The greatest splendor, Lady Gaga.

di Gouis
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** New York sto arrivando. ***
Capitolo 2: *** La tipica casa statunitense ***



Capitolo 1
*** New York sto arrivando. ***


Capitolo 1


Mi sveglia, guardai la sveglia ed urlai -Cazzo, l'aereo!- La giornata a quanto pare era cominciata male, la sveglia non era suonata ed ero in ritardo.

Dovevo partire per New York, la città che ho sempre sognato è sembrava essere finalmente arrivato il giorno in cui il mio desiderio si avverasse, e niente poteva rovinarmi quella giornata.
Scivolai giu da letto come se fosse uno scivolo, ero in preda al panico, continuavo a ripetermi -Giuseppe keep calm, Giuseppe keep calm- ma questo sembrava non funzionare. 
Fra mezz'ora dovevo essere in aeroporto e io non avevo neanche preparato le valige.
Di corsa preparai le valige, senza neanche vedere quello che ci mettevo all'interno, mi vestii, presi il mio cane Ellie e dopo aver caricato tutto in macchina di corsa in aeroporto.
Fortunatamente arrivai prima del previsto giusto in tempo per il check in, caricare Ellie e partire.
Salito sull'aereo mi sedetti nel posto a me assegnato ed ero pronto al decollo, potevo finalmente dire -New York sto arrivando-.
Dopo un ora di viaggio, la fame si fece sentire, d'altronde non avevo fatto colazione e per mia fortuna l'hostess passavo proprio in quel momento.
Ad un tratto sentii qualcuno russare, mi girai e vedi che quell'orso in letargo era il signore al mio fianco.
Non potevo resistere un attimo di più, quindi presi il mio MP3, mi misi la cuffie e dopo averlo acceso sentii partire Hair, canzone della meraviglia di cui mi ero innamorato, Lady Gaga.
Quella voce magnifica mi cullava, e sentendola mi feci cullare fino ad addormentarmi.

 

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Capitolo 2
*** La tipica casa statunitense ***


CAPITOLO 2


Dopo quattordici ore di viaggio ero finalmente a New York.
Non potevo ancora crederci, era addirittura meglio di come l'avevo sognata, era magnifica.
Era da quando avevo 15 anni che sognavo di potermi trasferire li, e mi ero promesso che quando sarei finalmente diventato magiorenne avrei realizzato il mio sogno; ma quando lo dinvetai mi accorsi che non avove le risorse per mantenermi, quindi rimasi a vivere con i miei genitori.
La mattina andavo all'universita, il pomeriggio a lavoro, e alla fine della giornata ero stanco morto, ma se volevo realizzare il mio sogno dovevo resistere.
E ora eccomi qua, all'eta di 22 anni, nell'aeroporto di New York.
Ritirate le valige, e presa Ellie mi diressi verso l'uscita, dove mi misi ad aspettare il taxi.

Arrivai davanti alla tipica casa statunitense, una Townhouse.
Entrai all'interno, era tutto buio, sporco, subito pensai -Questo posto non è dei migliori, ma cerchero di accontentarmi.- 
Feci un giro per la casa, e tralasciando lo sporco, il resto era magnifico.
Ad un tratto venni interrotto da Born This Way, la suoneria del mio cellulare; era il padrone di casa.
-Buongiorno, come le sembra la casa?-
-Buongiorno- le dissi -L'arredamento è magnifico, adatto al mio stile, per il resto basterà un pulita e sarà tutto perfetto.-
-Ok, più tardi passero dalla sua nuova casa. Buona giornata.-
-Grazie, anche a lei.- gli risposi.
Finii di sistemare le ultime cose in casa e poi andaii a comprare giusto il necessario per la cena.
Durante il tragitto compiuto dal taxi avvistai un market non molto lontano da casa quindi decisi di andarci ma, arrivato li pensai -Cavolo! Devo sbrigarmi, tra poco verrà a il padrone di casa a trovarmi!- quindi mi affrettai a fare la spesa e tornare.
Tornando a casa, vidi il signor John, cosi si chiamava il padrone della casa, aspettarmi davanti alla porta.
-Mi scusi- gli dissi. - Ero andato a comprare qualcosa da mangiare per stasera
-Non ti preoccupare, ero appena arrivato. Piuttosto sei giovane cosa ti porta qua a New York?- 
-Beh, New York e il mio sogno fin da quando ero un adolescente, e poi vorrei tanto poter assistere al concerto della mia cantante preferita-
-E chi sarebbe?- mi chiese John.
-Lady Gaga- Lui mi guardò un po' confuso e poi disse tra se e se -I ragazzi d'oggi chi li capisce-
A queste parole mi scappo un sorriso, poi aprii la porta e lo feci entrare.
Si guardo in giro e mi disse -Vedo che ti sei dato da fare- gli risposi io -Si, ho dato giusto una pulitina.
Arrivato sull'orlo della porta mi disse -Bene ragazzo, ora questa casa e tua. Mi raccomando tienila bene e divertiti qui a New York- 
Salutando gli dissi -Certo, signore lo farò-




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