“Che bella
giornata!!” esclamai, respirando a
pieni polmoni il vento proveniente dalla scogliera. Ero semplicemente
sdraiata sul
prato di una sperduta isoletta, ma sembrava di essere in paradiso:
temperatura
perfetta, mentre ero baciata dal sole e regnava la
tranquillità. Riflettendoci,
essendo circondata dalla mia ciurma, si trattava di una calma
innaturale.
Pensai
fosse meglio dare una
controllata: aprii gli occhi e mi sollevai sui gomiti, ancora stesa,
per
guardarmi intorno. Robin mi era seduta affianco, almeno apparentemente
concentrata nella lettura, mentre Brook stava suonando una specie di
ninnananna;
poco più in là Franky mostrava nuove
’cyborg-mosse’ ad Usop e Chopper, che
ovviamente avevano gli occhi fuori dalle orbite e luccicanti. Una
gocciolina di
sudore mi scese lungo la tempia… non li avrei mai
capiti… Strano, molto strano
che non ci fosse anche Rufy con loro! Certo, il fatto si spiegava solo
se…
ecco, stava dormendo! Lui supino e Zoro a pancia in giù.
Nessuno avrebbe
scommesso su di loro un solo berry vedendoli in quello stato. Due
bambini
troppo cresciuti, ecco cosa sembravano.
“Nami
cara, vorresti del caffè?”
La
voce di Sanji e il vapore di
una tazza a pochi centimetri dal naso mi svegliarono del tutto. Sbattei
le
ciglia confusa, poi sorrisi dolcemente, prendendo il caffè.
“Grazie.”
Gli occhi del mio
interlocutore, come previsto, si trasformarono in un paio di cuori e
ricevetti
un inchino.
“Per
te questo ed altro mia cara.
Se mi cerchi sono dietro di te.”
Si
accomodò realmente dietro di
me, steso su un fianco, e con gli occhi che fissavano
sognanti… il mio
fondoschiena?! Altro che gentiluomo, era un maniaco bello e buono, ogni
giorno
di più! E senza vergogna! Gli diedi un calcio in pieno viso,
senza nemmeno
alzarmi… ora avrebbe ‘sognato’ sul serio!
“Non
riprovarci!!” urlai con
forza, ma scoppiando a ridere subito dopo. Sapevo di non avergli fatto
veramente male e pensai che li amavo tutti in un modo o
nell’altro... erano la
mia strampalata famiglia di pirati.
Un
calore interno si aggiunse a
quello del sole in quel momento; una sensazione piacevole che mi
scaldò il
petto. Ero così felice di averli ritrovati dopo due anni di
lontananza,
cambiati ma comunque simili a come li ricordavo… soprattutto
l’adorabile idiota
che russava al mio fianco, con le dita incrociate sullo stomaco pieno
di carne.
Solo grazie a lui ci eravamo conosciuti e sempre per lui ci eravamo
riuniti. I
destini e i sogni di ognuno di noi erano legati ai suoi. Personalmente,
non
avrei mostrato la vera me a nessun altro se non a Nojiko e
Genzo… se lui non
fosse piombato nella mia vita stravolgendola.
Da
brava ladra, facendo
attenzione a che nessuno mi vedesse, accarezzai una guancia del
capitano,
infondendo in quel gesto tutta la mia gratitudine. Se avessi
semplicemente
seguito l’istinto sarei saltata su di lui e l’avrei
abbracciato stretto, fin
quasi a soffocarlo, ma sarebbe stato imbarazzante, soprattutto sotto lo
sguardo
degli altri, che avrebbero sicuramente frainteso il gesto.
Avevo
appena allontanato le dita
quando Rufy mi afferrò il polso e aprì gli occhi,
cogliendomi sul fatto. Ci
guardammo con occhi sgranati per un po’, incerti sul da farsi.
-
Nami, perché mi stavi
strofinando la guancia?- esclamò ad alta voce, attirando
l’attenzione dei
nakama più vicini e svegli… Brook smise di
suonare e piombò il silenzio,
interrotto solo dai gridolini di Usop e Chopper in lontanza; io iniziai
a
sudare freddo.
“Non
è vero, che dici Rufy? Non
essere sciocco, lo avrai immaginato! Perché mai dovrei fare
una cosa del
genere?” cercai di prenderlo in giro; mi accorsi in ritardo
di aver esagerato e
di risultare poco credibile… dalle espressioni degli altri
capii che non avevo
ingannato proprio nessuno, anzi, il sorriso furbetto di Robin e la
mandibola
scesa di Brook indicavano palesemente il contrario. Non osai nemmeno
girarmi
verso Sanji. Ero imbarazzatissima, ancor di più visto che
non mi lasciava
andare.
“Comunque
è ok. Continua pure se
vuoi.” concluse con un sorriso beato, portandosi la mia mano
sulla guancia e
richiudendo gli occhi… inutile dire che ormai sentivo il
fumo uscirmi dalle
orecchie. Mai in vita mia mi ero sentita tanto impacciata e nemmeno un
pugno
sul suo stomaco fu sufficiente a lavare via l’imbarazzo
di quel momento. Mi alzai velocemente per allontanarmi dalle occhiate
indagatrici
e riprendermi.
“Nami!!”
un urlo lamentoso mi
raggiunse.
“Uffa,
torna qui! Che ti ho
fatto??”… e me lo chiede pure!!
“Capitano,
probabilmente la
navigatrice avrebbe preferito che stessi in
silenzio…”
“E’
stata lei a toccarmi, non è
mica colpa mia!” si scaldò lui, iniziando a
richiamare anche l’attenzione degli
altri.
Robin
sospirò rumorosamente e il
fumo ricominciò ad uscire dalle mie orecchie…
“Ora
la riporto indietro!” lo
sentii urlare. L’avrei strozzato… appena mi avesse
sfiorato una spalla gli
avrei tirato il collo come ad una gallina!
“Nami…”
eccolo, ero pronta a
scattare per essere lasciata in pace… ma sentii la familiare
sensazione di un
cappello calato sulla testa e mi girai stupita, annullando i miei piani.
Perché
mi sorrideva ancora? Non
aveva ancora capito che ero infuriata?
Prima
che potessi reagire Rufy
allungò un braccio e mi toccò la guancia destra,
prima col pollice, poi con
l’intero palmo della mano. Io ero pietrificata. Che diavolo
stava facendo? La
sua mano calda si mosse leggera sulla mia pelle.
“Volevi
che lo facessi anch’io?!”
una domanda che sembrava quasi un’affermazione. Aprii la
bocca e rimasi in
silenzio, sentendo il fuoco ardere sulle mie guance. Il suo sorriso si
allargò,
poi scattò in avanti per sussurrarmi qualcosa.
“Quando
ti vergogni puoi coprirti
col cappello, te l’ho prestato apposta. Anch’io lo
faccio ogni tanto, così
nessuno mi vede.”
Detto
questo fece una delle sue
solite risatine, contento, e se ne andò così come
era arrivato.
Per
fortuna i soli ad aver
osservato la scena al limite della radura erano stati Robin e Brook,
Sanji era
ancora svenuto, ma li avrei entrambi minacciati pesantemente
affinché non
spifferassero nulla agli altri. Era già fin troppo
complicato così!
Sbuffando
mi calai il copricapo
sul viso, nascondendo gli occhi e gran parte delle guance sotto
l’ombra. Comunque,
finalmente nessuno mi stava più guardando. Tornai al mio
posto di prima,
accanto al quale Rufy aveva già ricominciato a ronfare.
“Stupido
capitano.” bisbigliai a
pochi centimetri da un suo orecchio, prima di stendermi sul fianco ed
aprire un
libro.
“Hmmm...
Nami…” lo sentii borbottare
nel sonno, mentre sospirava, e rabbrividii perché non aveva
mai pronunciato il
mio nome in modo così… sexy.
Ma che
diavolo…?!
Mi
voltai sull’altro fianco,
immergendomi completamente fra le pagine del manuale, sconvolta dai
miei stessi
pensieri… tutta colpa di Rufy; non l’avrebbe
passata liscia quella volta… no di
certo, avevo già in mente qualcosa…
***
Come
avrete intuito questo capitolo è stato
inventato di sana pianta, senza riferimenti particolari. Spero vi sia
piaciuto
comunque, anche se ha una struttura completamente diversa dai
precedenti.
Quasi
sicuramente anche il prossimo sarà in
questo stile. Se nel frattempo avete suggerimenti su altre scene del
manga/anime che ritenete importanti e che non ho ancora menzionato,
scriveteli
pure nei commenti! ^_^
A
presto!
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