Music is everything to me. It's all I can say.

di __Alibi_Echelon92
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Chapter 1. ***
Capitolo 2: *** Chapter 2. ***
Capitolo 3: *** Chapter 3. ***
Capitolo 4: *** Chapter 4. ***
Capitolo 5: *** Chapter 5. ***
Capitolo 6: *** Chapter 6. ***
Capitolo 7: *** Chapter 7. ***
Capitolo 8: *** Chapter 8. ***
Capitolo 9: *** Chapter 9. ***
Capitolo 10: *** Chapter 10. ***
Capitolo 11: *** Chapter 11. ***
Capitolo 12: *** Chapter 12. ***
Capitolo 13: *** Chapter 13. ***
Capitolo 14: *** Chapter 14. ***
Capitolo 15: *** Chapter 15. ***
Capitolo 16: *** Chapter 16. ***
Capitolo 17: *** Chapter 17. ***
Capitolo 18: *** Chapter 18. ***
Capitolo 19: *** Chapter 19. ***
Capitolo 20: *** Chapter 20. ***
Capitolo 21: *** Chapter 21. ***
Capitolo 22: *** Chapter 22. ***
Capitolo 23: *** Chapter 23. ***
Capitolo 24: *** Chapter 24. ***
Capitolo 25: *** Chapter 25. ***
Capitolo 26: *** Chapter 26. ***
Capitolo 27: *** Chapter 27. ***
Capitolo 28: *** Chapter 28. ***
Capitolo 29: *** Chapter 29. ***
Capitolo 30: *** Chapter 30. ***
Capitolo 31: *** Chapter 31. ***
Capitolo 32: *** Chapter 32. ***
Capitolo 33: *** Chapter 33. ***
Capitolo 34: *** Chapter 34. ***



Capitolo 1
*** Chapter 1. ***


  

Quella ragazza sarebbe stata pronta a tutto pur di realizzare il suo sogno.

Krystal è una ragazza di New York, ha 22 anni appena compiuti e ama la musica. Lei ama la musica come non hai mai amato nessuna persona sulla faccia della terra. La musica è l'unica che riesce a farla sentire viva.
Krystal è un tipo sicuro di sé, che sa quello che vuole e soprattutto sa come ottenerlo. Non usa mai mezzi termini e se deve mandarti a quel paese lo fa senza nascondersi. E' una ragazza che è cresciuta in un mondo meraviglioso, infatti Krystal è figlia di musicisti. I suoi genitori le avevano trasmesso questa passione e lei l'aveva accolta benissimo.
Krystal è una bellissima ragazza e chiunque se ne innamorerebbe ma lei non si concede a nessuno se non alla musica.
Ha lunghi capelli lisci e castani, due acque-marine al posto degli occhi. Alta un metro e settanta e con un fisico niente male.
Nonostante sia un tipo molto femminile lei ama indossare jeans e converse. Le piace vestirsi elegante soltanto in occasioni straordinarie.

 

Stava viaggiando sull'aereo per L.A. quel giorno. Accompagnata dal suo ragazzo, era in cerca di un nuovo produttore dato che in un momento di assoluta ribellione aveva detto al padre di non volerlo più come produttore.

“Dai lo troveremo, stai tranquilla!” le disse Mike.

“Se lo dici tu.” rispose lei con il tono di qualcuno che ormai aveva perso tutte le speranze.

Krystal era un tipo viziato e quando non riusciva ad arrivare ai suoi obiettivi se la prendeva con se stessa diventando, però, scontrosa con tutti. Purtroppo o per fortuna aveva capito che doveva iniziare a cavarsela da sola, senza più l'aiuto di mamma e papà.
Il nido era diventato ormai troppo stretto per lei che ormai riusciva a spiegare le sue bellissime ali.

 

Mise le sue cuffie, accese l'I-pod e cominciò ad ascoltare le canzoni che l'aiutavano ad andare ogni giorno avanti. Le piaceva molto il pop e la musica soul. A volte anche il rock ma non era tra i suoi generi preferiti.

“Ehi hai mai sentito questa canzone?” le chiese Mike levandole una cuffia e mettendogliene una delle sue.

Lei ascoltò attentamente.

“No, che canzone è?”

“'Was it a dream?' dei...”

“Shh.” lo interruppe lei. “Non voglio saperlo. Una canzone non ti deve piacere solo perchè viene cantata da un determinato gruppo. E' veramente bella!”

Cominciò ad ascoltare continuamente quella canzone.

“Voglio fare la cover di questa canzone, Mike.” gli disse perdendosi tra quelle note. “Non so chi l'abbia scritta e non voglio saperlo ma ha tutta la mia stima.” sorrise.

A volte Krystal sembrava una ragazza molto triste ma non era così, anzi, era una persona molto solare e sempre sorridente, solo che in quel periodo le sembrava che tutto il mondo le potesse crollare addosso.

'Devo farmi coraggio.' pensava. 'Troverò un nuovo produttore e dimostrerò ai miei genitori che so cavarmela da sola.' Aveva paura che per tutta la vita sarebbe stata soltanto la figlia di Emily e James Wallace e avrebbe fatto di tutto pur di evitare che succedesse.

 

Krystal è una ragazza determinata, sognatrice ma con i piedi per terra. Non si lascia trasportare dalla fantasia ma se sogna qualcosa fa di tutto per realizzarla. La fantasia la segue soltanto quando deve scrivere uno dei suoi testi.

 

Mike le strinse la mano.

“Ci siamo quasi!” le disse sorridendo. Lei accennò un sorriso.

Teneva dentro di se un cuore pieno di speranza. Avrebbe trovato un nuovo produttore a tutti i costi. 

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Capitolo 2
*** Chapter 2. ***


 

Arrivò a Los Angeles e quando scese dall'aereo fece un bel respiro riempiendosi i polmoni di quell'aria nuova, quell'aria che sapeva di rinascita.

Andò ad aspettare che i suoi bagagli arrivassero e nel frattempo giocava con il ciondolo a forma di chiave di violino che aveva al collo.

“Quando arrivano! Sono distrutta!” appoggiò le mani ai fianchi e sbuffò.

“Eccoli lì!” disse Mike.

Mike era stato una sorta di ancora di salvezza per Krystal. La seguiva dovunque ed era pazzamente innamorato di lei. Era un bel ragazzo. Capelli e occhi castani, alto un metro e ottanta e un fisico da nuotatore. A volte poteva sembra Ken di Barbie, ma a Krystal piaceva così anche se non era innamorata.

“Finalmente!” esclamò Krystal. “Vado a prendere un carrello per poterli trasportare fino al taxi.” disse a Mike e andò via.

Mentre camminava i suoi occhi caddero su un ragazzo a cui era caduto qualcosa. Era un I-phone 4.

“Wow.” corse verso quel ragazzo, gli picchiettò la spalla e porgendogli il telefono gli disse “Dovresti stare più attento. Lo stavi perdendo.” gli sorrise e lui ricambiò ringraziandola e si dileguò tra la folla.

Era alto quanto lei e portava un paio di occhiali da sole scurissimi per poter dire di che colore avesse gli occhi. Era vestito in modo strano e sembrava un tipo molto misterioso. Portava dei mocassini rossi, una maglietta bianca, una giacca grigia e un paio di pantaloni a tubo che arrivavano fino alla caviglia.

'Che gente strana!' pensò Krystal continuando a camminare verso i carrelli.

Tornò dai Mike che la aspettava con un sacco di valige intorno.

“Eccoti finalmente! Credevo ti fossi persa!” le disse cominciando a mettere le valige sul carrello.

“Scusa è che un tizio aveva perso l'I-phone.”

“Wow! Solo un cretino perderebbe un I-phone!” risero entrambi incamminandosi verso il taxi.

 

Appena arrivati all'appartamento che avevano affittato Krystal si fece un bel bagno ai sali per rilassarsi mentre Mike andò subito a guardare le partite di football alla tv.

“Was it a dream? Was it a dream? Is this the only evidence that proves it a photograph of you and I.” Krystal stava canticchiando la canzone che le aveva fatto ascoltare Mike sull'aereo.

La voce di Krystal era soave e si disperdeva in tutta la casa facendo rivivere tutto.

Uscì dal bagno e andò a sedersi accanto a Mike.

“La tua voce non smetterà mai di piacermi.” lui le diede un dolce bacio sulle labbra e lei ricambiò seppur non fosse presa. “Che hai?” le chiese.

“Niente Mikey.. Sono pensierosa e poi ho un po' di fame. Ordiniamo una pizza??” Krystal chiamava Mike Mikey quando cercava di nascondergli qualcosa.

“Va bene. 4 gusti??”

“Ci sto!” prese il telefono e lo passò a Mike, sorridendogli.

'Domani troverò il produttore e finalmente potrò dire di essere cresciuta, potrò dire di saper badare a me stessa e forse potrò anche innamorarmi..' i pensieri di Krystal erano come delle macchine imbottigliate nel traffico. Sempre lì, sempre gli stessi.

Nonostante il fatto che amare la musica la facesse stare bene, lei desiderava innamorarsi realmente di qualcuno e pensava che una volta raggiunto il successo avrebbe potuto anche donare il suo cuore ad una persona e non solo alla musica. Questo le faceva male perchè avrebbe voluto innamorarsi di Mike ma lo vedeva come qualcosa che la legava a quel mondo che le avevano creato i suoi genitori.

'Un giorno gli dirò la verità.' pensò.

Chissà se l'avrebbe mai fatto, se per una volta sarebbe stata sincera con Mike e soprattutto con se stessa. Poteva distruggergli il cuore eppure era più che convinta che Mike fosse solo un amico e che lui sapeva che lei lo vedeva così ma per quanto ne era innamorato continuava a sopportare.

'Sarà lui a stancarsi e a non volermi più.' Pensò Krystal guardando il ragazzo seduto accanto a lei che mordeva una fetta di pizza.

“Non avevi fame?” la voce di Mike la fece tornare sulla terra.

'Ho fame di amore, Mike e tu non puoi saziarmi.' rispose mentalmente. “Oh si! Stavo solo pensando...” 

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Capitolo 3
*** Chapter 3. ***


 

“E ora di mettersi a lavoro!” esclamò Krystal prendendo la borsa dal divano e aprendo la porta di casa per uscire. “Oggi ho appuntamento con 3 produttori, speriamo bene! Ci vediamo dopo! Ciao!”

disse raggiante a Mike che stava ancora facendo colazione.

Il sole californiano baciava la sua pelle liscia e chiara, sembrava brillasse. Chiamò un taxi agitando la mano e appena entrata salutò cordialmente l'autista e gli disse dove doveva portarla.

Aveva il finestrino aperto e il vento le scompigliava i capelli, quei capelli di cui andava fiera.

'Oggi è i tuo giorno Krystal! Nessuno può portartelo via!' con i pensieri cercava di incoraggiare se stessa, pur sapendo che durante una giornata, formata da 24 ore poteva succedere di tutto.

“Arrivati, signorina.” disse il tassista. Lei gli diede la mancia e uscì di corsa dall'auto.

Guardò il palazzo davanti a sé e fece un bel respiro.

“Andiamo!” disse a se stessa.

 

“Salve. Avrei un appuntamento con...” aprì un pezzato fi carta che aveva in tasca. “Shannon Leto.” disse alla signorina che era seduta dietro ad una scrivania di vetro, molto lussuosa, indaffarata con il suo MAC.

“Il suo nome?”

“Krystal...” esitò prima di dire il cognome. “... Wallace.” non voleva essere riconosciuta solo per i suoi genitori.

“Sì, deve attendere dieci minuti. Il signor Leto è impegnato.”

“Ok, grazie.” rispose Krystal prendendo posto su un comodo divanetto di pelle nera che spiccava all'interno dello studio con le pareti interamente bianche con qualche foto appesa.

“Chi sono quelli nella foto?” chiese Krystal indicando una gigantografia di tre tipi alquanto bizzari.

“Uno è il signor Leto, quello con gli occhi azzurri è suo fratello e l'altro è il chitarrista della band.”

“Band? Che band?” Krystal non li aveva mai visti.

“Sta scherzando?”

“No...” disse Krystal arrossendo.

“I Thirty Seconds To Mars.”

Krystal tornò a guardare la foto. Continuava a guardare quel tipo nel mezzo. Indossava una canottiera di un nero sbiadito, molto larga. Faceva una faccia buffa, come gli altri due del resto.

'Mi sembra conoscente, ma dove l'ho visto?' si chiese.

Tornò a sedersi continuando a guardare quel poster.

 

“Ok allora ci risentiamo, arrivederci.” la porta si aprì e il signor Leto stava congedando la persona che era stata dentro fino a quel momento. Un uomo distinto, giacca e cravatta e nella mano destra teneva una ventiquattrore . Mentre il produttore era un uomo, non molto alto, vestito malissimo, capelli castani e occhi castani-verdi. Tutto dipendeva dalla luce. Aveva uno sguardo magnetico che sapeva il fatto suo.

“Lei è Krystal?”

“Si, sono io.”

“Prego, si accomodi.”

Shannon fece entrare Krystal squadrandola dalla testa ai piedi, soffermandosi sulle curve.

Dopo aver distolto lo sguardo dal lato B della ragazza si schiarì la voce, andò verso la scrivania, strinse la mano a Krystal e si presentò.

“Piacere, Shannon Leto.” sfoderò uno dei suoi migliori sorrisi. Quel sorriso diceva 'non c'è bisogno che mi presenti, tu già sai chi sono' ma lui non sapeva che Krystal non lo conosceva.

“Piacere, Krystal Wallace.” balbettando il cognome, Krystal abbassò lo sguardo sperando di non essere riconosciuta.

“Allora stai cercando un produttore? Beh penso di essere colui che faccia al caso tuo!” Shannon si mise comodo sulla sua sedia, i gomiti appoggiati ai braccioli e le mani sulla pancia.

“Non le ho permesso di darmi del 'tu'.” a Krystal dava fastifio la gente che faceva le cose senza chiedere il permesso.

“Questa cosa TI indispone, Krystal?” Shannon marcò il 'ti' e si appoggiò alla scrivania, diminuendo così la distanza tra lui e Krystal.

“Sì, mi indispone e la prego di smetterla.” Krystal stingeva tra le mani la cinghia della borsa. Avrebbe potuta strapparla da un momento all'altro.

“Iniziamo male, signorina Krystal.”

“Vogliamo parlare di affari?” disse lei con il fuoco che le scorreva nelle vene.

“Mi faccia sentire qualcosa.” Krystal poggiò un suo CD sulla scrivania.

“Questo è il mio primo lavoro. Ancora è incompiuto ma ho già altre canzoni pronte.”

Shannon sembrava non essere interessato a quello che la ragazza gli stava dicendo. Inserì il CD nel computer e cominciò ad ascoltarlo.

“Hai una bella voce.”

“Le ho detto di non darmi del 'tu' e la prego di rispettare la mia volontà.”

“E' un tipo testardo, lei!” disse Shannon uscendo il CD e riponendolo all'interno della sua custodia. “Peccato, perchè il suo modo di fare musica mi piaceva. Ma io devo stare in armonia con coloro che mi chiedono una mano. Quindi niente da fare, quella è la porta. Addio.” rise e questa cosa fece infuriare Krystal che si alzò di scatto e con le fiamme negli occhi disse

“Vaffanculo signor Leto! Riuscirò a trovare un produttore!” si voltò e si incamminò verso la porta. “Lei è uno stronzo arrogante!” urlò prima di uscire sbattendo la porta.

 

La giornata stava per finire e gli altri due produttori volevano aiutare Krystal soltanto perchè conoscevano i genitori.

La ragazza ormai stanca e delusa, cominciò a camminare a piedi per le strade di Los Angeles.

'Non troverò mai un produttore bravo e che non conosca i miei genitori.' pensò mentre guardava le sue Converse All Star calpestare i marciapiedi californiani.

“Uff.” sbuffò. Nella sua testa si stava facendo spazio l'odiosa idea di tornare da quel Leto. E così come aveva pensato ci tornò.

Lo vide uscire dal portone, gli corse incontro e lo chiamò.

“Signor Leto!” urlò. Shannon si voltò e appena la vide sogghignò. “Ho bisogno del suo aiuto anche se lei è uno stronzo...” Krystal abbassò lo sguardo. Non gli era mai capitato di chiedere più di una volta aiuto alla stessa persona.

'Forse mi posso fidare di lui, nonostante il suo carattere. Sembra professionale.' il suo cervello le suggeriva di fidarsi.

Il suo cuore era un libro chiuso. 

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Capitolo 4
*** Chapter 4. ***


 

“Come mai sei tornata da me?” le chiese Shannon trattenendo un sorriso che stava a significare vittoria.

“Mi sei sembrato professionale...” non era così. Krystal era tornata da lui perchè era stato l'unico a non riconoscerla.

“Mi dai del 'tu' adesso?”

“Certo! Sei il mio produttore!” Shannon la guardò allibito.

“Ok, te lo concedo. Ora però è tardi è ormai l'ufficio è chiuso. Vieni domattina presto e firmiamo il contratto.” le fece un occhiolino e si allontanò lasciandola sola.

Krystal prese il cellulare e chiamò Mike.

“Mike stappa la bottiglia! Ho trovato il produttore! Sto arrivando!”

Krystal finalmente era felice e era riuscita a togliere un peso dal cuore. Non vedeva l'ora che il giorno dopo arrivasse, non vedeva l'ora di vedere la sua firma su quel contratto. Avrebbe potuto iniziare a registrare finalmente.

Mentre camminava immersa nei suoi pensieri una moto accostò. Il tizio che la guidava alzò la visiera del casco e le disse

“Vuoi un passaggio?” Krystal in un primo momento si spaventò e poi riconobbe quegli occhi.

“Shannon? No grazie.”

“Hai paura che ti possa fare qualcosa?”

“Io paura di te? No.” tagliò corto la ragazza continuando a camminare. La moto rombò e le bloccò la strada salendo sul marciapiede.

“Mi stai importunando.”

“Ti sto solo offrendo un passaggio, che c'è di male?” Krystal lo guardò fisso negli occhi.

“Voglio farmi una passeggiata e ora per favore fammi passare che è già tardi.”

“Più buio diventa e più pericoli si nascondono per le strade di Los Angeles.”

“Il primo pericolo è davanti ai miei occhi.”

“Pensi che io sia un pericolo?” scoppiò a ridere. “Non conosci Los Angeles.”

“E tu evidentemente non conosci New York. E cosa ancora più probabile non sai come sono fatta io.” sbottò Krystal. “Quindi levati prima che ti faccia cadere dalla moto.”

“Non ne avresti il coraggio.” Shannon le fece l'occhiolino.

Un difetto di Krystal era quello di reagire sempre alle provocazioni, senza pensare alle conseguenze. Prese la rincorsa e diede una spallata alla spalla di Shannon facendogli perdere così l'equilibrio e facendolo cadere per terra con la moto sulla gamba sinistra.

“Cazzo! Ma che ti dice la testa?!”

“Mi hai provocato. Impara che io non sono come tutte le altre ragazzine. Se qualcuno mi provoca rispondo e posso fare anche male. Ci vediamo domani.”scavalcò la moto e andò via lasciando Shannon per terra.

“Rispondi alle provocazioni bambina? Non conosci Shannon Leto.” il batterista si alzò da terra e saltò sulla sua moto scattando via come un fulmine.

'Non sai quello che ti farò passare, Krystal. La sfida è aperta.' Shannon non sopportava di essere umiliato da una donna soprattutto se la donna in questione aveva 20 anni in meno di lui.

 

Krystal arrivò a casa e la felicità era svanita dal suo viso. Scappata, nascosta chissà dove. Molti si chiedevano se Krystal possedesse un cuore e a volte se lo chiedeva anche lei. Pensava di essere cattiva il più delle volte ma non si pentiva mai delle sue azioni.

“Sei arrivata, ecco il tuo bicchiere. Brindiamo a questa opportunità!” Mike la accolse con due bicchieri in mano pieni di spumante.

“Mike non mi va di brindare, vado a letto. Scusa.” disse lei con tono morto.

Mike cambiò espressione e non riuscì a dire niente. Continuò a guardare Krystal fino a quando lei non sbattette la porta della stanza chiudendosi a chiave.

 

Sprofondò in quel letto comodissimo, l'unico che sapeva quante lacrime versasse Krystal ogni sera. Ma perchè? Perchè questa ragazza era così triste?

'Fottuta testa di cazzo di un produttore.' i pensieri inondavano la testa di Krystal come un fiume in piena. Erano così tanti che cominciò a sentire dolore.

Si alzò, aprì il cassetto del suo comodino e ne uscì una bottiglia di gin.

“Alla salute.” disse alzando la bottiglia in aria brindando con il suo riflesso allo spechio. 

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Capitolo 5
*** Chapter 5. ***


 

I don't know who you are but I'm with you!”

Krystal cantava una delle sue canzoni preferite, 'I'm with you' di Avril Lavigne. Ci metteva l'anima a cantare quella canzone.

Vagava per la stanza seguendo la musica usando la bottiglia di gin ormai vuota come microfono.

Yeiyeiyè yeiyè yeeeeeaaah. I'ts a damn cold night...” ormai troppo bevuta e senza più forze, si accasciò sul letto. Chiuse gli occhi e sprofondò in un sonno intenso.

 

La sveglia segnava le 10:13 quando Krystal riuscì ad aprire gli occhi.

Merda è tardi!” prese la bottiglia di gin vuota e la ripose nel cassetto.

Uscì dalla stanza e andò verso il bagno. Si guardò allo specchio e vide quello che non voleva vedere. Delle occhiaie tremende circondavano i suoi stupendi occhi azzurri, arrossati e ancora addormentati. Il trucco sbavato per tutte le lacrime versate, sporcava il suo viso ancora da ragazzina.

'Questa sono io...' pensò mettendosi le mani in faccia per potersi nascondere da se stessa.

Si fece una doccia ghiacciata, indossò i suoi jeans, le sue converse, un top nero e uscì di casa.

 

Ti avevo detto di venire presto. Che hai combinato?” le urlò Shannon.

Quello che combino non sono affari tuoi! Sono qui per un produttore e non per un padre nuovo!” controbattette Krystal poggiando le mani sulla scrivania e chinandosi verso Shannon. “Che sia chiaro.” gli sussurrò a pochi centimetri dal viso.

Si ricompose e si sedette sulla sedia.

Tieni. Questo è il contratto.” Shannon le porse dei fogli con tante, troppe, cose scritte e tantissime clausole.

Devo leggere pure tutti gli asterischi o mi fido?” chiese Krystal alzando lo sguardo.

Puoi fidarti. Però vorrei che ti togliessi gli occhiali da sole.”

Perchè dovrei farlo?”

Perchè non puoi lavorare così.”

Senti mettiamo le cose in chiaro. Tu non sei autorizzato a dirmi cosa devo o non devo fare, va bene?” la ragazza firmò il contratto e lanciò la penna sulla scrivania.

No, le cose in chiaro le metto io qui. Sono il tuo produttore, sono più famoso di te e sono anche più grande. Quindi cerca di portarmi rispetto, ragazzina.” Shannon prese in mano il contratto si alzò in piedi e lo sventolò. “Altrimenti questo lo vedrai in fiamme.”

Krystal sbuffò buttandosi con tutto il peso sullo schienale della sedia.

Io rispetto chi mi rispetta, Leto. Non chiamarmi più ragazzina.” si alzò in piedi e lo fronteggiò.

Avevano tutti e due la stessa altezza e si stavano fissando. Lei poteva vedere gli occhi di Shannon e una fitta sembrò colpirla allo stomaco. Un pugno, uno schiaffo, uno spintone. Quegli occhi erano capaci di tutto.

Shannon fece per alzare la mano verso il viso di Krystal ma lei si scostò.

Non ti azzardare a toccarmi.”

Volevo soltanto vedere i tuoi occhi.”

Li vedrai. Ma non oggi.” la ragazza prese la borsa, la mise a tracolla e si allontanò da Shannon. “Toglimi una curiosità.” gli disse mentre gli dava le spalle.

Dipende cosa vuoi sapere.” rispose lui mettendo il contratto dentro una carpetta.

Quanti anni hai?” si voltò a guardarlo.

Quanto vuoi darmene tu.” si bloccò a guardarla in tutta la sua bellezza.

Ok, mi basta. Ci vediamo domani.”

Perchè domani?”

Perchè devo ancora cercare uno studio di registrazione che non costi molto.” Shannon con passo veloce si avvicinò alla ragazza che ormai era pronta per uscire dallo studio.

Se vuoi c'è quello del mio gruppo.” le disse appoggiandosi alla porta. “E non ti preoccupare per i soldi.” continuò.

Krystal accennò un sorriso. “Grazie.” così si fece dare l'indirizzo e andò via.

 

Il sole californiano era bollente. Il cielo sembrava sorridere, facendo nascere così un sorriso anche tra le gote di Krystal.

'Che tipo strano..' nella sua testa si faceva largo sempre di più il pensiero di Shannon. 'Lo disprezzo per i suoi modi ma in fondo devo solo lavorarci. Quindi posso sopportare.' ripeteva a se stessa la ragazza. 

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Capitolo 6
*** Chapter 6. ***


 

“Sono contento per te.” disse Mike dopo aver sentito la notizia di Krystal.

La abbracciò dolcemente poi si staccò strinse le sue mani sui bicipiti della ragazza e la guardò intensamente.

“Io devo tornare a New York, Krystal.” Krystal si liberò da quella presa che sembrava volesse soffocarla.

“Perchè?” Mike fece un lungo respiro e cominciò a guardarsi intorno. “Non mi dire che c'entrano i miei...” Mike la guardò di scatto per poi tornare a guardare le sue scarpe.

“Mi dispiace...” sussurrò.

Krystal crollò sul divano. Come avrebbe fatto senza Mike? Sarebbe riuscita a continuare da sola? Senza nessuno che la incoraggiasse, che le desse la speranza. Nonostante tutto il dolore, nonostante il rumore del suo cuore che si frantumava in mille pezzi, Krystal non pianse. Era brava a trattenere le lacrime, ormai lo faceva da 22 anni. Lei riusciva a piangere quando era sola, chiusa nella melodia di una canzone. Erano poche le canzoni che le toccavano realmente quel cuore freddo, chiuso, pietrificato. Sarebbe riuscita almeno per una volta ad aprirlo a qualcuno?

“Ok, vai..” disse fingendo di stare bene. Fingendo che tutto quello non la stesse distruggendo.

“Ok vai??” Mike era sconvolto dalla freddezza di Krystal. “Perchè per una volta non mi dici quello che provi? Perchè non esci da quella gabbia che tu stessa ti sei creata?” Krystal alzò lo sguardo. I suoi grandi occhi azzuri divennero piccole fessure fiammeggianti.

“La gabbia me l'hanno creata i miei genitori!”

“No Krys! Tu stessa ti sei chiusa dentro un mondo invisibile... Non dare la colpa agli altri per il tuo modo di essere.” Mike si allontanò verso la cucina e poi tornò con in mano una bottiglia. “Perchè ti fai del male Krystal?” disse agitando la bottiglia.

“Chi ti ha dato il permesso di frugare tra la mia roba, Mike?!”

“Io non voglio che tu..”

“Stai zitto!” urlò Krystal. La persona di cui si fidava di più l'aveva tradita, aveva infranto la promessa, le aveva calpestato il cuore. “Puoi anche tornare a New York. Non ho bisogno di te.” disse Krystal guardando un punto indefinito della stanza.

“Salvati, Krystal. Salvati da te stessa.” Mike prese la sua roba e andò via.

 

Krystal strinse i pugni sulle sue gambe. Avrebbe potuto spaccare il mondo con tutta la rabbia che le scorreva nelle vene. Non poteva più trattenersi.

“Devo cantare!” disse alzandosi dal divano e andando verso la porta di casa.

 

“Sono Krystal, c'è Shannon Leto?” disse Krystal all'altoparlante di un citofono.

“Si, entra.” rispose la voce dall'altra parte.

Camminò lungo il vialetto che divideva il giardino in due parti e arrivò alla porta della villetta.

Qualcuno aprì facendole cenno di accomodarsi.

L'uomo era alto circa un metro e ottanta, fisico abbastanza esile e un viso ben disegnato. Tutti i lineamenti erano al loro posto ed era davvero una bella visione. Aveva un profilo aggraziato, capelli castani portati indietro, labbra sottili e occhi azzurri come il cielo.

“Io sono Jared, il fratello di Shannon.”

“Piacere Krystal.”

“Ti porto allo studio, mio fratello ti aspetta già lì.” le sorrise gentilmente.

Arrivati davanti una porta diversa dalle altre, un po' più larga e più spessa Krystal ringraziò Jared ed entrò.

“Ciao.” disse guardandosi intorno. Fili, microfoni, impianti stereo, strumenti musicali e due divanetti. Krystal era nel suo mondo.

“Ciao.” rispose Shannon togliendosi la cuffia. “Vuoi ascoltare?” le porse le cuffie e le sorrise.

“Ok.” la ragazza un po' intimidita dall'ambiente e dal comportamento stranamente cordiale di Shannon, indossò le cuffie e sentì una voce che le sembrava conoscente.

“Ti piace?”

“Si, siete voi?”

“Si, bel pezzo vero?” Krystal fece per togliersi gli occhiali da sole. Li ripose nella custodia e la mise in borsa. Alzò lo sguardo verso Shannon e rispose

“Sì..” Shannon rimase stregato da quei due laghi.

“Che hai da guardare in questo modo?”

“Hai dei begli occhi, Krystal.” la ragazza continuò a guardarlo con indifferenza.

“Non siamo qui per parlare dei miei occhi.” sbottò. “Allora volevo registrare una cover oggi. Ho portato la base.”

Shannon rimase senza parole, non sapeva spiegarsi come una ragazza così bella potesse essere fredda come il ghiaccio.

“Che canzone?”

“Non so di chi sia ma conosco il titolo 'Was it a dream?'” Shannon spalancò la bocca in una risata silenziosa.

“E' nostra.” disse schiarendosi la voce.

“Non mi prendere in giro.”

“Non ti sto prendendo in giro.” si potette scorgere un leggero rossore diramarsi sulle guance di Krystal. “Allora anche tu provi delle emozioni?” disse sarcastico Shannon.

“Che vorresti dire?” Krystal incrociò le braccia al petto.

“Sembri venire da un altro mondo. Quanti anni hai, Krystal?”

“Quanti vuoi darmene tu.” rispose lei imitandolo goffamente.

“Perchè ti fai del male? Sei così giovane, cerca di vivere. Io farei di tutto per tornare alla tua età.”

“Non ci togliamo poi così tanti anni.”

“Dici?”

“Si...”

“Ho quasi 42 anni Krystal. Non so se mi spiegò. Potrei essere tuo padre.”

'Come cavolo fa?' pensò Krystal. In quel momento qualcosa le toccò il cuore. Qualcosa che proveniva dal profondo della sua anima. Per la prima volta Krystal sentì il suo cuore battere.

'Allora esisti ancora?' chiese a quel motore che aveva continuato a battere per inerzia negli ultimi 4 anni.

 

Sì, il cuore di Krystal era sempre rimasto lì. Lì, in attesa che qualcuno gli desse un colpo di defibrillatore. 

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Capitolo 7
*** Chapter 7. ***


 

Erano passati quattro mesi da quando Krystal e Shannon lavoravano insieme.

Era una calda giornata di luglio e le acque dell'oceano bagnavano i piedi nudi dei due che passeggiavano sulla baia. La brezza marina faceva vibrare i lunghi capelli di Krystal cospargendo l'aria del suo buon profumo.

“Perchè mi hai portata qui?” chiese Krystal spezzando quel silenzio quasi tangibile e pesante come un macigno che premeva sull'anima.

“Sento che c'è qualcosa che non va in te, è come se facessi continuamente a pugni con la tua vita, Krystal... Che ti è successo?” lei sentì il peso del suo sguardo anche attraverso gli occhiali da sole.

“Non è successo niente.” mentì.

Krystal era brava a mentire. Lo faceva spesso, con i suoi, con quei due amici che si ritrovava, con se stessa. Nessuno sembrava essersene mai accorto.

“Chi sei, Krystal?” tranne Shannon.

'Chi sono?' ripetè nella sua testa quella ragazzina cresciuta forse troppo presto.

“Shannon, apprezzo lo sforzo di volermi essere amico ma stai solo perdendo tempo. Io non parlo con nessuno. Non ho niente da dire su di me...” disse Krystal sperando di aver chiuso il discorso una volta per tutte.

“Tutti abbiamo una storia da raccontare.”

“Shannon basta.”

“Sei sempre stata così scontrosa?” le toccò il braccio non sapendo quello che avrebbe scatenato.

Krystal si allontanò di scatto.

“Non toccarmi!” urlò.

“Krystal, calmati! Non ti ho nemmeno sfiorata!” disse Shannon quasi spaventato per la reazione di Krystal.

“Te l'avrò detto un milione di volte di non toccarmi! Non devi neanche pensare di toccarmi perchè.. Lo capirei...” Shannon non capiva. Cosa si nascondeva sotto quella corazza dura come la roccia?

“Ma..”

“Non voglio più parlare. Non mi chiedere più niente. Riportami a casa, per favore.”

Shannon avrebbe scommesso tutto quello che aveva che se avesse toccato la pelle di Krystal, in quel momento, sarebbe stata fredda come il ghiaccio. Come il cuore del resto.

 

Salirono sulla moto e Shannon la portò a casa. Quando arrivarono Krystal scese dalla moto, si tolse il casco e lo diede a Shannon. Lui rimase fermo con i piedi a terra per mantenere l'equilibrio. Tolse anche lui il casco e appena Krystal lo salutò e si girò per andare al portone lui le prese il polso, la tirò a sé e le diede un bacio sulla guancia. Krystal si allontanò lo stretto necessario per poter guardare Shannon negli occhi.

“Da queste parti si saluta così, non so se te l'hanno insegnato!” disse Shannon.

Non appena fin' la frase si ritrovò una guancia rossa a causa dello schiaffo che gli diede Krystal.

“Ti ho detto che non devi toccarmi!”

“Dimmi cosa nascondi...” sussurrò Shannon, massaggiandosi la guancia.

“Non nascondo niente. Tanti saluti.” gli diede le spalle e di corsa arrivò al portone.

Arrivata all'appartamento cominciò ad aprire tutti gli stipetti in cerca di qualcosa.

“Trovata!” esclamò prendendo tra le mani una bottiglia di whisky. La aprii e cominciò a sorseggiarne il contenuto strizzando gli occhi ogni volta che ne buttava giù un goccio.

“Quel Leto è davvero uno stronzo..” cominciò a parlare da sola.

Era ormai ubriaca e si trovava davanti lo specchio. Si guardava senza riconoscersi.

“Chi sono? Eh, Shannon fottuto Leto! Chi sono?” fece un respiro e mandò giù l'ultimo goccio della bottiglia. L'ultima goccia del suo male.

“Ti odio, Leto.” cadde a terra, senza forze.

La sua mano mollò la presa e lasciò cadere la bottiglia sul tappeto del bagno. I suoi capelli le circondavano il viso come raggi. Era di una bellezza sdegnante nonostante fosse ridotta in quello stato. Il viso scavato e pallido, due cerchi neri circondavano le palpebre appesantite da tutto quell'alcool.

 

Cosa nasconde il cuore di Krystal? Quale dolore può ridurla così?

Si sarebbe fidata di Shannon? Gli avrebbe detto tutto?

 

Lo odiava realmente? 

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Capitolo 8
*** Chapter 8. ***


 

Il giorno dopo la situazione tra Shannon e Krystal sembrava peggiorare di minuti in minuto. Quei due non potevano stare insieme nella stessa stanza per più di 5 minuti senza litigare o prendersi a parolacce.

“Io la faccio così, che ti piaccia o no! La canzone è mia!”

“Ti stavo solo dando un consiglio!” urlò Shannon.

Le vene del collo erano ingrossate per lo sforzo. Fiumi di sangue fluivano là dentro. Il rossore si diramò anche fino al viso.

“Ti verrà un infarto prima o poi, ti ricordo che non sei più un ventenne!”

“Troia!” sbottò Shannon.

“Che cosa hai detto?” Krystal gli si avvicinò quel tanto che bastava per potergli mollare uno schiaffo al momento giusto. “Ripetilo se hai il coraggio!”

Shannon assaporò il suo respiro.

“Non hai le palle, lo sapevo.”

“Ho detto che sei una troia!”

“Bastardo e maiale!” la mano di Krystal si stampò sulla guancia destra di Shannon. “Vaffanculo!”

Shannon la guardò. Attraversò quei due mari immensi con il suo sguardo e poi stringendo i pugni sibilò

“Sei la persona più egoista che io abbia mai conosciuto! Mi fai ribrezzo!”

“Bene allora mi troverò un altro produttore meno arrogante di te!” i loro sguardi erano infuocati.

“Non sarai tu a buttarmi fuori! Me ne vado io di mia spontanea volontà!”

“Ti odio!”

“La cosa è reciproca!”

I due continuarono ad urlarsi contro fino a quando i loro cuori, feriti da quelle parole, colmi della stessa rabbia e stanchi di essere nemici, si fecero spazio tra l'ira che si respirava in quella stanza.

I loro sguardi si scontrarono. Rimasero a fissarsi, tutti e due con il fiatone per le troppe urla. Sembravano due reduci di guerra, quando finalmente, dopo tanti anni, un pioggia di lacrime cominciò ad invadere il viso di Krystal. Piangeva come una bambina, singhiozzava e tremava.

“Krystal...” Shannon si avvicinò lentamente con la mano protesa verso quell'anima infranta e ormai troppo fragile. Restò fermò con il braccio a mezz'aria a pochi centimetri da lei.

“Abbracciami, Shannon, ti prego...” non se lo fece dire due volte.

Posò la mano sulla nuca di Krystal e tirò la sua testa verso la sua spalla.

“Parla, Krystal... Cosa posso fare?”

Krystal non riusciva a parlare mentre singhiozzava abbandonata tra le braccia di Shannon.

“Ho bisogno di parlare con qualcuno...” riuscì a balbettare.

“Parla...” la fece sedere sul divanetto mettendosi accanto a lei.

“Io... Oddio....” Krystal pianse più forte. “Scu... Scusa... Non piango da troppi anni...”

“Cosa ti ha ridotto così?” le chiese Shannon abbassando la testa per cercare lo sguardo della ragazza che continuava a guardare il pavimento.

“Shan... Non l'ho mai detto a nessuno e mi sembra così stupido dirlo a te. Ti conosco da poco... Ma forse appunto per questo sento che a te lo posso dire.. E' una cosa orribile Shan... E... Mi faccio schifo...”

“Non dire queste cose...” Shannon le si avvicinò un po' di più.

“A diciott'anni.... Era il ballo di fine anno.... Oddio..” continuava a piangere.

Era un fiume in piena, era ormai arrivata al limite.

“Krystal...” le posò una mano sulla gamba e lei sussultò. Shannon, allora, levò subito la mano e si scusò.

“Sono... Io... Sono stata violentata....” soffocò il pianto affondando il viso in un cuscino.

Shannon rimase immobile a fissare la purezza e l'innocenza di quel corpo violato solo per appagare uno stupido piacere. “Non l'ho mai detto a nessuno.... Nemmeno ai miei genitori... Da quel giorno ho sempre odiato il mio corpo... Ero ancora vergine....”

Shannon allungò la mano e le asciugò una lacrima che stava per esaurire il suo corso. Non sapeva che dire. Deglutì a fatica e farfugliò qualcosa.

“Mi... Dispiace... Posso fare qualcosa....?” il tono della sua voce era basso. Una voce calda, roca, affascinante solleticò il timpano di Krystal.

“Posso stare qui stanotte?” chiese arrossendo.

Shannon guardò quel viso dai lineamenti angelici, quasi troppo bello per essere reale.

“Certo che puoi... Posso abbracciarti...?” chiese timidamente.

“Oltre Mike... Non mi sono mai fatta toccare da nessuno... Mike mi amava e io l'ho mandato via... Mando via tutti coloro che vogliono aiutarmi...”

“Manderai via anche me?” le susurrò Shannon.

Un vento caldo e accogliente sfiorò le gote di Krystal.

“No... Non lo farò... Grazie...” si guardarono per un po'. “Abbracciami Shan...”

Restarono seduti su quel divanetto per più di un'ora. Tutto ad un tratto Krystal sollevò lentamente la testa trovandosi il viso di Shannon a pochi centimetri dal suo. Respirava il suo respiro. Si inebriava di lui quando i loro cuori bussarono l'uno alla porta dell'altro chiedendo il permesso di entrare.

“Non farlo se poi te ne penti...” le sussurrò Shannon. 

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Capitolo 9
*** Chapter 9. ***


 

Krystal esitò.

“Perchè dovrei pentirmene?”

“Non voglio farti del male, Krystal...” rispose Shannon fissando gli occhi della ragazza.

Notò un cambianto di espressione sul volto di Krystal.

“Non fraintendermi. Tu mi piaci ma io non sono affidabile.. Non sono un tipo da storie serie ma, per un ignoto motivo, sento che devo proteggerti..”

“Mi vedi come una figlia quindi... Bene...” Krystal si alzò dal divanetto, andò a prendere la sua borsa e fece per andarsene.

“Krystal ma che dici? Io non ti vedo come una figlia...”

“Shannon non mi va di essere presa per il culo.. Sentivo che di te potevo fidarmi e mi sono confidata.. E il fatto che io mi sia fatta abbracciare da te, dopo quello che ti ho raccontato, dovrebbe farti capire che sento qualcosa di più oltre alla semplice fiducia... Ed è strano.. Non so bene cosa sia perchè non l'ho mai provato ma è importante... Quindi... Beh se sono solo una ragazzina da proteggere è meglio far finta di niente...” aprì la porta e andò via.

Dopo un paio di minuti Shannon uscì dallo studio e corse per il corridoio. Arrivò in tempo. Krystal aveva appena aperto l'uscio quando la raggiunse. Chiuse la porta appoggiandoci le mani di sopra bloccando così la ragazza tra le sue braccia.

“Non penso che un padre farebbe questo...” le sussurrò baciandole delicatamente il collo. “Oppure questo...” intrecciò le dita tra i lunghi capelli di Krystal all'altezza della nuca accorciando così la distanza tra i loro volti.

Krys sentì mancare il fiato.

'Che sta facendo?' pensava.

Il ricordo di quella maledetta sera che le rubò la sua gioventù si fece spazio nella sua testa. Sentiva i dolori alle braccia dove per un paio di mesi rimasero i segni, lividi dappertutto che nessuno aveva mai visto. Ormai non c'erano più ma se solo ci pensava sentiva la presa stringere attorno al suo braccio. La violenza con cui Shan aveva fatto avvicinare i loro visi la rimandò lì, nel bagno del liceo. Il bellissimo vestito che aveva lei stessa disegnato, strappato e sporco di sangue. Il suo cuore distrutto. Si sentiva sporca.

Tornò a guardare Shannon con occhi non più persi in pensieri lontani, ma presi. Presi da quello sguardo affilato e tagliente come una lama. Nella sua testa riecheggiava la voce di Shannon bella come il suono di una goccia di rugiada che scivola sul petalo di un fiore e violenta, allo stesso tempo, come un'onda che si infrange contro uno scoglio.

“Cosa non farebbe un padre?” chiese Krystal sfidando lo sguardo di Shannon.

Lui come risposta avvicinò ancora di più il viso a quello della ragazza e, tremante per la paura di violare un'altra volta quel corpo, posò dolcemente le sue labbra carnose su quelle di Krystal.

Si accolsero entrambi in un bacio morbido, caldo e sensuale ma per niente malizioso. Stavano immobile assaporando ognuno l'essenza dell'altro. Le labbra di Shannon erano soffici e si modellavano perfettamente con quelle di Krystal che avrebbe voluto farle ristorare e riposare molto a lungo in quel meraviglioso bacio.

Shannon si staccò e abbassò lo sguardo mollando la presa e allontanandosi lentamente mentre Krystal rimase immobile, senza parole ma con tanti pensieri.

'Ho baciato un uomo.. Senza provare quel senso di rabbia o ancora peggio di indifferenza.. Shannon Leto che mi hai fatto?' questa volta più che il cervello sembrava il cuore a parlare, quel cuore rimasto zitto per troppo tempo e che ora si trovava spiazzato e stordito da quel battito accelerato e dalla richiesta di più sangue da parte del corpo.

“Scusa...” disse Shannon non capendo lo sguardo di Krystal.

Lei gli diede le spalle, voltandosi verso la porta, aprì e uscì nel porticato.

“Non devi scusarti... Hai fatto la cosa più giusta che potessi fare... Mi hai salvata...” detto questo andò via lasciando Shannon sul ciglio della porta che la guardava allontanarsi.

“Tornerai?” chiese a bassa voce.

Più che una domanda sembrava una speranza nascosta. 

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Capitolo 10
*** Chapter 10. ***


 

Una nuova emozione percorreva il suo corpo. Da capo a piedi era pervasa da brividi.

Aveva uno strano sorriso stampato sul volto mentre camminava per strada. Un pensiero le stava invadendo la testa. Ma quale pensiero poteva trascinarla in questo modo in quel mondo parallelo che è la fantasia?

 

Suonò il campanello aspettando una risposta che, quando arrivò, le fece palpitare il cuore.

“Ciao... Che.. Che ci fai qui?” chiese Shannon sbalordito.

“Come che ci faccio qui? Sei il mio produttore e io uso il tuo studio di registrazione!” gli fece una linguaccia.

“Sei particolarmente di buon umore oggi...”

“Non dovrei esserlo?” chiese confusa la ragazza.

'Si è già dimenticato di quello che è successo?' pensò.

Shannon invece sembrava essere stato investito da un camion che, non contento, ci era ripassato di sopra per stenderlo totalmente.

“E a te, invece, è morto il gatto?” Krystal gli strappò un sorriso con questa domanda.

“No no... Però..” le aprì la porta dello studio ed entrarono.

“Però?” chiese lei voltandosi di scatto facendo ondeggiare i lunghissimi capelli castani.

Shan la guardava in tutto il suo splendore, illuminata dalla luce proveniente dalla finestra. Le punte dei capelli erano quasi bionde e dei riflessi ramati si potevano intravedere tra le ciocche. Pensò a quello che doveva dirle e poi lo buttò fuori.

“Krys.. Riguarda quello che è successo ieri...”

“Dimmi..” disse Krystal avvicinandosi un po' di più.

Shannon si sentiva quasi in dovere di non ferirla, come se le fosse stata affidata da qualcuno. Doveva proteggerla dal mondo e soprattutto doveva proteggerla da lui ma più la guardava e più lei lo trascinava laddove non si era mai immaginato di arrivare. Cosa stava succedendo a Shannon Leto 'il don Giovanni'? Si stava forse innamorando? Di una ragazzina?

“E' stato bellissimo...” le sussurrò mentre le si avvicinava.

“Si.. Davvero bello...” rispose lei. Per la prima volta sembrò essere imbarazzata e timida.

Shannon le accarezzò la guancia e ridusse la distanza che separava le loro labbra, desiderose di rivivere le stesse emozioni del giorno prima. Ma Krystal si scostò.

“Devo registrare, Shannon.” Shan rimase bloccate con le labbra socchiuse e gli occhi spalancati.

“O-ok....” balbettò.

Krystal entrò dentro la saletta e cominciò a registrare. Shannon la scrutava attraverso il vetro. Ne osservava i movimenti delle labbra e gli piaceva quando nelle parti estremamente dolci le chiudeva gli occhi e sembrava potesse assaporare la melodia della canzone.

 

Stettero per almeno due ore e mezza a registrare.

“La tua voce diventa ogni giorno più bella.”

“Grazie, Shan...” gli sorrise. “Beh... Adesso io vado...”

“Cosa siamo, Krys?”

“Che vuoi dire?” chiese la ragazza mentre legava i capelli in una lunga coda laterale.

“Io e te... Cosa siamo?”

“Beh.. C'è un rapporto di lavoro... Tutto qui... Penso....”

“Non pensi ci sia qualcos'altro?”

“Non lo so...”

“Perchè poco fa ti sei allontanata, quando ho tentato di baciarti?”

“Perchè non so cosa siamo per te, Shan..”

“Non lo sai nemmeno tu...”

“Evito le illusioni..”

“E se non fosse un'illusione?” i loro cuori erano vicinissimi nonostante i corpi fossero distanti.

“Chi mi assicura che non lo sia?”

“Io... Può bastare?”

“Non ho mai amato, Shan... Non so se quello che provo per te è amore... Non ho paura che tu mi possa ferire... Ho paura che io possa far stare male te...”

“Come potresti ferirmi? Sei così... Dolce...” Shannon fece un passo verso la ragazza.

“Penso di volerti, Shan... Non so se può significare qualcosa...” anche lei fece un passo verso di lui.

Ora erano più vicini, se avessero voluto avrebbero potuto toccarsi.

“E' qualcosa di nuovo anche per me, Krys.. Non ti credere... Tu sei così giovane... E io non voglio privarti di vivere la tua età...” quanta dolcezza uscì insieme a quelle parole.

“E se io la volessi vivere con te?” chiese di colpo Krys. 

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Capitolo 11
*** Chapter 11. ***


 

La strinse a sé più forte che mai. Tra le sue braccia teneva quella che sarebbe diventata la sua ossessione, la sua più innocua tentazione.

“Proviamoci, Krys... Proviamoci!” disse annusandole i capelli e respirando a pieni polmoni.

Krys ricambiava l'abbraccio. Gli cingeva la vita e poggiava la testa sulla sua spalla.

“Non promettiamoci niente, però...” Krys si staccò per poterlo guardare negli occhi.

“Che vuol dire?”

“Non facciamoci promesse che non possiamo mantenere, Shan... Almeno non ora...” lo sguardo di Shan si spense tutto ad un tratto e i suoi occhi divennero più scuro passando dal verde al castano con qualche striatura dorata.

“Di cosa hai paura?”

“Te l'ho detto... Abbi pazienza... Ci stiamo provando, no?”

“Si..” disse Shannon con il tono basso.

Sembrava un cane bastonato.

“Che ti succede?” chiese Krystal sospettosa.

“Niente Krys.. Dai ti accompagno a casa...”

“Non mi inviti a restare qua?”

“Vuoi rimanere qui?”

“Se lo vuoi tu...”

“Si.. Però non qui.. C'è mio fratello..” Shan prese le chiavi della macchina e prendendo Krystal per mano la trascinò fino alla macchina.

“Dove mi porti??” chiese Krystal abbastanza confusa.

“A casa mia...” Krystal lo guardò continuando a non capire.

 

Arrivarono sotto un palazzo abbastanza lussuoso.

“Wooow” esclamò Krystal alzando la testa per poter guardare il palazzo fino al suo ultimo piano.

Entrarono ed aspettarono l'ascensore. Shannon era silenzioso e sembrava impaziente.

“Che hai? Sei accigliato...”

“Shh..” la spinse dolcemente dentro l'ascensore e posò le labbra sulle sue.

L'ascensore segnava il numero 62.

“Sessantaduesimo piano??? Oddio! Pur vivendo a New York non avevo mai superato il trentesimo!”

“La vista da qui è magnifica..” disse aprendo la porta.

Un enorme vetrata che dava sulla città accoglieva l'entrata dei due. Il pavimento era ricoperto di moquette bordeaux e per poter arrivare al salotto si doveva scendere un gradino.

Krystal si avvicinò emozionata alla vetrata e cominciò a viversi il panorama. Il sole stava tramontando e Los Angeles era avvolta da una luce arancione.

“Che spettacolo...” sospirò.

Shannon le cinse i fianchi da dietro e respirò sul suo collo.

“Sei la prima che porto qui...” la fissò e lei fece lo stesso.

Teneva le sue mani su quelle di Shan che erano dolcemente poggiate sulla pancia di Krystal.

“Davvero?” non aspettò nemmeno la riposta e lo baciò.

Un bacio più passionale del primo, più trasportatore, più coinvolgente.

Si staccarono dolcemente.

“Pizza?” le chiese.

“Ok...” rispose lei leccandosi le labbra per poter riassaporare quel bacio. Gli occhi di Shannon con la luce del sole che stava per dire arrivederci a Los Angeles erano del colore dell'ambra. Erano di un colore così denso che sembrava potessero distillare miele.

 

“Come mai ti è venuta la passione per il canto?” le chiese Shannon afferrando un pezzo di pizza.

“Beh credo che sia nata con me. Già da dentro la pancia di mia madre cantavo.” sorrise e Shannon ricambiò penetrandole l'anima con lo sguardo. Si sentì colpita in pieno petto e trasportata in un mondo apparentemente sconosciuto.

“Qual è il programma della serata?” chiese lei per cambiare discorso.

“Mmm.. Che vuoi fare?”

“Film?”

“Ci sto! Ma non un film di quelli che guardate voi donne che fanno piangere!” Krystal lo guardò male e poi scoppiò a ridere. “Mi piace ascoltare la tua risata..” disse Shannon avvicinandosi a lei.

Con il pollice della mano destra le accarezzò le labbra che lei teneva socchiuse. La baciò.

Questa volta fu un bacio dolcissimo. Lui teneva teneramente il viso di lei tra le mani, occhi chiusi e sognanti. Si staccarono e rimasero fronte a fronte.

“Non ti farò del male...” le sussurrò.

“Non fare promesse che non puoi mantenere...” rispose lei dandogli un bacio su quelle labbra che un giorno forse avrebbero pronunciato parole che l'avrebbero uccisa.


 

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Capitolo 12
*** Chapter 12. ***


 

Rimasero tutta la notte a parlare. Gli occhi di Krystal erano di un azzurro splendente.

“Hai rubato due stelle al cielo...” le disse Shannon.

“I tuoi occhi sono più belli... I miei sono sempre stati di questo colore.. Invece i tuoi... Non puoi capire l'effetto che mi fanno...”

“Spiegamelo...”

Il suo respiro accarezzò la pelle di Krystal. Il calore si disperse per tutto il corpo e un brivido le attraversò la schiena.

La voce di Shannon era bassa e roca. Le graffiava l'anima ma senza provocarle dolore anzi riusciva a provare piacere nel sentire quel suono così melodioso nonostante sembrasse un ruggito.

“Tu mi spiazzi ogni volta che mi guardi. Mi lasci senza fiato, non riesco a dire niente. Mi paralizzi e il mio cuore comincia a battere più forte...” prese la mano di Shannon e se la portò all'altezza del cuore. “Ascolta... Quando sono con te non riesco ad essere più quella persona forte che ero diventata... Forse era solo una maschera.. In realtà nascondevo la debolezza... Ma con te è diverso...” teneva forte la mano di Shan sul suo petto.

“Sei una ragazza speciale Krystal... E io ti voglio bene, davvero.”

“Anche io te ne voglio, Shan...” Krystal si accucciò sul divano poggiando la testa sulle gambe di Shannon. Lui cominciò a giocare con i suoi capelli.

“Sai che adoro i tuoi capelli?”

“Davvero? Perchè?”

“Sono bellissimi. Lunghi, morbidi e poi hanno un colore stupendo. Non è un semplice castano...”

Krystal sorrise e chiuse gli occhi.

Si addormentò con quel sorriso stampato in viso e un'aria angelica.

Shannon la guardava mentre continuava ad accarezzarle i capelli e si chiedeva cosa stesse sognando di così tanto bello per avere quell'espressione. Sperava che stesse sognando di stare con lui.

“Sei stupenda Krystal... E io ti voglio più che bene...” sussurrò.

 

Bussarono alla porta e Krystal si alzò per andare ad aprire.

Dopo la notte passata a casa di Shannon era tornata al suo appartamento per mettere in ordine un po' di cose.

Aprì la porta e rimase sconvolta.

“Pa-papà??”

“Ciao Krystal.” disse freddo e distaccato il signor Wallace. Indossava un vestito blu scuro una camicia bianca e una cravatta rossa.

Si accomodò in casa e si sedette sul divano. Aveva il volto tirato e sembrava abbastanza adirato.

“Che ci fai qui?” chiese Krystal con tono arrabbiato.

“Sono venuto a prenderti per riportarti a casa.” non la guardava nemmeno. I suoi occhi erano poco più scuri di quelli della figli ed erano impenetrabile. Non si riusciva a leggere niente, per lui non valeva il detto 'gli occhi sono lo specchio dell'anima'.

“Io a casa non ci torno! Sto registrando un disco che tra un po' sarà pronto. E ce la posso fare. Questa volta è tutto merito mio.”

“Krystal Eiffel Cathie Wallace, non voglio sentire nemmeno una parola di più. Tu torni con me a New York.” i suoi genitori avevano chiamato la figlia Eiffel perchè fu proprio durante un viaggio a Parigi che la madre scoprì di essere incinta.

“No James io a casa non ci torno! Lo volete capire che mi dovete lasciare libera! Io non voglio essere etichettata come vostra figlia! Voglio realizzare i miei sogni con le mie forze, voglio essere soddisfatta di me stessa. Voglio provare cosa si prova a prendere calci in culo e a sentirsi dire 'mi fai schifo'! Non voglio più vivere nel mondo in cui voi mi avete obbligato a vivere per 22 anni! Sono stanca!” suo padre si alzò, la guardò con occhi di fuoco e le diede uno schiaffo.

“Non ti azzardare più a chiamarmi per nome, Krystal! Sono tuo padre e devi portarmi rispetto. E adesso andiamo, manderò qualcuno a prendere la tua roba.” la prese per il polso e la trascinò fuori dall'appartamento.

“Lasciami!” urlava la ragazza opponendosi, ma suo padre era il doppio di lei e non poteva contrastarlo.

I suoi occhi cominciarono a lacrimare e il suo pensiero volò verso Shannon.

'Penserà che sono una codarda è che sono scappata!' il suo cervello non riusciva a non pensare certe cose e il suo cuore non riusciva ad accettare di allontanarsi da lui senza nemmeno salutarlo e dargli una spiegazione.

“Devo salutare una persona prima di andare!”

“Non mi interessa!” la spinse dentro l'auto e partirono.

Krystal piangeva mentre guardava fuori dal finestrino. Proprio quando le cose sembravano andare bene per lei, arriva un colpo di vento che spazza via il suo castello di sabbia.

Poggiò la mano sul finestrino.

“Shan...” sussurrò. 

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Capitolo 13
*** Chapter 13. ***


 

Shan faceva avanti e indietro per la stanza. Si grattava la testa freneticamente con la mano destra e si mangiava le unghia della mano sinistra.

'Come mai ancora non arriva?' questa frase gli si disperdeva in tutta la testa.

“Bro calmati! Ci sarà casino per strada!” gli disse il fratello mentre pigiava velocemente i tasti del suo BlackBerry.

“Non ha mai ritardato. Doveva essere qui un'ora fa!” prese il suo I-Phone 4 e fece il numero di Krystal. “E ha pure il telefono staccato! Porca miseria!”

“E' un ragazzina Shan, si sarà fermata davanti a qualche vetrina!”

“Non è una ragazzina.” la sua voce era un rantolo. Strinse i pugni e le vene cominciarono a gonfiare e a vedersi da sotto la pelle.

'Devo andarla a cercare.' si disse.

Prese le chiavi della moto e uscì di corsa di casa.

Saltò sulla moto e andò verso casa di Krystal.

Quando arrivò trovò il portiere che stava innaffiando le piante all'entrata.

“Buongiorno. Scusi se la disturbo.. Ma non è che per caso ha visto la signorina Krystal Wallace?” l'uomo si mise dritto e sorrise sotto i folti baffi bianchi.

“E' venuto un uomo, poco fa, a prendersela. La trascinava con la forza. Forse era il padre.”

Shannon si sentiva confuso.

“Perchè suo padre avrebbe dovuto trascinarla con la forza?”

“Non conosce il signor Wallace? Vabbè lei è giovane per poter conoscere la sua musica..”

“Musica?”

“La signorina Krystal è figlia di James e Emily Wallace i due musicisti, nonché produttori, più famosi in tutto il mondo. La ragazza era venuta qui per ribellarsi ai genitori..” Shannon conosceva i due musicisti ma non sapeva che Krystal era loro figlia.

“Grazie...” disse abbassando la voce e andando via.

Indossò il casco e partì a tutta velocità.

'Perchè non mi ha detto chi era? Si vergogna di me...' accelerò e corse con la sua moto senza avere una meta.

 

Nel frattempo a New York.

 

'Shan mi ucciderà...' pensava la giovane Krystal, chiusa nella sua stanza ad ascoltare 'Innocence' di Avril Lavigne.

I suoi le avevano sequestrato il cellulare e l'avevano costretta a stare chiusa in stanza per almeno una settimana.

Non riusciva a capire perchè pura avendo 22 anni non era libera di vivere. Lei esisteva e basta. Non poteva vivere, non ci riusciva, i suoi non glielo permettevano.

“Shannon....” sussurrò Krystal buttando la testa sul cuscino e cominciando a tracciare qualcosa in aria.

Uscì dalla stanza con le lacrime agli occhi per la rabbia fortemente trattenuta.

“Vi odio!” urlò ai suoi genitori. Sua madre stava suonando il piano mentre suo padre leggeva il giornale seduto sulla sua comoda poltrona, fumando una pipa. “Mi state rovinando la vita! Lì avevo trovato tutto ciò che il mio cuore cercava!”

Sua madre smise di suonare.

“Krystal, noi ti abbiamo dato tutto in questi anni e questo è il tuo riconoscimento?”

“Mi avete dato tutto tranne l'amore che avrei voluto! Dannazione non vi siete nemmeno accorti che vostra figlia è stata violentata al ballo del liceo!” Emily e James guardarono la figlia scioccati.

“Co... Cosa hai detto?” la madre si appoggiò allo schienale della poltrona mentre il padre posò la pipa e si alzò in piedi.

“Krystal... Dimmi che non è vero...”

“Mi dispiace, papà... E' successo al ballo di fine anno e voi, troppo presi dal vostro lavoro, non vi siete nemmeno accorti che vostra figlia aveva lividi su tutto il corpo. E non vi siete nemmeno accorti che per quattro anni non ha mai avuto un ragazzo, che non si è più fatta toccare, che non ha invitato più amici e che non è più andata ad una cavolo di festa!”

La madre le si avvicinò con le braccia aperte, la stinse a sé.

“Bambina mia..” disse mentre era in lacrima.

Krystal sciolse l'abbracciò.

“Non sono più una bambina... E ora per favore datemi almeno il cellulare, ho bisogno di chiamare una persona....” la madre andò ad aprire un cassetto e prese il cellulare.

“Tieni, tesoro...”

“Grazie..” rispose Krystal tornando alla sua stanza.

Accese il telefono e trovò un sacco di messaggi di Shannon.

“E' preoccupato.” disse componendo il numero.

 

Tuuu... Tuuu... Tuuu...

 

Krystal! Finalmente! Dove cavolo sei? Ti ho cercata tutto il giorno! Sono venuto anche a casa tua e non c'eri e il portiere mi ha detto tutto! Stai bene???” disse Shannon tutto d'un fiato.

Si, sto bene Shan...”

Perchè non mi hai detto chi eri?” Krystal restò zitta per qualche secondo.

Non potresti venire qui a New York domani? Voglio parlarti di persona...”

Vedrò che posso fare... Ho voglia di vederti e di abbracciarti... La mia piccola stella...”

A domani, Shan...” bloccò.

 

Non aveva voglia di sentire quella voce che adorava. Non ne aveva voglia perchè sapeva cosa avrebbe dovuto dire a Shan il giorno dopo.

'Come tutto velocemente è iniziato, velocemente finirà...' pensò mentre una lacrima le incorniciava la guancia. 

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Capitolo 14
*** Chapter 14. ***


 

Il giorno dopo sarebbe stata una giornata grigia. Sarebbe stata una di quelle giornate che non sarebbero finite mai, che non sarebbero andate bene, che Krystal avrebbe preferito non vivere.

 

9:30

 

Krystal si preparava per andare all'aeroporto ad aspettare Shannon. Sarebbe arrivato a New York alle 11:45 a.m. Contava i minuti che passavano molto lentamente. Non ce la faceva più.

 

10:13

 

Decise di uscire di casa. Chiamò un taxi e andò all'aeroporto.

Il cuore le andava a mille. Non riusciva a capirne il motivo. O forse lo sapeva già.

'Sarà dura.. Ma devo chiudere..' deglutì a stento, rimandando giù quel nodo che le si era formato in gola. Arrivò all'aeroporto senza nemmeno accorgersene.

“Signorina siamo arrivati.” Krystal fu riportata alla realtà dalla voce del tassista.

“Ah sì, scusi. Ecco tenga pure il resto, grazie.” uscì e andò verso gli arrivi.

 

11:42

 

Il volo arrivò in anticipo, stranamente.

Vide uscire Shannon. Teneva in mano un mazzo di fiori e si sentì una stupida. Lei voleva lasciarlo e lui le aveva portato i fiori.

“Krystal!” la abbracciò forte, così forte che a Krystal mancò il fiato.

“Ciao..” sciolsero l'abbraccio.

“Per te!” disse Shannon porgendo il mazzo alla ragazza. “In mezzo c'è una sorpresa.” la sua bocca si allargò in un sorriso splendente e perfetto.

“Non dove... Oddio... Shan.. Tu...” Krystal cambiò espressione quando tra le sue mani trovò la custodia di un disco con una sua foto molto bella come copertina. Sopra c'era scritto 'Krystal-Music is everything to me. It's alla I can say.'

Era il titolo del CD di Krystal.

“L'ho ultimato ieri e ho messo come copertina la foto che ti ho fatto qualche mese fa... Sei contenta?” Krystal continuava a guardare quel CD. Gli occhi le brillavano e sul suo viso si era fatto spazio un enorme sorriso.

“Certo che sono contenta.” abbracciò Shannon e gli diede un leggero bacio sulle labbra.

 

12:22

 

“Perchè non mi hai detto chi eri?” le chiese Shannon.

I due erano seduti sulla panchina di Central Park a sorseggiare un caffè. Non era il posto migliore per due persone famose ma a loro sembrava non interessare.

“Shannon sei stato l'unico produttore che ha deciso di aiutarmi per la mia musica e non per i miei genitori. Per questo mi sono trovata bene con te... Ti piacevo per quella che ero e non per chi ero...”

“Perchè usi l'imperfetto? Ora che lo so mica smetti di piacermi...”

“Invece non devo piacerti più, Shan....”

“Che stai dicendo?” Shannon la guardò con sguardo confuso.

Sembrava fosse in bilico davanti a un burrone e ora stava a Krystal decidere se salvarlo o dargli la spinta per cadere giù.

Lo guardò bene prima di dargli una risposta.

“Noi non possiamo stare insieme... Non adesso... Non so perchè... Ma è così..”

“No... Noi dobbiamo stare insieme.. Ora... E anche tu sai perchè... E' così e basta...” la sua voce tremava.

“Shannon, per me non è facile, quindi cerca di capirmi...”

“E tu cerca di capire me... Ci conosciamo da un po' più di 4 mesi ormai... E io mi sono affezionato a te...”

“I miei non me lo permetterebbero...”

“Krystal hai 22 anni i tuoi devono cominciare a farsi un po' i cazzi loro!”

In quel momento Krystal non sapeva più che dire, non aveva scuse, Shannon aveva ragione.

“E tu ne hai 42 e devi cercarti una donna della tua età invece di stare con una ragazzina... Ho sbagliato, Shan. Mi dispiace...” potè sentire una fitta allo stomaco. Le veniva da piangere ma trattenne mentre poteva vedere l'espressione di dolore farsi spazio sul volto di Shannon.

“Ah... Beh... Forse hai ragione, sai? Sono stato uno stupido ad innamorarmi di te!” Krystal sgranò gli occhi.

“Innamorarti?” chiese attonita.

“Non importa più, Krystal. Addio.” tirò il mazzo di fiori per terra e andò via.

 

13:07

 

Krystal rimase seduta su quella panchina per tutto il tempo.

'Shannon si è innamorato di me...' pensava.

 

E lei cosa provava? Aveva paura, ma di cosa? Qui non c'entravano più i suoi genitori ma lei.

Lei ne era innamorata? 

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Capitolo 15
*** Chapter 15. ***


 

Per questo capitolo sono stata ispirata dalla canzone 'Oggi sono io' di Alex Britti, infatti troverete il ritornello tra le battute. Ascoltandola ho subito pensato a Shannon.

Spero vi piaccia! :)

Buona lettura :3

 

 

 

'Ma che sto facendo?' urlò a se stessa.

“Shannon!” cominciò a correre più veloce che poteva. “Shannon, aspetta!” gridava al nulla, Shannon era ormai troppo lontano.

Sperava che potesse sentire la sua voce urlare il suo nome, sperava che il cuore di Shannon percepisse quella chiamata.

Krystal correva, aveva voglia di piangere ma si trattenne. Doveva raggiungere a tutti i costi quell'uomo che il destino le aveva fatto incontrare per un motivo ben preciso: amarlo.

'Shannon dove cazzo sei?' la sua voce interiore urlava quel nome, lo urlava con tutta la forza.

 

Shannon stava per entrare dentro un taxi per tornare in aeroporto quando..

“Krystal!” si girò guardandosi intorno ma non trovò nessuno.

'Strano...' pensò.

Entrò nel taxi e andò via.

Guardava New York dal finestrino, osservando ogni singola persona. In ognuno di loro vedeva il viso perfetto di Krystal, la immaginava ferma su quella panchina ad aspettare il suo ritorno.

'Ma che sto facendo?' chiese a se stesso.

“Si fermi, ho cambiato idea!” diede una banconota da 50 dollari al tassista e uscì di corsa dall'abitacolo. Cominciò a correre verso Central Park.

'Krystal non ti muovere da lì sto tornando!' pensò mentre correva tra i newyorkesi.

 

“L'hai visto?!? Oddio quello era Shannon dei 30 Seconds To Mars!!” delle ragazzine ferme davanti ad un negozio di CD urlava e saltellavano in gruppo.

“C'era Shannon??” chiese Krystal col fiatone.

“Ma tu sei Krystal Wallace! Ma che sta succedendo oggi??” le ragazzine si abbracciarono contente di quegli ultimi incontri.

“E' passato da qui? Ragazze per favore rispondetemi!”

“Sì, ha preso un taxi..” rispose una delle tre cambiando espressione.

“Cavolo...” Krystal si voltò verso la strada cominciando a sventolare la mano per attirare l'attenzione di un tassista.

“Taxi!” urlò.

Un taxi si fermò davanti a lei e proprio mentre stava per entrare...

“No, Krys.. Sono qui!” Shannon scese da una bicicletta che aveva preso a qualche ragazzino.

“Shan...” Krystal tornò indietro e chiuse la portiera del taxi facendogli cenno che poteva andare.

“Sono uno stupido...”

“No, Shan... Io sono una stupida...”

“Krystal.. Come vorrei poter parlare senza preoccuparmi, senza quella sensazione che non mi fa dire che mi piaci per davvero, anche se non te l'ho detto... Perchè è squallido provarci solo per portarti a letto. E non me ne frega niente se dovrò aspettare ancora, aspetterò quand'è il momento e non sarà una volta sola. Spero più che posso che non sia soltanto sesso... Questa volta lo pretendo...” Shannon abbassò lo sguardo. Erano i versi di una canzone italiana che Shannon aveva ascoltato una volta per sbaglio ma che subito lo colpì. La sentiva sua, come se quelle parole le avesse scritte lui.

Tutti li guardavano, come se stessero assistendo alla scena di un film romantico.

Krystal rimase spiazzata da quelle parole. Erano poesia, erano musica, erano magia. Erano amore.

“Shan... Non me ne frega niente di quello che possono pensare i miei genitori... Io voglio stare con te... Perchè.. Finalmente posso dire che oggi sono io... Con te...”

“Krystal....”

“Shan..” si abbracciarono, stretti l'uno nell'altro.

Nonostante tutta la folla che li guardava con occhi sognanti, loro si sentivano soli, lei con lui e lui con lei.

“Sei importante...” sussurrò la ragazza.

“Lo sei anche tu...” rispose lui.

Un bacio li unì ancora di più.

“C'è una cosa che devo dirti, Krystal.” disse Shannon con lo sguardo magnetico che Krystal adorava.

“Cosa?” chiese Krystal con occhi innocenti.

Shannon continuò a guardarla e poi le si avvicinò all'orecchio.

Le sussurrò qualcosa e Krystal sorrise mentre le ragazzine che erano lì cominciarono di nuovo a saltellare dalla gioia con le lacrime agli occhi.

 

“Ci credi? Io ti amo.” riuscì a confessare Shannon. 

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Capitolo 16
*** Chapter 16. ***


 

“Allora?” chiese Shannon a Krystal guardandola dritta negli occhi.

“Allora che?” si trovavano nella stanza di albergo di Shan. Lui era seduto sul bordo del letto mentre lei era appoggiata alla porta del bagno.

“Non devi dirmi niente?”

“Io.. No...” Krystal si allontanò dalla porta mentre Shannon si alzò e con uno scatto veloce la raggiunse e le cinse i fianchi da dietro.

“Dove credi di andare..” le sussurrò scostandole i capelli e poggiando le sue labbra sul collo della ragazza.

“Shan.. Che fai...” sospirò Krystal.

Con la mano sinistra afferrò i capelli di Shane lo spinse più forte sul suo collo. Le piaceva sentire il suo respiro caldo sulla sua pelle e quelle labbra meravigliose che esploravano l'incavo tra il collo e la spalla.

“Siamo in un camera d'albergo.. Che vuoi che faccia?” chiese irritato Shannon.

“Io non sono ancora pronta, Shan...” disse Krystal liberandosi dalla presa.

“Krystal, guardami.” disse Shannon con tono fermo.

Le prese il viso tra le mani e la costrinse a incrociare il suo sguardo. Uno sguardo seduttore, passionale e allo stesso tempo dolce.

“Che vuoi?” sbuffò Krystal.

“Io ti aspetto...” il suo tono si addolcì.

“Shannon... Sono una seccatura... Non posso pretendere che tu stia con me senza... Beh... Fare sesso...”

“L'amore vorrai dire...?”

“Cambia qualcosa?” chiese ingenuamente Krystal.

“E certo che cambia, Krys..”

“Ci credo poco.. Sempre di scopare si tratta.. Se lo stai dicendo con la speranza di affrettare i tempi, stai sbagliando tattica!” Krystal incrociò le braccia sul petto.

“Ma che dici? MA tu mi ascolti quando parlo??”

“So solo che voi maschi pensate solo a quella cosa! E questo mi basta!” Shannon la guardò sbalordito.

Era come se Krystal non avesse proprio ascoltato una sola parola.

“Krystal mi prendi per il culo?” Krystal cambiò espressione. Era confusa.

“Perchè?” chiese.

“Stai continuando a dire cose che non c'entrano ninete con quello che ho detto io...”

“S-s-scusa...”

“Che succede?” sul volto di Shannon tornò quell'espressione dolce di poco prima.

“Tu sei sicuro?” cioè ci sarebbero un sacco di donne pronte a regalarti una notte di sesso... E io ho paura che tu.. Beh... Per l'attesa mi tradisca...” Shannon le si avvicinò e la abbracciò dolcemente cullandola come una bimba.

“Stupidina... So che ci sono un sacco di donne che mi cadono ai piedi, ma non mi interessano... Preferisco aspettare per poi avere te che cambiare ogni notte donna... Voglio cambiare, Krystal.. Per te...” continuava a stringerla a sé come se la stesse proteggendo da qualcuno.

“Shannon.. Devo crederti?” chiese amareggiata Krystal.

“Devi fidarti di me...”

“Non so se ci riesco...”

“Perchè no?”

“Non lo so.. Forse per i semplice fatto che sei un uomo... Non riesco a fidarmi del tutto di te...” Shannon mollò la presa.

“Krystal..” la guardò rattristito.

Il suo sguardo era morto, spento, sembrava l'avessero bastonato.

“Perdonami...” sussurrò Krystal.

“Troverò un modo per convincerti che di me puoi fidarti...”

“Io...” Krystal si bloccò di colpo.

“Tu...?” la incitò Shannon.

“Mi sento una stupida...” rise per il nervoso.

“Perchè?” chiese Shannon mentre giocava con una ciocca dei lunghi capelli di Krystal.

“Tu non sei un uomo.. Tu sei il mio uomo e io dovrei fidarmi a prescindere... Cioè mi fido... Però ho paura...”

“Non ti farò soffrire, promesso.”

“Sappi che non sopporto quando le promesse non vengono mantenute...”

“Ma io la manterrò. Ti prego, credimi..” Krystal guardò Shannon con sguardo speranzoso.

Sperava con tutto il cuore che lui mantenesse quella promessa. Gli avrebbe creduto e si sarebbe fidata di lui.

Ma cosa sarebbe accaduto se Shannon non avesse mantenuto la promessa? Questo pensiero la tormentava.

Lo strinse più forte che poteva, cercando di spazzare via quel pensiero.

“Ho dimenticato di dirti una cosa...”

"Dimmi.”

“Ti amo.” premette le sue labbra su quelle di Shannon e seguendo il battito del suo cuore lo riempì di baci.

 

Shannon le sarebbe stato fedele? L'avrebbe davvero aspettata? Avrebbe messo il suo lato animalesco da parte, per far spazio all'amore?

 

Krystal faceva ben a credergli? 

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Capitolo 17
*** Chapter 17. ***


 

“Dannazione!” imprecò Krystal cercando qualcosa dentro l'armadio. “Dove ti ho messo??”

“Tesoro a che ora viene il nostro ospite?” chiese sua madre entrando nella stanza.

“Tra 20 minuti dovrebbe essere qui e io non ricordo dove ho messo il vestito!”

“Calmati tesoro.. deve essere per forza lì. Cerchi quello a fior con la gonna a palloncino?”

“Si mamma! Quel vestito ce l'ho solo io.. L'ho disegnato io ed è su misura! Uff!” sbuffò disperata Krystal.

Krystal era un'artista a tutti gli effetti. Sapeva cantare, scrivere, recitare e disegnare. In tutto riusciva a metterci l'anima ma per lei cantare era vivere.

“Trovato!!!” urlò saltellando.

I suoi occhi azzurri brillavano di gioia e sul suo viso si allargava un sorriso splendente.

“Visto?” l'avevo detto che era lì.” disse la madre sorridente. “Adesso vestiti che il tempo stringe!” diede un bacio sulla fronte alla figlia e andò via.

Krystal era abbastanza agitata. Shannon era il primo uomo che presentava ai suoi genitori. In più era rimasta molto vaga sull'età. Non aveva detto ai suoi che aveva vent'anni in più di lei, tanto non li dimostrava.

Indossò il vestitino e si guardò allo specchio. Era uno dei migliori che aveva disegnato e le stava magnificamente. Era a fiori, tutto colorato, con il corpetto senza bretelle e la gonna a palloncino. Lo guardò soddisfatta, mise le scarpe e andò al piano di sotto.

“Sei fantastica Krystal.” disse il padre guardandola scendere le scale.

“Grazie..” non era abituata a sentirsi dire complimenti dal padre.

 

Proprio quando Krystal scese l'ultimo gradino bussarono alla porta.

Il suo cuore cominciò a battere più forte e la mano le tremava. La allungò verso la maniglia e aprì lentamente la porta mentre prendeva un lungo respiro.

“Ciao.” salutò il suo fidanzato con un sorriso da pubblicità.

“Ciao” le posò una mano sul fianco e le diede un bacio sulle labbra.con l'altra mano teneva un mazzo di rose blu.

“Queste sono per tua madre.”

“Che sei carino, le piaceranno un sacco!” esclamò Krystal facendolo accomodare.

Per l'occasione Shannon indossava una camicia bianca e dei pantaloni neri a tubo con dei mocassini di pelle nera. Gli si vedeva l'osso della caviglia e Krystal, per questo, impazziva. In un ragazzo guardava sempre gli occhi, le labbra, le mani, i polpacci e le caviglie e se le caviglie erano sottili con l'osso visibile se ne innamorava subito.

Shannon era davvero bello e Krystal lo guardava come se non avesse mai visto niente di così spettacolare. Shannon ricambiava lo sguardo.

“Sei bellissima!”

“Grazie!” lo prese per mano e lo portò nel salone dove suo padre stava guardando la tv.

“Papà! Lui è Shannon.. Il mio fidanzato.” James si alzò dalla poltrona e andò a stringere la mano a Shannon.

“Piacere di conoscerla signor Wallace!” Shannon sfoderò il suo meraviglioso sorriso.

“Piacere mio Shannon.” gli strinse la mano e gli sorrise amichevolmente.

Il padre di Krystal e Shannon si toglievano solo qualche anno ma sembravano molti di più.

“E lei è mia mamma!” disse Krystal trascinando Shannon verso la madre.

“Piacere Shannono, finalmente ti conosciamo.”

“Piacere mio signora questi sono per lei.”

“Oh che gesto carino ma non dovevi disturbarti, davvero.” Emily prese i fiori e li adagiò sul tavolino di vetro che c'era davanti al divano.

“Krystal fai fare il giro della casa a Shannon. Tra 10 minuti il pranzo sarà pronto.”

“Ok, andiamo!” lo prese per mano e lo portò fuori dal salone.

“Non sono davvero contenti di conoscermi, vero?” chiese Shannon abbassando la voce.

“Mia madre è davvero contenta.. Mio padre non lo so..” la voce di Krystal divenne un sussurro.

 

“Questa è la mia stanza!” entrarono e Krystal chiuse la porta dietro di seè restando appoggiata mentre osservava Shannon che guardava la stanza e che provava il letto.

“Vieni qui...” le disse con quella voce roca che Krystal amava.

La ragazza non se lo fece ripetere e andò a mettersi davanti a lui. Il viso di Shannon si trovava all'altezza dei seni di Krystal. Lei poggiò delicatamente le mani sulle sue guance e gli tirò su il viso.

“Che fai? Guardi??”

“Scusa !” disse Shannon facendo l'occhiolino.

Krystal si abbassò quel po' che bastava per poter sfiorare le labbra di Shannon. Lo baciò. Era un bacio voglioso e pieno di passione. Lo baciava con così tanto desiderio che riuscì a farlo distendere. Era sopra di lui e continuava a baciarlo come mai lo aveva baciato.

“Krystal.. Ci sono i tuoi di sotto.. Non mi sembra giusto!” Shannon scoppiò a ridere e Krystal si alzò di scatto toccandosi le labbra.

“Oddio scusami... Non so cosa mi sia successo. Dai scendiamo!” Krystal aprì la porta e Shannon la fermò.

“Non devi scusarti..”

“Io ti voglio, Shan...” gli sussurrò a pochi centimetri dalle labbra. 

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Capitolo 18
*** Chapter 18. ***


 

“Mi ricordo quando per il quarto compleanno di Krystal le regalammo il suo primo microfono. Avresti dovuto vederla come era contenta!” disse la madre di Krystal mentre erano seduti a tavola.

I genitori di Krystal erano a capotavola e Shannon e Krystal uno di fronte all'altra ai lati più lunghi del tavolo.

“Il lontano 1994...” disse Shannon. “Quello per me non era un bel periodo...”

“Perchè?” chiese Emily.

“Mamma!” la riprese Krystal.

“Non ti preoccupare Krys è una domanda normale.. Ma non mi va di rispondere.. Era un periodo davvero buio.. Tutto qui..” Shannon abbassò lo sguardo e continuò a mangiare.

“Pensa che Krystal..” continuò Emily. “Era così contenta di quel microfono che l'anno dopo lo portava ogni giorno all'asilo.”

“E' da allora che ho cominciato a cantare anche con i miei genitori!” disse sorridente Krystal.

“Io nel 95 avevo capito che la vita che stavo conducendo non era per niente bella e fu così che tornai a casa e iniziai a suonare con mio fratello..”

“Ma dovevi essere giovanissimo...” disse la madre di Krystal.

“Beh avevo i miei 25 anni...” i genitori della ragazza sgranarono gli occhi e Krystal si affogò con l'acqua. Tirò un calcio sotto al tavolo a Shannon.

“Ahi!”

“Ahahahah Shannon ha sempre voglia di scherzare!”

“Ma che dici?”

“Siccome tutti dicono ce lui sembra molto più grande di me, ogni volta fa lo scherzo dei vent'anni di differenza!” rise nervosamente e sorseggiò un altro po' d'acqua.

La madre cominciò a ridere mentre il padre restò accigliato.

“Invece scommetto che sei molto giovane.” disse Emily.

“Beh...” Shannon guardò Krystal in segno d'aiuto.

“Si mamma ha soltanto 27 anni.” questa volta fu Shannon ad affogarsi.

“Tutto bene?” chiese James con tono piatto e totalmente indifferente.

“Si, ma potreste scusarci un attimo?”

“Ma certo! Io nel frattempo prendo il dessert.” rispose Emily.

 

“Non gli hai detto che ho 42 anni??”

“Eeeehm.. Beh forse ho tralasciato questo particolare...” Krystal abbassò lo sguardo e cminciò a giocare con le dita, proprio come una bimba.

“Krystal!” esclamò Shannon. “Devi dirglielo.”

“Glielo dirò, ma non oggi..”

“Si può sapere perchè non glielo hai detto? E perchè non hai detto niente a me??”

“Shannon mio padre ha soltanto 5 anni in più di te... Non avrebbe accettato che io stessi con un suo coetaneo.” fece virgolette con le dita. “E' assurdo quando io andavo all'asilo tu avevi già 25 anni... Eri un uomo...” Krystal evitò lo sguardo di Shannon.

“Già.. E allora? Ora siamo qui e ci amiamo... No?” la abbracciò.

“Si... Hai ragione dirò la verità ai miei.. Ma quando tu non ci sarai.” accennò un sorriso.

“Va bene, piccola.” Krystal sospirò.

“Stiamo facendo la cosa giusta, Shan?”

“Amarti è la cosa più giusta che io potessi fare... Perchè mi fai questa domanda?”

“Perchè mi sono resa conto che quando io ero soltanto una bambina tu eri già un uomo e di sicuro avevi fatto tutte le esperienze....” Krystal si buttò sul divano.

Shannon prese posto accanto a lei e cominciò ad accarezzarle la schiena. Posò leggermente le sue labbra sulla spalla nuda di Krystal e ne respirò il profumo. Krystal fu pervasa da brividi.

“Perchè l'età deve essere un ostacolo? Stiamo bene... Non è questo che conta?” chiese Shannon mentre continuava a baciarle la spalla.

“Penso di si...”

“Pensi?”

“E' che... Shan... Io voglio sentirti mio, solo mio... Ma non ce la faccio... Ancora no..” una lacrima brillò sul viso di Krystal.

“Non sai quanto ti desidero, Krystal...”

“Davvero?”

“Si.. Voglio fare l'amore con te.. E questa attesa mi fa impazzire, lo ammetto.. Ma so che quando succederà sarà perfetto...”

“E io non vedo l'ora, Shan... Davvero!” si voltò verso di lui che aveva il mento poggiato sulla sua spalla.

Gli accarezzò la guancia con la mano sinistra e lo baciò. Ogni bacio aveva un sapore diverso, un significato diverso. Le loro lingue si intrecciarono, si cercavano dentro quel desiderio, parlvano senza parlare.

 

Il fuoco che li circondava li stava consumando eppure per loro non esisteva momento migliore di quello. 

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Capitolo 19
*** Chapter 19. ***


 

Dopo il mese passato a New York e l'ultimo week-end passato a casa di Krystal i due tornarono a Los Angeles.

“Mio fratello ha intenzione di iniziare a registrare il nuovo album. Che bello potrò suonare di nuovo la mia Christine.” quando Shannon parlava della sua batteria gli occhi gli brillavano.

“Wow..”

“Se vuoi qualche volta puoi assistere, sempre se a mio fratello non da fastidio.” fece una smorfia.

“Fa niente.. Non ti preoccupare, troverò il da fare.” Krystal sorrise e si voltò verso il finestrino dell'aereo.

Quel giorno Krystal era molto pensierosa e Shannon lo notò.

“Che hai piccola?” le chiese.

“Niente perchè?” rispose Krystal continuando ad evitare il suo sguardo.

“Mi sta evitando.”

“Sono solo stanca...” sbadigliò e chiuse gli occhi.

Shannon continuò a guardarla, seguiva la pancia che si gonfiava quando prendeva aria e si sgonfiava quando la buttava fuori.

Krystal stava respirando col diaframma da brava cantante qual era.

 

“Piccola siamo arrivati.” sussurrò Shannon all'orecchio di Krystal.

“Eh? Ah si.. Ciao!” gli diede un bacio sulla guancia e gli sorrise teneramente.

“Andiamo.” Shannon sorrise per l'espressione buffa di Krystal.

 

“Jay!” esclamò Shannon vedendo che il fratello era venuto a prenderli in aeroporto.

“Bro! Mi sei mancato!” i due si abbracciarono.

“Non so se ti ricordi di Krystal...” disse Shannon indicando la sua ragazza.

“Oh si, certo che mi ricordo! Ciao Krystal!” fece un sorriso smagliante.

“Ciao Jared!” ricambiò il sorriso e mise la valigia dentro il portabagagli.

Entrarono tutti e tre in macchina, Jared alla guida, Shannon accanto a lui e Krystal nel sedile posteriore.

“Allora come è andata? Mi manca New York!”

“E' andata benissimo! I genitori di Krystal sono davvero delle brave persone. E poi sono musicisti quindi ti lascio immaginare di cosa abbiamo potuto parlare in quei tre giorni.” Shannon si girò verso Krystal e sorrise.

“Mio fratello ti ha detto che ora ci chiuderemo in casa per circa un anno per registrare il nuovo album?” Jared la guardò dallo specchietto retrovisore.

“Si me l'ha detto...”

“Tu che progetti hai?” Krystal abbassò lo sguardo.

“Scriverò delle nuove canzoni... Credo...” Krystal sembrava essere a disagio. “Non vedo l'ora di arrivare a casa e dormire...” cercò di cambiare discorso.

Per tutto il resto del viaggio Krystal restò in silenzio ascoltando i discorsi strambi di Jared.

'E' una persona tutta da scoprire.' pensò.

 

“Eccoci arrivati!” urlò Jared per attirare l'attenzione di Krystal che sembrava fosse immersa nel suo mondo.

“Jared io torno dopo, sto un altro po' con lei, ok?”

“Va bene bro. Non fare troppo tardi!” disse facendo l'occhiolino e accennando un sorriso malizioso.

Shannon gli diede una pacca sulla spalla e scoppiò a ridere.

“Ciao Jay!” disse scendendo dalla macchina.

“Grazie Jared.. Ci vediamo!” disse Krystal uscendo dall'abitacolo.

 

“Casa dolce casa!” esclamò Krystal entrando nel suo appartamento.

“E' la prima volta che vengo qui.” disse Shannon. “Carino!”

“Grazie!” Krystal lo abbracciò e lo baciò.

Shannon cominciò ad accarezzarla dappertutto. I loro respiri si fusero in un unico respiro affannato. Si volevano.

I loro corpi si cercavano, le labbra si mordevano fino a quando Krystal si fermò, guardò Shannon negli occhi e gli tolse la maglietta.

“Sono pronta, Shan... voglio fare l'amore con te...” Shannon sorriso continuando a baciarle il collo.

“Sei sicura?” le chiese prima di continuare.

“Si...” Shannon non aspettò un secondo di più la prese in braccio e la portò in camera da letto.

Arrivati nella stanza le tolse la camicetta e la fece distendere sul letto. Si mise sopra di lei e cominciò a baciarle dolcemente il viso.

“Non ti farò male...” le aprì i pantaloni e glieli sfilò insieme alle mutandine.

Krystal teneva gli occhi socchiusi, l'eccitazione iniziava a farsi sentire. Shannon tolse anche i suoi pantaloni e si distese sopra di lei, le che per lui era un fiore.

“Se ti faccio male dimmelo...” entrò in lei molto lentamente stando attento alle espressioni di Krystal.

Lei inarcò leggermente la schiena e affondò le unghie nelle spalle di Shannon. Gemette di dolore.

“Scusa..” sussurrò Shannon.

“Continua.....” rispose in un sibilo Krystal.

Shannon la prese in parola e iniziò a spingere come se volesse entrare in lei per poi non uscire più. I gemiti di Krystal divennero di piacere e un sorriso si dipinse sul suo volto. Non poteva credere a quello che stava succedendo. Dallo stupro aveva sempre pensato che nessun uomo sarebbe stato inintimità con lei, eppure Shannon le aveva fatto cambiare idea.

 

Shannon spinse sempre più forte finchè tutti e due non raggiunsero quel piacere sublime. Shannon cedette e con tutto il peso si distese su Krystal.

“Shan... Non respiro...2 sussurrò Krystal tentando di respirare.

“Oddio scusa!” Shannon si alzò e velocemente si trovò accanto a Krystal.

Lei appoggiò la testa sul suo petto e respiro a fondo, sentendo sotto di sé il cuore di Shannon cominciare a calmarsi.

“Grazie...” disse Shannon posando le sue labbra sulla fronte di Krystal.

“Grazie a te, Shan...”

“Sei la mia piccola.... Ti ho.. Fatto male?”

“No Shan... E' stato meraviglioso...” si accoccolò accanto a lui.

I loro corpi ancora nudi profumavano di desiderio e passione.

“Shan...”

“Si?” Krystal alzò la testa e puntò a quegli occhi che tanto adorava.

“Mi hanno chiamata e inizierò un tour.... Da sola...... Per un anno.....” Shannon si alzò di scatto sui gomiti.

“Cosa??!?” 

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Capitolo 20
*** Chapter 20. ***


 

“Da quanto tempo lo sapevi, Krys??” Shannon stava infilandosi i pantaloni mentre Krystal copriva il corpo nudo con un lenzuolo.

“Da due settimane...”

“Due settimane?! Krystal ma porca miseria!” Shannon era in piedi davanti a lei la guardava con occhi infuocati dalla rabbia.

“Shannon questo è il mio sogno!”

“Ma potevi anche avvertirmi un po' prima che lo stavi per realizzare, dannazione!” si passò le mani tra i capelli, stava perdendo la pazienza.

“Non capisco perchè stai facendo così!” urlò Krystal mentre si metteva una felpa di sopra. Era di circa tre taglie più grande e ci nuotava dentro.

“Perchè... Perchè io non ti avrei mai fatto una cosa del genere!”

“Ah vorrei vederlo! Shannon stiamo parlando di quello per cui vivo, per cui viviamo! La musica! Anche tu avresti fatto lo stesso!” Shannon restò per un minuto in silenzio e poi riprese.

“Come l'hai saputo..”

“Il fratello di Mike si è proposto come manager e ha organizzato tutto.. Andrò anche in Europa...”

“Con Mike naturalmente!” sbottò Shannon.

“Ora che c'entra Mike!”

“Sono geloso, contenta?” i due si gridavano contro.

Le urla sembravano disperdersi per tutta la stanza sbattere contro le mura e ritornare indietro verso le loro orecchie.

“Dimmi qualcosa Krystal...”disse Shannon con sguardo afflitto.

“Non puoi prendere il posto che la musica da sempre occupa nella mia vita... La musica è tutto per me... E' tutto quello che posso dirti...” Krystal cercava comprensione da parte di Shannon, ma non la trovò.

“Va bene. Allora fai buon viaggio e fanculo tuto quello che è successo tra di noi.” Shannon la guardò per un attimo e poi uscì dalla stanza.

Krystal sentì la porta d'ingresso sbattere e il suo cuore fermarsi. Accese lo stereo e alzò il volume. Cominciò a cantare 'Remember when' di Avril Lavigne.

Remember when I cried to you a thousand times.

I told you everythin, you know my feelings.

It never crossed my mind that there would be a time for us to say goodbye.

What a big surprise.

But I'm not lost, I'm not gone, I haven't forgot.”

Le lacrime cominciarono a rigarle il viso. Lunghi fiumi neri le percorrevano le guance. Si buttò sul letto respirando a fondo in mezzo a quelle lenzuola dove ancora il profumo di Shannon giaceva immobile e quasi tangibile. Si addormentò cantando.

I remember when it was together 'till the end, now I'm alone again.

Where do i begin?

I cried a little bit, you died a little bit.

Please say there's not regrets and say you won't forget.”

 

Lo squillo del cellulare la fece balzare in piedi. Cercò il telefono dappertutto ma non lo trovava. Sperava fosse Shannon.

“Ti prego non bloccare!” continuò a cercare.

“Eccolo! Pronto??” la sua espressione cambiò.

“Ok, sarò pronta per le tre. Ciao.” al telefono non era Shannon ma Mike.

Quello stesso giorno sarebbe dovuta partire per iniziare il tour dalla sua città, New York. Preparò le valigie e prima di lasciare l'appartamento provò a chiamare Shannon ma era staccato e decise di lasciargli un messaggio in segreteria.

“Avrei voluto condividere con te questo momento di felicità. Pensavo che tu ci saresti sempre stato. Mi avevi promesso che non mi avresti mai fatto del male... Beh... Promessa infranta. Se mi avessi amato realmente avresti dovuto gioire con me... Io oggi parto.. Quindi... Addio.” riagganciò.

Respirò per l'ultima volta il profumo che era rimasto impresso su quelle lenzuola, prese le valigie e andò via.

 

Non si voltò, non tornò indietro. Si stava lasciando alle spalle tutto. Il suo unico e vero amore la stava aspettando. La musica era l'unica che, anche quando lei si allontanava, aveva sempre il coraggio di accoglierla a braccia aperte.

'Mi mancherai, Shan..' pensò. 

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Capitolo 21
*** Chapter 21. ***


 Salve a tutti! 
Volevo ringraziare coloro che seguono la mia FF, che l'hanno messa tra le preferite e chi la recensisce! Spero che continui a piacervi :)

Saluti Marsosi (?)
__Alibi_Echelon92






“Ehi che hai?” chiese Mike appena vide la faccia di Krystal.

“Niente...”

“E' per quel tizio?” sottolineò la parola 'tizio' per far capire che Shannon non gli piaceva.

“Quel tizio è...” Krystal si bloccò. Non sapeva più come definire Shannon. “No.. Non è per lui...” tagliò corto.

Decise di stare in silenzio durante il tragitto contemplando il paesaggio.

'Arrivederci L.A.' pensò.

Il silenzio fu rotto da Mike che accese la radio.

 

E sai qual è l'ultima, mio caro Jason?! E' una notizia freschissima!”

No! Dimmi Catherine!”

Il batterista dei 30 Seconds To Mars, Shannon Leto, si è lasciato con la ragazza con cui stava da poco più di un mese!”

Beh devo dire che ha superato il suo record!” i due scoppiarono in una risata rumorosa. “Ora sei libera di provarci, mia cara Catherine.. So che hai un debole per quest'uomo!”

Jason smett..” Krystal spense la radio

 

'Troia.' pensò mentre una morsa le stringeva il cuore. Già tutti sapevano che si erano lasciati. Tutti tranne lei. Pensava fosse stata solo una stupida litigata e invece...

Guardò Mike con la coda dell'occhio, era come se non avesse sentito niente. Non si era nemmeno accorto che Krystal aveva spento la radio.

'La ragazza di un mese... Non sanno nemmeno chi sono... Oppure... Hanno voluto tenerlo privato...' cominciava a farsi le sue seghe mentali.

L'amore l'aveva indebolita. Non era più l'osso duro di qualche mese prima e pensava che le mancasse il coraggio per affrontare quella situazione. Non voleva più partire. Toccò il ciondolo a forma di chiave di violino e sorrise.

'Io vivo per la musica! E lei è l'unica che merita le mie lacrime.' cercava dentro di sé la carica per cominciare. Per ricominciare senza Shannon, senza nessuno che la amasse. Si preparava un bel periodo per lei. Chissà come l'avrebbe vissuto.

 

Nel frattempo a Los Angeles.

 

Shannon stava suonando la batteria. Era arrabbiato e si capiva da come suonava. Era tutto sudato e teneva la testa bassa. Seguiva il ritmo con tutto il corpo e sembrava volesse diventare tuttuno con la sua Christine.

“Shannon, Shannon, Shannon!” suo fratello Jared entrò nella stanza. “E' da quando sei rientrato che suoni in questo modo brutale... Che cosa è successo?!” alzò la voce per farsi sentire.

Shannon si fermò di botto bloccando i piatti con le mani per far smettere le vibrazioni.

“Se n'è andata Jared! E' andata ad inseguire il suo sogno...” Jared fece una faccia strana, si buttò sul divano, accavallò le gambe poggiando il gomito sulla gamba destra e sorreggendosi la testa con la mano. La mano sinistra penzolava tenendo stretto il BB e il piede destro si muoveva come se seguisse una musica inesistente.

“Non capisco.” mise il broncio strappando un sorriso al fratello.

Subito dopo Shannon tornò serio.

“E' partita per un tour che durerà circa un anno...”

“Woooow! E qual è il problema?” chiese Jared.

“Non mi ha detto niente per due settimane l'ha tenuto nascosto... E parte con quel Mike che.. Grr...” Shannon impugnò la bacchetta con tutte e due le mani e, ruggendo, fece finta di spezzarla immaginando che al posto della bacchetta ci fosse Mike.

“Sei geloso?” chiese stupito il fratello.

“Potrebbe darsi!” rispose Shannon serrando le labbra e guardando altrove.

“Shan... Anche tu avresti fatto lo stesso...”

“Io l'avrei avvertita un po' prima...”

“Dimmi cosa ti fa realmente arrabbiare... So che non è per il fatto che non te l'abbia detto subito.” Shannon si alzò dallo sgabello e andò a prendere posto accanto al fratello. Si addossò allo schienale e sbuffò.

“Come fai a capirmi sempre?”

“Sei il mio fratellone!” esclamò Jared prendendo la testa di Shannon e cominciando a scompigliargli i capelli. “Allora dimmi cosa c'è.” Jared si ricompose e tornò ad assumere quella posizione alquanto femminile.

“Abbiamo fatto l'amore finalmente... E' stato fantastico... E poi... E' svanito tutto... Lei è mia capisci? Ed averla lontano mi fa stare male...”

“Glielo hai detto?”

“No..”

“E bravo il coglione. Ricorda che non tutti riescono a capirti come faccio io, Shan.. Magari lei voleva soltanto sentirselo dire..”

“Mi ha detto che io non potrò mai prendere il posto che la musica ha nella sua vita..”

“Penso che nemmeno lei possa farlo nella tua...” Shannon guardò il fratello.

Gli occhi di Jared erano il ghiaccio mentre quelli di Shannon erano il sole. Si fissarono per alcuni minuti. Si stavano parlando senza l'uso della parola.

“Forse hai ragione..”

“Io ho sempre ragione!” urlò Jared entusiasta.

Shannon lo guardò con disapprovazione.

“Ok, forse non sempre...” l'entusiasmo si spense. “La ami?”

“...... Da morire.....”

“Aspettala e non combinare casini!” Shannon annuì in silenzio.

Non si era nemmeno reso conto della risposta che aveva dato al fratello.

La situazione era più seria di quello che si aspettava e nel frattempo Krystal gli mancava da impazzire.

Ricominciò a suonare cercando in quei battiti una risposta sensata a tutte le sue domande. 

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Capitolo 22
*** Chapter 22. ***


 

Krystal – New York.

 

“Come ti senti?” le chiese Mike mentre le massaggiava le spalle.

Erano in camerino davanti allo specchio. Krystal aveva una lunga treccia castana che le scenedeva delicatamente sulla spalla sinistra. Indossava una camicia aderente bianca, infilata dentro i pantaloni neri, aderenti anche questi.

“Sono emozionata ma va bene.” sorrise debolmente.

Le si leggeva in viso che le mancava qualcosa, che aveva bisogno di qualcuno. I suoi occhi azzurri erano limpidi e trasparenti come l'acqua. Ci si poteva guardare attraverso e capire in meno di un secondo che c'era qualcosa che non andava.

“Krys..” Mike avvicinò le sue labbra all'orecchio di Krystal. “Sei meravigliosa..” le sussurrò.

Le stampò un dolce bacio sulla guancia, respirò il suo profumo e si allontanò.

“Grazie Mike..” disse timidamente Krystal. “Sono pronta!” si alzò di scatto dalla sedia e andò verso la porta del camerino. La aprì e si voltò di nuovo verso Mike.

Gli sorrise ed uscì.

 

Il concerto era andato benissimo. C'erano un sacco di persone e Krystal aveva messo l'anima in ogni canzone.

“E' il momento di fare qualche autografo.” disse Mike.

“Arrivo!” rispose Krystal sciogliendo la treccia.

Indossò qualcosa di più comodo ed uscì. Fu accolta da un sacco di ragazzi e ragazze che aspettavano soltanto lei. Sul suo viso si allargò un sorriso adorante. Non poteva credere ai suoi occhi. Cominciò a fare auografi e foto insieme ai fans.

“Come ti chiami?” chiese ad una ragazzina che poteva avere si e no 15 anni.

Aveva dei grandi occhi castani, i capelli, anch'essi castani, erano rasati ai lati e lunghi di dietro. Guardava Krystal con sguardo sprizzante di gioia.

“Sarah.” rispose sfoderando un enorme sorriso.

Le porse una specie di diario e Krystal riconobbe uno dei tanti bracciali che la ragazza portava al polso destro.

“Ma quelli sono i Glyphics...”

“Si! Sono un'Echelon!” Krystal firmò il diario alla ragazza e glielo tornò indietro. “Ho saltato di gioia quando ho saputo che il nostro Shanimal stava con te e stava provando a mettere la testa a posto.. Ma poi ti ha lasciata e quindi capii ce mi sbagliavo.. Rimarrà per sempre Shanimal.. Non c'è niente da fare...” sbuffò e abbassò lo sguardo.

Krystal cercò di sorridere, accarezzò la guancia della ragazza e la guardò negli occhi come se fosse una sorellina da rassicurare.

“Non mi dimenticherò mai di te Sarah.. Grazie..” si sorrisero e si abbracciarono sotto gli occhi di tutti i fans.

“Spero che tu e Shan torniate insieme.” Krystal le sorrise e si incamminò verso la macchina.

“Soddisfatta?” chiese Maxuel, il fratello di Mike nonché manager i Krystal.

“Moltissimo!” esclamò Krystal.

 

Una settimana dopo.

 

E allora Jason, il grande giorno è arrivato!”

Eh già Catherine! Oggi abbiamo un ospite d'onore!”

Lo annunci tu o ci penso io?”

Beh penso che lui preferisca essere annunciato da te, Catherine!”

Ok! Oggi con noi c'è il famosissimo batterista dei 30 Seconds To Mars, Shannon Leto!”

Buongiorno!”

'Bene..' pensò Krystal mentre si truccava.

Era nel bagno della sua stanza d'albergo e stava ascoltando la radio. Ascoltò tutta l'intervista. La voce di Shannon era un insieme di artigli che le graffiavano l'anima. Roca, bassa e terribilmente sensuale.

Che ci dici dell'amore, Shannon?” chiese Catherine.

E' un argomento di cui non voglio parlare.”

Ok e noi rispettiamo la tua scelta.. Ma voglio farti soltanto una domanda, posso?”

Posso decidere di non rispondere se non mi va?”

Certo!”

Allora va bene!”

Credi al 'per sempre'?”

No. Non ci credo. Niente è per sempre tranne la musica. Non ho creduto al per sempre nemmeno quando ero realmente innamorato.”

Krystal sentì il cuore spezzarsi. Spense la radio e corse in camera. Prese il suo quaderno delle canzoni e cominciò a scrivere. L'affermazione di Shannon le aveva dato l'ispirazione per un nuovo testo. Lo avrebbe rincontrato e avrebbe fatto di tutto per riconquistarlo.

Lei lo amava e non poteva non farlo. 

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Capitolo 23
*** Chapter 23. ***


 

Shannon – Los Angeles.

 

“Grazie per aver accettato il nostro invito, Shannon!”

“Grazie a te per avermi invitato.” Shannon guardava la radiofonica.

Era davvero bella. Capelli biondi e occhi verdi. Aveva un viso d'angelo ma si capiva che sotto nascondeva un diavolo.

'Proprio quello che mi ci vuole..' pensò.

“Beh, Catherine, che ne dici se uscissimo stasera?” gli occhi di Catherine si illuminarono.

“Come potrei dire di no!” gli diede l'indirizzo e si misero d'accordo per le 20:30.

 

“Bro, stasera non ci sono.” disse Shannon entrando a casa.

Jared era intento a bollire delle verdure. Sembrava più confuso che persuaso.

“Ma perchè ti ostini a mangiare queste cose. Stai infettando la casa!”

“Shannon ma sempre che ti lamenti sei! Non solo non ti costringo a mangiarle ma pure ti lamenti! Mah!” sbuffò Jared.

“Ok, hai ragione. Scusa.” disse Shannon mentre apriva il frigo per cercare qualcosa di commestibile.

“Dove vai stasera?”

“Esco.”

“Non ti ho chiesto cosa fai ma dove vai, idiota!” più che due fratelli sembravano un fratello e una sorella. Naturalmente Jared era la sorella.

“Vado a casa mia.” Jared mollò il coperchio della pentola che cadde sul piano cottura.

“Con chi?”

“Fatti miei.”

“Shannon che cazzo stai combinando?”

“Jared non cominciare a fare il rompiscatole. Ho 42 anni e so badare a me stesso.”

“Ho i miei dubbi.”

“Fanculo.”

“Grazie.”

Shannon chiuse il frigo e si preparò un panino con tutto quello che aveva trovato.

“Sai Krystal sta facendo sold out con i concerti.”

“Buon per lei.” rispose freddo Shannon.

“Perchè fai così?”

“Perchè non mi va di parlarne.”

“Ma mi avevi detto che la amavi.”

“Beh mi sbagliavo.”

“Fai schifo.”

“Lo prenderò come un complimento.”

I due fratelli mangiarono in silenzio. Non si guardarono nemmeno in faccia.

 

“Questa è casa mia.”

“Wow! Che vista spettacolare!”

“L'ho presa per questo.” disse Shannon avvicinandosi a Catherine.

La ragazza si voltò verso di lui.

“Sai che sei bellissimo...” disse con tono provocatorio passandogli un dito dal collo fino ai pettorali.

Shannon la prese e la baciò con violenza. Respiravano come se stessero correndo per una maratona. La prese in braccio e la portò sul divano. Quel divano sul quale, qualche mese prima, era stato con Krystal. Tutto ad un tratto fu come se una freccia lo colpì in pieno petto. Si fermò e si alzò di scatto. Si passò una mano sulla fronte guardandosi freneticamente attorno.

“Scusa, scusa, scusa... Io.. Non ce la faccio... Ti chiamo un taxi...”

“Ma..”

“Scusami davvero.” Shannon chiamò un taxi per Catherine e la congedò.

Rimase da solo a contemplare il panorama che gli si presentava davanti.

Due luci azzurre di un locale gli ricordarono gli occhi di Krystal, l'unica donna che abbia mai realmente amato.

“Krys..” sussurrò a quelle luci. “Dove sei?... Mi manchi... E non riesco nemmeno a tradirti... Che mi hai fatto?” appoggiò la fronte al vetro dell'enorme finestra, sospirando.

Stava soffrendo, per la prima volta nella sua vita anche lui soffriva per qualcosa che non credeva potesse esistere per lui, l'Amore. 

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Capitolo 24
*** Chapter 24. ***


  

2 mesi dopo – Novembre 2012.

 

Krystal aveva ricevuto una notizia grandiosa. L'album stava vendendo milioni e milioni di copie e l'inedito stava facendo il giro di tutte le radio. Era contenta e il suo pensiero volava sempre verso Shannon. Lui aveva creduto in lei sin dall'inizio. Lui l'aveva salvata dalla depressione. Lui le aveva rianimato il cuore.

Pronto?”

“Pronto Jared! Sono Krystal, ricordi?”

Certo che mi ricordo, Krys! Quanto tempo! Come va??”

“Bene ma potrebbe anche andare meglio! Te??”

Tutto ok! A cosa devo questa chiamata?”

“Ho bisogno di parlarti ma preferirei farlo di persona.”

Mmm.. C'entra mio fratello?”

“In un certo senso...”

Perfetto! Dove ci vediamo?”

“Davanti l'hotel che sta di fronte le colline di Hollywood. Tra un'ora!”

Un'ora?? Ma devo finire di mettermi lo smalto!” sbuffò.

“Non mi interessa!”

Ok ok, ci vediamo lì tra un'ora.” rispose con tono vinto.

 

“Dove vai?” chiese Shannon al fratello.

“Devo incontrare una persona.”

“Deve essere importante visto che hai messo lo smalto in una sola mano!”

“Aaaah non me lo fare ricordare!”

“Chi è?”

“Saranno anche un po' fatti miei, non credi?”

“Da quando ci sono segreti tra noi?”

“Da quando tu non mi hai più reso partecipe della tua vita, Shan.” Jared divenne serio e i suoi occhi colpirono quelli del fratello.

Durante quei due mesi si allontanarono. Shannon non era più lo stesso e ogni volta evitava ogni tipo di domanda o argomento.

“Non riesco a portarmi a letto una donna, Jay... Non ce la faccio... Ogni volta che ci provo c'è qualcosa che mi ricorda Krystal. Anche guardare i tuoi occhi mi fa male... Sono così simili ai suoi...” abbassò lo sguardo. “Allo stesso tempo però ho paura di incontrarla di nuovo. Di averla davanti a me, perchè...” esitò.

“Perchè?” chiese Jared cercando di capire i sentimenti del fratello.

“Perchè con lei sarebbe qualcosa di serio.. E ho paura di stancarmi... Ho paura del 'per sempre'...”

“Ne ero più che convinto...” sospirò Jared.

“Che devo fare?” chiese Shannon, non tanto a suo fratello quanto a se stesso.

“Non so che dirti... Ora mi dispiace ma devo andare..” Jared diede un bacio sulla fronte a Shannon e scappò.

Shannon sprofondò sul divano e socchiuse gli occhi immaginando un ipotetico incontro con Krystal.

 

“Jared!” Krystal sventolò la mano per farsi vedere.

Jared si voltò verso di lei e quasi non la riconobbe.

“Ma che fine hanno fatto i tuoi lunghi capelli??” chiese abbracciandola.

“Li ho accorciati un pochino.” fece un sorriso da bambina e uscì la lingua strizzando l'occhio.

Ora i capelli di Krystal erano lunghi fino alle spalle ed erano tagliati a scalare. Portava la riga di lato e un corta frangettina laterale. Il sole le baciava la pelle bianca e il suo sorriso sprigionava un'energia pazzesca.

“Stai benissimo..” disse Jared imbarazzato da tanta bellezza.

Era come quando si guardava allo specchio. Rimaneva sempre senza parole quando guardava i suoi quasi 41 anni dentro quel corpo magnifico.

“Allora.. Che dovevi dirmi?”

“Ho bisogno del tuo aiuto!” rispose Krystal prendendolo a braccetto.

“Sono tutto orecchie!”

“Sono stata invitata agli EMA!” gli occhi di Krystal divennero ancora più luminosi.

“Davvero??? Sono contentissimo! Ci saremo anche noi, sai?? Io devo presentare una premiazione!” Jared applaudì velocemente e sembrava un bambino.

“Quindi Shannon ci sarà?”

“Certo...”

“Io avrei in mente una cosa, ma deve restare tra di noi!”

“Ho la bocca cucita!” fece il gesto di cucirsi la bocca.

“Perfetto allora ascolta attentamente.”

Parlarono per un bel po' di tempo. Krystal non chiacchierava così con qualcuno da molto tempo. Con Jared stava a suo agio e lo stesso valeva per lui. Si somigliavano molto sia come carattere che come aspetto fisico. Jared sarebbe potuto essere suo padre e forse solo un fratello super-maggiore.

“Davvero un'idea fantastica, Krys! Spero che mio fratello capisca...”

“Come sta?”

“Non tanto bene... Ti pensa... Ti pensa costantemente.”

“Wow..” disse Krystal abbassando la voce.

Jared guardò l'orologio.

“Si è fatto tardi è meglio che torni a casa. Mi ha fatto piacere parlare un po' con te. Sei davvero speciale.” i due si abbracciarono.

“Grazie mille Jared, davvero.” gli sussurrò all'orecchio.

 

Krystal sperava con tutto il cuore che la sera delle premiazioni tutto sarebbe andato come immaginava. Voleva arrivare al cuore di Shannon e ci sarebbe riuscita se solo lui glielo avesse permesso.

'Non aver paura, Shan...' pensò mentre tornava a casa. 

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Capitolo 25
*** Chapter 25. ***


 

 

All'interno di questo capitolo ci sarà la canzone dei Negramaro 'Una volta tanto'. E' stata questa che mi ha ispirata. Ovviamente dato che sarà cantata da Krystal dovrebbe essere in inglese ma io naturalmente la lascio in italiano per agevolare le cose sia a voi che a me XD vi consiglio di ascoltare la canzone mentre leggete, rende tutto migliore. *_*

Ringrazio tutti coloro che seguono la mia FF! Spero vi piaccia. Un bacione.

__Alibi_Echelon92

 

 

17 Novembre 2012 – Los Angeles. Serata degli EMA.

 

Quella sera Krystal era più emozionata del solito, più emozionata di quando doveva fare un concerto. Quella sera era speciale per lei e non per la serata in sé ma per quello che aveva in mente lei. Le avevano chiesto se tra una premiazione e l'altra avrebbe voluto cantare l'inedito che aveva fatto uscire all'inizio del tour, così dal nulla. Lei aveva accettato. In quella canzone c'era tutta la sua anima, tutti i suoi sentimenti li aveva impressi su quel foglio e li aveva trasformati in musica. Tutto questo lo aveva fatto pensando a quell'uomo che, quella sera, era seduto almeno 5 file davanti a lei. Non si erano ancora incontrati e lei non sapeva se lui sapeva che lei era lì.

Vide Jared alzarsi in piedi, questo significava che da lì a poco sarebbe stato il suo momento. Jared l'avrebbe presentata e lei avrebbe cantato su quel magnifico palco, davanti a tutta quella gente, fans e colleghi, ma soprattutto davanti a Shannon.

 

“E adesso ascolteremo la voce angelica di una ragazza a dir poco spettacolare. Lei è una persona determinata e fa di tutto per realizzare i suoi sogni. Ecco perchè è qui. Vuole realizzare un suo sogno. Vi canterà l'amore.... Quando ho sentito questa canzone sono stato attraversato dai brividi. E' davvero qualcosa di magico. Chiudete gli occhi e assaporate ogni singola nota e ogni singola parola di questa magia. Lei è Krystal Wallace e ci canterà il suo inedito 'Una volta tanto'.”

Krystal salì sul palco accompagnata dagli applausi dei presenti. Indossava un tubino rosso arricciato ai lati e delle decoltès con plateaux di vernice rossa. Shannon la guardò sbalordito.

“Perchè non mi hai detto che era qui?” chiese quando Jared prese posto accanto a lui.

“Stai zitto e ascolta!”

Cominciò la musica. Krystal teneva gli occhi chiusi. Li aprì quando iniziò a cantare. E per tutta la canzone guardò Shannon.

 

Se chiudo gli occhi non ci sei in fondo a tutti i miei vorrei.

Almeno tu lasciassi scia, saprei come lavarti via.

Se chiudo gli occhi dove sei davanti a tutti i dubbi miei.

Almeno tu lasciassi scia, saprei come mandarti via.

Una volta tanto dimmi sempre, sarà per sempre.

Quanto ti costa dirmi sempre se poi sempre è una bugia.

Prendimi in giro e dimmi sempre, sarà per sempre.

Ma che ti costa dirmi sempre se poi sempre è una bugia.

Se chiudo gli occhi forse sei tutti gli errori quelli miei.

Almeno tu fossi poesia, saprei cantarti e così sia.

Chiudessi gli occhi affogherei. E' un fiume in piena di vorrei.

Se almeno tu lasciassi scia, saprei seguirti e andare via.

Una volta tanto dimmi sempre, sarà per sempre.

Quanto ti costa dirmi sempre se poi sempre è una bugia.

Prendimi in giro e dimmi sempre, sarà per sempre.

Ma che ti costa dirmi sempre se poi sempre è una bugia.

Se chiudo gli occhi non ci sei.

Se chiudo gli occhi dove sei?

Una volta tanto dimmi sempre, sarà per sempre.

Quanto ti costa dirmi sempre se poi sempre è una bugia.

Prendimi in giro e dimmi sempre, sarà per sempre.

Quanto costa dirmi sempre se poi sempre è una bugia.

Se chiudo gli occhi non ci sei in fondo a tutti i miei vorrei.

Almeno tu lasciassi scia, saprei come lavarti via.

 

Tutto il pubblico si alzò in piedi per applaudire a quella ragazza che aveva fatto battere il cuore a milioni di persone. Shannon non si alzò. Restò immobile ad ammirare tutto ciò che aveva sempre desiderato ma che stava facendo scappare. Jared si girò a guardarlo.

“Non ti alzi?”

Shannon non rispose, si alzò e andò via verso le quinte.

Krystal se ne accorse e lo rincorse per tutto il corridoio.

“Shan!” urlò fermandosi.

Shannon si fermò a sua volta e si voltò lentamente.

“Krystal...” deglutì a fatica.

Sembrava stesse trattenendo il respiro o forse il pianto.

“Shan io devo parlarti...” gli si avvicinò quel tanto che bastava per poter finalmente identificare il colore dei suoi occhi quella sera. Erano verdi.

Lui continuò a non muoversi.

“Volevo soltanto dirti che... So che qualunque strada io avessi intrapreso, qualunque vita io avessi vissuto mi sarei comunque innamorata di te perchè il mio cuore non riesce proprio a farne a meno...” una lacrima le rigò il viso candido.

Shannon tremava. Anche lui avrebbe voluto piangere. Avrebbe voluto abbracciarla e tenerla stretta al suo petto accarezzandole i capelli. Ma riuscì soltanto a reprimere tutte quelle emozioni che gli facevano esplodere il cuore.

“Non posso prenderti in giro... Non ce la faccio... Ti amo così tanto da non volerti più fare del male a costo di farlo a me stesso... Non posso dirti che sarà per sempre se non ci credo... Non mi fido di me stesso, Krys.. E non dovresti farlo nemmeno tu... Sei stata meravigliosa su quel palco.... Addio...” si voltò e andò via.

 

Krystal lo guardò finchè non sparì del tutto. Rimase spiazzata da quelle parole. Era come se un filo, quel filo che li teneva legati, si fosse spezzato. Lo sentì tornare indietro e riavvolgersi all'interno del suo cuore, come un gomitolo di lana. 

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Capitolo 26
*** Chapter 26. ***


 

Shannon – Los Angeles.

 

“E' finita per sempre...”

“Pensavo che al per sempre non ci credevi, Shan!” urlò Jared strattonando il fratello.

“Jared lasciami in pace!” si tolse le mani del fratello dalle spalle e lo spinse verso il muro. “Stai sempre a dirmi cosa devo o non devo fare! Mi rimproveri per ogni decisione che prendo! Come mi fai incazzare tu non lo sa fare nessuno!”

“Tu sei incazzato con te stesso, Shan! Prova a guardarti un po' dentro... Ti stai distruggendo con le tue stesse mani! Tu la ami, Shan! Perchè devi continuare a farti del male?!” poggiò le mani sul tavolo e avvicinò il suo viso a quello di Shannon con aria di sfida.

“Perchè altrimenti farei del male a lei.. E questa è l'ultima cosa che voglio!”

“Lasci sempre andare via tutte le cose belle che ti circondano. Le fai scappare da te facendo credere di essere un mostro. Ma io so come sei.. E questo non sei tu, Shan... Smettila di prenderti in giro.. Lei è tutto ciò che stavi aspettando, tutto ciò che desideri. Lei è la tua nuova musica, quel motivo per cui andare avanti.” Jared si avvicinò al fratello e lo strinse in un forte abbraccio.

“Perchè non penso di poter essere felice con una sola donna al mio fianco?”

“Perchè nessuno ti ha mai insegnato ad amare... Hai conosciuto l'amore Hippy ma lì tutti amano tutti, nessuno sa legarsi seriamente ad una persona...” Shannon accennò un sorriso pensando a quei tempi.

“Bro... Come farei senza di te?”

“A quest'ora non saresti qui, questo è poco ma sicuro... Ho avuto tanta paura di perderti quando eravamo dei ragazzini.. E ora non voglio nemmeno che questo pensiero mi sfiori la mente.. Io non posso perderti, Shan... Sei la persona che più mi completa su questa terra e non posso vederti in questo stato...” Shannon guardò dentro quegli occhi azzurro cielo.

Vide riempirli di lacrime e far sgorgare la sincerità e l'amore profondo di un fratello.

“Dio quanto ti voglio bene, Jay!” lo abbracciò.

Niente li avrebbe divisi. L'uno viveva per l'altro e viceversa.

 

Krystal – Montreal, Canada.

 

Krystal se ne stava distesa sul suo letto d'albergo, fissava il soffitto e, come al solito, si affidava alla sua amata musica.

What I'd do to have you here?” cantava con tutto il dolore che le circolava nel sangue.

Krystal! Krystal!” Mike stava bussando alla porta della stanza di Krystal ma lei non sentiva. “Cazzo! Krys! Apri questa porta!” Krystal tolse una cuffia e sentì bussare.

Chi è?”

Mike!” Krystal aprì e fece accomodare Mike.

Scusa, avevo le cuffie...”

L'avevo capito!”

Non alzare la voce con me Mike!”

Non sto alzando la voce!”

Si invece!” Mike sbuffò e prese posto sulla sedia che c'era vicino la finestra.

Dannazione, Krystal! Ma che cavolo ti sta succedendo! Sei sempre di cattivo umore! Non ti si può dire niente e ti incazzi... Che hai?” il suo tono si addolcì.

Non ho niente, Mike.. Niente che può guarire o che tu puoi far passare. E' un dolore che resterà per sempre. Ma imparerò a conviverci...”

Sei sicura di non voler posticipare il concerto di domani?”

Si! Forse cantare davanti a tutti i miei fans è l'unica cosa che mi fa stare meglio per almeno due orette..” Mike la avvolse tra le sue braccia.

Tu sei forte, Krys. Non farti buttare giù da qualcuno che non merita nemmeno le tue lacrime...” le diede un bacio sulla fronte e si avviò verso la porta.

Mike...” Krystal si voltò a guardarlo.

Mike si fermò davanti la porta ma non si girò.

Resta con me stanotte...” Mike lasciò la maniglia della porta e si voltò lentamente.

Perchè questa proposta?”

Perchè non ho voglia di stare sola... Ho paura di ricominciare a bere...” Mike le prese il viso tra le mani. Le passò delicatamente i pollici sulle guance per asciugarle le lacrime. Lei posò le sue mani su quelle di Mike e lo guardò negli occhi.

Grazie...”

Per te tutto, Krys...” le loro labbra si incontrarono e scoppiarono in un gioco di fuochi.


 

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Capitolo 27
*** Chapter 27. ***


 

Ok, ora ascoltatemi bene. Indossate le cuffie e fate partire 'Wish you were here' di Avril Lavigne! Leggete il capitolo con questa canzone in sottofondo. Spero vi piaccia!

Ringrazio tutti quelli che mi seguono e che mi recensiscono.

Un bacio.

__Alibi_Echelon92

 

 

Krystal – Montreal, Canada.

 

La luce del sole attraversava la finestra e baciava il viso di Krystal. Al suo fianco c'era Mike. La teneva stretta al suo petto nudo e le disegnava strani ghirigori sulla spalla. La ragazza si svegliò e si alzò di scatto tenendo il lenzuolo stretto al petto per coprire il corpo nudo.

“O mio Dio...” si portò una mano davanti la bocca e sgranò gli occhi. “Che ho fatto?”

“Krys.. Calmati..” Mike si mise seduto e le accarezzò un braccio per tranquillizzarla.

“Mike dimmi che noi due non....”

“Si...”

“Merda!” si alzò dal letto cercando i vestiti.

“Sei stata tu a chiedermi di restare!”

“Ma non volevo finisse così!” si mise il reggiseno e le mutandine. “Cazzo, cazzo, cazzo...”

“Perchè no?”

“Perchè non ti amo...” cessò per un attimo la ricerca frenetica dei jeans e guardò Mike.

Gli voleva bene ma non lo amava. Vide il suo sguardo spegnersi a poco a poco, lo aveva illuso.

“Perdonami, Mike...” sussurrò avvicinandosi a lui.

“Dovevo capirlo...” disse lui abbassando lo sguardo. “Mi hai chiamato Shannon... Tutta la notte....” Krystal aprì la bocca come se volesse dire qualcosa ma non uscì nessun suono.

Non riusciva più a sentire la presenza del suo corpo in quella stanza. Era volata lontano solo dove Shannon sapeva raggiungerla. Rimase immobile seduta su quel letto. Non respirava, non sentiva il suo cuore battere. Lei, lei non c'era. Era sempre rimasta dentro quella casa a Los Angeles, dove tutto ebbe inizio e dove tutto ebbe fine.

'Fine, che parola priva di significato, per noi, adesso.' pensò Krystal. 'Tre noi non esiste la parola fine, vero Shan? Noi siamo per sempre, anche lontani. Senza toccarci, senza parlarci, senza viverci, nonostante questo noi non conosceremo la parola 'fine', no?' avrebbe voluto sentire la voce di Shannon darle una risposta, quella risposta che forse non sarebbe mai arrivata.

“Krys.. Io vado.. Ci vediamo direttamente stasera per il concerto.. Ciao..” Mike uscì dalla stanza lasciando la ragazza di cui era innamorato ma che non ricambiava, da sola con i suoi pensieri.

“Ciao.” disse distrattamente Krystal continuando a guardare un punto fisso.

“Vorrei tu fossi qui...”

 

 

“Stasera voglio vedervi piangere, ridere, urlare, cantare, ballare e toccare il cielo con un dito! Non avete scuse! Vi vedo tutti uno per uno! Vedo la luce nei vostri occhi e voglio che dedichiate questa serata a tutte le persone che amate! Oggi ci sarà una sorpresa per voi!” un boato si alzò da quella folla e salì fino al cielo svegliando persino le stelle.

“Ho invitato una persona, stasera. Canterò una sua canzone e volevo che lei cantasse insieme a me. Sono una sua fan e ogni sua canzone mi rappresenta. Questa canzone la dedico alla persona di cui mi sono innamorata. La persona che mi ha salvata.” sullo schermo alle spalle di Krystal spuntò una foto che ritraeva lei e Shannon sorridenti e con gli occhi pieni di gioia. Erano distesi sul letto e a scattare la foto era lo stesso Shannon. Lei rideva, teneva gli occhi chiusi ed era voltata verso Shan mentre lui sfoderava un sorriso magnifico e aveva lo sguardo rivolto alla sua donna. Era una scena dolcissima. La felicità che traspirava da quella foto sembrava si potesse toccare. Contagiava un po' tutti. Krystal si voltò e la guardò per un attimo prima di rivolgersi di nuovo al pubblico e gridare.

“Salutate Avril Lavigne!!!!!! Questa è 'Wish you were here'!”

Da dietro le quinte uscì Avril, bella come sempre e con quel suo fare adolescenziale. Salutò Krystal con un abbraccio e cominciò la musica.

 

I can be tough.

I can be strong.

But with you it's not like at all.

There's a girl who gives a shit

behind this wall,

you just walk through it.

And I remember all those crazy things you said.

You left them running through my head.

You're always there, you're everywhere

but right now I wish you were here.

All those crazy things we did

didn't think about it just went with it.

You're always there, you're everywhere

but right now I wish you were here.

Damn, damn, damn,

what I'd do to have you here, here, here.

I wish you were here.

Damn, damn, damn

what I'd do to have you near, near, near.

I wish you were here.

I love you the way you are,

it's who I am don't have to try hard.

We always say, say like it is

and the truth is that I really miss.

All those crazy things you said.

You left them running through my head.

You're always there, you're everywhere

but right now I wish you were here.

All those crazy things we did

didn't think about it just went with it.

You're always there, you're everywhere

but right now I wish you were here.

Damn, damn, damn,

what I'd do to have you here, here, here.

I wish you were here.

Damn, damn, damn

what I'd do to have you near, near, near.

I wish you were here.

No, I don't wanna let go,

I just wanna let you know

that I never wanna let go

Let go, oh, oh.

No, I don't wanna let go,

I just wanna let you know

that I never wanna let go.

Let go, let go, let go...

Damn, damn, damn,

what I'd do to have you here, here, here.

I wish you were here.

Damn, damn, damn

what I'd do to have you near, near, near.

I wish you were here.

Damn, damn, damn,

what I'd do to have you here, here, here.

I wish you were here.

Damn, damn, damn

what I'd do to have you near, near, near.

I wish you were here.

 

Tutte le persone presenti al concerto esplosero in un unico urlo. C'era chi piangeva, chi continuava a cantare, chi rideva e chi teneva stretta la mano della persona amata.

“Grazie Avril! E grazie mille a voi! Non dimenticherò mai questo meraviglioso momento! Grazie per essere parte della mia vita! Vi amo!!!! Alla prossima, Montreal!!!!!!” Krystal salutò i fans e tornò dietro le quinte.

Cantare quella canzone l'aveva fatta sentire meglio. Quella foto le ricordava quei momenti di estrema felicità. Avrebbe dato tutto pur di poter incontrare di nuovo lo sguardo di Shannon.

“Vorrei tu fossi qui, Shan...”

 

“Io sono qui, Krys...” sussurrò Shannon a quel palco ormai vuoto. Quel palco dove poco prima c'era stata lei.

“Sei la donna della mia vita...” guardò un'ultima volta quella foto che gli ricordava quanto era felice con lei accanto e andò via. Sperando che lei potesse sentire la sua presenza così vicina.

 

“Shan!” Krystal si alzò e corse nel backstage per poi arrivare di nuovo sul palco.

Non c'era nessuno. Ormai tutto era vuoto. Solo le stelle e il battito del suo cuore le facevano compagnia.

'Ti sento vicino, Shan...' pensò chiudendosi il cappotto per il freddo e guardando il cielo sopra la sua testa. Cominciò a nevicare. Il prato si dipinse di bianco e un sorriso spuntò sul volto di Krystal.

“Ti amoooooo!!!!!!” urlò, con tutto il fiato che aveva nei polmoni, al nulla.  

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Capitolo 28
*** Chapter 28. ***


 

“Pronto?” Krystal sbucò da sotto il piumone e prese il cellulare che squillava da più di 10 minuti.

Krys, sono Jared!”

“Jared? Ciao...” Krystal si mise seduta e con lo sguardo ancora assonnato guardò verso la finestra.

I suoi occhi furono accecati dalla luce del sole. Li stropicciò con la mano sinistra e tirò indietro i capelli.

Devo dirti una cosa.”

“Spara.”

Mio fratello è a Montreal.. Ieri sera era al concerto..” Krystal rimase senza parole. “Ci sei?”

“Dove alloggia?”

All'Hilton, stanza 6277.”

Krystal non aspettò un secondo di più, bloccò la chiamata senza salutare e ringraziare quell'angelo custode dagli occhi color cielo. Si fece dare le chiavi della macchina da Mike e sfrecciò per le strade innevate di Montreal.

 

Arrivò all'Hilton poco prima che iniziasse a nevicare. Corse alla hall.

“La stanza 6277, per favore!”

“Il signor Leto non vuole visite, mi dispiace.”

“La prego.. Devo fargli una sorpresa.. E' importante..” Krystal cercò di fare gli occhi dolci e riuscì a farsi dare l'ok dalla signorina che stava alla reception.

“Le sarò grata per tutta la vita!” disse correndo verso l'ascensore.

Respirava profondamente poiché sentiva il cuore scoppiarle. Bussò alla porta e sentì dei movimenti. La porta si aprì e un paio di occhi increduli color dell'ambra incontrarono i suoi azzurri come il mare che si fonde con il cielo.

“Krystal.. Che.. Che ci fai qui..?” Krystal non riusciva a rispondere, non si vedevano da un mese ormai e quel momento lo aveva immaginato ogni giorno.

“Posso entrare?”

“Si...” Shannon si spostò e la fece passare.

“Jared mi ha detto che eri qui..”

“Lo immaginavo..” Krystal prese un bel respiro.

“Ti è piaciuto il concerto, ieri?” Shannon la guardò strano.

“Mio fratello non riesce mai a farsi i fatti suoi... Comunque si.. Eri stupenda.. E il duetto con Avril non me lo aspettavo..”

“Ti amo, Shan..” Krystal gli andò incontro.

Finalmente dopo tanti giorni di lontananza erano l'uno di fronte all'altro, a guardarsi negli occhi, a dichiararsi sinceramente i propri sentimenti.

Shannon non rispose e tornò a guardare fuori dalla finestra chiusa.

“Come siamo arrivati fin qui?”

“Non lo so..”

“Tu sai quanto mi sei mancata?”

“So quanto mi sei mancato tu..”

“Ti ho pensata ogni giorno. Io.. Io.. Dannazione, Krys.. Perchè mi fai questo effetto! Sono diventato patetico e innamorato.. Non ero così prima..”

“Non sei patetico..”

“Chiedilo a mio fratello!” risero entrambi per l'espressione di Shannon al pensiero di Jared che si lamentava per ogni cosa.

“Shan..” Krystal allungò la mano per accarezzargli il viso ma non ci riuscì. Si bloccò con la mano protesa verso Shannon. Lo stava fissando. Non lo aveva così vicino da troppo tempo. Aveva paura che toccandolo fosse sparito come in un sogno.

Lui era un sogno. Perfetto. Doveva toccarlo per rendersi conto che era reale, che finalmente era davanti a lei.

“Sono qui, Krystal... Sono venuto fin qui per te.. Capisci? Per te! Solo per te...” scandì bene queste ultime parole.

Krystal pensò alla note passata con Mike, avrebbe dovuto dirglielo ma non ne aveva il coraggio.

“Posso abbracciarti?” chiese Krystal a bassa voce.

Shannon non aprì bocca, la prese e l'avvolse tra le sue braccia. Krystal cominciò a piangere sulla spalla di Shannon.

“Ora che sei qui sento ancora di più il peso di questi mesi senza te. Non pensavo mi saresti mancato così tanto, eppure solo ora sto sentendo il cuore distruggersi per ogni giorno passato senza averti al mio fianco..”

“Ho infranto la promessa... Ti ho fatto soffrire... Non ti merito.. E per quanto io possa amarti ho paura di non donarti quella dose di felicità giornaliera..”

“Se mi prenderai con te mi donerai la felicità eterna..” Shannon la prese per le braccia e la allontanò quel po' che bastava per potersi perdere nei suoi occhi azzurri.

Fu un viaggio che durò pochi secondi. Arrivò su quel pianeta dove tutto era possibile. Si guardò intorno e vide che quegli occhi che tanto amava ci sarebbero sempre stati. Li avrebbe portati con sé in ogni parte del mondo.

“Anche se non ci mettessimo insieme tu saresti sempre con me.. Mi hai stregato, Krys..”

“Dammi un motivo per non rimetterci insieme..” Shannon pensò per almeno 5 minuti.

“Non mi viene niente.. Dammi dei motivi per rimetterci insieme..”

“Baciami.” fu come un botta e risposta. Shannon non esitò un attimo. Non appena Krystal finì di pronunciare quella parola, la prese tra le sue braccia e la baciò. La baciò come solo una volta aveva fatto: la prima volta ce fecero l'amore. Si ricordò di quelle emozioni, di come era stato bene con lei quel giorno. Furono trasportati dalla passione e dal desiderio che avevano l'uno dell'altra.

Erano distesi sul letto. Shannon stava sopra a Krystal e le baciava continuamente il collo.

“Shan.. Io..”

“Shhh.” Shannon le tappò la bocca con la sua.

Fecero l'amore per la seconda volta.

“E' stato come aprire un varco tra il mondo e il paradiso...” disse Shannon mentre le accarezzava delicatamente il viso.

Erano distesi l'uno di fronte all'altra, fronte contro fronte, sguardo dentro sguardo.

“Come ti amo io non ti amerà nessun altro, Krys...” Krystal ebbe un tuffo al cuore.

Le sembrava essere tornata a qualche mese prima, quando dopo aver fatto l'amore disse a Shannon che sarebbe partita. Ma ora la cosa era più grave.

'Lo perderò per sempre... Ma non posso non dirgli la verità...' pensò.

“Shan... Io voglio essere sincera con te... Devo dirti una cosa...”

“Dimmi..” disse lui celando la paura.

“Beh io... Io.. Ho fatto un grosso errore.... Sono stata a letto con Mike...” Shannon si mise seduto e lo stesso fece Krystal.

Lei tratteneva il pianto, lui un urlo di rabbia. Un urlo che gli stava squarciando l'anima.

“Shan ti prego...”

“Stai zitta Krystal..” Shannon aveva lo sguardo perso nel vuoto. “Mi... Fai schifo...” si alzò e si vestì velocemente. “Non cercarmi più...” e andò via.

 

Il silenzio.

La solitudine.

Quella voglia improvvisa di non essere lì, di non esistere.

Pioveva sul volto di Krystal. Cristalli lucenti rigavano il suo viso.

In quel momento capì che Shannon non ci sarebbe più stato e che la sua sarebbe stata solo una misera esistenza e non una meravigliosa vita. 

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Capitolo 29
*** Chapter 29. ***


 

Krystal- Berlino. Febbraio 2013.

 

Krystal correva. Aveva il fiatone, era stanca ma sapeva che l'unica cosa che doveva fare era correre. Doveva raggiungerlo, e più si avvicinava più lui si allontanava. Quel corridoio sembrava non finire mai. Krystal grondava sudore e si sentiva appesantire ad ogni passo. Da lì a poco avrebbe ceduto, lo sentiva.

Shannon!!! Ti prego fermati!” Shannon ubbidì.

Krystal continuò a correre fino ad arrivare alle spalle di Shannon. Era stremata e non riusciva più a respirare.

Shan, perdonami...” Shannon si voltò.

Io non sono Shannon, Krystal.” Shannon cambiò fisionomia e prese quella di Mike.

Mike?” il corridoio si trasformò in una stanza.

Aveva le pareti di un giallo molto chiaro, quasi impercettibile. C'erano giocattoli sparsi dovunque e una culla.

Che.. Che significa..?”

Come che significa?” Mike indicò la pancia di Krystal.

Cresceva a vista d'occhio e Krystal continuava a guardarla incredula.

No! Non può essere! No! Ti prego!!!”

 

“NOOOOOOO!!!!!” Krystal si svegliò di colpo urlando.

“Oddio...” si asciugò la fronte imperlata di sudore.

D'istinto si sfiorò la pancia e pensò a Shannon.

“Non c'è niente qui dentro, giusto? Lo scorso mese ho avuto solo uno stupido ritardo causato dallo stress, no? Io non sono pronta...” continuava a rivolgere lo sguardo alla sua pancia.

L'accarezzava come se custodiva un tesoro inestimabile.

“Forse dentro di me circola anche il sangue di Shannon...” sorrise al pensiero. “O di Mike...” una lacrima rigò il suo viso pallido.

 

Shannon – Los Angeles. 9 marzo 2013.

 

TANTI AUGURI A TE, TANTI AUGURI A TE, TANTI AUGURI AL MIO BRO, TANTI AUGURI A TE!” Jared entrò nella stanza di Shannon con un muffin al cioccolato con sopra una candelina azzurra.

Jared, ma che caz..? Stavo dormendo.” mugugnò Shannon.

Appunto stavi! Soffia ed esprimi un desiderio!” disse Jared inginocchiandosi accanto al letto porgendo il muffin al fratello.

Jared compio 43 anni non 5! Ancora con questa storia del desiderio!”

Shannon, i desideri sono sogni e noi dobbiamo cercare di realizzarli. Quindi zitto e desidera qualcosa!”

Ok.” sbuffò Shannon.

Chiuse gli occhi e cercò di immaginare qualcosa che desiderava. Il primo pensiero che gli attraversò la mente fu il viso di Krystal. Il suo cuore esplose in un urlo di dolore nel rivedere quegli occhi.

'Voglio rivedere Krystal.' prese un bel respiro e soffiò sulla candelina.

Uuuuuuuh!” urlò Jared. “Auguri!” poggiò il muffin sul comodino e si buttò sul letto per abbracciare il fratello.

Jared, finiscila!” Shannon cominciò a ridere rumorosamente. “Se non scendi da questo letto ti faccio il solletico!”

Noooo!” Jared si alzò di scatto e cominciò a correre per la stanza sventolando le mani al vento.

Sembrava una di quelle attrici che non sanno recitare ma comunque continuano a farlo. Questa mini-scenetta fece tornare il sorriso sul volto di Shannon. Jared si fermò e si voltò verso il fratello.

Spero che il tuo desiderio si realizzi.” disse diventando serio.

Ma se non sai nemmeno cosa ho desiderato.”

Posso immaginarlo.” Jared si sporse dalla finestra e sgranò gli occhi.

Che c'è?” chiese Shannon prendendo una maglietta per indossarla.

Si realizzerà molto presto il tuo desiderio, me lo sento.”

Jared ma che hai oggi?” Jared non ebbe il tempo di rispondere che bussarono alla porta.

Shannon guardò il fratello con l'aria attonita.

Aspetti qualcuno?” gli chiese.

Forse qualcuno sta aspettando te, fuori dalla porta.” convenne Jared.

Shannon si sistemò e scese al piano di sotto. Aprì la porta e vide un angelo. Quell'angelo che era riuscito a portarlo in paradiso con un solo sorriso, un solo sguardo.

Buon compleanno, Shan..” la ragazza accennò un sorriso.

Il più bel sorriso che Shannon avesse mai visto. Cercò di trattenersi, il suo orgoglio non avrebbe ceduto.

Avevo detto di non cercarmi...”

Lo so ma..”

Krystal, mi hai tradito. Come posso perdonarti? Io non sono riuscito a tradirti.. Ho provato a dimenticarti e non ce l'ho fatta. Dove ho sbagliato, Krys? Cosa ho fatto per meritarmi il tradimento?”

Shan io non vol..”

No, ti prego. Non dire che non volevi. Se lo hai fatto lo volevi... Non ci sono scuse..” Krystal fece un passo verso di lui e lui di riflesso indietreggiò.

Che ci fai qui?”

Per adesso sono in pausa e avevo pensato di venire a farti gli auguri di persona..”

Grazie.. Ora puoi anche andare..” disse Shannon a malincuore. Era troppo orgoglioso per calare le corna.

Credo di avere qualcosa che ti appartiene...” Shannon alzò il sopracciglio.

Guardava intensamente quella ragazza che gli aveva rubato il cuore. Soltanto qualche mese prima non avrebbe aspettato, non avrebbe esitato, l'avrebbe abbracciata e l'avrebbe tenuta con sé per sempre. Seguì il movimento delle sue braccia. Le sue mani si poggiarono delicatamente sulla pancia come se volesse mostrargli qualcosa.

Shannon perse un battito.

Non può essere...” sussurrò debolmente. 

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Capitolo 30
*** Chapter 30. ***


 

Salve genteH!Come state? Spero benone!

Scusate se rompo sempre ma in questo capitolo ci sarà un'altra canzone, 'Everytime we touch' dei Cascada. Nel capitolo questa sarà una canzone di Krystal. Quindi se volete rendere magico questo capitolo fate partire questa canzone e leggete il capitolo molto attentamente senza tralasciare nemmeno un particolare.

Detto questo vi auguro una buona lettura! Spero vi piaccia!

Grazie! Vi adoro!!!! <3

__Alibi_Echelon92

 

Shannon la invitò ad entrare e la fece sedere sul divano del salotto. Sembrava in imbarazzo, cercava di prendere tempo e fare qualcos'altro pur di non incrociare lo sguardo di Krystal.

“Vuoi qualcosa da bere?” chiese distrattamente.

“No, Shan. Grazie. Siediti accanto a me.” Krystal picchiettò con la mano sul divano e Shannon si avvicinò molto lentamente.

Si sedette e poggiò i gomiti sulle ginocchia. Krystal fece lo stesso e si voltò verso di lui baciandogli delicatamente una spalla. I loro sguardi si incrociarono e lei sorrise. La gravidanza la rendeva più bella. Il viso non era più scavato come prima ma un po' più pieno e i suoi occhi erano indescrivibilmente stupefacenti.

“Sai che sei sempre più bella?”

“Mi stai facendo un complimento?”

“Non posso?”

“Questo significa che facciamo pace?”

“Non lo so..”

“Tanto lo so che mi ami.” Krystal uscì la lingua e poi scoppiò a ridere.

Si, la gravidanza la rendeva decisamente più luminosa.

“E tu non puoi stare senza di me.” sembravano due ragazzini alle prime armi.

Krystal si adagiò allo schienale e alzò la camicetta fin sotto il seno, scoprendo la pancia. Prese la mano di Shannon e se la portò su quel pancino che proteggeva il dono più bello e più prezioso. Shannon fu pervaso da brividi. Non riusciva a rendersi realmente conto che lì dentro sarebbe cresciuta una nuova vita e, soprattutto, che poteva, per metà, essere stata concepita da lui.

“E' mio?” chiese con forti difficoltà, continuando a fissare la pancia di Krystal.

“Spero di si.”

“E se non lo fosse?” Shannon alzò lo sguardo per poter guardare Krystal negli occhi, per poter viaggiare nella sua anima.

“Se non posso avere te non voglio avere nessun altro. Quindi lo crescerò da sola.”

“Mike lo sa?”

“No.” Shannon tirò un sospiro.

Tornò con i gomiti sulle ginocchia e il viso tra le mani. Krystal lo sentiva respirare profondamente.

“Shan..”

“Krys..” la guardò e le sorrise. “Anche se non fosse mio, non ti permetterei di crescerlo da sola...” Krystal deglutì a fatica dopo aver sentito quell'affermazione.

“Stai dicendo che..?”

“Dico che ti amo e che non ti lascio sola proprio adesso.” gli occhi di Krystal divennero due laghi.

Cominciò a sgorgare l'acqua dell'amore da quei due spicchi azzurri. “Dimmi che ami solo m, Krys. Dimmi che sei felice con me. Ho bisogno di sentirmelo dire...”

“Shannon Christopher Leto io ti amo da impazzire e con te al mio fianco sono più che felice.” disse Krystal con la voce rotta dal pianto.

“Piccola... Vieni qui...” l'avvolse con il braccio sinistro e le offrì la sua spalla.

Cominciò ad accarezzarle i capelli, da troppo tempo non lo faceva, da troppo tempo non assaporava il suo profumo, da troppo tempo non viveva di lei.

“Ho un'altra sorpresa...” Krystal alzò il viso e guardò negli occhi l'uomo più spettacolare che avesse mai visto sulla faccia della terra.

“Cosa?”

“Stasera vedrai.”

“Stasera?”

“Si.” Krystal sorrise e Shannon non resistette.

Si avvicinò a lei e le morse delicatamente il labbro inferiore.

“Dio quanto mi sei mancata...” sussurrò Shannon sulle labbra di Krystal.

La sua lingua cercava quella di lei per fondersi in qualcosa che i comuni mortali chiamano bacio ma che per loro era vita.

 

“Jared quindi è tutto a posto?”

“Si, Krystal. Fidati di me!” Jared sbuffò.

“Io mi fido di te, Jay ma a volte sei proprio un disastro!”

“Grazie, eh?” Krystal abbracciò Jared e gli diede un bacio sulla guancia.

“Grazie di tutto!” Jared sorrise.

“Spero che lì dentro ci sia mio nipote.” le indicò la pancia con l'indice della mano sinistra.

“Lo spero anche io..” Krystal accarezzò la pancia e sorrise.

Indossava un vestito blu notte con lo stacco imperiale e la scollatura all'americana.

“Ok, è il momento. Esco e ti presento!” Jared alzò il pollice e le fece l'occhiolino mentre usciva da dietro un tendone rosso.

“Buonasera signori e signore! Io sono Jared Leto e oggi voglio presentarvi una ragazza con un enorme talento. Non voglio dirvi altro perchè rovinerei la sorpresa. Lei è Krystal Wallace e oggi canterà la sua nuova canzone, “Everytime we touch.”. Tanti auguri di buon compleanno fratellone.” una luce illuminò Shannon che stava tranquillamente continuando a mangiare.

Tutti lo guardarono e lui posò la forchetta sul piatto e cominciò a battere le mani sorridendo a tutti quelli che lo guardavano e gli facevano gli auguri. Il mini-sipario di quel mini-palco si aprì. Un altro riflettore venne puntato su Krystal. Shannon non vide più niente attorno a lui, erano solo lui e lei. Lei con la sua magnifica voce d'angelo. Il suo angelo.

 

I still hear your voice when you sleep next to me.

I still feel your touch in my dream.

Forgive me my weakness but I don't know why

without you it's hard to survive.

'Cause everytime we touch

I get this feeling.

And everytime we kiss

I swear I can fly.

Can't you feel my heart beat fast,

I want this to last.

Need you by my side.

'Cause everytime we touch

I feel the static.

And everytime we kiss

I reach for the sky.

Can't you feel my heart beat so,

I can't let you go.

Want you in my life.

Your arms are my castle, your heart is my sky.

They wipe away tears that I cry.

The good and the bad times we've been through them all.

you make me rise when I fall.

Cause everytime we touch

I get this feeling.

And everytime we kiss

I swear I can fly.

Can't you feel my heart beat fast,

I want this to last.

Need you by my side.

'Cause everytime we touch

I feel the static.

And everytime we kiss

I reach for the sky.

Can't you feel my heart beat so,

I can't let you go.

Want you in my life.

Everytime we touch

I get this feeling.

Everytime we kiss

I swear I can fly.

Can't you feel my heart beat fast,

I want this to last.

Need you by my side.

'Cause everytime we touch

I feel the static.

Everytime we kiss

I reach for the sky.

Can't you feel my heart beat so,

I can't let you go.

Want you in my life.

 

Tutti i presenti applaudirono per la canzone, per la sua voce, per l'amore che ci metteva nel cantare.

Krystal scese da quel palco e lentamente si avvicinò a Shannon che la aspettava in piedi al tavolo.

“Ecco l'altra sorpresa.” gli disse.

“E' tutto vero quello che hai detto?”

“Si, Shan. Dalla prima all'ultima parola.”

“Non dovevo lasciarti andare. D'ora in poi sarò sempre al tuo fianco, sarò nella tua vita e ti proteggerò...”

“Ti amo, Shan. Ti amo davvero.”

“Non sai quanto ti amo io.” la strinse a sé per non lasciarla mai più.

 

Due cuori che battevano all'unisono. Battiti che componevano una melodia, quella melodia che solo loro potevano percepire perchè soltanto loro ne possedevano gli spartiti.


 
 

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Capitolo 31
*** Chapter 31. ***


   

Finalmente si cominciava a sentire profumo di primavera. Los Angeles era baciata da un sole caldo e ristoratore. Si respirava aria fresca e pulita.

Shannon respirava a pieni polmoni mentre era seduto sul davanzale della finestra della sua stanza da letto. Non aveva nemmeno voglia di accendersi una sigaretta per non distruggere quel momento. Guardava Krystal dormire, avvolta nel lenzuolo e con un sorriso angelico sul viso. Teneva il braccio destro sotto il cuscino mentre la mano sinistra era sotto la guancia destra. Shannon la guardava con uno strano sorriso stampato in faccia, era completamente perso in quella bellezza quasi sovrumana. Seguiva le curve del corpo di Krystal con gli occhi, immaginando d accarezzarle, di baciarle, di farle rabbrividire sotto il palmo della sua mano.

Chiuse gli occhi e buttò la testa all'indietro pensieroso. Avrebbe avuto un figlio da quella ragazza, l'unica che avesse mai realmente amato. No, non lo diceva tanto per dirlo, Krystal era davvero l'unica ragazza di cui si era innamorato realmente. Non riusciva a capire bene cosa provava ma sapeva che era una bella sensazione. L'ansia, l'attesa, la paura, tutte sensazioni che possono definirsi negative ma che in quel momento per lui erano più che positive. Le avrebbe condivise con Krystal e questo pensiero riusciva a tranquillizzarlo.

I suoi pensieri furono interrotti dal rumore dello sportello di una macchina. Guardò giù e vide quello che non avrebbe voluto vedere. Una Mercedes blu si era posteggiata davanti casa loro e ne era uscito Mike.

“Merda..” sussurrò Shannon.

Si catapultò di corsa al piano di sotto evitando di fare rumore per non svegliare Krystal e Jared, che dormiva nella stanza accanto. Non diede nemmeno il tempo di bussare ed aprì la porta.

“Che vuoi?” chiese a Mike con tono abbastanza infuriato e sguardo infuocato.

“Dov'è Krystal?” disse Mike spingendo Shannon verso la porta per poter entrare.

“Fuori da casa mia, Mike!”

“Non me ne andrò da qui se Krystal non verrà con me!”

“Krystal non verrà con te!”

“Non puoi decidere per lei!”

“E invece posso. Sono il suo fidanzato.” Mike scoppiò a ridere.

“Hai l'età di suo padre, Shannon. Con che coraggio ti definisci il suo fidanzato?” Shannon si sentì demoralizzato.

'L'età di suo padre...' si ripetette in testa. 'Suo padre..' i suoi occhi divennero lucidi.

Strinse i pugni e serrò le labbra.

“Che c'è Shannon? Ti sei accorto che stai bloccando il futuro ad una ragazza?” lo provocò Mike.

Shannon digrignò i denti e in un attimo si trovava sopra a Mike mentre gli stringeva sempre di più le mani al collo.

“Shan.. Shan.. Shannon lasciami.. Mi.. Mi stai... strozz....” cercò di dire Mike con voce spezzata per la mancanza d'aria.

Shannon tornò in se stesso e si alzò guardandosi le mani.

“Vattene...” sibilò Shannon.

Mike aveva il viso rosso quasi viola e stava riprendendo fiato mentre si alzava a fatica.

“Che succede?” chiese Krystal dalle scale.

Corse verso i due e li guardò a bocca aperta.

“Mike... Che ci fai qui?”

“Sono venuto a parlare con te.. Sei sparita..” Mike le si avvicinò di qualche centimetro e di riflesso Shannon la accostò.

“Non ti azzardare a toccarla.” disse con tono fermo, non lasciava trasparire nemmeno un po' di paura.

“Shannon calmati..” lo rassicurò Krystal. “Anche lui ha diritto di sapere..” Shannon si voltò di scatto per guardarla, doveva vedere l'espressione del suo viso, doveva capire se lo faceva perchè ci teneva che anche Mike sapesse o solo perchè c'era il 50% delle possibilità che lui fosse il padre e quindi doveva dirglielo per forza.

“Cosa devo sapere?”

“Sono incinta Mike.. E non so se il figlio è tuo o di Shannon..”

“Comunque sia lei resta con me...” continuò Shannon.

“Questo significa che se il figlio è mio lo crescerai come se fosse tuo? Coraggioso Leto. Il bambino ti scambierà con il nonno in futuro.”

“Mike ma che dici?” si intromise Krystal.

“Krystal lascialo perdere... Ha ragione...” Krystal si voltò verso Shannon e lo guardò incredula.

“Ragione? Shannon stai dando i numeri..”

“Krys.. Sono troppo grande.. Ho l'età di tuo padre e ancora mi comporto come un ragazzino.. Non potrò mai essere un buon padre..” Krystal riuscì a trattenere le lacrime.

“Non mi interessa o con te o da sola, ricordi?”

“Krystal per favore...”

“No Shannon! Per favore un cazzo!” Krystal alzò la voce.

Shannon sussultò e Mike rimase a guardare quella scenetta, orgoglioso di se stesso per essere riuscito a mandare in tilt il povero Shannon.

“Vai con lui...”

“Io non mi muovo da qui se non con te... Non mi interessa la differenza di età, tu mi dai quello che una qualsiasi altra persona su questa fottuta terra non saprebbe mai darmi, che sia un ventenne o un sessantenne. Perchè non ti entra in quella fottuta testa di cazzo che ti ritrovi?!” Shannon abbassò lo sguardo. Quelle parole lo avevano perforato come delle pallottole. Poteva sentire il cuore indebolirsi e il respiro cominciare a mancare. Un odore e un sapore di ruggine lo disgustò. Aveva trattenuto così tante lacrime, così tanta rabbia che si era frantumato il labbro interno a forza di morsi e non se ne era nemmeno accorto. Cominciò a sanguinare. Sangue e lacrime si mescolarono sulle sue labbra e sul suo mento. Cadde in ginocchio davanti a Krystal che lo guardava spaventata.

“Sposami...”

Quella parola uscì dalla sua bocca come un raggio di sole in pieno inverno che si fa spazio tra le nuvole.

Non era una proposta. Non era un obbligo. Era una promessa. 

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Capitolo 32
*** Chapter 32. ***


 

Ed eccomi qui a rompervi di nuovo! LOL

Ragazzuoli miei mi dovete fare un favore! Fate partire 'She's the one' di Robbie Williams. Troppo sdolcinata? Troppo da matrimonio? Beh ci stava in questo capitolo e ora voi la ascoltate (scherzo! Se non vi va non preoccupatevi!)

Comunque vi amo!

Ringrazio soprattutto ProudEchewhore che recensisce ogni mio capitolo e Biohazard_ che ogni volta mi fa commuovere con quello che mi scrive! Grazie mille! <3

 

 

Era il 24 maggio quando Shannon e Krystal si promisero amore eterno.

Lei indossava un lungo vestito bianco con corpetto con decorazioni floreali e due laccetti che si incrociavano davanti il collo mentre la gonna sembrava una nuvola. I lunghi capelli castani erano boccolosi e sopra l'orecchio sinistro portava un fiore bianco. Era splendente quel giorno e il pancione cominciava a vedersi anche se grazie al corpetto non si vedeva niente.

'Quanto è bella.' pensò Shannon appena la vide attraversare il vialetto del giardino per raggiungerlo sotto l'archetto addobbato con fiori d'arancio.

Sorrideva a tutti gli invitati con nonchalance per nascondere l'emozione. Incrociò lo sguardo di Shannon e il suo sorriso divenne ancora più luminoso.

Jared le diede un bacio sulla fronte e la affidò al fratello.

“Ti voglio bene, Krys.” le disse prima di allontanarsi e mettersi al posto del testimone.

Anche Shannon le diede un bacio sulla fronte.

“Ciao meraviglia.” le sussurrò.

Lei arrossì e continuò a sorridere.

“Ciao.” la sua voce tremava per l'emozione.

Cominciò la funzione ed era tutto perfetto. Un matrimonio magnifico proprio come quello che aveva sempre sognato Krystal con un piccolo particolare. Nei suoi sogni non c'era messo lui, non c'era messo quell'uomo così speciale e unico. Non c'era Shannon.

“Avete scritto le promesse?” chiese il reverendo.

“Si.” risposero i due all'unisono.

“Bene chi inizia?” Krystal e Shannon si guardarono.

“Inizia tu.” disse Shannon.

“Va bene.” acconsentì Krystal. Aprì dei foglio e cominciò a leggere.

Ciao amore. Sono qui a riflettere su cosa posso scrivere in queste promesse. Anche se penso che riflettere non serva a niente, devo solo seguire il mio cuore. Seguire il mio cuore. Se ci penso sorrido perchè in fondo con te ho fatto questo. Ho semplicemente seguito il mio cuore e poi tutto è venuto da sé. La nostra storia non è stata sempre rose e fiori e io non ho mai preteso che lo fosse. Se fosse stato così sarebbe stato tutto monotono e ci saremmo stancati l'uno dell'altra. Con questo non voglio dire che dovremo passare tutto il resto della nostra vita a litigare ma che con un pizzico di follia tutto diventa più bello. Ma naturalmente se il tutto è condiviso con te prende un'altra forma, si colora di colori vivaci e allegri. Proprio come te. Durante questi mesi ti ho conosciuto bene. Ho visto il tuo lato incazzato, il tuo lato perverso, antipatico, orgoglioso ma anche il tuo lato romantico, dolce e premuroso. Ti sei preso cura di me durante questo tempo insieme e sei riuscito a cambiare la mia vita. Sei stato il primo con cui ho parlato della mia vita e di quello che mi è accaduto e sei riuscito a farmi amare di nuovo il mio corpo e mi hai aiutato a non sentirmi più colpevole. Amore devo aggiungere altro? Ah si. Tu sei tutto per me. E' tutto quello che posso dire. Ti amo e lo farò per il resto della mia vita.”

I due si guardarono e tutti applaudirono mentre Jared faceva il cretino facendo finta di asciugare le lacrime con un fazzoletto di stoffa bianco.

“E' mia cognata. E' mia cognata.” ripeteva fingendo di tirare su col naso.

“Ora tocca a te.” disse Krystal curiosa di sapere cosa avesse scritto Shannon.

Lui prese un respiro e cominciò a leggere lentamente, scandendo perfettamente ogni parola.

Krystal, piccola mia. Di solito scrivere è una cosa che mi viene spontanea ma questa volta... Beh questa volta è difficile. Vorrei scrivere per te delle parole che non suonino banali, vorrei che ti restassero impresse per il resto della vita, vorrei non annoiarti. Ma purtroppo so che cadrò in quella fitta rete di cose già dette e ridette un milione di volte, eppure so che scrivendole a te prenderebbero un'altra sfumatura. Sin da quando sei entrata nella mia vita qualcosa di te mi ha colpito e forse questo non te l'ho mai detto. Ho visto una ragazza determinata con la voglia di inseguire il suo sogno, una ragazza che viveva in quello per cui credeva, che viveva per la musica. Subito ho capito che qualcosa ci avrebbe legato, perchè ci trovavamo sulla stessa lunghezza d'onda. Ma di certo non avevo messo in conto la possibilità di innamorarmi SERIAMENTE di te. Innamorarsi? Che cosa strana è stata per me. Molti dicono 'tu sei l'unico, il primo ecc, ecc,' ma per quanti è seriamente così? Per quanti la persona amata sarà la prima e l'ultima? Forse nessuno mi crederà ma per me è davvero così. Krys tu sei l'unica donna di cui io mi sia innamorato e non c'è nemmeno bisogno che io aggiunga qualche parola come 'realmente, seriamente o per davvero', basta soltanto questo. SEI L'UNICA. L'unica che mi ha offerto un rifugio dentro al suo cuore. L'unica che mi ha fatto esplorare la sua anima non solo il suo corpo. L'unica che mi ha reso un uomo a tutti gli effetti. Forse mi hai fatto diventare troppo sdolcinato e tutto questo amore mi farà male un giorno ma ora come ora posso dire di essere orgoglioso della persona che sono quando sono con te, della persona che tu mi hai aiutato a far uscire fuori. Molte volte penso al nostro futuro. Tu sei giovane e bella io... Io sono bello e non più tanto giovane e soprattutto penso a nostro figlio. Cioè noi due avremo un figlio, te ne rendi conto? Non sto più nella pelle e non ti nascondo che non vedo l'ora di tenerlo tra le mie braccia.

Che altro posso dirti Krys? Sei mia e lo sarai per sempre, in qualunque modo vada a finire tra di noi, tu sarai per sempre l'unica per me. PER SEMPRE. Ti amo come non ho amato mai, ricordalo.”

Subito partirono altri applausi e Krystal tremava a causa del pianto trattenuto.

“Ti amo.” gli sussurrò.

Shannon la guardò sorridente come non mai. L'orgoglio faceva capolino nei suoi occhi verdi, quel giorno. Stava creando la sua famiglia, con una moglie fantastica e un figlio in arrivo. Quello che non aveva mai pensato di fare. Eppure ora il suo cuore batteva per loro. Per lei che era la creatura più bella che potesse esistere sulla faccia della terra e per quel cuoricino che batteva dentro la pancia della sua amata. La sua creaturina.

 

“Krystal Eiffel Cathie Leto... Suona bene, però?” disse Krystal.

Lei e Shannon erano al centro della pista da ballo per ballare il lento che spetta agli sposini. Lei teneva le braccia attorno al collo del marito e lui attorno ai fianchi della moglie.

“Suona benissimo.” rispose Shannon dandole un bacio sul collo.

Danzavano sulle note di 'She's the one' di Robbie Williams. Non c'era canzone più azzeccata.

“Sai cosa desidero?” le chiese Shannon stringendola ancora di più a sé.

“Cosa?”

“Che tutto questo non conosca mai la parola fine...”

“Sarà così.”

“Ci credi?”

“Si. E tu?”

“Per la prima volta posso dire di credere al per sempre.” si baciarono.

Un bacio dolce, lento e caldo. Le loro labbra si univano perfettamente come se fossero i pezzi di puzzle.

Cosa li aspettava non lo sapevano ancora. Volevano vivere quel sogno giorno dopo giorno, mano nella mano.

 

Salite, discese, pesi, lacrime e sorrisi. Tutto sarebbe stato meraviglioso se vissuto insieme.

 

I was her, she was me.

We were one, we were free.

I know we'll carry on.

She's the one. 



 

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Capitolo 33
*** Chapter 33. ***


 

Buonasera ragaSSuoli. Come state?? Allora questa FF sta per terminare. Forse questo sarà il penultimo capitolo, ancora devo decidere.

Comunque anche questo capitolo dovrà essere letto con un sottofondo, questa volta più particolare degli altri. Dovete ascoltare 'Moonlight' di Yiruma (http://www.youtube.com/watch?v=99GyFmnH59s <----- Ecco il link)

Detto questo buona lettura.

__Alibi_Echelon92

 

26 settembre 2013.

 

Un vagito fece distogliere lo sguardo di Shannon dal volto stanco di Krystal. Le accarezzava la fronte sudata e le stringeva la mano. Non aveva mai pensato che avrebbe vissuto una scena del genere. Eppure ora si trovava dentro quella sala parto con una fede all'anulare sinistro mentre assisteva al miracolo più spettacolare: la nascita di una vita, la nascita di suo figlio. Era un piccolo mostriciattolo che piagnucolava con il sederino al vento e ancora il cordone ombelicale attaccato. Nonostante fosse ancora sporco di sangue per Shannon era la creatura più bella che potesse esistere al mondo.

“E' un maschietto!” urlò sorridente quel dottore tanto simpatico.

“Un maschietto, Krys. Un maschietto!” Shannon era euforico mentre Krystal stremata dal parto cercò di accennare un sorriso.

Le palpebre le pesavano e le se chiudevano sole sole.

“Che nome gli diamo?” sussurrò.

“Tu hai qualche idea?” Krystal fece di no con la testa mentre socchiudeva gli occhi per perdersi nel mondo dei sogni.

“Scegli tu...” un sussurro ancora più flebile.

“Ma...” Shannon voleva replicare ma si accorse che sua moglie si era già addormentata.

“Ok, scelgo io.” disse sorridente dandole un bacio sulla fronte.

Nel frattempo il dottore aveva lavato il bambino, lo aveva pesato e misurato.

“E' tutto a posto, signor Leto. Vuole tenerlo in braccio?”

“S... Si..” la voce di Shannon tremava.

Il dottore gli adagiò quella pallina rosa sulle braccia e gli sorrise gentilmente. Shannon guardò quegli occhioni blu. Era suo figlio.

“Ciao amore..” gli disse prendendogli la manina con il dito indice. “Ma quanto sei minuscolo? E poi che guanciottone che hai! Sei tutto mio. La vedi quella ragazza meravigliosa distesa su quel letto? Lei è la tua mamma e sarà la mamma più spettacolare del mondo...” Shannon continuava a perdersi dentro quegli occhietti blu proprio come faceva con quelli della madre.

“Shan..” lo chiamò Krystal con un filo di voce. “Voglio vederlo.” sorrise.

“Eccolo.. Guardalo come sorride!” Shannon mise il piccolo tra le braccia di Krystal che lo accolse in un abbraccio delicato e dolce. L'abbraccio di una mamma.

“Hai deciso come chiamarlo?”

“Beh.. Veramente ancora non ci ho pensato.”

“Shan sei un disastro!” sbottò Krystal scoppiando a ridere.

“Mmmm.... Non saprei!” sbuffò.

“Pensa a un nome che ti piace, che sia speciale.”

“Ryan. Significa piccolo re. Proprio quello che lui è per noi.” rispose Shannon con sguardo innamorato.

Krystal sfoderò il miglior sorriso che potesse mai esistere al mondo.

“Mi piace.... Ti amo, Shan. E amo anche te Ryan Leto.” i tre si unirono in un dolce abbraccio.

“Vi amo anche io.” rispose Shannon mentre respirava il profumo della pelle di suo figlio.

 

“Ma è bellissimo questo mio nipotino-ino-ino!” esclamò Jared.

“Jay stai per entrare nella culla! Stai dritto altrimenti mi schiacci il figlio!” urlò Shannon tra le risate.

Krystal stava a letto ancora a riposo.

“Come stai, Krys?” le chiese Shannon sedendosi sul letto accanto a lei.

“Bene. Ma quando mi potrò alzare?”

“Tra non molto, tesoro.”

“Voglio tenere Ryan tra le mie braccia, cullarlo e cantarli la ninna nanna.” Krystal sbuffò.

“Sembri una bambina, sai?” le diede un baci sulla fronte.

“Ho voglia di fare l'amore...”

“Co... Cosa??” Shannon rimase a bocca aperta.

“Shan non facciamo l'amore da una vita ormai... Vieni qui..” Shannon andò a chiudere la porta a chiave e si diresse di nuovo verso il letto.

Si distese accanto a Krystal. Cominciarono a bacarsi e alla fine una cosa tira l'altra e si trovarono a far l'amore.

“Mi mancava..” disse Shannon sfinito.

“Anche a me...” Krystal cominciò a tossire.

“Krys che hai??”

“Niente Shan. Non preoccuparti...” cercò di riprendere fiato.

“Devi farti controllare...”

 

 

Ottobre 2015.

 

“Signora Leto oggi suo marito non l'ha accompagnata?”

“No è a casa con Ryan.” Krystal sorrise.

“Io devo darle una notizia.. Lei mi deve promettere che informerà immediatamente suo marito di quello che sto per dirle.” l'espressione sul volto di Krystal tramutò.

“Si... Mi dica...”

“Lei ha un cancro, signora. Ed è maligno...” Krystal si pietrificò.

Il suo cuore stette muto per almeno 5 minuti. Non un battito, non un solo movimento. Solo un urlo. L'urlo di una ragazza lasciata in balia del destino. L'urlo di una madre, di una moglie. Il pianto di un bambino, il suo.

“Non.... Può …..” le labbra le tremavano e le parole non riuscivano ad uscire dalla sua bocca. Fissava il dottore senza poter dire niente. I suoi occhi erano diventati di ghiaccio. Il vuoto. Un abisso di dolore.

 

E poi il nulla.

 

 

Darkness falls. Here comes the rain. 

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Capitolo 34
*** Chapter 34. ***


 

Potete tirare un respiro profondo.

Questo è l'ultimo capitolo. Questa FF si chiude qui, si chiude così.

Voglio fare ora i ringraziamenti. Ringrazio tutti coloro che hanno inserito questa FF tra le preferite, tra le seguite o tra quelle da ricordare. Ringrazio anche coloro che magari l'hanno soltanto letta in silenzio. Ringrazio i fan delle miei due pagine che mi hanno sempre incoraggiato a continuare facendomi tantissimi complimenti (anche se penso di non meritarli) e scrivendomi puntualmente ogni loro sensazione od emozione. Inoltre un ringraziamento speciale va a quelle due pazze di ProudEchewhore e Biohazard_ che hanno sempre commentato i miei capitoli e a dire la verità ogni volta che pubblicavo aspettavo con ansia di sapere il loro pensiero.

Beh, detto questo premete play qui -------> http://www.youtube.com/watch?v=gsSBwykoF9g e lasciatevi trasportare dalle emozioni.

Spero sia un arrivederci.

Con affetto,

__Alibi_Echelon92.

 

Senza emozioni, senza respiro, senza vita. Krystal non c'era più. Camminava lungo il vialetto del giardino di casa Leto. Quello stesso vialetto che aveva sopportato il peso di tutti gli invitati al matrimonio, quel vialetto che aveva percorso in lacrime, quel vialetto che la portava dove lei avrebbe voluto stare per tutta la vita, da Shannon. Aprì lentamente la porta. La scena che le si presentò davanti la fece ridere in un primo momento ma poi scoppiò a piangere, in ginocchio sul pavimento. Shannon teneva in braccio Ryan e lo faceva volare per casa imitando in modo goffo i rumori di un aereo.

“Mamma!” urlò il piccolo appena vide Krystal a terra tra le lacrime.

Shannon subito corse da Krystal con il bimbo ancora in braccio.

“Krys, che succede? Che hai?” anche lui era in ginocchio.

Ryan accarezzava il viso della mamma e la riempiva di baci. Shannon cominciò ad accarezzarle i capelli.

“E'... E' che siete così belli.... Io non vi lascerei mai...”

“Ma tu non ci lasci, Krys..” Krystal alzò lo sguardo verso Shannon.

Un pugno dritto allo stomaco.

“Devo parlarti... Porta Ryan di sopra, per favore...” Shannon ubbidì e quando scese trovò Krystal ancora immobile sul pavimento.

“Su alzati.” la prese da sotto le braccia e la alzò di peso.

Si sedettero sul divano e mentre Krystal singhiozzava e tremava Shannon cercava di tranquillizzarla accarezzandole dolcemente la mano.

“Dimmi che sarà per sempre Shan...”

“Krys.. Certo che sarà per sempre.. Ma ti prego dimmi che succede...” Krystal prese un lungo respiro.

“Shan..... Io...” il suo respiro era affannato, come se stesse correndo. “Sono malata.... Ho il cancro...” a Shannon crollò il mondo addosso.

Nei suoi occhi si poteva vedere sgretolarsi la felicità di un attimo prima. Pezzo dopo pezzo, mattone dopo mattone tutto quello che aveva costruito cadde a terra. Tutti i sentimenti che aveva provato fino a quel momento distrutti uno dopo l'altro, gli scivolarono addosso come acqua gelida. Non riuscì più a sentirsi presente. Non riusciva più a sentirsi vivo. Distrutto. Tutto raso al suolo. Tutto. Quella notizia riuscì a fare terra bruciata intorno a lui in pochissimo tempo.

“Ci sarà un modo per...”

“Shhh... No... Io.. Non sarò per sempre... Shan...” gli occhi di Shannon si riempirono di lacrime amare, lacrime colme di dolore, di un dolore che sarebbe stato capace di ucciderlo se solo lui non avesse avuto la forza di combatterlo. Doveva farlo per Ryan.

“Non puoi lasciarmi solo... Krys io ho bisogno di te...”

“Non ti lascerò... Ricordati che ti amo.... Lo devi ricordare sempre... Ogni mattina quando ti alzi e ogni sera quando vai a letto..... Ricordalo quando accompagnerai il nostro piccolo re a scuola... Quando ti chiederà di me... E quando sorridendogli gli racconterai di noi.....” Shannon cominciò a piangere come un bambino.

Krystal non lo aveva mai visto piangere così.

“Ti prego non abbandonarmi....”

“Non lo farò, Shan... Mai...” si strinsero in un abbraccio diventando così una cosa sola.

L'uno viveva per l'altro ma adesso Shannon avrebbe dovuto vivere per qualcos'altro. Doveva continuare a vivere per Ryan, per il dono più bello che Krystal gli potesse lasciare.

 

Qualche mese dopo.

 

Krystal era a letto. Una bandana bianca con sopra disegnati i Glyphics rossi si trovava sulla sua testa ormai sena più quei lunghi capelli castani di cui andava maledettamente fiera. Era dimagrita un sacco, così tanto che era quasi ridotta ad uno scheletro. La sua pelle sembrava invecchiata e nei suoi occhi un giorno lucenti si poteva leggere la stanchezza. Era stanca di soffrire. Di non poter stare con suo figlio e con suo marito in tranquillità. Lei che aveva sempre combattuto per i suoi sogni quella volta aveva perso, si era fatta vincere dalla malattia. Si sentiva in colpa per questo e Shannon ogni giorno le ripeteva che era inevitabile. Solo un miracolo avrebbe potuto salvarla. Un miracolo che non avvenne.

“Shan..” ormai la voce di Krystal era un sussurro.

“Dimmi..” Shannon in quei mesi non l'aveva lasciata nemmeno un attimo.

Era stato sempre accanto a lei, se ne era preso cura mentre Jared pensava al piccolo Ryan.

“Prenditi cura di Ryan come hai fatto con me per tutti questi mesi.... Sei un bravissimo padre e lui non potrebbe desiderare di meglio.... So che lo lascerò in buone mani... Shan... Sei tu il padre.... Non te l'ho mai detto.... Ma....” prese un respiro. “Avevo fatto fare il test del DNA.... E' nostro... E' tuo.... Non lasciarlo mai da solo..... Seguilo con gli studi.... Non fargli mancare niente... Però non viziarlo.... Fatti aiutare da Jared... Si adorano.... E se ti chiederà di me.... Digli che sono il suo angelo custode..... Sarò anche i tuo Shan..... Non vi lascerò mai...... Andrò via solo fisicamente.....” prese un altro respiro. “Ti amo, amore mio.....” si spense.

Quella piccola stella. Lei che brillava di luce propria ora non aveva più la forza di farlo nemmeno se illuminata dal sole.

Shannon pianse sulla sua esile mano.

“Krys.... Amore....” era solo. Vuoto. Senza più un senso.

Non aveva voglia di lasciarla ma doveva andare ad avvertire Jared. Entrò lentamente nella stanza di Ryan e trovò il piccolo nel lettino e Jared che canticchiava una ninna nanna.

“Jay.....” Jared si voltò di scatto.

Non appena vide lo sguardo del fratello capì e cominciò a piangere insieme a Shannon.

Shannon fu il primo a sciogliere l'abbraccio, andò a dare un bacio sulla fronte al figlio e uscì fuori di casa.

Si ritrovò nel giardino in cui assistette allo spettacolo più fantastico del mondo. Krystal vestita con l'abito da sposa. Krystal che sembrava un angelo. Krystal che era la donna della sua vita.

“Per sempre, Krys ricordi?” un soffio di vento gli scompigliò i capelli e gli accarezzò quella barbetta che Krystal amava. 'Corta quanto basta!' diceva ogni volta.

“Beh... Ti amo.... Lo farò per il resto della mia vita.....”

 

Non avrebbe più rivisto il suo splendido sorriso, non avrebbe mai più toccato la sua pelle candida, non avrebbe più ascoltato la sua voce soave, non avrebbe più guardato dentro quegli occhi limpidi come il mare e immensi come il cielo.

Ma di una cosa era certo...

 

Lei sarebbe stata per sempre.

 

L'unico, vero amore della sua vita. Per sempre..... 

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