Un nuovo domani

di Jade
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Uno ***
Capitolo 2: *** Due ***
Capitolo 3: *** Tre ***
Capitolo 4: *** Quattro ***
Capitolo 5: *** Cinque ***
Capitolo 6: *** Sei ***
Capitolo 7: *** Sette ***
Capitolo 8: *** Otto ***
Capitolo 9: *** Nove ***
Capitolo 10: *** Dieci ***
Capitolo 11: *** Undici ***
Capitolo 12: *** Dodici ***
Capitolo 13: *** Tredici ***
Capitolo 14: *** Quattordici ***
Capitolo 15: *** Quindici ***
Capitolo 16: *** Sedici ***
Capitolo 17: *** Diciassette ***
Capitolo 18: *** Epilogo ***



Capitolo 1
*** Uno ***


UNO

UNO

3-6-2005

Gentilissima Signora Potter,

sono lieto di informarla che, come era mio desiderio espressole in più di un’occasione, in data 12-7-2005, nella sala delle conferenze del Ministero della Magia, si terrà il primo incontro in memoria del suo defunto marito Harry Potter.

Saranno presenti alti funzionari del Ministero, ex professori, amici , Auror che hanno combattuto al suo fianco e famigliari delle vittime.

Saremo lieti e profondamente riconoscenti alla sua persona se, in una giornata così importante e dolorosa, per lei e per noi, ci allietasse con la sua gentile presenza che, dal tragico avvenimento, non è stata più vista, con rammarico, in società.

Per il suo disturbo, le porgo anticipatamente sentiti ringraziamenti da parte di tutto il Mondo Magico, se lei decidesse di farsi avanti in data sopra citata. Intanto mando i miei più cordiali saluti a lei e ai suoi figli per un futuro sempre migliore

IL MINISTRO DELLA MAGIA

Jason Reed

Gli occhi azzurri che si alzarono dal foglio di pergamena, erano particolarmente turbati. Sapeva che sarebbe accaduta una cosa del genere, lo sapeva da sempre. Nemmeno il giorno peggiore dell’anno la lasciavano in pace, nemmeno il giorno della sua morte…si degnavano di farsi gli affari loro. Erano cinque anni che la sobillavano di lettere dal Ministero e i vecchi compagni di scuola e con quegli “egregi saluti…gentilissima signora…cara Ginny…” non facevano altro che darla un fastidio insopportabile! Non rispondergli non era servito, quelli erano sempre più insistenti. Anche la sua famiglia non la smetteva di andare e venire da casa sua come se fosse stata un’invalida bisognosa di attenzioni. Lei, bisognosa di attenzioni! Che sciocchezze! Aveva imparato a non aver bisogno di nessuno da quando era morto. Guardò il gufo del ministero, un orribile barbagianni scuro, e si alzò dalla scrivania cosparsa di fogli e foglietti che le arrivavano da tutte le proprietà di Harry che lei amministrava giornalmente. Aprì la finestra e buttò fuori l’uccello che tentò pure di beccarla con cattiveria

-Uccellaccio- sbottò Ginny chiudendo le due ante con un movimento secco. Prese la lettera che aveva accartocciato e l’appallottolò per bene. La gettò nel camino spento e si diresse verso la cucina. Dobby e Winky sfaccendavano senza tregua e certi profumi riempivano la casa ogni ora grazie a loro

-Dobby dove sono Lily e Harry?- si fermò sulla porta e appoggiò la mano destra sullo stipite. L’elfo si votò con gli occhi che luccicavano e sorrise

-Signora, i bambini sono nella loro camera che giocano. Sono li da poco, prima erano qua che si rincorrevano. Presto la cena sarà pronta comunque- lei annuì

-Va bene, quando è pronto falli venire a tavola e vieni a dirmi qualcosa. Sono in camera- lui annuì

-Si signora, certo signora- lei si allontanò e Winky si voltò osservandola andarsene

-Uhm…povera signora…-

Ginny salì al secondo piano e si fermò davanti alla porta chiusa a chiave da ormai cinque anni. Non vi era più entrata. Aveva la chiave intorno al collo e quella non aveva più girato nella serratura dorata. Nemmeno i due elfi ci entravano per le pulizie, era inutile. Fece un sospiro e si avviò verso la sua camera. Una singola in cui si era trasferita con le sue poche cose e che aveva riempito di foto. Nella casa ve ne erano di lei e i bambini, di lei e la sua famiglia quando erano i bei tempi della scuola, di Hermione con Krum al matrimonio o coi figli…ma nessuna di Harry. Le aveva portate tutte in camera e in ogni angolo c’era un evento particolare. Da quando era un ragazzino a quando…mancavano due giorni all’ultima battaglia contro Voldemort. Entrò e si sedette sul letto. Sul comodino la foto che ritraeva entrambi a Diagon Alley, davanti al negozio di Shirly Gloover, negozio per bambini, dalla culla al settimo anno di età. Di li a sei mesi sarebbero divenuti genitori e si erano mossi per tempo. Harry era così contento…così…fuori di se!

-Ehi Gin, che dici di quella? Mmmh? Ti piace?- Harry corse verso una culla in vimini con una tenda attaccata al soffitto

-Beh Harry…mi pare molto antica. Ti assicuro che quella di mia nonna era proprio così- lui la guardò incrociando le braccia al petto

-Dici?- lei gli si avvicinò e gli infilò la mano sotto un braccio

-Si Harry, dico- lui annuì

-Oh bè…allora che dici di quella? E’ moderna!- le segnò una culla in legno molto simile a quelle babbane e lei ci passò una mano sopra

-Non mi convince Harry- lui alzò gli occhi al cielo

-Che ti convince allora?- lei fece spallucce

-Mah, non lo so…- girò tra le culle di ogni forma e dimensione –E poi Harry sono così care! Io non so come diavolo faremo- lui alzò un sopracciglio

-Ti preoccupi del prezzo? Le mise una mano sulla spalla –L’ultimo dei nostri problema sono i soldi se non ricordo male- lei lo guardò

-Si ma se già cominciamo con lo spendere 300 galeoni per una culla- e gli segnò quella in vimini –Quando dovremo vestirlo…quanto hai intenzione di sborsare?-

-L’indispensabile-

-E se la costruissi tu a mano?- lui alzò un sopracciglio

-Dolcissimo amore mio io…so fare varie cose ma…tra le mie abilità non c’è di certo quella di fare una…culla! Sono più bravo a sceglierne una e a comprarla- lei lo guardò e gli prese una mano

-C’è tempo- concluse -Ci sono ancora sei mesi! Quindi, possiamo…preoccuparci d’altro e in questo popò di tempo non si sa mai che io ti convinca a mettere le mani sul mestiere di falegname. Sai, nella TV babbana, nei telefilm del western i bimbi hanno quelle culle fatte dai padri che sono così belle!- alzò gli occhi al cielo –Ho sempre sognato che fossi tu a farla!- lui le prese una mano

-Andiamo Gin, forse quando mancheranno poche settimane vedrai che l’idea di una culla…tradizionale non ti farà così schifo come ora!- lui annuì

-Non ci contare signor Potter!- fece lei fingendosi offesa

-Ci conto invece- la portò fuori e stavano per andare verso la metropolvere quando qualcuno fermò Harry per un braccio. Ginny si voltò e alzò un sopracciglio –Si?-

-Buonasera signor Potter sono…Israel Mihalovic e…studio fotografia da vari anni. Vorrei…se posso, una sua foto con…sua moglie- disse guardando Ginny –Sempre che…vogliate- Harry si accigliò: odiava farsi fotografare. Ginny gli strinse un braccio

-Si Harry! Harry dai!- lui guardò Ginny –Ti prego! Ti prego! Ti prego!- saltellò –Ne abbiamo poche di questi tempi!-

-Bé…è vero…OK, va bene- guardò il ragazzo -Ma una sola e ne voglio una copia domani al Ministero. Altrimenti ti verrò a cercare- il ragazzo sorrise e annuì

-Certo signor Potter!- disse con un largo sorriso. Ginny tirò Harry davanti al negozio

-Così faremo vedere al bambino quanto ci abbiamo messo per trovargli una culla!- lui sorrise e il ragazzo scattò

Si guardavano con un sorriso dolcissimo, erano così innamorati…Avevano così tanto da fare insieme…così tanti anni davanti…

-Non puoi andarci Harry! Non ti puoi fidare di quei due!- Ginny era fuori di se dalla rabbia –Ti mentono! Mentono a tutti!-

-No Ginny- disse allacciando gli ultimi bottoni della divisa a Auror –Sono mesi che sono dalla nostra parte!-

-Non ti sei mai fidato- singhiozzò lei –E ora si?-

-Mi fido da quando sono passati dalla parte del bene- le ricordò lui guardandola seduta sul letto –Dai Gin…-

-Harry tu…non puoi andare la! Non…con così pochi uomini!-

-Arriverà una squadra di qui a poco. McDohan è andato al Ministero per questo!- lei singhiozzò –Ginny facciamo così. Se mi lascia andare, stasera ti porto a cena fuori, se non mi lasci andare, rischiamo che nel giro di un mese Voldemort ci abbia ucciso tutti!- lei lo guardò

-Ho paura, fammi venire con te!- lui le passò una mano sui capelli

-No, non pensarlo nemmeno in sogno- lei lo guardò –Devi stare qui, non puoi pensare solo a te stessa. Se sarai li io avrò tre preoccupazioni: Voldemort, te e il bambino. Non farmi questo. Non sarò mai concentrato abbastanza per sconfiggere quel mostro e questo sarebbe un guaio…rischierei la vita- Ginny lo guardò negli occhi e annuì

-Torna e portami a cena OK? Non…fermi del male non tornando- lui sorrise

-Mai- lei si alzò e lo abbracciò posandogli un bacio sulle labbra

-Ti amo da morire…-

-Io di più, ti amo di più…che dici?- lei scosse la testa

-Che non si può amare più di me- lo lasciò

-Ciao- lui sistemò gli occhiali e prese la bacchetta

-Ciao-

*

-Devo…andare a cena…- Harry si alzò da terra con il vestito degli Auror laceri e grondanti di sangue. Un braccio era stato rotto in più punti, la bacchetta si era disintegrata, la faccia era martoriata, gli occhiali rotti

-Harry- Hermione gli si avvicinò singhiozzando –Oddio…- qualcuno si avvicinò

-Ragazzo andiamo al San Mungo- disse Lupin

-No…la cena…- barcollò in avanti tenendo il braccio sano sullo stomaco

-Ha…- il moro si smaterializzò prima che potesse qualcuno toccarlo

Ginny alzò gli occhi dal tavolo su cui stava scrivendo un vero poema biblico. Era una lettera, una lettera a Luna, in Africa per un documentario. Il rumore era di certo quello della materializzazione e quindi Harry era tornato

-Harry!- uscì di corsa e scese le scale svelta. Entrò in salotto e lo vide appoggiato al muro con una sola mano. I vestiti erano…distrutti e pieni di sangue -Harry sei arrivato-

-La cena…- lei sorrise

-E’ presto- lo abbracciò da dietro –E ora devi farti un bagno- gli sfiorò il petto con una mano e si staccò. Gli occhi le caddero sulle mani, erano piene di sangue. Gli occhi le si riempirono di lacrime –Harry sei ferito…- disse con gli occhi lucidi. Lo voltò verso di se e singhiozzò –Harry…-

-Sto bene io…sto benissimo- biascicò

-Harry- lui si appoggiò a lei che quasi cadde dal suo peso -Harry!!! HARRY!!!- singhiozzò cercando di metterlo a terra senza fargli male. Era un peso morto –Oh ti prego Harry… Harry!!!- lui teneva gli occhi sul soffitto

-Ginny…-

-Harry- gli prese una mano –Harry va…tutto bene io…andiamo al San Mungo ora ti…metteranno in sesto…Harry…-

-Ho freddo…Gin…ho freddo…- lei singhiozzò

-Oh no…Harry…non mi puoi lasciare da sola…non puoi Harry!- singhiozzò stringendogli la mano tanto da farsi male da sola

-Gin- lei lo guardò –Non fa così male- lei scosse la testa –Non voglio lasciarti Gin- lei singhiozzò

-Harry…il bambino…non puoi lasciarmi sola con lui…non puoi andare via adesso…dobbiamo fare troppe cose…- si passò la mani libera sugli occhi –Oh ti prego non portarlo via!!!- guardò in alto –Non portarmelo via!-

-Gin…non voglio morire…adesso…Voldemort non c’è più e desso sarebbe così bello vivere senza problemi…-

-Harry! HARRY NON PUOI MORIRE!!!- strillò. Le mise una mano sulla schiena

-Sai credo che…il bambino non potrà avere la culla di legno Gin…- le strinse la maglia –Mi sa che non riuscirò a farla-

-Harry…- gli mise la mano sul viso e si strinse la testa al petto –Harry!!!! Harry!!! HARRY!!- qualcuno si era smaterializzato nella stanza

-Ginny, Ginny scostati che lo portiamo al…-

-NON MI TOCCARE!!!- Lupin fu colpito e cadde sul tavolino che si ruppe sotto il suo peso –Harry…Harry…- lo baciò piano –Non andartene via…non mi lasciare sola…-

-Gin…non mi lasciare andare via…- Ginny lo guardò negli occhi. Si fissarono pochi secondi poi le iridi verdi persero quella luce che Ginny amava tanto

-No, no…No Harry no…- lo scosse –Harry…HARRY NOOOO! NOOO!- lo appoggiò a terra appoggiandocisi sopra –No Harry…no ti prego…HARRY!!! HARRY!!!

Singhiozzando appoggiò la foto su comodino

-Harry…Dove sei Harry. Ho bisogno di te, non ce la faccio…-

-Mamma- gli occhi di Ginny scivolarono sulla porta –Perché piangi?- lei sorrise e si asciugò gli occhi

-Oh…Harry- il bambino, infilato tra la porta socchiusa e lo stipite si infilò dentro e correndo saltò sul letto. Entrò di corsa anche la bambina che si mise sulle sue ginocchia –I miei piccolini- li tirò a se –Avete bisogno di coccole?- le due paia di iridi verdi si posarono su di lei e Harry tirò la codina nera della piccola. Lei lo guardò gonfiando le guance

-Diglielo, digli cosa hai fatto!- la bambina fece un sospiro

-Mammina ho…fatto una cosa- mosse i piedini e la guardò alzando gli occhi e buttando fuori il labbro

-Cosa?- Harry si alzò in piedi sul letto e si passò una mano sui capelli a spazzola con aria tutta felice

-Questa volta non è colpa mia!- ridacchiò lui –No, no!-

-Ho fatto…cadere il quadro della strega e ora in soffitta sta urlando- storse la bocca –Mi sa che si è rotta la dentiera cadendo! Parla strano- Ginny sorrise: la madre di Sirius era così…terribile ancora dopo tutti quegli anni che quei due monelli andavano da lei per imparare le parolacce

-E come è caduta?-

-Ecco ho mosso la mano così e lei si…stesa!- Ginny alzò un sopracciglio: da quando, due anni prima avevano preso a fare magie erano divenuti due…terremoti. All’inizio accadeva di rado ma ora, ogni movimento fatto con desiderio o rabbia, faceva accadere qualcosa, il quadro caduto era uno dei tanti casi. Harry faceva esplodere le cose più che altro, Lilian era davvero brava a muovere le cose…e a volte Ginny temeva che si potessero fare male, non sarebbe stata la prima volta!

-Oh bè…ora ci penso io- passò una mano sui capelli dei due bambini –Ma basta andare dalla vecchia OK? Non mi va che stiate in quel posto così brutto- loro si guardarono

-L’idea è sempre di Harry!- sorrise furbamente la bambina –Sempre! È lui che mi dice quello che dobbiamo fare di gioco!-

-Bugiarda!- sbottò lui, anche se era vero: Lilian era da sempre succube di Harry. Voleva imitarlo e questo comportava pericoli per entrambi ma il fatto principale era che il monello una ne faceva ma cento ne pensava e tirare fuori un gioco eccitante che raggruppasse le sue idee…era ciò che sapeva fare meglio!

-Oh dai, non litigate OK?- li mise a terra –Su, mi sa anche che la cena sia pronta, andate a mangiare che io penso alla vecchia- Lilian prese il braccio di Harry

-Andiamo fratellone!- lo tirò fuori dalla stanza e Ginny sorrise guardandoli scendere le scale. Alzò gli occhi verso il soffitto

-Saresti…fiero Harry. Sono proprio tali e quali a te. Immaginati quando andranno ad Hogwarts- sorrise –Già ho paura…- ridacchiò -…ma di certo non avranno la preoccupazione di un Voldemort intento ad ucciderli- fece un sospiro –Quel problema lo hai già sistemato tu…per loro. E io glielo ricordo sempre- annuì -Ogni giorno…-

***********

Benissimo! Ecco qui il primo capitolo! Spero con tutto il cuore che vi intrighi abbastanza per continuare a seguirla...Spero nei vostri commenti numerosi...alla prox settimana in cui aggiornerò!

^^Jade

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Capitolo 2
*** Due ***


Sentendomi quest

Sentendomi quest'oggi particolarmente depressa(molto depressa...) per l'inizio della scuola di qui a poche ore(di tutte le cose che dovevo fare in questi giorni non ho fatto nulla: tesina esame, matematica-che non contavo nemmeno di fare-, un pò d'inglese e francese finchè c'ero), ho deciso di inserire il secondo capitolo di questa storia per potermi risollevare il morale domani leggendo le vostre recensioni. Sono molto contenta che la storia vi piaccia a proposito e ringrazio

-Mary: aggiornato...visto? la mia vita è salva...spero!

-Virckissss: i bambini sono gemelli ma si dovrebbe capire...spero almeno!

-Goten: la tristezza è il mio forte, la comicità non è il mio forte...

-Aledra_xan: sono contenta che la storia ti ispiri...lo spero sempre scrivendo i miei lavori...temo sempre di fare qualcosa di noioso!!

-Madox: sono contenta che la storia ti piaccia!

^^Ora, dopo che ho introdotto la storia vi lascio al capitolo che...bè, spero non tradisca le aspettative(i primi non sono lunghissimi come cap ma poi ce ne sono quattro o cinque molto lunghi, vi dirò)

DUE

I passi di Dobby si avvicinarono veloci. Bussò e fece capolino nella piccola biblioteca

-Dobby?-

-Signora, la signorina Hermione è appena arrivata- Ginny sorpresa non rispose subito –Che devo dirle signora?- lei sorrise

-Falla salire- lui annuì e uscì in tutta fretta. Ginny guardò il libro e ripensò all’ultima volta che aveva visto la vecchia amica. Tempo addietro, molto tempo addietro…Da più di quattro anni viveva in Germania e da quattro era sposata con Viktor Krum, cercatore della nazionale Bulgara e giocatore nella capitale Tedesca. Si scrivevano ogni due tre mesi ma non si vedevano da anni. Ricordava bene il loro addio, le lacrime di Hermione che le spiegò mesi dopo, per lettera, il perché di quella decisione. Anche se non le ci era voluto molto per capirlo da sola: Ron le aveva fatto qualcosa. Dalla morte di Harry infatti, aveva passato mesi perennemente ubriaco e probabilmente era successo qualcosa tra loro…Hermione glielo disse quando già aveva trovato un lavoro al ministero tedesco e la sua vita stava rimettendosi sulla via maestra. Ron ci mise più di qualche mese: la morte di Harry, l’essere abbandonato da Hermione…Gli ci era voluto un po’ ed ora che della bottiglia non se ne faceva nulla, si era messo a fare il donnaiolo. E Ginny odiava questo di suo fratello! Lo odiava! Comunque Hermione era venuta da lei, sicuramente per il giorno in memoria di Harry. Questo la infastidiva ma non le spiaceva avere l’amica vicino per un po’. Avevano molto da dirsi e molto, di certo, di cui discutere. La porta si aprì ed un’Hermione diversissima dall’ultima foto che aveva ricevuto entrò tutta un sorriso. Aveva i capelli lisci e il corpo tornato in forma smagliante dopo l’ultimo parto, sei mesi prima

-Ginny!- disse lasciando la borsetta sulla sedia che affiancava la porta

-Hermione!- si alzò e l’abbracciò –Stai benissimo! Dio quanto sei…bella!-

-Oh anche tu! Mi sei mancata!- Ginny annuì

-Anche tu, non sai quanto! Non hai portato i bambini? E Viktor?-

-No, non ci sono. Sono tutti e tre in Bulgaria. C’ero anche io fino a ieri. Sai, il gufo del Ministero si era perso e mi è arrivato ieri a casa di mia suocera. Viktor si deve allenare per la coppa del mondo e così con qualche vacanza anticipata passiamo in Bulgaria un mese, due…E poi mia suocera non ha intenzione di passare un anno senza i bambini- sorrise –Così ci sono solo io- fece un sospiro –Ti rovo bene-

-Grazie, anche tu stai benissimo! In meno di sei mesi sei tornata bella come prima…io ci ho messo un anno per tornare decente dopo che sono nati Harry e Lilian!- si sedette e le porse una sedia –Raccontami, resti qui vero?-

-Bè…- arrossì –Speravo me lo chiedessi- la guardò –Non saprei dove andare per l’appunto- si sfregò le mani –Che imbarazzo-

-Allora ho fatto bene a chiedertelo- sorrise –E non è imbarazzante che tu non abbia dove andare. Grinmauld Place è così grande che una persona in più non ci sta stretta, non credere! Siamo solo io, i bambini e due elfi! Come puoi notare stiamo larghi- fece un sospiro –Allora, con la suocera tutto bene?-

-Si- sorrise Hermione –E’ una madre fantastica e una nonna coi fiocchi- annuì

-E tu?-

-Con mia suocera?- domandò Ginny con un sorrisetto divertito

-Che sciocca! No di certo! Dico con la tua famiglia come va la tua vita come prosegue!- Ginny ci pensò

-Come sempre. Ron, Percy, Fred, George e mio padre stanno bene- Hermione strinse le labbra –E la mia vita è quella di sempre: i bambini stanno bene, l’amministrazione dei luoghi di Harry vanno a gonfia e vele, la casa sta in piedi. La mia vita è perfetta!- Hermione fece un sospiro

-Intendevo la tua vita fuori di qui- Ginny storse le labbra

-Non ho una vita fuori di qui io- bisbigliò calma –Nemmeno la voglio a dire la verità. Ho troppe cose a cui pensare e…la società non fa per me, non più per lo meno- la guardò –Ma di questo argomento non voglio parlare! Finiremmo per bisticciare come via lettera accade spesso-

-Ginny…-

-Siamo di due idee diverse- si alzò e le prese il braccio –Ti faccio vedere i ragazzi- la spinse fuori dalla stanza –A proposito, la tua vita sociale com’è in Germania? Conosci molte persona importanti?- lei fece spallucce

-Alcune, anche troppe per la mia idea. Viktor è spesso invitato a banchetti, cene e altro così quando ne ho voglia vado con lui. A volte do forfait ma…certe altro volte non posso. Con il Ministro ad esempio, o alcune importanti famiglie…non mi è concesso fare i miei comodi e così mi metto in ghingheri e mi sorbisco serate in mezzo a pessimi soggetti- sorrise –Fanno dei discorsi così patetici!- fece un sospiro –Non sopporto certe donne, sono così superficiali!-

-Sei fortunata che non sempre ci vai. Di amiche te ne sei fatte al ministero?-

-Molte, ma alcune sono…ammiratrici di Viktor e mi usano solamente. Una volta ne avevo invitata una che ci ha provato con lui! Ci sono rimasta, davvero. Ero li con lei e lui è arrivato per dirmi qualcosa. Con me davanti ha preso a fare moine, discorsi patetici, ridacchiava per nulla, lo toccava…Ora logicamente non le parlo più ma…dovevi vedere che faccia aveva lui. Proprio come se avesse avuto davanti una delle persone più orribili sulla faccia della terra, e a buon ragione! Ero incinta di sette mesi e quella ci provava! L’ha mandata fuori nel giro di tre minuti! La mia faccia era così furiosa che lui ha pensato bene di allontanarla per evitare il peggio, le avrei cavato gli occhi-

-Ti avrei appoggiato- disse Ginny fermandosi davanti ad una porta –Appoggiata in pieno. Non c’è più religione!- alzò gli occhi al cielo ed entrò –Stanno dormendo-

-Allora lasciali dormire-

-No, sono le dieci, li sveglio sennò stasera chi riesce a più metterli a letto!- aprì la porta e andò alla finestra. Schiuse gli scuri e la luce illuminò la stanza. Non era molto forte e così i bimbi nemmeno se ne accorsero

-Come sono grandi!- Ginny sorrise

-Già, i miei piccolini…- si sedette sul letto di Harry che era affiancato a quello di Lilian che, a dispetto del maschio che dormiva con il dito in bocca, teneva un pupazzo stretto a se ed aveva la bocca dischiusa –Harry…Harry- lui si mosse paino –Harry è tardi, svegliati- lui schiuse a fatica gli occhi

-Mamma…- Ginny sorrise

-Si piccolino, dai, alzati- lui si stiracchiò e lei passò dalla bambina che già si muoveva –Lily- le tolse il lenzuolo e la prese in braccio –Se no si sveglia con la luna storta, ha bisogno di coccole- spiegò ad Hermione. Passò le labbra sulla fronte e la mordicchiò una guancia –Lily…ti svegli? È tardi-

-Mammina ho sonno…- si lamentò la moretta con gli occhi chiusi muovendo i piedini l’uno contro l’altro

-Ma è tardi…dai…- Hermione sorrise e si avvicinò al piccolo Harry che la guardava già sveglio e scattante

-Ciao- disse. Lui mosse la mano incuriosito dalla sua presenza

-Sei una amica della mamma?- lei annuì –E come mai sei qui?-

-Per trovarla, sono anni che non ci vediamo- lui annuì e scese dal letto

-Lilian!!!! Io sono già sveglio e tu sei una dormigliona! Io vado a mangiare e non ti lascio niente!- canzonò il bambino infilandosi le babbucce. La bambina aprì gli occhi e lo guardò circondando il collo di Ginny

-Giù mamma- Ginny la mise a terra

-Lavatevi la faccia e vestitevi…poi scendete, non voglio vedervi in pigiama- i due annuirono con i loro pigiamini a coniglietti rosa e macchinine rosse e corsero verso il bagno di quel piano

-Gli somigliano in un modo…-

-…impressionante- concluse Ginny –Sembra quasi che li abbia fatti lui e non io- la guardò –Giusto?-

-Sono la sua fotocopia- Ginny annuì

-Lilian ha le lentiggini però. Harry non le ha- fece un sospiro –Harry sarà come suo padre- annuì –Proprio come lui- si stropicciò le mani guardando sul comodino, trai due letti, la foto incorniciata del diciassettenne nel giorno dei MAGO. Hermione la guardò e costatò che era meglio cambiare argomento

-Ti va di andare a Diagon Alley oggi? Io e te sole oppure con i bambini- Ginny fece un sospiro e fece spallucce

-Bè…direi che va bene- la guardò –Andiamo, presto scenderanno le due pesti e devo tener sotto controllo la casa, rischio che me la demoliscano!- ridacchiò –Distrutta da due bambini…hai rischiato sai?-

-Sono figli tuoi, rischi si-

-Sono figli di Harry, rischio più per questo che non perché sono figli miei- uscì dalla stanza ed Hermione attese un attimo per pensare a ciò che in pochi minuti aveva costatato: nelle lettere non era così evidente la sua ossessione per Harry che, anche se era morto da anni, lei ne parlava come una persona presente e solo assente per motivi lavorativi. E questo era male…lo sapeva. Questo suo attaccamento al passato le avrebbe portato solo dolore…Se non avesse cominciato a vivere, temeva per la sua sanità mentale. Doveva convincerla ad andare alla commemorazione di Harry al Ministero, assolutamente. In quel modo forse, di nuovo a contatto con amici e conoscenti, si sarebbe schiodata dalla sua fissazione…Ma probabilmente non sarebbe stato facile farla muovere da casa, non lo sarebbe stato affatto! Sapeva che erano ormai cinque anni che non si faceva vedere in giro, qualcuno l’aveva vista a Diagon Alley, altri a Hogsmead, qualcuno ad Hogwarts…ma non alle cene, alle feste…in società in poche parole. Lei che ne andava matta quando c’era Harry, lei che passava da una festa all’altra con lui che doveva presenziarle tutte senza fiatare…e di certo si comportava così per lui, per rispetto verso Harry…Ma Harry non avrebbe mai voluto questo. A ventisei anni, non avrebbe di certo voluta vederla ridotta così, nemmeno per lui! Lo sapeva, lo sentiva…Ma convincerla sarebbe stato arduo, davvero un’impresa degna di nota: Ginny era così testarda! –Hermione!- Ginny rientrò -Sei soprappensiero?- Hermione sorrise

-Si scusa. Perdonami!- Ginny la tirò fuori

-La tua camera…è sopra, di fianco alla mia- sorrise –Te la mostro-

§

Ginny si smaterializzò in casa con gli occhi pieni di rabbia. Hermione arrivò a sua volta con il viso disperato, disperato davvero. Aveva rovinato tutto, tutto. Le aveva detto…cose che non doveva dirle, doveva tacere! La sua maledetta linguaccia!

-Ginny scusa, scusami-

-Dobby!-

-Si signora?-

-I bambini?-

-I bambini sono con suo fratello signora. Li ha portati entrambi alla Tana e ha detto che per cena li riporta- Ginny annuì e gli fece cenno di andarsene. Quando furono sole Ginny si voltò

-Ginny-

-Io non ci andrò a quel maledetto…incontro- sbottò –Voi…non sapete che giorno è per me quello, non lo sapete- strinse le labbra –E’ il giorno più brutto dell’anno e vogliono ridurlo ad una festa!- Hermione scosse la testa

-No, Ginny, no! Vogliono ricordarlo!-

-Con pasticcini e balli?!?!- strillò –Sei qui per convincermi? Se sei qui per questo hai fatto un errore- si leccò le labbra –Io non partecipo alla vita di mondo, per me è finito il tempo di balli e feste. Finito!- alzò le spalle –Vorrei vederti al mio porto-

-Spero di no per me…ma se accadesse ti mostrerei che dopo cinque anni la mia vita sarebbe quella di sempre. Con qualcosa in meno ma…con la voglia di vivere ancora più forte perché avrei anche i miei figli di cui occuparmi e non solo il mio dolore che mi logora. Ti comporti da egoista-

-Non mi comporto da egoista! Facci di tutto per i miei figli, tu non sai cosa ho fatto in questi anni!-

-Lo immagino!-

-No tu te ne sei andata e non sai nulla! Non sai della ma vita se non da quello che ti racconto! Null’altro! Non puoi darmi delle colpe se te ne sei andata alla prima difficoltà con mio fratello! Tu mi parli di egoismo se tu per prima lo hai lasciato nel suo dolore!- stava per mettersi a piangere –Non parlare di cose che non sai-

-Vedo che stai sprecando la tua vita in un ricordo Ginny. Devi andare avanti. Devi trovarti qualcuno e risposarti, fare una nuova vita…con altri figli e…-

-No-

-Questo incontro al Ministero ti sveglierà Ginny, devi venirci! Ti farà bene, ti farà…vedere che altri soffrono per la morte di Harry ma ti mostreranno che la vita va avanti…-

-La mia vita non va avanti Hermione-

-Fra sei anni Harry e Lilian andranno ad Hogwarts Ginny. E sarai sola. Finiti i sette anni chissà dove andranno e tu…forse rimarrai in questa casa senza più nessuno. Sola Ginny. A quarant’anni sarai una vedova in cartapecorita che non ha fatto nulla della sua vita se non piangere su un marito morto per salvare altri innocenti- Ginny la guardò

-Non voglio la tua paternale Hermione- scosse la testa –Fatti la tua vita e lascia stare la mia! Harry non sarà sostituito…mai. Dì quello che vuoi, io non andrò ad una festa in onore di mio marito…il giorno della sua morte! Il giorno che per me è l’emblema del dolore e del lutto- deglutì –Me ne vado in camera-

-Fai un errore. Se non ti liberi impazzirai- Ginny annuì

-Sono capace di badare a me stessa. Da sempre lo faccio. Hai fatto del tuo meglio per convincermi ma la tua dialettica non ti è servita a nulla. Ora tieni il naso fuori dagli affari che non ti riguardano!- le voltò le spalle e salì le scale quasi di corsa. Hermione si sedette e guardò il soffitto: non era di certo quello il modo in cui voleva parlarle, decisamente no…Però ormai il danno era fatto, aveva rovinato tutto.

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Capitolo 3
*** Tre ***


TRE

TRE

Ginny era completamente immersa nei suoi pensieri. Sdraiata sul letto, ripensava alla discussione avuto poco prima con l’amica e non si capacitava di come Hermione potesse averle detto quelle cose. Era inaudito! Lei soprattutto avrebbe dovuto capire il suo stato d’animo, lei era Hermione! Lei sapeva sempre tutto, capiva sempre tutto! Dei passi veloci su per la scala la scossero. Non si era nemmeno avvicinata alla porta ch3 quella si aprì. Harry e Lilian le saltarono addosso e presero a parlare contemporaneamente di quello che avevano fatto in quelle ore. Ginny non si preoccupò neanche di fermarli, tanto sarebbe stato inutile! Da basso intanto il silenzio più totale avvolgeva una delle situazioni più…imbarazzanti in cui Hermione si era mai trovata. Si era smaterializzato coi due bambini senza un minimo di preavviso e trovarselo davanti così, l’aveva un po’ scossa. Non aveva risposto alle sue lettere nemmeno una volta e le uniche che da due anni a quella parte gli spediva, auguri di Natale e Pasqua a lui e alla famiglia, non ricevevano forse nemmeno una letta. Ora trovarselo li, a pochi metri la metteva a disagio. Forse per lui era lo stesso, o forse no. Non era nemmeno certa che avesse letto quella che gli aveva spedito in spiegazione al suo comportamento, forse la odiava e basta. Guardavano altrove come se non avessero mai visto quella casa prima di allora e lui teneva le mani nei jeans con fare calmo

-Come sta Krum?- domandò lui guardando la foto appesa della famiglia felice. Hermione si leccò le labbra

-Sta bene- affermò Hermione alzandosi e sfregandosi i palmi sudati contro i pantaloni –Ora si sta allenando per la coppa del mondo in Bulgaria e…siamo per tutta l’estate da sua madre- lui annuì

-Dalla suocera- Hermione fece un mezzo sorriso

-Si, una donna particolare- fece un sospiro –Dimmi di te- lui la guardò e lei sentì che la voglia di vederlo dopo tutti quegli anni la faceva quasi piangere. Lui si schiarì la gola guardando a terra

-Va tutto bene-

-Ti…ti sei trovato una…donna?- abbozzò ad un sorriso che però era più che altro una smorfia: l’idea che una stesse insieme a lui… -Ginny mi dice che di storie serie non ne hai avuta ancora una- lui fece spallucce

-La storia seria che volevo mi ha…lasciato senza pensarci due volte- affermò lui –Mi fido solo delle avventurette senza né capo né coda ora. E poi non ne ho il tempo per certe stupidissime storie sentimentali da quattro soldi che durano anni e poi finiscono in una notte per una…scemenza- Hermione strinse le labbra per come aveva definito palesemente la loro storia

-Ho avuto le mie buone ragioni per andarmene Ron- affermò lei –Non è colpa di nessuno, solo del caso-

-Non capisco perché quello, perché Krum! Ti ho permesso di scrivergli non per innamorarti di lui!- lei lo guardò sbattendo le palpebre

-Tu mi hai dato il permesso? Guarda che io non ti avrei mai dato retta se in una scenata di gelosia mi avessi proibito di scrivermi sai? Ero la tua ragazza ma non una tua proprietà!- lui strinse gli occhi –E poi non mi sono innamorata di lui per lettera-

-allora l’idea di andare in Germania ti è venuta così, per caso!- lei annuì

-Si, mi è stata proposta quella meta e ho accettato- fece un sospiro –Se avessi letto la lettera che ti avevo spedito, lo avresti capito!- sbuffò

-Non leggo le tue stupide lettere!- sbottò –Non me ne faccio nulla! Nemmeno di Ginny che mi dice le tue novità mi interesso ma…essendo che lei insiste, ascolto- Hermione fece spallucce

-Guarda che se me ne sono andata è colpa tua Ronald! E se non mi credi, affari tuoi!- si risedette –Che mi metto a discutere poi!-

-Io? Che ti ho fatto io?!?!?- era alterato, sentirsi dare la colpa per una cosa che logicamente non aveva fatto lo mandava in bestia!

-Quando è morto Harry- lui si irrigidì e lei non parlò per qualche secondo –Alla sua morte tu sei impazzito- asserì –Io stavo male, tua sorella è andata giù di testa…tutti siamo stati male. Tu però non hai affrontato la cosa come si conveniva. Nemmeno Ginny, ma tu hai preso a bere!- sbottò –Non volevo ma tu non sentivi ragioni. Bevevi e…da ubriaco nessuno ti poteva avvicinare o rischiava di prenderle. Una sera…c’ero io nel posto sbagliato al momento sbagliato!- lui si accigliò

-No, non ti credo-

-Sei scemo Ron? Quella sera mi hai…- lui alzò un sopracciglio

-Illuminami, perché è impossibile che ti abbia fatto del male Hermione. Io ti amo, non ti farei niente, non ti toccherei nemmeno sotto Imperius! Da ubriaco non ne parliamo- lei annuì con gli occhi lucidi

-Mi hai colpito appena tornato. Erano le quattro di notte e ti giuro che una paura così non l’avevo mai provata. Aveva pensato a di tutto e di più. Fatto sta comunque che entrato io mi sono avvicinate tu, appena ho aperto bocca mi hai colpito con uno schiaffo che mi ha quasi fatto cadere. Logicamente non avevo con me la bacchetta, era sulla tavola, e quando ho cercato di farti tornare in te…dopo essermi ripresa, me ne hai date finché non sono arrivata alla tavola e non ti ho schiantato. Dicevi…cose senza senso e mi hai fatto paura- fece un sospiro –Non potevo rimanere li rischiando che mi ammazzassi di li a qualche anno. Non potevo. I miei mi hanno sempre detto che chi prende ad alzare le mani, non smette più e mi sono fidata di loro, ed ho fatto bene- concluse

-Non ci credo- lei si morse un labbro

-Fa come ti pare, io me ne sono andata per questo. Ti amavo, non avevo motivo di lasciarti senza motivo- fece un sospiro –Mi ci è voluto molto per prendere una decisione così drastica ma era inevitabile- fece spallucce –Ed ora, col senno di poi mi dico che ho solamente fatto la cosa giusta. In Germania, con Viktor ho trovato la mia strada-

-Si, quella dei soldi e delle riviste scandalistiche- Hermione fece un sorrisetto

-Decisamente non intendevo una cosa del genere- affermò lei –Ma pensala come vuoi- Dobby spuntò dalla cucina con due tazze di tè

-Ciao Dobby- disse Ron

-Salve signor Weasley, del tè- Hermione prese la tazza colma e l’appoggiò, dopo averla sorseggiata, sul tavolino. Ron non la prese e si sedette sulla poltrona al fianco del divano dove era lei

-Come si chiamano i tuoi figli?- Hermione alzò gli occhi

-Anthony e Stefy. Tre anni e sei mesi. Rispettivamente- lui annuì

-Viktor ci sarà alla festa?-

-Si sta allenando- gli ricordò

-Ah, già, vero, me lo ero già scordato- lei annuì con un mezzo sorriso

-Ginny non ci vuole venire- si guardarono –Non credo che abbia superato la sua morte Ron. Credo dovresti convincerla, che dovresti parlarle- lui scosse la testa

-Non le farai cambiare idea Hermione. Lei non…verrà mai ad una festa per la morte di Harry. Io ho smesso di bere perché me ne sono fatto una ragione ma lei…lei crede ancora che lui non sia in casa perché…beh, perché è in missione!- alzò un sopracciglio –Non farà mai una cosa del genere, sempre che non accada qualcosa di…speciale. Cosa che in così pochi giorni…non accadrà!- fece un sospiro

-Morirà di dolore prima o poi. Deve rifarsi una vita- sbottò lei guardando la tazza fumante

-E io non gliel’ho detto? Io, Percy, i gemelli e mio padre non ci abbiamo provato? Parlare della sua morte è out Hermione. Le fa scattare una rabbia che tu non hai idea!- alzò le sopracciglia e si appoggiò allo schienale guardando il soffitto

-Lo so, oggi abbiamo litigato per questo. Avevo intavolato questo discorso e lei è…esplosa- Ron la guardò ed annuì

-Lo so come fa…diventa una…vipera- Hermione annuì

-Non mi arrendo Ron, no, affatto-

-Dovresti. Il Ministro non l’ha capito il perché lei non gli risponde ma io si…lo so perché in questi anni non si è più fatta vedere da nessuno, lo so. Loro non capiscono e mi dà un fastidio che tu non immagini!- Hermione fece un sospiro

-Mi spiace che si sia chiusa così dopo quel giorno. Nelle lettere non mi appariva così drastica la situazione- lo guardò

-Anche se non lo credi, non sono pazza Hermione!- i due si alzarono ed Hermione tentò di aprire bocca per difendersi ma la rossa scosse la testa –Se non mi voglio trovare uno, non è detto che io sia così pazza come mi dipingi!-

-Non volevo questo Ginny io…-

-Ginny- fece Ron interrompendo la riccia che stava per mettersi a discutere su di una strada pericolosa–Come…stai?- lei annuì e lo abbracciò baciandolo sulla guancia

-Bene- fece un sospiro –Grazie per aver portato a fare un giro i bambini-

-Di niente- sorrise –Quando posso- lei non rispose

-So che la pensi come lei. Non fingere, non sei bravo- lui abbozzò ad un sorriso

-Io devo andare ora- disse fingendo di non aver sentito o passandoci sopra solamente –Salutami i bambini-. Le baciò la fronte –Ciao Hermione- lei annuì con un cenno di mano e Ron sorrise a Ginny. Sin smaterializzò e la rossa guardò l’amica

-Non sono pazza Hermione e non penso che Harry sia ad una missione- sbottò –Se voglio vivere così è una mia scelta, non sono affari tuoi se sarò sola tra qualche anno, sono scelte mie!- Hermione annuì

-Si è vero, ma mi preoccupo per te, solo questo-

-Non farlo, non preoccuparti! Non ne hai il diritto- fece un sospiro

-Non tradisci Harry se ti trovi un uomo OK? Non lo fai!!!-

-BASTA CON QUESTI DISCORSI HERMIONE!- gridò –Te lo devo dire con un tono di voce più alto?- lei scosse la testa

-No-

-Perfetto. Dobby prepara pure la cena- l’elfo comparso annuì

-Si signora- guardò Hermione e sparì. Anche lui aveva il desiderio che Ginny si rifacesse una vita, Hermione lo sentiva…

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Il capitolo non è molto lungo...lo so. Perdonatemi! Mi rifarò con tre/quattro capitoli che sono di una lunghezza esasperante...ma che ci saranno tra un pò. Mi ero un pò persa nella nebbia e per DIECI giorni non ho inserito capitoli...SCUSATE! Giuro che mi farò perdonare!

Vi lascio con un saluto e un augurio di buon fine quadrimestre(per chi va a scuola) e prometto di inserire il prox cap al più presto

Un bacione

Jade

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Capitolo 4
*** Quattro ***


QUATTRO

QUATTRO

Con Hermione la situazione si era normalizzata. La riccia si era adattata all’idea che Ginny non sarebbe andata alla festa e lei, a sua volta, non andava più su tutte le furie per un nonnulla. Erano da poco passate le quattro e mancavano due giorni al 12 luglio. Due giorni al quinto anniversario dalla sua morte. Come tutti gli anni sarebbe andata sulla sua tomba ma l’idea della festa l’assillava. Desiderava con tutto il cuore lasciare tutti a bocca aperta con la sua presenza inaspettata(sapeva che tutti sospettavano che non ci sarebbe andata) ma allo stesso modo sentiva che avrebbe perso qualcosa accettando quell’invito. Si sentiva piena di dubbi, come non era mai stata. E chiedere un consiglio era impossibile, chi le avrebbe dato la risposta giusta? Di certo non Hermione o la sua famiglia, loro credevano che lei fosse pazza! Chiederlo a chi avrebbe desiderato le desse una risposta era impossibile: era morto! Perché solo Harry le avrebbe dato una vera risposta…come era sempre successo poi! Scese le scale con la testa piena di domande e dubbi e si fermò davanti alla stanza chiusa. Passò una mano sulla chiave e pensò a tutto quello che poteva fare, tutti i pro e i contro della situazione. Erano molti, davvero troppi! In quel momento i bambini ed Hermione erano alla Tana, desiderava andare a fare un giro per schiarirsi le idee. Come Harry diceva sempre, una passeggiata, come una buona dormita, riusciva sempre a dare risposte. Si vestì alla meglio e uscì di casa diretta al Paiolo Magico. Era poco distante da Grinmauld Place ed entrando nel locale che da bambina trovava bellissimo, si trovò ad essere osservata da tutti quelli a cui passava a fianco. Erano state poche le volte che era andata li negli ultimi tempi e mai era successo che fosse tanto affollato

-Buona giornata signora Potter- Ginny annuì a Tom, aldilà del bancone e andò verso il muro che dava su Diagon Alley. Estrasse la bacchetta e fece un sospiro. Toccò il muro nei punti giusti e la porta sul mondo magico si aprì con un rumore fastidioso. Entrò nella strada principale della città magica e inosservata si diresse verso un luogo imprecisato. Con un sospiro camminò rimuginando senza sosta fino a che non vide da lontano Neville e Calì. Convivevano da qualche mese in un appartamento proprio li a Diagon Alley e mentre lui era divenuto un MediMago per malattie mentali, Calì si era data al giornalismo e portava avanti una rubrica nel Cavillo, che il signor Lovengood aveva lasciato alla figlia Luna. Ora lui soggiornava alle Canarie 12 messi l’anno mentre Luna si dava alla pazza gioia nel lavoro che adorava da sempre. Ginny non avrebbe voluto farsi vedere: Calì era gelosissima di lei, da sempre.La ragazza infatti era stata per tutto il sesto e il settimo anno cotta di Neville che però nemmeno la vedeva a causa appunto sua (anche se stava già con Harry), e la mora non glielo aveva mai perdonato di non avergli fatto capire prima che lui non gli interessava minimamente! Nemmeno fosse stata colpa sua! Nemmeno fosse stata colpa se Neville si era intestardito con lei maledizione! Ma la vita è un mucchio di ingiustizie come Ginny sapeva bene. Svoltò l’angolo per evitare qualsiasi, anche lontano, contatto con loro ma la fortuna quel giorno non l’assisteva

-Ginny! Ginny!!- la rossa si fermò e sentiva perfettamente l’occhiata furibonda della futura signora Paciock sulla sua schiena

-Neville!- sorrise –Come stai?- lo abbracciò –Ciao Calì- lei annuì

-Ginny- si schiarì la gola –Come stai?- prese a braccetto Neville come per farle ben notare come stavano le cose ma la rossa nemmeno ci fece caso

-Bene, e voi? So che convivete, me lo ha detto…non mi ricordo nemmeno chi!- sorrise

-Stiamo bene! Verrai alla festa in onore di Harry vero?- chiese Neville speranzoso –Sai, ti si vede così poche che noi vecchi amici di Hogwarts, quando facciamo le cene, parliamo spesso di te. Sai, se qualcuno ti ha visto in giro è sobillato di domande! Sei una persona importante!- Ginny fece spallucce

-Non è vero, è solo che preferisco stare tra me e me- annuì –E poi ho i bambini che non posso lasciarli soli quando più mi pare, sono piccoli per stare senza di me troppo tempo!- annuì –E voi, quando vi sposate?-

-Aprile del prossimo anno- disse Calì -Verrai?- Ginny la guardò colpita da quella proposta, ma probabilmente se non fosse stata lei a chiederlo, sarebbe stato Neville

-Direi di si, se non ho altro da fare. Ma direi che posso venire senza problemi- fece un sospiro

-Porta pure i bambini logicamente- disse Neville –Non li vediamo da…tantissimo- Ginny scosse la testa

-Grazie ma credo che farebbero solo dei guai. Sono due…pesti- annuì –Davvero, fidatevi se vi dico così- si guardò intorno

-Dove stai andando? Ti unisci a noi? Andiamo a prendere un tè qui vicino, hanno aperto un bar che è la fine del mondo- Calì lo guardò pronta a cavargli gli occhi. Ginny osservò lei e poi lui pei scosse la testa

-No, grazie ma non posso- Calì sorrise –Devo declinare l’invito, mi spiace- fece un passo indietro –Sono contenta di avervi incontrato-

-Anche noi- disse Calì –Alla prossima-

-Alla prossima- disse lei

-Ciao- disse in un sospiro Neville. Ginny sorrise di rimando e tornò a camminare con le mani in tasca, per la strada per cui aveva cambiato direzione. Teneva gli occhi fissi sui suoi piedi e tutti i suoi problemi erano stati surclassati dalla situazione di Neville e Calì: loro si sarebbero sposati di li a qualche mese, avrebbero vissuto felici e contenti con dei figli e…una famiglia piena d’amore. Una fortuna che lei non aveva avuto. Lei aveva dei figli ma non aveva…nient’altro. Non aveva nessuno che potesse consigliarla, nessuno che poteva starle vicino nei momenti tristi. Harry e Lilian c’erano, ma avevano solo quattro anni e mezzo! Non erano...niente in confronto ad un adulto con cui poter parlare di…tutto. Si fermò davanti ad un negozio di abiti da sposa e sbuffò: come si sentiva stupida! Fino a poche ore prima sbandierava che Harry non lo avrebbe mai sostituito per nessuna ragione al mondo ed ora, perché aveva incontrato due vecchi amici a pochi mesi dalle nozze, si sentiva sola. Non era pazza come Hermione o altri credevano, lei sentiva la solitudine come tutti, più di tutti anche…ma non lo dimostrava! E poi l’idea di andare a feste, divertirsi e uscire con altri le faceva ribrezzo. Preferiva cento volte stare sola che andarsi a divertire mentre Harry era morto per salvare la vita di chi ora non sapeva nemmeno lui chi fosse! E per salvare la sua. Ora non poteva trovarsi uno dopo che lui aveva dato la vita per lei! Era un’idea…disgustosa! Ma tutti le dicevano che Harry avrebbe voluto questo. Che sciocchezze! Lei non lo credeva, non lo credeva affatto! Come poteva un marito desiderare che la propria moglie uscisse con un altro? Era un controsenso senza precedenti! Riprese a camminare finché non si trovò nella via più famosa di Diagon Alley: c’erano negozi costossimi, personaggi di spicco si facevano fare abiti su misura, c’erano accessori più costosi di interi abiti fatti sul momento…Li c’era la nobiltà del mondo magio in poche parole. Ginny ricordava che in quella via, anni addietro, mentre lei scuriosava tra le vetrine dei suoi sogni, era uscita dal negozio di Alissa Keys, la stilista dei maghi e delle streghe più famosa in assoluto, una donna bionda piena di pacchi e sporte. Aveva poi riconosciuto Narcissa Malfoy in quella donna, ma intanto aveva visto in lei quella che avrebbe tanto desiderato diventare: una spendacciona senza misura, che ogni tanto(ma forse il termine “ogni tanto” Narcissa Malfoy lo prendeva più che altro come un “ogni giorno”) faceva pazzie come uscire da quel negozio con borse e pacchi enormi che innumerevoli elfi avrebbero dovuto portare in equilibrio sulla testa. Logicamente non era mai accaduto. Solo una volta Harry le aveva fatto fare un abito li dentro. Era poco più di due mesi che erano sposati e dopo una luna di miele coi fiocchi e i fronzoli, l’aveva portata li, da Alissa Keys. Ginny andò davanti alla vetrina e si fermò con un sospiro. Quel giorno era pieno inverno e all’incirca tre sere dopo avrebbero avuto una cena che presupponeva vestiti di un certo tipo…Non quelli che lei aveva in poche parole! Era stato lo shopping più bello di tutta la sua vita, lo ricordava ancora come se fosse stato ieri…

-Harry! Harry vai piano!! Mi fai cadere! Non ci vedo niente!!- Ginny, con una benda sopra gli occhi, Harry che la tirava per la strada ciocttololosa di Diagon Alley e il passo mal fermo, si permò puntando i piedi.

-Che c’è?- domandò Harry guardandola come se non avesse mai udito le sue lamentele

-Mi fai cadere Harry! Cammina più piano! Io non ci vedo nulla!- lui annuì

-Scusa, siamo arrivati comunque- lei si mise una mano sulla benda ma lui la fermò

-Eddai Harry! Voglio vedere dove mi hai portata!- brontolò lei. Lui sorrise e scosse la testa

-Non ancora…aspetta, non avere questa fretta- lei sorrise capendo che era qualcosa di…speciale. Specialissimo se l’aveva obbligata a tenere gli occhi chiusi con una benda nera!

-Che posto è? Siamo a Diagon Alley vero?- lui le prese le spalle e le fece fare alcuni passi in avanti. Ginny sentì il campanello di una porta aprirsi e una ventata di aria calda la colpì al viso –Siamo in un negozio-

-Si. Sai no che dopodomani abbiamo la cena al Ministero…- lei sorrise

-Si…-

-Bè, ho costatato che i tuoi vestiti non sono adatti e così ti ho portato da qualcuno che…ti vestirà decentemente e che a tua volta ti farà tanto piacere conoscere- le posò le mano sul viso e le sfilò la benda –E’ tutta sua signora Keys- Ginny strabuzzò gli occhi

-Oddio…- sbattè le palpebre e si guardò intorno mentre la stilista, la sua stilista si faceva avanti. L’atelier più famoso, più bello, più…tutto, sarebbe stato per una giornata tutto per lei…-Oddio…- guardò Harry voltandosi –Costa troppo…Harry…costa tutto troppo non…osso…non puoi avermi portato qui- lui fece un sorriso smagliante

-E invece si- fece un sospiro –Dovrò lavorare extra per due anni ma per una volta credo che…possa darti quello per cui stravedi da quando eri…più o meno alta un metro e venti- lei lo abbracciò

-Grazie, grazie, grazie…ti amo un mondo…- lui sorrise

-Bè…questo già lo sapevo- lei lo guardò

-Grazie- gli posò un leggero bacio sulle lebbra –E ora vattene, devo…darmi alla pazza gioia!-

-Si, torno tra…- guardò la donna

-Un paio di ore signor Potter- annuì –Basteranno-

-Perfetto, a tra un paio di ore- Ginny gli fece un cenno di mano con un sorriso e lo osservò andare fuori. Si voltò verso la donna –Non so nemmeno da dove spartire- si lamentò Ginny –Cosa…devo fare?- la donna sorrise

-Signora Potter credo che mi dovrebbe cominciare col dire i colori che lei preferisce- Ginny fece un sospiro

-Il bianco- cominciò –E anche l’azzurro- ci pensò –Mi piace il lilla e il prugna- si strinse le labbra –E direi basta. Logicamente il nero ma per una festa del genere non mi sembra molto…adatto- fece un sospiro –Che dice?-

-Che adesso le mostro qualcosa e anche dei modelli su carta se non le piacciono quelli già pronti- Ginny annuì

-D’accordo-

-Si sieda- una delle dipendenti le fece comparire una sedia poco distante e Ginny non se lo fece ripetere

Poco convinta di quello che stava per fare, Ginny entrò nel negozio. Il campanellino al suo ingesso suonò e Alissa Keys dietro un bancone alzò gli occhi da alcuni modelli

-Signora? In che cosa posso…Singora Potter- Ginny fece un mezzo sorriso –Che bello averla qua…- le si avvicinò con passi veloci e le tese la mano –Sono molto…felice di rivederla, sono anni che non la vedo-

-Si- si guardò intorno

-Non è cambiata, proprio no- Ginny la guardò

-Ho…bisogno di un vestito- fece un sospiro –Semplice, nero. Posso vedere quello che ha ?- la donna annuì con gli occhi che si illuminarono

-Ma certo!- battè le mani –Julia, i vestiti neri per la signora, i più belli di tutta la nuova collezione!- la dipendente, una ragazza giovane annuì

-Si signora- e si defilò da dove era venuta

-Si sieda- fece comparire due sedie e si mise al suo fianco –Mi dica, che genere di occasione è mai questa? L’ultima volta era una cena, ora?-

-Il Ministro ha indetto un annuale incontro in memoria di mio marito- fece un sospiro

-Oh…- disse la donna –Capisco-

-Non so se ci andrò per la verità- l’avvertì Ginny –Passando di qua però mi è tornato in mente quando Harry mi ha portato a comprare il vestito e la voglia di entrare…ha avuto la meglio- Alissa annuì

-Trovo che sia una bella cosa che il Ministero si ricordi di suo marito in un modo così…speciale- Ginny la guardò

-Io invece vorrei che lo lasciassero in pace. Ha dovuto dare la sua vita per delle persona che non si meritavano e non si meritano tutt’ora nulla. Anche persone tra quelle mura. Trovo che questo modo di…ricordarsi di lui sia patetico. Un modo per mettersi in mostra sulla Gazzetta del Profeta- Alissa fece un sospiro

-Ecco i vestiti- cominciarono a sfilare davanti a Ginny, con modelle immaginarie, vestiti di ogni forma, tessuto, modello…erano tutti bellissimi. Ma Ginny scuoteva sempre la testa, non era quello che cercava. Erano troppo vistosi, troppo scoperti…

-Non voglio cose troppo esagerate- l’avvertì alla fine della sfilata Ginny. Le erano passate davanti una cinquantina di abiti ma nulla che avesse attirato la sua attenzione

-Questi sono gli abiti da sera che ho. Se vuole possiamo passare ai modelli su carta, ho qualcosa- Ginny annuì

-Me li faccia vedere…- la donna fece un cenno a Julia che andò al bancone ed estrasse qualche foglio. Non erano molti. Li porse alla stilista che li mostrò uno ad uno a Ginny –Se si può togliere questo fiocco sulla schiena, mi piacerebbe avere questo- Alissa annuì

-Ma certo, logicamente che si può togliere- la guardò –Le faccio prendere le misura- Ginny annuì –Il camerino e dietro quella colonna- Ginny non se lo fece ripetere e andò dove le era stato indicato. Alissa osservò l’abito sul foglio e alzò un sopracciglio: era proprio l’unico abito che non le avrebbe mai consigliato, non era per una ventiseienne nel pieno della vita, non lo era affatto

§§§§§

Capitolo finito anche per oggi!!! Siete felici eh? Come vi è sembrato? Spero tanto non vi abbia deluso...ho inserito il chap un pò in ritardo, scusate, me ne ero scordata...non uccidetemi...

Grazie per le splendide recensioni...

Jade

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Capitolo 5
*** Cinque ***


CINQUE

CINQUE

Erano da poco passate le cinque. Da più di due ore Ginny era uscita coi bambini per andare sulla tomba di Harry e la casa era immersa nel silenzio. Nella sua camera Hermione era alle prese con un tailleur azzurro che aveva comprato in un negozio babbano per quella speciale giornata. Si era raccolta i capelli, tornati ricci e intrigati, in una treccia lenta che aveva posto sulla spalla destra, si era truccata leggermente ed ora tentava di sistemare una piega nei pantaloni che rendevano l’insieme disgustoso. Stramalediva da più di mezz’ora il momento in cui aveva fatto il baule di fretta, prima di smaterializzarsi da Ginny, senza controllare come aveva sistemato le cose e dato che di li a mezz’ora sarebbe dovuta andare al Ministero, già si immaginava in ritardo e con una marea di scuse da fare a tutti i presenti. L’arrivo di Dobby la distrasse ulteriormente

-C’è il signor Weasley che l’aspetta da basso, lo faccio salire?- Hermione la guardò senza capire. Ron li? Che ci faceva?

-Si, fallo salire- seduta sul letto afferrò la bacchetta e cominciò a pronunciare tutti gli incantesimi che conosceva più o meno bene

-Dovresti provare con un semplice Ripiega- Hermione alzò gli occhi e lui alzò un sopracciglio. Era bellissima. Hermione notò che l’abito che lui indossava era davvero…elegante. Un frac nuovo e privo di fronzoli e colletti tipo quarto anno, ballo del Ceppo. La riccia sorrise

-Temevo che arrivassi con il vestito…- alzò un sopracciglio –…del tuo quarto anno-

-L’ho bruciato- ammise lui

-Ripiega- la piega sparì ed Hermione lo guardò –Come lo sapevi?- lui ridacchiò

-Mia madre come sai è morta e…essendo in cinque maschi ci siamo dovuti…come dire, arrangiarci. Ho tirato fuori i libri di scuola e per casa trovi fogli con gli incantesimi casalinghi da utilizzare in ogni evenienza. Non siamo dei casalinghi particolarmente dotati- annuì –Come sai-

-Si è vero- si alzò e si mise in tasca la bacchetta –Stai bene vestito così-

-Grazie- annuì –Anche tu- lei sorrise –Mia sorella?- domandò per evitare che si andasse su argomenti troppo imbarazzanti. Hermione alzò un sopracciglio

-E’ andata via due ore fa. Alla tomba di Harry. Non è ancora tornata-

-I bambini sono con lei?-

-Si-

-Non viene quindi-

-No, non viene- disse dispiaciuta –E mi dispiace, non sai quanto- affermò –Mi sa che non sia pronta ad accettare l’idea che sia morto- lo guardò –Venire a questa festa sarebbe proprio come accettare questo…- alzò gli occhi su di lui

-Si, è probabile-

-Dobby e Winky non si pronunciano…- cominciò lei -…ma sono molto tristi per Ginny. Da come la guardano, da come le parlano…si vede Ron, si vede quanto loro sentano la mancanza di Harry e soffrano per Ginny- si guardarono e lei afferrò una borsa azzurra plastificata, piccola e abbastanza capiente per un rossetto e la bacchetta…si e no

-Hermione!! Hermione!!- Ron si accigliò e Ginny entrò in camera velocemente –Ron, che fai qui?- guardò i due con aria stralunata

-Sono venuto a prendere Hermione dato che tu non…vieni- la rossa annuì

-Si, OK- guardò l’amica –Hermione stai benissimo- la guardò bene –Farai un figurone al Ministero- sorrise

-Anche tu lo faresti- l’avvertì. Ginny la scrutò

-Divertitevi- baciò la guancia di Ron –Ciao- e uscì. Scese in cucina dove Dobby stava già preparando la tavola –Dobby io non mangio- lo avvertì

-Bene signora. Ma i bambini?-

-Li vado a prendere, sono andati nella loro camera- lui annuì

-Bene signora- disse Winky portando una pentola fumante. Ginny abbozzò ad un sorriso e salì al secondo piano. Nella stanza c’era piena rivoluzione. Si stavano lanciando le cose, urlavano, si rincorrevano mezzi svestiti

-Basta! Basta a tutti e due!- i bambini si fermarono di colpo e la guardarono

-Ciao mamma- sorrise Harry come se non la vedesse da un sacco di tempo. Lilian si sedette sul bordo del letto e la guardò sbattendo le palpebre velocemente, assumendo un’aria angelica

-Ragazzi che fate!- li prese e li sistemò sul letto svestendoli e porgendo loro il pigiama –Non si corre, non si urla…non si buttano i vestiti dove capitano, tanto meno addosso a qualcuno- guardò entrambi accigliata –Vi potreste fare male, lo sapete?- loro annuirono –Bene. E’ pronta la cena a proposito. Lavatevi le mani e poi scendete-

-E tu non mangi?- domandò Lilian

-No- si guardarono

-E perché?- lei ci pensò

-Perché se ne ho voglia vado a mangiare fuori- ammise –Ma non ne sono ancora così sicura- la guardò –Forza, andate in bagno e poi scendete da Winky che vi mette a tavola- Harry scese dal letto correndo fuori dalla stanza mentre Lilian si incamminò con calma e senza scomporsi troppo. Ginny salì al paino superiore, sentì Hermione e Ron smaterializzarsi e poco certa che tra questi due andasse tutto come doveva andare, entrò in camera. Chiuse bene la porta, aprì l’armadio ed entrasse un abito incelofanato. Lo stese sul letto dopo averlo liberato dalla protezione e lo rimirò sfregandosi le mani l’una contro l’altra. Era davvero un abito bello quanto costoso: ci aveva lasciato all’incirca 300 galeoni, una vera fortuna! Era una riproduzione adattata, di un abito da gala dell’imperatrice (babbana) Austriaca Elisabetta. In seta moirè nera, aveva le maniche lunghe, il collo alto e dalla vita, cadeva leggermente svasato. Semplice, sobrio, privo di fronzoli e soprattutto, nessuna possibilità di vedere di lei più di quello che desiderava mostrare. Non voleva presentarsi a quell’incontro come una felice vedova che desiderava mettersi in mostra, tutt’altro: voleva andare la, mettere bene in chiaro che trovava disgustoso il loro modo di ricordare Harry e tornarsene a casa. 300 galeoni per…dieci minuti. Decisamente una spesa inutile! Attese circa una ventina di minuti poi scese in cucina dove Lilian ed Harry avevano finito di mangiare e stavano guardando la televisione tutti assorti nei cartoni serali

-Winky- l’elfo si votò e e la guardò stupita che fosse scesa –Dopo metto a letto i bambini, tra quaranta minuti sali da me che devi aiutarmi a vestirmi-

-Si signora- senza capire bene ciò che avrebbe dovuto fare Winky sistemò la cucina e si preparò a salire. Ginny intanto si era messa sul divano coi due bambini che non l’avevano nemmeno vista e aspettando che il cartone finisse, ripensava alla festa a cui di li a poco sarebbe dovuta andare. La voglia le stava già venendo meno. La calma della sua casa, il silenzio e il poter fare ciò che desiderava senza dover rendere conto a uno o a un’altra persona…La sigla della pubblicità la distolse dai suoi pensieri

-Bambini saliamo? Dovete andare a letto!- i due si guardarono

-Di già? Io non ho sonno mamma!- si lamentò subito Lilian che in realtà appena sotto le coperte si addormentava di peso

-Ci racconti una storia? Ma non inventata eh? Con il libro delle favole che abbiamo nel comodino!- Ginny fece un sorrisetto

-Si OK, ma facciamo in fretta perché io devo andare via dopo!-

-Ma vabbè! Arrivi un po’ in ritardo!- disse Lilian annuendo. Ginny fece un sospiro

-Lo sono già Lilian, sono già più che in ritardo- li spinse su per le scale e messi a letto prese il libro in questione. Le quattro storie raccontate le aveva già lette un miliardo di volte. Erano le loro preferite e non la smettevano mai di farci sopra commenti e risatine. Le ascoltavano sempre fino alla fine ed era raro che s’addormentassero prima. Erano anche lunghe, la più corta durava una mezz’oretta ininterrotta di lettura

-Ci leggi quella di Biancaneve?- domandò Lilian

-No, di Peter Pan!- disse Harry

-No- sbuffò Lilian

-Si! L’altra volta l’hai scelta tu! Ora tocca a me!-

-Zitti, ora tocca a me- li riprese –Non la scelgo mai e quindi per oggi…leggeremo quella della Sirenetta- i due bambini fecero una smorfia

-No…- dissero in coro

-O questa…- li ammonì lei additandoli con l’indice –…o nessuna- i due si guardarono per qualche secondo

-Come vuoi- sbottò Lilian –Va bene-

-Si, va bene- disse scontroso Harry nascondendosi sotto le coperte. Ginny sorrise. Per una volta l’aveva vinta lei! Mentre leggeva vedeva Lilian girarsi nel letto ed Harry sgusciare con la testa fuori dalle coperte ogni tanto per sentire meglio i punti più interessanti della storia. Ogni tanto a Ginny scappava l’occhio sull’orario e il tempo passava. Winky entrò due volte nella stanza per vedere se era pronta ma tutte e due le volte Ginny la mandò via con uno sguardo. Sapeva che era passata un’ora abbondante, ma non poteva di certo lasciare i suoi bambini li senza la loro storia per far piacere al Ministro! Non era mica sotto i suoi ordini lei! Se volevano aspettarla bene, sennò…peccato, sarebbe tornata a casa prima.

Appena fuori dalla stanza Winky le venne incontro

-Signora!-

-Andiamo, devo prepararmi-

-E’in ritardo?- domandò zampettandole a fianco. Ginny guardò l’ora, le otto. Era in ritardo si! Ma poco male, per una volta che non era la prima ad arrivare non si voleva mica mettere fretta! In camera indossò il vestito con l’aiuto di Winky che sistemò ogni singola piega, poi si fece legare i capelli in uno chignon ben tirato e stretto sul capo, si infilò le scarpe in raso nero che già le facevano male, mise al braccio destro la borsettina di raso moirè con dentro bacchetta e poche altre cose indispensabili poi si guardò allo specchio più che soddisfatta. L’effetto che desiderava dare a chiunque quella sera l’avesse avvicinata, guardandosi, lo dava anche a se stessa: abbigliata in quel modo, con quel nero che metteva in risalto il suo pallore, l’effetto vedova addolorata che vuole rimanere sola con se stessa nella sua casa, era palese. La sua famiglia(ed Hermione) desiderava che lei si facesse una vita? Bene, quella sera al mondo intero avrebbe fatto capire che lei desiderava stare sola, che desiderava vivere per i suoi figli e per se stessa e che nessuno avrebbe mai preso il suo posto…che nessuno…l’avrebbe fatta più tornare la Ginny di un tempo. Lei era vedova, lo sarebbe rimasta per sempre e nessuno le avrebbe tolto di mente che Harry era morto, ma che rimaneva sempre e comunque suo marito, che loro avessero apprezzato quella sua idea, o meno –Signora…- disse Winky –Vuole che venga con lei? O vuole che Dobby…-

-No- disse Ginny –Grazie ma no Winky, mi arrangio. Direi di non stare via tanto ma…non si sa mai che abbia di che litigare coi miei. Non state in ansia se arrivo tardi. Se i bambini si svegliano, falli andare in camera mia a dormire, io poi quando arrivo li sposto-

-Si signora- Ginny sorrise e fece un sospiro. Si guardò intorno passando gli occhi su ognuna delle foto e respirò profondamente con gli occhi chiusi come per prendere dalla stanza un po’ della forza che le serviva per superare una o due ore tra persone che da anni non vedeva e che di certo non le erano mancate. Guardò Winky scomparire e si smaterializzò a sua volta

§§§§

Si lo so! Perché Ginny non incontra ancora Draco? Perché la storia è così lenta? Perché...perché...ragazzi/e! Lo sapete che la pazienza è la virtù dei forti? ^_^(non uccidetemi!). Vi assicuro che tra tre capitoli tutto vi parrà un vecchio ricordo perché tra pochissimo si incontreranno e ne vedrete delle belle! Fidatevi di me, non deluderà nessuno questa storia ma serve un pò di pazienza! L'idea originale(cm ho già detto) doveva essere una one-shot che partiva col loro incontro e se ho modificato radicalmente il tutto un motivo c'è...no? Diciamo che volevo farvela un pò sudare questa storia!

OK, vi lascio, dato che sento già tutte le vostre maledizioni cadermi addosso! Dato poi che con un sms la mia amica L. mi ha appena riferito che ho preso 4 in scienze...devo andare a piangere in camera per non strapparmi i capelli dalla rabbia

Ciao ciao...

Jade^^(che ha ben poco da ridere ora)

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Capitolo 6
*** Sei ***


SEI

SEI

La sala delle conferenze, al Ministero, era addobbata a festa. I colori di Grifondoro e lo stemma di Hogwarts, riempivano ogni angolo della stanza rendendola allegra e famigliare. Hermione che già aveva avvistato amici e professori, rimase incantata dagli addobbi che la facevano sentire a casa e che le facevano venire nostalgia, come in quegli anni non era mai successo. Si guardò intorno per qualche seconda pronta a descrivere ogni cm della sala poi si sentì chiamare insistentemente

-Hermione! Hermione!- stupita di sentire quella voce, si voltò verso il gruppo di amici e sorrise

-Luna!!!- la bionda Corvonero, indossava un vestito viola davvero particolare che la riccia evitò accuratamente di osservare bene. Si abbracciarono –Ma non eri in Africa a preparare un documentario?- le chiese Hermione molto stupita di trovarla li -Ginny mi ha detto che…-

-Si, sarei in Africa ma per stasera mi sono smaterializzata per poter rivederla e per partecipare a questa giornata speciale- disse raggiante. Si guardò attorno e una ruga comparve tra gli occhi –Ma lei dov’è?- domandò infine. Seamus si avvicinò e annuì

-Appunto, dov’è?- Hermione fece un sospiro

-Mi spiace che tu sia venuta per lei Luna. Mi spiace veramente! Lei infatti non…non verrà- li guardò –Non voleva e io non potevo di certo obbligarla, che dite?- i due si guardarono dispiaciuti –Vado ad avvertire il Ministro ora che me lo ricordo- sorrise –Torno appena ho salutato i professori fin che ci sono - lo cercò con gli occhi –Ma dove sono? Li avevo visti poco fa…-

-Sono dal Ministro ora- disse Padma con un sorriso raggiante –Ciao Hermione!!-

-Ciao Padma- la abbracciò –Dove sta tua sorella?- la mora alzò gli occhi al cielo e le segnò la sorella e Neville che parlavano fitto

-Gli sta facendo la predica. Hanno visto Ginny qualche giorno fa a Diagon Alley e da allora Calì gli fa delle scenate da manuale- fece un sospiro –Non so come quel povero ragazzo la sopporti!-

-Lo avresti anche tu questo atteggiamento se il tuo ragazzo fino a poco fa sbavava dietro una ragazza che ora è vedova- disse Luna –Te lo assicuro, lo faresti anche tu!- Hermione sorrise

-Ci vediamo tra pochi minuti, vado a fare il mio dovere!- sorrise e si avviò verso Calì e Neville

-…e poi non mi devi dire sempre che sono una rompiscatole che non mi fido di te! Io mi fido Neville! Mi fido! Ma ho pura perché lei è…-

-…sola e tu credi che io possa essere ancora innamorato. Lo so che pensi questo, me lo hai detto cento volte! E io ti ripeto che non è così- Hermione si schiarì la gola interrompendoli –Hermione! Tu qui?- lei sorrise

-Luna è tornata dall’Africa, io vivo solo in Germania!- li guardò –Siete una gran bella coppia! Litigarelli già da adesso…- annuì pensierosa –Quando sarete sposati vi chiuderete in casa a vicenda!- Neville sorrise

-Lo facciamo già- i due si guardarono

-E’ successa una sola volta- disse Calì arrossendo un poco –Una sola volta!- Hermione rise divertita mentre Neville segnava con l’indice e il medio che erano state ben due le volte –La seconda volta eri malato e volevi comunque andare al lavoro- sbottò lei –Avevo ragione io!- guardò Hermione –Ma Hermione raccontaci di te! Con Krum come va?- Hermione annuì

-Stiamo bene insieme e abbiamo i nostri alti e bassi- sorrise –Ora siamo in Bulgaria da sua madre, lui si sta allenando con la nazionale e l’ho seguito coi bambini. Per fortuna ho una suocera che non è una…mostruosa vipera come mi è stato riferito sono la maggior parte! Sono stata fortunata! Molto! È una pazza…una ventenne nel corpo di una ultra cinquantenne! Dovreste vederla quando gioca con Anthony! Temo sempre che prima o poi rimanga bloccata con la schiena o che cada. Ma guai dirle qualcosa contro! Se per esempio le dici di stare attenta, lei sbraita che non è così vecchia e che ce la fa benissimo da sola. Viktor tenta di calmarla ma lei si arrabbia ancora di più- alzò un sopracciglio –E’ una donna però molto serena quando è nei momenti giusti- annuì –Non mi lamento delle mie fortune! Sorrise

-E con Ron come va?- domandò Neville –Siete venuti assieme…questo significa che non siete in lite- Hermione guardò il ragazzo e scosse la testa

-Mai stati in lite ragazzi, eravamo solo…offesi dal comportamento l’uno dell’altro- sorrise –Davvero- fece un sospiro

-Da come parlava lui di te non si direbbe, anzi, ma che parlare! Ti evitava proprio come discorso. E se qualcuno lo intavolava, lui se ne andava o diveniva acido di colpo. Eri un discorso out con lui vicino- Hermione si voltò ad osservarlo discutere animatamente con Percy –MA non dire che te l’ho detto io- disse Calì –Mi uccide sennò!- Hermione la guardò

-Non temere, non abbiamo questa confidenza- vide il Ministro avvicinarsi al tavolo del buffet ancora vuoto –Vado dal Ministro o rischio di dimenticarmi d’avvertirlo che Ginny non ci sarà-

-No, e perchè?- domandò Neville ricevendo un’occhiata di tralice dalla compagna

-Perché…diciamo che non voleva venire- fece un sospiro –Diciamo- si avvicinò all’uomo e gli picchiettò una mano sulla spalla

-Si?-

-Buongiorno signor Reed, sono Hermione Granger- lui annuì

-La moglie di Viktor Krum!- disse accalorandosi. Lei sorrise

-Esattamente-

-Che onore!- le strinse la mano –Che onore! Seguo sempre il Quidditch straniero per seguire appunto suo marito! Un giocatore eccellente, eccellente- Hermione annuì

-Grazie…- annuì –Lei è molto gentile- fece un sospiro –Davvero!-

-Le piace qui? Silente mi ha aiutato con gli addobbi sa?- disse tutto allegro. Hermione si guardò attorno poi si guardarono negli occhi

-Mi fa sentire a casa- ammise –Ad Hogwarts- precisò –Mi sono avvicinata per un motivo che devo assolutamente farla presente- lui annuì

-Mi dica, mi dica-

-Volevo avvertirla che Virginia oggi non ci sarà- lui la guardò colpito dalla rivelazione –Sono sua ospite e mi ha riferito appunto che non…sarà presente- si leccò le labbra

-Dite che l’ho offesa facendo questo incontro? È per questo che non…è presente quest’oggi?- Hermione scosse la testa

-Virginia non si è ripresa dalla morte di Harry lei…è ancora legata a lui in un modo che lei non può capire. Fatica a crederlo morto e temo non venga perché ad una festa in onore suo…dove viene ricordata la giornata della sua morte, la metta davanti ad un fatto troppo…doloroso per lei- il Ministro annuì

-Capisco- fece un sospiro –Ma mi dica, se io aspettassi un attimo prima di…- fermò un vassoio che girava tra gli invitati con sopra dei bicchieri di champagne e ne prese due dandone uno a lei -…prima di fare il mio discorso, crede che ci sia una vaga possibilità…- Hermione vide nei suoi occhi il desiderio di poter sperare nel suo arrivo e dargli una delusione…

-Forse…- prese a dire -…forse c’è una possibilità- abbozzò ad un sorriso e lui la guardò raggiante

-Perfetto! Allora attenderò- vuotò completamente il bicchiere –A dopo, si diverta!- Hermione sorseggiò lo champagne poco sicura di aver fatto la cosa giusta e si avvicinò ai professori che l’avevano già vista

-Hermione Granger!- disse Silente –Che bello rivederti!!- lei sorrise

-Anche per me preside! Professoressa McGranitt, professor Piton, professoressa Sprite…HAGRID!!!!- il gigante fece un largo sorriso –Che bello rivederti!!!- lo abbracciò e lui la strinse alzandosi

-Hermione- piagnucolò –Che bello! Come mi sei mancata! Come mi sei mancata!!- la ragazza si staccò e li guardò. Erano tutti più vecchi, erano tutti più seri(ma anche più rilassati) di quanto ricordava ma era così bello averli di nuovo così vicino, si sentiva così protetta…

-Mi dica che cosa fa ora nella sua vita…ex signorina Granger?- domandò Piton con la sua voce sibillina. Lei lo guardò e sorrise

-Studio ancora per divenire un passabile avvocato- ammise lei –Passabile, non pretendo molto altro. Ho anche due bambini piccoli e quindi…-

-I figli di Krum! Già due, come vola il tempo- si mise una mano sulle labbra –Mi pare ieri che tu te ne sei andata!! Mi pare ieri che è successo tutto quello che è successo- Silente le picchiettò la mano sulla spalla

-Suvvia Minerva- Piton guardava a terra, Silente tentava di consolare la donna quasi in lacrime, la Sprite era andata dal suo pupillo Neville e Hagrid piagnucolava parlando di Harry e di qualcos’altro che Hermione non capì

-Devo…andare da alcune persone- pronunciò Herm guardando i professori –Ci…ci vediamo dopo- loro annuirono e Hermione si diresse verso i Weasley. Affiancò Ron e lo colpì col gomito con una leggera pressione –E così ero un argomento tabù in questi anni-

-Io so tutto Granger!- disse Fred –Che bello vederti!!- Hermione guardò i due gemelli e sorrise

-Mi siete mancati- li avvertì –Ma posso anche ritrattare questa frase…se mi chiamate ancora in quel modo…osceno!- annuì –Salve signor Weasley- tese la mano e lui annuì

-Hermione, da quanto tempo- non era molto felice di vederla, era palese. Hermione sorrise senza darci molto peso, di certo anche lei non avrebbe visto di buon occhio la ex del proprio figlio che se ne era andata per un motivo…non ancora ben noto. Peccato che lei avesse scritto a Ron il suo motivo: che poi lui non avesse letto la lettera e l’avesse fatta passare per una stronza…era un altro paio di maniche!

-Allora Ronald…è vero?- lui alzò gli occhi al cielo

-Evitiamo Granger?- lei sorrise

-Come vuoi- guardò Percy –So che sei segretario del Ministro, un bell’incarico- lui alzò un sopracciglio

-E’ qualcosa- lei annuì

-Appunto- fece un sospiro –Avete per caso visto in giro Daphne?- loro fecero spallucce

-Ho visto Malfoy, lei e Zabini no- disse Arthur –Ma di certo non sono lontani. Staranno parlando con qualche Auror- Hermione annuì

-Dubito che Malfoy sia con loro- guardò l’uomo –Senza offesa se la contraddico- sorrise e lui fece spallucce -Vado a cercarli, mi va propri di salutarli- si dileguò e li cercò a destra e a manca muovendo il bicchiere ancora pieno tra le mani. Appena li ebbe avvistati, stramazzo quasi a terra. Se Blaise Zabini era divenuto una bellezza senza paragoni, Draco Malfoy era qualcosa di perfetto, perfetto in ogni senso! Come il cugino, era in giacca e cravatta, senza un capello fuori posto e con un’aria da Malfoy(ovvero: io sono il meglio) stampata in faccia. Trai due però c’era una differenza…abissale. Draco Malfoy superava in ogni cosa il cugino di almeno una spanna. Se era bello a diciassette anni, a ventisette era…divino. Hermione dovette spostare lo sguardo per evitare di far pensieri dannosi per il suo caro matrimonio e si concentrò così sulla ragazza che stava parlando con loro: Daphne. Era, a distanza di anni, la perfetta Grifondoro semplice nel vestire(un bellissimo tubino nero senza fronzoli e decorazioni strane) e nei modi di atteggiarsi. Non era cambiata particolarmente di aspetto, forse era un po’ ingrassata, ma di certo nulla di che. Così com’era stava bene, forse anche più di prima! Si era fidanzata con Blaise quando questi era divenuto una spia. Non che lo avessero fatto pubblicamente ma…era evidente che trai due c’era qualcosa. Quando veniva a riferire piani e formazioni degli squadroni che avrebbero attaccato quel posto o quell’altro, erano sempre vicini e ad ogni interruzione si guardavano, parlavano fitto…Era stato Blaise a portarsi dietro Draco. Nessuno, ancora adesso, sapeva né come, né perché, lui avesse deciso di tradire, fatto sta che Blaise, dato che in pochi si fidavano di questo cambio di rotta di uno dei peggiori Mangiamorte, aveva fatto da garante per il cugino con sui era da sempre legatissimo. E aveva portato un elemento validissimo dalla loro parte a detta di tutti. Alla fine della battaglia, infatti, Draco Malfoy era risultato un elemento chiave e un personaggio pulito agli occhi di tutta la società magica. Le sue informazioni erano state oro colato per l’uccisione di Voldemort e quindi, la vittoria del bene. Si avvicinò ai tre che facevano pane per loro conto e Daphne la vide immediatamente

-Hermione!!!!- la riccia sorrise

-Ciao Daphne- si abbracciarono –Come…come stai bene! quasi non ti riconoscevo!!!- la ragazza sorrise

-Oh…grazie. Anche tu stai bene! Benissimo anzi!- fece un sospiro –Che scherzo che mi hai fatto sposandoti con Krum! Santo cielo, quando l’ho letto sulla Gazzetta ci sono rimasta…di sasso! Davvero-

-Avrei dovuto avvertirti- si scusò

-Si, appunto!- la scrutò -.Ma fa lo stesso, mi mancavi sai?-

-Anche tu- si guardarono –Allora?-

-Allora che?- domandò Daphne

-Bè…nessuna novità?- lei ci pensò

-No…- Hermione guardò Blaise

-Non vi siete ancora sposati?!?!- domandò senza parole –Zabini! Non ci posso credere…- scosse la testa

-Non tutti sono così prematuri come te Granger- Herm guardò con un sorrisetto Draco che con la sua solita aria seriosa faceva molto la parte del ragazzo tenebroso molto interessante(ma molto molto!)

-Suvvia Draco non essere così antipatico!- sorrise Daphne –Comunque no, non ci siamo sposati…ancora- lo guardò truce –Ma presto…me lo chiederà- sorrise –Diciamo che ha voluto attendere che io finissi gli studi da MediMago. Diciamo così. Vero tesoro?- lui guardò in alto e poi abbassò gli occhi blu con aria spaesata

-Si certo…- Draco scosse la testa ed Hermione aveva il sentore che a lui andasse bene la vita che avevano vissuto fino a quel momento senza matrimonio e problemi correlati

-E tu Malfoy…ancora dell’idea che è meglio soli che male accompagnati?- lui la guardò con due occhi grigi da fare…venire il batticuore anche a lei

-Non ho ancora trovato…quella giusta. Va bene come risposta per te, Grifondoro che vive nel mondo delle fate?- lei sorrise

-Si, va benissimo!- affermò lei –Lavori ancora dietro una scrivania a proposito?- Draco non pareva affatto contento di spiattellare a lei la sua vita privata ed era fermamente convinto ad andarsene altrove quando Blaise si mise in mezzo

-No di certo! Da un anno a questa parte è capo di uno squadrone degli Auror d’assalto- Draco lo guardò male ma il cugino nemmeno lo notò –Mentre io mi godo la pace e la tranquillità di una scrivania- sorrise raggiante

-E com’è comandare uno squadrone?- chiese lei incuriosita

-Ho comandato una squadra di Mangiamorte, questi sono una passeggiata!- Hermione lasciò il bicchiere vuoto su uno dei vassoio che passavano li vicino a loro e Draco ne prese uno pieno –Altre domande Granger?- lei scosse la testa

-No Malfoy, nessun’altra domanda- lui la scrutò sorseggiando il suo champagne e quando alzò gli occhi, la sua espressione mutò a dir poco. Hermione non lo aveva mai visto con una espressione di quel genere. Pareva agitato, e Draco Malfoy agitato non si era mai visto…a parte nello scontro finale Mangiamorte/Auror quando si era dovuto rivelare a suo padre come spia

-E’ arrivata!- disse Daphne con un sospiro –Oh…com’è diversa!- Hermione si voltò, e quasi non riuscì a credere che Ginny era li, che era venuta! Non fu l’unica però presa dallo stupore. Tutta la sala era in completo silenzio e tutti cercavano di riconoscere in quella figura austera un po’ della Ginny che avevano conosciuto più o meno bene. La stessa Hermione faticava a riconoscerla…immaginarsi tutti gli altri! Ma qualcosa turbava Hermione più di Ginny li sulla porta: Draco Malfoy. Il cambiamento della sua espressione, il modo in cui l’aveva…guardata…Si voltò verso di lui per cercare conferma a quello che aveva visto poco prima ma lui la guardò malissimo. Con due occhi di fuoco la raggelò e lei ripose la sua attenzione su Ginny: decisamente aveva avuto un’allucinazione prima, decisamente!

Il silenzio che l’accolse era totale, nessuno emetteva un sibilo. Era li, sulla soglia, e tutti la stavano guardando con un misto di stupore e curiosità. Pareva quasi che non la riconoscessero e forse, non avevano tutti i torti. Davanti a loro non c’era quella Ginny che avevano conosciuto a scuola o nel corso di Auror, quella Ginny era morta…molto tempo addietro! Ora si presentava a loro non con il sorriso sulle labbra, una voglia di vivere fuori dal comune e battutine pronte ad ogni frase…oh no, lei ora si presentava seria, un po’ troppo magra e uno sguardo che la diceva lunga sulla voglia che aveva di essere li e su come aveva passato gli ultimi anni…Minerva McGranitt era senza parole più di tutti gli altri. Lei, che era la capo casa dei Grifondoro e l’aveva vista crescere, non riusciva a capacitarsi di quel cambiamento che non dava giustizia alla ragazzina bella e perfetta in tutto, che era in realtà. Era così simile, il suo sguardo, di chi non aveva più voglia di vivere, che ne rimase…spaventata, spaventata a morte. Si era portata una mano sul cuore e Silente, scrutandola sorrise

-Non ti preoccupare Minerva- lei scosse la testa guardandolo

-Non…preoccuparmi? Pre…preside! Ma che dice!- lui annuì

-Sapevamo che non sarebbe stata…come un tempo!- lei stava per ribattere quando lui si avvicinò alla porta con un sorriso raggiante. Virginia lo guardò colpito, era certa che non si sarebbe avvicinato nessuno! –Virginia- sorrise –Stai d’incanto!- lei fece un sospiro: erano tre anni che non si vedevano e anche se erano in contatto via gufo una volta al mese, Ginny vedendolo, sentiva chiaramente quanto le era mancata la sua presenza. Abbozzò ad un sorriso

-Preside…come mi è mancato…- lui sorrise

-Oh…non sai tu quanto manchi a noi!- lei sorrise –Fatti abbracciare- Ginny non se lo fece ripetere e lo abbracciò quasi scomparendo in quella stretta. Aveva già voglia di piangere. Stare vicino a quello che era stato una padre per il suo Harry era così doloroso…

-Preside…oh preside- disse stringendo gli occhi –Come mi è mancato!-

§§§§

Vi faccio morire eh?! Vi faccio venir voglia di uscire dal mio computer per uccidermi...vero?! Ah ah! Suvvia. un pò di pazienza! Il prox capitolo sarà il cap del fatidico incontro! Ma per adesso...mi sa che dovete attendere ancora un pochetto...o no?

Ciao ciao^^

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Capitolo 7
*** Sette ***


Un bello sfogo di Ginny verso i presenti

Un bello sfogo di Ginny verso i presenti...ancora nessun incontro piccante che avverrà nel prox capitolo! Alla prossima e RECENSITE! Un kiss

Jade^^

SETTE

Più della metà delle persone presenti, Ginny non le vedeva dal giorno del funerale di Harry: vecchi compagni di scuola, professori, Auror che Harry aveva comandato o che solo erano suoi amici…Tutti avevano una vita, tutti avevano passato quei cinque anni sposandosi, mettendo su famiglia, creando imprese e così via

-Siamo così contenti che tu sia venuta!- disse Padma guardando di sbieco la sorella –Quando Hermione ha detto che non ci saresti stata, ti assicuro che abbiamo pensato il peggio!-

-Oh…bè…sono venuta- abbozzò ad un sorriso. Era mancata a quelle persone come non mai e anche se questo la stupiva, le faceva anche un immenso piacere. Anche a lei erano mancate, ma di cer to non come era mancata a loro! Volevano sapere tutto e lei, non poteva raccontargli molto, a parte a Diagon Alley, Hogsmead, la Tana e rarissimamente Hogwarts, lei di casa non usciva mai! Non riuscì a raccontare loro nessun aneddoto interessante mentre loro, la riempirono di novità esilaranti: che Seamus fosse un mezzo magonò era quasi…risaputo, ma che ora fosse un dirigente di industria babbana era davvero qualcosa di impensabile per Ginny. Dean poi era sposato con una americana e viveva a Londra con lei da pochi mesi: si erano conosciuti negli USA durante una vacanza di lui e dopo essersi scritti e mai visti per più di un anno, lei era arriva a casa sua una mattina lasciandolo…senza fiato. Avevano passato un anno avanti e indietro tra America e Londra poi si erano sposati e trasferiti definitivamente a Londra. Poi anche tutti gli altri avevano fatto grandi cose e Ginny li ascoltò per più di un ora conoscendo alla fine vita, morte e miracoli di tutti. Ma non le dispiacque. Quell’incontro da un lato le aveva fatto ritrovare vecchi amici…e le faceva piacere. Desiderando anche un po’ andare dai professori e in seguito da suo padre e i suo fratelli, si intromise in una mezza discussione tra Justin Finch Flatcher e Samantha Drover

-IO…vado un attimo dai professori ragazzi- loro la guardarono –Poi faccio un giro anche da…alcuni Auror amici di Harry- loro annuirono

-Non scappare poi- sbuffò Luna –Così possiamo parlare ancora- Ginny sorrise

-Certo- la rassicurò lei –Mi trovi qui intorno- era da tanto che non si vedevano a quattr’occhi lei e Luna! Da quando era andata in Africa, qualche mese, anche le lettere erano rare. Ma Ginny non se ne lamentava: da quando era morto Harry, era con lei che si intratteneva durante il giorno. Tra lettere(quando Luna era lontano) o con delle visite giornaliere della bionda, erano praticamente sempre insieme. E a Ginny piaceva la sua compagnia, per via di come si era comportata dopo la morte di Harry soprattutto. La sua vicinanza era stata preziosa, il suo capirla era stato prezioso: il suo essere nella stessa stanza evitando le frasi stupide, stare al suo fianco e non sobillarla di domande e altre sciocchezze, aspettare che lei parlasse e non viceversa…l’aveva aiutata moltissimo! Guardò l’amica e fece un sospiro poi si voltò e andò verso i professori che parlavano con il Ministro

-Signora Potter!- il Ministro troncò la lunga chiacchierata coi professori e le strinse la mano –Che bello averla qui! Che bello!-

-Grazie signor Ministro, grazie anche a lei per l’invito- lo guardò negli occhi –Ora…se non le spiace vorrei parlare un po’ coi professori e poi se…non le spiace vorrei scambiare due parole anche con lei-

-Ma parla con lui ora- disse la professoressa Sprite –Noi possiamo aspettare-

-No, no- disse il Ministro –Ora io ho da dire due cose ad una persona quindi…fate con comodo!- Ginny sorrise al Ministro e guardò i professori mentre l’uomo si allontanava dopo aver salutato i presenti. Ginny guardò Silente, la McGranitt, Piton e la professoressa Sprite

-Dovresti mangiare di più- disse la McGranitt rompendo il ghiaccio –Sei…così magra!- Ginny si passò un mano sullo stomaco

-Non ho molta fame- ammise lei –Mai…nemmeno quando ho davanti succulenti piatti. Dobby e Winky fanno pasti che farebbero venir fame a chiunque- guardò per terra –Ma non a me- fece un sospiro

-Dovresti sforzarti- la rimproverò –E dovresti anche…farti vedere più spesso a scuola!- si guardarono –Non puoi stare per mesi senza scrivere! È davvero sciocco!!-

-Non voglio disturbare nessuno-

-Nessun disturbo- disse gelido Piton. Si notava nella sua voce però una nota di preoccupazione –Anzi, sapere che sei ancora viva ci fa molto piacere!- Ginny lo guardò quasi con una punta di gratitudine a quella parole

-Dovresti anche venire a farci visita- disse il preside –Lo sai che se vieni ci fa piacere! L’ultima vota è stato…tre anni fa, tre anni fa Virginia!- lei annuì

-Si ma…l’ultima volta che sono venuta sono stata male per…quattro giorni dopo. Andare in posti che mi ricordano troppo Harry mi fa…- ci pensò guardandosi intorno con gli occhi che stavano diventando lucidi -…mi fa male- li guardò –E adesso non posso mica mettermi a piangere davanti ai bambini ogni volta che ne ho voglia! Sono grandicelli, capiscono le cose anche troppo bene e dargli le mie preoccupazioni non mi pare giusto. Sono dei bambini…- li guardò

-Non dovresti fare così dopo cinque anni- disse la McGranitt –Dovresti farti…-

-Lo so, una vita. Me lo dicono tutti- ora era diventata seria, gli occhi erano diventati quasi…un muro impenetrabile. Silente la guardò con stupore –Tutti me lo dicono- scosse la testa –Ma io non mi voglio rifare una vita. Tutti mi dicono che sono giovane…che devo riprendere la mia esistenza. Peccato che la mia vita sia finita cinque anni fa. Ora vado avanti per Harry e Lilian ma non certo per me: la vita che era mia, è morta e sepolta, da anni! E chi cerca di dissuadermi da questa idea non sa che vuol dire perdere qualcuno dell’importanza che era per me Harry. Di rifarmi una vita…non ne ho voglia e nemmeno ne sento il bisogno- tagliò corto. Fece un sospiro e Minerva osservò Silente che scrutava l’ex alunna con cipiglio

-Ognuno sceglie la vita che vuole- disse Silente. Virginia lo guardò –Attenzione però a non pentirtene in futuro- fece un sospiro –Nessuno sta bene da solo per molti anni. Rischia di ammalarsi di solitudine- Ginny strinse le labbra –E anche stare troppo legati al passato ci fa ammalare…- annuì -…ammalare di ricordi-

-Ginny! Piccola Ginny!- la rossa si voltò e Hagrid la abbracciò stringendola senza troppa forza –Piccola

-Hagrid- sorrise lei -Come stai Hagrid!- lui la lasciò e la guardò

-Sto bene, ma fatti guardare!!! Oh, sei bellissima!!!- lei sorrise

-Grazie-

-Bella, ma sembri così triste…-

-Dai Hagrid! Non dire così, sono così contenta di vederti!!!- lui la scrutò

-Si bè…anche io- le passò una mano sui capelli –Allora, come stanno i marmocchi? Fanno ancora dannare? Quando erano piccini così mi ricordo che strillavano come matti…- lei sorrise –Ora?-

-Ora distruggono la casa a suon di magie- disse Ginny –Harry fa esplodere le cose e Lilian le butta in giro per le stanze muovendo le mani quando è agitata o felice…Non sai quante cose mi hanno rotto! Ho dovuto chiudere la cantina perché una volta avevano accesso la moto di Harry e…quasi hanno sfondato il soffitto!- Hagrid rise

-Combina guai come il loro padre!!! Sarà divertente averti ad Hogwarts!!!- Ginny sorrise

-Io sarò terrorizzata invece- ammise lei –Ora mi preoccupo, pensa tra qualche anno! Quando riceverò le loro lettere potrò mettermi le mani nei capelli come minimo!- sorrise –Ma tu ci sarai a tenerli d’occhio…non è vero?-

-Sempre- annuì lui –Sarò la loro ombra- lei annuì

-Lo so che lo farai- lui la abbracciò

-Contaci. Non correranno mai un rischio- la guardò negli occhi –Nemmeno uno- le mise l’indice davanti agli occhi –Nessuno farà loro un graffio- lei annuì

-Grazie Hagrid- lui annuì e le passò ancora la mani sui capelli lei si guardò intorno e si congedò dai professori –Ciao papà. E anche a voi- Arthur e figli si voltarono

-Credevo non venissi- lei fece un sospiro

-Scusa papà- disse lei senza abbracciarlo o altro. Diede un’occhiata a gemelli, Percy e Ron poi fece un sospiro

-Come va a casa?- domandò Fred –Non vieni alla Tana da parecchio-

-Sono impegnata- disse lei –Verrò uno di questi giorni-

-Impegnata a fare che?- domandò sarcastico Percy. Lei lo guardò poi passò gli occhi sugli altri tre. Loro la guardarono senza una parola e lei scosse la testa rassegnata

-Ci vediamo- sbottò andando verso il Ministro. Ron la seguì e le prese un braccio

-Dai Gin lascia perdere- lei si voltò

-Sono anni che lascio perdere- lo avvertì –E anche ora ho fatto finta di nulla…o mi sbaglio?- lo allontanò –E poi mi venite a chiedere il perché non vengo alla Tana? Ma fatemi il piacere!-

-Ginny siamo preoccupati, non è che noi…-

-La pazza Ginny vi fa preoccupare? Che novità!- lo riprese acida

-Non sei pazza- l’avvertì lui

-Voi dite questo di me, non negarlo- si leccò le labbra – E solo perché non mi trovo qualcuno con cui rifarmi una vita come voi tanto desideraste. Anche se non so il perché di questo volere a tutti i costi che io trovi un altro. Che vi frega poi- sibilò

-Ci preoccupiamo. Hai dei figli, come vuoi che stiamo sapendo che ti stai chiudendo tra quattro mura come se fossi una suora o peggio, una carcerata?- lei fece un sospiro

-Ron tu ti sei dato all’alcool…io mi sono chiusa in me stressa. Tu hai allontanato da te Hermione dandole delle botte da ubriaco fradicio, io non ho fatto del male a nessuno perchè mi sono messa a farmi gli affari miei…Ora dimmi qual è il comportamento migliore…se c’è- lui strinse le labbra –Appunto-

-Io ne sono uscito- lei annuì

-Certo, trasformandoti in un…puttaniere che non si fa scrupoli se quella è sposata, fidanzata, con figli o con chissà che altri problemi. Io non cercherò più l’amore, ma tu dalla morte di Harry non sai più che cos’è l’amicizia, che cos’è…la morale…e che altro?- ci pensò –Non mi viene in mente ma se ci penso ti assicuro che me lo ricorderò!- si allontanò da lui e riprese la strada che poco prima aveva iniziato a percorrere. Il Ministro l’attendeva. Il suo sguardo pareva quasi quello di un innamorato –Ministro scusi il ritardo ma…mio fratello è una vera…palla al piede quando ci si mette!- sorrise

-Di nulla- fece un sospiro –Che doveva dirmi?-

-Volevo solo dirle che dopo il suo discorso avrei anche io da dire due parole se mi è permesso- lui annuì

-Ma certo, ce lo aspettiamo un discorso, non era nemmeno da chiedere una cosa del genere!- Ginny sorrise

-Bene- sorrise –Allora non ho altro da dirle- lui sorrise

-Le piace la festa?- chiese lui

-Tutto a tempo debito, dirò tutto nel mio…discorso- lui annuì con gli occhi che brillavano

-E’ molto bello averla qui- le disse ancora –Sono così felice che lei abbia accettato. Quando la signora Krum mi aveva riferito che lei non sarebbe arrivata mi è salita una tale tristezza…-

-Venire è stata una decisione che ho preso negli ultimi giorni e a nessuno aveva detto che sarei venuta. Per evitare delusioni se la voglia mi fosse venuta a meno!- sorrise –Ora scusi…devo andare- lui annuì

-Ma certo, ma certo- Ginny si avviò velocemente verso il luogo più isolato della sala tutta quella confusione la stava facendo impazzire! Si mise appoggiata al muro e guardò per terra per vari istanti. Fino a che qualcuno non l’affianco. Lei vide i piedi e poi alzando gli occhi incontrò i suoi

-Lupin…- lui sorrise. Era invecchiato in modo impressionante

-Credevi di scapparmi? E’ da quando sei arrivata che non faccio altro che cercare un minuto in cui fossi sola- lei allargò le braccia

-Eccomi- lo avvertì –Ora sono sola- lo abbracciò

-Ti trovo bene Ginny- lei annuì

-Sto bene. E’ da un po’ che non vieni a trovare i bambini- disse lei –Chiedono di te. Harry non fa altro che domandarmi che fine a fatto lo zio che mi porta sempre i giochi belli!- tentò di imitarlo Ginny ridacchiando e facendo ridere a sua volta Lupin

-Lo so, sono stato per molto in Columbia perché pare che abbiano trovato una cura per…- segnò con l’indice in altro –…la luna piena- lei sorrise

-Che bello! Ma davvero?! Non…ci posso credere!- era strabiliata, Lupin aveva trovato una cura! Lui, che si era sentito sempre inferiore a tutti per quel suo “problema”

-Invece si! La sto già provando ma fino al terzo ciclo di somministrazione delle cure non si sa se funzioni oppure no. Ma ci sono ottime speranze. Una donna francese è guarita, anche uno svedese1- gli brillavano gli occhi –Non sai quanta voglia ho di essere normale- lei scosse la testa

-Tu sei normale…non pensare che non sia così, non pensarlo nemmeno!- fece un sorriso –Sono felice che tu stia così bene, davvero-

-Grazie, sono molto in forma!-

-Non sai quanto si veda, non lo sai affatto!- annuì lei

-Hai già visto tutti?-

-Si, tutti tutti- ammise lei –In un’ora mi è stato detto tutto quello che è accaduto in cinque anni…Ho la mente stipata di così tante informazioni che faccio fatica a ricordarle tutte!- ridacchiò

-Hai incontrato anche Zabini e Malfoy?- domandò stupito. La rossa si incupì e lui capì che NON li aveva nemmeno visti in lontananza e che probabilmente nemmeno voleva vederli. Si morse l’interno della guancia e sorrise –Ma non credo ti interessi incontrarli- concluse lui guardandola –Non fare quella faccia su! Erano dei nostri ed è logico che adesso siano qua! Mica sei obbligata a parlarci!- si guardarono

-Malfoy e Zabini qui?- lui deglutì –Dei Mangiamorte…qui?-

-Erono nostre spie- tentò di rabbonirla lui notando che si stava alterando oltre ogni misura. Dalla morte di Harry i Mangiamorte erano un discorso da evitare come la peste, ma mai si era presentato il discorso di Malfoy e cugino. Harry si fidava di loro, nessuno cedeva che lei invece… -E sono stati liberati da ogni accusa- continuò lui –E…-

-Non me ne frega nulla- sibilò lei con voce strozzata –Niente! Erano Mangiamorte, lo odiavano…ed ora sono qua!- era livida –Mi viene freddo al sol pensiero che sto respirando la loro aria!- fece una smorfia –Mangiamorte erano e rimangono. Anche se non sono stati ad Azkaban un solo giorno per via del loro essere voltagabbana e traditori dei loro sacri ideali! Harry fu ferito a suo tempo da Malfoy, a scuola è stato un inferno a causa di quei due purosangue dei miei stivali…ed ora sono qui? Siete dei pazzi, tutti quanti!- stava per mettersi ad urlare quando la situazione prese un’altra piega: il Ministro aveva preso a parlare…Lupin la vide andare verso il palco ma sapeva che non sarebbe finita li, quella discussione non era ancora finita in un angolo e probabilmente mai ci sarebbe finita

-Ehm ehm…buongiorno a tutti- disse l’uomo –Ora che siamo tutti presenti…- disse guardando verso Ginny che non corrispose al suo sorriso -…ritengo che sia il momento che io prenda la parola e spieghi alcune cose- fece un sospiro –Parto col dire che sono molto, molto felice che siate venuti tutti o quasi. Mi fa molto piacere e spero che stasera sia un momento per voi tutti per ricordare una persona importante e…che per permetterci di essere qui, vivi e felici, ha dato la sua vita- Ginny incrociò le braccia al petto con un nodo alla gola e una rabbia che cresceva di minuto in minuto –Sono passati cinque anni e il motivo per cui non ho potuto fare questo incontro annualmente è che…non ne ho mai avuto la possibilità. Sono Ministro da poco e da quando lo sono, mi sono battuto per riconoscere questa giornata come...giornata importante, giornata che ha cambiato la vita di tutti. Ma il mio precedente ministro non era dell’avviso e così…solo dopo anni, il mio sogno si è avverato. Dico sogno perché Harry Potter io non lo conoscevo bene. L’ho visto quattro volte in tutta la mia vita, ma queste quattro volte sono bastate per renderlo ai miei occhi un eroe, un vero eroe. Voi lo conoscete dalla scuola, dal corso d’Auror…a qualcuno forse ha salvato anche la vita quando si sentivano ormai davanti a morte certa. Se è così, i sentimenti che provo di certo li conoscete. Harry Potter mi ha salvato la vita due volte e devo dire con piacere, che fare questo per lui è solo una piccolezza, in confronto a quello che ha fatto per me e per la mia famiglia- sorrise –Ora, oltre a questa giornata in suo onore voglio…rendere omaggio a una persona che era la persona più importante per il nostro eroe. Oggi è qui e da cinque anni cresce da sola due bambini che ho conosciuto appena nati ma che so, dai racconti di varie persone, che sono davvero due Potter dalla punta dei piedi alla radice dei capelli. Voi tutti la conoscete e io l’ho potuta conoscere di sfuggita in questi cinque anni ma so, che è una delle persone che il mondo magico dovrebbe ricordare ogni giorno: per quello che era per Harry Potter, per quello che è oggi, per quello che fa e per il modo in cui cresce i bambini più fortunati, e in futuro più ammirati, di tutto il mondo magico: Virginia Weasley Potter- le tese la mano mentre alcune persone applaudivano e lei lo affiancò salendo senza aiuto. Lui la guardò e lei fece un sospiro: odiava essere davanti a tutte quelle persone! –Bene, bene. Io ho preparato alcune sorprese per…voi, ma soprattutto per Virginia che…sono certa le apprezzerà. Sono piccole cose per qualcuno di voi ma per altri so, che saranno qualcosa pari ad un cimelio e per Virginia, sono certo, saranno come l’oro- Ginny lo guardò incuriosita e mentre nella sala qualcuno bisbigliava cercando di fare supposizioni o previsioni, un uomo entrò tenendo tra le mani un vassoio abbastanza grande con sopra un telo bianco-. Ginny deglutì quasi spaventata da quello che avrebbe avuto di li a poco tra le mani. Il Ministro scese dal pulpito e Ginny lo seguì. Qualcuno nelle retro vie allungò il collo per vedere meglio. Il Ministro fece un sospiro come se quello fosse uno dei momenti clou della serata. Tolse il telo e Ginny strinse le labbra che sbiancarono tanto la stretta era ferrea. Fece un passo indietro ma il Ministro le mise un mano sulla schiena e la mise al suo fianco –Mi ci sono voluti tredici mesi per poter vedere coi miei occhi la bacchetta di Harry Potter che nell’ultima battaglia era stata…distrutta- Silente si fece avanti: in una custodia in vetro, la bacchetta di Harry era stata ricostruita per intero, come se mai si fosse ridotta in polvere

-Ministro, ma come ha fatto…-

-Professor Silente- disse l’uomo –Alcuni Auror di un reparto speciale hanno…lavorato a questo per mesi. Abbiamo usato magie anche…- fece spallucce –…non all’ordine del giorno ma come vede, efficaci-

-Magia Nera?- chiese qualcuno

-Si, esattamente- Ginny afferrò la custodia gelida e la strinse con forza, quasi a volerla rompere. Gli occhi erano appannati, la voglia di piangere stava…prendendo il sopravvento

-Ginny- Ron l’affiancò e lei si riprese sentendo la sua mano sulla spalla –Ginny calmati- lei lo guardò e annuì

-Si…- bisbigliò con il magone –Si hai ragione….-

-Questa custodia non andrà mai tolta- l’avvertì il Ministro dopo che si fu ripresa –La protegge, non permette che ritorni…polvere- Ginny annuì: aveva capito, capito benissimo! La guardò con le labbra che tremavano leggermente e con una stretta ferrea quasi dolorosa. Il Ministro prese un libro che Ginny aveva si e no notato –Questa è una biografia- Ginny si accigliò –E’ stata fatta in collaborazione con molti dei presenti e anche con alcuni che per nostra sfortuna non sono qui. L’ha scritta Dorothie Jordie con l’ausilio di Luna Lovengood- Ginny guardò l’amica che le fece un sorriso. Ginny afferrò il libro e lo aprì. Erano più i mille pagine. Si apriva con un ringraziamento a tutti quelli che avevano aiutato la scrittrice(da Luna ai Dursley stessi!), continuava con un Prologo che parlava di Lily e James dai loro anni di scuola al loro matrimonio, e poi cominciava la sua vita dalla sua nascita sino all’ultima battaglia prima della decisiva. L’ultimo capitolo(Conclusione) trattava della battaglia che lo aveva portato alla morte e l’Epilogo parlava di quegli ultimi cinque anni in cui si parlava di Harry e Lilian, di lei, di Hermione, Ron dei Weasley…Le foto erano da far venire da piangere a tutti. C’era quella dei suoi il giorno del matrimonio, c’era quella di lui poco prima che i suoi morissero, ce n’era una di quando aveva sei/sette anni, poi quella del trio il primo anno di scuola, quella di Sirius Black, dei professori(Moody, Lupin, McGranitt…), di Silente con Harry al diploma, del diploma di Auror in cui aveva preso il massimo, dei Weasley al gran completo, del matrimonio…Ginny singhiozzò

-Gin- Ron le mise una mano sulla schiena

-Non dovevo venire- bisbigliò lei chiudendo il libro –Non dovevo proprio- lui la tirò verso la pedana e la abbracciò

-Ehi Ginny…non puoi farti vedere così-

-Io non dovevo venire- singhiozzò –Dovevo stare a casa io…me ne devo andare-

-Non ora, non ora- lei lo guardò

-Perché mi fanno questo? Perché vogliono farmi stare ancora peggio di quello che io non stia già? Non hanno mai perso nessuno nella loro vita? Non sanno che quello che stanno facendo mi fa stare male?-

-Lo sanno- lei lo guardò passandosi una mano sugli occhi –Ma vogliono solo farti capire che ti sono vicini tutti- lei scosse la testa -Devi calmarti- lei annuì –Stasera ti accompagno a casa, vuoi?-

-No- disse lei –Me la cavo anche senza che tu mi accompagni- fece un sospiro –Ora sono calma- lo guardò negli occhi –Sono molto rossa in viso?- lui fece spallucce

-Non tanto- lei sorrise

-Speriamo il bene…- affiancò il Ministro

-Tutto bene?- le domandò

-Si- mentì lei –Mi sono solo un po’ commossa-

-Non volevo far rivangare ricordi dolorosi-

-Va tutto bene ho detto, ora va tutto bene- lui annuì

-D’accordo- fece un sospiro –Bene- disse prendendo l’attenzione di tutti –Non ho altro da dire su questa serata- sorrise –Ora se…Virginia vuole dire qualcosa credo che sarebbe apprezzato- la rossa lo guardò e annuì

-Ecco…- cominciò mentre tutti la guardavano incuriositi -…io stasera non dovevo essere qui- cominciò con un sospiro –E sinceramente anche ora sono del parere che non sarei dovuta venire ma essendo qui non…è possibile tornare indietro- guardò Ron e Luna –Quando mi arrivò la lettera posso dire senza timore che la mia risposta fu no, un no molto…deciso. Mi ha fatto cambiare idea la prospettiva che venendo qui, la mia famiglia, Hermione e non credo solo loro, vedendomi non avrebbero più parlato alle mie spalle dicendo che sono una pazza perché dalla morte di Harry non…esco più così volentieri come facevo prima e non mi sono ancora trovata qualcuno che lo rimpiazzi. Sinceramente stare in mezzo a troppe persone mi mette in ansia da qualche tempo a questa parte e…l’idea di trovarmi un nuovo…diciamo ragazzo mi manda un po’…su di giri. Spesso questo discorso, che i miei intavolano un giorno si e l’altro pure, mi manda davvero in bestia perché fatico a capire come mi possano dire una cosa del genere dato che amavo e amo Harry come…credo poche persone amino la persona con cu ora sono fidanzati o sposati- si schiarì la gola -Io sono venuta per questo, per far smettere chi continua a sobillarmi di frasi contenenti le parole “diventi pazza”, “impazzisci”, “da sola non riuscirai mai a stare bene”…anche se a loro volta sono soli come pochi dato che mio padre ha perso mia madre da sei anni, mio fratello Ron…- lo guardò -…sorvoliamo sul suo caso, Percy e i due gemelli non hanno una donna nemmeno a cercarla col binocolo. Io sono diventata più fredda e scostante in questi cinque anni, oggi ho rivisto persone che sono anni che non vedevo, anche se mi spiace, ma spero che da oggi certi atteggiamenti finiscano e spero altrettanto che questi incontri siano conclusi con oggi- guardò il Ministro sbalordito –Io sono felice che Harry sia così conosciuto e così ammirato ma non trovo giusto questo modo di ricordarlo. Non dico di farlo come me ma…trovo disgustoso che ieri tutti erano felici, oggi fanno le facce disperate e domani riprendano le loro vite come se nulla fosse. Ribadisco, trovare che ogni giorno dell’anno sia come il giorno della sua morte, come accade a me, è esagerato, ma che negli anni passati nessuno sia andato alla sua tomba nel giorno della sua morte(e forse qualcuno negli altri giorni c’è andato, non so ma dubito) e oggi vengano qui con facce da funerale lo trovo…- ci pensò su -…disgustoso- strinse le labbra –E che poi venga a sapere che tra di voi ci sono…ex Mangiamorte la cosa è ancora peggiore di tutte le cose che mi infastidiscono messe insieme. Ma sorvoliamo- le facce di tutti erano sconvolte: anzi no, sconvolte non era giusto, era meglio dire pietrificate dallo stupore! I Weasley erano agghiacciati, Hermione era tremante dalla testa ai piedi, i professori la guardavano come se fosse qualcuno di mai conosciuto(la McGranitt continuava a ripetere che quella non era Ginny! No, non lo era!), la folla la guardava in un silenzio totale e il Ministro era bianco come un cencio –Oggi io sono venuta ma avverto tutti che questi incontri sono per me, solo perdite di tempo, solo un modo come un altro per incontrare amici di vecchia data, spettegolare, parlare male…Non per ricordare Harry. E’ stato fatto nel giorno della sua morte certo ma non per lui. Il Ministro forse lo ha fatto per gratitudine ma voi dubito che, come ho detto e ripetuto, siate qui per lui. Luna è qui per lui, Ron è qui per lui, Hermione lo è. Non so chi altri ma so che molti di voi…che sia morto o meno non vi importa. Tanto per voi domani la vita va avanti, oggi la vostra vita va avanti. Mariti, mogli, fidanzati e fidanzate li avete, non li perderete…Io invece ho perso mio marito, un amico senza eguali, il padre dei miei figli. Tutte le volte che io guardo i miei bambini…- fece spallucce -…l’unica cosa che mi passa per la mente è che loro vedranno il loro padre solo in foto. Non hanno avuto cose…che i vostri figli avranno…o hanno. Nessuno insegnerà loro a volare, nessuno li aiuterà a scuola, nessuno…li metterà a letto la sera e gli dirà che gli vuole bene. E perché? Perché l’unica persona che poteva fare questo è morta. Per me, per loro, ma anche per voi. Ora voi vivete belli felici grazie a lui, alla sua morte…Io sono viva come voi, i miei figli anche…- scosse la testa –Ma vi assicuro che se avessi potuto scegliere, avrei preferito che Voldemort fosse qui in giro a far dannare un po’ tutti voi che vi siete scordati facilmente di quello che ha passato Harry, invece che vedervi tutti belli sorridenti qui ora…mentre io sono cinque anni che passo giorni di inferno con un male dentro che qualcuno osa dire che sia pazzia!- li guardò –Forse vi sarà morto qualcuno nella battaglia contro Voldemort, non dico di no, ma se è accaduto, ognuno dovrebbe pensare ai suoi morti invece che provare un finto dolore per qualcuno che conoscevano, ma che ora a guardare la sua foto riescono solo a pensare: grazie per avere ucciso Voldemort, senza di te siamo soli, ma con la tua morte ci hai dato la pace- fece un sospiro –E questo è tutto-

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Capitolo 8
*** Otto ***


Et voila il capitolo che tutti aspettavano

Et voila il capitolo che tutti aspettavano!!!! Tadan! Siete curiosi? Mi avete odiato per tutta questa attesa? Temo di si! Io odio chi mi fa attendere...e io sono proprio stata una merd* fin'ora! Ma...e ripeto MA...ecco qui l'incontro tanto atteso tra Dracuccio-amore-mio e Ginny!!! Ditemi che siete contenti...ditemelo!!!!

Tra parentesi sono così suonata perchè mi sta salendola caga per l'interrogazione di filo di domani...E' tutta la settimana che ci sto sopra!!! Odio filo ma adoro il mio grande prof Moiez(diminutivo logicamente!). Sob sob...vi lascio al chap e vedete di RECENSIRE IL CAPITOLO CHE TANTO AVETE ASPETTATO!!!

^^' sto strippando...vero?

OTTO

Le sue parole erano arrivate come un fulmine a ciel sereno lasciando tutti senza fiato. Li guardò per qualche secondo poi scese dal pulpito trovandosi davanti il padre che, era certa, non era di certo rosso dal caldo. Lui la squadrò e scosse la testa

-Mi fai vergognare- lei deglutì e annuì

-Mi verrebbe da dire che mi spiace ma…non avrei potuto salire li sopra e mentire con quelle frasi fatte che tu avresti voluto che io usassi- strinse le labbra

-Tu non puoi comportarti come ti pare Virginia! Non puoi essere scortese anche con chi tenta di…aiutarti!-

-Vado fuori a prendere un po’ d’aria, qui si soffoca!- disse come se non avesse sentito nemmeno una parola pronunciata da lui. Lo lasciò solo e si diresse verso l’enorme terrazza da cui si accedeva da una porta finestra aperta

-Virginia!- Ginny si fermò desiderando ardentemente che quella voce non fosse di chi lei temeva fosse. Ma il tono di quel richiamo lasciava poche speranze: era la sua voce, era la voce di quella Serpeverde mancata, traditrice degli ideali di Harry(che lei ammirava senza posa quando erano a scuola) e ora, sposata o ancora fidanzata con…quell’essere che si e no riusciva a nominare: Blaise Zabini, figlio di Mangiamorte trai peggiori, cugino di quel bastardo di un Malfoy a sua volta figlio di…quel viscido essere che il solo ricordarlo le faceva scendere il gelo giù per la schiena

-Daphne- si voltò –Daphne…Zabini?- chiese con una punta di freddezza nella voce

-Non ancora, ma presto…spero- Ginny notò che era sola, miracolo! Di solito, aveva sentito, lei, fidanzato e Malfoy giravano in branco –Come stai?- odiava la sua vocina acuta che doleva alle orecchie, anche se solitamente parlava a bassa voce come se fosse in classe e stesse chiedendo un suggerimento durante un esame

-Sto benissimo- sbottò Ginny –Che domande!- la ragazza fece un mezzo sorriso notando che quelle parole erano tutt’altro che sincere. E come darle torto? Sapeva di essere vista male da lei, in primo luogo per via di Blaise ma sperava che…dopo tutti quegli anni…Anche se il suo discorso le dava poche speranze, davvero poche!

-Lo so che non mi sopporti- gli occhi di Ginny la squadrarono e quello che lesse Daphne quando le loro iridi si incontrarono era più o meno una frase di questo tipo: allora perché mi hai fermato? Stavo andando per i fatti miei per calmarmi e tu arrivi…a disturbarmi?!?! Ma Ginny non lo disse

-Davvero?- la castana sorrise: non se n’era andata! Non l’aveva lasciata li mandandola al diavolo! Forse potevano parlare senza problemi…forse –E come lo sai?-

-Lo so da sempre- annuì –Prima per Harry e poi per…Blaise-

-Perspicace, davvero- sbottò –Di che hai bisogno? Soffoco e vorrei prendere una boccata d’aria-

-Usciamo?-

-Ti prego, dimmi che c’è e fammi uscire…da sola- disse la rossa spazientita dall’intrusione nella sua vita di una sporca…fidanzata di Mangiamorte(come se di problemi già non ne avesse)

-Si io…volevo dirti che sono d’accordo con te sul fatto che questo è un incontro che…non porta a nulla dato che nessuno qui si ricorda di Harry se non una o due volte all’anno!- la guardò –Ecco tutto- abbozzò ad un sorriso

-E anche sulla mia frase riguardo ai Mangiamorte…non hai da dirmi nulla?- lei scosse la testa

-Io non conosco i Mangiamorte a cui tu fai riferimento!- Ginny strinse i pugni con una gran voglia di prenderla a sberle: la sfotteva? Quella piccola stupida la stava prendendo per i fondelli?!?!

-Ah…non li conosci?- lei scosse la testa –Ma vai al diavolo, ma chi ti credi di essere per prendermi così facilmente per i fondelli? Non sono una idiota, non lo sono- Daphne la guardò quasi allarmata

-Ma che hai? Io non ho…-

-Zabini e Malfoy, credi che non mi riferissi a loro? Non so se tu vada a letto con quel…coso, ma ti assicuro che sono Mangiamorte quanto io sono la vedova di Harry Potter!-

-Non lo sono invece, non lo sono! Da tanto, da quando si sono messi a collabo…-

-Certo, come no- la guardò avvicinandosi –Ti avverto ragazzina che loro…erano e sono Mangiamorte. E anche se hanno messo nella tua testolina bacata che non lo sono più, che sono cambiati, ti assicuro che non è così. Rimarranno quello che erano per scelta o por imposizione- annuì e fece un sospiro –I loro ideali sono quelli dei Mangiamorte e non…quelli delle persone normali. Purosangue, babbanofili, mezzosangue…loro parlano solo in questi termini. E se tu non sai che così fanno i Mangiamorte, mi spiace per te- si mordicchiò le labbra –Ora…vattene che è meglio- Blaise che aveva seguito la discussione da poco lontano si avvicinò a grandi passi

-Potter, dovresti imparare a moderare il linguaggio- lei lo guardò dall’alto al basso e fece spallucce

-Non devo rendere conto a te…Zabini- sibilò –E ora…se non vi spiace ho altro a cui pensare- e andò in terrazza camminando spedita –Mangiamorte- ringhiò –Sempre i soliti superiori!- sbuffò e si appoggiò con le mani alla ringhiera in ferro battuto che dava sul giardino con la fontana che aveva visto lo scontro tra Harry e i Mangiamorte al suo quinto anno. Anno in cui aveva combattuto anche lei al suo fianco, anno in cui aveva assistito al bacio tra Harry, il suo Harry e Cho Chang…Fece una smorfia: disgustoso

-Dimmi Weasley, sei sempre così dolce o a volte…ti arrabbi anche?- Ginny roteò gli occhi lasciandosi scappare un lamento e poi si voltò: appoggiato alla ringhiera, Darco Malfoy controllava la situazione nella sala delle conferenze con la sua aria da superiore stampata in quel sorrisetto divertito e di scherno che Ginny conosceva bene. Era tutto vestito di nero, i capelli biondi, ormai lunghi come erano quelli del padre, erano legati da un nastro nero di velluto e il modo in cui si atteggiava non era quella di un ragazzino come lo ricordava, ma quella di un adulto…di un gran bell’esemplare di adulto tra parentesi. Ginny scosse la testa a quella idea pazza, sciocca, traditrice che le era passata davanti agli occhi

-Malfoy, per informazione non sono più la Weasley- sbottò lei –Quindi evita- lui annuì

-Già, sei la vedova nera Potter- lei lo guardò male e lui che si era voltato per guardare bene la sua espressione rise di gusto. Ginny strinse i pugni

-Vai al diavolo Malfoy, crepa, è meglio per tutta l’umanità-

-E chi verrebbe a romperti se non ci fossi io?-

-Appunto, nessuno- disse lei calma –Come poi fin’ora-

-E ti sono mancato, ammettilo-

-Oh certo, come un’Avada Kedavra in piena schiena- lo guardò –Davvero, in egual modo!- lui sorrise

-Si bè…mi sarei offeso se mi avessi paragonato ad una Tarantallegra- lei lo guardò con una rabbia….come osava deriderla! Come osava tirare così tanto la corda!! Prima o poi si sarebbe spezzata e allora lo avrebbe prese a sberle, lo sapeva!

-Malfoy che vuoi? Non farmi perdere tempo. Sono qui fuori per rilassarmi, non per farmi venire i cinque minuti!- lui annuì

-Oh già , ti devi riprendere! La surriscaldata che ti è presa mi ha quasi spaventato lo sai? Credevo esplodessi- lei guardò la fontana da cui zampillava l’acqua –Dovresti prendere la vita con più filosofia-

-Se non lo facessi…- disse lei guardandolo negli occhi -…ora tu e i tuoi amici Mangiamorte sareste sotto metri di terra…a causa mia. Non venirmi a dire che non prendo la vita con filosofia!- sbuffò e strinse la ringhiera con forza

-Me e chi?- si guardarono –Che compagni?- lei sorrise guardandolo

-Non farmi ridere Malfoy carissimo- sbottò lei –I tuoi compagni sono i Mangiamorte…chi altri vuoi che siano?- lui alzò un sopracciglio

-Non sono compagni miei- ora era serio: quello era un punto debole consistente, lo sentiva!

-Certo, se lo dici tu…Malfoy- disse lei con disprezzo –Come ti pare-

-Non sono un Mangiamorte- sbottò –Non lo sono da molto- si era quasi alterato. Era ritto al suo fianco e pareva trattenersi dallo sproloquiare come un campagnolo

-Se lo dici tu- ripetè lei. Si voltò verso la sala e fatti due passi per rientrare, lui la fermò afferrandola per un braccio

-Non sono un Mangiamorte!- lei si voltò e si fece lasciare con uno strattone

-Per me eri e sei un Mangiamorte Malfoy. Come ha detto Sirius ad Harry, come ha poi detto Harry a me: non si smette di essere Mangiamorte, non si smette mai!- lo guardò massaggiandosi il braccio che aveva trattenuto -E non toccarmi mai più!- tentò di uscire dalla tardezza ma la sua risata la raggiunse e le fece salire il sangue alla testa: rideva…rideva di lei?! Sentì gli occhi pungere da lacrime di rabbia –Non ridere di me Malfoy!!!!- si voltò e gli si avvicinò ma lui non la smise finché lei non alzò le mano per colpirlo. In quel momento lui le bloccò le braccia e la guardò negli occhi con uno sguardo che Ginny non decifrò

-Per caso Weasley, dopo cinque anni, farti toccare anche solo di striscio da un uomo ti fa pensare a cose che per la tua castità imposta in memoria di Potter ti fanno…come dire…eccitare?- lei lo guardò scioccata

-Non…non osare…parlarmi così…- stava per mettersi a piangere –Non osare…dire cose del genere! Come osi…offendermi!- lui la strinse con forza –Mi fai male Malfoy!- lui la lasciò e lei si fece indietro –Non ti permettere mai più di…di…dirmi una cosa del genere e…non osare nemmeno mai più avvicinarti a me! E…e anche di toccarmi di striscio!- fece qualche passo indietro

-Sicura che non sarai tu a cercarmi?- domandò. Lei scosse la testa

-Nemmeno da morta- e se ne andò sull’orlo di una crisi isterica. Draco guardò il cielo e fece un sospiro. I passi che sentì poi non gli davano dubbi su chi stesse arrivando

-Non cominciare a farmi la predica lunatica- la bionda ridacchiò

-Il grande Malfoy…che non è più buono di conquistare, aiuto!-

-Lei non è come le altre- sbottò

-Si, è più complessa da conquistare- ammise Luna –Però tu non ci metterai molto, tu sono anni che speravi di rivederla per…come dire, provarci?- si guardarono –E non dire di no Malfoy…le lettere che mi hai spedito per sapere come stava…nemmeno questo me le sono scritta! E che fosse implicito il perché del tuo cambio di rotta anni fa…non me lo sono inventata io- lui fece una smorfia

-Non mi pare di averti mai riferito il motivo del mio cambio di ideali-

-E’ da sempre palese per me. Ginny è mia amica da anni Malfoy, da anni. E so bene che effetto fa a voi maschietti- sorrise –Harry si comportava così i primi tempi in cui si era accorto che provava qualcosa per lei. A lui ci sono volute due settimane per avvicinarla ma tu…sono anni che cammini in quella direzione che se posso dire…è ardua da raggiungere. Un po’ come scalare l’Olimpo a mani nude- annuì –Ma è anche vero che tu sei Malfoy e bla bla bla…e che poi io ti ho ben addestrato in questi mesi per questa missione- annuì

-Se lo sapesse…se lo sapesse la tua amicona! Trami alle sue spalle con me, Malfoy! Ti manderebbe al diavolo in trenta millesimi di secondo-

-Ma tu non glielo dirai perché mentre a me fai comodo per quanto riguarda la felicità di Ginny, a te faccio comodo perché grazie a me potrai avere quello che ti rendeva geloso di Harry, che ti ha fatto tornare sulla retta via e quello per cui in questi anni ti sei fatto un mazzo così per una reputazione degna di…lei- si guardarono –E non ti sto dicendo queste cose perché me le invento- fece un sospiro –Lo so come so che lei con te sarà felice…se farai le cose per bene! E quello di stasera è stato un pessimo inizio tra parentesi!- annuì –Pessimo- lui le si avvicinò

-Lovengood, lavorare con te è molto stressante sai? Lo faccio con piacere ma…smetti di spiare le mie mosse. So quello che faccio OK? Lo so. Sono un Malfoy e sono stato istruito dalla migliore amica della persona che…tra tre mesi, non di più, sarà tornata coi piedi per terra e che nessuno oserà mai più far soffrire. Nemmeno il ricordo di Harry Potter- sibilò –Hai inteso?- lei lo guardò negli occhi

-Lo spero per te Draco, attento a non crederti troppo bravo però, rischi di mandare tutto all’aria- lui annuì

-Ci si vede-

-Ciao- lui rientrò e Luna guardò per terra con un sospiro –Spero di fare quello che è meglio, lo spero davvero…- guardò il cielo stellato con qualche nuvola bianca che vagava solitaria –Se tu ci dessi una mano Harry…se solo ci dessi una mano!-

Draco si affiancò a Blaise e Daphne che parlavano tra loro divertiti da qualcosa che Draco non desiderava neanche sapere

-Avete visto la Weasley?- domandò quasi spazientito

-E’ andata via- disse Daphne –Perché?- sorrise

-Nulla- ammise lui –Così-

-Volevi parlarle Draco? Guarda che rischi che ti schianti- ridacchiò ma il biondo lo guardò malissimo, vedendo che non smetteva gli mise una mano sulla spalla

-Blaise…fatti gli affari tuoi eh?- li guardò –Me ne torno a casa- e lasciandoli alla festa salutò il Ministro, alcuni suoi sottoposti e colleghi poi se ne andò in tutta fretta quasi, dovesse fare qualcosa di vitale…

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Capitolo 9
*** Nove ***


NOVE

NOVE

La porta d’ingresso di Grinmauld Place si aprì lentamente

-Forza bambini dentro!!!- Ginny fece entrare in casa i due sudatissimi e rossissimi bambini, che parevano aver corso per ore, e chiuse la porta dietro di se con un sospiro –Forza, salite che vengo a farvi il bagno, forza!- i due corsero su per le scale facendo a gara su chi sarebbe arrivato prima e Ginny entrò in cucina

-Fra poco preparate la cena così dopo li metto a letto- disse ai due elfi che stavano pulendo delle pentole rovinate da chissà quale pasto –Per me…preparate qualcosa di semplice, non voglio niente di particolare, non ho molta fame-

-Si signora- disse Dobby

-Signora vuole che vada io dai bambini? Vuole andare a prepararsi per la cena?-

-No Winky, è tutto a posto- sorrise e uscì dalla stanza salendo i gradini senza fretta. Dalla camera dei bambini veniva un casino fuori dal comune. Ginny entrò e li trovo che saltavano sul letto, si buttavano l’uno addosso all’altro…Ginny non capiva proprio come era possibile che dopo due ore di giochi sfrenati al parco giochi, potessero ancora avere la forza di muoversi solamente. Lei, che doveva rincorrerli il più delle volte per evitare che si perdessero, si facessero male o, ancora peggiore ipotesi delle prime due, facessero male agli altri, era sempre a pezzi. Mise le mani sui fianchi fingendosi arrabbiata -E voi due che fate qui ancora?- domandò corrucciata

-Mammina non fare l’arrabbiata!- saltò giù dal letto Lilian –Siamo arrivati qui insieme e per vedere chi aveva vinto, abbiamo deciso di saltare e chi cadeva per prima giù dal letto perdeva!- Ginny annuì

-Hai perso tu!- ghignò Harry –Sei scesa!!-

-NO!-

-SI!- rise il bambino

-NO!!!- strillò Lilian che pestò i piedi a terra pronta a piangere

-Avete perso tutti e due- disse Ginny –Qui non è arrivato nessuno primo o ultimo, OK? E io l’ho deciso, io ho ragione-

-E perché hai ragione?- domandò Harry

-Giusto, la mamma ha ragione!-

-Ho ragione perché la mamma ha sempre ragione!- disse alzando gli occhi al cielo –Giusto?- chiese conferma. Lilian annuì

-Giusto, non hai vinto stupido!- lui scese dal letto con un salto

-Siete noiose, tutte e due- disse Harry –Io ho ragione, perché io sono un maschio e i maschi hanno sempre ragione- Ginny rise di gusto e lo spinse fuori tenendogli una mano sulla schiena

-Non essere sciocco piccolo monello!- prese Lilian per un braccio per farsi seguire –Tu non hai ragione! Nessuno dei due l’ha, solo io!- entrarono in bagno e con un colpo di bacchetta riempì la vasca di acqua e schiuma mentre i due si svestivano senza troppi preamboli. Li aiutò ad entrare e poi in ginocchio, con i capelli raccolti, mentre tra di loro giocavano, li lavava con il loro saltuario aiuto. Era circa una ventina di minuti che i due stavano a mollo e dopo essere stati lavati con cura, ora giocavano lavando anche la madre con schizzi volontari o meno, che avevano quasi allagato il bagno. Ginny li osservava e a volte contribuiva ad inondare il pavimento(che per fortuna avrebbero sistemato Dobby e Winky), quando una voce la raggiunse. Era quella di Dobby

-Fermi un attimo bambini- loro la guardarono quasi temendo di aver fatto qualcosa che non andava fatto

-…si signore, certo signore…vuole qualcosa signore? Si signore, subito signore…-

-Io vado a chiamare la padrone signore, si signore…- Dobby e Winky

-Mamma ma sono Dobby e Winky!- fece Lilian. Ginny si alzò in piedi con la maglietta bagnata e jeans quasi neri per via dell’acqua e li tirò fuori appoggiandoli sulla pedana con cipiglio. Se Dobby e Winky avevano una voce così spaventata, di certo non era perché il Ministro era venuto a farle visita! Mise loro i due accappatoi

-Mamma ma perché io ho quello rosa di Lilian?- domandò disgustato Harry

-E io perché quello blu di questo stupido?- chiese

-Andate a mettervi i vestiti e non scendete- li guardò negli occhi –Capito bambini? Non scendete per nessuna ragione al mondo- loro annuirono –Bene- li mandò fuori, si asciugò con un incantesimo e scese le scale. Incontrò Winky che saliva con una faccia bianca come un lenzuolo –Winky chi c’è?- lei alzò gli occhi e fece un sospiro

-C’è il signor Malfoy padrona-

-Cosa?! Lui non…lo avete fatto entrare voi, vero?!- domandò pronta a fare del male ai due elfi dalla rabbia

-No, ci mancherebbe signora! Lui si è smaterializzato in sala! Credevamo fosse suo fratello o la signora Krum…-

-Dov’è Hermione?-

-Non so signora, non è rientrata però- Ginny alzò un sopracciglio

-Maledizione…non ci credo! Ci manca solo che abbia…- pensò ad Hermione e scosse la testa –No, non crederei a questa possibilità nemmeno se me lo dice lei- pensò ad alta voce –I bimbi sono su, falli vestire e non farli scendere- disse guardandola

-Si signora- e salì le scale mentre Ginny scendeva

“Non può essere Malfoy, si saranno sbagliati entrambi! Malfoy non può smaterializzarsi in questa casa, è materialmente impossibile” fece un sospiro “O forse l’incantesimo non è più…” rabbrividì al pensiero “…attivo” scese lentamente e poi lo guardò guardarsi intorno con le mani in tasca. Era lui, Draco Malfoy si era smaterializzato in quella casa…

-Ma ne sei sicuro Harry?- domandò una Ginny perplessa guardando dalla bacchetta di lui un fascio di luce che quando toccava i muri li faceva brillare per qualche secondo -Io non ho mai sentito di un incantesimo di questo genere!-

-Donna di poca fede!- sbottò lui -Ti assicuro che è un incantesimo ben presente nei manuali di magia! E in Difesa contro le Arti Oscure, a scuola, avrebbero dovuto farlo presente anche a voi. A noi c’è stato detto all’ultimo anno!- sorrise -Ecco fatto- disse infilando la bacchetta nei pantaloni –Ora, principessa, nessuno si può smaterializzare in questa casa se ha affinità con Voldemort o…il male nei suoi lati più…oscuri- sorrise

-Davvero? Nessuno?- le brillavano gli occhi. Aveva una tale paura di trovarsi in casa uno di quei cosi negli ultimi tempi, che aveva assillato Harry per settimane cercando di fargli trovare un rimedio che la facesse dormire sonni più tranquilli

-Neanche un’anima! È un incantesimo che non ha limite di tempo e nessun Mangiamorte potrà smaterializzarsi. Solo noi potremo…aprirgli la porta se lo vorremmo- Ginny sorrise

-Bene, per fortuna- sorrise –Ora sono tranquilla, tranquillissima anzi- lo guardò –Hai detto che non ha limite di tempo e che quindi…non scade mai esatto?- lui sorrise

-Si, non scade mai…diciamo-

-Come puoi esserti smaterializzato qui…Malfoy?- lui si voltò

-Bella casa lo sai? Non la ricordavo così, quando sono venuto l’ultima volta aveva tutto un altro aspetto- Ginny strinse le labbra

-Malfoy questa casa è protetta da un incantesimo che non permette ai Mangiamorte di entrare smaterializzandosi, come puoi essere entrato senza…- fece un sospiro –Senza che venissero ad aprirti la porta?- lui sorrise e fece un passo avanti

-I Mangiamorte sono stati sconfitti…e forse non funziona per loro adesso o forse è perché io non lo sono- lei lo guardò con un sorrisetto

-Ma certo, inventane una nuova che è meglio- sbuffò –Che vuoi?- domandò sedendosi sulla poltrona –Mi pare di averti detto molto chiaramente ieri che non volevo averti trai piedi- lui annuì

-Si…vagamente ricordo qualche parola che somigliava a quelle che tu hai appena detto- fece un sospiro –Anche se le testuali parole non le ricordo bene-

-Che vuoi?- domandò stizzita –E vedi di stringere- lui sorrise

-Non sono qui per litigare-

-Allora hai sbagliato luogo in cui venire a passare un po’ del tuo…inutile tempo- lo guardò negli occhi –E ora se non ti spiace andartene io ho da fare cose molto importanti- lui annuì

-Immagino tu abbia molte cose da fare ma…mi piacerebbe parlare con te- si sedette –Non mi offri nulla?- domandò. Ginny strinse i pugni per i suoi modi di fare così insistenti e calmi

-Winky- sbottò

-Si signora?- Ginny guardò Draco –Porta del tè per Malfoy, ma solo per lui- Draco sorrise

-Molto gentile, grazie- lei fece un sospiro e non rispose, continuò a guardar la foto dei due bambini che era davanti a lei appesa al muro –Hai due bambini…che non ti somigliano molto- lei lo guardò, già stava sorseggiando il tè. Ginny strinse le labbra

-Assomigliano ad Harry- annuì –Lilian ha qualche lentiggine, ma nulla più, dei Weasley non hanno preso niente- fece spallucce –E a me va benissimo così- annuì

-Dove sono?- lei lo guardò

-Di sopra. Che vuoi Malfoy, se sei qui c’è un motivo e ti avverto che se mi ricominci col discorso di ieri non rispondo delle mie azioni- annuì -Bene inteso?- lui annuì

-Bene inteso…- la guardò di sottecchi e appoggiando la tazza si alzò –Non hai nemmeno una foto di Potter, il motivo?- lei si alzò a sua volta

-Sono in camera mia- nervosamente girò le due fedi, la sua e quella di Harry, che aveva all’anulare e lui la guardò aspettando una risposta

-Allora?- le chiese cercando di farla rispondere alla sua domanda

-Non sono affari che ti riguardano Malfoy. Ora dimmi che vuoi ho altro da fare che stare qui con te a parlare di cose che non hanno senso!- lui annuì

-Come vuoi- fece un sospiro –Diciamo che sono qui per scusarmi- lei lo guardò senza parole. Draco Malfoy che si scusava? Quel Draco Malfoy strafottente, bastardo, maledettamente viziato, impudente e maleducato?

-Tu…che ti scusi per la tua cattiveria Malfoy? Mi sa un po’ impossibile! Dimmi chi ti ha minacciato di ficcarti ad Azkaban se non ti scusavi, rendi tutto meno ridicolo!- lui alzò un sopraciglio

-Nessuno, nessuno davvero. È venuto tutto dal mio…piccolo…pulsante cuore…che per adesso batte nel mio petto-

-Sei poetico…e patetico- lo avvertì

-Perché non ti fidi delle mie parole-

-Dimmi Malfoy, chi mai si è fidato di te…da ventisette anni a questa parte? Esclusi Zabini e quelli obbligati a fidarsi di te?- lui ci pensò

-La tua famiglia di rossi pazzi, Silente, professori vari tra cui…la McGranitt, quel pazzo di Malocchio(anche se mi teneva sotto controllo), alcune tue amiche…- sorrise sarcastico -…molto più divertente il fatto che mi spiassero, il tuo defunto…Harry- Ginny lo guardava ben concentrata sulle sue parole –Ti bastano?- ma non si poté trattenere dallo scoppiare a ridere con un gusto che andava oltre ogni misura. Si rimise seduta e si prese il viso tra le mani ridendo e ridendo ancora –Ti fa ridere che si fidassero?- lei non rispose subito poi la risata si smorzò di colpo. Lei alzò il viso che era una maschera di stizza

-Si, molto divertente- ringhiò –Lo trovo molto…simpatico- si leccò le labbra –Che alcune mie conoscenti fossero…- alzò un sopracciglio -…attratte dalla novità, mi pare logico, ma che tu mi venga a dire che persone con la testa sulle spalle, che il mio stesso Harry, si fidavano...scusa ma non ci credo nemmeno se me lo venissero a dire in faccia. E per la cronaca Malfoy: erano obbligati a credere a te e…a tuo cugino- sorrise radiosa –Perchè non potevano fare altrimenti- disse scandendo bene quell’ultima frase. Lui strinse gli occhi in due fessure nere –Come ci si può fidare di un traditore?- domandò calma –Perché Malfoy, la spia non è altro che un traditore, soprattutto se questi ha degli ideali che porta avanti da…anni ed anni, per cui ha rovinato sette anni di scuola a delle persone- fece un sospiro –Nessuno si è mai fidato di voi a parte quell’idiota di Daphne, e per via di questo vostro giro di valzer patetico-

-Tu credi?-

-Credo, credo si Malfoy- sbottò lei –E che poi abbiate fatto un buon lavoro è un altro paio di maniche. Ci avete aiutato OK…ma rimango del parere che un processo vi sarebbe stato bene come un vestito nuovo. Traditori di Voldemort certo, ma per anni…assassini- alzò un sopracciglio –Capito?-

-Hai delle idee ben…tracciate-

-Scommettici-

-Ma potresti anche sbagliarti, le persone cambiano-

-Non i Mangiamorte. Si è per tutta la vita assassini di quel genere, per tutta la vita- fece un respiro profondo e lui si slacciò il bottone della camicia sul polso sinistro. Lei lo guardò senza capire e appena ebbe arrotolato la manica. Le mostrò il braccio candido e senza la minima traccia del marchio

-Non c’è nulla, non c’è il Marchio- lei ridacchiò

-MI credi stupida?- gli si avvicinò con un passo veloce –Credi che non lo sappia che morto Voldemort, il marchio sparisce? Non credi che lo sappia?!?! Hai capito male- si leccò le labbra –E poi caro il mio Serpeverde, non è un marchio che ti designa Mangiamorte…sono i tuoi ideali. Tu credi che babbani e mezzosangue sarebbero da far sparire dalla faccia della terra…e questo è essere razzisti, odiare il prossimo, desiderare che spariscano. Esattamente quello che facevano i tuoi compagni- non parlò per qualche secondo -E tu, non scordarlo. Anche se poi hai avuto una illuminazione portata da non si sa bene cosa…- fece un sospiro –Il pensiero che lui stesse perdendo forse-

-Oppure che quello che stava facendo, il modo, era sbagliato- lei lo guardò

-Quanti poveracci hai ucciso?-

-Non tanti, non…ero così coraggioso sul piano omicidi. Il primo mi ha fatto sentire in colpa per settimane. Mio padre mi diceva che mi sarei abituato- lei fece una smorfia

-Tipico di quel poco di buono che è tuo padre- sbottò lei –Era preciserei-

-Giusto, era- le ricordò lui con una punta di rammarico nella voce

-Ti spiace per la sua fine?-

-Ti spiace per la morte di tua madre Weasley?- lei deglutì: non ci pensava mai attentamente a quello, nemmeno alla morte dei fratelli in realtà ma…a quella di sua madre proprio mai. Era accaduto in un periodo nero e non era riuscita a concentrarsi su quel dolore. Quello dei fratelli, avvenuto durante gli anni di lotta, l’avevano fatta soffrire per via che erano stati dolori isolati, ma la morte di Molly, avvenuta tre giorni dopo la morte di Harry(morte celebrale dal coma in cui era da mesi) si e no l’aveva toccata, era troppo sconvolta!

-Non ci penso mai alla morte di mia madre. Non ci penso in modo profondo direi. Nemmeno per quella dei miei fratelli ma…si, mi spiace- ammise guardando per terra

-Allora non chiedermi se soffro per mio padre Weasley, è scontato- lei annuì

-Dovresti andare Malfoy, devo far mangiare i bambini che poi li devo mettere a letto- si passò una mano trai capelli –E poi devo uscire anche quindi…se ti spiace andare…io mi occupo della mia vita e tu della tua- disse senza troppi giri di parole

-Mi cacci?- lei annuì

-Diciamo così- ammise lei anche se era palese che desiderasse mandarlo via

-Li lasci qui soli?- era stupito

-Ci sono Dobby e Winky- precisò –Non sono soli!-

-Se vuoi ci penso io a loro, non credo sarà difficile tenere due bambini di cinque anni buoni e poi…-

-No no Malfoy. Non credo che sia il caso io…per piacere non proporti per una cosa del genere! Li lascio a fatica alla Tana, farli tenere a te mi manderebbe in crisi nel giro di cinque minuti!- lo guardò –Davvero, non credo sia una cosa che dovresti chiedermi- lui annuì

-Motivo?-

-Bè…perché non voglio che tu abbia a che fare con loro. Sono dei bambini, non saprebbero difendersi da te e…-

-Credi che mi metterei a fare del male a due bambini?!?! Weasley OK che ero un Mangiamorte ma cazzo! Dall’ammazzare babbani e mezzosangue a bambini ce ne passa OK?!- era stizzito e lei si alterò

-Malfoy ti ho detto che li lascio a fatica dai miei, pensi che a te li lascerei senza un fiato? Sei Malfoy e fino ad ora non ho fatto altro che dirti che ti odio, per caso peni che ti lascerei avvicinare a loro? Ma dai, non farmi ridere!- si guardarono nel più completo silenzio

-Fa come ti pare allora, fidati solo di te stessa e del tuo sesto senso patetico, io me ne vado che è meglio- lei annuì

-Si, è meglio- lui che non si aspettava una tale risposta la guardò allibito

-Mamma! Mamma!!- Lilian scese e saltò sul divano scalza -Ho fame! Mamma ho fame!! Mamma!!!-

-Ho capito Lilian!- sbottò Ginny azzittendola con uno sguardo di fuoco

-OK- disse lei guardando Draco e scendendo in silenzio completo

-Dov’è Harry?- lei alzò gli occhi e fece spallucce

-Mi sa che si è nascosto per far dispetto a Winky- Ginny fece una smorfia

-Immaginavo- sbottò

-Ehi tu, chi sei?- gli tirò un lembo dei pantaloni che aveva afferrato con la manina –Sei un amico della mamma?-

-Lilian vai…-

-No, nessun amico- disse Draco –Tua madre non ha amici- Ginny lo guardò mentre lui scrutava quanto la bambina assomigliasse si a Potter, ma che era tutta sua madre nel tagli degli occhi, nel movimento del viso quando parlava e si corrucciava nel tentativo di capire…Ma come al solito Virginia vedeva solo Harry e anche nei bambini vedeva la sua fotocopia, era davvero una malattia! O dolore?

-Malfoy non…-

-Ci si vede Weasley- disse lui –Ho altro da fare anche io-

-Malfoy, che fai qui?- Ron scese la scale con in braccio Harry che si fece lasciare. Che ci fai qui? Che ci fai qui?!?! Ginny era scioccata, che suo fratello nel vederlo non si mettesse a sproloquiare maledizioni per la sua intrusione le pareva nuovo. Si salutarono come se fossero vecchi amici e Ginny li scrutò spaventata di tutta quel loro affiatamento –Ginny, non mi avevi detto che doveva venire qui-

-E chi lo sapeva?!- sbottò lei –Me lo sono trovato in casa- fece acida mentre i due bambini andavano in cucina –E per la cronaca, che diavolo è quel salutarvi in modo così…- fece una smorfia –…modello amiconi dell’ultimo momento?- Ron alzò un sopracciglio

-Guarda che lavoriamo insieme Ginny…da anni-

-Oh…eh?!?!- li guardò stupita da questa notizia che le pareva impossibile nel vero senso del termine –E perché non lo sapevo?-

-Ti interessi della vita mia e di quelli che ti stanno intorno?- domandò Ron –Non mi pare-

-Che lui faccia l’Auror perdonami ma dovrebbe essere un notizione da darmi anche se non ti chiedo vita morte e miracoli della tua vita!- sibilò lei –Dov’è Hermione per passare ad un argomento migliore?-

-In camera. Sta preparandosi per partire- Ginny annuì

-Dove è stata stanotte?- si guardarono

-Non pensare male, ha fatto tardi e poi è venuta da noi alla Tana stamattina per salutare tutti- lei annuì alzando un sopracciglio

-Si, OK- li guardò –Come credi- afferrò la tazza vuota di Draco e andò in cucina –Fate come se foste a casa vostra- disse –Tanto ormai entrano tutti!- Ron guardò il collega che aveva una faccia sull’incazzato andante, chissà che gli aveva detto Ginny. Con tutte le cose che si erano detti in quegli anni in cui avevano preso a lavorare insieme, mai a Ron era passato per il cervello che potesse trovarlo a casa di Ginny. Lei lo odiava, lei lo disprezzava e fingeva che non esistesse(come anche Zabini e Daphne d’altronde) e trovarlo li lo aveva spiazzato. Credeva che fossero arrivati ad una pacifica quasi amicizia ma a vedere la faccia di lui, Ginny gli aveva sicuramente dato prova di quanto fosse velenosa e inacidita. E gli spiaceva: con quello che aveva fatto in quegli anni, essere da lei additato come Mangiamorte, traditore, spia e altri aggettivi da lei certo usati per mandarlo così tanto in oca, gli spiaceva. Lei, che non aveva visto i suoi progressi, sacrifici…Ron si maledì per il fatto che non lo aveva avvertito di quello che lo avrebbe atteso una vicinanza prolungata a Ginny: tutti quelli che le stavano più attorno ormai non ci facevano più caso, lasciavano correre, ma lui, Draco Malfoy per di più, per la prima volta a stretto contatto con lei…doveva essersi sentito una cacchetta di prima categoria discutendo con lei

-Mi spiace per quello che può averti detto Draco- si guardarono e il biondo distese la fronte

-Lascia perdere le scuse, vedrai che il suo caratterino lo sistemo per bene- sorrise –Un paio di giorni vicini e vedrai quanto rimette nei ranghi i suoi modi da vedova inacidita e rincretinita- Ron alzò un sopracciglio

-Non per metterti i bastoni tra le ruote ma lei non è quella di anni fa Draco. Non la metterai in riga perché nessuno ci è mai riuscito!-

-Ronald…ti vorrei far presente che mi chiamo ancora Malfoy…anche se dal mio nuovo modo di essere non si direbbe, quindi, detto questo, ti assicuro che il vecchio Malfoy può tornare fuori. Quello della scuola, quello che era Mangiamorte…presente no?- Ron annuì –Perfetto. Quindi sfido anche quella signora pomposa che si crede miss universo…dato che so di vincere- Ron annuì

-Se riesci a farla tornare com’era Draco, ti posso assicurare che te ne saremo grati fino alla morte. Ma, non farle del male o te la faccio pagare- i due si guardarono negli occhi

-Non ne ho la minima intenzione- disse calmo

-Allora…fammi vedere che sai fare- disse speranzoso Ron di vedere la sorella perdere, per una volta, in un conflitto di parole dal quale nessuno riusciva a cavarci fuori nulla di buono con lei

-Non correre, dammi qualche tempo per sondare il terreno, poi ti farò sapere!-

-Non attendo che tue informazioni Malfoy-

-Sarai il secondo ad essere informato-

-Secondo?-

-Prima scusami ma ho qualcuno di…ancora più interessato di te a questa storia- disse guardando l’interno della cucina mentre lei imboccava una Lilian che non voleva sentirne di mangiare il pesce –Ma non attenderai molto più di questa prima persona, non temere- lui annuì e lei alzò gli occhi da Lilian verso di lui. Per pochi secondi si fissarono e per quei pochi istanti lei sentì che il suo cuore stava perdendo un battito, mentre Draco sentiva che forse, doveva solo abbattere un muro di cemento che lei aveva creato intorno a se per proteggere se stessa e i figli. Forse.

§§§§
Bene, eccomi con un nuovo capitolo! Devo ammettere che sono rimasta molto delusa dalle poche recensioni che mi sono arrivate per l'ottavo capitolo, capitolo molto atteso per via dell'incontro tra Draco e Ginny per di più!!! Cmq pietra sopra! Spero che questo capitolo abbia più successo...

Jade

Ps. ringrazio chi fin'ora ha recensito questa storia che mi pare non piaccia così tanto(spero di rifarmi con la prox)...^^

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Capitolo 10
*** Dieci ***


Oggi mi sento buona

Oggi mi sento buona…

Jade

DIECI

-Voglio andare a giocare fuori! Voglio andare a giocare fuori! Fuori! Fuori!- Harry era più o meno dieci minuti che strillava e batteva i piedi a terra per essere portato al parco giochi. Lilian che sosteneva il fratello cercando di convincere la madre, come sempre lo faceva in silenzio, guardandolo, ma stando cautamente seduta sul letto rigirando la bambola tra le mani. Sapeva che lui non avrebbe vinto quella battaglia ma mentalmente lo sperava e per non mettergli i bastoni tra le ruote, lo lascia da solo a rischiare anche di prenderle se qualcosa fosse andato storto. Ma lui c’era abituato a lamentarsi e a fare i capricci, non che lei non lo fosse, ma per prendere qualche scappellotto lui era più portato. Difatti Harry, mentre lei lascia perdere subito appena qualcuno diceva “no”, lui non si schiodava facilmente –Voglio! Voglio! Voglio!-

-L’erba voglio non esiste nemmeno nel giardino del re- lo avvertì Ginny guardandolo calma

-Io voglio!! Mamma voglio!!!- stava per mettersi a piangere: era rosso in viso e teneva gli occhi stretti per evitare che rilasciassero quelle maledette lacrime che lui odiava spargere. Perchè era da femmine piangere…

-Ho detto che oggi non posso Harry, ma come te lo devi dire?- chiese lei –Basta fare i capricci, basta OK?-

-Ma io voglio andare a giocare fuori!!-

-E io ti ho detto che ci andiamo domani!- sbottò irritata –Ora smettila subito o per una settimana non ti muovi dalla tua camera!- lo prese per un braccio e si fece guardare negli occhi

-Sei cattiva! Sei cattiva! Sei una mamma cattiva!!- gridò colpendola con una mano sulla gamba. Ginny lo lasciò spingendolo indietro e si rivolse alla scrivania su cui aveva un ammasso di fogli di cui faticava a vedere il fondo. Lui la guardò e non sentendosi considerato cominciò a piangere strofinando i pugni sulla faccia –Mammina…- intrufolò la testa tral braccio e la gamba, si appoggiò alla coscia stringendo con le mani i pantaloni e sfregò il viso su essi –Dai mammina…- Ginny lo lasciò piangere per un po’ poi gli passò una mano sulla testa. Lilian che aveva osservato tutto con occhio attento per intervenire al momento opportuno, era già scesa dal letto pronta a ricevere coccole gratuite(era decisamente brava a intrufolarsi nelle riappacificazioni in cui era certa di ricevere qualcosa anche lei)

-Dai Harry, smettila su!-

-Portaci fuori mamma…- lei se lo mise sulle ginocchia e lo strinse a se

-Dai Harry, non fare il capriccioso- Lilian si appoggiò a lei e la guardò. Ginny sorrise e le sfiorò il viso con le mani –Guardami amore- lui alzò gli occhi rossi –Domani vi porto fuori, promesso- lui si asciugò gli occhi –Ma oggi devo…andare dal vostro papà- Lilian la guardò

-E non ci porti?- lei sorrise

-No, oggi no. Ci andiamo domenica, come sempre- Lilian si issò sulle gambe di Ginny e le sorrise

-Fai le coccole adesso?- Harry le diede uno spintone ma Lilian non si schiodò di un millimetro

-Si, ve le faccio piccoli monelli!- li strinse a se –I miei piccoli angioletti- Lilian sorrise stringendo gli occhi, Harry le cinse il collo e la tirò a se

-La mamma più bella del mondo- le baciò la guancia –Ti voglio bene anche se mi fai arrabbiare- Ginny sorrise

-Che onore- lui sorrise

§

Ginny si fermò davanti alla cappella stile dorico in marmo pentelico e dopo un attimo di titubanza, che ogni volta la prendeva, entrò aprendo il cancelletto di ferro battuto con lo stemma dell’Ordine della Fenice, raffigurante una fenice con le ali aperte pronta a spiccare il volo. L’unica stanza della cappella era circolare e sormontata da una cupola in vetro colorato. Essi creavano giochi di luce contro le pareti, che illuminavano l’enorme sala, altrimenti completamente al buio. I nomi degli Auror, degli appartenenti all’Ordine della Fenice, i membri morti dei Weasley, i genitori di Harry, erano tutti li. Sui muri appunto, lastre di marmo rosa, avevano inciso ogni singolo nome con annesso data di nascita e di morte, appartenenti a quale gruppo di resistenza con aggiunto il grado se erano Auror o anche Auror. Ed Harry, come logico, aveva il luogo più speciale di quella stanza creata da Silente in persona. Sotto la cupola, illuminata anche di notte da un fascio di luce magica, una lapide alta un metro, sopraelevata dal pavimento su di un gradino, in marmo cruleo, troneggiava su tutte le altre grazie a una cascata d’acqua(unico rumore di quel luogo) azzurra e schiumosa che cadeva senza sosta in un piccolo canale che circondava la lapide lasciando il posto per poter salire il gradino ed avvicinarsi. Sulla lapide c’era una foto di Harry scattata all’incirca un messe prima della sua morte, c’era il suo nome scritto in avorio, la data di nascita e di morte, il suo appartenere all’Ordine della fenice, il suo grado di capitano tra gli Auror e una lunga frase che Ginny, dopo essersi ripresa dalla sua morte, aveva fatto incidere:

Ti ho donato il mio amore

ti sei preso il mio cuore

custodiscilo dentro di te

così tu sopravvivrai in me

-Ciao amore mio- disse Ginny salendo il gradino e sfiorando la foto con la punta delle dita -Come stai oggi?- annuì –Sono riuscita a venire. Ieri ho dovuto portare i bambini al parco e…oggi Harry mi ha fatto dannare- sorrise –Ma poi ho sistemato tutto con la promessa che domani andremo al parco tutto il pomeriggio- annuì –Li vizio troppo…vero?- sorrise con un sospiro –A proposito, ho trovato Malfoy in casa- si accigliò –Ho avuto una paura per me e i bambini che tu non immagini. Si è smaterializzato e…ti assicuro che all’inizio tremavo come una foglia perché non dovrebbe riuscire ad entrare dato che è un…- strinse le labbra e si guardò intorno come per scusarsi di dover pronunciare quell’ignobile parola -…Mangiamorte- disse in un sibilo -Lui mi ha detto che non lo è e mi ha fatto su un discorso che mi ha fatto ridere ma…- fece un sospiro e lo guardò in foto –Perchè poi ti parlo di quello non so- si leccò le labbra –Fatto sta Harry, ho paura che l’incantesimo che hai fatto non funzioni più adeguatamente e…- sorrise –Ma che dico, certo che funziona- si passò una mano trai capelli –Dovresti punirmi per il fatto che sto mettendo in discussione i tuoi poteri sai?- sorrise e si rattristò di colpo –Un tempo lo facevi, ora…Dovresti venire fuori a sgridarmi, lo sai? Lo sai vero?- domandò con le lacrime agli occhi. Si sedette al suo fianco e si appoggiò alla lapide posando la guancia sul marmo e la mano sulla foto –Vorrei tanto che mi sgridassi Harry…Vorrei anche che mi consigliassi e che…quando ho un problema e te lo espongo, tu ti risvegliassi e mi aiutassi…- singhiozzò –Ne ho bisogno come non mai delle tue parole Harry…non sai quanto…- chiuse gli occhi posando la mano libera sul viso –Perché sei morto…- schiacciò con le dita gli occhi da cui scendevano grosse lacrime-Non dovevi lasciarmi sola a fare tutto questo! Non è giusto! Non è giusto! I bambini stanno crescendo, tener dietro alla casa, alle tue proprietà mi…mi stancano! Faccio fatica da sola e…ho così bisogno che tu mi aiuti! Non ce la faccia a fare tutto! Mi manca così tanto il tuo occuparti di tutto quello che io non ero capace di fare! Mi manca così tanto guardarti sistemare le carte di cui ancora fatico a capire che c’è scritto!!!!- singhiozzò –E mi manca così tanto la tua vicinanza! Vorrei poter dormire ancora con te, vorrei poter farmi abbracciare e…vorrei poterti ancora baciare e…sentire anche solo la tua voce…Quando gioco coi bambini e tu non ci sei mi fa stare malissimo e il pensiero che tu desideravi tanto dei figli e a pochi mesi da questa realizzazione di un sogno tu sei morto mi…mi distrugge. Ci dovevo essere anche io quel giorno! Dovevo esserci anche io con te e l’Ordine. Se ti avessi guardato le spalle- guardò la foto –Harry torna ti prego…- la foto le sorrise e le strizzò l’occhio –Harry non voglio stare ancora sola, voglio che torni! Devi tornare se no io come faccio!? Come faccio!!- singhiozzò

§

Dopo quasi un’ora e trenta, Ginny varcò la soglia di casa dopo una ventina di minuti a piedi per vedere di non arrivare a casa con gli occhi gonfi e una faccia spaventosa. La casa era immersa in un silenzio che i due bambini non facevano nemmeno nel sonno. Entrò in cucina e non c’era nessuno, chiamò più e più volte i bambini senza risultato poi prese a salire e a chiamare gli elfi e i figli con ansia crescente e idee terrificanti che pian piano si facevano largo nella sua mente: Mangiamorte scampati al ministero che li avevano rapiti sotto ordine di Malfoy, Malfoy stesso che li aveva portati via, il ferimento di entrambi mentre giocavano…

-DOBBY!!! WINKY!!!- gridò –DOVE SIETE!!! DOBBY! WINKY!!! LILIAN!!! HARRY!!!- corse in camera dei due ed era in ordine, nel bagno non c’era nessuno…Si fermò in mezzo al corridoio e si passò le mani nei capelli in pieno terrore: il cuore batteva all’impazzata, la testa le faceva male, la gola era secca, la salivazione si era bloccata completamente, lo stomaco faceva male e una nausea crescente le dava la sensazione di dover andare in bagno molto presto –Dobby..- singhiozzò –I bambini dove sono…- disse all’elfo che non c’era -Winky dove sono i miei bambini…- singhiozzò forte mettendosi le mani sul viso

-Signora…signora…- Dobby comparve dal nulla

-DOBBY!!!- gridò lei notando che l’elfo non era ferito e che anzi era in salute come non mai. Lo prese per le spalle –I bambini! Dove sono i miei bambini!!!- lo strattonò e lui si fece “punire” per qualche secondo. Lei poi lo lasciò e lui parlò

-Suo fratello signora, li ha portati alla Tana il signor Weasley- Ginny sentì le gambe reggerla appena e si sedette per terra per non cadere –Si sente male signora?-

-No…no, tutto bene. Vado…da loro- lui annuì

-Bene signora- Ginny si smaterializzò e nella casa tornò il silenzio più completo

Ginny arrivò alla Tana con una strana voglia di prendere a schiaffi Ron più di ogni altra cosa al mondo. La casa però pareva inabitata. A parte il caos che vi regnava, il lavello pieno di cose da lavare e un odore nauseabondo proveniente dai piatti sporchi, tutto era normale, anche troppo normale. C’era silenzio, c’era il solo rumore dei maiali proveniente da fuori…Aprì la porta e si guardò intorno. Non c’era nessuno né dentro, né fuori. E non era possibile che fossero andati nella foresta li poco lontano tutti in gruppo(suo padre compreso che piuttosto che andare in giro per i boschi avrebbe fatto gli extra al Ministero) e quindi altro mistero da risolvere. Peccato che non ci fossero elfi a districare la matassa del problema. Girò un po’ per la casa, salì e scese più volte finché l’occhio non le cadde su…un fogli ben piegato con un lembo sotto la scacchiera in posizione di scacco matto. Lo prese pronta a scoprire chissà quali segreti di Ron quando un desiderio omicida la pervase. Se era venuta li con l’intenzione di schiaffeggiare Ron, ora sarebbe andata da lui col desiderio di ucciderlo in tutti i sensi, sia mentali che fisici. Il biglietto era di poche, significative e terribili parole:

Cara Ginny,

so che sei venuta per prendere i bambini ma non ci troverai. Con papà, i gemelli, Percy e i piccoli sono andato a Malfoy Manor dove Malfoy ci ha invitati a cena e, dato che i bambini erano qui, ho colto l’occasione di fargli vedere un posto nuovo che sta certa gli piacerà. Non temere per loro, te li riporto per le otto o prima…un bacio

Ron

Ginny appallottolò il foglio e lo gettò nel camino spento

-Sei morto Ronald, sei morto!- gettò la povere volante nel caminetto, entrò, e pronunciò Malfoy Manor, con un ringhio che avrebbe potuto terrorizzare anche lo stesso Malfoy.

La stanza in cui Ginny arrivò era buia, stretta, angusta, puzzava di chiuso e di mobili umidi

-Lumus!- senza guardarsi intorno si diresse alla porta, l’aprì e si trovò in un corridoio che trasudava ricchezza in un modo quasi…disgustoso. C’erano oggetti d’arte, quadri, consolles, specchi, porte segrete che si vedevano a malapena, lampadari a goccia di cristallo, tappeti rossi in ogni androne, corrimano in noce decorato con motivi dorati, stemma dei Malfoy a destra e a manca dipinti, sulla cappa dei camini, in ferrò sulle scale formando una ringhiera decorata ad arte…Schifosamente esagerati, disgustosamente narcisisti, ricchi, pomposi…scese sino al paino terra e poi prese ad aprire tutte le porte che trovava. Dovette arrivare al primo piano per cominciare a sentire rumori di voci umane. Ed erano proprio le voci di chi voleva incontrare: Ron, padre, fratelli e…Malfoy. Per poterlo prendere a calci e maledire lui e tutta la sua patetica famiglia. Stavano aspettando la cena probabilmente, era apparecchiato per otto(bambini inclusi quindi) e parlavano sulla terrazza enorme in cui però non sentiva la voce dei bambini. Chissà dov’erano!! La tavola prese ad imbandirsi e Ginny entrò nella stanza con il vago sentore che presto sarebbero entrati.

-Bambini salite, è pronto!!!- disse Arthur. Di certo, costatò Ginny, la terrazza aveva le scale perché li sentì arrivare come un terremoto

-Guarda che cosa ho trovato nonno! È un uccellino! È piccolo piccolo! Stava per terra e non aveva la mamma!- disse Lilian con voce spiaciuta

-Adesso lo sistemiamo, vuoi?- questo era Malfoy che…si stava avvicinando a sua figlia! Alla figlia di Harry! Ginny si sentì pronta a schiantarlo

-Ma ne sei capace?- chiese Harry –Guarda che se lo uccidi Lilian piange e lei non la smette mai di piangere se comincia- Ginny sorrise: questo era vero, quando apriva il rubinetto quella peste, ci volevano regali su regali per farla smettere

-Sta zitto scemo frignone!- lo riprese lei

-Più tu!-

-No!-

-Si!-

-OK Harry, ora stop- disse Ron –Entriamo e andiamo a mangiare che poi ti porto a casa sennò Ginny si preoccupa- Harry corse nella stanza e si fermò davanti alla sedia che avrebbe dovuto occupare. Si voltò verso la porta e sorrise

-Mamma!- Ginny sorrise e allargò le braccia. Lui arrivò di corsa e le strinse le ginocchia –Sei venuta! Lo zio diceva di no!- Ron entrò seguito dagli altri e per ultimo Malfoy che teneva in braccio Lilian(in braccio Lilian! Ginny si impose in ferreo autocontrollo) e che faceva alcuni incantesimi all’uccellino

-Ginny, che fai qui?- domandò Ron. La rossa finse nemmeno si averlo sentito

-Lilian vieni qui- disse lei come se Malfoy non la stesse tenendo in braccio. Lui la guardò –Lilian vieni qui ho detto!- lei lasciò l’uccellino a Draco e corse da lei con un sorriso

-Ciao mammina- lai annuì

-Bimbi andate giù e aspettatemi- loro la guardarono

-Non stiamo qui con loro? Lo sai che c’è un giardino che è grandissimo? C’è un lago e una fontana e Lilian fra poco ci cadeva dentro!- sorrise Harry. Ginny lo guardò con una faccia che Ron notò non prometteva nulla di buono…per loro sei logicamente

-Di quello che avete fatto qui ne parliamo in seguito OK? Ora andate giù e non muovetevi- loro annuirono

-Si mammina- Lilian partì di corsa e dietro ci andò Harry la stanza fu immersa nel silenzio. Ginny guardò la porta un attimo poi lentamente si voltò. Afferrò la bacchetta e chiuse le due ante della porta sbattendole

-Vacci piano Weasley, costa rimetterle a nuovo certe porte lo sai?- Ginny lo guardò con una faccia che…la diceva lunga. In pochi secondi gli fu davanti e gli piazzò uno di quegli schiaffi che risuonò per la stanza. Poi fui la volta di Ron a prenderci sotto, a lui ne vennero due

-Ginny- disse il rosso con gli occhi lucidi –Mi hai fato male-

-Ronald- disse lei –Non farti mai più vedere in casa mia- lo avvertì –Se vedrò anche solo un lembo de tuo vestito, ti schianterò. Tu e le tue idee del cazzo, da oggi, non intaccheranno mai più la salute dei miei figli- lo guardò negli occhi –Mi hai capito?-

-Ginny io non…-

-Ho detto taci- disse lei alzando la mano in segno di silenzio –Non fiatare-

-Weasley credo tu stia esagerando! Schiaffeggi e dai ordini…in casa mia! Non è che sia proprio quello che si può definire un comportamento educato- Ginny si voltò verso di lui altamente irritata dalla sua intromissione –Hai capito?- le domandò lui anche se sapeva di essere sull’orlo di un suo scoppio di nervi di cui sapeva essere particolarmente portata in quegli anni

-Io…- cominciò lei -…dico quello che mi pare- lo avvertì acida -Sarà anche casa tua Malfoy, ma dato che ci avete portato i miei figli, io dico ciò che voglio, e faccio ciò che voglio: dallo schiaffo, allo schianto. Inteso?-

-Ginny mi sa che esageri- lei si voltò verso il padre –Vedi di darti una calmata. Devi smettere di attaccare tutto o tutti! Malfoy ci ha invitato a cena, i bambini erano alla Tana e così abbiamo pensato, dato che eri via, di portarli con noi. Basta, tutto qui! Non c’erano secondi fini se li abbiamo portati qui-

-Se non farli divertire- ammise Percy –Dato che tu li avevi chiusi in quelle quattro mura in cui tu stai così bene ma che forse altri ci stanno a fatica-

-Percy non cominciare un discorso che non c’entra- sbottò Fred –Non credo sia il momento di litigare-

-Si appunto Percival- lo freddò Ginny –Non sono affari tuoi dove e come sto in casa mia. Non è colpa mia se quella che dividevi con tua moglie era una bettola e tu non ci riuscivi a stare più di dieci minuti di seguito- il rosso strinse un pugno e si fece avanti

-Come osi- ringhiò lui

-Ops, scusa, è vero che non vuoi più sentire parlare della zoccola che ti sei sposato- sorrise –Perdonami, ma l’autodifesa è sempre la miglior arma- annuì

-Tra parentesi Weasley, l’invito non era rivolto ai tuo marmocchi- si intromise Draco. Lei lo guardò –Ma solo ai tuoi fratelli e tuo padre. Poi loro sono venuti ma io nemmeno sapevo che erano da loro- lei alzò un sopracciglio

-Io non capisco come voi possiate ora essere culo e camicia con questo- disse Ginny rivolta alla famiglia –Dall’odio puro agli inviti nella sacrosanta Malfoy Manor- guardò Draco –Si rivolterebbe nella tomba tuo padre a vedere che usi la sua casa per amicarti Aur or e appartenenti all’Ordine, lo sai?-

-Io sono un Auror- sbottò lui –Da due anni. E da sette, partecipo agli incontri dell’Ordine della Fenice di cui sono membro da tre anni- la guardò –Quindi non mi venire a dire che sono un Mangiamorte!- era irritato al massimo, lei lo stava facendo impazzire e sapeva che sentiva questa sua rabbia quando lo si accusava

-Tu sei un Mangiamorte travestito da Auror- precisò lei –E voi, che cosa non si fa per dei soldi- alzò un sopracciglio –Vi paga per mettere una buona parola al Ministero?-

-Che sciocchezza- disse suo padre –Hai una fantasia sfrenata- Ginny fece un sospiro

-Io non ho fantasie sfrenate perché se no vi immaginerei già tutti morti e sepolti!- sbottò lei –Cristo ma voi lo odiavate insieme a quel celebroleso di suo padre!-

-Lui ci ha dato prova di essere migliore e di essere stato obbligato a fare il Mangiamorte-

-Ce ne ha messo per decidersi a fare la spia- sibilò lei –Fammi fare due calcoli OK? Diciassette anni…venti…Tò! Tre anni di massacri, imboscate, torture…altro?- domandò guardando il Serpeverde –Mmmh? Ho scordato qualcosa?- ci pensò –Direi di no…- li guardò –E vi ricordo che anche Lucius Malfoy alla fine della prima guerra contro Voldemort era riuscito a convincere tutti delle sue…- fece una smorfia -…buone intenzioni- annuì –Invece è risultato il Mangiamorte peggiore sulla faccia di questa….schifosissima terra- annuì –E lui, tra parentesi, ha il suo sangue. Non vorrete mica credergli!-

-Si- disse George –Almeno lui nella vita è cambiato in meglio- la guardò –Tu invece…- lei alzò un sopracciglio

-Si, in meglio- disse lei –Come volete, io non ci vengo a piangere sulle vostre tombe, ve le meritate tutte le cose che vi accadranno- si voltò verso la porta, lanciò un’occhiataccia a Draco poi si diresse verso la porta. Uscì e fece qualche metro quando Draco la riagguantò, facendola quasi cadere, e voltandola di scatto

-Apri le orecchie Weasley- le prese i polsi stringendoli forse troppo forte

-Lasciami…- cercò di liberarsi lei senza più la spavalderia di poco prima

-Oh scordatelo ragazzina- lei si fece indietro tendendo le braccia

-Malfoy, Malfoy lasciami che diavolo fai!!!- era pronta a mettersi ad urlare ma sapeva che di certo i suoi non si sarebbero fatti avanti per allontanare il loro amicone Draco Malfoy

-Chiudi la boccaccia- Ginny vide l’espressione della sua faccia così simile a quella che aveva negli anni di scuola –Ora apri le orecchie senza emettere un suono sino alla fine di ciò che devo dirti- sibilò. Lei strinse le labbra senza emettere più un sibilo e deglutì più volte –Io non sono un Mangiamorte- iniziò lentamente e con un tono astioso nella voce e stringendo i polsi senza probabilmente accorgersene dato che, appena notò nei suoi occhi una lacrime di dolore, allentò la presa –Non faccio più del male alle persone. Non ho più alzato una bacchetta contro anima viva…se non in combattimento. Prima per me era un divertimento, prima ero…un mostro. Ora no- le labbra di Ginny divennero quasi bianche dalla stretta in cui lui le costringeva –Con i tuoi fratelli e tuo padre ora ho una pseudo amicizia, diciamo che è…un inizio di quella che potrebbe diventare una amicizia- annuì –Se mio padre li odiava, non è affar mio. Mio padre è ad Azkaban, dissennato, come morto. Non riconosce neanche se stesso ormai- fece un sospiro –Se loro sono qui, è perché ogni tanto ceniamo insieme qui da me e se oggi sono venuti anche i tuoi sacri figli di Potter, non è colpa mia. Non l’ho voluto io. Mi hanno detto che c’erano e ho detto che non ci sarebbero stati problemi se fossero venuti…dato che la casa è grande. E guarda un po’, sei qui e loro sono vivi. Quello che tu temevi non si è avverato, non ti ho ammazzato gli eredi del tuo…defuntissimo e praticamente polvere, Potter- alzò le sopracciglia con uno sguardo di sorpresa –Inaudito per le tue orecchie che io sia così…umano, vero?- lei deglutì e lui la lasciò dandole una leggera spinta che l’allontanò da se –E ora vattene che è meglio, non voglio che mi insozzi casa con le tue menate da patetica vedova inacidita che non sa vivere se non per i suoi figli, dato che ritiene la sua vita finita con la morte del marito- lei strinse i pugni –Ora me ne torno da quelli che un tempo erano i tuoi fratelli e tuo padre, mi sono intrattenuto troppo con te- in una muta domanda lei gl chiese il perché di quella frase, lui sorrise –E non essere sorpresa da queste parole Weasley, non lo sai che per loro sei ormai una estranea? Tu e le tue patetiche frasi cattive che spari a raffica ogni torto, sempre che esista, che ti fanno? Si e no ti riconoscono- lei si leccò le labbra –E fidati che presto anche chi tu circondi di tutto l’amore soffocante che ritieni…essenziale per la loro crescita, ti allontaneranno. E solo per colpa di questo tuo patetico carattere debole che hai messo su da quando il tuo…muro di sostegno è caduto-

-Tu non puoi dirmi queste cose, non ne hai il diritto!- stava per piangere –Non mi lasceranno perché sono la loro madre e mi amano quanto amo loro e…-

-Sbaglio o pure Potter ti amava alla follia?- lei lo guardò frastornata da quelle parole –Ma ti ha lasciato, è morto. E per fortuna, se ti vedesse ora si lancerebbe un anatema da solo!- Ginny fece un passo indietro

-Io…io non so nemmeno perché ti ascolto- balbettò lei –Tu sei…un Mangiamorte! Tu non sei nemmeno degno di aprire bocca!-

-Si, dicono tutti così quando sanno che l’altro ha ragione: non sei degno, non dovresti parlare…bla bla bla…Si, si, OK Weasley- la guardò –E ti avverto, che non sei l’unica a soffrire in questo mondo per la morte del tuo caro Harry Potter! Gli amici che hai infangato l’altra settimana, tuo padre e i tuoi fratelli che disprezzi…tutti hanno sofferto per lui. Solo che ti credi in diritto di stare male solo tu. E se non vanno sulla sua tomba un giorno si e l’altro pure come fai tu, piangendo come una fontana, non è detto che loro non ci si rechino mai. Forse, a dispetto tuo, hanno una loro vita, che dici? OK che molte cose ruotavano intorno a Potter, ma mica possiamo fare un suicidio di massa a suo ricordo, non trovi?- lei deglutì –Cosa che tu stai facendo bene però-

-Come sai che vado così tante volte da Harry?- lui sorrise

-Non solo tu hai perso delle persone Weasley. Anche se non so perché lo dico a te- andò alla porta –Ora è meglio che vai, non vorrei disturbarti troppo dalla tua patetica vita con le mie schioccanti parole!- rientrò nella stanza e Ginny scese le scale piena di preoccupazioni e dubbi. Sulle scale, i due bambini l’aspettavano seduti e in un silenzio che per loro era innaturale a dir poco

-Andiamo?- domandò affiancandoli. Loro alzarono il viso e annuirono

-Ma perché hai picchiato Draco e lo zio?- domandò Lilian alzandosi in piedi –Hanno fatto i cattivi?- lei annuì

-Diciamo di si- lei annuì –Però Lilian non dovresti origliare-

-Mamma io non ho…-

-Silenzio, non mi va di parlare bambini, ora è meglio che torniamo a casa- afferrò le loro mani e si smaterializzò. Sulle scale, due occhi seri, l’avevano osservata per tutto il tempo. Incrociando le braccia al petto e facendo un sospiro, Draco Malfoy sentiva sempre di più la strada per il raggiungimento del suo obbiettivo, farsi più ardua ogni giorno che passava

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Capitolo 11
*** Undici ***


Ciao a tutti

Ciao a tutti!!! Vorrei ringraziare chi fin’ora ha recensito e scusarmi per gli errori di grammatica che mi sono stati fatti notare molto bene.

Vorrei far capire a tutti che il motivo per cui ho reso la famiglia Weasley(Ron in primis) culo e camicia con Malfoy è perché nelle mie storie sono sempre stati contro a Ginny e al suo amore e per una volta volevo che non fosse così.

So che è strano.

La storia però se anche i Weasley fossero contro Malfoy non andrebbe avanti e poi non è carino che per una volta Malfoy è il buono della situazione?

Mi pareva carino dare ad Harry, Ron e ai rossi un altro aspetto caratteriale almeno qui, mi spiace che la cosa a qualcuno non piaccia e spero che la mia idea non abbia lasciato l’amaro in bocca a qualcuno o peggio, abbia fatto desistere qualcuno dalla lettura!

Perfetto, detto quello che dovevo ASSOLUTAMENTE dirvi, vi lascio alla lettura di questo chap che vi lascerà davvero senza fiato…

UNDICI

I bambini si erano addormentati a fatica quella sera. C’erano volute due storie e Harry era rimasto sul chi vive fino a che lei non si era messa al suo fianco a fargli una coccola e a cantargli una ninna nanna di cui aveva inventato le parole per metà dato che non la ricordava bene. Ora, finalmente nella sua camera, si stiracchiò dopo aver chiuso la porta senza fare troppo rumore. Prese a spogliarsi lentamente, senza troppa voglia, e gettò i vestiti sulla sedia infilandosi la camicia da notte che gli elfi sistemavano piegata sotto il cuscino ogni mattina. Sistemando i capelli in una coda alta si mise svelta sotto le coperte e prima che le venisse in mente di chiudere la luce della abatjour, afferrò il libro di Caterina dè Medici, iniziato più di un mese prima, ed abbandonato per una settimana senza apparente motivo. Il tomo era di circa cinquecento pagine e mentre un tempo in circa una settimana lo avrebbe finito, da qualche tempo ci metteva più del solito. Probabilmente a causa dei bambini, o forse per le varie situazioni in cui si trovava da qualche settimana a quella parte…Ed era il caso più probabile a pensarci bene! Ginny tolse il segnalibro senza pensarci su troppo e abbassò gli occhi sul numero della pagina. Poco più di duecento. Eppure quel libro l’appassionava!! Caterina dè Medici: vedova, con tre figli uno più pazzo dell’altro, regina di Francia, apparentemente forte come una roccia(mandare avanti uno stato da sola non era da molti…) ma in realtà debole e dal carattere insicuro a causa di un marito che l’aveva sempre disprezzata…Sentiva di avere cose in comune con lei. Non di certo il pessimo marito, ma che avesse dei figli, che dovesse da sola mandare avanti la baracca, che si dimostrasse forte ma in realtà era più che mai debole e triste…Mentre si avvicinavano pericolosamente le 10,30 pm, ora in cui lei di solito era nella fase REM più profonda, trenta pagine abbondanti le lesse tutte d’un fiato. Con la casa avvolta nel silenzio, Dobby e Winky che sfaccendavano in silenzio e i bambini che dormivano serenamente nella stanza sotto la sua, Ginny appoggiò il libro al comodino, spense la luce, tirò le coperte sin sotto al mento e chiuse gli occhi dicendo solo:

-Notte Harry-

§

Virginia si rigirò nel letto e aprendo un occhio, il sole l’accecò completamente. Si mise una mano sul viso poi connetté che se c’era quel sole, doveva essere molto tardi. Scattò a sedere sul letto al pensiero di Harry e Lilian ancora a letto oppure a fare chissà quali danni in giro per la casa e sbatté la testa contro qualcosa che stava sopra di lei

-Ahi!!- si massaggiò la testa –Ma che diavolo succede!!!- si guardò intorno e qualcosa non quadrava, non quadrava affatto!! Tutto intorno a lei era giallo-rosso, i vestiti sparsi per terra erano abiti che non aveva più visto da quando aveva finito il settimo anno ad Hogwarts e…quella che stava distribuendo abiti di seconda mano in giro per la stanza gratuitamente era…lei! Lei a…sedici anni! Era davvero cambiata rispetto a…-Ginny ma a che pensi!!!!- si riprese da sola –Oddio ma dove cavolo sono finita!!- si alzò dal letto e affiancò una se stessa molto rossa in viso e probabilmente molto in ritardo –Ma io questo me lo ricordo!- disse –Ehi…ma…sto sognando…i miei ricordi?- si guardò: indossava la camicia da notte, aveva la coda alta e…e bè, quello era un sogno! Ma che si sognasse cose già vissute era davvero…raro!

-Trovato!- la Ginny che cercava senza sosta nel baule estrasse una maglietta che Virginia ricordava bene l’unica volta che l’aveva indossata

­L’appuntamento con Harry!- disse osservandosi cambiare l’indumento svelta –Oddio…il primo appuntamento dopo che ci siamo messi insieme…- fece un sospiro –Mi sa che quella maglia l’ho ancora…-

-Sono in ritardo! Il primo appuntamento e sono…in ritardo!- si lamentò tra se e se la ragazza che andò alla porta con le scarpe slacciate

-Strintoria- disse Virginia con un sorrisetto. Ginny afferrò la bacchetta dalla tasca dei jeans

-Strintoria- disse quasi con tono impaziente uscendo subito dopo di corsa. Chiuse la porta e Virginia sorrise avvicinandosi ad essa. Tentò di afferrare il pomello della porta ma essa le passò traverso

-Oh no…passarci traverso no…non sono un fantasma- ritentò senza successo così, ad occhi chiusi, passò attraverso alla porta. Quando li riaprì rabbrividì nel sentire un brivido freddo scendere dalla schiena –Disgustoso!- proferì poco felice di dover usare quel metodo per spostarsi. Scese le scale del dormitorio di cui sentiva una mancanza terribile e sorrise nel vedere se stessa davanti ad un Harry ancora più impacciato di lei! Vedere se stessa e lui così, da lontano, faceva quasi ridere! Se la voglia di piangere non avesse preso il sopravvento quando si era accorta di essere li non per cambiare il futuro ma come spettatrice di uno dei tenti eventi che vedevano immischiati lei ed Harry

-Andiamo?- domandò Ginny al moro che annuì

-Si, andiamo-

-Portamela a casa…senza un graffio Harry- lo scrutò Ron –E non fate cose…strane!- Hermione li guardò da sopra il libro di Erbologia e strinse un occhio a Ginny che annuì

-Nemmeno voi allora- disse Harry –Sappiamo che voi fate tanto i bravi e buoni ma in realtà…- alzò le sopracciglia ed Hermione rise di gusto

-Noi non facciamo nulla, vero Ron?- domandò mielosa Hermione posandogli una mano sul braccio

-Vero Herm- lei sorrise ai due piccioncini che si guardarono mostrando quanto poco credevano alle loro parole

-Andiamo- disse Harry –A dopo- Ron annuì mettendo via gli scacchi dei maghi e Harry, per mano ad una Ginny in estasi più completa, uscirono. Prima che il quadro si chiudesse, Virginia, desiderosa di rivivere quei momenti, li affiancò studiando i movimenti di entrambi con una voglia di tornare indietro nel tempo che continuava a crescere senza sosta. Se solo avesse potuto comunicare con loro, scrivere anche solamente! Invece era li, nel suo sogno sotto forma di ricordo, come spettatrice di una tragedia che si sarebbe consumata di li a cinque anni…

-Oh no…- Ginny li vide fermarsi e mettersi a parlare ridendo e scherzando di una scemenza, davanti alla scuola. Di li a poco sarebbe arrivato…-Malfoy! Dovete andare via! Vi si rovinerà la giornata!!! Ragazzi dai!!! Ginny! Me stessa! Harry!! Harry via di qua! Andate ad Hogsmead!! Dai!!!- si guardò intorno e in meno di cinque minuti lui comparve. Stava sul portone della scuola e la…guardava! Maledizione la stava guardando! Non lei, ma se stessa da ragazza! Virginia gli si avvicinò per esserne assolutamente certa e dato che quel maledetto Mangiamorte non era strabico e nemmeno matto, e dato che solo lei ed Harry erano li fuori, era logico che stesse guardando loro…o meglio lei! E la faccia che aveva non era per così dire…normale! Non c’era rabbia, schifo o altri sentimenti soliti ma anzi…c’era turbamento. Forse. Turbamento o qualcosa di simile! Aveva le braccia incrociate al petto e si mordicchiava l’interno della guancia con una gran voglia di…Un sorrisetto cattivo gli fece cambiare l’espressione in pochi secondi. Virginia guardò se stessa e vide che si era voltata. Il bruciore dei suoi occhi sulla testa lo ricordava bene, e si era voltata per sapere chi da qualche minuto non le toglieva gli occhi di dosso ed eccolo li…chi era! Virginia vide i due gorilla affiancare il biondo e li seguì verso Harry e se stessa

-Malfoy- sbottò Harry

-Potter, pezzente- guardò Ginny che si mordicchiò le lebbra con una voglia immensa di andarsene ma non si mosse di un millimetro. Virginia guardò i cinque incrociando le braccia al petto –Allora Weasley, ci sei riuscita ad accaparrarti una montagna di galeoni alla fine!- la rossa alzò un sopracciglio

-Non essere idiota Malfoy- sbottò lei –Non sono come te e le tue amiche che ti stanno vicino per il tuo contro alla Gringott- lui la guardò poco divertito dall’affermazione ma con il suo solito sguardo strafottente la squadrò da capo a piedi

-E grande me stessa! Non credevo di essere stata così…perfetta nel mio intervento!- sorrise Virginia

-I soldi non fanno mai male se ci sono e poi non sei una dalle molte pretese tu, Potter diciamo che ha fatto un affarone con te, con tutte le doti nascoste che possiedi…se è riuscito ad arrivarci- ghignò ed Harry era pronto a prenderlo a pugni ma Ginny lo prese per un braccio

-Sei un idiota Malfoy- sbottò Ginny –Un…idiota senza eguali e poi non mi pare che questi siano affaracci tuoi, o mi sbaglio?- lui alzò un sopracciglio –Oppure ti piacerebbe che lo fossero?- lui la guardò con una faccia che Virginia non ricordava. Era allibito! Aveva lasciato senza parole Draco Malfoy! Ma questo stato durò pochissimi secondi perché lui rispose:

-Che paura Weasley, che paura! E poi no, mi fa schifo il solo pensiero di avere a che fare con te-

-Bene, tanto meglio! Allora se permetti…- tirò via Harry da li e si diressero verso Hogsmead, con la giornata che si era rovinata e non si sarebbe risistemata. Virginia guardò Malfoy che era sul punto di rompere la faccia alla prima persona che gli si fosse messa davanti, aveva due occhi…

-Che razza di idiota- sibilò –Più sprecata di così si muore cazzo. Che ci trova in quella mezza sega di Potter-salvo-il-mondo-per-mestiere!-

-Malfoy ti ricordo che lui non è una mezza sega! È Harry Potter, salvatore del mondo etc etc…non un futuro Mangiamorte!- sorrise –Lui è il migliore! Migliore di te, dei tuoi amici, di tutti quelli che conosci anche!- fece un sospiro –Se potessi sentirmi!-

-Capo possiamo andare noi?- Draco non li degnò di uno sguardo

-Non ho più bisogno di voi, non so che fate ancora qui- Virginia alzò un sopracciglio

-Che capo amorevole- guardò i due gorilla di cui aveva sempre avuto una pietà senza confini Che pena che mi fate!-

-Si capo ma…-

-Ancora qui?- li guardò male –Andatevene subito!- ringhiò. Loro se ne andarono e lui si sedette su di un tronco che era lo da chissà quanto. Continuava a guardare le due figure che pian piano sparivano in lontananza e Virginia gli si mise a fianco –Idioti inutili- sbottò

-Non mi spiego ancora come ti siano riusciti a stare vicini quei due. Nessuno sopporterebbe un amico, se così possiamo chiamarti, come te. Devono proprio averli minacciati di brutto i loro genitori per obbligarli a starti vicino- lo guardò e alzò un sopracciglio

-Maledizione a Potter! Maledizione a Potter!-

-Sei banale Malfoy- disse Ginny guardandolo con sufficienza –Banale e patetico- si voltò per vedere se stessa ed Harry sparire ma voltatasi, si trovò in mezzo ad un lungo corridoio vuoto –E adesso dove diavolo sono!- si guardò intorno e sentì il rumore dell’ascensore che si apriva -Il Ministero!- disse –Oh diavolo!- si voltò verso se stessa che camminava verso di lei con fare allegro quando Ron uscì da un ufficio

-Ginny- disse lui colpito

-Ron- lo abbracciò –Ciao! come stai? Dov’è Harry?- lui fece una smorfia

-Non credo che Harry verrà a pranzo fuori- lei si staccò e lo guardò con una faccia buffa ma allo stesso tempo molto irata

-Cosa?!?! Ma Ron! E’ una settimana che lo abbiamo progettato!!! Mi aveva detto che poteva ed ora mi vieni a dire che non può? Ma dai non è giusto! Lo voglio vedere OK? Voglio vedere il perché non può! Se sono scartoffie te le tiro dietro va bene?- lui alzò un sopracciglio

-E’ Draco Malfoy-

-Lo avete preso?- domandò lei speranzosa

-Magari- disse Virginia

-No, è venuto lui-

-Si è costituito?!?!- Ginny sentiva puzza di trappola

-Non dire sciocchezze! Ti pare che quello si costituisca? Ci vuole un pazzo e Malfoy…non è pazzo. Sta cantando di sua volontà perché vuole fare la spia per noi- Ginny alzò un sopracciglia senza parole

-Stai scherzando?!?!-

-Blaise ce lo ha portato dopo un accordo molto…buono per Malfoy- fece una smorfia –Diciamo che non glielo avrei mai accordato ma…va bè, non sono io che comanda, quindi-

-E ora Harry è con lui?-

-Si-

-Da solo?!- domandò allarmato

-No, c’è Blaise e c’è Daphne e…Hermione- Ginny fece un sospiro

-Vado a parlare con Harry-

-Sono in riunione- disse lui

-E chi se ne frega!- il rosso alzò un sopracciglio e Virginia seguì Ginny nella stanza degli interrogatori. Peccato che non ci fosse nessuno. Andò nell’unico luogo in cui era certa che ci fossero. Si fermò davanti all’ufficio di Harry e bussò un po’ titubante

-Avanti- Ginny sorrise e aprì la porta

-Che momento raggelante- disse Virginia –Mi fa ancora venire freddo!-

-Ginny- la rossa fece un sorrisetto dopo aver scorto Blaise e Daphne in un angolo(Daphne, Ginny lo sapeva bene, aveva un tete a tete con il Mangiamorte e non la salutava ormai più), Hermione che stava scrivendo qualcosa e Draco Malfoy che seduto, rigirava la bacchetta tra le mani. Appena era entrata l’aveva guardata abbassando subito gli occhi

-Ciao-

-Scusa ma non posso venire a pranzo- lei annuì

-OK OK- annuì –Me lo ha detto Ron, non c’è problema- lui annuì –Posso…dirti due parole?- lui annuì

-Veramente Weasley noi saremmo in riunione- sbottò Malfoy guardandola negli occhi. Virginia si mise seduta sul tavolo e Ginny guardò Harry che fece un mezzo sorriso

-Abbiamo quasi finito Gin- la rossa annuì

-Si ho capito- sbottò –Immaginavo. Me ne vado che è meglio!- andò fuori e sbatté la porta. Harry sbuffò più disperato che non seccato dalla situazione

-Harry è meglio che vai ad ascoltare che cosa vuole, non vorrei che mettesse il muso per una settimana come sua solito- disse Hermione

-Si, arrivo subito- uscì e Draco Malfoy ridacchiò

-Che ridi Malfoy?- domandò Hermione un po’ scorbutica. Il biondo si alzò facendo sobbalzare sia la riccia che Virginia e questa lo seguì alla porta. Scostò la tendina e Ginny osservò se stessa ed Harry

-Rido perché mi piace Granger- sbottò lui

-…MA PERCHE’ SIETE SOLI!- stava urlando Ginny tutta rosa

-Ginny se tu…-

-COME FAI EH? COME DIAVOLO…TE LO SEI SCORDATO CHE TI HA QUASI AMMAZZATO MENO DI TRE MESI FA?!?!-

-Ginny non urlare maledizione!- lei strinse le labbra –Ora lui è una spia Cristo! Cos’è, non mi fido delle nostre spie?-

-Ha anche la bacchetta!- disse lei con gli occhi lucidi –Non…puoi fidarti così da un giorno all’altro!-

-Non è da un giorno all’altro-

-Invece si!-

-Ginny OK, ascoltami. Stasera ne riparliamo va bene?- lei annuì passando una mano trai capelli –Ma ora torna a casa oppure vai a Diagon Alley a distrarti, va bene?-

-Mi fai avvertire se succede qualcosa vero?- lui annuì

-Non accadrà nulla ma si, ti avvertirò- lei sorrise e lo abbracciò

-Io non mi fido- lo avvertì. Lui ridacchiò

-Non lo avevo capito- lei sorrise posandogli un bacio sulle labbra

-Ti amo un mondo-

-Io di più-

-Dubito- se ne andò verso l’ascensore. Harry rientrò e Draco lo guardò con una faccia che la diceva assai lunga

-Che hai Malfoy?-

-Nulla- si sedette ed Hermione lo guardò colpita da quel repentino mutamento di atteggiamento. Virginia fece un sospiro scrutando il biondo

-Che diavolo ha Malfoy? Che cavolo, sembra quasi impazzito! Chi lo capisce è bravo!- sbuffò. Stava scrutando il biondo ed Harry quando la scena mutò d’improvviso

-Avada Kedavra!!!-

-Aiuto!!!- Virginia si gettò per terra con le gambe che tremavano pericolosamente –Oddio ma che diavolo succede!!! AIUTO!!!- con il cuore in gola Ginny andò verso il muro e quando si fu alzata, si voltò per vedere che cosa stesse succedendo. Quasi svenne. Era arrivata nel pieno della battaglia contro Voldemort. C’erano pochi Mangiamorte a terra e tre volte di Auror morti. L’Ordine era quasi tutto in piedi ma gli Auror scarseggiavano. Voldemort ed Harry stavano combattendo distanti e Ginny corse da lui –Oddio Harry!!- gli si mise a fiancoOddio!! Ammazzalo! Ammazzalo!! E non farti colpire! Non farti ammazzare anche stavolta!!!- senza ricordarsi che era nel suo sogno Virginia urlò come una pazza sino alla morte di Voldemort –Harry sei stato grande!!!!- gridò saltandogli al collo e passandoci traverso. Si bloccò dandogli le spalle con le lacrime agli occhi –Oh no…- si voltò verso di lui –Harry…- fece un sospiro –Vieni a casa…vai via di qua o…-

-Sei solo un traditore! Devi morire!- Virginia avrebbe riconosciuto quella voce…ovunque!

-Malfoy!- vide Harry avvicinarsi ai due Malfoy ormai nemici e vide il ragazzo disarmato a terra che di certo di li a poco sarebbe stato ucciso dalla mano di chi gli aveva dato la vita –No, Harry…no, lascia perdere quei due…andiamo via! Ti prego!- tentò di agguantarlo ma senza successo e si dovette stropicciare gli occhi per non piangere –Non è stato Voldemort…- singhiozzò –Non ti ha ucciso lui…- ormai era palese che fosse stato Lucius Malfoy, era terribilmente chiaro…Lo seguì e si fermò dietro il Mangiamorte

-Fermo Malfoy, fermati immediatamente. Avete perso- gli puntò la bacchetta sulla schiena –Voldemort è morto- Lucius Malfoy si scostò dal figlio e si fece indietro

-La bacchetta a terra Malfoy, mettila a terra- togliendosi il cappuccio e la maschera, si voltò con il sorriso di chi non aveva nulla da perdere

-Potter, non credo che tu sia nella posizione di potermi dare ordini, lo sai?-

-E perché no?- domandò Harry con un mezzo sorriso –Noi abbiamo vinto-

-Ma tu…sei morto- ridacchiò –Dì le tue ultime preghiere-

-Cosa diavolo…-

-No, Harry no!!!-

-Dragonarzia-

-No!- Draco gettò a terra il padre e andò di corsa vero Harry che era caduto prono e pareva non muoversi più –Potter, Potter!!!-

-Devo…andare a cena…- Harry si alzò da terra con il vestito degli Auror laceri e grondanti di sangue. Un braccio era stato rotto in più punti, la bacchetta si era disintegrata, la faccia era martoriata, gli occhiali rotti. Virginia si inginocchiò

-Harry…- singhiozzò –Harry…-

-Harry- Hermione gli si avvicinò singhiozzando –Oddio…- qualcuno si avvicinò mentre altri disarmavano i Mangiamorte rimasti

-Ragazzo andiamo al San Mungo- disse Lupin

-Harry!-

-No…la cena…- barcollò in avanti tenendo il braccio sano sullo stomaco

-Ha…- il moro si smaterializzò prima che potesse qualcuno toccarlo e Virginia singhiozzò stringendo gli occhi e sfregando il viso con le mani

-Lupin, Lupin stai bene?- Virginia alzò gli occhi umidi e si trovò in casa sua. I singhiozzi di Ginny si erano affievoliti ma stava ancora stretta al corpo di Harry senza vita. La casa era piena di Auror con ferite lievi o con solo qualche contusione. Tra loro c’era Lupin che però ora aveva due costole incrinate a causa del volo che Ginny gli aveva fatto fare poco prima, c’era Hermione in lacrime, Ron che stava impalato in un angolo senza fiato e con gli occhi quasi fuori dalle orbite, Tonks, Malocchio e anche…Draco Malfoy!

-Sto bene, bene- disse Lupin –Ma credo di avere qualcosa di rotto-

-Ti porto al San Mungo- disse Draco

-No, tutto a posto. Posso anche aspettare, ora dobbiamo preoccuparci di Ginny…ed Harry- Virginia vide Draco avvicinarsi a lei –Non te lo consiglio- disse il mago –Potrebbe spedirti in capo al mondo- Draco però non lo ascoltò e afferrò per la vita la rossa che si dimenò un po’. Lui la strinse bloccandole le braccia

-Calmati, calmati Weasley!-

-Harry…lasciami andare…Harry ha bisogno…-

-Sta calma non…puoi fare più niente, niente-

-Lasciami non mi toccare!!!- cominciò ad urlare come impazzita –Lasciami!!- Draco non la lasciò subito ma quando la gomitata lo colpì allo stomaco, dovette lasciarla

-Maledizione…-

-Draco tutto bene?- domandò Lupin

-Si…credo- Virginia fece un sospiro sedendosi al fianco di Malfoy

-Nemmeno mi ero accorta che eri tu…- lo guardò scrutare se stessa ancora a terra e fece un sospiro –Perché poi…- la stanza mutò ancora. Virginia sentiva lo stomaco in completo subbuglio ma la situazione che le si presentò davanti le piacque ben poco. Il giorno peggiore della sua vita era stato quello della morte di Harry, ma quello più triste era di certo quello che si trovava davanti ora. Quel giorno, lo ricordava bene, era piovuto sin dalle prime luci dell’alba e aveva smesso nel pomeriggio per circa tre ore, giusto il tempo per il funerale di Harry. Virginia alzò gli occhi e sentiva già odore di pioggia, di li a poco avrebbe ripreso. Entrò nella cappella buia e c’erano rimaste poche persone: lei, seduta sulla tomba di Harry, Lupin e Silente, la McGranitt che parlava fitto con suo padre, i suoi fratelli e anche Draco Malfoy, in un angolo, completamente al buio. Virginia si osservò e si trovò…davvero a pezzi. Aveva il viso gonfio dal pianto, rosso, due occhi disperati e pieni di dolore…era davvero terribile!

-Dovreste portarla a casa a riposare- Virginia si voltò verso suo padre che era stato interrotto da Draco Malfoy –Non credo che poi sia un bene che rimanga da sola- Virginia strinse le labbra guardandolo

-Più che altro dobbiamo convincerla a venire via adesso. Per il fatto che rimanga sola ci penseremo a casa- disse Fred

-Io non mi avvicino- disse George –Rischio che mi uccida- Arthur fece un sospiro

-Ci penso io- si avvicinò a lei –Ginny, tesoro- la rossa non rispose e non alzò gli occhi –Dobbiamo andare a casa Ginny, devi riposarti- le toccò una spalla –Andiamo su, ti aiuto-

-Non sono invalida- scostò la sua mano –So camminare da sola- si alzò di scatto

-Avevamo pensato che forse, un po’ di tempo alla Tana ti farebbe bene-

-Non ci vengo alla Tana. Non è casa mia, non lo è più da parecchio tempo- scese lo scalino e si avviò all’uscita

-Ginny…- fece un sospiro scuotendo la testa –Maledizione-

-Sto per scivolare! Attenta, attenta! Oddio!- Virginia si coprì il viso con le mani

-Sta più attenta- Virginia alzò gli occhi e vide Draco Malfoy che l’afferrava solo per fortuna –Rischi di farti male-

-Ero completamente fuori…per non averlo neanche sentito parlare…Oddio…come ero messa male, nemmeno me ne sono accorta…- vide Ginny allontanare in malo modo il braccio di chi aveva salvato la vita i suoi bambini e forse anche a se stessa, e guardò Draco seguirla con gli occhi –Che brutta giornata, che bruttissima giornata…-

-Non credo verrà a casa con noi- disse Percy –Anzi, credo che non la vedremo più molto spesso-

-Perché?- domandò Ron –Che dici Percy-

-Fidati Ron, fidati di me!- Virginia si sentì quasi strattonare via da quella scena e quando si riuscì a liberare dalla morsa fece qualche passo avanti. La stanza era completamente bianca, pareva quasi che appoggiasse ai piedi sopra al nulla…Ma che ricordo era quello?

Non è un ricordo questo” Ginny alzò gli occhi col cuore in gola.

-Harry…-

“Mi hai chiesto un aiuto poche ore fa, ricordi?”

-Harry…- fece un passo avanti con gli occhi pieni di lacrime -Harry!!!- corse da lui ma fu lei a passargli traverso ora –NO! Harry!- si voltò e lui sorrise

“Non puoi toccarmi, sono morto!”

-Ma prima io…-

“Eri nei tuoi ricordi”

-Ora dove sono?- domandò guardandosi intorno –Dimmelo Harry! Io voglio…-

“Aspetta e ascoltami” la bloccò lui. Ginny lo guardò con gli occhi lucidi “Mi hai chiesto aiuto Ginny, e te lo voglio dare, devo dartelo!” sorrise “Sono cinque anni che vieni sulla mia tomba a piangere e sono cinque anni che vivi nel mio ricordo” scosse la testa “E non puoi andare avanti così, non puoi. Non puoi per i nostri bambini, per la tua famiglia, per te. Io non tornerò Ginny, nemmeno se verserai lacrime per tutta la vita…Ma in questo modo vivrai una vita che ti porterà alla distruzione, una vita che tu non meriti. Non puoi rifiutare l’amore di tutti, ti porterà all’auto distruzione!”

-Harry io non voglio l’amore degli altri! Voglio il tuo! Voglio solo il tuo! Non posso pensare di stare con qualcuno che non sia tu…Oh Harry ti prego…ritorna…- singhiozzò Ginny inginocchiandosi per terra –Che cosa devo fare per farti tornare!!!-

“Ginny i morti non tornano in vita, lo sai benissimo”

-Io non voglio pensare che tu non possa tornare più, non ce la faccio!-

“Ginny io non sono con te fisicamente. È vero, ma io sono con te sempre! Ci sono quando devi decidere qualcosa di importante per i bambini, quando ti occupi delle mie proprietà, quando pensi a quello che c’è stato tra di noi…ma basta. Ginny io sono il tuo passato, non era scritto che io fossi nel tuo futuro e devi accettarlo. L’ho fatto io, devi farlo anche tu! Devi lasciarmi andare”

-Oh Harry non me lo chiedere…-

“Se ricominci da capo non mi tradisci Ginny, capiscilo! Mi fai felice, anzi, felicissimo! Vedere di nuovo la Ginny di un tempo sarebbe per me la cosa più bella di questo mondo, rivederti ridere, divertirti…ma non puoi farlo continuando a rivangare quello che è stato. Non così! Ci sono persone che ti amano da così tanto tempo che tu non puoi nemmeno immaginare e queste persone fidati, ti renderanno la donna più felice del mondo. Ma devi permetterglielo! Io…non mi perdonerò mai di averti abbandonato ma forse, se è successo, è perché qualcuno doveva prendere il mio posto!” lei lo guardò scioccata

-Cosa dici…Io non ti sostituirò mai Harry…mai-

“Ginny la vita va avanti, avanti! E…io ti starò sempre vicino ma non puoi continuare a piangere sulla mia tomba per l’eternità. Non puoi continuare a sprecare i tuoi anni per un morto!”

-Harry tu mi hai chiesto di non abbandonarti e io non lo faccio! Non lo farò mai io ti amo e nessuno prenderà mai il tuo posto!- si tappò le orecchie come ad allontanare la sua voce. Strinse gli occhi pieni di lacrime e lui posò una mano sul suo viso

“Ginny, guardami”-

-No, tu mi vuoi abbandonare ma io…-

“Ginny, ti ho detto quella frase è vero, ma io non credevo che tu la prendessi così alla lettera. Io non voglio che mi abbandoni ma…mi basta un tuo pensiero per farmi stare bene. Hai i miei bambini e amandoli come li ami tu, è come se amassi me” lei lo guardò “Ginny hai delle persone che non vedono l’ora che tu vada da loro, e io voglio che tu vada. Voglio che tu ti trovi un ragazzo, che lo sposi, che ci faccia dei figli. Voglio che tu torni ad essere felice con qualcuno accanto che…tra qualche anno, quando Harry e Lilian avranno una vita loro, non ti faccia sentire sola a Grinmauld Place o in qualunque altro posto tu vada a vivere”

-Harry…non riesco a pensare ad un altro che non sia tu- lui le posò un bacio sulla fronte e le sfiorò le labbra solo leggermente

“Certo che puoi pensarlo piccola, puoi eccome. E mi raccomando, tutti i figli che avrai, li voglio vedere uno per uno” sorrise “Quindi mi raccomando, vieni al cimitero a farmeli vedere, o potrei arrabbiarmi” lei sorrise singhiozzando

-Ti amo tanto-

“Anche io” si allontanò “Ti amo così tanto che tu non puoi immaginare…mio piccolo angioletto rosso”

§

-Harry!!!- Ginny scattò a sedere sul letto completamente sudata. Il cuore batteva forte, la testa era piena di…domande e il tremore di tutto il corpo la faceva sentire come quando era in preda alle febbri più alte –Harry…- si alzò e andò alla finestra. Era buio pesto. L’orologio segnava le quattro. Afferrò una foto e sentì gli occhi pungere pericolosamente di lacrime –Come faccio Harry…come faccio a stare con qualcun altro…- singhiozzò –Non c’è nessuno che meriti di prendere il tuo posto, non c’è nessuno e mai, mai ci sarà!- si sedette sul letto –Perché…perché sei morto! non è giusto, non è affatto giusto!-

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Capitolo 12
*** Dodici ***


Ecco qui un capitolo bello intenso

Ecco qui un capitolo bello intenso! Dracuccio-amoruccio-mio-sono-figo-e-lo-so si svela! A chi? Mah! Leggere per sapere!

Un bacione Jade^^

DODICI

Ginny entrò alla Tana con i due bambini per mano. Ron alzò gli occhi da un foglio e la guardò stupito

-Che fai qua?- lei lo guardò male

-Ho una cosa da fare e non posso portare con me i bambini- ammise

-Non hai detto tu che non dovevamo più…-

-Ho cambiato idea Percival- sbottò lasciando i bambini che si guardarono intorno sentendo un po’ di tensione –Ora, voi due ascoltatemi bene- i due la guardarono –Fate i bravi, non fatevi male e per piacere, non distruggete niente!-

-Si mamma- disse Harry. Lei lo guardò truce –Giuro, faccio il bravo-

-Mmmh…OK-

-Dove vai mamma?-

-Da una persona-

-Da Draco?-

-Chi scusa?- la bimba strinse le labbra

-Da Draco!- ripetè la piccola

-Malfoy- fece eco Fred

-Oh…lui. Draco- fece una smorfia –Ma perché lo chiami Draco?- chiese alla bimba

-E’ il suo nome mamma- sorrise –Non lo sapevi?-

-Si si ma…oooh! Va bè, fa lo stesso!- li guardò

-E poi da lui ce la vedo che ci va- ghignò George –Solo per ammazzarlo potrebbe decidere di mettere i suoi piedi candidi in quella casa-

-Grazie George, tu si che sei uno da ascoltare- sbottò lei –Ora vado che è meglio- passò la mano sui capelli dei due bimbi e si smaterializzò

-Che facciamo bambini?- domandò Ron. I due monelli si guardarono, si sorrisero e lo guardarono con una faccia che dava poche speranze di un gioco calmo e senza post feriti gravi da mandare al San Mungo –Perché avete una faccia che non promette nulla di buono?- domandò lui guardandoli con sospetto

-Mai chiedergli che vogliono fare- lo avvertì Fred –Sono pericolosi!-

-Facciamo la lotta!- strillò Harry

-Si la lotta! La lotta! La lotta!- gridò Lilian gettando via la bambola che si prendeva sempre dietro a casa degli zii(e che tornava sempre con qualche ammaccatura di più a casa!). Si buttarono a capofitto su Ron che per liberarsi dei due, si trovò con un graffio sulla gola modello sgozzatura, un livido sulla coscia sinistra grande come una mela e un morso da vampiro sulla spalla

-Ahi ahi ahi!- Ron bloccò la mano del padre che lo stava medicando con una pomata fatta in casa con delle erbe

-Ron, vuoi smetterla di rompere perennemente?- domandò Fred –Sei stato quasi fatto secco dai Mangiamorte e non riesci a resistere ad un po’ di bruciore?- ridacchiò

-Vaffanculo Fred- sibilò –Mi hanno spellato! Vuoi che gli dica di farlo con te? Così poi vediamo che dici!-

-Zio che cosa facciamo? Ziooooooo!!!!- Lilian entrò con un sorrisetto e si appoggiò alla gamba –Dai…che cosa facciamo di divertente?-

-Nulla- disse Ron –Ora voi vi mettete a sedere e disegnate!-

-No- disse lei accigliandosi –Io voglio giocare-

-E allora giocate tra di voi! Mi avete quasi ucciso- lei alzò un sopracciglio

-Esagerato…-

§

Ginny si guardò intorno cercando di orientarsi un minimo in quella maledetta enorme casa. Aveva fatto su e giù per le scale senza aver trovato né Malfoy né un maledettissimo elfo ed ora stava per impazzire dalla voglia di prendere a pugni il muro

-Signora Potter!- se Dio vuole!!!

-Cercavo un elfo da dieci minuti- disse seccata

-Mi scusi signora Potter- disse ossequioso: Ginny odiava gli elfi ossequiosi!

-Dov’è Malfoy?-

-Signora non c’è il padrone! È al lavoro. Lo hanno chiamato perché due del suo squadrone hanno litigato e sono finiti al San Mungo- Ginny si accigliò

-Che lavoro fa?- chiese pronta a scommettere che era un lavoro che un ex Mangiamorte non si sarebbe meritato nemmeno dopo mille anni di Azkaban

-Comanda uno squadrone degli Auror signora- Ginny era senza parole: il Ministero era…ammattito? Ammattito di brutto?!

-Quando torna?- domandò lei acida

-Non so signora- disse sinceramente –Ma per cena di certo- lei alzò gli occhi al cielo

-Non è nemmeno ora di pranzo!- sbottò

-Signora io non…-

-Dove posso aspettarlo?- domandò senza il desiderio di ascoltare tutti i suoi sproloqui

-Mi segua- Ginny non se lo fece ripetere. Fu condotta in quella che pareva una biblioteca –Questo salotto può fare al caso vostro signora. Vuole qualcosa da bere? Vuole la colazione?-

-Si grazie- disse lei sedendosi sul tavolino in mezzo alla stanza. Afferrò il libro che stava davanti a lei e lo voltò. Un romanzo babbano. Che cosa ci facessero a Malfoy Manor dei romanzi babbani era…davvero tutto da scoprire. Comparve davanti a lei un vassoio con ogni ben di Dio e finito tutto quello che aveva davanti, il vassoio sparì. Girò un po’ per quel salotto-biblioteca fino a che non sentì la sua presenza sulla porta. Si voltò

-Che ci fai a casa mia?- domandò lui con le braccia incrociate al petto e facendo qualche passo avanti

-Non credevo che tu avessi un incarico così importante al ministero- disse lei senza troppi preamboli –Per un ex Mangiamorte è un bel cambio di…-

-Se sei qui per litigare non è giornata, davvero- si avvicinò ad un tavolino su cui sopra c’erano bicchieri e ampolle piene di liquidi che erano quasi sicuramente superalcolici

-Devi decidere se licenziare i due litiganti o…farli secchi?- lui fece tintinnare un bicchiere –Licenziali, sei sfuggito ad Azkaban una…-

-Weasley dimmi che vuoi e vattene- si voltò e lei strinse le labbra –Ho delle cose da fare, affari miei, e la tua presenza disturba i miei programmi giornalieri- lei alzò un sopracciglio mentre lui vuotava il bicchiere

-Ho fatto un sogno- lui fece un sospiro

-Mi dovrebbe interessare?- domandò lui

-Se taci lo scopri- sbottò lei sedendosi sulla poltrona. Lui si mise su quella che le stava di fronte e la guardò

-Illuminami-

-Tuo padre ha ucciso Harry, non Voldemort- Draco quasi fece cadere il bicchiere. Lo appoggiò sul tavolino –Dimmelo-

-Si, contenta?-

-E perché non me lo hai mai detto?- lui ridacchiò

-Primo trai motivi, è che non ti ho visto così spesso, secondo motivo, se non te lo avevano detto i tuoi perché dovevo dirtelo io? E terzo, morto per morto, che sia stato mio padre o Voldemort non faceva differenza, il risultato è…identico- lei strinse gli occhi

-Dovevi dirmelo- lo avvertì lei –Io dovevo saperlo!-

-No, non dovevo- sbuffò –E dato che tutti lo sanno che è stato lui, mi domando perché tu sia l’unica ad averlo scoperto ora!- annuì –Forse perché vivi in un altro mondo? Bè, forse!-

-Non dovevamo litigare o sbaglio?- chiese lei

-Tu hai cominciato- l’avvertì Draco –E ora che sai quello che tutti sapevano, puoi andartene-

-Oh! Scordalo! Capito? Ora io voglio sapere dell’altro- si leccò le labbra

-Non credo proprio, io ho altro da fare. Ascoltare un’isterica non è scritto sulla mia tabella di marcia di oggi- si alzò e lei lo colpì al viso con uno scattò che lui aveva faticato a vedere

-Comincia col disdire tutti i tuoi appuntamenti mio caro Malfoy, oggi tu di qui non ti muovi- lui la guardò pronto a schiantarla ma lei non si scosse minimamente

-OK- ringhiò –Ma questa me la lego al dito-

-Legatela dove vuoi, basta che tu mi dedichi un po’ del tuo sacro tempo Malfoy!-

-Si OK, aspettami qui maledizione!- e uscì fumante di rabbia. Ginny si sedette al suo posto e attese

-Cosa ci fanno qui dei romanzi babbani?- domandò appena lui fu rientrato dopo la bellezza di quindici minuti d’assenza

-Non sono affari tuoi- gli strappò di mano il libro e lei lo guardò offesa a morte

-Lo hai letto Malfoy? Quel libro che mi hai tolto intendo-

-Qualcosa- sbottò

-Ti insegnerebbe che le persone dovresti trattarle meglio, ti sarebbe utile- lui fece una smorfia

-A te sarebbe utile una mano di bianco per farti abbassare la cresta- lei lo guardò male

-Cos’è, mi minacci di botte?- sorrise divertita

-Non temere, non solo io ho questi pensieri. Con il modo di fare che hai, in parecchi hanno desiderato prenderti a sberle almeno una volta- lei lo guardò accigliata come per leggergli nella mente chi mai avesse mai potuto pensare certe cose

-Non ho chiesto a nessuno di starmi vicino caro Malfoy, sono gli altri che mi si appiccicano vedendo in me chissà che cosa-

-Chissà cosa, appunto- la guardò –Allora che vuoi?- domandò. Ginny fece un sospiro

-Ho sognato Harry- dichiarò lei –E mi ha detto delle cose-

-Molto commovente- borbottò Draco –Mi viene una lacrima-

-NON FARE L’IDIOTA!- gridò lei –Sono seria- sibilò –Quindi taci, e fammi finire!- lui non si scompose –Dicevo che ho sognato Harry. Mi ha detto molte cose e mi ha anche fatto vedere delle cose. All’inizio non ci ho fatto caso ma stamattina quando mi sono svegliata, certe piccolezze sono diventate importanti. Harry mi ha fatto rivivere alcuni momenti della nostra vita in cui c’eri…anche tu- lei strinse le labbra –A scuola, quando sei diventato una spia per noi, quando è stato ferito, a casa nostra quando è morto e anche al funerale-

-Quindi?-

-Perché quando avevo bisogno tu c’eri? E perché a scuola tu mi guardavi in quel modo?-

-Quale modo? E poi c’ero per sfiga, non mi sono mai interessati i piagnistei- lei strinse gli occhi

-Se non ti interessassero i piagnistei e fossi stato li per sfiga…- l’informò -…non mi evresti sorretto al funerale di Harry. Potevi lasciami cadere se non ti interessava di quel momento-

-Senti Weasley…mi pare che tu creda che tutto giri intorno a te- lei lo guardò colpito –Forse non è sempre così, non trovi? Lo sapevo che eri incinta e se fossi caduta, avresti perso quelli che poi sono risultati due gemelli. Quindi, per evitare il tuo suicidio, ti ho evitato la caduta. Stop, basta. Non l’ho fatto per te-

-Se non volevi che mi suicidassi…- lo avvertì lei

-I bambini non c’entravano e cadere non portava problemi a te in modo particolare, ma a loro. E poi, avresti fatto soffrire la tua famiglia…che di morti ne hanno già avuti anche troppi-

-Adori la mia famiglia ora?-

-Mi sono ricreduto. Diciamo che mi hanno fatto capire che non era colpa mia la morte di Harry anche se…era stato mio padre a causarla. E gliene sono grato-

-Ti sei fatto degli scrupoli sulla sua morte, sensi di colpa…cavolo, almeno la sua morte ti ha reso vagamente umano!- lui si accigliò e le prese le braccia alzandolo in malo modo. La strattonò un po’ –Malfoy! Lasciami che fai!!-

-Non ne posso più di te e dei tuoi modi, carina. Ora vediamo di darci una calmata, vuoi?- lei lo guardò con il cuore in gola –Non sopporto il tono in cui mi parli rossa, non sopporto come mi guardi, come se fossi chissà cosa, e non sopporto nemmeno…- lei arretrò e lui la seguì senza mollarla -…che tu mi veda ancora come un Mangiamorte. Non so come diavolo fare per farti capire che non lo sono più- la lasciò e si allontanò –E questo mi manda in bestia-

-Perché vuoi che io non ti consideri un Mangiamorte? Che ti frega di quello che penso io?- lui la guardò

-Non sono affari tuoi questi-

-E allora se non mi dai un motivo, non ti considererò mai null’altro che uno di quelli!- lui si sedette senza scomporsi

-Fa come ti pare. Vattene che è meglio, non abbiamo nulla da darci. E fai anche in modo di non capitare da queste parti tanto presto, mi infastidisci- lei deglutì

-No-

-Che altro vuoi?- chiese

-Non me ne vado finché non mi hai detto che cosa ti ha fatto tornare sulla retta via- lui rise di gusto

-Retta via? Tradire mio padre, mia madre, i miei amici e chi era per me Dio in terra per te è…retta via?- la guardò –Non mi crederesti se te lo dicessi, non mi crederesti nemmeno se te lo dicessi sotto influsso di Veritaserum- lei deglutì

-Prova- lui la guardò

-E’ stata una persona a indirizzarmi su quella strada, Blaise mi ha aiutato ma…il vero motivo era un altro- lei roteò gli occhi

-Quale?- chiese spazientita

-Una donna-

-Come?- era senza parole a quella notizia

-Già. Tu che mi dicevi a scuola che ero un pezzo di ghiaccio, che ero senza cuore…etc etc…Ti ho steso eh?- ridacchiò

-Chi è?-

-Chiedi troppo Weasley- la guardò –Che ti ha detto Potter?- lei dimenticatasi di colpo di quello che avrebbe voluto sapere da lui, si sedette

-Mi ha detto che devo ricominciare. Che ci sono persone che stanno soffrendo a causa mia e che lui non tornerà nemmeno se gli rimarrò fedele fino alla morte- alzò un sopracciglio –Vorrebbe che io mi trovassi qualcuno e che mi rifacessi una vita-

-Delle poche cose che ha detto Potter nella sua vita, questa mi pare la più sensata di un lungo repertorio- lei lo guardò malissimo –E’ vero!-

-Non dire sciocchezze!-

-Bè Weasley, rimango dell’idea che se non ti sbrighi prima o poi diventerai vecchia, con dei figli grandi, senza nessuno accanto se non due patetici elfi domestici. Una prospettiva allettante per il futuro no? Ora hai i tuoi bambini, pensa quando andranno ad Hogwarts. Sola in una casa grande e…pronta al suicidio dalla disperazione di giornate in piena solitudine…etc etc-

-Molte donne sono sole- gli ricordò lei

-Si ma non a ventisei anni- disse lui –A ventisei anni sono appena sposate, con un futuro radioso…come eri tu a diciannove anni-

-E come sarei tutt’ora se non fosse morto Harry!- precisò lei seccata

-Però è morto, devi darti una mossa-

-E chi è degno di prendere il suo posto?- chiese lei –Non conosco nessuno al di fuori di…alcuni miei vecchi compagni di scuola, e alcuni patetici Auror che la sola vicinanza mi fa venire il latte alle ginocchia- lui ridacchiò e scosse la testa

-Non puoi pretendere di trovare uno facendo paragoni-

-Non riuscirò mai a trovare qualcuno, forse nemmeno voglio trovare qualcuno!- disse sospirando

-Perché lo vieni dire a me?- chiese lui –Anzi, mi correggo, perché sei venuta da me? Io che diavolo posso fare per te e la tua anima in pena?- si guardarono

-Non lo so. Forse perché nel sogno tu eri sempre presente- lo guardò –Come se Harry volesse mostrarmi qualcosa.

-Tipo?- lei alzò le spalle

-Non lo so. O comunque qualcosa che non è possibile-

-Che tipo di cosa impossibile?-

-Vuoi per caso che ti faccia la domanda che credo tu sappia già?- lui alzò le sopracciglia

-Weasley…non sono ancora un indovino- le ricordò –Potrei provare a diventarlo ma per ora mi devo accontentare di rispondere a domande dirette e ben precise quindi, se devi farmi una domanda, falla, non credere che io la sappia già!- lei lo scrutò

-Mi devi rispondere sinceramente però- si impuntò lei puntandogli il dito contro

-Weasley…- si fece indietro ritenendosi già fregato in partenza

-Giura-

-Si, giuro- disse svelto lui

-Chi…è, la donna di cui parlavi prima?- lui fece una smorfia –Credevi mi fossi dimenticata?- lui annuì –Non è successo-

-Non la conosci quella donna-

-Non l’ho mai conosciuta?-

-Si, credo di si- lei si leccò le labbra

-E…com’era?-

-Era il tuo opposto- le riferì –Rideva di tutto…ma sapeva anche essere seria. Era intelligente e spesso dava di matto per una piccolezza- alzò le spalle –Credeva di essere l’ultima ruota del carro ai miei occhi, in realtà è stata lei che rimastami in testa per tutti gli anni prima della mia-…- ci pensò -…conversione, mi ha dato la spinta per migliorare. Non che sperassi che lei mi avesse preso a guardare con occhi diversi ma…volevo dimostrare che non ero così come lei mi vedeva-

-E lei ora…dov’è?-

-Non esiste più-

-E’ morta?- domandò con uno sguardo spiaciuto e preoccupato

-Diciamo di si- lei si accigliò

-Ti vuoi spiegare?!- chiese seccata dai suoi giri di parole

-Ora lei non c’è più, è morta si-

-Mi spiace…- storse la bocca –Cavolo che peccato- lo guardò –Cosa provavi per lei?- domandò Ginny –Tu l’amavi?- lui non rispose subito, ci mise qualche secondo a decidere se dirglielo sarebbe stato un bene o meno

-Si. Da un sacco di tempo. Anche se non l’ha mai saputo-

-Non sapeva nemmeno che eri cambiato per lei?-

-Aveva altro per la testa lei. Il suo eterno amore- alzò le sopracciglia e Ginny si appoggiò allo schienale della poltrona

-Come si chiamava?- si guardarono

-Virginia Weasley- lei strabuzzò gli occhi, schiuse la bocca e sbiancò poi strinse gli occhi in due fessure nere, serrò le labbra facendo impallidire le labbra e divenne rossa più di rabbia che di vergogna

-SEI UN IDIOTA!- si alzò –SE VOLEVI MANDARMI VIA CI SEI RIUSCITO!- andò verso la porta furibonda

-Mi hai chiesto e io ho risposto!-

-Io volevo fare un discorso serio cretino di un Malfoy!- aprì la porta ma quella si richiuse con un tonfo sordo. Ginny fece un passo indietro

-Ripeto- Ginny sentì il freddo scendere giù per la schiena: la sua voce era diventata fredda, distaccata e anche terribilmente astiosa, non l’aveva mai sentita prima di quel momento e si voltò a fatica per guardarlo in faccia. Lui però era ancora seduto –Tu hai chiesto, io ti ho risposto- si alzò facendola sobbalzare –Capito?- lei deglutì e annuì respirando così piano che faceva fatica a sentire l’ossigeno riempirle i polmoni –Siediti subito al tuo posto- le segnò la poltrona e lei non se lo fece ripetere. Andò verso di lui e si sedette un po’ più tesa di poco prima e lui fece lo stesso

-Ho ragione ad essere arrabbiata- si giustificò –Mi hai…preso in giro anche se le mie intenzioni erano…buone- strinse le labbra –Non è da persone mature-

-Non parlarmi di maturità Weasley. E poi anche io sono serio-

-Mi parli di qualcuno morto…anche se è vivo e vegeto e per di più…è il tuo interlocutore? Malfoy, riprenditi, qui di maturità non c’è…-

-Tu non sei la Virginia Weasley di cui io mi sono innamorato- lei strinse le labbra –Non sei nemmeno la sua ombra. Sei qualcuno di indefinito- lei si accigliò e attese che continuasse, ma non lo fece

-Io sono Virginia Weasley, Malfoy!- lui ridacchiò

-No, affatto. Sei una vedova che piange in continuazione ed ha smesso di vivere perché non sa che fare della sua vita patetica-

-Non osare dire che la mia vita è patetica!- lo aggredì lei –Non lo è affatto!-

-Lo è, e lo sai anche tu. Anche Potter lo sa! Da lassù è dovuto venirtelo a dire!- alzò le sopracciglia –Dice molto della tua situazione tutto ciò a mio avviso- lei deglutì e guardò per terra –Ecco perché dico che Virginia Weasley è morta, perché lei, non sarebbe mai…caduta così in basso- lei alzò gli occhi –Amava la vita, la sua famiglia…e soprattutto sapeva perdonare e apprezzare quello che gli altri le davano. Tu vivi attraverso due bambini di cinque anni, non hai ancora pianto per tua madre e i tuoi fratelli, mi odi per essere stato quasi obbligato a farmi marchiare, non apprezzi ciò che i tuoi vecchi amici di scuola fanno per te- alzò un sopracciglio –Sei un’estranea, sei l’ombra di una vita che non c’è più, che è morta-

-Virginia Weasley non era così perfetta come dici tu sai? Logico che tu vedessi in lei qualcosa che non c’era…dato che ti bastava guardarla da lontano e insultarla- lui la guardò senza una minima emozione in viso –Ma anche lei era umana e debole. Harry era il mio pilastro e lui se ne è andato, logico che non sappia più che fare-

-Virginia Weasley…non aveva bisogno di appigli-

-Lo dici tu!-

-NON ERO COSI’ CRETINO WEASLEY!- gridò lui –SO QUELLO CHE DICO. PRIMA CHE TU STESSI CON POTTER CAMMINAVI CON LE TUE GAMBE!!- fece un sospiro –E lo so quello che sto dicendo- si guardarono –Lo so. Anche se ti guardavo da lontano e ti insultavo…ti conoscevo maledizione!- lei lo guardò con gli occhi lucidi –Ma poi ti sei lasciata andare e…lui decideva, lui faceva, lui ti programmava la giornata…- scosse la testa –E Virginia Weasley è morta pian piano, finendo completamente la sua vita il giorno della battaglia decisiva- annuì –E non dire di no- lei fece un sospiro guardandosi le ginocchia –Appunto- si alzò e si versò da bere, stava per riprendere a parlare quando lei scoppiò a piangere. Lui la guardò senza essere troppo colpito da quella reazione e si avvicinò –Weasley non credo che…-

-Non mi toccare!- gli schiaffeggiò la mano e lui fece un sospiro –Come se non lo sapessi che sono diventata qualcuno di irriconoscibile!- singhiozzò –Mi date addosso tutti credendo di sapere e di essere quelli che ci sono arrivati prima ma…ma non ci pensate nemmeno un secondo alla possibilità che io da molto più tempo di voi sappia che sono un’altra persona? Mi credete tutti così idiota?! Voi credete di sapere tutto ma…voi non sapete niente! Tutto quello che dovevo fare nella mia vita è finita in catafascio e voi osate anche darmi addosso perché mi sono chiusa in me stessa! Si vede proprio che non sapete nulla del male che provoca la morte ingiusta di qualcuno in una guerra fatta da persone che se ne fregano di ragazzi che non c’entrano nulla!-

-Non crederti così saggia- lei lo guardò –Forse ti dico questo perché anche io ci sono passato, che dici? Anche a me stanno un po’ sullo stomaco le persone che dicono cose senza avere un’esperienza diretta quindi, se io ti sto dando addosso, significa che non solo tu…hai perso qualcuno di importante, che dici?- lei lo guardò

-Chi?-

-Questo non è affar tuo- Ginny lo guardò ancora più curiosa

-Ma io…-

-A proposito- andò fuori dalla stanza e tornò dopo qualche minuto –Questo è di Lilian- Ginny prese la scatola da scarpe e sollevò il coperchio

-Un uccellino con l’ala rotta?- lo guardò facendo una smorfia –Di Lilian?-

-Lo ha trovato lei, io l’ho solo risistemato. Lo vorrà riavere, è suo- Ginny chiuse la scatola e gliela porse

-Forse è meglio che gliela ridai tu- propose lei

-E come?- domandò –Non è qui- lei fece un sospiro

-A casa mia ci sai arrivare quindi, dieci minuti per portarglielo sono certissima che li troverai- lui prese la scatola guardandola negli occhi molto sorpreso da quel suo cambio di rotta –E poi, noi siamo sempre li a parte la domenica pomeriggio e alcuni giorni in cui loro sono alla Tana e io a Diagon Alley- alzò le sopracciglia

-A casa tua?- le chiese per sicurezza. Lei annuì –Ma sei sicura di non essere gravemente malata…Weasley?-

-No Malfoy, ma se vuoi ritiro l’invito-

-No no, OK, appena ho tempo…faccio un salto- lui annuì

-OK, perfetto!- sorrise Ginny –Ciao ciao- si smaterializzò

-Ciao- alzò le sopracciglia –Wow…-

-Rinfodera la lingua Malfoy- lui si voltò –Bravo, ottimo, sei stato davvero…bravo-

-Lovengood- sbottò lui

-Ero già sicura che non ci saresti riuscito- sorrise –Ma sei un Malfoy e i Malfoy non perdono mai. Se qualcun altro avesse parlato così, l’avrebbe persa di certo invece, come sempre, tu sei stato eccellente- sorrise versandosi da bere –Si vede proprio che ti piace-

-Hai visto e sentito quello che volevi, ora vattene lunatica!- lei sorrise

-Vado, vado- annuì –Ottimo lavoro comunque. Sapevo che non avresti fatto un buco nell’acqua!- sorrise –Ci vediamo. Non rovinare tutto con i tuo comportamento intraprendente però, a letto con te, per un bel po’, temo che non ci verrà-

-So aspettare-

-Si, lo credo anche io: dopo dieci anni abbondanti, qualche mese non credo che ti cambierà molto- lui strinse gli occhi –Ciao-

-Appunto, ciao- lei si smaterializzò e Draco si sedette sul divanetto

-Se rovinassi tutto, non mi farei più chiamare Malfoy, giuro!-

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Capitolo 13
*** Tredici ***


Scusate il ritardo

Scusate il ritardo!!!!! Ecco un altro chap, spero vi piaccia e che le rec non manchino!!

Jade^^

TREDICI

Ginny si allontanò dalla tomba di Harry mentre i bambini annoiati si sedevano per terra beccandosi per delle sciocchezze. Non era mai andata a cercare né sua madre né i suoi fratelli trai tanti morti nella battaglia contro Voldemort e girando per la stanza, li trovò dalla parte opposta della stanza. Le tre lapidi erano uguali e le foto faceva male guardarle. Come era potuto accadere che non avesse mai pianto per loro come aveva detto Draco? Erano sua madre e i suoi fratelli maggiori! Che delusione era stata per loro prima di tutti gli altri! Maledizione!!

-Mamma andiamo via?- domandò Harry –Voglio andare a giocare- Ginny lo guardò

-Un attimo Harry, dove fare una cosa prima-

-Non piangi vero ancora?- domandò Lilian preoccupata

-No- annuì –Andate a salutare papà, io arrivo- loro annuirono e Ginny volse lo sguardo sulla madre –Ciao mamma- fece un sospiro –Sono passati cinque anni e…cavolo, ti ho cercato solo ora, come se non mi fossi accorta della tua mancanza. Che razza di figlia…- fece un sospiro –So che non mi hai abbandonato comunque- fece un sorriso –E quindi non sto a presentarti né Harry né Lilian. Papà poi te ne avrà parlato- si leccò le labbra –E ti avrà parlato anche di me suppongo- si mordicchiò le labbra –Volevo dirti che d’ora in poi mi farò vedere da te ogni tanto…giusto per rimediare al tempo passato. E anche voi…scusatemi- guardò Bill e Charlie –Anche con voi sono stata patetica. Mi sono dimenticata di voi…e sono senza scusanti- stropicciò le mani e fece un sospiro –Rimedierò- annuì –Promesso-

-Mamma…-

-Ora vado- sorrise –Ciao- andò verso i bambini –Ciao Harry- posò un bacio sulla foto e prese la mano dei due piccoli impazienti

-Andiamo anche oggi da Draco mamma?- domandò Lilian –Ci andiamo vero? Gli devo far vedere che l’uccellino vola!-

-Si si, ci andiamo Lilian, ci andiamo-

-E così possiamo andare a giocare in giardino!- disse tutto allegro Harry pronto a scorrazzare come un pazzo per quei giardini che non avevano fine

-Harry però non finire nei guai come l’altra volta-

-Si, non finire nei guai- disse Lilian –Che mi hai fatto paura!- Ginny lo guardò

-Capito?-

-Si si…- disse un po’ seccato -Bah, donne!-

-Ehi- disse Ginny –E questa dove l’hai sentita?- si accigliò –Harry?-

-Da Draco- disse lui come se fosse ovvio. Ginny fece un sospiro –E’ ovvio, no?- Ginny roteò gli occhi

-Lo immaginavo che fosse stato lui a dirla in tua presenza, lo sapevo!- lui sorrise

-Sa tantissime cose Draco, tantissime!-

-Ora lo prendi a schiaffi per aver detto quella cosa?- domandò allarmata Lilian. Ginny la guardò

-No!- disse come se lei prendesse a schiaffi ogni persona che diceva una cosa fuori luogo –No di certo. Gli farò presente che non…devo insegnare cose strane a te e a tuo fratello-

-Ah…- disse la piccola –Allora OK- sorrise

§

-No signor Weasley, vostra sorella non c’è adesso- Ron si guardò intorno

-E scusa, ma dov’è?- Winky fece un sospiro

-La signora va sempre via da qualche settimana, via coi bambini e non tornano per cena- si mordicchiò le labbra sporgenti

-Ma non dice dove va?- chiese lui –Mi devo preoccupare?-

-Non signore, vostra sorella va dal signor Malfoy quindi…non credo sia in pericolo- disse l’elfo con un po’ di timore nella voce, come se quella fosse una notizia da non riferire a nessuno di estraneo

-Da Draco Malfoy?!- domandò agitato –Stai…scherzando vero? Lei a Malfoy Manor?!- l’elfo fece spallucce

-Non so se a Malfoy Manor, ma so che i bambini vanno la volentieri e che la signora non è più triste come sempre da quando va la il pomeriggio- Ron la guardò annuendo con sguardo grave

-OK, OK grazie Winky, molto gentile- lei sorrise

-Di nulla signore!- e sgambettò via mentre Ron si smaterializzava alla Tana

§

-…E NON TI MUOVI DI QUI FINO A CHE NON SARO’ IO A DIRLO MI HAI CAPITO?!?!- la bambina che non la smetteva più di piangere fu messa contro il muro da una Ginny inviperita come era successo poche volte in quelle settimane –E tu- Harry che per la prima volta non c’entrava nulla si fece indietro –Mettiti la e non osare fiatare- gli segnò una sedia vicino alla finestra

-Ma io non ho fatto niente- si lamentò –E’ lei stavolta!-

-Harry, se mi fai ripetere…non hai idea di quante ne prendi, ho la mano che formicola ancora e ti giuro che posso benissimo appagarla con te- lui dilatò gli occhi e trattenne il respiro correndo poi dove Ginny lo aveva mandato –Perfetto-

-Ginny non credo che…-

-Non insegnarmi come punirli- lo minacciò lei guardandolo –Hanno distrutto tutta la vetrina con…- fece un sospiro -…tutto il servizio di tua madre in oro e porcellana e se permetti…anche se tu neghi, valgono più o meno un occhio e tu di certo c’eri affezionato- lui si accigliò pronto a smentire: quel servizio lo odiava a morte e lo teneva solo perché non avrebbe saputo come riempire quello spazio che vuoto sarebbe risultato squallido. Lo odiava per svariati motivi, il primo perché era stato di sua madre, secondo motivo perché gli ricordavano tutte le maledettissime cene di gala che sua madre organizzava per i suoi diciamo “amici” con consorti anch’esse non proprio “amiche” del padre e terzo perché quando a sette anni gli era caduto un piattino che si era disintegrato completamente, sua madre lo aveva chiuso in uno stanzino per tutto la giornata, tirandolo fuori la sera solo per prenderlo a schiaffi e trascinarlo in camera dove ne avrebbe prese della altre se un elfo non l’avesse avvertita che degli ospiti erano arrivati(un elfo che Draco aveva preso particolarmente in simpatia e che dopo anni, anche se aveva tradito, gli era rimasto molto a cuore e rimpiangeva di non averlo più a servizio)

-Veramente io non…-

-Oh ti prego!- sbottò lei –Non vorrai scusarli!- lo rimproverò come se quella fosse una ignominia tra le peggiori mai sentite

-Veramente…-

-Ora loro rimangono qui sino alla merenda- sbottò lei –E non mi farai cambiare idea! E dato che sono figli miei…- lo guardò negli occhi -…non pensare di poterli salvare- annuì –Capito?-

-Si, certo- annuì –Ehm…andiamo di la lasciandoli crogiolare nel loro…brodo?- lei lo guardò e annuì

-Si…ma non dovresti far sistemare?-

-Oh no- la spinse fuori –Non mi priverai della gioia di vedere quel servizio frantumato a terra nemmeno per un milione di galeoni!- fece un sorrisetto soddisfatto –Alla faccia di mia madre!- lei lo guardò

-Ma che dici!-

-Aspettami qui, devo fare una cosa- rientrò nella stanza e afferrò da una biscottiera su una mensola due cioccorane incartate. Ne porse una a Harry che diede le spalle alla porta per poterla mangiare senza il problema di essere avvistato e poi si avvicinò alla bambina che aveva smesso di piangere ma che grattava il muro con l’unghia dell’indice –Ehi- lei si voltò a guardarlo

-Sei arrabbiato?-

-No no- sorrise dandole la cioccolata –Anzi, se ti viene voglia di demolire qualcos’altro ti mostro io alcune cose di cui vorrei liberarmi- lei sorrise

-Davvero posso demolire qualcosa?- lui annuì

-Si si…ma non dirlo a tua madre OK?- lei annuì aprendo la cioccorana

-OK, starò zitta con la mamma- lui sorrise

-Bene- le passò una mano suoi capelli e uscì –Eccomi qui!-

-Che hai fatto?- domandò la rossa poco convinta del suo fare qualcosa che non interessasse i due bambini in punizione

-Non temere, non credo che ti interesserebbe- sorrise –Giuro- lei fece una smorfia –Ho trovato il libro che cercavi a proposito- lei si illuminò

-Davvero? Lo hai trovato?!-

-Si, mi è costato come l’oro. Questi maledetti babbani che speculano sull’antichità!-

-Ehi, ma anche noi speculiamo-

-Noi maghi…non lo facciamo come loro! Ti assicuro, mi sono…svenato!-

-Tanto lo sai che ti ritorna indietro quel denaro Malfoy!- lo riprese lei –Mica voglio che me lo regali! Avevamo messo in chiaro che te lo avrei pagato-

-Si me lo avevi accennato- fece vago lui facendola entrare in biblioteca –Ma diciamo che ho deciso di regalartelo-

-Ma io non voglio che tu me lo regali!- sbottò lei

-Weasley…non saprai mai quanto è costato quindi non potrai darmi indietro i soldi- l’avvertì lui

-Allora lo lascio qui- lui la fece sedere ridendo di gusto

-Non lo credo nemmeno se lo vedo!- lei lo guardò male e lui alzò un sopracciglio –Lo accetterai, fidati-

-Si ma io non volevo che me lo regalassi! Maledizione, se sapevo così ti avrei chiesto l’originale di qualcosa di un po’ più complesso!-

-Anche questo è stato complesso carissima! Ci hanno messo due settimane i miei…-

-…strozzini?-

-Stavo per dire i miei aiutanti-

-Aiutanti…come no!-

-Fatto sta che hanno convinto il babbano del museo a vendermi questo libro ed eccolo qui- le porse una busta di plastica trasparente e Ginny lo afferrò con le mani che tramavano un po’

-Oddio…- aprì la busta ed afferrò il romanzo rilegato con uno spago e scritto completamente a mano –Oddio…- aprì le prime pagine. Sarebbe stato illeggibile, ma era stato scritto di suo…pugno! Era l’originale

-Non so perché ti interessino quei mucchi di fogli incomprensibili sinceramente. Di un babbano per di più-

-Tu non capisci proprio!- lei si alzò –Questo…scrittore era famosissimo in Francia e qui in Inghilterra i collezionisti babbani per questo…farebbero follie. Per non parlare dei francesi- sorrise –Questo…è il santo Graal degli amanti della letteratura settecentesca!- si sedette –Da ragazzina lo avrò letto…cinquecento volte- annuì –Anche di più forse-

-Bè, allora deve essere un bel libro-

-Oh si, lo è. Per una bambina che deve indossare i vestiti dei fratelli e sorbirsi le…cattiverie…- lo guardò –…di qualcuno come te, era un po’ una salvezza dal pessimo mondo in cui era nata-

-Oh…-

-Dovresti leggerlo- sorrise lei –E’…istruttivo!-

-No grazie- asserì Draco calmo

-Hai dei romanzi babbani…e non vuoi leggere questo?- si stava scaldando: non credeva che fosse un bel romanzo quello?!

-Mettiamola così, quei romanzi babbani…non sono miei- lei alzò un sopracciglio, che nascondeva Draco Malfoy?

-E di chi?- gli domandò lei

-Devo decidermi a buttarli- ammise andando alla finestra e guardando fuori

-No no! Li prendo io!- si agitò lei. Lui fece spallucce

-Come vuoi- Ginny appoggiò il romanzo dopo averlo rimesso dentro la plastica e andò da lui

-Draco?-

-Che?- lui fece un sospiro e lei gli posò una mano sulla spalla

-Per caso c’entra…qualcuno di particolare?- si guardarono –Che so…tua madre?- lui ridacchiò

-Weasley mia madre non leggeva gli autori babbani. E’ un po’ come se mio padre si fosse messo a tavola con la tua famiglia: impossibile- lei annuì accigliata

-Si bè…immaginavo- lui fece spallucce

-Non sono miei…ma non c’è un mistero dietro, non ti fare viaggi senza fondamento-

-Ma se sono qui…- lui le prese il viso con una mano

-Weasley…per piacere smettila- lei annuì –Bene- la lasciò e Ginny si massaggiò le guance

-Mi hai fatto male- lo colpì ad un braccio –Che violento!- lui sorrise –E non ridere! Come osi!- si guardarono –Ho fame- ammise lei –A proposito- disse cambiando repentinamente discorso –Sono andata da Harry e…da mia madre- si leccò le labbra –E logicamente da Bill e Charlie- lui la scrutò –Secondo te…è un male che non sia riuscita a piangere?- domandò pensierosa –Ecco…è la prima volta che mi sono fermata da loro ma…non sono riuscita a piangere, nemmeno una lacrima- fece un sospiro –E’ un male?- lui ci pensò su

-Direi…di no- lei lo guardò –Nel senso che non…cioè…in tutti questi anni non hai fatto altro che piangere e quindi forse hai finito le scorte di…-

-Ma quanto sei scemo!!!- lo colpì con forza –Il mio è un discorso serio- lui rise di gusto e lei scoppiò a ridere a sua volta –Che scemo che sei!- lo colpì coi pungi sullo stomaco

-Almeno non sei partita a piangere come una fontana!- lei si bloccò e lo guardò

-Lo hai fatto per questo?- lui alzò un sopracciglio

-Non è un male che tu non pianga- lo guardò abbassando le braccia –Lo sanno che stai male per la loro mancanza, non è piangendo che lo dimostri-

-Ma con Harry…-

-Lui era un caso a parte- lei annuì

-Dici che va bene allora-

-Certo- lei sorrise

-Ora mi sento meglio- fece un sospiro rilassata e si sedette –Mi serviva un parere- lo guardò –Ora che mi viene in mente- lui annuì pregandola di continuare(anche se non avrebbe potuto azzittirla facilmente, lo aveva imparato in quelle settimane a sue spese, quando partiva con le domande…ci volevano miracoli per azzittirla!) –Ma perché non te ne vai da questa casa? La odi-

-Perché è della mia famiglia da circa mille anni e anche se mi fa venire i brividi non riesco proprio a decidermi di abbandonarla a se stessa. Sono un Malfoy comunque- lei annuì

-E’ triste che tu ci sia legato sempre e comunque- lui sorrise

-Tu continui a vivere a Grinmauld Place-

-Li non ho passato anni di inferno con genitori pazzi, maniaci delle torture, dell’omicidio e delle punizioni gratis!- lo avvertì lei –Li ci ho vissuto con Harry e…mi piace quella casa, molto- annuì –Anche se ci sono stanze che mi fanno venire in mente…- si passò una mano sul collo tastando la chiave -…cose che mi rattristano- lui le afferrò la collana

-Che ci hai chiuso con questa? Non me lo hai ancora detto- lei gliela tolse di mano e si alzò

-Una stanza- disse solo

-Che spiegazione- disse sarcastico

-Basta, una stanza- lo guardò –E se non te lo voglio dire non…puoi obbligarmi- lui si accigliò ma lasciò perdere per evitare liti di ogni genere. Lei guardò fuori e lui si avvicinò

-Ehi, tutto bene?- lei annuì schiarendosi la gola e probabilmente per allontanare quel nodo alla gola che le si era formato. Aveva gli occhi lucidi –Ehi…- le cinse il corpo e la strinse a se. Ginny presa alla sprovvista si irrigidì

-Draco non…mi stritoli- lui allentò la prese e lei posò le mani sulle sue braccia spingendo per allontanarlo senza successo –Lasciami…-

-No- disse calmo toccando lo stomaco con lenti movimenti circolari

-Draco per piacere- disse un po’ allarmata –Lasciami- lui lo fece e la voltò

-Non stavo facendo niente di che- lei lo guardò

-Lo sai che…non riesco ancora a…come dire…- ci pensò con il cuore in gola

-Lasciarti andare?- lei lo guardò

-Si, ecco- fece un sospiro –Ti ho chiesto un po’ di tempo e…tu mi stai soffocando- lo guardò –Mi sei sempre addosso e non…sono abituato né alla tua vicinanza né a quella di qualcuno che non sia…-

-…Harry Potter- lei annuì –Credevo che ormai il “po’ di tempo” fosse concluso- lei lo guardò negli occhi –E poi sei tu che soffochi me, non il contrario- lei strinse gli occhi

-Non mi va di litigare-

-Nemmeno a me-

-Forse è meglio che vada- si leccò le labbra –Vado a prendere i bambini e…-

-Mi sa che sono a fare merenda e poi…da basso gli elfi saranno già a preparare la cena, non vorrai rovinare tutti il loro lavoro-

-No io…ma…ma che ti importa del lavoro degli elfi?- chiese curiosa –Tu…ehm…allora?- lui sorrise

-Mi interessa anche se non mi credi-

-Ti credo…se lo dici- lui alzò un sopracciglio

-Miracolo-

-Però credo che arriveremmo a litigare- lo avvertì lei –Quindi è bene che ci vediamo domani o…dopodomani, quando hai tempo insomma- lui la fermò per il braccio mentre lei già arretrava verso la porta- lo guardò –Draco non…-

-Per piacere- lei fece un sospiro –Mi pare che arretriamo invece cha andare avanti. Non ci riesco a…fare come te. Non sono come te. Mi stai facendo dannare OK?- lei annuì

-Scusa io…-

-Non dovresti venire qui, se non hai intenzione di proseguire, non dovresti venire affatto- lei strinse le labbra

-Faccio fatica a pensare una cosa del genere Draco. Non puoi chiedermi in tre settimane a mala pena, di passare da fedele moglie di Harry a…che so…compagna tua. Non ci riesco è…impossibile. Se non sai aspettare mi spiace, mi spiace davvero- si fece indietro –Ciao- andò alla porta e lui le si smaterializzò davanti. Lei urlò e si fece indietro con la testa che le aveva preso a pulsare dolorosamente e il cuore ai mille –Sei pazzo! Pazzo! Pazzo! Mi hai fatto una paura…una paura…- si appoggiò alla sedia –Dio…- lui si avvicinò

-Posso aspettare- lei lo guardò

-Potevi dirmelo anche senza smaterializzarti davanti a me! Vuoi farmi morire?!?!- lui scosse la testa e l’avvicinò

-Scusa- le sfiorò i capelli con la mano –Non volevo mi scappassi- lei annuì –Comunque non ho intenzione di perderti per…una scemenza. Posso aspettare- lei sorrise

-OK- sorrise –Comunque non rimango qui, vado a casa-

-Va bene- lei sorrise e gli posò un bacio nell’angolo della bocca –Sai come mi sento?- lui scosse la testa –Hai presente una ragazzina che ha il primo moroso e lui deve aspettare che lei sia pronta per farlo?-

-Ho presente-

-Mi sento così, patetico non trovi?- lui annuì

-Solo un po’- lei sorrise

-Ciao- lui annuì e non rispose

§

Ginny si gettò sul letto pronta per andare a letto. Si rigirò un po’ sulle coperte poi osservò una foto di Harry

-Che mi dici Harry? Sto sbagliando o sto facendo la cosa giusta?- storse la bocca –E’ che ho un casino in testa e un sacco di paure che mi fanno arrovellare tutto il girono. Con lui vicino poi non sai! Mi fa crescere sensazioni strane che di solito le tengo ben controllate…- sbadigliò –Mi sento una cretina! Una cretina di prima riga…- si infilò sotto le coperte e le tirò sin sotto il mento. Si rannicchiò e chiuse gli occhi –Notte Draco- per qualche secondo non disse nulla poi, di colpo saltò a sedere sul letto –Oh no…Che ho detto? CHE HO DETTO?!?!- Dobby comparve nella stanza

-Signora tutto bene?- Ginny scosse la testa

-Va tutto malissimo, va tutto molto, molto male- saltò giù dal letto e afferrò la vestaglia che si infilò alla veloce

-Signora che cosa succede? Che cosa…-

-Devo andare Dobby, ho…un enorme problema- lui la vide uscire dalla stanza e cercò di starle dietro, ma Ginny era decisamente veloce nella corsa. La vide entrare nel camino e pronunciare solamente –Malfoy Manor- ed erano appena passate le nove

Ginny tossì e si passò la mano sul viso leggermente nero di fuliggine. Uscì dalla stanza e la casa era immersa nel buio. Un senso di…paura nel vero senso della parola si impadronì di lei: non sapeva dov’era, non sapeva dove cercarlo, quella pareva la casa dei fantasmi e non c’era un elfo in giro nemmeno a pagarlo oro!

-Diavolo! Diavolo! Diavolo!- sbottò molto seccata da quella situazione

-E lei chi è?- un elfo! Un elfo!

-Ho bisogno di vedere Draco-

-Signora, il padrone è in camera sua e non vuole essere disturbato per nessuna ragione al mondo quando è la- Ginny lo guardò sull’orlo di una crisi di nervi

-E’ molto importante-

-Mi spiace ma…-

-Dimmi dov’è la sua camera e fingerò di averla trovata da sola!- disse spazientita. L’elfo fece un passo indietro –Il piano superiore e…la terza porta dopo il quadro dell’ex padrona- Ginny annuì e salì le scale in fretta. Si fermò davanti al quadro della bellissima, altezzosa e troppo sicura di se Narcissa Malfoy. Ginny la scrutò e sentendosi un po’ fuori posto andò alla terza porta. Notò che non aveva le scarpe e che era di certo impresentabile. Solo che doveva assolutamente dirgli quello che era accaduto. Doveva! Bussò piano e non sentì alcun rumore, bussò ancora più forte

-Chi diavolo è?- Ginny fece una smorfia

-Draco, sono io- disse sicura che quella risposta non l’avrebbe di certo risparmiata da una ramanzina di prima riga –Devo dirti una cosa-

-Vieni- lei aprì piano la porta e si infilò dentro. La stanza era bellissima ma Ginny non si poté soffermare troppo su tutta quella ricchezza in pochi metri quadrati, lui la stava guardando in modo…strano. Non sapeva se ridere o piangere probabilmente

-Come diavolo sei conciata?- ridacchiò e lei lo guardò malissimo

-Dato che qui non ci si può smaterializzare dopo un certo orario…- ringhiò -…ho dovuto usare la polvere volante e…questo è il risultato- lui rise di gusto –Hai finito?- gli chiese dopo qualche secondo in cui le era venuta voglia di strozzarlo come minimo

-Si…si certo!- lui si alzò dalla scrivania piena di fogli, foglietti e fogliettini e le si avvicinò –Dimmi Weasley…che fai qui? A quest’ora e preciserei…vestita così? Scalza per di più?- lei incrociò le braccia al petto

-Stavo andando a letto-

-A quest’ora?!?! Ma vai a letto con le galline?!?!- lei strinse gli occhi in due fessure nere

-Io Malfoy, devo svegliarmi presto il mattino perché ho due bambini a cui tenere dietro e ti assicuro che non posso andare a letto alle due o tre di notte come fai tu perché sennò, dopo due giorni, sarei ricoverata al San Mungo!- sorrise

-Si, ma alle nove…-

-Oh smettila!- sbottò –Ti devo dire una cosa, non sono mica qui per fare un concorso sul mio modo di vestirmi e sull’ora in cui vado a letto!- lui annuì

-OK OK, ma non sederti da nessuna parte, sei tutta nera e se mi rovini…- lei lo guardò male e lui sorrise –Non mi incanti con quella faccia seccata, non mi freghi- annuì –Affatto-

-Va bè, starò in piedi!- si guardarono

-Dimmi tutto- si sedette –Che cosa ti ha trascinato giù dal letto a quest’ora…tardi?- ridacchiò sotto i baffi

-Ti ho visto ridere Malfoy, non mi freghi…- lui rise e lei gli si avvicinò colpendolo alla spalla –Stop!- lui annuì

-Scusa, scusa- si fece seria –Illuminami-

-Ero pronta per andare a letto, e come ogni sera…- lo guardò -…avevo intenzione di salutare Harry come faccio sempre- lui annuì senza scomporsi troppo –Ma non l’ho fatto, mi sono sbagliata- lui alzò un sopracciglio

-E questo ti ha trascinato giù dal letto…e ti ha costretto a raccontarmelo?!?!- domandò scettico –Ginny credo che tu stia…esagerando con le tue paure sai?-

-Ma tu non hai capito?!?!-

-Ho capito che sei qui per dirmi che ti sei scordata di salutare Potter- il tono della sua voce era molto seccato –E dato che potevi rimediare salutandolo normalmente, trovo alquanto seccante che tu sia qui- lei lo guardò senza parole

-Potresti farmi finire di parlare- sbottò lei –Lo so anche io che se mi fossi scordata avrei potuto rimediare senza parlarne con te, ma il fatto è che la cosa è irrimediabile-

-E perché di grazia?- domandò lui

-Perché invece che dire “Notte Harry”…- sibilò -…ho detto un’atra cosa- strinse le labbra

-Cosa?-

-Non chiedermelo, mi vergogno- divenne tutta rossa –Ecco perché sono qui- si stropicciò le mani guardandolo alzando gli occhi su di lui con la testa ancora bassa

-Se non mi dici…-

-Ho detto…una cosa che con Harry non c’entrava nulla- annuì –Nulla nulla-

-Cosa?!- domandò lui irritato

-Ho dato la buona notte a te!- lui la guardò senza aver ben capito

-Non credo di avere capito- l’avvertì

-Allora sei tonto!- sbuffò lei sbattendo il piede a terra –Ho detto che invece di dire “notte Harry” come da anni a questa parte, ho detto “notte Draco”! Ti pare normale? Io vado in crisi se tu non la pianti di girarmi per la testa, capito?!- lo guardò negli occhi

-Ti giro per la testa?- domandò con un sorrisetto

-Non è divertente Malfoy!- lo avvertì lei astiosa –Non lo è affatto?!- lui annuì

-E tu mi vieni a dire una cosa del genere? Ginny credo che tu debba rilassarti. Potevi salutarlo anche se avevi fatto una gaffe del genere! Certo, per espiare un peccato così potevi auto flagellarti ma…- fece un passo indietro mentre lei era già pronto a prenderlo a sberle e sorrise -…ma non credo che sia così grave la cosa-

-E’ gravissima!- disse con voce acuta e con un gesto nervoso della mano. Lui annuì

-E’ gravissima- disse con un sospiro –Come vuoi- lei si sedette sulla sedia con un sospiro –Però non credo tu debba farci su un…caso biblico- lei lo guardò

-Dici?- lui annuì cercando di essere il più convincente possibile e lei annuì a sua volta –OK- guardò per terra e poi lo fissò

-Tu non sei mai triste per chi dici di aver perso negli anni della lotta contro Voldemort-

-E questo che c’entra?-

-Mi è venuto in mente ora-

-Bè si, sono triste a volte, ma non sono mai stato un caso patologico come te- ammise lui. Lei sorrise poco divertita da quell’affermazione –E’ vero- concluse lui –Non lo sono-

-Spiritoso, peccato che non sia un caso patologico io! Chi sono a proposito?- domandò con vivo interesse

-Chi?- lei roteò gli occhi

-Chi secondo te?- lui annuì

-Non li conoscevi- disse come se quella fosse una spiegazione decente

-E non posso saperlo?- si impuntò lei

-No-

-Tu sai tutto di me e io nulla! Non è giusto-

-Ti mi dici tutto, tu sei espansiva…non io. Io sono Draco Malfoy, che si fa gli affari suoi- lei si accigliò

-Sei odioso-

-Davvero?- sorrise

-Non è un complimento- si guardarono –Ora vado, mi tocca rifarmi la doccia e stasera andrò a letto tardissimo!- sbuffò –Tutto per colpa tua!-

-Non credo che sia per colpa mia carissima-

-Si-

-Tu sei venuta, tu hai sbagliato a dare la buona notte- l’avvertì puntandole il dito contro. Lei fece un sospiro e annuì

-Hai ragione- annuì –Hai ragione- si alzò –E’ colpa mia- lui sorrise soddisfatto –SCUSA SE VOLEVO RENDERTI PARTECIPE SDELLA SITUAZIONE!- gli gridò in faccia dopo essersi avvicinata –Scusa tanto! La prossima volta mi ricorderò di farmi gli affari miei!- si voltò per andarsene e lui la afferrò

-Aspetta aspetta- le si mise davanti –Scusa- lei lo guardò –Non dovevo dirti certe cose…- lei si mordicchiò l’interno della guancia –Giuro che mi fa piacere che tu mi sia venuta a dire una cosa del genere, ha risollevato il mio ego che quando parli di Potter finisce sotto terra- lei lo guardò incuriosita

-Davvero?-

-Giuro, quando parli di Potter mi sembra che tutti i miei soldi e quello che mi appartiene sia…pari a 0. E un Malfoy che crede questo può finire in depressione sai?- lei annuì

-Si, immagino-la guardò –Allora ho fatto bene?-

-Si, decisamente- lei sorrise e lo abbracciò –Sono contento di aver evitato una litigata ma la tua vicinanza può dare qualche problemi molto prossimi- lei lo guardò leccandosi le labbra –Se poi fai così…-

-Così come?- domandò curiosa

-Weasley è meglio che vai, ho delle cose da fare urgenti- lui annuì

-OK, vado- si staccò e lui alzò gli occhi al cielo maledicendosi la sua lingua lunga –Ci vediamo- lui fece una smorfia e la fermò –Che c’è?- lui fece un sospiro

-Ehm…niente- lei storse le labbra

-Niente?- lui scosse la testa e lei annuì –Allora se mi lasci io…posso andare a casa Draco- lui guardò la mano che le teneva il braccio

-Ah…si, hai ragione- lei annui

-Draco se vuoi posso rimanere ad aiutarti per qualcosa se…nel senso, se vuoi un po’ di compagnia mentre sistemi i tuoi affari va bene, resto senza problemi- lui la guardò –Ma forse non è una buona idea, che dici?-

-Devo scrivere delle lettere e…no, comunque non credo che stare qui sarebbe particolarmente salutare per entrambi, è meglio che vai- lei lo guardò negli occhi e dopo qualche secondo scoppiò a ridere. Lui la guardò senza capire

-Continui a dirmi d’andare ma…se non ti stacchi come faccio?- domandò. Lui stacco la mano

-Si scusa, scusa- lei sorrise

-Domani vieni tu a Grinmauld Place OK? Dobby mi chiede quando verrai ogni giorno e gli ho promesso che domani mangerai a pranzo da noi-

-Non a pranzo, sono al Ministero per quei due maledetti idioti che hanno avuto la brillante idea di fare una rissa- ringhiò –Domani non posso-

-A cena- propose lei

-Ma veramente…-

-Oh no, ti prego!- si fece avanti congiungendo le mani e facendo quasi gli occhi dolci

-Si si, OK, ma non fare quella faccia- lei sorrise

-E non fare del male a quei due Auror- disse lei –Perchè non si sa mai, anche i peggiori Auror potrebbero essere utili prima o poi-

-Dovrei far loro del male?-

-Non so, le tue idee sono sempre così rustiche- annuì –Non vorrei che proponessi un Cruciatus come punizione!- lui ridacchiò

-Questi metodi non sono da Ministero Weasley, mi dovrò accontentare di lasciarli senza paga etc etc…menate che non servono annulla-

-Si invece! Così la prossima volta non faranno a botte dato che gli costerà la paga. I soldi sono un tasto dolente per tutti, tu lo sai-

-No, tu lo sai- le ricordò lui –Io non ho mai avuto problemi monetari carina!- lei annuì

-Si, come vuoi- lo prese per la maglia e lo avvicinò –Notte Malfoy- gli posò un bacio sulle labbra e fece per lasciarlo quando si trovò immobilizzata a dir poco da lui

-Scherzi spero!-

-Non…ho capito bene?- domandò lei

-E dopo quella schifezza credi che io ti lascia andare?-

-Era un bacio tra amici-

-E da quando i Malfoy e i Weasley sono amici?-

-Ceni con i miei fratelli e mio padre- gli ricordò con il sorrisetto di chi l’aveva già vinta

-Allora trai Malfoy e i Potter- lei ci pensò accigliata sentendosi fregata di colpo. Fece un sospiro e annuì

-Hai ragione- disse preoccupata –Cosa posso fare per farmi lasciare?-

-Non so, tira fuori qualche tue arte che ha incantato Potter- la guardò con molta intensità e Ginny si guardò intorno per evitare di diventare rossa come un pomodoro

-Malfoy tu stai scherzando col fuoco, lo sai?- lui annuì

-Lo so bene, so con che persona mi sono messo a giocare- alzò un sopracciglio –Non temere- lei si schiarì la gola

-Ti concedo…un bacio-

-Che generosa-

-Non posso darti di più, le mie arti sono un po’ ammuffite e…mi devi…-

-…lasciare tempo per spolverarle. Lo so. Ma attenta che non sono la pazienza fatta persona-

-Io ho atteso sei anni per Harry, tu qualche mese puoi no?-

-Mese?- domandò –Tesoro mio io ci ho messo dieci anni per farmi accorgere da te- lei si leccò le labbra

-Non mettere sempre i puntini sulle i pedante di un Malfoy!- lo tirò per i capelli e lo avvicinò –Sei noioso dopo un po’!- gli posò le labbra sulle sue senza ritirarsi in un nano secondo e con la punta della lingua lo sfiorò con un tocco leggero. Con la mani sulla sua schiena l’avvicinò obbligandola ad appoggiarsi a lui e le schiuse le labbra riuscendo ad arrivare a quel tanto agognato bacio che era stato uno dei suoi primi desideri da ragazzo rivolti a lei. Quante volte aveva sperato di essere al posto di Potter mentre li vedeva per Hogwarts scambiarsi baci a profusione senza ritegno? Quante volte, prima di sognare ben altro, aveva sognato di poterla baciare davanti a tutta la scuola ma soprattutto davanti a Potter?! Bah, aveva perso il conto dopo il primo mese…Ginny gli mise le braccia intorno al collo lisciandogli i capelli e prese a strusciarsi contro di lui senza particolare preoccupazione per inevitabili conseguenze che probabilmente non aveva messo in conto

-Ferma…Weasley…- lei si staccò –Se non la pianti di muoverti così…ti assicuro che il tuo periodo di tempo per rispolverare le tue arti non ti verrà concesso- lei si laccò le labbra

-Ops…- fece una smorfia –Non ho…no eh?-

-Sono pieno di autocontrollo- lei sorrise

-Scusa-

-E’ meglio che vai se vuoi …essere ancora intera- l’avvertì lui. Lei annuì

-Ci vediamo domani. Ciao- lui annuì –E se non vieni, sei morto-

-Vengo vengo- lei annuì e si eclissò fuori dalla porta mentre lui si sedeva –Ho più o meno sudato sette camicie, oddio che roba-

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Capitolo 14
*** Quattordici ***


Scusate il ritardo e scusate per il capitolo 13 postato due volte che ho tolto subito

Scusate il ritardo e scusate per il capitolo 13 postato due volte che ho tolto subito! Mi disp di non aver postato prima di oggi ma la scuola è un massacro. Spero che il capitolo faccia lo stesso furore del precedente, un bacio

Jade

QUATTORDICI

Ron era li da meno di mezz’ora e già l’aveva fatta arrabbiare. Era partito in quarta con delle domande che non avevano un senso, poi era passato a domandarle che cosa facesse durante il giorno, fino a chiederle se aveva preso ad uscire con qualcuno. A parte che quelli erano affari suoi, non capiva il perché si scaldasse tanto ad ogni sua risposta

-Mi vuoi dire Ron, che cosa ti surriscalda tanto?- chiese lei di colpo facendolo voltare –So che hai una domanda da cento milioni di galeoni in mente, quindi voglio che tu me la dica ora! Non ho tutto questo tempo da perdere come ne hai tu!- si guardarono

-Esci con Malfoy?-

-E tu come cavolo lo sai?!?!- lui la guardò allibito

-Allora è vero!-

-Non usciamo- ammise lei –Ci troviamo a parlare e a…raccontarcela, tutto qui-

-Tu e Malfoy?!?!-

-I bambini a Malfoy Manor si divertono e io ho scoperto che Draco non è così male-

-Draco?!?!-

-E’ il suo nome- sbottò lei –Come devo chiamarlo?- lo riprese molto seccata

-Ginny che cavolo ti prende? Ti ha minacciato? Sei sotto Imperius?- Ginny lo guardò senza riuscire a credere che un suo amico lo ritenesse capace di questo

-Ma Malfoy non è tuo amico? Come puoi pensare questo di lui allora?- Ron la guardò come se fosse pazza nel vero senso della parola

-Tu lo odi Ginny, lo odi! Ora quindi dimmi come è possibile che in pochi giorni da Malfoy siamo passati a Draco e da maledetto Mangiamorte siamo passati a confidente? Mi spaventa questo tuo cambiamento OK? Mi spaventa e non vorrei che Malfoy per i suoi fini fosse…-

-Fini? Che fini?- l’aggredì lei

-Te?!?!- le disse come se fosse una cosa logica –Non dirmi che non ti sei mai immaginata che lui ti facesse il filo!- Ginny fece spallucce

-Io l’ho scoperto pochi giorni fa, quando lui me lo ha detto!- Ron alzò le sopracciglia

-Sei suonata! Tutti lo hanno sempre saputo da quando è divenuto spia, era lampante!- lei sorrise

-Ero moglie di Harry Ron. Che mi fregava se c’erano altri che mi sbavavano dietro?-

-E ora tra voi che c’è?- chiese preoccupato sedendosi con la testa tra le mani

-Non molto- ammise –Non ci sono andata a letto se ti preme saperlo. Ho ancora un cenno di dignità. Fin dove ci siamo spinti sono affari miei ma per adesso gli ho chiesto tempo per adattarmi al mio nuovo stato-

-Che stato?!- domandò allarmato

-Mi sono resa conto che sono vedova e troppo sola. Voglio ricominciare e…vorrei che fosse con lui la mia nuova vita. Non ne abbiamo parlato apertamente ma più o meno le cose stanno così- alzò un sopracciglio –Non sbandierarlo ai quattro venti Ron, per piacere- lui la scrutò

-E cosa ti ha fatto diventare disponibile tutto d’un colpo? Una illuminazione divina?-

-No, Harry mi è apparso in sogno e così…mi ha fatto ragionare-

-Dio grazie, era ora che tornassi ai tuoi ventisei anni- lei lo guardò

-Ti va bene?- era stupita

-E’ mio amico Malfoy, lo hai detto anche tu poco fa!- lei annuì –E dato che è mio amico mi sta bene che tra voi ci sia o nasca col tempo qualcosa- lei annuì

-Se non ti fosse andato bene ti adattavi comunque- lui fece spallucce

-Si bè, immaginavo questa risposta- lei sorrise

-Ron ho da fare, ti spiace?- lui la guardò

-No, vado che è meglio- le posò un bacio sulla fronte e lei sorrise –Ciao-

-Ciao- fece un sospiro –Dobby- Winky comparve –Ho chiamato Dobby, Winky, lui dov’è?- l’elfa fece un sospiro

-Dobby è in cucina signora, mi ha cacciato dicendomi che solo lui sa quel che al padrone piace e che lui vuole preparare tutto e che io debbo stare lontano. Pare impazzito signora! Mi ha cacciato…- piagnucolò

-Oh Winky, scusalo- disse dispiaciuta Ginny

-Si signora, lo scuso, ma da quando lei gli ha detto che stasera il signor Malfoy verrà a cena qui, è completamente impazzito!- Ginny le accarezzò le testa

-Vedrai che domani tornerà il Dobby di sempre, vuole solo far bella figura e dimostrare a Draco che non si è scordato di lui e dei suoi gusti

-Si signora. Mi dica, che devo fare?-

-Devi spedire questa lettera, vai da Edwige-

-Si signora, vado subito!-

-Dì ad Edwige che non è urgente e che quindi può anche prendersela comoda!-

-Si signora- disse Winky raggiante –Vado subito signora!- e scomparve con la lettera in mano

§

-Oh…si si signore, sto benissimo- disse Dobby molto agitato

-Bene, Ginny?- chiese

-La signora sta preparando i bambini- disse Winky scendendo le scale –Ha detto che se vuole qualcosa deve solo chiedere- lui annuì

-Per ora niente- si sedette sulla poltrona osservando incuriosito quella strana scatola nera sul mobile e storse il naso capendo che era di certo un oggetto babbano. Che ci facesse un oggetto babbano li…non lo capiva proprio ma essendo la casa di Ginny e l’ex di Potter, poteva supporlo!

-Draco! Draco!- lui si voltò e Lilian saltò sulla poltrona e si sedette sulle ginocchia con un vestitino da bambola che di certo non le piaceva –Come stai?-

-Bene-

-Anche io- sorrise lei –Ti piace il mio vestito?- domandò a bruciapelo

-Carino- asserì Draco

-Mio fratello dice che è brutto- storse le labbra –Ma non lo è…vero? La mamma dice che è bello e se la mamma dice che è bello…- fece un sospiro -…è bello!-

-Si- disse lui –La mamma ha sempre ragione-

-La tua mamma ha sempre ragione?- domandò Lilian –Come la mia?-

-Ehm…- lui ci pensò -…diciamo che…lei è un caso a parte- Lilian si leccò le labbra

-E perché?- domandò

-Lilian fatti gli affari tuoi!- Harry arrivò con jeans e camicia e la prese per le ascelle tirandola giù in malo modo

-Ahia stupido!- salì sul divano dopo averlo colpito e si attaccò al collo del biondo –Mi proteggi vero?- si mise tra il divano e la sua schiena –Mi vuole fare male!-

-Non credo che voglia farti male- disse Draco un po’ rosso in faccia per la morsa che lo lasciava a stento respirare –Quindi se mi lasci è meglio…mi stai soffocando-

-Guarda che se lo uccidi…la mamma si arrabbia- Harry avvertì la sorella con un tono saccente

-TI faccio male? Ti sto uccidendo?- chiese la bimba

-Mi soffochi- ammise Draco

-Scusa- lo lasciò e Draco si alzò –Però mi proteggi vero?-

-Si certo ma…non credo che tuo fratello ti voglia male- Harry ghignò

-Non ne sarei sicuro- lo avvertì il piccolo

-Ecco, vedi!- strinse i pugni Lilian –Mi vuole fare sempre male! È cattivo!-

-Tu mi dai gli schiaffi!- sbottò il bambino –Io mi difendo!- Draco alzò le sopracciglia: quei due si che erano due terremoti se ci si mettevano

-Bambini che fate?- Lilian saltò giù dalla poltrona e afferrò il braccio di Harry. Fecero due larghi sorrisi e in coro pronunciarono un

-Niente mamma!- che era falso come non mai. Harry la scostò subito e la piccola fece spallucce verso Draco

-Non vuole che litighiamo- Draco annuì

-Ah- riuscì solamente a dire, era troppo stupito per dire altro! Ginny arrivò con un sorriso

-Ciao- sorrise a Draco. Lui annuì senza pronunciare verbo –E voi?- guardò i due che continuavano a sorridere –Che stavate dicendo prima? Mica litigavate spero!-

-No- dissero insieme

-Noi non litighiamo mai mamma!- le ricordò Harry –Siamo due angioletti e ci vogliamo un mondo di bene, vero Lilian?- lei annuì mentre Draco si schiariva la gola per non ridere. Ginny guardò Draco e annuì

-Diciamo che vi credo, andate a mettervi a tavola…forza!-loro corsero via tra uno spintone e una beccatina e Ginny alzò un sopracciglio

-Stavano litigando- lui ridacchiò

-Diciamo che…non sono proprio culo e camicia- lei lo guardò

-Mi sa che Harry finisce trai Serpeverde- lo guardò –Mi sa proprio sai?- lui alzò un sopracciglio –E’ un po’ come te…si crede un po’ troppo superiore al mondo intero- fece un sospiro –Harry si rivolterà nella tomba temo-

-Guarda che non ci crede nessuno che il figlio di Harry Potter…finisca nei Serpeverde. OK che lui era un Serpeverde mancato ma Harry è un bambino…deve ancora farsi il carattere- lei lo guardò scettica

-Vuoi farmi ridere?- domandò –Non ci riesci- lui alzò le spalle

-Veramente io…-

-Il carattere si vede eccome! È…come te- sbottò –Lo si vede benissimo! E poi…devi vedere con i bambini al parco! Comanda tutti a bacchetta e quando lo fanno arrabbiare ci manca poco che non faccia saltare in aria qualcosa! Invece Lilian poverina…-

-Poverina non direi- la rassicurò lui –Fidati di me…sono tali e quali- lei lo guardò –Fidati fidati- lei scosse la testa

-Non voglio pensare a questa eventualità, non voglio proprio! Ce li vedi tutti e due i figli di Harry…nei Serpeverde? Mi suicido- lo avvertì

-Non siamo male noi dei sotterranei- sbottò lui –Siamo particolari ma non…così malvagi- lei lo guardò male

-Draco Malfoy, ripeto che non mi stai facendo ridere- annuì –Per nulla-

-Come vuoi. Comunque il suicido è un’esagerazione!- lei fece spallucce

-Si bè…forse è un po’ esagerato, hai ragione- gli si avvicinò –Andiamo sennò Dobby muore di disperazione- lui la guardò senza capire –Nel senso che per tutti il giorno è stato intrattabile, non ha sentito ragione, ha voluto fare tutto lui. Questa cena è sua e tutta per te- lui annuì

-Mi è parso agitato- ammise. Lei sorrise

-Ha preso a cuore la tua presenza. Dato che non lo hai ucciso la volta precedente, ha capito che non ce l’avevi con lui e quindi ha voluto dimostrarti che ricordava tutti i tuoi gusti alla perfezione- sorrise

-Avrei dovuto ucciderlo?- domandò lui

-Dimmelo tu, da come lo trattava tuo padre…-

-Mio padre era mio padre, io a Dobby non ho mai torto un capello, e lui lo sa- era molto stizzito da quell’accusa che non aveva una singola fondamenta. Lui a Dobby non avrebbe mai fatto nulla, mai!

-Si ma non mi pare abbiate avuto modo di vedervi molto da quando lui è stato liberato da Harry-

-No ma…-

-Allora dovresti dirglielo che non hai nulla contro di lui, Dobby non lo sa, mica si può inventare le cose!- Draco la guardò e cambiò discorso completamente

-Stai bene vestita così- lei alzò un sopracciglio

-Per una maglia e un paio di jeans?- lui annuì –Oh bè…grazie- fece un sospiro –Andiamo a mangiare?- stava diventando tutto molto imbarazzante

-Perché sembri imbarazzata?- domandò senza mezzi termini e con aria quasi seccata. Lei alzò il viso su di lui un po’ timorosa per quel tono e scosse la testa

-Non lo sono- lo guardò negli occhi –Ti pare che io lo sia?- sorrise

-Si- lei si accigliò

-Non lo sono- annuì –Affatto- si abbassò su di lei per baciarla e lei con uno scatto si ritrasse. Afferrata non proprio delicatamente, quasi con impazienza, prima che la distanza diventasse un po’ troppa, la baciò senza troppe cerimonie. Ma fu un bacio leggero, senza troppo coinvolgerla

-Perché ti sei scostata prima?- le domandò lui senza darle la possibilità di allontanarsi di un millimetro

-Bè io…non…non lo so, è stato quasi istintivo è che…questa casa…Harry non…so…- scosse la testa –Niente, scusa- lo guardò –Sono stata un’idiota- lui annuì

-Anche secondo me- lei sorrise

-Scusa-

-Accettate- lei gli cinse il collo con le braccia mentre lui la stringeva a se dolcemente. Le leccò le labbra mordicchiando piano l’inferiore, Ginny passò una mano sui capelli biondi e nel momento in cui il bacio si stava approfondendo sempre di più, qualcosa, o meglio qualcuno, l’interruppe

-Bleah!-

-Che schifo-

-Ma che cosa fanno Harry?-

-Non lo so, ma mi fa schifissimo-

-Non guardare Harry, è maleducazione-

-Da che pulpito- Ginny si staccò e li guardò

-Ciao mammina- sorrise Lilian

-Non si spia- gli ricordò Ginny

-Noi non stavamo spiando mamma- disse Lilian guardando Harry -Vero?- lui annuì incrociando le braccia al petto

-Si invece-

-No, perché spiare significa entrare in una stanza chiusa e osservare, questa non è una stanza chiusa!- l’avvertì Harry –Questo è il nostro salotto!- Ginny alzò un sopracciglio

-Ha ragione- disse Draco. Lei lo guardò male e lui si fece indietro –Ma come dico sempre, hai ragione tu- lei annuì

-Ma perché stavate appiccicati?- domandò Lilian

-Che schifo- Harry cacciò fuori la lingua come se avesse appena mangiato qualcosa di disgustoso –Era orrendo-

-Vieni a dirmelo tra dieci anni- disse ironico Draco –E poi ne parliamo-

-Era solo un bacio Harry, non fa schifo-

-Si invece- disse Lilian –Facevate delle cose…- fece una smorfia –Che schifo-

-Quando troverai qualcuno a cui vorrai bene, non ti farà schifo-

-Davvero?- disse lei –Harry lo facciamo?- domandò al fratello afferrandogli un braccio

-Neanche morto- la allontanò –Non ti azzardare!-

-No, Lilian amore mio, non con tuo fratello, no, no- l’afferrò e la avvicinò –Lilian non si fanno queste cose con un fratello, non si può- la bimba pareva molto incuriosita da quel gesto ma era anche altrettanto confusa: se si vuol bene ad una persona lo si fa no? Bene, lei voleva bene ad Harry quindi…qual’era il problema? E soprattutto, perché Harry non voleva? Non le voleva bene?!?!

-Ma io voglio bene ad Harry…e tu hai detto che si fanno con chi si vuole bene-

-Bè…- Ginny ci pensò –Ecco…vedi tesoro…non si fa tra fratelli, ci si vuole bene, ma non è questo tipo di amore- la piccola annuì –Quindi…quando sarai grande e troverai un ragazzo a cui vuoi bene, lo potrai fare-

-Oh…davvero?-

-Si-

-Quindi anche se lui ha detto che con me non lo vuole fare, mi vuole bene comunque- le due si guardarono –E’ una cosa normale che lui non voglia-

-Esatto- Ginny sorrise e Lilian ancora un po’ confusa annuì

-OK, va bene, devo trovarmi un bambino che mi piaccia per fare certe cose-

-Esatto-

-Ma dove lo trovo un bambino? Io conosco solo i bambini stupidi del parco e Harry!-

-Quando andrai a scuola- disse Draco –Li lo troverai. Purosangue se è possibile- Ginny lo colpì ad un braccio

-Non dire scemenze- sbottò lei –Si Lilian, lo troverai a scuola- disse dolce come il miele –E di qualsiasi casa e mentalità sia, se vi volete bene, io sarò molto contenta- Lilian sorrise

-E quando vado a scuola?-

-Sei anni ancora-

-E’ tanto…-

-Magari- disse Ginny

-Che palle!- Harry si sedette sul divano –Ma la smettete di dire delle sciocchezze?- domandò –Io voglio mangiare!- Draco lo prese sotto il braccio come un sacco di patate –Ehi che fai!-

-Lasciamo le donne ai loro discorsi mielosi- Harry ci pensò

-Si…va bene, noi che facciamo? Facciamo la guerra?! Sai sono bravissimo a imitare le bombe babbane io!-

-No, tua madre mi uccide. Noi mangiamo, è più salutare per entrambi, non trovi?- il bimbo ci pensò: cosa c’era di più bello che fare il gioco della guerra? Nulla…soprattutto se ci giocava con un maschio, dato che la sorella piangeva per ogni cosa che non andava per il verso suo, ma tra il prendere punizioni per aver distrutto la casa e solo un’occhiataccia perché si era sporcato o per aver preso a lanciare il cibo in testa a Lilian…bè, trai due preferiva la seconda idea di divertimento

-Si si, trovo- disse solo

-Anche io voglio mangiare! Mamma ho capito, devo aspettare d’andare a scuola, OK- disse senza lasciarla finire il discorso –Mangiare!!!- Ginny si trovò sola nel salotto con la cucina devastata dai tre. Andò da loro e decise di aspettare qualche anno prima di riprendere quel discorso: tanto in quel momento non l’avrebbero nemmeno lontanamente ascoltata, o capita!

Lilian sbadigliò davanti al cartone animato che davano alla televisione. Dopo cena, mentre gli elfi risistemavano, i bambini si erano buttati davanti alla televisione e Ginny insieme a Draco, si erano messi a parlare in cucina di tutto quello che veniva loro in mente

-Mamma ho sonno e Harry già dorme- Lilian li interruppe e Ginny guardò l’orologio

-E’ finito il cartone?- chiese stupita

-No, ma voglio andare a nanna- si lamentò stropicciandosi gli occhi

-Sali e cambiati, io porto su Harry- si alzò –Torno subito- lui annuì

-Vuoi una mano?- lei scosse la testa

-No, tutto bene-

-Notte Draco- Lilian si aggrappò al collo e gli posò un bacio sullo zigomo e poi corse via. Ginny spense la TV e passò una mano sulla testa del bambino che dormiva pesantemente. Lo alzò e stringendolo tra le braccia salì fino alla sua camera. Draco intanto si mise a guardare la casa oltre il salotto. Salì fino all’ultimo piano, trovò la biblioteca, lo studio, varie camere non utilizzate, la soffitta piena di cose inutilizzate accatastate in un angolo…

-Draco, Draco- Ginny lo affiancò –Ma che fine avevi fatto?- lo guardò –Perché sei qui?- lui fece un sospiro e allontanò gli occhi dalla porta che non si apriva e la guardò

-Mi guardavo intorno-

-La camera dei bimbi non è qui- lo avvertì

-Cosa c’è qui dietro?-

-Nulla- cercò di essere naturale lei. Si guardarono e lei sorrise –Nulla di importante-

-Sicura?- lei guardò la porta e annuì

-Si- strinse le labbra –Andiamo di sotto-

-Dovresti riaprirla- lei si mordicchiò le labbra –E dovresti anche togliere tutte quelle foto da camera tua per rimetterle nella loro sede originaria: nei muri di tutta la casa-

-Draco non è un discorso che…voglio cominciare, per piacere- lui sorrise

-Non sei ancora pronta, come vuoi-

-Non voglio rivedere la nostra camera, non ancora. Hai ragione, non ci riesco e per…quanto riguarda le foto…- lo spinse indietro -…non si guarda nella camera delle signore brutto pervertito!- lui non sorrise e lei fece una smorfia –Si bè…credevo fosse divertente-

-Non lo è-

-Immaginavo, la tua faccia aveva espresso il tuo pensiero alla perfezione- si allontanò dalla stanza e scese i gradini lentamente. Lui guardò la porta e fece un sospiro afferrando il pomello e cercando di girarlo

-Potter…un altro aiutino no…eh?- si scostò e seguì la rossa giù per le scale. Le si mise a fianco sul divano e lei lo guardò

-Non mi chiedere di aprire quella porta- scosse la testa –Potrei andare più in crisi di quello che tu puoi immaginare- fece un sorrisetto –Dovrei ricordarmi di quella camera con felicità invece…non è così. L’unica cosa che mi ricorda è che ha potuto godere della sua presenza per pochissimo tempo e che se non fosse morto noi saremmo ancora in quella stanza a divertirci- chiuse gli occhi –Non riuscirò mai ad aprirla Draco, mai- raccolse le gambe e appoggiò la fronte alle ginocchi. Lui la abbracciò e la tirò verso di se. Le scostò i capelli dal viso e le sfiorò con un bacio la tempia

-Ehi, guarda che non ti ho mica ordinato di aprirla, ti ho detto solo che dovresti. O rimarrà sempre un’ombra…quella stanza per te- lei si leccò le labbra e stropicciò gli occhi con le dita

-Aperta o no, l’ombra ci sarà sempre Draco, anche se riuscissi a rifarmi una vita…la sua ombra ci sarà comunque e sempre- lui annuì

-Si, immagino- lei si alzò a sedere e lo guardò. Gli scostò i capelli dal viso e scosse la testa

-Non dovresti stare qui con me- lo avvertì –Non posso…scordarmi di lui, ci sarà sempre e comunque e tu, da bravo Malfoy, non puoi avere una donna che…non ti tiene al primo posto. Litigheremmo e tutto andrebbe in scatafascio prima di cominciare. Lo so, fidati-

-Fammi capire…- lei lo guardò –Tu mi stai scaricando…senza che sia cominciato nulla?-

-Bè…si- disse lei accigliata, capendo solo dopo la sua domanda

-Bè…- cominciò lui –…credo che tu non abbia ben capito che io…non ho intenzione di lasciarti andare nemmeno…per idea. Mi ci è voluto troppo tempo per averti e quindi…- scosse la testa -…mi dovrai uccidere per liberarti di me- lei si leccò le labbra

-Quindi ti vado bene così?-

-Si e poi, non sei soltanto tu ad avere dei…fantasmi-

-Chi sono i tuoi?- lui sorrise

-E’ presto per saperlo- le posò un bacio sul naso –Abbi pazienza- lei fece un sospiro

-Era qualcuno che ti stava a cuore?-

-Non ci starei male sennò- lei sorrise e annuì

-Domanda stupida- lui annuì. Ginny gli posò un bacio sulle labbra e lo tirò verso di se –Di cosa stavamo parlando prima?- lui alzò un sopracciglio passando una mano sulla schiena ed infilandola sotto la maglia lentamente, per vedere la reazione qual’era

-Qualcosa che non è così interessante come questo- lei sorrise

-Dici davvero?- ci pensò –Eppure mi pareva che fosse qualcosa di interessante anche quello…-

-Mi stavi raccontando quanto era bella la televisione babbana. Decisamente un argomento che non mi stia molto a cuore- lei sorrise sentendo le sue labbra sul collo

-Si esatto, ti stavo dicendo che ci sono programmi interessanti…- lo scostò da se –E…che piacerebbe anche a te…purosangue e nobilastro da quattro soldi- lui alzò un sopracciglio

-Da quattro soldi eh?- ridacchiò –Ti piacerebbe vedere i miei quattro soldi carina!- lei fece un sospiro e scosse la testa

-No, affatto- si leccò le labbra –Non mi interessano i tuoi soldi-

-Che cosa ti interessa?- lei sorrise

-Di te?- lui annuì e lei ci pensò su –Non lo so…ci devo pensare…è una domanda difficile…- si sfiorò il mento con la punta delle dita –Veramente ora come ora non mi viene in mente nulla ma se mi dai un paio di giorni ti assicuro che troverò qualcosa!- lui alzò un sopracciglio e le afferrò le braccia avvicinandola

-Molto simpatica piccola, davvero- lei sorrise e gli prese il viso tra le mani

-Scherzavo- lui la lasciò e lei gli baciò la fronte, lo zigomo destro e sinistro, la punta del naso e lo toccò leggermente sulle labbra –Mi interessa tutto- annuì –Tutto tutto- lui alzò un sopracciglio

-Non ti allargare, non è mica tutto oro quello che luccica sai? Non sono sempre così accondiscendente come tu credi-

-Lo so, infatti non capisco se sei ancora Draco Malfoy o…un sosia preso non si sa bene dove- lui sorrise

-Sono io, non temere. Il Malfoy di cui tu hai ricordo è…diciamo assopito. Ma non ci vuole molto a farlo tornare fuori- lei lo guardò negli occhi senza dire nulla e annuì dopo un po’

-Si, immagino- lui la strinse forte a se –Mi soffochi…- la baciò azzittendola e con una mano scivolò sotto la maglia mentre con l’altra toccava la gamba avvolta dai jeans –Questo non è un buon posto- lo bloccò lei

-Per cosa?- chiese lui

-Per fare quello che so tu hai intenzione si fare- lui la scrutò

-Se non vuoi non…-

-Ho detto…- disse mettendogli una mano sulla bocca –…che non è un buon posto. Non mettermi delle parole in bocca che non sono mie!- lui ci pensò

-E dove possiamo fare…quello che tu sai che io ho intenzione di fare? In camera tua no, mi verrebbe meno tutta la fantasia in quella stanza. Sai, mi sentirei osservato!- lei sorrise

-Veramente non lo so. Ci sono un sacco di stanze libere se proprio proprio…- lui alzò un sopracciglio

-Ti porto in un posto- sorrise e lei annuì

-OK, portami dove vuoi- lui sorrise e Ginny sentì il corpo alleggerirsi in maniera esagerata. Quando sentì la consistenza tornare erano…a Malfoy Manor! –Ma…è camera tua-

-Mi è venuto in mente solo questo posto- lei si leccò le labbra

-Ma come hai fatto? Non ci si può smaterializzare a casa tua dopo un certo orario- lui alzò un sopracciglio

-Ti ricordo che questa è…casa mia e io so tutti gli altarini più nascosti di questo…posto!- lei sorrise

-Hai ragione-

-Grazie- lei si staccò da lui e si sedette al suo fianco

-Ma non ti senti solo qui dentro? È enorme…- lui annuì

-A volte- lei lo guardò

-Quando più che altro?-

-Quando tu venivi qui e te ne andavi per le otto di sera?- asserì sarcastico. Lei sorrise

-Scusa- lui scosse la testa

-Non importa-

-Possiamo recuperare- propose lei –Senza esagerare…logicamente-

-Non mi dire così, mi fai morire!- si mise una mano sul cuore e si stese –Mi uccidi- lei ridacchiò e si appoggiò a lui che prese a ridere di gusto

-Non ridere di me- lui la guardò

-Ma se…ridi tu per prima- Ginny infilò le mani sotto la sua maglia, le aveva gelate e lui la allontanò sfregandosi lo stomaco –Non osare, sei gelida!- lei alzò un sopracciglio

-E’ colpa tua, mi fai venire freddo- lui la guardò spiaciuto

-E io che speravo di farti venire caldo- lei sorrise

-Bè si, anche, ma ho un po’ di paura- lui si alzò e lei lo guardò

-Paura? Ehi, mica è la prima volta!- lei sorrise

-Lo so ma…non lo so, di solito ho le mani fredde quando ho paura e…- gliele porse -…senti qui- lui le prese le mani tra le sue e lui annuì

-Sei gelida- la avvicinò a se –Fredda come il ghiaccio- lei sorrise e lo baciò leccandogli le labbra e posando una mano poco più su del ginocchio per non scivolare. Le slacciò i pantaloni facendoli scendere leggermente e le sfiorò con le mani i glutei. Ginny lo guardò mentre le sfilava la maglia e sorrise –Perché sorridi?- lei alzò un sopraciglio

-Perché sei più impaziente di cento persone messe insieme- lui la guardò annuendo

-Lo so- lei sorrise

-Lo sai pure…bè, perfetto. I difetti è sempre una bella cosa averli presente!-

-Zitta, zitta, non vorrai rovinare tutto con la tua lingua lunga spero- lei sorrise

-Non oserei- gli sfilò la maglia e fece un sospiro –Le battaglie- gli poso l’indice sulle piccole e grandi cicatrice rosate –Esatto?-

-Alcune- Ginny si leccò le labbra

-Tutte inflitte dagli Auror o alcune anche dai Mangiamorte?- lui le portò la mano sul fianco, si sentiva la presenza di un’altra cicatrice

-I Mangiamorte- lei la guardò, era bella lunga

-Ti ha fatto male?-

-Che dici?- lei sorrise e annuì. Draco le posò un bacio sulla clavicola –Ma ora è passato il male di tutte queste cicatrici, non mi pare quasi di averle. Certo, finchè non mi trovo davanti allo specchio e allora vedo quella di…Ninfadora Tonks mentre proteggeva Malocchio schiantato- gli mostrò quella vicino al collo –Pochi millimetri e andavo al creatore…- Ginny si accigliò –Poi c’è quella che mi ha fatto Malocchio stesso, questa sullo stomaco, ancora quella di tuo fratello Bill prima che…- lui la guardò e lei annuì

-Ho capito-

-Poi quella di tua madre, una bella botta- lei sorrise –Silente- fece un sospiro –E…Harry- lei guardò la cicatrice che prendeva dallo sterno sino allo stomaco, verticale e perfetta –Per questa ci sono volute settimane perché si sistemasse- lei si leccò le labbra

-Anche io ne ho una- sorrise lei –Ma non l’ho avuta in regalo con una battaglia…è stato…Harry- sorrise –Mi ha spinto per allontanarmi da uno schiantesimo e…poco più in la e mi si spezzava la schiena- gli diede le spalle e gli mostrò la piccola cicatrice –Sono caduta su un gargoyle, un male cane!- lui la prese per i fianchi e avvicinandola la baciò piano –Mi fai solletico- lui la voltò e la avvicinò a se posando le labbra sulla pancia e mordendola dolcemente. Fece scivolare i pantaloni a terra e lei se li tolse togliendosi anche le scarpe. Posò le mani sulle sue spalle e gli venne la pelle d’oca. Lei sorrise –Sono ancora fredda, scusa- lui alzò gli occhi su di lei scrutandola –Scusa- la tirò su di se dolcemente e lei sorrise slacciandogli i pantaloni neri. Gli toccò i fianchi con le mani e risalì su per la schiena mentre lui la baciava il collo, scivolava sulla gola e le abbassava gli spallini della canotta sotto cui non aveva niente. Gliela tolse posando le labbra sui seni e Ginny gemette piano infilando le dita trai capelli sciolti. Premette il bacino contro il suo sentendo il desiderio crescere e si mordicchiò le labbra mentre la mano di lui prese a scendere tra le gambe. Gli posò le mani sulle spalle e lui la guardò

-Non sono più così fredde- lei sorrise

-Mi hai fatto passare di mente quello che mi preoccupava- lui annuì

-Tanto meglio…- lei si leccò le labbra e lo baciò mordendogli il labbro superiore e sentendo le sue dita sfiorarla, si irrigidì. Lui aprì gli occhi e Ginny si morse un labbro –Cosa c’è?- lei scosse la testa

-Niente…- sorrise –Tutto a posto…- lui la spinse sul materasso poco dopo e Ginny gli abbassò i pantaloni insieme al paio di boxer neri –Come..ehm…stai? Ti vedo un po’…agitato- lui alzò un sopracciglio

-Non lo sono- lei annuì con un sorrisetto e passò una mano sulla sua schiena scivolando sul fianco per portarsi sul basso ventre dove lo sfiorò con la punta delle dita. Lui si bloccò e lei sorrise divertita

-Non lo sei eh?- lui si leccò le labbra e le scostò la mano

-Ti conviene non provarci, a tuo rischio e pericolo se continui- lei si fece lasciare dalla sua morsa e gli posò le mano sul fianco

-D’accordo, non sono una che ama il rischio, contento?- lui ci pensò

-Non lo so, vedrò- Ginny alzò le gambe e gli strinse i fianchi dolcemente. Era da così tanto tempo che non sentiva tutte quelle sensazioni che quando sentì la sua presenza dentro di se, rimase completamente senza fiato. All’inizio lui si mosse piano ma in pochi secondi i movimenti divennero più veloci ed esigenti e tutta quella marea di sensazioni che da così tanto non la prendevano, la riempirono con un impatto così forte che Ginny faticava a controllare. Quando un milione di luci esplosero nella sua testa, Ginny si morse il labbro rilasciando un gemito che probabilmente se non si fosse trattenuta si sarebbe trasformato in un urlo. Sentì lui irrigidirsi poco dopo di lei e Ginny, che non si era ancora ripresa, sentì il suo peso schiacciarla quasi dolorosamente. Ci mise qualche secondo a capire che di li a poco non avrebbe più avuto la possibilità di respirare e quando tentò di allontanarlo lui si stava già sollevando. Le si mise a fianco e Ginny guardò il soffitto per qualche secondo prima di voltarsi verso di lui. La stava guardando

-Sei viva?- lei annuì

-Si…- ci pensò –Ma te lo so dire tra un po’ con esattezza- lui sorrise e lei gli si avvicinò –Possiamo aspettare un po’ prima di andarcene ognuno a casa propria?- lui la guardò

-Vuoi tornartene a casa?- domandò lui scettico

-Bè…se tu vuoi dormire e i bambini…-

-I bambini hanno Winky e Dobby, tu te ne vai di qui quando…hai saldato un po’ del debito che hai con me dopo tutti questi anni- lei sorrise

-Mi ci vorranno mesi!- lui alzò un sopraciglio

-Bè, con oggi ci diamo una bella botta- lei ridacchiò

-Sei matto o mi vuoi morta?-

-No…non ti farei morire, non temere- lei gli baciò la spalla

-Voglio anche vedere…- lui sorrise

-Dopo tutta la fatica che ho fatto- lei lo guardò

-Appunto!- fece un sospiro –Si sta comodi qua-

-Tutta seta-

-Nel senso che è un bel letto- lo riprese lei –Non perché trasuda soldi!- lui l’avvicinò e lei appoggiò una gamba sulla sua –Così non scappi-

-Credo che questo sia l’ultimo dei tuoi problemi, ma proprio l’ultimo!- lei lo guardò –Cosa c’è? Quella faccia mi dice che hai una domanda- si passò una mano sul viso –Sono tutt’orecchi-

-Ma risponderai ad ogni mia domanda?- chiese lei –Tutte Draco, tutte- lui annuì

-Tutte, giuro- lei s appoggiò col gomito al materasso e fece un sospiro

-Me lo dici chi ti è stato portato via dalla battaglia contro Voldemort?- lui la guardò stringendo le labbra –Mi hai detto che rispondevi ad ogni mia domanda Draco, non tergiversare e vai al sodo, subito!- lui la guardò e alzò un sopracciglio

-Ma non arrivare subito alle urla tu, fammi spiegare ogni cosa. OK?- lei annuì accigliata –Ho perso mia moglie e mio figlio- Ginny si alzò di scatto guardandolo in viso. Lui scosse la testa alla sua faccia scioccata –Me lo hai chiesto e io ti ho risposto-

-Ma tu...ti sei...- si leccò le labbra –Perchè non me lo hai mai detto? E’ una balla il fatto che tu da tempo eri innamorato di me!- lui la guadò

-Partiamo dal presupposto che non ho mai detto che amavo mia moglie- sbottò lui quasi arrabbiato dalle sue infondate insinuazioni

-Ma…-

-Non tutti, Weasley, si sposano per amore come è successo tra te e Potter- le ricordò –Tra i purosangue che si rispettino, non ci sono matrimoni d’amore- si guardarono e Ginny si corrucciò

-E mi vuoi raccontare? Nel senso...come è morta, come vi siete conosciuti- lui guardò il soffitto –Ma se non vuoi non importa- si stese

-L’ho conosciuta il giorno del matrimonio- lei alzò un sopracciglio appoggiandosi alla sua spalla –Non l’avevo mai vista e...ci hanno iniziato insieme...e subito dopo sposati. Ero senza parole, nessuno mi aveva detto nulla e a diciotto anni si e no compiuti, trovarti una estranea in camera che non sai nemmeno come si chiama ti lascia spaesato. Lei poi era pronta a piangere appena la guardavo! Sai, ero sempre stato dell’idea che fosse Pansy quella che avrei sposato e difatti con lei non ho mai avuto problemi di approccio, in primis per via del carattere. Era tutta d’un pezzo, non la facevi soffrire nemmeno dicendole che era una puttana tra le peggiori. Hai presente no?-

-Si, la ricordo-

-Io credevo che tutte fossero così. Le figlie di Mangiamorte che ho conosciuto nella mia vita si somigliavano tutte…ma non lei- lei annuì –Lei era tutto l’opposto-

-L’eccezione che conferma la regola- pronunciò lei. Draco la guardò e annuì

-Esatto. A parte il fatto che sapevo solo che si chiamava Licia, pareva quasi una bambina di undici anni e non una di diciassette alla soglia dei diciotto. Mi spiego, lei aveva anche paura a tenermi la mano! Come se i suoi l’avessero tenuta sotto una campana di vetro tutta la vita e poi l’avessero sbattuta nel mio letto credendo che tanto per imparare cosa succede c’è tempo. Io avevo capito che non sapeva niente e me lo disse apertamente. Puoi immaginare la mia disperazione!- lei annuì

-E mi vuoi raccontare come hai…fatto? Come siete arrivati ad avere un figlio?- lui alzò un sopracciglio

-E’ stata l’esperienza peggiore di tutta la mia vita. Sai, non ami una persona e più che altro compatisci come è cresciuta, e ti tocca pure insegnarle le cose più elementari…Sai, non sono mai strato molto loquace su queste cose-

-Non sei loquace in generale- gli ricordò lei

-Comunque su certe cose ancora meno. Io di solito non mi facevo certe pare e invece con lei…Mi pareva così delicata che saltarle addosso mi pareva così…impossibile-

-Ti ha fatto diventare umano?- domandò lei

-Non esageriamo- l’avvertì lui –Diciamo che ero attento a lei più di quello che non ero mai stato con le persone!-

-Ah…- Ginny alzò un sopracciglio: non ce lo vedeva Draco Malfoy dciottenne, appena uscito da Hogwarts(e quindi una testa di cazzo di prima riga), che si comporta decentemente con qualcuno…Non ce lo vedeva proprio!

-Ci sono volute due settimane, ma alla fine si è lasciata andare. Eravamo a casa da soli ed è stata lei a fare il primo passo. Temevo che fossero stati i suoi ad obbligarla dato che era andata da loro il pomeriggio ma non era stato così, tra loro non parlavano di cose di quel genere-

-Ed è andata bene?-

-Si, diciamo di si. Mi ci è voluta mezzora solo per svestirla ma poi…-

-Wow…mezzora…un record per te- lo prese in giro Ginny

-Una tragedia vorrai dire, ero in crisi- si passò una mano sugli occhi

-L’esperienza peggiore- gli fece eco lei

-Si, io ero abituato a quelle che arrivavo ed erano già nude!- lei rise di gusto e lui la guardò –Non c’è da ridere sai?!?!-

-Si lo so, ma io non ti ci vedo a fare il diavolo a quattro per convincere una a svestirsi!- lui sorrise

-Si, non mi era mai capitato-

-Tra voi poi è andata bene? Te ne sei innamorato?-

-E’ andata bene, ci siamo trovati…e non era male- la guardò –Aveva un carattere molto dolce e non mi faceva mancare niente, era come se mi leggesse la mente! Parlava solo quando la si interpellava, e all’inizio ti assicuro che questo mi aveva messo in crisi, completamente! Nelle prime due ore in cui fummo soli, parlai solo io, lei ascoltava soltanto e…ci ho messo un sacco di tempo per sapere di lei qualcosa in più che non fosse nome, cognome e hobby. Io che avevo sempre avuto vicino chiacchierone pettegole e rompiscatole di prima riga…La convinsi a riprendermi e anche a dire la sua opinione ma parlava solo a monosillabi in quel caso e una volta si è quasi messa a piangere per contraddirmi su una cosa che…aveva ragione lei!

-Aiuto…-

-Alla fine poi è venuto fuori il caratterino che i suoi non le avevano mai permesso di dimostrare: seria, intelligentissima, lettrice accanita di horror, curiosa come poche e anche un po’ civetta, ma questo lo siete tutte- Ginny ridacchiò –Amava le ametiste e difatti le ho regalato moltissimi gioielli di quel genere e poi…- la guardò –Era un’osservatrice senza eguali. Si accorse che avevo per la testa un’altra, si accorse del prossimo decadimento dell’Oscuro molto molto prima di tutti noi…-

-E l’amore?- lo interruppe Ginny –E’ arrivato?-

-Non da parte mia. Dovevamo stare insieme obbligatoriamente e dovevamo adattarci. Lei si innamorò man mano. Io no. Quando mi disse “ti amo” io ero spiazzato. Mi assicurò che da me non voleva amore dato che sapeva che io avevo in mente un’altra ma voleva…non essere lasciata. E io per questo la potei rassicurare dato che chi era sempre nei miei pensieri era la fidanzata, e poi divenne la moglie del mio nemico n’1- lei lo guardò

-Poverina…sapere questo deve averla uccisa dal dolore. Se Harry mi avesse detto questo…-

-Tu e lui vi eravate uniti per vostro volere, io e lei no, per imposizione!- si guardarono

-Già-

-Lei non ne soffrì comunque. Non avevo altre che mi distrassero da lei, non avevo…che lei e quindi…diciamo che era il mio unico pensiero. Poi mi affezionai logicamente, ma non era comunque amore- si leccò le labbra –L’anno dopo nacque Andreas e…le cose migliorarono ulteriormente-

-Com’era? Biondo, moro…-

-Biondo scuro. Licia era mora e quindi era venuto un misto spaventoso. Gli occhi erano grigi però. E i modi di fare erano senza ombra di dubbio quelli dei Malfoy- Ginny ridacchiò

-Si immagino!-

-E’ stata lei a scoprire per prima che Blaise era una spia. Come ti ho detto non le sfuggiva nulla!- strinse le labbra –Lo tenne segreto per oltre un anno poi li vidi parlottare e lei era spaventata. Le chiesi il motivo e me ne parlò a fatica. Io non potevo credere che mio cugino avesse fatto una cosa del genere! Davvero, era un’idea campata per aria a mio avviso. Mi infuriai con lei e si mise a piangere in un attimo. Entrò Blaise che mi spiegò che era tutto vero. Immaginati il mio choc! Lei mi disse che avrebbe voluto che anche io uscissi da quel circolo vizioso di morte e torture e io ci misi...un sacco per sbollire la collera per quella richiesta e per decidermi a creare un futuro migliore per Andreas- Ginny si sedette e lui incrociò le braccia sotto la testa –Però mi scoprirono-

-Lo ricordo- lui annuì

-Bè, quando lo scoprirono tentarono di uccidermi- lei annuì –Solo che non riuscendoci si…presero quello che era mio-

-Licia ed Andreas- lui annuì

-Esatto- si mise seduto –Blaise non era stato scoperto e…vide tutto. Non mi ha ancora detto quello che fecero e diciamo che gli sono grato per questo- Ginny lo abbracciò

-Mi spiace Draco- ammise lei –Non sai quanto- lui fece un mezzo sorriso

-Ormai è passato- disse con serietà

-Non è mai passata una cosa del genere Draco, non passa mai. Io ho i miei due bambini e il pensiero che gli possa accadere qualcosa mi fa…venire una male dentro che tu non sai. Il pensiero che possano morire poi…- fece un sospiro -…mi distrugge!- lui la guardò –Quindi non immagino quello che senti tu- lei deglutì –E nemmeno voglio immaginarlo se proprio vuoi saperlo-

-Si, fai bene- la abbracciò a la fece sdraiare –Siamo messi bene se parliamo di certe cose invece di fare qualcosa di più costruttivo- lei sorrise

-Ora possiamo fare quello che vuoi- annuì –Mi sono ripresa da poco…-

-Ma davvero?!-

-Si si- ridacchiò

-Perfetto…-

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Capitolo 15
*** Quindici ***


La storia è agli sgoccioli

La storia è agli sgoccioli, sta per finire! Scusate se ho ritardato a postare, la scuola mi sta uccidendo!

Jade^^

QUINDICI

Carissima Ginny,

la tua lettera mi ha fatto felice come tu non puoi immaginare. L’arrivo di Edwige all’inizio mi aveva fatto pensare che fosse accaduto qualcosa di brutto(dato che ci eravamo lasciate senza quasi un saluto), ma poi quando l’ho aperta…mi è venuto da piangere. Anthony ha pianto a sua volta perché spaventato e Stefy si è unita a noi subito dopo. Viktor e sua madre erano nella stanza a fianco per sistemare la divisa da Quidditch e sono accorsi temendo il peggio ma scoprendo il motivo di tutto quel piangere non hanno potuto far altro che ridere…contagiandomi. Ho riletto la tua lettera mille volte e per scriverti mi ci è voluto quasi una settimana dato che non avevo idea di come cominciare a risponderti, ero così preoccupata di dire qualcosa di sbagliato!

Parto col dirti che di scuse non ne voglio, non servono. Io ho sbagliato, io mi ero intestardita nell’idea che tu dovessi partecipare a quella festa per forza, io non avevo capito il tuo dolore. Ero così certa che con la mia parlantina ti avrei convinto che, come al solito, la mia sicurezza e la mia testardaggine non hanno avuto la meglio…

Mi dovevo poi anche ricordare che tra noi non c’è più l’affiatamento di un tempo…Ora tu hai Luna, ora è lei la tua migliore amica e questo è giusto, non credere che te lo dica per rimproverarti! Se vivessi ancora li, se per cinque anni non ci fossimo perse di vista quasi completamente, se fraintendimenti e spiacevoli situazioni non ci fossero stati forse…Però sono serena: le cose cambiano nel corso della vita e che le amicizie vengano e vadano è normale. A suo tempo dicevamo che mai nulla ci avrebbe diviso, che insieme avremmo superato ogni ostacolo e per un po’ così è stato ma…dopo la sua morte, dopo gli avvenimenti che hanno coinvolto me e Ron le nostre strade si sono divise senza comunque perdersi completamente, concordi con me? L’amicizia c’è ma è come un amore a distanza e non avendola alimentata se non con lettere e foto…era naturale che il nostro incontro si sarebbe rovinato a causa di un mio comportamento che tu si e no sopportavi anni fa(Granger so tutto io).

Ma parliamo d’altro, nella tua lettera mi hai parlato del sogno che hai fatto e delle tue idee. Ti avverto che avevo sospettato qualcosa alla festa. Non per quanto riguarda te(dato che Ron mi ha raccontato-a proposito ci sentiamo per lettera, miracolo no?-che all’inizio tra di voi c’era qualche dissapore) ma per il modo di atteggiarsi di Draco Malfoy. non mi crederai ma quando sei apparsa sulla porta lui è…sbiancato? Anche vestita in un modo così serio sei riuscita a impressionarlo e scusa ma lasciare basito Draco Malfoy è davvero un’impresa! Che fosse innamorato di te, Ron mi dice che era una cosa risaputa li al Ministero(tu lo sapevi?! Io no!!) ma che fossero dieci anni…che eri nei suoi pensieri proprio non lo avrei mai, mai immaginato! Draco Malfoy innamorato…mi pare ancora una barzelletta! Mi fa piacere che i bambini si divertano con lui e mi fa piacere che non ti sia indifferente. Forse è lui quello giusto…come diceva Harry nel sogno, o no? Io lo spero per te, ho la vaga idea che non sia così malvagio come pare, anche se probabilmente da incazzato è meglio stargli alla larga…che dici?

Per cambiare discorso ed arrivare ai pettegolezzi: so che Luna torna dall’Africa alla fine d’ottobre e alcune indiscrezioni del Ministero della Magia Africano(so tutto quello che sto per dirti perché sto facendo praticantato con un avvocato famosissimo in Germania che ha il fratello che lavora al Ministero Africano come segretario di uno degli anziani) dicono che il nipote del Ministro si sia invaghito di lei e che abbia già chiesto il trasferimento(è un banchiere) alla Gringott. Capito la nostra lunatica Lovengood? Il punto è che la famiglia in questione è nota soprattutto tra la nobiltà babbana che(e pensa che sono purosangue fino al midollo) ha dei debiti con essa da zeri a quattro cifre in su!! Quindi sono pure ricchi sfondati e…preparati allo choc, molte proposte di matrimonio sono arrivate a Dennis(il nome dell’innamorato) da parte delle fanciulle babbane che sperano così d’estinguere il debito paterno. Peccato che(anche in Africa le cose non sono molto diverse) la famiglia Frejuos sia di sangue così blu che ha fatto il diavolo a quattro quando il padre di Dennis ha preso a fare affari con loro e quando sono arrivate le proposte di matrimonio che hanno offeso mezza nobiltà magica e non solo…Non so come l’abbiano presa la notizia di una storia con Luna ma spero per lei bene dato che la in Africa non usano mezze misure(un po’ come Voldemort solo che mentre noi lo braccavamo, gli omicidi per onore la sono alla regola del giorno-tipo Medioevo, non trovi?) quando si tratta di ripulire la famiglia dalle onte…

Direi che ti ho detto tutto.

Ora ti lascio perché Stefy piange e mi sa che Anthony sta distruggendo qualcosa.

Salutami Lilian ed Harry, Draco Malfoy e quando la vedi Luna…

Un bacio Hermione

§

Ginny entrò da M.ma Rosmerta e si mise in un angolo ad aspettare. La donna, ormai non più bella come un tempo, le si avvicinò

-Aspetto una mia amica- sorrise la rossa –Se può venire più tardi…è meglio-

-Si certo, nessun problema- si guardarono e lei sorrise –Mi ricordo di lei- Ginny strinse le labbra –Veniva qui sempre con Harry Potter e quella ragazza dalla parlantina facile e quel rosso bello da fare paura- Ginny sorrise all’idea che Ron piacesse anche a diciassette anni, periodo in cui forse era stato meno bello in assoluto –Lei è la vedova di Potter- Ginny annuì

-Si io…- la donna si sedette e le segnò un quartetto del quarto/ quinto anno che trai ragazzi di Hogwarts in giro quel sabato, era quello che faceva meno chiasso in assoluto, confabulando senza posa. Erano seduti sotto la finestra dove ogni tanto, a suo tempo, anche loro si appostavano per parlare senza che ci fosse il pericolo che qualcuno ascoltasse

-Quei quattro…- Ginny annuì -…sono i vostri ammiratori in assoluto- sorrise –Sono combina guai, sempre nei pasticci…- la guardò -…e Silente li riprende spesso- Ginny alzò un sopracciglio –Vi imitano spesso e volentieri e con i Serpeverde hanno quella che si può dire, una lotta senza quartiere-

-Oh Dio…-

-Ma sono ragazzi a posto, come lo eravate voi- fece un sospiro –Come mi mancano quei tempi…- la porta si aprì e Luna entrò rossa in viso e col fiatone: aveva corso

-Eccomi Ginny!- la rossa sorrise, sia alzò e l’abbracciò con un sorriso

-Oh Luna! Luna! Come mi sei mancata! Come mi sei mancata!!!- la bionda sorrise sfregando la mano sulla schiena

-Anche tu Gin, anche tu- m.ma Rosmerta si alzò

-Che posso portavi? Offre la casa per oggi- le due si guardarono

-Burrobirra e torta di mele!- dissero in coro con un sorriso. La penna prendi appunti annotò in un taccuino e con la donna andò al bancone. Le due ragazze si sedettero

-Raccontami tutto- disse Ginny –Dimmi che cosa hai fatto in Africa, cosa è successo di bello e…quando vedremo il tuo lavoro- Luna annuì e fece un sospiro togliendosi il giubbotto

-L’Africa è bellissima- sorrise –E’ il posto per eccellenza più…bello che ci sia. I suoi deserti, le oasi! Luoghi incantevoli. Ho visto una tempesta di sabbia, ho visto le palme e i rigagnoli d’acqua in cui sorgono città floridissime in mezzo al nulla…I cammelli! Cavalcarli è un’impresa ma sono animali così…belli! Ho…visto serpenti di cui ignoravo l’esistenza, ho visto scorpioni grossi e orribili spuntare dalla sabbia a pochissimi cm da me…- fece un sospiro

-Un posto da favola…-

-Si, ma è anche un posto orribile per certi aspetti- si accigliò –C’è molto bello in Africa ma anche molto dolore. Ho fatto un documentario sulle malattie dei luoghi sotto sviluppati e l’Africa è in testa a quei posti …ti giuro che ho visto cose, cose orribili. Non so come i babbani possano…far finta di nulla! Ho tenuto in braccio un bambino di tre chili…e dovrebbe avere tre anni…- Ginny strinse le labbra con una smorfia –Ho visto persone con la malaria, con il tifo e anche con la lebbra…orrendo, ti giuro una cosa orrenda!- si leccò le labbra –I ricchi stanno bene e i poveri…muoiono senza che nessuno muova un dito- storse le labbra –Disgustoso- la guardò –Ecco il mio viaggio-

-E…non hai altro da dirmi?- chiese Ginny afferrando la sua Burrobirra e il piattino con la torta, comparsi su di un vassoio che, liberato anche dalle ordinazioni di Luna, scomparve

-No-

-Sicura?-

-Si- disse incuriosita da quel suo interessamento che non aveva fondamento

-Nemmeno di un certo…nipote del Ministro…- Luna strabuzzò gli occhi

-E tu come sai di Dennis?!- Ginny sorrise

-Allora è vero!-

-No! Non è vero nulla! lui e io non stiamo insieme! Ma ti pare! Oh! Chi ha messo in giro questa balla?- domandò –Qualcuno che conosco?-

-Mi è stato detto per lettera, lo so solo io. Non è vero nulla?-

-No, quel bambinone che pensa solo ai soldi non è affatto il mio tipo!- disse con fare altezzoso –Ha soldi a palate ma la sua nobile famiglia non muove un dito per aiutare chi muore sotto casa. Ti pare che io mi metta con uno del genere!- la guardò quasi schifata da quella possibilità

-Potresti farlo cambiare-

-No. Vive in una casa tutta di mobili decorati in oro, ha dei vestiti che valgono…miriadi di galeoni e quando gli ho detto ciò che ho visto mi ha risposto che chi è in quello stato è una piccola parte di gente e che non tutti possono essere ricchi e contenti. Ti pare un discorso da persona normale? Io dico di no-

-Se non è mai uscito dalla sua gabbia dorata…-

-Parlami di te e Malfoy- tagliò corto Luna –MI interessa di più dato che è qualcosa di reale e non di una mente malata che dice sciocchezze senza fondamenta- Ginny fece un sospiro

-Va tutto bene- si guardarono –Va d’accordo con Lilian e Harry, accetta che io ho anche altro per la testa e non solo lui, accetta che Harry è e rimane la persona che ho amato sopra ogni cosa…-

-OK OK, bando alle ciance, dimmi qualcosa di…interessante- alzò un sopracciglio –Capisci che intendo?- si guardarono –Weasley! Dimmi un po’ che carattere ha fuori dalla sfera pubblica di duro Malfoy senza umanità! Dimmi come ti tratta, come va con la tua famiglia, come è a letto…Dimmi qualcosa che non immagino!-

-E non immagini come possa essere a letto? Vuoi che te lo spieghi?- Luna sorrise e annuì –Non è male- fece spallucce come se fosse qualcosa di poco conto e Luna la guardò allibita

-Draco Malfoy viene a letto con te e tu mi dici che non è male?!?!?! l’essere che ha fatto sognare la nostra generazione(e non solo) di fanciulle ad Hogwarts…non è male?! raccontamene un’altra Ginny- la rossa sorrise

-OK, è bravo, ma bravo bravo- sorrise –Diciamo che si vede che di pratica ne ha fatta-

-Ci scommetto- sorrise –Immagino la moglie che gioia doveva provare quando se lo trovava in camera-

-Non pensare alla moglie, pensa a me Luna! Anche io…quando ci troviamo in camera di certo non penso a cosa cucinare il giorno dopo-

-Cucinano gli elfi- le disse ironica l’amica

-Era una battuta- sbottò la rossa seria

-Gelosa di…Licia Malfoy?- Ginny si leccò le labbra

-Tanto quanto lo è lui di Harry- l’avvertì

-Ahi ahi…allora se è così non durerete molto- si guardarono –E poi non credo che lui sia geloso di Harry, anzi, credo che l’idea che tu comunque abbia nel cuore il padre dei gemelli…l’abbia superata da un pezzo- sorrise –Sei tu che sei gelosa di qualcuno che lui non amava nemmeno. Dato che amava già te- sorrise

-E’ che…si, lo sono, ma ho le mie ragioni- annuì guardandola negli occhi

-Illustramele-

-Non sono mai stata con qualcuno che era stato per un certo periodo legato ad un altro- annuì –Moglie men che meno-

-Harry aveva Cho- le ricordò Luna. La rossa la guardò malissimo

-Quella zoccola si approfittò di lui- sbottò Ginny –E non nominarla!- ringhiò. Luna alzò un sopracciglio ed annuì

-Comandi-

-Tra di noi le cose vanno bene comunque. A natale andremo in Galles, in una delle case che erano di sua madre. Già immagino che razza di casa è!- alzò un sopracciglio –Da incubo-

-Narcissa Malfoy aveva stile e poi quella era casa Black quindi…ancora meglio!-

-Non so come faremo con tute queste case. Io come eredità di Harry ne ho…sette, tutte di Sirius che gliele ha lasciate, Grinmauld Place esclusa, Draco nemmeno me lo ha detto con precisione quante sono! Ma ce ne sono anche di Licia e quindi…fai te! Mi sa che ne venderà qualcuna, io gli ho detto che quelle di Harry non si toccano e lui mi ha assicurato che nemmeno gli era passato per la mente. Essendo poi che sono l’eredità di Lilian ed Harry…non voglio privarli di nulla- sorrise

-Ma come farete quando vi sposerete ed avrete altri figli?-

-Luna dove corri? Guarda che non riesco a starti dietro, ti vedo già come un punto nero!- strinse gli occhi fingendo di guardare lontano e Luna scoppiò a ridere, Ginny la seguì e scosse la testa –Non abbiamo ancora parlato di certe cose Luna, nemmeno le abbiamo accennate se vuoi saperlo! Per di più probabilmente non accadranno mai- si guardarono

-Credi?-

-E’ un’ipotesi- Luna alzò un sopracciglio

-Draco li vorrà dei figli da te e di certo vorrà anche sposarti prima o poi- annuì –Ho una vaga idea di come è Malfoy cara la mia amica che vive ancora sulle nuvole!-

-Anche io ne ho idea Luna! Ma non abbiamo intavolato questo discorso ancora e sinceramente, voglio prima di tutto che Lilian e Harry si abituino a lui…Tu mi ci vedi dopo un mese che sto con lui, dopo un mese di avanti e indietro da Malfoy Manor, che dico loro che mi sposo e che presto avranno un altro fratello o sorella che sia? Muoiono!-

-E perché mai? Secondo me sarebbero felicissimi. E poi vanno d’accordo con Draco, no?-

-Si ma da andarci d’accordo a viverci è un altro paio di maniche se permetti!-

-Come vuoi, come vuoi-

§

-Posso guardare?-

-No…-

-Dai Draco! Perché non posso? Non so nemmeno dove sto andando!-

-E’ una sorpresa…- sorrise lui

-I bambini?- domandò

-Ti ci porto dopo da loro, ora zitta e muta-

-Ma con chi sono?- continuò imperterrita a domandare, dato che da quando era arrivata non aveva potuto vedere neanche la stanza in cui erano arrivati con la polvere volante

-Con un elfo che li porta nelle loro camere…- Ginny si leccò le labbra e non sentendolo fermare, gli finì contro

-Ahi..- si toccò il naso

-Siamo arrivati- lo sentì aprire una porta e Ginny fu spinta delicatamente in una stanza che superarono passando alla seconda –Questo è un villa che apparteneva ai Black più o meno nell’epoca settecentesca e chi ha arredato questo posto, aveva visto l’impero di Napoleone I con i suoi sfarzi e le sue…esagerazioni-

-Oddio…ed eccentrici com’erano, che hanno combinato?- lui ridacchiò

-Ti faccio solo presente che il letto di questa stanza, ciò che poi voglio mostrarti, proviene direttamente dalla prima imperatrice Giuseppina, moglie appunto dell’imperatore Napoleone- Ginny posò la mano sulla benda

-Posso toglierla-

-Si- Ginny la levò piano quasi con timore e strabuzzò gli occhi e aprì la bocca dallo stupore

-Oh mio Dio- lui sorrise e lei non poté non avvicinarsi all’enorme e bellissimo letto a baldacchino, posizionato in mezzo alla stanza, rialzato su un gradino ricoperto di parquet rosso, con la prua tirata da cigni dorati

-Che te ne pare?-

-Esagerato, bellissimo…stupendo…da favola…- lui annuì. La stanza circolare era arredata con gusto ottocentesco, che non variava di molto nelle altre stanze della villa(date che nessun Black ci aveva passato mai così tanto tempo da voler mutare qualcosa), che dava una luce, tramite stucchi, decorazioni dorate e soffitti dipinti, da lasciare senza fiato

-Un tocco di classe di mia madre- lei lo vide aprire la più grande tenda che lei avesse mai visto, lunga quasi tutto il muro dietro al letto, e rimase senza parole –Mia madre ha sempre adorato i fiori- si guardarono e lei, quasi di corsa, andò verso la serie di finestre che davano su un giardino sterminato che probabilmente aveva un numero così alto di fiori che nessuno ci teneva più il conto –Da ognuna di queste finestre vedi un colore diverso e se lo guardi da una sola finestra, i fiori prendono la forma di un fiore multicolore, o sbaglio?- lei sorrise

-Quanti fiori ci sono?- lui ci pensò

-Mia madre una volta mentre parlava con un elfo gli diede l’ordine di piantare diecimila rose rosse, diecimila rosa, diecimila blu, diecimila bocche di leone e diecimila margherite- lei lo guardò

-Dio…quante!-

-Mia madre è sempre aveva la bussola che puntava sul lato dell’esagerazione, è sempre stata di questa tendenza, anche da ragazzina, me lo diceva sempre Bellatrix-

-Si e lei non lo era esagerata? Mi pare che lei lo fosse di più, molto di più!- si guardarono e lui sorrise

-Lei era eccentrica, amava le cose belle…ma non era esagerata-

-Le sorelle Black erano davvero…qualcosa di sublime…- sorrise –Non è che le camere di Harry e Lilian sono così vero? Rischi che quella stanza e quelle a fianco siano da ricostruire completamente, lo sai?-

-No, sono a prova di bomba, non temere!- lei sorrise

-Spiritoso-

-Giuro, giuro e ritorno a giurare, non distruggerebbero nulla di quella stanza nemmeno con una bacchetta- sorrise –Ci ho pensato io…- ghignò –Quella stanza…l’ho riempita di incantesimo che nemmeno il Ministero conosce-

-Magia Oscura? Ti uccido- lo minacciò lei

-No, soltanto magia antica. Una magia che veniva usata nel medioevo, molto potente- lei sorrise

-Bravissimo- gli si avvicinò

-Conosco i miei polli- lei ridacchiò

-Si, immagino- gli cinse il collo con le braccia e gli posò un bacio sulle labbra –Bellissimo posto, bellissimo…bellissimo…-

-Sono contento…contento…contento…- le morse le labbra e lei si fece indietro

-Dobbiamo fare il presepe e l’albero di Natale- lo allontanò –Andiamo-

-Ma ci mancano ancora dei giorni e…-

-Non sai quanto pericolosi possano diventare Harry e Lilian se non hanno il loro Natale perfetto!-

-Si ma…-

-Non ci sono ma- sorrise –Hai voluto la bicicletta?- lui la guardò senza capire –Pedala!- gli prese una mano e lo tirò fuori dalla camera da letto

-Ginny…Ginny che vuole dire-

-Detto babbano. Il succo è che hai voluto portarci qui? Allora ti tocca lavorare!- sorrise

-Ah…Bè allora ci sto, per fare un presepe e un albero-

-Si ma non hai mai avuto a che fare con…le due pesti- lo guardò ed annuì

-Per il loro compleanno…-

-Non era nulla- lo guardò ed annuì –Te lo assicuro….-

-Mi distruggeranno vero?-

-Oh…credo proprio di si- ridacchiò lei

-Vedrò di non soccombere, dato che poi la loro mamma dovrà…pagare pegno per le loro torture- lei lo guardò

-Ah! Vuoi pure qualcosa in cambio- disse lei fingendosi stupita ma sapendo che non sarebbe stato possibile altrimenti

-Noi Malfoy non facciamo mai nulla per nulla- sorrise –Ricordalo- lei annuì

-Lo farò, lo farò- lo guardò –E poi scusa ma non credo affatto che pagherò in modo così…faticoso- lui alzò un sopracciglio

-Non esserne sicura- lei annuì

-Come credi…intanto subisci, poi vedremo chi dei due sarà più a pezzi…alla fine-

-Sono a pezzi!- Draco entrò in camera e si buttò sul letto affondando il viso nel cuscino –Che dolore di schiena, di collo, di braccia…-

-Esagerato- disse Ginny con un sorriso –Sono stati anche più buoni del solito- lui la guardò

-Stai scherzando!-

-Oh no…il povero Dobby quando si avvicina il natale deve prendere sempre pozioni vitaminiche perché sennò rischia di morirci-

-Immagino- lei sorrise –E tu come fai? Mi hanno completamente distrutto- lei gli si sdraiò a fianco

-Utilizzo una tecnica segreta per non stancarmi- lo guardò con la coda dell’occhio

-Ti prego, dimmi qual è- lei fece un sospiro

-E’ una tecnica segrete appunto perché è segreta!-

-Mi pare di essere passato dentro un tritatutto babbano…dimmi come posso fare per non arrivare con la schiena spezzata a tutti i natali- lei sorrise

-Bè…io di solito uso una terza persona che li tenga occupati e che venga ben distrutta così loro si stancano e da me…che faccio presepe ed albero sono certa che non vengono- lui si alzò sui gomiti guardandola con aria molto seccata

-Che tecnica segreta- sbottò –E così è toccata a me oggi-

-Dobby era al settimo cielo quando gli ho detto che per Natale venivamo via con te- alzò un sopracciglio

-Devo chiedermi anche il perché?- lei scoppiò a ridere

-Non sono malvagi-

-Sono due distruttori, è diverso- lei fece un sospiro

-Come sei, dillo che ti sei divertito-

-Un mondo…- lei sorrise e si appoggiò alla sua schiena –Cosa c’è?-

-Sono un po’ stanca-

-Tu lo sei e io non posso esserlo?-

-Tu sei Draco Malfoy l’indistruttibile- sbottò lei –Io sono una donnina indifesa che si affatica per nulla- lui ridacchiò

-Indifesa…non credo- lei lo pizzicò con forza sulla schiena –Ahi ahi ahi!- lei sorrise –Ritiro tutto, ritiro tutto!- Ginny lo lasciò

-Bravo, ottima idea- lui la guardò –La vigilia è dopodomani. Ho detto agli elfi che tipo di menu devono fare, va bene?- lui fece spallucce

-Nessun problema…io non sento molto il Natale quindi non mi fa differenza che si mangia- lei lo guardò

-Perché non senti molto il Natale?- lui fece spallucce

-E’ una babbanata e poi con la buffonata dell’essere tutti più buoni, si dicono stupidate che non saranno mai mantenute. Del tipo: sarò più buono, non picchierò mai più quello o quell’altro, sarò buono coi miei genitori…E alla fine tutto torna come prima- lei lo guardò negli occhi

-Mi sa che prima non la pensavi così- lui la guardò

-Che vuoi, dire?-

-Dimmelo tu-

-Odio il Natale e basta. Non l’ho mai apprezzato- Ginny strinse le labbra e alzò un sopracciglio

-Tutti amano il Natale, di certo nel profondo del tuo…piccolo cuoricino è così-

-Non contarci- lei fece un sospiro

-Come vuoi-

§

Appena l’ultimo piatto sparì dalla tavola, Harry saltò giù dalla sedia pronto a scartare ogni singolo regalo quanto più veloce poteva. Ginny che aveva previsto una reazione di quel genere lo afferrò per le braccia e lo alzò senza troppa fatica

-Non credo proprio…Harry- lui sgambettò in aria per qualche secondo prima di accorgersi di essere sollevato da terra e alzò il viso sorridente

-Si mammina?- lei lo rimise sulla sedia e lui mise il broncio –Io voglio aprire i regali!- Lilian sorrise: quanto era buffo suo fratello quando metteva il muso!

-Prima che vi buttiate sui regali- fece un sospiro –Aprite quello che vi abbiamo fatto io e Draco- i due li guardarono sorpresi

-Ci avete fatto un regalo?!- Ginny si accigliò

-Io, vi ricordo, ve lo faccio sempre-

-Bè, ma forse questo è più interessante dato che lui ti ha aiutato a scegliere- sorrise Harry

-Che intendi piccola peste? I miei regali erano noiosi?- lo guardò offesa e Lilian saltò su in difesa di Harry e tentando di mettere da parte il fratello che di certo sarebbe saltato su con le sue frasi che era meglio evitarle

-No mammina- disse Lilian –Sono sempre bellissimi i tuoi regali- sorrise e Ginny annuì soddisfatta che Lilian fosse dalla sua parte

-E invece si, sono noiosi!- Lilian lo guardò male e scosse la testa lentamente

-Che razza di idiota di fratello che mi ritrovo- sbottò

-Lilian non si dicono queste cose e…tu, moccioso, scordati un futuro regalo da parte mia. Se ti può consolare troverai un sacco di carbone, logicamente da accendere il camino- lui fece una smorfia

-Così posso dar fuoco alla casa- sorrise compiaciuto

-E poi scordati di rivedere la luce del sole per i prossimi sei anni-

-Ecco i regali- interruppe Draco –E’ un gioco un po’ pericolo e così, per le prime volte ci staremo noi a controllarvi, d’accordo?-

-Va bene, va bene- sbottò Harry cominciando a strappare la carta con l’aiuto di Lilian. La scatola che si presentò ai due non prometteva nulla di interessante. I due si guardarono e Lilian fece spallucce. Lui alzò il coperchio e strabuzzò gli occhi. Ginny e Draco si guardarono e lei annuì rassicurandolo che la scelta era stata più che buona

-Quidditch- disse Lilian

-Quidditch per bambini- precisò Ginny –Quello da adulti, se un bolide vi colpisce vi spezza in due come minimo, questi bolidi invece sono morbidi e suonano quando colpiscono. Non vi farete male e vi divertirete un mondo

-Ma le scope?- chiese la bimba mentre Harry era tutto immerso in contemplazione

-Quelle non temere, Draco ne ha fin che vuole- lui la guardò –Esatto?- lui annuì

-Verissimo- Lilian sorrise e battè le mani

-Che bello che bello! Voleremo!!-

-Ci si gioca d’estate però- li avvertì Ginny –E su questo non transigo- Harry aprì la finestrelle a afferrò il boccino e lo strinse tra indice e pollice quando quello spalancò le ali

-Mamma secondo te potrò giocare a Quidditch a scuola?- Ginny lo guardò

-Certo, perché me lo chiedi?- lui sorrise

-Voglio fare come il papà e poi andare a fare le gare grosse e diventare famoso e dire a tutti che gioco nel ruolo del mio papi e che vinco solo per lui, che è morto per salvare tutti e non ha potuto giocare a Quidditch che gli piaceva tanto- Ginny strinse le labbra

-Ehm io…- sorrise –Credo che tu possa farlo tesoro- lui sorrise

-E tu sarai contenta vero?-

-Si-

-Non piangerai se mi faccio male, vero?- lei fece spallucce

-Mi preoccuperò ma sono certa che ti rimetterai- lo abbracciò –Il mio piccolo cercatore- lui sorrise cingendola con le gambe e le braccia. Draco la guardò e lei abbozzò ad un sorriso. Lasciò Harry che non si occupò più di tanto degli altri regali e con Draco si mise sul divano –Ecco qui i mio regalo- disse lei –Non è un gran che, non conosco bene i tuoi gusti e così…sono andata a naso- lui la guardò e scartò il pacchettino –Lo so, non è un gran che- si portò le mani sulle labbra trovandolo sempre più adatto. Lui annuì

-Mi piace-

-Davvero?- lo guardò speranzosa. Si guardarono negli occhi e lui annuì nuovamente

-Si, mi piace- lei sorrise

-Te lo metto- afferrò il ciondolo d’oro e glielo allacciò dietro al collo. Lo guardò e sorrise –La prossima volta ti farò qualcosa di meglio, giuro- lui fece spallucce

-A me è piaciuto- le porse una custodia rigida in cuoio chiusa con una cordicella del medesimo materiale. Lei lo guardò colpita

-Sembra vecchia- passò un dito sullo stemma dei Malfoy impresso a fuoco

-Diciamo che è molto vecchia. È stato il regalo del mio bis bis bis bis nonno a sua moglie- lei deglutì

-Draco non…-

-Non è niente di così tragico, ti assicuro che non è nulla di quello che pensi- lei annuì con un sospiro di sollievo

-Mi avresti mandato in crisi altrimenti- lui ridacchiò

-Anche secondo me- lei lo aprì e scostò la carta velina rovinata e ne estrasse una chiave pesantissima, vecchissima ed enorme. Lo guardò

-Non ho capito…- bisbigliò –Mi pare un po’ grande come chiave del tuo cuore sai?- lui scosse la testa e lei ridacchiò –Che scemenza…-

-Si, concordo- la guardò –Comunque è la chiave della porta di ingresso di Malfoy Manor- Ginny strinse le labbra –Quando la mia bis bis bis bis nonna la ricevette dal il mio avo, decise che ogni moglie di Malfoy, l’avrebbe dovuta tenere come simbolo della padrona di casa- Ginny fece un sorriso

-Ma io non…non dovrei averla, Draco noi non…-

-E nemmeno te lo chiedo…per ora- lei si leccò le labbra –Però, vorrei che la tenessi e che ritenessi Malfoy Manor come casa tua- Ginny deglutì

-Venire ad abitare con te?- lui annuì –Ma io ho Grinmauld Place e la ci sono tutte le mie cose e Dobby e Winky…-

-Non ti ho detto di portare tutto a Malfoy Manor Ginny, voglio solo che qualcosa la porti la da me e che quando vuoi venire…- Ginny fece un sospiro

-Non lo so…non lo so proprio, me lo chiedi e non mi lasci tempo per riflettere io non so…decidere su due piedi-

-Prendi tempo- lei lo guardò –Tutto quello che vuoi…ma fallo prima che io mi alteri e non ti porti via dalla casa di Potter con la forza- lei sorrise

-Non lo faresti-

-Sono un Malfoy-

-Sei Draco- lo avvertì –E so che sei bravo, buono e gentile-

-E un Malfoy-

-Dopo-

-Ci pensi seriamente vero?-

-Seriamente- lo abbracciò e gli posò un bacio sulle labbra –Giuro-

-Mamma guarda!- Harry le prese la maglia e la tirò –Cosa?- lui si allontanò un po’

-Guarda come sono bravo!- sorrise –Lo faceva anche papà così?- lasciò andare il boccino che si librò in aria

-Attent…- lui lo riafferrò afferrandolo con un salto. Lo lasciò andare ancora e lo riafferrò, lo mollò facendolo andare un po’ avanti e lo raggiunse con una corsetta

-Lo faceva anche papà mamma?- si voltò verso di lei e si tirò indietro i capelli con una mano –Allora?- Ginny deglutì posandosi le mani sul viso. lui le sia avvicinò –Allora?- lei sorrise

-No, non lo faceva il papà, lo faceva il nonno- annuì passandogli una mano sul viso –Ed era proprio come te, faceva proprio come fai tu- sorrise –Uguale uguale- lui sorrise

-Ed è una bella cosa?- Ginny fece un sospiro ricordandosi di quando Harry glielo raccontò anni addietro. Ci aveva messo un po’ ad abituarsi all’idea che suo padre fosse come Piton lo descriveva sempre, ma poi non gli era dispiaciuto conoscere il vero io di chi aveva sempre ammirato e adorato. Ginny sorrise

-E’ una bella cosa essere come il nonno…- sorrise –E’ un po’ come essere il papà- lui sorrise e ritornò a pavoneggiarsi davanti alla sorella che lo guardava ammiratissima, con la sua nuova Barbie in mano, come se quel gioco fosse qualcosa di spettacolare e unico

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Capitolo 16
*** Sedici ***


SEDICI

SEDICI

Ron appoggiò la Gazzetta del Profeta sul tavolo con un sospiro. Si passò una mano trai capelli e si alzò

-Che dice oggi la Gazzetta?- domandò Arthur seduto sulla poltrona che leggeva un vecchio libro con gli occhialetti rotondi sul naso

-Parla di Narcissa Malfoy- Fred che stava calcolando qualcosa con una calcolatrice babbana lo guardò

-Che vuoi dire?- chiese –Che diavolo ha combinato quella?!- Ron fece un sospiro guardando terra

-Si è uccisa, stanotte-

-Benedetta donna!- sbottò Arthur –Ma che diavolo le è venuto in mente? E perché lo ha fatto poi?- Ron fece spallucce afferrando il giornale

-Qui dice che ha lasciato una lettera per il figlio scritta…con il suo sangue-

-Disgustoso- sbottò Fred –Decisamente di cattiva gusto!- Arthur annuì

-Gliela faranno pervenire?-

-Non so papà. Comunque direi di fare un salto a Malfoy Manor, non vorrei mai che fosse Ginny a trovarla…le verrebbe come minimo una crisi di panico- roteò gli occhi –Ci mancherebbe solo una cosa del genere!-

-Credo che Draco si svegli prima di lei e che quindi tu non debba andare la…non ce né motivo- disse calmo Arthur

-Allora diciamo che evito che siano Harry e Lilian a trovarla- lasciò il giornale e si smaterializzò

-Benedetto ragazzo- bisbigliò Arthur

-…e se fosse maledetta?- la voce preoccupata di Ginny fece capire a Ron che la lettera era arrivata a Draco e che Ginny l’aveva vista

-Ginny…- il tono di Draco era particolarmente disperato, probabilmente da parecchio discutevano su di essa

-Ginny nulla!- strillò lei –Ma come diavolo puoi essere così tranquillo! Falla controllare! Falla guardare da Silente prima di aprirla!- stava per mettersi a piangere –Perché fai sempre tutto quello che pare a te!!!- e prese a singhiozzare. Ron alzò un sopracciglio ed entrò nella sala da pranzo sapendo già che lui avrebbe ceduto e che quindi la discussione terminava li. Ron era rimasto più volte stupito del modo di fare del biondo Serpeverde che non avrebbe mai creduto poter cambiare carattere in quel modo per via di sua sorella. Convivevano da gennaio, più di sei mesi, e in questo lasso di tempo tra le lacrime di lei(che da quando era incinta erano diventate giornaliere), le sue urla e i suoi borbottii costanti quando qualcosa non le andava a genio(ad esempio la vacanza in Francia proposto da lei, mentre lui puntava ad andare in Italia, conclusasi poi con due mesi in Francia e solo quindici giorni in Italia), lo aveva più visto piegare la testa. Era successo una sola volta che la discussione si fosse accesa(non proprio metaforicamente parlando dato che il tono acceso di lei si era concluso con una tenda strattonata che aveva preso fuoco) con lui davanti e il modo in cui le aveva dato ragione, lo aveva lasciato…basito a dir poco. Non aveva riconosciuto il caro vecchio Malfoy finché lei non era uscita e lui aveva preso a sproloquiare come un pazzo(e altro piccolo problema per Draco era quello di non poter nemmeno dire una parola troppo esagerata dato che Ginny non amava che si parlasse male in sua presenza o nelle vicinanze dei bambini). Ron trovava la loro situazione davvero stramba: un’altra coppia si sarebbe divisa nel giro di tre giorni con certe beccate che sfociavano in discussioni animate ma loro no, imperterriti litigavano, mandavano in crisi chiunque fosse nelle vicinanze oltre loro stessi, non si parlavano per un po’(oppure lei piangeva come una fontana o gli ricordava che lei era incinta e che aveva ragione) e poi pace era fatta in due e due quattro

-OK, OK- sbottò Draco –Siediti e calmati per piacere, faremo come dici tu, la farò controllare da Silente prima di aprirla e così tu starai più calma…va bene?- lei lo guardò alzando gli occhi

-Davvero?-

-Giuro- lei sorrise

-Grazie grazie!- gli saltò al collo e gli posò un bacio lasciandolo subito dopo

-Disturbo?- Ginny si voltò con un largo sorriso

-Ron!- lui sorrise –Che bello che sei venuto! È da un po’ che non ci si vede! Che fine avevi fatto?!-

-Ciao Gin, come stai?-

-Benissimo, allora?-

-Ero un po’ incasinato al Ministero- sorrise –Tutto a posto adesso, non temere- guardò Draco sedersi e la guardò –Che gli hai fatto poverino?-

-Nulla, ho ragione!-

-Certo, come no- sbottò Draco

-Fingo di non aver sentito- lo avvertì lei –Vado a svegliare i bambini- e si dileguò mentre il biondo ringhiava qualcosa di incomprensibile

-Non so come diavolo fate a stare ancora insieme- ridacchiò Ron –Parete più due vecchi sposi inaciditi che non due ventenni che convivono-

-Non me lo dire- lo avvertì Draco –Ti prego lasciamo perdere il come ci sopportiamo e il perché, non mi va nemmeno di pensarci- fece un sospiro mentre Ron prendeva la gazzetta e la lettera

-La farai vedere vero? Ginny lo fa per paura…non perché non ti ama- Draco annuì tirandosi sulle ginocchia il vassoio della colazione da cui prese il bicchiere di spremuta

-Lo so, ma la voglia di sapere cosa mi ha scritto mi…-

-Se non lo avesse scritto col sangue forse Ginny non sarebbe così preoccupata- prese le difese della sorella Ron

-Lo so, ma sono certo che non c’è nulla di pericoloso. Mi madre amava le uscite di scena vistose- alzò un sopracciglio –E cosa c’è di meglio che scrivere una lettera col sangue prima di suicidarsi?! Rende tutto più drammatico, non trovi?-

-Trovo- si guardarono –Parteciperete all’incontro al Ministero?- domandò sedendosi. Draco fece spallucce

-Non ne ho idea- ammise –Deciderà lei, io non ci metto becco. Per me andarci o no…non importa- si guardarono –Che c’è…Ronald?- il rosso alzò un sopracciglio

-Nulla-

-Se sei ancora qui vuoi sapere qualcos’altro- annuì –Non credermi un’idiota-

-Vado subito- si alzò –Salutami Ginny e i bambini- il biondo annuì e fece un cenno con la mano

Ginny alzò gli occhi dall’agenda piena di impegni più o meno importanti(scritti in grado di importanza come faceva a scuola con i compiti, dove guarda a caso pozioni era sempre l’ultima delle lista-e lei l’ultima della classe)

-Allora?-

-E’ tutto a posto- Ginny alzò un sopracciglio

-Meglio prevenire che curare, non trovi?- lui le posò un bacio sulla guancia

-Si- lo guardò

-Che fai? Non la leggi?- lui annuì rigirandola –Allora dai…così ti togli la curiosità su cosa potrà mai averti scritto- lui la guardò

-Forse non ne ho più così voglia!- lei scosse la testa

-Ci siamo messi a discutere perché volevi leggerla senza farla controllare…ed ora non la leggi che sai che è sicura?!- sbottò –Ma tu sei pazzo!- lui annuì

-E’ possibile- lui si sedette sul divanetto e lei si alzò mettendosi al suo fianco. Lui rigirò la lettera più volte e lei gli posò una mano sulla testa

-Cosa c’è…che ti preoccupa?- lui la guardò mentre lei passava la dita sulla fronte –Mmmh?- lui ci pensò e fece spallucce

-Non lo so, forse mi preoccupa che non ci sia scritto quello che io desidererei ci fosse scritto- lei si accigliò –Non è mai stata una madre amorevole e quindi…posso temere le sue ultime parole- Ginny si leccò le labbra –Il suo modo di dirmi che mi voleva bene era l’appellativo che non usava con nessun altro: un mielosissimo quanto falso e disgustoso mon chere. Odio il francese e i francesi per questo: quel suo disgustoso amore per la Francia e la loro lingua che utilizzava uno o due volte nelle frasi mi faceva accapponare la pelle. Ginny fece un sospiro

-Forse è migliore di quello che credi e forse quel suo modo di chiamarti lo usava per dimostrarti che ci teneva a te- lui la guardò con una faccia quasi divertita ma lei si impuntò -Non credo che fosse cresciuta con l’idea che i sentimenti andassero estraniati come invece è naturale per noi poveri…borghesucci di provincia- sorrise –I nobili, che siano maghi o babbani, non sono noti per la facilità con cui mostrano i sentimenti. Devono mantenere un’aura rispettabilità e di serietà…tu non hai fatto così per…anni ed anni?- lui la guardò e annuì

-Acuta osservazione, devo ricordarmela- lei sorrise

-Sono tutta testa io…mio caro- sorrise –Tra parentesi, ho scritto al Ministro che ci saremo per la giornata in onore di Harry. Ho specificato che ci staremo poco dato che…- si segnò la pancia -…non sarò nel mio pieno della forma- lui sorrise

-Mi sta bene, sai che ti avevo dato carta bianca su questa decisione- lei sorrise

-Tu mi lasci sempre carta bianca-

-Non dipingermi come un omuncolo senza spina dorsale tesoro-

lei alzò un sopracciglio

-Vuoi dirmi che solo per le cose poco importanti mi lasci campo libero?- lui la scrutò e scosse la testa

-Ci mancherebbe che intendessi una cosa del genere- sorrise e lei fece un sospiro

-Che intendevi allora?-

-Posso leggere la lettera?-

-No, che intendevi?-

-Ginny ti prego, non cominciare- la azzittì lui. Ginny annuì

-OK, scusa- abbozzò ad un sorriso e lui annuì. Guardò la lettera e aprì la busta sotto lo sguardo curioso di lei

Mon chere Draco,

so che quando riceverai questa lettera la notizia della mia morte ti sarà già giunta e scommetto anche che la piccola babbanofila ti avrà sobillato di grida e pianti per obbligarti a fare controllare le mie ultime parole per timore che una maledizione colpisca te o lei o i figli di Potter o, peggio di tutto ciò, tuo figlio. Mio nipote, il futuro erede dei Malfoy che avrà la sfortuna di avere una tale madre di bassa lega. Ma sorvoliamo sulle tue patetiche decisioni, io avevo sempre detto che Licia e il piccolo adorabile Andreas andavano risparmiati per bloccare ogni tua futura smania verso la rossa Weasley. Ma dato che era tuo padre e il Signore Oscuro a volerlo…tanto di cappello alle loro patetiche decisioni che hanno portato alla disfatta del sangue puro dei Malfoy. Ma ribadisco, surclassiamo l’argomento. So che col sangue non è una lettera bella da vedere ma non avendo altro modo di restare nella storia se non come la prima maga dissanguata per scrivere una lettera…Anche se poi mi ucciderò in un modo meno disgustoso. Ho pensato all’impiccagione…ma forse troverò un metodo più dignitoso dato che il pensieri di ritrovarmi con la faccia blu dopo la morte non mi attira particolarmente…

Ma parliamo di cose serie: dalla tua ultima visita so che hai intenzione di vendere alcune proprietà…nostre, della famiglia Malfoy o Black avute in eredità da me. Te lo proibisco Draco Malfoy! Non osare farlo. Non posso pensare che le mie case finiscano in mano a…nobilastri senza spina dorsale o, peggio ancora, a borghesi arricchiti dal sangue sporco (molto probabilmente). Piuttosto dà loro fuoco. Dai loro fuoco! Mi farebbe meno male. Oppure falle vedere alla stracciona, di certo, essendo donna(e le donne sono attratte da tutto ciò che è bello, vero futura nuora?), vedendo la loro bellezza negli esterni e il loro arredamento di classe, sono certa che ti farebbe desistere. E poi, sono certa che non avrete solo questo figli e quindi, più eredità=più ricchezza! E sono certa che non sarebbero felici i vostri figli sapendo che avete venduto ville da milioni di galeoni per…liberarvi di qualche affare burocratico. Tutti i figli vogliono una bella eredità e tu, mon chere, lo sai, vero? Ci hai tradito per risultare pulito e accaparrarti tutto…o no? E poi che penseranno i ragazzi Malfoy quando si troveranno con due case a testa mentre i fratellastri Potter se ne troveranno sei o sette per uno? La gelosia è una brutta bestia…o no? Quindi cara Virginia, sapendo quanto ami i tuoi piccoli Potter e quanto amerai ogni figlio che avrai voglia di fare con mio figlio, ti conviene tenerti ben stretta le proprietà che erano mie e di mio marito…eviterete in futuro gravi…gravissimi problemi di eredità che vi assicuro sono scalogne che si vorrebbero sempre evitare…

Detto tutto quello che mi pareva giusto dire a te, mon chere, e anche a te(dato che sarai al fianco del mio ragazzo mentre legge questa lettera) Virginia, sigillo la lettera e accingo a raggiungere all’inferno persone degne di rispetto e onore…

Narcissa Black Malfoy

-E’ stato orribile- ammise Ginny con una mano sullo stomaco –MI sento quasi male- lui dopo un attimo di completo smarrimento misto al disgusto la guardò

-Stai male?-

-Bè non sono nella forma migliore…diciamo- si alzò

-Che hai?-

-Tutto a posto-

-Non è il bambino vero?-

-No di certo!- scattò lei nervosamente –Non mi farebbe mai stare così male lui!- sibilò –Falla sparire quella cosa, falla sparire assolutamente!- lui annuì

-Si, si- lei lo guardò male –Amore mio non la voglio in casa OK? Non voglio rischiare che in futuro venga rinvenuta da qualcuno!- lui annuì

-Si si, va bene- lei lo seguì con gli occhi sino al camino dove la gettò dandole fuoco con la bacchetta subito dopo –Va meglio?- lei annuì con gli occhi lucidi

-Si…-

-Ginny- lei gli si avvicinò e l’abbracciò –Cos’hai?-

-Tu non ti sei sentito afflitto alla fine di quella lettura?- lui sorrise

-Non in modo particolare- Ginny scosse la testa

-Ma come fai…- lui la scostò

-Era mia madre- lei annuì e stava per dire qualcosa quando lui proseguì –Sapevo che non sarebbe stata una mielosa lettera piena di amore e di qualsiasi altro sentimento che fosse al di fuori da odio, rancore, antisemitismo portato all’estremo e…bè non so che altro- sorrise –Non ti preoccupare-

-Però è così brutto…-

-Ora ce la siamo levati dai piedi, forza, dimmi un po’ hai deciso che nome dare se il bambino è femmina?- lei lo guardò stupita

-Ma che c’entra questo?- chiese lei –Stiamo parlando di tua madre e ora mi chiedi che nome ho scelto?!- lui sorrise

-Non mi piace rivangare le cose passate e mia madre è diventata ormai passato remoto- lei lo guardò stupita

-Bè…io avevo pensato ad Elisabeth ma…se trovi un nome migliore…- lo guardò –Ma che non sia del tuo albero genealogico…capito? L’ho guardato l’altro giorno e mi ha fatto venire quasi freddo, ci sono dei nomi…quasi impossibili da dire!-

-Hermia è facile da dire, anche Leopoldine e pure Klementine-

-Si ma sono pietosi e poi io ne ho trovato uno che era…- ci pensò -…Ehrentraud- alzò un sopracciglio –Disgustoso…- lui sorrise

-Sei generazioni fa- disse lui guardando il soffitto con un sorriso, pareva quasi cercasse di ricordarla! –Che donna che era. Una tedescaccia irremovibile, serissima e quant’altro ti possa venire in meno lei lo era. Una madre coi fiocchi però, verso i figli…guai! Mi ricorda vagamente te- lei lo squadrò dall’alto al basso scostandosi da lui quasi schifata

-Non osare dire un’empietà di questo genere!- sbottò –Non mi paragonare a qualcuno della tua famiglia o potrei vendicarmi nel modo peggiore!- lui la guardò e fece spallucce

-No, senza offesa, mi ricorda te per certe cose- lei si leccò le labbra

-E tu a che nome hai pensato?- lui fece un sospiro

-A James-

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Capitolo 17
*** Diciassette ***


Eccomi qui con il penultimo capitolo della storia

Eccomi qui con il penultimo capitolo della storia. So che sono in ritardo…lo so! Mi disp! Volevo avvertire tutti che i miei esami sono alle porte e…che postato l’ultimo capitolo di questa storia, e il capitolo 26 de “Il Male”, io per un po’ chiudo battenti! Almeno fino alla fine di luglio…non scriverò il continuo de “Il Male” e non inizierò altre storie. Poi logicamente mi rifarò…

Cmq per ora non disperatevi…leggetevi questo capitolo e ditemi che ve ne pare…e semmai provate a prevedere che accadrà all’epilogo…baci baci

Jade^^

DICIASSETTE

Seduto sulla poltrona con fare impassibile, Draco Malfoy sembrava calmissimo. Il movimento nervoso del sopracciglio destro però dava alla sua persona tutto un altro aspetto. Hermione che cercava di far addormentare una Stefy che pareva sentire l’agitazione di tutti, gli si avvicinò

-Sta calmo Draco, andrà tutto bene-

-Lo so- sbottò senza degnarla di uno sguardo

-Lascia perdere- fece eco Luna –E’ una causa persa con gli uomini. Quando qualcosa va fuori dalla loro tranquillità diventano nervosi ed irritabili come non ti immagini-

-Parla la sapientona- sbottò Ron –E tu che ne sai? Non è che tu abbia molte esperienze in questo campo-

-Ne ho abbastanza, per un parto siete tutti quanti sclerotici. Anche Viktor- Hermione guardò il marito che sentitosi preso in causa si voltò. Aveva in mano un libro appena preso dalla biblioteca e guardò i presenti con fare indicativo

-Cosa?-

-Nulla Victor, nulla- sorrise Hermione guardando Luna alzando un sopracciglio. La bionda sorrise

-Te lo assicuro, ho ragione. E poi, questo non è né un parto gemellare né un parto come quello dell’altra volta, qui non abbiamo una Ginny depressa che rischia la pelle- Draco la guardò

-Che vuol dire?!-

-Nulla- partì all’attacco Arthur –Nulla Draco, davvero- Luna li guardò con aria interrogativa

-Non glielo avete detto?!?- tutti la guardarono con due occhi di fuoco e lei alzò un sopracciglio –Oh, bastava dirlo-

-Che cosa è successo?- domandò Draco –E ora me lo dite!-

-Nulla, Ginny ci ha quasi rimesso la pelle- disse Luna con calma –Sai com’è., con Harry appena morto era ancora un po’ sotto choc e quindi era debole e i bambini sono nati anche loro un po’…sotto peso…lo stress-

-Cioè ci è quasi morta?-

-Si ma si è ripresa in poche ore- disse Percy –Senza nessun problema dopo- annuì –Era solo un po’ stanca-

-Si, la levatrice aveva anche temuto a suo tempo che perdesse i bambini per lo choc- ammise Ron –Ma non è stato così-

-Questa volta comunque è al sicuro, fidati Malfoy-

-Oh, mi sento sollevato ora- ringhiò lui –Grazie per a)avermelo detto subito e b)per avermelo detto ora!- si alzò veloce e Fred lo bloccò

-Dove vai?- chiese allarmato

-Lo so che quella vecchiaccia non vuole che qualcuno vada dentro- sbottò Draco –E infatti andavo a prendermi da bere-

-Ah- lo lasciò andare e Draco si versò sino all’orlo un bicchiere di whisky incendiario vuotandolo subito dopo. Gorge alzò un sopracciglio evitando commenti

-Diventerai un ubriacone con la pancia in fuori- sbottò Arthur –E il tuo fegato ci rimetterà, devi andarci piano- lo rimproverò

-Non bevo tanto come dico sempre- sbottò lui appoggiando il bicchiere con forza. Luna intanto rideva

-Perché ridi Luna?- domandò Hermione –Ti fa ridere qualcosa?- odiava quel suo modo di fare, sapeva davvero diventare pesante quando voleva!

-Il pensiero di Draco grasso e ubriacone è molto divertente, si- ammise

-Davvero molto- sbottò Draco acido –Moltissimo-

-Come siete noiosi- fece Luna -Vado da Ginny, lei si che mi capisce!-

-Immagino quanto oggi sia in vena di ridere- fece Hermione –Se tanto mi dà tanto ti caccia fuori a suon di urla- Luna la guardò e sorrise

-Non credo-

-Ehi!- sbuffò Draco –Tu si e io no! Il figlio è mio!-

-La nutrice è una femminista convinta, ed essendo anche bicentenaria ritiene che queste siano cose da signora…e non da maschi quindi, carissimo Malfoy, cuociti nel tuo brodo che ti fa bene!- sorrise raggiante e uscì dalla stanza per salire al secondo piano dove, nella camera dove erano nati all’incirca quattro generazioni di Malfoy(quinta con questa), Ginny stava in travaglio da due orette circa. Bussò

-Nessun uomo può entrare! Ma se lo sei e non vuoi stare alle mie regole, il tuo svenimento non mi toccherà per nulla, io ti avevo avvertito- la voce poco gentile della vecchia levatrice arrivò alle orecchie di Luna che non si scosse minimamente. Conosceva quella donna da anni, aveva fatto nascere Lilian ed Harry, aveva salvato Ginny e anche una marea di altre donne che sarebbero morte di parto con un alta probabilità. Il suo controllare la puerpera subito dopo la nascita, era un lavoro che richiedeva a volte più del parto che assisteva, faceva il suo lavoro con amore e devozione, si preoccupava di tutto con amorevolezza e a volte rimaneva in contatto con la partoriente per giorni dopo la nascita del bambino. I bambini poi che faceva nascere, a volte, li veniva pure a trovare per controllarli come un pediatra. Lavorava da anni ed anni e data l’età che pareva avanzata, molti le davano anni che in realtà non aveva. Ginny la venerava e Luna la chiamava la donna bicentenaria per prenderla un po’ in giro dato che non aveva mai detto la sua età, ma guai a dirle che era vecchia! Luna entrò

-Oh, sei tu, giornalista dei miei stivali- Luna sorrise: tra loro invece non correva particolarmente buon sangue: la vecchia infatti riteneva che i giornalisti fossero ficcanaso pronti a derubarle la sua arte e chissà quali altre sciocchezze credeva. Luna le rideva in faccia il più delle volte ma in quel momento la donna non aveva tempo per lei. Uno stuolo di infermiere che avrebbe fatto invidia alla regina d’Inghilterra fecero un cenno a Luna che si avvicinò a Ginny che sudava leggermente. Luna ricordava che il parto precedente era stato lungo. Sei ore più o meno, ma solo per il fatto che Ginny era debilitata, la nutrice infatti, visitata Ginny la prima volta, le aveva assicurato che per quel parto, in tre ore si sarebbe fatto tutto essendo come sua madre in fatto di fianchi abbastanza larghi per non avere problemi(al che Luna, quando una Ginny in crisi davanti allo specchio per controllare i suoi “fianchi larghi”, glielo aveva raccontato, aveva riso per una bella mezz’ora: se Ginny per l’appunto aveva i fianchi larghi…lei era una balena. Non aveva mai invidiato tanto Ginny quanto la misura dei suoi fianchi, praticamente inesistenti! E la vecchia in carta pecorita le aveva detto che aveva i fianchi larghi…I casi, aveva detto Luna all’amica, erano due: o la vecchia era diventata troppo ceca per vedere oltre il suo naso, in questo caso le conveniva chiamare un’altra levatrice, o qualcuno aveva preso le sue sembianze con la polisucco, c’era poco da fare, era così! Luna rimase con l’amica e per tutti i diavoli, la vecchiaccia non si era sbagliata. In meno di mezz’ora da quando era entrata, il bambino(maschio come aveva predetto Draco) era nato e stava benissimo quanto Ginny. Lavato e vestito da una delle più anziane infermiere, il bambino fu dato a Ginny che intanto era stata visitata dalla nutrice tutta contenta

-Io avevo ragione!- sorrise la donna guardando Luna –Visto che in tre ore sarebbe nato? Ah! Io si che ne so di queste cose!!!- rise tutta contenta e Luna si sentì arrossire. Ginny sorrise guardando l’amica

-Scusa Luna, non ho potuto non dirglielo- sorrise Ginny che guardava il bambino che ancora singhiozzava muovendo le manina grinzose stringendole in un pugnettino piccolissimo per poi riaprirla pochi istanti dopo

-Bè…la prossima volta avvisami va!- guardò il bambino –Ti assomiglia tutto- annuì lei

-Non è vero, assomiglia tutto a Draco-

-No di certo, assomiglia a te-

-No, i capelli sono i suoi- sbottò Ginny

-Si ma guarda il naso, la bocca e anche la fronte, è tutto tuo figlio- annuì –Si vede lontano un miglio che ho ragione!- fece un sospiro –Vado ad avvertire la mandria che sta di sotto- sorrise raggiante ed uscì di gran carriera tutta allegra

-Allora, come si chiama il nuovo Malfoy?- domandò la vecchia donna

-Grazie Classa, grazie per avermi aiutato ancora tu-

-Tutte le volte che vuoi piccolina. Allora come si chiama?-

-James- sorrise Ginny

-Per tutti diavoli- sbottò la vecchia –E come mai Draco Malfoy avrebbe dato il nome del padre di Harry Potter a suo figlio?- chiese. Ginny sorrise

-Questo…è il nostro piccolo segreto- sorrise Ginny –Non vuole sembrare agli occhi degli altri troppo sentimentale- la donna annuì

-Si si, immagino! Malfoy! Bah! Che bell’affare!- Ginny sorrise e Draco entrò come un fulmine bloccandosi per darsi un’aria di contegno –Stavamo parlando di lei signor Malfoy- disse la donna

-E?- fece lui avvicinandosi

-E nulla- e se ne andò. Ginny tese la mano

-Draco- lui la guardò e si avvicinò –Guarda- sorrise –Non è un amore?-

-E’ troppo piccolo- sbottò lui –Non rischiamo che si rompa?- lei ridacchiò

-Faremo in modo di no e poi…come avrei fatto a farlo se fosse stato…grande?- lui la guardò

-Non credevo che fosse così minuscolo- ammise lui. Lei sorrise

-Lo vuoi?- lui la guardò –Non ti cadrà, fidati- si sistemò meglio e poi lo avvicinò appoggiandoglielo sulle braccia –Ora se lo tieni così tutto andrà bene- lo guardò –Ma non stringere troppo OK?-

-Non pesa niente-

-Bè…abbastanza. 4 kg!- lui si sedette e lo guardò meglio

-Ti somiglia parecchio- ammise lui

-Assomiglia più a te- ammise lei –Davvero: i capelli, e anche le mani-

-Per il resto è la tua copia-

-Bè, allora il carattere sarà il tuo, scommetto. Tre Serpeverde da due Grifondoro e un Serpeverde- ci pensò –Qualcosa non quadra-

-E se lui fosse Grifondoro e gli altri due Serpeverde? Farebbe ridere qualcuno, non trovi?-

-Decisamente no!- sbottò lei guardandolo truce –A parte che le tombe della tua famiglia si riaprirebbero dall’orrore, mi sa che mi verrebbe un infarto all’idea che Lilian ed Harry finiscano là nei sotterranei. Dio…-

-Ehi possiamo vederlo anche noi?!- domandarono tutti gli ospiti. Ginny sorrise

-E i bambini dove sono?- notando che nessuno arrivava di corsa preso dalla curiosità

-Sono in cortile- disse Hermione –Ma li ho fatti chiamare e li ho fatti sistemare, non voglio che vengano qui sporchi e sudati, chissà che cosa hanno toccato!- fece una smorfia

-Bimbo…- Stefy additò James

-E’ James- disse Hermione –Ti piace?-

-Piccolo…- bisbigliò la bambina

-Anche tu eri così- sorrise Hermione –Ormai troppo tempo fa!- disse quasi con nostalgia

-Lo voglio vedere io! Io! Io! Prima io che ho vinto al gioco!!-

-Hai baratro Lilian!- strillò Harry –Dillo anche tu Anthony!- strattonò l’amichetto che sapeva fare magie anche lui(con grande gioia dei due che finalmente avevano trovato qualcuno di divertente)

-Non lo so…- Harry sbuffò, peccato che fosse un bambino così timido!

-Ci sono prima io!- Lilian entrò di corsa

-Ferma li!- disse Hermione –Non si corre! Anche voi due- sbottò senza urlare quando i due maschietti entrarono. Harry la guardò male –E non fare quella faccia con me Harry Potter!- lui si accigliò mentre Ron notava in quella frase il tono che Hermione usava con il vero Harry Potter quando si arrabbiava con lui. Sorrise

-Non è Harry…Hermione. È un bambino come il tuo…non ti scaldare troppo o finisce che…-

-Come sei noiosa- sbottò Harry –Noiosissima- annuì guardandola con fare altezzoso

-E’ un po’ permaloso quando qualcuno lo sgrida- ammise il rosso. Hermione lo guardò con curiosità: Harry, il suo Harry non era mai stato permaloso!

-Ehi- sbottò Anthony –Che dici alla mia mamma!-

-Non litigate- disse Ginny più calma –Non urlate, non correte e non litigate- guardò Harry e Lilian –Capito? Bambini per piacere-

-Io l’ho detto- ammise Lilian –Ma non mi hanno creduto quando li ho sgridati- sorrise tutta felice per quella nota di superiorità –Però io voglio vedere James adesso- sorrise –Dov’è?- si guardò intoro come alla ricerca del fratellino che forse si nascondeva per fare un dispetto

-E’ qui- disse Draco. Lilian fece una smorfia e si avvicinò e vide quel…cosino rosa tutto raggrinzito che dormiva e fece una smorfia

-Ma che schifo!- tirò fuori la lingua –Mamma! Ma è questo coso?- Ginny alzò un sopracciglio

-Tesoro…è un bambino- Lilian lo toccò sulla mano

-Ma è ruvido, è piccolo, è rosa come un pastello! Non mi piace e poi non ci si può giocare! Io credevo che fosse pronto a fare magie e a divertirsi con noi, oppure che fosse come le mie bambole che si possono portare in giro, ma questo non è divertente come le mie bambole! Dorme!- fece una smorfia –Non mi piace!- battè il piede a terra

-Lilian non è un bambolotto e non è grande per giocare, tra un po’…forse-

-Tra un po’!- Harry si avvicinò dopo che Lilian lo aveva fatto avvicinare e si era messo anche lui a guardarlo –Ma uffa che noia!- mise il broncio e incrociò le braccia al petto –Mamma ci hai detto una bugia! E anche tu!- guardò male lei e Draco –Avevate detto che sarebbe stato divertente perché avremmo giocato insieme e invece…- lo guardò –E invece niente!-

-Anche voi eravate così- li avvertì Draco un po’ spiazzato da quell’entrata in scena dei due bambini –Giusto?-

-Si- ammise Ginny guardandolo stupita che le chiedesse conferma

-No! Non è possibile- ammise Harry –Io ero bello come lo sono adesso e non ero…così spelacchiato- fece una smorfia –Decisamente no-

-Sembra il piccolo panda che abbiamo visto in TV- disse tutta allegra Lilian

-Odio la TV- disse Draco che si era visto mettere quell’aggeggio in salotto, sala da pranzo, camera e anche camera dei bambini

-Si- ammise Harry –Verissimo- poi guardò la madre –Mica diventa così grosso vero?- chiese con una smorfia –Sennò ci uccide-

-Che stupidi bambini che siete- sbottò Anthony di colpo

-Anthony- disse Viktor –Non azzardarti a dire certe cose- sbottò in tedesco che non sopportava gli insulti

-Ma è vero- disse in tedesco il bambino di rimando –Come si fa a credere che un bambino sia un panda?- guardò Lilian e proseguì in inglese –E come si fa a dire che ci si vuole giocare!?!? I bambini sono delicatissimi e se gli si fa del male possono anche morire! E per un nonnulla!- disse con aria sapiente –Mamma mi ha detto tutto sull’argomento quando Stefy doveva nascere- sorrise –Mentre voi, non sapete nulla e pensate solo ai vostri stupidi giochi, a farmi i dispetti e anche a picchiarvi…a volte-

-Una parte di questa frase mi pare di riconscerla- disse Ron cercando di essere serio. Hermione lo guardò

-Dicevi?!- lui sorrise e scosse la testa

-Nulla nulla…-

-Bene dopo che Lilian e Harry si sono spaventati a morte- interruppe Arthur prima che Harry e Lilian si mettessero a piangere –Ora mando a Silente un gufo e…Ginny calma i bambini o scoppiano a piangere di li a pochi secondi- Ginny tirò i due bambini a se

-Calmi, calmi- loro la guardarono con gli occhi lucidi molto colpiti dalle parole del bambino che li aveva a dir poco spaventati e forse offesi sulle insinuazioni che aveva fatto dei giochi e del loro comportamento che a loro avviso era normale

-Muore se lo tocchiamo?- domandò Harry portandosi le mani al viso ricordandosi che Lilian lo aveva toccato

-No no- sorrise –Solo che dovete stare attenti e…quando siete con lui dovete fare pianino perché sennò…si sveglia e piange e…non si addormenta più- sorrise –OK?-

-Si facciamo pianino pianino e…non è brutto- disse Lilian –Scherzavo- annuì –Ma...- guardò il fratello che annuì invogliandola a dirlo -…ora ci vuoi bene comunque no? Non è che adesso che c’è lui che è piccolo e muore se qualcuno gli fa male…tu non ci vuoi bene- Draco ridacchiò

-Diventerà ancora più assillante e attenti che non vi metta a fare da balia subito eh? Sapete che vuol dire? Stare svegli tutta notte a guardare che dorma, svegliare lei e non me quando deve mangiare, svegliare lei e non me quando va cambiato, svegliare lei e non me…-

-Ehi ehi ehi- Ginny lo bloccò –Qui mettiamo delle regole eh?-

-Svegli tutta notte?!- disse allarmato Harry –Ma io cado a terra dalla sonno!- disse allarmato mettendosi una mano sulla testa disperato. Lilian lo guardò e fece il suo stesso gesto spalancando la bocca –Come faccio? Non posso fare la brava balia se dormo!-

-Oddio e se poi dormiamo e non lo sentiamo piangere?- domandò allarmata Lilian

-Credo che questo sia impossibile- disse Ginny –E comunque non temere che non dovrete stare svegli tutta notte a guardarlo, Draco scherzava-

-Silente sarà qui al più presto- disse Luna sorridendo –Chi saranno i padrini del pupo?- Ginny guardò Draco

-Noi avevamo pensato, dato che l’altra volte sono stati Ron e Luna, Hermione e Neville, che stavolta Piton e la McGranitt…-

-Come?! Quei due?!?! Mio Dio…-

-Bè, le due case- borbottò Draco –Problemi con Piton voi due?!- i gemelli alzarono un sopracciglio

-No…no- gli sorrisero –Tutto a posto- ma di nascosto si lanciarono uno sguardo molto…molto irritato…

§

Draco si smaterializzò con Harry e Lilian per mano e al suo fianco, subito dopo, comparve Ginny che fece qualche passo in avanti. Draco l’afferrò

-Tutto bene?- lei sorrise

-Odio la materializzazione- annuì –Mi scombussola lo stomaco-

-Tu hai lo stomaco sempre scombussolato- le ricordò Draco –Lo stomaco delicato- la scimmiottò. Lei fece una smorfia

-Molto divertente-

-Voglio andare dal papi! Mamma dai!- Lilian la tirò dal mantello e Ginny annuì

-OK, andate no? Sapete dov’è!- lei prese a correre e Harry la seguì. Ginny scostò il mantello con un braccio e James, che dormiva, fu illuminato dalla luce del sole che stava calando

-Avrei detto che si sarebbe messo a piangere- ammise lei guardandolo –E invece non si è scosso minimamente- alzò un sopracciglio –Tanto meglio- sorrise –Andiamo- lui annuì e a passo svelto si diressero alla cappella che stava davanti a loro. I bambini stavano raccontando qualcosa al padre parlando velocemente e interrompendosi a vicenda per correggersi e Lilian gesticolava in modo esagerato come accadeva spesso quando era agitata

-…e poi, poi si è messo a piangere e noi siamo saltati sul letto e…-

-No no! Quando si è messo a piangere lei è saltata sul letto e mi ha tirato via le coperte urlando che era successo qualcosa…-

-…e poi siamo andati da lui che sta nella camera di fianco a quella della mamma e li c’era già lei che ci ha detto di andare a letto…-

-…dopo che noi le abbiamo chiesto cosa succedeva quando piangeva e ce lo ha spiegato ci ha detto di andare a letto e noi ci siamo andati…-

-…ma poi abbiamo parlato per molto tempo di cosa avremmo insegnato a James e di cosa gli avremmo regalato delle nostre cose…-

-Io ho proposto le sue bambole…che di certo essendo un maschio gliele tirerà dietro- ghignò Harry. Lilian lo guardò mele

-Non tutti sono villani come te Harry!-

-Abbiamo conosciuto il bambino di Hermione- disse lui in fretta

-Timido-

-E noioso. Dice sempre, quando parla, che “io so tutto sull’argomento”. Lo zio Ron dice che anche Hermione dice sempre così…o diceva-

-Diceva- incalzò Lilian

-Come ti pare- fece lui con una smorfia –Comunque Hermione è noiosissima come lui…e ci sgrida anche! Ti pare papi?! Sgrida noi…Abbiamo giocato con Viktor Krum e mi ha detto che sarò un bravissimissimo cercatore!- disse tutto allegro –E che potrò essere bravo come te e che se sarò fortunato potrò andare a giocare in una squadra importante e così papà Draco ha detto che da quando ci sarà bel tempo giocheremo sempre sempre e che forse…farà costruire un campo chiuso per giocare d’inverno! Wow eh? Che bello!- battè le mani. Lilian sorrise

-A me piace giocare- disse Lilian -Ma mi piace di più tirare i bolidi addosso a Harry- sorrise e Harry la guardò male

-Sei…stupida- le tirò i capelli

-E tu sei gasato, esagerato e sognatore. Non giocherai mai…in una grande squadra…lo so!-

-OK ora basta- disse Ginny –Possibile che litighiate solo voi due?- Lilian òle corse incontro

-No no mami- sorrise –Siamo bravissimi- allungò le braccia verso Draco che la tirò su

-Guarda che tra un po’ non ti potrò più tirare su- l’avvertì lui. lei sorrise

-Intanto…- Ginny si sedette alla destra della lapide, strinse le ginocchia e appoggiò il bambino sulle gambe. Aveva una bellissima tutina(babbana?) azzurra morbidissima e un cappellino del medesimo colore con due orecchiette che spuntavano sulla cima. Il piccolino, di non più di una settimana, era rannicchiato in posizione fetale e tettava il ciuccio(quasi più grande di lui) con movimenti veloci

-Eccoci qui- Harry cominciò a guardare assorto le lapidi della stanza e Ginny, che aveva cominciato ad insegnargli a leggere, fece un sospiro –Ecco qui Harry- sorrise lei sfiorando la fronte del bambino e voltandosi a guardare la foto del moro –Ti ho portato il mio bambino- sorrise –E’ nato lunedì scorso e…te l’ho portato il prima possibile- fece un sospiro –Si chiama James ed è…molto bravo. Più di Lilian e Harry. Loro piangevano sempre mentre lui…dorme…e mangia soltanto. Piange giusto il minimo indispensabile, come se temesse di affaticarsi troppo- sorrise –Quando ci siamo smaterializzati non si è…scosso minimamente- fece un sospiro –Ricordi quando hai fatto il corso? Mamma che ridere quando mi raccontavi il senso di soffocamento che provavi!- alzò un sopracciglio –Mi sa che diventerà un pelandrone a proposito- annuì –Come suo padre-

-Ehi!- fece Draco –Non sono un pelandrone- lei lo guardò alzando un sopracciglio

-Devi vedere quando si deve alzare la notte perché è stato chiamato dal ministero…una tragedia- ridacchiò –Mi sa che ha dato a James il suo amore per una sana dormita e la stizza quando si viene svegliati troppo presto- sorrise -A proposito- sorrise –Il nome lo ha scelto Draco- annuì –Stupito eh?- ridacchiò –Anche io lo sono stata per…giorni e giorni- annuì –Mi ha detto che lo voleva chiamare così perché aveva già in famiglia un Harry e una Lilian e quindi un James non cambiava molto per lui, anzi, era come rimettere insieme…- guardò Draco -…la famiglia che a causa di alcune sue vecchie conoscenze, non era potuta stare insieme- sorrise –Molto sentimentale vero?- ridacchiò –Lui si arrabbia sempre quando gli ricordo che è un tenerone- sorrise sentendo uno sproloquio poco lontano da lei, seguito da un rimprovero di Lilian che suonava più o meno così

-Papà Draco, non si dicono queste cose qui dentro, la mamma non vuole!-

-Lo abbiamo battezzato ieri, Piton e la McGranitt(in lacrime) sono stati i suoi padrini- fece un sospiro –Piton già lo adora sai? Lo ha tenuto in braccio tutto il tempo e ha sgridato Harry appena lo ha svegliato con un suo urlo…molto sentito- sorrise –Mi sa proprio che ci veda tuo padre in lui, mi sa proprio!- si leccò le labbra –Ma non credo lo tratterà male dato che io temo che li vedrò a Serpeverde fra cinque anni- fece un sospiro –A proposito, li ho già iscritti alla scuola primaria di Denise, ad Hogsmead. Cominciano in primavera- sorrise –Sto già insegnando loro a leggere e mi sa che Lilian ha una vera attitudine allo studio- annuì –Riesce ad imparare a memoria poesie lunghissime!- disse raggiante –Harry è più pelandrone e ama il Quidditch come te mi sa che non ne trarremo un grande studioso- annuì con un sorriso –Comunque vedremo- afferrò il bambino e se lo strinse al petto –Ora vado, è meglio- sorrise –Verrò presto- sorrise –Promesso- posò un bacio sulla foto –Ciao…- si alzò e Draco mise a terra Lilian

-Andiamo?- Ginny lo guardò e annuì

-Si andiamo, presto James avrà fame e voglio essere a casa- lui annuì

-Bene, precedeteci- disse ai due moretti che stavano sulla porta

-Ciao papi- disse Lilian, Harry annuì

-Uguale- sorrise e uscì di corsa. Ginny e Draco si avviarono alla porta e quest’ultimo, sulla porta si voltò. Dove era seduta Ginny pochi secondi prima, una figura piena di luce stava seduta con un largo sorriso. Draco si voltò per guardarla meglio e rimase senza parole. Se quello non era Potter, lui non era Draco Malfoy. Harry, con il gomito sul ginocchio e il mento appoggiato alla mano annuì più volte poi si rizzò sempre sorridente e si alzò in piedi. Gli mostrò il pollice in segno di approvazione poi Draco dovette chiudere gli occhi per non rimanere accecato. Tra le dita potè vedere una luce dalla cupola a vetri scendere sul ragazzo e risucchiarlo lentamente senza trovare resistenza. Draco abbassò la mano e sorrise annuendo

-Draco che succede?- Ginny sugli scalini si era voltata –Che cosa stai guardando?- lui si voltò e scosse la testa

-Nulla nulla…chiedevo a Potter se gli andava bene questa situazione-

-Quale?- domandò lei con un sorriso

-Bè…che io mi prenda cura di te e dei suoi figli, io ne sarei geloso- lei rise divertita

-E che cosa ti ha risposto Harry?- domandò lei che non riusciva a credere che lui chiedesse qualcosa a Harry, dato che la rimproverava a suo tempo per le sue richieste che faceva sulla sua tomba. Draco alzò un sopracciglio

-Creo che mi abbia dato la sua piena…approvazione- lei sorrise

-Dubitavi?-

-Prima si, ora no-

-E come te l’ha data la sua approvazione? A gesti o parole?- lui le mise una mano intono alle spalle

-No no, in modo più teatrale- ammise –Ma di certo non te lo dico, è una cosa tra me e lui- scesero gli scalini e la porta dietro di loro si chiuse

-E non me lo vuoi dire eh?! Ma tu guarda che fiducia che hai in me!-

-Una fiducia senza fine…senza fine, davvero-

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Capitolo 18
*** Epilogo ***


EPILOGO

EPILOGO

14 anni dopo

Ginny spinse avanti James, Elizabeth e Charlotte afferrando per il mantello, prima che le sparisse da sotto il naso, Hermie

-Vieni qui tu-

-Mamma!- l’unica rossa di tutti i Malfoy gonfiò le guance –Lasciami! Voglio andare con papà!!-

-Non credo proprio-

-Ma voglio andare da Harry!- si impuntò –Perché non posso?!-

-Perché lui è già andato e non voglio che ti perdi negli spogliatoi!- la guardò –Con il rischio che ti perdiamo e che tu ti metta nei guai-

-Non mi metto mai nei guai io-

-Si come no- saltò su Charlotte che era tornata da loro mentre gli altri due continuavano a salire verso la tribuna d’onore. Le ultime due figlie di Ginny erano gemelle ma come per Harry e Lilian, erano completamente diverse sia di aspetto(occhi azzurri e altezza erano le uniche due cose che le accomunassero dato che i capelli erano per una biondi e per l'altra rossi) che di carattere (dato che Charlotte era studiosa e molto presa dalle regole –“che non vanno mai, per nessuna ragione al mondo discusse”- mentre l’altra era tutta presa dalle avventure, dalle nuove scoperte e dallo sprezzo del pericolo che l’aveva vista da piccola nei guai non in una sola occasione e che era stata pure smarrita nella calca di gente in cui si erano imbattuti ad una festa folkloristica in Germania durante una delle tante visite a Hermione e famiglia) –Tu sei sempre nei guai!- sorrise divertita

-Non è vero!-

-Basta discutere- sbottò Ginny –Andiamo su e tu mi starai attaccata come una sanguisuga se non vuoi finire molto male- Hermia la guardò molto seccata ma si lasciò tirare su per le scale senza fiatare. Nella tribuna d’onore c’erano già Hermione, Viktor(che allenava una squadra di Quidditch tedesca), un serissimo Anthony(appena assunto da un giornale famosissimo tedesco ed uscito dal Drumstrang con voti che avevano superato pure quelli di Hermione), una sempre più bella Stefy che non andava affatto d’accordo con la vanitosissima Elizabeth(che da essere vanitosa ne aveva motivo ma anche secondo Ginny esagerava coi suoi modi da prima donna. Peccato che niente era riuscito a renderla modesta) e l’ultimo figlio dell’amica: Alexis. Quest’ultimo, un quattordicenne che andava d’accordo con tutti, stravedeva per colei che la sorella trovava antipaticissima: Elizabeth appunto. Hermione scherzava sin da quando erano piccoli sul loro futuro matrimonio che, a detta di Ginny, era quasi certa che ci sarebbe stato se uno dei due non avesse trovato un altro. I due erano inseparabili, si scrivevano sempre ed erano da tenere d’occhio quando erano insieme durante le vacanze che le due famiglie passavano da uno o dall’altro. Anche se erano giovani infatti, Ginny aveva saputo, durante un tete a tete tra madre e figlia, che lui aveva tentato di baciarla facendola piangere per poi consolarla portandola via dal luogo in cui si erano diretti. Ginny poi aveva avvertito Hermione che tra le sue urla e quelle di Viktor, il poveretto era finito in camera sua chiuso a chiave e poi tra le scuse senza fine rivolte dai due a Ginny(che aveva cercato di evitare una tale umiliazione) e a un Draco fumante di rabbia e che aveva minacciato di tornarsene immediatamente in Inghilterra, tutto si era risolto. I due erano tornati amici come prima e Draco si era calmato(anche se poi aveva preso a tener d’occhio il ragazzo che ormai lo temeva come temeva sua madre quando si irritava). Arrivate in tribuna Hermie corse a sedersi di fianco a Hermione che adorava da sempre chiamandola zia, Charlotte si sedette vicino ad Anthony che le insegnava il tedesco via gufo e che Ginny riteneva un insegnante sprecato ed Elizabeth si buttò a capofitto su Alexis che controllò che suo padre non ci fosse

-Ecco i due futuri sposini- ridacchiò Charlotte mentre Elizabeth la fulminava con lo sguardo –Che schifo- guardò Anthony –Ho fatto un sacco di esercizi- disse lei allegra –Ti ci vorrà un sacco per correggerli sai!- disse allegra –Mamma è molto contenta di quello che ho fatto sai?-

-Bene- disse lui. Era un ragazzo di poche parole…come era vero che Charlotte aveva una parlantina per tutti e due!

-Ti devo dire un sacco di cose!- disse Elizabeth ad Alexis sedendosi compostissima e guardando Stefy che fingeva nemmeno di averla vista

-Anche io- disse il ragazzo –Ma per la partita non potremo parlare perché sennò qui facciamo una brutta fine- e le segnò il padre –Non vuol sentire un fiato-

-Lo so- disse lei –Non è la prima partita che guardiamo insieme, ricordi?- lui la guardò e annuì

-Tacete un po’- sbottò Stefy –Che diavolo avete da dirvi dopo due giorni che non vi siete scritti per la miseria!- Alexis la guardò male ed Elizabeth sorrise

-Problemi con Franzie…Steffffy- la sfottè la ragazza divertita

-Come osi raccontarle i miei fatti!- strillò Stefy colpendo il fratello in testa con uno scappellotto da far piangere anche una trave di ferro –Razza di traditore! Io che ti racconto le cose e tu le vai a dire a lei!? Che fratello deficiente che ho!-

-Stefy per piacere basta!- Hermione si alzò e la mise al suo posto –Alexis…santo cielo!- lui alzò le spalle

-Mica sapevo che si sarebbe arrabbiata così- si massaggiò la testa –Che male…-

-I fatti suoi lo sai che non ama che si sappiano in giro- intanto Stefy si era messa a piangere singhiozzando

-Elizabeth perché devi sempre essere così?- domandò Hermia –Mai possibile che debba sempre far piangere tutti?- Charlotte guardò Hermia e la colpì ad un braccio

-Fatti i tuoi, non immischiarti in cose che non ti riguardano!-

-Da che pulpito-

-Ehi che diavolo avete oggi tutti? Mai possibile che siate in rotta anche i primi due minuti che vi vedete?- chiese Ginny –Santo cielo- roteò gli occhi

-Donne- fece James –Tu guarda che pettegole e impiccione- Ginny lo guardò stupita: sapeva di chi erano quelle parole

-Sante parole- rispose Viktor

-Viktor- fece Hermione –Ti prego non ti ci mettere eh?-

-Dato che ci sono perché non posso? Parlate e dite su tutte quante!- sbottò

-Ma dove sarà Lilian? Non si vorrà perdere l’entrata di suo fratello spero! Santo cielo, aveva promesso di essere qui prima dell’inizio!- Ginny si guardò intorno preoccupata

-Mancano ancora dieci minuti- disse Viktor –Non tarderà- la rassicurò. Ginny annuì

-Speriamo! Harry non glielo perdonerà mai!- fece un sospiro e guardò lo stadio gremito di persone che attendevano la finale della Coppa del Mondo di Quidditch Medium(17-25 anni) in cui Harry avrebbe giocato come cercatore grazie ad un aiuto di Viktor che lo aveva inserito in squadra come secondo cercatore con l’unica clausola che se la squadra inglese fosse finita in finale, lui avrebbe dovuto giocare tutta la partita. Viktor sperava così facendo che fosse notato da alcuni allenatori e fosse chiamato se non in Inghilterra, a giocare all’estero come era successo a lui. Harry si era allenato da solo con Viktor, con la squadra che allenava in Germania e aveva anche partecipato ad una partita di allenamento con la nazionale Bulgara. Aveva tutta l’esperienza, e la bravura nel sangue per far vincere la squadra e Ginny, per rassicurarlo anche un po’, gli aveva regalato i guanti, i para ginocchi, para polsi, para gomiti di suo padre che erano in buono stato ma che comunque erano stati revisionati dallo stesso Viktor che poi aveva dato il suo benestare

-Mamma devi stare calma- disse Charlotte –O ti verrà un attacco di panico! Non cadrà dalla scopa e farà un figurone!- Ginny la guardò

-Si si…giusto, hai ragione- Charlotte alzò un sopracciglio e fece spallucce: tanto sapeva che durante la partita se non si fosse messa a piangere dallo spavento per ogni movimento fuori dal normale di Harry sarebbe stato solo un miracolo…

§

-Mancano solo cinque minuti…oddio oddio oddio!- Harry girava per lo spogliatoio deserto con le mani nei capelli –Oddio farò una figuraccia, non prenderò il boccino…cadrò! Dovrei andarmene di qui adesso, ora!- Draco che lo guardava a braccia incrociate fece un sospiro

-E’ mai possibile che di tutti i geni di tua madre tu abbia preso proprio quello che la porta alle crisi di panico ingiustificate?- domandò l’uomo disperato dall’atteggiamento del ragazzo. Il moro lo guardò da dietro i suoi occhiali tondi che lo rendevano senza possibilità d’errore, tale e quale al padre(aveva pure tentato di avere la montatura degli occhiali del padre che Ginny teneva sotto vetro con ancora le lenti rotte e con due gocce del sangue di Harry ancora presenti, ma Ginny lo aveva quasi cacciato fuori dalla stanza a suon di Stupeficium)

-Io sono giustificato!- sbottò lui –Ci sono…milioni di persone qui e io…che ci sto a fare con dei geni del Quidditch?! Nulla! Nulla! dovevo rimanere a giocare nel mio piccolo tra Hogwarts e casa…chi voglio prendere in giro qui? Dal panico fingerò di essere colpito da un bolide e mi sfracellerò a terra con meno danni di quelli che creerei in scopa!-

-Ecco bravo, così tua madre sviene e semmai ci muore direttamente!- lo prese per un braccio –Apri le orecchie, non osare fare nulla di questo OK? Viktor farebbe una figuraccia e tu…saresti uno zimbello che si è fatto fregare la vittoria e la possibilità di diventare qualcuno come desiderava esserlo tuo padre sulla sua Firebolt che tanto ammiri a casa- il ragazzo lo guardò senza fiatare –Ora ficcati in testa che devi giocare, vincere e farti vedere da uno di quegli allenatori che sbavano all’idea di avere un nuovo genio del Quidditch da inserire nella loro squadra! Capito?-

-Si…-

-Perfetto. Ora fai emergere un po’ di quel tuo pomposo padre e pomposo nonno, vai li fuori a fai vedere a tutti che il figlio del “Bambino sopravvissuto”, che ha salvato i loro culi, è qualcuno. Mi hai capito?!-

-Si…certo-

-Perfetto- lo lasciò e annuì –Perfetto- gli battè una mano sulla spalla –E ora vedi di stenderli ragazzo, OK?-

-Si…giusto-

-Ehi, Harry, vieni, muoviti- entrò l’allenatore –Mancano cinque minuti-

-Si arrivo- guardò Draco –E’ arrivata Lily?- chiese subito dopo con aria preoccupata

-Lo saprò fuori di qua, quando siamo venuti era ancora al lavoro-

-Ho bisogno che lei ci sia- bisbigliò il ragazzo sedendosi

-Sentirai se c’è, non ho mai sentito così tante urla ad un allenamento- Harry sorrise

-Già…vero!- disse raggiante –E poi anche se non urla sento che c’è!- sorrise –Sono calmo…calmissimo- annuì –Vado-

-Ecco bravo-

-Grazie- annuì –Mi hai fatto…stare molto meglio- lo abbracciò e Draco lo strinse

-Vai, non farti aspettare…-

-Si- lo lasciò e corse via in tutta fretta. Draco uscì subito dopo e sulle scale fu fermato da Lilian che lo chiamava

-Papà! Papà!- gli saltò addosso facendolo barcollare –Sono arrivata! Non ho fatto tardi vero?- coi capelli tagliati sotto le orecchie, truccata in modo leggero che la faceva sembrare ancora più bella(quando aveva cominciato a farlo a quindici anni, Draco l’aveva minacciata di buttarle tutti i “pitturini” giù dalla finestra perché non era possibile che una ragazza di rispetto si conciasse in quel modo. Ginny poi aveva scoperto che era solo insana gelosia paterna che lo portava a dire quelle cose) e un odore di menta che le aleggiava intono come se ci si fosse immersa dentro lo fece sorridere

-Ciao, arrivi appena in tempo. Se saliamo in fretta arriviamo su che entrano i nostri- e le segnò l’entrata in scena dell’Italia

-Andiamo andiamo!- lo spinse su e arrivarono con lei che aveva i fiatone

-Eccoti!- disse Ginny –Ma perché sei arrivata in ritardo!- si alzò abbracciandola come se non la vedesse da ore ed ore

-Sono puntuale mamma- disse Lilian

-Mi hai fatto preoccupare tesoro!- questa sorrise

-Tu ti preoccupi sempre!-

-E ho ragione-

-Ciao a tutti- disse Draco dando la mano a Viktor e posando un bacio sulla guancia di Hermione

-Stai bene?- chiese questa

-Si, tutto bene- guardò Alexis ed Elizabeth con cipiglio

-Non ho fatto nulla- disse piano il ragazzo

-Mmmmh, ti tengo d’occhio…ragazzino- lui lo guardò senza lamentarsi ed Elizabeth guardò il padre seccata. Stefy sorrise raggiante. Si sedette ed Hermia incrociò il suo sguardo e gli sorrise andandogli sulle ginocchia

-Ciao papi-

-Che hai combinato Hermia?- lei lo guardò offesa

-Nulla!- annuì –Nulla!-

-E perché sei qui?-

-Voglio andare a fare un giretto- sorrise –Posso?- lui si accigliò e l’alzò

-Credevi di fregarmi a suon di moine?! Per chi mi hai preso?- lei si accigliò –E comunque no, ti vai a ficcare nei guai o ti perdi. Siediti e non osare mostrarmi due lacrime da coccodrillo come quelle che sto vedendo!- lei battè il piede a terra e si rimise a sedere. Ginny lo guardò

-Fa così perché tu gliele dai sempre vinte- bisbigliò

-Non è vero- l’ammonì lui –Ogni tanto, quando ha ragione!- annuì –Solo quando l’ha!- Ginny sorrise

-Come no…- annuì –Lei per prima non ha notato le tue preferenze-

-Non ho preferenze- disse incrociando le bracci al petto

-E non è venuta da te a fare le fusa ora…vero?-

-Si ma lo fa perché con te non si può parlare di certe cose- lei lo guardò e alzò un sopracciglio

-Volevi che la lasciassi…-

-VAI HARRY!!!- l’urlo di Lilian portò tutti alla realtà –SEI IL MIGLIORE!!! IL MIGLIORE!!!- dopo un giro intorno allo stadio tra le urla generali il Ministro della Magia diede avvio alla partita e le urla di Lilian che si succedettero per tutta la partita suonavano cosi’ –GRANDE!!! BRAVISSIMO HARRY!!! …SCHIVATO!…NO ATTENTO!!!…MALEDETRTO ITALIANO COME HAI OSATO CERCARE DI BUTTARE GIU’ MIO FRATELLO! SEI SOLO UN IMBEECILLE!… MALEDETTO ARBITRO DEI MIEI STIVALI E’ FALLO!!!- molti altri sproloqui seguirono e anche un tentativo di buttarsi giù dalla tribuna per raggiungere il segnapunti poco sotto di loro che aveva dato un punto agli italiani che avevano quasi ammazzato il portiere inglese con un bolide. Oltre a tutto questo, il cronista parlò dei giocatore si soffermò su Harry per un’infinità di tempo mandando in visibilio Lilian che per tutti quei minuti annuiva dando ragione quando sosteneva che era identico a suo padre, che era bravissimo nel volo e che dava del filo da torcere all’altro Cercatore come suo padre faceva a suo tempo, che aveva la stoffa del campione e chissà quali altre attitudini nascoste. Parlò anche delle divisa in parte appartenuta a suo padre etc…La partita poteva andare meglio comunque. Alla parità in cui si trovavano a venti minuti dall’inizio, il Cercatore dell’altra squadra aveva dato battaglia senza un attimo di tregua e quando l’Inghilterra era andata in vantaggio di cento punti, l’avversario aveva perso il boccino per un soffio dando ad Harry la possibilità di prenderlo anche se non era successo. Dopo venti minuti l’Inghilterra era in super vantaggio e l’avversario si era preso il boccino. Come era successo anni addietro(nella battaglia Irlanda/Bulgaria dove Viktor aveva preso il boccino ma la partita era stata persa comunque), non per la presa del boccino, ma per i punti fatti dai cacciatori, l’Inghilterra aveva vinto. Harry comunque aveva giocato bene e nessuno gli diede addosso dato che la vittoria c’era comunque stata. Il moro però era delusissimo

-Sei stato bravo-

-Grazie, non mi risolleva la tua bugia mamma- Ginny fece un sospiro

-Non è una bugia Harry!-

-Invece si mamma!- sbuffò Harry –Non sono…stato bravo come dovevo…sennò avrei preso il boccino-

-Che noia Harry!- sbottò Charlotte –Mai di quello che fai ti va bene, ti soddisfa- i due si guardarono –Se aveste vinto perché tu avevi preso il boccino so, che ti saresti lamentato per chissà quale altro motivo. Accontentati un po’ di quello che fai. Essendo la tua prima seria partita, hai fatto anche tanto: non sei caduto e non hai fatto la figura dell’idiota!- lui la guardò accigliato

-Ma sta zitta và!- lei fece una smorfia

-Sei stato bravo- disse Ginny –Fidati di quello che ti dico una volta ogni tanto!-

-Non lo sono stato-

-Draco lo vuoi convincere tu?- domandò Ginny sedendosi sulla poltrona con aria molto seccata

-Se si ritiene una schiappa…lo è- fece calmo il biondo. Harry lo guardò spaventato da quella frase

-Grazie- sbottò lei –Sei sempre di molto aiuto!-

-E’ vero, se lui crede di esserlo, lo è. Se si credesse un genio, lo sarebbe. È tutta questione di testa…- fece un sospiro –Non c’è altro- Ginny lo guardò male

-Ecco vedi mamma, ho ragione! Sono un buono a nulla!- sbuffò e Lilian lo guardò scuotendo la testa

-Come sei noioso Harry. Invece che piangerti addosso pensa alla tua prossima mossa no?!- si alzò tutta un sorriso –Fai domanda in qualche squadra! Non fare lo scemo e creati il tuo futuro!- sorrise –Io non sarei dove sono ora se non mi fossi rimboccata le maniche- annuì –Mi sento realizzata per quello che ho fatto e tu…devi fare come ho fatto io. Mal che vada scrivo per te, ti va?-

-No grazie!- la guardò male–Non voglio il tuo aiuto, mi faresti fare delle figuracce-

-Ma come osi! Io voglio solo darti il mio appoggio!- pestò il piede a terra –Grazie per la tua fiducia!-

-Non voglio il tuo aiuto!- sbottò –Sarebbero solo guai a non finire!-

-Bè, peccato per te, mi sono già messa all’opera- sorrise raggiante mentre tutti si mettevano sull’attenti

-Che hai fatto…Lilian?- domandò Hermia che sapeva benissimo quanto la sorella fosse pericolosa quando prendeva iniziative che non rivelava a nessuno

-Ho spedito delle lettere- sorrise

-Tu cosa?!- fece Draco allibito –Tu cosa hai combinato?!-

-Bè, ho scritto lettere su lettere con una dozzina di penne prendi appunti e…sono nate lettere formidabili che ti rendono giustizia sulla tua bravura e sul tuo splendido raggiante futuro- sorrise

-E le hai spedite?!- domandò Harry pronto a strozzarla

-No, ma se mi dai il via io…-

-No, non lo fare- entrò Viktor velocemente –Non lo fare- lo guardarono –Ho io una squadra che ha fatto un contratto da…molti, molti…galeoni per te- segnò Harry con entusiasmo –Ho detto che te ne avrei parlato e che poi…avresti deciso se farlo e soprattutto avresti chiesto ai tuoi se…così lontano ci saresti potuto andare- Harry lo guardò incuriosito

-Dove?- domandò Ginny –Qui in Europa vero? Non in posti pericolosi o lontano come l’America o…posti in cui potrebbe prendere virus letali come in Asia o in qualsivoglia dannato posto…vero?- domandò preoccupata –E chi ci sarebbe con lui? E poi perché lontano? Non potrebbe esserci una squadra qui così lui starebbe con noi?-

-Mamma…per piacere sono abbastanza grande da…riuscire a vivere fuori da questa casa!- Ginny lo guardò pronta a piangere –E poi non devo chiedere il permesso a loro- guardò Viktor –Dove dovrei andare?- lui lo guardò –Dai Viktor!- sentiva che l’uomo non era più così sicuro di volerglielo dire –Per piacere fai decidere a me!-

-Ne ho parlato con il presidente della squadra Greca Athene Brako. L’allenatore è un mio amico e ci ha messo a sua volta una buona parola. Sarebbero cinquemila galeoni a stagione-

-Un po’ poco per un giocatore- sbottò Draco –So che tu arrivavi a prendere molto di più. non dico quanto logicamente-

-E’ ancora giovane, se diventa molto bravo…e diventa primo cercatore, potrebbe portarsi a casa quattro volte tanto- Hermia dilatò gli occhi

-Diventiamo miliardari-

-Lo siamo già- sbottò Draco

-Lo divento io- precisò Harry guardando la sorella che quando c’erano dei soldi in ballo si interessava del discorso in pochi secondi

-Grazie Harry- fece Hermia acida –Grazie per il tuo appoggiò finanziario, questa famiglia non ti ha mantenuto per vent’anni, no no-

-Quindici- gli riferì lui –Tu sei mantenuta da tutta la tua vita io…-

-HARRY!- gridò Ginny –Piantala!- ora si era alterata. La Grecia…era lontana…e lui quando sarebbe tornato a casa? Dio…già le veniva male –Quando tornerebbe a casa?- chiese Ginny –Poche volte? O due o tre volte all’anno per qualche mese?- Viktor alzò un sopracciglio

-Non credo così tanto. Natale, Pasqua, un mesetto per l’estate ma poi non credo avrà altri permessi. Gli allenamenti sono giornalieri e le domeniche sono soprattutto volte ad analisi e ore in palestra, saune, massaggi-

-Con delle belle ragazze?- domandò James molto incuriosito e pronto a intraprendere quella carriera

-Oh bè…-

-James- ringhiò Draco –Taci o ti faccio andare via-

-Così poco a casa?- domandò Ginny –Oh no…è orribile…- guardò il figlio –Harry…-

-Mi sa che ne dobbiate parlare. Comunque potete andare voi da lui. Non è vietato- Ginny si illuminò

-Davvero? Si può?! Che bellezza-

-Adoro la Grecia!- fece Charlotte –Gli antichi monumenti e le bellissime dee dell’epoca!-

-Ehi no, non dire così o chissà quante volte me li ritrovo in casa!_ disse Harry –Viktor perché gli hai detto una cosa simile!- si leccò le labbra

-Spedisci questa firmata e compilata quando hai deciso- Viktor gli porse un foglio –Se avrai accettato, arriverà un uomo che spiegherà a voi tutti cosa dovrete aspettarvi e via dicendo- sorrise –Ci vediamo presto. Hermione domani vi vuole a pranzo a proposito- si diresse alla porta –Mezzogiorno, e non tardate- Harry guardò il foglio rigirandolo e Ginny uscì senza degnare nessuno di una parola

-Mi sa che è meglio se parli con mamma- disse Lilian –Se non sta per mettersi a piangere, ti chiuderà in casa per evitare che te ne vada- Harry annuì

-Vado vado- lasciò li il foglio e corse fuori –Mamma mamma- le si affiancò –Lo sapevi che se fosse successo sarei andato- Ginny lo guardò

-Si lo so. Speravo di no in realtà ma…dato che tutti diventano grandi era logico che anche tu prima o poi saresti partito per fare quello che hai sempre sognato- sorrise –Non ce l’ho con te comunque- alzò le spalle –Ma con me, che sono sempre stata troppo convinta nella vita che prima ci fosse la famiglia e poi i propri sogni- lui si leccò le labbra

-Venite voi per primi mamma! Se tu mi dici che non vuoi che vada io…non vado- lui si fermò e lo guardò

-Davvero?- lui guardò per terra e annuì

-Si-

-Ci tieni così poco a diventare famoso come cercatore?- lui la guardò accigliato

-Eh? Mamma ma tu mi hai detto…-

-Lo sai che non voglio che tu rinunci razza di sciocco! Certo che puoi andare. Ma sentirò così tanto la tua mancanza che…- lo guardò e gli prese il viso tra le mani –Ascolta tesoro non…dovrai fare sciocchezze. Ci sono così tante brutte cose in questo mondo che solo Dio sa. Partendo dalle arrampicatrici sociali come possono essere alcune donne…- alzò un sopracciglio –Voglio vederla la tua…futura fidanzata e se non la troverò di mio gusto…-

-Sarà proprio come piace a te, bene? Non troverò una poco di buono- annuì –Giuro-

-Per tua sfortuna, sei un maschio. Sennò, sapresti bene quanto siete facili da convincere- sorrise –Immagino non ti debba spiegare i nostri metodo- lui scosse la testa

-No ti prego risparmiami…mi verrebbe male a parlarmene con te- lei sorrise

-Ecco appunto. La prima che ti si butta addosso, è la prima da mollare. Vuole solo i tuoi soldi- annuì –Fidati- lo lasciò –E poi c’è la droga. I babbani sono un casino in questo campo. I loro figli sono o morti, o col cervello fritto o ex tossici che sicuramente della vita saranno…null’altro che ex drogati. Non voglio che tu entri in un giro del genere. So che anche qui nel nostro mondo ci sono di questi problemi!- lo guardò –E mangia bene, non porcherie. Altrimenti diventi grasso…o magro e ti dovrò rimpinzare quando veniamo da te o viceversa- andarono verso la sua camera –E poi scrivi OK? Ogni tre giorni! E mal che vada ogni tanto smaterializzati qui, sarebbe bello- sorrise –E poi…-

-Mamma ho capito, non mi ricordo tutto se me lo dici così in fretta- lei annuì

-Allora ti scriverò tutto…si, farò così- sorrise –Tuo padre sarebbe…fuori di se dalla gioia per te, te lo assicuro- annuì –Anzi, ora probabilmente sta gridando di gioia per il tuo brillante futuro- sorrise –Si si, me lo vedo!-

-Mi porto delle foto OK?- lei annuì

-Ma certo, di tutti noi e anche di tuo padre! Che domande che mi fai! A proposito, so che Luna è in Grecia- alzò le sopracciglia –Le scriverò che ti tenga d’occhio e che…si trovi un moroso perché…per tutti i malefici non può avere quarant’anni e non avere ancora una famiglia!-

-Lo sai che non si sposerà mai mamma, non insistere-

-E invece si! Sarebbe più felice…sposata e con dei figli…altro che! Guarda me!-

-Tu sei stressata e molto incline agli attacchi di panico- la prese in giro il ragazzo

-Solo quando siete nei guai o in situazioni pericolose- riferì lei –Quindi tu su una scopa è un esempio che calza a pennello!- fece un sospiro –Stai attento- disse con voce incrinata –Non farti male ti prego e se vedi che la squadra ha dei problemi con te perché sei giovane, nuovo e chissà che altro…torna a casa da noi OK? Poi ci pensiamo noi e…-

-Mamma non sono un bambino- lei annuì –Me la caverò e poi ti scriverò tutto come ti ho detto- sorrise –Stai calma eh? Non farti venire i nervi, hai altri problemi oltre a me- lei annuì

-Si lo so ma tu mi preoccupi molto di più andando così lontano, è doloroso per me-

-Si, ma pensa se fossi con soltanto me e Lilian come ti sentiresti. Invece hai Elizabeth e la situazione con Alexis, James e il suo unico pensiero: le ragazze, Charlotte e Anthony che le “insegna” il tedesco via gufo, anche se per me non le insegna solo il tedesco, ed Hermia e il suoi costante mettermi nei casini- sorrise –Ne hai per tutti i gusti mamma- lei annuì abbracciandolo –E poi c’è papà che di certo non ti farà pensare sempre a me coi suoi scatti di ira quando vede le sue “eterne bambine” truccate. Ho visto Elizabeth l’altro giorno coi trucchi di Lilian, temo che papà la uccida se si fa vedere così conciata- lei annuì ridacchiando

-Si, credo anche io che avrò molto…molto di cui occuparmi mentre tu non ci sei, non hai tutti i torti-

-Tienimi informato-

-Scommettici, mi sfogherò con te-

-Che gioia, non presentarti sempre la però…o mi manderai in crisi- lei sorrise

-Avvertirò sempre del mio arrivo, promesso-

-Benissimo…con questa tua promessa…mi sento molto meglio-

-Vuoi Dobby con te a proposito?- chiese calma sfregandogli la schiena con la mano

-Mamma ti ho detto che ti avvertirò di tutto, non hai bisogno di spie all’interno della casa- lei arrossì

-Non era per questo- borbottò –Non lo era- lui sorrise

-Come no…come no…Quanto bene ti conosco?- lei ci pensò –Ecco…tanto, nemmeno sai rispondermi!- lei ridacchiò

-OK OK, hai vinto, non dirò più nulla, più nulla-

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Ed ecco l'ultimo capitolo. E' passato quasi un mese da quando ho impostato l'ultimo chap m...per una volta non è stata colpa mia questo ritardo!!! Ringrazio chi ha letto questa storia e chi ha recensito...spero davvero che ce ne siano ancora molte altre di vostro gradimento anche se per gli esami e i miei impegni non ho ancora scritto nulla...e con "Il Male " sono per mia sfortuna ancora ferma...

un bacione

Jade^^

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