I fiori del Male

di Dark soul_
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Sweet Dreams ***
Capitolo 2: *** Awaiting the dawn of life ***
Capitolo 3: *** Down with the sickness ***
Capitolo 4: *** I am Darkness, I am sin ***
Capitolo 5: *** The queen of Lust ***



Capitolo 1
*** Sweet Dreams ***


I FIORI DEL MALE

Sweet Dreams


Non scrissi, o lettore innocente,
pacifico e buon cittadino,
per te questo mio saturnino
volume, carnale e dolente.

Se ancora non hai del sapiente
Don Satana appreso il latino,
non farti dal mio sibillino
delirio turbare la mente!

Ma leggimi e sappimi amare,
se osi nel gorgo profondo
discendere senza tremare.

O triste fratello errabondo
che cerchi il tuo cielo diletto,
compiangimi, o sii maledetto!   [Baudelaire, Epigrafe per un libro condannato]


Roberta doveva fare la brava bambina, e per fare la brava bambina doveva stare fuori dai coglioni. Roby era una brava bambina quando se ne stava chiusa in camera a giocare con le sue bambole, era una brava bambina quando lasciava il padre alle sue riunioni di lavoro, era una brava bambna quando portava il sonnifero alla mamma. Perchè la mamma non voleva vedere lo scempio del mondo e, siccome era grande, doveva dormire per nascondersi ... per abbandonarsi ai dolci sogni. Invece Roberta era solo una bambina di 7 anni e poteva rifugiarsi nella sua mente, poteva giocare con le sue bambole e far finta che andasse tutto bene. Poteva far finta di essere una principessa e di vivere in un castello nel 1800, poteva far finta di essere nell'antico Egitto, poteva fingere quello che voleva... ma doveva restare nella sua cameretta, con le sue bmbole e con quel crociffisso appeso al muro che doveva pregare tutte le sere. Perchè Gesù è buono, perchè Gesù salverà le anime dei deboli, perchè lui donerà pace ai tormentati, Perchè Gesù è... buono ... così le dicevano, e così lei pansava che fosse, le dicevano che doveva credere in Dio, le dicevano che doveva andare a messa tutte le domeniche, e lei ci andava, insieme alla nonna Rosa, perchè Roberta era una brava bambina.

Era un giorno come tanti e Roby stava andando a scuola, prendeva l'autobus per andarci, e non le piaceva. I bambini la prendevano ingiro, perchè er diversa, perchè lei a scuola prendeva dei buoni voti, perchè si vestiva sempre elegante, lei era molto più intelligente dei suoi compagni di classe, ma era piccola, magra e innocente, esile era la sua corporatura e fragile era la sua mente.
Come sempre lei era salita sull'autobus e si era seduta davanti, primo posto, prima fila, questa era una cosa che la faceva sentire al sicuro, perchè pensava che nel caso qualcona le avesse voluto fare qualcosa lei avrebbe potuto correre fuori in poco tempo. Il sedile accanto al suo era vuoto, come sempre, nessuno si voleva sedere accanto a lei, ma quella mattina due fermate dopo quella di casa sua una bambina entrò sulla vettura, era magra, bassa e portava un paio di occhiali rotondi appoggiati sul nasino leggermente alla francese; I suoi capelli erano legati perfettamente in due codini biondi e portava un vestitino bianco con delle rose rosse e sulle spalle un golfino dello stesso colore dei fiori. In mano teneva uno zaino Easpak sempre rosso scuro e fece una cosa che nessuno aveva mai fatto: si sedette accanto a Roberta.
- Ciao, io mi chiamo Sara ... e tu?
Nessuna risposta. Non perchè Roby volesse essere maleducata, ma semplicemente non era abituata a sentire qualcono che si rivolgesse a lei con un innata gentilezza ...
- possiamo diventare .... amiche?
Robertà si girò e fissò Sara, sorrise. Sorrise sinceramente, come non aveva mai fatto ... si rese conto di provare una nuova emozione: sincera, pura ... pensava che avrebbe dovuto chiamarla Felicità.
- sì ... io mi chiamo Roberta ... ma... mi puoi chiamare Roby se vuoi
- mi piace Roby ... allora, tu in che classe sei?
- io sono nella 2°A e tu?
- anche io! Mi hanno messa in quella classe... sono nuova ... senti, tu hai una compagna di banco ?
- No, sono da sola ... vuoi metterti vicino a me?
- sì ... sarebbe bello... quante maestre ci sono?
- ne abbiamo solo una che ci fa tutte le materie... si chiama Francesa... lei vuole che la chiamiamo per nome... ma se vuoi fare una buona impressione chiamala Signorina Putersmit
- va bene

E così Roberta e Sara scesero dal pulman e andarono in classe insieme, si sedettero vicine e Roby aiutò Sara a mettersi in pari con la classe. Perchè lei era una brava bambina.

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Capitolo 2
*** Awaiting the dawn of life ***


I fiori del male -2
I FIORI DEL MALE

Awaiting the dawn of life

Dolcemente abbracciate, come madre e figlia dovrebbero stare, da ormai venti minuti. Roby non riusciva a piangere guardava sua madre e non riusciva a versare lacrime semplicemente la fissava. Morta. Overdose. Aveva lasciato il mondo durante la notte ... probabilmente, o così speravano, non se ne era neanche accorta. Resta il fatto che aveva lasciato sua figlia e il marito ... ma a quanto pareva al marito non interessava molto la morte della moglie, non era presente al funerale, era in riunione per "cause di forza maggiore", ovvero decidere quale carta igienica sarebbe stata più morbida per pulire il culo dei ricchi signori che la volevano pure ricamata.
Però a stringere la piccola manina infreddolita di Roberta c'era Sara, non i suoi genitori ... solo lei. Così dopo due mesi di amicizia aveva capito che erano davvero unite... fra loro c'era un feeling particolare, il loro rapporto era puro e sincero e non si sarebbero mai lasciate. Mai.

Stavano sedute sul pavimento della casetta sull'albero che il padre di Sara aveva costruito come rifugio per sua figlia e le sue amiche. E ora loro erano lì a bere the e mangiare biscotti... non una parola. Roby non si era depressa più di tanto dopo l la morte della madre... sapeva che sarebbe successo, prima o poi, l'aveva capito quando sua padre le aveva detto: " prima o poi tutti ce ne andiamo ... e forse la mamma sarà tanto fortunata da lasciare questo mondo prima di noi". Tutti pensavano che dopo la morte ci sarebbe stata di nuovo la vita ... eterna... pensavano che probabilmente dopo la morte ci sarebbe stato un campo di girasoli enorme su cui potersi riposare ... e se invece fosse andata all'inferno? Fuoco e fiamme e dannazione eterna... una vita fatta di sofferenze... ma forse dopo un po' ci si abitua al dolore e non si soffre più ... ma allora si inizia a essere tristi perché tornano alla mente i ricordi di quando si era in vita...
Mentre questi pensieri aggrovigliavano la mente di Roberta, Sara decise che era ora di rompere il ghiaccio e di tirare fuori la prima cazzata che le fosse passata per la testa:
- Tu non ne hai paura?
Roberta sollevò leggermente il capo dalla tazzina e si mise a fissare l'amica
- Di ... di cosa?
- Delle cose buie ... che ci sono di notte... quando non puoi vedere perché le luci sono tutte spente
- No, direi di no ... non c'è nulla col buio che non ci sia anche con la luce.... perché.. tu ne hai paura?
Sara fece una smorfia, come se si vergognasse di rispondere ... decise di aggirare la domanda e cambiare argomento
- Allora cosa ti fa paura?
- Gli insetti ... non mi piacciono, ho il terrore che mi mordano e che possano essere velenosi ...
- Sì .. sono proprio brutti
calò un silenzio leggermente imbarazzante, nessuna delle due bambina aveva la minima idea di quale fosse un buon argomento di discussione. Entrambe avevano paura di sbagliare e di creare ancora più imbarazzo di quanto non ce ne fosse già fra loro. Scesero dal rifugio e si rintanarono in cucina. Pioveva. La pioggia aveva iniziato a cadere: prima più lentamente e poi sempre più insistentemente bagnando qualsiasi cosa incontrasse, senza lasciare scampo alla gente colta sprovvista d'ombrello e che ora correva frettolosamente verso la propria auto o verso casa loro. Era triste il cielo, con nuvole pesanti che ricoprivano il sole e creavano una sensazione di stanchezza.
Roby sarebbe rimasta a casa di Sara a dormire, entrambe sapevano che non avrebbero fatto la lotta con i cuscini e, sicuramente, non avrebbero fatto qualche gioco stupido tipo verità o penitenza. Sarebbero andate a dormire, come se fossero state due sorelle e quella fosse stata la routine quotidiana.
Roberta fissava il cielo. Guardava le nubi e la pioggia cadere. Si stava chiedendo dove fosse ora usa madre, iniziava a mancarle ... puzza di legno marcio. Gli infissi di quella casa se ne stavano andando a puttane, appoggiò la testa contro il vetro. Aspettava. Come sempre, aspettava pazientemente... perché era l'unica cosa che poteva fare ... aspettare ... aspettare che il sole sorga, aspettare l'alba ... l'alba che, forse, prima o poi sarebbe arrivata anche nella sua vita.

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Capitolo 3
*** Down with the sickness ***


I fiori del male -3
DOWN WITH THE SCKNESS

Nausea. Provava un forte senso di nausea pronunciando quelle parole. Erano, probabilmente, le parole più importanti della sua vita, o almeno così credeva ... Recitava le parole di quel rituale come una filastrocca per bambini, come se fosse semplice ... e forse il suo corpo stava proprio cercando di fermarla, mandandole quel forte senso di nausea che le stringeva lo stomaco "Pietà Satana della lunga miseria mia". E cadde a terra, forse il freddo che attenagliava il suo corpo seminudo in quel cimitero notturno o forse il sangue uscito da quell'incisione a pentacolo fatta sulla sua schiena da quello che si faceva chiamare "il reverendissimo" ... facevano il volere di Dio? No. Satanisti. "Piccoli satanisti bastardi", così li avrebbe definiti la Fox più avanti ... Dopo otto anni Roby non riusciva più a sopportare lo scempio che la vita le poneva davanti, aveva solo 15 anni e la sua vita era una grande puttanata. Dopo la morte della madre aveva completamente perso il controllo di se, aveva attacchi di schizzifrenia, di panico assoluto: quando vedeva anche solo una piccola zanzarina. E ora era lì, sdraiata a terra, con la neve che congelava la pelle, svenuta. E insieme a lei c'era una persona molto speciale: Sara, ma lì nessuno la chiamava Sara ... tutti la chiamavano Lilith ... certo, lei non era sicuramente la vera Lilith, ma tutti pensavano che fosse il nome più appropriato a lei ... lei ... che era quella che gestiva il tutto, lei che era la padrona delle "Satan's whore", no, non una nova band gotich metal ... una vera e propria setta che rientrava sui registri della polizia.
Lilith aiutò Roberta a alzarsi, le posò sulle spalle un mantello di velluto e le fece bere una tazza di un liquido scaldato. Sangue, sangue umano. Roby non sputò il liquido, come avrebbe fatto chiunque, lo bevve ... con avidità ... e si ritrovò a leccarsi le dita. Perfetto ... il rito era quasi completo ... mancava solo un piccolo dettaglio ... sesso. Non con una persona normale ... con lei, con Lilith ...Non enra una cosa normale, lo sapeva, non aveva niente contro le lesbiche solo ... non capiva perchè avrebbe dovuto farlo. Ma non le interessava avere un perchè, era ubriaca, mezza dissanguata e mezza congelata, con tutta probabilità una scopata le avrebbe dato un po' di calore...
- Da quanto tempo fai parte di questa cosa?
la voce di Roberta non fu come dovrebbe essere stata, forte e decisa, ma debole, fioca ... quasi inesistente...  era così dalla morte della madre, la malattia la stava consumando ... malattia ... che era solo nella sua testa ... che la stava piano piano consumando, che la portava a chiudersi dentro di se e a non reagire ai problemi e che, come aveva scoperto pochi giorni prima, aveva portato suo padre a prendere una decisione: affidarla a un centro di riabilitazione mentale. Da quello che lei sapeva era un centro per i ragazzi minorenni che commettevano crimini ... ma, dato che i manicomi non esistevano più, era quello che un medico aveva cosigliato al suo vecchio
- Circa da sempre... mia madre era capo prima di me ... poi lo sono diventata io ... uccidendo mia madre
La voce di Lilith risaltò nell'oscurità della camera da letto dove stava cercando dei pezzi di corda o delle manette, rompendo il silenzio e i pensieri di Roby ...
La legò al letto, le tolse la coperta da dosso e le slaccio gli shorts neri in pelle gettandoli lontano e lasciandole addosso solo un paio di mutandine nere in stile burlesque. Le aprì le gambe e inizio a leccarle l'inerno coscia facendo penertare leggermente la lingua sotto gli slip, Roberta gemette, il suo istinto le fece leggermentte chiudere le gambe per l'eccitazione, Lilith le tenne le gambe aperte con le mani che ogni tanto stringevano fino a lasciarle i segni rossi. Si spogliò. Roberta rimase 5 buoni minuti a fissare il suo seno, perfetto ... o almeno così lei lo trovava; non che avesse mai visto altri seni a parte i suoi ... si fissarono negli occhi come se potessero capirsi con solo pochi sguardi perversi. Lilith le strappò via gli slip bagnati e li lanciò sul parquet, le accarezzò la vagina prima di infilarci l'indice e iniziare a rigirarlo all'interno. Roberta iniziò a contorcersi sul letto a gemere e ansimare stringendo le cosce cercando di farsi penetrare più profondamente dal suo dito. Lilith sogghignò e infilò anche il medio, non appena fu dentro divaricò le dita e continuò a girarle, dopodichè iniziò a fare lo stesso con la lingua. Roberta raggiunse l'orgasmo ... troppo presto secondo Lilith che aveva intenzione di continuare a sbattere quella puttanella. Si mise a cavalcioni su di lei e iniziò a leccarle il seno, troppo sviluppato per la sua età, dopodichè iniziò a strusciarsi su di lei gemendo fino a raggiungere la sua bocca, le cacciò la lingua in gola fissandola negli occhi, Roberta la prese per i fianchi e la mise sotto, leccò il suo seno e scese con la lingua fino ad arrivare al pube e a penetrarla con la sua sottile lingua fino a farle raggiungere l'orgasmo.


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Capitolo 4
*** I am Darkness, I am sin ***


I fiori del male -4
I FIORI DEL MALE

I am darkness, I am sin

Roberta aprì lentamente gli occhi, si ritrovò avvolta in una coperta bianca e sdraiata sul letto della sera prima. Gli occhi ancora impastati per il sonno le concedevano una fioca visione di degli agenti della polizia che perlustravano la stanza ... molto probabilmente la credevano morta ... chiuse gli occhi ... tanto vale farglielo credere.
Uno di loro si avvicinò a lei e le sollevo un braccio
- Secondo me è schiattata ...
- No ... sta solo dormendo .
- Ma è nuda... quei piccoli satanisti bastardi devono averle fatto qualcosa ...
No, aspetta ... loro credevano che lei fosse la vittima?
Si mise a sedere sul letto lentamente e aprì gli occhi
- Che cosa volete?
- Stiamo cercando una certa Sara Giulii ... sai dov'è
- Sì ... cioè ... no ... non ... non mi ha detto dove sarebbe andata ... perché?
- è indagata per omicidio premeditato ...
- Omicidio ..?
Roberta ripensò al fatto che Sara aveva ucciso sua madre per diventare capo della setta, le girò la testa e un forte senso di vomito le strinse lo stomaco fino a farla cadere sul letto. Non svenne, restò semplicemente per quattro minuti buoni a fissare il soffitto sopra di lei ... bianco .. come le finestre, come le lenzuola e come ogni altra fottuta cosa in quella stanza ....
- Ehi ... ti senti bene?
Roberta si accorse di essere salita su un ambulanza dove un paramedico le aveva fatto indossare un camice e le stava medicando la ferita sul ventre
- Eh .... come? S...Sì .. sto bene ... credo ..
- Chi ti ha fatto questa ferita?
Lei fissò il ragazzo che si trovava davanti a lei, Daniel, così diceva il cartellino che aveva appeso alla giacca, abbastanza alto, capelli scuri e occhi blu intenso. Roberta aveva sempre avuto una buona memoria visiva e sapeva che , molto probabilmente, si sarebbe ricordata quel viso per sempre ... sembrava un angelo ... ma forse la sua mente le giocava brutti scherzi. Non voleva rispondere ... Come se non avesse voluto deludere il bel ragazzo che le stava di fronte ... comunque sicuramente non poteva dire che era il rito di iniziazione per entrare in una setta satanica ... non a lui ... che, oltre sembrare un angelo, era un perfetto sconosciuto che avrebbe potuto denunciarla
- Non lo so ...
Una morsa le strinse nuovamente lo stomaco, come quando da piccola diceva una bugia per non dire che aveva fatto un danno a suo padre ... si vergognò di se stessa ... eppure ... eppure non aveva mai provato quella sensazione ...
Tornò a fissare il soffitto sopra di lei, che ora era il tettuccio dell'ambulanza e, in pochi minuti, si addormentò ... o forse svenne ... questo non riuscì mai a scoprirlo.
Al suo risveglio si ritrovò in una stanza d'ospedale .... no, non poteva essere proprio ... l'infermeria dell'ospedale riabilitativo per menti insane .... merda. Pensava di esserne uscita ... e invece era di nuovo in quella topaia dove bisognava lottare per avere un pezzo di giornale  da leggere o un pezzo di carta e una penna con cui scrivere. Ovviamente potevano avere tutto questo solo stando sott'occhio a un infermiere, perché tutto ... ma proprio tutto poteva essere usato come oggetto contundente. Perfino le pagnotte di grano duro della mensa ... o le forchette ... quindi ognuno doveva essere controllato da un infermiere. Ovviamente non c'erano abbastanza infermieri per tutti .. quindi si suddividevano in gruppi da tre pazienti per infermiere. Si guardò attorno... vide il paramedico dell'ambulanza seduto su una sedia accanto al suo letto. No, a quanto pare non era un paramedico ... era un infermiere ... ma non lo aveva mai visto prima, doveva essere stato appena trasferito. Provò un forte senso di colpa... come e avesse dovuto avvertirlo che quella era una gabbia di matti e, sicuramente, non era posto per un infermiere giovane e speranzoso come sembrava lui ...provò a girarsi ma sentì la pelle sulla pancia che tirava ... dovevano averle messo i punti ...  emise un rantolio di dolore attirando l'attenzione di Daniel
- Ti ... ti senti bene?
Lo fissò, come poteva sentirsi bene? Aveva un pentacolo cucito sulla pancia ... pensò che doveva essere davvero ingenuo ...
- Non molto mi fanno male i punti ...Cosa ci fai qui?
- Io ... ecco ... mi hanno appena trasferito
- Ti hanno trasferito QUI? e tu hai accettato??
- Ehm ... mi serviva un lavoro e mi hanno detto o questo o nulla ...quindi ... sì ... ho accettato...
- Mi sembra giusto ... comunque... se ne avrai l'occasione ... vattene di qui... scappa ... prima che ti intrappolino in questa gabbia di pazzi ...
- Ma a me piace!
- Come scusa?
- Mi piace ... qui c'è tanta gente che mi tratta bene ...
- Gente che ti tratta bene? Qui la gente non capisce nemmeno la differenza tra un lombrico e un pesce... se ti trattano bene è solo perché tu ti limiti a non fare nulla, ti limiti a chiedere "come va?" o cose simili ... non sei nella loro vita... comunque il mio era solo un consiglio ... fai come vuoi
- Tu però sembri normale... che ci fai qui?
- Mia madre è morta e io ... io soffro troppo .. così mio padre a deciso che sono pazza  ..
- Dimmi la verità .. tu non sei una vittima innocente? E' stata un'idea tua ... volevi far parte si una setta..
Roberta abbassò lo sguardo ... indecisa e imbarazzata.. però quel ragazzo ispirava fiducia
- Avanti.. ti prometto che resterà un segreto fra di noi ..
- Ecco ... sì ... è così ...
- Ma perché? Insomma... se non ti piace Dio non devi odiarlo ... potrebbe rimanerti .. indifferente.. potresti essere Atea ... ma perché satanista?
- Io ... ecco... non è che Dio non mi piace.. è solo che mi piace Lilith ...
- Ma .. ma Lilith non ha fatto nulla per l'uomo ...
- E Dio? Il mondo muore di fame... di sete ... e lui non muove un dito
- Ma nemmeno Lilith!
- Senti, da quanto ho capito, sei cristiano ... io no, rispetta la mia scelta e io rispetterò la tua ....
- Io non sono cristiano
- E perché difendi Dio
- E' una storia lunga ...
*******
Non sapevo come chiudere il capitolo e ho deciso di lasciare la suspance .... Spero che vi piaccia questo capitolo ... anche se è un pochino lunghetto XD

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Capitolo 5
*** The queen of Lust ***


I FIORI DEL MALE

The queen of lust




Sara sistemava la cantina riponendo candele e pentacoli vari che, poco tempo prima, aveva usato per recitare le sue quotidiane preghiere a Satana. Lilith. Così la chiamavano ... ma nessuno sapeva che la vera Lilith era chiusa in un casino come punizione per essersi innamorata di un uomo ... non che l'amore fosse proibito ai demoni.. o meglio non altri... ma lei era Lilith, la grande madre ... Il demone della Lussuria ... già ... un demone ... così veniva classificata .. non come un tempo .. quando veniva venerata come Dea della fertilità... dopotutto che colpa aveva lei? Semplicemente Adamo non gli andava a genio.. non lo amava, anzi, neppure lo conosceva e non capiva perché avrebbe dovuto procreare con un uomo che nemmeno conosceva... cacciata dal Paradiso come prima punizione, si era ritrovata nel deserto dove aveva incontrato Asmodeo, se ne era innamorata e l'aveva sposato ... diventando così un demone ... Fu mandata in missione sulla terra a spiare i Nefilim e cercare di creare creature simili ma con poteri demoniaci .. ebbene era quello che aveva fatto, aveva incontrato un ricco signorotto che faceva parte della borghesia... e gli aveva fatto credere di amarlo .. la bellissima ragazza, nascosta sotto lo pseudonimo di Francesca, aveva concepito una bellissima bambina. Tuttavia la gravidanza non fu una cosa facile ... durò solo 3 mesi... in poco tempo la bambina era "completa" e pronta per nascere. Facendo ormai parte dell'alta società doveva trovare un modo per nascondere la gravidanza conclusa in poco tempo  ... si sparse la voce che Francesca era rimasta incinta molto tempo prima ma non aveva voluto farlo sapere; ma le voci di corridoio divenivano sempre più cattive  e si sparse  la falsa informazione che c'era stato un tradimento.  Il marito di Francesca chiese il divorzio, ottenne le carte e abbandonò la sua famiglia. Francesca, o meglio dire Lilith, si accorse di essere davvero legata a quell'uomo e che non voleva abbandonarlo ... pensò che quello era l'amore ... e che doveva chiedere aiuto a qualcuno, perché la bambina che stingeva fa le braccia era sua figlia e non sapeva come crescerla ... un disastro, un disastro di cui, non molto tardi, Old  Nick venne a conoscenza. E si infuriò ... certo il demone come unica colpa essersi innamorata, ma dopotutto lei aveva un ruolo molto importante, era stata per secoli la guida di tutti i demoni e, ora, si trovava a dover spiegare al Diavolo di aver provato, e di provare tuttora, un sentimento molto forte per un essere umano ... doveva spiegare che non voleva tornare a servire Belzebù, lei voleva restare sulla terra, voleva avere una famiglia felice e se suo marito non avesse voluto tornare poco avrebbe importato ... l'unica cosa che le importava era quella di poter crescere la sua bambina, di poterla vedere gattonare e poi camminare, di sentirsi dire per la prima volta "mamma", di poter affrontare insieme a sua figlia i primi problemi dell'adolescenza, di vedere il suo matrimonio e di potersi sentir chiamare "nonna" dai suoi figli ... NO. Inaccettabile. Ecco cosa pensava di tutto questo il caro vecchio Satana ... E la condannò ... la condannò a stare per il resto della sua vita in un casino. Insieme a altre donne ... umiliate fino al più profondo disonore ... usate ... donne che non sanno cosa sia l'amore, donne che, tuttavia. hanno dei figli ... figli che sono ignoranti e analfabeti ... ma che sanno contare i soldi, così posso aiutare le madri a tenere il conto delle spese mensili ... bambini che vivo in uno scantinato e che non fanno altro che sentire donne e uomini gemere di piacere .. No. Non era questo che Lilith voleva per sua figlia. Sarebbe stata una scelta dolorosa.. ma andava fatto. Lasciò sua figlia in un orfanotrofio lasciandole un piccolo biglietto che diceva "Tua madre è viva. Si chiama Lilith e non può stare con te". Sara aveva sempre immaginato sua madre come ... come una specie di suora.. o qualcosa di simile... pensava che non avrebbe potuto tenerla poiché aveva donato il suo corpo a Dio. Sì, perché quando si cresce in un orfanotrofio cristiano pensi, fin da subito, che Dio sia buono ... e se non lo pensi ti costringono a pensarlo.
Crescendo Sara aveva appreso che Lilith era un demone ... sapeva tutta la sua storia ... solo si chiedeva come potesse aver avuto una figlia, chi fosse suo padre e, sopratutto, dove fosse lei ora.
Divenne Satanista non perché adorasse satana ... semplicemente cercava, attraverso delle sedute spiritiche, di capire dove fosse sua madre... era riuscita, fin'ora, a evocare solo demoni minori. Ma lei puntava a Lui. A Satana . Non ci era mai riuscita, sopratutto perché vivendo assieme a delle suore, ogni suo segno di trasgressione veniva soppresso.
Poi era riuscita ad andarsene; era stata adottata da una coppia di coreani che, più tardi, aveva usato come sacrificio annuale. Viveva da sola. E ogni giorno incuteva terrore a altri ragazzi della sua età facendosi chiamare Lilith, ma, la verità, è che lei cercava un modo per parlare a sua madre ... nonostante lo negasse a se stessa voleva solo trovare ... lei voleva trovare la mamma, la Sua mamma.

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