi i ragazzi e soprattutto, il “suo” Itachi; il diretto
interessato, non sembrava entusiasta quanto il suo cosiddetto ragazzo e
cercava di ignorare Sai in tutti i modi, continuando a chiacchierare con i
suoi amici, come se nulla fosse.
Gaara lo osservava di sottecchi, chiedendosi che tipo fosse e cosa
stesse pensando, in particolar modo cosa pensasse di Sai; da parte sua,
Gaara aveva già cominciato a inquadrare il pallido ragazzo: faceva
l’amicone con i nuovi arrivati, solo per attirare l’attenzione su di sé,
così come sventolava in giro il suo fidanzato per far vedere che stava con
una persona ricca e famosa.
Non gli piaceva granché, ma i suoi amici erano tutti piuttosto
simpatici e amichevoli, così come anche i ragazzi della band: Hidan
chiacchierava concitatamente, ancora esaltato dal concerto e Kisame, il
tipo con i capelli blu, cercava di tenerlo a bada dandogli delle pacche
sulla nuca ogni volta che Hidan si lasciava scappare qualche imprecazione
di troppo; Deidara e Sasori, rispettivamente alla chitarra e alla
tastiera, sembravano aver ripreso la discussione iniziata prima del
concerto e parlavano a bassa con le teste vicine continuando a
camminare.
Per quanto riguardava gli amici di Sai, Gaara aveva conosciuto
Shikamaru, Ino, Sasuke , che già aveva conosciuto, Naruto, il tipo biondo,
che lo guardò male e si limitò a un cenno della testa, Kiba, Neji e
Sakura.
Erano tutti ragazzi single, ma da quello che capì Gaara, solo Ino,
Sakura e Shikamaru erano etero convinti; tutti gli altri, o erano gay, o
erano bisex.
Gaara e i ragazzi si sistemarono in cerchio, sotto al pontile di legno
e Hidan e Kisame aprirono una grossa borsa termica che Gaara prima non
aveva notato, tirandone fuori diverse bottiglie di super alcoolici e
qualche bibita per fare i drink, poi Deidara accese un piccolo falò e a
tutti venne passato qualcosa da bere per un brindisi.
Gaara iniziò a chiacchierare con i ragazzi, lasciandosi andare e
riprendendo il controllo della situazione, finalmente soddisfatto che Sai
non gli stesse più facendo fare brutte figure: il moro era troppo
concentrato a cercare di slacciare la camicia di Itachi e a fargli chissà
quale giochetto al collo e all’orecchio; Itachi era semi sdraiato contro a
un palo del pontile e non sembrava gli dispiacessero quelle
attenzioni.
Teneva le mani appoggiate sui fianchi di Sai e di tanto in tanto gli
accarezzava la schiena da sotto la maglietta, mentre Sai si sistemava a
cavalcioni sul bacino di Itachi, iniziando a muoversi lentamente e
baciando con passione il cantante.
Dopo alcuni minuti passati a scambiarsi effusioni, Sai sussurrò
qualcosa nell’orecchio ad Itachi e si alzò in piedi dirigendosi verso la
borsa termica; Itachi, invece, si rimise seduto, guardandosi intorno per
vedere cosa stessero facendo i suoi amici e notando che la maggior parte
si era addormentato sulla sabbia e russava rumorosamente.
L’unico ancora sveglio era Sasuke, che, Gaara aveva notato, non gli
staccava gli occhi di dosso da diverso tempo; l’altra persona ad essere
sveglia e ad aver notato tutto, era Naruto, che ora passava il suo sguardo
infuocato da lui a Sasuke, finché non decise di alzarsi e andarsene
salutando a malapena.
Gaara lo seguì con lo sguardo senza farsi notare e notò che Itachi lo
stava fissando a sua volta con una strana luce negli occhi che fece quasi
arrossire il rosso, poi il cantante si alzò a sua volta, controllando che
Sai non stesse tornando con i drink e incamminandosi dietro al biondo come
se nulla fosse.
Gaara sentì un gran nervoso salirgli quando cominciò a capire cosa
stava succedendo e avvertì un certo ripudio verso Itachi e il suo
comportamento, anche se si trattava di Sai.
Dando un’occhiata a dove fosse Sai, Gaara decise di seguire i due
ragazzi che si erano allontanati, per verificare che ciò che aveva pensato
era la verità: non voleva accusare nessuno di niente, prima di esserne
certo; purtroppo, non gli ci volle molto per scoprirlo: fatti alcuni
passi, infatti, individuò i due dietro a uno dei pali del pontile, che si
baciavano con foga, Naruto con la schiena contro al palo e le braccia ad
accarezzare le spalle e il collo del moro e Itachi che lo sovrastava
accarezzandogli l’addome e la schiena.
Quando i due si accorsero della sua presenza, Gaara fu indeciso se
andarsene e basta, oppure tornare da Sai e spifferargli tutto; poi pensò
che non conosceva abbastanza quei ragazzi da potersi permettere di
rovinare la loro amicizia, quindi tornò indietro e si limitò ad afferrare
il suo zaino, pronto ad andarsene.
Tuttavia decise comunque di mettere un po’ di paura ai due traditori e
chiamò a gran voce Sai : nello stesso momento in cui il ragazzo si
avvicinò a Gaara, anche Itachi uscì dal suo precario nascondiglio,
fissando Gaara con aria indecifrabile “Io me ne vado: si è fatto tardi e
ho già bevuto troppo” annunciò, guardando prima Itachi e poi Sai, che si
era accorto dello scambio di sguardi tra i due, così come si accorse della
figura di Naruto che si allontanava in silenzio nascondendosi tra le ombre
dei pali.
Che faticaaaaaaaaaa!!!!E’ da ieri pomeriggio che scrivo questo capitolo
ed è stata davvero un’impresa!!!Ieri ho anche temuto di aver perso il
tutto e ho rischiato l’infarto….Per fortuna sono riuscita a salvare tutto
in tempo e nulla è andato perduto….Allora, parlando del capitolo, anche
qui c’è da dire che Gaara è un po’ OOC, ma si riprenderà, ve lo prometto…E
voi cosa dite, Sai ha capito tutto?Come la prenderà?E Itachi si arrabbierà
con Gaara?Alla prossima per saperlo….Baciiiiiii
X Beads and Flowers: Lo so, ho fatto un gran macello con l’html nel
capitolo scorso!!!Spero che per questo vada tutto bene, è che non posto da
molto tempo e di conseguenza non uso neanche più l’html, quindi devo
riprendere un po’ la mano…Prometto che questo cap andrà meglio!!!!Ti
ringrazio, a proposito: sono contenta quando le mie fic piacciono fin
dall’inizio e spero che continuerai a seguirmi…Io giuro che farò di tutto
per finirla, anche perché ho molte altre idee in mente….Intanto goditi
questo nuovo capitolo…Grazie ancora, un bacioooooo
X Lorelei95: Ciao!!!Grazie mille, che bello già due recensioni!!!!Sono
contenta che la fic ti piaccia e spero che continui a piacerti…Come vedi,
lo stesso Gaara si è pentito di essere uscito con Sai, ma era davvero
necessario per far conoscere Gaara e Itachi….Spero che anche questo
capitolo ti piaccia e spero, come ho detto qui sopra, di non fare altri
macelli con l’html….Grazie ancora, baciiiiiiii
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Capitolo 3 *** Primi tentativi di approccio ***
Capitolo 3- Primi tentativi di approccio
Quella mattina, Gaara si svegliò con un gran mal di testa e un senso di
nausea da guinness dei primati, probabilmente a causa di tutto l’alcool
ingerito la sera prima; non si era di certo ubriacato, tuttavia aveva
bevuto abbastanza da avvertire un certo giramento di testa mentre tornava
a casa.
Fortunatamente suo padre lo aveva preso in parola e non lo aveva
aspettato sveglio, evitando così di dover dare spiegazioni sul suo stato e
sul fatto che faticasse a reggersi in piedi; nonostante tutto, suo padre
sembrava volersi vendicare di qualche torto subito, perché quella mattina
aveva deciso di mettersi a martellare su qualcosa giusto sotto alla
finestra della camera di Gaara e il ragazzo dovette davvero trattenersi
dall’evitare di buttare qualcosa di grosso e pesante di sotto.
Riluttante, Gaara si vide costretto ad alzarsi dal letto e sempre di
malavoglia, si vestì con le prime cose che trovò e scese al piano di sotto
per la colazione; arrivato in cucina, scoprì che in fondo non era poi così
presto e che suo padre e i suoi fratelli avevano già mangiato.
Meglio così, pensò, almeno si sarebbe evitato di dover rispondere a
domande inutili; si sedette al tavolo della cucina e iniziò a servirsi,
ripensando alle vicende della sera prima: forse aveva un po’ esagerato
intromettendosi negli affari di quei ragazzi, ma proprio non sopportava
chi tradiva perché anche a lui era capitato di essere tradito e non era
affatto una sensazione piacevole.
Inoltre era vero che Sai non gli piaceva un granché, ma non sembrava
una cattiva persona, perciò non si meritava un tale trattamento da parte
dei suoi amici; la sera prima non si era fermato per vedere come si
sarebbe sviluppata la faccenda: si era solo caricato lo zaino in spalla
lanciando un’occhiataccia ad Itachi mentre gli passava di fianco, per poi
allontanarsi da quella situazione imbarazzante il più in fretta
possibile.
Gli altri erano rimasti là, per lo meno Itachi e Sai; Naruto non lo
aveva più visto, ma non gli importava un granché a dirla tutta: quel tipo
non aveva fatto altro che guardarlo e trattarlo malissimo per chissà quale
motivo.
Anzi a dire il vero, Gaara pensava di aver capito quale fosse il motivo
di tanto astio e in un attimo di pura generosità pensò che se lo avesse
incontrato in quei giorni, gli avrebbe parlato per chiarire qualsiasi
malinteso.
Con quei pensieri in testa, Gaara decise che avrebbe fatto un giro in
paese, quella mattina, giusto per dare un’occhiata alle attrattive del
posto che non aveva potuto ammirare il giorno prima.
Questa volta, però, optò per un abbigliamento più adatto al luogo,
indossando un paio di jeans strappati e una t-shirt rossa, il tutto
accompagnato da un paio di infradito di paglia e degli occhiali da sole
con le lenti piuttosto grosse.
Uscì dal retro nella speranza di non incrociare suo padre, ma la
fortuna non sembrava essere dalla sua parte in quel posto e Gaara si
ritrovò di fronte l’uomo non appena uscì dalla porta di casa “Ehi,
giovanotto, come va?Non ti ho sentito rientrare, ieri sera, è andato tutto
bene?”chiese il signor Sabaku portandosi dietro un pezzo di legno molto
simile a una porta “Sì, te l’avevo detto che facevo tardi” cercò di
liquidarlo Gaara passandogli oltre, ma Kenzo non si era dimenticato di
dover parlare al figlio, quindi lo fermò parandosi davanti a lui “Gaara,
aspetta, ti prego io….Ti devo parlare…Voglio spiegarti” disse guardando
negli occhi il figlio, che, sospirando, si rassegnò a dover affrontare
quel discorso prima o poi inevitabile “D’accordo, ma fai in fretta” disse
sedendosi con aria esasperata sulle scale dietro di lui.
Kenzo non sembrava aspettarsi quella risposta e sembrò davvero sorpreso
e contento di poter finalmente parlare con suo figlio a quattrocchi, così
appoggiò la porta sulla quale stava lavorando e si sedette in tutta fretta
di fianco a Gaara “Dunque…” iniziò strofinandosi la mani nervosamente
“Gaara devi sapere, che quello che è successo tra me e tua madre…Non ha
niente a che fare con te e con i tuoi fratelli…Lasciarvi è stata la cosa
più difficile che ho dovuto fare…Ma io e la mamma…Non riuscivamo più a
stare vicini e continuando così…Ci saremmo solo fatti del male e ne
avremmo fatto a voi…Non volevamo che cresceste sentendoci litigare e ci è
sembrata la soluzione migliore…Ma questo non significa che io abbia smesso
di volervi bene…Io vi amo con tutto il cuore, perché voi siete i miei
bambini…Qualsiasi cosa succedesse, io ci sarei sempre per voi…Non devi mai
dubitare di questo” concluse con un sorriso tirato, andando ad accarezzare
la testa di Gaara, che annuì stringendo le labbra “D’accordo papà…Accetto
le tue scuse…Anche se non ti ho ancora perdonato del tutto” aggiunse
sforzandosi di sorridere, ma facendo capire al genitore che in fondo stava
davvero cercando di perdonarlo una volta per tutte.
In fondo era ormai abbastanza grande da capire che non era l’affetto
quello che gli mancava dal padre, però non voleva nemmeno dargliela vinta
tanto facilmente, quindi aveva deciso di fare un piccolo passo per volta e
vedere come il loro rapporto era cambiato alla fine dell’estate.
Il signor Sabaku sembrò soddisfatto da quella risposta perché sorrise
più apertamente e annuì più rilassato “Ora vado…Non ti aspettare abbracci
o cose simili” disse Gaara alzandosi in piedi e facendo qualche passo in
avanti “No, certo…Un passo alla volta” rispose Kenzo continuando a
sorridere, finché Gaara non si fu voltato e non se ne fu andato, diretto
verso il centro del paese.
Gaara passeggiava ormai da alcune ore, osservando le vetrine ed
entrando nei negozi che più attiravano la sua attenzione, senza però mai
trovare nulla di veramente interessante; notò anche un paio di posti dove
andare a bere qualcosa dopo la spiaggia e si informò su dove si potevano
affittare gommoni o tavole da surf.
Non che fosse un vero atleta, ma aveva imparato a rimanere in
equilibrio sulla tavola e a cavalcare le onde più piccole senza troppi
problemi, perciò tanto valeva approfittarne in quei mesi di mare per fare
ancora un po’ di pratica.
Si fermò a una bancarella che venda cd usati e si mise a guardarli
distrattamente, finché non si accorse di una persona che gli stava
esattamente davanti nonostante gli desse le spalle e che aveva un aria
famigliare “Ehi, ciao” salutò quando riconobbe Sai che, come lui, stava
guardando dei cd.
Sai non sembrò nemmeno essersi accorto della sua presenza e continuò a
fare quello che stava facendo “Sai?” chiamò allora Gaara a voce più alta,
pensando che l’altro ragazzo non lo avesse sentito, ma nemmeno questa
volta Sai si girò.
Al terzo richiamo, però, non poté più fare finta di niente e si voltò
di scatto fulminando Gaara con lo sguardo “Ti ho visto, che cosa credi? Ti
sei appartato con Itachi e ci hai provato con lui!” lo accusò voltandosi
completamente verso Gaara, che a quelle accuse spalancò la bocca incredulo
“Cosa?Ma che stai dicendo?” chiese pensando ad uno scherzo di pessimo
gusto: non poteva credere che Sai fosse così cieco da non accorgersi della
verità “Senti, io non sono stupido: ho visto come lo guardi, non gli hai
staccato gli occhi di dosso per tutta la sera…Ma ti do un consiglio:
stagli alla larga, o ti farò molto male” lo minacciò puntandogli un dito
contro e voltandosi per andarsene.
A quelle accuse ingiuste, Gaara sentì il sangue ribollire nelle vene e
decise che la discussione non sarebbe finita lì: raggiunse Sai e lo
afferrò per un braccio obbligandolo a girarsi “Vuoi davvero sapere come
sono andate le cose? Ho visto il tuo amico Naruto e Itachi allontanarsi
nella stessa direzione e sono andato a vedere se fosse tutto a
posto…Quando li ho trovati, si stavano baciando e stavo venendo a dirtelo
quando Itachi è sbucato fuori….Adesso te lo do io un consiglio, Sai: non
accusare gli altri solo perché non vuoi guardare in faccia la realtà…Il
tuo amico è un bastardo e lo è ancora di più il tuo ragazzo!” esclamò
Gaara infuriato, mentre Sai lo fissava altrettanto adirato.
I due si fissarono intensamente per pochi secondi “Sei davvero così
meschino da accusare uno dei miei più cari amici piuttosto che assumerti
le tue responsabilità?” chiese Sai in un sussurro, mentre Gaara sgranava
gli occhi sempre più incredulo “Te l’ho detto e te lo ripeto: sta lontano
da Itachi…E sta lontano da me” concluse il moro per poi allontanarsi in
tutta fretta, lasciando un Gaara del tutto basito.
Non poteva davvero credere a quello che era appena successo: Sai era
completamente accecato dall’amore per Itachi e non si rendeva conto che al
ragazzo di lui non gli importava niente; inoltre il moro non riusciva ad
accettare nemmeno il tradimento di un amico e piuttosto che porre fine a
una vecchia amicizia che ormai non si poteva più considerare tale, se la
prendeva con i nuovi arrivati che cercavano solo di aiutare.
Ancora un po’ scosso dalla litigata, Gaara decise che era ora di
tornare a casa e si incamminò lungo la passeggiata, completamente immerso
nei suoi pensieri “Ehi” lo chiamò qualcuno da qualche parte alle sue
spalle e Gaara pregò tutti i santi che non fosse qualcun altro in vena di
litigare.
Purtroppo per lui, la fortuna sembrava sempre più decisa ad ignorarlo e
quando si voltò, si ritrovò davanti Itachi Uchiha in persona che, un po’
trafelato per la breve corsa, gli rivolse un piccolo sorriso “Ciao…Gaara,
giusto?” chiese parandoglisi davanti “Sì, esatto” rispose il rosso un po’
sulla difensiva: che voleva quel tipo da lui? Sai non gli aveva appena
detto di stargli alla larga? Si chiese fissando quel ragazzo che sì,
indubbiamente era un bel ragazzo, ma che visto ciò che era successo la
sera prima gli procurava solo soggezione e un pochino di rabbia.
Probabilmente era stato lui a dire a Sai tutte quelle menzogne su di
Gaara, giusto per difendersi e per proteggere il suo amante; tuttavia
decise di essere superiore e di comportarsi perlomeno cordialmente, sia
con lui che con tutti gli altri ragazzi “Sì, ti ho visto ieri sera ed in
effetti è da allora che voglio parlarti” lo interruppe dai suoi pensieri
Itachi, mantenendo un tono amichevole e tranquillo “Che sia un trucco?”
pensò Gaara, probabilmente influenzato dalle minacce di Sai “Scusa, ma
stavo giusto tornando a casa perché ho molto da fare e non posso perdere
tanto tempo” replicò cercando di essere il più cordiale possibile, ma
parlando un po’ troppo in fretta.
Si spostò sulla destra per sorpassare il ragazzo più grande e
andarsene, ma quest’ultimo si voltò affiancandolo e iniziando a camminare
con lui “Tu abiti in fondo alla strada, vero?A casa del vecchio Sabaku…Io
passo di lì per tornare a casa mia…Posso darti uno strappo io, se vuoi”
propose Itachi camminando veloce per stare al passo con Gaara “No,
grazie…Non voglio crearti troppo disturbo” rispose quest’ultimo senza
guardare in faccia Itachi e aumentando il passo.
Il moro, però, si aspettava questa mossa e con un piccolo scatto, si
parò davanti a Gaara, bloccandogli la strada “Nessun disturbo” rispose
Itachi facendo tintinnare le chiavi della macchina davanti al viso di
Gaara che, con un sospiro, alzò le spalle e si decise ad accettare
l’invito del cantante.
Avevano percorso solo alcuni metri, prima che Gaara decidesse di
schiarirsi la voce per rompere quel silenzio imbarazzato “Allora, di cosa
volevi parlarmi?” chiese guardando la strada davanti a sé; Itachi sorrise
appena, concentrato sulla guida “Beh, innanzitutto volevo scusarmi per
Sai…Vi ho visto parlare prima e non mi sembrava che lui fosse molto
amichevole nei tuoi confronti” iniziò Itachi lanciando una breve occhiata
al suo passeggero.
Gaara si strinse nelle spalle scuotendo piano la testa “Non è da
biasimare…Ha frainteso ed è solo geloso del suo ragazzo” mormorò
leggermente in imbarazzo per via della conversazione che stava avendo con
un semi sconosciuto.
Itachi sospirò rumorosamente e scosse la testa “E’ questo che ti ha
detto?Che sono il suo ragazzo?” chiese con tono amareggiato e Gaara ebbe
finalmente il coraggio di girarsi a guardarlo “Perché, non è così?” chiese
cercando di celare la sorpresa.
Itachi sorrise amaramente e negò col capo “No…O meglio, a lui piace
etichettarmi come tale, ma la verità è che siamo andati a letto un paio di
volte, ma niente di più…Non fraintendermi, gli voglio bene e penso che sia
davvero un bravo ragazzo…Solo che…Non è il mio tipo e non desidero averlo
come fidanzato…Ma lui non lo capisce e continua imperterrito a cacciare
chiunque mi si avvicini, come se fossi una sua proprietà e lui avesse il
dovere di difendermi da chiunque…Non credo nemmeno che sia innamorato di
me,ma solo ossessionato….Deve ancora trovare chi lo farà innamorare e quel
giorno pregherò per quella povera anima” dichiarò sorridendo appena
all’ultima frase.
Gaara, da parte sua, era rimasto basito davanti a quelle dichiarazioni:
quindi Sai gli aveva fatto tutta quella scenata senza averne alcun
diritto? Ma allora perché Itachi e Naruto si nascondevano la sera prima?
“E per quanto riguarda Naruto?” chiese Gaara prima di rendersene conto e
Itachi si voltò verso di lui guardandolo interrogativo “Che vuoi dire,
scusa?” chiese tornando a fissare la strada “Vi ho visti, ieri sera”
dichiarò Gaara con tono esplicito, guardando Itachi come per fargli capire
che non era stupido “Sì, ho visto che ci hai visti e questa è un’altra
cosa di cui vorrei parlarti, ma non posso farlo finché Naruto non vuole,
quindi dovrai prima chiedere a lui per sapere come stanno le cose” spiegò
Itachi, girando il volante per svoltare nella stradina che avrebbe poi
portato a casa di Gaara.
Il rosso fissò per alcuni secondi il suo accompagnatore, come se
volesse leggergli la mente e capire di cosa stesse parlando e perché fosse
così enigmatico “Tu non me la racconti giusta: perché vi nascondavate da
Sai, allora?E perché adesso ne parli con me, se è una cosa di cui non devi
parlare?” chiese tornando sulla difensiva, anche se, doveva ammetterlo,
quel tipo lo intrigava non poco.
Itachi si fermò dietro alla macchina parcheggiata del padre di Gaara e
spense il motore, ruotando poi il busto verso Gaara e appoggiando il
gomito sulla spallina del suo sedile “Non era da Sai che ci stavamo
nascondendo, ma te l’ho detto, non posso parlartene se Naruto non vuole,
perché riguarda soprattutto lui” gli spiegò di nuovo, sorridendogli
gentilmente.
Gaara rimase per diverso tempo a fissare quello strano ragazzo, che a
tratti sembrava un vero bastardo e a tratti invece era la persona più
gentile che avesse mai conosciuto; ne era quasi affascinato e la cosa lo
metteva non poco in soggezione,perché solitamente era un tipo che non si
lasciava guidare dalle emozioni.
Si riscosse solo dopo un po’ e si accorse solo in quel momento che
erano arrivati a casa sua già da un po’ “Beh, io…Devo andare…Grazie per il
passaggio”Disse imbarazzato mentre apriva la portiera; Itaci sorrise,
quasi intenerito dall’improvviso imbarazzo di quel ragazzo, che si
divertiva tanto a fare il duro, ma che in fondo aveva un cuore d’oro e
altruista “Non c’è di che…Ci si vede in giro, allora” lo salutò, mentre
Gaara richiudeva la portiera e gli faceva un ultimo cenno con la mano,
mentre lo guardava fare retromarcia e sparire oltre la curva della
strada.
Ok, questo capitolino è forse un pelino più corto degli altri, ma mi
perdonate perché oggi ho scritto ben due capitoli, vero???Dunque, come
potete vedere, cominciano a spiegarsi un po’ di cose sui vari rapporti del
gruppo e finalmente Mr.Sabaku e Gaara hanno deciso di riporre l’ascia da
guerra, anche se ancora non l’hanno sotterrata, almeno secondo
Gaara…Adesso non ci resta che scoprire quale terribile segreto Naruto non
vuole che si sappia e vedere come si evolvono le cose tra i vari
personaggi…Continuate a leggere e lo scoprirete presto…Naturalmente
ringrazio tutti/e quelli/e che leggono, aggiungono la storia ai preferiti,
alle storie seguite o che leggono naturalmente…E un ringraziamento
speciale a chi recensisce:
X Beads and Flowers: Spero di essere stata abbastanza rapida
nell’aggiornare e che quest’ultimo capitolo ti piaccia come gli altri…Eh
sì, Naruto è proprio geloso, ma di chi???Immagino tu l’abbia già capito,
però chi lo sa, magari ci sarà qualche colpo di scena…ehehehehe…Spero di
riuscire ad aggiornare domani il quarto capitolo, nel frattempo, grazie
per le recensioni e continua a seguirmi…Un baciooooooooo
X Lorelei95: Hai visto bene, Naruto è geloso marcio, ma per sapere che
ruolo hanno i vari personaggi bisogna aspettare ancora qualche capitolo,
quindi abbi pazienza e tutte le tue domande troveranno
risposta….ahahahahah…Per il momento goditi questo nuovo capitolo, dove già
qualcosina di più viene svelata e fammi sapere che cosa ne pensi…Baci
baciiiiiii
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Capitolo 4 *** Cena al chiaro di Luna ***
Capitolo 4- Cena al chiaro di Luna
Passarono diversi giorni, nei quali Gaara non incontrò più nessuno dei
ragazzi del pontile, tanto che pensò che Sai avesse messo in giro chissà
quale voce sul suo conto; poi ripensò a quello che gli aveva detto Itachi
quando lo aveva riaccompagnato a casa e si sentì quasi in colpa nel
pensare quelle cose su Sai.
In fondo non era una persona cattiva, doveva solo imparare ad accettare
i rifiuti quando ne riceveva e a non accusare chiunque pur di non guardare
in faccia la realtà.
Quello con cui più gli premeva parlare, era Naruto: Itachi gli aveva
messo una tale curiosità addosso che Gaara non stava più nella pelle di
sapere quali sotterfugi nascondevano quei ragazzi; Gaara le aveva pensate
proprio tutte: Itachi gli aveva detto che, quella sera, lui e Naruto non
si stavano nascondendo da Sai…Ma allora da chi? Gaara ripensò a chi c’era
con loro, a parte i quattro interessati c’erano anche Deidara e Sasori, ma
sembravano fin troppo presi da loro stessi perché qualcuno dovesse
nascondersi dal loro sguardo; poi c’erano Ino, Shikamaru, Kiba e Neji: i
primi due avevano bisticciato per tutta la sera e Gaara ci aveva parlato
ben poco, mentre Neji e Kiba erano rimasti tutto il tempo l’uno al fianco
dell’altro, in un imbarazzante silenzio.
Forse Naruto era innamorato di uno dei due, ma Gaara cosa centrava?
Poi il rosso si ricordo di un’altra persona che era presente quella
sera: Sasuke!
Poteva essere lui la persona di cui era tanto geloso Naruto: in fondo,
il moro aveva dimostrato un certo interesse nei confronti di Gaara fin
dall’inizio ed era probabile che Naruto si fosse sentito messo da
parte.
Sì, pensò Gaara, quella poteva essere la motivazione più logica, ma non
ne era ancora sicuro, quindi voleva a tutti i costi parlare con il diretto
interessato, anche chiarirsi ed avere la possibilità di avere almeno un
amico in quel posto da incubo.
Per quanto riguardava suo padre, il loro rapporto migliorava di giorno
in giorno da quando, di comune accordo, avevano deciso di ricominciare
tutto da capo, senza essere troppo esagerati o smielati; da quando avevano
parlato, l’atmosfera in casa era diventata più respirabile e anche Gaara
sembrava più sereno.
Certe volte addirittura, lui e suo padre scherzavano insieme, prendendo
in giro Temari e facendo battute sui suoi ammiratori; quando però la
ragazza faceva notare ai due l’intesa che avevano raggiunto, Gaara
borbottava qualcosa e se ne andava con qualche scusa indossando di nuovo
la maschera glaciale che di solito portava davanti al padre.
Infine c’era Itachi: aveva decisamente un grande fascino, in parte
dovuto alla sua fama e alla sua bravura come cantante, dall’altra per via
del suo essere gentile senza mai essere insistente o fastidioso.
Gaara non lo aveva più visto da quella chiacchierata in macchina e il
rosso si stupì di quante volte si soffermava a pensarci e a chiedersi dove
fosse il moro e cosa stesse facendo; quel tipo gli piaceva, non poteva
certo nasconderlo a sé stesso, ma non lo avrebbe mai ammesso né davanti a
lui, né davanti a nessun altro: aveva pur sempre una reputazione, anche se
non valeva molto in un posto dove non lo conosceva nessuno, ma non poteva
farsi etichettare di certo come uno che cade ai piedi del primo che gli
offre un passaggio!
Inoltre, nonostante la buona impressione che Itachi gli aveva fatto,
Gaara non aveva ancora deciso come inquadrare il moro: era il tipico
ragazzo che avrebbe potuto avere tutto e tutti semplicemente schioccando
le dita e il fatto di essere gentile, poteva essere una tattica per fargli
abbassare la guardia.
Ma Gaara non era il tipo da crollare ai piedi di qualcuno alle prime
moine e per quanto Itachi lo affascinasse, non significava che
gliel’avrebbe data vinta tanto facilmente, qualsiasi intenzione avesse
avuto.
L’idea peggiore che Temari potesse avere, le venne proprio pochi giorni
dopo: Gaara le aveva raccontato a grandi linee quello che era successo con
Sai e gli altri la sera del concerto e lei, da brava mamma chioccia, aveva
escogitato un modo per far chiarire ogni malinteso tra suo fratello e i
suoi nuovi amici.
Il piano prevedeva una grigliata sulla spiaggia privata che si trovava
sul retro di casa loro insieme a tutti i ragazzi, giusto per comportarsi
il più amichevolmente possibile con quelli che per Gaara potevano
diventare buoni amici.
Gaara dubitava che qualche amico di Sai sarebbe venuto alla sua festa
dopo quello che era successo tra loro due, ma forse, se lo avesse chiesto
direttamente a Sai, spiegandogli com’erano andate in realtà le cose e
chiarendosi una volta per tutte, poteva diventare una festa bella e
divertente.
Inoltre Gaara doveva ancora parlare a Naruto e quale occasione migliore
di una festa, nella quale si stava insieme proprio per conoscersi
meglio?
Fu più che altro questo a convincerlo ad accettare l’idea della
sorella, che, tutta entusiasta, si offrì di occuparsi della spesa, mentre
lui si sarebbe occupato degli inviti e Kankuro e suo padre degli
addobbi.
Ancora un po’ riluttante, Gaara si preparò per uscire, quel pomeriggio,
dando un’occhiata di tanto in tanto fuori dalla finestra, per vedere come
procedevano i lavori; uscì subito dopo pranzo e decise che prima avrebbe
fatto un giro per il paese come se nulla fosse e appena avesse visto Sai,
si sarebbe avvicinato a lui per chiarire e proporgli la sua festa.
Non gli ci volle molto a trovare Sai: dopo appena una ventina di
minuti, Gaara lo intravide che parlava con un gruppo di ragazzi vicino a
una fontanella.
Sembrava che stesse raccontando qualcosa di divertente, perché gli
altri continuavano a ridere ad alta voce; Gaara fece un grosso respiro per
prendere coraggio e si avvicinò al gruppetto, rivolgendosi subito a Sai
“Ehi, Sai…Ciao” lo salutò come se niente fosse, ma con un sorriso un po’
troppo tirato.
Sai si girò molto lentamente e il suo sorriso si spense man mano che si
girava “Ciao” mormorò solo con aria scocciata; gli altri ragazzi
ridacchiarono seguendo la scena in silenzio: a quanto pare Sai aveva
raccontato diverse cose in giro, perché alcuni di quei tipi lo guardavano
in modo strano “Ehm…Senti stasera faccio una grigliata in spiaggia, dietro
a casa mia e mi chiedevo se tu e i ragazzi avevate voglia di venire” disse
Gaara, un po’ imbarazzato dal comportamento di quei tipi e dal fatto di
essere completamente al centro dell’attenzione.
Sai lo fissò impassibile come se ci stesse pensando senza però
sforzarsi troppo, poi sorrise di un sorriso spento, ma che fece pensare a
Gaara che forse poteva davvero farsi degli amici in quel posto “Sì,
d’accordo, lo dico io agli altri…Ci vediamo stasera” rispose poi il moro
senza lasciare trasparire alcuna emozione dalla sua voce, ma Gaara gli
sorrise cordialmente lo stesso e annuì “D’accordo allora…Vi aspetto per le
21” disse, prima di allontanarsi il più velocemente possibile: non si era
mai sentito così in imbarazzo in vita sua e cominciava a pensare che
quell’idea fosse davvero ridicola, tuttavia decise di assecondare la
sorella e si recò subito a casa per aiutare la sorella con le cibarie.
Erano ormai le 20 e 45 e Gaara se ne stava seduto su una delle sedie da
pranzo che lui e sua sorella avevano portato sulla spiaggia, in un punto
particolarmente pianeggiante; poco più in là, Temari e Kenzo avevano
allestito un lunghissimo tavolo pieno di cibarie e bevande, alcooliche e
non, mentre, vicino alla griglia che già scoppiettava, avevano posizionato
uno stereo sopra a un piccolo tavolo di legno.
Fortunatamente quel punto era abbastanza illuminato, sia dalla Luna che
dai pochi lampioni li attorno, almeno avrebbero evitato di calpestare i
piatti pieni di cibo o di inciampare sulle bottiglie; Gaara alzò la testa
vedendo suo padre che si avvicinava lui con un grosso pacco di bicchieri e
posate di plastica, che andò ad appoggiare sul tavolo delle cibarie,
mentre Temari lo seguiva con i piatti, categoricamente di plastica:
nessuno voleva che i ragazzi distruggessero l’intera batteria di piatti di
porcellana che il signor Sabaku aveva collezionato con tanto amore, senza
considerare che, se un piatto si fosse rotto, qualcuno avrebbe potuto
farsi molto male.
Quando,però, si fecero le 21 e 30 e successivamente le 22, senza che
anima viva si presentasse, Gaara cominciò a pensare che forse Sai non
ricordava l’ora dell’invito, o il suo indirizzo…O, più probabilmente,
aveva ignorato del tutto il suo invito e non lo aveva nemmeno detto a
nessuno.
Fu questo il pensiero che prese maggiore atto quando si fecero le 23 e
30 e ancora nessuno si era fatto vedere; Gaara era andato a recuperare una
coperta e si era seduto su di una sedia a sdraio sorseggiando una
birra.
La griglia era ormai spenta e il cibo si era sicuramente ghiacciato, ma
lui aveva deciso di rimanere comunque lì ad ammirare le stelle; aveva
deciso di non prendersela per quella serata andata male, avrebbe fatto un
altro tentativo, finché non avesse trovato l’occasione di parlare sia a
Naruto, sia a Sai.
Si riscosse solo quando sentì il suo stomaco brontolare e si rese conto
che, nonostante avesse sgranocchiato qualcosa durante l’attesa, non aveva
di certo mangiato abbastanza, ripetendosi tutte le volte che avrebbe
dovuto aspettare gli ospiti, prima di abbuffarsi.
Ora che però era chiaro che nessuno sarebbe venuto, Gaara si pentì di
non aver iniziato a mangiare prima che il cibo si raffreddarsi; adesso, di
certo, non si sarebbe messo a riaccendere la griglia per fare da mangiare
solo per sé stesso e sapeva per certo che suo padre e i suoi fratelli
avevano già mangiato, quindi l’unica opzione possibile era andare in paese
a cercare un posto ancora aperto per poter mettere qualcosa sotto i
denti.
Si alzò con questa nuova idea e sistemò la coperta sulla sedia, ancora
assorto nei suoi pensieri “Buonasera” lo salutò qualcuno alle sue spalle e
Gaara si voltò sorpreso, ritrovandosi davanti un Itachi sorridente e
davvero da mozzare il fiato: era vestito con dei jeans scoloriti,
leggermente strappati sulle ginocchia e davvero molto aderenti e una
camicia nera di un tessuto talmente bello e modellante, che gli fasciava
alla perfezione i muscoli delle braccia e del petto e ai piedi portava un
paio di semplici scarpe da ginnastica bianche e nere, con le stringhe
smollate.
Al collo portava una catenina d’argento a girocollo e si poteva
intravvedere un piccolo tatuaggio proprio dietro all’orecchio destro, che
Gaara non aveva avuto il piacere di notare prima; tuttavia, il rosso aveva
avuto modo di pensare anche a lui, durante l’attesa e si era ormai
convinto che tutta quella gentilezza era solo una tattica per portarselo a
letto e di certo Gaara non si sarebbe fatto abbindolare da un tipo
così.
In fondo, Itachi si stava già bellamente approfittando di Naruto e del
suo amore non corrisposto, giusto? Gaara non gli avrebbe permesso di
approfittarsi anche di lui “Che ci fai qui?” chiese senza sorridere e
incrociando le braccia al petto dopo aver fatto un paio di passi
indietro.
Itachi sorrise leggermente in imbarazzo “Di nuovo sulla difensiva,
eh?Ti piace proprio fare il duro” disse cercando di risultare simpatico,
ma Gaara continuò a fissarlo senza sorridere e continuava a restare
immobile nella stessa posizione, così Itachi fu costretto a rispondere
alla sua domanda “Beh, ho sentito che ci sarebbe stata una festa e ho
pensato di fare un salto…Ma vedo che sono arrivato tardi: è già finita?”
chiese beccandosi un’occhiataccia dal rosso, che non aveva affatto
apprezzato la battuta “Già, la festa c’era, ma nessuno è venuto…Non sono
molto popolare, da queste parti” scherzò senza allegria, ma Itachi sorrise
lo stesso “Beh, io sono qui…E vedo che c’è anche molto cibo….” rispose,
indicando il tavolo imbandito e la griglia ormai fredda.
Gaara fissò l’altro ragazzo, ancora diffidente e poco incline a dargli
corda, ma il brontolio continuo del suo stomaco, gli ricordava che non
aveva ancora mangiato e che forse, se fossero stati in due a mangiare, si
poteva anche riaccendere la griglia “Tu come hai saputo della festa, che,
tra parentesi, doveva iniziare quasi tre ore fa?” chiese fissando Itachi
con sospetto, anche se il moro non si lasciava scoraggiare dal suo
atteggiamento freddo “Ti ho sentito parlare con Sai, questo pomeriggio:
ero poco distante da voi e non ho potuto fare a meno di sentire quello che
gli dicevi…Per quanto riguarda il ritardo, ho avuto da fare con il gruppo
e mi sono liberato solo ora….Ma non ho ancora mangiato e adesso mi è
venuto un certo languorino…A te no?” chiese poi lanciando un’occhiata
esplicita al rosso.
Gaara fissò ancora per un attimo Itachi, senza mai cambiare posa, per
poi spostare lo sguardo sul cibo e sentire l’acquolina riempirgli la bocca
“Sì, ma il cibo ormai è freddo e secco e immagino che sia immangiabile”
rispose con tono indifferente, come se non volesse ammettere davanti ad
Itachi di avere una gran fame.
Itachi inarcò le sopracciglia voltandosi verso il tavolo “Mi è sembrato
di vedere delle salsicce, laggiù e lì vedo una bellissima griglia pronta
ad essere usata” fece notare indicando prima l’angolo del tavolo sul quale
spiccava la carne e poi la griglia alle sue spalle.
Gaara dovette trattenersi dal sospirare esasperato davanti
all’insistenza di quel tipo, ma la fame era ormai troppo forte ed ebbe il
sopravvento su tutti i propositi di Gaara sul non dare confidenza ad
Itachi “D’accordo, ma tu ti occupi della griglia…Io mi limiterò a passarti
la carne” dichiarò con un tono che non ammetteva repliche: Gaara non aveva
la minima intenzione di respirare tutto quel fumo e rischiare di
ustionarsi le mani, insomma, già doveva condividere la cena con l’Uchiha,
almeno che facesse lui i lavori più sporchi.
Itachi accettò annuendo e sorridendo leggermente, prima di voltarsi
verso la griglia ed afferrare l’occorrente per accendere il fuoco, il
tutto sotto allo sguardo indagatore di Gaara.
Diversi metri più indietro, dall’interno della casa. Kenzo, Temari e
Kankuro osservavano già da diverso tempo tutto ciò che stava succedendo:
inizialmente, osservavano Gaara tutto solo e infreddolito, dispiacendosi
per lui e maledicendo quei ragazzi che lo avevano bidonato; poi avevano
notato una persona avvicinarsi e la situazione era radicalmente cambiata
“Chi è quel tipo?” chiese una Temari piuttosto incuriosita, mentre
osservava Itachi che trafficava con la griglia di nuovo scoppiettante,
mentre Gaara gli ronzava intorno dicendogli cosa fare e passandogli la
carne cruda da mettere sul fuoco.
Kenzo osservava il tutto con uno sguardo indecifrabile, anche se non
sembrava molto felice “Itachi Uchiha” rispose soltanto, con un tono di
voce che non prometteva niente di buono “Mmhh…Sembra che Gaara gli piaccia
davvero…L’altra sera ho visto che lo accompagnava a casa” disse lei, che
già si stava facendo mille viaggi sulla possibilità di avere uno come
Itachi come cognato.
Kenzo però non sembrava altrettanto felice e non distoglieva lo sguardo
truce dai due, che in quel momento ridevano tra di loro perché Gaara aveva
lasciato cadere una salsiccia nella sabbia e cercavano, senza successo, di
raccoglierla per buttarla “Quello non va bene per Gaara…Non è affidabile:
non l’ho mai visto con la stessa persona per più di due volte, da quando
vivo qui” mormorò Kenzo e Temari alzò lo sguardo su di lui con uno strano
sorriso “Quindi sei a conoscenza delle preferenze sessuali di Gaara?”
chiese, anche se più che una domanda sembrava una constatazione.
Kenzo si strinse nelle spalle “Beh, sì: tua madre me ne parlò a suo
tempo e per me va bene…ma non mi sta bene che stia vicino a quel ragazzo:
lo userebbe e basta e io non sopporto chi tratta male le persone a cui
voglio bene” spiegò ancora, sentendosi un po’ in imbarazzo a parlare di
certe cose con la figlia.
Temari sorrise felice osservando di sottecchi il padre, per poi tornare
a guardare suo fratello e l’altro ragazzo, che adesso si stavano
praticamente rincorrendo: Gaara era riuscito ad afferrare la salsiccia
ricoperta di sabbia, che sembrava più un’anguilla morta e adesso cercava
di lanciarla addosso a Itachi, che si difendeva usando un piatto di
plastica come scudo “Dovresti sapere, papà, che Gaara non è un tipo facile
e non si lascia abbindolare tanto facilmente dal primo che capita…Se
quell’Itachi è il tipo di persona che pensi tu, Gaara se ne accorgerà e si
saprà difendere…Tu non intrometterti e lascia che le cose vadano come deve
andare” si raccomandò la ragazza. Mentre Kenzo le lanciava un’occhiata un
po’ titubante e tornava a concentrarsi sui due, che nel frattempo si erano
seduti e avevano iniziato a mangiare.
Gaara si maledì per l’ennesima volta durante il corso della serata: si
era lasciato andare di nuovo e non era riuscito a mantenere un tono freddo
con Itachi, anzi, si erano addirittura messi a giocare e a scherzare
insieme,mentre cucinavano, come se fossero vecchi amici.
Itachi ci sapeva fare, questo era sicuro, ma Gaara era sempre più
convinto che il moro fosse lì per provarci con lui, o che comunque avesse
qualche doppio fine; magari era stato proprio Sai a dirgli di andare,
giusto per illuderlo e umiliarlo ancora di più.
Eppure, almeno all’apparenza, Itachi non sembrava il tipo di ragazzo
che si lasciava manipolare per le vendette degli altri; che non fosse
proprio un santo era certo, ma quello che più mandava in agitazione Gaara
era non riuscire a catalogare il ragazzo più grande.
Era troppo enigmatico e misterioso per i suoi gusti e per lui. che era
abituato a etichettare tutti quelli che conosceva, il fatto di non
riuscire a farlo con Itachi lo metteva in soggezione e lo faceva stare
perennemente sulla difensiva.
All’ennesima gentilezza della serata da parte di Itachi, che si premurò
semplicemente di riempirgli il bicchiere, Gaara avvertì uno strano senso
di vertigini improvviso e si alzò di scatto in piedi “Adesso devo proprio
andare” disse soltanto allontanandosi del tavolo ed afferrando velocemente
i piatti sporchi per buttarli nella pattumiera; Itachi rimase un po’
basito davanti a quella reazione e si alzò in piedi a sua volta, intuendo
almeno in parte il comportamento del rosso “Credevo che ci stessimo
divertendo” disse senza più sorridere, ma Gaara si voltò di scatto verso
di lui, guardandolo negli occhi, irato “Senti, io non so chi tu sia, né
cosa tu voglia da me, ma non basta avere un bel faccino ed essere gentile
con me per portarmi a letto…Non sono il tipo di persona che lascia che un
tipo ci provi con lui, solo per usarlo finché non si è stufato, perché,
sì, è questo che penso di te: penso che tu sia il tipico viziato abituato
a sentirsi sempre dire di sì, che si approfitta di chi al momento è più
debole, fingendosi suo amico, per poi abbandonarlo alla prima occasione
buona…Forse la tua tattica funziona con Sai, o con Naruto…Ma non funziona
con me, quindi lasciami perdere…Trovati qualcun altro con cui provarci,
qualcuno che è disposto a buttarsi via pur di stare con una persona
famosa…Io non sono così, quindi stammi alla larga!” esclamò tutto d’un
fiato Gaara, sotto lo sguardo sempre più stupito di Itachi, che a quelle
parole iniziò a sentirsi un po’ offeso “Prima di tutto, non ci stavo
provando con te, ma visto il modo in cui ti ha trattato Sai, volevo solo
essere gentile…In secondo luogo, chi ti ha detto che mi diverto ad
approfittarmi degli altri? Tu non mi conosci e non ti puoi permettere di
giudicarmi senza sapere nemmeno chi sono davvero…E per ultima cosa, se si
tratta di Sai, stai pur tranquillo che domani gli parlerò e non ti dovrai
più preoccupare delle sue minacce” si difese seguendo Gaara, che,
continuando a buttare i piatti sporchi nella pattumiera, si dirigeva verso
casa “Ah sì? E cosa farai, lo minaccerai dicendogli che se non mi lasci in
pace, gli farai passare chissà quale incubo?Quel ragazzo non ha nessuna
colpa, se non quella di essere innamorato della persona sbagliata e tu non
te ne rendi nemmeno conto, troppo preso da te stesso” continuò ad
accusarlo Gaara, alzando di un tono la voce e fermandosi davanti alla
porta di casa che dava sul retro “Stammi alla larga, Itachi…Tu non mi
interessi” concluse voltandosi per l’ultima volta verso il moro, giusto
per fulminarlo con lo sguardo, per poi entrare in casa e sbattere la porta
in faccia ad Itachi, sempre più sorpreso e senza parole.
Ed ecco il quarto capitolo!!!!E’ più lungo degli altri, così mi faccio
perdonare, visto che lo scorso capitolo era più cortino….Gaara non sembra
molto incline alle avances di Itachi, anche se ancora non si è capito che
intenzioni abbia il moro e quale sia il segreto che custodisce con
Naruto…Penso che nel prossimo capitolo si spiegheranno molte cose e poi il
tutto prenderà una piega davvero interessante…Nel frattempo, ringrazio
ancora chi mi segue e legge la mia fic, nella speranza che piaccia e che
non annoi nessuno…E Naturalmente chi recensisce, che si merita un
ringraziamento in più
X LastScream: Ciao, benvenuta!!!Anch’io adoro le ItaGaa: sono la mia
coppia preferita in assoluto, fra tutte le coppie Yaris/slash di cui leggo
(e fidati, ne leggo parecchie) li trovo dolcissimi e sempre tanto
innamorati e spero di rendere abbastanza i loro sentimenti in questa
fic…Come puoi vedere, il punto di vista è unicamente quello di Gaara, ma
ho in mente molte altre fic sulla coppia e appena ho finito questa, ne
pubblicherò altre dove inserirò anche i pensieri di Itachi…magari anche
proprio in questa fic succederà, non lo so…Intanto ti ringrazio per i
complimenti e ti invito a continuare a seguire la fic!!!
Naturalmente ringrazio anche chi voleva recensire e non ha fatto in
tempo (almeno fatemi credere che sia così) e spero di riuscire a postare
il nuovo capitolo stasera, così mi direte cose ne pensate adesso che la
storia si sta sviluppando…Un bacio a tutti e alla
prossima!!!!!!!!!
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Capitolo 5 *** Malintesi e chiarimenti ***
Capitolo 5- Malintesi e chiarimenti
Passò un’altra settimana da quella sera e Gaara non aveva più voluto
avere a che fare con nessuno del posto; si era rintanato in casa per la
maggior parte del tempo, leggendo un libro seduto sul dondolo, o, quando
decideva di mettere il naso fuori dal portico, su una sdraio, in riva al
mare.
Non voleva più saperne di Sai, Naruto, Sasuke e soprattutto di Itachi:
voleva semplicemente starsene per i fatti suoi, a leggere e a prendere il
sole; voleva tornare a casa con una bella tintarella, rilassato e pronto
per l’Università.
Già, tornare a casa; Gaara non ci aveva più pensato così spesso come
all’inizio: cominciava a piacergli stare in quella casa e la compagnia di
suo padre non era poi così male, anche se l’uomo risultava ancora un po’
impacciato negli atteggiamenti verso i suoi figli.
Però Gaara doveva ammettere che Kenzo stava migliorando molto e il
ragazzo cominciava a pensare che quell’uomo cominciava a stargli anche
simpatico; Kenzo non era abituato alla compagnia, specialmente quella
giovanile: dopo il divorzio da loro madre, si era rintanato in quella
casetta sul mare, dove da tutti era conosciuto come “il vecchio Sabaku”
per via della barba non tagliata, i capelli brizzolati e l’aspetto
trasandato, che gli davano un’aria molto più vecchia.
Lì Kenzo aveva iniziato a praticare lavoretti per i vicini, all’inizio
come favori, poi, col passare del tempo e l’aumentare della sua
esperienza, erano diventati lavori volontariamente pagati dai vari
clienti, soddisfatti dai lavori svolti da Sabaku.
Il più delle volte, Kenzo si occupava di riparare guasti alle macchine,
o rubinetti rotti o intasati, oppure restaurando oggetti rovinati dal
tempo e dalle tarme; era piuttosto bravo in quello che faceva, ma non lo
era altrettanto nei rapporti umani, difatti,nemmeno lui aveva molti amici
in città.
A Gaara un po’ mancava la compagnia di qualcuno, anche se, purtroppo
per lui, aveva preso dal padre e il suo carattere burbero e introverso gli
aveva impedito di farsi molti amici; “pochi, ma buoni” era il suo motto,
ma a Brentford, si era fatto solo nemici: perfino Itachi, ormai lo odiava,
dopo la scenata della sera della cena, per non parlare di Naruto e Sai,
che facevano a gara su chi lo detestasse di più.
E poi c’era Sasuke, che da quella sera non lo aveva più cercato; forse
anche lui aveva creduto alla storia di Sai e pensava che Gaara si fosse
davvero appartato con Itachi, quella sera.
Non che gli importasse un granché: se Itachi non gli piaceva, Sasuke,
gli piaceva ancora meno; era sempre troppo sicuro di sé e non faceva che
vantarsi delle sue abilità e delle sue conquiste.
A quanto pareva, anche a Sasuke, come ad Itachi, piaceva sedurre poveri
o povere innocenti con l’unico scopo di portarseli a letto, per poi
abbandonarli con qualche banale e patetica scusa; addirittura, a Gaara
sembrava che Sasuke fosse ancora più infimo, perché non si preoccupava di
nascondere la sua natura di playboy, convinto che questo lo rendesse più
affascinante agli occhi delle sue prede.
Un’altra differenza tra Itachi e Sasuke, era che il primo aveva capito
che Gaara non amava le avances troppo esplicite e insistenti, ma Sasuke
non sembrava averlo notato, o per lo meno se ne disinteressava
completamente: quello che voleva, se lo prendeva e non c’erano scuse che
reggessero.
Itachi, per lo meno, aveva stile, anche se probabilmente l’ultima volta
Gaara lo aveva spaventato a morte e il moro non si sarebbe più fatto
vedere, né si sarebbe azzardato a provarci ancora con lui.
“Non ci sto provando con te” aveva detto quella sera, ma Gaara non ci
aveva creduto: tutto, nel suo atteggiamento lasciava trasparire che ci
fosse dell’interesse che andava oltre l’amicizia, da parte di Itachi, ma
Gaara non era ancora abbastanza incline nei sui confronti e non ci teneva
particolarmente ad andare d’accordo con lui, almeno finché non avesse
capito che tipo di persona fosse veramente Itachi Uchiha.
Era passato quasi un mese da quando era lì e mai gaara si era fatto
così tanti nemici in così poco tempo; come mai si era sorpreso tanto come
quella mattina: dapprima sentì un clacson e una macchina che si fermava
nel vialetto di casa sua, poi una portiera che sbatteva e due voci
maschili che parlottavano a voce troppo bassa perché Gaara potesse capire
chi fossero e di cosa stessero parlando.
Uno era sicuramente suo padre, ma l’altro?Prima che Gaara finisse di
pensarlo, sentì suo padre che lo chiamava dal garage e Gaara si precipitò
al piano di sotto, curioso di sapere chi fosse il loro ospite.
Quando, però, Gaara uscì di casa e intravide una bella macchina
sportiva di un blu scuro metallizzato, il suo cuore perse un battito e il
suo passo rallentò di colpo: conosceva quella macchina e non aveva nessuna
voglia di ritrovarsi davanti il suo proprietario.
Tuttavia, al terzo richiamo di suo padre, Gaara fu costretto a girare
l’angolo della casa e a ritrovarsi davanti al genitore e all’ultima
persona che avrebbe voluto vedere: Itachi.
Gaara sospirò mettendosi le mani nelle tasche dei jeans e avvicinandosi
con la testa bassa “Che ci fai qui?” chiese senza guardare negli occhi il
suo interlocutore, che a sua volta sembrava parecchio in imbarazzo,
soprattutto per via della presenza di Kenzo, che rimaneva fermo tra i due,
senza accennare a volersene andare “Ero…ehm…Venuto a vedere come stavi…Non
ti sei più fatto vedere, perciò…” rispose il cantante, passando lo sguardo
da Gaara, a Kenzo, per poi tornare su Gaara, il quale lanciò
un’occhiataccia al padre, fin troppo interessato a quella
conversazione.
L’uomo capì l’antifona solo dopo alcuni secondi e scusandosi, si
rifugiò in casa alla ricerca di una finestra dalla quale spiare senza
essere notato “Credevo di averti detto di non farti più vedere” continuò
Gaara duro, una volta che si fu assicurato che nessun membro della sua
famiglia stesse origliando.
Itachi sospirò prima di alzare lo sguardo sul rosso “Non sono qui per
infastidirti o provarci con te…So che volevi parlare con una persona, così
ho pensato di darti una mano” rispose calmo, attirando l’attenzione di
Gaara, che finalmente lo guardò negli occhi “E chi ti dice che ho bisogno
del tuo aiuto?” chiese senza cambiare tono della voce, né lo sguardo
accigliato “Andiamo, Gaara, smettila di fare così! Lo abbiamo capito che
sei un duro e che non ti fai piegare e io non ho intenzione di farlo”
esclamò Itachi esasperato, ma addolcendo il tono sull’ultima frase
“Fidati…Ti prego e vieni con me” gli propose poi il moro cercando il suo
sguardo, che Gaara aveva abbassato poco prima.
Gaara rialzò lo sguardo incrociando quello di Itachi e decise: di
riprovarci e tentare di fidarsi di quello strano ragazzo, così misterioso
agli occhi di Gaara, ma allo stesso tempo di una gentilezza quasi
romantica; decise di dargli una possibilità, solo una, giusto per metterlo
alla prova e cercare di capirlo un po’ meglio ed evitare di giudicarlo
ancora in modo sbagliato.
Si sforzò di sorridere, senza però esagerare e annuì lentamente
“D’accordo…Con chi mi vuoi far parlare?” chiese, all’improvviso
incuriosito, Itachi sorrise a sua volta e finse un’espressione dispiaciuta
“Beh, dovrai venire con me per scoprirlo” rispose, come se fosse l’unica
soluzione.
Gaara alzò gli occhi al cielo scuotendo la testa: quel ragazzo si
divertiva proprio a fare il misterioso! Pensò, mentre annuiva di nuovo e
seguiva il più grande in macchina.
Itachi guidava da una quindicina di minuti, quando si fermò nel
vialetto di una villetta molto carina ed accogliente: il giardino sul
retro era molto grande e curato e c’erano dei giochi per bambini; come
casa di suo padre, anche questa era circondata da un portico, ma molto più
grande di quello di Sabaku “Si può sapere dove siamo?” chiese Gaara
osservando la bella villetta.
Itachi spense la macchina e aprì la portiera per scendere “Aspetta qui
un attimo” rispose Itachi, scendendo dalla macchina e richiudendo la
portiera; Gaara lo seguì con lo sguardo finché non lo vide fermarsi
davanti alla porta d’ingresso e suonare il campanello.
Dopo alcuni secondi, qualcuno aprì la porta, ma, a causa di una delle
colonne del portico, Gaara non riuscì a vedere di chi si trattasse; il
padrone di casa e Itachi parlarono per qualche minuto, poi Gaara vide
Itachi sorridere e annuire e il moro si voltò verso di lui, facendogli
segno di scendere dalla macchina e avvicinarsi.
Gaara obbedì e più curioso che nervoso, si avvicinò ad Itachi, finché
non riconobbe Naruto nel ragazzo che aveva aperto la porta “Oh, ciao” lo
salutò Gaara sorpreso “Ciao” rispose invece imbarazzato il biondo.
Ci pensò Itachi a rompere il ghiaccio “Vogliamo andare?” chiese
sorridendo agli altri due e Gaara si riscosse guardandolo interrogativo “E
dove scusa?” domandò sperando di ricevere una risposta concreta dal moro
“Beh, devi sapere che non sei l’unico ad avere una spiaggia privata dietro
a casa…Qui a due passi c’è una baia molto carina ed isolata, dove potremo
parlare indisturbati” spiegò ghignando e dirigendosi verso un piccolo
sentiero che Gaara prima non aveva notato.
Naruto rientrò in casa per prendere le chiavi e chiudere la porta
d’ingresso, poi seguì Itachi e venne seguito a sua volta da Gaara.
Camminarono per alcuni minuti su un sentiero per lo più in discesa e si
ritrovarono in una piccola baia, circondata dalle colline, del tutto
deserta, forse perché si trovava più che altro all’ombra; Itachi li guidò
fino a un punto dove c’era ancora un po’ di sole, visto che all’ombra dopo
un po’ c’era il rischio di avere freddo e lì si sedette invitando gli
altri a fare lo stesso, prima di schiarirsi la voce per iniziare a parlare
“Bene, immagino sappiate perché siamo qui: c’è stato più di un malinteso,
da quando Gaara è arrivato in paese e questo è il momento di iniziare a
chiarirne almeno qualcuno…Chi vuole iniziare?” chiese poi guardando prima
uno e poi l’altro.
Gaara e Naruto si squadrarono per un attimo, poi Gaara prese coraggio e
iniziò a parlare “Vorrei…Che tu sapessi che non mi interessa affatto
Sasuke…E non credo di interessargli neanche più…E’ per questo che ce
l’avevi con me, non è vero?” chiese e Naruto annuì “Vi ho visto parlare,
in spiaggia e sembrava che stesse flirtando con te” spiegò allora il
biondo, ancora leggermente imbarazzato “Beh, lo stava facendo, ma a me non
interessa…E poi, te l’ho detto, credo che fosse solo un capriccio del
momento, perché non l’ho più visto…A te piace non è vero?” chiese poi
facendo arrossire Naruto, che abbassò lo sguardo di scatto “Beh,
sì…Insomma…Un pochino…” mormorò cercando di nascondere il viso rosso “E’
completamente innamorato” intervenne Itachi meritandosi un pugno sul
braccio da parte di Naruto.
Gaara ridacchiò, sollevato perché finalmente aveva parlato con Naruto
ed era riuscito a chiarire, poi si ricordò della famosa sera al pontile
“Scusa un attimo, ma tu allora cosa centri in tutto questo?” chiese
indicando Itachi “Vi ho visti baciarvi!” esclamò guardando Naruto per
spiegargli il perché di quella domanda.
Naruto divenne se possibile ancora più rosso e si mise a giocherellare
con la sabbia sotto di sé borbottando qualcosa “Ha tutti i diritti di
sapere che sta succedendo, Naruto…Sarà anche nuovo, ma vuole essere nostro
amico e non può farlo in questo modo” intervenne ancora Itachi parlando
pazientemente, come se i due avessero già fatto quella discussione.
Gaara vide Naruto sospirare e annuire come se si stesse facendo
coraggio “Ecco…Io e Itachi ci conosciamo da molto e…Lui ha capito prima di
me quello che provavo per Sasuke…Mi ha sempre aiutato e sostenuto e io…Beh
nei momenti in cui non ce la faccio più e sono troppo triste per via
dell’indifferenza di Sasuke… diciamo che…mi approfitto di Itachi e cerco
la sua compagnia…Lui non si rifiuta solo perché sa che sarebbe troppo
doloroso per me…Ma non si spinge mai troppo oltre…Dice che di sicuro me ne
pentirei…” raccontò sorridendo Naruto, mentre teneva lo sguardo su Itachi
e parlava con Gaara, il quale era rimasto sorpreso da quel racconto e a
tratti non riusciva ancora a capire alcuni punti “Ma…Perché non parli con
Sasuke?” chiese senza troppa vergogna: voleva a tutti scoprire che cosa
stava succedendo, una volta per tutte.
Naruto sorrise amaramente guardando Itachi come se cercasse il suo
appoggio “Perché mi riderebbe in faccia e mi schernirebbe fino alla
morte…Io e Sasuke…Beh…Non andiamo molto d’accordo…O meglio, lui non va
d’accordo con me…Anzi, credo che mi odi” rispose con una risata per niente
allegra.
Gaara si dispiacque parecchio per quella brutta situazione e decise di
voler fare qualcosa per quel ragazzo “Beh, forse invece dovresti proprio
provare a parlargli…Oppure puoi lasciare che lo faccia Itachi per te…Se
vuoi posso farlo io” propose Gaara, ma Naruto scosse la testa
sorridendogli gentilmente “Ti ringrazio, ma preferisco di no…Anche Itachi
me l’ha proposto, ma io non me la sento…Non ancora, per lo meno” rispose e
Gaara preferì non insistere.
Aveva appena chiarito con Naruto e forse si era fatto finalmente un
amico, non voleva che Naruto lo considerasse un tipo insistente.
I ragazzi rimasero ancora un po’ in spiaggia a chiacchierare e Gaara
scoprì che Naruto era un ragazzo molto solare ed energico, oltre ad essere
gentile e socievole; inoltre, Gaara si stupì di notare il profondo legame
di amicizia che univa Itachi a Naruto e si accorse che forse aveva davvero
giudicato male quel ragazzo: Itachi era davvero un tipo premuroso e dal
cuore d’oro, che per i propri amici avrebbe fatto qualsiasi cosa.
Dopo alcune ore, Naruto fu costretto ad andarsene e gli altri due
decisero di seguirlo; Itachi si offrì di riaccompagnare a casa Gaara,
quindi salutarono il biondo e salirono sul mezzo.
Gaara si sentiva piuttosto rilassato e anche più ben disposto nei
confronti di Itachi, che sembrava altrettanto soddisfatto dal successo di
quella serata; guidava guardando la strada davanti a sé con uno strano
sorrisetto stampato sulle labbra, mentre Gaara continuava a parlare della
giornata e di quanto fosse simpatico e gentile Naruto “Quindi ho fatto
bene a venirti a cercare per portarti da lui?” chiese Itachi, come se già
conoscesse la risposta.
Gaara smise immediatamente e si fece di nuovo serio “Sì…Beh…Io credo…
di doverti…ehm…credo di doverti delle scuse” balbettò in imbarazzo, mentre
Itachi lo guardava di sottecchi, sorridendo divertito “Oh, ce l’hai
fatta…E’ stato doloroso?” scherzò sforzandosi di non scoppiare a
ridere.
Gaara gli fece un gestaccio con il dito medio, sorridendo però sotto i
baffi: la giornata era stata troppo bella per mettersi a litigare con
Itachi proprio ora; tuttavia non voleva dargliela vinta facilmente.
Stava per ribattere qualcosa di acido, giusto per tenerlo a bada,
quando Itachi fermò la macchina e Gaara si accorse che erano già arrivati:
Il ritorno è sempre più corto, si sa.
Rimasero per un po’ in silenzio, nessuno dei due sapeva cosa dire, né
fare, poi, come se si fossero messi d’accordo, iniziarono a parlare
contemporaneamente, scoppiando poi a ridere, cosa che spezzo l’imbarazzo
“Dicevi?” chiese Itachi quando smisero di ridere e anche Gaara fu tornato
serio “Sì, io…Grazie…Di tutto e…Ti chiedo ancora scusa” disse guardandolo
negli occhi e sorridendo per non far notare all’altro quanto in realtà
fosse poco a suo agio.
Itachi annuì sorridendogli a sua volta “Scuse accettate…E non c’è di
che, mi fa piacere dare una mano quando posso” rispose continuando a
sorridere “ Ok, questo è il
momento perfetto per un bacio” pensò Gaara in un
attimo di follia, poi si riscosse “Ma quale bacio!avrà anche un cuore d’oro e avrò
sbagliato a giudicarlo, ma così esageriamo” pensò
distogliendo lo sguardo da quello di Itachi e aprendo la portiera della
macchina “Beh, grazie ancora…Ci vediamo” lo salutò scendendo dall’auto
“Significa che se mi avvicinerò ancora, non mi prenderai a pugni?” chiese
Itachi, prima che il rosso richiudesse la portiera “Dipenderà dalle tue
intenzioni” rispose Gaara per poi allontanarsi e salutarlo per l’ultima
volta dall’ingresso di casa sua.
Gaara rientrò in casa richiudendosi la porta alle spalle e sorrise, per
la prima volta da quando era lì di un sorriso sincero: la giornata era
andata piuttosto bene e aver chiarito sia con Naruto che con Itachi, gli
aveva alleggerito il cuore “D’ora in poi, andrà tutto meglio” si disse
sollevato, prima di dirigersi in bagno per prepararsi per la notte.
E’ finito anche questo!Wow, sono già al quinto capitolo in soli 2
giorni, questo per me è un vero record!!!Spero di riuscire a postare
sempre così in fretta, anche se mercoledì ricomincio a lavorare e sarò un
pochino più impegnata rispetto ad ora…Tuttavia, ho l’impressione che la
fic durerà meno di quello che pensassi perché siamo già a buon punto,
quindi dovrei riuscire a finirla entro un paio di settimane…Intanto
godetevela e io mi godrò i vostri commenti…A prestoooo!!!!!!
X Lorelei95: Beh, direi che hai visto giusto, almeno quasi del
tutto…Per fortuna che adesso anche Gaara lo sa e magari farà qualcosa per
aiutare il povero Naruto…E chissà, magari Itachi gli darà una mano…Gaara
ha un animo troppo buono per prendersela per certe cose, ma se fossi in
lui mi prenderei volentieri una vendetta su Sai…Vedremo, magari anche in
questo Itachi gli sarà complice…Piaciuto il nuovo capitolo?Adesso sono
troppo stanca per iniziarne un altro, ma domani posterò di sicuro…Un
bacino!!!!!
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Capitolo 6 *** Nuove amicizie ***
Capitolo 6- Nuove amicizie
Nei giorni seguenti, Gaara e Naruto si videro spesso, per
chiacchierare, fare una passeggiata in paese o starsene in spiaggia a
prendere il sole e a rinfrescarsi con l’acqua dell’Oceano; ogni tanto, si
univa a loro anche Itachi, ma il ragazzo era sempre troppo preso dal
lavoro con il suo gruppo musicale, per potersi fermare a lungo con
loro.
Gaara ne era un po’ dispiaciuto, perché aveva scoperto un lato del
ragazzo che non si immaginava neanche e Gaara sentiva di non averlo
ringraziato abbastanza per quello che aveva fatto per lui: non solo gli
aveva fatto compagnia per una sera intera senza nemmeno conoscerlo
abbastanza, ma gli aveva anche permesso di farsi un buon amico e di non
rimanere tutta l’estate chiuso in casa.
Naruto era davvero un ragazzo solare, quando lo conoscevi bene; era
anche piuttosto rumoroso e in paese lo conoscevano tutti per la sua
allegria e la sua fame quasi insaziabile: il biondo era in grado di
mangiare per 20 ed avere ancora fame, diventando anche aggressivo, se
qualcuno provava ad interromperlo.
Gaara scoprì che i genitori di Naruto erano morti quando lui era ancora
un bambino molto piccolo e da allora, Naruto aveva vissuto con una specie
di zio: non erano parenti di sangue, ma l’uomo era stato un carissimo
amico dei genitori di Naruto e quando era accaduta la tragedia, l’uomo
aveva preso naruto con sé, crescendolo come se fosse stato suo figlio.
Tuttavia, Gaara aveva notato che molte persone guardavano in modo
strano Naruto, certi addirittura lo evitavano o lo trattavano freddamente;
Naruto accettava queste cose abbassando lo sguardo triste e annuendo
piano, poi sorrideva a Gaara, come se nulla fosse e sembrava dimenticare
tutto dopo aver messo qualcosa sotto ai denti.
Gaara cercò di parlare al biondo per saperne di più su quegli strani
comportamenti, ma Naruto sviava sempre il discorso iniziando a parlare di
tutt’altro e facendo mille domande sulla vita del rosso, che si ritrovava
a dover rispondere a raffica, finché non si dimenticava le domande che
voleva fare.
Una sera, Naruto lo invitò perfino ad una festa in spiaggia, dove
c’erano tutti i suoi amici; fortunatamente, Sai non era presente, ma
Sasuke c’era e si faceva notare da tutti girovagando fra i vari gruppetti
di persone, vantandosi delle sue doti atletiche e sulla tavola da
surf.
Fortunatamente per Gaara, non sembrò che Sasuke si fosse accorto della
sua presenza e il rosso fu libero di seguire Naruto intorno al fuoco, dove
altri ragazzi chiacchieravano e cantavano strofe famose accompagnati da
una chitarra.
C’erano anche Ino e Shikamaru; la ragazza si rivelò molto gentile con
Gaara, offrendogli tutto ciò che c’era da bere e da mangiare e facendogli
domande sulla sua vita e sulla sua famiglia, chiedendogli cosa ne pensasse
di Brent Ford e dei suoi abitanti.
Gaara dovette trattenersi dal parlare male di Sai e Sasuke, giusto per
evitare di fare brutte figure e di crearsi altri nemici: in fondo, erano
tutti amici che si conoscevano da una vita lì e lui rimaneva l’ultimo
arrivato a Brentford per il periodo estivo.
A differenza di Ino, Shikamaru sembrava abbastanza in imbarazzo con
Gaara e faticava a guardarlo in faccia, quando parlavano; Gaara sperava
con tutto il cuore che il ragazzo non ce l’avesse con lui, ma il
comportamento di Shikamaru non sembrava quello di una persona arrabbiata o
diffidente: più che altro sembrava impacciato e timido, anche se Gaara non
ne capiva il motorino.
Sperava solo di non avere un nuovo pretendente, perché in quel modo
avrebbe davvero potuto fare concorrenza alla maggior parte delle
telenovelas e poi non aveva ancora capito se tra Ino e Shikamaru c’era
qualcosa di tenero o solo una buona amicizia.
Gaara ricevette la risposta quando, nel corso della serata, vide Ino
civettare con un ragazzo della festa che Gaara non conosceva e Shikamaru
se ne stava tranquillo, sdraiato di schiena ad osservare le stelle con
aria annoiata, fumando una sigaretta e formando con il fumo dei cerchi che
si allargavano mano a mano che salivano in cielo.
Di certo un fidanzato geloso non si comporta così, se ci tiene alla sua
ragazza, quindi era abbastanza chiaro che Ino e Shikamaru erano solo
amici.
Questo significava forse che Shikamaru era cotto di lui e si comportava
così per timidezza?Si chiese Gaara sentendo il panico crescere in sé “No,
impossibile…Da quel che ho capito, Shikamaru è un etero convinto e non
credo di essere così affascinante da fargli cambiare idea così in fretta”
pensò il rosso ricominciando a rilassarsi, convinto delle sue
constatazioni.
La serata stava procedendo piuttosto allegramente e Gaara, per la prima
volta da quando era lì, si stava davvero divertendo: ormai erano rimasti
solo lui, Naruto, Shikamaru, Ino e altri piccoli gruppetti di ragazzi, o
coppiette appartate nei punti più nascosti della spiaggia.
Gaara si alzò scusandosi e si diresse dietro a una cunetta, allarmato
dai richiami della natura; avvertì una presenza poco lontano da lui, ma
non se ne preoccupò poi molto, pensando che si trattasse di qualcuno che
aveva avuto la sua stessa idea, o qualche coppietta appartata.
Quando, però, ebbe finito e si tirò su la cerniera dei pantaloni,
qualcuno lo afferrò per un braccio e lo obbligò a voltarsi; in un lampo,
l’assalitore spinse Gaara contro la cunetta di sabbia e le sue labbra si
posarono su quelle del rosso.
Gaara spalancò gli occhi e iniziò a dimenarsi per interrompere quel
bacio; iniziò a tempestare di pugni il petto dello sconosciuto, ma quello
sembrava ignorarlo del tutto, più Gaara lo picchiava, più lui aumentava la
pressione delle labbra.
Quando, poi, Gaara gli tirò un pugno particolarmente doloroso sulla
spalla, lo sconosciuto gli bloccò i polsi con le mani e per sicurezza, si
premurò di bloccargli le gambe forzandogli la bocca con la lingua e
approfondendo quel bacio indesiderato.
Gaara fu costretto ad accogliere quella lingua umida nella sua bocca,
senza più nessun modo per difendersi; poi gli venne in mente un altro modo
per liberarsi di quel tipo: lo sconosciuto lanciò un urlo soffocato dalle
labbra di Gaara e si allontanò dal rosso con una mano sulla bocca, il
labbro sanguinante “Ma perché diavolo mi hai morso?” chiese lo
sconosciuto, parlando per la prima volta “Sasuke?” chiese Gaara sorpreso
“Ma certo, chi pensavi che fossi?” chiese di rimando Sasuke come se fosse
la cosa più ovvia, tamponandosi il labbro con la mano sporca di
sangue.
Gaara inarcò le sopracciglia stupito “Scusa, sai, ma mi hai aggredito
nel buio e hai quasi cercato di violentarmi!” si giustificò ancora
incredulo “Che esagerato! Era solo un bacetto innocente” mormorò Sasuke,
che ora si tamponava la ferita con un fazzoletto tirato fuori dalla tasca
dei pantaloni “Io non lo chiamerei proprio bacetto innocente” sibilò,
invece Gaara, incamminandosi verso il falò, dove i suoi nuovi amici lo
stavano aspettando.
Sasuke lo affiancò ancora con il fazzoletto sul labbro “E poi, in ogni
caso, non ti saresti dovuto permettere, senza il mio permesso” continuò
Gaara camminando veloce, nella speranza che saune si stancasse di stargli
dietro e se ne andasse.
Purtroppo, Sasuke non sembrava intenzionato a mollare “Quindi è del
permesso che hai bisogno?” chiese interessato “Beh, è una delle prime cose
da fare” spiegò Gaara con tono scocciato, saune lo afferrò per un polso e
lo obbligò a fermarsi “D’accordo, allora….Chiedo il permesso di baciarti”
disse , prima di fiondarsi nuovamente sulle labbra di Gaara, nel tentativo
di baciarlo di nuovo.
Fortunatamente, questa volta Gaara era più preparato e fermò l’altro
ragazzo, prima che fosse troppo tardi “Ma la vuoi piantare!?!Chiariamo
bene le cose: a dispetto di quello che pensi tu, non mi piaci, non mi
interessa uscire con te, né essere il tuo ragazzo, né tantomeno essere
baciato da te!…Piuttosto, ci sarebbe qualcun’ altro, che conosci bene e
che sarebbe felice di ricevere le tue attenzioni e se tu aprissi gli
occhi, te ne accorgeresti!” esclamò voltandosi per andarsene.
Sasuke allargò le braccia scuotendo la testa “Ma si può sapere di che
stai parlando?” chiese parlando alla schiena di Gaara, che a quella
domanda voltò la testa per guardare Sasuke negli occhi “Sto parlando di
Naruto, idiota!” ribattè per poi andarsene, in direzione dei suoi amici,
sotto allo sguardo perplesso di Sasuke.
La mattina seguente, Gaara ricevette un’altra sorpresa: quando scese
per fare colazione, trovò suo padre che sfogliava la posta “Ehi! E’
arrivata questa per te…Non c’è mittente, però” disse suo padre non appena
lo vide “Buongiorno anche a te, papà” lo salutò Gaara, nascondendo uno
sbadiglio subito dopo e afferrando la busta bianca sulla quale c’era solo
scritto il suo nome in inchiostro nero.
Gaara non riconobbe la scrittura e incuriosito, aprì la busta
sorseggiando una tazza di caffè: all’interno della busta, c’era un piccolo
bigliettino, anch’esso bianco, con una frase scritta con lo stesso
inchiostro e la stessa scrittura di quelli della busta “Porta chi vuoi, ma
meno siete, meglio è” citava il messaggio.
Gaara guardò ancora nella busta e vide un mazzetto di foglietti in
stampa colorata; il rosso li tirò fuori e notò che erano i biglietti per
il concerto dei The Scenes, che si sarebbe tenuto quella sera nel paese
vicino a Brentford.
Gaara non poteva crederci: lì c’erano almeno 7 o 8 biglietti! Itachi
doveva essere completamente impazzito, eppure gli era sembrato sano di
mente, almeno l’ultima volta che lo aveva visto.
Sorridendo entusiasta, Gaara corse a prepararsi per uscire: di sicuro,
il primo a cui lo avrebbe detto era Naruto, sempre che Itachi non lo
avesse ancora invitato, poi poteva dirlo a Ino e Shikamaru e magari
invitare anche i suoi fratelli, che, fino ad allora erano sempre rimasti
fra le loro.
Così erano 6 biglietti,ne mancava ancora uno, ma a Gaara non veniva in
mente nessuno: a Sai non lo avrebbe chiesto di certo, dopo che l’ultimo
invito aera andato così male, Gaara non aveva intenzione di invitarlo
ancora.
Per di più, quello era un invito di Itachi e dubitava che il moro
volesse che Gaara invitasse Sai, che di certo non avrebbe preso bene il
fatto di essere invitato al concerto del suo pseudo ragazzo proprio da
Gaara.
Poteva chiederlo a Sasuke, anche se la cosa non lo entusiasmava di
certo e poi avrebbe dovuto chiedere prima cosa ne pensasse Naruto; quindi
si vestì in tutta fretta e si diresse subito verso il centro del paese,
per vedere se Naruto si trovava lì o in spiaggia e poi si sarebbe diretto
verso casa del biondo.
Fortunatamente per lui, Gaara non dovette camminare molto, prima di
trovare Naruto; sfortunatamente, però, il biondo non era solo: Sai gli
parlava standogli di fronte, con le mani sulla vita e ai suoi fianchi
c’erano quattro energumeni dall’aria poco raccomandabile.
Non sembrava avessero intenzioni amichevoli e Naruto sembrava davvero
in difficoltà, quindi Gaara si avvicinò, deciso a difendere l’amico “Va
tutto bene, Naruto?” chiese fermandosi alle spalle di Sai, che si voltò
con aria scocciata “Oh, ma guardate…Il nuovo giocattolino di Itachi…Fai il
duro per farti bello?Cos’è, ti sei già stufato di Itachi e adesso ci provi
con questo figlio di assassini?” chiese il moro indicando Naruto, che
arrossì e abbassò lo sguardo ferito.
Gaara gli lanciò un’occhiata interrogativa, per poi tornare a guardare
Sai con aria truce “Ops, non te l’ha detto?Beh, a quanto pare il tuo nuovo
amichetto non si fida poi così tanto di te” lo provocò ancora il moro
ridendosela con gli energumeni.
Gaara lo fulminò con lo sguardo e afferrò Naruto per un braccio
“Andiamo, Naruto, non perdiamo altro tempo” disse continuando a guardare
male Sai, che gli fece un cenno di saluto con la mano “Ci vediamo”
cinguettò ridacchiando e allontanandosi a sua volta.
I due ragazzi si rifugiarono in un bar dove ordinarono due panini e due
coca cola “Tutto bene?” chiese Gaara un po’ preoccupato per l’improvviso
mutismo dell’amico, ma Naruto annuì e sorrise iniziando subito un’allegra
conversazione.
Rimasero lì abbastanza a lungo, anche dopo aver finito di mangiare; la
compagnia reciproca rilassava entrambi e li aiutava a non pensare a cose
troppo brutte o impegnative, che avrebbero di sicuro rovinato loro la
giornata “Posso farti una domanda?” chiese a un certo punto Gaara, che
ormai non riusciva più a contenere la curiosità.
Naruto sembrò pensarci alcuni minuti, poi annuì sorridendo gentilmente
“Sì, dimmi pure” rispose sorseggiando la sua bibita “Ecco, mi
chiedevo…Perché Sai ha detto quella frase?Insomma, perché ti ha chiamato
in quel modo?” chiese un po’ imbarazzato per la domanda esplicita.
Naruto sospirò appoggiando il suo bicchiere e fissandosi le mani
appoggiate sul tavolo “Sapevo che lo avresti chiesto” disse tristemente
per poi sospirare di nuovo “Sapevi che i miei genitori sono morti quando
ero piccolo vero?” chiese e Gaara annuì facendosi più interessato “E’
stato un incidente d’auto…Era inverno e la strada era ghiacciata…Credo che
mio padre stesse guidando un po’ troppo velocemente e forse aveva anche
bevuto…Sta di fatto che perse il controllo dell’auto, che finì fuori
strada…Ma, prima che l’auto scivolasse giù dalla collina, mio padre cercò
di riportarla sulla carreggiata e percorse un lungo pezzo sul marciapiede,
almeno secondo i segni delle ruote che trovarono….Purtroppo, però, su quel
marciapiede c’era una ragazzino, che tornava dalla spiaggia un po’ troppo
in ritardo, perché si era fermato con gli amici a parlare…Morì sul colpo,
dopo che mio padre lo ebbe travolto…La gente del paese è convinta che
fosse completamente ubriaco e gli da la colpa…Io penso che abbiano solo
trovato la strada ghiacciata e che non siano riusciti a fermarsi in tempo”
spiegò con le lacrime agli occhi.
Gaara si sentì in colpa per avergli fatto una domanda tanto indiscreta
e per avergli fatto venire in mente brutti ricordi, ma Naruto si riscosse
quasi subito e sorrise di nuovo allegro “Per fortuna, però, ho dei buoni
amici coma Shikamaru e Ino, che mi stanno sempre vicino…E adesso ci sei
anche tu!!” esclamò ridendo vivace.
Anche Gaara sorrise e annuì osservando il suo bicchiere ormai vuoto “E
di Sasuke che mi dici?Gli hai parlato?” chiese trattenendosi dallo
scoppiare a ridere nel notare il viso di Naruto farsi all’improvviso rosso
come un peperone “Ma certo che no, cosa ti salta in mente?” scattò subito
il biondo iniziando a gesticolare nervosamente e facendo ridere di gusto
Gaara “Vedi, non ti arrabbiare, ma gli ho parlato l’altra sera e ho
cercato di fargli…capire qualcosa” gli spiegò, temendo che Naruto non
l’avrebbe presa bene “Cos’hai fatto?” chiese infatti il biondo quasi
urlando, ma Gaara gli fece subito segno di calmarsi, controllando che
nessuno all’interno del bar li stesse guardando “Tranquillizzati, non gli
ho detto niente di che…Però penso che se adesso gli parlassi, lui ti
ascolterebbe…Anzi, guarda, è proprio seduto là fuori, sul muretto” disse
indicando fuori dalla vetrina.
Effettivamente, Sasuke era seduto proprio dall’altra parte della
strada, rispetto a loro, ma non sembrava essersi accorto dei due e
ascoltava la musica leggendo una rivista, gli occhiali da sole calati
sugli occhi.
Il viso di naruto cambiò colore diverse volte, sotto allo sguardo
divertito di Garra, che si alzò lasciando delle monete sul tavolo e
afferrò Naruto per il braccio, trascinandoselo dietro nel tentativo di
portarlo fuori dal bar “No, no, no, ma che stai facendo?Non ho nessuna
intenzione di andare da lui adesso” cercò di opporsi Naruto, aggrappandosi
a qualsiasi cosa fosse alla sua portata “E invece ci parli, perché sono
stufo di vederti con quell’espressione straziata…Andiamo!” ribatté Gaara,
che riuscì infine ad uscire dal bar con un Naruto sempre più riluttante
“Senti, Gaara, io non me la sento davvero, è meglio di no” cercò di
rifiutare ancora il biondo, ma Gaara non voleva più sentire ragioni “Te la
sentirai fra poco…Tieni portati questi e invitalo!Me li ha dati Itachi
stamattina” disse tirando fuori due biglietti e porgendoli a Naruto, che
li afferrò guardandolo incredulo “Io vado a portare i restanti biglietti
agli altri..Ci vediamo più tardi” lo salutò Gaara dandogli un ultimo
spintone verso il moro e andandosene soddisfatto di sé stesso.
Eccomi qua!Volevo andare avanti ancora, ma poi ho deciso di dividere il
capitolo in due parti! Nel prossimo capitolo anche Sasuke e Naruto avranno
il loro piccolo spazio e tra Itachi e Gaara, ci sarà una svolta
decisiva…Ringrazio tutti quelli che continuano a leggere e a seguire la
mia fic, perché mi date la forza di andare avanti…Ah, volevo avvisare
tutti che a breve probabilmente cambierò nickname in An11na (l’11 è muto e
chiunque ha visto band slam saprà di cosa parlo e che è una vera
genialata) anche se non ne sono sicura al 100%…In ogni caso la fic
continuerà ad essere postata, non temete!Ed ora rispondo ai commenti:
X Dark Gaara ( dal primo capitolo): Ci hai visto giusto, in effetti su
sky hanno dato il film di recente e io devo ammettere che mi sono un
pochino ispirata…In realtà avevo già in mente da un po’ una fic così, ma
c’erano ancora alcune lacune per svilupparla e il film mi ha aiutata a
farlo!!!!Giuro, però che lo svilupparsi della storia sarà completamente
diverso! Il problema è che è una trama abbastanza comune e tanti elementi
sono già stati visti…Cercherò di discostarmi il più possibile dal libro o
dal film, anche se ti avverto già che nel finale rispunteranno degli
elementi simili…Spero che la fic ti piaccia comunque, a presto!!!!!!!!
X Beads and Flowers: Ehilà!!Sai, devo dire che ci stavo giusto pensando
oggi…Avevo un’idea iniziale diversa, per questo non ho messo subito
l’avvertimento, ma poi mi sono lasciata prendere dagli eventi e adesso mi
sa che devo proprio metterlo…Tuttavia, in questo capitolo già si nota il
carattere aperto di Naruto, è che si sentiva in imbarazzo a parlare di
certe cose con uno sconosciuto e probabilmente Sasuke lo avrebbe ucciso se
avesse fatto scenate….In quanto a Kenzo, è un personaggio del tutto
inventato da me, non c’entra niente con il padre di Gaara del manga,
perciò il carattere è quello che è…Sono contenta che la fic continua a
piacerti e non perderti il prossimo capitolo, che se ne vedranno delle
belle!!!!
X Lorelei95: Ma buonasera! Anche a me non dispiace Sai e un po’ mi
sento in colpa a fargli fare l’antipatico, ma si trattava di esigenze da
copione e non ho avuto altra scelta, perché era il più indicato per questo
ruolo…Forse anche Deidara, ma fa l’antipatico troppo spesso nelle fic e mi
dispiaceva un po’…Devo ancora decidere che vendetta si prenderà Gaara su
Sai, ma penso che la vendetta peggiore sia far innamorare Itachi di
sé!Alla prossima!!!
X Sanby: Ciao! Che bello, quante recensioni in questo capitolo!!!Sono
contenta che ti piaccia la fic e mi raccomando continua a seguirmi, perché
questo è ancora niente!Un Bacio!
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Capitolo 7 *** La serata perfetta ***
Capitolo 7- La serata perfetta
Naruto restò incredulo, osservando, con la bocca semi aperta, Gaara che
si allontanava trionfante, diretto chissà dove; quando poi Naruto si voltò
verso Sasuke, il suo rossore si accentuò ulteriormente, notando che il
moro lo aveva notato e lo fissava interrogativo da sopra la rivista.
Naruto deglutì chiudendo i pugni e avvicinandosi a Sasuke con aria
decisa; il moro rimase fermo a fissarlo, limitandosi a chiudere la rivista
e a sistemarsi più comodamente contro al muretto dietro di lui “Ciao”
disse solo Naruto guardando da tutt’altra parte “Ehm…Ciao!” lo salutò di
rimando Sasuke.
Mai il moro avrebbe pensato di doversi ritrovare in una situazione
simile: quando Gaara gli aveva accennato quella frase, lui aveva
cominciato a rimuginarci sopra, chiedendosi se avesse capito bene e se
veramente Naruto aveva una cotta per lui.
Da parte sua, Sasuke aveva sempre trattato male il biondo solo perché a
dirgli di farlo era Sai, che pensava che per avere successo, non si poteva
frequentare gente strana o parenti di essa, ma secondo Sasuke non era una
teoria che reggeva molto e non ci aveva mai creduto veramente.
Per questo, ancora non del tutto sicuro di aver capito bene la frase di
Gaara, Sasuke aveva seguito Naruto tutta la mattina, fino ad appostarsi
fuori dal bar dove il biondo e Gaara avevano pranzato, nella speranza che
il rosso afferrasse le sue intenzioni e convincesse Naruto che quello era
il momento adatto per parlare a quattr’occhi con il moro.
Fu per questo che Sasuke trasse un sospiro di sollievo, quando vide
Gaara uscire dal bar trascinandosi dietro un Naruto alquanto in imbarazzo;
poi Sasuke aveva visto Gaara dargli una spintarella e andarsene per i
fatti suoi, lasciando Naruto all’angolo della strada, ancora indeciso sul
da farsi.
Alla fine, Sasuke lo aveva visto avvicinarsi titubante, con lo sguardo
basso e le mani in tasca; le sue guance erano tinte di un rosso intenso e
gli davano un aspetto molto più tenero,almeno agli occhi di Sasuke, il
quale, nel frattempo, non aveva fatto altro che darsi dello stupido per
non aver aperto gli occhi prima: Naruto era un ragazzo davvero bello e
simpatico, oltre ad avere un’energia e un’allegria invidiabili e doveva
ritenersi fortunato se davvero il biondo aveva delle mire su di lui.
Naruto e Sasuke rimasero alcuni secondi a fissarsi, poi entrambi
sorrisero leggermente imbarazzati “Gaara mi ha detto che volevi parlarmi”
disse Sasuke cercando di rompere il ghiaccio “Sì, ecco, io….lui…Gaara mi
ha dato dei biglietti per il concerto dei The Scenes e mi chiedevo se ti
andasse di venire” spiegò Naruto, maledicendosi per il poco coraggio e per
aver detto le cose solo a metà.
Sasuke alzò un sopracciglio spostando lo sguardo sui due biglietti che
Naruto teneva in meno e che stava porgendo verso di lui “E perché mai
dovrei voler andare a un concerto dei The Scenes?” chiese, ma la domanda
venne fraintesa da Naruto, che abbasso lo sguardo e il braccio che reggeva
i biglietti, deluso dal fallimento di quella conversazione “No, no, hai
frainteso…Intendevo dire…Insomma, i The Scenes: mi tocca sentirli e
vederli tutti i giorni e non sempre la cosa è piacevole” si lamentò,
spiegandosi e facendo tornare il sorriso sul volto di Naruto “Beh,
prendila solo come una serata tra amici, dove si ascolta buona musica”
propose il biondo e Sasuke sorrise annuendo dopo averci pensato un attimo
“Mi sembra giusto…Dove ci vediamo?” chiese alzando lo sguardo dal
biglietto al viso di Naruto “Beh, n-non saprei…Magari all’ingresso della
spiaggia…Alle 20 e 45?Il concerto è a Sunnyville alle 22.00” spiegò
Naruto, cercando di nascondere il tono di voce emozionato.
Sasuke annuì di nuovo e sorrise leggermente “E sia…Ci vediamo stasera,
allora” esclamò e Naruto annuì a sua volta sorridendo radioso “Sì…A
stasera” disse, prima di allontanarsi con ancora il sorriso stampato sulle
labbra, incredulo che tutto quello fosse reale.
Gaara, nel frattempo, aveva consegnato i biglietti a Shikamaru e Ino,
che gli avevano confermato che ci sarebbero stati e con i quali si mise
d’accordo sull’ora e il punto di ritrovo; decisero che sarebbero andati
con la macchina di Ino, ma ne serviva un’altra e Gaara propose per quella
di Temari.
Quando Shikamaru scoprì che ci sarebbero stati anche i fratelli di
Gaara, si fece rosso in viso e iniziò a farneticare senza mai alzare lo
sguardo sui suoi amici e Gaara cominciava a sospettare che Shikamaru gli
stesse nascondendo qualcosa che lo riguardava da vicino.
Decise, quindi, che quella sera stessa avrebbe indagato anche su quei
due, oltre a controllare che le cose tra Naruto e Sasuke andassero bene “A
proposito, a quest’ora Naruto avrebbe dovuto già parlare con Sasuke e
tutto dovrebbe essere chiarito” pensò Gaara, immaginandosi i due
piccioncini a tubare sulla spiaggia; avrebbe dovuto controllare anche quei
due, ne era certo.
L’unico che non riusciva a controllare era proprio sé stesso e non
sapeva nemmeno come comportarsi quella sera: Itachi gli aveva andato gli
inviti, d’accordo, ma lui non poteva di certo cedere per una cosa del
genere.
Che Itachi gli piacesse, ormai era un dato di fatto, almeno per lui, ma
questo non significava che la cosa si sarebbe trasformata in altro, almeno
non finché Gaara non fosse stato certo che Itachi fosse davvero una
persona per bene.
Non che volesse fare troppo il pretenzioso, ma aveva già avuto
abbastanza esperienze con gente che cercava una sola ed unica cosa; Gaara
era cresciuto, ormai ed era ora per lui di trovare qualcuno con cui
costruire qualcosa di serio.
Non per forza definitivo, certo, ma serio.
E il rosso non aveva ancora capito se Itachi facesse al caso suo o il
suo atteggiamento fosse solo un’apparenza; secondo Naruto non era così, ma
Itachi si era scoperto non avere doppi fini con lui, giusto?
Di sicuro la tattica migliore con un tipo come Itachi, era non dargli
troppa corda e vedere se riusciva a trovare il modo giusto per convincere
Gaara che niente sarebbe stato un errore.
Per quella sera, Gaara decise che gli avrebbe parlato giusto per
complimentarsi del concerto e per scambiare qualche chiacchiera, niente di
più.
Al concerto, c’era molta più gente rispetto alla prima volta; forse
perché il paese era più grande, p forse perché c’erano anche molte persone
che venivano da Brentford.
Il viaggio d’ andata era stato piuttosto tranquillo: Gaara era andato
in macchina con Temari e Kankuro, mentre sulla macchina di Ino c’erano
lei, Shikamaru, Naruto e Sasuke; Gaara avrebbe voluto essere in macchina
con Naruto, per potergli chiedere com’erano andate le cose, anche se la
presenza di Sasuke avrebbe reso il tutto più difficile.
In ogni caso, Gaara avrebbe avuto tutta la serata per parlare con il
biondo; peccato che riuscirono ad arrivare solo a concerto appena iniziato
e Gaara non era più riuscito ad avvicinarsi all’amico perché questo si era
posizionato tra Sasuke e Shikamaru, poi c’era Temari e infine Gaara.
Kankuro era già sparito, probabilmente diretto al bar o a provarci con
qualche ragazza del posto; per tutto il tempo del concerto, invece, Gaara
fu costretto ad assistere a Naruto e Sasuke che flirtavano ancora molto
impacciati e per di più sua sorella si era messa a ballare in un modo
abbastanza provocante e Shikamaru non le levava gli occhi di dosso, con la
bocca leggermente aperta e gli occhi che vagano su tutta la figura della
ragazza.
Gaara non se l’era sentita di intervenire, perché forse cominciava a
capire come stavano le cose e non voleva rovinarle ancora prima che
iniziassero; se ne pentì solo quando perse di vista tutti quanti e si
ritrovò completamente solo in mezzo alla ressa.
Si ritrovò a spostare la gente con le braccia, chiamando i suoi amici e
i suoi fratelli, ma non riuscì a trovarli nemmeno dopo che il concerto era
finito e la gente aveva cominciato ad andarsene.
Sembrava che si fossero dileguati, Gaara non riusciva a vedere nemmeno
le macchine e stava cominciando a preoccuparsi seriamente “Cerchi
qualcuno?” chiese una voce conosciuta alle sue spalle e voltandosi, Gaara
si ritrovò davanti un Itachi accaldato, ma sorridente “Sì, sono arrivato
qui con 6 persone, ma le ho perse tutte” rispose celando il nervosismo,
non solo per aver perso di vista i suoi amici, ma anche perché si
ritrovava davanti ad Itachi completamente solo dopo diversi giorni e la
cosa gli faceva uno strano effetto.
Itachi sorrise “Credo che siano andati via…Gliel’ho chiesto io” spiegò
osservando le reazioni di Gaara, che lo guardò incredulo e aprì la bocca
per ribattere “Prima che tu dica qualsiasi cosa, volevo che stessimo un
po’ da soli e non riuscivo a trovare l’occasione giusta per farlo, quindi
stasera ho chiesto ai tuoi amici di andare via un po’ prima e di lasciarti
qui…Tranquillo, ti riporto io a casa” spiegò il moro sorridendo
leggermente, un po’ preoccupato per come avrebbe potuto reagire
l’altro.
Gaara restò a fissarlo ancora per un po’ scuotendo la testa, poi
appoggiò le mani ai fianchi e il suo sguardo si fece di sfida “Avanti,
cosa volevi dirmi?” chiese autoritario “Mi dispiace, ma non parlerò fino a
che non avrò messo qualcosa sotto ai denti…Perciò accompagnami a mangiare
e poi potremo parlare” propose Itachi aprendo la serratura della macchina
e invitando Gaara a salire dalla parte del passeggero.
Gaara sospirò, sempre più stupito dai comportamenti di quel tipo e salì
in macchina, aspettando che anche Itachi facesse lo stesso, per poi
accendere la macchina e partire velocemente.
Si fermarono davanti a un ristorante con l’insegna rossa e la scritta
gialla, ma le saracinesche erano abbassate “Itachi, sono le 2 e 30, come
puoi pensare di trovare un posto aperto a quest’ora?” chiese Gaara
ovviamente; Itachi gli lanciò un’occhiata limitandosi a sorridere e a
tirare fuori il cellulare dalla tasca.
Gaara lo vide parlare con qualcuno a proposito di vedersi lì entro una
decina di minuti, poi riagganciò tornando a sorridere gentilmente al rosso
“Possiamo iniziare a scendere dalla macchina, intanto che aspettiamo”
disse Itachi spegnendo la vettura e uscendo all’aria aperta.
Gaara lo imitò più perplesso che mai e continuò a fissarlo in attesa di
una spiegazione, ma Itachi non sembrava intenzionata a dargliela “Allora,
ti è piaciuto il concerto?” chiese accendendosi una sigaretta e voltandosi
completamente verso Gaara, che sembrò riscuotersi in quel momento, come se
si fosse completamente dimenticato il motivo per cui erano arrivati lì
insieme “Sì, sì, molto…Devo ammetterlo, siete bravini” si complimentò,
assumendo di nuovo la sua aria da duro “Bravini?” chiese Itachi dopo aver
espirato il fumo, inarcando le sopracciglia.
Gaara si strinse nelle spalle “Beh, che ti devo dire, che siete il
miglior gruppo che io abbia mai sentito in vita mia?Scusa, ma ho sentito
di meglio…Tuttavia mi è capitato di sentire anche di peggio, perciò posso
dire che ve la cavate” si spiegò, per niente intenzionato ad ammettere che
Gaara adorava il gruppo di Itachi e specialmente Itachi stesso.
Itachi lo guardò sorridendo con un’espressione stupefatta e sbottò in
una piccola risata, scuotendo la testa; Gaara non fece in tempo a
chiedergli quale fosse il motivo di tanta ilarità, quando, dal portone
alla sua destra, uscì un ragazzo moro dagli occhi celesti, più o meno
dell’età di Itachi, che quando li vide sorrise e li salutò facendo un
cenno con la mano.
Itachi lo raggiunse con un sorriso e i due si scambiarono una stretta
di mano e una pacca sulla spalla; non riuscendo a sentire quello che
Itachi e il nuovo arrivato si stavano dicendo, Gaara si avvicinò a loro
timidamente.
Non appena lo vide, il ragazzo dagli occhi azzurro cielo gli sorrisse
cordialmente “Ciao!Tu devi essere la nuova fiamma di Itachi…Molto piacere,
io sono Shisui” si presentò stringendogli la mano energicamente, mentre il
viso di Gaara si tingeva leggermente di un rosa pallido e il suo sguardo
si abbassava verso il terreno “Io non sono la fiamma di nessuno” borbottò
facendo ridere lo strano ragazzo “Come no…Avanti seguitemi” li invitò
voltandosi e tirando fuori un mazzo di chiavi con le quali aprì le
saracinesche del ristorante e successivamente la porta d’ingresso.
Gaara guardò Itachi sempre più incredulo “Non puoi far aprire un
ristorante solo per te!” lo rimproverò non credendo ai suoi occhi “Per
noi…E comunque, certo che posso: Shisui è mio cugino e questo è il suo
ristorante, del quale è proprietario e capo Chef” spiegò il moro invitando
Gaara a precederlo all’interno del ristorante.
L’interno era piuttosto accogliente, anche se la maggior parte delle
sedie era posizionate al contrario sopra i tavoli e le luci erano molto
soffuse; Shisui si era limitato a preparare loro un tavolo per due,
apparecchiandolo nel migliore dei modi possibile e attendendo che i suoi
due ospiti si sedessero per porgergli il menu.
Itachi sorrideva sotto i baffi, mentre osservava Gaara che continuava a
guardarsi intorno e a lanciargli occhiate incredule “Portaci la tua
specialità migliore, cugino, e una bottiglia di vino rosso” rispose Itachi
senza nemmeno aprire il menu e scambiando un’occhiata complice con il
cugino.
L’attenzione di Itachi si spostò nuovamente su Gaara “Sei rimasto senza
parole?” chiese divertito, mentre Shisui tornava il vino e lo stappava
davanti a loro “Sì, tu…Tu mi fai rimanere senza parole” mormorò fissandolo
negli occhi e Itachi sorrise bevendo un sorso di vino dal suo bicchiere
“Lo prenderò per un complimento” rispose ghignando “Sai, Gaara, non sei il
primo che glielo fa notare, ma lui non ha ancora capito che non si tratta
affatto di un complimento” intervenne Shisui beccandosi una pedata da
parte del cugino “Credevo che avessi qualcosa da fare in cucina, Shisui”
lo rimproverò Itachi con tono esplicito e Shisui fu costretto a ritirarsi
con la coda tra le gambe, borbottando qualcosa a proposito
dell’ingratitudine di certi parenti, cosa che fece ridacchiare Gaara,
almeno finché non si accorse che Itachi lo stava fissando con una strana
espressione “Che c’è?” chiese Gaara, ringraziando che le luci fossero
troppo basse perché l’altro si accorgesse del suo rossore.
Itachi scosse leggermente la testa “Nulla…Brindiamo?” chiese alzando il
bicchiere, subito imitato da Gaara, che sorrise debolmente “E a cosa
brindiamo?” chiese facendo cozzare il suo bicchiere con quello di Itachi,
che si strinse nelle spalle con fare ovvio “A questa serata perfetta
passata insieme” propose senza troppi giri di parole, facendo sorridere
furbescamente il rosso “Beh, devo ancora decidere se questa serata sarà
perfetta…Lo giudicherò alla fine…O magari domani, dipende” lo provocò
ghignando e facendo ridere Itachi “Ah sì, eh?!?” commentò il moro, intanto
che Shisui arrivava con i loro ordini.
La cena passò allegramente e quando i due ebbero finito di mangiare, si
fermarono a chiacchierare qualche minuto con Shisui, il quale, a un certo
punto fu costretto letteralmente a cacciarli dal ristorante, sostenendo
che era troppo stanco e che doveva riuscire a dormire almeno un paio
d’ore.
Gaara si complimentò con lui per l’ottimo pasto e lo saluto,
incamminandosi verso la macchina di Itachi “Hai così tanta fretta di
tornare a casa?” chiese Itachi rimanendo immobile e sorridendo
all’espressione contraddetta di Gaara “Perché, dove vorresti andare?”
chiese quest’ultimo, che ormai stava imparando a non stupirsi più davanti
alle proposte di Itachi.
Il moro si strinse nelle spalle, fingendo un’aria indifferente “Non so
tu, ma io ho bisogno di sgranchirmi un po’ le gambe per digerire…Ti va una
passeggiata in spiaggia?” chiese allora e Gaara si rese conto che in
realtà non aveva nessuna voglia di tornare a casa e annuì affiancandosi ad
Itachi e riprendendo la conversazione interrotta prima di uscire dal
ristorante “E quindi, hai deciso in che Università andrai?” chiese ad un
certo punto Itachi, curioso di saperne di più di quel ragazzo, che più gli
stava vicino e più desiderava che ci rimanesse.
Gaara scosse la testa guardando davanti a sé con un piccolo sorriso
“No, in realtà..Ho ricevuto delle proposte, ma non sono ancora abbastanza
sicuro…Mi piacerebbe frequentare un corso sulla fotografia, o qualcosa di
simile” spiegò e Itachi inarcò le sopracciglia “Fotografia?Sul serio?”
chiese sorpreso.
Gaara gli lanciò un’occhiataccia “Perché ti stupisci tanto?” chiese
fintamente offeso, facendo ridere Itachi “Non è quello, è solo che non ti
ho mai visto andare in giro a scattare fotografie…Non sapevo avessi questa
passione…Ti facevo più un tipo da biblioteca, o roba simile” scherzò il
moro lasciando che l’acqua del mare gli bagnasse i piedi e beccandosi
contemporaneamente uno spintone da Gaara, che lo guardò male per un po’
per poi scoppiare a ridere.
Camminarono fianco a fianco per alcuni secondi, in silenzio, poi Itachi
sembrò volersi vendicare dello spintone e fece lo sgambetto a Gaara, che
cadde in ginocchio sulla sabbia bagnata, inzuppandosi i pantaloni “Ma
brutto…” esclamò il rosso, afferrando una manciata di sabbia e lanciandola
contro ad Itachi, che non fu abbastanza veloce e si ritrovò la camicia
imbrattata.
Gaara scoppiò a ridere rialzandosi in piedi, ma Itachi si sentiva
particolarmente vendicativo, quella sera e in un lampo afferrò a sua volta
della sabbia e la spiaccicò sui capelli di Gaara “Ehi!” esclamò questo,
continuando però a ridacchiare e a cercare di far cadere Itachi.
Il moro, però, era decisamente più forte e in un attimo, riuscì ad
afferrare Gaara per le gambe e a caricarselo in spalla, ignorando del
tutto le urla di protesta del rosso, che si dimenava tirandogli pugni
sulla schiena, senza particolare successo.
Senza preoccuparsi di bagnarsi i vestiti, Itachi iniziò a camminare
verso il largo, sempre tenendo un Gaara sempre più agitato sulle proprie
spalle; quando l’acqua gli arrivò sopra alle ginocchia, si fermò,
ghignando in modo inquietante “Sei davvero sicuro di volere che ti metta
giù?” chiese sovrastando gli schiamazzi di Gaara “Sììì!” esclamò questo
senza capire le intenzioni di Itachi, il quale ghignò “Come vuoi” mormorò,
prima di afferrare Gaara per la vita e mollare la presa, affinché il rosso
finisse completamente in acqua.
Gaara emise un urlo strozzato, capendo solo all’ultimo cosa aveva in
mente Itachi e riemerse sputacchiando e tossendo, agitandosi ad occhi
chiusi come un pesce fuor d’acqua “Io ti uccido!!!” esclamò cercando di
rimettersi in piedi, mentre Itachi rideva allegramente guardandolo
dall’alto “Almeno aiutami a tirarmi su” si lamentò il rosso allungando una
mano verso Itachi, che annuì continuando a ridere e gli afferrò il
polso.
Gaara, però, aveva un’altra idea e facendo forza sul braccio, riuscì a
trascinare in acqua il moro, che gli rovinò addosso, inzuppandosi a sua
volta; entrambi, a quel punto, iniziarono a ridere continuando a
schizzarsi piano in faccia, finché lentamente non si furono calmati.
Itachi aveva involontariamente circondato con il braccio la vita di
Gaara, che teneva entrambe le mani sulle spalle del più grande; la
tensione era diventata improvvisamente palpabile nell’aria e i loro visi
erano sempre più vicini.
Gaara sentiva il cuore battere a mille: quella era stata forse la
migliore serata passata fino ad ora e quello sembrava davvero il momento
adatto per approfondire l’amicizia con Itachi; le labbra del moro erano
così invitanti e il suo sguardo era così intenso che Gaara avrebbe potuto
sciogliersi da un momento all’altro.
Il desiderio di baciare Itachi era così forte che Gaara ringraziava di
essere abbastanza lucido dal non saltargli addosso, tuttavia, qualcosa
ancora lo frenava, ma non riguardava la sua poca fiducia nei confronti del
moro, anche perché quella ormai era diventata una scusa poco
credibile.
Era la paura che bloccava Gaara, quella incondizionata verso i rapporti
umani, specialmente quelli che andavano oltre alla semplice amicizia: non
si sentiva sicuro di sé e di conseguenza non riusciva nemmeno a trovare
qualcuno che gli desse sufficiente sicurezza per entrambi.
Forse tutto questo era dovuto allo shock del divorzio dei suoi e forse
fu per questo che, quando le labbra di Itachi si avvicinarono
pericolosamente alle sue, lui si scostò di scatto, allontanandosi da quel
corpo che tanto lo attraeva “Io credo…Che si stia facendo un po’ troppo
tardi…Mio padre si starà preoccupando” si giustificò con un sorriso
tirato, nuotando fino a riva sotto lo sguardo deluso di Itachi, che fu
costretto a seguirlo con un sospiro insoddisfatto.
Itachi gli prestò la sua felpa, giusto per non lasciarlo tremante con i
vestiti zuppi per tutto il tragitto; il moro si limitò a sfilarsi la
camicia e a guidare a torso nudo; il breve viaggio fu molto silenzioso e
imbarazzante: Itachi guardava davanti a sé con un’espressione
indecifrabile, mentre Gaara guardava fuori dal finestrino tristemente: si
era già pentito di aver reagito in quel modo, ma ormai il danno era fatto
e dubitava di poter avere altre occasioni del genere con Itachi.
Di sicuro il moro si sarebbe presto stufato di corrergli dietro e lo
avrebbe lasciato solo, succedeva sempre così.
E Gaara avrebbe perso un’altra occasione di essere felice, solo che
questa volta sentiva di tenerci davvero e la cosa faceva molto più male
del solito.
La macchina si fermò davanti al vialetto e Itachi spense il motore
scendendo insieme a Gaara, che non si era mai sentito tanto colpevole come
in quel momento “Allora, ci vediamo domani?” chiese Itachi usando un tono
amichevole per far capire a Gaara che niente era cambiato, il rosso
sorrise sentendosi improvvisamente sollevato e annui “Certo” rispose
soltanto, sinceramente felice che il moro glielo avesse chiesto.
Itachi sorrise annuendo a sua volta “Me lo auguro, la rivoglio la mia
felpa” scherzò facendo ridere Gaara, che gli fece un gestaccio con il dito
medio, mentre saliva le scale del portico “Gaara” lo chiamò Itachi
continuando a fissarlo intensamente.
Gaara si voltò rimanendo folgorato ancora una volta da quello sguardo
“Allora, la serata era perfetta o no?” chiese il moro, sorridendo appena;
Gaara ricambiò il sorriso “Diciamo quasi…” rispose cercando di far capire
al moro che la prossima volta non si sarebbe indietro.
Salì gli ultimi gradini quasi di corsa, ma prima di aprire la porta, si
voltò un’ultima volta, come se si fosse dimenticato qualcosa “Grazie di
tutto, Itachi…Sono stato davvero bene” disse, prima di entrare in casa “
E’ stato un piacere” mormorò Itachi parlando alla porta, prima di risalire
in macchina e ripartire.
Uuuufffff!!!!Non ci posso credere, ce l’ho fatta!!!!E da
ieri alle 2 e 30 che lavoro a questo capitolo e finalmente sono riuscita a
terminarlo…E’ anche il capitolo più lungo che ho scritto finora, ma non
potevo interromperlo, altrimenti avrei rischiato la morte e sono ancora
troppo giovane per rinunciare alla mia vita….Ormai Gaara sta cedendo e non
ci vorrà ancora molto prima che Itachi riesca a conquistarlo del
tutto.
Mi sono resa conto che il mio Itachi sorride spesso, ma onestamente ce
lo vedo a fare il galante con chi gli piace, specialmente dopo tutte le
cose scoperte nel manga sul suo conto, quindi devo dire che il mio Itachi
mi piace, voi che ne dite???Spero che il capitolo sia stato gradito…Ora
passo alle recensioni:
X Beads and Flowers: Eh sì, Naruto e Sasuke stanno cominciando ad
avvicinarsi, anche se per saperne di più su loro due bisogna aspettare
ancora un pochino…Questo capitolo è forse il più intenso e romantico fino
ad ora e non solo perché Saune e Naruto si sono parlati, ma perché ormai
tra Gaara e Itachi è praticamente fatta…Spero che apprezzerai,
baciiiiiiii
X Lorelei95: Sì, forse sto un po’ esagerando con il povero sai, ma
prometto che alla fine le cose andranno un po’ meglio!!!!Per quanto
riguarda Sasuke, sembra che il suo cervello stia cominciando a svegliarsi
e a rendersi conto che la sua anima gemella non è altro che
Naruto!!!Vedremo come si risolvono le cosa anche tra loro due!!!Ti
ringrazio per i complimenti e per il tempo che mi dedichi nel recensire…A
presto!!!!
X Sanby: Ciaooo!!! Spero che a questo giro sia successo qualcosa di
sufficiente interessante tra quei due, perché nei prossimi sarà sempre
meglio!!!Anch’io li adoro e li trovo perfetti insieme, anche se non è
facile scrivere una fic su di loro, a meno che non sia una AU…Riguardo a
Shikamaru, con taaanta pazienza scopriremo anche ilmotivo del suo
comportamento, anche se potresti essere sulla buona strada…Vedremo,
vedremo…ntanto io vado avanti con il prossimo, che se riesco posto stasera
sul tardi, o al massimo domani mattina…Un bacio!!!
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Capitolo 8 *** Azioni e reazioni ***
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Capitolo 8- Azioni e reazioni
Gaara si svegliò quella mattina con uno strano senso di buonumore; si
stiracchiò cercando di trattenere un sorriso beato e si mise a sedere
osservando la finestra dalla quale un raggio di sole entrava nella
stanza.
Quella notte, ci mise diverso tempo ad addormentarsi, troppo euforico
per la bella serata passata insieme ad Itachi; ormai Gaara poteva dire di
essersi innamorato del moro, ma non sapeva se poteva davvero lasciarsi
andare del tutto: le paranoie che lo assillarono la sera prima con Itachi,
lo perseguitarono anche durante la notte ed altre si aggiunsero facendogli
venire mille dubbi.
Gaara si alzò dal letto andando ad afferrare il suo cellulare sul
comodino; sul display c’era l’avviso di messaggio ricevuto e Gaara
premette invio per leggere il testo: il messaggio era di Naruto e gli
chiedeva se quel pomeriggio avrebbero fatto un giro in spiaggia.
Gaara sorrise pensando che fare due chiacchiere con il suo amico gli
avrebbe fatto bene e si accinse a rispondere per poi afferrare dei vestiti
puliti da indossare quel giorno.
Gaara uscì dalla sua stanza fischiettando, deciso a fare un’abbondante
colazione, stranamente di ottimo umore anche davanti al padre che lo
tempestò di domande sulla sera prima e sul perché avesse fatto così tardi
“Non sono una ragazzina, papà…A casa con mamma faccio anche più tardi”
mormorò versandosi il caffè con aria fintamente stanca.
Kenzo aggrottò le sopracciglia fissando la schiena del figlio “Sono pur
sempre tuo padre, mi preoccupo per te” si giustificò come se fosse la cosa
più ovvia del mondo e Gaara alzò gli occhi al cielo e iniziò a scocciarsi
“Però, quando avevo 10 anni e sei sparito non mi risulta che tu ti sia
preoccupato di cosa ne sarebbe stato di me” ribattè puntando gli occhi
verso il padre che ricambiò lo sguardo sconsolato “Credevo che avessimo
superato quella fase” mormorò con tono abbattuto e Gaara sentì la rabbia
montare dentro di sé.
Appoggiò la tazzina vuota sul tavolo con un po’ troppa violenza e si
alzò dando le spalle al padre “Non abbiamo superato un bel niente! Non ti
ho perdonato, se è questo quello che speri, né mi interessa farlo…Tu per
me sei solo uno sconosciuto che cerca di fare colpo su di me, ma a me non
interessa…Ti rivolgo la parola solo perché è impossibile non farlo e
perché non voglio passare i prossimi due mesi nel mutismo più totale…Ho
accettato la tua versione dei fatti su come sono andate le cose con la
mamma, ma non accetterò mai di fare finta di niente riguardo al fatto che
ci hai lasciati soli! Potrai dirmi quello che vuoi, ma tu mi hai
abbandonato, la tua decisione l’hai presa, hai scelto il tuo stile di vita
e io non ne faccio parte, né ci tengo particolarmente…Perciò non ti
mettere adesso a fare il padre premuroso, perché non attacca…Se faccio
tardi, con chi sono e dove vado sono solo fatti miei!” gridò voltandosi a
guardare il padre e sbattendo violentemente le mani sul tavolo.
I due si guardarono negli occhi per alcuni secondi, ma i loro sguardi
dicevano cose molto differenti tra loro: quello di Kenzo sembrò stupito e
un po’ ferito, mentre quello di Gaara esprimeva solo un grandissimo odio
verso il genitore.
Kenzo aprì la bocca come per dire qualcosa, ma Gaara non gliene diede
il tempo e si voltò uscendo dalla stanza e sbattendo violentemente la
porta alle sue spalle.
Kenzo rimase immobile con espressione basita per diversi altri secondi:
pensava di aver ormai chiarito con il figlio, ma fu evidente che si era
sbagliato e che il comportamento civile di Gaara di quei giorni non era
altro che un modo per sopravvivere a quella vacanza.
Da parte sua, Gaara si diresse verso il retro della casa, tentando di
sbollire l’improvvisa rabbia verso il padre, specialmente per avergli
rovinato una giornata che era iniziata col verso giusto; si sedette
imbronciato sugli scalini e con un piccolo sbuffo appoggiò il mento sui
palmi delle mani, in attesa che Naruto passasse a prenderlo.
Il biondo arrivò una decina di minuti più tardi e salutò allegramente
Gaara, sventolando una mano con un sorriso a 32 denti; avvicinandosi,
Gaara trasse un sospiro di sollievo, consapevole che con Naruto avrebbe
potuto sfogarsi quanto voleva e ricambiò il sorriso cercando di non far
trasparire troppo il suo malumore, giusto per non rovinare la giornata
anche al suo amico.
I due passeggiarono per diversi minuti, chiacchierando ed entrando in
qualche negozio, finché non decisero di fermarsi in una caffetteria per
prendere una bibita ghiacciata, l’ideale in quella giornata così
calda.
Naruto continuò a parlare allegramente, ma si accorse quasi subito che
Gaara aveva qualcosa che non andava e dopo essersi seduti a uno dei tavoli
all‘esterno e aver ordinato, chiese al rosso il motivo del suo cattivo
umore.
Gaara sospirò incupendosi per alcuni secondi: per un po’ il pensiero
della litigata col padre era sbiadito, grazie alla presenza e all’allegria
del biondo, ma in quel momento, il ricordo era tornato brusco e Gaara
decise che era il momento di sfogarsi “Si tratta di mio padre….Mi tratta
come se fossi ancora un ragazzino e mi fa saltare i nervi, perché quando
avevo davvero 15 anni ed avevo sul serio bisogno di lui, non si è
preoccupato di me…Adesso, invece, vuole a tutti i costi entrare nella mia
vita, ma non capisce che ormai è tardi…Non dico che non lo considero mio
padre, perché non è vero, solo che non riesco nemmeno ad essergli amico
come vorrebbe lui…Non adesso…” spiegò e Naruto annuì sorridendo
comprensivo, poi fissò un punto nel vuoto, come se stesse riflettendo e
aprì la bocca come per iniziare un discorso “Sai io non penso che lui non
si sia preoccupato di te in passato…Si vede che ti vuole
bene…Probabilmente a quei tempi non sapeva ancora come esprimere i suoi
sentimenti, o più probabilmente aveva paura di non essere capace a fare il
genitore e non voleva essere considerato dai suoi figli un cattivo padre,
anche se così ha peggiorato le cose…Non riusciremo mai a capire come
ragionano i genitori, almeno finché non lo saremo noi stessi e sono sicuro
che quando sarà il momento, ci daremo degli idioti per non aver capito
prima i nostri…Tu cerca di conoscerlo meglio e sono sicuro che lui prima o
poi troverà il coraggio di spiegarti ciò che ha pensato quando se n’è
andato…Almeno, io la penso così” spiegò continuando a sorridere
dolcemente.
Gaara fu colpito dalla saggezza di quelle parole e guardò il suo amico
con le labbra leggermente aperte dallo stupore, cominciando a sentirsi
davvero un idiota; il rosso sorrise afferrando il bicchiere di aranciata
che gli aveva portato poco prima il cameriere e bevendone un lungo sorso
“Grazie, Naruto…Credo che tu abbia davvero ragione” disse poi guardando
negli occhi l’amico e sorridendogli grato.
Naruto annuì ricambiando il sorriso e finì in un sorso quello che
restava della sua bibita; Gaara lo imitò, avanzandone però un goccio alla
fine e guardò interrogativo Naruto, che fissava un punto alle spalle del
rosso con aria terrorizzata.
Gaara si voltò cercando di capire cosa avesse attirato l’attenzione del
biondo e quasi gli si gelò il sangue nelle vene: dall’altra parte della
strada, ad alcuni metri di distanza rispetto a loro, Itachi Uchiha parlava
con Sasuke in un modo piuttosto scherzoso, anzi sembrò quasi che il
ragazzo più grande ci stesse provando con l’altro, il quale non sembrò
gradire più di tanto la presenza del maggiore, ma nemmeno tentò di
liquidarlo.
Gaara li fissò per alcuni secondi con aria basita, poi si voltò
nuovamente verso Naruto, che sembrava essere rimasto di stucco e la sua
perplessità si trasformò in pura rabbia “Adesso gli faccio vedere io”
esclamò alzandosi di scatto e incamminandosi a passo spedito verso i due
ragazzi mori.
Naruto cercò di fermarlo senza alcun successo, così si affrettò a
pagare le due bibite per poi cercare di raggiungere l’amico inferocito;
Gaara raggiunse i due ragazzi e si fermò davanti al più grande con aria
poco pacifica.
Itachi lo guardò leggermente stupito e abbozzò un sorriso come saluto,
ma Gaara gli puntò un dito contro e senza lasciargli il tempo di parlare,
iniziò a sbraitare “Tu sei un viscido verme strisciante…Ti piace giocare
con gli altri, ma non vali niente” gridò sotto gli sguardi stupiti dei
passanti “Ehm…Gaara…”cercò di attirare la sua attenzione Naruto “Prima
riempi la gente con le tue moine, giusto per sentirti amato e poi giochi
con i sentimenti per il solo gusto di farlo” continuò imperterrito e
sempre più accanito “Gaara…” tentò di nuovo Naruto, ma Gaara non sembrò
sentirlo, mentre Itachi e Sasuke lo fissarono interdetti “E poi come ti
permetti di provarci con Sasuke, non lo sai che sta uscendo con Naruto?”
esclamò ancora il rosso, mentre lentamente le labbra di Itachi si
stendevano in un sorriso e le guance di Naruto si tingevano di rosa
“Gaara, per favore…” provò ad interromperlo un’altra volta
quest’ultimo.
Gaara, tuttavia, non sembrò aver terminato la sua ramanzina e aprì la
bocca per prendere fiato e ricominciare a parlare, ma Itachi fu più veloce
“Sasuke è mio fratello” dichiarò con voce piatta e il sorriso sulle labbra
“E non mi interessa se Sasuke è…Tuo fratello?” chiese il rosso bloccandosi
di colpo, con il dito ancora alzato a mezz’aria “Perché, non si vede?”
chiese Itachi sorridendo allegramente e mettendo un braccio intorno alle
spalle di Sasuke per avvicinarlo a sé.
Effettivamente, pensò Gaara, i due si somigliavano parecchio, ma perché
nessuno si era preoccupato di dirglielo apertamente?Le occasioni di vedere
quei due vicini non erano state poi molte, come poteva farci caso prima?
“Scusa, io ho cercato di dirtelo, ma non mi facevi parlare” si giustificò
Naruto mortificato.
Tuttavia, Gaara, non sembrò nemmeno aver sentito e continuò a fissare
Itachi sempre più imbarazzato; il moro, d’altro canto, continuò a
sorridere lievemente, consapevole dell’equivoco e lusingato dalla reazione
di Gaara “D’accordo, sentite, noi adesso ce ne andiamo” intervenne Sasuke
afferrando Naruto per una mano per potersi così allontanare dal fratello e
dal rosso.
Gaara e Itachi rimasero immobili e salutarono gli altri due guardandoli
allontanarsi, poi Itachi spostò nuovamente l’attenzione sul più piccolo,
il quale alzò lo sguardo imbarazzato e cercò di dire qualcosa
“Ehm…Ecco…Io…” iniziò, ma Itachi lo fermò abbozzando un sorriso e
alzandogli il mento con due dita per poi avvicinare il viso a quello
improvvisamente accaldato del rosso; le loro labbra si trovarono quasi ad
un soffio le une dalle altre e i loro respiri si intrecciarono sempre più
velocemente.
Gaara passò lo sguardo dagli occhi del moro alle sue labbra, deglutendo
a fatica nel tentativo di rallentare i battiti del suo cuore e
inumidendosi le labbra ormai secche; questa volta non si sarebbe tirato
indietro e sperò che nemmeno Itachi lo facesse, perché ormai Gaara aveva
deciso di mettere da parte paure e paranoie e di lasciarsi andare con il
moro.
No seppe dire nemmeno lui quando avesse preso questa decisione, ma in
fondo l’estate era breve ed era arrivato il momento di godersela.
Itachi sembrò leggerli nella mente, perché, continuando a sorridere,
avvicinò ancora di più i loro visi, fino ad accarezzare le labbra del
rosso con le sue per tutta la loro forma, per poi lambirle dolcemente,
prima il labbro superiore e poi quello inferiore, giocando a rincorrersi
finchè entrambi non furono stufi di quel gioco.
Con un piccolo sospiro, Itachi appoggiò con decisione le labbra su
quelle di Gaara e lo strinse a sé circondandogli la vita con le braccia,
mentre il rosso gli appoggiava le mani sulle spalle e le allacciava tra di
loro dietro al collo del più grande.
Dopo pochi secondi, Itachi approfondì il bacio andando a premere con la
lingua sulle labbra di Gaara, il quale subito la schiuse stringendosi di
più al moro e sospirando lievemente, sentendosi finalmente sereno dopo
diversi mesi.
Il bacio durò diversi minuti, almeno finchè non furono costretti a
fermarsi a causa della mascella che rischiò di andare in cancrena; si
separarono rimanendo però stretti l’uno all’altro, guardandosi negli occhi
e Gaara sorrise imbarazzato meritandosi tanti piccoli baci sul viso
“Almeno hai smesso di urlare” scherzò Itachi, beccandosi un pugnetto sul
petto.
I due si misero a ridere baciandosi ancora, ignari completamente di
tutto ciò che li circondava, come se al mondo esistessero solo loro
due.
Gaara rientrò a casa alcune ore più tardi, sentendosi come tra le
nuvole, come se niente e nessuno avrebbe mai più potuto farlo arrabbiare;
passò il pomeriggio con Itachi, a coccolarsi e baciarsi in riva al mare,
ad osservare il tramonto il tutto in una maniera più che naturale, come
una coppia di innamorati, finché, a causa di forze maggiori, Gaara non fu
costretto a farsi riaccompagnare a casa.
Lì i due rimasero a tubare per qualche altro minuto, promettendosi che
si sarebbero visti il giorno dopo, se non addirittura la sera stessa;
Gaara si chiuse la porta alle spalle con aria sognante e si accinse ad
andare in camera sua, se nonché Kenzo spuntò dalla cucina e lo chiamò
bloccandolo sul posto “Gaara, per favore, vorrei parlarti” disse
avvicinandosi e tendendo un braccio verso di lui, come se volesse
afferrarlo per fermarlo.Gaara sospirò leggermente voltandosi, per nessun
motivo intenzionato a farsi rovinare la serata da una litigata “Papà,
senti, mi dispiace per stamattina, mi ero appena svegliato e credo di aver
esagerato un po’ troppo…Ora sono stanco, possiamo parlarne domani?” chiese
parlando in modo del tutto sincero:ormai la gran rabbia era svanita e dopo
averci riflettuto parecchio e aver sentito anche il parere di Itachi,
perfino Gaara ebbe il coraggio di ammettere di non avere del tutto
ragione.
Kenzo annuì, leggermente sollevato dal comportamento tranquillo del
figlio: rimuginò per tutto il pomeriggio sulla litigata avuta con Gaara,
rimanendo per tutto il giorno indeciso se parlare con lui al suo ritorno o
evitare per non rischiare un altro linciaggio “D’accordo…Hai passato una
buona serata?” chiese e Gaara annuì sorridendo leggermente con lo sguardo
perso nel vuoto.
Kenzo sorrise scuotendo lievemente la testa “Quello sguardo mi ricorda
tanto il mio quando conobbi tua madre” disse guardando Gaara, che a quelle
parole si riscosse e fulminò il padre con lo sguardo, come per intimargli
di terminare lì il discorso “Buona notte, papà” lo salutò il rosso, prima
di dirigersi verso la sua stanza e chiudendosi la porta alle spalle.
Kenzo rimase fermo per alcuni secondi, ancora con il sorriso sulle
labbra; poi si diresse nuovamente in cucina, rimuginando su vecchi ricordi
e nuovi propositi per migliorare il rapporto con Gaara.
Lo so, lo so, sono in tremendo ritardo, ma ho avuto problemi con la
rete e lo ammetto, ho anche avuto poco tempo per scrivere, causa lavoro!
Ma come si dice, meglio tardi che mai ed eccomi qua!Il capitolo è un
pochino più corto, ma ho dovuto tagliare per forza qui e poi penso che ne
valga comunque la pena, voi che dite?Non so ancora da anti capitoli sarà
composta la fic, ma penso che non saranno ancora poi molti e spero di
riuscire a finirla prima di partire!Fatemi sapere cosa ne pensate del
capitolo!Alla prossimaaaaa!!!!!!
X Red Fox: Ciao! E’ sempre un piacere quando qualcuno apprezza le tue
fic e ti ringrazio di cuore per i complimenti…Per non dire quanto sia un
onore sapere di essere stata io quella che ti ha convertita, vuol dire che
ho fatto centro!!! Ahahahahh…E sei anche fortunata perché il tuo desiderio
è stato esaudito e il tanto atteso bacio è finalmente arrivato…Mi dispiace
solo di averti fatto attendere così tanto! Continua a seguirmi, un
bacio!!!!!
X Lorelei95: Secondo me il motto di Itachi è “O fai le cose per bene o
non le fare!” ahahahahahah….Se io fossi stata in Shisui, lo avrei mandato
a quel paese il cuginetto!!!Ahahah….Per non parlare di Sasuke, che fa
concorrenza a cado dalle nubi e il bello è che non si è ancora svegliato
del tutto!!!!!!!Per quanto riguarda Gaara, ci hai azzeccato in pieno,
brava!!!!Spero che il capitolo del bacio sia di tuo
gradimento!!!Baciiiiii
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Capitolo 9 *** Le sorprese non finiscono mai! ***
style="LINE-HEIGHT: 115%; FONT-SIZE: 18pt; mso-ascii-font-family: Calibri; mso-hansi-font-family: Calibri; mso-bidi-font-family: Calibri; mso-ansi-language: #0010"
lang=it>Capitolo 9- Le sorprese non finiscono
mai!
Da quella sera, Itachi e Gaara divennero
praticamente inseparabili: ogni momento libero a loro disposizione, lo
passarono facendo passeggiate sulla spiaggia o rimanendo abbracciati ad
osservare le onde infrangersi sul bagnasciuga o il lento tramontare del
sole.
A volte Itachi gli propose lunghe gite nei
paesi vicini, o interminabili nuotate al chiaro di luna che terminavano
sempre con lunghi baci e dolci carezze, ma mai una volta Itachi si spinse
oltre quei gesti, forse per paura di un rifiuto di Gaara, o perchè
l'atmosfera non sembrava mai quella giusta.
Dal canto suo, Gaara desiderava ardentemente
fare l'amore con il moro, ma la timidezza e la poca esperienza gli
impedivano ogni volta di fare il primo passo o per lo meno di far capire a
Itachi le sue intenzioni.
Gaara strinse anche amicizia con i ragazzi
della band di Itachi e venne così a sapere delle pene d'amore di Deidara,
che correva dietro a un Sasori ancora molto incerto su quello che davvero
desiderava dal biondo.
Gaara rimase anche molto colpito dagli sviluppi
del rapporto tra Sasuke e Naruto: i due ancora non si erano dichiarati
apertamente, ma l'imbarazzo ad ogni sfioramento e i sorrisi timidi, furono
per Gaara un chiaro segno che anche loro presto si sarebbero trovati a
tubare sulla spiaggia.
Passò così un altro mese e ormai non mancava
molto prima che Gaara tornasse a casa sua in città; il pensiero gli
attanagliò ogni volta lo stomaco e l'angoscia che provò gli impedì quasi
di respirare: Gaara non aveva ancora parlato con Itachi della sua partenza
e il rosso non sapeva che intenzioni avesse il suo nuovo ragazzo a tal
proposito.
La paura di sentirsi dire che tutto sarebbe
finito com'era iniziato non lo faceva dormire la notte e spesso gli incubi
lo svegliarono nel cuore della notte con gli occhi inumiditi dalle
lacrime; i suoi sentimenti per Itachi crebbero ogni giorno di più e Gaara
ebbe il terrore che per il moro non fosse lo
stesso.
In fondo, Itachi era una famosa popstar e forse
per il più grande era normale svagarsi con qualcuno durante l'estate, nel
periodo in cui aveva meno da fare, per poi tornare dai suoi fans e
concedersi a chiunque di suo gradimento glielo avesse
chiesto.
Da quel che aveva capito Gaara, il moro si era
comportato così con Sai l'anno prima e anche se sentì che il loro rapporto
era molto più forte e sincero, la paura di essere solo uno svago per
Itachi si fece sentire sempre più spesso.
Itachi stesso, spesso si ritrovò a chiedere se
andava tutto bene, notando che ogni tanto lo sguardo triste di Gaara si perdeva nel vuoto, ma mai il
rosso riuscì a trovare le parole adatte per esprimere i suoi dubbi e le
sue paure, anche un pò per paura che Itachi si potesse arrabbiare nel
capire quante incertezze ancora attanagliavano il ragazzo più
piccolo.
In quel periodo, anche i rapporti con Kenzo
migliorarono molto, specialmente quando all'uomo venne una brutta
polmonite e Gaara fu costretto ad aiutare la sorella in casa e il padre
nei momenti di bisogno; Gaara e Kenzo parlarono ancora a lungo in quei
giorni l'uomo raccontò al
figlio tutta la storia sua e di sua madre, forse per fargli capire quali
errori erano stati commessi e perchè.
Anche un pò impietosito dall'espressione
abbattuta e un pò sciupata del padre, Gaara decise che era ormai giunto il
momento di perdonare gli errori dei propri genitori e di dare ad entrambi
una seconda chance, anche se non sarebbe stato facile e di certo non si
sarebbe messo a costruire castelli di sabbia con loro, come se fossero una
famiglia felice.
Tuttavia, Gaara scoprì in quei giorni un lato
del carattere del padre che gli piacque molto, soecialmente dal momento
che Kenzo accettò la sua relazione con Itachi senza battere ciglio
"L'importante è che tu sia felice" gli disse alzando le spalle e
sorridendogli apertamente.
Gaara gli sorrise grato a sua volta e forse
proprio da quel momento il rapporto tra padre e figlio cominciò a
migliorare nettamente, tanto che anche Temari si sentì più sollevata a
lasciarli in casa da soli.
Per quanto riguardò sua sorella, la sorpresa
più grande fu vederla uscire con Shikamaru Nara, che gongolante la portò
spesso a fare lunghe gite in barca e la sera la portò spesso fuori a cena,
o al cinema, o a qualche falò sulla spiaggia.
Che da parte di Shikamaru ci fosse
dell'interesse, Gaara lo notò subito, ma rimase parecchio stupito quando
sua sorella gli venne a chiedere se il ragazzo era già impegnato con
qualcuna, così, insieme ad Itachi, si impegnò per cercare di convincere il
timidissimo ragazzo a farsi avanti e quando finalmente si decise, Gaara e
Itachi stapparono una bottiglia di spumante sulla spiaggia, brindando al
successo della loro piccola missione.
Quando anche un'altra settimana passò e ormai
ne mancavano tre al suo ritorno, Gaara iniziò a preoccuparsi per la salute
del padre: la tosse non accennava a diminuire e il viso dell'uomo era
sempre più incavato e sciupato, tanto che la pelle sembrò ingrigirsi mano
a mano che i giorni passavano.
Gaara ne parlò anche con Temari, ma lei sviò il
discorso sostenendo che era solo una sua impressione, così il rosso cercò
conforto nel suo ragazzo e gli telefonò non appena Temari fu uscita di
casa.
Itachi rispose al terzo squillo e il solo suono
della sua voce fu un sollievo per Gaara "Ehi, il mio rossino preferito mi
cerca...Senti già la mia mancanza?Ci siamo visti solo quache ora
fa..."Disse facendo sorridere Gaara che scosse la testa e alzò gli occhi
al cielo "Ciao, Mr. Don Giovanni...Non ci sperare troppo, starti lontano
non può che farmi bene" rispose avvertendo dei piccoli brividi lungo la
schiena quando Itachi ridacchiò dolcemente "Avevo voglia di sentirti..."
mormorò poi con un tono un pò più triste e per un attimo Itachi rimase in
silenzio "E' successo qualcosa?" chiese con tono preoccupato, cosa che
fece sorridere di gratitudine il rosso "No, no...E' solo che...Sono un pò
preoccupato per mio padre: nonostante le medicine non migliora e anzi
sembra sempre stare peggio...Non so che fare" spiegò un pò
imbarazzato.
Dall'altra parte della cornetta ci furono
diversi secondi di silenzio, coem se Itachi stesse pensando a una
soluzione "Non è il caso di farlo vedere di nuovo da un medico?Magari ha
solo bisogno di medicinali più potenti" disse e Gaara sospirò scuotendo la
testa rassegnato "Figurati!Già con le medicine che abbiamo è un'impresa
fargliele prendere e poi sostiene che i medici del posto siano degli
incapaci" spiegò con un tono che fece sorridere il moro "Se vuoi posso
chiedere ad alcuni amici dei paesi qui intorno...Sono sicuro che un medico
valido lo troviamo" lo rassicurò e Gaara sorrise dolcemente "D'accordo,
grazie....Che stai facendo tu?" chiese poi per cambiare discorso e tornare
su argomenti più allegri "Oh, niente di che...Cercavo di scrivere una
canzone per un ragazzo con cui mi sto vedendo, ma non so se ho la giusta
ispirazione" disse con tono noncurante facendo ridere Gaara "Ah sì? E chi
sarebbe questoragazzo, lo conosco?" chiese stando al gioco del moro "Beh,
forse l'hai visto in giro: è un tipo piuttosto basso e con degli orribili
capelli rossi...Per non parlare della pelle bianca come quella di un
cadavere" lo sfottè e Gaara scoppiò a ridere "Oh, ma vai a farti fottere!"
esclamò continuando a ridere, mentre anche Itachi iniziò a ridacchiare
divertito "Di solito preferisco fottere, piuttosto che farmi fottere"
scherzò facendo arrossire di botto Gaara che si ammutolì imbarazzato: ecco
l'argomento tabù del mese!
Itachi sembrò accorgersi dell'imbarazzo del
rosso e sorrise intenerito "Lo sai, se tu venissi qui a farmi da musa,
forse riuscirò a concludere la mia canzone" disse per rompere il ghiaccio,
cosa che all'apparenza sembrò funzionare "Sì, ho voglia di vederti" disse
annuendo "Beh, meno male! Ci sarei davvero rimasto male se mi avessi detto
di no!" esclamò Itachi dall'altra parte e Gaara sorrise ancora divertito
"Dammi il tempo di vestirmi e ti raggiungo..." iniziò a parlare il rosso,
ma si bloccò subito imbarazzato "Aspetta io....Non so nemmeno dove abiti"
disse come se se ne fosse accorto solo in quel momento "Accidenti, questo
è un errore imperdonabile: è più di un mese che stiamo insieme e ancora
non sei venuto a casa mia? Beh, vorrà dire che rimediamo adesso, non
preoccuparti, vengo a prenderti io fra poco, tu preparati!" disse Itachi
prima di salutarlo e riagganciare.
Itachi arrivò circa mezz’ora dopo a bordo della
sua bella macchina sportiva e avvertì Gaara del suo arrivo con un colpo di
clacson; Gaara uscì di corsa di casa sorridendo in direzione dell’auto e
facendo un gesto di saluto con la mano, prima di salire dalla parte del
passeggero e scoccare un bacio a fior di labbra al suo
ragazzo.
Da quando Itachi gli aveva detto che avrebbero
passato il pomeriggio insieme, l’umore di Gaara era decisamente migliorato
e il suo cuore alleggerito dai brutti pensieri che cominciarono a
stringergli lo stomaco; incredibile quanto quel ragazzo conosciuto solo un
paio di mesi prima, gli avesse cambiato completamente la vita,
convincendolo che il posto in cui si trovava fosse il migliore del
mondo.
Percorsero alcuni metri stando in silenzio ad
ascoltare la radio che trasmetteva una canzone molto dolce, finché Gaara
non riconobbe la voce del cantante “Questa è una tua canzone!” esclamò
voltandosi a guardare il moro che sorrise e annuì “Già…Una delle più
famose a dire il vero” spiegò alzando leggermente il volume e Gaara ghignò
provocante “E a quale dei tuoi tanti ragazzi l’hai dedicata?” chiese e
Itachi sorrise appena continuando a guardare davanti a sé “Veramente
questa è dedicata a mia madre” replicò con voce piatta, usando un tono che
fece capire a Gaara che non era un argomento di cui Itachi amasse parlare,
così si limitò a tornare a fissare la strada davanti a sé e ad ascoltare
le parole della canzone.
Era un testo molto dolce, che parlava
dell’affetto eterno di un genitore verso il figlio e di tutto ciò che una
madre è in grado di fare per la propria prole “E’ molto bella” si limitò a
dire quando la canzone finì e Itachi lo guardò sorridendogli grato, prima
di fermarsi davanti a un cancello che dava su un enorme giardino in fondo
al quale spiccava una gigantesca villa in marmo
bianco.
Gaara tirò giù il finestrino per guardare
meglio: quella non poteva essere casa di Itachi! Insomma, sapeva che era
ricco, ma non pensava che fosse addirittura
miliardario!
Itachi fermò la macchina davanti all’entrata e
spense il motore con un sorriso divertito stampato sulle labbra “Benvenuto
a Villa Uchiha!” dichiarò facendo un gesto con la mano come se gli stesse
presentando una persona; Gaara scese dall’auto ancora a bocca aperta e
rimase per un attimo a fissare quella bellissima villa su tre piani che si
affacciava su un enorme e curatissimo
giardino.
Da dietro la villa Gaara scorse delle sedie a
sdraio e dei tavolini, segno che probabilmente c’era anche una piscina e
poco più in là, un uomo vestito da giardiniere tagliava le siepi dalle
quali spuntavano dei rametti secchi.
L’uomo sorrise a Itachi e gli fece un gesto di
saluto, ricambiato subito dall’Uchiha che si voltò verso il suo ragazzo
ancora sorridendo “Vuoi che ti faccia prima fare un giro dell’esterno e
poi entriamo?” chiese risvegliando il rosso dallo stato di catalessi
“Ehm….Sì, va bene…” rispose Gaara ancora un pò frastornato e Itachi gli
fece segno di seguirlo verso il retro della
villa.
Come aveva immaginato Gaara, sul restro si
trovava una bellissima piscina che sembrava incavata nella roccia; anzi,
più che una piscina sembrava un laghetto, con tanto di cascata e
ponticello, circondata da un sacco di vegetazione, sempre ben
curata.
Itachi gli fece fare il giro del giardino,
dove, Gaara scoprì, c’era anche un piccolo zoo pieno di pappagalli multi
colore, scimmie e altri uccelli tropicali “Una passione di mia madre,
quella degli uccelli….” Spiegò il moro invitando Gaara a continuare a
seguirlo in quel piccolo tour.
Una parte di giardino assomigliava molto alla
piscina, pieno di piante e rocce bagnate da ruscellini di acqua dolce,
mentre in un’altra parte sarebbe stato possibile costruirci un campo da
golf o un’altra piscina.
Dopo il giro in giardino, Itachi si avvicinò di
nuovo alla villa tenendo Gaara per mano e lo fece salire per delle scale
esterne che portavano a una bellissima terrazza al primo piano, con tanto
di tavolini e sedie per un aperitivo in compagnia, un piano bar da
giardino e anche un enorme barbeque “Qui è dove mi piace rilassarmi la
sera, quando il sole tramonto…Mi metto qui con un bicchiere di vino o di
martini e lascio che i miei pensieri scivolino via” spiegò Itachi
sedendosi a uno dei tavolini, subito imitato da Gaara “E’ bellissimo
qui…Ma dove sono Sasuke e i tuoi genitori?” chiese curioso anche di
conoscere la madre e il padre del ragazzo che amava “Sasuke dev’essere in
spiaggia, a quest’ora, di solito, va a giocare a beach volley…In quanto ai
miei…” “Il signore desidera
qualcosa per lui e per il suo ospite?” chiese all’improvviso un
maggiordomo che Gaara non aveva notato in quanto era arrivato alle sue
spalle “Solo due sode, Shin…Grazie” rispose cordialmente il moro prima di
tornare a sorridere a Gaara che gli sorrise a sua volta un po’ imbarazzato
“Allora, non trovi che questa casa potrebbe essere usata come albergo?”
chiese Itachi cambiando all’improvviso discorso, cosa che non sfuggì a
Gaara, in quanto era già la terza volta in poco
tempo.
Sembrava quasi che a Itachi desse fastidio
parlare dei suoi genitori e Gaara cominciò a rendersi conto che sapeva
così poco su quel ragazzo, anzi praticamente non sapeva nulla di lui visto
che Itachi non amava parlare di sé e questa era una cosa che faceva
imbestialire Gaara, perché invece Itachi sapeva tutto di lui e della sua
famiglia.
Forse lui esagerava nel raccontare i fatti
suoi, ma ci teneva a farsi conoscere il più possibile dal ragazzo di cui
era innamorato e avrebbe voluto poter conoscere anche lui ogni singola
cosa del suo ragazzo, ma Itachi non sembrava dello stesso parere e ad ogni
domanda un po’ troppo personale, sviava il discorso o addirittura lo
cambiava del tutto.
Il maggiordomo arrivò con le due bibite e
subito Itachi lo congedò continuando a parlare tranquillamente con il
rosso, il quale nonostante la delusione non lasciava trasparire nessuna
emozione negativa, troppo entusiasta di essere finalmente a casa di Itachi
“Ti va di vedere la casa dentro?” chiese poi il moro, quando ebbero finito
il rinfresco e Gaara annuì alzandosi e seguendo Itachi all’interno della
villa.
Se il giardino colpì Gaara per la sua
maestosità, l’interno lo lasciò completamente di stucco: non solo
l’entrata era così maestosa da fare invidia ai palazzi dei grandi signori
dell’800, ma c’erano così tante stanze che perdersi in un labirinto
sarebbe stato più difficile.
Itachi trascinò Gaara per tutti i piani
mostrandogli la sala da pranzo, le cucine, lo studio, la biblioteca, la
sala rinfreschi con un piano bar simile a quello del locale più di lusso,
la sala relax, con tanto di biliardo, scacchi e tantissimi altri giochi in
scatola, finchè non arrivarono al piano con le camere da letto e Itachi
aprì l’ultima porta rimasta “E questa è la mia stanza!” esclamò invitando
Gaara ad entrare nella camera.
Gaara si guardò intorno stupito: quella stanza
poteva essere grande quanto la sua intera casa e al centro si trovava un
enorme letto a baldacchino in legno lavorato “Tu dormi davvero qui?”
chiese cominciando a pensare che quello in realtà fosse un museo e non la
casa del suo ragazzo “Beh, sì…Almeno quando nessuno mi invita a dormire
con lui!” rispose il moro beccandosi un pugno sul braccio da parte di
Gaara che lo fece ridere “La vuoi piantare con queste battutacce, non sei
per niente divertente!” si lamentò il rosso sorridendo a sua volta,
nonostante cercasse di mantenere il broncio.
Quando entrambi smisero di ridere, Itachi si
soffermò ad osservare il viso sereno del rosso con uno sguardo così
intenso che fece arrossire Gaara “Che c’è?” chiese imbarazzato, prima che
Itachi gli posasse una mano sul viso e iniziasse a baciarlo
delicatamente.
Subito Gaara rispose al bacio andando a posare
le mani sulle spalle del più grande, per poi intrecciarle dietro al suo
collo; nemmeno si accorse che Itachi lo stava spingendo verso il letto,
finché non avvertì il contatto con il morbido materasso contro la sua
schiena.
Il cuore di Gaara iniziò a battere
selvaggiamente mentre Itachi si posizionava meglio sul suo corpo e
ricominciava a baciarlo: che fosse arrivato il tanto atteso e temuto
momento? Si chiese il rosso avvertendo il suo corpo che iniziava a tremare
leggermente, mentre le mani di Itachi si facevano strada sotto alla sua
t-shirt.
Stava per sfilargli la maglietta, quando un
bussare timido alla porta li fece fermare di colpo “Sì, chi è?” chiese
Itachi senza spostarsi dal corpo di Gaara, che si sentiva sempre più in
imbarazzo “Signore, mi dispiace disturbarla, ma c’è una visita per lei”
disse la voce di Shin, il maggiordomo che gli aveva portato le
bibite.
Gaara e Itachi si guardarono interrogativi e un
po’ interdetti, poi Itachi si tirò su con un sospiro chiedendo scusa il
rosso e aprendo la porta “Scendo subito, Shin, grazie” disse voltandosi
poi verso il suo ragazzo, che lo guardava con aria smarrita ancora seduto
sul bordo del letto.
Itachi sorrise dolcemente e si avvicinò per
baciarlo di nuovo “Ti prometto che mi sbarazzerò subito di questa
seccatura e poi sarò di nuovo tutto tuo” disse facendo arrossire Gaara che
annuì e lo seguì al piano terra.
Lì trovarono l’ultima persona che Gaara avrebbe
voluto vedere in quel momento: Sai li osservò scendere le scale con un
sorrisetto sulle labbra; più che altro fissò Gaara con quell’aria
strafottente di uno che la sa sempre più lunga degli altri “Sai! Che ci
fai qui?” chiese Itachi nascondendo il tono scocciato con uno
d’indifferenza.
Sai si strinse nelle spalle continuando a
fissare Gaara per alcuni secondi, poi finalmente il suo sguardo si spostò
su Itachi “Volevo giusto fare un saluto, niente di più, perché?Ho forse
interrotto qualcosa?” chiese con finta aria da innocente, facendo
arrossire come un peperone Gaara, che distolse subito lo sguardo “Niente
che ti riguardi, questo è sicuro….Comunque, come vedi, adesso ho ospiti,
quindi se non mi devi dire niente di importante, ti pregherei di tornare
in un altro momento” rispose con fermezza Itachi, ricevendo un muto
ringraziamento da parte di Gaara.
Sai mise su un broncio talmente infantile da
dare sui nervi “Come sei scortese, Itachi…E pensare che di solito ci
divertiamo tanto” la buttò lì il ragazzo provocando a Gaara una sensazione
di doccia fredda che lo fece sbiancare: ci divertiamo? Perché Sai aveva
usato il presente?E perché Itachi non sembrava in grado di ribattere e
anzi sembrava parecchio in imbarazzo? Ecco che i dubbi e le paure si
facevano risentire e sempre più insistentemente “Per favore, Sai, adesso
non ho tempo da dedicarti…Ci vediamo un’altra volta” rispose con un tono
più pacato il più grande e Sai sorrise trionfante “D’accordo, ma
chiamami…Ultimamente mi faccio sentire sempre solo io!” esclamò prima di
voltarsi e salutare con un cenno della mano.
I due rimasero in silenzio a fissarlo mentre
usciva; Gaara non seppe nemmeno cosa dire, dopo quello che aveva sentito e
nemmeno Itachi sembrava molto a suo agio “E’ meglio che vada a casa
anch’io” disse solo il rosso incamminandosi a passo spedito verso la porta
d’ingresso “Gaara, aspetta un attimo” lo chiamò Itachi, ma Gaara fece
finta di non sentire e uscì all’esterno della villa, diretto verso il
cancello che poco prima aveva oltrepassato in macchina con Itachi “Gaara!”
lo chiamò ancora Itachi una volta fuori dalla casa, ma Gaara si limitò ad
aumentare il passo senza voltarsi “Gaara, fermati ti prego” continuò
Itachi riuscendo infine a raggiungerlo e ad afferrarlo per un braccio per
farlo voltare “Che cosa significa questa storia, eh?Cosa vuol dire di
solito ci divertiamo tanto?Te la spassi con me, però nel frattempo ti
tieni libero per le tue puttanelle?Mi fai schifo!” urlò Gaara non appena i
suoi occhi incrociarono quelli di Itachi, come se una bomba a orologeria
fosse di colpo scoppiata “Gaara, ti prego, non è come pensi…” iniziò
Itachi parlando piano per cercare di calmare il rosso, il quale sembrava
del tutto impazzito “E poi che vuol dire ti chiamo sempre io?Cos’ è vi
dovete sentire di nascosto e non lo chiami perché ci sono io?” chiese
ancora ormai del tutto privo di freni, mentre Itachi lo fissava
leggermente ferito da quelle parole accusatorie “Ti fidi più delle parole
di Sai che delle mie?Pensavo avessi capito che tipo di persona è” rispose
il moro sperando di calmarlo, ma quelle parole fecero infervorare Gaara
ancora di più “No, infatti non mi fido di lui…Ma sai una cosa, so più cose
sul conto di Sai che sul tuo, quindi come posso fidarmi di te! Non avremmo
nemmeno dovuto iniziare questa cosa: noi due apparteniamo a due mondi
diversi e io sto bene dove sto, non voglio far parte del tuo mondo!” gridò
Gaara prima di voltarsi per l’ultima volta e camminare velocemente lungo
la strada che lo avrebbe riportato a casa sua, il tutto sotto lo sguardo
ferito di Itachi.
Eccomi qua!!!!!Sono tornata dalle vacanze e
subito mi sono messa all’opera!!!!Durante questo mese ho pensato un sacco
a come andare avanti e devo ammetterlo, c’è stato un momento in cui ci
stavo rinunciando a causa della poca fantasia…Ma poi ho detto “Non posso
deludere così chi legge le mie fic!Devo riuscire assolutamente a finirla,
anche perché ho già in mente gli sviluppi, devo solo riuscire a metterli
giù come si deve… Chiedo scusa, quindi, per il ritardo e anche per
lasciarvi con un finale così burrascoso, ma prometto che adesso che sono
qui, cercherò di postare più frequentemente così presto saprete se e come
si aggiusteranno le cose!!!!Spero che il capitolo vi sia piaciuto e spero
di leggere tante recensioni, che sono tra le cose che più mi invogliano a
continuare a scrivere!!!!Ah, dimenticavo, mi sto rendendo conto che in
fondo mi sto ispirano un po’ a The Last Song, però credo anche che per una
storia estiva gli elementi da mettere non siano molti quindi più che
copiare, sto un po’ riscrivendo la storia…Forse ancora nel finale ci
assomiglierà, come ho già detto, ma potrei anche cambiare idea
all’ultimo…Intanto voi leggete, leggete, leggete e recensite soprattutto….Un
bacioooooooooooooooooooooo!!!!!!!!
X Sakura734: Ciao!!!Come ti capisco, anche per
me sono la coppia più bella del mondo: li adoro insieme e in ogni SasuNaru
che mi capita di leggere, spero sempre ci sia di mezzo anche la
ItaGaa!!!!!Sono troppo belliiiiii!!!!Ti ringrazio, sono contenta che ti
piaccia la mia fic e che soprattutto la trovi scorrevole da leggere,
perché ho sempre un po’ il terrore che non vada mai bene!!!!!Io penso
proprio che comincerò a specializzarmi su questi due se non mi vengono
ispirazioni su altre coppie, quindi tienimi d’occhio che è molto probabile
che la prossima ItaGaa sia proprio mia!!!!!! Un bacio e grazie ancora,
spero che questo capitolo ti piaccia come
l’altro!!!!
X Red Fox: Ciao! Ahahahahah….Beh,
in effetti descrivere un Itachi davvero arrabbiato è un’impresa perchè
penso di non averlo mai visto incavolato!!!!!E poi sotto sotto se la
rideva per l’ingenuità di gaara quindi non poteva proprio
arrabbiarsi…Anche se stavolta con Sai credo si sia innervosito abbastanza
e mi sa tanto che gli farà una bella ramanzina….Speriamo solo che Gaara
dia retta a Itachi e non a Sai, tu che dici????Spero di aver fatto centro
anche con questo capitolo e prometto che mi rifarò viva molto
presto!!!!Grazie ancora, un bacio!!!
X Beads and Flowers: Mi spiace non insistere troppo su questo
punto e che Gaara e il padre sono di nuovo in rapporti abbastanza civili,
anche se con Gaara bisogna stare attenti che se si arrabbia è peggio di
una bomba!!!ahahahaha….Purtroppo, non ho ancora capito perché, dal mio pc
non riesco a fare le modifiche, proprio non capiscoil perché
accidenti….Comunque farò il possibile per accontentarti!A
presto!!!
X Lorelei95: Beh, peccato che sono stati interrotti, se no la
lemon ci stava tutta ahahahahhahah Scherzi a parte per una fic così non so
ancora se fare la lemon oppure lasciare poche descrizioni ma buone, poi
deciderò….Adesso che sono tornata e anche se domani riprendo con il
lavoro, prometto che mi farò viva più spesso e credo che alla fine
manchino ormai al massimo 5 capitoli, non di più a meno che non mi vengano
nuove idee…..Spero ti piaccia anche questo, un
bacio!!!!
X Ioia 9619: ahahahahahahhahah ti ringrazio!!In realtà è
un’idea che mi è venuta in mente al momento, giusto per incastrare il
bacio di Itachi e Gaara con l’inizio della storia tra Naruto e Sasuke…Mi
sembrava carina come idea e l’ho scritta di getto…Sono contenta che sia
piaciuto…Baciiiii!!!!!
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Capitolo 10 *** Brutte notizie ***
Capitolo
10-Brutte notizie
Appena aprì gli occhi, Gaara pensò di aver sognato, avvertendo subito
il mal umore invaderlo non appena si rese conto che tutti i fatti del
giorno prima erano reali: lui e Itachi avevano passato una bellissima
giornata insieme e Itachi aveva mostrato al rosso la sua casa, o meglio la
sua villa.
Peccato che l'idilio venne interrotto dall'arrivo di Sai, che aveva
fatto in modo di far andar via un infuriato Gaara dalla casa del suo
ragazzo, o ex-ragazzo ormai, vista la litigata fatta a causa proprio di
Sai.
Gaara ci veva riflettuto a lungo per gran parte della notte ed era
arrivato alla conclusione che in effetti forse lui aveva un pò esagerato,
ma il problema, tralasciando la sgradita sorpresa di Sai, era un altro: la
ricchezza e la fama di Itachi avevano all'improvviso spaventato Gaara, che
si era davvero reso conto in quel momento di quanto fossero diversi il suo
mondo e quello di Itachi.
La paura gli aveva fatto aumentare i dubbi e alla fine, Gaara aveva
iniziato a convincersi che la relazione con Itachi non sarebbe stata altro
che un'avventura estiva e lui non aveva davvero voglia di niente del
genere.
Dentro di lui, tuttavia, Gaara non faceva altro che sperare che Itachi
andasse da lui, o che per lo meno lo chiamasse, in modo da poter parlare
con calma e magari chiarire.
Sbuffando e scalciando le lenzuola, si alzò dal letto, si vestì
velocemente con gli abiti più comodi che aveva e si diresse in cucina per
fare colazione; rivolse ai suoi fratelli e a suo padre solo un breve
mugugno, accompagnato da un'occhiataccia quando gli venne chiesto com'era
andata la giornata precedente.
Gaara bevve lentamente il caffé e mangiò una sola brioches vuota, il
tutto sotto lo sguardo basito e un pò impaurito dei suoi familiari, poi si
alzò, sempre lentamente e uscì, diretto in centro per una passeggiata,
anche se in realtà il rosso sperò ardentemente di incontrare Itachi.
Gaara camminò per ore lungo la spiaggia, guardandosi intorno e cercando
di scorgere tra la folla la chioma corvina del suo ragazzo e nel
frattempo, rimuginando su cosa gli avrebbe detto se lo avesse visto e cosa
invece Itachi avrebbe potuto rispondergli.
Per diverso altro tempo, non ebbe fortuna, almeno finché Gaara non notò
un'altra chioma corvina che attirò la sua attenzione: Sai si aggirava per
le vie più strette in compagnia di un paio di ragazzi dall'aria per niente
raccomandabile, che osservavano i passanti con sguardo truce e sembravano
serrare Sai come una morsa per non farlo scappare.
Gaara si insospettì non poco vedendo quella scena e guidato
dall'istinto, si mise a seguire lo strano trio, stando attento a non farsi
vedere; purtroppo per lui, l'abilità di detective non gli apparteneva e
dopo un pò, li perse di vista a causa di un grosso gruppo di turisti che
gli intralciarono la strada.
Quando Gaara riuscì a farsi spazio, i tre erano completamente spariti e
il rosso si diede quasi subito per vinto, riprendendo la sua "caccia"a
Itachi, o magari Sasuke e Naruto, insomma, qualcuno che potesse dirgli
dove poteva trovare il moro per parlargli una volta per tutte e togliersi
quel peso che gli opprimeva il petto.
Fu proprio cercando Itachi, che riuscì a ritrovare Sai: il rosso stava
girando ormai a vuoto, con il rischio anche di perdersi, quando sentì
delle voci provenire da una delle piccole vie alla sua destra; quando poi
Gaara avvertì chiaramente rumori di rissa accompagnati da qualche gemito,
decise di andare a vedere che cosa stava succedendo.
"Così impari a non restituirmi i miei soldi quando te lo chiedo"
esclamò una voce, seguita da alcune risate; Gaara si affrettò a
raggiungere le voci e quello che vide per un attimo lo paralizzò: Sai era
steso a terra con il viso e le braccia tumefatte e sanguinanti, mentre su
di lui troneggiavano i due energumeni che lo accompagnavano poco prima e
altri due ragazzi che Gaara non aveva mai visto "Ehi!" gridò d'istinto,
stupendosi lui stesso e attirando l'attenzione dei quattro teppisti, i
quali si voltarono guardandolo male.
Gaara deglutì a vuoto, covinto che di lì a poco avrebbe raggiunto Sai
sul pavimento, ma uno dei ragazzi,probabilmente il "capo", fece un gesto
della mano agli altri e tutti e quattro si allontanarono di corsa, di
sicuro preocupati più dalle grida di Gaara, che avrebbero potuto attirare
un adulto, o magari un poliziotto, che da Gaara stesso.
No appena fu sicuro che i teppisti se ne furono andati, Gaara si
inginocchiò vicino a Sai per controllare le sue condizioni: il moro aveva
perso i sensi e di sicuro aveva preso più di una botta in testa, così
Gaara decise di avvertire qualcuno nelle vicinanze di chiamare un'
ambulanza.
Gaara individuò un passante che lì per lì non si fermò, probabilmente
troppo desideroso di tornare a casa dopo una lunga giornata di lavoro, ma
non appenna Gaara gli mostrò il corpo del ragazzo steso a terra, si agitò
molto e subito afferrò il cellulare per chiamare l'ospedale, anche se
Gaara temette per un attimo che quell'uomo volesse chiamare la polizia, da
come guardava terrorizzato il rosso.
L'ambulanza arrivò solo dopo pochi minuti, grazie all'emergenza della
chiamata e al fatto che l'ospedale fosse nei paraggi; Sai venne caricato
su una barella e Gaara accettò di accompagnarlo quando gli venne chiesto,
sempre più stupito di sé per il comportamenteìo che stava dimostrando nei
confronti della persona che avrebbe dovuto odiare di più al mondo, ma si
sà, quando c'è di mezzo qualcosa di pericoloso, di solito non lo si augura
nemmeno al proprio peggior nemico e Gaara non era neanche il tipo da
lasciare in difficoltà chi ne aveva davvero
bisogno.
Gaara ringraziò mentalmente quella situazione per avergli permesso di
chiamare Itachi: non appena Sai era stato portato in una delle tante
stanze dell'ospedaleper i controlli, Gaara si era diretto al telefono per
avvisare qualcuno dell'accaduto.
Di certo, però, non avrebbe potuto chiamare suo padre, altrimenti
avrebbe dovuto raccontargli tutto e Kenzo si sarebbe di sicuro arrabbiato;
Temari sicuramente era con Shikamaru e non voleva disturbarla, così Gaara
provò a chiamare Kankuro, ma il telefono era spento, quindi gli fu del
tutto automatico digitare il numero di Itachi come seconda opzione.
Si sedette nella sala d'aspetto, in attesa dell'arrivo del moro e che i
medici gli dicessero che poteva andare; purtroppo, Sai era messo
abbastanza male e di sicuro i dottori non l'avrebbero lasciato andare
senza una spiegazione "Gaara!" lo chiamò qualcuno facendolo voltare di
scatto e il rosso provò una sensazione di sollievo, vedendo Itachi che si
avvicinava a lui tutto trafelato.
Gaarasi alzò di scatto andandogli incontro e gettandogli le braccia al
collo "Mi dispiace...Mi dispiace, non volevo dire quelle cose,
scusami"sussurrò stringendosi a lui come ad un appiglio, mentre Itachi
ricambiava il suo abbraccio e gli accarezzava piano la schiena"Ssshhhh..Va
tutto bene, tranquillo...Vieni, siediti qui" lo rassicurò il moro
facendolo sedere e inginocchiandosi davanti a lui, tenendogli le mani tra
le sue "Mi dici cos'è successo esattamente?" chiese Itachi quando Gaara si
fu calmato ed ebbe preso un respiro profondo "Io...Non lo so: stavo
camminando e ho visto Sai insieme a due tipi che sembravano dei mafiosi e
ho cercato di seguirli, ma quando li ho persi di vista, ho tralasciato la
cosa...Poi ho sentito dei rumori e sono andato vedere...E c'era Sai per
terra, pieno di sangue....Ho fatto scappare quei tipi e l'ho portato qui
insieme ad un signore...Non so altro" spiegò tutto d'un fiato il rosso
tornando ad abbracciare il suo ragazzo "Itachi, io....Ti stavo cercando,
quando ho trovato Sai...Volevo parlarti, chiederti scusa...Ho sbagliato,
lo so..." disse ancora Gaara e Itachi scosse la testa baciandolo in fronte
"No, non hai sbagliato...Fammi solo parlare un attimo con i dottori e poi
ce ne andiamo e parliamo, ok?" disse sorridendo in modo rassicurante a
Gaara, il quale annuì più rilassato e appoggiò la schiena contro al
muro.
Dopo solo alcuni minuti,un medico uscì da una delle stanze del
corridoio e Gaara lo indicò come il dottore che stava curando Sai; Itachi
gli si avvicinò e gli strinse la mano, prima di cominciare a parlare, ma
Gaara non riuscì a capire cosa si stavano dicendo e osservò il dottore
annuire ancora un pò incerto, per poi seguire con lo sguardo Itachi, che
si stava riavvicinando a lui "E' tutto a posto: gli ho spiegato che si è
trattata solo di una disputa finita male e il medico ha detto che possiamo
andare" spiegò il moro afferrando una mano di Gaara e aiutandolo ad
alzarsi "E Sai?" chiese Gaara fissando la porta della stanza dove si
trovava il ragazzo.
Itachi sorrise, intenerito dalla preoccupzione del suo ragazzo "Sai sta
bene...Sta riposando, adesso, e entro stasera lo faranno andare a casa" lo
rassicurò facendogli strada verso l'esterno dell'ospedale, mentre Gaara
già pensava a cosa dire a Itachi per spiegarsi e chiedergli scusa una
volta per tutte.
Salirono sulla macchina di Itachi e il moro mise subito in moto senza
dire una parola, tanto che Gaara pensò che fosse ancora arrabbiato con lui
"Dove andiamo?" chiese un pò in imbarazzo, sentendo il cuore battere a
mille; Itachi gli sorrise guardandolo dolcemente "E' una sorpresa" disse
soltando per poi tornare a concentrarsi sulla guida, sotto allo sguardo
curioso del rosso.
Si fermarono a pochi metri dalla spiaggia, in un punto che Gaara non
aveva mai visto e dove la sabbia era interrotta da grossi massi accalcati
l'uno sull'altro; dopo aver chiuso la macchina, Itachi afferrò Gaara per
mano, sempre sorridendo e gli fece strada fino all'ammasso di rocce.
Lì Gaara notò un punto che dalla macchina non gli era stato possibile
notare e cioè una rientranza, simile ad una grotta, perfettamente
illuminata da una miriade di candele; per terra erano state posizionate
diverse coperte e qui e là c'erano delle bottiglie di birra"Lo hai
preparato tu?" chiese Gaara stupito, guardando Itachi negli occhi.
Il moro annuì un pò in imbarazzo e sorrise leggermente "Lo avevo
preparato per stasera, per poter parlare con te tranquillamente...Adesso
non è sera, però..." spiegò Itachi lasciando la frase in sospeso e
incamminandosi verso la grotta, sempre tenendo per mano uno stupito
Gaara.
Si sedettero sulle coperte preparate da Itachi e subito il moro offrì
una birra a Gaara,il quale l'accettò ringraziandolo ancora un pò
incredulo; Gaara notò solo in quel momento che c'erano anche dei
tramezzini da accompagnare alle birre e si rese conto solo in quel momento
di avere una gran fame, quindi ne afferrò uno e lo addentò con gusto
masticando lentamente "Itachi, io....Non capisco...Tu dovresti avercela a
morte con me" disse Gaara prendendo coraggio, dopo aver terminato il suo
panino e Itachi gli sorrise sorseggiando la birra "Perchè dovrei avercela
con te?" chiese con tono tranquillo, avvicinandosi di più a Gaara, il
quale arrossì imbarazzato "Beh,perchè....Ho detto delle cose
terribili...Ti ho praticamente dato del riccone figlio di papà...Il fatto
è che ero arrabbiato per l'arrivo di Sai e ...." spiegò senza guardare
Itachi negli occhi "...E tutta quella ricchezza ti ha spaventato" concluse
per lui il moro, guardandolo dolcemente "Beh, sì...Non ci sono abituato
e....Ho avuto paura che tra di noi questa cosa potesse essere un ostacolo"
ammise alla fine Gaara e Itachi annuì, come se le sue teorie fossero state
confermate dalle parole del rosso "E' comprensibile, non sei la prima
persona che scappa, dopo che gli ho fatto vedere casa mia..." spiegò
allora sotto lo sguardo basito di Gaara "Davvero?" chiese quest'ultimo, un
pò più sollevato ora che era in compagnia di Itachi "Già...Ma ti voglio
svelare un segreto: nemmeno io amo essere circondato da tutto quel lusso,
non sono il tipico ereditiere che si crogiola nella ricchezza...Fosse per
me, mi sarei limitato a un appartamento di modeste dimensioni in città,
piuttosto che a una villa del genere...Purtroppo, i mie genitori sono
sempre stati dei gran megalomani e io e Sasuke abbiamo dovuto piegarci al
loro volere....Il fatto è che ci passo talmente poco tempo, in quella
casa, che a volte mi dimentico di quanto possa risultare imponente agli
occhi di chi non è abituato....Ti capisco, in fondo" disse sorridendo,
guardando Gaara negli occhi.
Gaara avvertì, a quelle unltime parole, un senso di sollievo e di
liberazione che lo fecero muovere di slancio, andando a baciare le labbra
del moro con tutta la passione che possedeva "Mi perdoni, quindi?" chiese
sorridendo e allacciando le braccia intorno al collo di Itachi, il quale
gli accarezzò dolcemente i capelli e lo guardò serio negli occhi "Non hai
niente da farti perdonare, Gaara" disse, prima di ricominciare a baciarlo
con sempre più passione.
Itachi fece stendere Gaara a pancia in su e gli si sdraiò sopra, senza
mai settere di baciarlo e accarezzarlo: voleva riprendere da dove erano
stati interrotti il giorno prima e questa volta nessuno li avrebbe
fermati, specialmente perchè nessuno sapeva dove si trovassero.
Lentamente, Itachi portò le mani sui fianchi di Gaara, accarezzandogli
la pelle morbida da sotto la maglietta e iniziando ad alzargli con calma
l'indumento, finchè non si ritrovò abbandonato per terra, in un punto
indecifrato della grotta; il moro iniziò a baciare ogni singolo punto
scoperto del petto e dell'addome di Gaara, il quale avvertì una scarica di
brividi ad ogni tocco di Itachi e il cuore che cominciava a battere
all'impazzata.
Sempre lentamente, Itachi iniziò a sbottonargli i pantaloni,
lasciandoli aperti senza però sfilarglieli, per poi concentrarsi sulla sua
camicia, che iniziò a slacciare; Gaara se ne accorse e si mise a sedere
con aria decisa, andando a posare le mani su quelle di Itachi e fissando
il moro negli occhi.
Con calma e senza mai distogliere lo sguardo da quello del suo ragazzo,
Gaara iniziò a slacciargli la camicia, fino a sfilargliela e iniziando ad
accarezzargli il petto e le spalle, fino a scendere sull'addome e sui
fianchi; Gaara rimirò il corpo perfetto di Itachi, prima di allacciare
nuovamente le mani dietro al suo collo e tirarlo nuovamente su di sé.
Ripresero a baciarsi con passione crescente e finalmente anche i
pantaloni vennero sfilati, mentre i loro petti si sfregavano dolcemente;
una volta che entrambi furono completamente nudi, si guardarono negli
occhi interrompendo la scarica di baci che si stavano scambiando.
Itachi accarezzò lievemente una guancia del rosso, per poi posare la
mano sul suo capo "Voglio fare l'amore con te" sussurrò Gaara, leggermente
rosso in viso, mentre l'eccitazione comicniava a prendere il sopravvento
"Sei sicuro?" chiese Itachi guardandolo seriamente e Gaara annuì
sorridendogli e accarezzandogli il viso "Non potrei desiderare di meglio"
disse, facendo sorridere il moro, il quale si posizionò meglio sopra di
lui e inziò a prepararlo alla penetrazione, il tutto accompagnato da mille
baci sul viso, il collo e il petto del rosso, il quale ricambiava
accarezzando le spalle e la schiena del più grande.
Quando Itachi finalmente entrò, Gaara avvertì una fitta di dolore
talmente forte che rischiò di mandare tutto all'aria, ma riuscì a
trattenersi e si limitò a mordersi la lingua nell'attesa che il dolore
passasse "Ti faccio male?" chiese Itachi ansimando piano e fermandosi per
un momento, ma Gaara lo strinse più forte a sé "E' solo un attimo, non ti
fermare" mormorò, invitando così Itachi a spingere più a fondo, sempre con
estrema lentezza, finché il moro non fu completamente dentro di lui.
Cominciarono a muoversi all'unisono, prima lentamente, poi sempre più
velocemente, non appena Gaara diede segno di comicnciare a provare
piacere; fecero l'amore con una dolcezza infinita e vennero quasi nello
stesso istante, rimanendo poi abbracciati e godendo dei loro respiri
affannati che si intrecciarono "Ti amo" sussurrò Gaara dopo alcuni
minuti,accarezzando la schiena di Itachi, il quale alzò il viso per
poterlo baciare "Ti amo anch'io" sussurrò a sua volta sorridendogli e
riprendendo a baciarlo.
Si era fatta ormai sera, quando i due decisero che era ora di
sbaraccare e di tornare a casa; Gaara aiutò Itachi a caricare nel
bagagliaio le coperte e le birre rimaste, per poi salire in
macchina,diretti a casa di Gaara.
Per tutto il tragitto, Itachi guidò con una mano sola, stringendo con
l'altra quella di Gaara e rivolgendogli di tanto in tanto delle tenere
occhiate, finché non fu costretto a lasciarlo andare in quanto erano
arrivati a destinazione; Gaara si sporse verso di lui per baciarlo a lungo
e per un pò rimasero a coccolarsi in silenzio "Ci sentiamo dopo?" chiese
poi Gaara mentre apriva la portiera della macchina e Itachi annuì "Vai, ti
guardo entrare" disse poi sorridendogli e Gaara si avvicinò di nuovo a lui
"Sei dolce" mormorò, prima di baciarlo di nuovo e uscire dall'auto.
Quando fu davanti alla porta, si voltò un'ultima volta per salutare
Itachi, che lo osservava dall'interno della macchina e che ricambiò il
saluto sorridendo; Gaara si stupì nel notare il silenzio che regnava in
casa e pensò subito che Temari e Kankuro dovevano essere usciti, ma suo
padre dove poteva essere?
Gaara iniziò a chiamare a gran voce il padre, girando per le stanze
sempre più sorpreso, più che altro dal fatto che suo padre non gli avesse
lasciato nemmeno un biglietto per avvisarlo; quando entrò nella stanza del
genitore, però, il sangue gli si ghiacciò nelle vene: suo padre era in
mezzo alla stanza, sdraiato a pancia in giù sul pavimento, probabilmente
privo di sensi, o peggio e il viso era bianco come quello di un cadavere
"Papà!" gridò fiondandosi sul corpo dell'uomo e iniziando a scuoterlo per
svegliarlo.
Fortunatamente, Gaara avvertì che il battito c'era ancora, seppur
debole e che il padre respirava rantolando; Gaara avvertì dei passi
affrettati alle sue spalle e si voltò, trovandosi davanti Itachi che lo
fissava spaventato, probabilmente attirato dalle urla del rosso "Mio
padre...Mio padre sta male...Ti prego" mormorò Gaara guardandolo diperato
e subito Itachi si inginocchiò al suo fianco per controllare le condizioni
dell'uomo.
Immediatamente dopo, Itachi si rialzò afferrando il telefono e
digitando il numero dell'ambulanza, parlando con tono concitato
all'operatore, mentre Gaara rimaneva accanto al padre, stringendo con
tutto le sue forze il braccio dell'uomo e fissando il viso pallido
"No...No...Ti prego...Papà!!!!"
Ahiahiahi...Le cose si mettono male!!!!Ciao a tutti, sono di nuovo qua
e anche se ci ho messo un pò, spero che il capitolo valga lapena
dell'attesa...Finalmente Itachi e Gaara sono riusciti a fare l'amore,
evvaiiii!!!!!Tuttavia, non poteva di certo far terminare il capitolo con
qualcosa di allegro, anche perchè ormai mancheranno 2 o 3 capitoli alla
fine della fic e da questo momento in poi diventerà un pò più drammatica,
quindi siete avvertiti...Spero di riuscire ad aggiornare al più presto,
più che altro devo ancora capire cosa posso far succedere nel prossimo
capitolo, a parte, ovviamente, spiegare cosa sta succedendo al padre di
Gaara....Aspetto i vostri commenti, un bacio a tutti, anche chi legge e
basta, ciaooooooooooo!!!!!!!!
X Sakura 734: Ti posso dare già un anticipo sullaprossima ItaGaa che
scriverò: pensavo di prendere spunto da Supernatural, che è un telefilm
dove due fratelli danno la caccia a mostri, demoni e
quant'altro...Ovviamente, i due fratelli saranno Itachi e Sasuke e poi
verranno fuori anche Naruto e Gaara, quindi se può piacerti una cosa del
genere, tienimi d'occhio, che, non so quando né come, ma la
posterò....Devo dire che anch'io un pò mi emoziono a scrivere queste scene
e mi vengono sempre abbastanza di getto...Infatti l'intervento di Sai è
stata una decisione dell'ultimo minuto, ma non potevo lasciare che tra
Itachi e Gaara fosse sempre tutto rose e fiori, quindi ho dovuto
interromperli...Un pò come in questo capitolo, che termina forse in modo
peggiore rispetto a quello scorso...Spero che tu abbia graditola mia lemon
molto soft...Un bacio!!!!
X Beads and Flowers: Spero che l'attesa sia stata ripagata con questo
capitolo....Non è proprio una lemon, ma in una situazione del generenon ce
li vedevo proprio a fare sesso sfrenato, quindi ho optato per qualcosa di
più dolce e romantico...Forse anche un pò troppo a dirla tutta
ehehehehe....Purtroppo temo di doverti deludere sulla lunghezza della fic,
perchè fra non molto posso dire che sarà conclusa e solo alla fine si
saprà il mistero sui genitoridi Iachi, quindi porta pazienza e mi
raccomando fammi sapere cosa ne pensi di questo, un bacio!!!
X Red Fox: ahahahahahhhaaahahahaha...Sono contenta che la mia fic ti
piaccia così tanto, vuol dire che ho colpito nel segno e questa per me è
una grande soddisfazione...Purtroppo anche questo capitolo termina
abbastanza male, ma, per lo meno, ho fatto concludere il conto in sospeso
a Gaara e Itachi, che non ne potevano più di aspettare ihihihih.....In
quanto a Kenzo,mi spiace, ma non anicipo nulla, dovrai continuare a
leggere per sapere cosa sta succedendo...In tanto goditi questo capitolo e
fammi saperecosa ne dici, a presto!!!
X sweet_dreams: Le tue minacce mi hanno fatto dissuadere dal tenere
troppo separati quei due,lo ammetto...Pensavo di fargli fare pace solo nel
prossimo capitolo, ma poi ho deciso di non prolungare troppo l'attesa ed
eccomi qui...Per quanto riguarda i riassunti, purtroppo il tempo che ho a
disposizione anche solo per postare due righe è davvero troppo poco e non
so se ci riuscirò...Ti capisco perchè anch'io a volte sono costretta a
rileggere i vecchi capitoli di una fic che sto seguendo e che non viene
postata da un pò e a volte mi capita anche con quelle che sto postando io
ahahahhahah....Tuttavia, cercherò magari di inserire un mini riassunto
durante il capitolo, come se venisse raccontato dai personaggi, un pò come
ho fatto all'inizio di questo con la storia di Sai, spero che possa essere
suficiente, un bacio!!!
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Capitolo 11 *** Dolorose Verità ***
style="MARGIN: 0cm 0cm 10pt; TEXT-AUTOSPACE: ; mso-pagination: none; mso-layout-grid-align: none"
class=MsoNormal>Capitolo 11- Dolorose verità
Gaara non si aspettava di ritrovarsi di nuovo
in ospedale dopo così poco tempo: dopo Sai, anche suo padre adesso era nei
guai e il problema più grave era che il rosso non aveva la più pallida
idea di cos'avesse l'uomo.
Ultimamente, Gaara si era accorto che Kenzo non
sembrava sprizzare di salute, ma non se n'era curato poi troppo, pensando
a una banale influenza e concentrandosi egoisticamente su lui e Itachi;
proprio per questo addesso si sentiva in colpa e si mangiucchiava
un'unghia nervosamente nell'attesa di avere un riscontro dal medico che
aveva preso in cura suo padre.
Itachi era poco più in là e parlava con un
dottore annuendo preoccupato di tanto in tanto; dovevano conoscersi perchè
il loro modo di approcciarsi era molto fluido e quando si salutarono, si
abbracciarono brevemente.
Itachi si avvicinò di nuovo a Gaara e
l'espressione sul suo viso non prometteva niente di buono "Chi era quel
dottore?Ti ha detto qualcosa su mio padre?" chiese preoccupato e Itachi si
sforzò di sorridergli nascondendo l'espressione preoccupata "No, ha detto
che non ne sa niente e che dobbiamo pazientare ancora un pò...Quell'uomo
era mio zio e lavora qui all'ospedale...Speravo di riuscire a farmi dire
qualcosa, ma non ho avuto fortuna...Ma non ti preoccupare, vedrai che
andrà tutto bene" lo rassicurò accarezzandogli la
testa.
Gaara annuì sforzandosi di sorridere a sua
volta e tornando a concentrarsi sulla porta chiusa, oltre la quale si
trovava suo padre, ancora privo di conoscenza; tra i due calò il silenzio
per diversi minuti, nei quali ognuno rimase assorto nei suoi pensieri,
fino a quando il medico finalmente uscì dalla stanza e spostò lo sguardo
sui due ragazzi, sospirando gravemente e avvicinandosi "Tu sei Gaara, il
figlio di Kenzo, non è vero? Tuo padre mi ha parlato molto di te, siamo
buoni amici..." iniziò a parlare il dottore con un sorriso tirato
"Sì...Certo...Dottore, per favore, mi dica come sta mio padre" rispose
Gaara cercando di essere il meno sgarbato possibile, nonostante l'ansia
gli stesse attanagliando lo stomaco.
Il medico sospirò di nuovo e chinò il capo
"Vorrei parlare da solo con te se è possibile" mormorò, mentre itachi si
alzava con un sorriso "Vado a prendere qualcosa da bere" annunciò
stringendo lievemente il braccio di Gaara, come a fargli capire che lui
era comunque lì, ma Gaara non sembrò nemmeno accorgersene e continuò a
fissare il medico, sempre più agitato "E' così grave?" chiese con tono
triste, avendo interpretato il silenzio del dottore come una cattiva
notizia.
Il dottore strinse le labbra, dispiaciuto di
dover dare una così brutta notizia a un ragazzo così giovane "Dove sono i
tuoi fratelli?" chiese ancora, mentre Gaara cominciava a spazientirsi "Non
sono riuscito a rintracciarli...Ho lasciato un messaggio a casa e più
tardi riprovo a chiamarli...Dottore, la prego" rispose sbrigativamente e
il medico non potè più tergiversare: si sedette al fianco del rosso col
capo chino, come se stesse cercando le parole giuste da dire in una
situazione simile "Vedi, Gaara...E' ormai diverso tempo che tuo padre è
malato...Si è fatto curare da noi fino a un pò di tempo fa e si è già
sottoposto alla terapia, ma non ha avuto successo e adesso si rifiuta di
ripeterla...Il problema è che...Il tumore adesso è molto più esteso e
un'operazione non servirebbe più a nulla se non a farlo stare fisicamente
peggio...Inoltre lui non ne vuole sapere e nessuno è ancora riuscito a
convincerlo a cambiare idea...Almeno finora..." spiegò il dottore
guardando dispiaciuto quel ragazzo che in quel momento sembrava così
fragile, mentre lo fissava con gli occhi ricolmi di lacrime "Dove?" chiese
solo in un sussurro, come se facesse fatica a parlare "Ai polmoni" rispose
desolato il medico.
Gaara si morse le labbra fino a farle
sanguinare e strinse i pugni cercando di trattenere le lacrime che
prepotenti spingevano sull'orlo dei suoi occhi "Mio padre sta morendo?"
chiese poi alzando il viso mentre le lacrime cominciavano a scendere
copiose, ormai senza alcun freno e il dottore gli strinse una spalla come
a volerlo consolare "Potrebbe esserci sempre una speranza...Adesso va da
lui, ti sta aspettando" rispose l'uomo, non avendo il cuore di dare una
risposta chiara a una tale domanda.
Gaara annuì e si alzò asciugandosi le lacrime e
ringraziando il dottore, prima di entrare nella piccola stanza dove suo
padre riposava; era una tipica stanza d'ospedale, completamente bianca e
fredda, con una piccola finestra che dava sul cortile, di fianco alla
quale si trovava un tavolino anch'esso bianco e il letto dove giaceva
Kenzo, pallido e scavato come non mai.
Quando l'uomo si accorse della presenza del
figlio, cercò di sorridergli, accorgendosi subito dopo che Gaara non aveva nessuna voglia
di sorridere, allora sospirò chiudendo gli occhi per un attimo con
un'espressione sofferente, ma non dovuta alla sua condizione: le cose non
sarebbero dovute andare così, avrebbe dovuto resistere un altro pò, almeno
fino alla fine dell'estate, ma le troppe emozioni di quegli ultimi tempi
avevano contribuito a peggiorare le sue condizioni e la cosa che più lo faceva soffrire, era la
consapevolezza del fatto che i suoi figli lo avrebbero visto in quelle
condizioni ed era l'ultima cosa che voleva.
"Perchè non ce l'hai detto?" chiese
in un sussurro Gaara, rompendo quello strano silenzio e facendo riaprire
gli occhi all'uomo, che spostò lo sguardo dispiaciuto sul figlio "Gaara,
io non vi ho fatto venire qui per accudirmi o per farvi preoccupare per
me...Volevo solo passare una bella estate insieme a voi" cercò di spiegare
l'uomo, ma le sue parole servirono solo ad alimentare la rabbia di Gaara
che strinse i pugni e digrignò i denti "Un' estate? Volevi dire l'ultima
estate! E' per questo che ci hai fatto venire qui proprio adesso? Speravi
di cavartela senza dirci niente?" quasi urlò il rosso, mentre le lacrime
ricominciavano a scendere incontrollate sul suo
viso.
Kenzo alzò una mano come a voler fermare quel
fiume di parole, ma i suoi gesti sembravano all'improvviso rallentati
"Volevo solo...Che sapeste...Quanto vi voglio bene...Specialmente a te,
Gaara" spiegò ancora l'uomo con tono stanco, come se parlare gli
procurasse uno sforzo immane e Gaara sembrò accorgersene perchè
all'improvviso si calmò, senza però riuscire a fermare le
lacrime.
Ormai non gli importava più di essere il figlio
orgoglioso, né di far credere al padre che non lo avesse ancora perdonato
per averli lasciati, né tantomeno di nascondere la sua parte più sensibile
al genitore: mordendosi piano le labbra si avvicinò al letto dove si
trovava Kenzo e con un singhiozzò gli gettò le braccia al collo piangendo
a dirotto "Ti voglio bene anch'io, papà....Ti voglio bene..." mormorò
stringendo il più possibile l'uomo, che ricambiò l'abbraccio, felice e
sollevato per aver fatto pace con suo figlio una volta per
tutte.
Gaara e Kenzo rimasero ancora a lungo a
parlare, come se dovessero recuperare tutto il tempo perso, almeno finchè
non entrò un'infermiera dichiarando che gli orari di visita erano
terminati.
Un pò tristemente, Gaara salutò il padre,
promettendogli che sarebbe tornato a trovarlo il giorno seguente e uscì
dalla stanza ritrovandosi davanti Itachi che lo aspettava; Gaara si era
quasi dimenticato di lui, troppo preso dalla situazione di suo padre,
così, per farsi perdonare per l'attesa, si avvicinò a lui e lo baciò piano
stringendo tra i pugni il bavero della camicia del moro "Sono felice che
tu sia qui" sussurrò sorridendo quando si furono staccati e Itachi sorrise
a sua volta baciandogli la fronte "Non potrei essere da nessun'altra
parte" rispose per poi abbracciarlo e tenerlo così per alcuni minuti "Va
tutto bene?" chiese infine e Gaara annuì sospirando "Sì, ma non mi va di
restare solo, sta notte, ti prego resta con me" chiese vergognandosi un pò
per quella richiesta infantile, ma Itachi sorrise dolcemente e gli alzò il
viso con due dita "Non mi devi pregare per avermi con te...Andiamo" disse
ricevendo uno sguardo di gratitudine dal rosso, prima di incamminarsi mano
nella mano verso la macchina di Itachi.
La mattina seguente, Gaara si svegliò con un
senso di sollievo: chiarire una volta per tutte con suo padre gli aveva
fatto davvero bene e poi aveva passato una splendida notte con il suo
ragazzo: lui e Itachi erano arrivati a casa del rosso e lì avevano trovato
Kankuro e Temari ad aspettarli più agitati che
mai.
Quando Gaara spiegò ai suoi fratelli la
situazione, Temari ebbe quasi una crisi isterica, ma Gaara la
tranquillizzò spiegandole che per il momento non c'era da preoccuparsi, ma
che il padre avrebbe dovuto rimanere in
osservazione.
Con la scusa della lunga giornata appena
trascorsa, Gaara e Itachi si dileguarono in camera del primo, ma non
fecero l'amore, nonostante il desiderio di ripetere l'esperienza nella
grotta fosse forte per entrambi: quello non era il momento per lasciarsi
andare alla passione, così si limitarono a coccolarsi e a baciarsi finchè
entrambi non si addormentarono.
Quella mattina, però, quando Gaara aprì gli
occhi, rimase deluso nel non trovare Itachi al suo fianco e come una
reazione a catena, anche l'ansia per le condizioni del padre tornò ad
attanagliargli lo stomaco; fortunatamente l'ansia durò poco, o almeno fino
a quando Gaara non vide il suo ragazzo entrare in camera con un vassoio
con su la colazione.
Appena Itachi si accorse che Gaara era sveglio,
gli sorrise appoggiando il vassoio sul letto e baciandolo dolcemente
"Buongiorno...Scusami, avrei voluto aspettare che ti svegliassi, ma ho
pensato che portarti la colazione a letto sarebbe stato ancora meglio"
spiegò il moro sistemandosi nella sua parte di letto e facendo sorridere
Gaara che lo baciò ringraziandolo.
Mangiarono chiacchierando tranquilli, come se
fosse una giornata come le altre, finché, quando il vassoio fu vuoto,
Gaara non lo spostò sul comodino, accoccolandosi poi più vicino al moro e
appoggiando la testa sul petto di quest’ultimo, baciandolo, per poi
risalire lungo la gola e il collo dove lasciò una scia umida di baci
leggeri, mentre con la punta delle dita, percorreva le braccia e l’addome
di Itachi, il quale assecondava quei baci andando incontro alle labbra di
Gaara e accarezzandogli la schiena nuda.
Gaara cominciò a risalire con le labbra lungo
la mascella del moro, raggiungendo il mento e infine il labbro inferiore,
che succhiò piano; si baciarono brevemente, poi il rosso riprese il suo
percorso di baci spostandosi lungo lo zigomo, fino a raggiungere il lobo
dell’orecchio che mordicchiò leggermente.
A quel gesto, Itachi avvertì dei brividi
percorrergli la spina dorsale: l’orecchio era il suo punto debole,
specialmente quando glielo stuzzicavano con i denti come stava facendo
Gaara in quel momento; trattenendo un gemito, Itachi fece sdraiare Gaara
sotto di sé, così da poter ricambiare quelle attenzioni, quindi ripercorse
il tragitto compiuto dal rosso sul corpo di quest’ultimo, partendo però
dal viso per poi scendere sul petto e l’addome, dove andò a stuzzicare
l’ombelico del più piccolo con la lingua.
Entrambi cominciarono a sentire il sangue
ribollire nelle vene e Gaara dovette mordersi le dita della mano per non
gemere ed evitare che i suoi fratelli li sentissero; Itachi andò a cercare
nuovamente le labbra di Gaara e lo baciò con passione crescente, mentre le
mani andarono ad accarezzare ogni singolo punto che riuscirono a
raggiungere.
Per la seconda volta, Itachi scese lungo il
petto di Gaara, raggiungendo in poco tempo l’orlo della tuta che indossava
il rosso e giocando con l’elastico fino a che non gli ebbe sfilato i
pantaloni fino alle ginocchia; Gaara si aggrappò con forza alle spalle di
Itachi, mentre quest’ultimo cominciava a stuzzicare l’erezione del rosso
con le mani e quando poi Itachi iniziò ad usare anche la bocca, Gaara
dovette mordersi una mano per trattenere i gemiti e gettò la testa
indietro sdraiandosi completamente, mentre il respiro diventava sempre più
corto.
Itachi continuò a pompare per diversi minuti,
aiutandosi anche con le mani, che andarono a stuzzicare i testicoli del
rosso per poi raggiungere la piccola apertura tanto agognata; Itachi
iniziò a preparare il più piccolo, infilando prima un dito e
successivamente un secondo, cercando di raggiungere i punti più sensibili
del rosso, il quale, nonostante il fastidio iniziale per quell’intrusione,
non desiderava altro che sentire Itachi dentro di
sé.
Non ci volle molto prima che il moro lo
accontentasse: quando si accorse che Gaara era ormai al limite, smise di
stuzzicare la sua eccitazione e gli afferrò le caviglie portandosele sulle
spalle “Farò piano, te lo prometto” disse a Gaara annuì sorridendo “E’
tutto a posto, mi fido di te” rispose cercando di rilassarsi il più
possibile, mentre Itachi cominciava a premere contro la sua
apertura.
Il dolore fu meno acuto della prima volta, ma
Gaara dovette comunque stringere i denti mentre Itachi spingeva piano per
posizionarsi meglio; il moro cominciò a muoversi lentamente, stando
attento alle reazioni di Gaara ad ogni suo movimento, finché non si
accorse che l’espressione di dolore sul viso del rosso era stata
sostituita da una di puro piacere.
Allora cominciò a muoversi più velocemente,
andando ripetutamente a stuzzicare i punti più sensibili, mentre con le
mani non smetteva di accarezzarlo ovunque riuscisse ad arrivare; Gaara
sentì che stava per perdere il controllo a causa dell’immenso piacere che
stava provando e si aggrappò con più forza alle spalle del più grande,
graffiandolo leggermente con le unghie, mentre con la bocca andò a cercare
l’orecchio del moro per poterlo mordicchiare, sapendo quale sarebbe stata
la reazione del ragazzo.
Infatti, non appena Itachi ricevette il primo
piccolo morso, non riuscì a trattenere un gemito e le sue spinte si fecero
ancora più rapide e profonde, tanto che a Gaara mancò il fiato per alcuni
secondi e fu costretto a rinunciare a stuzzicare l’orecchio del moro per
aggrapparsi con forza alla testiera del letto, così da aiutarsi anche con
le braccia mentre andava incontro a quelle
spinte.
Dopo alcuni minuti, il respiro di Gaara
cominciò a farsi sempre più affannato e Itachi capì che il rosso era ormai
al limite, così cominciò a spingere sempre più a fondo, fino ad entrare
completamente, mentre con una mano scendeva a stuzzicare l’erezione del
rosso; bastarono poche altre spinte prima che Gaara venisse trattenendo un
forte gemito e sporcando il petto di entrambi e a Itachi bastò la visione
sublime del volto di Gaara stravolto dal piacere e le contrazioni dovute
all’orgasmo per seguirlo e venire con un
sospiro.
Rimasero abbracciati per alcuni minuti,
beandosi dei reciproci respiri che mano a mano trovavano il giusto ritmo;
si coccolarono un po’, crogiolandosi tra le lenzuola poi Itachi si alzò a
malincuore rivestendosi “Devi andartene?” chiese Gaara ancora sdraiato sul
letto, un po’ rattristito nel vedere Itachi che si preparava; il moro
annuì sorridendogli intenerito dal tono deluso del suo ragazzo “Sì, devo
passare da casa a prendere alcuni strumenti e poi devo andare alle prove”
rispose chinandosi a baciarlo “Vuoi che ti dia un passaggio all’ospedale?”
chiese presumendo che Gaara sarebbe andato a trovare il padre “No, andrò
più tardi con Temari e Kankuro, non preoccuparti” rispose il rosso
sorridendogli grato e Itachi annuì baciandolo ancora “Come vuoi…Ti chiamo
quando ho finito” disse e Gaara annuì “Va bene…Ti amo” disse “Ti amo”
rispose Itachi con un ultimo bacio per poi uscire dalla
stanza.
Gaara restò in ascolto finché non avvertì la
macchina di Itachi allontanarsi, poi si alzò sorridendo e decise che
avrebbe chiesto ai suoi fratelli di accompagnarlo il prima possibile in
ospedale, così da poter restare più tempo col padre e avere anche il tempo
di stare un po’ con Itachi la sera.
Itachi parcheggiò la macchina di fronte
all’ospedale, fissando scuro in viso l’entrata dell’edificio; aveva ormai
preso la sua decisione e non si sarebbe tirato indietro proprio ora:
teneva troppo a Gaara, si era accorto di amarlo sul serio e se non avesse
fatto quello che aveva in mente, se ne sarebbe pentito per tutta la
vita.
Scese dall’auto assicurandosi di averla chiusa
ed entrò nell’edificio, dirigendosi subito verso la stanza dell’uomo,
sperando che fosse sveglio e che avesse voglia di ascoltarlo; bussò alla
porta della stanza e una voce maschile lo invitò ad
entrare.
Con un sospiro, Itachi aprì la porta e se la
richiuse alle spalle, avvicinandosi poi al letto sul quale si trovava
l’uomo, il quale lo fissava un po’ sorpreso “Buongiorno, signor Sabaku, mi
scusi il disturbo, si sente bene?” chiese il ragazzo inchinandosi
leggermente quando si ritrovò di fronte al
letto.
Kenzo annuì ancora un po’ sorpreso e sorrise
lievemente “Ciao Itachi…Sì, ti ringrazio, ora sto meglio…Ma tu come mai
sei qui? E’ successo qualcosa a Gaara?” chiese un po’ preoccupato, ma
Itachi subito scosse la testa rassicurandolo “No, no, lui sta bene…L’ho
visto poco fa e ha detto che più tardi verrà qui…No, in realtà sono qui
perché vorrei parlare un attimo con lei…Sempre se ha un minuto da
dedicarmi” spiegò cominciando a sentirsi un po’
nervoso.
Kenzo era sempre più stupito: se Itachi non
voleva parlare con lui di Gaara, allora quale altro motivo poteva esserci?
Annuendo, tuttavia, invitò il ragazzo a sedersi e Itachi obbedì prendendo
un grosso respiro, prima di prepararsi a iniziare il suo
discorso.
Scusate,scusate,scusate…Lo so, il mio ritardo è
imperdonabile, ma giuro che ci ho messo tutta la mia buona volontà per
aggiornare il prima possibile….Purtroppo me ne sono capitate un po’ di
tutti i colori e lo ammetto, ho avuto un piccolo calo di ispirazione…Più
che altro non sapevo come fare per rendere il capitolo il meno noioso
possibile, essendo un po’ troppo serio….Poi, rileggendo ciò che avevo già
scritto, ho pensato di aggiungerci una lemon non prevista e sono riuscita
a sbloccarmi…Spero di essermi fatta perdonare proprio per questa nuova
lemon e spero davvero di riuscire ad aggiornare prima che passino altri 2
mesi….Un bacio a tutti e grazie per la pazienza!!!!!!!
X
Sakura734: Prometto che se avrò il giusto spunto e soprattutto il
tempo, la prossima fic sarà proprio quella….Mi sa tanto che sti due sono
fin troppo dolci, ma io li trovo carinissimi quando fanno i
piccipucci…ehehe…Va beh, ecco qui un’altra carrellata di miele e zucchero
per te…Buona lettura e buona serata, un
bacio!!!
X
Sweet_Dreams: Cercherò di essere il più drammatica possibile, lo
giuro!!! Intanto qui un piccolo assaggio iniziale con il discorso di Gaara
e Kenzo, ma non è ancora niente, vedrai…Io sti due li amo, sono fantastici
insieme e anche se risfogliando One Piece sto trovando un sacco di altre
coppie che mi gustano parecchio, questi due restano i miei preferiti
forever…Goditeli per bene con questo cap…A
presto!!!
X
Red Fox: ahahahahahahahha….Io giuro che ti adoro!!!Mi fai
morire!!!!Se ti è piaciuta la scorsa lemon, chissà cosa succederà con
questa!!!!A questo giro mi sono abbastanza sbizzarrita, ma probabilmente
ce ne saranno altre nei prossimi capitoli, quindi preparati…Per i
capitoli, in realtà ancora non lo so quanti saranno, ma in teoria non ne
dovrebbero mancare molto….Tuttavia potrei anche decidere di allungarla un
po’ di più, quindi è ancora tutto da vedere, non temere…In ogni caso, non
smetterò di scrivere su sti due, anche se, come detto prima, il mio
interesse sta cominciando a orientarsi verso alcune coppie di One Piece
davvero niente male…Alla prossima, comunque, non serve che ti dica che
DEVI farmi sapere cosa ne pensi di questo nuovo capitolo e ti ringrazio
ancora tantissimo per tutti i complimenti che mi fai, sei un
tesoro!!!
X
Saba05: Ciao! Ti ringrazio molto, sono contenta che il capitolo sia
riuscito bene e spero che anche i prossimi siano di tuo gradimento…Eccone
un primo assaggio, intanto, fammi sapere cosa ne pensi…Un
bacioooo
X
Beads and Flowers: Eh no, Gaara l’ha presa proprio male,
poverino…Però l’esperienza ha fatto anche sì che lui e Kenzo finalmente si
riunissero…Adesso bisogna vedere cos’ha da dire Itachi di tanto
importante…Per quanto riguarda il rapporto con Gaara, sinceramente io li
vedo molto Itachi passionale, Gaara più timido e chiuso…Che poi non siano
dei campione nell’esternare le emozioni, siamo tutti d’accordo…A
presto!!!! |
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Capitolo 12 *** Amare Rivelazioni ***
Amare Rivelazioni
Itachi si sedette con un sospiro grave sulla poltrona affiancata al
letto; iniziò a guardare le pareti e il soffito senza ben sapere da dove
cominciare:era arrivato all'Ospedale piuttosto sicuro e convinto che fosse
la cosa più giusta da fare, ma in quel momento avvertì l'indomabile
desiderio di allontanarsi il più possibile.
Kenzo lo fissò incoraggiante, intuendo il disagio di Itachi
nell'affrontare un discorso sicuramente delicato "Prenditi tutto il tempo
di cui hai bisogno, ragazzo, io non vado da nessuna parte" scherzò l'uomo
facendo sorridere Itachi, che sembrò rilassarsi leggermente e con un
ultimo sospiro, si decise a parlare "Ecco, signore...Lei vive qui ormai da
tempo e immagino che sappia chi è la mia famiglia..." iniziò fissando il
volto scavato e pallido dell'uomo, che annuì un pò confuso "E presumo che
sappia anche molto bene che lavoro faccia il fratello di mio padre, mio
zio Madara" continuò Itachi, avvertendo nuovamente quel senso di
incertezza che gli impedì di andare avanti nel discorso per alcuni
secondi".
Kenzo sorrise al nome di Madara e annuì nuovamente "Come no, lavora
proprio in questo ospedale...Avrei voluto sentire anche un suo parere, ma
immagino che sia parecchio impegnato..." rispose con un sorriso, non
ricambiato, però, da Itachi, che a quelle parole abbassò per un attimo lo
sguardo cupo "Già, ma non so se avrà ancora voglia di vederlo, dopo quello
che le avrò detto" disse con tono grave, spegnendo il sorriso di Kenzo,
che si fece serio e attento, intuendo che il discorso di Itachi doveva
essere qualocosa di grave "vede, signore, tempo fa, mio zio Madara venne
meno al suo dovere da medico e parlò ad una persona dei problemi di un suo
paziente....Questa persona non ne ha mai parlato con nessuno, ma mio zio
non avrebbe dovuto farlo, perchè adesso questa persona si trova in una
brutta situazione ed è tutta colpa sua...Il fatto è che...Questa
persona...Si sta rendendo conto che forse...Avrebbe dovuto parlare
prima..." concluse Itachi, sempre più teso e impacciato mano a mano che
continuava nel suo racconto.
Kenzo continuò a fissare Itachi, cominciando ad intuire a cosa il
ragazzo si stesse riferendo e un sorriso gli increspò le labbra e un senso
di sollievo lo attanagliò: si era aspettato chissà quale brutta notizia,
invece si trattava solo di una notizia trapelata troppo presto "Vediamo se
ho capito: tuo zio, quando mi aveva come paziente, ha scoperto il mio
tumore e te ne ha parlato, dico bene?" chiese stistemandosi meglio il
cuscino dietro alla schiena.
Itachi lo fissò confuso dal sorriso dell'uomo e dalla sua reazione fin
troppo rilassata e annuì solo dopo qualche secondo "E qual'è il problema,
scusa?" chiese alzando le spalle e sorridendo più apertamente e Itachi lo
fissò incredulo "Beh, lui...non avrebbe dovuto farlo e forse, se io gliene
avessi parlato prima, lei avrebbe potuto curarsi e adesso non sarebbe
qui...insomma..." cercò di spiegarsi, messo alle strette dal sorriso
bizzarro del padre di Gaara, che sembrava piuttosto divertito dalla
situazione "Itachi, tu a mala pena mi conoscevi...E' già difficile dire
una cosa simile a chi vuoi bene, figuriamoci a un perfetto sconosciuto,
che potrebbe anche reagire male alle tue parole...Non devi sentirti in
colpa per nessun motivo, io non nutro rammarico nè verso tuo zio, nè
tantomeno verso di te" lo rassicurò Kenzo dandogli una piccola pacca sul
braccio.
Itachi si morse il labbro inferiore, non del tutto rassicurato dalle
parole dell'uomo "E per quanto riguarda Gaara?Prima non lo conoscevo, ma
adesso...Signor Sabaku, io amo davvero suo figlio e per dimostrarglielo
avrei dovuto dirglielo quando ero ancora in tempo..." Kenzo alzò una mano
per interromperlo e scosse leggermente la testa "Gli avresti solo
prolungato la sofferenza...Volevo che mio figlio passasse una splendida
estate e non che passasse il tempo a preoccuparsi per me...Grazie a te, il
mio desiderio si è avverato e non smetterò mai di esserti grato per
questo" concluse Kenzo fissando il ragazzo di fronte a sè con rinnovata
gratitudine.
Rimasero in silenzio per alcuni secondi, almeno finché un rumore non
attrasse la loro attenzione: si voltarono entrambi verso la porta lasciata
aperta e Itachi sbiancò avvertendo il cuore perdere un battito, mentre
Gaara lo fissava con sguardo ferito, stringendo con tutte le sue forse la
maniglia della porta.
Gaara aprì la bocca, come se volesse dire qualcosa, ma non trovasse le
parole per farlo; continuava a fissare Itachi incredulo, avvertendo una
sensazione di tradimento e delusione che secondo dopo secondo gli
attanagliava lo stomaco.
Scosse leggermente la testa, ancora incredulo e cominciò a fare qualche
passo indietro "Gaara!" cercò di fermarlo Itachi allungando un braccio
verso di lui, ma il rosso era già schizzato fuori ed era già sparito in
fondo al corridoio.
Non ci volle molto perchè Itachi lo seguisse, il tutto sotto lo sguardo
addolorato di Kenzo, che sospirò chiudendo gli occhi stanchi.
Itachi raggiunse Gaara all'esterno dell'Ospedale; il rosso gli dava le
spalle e fissava la strada con i pugni serrati, rigido come un palo e
pallido come un lenzuolo "Gaara..." lo chiamò piano quando gli fu alle
spalle "Tu lo sapevi!" gridò Gaara voltandosi di scatto "Lo sapevi e non
hai fatto niente...Non hai detto niente...Ti bastava avere me, che
soddisfassi i tuoi desideri e del resto chi se ne frega, giusto?" continuò
ad urlare il rosso, facendo girare i passanti e i pochi infermieri che si
trovavano all'esterno.
Itachi provò a calmarlo avvicinandosi a lui e cercando di abbracciarlo,
ma Gaara faceva di tutto per stargli il più lontano possibile e lo
allontanò anche con qualche manata e spintone continuando a sproloquiare
"E io, come un idiota, che mi vado a fidare di uno come te...Di un fottuto
egoista e menefreghista bastardo...Ti parlavo dei miei problemi e dei miei
sensi di colpa riguardo a mio padre e tu neanche mi ascoltavi, troppo
preso a pensare a te stesso" continuò alzando sempre di più la voce e
parlando più con sè stesso che con il moro "No...Gaara...Dai...Non dire
così, non è vero...Avrei voluto parlartene, ma non è facile...Cos'avrei
dovuto dirti?Al primo appuntamento ti vengo a parlare della salute di tuo
padre?" cercò di giustificarsi Itachi.
Gaara lo fulminò con lo sguardo irrigidendosi " No, ma avresti potuto
dirmelo mentre io ti dicevo di essere preoccupato per lui" sibilò tra i
denti "Avresti dovuto dirmelo quando è stato male la prima volta" urlò
prima di allontanarsi di qualche passo.
Itachi gli si fermò alle spalle e allungò una mano per afferrargli il
braccio, ma Gaara si scansò "Non mi toccare" ringhiò con gli occhi colmi
di odio "Non devi mai più osare toccarmi....Non voglio più avere niente a
che fare con te...Vattene Itachi...Non ti voglio più vedere" sibilò
digrignando i denti e fissando con odio quello a cui, fino a poche ore
prima, avrebbe giurato amore eterno.
Itachi lo guardò addolorato, rendendosi conto dell'errore fatto e
pregando perchè Gaara non stesse parlando sul serio "Adesso sei
arrabbiato, lo so...Ma, ti prego, non dire così..." mormorò cercando per
l'ennesima volta di abbracciare il rosso, il quale, in tutta risposta, gli
diede un forte spintone allontanandolo da sè "Ho detto vattene!!!E non
farti più rivedere!" gridò per poi voltarsi e incamminarsi a rapide
falcate verso casa sua, mentre Itachi lo seguiva con lo sguardo implorando
mentalmente mille scuse, che probabilmente non sarebbero mai arrivate: lo
aveva perso.
Gaara rallentò il passo solo quando fu in vista di casa sua e
soprattutto, quando fu sicuro che Itachi non lo stesse più seguendo; il
dolore e la rabbia gli attanagliavano ancora lo stomaco e il cuore: non
era mai stato tradito in quel modo da una persona a cui teneva e la cosa
lo faceva sentire anche un pò stupido.
Stupido perchè si era fidato, si era lasciato andare e poi era rimasto
fregato; la cosa peggiore era che si era fatto fregare da una persona che,
nonostante i tentativi di Itachi di fargli credere il contrario, era
palesemente egoista e subdola, così come lo aveva giudicato quando si
erano conosciuti.
Se era vero che l'apparenza ingannava, beh, quello non era decisamente
il caso perchè era ormai chiaro che la sua prima impressione su Itachi era
quella giusta e avrebbe dovuto fidarsi del suo cervello, anzichè del suo
cuore.
Gaara sbuffò portandosi una mano alla fronte, come a voler cancellare
quei pensieri: maledetto quello stupidissimo muscolo che da solo
problemi!Pensò scuotendo violentemente la testa quando i ricordi dei bei
momenti passati con Itachi cominciarono a riaffiorare.
Per distrarsi, Gaara alzò lo sguardo e iniziò a guardarsi intorno,
notando solo in quel momento di essere arrivato quasi a casa; notò anche
una figura davanti alla porta di casa, che gli si fece incontro non appena
lo vide.
Gaara ci mise alcuni secondi a riconoscere la figura, ma quando lo
fece, una sensazione di sollievo si impadronì di lui e tutto il dolore per
la notizia della salute del padre e per la rottura con Itachi,
riaffiorarono in un solo secondo, accumulandosi sotto forma di lacrime,
che copiose iniziarono a sgorgare dai suoi occhi.
Aumentando di colpo il passo e con gli occhi ricolmi di lacrime, si
gettò verso la figura andando ad abbracciarla di slancio e iniziando a
singhiozzare contro la sua spalla, stringendola con tutte le sue forze e
sfogando così tutto il suo dolore e la sua rabbia "Ti voglio bene, mamma"
disse tra un singhiozzo e l'altro e la madre lo strinse di più a sè,
ricambiando l'abbraccio come solo una madre sa fare "Ti voglio bene"
continuò a ripetere il rosso, mentre le lacrime non accennavano a
diminuire "Ssshhh...Ti voglio bene anch'io, piccolo mio" sussurrò la madre
accarezzandogli la testa e tenendolo stretto contro al suo petto,
aspettando con pazienza che il figlio si calmasse.
Ce l'ho fattaaaaaaaaa!!!!!!!!!Lo so, sono imperdonabile, ma cercate di
capirmi, ammetto che un pò di crisi su come andare avanti l'ho avuta, ma
l'unico vero motivo del mio ritardo è che sono davvero indaffarata e per
di più ammetto anche che ultimamente sono stata "deviata" da OnePiece,
manga da me adorato quanto Naruto, quindi ho perso un pò il filo...Vorrei
poter dire che aggiornerò presto e prometto che ce la metterò tutta per
riuscirci, ma non ci metterò la mano sul fuoco...Giuro che ho tutte le
intenzioni di finirla e la finirò, solo che non so ancora quanto ci
metterò....Sto anche pensando di allungarla un pò e se avrò l'ispirazione
farò anche questo...Per ora mi limito a rispondere alle vostre bellissime
recensioni e spero di riceverne altrettante per questo nuovo capitolo...A
prestooo!!!
X Sakura 734: Magari non sono passati anni, ma alla fine ce l'ho fatta
e prometto che non farò aspettare più così tanto, specialmente se so
quanto piaccia la mia fic...Ti ringrazio tantissimo, le tue parole mi
aiutano a continuare, quindi, mi raccomando, non smettere di seguirmi e
fammi sapere cosa ne pensi di questo...a presto!!!
X Red Fox: Sono contenta di averteli fatti amare tanto, io
semplicemente li adoro e ormai non vedo che loro come coppia, sono
bellissimi e dolcissimi insieme!!!Purtroppo per il lieto fine ci vuole
ancora un pò e mi dispiace dirlo, ma nei prossimi capitoli la situazione
non migliorerà molto...Tuttavia non voglio spoilerizzare, quindi mi
auguro, nonostante le cose brutte, di essere riuscita a suscitare ancora
una volta la tua curiosità e che nonostante il tanto tempo di attesa, il
capitolo ti piaccia uguale...Per ora a presto e un Bacio grosso!!!
X Saba05: Wow! sono contenta che ti sia piaciuto tanto!!!Spero che
anche questo ti piaccia allo stesso modo e non smettere di seguirmi!!!
X Beads and Flowers: Continuerò, prometto che
continuerò...Probabilmente ci metterò una vita, ma ci riuscirò è una
promessa!!!!!Per ora ho questo, che è un pò di passaggio, ma anche
importante perchè Itachi ha rivelato al padre di Gaara cosa lo preoccupava
realmente...Fammi sapere cosa ne pensi, un bacio!!!
|
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Capitolo 13 *** Il funerale parte 1 ***
Kenzo fu dimesso alcuni giorni dopo, sotto le raccomandazioni
dei medici di non sforzarsi e di seguire la dieta prescritta; Temari e
Kankuro partirono un paio di settimane dopo, insieme alla madre: avevano
deciso, di comune accordo, che i funerali , quando sarebbe servito, si
sarebbero svolti nella città dove Kenzo aveva vissuto per tanti anni, così
che per tutti i conoscenti e gli amici del posto fosse più facile poter
partecipare, ma, a differenza dei fratelli e della madre, Gaara non volle
tornare a casa propria nel frattempo. Un po’ perché ormai si era affezionato a quel posto,
ma soprattutto perché aveva da tempo notato che il rapporto con il padre
si era finalmente stabilizzato e voleva potergli stare vicino ancora per
un po’, almeno finché avrebbe avuto bisogno di lui, e recuperare così
almeno in parte tutto il tempo che avevano perso ignorandosi e sputandosi addosso sentenze
senza senso, o almeno era quello che Gaara aveva fatto per tanto
tempo.
Non voleva però ammettere che il terzo motivo che lo spingeva
a rimanere era la speranza che Itachi prima o poi lo venisse a cercare per
chiarire e non contava il fatto che ormai l’estate fosse agli sgoccioli,
che la maggior parte dei suoi amici ormai fosse tornata a casa e che più
di una persona gli avesse da tempo comunicato che Itachi era ripartito con
la sua band e non sarebbe ritornato fino all’anno
dopo.
Gaara non sembrava voler perdere la speranza e ogni giorno,
quando suo padre dormiva, si sedeva in riva al mare in attesa, nello
stesso punto dove lui e Itachi si erano seduti tante volte ad osservare il
tramonto, chiacchierando di cose senza senso o rimanendo semplicemente in
silenzio; era passato più di un mese da quando si erano visti l’ultima
volta e Gaara aveva avuto molto tempo per riflettere e rendersi conto di
avere avuto una reazione esagerata, dettata soprattutto dal suo stato
d’animo, tanto da desiderare con tutto il cuore di poter rivedere il moro
per chiedergli scusa una volta per tutte.
Probabilmente Itachi non lo avrebbe voluto comunque: in fondo
l’estate stava per finire e loro non avevano mai parlato di cosa fare una
volta tornati a casa, anzi, probabilmente, Itachi non aveva nessuna
intenzione di portare avanti la loro relazione e Gaara come avrebbe potuto
dargli torto? Itachi era famoso, ricco e sicuramente circondato da persone
che facevano a Gaara per stare con lui…Di certo non aveva nessuna
intenzione di perdere tempo con una persona poco interessante come
lui.
Questo almeno era quello che si ripeteva Gaara ogni volta che
iniziava a chiedersi perché Itachi non tornasse da lui e ogni volta
sentiva il petto scoppiargli dal dolore e le lacrime pungergli gli occhi,
tanto che era costretto ad alzarsi dalla sua postazione e trovare un modo
per distrarsi il più velocemente possibile; il più delle volte,
l’occasione gliela dava Kenzo, che vedendolo così giù di morale, gli
proponeva lunghe passeggiate sul bagnasciuga o a volte un semplice
gelato.
Gaara ormai non poteva più negare di essersi davvero
affezionato a suo padre e non solo per via della malattia: avevano parlato
a lungo in quelle settimane e avevano finalmente imparato a conoscersi e a
comprendersi; Kenzo gli aveva spiegato con molta calma i motivi che
avevano spinto lui e sua madre e lasciarsi e perché lui avesse scelto di
allontanarsi così tanto e Gaara aveva finalmente capito, non più accecato
dalla rabbia e dal rancore, che suo padre non aveva mai smesso di amare
sua moglie e i suoi figli e che allontanarsi da loro era stata la cosa più
dolorosa che gli fosse mai capitata.
Gaara, d’altra parte, colse l’occasione per scusarsi per il
suo comportamento dei primi tempi, sentendosi anche un po’ in imbarazzo,
ma, da bravo padre, Kenzo lo
rassicurò dichiarando di comprendere appieno le sue motivazioni e il suo
stato d’animo, promettendogli
che mai e poi mai lo avrebbe giudicato per quei
motivi.
Insomma, si stava creando tra di loro un buon rapporto
padre/figlio e Gaara decise che in tutto il tempo che sarebbe stato loro
concesso, avrebbe fatto di tutto per mantenere le cose come stavano; il
tempo, in fondo, non gli mancava dal momento che Naruto e tutti gli altri
erano ormai partiti da un po’, quindi Gaara passava tutte le sue giornate
in compagnia del padre, che non perdeva occasione per raccontargli qualche
aneddoto di quando era ragazzo, giusto per far sorridere Gaara nei suoi
momenti di depressione acuta, dovuti alla mancanza di
Itachi.
Arrivò così l’autunno e Gaara ancora non ne voleva sapere di
tornare a casa; Kenzo non sembrava migliorare, ma nemmeno peggiorare e
Gaara ormai considerava quel posto la sua nuova casa e non voleva più
lasciarla e anzi arrivò perfino a risistemarla secondo i suoi gusti, con
tanto di amaca sul soppalco che dava la vista sul mare e sulla quale Gaara
amava passare le serate, specialmente poco prima di cena, quando il
ricordo di Itachi si faceva più acuto del solito, nonostante ormai fossero
passati quasi tre mesi dalla loro rottura.
Avevano anche comprato un piccolo pianoforte che Kenzo amava
suonare poco prima di andare a letto; non era molto bravo, in realtà, ma
conosceva qualche canzone e ogni tanto si divertiva a suonarle, o almeno
ci provava, sotto allo sguardo critico di Gaara, che ogni volta si
lamentava scherzosamente per il dolore ai timpani che gli stava
provocando.
Quella sera non era diverse dalle altre: avevano appena
finito di cenare e Kenzo si stava ancora gustando il suo bicchiere di
amaro, vizio che gli era stato concesso dal figlio a patto che non
esagerasse, mentre suonava un testo molto dolce e lento; sembrava più
stanco e affaticato del solito e a cena non aveva mangiato praticamente
niente, ma quando si sedeva davanti a quello strumento, sembrava
riacquistare un po’ di vita.
Gaara se ne
stava semi sdraiato sulla sua amaca, bevendo una bottiglia di birra fresca
e ascoltando distrattamente
le note che provenivano dall’interno della casa, osservando estasiato il
cielo notturno particolarmente stellato e privo di
nuvole.
Ripensò ancora una volta a quell’estate così piena di novità
ed emozioni, positive e negative, che gli avevano fatto sembrare che fosse
passata una vita, quando invece erano solo pochi mesi ed era così
concentrato nei suoi pensieri che non si accorse subito che la musica era
cessata ; sorrise girando la testa per guardare suo padre, ma lo stipite
della porta glielo impedì “ Già stanco? Non ti facevo così pappamolle,
sono solo le nove!” annunciò per prenderlo in giro, ma senza ricevere
risposta “Papà?” chiamò allora, ma quando nuovamente non ricevette
risposta, iniziò ad allarmarsi.
Gaara scattò in piedi facendo cadere la bottiglia di birra
che ancora teneva in mano e che si infranse in mille pezzi sul pavimento
del soppalco; non sembrava
riuscisse a muoversi e fissava la porta aperta dalla quale proveniva una
strana aria gelida, forse dovuta all’improvviso
silenzio.
Solo quando la birra che si era riversata per terra andò a
bagnargli i piedi, Gaara sembrò riscuotersi e con passo tremolante si
avvicinò alla porta “Papà?” chiamò di nuovo con voce più bassa e con meno
sicurezza di prima; si affacciò, infine, allo stipite della porta dove
rimase aggrappato per alcuni minuti osservando il padre, all’apparenza
addormentato, ancora seduto davanti al pianoforte, con le mani in grembo e
il viso pallido ma rilassato.
Se Gaara non fosse rimasto per alcuni minuti a fissare il
petto del padre nella speranza di vederlo muoversi, avrebbe detto
tranquillamente che stava dormendo, ma Kenzo non respirava e il suo corpo
non si muoveva di un millimetro; Gaara dovette trarre un profondissimo
sospiro prima di muovere qualche altro passo verso il padre e nemmeno si
accorse che le lacrime stavano scendendo copiose sul suo viso “Papà”
sussurrò, ma non come se ancora una volta volesse provare a riscuoterlo,
ma semplicemente come se
volesse dichiarare ad alta voce un ultima volta che quello era suo padre e
che lui era suo figlio e niente nessuno avrebbe potuto dire o fare
qualcosa per cambiare le cose.
Non chiamò subito l’ambulanza: si sedette al suo fianco
osservando quel viso ancora bello nonostante il pallore e la magrezza ,
prendendogli le mani grandi, come a voler catturare gli ultimi barlumi di
calore del suo corpo e parlandogli, come avevano fatto tante volte negli
ultimi mesi, tra prese in giro e battute senza
senso.
Rideva e piangeva contemporaneamente, come se Kenzo fosse
ancora lì con lui e lo desiderò: desiderò che suo padre potesse tronare da
lui, desiderò poter abbracciare sua madre e i suoi fratelli e
desiderò che Itachi fosse lì
con lui in quel momento, ad abbracciarlo e a rassicurarlo che tutto
sarebbe andato bene, nonostante tutto.
Pianse, come non aveva mai fatto in vita sua, accasciato sul
pavimento come se fosse stato ferito in un punto vitale, pianse così tanto
e per così tanto tempo che si costrinse a chiamare qualcuno solo quando si
accorse che la mano del padre, che aveva tenuto stretta per tutto il
tempo, si era ghiacciata completamente.
Chiamò sua madre per prima: non voleva che fosse un
infermiere sconosciuto il primo a sapere che suo padre se n’era andato ed
era giusto che fosse invece la persona che aveva amato e che lo aveva
amato a sua volta ad avere per prima la notizia; venne rassicurato dalla
madre, che gli promise che sarebbe stata lì la mattina seguente insieme ai
fratelli e solo allora Gaara chiamò l’ospedale che mandò un’ambulanza in
poco tempo.
Salutare suo
padre per l’ultima volta, prima che lo coprissero con un telo bianco, fu
la cosa più straziante per Gaara, che non volle ascoltare le parole di
consolazione di vicini e conoscenti che gli dicevano di passare la notte
da loro; si limitò ad osservare l’ambulanza allontanarsi, ad entrare in
casa, spegnere le luci e rannicchiarsi nel letto del padre, dove consumò
tutto le lacrime che ancora aveva in corpo.
Non chiuse occhio quella notte e alla mattina, ancora prima
dell’alba, fu pronto ad accogliere sua madre e i suoi fratelli; abbracciò
tutti e tre con tutte le sue forze, ma non riuscì a piangere ancora, forse
perché ormai tutte le lacrime erano state consumate, così aiutò sua madre
con i preparativi per il funerale e si preparò a chiamare gli amici che
avevano conosciuto Kenzo e che sapeva che sarebbero venuti al
funerale.
Non chiamò Itachi, però, perché non voleva risentirlo in un
momento simile e nel caso in cui Itachi non avesse voluto parlargli, Gaara
non avrebbe retto a un altro dolore;
chiamò Naruto, però, che gli assicurò che sarebbe venuto al
funerale con Sasuke e gli altri della
compagnia.
Il biondo non accennò al dirlo a Itachi e non osò chiederlo a
Gaara, ma pensò che forse era il caso di avvisarlo e sapeva che né Gaara
né Sasuke lo avrebbero fatto, così decise che era ora di dare una mano a
sistemare le cose ed afferrò il cellulare.
Itachi scese le scale dell’immensa villa che lui e i ragazzi
avevano affittato, facendo una smorfia quando il frastuono della musica
gli rimbombò nei timpani e scuotendo la testa amareggiato: erano ormai tre
mesi che lui e la band avevano ripreso a viaggiare e ogni sera quel gruppo
di deficienti organizzava un mega festino con fiumi di alcool e bellissime
ragazze in bikini, il tutto ovviamente nella loro
villa.
Itachi aveva anche provato a partecipare, qualche volta, ma
aveva trovato ogni singolo individuo assolutamente privo di interesse,
così ogni volta si limitava a sgraffignare qualche birra e a chiudersi
nella sua stanza per scrivere canzoni; e pensare che una volta era il Re
di quelle feste, almeno fino a prima
dell’estate….
Già….
Itachi sospirò pesantemente sentendo un nodo stringergli il
petto “Gaara..” sussurrò prima di bere un goccio di birra dalla bottiglia
che aveva trovato in cucina e risalire le scale; tre mesi senza sapere
assolutamente niente di lui e senza avere il coraggio di chiamarlo e il
dolore anziché passare, aumentava di giorno in
giorno.
Itachi stava seriamente sfiorando la depressione e la cosa
peggiore era che il suo stato d’animo incideva anche sulla band, che
risentiva del suo malumore e ultimamente non stava facendo granché “Dove
sei?” si chiese un secondo prima che il suo cellulare squillasse e Itachi
allungò un braccio per afferrarlo, rimanendo a fissare per un po’ il nome
di Naruto lampeggiare sullo schermo “Sì?” si decise infine a rispondere
“Itachi!Meno male, hai risposto…Sasuke era convinto che non lo avresti
fatto!!” disse Naruto dall’altra parte sentendosi all’improvviso un po’
imbarazzato “Dimmi, Naruto” disse Itachi con tono quasi annoiato, ma ormai
era il suo tono di voce costante “Ehm…Ecco…Non sapevo come dirtelo, ma……Mi
ha chiamato Gaara…E….Suo padre è morto stanotte” disse il biondo cercando
di capire quali potessero essere le reazioni dall’altro capo, ma Itachi
rimase in silenzio “Il funerale sarà questo venerdì e io e Sasuke andiamo
perciò….Volevo chiederti se vuoi venire con noi” spiegò ancora Naruto
sempre più in imbarazzo.
Itachi sospirò passandosi una mano sulla fronte e chiudendo
gli occhi “No…” mormorò mordendosi il labbro inferiore e bevendo un lungo
sorso della sua birra “Itachi…..So che tu e Gaara…” cercò di
convincerlo Naruto, ma Itachi
lo interruppe prima che potesse finire “Ci vediamo lì…” dichiarò
appoggiando con forza la birra sul tavolino e chiudendo la chiamata.
Avrebbe rivisto Gaara.
Gaara stava in piedi davanti all’entrata della Chiesa in
compagnia dei suoi fratelli e osservava la gente che si avvicinava
soffermandosi a parlare con l’uno o con l’altro in attesa dell’inizio
della cerimonia; il rosso non avrebbe mai pensato che ci fosse tanta gente
affezionata a suo padre e ne fu felice.
Lanciò una breve occhiata a sua madre, che era indaffarata a
salutare gli ospiti e a ricevere le dovute condoglianze e abbracciava gli
amici più stretti e i parenti, poi la sua attenzione fu attirata da un
auto nera che parcheggiò poco distante da lui; ne uscì subito dopo una
zazzera bionda, che si fiondò su di lui e lo abbracciò con tutte le sue
forze “Naruto!!Mi sei mancato anche tu, ma così mi soffochi!” si lamentò
Gaara leggermente divertito “Mi dispiace tanto” gli sussurrò Naruto senza
guardarlo in faccia e Gaara sorrise leggermente intenerito e ricambiò
l’abbraccio salutando anche Sasuke, che nel frattempo era sceso a sua
volta dall’auto.
In poco tempo anche il resto dei partecipanti arrivò in
Chiesa, compresi tutti gli amici di Gaara: da Shikamaru, che non si staccò
un attimo da Temari, Neji, Kiba, Ino, Sakura e per la sorpresa di Gaara,
anche Sai; mancava solo una persona all’appello, ma Gaara dubitava che
Itachi si sarebbe presentato, visto il modo in cui l’aveva trattato
l’ultima volta.
Con la tristezza nel cuore, Gaara si avvicinò a sua madre,
che lo aspettava davanti all’entrata della Chiesa e che vedendolo così
giù, lo abbracciò e gli baciò la testa “Dobbiamo essere forti” gli
sussurrò prima di fargli cenno di seguirla all’interno; Gaara annuì,
sentendosi un po’ in colpa nei riguardi della madre, perché in quel
momento la sua tristezza era più che altro dovuta all’assenza della
persona che amava e non alla morte del padre.
Stava per entrare in Chiesa, quando il rombo di un motore che
si fermava proprio lì davanti, lo fece voltare senza troppa speranza, ma
dovette trattenersi dal portarsi una mano al cuore, che aveva iniziato a
battere come impazzito, quando riconobbe l’auto sportiva di Itachi ferma
di fronte a sé.
Itachi scese lentamente dalla sua auto, sospirando piano e
alzando lo sguardo su Gaara solo dopo aver chiuso la macchina; rimasero a
fissarsi da lontano per alcuni secondi, senza che nessuno dei due sapesse
cosa fare o dire, poi Gaara venne chiamato di nuovo dalla madre e dopo un
ultimo breve sguardo, fu costretta a seguirla con una strana sensazione di
confusione e un po’ di speranza.
Lo so, lo so, lo so, non c’è bisogno di dire niente, sono
davvero imperdonabile….Il fatto è che avevo un po’ perso l’ispirazione per
questa storia e mi ero orientata su nuovi pairing, ma poi mi sono detta
“Ehi, manca così poco, perché abbandonarla?” e in effetti, gente, manca
davvero poco, un capitolo o due al massimo…So che molti di voi hanno già
perso la speranza da tempo, ma prometto che questa volta andrò fino in
fondo, lo giuro!!!! Spero quindi che ci sarà ancora qualcuno che vorrà
leggere questa storia e che non deciderà di linciarmi!!!!! Mi dispiace
davvero di non riuscire a rispondere ad ogni singola recensione dello
scorso capitolo, ma sono davvero di fretta ed è già un miracolo riuscire a
postare oggi!!!Prometto, però che risponderò ai vostri commenti, anche se
probabilmente lo farò privatamente!!!! Grazie in anticipo a tutti quelli
che leggeranno, un baciooooo!!!!!!
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