Summer Memories di Clovely (/viewuser.php?uid=82227)
Disclaimer: Questo testo proprietā del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dā diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.
Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1) Come Fuoco e Ghiaccio ***
Capitolo 2: *** 2) Nuove e vecchie conoscenze ***
Capitolo 3: *** 3) Parole avvelenate ***
Capitolo 4: *** 4) Nuove prospettive ***
Capitolo 5: *** 5) Festa movimentata ***
Capitolo 6: *** 6) Fuori dall'ordinario ***
Capitolo 1 *** 1) Come Fuoco e Ghiaccio ***
1) Come fuoco e Ghiaccio (Summer Memories)
Summer
Memories
Capitolo
1: come Fuoco e Ghiaccio
Una
ragazza dai lunghi capelli rossi camminava in una strada quasi del
tutto deserta, eccetto lei, ovviamente. E il ragazzo che la seguiva a
distanza di pochi passi, urlandole dietro parole vuote, che si
perdevano nel vento prima di arrivare a lei. O meglio al suo cuore.
«Lasciami
in pace, Severus.» Esclamò la ragazza per
l'ennesima volta, ma il
ragazzino dietro di lei, scarno e pallido, non demordeva.
«Ti
prego, Lily. Stammi a sentire. Mi dispiace, non volevo litigare con
te! Lo sai! Perché non...»
Ma
Lily lo interruppe, voltandosi verso di lui di scatto, i capelli che
le mulinarono attorno, rossi come una fiamma. Severus si
bloccò di
colpo, intimorito dal suo sguardo freddo.
«Ti
ho detto di lasciarmi in pace. Quel che è fatto è
fatto. Ciò che è
stato detto è stato detto. Non si torna indietro, vero?
D'altronde
ti avevo chiesto di farlo, ma tu non l'hai fatto, quindi...»
«Lily,
non capisci...»
«Devo
andare al lavoro, se non ti dispiace.»
Severus
sbuffò, esasperato. «Perché passi il
tuo tempo in quel posto a
svolgere un lavoro babbano quando potresti fare di meglio?»
«Perché
io ho una famiglia. E la voglio aiutare.» Concluse Lily. Si
voltò
di nuovo e riprese a camminare. Questa volta il ragazzo non la
seguì.
Quella
frase le aveva dimostrato quanto Severus non fosse cambiato. ''Lavoro
babbano.''
Era
l'estate che l'avrebbe condotta al suo sesto anno ad Hogwarts. Ed il
quinto non era certo una anno da ricordare. Tralasciando tutti i suoi
soliti problemi, era arrivato anche Severus. E il suo gruppo di amici
Serpeverde, i mangiamorte. Non voleva ripensare a tutta la storia,
l'aveva già fatto troppe volte. Il fatto era che Severus era
cambiato, e stava diventando qualcuno che Lily non era disposta a
frequentare. I mangiamorte erano cattivi, malvagi.
Punto.
Così
quell'estate aveva deciso di aiutare la nonna con il suo lavoro.
Nonna Evans infatti possedeva una piccola pasticceria non lontano da
casa sua e d'estate, il periodo indiscusso dei gelati,
l'attività
aumentava smisuratamente. E la nonna era vecchia ormai, una mano non
le avrebbe fatto altro che bene, senza escludere che a Lily piaceva
lavorare li.
Quel posto era un
antico locale londinese che la nonna aveva custodito da generazioni
per molti anni. Non era vecchio, la parola giusta era appunto antico.
Forse anche per il suo aspetto piccolo e confortevole attirava un
sacco di clienti.
In
più, avendo un lavoro da sbrigare, Lily poteva tenere la
mente
occupata ed evitare due persone in un colpo solo: Severus e Petunia,
sua sorella.
Arrivò
alla gelateria e salutò la nonna con un bacio sulla guancia,
mostrandosi più felice di quanto fosse in realtà.
Afferrò il
grembiule rosa da lavoro e se lo allacciò dietro la schiena
non
senza qualche problema.
Un
secondo dopo si ritrovava a riempire coni gelato con un sorriso non
del tutto vero sulle labbra. Era un lavoro babbano e Lily avrebbe
potuto fare di meglio, questo era vero. Ma lo faceva per sua nonna e
questo bastava a renderlo qualcosa di indispensabile. Lily voleva un
mondo di bene alla nonna, l’unica della sua famiglia che
aveva
reagito con entusiasmo dopo la consegna della lettera di Hogwarts.
Ma
se solo Lily avesse saputo cosa sarebbe successo quel giorno
probabilmente sarebbe rimasta a casa, chiusa in camera sua al buio
sotto le lenzuola, piuttosto che mettere piede in quella gelateria.
~
«Che
gusti vuoi?» Chiese Lily sporgendosi dal bancone per vedere
la
testolina bionda e liscissima di una piccola bambina che sembrava in
difficoltà con la sua scelta.
«Hummm...»
fece la piccina, portandosi un dito sulle piccole labbra rosee.
«Voglio un gelato tuuutto alla flagola!»
Esclamò alla fine
portando i suoi occhioni azzurri su Lily, che le sorrise di rimando.
«Arriva
subito!» Esclamò la rossa.
E
proprio mentre aggiungeva la cialda in cima alle palline rosse,
sentì
una voce che aveva quasi scordato. Anzi, pensò,
probabilmente
l'aveva solo immaginata.
Porse
il cono alla bambina che corse via tutta allegra.
«Quella
lista è davvero lunga! Non ci capisco nulla in questi
menù
babbani!»
Lily
alzò la testa di scatto, dimenticando il suo sorriso
amorevolmente
falso. Non poteva essere davvero lui.
Eppure, chi altri entrerebbe in un negozio visibilmente pieno zeppo
di babbani ad urlare ''Hey! Sono in un negozio di babbani!''
Solo
un'idiota, si rispose Lily.
Decise
che non voleva scoprire chi fosse entrato o se fosse la persona che
lei credeva. Avrebbe detto alla nonna che si sentiva male, solo dieci
minuti, poi quella persona, chiunque essa fosse, se ne sarebbe andata
e lei avrebbe potuto tornare con tutta tranquillità al suo
lavoro.
Ma
non fece in tempo. I suoi occhi ne incrociarono un paio castani,
vispi, allegri. Non riuscì nemmeno a muovere un passo o a
dire
qualcosa.
«Evans!»
Il ragazzo avanzò verso il bancone, guadagnandosi uno
sguardo
accigliato da parte degli altri clienti. «Che magnifica sorpresa!»
Dal
modo in cui disse sorpresa Lily capì che non era
davvero
sorpreso di vederla li. L'aveva già vista dalla vetrina,
voleva solo
organizzare una tipica scenetta alla James Potter. Anche se, dovette
ammetterlo, i suoi occhi da dietro le lenti degli occhiali sembravano
luccicare, più allegri di qualche istante prima.
«Non
posso dire lo stesso. Cosa ci fai qui?»
«Voglio
prendere un... hmmm... frallato.» Disse il ragazzo con un
mezzo
sorriso sulle labbra, scompigliandosi i capelli in quel suo gesto
tipico da James Potter.
«Oh,
ma davvero? Si dice frullato, tanto per la cronaca.» Rispose
Lily
acida. «E poi intendevo qui a
Londra.»
«Sono
in vacanza! I genitori di Sirius hanno una casa a Londra, ci
crederesti? Secondo me loro nemmeno lo sanno!»
Esclamò James, poi,
a conferma di ciò che aveva detto, indicò con un
pollice alle sue
spalle e Lily vide il resto della combriccola. Come aveva potuto
pensare che Potter fosse solo? Ovviamente c'erano gli altri con lui.
I malandrini. Quasi tutti i malandrini, almeno. Remus sembrava
imbarazzato e quando lei lo guardò i suoi occhi sembravano
chiedere
scusa per quell'apparizione improvvisa e visibilmente indesiderata.
Sirius
invece sorrideva come un bambino, e scuoteva energicamente la mano
nella direzione di Lily, il viso incorniciato dai riccioli neri.
«Fantastico.
Allora, cosa vuoi? C'è altra gente che aspetta.»
«Oh,
giusto. Vediamo...» Disse lui scrutando la lista posta sul
bancone
con sguardo concentrato. «Magari potresti suggerirmi
qualcosa?»
«Non
ho tempo da perdere Potter! Ordina o vattene!»
«Lily!»
Con orrore Lily si accorse di aver alzato un po troppo la voce e
dovette ricevere lo sguardo di biasimo della nonna. Le chiese scusa e
poi tornò a guardare Potter con un falso sorriso gentile.
«I
frullati sono molto buoni.» Sussurrò senza un
minimo di calore.
«Bene
allora. Un frallato... banana e fragola.»
Lily
si voltò per prepararlo, cercando di non pensare a quanto
fosse
sfortunata. Perché cercava di lasciarsi indietro i problemi
e loro
non le davano tregua? Voleva solo stare un po tranquilla dopo la
litigata con Severus... e invece? Salta fuori Potter, pronto a
torturarla. Meraviglioso.
Frullò
gli ingredienti con tanta energia che quasi li fece straboccare dal
recipiente. Versò tutto in un bicchiere e lo
sbatté senza
gentilezza sul bancone in fronte a Potter. Lui prese il bicchiere e
assaggiò, tutto allegro, un sorso di frall... frullato.
«Hey
avevi ragione! Non è niente male! O forse è
così buono perché lo
hai fatto con tanto amore?»
Lily
gli rivolse uno sguardo di fuoco in grado di far squagliare tutti i
gelati o addirittura di incenerire il negozio intero. Ma, come
sempre, Potter pareva esserne incolume.
«Grazie
e arrivederci.» Disse Lily con voce fredda.
«A
che ora stacchi?» Chiese James, un braccio posato sul
bancone, lo
sguardo rivolto verso di lei.
«Non
sono affari tuoi.»
«Andiamo,
Lil. Potresti farmi fare un giro per Londra! Non sono pratico di
qui...»
«Allora
spero che tu ti perda e finisca in un quartiere malfamato. Ma a
pensarci
bene, potresti anche divertirti in posti come quelli.»
James
ridacchiò, quasi che Lily avesse fatto una battuta. La
ragazza perse
la pazienza.
«Potter,
levati di mezzo. Sto lavorando.»
James
si strinse nelle spalle. «Ok. Ci vediamo dopo, Lil!»
«Non
chiamarmi così!» Esclamò lei, rivolta
alla sua schiena. Potter
uscì dal negozio e diede il cinque a quell'altro idiota del
suo
amico, prima che tutti e tre se ne andassero. Lily si
abbandonò ad
un sospiro di sollievo, prima di accorgersi che, grazie alla scenetta
di Potter, aveva ormai monopolizzato l'attenzione di tutti. Irritata,
esclamò:
«A
chi tocca?»
Un
signora anziana si fece avanti, sorridendole.
«Una
coppetta limone e caffè.» Disse la signora, con
voce strascicata,
continuando a fissarla con interesse.
Quando
Lily le porse il piccolo recipiente, la vecchia si sporse verso di
lei. «Sembrava un bel giovanotto, quello che è
appena uscito. Fossi
in lei non me lo lascerei scappare!» La vecchietta le sorrise
mostrandole la dentiera prima di girarsi e uscire con passetti
piccoli e lenti, tipici delle persone anziane.
Lily
la guardò con la bocca aperta.
Non
poteva essere vero. Lo facevano apposta? Tutti?
Perché
tutti amavano Potter?!
Bè,
tutti tranne lei. Ovvio.
~
Alle
sei nonna Evans disse a Lily che poteva tornare a casa. Di solito
Lily restava fino all'ora di chiusura, sia per aiutare la nonna, sia
per evitare sua sorella e Severus. Quel giorno però non
vedeva l'ora
di tornare a casa. Odiava l'idea di poter rivedere Potter e aveva
passato l'intero pomeriggio a scrutare la strada di fronte al negozio
sperando di non vederlo mai comparire.
E
per sua grande fortuna, fu così. Niente Potter & co
all'orizzonte per l'intero pomeriggio! D'altronde c'erano
così tante
altre ragazze a Londra... perché perdere tempo con lei?
«Okay»
rispose Lily quando la nonna le disse di andare.
«Sì, oggi sono un
po stanca.» Le spiaceva lasciare la nonna. Lei era l'unica
della
famiglia che aveva reagito con gioia il giorno dell'arrivo della sua
lettera. Sua sorella l'odiava, suo padre era sempre fuori per lavoro
quindi non gli importava gran che, o almeno non lo dava a vedere. La
mamma era rimasta sconvolta, ma si era ripresa presto. La nonna
invece, lei le era sempre rimasta vicina.
Lily
appese il grembiule da lavoro al gancio vicino alla cucina, con un
sospiro.
«Era
un tuo compagno di scuola quello che ha ordinato un frallato,
oggi pomeriggio?» Chiese la nonna con genuina
curiosità, ridendo
sotto i baffi. Lily non voleva proprio parlare di Potter, ma con la
nonna non voleva comportarsi da antipatica, così rispose.
«Sì.
Come lo hai capito?»
«Non
è così che ci chiamate voi? Babbani?»
La nonna sorrise a sua
nipote, sistemandole i capelli. «E poi cara, si capiva che
era uno
con cui passi un sacco di tempo. Di solito si passa tanto tempo
assieme tra i banchi di scuola.»
Lily
le diede ragione. Sua nonna era un donna anziana, ma era
intelligente. Lo era sempre stata.
«Ci
vediamo presto, cara. E sappi che non sei costretta a venire qui ogni
giorno. C'è Margot che mi aiuta quando ho
bisogno.» La nonna le
sorrise.
«Non
preoccuparti nonna. Per me è un piacere aiutarti.»
Lily
uscì dalla porta, sentendo la sensazione di calore e di casa
abbandonarla, come se fosse rimasta intrappolata nel negozio con la
nonna. L'unico altro posto al mondo che poteva chiamare casa era
Hogwarts. Non che la fosse tutto rose e fiori. Nossignore. Ma era
certamente meglio di quella casa, dov'era nata e
cresciuta.
I
suoi piedi procedevano automaticamente verso casa, mentre Lily non
guardava nemmeno la strada, immersa nei suoi pensieri.
Una
voce la fermò. Nel suo profondo Lily sapeva che l'avrebbe
sentita,
anche se sperava con tutto il suo cuore che James Potter avesse
trovato qualcosa di meglio da fare a Londra, piuttosto che
perseguitare lei.
Ovviamente
Lily non si fermò: strinse forte la tracolla della sua borsa
di
pelle, tirando dritto.
Potter
l'affiancò senza alcuna fatica. «'Sera signorina
Evans.»
«Potter.»
Lo salutò lei con il suo solito tono inespressivo, che
riservava
solo ed esclusivamente a lui. Quando era del tutto esasperata lo
chiama il ''tono Potter''.
«Come
te la passi?» Chiese lui, affondando le mani nelle tasche dei
pantaloni, guardandola di sottecchi.
«Intendi
in questo istante o in generale? Ad ogni modo la risposta sarebbe la
stessa: piantala di seguirmi.»
James
ridacchiò. «Piantala di seguirmi non è
un modo di sentirsi!»
«No,»
confermò la rossa. «Ma sono le uniche parole che
ho in mente.»
«Oh!»
Esclamò lui. «Quindi nella tua testa ci sono solo
io!»
Lily
non lo fulminò nemmeno con lo sguardo, non sarebbe servito.
«No.
Solo il pensiero di te che mi lasci stare.»
«Andiamo,
Lil! E' estate! Perché non ti sciogli un po? Possiamo
divertirci!»
Esclamò lui allegro, piantandosi davanti a lei con le
braccia aperte
ed un sorriso tutto denti sul volto. Nella brezza estiva che
soffiava, i suoi capelli parevano ancora più ribelli.
«No
che non mi sciolgo. Non sono un ghiacciolo. E se dovessi farlo, non
sarebbe con te.»
James
scosse la testa. «Umorismo inglese.» Disse
facendosi da parte e
riprendendo a seguire Lily. «E comunque se vuoi sapere la mia
tu sei
come un ghiacciolo. Di quelli rossi. Sei fredda uguale.»
Su
questo almeno aveva ragione, concesse Lily. Solo che lei era fredda
esclusivamente con Potter. E qualche altro Serpeverde, forse.
«Allora
le capisci le cose!» Esclamò guardandolo con aria
eccessivamente
stupita. «Quindi perché non ti arrendi e non mi
lasci a congelare
da sola?»
James
ridacchiò di nuovo. «No non credo. Ho un obiettivo
per
quest'estate: ti scioglierò.»
Lily
sbuffò. «Vuoi smetterla di dire cavolate, Potter?
Per la barba di
Merlino, non ti sopporto davvero più!» Esplose
Lily. E quando lo
stress iniziava ad uscire, usciva tutto assieme. «Non devo
sopportarti solo a scuola, ma anche durante le vacanze! A casa mia!
Come se non bastassero gli altri problemi! Come se non bastassero
Petunia, la sorella che mi odio e...» Stava per dire Severus,
ma per
fortuna si trattenne. Era quasi arrivata a casa e non era riuscita a
resistere. Era scoppiata, accidenti. Sempre colpa di Potter.
«Lily...»
Iniziò lui, posandole una mano su una spalla. Per un solo
istante
Lily credette di vedere un lampo di serietà nei suoi occhi
scuri. Ma
finì presto.
Dall'ombra
delle casette a schiera emerse una figura. Una sagoma scura, sia di
vestiti che di capelli. Alta e allampanata. La pelle pallida.
«Lily!»
Esclamò Severus.
-
Oh no! - Pensò Lily. - Non anche lui! Ti prego no! -
Ma
era troppo tardi. James si girò con uno scatto repentino
verso il
ragazzo, la mano ancora poggiata sulla spalla della ragazza. Severus
mosse qualche passo verso di lei, prima di realizzare.
«Tu?!»
Esclamò con ribrezzo, arrestando la sua avanzata.
James
strinse gli occhi in un espressione minacciosa, ma non disse nulla.
Lo
sguardo di Piton si spostò ora su Lily. «Non
credevo che lo vedessi
anche fuori da scuola.» Asserì con un tono di voce
palesemente
schifato.
«Potrei
dire la stessa cosa, mocciosus.»
Lily
sentì gli occhi bruciare, ma li ignorò.
«Io non vedo proprio
nessuno, okay?» Esclamò irritata. «L'ho
incontrato per caso.»
«E
hai ben pensato di portartelo a casa, come un cagnolino
smarrito?»
Disse il ragazzo con ribrezzo, guardando la mano di James posata
sulla spalla di Lily.
«Fossi
in te, non mi rivolgerei a lei in questo modo.» Il tono di
James era
minaccioso.
«Altrimenti
che mi fai, eh, Potter? Non siamo ad Hogwarts. Non puoi usare i tuoi
stupidi incantesimi qui.»
«Da
quando sei così coraggioso mocciosus? Non mi sembrava che
avessi
tutta questa grinta quando ti ribaltavo piedi all'aria nei cortili,
vero?» Disse James con scherno. Lasciò la spalla
di Lily e portò
la mano alla tasca posteriore dei jeans, dova era nascosta, credeva
Lily, la bacchetta.
«No!»
Esclamò lei, fermandolo d'istinto.
«Se
usi la magia verrai espulso, Potter.» Disse Severus con un
sorrisetto sardonico sulle labbra pallide e screpolate. Lily sapeva
che lui lo stava solo provocando.
«Non
c'è problema.» Disse James facendo spallucce e
portando le mani
davanti al viso, chiuse a pugno. «Se credi di essere
più forte di
me senza bacchetta, sei solo un illuso.»
Lily
decise che non potevano andare avanti così. Si mise in mezzo
ai due
e semplicemente... urlò.
«Adesso
basta! BASTA!»
I
due ragazzi spostarono l'attenzione su di lei. «Smettetela,
voi due.
Ma non vi vedete? Siete dei bambini. No, siete peggio. Molto
peggio. Immaturi.»
La
ragazza fece passare il suo sguardo di fuoco dall'uno all'altro,
decisamente stanca di quella situazione.
«Faresti
meglio a tornare a casa.» Affermò rivolgendosi a
Severus, con uno
sguardo che non ammetteva repliche. Il ragazzo rilassò i
muscoli,
come se fosse già stato pronto a fare a botte.
«Non credevo che
prendessi le difese di Potter.»
«Io
non prendo le difese di nessuno! Sono solo stufa di voi due! Mi hai
sentita o no? A casa!» Severus lanciò un altro
sguardo di fuoco al
rivale, prima di guardare di nuovo Lily. «Ero solo venuto per
parlarti, tutto qui.» Detto questo si girò e si
diresse verso la
strada di casa, giù, a Spinner’s End.
Lily
ora fissò James, che se ne stava tranquillamente con le mani
in
tasca, come se nulla fosse successo. Il suo sguardo però,
ancora
minaccioso, seguiva Piton.
«E
tu torna... Va ovunque tu voglia andare, basta che sparisci dalla mia
vista.»
La
ragazza gli voltò le spalle, tenendo lo sguardo fisso su
casa sua.
«Lily...»
la chiamò James, ma lei non lo ascoltò nemmeno.
Se
solo si fosse girata in quell'istante avrebbe visto l'espressione
ferita di James Potter. E non ferita per il suo ennesimo rifiuto. Ma
perché l'aveva delusa ancora una volta.
~
Lily
corse in camera sua, cercando di non farsi sentire da sua madre che
spadellava in cucina, preparando la cena. Si buttò a peso
morto sul
letto, facendo scivolare la tracolla a terra.
-
Perché tutte a me? - Pensò con malinconia. Almeno
a Hogwarts aveva
qualcuno con cui parlare. Aveva delle amiche. A Londra invece, aveva
solo conoscenti.
Il
pensiero di Petunia ora era passato decisamente in secondo piano.
Pareva nulla una sorella che la ignorava in confronto a quello che
aveva visto qualche istante prima.
Severus
e Potter stavano per fare a botte. A botte! Per
cosa, poi. Si
chiese Lily. - Per me? Non ho mai chiesto una cosa simile. - La rossa
chiuse gli occhi e sospirò, tentando di calmarsi. Lily Evans
era
sempre stata un ragazza smisuratamente dolce e comprensiva, gentile
con tutti, piena di amici. Ma dopo il quinto anno il suo lato
più
nervoso e arrabbiato aveva iniziato ad emergere, anche se lei lo
aveva celato con attenzione per tutto l’anno scolastico. Ora
invece
sentiva di poter esplodere, con Potter e Severus. E con Petunia,
anche.
Perché
Severus non voleva capire che era finita tra di loro? Non l'avrebbe
perdonato. Aveva bisogno di tempo e lui aveva bisogno di cambiare.
Non sarebbe rimasta amica di un delinquente. Mai.
Le
cose che faceva lui assieme ai suoi mangiamorte erano molto peggio
della bravate di Malandrini. Le loro erano imperdonabili.
-Bene.-
Pensò la ragazza, sospirando al pensiero dell'estate che
l'aspettava. James e i Malandrini da una parte. Severus e le sue arti
oscure dall'altra. Ed entrambi alla ricerca delle sue attenzioni.
Rivali
come non mai.
In
quel momento Lily sentì freddo. Riusciva a pensare solo ad
un pezzo
di ghiaccio in mezzo a due fuochi. Lei era il ghiaccio, James e
Severus erano il fuoco.
La
domanda era: quale fuoco l'avrebbe sciolta? E quale fuoco si sarebbe
estinto, facendosi da parte?
-
Che idiozie vado a pensare! - Pensò Lily, rimproverandosi,
prima di
addormentarsi, cadendo in un sonno agitato.
~
SPAZIO AUTORE
Salve
a tutti! Okay, sono abbastanza emozionata... finalmente riesco a
pubblicare una storia su Harry Potter! E’ da moltissimo che
provo a
scrivere su questa saga ma... non sono mai stata pienamente
soddisfatta dei risultati! (a dire la verità non lo sono
ancora...
però ho deciso di buttarmi!)
Sarà
perché la saga della Rowling è talmente magnifica
che qualsiasi
cosa io scriva non è mai all’altezza! xD Ma sto
divagando,
quindi, torniamo a noi...
Ho
scritto questa storia perché ho riscoperto ed iniziato ad
amare i
personaggi di Lily e James.
O forse
è meglio dire che li ho visti
sotto un altro punto di vista e non più solo come i genitori
di
Harry!
E
ora... li adoro! Adoro loro e i Malandrini e... tutta la old
generation! Così ho deciso di scrivere qualcosa su di loro
e... tra
le mille idee che mi sono venute... ho tirato fuori questa!
Bè,
la situazione è abbastanza chiara: la piccola, dolce Lily
Evans non
ce la fa più! Ha i nervi a fior di pelle, e la presenza di
Severus,
Petunia e, last but not least, James Potter, non semplifica le
cose!!!
Quindi...
bè, vedremo che succederà e cosa farà
Lily a riguardo.
Spero
che chi arrivi fin quaggiù... lasci anche una recensione per
farmi
sapere se è piaciuta la storia... oppure no! :)
Grazie
mille e... a presto!
-
C
|
Ritorna all'indice
Capitolo 2 *** 2) Nuove e vecchie conoscenze ***
2) nuove e vecchie conoscenze
Summer
Memories
Capitolo
2: Nuove e vecchie conoscenze
Il
mattino successivo James si svegliò agitato. Di solito a lui
non
accadeva mai, James Potter era sempre allegro e rilassato. Sempre.
Ma
tutta la notte era stato tormentato dal visto di Lily. Lo splendido
viso della sua Lily, trasfigurato. Gli occhi arrossati,
l’espressione
infuriata, stanca. Lily non stava bene, James l’aveva capito.
Non
era qualcosa di fisico, stava male dentro.
Nell’animo.
Oh,
quanto avrebbe voluto aiutarla! Se solo lei glielo avesse permesso!
Alla
fine di tutto, era sempre lui il problema. Sempre mocciosus.
Quanto
avrebbe voluto tirargli un pugno così potente da sbatterlo a
terra e
fargli restare un livido multicolore su quella sua faccia da viscido
serpente...
Si
era fermato solo per Lily, altrimenti nulla gli avrebbe impedito di
spaccargli la faccia a suon di pugni. Dopo tutto quello che Lily
aveva fatto per quell’infame... quello era il suo modo di
ripagarla! Bello str...
«Ramoso!»
James
si riscosse dai suoi pensieri scuotendo la testa. «Hey,
Felpato.»
«Cos’hai?»
Chiese l’amico buttandosi sul divano di fianco a lui,
addentando un
cornetto al cioccolato.
«Niente,
che dovrei avere?»
«Non
mentirmi.» disse mentre delle briciole dorate gli cadevano
sulla
camicia nera. «Lo capisco quando ti passa qualcosa nella
testa.
Riguarda per caso la tua sparizione di ieri sera? Sarai mica andato
dalla Evans, vero?» Auch. Beccato in pieno.
«No!»
Esclamò James, troppo in fretta per essere credibile.
«Figurati.»
«Due
di picche? Dovresti esserci abituato oramai!»
James
emise un verso a metà tra un gemito e un grugnito
d’assenso.
«C’era anche mocciosus.»
Sirius
si tirò su, d’un tratto completamente interessato.
«Davvero?!
Questa sì che è una bella notizia!
L’estate perfetta!» Esclamò
ingoiando il cornetto. James fece un smorfia.
«Sei
ingordo come un lupo.» Affermò.
«Niente
battute sui lupi, prego!» Disse una voce dalla cucina. Un
istante
dopo un ragazzo vestito di tutto punto con una tazza fumante di
cappuccino, si sedette con compostezza sulla poltrona di pelle vicino
al camino. «Sapete che non mi piacciono.»
«Scusa,
Lunastorta.» Sirius sghignazzò. «Ma
torniamo a noi: mocciosus! La
luce dei miei occhi! Colui che rende luminosi i miei giorni!»
Disse
il ragazzo balzando in piedi, i neri capelli arruffati attorno al
viso, un’espressione falsamente estasiata sul volto.
«No-no-no.»
Disse James. Subito l’amico abbassò lo sguardo su
di lui.
«Non
vorrai fare il guastafeste, vero Ramoso? Non tu!»
La sua espressione ora era terribilmente ferita. Sirius era davvero
un ottimo attore, pensò James distrattamente.
«Nient’affatto
ma... Me ne occupo io, okay?»
Due
paia di occhi lo guardarono con espressione confusa.
«C’entra
con Lily. E’ incazzata nera con il pidocchio. Per poco ieri
non lo
prendevo a pugni. Voglio occuparmene io.»
Sirius
scrollò le spalle, tornando a sedersi. «Come vuoi,
capo. Ma che mi
dici della Evans? Ancora niente?»
James
scosse la testa, sconsolato. «Ci sto lavorando.»
«Bravo
Ramoso. Non demordere.» Disse tirandogli pacche sulla schiena.
Certo
che non l’avrebbe fatto. Erano cinque anni ormai che ci
lavorava.
Prima o poi ci sarebbe riuscito. Remus ridacchiò,
sorseggiando il
suo cappuccino.
«Per
quanto riguarda noi.» Disse indicando sé stesso e
Remus. «Ieri
abbiamo conosciuto delle belle londinesi.» Sirius
ammiccò a Remus,
che rispose al sorriso, forse solo un poco intimidito. «Erano
in
tre, non ti dico quanto fossero gnocc...»
«Okay,
okay, hai reso l’idea!» Esclamò James
ridendo. «E...»
«E
credo che oggi le rivedremo. Al parco. Tu sei ufficialmente invitato.
Ho parlato a loro di te. Ti immaginano come un supereroe. Vedi di non
deludere le loro aspettative!»
James
assunse un’aria pensierosa.
«No,
no! Tu oggi vieni con noi! Niente storie!» Esclamò
Felpato. «Siamo
venuti qui per divertirci e trovare qualche ragazza per
spassarcela!»
«Lo
so, lo so... ma Lily!
Ovunque vado lei mi perseguita!»
Remus
scosse la testa energicamente, ingozzandosi con il liquido caldo.
«Credo che sia tu a perseguitare lei, James.»
«Sì
bè... è la stessa cosa. Comunque...»
«Dai
Ramoso! Solo oggi! E poi chi ti dice che non la incontrerai al parco?
E’ un bel posto per passeggiare...» Gli occhi si
Sirius si fecero
imploranti. Era riuscito a convincere Remus (okay, in realtà
aveva
vinto una scommessa. No, in realtà aveva vinto la
scommessa... con
qualche aiuto!) a cercarsi una storia estiva assieme a lui e
Ramoso... come poteva essere che proprio James si tirasse indietro?
James
sospirò, ma alla fine si arrese. «Okay.
Vengo.»
«Fantastico!»
Esclamò Sirius balzando in piedi come una molla con un
sorriso che
andava da un orecchio all’altro. Nell’intento di
abbracciare sia
James che Remus, Sirius riuscì solo a rovesciare addosso a
quest’ultimo l’intero contenuto della tazza
fumante, macchiando
irreparabilmente i vestiti stirati e puliti.
«Okay,
sarà meglio se andiamo tutti a vestirci, eh?»
Esclamò Sirius,
fuggendo dalla stanza seguito dallo sguardo furente di Remus e... da
Remus stesso.
James
iniziò a ridere, di nuovo allegro come sempre.
~
Quel
giorno Lily non andò al lavoro. Le dispiaceva lasciare la
nonna
sola, ma lei aveva detto che non c’era nessun problema se non
fosse
andata. C’era Margot, la domestica...
E
poi Lily aveva bisogno di passare un po di tempo sola, così
decise
di fare una passeggiata ad Hyde Park.
E
se Potter fosse stato la? Pensò la parte pessimista della
sua mente.
Ma che dici? Le rispose quella realista. Londra è grande! E
anche se
fosse la... farai come sempre. Lo ignorerai.
Così
Lily si vestì comoda, prese la sua borsa e uscì,
senza salutare
nessuno. Sembrava quasi che vivesse da sola in quella casa tanto
grande.
Intanto
al parco...
«Eccole
la!» Esclamò Sirius scuotendo energicamente la
mano in direzione di
tre ragazze accampate nelle vicinanze di alcuni salici piangenti.
Sirius non aveva né scherzato né esagerato il
giorno prima: le
ragazze erano una favola.
James
le osservò da lontano. Una era seduta su una sdraio
pieghevole,
aveva i capelli neri come il petrolio e lisci come seta. Indossava un
paio di occhialetti, neri come i capelli, sul naso dritto e regale.
Stava leggendo un libro e si accorse di loro solo quando la ragazza
di fianco a lei le tirò una gomitata. Sembrava avere delle
lontane
origini asiatiche. Non era male, ma era un tipo classico
più...
Più
da Lunastorta. - Come volevasi dimostrare. - Pensò James
quando vide
lo sguardo di Remus posarsi proprio su quella ragazza. I due si
scambiarono un sorriso.
La
ragazza che aveva tirato la gomitata alla prima era sdraiata su una
salvietta rosa e li guardava avvicinarsi con un sorriso abbagliante.
Quasi quanto i suoi capelli, pensò James. Erano biondi
chiari, lisci
e sembravano luccicare al sole, tanto erano lucidi. La ragazza si
tirò gli occhiali da sole in testa, come se fossero un ferma
capelli, svelando un paio di occhi azzurri come il cielo estivo.
Quella invece, pensò James, era più il tipo da
lui o Sirius. Oltre
ad essere bellissima indossava dei vestiti da urlo, come diceva
sempre Felpato: shorts davvero molto corti e una canottiera blu
aderente che lasciava ben poco all’immaginazione.
Ormai
erano quasi arrivati, allora James vide la terza ragazza. Quella era
più il suo tipo. Decisamente. Aveva la testa china e cercava
qualcosa nella borsa ai suoi piedi. I capelli della ragazza erano
rossi. Come quelli della sua Lily.
Bè,
non del stesso rosso. Quelli della ragazza erano più... come
si
dice? Pel di carota? Bè, qualcosa di simile. E quelli di
Lily erano
lisci con qualche boccolo occasionale quando si svegliava in ritardo
al mattino e non faceva in tempo a sistemarli, mentre i capelli della
ragazza erano ricci per davvero. Quando quella alzò lo
sguardo,
James notò che i suoi occhi erano color nocciola e non verdi
come
quelli della sua Lily. Ma il sorriso che la ragazza rivolse a lui...
quel sorriso Lily non glielo aveva mai rivolto.
Sirius
arrivò per primo a braccia aperte. La ragazza bionda si
alzò in
piedi con uno scatto e abbracciò Sirius.
«Jessamine!
E’ un enorme piacere rivederti! Te l’ha mai detto
qualcuno che
sei splendente come il sole?» Sia Sirius che la ragazza,
Jessamine,
risero di gusto. Felpato era sempre il solito dongiovanni per questo
James non poté far a meno di ridacchiare.
«Oh,
Sir! Chiamami pure Jess, te l’ho già detto
ieri!» Esclamò lei,
facendogli l’occhiolino.
Remus
si avvicinò per salutare la ragazza con i capelli scuri, che
aveva
abbandonato il libro aperto sulla sdraietta e si era alzata,
andandogli incontro.
La
rossina invece fissava James con interesse. Sirius finì di
fare una
battuta prima di rivolgersi a James. Gli sorrise in modo complice.
«Ragazze,
ho l’onore di presentarvi il famoso James Potter!»
Esclamò
Felpato.
James
si produsse in un inchino prima di alzare lo sguardo. «Si da
il caso
che sia proprio io, sì.» James sfoderò
il suo sorrisetto sghembo
che faceva impazzire le ragazze. O almeno tutte tranne una,
l’unica
che avrebbe dovuto farlo.
La
rossina rise di gusto, portandosi una mano alla bocca.
«Loro
sono Jess,» Disse Sirius marcando
visibilmente il soprannome.
«Elise e Jenny.» Le presentò Sirius,
prima di lasciarsi cadere
sulla salvietta rosa di Jessamine, incominciando a fare battute, un
braccio attorno alle spalle della ragazza che sembrava gradire
particolarmente le sue attenzioni.
Elise
invece aveva tirato fuori un’altra sdraio per Remus, che
aveva
preso posto al suo fianco. I due guardavano il libro che Elise teneva
in grembo mentre lui parlava. La ragazza gli sorrideva fissando
però
più lui che il libro. Bingo! A quanto pareva i Malandrini
avevano
fatto centro di nuovo!
«Bè,
mi ha già presenta Jess. Io sono Jennifer, ma per gli amici
Jenny.»
La ragazza gli porse la mano e James gliela baciò. Jenny
arrossì
immediatamente, quasi mimetizzandosi con i suoi capelli. Il rossore
mise in evidenza le lentiggini sulle guance.
«Lieto
di conoscervi, miss Jennifer.»
Jenny
rise. «Sirius me lo aveva detto che eri forte!»
James
si lasciò cadere sulla salvietta blu di fronte a Sirius.
Subito
Jenny lo seguì.
«Oh,
hey! Che ne dite di raccontare alle signorine qui presenti qualche
bravata dei Malandrini?» Esclamò Sirius tutto
eccitato, passando lo
sguardo da James a Remus.
«Malandrini?
Chi sono?» Chiese la rossa con allegria.
«Bè,»
iniziò James indicandosi. «Ce li hai
davanti.»
«Ohhh!»
Esclamò lei fissandolo affascinata con i suoi grandi occhi
castani.
«Sì,
dovete sapere che noi frequentiamo un collegio. Avete presente no? Un
mucchio di regole e professori severi?» Iniziò a
raccontare Sirius.
«Bè, noi amiamo infrangerle, le regole.
E’ una cosa in cui siamo
molto bravi.» Concluse soddisfatto dell’atmosfera
che aveva
creato. Le tre ragazze pendevano dalle sue labbra, ora. Questa,
pensò
James, era una delle doti di Sirius. Fare l’incantatore,
l’oratore.
Tutti cadevano sempre ai suoi piedi.
«Parla
per te!» Esclamò Remus ridacchiando.
«Sì,
lui è incaricato dal preside di tenerci d’occhio.
Guasta feste. Ma
in realtà è della nostra parte. Dovreste vederlo,
certe notti...»
Sirius,
James e addirittura Remus risero. Anche le tre ragazze, ma per motivi
diversi. Certo non potevano sapere cos’era davvero Lunastorta
durante quelle certe notti, magari di luna piena!
Fu
in quel momento che James vide una chioma di capelli rossi in
lontananza. Non rossi pel-di-carota, ma rossi ramati. Come una fiamma
in movimento.
~
Lily
camminava tranquilla, godendosi il sole e la brezza estiva che le
carezzava le braccia e le gambe nude, quando sentì la sua
voce. Era inutile cercare di sfuggire a James Potter, Lily se lo
aspettava. Ovunque andasse, lui saltava fuori.
«Lily!
Come stai?» Le chiese subito Potter, appena la raggiunse.
Già,
l’ultima volta che l’aveva vista era appena esplosa
e lui stava
per fare a botte.
«Una
meraviglia.» Rispose con ironia.
«Dico
davvero.»
«Anche
io.» James inarcò le sopracciglia, fissandola. Ci
fu un’istante
di silenzio imbarazzante, poi Lily si sporse oltre le sue spalle,
guardando nella direzione da cui veniva. Aggrottò le
sopracciglia.
Si era aspettata di vedere gli altri due (anzi tre, ma Peter sembrava
non esserci...) all’ombra delle fronde di un albero, mentre
ridevano e davano man forte al loro amico. Invece non vide la
scenetta che si aspettava: Remus era immerso in una conversazione con
una ragazza dai capelli scuri, Sirius era immerso in una
’’conversazione’’ con una
biondina che rideva senza ritegno
e... la terza ragazza li fissava. Lily distolse lo sguardo e
fissò
James.
«Vi
state divertendo?»
Potter
si strinse nelle spalle. «Sarebbe più divertente
se ci fossi anche
tu.»
Lily
lo gelò con uno sguardo. «Così potresti
provarci con due ragazze?
No, grazie.»
James
rimase spiazzato. Lily anche. Non poteva averlo detto. Cioè,
cosa le
importava se lui ci stesse provando oppure no con quella ragazza che
continuava a fissarli? - Nulla, non mi importa
nulla. - Si
rispose.
«Figurati!
Lily, è da cinque anni che...»
«Sì,
bé. Non mi importa. Torna dalla tua ragazza. Non la smette
di
fissarti.» Lo sguardo di quella tizia stava irritando Lily.
Ma
perché? Si chiese la ragazza.
Lily
scosse la testa e si allontanò velocemente.
Sentì
James che la chiamava, ma come sempre lei non lo ascoltò.
~
James
tornò sconsolato al loro accampamento. Ancora una volta Lily
se
n’era andata senza degnarlo di uno sguardo. Anche se questa
volta... c’era stato qualcosa in più. Almeno lui
lo aveva creduto.
Si
sedette sulla salvietta, seguito dallo sguardo di Sirius. James gli
rivolse un cenno impercettibile. Voleva dire che no, non era successo
nulla.
«Chi
era quella ragazza?» Chiese Jenny avvicinandosi a James.
Sirius
non perse l’occasione di tirare in ballo la storia.
«Quella
tesoro, è Lily Evans! E James le sbava dietro da anni. Ma
lei non se
lo fila!» Esclamò divertito. Jess, che ora stava
letteralmente
appiccicata a Sirius, rise di gusto, fissando James.
«Cinque
anni, per essere precisi.» Aggiunse Remus, con la sua solita
precisione e un sorrisetto soddisfatto sulle labbra.
«Però!
Un tempo considerevole!» Fu il commento di Elise.
«Sempre
a fare il pignolo, Remus.» Sirius gli tirò una
pacca sulla schiena,
fin quasi a farlo ribaltare dalla sdraio.
«Confermo.»
Disse James annuendo.
La
rossina si avvicinò ancora di più.
«Secondo me non ha tutte le
rotelle a posto. Oppure è ceca. Voglio dire...»
Iniziò, ma Sirius,
come amava fare, la interruppe.
«Certo!
Chi rifiuterebbe una meraviglia come James? Voglio dire, se fossi una
ragazza, io non lo farei!» Esclamò Sirius facendo
gli occhi
languidi da ragazzina innamorata.
Le
tre ragazze risero.
«Era
quello che volevo dire.» Assentì Jenny riportando
la sua attenzione
su James. «Voglio dire, dopo un po di tempo forse
è meglio lasciar
perdere. Forse lei non ti merita.» La sua
voce, in
quell’ultima frase, si era fatta più acida.
Ci
fu una piccola pausa, poi la rossina disse:
«Trovato!
Che ne dite ragazzi, di venire alla festa del nostro liceo con noi?
Ci sarà da divertirsi!» Esclamò
guardando tutti i presenti. Jess
lanciò un urlo elettrizzato. Sirius fu assolutamente
d’accordo.
Remus e Elise acconsentirono.
James
invece annuì distrattamente. Aveva ancora nelle orecchie le
parole
della rossina.
Cinque
anni erano un sacco di tempo, considerando che lui avrebbe potuto
avere qualsiasi altra ragazza. Ma nel profondo del suo cuore, sapeva
che non si sarebbe mai arreso. James Potter era fatto così.
~
Lily
aveva imboccato la via di casa, ma poi pensò che avrebbe
potuto
incontrare Severus. Meglio di no. Non dopo aver parlato con Potter.
Così
deviò in una via parallela, seguendo i suoi piedi che un
tempo
conoscevano così bene quelle strade. D’un tratto
si ritrovò
davanti al vecchio parco giochi dove veniva da bambina con tutta la
sua famiglia. Quando ancora erano una famiglia normale.
Vide
l’altalena. Là Petunia era caduta e si era quasi
rotta un braccio.
Lily ricordò l’isteria della mamma, le urla della
sorella e la
fretta di papà nell’andare a prendere la macchina
per portarla
all’ospedale. Una volta su quella stessa altalena, Lily aveva
mostrato a Petunia quanto fosse brava a saltare cadendo in piedi.
Poco
più distante c’era la giostrina. Lily si ricordava
dei giri pazzi
che facevano li sopra: lasciavano Eliott, il compagno più
robusto,
all’esterno a spingere mentre quelli dentro giravano alla
velocità
di una trottola. La piccola Lily si immaginava sempre che un giorno
la giostra si sarebbe staccata e tutti i bambini avrebbero preso il
volo. Quanti ricordi erano legati a quel posto!
Lily
si addentrò nel parco, fino a quando sentì delle
voci...
Venivano
da dietro degli alberi. Li vicino c’era un gioco di legno,
uno di
quelli di dove ci si poteva arrampicare. Dagli altri due lati al
posto del legno c’erano dei quadrati di corda. Si veniva a
creare
così all’interno un rettangolo di spazio coperto
ed appartato.
Lily, arrivando dal lato di corda, poteva vedere dentro.
C’erano
delle persone che parlavano. Delle ragazze...
Le
loro voci sembravano vagamente familiari. Avvicinandosi ancora un
poco Lily vide una testa riccissima dai capelli castano chiari, quasi
biondi. Riconobbe immediatamente la ragazza.
«Maddie?»
La ragazza si girò di scatto, come se fosse stata colta in
flagrante. Scostò le corde per vedere chi l’avesse
chiamata e...
sgranò gli occhi color cioccolato, fondente circondati da un
leggero
trucco dorato.
«Lily?
Lily Evans?!» La ragazza uscì allo scoperto e si
avvicinò a Lily.
«Ommioddio! Sei proprio tu!» Esclamò
gettandole le braccia al
collo dopo un attimo di esitazione. «E’ da una
vita, una vita
che non ti fai vedere!»
Lily
sciolse l’abbraccio e osservò la ragazza. Avevano
frequentato
tutto l’asilo assieme e anche qualche anno di scuola, prima
che lei
ricevesse la lettera a undici anni. Da allora non l’aveva
più
rivista.
«Lo
so! Quanto sei cambiata!» Esclamò Lily.
«Anche
tu!» Constatò l’altra prendendo una
ciocca di capelli ramati tra
le dita. «Ti ricordi di loro?» Disse Maddie
indicando le due
ragazze dietro di lei.
«Sì.
Sì, certo che mi ricordo! Le sorelle Cassie e
Nora!» Le due ragazze
le sorrisero e l’abbracciarono come aveva fatto Maddie.
«E
loro sono David e Brad.» Disse Maddie indicando due ragazzi
che Lily
non aveva notato. Di loro non si ricordava, ma sorrise lo stesso e
strinse le mani ad entrambi.
«Mi
sembra così strano vederti di nuovo! Soprattutto
qui!»
«Davvero.
Mi fa piacere però.»
«Bè,
sicuramente! Com’è che sei sparita? E’
colpa della scuola che
frequenti? Devo confessarti che ci ero rimasta davvero male quando ci
hai detto che te ne saresti andata!» Le sorelle alle sue
spalle
annuirono contemporaneamente. «Ci sei mancata così
tanto!»
Le disse sorridendo.
Lily
era felice. Per la prima volta dopo tanto tempo, si era sentita la
benvenuta a casa. Tutti e cinque i ragazzi la fissavano sorridendo.
«Perché
non ci parli un po di te? Non sappiamo più niente
sulla
piccola Lily Evans.»
Lily
ridacchiò, in imbarazzo. Non ricordava di essere
così legata con
Maddie e la sua compagnia, ma le fece comunque piacere sentire che
loro volevano sapere qualcosa su di lei.
«Non
c’è molto da sapere, davvero.»
«Poche
storie, sputa il rospo! Le ultime volte che ti abbiamo vista
frequentavi Severus Piton, quello che vive giù a
Spinner’s End! E’
sparito anche lui, tanto per la cronaca.» Esclamò
Maddie, mulinando
i suoi ricci dorati.
Alla
fine Lily si arrese e si mise a raccontare qualcosa sulla scuola, gli
amici... Ovviamente tutto condito da una buona dose di fantasia! Non
poteva certo raccontare a dei babbani di Hogwarts. Anche se per una
volta l’avrebbe fatto volentieri, mentre erano tutti e sei
seduti
su delle panchine all’ombra degli alberi del parco. Maddie le
stava
in fianco e le sorrideva, spronandola a raccontare. Le altre due
l'ascoltavano commentando e domandano. David l’osservava
sorridendo
bonariamente, una mano tra i ricci di Maddie. Brad invece,
notò
Lily con stupore, la fissava con fin troppo interesse. Pendeva dalle
sue labbra. I suoi occhi castani sembravano ardere e Lily si
ritrovò
ad arrossire. Chissà se la sua vita sarebbe stata
così, se non
avesse ricevuto la lettera cinque anni prima...
~
Nell’ombra
di un albero Severus Piton stava silenzioso, senza fiatare, senza
quasi respirare. Si mimetizzava così bene con il tronco
scuro che
nessun passante avrebbe potuto vederlo. In verità era
abituato a non
essere notato o considerato. Solo ad Hogwarts godeva di un pizzico di
stima e rispetto. Ma non li.
Solo
Lily lo faceva sentire qualcuno, un ragazzo. Non un’ombra.
Ed
ora l’aveva persa, e se la ragazza avesse scoperto che lui la
spiava, non l’avrebbe perdonato, mai. Ma non poteva lasciarla
andare, non poteva sopportare che Potter saltasse fuori ad
importunarla. Ora la bella Lily stava parlando con dei babbani.
Severus li conosceva di sfuggita, ma non gli piacevano. Non gli
dicevano nulla di buono. Dal suo tronco buio li aveva osservati tutti
e ognuno pareva veleggiare in un’aura di falsità e
finzione. Lily
non doveva stare con loro.
Soprattutto
non con quel tipo, che la fissava come se la stesse divorando con gli
occhi. Ma doveva solo provare ad avvicinarsi a Lily... quel tizio non
era Potter, non aveva possibilità contro di lui.
Severus
si ritirò nell’ombra, più solo che mai,
ora che Lily aveva
trovato qualcuno con cui stare. Qualcuno che, a detta di Severus, era
meglio non frequentare. Si ripromise che avrebbe indagato, presto.
~
SPAZIO AUTORE
Eccomi
qui con il secondo capitolo! Spero vi sia piaciuto e sappiate che per
più di due settimane non potrò aggiornare,
perché parto! :(
Allora...
che ne dite dei Malandrini? Bé, dei tre Malandrini, visto
che ne
manca uno!
Spero di aver reso bene il
loro rapporto! Il calmo e intelligente Remus, giusto un poco
riservato ma anche disposto a divertirsi con quei due scapestrati dei
suoi amici, l’affascinante e misterioso Sirius e per finire
l’intrepido e determinato James, sempre disponibile ad
assecondare
Felpato in ogni sua missione!
Restando
in tema... chi ama il trittico londinese? Chi??? Ma sì,
quelle tre:
Jess, Elise e Jenny! Qualcosa mi dice che non le adorerete troppo,
sopratutto Jenny! Come avrete notato, James si è subito
interessato
a lei, senza nemmeno vederla in faccia. Perché? Per i
capelli rossi,
ovvio! Si potrebbe dire che il buon James è leggermente
ossessionato dalla sua Lily! xD
A
questo punto, direi di passare proprio a lei. Possiamo dire che la
cara Evans è... un po insicura. Sì, dopo i vari
problemi, ovvero la
litigata con Severus del quinto anno, la fredda indifferenza di
Petunia e un Potter che la confonde ogni volta di più, Lily
inizia a
cedere all’insicurezza. Bè, vedremo che
succederà con i suoi
amici babbani nelle prossime puntate!
Infine
vorrei ringraziare moltissimo _Francy96_ , Frenci_ e... Erika
(grazie per seguirmi anche in questa storia! <3 ) per
le recensioni!!! Mi hanno fatto davvero molto piacere!
Ringrazio
anche chi ha letto la storia, l’ha messa nelle seguite o
preferite...
Grazie
a tutti e alla prossima!!! ;)
-
C
|
Ritorna all'indice
Capitolo 3 *** 3) Parole avvelenate ***
3) parole avvelente
Summer
Memories
Capitolo
3: parole avvelenate
Passarono
dei giorni tranquilli per Lily, che decise anche di tornare a
lavorare dalla nonna. Non aveva più incontrato né
Severus né
Potter. Invece aveva visto qualche volta Maddie e gli altri, sempre
al parco.
Avevano
parlato moltissimo, ricordato i vecchi tempi e la ragazza era stata
aggiornata sulla vita di tutte le ragazze. Era così facile
parlare
con loro, la facevano sentire a proprio agio, tanto che Lily si
sentiva leggera ogni volta che lasciava il parco per tornare a casa.
In qualche modo era più ottimista, sapendo che il giorno
dopo le
avrebbe riviste e avrebbe potuto parlare con loro ancora.
Il
giorno dopo Lily tornò a lavorare dalla nonna.
Ed era di buon
umore, stranamente.
Uscì
di casa di buon ora salutando con calore mamma e papà, che
quel
giorno sembravano tranquilli più del solito. La ragazza
uscì
sorridendo al sole che già brillava nel cielo, lasciando che
ogni
giorno i suoi raggi scaldassero l’intera città e
tutti gli
abitanti.
La
nonna aveva già aperto il negozio e aveva già
esposto in vetrina
nuove torte meravigliose che solo lei era in grado di fare, di quelle
alte e cosparse di glassa e perline colorate.
Il
mattino passò più velocemente del previsto e Lily
si ritrovò a
chiacchierare con la nonna, tra un gelato e l’altro, degli
avvenimenti dei giorni passati, finalmente con un sorriso sincero
stampato sulle labbra. Aveva passato giornate abbastanza tranquille,
aveva messo da parte le domande che le erano sorte al parco e... si
era goduta i suoi momenti babbani. Chissà se anche quel
giorno
sarebbe andato così bene, si chiese Lily, cercando di
ritrovare
l’ottimismo perduto.
~
Quando
Lily lasciò il negozio di nonna Evans sapeva già
dove andare.
Questo la rendeva inaspettatamente felice: di solito si ritrovava a
vagare inconsciamente per le strade di Londra, fino a ritrovarsi
davanti a casa, senza altri posti dove andare.
Ora
invece non furono i suoi piedi a guidarla, ma la sua mente. In meno
di dieci minuti si ritrovò davanti agli occhi il parco
giochi.
Lily
si avviò verso il posto che loro chiamavano il rifugio,
ovvero lo
stesso luogo dove Lily li aveva visti il primo giorno: lo spazio
seminascosto da legno e corde in prossimità di alberi e
panchine al
limite del parchetto.
Quel
pomeriggio il parco non era deserto ma brulicava di bambini urlanti
ed allegri che correvano da ogni parte e di mamme in gruppetti che
chiacchieravano, curavano i bambini, cullavano i più piccini
tra le
braccia.
-
Per fortuna so dove andare. - Pensò Lily.
Infatti
i ragazzi erano la. Almeno c’erano Maddie, Cassie e Nora, che
parlavano vicinissime, come se nessuno dovesse sentirle. Sobbalzarono
quando Lily le salutò. Non l’avevano sentita
arrivare, ma si
ripresero presto e la salutarono con calore, come il giorno prima.
«Sei
arrivata appena in tempo!» Esclamò Maddie
sorridendo.
«Aggiornala
tu sulla festa, ok? Noi dobbiamo scappare!»
Esclamò Cassie prima di
afferrare la sorella per il braccio, trascinandosela dietro.
Maddie
ridacchiò prima di rivolgersi a Lily. «Ieri si
sono dimenticate di
curare la loro sorellina. Per poco non scappava di casa! La loro
madre le ha messe in punizione ma sono riuscite ad evadere per
un’oretta. Ad ogni modo riusciranno a venire sabato. A
proposito!»
Esclamò la riccia, riprendendo fiato. «Devi venire
anche tu!
Assolutamente! Sabato sera ci sarà un festicciola
all’aperto, è
nel parco della nostra scuola. Non è niente di che, solo
musica
d’intrattenimento e un buffet. E’ una festa senza
troppe pretese.
La organizziamo sempre verso la fine dell’estate per stare
tutti
assieme, prima di vederci di nuovo tra i banchi di scuola.»
Concluse
con un’espressione schifata alla parola scuola.
«Sarà
divertente, vedrai! E poi ci saranno tutti! Non ci
vuole
nessun invito speciale per partecipare, quindi non hai scuse. Non
puoi proprio mancare!»
Lily
aveva sentito parlare di quella festa. Negli anni passati aveva
sentito Petunia che ne parlava con mamma. Ovviamente lei non ci era
mai andata.
E
Petunia non si era mai presa il disturbo di invitarla. Lily sorrise.
Chissà cos'avrebbe fatto quando si sarebbe trovata davanti
la sua
sorella-mostro alla festa.
«Allora...
vieni?»
«Sì,
credo che verrò.» Rispose Lily, sentendo un enorme
peso che la
lasciava.
«Fantastico!»
Maddie batté le mani, poi spostò lo sguardo alle
sue spalle. «Puoi
aspettare un attimo? Credo di aver visto Dav!»
Lily
annuì mentre Maddie si allontanava. Era stata invitata ad
una festa.
Lei!
Stava
ancora compiacendosi dell’evento quando una voce la fece
voltare.
Sul momento non la riconobbe ma poi vide il ragazzo e si
tranquillizzò.
«Ciao
Lily!» Era Brad, il ragazzo della compagnia di Maddie. Lily
non
ricordava di averlo mai visto o conosciuto, per di più nei
giorni
passati era stato abbastanza silenzioso. Ogni volta che Lily si
girava verso di lui lo sorprendeva a guardarla. O meglio, a fissarla.
«Ciao.»
«Sei
sola?» Disse lui guardandosi attorno. Lily annuì.
«Allora
non ti dispiacerà se mi siedo qui con te.»
Non
era una vera e propria domanda, ma Lily rispose lo stesso.
«Non c’è
problema.»
La
ragazza gli fece posto sulla panchina. Brad si sedette, sorridendole.
I due rimasero un poco in silenzio, un silenzio che Lily avrebbe
definito imbarazzante. Lily rammentò che gli sguardi che lo
aveva
sorpreso lanciargli erano davvero... profondi.
«Quindi...»
Disse schiarendosi la voce e puntando i suoi occhi profondi su di
lei. «Tu hai cambiato scuola quando...?» Chiese
lui, per fare
conversazione.
«Quando
avevo undici anni.»
«Accidenti!»
Esclamò lui «Io sono arrivato qui a dodici. Se
solo mio padre si
fosse deciso prima a trasferirsi...»
Lily
lo guardò con un mezzo sorriso. Ci stava... provando?
Concluse
imbarazzata. Si diceva così tra i babbani.
«Hey,
ti hanno già detto della festa?»
Continuò lui, vedendo che Lily
non diceva nulla. Il suo sorriso divenne ancora più
pronunciato.
«Sì,
Maddie me lo ha detto qualche minuto fa.»
«Oh.
Bè mi chiedevo... ti va di venirci con me?»
Lily
sgranò gli occhi e lo guardò. Sì, fu
la risposta alla sua
precedente domanda. Ci stava provando davvero. Okay, forse si stava
spingendo un po troppo in là. Un conto era riallacciare
vecchie
amicizie. Ma questa era un’altra cosa. Illudere un babbano...
Anche
se l’idea di accettare stuzzicava la coscienza di Lily. E se
per
una volta, una sola volta se ne fosse infischiata? Se avesse
dimenticato i suoi problemi con il mondo magico? O meglio con le
persone di quel mondo.
Non
c’era nulla di male nel trasgredire una volta. E poi Brad
sembrava
un ragazzo a posto: capelli castani ed ordinati, occhi sinceri dello
stesso colore dei tronchi alle sue spalle.
«Perché
no?» Disse Lily senza indugiare oltre.
«Fantastico!»
Il ragazzo saltò in piedi e anche Lily si alzò,
ridacchiando di
rimando al suo sorriso smagliante. Il ragazzo allungò la
mano e,
con sorpresa di Lily, prese quella della ragazza. Stava anche per
aggiungere qualcosa, le labbra erano già dischiuse e i suoi
occhi
erano felici, ma...
Ma
improvvisamente un’ombra calò su di loro. Lily si
coprì gli
occhi. Fu come se fosse esploso qualcosa. Un fumo nero si
levò
tutt’attorno ai due ragazzi, poi una mano le
agguantò il braccio,
trascinandola lontano dall'esplosione mentre lei già
iniziava a
tossire.
«Che
diavolo stai combinando?!» Una voce
sibilò vicino al suo
orecchio destro, bassa e strascicata, aspra come veleno.
Lily
riuscì finalmente ad aprire gli occhi e nel suo campo visivo
trovò
un volto.
«S-severus?»
Tossicchiò Lily, mettendo a fuoco. «Che cosa ci
fai qui?» Esclamò.
Poi si accorse del fumo nero alle spalle del ragazzo, che iniziava
pian piano a diradarsi. «Che cos’è
successo?» Esclamò la
ragazza sottraendosi alla presa di Severus. Lily si
allontanò di
qualche passo scrutandolo.
Severus
cercò di nascondere qualcosa dietro la schiena, ma Lily
oramai aveva
visto. Sembrava un ampolla di vetro, uno di quei recipienti dove si
conservavano le pozioni. Immediatamente Lily fece due più
due.
Un’ampolla vuota, Severus che amava le pozioni e le arti
oscure, un
fumo nero del tutto innaturale...
«Che
cos’hai fatto? Cos’hai fatto?!»
Esclamò lei strattonandolo.
«Cosa
stavi facendo tu!
Come puoi
uscire con i babbani? E accettare l’invito di quel lurido,
sporco...»
«Smettila!
Stai zitto! Che cos’hai fatto, Severus?» Quando
Lily si rese conto
di non poter ottenere risposte dal ragazzo, lo scansò con
furia e
avanzò verso il luogo dell’incidente. Si stava
già radunando una
folla attorno ad un corpo. Il corpo di Brad. Lily si portò
le mani
alla bocca. Il primo pensiero che la sua mente riuscì a
concepire
fu: è morto! Severus l’aveva ucciso!
Ma
poi il ragazzo si mosse. Prima una gamba, poi un braccio. Infine
aprì
gli occhi, sbattendo le palpebre più e più volte.
«C-c-che
succede?» Chiese Brad con voce tremante. Era coperto di
fuliggine
nera ma Lily non riuscì a capire cos’altro gli
fosse successo. La
sua pelle però era giallognola e i suoi occhi erano persi,
come il
suo sguardo. Sembrava chiedersi cosa ci facesse li, sdraiato a terra
in mezzo alla cenere.
Lily
incrociò lo sguardo allibito di Maddie. La ragazza stava
fissando
lei.
Con uno sguardo
orripilato. Cos’era successo? Cosa stava succedendo?
Perché la
guardava così? Come se fosse lei la colpevole...
Si
era cacciata in un enorme guaio.
Lily
arretrò e tornò da Severus, prendendolo per il
bavero della camicia
grigia.
«Adesso
mi dirai esattamente cos’hai
fatto a quel ragazzo, altrimenti giuro che alla fine di questa
giornata starai molto peggio di lui.» La sua voce era bassa
e...
carica di veleno. Questa era davvero l’ultima goccia.
«Ma
che t’importa di lui!»
«Non
mi importa di lui! M’importa
del fatto che l’hai quasi ucciso!»
«Ma
che dici!» Esclamò Severus cercando di allontanare
le mani della
ragazza dal suo collo. «Era solo una pozione! E’
tutta scena! L’ho
fatto per te, Lily.»
«Quindi
non era un veleno o qualcosa di simile? Si rimetterà,
starà bene?»
Severus
annuì vigorosamente. Lily lo lasciò andare e si
avviò verso casa.
Ovviamente Severus la seguì.
«Lily
perché non lo capisci? L’ho fatto solo per te!
Stavi andando a
immischiarti in un gruppo di babbani traditori! Non avevano nulla di
buono, quelli!»
«Non
sei tu che devi decidere le persone che devo frequentare! Questa
è
la mia vita e decido io!» Esclamò la rossa,
furiosa.
«Tu
non hai sentito quello che ho sentito io! Non puoi fidarti di loro,
Lily! Facevano solo finta di esserti amici! Li ho sentiti parlare!
Facevano i gentili solo per avvicinarti e scoprire qualcosa di te!
Scoprire se quello che diceva tua sorella era vero!» Le
urlò dietro
Severus mentre i due svoltavano nella via che portava alla casa di
Lily. La ragazza si fermò di colpo, fissando Severus.
«Perché,
cosa dice mia sorella di me?»
Severus
deglutì, non del tutto sicuro di voler continuare. Ma ad uno
sguardo
di Lily, decise di svuotare il sacco. «Dice moltissime cose,
Lily.
Tutte false. Ha detto che a undici anni sei andata a frequentare una
scuola per pazzi. Che eri ritardata. Per questo eri sparita.»
Lily
accusò il colpo, come se si fosse appena gettata da un
promontorio e
avesse sentito l’impatto con l'acqua. Non sapeva se credere o
no a
Severus, ma la notizia l’aveva ferita. Anche se non lo diede
a
vedere.
«Bene.»
Disse la ragazza, senza alcuna emozione nella voce.
Fino
a quel mattino era felice, le sembrava di essere parte di un
qualcosa. Si sentiva
di nuovo apprezzata. Aveva creduto che i problemi si fossero
allontanati per lasciarla respirare, finalmente.
Ma,
com’era prevedibile, non era durato più di qualche
misero, misero
giorno.
Solo
il tempo di un’illusione.
Poi
tutto si era frantumato, come uno specchio colpito da un enorme
macigno. Ed ora Lily andava a fondo, attaccata ad un ancora di
problemi.
Severus,
sua sorella, i suoi falsi amici babbani che la credevano una pazza.
Brad a terra coperto di fuliggine e balbettante. Ora gli altri
ragazzi avrebbero creduto che era stata lei a
fargli del male. Che era davvero pazza e che aveva ferito Brad solo
perché l’aveva infastidita.
«Ora
capisci perché l’ho fatto Lily?» La voce
di Severus si addolcì,
mentre il ragazzo azzardava un passo versò di lei.
Lily
indietreggiò come se l’onda d’urto
dell’esplosione di prima
l’avesse colpita.
«Sta
lontano da me.» Sussurrò a capo chino.
«Co-cosa?»
«Stai
lontano da me.» Ripeté Lily. La sua voce
era colma di un veleno
che non credeva di possedere. «Hai già fatto
troppo per me,
Severus. Non ho bisogno di altro. Ora puoi anche sparire. Torna dai
tuoi mangiamorte.»
Il
ragazzo rimase colpito, ma non demorse. «Senti, Lily, dammi
un
ultima possibilità. Volevi andare ad una festa con quel
ragazzo,
vero? Vieni con me. Vieni alla festa con me.» Disse lui
ostentando
sicurezza.
Lily
rimase in silenzio, mentre sentiva dei passi in avvicinamento. Lily
sapeva già di chi si trattasse ancora prima di sentirne la
voce.
«Lily?»
Severus
non degnò nemmeno di uno sguardo James Potter. «Ti
prego, Lily.
Vieni alla festa con me.»
La
ragazza era esausta e aveva capito che non c’era altro modo
per
farlo smettere. Per farlo allontanare una volta per tutte.
C’era un
solo modo di ferire Severus Piton. Lui aveva già ferito lei,
in modo
irreparabile. Ma non si arrendeva.
Bene,
pensò Lily, sentendosi malvagia come mai in vita sua.
Avrebbe usato
l’unico modo che conosceva per allontanarlo una volta per
tutte.
«No.
Non verrò con te al ballo Severus. Ci andrò con lui.»
Lily
lo sentì di nuovo, il veleno nella sua voce, mentre si
girava ad
indicare Potter che osservava la scena senza capire. Lily
arretrò e
afferrò il braccio del ragazzo, che la fissava confuso.
«Quindi
smettila di insistere. Sparisci, non voglio più vederti. Hai
superato il limite Severus. Sei giunto al punto di non ritorno. Sei
arrivato a spiarmi e ad avvelenare un babbano che non aveva fatto
nulla di male. Ti sei inoltrato troppo a fondo in una strada che non
sono disposta a percorrere, come tu già ben sai. Quindi
sparisci.
Non voglio parlarti mai più.»
Il
ragazzo fissò la mano di Lily stretta attorno al braccio di
James
Potter per qualche secondo, prima di voltarsi e sparire nel buio.
Lily
lasciò andare James, e sospirò, immensamente
stanca.
«Che
diavolo sta succedendo?!» Esclamò James.
Lily
scosse la testa. «Niente, Potter. Torna a casa.»
«La
festa. Di chi festa parlavi?»
«Non
c’è nessuna festa.»
«Hai
detto che saresti venuta con me ad una festa. Mi chiedevo se era la
stessa festa per la quale ero venuto qui adesso. La festa dove volevo
invitarti.»
Lily
lo guardò e vide qualcosa in James Potter. Era davvero
lì per
quello, era davvero confuso per quello che aveva visto.
Ma
lei non era in vena di parlare. Non era proprio in vena di
esistere. Scosse la testa prima di salire i gradini che
portavano
alla porta di casa sua.
«Così
mi hai usato come scusa? Non intendevi davvero venirci con
me?» Urlò
James, ma la sua domanda rimase senza risposta.
«Bene.» Disse. Lily
sentì i suoi passi che si allontanavano prima di sbattersi
la porta
alle spalle.
~
James
non indugiò più di un secondo davanti a casa
Evans. Si voltò
veloce iniziò a camminare a passo di marcia, le mani strette
a
pugno, gli occhi offuscati dalla rabbia e dalla delusione.
L’aveva
usato. Usato.
Lily
Evans aveva usato James Potter per scaricare Mocciosus.
Poteva
sopportare il fatto che lei lo rifiutasse ogni volta che le chiedeva
di uscire, poteva perfino sopportare l’idea di Mocciosus che
le
girava attorno, tanto Lily non lo considerava più. Ma non
poteva
sopportare il fatto di essere usato come ripiego.
No,
quello no.
James
affondò le mani nelle tasche della felpa e
continuò a camminare. I
suoi piedi lo guidavano per strade che non aveva mai percorso, ma a
James non importava.
Era
arrabbiato, James Potter. Davvero arrabbiato.
Camminò
a lungo, fino a quando i muri delle case si strinsero attorno a lui,
diventando alte muraglie di mattoni scuri e decrepiti, che formavano
pareti all’apparenza poco stabili. Doveva essere capitato in
un
quartiere povero. Come a conferma di ciò, dei topi gli
passarono di
fianco, correndo frenetici. James arricciò il naso. Non
aveva mai
amato i topi, li sopportava solo da quando Codaliscia aveva deciso di
trasformarsi proprio in un ratto, ma questo non l’aveva
portato ad
amarli, no.
James
continuò a camminare, fino a quando sentì delle
voci. Quando il
ragazzo ne riconobbe una, si premette con astio contro uno di quei
muri sporchi, nascondendosi nell’ombra.
«Severus!»
Urlò la voce di una donna. «Dove ti eri cacciato?!
Ti avevo detto
di andare a comprare del cibo. Dov’è?»
La voce della donna, che
doveva essere sua madre, era tutt’altro che amabile. James si
sporse di poco per vedere la scena: la donna stava sul ciglio di una
porta di legno, che sembrava essere marcia in più punti. Le
mani
poggiate sui fianchi, l’espressione furente. Davanti a lei,
di
schiena, stava un ragazzo vestito interamente di nero, con i capelli
unticci che ricadevano sulle spalle. Il ragazzo, Mocciosus, si
strinse nelle spalle.
«Entra
dentro! E vedi di darti una regolata, ragazzo! Oppure ti ritroverai a
mangiare pane secco e formaggio stantio fino a quando non ritornerai
nella tua maledetta scuola!» La donna si scansò e
spinse dentro il
ragazzo a forza, sbattendosi la porta alle spalle. James avrebbe
scommesso che la porta si sarebbe spaccata a metà, invece
rimase
intatta, anche se traballante, come il resto delle altre case.
James
si scansò dal muro, spazzolandosi la felpa dalla polvere
nera dei
mattoni, e riprese a camminare, senza degnare di un ulteriore sguardo
la casa di Piton.
~
Da
quando Lily Evans, la dolce, buona Lily Evans era così cattiva?
Non aveva
mai parlato così a
qualcuno, se non a James Potter, anche se molto raramente. Adesso
invece sentiva dentro di lei una furia incontenibile.
Sapeva già su chi
sfogarla. Salì le scale sbattendo i piedi sulla moquette
fino a
ritrovarsi al primo piano. Senza indugiare si diresse sino a una ben
nota porta di legno laccato in bianco. Non si prese nemmeno la briga
di bussare. Spalancò la porta facendola sbattere con furia.
Una ragazza dai lunghi
capelli castani sobbalzò sulla sedia, girandosi a guardare
la porta
con una sorpresa spaventata negli occhi. Quando vide Lily sulla
soglia balzò in piedi, assumendo uno sguardo disgustato.
«Allora, Tunia. Credo
sia arrivato il momento di parlare. Che ne dici di iniziare dalle
frottole che racconti su di me?»
Lo sguardo duro della
sorella lasciò spazio ad un’espressione sorpresa.
«Sai che sono una
persona buona con tutti. Ma oggi è proprio il giorno
sbagliato per
farmi arrabbiare. Quindi... svuota il sacco.»
Petunia fissò sua
sorella. Non aveva mai visto Lily Evans così furiosa.
Anzi,
Lily Evans non era mai
stata così furiosa in tutta la sua vita.
~
SPAZIO
AUTORE
Eccomi
qui ragazzi,
sono tornata!
Wow, è passato una
sacco di tempo, siamo già a metà agosto se non
oltre, ma non so
voi... per me il tempo è davvero voltato! Proprio non voglio
che
finiscano le vacanze! ç___ç
Bè, per fortuna posso
consolarmi con il fatto di aggiornare la storia... spero che
ciò
renda felici anche voi!
Spero il capitolo sia
stato di vostro gradimento! Direi che Lily ha raggiunto
l’apice
della sopportazione e alla fine... è scoppiata! E come
sempre, il
povero James si ritrova in mezzo e, devo dire, non ne esce mai
incolume, vero???
Bè, non so che altro
dire, solo che spero continuerete a seguire la storia, anche se
è
passato un poco di tempo da quando l’ho aggiornata!
E... chi ha voglia di
vedere l’amorevole rapporto fraterno tra Lily e Tunia?? ;)
Ok, concludo
ringraziando le persone che hanno commentato il capitolo precedete:
Un grazie davvero di
cuore!
A presto e al prossimo
capitolo! Buona continuazione delle vacanze!
|
Ritorna all'indice
Capitolo 4 *** 4) Nuove prospettive ***
4- nuove prospettive
Summer
Memories
Capitolo
4: nuove prospettive
Lily
non
aveva dormito quella notte.
Aveva continuato a vedere nella sua mente la discussione con sua
sorella. Quella Lily non era lei. La Lily furiosa, che urlava ed
esplodeva. Ricordava ogni singolo istante di quella litigata, sin da
quando era entrata nella camera della sorella sbattendo la porta a
quando era uscita, sbattendola di nuovo.
Petunia
continuava a fissarla senza parlare.
«Avanti,
sputa il rospo. Perché vai in giro a raccontare che vado in
una
scuola di matti?» Esclamò lo rossa, furente,
continuando ad
infierire contro la sorella.
«Bé,
mi sembrava più plausibile dire che eri in una scuola per
pazzi.»
Disse Petunia, riprendendosi dallo shock iniziale. «Piuttosto
che in
uno zoo. Sarebbe stato poco credibile.» La sorella la
guardò con
aria di sufficienza.
«Vorrei
ricordarti che anche tu volevi entrarci, nello zoo.»
«Ero
solo una bambina stupida. Ora capisco di aver commesso un grande
errore. Sono io quella fortunata. Ho la fortuna di non essere un
mostro. Mamma e papà non dovrebbero essere così
buoni con te. Non
ti meriti nulla.»
Lily
fece un balzo avanti, facendo indietreggiare la sorella che
andò a
sbattere contro la scrivania in legno, facendo cadere i fogli ai
quali stava lavorando, assieme a delle matite perfettamente
temperate.
«Benissimo.
Pensala come vuoi. Ma vai in giro a dire qualche altra bugia sul mio
conto e questo mostro te la farà pagare.» Lily
sfoderò la sua
bacchetta in modo che Petunia potesse vederla.
«Mi
stai minacciando?» Esclamò quella, scandalizzata
ed impaurita.
«No.»
Disse Lily con tranquillità. «Ti sto solo
suggerendo di smetterla
di comportarti come una bambina. Altrimenti dovrò prendere
dei
provvedimenti.»
Petunia
sghignazzò.«Credi che non lo sappia? Credi che non
sia a
conoscenza del fatto che non puoi usare quel tuo bastoncino demoniaco
al di fuori di quel manicomio che chiami scuola? Bé, lo so.
Fallo e
sarai espulsa.» Terminò con ritrovato coraggio.
Ora
fu il turno di Lily di sogghignare. «Ed è proprio
tutto quello che
vuoi, vero? Che io venga buttata fuori e ti perseguiti per tutto
l’anno.»
Petunia
impallidì. «Non oseresti...»
«Ti
conviene stare attenta a quello che fai, Tunia. Mi sono stufata di
questa situazione. E poi vorrei ricordarti che non manca
così tanto
al raggiungimento dell’età adulta, per me. E
allora verrò a
controllare se ti sei comportata bene.»
Petunia
non disse nulla, la fissò con occhi assenti.
Lily
decise che non c’era altro da aggiungere, così
uscì dalla stanza
sbattendosi la porta alle spalle e correndo in camera sua. Si
accasciò sul pavimento.
La
rabbia era sbollita.
Ma
i rimorsi affioravano come legni gettati in acqua.
Lily
uscì dalla sua stanza vestita di tutto punto. Era
venerdì e quel
giorno non sarebbe andata al lavoro. Si stava dirigendo verso il
bagno quando incontrò sua sorella.
Petunia
la guardò ed impallidì. Senza dire una parola
corse verso la sua
stanza. Lily la seguì. «Tunia! Tunia aspetta! Mi
dispiace per ieri!
Non era mia intenzione!» Lily cercò di afferrare
la sorella, ma
quella fu più veloce. Entrò nella sua stanza e
chiuse la porta a
chiave. Lily bussò un paio di volte, ma non sentì
alcun rumore.
«Mi
dispiace. Non volevo minacciarti. Sai che non lo farei mai. Ero solo
arrabbiata, okay? Ti chiedo scusa.»
Ancora
nessuna risposta. Lily si arrese e decise di uscire a prendere una
boccata d’aria. Tutto quello che voleva era passare delle
vacanze
estive almeno decenti e poi tornare ad Hogwarts rilassata per
intraprendere il suo sesto anno. Non chiedeva molto! Invece la
situazione le si era rivoltata contro. Non riconosceva la Lily del
giorno prima: era vero, Severus l’aveva ferita e aveva
oltrepassato
il limite più di una volta. Ma si meritava davvero di essere
trattato così? E Potter... aveva visto la sua espressione
dopo che
lo aveva usato solo per ferire Severus. E per finire, Petunia.
L’aveva letteralmente terrorizzata.
Ora
Lily aveva capito cosa succedeva ad una persona se continuava ad
accumulare tutti i sentimenti negativi nel corso degli anni. Senza
mai sfogarli. Alla fine, semplicemente, esplodeva.
Senza
quasi accorgersene si ritrovò a passeggiare
all’ombra degli alberi
di Hyde Park. Respirò a pieni polmoni, sentendo pian piano
la
vecchia Lily che tornava al suo posto, mentre l’aria cattiva
usciva
da lei, e del nuovo ossigeno entrava nei suoi polmoni trasmettendosi
poi in tutto il corpo, sino al cuore e al cervello.
Okay,
avrebbe sistemato la situazione. L’avrebbe fatto. Era Lily
Evans.
~
Dopo
un tempo indeterminato, Lily vide una sagoma familiare passeggiare
lentamente tra gli alberi nella tranquillità del parco.
Lily
si chiese cosa ci facesse li, di mattino presto, un individuo come
lui. Era come se entrassi nel negozio di nonna Evans
e ti
trovassi davanti una vasta gamma di fucili e coltelli da lancio.
Strano ed altamente improbabile.
Ma
Lily non aveva dubbi sull’identità della persona
che aveva
davanti: quello era proprio Sirius Black, con i suoi lunghi capelli
neri e spettinati e vestiti eleganti nel loro modo tutto particolare.
Proprio
mentre lei lo fissava, Sirius alzò lo sguardo e
incrociò il suo.
Sembrava solo, pensò Lily. Niente Potter
all’orizzonte.
Sirius
le sorrise facendole un cenno con la mano, iniziando ad incamminarsi
verso di lei. Anche Lily si incamminò nella sua direzione.
Non
sapeva perché, ma lo fece. In fondo era da James che
fuggiva, non da
Sirius. Anzi, a dire la verità non aveva problemi con i
Malandrini,
solo con l’insistenza ossessiva di Potter.
Aveva
un buon rapporto con Remus. Era un ragazzo gentile ed umile. Leale,
soprattutto. Sempre a coprire le marachelle di quei due scapestrati
dei suoi migliori amici. Nemmeno con il piccolo, paffuto Peter Minus
aveva problemi. Anzi. Quasi provava compassione per lui.
Chissà come
aveva fatto ad entrare nel gruppo. Più che un adepto
sembrava uno
schiavetto, ma era essenzialmente buono. Anche Sirius in
realtà non
era un grande problema per lei. Quando non era insieme a James,
ovviamente.
«Black.»
Lo salutò Lily con un sorriso tirato.
«Evans!»
Rispose lui con molta più allegria.
«Che
ci fai in giro così presto?»
Il
ragazzo si strinse nelle spalle, regalandole un sorriso luminoso che
faceva impazzire le ragazze. «Mi piace passeggiare, le poche
volte
in cui mi sveglio presto. E credimi, quando dico poche intendo tre
volte l’anno. Essenzialmente d’estate.»
Lily
ridacchiò.
«Allora...»
Iniziò Sirius interrompendosi quasi subito.
«Hmmm... come te la
passi?»
«Una
meraviglia.» Rispose lei con sarcasmo. Sirius
inarcò le
sopracciglia.
«Ah,
ma davvero?»
«Cosa
ti ha raccontato Potter?»
«Qualcosa...
abbiamo saputo dell’incidente di ieri.»
Lily
si paralizzò. La notizia era già trapelata,
così in fretta?
«Dicono
che ci sia stata un esplosione. Ma non è così,
vero? Quando James è
tornato a casa ha detto che stavi... humm... discutendo con mocc...
Piton. Abbiamo fatto due più due.»
In
altre circostanze Lily avrebbe fatto una battuta per cambiare
discorso, qualcosa come ’’wow, sapete contare!
’’ ma quella
situazione non era per niente leggera. Era un disastro, anche
perché
non si era dimenticata lo sguardo carico d’orrore di Maddie.
Comunque non si era vista arrivare nessun poliziotto, quindi
supponeva che tutto fosse andato per il verso giusto. La versione che
Lily aveva sentito era quella della bomba-giocattolo che qualche
teppistello doveva aver lanciato per scherzo, ma la ragazza credeva
che i suoi falsi-amici sospettassero di lei. Forse credevano che la
psicopatica Lily avesse fatto qualcosa di oscuro a Brad. Anche se
ovviamente non era così.
«Stavo
già pensando di fargliela pagare. A Mocciosus intendo. Ma
James ha
detto che ci avevi già pensato tu. Mi pareva strano in
realtà. Di
solito sei di indole abbastanza pacifica, James a parte. Invece ho
dovuto ricredermi.»
Lily
non commentò. Non andava fiera di quello che aveva fatto. E
non era
affatto felice che un testimone come James fosse andato in giro a
raccontare la sua sfuriata.
«A
quanto pare sei letteralmente scoppiata. Posso chiederti una
cosa?»
Lily
indugiò, ma alla fine acconsentì.
«Perché ti sei messa a
frequentare tutti quei babbani?»
La
ragazza sospirò, abbassando lo sguardo sulla punta delle sue
scarpe
nere. Non sapeva perché stesse per raccontare qualcosa di
così
privato a Sirius Black, ma lo fece. «Mi sentivo persa e avevo
bisogno di persone che mi facessero sentire parte di qualcosa. Di
qualcuno che mi accettasse senza tanti problemi. Quelle persone me lo
avevano fatto credere, ma era tutta una bugia. Sai
perché?» Lily
fece una pausa, non sapendo se proseguire o meno, ma alla fine
terminò la frase. «Volevano scoprire se quello che
diceva mia
sorella fosse vero. E mia sorella andava in giro dicendo che
frequentavo una scuola per ritardati mentali.»
Sirius
emise un verso a metà tra la sorpresa e il disgusto.
«Non ci si può
fidare di questo genere di babbani. Sono più meschini dei
mangiamorte.» Terminò Sirius con una smorfia
disgustata,
sistemandosi un riccio ribelle che gli cadde sulla fronte.
«Ma
Lily» riprese dopo una breve pausa, con un tono controllato.
«Tu
hai un posto a cui appartieni. Hai delle persone che ti accettano.
Hai Hogwarts. Hai la magia. Hai i tuoi compagni di Grifondoro. Non
vorrai dirmi che rinunceresti a tutto ciò per qualche
babbano
approfittatore, vero?»
Lily
non sapeva cosa rispondere. Forse era a questo che pensava mentre
stava con i suoi vecchi amici babbani. Pensava a come sarebbe stata
la sua vita se non avesse ricevuto la lettera. Se non fosse diventata
una strega.
Di
sicuro non avrebbe conosciuto Severus. Non avrebbe litigato con
Petunia... forse la sua vita sarebbe stata migliore...
-
Ma che dici?! - Esclamò una metà di Lily,
soffocando quella che
aveva appena parlato. - Rinunciare a Hogwarts? Come puoi anche solo
pensarci? E’ stata la cosa più bella che ti sia
mai accaduta nella
tua intera vita! Come puoi pensare di rinunciare? - Lily si sarebbe
volentieri tirata uno schiaffo.
Quasi
non si rese conto che Sirius continuava a parlare.
«Sai
quanti babbani vorrebbero avere ciò che hai tu? Alcuni
darebbero
tutto per frequentare Hogwarts, per...»
«Ho
capito, ho capito!» Esclamò Lily, non per essere
sgarbata, ma
semplicemente perché era la verità.
Improvvisamente non si sentì
più persa.
Lei
aveva un posto dove si sentiva a casa. Aveva delle persone attorno a
se che la facevano sentire parte di qualcosa. Hogwarts. I Grifondoro.
Come aveva potuto dimenticare?
Possibile
che tutti i suoi problemi e la lontananza dovuta dalle vacanze estive
ormai giunte quasi al termine, avessero soffocato la parte migliore
della sua vita? Pensò Lily e con stupore si accorse che era
così.
Era proprio ciò che le era successo.
E
poi, si disse, possibile che fosse servito Sirius Black per
farla tornare in se?!
«Sono
una sciocca. Non so perché l’ho fatto. Ovvio che
Hogwarts è
importante per me. Non rinuncerei mai a questo. A quello che sono
diventata.»
Sirius
sorrise, soddisfatto. «Ecco! Così ti voglio Evans!
Per un istante
credevo fossi andata per sempre, con tutto questo farneticare di
babbani; allora si che avremmo dovuto spedirti in un istituto per
pazzoidi!»
Lily
rise, trinandogli un pugno amichevole sul braccio.
«Prometti
che te lo terrai per te, Sirius. Per favore.» Lily lo
fissò
sprigionando su di lui tutta la potenza dei suoi occhi verdi.
Il
ragazzo indugiò, ma alla fine cedette. «Okay, non
dirò nulla.»
Lily
gli sorrise, soddisfatta. «Non credevo che fossi
così... così...
diverso dal solito Sirius Black che passa le giornate a correre
dietro alle ragazze e ad organizzare bravate con i malandrini. Devo
ricredermi.»
«Oh,
ci sono molti lati di Sirius che tu non conosci,
dolcezza.»
Sirius ammiccò, facendole l’occhiolino. Il momento
delle
confidenze da adulti responsabili era già andato e sepolto.
I due
rimasero in silenzio per un poco, osservando la brezza mattutina che
carezzava la cima degli alberi e il ruscello che scorreva placido a
pochi metri, prima che Sirius riprese a parlare.
«C’è
un’ultima cosa che vorrei dirti...»
Visto
che il ragazzo non continuava ma restava immobile a fissare le punte
degli edifici di Londra che spuntavano oltre gli alberi, Lily lo
spronò. «Dimmi.»
«Sai
quanto bene voglio a James. Ieri quando è tornato a casa era
davvero
ferito, Lily. So quello che pensi di lui. Ma James ci tiene davvero a
te. Cavolo, è da cinque anni che non guarda le altre
ragazze! Cioè,
le guarda. Ma non come faccio io. A differenza mia, lui ne ha
già
una nel cuore. Le altre non lo toccano.»
Lily
rimase colpita da quelle parole. Mai nessuno le aveva parlato di
James in quel modo. Se Sirius glielo avesse detto in un altro
momento, probabilmente lei l’avrebbe preso come un tentativo
da
parte di James per arrivare a lei. Ma ora Lily sentiva che lui era
onesto... stava solo cercando di aiutare il suo migliore amico.
«So
che qualche volta... spesso, può sembrare un ragazzo
immaturo e
arrogante. Bè, lo è a volte. Ma non sai quante
notti passa a
fissare il soffitto, dopo aver ricevuto da te l’ennesimo
rifiuto.
Quante volte in quei momenti mi sembra di vedere nei suoi occhi la
sua resa. E quante volte il mattino lo ritrovo determinato come il
giorno prima. Va avanti così da cinque anni Lily. Cinque
anni!
Perché non provi a dargli
un’opportunità? Solo una, niente di
più. Poi ti sentirai libera di piantarlo in asso una volta
per
tutte, ma così...» Sirius si
strinse nelle spalle. «E’
solo un consiglio.»
Lily
non riuscì a replicare. Mormorò qualcosa di
incomprensibile, poi i
sui patetici tentativi furono interrotti dalle campane. Erano le
dieci del mattino.
«Accidenti!»
Esclamò Sirius. «Si è fatto tardi! Devo
scappare o mi daranno per
disperso!» Fece un cenno di saluto col capo e stava
già per correre
via, ma Lily lo fermò afferrandolo per la manica della
giacca nera.
«Aspetta!»
Esclamò mentre il ragazzo si fermava e la guardava.
«Non... non
dire nulla di tutto ciò, intesi?»
Sirius
annuì, rassicurandola. «Stai tranquilla.
Sarò muto come un pesce.
A presto, Evans.» Lily lo lasciò andare, fidandosi
delle sue
parole.
«A
presto, Black. E Grazie!» Gli urlò dietro, mentre
lui già correva.
Le rivolse un cenno con la mano, segno che aveva capito. Lily lo
seguì con lo sguardo fin quando non scomparì
dalla sua vista. Chi
avrebbe mai pensato che Sirius Black potesse essere così
diverso
dall’immagine che trasmetteva sempre con ostentata
determinazione?
Di sicuro non Lily. Aveva scoperto un nuovo lato di Sirius Black. Un
lato che le piaceva. Chissà... pensò. Forse anche
Potter poteva
avere un lato così?
Lily
scosse la testa. Ma le parole di Sirius le tornarono in mente. Dagli
una possibilità. Una sola. Era forse arrivato per lei il
momento di
considerare tutto sotto una nuova prospettiva?
~
Lily
rimase tutto il giorno a pensare e rimuginare in camera sua, senza
risolvere nulla. Il giorno dopo si svegliò tardi e quando
arrivò il
pomeriggio si rese conto di non saper cosa fare.
Era
sabato. C’era la festa, quella sera. E le parole di Sirius
echeggiavano nella sua mente, confondendola. Non aveva mai pensato
che Potter facesse seriamente sul serio!
Ma,
per quanto si impegnasse, non riuscì a riordinare le idee...
o a
trovare una risposta. Aveva bisogno di parlare con qualcuno, questa
era la verità. Ma con chi?
La
sorella era come se non ce l’avesse più, ormai. Il
migliore amico?
Andato anche quello. Non aveva tempo di mandare un gufo alle sue
compagne Grifondoro. Papà era al lavoro e ad ogni modo non
era la
persona giusta. Mamma? Con lei avrebbe potuto parlare, ma non lo
faceva da un sacco di tempo e... non si sentiva di parlare di
faccende del suo mondo con lei. Escludendo i suo
falsi-amici
babbani e i malandrini londinesi a prescindere... chi le restava?
Una
sola persona, quella con la quale si confidava sempre e che non
l’aveva mai tradita. Che le voleva bene e continuava a
volerglielo
sempre, che lei fosse una strega o una babbana.
Si
alzò dal letto animata da una nuova speranza.
Afferrò la borsa
mentre usciva in fretta e furia dalla sua stanza, o meglio prigione.
Di sicuro nonna Evans avrebbe avuto la risposta che cercava.
~
La
casa di nonna Evans distava solo qualche isolato da casa di Lily.
Percorse le stradine piene di casette tipicamente inglesi in fretta e
furia. Non voleva perdere altro prezioso tempo. Erano già le
sei del
pomeriggio e ora che aveva trovato la speranza di capirci qualcosa,
non voleva aspettare oltre.
Finalmente
svoltò nella via della nonna, fino ad arrivare al numero
civico 24.
La casa di nonna Evans era uguale a tutte le altre, geometricamente
parlando. Ma appena Lily la guardò sentì profumo
di casa: tutto in
quel posto le ricordava la nonna. I vasi in terracotta appesi ad
entrambi i lati della porta, dai quali pendevano delle magnifiche
violette, come per invitare chiunque ad entrare. I cespugli nel pieno
della loro fioritura, gli alberi da frutteto, le sedie bianche e il
tavolino coordinato, posto sotto l’ombra di un ombrellone a
fiori.
Sul tavolino c’era un libro chiuso e di fianco gli occhiali
di
lettura della nonna. Lì vicino c’era un bicchiere
di limonata.
Lily aprì il cancelletto e si avvicinò ai tre
gradini che
conducevano alla porta d’ingresso, bianca
anch’essa. Nel mentre
Lily quasi inciampò in Walter, il grassissimo gatto nero
della nonna
che la guardò con i suoi occhi verdi prima di
appallottolarsi sul
tappetino d’ingesso. Lily dovette scavalcarlo per poter
bussare.
Un
istante dopo la nonna era in fronte a lei e teneva aperta la porta
con un sorriso che solo lei sapeva fare. Un sorriso dolce, da nonna.
O da mamma.
«Lily,
mia cara! Che magnifica sorpresa! Cosa ci fai qui?»
«Ti
devo parlare, nonna.»
L’anziana
signora comprese che si trattava di qualcosa di serio sentendo la
voce della nipote. Si fece da parte, invitandola ad entrare.
«Su su,
entra cara. Dimmi tutto.»
E
Lily lo fece. Le raccontò tutto. Le
parlò di nuovo dei suoi
vecchi compagni di scuola, di come l’avessero imbrogliata,
l’avevano fatta sentire come parte del gruppo solo per
scherzo. Le
parlò di Petunia e della loro litigata. Le parlò
di Severus e di
quello che aveva fatto. Le parlò di Potter. Ma soprattutto,
le parlò
di Sirius, di come le aveva fatto tornare in mente tutto
l’amore
che provava per Hogwarts, la gioia di quando aveva scoperto di essere
una strega.
La
nonna rimase pazientemente ad ascoltare, con grande attenzione.
Mentre Lily raccontava, la nonna non la smetteva di versare limonata
nel bicchiere della ragazza. Sembrava quasi di essere nella Sala
Grande: quando il bicchiere si svuotava, un solo istante dopo ecco
li, pieno di nuovo.
Quando
Lily finì di raccontare, prese un lungo sorso di limonata
per
lasciare il tempo a nonna Evans di elaborare il tutto.
«Cosa
credi che dovrei fare?» Chiese lei, posando il bicchiere sul
sottobicchiere di pizzo.
«Quel
tuo amico, Sirius. Mi ricorda tanto tuo nonno, sai? Anche lui era
così quando era un ragazzo: affascinante e sempre alla
ricerca di
attenzione e belle donne. Ma nella sua anima si nascondeva una parte
di lui che non amava mostrare. La sua parte migliore. Quello che ti
ha detto il tuo amico è stato davvero pregevole. Sono state
parole
sincere. Ti hanno fatto riscoprire chi eri davvero.» Disse la
nonna
sorridendole e stringendole la mano. «Amo quello che sei,
piccola
Lily. Amo la giovane donna che stai diventando e non devi mai
desiderare di cambiare ciò che sei, di modificare la tua
essenza.
Non devi cambiare per essere accettata da persone che non meritano la
tua attenzione, perché se ti inducono a comportarti come non
ti
viene naturale, significa che non vogliono conoscere chi sei
veramente. Capisci, Lily? Quelle persone non sono degne di
te.» La
nonna fece una pausa e Lily annuì, rincuorata. Era proprio
così,
Lily ormai lo aveva capito.
«Sei
una strega, cara, e questa è una cosa meravigliosa,
piccola
mia. Chi non ti accetta così come sei, ha solo bisogno che
qualcuno
gli apra gli occhi come ha fatto il tuo amico con te. Se ti hanno
amato prima, non vedo come non possano amarti ora. Tu sei sempre la
stessa. Hai sempre avuto la magia dentro di te. Petunia ti amava
allora, dovrebbe farlo anche adesso. Non sei tu ad essere cambiata,
non realmente. Non dentro di te.»
Le
parole della nonna accesero una luce dentro di lei. Era vero, era
sempre stata una strega. Lily era sempre stata così. Petunia
era
solo un’ipocrita, perché l’aveva amata
prima, e si ostinava a
non farlo ora.
«Grazie,
nonna. Tu sai sempre qual’è la cosa giusta da
dire.»
La
nonna le sorrise, rimboccandole il bicchiere con altra limonata. Lily
si guardò attorno, osservando ogni particolare nel soggiorno
della
nonna: le pesanti tende in velluto rosa antico che coprivano la
grande vetrata e lo spazietto tra le tende e il vetro dove Lily amava
sedersi da piccola, a leggere oppure a guardare fuori, accarezzando
un allora più giovane e magro Walter. Vide la comoda sedia a
dondolo
rivestita di morbida imbottitura, dove la nonna la cullava sempre,
raccontandole favole. Il tappeto orientale che le aveva portato a
casa il nonno moltissimi anni prima, di ritorno da uno dei suoi
viaggi. La credenza in legno piena di ogni possibile ed
inimmaginabile servizio da te, i piatti di porcellana e gli attrezzi
da cucina appesi alla parete. L’orologio a cucù
che da piccola
amava osservare ogni volta che arrivava mezzogiorno. Tutto in quel
salotto, le era familiare e sapeva di casa.
«Nonna...»
Iniziò Lily, pensando con attenzione a quello che stava per
chiedere. «Cosa credi che dovrei fare con... con quel ragazzo
di cui
ti ho parlato? James Potter?»
La
nonna ridacchiò. «Credo di averlo inquadrato bene
quel tipo.
Soprattutto dopo averlo visto al negozio.»
Lily
si sentì arrossire. E si maledisse per quella sua debolezza.
Non
voleva arrossire pensando a James Potter!
«E
anche dopo aver visto come parli di lui. I tuoi occhi cambiano,
quando mi racconti di quel James. Mi hai raccontato le sue bravate a
scuola, il fatto che ti corteggi ogni istante delle sue giornate. E
poi mi vieni a raccontare ciò che il tuo amico ti ha
saggiamente
detto. Vuoi davvero sentire altro, mia cara?»
Lily
la guardò con gli occhi sgranati.
«Cosa?!» Esclamò incredula.
«Bè,
secondo me è un ragazzo per bene. Ha dimostrato di tenere a
te,
piccola mia. Dovresti dargli una possibilità. Sono rari i
ragazzi
come lui.»
Lily
la guardò senza capire. «Cosa intendi con i
ragazzi come lui?»
La
nonna sorrise bonariamente, come quando faceva anni prima, quando una
piccola Lily le chiedeva di raccontarle come finiva la favola di
Cenerentola. «Parlo di quei ragazzi che ti restano fedeli
sempre.
Sempre e comunque, non importa quello che succede. Che continuano a
credere in te ogni giorno. Quel giorno quando vi ho visti assieme, ho
visto i suoi occhi brillare, Lily. Brillavano per te, come le stelle
brillano in cielo per illuminarci durante la notte. Parlo di questo
genere di ragazzi, cara. Ce ne sono pochi ai giorni nostri. Io non me
lo farei sfuggire.»
Non
poteva averlo detto davvero. Proprio non poteva. Ma
la cosa
peggiore era che Lily... tutto ciò a cui riuscì a
pensare era che
la nonna aveva sempre ragione.
Lily
scattò in piedi, facendo sobbalzare l’anziana
signora.
-
Ha ragione. - Pensò Lily. - Oddio. Ha ragione. - Tutto
ciò che
diceva la nonna aveva senso. Lei le aveva sempre dato dei consigli
d’oro. Ed ora... Lily si ricordò lo sguardo ferito
di James
qualche giorno prima, quando lo aveva usato. Lily si chiedeva sempre
perché lui non la lasciasse in pace. Perché non
torturava altre
ragazze, ma solo lei. Sempre e solo lei.
La
risposta era proprio li, sotto i suoi occhi. Solo che non
l’aveva
mai vista. Non voleva vederla.
Anche
la nonna si alzò. «Lily, cara. Va tutto
bene?» Chiese con aria
preoccupata.
«Sì!»
Esclamò lei. Si era sempre considerata una ragazza
intelligente,
eppure per arrivare a delle risposte che aveva sotto al naso aveva
avuto bisogno di altre persone. Forse si era sopravvalutata.
«Sì,
va tutto bene. Grazie, nonna. Oh, grazie!»
La
nonna sorrise, sollevata. «Non c’è di
che piccola Lily. Sai che
puoi sempre contare su di me.»
«Lo
so, nonna. Ti voglio bene.» Lily strinse la nonna in un
abbraccio
stritolatore.
«Cosa
farai ora, quindi?»
«C’è
una festa stasera. La festa di cui ti ho parlato. Lui voleva
invitarmi, quindi sarà la. Credo che andrò e... e
poi non so. Gli
parlerò.»
«Sii
te stessa, mi raccomando. Sii semplicemente Lily e sarai
meravigliosa.»
«Lo
farò. Grazie nonna.»
Così
Lily si ritrovò a correre a perdifiato diretta verso casa.
~
Erano
già le sette e un quarto quando entrò
nell’ingresso di casa.
Passò in cucina a salutare madre e padre. Con sorpresa di
entrambi,
Lily li baciò tutti e due sulle guance, cosa che non faceva
da anni.
Li informò che quella sera sarebbe andata ad una festa. Con
dei
compagni di scuola.
Fatto
ciò si fiondò al piano di sopra, i gradini che
emettevano
scricchiolii sinistri sotto i suoi piedi. Di Petunia non
c’era
l’ombra, ma a Lily non importava. Si era già
scusata. In questo
modo Lily non aveva altre colpe. Non era certo colpa sua se era una
strega, no? E poi lei amava essere una strega.
-
Grazie, nonna. Sei sempre la migliore. - Pensò Lily mentre
si
sbatteva la porta alle spalle. Guardò l’orologio
appeso alla
parete di fronte al grande armadio bianco della sua stanza. Sette e
venti. La festa iniziava alle otto. Ciò voleva dire che
aveva
esattamente... quaranta minuti per prepararsi. - Ok Lily. Calma e
sangue freddo. - Si disse la ragazza. Finalmente si era scrollata di
dosso i suoi problemi (quasi tutti, almeno) e si sarebbe focalizzata
solo su uno di quelli. Così la ragazza fece il bagno
più veloce
della storia prima di tornare di nuovo in camera, rinfrescata e
ottimista. Sette e trentacinque.
Lily
mise a soqquadro il suo armadio, in cerca di qualcosa da mettere. Poi
vide il vestito nero che le aveva regalato la nonna qualche anno
prima per Natale. Era semplice, ma Lily lo amava. Poi il nero faceva
risaltare gli altri suoi colori: il rosso dei capelli sembrava ancora
più vivo, come una fiamma. I suoi occhi verdi sembravano due
smeraldi.
Prese
il vestito senza nemmeno considerare la scelta di altri capi e
l’osservò. La stoffa era morbida e sul davanti due
lembi di stoffa
si incontravano, come per formare un corpetto di velluto. I fili si
intrecciavano fino a formare un piccolo fiocco nero così che
la
scollatura non era troppo pronunciata, come le aveva detto la nonna.
Sulle spalle il tessuto lasciava il posto ad un velo sottile, che
richiamava l’orlo della gonna al ginocchio. Era quel tipo di
materiale che volteggiava ad ogni movimento. La prima volta che lo
aveva indossato Lily si era esibita in qualche piroetta solo per
vedere quei veli volteggiare con lei. Una parte della schiena restava
scoperta ma non era nulla di volgare. Lily indossò il
vestito e
prese delle scarpette nere che la nonna le aveva donato assieme al
vestito. Cercò un paio di orecchini semplici e una collana.
Si
sistemò i capelli, asciugandoli con impazienza, e si
specchiò. Sì,
quella era Lily Evans. Sembrava una vera strega. La ragazza sorrise
alla sua copia riflessa. Era davvero di buon umore.
Un
ultimo sguardo poi si voltò per guardare l’ora:
otto e cinque.
Fantastico, doveva proprio andare. Le parole della nonna le risuonano
nelle orecchie, dandole l’energia che le serviva.
Fu
solo quando salutò i suoi e uscì in strada, che
si rese conto di
non sapere dove si trovasse la scuola. Accidenti! Non aveva
più
parlato con Maddie & co. Non aveva saputo i dettagli
fondamentali.
Okay,
si disse. Questo piccolo contrattempo non avrebbe sferzato il suo
ottimismo e il suo buonumore finalmente ritrovati. Avrebbe seguito i
cartelli oppure chiesto indicazioni.
~
Alla
fine, dopo vari giri turisti non richiesti per le vie della periferia
di Londra, Lily trovò la strada giusta. Quando fu in vista
della
scuola suonarono le otto e mezza. Era terribilmente in ritardo. E se
non li avesse trovati?
No.
Si disse, tutto sarebbe andato per il verso giusto. Arrivò
all’entrata, dove c’era un ragazzo in uniforme
bianca da
cameriere incaricato di dare il benvenuto ai nuovi arrivati. Non
pareva molto entusiasta del suo lavoro. Lily lo intuì dal
cenno
svogliato che le rivolse con il capo e dal gesto del braccio che lei
interpretò come un ’’Benvenuti!
Divertitevi e passate una buona
serata.’’
Lily
entrò nel cortile della scuola. Parco, l’aveva
chiamato Maddie.
Effettivamente sembrava una versione in miniatura dell’Hyde
Park.
Solo che nell’erba erano state conficcate torce alte fino al
suo
busto, sulle quali torreggiavano piccole fiammelle di candele
bianche. Il sole ormai era quasi calato ma il buio non era totale
come quando il sole se ne andava lasciando il posto alla notte: le
candele facevano un’atmosfera magica (Lily pensò
alle candele
della Sala Grande) e poi una miriade di lucine, molto simili alle
luci natalizie, circondavano gli alberi e delimitavano il perimetro
della pista da ballo, che era stata allestita sotto ad un gazebo
bianco. C’era un sacco di spazio, la sotto. E c’era
anche
moltissima gente già impegnata a ballare. In fondo al
cortile, di
fronte a lei, Lily scorgeva i banconi del rinfresco.
E
ora? Cosa avrebbe fatto? Avrebbe cercato James? E poi?
Iniziò
a guardare tra la folla sparpagliata sull’erba, fuori dalla
pista
da ballo. Forse James si trovava li in mezzo. Forse la stava
cercando. Iniziò a camminare inoltrandosi tra i gruppi di
ragazzi,
senza vedere nessun viso conosciuto, fino a quando...
«Che
ci fai tu qui?!»
Lily
si girò con un movimento aggraziato, il vestito che
ondeggiava
attorno a lei. Sua sorella era lì di fronte, con la bocca
aperta ed
un espressione per niente elegante come il suo vestito. Lily si era
scordata di lei.
«Mi
hanno invitata.» Rispose Lily, cercando di non essere
sgarbata.
«Non
è vero. Nessuno ti inviterebbe mai!»
«Perché
tu vai in giro a raccontare frottole, Tunia?»
Sussurrò Lily
avvicinandosi per non farsi sentire. Alle spalle di Petunia, Lily
vide gli amici della sorella parlottare. «Sei superata,
ormai. La
gente non ci crede più.» Okay, questa era una
bugia, ma Lily non
riuscì a trattenersi.
Petunia
emise un verso irritato e la fulminò con lo sguardo. Lily
avrebbe
voluto parlarle ma si era ripromessa di pensare ad un solo problema
quella sera. E visto che Maddie e i suoi amici non erano in vista...
doveva liberarsi di Petunia e focalizzarsi sul suo obiettivo,
sperando di non essere arrivata tardi.
Lanciò
un ultimo sguardo alla sorella prima di voltarsi con grazia e
allontanarsi. Non sentì nemmeno l’imprecazione che
Petunia le
urlò. Non le importava minimamente.
Così
si dimenticò della sorella e riprese a perlustrare lo spazio
intorno
a lei con lo sguardo, ma ancora non vide nessun volto noto nei
paraggi.
Forse
perché cercava nel posto sbagliato.
Infatti
fu quando girò attorno alla pista da ballo, che lo vide.
James.
Ma non era solo. Tutt’altro. Sirius e Remus non si vedevano
da
nessuna parte. Lì, sulla pista con James, c’era
solo la ragazza
rossa che Lily aveva visto il giorno prima al parco. I suoi capelli
pel di carota erano ricci e le ricadevano fino alle spalle, su un
vestito dorato. La ragazza non stava semplicemente ballando un lento
con James Potter. Sembrava che lo stesse inglobando
talmente
tanto era avvinghiata a lui.
E
Potter, dal canto suo, non si scansava. Perché avrebbe
dovuto farlo?
Pensò Lily mentre sentiva la furia che credeva di aver
accantonato,
montarle dentro, di nuovo, mentre tutte le belle parole della nonna
sfumavano nel nulla. Altroché quel tipo di ragazzo! James
Potter era
come tutti gli altri! Era stata un’illusa a credere che non
fosse
così.
Mentre
Lily restava immobile in silenzio cercando di sbollire la sua ira,
James si chinò sulla rossina, sussurrandole qualcosa
all’orecchio.
La ragazza si mise a ridere.
Lily
avrebbe tanto voluto prenderla per i capelli e sbatterla contro un
muro.
~
SPAZIO
AUTORE
Salve a tutti!
Finalmente ho aggiornato, direte! E’ solo che sono ripartita
all’ultimo! Devo dire che quest’estate me la sono
vissuta
davvero!
Mentre la scuola... è
sempre più incombente! Che depressione! Ma non siamo qui per
parlare
di queste cose, quindi... capitolo lunghetto, vero??? Avevo pensato
di dividerlo, ma poi sarebbe stato troppo noioso... voglio dire,
nella prima parte non succede molto, se non che Lily finalmente ha
aperto gli occhi! Ringraziamo tutte in coro Sirius e nonna Evans! ;)
Comunque, come avete
visto, non poteva essere tutto rose e fiori, ovvio che no! James
è
con la sua accompagnatrice rossina, che voi tutte amate, vero???
Vero?!?!?! (cof cof)
Bè che dire... la
storia si avvicina al suo punto culminante ed è in questo
momento
che vorrei ringraziare le persone che hanno recensito il capitolo
precedente, ovvero Lally_97, Lily_James e _Ericuzza_
(-->grazie Erika di recensire sempre e di spremerti le meningi
ogni
volta con i tuoi acrostici! xD xD)
Bè che dire, grazie di
seguire sempre questa storia! Siete fantastiche, davvero! :)
Allora al
prossimo capiolo!
Salutoni
- C
|
Ritorna all'indice
Capitolo 5 *** 5) Festa movimentata ***
5) festa movimentata
Summer
Memories
Capitolo
5: festa movimentata
Il
sole era ormai calato quasi del tutto e la luce che circondava la
pista da ballo e l’intero cortile era prodotta dalle torce
piantate
nel prato e da lucine colorate appese in ogni posto possibile ed
immaginabile li nei paraggi: attorcigliate ai tronchi e tra le fronde
degli alberi, attorno ai banchetti delle bibite e a definire i
contorni del gazebo bianco.
Sirius
Black osservava con interesse tutti i dettagli di quel posto, mentre
raggiungeva Remus passando tra la folla di babbani intenti a
divertirsi. Finalmente riuscì a raggiungerlo al banco delle
bibite.
«Feste
babbane!» Esclamò Felpato, con un tono entusiasta.
«Sshh!» Lo rimbeccò Remus, cercando di
non rovesciare il mestolo colmo di
liquido rosso.
Sirius
scosse il capo, guardandosi attorno. «Non sanno cosa si
perdono,
loro. Le nostre feste sono molto meglio!»
«Ti
ricordo» iniziò Remus, prendendo in mano i due
bicchieri ormai
colmi. «Che questa è stata una tua
idea, Felpato.» Un sorriso da «te
l’avevo detto» veleggiò
sulle labbra sottili di Remus.
«Ma
io non mi sto lamentando!» Esclamò Sirius,
cercando di rubare i
bicchieri a Remus che si ritrasse in fretta, attento a non farli
rovesciare. «La compagnia non è niente male,
vero?»
Remus
si strinse nelle spalle. «A proposito di compagnia, faresti
meglio a
prendere due bicchieri.» Allo sguardo interrogativo di
Sirius, Remus
sorrise. «E’ buona educazione durante i balli
babbani portare da
bere alle proprie accompagnatrici.»
«Stai
dicendo che quel bicchiere non è per me?!» Fece
Sirius con aria
offesa.
«Esattamente.»
Il
ragazzo, rassegnato, afferrò due bicchieri di plastica e
cominciò a
riempirli. O almeno ci provò: più o meno la
metà della bevanda non
centrò il bicchiere, macchiando di rosso la tovaglia
immacolata.
Quando Sirius ebbe finito rivolse uno sguardo soddisfatto a Remus,
che inarcò un sopracciglio trattenendosi a stento dal ridere.
«Che
c’è?» Disse Felpato in risposta allo
sguardo dell’amico. «A
casa mia sono gli elfi domestici a fare queste cose. E’
così
divertente dare ordini a Kreacher! Mi odia apertamente ma non
può
non obbedirmi!» Sirius si mise a ridere, poi tornò
serio. «Per di
più ho l’impressione che se non lo tenessi
d’occhio mi
sputerebbe nel cibo. Una volta credo mi abbia messo una tarantola
sotto il letto. Ma potrebbe essere stato Regulus, non saprei.»
Remus
ridacchiò. «Chissà perché lo
ha fatto! L’elfo, intendo»
«Me
lo chiedo sempre anche io!» Rispose Sirius rivolgendogli un
sorriso
sghembo. «Okay, credo sia ora di andare. Le nostre
accompagnatrici
ci attendono.»
«Continuo
a chiedermi perché diavolo ti ho seguito in tutto
questo.» Remus
sospirò, scuotendo la teta divertito. «A
proposito» disse
sgusciando tra la folla alle spalle di Sirius. «Che fine a
fatto
James?»
«Credo
che lui,
se la stia già
spassando con la sua dama, caro Remus. Sarà meglio
recuperare! Non
voglio che James si vanti di avermi superato! Sono il il don Giovanni
qui! Devo proteggere la mia reputazione!» Sirius
fece uno
scatto ferino, rovesciando una grande quantità di liquido
dai
bicchieri, ma a quel punto, per fortuna, avevano già
raggiunto le
loro due accompagnatrici.
Jess
e Elise stavano ridendo; la prima stava mulinando i capelli biondi
scuotendo la testa, la seconda si copriva la bocca con una mano,
dissimulando la risata.
«Ecco
a voi, signore!»
Sirius
porse il bicchiere a Jess, che osservò con stizza la
quantità di
liquido in esso contenuto, ma non si lamentò. Sirius bevve
tutto in
un sorso solo, buttando il bicchiere da qualche parte e prendendo
Jess per un fianco, con un sorriso abbagliante.
Quasi
non le lasciò il tempo di finire di bere, che la stava
già
trascinando in mezzo alla pista da ballo. Non c’era niente da
fare,
sospirò Remus, Sirius era sempre Sirius. L’ignoto
l’attraeva. E
una festa babbana era un richiamo del tutto inaspettato che non si
sarebbe lasciato sfuggire per nulla al mondo.
Remus
ridacchiò mentre Elise cercava di reclamare la sua
attenzione. «Ti
va se li raggiungiamo?»
Il
ragazzo esitò. Lui di certo non amava ballare, ma...
trangugiò il
liquido contenuto nel bicchiere, decidendo di infischiarsene.
Probabilmente, se sarebbe stato fortunato, entro l’indomani
mattina
Sirius si sarebbe ricordato ben poco di quel ballo. Sia benedetto
l’inventore degli alcolici!
~
Poco
distante, un gruppetto appartato di ragazzi parlottava sommessamente.
Erano in sei ed erano in cerchio. In quel preciso istante tutti e
cinque i ragazzi ascoltavano una di loro con attenzione.
«L’avete
vista? E’ lei, è venuta! Non ci posso
credere!»
Parecchi
ragazzi attorno a lei annuirono. «L’aveva detto,
Petunia, che era
pazza! Non avremmo dovuto avvicinarla!» Esclamò di
nuovo la
ragazza.
«Eravamo
solo curiose.» Disse un’altra.
«Sì,
ma avete visto, cos’è successo a Brad?»
Rimarcò di nuovo la
prima.
Di
nuovo, tutti gli altri annuirono.
«Cosa
facciamo Maddie?» Chiese un’altra ragazza, molto
simile alla
seconda che aveva parlato, con uno sguardo preoccupato.
«Mi
pare chiaro che quella pazza ha fatto qualcosa a Brad! C’era
solo
lei nei paraggi!» Maddie parlava con tono concitato,
stringendosi
attorno alle sue compagne.
«Per
ora forse è meglio starle alla larga.»
Suggerì un ragazzotto tozzo
con i capelli color paglia. Un altro ragazzo al suo fianco
annuì.
«Non
sappiamo cosa potrebbe fare.»
Maddie
si morse un carnoso labbro rosso. «Non credevo sarebbe
venuta.
Questo è un vero affronto dopo quello che ha
fatto.»
«Deve
essere la sua malattia.» Suggerì una ragazza.
«Non
mi importa, non può venire qui e fare quello che le
pare.» Maddie
era fremente, i ricci caramello che le danzavano in fronte.
«Forse
è meglio se lasciamo perdere per ora.» Le
sussurrò un ragazzo
all’orecchio.
La
ragazza esitò. «Sì, è meglio
David. Lasciamo perdere ora. Ci
organizzeremo meglio per la prossima volta. Sempre che ci sia. Spero
per lei di no.»
Ad
un cenno della ragazza, il gruppo si disperse. Maddie
fulminò con lo
sguardo Lily Evans, che stava in piedi guardandosi attorno, come se
cercasse qualcuno. Maddie non sarebbe stata sorpresa se stesse
cercando proprio loro. Magri per finirli o per fargliela pagare. Per
fare loro ciò che aveva fatto al povero Brad, che era ancora
ricoverato in ospedale. Non sembrava più lui quando lo
avevano
ricoverato. Si ricordava a malapena chi fosse. Ora per fortuna stava
meglio, ma era ancora molto rimbambito e decisamente meno
affascinatane.
Maddie
afferrò il braccio di David e se ne andò,
entrando nella scuola per
non incontrare di nuovo Lily la pazza.
~
All’ombra
di un faggio, un ragazzo stava vigile, osservando tutto ciò
che
accadeva attorno a lui. Aveva individuato il gruppo di babbani che
Lily aveva frequentato.
Ci
aveva visto giusto, erano delle brutte persone. Individui spregevoli.
Stavano
tramando contro di lei in quel preciso momento. Le davano della pazza
ritardata.
Severus
Piton si sentì frustrato e voglioso di maledirli come aveva
fatto
per il loro altro amico, ma si trattenne. La colpa sarebbe stata
addossata a Lily, e lui non voleva metterla ulteriormente nei guai.
Quando
i babbani iniziarono ad allontanarsi, rimase a fissare il loro capo
branco: la ragazza che sembrava un polpo, tanto i suoi ricci erano
voluminosi e sospinti dalla brezza. Stava fissando qualcuno con uno
sguardo tutto fuorché amichevole.
Severus
sapeva già a chi stesse rivolgendo un tale odio. Infatti
seguendo il
suo sguardo, vide Lily. Era bellissima, come sempre, se non di
più.
La
ragazza sembrava spaesata, si guardava attorno come se cercasse
qualcuno.
Possibile
che fosse venuta li per cercare lui?
No,
altamente impossibile.
Severus
restò nell’ombra, come faceva sempre, e
seguì ogni passo di Lily.
Si distrasse solo una volta, quando un grosso topo grigio gli
sfrecciò tra le gambe.
Se
fosse stato ad Hogwarts avrebbe sfoderato la bacchetta e lo avrebbe
scagliato oltre le siepe li vicino. Ma non era ad Hogwarts, non
poteva usare la magia e la, probabilmente, non giravano dei sudici
roditori nei corridoi affollati.
Per
colpa del topo Severus perse quasi di vista Lily. La ritrovò
subito,
e seguì il suo sguardo, questa volta.
Stava
fissando una coppia che ballava. No, non una coppia!
Pensò
Severus con il cuore in gola. Era Potter! Potter con un’altra
ragazza! Forse alla fine si era arreso! Aveva deciso di lasciarla in
pace!
Severus
si sentì felice e decise di aspettare e vedere la prossima
mossa di
Lily. Probabilmente si sarebbe allontanata, allora forse avrebbe
potuto saltare fuori e parlare.
Forse
avrebbe potuto risolvere tutto.
Ma
ciò non accadde mai. Aveva previsto male il passo successivo
di
Lily. Non aveva più avuto la possibilità di
mostrarsi, quella sera.
Così
si limitò a seguire la ragazza per tutto il tempo. E vide
tutto ciò
che fece.
~
SPAZIO AUTORE
Okay,
okay... vi starete dicendo: questa ha dimenticato un pezzo di
capitolo, vero? Ebbene... no. xD So che la fine del capitolo
precedente è stata abbastanza improvvisa, voglio dire, ho
tagliato
su un punto saliente, no?! In realtà questo capitolo non era
in
programma, però ho deciso di aggiungerlo sia per mostrare
cosa
stessero combinando gli altri personaggi della storia sia...
sì, per
lasciarvi un poco sulle spine! Ma non temete, il prossimo capitolo
arriverà presto! E se i miei calcoli sono esatti, il
prossimo sarà
anche l’ultimo della storia! Ma ho una piccola idea in
mente...
vedrò cosa salta fuori!
Bé
allora, non c’è molto da dire su questo capitolo:
Sirius vuole
spassarsela ed è molto probabile che presto sarà un
pochino
brillo! Indovinate a chi toccherà trascinarselo
dietro se ciò
accadrà? Al povero Remus, ovvio! xD Poi... i babbani sono
sempre più
meschini e Piton si nasconde sempre nell’ombra per spiare
Lily...
ma chissà cosa vedrà quella sera???
Il
prossimo capitolo, l’ultimo, vi darà la risposta!
xD Okay allora
non mi dilungo oltre! Ringrazio che ha recensito il capitolo
precedente: Lily_James, piovra, _Ericuzza_ e Lally_97! Grazie di
seguirmi sempre, vi adoro! ;)
Alla
prossima!
-
C
|
Ritorna all'indice
Capitolo 6 *** 6) Fuori dall'ordinario ***
Summer
Memories
Capitolo
6: fuori dall’ordinario
Dal
capitolo 4, Nuove prospettive:
Mentre
Lily restava immobile in silenzio cercando di sbollire la sua ira,
James si chinò sulla rossina, sussurrandole qualcosa
all’orecchio.
La ragazza si mise a ridere. Lily avrebbe tanto voluto prenderla per
i capelli e sbatterla contro un muro.
~
Mentre
James e la carota continuavano a ballare e ridere, Lily
realizzò che
non poteva stare tutta la sera li a fissarli. Anzi.
In
seguito si sarebbe chiesta come diamine avesse fatto a fare
ciò che
stava per fare. Forse era colpa della rabbia e
dell’adrenalina di
quel momento. Non lo sapeva proprio. Era semplicemente... impazzita!
Si
guardò attorno fin quando i suoi occhi verdi non ne
incrociarono un
altro paio. Un ragazzo la stava osservando. Lei non aveva idea di chi
fosse ma il ragazzo sembrava essere solo. - Perfetto. -
Pensò Lily
iniziando a dirigersi verso di lui senza nemmeno pensarci.
«Ciao.»
Gli disse sfoderando un sorriso abbagliante. Il ragazzo si
guardò
attorno come se credesse che lei si stesse rivolgendo a qualcun
altro. «Ti va di ballare?» Chiese quando ormai era
evidente che la
ragazza stesse parlando proprio con quel ragazzo.
Lui si
illuminò, aprendosi in un sorriso. Che fortuna per lui,
pensò la
rossa. Era arrivato li solo e poi d’improvviso la ragazza che
stava
fissando gli aveva chiesto di ballare. Almeno qualcuno era stato
fortunato, quella sera.
Lily
lo trascinò sulla pista da ballo, non molto lontano da
Potter e la
sua accompagnatrice. La rossa si strinse esageratamente a quel
ragazzo sconosciuto, iniziando ad ondeggiare al ritmo di un lento. Il
ragazzo sembrava apprezzare quella vicinanza e poggiò una
mano –
sudaticcia, notò Lily con disappunto – sulla pelle
nuda della
schiena. La ragazza si trattenne dallo schizzare via.
Seminascosta
dalla spalla del ragazzo, Lily osservava James, chiedendosi
perché
lo faceva. Da quando era lei a cercare lui?
Com’era
possibile che Lily fosse cambiata così tanto
nell’arco di una sola
estate?
Intanto
il povero malcapitato cercava di fare conversazione.
«Come
ti chiami?»
Lily
fece per rispondere, ma poi pensò che era meglio non far
sapere il
suo nome nell’eventualità che qualcuno dei suoi
falsi amici avesse
fatto trapelare qualche voce strana sul suo conto.
«Cindy.» Disse
la ragazza, usando il primo nome che le venne in mente.
«Cindy.»
Ripeté il ragazzo. «Io mi chiamo Mark.
Cioè, il mio nome è
Marcus, ma tutti mi chiamano Mark.»
Lily
non rispose, troppo presa dall’osservare la rossina che
affondava
le mani inanellate nei capelli ribelli di Potter.
«Hmmm...»
disse il povero Mark, cercando invano di attirare
l’attenzione di
Lily. Oh, pardon: Cindy. «Non frequenti questa scuola,
vero?»
«No.»
Rispose distrattamente lei.
«Sei
un po timida, o sbaglio?»
In
quel momento, finalmente, lo sguardo di Potter vagò per la
sala da
ballo. Incrociò un istante quello di Lily, anche se lei non
era
sicura che lui l'avesse vista mentre l’osservava. La ragazza
sorrise soddisfatta. Si allontanò di poco da Mark, giusto
per
guardarlo in faccia. «Sì, a volte lo
sono.» Sussurrò. «Ma tu sei
così simpatico,
Mark.» Lily portò una mano sul petto di lui,
osservandolo di
sottecchi, le sue lunghe ciglia che le incorniciavano gli occhi di
smeraldo, cercando di mettere in pratica le tattiche che la sua amica
Alice le aveva insegnato quando doveva flirtare con il suo attuale
ragazzo, Frank Paciock.
Gli
occhi di Mark la fissavano meravigliati mentre Lily, invece, sentiva
quelli di James, di occhi, puntati su di se, mentre guardava il
ragazzo che aveva davanti con occhi grandi e languidi, come se
significasse qualcosa per lei.
Dopo
qualche istante Lily decise che era arrivato il momento di
controllare la situazione. Spostò lo sguardo su James, che
la stava
fissando a bocca aperta. Aveva funzionato. La ragazza si
avvinghiò
al povero Mark proprio come prima aveva fatto la rossina e
passò una
mano sulla nuca del ragazzo, che però non aveva i capelli
ribelli di
James Potter, ma solo dei corti capelli rasati che le pizzicavano le
dita. Visti così Lily non seppe dire se questi fossero
castano
chiaro o biondo scuro. Inconsciamente pensò che doveva
essere molto
meglio affondare le mani nei capelli neri e ribelli...
James,
immobile in mezzo alla pista, le mani abbandonate sui fianchi della
ragazza che continuava ad ondeggiare di fronte a lui con la testa
adagiata sul suo petto, le lanciava sguardi di fuoco.
Lily
continuava a sorridere soddisfatta, senza smettere di girare in tondo
con il suo accompagnatore, con movimenti lenti che seguivano il ritmo
della musica. La mano del ragazzo sulla sua pelle diventava sempre
più calda e sudata. A Lily un po dispiacque utilizzarlo a
quel modo,
ma...
Quando
si ritrovò di nuovo di fronte James, fu il turno di Lily di
immobilizzarsi e fissarlo. Il ragazzo aveva alzato il viso della
rossina e le teneva due dita sotto il mento, osservandola con il suo
sguardo da seduttore. Lily vedeva le sue labbra muoversi, ma non
riusciva a sentire le sue parole per colpa della musica e del
chiacchiericcio che la circondavano. Fatto sta che un istante dopo le
labbra di James smisero di articolare parole e si posarono con
lentezza sulla guancia pallida della rossina, che, Lily ci avrebbe
giurato, ora era tutta un fuoco.
Lily
Evans sussultò
«Va
tutto bene?» Le chiese Mark. La ragazza rimase in silenzio.
Perché
diamine stava facendo tutto ciò? Perché le
importava se James
Potter stava quasi baciando quell’esserino basso e stretto in
un
vestito d’oro troppo attillato? Lily non lo sapeva, ma non voleva
che James lo facesse.
Così
riprese la sua farsa.
«No
va tutto bene.» James si era staccato dalla ragazza e ora la
fissava
con aria di sfida, mentre la rossina si protendeva verso di li, ad
occhi chiusi, in attesa di altro.
«E’
solo che...» Iniziò Lily.
«Solo
che?» Le chiese Mark fissandola con i suoi occhi color
caramello.
«Solo
che tu sei così carino...»
Disse passandogli una mano sulla guancia ispida. Non voleva fare
quello che stava per fare, provava ribrezzo al solo pensiero ma...
sentiva di doverlo fare. Con lentezza abbassò lo sguardo
sulle
labbra di Mark, mordicchiandosi il labbro inferiore. Lo sguardo di
James la trafiggeva, poteva sentirlo come se avesse dietro di se una
fiamma. Con smisurata lentezza avvicinò le labbra a quelle
di Mark,
che le aveva già dischiuse, in attesa...
In
attesa di un bacio che non arrivò mai.
Una
mano afferrò il braccio nudo di Lily, trascinandola senza
molte
cerimonie lontana dalla pista da ballo. Mark, dopo un momento di
stordimento, si ricompose. «Hey!» Urlò.
Ma
la persona che aveva afferrato Lily non si fermò fino a
quando non
l’ebbe trascinata dietro ad una fontana illuminata, in un
luogo
appartato dove non c’era nessuno. La persona si
fermò
all’improvviso, tirando la ragazza davanti a se con forza.
«Che
diavolo stai facendo, Lily Evans?» Sibilò
la voce «Ti sei forse bevuta il cervello?» La
stretta sul suo
braccio era forte e le faceva male. Ma a Lily non importava. Dovette
usare tutte le sue forze per nascondere il sorriso che sorgeva
spontaneo sulle sue labbra.
«Potrei
farti la stessa domanda, James Potter.»
Il
ragazzo la fissò a bocca aperta, come se non trovasse le
parole per
esprimere la sua indignazione.
«Io...
tu... che... accidenti... Sei forse impazzita?! Ma lo conoscevi
almeno?!»
Lily
lo guardò con sufficienza, dall’alto in basso,
liberando il
braccio dalla sua presa. «Si chiama Mark. La tua invece come
si
chiama?»
James
ignorò la domanda. «Che cosa ci fai qui, ad ogni
modo. Credevo che
non saresti venuta.» Sotto lo sguardo d’ira, Lily
riuscì a
scorgere il James ferito di qualche giorno prima, quando lo aveva
usato.
Lily
fece spallucce. Ora era arrivato il momento difficile. Ora sarebbe
venuto fuori il perché a Lily importava se James facesse il
cascamorto con la rossina.
«Ero
venuta per parlarti.»
James
si immobilizzò, fissandola con un’espressione
confusa sul viso di
solito spensierato. «Cosa?» Esclamò alla
fine. «Stai scherzando?»
«No.»
Disse Lily con sicurezza, guardandolo con sguardo fiero.
«E
di cosa vorresti parlarmi, dimmi.» Disse lui con sarcasmo.
«Ieri
una persona mi ha detto che ti avevo ferito. Ferito
seriamente.»
Lily fece una pausa, abbassando lo sguardo e prendendo un profondo
respiro prima di continuare. «La stessa persona mi ha detto
anche
che James Potter ha una sola ragazza nel cuore. Ero venuta per capire
di chi si trattasse...» Sputò fuori Lily senza
respirare e senza
capire costa stesse dicendo. Sentiva le guance in fiamme e lo sguardo
di James in quel momento era indecifrabile. Così prese un
profondo
respiro e proseguì. «Un’altra persona
invece mi ha detto che di
gent...»
Ma
Lily non riuscì a finire la frase. James era rimasto
immobile in
silenzio ad ascoltarla. Pensava di sentirsi dire un rimprovero, ma le
parole della ragazza furono del tutto diverse. Non se le aspettava:
entrarono nelle sue orecchie e non passarono dal cervello, andarono
dritte al cuore.
James
fece un passo in avanti e prese con delicatezza il viso di Lily Evans
tra le mani. Passò un solo istante, nel quale i suoi occhi
incontrarono quelli verdi di lei, in cui le le sue labbra si
fermarono, smettendo di emettere parole.
Solo
quell’istante, prima che James la baciasse come aveva
desiderato
fare per cinque lunghi anni.
Le
mani di Lily afferrarono quelle di James, posate sul suo viso,
cercando di scansarle. Lily cercò di respingere il bacio,
all’inizio. Ma solo all’inizio.
James
si era aspettato un rifiuto con tanto di pugni e schiaffi, invece...
invece le mani piccole e fresche di Lily si rilassarono sulle sue,
stringendole con più delicatezza, ora, mentre le loro labbra
si
assaporavano lentamente, con dolcezza.
Ma
dopo tutti quegli anni, quei rifiuti e in ultimo quel quasi-bacio con
uno sconosciuto, James non voleva la dolcezza.
Liberò
una mano e la posò sulla schiena di lei, assaporando il
morbido
tessuto sotto le dita.
Con
impeto, tirò Lily più vicina, stringendola come
mai aveva fatto,
come sempre aveva sognato. Sapeva che quel giorno sarebbe arrivato,
prima o poi. Lo sentiva.
Ma
mai, nemmeno nei suoi sogni più belli o nelle sue fantasie
più
accese avrebbe potuto immaginare come sarebbe stato baciare Lily
Evans. Tutto in lei sapeva di buono.
James
la strinse come se volesse fondersi con il suo corpo esile ma solido
tra le sue braccia. La cosa più sorprendente fu che anche
Lily lo
stringeva, le mani intrecciate dietro la sua nuca, le dita
aggrovigliate attorno ai suoi capelli scompigliati.
Il
cuore di James scoppiò di gioia mentre faceva scivolare
l’altra
mano sulla sua schiena nuda. Lily rabbrividì mentre James
risaliva
fino al collo, affondando le dita nei suoi capelli di fuoco. Erano
morbidi come aveva sempre immaginato, quei capelli che sembravano una
fiamma viva, che lo perseguitavano sempre, di giorno nella vita reale
e di notte nei sogni.
Mentre
il bacio si faceva sempre più ardente, James spinse la
ragazza
contro un tronco d’albero. Lily sussultò, presa
alla sprovvista.
Si strinse ancora di più a James ma... ma si accorse di non
aver più
fiato. Si scostò dalle sue labbra, tenendo gli occhi chiusi,
mentre
lui, non sazio le baciava la guancia, lo zigomo e poi giù,
vicino
all’orecchio e sempre più giù, fino al
collo.
Lily
respirava affannosamente, il vestito scomposto, i capelli elettrici.
Sentiva caldo e sapeva di essere bordeaux in viso. Mai, mai
avrebbe
pensato di lasciarsi toccare così da James Potter. Di farsi baciare
da James Potter.
E
invece era li, appoggiata ad un tronco per non cadere, le braccia
allacciate dietro il suo collo, le dita che attorcigliavano i suoi
capelli ribelli. Gli occhi chiusi, quasi stesse sognando. E
probabilmente era così, perché certe cose non
potevano succedere
nella realtà.
Ma
la consapevolezza del corpo di lui così stretto al suo era
reale,
come lo era la presenza delle labbra di lui sul suo collo, il loro
respiro affannoso che copriva i rumori della fontana e della festa.
Rimasero
così per qualche istante, o per qualche ora, Lily non aveva
più la
cognizione del tempo. L’unica musica era quella dei loro
respiri e
dei loro cuori che battevano all’unisono.
Alla
fine, James si scostò da lei, guardandola in viso: era
magnifica,
come sempre. I capelli erano tutti un fuoco scoppiettante laddove lui
li aveva scompigliati. La pelle del viso, di solito candida, era
chiazzata di rosso. Le labbra anch’esse di un colore rosso
naturale, erano dischiuse e morbide. Gli occhi invece, quei magnifici
pozzi che racchiudevano la sua anima, erano ancora chiusi. Le ciglia
proiettavano lunghe ombre sugli zigomi della ragazza.
«Hai
capito, ora, qual’è la ragazza nel mio cuore, Lily
Evans?»
La
rossa impiegò ancora qualche istante per rispondere, come se
si
stesse preparando a parlare, ad ammettere ciò che oramai era
più
che ovvio. Aprì gli occhi e guardò James Potter
dritto negli occhi.
I suoi occhi vispi che ora sembravano brillare più che mai.
«Io...»
iniziò, esitando. «Sì, credo di averlo
capito.»
«Bè,
era ora!» Esclamò James divertito, carezzandole la
guancia.
«Oh,
smettila!» Rispose Lily, sentendosi arrossire ancora di
più, se
possibile.
Rimasero
di nuovo in silenzio, semplicemente guardandosi. Quante lezioni che
aveva imparato Lily quell’estate, che ormai era quasi giunta
al
termine. Se l’ultimo giorno di scuola la professoressa di
divinazione le avesse predetto che quell’estate sarebbe stata
imbrogliata da dei babbani, che Sirius Black l’avrebbe
riportata
sulla retta via e che James Potter l’avrebbe baciata...
bé,
non ci avrebbe mai creduto! Anzi, si sarebbe messa a ridere, molto
probabilmente. Invece era li, tra le braccia di Potter senza poter
negare quello che era appena successo tra di loro. Senza poter negare
che le era piaciuto quello che era appena successo.
«James?»
Disse la ragazza.
«Sì,
Lily?»
«Mi
stai fissando. Smettila.»
Il
ragazzo scoppiò a ridere, senza però allontanare
lo sguardo da lei.
«Dopo tutti questi anni posso finalmente farlo e tu vorresti
impedirmelo?!» Esclamò visivamente divertito.
«Hey,
non correre tanto...» Da come parlava, pensò Lily,
sembrava già
che loro due stessero insieme. Quando invece non era così...
oppure
lo era?
No,
decretò Lily, iniziando a pensarci seriamente. Dopo cinque
anni di
rifiuti forse non si sentiva ancora pronta ad affrontare una
relazione vera con James Potter. Non voleva andare
in giro per
Hogwarts sotto gli sguardi di tutti gli studenti e sentire le sue
amiche che dicevano ’’te l’avevo detto
che sarebbe andata a
finire così!’’ e altre mille frasi
identiche. L’inizio della
loro storia avrebbe segnato irreparabilmente il suo sesto anno a
scuola! D’altronde la storia di James e Lily era molto
popolare tra
i Grifondoro almeno quanto lo era quella dei Malandrini nella scuola.
Lily non voleva diventare
’’famosa’’ perché
finalmente era
diventata la ragazza di James Potter! Questi pensieri iniziarono ad
affollarle la mente come un treno in corsa...
«Cosa
intendi dire?» Le chiese James, ora preoccupato.
Lily
espresse le sue perplessità. «Non credo che noi
dovremmo metterci
insieme.»
James
sgranò gli occhi. «Cosa? Ma...»
«Non
voglio correre troppo. Dopo cinque anni... credo di aver bisogno di
tempo. Come un periodo di prova. E poi... non voglio passare tutto il
sesto anno sentendomi dire te l’avevo detto che sarebbe
finita
così. Non voglio essere così...così...scontata!»
Esclamò
Lily, ma non era sicura che James avesse capito. «Tu lo
vorresti?
Vorresti che dopo tutti questi anni la nostra storia fosse... banale?
Come tutte le altre?» Chiese Lily, e mentre quelle parole le
uscivano dalla bocca, un’idea prese posto nella sua mente,
emergendo dal nulla. La verità era che contro ogni suo
istinto,
voleva dare questa opportunità a Potter. A James,
si
corresse. Ma non sopportava l’idea di se stessa come un libro
facile da leggere. Non voleva che tutti andassero in giro a dire che
avevano indovinato cosa lei avrebbe fatto. Era Lily Evans, e come
ogni Evans aveva un orgoglio che ci teneva a difendere.
«Dove
vuoi arrivare?» Chiese James, allontanandosi di poco da lei
per
scrutarla con le sopracciglia aggrottate. A Lily parve quasi di
vedere un punto interrogativo spuntare sopra la sua testa. La ragazza
sorrise, poggiando le mani sulla corteccia muschiosa
dell’albero
che la sorreggeva.
«Rispondi
alla mia domanda, James. Vuoi che la nostra storia si banale?»
James
scosse la testa. «No. Voglio solo che la nostra storia esista,
Lily.» La verità era che James aveva capito cosa
intendeva la
ragazza. La sua espressione confusa stava lasciando il posto ad un
sorriso estasiato. Questo voleva dire che lei desiderava avere una
storia con lui. Solo che la voleva...
«In
segreto? Vuoi una relazione... segreta?» Chiese James, mentre
gli
angoli della sua bocca si piegavano in un sorriso.
Lily
si strinse nelle spalle. «Prendere o lasciare.»
Disse lei.
Ed
era per questo che James Potter amava Lily Evans. Perché era
fuori
dall’ordinario. Come lui, d’altronde. Loro due
erano tutto
fuorché ordinari. E la loro storia non poteva essere
altrimenti.
E
poi... James amava il mistero.
«Lily
Evans, io ti adoro» Si lasciò
sfuggire James, stringendola
per i fianchi. Lily rise. Lily Evans, la sua Lily, stava ridendo tra
le sue braccia. Ed ora la loro era una storia vera. Una relazione
segreta! Pensò James emozionato.
«Aspetta
un attimo!» Esclamò lui. «Posso dirlo
almeno a Sirius e Remus?»
Lily
ci pensò. D’altronde era grazie a lui (e alla
nonna) se lei ora
era tra le sue braccia. Quindi sì, pensò che
fosse giusto dirlo a
lui (e anche alla nonna, ovvio.) Per quanto riguardava Remus... di
lui si fidava.
«Okay.
A patto che non lo dicano a nessuno.»
James
allargò il suo sorriso ancora di più, sporgendosi
verso di lei per
baciarla di nuovo. Ma la ragazza si ritrasse, emettendo un versetto
di rimprovero.
«Frena,
morettino. Sappi che questa è una prova, chiaro? Dipende
tutto da
te. Devi dimostrarmi che non sei più l’immaturo e
fastidioso
Potter degli anni passati. Quindi se fossi in te non mi illuderei
troppo presto. Qualcuno mi ha detto di darti
un'opportunità...
quindi alla fine...» Concluse Lily, mettendo ben in chiaro i
fatti.
«Sirius...»
Esclamò James. Sulle sue labbra balenò un sorriso
affettuoso e
soddisfatto. «Hey! Aspetta un momento! Cos’altro
stavi dicendo,
prima?» Aggiunse James, attento nel cercare di ricordare.
«Stavi
dicendo qualcosa su di me...»
«Chi
io?» Chiese Lily fingendosi sorpresa. «No, non
è vero. Sarebbe
meglio tornare alla festa.» Concluse staccandosi
dall’albero.
James
la guardò come se avesse appena detto di buttarsi per terra
e
rotolarsi nel fango. Ma alla fine vinse lei.
James
e Lily girarono attorno alla fontana e si incamminarono in direzione
della pista da ballo, solo che adesso James non stava trascinando
Lily con forza, ma la sospingeva con delicatezza, una mano poggiata
sulla sua schiena.
E
la sua mano, pensò Lily, non era calda e sudaticcia come
quella di
Mark, ma era fresca e delicata e le trasmetteva leggere scosse in
tutto il corpo.
~
La
prima persona che videro Lily e James fu Jenny.
Lily
vide la piccoletta venire verso di loro pestando i piedi, la testa
bassa e gli occhi puntati su James, come se non si fosse nemmeno
accorta di lei. A Lily ricordò un toro, molto più
piccolo, che
correva verso una bandiera rossa. La furia che aveva negli occhi era
molto simile a quella, perlomeno.
«James!»
Esclamò arrestandosi in fronte al ragazzo. Poi
notò Lily e il suo
sguardo si fece ancora più arrabbiato. «Che ci fai
con lei?!»
James aumentò la presa sul fianco della ragazza,
stringendola ancora
di più a se. Avevano deciso di poter passare la serata
assieme,
visto che li c’erano solo Sirius e Remus e che entrambi,
prima o
poi, sarebbero venuti a conoscenza della loro storia non-storia. Del
loro periodo di prova, insomma.
«Mi
dispiace, Jenny. Sono con lei ora.»
La
rossina sbuffò, proprio come un toro inferocito.
«Cosa vorresti
dire?! E’ come me che sei venuto al ballo!»
Improvvisamente Lily
si ricordò di come James aveva lasciato la ragazza. Lei
stava
aspettando che lui la baciasse! Lily non
riuscì a trattenersi
ed iniziò a sorridere, cercando di non ridacchiare finendo
quasi per
soffocarsi.
«Lo
so» disse James con pazienza. «Ma ora sono con lei.
Faresti meglio
a trovarti un altro accompagnatore.» La ragazza
spostò lo sguardo
su Lily, che cercò di apparire seria e impassibile, con
pochi
risultati. Per poco non scoppiava a riderle in faccia. La rossina la
guardò come se volesse darle fuoco.
Fu
allora che sopraggiunse Mark, ancora smarrito e alla ricerca di Lily.
Anzi no, di Cindy.
«Cindy!
Eccoti qui! Ti ho cercata dappertutto!» Esclamò il
ragazzo, rosso
in viso. Auch! Anche lui era stato abbandonato in un momento
delicato, pensò Lily tornando seria.
«Cindy?»
Chiese James guardando Lily con un espressione interrogativa che, la
ragazza dovette ammetterlo, iniziava ad amare.
«Hemm...
è una lunga storia.» Disse rivolta a James. Il
ragazzo comprese e
fu il suo turno di ridacchiare.
«Dov’eri
sparita, Cindy?» Chiese ancora Mark.
«Cindy?»
Esclamò Jenny. «Cindy?! Quella non si chiama
così! Quella...»
Lily
e James non rimasero per sentire l’epiteto associato al nome
della
rossa, ma di comune accordo si allontanarono, piantando in asso i due
ex-accompagnatori.
Quando
furono abbastanza lontani, i due scoppiarono a ridere.
«Ti
va di ballare, Cindy?»
«Sì,
credo di sì.» James la squadrò prima di
porgerle la mano in un
tipico gesto da galantuomo. «Uff. Con estremo piacere,
James.» Si
corresse lei, prendendo la mano che ora lui le porgeva.
Un
istante dopo ballavano nel centro della pista, la sua guancia
appoggiata nell’incavo del collo di lui, il mento di lui
appoggiato
sui capelli rossi di lei.
«Hey
Lily?» Sussurrò James, carezzandole i capelli
sulla schiena.
«Sì?»
«Ce
l’ho fatta, alla fine. A scioglierti, intendo. Ti
ricordi?»
Lily
sorrise, chiudendo gli occhi. «Sì. Bè,
complimenti James. Sei
promosso a supernova, ora che sei riuscito a sciogliere un ghiacciolo
come me.» Sussurrò Lily, ironica.
James
ridacchiò, perché James Potter, presto o tardi,
otteneva sempre
quello che voleva.
Forse,
pensò Lily, non erano così male assieme. Forse le
sarebbe piaciuto
stare con Potter, a meno che lui si fosse comportato bene a scuola.
Forse... aveva scoperto una lato di lui che non conosceva. O che non
pensava esistesse.
Forse
l’anno seguente sarebbe stato il più bello di
tutti i cinque che
aveva passato.
Forse...
forse...forse...
~
Non
molto distante, un Sirius molto brillo esultava per il successo di
Ramoso.
«Evvai!»
Esclamò Felpato osservando da lontano James che ballava con
Lily,
agitando un bicchierino di plastica. «Era ora! Sapevo che
prima o
poi sarebbe finita così.» Purtroppo il bicchiere
non era vuoto e il
suo contenuto cadde al suolo, schizzando un ragazzo in smoking che lo
fulminò con lo sguardo, imprecando. Ma Sirius non se ne
curò.
Remus
ridacchiò guardando Sirius, ma alla fine annuì
riassumendo
un’espressione seria. «Chissà mai che
lei riesca a raddrizzargli
la testa.»
«O
forse» ipotizzò Sirius. «Sarà
lui a portarla sulla via della
perdizione.» Il ragazzo sorrise tutte emozionato per James.
«Spero
ben di no!» Esclamò Remus, anche lui stava
fissando la neo
coppietta che ballava.
«Se
ne vedranno delle belle l’anno prossimo.» Disse
Sirius, annuendo e
barcollando nello stesso tempo.
«Credi
che sarà tutto così... semplice? Voglio dire,
dopo cinque anni,
pensi che ce li ritroveremo in giro mano nella mano a fare smancerie
da coppiette?» Chiese Remus, dubbioso.
Sirius
emise un verso di denego. «E’ di James che stiamo
parlando! Avrà
di sicuro in serbo qualcosa!»
Remus
fu d’accordo con lui. «Ad ogni modo,»
proseguì Felpato. «Sono
felice per lui. Ramoso se lo merita proprio, l’amore di
Lily.»
Lunastorta
ridacchiò, tirandogli una pacca sulla schiena e facendolo
barcollare
pericolosamente. «Quindi ti importa di qualcosa, eh, Sirius?
Non
sapevo avessi questo lato così...profondo!»
Remus rideva e
presto fu seguito da Sirius, non del tutto cosciente di quello che
stava succedendo, ma del conscio del fatto che James stava ballando
con la ragazza che aspettava da cinque anni.
A
proposito di ragazza...
«Hey!
Hey dove sono finite le nostre dame?» Chiese Sirius cercando
di
stare in equilibrio.
Remus
scosse la testa ridendo, incredulo. «Se ne sono andate quando
hai
vomitato sulle scarpe di Jess, non te lo ricordi?»
Lo
sguardo di Sirius si riaccese al ricordo. «Giusto!
l’avevo
scordato!»
«E
poi credo siano andate a cercare Jenny. Voglio dire, se non sbaglio
James l’ha appena scaricata.»
Sirius
annuì, barcollando. Remus dovete afferrarlo per un braccio
per
evitare che cadesse. «Domani avrai un bel mal di testa, lo
sai
vero?» Sirius grugnì qualcosa in risposta.
«E non ti ricorderai
che ho ballato!» Esclamò Remus soddisfatto, prima
di tornare a
guardare James e Lily.
-
Oh sì – pensò Remus. - Ne vedremo
davvero delle belle quest'anno!
-
Mentre
Remus trascinava via Sirius, James e Lily continuavano a ballare,
ignari delle altre persone che li circondavano, consapevoli solo di
loro, mentre vivevano quel loro ultimo giorno d’estate. Quel
loro
primo giorno assieme.
~
SPAZIO
AUTORE
Ok.
Ok. Ok... non so
quanto sia passato dall’ultimo aggiornamento, ma so che
è un po di
tempo... per questo chiedo scusa! In mia discolpa, posso dire che
è
per via della scuola... è iniziata solo da due settimane
nemmeno e
già non la sopporto più... -.-
Vabbè... passiamo alla
storia. Oddio, mi sono accorta di quanto fosse mieloso il capitolo
solo quando l’ho riletto!!!! Spero solo che non lo sia stato
troppo
e che non vi abbia fatto venire il diabete/il latte alle ginocchia...
me lo auguro davvero, ma in tal caso, chiedo umilmente venia!!!
Solo che non sono
riuscita a fermarmi... insomma, è stato il primo momento
romantico
tra i nostri beniamini! xD bé, ditemi che ne pensate, ad
ogni modo!
Come
ho detto l’altra
volta, questo è l’ultimo capitolo di questa
storia.... ma...
Se vi interessa, avrei
in mente una specie di seguito, ecco... quando ho messo il punto
all’ultimo capitolo ho realizzato che sarebbe stato
interessante
vedere come se la passano James, Lily e i Malandrini durante il sesto
anno, dopo quello che è successo...
Ecco quindi pensavo
che...magari...potrei fare un seguito!
In realtà pensavo di
creare una serie nella quale inserire tutte e due le storie! Due
perché gli avvenimenti del seguito non centrerebbero nulla
con il
titolo Summer Memories, quindi dovrei creare un’altra
storia...
Vi chiedo perciò di
farmi sapere cosa ne pensate dell’idea... se vi piace, se vi
interessa...
Aspetto con ansia la
vostra risposta e, se essa sarà un sì, credo che
il seguito si
chiamerà...
Winter
Again
Quindi
se vi capita di
trovare questa storia... sappiate che è il seguito di quella
appena
terminata! ;)
Detto
questo ringrazio
immensamente tutti quelli che hanno seguito e/o recensito la
storia... grazie davvero di cuore, leggere i vostri commenti mi ha
fatto davvero piacere!!!
Grazie
a chi ha recensito lo scorso capitolo: Lily_James,
piovra, Lally_97!!!
Grazie davvero!
Un
grazie particolare a Ericuzza:
so che sei presa con la scuola, ma ti ringrazio per aver seguito la
mia storia e di avermi allietata con i tuoi super-acrostici! Sei un
genio diabolico, davvero! ;)
Bene, ora la finisco,
giuro! Grazie davvero a tutti quanti e (si spera) alla prossima!!! ;)
With love,
Faith.
|
Ritorna all'indice
Questa storia č archiviata su: EFP /viewstory.php?sid=764073
|