“Qual è la morale
della fiaba?”
"Principessa! Principessa!" cinguettarono due
allegre voci infantili.
"E' ora di alzarsi principessa!"
Per un lungo, interminabile, angosciante momento Watanuki
si rifiutò di aprire gli occhi, consapevole di ciò che probabilmente lo stava
aspettando.
"Principessa Watanuki! Sveglia! Sveglia!"
trillarono ancora le vocette con insistenza.
Il ragazzo, rassegnato al suo destino, aprì gli occhi e fissò a metà tra
l'assonnato e il depresso Maru e Moro, agghindate con
elaborati abitini dall'aspetto lontanamente medievale.
"Avanti principessa! Devi prepararti!" esclamarono
in coro trascinando letteralmente Watanuki giù dal
letto. Aggrappandosi ciascuna ad un braccio, presero a trascinarlo attraverso
l'ampia e lussuosa stanza. Le pareti di pietra erano coperte da grandi arazzi
che ritraevano antiche gesta di eroi.
Gli eroi in questione assomigliavano terribilmente a Shaoran,
Sakura e agli altri due viaggiatori delle dimensioni.
Watanuki venne spinto oltre
ad un paravento dipinto dove erano disposti diversi abiti, nessuno dei quali
avrebbe potuto essere adatto a lui. Pizzi, trine, nastri, merletti... Per un
istante provò qualche briciola di compassione nei
confronti di Doumeki, che già si era ritrovato
imprigionato in abiti simili, ma fu un istante soltanto perchè
la sua parte razionale si rifiutava di esprimere simpatia evidente per
l'arciere.
Ponderò la possibilità di non cambiarsi, ma si rese conto che la camicia da
notte rosa che indossava non era certo più dignitosa.
"Non sei ancora pronta?" domandarono in coro Maru
e Moro facendo capolino oltre il paravento.
In un istante si avventarono sul povero ragazzo e lo costrinsero a cambiarsi
con la forza.
Quando riemerse, sconvolto, indossava un ricco e pesante
vestito, dotato di corsetto ricamato (e soprattutto stretto) e di un'ampia gona a balze. Almeno la coroncina di fiori in testa
era riuscito a non farsela mettere...
"Prendi!" gli disse Maru piazzandogli in
mano una palla di un bel colore rosso.
"Vai a giocare al fiume!" continuò Moro indicando la porta della
stanza.
"Perchè dovrei???" esclamò Watanuki, il quale non aveva alcuna voglia di farsi vedere
in giro conciato a quel modo. Specialmente considerando che
per cercare di uscire da quel libro infernale doveva recuperare Doumeki. Se Doumeki l'avesse visto così...
Un brivido freddo gli percorse la schiena.
"Non fare storie!" insistettero in coro le due bambine.
Con uno scatto felino gli afferrarono un'altra volta le braccia e lo gettarono
letteralmente fuori dalla stanza.
Quando Watanuki si rese
conto di quanto successo, si rese conto che era già all'aria aperta, il
castello alle sue spalle piuttosto lontano, e il fiume gli scorreva
placidamente davanti.
Watanuki fissò la palla che gli era stata data con la
forza chiedendosi cosa ne dovesse fare.
"Al diavolo!" esclamò lasciandola cadere per terra. Aveva altro a cui
pensare piuttosto che mettersi a giocare. Nonostante
non ci fosse alcuna pendenza e in mezzo all'erba alta la sfera si sarebbe
dovuta fermare dov'era, una forza misteriosa la fece rotolare inesorabilmente
fino al fiume. Watanuki la osservò allibito affondare
in acqua.
"Ma una palla non dovrebbe galleggiare???" esclamò.
Si avvicinò al letto del fiume, ma subito si rese conto che la corrente era
tropo forte per recuperare l'oggetto perduto.
"Pazienza, chi se ne frega!" concluse tranquillo
Watanuki.
"Eh no caro mio!"
Poco ci mancò che il ragazzo finise in acqua per lo
spavento. Dal nulla era comparsa alle sue spalle Yuuko,
agghindata in uno splendido ed appariscente abito regale, corona in testa e
scettro in mano.
"Yuuko-san!" esclamò Watanuki
ancora sorpreso.
"Devi assolutamente recuperare la palla principessa Watanuki!"
gli disse con un sorriso mellifluo sul volto.
"Perchè mai???"
"Perchè quella palla è mia e se non la ritrovi
mi dovrai ripagare!" spiegò Yuuko con uno dei
suoi sorrisi più ampi.
Watanuki sgranò gli occhi al solo pensiero. Si voltò
di nuovo verso il fiume e oservò con crescente
preoccupazione la corrente agitata.
"E come dovrei fare?" chiese rivolgendosi alla donna, ma yuuko era svanita nel nulla così
com'era apparsa. La preoccupazione crebbe ai livelli del panico mentre continava a girare su sè stesso,
prima verso il fiume, poi verso il luogo dove prima si trovava la Strega.
"E io ora che faccio???" strillò disperato.
"Oi..." gracidò qualcuno ai suoi piedi.
...gracidò???
Watanuki abbassò lo sguardo e vide
un bel ranocchio verde appena fuori dall’acqua. Non si
stupì tanto del fatto che un animale gli avesse parlato, si trovava in un libro
di fiabe dopotutto. Fu quello che aveva detto e quei suoi occhi inespressivi
che lo fissavano con saccenza che lo lasciarono
esterrefatto.
“…Doumeki?!”
“Sì?” rispose tranquillamente il ranocchio.
“Come diavolo sei conciato?”
“Una strega che assomigliava stranamente a Yuuko mi ha trasformato così. Ha
detto che solo il bacio di una principessa può spezzare l’incantesimo.” spiegò blandamente Doumeki, gracidando e gonfiando la pancia di tanto in
tanto.
Improvvisamente Watanuki, forse
per cambiare discorso o forse per genuina necessità, si ricordò del suo
problema con la palla.
“Uh! Doumeki, sei
una rana!” esclamò illuminandosi.
“Un ranocchio a dire il vero…” rispose Doumeki.
“Sì è uguale! Vai a riprendermi la palla di Yuuko in fondo al fiume!”
Senza farselo ripetere una seconda il ranocchio si rituffò in acqua e dopo pochi istanti riemerse spingendo a riva col
muso la palla rossa. Watanuki la recuperò tirando un sospiro di sollievo.
“Quando usciamo da qui voglio dei Takoyaki.” gli comunicò Doumeki.
“Non prendo ordinazioni!” si infiammò
Watanuki, quasi inciampando nell’orlo del suo
ingombrante vestito mentre si agitava.
“Oi…”
“Cosa???”
“Sei una principessa…” Era più una constatazione che una
domanda.
Watanuki fulminò con lo sguardo il
ranocchio, mentre costui seguitava a fissarlo.
“Baciami.” ordinò infine con tutta
tranquillità.
“CHE COSA???” esplose Watanuki assumendo improvvisamente lo stesso colorito del
giocattolo che aveva in mano.
“Sei una principessa. Baciami.” spiegò
l’altro con la stessa monotonia di prima.
“MA NEANCHE PER SOGNO!” strillò Watanuki scappando in direzione del castello.
“Oi…”cercò di richiamarlo indietro
Doumeki. Dato che l’altro non
sembrava volersi fermare, prese a saltellargli dietro.
“Oi…”
Watanuki raggiunse, non senza grande fatica dovuta al suo pesante abbigliamento, il
portone del castello a gran velocità, aprì i battenti, si fiondò
dentro e richiuse le porte alle sue spalle. Ansimava pesantemente e sentiva il
cuore pulsargli nelle orecchie, inoltre gli sembrava di avvertire ancora un diffuso pizzicore sulle guance.
Maledizione a Doumeki, pensò,
sempre ad uscirsene con certe trovate. Scacciò il pensiero, ignorando
volutamente il fatto che non poteva uscire dal libro se non finiva questa
stupida fiaba e che per farlo aveva bisogno di Doumeki.
“Principessa! Principessa!” lo chiamarono canticchiando Maru e Moro giungendo di corsa. Watanuki
si ritrovò di nuovo le due bambine aggranchiate alle braccia.
“La cena è in tavola!” annunciarono trascinandolo via.
In men che non si dica il ragazzo si ritrovò seduto a lato di un imponente
tavolo di legno, Yuuko lascivamente accomodata su un
trono accanto a lui.
“Vedo che hai ritrovato la mia palla…” constatò
la donna.
Watanuki deglutì, non del tutto
certo di essere i salvo.
“Bene… Mangiamo!” continuò la Regina Yuuko.
Watanuki stava per dedicarsi al
pasto, sua unica consolazione in quel momento, quando un rumore che somigliava,
con suo sommo orrore, al gracidare di un ranocchio giunse in avvicinamento kungo il corridoio. Sempre più vicino…
“Oi…”
Watanuki sbiancò.
Saltellando e gracidando, fece il suo ingresso nella sala da
pranzo il ranocchio Doumeki. In due balzi fu sul
tavolo di fronte a Watanuki e Yuuko.
“Oh salve Doumeki!” lo salutò la
donna.
“Salve.” rispose il ranocchio.
Watanuki osservò lo scambio di
convenevoli senza proferir parola.
“Oi… ho fame.” annunciò
il ranocchio rivolgendosi all’altro ragazzo.
“E ALLORA???” replicò strillando Watanuki.
“Su Watanuki, non essere scortese!
Offrigli da mangiare!” lo esortò Yuuko.
Qualcosa nel suo sguardo lo convinse ad assecondarla, pur senza reprimere uno
sbuffo. Raccattò con mala grazia il ranocchio e lo
depositò accanto al suo piatto.
“Serviti pure! A me è passato l’appetito…”
bofonchiò osservando Doumeki avventarsi sul
cibo prelibato senza troppi complimenti.
Il resto della cena trascorse senza ulteriori
incidenti e si concluse con un Watanuki ancora più
affamato di quando era iniziata. Alla fine anche la regina Yuuko
si arrese alla sazietà e rinunciò alla dodicesima portata ,
accompagnata come è ovvio da un abbondate bicchiere di liquore. Il malumore del
ragazzo nel frattempo era cresciuto fino alla soglia d’allarme.
“Bene!” sentenziò Yuuko “Direi che è giunta l’ora di ritirarsi nelle proprie stanze e
godersi il giusto riposo!”
“Finalmente!” esclamò Watanuki con
un sospiro di sollievo.
“Oi!” richiamò la sua attenzione Doumeki, saltellandogli davanti.
“Che diavolo vuoi ancora???”
“Ho sonno, portami a dormire.” gli ordinò senza espressività alcuna.
“COSA?!”
Watanuki era fortemente
tentato dall’idea di tirare in testa al ranocchio il pesante vassoio di metallo
che aveva giusto di fronte, ma Yuuko lo trattenne e
lo tirò verso di lei.
“Avanti, Watanuki! Non essere
maleducato!” gli sibilò in un orecchio.
Watanuki deglutì a fatica,
raccolse frettolosamente Doumeki dalla tavola e
scappò via dalla sala. Aveva imparato da molto che era meglio non contraddire
la donna, sia quella vera che ogni sua eventuale proiezione mentale.
Arrivato, non capì mai come, nella stessa
stanza nella quale si era risvegliato si accasciò a terra, stravolto dalla
giornata e da quegli assurdi vestiti. Doumeki
si liberò dalla sua presa e gli saltò in grembo.
“Che vuoi ora?” gli chiese
sconsolato Watanuki.
“Baciami.” gli disse di nuovo.
“TI HO DETTO DI NO!” strillò l’altro alzandosi di colpo e
facendolo cadere a terra.
“Dobbiamo finire la fiaba per uscire da qui. Vuoi uscire da
qui?”
“Certo che voglio uscire da qui!”
“Allora baciami.”
“NO!”
Doumeki questa volta non si sprecò
a rispondere, ma prese a saltellare in sua direzione.
“HODETTODINOSTAILONTANODAMEEEE!” urlò esagitato Watanuki scappando per tutta la stanza.
“Idiota…” commentò il ranocchio inseguendolo senza alcuna
fatica.
Quel fuggi-insegui sarebbe anche
potuto andare avanti per molto ancora, l’ostinazione di Watanuki
riusciva a vincere l’intralcio dell’abito e il ragazzo non mostrava segni di
cedimento, così Doumeki mise
in atto il piano B.
Watanuki continuò a correre come
un forsennato un minuto buono, ma ad un certo punto la netta sensazione di
essere rimasto solo lo convinse per lo meno a rallentare. Si voltò e nessun
ranocchio lo stava inseguendo. Si fermò e si guardò attorno senza scorgere
traccia di Doumeki.
Il ragazzo si sentì risollevato e si accasciò sul grande e
morbido letto per riprendere fiato. Finalmente quello scocciatore aveva smesso
di tormentarlo!
Sì, però senza Doumeki non poteva
certo uscirsene dal libro…
Però era tutta colpa dell’arciere e
delle sue inconcepibili proposte! Poteva anche trovare un modo per andarsene da
solo!
E come? Sarebbe rimasto prigioniero
del libro per sempre? Lui poi era almeno ancora umano, Doumeki sarebbe rimasto un ranocchio per tutta
l’eternità! Per quante volte il ragazzo l’avesse fatto infuriare non l’avrebbe mai abbandonato a quel triste destino…
Ma questo voleva dire che doveva
proprio baciar…
“ASSOLUTAMENTE NO!” gridò il ragazzo riemergendo dai suoi
contorti pensieri.
“Sei rumoroso…” sentì una voce gracidante accanto a lui.
Watanuki si voltò e qualcosa di umido e vagamente viscido gli si spiattellò in faccia. Al
colmo dell’orrore si rese conto che il ranocchio lo stava baciando. Fu solo
questione di un momento comunque, perché l’istante
successivo il ranocchio non c’era più. Era invece il Doumeki
umano a baciarlo.
“KYAAAAAAAAAAAAAAHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHH!!!!!!!!”
strillò quanto fiato aveva in gola allontanandosi a massima velocità.
Si stava ancora agitando quando si accorse che la stanza
attorno a loro cominciava a cambiare. Doumeki,
nuovamente nel proprio corpo, si stava guardando come a controllare se fosse
tutto intero. Nel panico del momento Watanuki non se ne era accorto, ma indossava già la sua divisa. L’attimo
dopo la stanza era già svanita , così come i ridicoli
vestiti che stava indossando. Finalmente nelle sue abituali vesti, il ragazzo
pregò con tutto sé stesso che questa volta fosse finita
per davvero.
“Allora…” tuonò la voce senza corpo attorno a loro. “Avete
capito la morale questa volta?”
“Che Doumeki
è un maniaco!” rispose con una furia senza precedenti Watanuki.
Doumeki non si scompose ma mormorò
un “idiota” tra sé e sé.
“Ahhh… come è
possibile? Siete davvero così ciechi? Mi sembra così
semplice… Ti sei persono preoccupato per lui!”
disse la voce con un tono costernato.
“NON E’ VERO!” la contraddisse il ragazzo arrossendo.
“Ti sei preoccupato per me?” domandò Doumeki.
“NO!” strepitò Watanuki
“Più di una volta!” rispose al suo posto la voce.
“ORA BASTA!”
“Se la mettete così… Dovrò essere più drastico!”
La voce riecheggiò e si dissolse mentre lo spazio bianco
attorno a loro si colorava di nuovo. Watanuki si
voltò verso Doumeki per sfogarsi della rabbia presa,
ma le forze gli mancarono e cadde. L’ultima cosa che vide fu l’arciere
protendere una mano verso di lui senza però riuscire a raggiungerlo. Era perché
stava perdendo conoscenza che il ragazzo gli era parso preoccupato?
Continua…