Lettere da uno sconosciuto

di neptunia
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Capitolo I - La prima lettera ***
Capitolo 3: *** Malintesi e decisioni. ***
Capitolo 4: *** Confessioni ***
Capitolo 5: *** Riflessioni ***
Capitolo 6: *** Scontri e incontri ***
Capitolo 7: *** Punizioni e stratagemmi ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Oh no, non di nuovo!
Blaise fu svegliato da un rumore ormai divenuto familiare: anche quella notte, per l’ennesima notte, sbuffi nervosi, sospiri, imprecazioni mal celate e il continuo grattare di una piuma su una pergamena, facevano da sottofondo al suo meritato riposo.

Puntuale più di un orologio svizzero, alle due di notte iniziava quel siparietto che si protraeva quasi fino alle prime luci dell’alba finché Draco, perché era proprio lui a fare tutto quel rumore, non la smetteva e cadeva finalmente addormentato. Blaise non ce la faceva più. Quel continuo grattare della piuma era fastidioso quasi quanto il ronzio di una zanzara nelle orecchie, per non parlare dei sospiri e degli sbuffi che avevano preso una cadenza regolare: grattare della piuma, sospiro e poi sbuffo. Avevano un qualcosa di ritmico ma alle due di notte, nel pieno del sonno, era come avere Donatello con martello e scalpello in mano accanto al letto a lavorare!
 Inizialmente aveva pensato che Draco recuperasse i compiti non svolti ma poi, visto che studiavano sempre insieme, si era reso conto che non era così. Non era neanche la guerra o Voldemort perché Potter l’aveva sconfitto e allora cosa poteva essere?
Ormai era un mese che andava avanti quella storia, più precisamente dalla prima notte del rientro a Hogwarts.
Questa situazione doveva finire, ne andava della sua sanità mentale e della sua bellezza, non poteva alzarsi tutte le mattine con due occhiaie da paura, così in preda alla disperazione si era alzato dal suo letto caldo e si era diretto verso il baldacchino dell’amico con l’intento di strangolarlo con le proprie mani, ma quando era ad un passo dall’aprire le tende che circondavano Draco, aveva sentito un lieve singhiozzo e ogni suo proposito andò in fumo. Blaise, preoccupato, si era fatto più vicino, certo di udire un pianto disperato, sentì il grattare della piuma intensificarsi. Sbalordito da questa cosa si allontanò fino a mettersi a distanza di sicurezza, conosceva troppo bene Draco Malfoy da sapere che un’invasione di privacy lo avrebbe fatto imbestialire, e si preparò a parlare.
<< Drà? Ti senti bene? >>
Draco sobbalzò sul letto, aveva svegliato Blaise e ora erano fatti suoi, conosceva troppo bene l’amico da sapere che finché non gli avesse dato una risposta soddisfacente questi non avrebbe ceduto.
<< Mm? Oh si Blaise, non preoccuparti, ho solo un po’ di mal di stomaco. Sta già passando.  >> e nel frattempo si affrettò a nascondere le pergamene sotto il cuscino.
Oh si certo mal di stomaco… Ma a chi vuol darla a bere?
 In un solo colpo Blaise aveva aperto le tende del letto certo di beccarlo a fare qualcosa di strano invece lo aveva trovato rannicchiato in posizione fetale che si stringeva lo stomaco.
L’aveva fregato di nuovo.
<< Vuoi una pozione calmante? Oppure vuoi andare in infermeria? >>
<< No grazie, sta davvero passando. >>
<< Come vuoi. Se dovesse peggiorare chiama. >> detto ciò Blaise tornò nel proprio letto rimuginando sull’accaduto mentre Draco tirava un sospiro di sollievo e ringraziava silenziosamente Merlino per le sue doti da attore consumato.
 
In realtà Blaise aveva solo lasciato correre perché aveva visto dei fogli di carta spuntare da sotto il cuscino di quella serpe di Draco.
Stavolta è stato più veloce di me, ma non mi arrendo. Domani, in un modo o nell’altro verrò a capo di questa storia. Dovessi metterlo sotto Imperio, mi dirà quello che sta combinando e sopratutto, qualsiasi cosa sia, dovrà smetterla di farla di notte!
Che diamine!Ha ricominciato! Usasse almeno un incantesimo silenziante!
Alla fine il sonno lo colse e non sentì più nulla.
 
Il mattino seguente Draco, pur essendosi addormentato quasi all’alba, fu il primo a svegliarsi. Prese i fogli da sotto il cuscino e li chiuse nel suo comodino prima che Blasie potesse svegliarsi, poi con calma si diresse in bagno. Mentre era sotto la doccia, lo spettro di Blaise fece il suo ingresso.
<< Mmm buongiorno…>>
<< Buongiorno a te Blaise- affacciandosi dalla cabina- Salazar che faccia che hai! >>
<< Eviterei di parlare se fossi in te. >>
<< E perché scusa? >>
<< Draco finiscila, sai benissimo che è colpa tua se da un mese a questa parte non riesco a fare le mie otto ore di sonno. >> Il momento delle spiegazioni era arrivato.
<< Che centro io?>> Draco cercò di fingersi indifferente ma sapeva che Blaise era in cerca di spiegazioni che lui non gli avrebbe dato, almeno per il momento.
<< Finiscila di fare l’ingenuo. Ormai è un mese che di notte combini qualcosa tra le tende del tuo baldacchino e non cercare di negare! Tra sospiri, sbuffi, imprecazioni e grattare di piume mi sembra di stare tutte le notti nell’aula del vecchio Piton durante un compito in classe! Per non parlare del ritmo che hai preso! Potrei quasi ballarci se non fosse sempre notte fonda ed io di solito la notte se non scopo dormo! Ora, fammi la cortesia di dirmi cosa diamine ti succede! >> Blaise disse tutto di un fiato quello che pensava e mentre finiva, si rese conto di aver esagerato, perché Draco odiava essere messo con le spalle al muro e conoscendolo si sarebbe infuriato talmente tanto da non dirgli proprio niente.
<< Zabini chi cazzo ti credi di essere per dirmi quello che devo fare?- Draco era uscito come una furia dalla doccia- Non permetterti mai più di darmi ordini! Quello che faccio sono fatti miei! >>
Ecco appunto. Complimenti Blaise. Sei proprio sicuro che il Cappello Parlante non abbia sbagliato lo smistamento? Alla faccia dell’astuzia dei Serpeverde!
<< Ok non farci caso, ho esagerato ma sai non dormendo bene la notte sto iniziando a parlare a vanvera. >> e con quest’ultima frecciatina era entrato nella doccia mentre Draco a bocca aperta per quella resa incondizionata, tornava in camera.
<< Ah e vedi di coprirti! Nudo come un verme non incuti molta paura! >>
<< Zabini! >> il ringhio di Draco gli arrivava ovattato da dietro la porta, che grazie a un incantesimo sigillante, si era premunito di chiudere prima di dire quell’ultima frase.
 
Sotto la doccia Blaise iniziò a riflettere sul da farsi, aveva sbagliato ad aggredire Draco lo sapeva, ma quella serpe dell’amico gli aveva fatto perdere la pazienza ed era scoppiato. Avrebbe potuto riprovare a parlarci dopo l’allenamento di Quidditch ma se l’allenamento non fosse andato bene avrebbe trovato Draco più scontroso e incazzato del solito. No, doveva aggirare l’ostacolo Malfoy e andare dritto alla fonte: trovare le pergamene e leggerle. Non aveva altra scelta. Gli dispiaceva tradire l’amicizia fraterna di Draco ma non poteva andare avanti così ne andava della sua salute per non parlare della sua vita amorosa: quale ragazza gli si sarebbe concessa con due borse al posto degli occhi?
 
Dopo la colazione, Blaise tornò nella Sala Comune ad attendere il momento propizio per mettere in pratica il suo piano. Per ingannare il tempo prese un libro e iniziò a leggere mentre aspettava di veder passare Draco diretto all’allenamento di Quiddtch. Finalmente dopo più di mezz’ora, l’amico uscì dal dormitorio pronto per scendere al campo.
Ora o mai più!
Con tutta calma si alzò dalla poltrona e si diresse verso il dormitorio che condivideva con Draco, il suo piano era semplice: forzare il cassetto del comodino dell’amico e leggere quelle dannate pergamene che gli stavano rubando sonno e bellezza. E poi, ovviamente, ricattare Draco per farlo smettere di scribacchiare.
Serpeverde nell’anima! Ah! Il Cappello Parlante non si è sbagliato!
 
Non avrebbe mai pensato che un semplice e banalissimo Alohomora avrebbe aperto quel comodino, in fin dei conti erano dei Serpeverde ben consci del detto “fidarsi è bene non fidarsi è meglio”, ma Draco sembrava essersi fidato dei compagni di Casa non mettendo alcuna protezione particolare.
 
Aperto il cassetto e trovate le agognate pergamene, Blaise si era disteso sul letto iniziando a leggerne il contenuto: man mano che andava avanti nella lettura, la sua faccia assumeva espressioni che andavano dallo stupore al sarcasmo passando poi per il romantico, la tristezza e l’incazzato.
Era esterrefatto, no, sbalordito forse era la parola giusta, il suo amico, quello che aveva sempre considerato come un fratello e con cui scambiava qualsiasi confidenza, aveva un segreto. E che segreto: era attratto dalla Sangue Sporco per eccellenza!
Tutta la sua anima Serpeverde si era svegliata di colpo pronta a fare una strage, velatamente nascosta, ma prima doveva capire un paio di cose.  Per sicurezza prese la bacchetta dalla tasca e sussurrando Geminio duplicò le lettere, rimise a posto le originali, nascose le copie sotto il materasso e come se non fosse mai stato lì, tornò nella sala comune.
 
Il suo cervello lavorava febbrilmente alla vendetta: per prima cosa avrebbe studiato la situazione controllando le mosse di Draco, poi avrebbe seguito lei per capire cosa ci trovava il suo amico e infine le lettere! Oh sì, quelle lettere sarebbero arrivate a destinazione, proprio nelle manine candide della Grifondoro, così la sua vendetta si sarebbe compiuta. In fin dei conti il suo piano era semplice: sputtanare Draco, metterlo davanti al fatto compiuto e magari regalargli l’amore. Sì, era vendicativo ma era sinceramente affezionato al biondino quindi avrebbe fatto di tutto per vederlo felice ora che finalmente poteva esserlo. Doveva stare attento però: Hermione non doveva intuire chi fosse il mittente delle lettere. Prese le lettere, si armò di coraggio e pazienza e andò in biblioteca, dove le sistemò facendo un taglia e cuci.
 
Circa un paio d’ore dopo, rileggendo il suo lavoro, si complimentò con se stesso per l’ottimo risultato ottenuto.
Anche se doveva ammettere che le lettere erano state scritte benissimo, aveva solo dovuto eliminare il nome di Draco, scritto almeno un centinaio di volte, e mettere qualche virgola o qualche punto.
Soddisfatto, aveva risposto tutti i fogli nella sua borsa e si era diretto in Sala Grande pronto per la prima parte del piano.
 
Seduto al suo posto, aveva la visuale di tutto il tavolo dei Grifondono e soprattutto poteva vedere la Granger in faccia. Poco dopo Draco fece la sua comparsa ammutolendo come sempre tutta la Sala, Blaise lo osservò per capire cosa avrebbe fatto. Come immaginava, Draco fece scorrere lo sguardo lungo il tavolo rosso oro fino a fermarsi sulla Granger che non lo degnò nemmeno di uno sguardo, intenta a parlare con il suo vicino. Blaise vide lo sguardo dell’amico prendere vita alla vista di Hermione e spegnersi immediatamente quando lei non lo guardò. Non credeva ai suoi occhi, la situazione era andata ben oltre l’attrazione fisica, quello sguardo non gridava sesso ma amore. Anche con un esame poco approfondito, che non era da lui, era riuscito a distinguere chiaramente quel sentimento negli occhi dell’amico.
Bene, Draco voleva la Granger? E la Granger avrebbe avuto!
 
Mentre formulava quel pensiero, Draco si sedette accanto a lui con il suo solito sguardo impassibile lasciandosi sfuggire un lieve lamento che attirò la sua attenzione.
<< Draco che succede? Draco? >> ma quest’ultimo era totalmente assente mentre stringeva tra le mani un bicchiere di succo di zucca. Così gli assestò una poderosa gomitata nelle costole facendolo tornare sulla terra.
<< Cazzo Blaise!  Che hai oggi?>>
<< Io? Guarda che quello assente con lo sguardo perso nel vuoto o meglio di là della sala- e indicò con un cenno del capo la tavolata dei Grifondoro - sei tu, non io! >>.
<< Blaise ti sei bevuto il cervello per pranzo? Di grazia, dimmi il perché dovrei guardare il tavolo di quegli. Quegli... insomma di quelli! >> aveva risposto, accompagnando la frase con una faccia disgustata.
<< Ah questo, amico mio, dovresti dirlo tu a me, in fin dei conti sei tu che li fissi … >> e con un sorrisino enigmatico si alzò per andare via.
 
La situazione era più critica di quanto pensasse, doveva agire e subito. Così per il resto della giornata Blaise seguì il suo amico come un’ombra finché entrarono in biblioteca dove, guarda caso, c’era anche il sogno proibito di Malfoy.
Finalmente poteva vedere se anche lei aveva un qualsiasi tipo d’interesse verso quella serpe del suo amico, fosse anche solo l’intenzione di maledirlo, cruciarlo o qualsiasi cosa!
 
Blaise si era seduto di proposito al tavolo di fronte a lei ignorando il sopracciglio inarcato di Draco che gli stava comunicando silenziosamente di alzarsi e di trovare un altro tavolo, quando Hermione alzò lo sguardo dal libro e lo salutò con un sorriso. Draco seguì tutta la scena stupito e si girò verso di lui fulminandolo con lo sguardo. Blaise ne era compiaciuto: quello sguardo assassino la diceva lunga sui suoi sentimenti e in quel momento erano gelosia e invidia allo stato puro!  
 
Studiavano da un po’, Draco totalmente immerso nella lettura di un tomo di Incantesimi ignorava completamente la ragazza seduta di fronte a lui; Blaise faceva lavorare senza sosta il suo cervellino cercando un pretesto per attirare l’attenzione di Hermione, quando quest’ultima improvvisamente lo chiamò.
<< Zabini scusa se ti disturbo, mi servirebbe il libro di Trasfigurazione che stai leggendo >>, questa era un’occasione da prendere al volo, poteva far parlare o meglio cercare di far parlare quei due!
<< Certo Granger ma visto che ci siamo facciamo uno scambio equo … ti do il libro se mi dai alcune delucidazioni su questo incantesimo – indicò un passaggio del testo- se ti sta bene siediti >>. Draco, che aveva seguito tutto di sottecchi, alla parola “siediti” alzò la testa di scatto, pronto per dire qualsiasi cosa, ma era rimasto a bocca aperta nel vedere Hermione sedersi accanto a Blaise e iniziare a spiegargli il passaggio richiesto.
 
Mentre quei due continuavano a parlare Draco, si era perso ascoltando la voce della ragazza.
 
Per essere la voce della Mezzosangue non è male, è dolce, musicale, sembra una carezza.
Merlino ma che diavolo vado pensando? E’ la Granger, l’amica dello Sfregiato.
Ha una bella voce!
Basta Draco riprenditi è una voce come un’altra, né più né meno!
 
Così, sforzando il cervello, tornò a concentrarsi sul compito di Incantesimi mentre il suo amico e la Mezzosangue continuavano a discutere sulla trasfigurazione di un certo animale.
 
Blaise da buona Serpe continuava a parlare dell’incantesimo ma allo stesso tempo osservava tutti gli atteggiamenti di Hermione pronto a cogliere qualsiasi segnale che lo avesse ricondotto a Draco. Fu così che, dopo quasi mezzora di nozioni e appunti, vide lo sguardo di Hermione posarsi sul suo amico. Stranamente non era il solito sguardo truce, sembrava incuriosito e perplesso. Beh era anche normale, in tutto quel tempo nessuna offesa era uscita dalla bocca dell’amico quindi Hermione era un tantino scioccata dalla situazione ed effettivamente lo era anche Blaise. Almeno una cosa era certa: se Blaise aveva ancora dei dubbi su quello che provava il biondino per la Grifondoro, la totale mancanza d’insulti li aveva cancellati. Draco provava qualcosa di forte per Hermione, ora il problema più grande era capire cosa lei pensasse di lui.
Con questo scopo Blaise aveva seguito lo sguardo di Hermione e le aveva sorriso.
<< Non preoccuparti è Malfoy >> disse sussurrando per non farsi sentire dal soggetto della discussione.
<< Sei sicuro? Non è che qualcuno l’ha accidentalmente maledetto? >> rispose Hermione sempre sussurrando e sghignazzando.   
<< Da quando Hermione Granger è sarcastica? No, tranquilla credo solo stia maturando… >>
<< Eh? >> ma Blaise aveva sorriso con sguardo di chi la sa lunga, e preferisce tacere.
<< Ad ogni modo capirai col tempo >>
<< Zabini che vuoi dire? Da come parli, sembra che da oggi dovrò aspettarmi degli attacchi frontali invece che alle spalle come sempre! >>.
<< Oh no, no. Niente del genere! Credo solo che ci saranno meno insulti. Anche se ogni tanto sta certa che arriveranno, ma ricorda che non saranno voluti… >>.
<< Merlino, sei un enigma vivente! Comunque Malfoy ultimamente è strano. - Blaise l’aveva guardata interrogativamente- si me ne sono accorta: sai, combattendo in guerra si deve stare attenti a tutto e non ho ancora perso l’abitudine. Forse hai ragione, sta cambiando e spero in meglio: ormai la guerra è finita e lui dovrebbe prendere esempio da te e dal resto della scuola. Rivalità e i pregiudizi portato solo dolore e morte, è ora che impariamo a superarli! >>.
<< Wow Granger, dovresti fare magisprudenza!Un’arringa perfetta. Scherzi a parte qualcosa sta cambiando anche in lui ma non credo riuscirà a fare il primo passo, quindi metti in pratica ciò che mi hai appena detto e dagli una possibilità. >>.
<< E cosa dovrei fare?Non posso andare da lui e parlargli come se nulla fosse … Ci siamo odiati per sei anni! >>.
<< Niente di più semplice!So che l’ultima pozione di Lumacorno ti ha dato qualche problema, quindi perché non approfittare di quest’occasione e iniziare a parlargli?Dai ci sono anch’io non dovrebbero esserci problemi! >>.
Hermione lo guardò dubbiosa. Non era sicura e tanto meno entusiasta di iniziare una conversazione con l’unica persona in tutta scuola che l’aveva offesa e denigrata per ben sei anni. In ogni caso, non poteva rimangiarsi il discorso fatto a Blaise, così fece appello a tutto il famoso coraggio Grifondoro e valutando i pro e i contro della situazione decise che voleva provarci. In fin dei conti tutti meritavano una possibilità e Draco quando erano stati catturati e portati a Malfoy Manor aveva cercato di proteggerli dicendo di non riconoscerli. Così annuì, pronta a una nuova sfida.
 
Blaise aveva attirato l’attenzione dell’amico che fortunatamente era ancora perso nei suoi pensieri e non aveva sentito niente, convinto che stessero ancora parlando di trasfigurazione.
<< Senti, Hermione ed io avremmo bisogno di un tuo piccolo aiuto in pozioni e prima che tu possa rifiutare: ricorda cosa ci siamo detti all’inizio dell’anno! Quindi, potresti spiegarci l’ultima pozione che abbiamo studiato? >> detto questo, Blaise sorrise ma solo con le labbra: gli occhi erano rimasti freddi e seri, come monito a non contraddirlo.
 
Draco rimase letteralmente senza parole ma si riprese subito ricambiando, anzi raddoppiando lo sguardo glaciale che gli aveva lanciato l’amico.
 Effettivamente Blaise aveva ragione. All’inizio dell’anno avevano parlato e avevano concluso che era un loro dovere cercare di recuperare tutto il male fatto negli anni passati: magari non sarebbero diventati amici del Magico Trio ma sarebbe stato giusto appianare le divergenze fino a comportarsi in modo civile. E c’era da dire che con Potter stranamente ci stava riuscendo, quindi era giusto provare anche conlei.
<< Mmhff … Che cosa non avreste capito del Veritaserum? >> chiese stampandosi un ghigno di derisione alla Malfoy in faccia.
 
Va bene essere civili ma sono sempre un Malfoy.
Certo come no … hai messo la maschera solo perché sei un Malfoy …
Non centra niente il fatto che finalmente parlerai conlei senza insultarla vero?
No, sono un Malfoy ed è giusto ricordarlo! Lei non centra assolutamente!
 
<< Per quel che mi riguarda tutto! >> rispose Blaise e c’era da aspettarselo, per tutta la lezione aveva amoreggiato schifosamente con Pansy senza prestare minimamente attenzione. Quello che lasciava perplesso Draco era il fatto Hermione avesse bisogno di aiuto poiché era brava quasi quanto lui.
<< E tu Granger? >> Hermione lo guardò di sottecchi, per poi arrossire leggermente.
<< I … io credo … credo avere dei problemi con la parte finale >> sorrise intimidita.
Così Draco si mise a spiegare dall’inizio tutta la pozione per poi arrivare alla parte finale e spiegarne con cura tutti i passaggi.
 
In realtà, Blaise la lezione la sapeva già… ma aveva bisogno di vedere quei due interagire per cercare di capire se ci fosse una qualsiasi alchimia. Per questo aveva detto di spiegare dall’inizio. E ora guardando come Draco stava spiegando con particolare dovizia i vari passaggi finali della pozione e Hermione che lo ascoltava rapita, aveva finalmente trovato ciò che cercava: tra quei due c’era qualcosa di forte!Bisognava solo tirarlo fuori, e chi meglio di Blaise poteva farlo? Sì, aveva deciso. Il giorno seguente la Grifondoro avrebbe ricevuto la sua prima lettera d’amore da uno sconosciuto!
 
 




ANGOLINO:
Eccomi qui, questa volta con una long. Se vi va ditemi che ne pensate!
 
  

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Capitolo 2
*** Capitolo I - La prima lettera ***


 
 

Dopo aver finito di studiare con Hermione, Blaise e Draco tornarono nella Sala Comune. Appena varcata la soglia, quest’ultimo aveva preso Blaise per il colletto sbattendolo contro il muro.
 

<< Cosa cazzo volevi fare? Tra tanti tavoli liberi perché hai scelto quello di fronte alla Zannuta ma soprattutto perché chiedergli aiuto quando sai benissimo che potevo dartelo io? >> Draco era furibondo ma Blaise sapeva come prenderlo.
 

<< Da quando t’importa dove ci sediamo in Biblioteca? E poi parliamo della So-tutto-io che eccelle in Trasfigurazione, chi meglio di lei poteva aiutarmi? >> alla sua risposta Draco spalancò leggermente gli occhi lasciandolo andare e Blaise ghignò soddisfatto.
 

<<  Sì, voglio rimediare agli errori del passato ma sono sempre una fottuta Serpe che sa ancora usare gli altri e sì, ho usato anche te con pozioni. >>.
 

<< Grazie al tuo comportamento ho dovuto aiutare la Granger! >>.
 

<< E allora? Non avevamo detto che volevamo cambiare? Facendo così ho sfruttato la Granger ma le ho anche dimostrato che non siamo dei mostri. Perché ti scaldi tanto? >>
 

<< Io non mi scaldo!Mi da fastidio il fatto che ho dovuto passare tutto il pomeriggio con lei! >>.
 

Draco non avrebbe mai ammesso di aver passato un piacevole pomeriggio, né che Hermione era veramente una ragazza intelligente e preparata, che sapeva porre domande al momento giusto e che era un’ottima ascoltatrice.
 

Blaise seppe che quello era il momento per dare il primo colpo alla sicurezza dell’amico quindi ne approfittò.
 

<< Davvero? A me non è sembrato! >>
 

<< Che vai blaterando? >>
<< Solo quello che ho visto!E prima che tu me lo chieda: ho visto come ti è piaciuto parlare con lei, rispondere alle sue domande… eri completamente rapito dalla conversazione tanto da dimenticare la mia presenza!Quindi ora vuota il sacco e dimmi cosa c’è sotto! >>.
Draco, che fino a quel momento era comodamente seduto su una poltrona, si alzò di scatto come una serpe pronta ad attaccare.
<< Non dire stronzate! Sai benissimo che la Granger è una palla al piede! Ho solo fatto il mio dovere. >>
<< E per fare il tuo dovere mi hai totalmente ignorato? >> rispose sarcastico Blaise.
<< Tu sei pazzo!La pozione l’ho spiegata a entrambi!Non ti ho ignorato!E ora smettila di rompermi l’anima! >> esasperato, fece per uscire ma Blaise lo fermò.
<< Va bene, se non vuoi parlarne, non ti forzerò. Tuttavia voglio darti un consiglio: continua a parlarle, si è accorta del tuo cambiamento. Magari ne esce qualcosa di buono. >> detto questo Blaise, l’aveva superato ed era uscito.
 
Draco era rimasto scioccato dalle parole di Blaise, era diventato un libro aperto? Oppure la sua maschera stava iniziando cedere? Blaise era un ottimo osservatore, lo sapeva, ma ripensando alle ore precedenti non gli sembrò di essere stato così avventato da smascherarsi. Vero era che quando Hermione gli aveva sorriso era rimasto così piacevolmente sorpreso da abbassare le sue difese e, anche se in minima parte, aveva mostrato il vero se stesso. Era letteralmente fottuto!Blaise lo conosceva come le sue tasche quindi non ci aveva messo tanto a capire il suo segreto.
 
Cazzo. Cazzo. Cazzo! Lo sa!
Non ci sono problemi, negherai fino alla fine.
Già, tanto lei non lo saprà mai…
 

Tormentato dai suoi stessi pensieri, era andato a letto senza cena. Poco dopo però si alzò, prese piuma e pergamena e chino sulla scrivania, come se portasse tutto il peso del mondo sulla schiena, scrisse l’ennesima lettera.
 
 
***
 
Hermione quella mattina era pensierosa, il giorno prima aveva studiato per gran parte del pomeriggio con Blaise Zabini e niente popo di meno che Draco Malfoy. Se studiare con Zabini, era un bel diversivo che ultimamente le capitava spesso, la stessa cosa non si poteva dire di Malfoy. Da quando era finita la guerra non avevano parlato granché, continuavano a offendersi ma le sembrava fosse più un’abitudine che una reale voglia di ferirsi reciprocamente, per il resto s’ignoravano. Invece il pomeriggio precedente avevano studiato allo stesso tavolo senza offese ma soprattutto Malfoy le aveva mostrato quel complicato movimento di polso per rimestare il Veritaserum svelandole il trucco per far riuscire la pozione perfetta. Senza contare che ascoltare la sua spiegazione era stato piacevole. Malfoy era portato per Pozioni, illustrava tutto con chiarezza e la passione che metteva nelle spiegazioni risuonava in ogni parola o gesto.
Blaise aveva capito i suoi dubbi e aveva cercato di tranquillizzarla confidandole che Malfoy stava maturando. Effettivamente aveva notato diversi cambiamenti in lui: non se la prendeva più con i primini, non faceva più scherzi di pessimo gusto ma soprattutto non la chiamava più Sangue Sporco o Mezzosangue. Forse aveva fatto davvero bene a dargli un’altra possibilità.
 
Ancora persa nelle sue riflessioni entrò in Sala Grande. Mentre faceva colazione, parlando del più e del meno con Harry, erano arrivati i gufi con la posta. Come sempre, il solito gufo gli portò il giornale che lei si mise subito a sfogliare ben sapendo di non ricevere altra posta, quando si sentì beccare un dito. Alzato lo sguardo si trovò davanti ad un allocco che con fare imperioso gli porgeva la zampa.
<< Chi ti scrive Herm?  >> Harry sapeva che i genitori di Hermione scrivevano una volta la settimana e non era quello il giorno.
<< Non lo so, non conosco quest’animale, forse è del Ministero o della scuola >>.
Così aveva srotolato la pergamena e si era messa a leggere. Poco dopo, rossa come un peperone, aveva chiuso la lettera e borbottando qualcosa era andata via.
Blaise, che dall’altro lato della Sala aveva seguito tutta la scena, gongolò: era la reazione che si era aspettato. Conoscendola, sapeva che avrebbe riletto la lettera con calma, quando sarebbe stata sola, per cercare di capire chi fosse il mittente ma non lo avrebbe scoperto: Blaise aveva preparato tutto con cura, incantando la pergamena affinché nessuno potesse risalire al mittente.
 
La giornata era stata lunga e stranamente pesante per Hermione. Mai come quel giorno era stata assente alle spiegazioni, il suo braccio non scattò in aria neanche una volta e, a qualsiasi domanda, rispondeva assente. Il suo pensiero era costantemente rivolto alla pergamena gelosamente custodita nella sua borsa.
Finalmente l’ultima lezione terminò e il fiume di studenti si riversò nei lunghi corridoi, l’unica a non unirsi alla massa fu proprio Hermione che prese la direzione opposta a quel fiume umano. Aveva bisogno di stare sola a pensare, a riflettere su quella lettera; così raggiunse il piccolo giardino nascosto dietro le serre che ultimamente era diventato il suo rifugio e sedutasi su un tronco reciso tirò fuori dalla borsa la pergamena, la srotolò e iniziò a leggerla.
 
E’ ancora buio fuori. Sono solo le quattro.
So già che non riuscirò a riprendere il sonno interrotto, ecco perché ho preso tra le mani questa pergamena.
Sono caduto proprio in basso se ho deciso di seguire il consiglio di una donna; mi sembra di sentire ancora la voce di mia madre che m’invita a prendere piuma e pergamena e di scrivere nero su bianco tutti quello che sento e che poi mi sentirò meglio. Già, ma meglio come? Questo non riesco proprio a capirlo però, in fin dei conti, è un consiglio materno quindi proverò a seguirlo.
La verità è che mi sono svegliato per un sogno.
Ho sognato proprio te, Hermione. A voler essere completamente sincero non è neanche la prima volta, è tutta l’estate che il tuo viso mi perseguita, soprattutto i tuoi occhi. Continuo a vederli brillare di gioia, di serenità ma quando si voltano verso di me la luce che li illumina cambia, trasformandosi in un braciere ardente di orgoglio, di disappunto che all’improvviso si spegne, lasciando solo una fredda indifferenza a guardarmi.
Forse stanotte ho raggiunto il limite, forse questa crisi è dovuta all’averti rivista. Sull’Espresso ho resistito quanto ho potuto, volevo vederti e non volevo, ho ingaggiato una lotta contro me stesso per non venire a cercarti ma ho perso miseramente. La voglia di vederti ha abbattuto ogni timore e sono venuto a cercarti. Non te ne sei neanche accorta. Come avresti potuto? Anche nella realtà mi guardi con indifferenza.
Eri con i tuoi amici di sempre, ridevi, scherzavi. Posso essere sincero? Mi sarebbe piaciuto ridere con te.
Ti chiederai il motivo di questa lettera. Francamente non lo so nemmeno io, doveva essere una specie di diario per buttare giù i miei pensieri ma si è trasformato in una lettera. Sai che ti dico? Meglio così. Preferisco avere un interlocutore a cui rivolgermi piuttosto che buttare giù parole senza senso. In più parlare con te mi viene facile. Oddio ma che sto dicendo? Non posso parlare con te, non dovresti neanche esistere per me figuriamoci parlarti… Hermione ti rendi conto di quello che mi stai facendo?
Basta, sai che c’è?Non me ne frega niente se penso a te mentre scrivo. Non faccio niente di male perché in fin dei conti sei tu la causa dei miei pensieri, di queste notti insonni con il tuo viso davanti. O forse riesco a “parlare” con te perché non ti conosco. E non dire che in realtà ci conosciamo da sette anni perché in realtà noi non ci conosciamo per niente. Cosa so di te? Solo che sei intelligente, orgogliosa, saccente, altruista ma cos’altro so? Niente. Non so i tuoi gusti, cosa ti piace mangiare, ti piace il succo di zucca? Qual è il tuo colore preferito, quale tra la moltitudine di libri che hai letto ami particolarmente? Cosa ti fa ridere, piangere o sorridere Hermione? Cosa ami, cosa odi?
Io non lo so.
Queste sono le cose che realmente contano per dire di conoscere una persona, non la superficiale conoscenza scolastica.
Mi piacerebbe poterti conoscere davvero, poter ridere con te, discutere e persino litigare.
E’ proprio questo che non mi fa dormire: il volerti conoscere quando non dovrei.
Andiamo!Io che vorrei conoscerti… ma come mi è venuto in mente?
Lo so sembro pazzo, chissà magari lo sono davvero, prima dico una cosa poi un’altra. La realtà è che sto buttando all’aria anni di tradizioni familiari inculcate nel profondo del mio cervello, e tutto per te.
Okay, è vero, non ho mai creduto fermamente nelle tradizioni della mia famiglia ma comprendimi, questa mia voglia di conoscerti mi getta nel panico più totale.
Oddio, forse ho davvero bisogno di un buon Guaritore!
Sto impazzendo? Mi sembra di sentire la tua voce che conferma la mia pazzia ma soprattutto sento la tua voce che mi chiede cosa voglio da te.
 Già cosa voglio?
Essere tuo amico e poter vedere i tuoi occhi brillare di gioia anche con me.
 Ecco, l’ho ammesso.
Al diavolo la mia famiglia, le tradizioni e le attese degli altri! Voglio vivere come voglio, senza costrizioni.
 
Aveva ragione mia madre: piuma e pergamena aiutano davvero. Mi sento meglio e finalmente c’è chiarezza nella mia mente e nel mio cuore.
Grazie Hermione per avermi ascoltato, anche se non lo saprai mai.”.

 
Hermione aveva letto e riletto quella lettera cercando di capire qualcosa ma a ogni lettura la sua mente andava ancora più in confusione. Era tutto uno scherzo? Chi era quel ragazzo? Cosa voleva realmente? Più si concentrava più domande si affollavano nella sua mente. Non riusciva a trovare una soluzione. Poi, improvvisamente, si ricordò di essere una strega, anzi la strega più brillante della scuola e presa la bacchetta pronunciò Revelio ma la pergamena non fece neanche una piega: era stata incantata per non rivelare il mittente.
Furiosa, Hermione accartocciò il foglio e lo rimise nella borsa.
 
Ah non finisce qui!
Troverò il modo per scoprire l’autore di questo scherzo!
O non mi chiamo più Hermione Jane Granger!

 
La verità era che non sapeva cosa aspettarsi. Quella lettera l’aveva incuriosita, era pur sempre una ragazza! E come ogni ragazza, era stata lusingata dalle parole di quel misterioso ragazzo. Anche se c’era qualcosa di strano in quelle parole: lui era combattuto, voleva conoscerla ma in realtà non avrebbe potuto. Che fosse un Purosangue? Sicuramente, ma di tutti i Purosangue gli unici nella scuola che tenevano a quella regola erano i Serperverde.
Oddio no, Serpeverde no!
Risoluta, si alzò per andare in biblioteca a cercare un qualsiasi incantesimo di rivelazione magari più potente di quello già usato.
 
                                                               
Normalmente, dopo le lezioni, Blaise andava in biblioteca a studiare, era un passatempo proficuo visto le ragazze che riusciva sempre a incontrare e ad ammaliare. Quel giorno però aveva altri piani, o meglio uno solo: spiare la Granger. Con disinvoltura aveva evitato lo sciame di studenti che fuoriuscivano dalle aule e aveva seguito, senza farsi vedere, la ragazza.
L’aveva vista frugare nella borsa fino a tirare fuori quella famosa pergamena e leggerla, aveva osservato ogni espressione del viso per cercare di capire se e quanto le parole scritte da Draco l’avessero colpita e con sua meraviglia l’aveva vista arrossire furiosamente e sorridere per poi incupirsi fino a prendere la bacchetta e con essa toccare il foglio. Stava quasi per gridarle di fermarsi ma fortunatamente aveva sentito l’incantesimo che aveva usato e un ghigno saputo era comparso sul viso del moro.
No, no, no Granger. Non capirai chi ti ha scritto…
Almeno fino a quando non sarò io a deciderlo.

Sempre ghignando, Blaise era tornato sui suoi passi, dirigendosi in biblioteca con la speranza di trovare Draco e se era fortunato anche qualche bella Corvonero.
 
 
 





ANGOLINO:
Eccomi qui con un nuovo capitolo. La prima lettera è arrivata a destinazione e ha già creato scompiglio. Vedremo cosa combinerà Blaise per portare avanti il suo piano.
Piccola noticina: l’aggiornamento della storia sarà settimanale e di sabato.
Ora un grazie di cuore a tutte le persone che hanno messo questa storia tra le seguite, le preferite e le ricordate! Ah se vi va ditemi che ne pensate. A presto Nep.

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Capitolo 3
*** Malintesi e decisioni. ***


Hermione camminava velocemente verso la biblioteca, quando all’improvviso un volto familiare le tornò alla mente. Occhi grigi, capelli biondo platino e un ghigno sarcastico sulle labbra: Draco Malfoy. Senza un perché ricominciò a pensare al giorno prima e alle ore passate con lui e Zabini in biblioteca. Era stato un pomeriggio strano e, a essere completamente sincera, quasi piacevole. Ancora non poteva credere che l’altezzoso Draco Malfoy le avesse rivolto la parola senza insultarla e soprattutto era stato cortese. Ripensò alle parole di Blaise e si sorprese ad annuire: era vero, qualcosa nell’atteggiamento di quello spocchioso era cambiato, sembrava non cercasse più la rissa, evitava qualsiasi offesa, persino con Harry aveva instaurato una tregua, fatta di cortesia glaciale certo, ma pur sempre una tregua. Magari la guerra lo aveva davvero cambiato e maturato, chissà.  Queste novità però, non cambiavano il passato: il serpeverde era stato perfido, arrogante, subdolo e viziato per sei lunghi anni e difficilmente il passato si dimentica. Hermione sapeva bene di aver promesso a Blaise che avrebbe dato un’opportunità a Malfoy e avrebbe mantenuto la parola ma stando ben in guardia. Con questi pensieri per la testa, non si rese conto di essersi fermata lungo il corridoio.

Accidenti a te Malfoy!
Mi hai talmente sbalordito che dimentico le cose importanti!
Devo scoprire il mittente della lettera!
E iniziò a correre verso la biblioteca.
 
 
Draco aveva cercato Blaise per tutta la scuola senza trovarlo così, stanco, si diresse in biblioteca, certo che alla fine l’amico si sarebbe fatto vedere da quelle parti.
Si era seduto allo stesso posto del giorno prima; aveva notato che il tavolo dove di solito sedeva Hermione era stranamente libero e, in cuor suo, sperava di ripetere l’esperienza del giorno prima qual ora arrivasse.
Ancora non credeva che solo ventiquattrore prima avesse tranquillamente dialogato con lei. Certo, avevano discusso di pozioni ma si erano pur sempre parlati e senza insultarsi. Era stata una bella sensazione poterla guardare senza paura di essere scoperto.
Mentre faceva queste considerazioni, non si accorse che il soggetto dei suoi pensieri era entrato come un tornado e si era diretto immediatamente nella Sezione Proibita. Solo quando sentì un forte tonfo seguito da un sospiro pesante provenire dal tavolo di fronte al suo alzò gli occhi rimanendo abbagliato: Hermione, rossa in viso e con un leggero affanno, gli sorrideva timidamente per scusarsi.
E’ arrivata…
E ora cosa faccio? Cosa le dico?
 
Draco, vedendola, era andato quasi in panico ma al solito, l’istinto dei Malfoy l’aveva salvato rispondendo con un neutrale cenno del capo al sorriso che lei gli aveva rivolto.
Bravo.
Semplice e soprattutto non compromettente.
Soddisfatto di se Draco tornò al suo tema di Rune Antiche senza però smettere di lanciare sguardi verso la ragazza e contemplando, di tanto in tanto, il cipiglio concentrato dipinto sul suo volto.
 
Dopo un’ora di silenzio assoluto, interrotto solo dal fruscio delle pagine girate e dal grattare delle piume, Hermione sbuffò sonoramente. Nei tomi che aveva preso per consultarli non c’era nessun incantesimo che potesse aiutarla nella sua ricerca. Irritata con i suoi fidati libri, che per la prima volta l’avevano tradita, si era alzata di scatto dalla sedia pronta per un’altra incursione nel Reparto Proibito.
Draco, che aveva seguito tutta la scena e stava cercando una scusa per poterle parlare, ne approfittò subito.
<< Granger, ti ha morso una tarantola? >>
Hermione, che non si aspettava di essere apostrofata da lui, rimase bloccata sul posto.
Malfoy le aveva rivolto la parola o meglio l’aveva presa in giro senza la sua solita perfidia ma con un velo d’ironia.
Merlino sta per finire il mondo.
Malfoy che mi tratta normalmente è il primo segno di catastrofi in arrivo.
<< Scusami, non volevo disturbarti. >> gli rispose,
<< Nessun disturbo, in realtà ho notato la tua agitazione; ancora problemi con il Veritaserum? >> Draco non le aveva dato modo di scappare, era riuscito ad attaccare bottone e ora voleva sfruttare l’occasione.
<< No, quello ormai l’ho capito… è che… ma no, niente.  >> le sarebbe piaciuto poter chiedere consiglio a lui, in fin dei conti era un ottimo mago con conoscenze maggiori delle sue anche sulle arti oscure ma non aveva tutta quella confidenza.
<< E’ che? >>
<< No, niente davvero. >>
<< Granger andiamo, non dirmi che hai paura a parlare con me! Come ti ho già dimostrato non mordo! >> aveva sorriso o meglio aveva ghignato.
<< Malfoy anche se tu mordessi saprei difendermi benissimo, e … >>.
<< Oh lo so bene, cara la nostra eroina! Godric sarebbe fiero i te! >> Draco l’aveva interrotta con foga per sbattergli in faccia o meglio per sbattersi in faccia la realtà della cosa: lei era troppo in alto per lui. E per tornare con i piedi per terra aveva, volontariamente, tirato fuori quella cattiveria gratuita.
<< E dicevo, prima che tu m’interrompessi con i tuoi modi sopraffini, sto cercando un incantesimo di rivelazione che non sia il Revelio. >> detto questo, si era girata per andare quando si fermò di colpo.
<< Ah Malfoy… >>
<< Si? >>
<< Sei uno stronzo. >> e con un sorrisino si era diretta verso il reparto proibito.
Draco era rimasto a bocca aperta per lo stupore. L’aveva offeso, no, punzecchiato, senza cattiveria ma con una sorta d’ironia di sottofondo. Hermione con quel sorrisetto finale l’aveva trattato proprio come faceva con Potter e Weasley.
Mi ha trattato come un amico…
 No, ti ha zittito con sarcasmo.
Anche se fosse, mi ha tenuto testa, è una continua sorpresa.
Uscendo dalla trance in cui era caduto, Draco, si rese conto di sorridere come un ebete al corridoio dove Hermione era sparita. Quella ragazza continuava a sorprenderlo, un giorno era timida e riservata, il giorno dopo fiera e astuta; non sapeva mai cosa aspettarsi e gli piaceva. Grazie alla tregua che avevano instaurato, poteva vedere nuove sfaccettature del suo carattere che altrimenti non avrebbe mai conosciuto. Senza rendersene conto, ringraziò mentalmente Blaise per aver inscenato il siparietto del giorno prima e avergli permesso di instaurare un dialogo.
Gratificato da quello scambio di battute, Draco, tornò a dedicarsi al suo tema, o almeno tentò di farlo.
 
Intanto, nel Reparto Proibito, Hermione cercava di sbollire la rabbia.
 Malfoy l’aveva trattata come sempre.
Altro che cambiato!
Quello stupido furetto non sa cosa significhi cambiare!
Più ci pensava, più diventava furiosa. Quella serpe sarebbe rimasta sempre la stessa, era lei la stupida che aveva sperato in un cambiamento. Mentre ragionava sull’accaduto, all’improvviso, le parole di Zabini le tornarono in mente “ le offese ci saranno ma non saranno volute …” e di colpo tutto lo scambio di battute assunse una nuova prospettiva. Hermione si rese conto di non aver reagito come sempre: non erano volati insulti, non avevano alzato la voce né maledetti, avevano tenuto un tono basso e lei con quel sorrisino finale lo aveva trattato proprio come faceva con Harry o Ron.
Merlino! L’ho trattato come un amico…
E ora che faccio? Quell’antipatico se ne sarà accorto.
Furiosa con se stessa, aveva ripreso a spulciare i titoli dei libri nella vana speranza di trovare quello che facesse al caso suo.
 
 
Blaise intanto, dopo aver fatto sospirare diverse decine di ragazze, decise di recarsi in biblioteca. Nella migliore delle ipotesi avrebbe trovato Draco e Hermione che studiavano allo stesso tavolo, nella peggiore li avrebbe trovati a urlarsi contro, dopo essere stati cacciati da Madama Pince, magari con la bacchetta sguainata pronti a lanciarsi ogni tipo di sortilegio o peggio la Granger avrebbe rispolverato il suo famoso gancio destro.
Per le sottane di Morgana! Come ho fatto a non pensarci?
Quei due finiranno male, o meglio Draco finirà male!
E iniziò a correre.
 
Arrivò trafelato davanti la porta della biblioteca e, dopo essersi ricomposto, entrò. La scena che gli si parò davanti lo lasciò interdetto: Draco sorrideva come un ebete.
Oddio me l’ha rincretinito!
E adesso chi lo spiega a Narcissa?
Mentre cercava di capire quale maledizione Hermione avesse usato, si avvicinò con cautela all’amico << Draco? >> ma dal ragazzo non venne nessuna risposta.
<< Oh Salazar… che ti ha fatto? >> disse mentre gli sventolava una mano davanti agli occhi. << Draco, amico mio. >> ma l’amico continuava ad essere perso nei suoi sogni. In preda al panico iniziò a scuoterlo << Draco Lucius Malfoy vuoi tornare tra noi? >> << Blaise. Cosa. Cazzo. Stai. Facendo? >>.
Blaise rimase per un attimo stupito, poi lasciandosi cadere sulla sedia accanto a Draco sorrise sollevato.
<< Dolce Circe! Stai bene. Allora non ti ha affatturato! >>
<< Certo che sto bene. Sei tu quello con qualcosa che non va!-rispose fulminandolo con lo sguardo mentre si sistemava la camicia- E poi chi ha affatturato chi? >>
Oh ma quanto sono stupido da uno a dieci?
Prima o poi mi manderanno tra i tassi!
<< Eh? E chi ha parlato di fatture? No, no- facendo cenno con la mano che non era importante- comunque, volevo sapere se hai visto la Granger, dovrei parlarle. >>
Bravo Blaise.
Cambiare discorso per non scoprirsi e attaccare velatamente…
Molto Serpeverde!
Smistamento Rimandato!
 
Al nome della ragazza, Draco cercò di rimanere impassibile, anche se un piccolo sussulto lo aveva tradito. Blaise che lo conosceva bene, non si era lasciato sfuggire quel piccolo segno e ghignando spudoratamente, continuò imperterrito:
<< Allora? L’hai vista sì o no? >>.
 Draco, che non era ingenuo né tanto meno stupido, cercò di glissare la domanda rispondendo con una scrollata di spalle ma il moretto voleva una risposta.
<< Insomma mi rispondi? L’hai vista? >>
<< Visto chi? >>
<< Merlino! Mi ascolti quando parlo? Ti ho chiesto se hai visto la Granger, hai presente? Grifondoro, settimo anno, eroina del Mondo Magico, bella ragazza… >> disse calcando sulle ultime parole sperando di avere una reazione da quell’odioso del suo amico. Draco rimase per una frazione di secondo sbalordito, di tutto il discorso aveva sentito solo bella ragazza e il suo cervello era andato in tilt.
Bella ragazza? Te la faccio vedere io quanto è bella!
Azzardati a toccarla e non vedrai più la luce del sole.
E a te che importa? Tanto non sarà mai tua.
Già, ma va bene chiunque, anche Weasley ma Blaise no!
<< No, non l’ho vista e anche se fosse il contrario perché dovrei dirtelo? Cos’è vuoi farne la tua ultima conquista? >> rispose sibilando tanto era furioso.
<< Se non ti conoscessi, direi che sei geloso. Comunque no, devo chiederle solo un parere accademico quindi rilassati >>.
<< Geloso io? Merlino Blaise tu leggi troppi romanzi d’amore! >>
<< Sì, sì come vuoi tu… anche se a ben pensarci un pensierino potrei farcelo. >>
Blaise sapeva di correre un grosso rischio sfidando apertamente l’ira funesta di Draco ma era l’unico modo per farlo parlare. Infatti, la reazione dell’amico non tardò ad arrivare: Draco saltò in piedi, facendo cadere la sedia su cui era accomodato, e prendendo Blaise per il maglione lo alzò in piedi.
<< Non prov… >>
<< Malfoy! Lascialo immediatamente! >>. Hermione era comparsa dietro di lui.
Draco non rispose ma fece come gli era stato richiesto, mentre mollava la presa sibilò << Salvato da una mezzosangue. >> poi recuperò i suoi libri ed uscì di gran carriera dalla biblioteca.
Hermione era basita << Ma che gli è preso? >>
<< Oh non preoccuparti niente di grave: ha solo capito un po’ di cose >>.
<< Sarà… Blaise te stai bene? >> il ragazzo sentendosi chiamare per nome alzò gli occhi e le sorrise.
<< Sì, Hermione. Tutto bene, grazie. >> mentre rispondeva notò che la ragazza era arrossita.
Mmhh chissà come mai è arrossita.
Magari sentirà caldo, oppure…
Vuoi vedere che ci ha ascoltati di nascosto?
E ora crede che sia interessato a lei?
 
Quello che aveva supposto Blaise era corretto, Hermione aveva ascoltato tutto il loro discorso nascosta dietro gli scaffali. Quando Draco aveva fatto cadere la sedia era subito uscita credendo di essere stata scoperta e invece li aveva trovati che stavano quasi per picchiarsi. Ora però si sentiva in imbarazzo perché la notizia che Blaise era interessato a lei era da una parte piacevole, in fin dei conti era una ragazza ed essere apprezzata da uno dei ragazzi più abiti della scuola era una novità gratificante, ma dall’altra parte la sua razionalità aveva già suonato il campanello d’allarme per avvisarla che Blaise poteva essere il mittente della lettera.
Cercando di essere il più naturale possibile, si risedette e prese a sfogliare l’ennesimo libro.
<< Blaise, posso farti una domanda?- senza aspettare la risposta continuò- per caso conosci un incantesimo di rivelazione diverso dal Revelio? >> Blaise che si aspettava questa domanda, fece finta di pensarci un po’ e poi le rispose: << Beh c’è il Revelio Maximo o l’Apparecium, altri non ne conosco. Posso chiederti a cosa ti servono? >>
<< Oh beh ecco… sto aiutando i gemelli con un nuovo scherzo e mi serve un incantesimo rivelante più forte. Comunque grazie, li proverò. >> e si rimise a studiare.
Piccola Granger, non riuscirai a disfare l’incantesimo.
Conoscendoti non penserai mai a quanto possa essere facile.
 
Nel frattempo Draco era tornato nella sala comune infuriato più che mai. Si lasciò cadere sulla prima poltrona libera accanto al camino e mentre il calore del fuoco cominciava a rilassare i muscoli contratti, iniziò ad analizzare tutto quello che era accaduto. Non poteva credere che Blaise, il suo migliore amico, potesse tradirlo così.
Tradirti? Perché mai?
Lui non sa della tua ossessione,
della tua passione per la Granger.
Non puoi incolparlo.
Era vero, per la prima volta aveva taciuto una parte della sua vita a Blaise, non poteva accusarlo di nulla. Se doveva incolpare qualcuno, per come si stavano svolgendo i fatti, era se stesso. Se Blaise avesse anche solo minimamente sospettato del suo interesse per Hermione, non avrebbe mai e poi mai provato interesse per lei. Era troppo leale verso la loro amicizia.
Le opzioni erano due: raccontargli tutto o fargli le congratulazioni qualora la nuova coppia fosse nata. Draco ci pensò su per diverso tempo, fu una lotta tra titani: le rigide regole dei Malfoy contro il suo cuore innamorato.
Quando riemerse dalle sue riflessioni, seduto davanti a lui c’era Blaise che lo guardava con aria preoccupata.
<< Blaise, devo parlarti. >>
Aveva preso una decisione, aveva scelto il cuore.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
ANGOLINO:
Eccomi di nuovo qui, non mi sono dimenticata della storia! Ho avuto solo un grande contrattempo: mia madre, per errore, ha buttato la chiavetta dove avevo salvato la storia. Ben sei capitoli finiti letteralmente nella spazzatura. Quindi ho dovuto ricominciare a scrivere tutto e non è stato facile visto i problemi della vita reale. Ci metterò più tempo ad aggiornare ma non lascerò incompiuta la storia.
Grazie a tutte le persone che hanno messo questa cosuccia tra le preferite, le ricordate e le seguite! Mi avete riempito il cuore di gioia!
A presto! Nep.
 
 
 
 
 
 

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Capitolo 4
*** Confessioni ***


Durante il breve tragitto dalla sala comune alla loro camera, Blaise era riuscito a creare mille ipotetiche conversazioni e tutte avevano lo stesso finale: lui in preda alle Cruciatus lasciato poi a morire agonizzante per mezzo del Sectumsempra; tutto ciò perché Draco voleva parlargli.
Va bene Blaise, abbi coraggio e affronta quello che sarà a testa alta.
Sì, però io non sono un Grifondoro!

Preda dei suoi pensieri, non si rese conto di essere già in stanza, finché non fu la voce dell’amico a svegliarlo:
<< Blaise, tu sei mio amico, giusto? >>

 
<< Sì, certo, ma >> con un cenno della mano Draco lo zittì.
<< Bene, allora come amico e confidente, tutto quello che ti dirò, resterà in questa stanza e non dovrai farne parola con nessuno; pena le peggiori sofferenze. >>
Draco aveva parlato senza riprendere fiato e lo guardava serio, Blaise invece si stava agitando: di qualsiasi cosa stesse parlando l’amico, doveva essere davvero importante. Non aveva mai usato certe parole con lui, neanche quando gli aveva detto che avrebbe preso il Marchio Nero, quindi annuendo serio, gli fece cenno di proseguire.
Draco era deciso a raccontare la verità  ma non sapendo come affrontare il discorso, prese tempo, sperando nell’intuito dell’amico.
<< Ultimamente ti vedo un po’ strano, hai la faccia stanca, la mattina ti svegli sempre tardi e a stento riesci a fare colazione. Per non parlare delle lezioni >>  fece una pausa per controllare se l’amico avesse capito qualcosa, ma Blaise lo guardava come un se fosse una nuova versione di Schiopodo Sparacoda, così aveva continuato la sua pseudo tirata: << Come Prefetto devo riportarti all’ordine ma come amico mi preoccupo. Che succede? >>
Blaise non sapeva cosa pensare, Draco Malfoy che si preoccupava per qualcuno che non fosse se stesso era a dir poco un delirio per non parlare del fatto che era proprio colpa di quest’ultimo se arrivava sempre in ritardo ed era sempre stanco.
E’ impazzito…
Tutta quella manfrina sulla segretezza e se ne esce così?
E’ colpa sua e della sua mania di scriver… OH Ohh…
Bene, bene.
Lo guardò assottigliando gli occhi e un ghigno sarcastico si dipinse sul suo viso.
<< Sì, beh ho avuto qualche problemino a dormire ultimamente, però nelle mie notti insonni ho notato che anche tu non dormi granché. >>
Draco sorrise, Blaise aveva capito di cosa voleva parlargli.
<< Sì, beh è che ultimamente ho molti pensieri per la testa e, non avendo un pensatoio, li metto su carta. >>
<< E proprio di notte li devi trascrivere? >> Blaise non era riuscito a trattenersi dal rimproverarlo bonariamente. Draco lo freddò con uno dei suoi soliti sguardi e Blaise si ritrovò con le mani alzate in segno di resa.
<< Ok, ok. Stai tenendo una sorta di diario. Di grazia, si può sapere cosa scrivi o siamo al livello degli Indicibili? >>
<< Zabini, fa meno lo spiritoso se vuoi che continui a parlare. >>
Forse era stata la minaccia o la paura che l’amico decidesse di non dire altro, fatto sta che Blaise si sedette composto sul letto in attesa delle parole di Draco.
Un sorriso scaltro nacque sul viso della serpe bionda, conosceva l’amico come le sue tasche: era bastato far leva sulla sua parte pettegola e ora aveva tutta la sua attenzione. Sì, perché Blaise era come una vecchia pettegola, sempre pronto a seguire i gossip dell’intera scuola per poi, ovviamente, trarne vantaggio. Draco però sapeva anche che tutte le sue confidenze erano al sicuro con lui, grazie all’affetto che li legava; non per niente si consideravano fratelli mancati.
<< Cosa si scrive solitamente su un diario secondo te? E’ ovvio che scriva i miei pensieri, le mie attese ma da oggi scriverò di come chi consideravo il mio migliore amico mi abbia tradito. >> Draco aveva tirato la stoccata: per non essere deriso quando gli avrebbe raccontato della Granger e per controllare se provava anche lui qualcosa per la ragazza, doveva mettere Blaise in difficoltà; quindi perché non farlo sentire in colpa?
<< Che cosa avrei fatto io? >> Blaise era nel panico, la mente corse alle lettere nascoste sotto il materasso: Draco aveva scoperto il suo piano!
No, impossibile, sono stato troppo attento a non lasciare tracce.
Se fosse vero?
Beh non a caso sono una serpe, giocherò d’astuzia. 
<< Tu. Mi. Hai. Tradito! E mi chiedo da quanto va avanti tutto ciò! Ora si svelano gli altarini! Ecco perché la confidenza, i sorrisi, le gentilezze… ti piace!
Merlino! Il siparietto in biblioteca… mi hai reso tuo complice senza neanche dirmelo! Molto serpeverde in effetti… ma non è questo il punto! Dovresti vergognarti, non mi hai detto niente e tu mi consideri un fratello? >>
Draco aveva delirato per un buon quarto d’ora, camminando in tondo per la stanza e gesticolando come un pazzo. Si era spinto più in là del dovuto, lo sapeva, ma accecato dalla gelosia aveva perso la testa e con essa tutta la freddezza di spirito dei Malfoy.
Non bastavano le farfalle nello stomaco, la tachicardia e le mani sudate!
Salazar! Io con le mani sudate!
No, certo, il pacchetto è completo: anche la gelosia!
Fece un respiro profondo e quando si sentì di nuovo padrone di se stesso, parlò.
<< Non negare hai un segreto >>
Blaise era rimasto a bocca aperta, sorpreso per la sfuriata dell’amico, non riusciva a parlare, più si sforzava più un gigantesco buco nero lo ingoiava.
<< Io, che… No, eh?! >>
<< So che ti piace, non continuare a mentirmi. >>
<< Mi piace? Chi? Di cosa stai parlando? >> Blaise aveva miracolosamente riacceso il cervello.
<< Parlo di te e la Mezzosangue, la so tutto io, la Zannuta, insomma la Granger!  >>
Blaise sgranò gli occhi talmente tanto che temette di sentirli rimbalzare a terra.
<< Cosa? Hermione ed io? >> e aveva iniziato a ridere, una risata talmente sguaiata e forte che si ritrovò con le lacrime agli occhi per lo sforzo.
Draco, intanto, dentro di se esultava per la riuscita del suo piano ma esteriormente continuava a mantenere lo sguardo assassino che la sua parte imponeva.
Per la prima volta ringrazio gli insegnamenti di mio padre.
Alla fine lo daranno anche a me quel premio Babbano per gli attori.
Fu proprio quello sguardo a frenare l’eccessiva ilarità del moro, che cercò di ricomporsi alla meglio per rispondere ai vaneggiamenti dell’amico.
<< Merlino benedetto! Era un secolo che non ridevo così – fece un respiro profondo e allo stesso tempo puntò il dito verso Draco – e togliti la maschera Malfoy quando parli con me, lo sai che la riconosco ad occhi chiusi. >>.
Stavolta era Draco ad essere sbalordito, non credeva che Blaise lo scoprisse così velocemente. Fece per parlare ma l’amico lo zittì.
<< Draco non so se hai fumato qualcosa di strano o se hai usato la polvere di artigli di drago ma tu vaneggi! Io e Hermione? Come ti è venuto in mente? >>
Sentendo quelle parole, Draco, aveva messo su un broncio da primato: si sentiva preso in giro dall’amico, era stato proprio lui, poche ore prima, in biblioteca a dirglielo e ora negava.
Maledetta gelosia!
Il mio piano mi si sta ritorcendo contro!
<< Fino a prova contraria sei stato tu a dire che ci avresti fatto un pensierino. Non sono un visionario! >>
<< Tutta questa storia è perché non ti avrei detto della mia ipotetica infatuazione per Hermione? >> Draco non rispose, limitandosi ad annuire.
 
Blaise aveva capito dove voleva andare a parare l’amico: voleva confidarsi, raccontargli di quello che provava ma la sua indole sfuggente e l’educazione ricevuta gli impedivano di parlare liberamente, da qui tutta la storia che era preoccupato per lui; in più si era anche ingelosito per via della sua sparata in biblioteca. Analizzando tutto come sempre, Blaise capì di aver acceso la miccia di una bomba che non vedeva l’ora di esplodere. Se conosceva bene Draco e lo conosceva a menadito, tra poco avrebbe fatto bum, raccontandogli tutto.
Sono un genio!La mia mente è sempre un passo avanti!
Bravo Blaise, ora però vedi di non farti ammazzare da Draco.
Un’idea scellerata si stava facendo largo nella mente del moro: dare credito alle sue precedenti parole e confermare l’infatuazione per Hermione ma era bastato uno sguardo verso Draco a fargli cambiare idea.
Il biondo era in piedi, appoggiato alla scrivania, le braccia abbandonate lungo i fianchi con le mani chiuse a pugno, strette talmente forte da sbiancare le nocche e gli occhi, oh Blaise quegli occhi non li avrebbe mai più dimenticati, si era sentito risucchiato da quegli occhi. Come se fosse dentro Draco, percepì ogni più piccola sfumatura dei sentimenti che l’amico stava provando. Era stato schiacciato da un dolore sordo che esplodeva come mille e mille scariche elettriche al centro del petto, togliendogli il respiro. Alla sofferenza si aggiungeva una rabbia silenziosa ma corrosiva, che strisciava lenta nelle vene fino ad arrivare al cervello, dove prendeva voce gridando vendetta. E Blaise comprese che quella rabbia era per lui, per il suo tradimento e, senza rendersene conto, si era portato una mano sul cuore, convinto di sentirlo esplodere da un momento all’altro preda di quelle emozioni non sue quando, come un balsamo lenitivo, era stato avvolto da un dolce calore, come se due braccia lo stessero cullando con amore. Tutto il resto era sparito: la rabbia e il dolore un eco lontano. C’erano solo lui e quell’emozione che premeva per farsi udire e Blaise ascoltò. Aprì il suo cuore e la potenza di quel sentimento, la forza e la voglia di vivere che aveva, nonostante braccato dal dolore, dalla disillusione e dalla rabbia, lo colmarono e lo illuminarono: era entrato nel cuore dell’amico.
Sorridendo era tornato in se, per la prima volta da che si conoscevano, Draco aveva realmente abbassato le difese, mostrando tutto se stesso.
Riaprendo gli occhi però si era trovato una scena alquanto bizzarra: Draco era accasciato per terra con la schiena poggiata contro la scrivania, con il fiato grosso ed era accaldato.
<< Draco? Che ti è successo? - mentre parlava, Blaise si era avvicinato per aiutarlo a rimettersi in piedi e, dopo averlo guardato bene, capì- Salazar! Scusami! Ho usato l’empatia senza rendermene conto!>>
<< Bravo genio! Solo che stavolta sei andato oltre: hai unito il Legilimes all’empatia!>>
<< Non è vero! Me ne sarei accorto. Non ho visto nulla, ho solo percepito le tue emozioni.>>
<< Salazar Blaise! Se un empatico usa il Legilimes ed è concentrato solo sulle emozioni non vedrà nulla ma avrà accesso ai sentimenti più nascosti della persona con cui è in contatto! >> esasperato Draco si era buttato sul letto accanto all’amico.
 
Nessuno dei due parlò per diversi minuti, ognuno perso nei propri pensieri per preoccuparsi di riempire l’aria con parole futili. Draco malediceva se stesso, l’amico e soprattutto l’amore che lo aveva portato ad abbassare la guardia e a rammollirsi. Blaise invece non poteva far a meno di gioire: aveva avuto la conferma che quello che provava l’amico era un amore così forte e autentico da mandarlo nel pallone.
Era stato Draco ad interrompere quella strana quiete.
<< Quindi? >> la voce in apparenza calma lasciava intravedere una certa nota d’urgenza.
<< Quindi cosa? >> Blaise si stava divertendo, aveva capito cosa voleva il ragazzo ma un po’ di svago se lo meritava dopo aver partecipato alle emozioni del principino.
<< Non hai risposto alla mia domanda, prima. >> Draco si stava spazientendo, voleva una risposta, doveva sapere se anche l’amico provava qualcosa per la “sua” Hermione. Se la risposta fosse stata positiva si sarebbe messo il cuore in pace, d'altronde in tutti i casi si sarebbe dovuto rassegnare, sapeva perfettamente che lui non era degno di Hermione.
Blaise avrebbe voluto tenerlo ancora sulle spine ma, grazie ai residui della magia compiuta da poco, aveva sentito qualcosa cambiare dentro l’amico. Una nota di disperazione e rassegnazione si alzava dal cuore di Draco, quindi si era affrettato a rispondere.
 
 
<< Draco, io non provo nulla per Hermione, la mia voleva essere solo una battuta alla tua domanda. Niente di più. >>
A quelle parole Draco alzò la testa di scatto e Blaise poté vedere il sollievo baluginare per un momento negli occhi del ragazzo. Una frazione di secondo e la maschera tornò al suo posto e un ghigno apparve sul volto dell’amico.
<< Bene, perché, come avrai potuto capire, io sì. >>
 
Detto ciò, Draco, si era alzati dal letto per dirigersi in bagno ma Blaise, che l’aveva seguito con gli occhi, protestò.
<< Ehy dove credi di andare? >>
<< A fare una doccia, grazie al tuo scherzetto, sono madido di sudore, perché? >>
Blaise era esterrefatto: non si era sorbito due ore di rimbrotti e vaneggiamenti per nulla.
<< Ah no caro il mio principino! Non te la caverai così facilmente- nel frattempo lo aveva placcato e lo stava spingendo di nuovo a sedere- ora ti metti comodo e finisci di parlare. >> Draco si stava innervosendo, quello che doveva dire l’aveva detto quindi perché tediarlo con altre inutili chiacchiere?
<< Hai guardato nella mia mente, ricordi? Non c’è altro da sapere. >>
<< Ah ah ah. Ci hai provato, dimentichi che io ho sentitosolo le tue emozioni, non ho guardato nel pozzo senza fondo che è la tua mente! >>
<< Beh, non c’è differenza. >> esasperato Draco aveva provato ad alzarsi ma Blaise estrasse la bacchetta e gliela puntò contro.
<< Non obbligarmi a pietrificarti! >> Draco sgranò gli  occhi fissando la bacchetta
<< Non lo faresti mai. >>
<< Oh si che lo farei- un ghigno comparve sul bel volto del moro- perciò ora basta con i capricci e inizia a parlare. >> e tenendo la bacchetta bene in vista, si mise comodo. Blaise sapeva di dover battere il ferro finché era ancora caldo, non era mai capitato che l’algido Draco Malfoy cedesse ad una minaccia.
Draco,invece, era sorpreso dal comportamento dell’amico; non si era mai comportato così, quando voleva farlo parlare si limitava al classico “dare e avere” mentre stavolta l’aveva minacciato. Più ci pensava, più si stava irritando, non riusciva a capire dove volesse andare a parare. Possibile che mentre usava l’empatia fosse entrato così profondamente in lui da sentire tutto ciò che provava?
Per tutto il tempo che Draco si era perso nelle sue elucubrazioni mentali, Blaise l’aveva osservato. Conosceva talmente tanto l’amico da sapere che stava cercando una spiegazione al suo modo di fare e soprattutto che si stava vergognando da matti per avergli dato accesso ai suoi sentimenti più profondi. Intenerito da quell’atteggiamento, aveva deciso di facilitargli l’ammissione.
<< Bene, ricapitoliamo. Hai detto che tutto il casino che fai di notte è perché scrivi un diario, non ti chiederò i dettagli, voglio solo capire. >> Draco lo aveva guardato male per qualche attimo, poi frustrato sospirò.
<< Cosa c’è da capire? Scrivo semplicemente quello che penso. >>
<< E cosa pensi? >>
<< Saranno anche fatti miei, no? >>
<< No. Hanno smesso di esserlo da quando, per scriverli, mi svegli tutte le notti. Hanno smesso di esserlo da quando ti sento piangere dietro queste cazzo di tende! >> e così dicendo si era alzato di scatto e le aveva strappate dal baldacchino.
<< Non capisci che sono preoccupato per te? >> Blaise, l’icona della calma aveva perso le staffe.
<< Non devi, sto bene. E per la cronaca: io non piango. >> aveva sussurrato Draco senza guardarlo negli occhi.
<< Draco, guardami. E’ con me che stai parlando. Puoi anche negare ma ho sentito cosa ti porti dentro. Perché  tutto quel dolore? Quel senso di rassegnazione? Non può essere tutto a causa di Hermione! L’amore non ti uccide, l’amore ti fa vivere! >>
Draco aveva alzato gli occhi verso Blaise e, se uno sguardo avesse potuto uccidere, il suo lo avrebbe senza dubbio fatto.
<< Cosa vuoi che ti dica?Eh? Che sto da cani perché so che riceverò da lei nient’altro che parole di circostanza? Che ogni volta che la vedo sorridere ai suoi amici vorrei che lo facesse anche con me? Solo con me? Che tutto quello che vorrei è poterla stringere a me anche solo per un istante? Non preoccuparti, non te lo dirò perché so benissimo che tutto questo mi è precluso. Lei non vorrà mai un ex Mangiamorte al suo fianco, me ne sono fatto una ragione. Perciò tranquillo non c’è bisogno di stare in pena per me. >> con la voce  che si era spenta man mano che andava avanti a parlare, Draco aveva confessato tutto. Si sentiva spossato come dopo una partita di Quiddtch ma, un’ultima cosa però doveva dirla: << Ora sai che l’amore, a volte, uccide. >>
Blaise aveva ascoltato senza interromperlo, più Draco andava avanti a parlare più un pensiero si formava nella sua mente: che fine ha fatto il vero Draco, possibile che l’amore l’avesse talmente soggiogato fino ad annientare la sua personalità?
Non è possibile, lui non è il Draco che conosco.
Va bene ho capito, qui devo fare tutto io!
Mettiamo in moto la missione Salviamo Malfoy!
Ghignando spudoratamente, Blaise, prese la situazione in mano.
<< Ok, ora basta. Dov’è Draco? Tu chi sei? >> l’interessato l’aveva guardato basito
<< Blaise che stai dicendo? Sei impazzito? Sono io, sono qui davanti a te! >>
<< No, non è vero. Se fossi tu a quest’ora, invece di piangerti addosso, avresti trovato il modo per conquistare Hermione. Staresti facendo piani e congetture su come diventare la sua ombra e di conseguenza il suo ragazzo. Invece qui davanti a me c’è un ragazzo che si è arreso ancora prima di cominciare! >>
<< Non dire stronzate. Cosa dovrei fare? Lo sai tanto quanto me che Hermione non mi considererà mai, quindi perché sprecare energie? Tanto mi sta già passando! >>
Blaise, a quelle parole, era scoppiato a ridere.
<< Ma ti senti quando parli? Saresti un ottimo comico! Prima di tutto: se a te è sta passando  io sono vergine! Secondo: parlale, frequentala in biblioteca, fa in modo di salutarla, diventa una specie di persecuzione ma fa qualcosa! Non puoi arrenderti.>>
 
Draco sapeva quanto l’amico avesse ragione. Se fosse stata un’altra ragazza non ci avrebbe pensato su due volte prima di darsi da fare ma con Hermione era diverso, non era la solita sbandata, era qualcosa di molto più forte, era amore, lo sentiva. Non riusciva a fare niente: era la prima volta che era realmente innamorato e questa cosa lo terrorizzava.
<< Perché non ci ho pensato prima? Appena la vedo vado da lei e le dico:“ Ehy Granger, scusa il disturbo, volevo solo dirti che mi sono preso una sbandata per te!”. Sei completamente andato! >>
<< Quanto puoi essere idiota da uno a dieci? D’accordo, userò un linguaggio elementare. Va da lei, fatti conoscere per quello che sei davvero, Draco non Malfoy, non Lucius, semplicemente te. >>
Le parole di Blaise stavano pian piano facendo il loro lavoro, come un tarlo che mangia del legno, stavano penetrando la cortina di paura in cui si era avvolto.
<< E poi, se non sbaglio questi ultimi due giorni avete parlato e molto direi… >> Blaise  sorrise sornione, stava per continuare ma Draco lo zittì.
<< Oh discorso molto interessante la preparazione del Veritaserum. >>
Va bene a mali estremi…
Se non funziona così ci rinuncio e mi trasferisco a Tassorosso!
<< E pensare che lei ha notato il tuo cambiamento e ne è stata molto colpita, tanto da dirmi, in via strettamente confidenziale ma per il mio miglior amico farò un’eccezione, che una seconda occasione la meritano tutti… Però se non vuoi sfruttare quest’occasione nessuno ti costringe, anzi ti capirei. >>
<< Cos… >> Blaise non l’aveva fatto finire.
<< Proprio così. Bene, ora se vuoi scusarmi c’è una dolce donzella che sta aspettando di perdersi nell’oblio del piacere con il sottoscritto. Non aspettarmi alzato. >> e si diresse verso la porta.
Le parole di Blaise avevano spalancato gli occhi al biondino, c’era una minima possibilità di far breccia nel cuore di Hermione e lui l’avrebbe colta. Non a caso si chiamava Draco Malfoy! Al diavolo le sue paure, ci avrebbe provato.
<< Blaise, solo una cosa. >>
<< Dimmi pure. >>
<< Per te è Granger, non Hermione. >> ghignando Draco si era alzato dal letto e si diresse in bagno.
Blaise, guardando la porta chiudersi, sorrise. La missione “ Salviamo Malfoy” aveva avuto successo: Draco avrebbe lottato per conquistare Hermione. Soddisfatto di se fece per andarsene quando si ricordò una cosa fondamentale. Si avvicinò alla porta del bagno e l’aprì.
<<  Ah Draco, stanotte, prima di scrivere i tuoi sonetti d’amore, silenzia il baldacchino! Vedrai che così non arriverò più in ritardo! >>
Detto questo si era dileguato mentre un asciugamano colpiva la porta.
 
 
 
ANGOLINO:
Eccomi di nuovo qui! Come promesso la storia va avanti, si è vero ci metto un po’ ad aggiornare ma chi va piano va sano e va lontano!
Questo capitolo non voleva proprio essere scritto, ci ho messo una vita perché i nostri protagonisti erano partiti per la settimana bianca, solo che hanno allungato il soggiorno e non volevano più tornare. Poi lo scorso fine settimana all’una di notte eccoli ricomparire. Mi hanno tenuta sveglia tre notti a scrivere sulle note del cellulare, sembravano farlo a posta: io mi mettevo a letto e loro arrivavano!
Spero di cuore che questo capitolo vi sia piaciuto, ditemi che ne pensate!
Ringrazio tantissimo tutti coloro che hanno messo la storia tra le seguite, le ricordate e le preferite! Un bacio grande, a presto!

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Capitolo 5
*** Riflessioni ***





Questo capitolo è dedicato a Barbarak.
Ottima consigliera e dissipatrice di dubbi.
Auguri tesoro!

 

 
 

 
 

Hermione era nella sua stanza, stesa sul letto, ripensava al pomeriggio appena trascorso e a Malfoy. Rivedeva la scena nella sua mente, quasi avesse un Pensatoio personale e si ritrovò, a dispetto dei loro precedenti, a sorridere.
Continuava a risentire parola per parola quello che si erano detti, l’intonazione usata e i gesti che avevano accompagnato le parole quando ebbe un’illuminazione: anche se per poco, si era creata della complicità con quei pochi gesti. Era paradossale, si erano offesi senza ritegno per sei lunghi anni, lui era stato il primo a farle male chiamandola Mezzosangue e a prenderla in giro per i suoi denti, un tempo leggermente più sporgenti, creando per lei l’appellativo di “zannuta”. Lei però non si era certo risparmiata, specie quando lo aveva picchiato al terzo anno. Ripensare all’episodio la faceva ancora ridere, eppure le cose stavano cambiando. Parlare con lui le era piaciuto, volente o no doveva ammettere, almeno con se stessa, che Malfoy possedeva una mente brillante e aveva carisma. Riusciva a coinvolgere il suo interlocutore, a farlo pendere dalle sue labbra con poche semplici parole. Hermione stessa ne era la prova vivente: quando la serpe gli aveva spiegato i vari movimenti del polso per il Veritaserum, era stata rapita dal suo modo di fare, dalla passione che ne scaturiva e, suo malgrado, dalla sua voce profonda e vibrante che, Hermione aveva capito, sapeva modulare ad arte per incantare.
Signore e Signori ecco a voi il Pifferaio Magico!
Morgana tutto ciò è assurdo!
 
Ancora più assurdo era stato lo stuzzicarsi, c’era stato un momento in cui le era sembrato di scherzare con Harry, visto il botta e risposta che avevano intrapreso; poi però il vecchio Malfoy era tornato e la magia si era spezzata.
Hermione si stava sforzando per trovare la causa dell’improvviso cambio d’umore del ragazzo, quando, dopo vari ragionamenti, quella che gli sembrò la soluzione più giusta gli si parò davanti agli occhi: Malfoy era scattato mentre lei gli stava chiedendo delle formule diverse dal Revelio, o meglio quando lei aveva risposto al suo “ non mordo”. Perché quella reazione? In fin dei conti non avevano mai condiviso niente, non erano amici, non si sopportavano quindi perché reagire in quel modo, calcando sulla parola “eroina” come avrebbe fatto un amico un po’ geloso?
No, Malfoy non è geloso di me.
E’ invidioso del mio status di “eroina” e di tutti gli onori che ne derivano.
Tipico dei Malfoy: farebbero di tutto per avere potere.
Sbuffando stizzita, aveva appena iniziato a maledire mentalmente tutti i Malfoy e la loro progenie quando le parole di Blaise le tornarono ancora una volta alla mente: “Le offese ci saranno ma non saranno volute… Draco sta cambiando… tutti meritano una seconda possibilità”. Dare ascolto a Blaise equivaleva dire che quando Malfoy si comportava da bastardo, e le occasioni si erano effettivamente ridotte al minimo, era perché i geni Malfoy non si erano ancora sopiti del tutto.
Accidenti a te Blaise!
Se non mi avessi convinta ora non sarei qui a friggermi il cervello!
Già Blaise. Ecco un altro “problema”.
Se l’atteggiamento di Draco le creava smarrimento, quello del bel moro serpeverde la mandava in totale confusione. Dopo la guerra il suo carattere era cambiato: da altezzoso snob, freddo e silenzioso, era diventato tutto il contrario, sorridente, a tratti allegro e disponibile al dialogo. Hermione era rimasta sbalordita da un cambiamento così radicale, sembrava quasi che davanti a lei ci fosse un’altra persona o, forse, era sempre stato così ma, come la maggior parte dei serpeverde, aveva portato una maschera. Mentre pensava a queste cose, uno stralcio della conversazione tra Blaise e Draco l’era tornato alla mente “ beh un pensierino potrei anche farcelo…”, l’idea che Blaise la trovasse carina e che potesse essere interessato a lei la fece arrossire come un peperone. La verità era che il ragazzo la agitava, forse era il modo di rapportarsi con le persone: ironico, canzonatorio e, allo stesso tempo, pungente e sarcastico. O forse era che quando parlava con lui si sentiva sempre sotto esame. In più era anche un bel ragazzo: fisico asciutto, tonico, carnagione scura, occhi blu, non azzurri ma di un bel blu marino, illuminati da una luce beffarda tanto da non capire quando era serio e quando no. Infine il sorriso, Hermione l’aveva visto solo un paio di volte, illuminava completamente il viso, addolcendo l’espressione altezzosa.
Che diavolo mi prende?
Sembro un’oca come la Brown!
E’ risaputo che Blasie sia un bel ragazzo.
Aggrrr!!!
 
Con un urlo strozzato Hermione si era girata a pancia in giù sul letto quando, con una mano, colpì un foglio di carta. Istintivamente l’aveva afferrato per vedere cosa fosse e si era ritrovata tra le mani la lettera del suo ammiratore.
Un altro grattacapo da inserire nella lista, già lunga, dei suoi problemi.
Per l’ennesima volta l’aveva riletta, stavolta cercando degli indizi che potessero aiutarla a capire chi fosse il mittente, poiché tutti gli incantesimi che aveva provato erano stati inefficaci. L’unica cosa che s’intuiva era che chi scriveva fosse un Purosangue e  per i controsensi scritti, un serpeverde. Il problema era chi? Chi voleva conoscerla ed entrare a far parte della sua vita? Aveva ripassato a mente tutti i nomi dei ragazzi dell’ultimo anno di Serpeverde, almeno quelli che erano tornati a scuola, e solo due nomi continuavano a saltare fuori: Draco Malfoy e Blaise Zabini.
Hermione era sconvolta. Sicuramente aveva dimenticato qualcuno! Come un fulmine, prese dal comodino piuma e pergamena e iniziò a scrivere uno per uno i nomi dei ragazzi del sesto e settimo anno di Serpeverde per avere l’ennesima conferma. Gli unici che corrispondevano erano solo loro: Draco Malfoy, l’algido e odioso Purosangue in fase di recupero e ristrutturazione mentale e il suo degno amico Blaise Zabini irriverente Don Giovanni e manipolatore d’eccellenza.
Oh no. No, no, no.
Non loro due!
Perché no? In fin dei conti stanno cambiando.
Sì certo. Hanno cambiato il modo ma il fine è lo stesso: umiliare la so tutto io.           
In preda alla rabbia e allo sconforto, aveva preso la lettera e, accartocciandola, l’aveva buttata ai piedi del letto. Non passarono cinque minuti che l’aveva già recuperata e lisciata per eliminare le grinze.
E’ l’unico modo per scoprire il mittente.
A chi vuoi darla a bere?
Mentre stava riponendo la lettera, un ticchettio alla finestra destò la sua attenzione: un gufo era appollaiato sul davanzale. Veloce, Hermione,  aveva aperto gli infissi e il gufo, dopo aver fatto un giro della stanza, gli aveva porto la zampa dove era legata una pergamena; una volta libero era volato via.
Oddio un’altra…
Agitata, l’aveva aperta e aveva iniziato a leggere.
 

“Starai già dormendo, dovrei farlo anch’io tuttavia non ci riesco.
Troppi pensieri mi girano in testa, uno tra tutti: riuscirò mai ad avere anche solo un minuscolo spazio nella tua vita?
Lo so, dipende da me ma come posso anche solo pensare di avvicinarmi? Non mi merito nulla da te. Nonostante tutto continuo a sperare.

 Sorridimi Hermione, parlami e ogni mio desiderio sarà esaudito.
Che illuso! Non accadrà mai e allora mi accontento di vederti sorridere e parlare agli altri, immaginando che tu lo stia facendo con me.
Buonanotte Hermione, fa sogni d’oro e se sentirai una presenza alle tue spalle, non preoccuparti.
 Sono solo io che veglio i tuoi sogni.”
 

 

Finito di leggere, Hermione, si era ritrovata con gli occhi pieni di lacrime. Si era commossa leggendo quelle parole così tristi. Quel ragazzo voleva far parte della sua vita ma non poteva. Si sentiva indegno di starle accanto. Perché? Cosa aveva fatto di così grave da non provare neanche a parlarle di persona? Tutte domande senza risposte, almeno finché non avesse capito chi era quel fantomatico ragazzo.
Hermione si sentiva frustrata, sapeva che l’unico modo per risolvere quel mistero era trovare il contro incantesimo a quello anti rilevamento che c’era sulle lettere, solo che non sapeva più dove cercare. Aveva letteralmente spulciato la sezione Proibita della biblioteca anche nei libri di Arti Oscure ma niente faceva al caso suo, aveva chiesto persino a Zabini e anche i suoi suggerimenti si erano rivelati un buco nell’acqua. L’unica cosa che le era rimasta era chiedere aiuto a Malfoy e il solo pensiero di parlare con lui le spedì un brivido lungo la schiena che però non stette ad analizzare.
Giuro che scoprirò chi sei!
E quando l’avrò fatto ti sorriderò, dandoti il benvenuto nella mia vita!
Stava riponendo la nuova lettera quando l’occhio le era caduto sulla lista dei serpeverde che aveva compilato poco prima e scoppiò a ridere. Il suo ammiratore non poteva essere né Malfoy né Zabini perché quel ragazzo aveva un cuore e Hermione non era sicura che anche le due serpi ne avessero uno.
Più leggera e con un nuovo spirito, prese il necessario per la notte ma mentre stava per cambiarsi, un’idea le balenò per la mente: un bel bagno caldo pieno di schiuma era quello che le ci voleva per sciogliere la tensione accumulata. Dopo aver controllato l’ora, per non sforare con il coprifuoco, prese tutto l’occorrente per il bagno e uscì. Destinazione Bagno dei Prefetti.
 
Camminava automaticamente, senza far caso al percorso o ai pochi studenti che ancora girovagavano per i corridoi, la mente alla lettera appena ricevuta. Era talmente assorta che non si accorse che due occhi l’avevano seguita per tutta la strada.
Arrivata a destinazione, pronunciò la parola d’ordine ed entrò. Pregustando l’odore del bagnoschiuma alle more, aveva sorpassato lo spogliatoio per andare a riempire la grande vasca da bagno quando si ritrovò davanti agli occhi una scena che la paralizzò. Con gli occhi sgranati, una mano a tapparsi la bocca per evitare che qualsiasi suono uscisse da essa e l’altra a stringere l’accappatoio, Hermione si fece indietro lentamente, un passo dopo l’altro per evitare di far rumore ed essere scoperta. Una volta al sicuro negli spogliatoi, aveva raccattato in fretta tutta la sua roba ed era corsa fuori dalla stanza.
 
 
 
 
 
 
 
 
ANGOLINO:
Sorpresa! Non ve lo aspettavate vero? Ho aggiornato prima del previsto e il prossimo capitolo è quasi finito. Stavolta abbiamo visto i pensieri di Hermione, nel prossimo torneranno le nostre adorate serpi. Ammetto che questo capitolo non mi soddisfa pienamente, avrei voluto scriverlo in maniera diversa ma più provavo e più peggiorava, quindi mi sono fermata. Mi sono accorta che descrivere Hermione, per me, è più complesso che fare lo stesso con Draco. Forse perché lei è l’opposto di me…
Ma bando alle ciance! Ringrazio tutte le persone che hanno messo la storia tra le seguite, le preferite e le ricordate. Grazie davvero, mi rendete felice.
Ora però devo chiedervi un favore e un po’ mi vergogno a chiederlo ma vi prego ditemi che ne pensate, anche un semplice “bleah” va bene ma fatelo.
Alla prossima un bacio a tutti/e Nep!
 

 

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Capitolo 6
*** Scontri e incontri ***


  Dopo la doccia, Draco era uscito dal dormitorio in cerca di una boccata d’aria fresca. Avrebbe voluto scrivere ancora ma si sentiva la mente intorpidita così aveva deciso che una passeggiata lo avrebbe rinvigorito.

Si diresse verso il chiostro interno ma l’aria fredda, tipica dell’autunno scozzese, l’aveva fatto desistere ed era rientrato al castello, deciso a continuare la sua passeggiata in qualche corridoio.  Stava salendo al quarto piano per godere del panorama che si vedeva da quel lato del castello, quando l’aveva vista. Hermione era una rampa avanti a lui, diretta al quinto piano. Seguirla era stato inevitabile, si sentiva come la classica ape con il miele: irrimediabilmente attratto.

 

Era rimasto indietro di qualche metro per non essere scoperto ma da quello che vedeva, Hermione non dava retta a niente e nessuno, assorta nei suoi pensieri. Finché non la vide fermarsi davanti alla porta del bagno dei Prefetti.

Per una serpe come lui sarebbe stato facile approfittare di quell’occasione per stare un po’ da solo con la ragazza dei suoi sogni, solo che non riusciva a decidersi. Era combattuto tra cosa era giusto fare e cosa voleva lui, sapeva che se fosse entrato Hermione lo avrebbe cacciato a suon di maledizioni ma d’altro canto lui voleva entrare per poterla avere vicino almeno un po’. E senza rendersene conto aveva iniziato a fare avanti e indietro per il corridoio proprio davanti alla porta del bagno. Si avvicinava alla porta, metteva la mano sul pomello prendeva un bel respiro per pronunciare la parola d’ordine e poi puf, si sgonfiava come un palloncino e si allontanava velocemente.

Quanto sono patetico!

Concordo. Che fine ha fatto l’ego dei Malfoy?

E’ morto con Voldemort.

Tira fuori gli attributi e datti una mossa!

Non sono uno stupido Grifondoro, io sono una serpe e gioco d’astuzia!

Allora tirala fuori e muoviti!

Si stava avvicinando per l’ennesima volta alla porta quando questa si aprì piano e la sua ossessione era uscita alla chetichella, come se non volesse disturbare e con la stessa attenzione con cui era uscita, aveva richiuso la porta dietro di se.

Draco, colto alla sprovvista, era rimasto fermo sul posto a due passi da lei, in attesa di un qualsiasi gesto. Solo che Hermione era ancora troppo scioccata per rendersi conto della presenza del ragazzo, stordita, continuava a mormorare: << Tu non hai visto niente, tu non hai visto niente. >>

Draco fissava incredulo la scena che aveva davanti agli occhi: Hermione di spalle, accasciata sulla porta, sussurrava qualcosa e, allo stesso tempo, batteva la fronte contro il legno della porta, come se volesse scacciare qualcosa dalla mente.

Che diamine è successo?

Sembra sotto shock

Avanti casanova ora o mai più!

Oh sta zitta!

 

Intanto Hermione cercava di fare mente locale. Si diceva che quello cui aveva assistito era una cosa normalissima per dei diciottenni e che doveva finirla di essere così bacchettona, perché anche lei le aveva fatte. Grazie a questi pensieri pian piano riuscì a ritrovare, seppur di poco, la sua proverbiale lucidità.

Stava raccogliendo le forze per tornare nei dormitori quando la voce, ormai familiare, di Malfoy l’aveva chiamata. << Granger, tutto ok? >>

Merlino, questa è una congiura!

Anche lui no! Non ce la faccio ad affrontarlo adesso.

Sospirando, si era voltata lentamente pronta a mandarlo al diavolo ma, nell’alzare lo sguardo, aveva incontrato due iridi grigie velate di preoccupazione. Vederlo sinceramente turbato aveva spento qualsiasi invettiva stesse pensando.

<< Sì, Malfoy. Tutto ok. >>. Fece un lungo respiro per finire di calmarsi ma quello che aveva visto le tornò alla mente ed esplose.

<< Anzi no! Non va tutto bene. Non c’è niente che vada bene! >> il tono della voce era salito di più ottave, il fiato corto, il viso arrossato e gli occhi pieni di lacrime. Hermione era scoppiata e stava avendo una crisi emotiva. Il ritorno a Hogwarts, dover fare i conti e accettare i tanti lutti, Ron che non era tornato, Ginny che era in permesso speciale per stare accanto alla madre e Harry che, per colpa del Ministero, era presente un giorno sì e cinque no. Per non parlare di Malfoy ciao Granger… tutto bene” e Zabini “ un pensierino potrei farcelo…” che improvvisamente avevano deciso di mostrarsi diversi e soprattutto le lettere “ vorrei far parte della tua vita” l’avevano mandata in tilt. E la cosa peggiore, tra tutte, era che non poteva sfogarsi con nessuno: non avrebbe mai disturbato i suoi amici per delle sciocchezze.

Draco non ci aveva messo tanto a capire cosa le stava accadendo, non per niente si era subito Pansy e le sue crisi per sei anni, così per evitarle successivi imbarazzi, già crollare davanti a lui l’avrebbe fatta vergognare abbastanza, l’aveva afferrata per un polso e la trascinò in un corridoio laterale dove c’erano varie aule in disuso.

Una volta al sicuro, all’interno della prima stanza che aveva trovato, Draco si era girato verso la ragazza che aveva iniziato a singhiozzare. Con un sospiro aveva sigillato e silenziato la stanza e si era avvicinato ma Hermione si era spostata di scatto e, come una fiera in gabbia, aveva iniziato a camminare agitata. Draco non la perdeva d’occhio, non l’aveva mai vista così quindi non sapeva cosa aspettarsi. Una cosa era certa doveva farla sfogare, almeno con Pansy funzionava così.

Le ragazze sono tutte uguali.

Due moine e passa tutto.

No, Hermone non è così.

Deve solo sfogarsi e le passerà.

<< Granger siediti un momento, calmati e dimmi cosa ti ha ridotto in questo stato. >>

<< Calmarmi? CALMARMI? Non dirmi di calmarmi Malfoy, specie se è colpa del tuo caro amichet… >> di nuovo le immagini di quello che aveva visto le erano tornate alla mente, stavolta più nitide che mai: il bagno fiocamente illuminato dalle candele che galleggiavano nell’aria creando piccole pozze di luce sulla vasca, da dove salivano spirali di vapore. L’aria umida, calda, profumata di vaniglia. E lì, sul bordo della vasca, due corpi si muovevano insieme, illuminati dalla luna che, sfacciata, si ergeva in tutta la sua grandezza dal rosone centrale, sopra la finestra della sirena. Raggi argentei illuminavano i due amanti di una luce quasi eterea, dando risalto alla pelle color cioccolato di lui e quella lattea di lei, rendendo ancora più scura, quasi nera l’una e più bianca, quasi perlacea l’altra. I muscoli che guizzavano sinuosi avevano ricoperto la pelle di un velo di sudore, reso brillante dai raggi lunari. I due corpi continuavano a muoversi, la stanza si era riempita di ansiti spezzati e gemiti di puro piacere. Non si erano accorti di lei, troppo impegnati in quella danza antica come il mondo. Il resto era confuso, ricordava di essere uscita dal bagno e poco dopo aveva sentito la voce di Malfoy.

<< Amichetto? Quale amichetto? >> Draco aveva strascicato le parole come se si stesse annoiando. In realtà stava cercando di rimanere, almeno lui, lucido e l’unico modo per esserlo era indossare la maschera glaciale che lo distingueva.

<< Oh ma per favore Malfoy! Finiscila di coprirlo! Tanto lo so che eri fuori dal bagno a fare il palo! >>

< Eh? Di un po’ Granger sei ubriaca? Si può sapere cosa stai farneticando? >> Hermione stava perdendo quel po’ di pazienza che l’era rimasta, facendo un grande respiro per calmarsi cominciò a spiegare.

<< Stavi coprendo Blaise ma devi esserti distratto e non mi hai visto entrare! Per colpa della tua inettitudine l’ho beccato mentre faceva sesso! >> e per l’imbarazzo aveva abbassato lo sguardo. Draco invece, era scoppiato a ridere. Rise tanto che la mascella iniziò a fargli male per lo sforzo. Ancora scosso dalle risate aveva cercato di ricomporsi.

<< Salazar che ridere! Davvero ha beccato Blaise? >>

<< Non c’è niente da ridere! Per colpa tua ogni volta che parlerò con lui avrò quell’immagine davanti agli occhi! >>. Mentre la ragazza parlava, Draco stava riflettendo alacremente. C’era qualcosa che non gli tornava, la reazione di Hermione era spropositata. Ok aveva beccato Blaise in atteggiamenti promiscui ma farsi venire una crisi in piena regola era troppo. Salvo che…

<< Granger, Granger… non ti facevo così pudica. O c’è qualcosa che non vuoi far sapere? >> Hermione lo fissò perplessa.

<< Sarebbe? >>

<< Forse, anzi no, eliminiamo il forse. Ti piace Blaise, per questo sei andata in crisi. Stai reagendo come una fidanzata tradita. >>. Dire quelle parole per Draco era stato come pugnalarsi con le proprie mani tuttavia, doveva sapere per correre ai ripari e, magari, uccidere il suo migliore amico se la risposta di Hermione fosse stata positiva.

Ti prego arrabbiati e dì di no.

Dì di no, dì di no, dì di no!

Hermione era a dir poco sbalordita, va bene provare a sotterrare l’ascia di guerra, cercare di essere civili l’una con l’altro ma da qui a diventare confidenti ne passava di acqua sotto i ponti!

<< Prima di tutto non è affar tuo chi m’interessa! E cosa più importante credi che verrei a dirlo a te? >>

<< Allora perché questo dramma? Se Blaise non ti piace perché hai messo su questo teatrino? >>

<< Io… >>

Non era riuscita a finire la frase, per la prima volta in vita sua Hermione era a corto di parole.

<< Tu cosa? >>

Avanti Hermione, parla!

Spezzami il cuore o dammi speranza.

Draco la stava fissando spudoratamente negli occhi con un ghigno di derisione sulle labbra, creato ad arte per nascondere l’agitazione che lo stava consumando.

<< Dannazione Malfoy! Smettila di fissarmi! >> Hermione aveva alzato la voce e si era diretta verso la porta per andarsene.

<< Lo farò quando ti deciderai a rispondere! >> Draco non si era fatto intimidire, gli era andato dietro e, afferrandola per un gomito, l’aveva tirata verso di sé. Lo strattone era stato piuttosto forte e la ragazza era finita direttamente tra le braccia di Draco. Hermione, intrappolata in quella stretta, non riusciva a divincolarsi, per quanto provasse a muoversi, non otteneva nulla. In realtà, premuta contro quel torace, aveva momentaneamente perso la capacità di pensare. Sapeva di stare immagazzinando informazioni ma la sua mente non era in grado di elaborarle.

Malfoy mi sta abbracciando!

Vero, ma si sta così bene.

E’ Malfoy! Non deve abbracciarmi!

Ah si? Allora perché ti stai accoccolando contro il suo petto?

Io non mi accoc… mmmhh

Hermione si era lasciata andare, percepiva attraverso i sensi.

 L’olfatto inondato da un profumo di menta e limone, fresco e allo stesso tempo leggermente amaro. Il tatto stimolato dallo sfregare della guancia sulla camicia di morbida seta, l’udito intento ad ascoltare il respiro del ragazzo che, via via, aumentava d’intensità; così come il rombo del cuore sotto il suo orecchio e la vista oscurata di proposito perché Hermione si era abbandonata al calore di quell’abbraccio.

Allo stesso tempo Draco non riusciva a credere di poter stringere a sé il suo sogno proibito. La teneva ancora per il gomito, la stretta gentile, delicata. L’altro braccio era corso a cingerle la schiena per tenerla più vicina. Per sentire, almeno una volta, il calore e il profumo di quel corpo.

Non si sarebbe mai staccato da lei ma i rapporti tra loro erano ancora troppo tesi per un approccio così diretto, per questo, seppur controvoglia, l’aveva lasciata andare. Hermione aveva sentito un insolito senso di vuoto quando Draco aveva sciolto l’abbraccio, ma aveva imputato quella sensazione alla mancanza di abbracci che ultimamente provava.

Il contatto tra loro era durato poco ma l’imbarazzo era enorme. La prima a riprendersi era stata Hermione, aveva alzato gli occhi dal pavimento, che fino a quel momento gli era parso la cosa più interessante al mondo, e si era messa a studiarlo. Non poteva negare che Draco fosse un bel ragazzo: alto, longilineo, gambe e braccia muscolose, senza essere eccessive. Capelli biondi, chiarissimi, così come la pelle e occhi grigi; un grigio che ricordava il freddo metallo ma che sapeva essere luminoso e intenso. Oh sì, fisicamente Malfoy rasentava la perfezione, peccato che il carattere fosse un vero disastro.

Draco dal canto suo stava subendo, in modo passivo, l’esame di Hermione. Si sentiva sottosopra, ancora avvolto dalle sensazioni scaturite dall’abbraccio, per questo, quando Hermione l’aveva ringraziato, si era quasi rotto l’osso del collo per la fretta di alzare la testa. << Come? >> per un istante Hermione aveva visto lo stupore negli occhi del ragazzo, << Ho detto grazie >> aveva ripetuto << per avermi abbracciato, ne avevo bisogno. >>

Sono la Grifondoro più atipica di tutta Hogwarts!

Ringraziare una serpe!

Quella serpe però ti ha fatto stare bene.

Draco stava per rispondere “ quando vuoi”, ma si era morso la lingua per non tradirsi. << E’ stato involontario. >> e per deviare l’attenzione della ragazza aveva cambiato discorso << Piuttosto, non hai risposto alla mia domanda. >>

<< Perché vuoi saperlo? >>

<< Voglio solo capire cosa ti è successo. Non ti ho mai visto così sconvolta, neanche durante lo scontro finale. In più non credo che vedere certi atteggiamenti ti sconvolga tanto, in fondo stai con Weasley da un po’; quindi centrano i protagonisti della scena a cui hai assistito. >> Il ragionamento non faceva una piega.

Hermione era indecisa, da un lato non voleva avere niente a che fare con Malfoy ne dargli materiale per ricattarla o prenderla in giro a vita, dall’altro parlare con lui la stava calmando e la stava aiutando a tornare lucida, quindi perché non provare a fidarsi? Magari l’avrebbe aiutata a fare chiarezza.

<< E’ più giusto dire “stavo con Ron”. Ci siamo lasciati prima dell’inizio della scuola. Come avrai notato, lui non è tornato, la morte di Fred l’ha colpito duramente; come al resto della famiglia. Non so se ero davvero innamorata, a volte mi manca, altre no. Forse avevamo scambiato l’amicizia con l’amore o abbiamo solo cercato di realizzare le attese di chi voleva vederci insieme, non so. >>

<< Mi stai dicendo che la seconda coppia più acclamata della scuola è scoppiata? Non dirmi che anche Potter ha chiuso con la rossa! >> Draco era euforico, aveva avuto la conferma che Hermione era libera da qualsiasi tipo di legame. Lei, invece, era furibonda. << Mi chiedo come ho potuto pensare che tu potessi essere un buon ascoltatore! Ed io che mi sono fidata e mi sono confidata, che stupida sono! >>

<< Hey Granger… >>

<< No! Sta zitto! E fai un favore al mondo: cresci Malfoy. >> detto ciò si era diretta verso la porta che, però, non voleva aprirsi.

<< Granger è inutile, non sarà l’Alhomora ad aprire quella porta. >>

<< Fammi uscire da qui. >> Hermione si era voltata a guardarlo, la bacchetta sguainata, pronta a colpire. Draco, aveva alzato le mani in segno di resa e pian piano le si era avvicinato, gli sembrava di star avvicinando un Ippogrifo: una parola o mossa sbagliata e avrebbe mandato tutto all’aria. Con tutta la calma che possedeva, il ragazzo aveva messo una mano sulla bacchetta e lentamente le aveva abbassato il braccio. << No, almeno finché non mi avrai ascoltato. >>

<< E cosa dovrei ascoltare? Altre offese gratuite, altri sproloqui senza senso? >> Hermione aveva cercato di sciogliere la mano dalla stretta di Draco che sorridendo tristemente aveva rafforzato la presa.

<<Volevo solo alleggerire la tensione, ammetto che la mia è stata una battuta infelice. Ogni tanto le vecchie abitudini saltano fuori. >> il ragazzo si stava scusando, a modo suo, ma lo stava facendo.

<< Sì, ma… >>

<< Lasciami parlare, vuoi? >>. Il tono calmo e sincero della voce avevano convinto Hermione. << Ricapitoliamo: sei entrata nel bagno dei prefetti e lì hai visto Blaise fare sesso con qualcuna, a proposito chi era? >>

<< Non vedo come questo possa esserti d’aiuto. >>

<< Lo è, rispondi. >>

<< Mandy McTass, Corvonero. >>

<< Ok, ripeto la domanda di poco fa: perché ti ha dato fastidio? >> Draco la stava guardando negli occhi, pronto a catturare anche il più piccolo cambiamento. L’unica cosa che vide, prima che Hermione rispondesse, furono incertezza e timore.

<< Non so perché. >>

<< Una Grifondoro che mente, ora le ho viste tutte! >>

<< Lieta di esserti stata d’aiuto. >> le parole cariche di sarcasmo di Hermione avevano fatto ghignare Draco.

Sarebbe perfetta.      

Oh si certo, un cuore impavido tra i Malfoy!

Sì, il suo cuore renderebbe davvero puro il nostro sangue.

Sempre se riuscirai a conquistarla.

Draco voleva, anzi doveva, sapere la verità a qualunque costo, per questo aveva deciso di farla infuriare.

<< Avanti Mezzosangue, parla. Oppure devo dirti io il perché? >> Hermione l’aveva guardato con astio, ma per Draco non era abbastanza.

<< Va bene, vediamo se indovino. Hai messo gli occhi su Blaise, un gran bel ragazzo, per di più Purosangue, di nobili origini ma soprattutto con un bel patrimonio! Ora mi spiego perché hai mollato lenticchia, troppo straccione per i tuoi gusti! Oh Mezzos… >> lo schiocco di uno schiaffo aveva interrotto il monologo del ragazzo. << Non ti azzardare mai più a chiamare Ron lenticchia o straccione! Blaise non è degno di pulire neanche le scarpe a Ron. E per quel che mi riguarda, inventa qualcosa di nuovo: Mezzosangue non mi fa più effetto. >>

Draco era ammaliato, Hermione si ergeva in tutta la sua fierezza davanti a lui: le guance arrossate, il respiro un po’ accelerato e la mano che l’aveva schiaffeggiato, ancora alzata davanti a lui. Avrebbe voluto stringerla a sé e baciarla fino allo sfinimento ma non poteva. Doveva continuare a provocarla per farla cedere.

<< Hai finito con la scena madre? Si? Bene, ti sei accorta che non hai negato quello che ho detto su Blaise? Hai solo difeso lent… Weasley, questo vuol dire che ho indovinato: ti piace Blaise. >> a quelle parole la ragazza sussultò: Draco aveva ragione. Accecata dalla rabbia, aveva difeso Ron scordandosi di se stessa e ora era nei pasticci. Tutta l’adrenalina che fino a quel momento circolava nel sangue sparì di colpo.

Draco l’aveva vista spegnersi come un fuoco soffocato dalla terra, a poco a poco Hermione era indietreggiata verso il muro alle sue spalle e si era lasciata scivolare a terra, priva di forze. << Basta Malfoy, basta. >> con la voce ridotta a un sussurro, la Grifondoro aveva dichiarato la sconfitta.

<< Non ce la faccio più. Tutto il mio mondo si è capovolto. Le persone per me più importanti sono in pratica sparite. Ron, Ginny e Harry chi per un motivo, chi per un altro non sono qui >> Hermione si era fermata un momento per ingoiare un singhiozzo che minacciava di uscire insieme alle parole. << Sono sola, loro mi mancano tantissimo. Mi mancano le chiacchiere senza senso di Ron, le confidenze con Ginny e gli abbracci di Harry. Per questo prima ti ho ringraziato, avevo davvero bisogno di un abbraccio. >>

<< Anche se sono stato io a dartelo? >>

<< Sì, anche se sei stato tu, serpe per eccellenza, a darmelo. >> Draco l’aveva guardata stupito e Hermione gli aveva regalato un accenno di sorriso tra le lacrime.

E’ strano, parlare con lui mi fa stare bene.

Cos’è quel tono stupito?

E’ Malfoy, ecco cosa!

Godric divino! E allora?

Ora arrivava la parte ostica, doveva spiegare perché aveva avuto quella reazione esagerata alla vista del ragazzo di colore. Il problema era che neanche Hermione sapeva perché avesse reagito in quel modo. Facendosi coraggio, prese un bel respiro e cominciò a parlare. << Per quanto riguarda Blaise… Sono io la prima a non capirmi. Ci sto pensando ma non riesco a spiegare la mia reazione. >> Draco aveva alzato un sopraciglio e la guardava ironico, come a dire “menti sapendo di mentire ed io lo so”. << Non guardarmi così! >> il Serpeverde aveva scosso la testa esasperato << La smetterò quando ti deciderai a dire la verità. >> la voce calma, velata però di sarcasmo.

<< Che cosa dovrei dirti? Che da quando tu e il tuo amico siete cambiati, mi avete scombussolato la vita? Che mi ha dato fastidio vedere Blaise con un’altra? Sì, mi ha infastidito e sai perché?  Perché oggi in biblioteca ho sentito quando parlavate di me e mi sono sentita lusingata. Sono pur sempre una ragazza, anche se spesso la gente se ne dimentica. Non mi piace Blaise! O almeno non credo. Mi fa rabbia vedere come passa da un letto all’altro, sfruttando la ragazza di turno. >> Hermione aveva fatto una pausa per respirare, visto che aveva tirato fuori tutto quello che aveva da dire, o quasi tutto, senza prendere fiato. << E comunque, so da me che la mia reazione è stata esagerata, credo però di averti ampiamente spiegato cosa sto provando nelle ultime settimane. >>

La ragazza aveva sussurrato le ultime parole con una calma incredibile, come se il solo parlarne l’avesse liberata da un enorme peso. Draco invece si sentiva diviso in due: da un lato era felice perché Hermione aveva davvero notato il suo cambiamento, dall’altro non vedeva l’ora di trovare Blaise e cruciarlo perché grazie alla sua mania di prenderlo in giro, poteva perdere la ragazza dei suoi sogni.

Blaise inizia a raccomandare l’anima a qualcuno.

Giuro che appena ti vedo ti spello vivo!         

Da buona serpe però aveva continuato a far finta di niente.

<< Visto? Non era così difficile. >> la ragazza l’aveva fulminato con lo sguardo. 

<< Non fare quella faccia. Neanche dieci minuti fa hai ammesso di sentirti sola, il che vuol dire che avevi bisogno di sfogarti. Io ti ho solo dato l’opportunità di farlo. >>

Ed era vero, aveva capito che la grifona aveva bisogno di parlare e aveva fatto di tutto per farla capitolare. Sentiva però che c’era dell’altro, qualcosa che, nonostante lo sfogo, continuava a turbarla. Riflettendo velocemente, decise che per quella sera aveva ottenuto abbastanza e che non fosse il caso di insistere ancora.

Un piano si stava formando nella sua mente e, quella sera stessa, senza volerlo aveva messo radici.

<< Ora posso uscire? >> le parole della ragazza l’avevano riportato sulla terra.

<< Tra un attimo, Granger. Prima devo chiederti un’ultima cosa. >>

<< Malfoy sono stanca, voglio tornare alla torre. >>

Draco la fissò per un attimo: era vero, la tensione che l’aveva irrigidita per tutto il tempo era scemata e le aveva lasciato addosso solo un’infinita spossatezza. Intenerito, si era avvicinato alla porta e con un incantesimo non verbale l’aveva sbloccata. 

<< Andiamo Granger, ti accompagno. >> Hermione l’aveva guardato perplessa.

<< Cos’è hai cambiato idea? E comunque non puoi accompagnarmi! >>

<< Certo che posso! Sono caposcuola come te, anche se incontrassimo qualcuno, non avremo problemi. E no, non ho cambiato idea. Unisco l’utile al dilettevole. E ora andiamo. >>

Erano usciti in silenzio, uno accanto all’altra e, mentre camminavano, Draco aveva perfezionato il suo piano. << Granger pensavo… se potessi avere l’opportunità di farla pagare a Blaise, cosa faresti? >> Hermione non rispose subito, era rimasta colpita dalla domanda, non tanto perché ci aveva già pensato ma perché era stata proprio Draco a farla, considerando che Blaise era il suo più caro amico.

<< Beh sicuramente gli toglierei dei punti, tanti punti e poi… Mmh credi che due settimane di doppia punizione prima con Gazza e poi con Hagrid possano bastare? Ah, ovviamente per le ore con Hagrid farò in modo che siano una vera tortura! >> Hermione aveva sorriso allegra mentre pregustava quell’ipotetica punizione.

<< Granger sicura di essere una Grifondoro? Anzi no, sicura di essere tu? >>

<< Dici che ho un tantino esagerato? >> aveva risposto lei con un sorriso innocente.

Salazar benedetto!

Devi essere mia, sarai MIA!

Draco era scoppiato a ridere << No, è perfetta! >> e nel frattempo avevano svoltato l’angolo che li immetteva nel corridoio principale, proprio vicino il Bagno dei Prefetti. << Bene, allora domani Blaise avrà la sua condanna. >>

<< Perché aspettare fino a domani? >> e con un cenno del capo aveva indicato la porta del bagno: Blaise stava uscendo in quel momento. Hermione, nel vederlo, si era bloccata ed era arrossita, bastarono però poche parole d’incoraggiamento da parte di Draco e partì a passo di marcia verso un ignaro Blaise.

<< Signor Zabini! Cosa ci fa nel Bagno dei Prefetti? >> Blaise sentendosi chiamare all’improvviso sussultò. << Oh ciao Hermione! Mi hai fatto prendere un colpo. Credevo fosse qualche professore. >>

Il colpo lo avrai adesso, Don Giovanni da strapazzo!

<< Tolgo venti punti a Serpeverde per essersi intrufolato di nascosto in un bagno riservato ai prefetti, capiscuola e capitani di Quidditch. Altri quindici punti per essere in giro dopo il coprifuoco e altri trentacinque per atti osceni nel suddetto bagno. In più avrà una doppia punizione di due settimane da scontare con Mastro Gazza prima e il professor Hagrid poi. >> Blaise era rimasto pietrificato, non aveva mai visto Hermione così furibonda. Doveva calmarla e ingraziarsela per questo sfoderò il suo miglior sorriso. << Caposcuola Granger, posso spiegare. Non ho fatto nulla di… >>

<< Zabini! Osa contraddirmi?Raggiunga immediatamente il suo dormitorio se non vuole che i punti tolti aumentino. >> Blaise era atterrito, Hermione in  veste di caposcuola era spaventosa; per questo aveva annuito ed era scappato come un primino davanti a Piton.

Draco, che si era nascosto quando Hermione era partita in carica, si era gustato tutta la scena, ridendo come un pazzo alla vista della fuga dell’amico.

Tutto questo era solo l’antipasto, Blaise.

Vedrai appena tornerò in camera

Il biondino aveva aspettato di veder sparire l’amico prima di tornare accanto a Hermione. << Per la prima volta darei volentieri dei punti a Grifondoro. Sei stata superba! >> Hermione aveva sorriso a quel complimento.

<< Davvero? A proposito di punti… come mai non mi stai offendendo per averne tolti così tanti? Non t’infastidisce? >> nel frattempo si erano incamminati verso la torre. << Sì, e tanto. In ogni caso non sono stato io a perderli e tu hai fatto solo il tuo dovere. >> Incredula, Hermione, si era fermata nel mezzo del corridoio. Non riusciva a credere alle sue orecchie, il vecchio Malfoy l’avrebbe offesa senza pensarci due volte, invece il ragazzo che aveva di fronte ora, le aveva dato ragione.

Ok, questo è un sogno.

No, cara, è proprio lui!

Adesso mi sveglio e tutto è come prima.

Draco aveva fatto un altro paio di passi prima di accorgersi che Hermione non era accanto a lui. Si era voltato e l’aveva vista imbambolata in mezzo al corridoio, con uno strano sorrisino sulle labbra. << Granger, che fai? >> come sempre però Hermione era immersa nei suoi pensieri per rispondere, così il ragazzo era tornato indietro.

<< Hey Granger! Sei tra noi? Oh Merlino salvatore, stai per avere un’altra crisi? >> le aveva posato una mano sulla spalla e l’aveva scossa leggermente.

<< Eh? Oh Malfoy, scusa. Ero persa nei miei pensieri. >>

<< E ti capita spesso? >>

<< Cosa, di pensare? >> la ragazza si era sentita punta sul vivo e aveva risposto in modo sgarbato.

<< No, intendevo se ti capita spesso di isolarti nei tuoi pensieri. >>

Hermione era arrossita per la vergogna, aveva risposto male a Draco per nulla. In realtà la Grifondoro doveva ancora abituarsi a quel nuovo Malfoy gentile e educato.

<< Scusa, non volevo. E’ che a volte le vecchie abitudini tornano… >> aveva risposto parafrasando le parole dette da Draco stesso poco prima << Comunque, per rispondere alla tua domanda, sì, ultimamente capita spesso. >> e avevano ripreso a camminare.

<< Come mai, se posso chiedere? >> un lampo di tristezza era apparso sul volto della bella moretta << Immagino sempre per lo stesso motivo. Non ci sono molte persone con cui possa condividere i miei pensieri. >> mentre finiva di parlare Hermione si era fermata davanti all’ingresso della torre.

<< Beh, io sono arrivata. Grazie per avermi accompagnato. >>

<< Dovere. >>

Hermione aveva sussurrato la parola d’ordine e mentre aspettava che il ritratto si aprisse, aveva augurato la buonanotte al biondino. Stava oltrepassando la soglia quando Draco l’aveva richiamata.

<< Granger, stavo riflettendo… Qualora volessi evitare di perderti nei tuoi pensieri o avessi bisogno di un paio di braccia per sostenerti, mandami un gufo. >> detto questo, il ragazzo l’aveva salutata e, fatto dietro front, si era incamminato verso i sotterranei.

 

Hermione era rimasta ferma all’ingresso della torre, attonita per la sorpresa. L’aveva visto allontanarsi, fino a scomparire dietro un angolo. Solo quando la Signora Grassa aveva iniziato a borbottare infastidita, si era mossa ed era entrata nella torre.

Una volta a letto, si era imposta di non ripensare all’assurda serata appena passata.

Non c’è niente da pensare.

Sì però…

Hermione Granger! Chiudi gli occhi, svuota la mente e dormi!

Stanca, anche della lotta con la sua coscienza, Hermione si stava abbandonando al sonno, quando il ricordo di due braccia calde che la tenevano stretta e un vago profumo di limoni e menta scatenò in lei una dolce, seppur strana, sensazione di protezione. Sorridendo al buio, Hermione, si addormentò.

 

 

 

 

 

 

ANGOLINO:

Eccomi qui di nuovo! Come promesso, la storia continua. Questo capitolo non mi soddisfa pienamente, ho scritto, limato, cambiato talmente tanto che stavo impazzendo.

L’unica cosa che vi chiedo è: visto che siete arrivati/e qui sotto, ditemi che ne pensate. Le recensioni sono l’unico modo che ho per poter migliorare! Grazie a tutti!

Alla prossima puntata!


  

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Capitolo 7
*** Punizioni e stratagemmi ***


 Dopo essersi congedato da Hermione, Draco si era diretto nei sotterranei. Camminava assorto, intento a rifinire mentalmente il brillante piano che aveva avuto un’ora prima. Doveva solo farsi amica Hermione e da lì le cose sarebbero andate a meraviglia. Ok, forse il suo piano non era propriamente originale, come tutti gli altri partoriti dalla sua geniale mente ma la diretta interessata aveva un intelletto anche più acuto del suo e non ci avrebbe messo molto a capire tutto, quindi era meglio un piano semplice e lineare. Del resto dopo l’incontro che avevano avuto quella notte il più, era stato già fatto. Riflettendoci bene, il ragazzo si era reso conto che, anche senza volerlo, si era comportato come fa un amico. Quando Hermione era andata in escandescenza, l’aveva fatta quietare e poi, quando il peggio era passato, aveva ascoltato le sue parole e asciugato le sue lacrime. Uno strano sorriso si era impossessato del suo viso e, se qualcuno l’avesse visto, avrebbe pensato che fosse impazzito ma Draco in quel momento era troppo orgoglioso di sé per far caso ad altro. Sarebbe stato se stesso e, alla fine, grazie anche al suo innato e soprattutto innegabile fascino l’avrebbe conquistata.
Ehy macho man!Attento, la Granger è un osso duro!
Lo so.
Non cadrà facilmente nelle tue spire.
Lo so.
Oh, sai anche che potrebbe essere innamorata di Blaise?
Non dire cazzate!
Senza rendersene conto era arrivato davanti all’ingresso della sua Sala Comune, dentro, Draco sapeva che avrebbe trovato Blaise ad aspettarlo. Già Blaise, il suo migliore amico, il fratello che gli era sempre mancato, il traditore. Sì, perché se Hermione aveva avuto quella crisi, era colpa dell’amico che si era fatto beccare come un comune Tassorosso, l’aveva sempre pensato che Blaise fosse troppo poco subdolo per stare tra le serpi e quella sera ne aveva avuta la conferma. In quel frangente Draco non riusciva a pensare con lucidità, in realtà avrebbe dovuto ringraziare l’amico per avergli permesso di passare del tempo con Hermione ma era incazzato nero, non era solo semplice rabbia o risentimento, no, era proprio furore e tutto quell’impeto che sentiva doveva essere sfogato. Per questo quando la pietra rotolò via la prima cosa che fece, fu estrarre la bacchetta e una volta entrato si ritrovò a ghignare sadico: Blaise era seduto davanti al camino.
Vendetta, atroce e sublime vendetta!
Preparati a soffrire caro Blaise.
 
Il moro dopo aver consumato la suola delle sue costosissime scarpe e il pavimento di pietra della sala per i troppi avanti e indietro, si era buttato sulla prima poltrona libera e, mentre aspettava il ritorno di Draco, si era appisolato. Quest’ultimo, resosi conto del sonno dell’amico, ne aveva approfittato. Dopo aver sussurrato un incantesimo per non svegliare Blaise, Draco, lo aveva fatto lievitare fino alla loro camera. Una volta dentro, lo aveva adagiato sul divano e, dopo averlo legato con un Incarceramus, aveva rimosso l’incantesimo del sonno e si era seduto di fronte a lui in attesa del suo risveglio.
Blaise pian piano stava tornando cosciente, sentiva freddo. Ancora mezzo addormentato, aveva pensato che il fuoco, vicino al quale era seduto, si fosse spento; così, ancora con gli occhi chiusi, il ragazzo, aveva allungato una mano per prendere la bacchetta, solo che non riusciva a muoversi: era bloccato dal collo in giù. In preda al panico, aveva aperto gli occhi di scatto.
 << Che diamine succede? >>
<< Oh, ben svegliato caro Blaise >> Draco aveva parlato con una strana voce zuccherosa e lo stava fissando con un sorriso da folle sul viso. << Draco? Perché sono legato? >> il ragazzo non sapeva cosa pensare, Draco era seduto davanti a lui e lo guardava con una strana luce negli occhi. Sapeva per esperienza cosa fosse quello sguardo e un brivido di paura gli scorse lungo la schiena. Quando Draco lo guardava così, significava che qualcosa non andava e che da lì a dieci minuti sarebbe successo il finimondo; così, per evitare problemi decise di raccontargli immediatamente dell’incontro con Hermione. << Sai prima ho incontrato la Granger. >> a quelle parole Draco aveva ghignato. << Ah si? E dimmi, ti ha detto qualcosa d’interessante? >>. Blaise si era ritrovato a ingoiare a vuoto, all’improvviso nervoso << Beh più che un incontro è stato uno scontro. Mi ha beccato mentre uscivo dal Bagno dei Prefetti, mi ha tolto settanta punti e sono in doppia punizione per quindici giorni. >>
<< Come ma tutti quei punti? >> Draco era furente ma grazie alla solita maschera da Purosangue impassibile, riusciva a nasconderlo; sapeva che stava per esplodere ma doveva farsi raccontare tutto per punire a sua volta Blaise. << Perché mi ha beccato fuori oltre il coprifuoco, ho usato il Bagno dei Prefetti pur non essendone uno e non so come ma ha capito che ero lì in compagnia. Credi mi abbia visto? >>
<< Credo? CREDO? Ti ha visto! Idiota che non sei altro! >> e per rimarcare l’ovvio, l’aveva colpito con un mal rovescio sulla nuca.
Draco era esploso e per Blaise erano guai.
<< Stavo passando davanti al bagno quando l’ho vista uscire più morta che viva! Era talmente sconvolta che ha avuto una crisi di nervi! Era così fuori di se da trovare conforto in me! Si è confidata con me! >>
Blaise non capiva dove fosse il problema, se la sua serata aveva ottenuto quei risultati si sarebbe fatto scoprire più spesso.
<< Beh, è una buona cosa, no? Vi state avvicinando. >>
<< Ci stiamo avvicinando un corno! Grazie alla tua mania di parlare a vanvera, oltre al non saperti tenere i pantaloni chiusi, Hermione è più lontana che mai. >> e giù un altro colpo sulla nuca. << Draco ma che diamine! Non ho fatto niente di grave anzi, mi sono beccato una punizione solo per aver seguito i miei ormoni! >> a quelle parole il ghigno che Draco continuava a sfoggiare era diventato crudele << Giusto, la punizione. Ora che mi ci fai pensare la punizione di Hermione sarà miele se confrontata alla mia. Rictusempra! >> e Blaise aveva iniziato a ridere senza più fermarsi. Poco dopo, Draco aveva sciolto l’incanto per lanciare un Evanesco sui vestiti di Blaise, lasciandolo in mutande; poi aveva incantato le sue piume affinché torturassero il ragazzo con il solletico. Vedere l’amico contorcersi e ridere fino a rimanere senza fiato, era una bella consolazione dopo tutte le lacrime che Hermione aveva pianto per colpa sua.
<< Ahahahah Draco… ohoho…bastaahaha… ti suhuhu…supplico. >> Blaise era allo stremo: il viso rosso, il fiatone e gli occhi pieni di lacrime per il troppo ridere. Draco per nulla impietosito, aveva continuato a guardarlo mentre le piume continuavano il loro lavoro. Dopo dieci minuti però interruppe l’incantesimo, bastardo sì ma folle no. Sapeva bene quali effetti aveva quella particolare tortura e non voleva essere la causa della pazzia dell’amico, per questo l’aveva interrotta quasi subito.
Blaise intanto stava cercando di riprendere il controllo del proprio corpo, quando finalmente riuscì a recuperare il debito d’ossigeno e il suo cervello ricominciò a funzionare, gli si accese una lampadina. << Tu sei geloso! Non ho ancora capito perché ma lo sei >> e contemporaneamente cercava di muoversi << E slegami, cazzo! >>
<< Fottiti Zabini! Non sono geloso! Non so di cosa parli e se anche lo fossi sarei giustificato. E no, non ho nessuna intenzione di slegarti, te lo sei meritato e se continui a lamentarti ti appendo in sala comune! >> Blaise si era fermato di colpo, non aveva nessuna voglia di fare la figura del salame davanti a tutta la casa. Rassegnato a restare legato, Blaise, aveva riportato l’attenzione su Draco << Questa me la devi spiegare. >>
<< Non è così difficile, ti faccio levitare fino in sala comune e poi… >>.
<< Finiscila di fare il finto tonto! Spiegami la storia della giustificazione per la tua gelosia infondata! >> Draco aveva sbuffato sonoramente << Come ti ho già detto, per colpa della tua boccaccia, che non riesci mai a tenere chiusa, hai incasinato tutto. >> << Io? Dopo oggi in biblioteca, non ho più visto Hermione fino a prima. Cosa avrei potuto fare? >> Draco lo fissava tra lo sbalordito e l’esasperato << Mi domando se si può essere più idioti di te! Come puoi stare nella casa di Salazar se non hai neanche un minimo di astuzia? >> Draco, frustrato, si era messo a camminare davanti a Blaise, poi, di colpo, si era fermato e l’aveva fissato malevolo << Hermione oggi ti ha sentito mentre dicevi che avresti fatto un pensierino su di lei. Quale ragazza non si sarebbe sentita lusingata? In fin dei conti, dopo di me sei il ragazzo più ambito della scuola. Poi stasera ti ha visto mentre ti rotolavi con Mandy Mac Tass e ha avuto un crollo, uno stallo, chiamalo come vuoi, perché non sa se gli interessi o meno! >>. C’era anche dell’altro, come ad esempio che la crisi vera e propria era arrivata perché Hermione si sentiva sola, non aveva accanto i suoi amici e non riusciva a confidarsi con nessuno, ma questo Blaise non doveva saperlo perché ai fini della vendetta di Draco non erano importanti. La cosa importante era punire Blaise per tutto quello che aveva fatto negli ultimi giorni e soprattutto per essersi avvicinato a Hermione. Intanto che finiva di ringhiare quelle parole, Draco si era avvicinato all’amico e gli aveva rifilato l’ennesimo scappellotto sulla nuca << Ti è chiaro adesso? >>. Blaise non sapeva cosa dire, il macigno del senso di colpa si era abbattuto su di lui all’improvviso.
Se Draco non riuscirà a conquistare Hermione sarà per colpa tua.
Oh no. No, no, no.
Oh sì, invece. L’hai fatta grossa!
Rimedierò, come sempre. O non mi chiamerò più Blaise Zabini!
Così ti voglio! Sei una serpe, dimostra ciò che sai fare!
Blaise era nella prostrazione più profonda, aveva fatto tanto per far avvicinare quei due che non poteva pensare che per colpa di un suo piccolo, insignificante sbaglio gli ingranaggi ben oliati del suo piano si fossero incagliati per sempre.
<< Ne sei proprio sicuro? >> magari Draco aveva capito male << Oh no. Ho equivocato tutto durante l’ultima ora e mezza! Certo che sono sicuro pezzo di cretino!Ti ho detto che Hermione si è sfogata con me. >> l’ultima scintilla di speranza che si spegneva dopo quelle parole.
 
Per un momento nessuno dei due ragazzi proferì parola, il silenzio era così intenso che neanche i loro respiri si avvertivano.
<< Draco, puoi slegarmi? Vorrei andare ad affogarmi da solo nel Lago Nero >> Blaise, dispiaciuto, aveva rotto il suo mutismo. A quella dichiarazione di pace, Draco aveva sorriso << Se vuoi, ti aiuto io. Aguamenti! >> aveva agito in modo così repentino che Blaise era stato inondato da un potente getto d’acqua ancor prima di riuscire a rispondere. << Draco Malfoy! Questa me la paghi! >> il moretto, bagnato come un pulcino, cercava di maledirlo con lo sguardo << Suvvia, non eri tu che volevi morire annegato? Beh, ti ho solo facilitato le cose. E per favore, smetti di guardarmi così, non sei un Basilisco. >> detto ciò, il biondino si era lasciato cadere, esausto, sulla poltrona di fronte al moretto.
Poco dopo Blaise si era ritrovato libero dalle corde invisibili che lo trattenevano.
<< Grazie. >>
<< Prego. Non c’era più gusto a tenerti legato dopo che mi hai guardato con lo sguardo da cucciolo smarrito. >> Blaise era scoppiato a ridere << Oh, il grande Malfoy ha scoperto di avere il cuore tenero? >> e, mentre parlava, aveva tirato fuori la bacchetta dalla manica della camicia, con Draco era meglio prevenire.
 << No, mi ero annoiato a vederti legato come un salame e nella mia magnanimità ho deciso di liberati. >>
<< Quale onore >> ed erano scoppiati a ridere << senti, scherzi a parte, c’è qualcosa che posso fare per farmi perdonare? >> sentendo quelle parole, Draco l’aveva guardato scettico e si era affrettato a rispondere di no. Poco dopo però ci aveva ripensato << So già che me ne pentirò… vuoi farti perdonare, giusto? >> Blaise aveva annuito con vigore << Bene, veniamo al sodo: mi serve il tuo potere empatico. >>. Da lì, Draco aveva iniziato a raccontargli della sua idea di diventare amico di Hermione per farsi conoscere ed apprezzare. Solo che per riuscirci voleva essere sicuro che la ragazza non provasse alcun sentimento per l’amico. Per questo gli serviva il potere di Blaise. Quest’ultimo, mentre Draco spiegava le sue intenzioni, aveva notato con piacere che l’amico non aveva mai chiesto di verificare quali sentimenti Hermione provasse per lui. Se questo non era indice di maturità e cambiamento, lui era un vermicolo morto.
<< Ok, ti aiuterò. Anzi, metterò le cose in chiaro con Hermione: le dirò che lei per me è un’amica. Chissà magari entreremo così in confidenza che si sfogherà con me e poi potrei far cadere qua e là dei commenti su di te. Così acceleriamo la cosa! >>
<< Blaise, amico mio, mi va benissimo che tu voglia mettere in chiaro le cose con hermione ma NON TI AZZARDARE AD ENTRARE CON LEI DA NESSUNA PARTE! MANIACO CHE NON SEI ALTRO! >>
<< A-ah! Lo sapevo che sei geloso! Non ti preoccupare, Hermione per me è una zona invalicabile e soprattutto è tutta tua! In ogni caso voglio davvero dirle che per me è un’amica >> mentre finiva di parlare un cuscino gli era finito in faccia << Blaise, sei un bastardo! >> Draco lo stava guardando storto << No, caro. Sono un Serpeverde! >>.
Alla fine, stanchi, si erano infilati nei propri letti. Blaise però non dormiva, cercava un modo per usare l’empatia con Hermione ma non era facile. Gli unici modi che aveva erano fissarla negli occhi, ma in quel caso la ragazza se ne sarebbe accorta, o avere un contatto fisico, ma al momento la caposcuola era talmente furiosa con lui che, se Blaise si fosse avvicinato, lo avrebbe affatturato all’istante. Mentre ragionava sul da farsi, aveva sentito dei rumori provenire dal letto di Draco, poi più niente. Curioso, si era sporto dalle tende del suo letto e aveva visto una luce filtrare dal baldacchino dell’amico. Draco stava sicuramente scrivendo l’ennesima lettera, ma, almeno stavolta, aveva seguito il suo consiglio: aveva usato un incantesimo silenziante. Sorridendo, Blaise, si era lasciato tentare dalle braccia di Morfeo.
Tanto ho tutto il tempo necessario per trovare una soluzione!
 
 
 
 
 
 
 
 
 
ANGOLINO:
Eccomi di ritorno. Dai stavolta non sono passati due mesi, solo uno e mezzo… qualcuno, giustamente, si è lamentato della lentezza degli aggiornamenti; avete ragione ma la vita reale non dà tregua a nessuno, questa non vuole essere una giustificazione anzi, sono la prima che ammette le proprie mancanze. Volevo solo dire che avete pienamente ragione e promettervi che cercherò di abbreviare i tempi!
Voi però non abbandonatemi e continuate a dirmi che ne pensate!
Come sempre ringrazio le persone che seguono, ricordano e preferiscono questa storia: siete tantissimi!
Ok, ora la smetto. Un abbraccio a tutti voi, Nep.
 

 

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