So what, Serena?

di pink_in_blue
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Welcome back, S! ***
Capitolo 2: *** something's changed ***
Capitolo 3: *** old times ***
Capitolo 4: *** you can't always get what you want ***
Capitolo 5: *** Happy B. Day, Blair! ***
Capitolo 6: *** Plan B. ***
Capitolo 7: *** best thing I never had ***
Capitolo 8: *** happily ever after ***
Capitolo 9: *** the bride and the groom ***
Capitolo 10: *** so much for my happy ending ***



Capitolo 1
*** Welcome back, S! ***


What goes around.....comes around, am I right Serena?


Serena Van der Voodsen,. la parigina d'adozione è tornata a Manhattan con la sua Kelly piena di novità :) C.


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Capitolo 2
*** something's changed ***


Roger Vivier laccate di nero, mini-abito Salvatore Ferragamo e cluch McQueen.
Serena è tornata.
Con un gesto disinibito la bionda si toglie i Wayfarer dagli occhi e, riavviandosi la chioma bionda, alza lo sguardo.
1284 Lexington Avenue.
"Buongiorno Patrick". Saluta il doorman stupefatto con un sorriso familiare e si accinge ad entrare nella hall.
Si guarda attorno. Non è cambiato nulla.
Le pareti coperte di tappezzeria francese sono sempre lì, appiccicate ai muri di uno dei più lussuosi appartamenti residenziali di Manhattan.
Sente riecheggiare dal cortile interno le sue interminabili chiacchierate con B., sentendo lo stomaco stringersi.
I divanetti color panna avevano lo stesso aspetto vissuto di tre anni fa, l'ultima volta che aveva messo piede al piano terra del palazzo.
I quadri di Delacroix non erano stati spostati di un millimetro. Tutto sembrava così familiare, così nostalgico.
I tacchi emettono suoni duri mentre battono sul marmo rosa della hall, spostandosi in direzione dell'ascensore.

Entra.
Piano 21.



Le mani iniziano a sudare, la tensione aumenta, mille pensieri le affollano la mente.
Piano 5.
"Non sarà cambiato niente, vero? Essere uno spirito libero non è un crimine. Non volevo abbandonare tutto, ho solo dovuto, sono stata costretta..."
Piano 10.
"Voglio che tutto ritorni come prima, non posso permettere di commettere una seconda volta quello sbaglio".
Piano 15.
La cluch si apre e si chiude nervosamente, facendo scheggiare il Grafite dell'indice sinistro di Serena.
Si riavvia i capelli, sente la tensione sulla fronte calda.
Ecco.
La porta dell'ascensore si apre.
Tutto come una volta...





L'appartamento non è cambiato. O meglio, l'entrata non è cambiata. Sempre la solita scala in marmo con ringhiera bronzo sulla sinistra, il tavolino di cristallo con un grande vaso pieno di fiori freschi. Le tende panna all'entrata della sala, e il grande quadro di Toulouse-Lautrec al suo posto.
"Ciao, S.".

Si volta.

Le miumiu luccicanti stavano percorrendo le scale per arrivare da lei. Le dita affusolate con unghie laccate di Paradoxal stavano accompagnando il percorso lento ma frettoloso di una Blair Waldorf estremamente magra. Nemmeno il suo vestito preferito le stava più bene. Le guance erano pallide, così come la carnagione, visibilmente poco idratata ed invecchiata. Il braccio sinistro alla fronte, come per asciugare un sudore immaginario, gli occhi fissi sulla ragazza nella hall.

"A quanto pare qualcosa è cambiato".

"Ciao B."

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Capitolo 3
*** old times ***


Accennando un sorriso, Serena lancia uno sguardo di mascherata allegria a Blair, o almeno alla ragazza che le stava di fronte.
"Vieni, sali!". Senza alcun preavviso Blair afferra la mano destra della bionda, e la trascina verso la scalinata marmorea.
I passi corrono via veloci, su quei gradini che, solo adesso le veniva in mente, conosceva a memoria da una vita.

"Perché me ne sono andata, da che cosa volevo scappare?" . Non c'era risposta. Era voluta scappare senza alcun preavviso, sentendo qualche volta Chuck, da un paio di anni in Nuova Zelanda attorniato da ragazze in bikini, cocktail e superalcolici.

Sul pianerottolo, Blair apre la porta della sua camera a Serena e, guardandola, si siede sul piumino del suo letto a baldacchino, chiedendo a Serena di fare lo stesso, ma solo con un lieve gesto della mano.

Qualcosa era cambiato, anche se non sapeva cosa.

Il letto a baldacchino di Blair, il suo armadio dalle ante in ciliegio, la moquette rosa antico mai sporca, le tende appena accostate per favorire uno squarcio su altri due palazzi del quartiere vip di Manhattan, quel quartiere dal prefisso 212 che tutte le loro amiche le invidiavano.  I quadri erano al loro posto e, data l’ossessione della brunetta per le collezioni d’arte, erano tenuti come in un museo. Le pareti emanavano accenni dei migliori profumi sul mercato del lusso. Riconobbe una boccetta di Miss Chèrie sul comodino e non ce la fece a trattenere un sorriso.
Per tutta la durata della sua ispezione della cameretta, non si era accorta che Blair era in silenzio a fissarla.
Che cosa sorridi, S.?”. Si guardarono negli occhi, nessun segno di distensione sul volto di Blair. “Te ne sei andata, mi hai lasciata qui contesa tra Louis e Chuck e adesso che sei tornata a New York ti aspetti che ti abbracci, che ti dica come tutte le altre volte “hai fatto bene S, dovevi svagarti”?. La ragazza aveva un’espressione arrabbiata, si vedeva che era ferita.
Serena non se n’è mai resa conto. La ragazza forte era solo apparenza, una copertura! Blair è una ragazza molto fragile, che non si sa imporre, questa è la verità.
Si guarda le mani storcendo la bocca in una smorfia, come per cancellare quello che ha appena sentito. Giocherella con le dita sottili e, dopo un minuto, alza gli occhi sull’altra.
Blair, lo so..”. Azzarda. “Volevo scappare, non so nemmeno da che cosa, non volevo pensare a niente e a nessuno, la mia unica preoccupazione era scappare da qui, da questo posto. Ma ho capito che la sola persona da cui volevo scappare ero io, e che non c’è una soluzione a ciò.” I suoi occhi azzurri immersi in quelli castani dell’altra.  “B, ti prego, perdonami. Perdonami per l’ennesima volta.” E prende le mani di Blair, continuandola a fissare negli occhi, con uno sguardo tra il mortificato e il teso per la risposta.
L’indecisione di Blair è grande, come può fidarsi ancora di lei?
Lo sguardo di Serena è penetrante.
Vedi, S,” riprende la brunetta sciogliendo le mani dalla leggera stretta dell’altra e spostando lo sguardo sulla parete di fronte. “Io ti posso perdonare, dopotutto sei e sarai la mia migliore amica, anche se ci siamo sentite pochissimo durante questi tre anni,” e la guarda di nuovo “dove mi sei mancata da morire.” L’accenno di un sorriso sul suo volta. “Non mi abbandonare più…”. Gli occhi si contraggono, la fermezza espressiva di Blair si scioglie di fronte a questa dichiarazione che soltanto tre anni prima non avrebbe osato rivolgere a nessuno. Un rivolo caldo si fa strada dall’angolo interno degli occhi di Blair, seguito da un lieve singhiozzo. Si porta le mani al volto, come per nascondersi da Serena la quale, riconoscendo le sue colpe, non riesce a non avvicinarla e a scoccarle un veloce bacio sulla fronte.
Come ai vecchi tempi.
Io non ti abbandono più Blair”. Le parole escono spontanee, le mani incrociate sul dorso vellutato della brunetta, le teste vicine e le lacrime che, adesso, sgorgano da quattro occhi. 

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Capitolo 4
*** you can't always get what you want ***


"Raccontami un po' di questi tre anni francesi, S." sorride, accavallando le gambe con la sua solita espressione sorniona. Per l'appuntamento con Serena aveva scelto un completino Prada, bianco squamato bordeaux, una favola sul suo fisico filiforme e con le sue ballerine Louboutin. Sorseggia un po' di Ice Tea alla pesca mentre fissa la bionda.
Aspetta la sua risposta. Non vedeva l'ora di parlare con Serena, di raccontare le cose successe in questi tre anni, ma voleva anche avere notizie della bella francesina d'adozione.
"Che dire B," sorride Serena, rivolgendo una sguardo ai grattacieli che racchiudono il meraviglioso parco. "Mi è mancata New York, insomma, mi sono mancati tutti quanti, ma soprattutto la mia migliore amica".
Lancia un'occhiata alla moretta che contraccambia.
Si sorridono.
"Dai," alza gli occhi al cielo storcendo la bocca nel suo solito modo "hai incontrato Louis, non è vero? Quando se n'è andato ha detto che ti avrebbe cercata...".

Ok, tralasciamo sulla piccola liason avec Louis chez l'hotel Continental de Paris...

"Mmmmm... Sì, lo avrò visto una volta o due...." azzarda "e ci siamo visti per un caffé senza impegno, ma non abbiamo accennato alla vostra storia...", abbassa gli occhi.

Si liscia la gonna di seta azzurro cielo.
Guarda Blair, si chiede come può aver fatto tutto questo tempo senza di lei.
Eppure ce l’ha fatta, è riuscita a vivere tre anni da sola, in un appartamento a Montmartre, godendosi ogni mattina una Vogue alla menta e un caffè al “Café des artes”, lunghe passeggiate lungo la Senna, piccole scorpacciate di macarons colorati insieme ad una ragazza che viveva nello stesso condominio, i lunghi pomeriggi in compagnia di Renoir e Cèzanne al musée d’Orsay, ma anche di arte greca e romana al Louvre. Milioni di fotografie scattate in ogni angolo della Ville Lumière, shopping sfrenato lungo gli Champs Èlysées, mattinate spese a leggere Vogue Paris, nella speranza che comparisse Blair nel vestito da sposa reale monegasco. Una speranza decisamente sfumata. Ma lei lo aveva capito sin dall’inizio…
 
Si era costruita il suo piccolo mondo.
Il mondo parigino di Serena Van der Voodsen.
Ma la realtà non corrispondeva a ciò.
 
Non si può trasformare una newyorchese in una parigina.
You can’t always get what you want.
 
Tra un sorso e l’altro di caffé, Serena racconta a Blair la sua vita parigina in un paio d’ore.
Le parole volano via come le foglie dagli alberi di Central Park, in un settembre che si prospetta galeotto per le due ragazze più popolari dell’Upper East Side. 


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Capitolo 5
*** Happy B. Day, Blair! ***


Stringe la sua piccola mano nelle sue dita affusolate.
La sua pelle è morbida come quella di un bambino, è rosea e liscia, piacevole da toccare.
Ecco Katie, la bambina di Blair, mano nella mano con Serena, passeggiando a Midtown.
Le guance arrossate per il freddo facevano assomigliare il viso della bambina ad una mela rossa, il cappottino giallo Armani Junior le calzava perfettamente, le collant bianche meticolosamente candide e terminanti in ballerine di vernice rossa, acquistate solo la settimana prima in una boutique di Madison Avenue.
I capelli imprigionati nella sciarpa in lana ma la frangetta svolazzante.

Gli occhi leggermente a mandorla...
Il frutto dell'amore tra Chuck e Blair è qui, mano nella mano con Serena van der Voodsen, regina di Manhattan, alla ricerca di un regalo per la sua mamma.
"Che ne dici di quella Serena?" il dito di Katie indica un cappotto Prada arancione con inserti dorati.
Serena sorride.
"Ti ha educato proprio bene la mamma, non è vero?" e sorride alla bambina, che la imita.
Gli stivali in pelle che abbracciano i jeans grigi, il trench Burberry avvolto da una graziosa stola rossa, i capelli come sempre lunghi e più vicini al suolo, ora che si è chinata ad aggiustare la sciarpa alla bambina. “Io però avrei pensato” riprendono il passo,  “a qualcosa che le manca, che le manca da morire!”.
Accelerando  il passo, la bionda tira la bambina per la mano, dirigendosi verso Jenkis’, l’agenzia viaggi dove attualmente lavora Eric, con in mente il più bel regalo che Blair possa desiderare per il compleanno. 

 

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Capitolo 6
*** Plan B. ***


I garçons versano Moet e Chardonnay agli invitati.

Tacchi alti e gingilli d'oro si aggiungono alla piacevole musica dal vivo di Sting.

Il colore da indossare è l'oro. E' consentito solo uno stacco di colore per la clutch e gli orecchini ma, ovviamente, nessuno può andare contro la volontà della graziosa Queen B la quale, chiudendo l'ultimo bottoncino al colletto della piccola Kate, sta per uscire dalla sua camera, pronta a scendere le scale con la sua solita nonchalance, ma questa volta con una bambina al seguito.

E' certa che le sue Prada possono sostenere il suo peso, ormai quasi inesistente, e quello della sua bambina.

Sorride alla emozionata ma timida Kate, accarezzandole una guancia, pensando a Chuck.

Quel dannato Chuck che non vede nè sente da due anni ormai...

"Katherine Anastasia Bass" le si rivolge "stai per entrare nell'élite di Manhattan".

E così detto, la prende per la mano e assieme si dirigono verso la porta, pronte ad essere festeggiate.

Il suo corpo si muove sinuosamente nel suo Prada bianco a squame di plastica rosse e pesca, abbinato a delle dècolletèes panna di Manolo; i capelli, trattenuti come sempre da un cerchietto dal delicato colore crema, sono morbidissimi e disegnano graziosissime onde che vanno a riversarsi sulle sue spalle scheletriche.

Il corpicino minuto, a fianco di Blair è avvolto da un abitino di Margiela, eseguito esplicitamente su richiesta di Eleanor Waldorf, grazie alla loro amicizia ventennale. Bianco, rigorosamente abbinato a quello della brunetta, presenta delle maniche a sbuffo e del pizzo sull'orlo. Il viso tondo della bambina è sempre allegro, non vi è mai un segno di tristezza.

Eccole, assieme, madre e figlia.

Così vicine, ma così diverse.

L'una così ingenua, debole, sensibile, l'altra così stanca, magra, emaciata.

Ed eccole lì, lassù, sulla meravigliosa scalinata di marmo di casa Waldorf, con Blair pronta a fare la prima presentazione della bambina alla classe sociale pù alta di New York.

I tacchi e i gioielli smettono di far rumore.

Orecchie drizzate, bocche chiuse, occhi incollati alle due brunette sulla scala, e mano incollata al bicchiere di Chardonnay.

C'erano tutti: Nate Archibald, Daniel Humprey, Rufus e Lily Humprey con Jenny ed Eric, Ivy, Eleanor e Cyrus ed ovviamente Serena van der Voodsen.

Ma siete sicuri di averla vista?

Blair sorride agli invitati e schiude le labbra per iniziare a parlare.

"Benvenuti a tutti quanti!" lancia un'occhiata felice alla madre "e grazie per essere venuti al mio party!. Volevo sfruttare quest'occasione per presentarvi una persona molto speciale, che da quasi due anni a questa parte è entrata a fare parte della mia vita, e non ne uscirà mai. Ecco a voi, Katherine Anastasia."

Uno scroscio di applausi avvolgono la bambina di Blair, che a sua volta, frastornata per quella situazione così irreale, si rivolge a sua madre enigmatica.

Blair le sorride e poi si rivolge alle 200 persone che nel frattempo avevano ristabilito il silenzio.

"è solamente grazie a questa splendida bambina che ho riavuto il mio sorriso rubato!" accarezza la fronte color pesca di Katie "vi ringrazio di nuovo per essere venuti, tra poco parlerò ad ognuno di persona e farò conoscere la mia meravigliosa bambina".

E così dicendo, fa cenno al cantante di riprendere a suonare, e scende le scale, con quel suo portamente così famoso.

"Dove cavolo è finita Serena?" domanda che risuona nella mente di Blair ma che non trova riposta, purtroppo.

Eccola lì, mano nella mano con il sangue del suo sangue, a girovagare tra stilisti, tycoon, letterati e filosofi, attori ed ereditiere, ma con un chiodo fisso. Lui.

Si dirige verso il tavolino di cristallo, desiderosa di trovare il suo Blackberry per chiamare Serena.

 

La porta dell'ascensore si apre.

"Ti prego, fa che sia lui..."

Serena.

Una velata delusione si impadronisce del corpo della Regina B, subito soffiato via da un altro falso sorriso.

"Ciao B., scusa il ritardo ma sai, il lavoro..."

"S., sono le otto e mezza di venerdì sera!" la voce stupita di Blair.

Con il suo solito gesto, Serena si riavvia i suoi lunghi capelli biondi e prende fiato.

Era stupenda, come al solito, con quel Versace privé color indaco e i tacchi fluo Marc Jacobs... e la sua inseparabile clutch McQueen, ultimo regalo di Cece...

"Ascolta B., ho avuto un problema con il tuo regalo... Non avevo proprio idea di come incartarlo.. Credo che non sia uscito molto bene, ma conta il pensiero, giusto?" mostra un sorriso a 32 denti, fissando Blair negli occhi.

"Non ti preoccupare Serena,apprezzo enormemente il pensiero.. Se vuoi lo posso portare in camera mia, non mi va di scartarlo con gli altri regali..."

"No B., non posso consegnartelo, è piuttosto grosso ed ingombrante.. Magari non ti piacerà!"

"Se stai parlando di diamanti o perle temo di doverti contraddire..." sorride sorniona a Serena.

"Per vederlo dovresti scendere nella hall... Se non ti piace non ce n'è a disposizione nessun altro e scatta il piano C.."

"S., in teoria scatterebbe il piano B!"

"Amica mia.. Questo è il piano B!" e la guarda prendendole le mani. "Forza e coraggio, lasciami Katie e vai a vederlo questo regalo!"

E così dicendo prende in braccio la piccola brunetta e, sorridendole e accarezzandole i capelli lisci e il nasino a patata , va e si siede accanto a sua madre e a Rufus.

Blair è lì in piedi, non si aspetta più nulla.

Facendo due passi è già nell'ascensore, che preme il pulsante giallo con su l'H.

Neanche quaranta secondi ed è già nella Hall.

L'ascensore le si apre di fronte.

Chuck Bass.

E non vede più niente. 

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Capitolo 7
*** best thing I never had ***


Blair lì, in piedi, il bicchiere di champagne delicatamente nella mano, di colpo lo sente freddo e poi di nuovo caldo, il sangue riprende a scorrere fluido nel suo corpo raggelato dopo qualche minuto di apnea. Il volto pallido e teso, incredula. Vorrebbe fuggire, rifugiarsi dietro al bancone di Vinny ma capisce che sarebbe impossibile.
 
Chuck Bass, eccolo: di fronte a lei.
 
Quel sorrisino bastardo come sempre stampato in faccia, da quanto tempo lo avrebbe voluto rivedere, cazzo.
Dopo quel bacio di tre anni fa ha sempre cercato di dimenticarselo, di cancellarlo dalla sua mente, ma i pensieri ritornavano sempre in qualche modo, quando lei giaceva nel letto, sperando che lui la pensasse o che rivolgesse almeno un pensiero a Katherine. Solo Dio sa quanto lo aveva desiderato. Il desiderio di rivedere quell’uomo, di posare di nuovo gli occhi su quella sexy maschera di ghiaccio che non cambiava mai, di annusare il suo inconfondibile profumo, di fissarlo negli occhi…
Ma era arrivato il momento. Quel dannato momento che lei aveva voluto con tutte le sue forze, ma quelle stesse forze si struggevano dal desiderio di riuscire a cancellarlo definitivamente.
Erano soli.
La mano vellutata di Chuck raggiunge la sua.
Una scossa, una soffice stoffa le avvolge la minuta mano, e la tira impercettibilmente verso quello smoking.
Blair avanza, attirata da quella enorme calamita travestita da uomo che non aveva smesso nemmeno per un istante di funzionare.
Intanto Chuck fa salire la sua mano capeggiata da un Rolex sulla schiena di Blair.
La ragazza non riesce più a contare i brividi di freddo, di paura, di eccitazione che le stanno percorrendo la schiena.
I pensieri si affollano nella sua mente sempre più confusa, ma desiderosa di qualcosa.
Il suo corpo è completamente in balìa di Chuck, sente il suo respiro affannoso avvicinarsi, fino a sentire le sue labbra dolcemente posate su quelle del ragazzo.
Chuck, il ragazzo a cui ha dato più amore in tutta la sua vita, Chuck, il padre di sua figlia.
Completamente annullata in quel bacio, Blair perde i sensi abbandonandosi alle più intense emozioni provocate da quel silenzioso e inaspettato contatto, perdendo la cognizione del tempo e del luogo. 

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Capitolo 8
*** happily ever after ***


Avvistati: Charles Bass and Blair Waldorf happily ever after! Cara B., sembra che finalmente I tuoi obiettivi siano stati raggiunti, anche per il bene della piccolo Katie. Ma attenzione, l’Upper East Side è una giungla, e tu, con i tuoi tacchi Yves Saint Laurent, dovrai lottare e non poco!
 
Avvolta da una preziosa stola di cashmere firmata Chanel, Blair è da Vera Wang, con Katie, cullata dalle braccia di Serena e comodamente stravaccata sulla poltroncina di pelle bianco latte della boutique. L’abito da sposa è una tappa fondamentale per una giovane ragazza, le fotografie immortaleranno quell’abito, e Blair, che programma le sue nozze da quando aveva dodici anni, lo vuole indimenticabile e mozzafiato. Vera Wang per la cerimonia e Lanvin Paris per la festa e il buffet sono la scelta ideale.
 
Visibilmente stressata, Blair è tornata quella di prima.
 
Niente più psicanalisi, niente più sedute di massaggi rilassanti o giornate spese dal dietologo, no. Blair Waldorf è tornata e ora più che mai è agguerrita per difendere i suoi amori: Katie e ovviamente Chuck.
 
I piccoli occhi scuri di Katie, che contrastano con la sua pelle pallidissima, scrutano attentamente mamma B. che con gesti veloci indica a Dorota i vestiti tra i quali farà la sua scelta. La cameriera, incinta del terzo figlio, appende con fatica i lunghi abiti sugli alti appendini della parte di negozio dedicata alla favolosa bride-to-be.
 
Con un sorriso, Blair ringrazia Dorota e chiama l’assistente della boutique.
 
Garçon, vorrei che mi incartasse questi cinque abiti e li recapitasse al numero 11 della 71esima Est, grazie”, gli sorrise e si rivolse a Serena. “S, questi abiti sono tutti fantastici, ora tocca a noi due scegliere quali tra quei cinque mi accompagnerà per il giorno più bello della mia vita”.
Con uno schiocco sordo di tacchi sulla moquette panna di Vera Wang, Blair, Serena, Dorota e la piccola Katie si affrettarono ad uscire dal negozio, con Blair raggiante e sorridente.
Serena, controllando l’ora sul suo Lady-Date Just, si rivolge a Blair dicendo di avere un appuntamento con Dan da Sylvia’s. Dà un bacio alla sua migliore amica e una carezza sulla testina bruna di Katie e si affretta per Mercer Street, con già l’iPhone in mano.
 
Il sorriso di Blair non smette di splendere.
Tutti i suoi sogni si sono realizzati, si sono finalmente concretizzati!
Il 15 maggio sposerà il padre di sua figlia, l’unico uomo che abbia mai amato sul serio.
Il solo che sia riuscito veramente a spezzarle il cuore.
 
Solo perché non possiamo stare insieme non significa che non ti amerò”.
Ricorda bene quelle parole, ormai chiuse nel più nascosto cassetto in fondo al suo cuore, sigillate e mai più lette fino a quella mattina, quando, svegliandosi al fianco di Chuck, ricordò quella maledetta sera all’ospedale e le sue parole pronunciate di fronte al suo amante moribondo.
 
Scocca un’occhiata alla piccola Katie, ha quasi tre anni ma è come sua madre.
Bruna, un cerchietto perennemente poggiato sulla testa e rigorosamente diverso di giorno in giorno, il suo profumo di Dior Baby che si fa strada tra i tessuti dei suoi cappottini firmati dalla nonna o da qualche stilista emergente newyorchese, il suo gusto per la moda e per le grandi firme, le foglie e le anatre di Central Park.
Prendendo per la mano la figlioletta, Blair si affretta ad entrare nell’atrio del palazzo, chiamando l’ascensore e prendendo in braccio Katie.
In quel momento appare Nate.
Ciao Blair!” la saluta il biondino con la mano. “Ti spiace se accompagno Katie a fare merenda al Mandarin Oriental?” le lancia un sorriso arrendevole.
La brunetta aggrotta la fronte ,”va bene, Nate. Mi stavo chiedendo il perché di questa richiesta, però”. Gli occhi specchiati in quelli di Nate.
Beh, Dorota mi ha detto che ti devi rilassare per il matrimonio e che l’estetista verrà tra poco, quindi ho pensato che sarebbe bello portare la piccola Katie al Mandarin a far merenda e giocare con Theo”.
Il solo pensiero che sua figlia potesse condividere momenti di gioco con il figlio di Nate le suscitava allegria, quindi accettò con entusiasmo la proposta del ragazzo. Lanciando la borsa con dentro il diario, l’orsacchiotto e il borsellino di Katie a Nate, saluta la bambina e ringrazia Nate.
 
L’ascensore si riapre per la terza volta di fronte a lei.
Dorota è riluttante nel salire.
Dorota, non vorrai restare qui nell’atrio da sola, vero?
Ehmm.. Signorina Blair, in verità, ecco… Vania sta arrivando qui per il suo turno e volevo fargli sentire i primi calci di Romain…” rispose un’imbarazzata Dorota.
 
“Ma Vania non aveva il turno al martedi? In fin dei conti oggi è lunedì.. Mah!”
 
Certo Dorota, va benissimo… Grazie per i consigli e per l’assistenza da Vera Wang!” lanciandole un bacio con la mano, fa la sua entrata nel sofisticato ascensore d’ottone del suo palazzo, facendo chiudere la porta automatica davanti a lei.
 
Era davvero stanca, girovagare tutta la mattina con Katie e Dorota al seguito, un frugale brunch al Four Seasons ed eccola lì, alle diciassette, a sentire la sensazione avvolgente e di rilassamento che il pensiero del bagno caldo che si avvicina le crea. I piedi erano gonfi e doloranti, ma la sua determinazione non rinunciava mai a un elegante tacco dodici Saint Laurent, e il suo abitino Givenchy color panna era in perfetta combinazione con la stola di cashmire terra di siena Chanel. Anche se fuori è primavera, il venticello continua a sferzare a Midtown!
 
L’ascensore si apre e le sue narici vengono riempite di un dolcissimo profumo di ciliegia e cannella, le luci che di solito illuminavano l’appartamento erano stranamente soffuse e una musica impercettibile le avvolgeva le orecchie, non volendo uscire. Poggiando i sacchetti di Gucci e Ralph Lauren a fianco dell’ascensore, si lascia trasportare da queste dolci sensazioni e, ritrovandosi in salotto, vede Chuck intento ad accendere l’ultima candela bordeaux alla ciliegia.
 
Bonsoir, ma chèrie…” la voce sensuale e bassa di Chuck si somma a quella dolce musica, e le sue sensazioni vengono annullate dal potente bacio di Chuck, che, sorridendole, inizia a toglierle la stola dalle spalle.. 

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Capitolo 9
*** the bride and the groom ***


Splendente, raggiante e vivace, Queen B. scende maestosamente le scale del suo appartamento.

È alle porte del suo secondo matrimonio, i fiori d’arancio emanano profumi indimenticabili, quello è il giorno tanto agognato, il giorno del matrimonio è finalmente arrivato.

Il matrimonio che pianifica sempre più dettagliatamente dalla tenera età di dodici anni sta per avere inizio. Guarda il salotto, il pianerottolo con al centro il vaso di fiori, colorati come al solito. Sente riecheggiare la voce di Dorota, rivede tutti i baci scambiato sui divanetti del soggiorno, fissa la pila di giornali scandalistici e di moda sul tavolino.. L’appartamento è non è mutato, come invece ha fatto lei. Ma la regina rimane sempre la regina, e Blair non tradisce un sentimento di malinconia.

Sono le dieci del mattino, tutto l’appartamento è illuminato e lei è pronta, lo è sempre stata, d’altronde.
Con un sorriso si appresta a scendere l’ultimo scalino di marmo, direzione salotto.
Un vociferare indistinto si sprigiona dalle tendine panna, le sarte sono tutte indaffarate nel rifinire al meglio il corredo della principessa, e quello della principessina.
Le dita dalle punte laccate d’argento si riavviano i capelli e il viso si trasforma in un’espressione di gioia.
Tutto è come dev’essere. Fa ticchettare le Chanel bianche sul marmo meticolosamente pulito del pianerottolo, avvicinandosi alla sala. Saluta le sarte e guarda il lavoro svolto.

“Siete fantastiche” elogia le cinque sarte, mentre accarezza il velo e fissa con occhi adoranti il Vera Wang sul manichino di fronte al camino. “State facendo un ottimo lavoro, grazie per tutto!”.  Si sente rinascere, la Queen B. sta risorgendo dalle sue stesse ceneri. Anche se è brutto da dire, la sensazione di continua felicità ed eccitazione si impadronisce del corpo della brunetta, che afferra il Blackberry componendo il numero di Serena.

“Ehi B., come sta andando da te?” le chiede Serena, che, traballante sulle sue Loboutin arancioni fiammanti, cerca di dimenarsi tra un sacchetto di Prada e due di Tiffany, contenenti le fedi dei due sposi ed una collanina di diamanti per Katie. La figlia della Regina dev’essere una Principessa, non ci sono scuse.

“Qui va tutto benissimo S., e tu? Lola sta facendo il suo lavoro all’Empire? E Nate è già arrivato a St. Patrick?” chiede Blair,desiderosa di avere aggiornamenti in tempo reale.

“Certo B.,” è la risposta di Serena, che cammina spavalda sulla Quinta Strada “Lola sta finendo di allestire il centoduesimo piano dell’Empire proprio come lo vuoi tu. Rosa e bianco per le vetrate, e le camelie rosa, e i gerani rossi … Il cibo arriverà verso mezzogiorno, mezz’ora prima della fine della cerimonia. Nate m,i ha appena chiamato per dirmi che il parroco è più che felice di accogliere te, Chuck e Katie e ovviamente tutti gli invitati alle undici nella sua cattedrale”. Sorride Serena, come se Blair la potesse vedere.

“E la mia principessa?” chiede Blair con gli occhi lucidi.

“La principessa è da me, Lily la sta preparando con il vestitino Chanel che avevi chiesto da Baby Chanel… Karl è addirittura venuto per fotografarla, vuole proporre la nuova linea su Vogue Kids e ha scelto lei come testimonial! Gli ho detto di parlare con te, non posso prendere una decisione così…” disse Serena.

“A Karl penseremo dopo,” rispose Blair sognante “ora vado a prepararmi e sarò da te tra una mezz’ora”.

“Non vedo l’ora di accogliere la mia sposa preferita” sentenziò Serena, quasi arrivata all’appartamento. “Ti aspetto B.” e chiuse la chiamata.
Tutto dev’essere pronto entro le undici, quando Blair farà il suo ingresso nella Cattedrale di san Patrizio, a braccetto con Cyrus.




Le 10.30.

Blair fa il suo ingresso nell’appartamento newyorkese di Serena, felice. Sì, era felice.

“Ciao B.!” le venne incontro Serena ridendo “Ma fatti vedere, quanto sei bella!” le sue mani scorsero sul suo abito da sposa bianco panna e i suoi occhi e quelli di Lily fecero a gara per scrutare i dettagli.

“Blair, sei magnifica” disse Lily, tenendo in braccio Katherine.

“Grazie mille” sorrise Blair. Il suo cuore batteva sempre più forte. “Fatti accarezzare piccola…” passò una mano sulla piccola testa di Katie, che le sorrideva chiamandola mamma.

“Tutto è pronto Blair, ti accompagno alla limousine. Mamma si occuperà di Katie. Gli altri sono tutti in chiesa ad aspettarti!” disse Serena, che prese per la mano Katie e si diresse con Blair e Lily all’ascensore.

Meno cinque minuti. Il traffico di Manhattan stava ritardando il matrimonio del secolo… Blair Waldorf sposa Chuck Bass, non è un matrimonio reale ma poco ci manca, dato lo spazio che gli hanno dato i giornali. Blair si sente principessa, non lo è di fatto, ma lo è. Anzi, lo è sempre stata. E il suo principe la stava aspettando impaziente di fronte all’altare.

La macchina si ferma di fronte alle scale, invase da fotografi e giornalisti. Un frastuono che si fa sempre più vivido. Serena le sorride. “Ecco Cyrus” le indica la tarchiata figura all’entrata della chiesa “Vai Blair, è il tuo momento!”.

Blair scende dalla macchina, grazie alla pronta apertura della portiera da parte dell’autista. I poliziotti stanno tendendo a bada i fotografi, che cercano di accaparrarsi una foto della sposa. Il suo cuore supera di gran lunga il frastuono creato dai giornalisti, però. Si sente finalmente viva. Con l’aiuto di Serena si fa strada sul tappeto rosso. In chiesa tutti si alzano e il pianista inizia a suonare. Sta per entrare la sposa.

Blair tiene in mano il bouquet di gigli e di rose. I tacchi non la fanno vacillare neanche per un secondo. Non riesce a trattenere un sorriso quando varca la soglia della chiesa.
Tutti si voltano a guardarla. I paggetti iniziano a spargere petali di rosa sul tappeto rosso e la musica sprigionata da quei bianchi tasti crea la melodia che accompagna il suo cuore, che batte sempre più forte. Ad un tratto ha un tuffo al cuore. Riconosce quella splendida figura che le sorride. Chuck Bass la sta aspettando di fronte all’altare. Come sollevata, si avvicina sempre più velocemente a quel punto dove la magnifica figura la sta guardando, mentre, come una figura angelicata, accelera di poco il passo per raggiungerlo il più in fretta possibile.

Ecco. Un metro da lui. La marcia nuziale si ferma e tutti si siedono. Il velo le copre il viso dove gli occhi sono a loro volta velati di lacrime di efferata emozione. È un sogno, si dice. No B., è tutto vero, stai per realizzare il tuo sogno.

Le mani forti di Chuck le sollevano il velo, scostandolo dal viso.
“Sei magnifica” le sussurra.
Un brivido le percorre la schiena. No, non sta sognando. “No, non sto sognando,” si ripete.
E, paralizzata dall’emozione, rivolge uno sguardo innamorato a Chuck e, tenendogli la mano, si rivolgono al prete. 

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Capitolo 10
*** so much for my happy ending ***


La cerimonia fu come quella che Blair aveva sempre immaginato. Finalmente lei e Chuck erano assieme, così come lei e Serena, e lei e Katherine.

Dopo tantissimi anni di dispute, di litigi e sotterfugi, culminati nel dannato libeo-verità targato da quel borghesotto di Dan Humphry. Quello stesso Dan che, anche nei momenti più bui, c'era sempre stato per lei, ma lei aveva sempre preferito le promesse di Charles ai doni del povero Daniel.
Aveva preferito le limousin ai taxi.
Aveva scelto Manhattan al posto di Brooklyn.
Ma, insomma, lei apparteneva a quel mondo, no? Quello tanto adorato e che si ritrova sulle più rinomate riviste patinate.
Ecco, era felice, adesso. Tutto si era ricongiunto. Tutto si era risolto per il meglio e tutto quello che le restava era varcare la soglia della sua nuova dimora a Coney Island con suo marito Chuck e la loro meravigliosa bambina Kathy.
Sì, un po' di riposo se lo meritava, non voleva mica che le rughe cominciassero a segnarle il volto famoso per la sua freschezza!
Non poteva chiedere di meglio, tutto era finalmente era al suo posto.

Buonanotte, Upper East Siders, ma restate con noi per i prossimi aggiornamenti dalla grande Mela.

XOXO, Gossip Girl

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