The Mugiwara

di VidelB
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Fiducia ***
Capitolo 2: *** Protezione ***
Capitolo 3: *** Coraggio ***
Capitolo 4: *** Affetto ***
Capitolo 5: *** Chiusura ***
Capitolo 6: *** Imbarazzo ***
Capitolo 7: *** Legame ***



Capitolo 1
*** Fiducia ***


Sentii il polso stretto in una presa ferrea, mi voltai e ti riconobbi. Il pugnale cadde tintinnando sul terreno. Allora iniziai a urlare contro di te, cercando di scacciarti, riversando tutta la mia frustrazione in quelle parole e nel braccio ancora sano con cui gettavo polvere; non volevo che mi vedessi così disperata e patetica. Ma tu risposi col silenzio e quel residuo di orgoglio che mi rimaneva crollò d’un tratto. Ti supplicai di aiutarmi… io che non avevo mai pregato nessuno nella vita, al massimo raggirato per ottenere qualcosa. E fu allora che mi ritrovai il tuo cappello di paglia sulla testa per la prima volta. Avevi deciso di prestarmi il tuo Tesoro e combattere contro Arlong, nonostante non sapessi quasi nulla sul mio conto. Ancora non capisco come tu abbia potuto credere in me allora... per istinto forse, come tuo solito?

Qualunque sia stato il motivo, quel giorno mi donasti una nuova vita, la libertà di realizzare il mio sogno e dei compagni. Sempre quel giorno, pensai che quel cappello significasse fiducia, e tale sentimento divenne reciproco.

Così diventasti il mio Capitano ed io la tua Navigatrice.

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Capitolo 2
*** Protezione ***


“Nami, hai freddo?”

Il mio nome. Quella era sicuramente la tua voce Rufy, dopotutto mi stavi portando dal dottore insieme a Sanji. La febbre doveva essere salita ancora, perché la testa mi doleva così tanto che anche ascoltare i suoni era diventato faticoso. Avevo molto caldo, ma continuavo a tremare. Probabilmente mi avevi poggiata a terra, perché il suono del tuo respiro affannato si era allontanato da me fino a svanire. Mi sollevasti leggermente la testa e poco dopo la tua mano venne sostituita da qualcos’altro di morbido… forse avevi aggiunto una coperta.

“Tieni questo per me e aspettami qui.”

Un fruscio familiare mi solleticò i timpani e qualcosa mi fu premuto sul petto. Sono certa che fosse di paglia, con una fascia rossa, anche se non fui effettivamente in grado di aprire gli occhi per guardarlo. Potei solo continuare a respirare profondamente, la gola in fiamme, mentre correvi via. Te ne stavi andando, ciononostante rimasi tranquilla.

Prima di ricadere nell’oblio, pensai che quel cappello per te indicasse protezione e sorrisi: con un amuleto del genere ero al sicuro, tutto sarebbe andato per il meglio.

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Capitolo 3
*** Coraggio ***


“No no no! Dobbiamo andarcene in fretta!”

Tremavo mentre l’arca di Eneru iniziava a sollevarsi. Tu eri a qualche metro da me, già in piedi dopo aver subito l’ultimo attacco. Ti chiamai, incitandoti a sconfiggere il nostro nemico il prima possibile. Non c’era più tempo ma… un attimo! Se Eneru avesse perduto i sensi, non avremmo rischiato di cadere tutti giù? Dopotutto quel mezzo funzionava ad elettricità. Tuttavia, se non l’avessimo fermato, l’Isola del Cielo sarebbe stata distrutta in pochi minuti… aaah!!

Mi presi la testa fra le mani, non riuscivo a decidere con la facilità di sempre: avevo paura!

“Cosa facciamo Rufy?! Stiamo per…”

Di punto in bianco lanciasti il tuo cappello e lo sentii poggiarsi leggero sulla mia testa. Sbirciai da sotto il copricapo, ma non mi stavi guardando.

“Smettila di urlare.”

La tua voce mi rimproverò, quasi sprezzante; iniziai a protestare, ma venni interrotta subito.

“Sei una nakama del futuro Re dei Pirati. Non fare quella faccia patetica.”

Solo allora mi fissasti, ma con una serietà insolita e un po’ inquietante. Capii che non volevi davvero offendermi e in un momento del genere rimasi in silenzio, riacquisendo un certo contegno. Ovviamente non ti saresti mai arreso, in alcuna circostanza, ed io non potevo essere da meno.

Mi controllai durante lo scontro, finché Eneru colpì il parapetto della nave, già pericolante, e questo cedette… l’oro pesava dietro di te… e ti trascinò via! Urlai disperata e impotente, stringendo il cappello contro il mio petto, scosso da battiti frenetici e dolorosi. Le tue urla svanirono in lontananza e tutto sembrò finire.

Alcune lacrime mi bagnarono le ciglia, ma non le lasciai scendere oltre… non poteva davvero essere finita così! Dovevo provare a fare qualcosa, per quanto fossero scarse le probabilità di successo. Allora, nonostante il mio istinto da vigliacca e il pericolo imminente di morire, mi rifiutai di rimanere in balia di Eneru.

Per la prima volta presi in prestito il tuo coraggio, capitano, e mi preparai ad offrire anima e corpo in quella sfida. Prima di azionare il ClimaTact feci una promessa: avrei fatto tutto il possibile per salpare ancora con i miei nakama!!

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Capitolo 4
*** Affetto ***


Avevamo finalmente sconfitto Buggy quando ti chinasti a raccogliere quel prezioso cappello di paglia.

Certo, ti conoscevo solo da poche ore escludendo il primo “incontro” in mare, ma la tua reazione qualche minuto fa mi aveva enormemente sorpresa. Avevo già dato per scontato che fossi un tipo ingenuo, sempre col sorriso sulle labbra, e che nulla avrebbe potuto intaccarti. Invece, la rabbia che avevi mostrato mentre Buggy maltrattava il tuo cappello, aveva fatto crollare in modo irreparabile la mia prima impressione. Quell’oggetto era il tuo “tesoro”. Perciò adesso avevi la testa china e le spalle curve mentre osservavi i tre grossi tagli nella paglia. Provai anch’io un po’ di dispiacere davanti a tale scena.

“E’ tutto rovinato.” commentai con più delicatezza possibile.

“Mmh va bene, posso ancora metterlo.” di nuovo un sorriso “Non sono più arrabbiato, perché ho dato una lezione a Buggy.” poco convincente.

“Non preoccuparti, ti aiuterò a sistemarlo più tardi.”

Silenzio, poi ti voltasti verso di me.

“Cosa?”

La tua occhiata confusa mi fece sentire strana e cambiai discorso, mostrandoti ridacchiando due sacchi pieni di tesori. Allora ti increspò le labbra un sorriso dolce… addirittura splendente alla notizia che sarei venuta con voi, anche se solo per “interesse”.

Era evidente che provassi molto affetto per il tuo cappello… In quell’occasione, la mia mente fu attraversata da un desiderio folle e inappropriato: che una minima parte di quel sentimento, un giorno, fosse diretta anche nei miei confronti.

Proprio io, che di amici non potevo averne.

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Capitolo 5
*** Chiusura ***


Entrai nella stanza dei ragazzi, esitante, e ti individuai fra le ombre mentre la porta scricchiolava: una figura sottile abbandonata su un’amaca. Ero ancora arrabbiata per come ti eri comportato un’ora prima, ma avevo anche riflettuto e dovevo darti ragione in parte. Usop non aveva avuto fiducia in noi e, per quanto avesse un legame speciale con la cara Merry, la sua reazione era ingiustificabile: aveva sfidato la tua autorità e si era tirato fuori dalla ciurma come se nulla fosse.

Però… non potevo credere che il suo legame con tutti noi si rompesse così facilmente. Soprattutto TU non avresti dovuto lasciarlo andare via così facilmente.

“Rufy, sei ancora in tempo per rimediare…”

Ti girasti con noncuranza; i tuoi occhi mi squadrarono freddi. Rabbrividii, perché quello non era il mio solito capitano.

“Non c’è nulla da fare ormai.” un mormorio infastidito mi raggiunse.

“Non è vero, avete litigato altre volte, vai da lui e chiarisci la situazione!”

Per qualche istante sembrò che stessi valutando l’opportunità, ma alla fine l’idea fu liquidata con un movimento della testa.

“Non posso tirarmi indietro, Usop fa sul serio stavolta.” l’ampia tesa del cappello calò sul tuo sguardo, nascondendolo al mio “Ora, per favore, lasciami solo.”

Allora mi raggelai completamente, disillusa e umiliata, e mi voltai bruscamente per uscire di lì. In una situazione simile ero impotente: due dei mie più cari nakama si sarebbero massacrati a vicenda e non avrei potuto fare niente per evitarlo. Mi resi conto mio malgrado che quel cappello di paglia, in circostanze simili, indicava il potere decisionale del capitano e la chiusura di un discorso... se non del suo cuore.

Ero Nami, la navigatrice geniale e passionale della ciurma, ma non ero in grado di cambiare le scelte del capitano.

Sbirciai brevemente dietro le mie spalle e sentii gli occhi riempirsi di lacrime; probabilmente perché, per la prima volta, realizzai che Rufy mi stava escludendo dal suo dolore.

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Capitolo 6
*** Imbarazzo ***


 “Che bella giornata!!” esclamai, respirando a pieni polmoni il vento proveniente dalla scogliera. Ero semplicemente sdraiata sul prato di una sperduta isoletta, ma sembrava di essere in paradiso: temperatura perfetta, mentre ero baciata dal sole e regnava la tranquillità. Riflettendoci, essendo circondata dalla mia ciurma, si trattava di una calma innaturale.

Pensai fosse meglio dare una controllata: aprii gli occhi e mi sollevai sui gomiti, ancora stesa, per guardarmi intorno. Robin mi era seduta affianco, almeno apparentemente concentrata nella lettura, mentre Brook stava suonando una specie di ninnananna; poco più in là Franky mostrava nuove ’cyborg-mosse’ ad Usop e Chopper, che ovviamente avevano gli occhi fuori dalle orbite e luccicanti. Una gocciolina di sudore mi scese lungo la tempia… non li avrei mai capiti… Strano, molto strano che non ci fosse anche Rufy con loro! Certo, il fatto si spiegava solo se… ecco, stava dormendo! Lui supino e Zoro a pancia in giù. Nessuno avrebbe scommesso su di loro un solo berry vedendoli in quello stato. Due bambini troppo cresciuti, ecco cosa sembravano.

“Nami cara, vorresti del caffè?”

La voce di Sanji e il vapore di una tazza a pochi centimetri dal naso mi svegliarono del tutto. Sbattei le ciglia confusa, poi sorrisi dolcemente, prendendo il caffè.

“Grazie.” Gli occhi del mio interlocutore, come previsto, si trasformarono in un paio di cuori e ricevetti un inchino.

“Per te questo ed altro mia cara. Se mi cerchi sono dietro di te.”

Si accomodò realmente dietro di me, steso su un fianco, e con gli occhi che fissavano sognanti… il mio fondoschiena?! Altro che gentiluomo, era un maniaco bello e buono, ogni giorno di più! E senza vergogna! Gli diedi un calcio in pieno viso, senza nemmeno alzarmi… ora avrebbe ‘sognato’ sul serio!

“Non riprovarci!!” urlai con forza, ma scoppiando a ridere subito dopo. Sapevo di non avergli fatto veramente male e pensai che li amavo tutti in un modo o nell’altro... erano la mia strampalata famiglia di pirati.

Un calore interno si aggiunse a quello del sole in quel momento; una sensazione piacevole che mi scaldò il petto. Ero così felice di averli ritrovati dopo due anni di lontananza, cambiati ma comunque simili a come li ricordavo… soprattutto l’adorabile idiota che russava al mio fianco, con le dita incrociate sullo stomaco pieno di carne. Solo grazie a lui ci eravamo conosciuti e sempre per lui ci eravamo riuniti. I destini e i sogni di ognuno di noi erano legati ai suoi. Personalmente, non avrei mostrato la vera me a nessun altro se non a Nojiko e Genzo… se lui non fosse piombato nella mia vita stravolgendola.

Da brava ladra, facendo attenzione a che nessuno mi vedesse, accarezzai una guancia del capitano, infondendo in quel gesto tutta la mia gratitudine. Se avessi semplicemente seguito l’istinto sarei saltata su di lui e l’avrei abbracciato stretto, fin quasi a soffocarlo, ma sarebbe stato imbarazzante, soprattutto sotto lo sguardo degli altri, che avrebbero sicuramente frainteso il gesto.

Avevo appena allontanato le dita quando Rufy mi afferrò il polso e aprì gli occhi, cogliendomi sul fatto. Ci guardammo con occhi sgranati per un po’, incerti sul da farsi.

- Nami, perché mi stavi strofinando la guancia?- esclamò ad alta voce, attirando l’attenzione dei nakama più vicini e svegli… Brook smise di suonare e piombò il silenzio, interrotto solo dai gridolini di Usop e Chopper in lontanza; io iniziai a sudare freddo.

“Non è vero, che dici Rufy? Non essere sciocco, lo avrai immaginato! Perché mai dovrei fare una cosa del genere?” cercai di prenderlo in giro; mi accorsi in ritardo di aver esagerato e di risultare poco credibile… dalle espressioni degli altri capii che non avevo ingannato proprio nessuno, anzi, il sorriso furbetto di Robin e la mandibola scesa di Brook indicavano palesemente il contrario. Non osai nemmeno girarmi verso Sanji. Ero imbarazzatissima, ancor di più visto che non mi lasciava andare.

“Comunque è ok. Continua pure se vuoi.” concluse con un sorriso beato, portandosi la mia mano sulla guancia e richiudendo gli occhi… inutile dire che ormai sentivo il fumo uscirmi dalle orecchie. Mai in vita mia mi ero sentita tanto impacciata e nemmeno un pugno sul suo stomaco fu sufficiente a lavare via l’imbarazzo di quel momento. Mi alzai velocemente per allontanarmi dalle occhiate indagatrici e riprendermi.

“Nami!!” un urlo lamentoso mi raggiunse.

“Uffa, torna qui! Che ti ho fatto??”… e me lo chiede pure!!

“Capitano, probabilmente la navigatrice avrebbe preferito che stessi in silenzio…”

“E’ stata lei a toccarmi, non è mica colpa mia!” si scaldò lui, iniziando a richiamare anche l’attenzione degli altri.

Robin sospirò rumorosamente e il fumo ricominciò ad uscire dalle mie orecchie…

“Ora la riporto indietro!” lo sentii urlare. L’avrei strozzato… appena mi avesse sfiorato una spalla gli avrei tirato il collo come ad una gallina!

“Nami…” eccolo, ero pronta a scattare per essere lasciata in pace… ma sentii la familiare sensazione di un cappello calato sulla testa e mi girai stupita, annullando i miei piani.

Perché mi sorrideva ancora? Non aveva ancora capito che ero infuriata?

Prima che potessi reagire Rufy allungò un braccio e mi toccò la guancia destra, prima col pollice, poi con l’intero palmo della mano. Io ero pietrificata. Che diavolo stava facendo? La sua mano calda si mosse leggera sulla mia pelle.

“Volevi che lo facessi anch’io?!” una domanda che sembrava quasi un’affermazione. Aprii la bocca e rimasi in silenzio, sentendo il fuoco ardere sulle mie guance. Il suo sorriso si allargò, poi scattò in avanti per sussurrarmi qualcosa.

“Quando ti vergogni puoi coprirti col cappello, te l’ho prestato apposta. Anch’io lo faccio ogni tanto, così nessuno mi vede.”

Detto questo fece una delle sue solite risatine, contento, e se ne andò così come era arrivato.

Per fortuna i soli ad aver osservato la scena al limite della radura erano stati Robin e Brook, Sanji era ancora svenuto, ma li avrei entrambi minacciati pesantemente affinché non spifferassero nulla agli altri. Era già fin troppo complicato così!

Sbuffando mi calai il copricapo sul viso, nascondendo gli occhi e gran parte delle guance sotto l’ombra. Comunque, finalmente nessuno mi stava più guardando. Tornai al mio posto di prima, accanto al quale Rufy aveva già ricominciato a ronfare.

“Stupido capitano.” bisbigliai a pochi centimetri da un suo orecchio, prima di stendermi sul fianco ed aprire un libro.

“Hmmm... Nami…” lo sentii borbottare nel sonno, mentre sospirava, e rabbrividii perché non aveva mai pronunciato il mio nome in modo così… sexy. Ma che diavolo…?!

Mi voltai sull’altro fianco, immergendomi completamente fra le pagine del manuale, sconvolta dai miei stessi pensieri… tutta colpa di Rufy; non l’avrebbe passata liscia quella volta… no di certo, avevo già in mente qualcosa…

***

Come avrete intuito questo capitolo è stato inventato di sana pianta, senza riferimenti particolari. Spero vi sia piaciuto comunque, anche se ha una struttura completamente diversa dai precedenti.

Quasi sicuramente anche il prossimo sarà in questo stile. Se nel frattempo avete suggerimenti su altre scene del manga/anime che ritenete importanti e che non ho ancora menzionato, scriveteli pure nei commenti! ^_^

A presto!

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Capitolo 7
*** Legame ***


“Nami! Sconfiggerò Shiki e torneremo insieme!” ricordo perfettamente la tua voce decisa quando arrivasti a salvarmi. Non riesco a fermare il ricordo mentre ti vedo gradualmente cambiare espressione. Il Tone Dial cade con un tonfo nell’acqua dell’oceano e le ultime sillabe del mio discorso risuonano nell’aria.

Ormai è fatta, tutti hanno di nuovo ascoltato la mia imbarazzante richiesta, spero almeno che questo sortisca un effetto positivo sul tuo umore. Appari scioccato, e d’un tratto vuoi incrociare il mio sguardo, forse per accertarti di ciò che hai appena sentito. Te lo consento, mi lascio esaminare e ti lancio un timido sorriso.

“Ma allora…” con un passo ti avvicini, ancora esitante “Ti fidi di me, Nami?”

“Certo, solo uno stupido come te avrebbe potuto pensare il contrario.” scuoto la testa, mentre ti togli il cappello di paglia e lo riponi sulle mie mani aperte. Sembri serio e io resto incantata al tuo gesto. Mi scuoto finalmente quando mi tocchi le dita per farle stringere delicatamente intorno al tuo tesoro.

“Perché…?”

“E’ tuo… per un po’. So che ne avrai cura.”

Rimaniamo tutti senza parole tranne te, che come se niente fosse ti volti e torni a pescare sul parapetto della Sunny.

Ormai so che questo oggetto indica un doppio legame: non solo quello con Shanks, ma ormai da tempo anche quello controverso e indissolubile nato fra noi due. Che sia il tuo modo di riconfermarlo davanti a tutti?

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