Il Libro delle Fiabe

di Wren
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Raperonzolo ***
Capitolo 3: *** Il principe ranocchio ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Ok… io non garantisco nulla, ho scritto questo primo capitolo metà durante le mie ore buche universitarie cercando di non far
Ok… io non garantisco nulla, ho scritto questo primo capitolo metà durante le mie ore buche universitarie cercando di non far vedere alla gente che mi passava attorno cosa io stessi facendo, e l’altra metà ad un tavolino appartato del McDonald sul quaderno degli appunti!XD
Uh… devo ricordarmi di comprare un quadernino nuovo…
Spero vi piaccia!
 
 
 
 
IL LIBRO DELLE FIABE - Prologo
 
Se ancora avesse avuto dei dubbi in proposito, ora sarebbero svaniti come la birra dal frigorifero di Yuuko.
Quel posto aveva per forza qualcosa di sovrannaturale... Era semplicemente impossibile che, per quanto si ostinasse a spazzare e pulire, la polvere continuasse ad accumularsi ovunque in quantità allarmanti. Probabilmente Yuuko doveva tenere nel suo strambo magazzino qualche mistico e antico oggetto stregato che produceva polvere. Non c'era altra spiegazione possibile.
Watanuki starnutì violentemente quando l'ennesimo nugolo di polvere venne sollevato dal passaggio del suo straccio.
"Ahhhh maledizione!" imprecò cercando di colpire a vuoto i minuscoli granelli che galleggiavano in aria.
Agitandosi inutilmente come suo solito, il ragazzo finì per urtare uno scaffale, già di per  non molto stabile. Ricevuto quell'ultimo colpo di grazia, cedette sotto gli occhi attoniti del ragazzo che invano si gettò al salvataggio del mobile, il quale rovinò comunque al suolo con tutto ciò che vi era sopra.
Fu una fortuna nella sfortuna che avesse urtato proprio quel preciso scaffale in mezzo a tenti altri. Giusto quello accanto ospitava un'assortita collezione di vasi di vetro colorato dall'aspetto antico, misterioso, ma soprattutto fragile.
Il suddetto invece era del tutto vuoto, se si esclude l'onnipresente patina di polvere e un grosso e vecchio libro. Certo, trovandosi nel magazzino di Yuuko e considerando l'antica rilegatura, doveva valere quanto i vasi, ma per lo meno non avrebbe subito danni dalla caduta, o così almeno sperava Watanuki.
Aveva appena fatto in tempo a prenderlo in mano che...
"Cosa stai combinando nel mio magazzino Watanuki?" chiese una Yuuko così sorridente da dargli l'impressione di sapere già la risposta.
"Ah! Yuuko-san! Niente, è caduta una mensola ma non si è rotto nulla!" si discolpò freneticamente Watanuki, temendo di vedersi prolungare il periodo di lavoro.
Yuuko però non sembrava preoccupata  per lo meno interessata al piccolo crollo domestico. Con un "Oh!" di piacevole sorpresa si avventò sul ragazzo strappandogli il librone dalle mani.
"Non lo vedevo da ANNI!" esclamò contenta sfogliandolo.
"Di che libro si tratta?" domandò Watanuki, il quale sembrava non aver ancora imparato che fare domande alla donna poteva rivelarsi un errore fatale.
Il sorriso che si stampò sul volto di lei glielo ricordò l'istante successivo, ma era troppo tardi per rimangiarsi la domanda.
"Niente di speciale... E' un libro di fiabe!" rispose porgendoglielo.
"Sembra prezioso..." commentò Watanuki assaporando la carta ruvida ed ingiallita sotto i polpastrelli.
"Me lo hanno dato gli autori, in cambio d un desiderio... Era il loro primo libro!" spiegò Yuuko distrattamente. 
Watanuki incuriosito pulì con la mano la copertina rivelando il tessuto verde foresta di cui era fatto. A lettere d'argento c'era scritto "Fratelli Grimm".
Ora Watanuki non poteva vantarsi d'essere particolarmente ferrato sulla letteratura occidentale, però non gli pareva proprio che quegli autori fossero molto recenti...
Preferì non porsi domande sull'età della sua datrice di lavoro e si concentrò sul libro.
"Puoi tenerlo e darci un'occhiata..." gli propose Yuuko.
Il suo sorriso non piacque per nulla a Watanuki.
"Non credo sia una buona idea!" si animò subito.
"Oh suvvia... è solo un libro..." insistette la Strega. Chissà perchè Watanuki non ne era molto convinto.
"Non so se riesco a leggerlo..." disse tentando di declinare l'offerta.
"Oh per quello puoi stere tranquillo! E' un libro che sa farsi capire..." e il sorriso di Yuuko si fece ancor più inquietante.
 
Alla fine si era fatto incastrare. Come poteva farsi fregare ancora a quel modo?
Watanuki fissava con scettica diffidenza l’oggetto che teneva in mano.

Checché dicesse Yuuko, proprio non riusciva a convincersi che fosse un normale libro di fiabe.

Oi

Kyaaaaaah!”

Tutto preso com’era nei suoi sospettosi pensieri, Watanuki nemmeno si rese conto di essere praticamente andato a sbattere contro qualcuno. QUEL qualcuno…

Cosa diavolo ci fai qui?!” si premurò di aggredirlo Watanuki.

“Allenamenti…” rispose, stitico come sempre, Doumeki riassumendo in quella sola parola il concetto “ero agli allenamenti della squadra di tiro con l’arco e ora che sono finiti sto tornando a casa”.

“Non è un buon motivo per andare a sbattere contro la gente!” continuò imperterrito Watanuki, irrazionalmente incapace di dargliela vinta (chissà per cosa poi…). Non che il ragazzo non si rendesse conto di essere un tantino drastico nelle sue reazioni, ma sempre di più ogni volta che lo incontrava, la presenza di Doumeki gli trasmetteva un’agitazione che, se non fosse stata sfogata, l’avrebbe fatto sicuramente esplodere.

“Veramente quello che va addosso alla gente sei tu, scemo. fu l’asettica risposta dell’arciere.

“A chi hai dato dello scemo???” si infervorò Watanuki.

Doumeki però sembrava aver perso nel frattempo ogni interesse per quella conversazion, ripetutasi a schemi simili così tante volte ormai. Piuttosto inclinò leggermente la testa per osservare meglio il pesante libro che l’altro gli agitava minacciosamente contro.

“Fratelli Grimm?” domandò schivando un fendente infertogli col volume stesso.

“Cos’è? Pensi che sia stupido ed infantile che uno studente delle superiori legga un libro di favole? E’ questo che volevi dire? E’ di Yuuko comunque!” partì subito in quarta Watanuki.

Doumeki sospirò stancamente. Il ragazzo aveva decisamente bisogno di una camomilla.

“Non ho mai detto questo. A me piacciono le fiabe…”

Il ragazzo esagitato si calmò, ma solo un poco. Gli rimase un broncio arrabbiato e un tenue rossore d’imbarazzo per aver travisato nuovamente le sue (scarse) parole.

Doumeki si sarebbe anche lasciato scappare un sorrisino divertito, non si permetteva certo di ammetterlo ma adorava vederlo così, però continuò a fissare apaticamente il libro perché non era nella sua natura mostrare ciò che provava, anche se stare con Watanuki metteva a dura prova quella vecchia abitudine.

“Vuoi dargli un’occhiata?” offrì Watanuki, porgendogli il libro con un tono ancora troppo scontroso per essere considerato di cortesia. L’arciere sapeva però che quello era il suo modo di dire “Ok, forse ho esagerato, scusa…”

Ok” rispose ed allungò la mano.

-THUMP-

Il libro cadde per terra in mezzo alla strada completamente deserta.

 

Continua…

 

Allora? Che ne pensate?

La lunghezza complessiva sarà variabile e dipenderà da quanto piace questo prologo e da quante idee mi vengono in testa!XD

Pleeeeaaaaase! Sostenete la mia prima fanfic in più capitoli di XXXHolic! Commentate!XD

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Capitolo 2
*** Raperonzolo ***


Raperonzolo

Raperonzolo

 

 

 

 

 

“…eh?”

Watanuki onestamente non sarebbe riuscito a dire molto altro. Un attimo prima era in una delle familiari vie della sua città e tutto era perfettamente normale. Aveva solo allungato il braccio per passare a Doumeki il libro e…

“Maledetta Yuuko! Me lo sarei dovuto aspettare da un libro suo!” esclamò infuriato Watanuki rischiando di perdere il suo bel cappello piumato.

E quello era certamente il minore dei suoi mali. Era già piuttosto difficile stare in groppa ad un grande cavallo bianco senza aver mai preso lezioni di equitazione nella sua vita, ma farlo vestito in quel modo lo preoccupava ancor di più.

Poteva anche passar sopra al cappello ad ampie falde ornato di una lunga e soffice piuma colorata, alla casacca imbottita ricamata in oro e argento, alla camicia a maniche larghe ed a sbuffo e al paio di ingombranti stivali di cuoio con fibbia. Però la calzamaglia azzurrina proprio non la digeriva.

Era ancora impegnato a tirare e risistemare lo scomodo indumento mentre cercava di non far imbizzarrire il cavallo, quando ecco che udì una voce chiamarlo dal lato della strada.

“Ehi! Signor Principe!”

Watanuki alzò lo sguardo e vide che stava passando accanto ad una piccola casetta di pietra e legno, circondata da un povero ed arido orto. Una donna in abiti da contadina agitava una mano in sua direzione, e il ragazzo dovette avvicinarsi per rendersi conto di chi si trattasse.

Yuuko-san!” esclamò esterrefatto.

Preso dalla foga di scendere dal suo bianco destriero, si impigliò nella staffa e rovinò a terra.

“Santo cielo, Watanuki… devi fare pratica, non sei molto credibile come principe!” esclamò allegramente la donna.

Yuuko-san! Dove siamo? Cos’è successo? PERCHE’ SONO VESTITO COSI’???

Yuuko rispose all’ondata di domande con un’altra risatina.

“Vieni in casa… vedrò cosa posso spiegarti!” lo invitò poi avviandosi verso il piccolo uscio.

Incespicando nelle calzature troppo grandi Watanuki la seguì.

“Vedi, in questo momento sei dentro ad una fiaba…” esordì lei accomodandosi su una semplice sedia di legno. Quell’ambiente povero si addiceva davvero poco alla donna.

“Sono finito nel libro? Nel senso di… DENTRO al libro?” Watanuki maledì sé stesso per essersi fatto convincere a prenderlo.

“Esatto!”

Ma com’è possibile?”

Vedi… i Fratelli Grimm scrissero le loro favole basandosi su fatti realmente avvenuti. Una strega citata da loro non prese particolarmente bene il ritratto poco lusinghiero che avevano fatto di lei e maledisse il libro. Da allora chiunque leggesse un loro libro ci finiva dentro e dato che questo non aiutava certo le vendite del libro i Fratelli decisero di tenerlo nascosto. A quei tempi viaggiavano molto e fu così che capitarono nel mio negozio. Io tolsi la maledizione e chiesi in cambio la copia del primo libro maledetto. Non trovi che sia divertente vivere nelle favole ogni tanto?”

Watanuki ne aveva già del fatto che Yuuko avesse conosciuto i Fratelli Grimm e che lui si trovasse attualmente in una loro fiaba, considerare anche il tutto divertente gli pareva davvero troppo.

Yuuko-san, come facciamo ad uscire da qui?”

“Beh… devi finire la storia!”

“Come?!”

“Vedi in questo momento sei in una fiaba, giusto? Il libro non ti farà uscire finché la fiaba non sarà finita!”

Ma puoi sicuramente fare qualcosa tu!”

“A dir il vero no, non posso! Io non sono nel libro. E’ il libro che usa le immagini delle persone che conosci per gli altri personaggi della storia!”

“Ma allora come fai a sapere tutte quelle cose se sei solo un personaggio?”

“Io sono sempre e comunque io!”

Watanuki sospirò. Si sarebbe dovuto aspettare una risposta del genere. Improvvisamente un pensiero gli colpì la mente.

Doumeki! Doumeki era con me quando sono entrato nel libro! E’ finito qui anche lui?”

“Probabile… Se è così prima o poi lo incontrerai! Dovresti preoccuparti di finire la storia!”

Watanuki si rassegnò ad indossare per altro tempo ancora quei vestiti imbarazzanti.

E che dovrei fare?”

“Oh giusto!”

Yuuko parve ricordarsi di qualcosa di molto importante. Tutto ad un tratto la sua espressione cambiò e divenne afflitta.

“Principe… La strega ha rapito la mia bambina quando era ancora in fasce e la tiene da allora prigioniera in un’alta torre! Ti prego, salvala!” pianse disperata.

Cosa???”

“Avanti Principe, corri a salvarla!”pianse ancora più forte Yuuko spingendo Watanuki fuori dalla casetta. Il ragazzo venne praticamente rigettato sul cavallo.

“Sono commossa dal vostro coraggio, Principe!” esclamò la donna dando una sonora pacca sul fianco del destriero, il quale partì al galoppo costringendo Watanuki ad aggrapparsi disperatamente al suo collo per non essere disarcionato.

La candida creatura corse a perdifiato per monti e valli e Watanuki pensò che tutto quel viaggio sarebbe dovuto durare nella realtà molto di più. Ma era in un libro di fiabe,dopotutto. Di cosa poteva stupirsi ancora? Il paesaggio attorno a lui scorreva a velocità folle, come se si trovassi su un jet e non su un cavallo. Il suo stomaco, fiaba o non fiaba, cominciava a dare segni di cedimento e avrebbe certo rigettato i suoi ultimi tre pasti come minimo se il cavallo non si fosse finalmente fermato.

Watanuki si lasciò scivolare a terra, ringraziando gli dei di essere ancora intero. Solo una volta che si fu ripreso si rese conto di essere ai piedi di un’altissima torre di pietra bianca.

“Oh… arrivarci è stato più semplice del previsto…” constatò, speranzoso di essere presto di ritorno al suo mondo normale.

E Doumeki? Se lui avesse finito la storia senza trovarlo prima sarebbe rimasto intrappolato nel libro da solo? Watanuki a quel pensiero avvertì una stretta al cuore che decise di interpretare come senso di colpa e decise che dopo aver recuperato la tizia della torre avrebbe cercato Doumeki.

“Sì, ma come entro?”

Aveva nel frattempo fatto il giro di tutta la torre, ma di un ingresso non c’era nemmeno l’ombra. Che razza di idiota costruisce un torre senza porte???

“Stupido muro, fammi entrare!” sbottò dopo il terzo giro perimetrale e per la frustrazione colpì il muro con un calcio. Ovviamente il muro non si aprì e Watanuki avvertì una fitta di dolore alla gamba.

Improvvisamente gli tornò alla mente qualcosa. Una torre senza porte e una tizia rinchiusa in cima… Se si trattava di una fiaba dei Fratelli Grimm non poteva che essere quella.

“Ehi!!! Ehi tu lassù! Fammi salire!” gridò con quanto fiato aveva in gola rivolto verso l’alto.

Sperò ardentemente che non fosse come pensava, perché l’idea di scalare una torre non lo entusiasmava particolarmente.

Ed invece il capo di una lunga treccia bionda gli precipitò in testa.

“Oh maledizione…” imprecò sommessamente mentre si massaggiava la testa. Guardò in alto e sentì un nodo formarglisi in gola. A stento si vedeva fin dove la treccia arrivava.

Deglutì a fatica osservando quella corda improvvisata e , a suo parere, ben poco resistente. Non aveva altra scelta.

Facendosi forza e coraggio l’afferrò saldamente e si issò. I primi metri non furono poi troppo gravi, ma quando la distanza dal suolo era già considerevole, una fitta gli trapassò la gamba, facendogli la presa per un attimo e strappandogli un lamento di dolore. Doveva stare più attento a sfogare la propria rabbia contro solide mura di pietra la prossima volta.

Rimase a penzoloni per qualche secondo, rendendosi conto di non poter più né scendere, dato che sarebbe certamente caduto, né salire, considerando il male alla gamba. Era bloccato.

Proprio in quel momento disperato accadde una cosa del tutto inaspettata.

Watanuki si sentì trascinato verso l’alto, come se qualcuno all’altro capo della treccia lo stesse tirando su di peso.

“Forzuta la ragazza…” pensò ancora incredulo.

In men che non si dica raggiunse la finestra, abbandonò la presa sulla treccia e si avvinghiò al cornicione annaspando per issarsi dentro la stanza. Tanta fu la foga che l’ingresso trionfale di Watanuki si ridusse ad un ruzzolone per terra.

“Senti… non ho molto tempo, per cui…” iniziò a dire che ancora non si era rialzato, distruggendo definitivamente qualunque pathos quel momento potesse avere.

Alzò la testa e si risistemò gli occhiali sul naso per continuare la frase, ma le parole per poco non lo strozzarono.

Oi” lo salutò tranquillamente Doumeki.

“Cosa ci fai tu qui???” sarebbe stata la frase che Watanuki avrebbe gridato in una qualunque altra situazione. In quel momento l’unica cosa gli venne in mente fu “Perché sei vestito così???”

Doumeki se ne stava pacifico all’altro capo della stanza, avvolto da merletti, pizzi, volant, nastri di raso.

“Non saprei… mi sono ritrovato qui…” fu la risposta del ragazzo, che giocherellava con l’altro capo della treccia tra le mani.

“E perché saresti tu la principessa???” strillò nuovamente Watanuki.

“Non saprei… E’ un problema? Volevi farla tu?” replicò Doumeki con noncuranza.

“Chi vorrebbe fare la principessa???” si infuriò Watanuki prima di gettarsi contro l’altro nel tentativo di strozzarlo.

A metà dello slancio lo spazio attorno a loro si deformò. Si sciolse come se fosse stato dipinto e qualcuno avesse sparso del solvente sul disegno. Mentre attorno a loro si faceva tutto bianco, anche i loro vestiti so dissolsero lasciando il posto ai loro soliti abiti.

“E’ fatta!” esultò Watanuki.

“Non ancora…” tuonò una voce attorno a loro.

Watanuki si guardò tutt’attorno spaventato, mentre Doumeki restava calmo in ascolto.

“Prima vi devo fare una domanda!”

Quella voce non sembrava provenire da nessun luogo e da ogni direzione contemporaneamente.

“Qual è la morale di questa fiaba?” domandò.

“La morale???” esclamò Watanuki.

“Il messaggio che la fiaba insegna…” spiegò Doumeki.

“Lo so benissimo cos’è la morale, brutto scemo!” gli gridò contro il ragazzo.

“Sei rumoroso” e con questo l’arciere si tappò le orecchie e cercò di ignorare l’altro.

A quanto pare… non avete capito…” risuonò ancora la voce.

“Eh? No Aspetta!” si allarmò Watanuki.

“Se non capite, non posso farvi uscire…” e detto questo lo spazio bianco prese a tingersi di nuovi colori.

“Stupido Doumeki!” pensò il ragazzo “E’ tutta colpa sua! E io che mi ero QUASI preoccupato…”

Si voltò verso l’altro per riversargli qualche insulto addosso, ma vide i che i colori lo stavano coprendo, nascondendolo alla sua vista.

Si sarebbero separati di nuovo…

Non riuscì a comprendere perché, ma Watanuki sentì il suo cuore diventare pesante.

 

Continua…

 

Quali disavventure aspettano i nostri eroi? Riusciranno a capire qual è la morale della fic? Ma l’autrice stessa sa con precisione dove vuole andare a parare?

Scoprite questo ed altro nella prossima entusiasmante fiaba!XD

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Capitolo 3
*** Il principe ranocchio ***


“Qual è la morale della fiaba

 

“Qual è la morale della fiaba?”

 

 

 

"Principessa! Principessa!" cinguettarono due allegre voci infantili.

"E' ora di alzarsi principessa!"
Per un lungo, interminabile, angosciante momento Watanuki si rifiutò di aprire gli occhi, consapevole di ciò che probabilmente lo stava aspettando.
"Principessa Watanuki! Sveglia! Sveglia!" trillarono ancora le vocette con insistenza.
Il ragazzo, rassegnato al suo destino, aprì gli occhi e fissò a metà tra l'assonnato e il depresso Maru e Moro, agghindate con elaborati abitini dall'aspetto lontanamente medievale.
"Avanti principessa! Devi prepararti!" esclamarono in coro trascinando letteralmente Watanuki giù dal letto. Aggrappandosi ciascuna ad un braccio, presero a trascinarlo attraverso l'ampia e lussuosa stanza. Le pareti di pietra erano coperte da grandi arazzi che ritraevano antiche gesta di eroi.
Gli eroi in questione assomigliavano terribilmente a Shaoran, Sakura e agli altri due viaggiatori delle dimensioni.
Watanuki venne spinto oltre ad un paravento dipinto dove erano disposti diversi abiti, nessuno dei quali avrebbe potuto essere adatto a lui. Pizzi, trine, nastri, merletti... Per un istante provò qualche briciola di compassione nei confronti di Doumeki, che già si era ritrovato imprigionato in abiti simili, ma fu un istante soltanto perchè la sua parte razionale si rifiutava di esprimere simpatia evidente per l'arciere.
Ponderò la possibilità di non cambiarsi, ma si rese conto che la camicia da notte rosa che indossava non era certo più dignitosa.
"Non sei ancora pronta?" domandarono in coro Maru e Moro facendo capolino oltre il paravento.
In un istante si avventarono sul povero ragazzo e lo costrinsero a cambiarsi con la forza.
Quando riemerse, sconvolto, indossava un ricco e pesante vestito, dotato di corsetto ricamato (e soprattutto stretto) e di un'ampia gona a balze. Almeno la coroncina di fiori in testa era riuscito a non farsela mettere...
"Prendi!" gli disse Maru piazzandogli in mano una palla di un bel colore rosso.
"Vai a giocare al fiume!" continuò Moro indicando la porta della stanza.
"Perchè dovrei???" esclamò Watanuki, il quale non aveva alcuna voglia di farsi vedere in giro conciato a quel modo. Specialmente considerando che per cercare di uscire da quel libro infernale doveva recuperare Doumeki. Se Doumeki l'avesse visto così...
Un brivido freddo gli percorse la schiena.
"Non fare storie!" insistettero in coro le due bambine.
Con uno scatto felino gli afferrarono un'altra volta le braccia e lo gettarono letteralmente fuori dalla stanza.
Quando Watanuki si rese conto di quanto successo, si rese conto che era già all'aria aperta, il castello alle sue spalle piuttosto lontano, e il fiume gli scorreva placidamente davanti.
Watanuki fissò la palla che gli era stata data con la forza chiedendosi cosa ne dovesse fare.
"Al diavolo!" esclamò lasciandola cadere per terra. Aveva altro a cui pensare piuttosto che mettersi a giocare. Nonostante non ci fosse alcuna pendenza e in mezzo all'erba alta la sfera si sarebbe dovuta fermare dov'era, una forza misteriosa la fece rotolare inesorabilmente fino al fiume. Watanuki la osservò allibito affondare in acqua.
"Ma una palla non dovrebbe galleggiare???" esclamò.
Si avvicinò al letto del fiume, ma subito si rese conto che la corrente era tropo forte per recuperare l'oggetto perduto.
"Pazienza, chi se ne frega!" concluse tranquillo Watanuki.
"Eh no caro mio!"
Poco ci mancò che il ragazzo finise in acqua per lo spavento. Dal nulla era comparsa alle sue spalle Yuuko, agghindata in uno splendido ed appariscente abito regale, corona in testa e scettro in mano.
"Yuuko-san!" esclamò Watanuki ancora sorpreso.
"Devi assolutamente recuperare la palla principessa Watanuki!" gli disse con un sorriso mellifluo sul volto.
"Perchè mai???"
"Perchè quella palla è mia e se non la ritrovi mi dovrai ripagare!" spiegò Yuuko con uno dei suoi sorrisi più ampi.
Watanuki sgranò gli occhi al solo pensiero. Si voltò di nuovo verso il fiume e oservò con crescente preoccupazione la corrente agitata.
"E come dovrei fare?" chiese rivolgendosi alla donna, ma yuuko era svanita nel nulla così com'era apparsa. La preoccupazione crebbe ai livelli del panico mentre continava a girare su stesso, prima verso il fiume, poi verso il luogo dove prima si trovava la Strega.
"E io ora che faccio???" strillò disperato.
"Oi..." gracidò qualcuno ai suoi piedi.
...gracidò???

Watanuki abbassò lo sguardo e vide un bel ranocchio verde appena fuori dall’acqua. Non si stupì tanto del fatto che un animale gli avesse parlato, si trovava in un libro di fiabe dopotutto. Fu quello che aveva detto e quei suoi occhi inespressivi che lo fissavano con saccenza che lo lasciarono esterrefatto.

“…Doumeki?!”

“Sì?” rispose tranquillamente il ranocchio.

“Come diavolo sei conciato?”

“Una strega che assomigliava stranamente a Yuuko mi ha trasformato così. Ha detto che solo il bacio di una principessa può spezzare l’incantesimo. spiegò blandamente Doumeki, gracidando e gonfiando la pancia di tanto in tanto.

Improvvisamente Watanuki, forse per cambiare discorso o forse per genuina necessità, si ricordò del suo problema con la palla.

“Uh! Doumeki, sei una rana!” esclamò illuminandosi.

“Un ranocchio a dire il vero…” rispose Doumeki.

“Sì è uguale! Vai a riprendermi la palla di Yuuko in fondo al fiume!”

Senza farselo ripetere una seconda il ranocchio si rituffò in acqua e dopo pochi istanti riemerse spingendo a riva col muso la palla rossa. Watanuki la recuperò tirando un sospiro di sollievo.

“Quando usciamo da qui voglio dei Takoyaki. gli comunicò Doumeki.

“Non prendo ordinazioni!” si infiammò Watanuki, quasi inciampando nell’orlo del suo ingombrante vestito mentre si agitava.

Oi…”

Cosa???”

“Sei una principessa…” Era più una constatazione che una domanda.

Watanuki fulminò con lo sguardo il ranocchio, mentre costui seguitava a fissarlo.

“Baciami.” ordinò infine con tutta tranquillità.

“CHE COSA???” esplose Watanuki assumendo improvvisamente lo stesso colorito del giocattolo che aveva in mano.

“Sei una principessa. Baciami.” spiegò l’altro con la stessa monotonia di prima.

MA NEANCHE PER SOGNO!” strillò Watanuki scappando in direzione del castello.

Oi…”cercò di richiamarlo indietro Doumeki. Dato che l’altro non sembrava volersi fermare, prese a saltellargli dietro.

Oi…”

Watanuki raggiunse, non senza grande fatica dovuta al suo pesante abbigliamento, il portone del castello a gran velocità, aprì i battenti, si fiondò dentro e richiuse le porte alle sue spalle. Ansimava pesantemente e sentiva il cuore pulsargli nelle orecchie, inoltre gli sembrava di avvertire  ancora un diffuso pizzicore sulle guance.

Maledizione a Doumeki, pensò, sempre ad uscirsene con certe trovate. Scacciò il pensiero, ignorando volutamente il fatto che non poteva uscire dal libro se non finiva questa stupida fiaba e che per farlo aveva bisogno di Doumeki.

“Principessa! Principessa!” lo chiamarono canticchiando Maru e Moro giungendo di corsa. Watanuki si ritrovò di nuovo le due bambine aggranchiate alle braccia.

“La cena è in tavola!” annunciarono trascinandolo via.

In men che non si dica il ragazzo si ritrovò seduto a lato di un imponente tavolo di legno, Yuuko lascivamente accomodata su un trono accanto a lui.

“Vedo che hai ritrovato la mia palla…” constatò la donna.

Watanuki deglutì, non del tutto certo di essere i salvo.

“Bene… Mangiamo!” continuò la Regina Yuuko.

Watanuki stava per dedicarsi al pasto, sua unica consolazione in quel momento, quando un rumore che somigliava, con suo sommo orrore, al gracidare di un ranocchio giunse in avvicinamento kungo il corridoio. Sempre più vicino…

Oi…”

Watanuki sbiancò.

Saltellando e gracidando, fece il suo ingresso nella sala da pranzo il ranocchio Doumeki. In due balzi fu sul tavolo di fronte a Watanuki e Yuuko.

“Oh salve Doumeki!” lo salutò la donna.

“Salve.” rispose il ranocchio.

Watanuki osservò lo scambio di convenevoli senza proferir parola.

Oi… ho fame.” annunciò il ranocchio rivolgendosi all’altro ragazzo.

“E ALLORA???” replicò strillando Watanuki.

“Su Watanuki, non essere scortese! Offrigli da mangiare!” lo esortò Yuuko. Qualcosa nel suo sguardo lo convinse ad assecondarla, pur senza reprimere uno sbuffo. Raccattò con mala grazia il ranocchio e lo depositò accanto al suo piatto.

“Serviti pure! A me è passato l’appetito…” bofonchiò osservando Doumeki avventarsi sul cibo prelibato senza troppi complimenti.

Il resto della cena trascorse senza ulteriori incidenti e si concluse con un Watanuki ancora più affamato di quando era iniziata. Alla fine anche la regina Yuuko si arrese alla sazietà e rinunciò alla dodicesima portata , accompagnata come è ovvio da un abbondate bicchiere di liquore. Il malumore del ragazzo nel frattempo era cresciuto fino alla soglia d’allarme.

“Bene!” sentenziò YuukoDirei che è giunta l’ora di ritirarsi nelle proprie stanze e godersi il giusto riposo!”

“Finalmente!” esclamò Watanuki con un sospiro di sollievo.

Oi!” richiamò la sua attenzione Doumeki, saltellandogli davanti.

“Che diavolo vuoi ancora???”

Ho sonno, portami a dormire.” gli ordinò senza espressività alcuna.

COSA?!”

Watanuki era fortemente tentato dall’idea di tirare in testa al ranocchio il pesante vassoio di metallo che aveva giusto di fronte, ma Yuuko lo trattenne e lo tirò verso di lei.

“Avanti, Watanuki! Non essere maleducato!” gli sibilò in un orecchio.

Watanuki deglutì a fatica, raccolse frettolosamente Doumeki dalla tavola e scappò via dalla sala. Aveva imparato da molto che era meglio non contraddire la donna, sia quella vera che ogni sua eventuale proiezione mentale.

Arrivato, non capì mai come, nella stessa stanza nella quale si era risvegliato si accasciò a terra, stravolto dalla giornata e da quegli assurdi vestiti. Doumeki si liberò dalla sua presa e gli saltò in grembo.

“Che vuoi ora?” gli chiese sconsolato Watanuki.

“Baciami.” gli disse di nuovo.

“TI HO DETTO DI NO!” strillò l’altro alzandosi di colpo e facendolo cadere a terra.

“Dobbiamo finire la fiaba per uscire da qui. Vuoi uscire da qui?”

“Certo che voglio uscire da qui!”

“Allora baciami.”

“NO!”

Doumeki questa volta non si sprecò a rispondere, ma prese a saltellare in sua direzione.

“HODETTODINOSTAILONTANODAMEEEE!” urlò esagitato Watanuki scappando per tutta la stanza.

“Idiota…” commentò il ranocchio inseguendolo senza alcuna fatica.

Quel fuggi-insegui sarebbe anche potuto andare avanti per molto ancora, l’ostinazione di Watanuki riusciva a vincere l’intralcio dell’abito e il ragazzo non mostrava segni di cedimento, così Doumeki mise in atto il piano B.

Watanuki continuò a correre come un forsennato un minuto buono, ma ad un certo punto la netta sensazione di essere rimasto solo lo convinse per lo meno a rallentare. Si voltò e nessun ranocchio lo stava inseguendo. Si fermò e si guardò attorno senza scorgere traccia di Doumeki.

Il ragazzo si sentì risollevato e si accasciò sul grande e morbido letto per riprendere fiato. Finalmente quello scocciatore aveva smesso di tormentarlo!

Sì, però senza Doumeki non poteva certo uscirsene dal libro…

Però era tutta colpa dell’arciere e delle sue inconcepibili proposte! Poteva anche trovare un modo per andarsene da solo!

E come? Sarebbe rimasto prigioniero del libro per sempre? Lui poi era almeno ancora umano, Doumeki sarebbe rimasto un ranocchio per tutta l’eternità! Per quante volte il ragazzo l’avesse fatto infuriare non l’avrebbe mai abbandonato a quel triste destino…

Ma questo voleva dire che doveva proprio baciar…

“ASSOLUTAMENTE NO!” gridò il ragazzo riemergendo dai suoi contorti pensieri.

“Sei rumoroso…” sentì una voce gracidante accanto a lui.

Watanuki si voltò e qualcosa di umido e vagamente viscido gli si spiattellò in faccia. Al colmo dell’orrore si rese conto che il ranocchio lo stava baciando. Fu solo questione di un momento comunque, perché l’istante successivo il ranocchio non c’era più. Era invece il Doumeki umano a baciarlo.

“KYAAAAAAAAAAAAAAHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHH!!!!!!!!” strillò quanto fiato aveva in gola allontanandosi a massima velocità.

Si stava ancora agitando quando si accorse che la stanza attorno a loro cominciava a cambiare. Doumeki, nuovamente nel proprio corpo, si stava guardando come a controllare se fosse tutto intero. Nel panico del momento Watanuki non se ne era accorto, ma indossava già la sua divisa. L’attimo dopo la stanza era già svanita , così come i ridicoli vestiti che stava indossando. Finalmente nelle sue abituali vesti, il ragazzo pregò con tutto sé stesso che questa volta fosse finita per davvero.

“Allora…” tuonò la voce senza corpo attorno a loro. “Avete capito la morale questa volta?”

Che Doumeki è un maniaco!” rispose con una furia senza precedenti Watanuki.

Doumeki non si scompose ma mormorò un “idiota” tra sé e sé.

Ahhhcome è possibile? Siete davvero così ciechi? Mi sembra così semplice… Ti sei persono preoccupato per lui!” disse la voce con un tono costernato.

“NON E’ VERO!” la contraddisse il ragazzo arrossendo.

“Ti sei preoccupato per me?” domandò Doumeki.

“NO!” strepitò Watanuki

“Più di una volta!” rispose al suo posto la voce.

“ORA BASTA!”

“Se la mettete così… Dovrò essere più drastico!”

La voce riecheggiò e si dissolse mentre lo spazio bianco attorno a loro si colorava di nuovo. Watanuki si voltò verso Doumeki per sfogarsi della rabbia presa, ma le forze gli mancarono e cadde. L’ultima cosa che vide fu l’arciere protendere una mano verso di lui senza però riuscire a raggiungerlo. Era perché stava perdendo conoscenza che il ragazzo gli era parso preoccupato?

 

 

 

 

Continua…

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