Summer Memories

di Clovely
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1) Come Fuoco e Ghiaccio ***
Capitolo 2: *** 2) Nuove e vecchie conoscenze ***
Capitolo 3: *** 3) Parole avvelenate ***
Capitolo 4: *** 4) Nuove prospettive ***
Capitolo 5: *** 5) Festa movimentata ***
Capitolo 6: *** 6) Fuori dall'ordinario ***



Capitolo 1
*** 1) Come Fuoco e Ghiaccio ***


1) Come fuoco e Ghiaccio (Summer Memories)

Summer Memories

Capitolo 1: come Fuoco e Ghiaccio

Una ragazza dai lunghi capelli rossi camminava in una strada quasi del tutto deserta, eccetto lei, ovviamente. E il ragazzo che la seguiva a distanza di pochi passi, urlandole dietro parole vuote, che si perdevano nel vento prima di arrivare a lei. O meglio al suo cuore.
«Lasciami in pace, Severus.» Esclamò la ragazza per l'ennesima volta, ma il ragazzino dietro di lei, scarno e pallido, non demordeva.
«Ti prego, Lily. Stammi a sentire. Mi dispiace, non volevo litigare con te! Lo sai! Perché non...»
Ma Lily lo interruppe, voltandosi verso di lui di scatto, i capelli che le mulinarono attorno, rossi come una fiamma. Severus si bloccò di colpo, intimorito dal suo sguardo freddo.
«Ti ho detto di lasciarmi in pace. Quel che è fatto è fatto. Ciò che è stato detto è stato detto. Non si torna indietro, vero? D'altronde ti avevo chiesto di farlo, ma tu non l'hai fatto, quindi...»
«Lily, non capisci...»
«Devo andare al lavoro, se non ti dispiace.»
Severus sbuffò, esasperato. «Perché passi il tuo tempo in quel posto a svolgere un lavoro babbano quando potresti fare di meglio?»
«Perché io ho una famiglia. E la voglio aiutare.» Concluse Lily. Si voltò di nuovo e riprese a camminare. Questa volta il ragazzo non la seguì.
Quella frase le aveva dimostrato quanto Severus non fosse cambiato. ''Lavoro babbano.''
Era l'estate che l'avrebbe condotta al suo sesto anno ad Hogwarts. Ed il quinto non era certo una anno da ricordare. Tralasciando tutti i suoi soliti problemi, era arrivato anche Severus. E il suo gruppo di amici Serpeverde, i mangiamorte. Non voleva ripensare a tutta la storia, l'aveva già fatto troppe volte. Il fatto era che Severus era cambiato, e stava diventando qualcuno che Lily non era disposta a frequentare. I mangiamorte erano cattivi, malvagi.
Punto.
Così quell'estate aveva deciso di aiutare la nonna con il suo lavoro. Nonna Evans infatti possedeva una piccola pasticceria non lontano da casa sua e d'estate, il periodo indiscusso dei gelati, l'attività aumentava smisuratamente. E la nonna era vecchia ormai, una mano non le avrebbe fatto altro che bene, senza escludere che a Lily piaceva lavorare li. Quel posto era un antico locale londinese che la nonna aveva custodito da generazioni per molti anni. Non era vecchio, la parola giusta era appunto antico. Forse anche per il suo aspetto piccolo e confortevole attirava un sacco di clienti.
In più, avendo un lavoro da sbrigare, Lily poteva tenere la mente occupata ed evitare due persone in un colpo solo: Severus e Petunia, sua sorella.
Arrivò alla gelateria e salutò la nonna con un bacio sulla guancia, mostrandosi più felice di quanto fosse in realtà. Afferrò il grembiule rosa da lavoro e se lo allacciò dietro la schiena non senza qualche problema.
Un secondo dopo si ritrovava a riempire coni gelato con un sorriso non del tutto vero sulle labbra. Era un lavoro babbano e Lily avrebbe potuto fare di meglio, questo era vero. Ma lo faceva per sua nonna e questo bastava a renderlo qualcosa di indispensabile. Lily voleva un mondo di bene alla nonna, l’unica della sua famiglia che aveva reagito con entusiasmo dopo la consegna della lettera di Hogwarts.
Ma se solo Lily avesse saputo cosa sarebbe successo quel giorno probabilmente sarebbe rimasta a casa, chiusa in camera sua al buio sotto le lenzuola, piuttosto che mettere piede in quella gelateria.


~


«Che gusti vuoi?» Chiese Lily sporgendosi dal bancone per vedere la testolina bionda e liscissima di una piccola bambina che sembrava in difficoltà con la sua scelta.
«Hummm...» fece la piccina, portandosi un dito sulle piccole labbra rosee. «Voglio un gelato tuuutto alla flagola!» Esclamò alla fine portando i suoi occhioni azzurri su Lily, che le sorrise di rimando.
«Arriva subito!» Esclamò la rossa.
E proprio mentre aggiungeva la cialda in cima alle palline rosse, sentì una voce che aveva quasi scordato. Anzi, pensò, probabilmente l'aveva solo immaginata.
Porse il cono alla bambina che corse via tutta allegra.
«Quella lista è davvero lunga! Non ci capisco nulla in questi menù babbani!»
Lily alzò la testa di scatto, dimenticando il suo sorriso amorevolmente falso. Non poteva essere davvero lui. Eppure, chi altri entrerebbe in un negozio visibilmente pieno zeppo di babbani ad urlare ''Hey! Sono in un negozio di babbani!''
Solo un'idiota, si rispose Lily.
Decise che non voleva scoprire chi fosse entrato o se fosse la persona che lei credeva. Avrebbe detto alla nonna che si sentiva male, solo dieci minuti, poi quella persona, chiunque essa fosse, se ne sarebbe andata e lei avrebbe potuto tornare con tutta tranquillità al suo lavoro.
Ma non fece in tempo. I suoi occhi ne incrociarono un paio castani, vispi, allegri. Non riuscì nemmeno a muovere un passo o a dire qualcosa.
«Evans!» Il ragazzo avanzò verso il bancone, guadagnandosi uno sguardo accigliato da parte degli altri clienti. «Che magnifica sorpresa
Dal modo in cui disse sorpresa Lily capì che non era davvero sorpreso di vederla li. L'aveva già vista dalla vetrina, voleva solo organizzare una tipica scenetta alla James Potter. Anche se, dovette ammetterlo, i suoi occhi da dietro le lenti degli occhiali sembravano luccicare, più allegri di qualche istante prima.
«Non posso dire lo stesso. Cosa ci fai qui?»
«Voglio prendere un... hmmm... frallato.» Disse il ragazzo con un mezzo sorriso sulle labbra, scompigliandosi i capelli in quel suo gesto tipico da James Potter.
«Oh, ma davvero? Si dice frullato, tanto per la cronaca.» Rispose Lily acida. «E poi intendevo qui a Londra.»
«Sono in vacanza! I genitori di Sirius hanno una casa a Londra, ci crederesti? Secondo me loro nemmeno lo sanno!» Esclamò James, poi, a conferma di ciò che aveva detto, indicò con un pollice alle sue spalle e Lily vide il resto della combriccola. Come aveva potuto pensare che Potter fosse solo? Ovviamente c'erano gli altri con lui. I malandrini. Quasi tutti i malandrini, almeno. Remus sembrava imbarazzato e quando lei lo guardò i suoi occhi sembravano chiedere scusa per quell'apparizione improvvisa e visibilmente indesiderata.
Sirius invece sorrideva come un bambino, e scuoteva energicamente la mano nella direzione di Lily, il viso incorniciato dai riccioli neri.
«Fantastico. Allora, cosa vuoi? C'è altra gente che aspetta.»
«Oh, giusto. Vediamo...» Disse lui scrutando la lista posta sul bancone con sguardo concentrato. «Magari potresti suggerirmi qualcosa?»
«Non ho tempo da perdere Potter! Ordina o vattene!»
«Lily!» Con orrore Lily si accorse di aver alzato un po troppo la voce e dovette ricevere lo sguardo di biasimo della nonna. Le chiese scusa e poi tornò a guardare Potter con un falso sorriso gentile.
«I frullati sono molto buoni.» Sussurrò senza un minimo di calore.
«Bene allora. Un frallato... banana e fragola.»
Lily si voltò per prepararlo, cercando di non pensare a quanto fosse sfortunata. Perché cercava di lasciarsi indietro i problemi e loro non le davano tregua? Voleva solo stare un po tranquilla dopo la litigata con Severus... e invece? Salta fuori Potter, pronto a torturarla. Meraviglioso.
Frullò gli ingredienti con tanta energia che quasi li fece straboccare dal recipiente. Versò tutto in un bicchiere e lo sbatté senza gentilezza sul bancone in fronte a Potter. Lui prese il bicchiere e assaggiò, tutto allegro, un sorso di frall... frullato.
«Hey avevi ragione! Non è niente male! O forse è così buono perché lo hai fatto con tanto amore?»
Lily gli rivolse uno sguardo di fuoco in grado di far squagliare tutti i gelati o addirittura di incenerire il negozio intero. Ma, come sempre, Potter pareva esserne incolume.
«Grazie e arrivederci.» Disse Lily con voce fredda.
«A che ora stacchi?» Chiese James, un braccio posato sul bancone, lo sguardo rivolto verso di lei.
«Non sono affari tuoi.»
«Andiamo, Lil. Potresti farmi fare un giro per Londra! Non sono pratico di qui...»
«Allora spero che tu ti perda e finisca in un quartiere malfamato. Ma a pensarci bene, potresti anche divertirti in posti come quelli.»
James ridacchiò, quasi che Lily avesse fatto una battuta. La ragazza perse la pazienza.
«Potter, levati di mezzo. Sto lavorando.»
James si strinse nelle spalle. «Ok. Ci vediamo dopo, Lil!»
«Non chiamarmi così!» Esclamò lei, rivolta alla sua schiena. Potter uscì dal negozio e diede il cinque a quell'altro idiota del suo amico, prima che tutti e tre se ne andassero. Lily si abbandonò ad un sospiro di sollievo, prima di accorgersi che, grazie alla scenetta di Potter, aveva ormai monopolizzato l'attenzione di tutti. Irritata, esclamò:
«A chi tocca?»
Un signora anziana si fece avanti, sorridendole.
«Una coppetta limone e caffè.» Disse la signora, con voce strascicata, continuando a fissarla con interesse.
Quando Lily le porse il piccolo recipiente, la vecchia si sporse verso di lei. «Sembrava un bel giovanotto, quello che è appena uscito. Fossi in lei non me lo lascerei scappare!» La vecchietta le sorrise mostrandole la dentiera prima di girarsi e uscire con passetti piccoli e lenti, tipici delle persone anziane.
Lily la guardò con la bocca aperta.
Non poteva essere vero. Lo facevano apposta? Tutti?
Perché tutti amavano Potter?!
Bè, tutti tranne lei. Ovvio.

~


Alle sei nonna Evans disse a Lily che poteva tornare a casa. Di solito Lily restava fino all'ora di chiusura, sia per aiutare la nonna, sia per evitare sua sorella e Severus. Quel giorno però non vedeva l'ora di tornare a casa. Odiava l'idea di poter rivedere Potter e aveva passato l'intero pomeriggio a scrutare la strada di fronte al negozio sperando di non vederlo mai comparire.
E per sua grande fortuna, fu così. Niente Potter & co all'orizzonte per l'intero pomeriggio! D'altronde c'erano così tante altre ragazze a Londra... perché perdere tempo con lei?
«Okay» rispose Lily quando la nonna le disse di andare. «Sì, oggi sono un po stanca.» Le spiaceva lasciare la nonna. Lei era l'unica della famiglia che aveva reagito con gioia il giorno dell'arrivo della sua lettera. Sua sorella l'odiava, suo padre era sempre fuori per lavoro quindi non gli importava gran che, o almeno non lo dava a vedere. La mamma era rimasta sconvolta, ma si era ripresa presto. La nonna invece, lei le era sempre rimasta vicina.
Lily appese il grembiule da lavoro al gancio vicino alla cucina, con un sospiro.
«Era un tuo compagno di scuola quello che ha ordinato un frallato, oggi pomeriggio?» Chiese la nonna con genuina curiosità, ridendo sotto i baffi. Lily non voleva proprio parlare di Potter, ma con la nonna non voleva comportarsi da antipatica, così rispose.
«Sì. Come lo hai capito?»
«Non è così che ci chiamate voi? Babbani?» La nonna sorrise a sua nipote, sistemandole i capelli. «E poi cara, si capiva che era uno con cui passi un sacco di tempo. Di solito si passa tanto tempo assieme tra i banchi di scuola.»

Lily le diede ragione. Sua nonna era un donna anziana, ma era intelligente. Lo era sempre stata.
«Ci vediamo presto, cara. E sappi che non sei costretta a venire qui ogni giorno. C'è Margot che mi aiuta quando ho bisogno.» La nonna le sorrise.
«Non preoccuparti nonna. Per me è un piacere aiutarti.»
Lily uscì dalla porta, sentendo la sensazione di calore e di casa abbandonarla, come se fosse rimasta intrappolata nel negozio con la nonna. L'unico altro posto al mondo che poteva chiamare casa era Hogwarts. Non che la fosse tutto rose e fiori. Nossignore. Ma era certamente meglio di quella casa, dov'era nata e cresciuta.
I suoi piedi procedevano automaticamente verso casa, mentre Lily non guardava nemmeno la strada, immersa nei suoi pensieri.
Una voce la fermò. Nel suo profondo Lily sapeva che l'avrebbe sentita, anche se sperava con tutto il suo cuore che James Potter avesse trovato qualcosa di meglio da fare a Londra, piuttosto che perseguitare lei.
Ovviamente Lily non si fermò: strinse forte la tracolla della sua borsa di pelle, tirando dritto.
Potter l'affiancò senza alcuna fatica. «'Sera signorina Evans.»
«Potter.» Lo salutò lei con il suo solito tono inespressivo, che riservava solo ed esclusivamente a lui. Quando era del tutto esasperata lo chiama il ''tono Potter''.
«Come te la passi?» Chiese lui, affondando le mani nelle tasche dei pantaloni, guardandola di sottecchi.
«Intendi in questo istante o in generale? Ad ogni modo la risposta sarebbe la stessa: piantala di seguirmi.»
James ridacchiò. «Piantala di seguirmi non è un modo di sentirsi!»
«No,» confermò la rossa. «Ma sono le uniche parole che ho in mente.»
«Oh!» Esclamò lui. «Quindi nella tua testa ci sono solo io!»
Lily non lo fulminò nemmeno con lo sguardo, non sarebbe servito. «No. Solo il pensiero di te che mi lasci stare.»
«Andiamo, Lil! E' estate! Perché non ti sciogli un po? Possiamo divertirci!» Esclamò lui allegro, piantandosi davanti a lei con le braccia aperte ed un sorriso tutto denti sul volto. Nella brezza estiva che soffiava, i suoi capelli parevano ancora più ribelli.
«No che non mi sciolgo. Non sono un ghiacciolo. E se dovessi farlo, non sarebbe con te.»
James scosse la testa. «Umorismo inglese.» Disse facendosi da parte e riprendendo a seguire Lily. «E comunque se vuoi sapere la mia tu sei come un ghiacciolo. Di quelli rossi. Sei fredda uguale.»
Su questo almeno aveva ragione, concesse Lily. Solo che lei era fredda esclusivamente con Potter. E qualche altro Serpeverde, forse.
«Allora le capisci le cose!» Esclamò guardandolo con aria eccessivamente stupita. «Quindi perché non ti arrendi e non mi lasci a congelare da sola?»
James ridacchiò di nuovo. «No non credo. Ho un obiettivo per quest'estate: ti scioglierò.»
Lily sbuffò. «Vuoi smetterla di dire cavolate, Potter? Per la barba di Merlino, non ti sopporto davvero più!» Esplose Lily. E quando lo stress iniziava ad uscire, usciva tutto assieme. «Non devo sopportarti solo a scuola, ma anche durante le vacanze! A casa mia! Come se non bastassero gli altri problemi! Come se non bastassero Petunia, la sorella che mi odio e...» Stava per dire Severus, ma per fortuna si trattenne. Era quasi arrivata a casa e non era riuscita a resistere. Era scoppiata, accidenti. Sempre colpa di Potter.
«Lily...» Iniziò lui, posandole una mano su una spalla. Per un solo istante Lily credette di vedere un lampo di serietà nei suoi occhi scuri. Ma finì presto.
Dall'ombra delle casette a schiera emerse una figura. Una sagoma scura, sia di vestiti che di capelli. Alta e allampanata. La pelle pallida.
«Lily!» Esclamò Severus.
- Oh no! - Pensò Lily. - Non anche lui! Ti prego no! -
Ma era troppo tardi. James si girò con uno scatto repentino verso il ragazzo, la mano ancora poggiata sulla spalla della ragazza. Severus mosse qualche passo verso di lei, prima di realizzare.
«Tu?!» Esclamò con ribrezzo, arrestando la sua avanzata.
James strinse gli occhi in un espressione minacciosa, ma non disse nulla.
Lo sguardo di Piton si spostò ora su Lily. «Non credevo che lo vedessi anche fuori da scuola.» Asserì con un tono di voce palesemente schifato.
«Potrei dire la stessa cosa, mocciosus
Lily sentì gli occhi bruciare, ma li ignorò. «Io non vedo proprio nessuno, okay?» Esclamò irritata. «L'ho incontrato per caso.»
«E hai ben pensato di portartelo a casa, come un cagnolino smarrito?» Disse il ragazzo con ribrezzo, guardando la mano di James posata sulla spalla di Lily.
«Fossi in te, non mi rivolgerei a lei in questo modo.» Il tono di James era minaccioso.
«Altrimenti che mi fai, eh, Potter? Non siamo ad Hogwarts. Non puoi usare i tuoi stupidi incantesimi qui.»
«Da quando sei così coraggioso mocciosus? Non mi sembrava che avessi tutta questa grinta quando ti ribaltavo piedi all'aria nei cortili, vero?» Disse James con scherno. Lasciò la spalla di Lily e portò la mano alla tasca posteriore dei jeans, dova era nascosta, credeva Lily, la bacchetta.
«No!» Esclamò lei, fermandolo d'istinto.
«Se usi la magia verrai espulso, Potter.» Disse Severus con un sorrisetto sardonico sulle labbra pallide e screpolate. Lily sapeva che lui lo stava solo provocando.
«Non c'è problema.» Disse James facendo spallucce e portando le mani davanti al viso, chiuse a pugno. «Se credi di essere più forte di me senza bacchetta, sei solo un illuso.»
Lily decise che non potevano andare avanti così. Si mise in mezzo ai due e semplicemente... urlò.
«Adesso basta! BASTA!»
I due ragazzi spostarono l'attenzione su di lei. «Smettetela, voi due. Ma non vi vedete? Siete dei bambini. No, siete peggio. Molto peggio. Immaturi.»
La ragazza fece passare il suo sguardo di fuoco dall'uno all'altro, decisamente stanca di quella situazione.
«Faresti meglio a tornare a casa.» Affermò rivolgendosi a Severus, con uno sguardo che non ammetteva repliche. Il ragazzo rilassò i muscoli, come se fosse già stato pronto a fare a botte. «Non credevo che prendessi le difese di Potter.»
«Io non prendo le difese di nessuno! Sono solo stufa di voi due! Mi hai sentita o no? A casa!» Severus lanciò un altro sguardo di fuoco al rivale, prima di guardare di nuovo Lily. «Ero solo venuto per parlarti, tutto qui.» Detto questo si girò e si diresse verso la strada di casa, giù, a Spinner’s End.
Lily ora fissò James, che se ne stava tranquillamente con le mani in tasca, come se nulla fosse successo. Il suo sguardo però, ancora minaccioso, seguiva Piton.
«E tu torna... Va ovunque tu voglia andare, basta che sparisci dalla mia vista.»
La ragazza gli voltò le spalle, tenendo lo sguardo fisso su casa sua.
«Lily...» la chiamò James, ma lei non lo ascoltò nemmeno.
Se solo si fosse girata in quell'istante avrebbe visto l'espressione ferita di James Potter. E non ferita per il suo ennesimo rifiuto. Ma perché l'aveva delusa ancora una volta.


~


Lily corse in camera sua, cercando di non farsi sentire da sua madre che spadellava in cucina, preparando la cena. Si buttò a peso morto sul letto, facendo scivolare la tracolla a terra.
- Perché tutte a me? - Pensò con malinconia. Almeno a Hogwarts aveva qualcuno con cui parlare. Aveva delle amiche. A Londra invece, aveva solo conoscenti.
Il pensiero di Petunia ora era passato decisamente in secondo piano. Pareva nulla una sorella che la ignorava in confronto a quello che aveva visto qualche istante prima.
Severus e Potter stavano per fare a botte. A botte! Per cosa, poi. Si chiese Lily. - Per me? Non ho mai chiesto una cosa simile. - La rossa chiuse gli occhi e sospirò, tentando di calmarsi. Lily Evans era sempre stata un ragazza smisuratamente dolce e comprensiva, gentile con tutti, piena di amici. Ma dopo il quinto anno il suo lato più nervoso e arrabbiato aveva iniziato ad emergere, anche se lei lo aveva celato con attenzione per tutto l’anno scolastico. Ora invece sentiva di poter esplodere, con Potter e Severus. E con Petunia, anche.
Perché Severus non voleva capire che era finita tra di loro? Non l'avrebbe perdonato. Aveva bisogno di tempo e lui aveva bisogno di cambiare. Non sarebbe rimasta amica di un delinquente. Mai.
Le cose che faceva lui assieme ai suoi mangiamorte erano molto peggio della bravate di Malandrini. Le loro erano imperdonabili.
-Bene.- Pensò la ragazza, sospirando al pensiero dell'estate che l'aspettava. James e i Malandrini da una parte. Severus e le sue arti oscure dall'altra. Ed entrambi alla ricerca delle sue attenzioni.
Rivali come non mai.
In quel momento Lily sentì freddo. Riusciva a pensare solo ad un pezzo di ghiaccio in mezzo a due fuochi. Lei era il ghiaccio, James e Severus erano il fuoco.
La domanda era: quale fuoco l'avrebbe sciolta? E quale fuoco si sarebbe estinto, facendosi da parte?
- Che idiozie vado a pensare! - Pensò Lily, rimproverandosi, prima di addormentarsi, cadendo in un sonno agitato.


~



SPAZIO AUTORE

Salve a tutti! Okay, sono abbastanza emozionata... finalmente riesco a pubblicare una storia su Harry Potter! E’ da moltissimo che provo a scrivere su questa saga ma... non sono mai stata pienamente soddisfatta dei risultati! (a dire la verità non lo sono ancora... però ho deciso di buttarmi!)
Sarà perché la saga della Rowling è talmente magnifica che qualsiasi cosa io scriva non è mai all’altezza! xD Ma sto divagando, quindi, torniamo a noi...
Ho scritto questa storia perché ho riscoperto ed iniziato ad amare i personaggi di Lily e James. 

O forse è meglio dire che li ho visti sotto un altro punto di vista e non più solo come i genitori di Harry!
E ora... li adoro! Adoro loro e i Malandrini e... tutta la old generation! Così ho deciso di scrivere qualcosa su di loro e... tra le mille idee che mi sono venute... ho tirato fuori questa!
Bè, la situazione è abbastanza chiara: la piccola, dolce Lily Evans non ce la fa più! Ha i nervi a fior di pelle, e la presenza di Severus, Petunia e, last but not least, James Potter, non semplifica le cose!!!
Quindi... bè, vedremo che succederà e cosa farà Lily a riguardo.
Spero che chi arrivi fin quaggiù... lasci anche una recensione per farmi sapere se è piaciuta la storia... oppure no! :)
Grazie mille e... a presto!

- C




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Capitolo 2
*** 2) Nuove e vecchie conoscenze ***


2) nuove e vecchie conoscenze
Summer Memories

Capitolo 2: Nuove e vecchie conoscenze


Il mattino successivo James si svegliò agitato. Di solito a lui non accadeva mai, James Potter era sempre allegro e rilassato. Sempre.
Ma tutta la notte era stato tormentato dal visto di Lily. Lo splendido viso della sua Lily, trasfigurato. Gli occhi arrossati, l’espressione infuriata, stanca. Lily non stava bene, James l’aveva capito. Non era qualcosa di fisico, stava male dentro. Nell’animo.
Oh, quanto avrebbe voluto aiutarla! Se solo lei glielo avesse permesso!
Alla fine di tutto, era sempre lui il problema. Sempre mocciosus.
Quanto avrebbe voluto tirargli un pugno così potente da sbatterlo a terra e fargli restare un livido multicolore su quella sua faccia da viscido serpente...
Si era fermato solo per Lily, altrimenti nulla gli avrebbe impedito di spaccargli la faccia a suon di pugni. Dopo tutto quello che Lily aveva fatto per quell’infame... quello era il suo modo di ripagarla! Bello str...
«Ramoso!»
James si riscosse dai suoi pensieri scuotendo la testa. «Hey, Felpato.»
«Cos’hai?» Chiese l’amico buttandosi sul divano di fianco a lui, addentando un cornetto al cioccolato.
«Niente, che dovrei avere?»
«Non mentirmi.» disse mentre delle briciole dorate gli cadevano sulla camicia nera. «Lo capisco quando ti passa qualcosa nella testa. Riguarda per caso la tua sparizione di ieri sera? Sarai mica andato dalla Evans, vero?» Auch. Beccato in pieno.
«No!» Esclamò James, troppo in fretta per essere credibile. «Figurati.»
«Due di picche? Dovresti esserci abituato oramai!»
James emise un verso a metà tra un gemito e un grugnito d’assenso. «C’era anche mocciosus.»
Sirius si tirò su, d’un tratto completamente interessato. «Davvero?! Questa sì che è una bella notizia! L’estate perfetta!» Esclamò ingoiando il cornetto. James fece un smorfia.
«Sei ingordo come un lupo.» Affermò.
«Niente battute sui lupi, prego!» Disse una voce dalla cucina. Un istante dopo un ragazzo vestito di tutto punto con una tazza fumante di cappuccino, si sedette con compostezza sulla poltrona di pelle vicino al camino. «Sapete che non mi piacciono.»
«Scusa, Lunastorta.» Sirius sghignazzò. «Ma torniamo a noi: mocciosus! La luce dei miei occhi! Colui che rende luminosi i miei giorni!» Disse il ragazzo balzando in piedi, i neri capelli arruffati attorno al viso, un’espressione falsamente estasiata sul volto.
«No-no-no.» Disse James. Subito l’amico abbassò lo sguardo su di lui.
«Non vorrai fare il guastafeste, vero Ramoso? Non tu!» La sua espressione ora era terribilmente ferita. Sirius era davvero un ottimo attore, pensò James distrattamente.
«Nient’affatto ma... Me ne occupo io, okay?»
Due paia di occhi lo guardarono con espressione confusa.
«C’entra con Lily. E’ incazzata nera con il pidocchio. Per poco ieri non lo prendevo a pugni. Voglio occuparmene io.»
Sirius scrollò le spalle, tornando a sedersi. «Come vuoi, capo. Ma che mi dici della Evans? Ancora niente?»
James scosse la testa, sconsolato. «Ci sto lavorando.»
«Bravo Ramoso. Non demordere.» Disse tirandogli pacche sulla schiena.
Certo che non l’avrebbe fatto. Erano cinque anni ormai che ci lavorava. Prima o poi ci sarebbe riuscito. Remus ridacchiò, sorseggiando il suo cappuccino.
«Per quanto riguarda noi.» Disse indicando sé stesso e Remus. «Ieri abbiamo conosciuto delle belle londinesi.» Sirius ammiccò a Remus, che rispose al sorriso, forse solo un poco intimidito. «Erano in tre, non ti dico quanto fossero gnocc...»
«Okay, okay, hai reso l’idea!» Esclamò James ridendo. «E...»
«E credo che oggi le rivedremo. Al parco. Tu sei ufficialmente invitato. Ho parlato a loro di te. Ti immaginano come un supereroe. Vedi di non deludere le loro aspettative!»
James assunse un’aria pensierosa.
«No, no! Tu oggi vieni con noi! Niente storie!» Esclamò Felpato. «Siamo venuti qui per divertirci e trovare qualche ragazza per spassarcela!»
«Lo so, lo so... ma Lily! Ovunque vado lei mi perseguita!»
Remus scosse la testa energicamente, ingozzandosi con il liquido caldo. «Credo che sia tu a perseguitare lei, James.»
«Sì bè... è la stessa cosa. Comunque...»
«Dai Ramoso! Solo oggi! E poi chi ti dice che non la incontrerai al parco? E’ un bel posto per passeggiare...» Gli occhi si Sirius si fecero imploranti. Era riuscito a convincere Remus (okay, in realtà aveva vinto una scommessa. No, in realtà aveva vinto la scommessa... con qualche aiuto!) a cercarsi una storia estiva assieme a lui e Ramoso... come poteva essere che proprio James si tirasse indietro?
James sospirò, ma alla fine si arrese. «Okay. Vengo.»
«Fantastico!» Esclamò Sirius balzando in piedi come una molla con un sorriso che andava da un orecchio all’altro. Nell’intento di abbracciare sia James che Remus, Sirius riuscì solo a rovesciare addosso a quest’ultimo l’intero contenuto della tazza fumante, macchiando irreparabilmente i vestiti stirati e puliti.
«Okay, sarà meglio se andiamo tutti a vestirci, eh?» Esclamò Sirius, fuggendo dalla stanza seguito dallo sguardo furente di Remus e... da Remus stesso.
James iniziò a ridere, di nuovo allegro come sempre.


~


Quel giorno Lily non andò al lavoro. Le dispiaceva lasciare la nonna sola, ma lei aveva detto che non c’era nessun problema se non fosse andata. C’era Margot, la domestica...
E poi Lily aveva bisogno di passare un po di tempo sola, così decise di fare una passeggiata ad Hyde Park.
E se Potter fosse stato la? Pensò la parte pessimista della sua mente. Ma che dici? Le rispose quella realista. Londra è grande! E anche se fosse la... farai come sempre. Lo ignorerai.
Così Lily si vestì comoda, prese la sua borsa e uscì, senza salutare nessuno. Sembrava quasi che vivesse da sola in quella casa tanto grande.

Intanto al parco...

«Eccole la!» Esclamò Sirius scuotendo energicamente la mano in direzione di tre ragazze accampate nelle vicinanze di alcuni salici piangenti. Sirius non aveva né scherzato né esagerato il giorno prima: le ragazze erano una favola.
James le osservò da lontano. Una era seduta su una sdraio pieghevole, aveva i capelli neri come il petrolio e lisci come seta. Indossava un paio di occhialetti, neri come i capelli, sul naso dritto e regale. Stava leggendo un libro e si accorse di loro solo quando la ragazza di fianco a lei le tirò una gomitata. Sembrava avere delle lontane origini asiatiche. Non era male, ma era un tipo classico più...
Più da Lunastorta. - Come volevasi dimostrare. - Pensò James quando vide lo sguardo di Remus posarsi proprio su quella ragazza. I due si scambiarono un sorriso.
La ragazza che aveva tirato la gomitata alla prima era sdraiata su una salvietta rosa e li guardava avvicinarsi con un sorriso abbagliante. Quasi quanto i suoi capelli, pensò James. Erano biondi chiari, lisci e sembravano luccicare al sole, tanto erano lucidi. La ragazza si tirò gli occhiali da sole in testa, come se fossero un ferma capelli, svelando un paio di occhi azzurri come il cielo estivo. Quella invece, pensò James, era più il tipo da lui o Sirius. Oltre ad essere bellissima indossava dei vestiti da urlo, come diceva sempre Felpato: shorts davvero molto corti e una canottiera blu aderente che lasciava ben poco all’immaginazione.
Ormai erano quasi arrivati, allora James vide la terza ragazza. Quella era più il suo tipo. Decisamente. Aveva la testa china e cercava qualcosa nella borsa ai suoi piedi. I capelli della ragazza erano rossi. Come quelli della sua Lily.
Bè, non del stesso rosso. Quelli della ragazza erano più... come si dice? Pel di carota? Bè, qualcosa di simile. E quelli di Lily erano lisci con qualche boccolo occasionale quando si svegliava in ritardo al mattino e non faceva in tempo a sistemarli, mentre i capelli della ragazza erano ricci per davvero. Quando quella alzò lo sguardo, James notò che i suoi occhi erano color nocciola e non verdi come quelli della sua Lily. Ma il sorriso che la ragazza rivolse a lui... quel sorriso Lily non glielo aveva mai rivolto.
Sirius arrivò per primo a braccia aperte. La ragazza bionda si alzò in piedi con uno scatto e abbracciò Sirius.
«Jessamine! E’ un enorme piacere rivederti! Te l’ha mai detto qualcuno che sei splendente come il sole?» Sia Sirius che la ragazza, Jessamine, risero di gusto. Felpato era sempre il solito dongiovanni per questo James non poté far a meno di ridacchiare.
«Oh, Sir! Chiamami pure Jess, te l’ho già detto ieri!» Esclamò lei, facendogli l’occhiolino.
Remus si avvicinò per salutare la ragazza con i capelli scuri, che aveva abbandonato il libro aperto sulla sdraietta e si era alzata, andandogli incontro.
La rossina invece fissava James con interesse. Sirius finì di fare una battuta prima di rivolgersi a James. Gli sorrise in modo complice.
«Ragazze, ho l’onore di presentarvi il famoso James Potter!» Esclamò Felpato.
James si produsse in un inchino prima di alzare lo sguardo. «Si da il caso che sia proprio io, sì.» James sfoderò il suo sorrisetto sghembo che faceva impazzire le ragazze. O almeno tutte tranne una, l’unica che avrebbe dovuto farlo.
La rossina rise di gusto, portandosi una mano alla bocca.
«Loro sono Jess,» Disse Sirius marcando visibilmente il soprannome. «Elise e Jenny.» Le presentò Sirius, prima di lasciarsi cadere sulla salvietta rosa di Jessamine, incominciando a fare battute, un braccio attorno alle spalle della ragazza che sembrava gradire particolarmente le sue attenzioni.
Elise invece aveva tirato fuori un’altra sdraio per Remus, che aveva preso posto al suo fianco. I due guardavano il libro che Elise teneva in grembo mentre lui parlava. La ragazza gli sorrideva fissando però più lui che il libro. Bingo! A quanto pareva i Malandrini avevano fatto centro di nuovo!
«Bè, mi ha già presenta Jess. Io sono Jennifer, ma per gli amici Jenny.» La ragazza gli porse la mano e James gliela baciò. Jenny arrossì immediatamente, quasi mimetizzandosi con i suoi capelli. Il rossore mise in evidenza le lentiggini sulle guance.
«Lieto di conoscervi, miss Jennifer.»
Jenny rise. «Sirius me lo aveva detto che eri forte!»
James si lasciò cadere sulla salvietta blu di fronte a Sirius. Subito Jenny lo seguì.
«Oh, hey! Che ne dite di raccontare alle signorine qui presenti qualche bravata dei Malandrini?» Esclamò Sirius tutto eccitato, passando lo sguardo da James a Remus.
«Malandrini? Chi sono?» Chiese la rossa con allegria.
«Bè,» iniziò James indicandosi. «Ce li hai davanti.»
«Ohhh!» Esclamò lei fissandolo affascinata con i suoi grandi occhi castani.
«Sì, dovete sapere che noi frequentiamo un collegio. Avete presente no? Un mucchio di regole e professori severi?» Iniziò a raccontare Sirius. «Bè, noi amiamo infrangerle, le regole. E’ una cosa in cui siamo molto bravi.» Concluse soddisfatto dell’atmosfera che aveva creato. Le tre ragazze pendevano dalle sue labbra, ora. Questa, pensò James, era una delle doti di Sirius. Fare l’incantatore, l’oratore. Tutti cadevano sempre ai suoi piedi.
«Parla per te!» Esclamò Remus ridacchiando.
«Sì, lui è incaricato dal preside di tenerci d’occhio. Guasta feste. Ma in realtà è della nostra parte. Dovreste vederlo, certe notti...»
Sirius, James e addirittura Remus risero. Anche le tre ragazze, ma per motivi diversi. Certo non potevano sapere cos’era davvero Lunastorta durante quelle certe notti, magari di luna piena!
Fu in quel momento che James vide una chioma di capelli rossi in lontananza. Non rossi pel-di-carota, ma rossi ramati. Come una fiamma in movimento.


~


Lily camminava tranquilla, godendosi il sole e la brezza estiva che le carezzava le braccia e le gambe nude, quando sentì la sua voce. Era inutile cercare di sfuggire a James Potter, Lily se lo aspettava. Ovunque andasse, lui saltava fuori.
«Lily! Come stai?» Le chiese subito Potter, appena la raggiunse. Già, l’ultima volta che l’aveva vista era appena esplosa e lui stava per fare a botte.
«Una meraviglia.» Rispose con ironia.
«Dico davvero.»
«Anche io.» James inarcò le sopracciglia, fissandola. Ci fu un’istante di silenzio imbarazzante, poi Lily si sporse oltre le sue spalle, guardando nella direzione da cui veniva. Aggrottò le sopracciglia. Si era aspettata di vedere gli altri due (anzi tre, ma Peter sembrava non esserci...) all’ombra delle fronde di un albero, mentre ridevano e davano man forte al loro amico. Invece non vide la scenetta che si aspettava: Remus era immerso in una conversazione con una ragazza dai capelli scuri, Sirius era immerso in una ’’conversazione’’ con una biondina che rideva senza ritegno e... la terza ragazza li fissava. Lily distolse lo sguardo e fissò James.
«Vi state divertendo?»
Potter si strinse nelle spalle. «Sarebbe più divertente se ci fossi anche tu.»
Lily lo gelò con uno sguardo. «Così potresti provarci con due ragazze? No, grazie.»
James rimase spiazzato. Lily anche. Non poteva averlo detto. Cioè, cosa le importava se lui ci stesse provando oppure no con quella ragazza che continuava a fissarli? - Nulla, non mi importa nulla. - Si rispose.
«Figurati! Lily, è da cinque anni che...»
«Sì, bé. Non mi importa. Torna dalla tua ragazza. Non la smette di fissarti.» Lo sguardo di quella tizia stava irritando Lily. Ma perché? Si chiese la ragazza.
Lily scosse la testa e si allontanò velocemente.
Sentì James che la chiamava, ma come sempre lei non lo ascoltò.


~


James tornò sconsolato al loro accampamento. Ancora una volta Lily se n’era andata senza degnarlo di uno sguardo. Anche se questa volta... c’era stato qualcosa in più. Almeno lui lo aveva creduto.
Si sedette sulla salvietta, seguito dallo sguardo di Sirius. James gli rivolse un cenno impercettibile. Voleva dire che no, non era successo nulla.
«Chi era quella ragazza?» Chiese Jenny avvicinandosi a James.
Sirius non perse l’occasione di tirare in ballo la storia.
«Quella tesoro, è Lily Evans! E James le sbava dietro da anni. Ma lei non se lo fila!» Esclamò divertito. Jess, che ora stava letteralmente appiccicata a Sirius, rise di gusto, fissando James.
«Cinque anni, per essere precisi.» Aggiunse Remus, con la sua solita precisione e un sorrisetto soddisfatto sulle labbra.
«Però! Un tempo considerevole!» Fu il commento di Elise.
«Sempre a fare il pignolo, Remus.» Sirius gli tirò una pacca sulla schiena, fin quasi a farlo ribaltare dalla sdraio.
«Confermo.» Disse James annuendo.
La rossina si avvicinò ancora di più. «Secondo me non ha tutte le rotelle a posto. Oppure è ceca. Voglio dire...» Iniziò, ma Sirius, come amava fare, la interruppe.
«Certo! Chi rifiuterebbe una meraviglia come James? Voglio dire, se fossi una ragazza, io non lo farei!» Esclamò Sirius facendo gli occhi languidi da ragazzina innamorata.
Le tre ragazze risero.
«Era quello che volevo dire.» Assentì Jenny riportando la sua attenzione su James. «Voglio dire, dopo un po di tempo forse è meglio lasciar perdere. Forse lei non ti merita.» La sua voce, in quell’ultima frase, si era fatta più acida.
Ci fu una piccola pausa, poi la rossina disse:
«Trovato! Che ne dite ragazzi, di venire alla festa del nostro liceo con noi? Ci sarà da divertirsi!» Esclamò guardando tutti i presenti. Jess lanciò un urlo elettrizzato. Sirius fu assolutamente d’accordo. Remus e Elise acconsentirono.
James invece annuì distrattamente. Aveva ancora nelle orecchie le parole della rossina.
Cinque anni erano un sacco di tempo, considerando che lui avrebbe potuto avere qualsiasi altra ragazza. Ma nel profondo del suo cuore, sapeva che non si sarebbe mai arreso. James Potter era fatto così.


~


Lily aveva imboccato la via di casa, ma poi pensò che avrebbe potuto incontrare Severus. Meglio di no. Non dopo aver parlato con Potter.
Così deviò in una via parallela, seguendo i suoi piedi che un tempo conoscevano così bene quelle strade. D’un tratto si ritrovò davanti al vecchio parco giochi dove veniva da bambina con tutta la sua famiglia. Quando ancora erano una famiglia normale.
Vide l’altalena. Là Petunia era caduta e si era quasi rotta un braccio. Lily ricordò l’isteria della mamma, le urla della sorella e la fretta di papà nell’andare a prendere la macchina per portarla all’ospedale. Una volta su quella stessa altalena, Lily aveva mostrato a Petunia quanto fosse brava a saltare cadendo in piedi.
Poco più distante c’era la giostrina. Lily si ricordava dei giri pazzi che facevano li sopra: lasciavano Eliott, il compagno più robusto, all’esterno a spingere mentre quelli dentro giravano alla velocità di una trottola. La piccola Lily si immaginava sempre che un giorno la giostra si sarebbe staccata e tutti i bambini avrebbero preso il volo. Quanti ricordi erano legati a quel posto!
Lily si addentrò nel parco, fino a quando sentì delle voci...
Venivano da dietro degli alberi. Li vicino c’era un gioco di legno, uno di quelli di dove ci si poteva arrampicare. Dagli altri due lati al posto del legno c’erano dei quadrati di corda. Si veniva a creare così all’interno un rettangolo di spazio coperto ed appartato. Lily, arrivando dal lato di corda, poteva vedere dentro. C’erano delle persone che parlavano. Delle ragazze...
Le loro voci sembravano vagamente familiari. Avvicinandosi ancora un poco Lily vide una testa riccissima dai capelli castano chiari, quasi biondi. Riconobbe immediatamente la ragazza.
«Maddie?» La ragazza si girò di scatto, come se fosse stata colta in flagrante. Scostò le corde per vedere chi l’avesse chiamata e... sgranò gli occhi color cioccolato, fondente circondati da un leggero trucco dorato.
«Lily? Lily Evans?!» La ragazza uscì allo scoperto e si avvicinò a Lily. «Ommioddio! Sei proprio tu!» Esclamò gettandole le braccia al collo dopo un attimo di esitazione. «E’ da una vita, una vita che non ti fai vedere!»
Lily sciolse l’abbraccio e osservò la ragazza. Avevano frequentato tutto l’asilo assieme e anche qualche anno di scuola, prima che lei ricevesse la lettera a undici anni. Da allora non l’aveva più rivista.
«Lo so! Quanto sei cambiata!» Esclamò Lily.
«Anche tu!» Constatò l’altra prendendo una ciocca di capelli ramati tra le dita. «Ti ricordi di loro?» Disse Maddie indicando le due ragazze dietro di lei.
«Sì. Sì, certo che mi ricordo! Le sorelle Cassie e Nora!» Le due ragazze le sorrisero e l’abbracciarono come aveva fatto Maddie.
«E loro sono David e Brad.» Disse Maddie indicando due ragazzi che Lily non aveva notato. Di loro non si ricordava, ma sorrise lo stesso e strinse le mani ad entrambi.
«Mi sembra così strano vederti di nuovo! Soprattutto qui!»
«Davvero. Mi fa piacere però.»
«Bè, sicuramente! Com’è che sei sparita? E’ colpa della scuola che frequenti? Devo confessarti che ci ero rimasta davvero male quando ci hai detto che te ne saresti andata!» Le sorelle alle sue spalle annuirono contemporaneamente. «Ci sei mancata così tanto!» Le disse sorridendo.
Lily era felice. Per la prima volta dopo tanto tempo, si era sentita la benvenuta a casa. Tutti e cinque i ragazzi la fissavano sorridendo.
«Perché non ci parli un po di te? Non sappiamo più niente sulla piccola Lily Evans.»
Lily ridacchiò, in imbarazzo. Non ricordava di essere così legata con Maddie e la sua compagnia, ma le fece comunque piacere sentire che loro volevano sapere qualcosa su di lei.
«Non c’è molto da sapere, davvero.»
«Poche storie, sputa il rospo! Le ultime volte che ti abbiamo vista frequentavi Severus Piton, quello che vive giù a Spinner’s End! E’ sparito anche lui, tanto per la cronaca.» Esclamò Maddie, mulinando i suoi ricci dorati.
Alla fine Lily si arrese e si mise a raccontare qualcosa sulla scuola, gli amici... Ovviamente tutto condito da una buona dose di fantasia! Non poteva certo raccontare a dei babbani di Hogwarts. Anche se per una volta l’avrebbe fatto volentieri, mentre erano tutti e sei seduti su delle panchine all’ombra degli alberi del parco. Maddie le stava in fianco e le sorrideva, spronandola a raccontare. Le altre due l'ascoltavano commentando e domandano. David l’osservava sorridendo bonariamente, una mano tra i ricci di Maddie. Brad invece, notò Lily con stupore, la fissava con fin troppo interesse. Pendeva dalle sue labbra. I suoi occhi castani sembravano ardere e Lily si ritrovò ad arrossire. Chissà se la sua vita sarebbe stata così, se non avesse ricevuto la lettera cinque anni prima...


~


Nell’ombra di un albero Severus Piton stava silenzioso, senza fiatare, senza quasi respirare. Si mimetizzava così bene con il tronco scuro che nessun passante avrebbe potuto vederlo. In verità era abituato a non essere notato o considerato. Solo ad Hogwarts godeva di un pizzico di stima e rispetto. Ma non li.
Solo Lily lo faceva sentire qualcuno, un ragazzo. Non un’ombra.
Ed ora l’aveva persa, e se la ragazza avesse scoperto che lui la spiava, non l’avrebbe perdonato, mai. Ma non poteva lasciarla andare, non poteva sopportare che Potter saltasse fuori ad importunarla. Ora la bella Lily stava parlando con dei babbani. Severus li conosceva di sfuggita, ma non gli piacevano. Non gli dicevano nulla di buono. Dal suo tronco buio li aveva osservati tutti e ognuno pareva veleggiare in un’aura di falsità e finzione. Lily non doveva stare con loro.
Soprattutto non con quel tipo, che la fissava come se la stesse divorando con gli occhi. Ma doveva solo provare ad avvicinarsi a Lily... quel tizio non era Potter, non aveva possibilità contro di lui.
Severus si ritirò nell’ombra, più solo che mai, ora che Lily aveva trovato qualcuno con cui stare. Qualcuno che, a detta di Severus, era meglio non frequentare. Si ripromise che avrebbe indagato, presto.


~

SPAZIO AUTORE

Eccomi qui con il secondo capitolo! Spero vi sia piaciuto e sappiate che per più di due settimane non potrò aggiornare, perché parto! :(
Allora... che ne dite dei Malandrini? Bé, dei tre Malandrini, visto che ne manca uno!
 Spero di aver reso bene il loro rapporto! Il calmo e intelligente Remus, giusto un poco riservato ma anche disposto a divertirsi con quei due scapestrati dei suoi amici, l’affascinante e misterioso Sirius e per finire l’intrepido e determinato James, sempre disponibile ad assecondare Felpato in ogni sua missione!
Restando in tema... chi ama il trittico londinese? Chi??? Ma sì, quelle tre: Jess, Elise e Jenny! Qualcosa mi dice che non le adorerete troppo, sopratutto Jenny! Come avrete notato, James si è subito interessato a lei, senza nemmeno vederla in faccia. Perché? Per i capelli rossi, ovvio! Si potrebbe dire che il buon James è leggermente ossessionato dalla sua Lily! xD
A questo punto, direi di passare proprio a lei. Possiamo dire che la cara Evans è... un po insicura. Sì, dopo i vari problemi, ovvero la litigata con Severus del quinto anno, la fredda indifferenza di Petunia e un Potter che la confonde ogni volta di più, Lily inizia a cedere all’insicurezza. Bè, vedremo che succederà con i suoi amici babbani nelle prossime puntate!


Infine vorrei ringraziare moltissimo _Francy96_ , Frenci_ e... Erika (grazie per seguirmi anche in questa storia! <3 ) per le recensioni!!! Mi hanno fatto davvero molto piacere!
Ringrazio anche chi ha letto la storia, l’ha messa nelle seguite o preferite...
Grazie a tutti e alla prossima!!! ;)

- C

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Capitolo 3
*** 3) Parole avvelenate ***


3) parole avvelente

Summer Memories

Capitolo 3: parole avvelenate


Passarono dei giorni tranquilli per Lily, che decise anche di tornare a lavorare dalla nonna. Non aveva più incontrato né Severus né Potter. Invece aveva visto qualche volta Maddie e gli altri, sempre al parco.
Avevano parlato moltissimo, ricordato i vecchi tempi e la ragazza era stata aggiornata sulla vita di tutte le ragazze. Era così facile parlare con loro, la facevano sentire a proprio agio, tanto che Lily si sentiva leggera ogni volta che lasciava il parco per tornare a casa. In qualche modo era più ottimista, sapendo che il giorno dopo le avrebbe riviste e avrebbe potuto parlare con loro ancora.

Il giorno dopo Lily tornò a lavorare dalla nonna. Ed era di buon umore, stranamente.
Uscì di casa di buon ora salutando con calore mamma e papà, che quel giorno sembravano tranquilli più del solito. La ragazza uscì sorridendo al sole che già brillava nel cielo, lasciando che ogni giorno i suoi raggi scaldassero l’intera città e tutti gli abitanti.
La nonna aveva già aperto il negozio e aveva già esposto in vetrina nuove torte meravigliose che solo lei era in grado di fare, di quelle alte e cosparse di glassa e perline colorate.
Il mattino passò più velocemente del previsto e Lily si ritrovò a chiacchierare con la nonna, tra un gelato e l’altro, degli avvenimenti dei giorni passati, finalmente con un sorriso sincero stampato sulle labbra. Aveva passato giornate abbastanza tranquille, aveva messo da parte le domande che le erano sorte al parco e... si era goduta i suoi momenti babbani. Chissà se anche quel giorno sarebbe andato così bene, si chiese Lily, cercando di ritrovare l’ottimismo perduto.


~


Quando Lily lasciò il negozio di nonna Evans sapeva già dove andare. Questo la rendeva inaspettatamente felice: di solito si ritrovava a vagare inconsciamente per le strade di Londra, fino a ritrovarsi davanti a casa, senza altri posti dove andare.
Ora invece non furono i suoi piedi a guidarla, ma la sua mente. In meno di dieci minuti si ritrovò davanti agli occhi il parco giochi.
Lily si avviò verso il posto che loro chiamavano il rifugio, ovvero lo stesso luogo dove Lily li aveva visti il primo giorno: lo spazio seminascosto da legno e corde in prossimità di alberi e panchine al limite del parchetto.
Quel pomeriggio il parco non era deserto ma brulicava di bambini urlanti ed allegri che correvano da ogni parte e di mamme in gruppetti che chiacchieravano, curavano i bambini, cullavano i più piccini tra le braccia.
- Per fortuna so dove andare. - Pensò Lily.
Infatti i ragazzi erano la. Almeno c’erano Maddie, Cassie e Nora, che parlavano vicinissime, come se nessuno dovesse sentirle. Sobbalzarono quando Lily le salutò. Non l’avevano sentita arrivare, ma si ripresero presto e la salutarono con calore, come il giorno prima.
«Sei arrivata appena in tempo!» Esclamò Maddie sorridendo.
«Aggiornala tu sulla festa, ok? Noi dobbiamo scappare!» Esclamò Cassie prima di afferrare la sorella per il braccio, trascinandosela dietro.
Maddie ridacchiò prima di rivolgersi a Lily. «Ieri si sono dimenticate di curare la loro sorellina. Per poco non scappava di casa! La loro madre le ha messe in punizione ma sono riuscite ad evadere per un’oretta. Ad ogni modo riusciranno a venire sabato. A proposito!» Esclamò la riccia, riprendendo fiato. «Devi venire anche tu! Assolutamente! Sabato sera ci sarà un festicciola all’aperto, è nel parco della nostra scuola. Non è niente di che, solo musica d’intrattenimento e un buffet. E’ una festa senza troppe pretese. La organizziamo sempre verso la fine dell’estate per stare tutti assieme, prima di vederci di nuovo tra i banchi di scuola.» Concluse con un’espressione schifata alla parola scuola.
«Sarà divertente, vedrai! E poi ci saranno tutti! Non ci vuole nessun invito speciale per partecipare, quindi non hai scuse. Non puoi proprio mancare!»
Lily aveva sentito parlare di quella festa. Negli anni passati aveva sentito Petunia che ne parlava con mamma. Ovviamente lei non ci era mai andata.
E Petunia non si era mai presa il disturbo di invitarla. Lily sorrise. Chissà cos'avrebbe fatto quando si sarebbe trovata davanti la sua sorella-mostro alla festa.
«Allora... vieni?»
«Sì, credo che verrò.» Rispose Lily, sentendo un enorme peso che la lasciava.
«Fantastico!» Maddie batté le mani, poi spostò lo sguardo alle sue spalle. «Puoi aspettare un attimo? Credo di aver visto Dav!»
Lily annuì mentre Maddie si allontanava. Era stata invitata ad una festa. Lei!
Stava ancora compiacendosi dell’evento quando una voce la fece voltare. Sul momento non la riconobbe ma poi vide il ragazzo e si tranquillizzò.
«Ciao Lily!» Era Brad, il ragazzo della compagnia di Maddie. Lily non ricordava di averlo mai visto o conosciuto, per di più nei giorni passati era stato abbastanza silenzioso. Ogni volta che Lily si girava verso di lui lo sorprendeva a guardarla. O meglio, a fissarla.
«Ciao.»
«Sei sola?» Disse lui guardandosi attorno. Lily annuì.
«Allora non ti dispiacerà se mi siedo qui con te.»
Non era una vera e propria domanda, ma Lily rispose lo stesso. «Non c’è problema.»
La ragazza gli fece posto sulla panchina. Brad si sedette, sorridendole. I due rimasero un poco in silenzio, un silenzio che Lily avrebbe definito imbarazzante. Lily rammentò che gli sguardi che lo aveva sorpreso lanciargli erano davvero... profondi.
«Quindi...» Disse schiarendosi la voce e puntando i suoi occhi profondi su di lei. «Tu hai cambiato scuola quando...?» Chiese lui, per fare conversazione.
«Quando avevo undici anni.»
«Accidenti!» Esclamò lui «Io sono arrivato qui a dodici. Se solo mio padre si fosse deciso prima a trasferirsi...»
Lily lo guardò con un mezzo sorriso. Ci stava... provando? Concluse imbarazzata. Si diceva così tra i babbani.
«Hey, ti hanno già detto della festa?» Continuò lui, vedendo che Lily non diceva nulla. Il suo sorriso divenne ancora più pronunciato.
«Sì, Maddie me lo ha detto qualche minuto fa.»
«Oh. Bè mi chiedevo... ti va di venirci con me?»
Lily sgranò gli occhi e lo guardò. Sì, fu la risposta alla sua precedente domanda. Ci stava provando davvero. Okay, forse si stava spingendo un po troppo in là. Un conto era riallacciare vecchie amicizie. Ma questa era un’altra cosa. Illudere un babbano...
Anche se l’idea di accettare stuzzicava la coscienza di Lily. E se per una volta, una sola volta se ne fosse infischiata? Se avesse dimenticato i suoi problemi con il mondo magico? O meglio con le persone di quel mondo.
Non c’era nulla di male nel trasgredire una volta. E poi Brad sembrava un ragazzo a posto: capelli castani ed ordinati, occhi sinceri dello stesso colore dei tronchi alle sue spalle.
«Perché no?» Disse Lily senza indugiare oltre.
«Fantastico!» Il ragazzo saltò in piedi e anche Lily si alzò, ridacchiando di rimando al suo sorriso smagliante. Il ragazzo allungò la mano e, con sorpresa di Lily, prese quella della ragazza. Stava anche per aggiungere qualcosa, le labbra erano già dischiuse e i suoi occhi erano felici, ma...
Ma improvvisamente un’ombra calò su di loro. Lily si coprì gli occhi. Fu come se fosse esploso qualcosa. Un fumo nero si levò tutt’attorno ai due ragazzi, poi una mano le agguantò il braccio, trascinandola lontano dall'esplosione mentre lei già iniziava a tossire.
«Che diavolo stai combinando?!» Una voce sibilò vicino al suo orecchio destro, bassa e strascicata, aspra come veleno.
Lily riuscì finalmente ad aprire gli occhi e nel suo campo visivo trovò un volto.
«S-severus?» Tossicchiò Lily, mettendo a fuoco. «Che cosa ci fai qui?» Esclamò. Poi si accorse del fumo nero alle spalle del ragazzo, che iniziava pian piano a diradarsi. «Che cos’è successo?» Esclamò la ragazza sottraendosi alla presa di Severus. Lily si allontanò di qualche passo scrutandolo.
Severus cercò di nascondere qualcosa dietro la schiena, ma Lily oramai aveva visto. Sembrava un ampolla di vetro, uno di quei recipienti dove si conservavano le pozioni. Immediatamente Lily fece due più due. Un’ampolla vuota, Severus che amava le pozioni e le arti oscure, un fumo nero del tutto innaturale...
«Che cos’hai fatto? Cos’hai fatto?!» Esclamò lei strattonandolo.
«Cosa stavi facendo tu! Come puoi uscire con i babbani? E accettare l’invito di quel lurido, sporco...»
«Smettila! Stai zitto! Che cos’hai fatto, Severus?» Quando Lily si rese conto di non poter ottenere risposte dal ragazzo, lo scansò con furia e avanzò verso il luogo dell’incidente. Si stava già radunando una folla attorno ad un corpo. Il corpo di Brad. Lily si portò le mani alla bocca. Il primo pensiero che la sua mente riuscì a concepire fu: è morto! Severus l’aveva ucciso!
Ma poi il ragazzo si mosse. Prima una gamba, poi un braccio. Infine aprì gli occhi, sbattendo le palpebre più e più volte.
«C-c-che succede?» Chiese Brad con voce tremante. Era coperto di fuliggine nera ma Lily non riuscì a capire cos’altro gli fosse successo. La sua pelle però era giallognola e i suoi occhi erano persi, come il suo sguardo. Sembrava chiedersi cosa ci facesse li, sdraiato a terra in mezzo alla cenere.
Lily incrociò lo sguardo allibito di Maddie. La ragazza stava fissando lei. Con uno sguardo orripilato. Cos’era successo? Cosa stava succedendo? Perché la guardava così? Come se fosse lei la colpevole...
Si era cacciata in un enorme guaio.
Lily arretrò e tornò da Severus, prendendolo per il bavero della camicia grigia.
«Adesso mi dirai esattamente cos’hai fatto a quel ragazzo, altrimenti giuro che alla fine di questa giornata starai molto peggio di lui.» La sua voce era bassa e... carica di veleno. Questa era davvero l’ultima goccia.
«Ma che t’importa di lui!»
«Non mi importa di lui! M’importa del fatto che l’hai quasi ucciso!»
«Ma che dici!» Esclamò Severus cercando di allontanare le mani della ragazza dal suo collo. «Era solo una pozione! E’ tutta scena! L’ho fatto per
te, Lily.»
«Quindi non era un veleno o qualcosa di simile? Si rimetterà, starà bene?»
Severus annuì vigorosamente. Lily lo lasciò andare e si avviò verso casa. Ovviamente Severus la seguì.
«Lily perché non lo capisci? L’ho fatto solo per te! Stavi andando a immischiarti in un gruppo di babbani traditori! Non avevano nulla di buono, quelli!»
«Non sei tu che devi decidere le persone che devo frequentare! Questa è la mia vita e decido io!» Esclamò la rossa, furiosa.
«Tu non hai sentito quello che ho sentito io! Non puoi fidarti di loro, Lily! Facevano solo finta di esserti amici! Li ho sentiti parlare! Facevano i gentili solo per avvicinarti e scoprire qualcosa di te! Scoprire se quello che diceva tua sorella era vero!» Le urlò dietro Severus mentre i due svoltavano nella via che portava alla casa di Lily. La ragazza si fermò di colpo, fissando Severus.
«Perché, cosa dice mia sorella di me?»
Severus deglutì, non del tutto sicuro di voler continuare. Ma ad uno sguardo di Lily, decise di svuotare il sacco. «Dice moltissime cose, Lily. Tutte false. Ha detto che a undici anni sei andata a frequentare una scuola per pazzi. Che eri ritardata. Per questo eri sparita.»
Lily accusò il colpo, come se si fosse appena gettata da un promontorio e avesse sentito l’impatto con l'acqua. Non sapeva se credere o no a Severus, ma la notizia l’aveva ferita. Anche se non lo diede a vedere.
«Bene.» Disse la ragazza, senza alcuna emozione nella voce.
Fino a quel mattino era felice, le sembrava di essere parte di un qualcosa. Si sentiva di nuovo apprezzata. Aveva creduto che i problemi si fossero allontanati per lasciarla respirare, finalmente.
Ma, com’era prevedibile, non era durato più di qualche misero, misero giorno.
Solo il tempo di un’illusione.
Poi tutto si era frantumato, come uno specchio colpito da un enorme macigno. Ed ora Lily andava a fondo, attaccata ad un ancora di problemi.
Severus, sua sorella, i suoi falsi amici babbani che la credevano una pazza. Brad a terra coperto di fuliggine e balbettante. Ora gli altri ragazzi avrebbero creduto che era stata lei a fargli del male. Che era davvero pazza e che aveva ferito Brad solo perché l’aveva infastidita.
«Ora capisci perché l’ho fatto Lily?» La voce di Severus si addolcì, mentre il ragazzo azzardava un passo versò di lei.
Lily indietreggiò come se l’onda d’urto dell’esplosione di prima l’avesse colpita.
«Sta lontano da me.» Sussurrò a capo chino.
«Co-cosa?»
«Stai lontano da me.» Ripeté Lily. La sua voce era colma di un veleno che non credeva di possedere. «Hai già fatto troppo per me, Severus. Non ho bisogno di altro. Ora puoi anche sparire. Torna dai tuoi mangiamorte.»
Il ragazzo rimase colpito, ma non demorse. «Senti, Lily, dammi un ultima possibilità. Volevi andare ad una festa con quel ragazzo, vero? Vieni con me. Vieni alla festa con me.» Disse lui ostentando sicurezza.
Lily rimase in silenzio, mentre sentiva dei passi in avvicinamento. Lily sapeva già di chi si trattasse ancora prima di sentirne la voce.
«Lily?»
Severus non degnò nemmeno di uno sguardo James Potter. «Ti prego, Lily. Vieni alla festa con me.»
La ragazza era esausta e aveva capito che non c’era altro modo per farlo smettere. Per farlo allontanare una volta per tutte. C’era un solo modo di ferire Severus Piton. Lui aveva già ferito lei, in modo irreparabile. Ma non si arrendeva.
Bene, pensò Lily, sentendosi malvagia come mai in vita sua. Avrebbe usato l’unico modo che conosceva per allontanarlo una volta per tutte.
«No. Non verrò con te al ballo Severus. Ci andrò con lui.» Lily lo sentì di nuovo, il veleno nella sua voce, mentre si girava ad indicare Potter che osservava la scena senza capire. Lily arretrò e afferrò il braccio del ragazzo, che la fissava confuso.
«Quindi smettila di insistere. Sparisci, non voglio più vederti. Hai superato il limite Severus. Sei giunto al punto di non ritorno. Sei arrivato a spiarmi e ad avvelenare un babbano che non aveva fatto nulla di male. Ti sei inoltrato troppo a fondo in una strada che non sono disposta a percorrere, come tu già ben sai. Quindi sparisci. Non voglio parlarti mai più.»
Il ragazzo fissò la mano di Lily stretta attorno al braccio di James Potter per qualche secondo, prima di voltarsi e sparire nel buio.
Lily lasciò andare James, e sospirò, immensamente stanca.
«Che diavolo sta succedendo?!» Esclamò James.
Lily scosse la testa. «Niente, Potter. Torna a casa.»
«La festa. Di chi festa parlavi?»
«Non c’è nessuna festa.»
«Hai detto che saresti venuta con me ad una festa. Mi chiedevo se era la stessa festa per la quale ero venuto qui adesso. La festa dove volevo invitarti.»
Lily lo guardò e vide qualcosa in James Potter. Era davvero lì per quello, era davvero confuso per quello che aveva visto.
Ma lei non era in vena di parlare. Non era proprio in vena di esistere. Scosse la testa prima di salire i gradini che portavano alla porta di casa sua.
«Così mi hai usato come scusa? Non intendevi davvero venirci con me?» Urlò James, ma la sua domanda rimase senza risposta. «Bene.» Disse. Lily sentì i suoi passi che si allontanavano prima di sbattersi la porta alle spalle.

~


James non indugiò più di un secondo davanti a casa Evans. Si voltò veloce iniziò a camminare a passo di marcia, le mani strette a pugno, gli occhi offuscati dalla rabbia e dalla delusione.
L’aveva usato. Usato.
Lily Evans aveva usato James Potter per scaricare Mocciosus.
Poteva sopportare il fatto che lei lo rifiutasse ogni volta che le chiedeva di uscire, poteva perfino sopportare l’idea di Mocciosus che le girava attorno, tanto Lily non lo considerava più. Ma non poteva sopportare il fatto di essere usato come ripiego.
No, quello no.
James affondò le mani nelle tasche della felpa e continuò a camminare. I suoi piedi lo guidavano per strade che non aveva mai percorso, ma a James non importava.
Era arrabbiato, James Potter. Davvero arrabbiato.
Camminò a lungo, fino a quando i muri delle case si strinsero attorno a lui, diventando alte muraglie di mattoni scuri e decrepiti, che formavano pareti all’apparenza poco stabili. Doveva essere capitato in un quartiere povero. Come a conferma di ciò, dei topi gli passarono di fianco, correndo frenetici. James arricciò il naso. Non aveva mai amato i topi, li sopportava solo da quando Codaliscia aveva deciso di trasformarsi proprio in un ratto, ma questo non l’aveva portato ad amarli, no.
James continuò a camminare, fino a quando sentì delle voci. Quando il ragazzo ne riconobbe una, si premette con astio contro uno di quei muri sporchi, nascondendosi nell’ombra.
«Severus!» Urlò la voce di una donna. «Dove ti eri cacciato?! Ti avevo detto di andare a comprare del cibo. Dov’è?» La voce della donna, che doveva essere sua madre, era tutt’altro che amabile. James si sporse di poco per vedere la scena: la donna stava sul ciglio di una porta di legno, che sembrava essere marcia in più punti. Le mani poggiate sui fianchi, l’espressione furente. Davanti a lei, di schiena, stava un ragazzo vestito interamente di nero, con i capelli unticci che ricadevano sulle spalle. Il ragazzo, Mocciosus, si strinse nelle spalle.
«Entra dentro! E vedi di darti una regolata, ragazzo! Oppure ti ritroverai a mangiare pane secco e formaggio stantio fino a quando non ritornerai nella tua maledetta scuola!» La donna si scansò e spinse dentro il ragazzo a forza, sbattendosi la porta alle spalle. James avrebbe scommesso che la porta si sarebbe spaccata a metà, invece rimase intatta, anche se traballante, come il resto delle altre case.
James si scansò dal muro, spazzolandosi la felpa dalla polvere nera dei mattoni, e riprese a camminare, senza degnare di un ulteriore sguardo la casa di Piton.


~


Da quando Lily Evans, la dolce, buona Lily Evans era così cattiva? Non aveva mai parlato così a qualcuno, se non a James Potter, anche se molto raramente. Adesso invece sentiva dentro di lei una furia incontenibile.
Sapeva già su chi sfogarla. Salì le scale sbattendo i piedi sulla moquette fino a ritrovarsi al primo piano. Senza indugiare si diresse sino a una ben nota porta di legno laccato in bianco. Non si prese nemmeno la briga di bussare. Spalancò la porta facendola sbattere con furia.
Una ragazza dai lunghi capelli castani sobbalzò sulla sedia, girandosi a guardare la porta con una sorpresa spaventata negli occhi. Quando vide Lily sulla soglia balzò in piedi, assumendo uno sguardo disgustato.
«Allora, Tunia. Credo sia arrivato il momento di parlare. Che ne dici di iniziare dalle frottole che racconti su di me?»
Lo sguardo duro della sorella lasciò spazio ad un’espressione sorpresa.
«Sai che sono una persona buona con tutti. Ma oggi è proprio il giorno sbagliato per farmi arrabbiare. Quindi... svuota il sacco.»
Petunia fissò sua sorella. Non aveva mai visto Lily Evans così furiosa.
Anzi, Lily Evans non era mai stata così furiosa in tutta la sua vita.

~


SPAZIO AUTORE

Eccomi qui ragazzi, sono tornata!
Wow, è passato una sacco di tempo, siamo già a metà agosto se non oltre, ma non so voi... per me il tempo è davvero voltato! Proprio non voglio che finiscano le vacanze! ç___ç
Bè, per fortuna posso consolarmi con il fatto di aggiornare la storia... spero che ciò renda felici anche voi!
Spero il capitolo sia stato di vostro gradimento! Direi che Lily ha raggiunto l’apice della sopportazione e alla fine... è scoppiata! E come sempre, il povero James si ritrova in mezzo e, devo dire, non ne esce mai incolume, vero???
Bè, non so che altro dire, solo che spero continuerete a seguire la storia, anche se è passato un poco di tempo da quando l’ho aggiornata!
E... chi ha voglia di vedere l’amorevole rapporto fraterno tra Lily e Tunia?? ;)
Ok, concludo ringraziando le persone che hanno commentato il capitolo precedete:
Un grazie davvero di cuore!
A presto e al prossimo capitolo! Buona continuazione delle vacanze!








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Capitolo 4
*** 4) Nuove prospettive ***


4- nuove prospettive

Summer Memories

Capitolo 4: nuove prospettive


Lily non
aveva dormito quella notte. Aveva continuato a vedere nella sua mente la discussione con sua sorella. Quella Lily non era lei. La Lily furiosa, che urlava ed esplodeva. Ricordava ogni singolo istante di quella litigata, sin da quando era entrata nella camera della sorella sbattendo la porta a quando era uscita, sbattendola di nuovo.

Petunia continuava a fissarla senza parlare.
«Avanti, sputa il rospo. Perché vai in giro a raccontare che vado in una scuola di matti?» Esclamò lo rossa, furente, continuando ad infierire contro la sorella.
«Bé, mi sembrava più plausibile dire che eri in una scuola per pazzi.» Disse Petunia, riprendendosi dallo shock iniziale. «Piuttosto che in uno zoo. Sarebbe stato poco credibile.» La sorella la guardò con aria di sufficienza.
«Vorrei ricordarti che anche tu volevi entrarci, nello zoo.»
«Ero solo una bambina stupida. Ora capisco di aver commesso un grande errore. Sono io quella fortunata. Ho la fortuna di non essere un mostro. Mamma e papà non dovrebbero essere così buoni con te. Non ti meriti nulla.»
Lily fece un balzo avanti, facendo indietreggiare la sorella che andò a sbattere contro la scrivania in legno, facendo cadere i fogli ai quali stava lavorando, assieme a delle matite perfettamente temperate.
«Benissimo. Pensala come vuoi. Ma vai in giro a dire qualche altra bugia sul mio conto e questo mostro te la farà pagare.» Lily sfoderò la sua bacchetta in modo che Petunia potesse vederla.
«Mi stai minacciando?» Esclamò quella, scandalizzata ed impaurita.
«No.» Disse Lily con tranquillità. «Ti sto solo suggerendo di smetterla di comportarti come una bambina. Altrimenti dovrò prendere dei provvedimenti.»
Petunia sghignazzò.«Credi che non lo sappia? Credi che non sia a conoscenza del fatto che non puoi usare quel tuo bastoncino demoniaco al di fuori di quel manicomio che chiami scuola? Bé, lo so. Fallo e sarai espulsa.» Terminò con ritrovato coraggio.
Ora fu il turno di Lily di sogghignare. «Ed è proprio tutto quello che vuoi, vero? Che io venga buttata fuori e ti perseguiti per tutto l’anno.»
Petunia impallidì. «Non oseresti...»
«Ti conviene stare attenta a quello che fai, Tunia. Mi sono stufata di questa situazione. E poi vorrei ricordarti che non manca così tanto al raggiungimento dell’età adulta, per me. E allora verrò a controllare se ti sei comportata bene.»
Petunia non disse nulla, la fissò con occhi assenti.
Lily decise che non c’era altro da aggiungere, così uscì dalla stanza sbattendosi la porta alle spalle e correndo in camera sua. Si accasciò sul pavimento.
La rabbia era sbollita.
Ma i rimorsi affioravano come legni gettati in acqua.

Lily uscì dalla sua stanza vestita di tutto punto. Era venerdì e quel giorno non sarebbe andata al lavoro. Si stava dirigendo verso il bagno quando incontrò sua sorella.
Petunia la guardò ed impallidì. Senza dire una parola corse verso la sua stanza. Lily la seguì. «Tunia! Tunia aspetta! Mi dispiace per ieri! Non era mia intenzione!» Lily cercò di afferrare la sorella, ma quella fu più veloce. Entrò nella sua stanza e chiuse la porta a chiave. Lily bussò un paio di volte, ma non sentì alcun rumore.
«Mi dispiace. Non volevo minacciarti. Sai che non lo farei mai. Ero solo arrabbiata, okay? Ti chiedo scusa.»
Ancora nessuna risposta. Lily si arrese e decise di uscire a prendere una boccata d’aria. Tutto quello che voleva era passare delle vacanze estive almeno decenti e poi tornare ad Hogwarts rilassata per intraprendere il suo sesto anno. Non chiedeva molto! Invece la situazione le si era rivoltata contro. Non riconosceva la Lily del giorno prima: era vero, Severus l’aveva ferita e aveva oltrepassato il limite più di una volta. Ma si meritava davvero di essere trattato così? E Potter... aveva visto la sua espressione dopo che lo aveva usato solo per ferire Severus. E per finire, Petunia. L’aveva letteralmente terrorizzata.
Ora Lily aveva capito cosa succedeva ad una persona se continuava ad accumulare tutti i sentimenti negativi nel corso degli anni. Senza mai sfogarli. Alla fine, semplicemente, esplodeva.
Senza quasi accorgersene si ritrovò a passeggiare all’ombra degli alberi di Hyde Park. Respirò a pieni polmoni, sentendo pian piano la vecchia Lily che tornava al suo posto, mentre l’aria cattiva usciva da lei, e del nuovo ossigeno entrava nei suoi polmoni trasmettendosi poi in tutto il corpo, sino al cuore e al cervello.
Okay, avrebbe sistemato la situazione. L’avrebbe fatto. Era Lily Evans.

~


Dopo un tempo indeterminato, Lily vide una sagoma familiare passeggiare lentamente tra gli alberi nella tranquillità del parco.
Lily si chiese cosa ci facesse li, di mattino presto, un individuo come lui. Era come se entrassi nel negozio di nonna Evans e ti trovassi davanti una vasta gamma di fucili e coltelli da lancio. Strano ed altamente improbabile.
Ma Lily non aveva dubbi sull’identità della persona che aveva davanti: quello era proprio Sirius Black, con i suoi lunghi capelli neri e spettinati e vestiti eleganti nel loro modo tutto particolare.
Proprio mentre lei lo fissava, Sirius alzò lo sguardo e incrociò il suo. Sembrava solo, pensò Lily. Niente Potter all’orizzonte.
Sirius le sorrise facendole un cenno con la mano, iniziando ad incamminarsi verso di lei. Anche Lily si incamminò nella sua direzione. Non sapeva perché, ma lo fece. In fondo era da James che fuggiva, non da Sirius. Anzi, a dire la verità non aveva problemi con i Malandrini, solo con l’insistenza ossessiva di Potter.
Aveva un buon rapporto con Remus. Era un ragazzo gentile ed umile. Leale, soprattutto. Sempre a coprire le marachelle di quei due scapestrati dei suoi migliori amici. Nemmeno con il piccolo, paffuto Peter Minus aveva problemi. Anzi. Quasi provava compassione per lui. Chissà come aveva fatto ad entrare nel gruppo. Più che un adepto sembrava uno schiavetto, ma era essenzialmente buono. Anche Sirius in realtà non era un grande problema per lei. Quando non era insieme a James, ovviamente.
«Black.» Lo salutò Lily con un sorriso tirato.
«Evans!» Rispose lui con molta più allegria.
«Che ci fai in giro così presto?»
Il ragazzo si strinse nelle spalle, regalandole un sorriso luminoso che faceva impazzire le ragazze. «Mi piace passeggiare, le poche volte in cui mi sveglio presto. E credimi, quando dico poche intendo tre volte l’anno. Essenzialmente d’estate.»
Lily ridacchiò.
«Allora...» Iniziò Sirius interrompendosi quasi subito. «Hmmm... come te la passi?»
«Una meraviglia.» Rispose lei con sarcasmo. Sirius inarcò le sopracciglia.
«Ah, ma davvero?»
«Cosa ti ha raccontato Potter?»
«Qualcosa... abbiamo saputo dell’incidente di ieri.»
Lily si paralizzò. La notizia era già trapelata, così in fretta?
«Dicono che ci sia stata un esplosione. Ma non è così, vero? Quando James è tornato a casa ha detto che stavi... humm... discutendo con mocc... Piton. Abbiamo fatto due più due.»
In altre circostanze Lily avrebbe fatto una battuta per cambiare discorso, qualcosa come ’’wow, sapete contare! ’’ ma quella situazione non era per niente leggera. Era un disastro, anche perché non si era dimenticata lo sguardo carico d’orrore di Maddie. Comunque non si era vista arrivare nessun poliziotto, quindi supponeva che tutto fosse andato per il verso giusto. La versione che Lily aveva sentito era quella della bomba-giocattolo che qualche teppistello doveva aver lanciato per scherzo, ma la ragazza credeva che i suoi falsi-amici sospettassero di lei. Forse credevano che la psicopatica Lily avesse fatto qualcosa di oscuro a Brad. Anche se ovviamente non era così.
«Stavo già pensando di fargliela pagare. A Mocciosus intendo. Ma James ha detto che ci avevi già pensato tu. Mi pareva strano in realtà. Di solito sei di indole abbastanza pacifica, James a parte. Invece ho dovuto ricredermi.»
Lily non commentò. Non andava fiera di quello che aveva fatto. E non era affatto felice che un testimone come James fosse andato in giro a raccontare la sua sfuriata.
«A quanto pare sei letteralmente scoppiata. Posso chiederti una cosa?»
Lily indugiò, ma alla fine acconsentì. «Perché ti sei messa a frequentare tutti quei babbani?»
La ragazza sospirò, abbassando lo sguardo sulla punta delle sue scarpe nere. Non sapeva perché stesse per raccontare qualcosa di così privato a Sirius Black, ma lo fece. «Mi sentivo persa e avevo bisogno di persone che mi facessero sentire parte di qualcosa. Di qualcuno che mi accettasse senza tanti problemi. Quelle persone me lo avevano fatto credere, ma era tutta una bugia. Sai perché?» Lily fece una pausa, non sapendo se proseguire o meno, ma alla fine terminò la frase. «Volevano scoprire se quello che diceva mia sorella fosse vero. E mia sorella andava in giro dicendo che frequentavo una scuola per ritardati mentali.»
Sirius emise un verso a metà tra la sorpresa e il disgusto. «Non ci si può fidare di questo genere di babbani. Sono più meschini dei mangiamorte.» Terminò Sirius con una smorfia disgustata, sistemandosi un riccio ribelle che gli cadde sulla fronte.
«Ma Lily» riprese dopo una breve pausa, con un tono controllato. «Tu hai un posto a cui appartieni. Hai delle persone che ti accettano. Hai Hogwarts. Hai la magia. Hai i tuoi compagni di Grifondoro. Non vorrai dirmi che rinunceresti a tutto ciò per qualche babbano approfittatore, vero?»
Lily non sapeva cosa rispondere. Forse era a questo che pensava mentre stava con i suoi vecchi amici babbani. Pensava a come sarebbe stata la sua vita se non avesse ricevuto la lettera. Se non fosse diventata una strega.
Di sicuro non avrebbe conosciuto Severus. Non avrebbe litigato con Petunia... forse la sua vita sarebbe stata migliore...
- Ma che dici?! - Esclamò una metà di Lily, soffocando quella che aveva appena parlato. - Rinunciare a Hogwarts? Come puoi anche solo pensarci? E’ stata la cosa più bella che ti sia mai accaduta nella tua intera vita! Come puoi pensare di rinunciare? - Lily si sarebbe volentieri tirata uno schiaffo.
Quasi non si rese conto che Sirius continuava a parlare.
«Sai quanti babbani vorrebbero avere ciò che hai tu? Alcuni darebbero tutto per frequentare Hogwarts, per...»
«Ho capito, ho capito!» Esclamò Lily, non per essere sgarbata, ma semplicemente perché era la verità. Improvvisamente non si sentì più persa.
Lei aveva un posto dove si sentiva a casa. Aveva delle persone attorno a se che la facevano sentire parte di qualcosa. Hogwarts. I Grifondoro. Come aveva potuto dimenticare?
Possibile che tutti i suoi problemi e la lontananza dovuta dalle vacanze estive ormai giunte quasi al termine, avessero soffocato la parte migliore della sua vita? Pensò Lily e con stupore si accorse che era così. Era proprio ciò che le era successo.
E poi, si disse, possibile che fosse servito Sirius Black per farla tornare in se?!
«Sono una sciocca. Non so perché l’ho fatto. Ovvio che Hogwarts è importante per me. Non rinuncerei mai a questo. A quello che sono diventata.»
Sirius sorrise, soddisfatto. «Ecco! Così ti voglio Evans! Per un istante credevo fossi andata per sempre, con tutto questo farneticare di babbani; allora si che avremmo dovuto spedirti in un istituto per pazzoidi!»
Lily rise, trinandogli un pugno amichevole sul braccio.
«Prometti che te lo terrai per te, Sirius. Per favore.» Lily lo fissò sprigionando su di lui tutta la potenza dei suoi occhi verdi.
Il ragazzo indugiò, ma alla fine cedette. «Okay, non dirò nulla.»
Lily gli sorrise, soddisfatta. «Non credevo che fossi così... così... diverso dal solito Sirius Black che passa le giornate a correre dietro alle ragazze e ad organizzare bravate con i malandrini. Devo ricredermi.»
«Oh, ci sono molti lati di Sirius che tu non conosci, dolcezza.» Sirius ammiccò, facendole l’occhiolino. Il momento delle confidenze da adulti responsabili era già andato e sepolto. I due rimasero in silenzio per un poco, osservando la brezza mattutina che carezzava la cima degli alberi e il ruscello che scorreva placido a pochi metri, prima che Sirius riprese a parlare.
«C’è un’ultima cosa che vorrei dirti...»
Visto che il ragazzo non continuava ma restava immobile a fissare le punte degli edifici di Londra che spuntavano oltre gli alberi, Lily lo spronò. «Dimmi.»
«Sai quanto bene voglio a James. Ieri quando è tornato a casa era davvero ferito, Lily. So quello che pensi di lui. Ma James ci tiene davvero a te. Cavolo, è da cinque anni che non guarda le altre ragazze! Cioè, le guarda. Ma non come faccio io. A differenza mia, lui ne ha già una nel cuore. Le altre non lo toccano.»
Lily rimase colpita da quelle parole. Mai nessuno le aveva parlato di James in quel modo. Se Sirius glielo avesse detto in un altro momento, probabilmente lei l’avrebbe preso come un tentativo da parte di James per arrivare a lei. Ma ora Lily sentiva che lui era onesto... stava solo cercando di aiutare il suo migliore amico.
«So che qualche volta... spesso, può sembrare un ragazzo immaturo e arrogante. Bè, lo è a volte. Ma non sai quante notti passa a fissare il soffitto, dopo aver ricevuto da te l’ennesimo rifiuto. Quante volte in quei momenti mi sembra di vedere nei suoi occhi la sua resa. E quante volte il mattino lo ritrovo determinato come il giorno prima. Va avanti così da cinque anni Lily. Cinque anni! Perché non provi a dargli un’opportunità? Solo una, niente di più. Poi ti sentirai libera di piantarlo in asso una volta per tutte, ma così...» Sirius si strinse nelle spalle. «E’ solo un consiglio.»
Lily non riuscì a replicare. Mormorò qualcosa di incomprensibile, poi i sui patetici tentativi furono interrotti dalle campane. Erano le dieci del mattino.
«Accidenti!» Esclamò Sirius. «Si è fatto tardi! Devo scappare o mi daranno per disperso!» Fece un cenno di saluto col capo e stava già per correre via, ma Lily lo fermò afferrandolo per la manica della giacca nera.
«Aspetta!» Esclamò mentre il ragazzo si fermava e la guardava. «Non... non dire nulla di tutto ciò, intesi?»
Sirius annuì, rassicurandola. «Stai tranquilla. Sarò muto come un pesce. A presto, Evans.» Lily lo lasciò andare, fidandosi delle sue parole.
«A presto, Black. E Grazie!» Gli urlò dietro, mentre lui già correva. Le rivolse un cenno con la mano, segno che aveva capito. Lily lo seguì con lo sguardo fin quando non scomparì dalla sua vista. Chi avrebbe mai pensato che Sirius Black potesse essere così diverso dall’immagine che trasmetteva sempre con ostentata determinazione? Di sicuro non Lily. Aveva scoperto un nuovo lato di Sirius Black. Un lato che le piaceva. Chissà... pensò. Forse anche Potter poteva avere un lato così?
Lily scosse la testa. Ma le parole di Sirius le tornarono in mente. Dagli una possibilità. Una sola. Era forse arrivato per lei il momento di considerare tutto sotto una nuova prospettiva?

~


Lily rimase tutto il giorno a pensare e rimuginare in camera sua, senza risolvere nulla. Il giorno dopo si svegliò tardi e quando arrivò il pomeriggio si rese conto di non saper cosa fare.
Era sabato. C’era la festa, quella sera. E le parole di Sirius echeggiavano nella sua mente, confondendola. Non aveva mai pensato che Potter facesse seriamente sul serio!
Ma, per quanto si impegnasse, non riuscì a riordinare le idee... o a trovare una risposta. Aveva bisogno di parlare con qualcuno, questa era la verità. Ma con chi?
La sorella era come se non ce l’avesse più, ormai. Il migliore amico? Andato anche quello. Non aveva tempo di mandare un gufo alle sue compagne Grifondoro. Papà era al lavoro e ad ogni modo non era la persona giusta. Mamma? Con lei avrebbe potuto parlare, ma non lo faceva da un sacco di tempo e... non si sentiva di parlare di faccende del suo mondo con lei. Escludendo i suo falsi-amici babbani e i malandrini londinesi a prescindere... chi le restava?
Una sola persona, quella con la quale si confidava sempre e che non l’aveva mai tradita. Che le voleva bene e continuava a volerglielo sempre, che lei fosse una strega o una babbana.
Si alzò dal letto animata da una nuova speranza. Afferrò la borsa mentre usciva in fretta e furia dalla sua stanza, o meglio prigione. Di sicuro nonna Evans avrebbe avuto la risposta che cercava.


~


La casa di nonna Evans distava solo qualche isolato da casa di Lily. Percorse le stradine piene di casette tipicamente inglesi in fretta e furia. Non voleva perdere altro prezioso tempo. Erano già le sei del pomeriggio e ora che aveva trovato la speranza di capirci qualcosa, non voleva aspettare oltre.
Finalmente svoltò nella via della nonna, fino ad arrivare al numero civico 24. La casa di nonna Evans era uguale a tutte le altre, geometricamente parlando. Ma appena Lily la guardò sentì profumo di casa: tutto in quel posto le ricordava la nonna. I vasi in terracotta appesi ad entrambi i lati della porta, dai quali pendevano delle magnifiche violette, come per invitare chiunque ad entrare. I cespugli nel pieno della loro fioritura, gli alberi da frutteto, le sedie bianche e il tavolino coordinato, posto sotto l’ombra di un ombrellone a fiori. Sul tavolino c’era un libro chiuso e di fianco gli occhiali di lettura della nonna. Lì vicino c’era un bicchiere di limonata. Lily aprì il cancelletto e si avvicinò ai tre gradini che conducevano alla porta d’ingresso, bianca anch’essa. Nel mentre Lily quasi inciampò in Walter, il grassissimo gatto nero della nonna che la guardò con i suoi occhi verdi prima di appallottolarsi sul tappetino d’ingesso. Lily dovette scavalcarlo per poter bussare.
Un istante dopo la nonna era in fronte a lei e teneva aperta la porta con un sorriso che solo lei sapeva fare. Un sorriso dolce, da nonna. O da mamma.
«Lily, mia cara! Che magnifica sorpresa! Cosa ci fai qui?»
«Ti devo parlare, nonna.»
L’anziana signora comprese che si trattava di qualcosa di serio sentendo la voce della nipote. Si fece da parte, invitandola ad entrare. «Su su, entra cara. Dimmi tutto.»

E Lily lo fece. Le raccontò tutto. Le parlò di nuovo dei suoi vecchi compagni di scuola, di come l’avessero imbrogliata, l’avevano fatta sentire come parte del gruppo solo per scherzo. Le parlò di Petunia e della loro litigata. Le parlò di Severus e di quello che aveva fatto. Le parlò di Potter. Ma soprattutto, le parlò di Sirius, di come le aveva fatto tornare in mente tutto l’amore che provava per Hogwarts, la gioia di quando aveva scoperto di essere una strega.
La nonna rimase pazientemente ad ascoltare, con grande attenzione. Mentre Lily raccontava, la nonna non la smetteva di versare limonata nel bicchiere della ragazza. Sembrava quasi di essere nella Sala Grande: quando il bicchiere si svuotava, un solo istante dopo ecco li, pieno di nuovo.
Quando Lily finì di raccontare, prese un lungo sorso di limonata per lasciare il tempo a nonna Evans di elaborare il tutto.
«Cosa credi che dovrei fare?» Chiese lei, posando il bicchiere sul sottobicchiere di pizzo.
«Quel tuo amico, Sirius. Mi ricorda tanto tuo nonno, sai? Anche lui era così quando era un ragazzo: affascinante e sempre alla ricerca di attenzione e belle donne. Ma nella sua anima si nascondeva una parte di lui che non amava mostrare. La sua parte migliore. Quello che ti ha detto il tuo amico è stato davvero pregevole. Sono state parole sincere. Ti hanno fatto riscoprire chi eri davvero.» Disse la nonna sorridendole e stringendole la mano. «Amo quello che sei, piccola Lily. Amo la giovane donna che stai diventando e non devi mai desiderare di cambiare ciò che sei, di modificare la tua essenza. Non devi cambiare per essere accettata da persone che non meritano la tua attenzione, perché se ti inducono a comportarti come non ti viene naturale, significa che non vogliono conoscere chi sei veramente. Capisci, Lily? Quelle persone non sono degne di te.» La nonna fece una pausa e Lily annuì, rincuorata. Era proprio così, Lily ormai lo aveva capito.
«Sei una strega, cara, e questa è una cosa meravigliosa, piccola mia. Chi non ti accetta così come sei, ha solo bisogno che qualcuno gli apra gli occhi come ha fatto il tuo amico con te. Se ti hanno amato prima, non vedo come non possano amarti ora. Tu sei sempre la stessa. Hai sempre avuto la magia dentro di te. Petunia ti amava allora, dovrebbe farlo anche adesso. Non sei tu ad essere cambiata, non realmente. Non dentro di te.»
Le parole della nonna accesero una luce dentro di lei. Era vero, era sempre stata una strega. Lily era sempre stata così. Petunia era solo un’ipocrita, perché l’aveva amata prima, e si ostinava a non farlo ora.
«Grazie, nonna. Tu sai sempre qual’è la cosa giusta da dire.»
La nonna le sorrise, rimboccandole il bicchiere con altra limonata. Lily si guardò attorno, osservando ogni particolare nel soggiorno della nonna: le pesanti tende in velluto rosa antico che coprivano la grande vetrata e lo spazietto tra le tende e il vetro dove Lily amava sedersi da piccola, a leggere oppure a guardare fuori, accarezzando un allora più giovane e magro Walter. Vide la comoda sedia a dondolo rivestita di morbida imbottitura, dove la nonna la cullava sempre, raccontandole favole. Il tappeto orientale che le aveva portato a casa il nonno moltissimi anni prima, di ritorno da uno dei suoi viaggi. La credenza in legno piena di ogni possibile ed inimmaginabile servizio da te, i piatti di porcellana e gli attrezzi da cucina appesi alla parete. L’orologio a cucù che da piccola amava osservare ogni volta che arrivava mezzogiorno. Tutto in quel salotto, le era familiare e sapeva di casa.
«Nonna...» Iniziò Lily, pensando con attenzione a quello che stava per chiedere. «Cosa credi che dovrei fare con... con quel ragazzo di cui ti ho parlato? James Potter?»
La nonna ridacchiò. «Credo di averlo inquadrato bene quel tipo. Soprattutto dopo averlo visto al negozio.»
Lily si sentì arrossire. E si maledisse per quella sua debolezza. Non voleva arrossire pensando a James Potter!
«E anche dopo aver visto come parli di lui. I tuoi occhi cambiano, quando mi racconti di quel James. Mi hai raccontato le sue bravate a scuola, il fatto che ti corteggi ogni istante delle sue giornate. E poi mi vieni a raccontare ciò che il tuo amico ti ha saggiamente detto. Vuoi davvero sentire altro, mia cara?»
Lily la guardò con gli occhi sgranati. «Cosa?!» Esclamò incredula.
«Bè, secondo me è un ragazzo per bene. Ha dimostrato di tenere a te, piccola mia. Dovresti dargli una possibilità. Sono rari i ragazzi come lui.»
Lily la guardò senza capire. «Cosa intendi con i ragazzi come lui?»
La nonna sorrise bonariamente, come quando faceva anni prima, quando una piccola Lily le chiedeva di raccontarle come finiva la favola di Cenerentola. «Parlo di quei ragazzi che ti restano fedeli sempre. Sempre e comunque, non importa quello che succede. Che continuano a credere in te ogni giorno. Quel giorno quando vi ho visti assieme, ho visto i suoi occhi brillare, Lily. Brillavano per te, come le stelle brillano in cielo per illuminarci durante la notte. Parlo di questo genere di ragazzi, cara. Ce ne sono pochi ai giorni nostri. Io non me lo farei sfuggire.»
Non poteva averlo detto davvero. Proprio non poteva. Ma la cosa peggiore era che Lily... tutto ciò a cui riuscì a pensare era che la nonna aveva sempre ragione.
Lily scattò in piedi, facendo sobbalzare l’anziana signora.
- Ha ragione. - Pensò Lily. - Oddio. Ha ragione. - Tutto ciò che diceva la nonna aveva senso. Lei le aveva sempre dato dei consigli d’oro. Ed ora... Lily si ricordò lo sguardo ferito di James qualche giorno prima, quando lo aveva usato. Lily si chiedeva sempre perché lui non la lasciasse in pace. Perché non torturava altre ragazze, ma solo lei. Sempre e solo lei.
La risposta era proprio li, sotto i suoi occhi. Solo che non l’aveva mai vista. Non voleva vederla.
Anche la nonna si alzò. «Lily, cara. Va tutto bene?» Chiese con aria preoccupata.
«Sì!» Esclamò lei. Si era sempre considerata una ragazza intelligente, eppure per arrivare a delle risposte che aveva sotto al naso aveva avuto bisogno di altre persone. Forse si era sopravvalutata.
«Sì, va tutto bene. Grazie, nonna. Oh, grazie!»
La nonna sorrise, sollevata. «Non c’è di che piccola Lily. Sai che puoi sempre contare su di me.»
«Lo so, nonna. Ti voglio bene.» Lily strinse la nonna in un abbraccio stritolatore.
«Cosa farai ora, quindi?»
«C’è una festa stasera. La festa di cui ti ho parlato. Lui voleva invitarmi, quindi sarà la. Credo che andrò e... e poi non so. Gli parlerò.»
«Sii te stessa, mi raccomando. Sii semplicemente Lily e sarai meravigliosa.»
«Lo farò. Grazie nonna.»
Così Lily si ritrovò a correre a perdifiato diretta verso casa.


~


Erano già le sette e un quarto quando entrò nell’ingresso di casa. Passò in cucina a salutare madre e padre. Con sorpresa di entrambi, Lily li baciò tutti e due sulle guance, cosa che non faceva da anni. Li informò che quella sera sarebbe andata ad una festa. Con dei compagni di scuola.
Fatto ciò si fiondò al piano di sopra, i gradini che emettevano scricchiolii sinistri sotto i suoi piedi. Di Petunia non c’era l’ombra, ma a Lily non importava. Si era già scusata. In questo modo Lily non aveva altre colpe. Non era certo colpa sua se era una strega, no? E poi lei amava essere una strega.
- Grazie, nonna. Sei sempre la migliore. - Pensò Lily mentre si sbatteva la porta alle spalle. Guardò l’orologio appeso alla parete di fronte al grande armadio bianco della sua stanza. Sette e venti. La festa iniziava alle otto. Ciò voleva dire che aveva esattamente... quaranta minuti per prepararsi. - Ok Lily. Calma e sangue freddo. - Si disse la ragazza. Finalmente si era scrollata di dosso i suoi problemi (quasi tutti, almeno) e si sarebbe focalizzata solo su uno di quelli. Così la ragazza fece il bagno più veloce della storia prima di tornare di nuovo in camera, rinfrescata e ottimista. Sette e trentacinque.
Lily mise a soqquadro il suo armadio, in cerca di qualcosa da mettere. Poi vide il vestito nero che le aveva regalato la nonna qualche anno prima per Natale. Era semplice, ma Lily lo amava. Poi il nero faceva risaltare gli altri suoi colori: il rosso dei capelli sembrava ancora più vivo, come una fiamma. I suoi occhi verdi sembravano due smeraldi.
Prese il vestito senza nemmeno considerare la scelta di altri capi e l’osservò. La stoffa era morbida e sul davanti due lembi di stoffa si incontravano, come per formare un corpetto di velluto. I fili si intrecciavano fino a formare un piccolo fiocco nero così che la scollatura non era troppo pronunciata, come le aveva detto la nonna. Sulle spalle il tessuto lasciava il posto ad un velo sottile, che richiamava l’orlo della gonna al ginocchio. Era quel tipo di materiale che volteggiava ad ogni movimento. La prima volta che lo aveva indossato Lily si era esibita in qualche piroetta solo per vedere quei veli volteggiare con lei. Una parte della schiena restava scoperta ma non era nulla di volgare. Lily indossò il vestito e prese delle scarpette nere che la nonna le aveva donato assieme al vestito. Cercò un paio di orecchini semplici e una collana. Si sistemò i capelli, asciugandoli con impazienza, e si specchiò. Sì, quella era Lily Evans. Sembrava una vera strega. La ragazza sorrise alla sua copia riflessa. Era davvero di buon umore.
Un ultimo sguardo poi si voltò per guardare l’ora: otto e cinque. Fantastico, doveva proprio andare. Le parole della nonna le risuonano nelle orecchie, dandole l’energia che le serviva.
Fu solo quando salutò i suoi e uscì in strada, che si rese conto di non sapere dove si trovasse la scuola. Accidenti! Non aveva più parlato con Maddie & co. Non aveva saputo i dettagli fondamentali.
Okay, si disse. Questo piccolo contrattempo non avrebbe sferzato il suo ottimismo e il suo buonumore finalmente ritrovati. Avrebbe seguito i cartelli oppure chiesto indicazioni.


~


Alla fine, dopo vari giri turisti non richiesti per le vie della periferia di Londra, Lily trovò la strada giusta. Quando fu in vista della scuola suonarono le otto e mezza. Era terribilmente in ritardo. E se non li avesse trovati?
No. Si disse, tutto sarebbe andato per il verso giusto. Arrivò all’entrata, dove c’era un ragazzo in uniforme bianca da cameriere incaricato di dare il benvenuto ai nuovi arrivati. Non pareva molto entusiasta del suo lavoro. Lily lo intuì dal cenno svogliato che le rivolse con il capo e dal gesto del braccio che lei interpretò come un ’’Benvenuti! Divertitevi e passate una buona serata.’’
Lily entrò nel cortile della scuola. Parco, l’aveva chiamato Maddie. Effettivamente sembrava una versione in miniatura dell’Hyde Park. Solo che nell’erba erano state conficcate torce alte fino al suo busto, sulle quali torreggiavano piccole fiammelle di candele bianche. Il sole ormai era quasi calato ma il buio non era totale come quando il sole se ne andava lasciando il posto alla notte: le candele facevano un’atmosfera magica (Lily pensò alle candele della Sala Grande) e poi una miriade di lucine, molto simili alle luci natalizie, circondavano gli alberi e delimitavano il perimetro della pista da ballo, che era stata allestita sotto ad un gazebo bianco. C’era un sacco di spazio, la sotto. E c’era anche moltissima gente già impegnata a ballare. In fondo al cortile, di fronte a lei, Lily scorgeva i banconi del rinfresco.
E ora? Cosa avrebbe fatto? Avrebbe cercato James? E poi?
Iniziò a guardare tra la folla sparpagliata sull’erba, fuori dalla pista da ballo. Forse James si trovava li in mezzo. Forse la stava cercando. Iniziò a camminare inoltrandosi tra i gruppi di ragazzi, senza vedere nessun viso conosciuto, fino a quando...
«Che ci fai tu qui?!»
Lily si girò con un movimento aggraziato, il vestito che ondeggiava attorno a lei. Sua sorella era lì di fronte, con la bocca aperta ed un espressione per niente elegante come il suo vestito. Lily si era scordata di lei.
«Mi hanno invitata.» Rispose Lily, cercando di non essere sgarbata.
«Non è vero. Nessuno ti inviterebbe mai!»
«Perché tu vai in giro a raccontare frottole, Tunia?» Sussurrò Lily avvicinandosi per non farsi sentire. Alle spalle di Petunia, Lily vide gli amici della sorella parlottare. «Sei superata, ormai. La gente non ci crede più.» Okay, questa era una bugia, ma Lily non riuscì a trattenersi.
Petunia emise un verso irritato e la fulminò con lo sguardo. Lily avrebbe voluto parlarle ma si era ripromessa di pensare ad un solo problema quella sera. E visto che Maddie e i suoi amici non erano in vista... doveva liberarsi di Petunia e focalizzarsi sul suo obiettivo, sperando di non essere arrivata tardi.
Lanciò un ultimo sguardo alla sorella prima di voltarsi con grazia e allontanarsi. Non sentì nemmeno l’imprecazione che Petunia le urlò. Non le importava minimamente.
Così si dimenticò della sorella e riprese a perlustrare lo spazio intorno a lei con lo sguardo, ma ancora non vide nessun volto noto nei paraggi.
Forse perché cercava nel posto sbagliato.
Infatti fu quando girò attorno alla pista da ballo, che lo vide.
James. Ma non era solo. Tutt’altro. Sirius e Remus non si vedevano da nessuna parte. Lì, sulla pista con James, c’era solo la ragazza rossa che Lily aveva visto il giorno prima al parco. I suoi capelli pel di carota erano ricci e le ricadevano fino alle spalle, su un vestito dorato. La ragazza non stava semplicemente ballando un lento con James Potter. Sembrava che lo stesse inglobando talmente tanto era avvinghiata a lui.
E Potter, dal canto suo, non si scansava. Perché avrebbe dovuto farlo? Pensò Lily mentre sentiva la furia che credeva di aver accantonato, montarle dentro, di nuovo, mentre tutte le belle parole della nonna sfumavano nel nulla. Altroché quel tipo di ragazzo! James Potter era come tutti gli altri! Era stata un’illusa a credere che non fosse così.
Mentre Lily restava immobile in silenzio cercando di sbollire la sua ira, James si chinò sulla rossina, sussurrandole qualcosa all’orecchio. La ragazza si mise a ridere.
Lily avrebbe tanto voluto prenderla per i capelli e sbatterla contro un muro.

~

SPAZIO AUTORE

Salve a tutti! Finalmente ho aggiornato, direte! E’ solo che sono ripartita all’ultimo! Devo dire che quest’estate me la sono vissuta davvero!
Mentre la scuola... è sempre più incombente! Che depressione! Ma non siamo qui per parlare di queste cose, quindi... capitolo lunghetto, vero??? Avevo pensato di dividerlo, ma poi sarebbe stato troppo noioso... voglio dire, nella prima parte non succede molto, se non che Lily finalmente ha aperto gli occhi! Ringraziamo tutte in coro Sirius e nonna Evans! ;)
Comunque, come avete visto, non poteva essere tutto rose e fiori, ovvio che no! James è con la sua accompagnatrice rossina, che voi tutte amate, vero??? Vero?!?!?! (cof cof)
Bè che dire... la storia si avvicina al suo punto culminante ed è in questo momento che vorrei ringraziare le persone che hanno recensito il capitolo precedente, ovvero Lally_97,  Lily_James e _Ericuzza_ (-->grazie Erika di recensire sempre e di spremerti le meningi ogni volta con i tuoi acrostici! xD xD)
Bè che dire, grazie di seguire sempre questa storia! Siete fantastiche, davvero! :)

Allora al prossimo capiolo!
Salutoni
- C





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Capitolo 5
*** 5) Festa movimentata ***


5) festa movimentata

Summer Memories

Capitolo 5: festa movimentata


Il sole era ormai calato quasi del tutto e la luce che circondava la pista da ballo e l’intero cortile era prodotta dalle torce piantate nel prato e da lucine colorate appese in ogni posto possibile ed immaginabile li nei paraggi: attorcigliate ai tronchi e tra le fronde degli alberi, attorno ai banchetti delle bibite e a definire i contorni del gazebo bianco.
Sirius Black osservava con interesse tutti i dettagli di quel posto, mentre raggiungeva Remus passando tra la folla di babbani intenti a divertirsi. Finalmente riuscì a raggiungerlo al banco delle bibite.
«Feste babbane!» Esclamò Felpato, con un tono entusiasta.
«Sshh!» Lo rimbeccò Remus, cercando di non rovesciare il mestolo colmo di liquido rosso.
Sirius scosse il capo, guardandosi attorno. «Non sanno cosa si perdono, loro. Le nostre feste sono molto meglio!»
«Ti ricordo» iniziò Remus, prendendo in mano i due bicchieri ormai colmi. «Che questa è stata una tua idea, Felpato.» Un sorriso da «te l’avevo detto» veleggiò sulle labbra sottili di Remus.
«Ma io non mi sto lamentando!» Esclamò Sirius, cercando di rubare i bicchieri a Remus che si ritrasse in fretta, attento a non farli rovesciare. «La compagnia non è niente male, vero?»
Remus si strinse nelle spalle. «A proposito di compagnia, faresti meglio a prendere due bicchieri.» Allo sguardo interrogativo di Sirius, Remus sorrise. «E’ buona educazione durante i balli babbani portare da bere alle proprie accompagnatrici.»
«Stai dicendo che quel bicchiere non è per me?!» Fece Sirius con aria offesa.
«Esattamente.»
Il ragazzo, rassegnato, afferrò due bicchieri di plastica e cominciò a riempirli. O almeno ci provò: più o meno la metà della bevanda non centrò il bicchiere, macchiando di rosso la tovaglia immacolata. Quando Sirius ebbe finito rivolse uno sguardo soddisfatto a Remus, che inarcò un sopracciglio trattenendosi a stento dal ridere.
«Che c’è?» Disse Felpato in risposta allo sguardo dell’amico. «A casa mia sono gli elfi domestici a fare queste cose. E’ così divertente dare ordini a Kreacher! Mi odia apertamente ma non può non obbedirmi!» Sirius si mise a ridere, poi tornò serio. «Per di più ho l’impressione che se non lo tenessi d’occhio mi sputerebbe nel cibo. Una volta credo mi abbia messo una tarantola sotto il letto. Ma potrebbe essere stato Regulus, non saprei.»
Remus ridacchiò. «Chissà perché lo ha fatto! L’elfo, intendo»
«Me lo chiedo sempre anche io!» Rispose Sirius rivolgendogli un sorriso sghembo. «Okay, credo sia ora di andare. Le nostre accompagnatrici ci attendono.»
«Continuo a chiedermi perché diavolo ti ho seguito in tutto questo.» Remus sospirò, scuotendo la teta divertito. «A proposito» disse sgusciando tra la folla alle spalle di Sirius. «Che fine a fatto James?»
«Credo che lui, se la stia già spassando con la sua dama, caro Remus. Sarà meglio recuperare! Non voglio che James si vanti di avermi superato! Sono il il don Giovanni qui! Devo proteggere la mia reputazione!» Sirius fece uno scatto ferino, rovesciando una grande quantità di liquido dai bicchieri, ma a quel punto, per fortuna, avevano già raggiunto le loro due accompagnatrici.
Jess e Elise stavano ridendo; la prima stava mulinando i capelli biondi scuotendo la testa, la seconda si copriva la bocca con una mano, dissimulando la risata.
«Ecco a voi, signore!»
Sirius porse il bicchiere a Jess, che osservò con stizza la quantità di liquido in esso contenuto, ma non si lamentò. Sirius bevve tutto in un sorso solo, buttando il bicchiere da qualche parte e prendendo Jess per un fianco, con un sorriso abbagliante.
Quasi non le lasciò il tempo di finire di bere, che la stava già trascinando in mezzo alla pista da ballo. Non c’era niente da fare, sospirò Remus, Sirius era sempre Sirius. L’ignoto l’attraeva. E una festa babbana era un richiamo del tutto inaspettato che non si sarebbe lasciato sfuggire per nulla al mondo.
Remus ridacchiò mentre Elise cercava di reclamare la sua attenzione. «Ti va se li raggiungiamo?»
Il ragazzo esitò. Lui di certo non amava ballare, ma... trangugiò il liquido contenuto nel bicchiere, decidendo di infischiarsene. Probabilmente, se sarebbe stato fortunato, entro l’indomani mattina Sirius si sarebbe ricordato ben poco di quel ballo. Sia benedetto l’inventore degli alcolici!


~


Poco distante, un gruppetto appartato di ragazzi parlottava sommessamente. Erano in sei ed erano in cerchio. In quel preciso istante tutti e cinque i ragazzi ascoltavano una di loro con attenzione.
«L’avete vista? E’ lei, è venuta! Non ci posso credere!»
Parecchi ragazzi attorno a lei annuirono. «L’aveva detto, Petunia, che era pazza! Non avremmo dovuto avvicinarla!» Esclamò di nuovo la ragazza.
«Eravamo solo curiose.» Disse un’altra.
«Sì, ma avete visto, cos’è successo a Brad?» Rimarcò di nuovo la prima.
Di nuovo, tutti gli altri annuirono.
«Cosa facciamo Maddie?» Chiese un’altra ragazza, molto simile alla seconda che aveva parlato, con uno sguardo preoccupato.
«Mi pare chiaro che quella pazza ha fatto qualcosa a Brad! C’era solo lei nei paraggi!» Maddie parlava con tono concitato, stringendosi attorno alle sue compagne.
«Per ora forse è meglio starle alla larga.» Suggerì un ragazzotto tozzo con i capelli color paglia. Un altro ragazzo al suo fianco annuì.
«Non sappiamo cosa potrebbe fare.»
Maddie si morse un carnoso labbro rosso. «Non credevo sarebbe venuta. Questo è un vero affronto dopo quello che ha fatto.»
«Deve essere la sua malattia.» Suggerì una ragazza.
«Non mi importa, non può venire qui e fare quello che le pare.» Maddie era fremente, i ricci caramello che le danzavano in fronte.
«Forse è meglio se lasciamo perdere per ora.» Le sussurrò un ragazzo all’orecchio.
La ragazza esitò. «Sì, è meglio David. Lasciamo perdere ora. Ci organizzeremo meglio per la prossima volta. Sempre che ci sia. Spero per lei di no.»
Ad un cenno della ragazza, il gruppo si disperse. Maddie fulminò con lo sguardo Lily Evans, che stava in piedi guardandosi attorno, come se cercasse qualcuno. Maddie non sarebbe stata sorpresa se stesse cercando proprio loro. Magri per finirli o per fargliela pagare. Per fare loro ciò che aveva fatto al povero Brad, che era ancora ricoverato in ospedale. Non sembrava più lui quando lo avevano ricoverato. Si ricordava a malapena chi fosse. Ora per fortuna stava meglio, ma era ancora molto rimbambito e decisamente meno affascinatane.
Maddie afferrò il braccio di David e se ne andò, entrando nella scuola per non incontrare di nuovo Lily la pazza.

~


All’ombra di un faggio, un ragazzo stava vigile, osservando tutto ciò che accadeva attorno a lui. Aveva individuato il gruppo di babbani che Lily aveva frequentato.
Ci aveva visto giusto, erano delle brutte persone. Individui spregevoli.
Stavano tramando contro di lei in quel preciso momento. Le davano della pazza ritardata.
Severus Piton si sentì frustrato e voglioso di maledirli come aveva fatto per il loro altro amico, ma si trattenne. La colpa sarebbe stata addossata a Lily, e lui non voleva metterla ulteriormente nei guai.
Quando i babbani iniziarono ad allontanarsi, rimase a fissare il loro capo branco: la ragazza che sembrava un polpo, tanto i suoi ricci erano voluminosi e sospinti dalla brezza. Stava fissando qualcuno con uno sguardo tutto fuorché amichevole.
Severus sapeva già a chi stesse rivolgendo un tale odio. Infatti seguendo il suo sguardo, vide Lily. Era bellissima, come sempre, se non di più.
La ragazza sembrava spaesata, si guardava attorno come se cercasse qualcuno.
Possibile che fosse venuta li per cercare lui?
No, altamente impossibile.
Severus restò nell’ombra, come faceva sempre, e seguì ogni passo di Lily. Si distrasse solo una volta, quando un grosso topo grigio gli sfrecciò tra le gambe.
Se fosse stato ad Hogwarts avrebbe sfoderato la bacchetta e lo avrebbe scagliato oltre le siepe li vicino. Ma non era ad Hogwarts, non poteva usare la magia e la, probabilmente, non giravano dei sudici roditori nei corridoi affollati.
Per colpa del topo Severus perse quasi di vista Lily. La ritrovò subito, e seguì il suo sguardo, questa volta.
Stava fissando una coppia che ballava. No, non una coppia!
Pensò Severus con il cuore in gola. Era Potter! Potter con un’altra ragazza! Forse alla fine si era arreso! Aveva deciso di lasciarla in pace!
Severus si sentì felice e decise di aspettare e vedere la prossima mossa di Lily. Probabilmente si sarebbe allontanata, allora forse avrebbe potuto saltare fuori e parlare.
Forse avrebbe potuto risolvere tutto.
Ma ciò non accadde mai. Aveva previsto male il passo successivo di Lily. Non aveva più avuto la possibilità di mostrarsi, quella sera.
Così si limitò a seguire la ragazza per tutto il tempo. E vide tutto ciò che fece.

~


SPAZIO AUTORE

Okay, okay... vi starete dicendo: questa ha dimenticato un pezzo di capitolo, vero? Ebbene... no. xD So che la fine del capitolo precedente è stata abbastanza improvvisa, voglio dire, ho tagliato su un punto saliente, no?! In realtà questo capitolo non era in programma, però ho deciso di aggiungerlo sia per mostrare cosa stessero combinando gli altri personaggi della storia sia... sì, per lasciarvi un poco sulle spine! Ma non temete, il prossimo capitolo arriverà presto! E se i miei calcoli sono esatti, il prossimo sarà anche l’ultimo della storia! Ma ho una piccola idea in mente... vedrò cosa salta fuori!
Bé allora, non c’è molto da dire su questo capitolo: Sirius vuole spassarsela ed è molto probabile che presto sarà un pochino brillo! Indovinate a chi toccherà trascinarselo dietro se ciò accadrà? Al povero Remus, ovvio! xD Poi... i babbani sono sempre più meschini e Piton si nasconde sempre nell’ombra per spiare Lily... ma chissà cosa vedrà quella sera???
Il prossimo capitolo, l’ultimo, vi darà la risposta! xD Okay allora non mi dilungo oltre! Ringrazio che ha recensito il capitolo precedente: Lily_James, piovra, _Ericuzza_ e Lally_97! Grazie di seguirmi sempre, vi adoro! ;)
Alla prossima!
- C

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Capitolo 6
*** 6) Fuori dall'ordinario ***


Summer Memories

Capitolo 6: fuori dall’ordinario


Dal capitolo 4, Nuove prospettive:
Mentre Lily restava immobile in silenzio cercando di sbollire la sua ira, James si chinò sulla rossina, sussurrandole qualcosa all’orecchio. La ragazza si mise a ridere. Lily avrebbe tanto voluto prenderla per i capelli e sbatterla contro un muro.


~


Mentre James e la carota continuavano a ballare e ridere, Lily realizzò che non poteva stare tutta la sera li a fissarli. Anzi.
In seguito si sarebbe chiesta come diamine avesse fatto a fare ciò che stava per fare. Forse era colpa della rabbia e dell’adrenalina di quel momento. Non lo sapeva proprio. Era semplicemente... impazzita!
Si guardò attorno fin quando i suoi occhi verdi non ne incrociarono un altro paio. Un ragazzo la stava osservando. Lei non aveva idea di chi fosse ma il ragazzo sembrava essere solo. - Perfetto. - Pensò Lily iniziando a dirigersi verso di lui senza nemmeno pensarci.
«Ciao.» Gli disse sfoderando un sorriso abbagliante. Il ragazzo si guardò attorno come se credesse che lei si stesse rivolgendo a qualcun altro. «Ti va di ballare?» Chiese quando ormai era evidente che la ragazza stesse parlando proprio con quel ragazzo. Lui si illuminò, aprendosi in un sorriso. Che fortuna per lui, pensò la rossa. Era arrivato li solo e poi d’improvviso la ragazza che stava fissando gli aveva chiesto di ballare. Almeno qualcuno era stato fortunato, quella sera.
Lily lo trascinò sulla pista da ballo, non molto lontano da Potter e la sua accompagnatrice. La rossa si strinse esageratamente a quel ragazzo sconosciuto, iniziando ad ondeggiare al ritmo di un lento. Il ragazzo sembrava apprezzare quella vicinanza e poggiò una mano – sudaticcia, notò Lily con disappunto – sulla pelle nuda della schiena. La ragazza si trattenne dallo schizzare via.
Seminascosta dalla spalla del ragazzo, Lily osservava James, chiedendosi perché lo faceva. Da quando era lei a cercare lui? Com’era possibile che Lily fosse cambiata così tanto nell’arco di una sola estate?
Intanto il povero malcapitato cercava di fare conversazione.
«Come ti chiami?»
Lily fece per rispondere, ma poi pensò che era meglio non far sapere il suo nome nell’eventualità che qualcuno dei suoi falsi amici avesse fatto trapelare qualche voce strana sul suo conto. «Cindy.» Disse la ragazza, usando il primo nome che le venne in mente.
«Cindy.» Ripeté il ragazzo. «Io mi chiamo Mark. Cioè, il mio nome è Marcus, ma tutti mi chiamano Mark.»
Lily non rispose, troppo presa dall’osservare la rossina che affondava le mani inanellate nei capelli ribelli di Potter.
«Hmmm...» disse il povero Mark, cercando invano di attirare l’attenzione di Lily. Oh, pardon: Cindy. «Non frequenti questa scuola, vero?»
«No.» Rispose distrattamente lei.
«Sei un po timida, o sbaglio?»
In quel momento, finalmente, lo sguardo di Potter vagò per la sala da ballo. Incrociò un istante quello di Lily, anche se lei non era sicura che lui l'avesse vista mentre l’osservava. La ragazza sorrise soddisfatta. Si allontanò di poco da Mark, giusto per guardarlo in faccia. «Sì, a volte lo sono.» Sussurrò. «Ma tu sei
così simpatico, Mark.» Lily portò una mano sul petto di lui, osservandolo di sottecchi, le sue lunghe ciglia che le incorniciavano gli occhi di smeraldo, cercando di mettere in pratica le tattiche che la sua amica Alice le aveva insegnato quando doveva flirtare con il suo attuale ragazzo, Frank Paciock.
Gli occhi di Mark la fissavano meravigliati mentre Lily, invece, sentiva quelli di James, di occhi, puntati su di se, mentre guardava il ragazzo che aveva davanti con occhi grandi e languidi, come se significasse qualcosa per lei.
Dopo qualche istante Lily decise che era arrivato il momento di controllare la situazione. Spostò lo sguardo su James, che la stava fissando a bocca aperta. Aveva funzionato. La ragazza si avvinghiò al povero Mark proprio come prima aveva fatto la rossina e passò una mano sulla nuca del ragazzo, che però non aveva i capelli ribelli di James Potter, ma solo dei corti capelli rasati che le pizzicavano le dita. Visti così Lily non seppe dire se questi fossero castano chiaro o biondo scuro. Inconsciamente pensò che doveva essere molto meglio affondare le mani nei capelli neri e ribelli...
James, immobile in mezzo alla pista, le mani abbandonate sui fianchi della ragazza che continuava ad ondeggiare di fronte a lui con la testa adagiata sul suo petto, le lanciava sguardi di fuoco.
Lily continuava a sorridere soddisfatta, senza smettere di girare in tondo con il suo accompagnatore, con movimenti lenti che seguivano il ritmo della musica. La mano del ragazzo sulla sua pelle diventava sempre più calda e sudata. A Lily un po dispiacque utilizzarlo a quel modo, ma...
Quando si ritrovò di nuovo di fronte James, fu il turno di Lily di immobilizzarsi e fissarlo. Il ragazzo aveva alzato il viso della rossina e le teneva due dita sotto il mento, osservandola con il suo sguardo da seduttore. Lily vedeva le sue labbra muoversi, ma non riusciva a sentire le sue parole per colpa della musica e del chiacchiericcio che la circondavano. Fatto sta che un istante dopo le labbra di James smisero di articolare parole e si posarono con lentezza sulla guancia pallida della rossina, che, Lily ci avrebbe giurato, ora era tutta un fuoco.
Lily Evans sussultò
«Va tutto bene?» Le chiese Mark. La ragazza rimase in silenzio. Perché diamine stava facendo tutto ciò? Perché le importava se James Potter stava quasi baciando quell’esserino basso e stretto in un vestito d’oro troppo attillato? Lily non lo sapeva, ma non
voleva che James lo facesse.
Così riprese la sua farsa.
«No va tutto bene.» James si era staccato dalla ragazza e ora la fissava con aria di sfida, mentre la rossina si protendeva verso di li, ad occhi chiusi, in attesa di altro.
«E’ solo che...» Iniziò Lily.
«Solo che?» Le chiese Mark fissandola con i suoi occhi color caramello.
«Solo che tu sei così
carino...» Disse passandogli una mano sulla guancia ispida. Non voleva fare quello che stava per fare, provava ribrezzo al solo pensiero ma... sentiva di doverlo fare. Con lentezza abbassò lo sguardo sulle labbra di Mark, mordicchiandosi il labbro inferiore. Lo sguardo di James la trafiggeva, poteva sentirlo come se avesse dietro di se una fiamma. Con smisurata lentezza avvicinò le labbra a quelle di Mark, che le aveva già dischiuse, in attesa...
In attesa di un bacio che non arrivò mai.
Una mano afferrò il braccio nudo di Lily, trascinandola senza molte cerimonie lontana dalla pista da ballo. Mark, dopo un momento di stordimento, si ricompose. «Hey!» Urlò.
Ma la persona che aveva afferrato Lily non si fermò fino a quando non l’ebbe trascinata dietro ad una fontana illuminata, in un luogo appartato dove non c’era nessuno. La persona si fermò all’improvviso, tirando la ragazza davanti a se con forza.

«Che diavolo stai facendo, Lily Evans?» Sibilò la voce «Ti sei forse bevuta il cervello?» La stretta sul suo braccio era forte e le faceva male. Ma a Lily non importava. Dovette usare tutte le sue forze per nascondere il sorriso che sorgeva spontaneo sulle sue labbra.
«Potrei farti la stessa domanda, James Potter.»
Il ragazzo la fissò a bocca aperta, come se non trovasse le parole per esprimere la sua indignazione.
«Io... tu... che... accidenti... Sei forse impazzita?! Ma lo conoscevi almeno?!»
Lily lo guardò con sufficienza, dall’alto in basso, liberando il braccio dalla sua presa. «Si chiama Mark. La tua invece come si chiama?»
James ignorò la domanda. «Che cosa ci fai qui, ad ogni modo. Credevo che non saresti venuta.» Sotto lo sguardo d’ira, Lily riuscì a scorgere il James ferito di qualche giorno prima, quando lo aveva usato.
Lily fece spallucce. Ora era arrivato il momento difficile. Ora sarebbe venuto fuori il perché a Lily importava se James facesse il cascamorto con la rossina.
«Ero venuta per parlarti.»
James si immobilizzò, fissandola con un’espressione confusa sul viso di solito spensierato. «Cosa?» Esclamò alla fine. «Stai scherzando?»
«No.» Disse Lily con sicurezza, guardandolo con sguardo fiero.
«E di cosa vorresti parlarmi, dimmi.» Disse lui con sarcasmo.
«Ieri una persona mi ha detto che ti avevo ferito. Ferito seriamente.» Lily fece una pausa, abbassando lo sguardo e prendendo un profondo respiro prima di continuare. «La stessa persona mi ha detto anche che James Potter ha una sola ragazza nel cuore. Ero venuta per capire di chi si trattasse...» Sputò fuori Lily senza respirare e senza capire costa stesse dicendo. Sentiva le guance in fiamme e lo sguardo di James in quel momento era indecifrabile. Così prese un profondo respiro e proseguì. «Un’altra persona invece mi ha detto che di gent...»
Ma Lily non riuscì a finire la frase. James era rimasto immobile in silenzio ad ascoltarla. Pensava di sentirsi dire un rimprovero, ma le parole della ragazza furono del tutto diverse. Non se le aspettava: entrarono nelle sue orecchie e non passarono dal cervello, andarono dritte al cuore.
James fece un passo in avanti e prese con delicatezza il viso di Lily Evans tra le mani. Passò un solo istante, nel quale i suoi occhi incontrarono quelli verdi di lei, in cui le le sue labbra si fermarono, smettendo di emettere parole.
Solo quell’istante, prima che James la baciasse come aveva desiderato fare per cinque lunghi anni.
Le mani di Lily afferrarono quelle di James, posate sul suo viso, cercando di scansarle. Lily cercò di respingere il bacio, all’inizio. Ma solo all’inizio.
James si era aspettato un rifiuto con tanto di pugni e schiaffi, invece... invece le mani piccole e fresche di Lily si rilassarono sulle sue, stringendole con più delicatezza, ora, mentre le loro labbra si assaporavano lentamente, con dolcezza.
Ma dopo tutti quegli anni, quei rifiuti e in ultimo quel quasi-bacio con uno sconosciuto, James non voleva la dolcezza.
Liberò una mano e la posò sulla schiena di lei, assaporando il morbido tessuto sotto le dita.
Con impeto, tirò Lily più vicina, stringendola come mai aveva fatto, come sempre aveva sognato. Sapeva che quel giorno sarebbe arrivato, prima o poi. Lo sentiva.
Ma mai, nemmeno nei suoi sogni più belli o nelle sue fantasie più accese avrebbe potuto immaginare come sarebbe stato baciare Lily Evans. Tutto in lei sapeva di buono.
James la strinse come se volesse fondersi con il suo corpo esile ma solido tra le sue braccia. La cosa più sorprendente fu che anche Lily lo stringeva, le mani intrecciate dietro la sua nuca, le dita aggrovigliate attorno ai suoi capelli scompigliati.
Il cuore di James scoppiò di gioia mentre faceva scivolare l’altra mano sulla sua schiena nuda. Lily rabbrividì mentre James risaliva fino al collo, affondando le dita nei suoi capelli di fuoco. Erano morbidi come aveva sempre immaginato, quei capelli che sembravano una fiamma viva, che lo perseguitavano sempre, di giorno nella vita reale e di notte nei sogni.
Mentre il bacio si faceva sempre più ardente, James spinse la ragazza contro un tronco d’albero. Lily sussultò, presa alla sprovvista. Si strinse ancora di più a James ma... ma si accorse di non aver più fiato. Si scostò dalle sue labbra, tenendo gli occhi chiusi, mentre lui, non sazio le baciava la guancia, lo zigomo e poi giù, vicino all’orecchio e sempre più giù, fino al collo.
Lily respirava affannosamente, il vestito scomposto, i capelli elettrici. Sentiva caldo e sapeva di essere bordeaux in viso. Mai,
mai avrebbe pensato di lasciarsi toccare così da James Potter. Di farsi baciare da James Potter.
E invece era li, appoggiata ad un tronco per non cadere, le braccia allacciate dietro il suo collo, le dita che attorcigliavano i suoi capelli ribelli. Gli occhi chiusi, quasi stesse sognando. E probabilmente era così, perché certe cose non potevano succedere nella realtà.
Ma la consapevolezza del corpo di lui così stretto al suo era reale, come lo era la presenza delle labbra di lui sul suo collo, il loro respiro affannoso che copriva i rumori della fontana e della festa.
Rimasero così per qualche istante, o per qualche ora, Lily non aveva più la cognizione del tempo. L’unica musica era quella dei loro respiri e dei loro cuori che battevano all’unisono.
Alla fine, James si scostò da lei, guardandola in viso: era magnifica, come sempre. I capelli erano tutti un fuoco scoppiettante laddove lui li aveva scompigliati. La pelle del viso, di solito candida, era chiazzata di rosso. Le labbra anch’esse di un colore rosso naturale, erano dischiuse e morbide. Gli occhi invece, quei magnifici pozzi che racchiudevano la sua anima, erano ancora chiusi. Le ciglia proiettavano lunghe ombre sugli zigomi della ragazza.
«Hai capito, ora, qual’è la ragazza nel mio cuore, Lily Evans?»
La rossa impiegò ancora qualche istante per rispondere, come se si stesse preparando a parlare, ad ammettere ciò che oramai era più che ovvio. Aprì gli occhi e guardò James Potter dritto negli occhi. I suoi occhi vispi che ora sembravano brillare più che mai.
«Io...» iniziò, esitando. «Sì, credo di averlo capito.»
«Bè, era ora!» Esclamò James divertito, carezzandole la guancia.
«Oh, smettila!» Rispose Lily, sentendosi arrossire ancora di più, se possibile.
Rimasero di nuovo in silenzio, semplicemente guardandosi. Quante lezioni che aveva imparato Lily quell’estate, che ormai era quasi giunta al termine. Se l’ultimo giorno di scuola la professoressa di divinazione le avesse predetto che quell’estate sarebbe stata imbrogliata da dei babbani, che Sirius Black l’avrebbe riportata sulla retta via e che James Potter l’avrebbe baciata... bé, non ci avrebbe mai creduto! Anzi, si sarebbe messa a ridere, molto probabilmente. Invece era li, tra le braccia di Potter senza poter negare quello che era appena successo tra di loro. Senza poter negare che le era piaciuto quello che era appena successo.
«James?» Disse la ragazza.
«Sì, Lily?»
«Mi stai fissando. Smettila.»
Il ragazzo scoppiò a ridere, senza però allontanare lo sguardo da lei. «Dopo tutti questi anni posso finalmente farlo e tu vorresti impedirmelo?!» Esclamò visivamente divertito.
«Hey, non correre tanto...» Da come parlava, pensò Lily, sembrava già che loro due stessero insieme. Quando invece non era così... oppure lo era?
No, decretò Lily, iniziando a pensarci seriamente. Dopo cinque anni di rifiuti forse non si sentiva ancora pronta ad affrontare una relazione vera con James Potter. Non voleva andare in giro per Hogwarts sotto gli sguardi di tutti gli studenti e sentire le sue amiche che dicevano ’’te l’avevo detto che sarebbe andata a finire così!’’ e altre mille frasi identiche. L’inizio della loro storia avrebbe segnato irreparabilmente il suo sesto anno a scuola! D’altronde la storia di James e Lily era molto popolare tra i Grifondoro almeno quanto lo era quella dei Malandrini nella scuola. Lily non voleva diventare ’’famosa’’ perché finalmente era diventata la ragazza di James Potter! Questi pensieri iniziarono ad affollarle la mente come un treno in corsa...
«Cosa intendi dire?» Le chiese James, ora preoccupato.
Lily espresse le sue perplessità. «Non credo che noi dovremmo metterci insieme.»
James sgranò gli occhi. «Cosa? Ma...»
«Non voglio correre troppo. Dopo cinque anni... credo di aver bisogno di tempo. Come un periodo di prova. E poi... non voglio passare tutto il sesto anno sentendomi dire te l’avevo detto che sarebbe finita così. Non voglio essere così...così...scontata!» Esclamò Lily, ma non era sicura che James avesse capito. «Tu lo vorresti? Vorresti che dopo tutti questi anni la nostra storia fosse... banale? Come tutte le altre?» Chiese Lily, e mentre quelle parole le uscivano dalla bocca, un’idea prese posto nella sua mente, emergendo dal nulla. La verità era che contro ogni suo istinto, voleva dare questa opportunità a Potter. A James, si corresse. Ma non sopportava l’idea di se stessa come un libro facile da leggere. Non voleva che tutti andassero in giro a dire che avevano indovinato cosa lei avrebbe fatto. Era Lily Evans, e come ogni Evans aveva un orgoglio che ci teneva a difendere.
«Dove vuoi arrivare?» Chiese James, allontanandosi di poco da lei per scrutarla con le sopracciglia aggrottate. A Lily parve quasi di vedere un punto interrogativo spuntare sopra la sua testa. La ragazza sorrise, poggiando le mani sulla corteccia muschiosa dell’albero che la sorreggeva.
«Rispondi alla mia domanda, James. Vuoi che la nostra storia si banale?»
James scosse la testa. «No. Voglio solo che la nostra storia esista, Lily.» La verità era che James aveva capito cosa intendeva la ragazza. La sua espressione confusa stava lasciando il posto ad un sorriso estasiato. Questo voleva dire che lei desiderava avere una storia con lui. Solo che la voleva...
«In segreto? Vuoi una relazione... segreta?» Chiese James, mentre gli angoli della sua bocca si piegavano in un sorriso.
Lily si strinse nelle spalle. «Prendere o lasciare.» Disse lei.
Ed era per questo che James Potter amava Lily Evans. Perché era fuori dall’ordinario. Come lui, d’altronde. Loro due erano tutto fuorché ordinari. E la loro storia non poteva essere altrimenti.
E poi... James amava il mistero.
«Lily Evans, io ti adoro» Si lasciò sfuggire James, stringendola per i fianchi. Lily rise. Lily Evans, la sua Lily, stava ridendo tra le sue braccia. Ed ora la loro era una storia vera. Una relazione segreta! Pensò James emozionato.
«Aspetta un attimo!» Esclamò lui. «Posso dirlo almeno a Sirius e Remus?»
Lily ci pensò. D’altronde era grazie a lui (e alla nonna) se lei ora era tra le sue braccia. Quindi sì, pensò che fosse giusto dirlo a lui (e anche alla nonna, ovvio.) Per quanto riguardava Remus... di lui si fidava.
«Okay. A patto che non lo dicano a nessuno.»
James allargò il suo sorriso ancora di più, sporgendosi verso di lei per baciarla di nuovo. Ma la ragazza si ritrasse, emettendo un versetto di rimprovero.
«Frena, morettino. Sappi che questa è una prova, chiaro? Dipende tutto da te. Devi dimostrarmi che non sei più l’immaturo e fastidioso Potter degli anni passati. Quindi se fossi in te non mi illuderei troppo presto. Qualcuno mi ha detto di darti un'opportunità... quindi alla fine...» Concluse Lily, mettendo ben in chiaro i fatti.
«Sirius...» Esclamò James. Sulle sue labbra balenò un sorriso affettuoso e soddisfatto. «Hey! Aspetta un momento! Cos’altro stavi dicendo, prima?» Aggiunse James, attento nel cercare di ricordare. «Stavi dicendo qualcosa su di me...»
«Chi io?» Chiese Lily fingendosi sorpresa. «No, non è vero. Sarebbe meglio tornare alla festa.» Concluse staccandosi dall’albero.
James la guardò come se avesse appena detto di buttarsi per terra e rotolarsi nel fango. Ma alla fine vinse lei.
James e Lily girarono attorno alla fontana e si incamminarono in direzione della pista da ballo, solo che adesso James non stava trascinando Lily con forza, ma la sospingeva con delicatezza, una mano poggiata sulla sua schiena.
E la sua mano, pensò Lily, non era calda e sudaticcia come quella di Mark, ma era fresca e delicata e le trasmetteva leggere scosse in tutto il corpo.

~


La prima persona che videro Lily e James fu Jenny.
Lily vide la piccoletta venire verso di loro pestando i piedi, la testa bassa e gli occhi puntati su James, come se non si fosse nemmeno accorta di lei. A Lily ricordò un toro, molto più piccolo, che correva verso una bandiera rossa. La furia che aveva negli occhi era molto simile a quella, perlomeno.
«James!» Esclamò arrestandosi in fronte al ragazzo. Poi notò Lily e il suo sguardo si fece ancora più arrabbiato. «Che ci fai con lei?!» James aumentò la presa sul fianco della ragazza, stringendola ancora di più a se. Avevano deciso di poter passare la serata assieme, visto che li c’erano solo Sirius e Remus e che entrambi, prima o poi, sarebbero venuti a conoscenza della loro storia non-storia. Del loro periodo di prova, insomma.
«Mi dispiace, Jenny. Sono con lei ora.»
La rossina sbuffò, proprio come un toro inferocito. «Cosa vorresti dire?! E’ come me che sei venuto al ballo!» Improvvisamente Lily si ricordò di come James aveva lasciato la ragazza. Lei stava aspettando che lui la baciasse! Lily non riuscì a trattenersi ed iniziò a sorridere, cercando di non ridacchiare finendo quasi per soffocarsi.
«Lo so» disse James con pazienza. «Ma ora sono con lei. Faresti meglio a trovarti un altro accompagnatore.» La ragazza spostò lo sguardo su Lily, che cercò di apparire seria e impassibile, con pochi risultati. Per poco non scoppiava a riderle in faccia. La rossina la guardò come se volesse darle fuoco.
Fu allora che sopraggiunse Mark, ancora smarrito e alla ricerca di Lily. Anzi no, di Cindy.
«Cindy! Eccoti qui! Ti ho cercata dappertutto!» Esclamò il ragazzo, rosso in viso. Auch! Anche lui era stato abbandonato in un momento delicato, pensò Lily tornando seria.
«Cindy?» Chiese James guardando Lily con un espressione interrogativa che, la ragazza dovette ammetterlo, iniziava ad amare.
«Hemm... è una lunga storia.» Disse rivolta a James. Il ragazzo comprese e fu il suo turno di ridacchiare.
«Dov’eri sparita, Cindy?» Chiese ancora Mark.
«Cindy?» Esclamò Jenny. «Cindy?! Quella non si chiama così! Quella...»
Lily e James non rimasero per sentire l’epiteto associato al nome della rossa, ma di comune accordo si allontanarono, piantando in asso i due ex-accompagnatori.
Quando furono abbastanza lontani, i due scoppiarono a ridere.
«Ti va di ballare, Cindy?»
«Sì, credo di sì.» James la squadrò prima di porgerle la mano in un tipico gesto da galantuomo. «Uff. Con estremo piacere, James.» Si corresse lei, prendendo la mano che ora lui le porgeva.
Un istante dopo ballavano nel centro della pista, la sua guancia appoggiata nell’incavo del collo di lui, il mento di lui appoggiato sui capelli rossi di lei.
«Hey Lily?» Sussurrò James, carezzandole i capelli sulla schiena.
«Sì?»
«Ce l’ho fatta, alla fine. A scioglierti, intendo. Ti ricordi?»
Lily sorrise, chiudendo gli occhi. «Sì. Bè, complimenti James. Sei promosso a supernova, ora che sei riuscito a sciogliere un ghiacciolo come me.» Sussurrò Lily, ironica.
James ridacchiò, perché James Potter, presto o tardi, otteneva sempre quello che voleva.
Forse, pensò Lily, non erano così male assieme. Forse le sarebbe piaciuto stare con Potter, a meno che lui si fosse comportato bene a scuola. Forse... aveva scoperto una lato di lui che non conosceva. O che non pensava esistesse.
Forse l’anno seguente sarebbe stato il più bello di tutti i cinque che aveva passato.
Forse... forse...forse...


~


Non molto distante, un Sirius molto brillo esultava per il successo di Ramoso.
«Evvai!» Esclamò Felpato osservando da lontano James che ballava con Lily, agitando un bicchierino di plastica. «Era ora! Sapevo che prima o poi sarebbe finita così.» Purtroppo il bicchiere non era vuoto e il suo contenuto cadde al suolo, schizzando un ragazzo in smoking che lo fulminò con lo sguardo, imprecando. Ma Sirius non se ne curò.
Remus ridacchiò guardando Sirius, ma alla fine annuì riassumendo un’espressione seria. «Chissà mai che lei riesca a raddrizzargli la testa.»
«O forse» ipotizzò Sirius. «Sarà lui a portarla sulla via della perdizione.» Il ragazzo sorrise tutte emozionato per James.
«Spero ben di no!» Esclamò Remus, anche lui stava fissando la neo coppietta che ballava.
«Se ne vedranno delle belle l’anno prossimo.» Disse Sirius, annuendo e barcollando nello stesso tempo.
«Credi che sarà tutto così... semplice? Voglio dire, dopo cinque anni, pensi che ce li ritroveremo in giro mano nella mano a fare smancerie da coppiette?» Chiese Remus, dubbioso.
Sirius emise un verso di denego. «E’ di James che stiamo parlando! Avrà di sicuro in serbo qualcosa!»
Remus fu d’accordo con lui. «Ad ogni modo,» proseguì Felpato. «Sono felice per lui. Ramoso se lo merita proprio, l’amore di Lily.»
Lunastorta ridacchiò, tirandogli una pacca sulla schiena e facendolo barcollare pericolosamente. «Quindi ti importa di qualcosa, eh, Sirius? Non sapevo avessi questo lato così...profondo!» Remus rideva e presto fu seguito da Sirius, non del tutto cosciente di quello che stava succedendo, ma del conscio del fatto che James stava ballando con la ragazza che aspettava da cinque anni.
A proposito di ragazza...
«Hey! Hey dove sono finite le nostre dame?» Chiese Sirius cercando di stare in equilibrio.
Remus scosse la testa ridendo, incredulo. «Se ne sono andate quando hai vomitato sulle scarpe di Jess, non te lo ricordi?»
Lo sguardo di Sirius si riaccese al ricordo. «Giusto! l’avevo scordato!»
«E poi credo siano andate a cercare Jenny. Voglio dire, se non sbaglio James l’ha appena scaricata.»
Sirius annuì, barcollando. Remus dovete afferrarlo per un braccio per evitare che cadesse. «Domani avrai un bel mal di testa, lo sai vero?» Sirius grugnì qualcosa in risposta. «E non ti ricorderai che ho ballato!» Esclamò Remus soddisfatto, prima di tornare a guardare James e Lily.
- Oh sì – pensò Remus. - Ne vedremo davvero delle belle quest'anno! -
Mentre Remus trascinava via Sirius, James e Lily continuavano a ballare, ignari delle altre persone che li circondavano, consapevoli solo di loro, mentre vivevano quel loro ultimo giorno d’estate. Quel loro primo giorno assieme.


~


SPAZIO AUTORE


Ok. Ok. Ok... non so quanto sia passato dall’ultimo aggiornamento, ma so che è un po di tempo... per questo chiedo scusa! In mia discolpa, posso dire che è per via della scuola... è iniziata solo da due settimane nemmeno e già non la sopporto più... -.-
Vabbè... passiamo alla storia. Oddio, mi sono accorta di quanto fosse mieloso il capitolo solo quando l’ho riletto!!!! Spero solo che non lo sia stato troppo e che non vi abbia fatto venire il diabete/il latte alle ginocchia... me lo auguro davvero, ma in tal caso, chiedo umilmente venia!!!
Solo che non sono riuscita a fermarmi... insomma, è stato il primo momento romantico tra i nostri beniamini! xD bé, ditemi che ne pensate, ad ogni modo!

Come ho detto l’altra volta, questo è l’ultimo capitolo di questa storia.... ma...
Se vi interessa, avrei in mente una specie di seguito, ecco... quando ho messo il punto all’ultimo capitolo ho realizzato che sarebbe stato interessante vedere come se la passano James, Lily e i Malandrini durante il sesto anno, dopo quello che è successo...
Ecco quindi pensavo che...magari...potrei fare un seguito!
In realtà pensavo di creare una serie nella quale inserire tutte e due le storie! Due perché gli avvenimenti del seguito non centrerebbero nulla con il titolo Summer Memories, quindi dovrei creare un’altra storia...
Vi chiedo perciò di farmi sapere cosa ne pensate dell’idea... se vi piace, se vi interessa...
Aspetto con ansia la vostra risposta e, se essa sarà un sì, credo che il seguito si chiamerà...

Winter Again

Quindi se vi capita di trovare questa storia... sappiate che è il seguito di quella appena terminata! ;)

Detto questo ringrazio immensamente tutti quelli che hanno seguito e/o recensito la storia... grazie davvero di cuore, leggere i vostri commenti mi ha fatto davvero piacere!!!
Grazie a chi ha recensito lo scorso capitolo: Lily_James, piovra, Lally_97!!! Grazie davvero!
Un grazie particolare a
Ericuzza: so che sei presa con la scuola, ma ti ringrazio per aver seguito la mia storia e di avermi allietata con i tuoi super-acrostici! Sei un genio diabolico, davvero! ;)
Bene, ora la finisco, giuro! Grazie davvero a tutti quanti e (si spera) alla prossima!!! ;)
With love,
Faith.

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